Sei sulla pagina 1di 1

Antonio Canova, Paolina Borghese come Venere vincitrice, 1805-1808, marmo bianco, cm

92x200. Roma, Galleria Borghese. 

 
Antonio Canova (Possagno 1757- Venezia 1822) straordinario interprete del neoclassicismo,
conobbe il favore dei Papi e di Napoleone ed esercitò grande ascendente nella scultura del
tempo.  
Era il 1805 quando iniziò a realizzare una delle sue statue più famose amate di sempre: Paolina
Bonaparte, sorella di Napoleone. Fu commissionata a Canova, come regalo di nozze, dal marito di
Paolina, il principe Camillo Borghese: quando il marmo fu terminato e trasportato nella sala di Villa
Borghese, destò scalpore e scandalo in tutta la città. 
Paolina è semi distesa con il busto sollevato. La mano destra della giovane è poggiata sul bracciolo
dell’agrippina, chiaro ed evidente rimando al repertorio classico (alle sculture etrusche e romane
sdraiate sui sarcofagi) ma anche alla tradizione della pittura veneta del Cinquecento (alle Veneri
tizianesche); mentre la mano sinistra morbida sul fianco, che tiene una mela. Il busto è nudo
invece la parte inferiore del corpo è avvolta da una veste leggera che la rende pudica e sensuale
allo stesso tempo.
Incarna alla perfezione il concetto di grazia e bellezza come valori perfetti derivati dal compiuto
equilibrio tra arte e natura. La mela che tiene in mano evoca Afrodite, la dea dell’amore, e il mito
che ne proferisce: il pomo della discordia e il giudizio di Paride; paragonando Paolina a Venere,
Canova intendeva celebrare la bellezza della principessa e con lei il trionfo della famiglia
Bonaparte.
Ma, al di là dei riferimenti storici, ciò che prevale è la realizzazione di una bellezza ideale, al di fuori
del tempo e dello spazio. Questa bellezza non consiste solo in un’esperienza estetica, ma giunge a
una profondità etica e spirituale. Il mito del giudizio di Paride, infatti, ci insegna che il sommo
valore delle cose non consiste nel potere (rappresentato da Giunone) né nella cultura (Minerva),
ma nell’amore.
Ed è proprio l'atemporalità dei temi scolpiti da Canova che conferisce alle sue opere
un'immortalità che attraversa gli anni e i secoli a venire, fino ad oggi, grazie anche ad una
magistrale tecnica scultorea (che aprì la strada alla scultura moderna) che consente alle statue di
prendere vita, smaterializzando la materia marmorea, fino a raggiungere l'effetto che lo stesso
Canova definiva "di vera carne.

Potrebbero piacerti anche