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Corso di

Organizzazione Aziendale
a.a. 2022/23

TEORIE DEI PROCESSI DECISIONALI

Prof. Nunzio Casalino


Università LUISS Guido Carli
ncasalino@luiss.it

Indice

il processo decisionale
modalità e modelli
valutazione dell’impatto delle alternative e limiti
l’efficacia delle decisioni
l’ICT a supporto delle decisioni di gruppo
comunicazione, condivisione e coordinamento
conclusioni

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Oggetto di analisi

Per capire le organizzazioni occorre partire dalle persone


che vi operano…

in particolare dalle decisioni che prendono (e quindi da


vincoli, motivazioni, ecc. che le condizionano)

Dalle decisioni dei soggetti


dipende il comportamento della
organizzazione (successo, errori)

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Il processo decisionale

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Modelli

il processo decisionale può essere studiato mediante


modelli diversi:
➢ razionalità ottimizzante (tutte le alternative; grado rischio March 1998)
➢ razionalità limitata (soddisfacentismo)
➢ incrementale
➢ garbage can (cestino dei rifiuti; casualità)
➢ politico (potere)

una particolare importanza assume il modello


della razionalità limitata (Simon, 1957)

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Fasi dell'approccio razionale alla


decisione
Implementare Monitorare
l'alternativa l'ambiente
scelta

Scegliere Definire
l'alternativa 8 1 il problema
migliore 7 2
6 3
Valutare Specificare
5 4 gli obiettivi
le alternative

Sviluppare Diagnosticare
soluzioni il problema
alternative

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Scopo delle organizzazioni

Per Simon le organizzazioni hanno lo scopo di


ovviare ai limiti della razionalita’ individuale
Le organizzazioni sorgono per migliorare i
processi decisionali

L’attivita’ principale delle organizzazioni e’ quella


di prendere decisioni

Le organizzazioni possono regolare il


comportamento individuale specificando le
premesse su cui si basano le decisioni 7
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Il processo decisionale

H.A. Simon, The new science of management decision, 1960


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Processi di scelta nel modello
Carnegie Mellon University
Ricerca
Formazione della Conduzioni
Incertezza di ricerche
L’informazione coalizione
semplici, locali
è limitata Conduzioni di
I manager hanno discussioni Uso di procedure
numerosi vincoli congiunte e stabilite,
interpretazione se appropriato
Conflitto
di obiettivi e problemi
Gli individui hanno
Creazione
obiettivi, Condivisione di opinioni di una soluzione,
opinioni, valori,
se necessario
ed esperienze Fissazione delle priorità
diversi del problema Soddisfazione
Ottenimento del Adozione della prima
supporto sociale alla alternativa accettabile
soluzione del problema dalla coalizione
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Razionalità oggettiva e limitata

Razionalità oggettiva (homo Razionalità limitata


oeconomicus)
• tutte le alternative di azione possibili • la conoscenza delle alternative di azione è
sono note incompleta
• è possibile calcolare tutte le • la conoscenza delle conseguenze delle
conseguenze di ciascuna azione azioni è frammentaria
• le informazioni sono una free commodity • le informazioni sono costose

• il decisore ha una precisa funzione di • le preferenze non sono perfettamente


utilità delle sue scelte attuali e future ordinabili e il loro variare nel tempo non è
prevedibile

• il decisore è unico • i decisori sono più di uno

• la decisione avviene in base a calcolo • la decisione avviene su base euristica e


ottimizzante soddisfacente
• la scelta è un processo sinottico • la scelta è un processo sequenziale
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Razionalità oggettiva: critiche

La presenza di situazioni di rischio


Diversità della propensione al rischio
➢ caratteristica intrinseca e stabile
➢ variabile contingente (livello di aspirazione e situazione
in cui l’attore si trova)
➢ scelta consapevole
➢ mancanza di conoscenza e competenza
(scelta inconsapevole)

Limiti alla razionalità (Simon, 1957)

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La razionalità limitata
I limiti al processo decisionale
 limiti di conoscenze
riguardano la disponibilità di informazioni, la loro
ambiguità e il loro costo

limiti di capacità
riguardano la possibilità di elaborare le
informazioni disponibili (attenzione, memoria,
comprensione, comunicazione) (March, 1998; Williamson 1975;
Simon, 1957)

limiti di obiettivi
riguardano la funzione obiettivo dei soggetti
decisori

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La razionalità limitata
Le strategie decisionali (1)
elaborazione
processo di semplificazione che si ottiene
riducendo le informazioni disponibili o diminuendo
le elaborazioni sulle informazioni

scomposizione del problema


riduzione di un problema in una somma di
componenti più facilmente risolvibili in modo che le
singole soluzioni forniscano nell’insieme una
soluzione accettabile per il problema complessivo
(approccio modulare, Baldwin e Clark, 2000; Sanchez e Mahoney,
1996)

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La razionalità limitata
Le strategie decisionali (2)
euristiche
riconoscere elementi ricorrenti nelle situazioni
ricerca, nel repertorio delle soluzioni già adottate in
passato, di regole decisionali appropriate per la
situazione in esame (Argyris e Schon, 1978)

framing
si fa ricorso a griglie interpretative che aiutano a
“focalizzare l’attenzione”, definendo a priori il
problema da affrontare, le informazioni da raccogliere
e le dimensioni da valutare (Huff, 1990; Minsky, 1975; Toleman,
1948)
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Il modello del processo decisionale
incrementale
Fase di identificazione
Riconoscimento (problema/opportunità)
Diagnosi (raccolta informazioni)
Fase di sviluppo
Ricerca (soluzioni alternative)
Progettazione (soluzione incrementale)
Fase di selezione
Giudizio (valutazione – scelta soluzione da parte di un singolo)
Analisi (valutazione delle alternative migliori)
Negoziazione (valutazione – scelta da parte di un gruppo)
Autorizzazione (accettazione formale della decisione)
(Mintzberg, 1976)
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Il modello “garbage can”


(enfasi sulle dinamiche caotiche)
tipol. partecipanti soluzioni potenziali
problemi
opportunità
di scelta

Cohen, March e Olsen, 1972

Le soluzioni possono I problemi possono


essere proposte senza persistere senza essere
che esista un problema risolti (ambiguità)

Decisioni prese ma
che non risolvono il Alcuni problemi
problema trovano una
soluzione
Decisioni multiple e senza una sequenza logica 16
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Il modello politico

Pfeffer e Salancik, 1974;


Pettigrew 1973; Baldridge 1971;
Perrow 1970

Decisori sono coalizioni (gruppi) con propri


obiettivi tra loro conflittuali.
Decisioni frutto di una negoziazione
Importanza delle strutture di potere, formali e
informali
➢ capacità dell’unità di fronteggiare l’incertezza
➢ insostituibilità dell’unità che fronteggia l’incertezza
➢ centralità dell’unità (interdipendenza)
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Decisioni di gruppo
Vantaggi e svantaggi
utilizzo di una gamma di prospettive più ampia
aumento della capacità di elaborare
informazioni
maggiore comprensione dei motivi della
decisione
maggiore accettazione della decisione
maggiore coinvolgimento e impegno nella
implementazione
tempo
costo

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Per decisioni di maggiore efficacia

chiarezza degli obiettivi


considerazione di un numero elevato di
alternative
➢ Creazione di sotto-gruppi (Grandori, 1999)
➢ Brainstorming (Brown, 1990)
➢ Indagine dialettica (Sandberg e Ragan, 1986)
➢ Avvocato del diavolo (Schweiger, 1986)
➢ Tecnica del gruppo nominale (George e Jones, 1999)
conflitto sui fatti e non sulle persone
differenziazione dei ruoli
necessità di bilanciamento
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Il sistema del cottimo

Numero minimo giornaliero/per turno di Pezzi in più


produzione (n. pezzi) Supplemento di
Paga base retribuzione

Soglia individuata
dai cronometristi
Conflitto
operai-management

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Emerge…

Trucchi degli operai per difendersi


dallo sfruttamento
Accordi e complicità con altre figure
(capi reparto, manuntentori)
Emerge un’immagine che contrasta
con quella del sistema cooperativo
Contesto di sfiducia, inganni,
conflitti
Circolazione di informazioni errate

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L’uomo non è soltanto un braccio


e un cuore…
«L’uomo non è soltanto un braccio e non è soltanto
un cuore. L’uomo è una mente, un progetto, una
libertà» (Michel Crozier, 1977)

Rifiuta l’idea dei membri di un’organizzazione


come semplici esecutori di comandi (braccio), con
qualche sensibilità (cuore)

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In altri termini…

Occorre riconoscere che i membri di un’organizzazione


hanno una mente; pensano, progettano, e possono fare
scelte non previste dall’organizzazione

Per capire un'organizzazione, non basta l'approccio che


considera i suoi membri come semplici esecutori di comandi;
e non basta l’approccio delle Relazioni Umane

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Strategie e circoli viziosi

Partendo da Barnard e Simon…

I soggetti (singolarmente o in gruppo) sviluppano strategie


per tutelare quelli che reputano i loro interessi

Le “razionalità” dei singoli possono non coincidere con


quella dell’organizzazione (di cui fanno parte) e possono
portare a condotte non previste

Circoli viziosi, ossia processi degenerativi, disfunzioni,


malfunzionamenti (anche al di là della volontà dei singoli)

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Il potere 1/3

Il potere deriva dalla capacità di controllare i margini di


incertezza presenti nei rapporti con altri soggetti

Altra cosa rispetto all'autorità formale connessa al grado


gerarchico occupato in un'organizzazione
Non è possibile ricondurre i soggetti a comportamenti pre-
derminati. Ci sono sempre situazioni imprevedibili/di
incertezza
Le radici del potere si trovano in rapporti squilibrati di
prevedibilità tra due o più soggetti

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Il potere 2/3
Potere → di coloro che gestiscono margini di incertezza (possono mantenere una certa
incertezza nel loro comportamento)
Ridurre i margini di incertezza

Opposizione a ogni innovazione

Uso di ogni minima prerogativa… abuso di micro-potere

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Il potere 3/3

Operai di manutenzione Operai di produzione


detengono un micro-potere
Esercizio/abuso del micro-
(sono i soli che possono intervenire sui
macchinari anche per i guasti meno
potere (ritardi, sistemi di favori,
importanti) ecc.)

Gli individui possono avere razionalità (scopi) diversi da quelli dell’organizzazione


Capacità di sviluppare strategie (verso tali razionalità) utilizzano i margini di
incertezza

Progressivo disincanto… dallo studio delle condizioni per il normale funzionamento


delle organizzazioni allo studio dei fattori che provano disfunzioni, malfunzionamenti,
inefficacia

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La tipologia dei ruoli

METODOLOGO

INNOVATORE

CREATIVO NEGOZIATORE

RUOLI DI PRESIDIO DELLA QUALITA’ RUOLI DI PRESIDIO DEL LAVORO


(crescita e innovazione) (coesione, responsabilità, rischi)

RUOLI DI PRESIDIO DEL RISULTATO RUOLI DI PRESIDIO DELLE RELAZIONI


(obiettivi) (soddisfazione)

REALIZZATORE FACILITATORE

CONSERVATORE COMUNICATORE

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Gruppo e variabili di analisi

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CSCW - Computer Supported
Cooperative Work
Disciplina scientifica:
– che studia il lavoro di gruppo
– cerca di scoprire come la tecnologia può essere di aiuto
– usato per la prima volta nel 1984 per un workshop
organizzato da Irene Greif (MIT) e David Cashman (DEC)
• Groupware
– Sistemi che offrono supporto a gruppi impegnati in un
compito (od obiettivo) comune e che forniscono
un’interfaccia a un ambiente condiviso
– Termine prevalentemente industriale introdotto nel 1982 da
Johnson-Lentz e ampliato da Ellis et al. nel 1991 e da
Grudin nel 1994

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L’ICT a supporto
delle decisioni di gruppo
Concetto di gruppo:
Insieme di persone impegnate in un compito (od obiettivo) comune
Considerato equivalente a quello di comunità:
Insieme di persone che condividono un interesse
In contesti complessi, la condivisione di risorse tra soggetti
diversi che collaborano può apportare benefici economici
ed in termini di tempo mai avuti prima
L’organizzazione delle persone in gruppi è sempre più
frequente (da poche unità fino a migliaia di persone)
In realtà lavorative complesse i gruppi non possono essere
rigidi ed inflessibili
Persone con competenze diverse possono contribuire al
medesimo progetto e controllarne l'avanzamento 32
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Aspetti organizzativi

Ogni gruppo di lavoro è in tutti i sensi una vera e propria


community
I groupware o CSCW sono sistemi capaci di:
assumere forme e logiche differenti in funzione delle attività svolte;
favorire la sinergia tra i membri, apportando notevoli incrementi di produttività (in
funzione di un processo produttivo o di un obiettivo);
prendere e tenere traccia dei processi decisionali.

La quantità di applicazioni disponibili e l’enorme flessibilità


di tali strumenti, li rendono adatti a molteplici realtà.

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Classificazione 3C
(Ellis et al., 1991)

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Classificazione spazio-temporale
(Ellis et al., 1991; DeSanctis & Gallupe, 1987)

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Classificazione applicazioni
(Ellis et al., 1991; Borghoff & Schlichter, 2000)

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Classificazione applicazioni
(Ellis et al., 1991; Borghoff & Schlichter, 2000)

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Aspetti
Aspetti temporali e spaziali
temporali e spaziali dei CSCW: dei
CSCW
Sistemi di
INTERAZIONE WorkFlow
Sistemi di
messaggistica

Sistemi discussione e co-scrittura Sistemi


Asincrona coordinamento

Sale riunioni
automatizzate, Sistemi di
ecc. conferenza

Sincrona

POSIZIONE
Stesso luogo Remota
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Aspetti temporali e spaziali dei
CSCW
SEQUENZIALE

Ogni componente del gruppo, a turno, agisce sul


semilavorato apportandovi il proprio contributo

PARALLELA
Ogni componente del gruppo lavora in
autonomia su una parte specifica del prodotto
complessivo

RECIPROCITA’
componenti del gruppo lavorano in regime di forte
interdipendenza su ognuna delle parti del prodotto
complessivo
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Conclusioni
la pratica di adottare modalità di co-decisione di gruppo è
sempre più diffusa
incrementare il numero di partecipanti (interni/esterni) e
rendere sempre più diffuso l’utilizzo di tali sistemi al fine di
prendere decisioni con il più ampio consenso, indispensabile
per poterle attuare;
individuazione e gestione dei rapporti tra gerarchia reale
(organizzazione di appartenenza) e virtuale;
individuazione di modelli di cooperazione con alternanza di fasi
di attività di gruppo a fasi di attività individuale;
Gestione di basi di conoscenza e condivisione delle
informazioni (policy di gestione, controllo, sicurezza, authoring,
responsabilità delle informazioni);
rapporti con altre unità e/o communities.
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