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ANALITICA a.s.

2021-2022
METODI CROMATOGRAFICI
PRINCIPI GENERALI
L'inventore della cromatografia è Tswett, che la definì proprio come una scrittura a colori. Lo scopo era ap. quello di separare i componenti di diverse miscele, c'ho portato a
numerose tecniche di separazione come la distillazione frazionata, la cristallizzazione, estrazione con solvente, filtrazione ed elettroforesi. Tutte queste tecniche sfruttano e
amplificano le differenze tra le diverse specie chimiche per consentirne una loro separazione efficiente.
Quindi i metodi cromatografici sfruttano la diversa affinità delle molecole degli ioni nei confronti di due fasi diverse; abbiamo quindi la presenza di due fasi in cui una viene
immobilizzata è detta fase stazionaria, mentre l'altra viene fatta scorrere in modo continuo e su quella stazionaria è detta fase mobile (in questo modo la cromatografia realizza un
estrazione dinamica in modo continuo).
La separazione dipende quindi dal grado di assorbimento di ogni sostanza sulla fase stazionaria: Le sostanze più affine alla fase stazionaria spostavano quelle meno affini adesso.
Quindi più una sostanza è affine alla fase stazionaria, più a lungo viene trattenuta e così il suo soccorrimento Nella colonna viene rallentato rispetto a quello di sostanze meno fine a
tale fase.
 
ESPERIMENTO FONDAMENTALE
Nell'esperimento fondamentale la fase stazionaria (costituita da granuli che oppongono una resistenza) è inserita in una colonna e poi immersa nella fase mobile. La miscela da
separare viene depositata in testa alla colonna su uno strato iniziale molto sottile, successivamente si aggiunge in modo continuo la fase mobile (detta anche eluente) che scorre
attraverso la fase stazionaria, tina con se i componenti della miscela, che si stratificano in base alla finita nei confronti delle fasi. l'eluente in uscita dalla colonna viene raccolta in
frazioni di volume Noto, e le diverse componenti della miscela che si sono separate sempre di più vengono raccolti infrazioni sempre più risolte le une dalle altre. Al termine della
separazione i recipienti di raccolta contengono quantità diverse di ciascuna sostanza diluita, ciò consente una loro determinazione per via gravimetrica oppure misurandone una
determinata proprietà fisica. Si può infine tracciare un istogramma che riporta la quantità di ciascuna sostanza nelle frazioni raccolte.
Dinamica elementare della separazione cromatografica: Durante le lezioni in ogni parte della colonna la sostanza in Coinvolta in un processo dinamico di trasferimento tra le due
fasi: Dalla fase stazionaria quella mobile e viceversa. Quindi si tratta di un meccanismo di estrazione - trascinamento - estrazione, che si sussegue lungo la colonna e determina la
separazione delle sostanze secondo l'affinità di ciascuna per le 2 fasi. Ogni componente della miscela tenda distribuirsi tra le due fasi passando attraverso una serie infinita di stati
di equilibrio che si realizzano in ogni strato di spessore infinitamente piccolo della colonna
Meccanismi chimico-fisici della separazione cromatografica:
Tra la sostanza da separare e le due fasi ci sono diverse interazioni che possono essere deboli, come legami a idrogeno, interazioni dipolo dipolo, dipolo dipolo indotto e forze di
van der Waals, ma anche meccanismi di scambio Ionico, interazioni isteriche e così via. Quindi insieme al meccanismo principale di separazione agiscono anche dei meccanismi
secondari:
 Adsorbimento: La fase stazionaria un solido in polvere, sulla superficie dei granuli si trovano dei siti attivi che possono stabilire legami deboli con le molecole della
miscela da separare. In questo caso si parla di cromatografia di adsorbimento e se la fase mobile è un gas si ha la cromatografia gas- solido, se è un liquido è una
cromatografia liquido- solido.
 Ripartizione: La fase stazionaria è un liquido, impregna un solido granulare inerte, in cui sostanze da separare si solubilizzano.
 Scambio Ionico: La fase stazionaria è costituita da macromolecole con siti attivi ionizzati, i cui controioni possono essere scambiati con altri, aventi carica dello stesso
segno, eluiti con la fase mobile. si instaura quindi una competizione fra i controioni della fase stazionaria e quelli della miscela In analisi nei confronti dei siti attivi
ionizzati dalla fase stazionaria.
 Esclusione: La fase stazionaria è un solido poroso o un gel con pori le cui dimensioni variano a seconda della composizione chimica e il modo in cui viene preparato.
Le molecole troppo grandi vengono Escluse dai pori e perciò escono dalla colonna in tempi molto brevi.
 Affinità: In un primo stadio si usano in reazioni di tipo biochimico, reversibili e molto specifiche, poi con un eluente opportuno ti rompono i legami e fra tali molecole e la
fase stazionaria e si ottiene l'eluizione selettiva dei componenti della miscela.
Tecniche cromatografiche:
 Cromatografia planare: La fase stazionaria è distribuita su una superficie Piana e viene fatta aderire in modo che formi uno strato di spessore uniforme. Il campione
viene depositato sulla fase stazionaria e l' eluente scorre lungo lo strato per capillarità.
 Cromatografia su colonna a bassa pressione (LPC) è come quella dell' esperimento fondamentale;
 Cromatografia in fase liquida a elevate prestazioni (HPLC): L'eluente viene pompato in modo continuo e riproducibile in una colonna di acciaio contenente da fase
stazionaria, la miscela viene introdotta direttamente nel flusso di eluente. I componenti in uscita dalla colonna vengono rilevati ed evidenziati da un rivelatore che
registra la variazione di una proprietà fisica caratteristica del eluente.
 Gascromatografia: La fase mobile è costituita da un gas sotto pressione che scorre attraverso la colonna e trascina con sé il campione (specifiche nel capitolo 13)
Il cromatogramma:
È il tracciato che descrive l'andamento delle segnale del rivelatore in funzione del tempo o del volume di eluente, a partire dal istante in cui la miscela viene introdotta Nella colonna.
È costituito da diversi tipi cromatografici che si mostrano quando le sostanze cominciano a passare attraverso il rivelatore. In condizioni ideali il picco ha la forma di una curva
gaussiana.
Il cromatogramma fornisce le seguenti informazioni:
• Altezza del picco (h) = distanza fra il punto di massimo e la tangente alla fine di base;
• Larghezza della base del picco (wb) = lunghezza del segmento interpolato all'intersezione fra le tangenti ai flessi della gaussiana e la linea di base [wb = 4σ];
• Tempo morto (tM) = tempo impiegato dal solo eluente per attraversare la colonna; corrisponde al primo picco presente sul cromatogramma; Tempo morto (tM) e Volume morto
(vM) rappresentano lo stesso valore in funzione del tempo o del volume;
• Tempo di ritenzione (tR) = tempo impiegato da un componente della miscela per scorrere attraverso la colonna;
• Tempo di ritenzione corretto (t'R) = tempo impiegato da un componente della miscela privato del tempo impiegato dall'eluente [t'R = tR – tM]. .
Tra questi parametri ci sono queste relazioni:
wb= 1,699wh
wb= 2wi
wh= 0,589 wb
 
GRANDEZZE, EQUAZIONI E PARAMENTRI FONDAMENTALI
Costate di distribuzione: (Kc) = [ Kc= CS C M ] - grandezza termodinamica che dipende dalla natura della F.S. e della F.M.; fornisce indicazioni sulla affinità di una miscela rispetto
alla F.S.: magggiore è il valore di Kc, maggiore sarà l'affinità alla F.S.;
Fattore di ritenzione:(k) = [ k= t ' R t M ] - parametro termodinamico e cinetico;
Selettività: E’ definita come la capacità di una colonna di fornire picchi distanziati e dipende dalla temperatura e dalla natura della fase stazionaria.
Efficienza: E' la capacità del sistema cromatografico di mantenere compatta la banda di eluizione di una sostanza lungo tutto il percorso della fase mobile. Ciò significa ottenere
picchi alti e stretti all’uscita della colonna. La cosa é di grande importanza, perché qualora due sostanze avessero tempi di ritenzione molto vicini se ne potrebbe ottenere
ugualmente la separazione. Quindi, quanto più stretti sono i picchi tanto più efficiente risulta la colonna.
Risoluzione: Questo fattore tiene conto sia della selettività che dell’efficienza, e indica il grado di effettiva separazione ottenuto per due sostanze in un processo cromatografico.
 
CROMATOGRAFIA SU STRATO SOTTILE
PRINCIPI E APPLICAZIONI
In questa tecnica cromatografica, la fase stazionaria è costituita da materiali diversi (solidi attivi, liquidi supportati su particelle solide inerti, cellulose modificate scambiatrici di ioni)
stratificati a spessori sottili su superfici piane (lastrine di vetro, fogli di alluminio, fibre di vetro, fogli o lastre di resine) che ne costituiscono il supporto meccanico. La TLC (Thin layer
chromatography) si può considerare una moderna evoluzione della cromatografia su carta (PC).
Fasi stazionarie solide (adsorbimento): Si usano materiali granulari a granulometria regolare e controllata, dotati di forti capacità adsorbenti quali:
• gel di silice: acido silicico amorfo polimerizzato, poroso; presenta molti gruppi -OH liberi come gruppi funzionali attivi
• allumina (neutra, basica, acida): si ottiene con tecniche diverse da idrossido di alluminio disidratato ad alta temperatura; può presentare diversi gradi di attività a seconda delle
percentuali di acqua residue, presenti nel materiale. Le diverse attività sono classificate secondo una scala che va da I a V nel senso delle capacità di adsorbimento decrescenti
• Kieselguhr: polveri di diatomee (acido silicico amorfo)
• poliammidi (polveri): tipo nylon 66 • silicato di magnesio (florisil)
• fosfato di calcio, solfato di calcio ecc.
b. Fasi stazionarie liquide (ripartizione) Possono essere:
• acqua: è normalmente presente a discrete percentuali, nella cellulosa che è quindi un materiale idoneo alla TLC di ripartizione
• liquidi lipofili supportati su cellulosa, kieselguhr: paraffine > C12 , oli minerali, oli al silicone c. Fasi mobili Sono in genere solventi organici a diversa polarità. Esistono in letteratura
degli elenchi di solventi organici utilizzabili come fasi mobili, scelti da vari Autori e disposti in ordine di polarità crescente (serie eluotropiche). A titolo di esempio si può citare quella
di Stahl che prevede i seguenti eluenti: n-esano, eptano, cicloesano, CCl4, benzene, CHCl3, etere dietilico, acetato di etile, piridina, acetone, metanolo, acqua. Tali solventi
possono essere usati puri o in miscela tra loro, a diverse proporzioni, per graduare le polarità come si desidera.
GRANDEZZE, PARAMETRI E PRESTAZIONI
Selettività e fattore di ritenzione: selettività: si evidenzia mediante la corsa relativa delle diverse macchie (componenti) lungo la lastrina. Si misura numericamente per ogni
componente con il fattore di ritenzione Rf (ratio front).
 
 
CROMATOGRAFIA IN FASE LIQUIDA A ELEVATE PRESTAZIONI (HPLC)
La cromatografia liquida ad alta prestazione (in inglese High Performance Liquid Chromatography) o cromatografia liquida ad alta pressione (High Pressure Liquid
Chromatography), più semplicemente nota con l'acronimo inglese HPLC è un tipo di cromatografia liquida.
PRINCIPI E APPLICAZIONI
Si tratta di una tecnica cromatografica che permette di separare due o più composti presenti in un solvente sfruttando l'equilibrio di affinità tra una "fase stazionaria" posta all'interno
della colonna cromatografica e una "fase mobile" che fluisce attraverso essa. Una sostanza più affine alla fase stazionaria rispetto alla fase mobile impiega un tempo maggiore a
percorrere la colonna cromatografica (tempo di ritenzione), rispetto ad una sostanza con bassa affinità per la fase stazionaria ed alta per la fase mobile.
Classificazione delle tecniche HPLC:
L’HPLC può essere classificata in diversi modi:
•Cromatografia “normale”eseguita con fase stazionaria polare e fase mobile apolare.
•Cromatografia in fase inversa che utilizza fasi stazionarie apolari e fasi mobili polari. Se ci si basa sul meccanismo principale della separazione e sulla natura delle fasi:
•Cromatografia di assorbimento liquido-solido (LSC)
•Cromatografia di ripartizione liquido-liquido (LLC)
•Cromatografia di esclusione (SEC)
•Cromatografia di scambio ionico (IEC)
•Cromatografia di coppia ionica (IPC)
Infine, se si fa riferimento alle particolari caratteristiche della fase stazionaria, si parla di:
•Cromatografia su fase legata (BPC)
•Cromatografia su fase chirale (CPC) ESEMPIO DI UN CR
 
MATERIALI:
Fase stazionaria: costituita da due tipi di particelle:
Microparticelle pellicolari: nucleo non poroso di forma sferica;
Microparticelle porose: forma irregolare, con diversi diametri
Caratteristiche principali:
 Forma sfeirca o irregolare;
 Dimensioni irregolari;
 Dimensioni dei pori irregolare;
 Area superficiale inversamente proporzionale alla dimensione dei pori;
 
Fase mobile:
Caratteristiche generali:
 Bassa viscosità
 Immiscibilità con fase stazionaria;
 Capacità di solubilizzare il campione;
 Bassa corrosività;
 Bassa volatilità;
 Minima tossicità;
 Basso costo e facile reperibilità;
 Elevata purezza
 
GASCROMATOGRAFIA
 
PRINCIPI GENERALI
Nella tecnica gas-cromatografica la fase mobile é un gas che fluisce attraverso una colonna in cui si trova la fase stazionaria, la quale può essere un solido granulare poroso
oppure un liquido. Secondo lo stato fisico della fase stazionaria, la gas-cromatografia si può suddividere in cromatografia gas solido (GSC) e in cromatografia gas liquido (GLC).
Questo metodo, che ha conosciuto un grande sviluppo a partire dagli anni ‘60, conserva tuttora una posizione di primo piano come tecnica analitica. L’unica limitazione della gas-
cromatografia é la necessità di rendere volatili i campioni da analizzare, per cui in alcuni casi essa é soppiantata dall’ HPLC (cromatografia liquida ad alto potere risolutivo). I
meccanismi di separazione relativi alla GC sono sostanzialmente due: ripartizione e adsorbimento, di cui si é già parlato. Il primo nel caso che la fase stazionaria sia liquida, il
secondo quando é solida.
La gascromatografia è utilizzata per separare composti volatili polari e non polari.

Applicazioni tipiche:

 Analisi di alimenti e aromi

 Analisi ambientali (IPA, pesticidi, erbicidi, benzene)

 Analisi chimiche industriali (alcoli, idrocarburi alogenati, solventi aromatici, fenoli)

 Analisi petrolifere (carburante, composti volatili solforati, gas di raffineria)


Se un composto non è volatile (per esempio proteine, sali, polimeri), la cromatografia liquida è una tecnica di separazione più adeguata.
 I componenti di un gascromatografo sono:
 Una sorgente di gas di trasporto regolato e purificato, che trasporta
il campione attraverso lo strumento

 Un iniettore, che funge anche da vaporizzatore nel caso dei campioni


in soluzione

 Una colonna, in cui avviene la separazione in base al tempo

 Un rivelatore, che risponde ai componenti in eluizione dalla colonna variando la propria risposta elettrica

 Uscita: un qualche tipo di interpretazione dei dati

 
ACQUE
Le molecole d'acqua sono perfettamente libere allo stato gassoso, allo stato liquido si aggregano fra loro due, tre e anche in più unità in modo da dare degli aggregati detti cluster.
L'elevata polarità dei legami spiega il grande potere solvente e in particolare il legame a idrogeno e colui che causa la maggiore densità acquisita dall'acqua a 4°C; ed è questo il
motivo per cui il ghiaccio è meno denso e galleggia.
CLASSIFICAZIONE
Acque meteoriche: la parte delle acque di una precipitazione atmosferica che, non assorbita o evaporata, dilava le superfici scolanti; le acque di prima pioggia sono invece quelle
che, cadendo durante la fase iniziale di un evento meteorico[1], si presentano spesso cariche di inquinanti di varia natura ed origine dilavati dalla superficie delle aree scoperte. La
composizione di tali acque, le rende particolarmente pericolose per l’ambiente e impone quindi che ad esse siano riservate adeguati sistemi di trattament
" superficiali: scorrono in superficie e comprendono: fiumi, laghi, stagni, paludi e le acque dilavanti o non regimentate che scorrono disordinatamente.
" profonde o di falda:
Le acque che giungono sulla superficie terrestre con le precipitazioni possono infiltrarsi nel sottosuolo e costituire le acque sotterranee; esse possono poi ritornare in superficie, o
per mezzo di pozzi scavati dall'uomo o spontaneamente attraverso le sorgenti.
" industriali: acque sfruttate per i processi industriali, hanno caratteristiche molto variabili:
 Acque per l'alimentazione delle caldaie
 Acque di raffreddamneto
 acque di processo
I due parametri principali da considerare sono la durezza (contenuto di Sali di calcio e magnesio). Misurato in gradi francesi (milligrammi di CaCO3 in 100 mL di acqua). In base ad
essa le acque vengono classificate in:
Acque molto dolci 0-4
 
L'indice di Langerlier: esprime il grado di saturazione del carbonato di calcio
SI= pH - (9,3 +A +B -C - D )
Acque dolci 4-8 A= solidi totali
B= temperatura
C = durezza temporanea
D = alcalinità
Acque a durezza media 8-12 Se l'indice è positivo l'acqua produrrà incrostazioni, se nullo non produrrà ne incrostazioni ne corrosioni, se negativo produrrà corrosioni
" a uso irriguo, per l'agricoltura e la zootecnia: acque superficiali destinate all'irrigazione . Ad esso è legato come problema principale la
progressiva desalinizzazione del suolo. Causato principalmete dall'eccessivo prelievo di acqye superficiali e profonde, con dissesti idrologici,
Acque a durezza 12-18 cattivo drenaggi del terreno, ed evaporazione nei climi caldi ed secchi, portano all'arricchimneto nel terreno di Sali in eccesso. Come
discreta parametro per controllarlo si utilizza il SAR

Acque dure 18-30

Acque molto dure > 30

SAR = [CNa] / [√(CCa + CMg)/2]

(C): Concentrazione di ioni in mol/m3


Na: Sodio
Ca: Calcio
Durezza totale: comprende tutti Sali di Ca e Mg
Alcalinità S.A.R.
Temporanea: durezza che scompare dopo ebollizione dell'acqua
bassa 0 - 10
Permanente: che rimane dopo ebollizione
media 10 - 18
Durezza totale= temporanea + permanente
alta 18 - 26

eccessiva 26 - 30
" per la balneazione: il monitoraggio della cque di balneazione è svolto dall'ARPA che basa le proprie analisi sula presenza di Escherichia coli ed enterococchi intestinali. Sono stati
inoltre stabiliti dei protocolli per evitare l'inquinamento delle acque da parte dei cittadini.

 
" per la piscicoltura: acque per allevamento dei pesci che si classificano in
 Salmonicole: vivono o potrebbero vivere pesci appartentenenti a specie come salmoni, trote, coregoni etc
 Ciprinicole:vivono o potrebbero vivere pesci appartenenti a specie dei ciprinidi come luccio anguille
" potabili: definite come le acque che si possono bere senza pregiudizio per la salute. Ci sono diversi parametri per definirle tali e in particolare possono essere effettuate delle
opere di potabilizzazione: chiarificazione, sedimentazione, disinfezione, filtrazione su sabbia o carboni attivi, addolcimento e dissalazione.
" minerali: devono avere origine da una falda o da un giacimento sotterraneoo provenire da una o più sorgenti naturali o perforate. Vengono classificate in base alla conducibilità.
 acque minimamente mineralizzate: il residuo fisso a 180 °C è inferiore a 50 mg/l.
 acque oligominerali (o leggermente mineralizzate): il residuo fisso è compreso tra 50 e 500 mg/l.
 acque minerali: il residuo fisso è compreso tra 500 e 1500 mg/l[8].
 acque ricche di sali minerali: il residuo fisso è superiore a 1500 mg/l[8].
Il loro principale problema riguarda l'imballaggio, è preferibile il vetro e il PET.
" termali: sono acque minerali provenienti dal sottosuolo che hanno una particolare composizione salin, sfruttabile a fini terapeutici.
 vengono classificate in: fredde, la cui temperatura è inferiore 20°C; ipotermali, la cui temperatura è compresa tra i 20°C e i 30°C; omeotermali, la cui temperatura è compresa tra i
30°C e i 40°C; ipertermali, la cui temperatura è superiore ai 40°C
in base alla composizione salina:
-Acque Salse o Cloruro-Sodiche: Sono acque termali in cui sono presenti in maniera prevalente sodio e cloro. In alcune si trovano solfato di Na e bicarbonato di Na, calcio e
magnesio e sono spesso presenti dei solfati.
-Acque Sulfuree: Sono acque termali che contengono una quantità pari o superiore ad 1 mg di acido solfidrico per litro, oltre che solfati, anidride carbonica, cloruri e sodio, ioduri e
bromuri.
-Acque Arsenicali-ferruginose: Sono acque termali che contengono ferro in grande quantità oltre a tracce infinitesimali di arsenico, magnesio, rame, zinco, litio e altro.
-Acque Bicarbonate: Sono acque termali che contengono in modo prevalente bicarbonati e calcio, oltre a quantità trascurabili di solfati di sodio e magnesio. Sono fra le più diffuse in
natura e si originano da rocce calcaree.
-Acque Solfate: Sono acque in cui è predominante la presenza dello lo zolfo, anche se possono essere presenti altri minerali come bicarbonati, calcio, magnesio, sodio, cloro,
arsenico, ferro, etc. Le acque possono essere definite solfate quando il carico dei solfati supera i 200 mg/l . È importante sottolineare che le acque solfate , per essere potabili , non
devono contenere solfati per una misura superiore ai 250 mg/l , in accordo agli standard fissati dall’UE.
-Acque Carboniche: Sono acque termali caratterizzate da una presenza di anidride carbonica libera in tali quantità da poter essere classificate a parte, benchè molte di queste
appartengono alle acque bicarbonate. Al loro interno sono presenti  anche altri elementi in soluzione come per esempio i bicarbonati o lo zolfo, etc etc, che caratterizzano il nome
dell’acqua stessa, per cui abbiamo ad esempio acque carboniche bicarbonate o carbonico sulfuree etc etc.
-Acque Radioattive: Diversamente dalle altre acque, sono classificate in base ad una particolare proprietà fisica ovvero la radioattività, che può essere contenuta in diversi elementi
presenti nell’acqua. Le più importanti contengono tracce di sostanze radioattive (radon).
-Acque Salso-Bromo-Iodiche: Sono acque termali fortemente mineralizzate di origine marina che contengono cloruro di sodio e altri minerali in diversa concentrazione come lo iodio
e bromo, questi ultimi sotto forma di ioduri e bromuri.
 
INQUINAMENTO (ricorda tuo ppt)
Le acque utilizzate in campi antropici sono destinate ad arricchirsi con componenti più o meno naturali. L'acqua possiede comunque una buona capacità di autodepurazione grazie
all'intervento di specie vegetali e microrganismi. Ma il problema sorge quando l'apporto di sostanze inquinanti è tanto elevato da non poter garantire questo fenomeno e si incorre in
fenomeni negativi come quello dell'eutrofizzazione (crescita abnorme di vegetazione acquatica in seguito ad apporti di sostanze nutritive, comportando una diminuzione di ossigeno
disciolto in acqua, con conseguente morte di pesci, molluschi e crostacei e putrefazione del sistema acquatico.
Cause della contaminazione:
 Naturali: emissioni di gas dal sottosuolo e contatto con metalli pesanti;
 Domestiche e urbane;
 Agricole;
 industriali
Tipi di contaminanti:
 Sostanze inorganiche disciolte: acidi e basi, anioni e cationi, come cloruri, solfati e soprattutto fosfati e nitrati (agenti causanti eutrofizzazione--->nutrienti). Altre
sostanze di origine metalloide come arsenico, piombo, cadmio, mercurio, manganese etc. molto imp metilazione del mercurio (formazione metilmercurio) collegamento
micro minamata
 Sostanze organiche disciolte: sostanze che derivano da processi di demolizione naturali o antropici. Si parla di inquinanti persistenti (non demolibili da microrganismi)
come fitofarmaci (pesticidi clorurati) insetticidi (organofosafati e carbammati) erbicidi ( triazine, PCB (policlorobifenili), POP (inquinanti organici resistenti). Molto imp
ricordare diossine (tetracolorodbenzoparadiossina Seveso) collegamento micro Seveso e furani
 Particelle sospese: sedimenti, incrostazioni, polvere, minerali poco solubili, composti organici indisciolti e prodotti generati dall'abrasione ed erosione delle tubazioni
 Microrganismi: in grado di moltiplicarsi in modo esponenziale , generano sostanze pirogene (endotossine) comprendono enzimi, metaboliti e impoveriscono le soluzioni
di nutrienti
 Gas: sostanze volatili solubilizzate nel contatto con aria o in seguito ad emissioni dal sottosuolo come H2S. Creano condizioni anossiche.
Meccanismi d'azione:
 Consumo eccessivo di ossigeno: strettamente connesso al fenomeno dell'eutrofizzazione;
 Alterazione caratteristiche fisiche; come temperature, un suo aumento favorisce la ploriferazione di specie acquatiche non autoctone modificando la catena alimentare.
Indicatori di qualità:
Per la classificazione dello stato ecologico vengono considerati elementi biologici, elementi idromorfologici, elementi chimici e fisico-chimici a sostegno di elementi biologici.
Vengono predisposti degli indici sintetici di parametri biologici e di parametri chimico-fisici. Il LIM eco (livello di inquinamento dai macrodescrittori per lo stato ecologico) i parametri
sono: percentuale di saturazione di ossigeno disciolto, azoto ammoniacale, azoto nitrico, fosforo totale.
 
Livelli di riferimento
Sono fornite le soglie per l’assegnazione dei punteggi ai singoli parametri per ottenere il punteggio di LIMeco e i valori di LIMeco relativi ai limiti di classe fra gli stati.
Conformemente a quanto stabilito nella Direttiva 2000/60/CE, lo stato ecologico del corpo idrico risultante dagli elementi di qualità biologica non viene declassato oltre la classe
sufficiente qualora il valore di LIMeco per il corpo idrico osservato dovesse ricadere nella classe scarso o cattivo.
Il LIMeco di ciascun campionamento viene derivato come media tra i punteggi attribuiti
    Livello 1 Livello 2 Livello Livello 4 Livello 5 ai singoli parametri secondo le soglie di concentrazione indicate nella seguente
3 tabella: Soglie per l’assegnazione dei punteggi ai singoli parametri per ottenere il
punteggio LIMeco

  Punteggi 1 0,5 0,25 0,125 0


o

Parametro            

100-O2% sat. Soglie ≤ |10| ≤ |20| ≤ |40| ≤ |80| > |80|

N-NH4 (mg/l)   < 0,03 ≤ 0,06 ≤ 0,12 ≤ 0,24 > 0,24

N-NO3(mg/l)   < 0,6 ≤ 1,2 ≤ 2,4 ≤ 4,8 > 4,8

Fosforo totale   < 50 ≤ 100 ≤ 200 ≤ 400 > 400


(µg/l)
 Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152  recante "norme in

Valori di LIMeco  

STATO LIMeco

Elevato ≥0,66

Buono ≥0,50

Sufficiente ≥0,33

Scarso ≥0,17

Cattivo <0,17

TRATTAMENTO DELLE ACQUE


Filtrazione su sabbia o carbone attivo: la sabbia trattiene bene le microparticelle in sospensione, mentre il carbone anche sostanza organiche e batteri
Chiarificazione e sedimentazione: aggiunta di sostanze coagulanti (idrossidi di alluminio, ferro e calcio, oppure fanghi attivi) per favorire la sedimentazione dei solidi sospesi
Disinfezione chimica: aggiunta di reattivi per distruggere la flora batterica o virale. Viene utilizzato ipoclorito di sodio , diossido di cloro, acido paracetico e ozono . Gli aspetti negativi
sono la formazione di cattivi odori o sostanze più o mneo tossiche dovute alla degradazione da parte dei microrganismi delle sostanze organiche
Disinfezione con radiazioni: sempre per distruggere la florabatterica si fa ricorso ai raggi X o ai raggi UV-C
Addolcimento e deionizzazione: utilizzo di resine a scambio ionico per eliminare i saili inorganici (se eliminati io di calcio e magnesio sostituendoli con ioni sodio--->addolcimento, se
vengono scambiati cationi con H+ e anioni con OH- --->deionizzazione o deminaralizzazione)
Dissalazione: tramite distillazione, elettrodialisi, evaporazione, congelamento, resine a scambio ionico e osmosi inversa)
Distillazione: per produrre acqua pura utilizzando distillatori al quarzo oer due volte (siottiene acqua bidistillata di grado analitico) o per tre volte (si ottiene acqua tridistillata di grado
analitico)
Filtrazione su membrane microporose: rimozione di particelle e microrganismi con diametrosuperiore a quello dei pori della membrana
Ultrafiltrazione: rimozione sostanze organiche, microrganismi e colloidi con filtri di porosita compresa tra 1 e 100 nm
Osmosi inversa: rimozione sostanze organiche, microrganismi, colloidi e ioni inorganici disciolti
Fitodepurazione: azione naturale da parte di piante, alghe e flora batteriche
Elettroflottazione: viene fatta passare corrente elttrica tra un catodo in acciaio e un anodo di alluminio e/o acciaio. All'anodo si formano io Al3+ e Fe2+ che flocculano e precipitano
trascinando verso il fondo i materiali sospsesi. All'anodo si forma inoltre idrogeno gassoso, che insieme all'ossigeno gassoso del catodo, innesca un processo di flottazione
(formazione di una schiuma che trascina verso l'alto le particelle più leggere
 
CONTROLLO QUALITA'
Campionamento: deve avere due caratteristiche fondamentali: casualità e rappresentatività, segue diverse fasi:
 Individuazione delle stazioni di prelievo;
 Frequenza della raccolta dei campioni;
 Tipo, dimensioni e condizionamento del recipiente;
 tecnica di prelevamento;
 Dati e misure da raccogliere all'atto del campionamento
I recipienti devono essere in vetro o polietilene, non vanno lavati con detergenti ma al massimo con miscela solfonitrica o HCl 1 +1 e sciacquati abbondantemente con acqua.
Evitare utilizzo di reicpienti intermedi
Conservazione del campione: il campione va filtrato ilprima possibile su un filtro da 45 µm, va poi conservato per un tempo stabilito in frigorifero
Determinazioni fisiche e chimico fisiche: seguiti diversi parametri
parametro Metodo di misura

colore Colorimetrico (confronto con soluzione di Sali di riferimento)

Torbidità o grado di limpidezza Turbidimetrico (per confronto con sospensioni di silice insolubile)

Solidi sospesi totali Gravimetrico (pesata del residuo essiccato dopo la filtrazione)

temperatura Termometro

Conducibilità a 25°C Conduttimetrico

pH Potenziometrico

Residuo fiso a 180°C Gravimetrico

Potenziale redox Potenziometrico

Radioattività Contatore geiger


Determinazioni chimiche:
Alcalinità/bicarbonati Potenziometrico

Durezza titrimetrico

Ossigeno disciolto Elettrochimico/voltammetrico


BOD5 Volumetrico/voltammetrico

Cloruri Titrimetrico/potenziometrico o IC

Ammoniaca Spettrofotometrico visibile o IC

Nitrati Spettrofotometrico UV, visibile o IC

Nitriti Spettrofotometrico visibile, IC o voltammetrico

Fosfati Spettrofotometrico visibile o IC

METODI DI ANALISI E LABORATORIO


Formula dell'acqua: durante il suo percorso l'acqua si arricchisce sempre di più dei Sali presenti nel terreno, in particolare di otto ioni (Ca 2+, Na+, HCO3-, Cl-, MG2+, K+, SO4 2-, NO3-)
che ingenere mantengo un rapporto tra loro costante, a meno che il terreno non subisca variazioni notevoli. Questo equilibrio ponderale si va a sconvolgere con l'intervento di
attività antropiche
Nutrienti: sono le sostanze utilizzabili dagli organismi acquatici per crescere e svilupparsi (in concentrazioni elevate--->eutrofizzazione). Forme di azoto, fosforo e un po anche
potassio
 
 
 
TERRENI
è lo strato detritico superficiale che deriva da processi erosivi della roccia madre sottostante dovuti all'azione combinata di più fattori di tipo: fisico, chimico, metereologico,
climatologico e glaciologico. Segue quindi un processo ciclico di trasformazione incessante fino a raggiungere uno stadio di maturità ed equilibrio, che non è però statico ma si
evolve attraverso interazioni fisiche e reazioni chimico-fisiche e microbiologiche. La fonte di energia principale da cui dipende la vita e l'evoluzione terrestre è l'energia solare, può
entrare nel ciclo biologico solo seviene trasformata in materia organica tramite la fotosintesi.
FORMAZIONE DEL SUOLO
È un processo di tipo pedogenetico:
La formazione di un suolo inizia quando un determinato materiale - ad esempio uno strato di roccia portato alla luce da una frana, un accumulo di detriti alle pendici di un monte o la
sabbia di una duna costiera - viene sottoposto all’azione alterante degli agenti ambientali, come l’alternarsi di gelo e disgelo, il vento e la pioggia. La roccia viene ridotta in
frammenti che possono rimanere sul posto o essere trasportati altrove dall’acqua, dal vento, dal ghiaccio o dalla gravità. Questi frammenti vengono trasformati dall’azione degli
organismi pionieri (licheni, muschi e alghe), dei batteri e delle piante. Al materiale originario si uniscono resti di organismi vegetali e animali e, gradualmente, si forma un terreno
che gli organismi e gli agenti climatici modificano ulteriormente.
Con il tempo il suolo aumenta in profondità, permettendo lo sviluppo di piante di maggiori dimensioni e la vita di animali terricoli, come lombrichi e talpe, che contribuiscono con la
loro attività a mantenere gli strati superiori del suolo ben aerati. Contemporaneamente l’acqua, filtrando attraverso il terreno, trasporta in profondità diverse sostanze.
Le proprietà chimiche, fisiche e biologiche variano da suolo a suolo ed anche tra i diversi strati (orizzonti) all’interno dello stesso suolo.
 Orizzonte O: orizzonte organico che può essere distinto in O1 (lettiera integra) ed O2 (materiali organici in decomposizione più o meno riconoscibili dai prodotti
d’origine).
 Orizzonte A: orizzonte organico-minerale, costituito dall’aggregazione di sostanza organica con i prodotti di alterazione della frazione minerale. Il colore dominante negli
ambienti a clima temperato, è bruno scuro.
 Orizzonte E: orizzonte minerale, grigio-cenere, in cui si è avuta la perdita di argilla, Fe ed Al o sostanza organica e l'accumulo residuale di minerali poco alterabili.
 Orizzonte B: orizzonte minerale, che differisce dal sottostante C per un'alterazione più spinta e/o per un accumulo di argilla, sostanza organica, ossidi, provenienti dagli
orizzonti più superficiali.
 Orizzonte C: orizzonte di disgregazione in prevalenza fisica, della roccia o del parent material.
 R: roccia in posto non alterata.
I terreni possono essere definiti autoctoni (rimasti sulla roccia madre che li ha generati) o alloctoni (trasportati altrove da eventi geologici o atmosferici)
Gli alloctoni possono essere:
 Alluvionali
 Lacustri
 Glaciali
 Eolici
 vulcanici
COMPOSIZIONE DEL SUOLO
Componenti minerali:
Un minerale è una sostanza inorganica caratterizzata da composizione chimica costante, o variabile entro limiti ristretti, da proprietà fisiche specifiche e da peculiare struttura
cristallina tridimensionale di atomi ioni o molecole. I minerali si dividono in minerali primari e secondari.
 I minerali primari sono i minerali strettamente legati alle rocce primordiali ed ai fenomeni collegati alla litogenesi. Minerali primari (in ordine di quantità crescente nella
crosta terrestre) come feldspato e quarzo.
 I minerali secondari sono minerali più complessi originati da processi di cristallizzazione che coinvolgono minerali primari. Nel suolo svolgono il ruolo di colloidi per i
processi di scambio.
o Gli ossidi (Fe, Al, Mn) sono minerali secondari paracristallini a carica pH variabili.
o I silicati sono minerali secondari formati da Si. Presentano una struttura cristallina. Carica permanente.
o Altre categorie meno importanti come carbonati, solfati ed evaporiti.
Componente organica:
La sostanza organica del terreno è costituita da molecole a base di carbonio, azoto, ossigeno, idrogeno ed in misura minore fosforo, potassio, zolfo, ferro, ecc..
I composti organici si dividono in:
 Residui vegetali e animali demoliti;
 Sostanze derivanti dalla demolizione dei residui vegetali e animali
 humus
L’humus è in grado di migliorare le caratteristiche fisiche e strutturali, chimiche e biochimiche del suolo, ha funzioni in parte nutrizionali, attiva alcune funzioni metaboliche,
microbiche, ecc.
Cosa è l’humus?
L’humus è un composto di natura polimerica con composizione incostante a seconda della genesi, ad elevato peso molecolare, con caratteristiche colloidali, molto resistente al
deterioramento, con rapporto C/N ≈ 10 (≈ 50% C e 5% N). Durante il processo di umificazione si perde C e quindi si ha la concentrazione di N (Azoto).
Il ruolo dell’humus del terreno:
- rende un terreno meno fragile o meglio strutturato;
- aumenta la capacità di un terreno di catturare luce e calore mediante la sua colorazione scura;
– costituisce una fonte di cibo a lungo termine per i microorganismi;
– interviene nelle loro attività di crescita o riproduzione;
– ha la capacità di “legare” alcuni metalli come il ferro o l’alluminio, che sono molto importanti per la crescita delle piante, restituendoli alla pianta stessa nel momento del bisogno.
 
CARATTERISTICHE FISICHE-MECCANICHE DEL SUOLO
Tessitura: La frazione inorganica di un suolo è costituita da particelle aventi dimensioni diverse. Alle particelle con dimensioni superiori a 2 mm si dà il nome di " scheletro", mentre
la frazione formata da particelle con diametro inferiore a 2 mm è denominata "terra fine". La terra fine è rappresentata da sabbia, limo e argilla: ./ le particelle sabbiose hanno un
diametro compreso tra 2 e 0,05 mm; ./ il limo tra 0,05 e 0,002 mm; ./ l'argilla è la frazione più fine, con particelle di diametro inferiore a 0,002 mm. La tessitura indica la distribuzione
percentuale delle particelle di sabbia, limo e argilla in un suolo. La tessitura è un carattere stabile del terreno, che generalmente non cambia con le normali pratiche agronomiche.
Ad essa sono collegate, direttamente e indirettamente, importanti proprietà dei suoli: la permeabilità all'aria e all'acqua; la plasticità e quindi la lavorabilità; la capacità di trattenere
l'acqua; la disponibilità di elementi nutritivi.
l suoli possono essere classificati in base alla tessitura in tre grandi gruppi (sabbiosi, argillosi e franchi) ciascuno dei quali viene ulteriormente suddiviso in classi. In totale sono state
individuate dodici classi granulometriche. Poiché le caratteristiche fisiche della sabbia, del limo e dell'argilla sono molto diverse tra loro, la predominanza di una frazione sull'altra
influenza fortemente le caratteristiche fisiche e agronomiche del terreno. Quando predomina la sabbia, caratterizzata da particelle di elevato diametro, i suoli presentano pori di
grandi dimensioni. Pertanto i terreni sabbiosi sono ben areati e dotati di buon drenaggio; molto scarsa risulta invece la loro capacità di trattenere l'acqua e gli elementi nutritivi. Sono
inoltre poco plastici e quindi facilmente lavorabili. l suoli dove predomina l'argilla, al contrario, con pori di piccole dimensioni, sono invece caratterizzati da scarsa areazione e difficile
drenaggio, diventano plastici in presenza di acqua e tendono a essere duri e compatti allo stato secco. l terreni limosi presentano caratteristiche abbastanza simili ai terreni argillosi,
ma non riescono a formare complessi con la sostanza organica. D'altra parte questi suoli hanno capacità di scambio cationico leggermente più elevata dei suoli sabbiosi e,
pertanto, una maggiore disponibilità di elementi nutritivi. La maggior parte dei terreni di interesse agricolo è costituita da una mescolanza equilibrata di sabbia, limo e argilla: tali
suoli sono denominati "franchi". La prevalenza di una delle tre frazioni viene indicata con un aggettivo che meglio completa e definisce la classificazione tessiturale. Ad esempio un
suolo franco dove domina la sabbia viene chiamato franco sabbioso, allo stesso modo si può avere un suolo "franco limoso", "franco limoso argilloso" ecc.
Porosità:
La porosità esprime il volume degli spazi vuoti del terreno come rapporto percentuale sul volume totale. Questa proprietà fisica influenza direttamente la dinamica della fase liquida
e di quella aeriforme nel terreno e, indirettamente, la fertilità chimica. Ha una correlazione stretta con la struttura e con le lavorazioni.
Per porosità totale s'intende la porosità complessiva del terreno, all'interno della quale si distingue una microporosità e una macroporosità. Per convenzione si
considerano macropori quelli con diametro superiore a 8 μm, micropori quelli con diametro inferiore a 8 µm.
La porosità totale determina la capacità d'invaso del terreno ed è correlata alla tessitura. In generale aumenta con il tenore in particelle fini e finissime, raggiungendo i valori più
elevati nei terreni argillosi lavorati e quelli più bassi nei terreni sabbiosi. I terreni non lavorati hanno porosità totale variabile in genere dal 40% (terreni sabbiosi) al 50-55% (terreni
argillosi e torbosi). A seguito delle lavorazioni può aumentare fino a valori del 50-70% (più alti nei terreni argillosi e torbosi).
La microporosità ha riflessi sulla capacità di ritenuta idrica ed è correlata sia alla tessitura sia alla struttura. In generale aumenta con il tenore in particelle fini e finissime,
raggiungendo i valori più elevati nei terreni argillosi e limosi costipati o mal strutturati.
La macroporosità ha riflessi sulla permeabilità e sui movimenti dell'aria e dell'acqua nel terreno. È correlata principalmente alla tessitura, raggiungendo i valori più elevati nei terreni
sabbiosi, ma è condizionata anche dallo stato strutturale e dalle lavorazioni. Queste ultime possono incrementare sensibilmente la macroporosità nei terreni colloidali migliorando il
rapporto fra micro e macropori a favore di questi ultimi. Raggiunge invece i valori più bassi nei terreni a struttura compatta o concrezionata fino a renderli del tutto impermeabili
e asfittici.
Il rapporto ottimale fra micropori e macropori dovrebbe essere di 1:1. In queste condizioni il terreno può ospitare un rapporto equilibrato fra fase liquida e fase aeriforme,
consentendo l'accumulo di rilevanti riserve idriche nei micropori e la presenza di un adeguato rifornimento di aria, che occupa i macropori. Questi ultimi facilitano inoltre i movimenti
dell'acqua nel terreno, permettendo l'infiltrazione e il drenaggio sottosuperficiale dell'acqua in eccesso. Infine un rapporto equilibrato fra macro e micropori determina un buon
bilancio della sostanza organica con equilibrio fra i processi di umificazione e di mineralizzazione.
In definitiva i terreni eccessivamente macroporosi tendono ad essere molto permeabili e ben aerati, ma sono facilmente soggetti alla siccità e all'eccessiva mineralizzazione della
sostanza organica con conseguente riduzione della fertilità chimica. I terreni eccessivamente microporosi tendono ad essere impermeabili e asfittici a causa della difficoltà di
drenaggio dell'acqua in eccesso.
Struttura: Per struttura di un terreno si intende la proprietà derivata dall'aggregazione delle particelle terrose e dalla reciproca disposizione spaziale sia degli aggregati sia delle
singole particelle. L'esistenza di una struttura del terreno può modificare o esaltare i pregi o i difetti della tessitura e avere pertanto riflessi sulle
proprietà fisiche, meccaniche e chimiche del terreno e sulla tecnica agronomica. Questa proprietà assume pertanto una particolare importanza nei terreni che hanno un tenore
significativo in particelle fini (argilla) in quanto facilmente predisposti a difetti della fertilità meccanica. La tecnica agronomica interferisce sensibilmente sulla struttura migliorandola
se eseguita razionalmente, peggiorandola o addirittura distruggendola se eseguita in modo irrazionale.
Riflettanza e colore: la riflettanza è la capacità del suolo di emettere radiazioni elettromagnetiche in seguito ad irragiamento solare; il colore è una caratteristica del suolo che è
influenzata dalla presenza di minerali particolari.
 
RAPPORTI TRA ACQUA E SUOLO
Molti minerali coordinano nella loro struttura delle molecole di acqua di cristallizzazione (frazione più tenacemente legata e poco disponibile per gli scambi. Inoltre è presente una
sottile pellicola di acqua igroscopica che avvolge i granuli. Le particelle di argilla e humus acquistano la capacità di adsorbire gli ioni dalla soluzione circolante nel suolo. Di
conseguenza risultano circandate da cationi, ioni a idrogenoe anioni formando uno strato colloidale di natura anionica (con carica negativa). I cationi adsorbiti possono essere
scambiati con le radici o i microrganismi e il loro complesso va a comporre la soluzione micellare in equilibro con la soluzione intermicellare, la composizione della soluzione
micellare varia a seconda del pH mentre quella intermicellare è ricca dei cas presenti nell'aria.
Il movimento dell'acqua nel terreno dipende da due forze contrastanti: attrazione gravitazionale che la spinge verso il basso (acqua di percolamento, libera, freatica o
gravitazionale) e forza adsorbenti rappresentate dagli io presenti (acqua capillare)
 Permeabilità: volume di acqua che attraversa un volume noto di suolo nell'unità di tempo;
 Capacità di ritenzione idrica/massima: rappresenta il massimo volujme di acqua presente in un suolo e corrisponde alla condizione in cui tutti i pori sono pieni;
 Capacità di campo: somma dell'acqua capillare e quella igroscopica;
 Umidità: percentuale di acqua perduta dopo l'essiccamento a 105°C;
 Potenziale dell'acqua e conduttivitgà capillare: capacità dell'acqua di spostarsi da parti umide del suolo verso parti più asciutte
 
PROPRIETA' CHIMICHE DEL TERRENO
Valore del pH:
 La reazione del terreno è una proprietà chimica che si identifica con il pH, misurato per via potenziometrica, di una sospensione del campione di terreno in acqua.
Il pH è un indice numerico correlato all'acidità, ossia all'attività degli ioni idronio H3O+ o, secondo una concezione meno appropriata ma più comune, alla concentrazione degli ioni
idrogeno H+. Per la precisione la reazione pH del terreno dipende dalla quantità di ioni OH- o H+ presenti nella soluzione circolante. Con una maggiore quantità in ioni OH- la
reazione è basica o alcalina, al contrario con più ioni H+ è acida. Se ioni OH- e H+ si equivalgono la reazione è neutra.
Il rapporto tra ioni OH- e H+ viene misurato con una scala di valori che va da O a 14: l'acidità va da O a 6,9, la massima è O e la minima 6,9; il valore 7 indica la neutralità (ossia la
parità tra ioni OH e H); l'alcalinità va da 7,1 a 14, dove il massimo è 14.
 Il pH può essere misurato per via elettrica, sfruttando il potenziale creato dalla differenza di concentrazione di ioni idrogeno su due lati di una membrana di vetro (piaccametro), o
per via chimica, sfruttando la capacità di alcune sostanze (dette indicatori) di modificare il loro colore in funzione del pH dell'ambiente in cui si trovano. Normalmente, sono sostanze
usate in soluzione, come per esempio la fenolftaleina e il blu di bromotimolo. Molto spesso gli indicatori si usano anche supportati su strisce di carta (le cosiddette "cartine
indicatrici"), le quali cambiano colore quando vengono immerse in sostanze acide o basiche. L'esempio più comune è quello delle "cartine di tornasole", di colore rosa in ambiente
acido e azzurro in ambiente alcalino.
Classificazione dei terreni a secondo la loro reazione pH.
Denominazione Gamma del pH

Fortemente acidi meno di 5,5

Acidi 5,5 - 6,0

Subacidi 6,0 - 6,8

Neutri 6,8 - 7,3

Sub-basici 7,3 - 8,0

Basici 8,0 - 8,5

Alcalini 8,5-9,0

Fortemente alcalini Maggiore di 9,0


 
Potenziale redox e rh: sono indicatori dello stato ossidante i riducente del terreno. Un terreno ben areato e strutturato presenta valori di rH compresi tra 26 e 30. terreni con un
basso rH sono molto imbevuti di acqua e hanno una scarsa ossigenazione quindi possono innescare processi anaerobi con formazione di sostanze tossiche.
Meccanismi di assorbimento e capacità di scambio cationico: le radici traggono il loro nutrimento sia dalla soluzione intermicellare sia da quella micellare. La quantità di ioni
disponibili e la velocità di assorbimento dipendono fortemente dal pH, dalla presenza di micorrize, batteri, protozoi e funghi. La capacità da parte del suolo discambiarecationi
vienenchiamata capacità discambio cationico (CSC) e viene espressa in milliequivalenti di cationi per 100g diterreno secco.
 
PROPRIETA' MICROBIOLOGICHE DEL TERRENO

Nel terreno vive una miriade di esseri viventi, chiamati microorganismi per le dimensioni estremamente piccole. Si tratta di batteri, muffe e protozoi. Alcuni esercitano sulla
vegetazione un’azione dannosa, ma altri sono utili, anzi, in alcuni casi, indispensabili.
Questi microrganismi sono responsabili dei seguenti processi: umificazione della materia organica, ammonizzazione, nitrificazione, denitrificazione ed induzione dell’azoto
atmosferico.

• L’umificazione è dovuta a particolari microbi che mineralizzano la materia organica rendendola utilizzabile da parte delle piante. L’anidride carbonica che viene liberata
contribuisce a rendere solubili i vari materiali presenti nel terreno.
• L’ammonizzazione consiste nella putrefazione della materia organica. Durante questo processo si libera ammoniaca
• La nitrificazione è dovuta a due distinti microrganismi che trasformano l’ammoniaca in acido nitrico che darà luogo a nitrati, molto utile alle piante per il contenuto di azoto.
• La condizione essenziale affinché si verifichi la nitrificazione è data da una certa umidità e da una reazione alcalina in presenza di una temperatura che varia fra i 10° e 40°.
• La denitrificazione è il processo inverso; con esso i nitrati si riduco, produco azoto elementare che poi si disperde, riducendo così la fertilità del terreno
Un processo molto importante dovuto ad alcuni microbi è la fissazione dell’azoto atmosferico. Si tratta di microrganismi che vivono in simbiosi sulle radici delle leguminose e che
hanno la possibilità di assimilare l’azoto elementare dell’aria e di cederlo alle piante che li ospitano e sulle cui radici formano dei tubercoli radicali: tale fenomeno scoperto nel 1886,
si chiama induzione dell’azoto atmosferico. Alternare la cultura di leguminose con altre piante arricchisce il terreno e permette di economizzare concimi. Un tempo, questa
operazione si chiamava siderazione e tendeva a sostituire l’uso del letame animale e ad eliminare il bestiame dall’azienda.
 
INQUINAMENTO DEL SUOLO
L'inquinamento può causare un'alterazione delle caratteristiche del suolo, sia chimiche che fisiche. Un eccessivo utilizzo di ammendanti, fertilizzanti e pesticidi e tutte le attività
umane inquinanti causano la perdita di fertilità, la distruzione della flora batterica e quindi degliorganismi più evoluti, la scarsa resistenza all'erosione e l'inquinamento dellafalda
acquifera
 
METODI DI ANALISI E LABORATORIO
Campionamento:Il campionamento del terreno consiste nel prelievo mirato di una porzione di suolo che sarà la base per definire quali materiali (sostanza organica e concimi
minerali) sarà necessario somministrare al terreno stesso per poterne migliorare struttura e fertilità. Per espletare questa sua funzione il campione deve essere di qualità.
Analisi di caratterizzazione:
Secondo il D.Lgs 152/06 per caratterizzazione si intende il processo costituito dalle seguenti fasi:

 Ricostruzione storica delle attività produttive svolte sul sito;


 Elaborazione del Modello Concettuale Preliminare del sito e predisposizione di un piano di indagini ambientali, finalizzato alla definizione dello stato ambientale di
suolo, sottosuolo e delle acque sotterranee;
 Elaborazione del Piano di indagini;
 Elaborazione dei dati raccolti e rappresentazione dello stato di contaminazione del suolo del sottosuolo e delle acque sotterranee.
 Elaborazione del Modello Concettuale Definitivo;
 Identificazione dei livelli di concentrazione residua accettabili- sui quali impostare gli eventuali interventi di messa in sicurezza e/o di bonifica che si rendessero
eventualmente necessari a seguito dell’Analisi di Rischio.
Le prime tre attività costituiscono una prima fase caratterizzata dalla raccolta di dati sscturite da indagini storiche relative al suolo ed alle acque sotterranee, effettuate dal soggetto
obbligato a redigere il piano di caratterizzazione.

Qualora sia impossibile indagare storicamente sull’origine dei fenomeni di contaminazione il soggetto può effettuare in via preliminare delle indagini relative al suolo ed alla falda
nell’area di sua proprietà. La prima fase del Piano di Caratterizzazione si conclude con la presentazione agli organi competenti del piano delle indagini realizzate.

Dopo l’approvazione di tale piano da parte delle autorità competenti, si passa alla seconda fase nella quale vengono prelevati i campioni delle matrici ambientali suolo ed acque
sotterranee e vengono effettuate le analisi.

La messa in sicurezza e la bonifica del sito si rende necessaria quando la contaminazione delle matrici ambientali, rilevata in sito, supera le CSC (concentrazioni soglia di
contaminazione) tabellate nell’Allegato 5 al D.Lgs 152/06, e le CSR (Concentrazioni soglia di rischio) valutate con l’applicazione delle procedure di analisi di rischio sito specifica.

Caratterizzazione per i piani di concimazione: nella prima fase bisognaindividuare aree omogeneedi campionamento che abbiano caratteristiche omogenne (colore, aspetto fisico,
fertilizzazioni subito in passato e tipo di vegetazione presente). Poi effettuare almeno 15 prelievi, prelevando almeno 6 campioni per ettaro utilizzando degli schemi. Da evtare: aree
e bordi a quote inferiori o superiori alla media, " cui sono stati accumulati fertilizzanti; " cui hanno soggiornato animali; " cui affiora il sottosuolo, " abbiamo differenze di irrigazione, "
ristagna l'acqua. Nei terreni soggetti a rimescolamenti in massima profondita con una sonda o una trivella.
CAMPIONAMENTO SISTEMATICO: suddivisione della zona in singole unità, prelievo di un campione per ogni unità, portare in lab;
CAMPIONAMENTO RANDOM: prelevare in alcuni punti casuali;
CAMPIONAMENTO A X O W
Analisi di controllo: nel caso in cui si debba controllare l'effetto di un inquinante si effettua un campionamento a griglia circolare prelevando 8 campioni simmetrici su ogni
circonvferenza. E poi analizzandoli senza mescolarli.
Analisi diagnostica comparativa: si individuano le due aree che manifestano le maggiori differenze di comportamento, oppure nelle quali un parametro è massimo o minimo
Preparazione del terreno per l'analisi chimico-fisica: una volta averlo prelevato correttamente, va steso su fogli di carta o bacinelle, si lascia seccare all'aria poi si va a sminuzzare
con le mani. Si passa al setacciamento per rimuovere e determiare lo scheletro. Infine il campione viene stoccato in un recipiente di plastica ermetico e si procedono le analisi.
 
 
ARIA
 
Ppt INQUINAMENTO DELL'ARIA
 
L’atmosfera è l’involucro gassoso che circonda la Terra; è essenziale per la vita sul nostro pianeta perché:
 contiene la riserva di ossigeno necessaria alla maggior parte degli organismi;
 filtra i raggi del Sole impedendo ad alcune radiazioni nocive di raggiungere la superficie terrestre;
 ci protegge da eventuali impatti di meteoriti provenienti dallo spazio.
 
La stratificazione dell’atmosfera:
Circa il 50% dell’aria presente sul nostro pianeta è concentrato nei primi 5 km di altitudine e il 90% non supera i 16 km.
Oltre questa quota, l’aria si fa sempre più rarefatta
L’atmosfera ha caratteristiche diverse via via che ci si allontana dalla superficie della Terra. Si possono distinguere cinque fasce atmosferiche separate da intervalli di discontinuità
detti pause.
 La troposfera ha uno spessore medio di circa 10 km. In essa avvengono tutti i fenomeni meteorologici.
 La stratosfera è la fascia che circonda la Terra fino a un’altezza di 50 km. Al suo interno è presento uno strato di ozono che filtra i raggi ultravioletti provenienti dal Sole.
 La mesosfera circonda la Terra fino a un’altezza di circa 80 km.
 La termosfera si trova tra gli 80 e i 600 km di altitudine; è la fascia di atmosfera in cui si verificano le aurore polari.
 L’esosfera è la fascia più esterna dell’atmosfera: si estende oltre i 600 km di altitudine.
 
La composizione dell’atmosfera
In base alla composizione, l’atmosfera è suddivisa in bassa e alta atmosfera
La composizione della bassa atmosfera è un miscuglio di azoto, ossigeno, diossido di carbonio e una piccola percentuale di altri gas.
L’aria contiene anche particelle solide trasportate dal vento (pulviscolo atmosferico) e quantità variabili di vapore acqueo.
Nell’alta atmosfera non c’è vapore acqueo e i gas sono stratificati in base alla densità.
L’atmosfera primitiva era priva di ossigeno, immesso dopo la comparsa degli organismi fotosintetici.
 
Il bilancio termico della Terra
La maggior parte dell’energia solare raggiunge la Terra sotto forma di radiazioni elettromagnetiche.

Di tutte le radiazioni solari che arrivano ai confini dell’atmosfera, solo il


51% circa riesce ad attraversarla.
Tra le radiazioni che penetrano nell’atmosfera, il 25% prende il nome di
  radiazione diffusa.
Del 26% di radiazione diretta che attraversa indisturbata l’atmosfera fino
  al suolo, circa il 4% è riflesso dalla superficie terrestre.
La maggior parte delle radiazioni che giungono al suolo si trasforma in
energia termica.
L’1% dell’energia solare è usato dal mondo dei viventi.

 
 

 
L’inquinamento atmosferico
L’inquinamento atmosferico è il principale determinante ambientale per:
 effetti acuti, determinati da esposizioni a elevate concentrazioni di inquinanti;
 effetti cronici, determinati da esposizioni di lunga durata;
 danni agli ecosistemi e al patrimonio storico e artistico.
Gli inquinanti primari sono direttamente emessi dalle sorgenti e sono successivamente soggetti a processi di diffusione e di trasformazione chimico-fisica che possono formare gli
inquinanti secondari, spesso più tossici.
L’insieme dei prodotti di queste reazioni è definito smog fotochimico.
 Il traffico veicolare contribuisce all’incremento di monossido di carbonio, del benzene e degli ossidi di azoto;
 gli impianti di riscaldamento contribuiscono all’incremento del biossido di zolfo e degli ossidi di azoto;
 gli impianti industriali contribuiscono soprattutto all’incremento degli idrocarburi incombusti, delle polveri e degli ossidi di azoto e di zolfo
 

 
I cambiamenti climatici
Oggi un’enorme mole di dati dimostra l’esistenza del cambiamento climatico e un’ampia serie di studi ne attribuisce l’origine all’uomo e alle sue attività.
Il riscaldamento globale descrive il rapido aumento negli ultimi decenni della temperatura media dell’atmosfera terrestre e degli oceani. Esso è principalmente dovuto a un aumento
delle concentrazioni di gas serra responsabili dell’effetto serra, che consiste nell’accumulo all’interno dell’atmosfera di una parte dell’energia termica solare.
 
Molti gas serra sono presenti in atmosfera, ma l’attività umana ne aumenta le concentrazioni soprattutto di CO2, metano, ossido di azoto e dei gas fluorurati.
 L’anidride carbonica (CO2) è responsabile del 63% del riscaldamento globale causato dall’uomo. Le emissioni di CO2 sono il risultato dell’ossidazione dei combustibili
fossili. La sua concentrazione ha superato la soglia dei 400 ppm con un ritmo di crescita di 2,5 ppm/anno.
 Il metano è responsabile del 19% del riscaldamento globale di origine antropica.
 L’ossido di azoto ne è responsabile per il 6%.
 
I gas serra
L’equilibrio tra i livelli di diossido di carbonio, vapore acqueo e ossidi di azoto dipende da processi naturali di riciclaggio di sostanze come il carbonio, l’azoto e l’acqua.
Negli ultimi due secoli l’immissione di CO2 è aumentata enormemente a causa dei processi di combustione dovuti alle attività umane.
Tra le conseguenze di questo riscaldamento globale o global warming si prevedono importanti cambiamenti climatici e la parziale fusione dei ghiacci delle calotte polari già oggi in
atto.
 
Le conseguenze del cambiamento climatico
L’aumento delle temperature non è l’unico fenomeno associabile al mutamento del clima:
 fusione delle calotte polari e dei ghiacci perenni;
 innalzamento del livello dei mari;
 aumento in termini di frequenza e intensità dei fenomeni meteorologici estremi;
 aumento del rischio idrogeologico e di inondazioni;
 aumento della siccità e del rischio di incendi;
 aumento delle ondate di calore;
 variazioni nella distribuzione degli habitat animali, estinzione di specie;
 variazione della distribuzione nevosa;
 maggiore diffusione di malattie trasmesse dall’acqua e dai vettori;
 variazione della produttività agricola e della capacità nutrizionale;
 migrazioni delle popolazioni.
I cambiamenti climatici interessano tutte le regioni del mondo.
 
Gli effetti indiretti
 Disponibilità di risorse idriche
 Alterazioni nella qualità di acqua, aria, cibo
 Variazioni stagionali
 Cambiamenti negli ecosistemi naturali
 
Con inondazioni, siccità, aumento della temperatura e acidificazione degli oceani, innalzamento del livello dei mari, si prevede che l’impatto dei cambiamenti climatici sull’acqua si
intensificherà nei prossimi anni.
Il riscaldamento delle acque oceaniche porta alla perdita della biodiversità marina con conseguenze anche sulla pesca.
Molti studi indicano che i cambiamenti climatici inaspriranno l’insicurezza alimentare nelle aree già colpite da fame e malnutrizione.
Le variazioni stagionali possono avere conseguenze negative sulla salute umana, specialmente per le persone affette da allergie e asma.
 
Cambiamenti climatici e salute umana
Gli effetti diretti
 Variazioni della temperatura: le ondate di calore sono un problema soprattutto nell’Europa meridionale e nel Mediterraneo e colpiscono di più gli anziani e i soggetti
vulnerabili (con malattie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie e chi vive nelle aree urbane).
 Variazioni delle precipitazioni: in caso di alluvioni (disastro più comune a livello mondiale) possono verificarsi frane, smottamenti e allagamenti.
 Incendi boschivi: favoriti dalle temperature elevate e dai ricorrenti periodi di siccità generano inquinamento atmosferico da particolato.
 
Gli effetti delle polveri sottili
Le polveri sottili, note anche come PM (Particulate Matter), sono particelle di materia sospese nell’aria di dimensioni inferiori ai 10 μm.
Si originano da fenomeni naturali e a causa dell’attività umana.
La loro presenza nell’atmosfera porta a una diminuzione della temperatura, detta oscuramento globale (o global dimming).
Le polveri sottili si classificano in base alla dimensione, composizione e provenienza.
A seconda della grandezza, una volta inalate queste particelle si accumulano nei bronchi, negli alveoli polmonari o nel sangue, provocando vari danni all’organismo.
 
Le piogge acide
Il fenomeno delle piogge acide è dovuto alla formazione in atmosfera di sostanze come l’acido solforico (H2SO4) e l’acido nitrico (HNO3).
La formazione di questi acidi in atmosfera altera il pH dell’acqua piovana: nelle zone inquinate si possono raggiungere valori di pH pari a 3.
Le piogge acide sono causate dall’attività umana, soprattutto la combustione del carbonio e dei derivati del petrolio e gli scarichi dei veicoli.
L’acidità delle precipitazioni determina danni ai raccolti e alle foreste; ha inoltre un forte potere corrosivo sulle rocce e sugli edifici e monumenti.
Dagli anni Ottanta il fenomeno delle piogge acide ha cominciato a diminuire perché si sono ridotte le emissioni di gas inquinanti
 
 
ESTERNA (OUTDOOR)
L'atmosfera terrestre è sottile strato di aria che circonda la terra che viene divisa in zone separate tra loro da zone di discontinuità chiamate zone di pausa. La composizione dello
strato adiacente alla crosta terrestre virgola troposfera virgola si è voluta più o meno lentamente nei miliardi di anni da quando è nata la terra virgola passando da un ambiente
fondamentalmente riducente a un ambiente ossidante per via della comparsa dell'ossigeno prodotto dalle piante. La fotosintesi clorofilliana ha portato una stabilizzazione della
composizione atmosferica che risulta Ormai praticamente la stessa da diversi anni.
 
Effetto serra e inquinamento: L'effetto serra permette il processo per cui l'atmosfera terrestre lascia passare i raggi solari verso la superficie virgola mentre trattiene parte
dell'energia un po' Rossa messa dalla crosta terrestre. Cioè fondamentale per creare le condizioni dello sviluppo della vita Infatti senza l'effetto terra la temperatura terrestre
sarebbe più bassa di circa 30°C. I costituenti naturali dell'atmosfera terrestre è responsabile dell'effetto serra sono a gas come CO2, CH4, N2O, O3 e l'acqua, oltre le polveri. Le
attività antropiche anno però alterato gli equilibri naturali innalzando i livelli dei gas presenti e immettendo altri composti allevate effetto serra come gli idroclorofluorocarburi e SF6.
Attualmente si stima che il 70% delle effetto serra sia dovuto al vapore d'acqua,il 25% CO2 e CH4 e il 5% di altri gas. L'aumento dei gas serra in atmosfera porta a un'alterazione
dei cicli climatici, all'innalzamento del livello dei mari, alterazione dei cicli stagionali delle piogge, inaridimento di terre fertili e migrazione di specie vegetali e animali. Oltre ai gas
serra nell'aria sono presenti composti derivati da attività antropiche come CO, NOx, SO2, polveri, tante foto attivo, idrocarburi, frange radioattive e tossiche. Quindi l'effetto serra
non è un fenomeno negativo ma l'aumento delle concentrazioni dei gas che lo costituiscono compromette l'equilibrio del pianeta.
 
 Diossido di carbonio: Sostanzialmente innocuo ma è incolore, inodore e più pesante dell'aria, quindi pericoloso nel caso in cui si accumula in un ambiente confinato. Il
diossido di carbonio ha anche origini naturali ma l'impatto delle attività umane, specialmente deforestazione e uso indiscriminato di combustibili fossili, ne ha aumentato
profondamente la concentrazione di conseguenza incrementato l'effetto serra. A livello internazionale ci si cerca di incentivare la riduzione delle emissioni è la legge
impone la dichiarazione sulla CO2 prodotte in fase di fabbricazione trasporto dei prodotti; inoltre si studiano dei processi di assorbimento del diossido di carbonio con
solventi o di separazione con membrane per evitare che lo raggiunga l'atmosfera
 Metano: Il metano deriva dall'estrazione del carbone e del petrolio, la fermentazione di sostanze biologiche ed alle emissioni di allevamenti animali. Attualmente la
concentrazione media di metano è di circa 1-2ppm, ma è in continua ascesa a cause della Fiora mento degli oceani o dai ghiacci che si sciolgono in seguito al
riscaldamento globale e dallo scioglimento del permafrost. Viene riconosciuto minor mente a causa della sua scarsa quantità rispetto al diossido di carbonio Ma ciò non
lo rende meno trascurabile.
 Ozono: L'ozono e distribuito in uno strato della stratosfera situato a circa 90 km di altezza, costituisce un'efficace barriera Ai raggi UV provenienti dal sole e si forma
dall' interazione delle molecole di ossigeno con le radiazioni UV a 240 nm.
O2C---> 2O•
O2 + O• ---> O3
Lo spessore dello strato di ozono nella stratosfera ha un andamento stagionale: Durante la Primavera si assottiglia in corrispondenza dei Poli terrestri. In particolare a
partire dagli anni 70 sull'antartide sia notato una sottile amento più marcato definito come buco nell'ozono. Questa riduzione dell'effetto schermante ha come conseguenza
un aumento dei raggi uv che raggiungono il suolo terrestre, canzone l'organismo umano può determinare tumori alla pelle e ritieni mentre sulle piante Potrebbe causare un
inibizione della fotosintesi clorofilliana quindi una diminuzione dei raccolti. Negli ultimi anni il fenomeno in recessione e ci sono degli accordi internazionali che proibiscono
l'utilizzo di idrocarburi cloro-derivati e Bromo-derivati leggeri più ossidi di azoto e zolfo.
L'ozono risulta essere molto reattivo è instabile quindi tende a decomporsi sotto l'azione delle radiazioni uv a 308 nm, liberando ossigeno nascente ovvero il radicale
ossigeno:
O3 + UV ---> O2 + O•
Questo radicale svolge un azione biocida e reagisce con la materia vivente distruggendola, infatti l'ozono è considerato una specie molto tossica si è distribuita nella
troposfera dove esercita anche un'azione di gas serra. Una delle maggiori cause che portano alla formazione dell'ozono nella troposfera e la decomposizione del NO2 per
opera della luce:
NO2+ UV —> NO + O•
Il radicale ossigeno reagisce poi velocemente con l'ossigeno dell'aria e forma l'ozono, e il suo cumulo Maggiore sia nelle zone grande traffico veicolare
 Ossidi di azoto: Gli ossidi di azoto, NOx, si formano dalle missioni delle centrali termoelettriche e dalla combustione nei motori di aeroplani ed automobili. Ilbelice.it in
realtà nell'aria esistono diversi tipi di ossidi, NO e NO2, che possono trasformarsi in acido nitrico, che con l'acido solforico, rappresenta il principale responsabile delle
piogge acide. Essi intervengono in molti dei processi chimici che si verificano nell'atmosfera e da un lato contribuiscono all'effetto Serra e dall'altro alla formazione la
distruzione dell'ozono nella stratosfera. La loro formazione deriva da diversi processi di combustione:
N2 + O2 ---> 2NO
L'ossido in presenza di ossigeno forma il diossido:
2NO + O2 ---> 2NO2
Dai fumi della combustione si genera quindi una miscela di due ossidi a cui si assegna la formula Nox
Inoltre queste reazioni concorrono alla formazione del radicale idrossido che è molto reattivo ed è il responsabile delle piogge acide:
NO + OH2• -----> OH• + NO2•
NO2 + OH• -----> HNO3
Altri composti dell'azoto presente in atmosfera sono ammoniaca (NH3), acido nitroso (HNO2), nitriti(NO2) e ioni ammonio (NH4+)
 Idrocarburi alogenati e analoghi: Sono tra i maggiori responsabili del buco dell'ozono e dell'effetto serra, vengono definiti CFC (clorofluorocarburi) e contengono fino a 3
atomi di carbonio che hanno sostituito in maniera palliativa i precedenti HFC e HCFC, idrofluorocarburi e Idroclorofluorocarburi. Questi composti distruggono l'ozono
con un meccanismo che è legato prevalentemente alla presenza di atomi di cloro:
 CF2Cl + UV --->C + 2F• + 2Cl•
Cl• + O3 ---> ClO• + O2
 ClO• + O• ---> Cl• + O2
Si forma ossigeno a spese dell' ozono e si riforma cloro che può continuare la reazione a catena proseguendo così la situazione demolitrice di ozono
 Inquinanti fotochimici: Il termine smog deriva dalla fusione delle parole Smoke e Fog e identifica con una sola parola l'inquinamento tipico di certi microclimi. In
particolare si parla di smog classico o invernale quello caratterizzato da un microclima freddo e umido, chimicamente riducente. Lo smog fotochimico (smog estivo)
invece si forma in un ambiente asciutto e soleggiato relativamente caldo, un poco vento e chimicamente ossidante.
Quest'ultimo È una miscela di specie chimiche che si formano in seguito all'interazione fra inquinanti dispersi nell'atmosfera e luce del sole in particolare delle radiazioni
UV. Gli inquinanti principali sono l'aldeide formica (HCHO), l'acroleina (CH2=CHCHO) l'Acetaldeide (CH3CHO) e composti derivanti dall' acido nitrico con il nitrato di metile
(CH3NO3) il nitrato di perossiacetile (PAN), perossipropionile (PPN) e nitrato di nitrato di perossibenzoile (PBN). Lo smog classico si forma in prossimità dell'alba Ecco
perché in alcune zone è consigliato non aprire le finestre nelle prime ore del mattino perché l'aria esterna detta Outdoor potrebbe essere più inquinata di quella interna
indoor.
Caratteristiche dei due smog:
  SMOG CLASSICO SMOG FOTOCHIMICO

Condizioni meteorologiche Bassa insolazione, Alta insolazione,


Bassa velocità vento, Bassa velocità vento,
T=0°C T>18°C

cause Combustioni industriali Traffico veicolare


e domestiche
Inquinanti principali SO2, particolato Ossidi di azoto, CO,
Aldeidi, idrocarburi

Ambiente chimico riducente ossidante

Stagione caratteristica inverno estate

Orario caratteristico Vicino all'alba mezzogiorno

Effetti sulla salute Irritazione vie respiratorie Irritazioni oculari

Citta tipo Londra Los Angeles

 Idrocarburi e sostanze organiche:


Rappresentano la maggior parte degli inquinanti atmosferici è solo dovuti al traffico veicolare e al riscaldamento domestico oltre che alle emissioni delle centrali elettriche a
olio combustibile o a Carbone, allevamento animale, alle comuni attività indoor e a reazioni fotocatalitiche ti possono avvenire nell'atmosfera. I più significativi sono
metano, etano, propano, n butano isobutano, n-pentano isopentano, etilene, acetilene, propilene, bitex e idrocarburi policiclici aromatici.
La classificazione di questi composti avviene in base a diversi criteri basati tutti sulla tensione di vapore dei composti.
 La legislazione italiana definisce i composti organici volatili(COV O VOC) quei composti contenenti un atomo di carbonio e 1 + degli elementi seguenti: Idrogeno,
alogeni, ossigeno, zolfo, fosforo, silicio o azoto; e alla temperatura di 20°C hanno una tensione di vapore pari a 0,01kPa o superiore In che abbiano la stessa volatilità
in condizioni d'uso particolari.
 Di essi l'OMS ha definito quattro classi:
1) composti organici molto volatili (VVOC) con un punto di ebollizione inferiore a 50-100°C
2) composti organici volatili (VOC) con un punto di ebollizione compreso tra 50-100 e 240-260°C
3) composti organici semivolatili (SVOC) con un punto di ebollizione compreso tra 240-260°C e 380-400°C
4) composti organici associati a materiale particolato (POM) Con un punto di ebollizione superiore a 380°C
 Per l'Unione Europea invece i COV hanno un punto di ebollizione inferiore a 250°C alla pressione di 101,3 kPa (1 atm). Inoltre ha definito i composti organici volatili
non metanici (COVNM) tutti i composti organici, diversi dal metano, che possono produrre ossidanti fotochimici per reazione con gli ossidi alzati in presenza di
radiazioni solari. Quindi sono composti organici che possono dare il via reazioni catalizzate dalla radiazione solare e che caratterizzano quindi lo smog fotochimico.
 A seconda della provenienza si possono individuare:
Composti antropogenici: Derivati dei prodotti delle attività umane in particolare i BTEX, il metano, etano, propano, esano e tetracloruro di carbonio.
Composti di origine naturale: Contenuti in essenza vegetali come i terpeni
Composti di origine mista: Come l'isoprene utilizzato nell'industria di gomme e materie plastiche.
 Composti tipici classificati come COV sono:
Gli idrocarburi alifatici: che si possono trovare nei combustibili nei profumi, nei propellenti, nelle vernici o insetticidi;
Gli idrocarburi aromatici: che si possono trovare in vernici, pitture, Colle e detergenti
Gli alogeno-derivati: Ti ci possono trovare nei pesticidi, sgrassatori E nei refrigeranti
 Inquinanti radioattivi: [EDUCAZIONE CIVICA]
Negli inquinanti radioattivi bisogna distinguere quelli derivanti dai test nucleari negli anni 50-60 dello scorso secolo: Chernobyl 1986: che portò ad un aumento notevole di
Plutonio-239, stronzio-90, iodio-131, cesio-135, cesio-137 e xenio-133; e Fukushima 2011 che ha comportato una contaminazione 10 volte inferiore nell'aria ma ha
causato una contaminazione permanente della falda acquifera e del mare circostante.
Nei territori in cui suolo è ricco di Uranio e radio-226 sia il problema del radon-222, quest'ultimo è causato dal decadimento della radio-226 e penetra nell'organismo
producendo isotopi del bismuto e del polonio che non sono volatili a loro volta decadono e liberano particelle Alfa fino alla formazione finale di piombo che non è più
radioattivo, ciò favorisce il rischio di sviluppare neoplasie polmonari.
Da non sottovalutare anche l'enorme problema dello smaltimento delle scorie prodotti dalle centrali nucleari: Una centrale di media potenza da 1000MWe produrre fino a
5000 kg di scorie di varie attività in soli tre anni.
 Aerosol, polveri e particolato:
L'aerosol è un sistema colloidale costituito da particelle allo stato solido o liquido disperso in un gas, per quanto riguarda l'atmosfera per aerosol si intendono tutte le
sostanze organiche o inorganiche in sospensione nell'aria che per via della piccolissima massa e delle ridotte dimensioni sono in grado di essere trasportate dal vento e
dalle piogge, è comunemente si parla di particolato atmosferico. Il problema delle polveri e del micro particolato atmosferico si è accentuato negli ultimi anni, poiché Oltre
alle normali cause naturali si sono aggiunte quelle antropiche che incidono poco in ambienti a scarsa densità di popolazione ma possono diventare determinanti nelle città.
Per cause antropiche si intendono le attività agricole, le missioni delle grandi attività industriali e le emissioni degli impianti di riscaldamento dei motori a combustione degli
autoveicoli. Il particolato può entrare nell'apparato respiratorio e viene classificata in base al diametro aerodinamico delle particelle.
Le particelle con dimensioni grossolane (comprese tra 50 e 100 micrometri) vengono definite polveri totali sospese (TSP) mentre le frazioni più fine vengono classificate in
base alla loro dimensioni in Micrometri: PM10,PM2,5,PM1,PM0,1 E PM0,001 e vengono definite polveri sottili.
Le più pericolose sono le particelle ultrafini (UFP un Nanopolveri) che hanno un diametro medio compreso fra 0,1 nm e 100nm che derivano principalmente dai residui
della combustione stanziale o dalle emissioni degli autoveicoli.
Degli Studi dimostrano che le polveri con un diametro maggiore di 10 micrometri si fermano nelle vie aeree superiori quindi naso, faringe e laringe e generalmente
vengono espulse con la tosse; le particelle con dimensioni inferiori a 2,5 anni non è entrato polmonare causando infiammazione, fibrosi, broncopneumopatia cronica
ostruttiva e altre patologie respiratorie gravi
Per quanto riguarda gli ambienti lavorativi, la norma Europea suddivide le particelle che possono interessare un apparato respiratorio in tra frazioni:
 Frazione inalabile: Tutte le particelle che vengono inalate attraverso naso bocca (10-100 microm)
 Frazione toracica: Quelle che penetrano oltre la laringe (4-10)
 Frazione respirabile: Quella che raggiunge gli alveoli polmonari(minore di 4).
Oltre alle dimensioni influisce molto composizione chimica delle particelle sulla salute umana. Il particolato Infatti si può arricchire di sostanze presenti in atmosfera che possono
essere veicolate nei polmoni per poi arrivare nel Circolo sanguigno e nel resto del corpo. Tra queste sostanze inquinanti possiamo trovare idrocarburi incombusti, idrocarburi
policiclici aromatici, acido solforico, ammoniaca e metalli (i più pericolosi sono nichel, boro, arsenico, mercurio, cadmio e piombo).
I maggiori inquinanti dell'aria sono:
 

ARIA INTERNA (INDOOR)


Inquinanti indoor: La differenza Nella composizione d'aria interna rispetto a quella esterna Dipende dalle attività che si svolgono e non la frequenza dei ricambi d'aria; quindi tutto
ciò che viene usato per arredare e ricoprire le pareti è destinato costruire una fonte di sostanze più o meno inquinanti è più o meno permanenti per l'area racchiusa in un ambiente.
La differenza sostanziale con l'aria esterna sto nello scambio continuo tra i due ambienti.
Gas: Derivano principalmente dalle emissioni di fornelli e caldaie. Si tratta quindi del metano, GPL e CO2.
 Ammoniaca: Contenuta nei prodotti per sgrassare detergere superfici dure;
 Acido cloridrico: Contenuto nei prodotti disincrostanti;
 Cloro: Si libera dall' ipoclorito di sodio NaOCl + H2O → HOCl + NaOH- HClO + H+ +e- → 1/2 Cl2 + H2O
 Radon: Deriva principalmente da cementi pozzolani C e tufo. Si trasforma con il tempo in Polonia che era di attivo ma non gassoso e poi in piombo. Quindi un edificio
costruito con i materiali citati è più esposto a contaminazione da radon e quindi ne va curata la ventilazione;
 Acido solfidrico: Si può formare in seguito alle decomposizione dei cibi;
 Formaldeide: Presente i materiali a base di resine fenoliche ureiche
Vapori:
 Solventi: Benzina leggera e percloroetilene degli smacchiatori e delle lacche per capelli; acetato di etile e acetone nei solventi per smalto da unghie; glicoli Eteri nei
detergenti; alcool denaturato; e altri solventi contenuti nelle vernici, negli smalti dal solvente, nelle idropitture.
 Profumi: La legislazione Europea ha individuato 26 essenze potenzialmente allergeniche, la cui presenza va obbligatoriamente segnalato sulle confezioni di detergenti
e cosmeticia
Polveri: Nel caso delle polveri domestiche i componenti principali sono i materiali generati dalla combustione di idrocarburi, animali domestici, quelli di origine vegetale, minerale,
batteri, pre fungine e gli acari.
Fumo di sigaretta: Il rischio Maggiore riguarda i fumatori passivi. Oltre alla nicotina ci sono oltre 200 composti pericolosi tra i quali molti altamente cancerogene come il monossido
di carbonio, l'acido cianidrico, formaldeide, ammoniaca, ossidi di azoto ed etanolo. La sigaretta contiene mediamente 15 mg di catrame .
Anche il liquido delle sigarette elettroniche che viene bruciato o riscaldato oltre la nicotina presenta altre sostanze chimiche, come glicole propilenico e glicerina, che coadiuvano la
formazione dell' aerosol. Gli aromi possono contenere composti organici volatili, idrocarburi policiclici aromatici, dici alle ultrafini che possono essere inalate in profondità nei
polmoni e metalli pesanti.
Ultimamente si è scoperto una patologia polmonare derivante dall'utilizzo della sigaretta elettronica definita EV ALI che ha conseguenze meno severe di quelle del fumo di sigaretta
ma non trascurabile.
Fonti di inquinamento indoor:
casa Fumo di tabacco (PM10, CO, COV)
Fornelli a gas (CO, NOX)
Forni a legna e camini (PM10
Materiali da costruzione (Radone formaldeide)
Mobili e prodotti per la casa(COV e formaldeide)
Riscaldamento gas ( CO, NOX)
Riscaldamento a kerosene ( CO, NOX, SOX)
Condizionatori ( agenti biologici e agenti capaci di causare allergie)

ufficio Fumo di tabacco (PM10, CO, COV)


Materiali da costruzione (Radone formaldeide
Condizionatori ( agenti biologici e agenti capaci di causare allergie)

trasport Aria ambiente: O3 su aerei, monossido di carbonio e idrocarburi


Condizionatori auto ( agenti biologici e agenti capaci di causare allergie)
 
Sindrome dell'edificio malato: Si usa questa espressione poiché l'inquinamento indoor induce chi abita in un ambiente inquinato a soffrire di disagi che col tempo Potrebbero dare
origine a delle patologie. Sono disponibili dei dispositivi in grado di Depurare l'aria definiti ozonizzatori inoltre altri dispositivi qual i:
 Filtri passivi (HEPA) che catturano le polveri;
 Filtri in carbone attivo ti rimuovono gas e odori;
 Filtri elettrostatici che abbattono le polveri;
 Ionizzatori che si basano sul principio di ionizzare elettricamente l'aria arricchendola di ioni negativi
Igiene industriale: È una disciplina che si occupa dell' individuazione, valutazione del controllo di fattori chimici, biologici, legati alle attività industriali presenti negli ambienti di
lavoro, non causare alterazioni dello stato di salute dei lavoratori.
Le attività principali sono:
 Monitoraggio degli ambienti di lavoro finalizzato alla valutazione del rischio chimico da sostanze pericolose, cancerogene e mutagene;
 Controllo degli agenti microbiologici e la valutazione degli indici di contaminazione microbiologica negli ambienti di lavoro;
 Valutazione del microclima per la verifica del rispetto dei limiti;
 Progettazione e ristrutturazione di cicli tecnologici per adeguamento alle normative richieste dal igiene del lavoro;
Progettazione e gestione degli impianti di risanamento ambientale
 
METODI DI ANALISI E LABORATORIO
Campionamento:
Gas e vapori:
Campionamento attivo Campionamento passivo

L'aspirazione dell'aria si effettua con una pompa fisso o portatile con In un campionatore passivo il tubo esterno è costituito da una membrana
flussi che variano a seconda del parametro di analisi; punte sono di impermeabile di polietilene microporoso sinterizzato, mentre tubo interno è
dispositivi che assicurano un flusso costante durante tutte le fasi riempito di un materiale adsorbente.
della campionamento, compensando le perdite di carico che si Le molecole gassose attraversano la membrana porosa per diffusione, e dal
possono verificare in seguito al progressivo intasamento di filtri e setti gradiente di concentrazione. Una volta penetrati all'interno le molecole affine
porosi. al materiale del tubo interno vengono ad assorbite. I tubi interni sono costituiti
 Recipienti e volume fisso: contenitori in vetro o da una rete di acciaio contenente materiali assorbenti tipici delle fiale
polipropilene con rubinetti di entrata uscita e set di sopracitate. Una volta terminato il periodo di campionamento, il tubo interno
gomma perforabile; sacchetti materiale plastico viene recuperato è sottoposto estrazione con solvente, oppure inserito
impermeabili muniti di valvola effetti perforabile; i denti in direttamente in un deasorbitore termico collegato a un gascromatografo
acciaio inossidabile Rivestiti all'interno di polimero inerte
per analisi di sostanze organiche volatili; sistemi
gaschromatografiche ci di campionamento basati sulla
condensazione a bassa temperatura.
 Raccolta in assorbitore: Gorgogliatori: L'aria viene
aspirata in un gorgogliatore contenente una soluzione di
assorbimento e ho di reazione; in fiala adsorbente:
L'area della Spira temperatura ambiente raffreddata
attraverso una fiala contenente carbone attivo, graffiti
izzato, tenax, porapak, gel di silice, setacci molecolari e
così via
 
Particolato: Si raccoglie mediante una filtrazione su filtro di acetato o nitrato di cellulosa, PTFA, policarbonato oppure su fibre di vetro o di quarzo per il campionamento da fumi caldi
in uscita da un camino. La punta va protetta dalla condensa di acqua mediante un filtro in gel di silice collocato dopo il filtro. Le frazioni di particolato si compiono con sistemi a
cicloni o importatori per effettuare la separazione in base alle dimensioni delle particelle. Alla fine del campionamento i film una scatola di protezione in materiale plastico poi
possono essere diafanizzati per la conta di particelle di Amianto, mineralizzati per l'analisi dei metalli depositati, trattati con solventi appositi per l'analisi di composti organici oppure
sottoposte la ricerca di elementi radioattivi
 
Analisi degli inquinanti outdoor: La normativa comunitaria e quella Nazionale si articolano su due piani:
 La qualità dell'aria che fissa i limiti di accettabilità e requisiti di qualità per l'aria che viene respirata nelle città e sul territorio;
 Disciplina delle emissioni in atmosfera che è rivolta al controllo dell'inquinamento prodotto dalle aziende e fissa limiti ben precisi per la concentrazione di un numero
rilevante di parametri misurati all'uscita dei Camini.
Individuazione delle aree da monitorare: Va effettuata a seguito di una valutazione preventiva della qualità dell'aria sul territorio. Hai finito ute i punti di campionamento devono
essere situati sia in zona con i livelli più elevati di esposizione per la popolazione sia in zone con i livelli rappresentativi dell'esposizione della popolazione in generale evitando di
fare misurazioni microambienti molto ridotti. Attualmente è obbligatorio monitorare i livelli degli inquinanti in:
 Agglomerati urbani con più di 250000 abitanti;
 Zone in cui livello di inquinamento in compreso tra il valore limite la soglia di valutazione Superiore;
 Zone dove tali livelli superano il valore limite
Frequenza delle analisi e valori di soglia:Il monitoraggio dell'area volta individuare i casi nei quali alcuni inquinanti superano per un certo numero di ore consecutive di indicatori di
soglia. Vengono quindi fissati:
 Valore limite di soglia in base alle più moderne conoscenze in materia al fine di evitare, dire o ridurre gli effetti nocivi di un inquinante sulla salute umana e
sull'ambiente;
 Valore obiettivo cioè un limite da raggiungere nel più breve tempo possibile;
 Obiettivo lungo termine ovvero un livello da raggiungere nel lungo termine mediante misure Mirate alla assicurazione della salvaguardia della salute della Protezione
ambientale;
 Quello di attenzione ovvero una concentrazione limite di inquinante o di sopra della quale sussiste un rischio per la salute in caso di esposizione di breve durata;
 Livello di allarme ovvero una situazione di inquinamento atmosferico di breve durata suscettibile di determinare un rischio per la salute umana.
 
Analisi degli inquinanti indoor e igiene industriale: È necessario effettuare attività di campionamento interpretazione dei risultati per ottenere una buona indagine sull'inquinamento
indoor o per il controllo dell'igiene industriale. I sistemi di campionamento possono essere costituiti da:
 Campionatori passivi usati per la determinazione di inquinanti su tempi medio lunghi applicati per tempi brevi;
 Campionatori attivi vero pompe aspiranti leggere per dosare gli inquinanti assorbirli da un singolo esposto durante periodi di esposizione di punta o sull'arco di più ore;
 Campionatori ambientali a pompa aspirante dedicati al prelievo in ambiente;
 Canister cioè contenitori nei quali l'aria viene aspirata ho fatto finire liberamente poi era chiusa con un valvole di tenuta.
Le analisi degli inquinanti vengono effettuati in laboratorio utilizzando procedure ad hoc stabilite da norme di legge oppure da enti di normazione. Come nelle analisi Outdoor le
analisi dei metalli Vengono eseguite sulle polveri raccolte sui filtri ma anche analisi per attivazione neutronica direttamente sui filtri; sostanze organiche vengono raccolte su fiale
assorbenti o nei campionatori passivi e poi determinate con hplc o gascromatografia.
 
Determinazione toluene nell'aria con gascromatografia:
La gascromatografia è una tecnica di analisi che consente di separare, uno per uno, i diversi componenti di una miscela. Si può applicare sia a campioni di gas, sia a liquidi, sia a
solidi purché riconducibili allo stato di vapore entro certi intervalli di temperatura. Uno dei tipici campi di impiego della gascromatografia applicata alle Scienze della Terra consiste
nell’analisi di fasi gassose e liquide in aree vulcaniche attive, dove lo studio dei componenti volatili presenti nelle emissioni superficiali fornisce preziose informazioni sulle condizioni
fisico-chimiche e sulla dinamica dei fluidi magmatici profondi.

Il funzionamento di un gascromatografo si può semplificare nei seguenti passi. Il campione da analizzare viene sottoposto al flusso di un gas di trasporto o carrier (fase mobile),
solitamente consistente in un gas inerte come azoto, elio o argon, e avviato all’interno di una colonna cromatografica. Lungo la colonna, al cui interno si trovano sostanze (fase
stazionaria) in grado di separare le varie componenti della miscela gassosa, i vari costituenti del campione vengono rallentati in misura differente e quindi separati. All’uscita della
colonna, uno o più rivelatori segnalano l’arrivo dei diversi componenti a un sistema di elaborazione dei segnali. Il prodotto finale è un gascromatogramma in cui la miscela
analizzata è diagrammata secondo i vari componenti.

Determinazione del piombo e di altri metalli nell'aria tramite voltammetria di stripping:


Alcuni metalli formano amalgami con il materiale con cui é composto l’elettrodo di lavoro, mentre alcuni anioni formano sali insolubili con quest’ultimo. Su queste proprietà si basa la
voltammetria di ridissoluzione. La tecnica si sviluppa in due fasi successive: - la preconcentrazione dell’analita sull’elettrodo - la successiva ridissoluzione (stripping) della specie
accumulata sull’elettrodo. La ridissoluzione avviene mediante una scansione di potenziale durante la quale viene misurata la corrente, con le tecniche già viste (scansione lineare,
differenziale ad impulsi, in onda quadra). L’elettrodo più utilizzato é ovviamente quello di mercurio (a goccia o a film) e usualmente si applica nella prima fase un potenziale talmente
negativo da permettere la riduzione dei cationi presenti in soluzione ad atomi metallici che si scaricano nel mercurio formando un amalgama. Successivamente, i metalli amalgamati
nel mercurio vengono riossidati (e rimandati in soluzione) mediante una scansione anodica del potenziale. Man mano che si raggiunge il potenziale di scarica, si registra sul
voltammogramma un andamento della corrente a forma di picco. La posizione e l’altezza del picco sono correlati al tipo e alla concentrazione dell’analita. L’analisi degli anioni sul
mercurio avviene con un meccanismo inverso: dapprima il mercurio si ossida e forma il sale insolubile con l’anione, in seguito si applica una scansione catodica, il mercurio si
riduce e l’anione torna in soluzione.
La tecnica consente di aumentare notevolmente la sensibilità perché durante la fase di accumulo si concentrano nel piccolo volume dell’elettrodo una gran quantità di materiale,
consentendo di registrare correnti di ridissoluzione notevolmente più elevate delle correnti limite misurabili con le tecniche non accumulative. Si ottengono cosi’ limiti di rivelabilità
inferiori ai µg/l.
 
 
 

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