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Quando, nei secoli passati, il sale da cucina era una merce preziosa, le erbe aromatiche e le
spezie avevano un grande ruolo nel campo gastronomico e non solo. Oggi che il sale è a
disposizione in grande abbondanza, i sapori dati dalle erbe aromatiche e dalle spezie sono
stati emarginati nell'alimentazione quotidiana. Sicuramente tutto ciò è un grave errore
alimentare perché le erbe aromatiche fresche, oltre a procurare un piacere olfattivo
apportano principi nutritivi, vitamine e minerali utili nella digestione e nel metabolismo
cellulare. Le erbe aromatiche si chiamano così perché emanano aromi gradevoli e sono
sostanze formate da olii essenziali che possono svolgere la loro massima azione di stimolazione
olfattiva quando sono fresche.
Spezie ed erbe aromatiche hanno avuto una loro secolare storia di competizione
gastronomica. Le erbe aromatiche sono indigene dell'area mediterranea italiana, mentre le
spezie in epoca romana arrivavano dall'Africa, prima tramite carovane (fino alla costa libica)
poi con le navi. Le spezie che per più di un millennio erano state segno distintivo della tavola
ricca, amate e desiderate, a poco a poco scomparvero nell'Europa del XVI secolo. Le nuove
scoperte geografiche permisero una grande disponibilità di spezie ma la grande pioggia di
profumi e di sapori che investì la tavola rinascimentale provocò più tardi una stanchezza
verso di loro, cosicché le élites, soprattutto in Francia, abbandonarono le spezie e le
sostituirono con l'erba cipollina, lo scalogno e la maggiorana, cioè erbe povere e contadine.
L'uso delle erbe aromatiche ebbe una grande diffusione in Francia e in Italia, mentre nei
paesi dell'est e del centro-nord (Germania, Olanda, Polonia, Russia) rimasero, e tutt'ora lo
sono, maggiormente attaccate alle spezie.
Sta a noi saper leggere nel piatto tutte le informazioni storiche e di salute in esso contenute.
Mentre se analizzassimo il ruolo che le spezie e le erbe aromatiche hanno ricoperto fuori dal
campo alimentare noteremo che esso si è affievolito sempre più con il passare del tempo, fino
a scomparire quasi del tutto. Infatti prima dalle civiltà sviluppatesi avanti Cristo e da Romani
e Greci poi, queste sostanze odorose erano usate nei modi più svariati nel campo religioso,
sociale ma soprattutto pratico. Esse venivano impiegate durante i sacrifici nei quali la vittima
bruciava su roghi profumati da spezie e tutti gli oggetti sacri erano cosparsi e impregnati di
queste fragranze. Oppure erano utilizzate in questioni di ordine pratico, come per esempio
nella creazione di olii cosmetici particolari come quello al rosmarino, che serviva per
purificare la pelle, o di prodotti molto vicini ai nostri colluttori alla menta per rinfrescare il
cavo orale ed erano infine utilizzate nelle prescrizioni mediche, come sostanze capaci di
portare sollievo e beneficio al malato.
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LE ERBE AROMATICHE
ALLORO
Laurus nobilis
ANETO
Anethum graveolens
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L'aneto, originario dell'Asia Minore, acclimatato e
coltivato in tutto il meridione d'Europa, è sfuggito dalle
colture degli orti e dei giardini e si è diffuso e riprodotto
largamente. Predilige terreni aridi e soleggiati, i bordi
dei viottoli, le colture. E' pianta annuale, benché allo
stato libero si comporti sia come annuale sia come
biennale; è molto aromatica e può essere confusa con il
finocchio, del quale ricorda l'odore. Noto fin
dall'antichità, l'aneto è citato in molti testi antichi e
anche nel Vangelo secondo Matteo, dove si dice che, nel
I secolo dell'Era cristiana, l'aneto era soggetto a
un'imposta come il cumino e le diverse mente. Dai semi
si estrae un olio essenziale, già conosciuto al tempo dei
gladiatori romani, che se ne servivano per cospargersi il
corpo prima dei combattimenti. Attualmente, oltre
all'impiego medicinale, simile a quello dell'anice e del
finocchio, i semi dell'aneto si adoperano come
condimento dei crauti e delle marinate.
BASILICO
Ocimum basilicum
CAPPERO
Capparis rupestris
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CERFOGLIO
Anthriscus cerefolium
ERBA CIPOLLINA
Allium schoenoprasum
LIGUSTRO
Ligustum vulgare
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MAGGIORANA
Origanum majorana (Majorana hortensis)
MELISSA
Melissa officinalis
MENTA
Mentha sp.
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Il nome Mentha, secondo la mitologia Greca, deriva da
quello di una ninfa: Minte, amata da Ade, che
Proserpina, sua moglie, per gelosia, tramutò in pianta.
La menta era conosciuta in tempi remoti per le sue
proprietà medicinali.
I Cinesi, anticamente, ne vantavano le proprietà
calmanti e le sue virtù antispasmodiche. Ippocrate
considerava la menta un afrodisiaco, mentre Plinio ne
vantava l'azione analgesica. Oggigiorno, la menta si
usa, insieme con verbena e tiglio, per preparare una
tisana molto digestiva. Tutte le specie di menta hanno
praticamente le stesse proprietà medicinali, dovute,
principalmente, a un alcool estratto dall'essenza di
menta, il mentolo, che sembra sia stato scoperto nei
Paesi Bassi alla fine del XVIII secolo. Il mentolo si è
rivelato un ottimo stimolante per lo stomaco, un
antisettico e un analgesico, non senza pericoli per il
sistema nervoso,perché, se usato a forti dosi, può
provocare la morte agendo sul bulbo rachideo.
ORIGANO
Origanum vulgare
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PEPERONCINO
Capsicum annuum
PREZZEMOLO
Petroselinum crispum
ROSMARINO
Rosmarinus officinalis
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La parola deriva dal latino "rosmarinus" rugiada di
mare. E' un cespuglio che cresce spontaneo su terreni
rocciosi e calcarei lungo le coste del Mediterraneo e il
suo profumo ricorda quello delle pinete nelle giornate
calde. E' tra le erbe aromatiche più comuni, specie per
gli arrosti, e viene usato sia nella cucina italiana che in
quella francese, spagnola e greca. Se dosato
opportunamente è ottimo non solo con la carne alla
griglia ed arrosto, ma anche con il pesce e con tutti i
piatti di carne aromatizzati con aglio, vino e aceto.
Generalmente è usato a rametti, ma anche le sole foglie
tritate finemente.
SALVIA
Salvia officinalis
SANTOREGGIA
Satureja montana
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La Santoreggia predilige le posizioni soleggiate delle
regioni mediterranee; tutta la pianta spande un
gradevolissimo profumo. Esiste anche un'altra specie di
santoreggia, considerata annuale o biennale, sfuggita
dai giardini, la Satureja hortensis L., specie però
erbacea, più minuta, floscia e di colore meno vivo.
Queste due piante aromatiche che hanno quasi le stesse
proprietà infatti, contengono sostanze molto attive, che
si ritrovano anche nel timo, nell'eucalipto e nel serpillo,
che le rendono antisettiche, espettoranti e toniche. La
santoreggia fu ritenuta, per lungo tempo, uno
stimolante psichico e fisico e anche un afrodisiaco, in
quanto alcuni studiosi di etimologia fanno derivare
Satureja dalla parola satiro. Le santoregge sono ottimi
condimenti per le loro proprietà carminative in quanto
facilitano l'assimilazione di alimenti contenenti fecole;
in virtù del loro potere antibiotico, fanno tollerare
all'intestino più delicato le carni frollate. I migliori
risultati curativi di questa pianta si ottengono
conservandola in mazzetti da sminuzzare sulle vivande,
al momento dell'uso.
SCALOGNO
Allium ascalonicum
LE SPEZIE
ANICE
Pimpinella anisum
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Piante annuale di circa 60 cm di altezza, è forse
originaria del Mediterraneo Orientale e veniva
coltivata dagli antichi Egizi, Greci e Romani oggi si
coltiva ovunque vi sia un clima caldo. L'aroma del
seme di anice è dolce e molto caratteristico e viene
usato per dolci e creme come anche per torte e pane. In
Italia il seme di anice viene usato in alcuni arrosti di
maiale e di coniglio.
CORIANDOLO
Coriandrum sativum
CUMINO
FINOCCHIO SELVATICO
Foeniculum vulgare
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Il finocchio selvatico è una pianta che ama il sole.
Originaria delle regioni mediterranee con terreni
ghiaiosi, è diffusa, nelle zone temperate d'Italia, allo
stato spontaneo. E' un'Ombrellifera spontanea
perenne, elegante, con foglie a divisioni capillari e
piccoli fiori gialli in ombrelle. Questi caratteri
permettono di identificarlo e di distinguerlo dall'aneto i
cui frutti sono cerchiati da un margine alato e le cui
foglie superiori hanno la lamina più lunghe del picciolo.
Il finocchio selvatico comprende molte varietà che
producono frutti più o meno dolci, pepati o amari e una
varietà coltivata di cui si mangia la base carnosa delle
foglie. La pianta è ricca di un'essenza costituita
specialmente da anetolo, stimolante e digestivo, che è
presente in modo più attivo nei semi. I semi si usano
per aromatizzare pesce, castagne, olive. Le ombrelle e i
rami per le carni suine. Gli antichi testi di fitoterapia lo
citano come curativo
GINEPRO
Juniperus communis
PEPE
Piper nigrum
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Di origine orientale, droga aromatica rappresentata
dai frutti disseccati. I frutti portati da lunghe
infruttescenze a spiga sono rossi a maturità e, una volta
secchi, forniscono il pepe nero; i frutti immaturi,
macerati e privati del pericarpo, danno invece il pepe
bianco. Con il nome di pepe garofanato o della
Giamaica sono noti invece i frutti di Pimenta officinalis
dell'America centrale appartenente alla famiglia delle
Mirtacee. Si usa anche il nome di falso pepe per
Schinus molle della famiglia delle Anacardiacee,
bell'albero dalle foglie lanceolate e dai rami pendenti
abbastanza comuni nei giardini delle zone rivierasche.
SENAPE
TIMO
thimus vulgaris
Aneto: originario dall'Europa e dall'Asia, viene usato molto dalle cucine scandinave o del
Nord in genere, soprattutto per aromatizzare pesci, salse e omelette. Il suo sapore è
molto particolare ed è preferibile usarlo solo e non mescolato con altre erbe.
Basilico: pianta annuale originaria dall'India. Non ha veramente bisogno di presentazione
in Italia, paese dove viene molto usato e coltivato. E' famoso il basilico ligure, ma solo nel
Sud si trovano certe foglie grandi come il palmo della mano... Provate a metterne alcune
foglie appena colte in una boccetta di olio per condire la pasta in bianco o l'insalata.
Coriandolo: pianta originaria del bacino mediterraneo e del Caucasio. Viene usata molto in
sud-America, nel Nord-Africa e in Asia, soprattutto nel sud-est. Le foglie vengono
aggiunte a fine cottura come si usa con il basilico e entra nella composizione del curry. I
semi, simili per aspetto al pepe bianco, vengono usati in conserveria.
Dragoncello: una pianta dalle foglie lanceolate, molto aromatiche. Quando sfregate, le
foglie emanano un forte aroma che ricorda il finocchio. Usato da solo specie con le carni
bianche o in miscuglio per le frittate alle erbe e nella salsa bearnese. Attenzione, si
trovano spesso piante del tutto prive di sapore... sfregate le foglie tra le dita prima di
acquistarle.
Erba cipollina: oramai comune anche sulle nostre tavole: si presenta con lunghi steli,
delicatamente profumati di cipolla. Può essere usata come il prezzemolo, per completare
molti piatti, meglio cruda. Provate ad aggiungerne una buona manciata sminuzzata
all'insalata o usatela al posto del prezzemolo per condire le patate lessate... Decisamente
una pianta da tenere sul davanzale, sempre pronta.
Finocchietto: quasi ovunque, in Italia, cresce sui bordi delle strade e nei prati. Usiamo le
foglie (dei semi parleremo nella sezione "spezie" per carni, pesci, insaccati, salse e
conserve. E' ottima anche con alcuni formaggi freschi e, essicata, dà un ottimo sapore
alle carni grigliate.
Maggiorana: piccola pianta cespugliosa, della quale si usano le foglie, meglio fresche, per
minestre, salse e carni. L'origano è una varietà di maggiorana, com'è noto, più buona
secca.
Melissa: pianta vivace del bacino mediterraneo, coltivata per il suo profumo intenso di
limone, ricercata anche per profumi e liquori, nonché per le sue proprietà digestive. In
cucina viene usata per profumare alcuni dolci o in miscuglio con altre erbe per frittate e
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carni ripiene.
Menta: pianta erbacea con molte specie. La più comune è la menta piperita. Raramente
usata con la carne o il pesce, trova il suo uso nei condimenti di alcune verdure. Molto
usata nella cucina araba e nord-africana, con essa si prepara il famoso tè. Non va confusa
con la mentuccia né con la menta romana.
Mirto: pianta sempreverde tipica della macchia mediterranea. Viene usato per gli arrosti,
sopratutto di carne di maiale. E' ottimo anche per le grigliate: i rametti buttati sulla
brace sprigionano un intenso profumo che impregna la carne.
Origano: varietà di maggiorana, usata soprattutto nel nostro paese: si coglie a sera e si
appende per l'essicazione. Usiamo solo le foglioline sbriciolate: pizze, salse, pesci, carne
alla pizzaiola, mozzarella, pomodori... sta bene quasi ovunque, sempre a crudo o cotta
brevemente.
Prezzemolo: pianta originaria del bacino mediterraneo, da noi disponibile nella versione
"piatta" rispetto alle foglioline ricce disponibili nei paesi del Nord, molto meno saporite.
Si usa quasi ovunque, a volte più per dare un tocco di colore che non per il gusto. Le
foglie ricce, invece, possono essere fritte per accompagnare le carni: un autentica
leccornia.
Rosmarino: arbusto del bacino mediterraneo. Viene usato per insaporire carni e pesci e,
in particolar modo, è irrinunciabile nelle grigliate e gli arrosti. Le foglie contengono olio
di canfora e, per questo motivo, può essere utilizzato come antitarme.
Salvia: arbusto tipico della macchia mediterranea coltivato per il suo uso in cucina, molto
esteso: dal semplice burro e salvia per condire pastasciutte o ravioli ai ripieni per carne
o pesce alla cottura delle carni in padella.
Timo: pianta tipica della macchia mediterranea, disponibile in molte varietà con
profumazioni diverse, che vanno dal limone al cumino. Ricorrente nella cucina provenzale,
è sempre perfetta associata con salvia e rosmarino per arrosti e grigliate. Provatela da
sola con l'agnello...
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