2021-2022
METODI CROMATOGRAFICI
PRINCIPI GENERALI
L'inventore della cromatografia è Tswett, che la definì proprio come una scrittura a colori. Lo scopo era ap. quello di separare i componenti di diverse miscele, c'ho portato a
numerose tecniche di separazione come la distillazione frazionata, la cristallizzazione, estrazione con solvente, filtrazione ed elettroforesi. Tutte queste tecniche sfruttano e
amplificano le differenze tra le diverse specie chimiche per consentirne una loro separazione efficiente.
Quindi i metodi cromatografici sfruttano la diversa affinità delle molecole degli ioni nei confronti di due fasi diverse; abbiamo quindi la presenza di due fasi in cui una viene
immobilizzata è detta fase stazionaria, mentre l'altra viene fatta scorrere in modo continuo e su quella stazionaria è detta fase mobile (in questo modo la cromatografia realizza un
estrazione dinamica in modo continuo).
La separazione dipende quindi dal grado di assorbimento di ogni sostanza sulla fase stazionaria: Le sostanze più affine alla fase stazionaria spostavano quelle meno affini adesso.
Quindi più una sostanza è affine alla fase stazionaria, più a lungo viene trattenuta e così il suo soccorrimento Nella colonna viene rallentato rispetto a quello di sostanze meno fine a
tale fase.
ESPERIMENTO FONDAMENTALE
Nell'esperimento fondamentale la fase stazionaria (costituita da granuli che oppongono una resistenza) è inserita in una colonna e poi immersa nella fase mobile. La miscela da
separare viene depositata in testa alla colonna su uno strato iniziale molto sottile, successivamente si aggiunge in modo continuo la fase mobile (detta anche eluente) che scorre
attraverso la fase stazionaria, tina con se i componenti della miscela, che si stratificano in base alla finita nei confronti delle fasi. l'eluente in uscita dalla colonna viene raccolta in
frazioni di volume Noto, e le diverse componenti della miscela che si sono separate sempre di più vengono raccolti infrazioni sempre più risolte le une dalle altre. Al termine della
separazione i recipienti di raccolta contengono quantità diverse di ciascuna sostanza diluita, ciò consente una loro determinazione per via gravimetrica oppure misurandone una
determinata proprietà fisica. Si può infine tracciare un istogramma che riporta la quantità di ciascuna sostanza nelle frazioni raccolte.
Dinamica elementare della separazione cromatografica: Durante le lezioni in ogni parte della colonna la sostanza in Coinvolta in un processo dinamico di trasferimento tra le due
fasi: Dalla fase stazionaria quella mobile e viceversa. Quindi si tratta di un meccanismo di estrazione - trascinamento - estrazione, che si sussegue lungo la colonna e determina la
separazione delle sostanze secondo l'affinità di ciascuna per le 2 fasi. Ogni componente della miscela tenda distribuirsi tra le due fasi passando attraverso una serie infinita di stati
di equilibrio che si realizzano in ogni strato di spessore infinitamente piccolo della colonna
Meccanismi chimico-fisici della separazione cromatografica:
Tra la sostanza da separare e le due fasi ci sono diverse interazioni che possono essere deboli, come legami a idrogeno, interazioni dipolo dipolo, dipolo dipolo indotto e forze di
van der Waals, ma anche meccanismi di scambio Ionico, interazioni isteriche e così via. Quindi insieme al meccanismo principale di separazione agiscono anche dei meccanismi
secondari:
Adsorbimento: La fase stazionaria un solido in polvere, sulla superficie dei granuli si trovano dei siti attivi che possono stabilire legami deboli con le molecole della
miscela da separare. In questo caso si parla di cromatografia di adsorbimento e se la fase mobile è un gas si ha la cromatografia gas- solido, se è un liquido è una
cromatografia liquido- solido.
Ripartizione: La fase stazionaria è un liquido, impregna un solido granulare inerte, in cui sostanze da separare si solubilizzano.
Scambio Ionico: La fase stazionaria è costituita da macromolecole con siti attivi ionizzati, i cui controioni possono essere scambiati con altri, aventi carica dello stesso
segno, eluiti con la fase mobile. si instaura quindi una competizione fra i controioni della fase stazionaria e quelli della miscela In analisi nei confronti dei siti attivi
ionizzati dalla fase stazionaria.
Esclusione: La fase stazionaria è un solido poroso o un gel con pori le cui dimensioni variano a seconda della composizione chimica e il modo in cui viene preparato.
Le molecole troppo grandi vengono Escluse dai pori e perciò escono dalla colonna in tempi molto brevi.
Affinità: In un primo stadio si usano in reazioni di tipo biochimico, reversibili e molto specifiche, poi con un eluente opportuno ti rompono i legami e fra tali molecole e la
fase stazionaria e si ottiene l'eluizione selettiva dei componenti della miscela.
Tecniche cromatografiche:
Cromatografia planare: La fase stazionaria è distribuita su una superficie Piana e viene fatta aderire in modo che formi uno strato di spessore uniforme. Il campione
viene depositato sulla fase stazionaria e l' eluente scorre lungo lo strato per capillarità.
Cromatografia su colonna a bassa pressione (LPC) è come quella dell' esperimento fondamentale;
Cromatografia in fase liquida a elevate prestazioni (HPLC): L'eluente viene pompato in modo continuo e riproducibile in una colonna di acciaio contenente da fase
stazionaria, la miscela viene introdotta direttamente nel flusso di eluente. I componenti in uscita dalla colonna vengono rilevati ed evidenziati da un rivelatore che
registra la variazione di una proprietà fisica caratteristica del eluente.
Gascromatografia: La fase mobile è costituita da un gas sotto pressione che scorre attraverso la colonna e trascina con sé il campione (specifiche nel capitolo 13)
Il cromatogramma:
È il tracciato che descrive l'andamento delle segnale del rivelatore in funzione del tempo o del volume di eluente, a partire dal istante in cui la miscela viene introdotta Nella colonna.
È costituito da diversi tipi cromatografici che si mostrano quando le sostanze cominciano a passare attraverso il rivelatore. In condizioni ideali il picco ha la forma di una curva
gaussiana.
Il cromatogramma fornisce le seguenti informazioni:
• Altezza del picco (h) = distanza fra il punto di massimo e la tangente alla fine di base;
• Larghezza della base del picco (wb) = lunghezza del segmento interpolato all'intersezione fra le tangenti ai flessi della gaussiana e la linea di base [wb = 4σ];
• Tempo morto (tM) = tempo impiegato dal solo eluente per attraversare la colonna; corrisponde al primo picco presente sul cromatogramma; Tempo morto (tM) e Volume morto
(vM) rappresentano lo stesso valore in funzione del tempo o del volume;
• Tempo di ritenzione (tR) = tempo impiegato da un componente della miscela per scorrere attraverso la colonna;
• Tempo di ritenzione corretto (t'R) = tempo impiegato da un componente della miscela privato del tempo impiegato dall'eluente [t'R = tR – tM]. .
Tra questi parametri ci sono queste relazioni:
wb= 1,699wh
wb= 2wi
wh= 0,589 wb
GRANDEZZE, EQUAZIONI E PARAMENTRI FONDAMENTALI
Costate di distribuzione: (Kc) = [ Kc= CS C M ] - grandezza termodinamica che dipende dalla natura della F.S. e della F.M.; fornisce indicazioni sulla affinità di una miscela rispetto
alla F.S.: magggiore è il valore di Kc, maggiore sarà l'affinità alla F.S.;
Fattore di ritenzione:(k) = [ k= t ' R t M ] - parametro termodinamico e cinetico;
Selettività: E’ definita come la capacità di una colonna di fornire picchi distanziati e dipende dalla temperatura e dalla natura della fase stazionaria.
Efficienza: E' la capacità del sistema cromatografico di mantenere compatta la banda di eluizione di una sostanza lungo tutto il percorso della fase mobile. Ciò significa ottenere
picchi alti e stretti all’uscita della colonna. La cosa é di grande importanza, perché qualora due sostanze avessero tempi di ritenzione molto vicini se ne potrebbe ottenere
ugualmente la separazione. Quindi, quanto più stretti sono i picchi tanto più efficiente risulta la colonna.
Risoluzione: Questo fattore tiene conto sia della selettività che dell’efficienza, e indica il grado di effettiva separazione ottenuto per due sostanze in un processo cromatografico.
CROMATOGRAFIA SU STRATO SOTTILE
PRINCIPI E APPLICAZIONI
In questa tecnica cromatografica, la fase stazionaria è costituita da materiali diversi (solidi attivi, liquidi supportati su particelle solide inerti, cellulose modificate scambiatrici di ioni)
stratificati a spessori sottili su superfici piane (lastrine di vetro, fogli di alluminio, fibre di vetro, fogli o lastre di resine) che ne costituiscono il supporto meccanico. La TLC (Thin layer
chromatography) si può considerare una moderna evoluzione della cromatografia su carta (PC).
Fasi stazionarie solide (adsorbimento): Si usano materiali granulari a granulometria regolare e controllata, dotati di forti capacità adsorbenti quali:
• gel di silice: acido silicico amorfo polimerizzato, poroso; presenta molti gruppi -OH liberi come gruppi funzionali attivi
• allumina (neutra, basica, acida): si ottiene con tecniche diverse da idrossido di alluminio disidratato ad alta temperatura; può presentare diversi gradi di attività a seconda delle
percentuali di acqua residue, presenti nel materiale. Le diverse attività sono classificate secondo una scala che va da I a V nel senso delle capacità di adsorbimento decrescenti
• Kieselguhr: polveri di diatomee (acido silicico amorfo)
• poliammidi (polveri): tipo nylon 66 • silicato di magnesio (florisil)
• fosfato di calcio, solfato di calcio ecc.
b. Fasi stazionarie liquide (ripartizione) Possono essere:
• acqua: è normalmente presente a discrete percentuali, nella cellulosa che è quindi un materiale idoneo alla TLC di ripartizione
• liquidi lipofili supportati su cellulosa, kieselguhr: paraffine > C12 , oli minerali, oli al silicone c. Fasi mobili Sono in genere solventi organici a diversa polarità. Esistono in letteratura
degli elenchi di solventi organici utilizzabili come fasi mobili, scelti da vari Autori e disposti in ordine di polarità crescente (serie eluotropiche). A titolo di esempio si può citare quella
di Stahl che prevede i seguenti eluenti: n-esano, eptano, cicloesano, CCl4, benzene, CHCl3, etere dietilico, acetato di etile, piridina, acetone, metanolo, acqua. Tali solventi
possono essere usati puri o in miscela tra loro, a diverse proporzioni, per graduare le polarità come si desidera.
GRANDEZZE, PARAMETRI E PRESTAZIONI
Selettività e fattore di ritenzione: selettività: si evidenzia mediante la corsa relativa delle diverse macchie (componenti) lungo la lastrina. Si misura numericamente per ogni
componente con il fattore di ritenzione Rf (ratio front).
CROMATOGRAFIA IN FASE LIQUIDA A ELEVATE PRESTAZIONI (HPLC)
La cromatografia liquida ad alta prestazione (in inglese High Performance Liquid Chromatography) o cromatografia liquida ad alta pressione (High Pressure Liquid
Chromatography), più semplicemente nota con l'acronimo inglese HPLC è un tipo di cromatografia liquida.
PRINCIPI E APPLICAZIONI
Si tratta di una tecnica cromatografica che permette di separare due o più composti presenti in un solvente sfruttando l'equilibrio di affinità tra una "fase stazionaria" posta all'interno
della colonna cromatografica e una "fase mobile" che fluisce attraverso essa. Una sostanza più affine alla fase stazionaria rispetto alla fase mobile impiega un tempo maggiore a
percorrere la colonna cromatografica (tempo di ritenzione), rispetto ad una sostanza con bassa affinità per la fase stazionaria ed alta per la fase mobile.
Classificazione delle tecniche HPLC:
L’HPLC può essere classificata in diversi modi:
•Cromatografia “normale”eseguita con fase stazionaria polare e fase mobile apolare.
•Cromatografia in fase inversa che utilizza fasi stazionarie apolari e fasi mobili polari. Se ci si basa sul meccanismo principale della separazione e sulla natura delle fasi:
•Cromatografia di assorbimento liquido-solido (LSC)
•Cromatografia di ripartizione liquido-liquido (LLC)
•Cromatografia di esclusione (SEC)
•Cromatografia di scambio ionico (IEC)
•Cromatografia di coppia ionica (IPC)
Infine, se si fa riferimento alle particolari caratteristiche della fase stazionaria, si parla di:
•Cromatografia su fase legata (BPC)
•Cromatografia su fase chirale (CPC) ESEMPIO DI UN CR
MATERIALI:
Fase stazionaria: costituita da due tipi di particelle:
Microparticelle pellicolari: nucleo non poroso di forma sferica;
Microparticelle porose: forma irregolare, con diversi diametri
Caratteristiche principali:
Forma sfeirca o irregolare;
Dimensioni irregolari;
Dimensioni dei pori irregolare;
Area superficiale inversamente proporzionale alla dimensione dei pori;
Fase mobile:
Caratteristiche generali:
Bassa viscosità
Immiscibilità con fase stazionaria;
Capacità di solubilizzare il campione;
Bassa corrosività;
Bassa volatilità;
Minima tossicità;
Basso costo e facile reperibilità;
Elevata purezza
GASCROMATOGRAFIA
PRINCIPI GENERALI
Nella tecnica gas-cromatografica la fase mobile é un gas che fluisce attraverso una colonna in cui si trova la fase stazionaria, la quale può essere un solido granulare poroso
oppure un liquido. Secondo lo stato fisico della fase stazionaria, la gas-cromatografia si può suddividere in cromatografia gas solido (GSC) e in cromatografia gas liquido (GLC).
Questo metodo, che ha conosciuto un grande sviluppo a partire dagli anni ‘60, conserva tuttora una posizione di primo piano come tecnica analitica. L’unica limitazione della gas-
cromatografia é la necessità di rendere volatili i campioni da analizzare, per cui in alcuni casi essa é soppiantata dall’ HPLC (cromatografia liquida ad alto potere risolutivo). I
meccanismi di separazione relativi alla GC sono sostanzialmente due: ripartizione e adsorbimento, di cui si é già parlato. Il primo nel caso che la fase stazionaria sia liquida, il
secondo quando é solida.
La gascromatografia è utilizzata per separare composti volatili polari e non polari.
Applicazioni tipiche:
Un rivelatore, che risponde ai componenti in eluizione dalla colonna variando la propria risposta elettrica
ACQUE
Le molecole d'acqua sono perfettamente libere allo stato gassoso, allo stato liquido si aggregano fra loro due, tre e anche in più unità in modo da dare degli aggregati detti cluster.
L'elevata polarità dei legami spiega il grande potere solvente e in particolare il legame a idrogeno e colui che causa la maggiore densità acquisita dall'acqua a 4°C; ed è questo il
motivo per cui il ghiaccio è meno denso e galleggia.
CLASSIFICAZIONE
Acque meteoriche: la parte delle acque di una precipitazione atmosferica che, non assorbita o evaporata, dilava le superfici scolanti; le acque di prima pioggia sono invece quelle
che, cadendo durante la fase iniziale di un evento meteorico[1], si presentano spesso cariche di inquinanti di varia natura ed origine dilavati dalla superficie delle aree scoperte. La
composizione di tali acque, le rende particolarmente pericolose per l’ambiente e impone quindi che ad esse siano riservate adeguati sistemi di trattament
" superficiali: scorrono in superficie e comprendono: fiumi, laghi, stagni, paludi e le acque dilavanti o non regimentate che scorrono disordinatamente.
" profonde o di falda:
Le acque che giungono sulla superficie terrestre con le precipitazioni possono infiltrarsi nel sottosuolo e costituire le acque sotterranee; esse possono poi ritornare in superficie, o
per mezzo di pozzi scavati dall'uomo o spontaneamente attraverso le sorgenti.
" industriali: acque sfruttate per i processi industriali, hanno caratteristiche molto variabili:
Acque per l'alimentazione delle caldaie
Acque di raffreddamneto
acque di processo
I due parametri principali da considerare sono la durezza (contenuto di Sali di calcio e magnesio). Misurato in gradi francesi (milligrammi di CaCO3 in 100 mL di acqua). In base ad
essa le acque vengono classificate in:
Acque molto dolci 0-4
L'indice di Langerlier: esprime il grado di saturazione del carbonato di calcio
SI= pH - (9,3 +A +B -C - D )
Acque dolci 4-8 A= solidi totali
B= temperatura
C = durezza temporanea
D = alcalinità
Acque a durezza media 8-12 Se l'indice è positivo l'acqua produrrà incrostazioni, se nullo non produrrà ne incrostazioni ne corrosioni, se negativo produrrà corrosioni
" a uso irriguo, per l'agricoltura e la zootecnia: acque superficiali destinate all'irrigazione . Ad esso è legato come problema principale la
progressiva desalinizzazione del suolo. Causato principalmete dall'eccessivo prelievo di acqye superficiali e profonde, con dissesti idrologici,
Acque a durezza 12-18 cattivo drenaggi del terreno, ed evaporazione nei climi caldi ed secchi, portano all'arricchimneto nel terreno di Sali in eccesso. Come
discreta parametro per controllarlo si utilizza il SAR
eccessiva 26 - 30
" per la balneazione: il monitoraggio della cque di balneazione è svolto dall'ARPA che basa le proprie analisi sula presenza di Escherichia coli ed enterococchi intestinali. Sono stati
inoltre stabiliti dei protocolli per evitare l'inquinamento delle acque da parte dei cittadini.
" per la piscicoltura: acque per allevamento dei pesci che si classificano in
Salmonicole: vivono o potrebbero vivere pesci appartentenenti a specie come salmoni, trote, coregoni etc
Ciprinicole:vivono o potrebbero vivere pesci appartenenti a specie dei ciprinidi come luccio anguille
" potabili: definite come le acque che si possono bere senza pregiudizio per la salute. Ci sono diversi parametri per definirle tali e in particolare possono essere effettuate delle
opere di potabilizzazione: chiarificazione, sedimentazione, disinfezione, filtrazione su sabbia o carboni attivi, addolcimento e dissalazione.
" minerali: devono avere origine da una falda o da un giacimento sotterraneoo provenire da una o più sorgenti naturali o perforate. Vengono classificate in base alla conducibilità.
acque minimamente mineralizzate: il residuo fisso a 180 °C è inferiore a 50 mg/l.
acque oligominerali (o leggermente mineralizzate): il residuo fisso è compreso tra 50 e 500 mg/l.
acque minerali: il residuo fisso è compreso tra 500 e 1500 mg/l[8].
acque ricche di sali minerali: il residuo fisso è superiore a 1500 mg/l[8].
Il loro principale problema riguarda l'imballaggio, è preferibile il vetro e il PET.
" termali: sono acque minerali provenienti dal sottosuolo che hanno una particolare composizione salin, sfruttabile a fini terapeutici.
vengono classificate in: fredde, la cui temperatura è inferiore 20°C; ipotermali, la cui temperatura è compresa tra i 20°C e i 30°C; omeotermali, la cui temperatura è compresa tra i
30°C e i 40°C; ipertermali, la cui temperatura è superiore ai 40°C
in base alla composizione salina:
-Acque Salse o Cloruro-Sodiche: Sono acque termali in cui sono presenti in maniera prevalente sodio e cloro. In alcune si trovano solfato di Na e bicarbonato di Na, calcio e
magnesio e sono spesso presenti dei solfati.
-Acque Sulfuree: Sono acque termali che contengono una quantità pari o superiore ad 1 mg di acido solfidrico per litro, oltre che solfati, anidride carbonica, cloruri e sodio, ioduri e
bromuri.
-Acque Arsenicali-ferruginose: Sono acque termali che contengono ferro in grande quantità oltre a tracce infinitesimali di arsenico, magnesio, rame, zinco, litio e altro.
-Acque Bicarbonate: Sono acque termali che contengono in modo prevalente bicarbonati e calcio, oltre a quantità trascurabili di solfati di sodio e magnesio. Sono fra le più diffuse in
natura e si originano da rocce calcaree.
-Acque Solfate: Sono acque in cui è predominante la presenza dello lo zolfo, anche se possono essere presenti altri minerali come bicarbonati, calcio, magnesio, sodio, cloro,
arsenico, ferro, etc. Le acque possono essere definite solfate quando il carico dei solfati supera i 200 mg/l . È importante sottolineare che le acque solfate , per essere potabili , non
devono contenere solfati per una misura superiore ai 250 mg/l , in accordo agli standard fissati dall’UE.
-Acque Carboniche: Sono acque termali caratterizzate da una presenza di anidride carbonica libera in tali quantità da poter essere classificate a parte, benchè molte di queste
appartengono alle acque bicarbonate. Al loro interno sono presenti anche altri elementi in soluzione come per esempio i bicarbonati o lo zolfo, etc etc, che caratterizzano il nome
dell’acqua stessa, per cui abbiamo ad esempio acque carboniche bicarbonate o carbonico sulfuree etc etc.
-Acque Radioattive: Diversamente dalle altre acque, sono classificate in base ad una particolare proprietà fisica ovvero la radioattività, che può essere contenuta in diversi elementi
presenti nell’acqua. Le più importanti contengono tracce di sostanze radioattive (radon).
-Acque Salso-Bromo-Iodiche: Sono acque termali fortemente mineralizzate di origine marina che contengono cloruro di sodio e altri minerali in diversa concentrazione come lo iodio
e bromo, questi ultimi sotto forma di ioduri e bromuri.
INQUINAMENTO (ricorda tuo ppt)
Le acque utilizzate in campi antropici sono destinate ad arricchirsi con componenti più o meno naturali. L'acqua possiede comunque una buona capacità di autodepurazione grazie
all'intervento di specie vegetali e microrganismi. Ma il problema sorge quando l'apporto di sostanze inquinanti è tanto elevato da non poter garantire questo fenomeno e si incorre in
fenomeni negativi come quello dell'eutrofizzazione (crescita abnorme di vegetazione acquatica in seguito ad apporti di sostanze nutritive, comportando una diminuzione di ossigeno
disciolto in acqua, con conseguente morte di pesci, molluschi e crostacei e putrefazione del sistema acquatico.
Cause della contaminazione:
Naturali: emissioni di gas dal sottosuolo e contatto con metalli pesanti;
Domestiche e urbane;
Agricole;
industriali
Tipi di contaminanti:
Sostanze inorganiche disciolte: acidi e basi, anioni e cationi, come cloruri, solfati e soprattutto fosfati e nitrati (agenti causanti eutrofizzazione--->nutrienti). Altre
sostanze di origine metalloide come arsenico, piombo, cadmio, mercurio, manganese etc. molto imp metilazione del mercurio (formazione metilmercurio) collegamento
micro minamata
Sostanze organiche disciolte: sostanze che derivano da processi di demolizione naturali o antropici. Si parla di inquinanti persistenti (non demolibili da microrganismi)
come fitofarmaci (pesticidi clorurati) insetticidi (organofosafati e carbammati) erbicidi ( triazine, PCB (policlorobifenili), POP (inquinanti organici resistenti). Molto imp
ricordare diossine (tetracolorodbenzoparadiossina Seveso) collegamento micro Seveso e furani
Particelle sospese: sedimenti, incrostazioni, polvere, minerali poco solubili, composti organici indisciolti e prodotti generati dall'abrasione ed erosione delle tubazioni
Microrganismi: in grado di moltiplicarsi in modo esponenziale , generano sostanze pirogene (endotossine) comprendono enzimi, metaboliti e impoveriscono le soluzioni
di nutrienti
Gas: sostanze volatili solubilizzate nel contatto con aria o in seguito ad emissioni dal sottosuolo come H2S. Creano condizioni anossiche.
Meccanismi d'azione:
Consumo eccessivo di ossigeno: strettamente connesso al fenomeno dell'eutrofizzazione;
Alterazione caratteristiche fisiche; come temperature, un suo aumento favorisce la ploriferazione di specie acquatiche non autoctone modificando la catena alimentare.
Indicatori di qualità:
Per la classificazione dello stato ecologico vengono considerati elementi biologici, elementi idromorfologici, elementi chimici e fisico-chimici a sostegno di elementi biologici.
Vengono predisposti degli indici sintetici di parametri biologici e di parametri chimico-fisici. Il LIM eco (livello di inquinamento dai macrodescrittori per lo stato ecologico) i parametri
sono: percentuale di saturazione di ossigeno disciolto, azoto ammoniacale, azoto nitrico, fosforo totale.
Livelli di riferimento
Sono fornite le soglie per l’assegnazione dei punteggi ai singoli parametri per ottenere il punteggio di LIMeco e i valori di LIMeco relativi ai limiti di classe fra gli stati.
Conformemente a quanto stabilito nella Direttiva 2000/60/CE, lo stato ecologico del corpo idrico risultante dagli elementi di qualità biologica non viene declassato oltre la classe
sufficiente qualora il valore di LIMeco per il corpo idrico osservato dovesse ricadere nella classe scarso o cattivo.
Il LIMeco di ciascun campionamento viene derivato come media tra i punteggi attribuiti
Livello 1 Livello 2 Livello Livello 4 Livello 5 ai singoli parametri secondo le soglie di concentrazione indicate nella seguente
3 tabella: Soglie per l’assegnazione dei punteggi ai singoli parametri per ottenere il
punteggio LIMeco
Parametro
Valori di LIMeco
STATO LIMeco
Elevato ≥0,66
Buono ≥0,50
Sufficiente ≥0,33
Scarso ≥0,17
Cattivo <0,17
Torbidità o grado di limpidezza Turbidimetrico (per confronto con sospensioni di silice insolubile)
Solidi sospesi totali Gravimetrico (pesata del residuo essiccato dopo la filtrazione)
temperatura Termometro
pH Potenziometrico
Durezza titrimetrico
Cloruri Titrimetrico/potenziometrico o IC
Alcalini 8,5-9,0
Nel terreno vive una miriade di esseri viventi, chiamati microorganismi per le dimensioni estremamente piccole. Si tratta di batteri, muffe e protozoi. Alcuni esercitano sulla
vegetazione un’azione dannosa, ma altri sono utili, anzi, in alcuni casi, indispensabili.
Questi microrganismi sono responsabili dei seguenti processi: umificazione della materia organica, ammonizzazione, nitrificazione, denitrificazione ed induzione dell’azoto
atmosferico.
• L’umificazione è dovuta a particolari microbi che mineralizzano la materia organica rendendola utilizzabile da parte delle piante. L’anidride carbonica che viene liberata
contribuisce a rendere solubili i vari materiali presenti nel terreno.
• L’ammonizzazione consiste nella putrefazione della materia organica. Durante questo processo si libera ammoniaca
• La nitrificazione è dovuta a due distinti microrganismi che trasformano l’ammoniaca in acido nitrico che darà luogo a nitrati, molto utile alle piante per il contenuto di azoto.
• La condizione essenziale affinché si verifichi la nitrificazione è data da una certa umidità e da una reazione alcalina in presenza di una temperatura che varia fra i 10° e 40°.
• La denitrificazione è il processo inverso; con esso i nitrati si riduco, produco azoto elementare che poi si disperde, riducendo così la fertilità del terreno
Un processo molto importante dovuto ad alcuni microbi è la fissazione dell’azoto atmosferico. Si tratta di microrganismi che vivono in simbiosi sulle radici delle leguminose e che
hanno la possibilità di assimilare l’azoto elementare dell’aria e di cederlo alle piante che li ospitano e sulle cui radici formano dei tubercoli radicali: tale fenomeno scoperto nel 1886,
si chiama induzione dell’azoto atmosferico. Alternare la cultura di leguminose con altre piante arricchisce il terreno e permette di economizzare concimi. Un tempo, questa
operazione si chiamava siderazione e tendeva a sostituire l’uso del letame animale e ad eliminare il bestiame dall’azienda.
INQUINAMENTO DEL SUOLO
L'inquinamento può causare un'alterazione delle caratteristiche del suolo, sia chimiche che fisiche. Un eccessivo utilizzo di ammendanti, fertilizzanti e pesticidi e tutte le attività
umane inquinanti causano la perdita di fertilità, la distruzione della flora batterica e quindi degliorganismi più evoluti, la scarsa resistenza all'erosione e l'inquinamento dellafalda
acquifera
METODI DI ANALISI E LABORATORIO
Campionamento:Il campionamento del terreno consiste nel prelievo mirato di una porzione di suolo che sarà la base per definire quali materiali (sostanza organica e concimi
minerali) sarà necessario somministrare al terreno stesso per poterne migliorare struttura e fertilità. Per espletare questa sua funzione il campione deve essere di qualità.
Analisi di caratterizzazione:
Secondo il D.Lgs 152/06 per caratterizzazione si intende il processo costituito dalle seguenti fasi:
Qualora sia impossibile indagare storicamente sull’origine dei fenomeni di contaminazione il soggetto può effettuare in via preliminare delle indagini relative al suolo ed alla falda
nell’area di sua proprietà. La prima fase del Piano di Caratterizzazione si conclude con la presentazione agli organi competenti del piano delle indagini realizzate.
Dopo l’approvazione di tale piano da parte delle autorità competenti, si passa alla seconda fase nella quale vengono prelevati i campioni delle matrici ambientali suolo ed acque
sotterranee e vengono effettuate le analisi.
La messa in sicurezza e la bonifica del sito si rende necessaria quando la contaminazione delle matrici ambientali, rilevata in sito, supera le CSC (concentrazioni soglia di
contaminazione) tabellate nell’Allegato 5 al D.Lgs 152/06, e le CSR (Concentrazioni soglia di rischio) valutate con l’applicazione delle procedure di analisi di rischio sito specifica.
Caratterizzazione per i piani di concimazione: nella prima fase bisognaindividuare aree omogeneedi campionamento che abbiano caratteristiche omogenne (colore, aspetto fisico,
fertilizzazioni subito in passato e tipo di vegetazione presente). Poi effettuare almeno 15 prelievi, prelevando almeno 6 campioni per ettaro utilizzando degli schemi. Da evtare: aree
e bordi a quote inferiori o superiori alla media, " cui sono stati accumulati fertilizzanti; " cui hanno soggiornato animali; " cui affiora il sottosuolo, " abbiamo differenze di irrigazione, "
ristagna l'acqua. Nei terreni soggetti a rimescolamenti in massima profondita con una sonda o una trivella.
CAMPIONAMENTO SISTEMATICO: suddivisione della zona in singole unità, prelievo di un campione per ogni unità, portare in lab;
CAMPIONAMENTO RANDOM: prelevare in alcuni punti casuali;
CAMPIONAMENTO A X O W
Analisi di controllo: nel caso in cui si debba controllare l'effetto di un inquinante si effettua un campionamento a griglia circolare prelevando 8 campioni simmetrici su ogni
circonvferenza. E poi analizzandoli senza mescolarli.
Analisi diagnostica comparativa: si individuano le due aree che manifestano le maggiori differenze di comportamento, oppure nelle quali un parametro è massimo o minimo
Preparazione del terreno per l'analisi chimico-fisica: una volta averlo prelevato correttamente, va steso su fogli di carta o bacinelle, si lascia seccare all'aria poi si va a sminuzzare
con le mani. Si passa al setacciamento per rimuovere e determiare lo scheletro. Infine il campione viene stoccato in un recipiente di plastica ermetico e si procedono le analisi.
ARIA
Ppt INQUINAMENTO DELL'ARIA
L’atmosfera è l’involucro gassoso che circonda la Terra; è essenziale per la vita sul nostro pianeta perché:
contiene la riserva di ossigeno necessaria alla maggior parte degli organismi;
filtra i raggi del Sole impedendo ad alcune radiazioni nocive di raggiungere la superficie terrestre;
ci protegge da eventuali impatti di meteoriti provenienti dallo spazio.
La stratificazione dell’atmosfera:
Circa il 50% dell’aria presente sul nostro pianeta è concentrato nei primi 5 km di altitudine e il 90% non supera i 16 km.
Oltre questa quota, l’aria si fa sempre più rarefatta
L’atmosfera ha caratteristiche diverse via via che ci si allontana dalla superficie della Terra. Si possono distinguere cinque fasce atmosferiche separate da intervalli di discontinuità
detti pause.
La troposfera ha uno spessore medio di circa 10 km. In essa avvengono tutti i fenomeni meteorologici.
La stratosfera è la fascia che circonda la Terra fino a un’altezza di 50 km. Al suo interno è presento uno strato di ozono che filtra i raggi ultravioletti provenienti dal Sole.
La mesosfera circonda la Terra fino a un’altezza di circa 80 km.
La termosfera si trova tra gli 80 e i 600 km di altitudine; è la fascia di atmosfera in cui si verificano le aurore polari.
L’esosfera è la fascia più esterna dell’atmosfera: si estende oltre i 600 km di altitudine.
La composizione dell’atmosfera
In base alla composizione, l’atmosfera è suddivisa in bassa e alta atmosfera
La composizione della bassa atmosfera è un miscuglio di azoto, ossigeno, diossido di carbonio e una piccola percentuale di altri gas.
L’aria contiene anche particelle solide trasportate dal vento (pulviscolo atmosferico) e quantità variabili di vapore acqueo.
Nell’alta atmosfera non c’è vapore acqueo e i gas sono stratificati in base alla densità.
L’atmosfera primitiva era priva di ossigeno, immesso dopo la comparsa degli organismi fotosintetici.
Il bilancio termico della Terra
La maggior parte dell’energia solare raggiunge la Terra sotto forma di radiazioni elettromagnetiche.
L’inquinamento atmosferico
L’inquinamento atmosferico è il principale determinante ambientale per:
effetti acuti, determinati da esposizioni a elevate concentrazioni di inquinanti;
effetti cronici, determinati da esposizioni di lunga durata;
danni agli ecosistemi e al patrimonio storico e artistico.
Gli inquinanti primari sono direttamente emessi dalle sorgenti e sono successivamente soggetti a processi di diffusione e di trasformazione chimico-fisica che possono formare gli
inquinanti secondari, spesso più tossici.
L’insieme dei prodotti di queste reazioni è definito smog fotochimico.
Il traffico veicolare contribuisce all’incremento di monossido di carbonio, del benzene e degli ossidi di azoto;
gli impianti di riscaldamento contribuiscono all’incremento del biossido di zolfo e degli ossidi di azoto;
gli impianti industriali contribuiscono soprattutto all’incremento degli idrocarburi incombusti, delle polveri e degli ossidi di azoto e di zolfo
I cambiamenti climatici
Oggi un’enorme mole di dati dimostra l’esistenza del cambiamento climatico e un’ampia serie di studi ne attribuisce l’origine all’uomo e alle sue attività.
Il riscaldamento globale descrive il rapido aumento negli ultimi decenni della temperatura media dell’atmosfera terrestre e degli oceani. Esso è principalmente dovuto a un aumento
delle concentrazioni di gas serra responsabili dell’effetto serra, che consiste nell’accumulo all’interno dell’atmosfera di una parte dell’energia termica solare.
Molti gas serra sono presenti in atmosfera, ma l’attività umana ne aumenta le concentrazioni soprattutto di CO2, metano, ossido di azoto e dei gas fluorurati.
L’anidride carbonica (CO2) è responsabile del 63% del riscaldamento globale causato dall’uomo. Le emissioni di CO2 sono il risultato dell’ossidazione dei combustibili
fossili. La sua concentrazione ha superato la soglia dei 400 ppm con un ritmo di crescita di 2,5 ppm/anno.
Il metano è responsabile del 19% del riscaldamento globale di origine antropica.
L’ossido di azoto ne è responsabile per il 6%.
I gas serra
L’equilibrio tra i livelli di diossido di carbonio, vapore acqueo e ossidi di azoto dipende da processi naturali di riciclaggio di sostanze come il carbonio, l’azoto e l’acqua.
Negli ultimi due secoli l’immissione di CO2 è aumentata enormemente a causa dei processi di combustione dovuti alle attività umane.
Tra le conseguenze di questo riscaldamento globale o global warming si prevedono importanti cambiamenti climatici e la parziale fusione dei ghiacci delle calotte polari già oggi in
atto.
Le conseguenze del cambiamento climatico
L’aumento delle temperature non è l’unico fenomeno associabile al mutamento del clima:
fusione delle calotte polari e dei ghiacci perenni;
innalzamento del livello dei mari;
aumento in termini di frequenza e intensità dei fenomeni meteorologici estremi;
aumento del rischio idrogeologico e di inondazioni;
aumento della siccità e del rischio di incendi;
aumento delle ondate di calore;
variazioni nella distribuzione degli habitat animali, estinzione di specie;
variazione della distribuzione nevosa;
maggiore diffusione di malattie trasmesse dall’acqua e dai vettori;
variazione della produttività agricola e della capacità nutrizionale;
migrazioni delle popolazioni.
I cambiamenti climatici interessano tutte le regioni del mondo.
Gli effetti indiretti
Disponibilità di risorse idriche
Alterazioni nella qualità di acqua, aria, cibo
Variazioni stagionali
Cambiamenti negli ecosistemi naturali
Con inondazioni, siccità, aumento della temperatura e acidificazione degli oceani, innalzamento del livello dei mari, si prevede che l’impatto dei cambiamenti climatici sull’acqua si
intensificherà nei prossimi anni.
Il riscaldamento delle acque oceaniche porta alla perdita della biodiversità marina con conseguenze anche sulla pesca.
Molti studi indicano che i cambiamenti climatici inaspriranno l’insicurezza alimentare nelle aree già colpite da fame e malnutrizione.
Le variazioni stagionali possono avere conseguenze negative sulla salute umana, specialmente per le persone affette da allergie e asma.
Cambiamenti climatici e salute umana
Gli effetti diretti
Variazioni della temperatura: le ondate di calore sono un problema soprattutto nell’Europa meridionale e nel Mediterraneo e colpiscono di più gli anziani e i soggetti
vulnerabili (con malattie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie e chi vive nelle aree urbane).
Variazioni delle precipitazioni: in caso di alluvioni (disastro più comune a livello mondiale) possono verificarsi frane, smottamenti e allagamenti.
Incendi boschivi: favoriti dalle temperature elevate e dai ricorrenti periodi di siccità generano inquinamento atmosferico da particolato.
Gli effetti delle polveri sottili
Le polveri sottili, note anche come PM (Particulate Matter), sono particelle di materia sospese nell’aria di dimensioni inferiori ai 10 μm.
Si originano da fenomeni naturali e a causa dell’attività umana.
La loro presenza nell’atmosfera porta a una diminuzione della temperatura, detta oscuramento globale (o global dimming).
Le polveri sottili si classificano in base alla dimensione, composizione e provenienza.
A seconda della grandezza, una volta inalate queste particelle si accumulano nei bronchi, negli alveoli polmonari o nel sangue, provocando vari danni all’organismo.
Le piogge acide
Il fenomeno delle piogge acide è dovuto alla formazione in atmosfera di sostanze come l’acido solforico (H2SO4) e l’acido nitrico (HNO3).
La formazione di questi acidi in atmosfera altera il pH dell’acqua piovana: nelle zone inquinate si possono raggiungere valori di pH pari a 3.
Le piogge acide sono causate dall’attività umana, soprattutto la combustione del carbonio e dei derivati del petrolio e gli scarichi dei veicoli.
L’acidità delle precipitazioni determina danni ai raccolti e alle foreste; ha inoltre un forte potere corrosivo sulle rocce e sugli edifici e monumenti.
Dagli anni Ottanta il fenomeno delle piogge acide ha cominciato a diminuire perché si sono ridotte le emissioni di gas inquinanti
ESTERNA (OUTDOOR)
L'atmosfera terrestre è sottile strato di aria che circonda la terra che viene divisa in zone separate tra loro da zone di discontinuità chiamate zone di pausa. La composizione dello
strato adiacente alla crosta terrestre virgola troposfera virgola si è voluta più o meno lentamente nei miliardi di anni da quando è nata la terra virgola passando da un ambiente
fondamentalmente riducente a un ambiente ossidante per via della comparsa dell'ossigeno prodotto dalle piante. La fotosintesi clorofilliana ha portato una stabilizzazione della
composizione atmosferica che risulta Ormai praticamente la stessa da diversi anni.
Effetto serra e inquinamento: L'effetto serra permette il processo per cui l'atmosfera terrestre lascia passare i raggi solari verso la superficie virgola mentre trattiene parte
dell'energia un po' Rossa messa dalla crosta terrestre. Cioè fondamentale per creare le condizioni dello sviluppo della vita Infatti senza l'effetto terra la temperatura terrestre
sarebbe più bassa di circa 30°C. I costituenti naturali dell'atmosfera terrestre è responsabile dell'effetto serra sono a gas come CO2, CH4, N2O, O3 e l'acqua, oltre le polveri. Le
attività antropiche anno però alterato gli equilibri naturali innalzando i livelli dei gas presenti e immettendo altri composti allevate effetto serra come gli idroclorofluorocarburi e SF6.
Attualmente si stima che il 70% delle effetto serra sia dovuto al vapore d'acqua,il 25% CO2 e CH4 e il 5% di altri gas. L'aumento dei gas serra in atmosfera porta a un'alterazione
dei cicli climatici, all'innalzamento del livello dei mari, alterazione dei cicli stagionali delle piogge, inaridimento di terre fertili e migrazione di specie vegetali e animali. Oltre ai gas
serra nell'aria sono presenti composti derivati da attività antropiche come CO, NOx, SO2, polveri, tante foto attivo, idrocarburi, frange radioattive e tossiche. Quindi l'effetto serra
non è un fenomeno negativo ma l'aumento delle concentrazioni dei gas che lo costituiscono compromette l'equilibrio del pianeta.
Diossido di carbonio: Sostanzialmente innocuo ma è incolore, inodore e più pesante dell'aria, quindi pericoloso nel caso in cui si accumula in un ambiente confinato. Il
diossido di carbonio ha anche origini naturali ma l'impatto delle attività umane, specialmente deforestazione e uso indiscriminato di combustibili fossili, ne ha aumentato
profondamente la concentrazione di conseguenza incrementato l'effetto serra. A livello internazionale ci si cerca di incentivare la riduzione delle emissioni è la legge
impone la dichiarazione sulla CO2 prodotte in fase di fabbricazione trasporto dei prodotti; inoltre si studiano dei processi di assorbimento del diossido di carbonio con
solventi o di separazione con membrane per evitare che lo raggiunga l'atmosfera
Metano: Il metano deriva dall'estrazione del carbone e del petrolio, la fermentazione di sostanze biologiche ed alle emissioni di allevamenti animali. Attualmente la
concentrazione media di metano è di circa 1-2ppm, ma è in continua ascesa a cause della Fiora mento degli oceani o dai ghiacci che si sciolgono in seguito al
riscaldamento globale e dallo scioglimento del permafrost. Viene riconosciuto minor mente a causa della sua scarsa quantità rispetto al diossido di carbonio Ma ciò non
lo rende meno trascurabile.
Ozono: L'ozono e distribuito in uno strato della stratosfera situato a circa 90 km di altezza, costituisce un'efficace barriera Ai raggi UV provenienti dal sole e si forma
dall' interazione delle molecole di ossigeno con le radiazioni UV a 240 nm.
O2C---> 2O•
O2 + O• ---> O3
Lo spessore dello strato di ozono nella stratosfera ha un andamento stagionale: Durante la Primavera si assottiglia in corrispondenza dei Poli terrestri. In particolare a
partire dagli anni 70 sull'antartide sia notato una sottile amento più marcato definito come buco nell'ozono. Questa riduzione dell'effetto schermante ha come conseguenza
un aumento dei raggi uv che raggiungono il suolo terrestre, canzone l'organismo umano può determinare tumori alla pelle e ritieni mentre sulle piante Potrebbe causare un
inibizione della fotosintesi clorofilliana quindi una diminuzione dei raccolti. Negli ultimi anni il fenomeno in recessione e ci sono degli accordi internazionali che proibiscono
l'utilizzo di idrocarburi cloro-derivati e Bromo-derivati leggeri più ossidi di azoto e zolfo.
L'ozono risulta essere molto reattivo è instabile quindi tende a decomporsi sotto l'azione delle radiazioni uv a 308 nm, liberando ossigeno nascente ovvero il radicale
ossigeno:
O3 + UV ---> O2 + O•
Questo radicale svolge un azione biocida e reagisce con la materia vivente distruggendola, infatti l'ozono è considerato una specie molto tossica si è distribuita nella
troposfera dove esercita anche un'azione di gas serra. Una delle maggiori cause che portano alla formazione dell'ozono nella troposfera e la decomposizione del NO2 per
opera della luce:
NO2+ UV —> NO + O•
Il radicale ossigeno reagisce poi velocemente con l'ossigeno dell'aria e forma l'ozono, e il suo cumulo Maggiore sia nelle zone grande traffico veicolare
Ossidi di azoto: Gli ossidi di azoto, NOx, si formano dalle missioni delle centrali termoelettriche e dalla combustione nei motori di aeroplani ed automobili. Ilbelice.it in
realtà nell'aria esistono diversi tipi di ossidi, NO e NO2, che possono trasformarsi in acido nitrico, che con l'acido solforico, rappresenta il principale responsabile delle
piogge acide. Essi intervengono in molti dei processi chimici che si verificano nell'atmosfera e da un lato contribuiscono all'effetto Serra e dall'altro alla formazione la
distruzione dell'ozono nella stratosfera. La loro formazione deriva da diversi processi di combustione:
N2 + O2 ---> 2NO
L'ossido in presenza di ossigeno forma il diossido:
2NO + O2 ---> 2NO2
Dai fumi della combustione si genera quindi una miscela di due ossidi a cui si assegna la formula Nox
Inoltre queste reazioni concorrono alla formazione del radicale idrossido che è molto reattivo ed è il responsabile delle piogge acide:
NO + OH2• -----> OH• + NO2•
NO2 + OH• -----> HNO3
Altri composti dell'azoto presente in atmosfera sono ammoniaca (NH3), acido nitroso (HNO2), nitriti(NO2) e ioni ammonio (NH4+)
Idrocarburi alogenati e analoghi: Sono tra i maggiori responsabili del buco dell'ozono e dell'effetto serra, vengono definiti CFC (clorofluorocarburi) e contengono fino a 3
atomi di carbonio che hanno sostituito in maniera palliativa i precedenti HFC e HCFC, idrofluorocarburi e Idroclorofluorocarburi. Questi composti distruggono l'ozono
con un meccanismo che è legato prevalentemente alla presenza di atomi di cloro:
CF2Cl + UV --->C + 2F• + 2Cl•
Cl• + O3 ---> ClO• + O2
ClO• + O• ---> Cl• + O2
Si forma ossigeno a spese dell' ozono e si riforma cloro che può continuare la reazione a catena proseguendo così la situazione demolitrice di ozono
Inquinanti fotochimici: Il termine smog deriva dalla fusione delle parole Smoke e Fog e identifica con una sola parola l'inquinamento tipico di certi microclimi. In
particolare si parla di smog classico o invernale quello caratterizzato da un microclima freddo e umido, chimicamente riducente. Lo smog fotochimico (smog estivo)
invece si forma in un ambiente asciutto e soleggiato relativamente caldo, un poco vento e chimicamente ossidante.
Quest'ultimo È una miscela di specie chimiche che si formano in seguito all'interazione fra inquinanti dispersi nell'atmosfera e luce del sole in particolare delle radiazioni
UV. Gli inquinanti principali sono l'aldeide formica (HCHO), l'acroleina (CH2=CHCHO) l'Acetaldeide (CH3CHO) e composti derivanti dall' acido nitrico con il nitrato di metile
(CH3NO3) il nitrato di perossiacetile (PAN), perossipropionile (PPN) e nitrato di nitrato di perossibenzoile (PBN). Lo smog classico si forma in prossimità dell'alba Ecco
perché in alcune zone è consigliato non aprire le finestre nelle prime ore del mattino perché l'aria esterna detta Outdoor potrebbe essere più inquinata di quella interna
indoor.
Caratteristiche dei due smog:
SMOG CLASSICO SMOG FOTOCHIMICO
L'aspirazione dell'aria si effettua con una pompa fisso o portatile con In un campionatore passivo il tubo esterno è costituito da una membrana
flussi che variano a seconda del parametro di analisi; punte sono di impermeabile di polietilene microporoso sinterizzato, mentre tubo interno è
dispositivi che assicurano un flusso costante durante tutte le fasi riempito di un materiale adsorbente.
della campionamento, compensando le perdite di carico che si Le molecole gassose attraversano la membrana porosa per diffusione, e dal
possono verificare in seguito al progressivo intasamento di filtri e setti gradiente di concentrazione. Una volta penetrati all'interno le molecole affine
porosi. al materiale del tubo interno vengono ad assorbite. I tubi interni sono costituiti
Recipienti e volume fisso: contenitori in vetro o da una rete di acciaio contenente materiali assorbenti tipici delle fiale
polipropilene con rubinetti di entrata uscita e set di sopracitate. Una volta terminato il periodo di campionamento, il tubo interno
gomma perforabile; sacchetti materiale plastico viene recuperato è sottoposto estrazione con solvente, oppure inserito
impermeabili muniti di valvola effetti perforabile; i denti in direttamente in un deasorbitore termico collegato a un gascromatografo
acciaio inossidabile Rivestiti all'interno di polimero inerte
per analisi di sostanze organiche volatili; sistemi
gaschromatografiche ci di campionamento basati sulla
condensazione a bassa temperatura.
Raccolta in assorbitore: Gorgogliatori: L'aria viene
aspirata in un gorgogliatore contenente una soluzione di
assorbimento e ho di reazione; in fiala adsorbente:
L'area della Spira temperatura ambiente raffreddata
attraverso una fiala contenente carbone attivo, graffiti
izzato, tenax, porapak, gel di silice, setacci molecolari e
così via
Particolato: Si raccoglie mediante una filtrazione su filtro di acetato o nitrato di cellulosa, PTFA, policarbonato oppure su fibre di vetro o di quarzo per il campionamento da fumi caldi
in uscita da un camino. La punta va protetta dalla condensa di acqua mediante un filtro in gel di silice collocato dopo il filtro. Le frazioni di particolato si compiono con sistemi a
cicloni o importatori per effettuare la separazione in base alle dimensioni delle particelle. Alla fine del campionamento i film una scatola di protezione in materiale plastico poi
possono essere diafanizzati per la conta di particelle di Amianto, mineralizzati per l'analisi dei metalli depositati, trattati con solventi appositi per l'analisi di composti organici oppure
sottoposte la ricerca di elementi radioattivi
Analisi degli inquinanti outdoor: La normativa comunitaria e quella Nazionale si articolano su due piani:
La qualità dell'aria che fissa i limiti di accettabilità e requisiti di qualità per l'aria che viene respirata nelle città e sul territorio;
Disciplina delle emissioni in atmosfera che è rivolta al controllo dell'inquinamento prodotto dalle aziende e fissa limiti ben precisi per la concentrazione di un numero
rilevante di parametri misurati all'uscita dei Camini.
Individuazione delle aree da monitorare: Va effettuata a seguito di una valutazione preventiva della qualità dell'aria sul territorio. Hai finito ute i punti di campionamento devono
essere situati sia in zona con i livelli più elevati di esposizione per la popolazione sia in zone con i livelli rappresentativi dell'esposizione della popolazione in generale evitando di
fare misurazioni microambienti molto ridotti. Attualmente è obbligatorio monitorare i livelli degli inquinanti in:
Agglomerati urbani con più di 250000 abitanti;
Zone in cui livello di inquinamento in compreso tra il valore limite la soglia di valutazione Superiore;
Zone dove tali livelli superano il valore limite
Frequenza delle analisi e valori di soglia:Il monitoraggio dell'area volta individuare i casi nei quali alcuni inquinanti superano per un certo numero di ore consecutive di indicatori di
soglia. Vengono quindi fissati:
Valore limite di soglia in base alle più moderne conoscenze in materia al fine di evitare, dire o ridurre gli effetti nocivi di un inquinante sulla salute umana e
sull'ambiente;
Valore obiettivo cioè un limite da raggiungere nel più breve tempo possibile;
Obiettivo lungo termine ovvero un livello da raggiungere nel lungo termine mediante misure Mirate alla assicurazione della salvaguardia della salute della Protezione
ambientale;
Quello di attenzione ovvero una concentrazione limite di inquinante o di sopra della quale sussiste un rischio per la salute in caso di esposizione di breve durata;
Livello di allarme ovvero una situazione di inquinamento atmosferico di breve durata suscettibile di determinare un rischio per la salute umana.
Analisi degli inquinanti indoor e igiene industriale: È necessario effettuare attività di campionamento interpretazione dei risultati per ottenere una buona indagine sull'inquinamento
indoor o per il controllo dell'igiene industriale. I sistemi di campionamento possono essere costituiti da:
Campionatori passivi usati per la determinazione di inquinanti su tempi medio lunghi applicati per tempi brevi;
Campionatori attivi vero pompe aspiranti leggere per dosare gli inquinanti assorbirli da un singolo esposto durante periodi di esposizione di punta o sull'arco di più ore;
Campionatori ambientali a pompa aspirante dedicati al prelievo in ambiente;
Canister cioè contenitori nei quali l'aria viene aspirata ho fatto finire liberamente poi era chiusa con un valvole di tenuta.
Le analisi degli inquinanti vengono effettuati in laboratorio utilizzando procedure ad hoc stabilite da norme di legge oppure da enti di normazione. Come nelle analisi Outdoor le
analisi dei metalli Vengono eseguite sulle polveri raccolte sui filtri ma anche analisi per attivazione neutronica direttamente sui filtri; sostanze organiche vengono raccolte su fiale
assorbenti o nei campionatori passivi e poi determinate con hplc o gascromatografia.
Determinazione toluene nell'aria con gascromatografia:
La gascromatografia è una tecnica di analisi che consente di separare, uno per uno, i diversi componenti di una miscela. Si può applicare sia a campioni di gas, sia a liquidi, sia a
solidi purché riconducibili allo stato di vapore entro certi intervalli di temperatura. Uno dei tipici campi di impiego della gascromatografia applicata alle Scienze della Terra consiste
nell’analisi di fasi gassose e liquide in aree vulcaniche attive, dove lo studio dei componenti volatili presenti nelle emissioni superficiali fornisce preziose informazioni sulle condizioni
fisico-chimiche e sulla dinamica dei fluidi magmatici profondi.
Il funzionamento di un gascromatografo si può semplificare nei seguenti passi. Il campione da analizzare viene sottoposto al flusso di un gas di trasporto o carrier (fase mobile),
solitamente consistente in un gas inerte come azoto, elio o argon, e avviato all’interno di una colonna cromatografica. Lungo la colonna, al cui interno si trovano sostanze (fase
stazionaria) in grado di separare le varie componenti della miscela gassosa, i vari costituenti del campione vengono rallentati in misura differente e quindi separati. All’uscita della
colonna, uno o più rivelatori segnalano l’arrivo dei diversi componenti a un sistema di elaborazione dei segnali. Il prodotto finale è un gascromatogramma in cui la miscela
analizzata è diagrammata secondo i vari componenti.