Sei sulla pagina 1di 6

POTENZA E ATTO

Aristotele, introdotti i concetti di forma e materia, riesce ad elaborare una soluzione al problema del
divenire: quando avviene un cambiamento non si passa dall’essere al non essere, ma avviene una
trasformazione interna dell’essere. Si tratta del passaggio dall’essere in potenza della materia (elemento
indeterminato che ha la potenzialità di assumere determinazioni successive) a quello in atto della forma
(l’elemento attuale, riconoscibile anche nel mutamento).

Alla luce della teoria del divenire, la sostanza si precisa dunque come sinolo di potenzialità e attualità.
L’atto precede sempre la potenza. Nessuna possibilità può, da se stessa, trasformarsi in realtà attuale.
L’atto precede la potenza sia rispetto alla sostanza (il padre è anteriore al figlio), sia rispetto al valore (il
padre, essere attuale, è segno di perfezione realizzata).

La possibilità denota quindi un grado inferiore di realtà.

Se la potenza è possibilità di essere, ciò che è atto è allo stesso tempo potenza di una forma successiva.
Non potendo considerare all’infinito questo processo, Aristotele riconosce due termini che sono gli estremi:
la materia prima, priva di forma e attualità, e la forma pura, l’assoluta attualità e perfezione della sostanza
immobile ed eterna, che coincide con Dio ed è oggetto della teologia.

La materia prima non trova riscontri nel mondo reale.

Potrebbero piacerti anche