Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY-NC Nel diritto romano… I Romani riconoscevano al matrimonio e ai suoi effetti grande importanza, rappresentando il fondamento della familia. Il matrimonium, dalla fondazione dell’Urbe, nel 753 a.C., alla fine dell’impero d’Occidente, ha subìto dei mutamenti che ne hanno in parte modificato l’originaria struttura - pur nel rispetto di taluni principî rimasti invariati nel corso dei secoli.
«Nuptiae sunt coniùnctio màris et féminæ et
consòrtium omnis vitæ, divìni et humàni iùris communicàtio» - Modestino (unione tra un uomo ed una donna che originava una comunione di tutta la vita, retta insieme da regole giuridiche e religiose)
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY-NC-ND “Ubi tu Gaius, ibi ego Gaia” «ovunque tu sarai, io sarò»
➢ In età arcaica il ius sacrum concepisce il matrimonio quale
unione di un uomo e una donna, contratta allo scopo di procreare figli legittimi; ➢ in età classica le justae nuptiae prescindono da solennità iniziali, poiché esse si perfezionano e perdurano in quanto di fatto sussistano due fondamentali elementi: o la coabitazione (elemento oggettivo); o il maritalis affectio (elemento soggettivo), definibile come il «concorso della volontà dei coniugi» nel dar luogo ad una consuetudine di vita insieme (consortium omnis vitae), deducibile a sua volta dall’honor matrimonii, cioè dal complesso dei reciproci riguardi tra i coniugi. L’affectio è elemento essenziale, tanto che in presenza di una consuetudine di vita tra due persone di sesso opposto, l’affectio maritalis e, quindi, l’esistenza del matrimonium, si presumono fino a prova contraria (Modestino).
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY-NC-ND “Ubi tu Gaius, ibi ego Gaia” «ovunque tu sarai, io sarò» ➢ In età postclassica il matrimonio inizia a configurarsi come negozio giuridico; ➢ l’affectio maritalis cede il posto al consenso iniziale dei nubendi e si impone gradualmente – con l’affermarsi del Cristianesimo - la concezione sacramentale del vincolo, da considerarsi indissolubile; ➢ trova spazio un istituto di origine orientale, la arrha sponsalìcia, consistente in una sorta di caparra che la futura sposa versava al futuro sposo per garantire l’impegno assunto a seguito della promessa di matrimonio. La parte inadempiente avrebbe perduto l’arrha prestata e restituito il quadruplo di quella ricevuta; ➢ in epoca Giustinianea, la benedizione sacerdotale impartita ai nubendi diviene criterio per poter desumere la sussistenza dell’affectio nella coppia; ➢ in età tardo-postclassica la benedizione religiosa si impone come l’unica forma legale di matrimonio, laddove in precedenza non era richiesta alcuna forma solenne. a cura della dott.ssa Ida Virtuoso Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY-NC-ND “La chiave di volta dell’edificio sociale” Duby, 1981, p. 23 In età medievale, l’istituto matrimoniale è foriero di tensioni e conflitti tra la Chiesa e l’aristocrazia. ➢ Tra il IV ed il XIII sec. la Chiesa si adopera nel controllarne le regole, imponendo un modello inedito di matrimonio strettamente monogamo, indissolubile e fortemente esogamo; ➢ alla fine del sec. XII, il matrimonio è incluso nel settenario dei sacramenti; ➢ gradualmente, la Chiesa tenta di rafforzare il proprio controllo sul rituale matrimoniale, senza tuttavia giungervi pienamente, soprattutto nell’ Italia centrale, dove il matrimonio resta un rituale privato e laico; ➢ a partire dall’XI sec. si sviluppa una liturgia delle benedizioni nunziali, senza diventare imperativa; ➢ la presenza di un sacerdote, cosí come la celebrazione del matrimonio ante faciem ecclesiae è incoraggiata, anche se essa divenne condizione obbligatoria di validità solo con il Concilio di Trento (1545-1563). a cura della dott.ssa Ida Virtuoso Il decreto “Tametsi” ➢ Prima del Concilio di Trento, erano considerati validi per la Chiesa anche i matrimoni di coloro che si erano scambiati il consenso privatamente senza pubblicità o modalità di celebrazione, tant’è che assunse una non trascurabile diffusione il fenomeno dei matrimoni clandestini; ➢ con il decreto Tametsi, emanato dal Concilio di Trento l’11 novembre 1563, si stabilisce, per la prima volta, un requisito di forma senza il quale il matrimonio non è da considerarsi solo illecito, ma anche invalido (ad liceitatem et ad validitatem): o fa il suo ingresso l'istituto delle pubblicazioni e si prescrive che queste devono precedere il matrimonio; o il matrimonio deve essere celebrato dinnanzi al parroco o al vescovo (o ad altro sacerdote delegato), alla presenza di almeno due testimoni; o sono istituiti i registri parrocchiali, dove il matrimonio deve essere trascritto. a cura della dott.ssa Ida Virtuoso Il decreto “Tametsi” ➢ Tuttavia, il decreto Tametsi non entrò in vigore contemporaneamente in tutti i territori, poiché accompagnato dalla clausola che la sua efficacia sarebbe iniziata 30 giorni dopo la pubblicazione in ciascuna parrocchia; ➢ siffatto stato di incertezza diede luogo ad una dicotomia tra «luoghi tridentini» e «luoghi non tridentini», che perdurò fino al 1907, anno di emanazione del decreto Ne Temere, efficace per tutta la Chiesa; ➢ questa circostanza è rintracciabile nell’Opera di Alessandro Manzoni, che la fa assurgere a uno dei punti centrali de «I Promessi sposi» (cap. VII): nel ducato di Milano il decreto Tametsi non era stato pubblicato. o Il personaggio di Agnese riporta – secondo l’interpretazione invalsa nel Seicento – che sono valide le nozze celebrate dalla volontà dei nubendi alla presenza del parroco anche senza la sua volontà (cd. matrimonio a sorpresa): «Bisogna aver due testimoni ben lesti e ben d'accordo. Si va dal curato: il punto sta di chiapparlo all'improvviso, che non abbia tempo di scappare. L'uomo dice: signor curato, questa è mia moglie; la donna dice: signor curato, questo è mio marito. Bisogna che il curato senta, che i testimoni sentano; e il matrimonio è bell'e fatto, sacrosanto come se l'avesse fatto il papa. Quando le parole son dette, il curato può strillare, strepitare, fare il diavolo; è inutile; siete marito e moglie»
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
L ’epoca rivoluzionaria ➢ Gli ideali illuministici che hanno informato la Rivoluzione Francese del 1789 influiscono sulla nozione e sulla disciplina dell’istituto matrimoniale: l’individuo non è più suddito (subjectus) ma cittadino (cives) eguale, titolare di diritti civili; ➢ lo Stato si riappropria della funzione di Corpus non più Christi ma Reipublicae (Stow, 2006, p. 52), attraverso la graduale secolarizzazione di strutture giuridico- sociali fino a quel momento delegate al potere ecclesiastico: la famiglia, il matrimonio, il divorzio; ➢ per la Costituzione francese del 1791, titolo II, art. 7, il matrimonio è soltanto un contratto, è indipendente dalle convinzioni religiose dei nubendi e ha fine con il divorzio; ➢ il matrimonio, secondo l’ottica rivoluzionaria, è un microcosmo del contratto sociale, destinato a conferire (in quanto da esso scaturente) la nazionalità, derivandone la regolamentazione della filiazione legittima o naturale, il conseguente diritto di essere – o meno – considerato erede, il controllo sulla proprietà: non si tratta più in un giuramento di fedeltà e sottomissione, ma di due liberi individui, parimenti dotati di diritti; ➢ quantomeno nella fase rivoluzionaria iniziale, la donna rileva quale come soggetto paritetico, di eguali diritti, elemento cardine nella coppia, in quanto radicato nel diritto naturale, del matrimonio, come base della nuova società civile, fondata su un’unione elettiva ed affettiva (Baczko, 2009, 44-51); ➢ ad un funzionario municipale fu affidato non solo il registro dello stato civile, ma l’autorità di dichiarare la coppia unita agli occhi della legge: nasce il matrimonio civile. a cura della dott.ssa Ida Virtuoso Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY L ’impero napoleonico ➢ I princìpi del 1791 informano – in parte – il Code civil napoleonico del 1804: «la loi ne considère pas le mariage que comme un contrat civil»; ➢ salvaguardare il principio di laicità dello Stato; ➢ il diritto di famiglia è posto sistematicamente nel primo libro, «Des personnes» (artt. 7-515 c.c.), i cui undici titoli disciplinano lo stato civile, il matrimonio, il divorzio, la paternità, la filiazione, l’ adozione, la patria potestà (fortemente affievolita in epoca rivoluzionaria) e la tutela. ➢ la predetta collocazione non è una scelta causale: la disciplina napoleonica è tesa alla creazione di basi normative atte a diffondere l’idea di una famiglia “forte”, fondata su un solido principio di autorità di matrice patriarcale; ➢ il codice fa salvo il divorzio ma lo circonda di parecchie limitazioni. Le sette cause statuite dalla legislazione rivoluzionaria sono ridotte a tre (adulterio, condanna a pena infamante, eccessi, sevizie ed ingiuria grave). È disciplinato anche il divorzio per mutuo consenso, ma si tratta di una via particolarmente ardua da percorrere, dati i gravosi adempimenti ad esso correlati; ➢ l’ art. 213 pone la donna sotto la tutela giuridica del marito, al quale deve obbedienza. La tutela maritale si esplica attraverso una serie di specifici istituti, tra i quali l’autorizzazione del marito necessaria alla moglie per stare in giudizio, vendere beni e accendere ipoteche. Inoltre, solo il marito può amministrare i beni dotali e comuni.
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY-SA Il matrimonio nell’ordinamento italiano Art. 29 Cost.:
«La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale
fondata sul matrimonio. matrimonium in fieri
Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei
coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.» matrimonium in facto ➢ Il matrimonio comporta, quale effetto automatico, indisponibile ed indefettibile, l’acquisizione dello «status coniugale». ➢ Molteplici sono le manifestazioni dello status coniugale, il quale si riflette anche sui rapporti patrimoniali facenti capo ai consorti, determinando una specializzazione della relativa disciplina. La condizione del soggetto coniugato rileva, altresì, in àmbito processuale, sia pur con modalità differenti, a seconda che trattasi di procedimento civile o penale. Con riferimento a precipue fattispecie delittuose, lo stato di coniuge costituisce, rispettivamente, causa di non punibilità, presupposto del reato o circostanza aggravante. a cura della dott.ssa Ida Virtuoso Il matrimonio come atto e come rapporto ➢ Lo studio del matrimonio come atto consente di affrontare le seguenti questioni: o definizione; o natura giuridica e caratteristiche; o requisiti necessari; o procedimento di formazione; o cause di invalidità.
➢ Lo studio del matrimonio come rapporto si focalizza sugli effetti che
scaturiscono dall’atto, quali quelli indicati dagli artt. 143, 144, 147. A tal riguardo, assumono rilevanza tutte le situazioni giuridiche esistenziali e patrimoniali che discendono dall’atto.
➢ NON si tratta di una distinzione meramente descrittiva: essa rileva nella
fase costitutiva del vincolo, ai fini della distinzione tra matrimonio civile e matrimonio concordatario e nella fase patologica, per differenziare la separazione personale dei coniugi, il divorzio e l’invalidità matrimoniale. a cura della dott.ssa Ida Virtuoso Il matrimonio come atto ➢ Sotto il profilo costitutivo dell’atto, nell’ordinamento italiano convivono due forme matrimoniali: o matrimonio civile → la disciplina dell’atto e del rapporto sono regolate dalla legge italiana; o matrimonio concordatario → sottoposto alle regole proprie del diritto canonico, i cui effetti civili conseguono all’adempimento – a specifiche condizioni – dell’onere della trascrizione negli atti dello stato civile italiano.
➢ NON rappresenta una terza forma matrimoniale, bensì una variante di
matrimonio civile, quello celebrato dal ministro del culto acattolico ammesso nello Stato la disciplina dell’atto e del rapporto è quella del matrimonio civile (cfr. art. 83 c.c.), salvo quanto stabilito nella legge speciale di approvazione della singola intesa stipulata con una determinata Confessione religiosa (cfr. art. 8 Cost.) gli effetti del matrimonio acattolico si producono dal momento della trascrizione.
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
Il matrimonio civile ➢ Questione della qualificazione giuridica del matrimonio civile:
o il matrimonio civile come atto di autonomia privata (molto
contestato in dottrina) → alla sua formazione partecipano tre soggetti, i nubendi (la cui volontà è suprema) e l’ufficiale dello stato civile, che li unisce in matrimonio. La partecipazione dell’ufficiale dello stato civile rileva come accertamento pubblico della volontà di sposarsi → funzione di controllo latu sensu dell’interesse delle parti;
o il matrimonio civile come atto pubblico/provvedimento
amministrativo (parimenti da escludersi) → la partecipazione dell’ufficiale dello stato civile non è costitutiva dell’atto e la volontà dei nubendi non può considerarsi mero presupposto → partecipazione dell’ufficiale di stato civile quale condicio iuris sospensiva o quale coelemento perfezionativo di una fattispecie complessa;
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY Il matrimonio civile ➢ Questione della qualificazione giuridica del matrimonio civile:
o il matrimonio civile non è un negozio giuridico bilaterale;
o non è un contratto, poiché non ha esclusivo contenuto patrimoniale (art. 1321 c.c.); ➢ è incompatibile con la nozione di negozio giuridico per peculiari caratteristiche sue proprie. In particolare, è un atto ❖ personalissimo; ❖ tipico, nel procedimento di formazione e negli effetti; ❖ puro; ❖ incoercibile. ➢ A fronte di quanto finora esposto, parte della dottrina considera il matrimonio civile come un mero accordo o come un «accordo volto a costituire la famiglia». ➢ Altra dottrina, invece, non mette in discussione la natura negoziale del matrimonio, fondandola sulla volontà dei nubendi, ritenuta indispensabile al perfezionamento della fattispecie: l’autonomia si esaurirebbe, però, nella sola scelta dell’atto, i cui effetti sarebbero tipici. a cura della dott.ssa Ida Virtuoso Il matrimonio civile ➢ Contenuto del matrimonio (dibattito puramente descrittivo): o «contenuto essenziale minimo» (rapporto personale e patrimoniale tra i coniugi) → affectio coniugalis ; communio omnis vitae ; l’obbligo di fedeltà o «contenuto eventuale» (rapporti con i figli, i parenti e gli affini) → la filiazione o l’honor matrimonii.
➢ In realtà, quoad legem, ciò che rileva non è l’aspetto interno
connesso all’affetto e all’amore coniugali, quanto quello esterno della forma dell’atto, del suo procedimento di formazione e dei suoi effetti.
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY La promessa di matrimonio ➢ Artt. 79, 80 e 81 c.c.: precipitati applicativi del principio di libertà matrimoniale. Dal combinato disposto dei predetti articoli è possibile distinguere tra promessa di matrimonio «semplice» (o «informale») e «solenne». ➢ La natura giuridica dell’istituto è dibattuta: atto in senso stretto o mero fatto sociale. ➢ L’art. 79 c.c. contempla la promessa di matrimonio «semplice»: essa non obbliga a contrarre matrimonio né ad eseguire quanto convenuto in caso di inadempimento; ➢ L’art. 80 stabilisce che il promittente può domandare la restituzione dei doni fatti a causa di qualsivoglia promessa (semplice, unilaterale, solenne), qualora il matrimonio non sia stato contratto. La domanda non è proponibile trascorso un anno dal giorno in cui il promittente abbia rifiutato di celebrare il matrimonio o dalla morte di uno dei promittenti. o Secondo la Giurisprudenza, il pagamento di una somma di danaro a seguito della promessa, a titolo di caparra o penale, non costituisce obbligazione naturale (art. 2034 c.c) ed è pertanto suscettibile di azione personale di ripetizione. o nozione di «doni»: donazioni di modico valore, manuali e non remuneratorie. L’individuazione in concreto è funzionale per distinguere questi doni dalle «donazioni obnuziali» (art. 785 c.c.), nonché da quelle effettuate per affetto ed amicizia (non restituibili). a cura della dott.ssa Ida Virtuoso La promessa di matrimonio ➢ La promessa di matrimonio «solenne» (art. 81 c.c.) è quella fatta vicendevolmente dai nubendi per atto pubblico (anche se redatto per altri scopi, es. convenzioni matrimoniali, purché contenga chiaramente la promessa) o per scrittura privata da una persona maggiore di età o da un minore autorizzato a contrarre matrimonio, oppure risulta implicitamente dalle avvenute pubblicazioni matrimoniali (anche solo canoniche). L’elencazione effettuata dall’art. 81 c.c. non ha carattere tassativo. ➢ Oltre alla restituzione dei doni (art. 80, co. 1, c.c.), la promessa solenne obbliga il promittente che senza giusto motivo ricusi di eseguirla, di risarcire il danno cagionato all’altra parte per le spese fatte e le obbligazioni contratte a causa di essa. Il danno è risarcibile entro il limite in cui le spese e le obbligazioni corrispondano alla condizione delle parti (art. 81, co. 1, c.c.). Il risarcimento è dovuto anche dal promittente che con colpa ha dato giusto motivo al rifiuto dell’altro (art. 81, co. 2, c.c.). L’azione si prescrive dopo un anno dal giorno del rifiuto di celebrare il matrimonio (art. 81, co.3, c.c.). a cura della dott.ssa Ida Virtuoso La promessa di matrimonio ➢ Sulla natura della responsabilità risarcitoria ex art. 81 c.c. → contrattuale (art. 1223 c.c.) o extracontrattuale (art. 2043 c.c.)? o obbligo risarcitorio ex lege fondato su ragioni di equità e tutela dell’affidamento incolpevole; o risarcimento da atto lecito dannoso; o risarcimento da atto illecito a causa dell’abuso del diritto; o responsabilità precontrattuale (art. 1337 c.c.). ➢ è generalmente esclusa la risarcibilità del danno non patrimoniale (art. 2059 c.c.) ➢ dalla lettera della norma si desume la non risarcibilità del cd. interesse negativo (= spese a vuoto sostenute per una trattativa non andata a buon fine e le occasioni perdute), si esclude altresì il lucro cessante (= il guadagno che viene meno al creditore a seguito dell'inadempimento o che la vittima perde a causa dell'illecito) ➢ è ammessa la compensatio lucri cum damno.
➢ il «giusto motivo di rifiuto» di cui fa menzione l’art. 81, co. 2, c.c. va
individuato caso per caso, in base alle peculiarità della fattispecie concreta. a cura della dott.ssa Ida Virtuoso La seduzione con promessa di matrimonio ➢ Si configura quando la promessa, lecita e vincolante, è utilizzata per attentare alla libertà sessuale del soggetto, il cui processo psicologico verrebbe così alterato, con o senza il dolo di chi agisce. ➢ In passato, veniva sanzionata con il risarcimento del danno ex art. 2043: o Parte della dottrina esclude la configurabilità di tale figura di responsabilità, bilanciando le esigenze di tutela della libertà della vittima con il principio di autodeterminazione che impone scelte responsabili, nonché sottolineando la difficoltà di provare il danno patrimoniale, sia pure indiretto, quale conseguenza immediata della seduzione. ➢ Risarcimento del danno in caso di seduzione alla quale segue la gravidanza: parte della dottrina richiama l’art. 2050 c.c., qualificando l’attività sessuale come «prestazione pericolosa».
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY-NC-ND Condizioni necessarie per contrarre matrimonio artt. 84-92 c.c.
condizioni necessarie per impedimenti cd. impedienti e
contrarre matrimonio dirimenti
L’eterosessualità si desume quale requisito necessario in base al
combinato disposto degli artt. 29-31 Cost., 107 e 156bis c.c. e dall’emanazione della legge sulle unioni civili e sulle convivenze more uxorio (L. n. 76/2016, cd. Legge Cirinnà).
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
Condizioni necessarie per contrarre matrimonio ➢ Condizioni: o età (art. 84 c.c.) → i minori di età non possono contrarre matrimonio. Il giudice con decreto emesso in camera di consiglio (da comunicare al Pubblico Ministero, ai nubendi, ai genitori o al tutore) può ammettere per gravi motivi al matrimonio chi abbia compiuto sedici anni. Nell’autorizzare o meno il minore, il Tribunale dovrà accertare la sua maturità psico-fisica e la fondatezza delle ragioni addotte. Il decreto acquista efficacia decorso il termine perentorio di dieci giorni senza che sia stato proposto reclamo dinanzi alla Corte d’Appello. Nel decreto, l’Autorità giudiziaria, se le circostanze lo esigono, può nominare un curatore speciale che assista il minore alla stipulazione delle convenzioni matrimoniali (cfr. art. 90 c.c.); o interdizione per infermità di mente (art. 85 c.c) → bilanciamento tra manifestazione piena del consenso e tutela piena della persona. Per parte della dottrina, la capacità matrimoniale dell’interdetto è ammissibile qualora questi sia in grado – con valutazione da effettuarsi in concreto – di vivere la relazione affettiva, con eventuale applicabilità dell’istituto dell’amministrazione di sostegno (L. n. 6/2004). o libertà di stato (art. 86 c.c.) → esplicazione del valore della monogamia. La disposizione va letta in combinato disposto con l’art. 556 c.p. che incrimina la bigamia. a cura della dott.ssa Ida Virtuoso Condizioni necessarie per contrarre matrimonio ➢ Impedimenti dirimenti → identificano situazioni di fatto che, se non osservate, determinano la nullità del matrimonio: o esistenza di un rapporto di parentela, affinità e adozione (art. 87 c.c.) non dispensabile dal Tribunale. La ratio sottesa della norma è individuabile nell’interesse pubblico al rispetto della morale familiare; o omicidio tentato o consumato di un nubendo nei confronti del coniuge dell’altro (art. 88 c.c.). La disposizione presuppone una sentenza di condanna passata in giudicato, per alcuni emessa anteriormente alla celebrazione e per altri anche successivamente, purché il reato sia ad essa precedente. L’impedimento sussiste anche in caso di amnistia, indulto, grazia e prescrizione della pena. L’omicidio, secondo l’orientamento più accreditato, deve essere doloso → la ratio dell’istituto è da rintracciare nella realizzazione della pace sociale e dell’ordine pubblico.
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
Condizioni necessarie per contrarre matrimonio ➢ Impedimenti impedienti → identificano situazioni di fatto che, se non osservate, determinano l’irregolarità del matrimonio: o lutto vedovile (art. 89 c.c.) → la ratio dell’istituto si rintraccia nell’esigenza di garantire la certezza nei rapporti parentali (impedire la confusione del parto propter turbationem sanguinis), secondo altri si tratta di un’esigenza etica di rispetto del lutto; o omissione di pubblicazione.
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
Procedimento di formazione dell’atto ➢ Perfezionamento in 3 fasi: o formalità preliminari (artt. 93-99) → «pubblicazione»; o opposizioni (artt. 102-104 c.c.); o celebrazione (artt. 106-113 c.c.). ➢ Prova della celebrazione del matrimonio è l’atto di celebrazione estratto dai registri dello stato civile (art. 130, co. 1, c.c.) → l’atto di celebrazione è elemento costitutivo dello status coniugalis. ➢ Il cd. possesso di stato (attestato da nomen, tractatus e fama), pur se allegato da entrambi i coniugi, non dispensa gli stessi dal presentare l’atto di celebrazione. Esso non rappresenta prova della celebrazione del matrimonio ma una condizione che, unitamente ai requisiti sopraindicati, ammette i coniugi alla prova, in mancanza dell’atto (cfr. art. 130, co. 2 e 131 c.c.).
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
Il matrimonio concordatario ➢ Prima della firma dei Patti Lateranensi del 1929 vigeva il principio cd. separatista: ciascun ordinamento disciplinava il proprio tipo matrimoniale; ➢ L’art. 34 del Concordato consente di riconoscere effetti civili all’atto matrimoniale che si è perfezionato secondo le regole del diritto canonico (cd. matrimonio concordatario); ➢ Ad oggi, la materia è regolata dall’art. 8 dell’Accordo di modifica del Concordato, dall’art. 4 del Protocollo addizionale (reso esecutivo, insieme all’Accordo, con la l. n. 121/1985) e dalle norme del Concordato che restano in vita in quanto compatibili.
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY-SA Il matrimonio concordatario ➢ Contenuto e procedimento di formazione: o il matrimonio canonico → fase più importante del procedimento di formazione del matrimonio concordatario; o la volontà dei nubendi è sovrana → la partecipazione del celebrante non incide sul piano perfezionativo della fattispecie ma è «mera testimonianza». ➢ Formalità da adempiere perché il matrimonio concordatario produca effetti civili: 1. pubblicazioni matrimoniali nella casa comunale ed in chiesa → l’ufficiale rilascia un certificato che nihil obstat alla celebrazione del matrimonio valido agli effetti civili. Tale certificato obbliga, dopo la celebrazione, l’ufficiale stesso alla trascrizione (se l’atto è regolare); 2. celebrazione del matrimonio secondo il rito canonico e lettura, da parte del celebrante, degli artt. 143, 144 e 147 c.c. 3. redazione, in doppio originale, per mano del celebrante, dell’atto di matrimonio, nel quale si potranno indicare anche le determinazioni degli sposi in merito alla scelta regime patrimoniale; 4. entro cinque giorni della celebrazione, il parroco richiede – per iscritto – all’ufficiale di stato civile la trascrizione dell’atto nei relativi registri (= atto dovuto); 5. trascrizione dell’atto entro le ventiquattr’ore successive (cd. trascrizione tempestiva). ➢ La trascrizione è elemento costitutivo della fattispecie. a cura della dott.ssa Ida Virtuoso Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY-SA Il matrimonio concordatario ➢ Gli impedimenti alla trascrizione (art. 8, co. 2 e 3 dell’Accordo, art. 4 del Protocollo e art. 12 del Concordato). La Santa Sede prende atto che la trascrizione non può avere luogo: o quando gli sposi non rispondono ai requisiti della legge civile circa l’età richiesta per la celebrazione; o Quando sussiste fra gli sposi un impedimento che la legge civile considera inderogabile, ossia (art. 4 Protocollo): ❖ l’essere uno dei contraenti interdetto per infermità di mente; ❖ sussistenza tra gli sposi di altro matrimonio valido agli effetti civili ❖ gli impedimenti derivanti da delitto o da affinità in linea retta. ➢ La trascrizione può essere impugnata. ➢ Si distingue tra impedimenti assoluti e relativi.
a cura della dott.ssa Ida Virtuoso
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La nuova famiglia italiana - Guida pratica per il diritto a portata di tutti: Dalle modalità di risoluzione dei conflitti alle Unioni civili fino ai Reati contro la Famiglia.