Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
capitolo II
fatti corrono il pericolo di dipendere dalle esigenze del merca- ca scientifìca e, qualche volta, anche di quella artistica. D'altra
to, dell'industria culturale, dello spettacolo, dai finanziamenti parte, molto spesso, senza flnanziamenti, sponsorizazioni e in-
dello Stato e delle aziende private. Si tratta di condizionamen- centivi economici, la ricerca non può neppure avere luogo. Co-
ti più nascosti e più sottili di un tempo, ma che molte volte in-
diiuano e determinano gli ambiti e gli svolgimenti della ricer- ge del mercato? La questione è tuttora aperta.
L'intervento Nel dibattito intervenne direttamente il segretario del PCI, Palmiro Togliatti, soste-
diTogliatri e la nendo che fra politica e cultura esistevano legami strettissimi e che era perciò impossi-
risposta di Vitrorini
bile negare ai politici il diritto di intervenire nelle questioni culturali; che nelle posizio-
ni concrete assunte dalla rivista erano individuabili nsbagli fondamentali di indirizzo ideo-
logico" (cfr. S12 on line). Da parte sua, Vittorini rivendicò la superiorità della cultura sul-
la politica: mentre la prima awebbe a che fare con la storia, lo spazio della seconda sa-
rebbe quello, più ristretto e limitato, della cronaca; la cultura produrrebbe cambiamen-
ti qualitativi, la politica mutamenti solo quantitativi. Per Vittorini era dunque sbagliato
chiedere la subordinazione degli intellettuali alle esigenze politiche e pretendere dagli
scrittori di os1161a." il piffero per la rivoluzione" (cfr. 52, p. 38).
Le conseguenze Come si vede, Togliatti mirava
del contrasto fia a ridurre all'obbedienza e alla di-
Togliatti e Vittorini
sciplina politica gli intellettuali,
mentre Vittorini ricadeva nel-
l'esaltazione tradizionale della su-
periorità della cultura su ogni al-
tra attivilà umana (cfr. 53 e S13 on @ ", Letteratura come vita (C. Bo)
line). Il dibattito ebbe una pofiata @ sro ll programma di "Solaria,
storica traumatica, e a esso seguì
una lunga e tormentata storia di @ sl1 ll progetto di "Solaria, (S. Briosi)
contrasti e di incomprensioni che @ sfZ Politica e cultura: una lettera di Togliatti
divisero per anni il PCI e gli in-
tellettuali, opponendo fra loro @ Sfa Un giudizio sulla polemica Vìttorini-Togliatti:
i Iirliti del dibattito (R. Luperini)
"culturali" e "politici" (cfr. sa).
tad
Mete
eli
Il Neorealismo nel ricordo di Calvino "maxir
'r+e#n e"n
Per ricostruire latmosfera da cui nacque il primo Neorealismo municazione tra lo scrittore e il suo pubblico: si era faccia a fac-
(quello del periodo 1943-48) e i modelli letterai che ispiaro- cia, alla pari, carichi di storie da raccontare, ognuno aveva avu-
no i primi narratori neorealisti è fondamentale l'introduzione t0 la sua, ognuno aveva vissuto vite irregolari drammatiche av-
che ltalo Calvlno scrisse nel 1964 a una nuova eclizione del suo venturose, ci si strappava la parola di bocca. La rinata libertà
romanzo neorealista del 1947,11 sentiero dei nidi di ragno. di parlare fu per la gente al principio smania di raccontare: nei
Calvino sottolinea il carattere spontaneo e non §uidato del treni che riprendevano a funzionare, gremiti di persone e pac-
movimento, che nasceva sopnttutto da una nsmania di nc- chi di farina e bidoni d'otio, ogni passeggero raccontava agli
contare» e di documentare quanto era accaduto, ricostrulsce sconosciuti le vicissitudini che gli erano occorse, e così ogni
il ctima collettivo di que€li anni e ricorda i principali modelli awentore ai tavoli delle umense del popolo,, ogni donna nel-
Iettemri dei §iovani narratori (lui stesso em allora govanissimo) le code ai negozi; il grigiore delle vite quotidiane sembrava co-
che esordirono nell'immediato dopoguerra: I Malavoglia di Ver- sa d'altre epoche; ci muovevamo in un multicolore universo di
§a, Conversazione in Sicilia diVittoini e Paesi tuoi di Pavese. storie. [...]
Mostra anche laccanimento formale della loro ricerca, ma nel- Eppure, eppure, il segreto di come si scriveva allora non era
/o steso tempo docu menta qua nto fosse pressanfe f esigenza soltanto in questa elementare universalità dei contenuti, non
delf"impeÉno" e forte e spontanea I'urgenza ideologica di un era lì la molla [...]; al contrario, mai fu tanto chiaro che le sto-
messagglo anche politico. rie che si raccontavano erano materiale grezo: la carica esplo-
siva di libertà che animava il giovane scrittore non era tanto
Questo romanzo è il primo che ho scritto; quasi posso dire la nella sua volontà di documentare o informare, quanto in quel-
prima cosa che ho scritto, se si eccettuano pochi mcconti. Che la di espnmere. Esprimere che cosa? Noi stessi, il sapore aspro
impressione mi fa, a riprenderlo in mano adesso? [nel 1964]. della vita che avevamo appreso allora allora, tante cose che si
Più che come un'opera mia lo leggo come un libro nato ano- credeva di sapere o di essere, e forse verarnente in quel mo-
nimamente dal clima generale d'un'epoca, da una tensione mento sapevamo ed eravamo. [...]
morale, da un gusto letterario che era quello in cui la nostra ge- ll .neorealismo» non fu una scuola. (Cerchianao di dire Ie cose
nerazione si riconosceva, dopo la fine della Seconda Guerra con esatteza). Fu un insieme di voci, in gran parte periferiche,
Mondiale. una molteplice scoperta delle diverse ltalie, aàche - o spe-
Lesplosione letteraria di quegli anni in lialia fu, prima che un cialmente - delle ltalie fino allora più inedite per la letteratura.
fatto d'arte, un fatto fisiologico, esistenziale, collettivo. Avevamo Senza la varietà di ltalie sconosciute l'una all'altra - o che si
vissuto la guerra, e noi più giovani - che avevamo fatto appe- supponevano sconosciute -, senza la varietà dei dialetti e dei
na in tempo a fare il paftigiano - non ce ne sentivamo schiac- gerghi da far lievitare e impastare nella lingua letteraria, non ci
ciati, vinti, obruciati,, ma vincitori, spinti dalla carica propulsi- sarebbe stato nneorealismo». Ma non fu paesano nel senso
va della battaglia appena conclusa, depositari esclusivi d'una del verismo regionale bttocentesco. La caratterizazione locale
sua eredità. Non era facile ottimismo, però, o gratuita euforia; voleva dare sapore di verità a una rappresentazione in cui do-
tutt'altro: quello di cui ci sentivamo depositari era un senso veva riconoscerci tutto il vasto mondo: come la provincia ame-
della vita come qualcosa che può ricominciare da zero, un ro- ricana in que$i scrittori degliAnniTrenta di cui tanti critici ci rim-
vello problematico generale, anche una nostra capacità di vi- proveravano d'essere gli allievi diretti o indiretti. Perciò il lin-
vere lo sùazio e lo sbamglio; ma ì'accento che vi metteì/amo em guaggio, lo stile, il ritmo avevano tanta importanza per noi, per
quello d'una spavalda allegria. Molte cose nacquero da quel cli- questo nostro realismo che doveva essere il più possibile di-
ma, e anche il piglio dei miei primi racconti e del primo ro- stante dal naturalismo. Ci eravamo fatta una linea, ossia una
manzo. specie di triangolo: I Malavo§lia,Conversazione in Sicilia, Pae-
Questo ci tocca oggi, soprattutto: la voce anonima dell'epoca, sl tuoi, da cui paftire, ognuno sulla base del proprio lessico lo-
più forte delle nostre inflessioni individuali ancora incefte. fes- cale e del proprio paesaggio.
sere usciti da un'esperienza - guerra, guerra civile - che non
aveva risparmiato nessuno, stabiliva un'immediateza di co- ts daLCaìvilo,Prefazioneallsentiercdeinididingno,Einaudi,Torino1964,pp.1'12
Le riviste, i movimenti letterari, Ie poetiche . capitolo II
era
r0n
it0-
)io-
nt0
re l-
0r0
3si
n0-
)se
)ra.
rsi
dei
rci
rs0
ale
io-
i8-
ill-
iin-
di-
ina
2e-
o-