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Vladimir Ja. Propp.

Struttura e storia nello studio della favola

Il libro Morfologia della fiaba fu pubblicato in russo nel 1928 e suscitò nello stesso tempo due reazioni:
- da un lato i folkloristi, etnografi e studiosi di letteratura l'accolsero favorevolmente;
- dall'altro si accusò l'autore di formalismo.

Il professor Claude Lévi-Strauss accusò l'autore Propp di formalismo.


Lévi-Strauss è un noto strutturalista.
Secondo il professore:
● Propp non è un etnologo, perciò non può far ricorso a materiale mitologico, poiché non lo conosce.
● Egli attribuisce a Propp un metodo astorico, ossia dice che ha studiato il materiale senza far
riferimento alla storia. Il professore ritiene che uno studioso dapprima trovi il metodo e soltanto
dopo cominci a chiedersi a quale fenomeno possa applicarlo. E’ necessaria prima un’analisi formale
del materiale e poi una ricerca storica, e le due non si possono scindere perchè gli intrecci traggono
comunque origine dagli usi e dalla vita del popolo.
● Rapporto forma-contenuto: Propp viene accusato di aver studiato la forma indipendentemente dal
contenuto. Forma e contenuto sono inseparabili. La forma è l'appartenenza a un dato genere (forma
del romanzo, della tragedia…). Il contenuto è quello che l'autore voleva esprimere, la sua visione del
mondo, le sue condizioni.
● Un altro difetto del “metodo formale” è considerare la letteratura un insieme di tecniche, un
conglomerato meccanico. Ma l'opera Morfologia della fiaba non può assolutamente essere definita
formalistica.
● Il professor Lévi-Strauss ritiene l'opera di Propp difficile da comprendere. Quando Propp scrisse il
suo libro era giovane ed era convinto che bastasse rendere nota un’osservazione o un'idea perché
subito tutti la comprendessero e la condividessero.
Propp ha usato una scorretta terminologia:
 il termine “morfologia” per Strauss sarebbe stato meglio sostituirlo con “composizione”.
 Ma anche la parola composizione può essere intesa in modo vario.
 Le funzioni risultano poco numerose, le loro forme molteplici, la loro successione sempre
identica, si ottiene così un quadro di sorprendente regolarità. La parola “funzione” ha
significati diversi in tutte le lingue del mondo ed è usata in matematica, meccanica,
medicina, filosofia. Il professore sostiene che le funzioni sono state stabilite in modo
arbitrario e soggettivo, mentre invece non è così perché sono frutto dell'analisi comparata
particolareggiata della struttura logica di centinaia di casi. Propp per composizione indica la
successione delle funzioni come è data dalla favola stessa. La composizione è un fattore
costante, l'intreccio è variabile. La struttura della favola può essere chiamata insieme
dell'intreccio e della composizione.
● Alcune funzioni (azioni dei personaggi) possono essere considerate in coppia. Ad esempio,
l'imposizione di un compito difficile ne implica la soluzione, l'inseguimento termina con un
salvataggio, la battaglia porta alla vittoria. Lévi-Strauss ritiene che le funzioni appaiate ne
costituiscono in realtà una sola e siano ad essa irriducibili.
● Per il folclorista e lo storico letterario l'intreccio è il centro d'interesse. In russo alla parola
“intreccio” è attribuito un significato determinato: l'insieme delle azioni e degli avvenimenti che si
sviluppano concretamente nel corso della narrazione. Il professor Lévi-Strauss preferisce parlare di
thème e non di intreccio, perché “intreccio” è una categoria che fa riferimento al tempo, mentre
“tema” non ha questa caratteristica.
● Composizione e intreccio sono inseparabili, l'intreccio non può sussistere al di fuori della
composizione e la composizione al di fuori dell'intreccio.
● Rapporto tra favola e mito: Propp ritiene che il mito, in quanto categoria storica, sia più
antico della favola. Il professor Lévi-Strauss ritiene il contrario. Per il folclorista una delle
proprietà caratteristiche della favola è costituita dal fatto che essa è fondata sull'invenzione
poetica e rappresenta una finzione della realtà. La parola “favola” è sinonimo di “bugia”,
“menzogna”. Il mito è invece una narrazione di carattere sacrale, che esprime la fede sacra del
popolo. La differenza tra l'uno e l'altra non è quindi formale. Il professor Lévi-Strauss
sostiene che il mito e la favola abbiano un andamento della narrazione o l'intreccio comune,
simile.

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