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Chinotto: proprietà, benefici e usi come

agrume, controindicazioni
 by Claudia Tartaglia 3 Gennaio 2022 in Alimenti dalla A alla Z

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Sommario
Chinotto: che cos’è
Botanica: la pianta del chinotto
Utilizzi del chinotto
Chinotto: bibita gassata
Proprietà terapeutiche del chinotto
Valori nutrizionali
Usi erboristici del chinotto
Controindicazioni
Cenni storici

Il chinotto è il frutto prodotto dalla pianta Citrus myrtifolia, rientra nella famiglia degli
agrumi e il suo sapore è particolarmente amarognolo. Il nome chinotto si associa
alla bevanda scura ed analcolica ottenuta da un estratto dell’agrume ma l’infruttescenza
si presta anche ad altri usi.
Difatti è rinomato nell’arte culinaria dove si utilizza per la produzione di sciroppi e
liquori ed è ricco di proprietà terapeutiche indispensabili per l’organismo umano. In
particolare al chinotto si attribuiscono formidabili virtù antiossidanti ed antinfiammatorie.

Il frutto può essere acquistato presso aziende agricole o rivenditori specializzati online.
Prediligere sempre agrumi provenienti da agricoltura biologica certificata. Il prezzo si
aggira intorno agli 8 euro al chilo.

Chinotto: che cos’è


Con il nome chinotto si designa l’agrume prodotto dalla pianta Citrus myrtifolia, che rientra
nella famiglia delle Rutaceae ed appartiene al genere Citrus.

Non sussistono dati certi circa l’origine territoriale della pianta. Alcune fonti ritengono che il
nome chinotto derivi da Cina, luogo dal quale l’agrume sarebbe stato prelevato ed importato
da un navigatore di Savona, intorno al 1500. Invece una parte di ricercatori sostiene
che l’arbusto è nativo della macchia mediterranea dove sarebbe cresciuto per opera di
una mutazione gemmaria dell’arancio amaro.

La
Le piantagioni di Citrus myrtifolia sono presenti in Italia e nella Costa raccolta
Azzurra francese. avviene in
tre
momenti
differenti
durante il corso dell’anno, che si contraddistinguono in base al luogo di esportazione del
frutto. La prima raccolta si effettua in autunno, tra il mese di settembre e quello di ottobre,
quando i frutti sono ancora immaturi. La seconda raccolta avviene in novembre con gli
agrumi semi-maturi e l’ultima si registra a dicembre a maturazione completa.

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Botanica: la pianta del chinotto
Le foglie del Citrus myrtifolia sono simili a quelle del mirto, dal quale trae origine il termine
‘myrtifolia’. La pianta si erge in altezza fino ai tre metri ed è caratterizzata da un robusto fusto
ricco di ramificazioni dalle quali si sviluppano fiorellini bianchi dalla piacevole profumazione.
Il frutto rassomiglia ad un’arancia dalle dimensioni più contenute. La buccia è
particolarmente ruvida e tinteggiata di giallo o arancione. Le foglie del frutto si presentano
di piccole dimensioni  e colorate di verde intenso.

Inoltre, la scorza racchiude una polpa ricca di acqua e suddivisa in spicchi, comprensiva
di piccoli semi. Il succo ha un sapore unico, aspro ed amaro che rimanda alle note
dell’arancio amaro. 

Utilizzi del chinotto


Il chinotto non è un frutto che può essere consumato nell’immediato perché il suo
sapore è particolarmente amaro. Necessita di un processo di lavorazione prima di essere
assaggiato. Prima di tutto va messo per un periodo di tre settimane in salamoia.

Dopodiché dev’essere pelato a mano in modo da eliminare lo strato sottile di buccia dove


sono contenuti gli estratti e gli aromi che risultano eccessivamente aspri e pungenti. In
seguito si passa ad una seconda immersione in salamoia dove il chinotto viene 
trasformato in sciroppo dolce.

Con la scorza dell’agrume e i fiori si possono realizzare infusi sia rilassanti che idonei a
contrastare i cali di energia.

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Usi alimentari e cosmetici


I frutti del Citrus myrtifolia si impiegano prevalentemente in ambito alimentare e cosmetico.

Tra gli utilizzi principali del chinotto abbiamo la produzione dell’omonima bevanda
gassata e la presenza dell’agrume in numerosi amari, compreso il Campari. In questo
contesto il chinotto funge da base essenziale per conferire un particolare aroma alle
bevande.

Dai fiori e
Con le fette del frutto si possono realizzare mostarde, marmellate, dalle
foglie si
canditi e sciroppi.
ricava
un prezio
so olio
dal sentore rigenerante e brioso, molto apprezzato in profumeria per la produzione di
deodoranti e profumi sia per la cura della persona che per l’ambiente. Inoltre, con le foglie
essiccate si può realizzare un infuso per favorire la digestione.

Chinotto: bibita gassata


Il chinotto è una bibita analcolica ottenuta attraverso un processo di estrazione del frutto
della pianta Citrus myrtifolia in aggiunta ad altre sostanze aromatiche. La bevanda viene
spesso confusa con la cola per via della colorazione scura ma presenta un sapore più
amarognolo e rinfrescante rispetto alla bevanda cugina.
L’origine della bibita ha natura incerta, sulla base di alcune fonti è stata inventata
dall’azienda San Pellegrino nel 1932.

Recentemente il chinotto possiede un ampio mercato nella nostra penisola, dovuto anche
all’introduzione di nuove versioni della bevanda quali Chinò Energy (con l’aggiunta di
ginseng e pappa reale) e Chinò Zero, privo di zuccheri aggiunti. I chinotti attualmente sul
mercato hanno una concentrazione maggiore di glucosio rispetto alla versione originaria.

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La porzione media giornaliera ideale è di 150/250 ml perché gli zuccheri contenuti nella
bevanda sono eccessivi. In gravidanza ed allattamento si suggerisce di non oltrepassare i 7
grammi di dolcificante al giorno per evitare che incida eccessivamente sul metabolismo,
sull’apporto calorico e sull’apparato digerente.

Proprietà terapeutiche del chinotto


L’agrume contiene sia Vitamina C che betacarotene ma il principio attivo cardine è
costituito dalla naringina.

La naringina è un glicoside flavanonico che conferisce agli agrumi il tipico gusto


amarognolo. L’organismo umano lo metabolizza con la formazione dell’aglicone: una parte
non zuccherina che struttura il glicoside.

Dal punto di vista terapeutico la naringina esercita un’interessante azione antinfiammatoria


ed antiossidante. Studi rivelano che il glicoside può dimostrarsi utile nel trattamento
dell’obesità, dell’ipertensione e della sindrome metabolica.

Antiossidante naturale
Il chinotto e gli agrumi in generale presentano una cospicua concentrazione di flavonoidi, che
hanno un’interessante attività di scavenger dei radicali liberi.

Attraverso tale processo lo stress ossidativo viene trasformato in sostanze non radicali e
privato della propria reattività e tossicità. Inoltre i flavonoidi presenti nel frutto sono in grado
di prevenire la perossidazione lipidica: un processo attraverso il quale gli agenti antiossidanti
e i radicali liberi colpiscono i lipidi e gli acidi grassi polinsaturi.

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Azione antinfiammatoria dell’agrume


L’infiammazione è un processo complesso che influisce sull’obesità, il diabete e la sindrome
metabolica. Ad esempio nella condizione di obesità i processi flogistici sono costituiti
dall’infiltrazione di cellule infiammatorie nel tessuto adiposo.

Alla naringina presente nel chinotto è stata riconosciuta una potente azione


antinfiammatoria in grado di ridurre l’elevata concentrazione di TNF-α: una citochina che
promuove la reazione flogistica in fase acuta.

Inoltre, il glicoside migliora le condizioni del fegato compromesse dalla secrezione pro-
infiammatoria del tessuto adiposo.

Favorisce il benessere intestinale


Il microbiota intestinale è un complesso ecosistema che si differenzia da individuo ad
individuo. La relazione che intercorre tra il microbiota e i polifenoli presenti nel frutto del
Citrus myrtifolia, è considerata bidirezionale.

In quanto i batteri intestinali riescono a metabolizzare i gruppi fenolici e i polifenoli, d’altro


canto, promuovono cambiamenti favorevoli nel microbiota, stimolando la produzione di acidi
grassi a catena corta nel colon.

Contrasta l’insonnia
La qualità del sonno è legata all’attività neuroplastica del cervello ed il deficit cognitivo
derivante dalla privazione del sonno è ascrivibile ad un aumento dello stress ossidativo.

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Attraverso la comunicazione neuronale tra il mesencefalo e alcune aree della corteccia


cerebrale (compreso l’ippocampo, il sistema limbico e il talamo) avviene la regolamentazione
della cognizione, della vigilanza e del sonno.

La naringenina presente nel chinotto, migliorando la funzione cognitiva dell’ipotalamo, è in


grado di apportare benefici sulla qualità e durata del sonno.

Il chinotto: coadiuvante nel trattamento dell’obesità


La condizione di obesità deriva da un maggior apporto energetico rispetto al suo dispendio,
traducendosi in depositi di grasso ed incremento del peso corporeo. Un indice di massa
corporea superiore a 25 predispone l’organismo al rischio di insorgenza di patologie anche
di grave entità quali: diabete, arteriosclerosi e sindrome metabolica.

Studi rivelano che l’incremento di peso corporeo, l’iperlipidemia e l’iperglicemia si possono


ridurre grazie all’azione esercitata dai polifenoli presenti negli agrumi.

Inoltre, la naringenina presente nel chinotto riesce a ridurre efficacemente l’adiposità e il


deposito di triacilgliceroli (esteri neutri del glicerolo) presente nel tessuto adiposo.

Pertanto la naringenina si può considerare un valido supporto per promuovere miglioramenti


del processo infiammatorio che colpisce il tessuto adiposo.
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Azione ipocolesterolemizzante
L’iperlipidemia consiste in una condizione clinica che coinvolge i soggetti affetti da obesità e
disordini metabolici. La naringenina agisce riducendo i lipidi plasmatici presenti nelle persone
affette da obesità ed iperlipidemia.

Inoltre, il glicoside flavanonico esercita un’efficace azione ipocolesterolemizzante sull’LDL


conosciuto come ‘colesterolo cattivo‘.
Valori nutrizionali
Per 100 grammi di chinotto verde.

Calorie 29 kcal

Protidi 1,4 g

Carboidrati 4,79 g

Zuccheri 2,8 g

Grassi 0,1 g

Sodio 51 mg

Fibre 1,9 % m

Vitamina C 332 mg

Zinco 1,9 mg

Potassio 1.374 mg

Calcio 1.315 mg
Usi erboristici del chinotto
Olio essenziale di chinotto
La sua fragranza ricorda l’amaro dolce arricchito da note speziate. Si ottiene attraverso il
metodo della pressatura a freddo della scorza dell’agrume maturo.

Diffusione ambientale
Aggiungere dalle 2 alle 4 gocce nel diffusore di aromi, eventualmente in associazione con
altri oli quali di lavanda, mirto e bergamotto.

Allevia stati di ansia e stress


Versare un paio di gocce su un fazzoletto e respirare, con questo metodo puoi ridurre la
tensione nervosa.

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Per capelli lucenti e per ridurre la forfora
Aggiungere dalle 3 alle 4 gocce in una noce di shampoo e massaggiare lentamente e
profondamente il cuoio capelluto. In seguito risciacquare.

Tisana digestiva a base di foglie secche di chinotto


Far bollire 250 ml di acqua, versarla in una tazza ed aggiungere 20 g di foglie essiccate di
chinotto. Lasciare in infusione per una decina di minuti, filtrare e consumarla calda a fine
pasto.

Controindicazioni
Non ci sono fonti specifiche che attestino interazione tra il consumo di chinotto e
l’assunzione di farmaci o altre sostanze. Ciononostante bisogna tener presente che gli
agrumi interferiscono con le molecole metabolizzate dal CYP3A4.

Una classe farmaceutica alla quale appartengono gli antidepressivi triciclici, le


benzodiazepine, gli antibiotici, gli antistaminici, gli antiepilettici e gli antifungini.

Pertanto si consiglia di chiedere il parere del proprio medico curante prima di assumere
l’agrume e prodotti ottenuti mediante estrazione dallo stesso.
Cenni storici
La diffusione dell’agrume si registra a fine ‘800: periodo in cui venne commercializzato, con
successo, in Francia e in Inghilterra e servito nei prestigiosi caffè locali. La Francia e il
Regno Unito furono i maggiori mercati di esportazione del chinotto.

A n n u n c i o p u b b l i c i t a r i o
L’interesse per l’agrume verteva sia sulle virtù gastronomiche che sulle proprietà
terapeutiche. Difatti, essendo ricco di vitamina C, lo assumevano i marinai e i navigatori
oceanici, per prevenire l’insorgenza dello scorbuto.

A causa di una serie di gelate che hanno caratterizzato gli anni ’50, le piantagioni di chinotto
subirono un duro colpo a tal punto da provocare una vera e propria battuta d’arresto della
coltivazione.

In seguito a tale disgrazia, la pianta del chinotto si prestò alla coltivazione in


serre portando ad una vera e propria distruzione delle piantagioni dell’agrume.

Fonti
1. Humanitas

2. Pubmed.

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