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Dopo essere stato lavato accuratamente con acqua, il campione viene immerso in
soluzioni contenente alcol etilico a concentrazioni via via maggiori (50%, 70%, 90%,
95%, 100%). Questo processo porta alla disidratazione del campione, che ha la
funzione di fare spazio alla paraffina (passaggio di inclusione) e rendere il tessuto
meno molle per facilitare il taglio.
Sappiamo che la maggior parte delle cellule sono invisibili ad occhio nudo dunque per
studiarle dobbiamo ricorrere al microscopio.
Il microscopio ottico è costituito da due sistemi di lenti inserite in un tubo portalenti.
La lente a cui appoggiamo l’occhio è detta oculare, mentre all’altra estremità del tubo,
vicino all’oggetto da osservare, troviamo l’obiettivo, in genere i microscopi hanno
almeno tre obiettivi, con diverso potere di ingrandimento. La funzione dell’obiettivo è
quella di ingrandire l’oggetto mentre l’oculare ingrandisce l’immagine prodotta
dall’obiettivo.
Inoltre il microscopio possiede anche un sistema di illuminazione e una struttura di
sostegno (stativo). Lo stativo unisce la parte superiore (che contiene il binoculare e gli
obiettivi) con la parte inferiore, che contiene l’apparato di illuminazione ed il tavolo
porta-vetrino.
Il sistema di illuminazione può essere costituito anche solo da uno specchio, situato
sotto l’oggetto da osservare.
Lo specchio riflette sull’oggetto la luce solare o quella di una lampada. Il sistema di
illuminazione può comprendere anche un condensatore, che concentra la luce
sull’oggetto, e un diaframma, che regola la quantità di luce riflessa.
Il campione da osservare, dopo aver attraversato tutte le fasi descritte
precedentemente, viene posto su un vetrino portaoggetti e coperto da un vetrino
coprioggetti. Il vetrino così preparato viene appoggiato sul tavolino portaoggetti, che
ha un foro che consente il passaggio della luce proveniente dallo specchio. La luce
raggiunge il vetrino e illumina il campione.
Per quanto riguarda il potere di risoluzione, che indica la capacità di distinguere come
separati due punti molto vicini, ricordiamo che L’occhio umano ha un potere di
risoluzione di circa 0,1 mm mentre il microscopio ottico ha un potere di risoluzione di
circa 0,3 millesimi di millimetro ossia 0,3 micron. Il microscopio ottico risulta più che
sufficiente per permetterci di osservare batteri, funghi, cellule umane e protozoi (ma
non i virus, che hanno appunto dimensioni al di sotto di questo limite). L’osservazione
di un qualunque campione inizia sempre con l’ingrandimento minimo (10x) ed in
seguito si sale gradualmente di livello ruotando il revolver. Ogni livello è fatto per
permettere l’osservazione dello stesso campione in modo diverso, pertanto è solo
l’analisi condotta nella sua interezza ad essere realmente affidabile.