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1 Postulati
1.1 Equazioni di Maxwell
∂ B(P, t)
• ∇ × E(P, t) = −
∂t
∂ D(P, t)
• ∇ × H(P, t) = + J(P, t)
∂t
1.2 Carica
La carica elettrica presente nello spazio è descritta da una funzione nita, detta densità di carica per unità
di volume: ρ(P, t) [C/m3 ]
R
Carica in un certo volume V in un certo istante t: Q(t) = ρ(P, t) dV
V
∂ρ(P, t)
∇ · J(P, t) = −
∂t
R d
R R d
R d
⇒ ∇ · J(P, t) dV = − ρ(P, t) dV ⇒ J(P, t) · n̂ dS = − ρ(P, t) dV ⇒ I(t) = − Q(t)
V dt V S dt V dt
Forza esercitata da un campo elettromagnetico sulla densità di carica ρ(P, t) che si muove con velocità u(P, t).
Potenza ceduta dal campo elettrico alle correnti (se positiva) o dalle correnti al campo (se negativa):
dL(t)
R
PL (t) = = J(P, t) · E(P, t) dV
dt V
Correnti di Conduzione (Jc ): dovute al moto di cariche nel mezzo materiale, sono legate alle caratteristiche
del mezzo stesso.
Correnti Impresse (Ji ):
• non dipendono dalle cariche esistenti nel mezzo materiale, ma sono generate da forze esterne di altra
natura (sono dunque un termine noto);
• erogano la potenza necessaria a mantenere il campo, nonostante esso ceda a sua volta potenza alle
cariche che si muovono nel mezzo materiale;
• sono nulle per istanti di tempo minori di un certo istante t0 , con |t0 | nito (sistema causale).
3 2. Teoria elettromagnetica vettoriale
Si suppone che il generico elemento innitesimo di volume dV sia da intendersi grande rispetto agli atomi o
alle molecole, ma comunque piccolo rispetto al volume V complessivo. In questo modo le caratteristiche della
materia potranno essere descritte da funzioni continue e derivabili.
• B = B (E, H, P, t)
• Jc = Jc (E, H, P, t)
• Mezzo stazionario o tempo invariante: D, B, Jc non dipendono dall'istante considerato come origine
dell'asse dei tempi.
Altrimenti si parla di mezzo non stazionario o tempo variante.
• Mezzo dispersivo: D, B, Jc in un punto P ed un istante t non dipendono solo da E e H nello stesso
P e nello stesso t, ma anche dai valori dei campi in altri punti (dispersione spaziale) e/o altri istanti
(dispersione temporale).
Altrimenti si parla di mezzo non dispersivo.
• Mezzo lineare: D, B, Jc in un certo punto P ed un certo istante t dipendono solo da E e H in quel
punto ed in quell'istante, ma non dalle loro potenze.
Altrimenti si parla di mezzo non lineare.
• Mezzo isotropo: D, B, Jc in un certo punto P ed un certo istante t non dipendono dalla direzione in
cui sono applicati i vettori E e H in quel punto ed in quell'istante.
Altrimenti si parla di mezzo anisotropo.
Mezzo lineare, stazionario, non dispersivo, isotropo. In questo caso valgono le:
1 0 0
ε = ε I; µ = µ I; σ = σ I con I = 0 1 0
0 0 1
n.b. Per i mezzi di interesse, ε e µ avranno sempre valore positivo. σ sarà positiva o nulla in un mezzo
passivo (nulla in caso di mezzo senza perdite), negativa nei mezzi attivi.
Nel caso in cui il mezzo sia il vuoto si ha:
1
• ε = ε0 = 10−9 F/m
36π
• µ = µ0 = 4π 10−7 H/m
• σ=0
• D(P, t) = µ0 µr (P ) H(P, t)
4 Altre equazioni
4.1 Equazioni della divergenza
∂E ∂E
∂ρ ∂
• ∇ · (∇ × H) = 0 = ∇ · ε + ∇ · Jc = ∇ · ε ∇ · (ε E) − ρ
− =
∂t ∂t ∂t ∂t
⇒ ∇ · (ε E) − ρ = 0 ⇒ ∇ · (ε(P ) E(P, t)) = ρ(P, t)
∂H
∂
• ∇ · (∇ × E) = 0 = ∇ · −µ ∇ · (µ H) ⇒ ∇ · (µ(P ) H(P, t)) = 0
=−
∂t ∂t
Si considera il usso attraverso una supercie aperta S delle grandezze caratteristiche delle equazioni di
Maxwell:
R R ∂ B(P, t)
• ∇ × E(P, t) · n̂ dS = − · n̂ dS
S S ∂t
∂ D(P, t)
R R R
• ∇ × H(P, t) · n̂ dS = · n̂ dS + J(P, t) · n̂ dS
S S ∂t S
5 Teorema di Poynting
Fornisce un bilancio di potenze in una regione V dello spazio.
∂E ∂H
E · (∇ × H) − H · (∇ × E) = ε E · + Ji · E + σ E · E + µ H ·
∂t ∂t
Al primo membro si ha: E · (∇ × H) − H · (∇ × E) = −∇ · (E × H)
∂E ∂H 1 ∂(ε E · E + µ H · H)
Al secondo membro: ε E · + µH · =
∂t ∂t 2 ∂t
∂ 1 1
Riordinando: −Ji · E = ε E · E + µ H · H + σ E · E + ∇ · (E × H)
∂t 2 2
2. Teoria elettromagnetica vettoriale 6
Integrando in un volume V :
R ∂
R
1 1
R R
− Ji · E dV = ε E · E + µ H · H dV + σ E · E dV + (E × H) · n̂ dS
V ∂t V 2 2 V S
La potenza erogata dalle correnti impresse, rappresentata dal termine a sinistra del segno di uguaglianza, si
distribuisce in vari termini che tengono conto di diversi eetti:
• Il primo termine è una variazione nell'unità di tempo di una quantità U (t), che è dunque un'energia.
Rappresenta l'energia, sia elettrica che magnetica, immagazzinata in un certo istante nel volume V. Se
il mezzo è passivo deve essere U (t) > 0 ⇒ ε > 0, µ > 0.
• Il secondo termine è la potenza istantanea ceduta alle cariche libere che si trovano nel volume V, e
quindi dissipata sotto forma di calore (eetto Joule). Se il mezzo è passivo tale termine deve essere
positivo e dunque deve essere σ > 0.
• Il terzo termine descrive il usso del vettore di Poynting (P = E × H) attraverso la supercie che
racchiude il volume. Tale usso rappresenta la potenza che esce dal volume. Se tale usso è negativo
signica che il volume non contiene tutte le sorgenti esistenti.
6 Teorema di Unicità
La soluzione delle equazioni di Maxwell in un mezzo con conducibilità σ non ovunque nulla è unica se sono
note:
• le condizioni al contorno, cioè il valore, in ogni istante di tempo, della componente tangente del
campo elettrico Et (PS , t) = n̂ × E(PS , t) × n̂ o del campo magnetico Ht (PS , t) = n̂ × H(PS , t) × n̂ su
tutti i punti PS della supercie S che racchiude il volume V.
• le condizioni iniziali, cioè i valori E(P, t0 ) e H(P, t0 ) in ogni punto P del volume V all'istante iniziale t0 .
Dim. Supponiamo per assurdo che le correnti impresse Ji diano origine a due campi (E1 , H1 ) e (E2 , H2 ),
diversi tra loro ed esistenti all'interno dello stesso volume V. Data la linearità delle equazioni di
Maxwell, il campo dierenza (e, h) = (E1 , H1 ) − (E2 , H2 ) soddisfa anch'esso le equazioni. Le correnti
impresse che generano tale campo sono tuttavia nulle. Inoltre, visto che le due soluzioni ipotizzate
soddisfano alle stesse condizioni al contorno e iniziali, le componenti tangenti del campo (e, h) sono
nulle sulla supercie S e tale campo è nullo nell'istante t0 .
Il teorema di Poynting relativo al campo (e, h) si scrive quindi:
∂
R
1 1
R
0= ε e · e + µ h · h dV + σ e · e dV
∂t V 2 2 V
Poiché vale σ > 0 l'ultimo termine può essere solo positivo o al massimo nullo. Quindi il primo
termine deve essere negativo o al massimo nullo. Perché sia negativo i termini dentro l'integrale
dovrebbero entrambi diminuire sempre più (essendo ε > 0 e µ > 0), cosa che non può accadere.
Dunque può essere solo e = h = 0, cioè le due soluzioni inizialmente ipotizzate come diverse sono in
realtà uguali tra loro.