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Focus tecnico

Rev. 01 2012

Equipaggiamenti elettrici
marcature,
documentazione
e prove

Estratto della Guida CEI 44-14

Guida all'applicazione della Norma CEI EN 60204-1


Regole generali per l'equipaggiamento elettrico delle macchine

Elaborato Certifico Srl 


 
Certifico Focus Tecnico – Equipaggiamenti elettrici: marcature, documentazione, prove 
 
Indice

1. MARCATURA, SEGNALI Dl AVVERTIMENTO E DESIGNAZIONI Dl RIFERIMENTO

1.1 Generalità
1.2 Segnali di avvertimento
1.3 Identificazione funzionale
1.4 Marcatura dell'equipaggiamento di comando e controllo
1.5 Designazioni di riferimento

2. DOCUMENTAZIONE TECNICA

2.1 Generalità
2.2 lnformazioni da fornire
2.3 lnformazioni principali
2.4 Schema di installazione
2.5 Schemi a blocchi (di sistema) e schemi funzionali
2.6 Schemi circuitali
2.7 Manuale di funzionamento
2.8 Manuale di manutenzione
2.9 Elenco delle parti

3. PROVE E VERIFICHE
3.1 Generalità
3.2 Continuità del circuito equipotenziale di protezione
3.3 Prove di resistenza dell'isolamento
3.4 Prove di tensione
3.5 Protezione contro le tensioni residue
3.6 Prove funzionali

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1. MARCATURA, SEGNALI Dl AVVERTIMENTO E DESIGNAZIONI Dl RIFERIMENTO

1.1 Generalità

In generale lo scopo della marcatura e tipicamente quello di:

• indicare la rispondenza di un prodotto a prescrizioni di tipo legislativo (per esempio:


marcatura CE) oppure la certificazione del prodotto da parte di Enti determinati;
• garantire l'inequivocabile identificazione del costruttore del prodotto;
• permettere un uso sicuro del prodotto, fornendo le necessarie indicazioni tecniche.

Il presente capitolo vuole essenzialmente riferirsi alla marcatura come strumento di


identificazione (1.1) e di caratterizzazione tecnica del prodotto (1.4).

Data la sua importanza, la marcatura deve essere realizzata in modo da resistere all'ambiente
di destinazione (ad esempio: ambiente interno o esterno; atmosfera molto aggressiva o
debolmente aggressiva) e rimanere leggibile per la durata di vita prevista della macchina.

Per una macchina si possono individuare diverse esigenze di marcatura, con riferimento:

• alla macchina nel suo complesso (argomento trattato nella Direttiva Macchine e nelle altre
Direttive applicabili);
• all'equipaggiamento elettrico nel suo complesso;
• all'equipaggiamento di comando e controllo;
• ai singoli componenti/apparecchiature/ parti (trattato nelle Direttive pertinenti e nelle Norme
di prodotto).

In merito alla marcatura della macchina, a livello europeo, oltre ai requisiti della CEI EN
60204-1 vanno presi in considerazione, quantomeno, i requisiti contenuti:

• Nell'art. 1.7.3 "marcatura", dell'Allegato I della Direttiva Macchine; esso prevede che ogni
macchina rechi, in modo leggibile ed indelebile, almeno le seguenti indicazioni:
• nome del fabbricante e suo indirizzo;
• marcatura CE;
• designazione della serie o del tipo;
• eventualmente, numero di serie:
• anno di costruzione.

In funzione della sua caratteristica, la macchina deve recare anche tutte le indicazioni
indispensabili alla sicurezza d'esercizio (ad esempio: frequenza massima di rotazione di taluni
organi, diametro massimo degli utensili che possono essere montati, massa, tensione di
alimentazione, ecc.).

Ulteriori prescrizioni più specifiche inerenti la marcatura, le avvertenze e le segnalazioni si


possono poi trovare anche in altri punti, alla cui lettura completa rimandiamo per ogni
eventuale approfondimento.

Nel paragrafo "marcature, segni grafici, avvenimenti scritti", della Norma EN ISO 12100

Nelle Norme di tipo C (laddove trattano gli aspetti di marcatura), relative alle singole tipologie
o famiglie di macchine.

Prescrizioni particolari di marcatura sono previste perle apparecchiature destinate ad essere

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usate in ambiente con rischio di esplosione.

Particolari disposizioni di marcatura possono inoltre dover essere applicate in relazione al


prodotto ed al mercato di destinazione (ad esempio, mercati extraeuropei).

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La marcatura dell'equipaggiamento elettrico completo può incontrare le difficoltà


dell'identificazione del costruttore e della scelta dell'ubicazione, poiché esso e spesso costituito
da più parti, che possono avere costruttori diversi.

Quando non esiste un fornitore responsabile dell'intero equipaggiamento elettrico, la


responsabilità e la marcatura competono al costruttore della macchina e l'ubicazione può
essere sulla macchina stessa, oppure su una parte di rilievo dell'equipaggiamento.

Se esiste invece un fornitore responsabile dell'equipaggiamento complessivo, che può anche


essere un progettista/assemblatore del sistema, a questi compete l'obbligo di provvedere alla
marcatura, ubicandola in una parte di rilievo costituente il sistema.

La marcatura deve essenzialmente individuare il fornitore responsabile e fornire i principali dati


tecnici, come precisato dalla Norma.

Relativamente alle altre esigenze di marcatura, particolare attenzione deve essere posta alla
presenza delle marcature richieste per i singoli equipaggiamenti, se forniti separatamente, e/o
per i vari componenti e apparecchi; e opportuno che questi aspetti siano opportunamente
valutati, coinvolgendo, quando necessaria, le diverse parti interessate: costruttore della
macchina, subfornitori, acquirente della macchina.

1.2 Segnali di avvertimento

In questo paragrafo vengono fornite prescrizioni per l'applicazione del segnale di avvertimento
della presenza di pericolo elettrico nei casi in cui questo pericolo non sia evidente.

Ricordiamo a titolo informativo che, oltre a tale segnale, sulla macchina dovranno essere
riportate altre segnalazioni o avvertenze per evidenziare la presenza di eventuali rischi residui
o rischi potenziali non evidenti (ad esempio: sorgenti radioattive; spurgo di circuiti idraulici;
rischi presenti in una parte non visibile, pericolo di ustioni, ecc).

In merito alla segnaletica di sicurezza da utilizzare sui macchinari, si segnala inoltre:

• la Norma IEC 60417-2 "Segni grafici da utilizzare sulle apparecchiature";


• la Norma CEI EN 61310-1 "Sicurezza del macchinario- Indicazione, marcatura e manovra.
Parte 1: Prescrizioni per segnali visivi, acustici e tattili".

Rispetto alla precedente edizione della Norma sono stati specificati i casi in cui può essere
omesso il simbolo 5036; ad es. sul quadro elettrico di comando e controllo non e necessaria
apporre il simbolo 5036 dove sull'anta sono riportati organi di comando, di regolazione e di
sezionamento, in quanto ovviamente la loro presenza mostra chiaramente che l'involucro
contiene dispositivi elettrici.

Simbolo 5036 4

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1.3 Identificazione funzionale

L'identificazione funzionale e una tipologia di marcatura prevista per indicare la funzione dei
dispositivi di comando, degli indicatori visivi e dei visualizzatori utilizzati nelle interfacce uomo-
macchina, onde facilitare l'individuazione dei comandi stessi e per evitare il loro errato utilizzo.

A tale scopo e consigliabile l’utilizzo di simboli grafici normalizzati, come quelli contenuti nelle
Norme IEC 60417 "Segni grafici da utilizzare sulle apparecchiature" (indirizzato
prevalentemente alle apparecchiature elettriche) e ISO 7000 "Segni grafici per l'uso sugli
equipaggiamenti" (di applicazione generale).

1.4 Marcatura dell'equipaggiamento di comando e controllo

In questo paragrafo viene presa in considerazione la marcatura dell'equipaggiamento elettrico


di comando e controllo.

La marcatura dell'equipaggiamento di comando e controllo e significativa quando questo


rappresenta una parte distinta, bene identificabile dell'equipaggiamento complessivo.

Qualora invece il costruttore della macchina sia contemporaneamente anche il costruttore


dell'equipaggiamento elettrico (comprendendo quello di comando e controllo), le informazioni
di base relative a:

• nome o marchio di fabbrica;


• marchio di certificazione, quando richiesto;
• numero di serie, dove applicabile;

si riferiranno al costruttore stesso ed alla macchina nel suo complesso; in questo caso si
rientra quindi nel contesto della marcatura generale della macchina discusso in precedenza; le
informazioni da riportare saranno pertanto quelle indicate al punto 1.1, cui andranno aggiunte
quelle più specifiche relative agli aspetti elettrici previste al punto 1.4.

Le varie informazioni possono essere riportate su un'unica targa oppure su pili targhe diverse
posizionate anche in luoghi diversi (ad esempio, la targa generale può essere posta sulla
macchina, mentre le informazioni elettriche specifiche possono essere riportate sull'involucro
del quadro elettrico, in particolare se quest'ultimo e posizionato in un posto separato; in tal
caso e comunque opportuno che sul quadro elettrico sia richiamato anche il riferimento della
macchina).

Se il costruttore della macchina acquista da terzi l'equipaggiamento di comando e controllo (ad


esempio, il quadro elettrico) completo e pronto per l'uso, i dati sopra indicati si riferiranno solo
all'equipaggiamento stesso ed al suo fornitore e tale marcatura dovrà di norma essere
applicata da quest'ultimo sull'involucro, in modo da risultare visibile anche dopo l'installazione
sulla macchina.

In considerazione delle varie possibili situazioni che possono venirsi a determinare, si ritiene
comunque opportuno che il fornitore del quadro e il costruttore della macchina chiariscano in
sede contrattuale tutti i vari aspetti relativi alla targatura della macchina e del suo
equipaggiamento elettrico. comunque sempre nel pieno rispetto delle prescrizioni normative.

Relativamente alle informazioni previste nel punto 1.4 ed in manipolare in merito al potere di

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cortocircuito, si ritiene che il valore da riportare sia quello effettivamente richiesto
dall'equipaggiamento elettrico e non quello nominale riportato sulla targa dell'interruttore (nel
caso i due siano differenti).

Si evidenzia infine che l'impossibilita di apporre fisicamente la targa sull'involucro e relegata

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comunque a pochi rari casi nella pratica quotidiana, per cui di fatto la targa e sempre
apponibile.

1.5 Designazioni di riferimento

La Norma EN 61346-1 citata nel testo tratta i sistemi di designazione utilizzati per
l'identificazione degli oggetti all'interno di un sistema o di una installazione.

Esempio di targa per equipaggiamento elettrico di macchina con i dati da riportare su un


equipaggiamento elettrico:

Costruttore……………………………………………….…..
Indirizzo………………………………………………………..
Equipaggiamento tipo……………………………….….
Certificazione………………………………………….......

Un:400V AC
f: 50 Hz
In: 120A
Alimentazione: 3F + N
Icc(*): 18KA

Schema elettrico: AAA/99

Qualora esista un responsabile dell’equipaggiamento elettrico di macchina diverso dal


responsabile dell’equipaggiamento di comando e controllo deve essere prevista un’altra
marcatura nella quale compaiano le seguenti informazioni:

Costruttore……………………………………………..
Indirizzo………………………………………………....
Equipaggiamento tipo…………………………….
Certificazione………………………………………....

La targa deve essere apposta in posizione ben visibile, preferibilmente in prossimità


dell'alimentazione dell'equipaggiamento

________
Icc(*): si ritiene che in merito al potere di interruzione di cortocircuito del dispositivo di
protezione contro le sovracorrenti della macchina, se fornito come parte integrante della
macchina, sia possibile indicare il valore effettivamente tollerato dall’equipaggiamento elettrico
e non quello nominale nella targa dell’interruttore.

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2. DOCUMENTAZIONE TECNICA

2.1 Generalità

L'aspetto della documentazione da fornire agli utilizzatori e di primaria importanza.

Disposizioni generali sono previste nella Direttiva Macchine (Allegato I, punto 1.7.4) e nella
Norma EN ISO 12100, mentre prescrizioni più specifiche sono tipicamente contenute nelle
Norme di tipo C, perle singole tipologie o famiglie di macchine.

Il costruttore deve scegliere, in base alla complessità della macchina, alle varie fasi di vita
previste, all'utilizzatore finale e agli interventi che l'utilizzatore e previsto possa eseguire sulla
macchina, la natura e la quantità della documentazione da consegnare all'utilizzatore finale per
un uso corretto e sicuro del prodotto.

In merito alla lingua, e opportuno evidenziare come in Europa le istruzioni per l'uso, che
vengono consegnate agli utilizzatori e che hanno rilevanza ai fini della sicurezza, devono
essere fornite anche nella lingua (o nelle lingue) del paese dell'utilizzatore; e ammessa
un'eccezione a tale regola per la documentazione tecnica destinata ad essere utilizzata
unicamente dal personale del costruttore e del suo mandatario; quest'ultima può essere infatti
redatta solo nella lingua compresa da tale personale.

Il riferimento alla "lingua concordata", riportato nella Norma, e quindi tipicamente applicabile
solo per quei paesi e per quegli aspetti che non prevedono obblighi legislativi specifici in merito
alla lingua; in ogni caso e consigliabile l'utilizzo del questionario dell’ Allegato B, per
evidenziare esigenze specifiche sugli aspetti linguistici.

2.2 lnformazioni da fornire

E importante rilevare che le informazioni (disegni, diagrammi, scherni, tabelle) da fornire


all'utilizzatore sono in relazione alia complessità dell'equipaggiamento elettrico della macchina
e al tipo di interventi (ad esempio: installazione, messa in servizio, manutenzione, ispezione,
ricerca guasti, ecc.) che l'utilizzatore e prevista debba eseguire direttamente.

Si richiama l'attenzione sull'importanza di fornire dati precisi sulla sezione, tipo, tipo di posa,
separazioni, schermature, ecc. e più in generale tutte le informazioni legate alia connessione e
posa dei conduttori dell'equipaggiamento elettrico della macchina.

Si raccomanda inoltre che, qualora il fornitore dell'equipaggiamento elettrico sia diverso dal
costruttore della macchina, fornisca a quest'ultimo tutte le informazioni necessarie anche alia
installazione dei componenti e dei conduttori all'interno dell'equipaggiamento elettrico; è infatti
colui che progetta e fornisce l'equipaggiamento, che può stabilire queste condizioni di
installazione e che ne risponde.

2.3 lnformazioni principali

Particolare attenzione deve essere rivolta allo sviluppo della documentazione che descrive l'uso
non appropriato dell'equipaggiamento elettrico, che spesso e all'origine degli infortuni.

2.4 Schema di installazione

Indicazioni sulla realizzazione degli scherni di installazione si possono trovare nelle Norme CEI
EN 61082-3 e CEI EN 61082-4. 7
2.5 Schemi a blocchi (di sistema) e schemi funzionali

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Indicazioni sulla realizzazione degli scherni a blocchi (di sistema) e degli scherni funzionali si
possono trovare nella Norma CEI EN 61082-2.

2.6 Schemi circuitali

Indicazioni sulla realizzazione degli scherni circuitali si possono trovare nella Norma CEI EN
61082-2. Nella pratica .lo schema a blocchi difficilmente riesce a illustrare sufficientemente
l'equipaggiamento elettrico; ne consegue la necessita di fornire gli schemi circuitali.

2.7 Manuale di funzionamento

ll manuale di funzionamento di cui si parla nel corrispondente paragrafo 18.8 della EN 60204-
1, così come il manuale di manutenzione di cui si parla al paragrafo 18.9 della Norma, non
sono da confondersi con il manuale di istruzione di cui si parla nel § 1.7.4 dell'Allegato I della
Direttiva Macchine.

I due manuali citati all'interno della Norma sono infatti strettamente relativi al solo
equipaggiamento elettrico della macchina mentre il manuale di istruzione di cui alia Direttiva
Macchine deve contenere anche tutta un'altra serie di informazioni e indicazioni per le quali,
oltre al testo dell'Allegato I della Direttiva si può far riferimento anche alla Norma EN ISO
12100 o a Norme di tipo C specifiche per tipologia di macchina.

Sia il manuale di funzionamento che il manuale di manutenzione ai sensi della Norma devono
essere quindi visti come indicazioni di base che, una volta eventualmente elaborate, verranno
a costituire parte del manuale di istruzione di macchina ai sensi della Direttiva Macchine.

Particolare attenzione deve essere posta al caso in cui il costruttore dell’ equipaggiamento
elettrico sia diverso da quello della macchina è chiaro che, in questa caso, le informazioni
specificate nei §§ 18.8 e 18.9 della Norma devono essere trasmesse dal costruttore
dell'equipaggiamento elettrico al costruttore della macchina perché quest'ultimo le integri nel
manuale di istruzioni ai sensi della Direttiva Macchine.

Le modalità e i mezzi di trasmissione di dette informazioni possono essere concordate tra le


parti.

2.8 Manuale di manutenzione

Vedi 2.7 della Guida.

2.9 Elenco delle parti

Indicazioni sulla stesura dell'elenco delle parti si possono trovare nella Norma IEC 62027
attualmente allo studio del Comitato Tecnico 3 dell'IEC.

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3. PROVE E VERIFICHE

3.1 Generalità

Le prove si eseguono per verificare la conformità delle condizioni di sicurezza elettrica


prescritte dalla Norma.

La Norma che riguarda una vasta gamma di equipaggiamenti, i quali possono differire
molto tra loro come tipologia ed avere quindi esigenze diverse, rinvia alle Norme specifiche di
prodotto per la determinazione delle prove che e necessaria effettuare.

Essa elenca pero una serie di prove tipiche per aiutare la scelta di quelle da effettuare in caso
di mancanza di Norme di prodotto.

Queste prove non sono obbligatorie, se si eccettua la prova della continuità del circuito
equipotenziale di protezione.

Questa non significa pero che un determinato prodotto, privo di Norma specifica, possa
limitarsi sempre all'effettuazione della sola prova del circuito equipotenziale: il costruttore deve
effettuare l'analisi del rischio e procedere all'esecuzione di tutte le prove che in base a questa
analisi risultano necessarie.

D'altro canto, poiché in base all'analisi del rischio risulta difficile escludere a priori la possibilità
di danneggiamento o deterioramento dell'isolamento durante la fase di montaggio
dell'equipaggiamento (ad esempio danneggiamento dell'isolante di un conduttore, imperfetto
cablaggio di un conduttore al morsetto, falsi contatti dovuti a corpi metallici estranei prodotti
durante l'assemblaggio dell'equipaggiamento) si raccomanda di eseguire le prove necessarie
per garantire l'isolamento richiesto (prova di resistenza di isolamento e prova di tensione).

Analogamente si raccomanda l'esecuzione delle prove funzionali, in particolar modo per quanto
riguarda le funzioni di sicurezza, in quanto queste prove garantiscono l'efficienza delle misure
prese per la riduzione dei rischi.

Le prove di tensioni residue sono evidentemente significative solo nel caso di presenza di
elementi in grado di accumulare energia (ad esempio condensatori o apparecchiature
contenenti condensatori).

Le prove da eseguire sugli equipaggiamenti elettrici delle macchine devono essere eseguite
individualmente su ogni equipaggiamento elettrico, e andranno effettuate, per quanto
praticamente possibile, a macchina completamente assemblata e prima della sua messa in
funzione.

Quando risulta difficoltoso realizzare le prove sull'intero equipaggiamento della macchina, per
esempio per consentire il collaudo delle sue parti principali prima della spedizione o per altri
eventuali impedimenti, e possibile realizzare le prove sulle parti di essa purché, a macchina
assemblata e prima della sua messa in funzione, si provveda a realizzare le prove sulle parti
non considerate dalle prove precedentemente eseguite (esempio le parti di connessione).

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3.2 Continuità del circuito equipotenziale di protezione

Un metodo per verificare la continuità dei circuiti di protezione e quello della misura
dell'impedenza dell'anello di guasto indicato nella Norma CEI 64-8 e rappresentato nelle Figure
3.1 e 3.2 seguenti (esempi riferiti ai sistemi TN).
A questo scopo si possono utilizzare strumenti denominati loop tester.

Questo metodo è però utilizzabile solo quando la macchina è completa ed alimentata


e si limita a verificare i soli conduttori di protezione che fanno patte dell’ anello di guasto
inseriti nel circuito di misura.

Se si vuole conoscere il valore di impedenza di questi circuiti si deve prima eseguire la misura
di impedenza dell'anello di guasto al punto di alimentazione della macchina; il valore rilevato in
questo punto dovrà essere detratto da quelli misurati successivamente nei diversi punti di
collegamento.

Fig. 3.1 Misura dell'impedenza dell'anello di guasto (Metodo 1)

Fig. 3.2 Misura dell'impedenza dell'anello di guasto (Metodo 2)

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Per includere anche la verifica dei conduttori equipotenziali e svincolarsi dalla necessità di
alimentare la macchina è necessaria eseguire la misura utilizzando una corrente di almeno 10
A a 50/ 60 Hz derivata da una sorgente PELV (meglio ancora se SELV).

Si deve misurare la caduta di tensione tra il morsetto PE (barra o nodo equipotenziale) e i


relativi punti collegati (masse) ed accertare che non siano superiori a quelli riportati nella
Tabella 9 riportata nella CEI EN 60204-1.

A questo scopo si utilizzano strumenti o apparecchiature in grado di misurare b corrente


generata e contemporaneamente la caduta di tensione.

Per evitare di commettere errori di valutazione, dovuti ai parallelismi fra i diversi conduttori di
protezione ed equipotenziali, e consigliato eseguire la prova di continuità con una delle
terminazioni dei conduttori (es. alia barra equipotenziale) scollegata.

3.3 Prove di resistenza dell'isolamento

Si deve applicare una tensione di 500 V DC tra ogni conduttore del circuito di potenza ed il
circuito di protezione.

La resistenza di isolamento non deve essere inferiore a 1 MΩ ad eccezione di alcune parti


dell'equipaggiamento elettrico che comprendono, ad esempio, sbarre collettrici, cavi collettori o
sistemi di sbarre, per i quali si ammette il limite minimo di 50 kΩ.

Si ricorda che per i quadri elettrici di bassa tensione (ANS) la Norma CEI 17-13/1 prescrive che
la resistenza d'isolamento minima verso massa sia di 1000 Ω/V (cioè 230 kΩ provata a 500 V
peri circuiti alimentati a 230 V).

Eventuali apparecchiature elettroniche che possono essere danneggiate dalla tensione di prova
e bene che Siano scollegate.

Gli strumenti che si utilizzano per questo scopo sono misuratori della resistenza d'isolamento
(megaohmmetri) che devono essere in grado di generare la tensione di prova di 500 V DC e di
misurare i valori limite richiesti.

E’ possibile effettuare praticamente la prova collegando tra loro i conduttori attivi dei circuiti di
potenza e misurando la resistenza tra questi e la terra.

3.4 Prove di tensione

E’ denominata anche prova di tensione applicata o prova di rigidità dielettrica.

Si realizza applicando tra i conduttori attivi e il circuito di protezione o, meglio, il punto di


collegamento dei conduttori di protezione dell'equipaggiamento elettrico, una tensione
lentamente crescente fino ad arrivare al valore di 1000 V AC 50/ 60Hz per un periodo di
almeno un secondo.

Sono esclusi i circuiti destinati a funzionare alle tensioni PELV Co SELV) e gli apparecchi che
possono essere danneggiati dalla tensione di prova.

Nel caso di macchine con tensione nominale superiore a 500 V la tensione di prova deve essere
di valore almeno doppio della tensione nominale.

Lo strumento utilizzato per questa prova deve essere in grado di generare la tensione con una 11
potenza di almeno 500 VA in maniera lentamente crescente mediante regolazione (varia), e
soddisfare le prescrizioni delle Norme CEI EN 61180-1 e 61180-2 relative agli apparecchi per
prove di tensione applicata.

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Il risultato e positivo quando tra i circuiti esaminati non si verificano scariche superficiali o in
aria.

Quando si esegue questa prova su equipaggiamenti elettrici con circuiti molto estesi che, per
esempio, possono comprendere linee di alimentazione, anelli equipotenziali, sotto quadri di
comando distanti, avvolgimenti di motori o trasformatori, si possono avere correnti di
dispersione capacitive anche molto significative.

Non e possibile definire limiti per queste correnti poiché dipendono dai componenti installati
sull'equipaggiamento e dalla sua estensione.

In questi casi può essere utile potere regolare la corrente di prova oppure, in caso di dubbio
sulla validità delle misure, può essere di aiuto ripetere dopo la prova di tensione una misura
della resistenza di isolamento in DC che si svincola dagli effetti capacitivi della corrente di
misura.

Per motivi pratici e possibile provare i circuiti di potenza prima di assemblare i componenti che
possono essere danneggiati dalla elevata tensione di prova e raggruppare in un unico
collegamento le fasi ed il neutro per eseguire una sola verifica verso il circuito di protezione.

Il costruttore e comunque responsabile della verifica dell'idoneità di tali componenti, che


dovrebbero essere stati preventivamente provati in modo adeguato, in modo che non venga
introdotto nel sistema complessivo un punto di debolezza.

3.5 Protezione contro le tensioni residue

Ha lo scopo di accertare che all'interno della macchina non permangano tensioni pericolose
dopo che e stata tolta l'alimentazione.

Per questo, prevalentemente nel caso siano presenti condensatori, si deve accertare che la
tensione residua sull'impianto elettrico della macchina sia inferiore a 60 V dopo 5s
dall'interruzione dell'alimentazione, o dopo 1 s in caso di interruzione mediante spina.

Per misurare le tensioni residue si devono utilizzare:

• un voltmetro collegato tra la parte accessibile che si ritiene possa permanere in tensione
dopo l'interruzione dell'alimentazione ed il circuito di protezione;
• un cronometro sincronizzato con il dispositivo di interruzione dell'alimentazione. Ci sono

tuttavia apparecchiature di misura che rilevano automaticamente l'interruzione


dell'alimentazione e fanno partire la misura di tensione cronometrata per 5 s (o dopo 1 s nel
caso delle spine).

3.6 Prove funzionali

Esempi di prove funzionali sono la verifica dell'intervento dei finecorsa di sicurezza, le prove
del circuiti di emergenza, le prove delle barriere elettrosensibili, ad esempio fotoelettriche, le
prove di intervento per lo sgancio di minima tensione, l'intervento della protezione di un
inverter per superamento dei limiti impostati, ecc.

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Bibliography

[1] Guida CEI 44.14:2000


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