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Livorno Ieri e Oggi

Leonardi Roberto - 2013

Vecchi angoli a confronto dopo cento anni


Acque della Salute

Scriveva il Piombanti nella sua Guida di


Livorno del 1903:
Lo stabilimento livornese delle Acque
della Salute va rapidamente sorgendo e
presto sarà compiuto, le cinque sorgenti
che lo compongono saranno, nella
prossima stagione estiva, solennemente
inaugurate.
Quel giorno assai prossimo, la vita di
Collezione Leonardi
Livorno riceverà nuovo impulso e
vigore; al compimento di questa mia
fede, che è insieme un ardente augurio
per la fortuna di questa bella città, che
amo dell’intenso affetto, come di un suo
cittadino, io dedicherò la mia mente e il
mio cuore, con tutto l’ardimento, che da
la sicura fiducia della vittoria.
In effetti con l’apertura di queste terme
la città ebbe un incremento notevole di
afflusso turistico proveniente da tutte le
parti d’Europa, con un grosso beneficio
economico per la città.
Foto Leonardi
Acque della Salute

Questo era l’ingresso principale dello


Stabilimento delle Acque della Salute.
Ai due lati erano poste le due edicole per
l’acquisto dei biglietti di ingresso.
Qui potevano essere acquistate le varie
offerte che comprendevano, oltre alla
degustazione delle varie acque, anche
altri tipi di divertimento e passatempo.
Questo era l’ingresso Vip dell’epoca e lo
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si nota dall’abbigliamento ricercato dei
frequentatori.
Esisteva anche un ingresso popolare che
si trovava nella parte settentrionale dello
stabilimento con edicole molto semplici.
Al giorno d’oggi tutto lo stabilimento è
in completo abbandono e lo si nota oltre
che dalle erbe incolte, anche dall’uso
che viene fatto di una delle edicole, cioè
viene adoperata come rimessa, come si
evince dalla scritta sopra la saracinesca.
Attualmente sembra ci sia un progetto
per il recupero e la ristrutturazione di
tutto il complesso, speriamo bene.
Foto Leonardi
Acque della Salute

Nel 1856 venne eretto, dove era stata


trovata una sorgente di acqua con effetti
medicamentosi, un piccolo chiosco nei
pressi della attuale stazione ferroviaria.
La fama di questa sorgente e gli studi
fatti su essa, richiamarono l’attenzione
di alcuni personaggi che vi eressero un
grandioso stabilimento nel 1905.
Il padiglione che si vede nella foto si
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trova a sinistra dell’ingresso principale
delle Acque della Salute che presero il
nome popolare di Montecatini al Mare.
Nella foto d’epoca i tre archi sono aperti
e in seguito vennero chiusi con porte e
vetri molati.
Dietro a questo edificio si trovava un
piccolo giardino e a sinistra, parallelo al
viale degli Acquedotti c’era l’edificio
dove erano distribuite le cinque acque
provenienti dalle diverse sorgenti: quella
del Corallo, della Sovrana, della
Preziosa, della Corsia e della Vittoria.
Alcune di queste venivano imbottigliate.
Foto Leonardi
Acque della Salute

Padiglione laterale destro del complesso


delle Acque della Salute.
Si affacciava sul giardino principale di
ingresso allo stabilimento e faceva parte
dell’edificio centrale che era costruito a
forma di ferro di cavallo.
Durante l’estate, per alleviare la calura,
venivano posti davanti a questo edificio
dei grossi tendoni sostenuti da numerosi
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pali di forma ottagonale inclinati verso il
giardino.
Le porte dei due padiglioni laterali erano
sormontate e arricchite da belle pitture
di cui restano ancora oggi alcuni sbiaditi
frammenti.
Le porte ad arco erano chiuse con grandi
serramenti rifiniti con vetri colorati.
All’interno si trovavano alcune sale di
intrattenimento e di lettura dove coloro
che avevano bevuto uno dei vari tipi di
acque purgative stavano in attesa dello
effetto sperato per usufruire delle libere,
pulite ed igieniche latrine.
Foto Leonardi
Viale di Antignano

Nella foto d’epoca vediamo il viale di


Antignano, allora chiamato Principe di
Napoli, in costruzione.
Sicuramente la foto è databile intorno al
1898 in quanto i lavori per sostituire il
vecchio ponte in legno con il nuovo a tre
arcate vennero terminati in quella data.
La zona prese così il nome Tre Ponti, fu
portato a compimento anche la modifica
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della preesistente strada che conduceva
al villaggio di Antignano costeggiando il
mare, con il suo raddrizzamento.
Nei primi anni del 1900, subito dopo i
Tre Ponti, all’inizio del viale vennero
costruiti i bagni Arenosi.
Pochi anni fa, il ponte a tre arcate è stato
sostituito con un nuovo ponte a cinque
archi creando una migliore defluizione
delle acque del rio Ardenza.
Questa zona si è sviluppata realizzando
il centro residenziale della zona della
Banditella, anche con la creazione di
numerosi impianti sportivi.
Foto Leonardi
Calafuria

La torre di Calafuria è una delle varie


torri che si incontravano percorrendo la
vecchia strada maremmana che lungo la
costa, partiva da Antignano, con curve
pericolose a strapiombo sul mare e su un
terreno instabile e molto spesso rovinato
dalle onde del mare.
Queste torri erano abitate dalle guardie
costiere che dovevano controllare le navi
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in transito e, quella che non è andata
perduta, si trova sopra l’insenatura di
Calafuria, nome preso per la furia delle
acque durante le pericolose libecciate
che spesso battono questa costa.
Nella foto sopra si può notare il vecchio
ponte ferroviario, costruito nel 1908, qui
accanto fu costruito negli anni ’50, un
nuovo ponte in cemento armato, così la
vecchia strada del Romito venne resa
migliore con l’eliminazione di alcune
curve e fu accorciata.
Foto del 1910 e del 1999.
Foto Leonardi
Antignano - Casa Firenze

Questo edificio si trova lungo la variante


Aurelia appena usciti dal tunnel sud che
passa sotto la collina di Montenero.
Si tratta di un vecchio edificio colonico
ristrutturato negli anni 30 e poi adibito a
colonia marina per bambini con il nome
di “Casa Firenze”.
E’ a pochi metri dalla spiaggia, situato
oggi dietro ai distributori di benzina che
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troviamo appena usciti da Antignano in
direzione sud.
Gode di un bel panorama sul mare anche
se è diviso da questo sia dalla ferrovia e
dalla variante Aurelia.
Da diversi anni è diventato proprietà ad
uso civile per diverse abitazioni private
e come si nota dalle due foto, è stato ri-
alzato di un piano e i terrazzini al primo
piano sono stati eliminati.
A pochi metri di distanza si trova la villa
del Giardino in seguito villa Gamba, qui
spesso venivano i granduchi medicei per
cacciare i cinghiali numerosi in zona.
Foto Leonardi
Castello del Boccale

A destra del castello del Boccale si vede


un torre di avvistamento che era parte di
un fortilizio costruito sotto Cosimo I e
che serviva come alloggio alle guardie
costiere.
Il fortino era conosciuto come torre del
Boccale ed è rimasto nell’uso comune
l’indicare il luogo con questo nome.
Con il passare del tempo questo fortino
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venne ampliato con altre costruzioni e
agli inizi del ‘900 venne acquistato dalla
marchesa Ugolini che modificò il tutto
costruendoci sopra una villa a forma di
castello merlato.
Il posto è uno dei più suggestivi della
costa livornese.
Recentemente, dopo molti anni passati
in uno stato di completo abbandono, il
castello è stato finalmente ristrutturato,
ricavandoci diversi appartamenti privati.
E’ stata anche ricostruita la piccola torre
merlata che era andata completamente in
rovina.
Foto Leonardi
Calafuria

A pochi metri dal castello del Boccale,


dove la vecchia via Aurelia girava verso
sinistra per passare sotto un ponte della
ferrovia e facendo un ampio giro tornava
verso il mare all’incirca alla fine del
ponte odierno, si trovava una torre con
pianta quadrilatera e base a scarpa con
un corridoio di ronda.
Su di essa è apposta una lapide con una
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dicitura in latino sulla quale si legge il
nome di Cosimo I.
Nella foto sopra si vede che ancora non
è stata costruita la ferrovia e il relativo
ponte, è anteriore al 1908.
Si nota un piccolo edificio al centro che
fu abbattuto e ricostruito più vicino al
mare per permettere la modifica della
strada e la costruzione del ponte attuale
di Calafuria.
Nella torre, adibita a fortino e presidio di
alcuni militari, vennero posti anche dei
cannoni per contrastare le scorrerie delle
navi dei pirati.
Foto Leonardi
Viale di Antignano

Questa bella villa, costruita nel 1903,


aveva un vasto parco con belle aiuole
piene di fiori.
Conosciuta come villino Deda in seguito
dal 1916, fu chiamata villa Menicanti
nome preso dal nuovo proprietario.
Nel parco della villa esiste anche una
torre che veniva usata come voliera.
La casa era composta di ben 24 vani ed
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aveva, vicino alla torre, una piccola casa
per il giardiniere e una stalla.
La torretta sopra la casa fu realizzata in
un secondo tempo.
Dopo la guerra l’edificio è rimasto in
uno stato di abbandono per diversi anni
rischiando di diventare un rudere.
L’immobile è stato acquistato qualche
anno fa da una società immobiliare che
lo ha ristrutturato, riportato all’antico
splendore e frazionato ricavandoci così
alcuni appartamenti.
Foto del 1903 e del 2005.
Foto Leonardi
Via Duca Cosimo

Questa via che va da via della Scuola


Comunale al lungomare in via Pendola,
fu intitolata al granduca Cosimo I dei
Medici.
Quel granduca aveva fatto rafforzare le
difese del piccolo villaggio di Antignano
facendovi costruire un castello tuttora
esistente.
Confrontando le due foto, si vede come
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davanti a piazza Ero Gelli, siano state
costruite due palazzine al posto di un
giardino, mentre dalla parte opposta la
via è rimasta quasi del tutto invariata.
In fondo alla via si vede il campanile
della vecchia chiesa di Santa Lucia che
si trova nel piazzale del castello.
Quella chiesa fu consacrata nel 1370 ed
in seguito ingrandita nel 1821 ed ancora
nel 1836.
Il campanile venne innalzato nel 1880
con i soldi raccolti da una sottoscrizione
del popolo del villaggio.
Foto del 1902 e del 2002.
Foto Leonardi
Piazza Ero Gelli

Gli edifici che si affacciano su questa


simpatica piazza all’interno del villaggio
di Antignano sono rimasti quasi del tutto
immutati rispetto a 100 anni fa.
Allora era chiamata piazza della Dogana
perché c’era un piccolo avamposto della
dogana ed in seguito, verso gli anni ‘30
fu intitolata al livornese Dino Leoni.
Prese il nome attuale nel 1946 a ricordo
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del martire Ero Gelli caduto nel luglio
del 1944, per la liberazione di Livorno e
per l’indipendenza dell’Italia, assieme a
Lanciotto Gherardi, Renato Pini, Silvano
Pizzi, Aldo Piccini e Felix Bikonaki.
L’edificio al centro della foto ospitava la
scuola elementare.
Recentemente è stata abbellita con una
nuova pavimentazione e con la messa in
opera di alcune aiuole e alcuni alberi.
A destra della foto si trova il vicolo della
Dogana e a sinistra via della Giuncaiola
che arrivano entrambe fino alla via del
Littorale.
Foto Leonardi
Via dei Giardini

A sinistra la via dei Giardini, una amena


via del villaggio di Antignano che dalla
piazza Ero Gelli arriva a via del Litorale.
Forse è stata così chiamata fino al 1950
per i bei giardini delle villette che vi si
affacciano, oppure per la vicinaza della
villa Gamba, la villa medicea che era
chiamata villa del Giardino.
In quella bella villa visse alcuni anni il
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famoso poeta inglese Tobia Smollet, che
alla sua morte fu sepolto nel cimitero
inglese di via Giuseppe Verdi.
Nel 1950 cambiò nome in via Federico
Ozanam, filosofo e storico che visse per
un periodo della sua vita in questa via.
Per un certo periodo la strada era stata
chiamata via Giovannucci.
La strada che gira verso destra è la via
Pendola che arriva sino alla via Amerigo
Vespucci sul lungomare.
Qui si trovava fin dal 1930 l’istituto
Tommaso Pendola per i sordomuti, era
utilizzata anche come colonia estiva.
Foto Leonardi
Viale Amerigo Vespucci

Questo bel viale lungomare fu intitolato


al famoso navigatore fiorentino Amerigo
Vespucci, va dalla via Pendola alla via
del Litorale.
Prese questo nome nel 1910 e in quegli
anni, come per incanto, tutta questa zona
si arricchì di decine di villette, villini e
palazzine così da creare un incantevole
luogo per trascorrere la villeggiatura.
Collezione Leonardi
Il viale venne arricchito da numerose
ville che, a ponente, si affacciano sul
mare con discesa privata alla spiaggia.
Era una via tranquilla e poco trafficata
perché fino agli anni 50 non era unita
con il viale di Antignano che terminava
all’altezza dei bagni Roma e svoltava
verso via dei Bagni, purtroppo questa
zona del viale fu famosa come curva
della morte a causa della moltitudine di
auto e moto che lì finirono la loro corsa.
Nel 1950 fu abbattuta la villa Bini e fu
costruito il ponte che unì i due viali.
Foto del 1920 e del 2008.
Foto Leonardi
Antignano - Villini sul mare

La scogliera di Antignano che dal porto


arriva a Miramare è sicuramente una
delle più scenografiche zone della costa
livornese.
Qui già dai primi anni del 1900, con lo
sviluppo del villaggio di Antignano e
con il richiamo del sole e delle acque
limpide e pulite, sorsero numerose ville
affacciate sul mare.
Collezione Leonardi
A ciò contribuì di sicuro la costruzione
della tranvia e l’arrivo del nuovo tram
elettrico nel 1899.
Molte di queste ville sono rimaste intatte
solo alcune sono state ristrutturate e poi
ammodernate.
Alcune tra le più belle sono villa Civelli
che si trova vicino al porticciolo, villa
Maria circa a metà del viale Amerigo
Vespucci e villa Giulia, al termine di
detto viale, di proprietà della chiesa, ora
è conosciuta come villa Alma Pace.
Foto del 1903 e del 2008.
Foto Leonardi
Ardenza - Ponte sul rio Ardenza

Questo ponte che unisce la frazione di


Ardenza alla via di Montenero nei pressi
della antica chiesina dell’Apparizione.
Da qui passava il tram che arrivava in
piazza delle Carrozze a Montenero basso
dove partiva la funicolare per arrivare
alla piazza del Santuario.
Nella foto d’epoca, subito a sinistra in
basso si intravvede la curva della strada
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che immetteva in via Mondolfi verso
Antignano.
Questo nodo stradale è oggi modificato
completamente con la costruzione del
secondo sottopasso ferroviario cha fa
parte del nuovo riassetto stradale della
zona.
L’abitato dell’Ardenza, nella parte sud,
da quello che si può notare confrontando
le due foto, è rimasto quasi invariato a
distanza di cento anni.
Foto del 1905 e del 2005.

Foto Leonardi
Barriera Roma

Nel 1840 fu iniziata la costruzione del


bel cimitero monumentale intitolato alla
Arciconfraternita della Misericordia che
si affaccia lungo la via del Litorale.
Qui all’inizio di questa via si trovava la
Barriera Roma con le mura Lorenesi, e il
cimitero si trovava a circa 200 metri di
distanza. La Barriera fu costruito con
l’ampliamento della città e sostituì la
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vecchia Barriera Maremmana che era
nel centro della attuale piazza Matteotti.
Il cimitero fu inaugurato e benedetto da
Monsignor Gavi nell’aprile del 1843.
Ricco di cappelle e monumenti, ha avuto
diversi ingrandimenti ed ha assunto una
forma irregolare dovuta al percorso del
rio Maggiore che lo costeggia.
Nella foto sopra, scattata nei primi anni
del 1900, si vede che mancava la parte
più a nord del complesso cimiteriale,
dalla parte del viale Boccaccio.

Foto Leonardi
Viale Italia

La foto sopra è datata verso i primi anni


del 1900.
Al centro si vede lo Chalet Garibaldi e
sullo sfondo si notano le torrette della
villa Cave Bondi (oggi villa Letizia).
Passa il tram che dalla stazione arrivava
al villaggio di Antignano con la reclame
sopra un pannello con scritta Lysoform,
mentre alcune signore passeggiano, con
Collezione Leonardi
l’immancabile ombrellino parasole, sul
viale Regina Margherita, sorreggendo
con una mano la veste per evitare di
farla strusciare per terra.
Ben diversa l’atmosfera nella foto sotto
scattata anche in un momento di scarso
traffico.
Durante l’estate in questa zona erano
aperti tre stabilimenti balneari forniti di
ampie terrazze sul mare e durante la
maggior calura estiva si poteva trovar
rifugio alla Rotonda di Ardenza fornita
di una bella e fresca pinetina.
Foto Leonardi
Chalet Garibaldi

Nella zona di Ardenza, sul lungomare


sorsero diversi chalet molto frequentati
dai livornesi e dai turisti, numerosi, che
affollavano questa gaia e ridente località
balneare.
Tra i più carini e caratteristici si notava
il famoso e grazioso Chalet Garibaldi.
Questo locale si trovava vicino al mare
sul terreno tra all’odierno porticciolo di
Collezione Leonardi
Ardenza ed il viale Italia proprio davanti
al monumento al Pensatore. Aveva una
torretta con tetto a pagoda tutta aperta a
vetri e una terrazza aperta sul mare, era
protetta da ampi tendoni. Si trovava in
una posizione favorevole e così poteva
approfittare della moltitudine di gente
che, specialmente nella stagione estiva,
accorreva lungomare e dei moltissimi
spettatori che gravitavano nella zona e
arrivavano per la vicinanza del famoso
ippodromo Federico Caprilli.
Foto del 1904 e del 2004.
Foto Leonardi
Ardenza

Costruzione del ponte della ferrovia del


tratto Livorno - Vada - Cecina che fu
inaugurato il 3 luglio del 1910 insieme
alla nuova Stazione Ferroviaria in fondo
al viale degli Acquedotti costruita sui
terreni del Campo di Osservazione dove
per vari anni si erano allenati i militari
nelle loro esercitazioni.
L’inaugurazione avvenne alla presenza
Collezione Leonardi
del re Vittorio Emanuele III e massime
autorità cittadine.
La foto sopra del 1905 mostra la volta
del ponte ripresa dalla Chiesina della
Apparizione e sullo sfondo si vedono le
ultime case a sud dell’Ardenza.
Recentemente sotto la ferrovia sono stati
realizzati due sottopassi per sostenere il
grosso volume di traffico della città e
della variante Aurelia.
La foto sotto è stata scattata nel 2009.

Foto Leonardi
Rio Ardenza

Il rio Ardenza nasce dalle pendici del


Monte Maggiore a 450 metri sul livello
del mare poi scende per 11 chilometri
attraverso la valle Benedetta e la località
di Popogna fino ad attraversare il rione
dell’Ardenza e a sfociare in mare
all’altezza della località dei Tre Ponti.
Qui la foce ad estruario del rio Ardenza,
durante le alte maree e le libecciate più
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forti viene riempita dall’acqua del mare.
Per questa ragione le arcate del ponte
alla foce del rio sono state recentemente
ampliate da tre a cinque per evitare
l’inondazione delle acque del piccolo rio
durante le piogge più intense.
Nelle foto si vedono alcune abitazioni
ancora esistenti dopo più di cento anni,
tra il rio Ardenza e la via Pacinotti.
A destra del fiume recentemente è stato
realizzato un bel parco giochi.
Qui è stata realizzata una fontana che
fornisce acqua di ottima qualità.
Foto del 1905 e del 2005.
Foto Leonardi
Rotonda e Tre Ponti

La zona è chiamata “Tre Ponti” anche se


oggi gli archi del ponte sono cinque, in
seguito ai recenti lavori di modifica fatti
per aumentare la portata di deflusso
dell’acqua del rio Ardenza verso il mare.
Opera realizzata per evitare danni dopo
alcune alluvioni avvenute nei primi anni
90. Il primo ponte in muratura era stato
costruito in sostituzione del vecchio
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ponte in legno nel 1898 e allora venne
allargata la sede stradale che portava al
villaggio di Antignano.
Sullo sfondo della foto in bianco e nero
si nota una grande villa a sinistra che
sembra venne abbattuta perché rovinava
la visuale dell’arrivo nelle corse delle
auto durante le famose gare della Coppa
Montenero.
Si può vedere anche come è cambiata la
spiaggia nel corso di cento anni con il
notevole quantitativo di sabbia arrivata
dal rio Ardenza.
Foto del 1920 e del 2005.
Foto Leonardi
Via Baracca

Questa recente strada che va dal viale


Italia al piazzale dello stadio ricevette
questo nome per ricordare l’eroe della
aviazione Francesco Baracca abbattuto
durante la prima guerra mondiale nel
cielo sopra al colle di Montello vicino al
fiume Piave.
Invece il largo davanti allo stadio prese
il nome di piazzale Montello.
Collezione Leonardi
Tutta questa zona del rione Ardenza fu
realizzata nei primi anni ‘30 con villini,
per la maggior parte,in stile liberty.
Col passare degli anni questa zona della
città si è allargata con l’aggiunta di altre
costruzioni in fondo alla via, lo vediamo
confrontando le due foto.
Lo stadio, costruito nel 1931, fu allora
intitolato a Edda Ciano.
Dopo la caduta del regime, divenne lo
Stadio Comunale. Oggi è intitolato al
livornese Armando Picchi famoso atleta
e calciatore della Nazionale e dell’Inter.
Foto Leonardi
Ardenza - via del Mare

E’ una via molto antica, se ne hanno


notizie già prima del 1840, che unisce il
villaggio di Ardenza Terra con il mare.
Questo villaggio, come si legge nella
guida del Piombanti, nei primi anni del
secolo scorso era tutto moderno con vie
regolari e case pulite. Ardenza Terra fu
anticamente un feudo dei Conti della
Gherardesca e dei Marchesi di Livorno.
Collezione Leonardi
La via del Mare, col vecchio villaggio,
si stendeva maggiormente verso il mare
fino ai Casini di Ardenza, una serie di
palazzine, costruite a forma di un grosso
semicerchio dall’architetto Cappellini
rivolto verso il pubblico passeggio.
C’erano da quelle parti le migliori case
con graziose ville e giardini.
Le foto sono state scattate circa a metà
della via in angolo con via Pastrengo a
sinistra e via del Parco a destra.
Foto del 1920 e del 2010.

Foto Leonardi
Via Franchini

Al centro dell’immagine si vede la via


Oreste Franchini intitolata al patriota
livornese.
Questa via incrocia la via del Parco nel
punto dove si allarga in una piazzetta
alberata.
Nella via del Parco al numero 22 si trova
villa Francesca che fu acquistata nel
1888 da Garibaldi per la sua compagna,
Collezione Leonardi
durante l’attesa dell’annullamento del
matrimonio dalla marchesa Rinaldi.
In questa villa soggiornarono, oltre a
Francesca Armosino, i figli Manlio e
Clelia Garibaldi. Esisteva una discreta
biblioteca di volumi con dedica scritta,
che Garibaldi aveva ricevuto in dono e
che sono poi stati donati alla Biblioteca
Labronica.
Tuttora vi si trovano cimeli e numerose
lettere appartenuti a Garibaldi e ai figli.
Foto del 1915 e del 2010.

Foto Leonardi
Via Pacinotti

Un angolo caratteristico della vecchia


Livorno dei primi del 900.
In questa parte della Rotonda di Ardenza
vennero costruiti diverse ville,villini e
palazzine a mare.
Nel 1840 fu costruito il grande piazzale
della Torre prospiciente il mare.
Su questo piazzale venne in seguito
realizzata la attuale Rotonda, formata da
Collezione Leonardi
un boschetto circolare composto di pini
e oleandri con ameni vialetti e panchine,
soggiorno delizioso anche nella calura
estiva.
Al centro si trovava uno chalet e verso il
mare si estendeva un largo piazzale che
arrivava fino alla scogliera.
Nella foto si nota la villetta in angolo
con via Pacinotti, ex via della Torre, che
ha conservato nel suo giardino, dopo
100 anni, il piccolo padiglione in ferro.
Foto del 1905 e del 2005.

Foto Leonardi
Via Ravizza

Questa via intitolata all’inventore della


macchina da scrivere Giuseppe Ravizza,
si trova dietro ai Casini di Ardenza.
Il Ravizza aveva una villa nei dintorni di
Livorno e vi morì nell’anno 1873.
Prima del 1925 ebbe il nome di via della
Palazzetta Comunale, perché l’edificio
che vediamo più alto al centro della foto,
ospitava alcuni uffici comunali.
Collezione Leonardi
E’ rimasta invariata da oltre cento anni.
Una curiosità: nelle vicinanze esisteva la
pieve di San Felice con il suo piccolo
villaggio.
Questo fu distrutto nel 1700 e quando
venne allargata la strada del passeggio
verso il mare, furono trovate molte ossa
umane, che il Vivoli reputò che fossero
appartenute al cimitero di quella antica
pieve, allora furono recuperate e infine
trasportate nel cimitero della città.
Foto del 1920 e del 2010.

Foto Leonardi
Viale Italia - Ardenza Mare

Un tratto della passeggiata a mare che è


sempre stato caro ai livornesi va dalla
famosa Baracchina Rossa fino alla curva
dove si trova l’ingresso di Villa Letizia
(ex villa Cave Bondi).
Al posto del simpatico Chalet Garibaldi
con torretta a vetri si trovava fino a poco
tempo fa una baracchina di rivendita di
frutti di mare. Oggi è stata sostituita da
Collezione Leonardi
una baracca rivestita di materiale rosso
mattone che sicuramente stona con tutto
l’ambiente circostante.
Dove ora si trova la piazzuola che ospita
il monumento del Pensatore, c’era una
piazzetta dove girava il tram arrivato al
capolinea di Ardenza Mare.
Più a sinistra della foto, già ai primi anni
del 900, esisteva la Baracchina Rossa
che allora si chiamava Chalet Alhambra.
Foto del 1905 e del 2005.

Foto Leonardi
Villa Cave Bondi

In angolo tra il viale Regina Margherita


(oggi Viale Italia) e la via dei Pensieri si
trovava l’ingresso principale alla villa
Cave Bondi.
Questa splendida villa era la dimora del
sig. Cave Bondi costruita all’interno di
un vasto terreno che conteneva anche
un ippodromo fatto costruire nel 1868,
dove si svolgevano le corse dei cavalli
Collezione Leonardi
durante la stagione estiva.
Nella parte a nord del terreno, si trova
oggi il famoso ippodromo di Ardenza
intitolato al livornese Caprilli.
La villa è posizionata circa cento metri
all’interno del parco che si affaccia su
via dei Pensieri e attualmente è adibita
ad edificio scolastico.
Accanto alla villa si trovano i campi da
tennis dello Junior Club.
A destra nelle due foto si nota una parte
della pinetina che dalla villa si estende
fino ai Casini di Ardenza.
Foto Leonardi
Ardenza - i villini

Si ferma il tram elettrico per Antignano


all’altezza dello Chalet Garibaldi.
Il 14 ottobre del 1897 venne inaugurato
il tram elettrico che prese il posto della
ippo-tranvia, e venne anche prolungata
la linea tranviaria fino al villaggio di
Antignano.
In questa zona di Ardenza sostavano le
carrozze e i calessini privati che erano
Collezione Leonardi
adibite al trasporto dei bagnanti verso gli
stabilimenti balneari.
Tra i curiosi che osservano il fotografo
si vede anche un giovane in costume da
bagno intero.
La villa Salmon, al centro della foto, è
stata nel corso degli anni, divisa in tre
palazzette indipendenti, come possiamo
intuire dalle diverse colorazioni delle
facciate.
Mentre nell’altro edificio, a sinistra, è
scomparsa la terrazza sopra il tetto.

Foto Leonardi
Ardenza - villino Boretti

Questa è la parte della Rotonda verso


sud, dove inizia il viale di Antignano.
In questo punto esisteva la villa Boretti
che era isolata nei pressi della zona dei
Tre Ponti e davanti alla scesa a mare,
dove oggi si trova il bagno Gabbiano.
Prese il nome dai proprietari.
Vicino alla villa verso il mare esisteva
una torre di guardia fatta costruire nel
Collezione Leonardi
1595 dai Medici e che fu distrutta negli
eventi bellici del 1944.
Negli anni 30 qui arrivavano le auto da
corsa che partecipavano alla Coppa
Montenero e sembra che la villa venne
abbattuta per permettere una migliore
visuale delle macchine in arrivo.
Sullo sfondo, dietro alla villa si notano
le costruzioni lungo il viale Principe di
Napoli, attuale viale di Antignano, ed in
particolare, a destra c’è l’Hotel Savoia,
oggi Hotel Universal e a sinistra il bel
villino Deda, oggi diventato un palazzo
condominiale.
Foto Leonardi
Scoglio della Regina

Livorno era considerata una rinomata


stazione balneare già nell’Ottocento.
Infatti nel 1871 un certo Baretti costruì i
primi stabilimenti balneari sull’area oggi
occupata dai bagni Tirreno. Questi bagni
si trovano nei pressi della Spianata dei
Cavalleggeri, molto lontano dalla cinta
muraria della città che all’epoca era
all’interno delle mura medicee.
Collezione Leonardi
L’idea del Baretti piacque così tanto che
in poco tempo sorsero nella zona molte
piccole costruzioni in legno che erano
attrezzate per i bagni di mare. Questa
novità dei bagni attrasse anche la regina
Maria Luisa d’Etruria che si recava su
uno scoglio nei pressi della Bellana dove
sembra fece scavare una vasca.
Qui in seguito sorsero gli stabilimenti
balneari che presero il nome di “Scoglio
della Regina”.

Foto Leonardi
Scoglio della Regina

Queste foto con il ponte a quattro arcate


all’ingresso dei bagni, sono scattate a
oltre cento anni di distanza. Già alla fine
del 1800 Livorno era il centro balneare
della Toscana e attirava gente da tutta
l’Europa.
Il lungomare o strada del passeggio era
stato arricchito verso la metà del 1800
da ricchi edifici con vista sul mare ed
Collezione Leonardi
erano proliferate ville e villini con bei
giardini subito dopo al di là della strada
lungo la passeggiata.
Per queste ragioni villeggiare a Livorno
durante la stagione estiva era diventato
segno di agiatezza e distinzione sociale.
Purtroppo come vede, con il trascorrere
degli anni ed il progressivo abbandono
questo famoso stabilimento si è trovato
in uno stato di grave degrado, solo in
questi ultimi tempi sono iniziati alcuni
lavori di ristrutturazione.
Foto del 1905 e del 2009.
Foto Leonardi
Bagni Trotta

Nella foto sopra vediamo l’ingresso dei


bagni Trotta all’inizio del 1900.
Allora i bagni erano formati da diverse
palafitte che si addentravano in mare e
che sostenevano varie strutture in legno
con numerose cabine ricoperte in tela
fornite di scalette che permettevano di
scendere in acqua.
La nascita di questi bagni risale alla fine
Collezione Leonardi
del 1700, quando un certo Baretti fece
costruire una casa con terrazza dove si
potevano fare bagnature sia in acqua
fredda che in acqua riscaldata.
Questi bagni hanno avuto nel corso degli
anni vari proprietari che dettero loro il
nome, da Baretti a Cocchi, da Rinaldi a
Rombolino, da Trotta agli attuali bagni
Tirreno.
Oggi la struttura dei Trotta, costruiti in
cemento, si estende ampiamente verso il
mare accanto alla “Terrazza Mascagni”

Foto Leonardi
Bagni Pancaldi

Questo famoso stabilimento balneare fu


fondato nel 1846 da Vincenzo Pancaldi
nella cala dei Cavalleggeri.
Nel 1870 ebbe il titolo di Regi Bagni
Pancaldi, perché veniva frequentato dal
principe Amedeo di Savoia.
Era composto di varie parti unite tra di
loro da diversi ponticelli.
Tra questo e la spianata dei cavalleggeri,
Collezione Leonardi
veniva costruito durante l’estate un
padiglione dove veniva la famiglia del
granduca a fare i bagni.
Il principe Leopoldo II nel 1820 scrisse
la seguente ottava: In questo bagno, cui
l’irato mare non nuoce, rotto in su
l’opposto sasso, o placid’onde, salutari e
chiare, in cui spesso deposi il corpo
lasso; qui di pensieri scevro e cure
amare, bevendo il buon liquore del dio
di Nasso, di facil moto l’artifizio
appresi, qui salute riebbi e forze presi.
(da Miscellanea livornese).
Foto Leonardi
Bagni Roma

I bagni Roma si trovano ad Antignano


davanti al castello fortificato che fu fatto
edificare da Cosimo I dei Medici allo
scopo di sorvegliare e dare sicurezza alla
parte sud della costa livornese.
Questi bagni cominciarono ad essere
frequentati verso la fine del 1800 con il
prolungamento della passeggiata lungo
mare e la realizzazione, nel 1897 della
Collezione Leonardi
tranvia a cavalli e in seguito nel 1899 di
quella elettrificata.
Sono forniti di una piscina aperta verso
il mare e nei primi anni del 1900, dove
oggi c’è un parcheggio, si trovava un
campo da tennis in terra rossa.
Offriva una bella terrazza sul mare e un
buon ristorante.
Fu di proprietà della famiglia Cremoni
che era anche proprietaria del castello, in
seguito negli anni successivi alla guerra
i bagni furono acquistati dalla famiglia
Picchi.
Foto del 1905 e del 2013.
Foto Leonardi
Collezione A.Lemmi Foto Leonardi

Chiesa della SS. Trinità e dei Cappuccini

Questa chiesa terminata nel 1903, sostituì quella consacrata nel 1738. Ha un portico a tre archi e tre
cappelle per parte. Sulla stessa piazza Gavi venne eretta, verso il 1845, una seconda cappella, dove
veniva insegnata la dottrina cristiana, cappella dedicata alle stimmate di San Francesco.
Piazza SS. Pietro e Paolo

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo e Maria


Maddalena, venne edificata nel 1829 a
forma di croce latina con unica navata a
volta.
Davanti ha un portico di tre archi con
colonne doriche. La prima pietra venne
benedetta alla presenza del granduca
Leopoldo II nell’area a ridosso della fa-
mosa Casina delle Ostriche.
Collezione Leonardi
La chiesa fu benedetta nel dicembre del
1835 e fatta curia due anni dopo.
Da una cappella della chiesa si accede
all’Istituto di Santa Maria Maddalena e
qui venne istituita la congregazione del
Cuor di Maria per la conversione dei
peccatori.
Poche le differenze tra le due immagini
a distanza di cento anni, è cambiato e
ricostruito l’edificio in angolo a sinistra
e sono stati ricavati alcuni locali che si
affacciano sulla piazza, a destra della
chiesa.
Foto del 1903 e del 2006.
Foto Leonardi
Via Giuseppe Verdi

La chiesa Evangelica Valdese e di altri


protestanti di via Giuseppe Verdi.
I Valdesi ebbero origine a Lione nel
1160 per un mercante di nome Valdo
che iniziò a fare il riformatore.
Predicando che la povertà evangelica
praticata era la via per salvarsi.
Nel 1859 i valdesi arrivarono a Livorno,
ed erano chiamati i poveri di Lione ed
Collezione Leonardi
anche inciabattati perché era loro uso e
costume indossare le ciabatte.
La chiesa Evangelica Valdese venne poi
costruita dal 1845 al 1849, a spese dei
presbiteriani scozzesi, accanto al terreno
dove si trova il cimitero inglese di via
Giuseppe Verdi.
Ha forma di casa in stile gotico, è stata
realizzata in pietra serena e travertino.
Ha una semplice sala con cinque finestre
fornite di vetri colorati e lavorati con lo
stemma della chiesa. Aveva anche un
piccolo giardino.
Foto Leonardi
Via Giuseppe Verdi

A metà di questa via si trova il cimitero


inglese, e in faccia a questo, nel 1839, su
disegno di Angiolo Della Valle, venne
gettata la prima pietra della chiesa della
Chiesa anglicana.
Questa ha una facciata con intercolunnio
di ordine dorico, realizzato da quattro
colonne. che sostengono il frontone.
E’ formata da una vasta sala a volte con
Collezione Leonardi
una calotta retta da pilastri di ordine
jonico.
La chiesa era dedicata a San Gregorio
martire.
Nel vicino cimitero inglese si trovano
molte e notevoli sculture, e sepolture di
molti uomini illustri nei più svariati
campi, dalle scienze, alla politica e alle
arti.
Uno dei più illustri è Tobia Smollett.
Nelle foto si vede un altro importante
edificio della via, la chiesa Evangelica
Valdese, di cui si parla altrove.
Foto Leonardi
Collezione Leonardi Foto Leonardi

Via San Carlo

Particolare della via San Carlo, all’altezza della via dei Carrozzieri. La foto sopra è del 1928 scattata
da mio padre e si vede una insegna con base di marmo posta sul muro. Curiosità, nel 2013, la base di
marmo c’è ancora e si riesce a leggere la vecchia scritta che vi è rimasta impressa .
Corso Mazzini

Questa è una parte di Corso Umberto,


era questo il nome nei primi anni del
900, che dal quadrivio dell’Attias arriva
alla piazza Mazzini.
In angolo con Borgo dei Cappuccini ci
fu per molti anni una fonte pubblica di
pietra serena sormontata da una colonna,
era chiamata fonte della guglia, ancora
oggi quel punto, popolarmente, viene
Collezione Leonardi
chiamato con il nome guglia.
Al termine della via, dove inizia borgo
San Jacopo, esisteva un ponte sopra un
fossato, chiamato ponte alla Bellana,
forse dal nome di una famiglia.
Anche qui per molti anni quel nome è
rimasto alla zona.
Pochi i cambiamenti che si notano tra le
due foto, a destra solo due edifici sono
stati rialzati, a sinistra si intravvede una
nuova costruzione.
Foto del 1900 e del 2013.

Foto Leonardi
Via Cecconi

Questa via, del quartiere di Borgo dei


Cappuccini, prima si chiamava via del
Bosco perché rimaneva dietro al bosco
dei Cappuccini.
Quasi a metà della via c’era una fabbrica
a vapore di candele di cera e steariche di
proprietà dei fratelli Virgilio.
C’era anche un istituto intitolato a Dante
Alighieri.
Collezione Leonardi
Nelle foto si vede, al centro, l’edificio
dell’Istituto cattolico Sacro Cuore.
Questa scuola paritaria è sorta nel 1888
e oggi è gestita dalla Congregazione di
Santa Caterina da Siena.
Offre l’insegnamento a vari alunni in tre
ordini di scuole, da quelle dell’infanzia
alla Scuola Primaria e anche alla Scuola
Secondaria di primo grado.
I suoi titoli di studio sono equiparati a
quelli delle scuole statali.
Foto del 1905 e del 2013.

Foto Leonardi
Darsena del Cantiere

Sullo sfondo della darsena si notano le


strutture del vecchio Cantiere Navale
Luigi Orlando.
Questa zona si chiamava Lazzeretto di
San Rocco, perché era uno dei luoghi
destinati alla quarantena degli equipaggi
e delle merci che arrivavano a Livorno.
In primo piano il “Ponte Nuovo” che fu
costruito dal Poccianti nel 1844 al posto
Collezione Leonardi
del vecchio ponte che univa la via dei
Cappuccini alla vecchia fortezza di Porta
Murata, facente parte del porto.
Questo ponte fu distrutto da una bomba
durante i bombardamenti del 1943 e fu
ricostruito nel 1949.
In questi anni tutta la zona del vecchio
cantiere, non più operativo, sta subendo
grandi trasformazioni con la costruzione
oltre ad un piccolo cantiere per lussuose
imbarcazioni, di diversi edifici atti ad
uffici commerciali e abitazioni.

Foto Leonardi
Darsena del Cantiere

Le prime città che ebbero l’dea di fare


dei lazzaretti per potersi salvare dalla
peste, nel 14° secolo, furono Venezia e
Pisa. Ferdinando I quando fece ampliare
il vecchio castello in una città fortificata,
fece costruire un grande lazzaretto che
ebbe il nome di San Rocco.
Fu costruito nel 1590 con diversi canali,
piazze, scali e diverse case per i marinai
Collezione Leonardi
e passeggeri, c’era pure un ospedale e un
piccolo cimitero, inoltre molti capannoni
per la custodia delle merci sospette.
Questo lazzaretto occupava l’area dove
in seguito ci fu creato il cantiere Navale.
Era diviso dalla città da un fosso con
ponte levatoio e fu usato fino al 1852.
Nel 1862, una parte venne trasformata in
cantiere navale militare e dopo 4 anni fu
dato ai fratelli Orlando che ne fecero un
cantiere per costruire navi militari e
commerciali.
Foto del 1905 e del 2010.
Foto Leonardi
Scali Cialdini

Mettevano in comunicazione la piazza


Micheli con la piazza Cappellini.
Il palazzo “Squilloni”, a sinistra della
foto, ospitò un ufficio postale e l’albergo
Washington dove prese alloggio anche il
generale Garibaldi.
Il “Ponte Nuovo” che vediamo a destra,
fu costruito su disegno del Poccianti nel
1847 in sostituzione del vecchio ponte
Collezione Leonardi
che collegava la piazza cappellini con il
Forte di Porta Murata.
Il canale dei “Francesi”, questo il nome
di questo canale, collegava la darsena
del Cantiere con la darsena dei “4 mori”
passando sotto alle arcate del ponte dei
“Sospiri” così chiamato perchè aveva
una forma a schiena d’asino e molto più
alto di quello attuale e faceva sospirare i
“carrettai” che vi transitavano sopra.
In questa zona operavano i renaioli che
caricavano la rena da utilizzare per la
costruzione delle case sui becolini.
Foto Leonardi
Scali Novi Lena

Questa zona era conosciuta dal popolo


come “sulle cantine” perché al di sotto
del piano stradale c’erano ed esistono
ancora diverse cantine adibite allora a
rimessaggio dei materiali da pesca.
Mi ricordo che da piccolino, dopo la
guerra, andavo spesso a pescare con il
nonno materno che teneva una piccola
barca a remi all’inizio della banchina.
Collezione Leonardi
Il nonno mi portava dietro alla Vegliaia
e si pescava con alcune lenze realizzate
con vari segmenti, di 30 cm ciascuno, di
crine di cavallo composto da tre crini,
ancora non era stato inventato il nailon.
I maggiori cambiamenti che si notano
nelle due foto sono la realizzazione delle
nuove cantine e della banchina, dovute
all’allargamento del piano stradale che
ora consente un flusso di traffico più
scorrevole.
Le foto sono datate 1901 e 2008.

Foto Leonardi
Piazza del Cisternone

Nella piazza, che prese il suo nome, si


affaccia l’imponente opera progettata
dal Poccianti, l’edificio del Cisternone
inaugurata nel 1842, questa aveva la
funzione di raccogliere l’acqua potabile
proveniente da Colognole e di renderla
più pura, prima della distribuzione alle
fonti della città, facendola così decantare
nelle varie vasche.
Collezione Leonardi
Ha un grande portico con otto colonne
di stile dorico con sopra una terrazza
sormontata da una grossa nicchia, dentro
la quale dovevano essere posizionate le
due grandi statue raffiguranti le fonti
principali che lo approvvigionavano la
Morra e Camorra.
L’interno è largo 38 metri e lungo 42, e
può contenere oltre diecimila metri cubi
di acqua avendo la profondità di cinque
metri e mezzo.
Fu fatto costruire da Leopoldo II.

Foto Leonardi
Piazza del Cisternone

Di fronte al all’edificio del Cisternone si


vedeva la chiesa di San Andrea e alla
destra del cimitero dei greci scismatici
che era circondato da alti cipressi.
La chiesa venne innalzata nel 1837 e fu
benedetta da Mons. Gavi nel maggio del
1850. Ha un campanile alto 48 metri e
un organo fatto costruire a spese del
conte Federigo De Lardarell nel 1869.
Collezione Leonardi
I greci scismatici usarono il cimitero, di
cui vediamo il muro di cinta, fino al
1839 quando ne costruirono uno nuovo
in via Marco Mastacchi.
Questo cimitero Aaveva un bel cancello
di ingresso sulla via Galilei con pilastri
corinti sormontati da un arco.
Oggi al posto del vecchio cimitero, si
trova una moderna costruzione, che tutti
i livornesi conoscono come il palazzo di
vetro, dove fino a pochi anni fa c’erano
gli uffici delle Imposte.
Foto del 1900 e del 2005.
Foto Leonardi
Piazza del Cisternone

A destra si vede l’edificio con colonne


del Cisternone, mentre nella foto
d’epoca si notano a sinistra i cipressi che
ornavano il cimitero Greco Ortodosso
che si trovava all’inizio del viale Emilio
Zola oggi Viale Carducci in angolo con
la via Galilei.
Al suo posto c’era, fino a poco tempo
fa, il palazzo di vetro sede degli Uffici
Collezione Leonardi
delle Imposte Dirette.
Evidentemente era destino che in quella
parte della città diversi cittadini abbiano
dovuto piangere e altri hanno continuato
a farlo anche se per ragioni ben diverse.
Nella foto inferiore a destra si vede il
Cisternone riportato a nuova vita dopo i
lavori di ristrutturazione fatti di recente.
Al centro il viale Emilio Zola che allora
era particolarmente ombroso per i grandi
alberi che lo abbellivano da entrambi i
lati. Foto del 1900 e del 2005.

Foto Leonardi
Via de Larderel

La via in angolo con la piazza dei Mille


e via del Voltone.
A destra della foto superiore si vedono
due attività commerciali, quella a destra
era una Drogheria con rivendita di bibite
ghiacciate, mentre l’altra era un negozio
di parrucchiere. Dall’altra parte della via
si vede la farmacia Mandina negli stessi
locali dell’attuale farmacia Centrale.
Collezione Leonardi
Dal confronto delle due foto si nota che
la parte sinistra della via non ha subito
cambiamenti in cento anni, mentre alla
destra, all’altezza della recente piazza
Ognissanti si vede un alto muro di cinta
che racchiudeva la fabbrica della birra
Peroni in angolo con via Chiellini.
Da pochi anni anche quel muro è scom-
parso e al suo posto ora si trova una
nuova costruzione che fa parte di un
grosso complesso abitativo.
Foto del 1904 e del 2003.

Foto Leonardi
Via De Larderel

Parte finale della via dalla parte della


piazza del Cisternone.
L’unico cambiamento visibile è
l’edificio in angolo con via Magagnini
che fu distrutto da una bomba vagante
durante l’ultima guerra. Ricostruito in
seguito con la solita forma, ha oggi
l’ingresso spostato più a destra in via
Magagnini.
Collezione Leonardi
Al mezzanino dove si vedono le colonne
abitava mia suocera prima della guerra.
Da notare l’edificio in angolo a destra
che è rimasto con una piccola struttura
terrazzata in angolo.
L’edificio a sinistra, mantenutosi intatto
confina con il bel Palazzo De Larderel,
costruito su disegni del Magagnini nel
1850, riunendo in esso due palazzi.
Oggi le numerose stanze di quel palazzo
accolgono gli uffici della Pretura.
Foto del 1910 e 2005.

Foto Leonardi
Via De Larderel

Parte iniziale di via De Larderel ripresa


dalla Piazza della Repubblica.
Questa parte della città fortunatamente è
rimasta quasi immutata a distanza di 100
anni e non ha avuto danni dalla guerra.
Nella foto sopra, del 1910, si nota che
non c’erano ancora i giardinetti dove fu,
in seguito, collocato il monumento a
Guglielmo Oberdan.
Collezione Leonardi
In primo piano si nota uno dei pioli in
ferro che si trovano lungo il perimetro
della piazza e che solo di recente sono
stati ricollocati al loro posto.
Al piano terra dell’edificio, al centro
della foto, in angolo con la Piazza dei
Mille, esisteva già all’inizio di questo
secolo una farmacia oggi di proprietà
Scalabrella che ultimamente ha subito
dei lavori di ristrutturazione ed è stata
abbellita con una insegna esterna in stile
anni 800 posta sull’angolo della via.

Foto Leonardi
Porta alle Colline

Lungo la via di Salviano si incontrava,


al centro della via dove oggi si trova
l’incrocio davanti al vecchio Pronto
Soccorso dell’Ospedale, il varco della
porta Leopolda, che in seguito sarà detta
popolarmente la porta alle Colline.
Nella piazza davanti alla porta si teneva
il mercato del bestiame. E qui nel 1868
venne aperto l’asilo rurale Matteucci.
Collezione Leonardi
All’esterno della porta c’era un edificio
isolato, tuttora esistente, destinato per
uso di lazzaretto.
Qui vennero curati i malati del colera nel
1893.
Questa porta era uno dei tanti varchi di
accesso alla città, aperti lungo le mura
fatte costruire dal granduca Leopoldo II.
Queste imponenti mura che iniziavano
dal porto, vicino alla Fortezza Vecchia,
racchiudevano la città fino alla Barriera
Regina Margherita.
Di queste mura sono rimaste solo alcune
parti a nord della città.
Foto Leonardi
Chiesa e Istituto dei Salesiani

I lavori per la costruzione di questa bella


e imponente chiesa iniziarono nel 1916
sopra un terreno donato da Salvatore
Pannocchia nei pressi delle costruende
case popolari.
La chiesa fu la nuova sede dei Salesiani
che qui si spostarono dalla vecchia casa
di via del Seminario, fu costruita sul
progetto dell’architetto Macchia e venne
Collezione Leonardi
consacrata nel 1932.
E’ una delle più grandi di Livorno, ha la
facciata in pietra, ha la forma di croce
latina con tre navate ed è lunga 50 metri
e larga 19. In una cripta sono ricordati i
livornesi caduti nella grande guerra.
Nel dopo guerra vi ebbe sede il Convitto
Don Bosco e furono costruiti un campo
da calcio, campi di pallacanestro e un
palestra. C’era anche un oratorio e un
istituto gestito da suore con la scuola
materna, elementare e media.
Foto del 1930 e del 2011.
Foto Leonardi
Via Magenta

Dalla via Ernesto Rossi arriva a piazza


della Vittoria (allora piazza Magenta)
davanti alla chiesa di Santa Maria del
Soccorso.
Questa strada non subì, fortunatamente,
distruzioni durante la guerra.
I cambiamenti visibili a distanza di anni
sono a destra i due edifici che sono stati
rialzati ed il proliferare dei negozi.
Collezione Leonardi
E’ una delle vie più larghe e belle della
città e il suo nome ricorda la battaglia
vinta dagli Italiani e dai Francesi sugli
Austriaci nel 1859 nei pressi del paese
di Magenta.
Prima ebbe nome via Maria Antonia per
Ricordo della moglie di Leopoldo II che
assisté alla consacrazione della chiesa.
Sullo sfondo si vede la chiesa di Santa
Maria del Soccorso posta al centro della
vasta piazza Magenta.
Venne eretta nel 1836, dopo una grave
epidemia di colera che colpì la città.
Foto del 1901 e del 2010.
Foto Leonardi
Corso Amedeo

Questa lunga strada, prima del 1871, si


chiamava Corso Reale e andava da via
De Larderel fino a piazza Mazzini.
In seguito ebbe due nomi, da via De
Larderel a piazza Attias divenne corso
Amedeo, mentre la parte verso il mare
ebbe nome corso Umberto.
Nella foto superiore si nota l’ingresso al
parco della villa Attias, nome preso da
Collezione Leonardi
quella famiglia. La villa, i primi anni del
secolo scorso, apparteneva alla famiglia
Scaramangià che la fece ricostruire ed
abbellire con ricchi dipinti.
Venne abbattuta nei primi anni ‘50 per
creare la piazza attuale e per realizzare il
grattacielo dell’Attias.
Gli edifici costruiti dopo la guerra e che
si affacciano a destra sulla prima parte di
Corso Amedeo sono stati costruiti in
posizione notevolmente arretrata rispetto
a quelli prima esistenti.
Foto del 1944 e del 2010.
Foto Leonardi
Corso Amedeo

La foto è ripresa dall’angolo con via


Magenta, in direzione dell’Attias.
Questa strada era una parte della vecchia
via delle Spianate che dalla piazza del
Cisternone arrivava sino alla piazza
Mazzini.
La parte esterna della città era nel 1700
priva di abitazioni e aveva una ricca e
rigogliosa vegetazione, per questo era
Collezione Leonardi
chiamata le Spianate.
Lungo questa strada, prima che fosse
realizzata la costruzione della chiesa di
S. Maria del Soccorso, per alcuni anni ci
fecero le corse a cavallo con fantino, per
raccogliere i denari a favore della chiesa.
Gli edifici, come si può vedere, in que-
sto tratto della strada non hanno subito
grosse modifiche, e non ci sono stati
danni nell’ultima guerra. Sullo sfondo si
intravede il palazzo Elisabetta, sul largo
Attias e che è stato ristrutturato pochi
anni fa.
Foto Leonardi
Via Ernesto Rossi

Questo grosso edificio fu costruito dalla


comunità israelitica ad uso di ospedale.
Il progetto non fu portato a compimento
per mancanza di fondi, venne acquistato
dal Comune nel 1855, e venne utilizzato
come istituto scolastico, per il Liceo
Giovan Battista Niccolini, del Ginnasio
Francesco Domenico Guerrazzi, inoltre
per la Biblioteca Labronica e per i locali
Collezione Leonardi
dello Osservatorio meteorologico.
Dopo l’ultima guerra venne ricostruita
l’ala sinistra che era stata danneggiata
gravemente da una bomba.
In via Ernesto Rossi, nei primi anni del
1900, lì vicino c’erano i bagni Mazza.
La via Ernesto Rossi, che partendo da
corso Amedeo arriva alla piazza Cavour,
è in linea con la via Giuseppe Verdi, e
assieme sono una delle vie più lunghe
della città.
Foto del 1905 e del 2006.

Foto Leonardi
Piazza Magenta

Nel 1924 venne eretto il Monumento ai


Caduti in piazza Magenta davanti alla
chiesa di Santa Maria del Soccorso.
Questa é a forma di grande croce latina a
tre navate con sette archi per lato sorretti
da pilastri toscani e fu eretta nel 1836.
Sull’altare della crociata vi è l’immagine
della Madonna del Soccorso con un bel
tabernacolo realizzato dall’ebanista e
Collezione Leonardi
architetto Ferdinando Magagnini.
Nella chiesa si trovano anche pregevoli
opere del Pollastrini e del Bartolena.
Nel 1855 fu costituita canonicamente
parrocchia, con fedeli tolti alle cure sia
di San Benedetto che dei SS. Pietro e
Paolo.
Era la chiesa più grande della città e per
questa ragione il parroco ebbe diritto al
titolo di arciprete con vicecurato e tre
cappellani.
Foto del 1936 e del 2005.

Foto Leonardi
Piazza XX Settembre

La chiesa di San Benedetto fu costruita


nel 1817 e benedetta nel 1819.
Fu costruita su terreno concesso gratis
da Ferdinando III.
Il livornese Benedetto Fagiuoli, abile
commerciante in essenze e rosoli allora
ricercatissimi, fece lascito alla chiesa del
suo notevole patrimonio, per far istruire
il popolo nella religione cattolica.
Collezione Leonardi
All’interno ci sono pregiate opere del
Gazzarrini e un altare in marmo eretto
nel 1822 dono del cav. Carlo Michon.
L’interno è a tre navate con l’organo che
è posto sopra la porta principale.
Qui spesso veniva a suonare il grande
maestro livornese Pietro Mascagni.
Nel 1860 venne ampliata con una nuova
canonica e venne eretto il campanile a
ventola con due campane. La chiesa ha
tre porte precedute da una terrazza che è
sostenuta da un intercolunnio ionico di
otto colonne.
Foto del 1901 e del 2007.
Foto Leonardi
Piazza XX Settembre

Nel 1819 viene dato incarico a Pasquale


Poccianti di progettare la sistemazione
dello spiazzo antistante la chiesa di San
Benedetto. Venne così creata una piazza
regolare a forma di rettangolo delimitata
da un filare di platani alternati a pilastri
in marmo di varie dimensioni.
Questa piazza fu terminata nel 1827.
Per un periodo di alcuni anni ebbe due,
Collezione Leonardi
poi tre filari di alberi lungo il perimetro.
Subito dopo l’ultima guerra fu deposito
di materiale militare americano, alcuni
anni dopo c’era al mattino il mercato
delle erbe e il pomeriggio un mercatino
ambulante di materiali surplus militari.
Piano piano con l’ampliarsi delle merci
offerte si trasformerà nel famosissimo
“Mercatino Americano” qui si trovavano
nei primi anni, vari prodotti importati
regolarmente e altri di contrabbando.
Nel 2009 viene tolto il mercatino, così la
piazza ritorna vivibile per i livornesi.
La foto sopra è del 1928, sotto del 2010.
Foto Leonardi
Piazza Giorgio Caproni

Quasi all’inizio della via Maggi dalla


parte di piazza Cavour si trova questa
piccola piazza alberata tra la via Cantini
e la via Bernardina. Anche se fa parte
della via Maggi e non ha mai avuto un
nome proprio è sempre stata chiamata
popolarmente piazzetta Maggi. Fino a
metà del 900 era un angolo carino dove
si poteva godere di un poco di ombra e
Collezione Leonardi
di tranquillità, oggi purtroppo a causa
del degrado e delle auto parcheggiate
anche sui marciapiedi non è più così.
Ultimamente la piazza è stata intitolata
al poeta livornese Giorgio Caproni.
La via che prese il nome da una nobile
famiglia di gonfalonieri della città e di
altri insigni personaggi, prima del 1900,
si prolungava fino alla piazza dei Santi
Pietro e Paolo. In questa via si trovava
un Istituto femminile gestito dalle Suore
Domenicane.
Foto del 1902 e del 2008.
Foto Leonardi
Piazza Goldoni

Su questa piccola piazza si affaccia il


Teatro Goldoni inaugurato il 24 luglio
1847 con la rappresentazione di
“Roberto il Diavolo”.
Costruito su disegno dell’arch. Giuseppe
Cappellini, in quegli anni era chiamato
Caporali dal nome dei due proprietari,
ebbe anche nome di teatro Leopoldo e fu
comprato dall’accademia Goldoni per
Collezione Leonardi
100.000 lire.
La platea, ampia ha un’area simile a
quella della Scala di Milano. Nel 1890,
dopo i grandi successi ottenuti a Roma,
fu rappresentata la Cavalleria Rusticana
dell’illustre maestro livornese Pietro
Mascagni. Nel 2004, dopo grossi lavori
di ristrutturazione, quella stessa opera fu
rappresentata all’inaugurazione con la
presenza del Presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi.
Curiosità, in angolo si nota uno dei tanti
orinatoi che erano diffusi nella città.
Foto del 1900 e del 2004.
Foto Leonardi
Scali Olandesi

Il ponte di San Benedetto che unisce gli


Scali Saffi con gli Scali Olandesi.
La foto sopra fu scattata nel 1930 da mio
padre Luigi Leonardi.
Questa zona, è stata risparmiata dalle
bombe della ultima guerra, infatti quelle
più vicine caddero, una in piazza delle
Repubblica in angolo di via Gazzarrini
dove centrò un filobus causando diversi
Collezione Leonardi
morti, e un’altra cadde a metà di piazza
Venti Settembre sull’edificio dove si
trovava un forno che aveva una grossa
ciminiera, forse bersaglio degli aerei.
Dopo la guerra fu costruito in angolo di
via Bosi un alto palazzo.
Qui prima c’era un giardino circondato
da un muro, addossato al quale, durante
i mesi invernali mi ricordo c’era sempre
un carrettino dove con pochi spiccioli si
compravano le “arrostite” mantenute
calde in una balla di juta.
Oggi invece degli spiccioli ci vogliono
le banconote.
Foto Leonardi
Via Ernesto Rossi

La strada intitolata al livornese e attore


drammatico Ernesto Rossi, fino alla fine
del 1800 si chiamava via della Pace, qui
due famiglie che vi abitavano si fecero
guerra ed in seguito si rappacificarono.
Si estende dalla piazza Cavour fino a
Corso Amedeo.
In questo primo tratto transitava il tram
che girando per la via Magenta girava in
Collezione Leonardi
corso Amedeo diretto alla piazza Attias.
A destra si vede il liceo ginnasio che
allora era intitolato al letterato fiorentino
Giovan Battista Niccolini professore di
storia e mitologia e anche segretario
dell’Accademia delle Belle Arti.
All’interno del Ginnasio si trovavano
diversi monumenti sia lungo le scale che
in alcune sale. Una statua del Micali,
che si trovava in una nicchia nel muro,
fu tolta negli anni venti e trasferita nel
cortile del Tribunale.
Foto del 1910 e dl 2010.
Foto Leonardi
Via Magenta

La via Magenta ripresa con le spalle al


Monumento ai Caduti che si trova da-
vanti alla chiesa del Soccorso.
Prese il nome in ricordo della battaglia
avvenuta nel 1859 presso Magenta, una
piccola cittadina della Lombardia a circa
26 km. da Milano. Qui si scontrarono
l’esercito franco e piemontese al coman-
do di Napoleone III e l’esercito austriaco
Collezione Leonardi
sotto il comando del generale Grylai.
Caddero sul campo circa 4600 francesi e
più di 10.000 austriaci. Con la vittoria a
Magenta si liberò la strada per Milano
all’esercito franco-piemontese che entrò
e tolse Milano all’oppressione austriaca.
La piazza più piccola davanti alla chiesa,
dove ora c’è il monumento si chiamava
piazza del Soccorso.
I vari lati della piazza erano chiamati via
Poggiali, via della Beneficenza, via delle
Grazie, via del Conforto, via del Salcio e
via dello Studio. Nel 1889 il Municipio
tolse i nomi e divenne piazza Magenta.
Foto Leonardi
Via Maggi

Inizio della via vista da piazza Cavour.


Nella foto sopra, databile verso gli anni
1910, si vede il famoso bar Corradini
che assieme ad altri bar presenti sulla
piazza erano punti di ritrovo nel centro
della città.
L’edificio che ospitava questo locale fu
distrutto durante la guerra e ricostruito
negli anni ‘50.
Collezione Leonardi
Il famoso bar Bristol si trovava dalla
parte opposta della piazza in angolo con
gli Scali Manzoni ed il caffè Bardi era in
angolo con la via Cairoli.
Inoltre nell’edificio in angolo con gli
Scali Olandesi, nella foto sopra, si vede
una merceria, dove al giorno d’oggi ha
sede un negozio di articoli musicali.
Dietro a questo edificio si intravedono
gli alberi della piazzetta di via Maggi
ora intitolata al poeta Giorgio Caproni.
Foto del 1908 e del 2006.

Foto Leonardi
Mercato Centrale

Il 28 ottobre del 1889 l’allora sindaco di


Livorno Costella firmò un avviso d’asta
per la costruzione del nuovo pubblico
mercato delle vettovaglie.
Iniziava così: “Colle deliberazioni del
Consiglio Comunale del 26 di settembre
p.p. e 17 di ottobre volgente, sanzionate
dalla Giunta provinciale amministrati-
va, fu approvato il progetto per la co-
Collezione Leonardi
struzione di un edifizio ad uso di
“pubblico mercato”. In esecuzione delle
citate deliberazioni dovendosi procedere
all’appalto dei relativi lavori si fa noto:
Che alle ore una pom. di sabato 9 no-
vembre prossimo, nella sala maggiore
del palazzo comunale posto in Piazza
Vittorio Emanuele al n. 15, dinanzi al
Sindaco o a chi per esso, avrà luogo
l’asta per i lavori suddetti e la spesa
prevista per quelli da appaltarsi è di
lire1.024 ...............…”
Foto del 1904 e del 2005.
Foto Leonardi
Piazza Felice Cavallotti

Nel 1634 questa piazza, era chiamata


piazza delle Erbe, divenne mercato delle
vettovaglie per spostare la vendita di
questo genere che veniva fatta sotto le
logge della piazza Grande.
Venne costruita una grande tettoia al
centro della piazza e qui sotto venivano
vendute le carni. La piazza era divisa in
quattro settori: per i pesci, per
Collezione Leonardi
l’erbaggio, per le uova e per il pollame.
Anche nelle vie circostanti venivano
venduti altri generi di vettovaglie.
Anche oggi è sede di un mercato delle
erbe e della frutta. Nella foto superiore
vediamo il vecchio edificio, abbattuto
alla fine degli anni 50. Dove al primo
piano, sopra il forno Italia, nel 1863,
nacque Pietro Mascagni e questo evento
è oggi ricordato da una lapide posta al di
sopra della sede della Banca Toscana.
Foto del 1910 e del 2007.

Foto Leonardi
Piazza del Cardinale

Era una piccola piazza tra il mercato


centrale e piazza Cavallotti dove c’era il
vecchio mercato delle erbe.
E’ oggi una parte della città frequentata,
specie al mattino, dalle massaie livornesi
impegnate nella spesa giornaliera.
La maggior parte dei vecchi edifici di
questa piazza sono stati abbattuti e poi
ricostruiti a causa del loro vecchio stato.
Collezione Leonardi
La prima a destra era la via Serristori,
questa parte è scomparsa, e subito dietro
la via degli Asini, oggi a fondo cieco ha
il nome di via Bartelloni, qui si trovano
ancora alcune delle vecchie case del
1700. Questa via, era così chiamata per
via dei carri con gli asini che recavano le
merci in piazza Cavallotti, ora lì si trova
uno dei più caratteristici ristoranti della
città “L’Antico Moro”.
In fondo alla via al centro si intravede
piazza Cavallotti e l’edificio rosso che
ha sostituito quello natale di Mascagni.
Foto del 1901 e del 2014.
Foto Leonardi
Scali Aurelio Saffi

Al centro della foto il ponte di piazza


Cavour che fu costruito nel 1862.
Questo ponte sostituì quello precedente
sul fosso reale e fu ampliata anche la
piazza del “Casone” con la realizzazione
dei nuovi edifici per abitazione tra cui il
palazzo rosso di tre piani con colonne di
tre differenti ordini architettonici, questo
fu realizzato su disegno dell’architetto
Collezione Leonardi
Gragnani.
Il palazzo a destra affacciato sul fosso
ospiterà la sede della Banca d’Italia.
Mentre nei locali in angolo di via Maggi
e di via dell’Indipendenza avranno sede
r i s p e t t i v a me n t e i l f a mo s o b a r
“Corradini” e l’altrettanto noto bar
“Bristol”, entrambi frequentatissimi dal
popolo livornese.
Allora i fossi , senza le barche, avevano
le acque pulite e ci si poteva pescare.
La foto sopra è del 1908 e quella sotto
del 2008.
Foto Leonardi
Scali Aurelio Saffi

A sinistra della foto dei primi del ‘900 si


vede il vecchio cinema teatro Politeama
sorto al posto della arena San Cosimo
costruita in legno e demolita nel 1875.
Aveva il pavimento in legno che poteva
facilmente essere tolto, e così a sterro,
poteva servire come circo.
E’ stato uno dei teatri ed poi il cinema
più frequentato dai livornesi.
Collezione Leonardi
Al suo posto è stato costruito l’edificio
rosso, che oltre a vari negozi, ha ospitato
per alcuni anni gli uffici di una società
telefonica.
Accanto al Politeama e in angolo con
via del Cardinale si trovava la fabbrica
del ghiaccio, di cui si nota la ciminiera,
che ha funzionato fino agli anni ‘50.
Fu inaugurato nel 1894 lìedificio del
Mercato che all’interno ha un salone
lungo 95 e largo 26 metri che contiene
34 botteghe e 230 banchi di ogni genere
alimentare.
Foto del 1902 e del 2004.
Foto Leonardi
Via Buontalenti

Strada intitolata all’ingegnere Bernardo


Buontalenti, che ebbe una parte molto
importante nella costruzione della città
di Livorno.
Nello spazio occupato dalla via c’erano
le vecchie mura della città. In seguito
lungo questa via vennero costruiti gli alti
edifici abitati per lo più dalla numerosa
comunità ebraica, che possiamo vedere
Collezione Leonardi
nella foto sopra a sinistra.
Vi era inoltre la sede della Banca del
Regno d’Italia e in seguito il Banco di
Napoli.
A destra si vede l’edificio del vecchio e
glorioso cinema Centrale, che avendo
ampi locali era adatto sia per spettacoli
cinematografici che di varietà.
Ha resistito fino agli anni 50 ed oggi al
suo posto si trovano i locali di una banca
tedesca.
Foto del 1915 e del 2007.

Foto Leonardi
Via del Cardinale

A sinistra il Mercato centrale costruito


nel 1894 sull’area che in precedenza era
occupata dalla antica Arena Labronica.
A destra si vede l’alta ciminiera della
Fabbrica del Ghiaccio Artificiale.
Questa fabbrica fu costruita nel 1888
dalla società Vogel ed ha prodotto il
ghiaccio fino agli anni 50.
Utilizzava l’acqua depurata che arrivava
Collezione Leonardi
dal Cisternone, questa veniva raffreddata
in contenitori immersi nell’acqua salata
dei fossi per mezzo di serpentine che
contenevano ammoniaca liquefatta con
compressione.
Il prodotto finale erano barre di sezione
quadrata di circa 25 Kg. l’una.
La produzione giornaliera era in media
di 240 Kg.
Sullo sfondo delle foto si vede l’edificio,
contemporaneo al mercato, delle scuole
elementari “Antonio Benci”.
Foto del 1910 e del 2010.
Foto Leonardi
Via di Franco

Questa via, nel 1870, prese il nome dalla


famiglia Franco che ci abitava ed aveva
un avviato e famoso laboratorio che era
specializzato nella lavorazione e nella
vendita del corallo.
Prima ebbe il nome via Recanati, da una
famiglia che qui abitava, e fu anche via
San Bernardo.
Nel 1926 vi fu costruita la nuova sede
Collezione Leonardi
del Circolo Filologico in angolo con la
via Omobono.
Il vecchio edificio, che possiamo vedere
nella foto sopra, ospitava una ben fornita
biblioteca, vaste sale di lettura, e saloni
per conferenze. Al suo posto nel dopo
guerra, accanto alla galleria che sbuca in
via Cairoli, venne costruito il palazzo
ancora esistente, ora a due piani, dove si
trovavano gli uffici amministrativi della
SIP società dei telefoni.
Foto del 1918 e del 2006.

Foto Leonardi
Piazza del Santuario

Dopo l’apparizione dell’immagine della


Madonna avvenuta nel 1345 ai piedi del
colle di Montenero ad un pastore, alcuni
eremiti ed in seguito gli Agostiniani e i
Francescani custodirono l’immagine e
con le offerte riuscirono a costruire un
piccolo oratorio.
Nel 1442 con la maggior notorietà della
Madonna di Montenero, venne affidata
Collezione Leonardi
la custodia dell’immagine ai Gesuati,
che con l’aiuto di benefattori, fecero
spianare una parte del monte e costruire
al posto del vecchio oratorio, una chiesa
con annesso convento.
La chiesa è la stessa che vediamo oggi,
allora mancava il loggiato e l’atrio.
La cura della chiesa passò per un certo
periodo ai Teatini ed in seguito venne
affidata ai Vallombrosani nel 1792.
Questi abbellirono la chiesa e fecero poi
innalzare il campanile nel 1820.
Foto del 1902 e del 2008.
Foto Leonardi
Castel d’Oreto

La villa immersa nel grande parco che si


trova in cima al Castellaccio, fu edificata
nella seconda metà del 1700 e nei primi
anni del secolo successivo fu acquistata
dalla famiglia Gower che ne tenne la
proprietà fino ai primi del 900, quando
venne comprata da Rosolino Orlando
che fece ristrutturare l’edificio e la usò
come propria residenza.
Collezione Leonardi
Negli anni ‘30 la villa divenne sede di
una casa di cura per malattie mentali.
Nel 2000, è stata acquistata e divisa in
vari appartamenti. Da questo posto si
gode uno spettacolare panorama della
costa livornese.
Il grande parco comprende anche una
grande limonaia, ed una piccola chiesa
che è dedicata a Santa Teresa d’Avila.
Alla sommità della collina c’è una torre
che ultimamente è stata ristrutturata.
Foto del 1920 e del 2011.

Foto Leonardi
Castello di Campo al Lupo

Lungo la via delle Carmelitane tra via di


Montenero e Antignano, c’é un grande
edificio in pietra a forma di castello stile
medioevale sopra un altipiano di nome
Campo al Lupo.
Fu fatto edificare dalla famiglia Von
Berger fornito di grosse torri laterali, il
suo aspetto è solenne ed è circondato da
un ampio parco. Al suo interno si trova
Collezione Leonardi
una cappella, dedicata alla Vergine, sul
cui altare è scolpita un’immagine in
marmo della Madonna del Donatello.
Qui arrivava la gente dei dintorni, per la
Messa nei giorni festivi, con il permesso
dei proprietari del castello.
Fino a qualche anno fa, c’erano le Suore
di Clausura.
Quando ero un bambino, mi ricordo di
esserci entrato con uno zio che riforniva
di generi alimentari il convento.
Foto del 1900 e del 2008.

Foto Leonardi
Via di Montenero

A metà della ripida salita che da piazza


delle Carrozze porta al Santuario di
Montenero, si trova questa fonte che ha
dato sollievo a milioni di fedeli. Queste
persone che per ringraziamento oppure
per chiedere una “grazia” alla Madonna
di Montenero salivano, per lo più scalzi
lungo questa via, fino a raggiungere il
Santuario, arrivati stanchi e accaldati a
Collezione Leonardi
questo punto della salita trovavano del
sollievo potendosi rinfrescare con
l’acqua di questa “Fontina”.
Questa antica fonte fu restaurata
nell’anno 1835 e la lapide sopra di essa
così ricorda l’evento ”RESTAURATO
A CURA DEL CIVICO MAGISTRA-
TO ED A SPESE COMUNITATIVE
NELL’ ANNO MDCCCXXI ESERCI-
TANDO LA CARICA DI GONFALO-
NIERE IL CAV BALI FERDINANDO
SPRONI.”
Foto del 1905 e del 2008.
Foto Leonardi
Piazza delle Carrozze

Da questa piazza, ai piedi del colle di


Montenero, dove arrivavano e sostavano
le numerose carrozze dei fedeli, si va in
alto al Santuario anche per mezzo di una
comoda Funicolare.
Essa fu costruita nel 1907, su proposta,
dell’allora sindaco di Livorno Rosolino
Orlando e fu inaugurata dalla Società
Livornese di Trazione Elettrica.
Collezione Leonardi
Contemporaneamente venne realizzata
una linea ferrata che univa con il tram
questa piazza e l’abitato di Antignano
percorrendo una linea parallela alla via
delle Pianacce.
Era servita anche da una altra linea che
la univa con il centro della città.
Tutt’ora in funzione, ha un tracciato di
circa 650 metri e una pendenza media
del diciassette per cento superando un
dislivello di 110 metri.
Foto del 1905 e del 2007.

Foto Leonardi
Via di Montenero e via Byron

Questa lunga via inizia dal ponte sul rio


Ardenza nei pressi della chiesina
dell’Apparizione e finisce in piazza del
Santuario dopo aver attraversato
l’abitato di Montenero.
Si narra che questo nome deriva dalla
inaccessibilità di questi luoghi che allora
erano ricoperti da una fitta vegetazione
che li rendeva di difficile accesso, e che
Collezione Leonardi
dava loro un aspetto di monte tenebroso
e terribile, monte del diavolo.
Nella foto si nota l’angolo della piazza
del Santuario con la via Byron e l’inizio
della via di Montenero in discesa.
A destra si trovano ancora oggi i locali
del bar pensione Montallegro che nel
corso degli anni hanno subito diverse
modifiche e ampliamenti.
Nell’edificio dietro al pino si trovava
l’ufficio postale e l’albergo pensione
Monteverde.

Foto Leonardi
Via di Montenero

Particolare della via di Montenero circa


a metà della salita che porta alla piazza
del Santuario. Sopra alla piccola salita
che si nota a destra della foto esisteva un
piccolo piazzale, dove ora c’è la casetta
dipinta di bianco, e dietro a questa c’era
un piccolo padiglione dove durante la
guerra, io piccolino ero “sfollato” con i
miei e da dove potei vedere le numerose
Collezione Leonardi
bombe, sganciate dagli aerei, cadere
sulla città.
Sotto alla piccola salita c’è anche oggi,
addossata al muro, una fonte pubblica
chiamata dal popolo La Fontina, dove le
massaie della zona andavano con le loro
brocche di rame a prendere l’acqua.
La fontina era un punto di riposo per
quei numerosi fedeli che facevano, per
voto, la salita di Montenero a piedi nudi
fino al Santuario.
Foto del 1900 e del 2008.

Foto Leonardi
Piazza Attias

Dove oggi si trova la piazza Attias, c’era


una bella villa settecentesca con grande
giardino che apparteneva alla famiglia
Attias ed in seguito passò alla famiglia
Scaramangà. Nei primi anni ‘60 questa
villa fu demolita per realizzare la piazza
attuale, e la costruzione di alcuni edifici
e di un grattacielo alto 54 metri.
Nella foto superiore si vede il vecchio
Collezione Leonardi
muro di cinta della villa che aveva due
ingressi, il principale si trovava in corso
Amedeo e un altro si intravede a destra.
A sinistra della foto c’è il bel palazzo
Santa Elisabetta, costruito nel 1860, e di
proprietà della duchessa Adriana Poli di
Monteaperto, che in seguito lo regalò
metà alla chiesa e metà al comune come
si legge in una lapide posta sulla facciata
principale dell’edificio.
Foto del 1901 e del 2008.

Foto Leonardi
Tempio Israelitico

La Sinagoga venne costruita nel 1601 in


piazza Nuova, ora piazza Benamozegh,
su disegno di Ignazio Fazzi.
Negli anni ebbe numerosi ampliamenti,
nel 1742 venne costruito l’Aron e nel
1879 fu iniziato un secondo ordine di
gallerie e un nuovo soffitto decorato con
stucchi.
Era un Tempio tra i più belli d’Europa,
Collezione Leonardi
adornato con pregevoli marmi e ricco di
ornamenti di oro e di argento.
In due ampie sale aveva sede un museo
dove erano conservate ricche opere
d’arte e pregevoli Bibbie e preziosissime
pergamene.
Il tempio israelitico fu completamente
distrutto nel 1943 e ricostruito in una
forma completamente diversa su disegno
dell’architetto Di Castro. La posa della
prima pietra avvenne nel 1958 e la sua
inaugurazione nel settembre del 1962.
Foto del 1900 e del 2013.
Foto Leonardi
Piazza Cavour

Fortunatamente questo lato della piazza


non ha subito danni durante l’ultima
guerra, infatti come si può notare dalle
due foto fatte a distanza di circa cento
anni poco è cambiato.
Il palazzo a sinistra, fino a poco tempo
fa sede della Banca Commerciale, é sede
della Banca Intesa. Particolare curioso,
accanto alla finestra in angolo con via
Collezione Leonardi
Cairoli, c’è un buco con piccola targa
che indica un colpo di cannone austriaco
sparato nel 1849. Nel palazzo a destra
dove oggi si trovano i locali della Banca
di Roma, nei primi anni del 1900 c’era il
famoso Caffè Bardi ritrovo frequentato
dai più famosi pittori livornesi. Questo
locale con le salette rivestite in velluto
rosso e con i tavolini in ferro e marmo
bianco era anche un punto di ritrovo per
la maggior parte della Livorno culturale.
Foto del 1910 e del 2008.

Foto Leonardi
Piazza Cavour

Prima del 1862 si chiamava piazza del


Casone perché venne formata con
l’abbattimento della caserma del Casone
che si trovava all’inizio della via Cairoli
e con l’allargamento del ponte sopra i
fossi.
A sinistra del monumento a Cavour, che
fu inaugurato nel 1871, c’é il Palazzo
Rosso, nome dal colore dei mattoni, e
Collezione Leonardi
che ha una particolarità, i suoi tre piani
hanno colonne decorative di tre ordini
architettonici differenti ed è sormontata
da una grossa torre a forma ottagonale.
Nei primi anni del secolo scorso c’erano
sulla piazza un Ufficio Postale, il caffè
Folletto e la Tesoreria Comunale. Dai
grossi bombardamenti dell’ultima guerra
si sono salvati i due edifici al centro
dell’immagine, mentre quelli ai due lati
andarono distrutti e infine, verso il 1950,
furono ricostruiti.

Foto Leonardi
Piazza Cavour

Prima del 1862 la piazza si estendeva


dalla via Ricasoli fino all’altezza del
fosso reale dove esisteva un piccolo
ponte. Sullo sfondo si vede una parte del
grande edificio che era parte del Casone
adibito a caserma.
L’edificio a destra in angolo con la via
Maggi fu ricostruito dopo guerra, mentre
gli altri edifici rimasero intatti o quasi.
Collezione Leonardi
Nei primi anni del 1900 qui si fermava il
tram elettrico che copriva varie linee.
Sulla piazza si affacciavano molti locali
famosi tra i quali il bar Bristol, il Bardi,
il Folletto, il Corradini e il bar Roma.
In angolo con via Ginori c’era la Reale
Farmacia Crecchi, ancora oggi esistente
di proprietà Guarda. Al centro della
piazza si erge la statua a Camillo Benso
conte di Cavour che fu donata da una
commissione di livornesi al comune nel
1871.

Foto Leonardi
Piazza della Repubblica

La piazza è ora la più grande e bella di


Livorno, era chiamata, oltre a piazza
Carlo Alberto, piazza del Voltone per la
volta lunga ben 240 metri sotto la quale
scorre il fosso Mediceo.
L’ovale della piazza è adornato con un
gran numero di panchine in marmo, ol-
tre ad artistici fanali e pioli in ferro ben
decorati.
Collezione Leonardi
Le statue, dei granduchi Ferdinando III e
di Leopoldo II, che adornano la piazza
furono inaugurate nel 1847.
Quella di Ferdinando III, sullo sfondo,
fu scolpita da Francesco Pozzi, mentre
quella attuale di Leopoldo II è opera del
Saltarelli.
La precedente statua di Leopoldo II era
stata scolpita dal Demi, ma durante la
sommossa del 1849 il popolo inferocito
la mutilò e nel 1855 fu sostituita.
L’originale fu posta, dopo cento anni di
oblio, in piazza XX Settembre.
Foto Leonardi
6Oargo del Cisternino

/RVOargo del Cisternino si trova tra via


Grande e piazza della Repubblica, qui si
affacciavano il Cisternino del Poccianti
ed il palazzo delle Poste e del Telegrafo.
Quest’ultimo edificio fu centrato da una
bomba durante l’ultimo conflitto e fu
completamente distrutto.
Al suo posto venne edificato un nuovo
palazzo rivestito in travertino chiaro, in
Collezione Leonardi
stile più moderno e che purtroppo stona
con tutti gli edifici che si affacciano su
Piazza della Repubblica.
L’edificio del Cisternino, che si ammira
al termine della via Grande, fu costruito
su progetto del Poccianti in undici anni,
dal 1837 al 1848, e doveva servire per
dare alle acque la pressione necessaria a
giungere alle fonti, anche nelle parti più
alte della città.
Non è mai servito a questo scopo e oggi
i suoi locali sono adibiti a palazzo della
Cultura per mostre e convegni.
Foto Leonardi
Piazza della Repubblica

Questa vecchia immagine della piazza,


allora chiamata Carlo Alberto, è databile
intorno al 1898.
Differenze notevoli negli edifici rispetto
ad oggi non ci sono, è solo cambiato il
palazzo al centro dell’immagine.
Altre differenze si vedono all’interno
della Fortezza Nuova dove esistevano
vari edifici militari anche questi distrutti
Collezione Leonardi
dagli eventi bellici.
L’acciottolato dell’epoca era formato da
blocchi di pietra serena e ancora non era
stato messo in funzione il servizio della
tranvia.
Transitavano diversi mezzi trainati dai
cavalli come si può intuire dai ricordini
rimasti per terra.
Oggi i ricordini sono lasciati dai soliti
imbecilli che non rispettano la città e le
strutture pubbliche con le varie scritte
sui vetri della pensilina.

Foto Leonardi
Piazza della Repubblica

In primo piano la statua di Fattori, che


miracolosamente non ebbe danni dallo
scoppio di una bomba caduta sul palazzo
delle Poste alla destra.
Sul Cisternino si vedono ancora oggi i
segni delle schegge della bomba.
La statua fu trasferita nei giardini della
villa Fabbricotti e solo nel 2007 venne
ricollocata al suo posto.
Collezione Leonardi
Nella foto sopra, dietro al cartello che
indicava “Sale di decenza e toilette” si
vede l’ingresso del famoso “Caffè della
Posta” con un giardino sulla adiacente
piazza Guerrazzi. Il locale, aperto al
pubblico nel 1851, era frequentato da
notissimi personaggi legati alle lettere e
alle arti, da Giosuè Carducci a Francesco
Domenico Guerrazzi da Angelica Palli a
Gherardi del Testa.
Al posto di quel giardino venne costruito
il cinema teatro Lazzeri, oggi divenuto
una libreria.
Foto Leonardi
Piazza Giuseppe Garibaldi

La piazza, che prima si chiamava


“Rangoni” fu intitolata all’eroe dei due
mondi.
Vide l’inaugurazione del monumento,
opera dello scultore Augusto Rivalta, il
25 agosto 1889.
Nel piedistallo realizzato con lastre di
granito, si legge : A Giuseppe Garibaldi
i Livornesi, 1889.
Collezione Leonardi
Da questa piazza iniziava il rione più
grande all’esterno delle vecchie mura: il
Borgo Reale e aveva termine in fondo
alla attuale via Garibaldi dove si trovava
l’obelisco della piazza della Barriera
Fiorentina. Lungo la via Garibaldi, in
angolo con la via Palestro, esisteva una
bella fonte di marmo bianco sormontata
da una colonna con in cima una statua
raffigurante la dea della salute Igea.
Fu tolta perché ostacolava la messa in
opera delle rotaie del tram e la colonna
ora si trova all’ingresso del parterre.
Foto Leonardi
Piazza Giuseppe Garibaldi

Particolare della piazza in angolo con


via della Pina d’Oro.
La foto sopra, del 1932, è stata scattata
da mio padre e ritrae la mia nonna, al
centro, intenta a far la spesa mattutina.
Le venditrici di frutta, verdura e uova
scendevano in città la mattina presto.
Arrivavano dalle campagne dei dintorni,
e la maggior parte dalle vicine colline.
Collezione Leonardi
Questa era la ragione avevano il nome di
“Gabbrigiane” dal nome del Gabbro, il
vicino paese collinare.
Alcune facevano credere che le uova che
offrivano fossero fresche della mattina,
prelevate dal loro pollaio. Ma mi ricordo
che, da piccolo, vedevo tutti i giorni
queste gabbrigiane arrivare, con le loro
ceste in testa, dall’ovaiolo che si trovava
in piazza XX Settembre e qui comprare,
a dozzine, le uova che rivendevano per
le strade limitrofe al mercato.
L’arte di arrangiarsi.
Foto Leonardi
Scali delle cantine

Gli edifici che si affacciano sugli scali


furono fortunatamente risparmiati dai
bombardamenti della guerra. Solo la
parte a sinistra della foto e precisamente
la Fortezza Nuova fu devastata dalle
bombe.
Le cantine sotto il piano stradale sono
integre ancora oggi e le case non hanno
subito grossi cambiamenti.
Collezione Leonardi
Manca solo l’abbaino in alto a destra.
Queste cantine fino agli inizi del secolo
ventesimo servivano come magazzini
per deposito delle merci che venivano
trasportate lungo l’Arno dai becolini che
vediamo nella foto.
Queste erano imbarcazioni con il fondo
piatto adatte a navigare lungo i fossi e il
fiume.
Le cantine oggi sono adoperate per lo
più come rimessaggio dai pescatori
sportivi della zona proprietari di mezzi
da pesca e da diporto.
Foto Leonardi
Piazza Grande

Come era bella e immensa la piazza alla


fine del secolo scorso.
Oggi con il nobile interrompimento di
grande non gli è rimasto che il nome.
Nella foto, del 1885, un tram a cavalli e
una carrozza di linea sulla quale si può
leggere che apparteneva alla linea che
conduceva alla Barriera Garibaldi.
Al centro passa un carrettiere con un
Collezione Leonardi
carretto ben pesante.
Sullo sfondo della piazza, foto sopra, si
notano i Tre Palazzi scomparsi.
Il loggiato e il Duomo, nella foto sotto,
furono ricostruiti dopo la guerra ed sono
molto somiglianti all’originale.
Per costruire quel “cassettone” al centro
della piazza, venne tolto il monumento
al Re galantuomo che fu spostato nella
piazza dell’Unita’ d’Italia dove ancora
oggi si trova.
Foto del 1880 e del 2005.

Foto Leonardi
La Cattedrale

Il Duomo di Livorno in immagini del


1915 e del 2000.
Questa cattedrale disegnata dal Pieroni
ed eseguita dal Cantagallina fu iniziata
nel 1581 ed inaugurata nel 1595, fu in
seguito, nel 1705, ampliata su disegno di
Giovanni Del Fantasia.
Venne distrutta quasi completamente dai
bombardamenti dell’ultima guerra e fu
Collezione Leonardi
ricostruita nel 1945-50. Era previsto il
rovesciamento del duomo, in modo da
mettere la facciata principale in asse con
via Cairoli, ma l’opposizione netta del
Vescovo Monsignor Giovanni Piccioni,
mandò a monte la cosa.
Davanti al duomo venne costruito al
centro della piazza il Palazzo Grande, un
edificio più alto della chiesa, mentre lo
elemento predominante doveva essere
quest’ultima, inoltre la piazza fu ridotta
in superficie a meno della metà.

Foto Leonardi
Camera di Commercio

L’edificio costruito nel 1648 su disegno


dell’ing. Annibale Cecchi di Pescia era
sede della Dogana di Livorno.
Nei primi anni del 900 divenne sede del
Consiglio Provinciale.
Ospitava anche l’Ente Provinciale per il
Turismo e l’Ente del Comitato Estate
Livornese che fu promotore di numerose
manifestazioni estive.
Collezione Leonardi
Fino ai primi anni del 1900 c’erano gli
uffici della Borsa di Commercio, che
nel 1872 furono inaugurati.
L’edificio è ornato da un portico a tre
archi in pietra serena racchiusi da una
cancellata in ferro. A metà del 1700, nel
fabbricato accanto veniva fatta
l’estrazione del lotto, e per questo venne
dipinta da Giuseppe Maria Terreni,
un’allegoria della fortuna sotto le logge,
sopra uno degli archi.
Foto del 1928 e del 2006.

Foto Leonardi
Piazza Grande

Le logge del “Mengoli” sono le uniche


che si sono salvate dalle distruzioni
dell’ultima guerra, infatti il colonnato è
ancora quello originale del Pieroni ed è
completamente diverso dagli altri della
piazza, ricostruita nei primi anni ‘50.
Il Duomo, andato allora completamente
distrutto dalle bombe, come le logge
della Gran Guardia al di là della via
Collezione Leonardi
Grande, è stato ricostruito rispettando il
vecchio disegno.
Il campanile è stato eretto nella solita
posizione, unica differenza l’orologio,
che prima era sul frontone del Duomo,
ora si trova nel campanile. Queste logge
presero il nome da un negoziante che lì
aveva la sua attività commerciale.
Nella prima porta a sinistra, prima della
guerra, mio nonno aprì, per uno dei suoi
figli, un negozio di orologeria.
Foto del 1920 e del 2012.

Foto Leonardi
Piazza Grande

Nella foto sopra si vedono i portici e le


logge costruite su disegno di Alessandro
Pieroni sotto Ferdinando I.
Sugli architravi di tutte le finestre che si
affacciavano sulla piazza si leggeva:
Fer. M. M. D. Etr.
Queste logge che si trovavano a sinistra
del Duomo, erano allora chiamate del
diacciaio perché c’era una rivendita di
Collezione Leonardi
diaccio (ghiaccio).
L’estremità di queste logge verso via
Vittorio Emanuele aveva il nome di
tromba, perché lì, nel primo magazzino,
c’è stato per numerosi anni l’ufficio
dell’asta pubblica, dove veniva venduta
la merce a lume di candela e battuta col
suono di una tromba.
Questo ufficio dell’asta esisteva qui già
dal 1565.
Questa parte della piazza andò distrutta
durante l’ultima guerra è stata ricostruita
con loggiati più moderni.
Foto del 1931 e del 2013.
Foto Leonardi
Piazza Grande

Lato terra della piazza Grande.


A destra nella foto superiore, del 1920,
si può notare che nei loggiati chiamati
della Gran Guardia esisteva allora una
cancellata che delimitava l’area dove si
trovavano i locali della Questura.
A sinistra ci sono i loggiati del Pieroni
dove vediamo le tende del ristorante
L’Ardenza e del bar Sole, gli unici che
Collezione Leonardi
si sono salvati dai bombardamenti
dell’ultima guerra.
Nella foto sopra, particolare curioso, le
persone usano il cappello, uomini tutti
forniti di paglietta il che ci fa intuire che
la foto è stata scattata in un pomeriggio
estivo. Nell’angolo della piazza si nota
una tenda circolare per proteggere dal
sole i viaggiatori in attesa del tram, e in
primo piano a sinistra c’é una carrozza
con le ruote ricoperte di gomma, questo
per attutire il rumore.

Foto Leonardi
Piazza Grande

Il Palazzo Comunale era stato costruito


nel 1720 su disegno di Giovanni del
Fantasia, quasi completamente distrutto
dai terremoti del 1742, quindi restaurato
e ricostruito nel 1745 dall’ingegnere
Bernardino Ciurini che vi aggiunse la
scala esterna di marmo. A sinistra del
palazzo si ergevano prima della guerra
tre palazzi affiancati al posto dell’attuale
Collezione Leonardi
palazzo dell’anagrafe.
Il Comune subì ingenti danni durante
l’ultima guerra e venne ricostruito.
A destra si nota l’edificio che si trovava
tra gli Scali Nepomoceno e la via degli
Avvalorati e non più ricostruito per la
modifica della zona.
Mentre il lato che vediamo era lungo la
via del Consiglio, scomparsa anch’essa,
che lungo il lato destro del Comune si
affacciava sugli Scali Finocchietti.
Foto del 1910 e del 2008.

Foto Leonardi
Piazza Guerrazzi

Questo edificio in angolo tra via Grande


e Piazza Guerrazzi, davanti al Cisternino
venne distrutto durante l’ultima guerra e
ricostruito alla fine degli anni 50 come
quasi tutta la via Grande.
Oggi, in questo edificio, dove c’era la
ditta Grossi, che forniva forniture per
orologeria c’è una tabaccheria, e al posto
della famosa libreria Giusti, che fu meta
Collezione Leonardi
di molti studenti livornesi, c’è oggi un
negozio di abbigliamento sportivo.
Al piano terra del vecchio edificio c’era
il famoso Caffé della Posta, creato nel
1851 da Artemisio Zucconi, dove il
ponce alla livornese andava forte.
Questo locale aveva l’ingresso sulla via
Grande ed un secondo ingresso con un
cancello sulla piazza Guerrazzi. In quei
locali, fino a pochi anni fa si trovava il
cinema teatro Lazzeri.
Foto del 1910 e del 2008.

Foto Leonardi
Collezione A.Lemmi Foto Leonardi

Piazza Guerrazzi
Il cancello d’ingresso al giardino del famoso Caffe’ della Posta in piazza Guerrazzi. Questo rinomato
locale livornese aveva l’ingresso in via Grande davanti al Cisternino e si estendeva con il giardino
fino alla via Buontalenti. Sull’area di questo venne costruito in seguito il cinema teatro Lazzeri, che
vediamo nella foto a destra, rimasto in stato di completo abbandono per molti anni, solo di recente il
fabbricato è stato acquistato da privati che lo hanno restaurato.
Piazza Guerrazzi

Il Cisternino del Poccianti progettato nel


1827 e fatto costruire da Leopoldo II nel
1837 aveva lo scopo di rifornire delle
acque che arrivavano da Colognole alle
ventisette fontane sparse per la città.
Furono realizzati vari condotti e gallerie
di cui alcune sono ancora esistenti.
Una di queste gallerie fatte di mattoni si
trova tuttora sotto il piano stradale di via
Collezione Leonardi
Palestro in angolo con via San Luigi.
Negli anni dopo l’ultima guerra è stato
adibito ad ospitare la Casa delle Cultura.
A sinistra si nota il monumento a
F.D.Guerrazzi inaugurato nel 1885. La
figura in atto di meditazione fu scolpita
da Lorenzo Gori.
Il monumento è arricchito da due bei
bassorilievi realizzati in bronzo, e
dall’arme del Municipio sul retro.
Una balaustra in ferro lo circonda.
Foto del 1902 e del 2006.

Foto Leonardi
Piazza Guerrazzi

Nella vecchia foto, scattata da mio padre


nel 1934, di un angolo della Piazza
Guerrazzi si vede in primo piano una
bella fontana in bronzo con un putto.
Di questa fontana è rimasta la parte in
bronzo conservata in un magazzino del
Comune, mentre è andato perso il putto.
A destra, dove ora c’é una profumeria e
per molti anni i locali della pasticceria
Collezione Leonardi
Torricelli, c’era il museo Regio.
Al posto della fontana, dopo la guerra,
fu posto un diurno con sopra una delle
colonne di piazza Grande proveniente
dai loggiati del Pieroni, una delle poche
che si erano salvate dalle bombe.
Al posto degli edifici in angolo con via
dei Cavalieri oggi c’é l’edificio della
scuola media Giosuè Borsi, e sotto la
piazza, è stato costruito un parcheggio
per auto. Sono stati costruiti due accessi
al parcheggio a livello della piazza che
deturpano l’ambiente.
Foto Leonardi
Piazza Mazzini

Nel passato ebbe il nome di Piazza di


Marte perché qui si svolgevano spesso le
manovre e gli esercizi dai militari.
Il nome attuale le fu dato nel 1872 in
memoria del grande patriota italiano.
Nel 1700 veniva usata anche da deposito
di travi da costruzioni e nella parte più
vicina alla attuale darsena del cantiere vi
venivano costruite e riparate barche e
Collezione Leonardi
piccole navi.
Nell’estate del 1871 alcuni imprenditori
vi aprirono un vasto recinto e vi eressero
diversi padiglioni e molte botteghe che
erano abbelliti da fiori, fontane d’acqua,
e illuminazione a gas.
La fiera comprendeva anche un teatrino,
padiglioni della musica e lotterie. Dopo
diversi anni questa fiera “Eden” venne
spostata lungomare presso i Regi Bagni
Pancaldi, sulla grande spianata sul mare
dei Cavalleggeri.

Foto Leonardi
Piazza Mazzini - Scali Novi Lena

Nella foto sopra, del 1926, vediamo il


bar “Ardito”, in angolo tra la piazza
Mazzini e gli Scali Novi Lena.
Davanti a quel bar, scendendo gli scali
nella darsena si trovava un cantiere dove
venivano riparate e costruite numerose
piccole imbarcazioni.
I miei nonni materni abitavano lì vicino,
in via Cavalletti, e spesso da bambino,
Collezione Leonardi
mi ricordo di essere entrato in quel bar,
che esisteva ancora nel dopo guerra.
Allora era uso chiamare le persone per
soprannome e mi ricordo che quando si
parlava di quel locale veniva nominato
come da “Pottina”.
Due sono i cambiamenti visibili nelle
due immagini, uno è l’edificio in angolo
con via delle Vele, e l’altro sullo sfondo,
l’Istituto Nautico che si affaccia sulla
piazza Giovine Italia.

Foto Leonardi
Ponte Nuovo

Il ponte Nuovo fu costruito su progetto


di Pasquale Poccianti nel 1846 al posto
di quello vecchio che univa la piazza
Cappellini, attuale piazza della Giovine
Italia, al forte di Porta Murata che era tra
gli scali Cialdini e via dei Calafati.
Lungo i Fossi Medicei e precisamente
sotto gli scali D’Azeglio c’erano molte
cantine che univano la via d’acqua con i
Collezione Leonardi
palazzi che sono sopra.
Molte di queste cantine ci sono ancora
oggi e sono usate dai circoli della pesca,
dai circoli subacquei e dai proprietari
delle numerose barche ormeggiate.
La cantina che vediamo al centro con la
scritta Palio Marinaro è diventata con il
tempo un simpatico museo del mare.
Un privato è riuscito, nel corso di molti
anni, a raccogliere un’infinità di oggetti,
da parti di navi, bozzelli, lanterne, remi,
bussole, utensili ecc.
Interessante la visita, da consigliare.
Foto del 1930 e del 2013.
Foto Leonardi
Via del Mulino a Vento

Anticamente questa via conduceva al


bastione omonimo, dove Cosimo II fece
costruire, nel 1611,un mulino a vento
per macinare il grano.
Ebbe anche il nome via delle Fornaci,
perché c’erano le fornaci dei mattoni che
servivano a costruire le mura della città.
Francesco Domenico Guerrazzi lì ebbe i
natali nel 1804.
Collezione Leonardi
Era una via tortuosa e stretta, rialzata e
piuttosto buia e sporca.
Per diversi anni, essendo vicina al porto,
ospitò diverse case chiuse.
Tutta questa zona della città subì pesanti
bombardamenti nel 1943 e la maggior
parte delle abitazioni andarono distrutte.
Il monumento al Villano, che vediamo
nella foto sotto, non è quello originale
che andò perduto durante la guerra.
Foto del 1928 e del 2013.

Foto Leonardi
Porto Mediceo

Caratteristica zona del porto mediceo


dove attraccavano i battellieri.
Questi con le loro gozzette in legno e a
remi erano soliti traghettare i passeggeri
tra il molo e le navi ormeggiate in porto.
Dopo l’ultima guerra, questa rotonda
venne interrata e chiusa al pari della
banchina del molo come si vede nella
foto sotto.
Collezione Leonardi
In zona, alcuni anni fa, sono stati fatti
dei lavori di ammodernamento con la
costruzione di alcuni moli di attracco per
traghetti a ridosso della darsenetta degli
“Anelli”, così anche questa caratteristica
parte del vecchio porto è destinata a
scomparire per sempre.
Il molo che vediamo dopo la rotondina e
che arriva fino alla Capitaneria di Porto
venne costruito nel 1899 con cassoni
affondati nel mare.
Foto del 1920 e del 2010.

Foto Leonardi
Piazza Micheli

Nel 1800 veniva chiamata piazza del


Cantiere perché a sinistra della statua di
Ferdinando I “I 4 mori” si trovava un
piccolo cantiere dove venivano costruiti
i bastimenti in legno.
Nei primi anni del 1900 qui c’era una
officina meccanica di costruzioni navali
anche in ferro.
Dietro al monumento si notano i resti
Collezione Leonardi
delle mura del villaggio livornese, sulle
quali, nel dopoguerra, furono costruiti
vari alloggi che sono in seguito divenuti
parte di un albergo.
Il palazzo, al centro, è rimasto in piedi
nonostante i massicci bombardamenti di
questa zona e oggi ospita, al piano terra
alcuni locali di ristoro.
Sono scomparsi un balcone al secondo
piano e una terrazza sul tetto.
In facciata venne aggiunto un rosone
con Madonna nel dopoguerra.

Foto Leonardi
Darsena Vecchia

E’ una delle parti più caratteristiche e


antiche della città ed è biglietto da visita
per chi arriva in città arrivando dal mare.
Questo porto venne ricavato con
l’ampliamento della vecchia darsena a
ridosso della Fortezza Vecchia, e nel
1591 fu scavato e inaugurato.
In seguito la sua superficie fu ridotta con
la costruzione del ponte, sulla direttrice
Collezione Leonardi
di via Grande, che conduce alla Barriera
del Porto.
A sinistra c’è l’edificio della caserma
Santini, della Guardia di Finanza e, sullo
sfondo, la Fortezza Vecchia dentro la
quale, dopo i vari bombardamenti
dell’ultima guerra, era rimasto in piedi
solamente il vecchio Mastio di Matilde,
torre fatta erigere a difesa del piccolo
villaggio, dalla contessa Matilde, verso
il 1100, in prossimità della quadratura
dei pisani.
Foto del 1908 e del 2008.
Foto Leonardi
Ponte dei Sospiri

Questo ponte che conduce alla Barriera


del Porto che fu compiuta nel 1874, in
linea con la via Grande, era prima del
1888, più elevato con una sola arcata
molto più alta al centro.
Per questo motivo il popolo lo chiamò
Ponte dei Sospiri, questo perché quando
veniva attraversato con le carrette spinte
a mano e con il peso delle merci, faceva
Collezione Leonardi
venire il fiato grosso.
Venne in seguito abbassato e le arcate
divennero due, il ponte fu in gran parte
distrutto durante l’ultima guerra.
Anticamente al suo posto esisteva una
strada a livello dell’acqua che portava al
forte di Porta Murata.
A destra del ponte si trova il bacino di
carenaggio fatto costruire, nel 1867, da
Luigi Orlando, assieme ad una nuova
darsena ed al ponte girante.
Foto del 1900 e del 2008.

Foto Leonardi
Darsena Vecchia

Immagine della darsena ripresa con le


spalle alla caserma Santini.
A destra si vede il ponte, costruito nel
1888 in sostituzione del precedente che
aveva una sola arcata che era più alto.
Per questa ragione era chiamato Ponte
dei Sospiri a causa del fiato grosso che
faceva venire a coloro che lo dovevano
attraversare trasportando le merci sui
Collezione Leonardi
carretti trainati a mano. Sullo sfondo si
vedono, dietro al monu-mento dei “4
Mori” le vecchie case della via Greca a
ridosso del bastione dove oggi si trovano
i locali dell’Hotel Ristorante Granduca.
Nel luogo dove i primi anni del secolo
scorso stazionavano piccoli velieri per le
riparazioni e la manutenzione, oggi si
trova una numerosa e variegata flotta di
pescherecci che giornalmente, tempo
permettendo, scaricano il pescato per la
vendita diretta al pubblico.
Foto del 1905 e del 2006.
Foto Leonardi
Scalo Regio

Davanti alla Fortezza Vecchia, nel rione


San Giovanni, accanto al nuovo ponte di
Santa Trinita, si trova un passaggio che
con uno scivolo porta a livello del mare.
E’ il famoso Scalo Regio, così chiamato
perché da lì partiva il granduca quando
si imbarcava per fare una gita in mare.
Tra lo Scalo Regio e uno degli ingressi
della Fortezza Vecchia, che vediamo
Collezione Leonardi
dalla parte opposta del fosso, era in uso
una cima, legata a due campanelle che
serviva per trasportare da una parte
all’altra i visitatori con una zattera.
Da qui, si dice, partì nel 1490 Amerigo
Vespucci alla volta di Siviglia da dove,
in seguito, si imbarcò alla scoperta dei
territori del nuovo mondo.
Prima che fosse scavato il fosso che si
vede e che separa la fortezza dalla terra,
qui c’era una chiesetta di S. Maria e
Giulia che venne abbattuta.
Foto del 1930 e del 2013.
Foto Leonardi
Porto Mediceo

Il piazzale di ingresso del porto, appena


passata la Barriera doganale.
Due erano le edicole della Barriera, nella
foto si vede quella a sinistra entrando
nel porto, ed è l’unica che si è salvata
dai numerosi bombardamenti caduti sul
porto durante l’ultima guerra.
Come si nota nelle due foto messe a
confronto, anche gli edifici a ridosso
Collezione Leonardi
delle vecchie mura, si sono salvati.
Questa zona era sempre frequentata dai
barchettaioli che aspettavano i turisti da
traghettare sulle navi e per offrire loro
una gita nel porto. Montare sulle barche
dagli scalini a semicerchio era agevole.
Oggi questa parte è stata riempita col
cemento e il molo non ha più l’incavo.
Al posto delle barche oggi attraccano i
grandi traghetti che uniscono le isole
dell’arcipelago toscano.
Foto del 1905 e del 2010.

Foto Leonardi
Porto Mediceo

Immagine della vecchia barriera della


dogana del porto nei primi del 1900.
L’illuminazione della zona era già stata
realizzata con i nuovi lampioni elettrici.
Si nota un vasto movimento di carrozze
e di carrette cariche di merce.
A destra della foto si vede una edicola
usata dai doganieri, che fu centrata in
pieno da una bomba nel 1943.
Collezione Leonardi
Tra le due edicole della Dogana si vede
una lunga cancellata che delimitava la
zona portuale.
Delle due edicole solo quella a sinistra si
è salvata.
Da questo ingresso al porto si accedeva
a destra verso la Capitaneria di Porto, e
a sinistra si arrivava al ponte girante e al
Molo Mediceo con le vecchie mura e si
arrivava fino alla punta del molo dove
c’era un antico fortilizio trasformato in
una fonderia di antimonio.
Foto del 1910 e del 2007.
Foto Leonardi
Porto Mediceo

La foto sopra ci mostra la punta estrema


verso il mare del Forte di Porta Murata
con i camminamenti e la garitta.
Questo Forte era circondato dal Fosso
Reale e la parte che vediamo accanto al
bel ponte della Sassaia aveva il nome di
Porto Pidocchio ed era destinato ad uso
di piccole imbarcazioni.
Il Fortino al centro della foto, davanti al
Collezione Leonardi
Ponte alla Sassaia, era sulla Spianata del
Molo ed aveva una guarnigione a difesa
del porto.
Il fortino è stato distrutto durante la
guerra a causa dei tremendi e numerosi
bombardamenti del 1943. Il porticciolo è
ora interrato, è rimasto solo uguale il
tracciato della strada con le due curve.
Nei primi anni del 1900 dietro le mura
del Forte di Porta murata esistevano i
magazzini del tabacco.
Foto del 1908 e del 2008.

Foto Leonardi
Via del Molo Mediceo

Percorrendo via del Molo Mediceo, alla


fine delle vecchie mura si arriva, dopo
una curva a esse, al molo Mediceo.
In angolo esisteva il ponte alla Sassaia
che vediamo nella vecchia foto.
Così chiamato perché arrivava davanti al
piccolo forte della Sassaia all’inizio del
molo stesso.
Da sotto il ponte si accedeva al piccolo
Collezione Leonardi
Porto Pidocchio, specchio d’acqua per
piccole barche e continuando c’era un
fossato che arrivava fino alla darsena del
cantiere passando attorno ai magazzini
del tabacco.
Questo angolo del porto fu, purtroppo,
completamente distrutto dalle bombe,
una delle quali prese in pieno il fortino
che ora si trova in uno stato di completo
abbandono. Sarebbe auspicabile, se non
un restauro completo, quanto meno un
ricupero delle parti ancora in piedi.
Foto del 1910 e del 2010.
Foto Leonardi
Porto Mediceo

Veduta del porto Mediceo ripresa dal


porto girante all’inizio di via del Molo
Mediceo.
A destra si vedono le mura del vecchio
Arsenale Mediceo ancora esistenti.
Subito dopo c’era la Barriera del Porto e
il piazzale della Sanità. Quest’ultimo
prese il nome dal palazzo della Sanità, lì
esistente, che in seguito divenne la sede
Collezione Leonardi
della Capitaneria di Porto.
Questa era stata costruita nel 1823 su
disegni dell’architetto Pacini e nel 1917,
subì gravi danni quando purtroppo nella
nave Etruria che era ormeggiata davanti
scoppiò la Santa Barbara, questa nave
era adibita a deposito di proiettili.
Sullo sfondo c’é il Mastio di Matilde e a
sinistra i vecchi edifici del Punto Franco
andati distrutti nel 1943.
Oggi, le vecchie imbarcazioni da pesca,
sono state sostituite dai rimorchiatori.

Foto Leonardi
Quercianella - via del Littorale

Lunga la via Aurelia, appena arrivati a


Quercianella, si trovava sulla destra
l’Istituto delle Suore Mantellate.
L’edificio, alcuni anni fa, fu acquistato
da una società, che ci lo ha ristrutturato
e ha realizzato diversi appartamenti.
L’edificio è circondato da un bel parco,
con pineta, che ha un ingresso anche
dalla parte del mare lungo la via Fucini.
Collezione Leonardi
Circa 100 metri dopo, lungo la statale
Aurelia, si trova la chiesa della frazione
dedicata a S. Anna, che fu fatta elevare
dal curato di Montenero con l’apporto
economico di alcuni fedeli.
Nel 1876 ne venne posta la prima pietra
con la benedizione dell’allora vescovo
Mezzetti. Percorrendo l’Aurelia, circa 1
km. più a sud, si trova anche una piccola
cappella dei Frati Francescani.
Foto del 1910 e del 2008.

Foto Leonardi
Quercianella - Bagni Paolieri

Una delle prime foto dei bagni Paolieri


inaugurati nel 1911.
La spiaggetta dove si nota la barca di
salvataggio con un gruppetto di bagnanti
e l’istruttore di nuoto, attaccati ad una
cima di sicurezza, è purtroppo in parte
sparita per l’erosione delle correnti del
mare cambiate a causa della costruzione
di alcuni moli in cemento utilizzati da
Collezione Leonardi
un altro bagno insediato nelle vicinanze,
Negli anni 20/30 c’erano, dove oggi si
trovano le docce, due capienti vasche di
acqua che veniva pompata dal mare e
riscaldata, qui i bagnanti potevano fare il
bagno ed in seguito andare a prendere il
sole sul gran solarium sopra il bar.
Nel corso degli anni è stata realizzata
una comoda e ampia zona di mare che è
circondata da moletti in muratura.
La foto sopra è del 1911 mentre quella
sotto è stata scattata nel luglio del 2007.

Foto Leonardi
Quercianella - Bagni Paolieri

I bagni Paolieri di Quercianella sono in


una graziosa insenatura e circondati da
una pineta.
Lo stabilimento, inaugurato nel 1911,
era abbellito da ameni vialetti abbelliti
da gerani e da oleandri.
Conserva ancora il nome Paolieri ed è
gestito da questa famiglia.
Come cento anni offre acque pulite ed è
Collezione Leonardi
una oasi di pace e di tranquillità.
Gode di una aria salubre ricca di iodio.
Le due immagini sono state scattate con
certezza a cento anni di distanza.
Nei primi anni del 1900 qui si trovava
una stazione climatica con Osservatorio
Termo-Udometrico istituito dal Regio
Ufficio centrale di Meteorologia e di
Geodinamica di Roma.
Quercianella ancora oggi offre un lembo
incantevole di cielo e di mare e si trova
immersa in una secolare pineta che len-
tamente degrada verso il mare.
Foto del 1912 e del 2012.
Foto Leonardi
Quercianella - via del Littorale

In questa parte della vecchia via Aurelia,


da anni abbandonata dal grande traffico
per il raddrizzamento della strada dopo
la costruzione del ponte sul Botro di
Quercianella, si trovava la trattoria e
pensione Barontini.
Appeso al muro c’era un cartello messo
per i viaggiatori che transitavano con i
calessi e le carrozze. “ Qui si mangia si
Collezione Leonardi
beve e si mette i trapeli “
Contrariamente a quanto si possa con
malizia pensare, i trapeli erano i cavalli
aggiuntivi che servivano per trapelare
(superare) la collina del Romito.
Ancora oggi, al posto della pensione, si
trovano un buon ristorante ed una buona
e frequentata pizzeria.
Durante le serate estive, è una zona tra
le più fresche del paese, a causa della
brezza che scende lungo il botro.
Foto del 1910 e del 2009.

Foto Leonardi
Quercianella - via del Littorale

Davanti al vecchio passaggio a livello di


Quercianella in angolo con via Tina di
Lorenzo si trovava il Caffé Ristorante
“La Quercianella”.
Successivamente e fino a pochi anni fa,
c’era la pensione “Villa Carla” dove in
angolo si trovavano i locali di un bar.
Al loro posto, di recente, si è insediata la
Farmacia del paese.
Collezione Leonardi
Dalla parte opposta della strada, accanto
alla ferrovia si trovava il Bar Pineta con
i tavoli in ferro e marmo sotto i giovani
pini mediterranei.
Questa piccola frazione di Livorno è una
eccellente stazione balneare, perché il
mare frangendosi sugli scogli rilascia lo
iodio ed il bosco prevalentemente ricco
di pini mediterranei arricchisce l’aria di
ossigeno.
Inoltre ha un clima favorevolissimo pure
in inverno, poiché è riparata dai venti
freddi provenienti dal nord.
Foto del 1910 e del 2009.
Foto Leonardi
San Jacopo

Il bel viale che era intitolato alla Regina


Margherita iniziava da piazza Bellavista
e arrivava alla Barriera omonima.
Era il viale a mare dove i livornesi erano
soliti fare la passeggiata domenicale.
Lungo questa via vennero costruiti dei
bellissimi edifici, palazzine e grandiosi
alberghi.
In uno degli edifici al centro delle foto
Collezione Leonardi
che si trova di fronte ai bagni Pancaldi,
(allora Palmieri) visse il famoso poeta e
scrittore Alphonse De Lamartine.
Visoggiornò anche l’illustre Federigo
Ozanam che scrisse il Libro dei malati.
Al posto del moderno edificio della foto
sotto, come si vede dall’altra immagine,
un edificio più basso, di due piani, dove
nei locali a piano terra si trovavano una
trattoria, una sala da toelette ed anche
una rimescita di vini toscani.
Foto del 1910 e del 2010.

Foto Leonardi
Chiesa di San Jacopo

Si narra che fino dal 300 al posto della


chiesa di San Jacopo c’era un romitorio
dove si dice soggiornò San Agostino.
Si hanno notizie di una chiesa intitolata
a San Jacopo già nel 1187.
Sotto la chiesa attuale si trova, a livello
del mare, la vecchia chiesa con l’altare
sopra uno scoglio.
La zona prese il nome di “Acquaviva”
Collezione Leonardi
perché lì esisteva una fonte di un’acqua
freschissima.
Nella foto di fine 1800 si può vedere a
destra nel piazzale un piccolo recinto in
muratura con due garitte, all’interno di
questo si trovava il cimitero annesso alla
chiesa dove erano sepolti vari importanti
personaggi della città.
Il campanile, alto 27 metri, venne eretto
nel 1897 e le sue campane suonarono
solo due anni più tardi. Nella foto sopra
si nota un serbatoio per il gas, questo fu
installato nel 1878 per poter migliorare
il servizio di pubblica illuminazione.
Foto Leonardi
San Jacopo

La chiesa di San Jacopo e l’Accademia


Navale vista dal viale Italia all’altezza
dei Bagni Acquaviva, che furono i primi
bagni in muratura di Livorno nel 1840.
La chiesa é rimasti integra, mentre si
possono notare i cambiamenti avvenuti
agli edifici della Accademia Navale nel
corso di circa 100 anni per lo più dovuti
ai danni subiti durante la guerra.
Collezione Leonardi
La foto sopra è del 1899 mentre quella
sotto è stata ripresa nel 2005.
L’Accademia Navale, voluta a Livorno
dal ministro Benedetto Brin, inaugurata
il 6 novembre 1881 alla presenza del
principe Tommaso di Savoia.
Di fronte alla chiesa si trova la piazza
San Jacopo in Acquaviva, dove oggi c’è
la statua del fondatore dell’Accademia
Navale. A destra della chiesa c’è una
nicchia all’interno della quale c’è una
statua di Pietro Leopoldo opera dello
scultore Andrea Pelliccia.
Foto Leonardi
Porta San Marco

Bella immagine della Porta San Marco


con un tram trainato da cavalli.
Questa porta venne costruita nel 1835
assieme alla cinta daziaria Leopoldina.
Sopra alla porta si trova un grosso leone
alato in marmo che simboleggia
l’evangelista San Marco.
Durante la realizzazione di questo varco,
si rese necessario piantare nel terreno
Collezione Leonardi
molte palizzate con reticolato in legno,
perché la zona era stata ricavata con
l’interramento dell’antico porto pisano.
In precedenza dal 1802 la porta San
Marco si trovava all’altezza della attuale
piazza dei Legnami lungo le seconde
mura di Livorno.
Ancora prima, la porta della città con
questo nome, si trovava all’altezza della
piazza dei Domenicani, fu realizzata nel
1703 sotto Cosimo III dei Medici.
Foto del 1888 e del 2009.

Foto Leonardi
Barriera San Marco

Veduta, dalla parte interna della città,


della stazione San Marco e della porta
omonima.
Si notano la copertura della stazione e
gli edifici adiacenti alla porta adibite a
casermette e uffici per i vigili daziari.
La porta San Marco è preceduta da una
volta ad archi ed è sormontata da un
grande leone alato in marmo bianco, che
Collezione Leonardi
sorregge un libro.
Questa opera fu realizzata dallo scultore
Nencini nel 1840 e simboleggia
l’evangelista San Marco.
Davanti alla porta ed alla barriera sorge
il grande edificio, del 1889, adibito a
scuola elementare Giuseppe Micheli.
Oggi la bella piazza è quasi scomparsa,
sono stati creati dei bruttissimi muri di
crudo cemento, di fronte a via Palestro,
che certamente danno un tono triste e
freddo all’insieme.
Foto del 1897 e del 2008.
Foto Leonardi
Stazione San Marco

A destra si vede la parte laterale della


vecchia stazione ferroviaria San Marco.
Questa si trovava al di là della vecchia
cinta urbana leopoldina che aveva molte
porte di accesso tra le quali la Porta San
Marco che vediamo sullo sfondo.
La stazione era il capolinea del primo
tratto di strada ferrata della Toscana e fu
inaugurato nel 1844. Aveva una grande
Collezione Leonardi
copertura ad arco con struttura in ferro.
La ferrovia univa Livorno a Pisa e per
realizzarla dovettero affrontare diversi
problemi a causa del terreno paludoso e
dovettero costruire otto ponti di ferro su
diversi fossi.
In seguito, nel 1848, fu prolungata fino a
Firenze.
Cessò di servire il traffico viaggiatori
con l’inaugurazione, nel 1910, della
nuova Stazione Centrale.
Foto del 1888 e del 2007.

Foto Leonardi
Via Solferino

Dagli scali del Pontino arriva a piazza


Undici Maggio davanti alla Porta San
Marco al centro dell’ immagine. Prese
questo nome in ricordo della battaglia
vinta dagli Italiani e dai Francesi contro
gli Austriaci nella battaglia del 1859,
avvenuta nei pressi di Solferino.
Prima si chiamava via del gran Principe
in onore del figlio maggiore di Leopoldo
Collezione Leonardi
II di Lorena.
Questa via prima del 1835 si trovava al
di fuori della cinta cittadina.
Con la costruzione in quell’anno delle
nuove mura Leopoldine venne inglobata
all’interno.
Non ha subito evidenti cambiamenti dal
secolo scorso.
Circa a metà della via c’è una targa che
ricorda la presenza di Garibaldi in una
casa durante un viaggio verso la casa di
Caprera.
Foto del 1900 e del 2008.
Foto Leonardi
Scali d’Azeglio e scali Manzoni

Nella foto sopra a destra, al termine del


muro di cinta, si vede un basso edificio
in angolo con piazza Manin.
Qui esisteva fin dal tempo dei Medici
una famosa trattoria che era chiamata la
Casina delle Ostriche.
Era frequentatissima dai livornesi e dai
forestieri che capitavano in città era
molto famosa perché vi venivano serviti
Collezione Leonardi
piatti a base di pesce, e di ostriche che
erano coltivate nel fosso sottostante oltre
ad altri frutti di mare. Naturalmente uno
dei piatti principi era il “Cacciucco”.
Fu frequentata anche dai Medici e come
si legge sulla guida del Piombanti, nel
1619, l’amministrazione della Casina
delle Ostriche fornì a Cosimo II che ne
fece dono ai suoi amici, oltre 200.000
ostriche. Oggi al suo posto si trova un
alto edificio che, sul retro, si affaccia
sulla chiesa dei SS. Pietro e Paolo.
Foto del 1910 e del 2008.
Foto Leonardi
Scali d’Azeglio

Lungo questi scali sul fosso reale c’era


uno spiazzo, che oggi ha il nome di
piazza Fratelli Rosselli, qui confluivano
la via del Bastione, la via del Mulino a
Vento e la via delle Mura.
Le immagini sono riprese rivolti verso
piazza Cavour. Il fosso reale sottostante
venne rettificato all’altezza dell’attuale
piazza Manin nel 1846.
Collezione Leonardi
In precedenza il fosso curvava verso la
chiesa dei SS. Pietro e Paolo, di cui si
vede il campanile a destra, e aveva anse
e curve che seguivano gli spalti delle
vecchie mura.
A destra dove oggi si trova l’edificio in
mattoni rossi in angolo con la piazza
Manin, si vede l’ingresso lungo il muro
della antica trattoria della Casina delle
Ostriche, dove più volte si recarono i
Granduchi a gustare i frutti di mare che
venivano coltivati nel fosso davanti.
Foto del 1907 e del 2007.
Foto Leonardi
Stazione Centrale

L’edificio fu costruito nella zona dove si


trovava il campo di Marte, zona usata
dai militari per le loro esercitazioni.
In questa area, durante i mesi di agosto,
veniva costruito un ippodromo per le
corse dei cavalli.
Questa nuova stazione fu realizzata per
migliorare il tracciato della ferrovia che
da Viareggio passava per Livorno fino a
Collezione Leonardi
raggiungere Cecina.
L’inaugurazione della stazione avvenne
nel 1910 alla presenza del Re Vittorio
Emanuele III ed in quella occasione le
principali vie furono decorate con tante
e graziose luminarie. Durante i tre anni
occorsi alla sua realizzazione, furono
compiuti anche i lavori della costruzione
del primo quartiere popolare detto della
“Stazione” che si estese dal viale degli
Acquedotti alla via Badaloni e dalla
nuova ferrovia al viale Alfieri.
Foto del 1910 e del 2009.
Foto Leonardi
Stazione e viale degli Acquedotti

La costruzione iniziò nel 1907, in una


posizione più lontana dalla città e con
lungimiranza, al termine del viale degli
Acquedotti.
Fu realizzata in questo luogo su proposta
della commissione comunale presieduta
dall’ing. Angiolo Badaloni, anziché a
ridosso delle mura leopoldine che erano
all’altezza dell’attuale viale Ippolito
Collezione Leonardi
Nievo, non fu così considerata l’idea di
altri ingegneri.
Fu la prima stazione della Toscana ad
avere i sottopassaggi per l’accesso alle
varie linee ferroviarie.
Assieme alla stazione, in quegli anni fu
costruito il Grand Hotel Corallo.
Oggi il rettilineo che porta alla stazione
è interrotto, circa 200 metri prima, da un
grande rondò realizzato per smistare il
grande traffico della zona. La foto sopra
è del 1910 mentre quella sotto è stata
scattata nell’aprile 2008.
Foto Leonardi
Barriera Vittorio Emanuele II

Nel 1835 prese il via il grande progetto


che prevedeva la recinzione della città
con mura, lunghe oltre 6 chilometri e di
circa 8 metri di altezza.
Questa difesa della città era dotata di 5
aperture daziarie: la porta San Marco, la
Barriera Fiorentina, la San Leopoldo, la
barriera Maremmana e la porta a Mare.
Nel 1860, subito dopo la proclamazione
Collezione Leonardi
del Regno d’Italia venne realizzata una
apertura nelle mura con un grandioso
arco di trionfo sotto il quale era previsto
il passaggio del Re nel suo ingresso in
città, ma a causa del cattivo tempo
l’ingresso in città avvenne dalla porta
San Marco.
Quella apertura nelle mura fu nel 1864
allargata e divenne la Barriera Vittorio
Emanuele II, nella foto sopra.
Si trovava dove ora c’è il semaforo a
metà del viale della stazione.
Foto del 1911 e del 2010.
Foto Leonardi
Viale Principe di Piemonte

Questa via ebbe nome Rosolino Orlando


negli anni 1913-1928, in seguito ebbe il
nome viale Principe di Piemonte, e nel
1946 ebbe la denominazione attuale di
via Giovanni Fattori, in onore del grande
pittore livornese.
In questa zona fu edificato da Rosolino
Orlando uno dei nuclei più importanti di
quartiere di tipo economico.
Collezione Leonardi
Lungo le vie Regina Elena (oggi viale
del Risorgimento), di via Trieste, di via
Tripoli e via Fattori, vennero realizzati
11 stabili e un gruppo di palazzette per
un numero complessivo di 305 quartieri.
Iniziò così, nel 1910 con la costruzione
della nuova stazione ferroviaria , anche
l’espansione verso terra della città.
Le foto mostrano via Fattori in angolo
con la piazza Dante, caratteristico era il
castelletto che distrutto, fu sostituito nel
dopo guerra da questo nuovo edificio.
Foto del 1910 e del 2010.
Foto Leonardi
Torretta - La Semoleria

Nell’industriale sobborgo di Torretta,


che prese il nome dal resto di una delle
antiche torri del porto pisano, si trovava
questo grosso stabilimento
all’avanguardia con i tempi per i metodi
di lavorazione.
Era lungo il canale delle Cateratte, ormai
scomparso e riempito. Costruito nel
1835 era noto come mulino Bougleux.
Collezione Leonardi
Macinava allora circa 800 quintali di
grano duro al giorno per la produzione
di semolino, di farina e crusche molto
apprezzate in tutta Italia.
In questa zona della città si trovavano
altre industrie tra queste la Vetreria e la
Metallurgica Italiana, inoltre la fonderia
dei fratelli Gambaro, una fabbtica di
prodotti chimici, la Ceramica Turrita,
una fabbrica di carbone minerale in pani,
e poi di liquori, di candele, di tubi di
piombo, di mattonelle, di frutti canditi
ecc.
Foto del 1910 e del 2008.
Foto Leonardi
Dogana d’acqua

L’edificio fu terminato nel 1840 e come


si vede nella foto sopra era attraversato
dalle mura leopoldine e diviso in dogana
interna e dogana esterna.
Era posto sopra un ponte a tre archi, due
dei quali servivano per il passaggio delle
barche, che trasportavano le merci fino a
Pisa e a Firenze, utilizzando il canale dei
Navicelli e l’ Arno.
Collezione Leonardi
Da qui passava un grosso volume di
commercio prima della costruzione della
ferrovia e all’interno, in una vasta sala,
avveniva lo sdoganamento delle merci e
all’esterno esistevano due darsene per la
sosta delle imbarcazioni in attesa del
controllo.
Prima c’era una grande darsena esterna,
che venne colmata nel 1866. Il secondo
piano era adibito a caserma delle guardie
daziarie. e vi si accedeva per mezzo di
una scala a chiocciola in ferro fuso.
Foto del 1900 e del 2005.
Foto Leonardi
La Venezia

Il canale scomparso che si vede sopra, in


una foto anteriore al 1898, partiva dallo
stabile del Refugio ed entrava nel fosso
di Venezia nei pressi del ponte Santa
Trinità. Venne interrato in quell’anno
perché era poco profondo e sporco. Il
piazzale risultante prese il nome di viale
Caprera.
Sparì il ponte che vediamo all’altezza
Collezione Leonardi
della chiesa di Crocetta e gli scali dei
Bottini dell’Olio, del Piaggione, del
Luogo Pio, delle Saponiere e di porta
Trinita. Vicino al palazzo del Refugio,
sullo sfondo, sparirono gli scali delle
Fontine così chiamati perché c’erano
due piccole fonti che alimentavano due
vasche utilizzate per i lavatoi pubblici,
chiusi dopo il colera del 1893.
In questi anni è stato scavato di nuovo
il canale ma al momento deve ancora
essere realizzato il ponte che unirà i due
tratti all’altezza di via della Venezia.
Foto del 1896 e del 2013.
Foto Leonardi
Canale di Venezia

Belle immagini del canale di Venezia


riprese dal ponte Santa Trinità a distanza
di circa 100 anni. Fortunatamente questa
parte della vecchia Livorno ha subito
pochi danni durante gli eventi bellici.
Solamente la parte più vicina al ponte
ebbe notevoli danni. Infatti a sinistra si
vede che manca l’edificio in angolo con
il vecchio canale di viale Caprera.
Collezione Leonardi
A destra è cambiata solo la parte vicina
al ponte, ricostruito solo recentemente,
che unisce gli scali delle Ancore agli
scali delle Barchette, infatti al posto dei
vecchi edifici tra questo e la antica via
Strozzi oggi si trova il moderno edificio
del Mercato Ittico.
Nella foto sopra si vedono alcuni vecchi
“navicelli”, barconi adatti al trasporto
delle merci dalle navi in porto fino ai
magazzini ldei fossi medicei.
Foto del 1911 e del 2010.

Foto Leonardi
Scali delle Ancore

Sullo sfondo degli scali delle Ancore si


vede il vecchio ponte di Santa Trinita
che univa piazza della Fortezza Vecchia
al viale Caprera.
Al termine degli scali c’era una piccola
scala che permetteva di salire al ponte.
Su questi scali si affacciavano diversi
magazzini di generi alimentari e a metà
si trova ancora una piccola apertura ad
Collezione Leonardi
arco che entra in via degli Ufficio dei
Grani dove, anche qui, c’erano diversi
depositi del grano e l’ufficio regio per
controllare i movimenti delle merci.
Dalla parte opposta del canale ci sono
gli scali delle Barchette, dove c’era la
scuola del Paradisino.
Qui venivano istruite le ragazze povere
anche nell’arte del cucito.
Il ponte e gli edifici circostanti furono in
gran parte demoliti dalle bombe.
Negli anni ‘90 viene realizzato un nuovo
ponte in sostituzione del vecchio.
Foto del 1929 e del 2013.
Foto Leonardi
Collezione A.Lemmi Foto Leonardi

Chiesa di San Ferdinando

Iniziata nel 1708 e benedetta nel 1717 è monumento nazionale dal 1896. Gestita dai padri Trinitari o
Crocettini, è a pianta di croce latina con un’unica navata, la facciata è ancora incompleta e di gusto
romanico. L’interno è abbellito da numerosi motivi ed ornati a stucco in stile Rococò.
Venezia

Il palazzo della Corte di Assise che è


sullo sfondo dell’immagine fa parte del
Palazzo del Vescovado, nome preso dai
primi Vescovi che vi abitarono dai primi
anni del 1800. Questo palazzo, costruito
nel 1705, aveva incorporata una chiesa
usata dai Gesuiti che avendo in gestione
il palazzo lo adattarono a scuola, in un
secondo tempo divenne “Spedale delle
Collezione Leonardi
Monache” ed infine verso la metà del
1800 venne ceduto alla sede locale della
amministrazione della Giustizia.
La Corte di Assise occupa la parte dove
esisteva la cappella della chiesa.
Il palazzo a destra con gli archi, l’antica
Pescheria, era usato a mercato del pesce.
Per diversi anni è stato sede dei Vigili
del Fuoco.
Dopo il trasferimento di questi nella
nuova sede di via dei Pensieri è stato in
parte restaurato.
Foto del 1896 e del 2005.
Foto Leonardi
Fortezza Nuova

La Fortezza Nuova, così chiamata per


distinguerla da quella vecchia che è sulla
darsena dei 4 mori, si trova tra la piazza
della Repubblica e via San Marco.
Quando fu costruita nel 1590, in soli 5
mesi, aveva una estensione quasi del
doppio, verso nord arrivava fino agli
scali del Monte Pio.
Era unita alla Fortezza Vecchia con una
Collezione Leonardi
cortina e una metà venne abbattuta nel
1629 sotto Ferdinando II per costruire il
quartiere di San Marco.
Nelle foto si vede il piccolo ponte che
permette l’accesso alla Fortezza.
In precedenza, al posto di questo ponte
in muratura, esisteva un ponte levatoio.
Varcato il ponte si entra nella fortezza
per mezzo di un androne coperto che in
quei tempi conduceva ai vari quartieri
militari, dove c’era anche una piccola
chiesa della Concezione di Maria.
Foto del 1908 e del 2008.
Foto Leonardi
Fortezza Nuova

Ingresso alla Fortezza Nuova.


Il progetto della Fortezza fu opera di
Giovanni de’ Medici, che era fratello di
Ferdinando I e fu aiutato in questa opera
anche dal Buontalenti e dal Bonanni.
All’interno si trovavano le artiglierie a
difesa della città, che vennero tolte
quando la città fu ingrandita con le mura
Leopoldine.
Collezione Leonardi
Ci rimase solamente un piccolo cannone
che dava giornalmente il segnale del
mezzodì.
All’inizio del secolo XX le costruzioni
della fortezza servivano come alloggio
per le truppe. Dopo la seconda guerra
mondiale, pur essendo stata bombardata
ed i suoi quartieri del tutto distrutti, fu
usata per accogliere molti livornesi che
erano rimasti senza casa e poterono stare
per alcuni anni in “baracche” all’interno
della fortezza.
Foto del 1900 e del 2008.
Foto Leonardi
Venezia - Chiesa dei Domenicani

Il ponte dei Domenicani unisce tuttora la


via Borra alla piazza omonima.
Questo nome deriva dal vicino convento
dei Domenicani costruito tra il 1700 e il
1711. Nel 1809 venne adibito a carcere
giudiziario ed è stato usato fino a pochi
anni fa.
La chiesa di Santa Caterina è accanto al
vecchio convento e si affaccia sulla
Collezione Leonardi
piazza e venne costruita, su disegno di
Giovanni del Fantasia, a partire dal 1720
e con diverse peripezie e modifiche di
altri architetti si giunse allo stato attuale
solo nel 1753.
La grossa cupola rischiava di rovinare e
fu quindi deciso di costruirci attorno un
grosso muro di forma ottagonale, di cui
ne vediamo uno scorcio. E’ sorretta da
otto grandi archi e sulla porta principale
si ammira un bel dipinto del Vasari che
raffigura una incoronazione di Maria.
Foto del 1900 e del 2008.
Foto Leonardi
Venezia - Il Canale grande

Foto scattate dal ponte lungo di Venezia


in direzione del ponte di Santa Trinità e
della Fortezza Vecchia.
A sinistra ci sono gli scali delle Ancore
dove ancora oggi esiste una voltina, una
apertura ad arco per mezzo della quale si
entra in via dell’Uffizio dei Grani.
Attraverso questa passavano i grani che
lì venivano custoditi nei magazzini.
Collezione Leonardi
In fondo a questi scali c’era una scaletta
da cui si accedeva al vecchio Ponte a tre
arcate.
A destra, gli scali delle Barchette dove si
affacciavano le scuole del Paradisino,
dove venivano fatte studiare le fanciulle
povere.
Sullo sfondo dietro al ponte si vede il
Mastio di Matilde dentro la Fortezza
Vecchia, nella foto sotto, ai due lati del
Mastio, si vedono a sinistra il tetto del
mercato del pesce e a destra il Silos.
Foto del 1910 e del 2009.
Foto Leonardi
Venezia - Scali del Pesce

Gli Scali del Pesce, che si trovano alle


spalle del Comune, contribuiscono a fare
della Venezia la zone più caratteristica
del centro storico della città. A destra si
vede lo scomparso palazzo Bartolommei
che fu sede del tribunale ed in seguito
della Regia Intendenza di finanza e delle
imposte dirette e del catasto.
Sulla facciata esisteva una lapide con su
Collezione Leonardi
scritto: Qui dove insigni italiani e stra-
nieri convennero a farle onore, Angelica
Palli, consorte al generoso e prode Gio-
van Paolo Bartolommei, dieci lustri abi-
tò. Di canti, sovente improvvisi, trovatri-
ce inspirata, animo alto, gentile, forte
oltre il sesso nelle sventure, insegnò alla
donna come la patria si ami, al dovizio-
so dignità e temperanza. 1877.
Foto del 1910 e del 2010.

Foto Leonardi
Venezia - Scali Rosciano

Quartiere di Livorno costruito nel 1700


su terreno molto paludoso e attraversato
da numerosi ponti e numerosi canali di
acqua marina.
Era sede di diverse attività commerciali
legate al mare ed era molto fornito di
imbarcazioni e di navicelli adatti per il
trasporto delle merci.
La maggior parte di questi edifici che si
Collezione Leonardi
affacciano sui fossi hanno, all’altezza
del piano stradale e dell’acqua, ampi
ambienti forniti di volte che allora erano
adibiti a ricovero delle merci del porto.
Nella foto si vede a sinistra il palazzo
Rosciano con l’ingresso con colonne.
Questo palazzo costruito da un facoltoso
commerciante da cui prese il nome, fu
sede di una scuola comunale.
Oggi ospita gli uffici della Port Autority.
Foto del 1900 e del 2008.

Foto Leonardi
Teatro degli Avvalorati

Tutto è andato distrutto ad eccezione del


ponte di via della Madonna sormontato
dalla statua di S. Giovanni Nepomoceno
qui collocata nel 1739.
Con i bombardamenti, sparì il vecchio
Teatro degli Avvalorati assieme a tutte
le case vicine.
Questo teatro fu inaugurato nel 1782 con
l’Adriana di Metastasio e allora era il
Collezione Leonardi
teatro degli Armeni. Fu affrescato nel
1860 da Giuseppe Maria Terreni e da
Antonio Niccolini. Il teatro negli anni
antecedenti l’ultima guerra era per tutti
il Supercinema e venne distrutto nel
1944 dai tedeschi. Oggi al loro posto vi
è l’alberato viale degli Avvalorati che
dalla piazza del Municipio, costeggia il
fosso reale e arriva fino alla piazza della
Repubblica. Curiosità: qui nel 1959
venne girata una scena del film Tutti a
casa con Alberto Sordi quando la zona
era ricca di macerie.
Foto Leonardi
Ponte S. Giovanni Nepomoceno

Nella foto sopra dietro al ponte di San


Giovanni Nepomoceno si vede il Regio
Teatro degli Avvalorati.
Questo teatro venne costruito sul terreno
occupato dai cosi detti magazzini delle
mummie (depositi di pellami di animali)
da un certo Bicchierai e fu inaugurato e
aperto al pubblico nel 1780 con Adriano
in Siria del Metastasio.
Collezione Leonardi
Aveva 126 palchetti distribuiti in cinque
ordini ed era tutto adornato di preziosi
fregi dorati, la sua platea era lunga 18
metri e larga 15 ed il soffitto decorato
con dipinti raffiguranti compositori e
maestri di musica.
Fu anche chiamato teatro degli Armeni a
causa della vicinanza della loro chiesa.
L’Accademia degli Avvalorati si formò
nel 1790 sotto l’ala protettrice di Pietro
Leopoldo granduca di Toscana.
Foto del 1900 e del 2008.

Foto Leonardi
Via Cairoli

Pochi sono i cambiamenti avvenuti in


questa parte della città. Infatti la guerra
ha risparmiato questa strada che negli
anni 1924 e 1925 aveva subito radicali
cambiamenti con l’abbattimento delle
vecchie case dei quattro isolati sul retro
del Duomo comprese tra via Di Franco,
via del Tempio, via Serristori e la via
Reale. Vennero così costruiti i palazzi
Collezione Leonardi
tuttora esistenti delle Poste e il Palazzo
della Galleria e i tre blocchi a ridosso
del Duomo, quelli di San Sebastiano, di
Santa Giulia e di San Francesco.
Per la ricostruzione della zona furono
partecipi anche alcune banche oltre al
Monte dei Paschi di Siena e il Banco di
Napoli con la costruzione degli edifici
tuttora esistenti.
Nel 1928 era stato abbellito il retro del
Duomo con una bella fontana in stile
settecentesco.
Foto del 1910 e del 2010.
Foto Leonardi
Via Cairoli

Nel 1924 ebbe inizio lo sventramento


dei quattro isolati racchiusi tra le vie del
Tempio, via di Franco, via Serristori e
via Reale. Questo sventramento si estese
in seguito alle vecchie e fatiscenti case
che erano vicino alla Sinagoga a ridosso
degli Scali D'Azeglio. Il Ministero delle
Comunicazioni fece costruire il palazzo
delle Poste sul terreno delimitato dalla
Collezione Leonardi
via Cairoli, via del Tempio e via Reale.
Anche l'Istituto Nazionale Immobiliare
costruisce il Palazzo della Galleria, e
assieme al Monte dei Paschi di Siena sul
terreno delimitato dalla via Cairoli, via
Serristori, e via Di Franco.
Nella foto recente si vede il retro del
nuovo Duomo ricostruito dopo guerra
con forma diversa, non fu ricostruita la
fontana che stava sul retro e realizzato
l’abside rotondeggiante.
Foto del 1908 e del 2012.

Foto Leonardi
Via Grande

La vecchia via Ferdinanda così detta in


onore del fondatore della città, poi via
Napoleone ed in seguito via Vittorio
Emanuele, da sempre è stata chiamata
popolarmente via Grande.
Nella “Guida Storica ed Artistica della
città e dei dintorni di Livorno” del
Piombanti si legge ”Nel 1605, dice il
Magri, si vide in Livorno la magnifi-
Collezione Leonardi
cenza della via Grande. La quale, ha
scritto il Targioni, fu disegnata, con al-
tre strade da Vincenzo Buonanni. Le ca-
se erano allora più basse, ed avevano la
facciata ornata di pitture e graffiti, co-
me dicemmo. Essendo città forte, fuori
della Porta a Pisa e della Colonnella
erano due larghe fosse, traversate da un
ponte levatoio per entrare ed uscire.”
La foto sopra è del 1908, mentre quella
sotto è stata scattata nel 2009.

Foto Leonardi
Via Grande

Ultimo tratto della via Grande, allora via


Vittorio Emanuele, tra piazza Guerrazzi
e piazza della Repubblica.
In primo piano a ridosso dell’edificio del
Cisternino si nota una delle tante edicole
di giornali del tempo. La prima tenda in
angolo, riparava l’ingresso della famosa
libreria Giusti, specializzata in libri di
testo scolastici. Subito dopo, si legge
Collezione Leonardi
sulla tenda che c’era una tabaccheria.
Curiosità, anche oggi c’é un negozio del
genere. Circa a metà di questo tratto si
trovava l’ingresso del Caffe’ della Posta,
sorto nel 1851.
Prese questo nome perché dalla altra
parte della via, dietro al Cisternino, c’era
il palazzo delle Poste e del Telegrafo.
Oltre ad ampi locali, il Caffé aveva un
ampio giardino che si affacciava sulla
piazza Guerrazzi.
Qualche anno dopo al suo posto ci fu il
Cinema Teatro Lazzeri.
Foto Leonardi
Via Grande - Colonnella

Piazza della Colonnella era in fondo alla


via Vittorio Emanuele dalla parte del
porto, prese questo nome perché prima
in questa zona esisteva porta Colonnella
che dava sulla darsena del porto.
Fino al 1871 c’era una fonte pubblica.
Al primo piano in angolo a destra, come
si legge dal cartellone pubblicitario,
c’era una scuola di scherma gestita dal
Collezione Leonardi
maestro Ceselli.
Il sindaco di Firenze Bargellini, nel
1950, dopo il ritrovamento dei 2 calchi
originali delle fontane del Tacca, che
avrebbero dovuto essere poste a lato del
monumento dei Quattro Mori, ne fece
fare le copie e ne fece dono a Livorno.
Queste copie, che possiamo ammirare,
furono collocate al centro delle due semi
piazzette di Colonnella nel 1963.
Foto del 1910 e del 2010.

Foto Leonardi
Via Tellini

Questa vecchia via univa la piazza del


Villano, non più esistente, alla piazza
Colonnella. Anticamente qui c’erano
botteghe gestite da greci che si erano
specializzati nella vendita di attrezzature
per le navi a vele, dalle cime ai bozzelli
e alle vele. Per questa ragione prese il
nome di via Greca.
Cambiò nome nel 1923 per onorare la
Collezione Leonardi
memoria del generale Enrico Tellini che
era caduto in Albania.
Nelle foto si notano ancora, in alto, i
vecchi corridoi dei quartieri adibiti ad
uso dei soldati. Alcune stanze sotto a
questi corridoi furono usati ad uso di
farmacia, alla fine del 1600, da Giacinto
Cestoni, scienziato e protospeziale di
Cosimo III ed in seguito dal naturalista
Tiberio Scali. In fondo alla via si nota
ancora un arco che faceva parte della
vecchia porta a Colonnella.
Foto del 1900 e del 2010.
Foto Leonardi
Via Ricasoli

Durante l’ultima guerra, una parte della


piazza Cavour fu distrutta dai numerosi
bombardamenti che deturparono la città.
Tra gli edifici perduti vi fu anche quello
a destra della foto sopra, in angolo con
via Ricasoli, dove si trovava il famoso
caffè Roma. Al suo posto oggi si trova
un moderno immobile dove ha sede una
importante banca.
Collezione Leonardi
A sinistra, invece si è salvato il palazzo
che fu di proprietà della famiglia Mazza
e che negli anni del ventennio ebbe delle
modifiche e la costruzione di un ampio
salone a piano terra capace di contenere
un migliaio di persone, vi fu fatta anche
una cappella votiva ed un terrazzo anche
oggi esistente in angolo al primo piano.
Il palazzo venne adibito a sede del fascio
e quel terrazzo adoperato per arringare il
popolo livornese.
Foto del 1910 e del 2010.

Foto Leonardi
Via Ricasoli

La via Ricasoli, fu intitolata al barone


Bettino che governò la Toscana dopo il
1859, è una delle principali vie e va da
piazza Cavour a piazza Attias.
Nei primi anni del 1900 anche la parte
che dall’Attias arrivava a via Calzabigi
era chiamata con questo nome.
Una curiosità, in quel periodo a metà
della via, al n. 18 terreno, si trovava un
Collezione Leonardi
rinomato studio fotografico gestito dal
cav. Bettini specializzato in ritratti.
In quei locali nacque un club di fotografi
dilettanti.
La via ha mantenuto lo stesso aspetto a
distanza di 100 anni, sono solamente
aumentate le attività commerciali che
fanno di questa zona il salotto buono
della città.
Foto del 1911 e del 2013.

Foto Leonardi
Piazza dell’ Unità d’ Italia

Il rione di San Giovanni è la zona più


antica di Livorno, infatti le prime mura
racchiudevano quasi esclusivamente
questa parte della città. La zona ha nel
tempo, subito notevoli cambiamenti,
vuoi per i vari lavori di risanamento a
causa delle epidemie che si svilupparono
tra le vecchie case e per le distruzioni
belliche.
Collezione Leonardi
Una parte della attuale piazza dell’Unità
d’Italia era occupata dalla piazza Galli
Tassi che prese questo nome a ricordo
del benemerito conte Galli Tassi. Questi
lasciò buona parte del suo patrimonio al
vicino ospedale di San Antonio.
In precedenza era chiamata piazza di
San Giovanni ed ancora prima piazza di
Livorno Vecchio.
Qui esisteva un orologio pubblico e una
fonte con cisterna.
Foto del 1900 e del 2008.

Foto Leonardi
Piazza della Fortezza Vecchia

All’inizio di via San Giovanni proprio


davanti alla Fortezza Vecchia si trova
questo bel palazzotto che Cosimo I fece
erigere nel 1543 per la sua corte. Questa
ampia casa con terrazzino ospitò anche,
per diversi anni, il Commissariato di
Guerra e di Marina e lo scrittoio delle
regie fabbriche. Nei primi anni del 1900
ospitava l’Ufficio Metrico e l’ispezione
Collezione Leonardi
delle Guardie di Finanza. Oggi ospita la
caserma Russo delle Fiamme Gialle.
In questa piazza vi fu la prima pieve del
villaggio e del castello di Livorno.
Anticamente ebbe il nome di piazza dei
Grani, perché vi erano molte buche dove
veniva custodito il grano.
Nella foto in alto a destra si vede una
parte del palazzo di via San Giovanni in
angolo con la scomparsa piazza Galli
Tassi.
Foto del 1901 e del 2005.

Foto Leonardi
Via della Banca

Era tra la via del Giardino (attuale via


Fiume) e la piazza Vittorio Emanuele. In
fondo a questa via, dalla parte di via del
Giardino, c’era in angolo la chiesa della
Purificazione della Madonna addossata
all'edificio degli Spedali.
Nella foto sopra, vediamo riparata da
una tenda la farmacia annessa
all’ospedale. A sinistra vi era l’edificio
Collezione Leonardi
della Prefettura che in precedenza era
stato il palazzo del Governatore e sotto a
questi vi erano state le prigioni.
Per questo la via si chiamò anche via
delle Carceri. In angolo con la piazza
Vittorio Emanuele c’era una fontana,
detta del Generale, con un mascherone
che venne posto nella vasca all’esterno
del Comune, oggi si trova dentro l’ex
“Parterre” il vecchi giardino zoologico.
Foto sotto a sinistra c’è la sede della
Banca d’Italia e a destra l’edificio della
Questura e della Prefettura.
Foto del 1901 e del 2007.
Foto Leonardi
Via Fiume

Questa via metteva in comunicazione la


piazza Vittorio Emanuele (attuale piazza
Grande) con la piazza del Villano, oggi
non più esistente.
In angolo con la darsena, nei primi anni
del 1900, c’era un edificio merlato della
chiesa Presbiteriana che ospitava anche
il Seamen’s Institute che si trovava sul
terreno oggi occupato dal palazzo
Collezione Leonardi
dell’INPS.
Lungo la via vi erano diverse attività
commerciali per lo più di oreficerie e per
questa ragione fu chiamata anche via dei
Gioiellieri. Vi erano anche due farmacie
una del dott. Lottini del 1818 e l’altra
era la farmacia Campana.
C’era la chiesa dei greci scismatici del
1760, mentre il campanile che vediamo
al centro era quello della chiesa della
Purificazione della Madonna.
Foto del 1910 e del 2008.

Foto Leonardi
Piazza del Villano

Era chiamata via del Giardino e dalla


piazza Vittorio Emanuele arrivava all
piazza del Villano.
In questa piccola piazza, di fronte a via
Greca (Tellini) venne inaugurata nel
1906 una statua al Villano.
La statua che vediamo proprio il giorno
della inaugurazione, era una copia di
quella vecchia che rovinata dal tempo e
Collezione Leonardi
dalla ignoranza degli uomini, fu tolta nel
18° secolo.
Era la statua di un giovane villano con ai
piedi un cane, appoggiato ad un bastone,
sopra una fonte, a simbolo di fedeltà.
Fatta erigere dalla repubblica fiorentina
per riconoscenza verso i villici che con
coraggio si erano battuti contro le truppe
dell’imperatore germanico.
Anche questa statua andò distrutta nella
guerra e oggi ne vediamo un’altra copia
al centro del largo Fratelli Rosselli.

Foto Leonardi
Via Montebello

Questa via iniziava da via dei Funaioli e


arrivava fino alle mura della città che si
trovavano all’incirca all’altezza di via
Nazionale. In mezzo ad essa c’erano le
vecchie mura abbattute dopo il 1888,
queste avevano una porta di accesso con
due torri rotonde che si trovavano al
centro della odierna piazza Matteotti ed
era chiamata la Barriera Maremmana.
Collezione Leonardi
Oggi la parte della via che dalla piazza
arriva alla via Aurelia è chiamata viale
Mameli. Gli anni dopo la prima guerra
mondiale in questa piazza esisteva il
parco delle Rimembranze dove a tutti gli
alberi piantati veniva attaccato il nome
di un caduto della grande guerra.
In angolo a destra si trova un ingresso
della villa Fabbricotti.
Dalla parte opposta della piazza c’era la
villa delle suore Calasanziane che allora
gestivano un asilo gratuito per le figlie
dei carcerati.
Foto del 1910 e del 2008.
Foto Leonardi
Barriera Maremmana

Piazza Roma, attuale piazza Matteotti,


era divisa in due dalle vecchie mura che
correvano in linea con via Montebello e
al centro della piazza c’era una delle
porte di accesso alla città, la Barriera
Maremmana, compresa tra le due torri
che vediamo nella foto sopra, rimaste in
piedi fino ai primi anni del 1900.
Così la piazza era metà in città e metà al
Collezione Leonardi
di fuori delle mura.
C’erano due strade lungo queste mura,
una esterna e una interna, chiamate vie
di circonvallazione ed erano adoperate
per la vigilanza daziaria.
La foto sopra è stata scattata con alle
spalle l’ingresso secondario del parco di
villa Fabbricotti.
Questa fu ampliata ed anche abbellita
dall’architetto Micheli ed è da numerosi
anni sede della Biblioteca Labronica.
Foto del 1898 e del 2008.

Foto Leonardi
Piazza Matteotti

Era chiamata la piazza della Barriera


Maremmana.
Tra le due torri delle mura fatte costruire
nel 1834 da Leopoldo II, si trovava la
porta della Barriera omonima.
Nel 1880, le mura che arrivavano alla
fine di via dei Funaioli, furono abbattute
e la cinta della città fu allargata con la
costruzione delle mura Leopoldine che
Collezione Leonardi
arrivavano fino alla Barriera Regina
Margherita.
Delle vecchie mura rimasero solamente
le due torri.
Prima del 1888 fino alle torri la strada si
chiamava via della Barriera Maremmana
e oltrepassata la porta si chiamava via
del Littorale.
E’ dalla parte che era esterna alle mura
che osserviamo le due torri.
Tutta la zona era arricchita da palazzine
e villini con bei giardini.
Foto del 1908 e del 2008.
Foto Leonardi
Via Calzabigi

Verso il 1750 fu costruita questa bella


villa dei marchesi Capponi passata poi
di proprietà alla famiglia Rodocanacchi.
Questa villa era circondata da numerosi
prati e orti. Si trova tra la via Buonamici
e la via Redi, qui arriva il suo bel parco
con un ingresso secondario. L’ingresso
principale è sormontato da una struttura
in stile castello con merli e beccatelli.
Collezione Leonardi
Nei primi anni del 1900 vi fu aggiunta la
torre dai nuovi proprietari, i Lazzara,
questa serviva come deposito di acqua
per la lavorazione del corallo nella loro
fabbrica.
Oggi appartiene al Comune, è chiamata
Villa Maria e ospita una sezione della
Biblioteca Labronica F. D. Guerrazzi
dedicata alla storia di Livorno.
Qui studenti e ricercatori possono anche
consultare, oltre ai libri, diversi moderni
computer con collegamento ad internet.
Foto del 1910 e del 2008.
Foto Leonardi
Via Marradi

Era la vecchia via Ricasoli, questo fu il


primo nome della via, e arrivava dalla
piazza Cavour al viale Mameli.
Nella foto sopra, al posto dell’attuale
grattacielo del largo Attias c’é il muro di
cinta della vecchia villa omonima con il
cancello di ingresso laterale che era
all’incirca dove ora si trova l’ingresso
della UPIM.
Collezione Leonardi
Il muro di cinta e la bellissima villa, che
appartenne alla famiglia Scaramangià,
furono abbattuti verso il 1970 per poter
costruire al loro posto un alto edificio
conosciuto come grattacielo dell’Attias.
Altre differenze tra le due foto sono i
nuovi palazzi sia a destra che a sinistra
dopo la via Cambini.
Inoltre si nota, nella foto del 1915, la
mancanza di qualsiasi tipo di attività
commerciale lungo la via.
Foto del 1908 e del 2010.

Foto Leonardi
Via Marradi

Questo edificio che si trova all’incrocio


tra via Marradi e via Baciocchi, oggi è
occupato dalla Scuola Media Micali e
dal Provveditorato agli Studi di Livorno.
Era la villa di proprietà della famiglia
Nardini Despotti Mospignotti alla quale
è intitolata una via vicina.
Nei primi anni del 1900 era la sede del
Comando e caserma principale dei Regi
Collezione Leonardi
Carabinieri.
La via Marradi che in quegli anni aveva
il nome di via Ricasoli era una delle più
belle vie della città e iniziando da qui,
arrivava fino alla piazza Cavour.
Davanti alla caserma c’erano ancora i
terreni con vasti campi e gli orti, che
appartennero alle famiglie Papanti e
Rodocanacchi, e che arrivavano fino a
via Nazionale.
Foto del 1900 e del 2008.

Foto Leonardi
Via Mangini

La chiesa Siro Maronita dedicata alla


Madonna del Rosario di Pompei venne
riedificata nel 1888 sopra una cappella
pubblica preesistente del secolo XVIII.
Allora la strada faceva parte di via delle
Siepi.
Sopra l’altare vi era una bella immagine
della Madonna del Rosario di Pompei.
Sulla facciata della chiesa vi era apposta
Collezione Leonardi
una lapide con su scritto:
Ad perpetuam rei memoriam - Giovanni
Notain Darauni abate mitrato siro-
maronita, nel 1888, a tributo di affetto
verso i corregionali del rito e per asilo
della sua amata nazione, questo orato-
rio coll’annesso ospizio fondava.
La chiesa, nei primi anni ‘60, venne poi
demolita e ricostruita ora con l’ingresso
rivolto verso la via Mangini.
Foto del 1902 e del 2008.

Foto Leonardi
Barriera Roma

Ultimo tratto della via Roma all’interno


della barriera omonima.
In questa via si trovavano numerose vil-
le e palazzine con giardini e, a ridosso
della barriera, si trovava una cappelletta
dedicata alla Visitazione di Maria e a
San Michele Arcangiolo.
Costruita nel 1703 a spese dei cassieri di
Livorno con una cupola a squame e un
Collezione Leonardi
piccolo portico sotto la statua
dell’Arcangiolo.
La cappelletta si trovava in condizioni
precarie alla fine del 1800, e negli anni
venti venne ristrutturata e vi fu aggiunta
la croce sulla cupola. Purtroppo alcuni
anni fa è crollata la parte superiore.
Oggi al posto delle scomparse villette, si
trovano alti edifici moderni.
Lungo la via Roma, nei primi anni del
secolo scorso, transitava il tram che da
piazza Vittorio Emanuele arrivava
all’Ardenza.
Foto del 2008 e del 2008.
Foto Leonardi
Barriera Roma

Nel 1880 fu ampliata la cinta daziaria


che racchiuse anche i sobborghi di Porta
a Mare, di Porta maremmana e una parte
del lungomare fino a San Jacopo.
Vennero realizzate nuove mura che dalla
località di Coteto raggiunsero la piccola
cappella dedicata a San Michele in via
Roma. Qui venne costruita una nuova
porta: la Barriera Roma che ammiriamo
Collezione Leonardi
nella foto sopra.
Le mura proseguirono verso il mare fino
a raggiungere l’Accademia Navale dove
si trova la Barriera Regina Margherita.
Vengono in quel periodo abbattute le
precedenti vecchie mura non più utili.
Questa Porta, assieme a quella di San
Leopoldo e gran parte delle mura, sono
abbattute dopo la prima guerra mondiale
per allargare la cerchia della città che era
in costante evoluzione.
Foto del 1908 e del 2008.

Foto Leonardi
Viale Italia

Al posto del piazzale con gli alberi e


panchine a sinistra nella foto sopra, fu
costruito agli inizi del secolo scorso un
edificio adibito a garage. Questo ebbe i
nomi di garage Etruria, in seguito fu
chiamato garage Italia e divenne sede di
una concessionaria della FIAT.
Ultimamente vi si trovavano i locali di
rivendita di articoli per elettronica e di
Collezione Leonardi
articoli elettrodomestici.
Gli alti edifici in stile ottocentesco che si
affacciano sul viale sono rimasti integri
non avendo subito danni dagli eventi
bellici, solo alcuni sono stati modificati
con l’aggiunta di terrazze sul mare, lo
possiamo notare nel primo edificio in
angolo.
Questa bella passeggiata a mare venne
intitolata alla regina Margherita moglie
del re Umberto I.
Foto del 1900 e del 2010.

Foto Leonardi
Barriera Regina Margherita

Questa bella barriera intitolata a Regina


Margherita venne innalzata nel 1887 e
divenne la nuova porta doganale a sud
della città.
Infatti nella foto superiore datata fine
1800 si vede la grande cancellata che
sbarrava il passaggio delle merci e univa
le due costruzioni della Barriera dove
alloggiavano i doganieri.
Collezione Leonardi
La cinta daziaria venne allargata con la
costruzione delle mura Leopoldine, di
cui faceva parte anche questa barriera
per permettere la costruzione di nuovi
edifici all’interno della città.
Tuttavia all’inizio del secolo ancora non
esistevano edifici a ridosso delle nuove
mura, mentre con gli anni dal 1920 al
1940 ci fu un’esplosione edilizia nella
zona con la costruzione di molte case e
villini tuttora esistenti.
Foto del 1895 e del 2008.

Foto Leonardi
Barriera Regina Margherita

Questi due costruzioni si trovavano nella


parte estrema delle mura Leopoldine,
abbattute nel 1928, e che circondavano
la città partendo dalla Fortezza Vecchia.
Delimitavano la porta a mare verso il
sud della città ed erano chiuse da una
cancellata dove operavano i vigili del
dazio. La Barriera intitolata alla Regina
Margherita, consorte del Re Vittorio
Collezione Leonardi
Emanuele III, venne realizzata nel 1890.
Le altre porte nelle mura Leopoldine si
trovavano a Barriera Roma, Porta alle
Colline, Barriera Vittorio Emanuele,
Barriera Garibaldi, Porta San Marco e la
Dogana d’Acqua.
L’edificio a destra è confinante con la
Accademia Navale e quello a sinistra fu
per diversi anni la stazione di partenza
del famoso Trenino gestito dalla
S.T.E.F.E.T. che univa Livorno, Tirrenia
e Pisa.
Foto del 1908 e del 2007.
Foto Leonardi
Hotel Palazzo

Questo principesco albergo, che si trova


davanti ai Bagni Pancaldi, venne fatto
innalzare dal conte Bernardo Fabbricotti
e fu inaugurato nel 1884 con il nome di
Grand Hotel. Qui dimorarono illustri
personaggi, tra questi il più famoso è il
duca Amedeo di Savoia al quale venne
intitolata una targa sulla facciata sulla
quale c’era scritto:
Collezione Leonardi
Qui fece più volte soggiorno Amedeo
duca d’Aosta - A ricordo dell’ottimo
principe l’Associazione liberale monar-
chica livornese 1890.
Recentemente è stato acquistato da una
società che con i lavori ha riportato il
fabbricato all’antico splendore.
La torre a destra, nella foto dei primi del
1900, faceva parte di una industria in via
dell’Antica Polveriera. Sulla sommità
c’era una grossa ventola che sfruttava
l’energia eolica. Produceva manufatti in
vetro, dalle lastre alle bottiglie ai piatti.
Foto Leonardi
Viale Italia

Scrisse il Piombanti:
Lungo la nostra bella passeggiata, dalla
barriera la Bellana fino alla chiesa di
San Jacopo, la riva del mare è occupata
presentemente, nell’estate, da stabili-
menti balneari più o meno vasti ed ele-
ganti, dove cittadini e forestieri accorro-
no in gran numero, potendo contentarsi
a loro bell’agio. Gli stabilimenti però
Collezione Leonardi
scavati nello scoglio e murati con molto
dispendio, forniti delle migliori comodi-
tà, come sale d’aspetto e di ricreazione,
bracci sporgenti in mare, terrazze, sale
per concerti e balli, trattorie e caffè, so-
no tre, cioè: Bagni Squarci o dello Sco-
glio della Regina, Regi Bagni Pancaldi
e Bagni Acquaviva, già Palmieri, Ferra-
ri e Meyer.
Foto sopra, primissimi anni del 1900,
una classica passeggiata domenicale.

Foto Leonardi
Viale Italia

Questa stupenda terrazza sul mare lungo


la passeggiata, venne realizzata nel 1927
sulla spianata dei Cavalleggeri.
Davanti al mare fu costruita, nel 1910,
una delle prime colonie marine italiane,
l’Asilo Talasso-Elioterapico. Questo
fabbricato venne in seguito modificato
per accogliere un Acquario, dove erano
esposti numerosi esemplari della fauna
Collezione Leonardi
marina.
Nel 1931 la terrazza venne ampliata e
abbellita con l’aggiunta di un padiglione
della musica dove le domeniche erano
solite esibirsi varie bande musicali.
Questo padiglione fu distrutto durante la
guerra e solo di recente, nel 1998, è stato
ricostruito fedelmente con i tanti lavori
che hanno riportato la terrazza all’antico
splendore.
Finalmente nel 2010, dopo vari anni di
sosta dei lavori, è stato inaugurato il
nuovo acquario.
Foto Leonardi
Viale Italia

Qui iniziava il passeggio sul lungomare


preferito dai livornesi e dai forestieri che
accorrevano numerosi, i primi anni del
secolo, per respirare la salubre aria del
mare. Questa via del Passeggio arrivava
sino alla Barriera Regina Margherita per
poi proseguire fino all’Ardenza.
La parte del viale da piazza Mazzini a
piazza San Jacopo ebbe anche nome di
Collezione Leonardi
strada dei Cavalleggeri.
La zona subito fuori della vecchia Porta
a Mare, di cui vediamo le due torrette
nella foto sopra, era chiamata piazza
Bellavista perché da qui si godeva una
magnifica vista sul mare con il fanale e
il Molo Nuovo.
Prima del 1900, a ridosso delle mura che
arrivavano fino all’Accademia Navale,
c’era un fosso navigabile che univa il
lazzaretto di San Rocco con quello di
San Jacopo. Ora in zona ci sono grossi
lavori per la realizzazione di nuovi case
sui terreni del dismesso Cantiere Navale.
Foto Leonardi

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