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Il matrimonio nel medioevo

Nel medioevo il ruolo centrale della famiglia per l’organizzazione politica fu contestato dal comune, perché
una società civile basata sulle alleanze matrimoniali era una cosa assurda e contrario ai principi
dell’organizzazione e comportamento politico sviluppatosi nelle città italiane.
Il matrimonio rimaneva comunque lo strumento fondamentale della politica dei comuni per rafforzare i
legami: per esempio, a Viterbo, i matrimoni servivano a garantire la pace nelle città, a Genova vi furono
tanti matrimoni segreti.
Le strategie di alleanza matrimoniale erano molto importanti, poiché servivano a portare la pace. Il
matrimonio divenne centrale nella cultura italiana, si cercava di creare una continuità tra le diverse culture.
Il matrimonio era dunque lo strumento attraverso cui le famiglie si rafforzavano favorendo lo stabilirsi di
alleanze salde. Un rito molto importante a tal proposito è quello della danza nuziale, che rappresenta lo
strumento attraverso il quale si costruiscono queste alleanze, ci si sente coinvolti anche se non ci si conosce
bene, è uno strumento in cui ci si conosce passo dopo passo, dove si devono seguire delle regole, dove ci
deve essere armonia fino a raggiungere un equilibrio sociale, che conduce alla pace sociale.
Si definisce quindi il matrimonio non come l’atto di prendere una moglie, ma come quello di creare una
madre e non come semplice “strumento” di accoppiamento. Alla base della famiglia ci sono la
comprensione reciproca e l’interazione culturale, che poi formano lo stato. La famiglia diventa il luogo
privilegiato di trasmissione dei comportamenti caratteristici di una determinata cultura.

Matrimonio e personalità giuridica


Vi è il matrimonio in manu in cui la patria potestà passava dal padre al marito della sposa. La sposa non
aveva una posizione giuridica distinta, tutto ciò che era suo ora appartiene al marito, la moglie passa sotto
la manus del marito e tutto ciò che lei ha appartiene di diritto al marito come dote;
Nel matrimonio sine manu invece non cambiava la personalità giuridica della sposa, lei restava sotto
l’autorità del padre, dal quale poteva cercare di ottenere l’emancipazione e alla sua morte poteva ottenere
una sorta di indipendenza. Giuridica, inclusi il diritto di proprietà e di divorzio. Le invasioni
germaniche reintrodussero in tante zone dell’Italia il matrimonio sine manu.

Il mundium
Era il diritto di esercitare la protezione sulla donna, toccava al padre, ma in sua assenza ad un parente
stretto. Il matrimonio non cambiava automaticamente le cose: finchè non veniva trasmesso al marito in
maniera formale, la donna restava sotto il controllo legale del padre.
Per una sposa longobarda il matrimonio sine manu era diverso da quello di una sposa romana, perché essa
non poteva ottenere l’emancipazione, veniva portata in casa del marito che pagava una somma di denaro
(la meta) in cambio del mundium della donna. Il giorno dopo, alla consumazione dell’unione, il marito
offriva pubblicamente alla moglie la morgengabe (un dono che rappresentava l’attestazione dei propri
diritti sessuali).

Riti nuziali
Il luogo è la casa della sposa davanti ad un notaio che attesta il consenso da parte di entrambi gli sposi,
oppure viene celebrato alle porte della chiesa in altre zone, di fronte al sacerdote.
Nel tardo medioevo la cerimonia veniva suggellata con l’anello, simbolo del matrimonio consensuale
introdotto dai normanni.

Il ruolo di madre
La sposa faceva parte di un preciso piano che coinvolgeva gli uomini (padri e fratelli) che la “davano” in
sposa al marito che la “prendeva”. Lei era esclusa da tutto e non aveva potere decisionale in merito.
La donna otteneva però il suo pieno riconoscimento. Lo stato concedeva loro il pieno riconoscimento come
madri, infatti, la donna come madre veniva onorata.
L’autorità della donna come madre aumentò quando i matrimoni servivano a produrre non solo dei figli ma
anche una materfamilias che rappresentava una figura molto importante per le alleanze sociali. Tutto
questo conferiva alla madre una dignità elevata, finalizzata non alla procreazione fine a se stessa, ma
rappresentava un’istituzione culturale. La madre era una donna che dopo aver allevato ed educato i figli,
era lei stessa che veniva protetta da loro stessi quando diventavano adulti.

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