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LEZIONE1-2

LA CELLULA
Ci sono diversi livelli di organizzazione: gli atomi si combinano assieme a formare le molecole, le molecole
stanno alla base degli organuli che sono dentro la cellula, le cellule che si combinano assieme fanno i
tessuti, i tessuti costituiscono gli organi e gli organi costituiscono li apparati.
L’istologia studia le associazioni fra cellule. Cos’è un tessuto? È definito come un gruppo di cellule che
lavorano in cooperazione. Es. l’epidermide è costituito di cellule che hanno tutti la stessa funzione ovvero
che cooperano per lo stesso scopo ovvero scopo di difesa dal punto di vista meccanico, di un eccessiva
perdita di acqua. All’interno dello stesso tessuto le cellule non hanno stessa forma e stessa origine perché
dell’epidermide fanno parte ad esempio anche i melanociti con lo scopo di difendere il DNA dai raggi
luminosi producendo melanina, cheratociti derivano dall’epiblasto mentre i melanociti dalle creste neurali
Ci sono 4 diversi tessuti nel mostro organismo. Tessuto epiteliale tessuto connettivo tessuto muscolare
tessuto nervoso
Piu tessuti formano gli organi
L’epidermide che è un tessuto epiteliale e il derma che è un tessuto connettivo, insieme formano un organo
chiamato pelle, cute. La cute è un organo e non un tessuto. La cute è data dall’insieme di 2 tessuti.
Piu organi assieme formano gli apparati, continuando con l’esempio: es. la pelle insieme alle unghie, le
ghiandole e i peli formano l’apparato tegumentario
L’istologia studia la struttura morfologica avvalendosi di metodiche atte alla identificazione e
caratterizzazione delle strutture cellulari e tissutali e delle loro correlazioni funzionali. L’osservazione
morfologica di tessuti e cellule fornisce indizi riguardo la loro funzione. Quando una cellula cambia la sua
forma significa che anche la sua funzione sia correlata al cambiamento della forma.
Le cellule su misurano in micron mentre le unità subcellulari come organuli in nanometri.
Limite di risoluzione: è una distanza che viene indicata con ‘d’: è la distanza minima tra due punti vicini
percepibili come distinti. Cosa significa? Significa che se disegno 2 punti e progressivamente mi avvicino, il
mio occhio riesce a distinguerli solo se i due punti sono separati da almeno un decimo di millimetro perché
il limite di risoluzione del mio occhio è 0.1 mm. Bisogna quindi ricorrere ad un mezzo che è il microscopio
ottico.
Il microscopio luce è costituito da una fonte luminosa, da un tavolino su cui si appoggiano i campioni
ovvero presente nel vetrino, i raggi luminosi entrano negli obiettivi (ingrandiscono il nostro campione)
Ciascun obiettivo ingrandisce di un determinato numero di volte, dopo di che il percorso dei raggi luminosi
prosegue entrando negli oculari che ingrandiscono anche loro di una decina di volte.
Il microscopio luce (come il nostro occhio) ha un limite di risoluzione che è dato dalle formula di Abbe che
indica che il limite di risoluzione d del microscopio è direttamente proporzionale alla lunghezza d’onda
della luce impiegata secondo la costante che è 0,612, ed è inversamente proporzionale a n sin alpha. n è
l’indice di rifrazione del mezzo interposto tra la mente frontale dell’obiettivo e il vetrino ovvero in
condizioni normali è l’aria. L’aria ha n=1, ci sono però obiettivo a immersione che vanno usati con una
goccia di acqua sopra al vetrino e si fa in modo che la lente frontale dell’obiettivo prende la goccia di acqua,
in modo che sia l’acqua il mezzo interposto tra la lente frontale dell’obiettivo e il nostro campione. In
questo caso n se aumenta diventa 1,3-ci sono inoltre degli oli che aumentano l’indice di rifrazione n fino a
1,5: l’olio rende uniforma il percorso dei raggi luminosi che dalla lampadina attraversano il preparato
entrano nell’obiettivo. N sin alpha: ma cos’è sen Alpha? È il semi angolo di apertura dell’obiettivo ovvero
dice quanta luce entra nell’obiettivo. Se alpha è stretto etra poa luce se invece è ampio entra più luce.
Il prodotto di n per sin alpha viene indicato con N che è l’apertura numerica dell’obiettivo ed è il numero
che troviamo negli obiettivi dei microscopi , vicino al numero di ingrandimenti. Questa apertura numerica ci
da informazione su quanto è buono quel particolare obiettivo. È migliore un obiettivo con apertura
numerica grande o piccola? Vogliamo che il limite di risoluzione sia più piccolo possibile per visualizzare più
definito: n sin alpha quindi N deve essere più grande quindi è migliore un obiettivo con apertura numerica
più elevata. Sarà migliore un obiettivo come il primo ovvero con lunga distanza focale o come la seconda
con distanza focale più breve? Sarà migliore il 2. Piu va vicino la lente frontale dell’obiettivo al campione e
meglio si vede perché si riduce il limite di risoluzione.
La lunghezza d’onda della luce visibile va da 400 nm fino a 700 nm
Il limite di risoluzione di un microscopio luce è di 0.2 micron
Tutto ciò che è più piccolo di 0.2 micron deve essere visto con un altro mezzo che è il microscopio
elettronico in cui la luce della lampadina viene sostituita da un fascio di elettroni emesso sottovuoto da un
catodo posto all’apice della colonna: gli elettroni hanno un percorso rettilineo all’interno di questa colonna.
La colonna in cui gli elettroni vengono sparati deve essere messa sottovuoto perché in questo modo il
percorso rettilineo degli elettroni non viene disturbato da alcuni pezzi di polvere. Ad un certo punto del
loro percorso viene inserito un campione per microscopia elettronica (sample), quindi il percorso degli
elettroni viene deviato dai vari punti del preparato(sample) che hanno una loro densità quindi non sarà più
rettilineo ma vengono deviati e ciascun punto del preparato proietta un cono d’ombra dove c’è uno
schermo fluorescente (screen): al microscopio elettronico l’osservazione è in bianco e nero quindi in nero ci
sono i punti del preparato più densi infatti si parla di punti elettron densi e elettron opachi: i punti più scuri
hanno densità maggiore quindi deviano maggiormente il percorso degli elettroni. Si ricorda quindi che al
microscopio elettronico si osserva in bianco e nero e che i punti neri corrispondono a punti elettron densi
del preparato. Il limite di risoluzione del microscopio elettronico è di 0,4 nm
Microscopia Crioelettronica si utilizza materiale congelato che resiste meglio al fascio di elettroni, l’altro
vantaggio è che si possono fare fotografie a tempi diversi perché si può congelare il materiale in un
determinato tempo e progressivamente: quindi si può ottenere una dinamica che al microscopio
elettronico tradizionale non è possibile. È utilizzato anche per la proteina spike da SARS-CoV-2 mediante
microscopia elettronica: lo scopo è rendere più possibile dettagliata la morfologia della proteina per capire
come interagisce con i recettori cellulari e come è possibile avere degli anticorpi contro questa proteina.
C’è un altro tipo di microscopio elettronico a scansione che da una immagine tridimensionale della
superficie. Es. questo è ricavato da questo microscopio ed è un’immagine compatibile con i tessuti umani
che è stato usato in vitro per le culture cellulari e alla fine si è riuscito a far crescere delle cellule ossee. In
vitro vengono isolate le cellule staminali del grasso vengono fatte differenziale e formare delle cellule
cartilaginee che vengono fatte espandere ovvero crescere in vitro. Si possono ottenere anche immagini
colorate: ma il microscopio elettronico a scansione non riesce a vedere a colori ma sono falsi colori
attribuiti all’immagine in bianco e nero del microscopio elettronico.
Ci sono altri microscopi:
microscopio confocale: microscopio a luce e non elettronico. Osservano a fluorescenza ma per ogni piano
focale eliminano i pixel non perfettamente a fuoco ,pii viene fatta una ricostruzione al computer più
definita.
LIMITI DI RISOLUZIONE
Occhio umano: 0,1 mm
Microscopio luce: 0,2 micron
Microscopio elettronico: 0,2 nm
Non si può osservare un tessuto di un campione allo stato vivente. Non appena i nostri tessuti non sono
più ossigenati dal sangue subentra in esso tutto un processo di degradazione post mortali quindi vengono
introdotti degli artefatti perché la cellula si sta degradando dopo la morte spontanea. Introduciamo
artefatti quindi non possiamo osservare la cellula allo stato vivente. Per evitare gli antefatti è necessario
fissare la cellula e il tessuto. Fissare significa uccidere istantaneamente ogni attività vitale della cellula,
compresa l’attività degli enzimi autolitici che interverrebbero a distruggere la cellula dopo la sua morte
spontanea: l’obiettivo è quello di mantenere il più possibile cellule e tessuti cosi come sono allo stato
vivente.
Come si fa a fissare? Se il fissatore è un chimico (fissatore chimico è un liquido) quindi significa immergere
cellule e tessuti nel fissatore a immersione dalle 4 alle 48h,tempo variabile in relazione allo spessore del
nostro campione e alla velocità di penetrazione del nostro fissatore scelto. I fissatori per microscopia luce
sono tantissimi ma quelli che faremo sono:
gli agenti chimici di fissazione sono liquidi, il fissatore più utilizzato nei laboratori è la formaldeide/
formalina usata in soluzione acquosa al 40%, fa parte del gruppo degli aldeidi che sono buoni fissatori
perché agiscono provocando la formazione di ponti tra molecole proteiche in modo da alterare la struttura
proteica alterando la struttura terziaria, quindi inattivano la proteina quindi anche gli enzimi, gli enzimi
autolitici che distruggerebbero la cellula.
C’è una formaldeide soluzione madre che viene commercializzata sotto ili nome di formalina che viene
usata neutra tamponata al 10% o al 4% con pH tra 7.2 a 7.4
Un altro fissatore chimico è l’alcool: è un fissatore perché si sostituisce all’acqua all’interno della cellula,
senza acqua non c’è vita quindi l’alcool uccide la cellula perché si sostituisce in essa all’acqua. L’alcool ha un
effetto collaterale di indurire il campione pero viene utilizzato molto
Tra gli agenti fisici di fissazione si ricorda solo il congelamento che per funzionare bene come fissatore deve
essere molto rapido: il freezer di casa è ad una temperatura di -18/-20 ma si formano degli aghetti di
ghiaccio che in istologia devono essere evitati perché forano e bucano le strutture tessutali; per essere un
buon metodo di fissazione il congelamento deve essere istantaneo: l’acqua deve passare istantaneamente
dallo stato liquido allo stato solido inglobando al suo interno tutte le strutture cellulari: si parla di
vitrificazione dell’acqua e una temperatura di vitrificazione viene ottenuta o con un getto di CO2 che è a -
70°C o per immersione in azoto liquido -196°C . non esiste un fissatore ideale: le proteine e gli acidi nucleici
si fissano meglio con le aldeidi e meno con gli alcoli, gli alcoli vengono fissati bene con gli zuccheri, il
glicogeno viene meglio fissato da fissatori acidi: non esistono fissatori ideali che vanno bene per tutto.
Quando si parla di fissazione la cosa importante per tutti è la velocità di fissazione perché più lasciamo il
campione degradarsi e più artefatti avremo alla fine della nostra operazione: è importante congelare
rapidamente il nostro campione cosi da non avere artefatti.
La luce del microscopio può attraversare solo materiale di spessore molto ridotto: il tessuto deve essere
sezionato mediante speciali apparecchi che sono detti MICROTOMI
I microtomi sono delle affettatrici. Per microscopia ottica le fette devono essere sui 4-10 micron mentre per
la microscopia elettronica le fette devono essere circa alcune decine di nanometri
I tessuti biologici sono per lo più molli prima del taglio quindi deve essere indurito mediante inclusione
ovvero infiltrare il campione con un mezzo di inclusione che inizialmente per potere penetrare fino in
profondità nel nostro campione deve essere liquido e poi diventa s0lido indurendo in questo modo il nostro
campione. Quindi le caratteristiche di un mezzo di inclusione sono: deve essere una sostanza inizialmente
liquida per infiltrare il liquido e poi solidifica indurendo il nostro pezzo di campione; per la microscopia luce
il mezzo di inclusione più utilizzato è la paraffina: ha le stesse caratteristiche fisiche della cera da candela,
essa è un buon mezzo di inclusione perché a temperatura ambiente è solida ma a 55-60°C diventa liquida.
La paraffina quindi viene conservata in forma liquida (60°C) in delle vaschette. Prima di tutto si fissa, poi si
sciacqua, poi si include per poter indurire il tessuto. Si immagina di prendere un pezzo di tessuto e di
sciacquarlo e di metterlo direttamente in questa vaschetta con la cera fusa. Cosa succede? Nulla, perché
l’acqua e la paraffina non sono miscibili quindi resterà all’interno della paraffina liquida un grumo di una
sostanza acquosa dentro al nostro tessuto per cui la paraffina non riesce a penetrare dentro una struttura
che ha al suo interno l’acqua. Quindi prima di immergere il campione nella paraffina liquida sarà necessario
togliere l’acqua dal nostro campione, dalla nostra biopsia, e come si fa a togliere dell’acqua? Bisogna
disidratare: la disidratazione avviene mediante passaggi successivi in soluzioni alcoliche a gradazione
crescente: si comincia per esempio in una soluzione a 50% di acqua e 50% di alcol, lo si lascia un paio di ore,
dopodiché si trasferisce in una soluzione a 70% di alcol,80% di alcol,96% e poi in alcol assoluto in cui la
soluzione in ambiente di alcol assoluto non avrà più acqua: a questo punto si potrà immergere in paraffina
liquida e la paraffina può penetrare dentro. Per migliorare la penetrazione della paraffina si fa un ulteriore
passaggio: quello di passare lo xilolo o xilene: è un solvente della paraffina, è miscibile con la paraffina ed è
miscibile anche con l’alcol. Quindi il nostro campione pieno di alcol viene immerso nello xilolo, poi in
paraffina: quindi permette l’entrata della paraffina nel nostro campione.
Il passaggio di disidratazione intermedio è importante per far si che la paraffina entri nel campione.
Ma se si usa come fissatore direttamente l’alcol? Il passaggio della disidratazione non si fa più: si mette il
campione fidato in alcol, non è necessario nemmeno più sciacquarlo, si mette quindi lo xilolo e poi lo si
immerge in paraffina liquida
Se usiamo il congelamento come mezzo di fissazione? Un pezzo congelato è già abbastanza duro da essere
affettato: ma sorge un problema ovvero quello di mantenere il campione congelato per il tempo più lungo
possibile infatti ci sono dei microtomi chiamati criostati, contenuti all’interno di una camera con
temperatura -30 e fino al taglio il campione viene mantenuti congelato
Per la microscopia elettronica non basta la paraffina per sezionare il campione ma bisogna ricorrere ad una
resina plastica che si chiama epol
Una volta che abbiamo il nostro campione affettato, quest’ultimo viene raccolta sul vetrino porta oggetto:
se però osserviamo questo campione nel microscopio luce non vediamo nulla perché non sono ancora
evidenti: per osservare bene il nostro campione dobbiamo fare un’altra cosa: ovvero la colorazione
I tessuti sono normalmente quasi incolori e privi di contrasto: quindi prima dell’osservazione al microscopio
il tessuto deve essere colorato
Sono tantissimi i coloranti in istologia: essi si dividono in coloranti acidi e coloranti basici.
Il sistema ematossilina- Eosina è in assoluto il più utilizzato in tutti i laboratori del mondo, infatti quando si
parla di “comune preparato istologico” si intende un preparato fissato in formalina, incluso in paraffina e
colorato con il sistema ematossilina- eosina
Si utilizza prima l’ematossilina poi il campione si sciacqua e poi si usa l’eosina: sono usati in successione
questi due coloranti.
L’ematossilina è un colorante basico che colora di blu le sostanze basofile
L’eosina è un colorante acido che colora di rosso le sostanze, le strutture cellulari acidofile
I coloranti sono acidi o basici, le strutture sono acidofile se hanno affinità per i coloranti acidi mentre sono
basofile se hanno affinità per i coloranti basici.
Risultano basofile le sostanze che di per se sono acide e risultano acidofile le sostanze che di per se sono
basiche. Le sostanze acide che si trovano nei tessuti possiedono affinità per i coloranti basici ( basofilia)
mentre le sostanze basiche che si trovano nei tessuti possiedono affinità per i coloranti acidi (acidofilia).
Cosa c’è di acido all’interno della cellula? Gli acidi nucleici, il Dna è un acido presente nel nucleo, in un
preparato colorato da ematossilina-eosina il DNA si colorerà di blu: il nucleo contiene DNA che è acido di
conseguenza è basofilo quindi si colora con colorante basico che è ematossilina che è blu/viola.
Questo preparato è stato colorato con ematossilina-eosina, i nuclei sono le cose più riconoscibili: sono
abbastanza ordinati e sono violacei, si trovano anche nello strato più interno, ogni nucleo individua una
cellula, nella zona centrale le cellule sono più piccole e disordinate: sono 2 tessuti diversi perché quello più
esterno è epiteliale caratterizzato dal fatto che le cellule non hanno matrice intercellulare tra cellula e
cellula, quindi le cellule sono una accanto all’altra, contrariamente dalla zona centrale in cui tra una cellula
e l’atra ci sono spazi bianchi, vuoti ed è il tessuto connettivo, caratterizzato da un’abbondante matrice tra
cellula e cellula. Tessuto epiteliale e tessuto connettivo vanno spesso assieme: non può sussistere un
tessuto epiteliale senza avere accanto un tessuto connettivo perché il tessuto epiteliale non presenta vasi
sanguigni non è vascolarizzato quindi per poter essere nutrito, per essere ossigenato deve essere
strettamente associato ad un tessuto connettivo che è caratterizzato da vasi sanguigni dal quale può
ricevere le sostanze nutritizie per diffusione. Epitelio e connettivo insieme quando rivestono una cavità
interna nel nostro organismo formano un organo detto tonaca: se la cavita interna è in comunicazione con
l’esterno si parlerà di tonaca mucosa (mucosa orale, mucosa gastrica, mucosa vescicale, uterina). Questo
campione è la mucosa intestinale. Il lume intestinale è rivestito da tonaca mucosa. La tonaca mucosa non è
piatta. La funzione dell’intestino tenue assorbe, il fatto che la tonaca mucosa non sia piatta ma rilevata
aumenta la funzione di assorbimento dell’intestino: i villi intestinali sono definiti come espansioni della
mucosa intestinale. La foto è la sezione trasversale di un villo intestinale in cui attorno c’è il tessuto
epiteliale mentre all’interno il tessuto connettivo. Le cellule dell’epitelio intestinale si chiamano enterociti
(entero: intestino, cita: cellula) sono specializzati nella finzione di assorbimento e hanno anche egli
strumenti adatti per eseguire la funzione dell’assorbimento: in foto c’è un orletto rosa che scorre attorno
nella parte superficiale (segnato con la freccia nera) si chiama orletto a spazzola o orletto striato: se
aumentiamo l’ingrandimento al microscopio elettronico vediamo una struttura in cui la superficie apicale
degli enterociti rivolta verso il lume intestinale non è liscia ma è sollevata dai microvilli:

I microvilli non si vedono nemmeno la microscopio luce ma serve il microscopio elettronico per vederli
come in foto. Le zone dove ci sono i microvilli perché in un comune preparato risultano acidofile? Perché a
tenere dritti i microvilli c’è la proteina actina: è una proteina basica quindi acidofila, è per questo che si
colora di rosa: si vede alla superficie dell’epitelio un orletto a spazzola striato acidofilo quindi colorato di
rosso/rosa con eosina dovuto alla presenza di filamenti di actina che stanno dentro i microvilli mantenendo
eretta la struttura. In un comune preparato ci sono sostanze che non si colorano ne con ematossilina e né
con eosina: queste sono lipidi e glucidi, quindi zuccheri e grassi. Fra gli enterociti ci sono tante zone non
colorate e sono ghiandole che producono muco e che prima di rilasciarlo accumulano muco prima di
rilasciarlo: il muco è fatto da zucchero che non si colorano con i preparati. Il muco ha un’azione lubrificante
quindi è normale la presenza di muco nell’intestino
Preparato di una fibra muscolare striata scheletrica: questa striatura è acidofila infatti è rossa. La striatura è
ben organizzata perché ci sono i filamenti di miosina e actina che sono proteine basiche quindi acidofile
infatti si colorano di rosa con l’eosina.

Questo è un preparato di pancreas esocrino. Si possono riconoscere i nuclei, ci sono porzioni di citoplasma
viola: non è solo il nucleo ad essere viola ma anche la parte di citoplasma: è basofila questa zona. Questo ci
da un’informazione importante sulla funzione : quando il citoplasma è basofilo ovvero risulta viola nel 99%
dei casi a dare la basofilia citoplasmatica è l’altro acido nucleico: RNA. RNA sta in associazione con le
proteine a formare i ribosomi: se ci sono i ribosomi è perché ci sarà sintesi proteica (quando vediamo un
citoplasma basofilo al 99% possiamo dire che la cellula ha il citoplasma basofilo quindi sta producendo le
proteine). Basofilia citoplasmatica significa presenza di RNA, complessato a proteine a formare i ribosomi:
dove ci sono i ribosomi significa che c’è sintesi proteica perché sono la sede della sintesi delle proteine. Il
pancreas esocrino produce enzimi digestivi ovvero proteine. A dare la colorazione alle cellule non è quasi
mai il prodotto di secrezione, ovvero ciò che le cellule formano (altrimenti le cellule sarebbero acidofile) ma
l’abbondanza dell’organulo presente: in questo caso i ribosomi quindi si parla di basofilia. Il pancreas
esocrino sono degli acini quindi in sezione risultano circolari fatti di tessuto epiteliale. Il bianco in figura è
presente tra un acino e l’altro.

Oltre all’ematossilina e eosina ci sono altre colorazioni, ad esempio colorazione critomica ??? (colorazione
arancio,blu); dello stresso preparato vediamo l’applicazione di ematossilina ed eosina (rosa)

Abbiamo visto preparati generici ma ci sono anche dei sistemi specifici di colorazione per ogni costituente
cellulare: si parla di ISTOCHIMICA che consente l’identificazione in situ dei costituenti chimici di cellule e
tessuti mediante specifiche reazioni di colorazione. C’è una colorazione tipica dei lipidi (rosso Congo, Sudan
nero) per i polisaccaridi (PAS), per proteine (reazione di Millon) e per il DNA (Reazione di Feulgen): sono
colorazioni istochimiche specifiche per ciascuna macromolecola cellulare
Cos’è la PAS? È la colorazione per i polisaccaridi(zuccheri) ed è un acido periodico: quest’ultimo ossida i
gruppi OH degli zuccheri trasformandoli in aldeidi; su questi aldeidi agisce il reattivo di Schiff che è la
fucsina basica che da questo colore (in foto) rosso magenta. La foto è una sezione di fegato: ci sono
epatociti, il citoplasma degli epatociti contiene tanti zuccheri. La PAS è un metodo che serve per colorare
tutti gli zuccheri( polisaccaridi-amido-cellulosa ecc.); lo zucchero che da PAS positività al fegato è il
glicogeno perché nel nostro organismo la riserva e l’accumulo degli zuccheri negli animali è il glicogeno. se
taglio una fetta di fegato e lo tratto con un enzima (deidrogenasi) specifico che digerisce il glicogeno in
glucosio: la fetta successiva la coloro con la PAS; la fetta successiva siccome con il trattamento enzimatico si
elimina il glicogeno la fetta successiva non sarà più PAS positiva infatti la seconda fetta sarà come la
seconda foto(bianca)
C’è una branca dell’istochimica ovvero la Immunoistochimica che consente l’identificazione dei costituenti
cellulari e tissutali come antigeni utilizzando degli anticorpi rivolti contro questi antigeni. Il problema di
questa tecnica è evidenziare il complesso antigene-anticorpo perché il complesso tra antigene e anticorpo
che si forma non è di per sé visibile, è necessario quindi marcarlo con dei Marcatori: si distinguono 2 tipi di
marcatori:
FLUORESCENTI: in questo caso si è voluto vedere il citoscheletro fatto da tubulina delle cellule isolate in
coltura; la tubulina è la proteina del citoscheletro contro la quale commercializzano degli anticorpi:
l’anticorpo utilizzato era in associazione con una molecola fluorescente quindi l’anticorpo anti tubulina si è
legato alla tubulina presente sulla sezione istologica e questo complesso tubulina-anticorpo è stato visibile
grazie alla presenza della molecola fluorescente.

ENZIMATICI: il marcatore enzimatico da un precipitato bruno, scuro in cui c’è la formazione del complesso
antigene-anticorpo; in questa sezione si evidenziano le cellule ciclanti ovvero che sono in mitosi e che sono
all’interno del ciclo cellulare: c’è una particolare proteina PCNA (la prof ha detto di non ricordare questa
proteina): antigene nucleare delle cellule proliferanti ovvero di tutte le cellule che sono all’interno del ciclo
cellulare hanno questa proteina nel loro nucleo: quindi un anticorpo rivolto contro questa PCNA marcato
con perossidasi mette in evidenzia come queste cellule ciclanti all’interno dell’epidermide, queste cellule
sono presenti negli strati basali, anche nel connettivo ci sono zone in cui le cellule connettivali si dividono.

LEZIONE 2: 03/03
TEORIA CELLULARE ‘800 la si attribuisce a SCHWANN: la cellula è l’unità strutturale e funzionale di ogni
organismo vivente; ogni cellula ha origine da un’altra cellula. La cellula è la più piccola struttura capace di
vita autonoma. Esistono forme diverse di cellule es. cellule dell’intestino: enterociti(1) specializzati
nell’assorbimento, cellule muscolari specializzate nella contrazione (2), neurone specializzato nella
trasmissione dell’impulso(3). Le dimensioni cellulari si misurano in micron, le più piccole cellule che sono
nel cervelletto misurano circa 4 micron fino ad arrivare ad una cellula uovo che è 150 micron tutte le cellule
umane ricadono tra 4 e 150 micron. Per la forma bisogna dire che la cellula acquisisce la sua forma e la sua
funzione nello stesso momento: questo momento si chiama differenziamento ovvero quando una cellula si
specializza, è un attivazione di geni specifici: in una cellula primitiva si attivano geni specifici per la sua
funzione. Ogni cellula dello stesso organismo ha identico materiale genetico ma in ciascun tipo cellulare si
attivano solo i geni che servono per la funzione che svolgerà quella specifica cellula. Il differenziamento è
inversamente proporzionale alla potenzialità di una cellula: quanto più una cellula è specializzata e
differenziata tanto meno è potenzialità conserva es. man mano che le cellule si specializzano perdono
potenzialità es. i neuroni estremamente caratterizzati nel svolgere una cosa specifica senza poter fare altro.
Il differenziamento è inversamente proporzionale alla propensione mitotica: tanto più una cellula è
specializzata, tanto meno andrà in contro a divisioni (l’incapacità di andare incontro a divisione è un’altra
conseguenza del differenziamento) es. si ricorda la prognosi tumorale perché se un tumore è fatto da
cellule poco differenziate avrà una prognosi maggiore perché sono latamente proliferanti perché
tenderanno ad essere invasive perché si divideranno molto più facilmente. Le cellule non differenziate sono
quelle embrionali. Differenziamento 0: blastomeri che hanno una potenzialità importante: sono totipotenti,
si specializzano in qualcosa come i neuroni che non possono fare altro oltre che la loro funzione. Molto
specializzati sono i globuli rossi che non avendo il nucleo non possono più dividersi. Piu una cellula è
differenziata meno tenderà ad entrare in mitosi, a dividersi

Cellula eucariote: composta da 3 compartimenti:

Citoplasma
nucleo
CITOPLASMA e NICLEO assieme formano il protoplasma
MEMBRANA PLASMATICA: gli studi della membrana interessano gli eritrociti perché sono colorati di
rosso ovvero contengono emoglobina, sono a disco biconcavo, sono un sacco fatto di membrana
che contiene solo emoglobina, se mettiamo gli eritrociti ovvero i globuli rossi in una soluzione
ipotonica ovvero che ha meno soluti rispetto all’interno della cellula quindi in una soluzione
ipotonica la cellula si gonfia perché l’acqua passa da dove c’è molta acqua a dove c’è poca acqua
(dall’interno verso l’esterno): la cellula quindi fa gonfiare gli eritrociti, l’acqua entra e fa scoppiare
la membrana degli eritrociti; l’emoglobina (unico contenuto degli eritrociti) siccome è pesante,
precipita e va sul fondo della provetta mentre la membrana galleggia in superficie. Quando gli
eritrociti si rompono la membrana che resta in superficie tende a riformarsi con la struttura
biconcava, la membrana plasmatica degli eritrociti siccome è pallida perché priva di emoglobina
prende il nome di ghost (perché pallidi, bianchi per l’assenza di emoglobina) ed è il nome in gergo
perché sembrano dei fantasmi.

La teoria che descrive meglio questa è a mosaico fluido


La membrana cellulare misura circa 8 nanometri: si vede solo al microscopio elettronico
(limite risoluzione microscopio luce: 200nm)
La sua composizione è lipo-glico-proteica, quindi contiene lipidi,glucidi e proteine. Testa polare, coda
apolare. In ambiente acquoso si dispongono con le teste polari all’esterno e le code all’interno.
La componente proteica della membrana: le proteine possono essere appoggiate e sono dette estrinseche
o periferiche mentre quelle che entrano nel doppio strato fosfolipidico sono più interne e si chiamano
intrinseche o integrali di membrana, se attraversano interamente il doppio strato fosfolipidico si chiamano
proteine transmembrana
La componente glucidica: I glucidi ovvero gli zuccheri sono disposti solo sulla superficie esterna della cellula,
si legano o a proteine o molto raramente ai fosfolipidi, sono posti all’esterno della cellula costituendo il
glicocalice che ha la funzione di ricevere segnali ed interviene nel riconoscimento tra cellula e cellula.
Questi glicolipidi sono dei trasmettitori di segnale o recettori di segnale: sono i cosiddetti antigeni di
superficie es. gli antigeni del gruppo sanguigno sono glicoproteine messi sulla membrana degli eritrociti.

Alla temperatura corporea di circa 37°C i fosfolipidi sono fluidi infatti si chiama “mosaico fluido” perché si
pensava che le proteine potessero essere liberi di muoversi in questi fosfolipidi liquidi come gli iceberg. Ora
sappiamo che ci sono dei vincoli per le proteine che prima non erano conosciuti ovvero che le proteine non
si muovono quasi mai da sole all’interno dei fosfolipidi ma ci sono delle zattere lipidiche ovvero zone che a
causa di diverso grado di saturazione la zona circostante di determinate proteine è fatta da fosfolipidi più
densi rispetto ai dintorni infatti le proteine non possono muoversi da sole ma dentro questa zattera; questo
rende più specifica l’interazione tra proteine. Un altro vincolo che frena il libero movimento delle proteine
dentro i fosfolipidi è rappresentato dalla presenza di proteine del feltro proteico che forma una rete
all’interno dell’eritrocita che si chiama spettrina. Il globulo rosso ha la struttura biconcava che comporta
l’aumento di superficie a parità di volume: ovvero comporta un aumento di membrana; il globulo rosso ha
la funzione di scambiare gas respiratori quindi più spessa è la membrana e più sarà efficace questa
funzione; a mantenere questa forma a disco biconcavo è proprio la spettrina che è responsabile anche della
loro plasticità (diametro eritrociti 7 micron) perché nei loro 120 giorni per passare all’interno di capillari
(molto più ridotti rispetto al loro diametro) devono deformarsi e poi devono riacquisire la loro forma cosi
utile alla loro funzione: quindi la spettrina è una proteina molto importante per la capacità plastica degli
eritrociti.
Un altro esempio di proteine a feltro proteico è rappresentato dalla distrofina presente nelle cellule
muscolari striate scheletriche in cui la distrofina lega le proteine di membrana ai filamenti di actina e
miosina: la distrofina fa da collegamento fra la membrana cellulare e i filamenti contrattili all’interno della
cellula. Quando i filamenti contrattili funzionano, la membrana viene trascinata dalla distrofina e riesce a
muoversi con i filamenti contrattili; quando la distrofina viene a mancare (es. geneticamente in persone
affette da distrofia muscolare in cui manca la distrofina) manca questo legame.
L’alcol riesce a sciogliersi e a passare la membrana. Ad alta concentrazione altera l’equilibrio biochimico
della cellula però è un fissatore, quindi non bisogna abusarne. Ci sono gli ormoni steroidi, lipidici che sono
liposolubili quindi riescono a sciogliersi nel doppio strato fosfolipidico; possono essere ormoni proteici e
ormoni lipidici: gli ormoni proteici non possono penetrare all’interno della cellula infatti hanno dei recettori
all’esterno della membrana plasmatica mentre gli ormoni lipidici possono attraversare il doppio strato
fosfolipidico e di solito hanno recettori interni alla cellula, solitamente sul nucleo. Il colesterolo è capace di
passare il doppio strato fosfolipidico, il colesterolo che si trova sulla membrana perché si lega alle code del
doppio strato fosfolipidico rende la struttura della membrana più solida e stabile. Per diffusione semplice
passano solamente acqua, gas respiratori e molecole liposolubili: per tutto il resto è necessario ricorrete a
delle proteine canali o trasportatori di membrana; per quanto riguarda le proteine canali sono proteine
transmembrana forate oppure il passaggio può essere individuato dal passaggio di più molecole; le
molecole dal cabale possono passare solo se sono piccole dal punto di vita dell’ingombro sterico, queste
molecole si muovono secondo lil loro gradiente di concentrazione.È raro che la cellula abbia proteine canali
sempre aperte perché una proteina è potenzialmente pericolosa per la cellula stessa: entrano ioni sodio a
cui segue il passaggio di ioni potassio e se c’è sale entra nell’acqua: queste proteine che si inseriscono
come proteine canali sempre aperte provocano il rigonfiamento di queste cellule perché richiamano acqua
all’interno della cellula fino a farle lisare. Le proteine canale con foro sempre aperte sono poche. Le
proteine canale hanno un meccanismo che ha diverse modalità di controllo:
-canali a controllo di ligando: si aprono in seguito al legame di una proteina del canale con una specifica
molecola es. i neurotrasmettitori costituiscono il ligando che nell’elemento post sinaptico vanno a legarsi al
recettore e provocano sulla membrana post sinaptica l’apertura o una reazione nell’elemento post
sinaptico stesso
-canali a controllo di voltaggio(o di potenziale) : si aprono quando la differenza di potenziale tra i 2 lati della
membrana raggiunge un determinato valore. Es avviene nelle sinapsi in cui c’è una differenza di potenziale
che viaggia sulla membrana del neurone e quando questa differenza raggiunge il bottone sinaptico provoca
l’apertura dei canali per il calcio: questo entrando nella cellula attraverso questi canali provoca il rilascio del
neurotrasmettitore.
-canali a controllo meccanico: si aprono a seguito di una stimolazione meccanica del canale. Es. succede
nell’orecchio interno in cui ci sono stereociglia che vengono mosse dalle onde sonore e questo movimento
ciliare provoca l’apertura dei canali per il calcio.
Un altro tipo di trasportatore di membrana sono:
-carrier, trasportatori o permeasi: il termine chiave per questi trasportatori è “reversibilità”: questo perché
legano una molecola da trasportare in modo reversibile (non è un legame fisso ma reversibile) i
trasportatori subiscono una modifica conformazionale (anch’’essa reversibile) per cui si aprono sull’altro
versante della membrana rilasciando la molecola che avevano legato; i trasportatori possono svolgere un
trasporto secondo il gradiente di concentrazione da dove ce n’è di più a dove ce n’è di meno e in questo
caso per avvenire questo trasporto non ha bisogno di energia; possono trasportare molecole contro
gradiente di concentrazione e per funzionare hanno bisogno di energia sottoforma di ATP: i trasportatori
che operano contro gradiente si membrana vengono dette pompe di membrana; la pompa di membrana
più nota è la pompa sodio-potassio: per ogni molecola di ATP idrolizzata provoca l’esclusione di 3 ioni sodio
e l’entrata di 2 ioni potassio: in questo modo il funzionamento della pompa sodio-potassio provoca una
asimmetrica distribuzione degli ioni sui 2 versanti della membrana perché gli ioni sodio tenderanno ad
essere più abbondanti sul versante extracellulare, gli ioni potassio tenderanno ad essere più abbondanti sul
versante citoplasmatico della membrana, però il potassio tende dall’interno a scappare fuori dalla cellula
secondo il proprio gradiente di concentrazione attraverso delle proteine canali di fuga detti canali di fuga
del potassio.
C’è una serie di cariche positive che sono gli ioni potassio che tendono ad uscire dalla cellula, questo
negativizza il versante interno della cellula rispetto a quello esterno: la fuga delle cariche positive rende
negativo il versante citoplasmatico della membrana, questa carica negativa tenderà a frenare la fuga del
potassio e si raggiunge l’equilibrio per valori di membrana di -70 mV. In condizioni stabili se si misura con
un microelettrodo la differenza di potenziale tra interno ed esterno della membrana troviamo che l’interno
misura -70: questa differenza di potenziale è presente in tute le cellule del nostro corpo e nel tessuto
nervoso ha un significato particolare.
La membrana è una struttura dinamica, continuamente dei tratti di membrana vengono immessi nella
cellula in seguito al fenomeno di endocitosi per cui la molecola estranea tocca la superfice della cellula,
questa si invagina a formare una vescicola e questo tratto di membrana entrerà a far parte degli organuli
cellulari. Il fenomeno opposto dell’endocitosi ovvero l’esocitosi porta all’assunzione di nuovi tratti di
membrana perché gli organuli toccando la membrana si fondono con essa lasciando fuoriuscire
nell’ambiente extracellulare il loro contenuto. La conseguenza è che la membrana plasmatica e quella degli
organuli cellulari è molto simile anche se c’è qualche differenza: la membrana dell’apparato del Golgi è più
sottile circa 6 nm, varia anche la quantità di proteine (50% di proteine nella membrana plasmatica rispetto
al45% nel reticolo liscio). Esocitosi ed endocitosi sono fenomeni che per avvenire hanno bisogno di energia
ovvero di ATP: l’endocitosi può essere
-mediata da recettore (di solito è la clatrina) ed è specifica per determinate molecole (per es. LDL e
transferrina),queste molecole toccano il loro recettore sul versante esterno della membrana e questo
contatto fa si che la membrana si invagina formando la vescicola con all’interno la molecola e la clatrina
viene rilasciata da questa vescicola ed essa permane come lisosoma e avrà un destino diverso mentre la
clatrina riutilizzata per successive endocitosi
-pinocitosi ovvero di endocitosi liquida: non specifica e permette l’entrata di sostanze liquide
-Fagocitosi: riguarda sostanze solide grandi (detriti cellulari, batteri) è propria delle cellule fagocitarie come
i macrofagi;
CITOPLASMA
È fatto da 2 parti: organuli e citosol
Il citosol ha una consistente di un gel fluido e all’interno di questa componente c’è la componente
strutturata del citoplasma che è rappresentata dagli organuli cellulari che sono strutture indispensabili alla
vita cellulare e come tali gli organuli citoplasmatici sono presenti in tutti i tipi di cellule, naturalmente però
la quantità varia e di pende dalla loro funzione
RETICOLO ENDOPLASMATICO LISCIO (REL):

è una porzione di ghiandola surrenale, in cui soprattutto nella zona sotto i nuclei c’è presenza di reticolo
liscio. Quest foto è ricavata grazie al microscopio luce a basso ingrandimento, rappresenta una ghiandola
surrenale: al centro di essa c’è la zona midollare e la corticale del surrene; nel surrene le cellule sono ricche
di reticolo liscio. I puntini blu sono i nuclei. In un comune preparato come appaiono le cellule che hanno
abbondante presenza di REL? Non hanno una colorazione netta, una cellula ricca di REL non si colora molto
è tenuamente acidofila.
Al microscopio elettronico il REL si presenta come una struttura tubulare. Facendo più sezioni al
microscopio elettronico e ricostruendo al pc la forma di queste fette del REL si vede che è costituito da tubi
variamente anastomizzati tra loro: sono tubuli fatti da membrana plasmatica.
Perché una cellula ricca di REL si colora poco? Il REL è fatto da membrana e le membrane sono fatte da
fosfolipidi e questi non si colorano ne con ematossilina e né con eosina: quindi non si colora molto.
FUNZIONI DEL REL:
Funzione: perché nel surrene c’è tanto reticolo liscio?

1) È la sede della sintesi di lipidi, è abbondante nella corticale del surrene perché serve per la sintesi
degli ormoni steroidi: il surrene produce il cortisone che è un ormone steroideo. Nella corticale del
surrene si produce cortisone, ormoni steroidi, è quini necessaria la presenza di REL nel surrene per
la produzione di ormoni steroidi.
2) Il REL è costituito da membrana quindi ci sono delle proteine di membrana a e alcune di esse sono
enzimatiche, sul reticolo liscio c’è il glucosio 6 fosfatasi ed è solo nelle membrane del reticolo liscio,
infatti viene identificato da questa proteina: perché solo nel REL è presente: questa proteina serve
a scindere il glicogeno in glucosio all’organismo, il glucosio legato al fosfato normalmente non può
uscire dalla cellula, quindi interviene la glucosio 6 fosfatasi del REL che scinde il glucosio dal fosfato
rendendolo libero di uscire dalla cellula e di andare nel sangue per aumentare la glicemia in
richiesta dell’organismo: negli epatociti ci sarà un a grande quantità di REL con la funzione di
scindere il glicogeno in glucosio e di renderlo disponibile nel sangue.
3) il REL nel fegato ha un’altra nota caratteristica ovvero il processo di detossicazione c’è una
compartimentazione della molecola pericolosa all’interno dei tubuli per allontanarla dal citoplasma,
dopodiché avviene la detossificazione a livello del REL della molecola ‘pericolosa; questo processo
coinvolge enzimi (ossidoreduttasi) che intervengono a smontare le molecole pericolose: quindi nel
fegato avviene il processo di inattivazione di sostanze tossiche.
4) il REL ha la capacità di compartimentare al proprio interno, isolando dal resto del citoplasma,
determinate molecole; in tutte le cellule il REL fa da pompa all’interno dei propri tubuli di ioni
calcio, nelle cellule muscolari questa funzione risulta più completa e finalizzata alla contrazione:
ovvero il REL nel muscolo striato liscio cattura ioni calcio durante il processo di contrazione e in
seguito a particolari stimoli rilascia ioni calcio che danno l’avvio alla contrazione muscolare (ovvero
i filamenti di actina sopra quelli di miosina).Il reticolo liscio è indicato anche come compartimento e
cattura degli ioni calcio, questo è molto importante nel tessuto muscolare perché ha la funzione di
immagazzinare calcio e rilasciarlo scatenando la il fenomeno della contrazione muscolare.

Una cellula ricca di REL non ha citoplasma particolarmente evidente in microscopio luce
RER e ribosomi: in un comune preparato si evidenziano molto bene, si colorano molto: porzione di
pancreas esocrino in cui la basofilia non è limitata ai nuclei, infatti i nuclei sono colorati con ematossilina,
c’è basofilia anche attorno i nuclei; la basofilia citoplasmatica significa presenza di RNA organizzato in
ribosomi. I ribosomi sono organuli costituiti da 2 subunità, possono essere presenti nella cellula secondo 2
modalità:
1) possono essere liberi nella cellula, nel citoplasma: ciascuno di questi punti neri è un ribosoma; sono
liberi nel citoplasma ma non sono mai isolati (si vede nella foto che si assemblano a formare
chioccioline, struttura più o meno ad aspirale) sono sempre posti in strutture chiamati poli
ribosomi liberi: se ingrandiamo l’immagine abbondante presenza di poli ribosomi vediamo che i
ribosomi sono come perle di una collana in cui c’è il filamento (indicato dalla freccia nera) che li
unisce; La freccia che abbiamo visto in foro che andava a formare un filamento: quel filamento è
RNA messaggero che tiene legati i ribosomi

2) adesi al RER e proprio per la presenza dei ribosomi si chiama reticolo endoplasmatico granulare o
ruvido; ci sono delle cisterne interne isolate dal resto del citoplasma che son in continuità con il
compartimento interno del REL.

La funzione dei ribosomi, che siano liberi o adesi al RER, in entrambi i casi è la stessa: la sede della
sintesi di proteine, i ribosomi mantengono disteso il filamento di RNA messaggero.

Perché la cellula deve tenersi due apparati distinti che fanno la stessa cosa? Entrambi questi organuli
producono proteine ma con modalità diverse

In questa immagine vediamo i ribosomi, mRNA, in verde le proteine. Per quanto riguarda la funzione
del RER: vengono immesse immediatamente le proteine nascenti, questo tratto di reticolo ruvido
formerà una vescicola che si staccherà dal RER, passerà nel Golgi e verrà poi esocitato perché le
proteine prodotte nel RER hanno il destino di essere buttate fuori; contrariamente dei poli ribosomi
liberi che produrranno delle proteine che restano all’interno della cellula stessa: le proteine prodotte
dai ribosomi liberi restano lì invece quelle adese al RER sono destinate alla esocitosi. Dove ci sarà
abbondante presenza di poli ribosomi liberi e dove ci sarà abbondante presenza di RER?
La presenza di poli ribosomi liberi indica una basofilia dovuta alla presenza di questi ribosomi liberi ed è
offerta dal precursore di un eritrocito: l’eritrocita è fatto da una membrana che racchiude emoglobina
che è acidofila; a livello del midollo osseo rosso c’è una cellula precursore dell’eritrocita che ha un
grosso nucleo e citoplasma fortemente basofilo(per la presenza di poli ribosomi liberi) perché questa
cellula deve procure la proteina emoglobina che resta all’interno della cellula stessa, quindi bastano
poli ribosomi liberi al suo interno per produrre emoglobina. Nelle fasi di maturazione che portano
questo precursore a diventare una cellula matura ci sono vari step ma quello interessante è lo step 3: si
sottolinea come ci siano nella cellula ancora tanti poli ribosomi liberi quindi che danno basofilia
citoplasmatica, ma nella stessa cellula si sta accumulando anche il frutto dei ribosomi liberi ovvero
l’emoglobina ( proteina basica quindi acidofila) che è acidofila: quindi c’è basofilia dovuta ai ribosomi
liberi e un po' di acidofilia dovuta all’accumulo di emoglobina. Negli step successivi (4) sarà molto più
evidente il contenuto dell’emoglobina e i poli ribosomi liberi ed il nucleo verranno esclusi e in questa
fase il midollo rilascerà delle cellule dei globuli rossi completamente maturi. Quindi un esempio di
basofilia citoplasmatica dovuta ai poli ribosomi liveri è offerta dall’evoluzione dalla cellula capostipite
da cui si formerà il globulo rosso.

Dove si trova invece il RER? In quelle situazioni in cui c’è secrezione di proteine, ovvero in tutte quelle
ghiandole a secrezione proteica: questa immagine è il pancreas esocrino, che ha il ruolo di produrre
enzimi digestivi quindi proteine: il pancreas esocrino ha cellule con citoplasma fortemente basofilo per
la presenza di RER, in cui si formano proteine destinate alla secrezione.

L’involucro nucleare ad ogni divisione cellulare si riforma a spese delle membrane del reticolo ruvido
infatti sulla sua sezione esterna sono riconoscibili dei ribosomi: c’è quindi continuità fra involucro
nucleare e lo spazio interno del REL
Tutte le proteine di membrana vengono prodotte dal RER

APPARATO DEL GOLGI:


nei comuni preparati l’apparato del Golgi non è visibile. Golgi ha scoperto questo apparato alla fine
dell’800,prima dell’avvento del microscopio elettronico che è nel 1931. Come ha fatto Golgi ad
identificare qualcosa che non si vedeva nei comuni preparati? Golgi ha applicato un metodo per lo
sviluppo fotografico alle sezioni istologiche e ha notato questa formazione strana: nel 1906 Golgi ha
ricevuto il Nobel. L’apparato del Golgi non si vede nei comuni preparati ma si vede nel metodo
all’argento???? Come si vede al microscopio elettronico? Le zone dell’apparato del Golgi sono
membrane appiattite. Il Golgi è costituito da un certo numero di membrane, di solito dai 10-20 cisterne
appiattite dove si riscontra una netta polarità strutturale, ovvero c’è un polo convesso chiamato polo
cis o polo formativo caratterizzato da queste piccole micro vescicole; al suo opposto c’è il polo concavo
chiamato trans maturativo ed è caratterizzato da macro vescicole. L’apparato del Golgi funziona dal
basso verso l’alto, ovvero, nel polo cis le vescicole non sono altro che gemmazioni del reticolo granulare
(contengono quindi le proteine di sintesi),queste vescicole si fondono con le cisterne dell’apparato di
Golgi e dal versante maturativo, queste macro vescicole si staccano dall’apparato del Golgi portando
verso l’esterno della cellula, dove c‘è la membrana plasmatica, il materiale rielaborato. Cosa avviene
all’interno dell’apparato di Golgi? La concentrazione del materiale proteinico che deriva dal reticolo
ruvido ovvero le proteine vengono concentrate, oltre a questo, a li vello dell’apparto del Golgi avviene
la sintesi degli zuccheri, perché il Golgi è la sede della sintesi dei glucidi, quindi avviene anche la
glicosidazione delle proteine che derivano dal RER; quindi: 1)concentrazione materiale proteico, 2)
sintesi degli zuccheri 3)glicosidazione proteine. Il destino delle macro vescicole che vengono rilasciate
con il materiale rielaborato è la secrezione, perché dal Golgi derivano anche gli organuli detti lisosomi.

I LISOSOMI
hanno un diametro che è al limite di risoluzione del microscopio luce 0.2 micron, infatti non si vedono
quasi mai nel microscopio luce;

nei microscopi elettronici invece dato che sono ingranditi sono delle vescicole circondate da membrana
(indicata dalla freccia) e hanno un contenuto elettron denso ovvero scuro che è fatto da enzimi, idrolasi
acide ovvero delle molecole enzimatiche in grado di digerire sostanze cellulari (acidi nucleici, lipidi)
ovvero lisano mediante l’inserimento di una molecola di acqua.
I lisosomi (LI) derivano dall’apparato di Golgi, derivano per gemmazione delle macro vescicole del
Golgi. I lisosomi derivano dall’app di Golgi ovvero la membrana lisosomiale ma il loro contenuto ovvero
gli enzimi, le idrolasi acide dato che sono proteine derivano dal RER: quindi il RER produce le idrolasi
acide che vengono poi rivestite da membrana e si staccano sotto forma di macro vescicole formando i
lisosomi.La parte scura è una vescicola di fagocitosi ovvero un corpo estraneo, un batterio viene
immesso all’interno di questa vescicola che si muove all’interno del citoplasma e all’interno di questa
vescicola le pompe di membrana pompano dei protoni per cui si acidifica il contenuto della vescicola;
quando il lisosoma incontra la vescicola, le membrane si fondono, gli enzimi lisosomiali sono liberi di
agire sul materiale fagocitato; si indica con L II il lisosoma secondario ovvero un lisosoma che ha già
agito contro un corpo estraneo i cui residui in digeriti si vedono al suo interno, diversamente dal L I
ovvero un lisosoma primario con un contenuto omogeneo che non ha ancora incontrato il corpo
estraneo. I residui in digeriti sono di natura lipidica: questi residui si possono vedere in tutte le cellule
come i neuroni, che non si dividono più, ovvero che non riescono a dividere i lisosomi nelle cellule figlie
quindi accumulano nel tempo dei lisosomi sempre più grandi con maggior numero di residui lipidici in
digeriti. Le parti in scuro ci sono gli enzimi litici, le idrolasi acide oltre in chiaro i residui lipidici in digeriti
che si chiamano lipofuscine

MITOCONCRI: sono i centri della respirazione cellulare in cui la forma energia necessaria sotto forma di
ATP; i mitocondri hanno delle dimensioni abbastanza grandi, un diametro di circa mezzo micron, si
vedono nei microscopi luce. Questo è un particolare microscopio luce ovvero il microscopio a contrasto
ed è rappresentata una cellula allo stato vivente: possiamo distinguere un nucleo, il nucleolo (punto più
nero) e i mitocondri ( i fili attorno al nucleo) allo stato vivente.

I mitocondri nei comuni preparati si vedono solo se sono molto numerosi: allora sono visibili anche al
microscopio luce. Es. vediamo in figura la sezione di una ghiandola salivare, una sezione di carotide; la
parte più rosa al suo interno c’è un condotto escretore (cerchietto in bianco) ovvero un condotto che
dalla ghiandola carotide conduce la saliva nella cavità orale. Il citoplasma delle cellule del condotto
escretore è acidofilo (rosa/rosso) ma non è uniformemente acidofilo perché ci sono delle bacchette di
rosa/rosso, per questo viene detto condotto striato il condotto della carotide perché hanno la
colorazione acidofila a tratti; se ingrandiamo con il microscopio elettronico una porzione di citoplasma
striato vediamo una situazione in cui la cellula nella parte basale ha delle invaginazioni della membrana
e allineati a queste invaginazioni tantissimi mitocondri e il fatto che siano cosi vicini si rendono visibili e
colorati di rosa, ovvero diventano acidofili soprattutto per il contenuto enzimatico all’interno delle loro
creste ovvero per le proteine basiche quindi acidofile che sono al suo interno. Quindi i mitocondri
quando sono vicini tra loro si vedono come piccoli tratti acidofili: Questa struttura viene detta “labirinto
basale” ovvero questa invaginazione della membrana nella sua parte basale e questo addensarsi di
mitocondri attorno all’invaginazione e ha un significato funzionale (quando vediamo questo andamento
sinusoidale di qualcosa dobbiamo pensare che è un modo per estendere la superficie utile per fare
qualcosa dal punto di vista funzionale); i mitocondri forniscono energia quindi avviene il trasporto
contro gradiente di acqua e ioni e questa è una struttura tipica non solo dei condotti striati della
carotide ma anche nel tubulo renale dove si ha anche il trasporto contro gradiente di acqua e di ioni
allo scopo di regolare la densità dell’urina; questo labirinto basale è tipico dove c’è un trasporto contro
gradiente di acqua e ioni allo scopo di regolare la fluidità, la concentrazione del liquido che viene
espulso (saliva nel caso della carotide,condotto striato oppure urina nel caso del tubulo renale).
I mitocondri al microscopio elettronico hanno questo aspetto. Vi è la presenza del labirinto basale
ovvero queste invaginazioni lunghe e fitte.

Un mitocondrio è costituito da una duplice membrana: quella esterna e quella interna che hanno il
significato di espandere la superficie utile perché a livello delle creste mitocondriali ci sono gli enzimi
per la fosforilazione ossidativa ovvero all’interno delle creste si forma l’ATP, in particolare vi è la
presenza di una proteina racchiusa nello spessore della membrana che è l’ATP sintetasi.

Importante è l’ipotesi endosimbiotica: è degli anni 80’ ma è tornata in moda anche adesso, ovvero per
il fatto che i mitocondri siano formati da una duplice membrana e che sono fatti da un DNA ad anello si
è fatta l’ipotesi che i mitocondri siano di batteri che in antichità sono state catturate da cellule
eucariotiche e che vivano in simbiosi con esse fornendo energia e ricevendone in cambio protezione: è
solo un’ipotesi che è sorta negli anni 80’

CITOSCHELETRO:

esso è lo scheletro della cellula, è costituito da filamenti e tubuli con diametro ben al di sotto del limite
di risoluzione del microscopio luce, però questa è un’immagine ottenuta da un microscopio luce a
fluorescenza: si è voluto mettere in evidenzia la tubulina ovvero una proteina del citoscheletro,
mediante un suo anticorpo legato con la fluoresceina: il legame con la fluoresceina rende visibile al
microscopio luce qualcosa che di per se nel classico microscopio luce non è visibile per questione
dimensionale. Abbiamo detto che il citoscheletro ha delle dimensioni al di sotto del limite di risoluzione
del microscopio luce.
Che funzioni ha il citoscheletro?
Oltre a determinare la forma della cellula, determina la posizione e il movimento degli organelli
citoplasmatici (es. i lisosomi che incontrano la vescicola di endocitosi, questo movimento dei lisosomi è
determinato dal citoscheletro). Inoltre il citoscheletro, soprattutto i microtubuli del citoscheletro
formano il macchinario per la divisione cellulare ovvero il fuso mitotico. Il citoscheletro è fatto da
filamenti e tubuli o meglio definirli come microfilamenti e microtubuli;
i microtubuli sono responsabili della formazione del fuso mitotico, visti al microscopio elettronico sono
ordinati uno accanto all’altro e all’interno dei neuroni hanno la funzione di fungere da binari per il
rifornimento di varie molecole. I microtubuli sono hanno scopi di sostegno.

I microfilamenti sono costituiti da actina, hanno compiti più dinamici perché l’actina rende la cellula
capace di movimento detto movimento ameboide. L’actina si addensa fino a gelificare il citoplasma
rendendolo cosi denso che la cellula possa fare su di essa presa. L’actina costituisce il citoscheletro ed è
responsabile della capacità di muoversi. I microfilamenti sono fatti da actinaa e hanno scopi legati al
movimento cellulare.

Oltre a questi 2 costituenti del citoscheletro (microtubuli e microfilamenti) c’è una terza componente:
filamenti intermedi, hanno un diametro che è intermedio tra quello più grande dei microtubuli e quello
più piccolo dei filamenti (non è importante ricordare il diametro ha detto la prof); questi filamenti sono
diversi in ogni tipo cellulare: nelle cellule epiteliali è fatto da cheratina, nelle cellule nervose ci sono i
filamenti gliali e nei neuroni i neurofilamenti; nel tessuto connettivo è presente la vimentina e nel
tessuto muscolare è presente la desmina. Determinare quale filamento intermedio è presente nella
cellula è importante nella diagnostica tumorale perché se una cellula metastatizza non conserva la sua
originaria morfologia, quindi per riuscire a capire l’origine primaria di un tumore si individua il tipo di
filamento intermedio presente nelle cellule metastatiche: se si trova ad esempio che questo filamento
intermedio è cheratina si può evincere che l’origine primaria del tumore è di origine epiteliale.
CENTRIOLI: hanno un diametro al limite di risoluzione del microscopio luce quindi si mede male al
microscopio luce. Questo è un’immagine a contrasto di fase di cellule vive dove il centriolo occupa
proprio la parte centrale (è il puntino all’interno della chiocciola):
questa è ottenuta con il microscopio luce, infatti si vedono come puntini

Questa è stata ripresa con il microscopio elettronico con una risoluzione maggiore dei centrioli:

in questa immagine vengono illustrati i centrioli che organizzano il fuso mitotico perché la loro funzione
principale è organizzare il fuso mitotico: ai 2 poli del fuso mitotico ci sono proprio i centrioli: in un polo
sono ben evidenziati e sono inclinati uno rispetto all’altro mentre nell’altro si vede solo un centriolo,
perché l’altro non è evidenziato nell’immagine.

al microscopio elettronico i centrioli sono costituiti da una struttura particolare costituita da 9 triplette
di tubuli disposti a stella, proprio come nell’immagine

NUCLEO: tutte le cellule eucariotiche hanno il nucleo; nell’uomo solo gli eritrociti sono privi di nucleo. Il
nucleo è fondamentale per tutte le attività vitali della cellula: movimento-metabolismo-riproduzione,
questo perché senza nucleo una cellula muore o muore entro breve come gli eritrociti che hanno un
tempo di vitalità di 120 giorni. Dal momento che la morfologia del nucleo cambia è importante
specificare se si tratta di un nucleo della cellula in interfase o in una fase che si sta dividendo: vediamo
il nucleo nella cellula in interfase in cui il nucleo ha una forma correlata a quello della cellula, dalla
forma del nucleo possiamo riconoscere il tipo di cellula: es. monocito (A) con un nucleo caratteristico,
oppure es. linfocito (B) ha un nucleo grande in rapporto al citoplasma che è ridotto infatti ha un elevato
indice nucleo plasmatico, al contrario della cellula uovo (C) in cui ha un basso indice nucleo-plasmatico
ovvero il rapporto tra nucleo e citoplasma è basso. La diminuzione dell’indice nucleo plasmatico al di
sotto di una certa soglia determina l’entrata in mitosi della cellula ovvero quando la cellula si
ingrandisce rispetto alle dimensioni del nucleo questo può essere un segnale che fa scattare la divisione
cellulare.

nei comuni preparati, al microscopio luce il nucleo è basofilo.

Al microscopio elettronico appare come un materiale granulare denso circondato da un involucro che è
una doppia membrana:

questa membrana è interrotta da pori e fra la doppia membrana che delimita il nucleo c’è uno spazio
poro nucleare che è in continuità con lo spazio interno delle cisterne del RER

dai pori nucleari passa l’mRNA, nucleosomi. Per quanto riguarda il materiale finemente granulare che
costituisce la cromatina: la cromatina più dispersa, più chiara in una immagine al microscopio
elettronico è la eucromatina che è quella zona di cromatina vera, trascrivibile mentre quelle più dense
di eterocromatica è una zona geneticamente inattiva. Le zone a sono di eterocromatica mentre quelle
con b sono le zone di eucromatina Quando la cellula è impegnata nelle sue funzioni il materiale
genetico attivo è il più despiralizzato possibile, mentre quando la cellula si divide è più pratico che il
materiale genetico sia il più condensato possibile perché questo rende più ordinata la segregazione
nelle cellule figlie quindi: quando avviene la divisione cellulare che modificazioni avvengono a livello
nucleare? Nella profase della mitosi si perde l’involucro nucleare- i geni si cominciano a diventare
visibili- nella metafase vede nella piastra metafasica i cromosomi omologhi- nell’anafase si vedono i
cromatidi verso i poli della cellula- e alla fine c’è la citodieresi.
anche nella meiosi interessa le cellule sessuali quindi gli spermatozoi e le cellule uovo che alla fine
risultano avere un contenuto genetico aploide; la meiosi consiste in 2 divisioni successive senza
interposta ad una duplicazione di DNA: la prima fase della meiosi c’è il crossing over mentre la seconda
è una divisione equazionale e porta alla formazione di gameti aploidi. La distinzione tra il filamento di
DNA e i cromosomi sta solo nel grado di addensamento attorno a nucleosomi, a proteine basiche.
la mitosi è seguita da una fase detta interfase che è a sua volta divisa in altri momenti: dopo la mitosi
c’è una fase G1 in cui la cellula duplica i propri organuli, poi c’è la fase S ovvero di sintesi del DNA, la
fase G2 dove si prepara il fuso mitotico e poi di nuovo la mitosi. La mitosi in tutti i tipi cellulari dura da 1
a 2, fase G2 dura 2-4h, la fase S da 6-10h e la G1 può essere molto breve e quando una cellula ha tempi
di G1 molto brevi significa che ha un ciclo molto veloce ovvero molto velocemente tornano a dividersi
infatti vengono dette “cellule labili” perché vanno incontro sempre a divisioni successive; es. di cellule
con G1 molto breve sono le cellule dello strato basale di un epitelio infatti l’epitelio ha bisogno sempre
di un turn over.; G1 può durare anche anni, però le cellule possono tornare a dividersi e cellule fatte
cosi sono cellule “stabili” come le cellule del tessuto osseo, della cartilagine, del fegato: sono cellule che
normalmente non si dividono con frequenza ma in seguito a stimoli possono ritornare a dividersi. Ci
sono inoltre cellule in cui la durata di G1 è indefinita ovvero che non entrano più a dividersi infatti la G1
viene detta G0, esempio tipico sono i neuroni ovvero cellule che non si dividono più.
NUCLEOLO:

sono zone interne al nucleo, possono essere anche più di uno, e sono zone fatte da RNA; il nucleolo è la
sede della sintesi dell’rRNA. Si vede in un comune preparato una cellula in una intensa attività
protidosintetica ovvero una cellula che sta producendo proteine, da tre segnali:
-citoplasma basofilo perché esso ci indica la presenza di ribosomi quindi attività della sintesi proteica
-a livello del nucleo e del nucleolo ci sono dei segnali ben distinti: il nucleo di una cellula in attività
protidosintetica sarà un nucleo debolmente basofilo o intensamente basofilo? Un nucleo di una cellula
che sta funzionando per fare proteine (o sta funzionando per altro) lo si vede denso con colorazione
viola intenso o una basofilia più tenue? Bisogna pensare al fatto che un nucleo di una cellula in attività
è ricco di cromatina despiralizzata quindi di eucromatina, quindi quest’ultima si vede poco densa; un
nucleo di una cellula attiva in un comune preparato avrà un colore chiaro e vescicoloso; dove c’è
intensa basofilia nucleare la cromatina è probabile che sia eterocromatica, fortemente spiralizzata e
quindi inattiva.
-un’altra cosa da rilevare è la presenza o meno del nucleolo: non sempre il nucleolo cade bel piano di
sezione di interesse però si vede che ad un nucleo chiaro e vescicoloso si contrappone la presenza di un
nucleolo ben evidente perché il nucleo che lo circonda risulta chiaro e despiralizzato. Ricorda bene: ad
indicare una cellula che sta funzionando per produrre proteine ci sono 3 fattori: citoplasma basofilo-
nucleo chiaro e vescicoloso-nucleolo evidente.
Facciamo un esempio con il tessuto nervoso: il tessuto nervoso è ampiamente diffuso nel nostro
organismo a formare una rete altamente specializzata che è il sistema nervoso. Il sistema nervoso
acquisisce stimoli dall’esterno del nostro organismo ma anche all’interno del nostro corpo, analizza gli
stimoli ed elabora risposte: negli organismi superiori questa analisi consente delle funzioni elevate
come memoria-linguaggio e ragionamento. Dal punto di vista anatomico il sistema nervoso si divide in
SNC e SNP. Il SNC occupa la parte assiale del nostro organismo ovvero è costituito da cervello-
cervelletto-tronco encefalico dentro la scatola cranica e dal midollo spinale, mentre il SNP è costituito
da gangli e da nervi;
un ganglio è un insieme di corpi cellulari, di neuroni all’interno del SNC, quindi è un accumulo di corpi
cellulari, neuronali detti anche soma, presenti anche all’esterno del SNC quindi in quello periferico. Il
nervo è un insieme di fibre nervose che deporre nel SNP; la fibra nervosa è un assone rivestito dalle sue
guaine. L’assone + guaine formano la fibra nervosa (non è solo l’assone a formare la fibra nervosa);
In queste immagini è illustrato il cervelletto di una parte corticale del cervello di un topo: ci sono cellule
più grandi e più piccole; il neurone (2) ha tutte le caratteristiche di una cellula che produce proteine:
perché ha il citoplasma fortemente viola, il nucleo chiaro e il nucleolo molto ben evidente. Il neurone
costituisce l’esempio classico della situazione di una cellula che sta producendo proteine.

Vetrino 9: pancreas di un coniglio

Il pancreas è una ghiandoa sia esocrina che ensocrina.

Chiandola tubulio-acinosa: si fa riferimento alla struttura delle ghisndolle sono sfere cellulare in cui le
cellule si dispongono ia forms piramidale chec converge verso il centro che è un lume molto èpiccolo verso
cui le cellule riversano il loro secreto verso il lume: le cellule hanno una zona paranuclare e basale dellla
cellula e sono basofile ovvero attorno alla cellula e non al centro che si rileva la maggior parte del reticolo
ruvido. Questa struttura è di un acino pancreatico

Verso il lume è piu rosa ovvero piu acidofila peche si accumano gli enzimi che produce il pancreas

È la porzione esocrina: fatta da acidi pancreatici

Nel oancreas c’è la porzione esogena: sono dette isole di langherrans:cuna xona ce da l’idea di una zona
isolata rispetto alla parte esocrina; è una pparte cordonale, ci sono dei cordoni cellulari che cost, la parte
endocrina, non x’è piu la quantità di rer

Vetrino 15: la ghindola salivare hala struttura simile agli acini del pancreas: la parotide produce la saliva
ricca i enzimi quindi si tratta di basofilia citopladmatica. È una ghiandola salivare esocrina che prodiuce
attraverso un condotto scretore: visto al microscopio ha un lume centrale attornste da cellule molto sltev
Il citoplasma di queste cellule hanno citopl. Acidofilo,ci sono sbarrette acidofile per questo vengono dette
condotte

Corrispondono a zone estremamente ricche di mitocondri che sono organuli che hanno proteine basiche
con enzimi che costituitscono la sintesi dell’atp

In tutti i vetrici ci saranno vene artetir, condotti escretori

Come si fa a dustinguere queste componenti in un vetrino?


zona con tanta matrice è una zona connettivale

La vena: ha un enpitelio molto sottile che la definisce, le oarti viola sono nuclei delle clelule enditeliali, si
vede anche il lume

Arteria: c’e il lume con attorno cellule epiteliali e concentricamente del lume dell’arteeria c’è una struttura
cicolare ed è una parete muscolare che la mantiene toonda a differenza delle vene che non la rendono
rigida perche non hannol a parete e tendono a mantenersi molle

Codotto escretore: la oarete cje la costituisce sono composte da crllule non piatte ma sono cubiche.

VETRINO 12: SURRENE: è nel vetrino ad occhio nudo si veder che è un organo concentrico ,la porzione
centrale è la midollare del surrene e attorno ci sta la corticale del surrene

Dalla foto si vede che è un spettore del surrene, la zona centrale è la zona midollare mentre quella dopo è
quella epiteliale

La coloraxione è diversa perche in qiella midollare c’è una basofilia maggiore rispetto agli altri stati corticali
qesto perche la coticale del surrene produce catecolamine quindi srervono ribosomi oer riprodurle; la zona
piu centrale è una zona che

Esame: dsscrivre cio che si vede alroscopio

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