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Summa 11/11/21, 09:14

I, 1

Parte prima > La dottrina sacra > Quale essa sia e a quali cose si
estenda

Prima pars Prima parte


Quaestio 1 Questione 1
Prooemium Proemio

[28232] Iª q. 1 pr. [28232] Iª q. 1 pr.


Et ut intentio nostra sub aliquibus certis limitibus Per assegnare al nostro studio dei limiti precisi, è
comprehendatur, necessarium est primo necessario innanzi tutto trattare della stessa sacra
investigare de ipsa sacra doctrina, qualis sit, et ad dottrina, chiedendoci quale essa sia e a quali cose
quae se extendat. Circa quae quaerenda sunt si estenda.
decem. A tal proposito si prospettano dieci quesiti:
Primo, de necessitate huius doctrinae. 1. Se questa dottrina sia necessaria;
Secundo, utrum sit scientia. 2. Se sia scienza;
Tertio, utrum sit una vel plures. 3. Se sia scienza una o molteplice;
Quarto, utrum sit speculativa vel practica. 4. Se sia speculativa o pratica;
Quinto, de comparatione eius ad alias scientias. 5. In che rapporti stia con le altre
Sexto, utrum sit sapientia. scienze;
Septimo, quid sit subiectum eius. 6. Se sia sapienza;
Octavo, utrum sit argumentativa. 7. Quale sia il suo soggetto;
Nono, utrum uti debeat metaphoricis vel 8. Se sia argomentativa;
symbolicis locutionibus. 9. Se debba far uso di locuzioni
Decimo, utrum Scriptura sacra huius doctrinae metaforiche o simboliche;
sit secundum plures sensus exponenda. 10. Se la Scrittura sacra, su cui poggia
questa dottrina, si debba esporre
secondo pluralità di sensi.

Parte prima > La dottrina sacra > Se oltre le discipline filosofiche sia
necessario ammettere un'altra scienza

Prima pars Prima parte


Quaestio 1 Questione 1
Articulus 1 Articolo 1

[28233] Iª q. 1 a. 1 arg. 1 [28233] Iª q. 1 a. 1 arg. 1


Ad primum sic proceditur. Videtur quod non sit SEMBRA che oltre le discipline filosofiche non sia
necessarium, praeter philosophicas disciplinas, necessario ammettere un'altra scienza. Infatti:
aliam doctrinam haberi. Ad ea enim quae supra 1. L'uomo, ci avverte l'Ecclesiastico, non deve
rationem sunt, homo non debet conari, secundum spingersi verso ciò che supera la sua ragione:
illud Eccli. III, altiora te ne quaesieris. Sed ea "Non cercar quel ch'è al di sopra di te". Ora ciò
quae rationi subduntur, sufficienter traduntur in che è d'ordine razionale ci è dato sufficientemente
philosophicis disciplinis. Superfluum igitur videtur, dalle discipline filosofiche. Conseguentemente non
praeter philosophicas disciplinas, aliam doctrinam vi è posto per un'altra scienza.

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haberi.
[28234] Iª q. 1 a. 1 arg. 2 [28234] Iª q. 1 a. 1 arg. 2
Praeterea, doctrina non potest esse nisi de ente, 2. Non vi è scienza che non tratti dell'ente: infatti
nihil enim scitur nisi verum, quod cum ente non si conosce altro che il vero, il quale coincide
convertitur. Sed de omnibus entibus tractatur in con l'ente. Ora, la filosofia tratta di ogni ente e
philosophicis disciplinis, et etiam de Deo, unde anche di Dio; tanto che una parte della filosofia si
quaedam pars philosophiae dicitur theologia, sive denomina teologia, ossia scienza divina, come
scientia divina, ut patet per philosophum in VI dice Aristotele. Quindi non è necessario
Metaphys. Non fuit igitur necessarium, praeter ammettere un'altra scienza all'infuori delle
philosophicas disciplinas, aliam doctrinam haberi. discipline filosofiche.
[28235] Iª q. 1 a. 1 s. c. [28235] Iª q. 1 a. 1 s. c.
Sed contra est quod dicitur II ad Tim. III, omnis IN CONTRARIO: Nell'epistola a Timoteo si dice:
Scriptura divinitus inspirata utilis est ad "Tutta la Scrittura divinamente ispirata è utile a
docendum, ad arguendum, ad corripiendum, ad insegnare, a redarguire, a correggere, a educare
erudiendum ad iustitiam. Scriptura autem alla giustizia". Ora, la Scrittura divinamente
divinitus inspirata non pertinet ad philosophicas ispirata non rientra nelle discipline filosofiche, che
disciplinas, quae sunt secundum rationem sono un ritrovato della umana ragione. Di qui
humanam inventae. Utile igitur est, praeter l'utilità di un'altra dottrina di ispirazione divina,
philosophicas disciplinas, esse aliam scientiam oltre le discipline filosofiche.
divinitus inspiratam.
[28236] Iª q. 1 a. 1 co. [28236] Iª q. 1 a. 1 co.
Respondeo dicendum quod necessarium fuit ad RISPONDO: Era necessario, per la salvezza
humanam salutem, esse doctrinam quandam dell'uomo che, oltre le discipline filosofiche
secundum revelationem divinam, praeter d'indagine razionale, ci fosse un'altra dottrina
philosophicas disciplinas, quae ratione humana procedente dalla divina rivelazione. Prima di tutto
investigantur. Primo quidem, quia homo ordinatur perché l'uomo è ordinato a Dio come ad un fine
ad Deum sicut ad quendam finem qui che supera la capacità della ragione, secondo il
comprehensionem rationis excedit, secundum illud detto d'Isaia: "Occhio non vide, eccetto te, o Dio,
Isaiae LXIV, oculus non vidit Deus absque te, quae quello che tu hai preparato a coloro che ti
praeparasti diligentibus te. Finem autem oportet amano". Ora è necessario che gli uomini
esse praecognitum hominibus, qui suas conoscano in precedenza questo loro fine, perché
intentiones et actiones debent ordinare in finem. vi indicizzino le loro intenzioni e le loro azioni.
Unde necessarium fuit homini ad salutem, quod ei Cosicché per la salvezza dell'uomo fu necessario
nota fierent quaedam per revelationem divinam, che mediante la divina rivelazione gli fossero fatte
quae rationem humanam excedunt. Ad ea etiam conoscere delle cose superiori alla ragione umana.
quae de Deo ratione humana investigari possunt, Anzi, anche riguardo a quello che intorno a Dio si
necessarium fuit hominem instrui revelatione può indagare con la ragione, fu necessario che
divina. Quia veritas de Deo, per rationem l'uomo fosse ammaestrato per divina rivelazione,
investigata, a paucis, et per longum tempus, et perché una conoscenza razionale di Dio non
cum admixtione multorum errorum, homini sarebbe stata possibile che per parte di pochi,
proveniret, a cuius tamen veritatis cognitione dopo lungo tempo e con mescolanza di molti
dependet tota hominis salus, quae in Deo est. Ut errori; eppure dalla conoscenza di tali verità
igitur salus hominibus et convenientius et certius dipende tutta la salvezza dell'uomo, che è riposta
proveniat, necessarium fuit quod de divinis per in Dio. Per provvedere alla salvezza degli uomini
divinam revelationem instruantur. Necessarium in modo più conveniente e più certo fu perciò
igitur fuit, praeter philosophicas disciplinas, quae necessario che rispetto alle cose divine fossero
per rationem investigantur, sacram doctrinam per istruiti per divina rivelazione.
revelationem haberi. Di qui la necessità, oltre le discipline filosofiche,
che si hanno per investigazione razionale, di una
dottrina avuta per divina rivelazione.
[28237] Iª q. 1 a. 1 ad 1 [28237] Iª q. 1 a. 1 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod, licet ea quae SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. È vero che
sunt altiora hominis cognitione, non sint ab l'uomo non deve scrutare col semplice lume della
homine per rationem inquirenda, sunt tamen, a ragione cose superiori alla sua intelligenza; ma ciò
Deo revelata, suscipienda per fidem. Unde et che Dio gli rivela lo deve accogliere con fede.
ibidem subditur, plurima supra sensum hominum Infatti nel medesimo punto della Scrittura si
ostensa sunt tibi. Et in huiusmodi sacra doctrina aggiunge: "Molte cose ti sono mostrate superiori
consistit. all'umano sentire". E precisamente in tali cose
consiste la sacra dottrina.
[28238] Iª q. 1 a. 1 ad 2 [28238] Iª q. 1 a. 1 ad 2

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Ad secundum dicendum quod diversa ratio 2. La diversità di principi o di punti di vista causa
cognoscibilis diversitatem scientiarum inducit. la diversità delle scienze. Una stessa conclusione
Eandem enim conclusionem demonstrat scientifica, può dimostrarla, sia un astronomo che
astrologus et naturalis, puta quod terra est un fisico, p. es., la rotondità della terra; ma
rotunda, sed astrologus per medium l'astronomo parte da criteri matematici, cioè fa
mathematicum, idest a materia abstractum; astrazione dalle qualità della materia; il fisico
naturalis autem per medium circa materiam invece lo dimostra mediante la concretezza stessa
consideratum. Unde nihil prohibet de eisdem della materia. Quindi niente impedisce che delle
rebus, de quibus philosophicae disciplinae tractant stesse cose delle quali tratta la filosofia con i suoi
secundum quod sunt cognoscibilia lumine lumi di ragione naturale, tratti anche un'altra
naturalis rationis, et aliam scientiam tractare scienza che proceda alla luce della rivelazione.
secundum quod cognoscuntur lumine divinae Perciò la teologia che fa parte della sacra dottrina
revelationis. Unde theologia quae ad sacram differisce secondo il genere, dalla teologia che
doctrinam pertinet, differt secundum genus ab illa rientra nelle discipline filosofiche.
theologia quae pars philosophiae ponitur.

Parte prima > La dottrina sacra > Se la sacra dottrina sia scienza

Prima pars Prima parte


Quaestio 1 Questione 1
Articulus 2 Articolo 2

[28239] Iª q. 1 a. 2 arg. 1 [28239] Iª q. 1 a. 2 arg. 1


Ad secundum sic proceditur. Videtur quod sacra SEMBRA che la sacra dottrina non sia scienza.
doctrina non sit scientia. Omnis enim scientia Infatti:
procedit ex principiis per se notis. Sed sacra 1. Ogni scienza procede da principi di per sé
doctrina procedit ex articulis fidei, qui non sunt evidenti. La sacra dottrina invece procede da
per se noti, cum non ab omnibus concedantur, articoli di fede, i quali non sono di per sé evidenti,
non enim omnium est fides, ut dicitur II tanto è vero che non tutti li accettano: "non di
Thessalon. III. Non igitur sacra doctrina est tutti, infatti, è la fede", come dice l'Apostolo.
scientia. Dunque la sacra dottrina non è scienza.
[28240] Iª q. 1 a. 2 arg. 2 [28240] Iª q. 1 a. 2 arg. 2
Praeterea, scientia non est singularium. Sed sacra 2. La scienza non si occupa dei singolari (ma degli
doctrina tractat de singularibus, puta de gestis universali). Ora la sacra dottrina si occupa di
Abrahae, Isaac et Iacob, et similibus. Ergo sacra particolarità, come delle gesta di Abramo, d'Isacco
doctrina non est scientia. e di Giacobbe. Conseguentemente non è scienza.
[28241] Iª q. 1 a. 2 s. c. [28241] Iª q. 1 a. 2 s. c.
Sed contra est quod Augustinus dicit, XIV de IN CONTRARIO: Dice S. Agostino: "A questa
Trinitate, huic scientiae attribuitur illud scienza spetta soltanto ciò per cui la fede che
tantummodo quo fides saluberrima gignitur, salva viene generata, nutrita, difesa, rafforzata".
nutritur, defenditur, roboratur. Hoc autem ad Siccome questo è proprio unicamente della sacra
nullam scientiam pertinet nisi ad sacram dottrina, ne deriva che la sacra dottrina è scienza.
doctrinam. Ergo sacra doctrina est scientia.
[28242] Iª q. 1 a. 2 co. [28242] Iª q. 1 a. 2 co.
Respondeo dicendum sacram doctrinam esse RISPONDO: La sacra dottrina è una scienza. E si
scientiam. Sed sciendum est quod duplex est prova così: Vi è un doppio genere di scienze.
scientiarum genus. Quaedam enim sunt, quae Alcune di esse procedono da principi noti per
procedunt ex principiis notis lumine naturali naturale lume d'intelletto, come l'aritmetica e la
intellectus, sicut arithmetica, geometria, et geometria; altre che procedono da principi
huiusmodi. Quaedam vero sunt, quae procedunt conosciuti alla luce di una scienza superiore: p.
ex principiis notis lumine superioris scientiae, sicut es., la prospettiva si basa su principi di geometria
perspectiva procedit ex principiis notificatis per e la musica su principi di aritmetica. E in tal
geometriam, et musica ex principiis per maniera la sacra dottrina è una scienza; in quanto
arithmeticam notis. Et hoc modo sacra doctrina che poggia su principi conosciuti per lume di

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est scientia, quia procedit ex principiis notis scienza superiore, cioè della scienza di Dio e dei
lumine superioris scientiae, quae scilicet est Beati. Quindi, come la musica ammette i principi
scientia Dei et beatorum. Unde sicut musica credit che le fornisce la matematica, così la sacra
principia tradita sibi ab arithmetico, ita doctrina dottrina accetta i principi rivelati da Dio.
sacra credit principia revelata sibi a Deo.
[28243] Iª q. 1 a. 2 ad 1 [28243] Iª q. 1 a. 2 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod principia SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. I principi di
cuiuslibet scientiae vel sunt nota per se, vel ogni scienza o sono evidenti di per sé o alla luce di
reducuntur ad notitiam superioris scientiae. Et una qualche scienza superiore. E tali sono anche i
talia sunt principia sacrae doctrinae, ut dictum principi della scienza sacra, come ora abbiamo
est. spiegato.
[28244] Iª q. 1 a. 2 ad 2 [28244] Iª q. 1 a. 2 ad 2
Ad secundum dicendum quod singularia traduntur 2. I fatti particolari nella sacra dottrina non hanno
in sacra doctrina, non quia de eis principaliter una parte principale: vi sono introdotti o quali
tractetur, sed introducuntur tum in exemplum esempi di vita, come avviene nelle scienze morali,
vitae, sicut in scientiis moralibus; tum etiam ad o anche per dichiarare l'autorità di quegli uomini
declarandum auctoritatem virorum per quos ad attraverso i quali è derivata la rivelazione, sulla
nos revelatio divina processit, super quam quale si fonda la Scrittura o dottrina sacra.
fundatur sacra Scriptura seu doctrina.

Parte prima > La dottrina sacra > Se la sacra dottrina sia una scienza
unica

Prima pars Prima parte


Quaestio 1 Questione 1
Articulus 3 Articolo 3

[28245] Iª q. 1 a. 3 arg. 1 [28245] Iª q. 1 a. 3 arg. 1


Ad tertium sic proceditur. Videtur quod sacra SEMBRA che la sacra dottrina non sia una scienza
doctrina non sit una scientia. Quia secundum unica. Infatti:
philosophum in I Poster., una scientia est quae est 1. Secondo il Filosofo "una è la scienza che tratta
unius generis subiecti. Creator autem et creatura, un soggetto di un sol genere". Ora, Creatore e
de quibus in sacra doctrina tractatur, non creatura, di cui tratta la sacra dottrina, non sono
continentur sub uno genere subiecti. Ergo sacra soggetti di un medesimo genere. Perciò la sacra
doctrina non est una scientia. dottrina non è scienza unica.
[28246] Iª q. 1 a. 3 arg. 2 [28246] Iª q. 1 a. 3 arg. 2
Praeterea, in sacra doctrina tractatur de Angelis, 2. Nella sacra dottrina si tratta di angeli, di
de creaturis corporalibus, de moribus hominum. creature corporee e di umani costumi. Tali
Huiusmodi autem ad diversas scientias soggetti appartengono a differenti scienze
philosophicas pertinent. Igitur sacra doctrina non filosofiche. Conseguentemente la sacra dottrina
est una scientia. non è scienza unica.
[28247] Iª q. 1 a. 3 s. c. [28247] Iª q. 1 a. 3 s. c.
Sed contra est quod sacra Scriptura de ea loquitur IN CONTRARIO: La sacra Scrittura parla di essa
sicut de una scientia, dicitur enim Sap. X, dedit illi come di scienza unica: "Gli dette la scienza dei
scientiam sanctorum. santi".
[28248] Iª q. 1 a. 3 co. [28248] Iª q. 1 a. 3 co.
Respondeo dicendum sacram doctrinam unam RISPONDO: La sacra dottrina è un'unica scienza.
scientiam esse. Est enim unitas potentiae et E infatti l'unità della potenza e dell'abito si deve
habitus consideranda secundum obiectum, non desumere in relazione all'oggetto, non preso nella
quidem materialiter, sed secundum rationem sua materialità, ma sotto l'aspetto formale di
formalem obiecti, puta homo, asinus et lapis oggetto: così, p. es., uomo, asino e pietra
conveniunt in una formali ratione colorati, quod convengono nella medesima ragione formale di

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est obiectum visus. Quia igitur sacra Scriptura colorato, oggetto (formale unico) della vista.
considerat aliqua secundum quod sunt divinitus Siccome, dunque, la Scrittura o dottrina sacra
revelata, secundum quod dictum est, omnia considera alcune cose precisamente in quanto
quaecumque sunt divinitus revelabilia, sono divinamente rivelate, come abbiamo detto,
communicant in una ratione formali obiecti huius tutte le cose che possono essere rivelate da Dio si
scientiae. Et ideo comprehenduntur sub sacra rassomigliano dal punto di vista proprio di questa
doctrina sicut sub scientia una. scienza. Perciò rientrano sotto la dottrina sacra
come sotto una scienza unica.
[28249] Iª q. 1 a. 3 ad 1 [28249] Iª q. 1 a. 3 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod sacra doctrina SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La sacra
non determinat de Deo et de creaturis ex aequo, dottrina non si occupa di Dio e delle creature nella
sed de Deo principaliter, et de creaturis secundum stessa misura; ma di Dio principalmente, delle
quod referuntur ad Deum, ut ad principium vel creature invece in quanto si riferiscono a Dio,
finem. Unde unitas scientiae non impeditur. come a principio o fine loro. È salva quindi l'unità
della scienza.
[28250] Iª q. 1 a. 3 ad 2 [28250] Iª q. 1 a. 3 ad 2
Ad secundum dicendum quod nihil prohibet 2. Nulla può impedire che facoltà o abiti scientifici
inferiores potentias vel habitus diversificari circa di ordine inferiore si diversifichino riguardo a
illas materias, quae communiter cadunt sub una oggetti che non sono distinti in una facoltà o abito
potentia vel habitu superiori, quia superior d'ordine superiore, perché tale abito o facoltà
potentia vel habitus respicit obiectum sub considera l'oggetto da un punto di vista più
universaliori ratione formali. Sicut obiectum universale. Così l'oggetto del senso comune è il
sensus communis est sensibile, quod sensibile, che comprende sotto di sé il visibile e
comprehendit sub se visibile et audibile, unde l'udibile: quindi il senso comune, essendo un'unica
sensus communis, cum sit una potentia, extendit facoltà, si estende a tutti gli oggetti dei cinque
se ad omnia obiecta quinque sensuum. Et similiter sensi. Allo stesso modo la dottrina sacra, pur
ea quae in diversis scientiis philosophicis essendo unica, può considerare i vari oggetti delle
tractantur, potest sacra doctrina, una existens, molteplici scienze filosofiche sotto un unico
considerare sub una ratione, inquantum scilicet aspetto, cioè in quanto sono divinamente
sunt divinitus revelabilia, ut sic sacra doctrina sit rivelabili. In tal modo la sacra dottrina ci si
velut quaedam impressio divinae scientiae, quae presenta come una partecipazione della scienza
est una et simplex omnium. divina, che pur essendo una e semplice abbraccia
tutte le cose.

Parte prima > La dottrina sacra > Se la sacra dottrina sia una scienza
pratica

Prima pars Prima parte


Quaestio 1 Questione 1
Articulus 4 Articolo 4

[28251] Iª q. 1 a. 4 arg. 1 [28251] Iª q. 1 a. 4 arg. 1


Ad quartum sic proceditur. Videtur quod sacra SEMBRA che la sacra dottrina sia una scienza
doctrina sit scientia practica. Finis enim practicae pratica. E infatti:
est operatio, secundum philosophum in II 1. Secondo Aristotele "fine della scienza pratica è
Metaphys. Sacra autem doctrina ad operationem l'operazione". Ora, la sacra dottrina è ordinata
ordinatur, secundum illud Iac. I, estote factores precisamente all'operazione, secondo il detto di S.
verbi, et non auditores tantum. Ergo sacra Giacomo: "Siate esecutori e non soltanto uditori
doctrina est practica scientia. della parola". Dunque la sacra dottrina è una
scienza pratica.
[28252] Iª q. 1 a. 4 arg. 2 [28252] Iª q. 1 a. 4 arg. 2
Praeterea, sacra doctrina dividitur per legem 2. La sacra dottrina si suol dividere in legge antica
veterem et novam. Lex autem pertinet ad e nuova. Ma la legge appartiene alla scienza

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Summa 11/11/21, 09:14

scientiam moralem, quae est scientia practica. morale, la quale è scienza pratica. Dunque la
Ergo sacra doctrina est scientia practica. sacra dottrina è scienza pratica.
[28253] Iª q. 1 a. 4 s. c. [28253] Iª q. 1 a. 4 s. c.
Sed contra, omnis scientia practica est de rebus IN CONTRARIO: Ogni scienza pratica tratta di cose
operabilibus ab homine; ut moralis de actibus operabili dall'uomo, come la morale degli atti
hominum, et aedificativa de aedificiis. Sacra umani e l'edilizia degli edifici. Ora, la sacra
autem doctrina est principaliter de Deo, cuius dottrina tratta principalmente di Dio, del quale
magis homines sunt opera. Non ergo est scientia l'uomo è piuttosto fattura (che fattore): essa non
practica, sed magis speculativa. è dunque scienza pratica ma piuttosto speculativa.
[28254] Iª q. 1 a. 4 co. [28254] Iª q. 1 a. 4 co.
Respondeo dicendum quod sacra doctrina, ut RISPONDO: Abbiamo già detto che la sacra
dictum est, una existens, se extendit ad ea quae dottrina, pur essendo una, si estende agli oggetti
pertinent ad diversas scientias philosophicas, delle varie scienze filosofiche a motivo della
propter rationem formalem quam in diversis ragione formale, o aspetto speciale sotto cui li
attendit, scilicet prout sunt divino lumine riguarda, cioè in quanto conoscibili mediante il
cognoscibilia. Unde licet in scientiis philosophicis lume divino. Per questo, sebbene tra le scienze
alia sit speculativa et alia practica, sacra tamen filosofiche alcune siano speculative ed altre
doctrina comprehendit sub se utramque; sicut et pratiche, pure la sacra dottrina comprende sotto
Deus eadem scientia se cognoscit, et ea quae di sé i due aspetti; come anche Dio con la
facit. Magis tamen est speculativa quam practica, medesima scienza conosce se stesso e le sue
quia principalius agit de rebus divinis quam de opere.
actibus humanis; de quibus agit secundum quod Tuttavia è più speculativa che pratica, perché si
per eos ordinatur homo ad perfectam Dei occupa più delle cose divine che degli atti umani,
cognitionem, in qua aeterna beatitudo consistit. dei quali tratta solo in quanto per essi l'uomo è
ordinato alla perfetta conoscenza di Dio, nella
quale consiste la beatitudine eterna.
[28255] Iª q. 1 a. 4 ad arg. [28255] Iª q. 1 a. 4 ad arg.
Et per hoc patet responsio ad obiecta. Con ciò restano sciolte le difficoltà.

Parte prima > La dottrina sacra > Se la sacra dottrina sia superiore
alle altre scienze

Prima pars Prima parte


Quaestio 1 Questione 1
Articulus 5 Articolo 5

[28256] Iª q. 1 a. 5 arg. 1 [28256] Iª q. 1 a. 5 arg. 1


Ad quintum sic proceditur. Videtur quod sacra SEMBRA che la sacra dottrina non sia superiore
doctrina non sit dignior aliis scientiis. Certitudo alle altre scienze. Infatti:
enim pertinet ad dignitatem scientiae. Sed aliae 1. La certezza di una scienza fa parte della sua
scientiae, de quarum principiis dubitari non dignità. Ora, le altre scienze, poggiando su
potest, videntur esse certiores sacra doctrina, principi indubitabili, si presentano come più certe
cuius principia, scilicet articuli fidei, dubitationem della sacra dottrina, i cui principi, gli articoli di
recipiunt. Aliae igitur scientiae videntur ista fede, sono suscettibili di dubbio. Quindi le altre
digniores. scienze sono ad essa superiori.
[28257] Iª q. 1 a. 5 arg. 2 [28257] Iª q. 1 a. 5 arg. 2
Praeterea, inferioris scientiae est a superiori 2. È proprio di una scienza inferiore mutuare da
accipere, sicut musicus ab arithmetico. Sed sacra un'altra, come la musica dall'aritmetica. Ora, la
doctrina accipit aliquid a philosophicis disciplinis, sacra dottrina prende qualche cosa dalle discipline
dicit enim Hieronymus in epistola ad magnum filosofiche, come nota S. Girolamo in una lettera a
oratorem urbis Romae, quod doctores antiqui Magno: "Gli antichi dottori hanno cosparso i loro
intantum philosophorum doctrinis atque sententiis libri di tanta dottrina e di tante massime dei
suos resperserunt libros, ut nescias quid in illis filosofi, che non sai che cosa più ammirare in essi,

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Summa 11/11/21, 09:14

prius admirari debeas, eruditionem saeculi, an se l'erudizione profana o la scienza scritturale".


scientiam Scripturarum. Ergo sacra doctrina est Dunque la sacra dottrina è inferiore alle altre
inferior aliis scientiis. scienze.
[28258] Iª q. 1 a. 5 s. c. [28258] Iª q. 1 a. 5 s. c.
Sed contra est quod aliae scientiae dicuntur IN CONTRARIO: Le altre scienze sono chiamate
ancillae huius, Prov. IX, misit ancillas suas vocare ancelle della teologia, secondo il detto dei
ad arcem. Proverbi: "(la sapienza) ad invitare mandò le sue
ancelle alla cittadella".
[28259] Iª q. 1 a. 5 co. [28259] Iª q. 1 a. 5 co.
Respondeo dicendum quod, cum ista scientia RISPONDO: Questa scienza, essendo del pari
quantum ad aliquid sit speculativa, et quantum ad speculativa e pratica, sorpassa tutte le altre sia
aliquid sit practica, omnes alias transcendit tam speculative che pratiche. E infatti tra le
speculativas quam practicas. Speculativarum enim speculative una è più degna dell'altra sia per la
scientiarum una altera dignior dicitur, tum propter certezza, sia per l'eccellenza della materia. Ora,
certitudinem, tum propter dignitatem materiae. Et questa scienza per tutti e due i motivi eccelle tra
quantum ad utrumque, haec scientia alias le speculative. Quanto alla certezza, perché
speculativas scientias excedit. Secundum mentre le altre scienze la derivano dal lume
certitudinem quidem, quia aliae scientiae naturale della ragione umana che può errare, essa
certitudinem habent ex naturali lumine rationis la trae dal lume della scienza di Dio, che non può
humanae, quae potest errare, haec autem ingannarsi. Parimenti le supera per la dignità della
certitudinem habet ex lumine divinae scientiae, materia, perché essa si occupa prevalentemente
quae decipi non potest. Secundum dignitatem di cose che per la loro sublimità trascendono la
vero materiae, quia ista scientia est principaliter ragione; le altre viceversa trattano di cose
de his quae sua altitudine rationem transcendunt, accessibili alla ragione.
aliae vero scientiae considerant ea tantum quae Tra le discipline pratiche poi è superiore quella che
rationi subduntur. Practicarum vero scientiarum è ordinata a un fine più remoto, così la politica è
illa dignior est, quae ad ulteriorem finem superiore alla scienza o arte militare perché il
ordinatur, sicut civilis militari, nam bonum bene dell'esercito è destinato a procurare il bene
exercitus ad bonum civitatis ordinatur. Finis autem dello stato. Ora, il fine di questa scienza, in
huius doctrinae inquantum est practica, est quanto è scienza pratica, è l'eterna beatitudine,
beatitudo aeterna, ad quam sicut ad ultimum alla quale sono diretti i fini di tutte le scienze
finem ordinantur omnes alii fines scientiarum pratiche. Sicché, sotto tutti gli aspetti si fa palese
practicarum. Unde manifestum est, secundum la sua superiorita.
omnem modum, eam digniorem esse aliis.
[28260] Iª q. 1 a. 5 ad 1 [28260] Iª q. 1 a. 5 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod nihil prohibet id SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Niente
quod est certius secundum naturam, esse quoad impedisce che quanto di sua natura è più certo,
nos minus certum, propter debilitatem intellectus sia meno certo relativamente a noi: ciò dipende
nostri, qui se habet ad manifestissima naturae, dalla debolezza della nostra mente, la quale, al
sicut oculus noctuae ad lumen solis, sicut dicitur in dire di Aristotele, "dinanzi alle cose più evidenti
II Metaphys. Unde dubitatio quae accidit in della natura è come l'occhio della civetta davanti
aliquibus circa articulos fidei, non est propter al sole". Perciò il dubitare di alcuni circa gli articoli
incertitudinem rei, sed propter debilitatem di fede non deriva dall'incertezza della cosa in se
intellectus humani. Et tamen minimum quod stessa, ma dalla debolezza del nostro intelletto.
potest haberi de cognitione rerum altissimarum, Nonostante ciò, un minimo che si possa avere di
desiderabilius est quam certissima cognitio quae conoscimento delle cose più alte è molto più
habetur de minimis rebus, ut dicitur in XI de desiderabile della conoscenza più sicura di quelle
animalibus. inferiori, come afferma il Filosofo.
[28261] Iª q. 1 a. 5 ad 2 [28261] Iª q. 1 a. 5 ad 2
Ad secundum dicendum quod haec scientia 2. La scienza sacra può sì ricevere qualche cosa
accipere potest aliquid a philosophicis disciplinis, dalle discipline filosofiche, non già perché ne abbia
non quod ex necessitate eis indigeat, sed ad necessità; ma per meglio chiarire i suoi
maiorem manifestationem eorum quae in hac insegnamenti. I suoi principi, infatti, non li prende
scientia traduntur. Non enim accipit sua principia da esse, ma immediatamente da Dio per
ab aliis scientiis, sed immediate a Deo per rivelazione. E perciò non mutua dalle altre scienze
revelationem. Et ideo non accipit ab aliis scientiis come se fossero superiori, ma si serve di esse
tanquam a superioribus, sed utitur eis tanquam come di inferiori e di ancelle; proprio come
inferioribus et ancillis; sicut architectonicae avviene delle scienze dette architettoniche le quali
utuntur subministrantibus, ut civilis militari. Et hoc utilizzano le scienze inferiori, come fa la politica
ipsum quod sic utitur eis, non est propter rispetto all'arte militare. E l'uso che la scienza

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Summa 11/11/21, 09:14

defectum vel insufficientiam eius, sed propter sacra ne fa non è a motivo della sua debolezza od
defectum intellectus nostri; qui ex his quae per insufficienza, ma unicamente a cagione della
naturalem rationem (ex qua procedunt aliae debolezza del nostro intelletto; il quale, dalle cose
scientiae) cognoscuntur, facilius manuducitur in ea conosciute per il naturale lume della ragione (da
quae sunt supra rationem, quae in hac scientia cui derivano le altre scienze), viene condotto più
traduntur. facilmente, come per mano, alla cognizione delle
cose soprannaturali insegnate da questa scienza.

Parte prima > La dottrina sacra > Se questa dottrina sia sapienza

Prima pars Prima parte


Quaestio 1 Questione 1
Articulus 6 Articolo 6

[28262] Iª q. 1 a. 6 arg. 1 [28262] Iª q. 1 a. 6 arg. 1


Ad sextum sic proceditur. Videtur quod haec SEMBRA che questa dottrina non sia sapienza.
doctrina non sit sapientia. Nulla enim doctrina Infatti:
quae supponit sua principia aliunde, digna est 1. Nessuna dottrina che derivi dal di fuori i suoi
nomine sapientiae, quia sapientis est ordinare, et principi è degna dell'appellativo di sapienza,
non ordinari (I Metaphys.). Sed haec doctrina perché, dice Aristotele, "proprio del sapiente è di
supponit principia sua aliunde, ut ex dictis patet. stabilire l'ordine, non di subirlo". Ora, questa
Ergo haec doctrina non est sapientia. dottrina trae dal di fuori i suoi principi, come è
chiaro da quel che si è visto. Dunque essa non è
sapienza.
[28263] Iª q. 1 a. 6 arg. 2 [28263] Iª q. 1 a. 6 arg. 2
Praeterea, ad sapientiam pertinet probare 2. Alla sapienza tocca stabilire i principi delle altre
principia aliarum scientiarum, unde ut caput scienze; ond'è considerata da Aristotele "quale
dicitur scientiarum, ut VI Ethic. patet. Sed haec capo" delle scienze. Ma questa dottrina non
doctrina non probat principia aliarum scientiarum. stabilisce i principi delle altre scienze. Quindi non
Ergo non est sapientia. è sapienza.
[28264] Iª q. 1 a. 6 arg. 3 [28264] Iª q. 1 a. 6 arg. 3
Praeterea, haec doctrina per studium acquiritur. 3. Questa dottrina si acquista con lo studio,
Sapientia autem per infusionem habetur, unde mentre la sapienza si ha per infusione, tanto che
inter septem dona spiritus sancti connumeratur, ut da Isaia è annoverata tra i sette doni dello Spirito
patet Isaiae XI. Ergo haec doctrina non est Santo. Essa non è dunque sapienza.
sapientia.
[28265] Iª q. 1 a. 6 s. c. [28265] Iª q. 1 a. 6 s. c.
Sed contra est quod dicitur Deut. IV, in principio IN CONTRARIO: Nel Deuteronomio è detto della
legis, haec est nostra sapientia et intellectus legge: "Sarà questa la nostra sapienza ed
coram populis. intelligenza nel giudizio dei popoli".
[28266] Iª q. 1 a. 6 co. [28266] Iª q. 1 a. 6 co.
Respondeo dicendum quod haec doctrina maxime RISPONDO: Questa dottrina, fra tutte le sapienze
sapientia est inter omnes sapientias humanas, umane, è sapienza in sommo grado, e non già in
non quidem in aliquo genere tantum, sed un sol genere di oggetti, ma assolutamente. Ed
simpliciter. Cum enim sapientis sit ordinare et infatti siccome spetta al sapiente ordinare e
iudicare, iudicium autem per altiorem causam de giudicare, e siccome d'altra parte, si giudicano le
inferioribus habeatur; ille sapiens dicitur in cose ricorrendo alle loro cause superiori, sarà in
unoquoque genere, qui considerat causam un dato genere sapiente colui che considera le
altissimam illius generis. Ut in genere aedificii, cause supreme di questo genere. P. es., in fatto di
artifex qui disponit formam domus, dicitur sapiens edifici, colui che dà il disegno della casa è il
et architector, respectu inferiorum artificum, qui sapiente e prende il nome di architetto in
dolant ligna vel parant lapides, unde dicitur I Cor. confronto agli artieri sottoposti, i quali piallano il
III, ut sapiens architector fundamentum posui. Et legname e preparano pietre, ecc. Anche S. Paolo
rursus, in genere totius humanae vitae, prudens dice: "Come saggio architetto ho posto il

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Summa 11/11/21, 09:14

sapiens dicitur, inquantum ordinat humanos actus fondamento". Parimenti rispetto al complesso
ad debitum finem, unde dicitur Prov. X, sapientia della vita umana, sapiente è l'uomo prudente che
est viro prudentia. Ille igitur qui considerat indirizza tutti gli atti umani al debito fine. Di qui il
simpliciter altissimam causam totius universi, detto dei Proverbi: "La sapienza serve all'uomo di
quae Deus est, maxime sapiens dicitur, unde et discernimento". Colui, dunque, che considera la
sapientia dicitur esse divinorum cognitio, ut patet causa suprema dell'universo, che è Dio, è il
per Augustinum, XII de Trinitate. Sacra autem sapiente per eccellenza: cosicché, al dire di S.
doctrina propriissime determinat de Deo Agostino, la sapienza è conoscenza delle cose
secundum quod est altissima causa, quia non divine. La sacra dottrina poi in modo più proprio si
solum quantum ad illud quod est per creaturas occupa di Dio in quanto causa suprema, perché
cognoscibile (quod philosophi cognoverunt, ut non si limita a quel che se ne può conoscere
dicitur Rom. I, quod notum est Dei, manifestum attraverso le creature (ciò che hanno fatto anche i
est illis); sed etiam quantum ad id quod notum filosofi, come dice l'Apostolo: "quel che si sa di Dio
est sibi soli de seipso, et aliis per revelationem è stato loro palesato"), ma si estende anche a
communicatum. Unde sacra doctrina maxime quello che di se stesso egli solo conosce e ad altri
dicitur sapientia. viene comunicato per rivelazione. Quindi la sacra
dottrina è detta sapienza, in sommo grado.
[28267] Iª q. 1 a. 6 ad 1 [28267] Iª q. 1 a. 6 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod sacra doctrina SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La sacra
non supponit sua principia ab aliqua scientia dottrina non mutua i suoi principi da nessuna
humana, sed a scientia divina, a qua, sicut a scienza umana, ma dalla scienza divina, dalla
summa sapientia, omnis nostra cognitio ordinatur. quale, come da somma sapienza, è regolata ogni
nostra cognizione.
[28268] Iª q. 1 a. 6 ad 2 [28268] Iª q. 1 a. 6 ad 2
Ad secundum dicendum quod aliarum scientiarum 2. I principi delle altre scienze o sono evidenti e
principia vel sunt per se nota, et probari non indimostrabili, o sono provati razionalmente da
possunt, vel per aliquam rationem naturalem una scienza superiore. Ora, la cognizione propria
probantur in aliqua alia scientia. Propria autem di questa scienza si ha per rivelazione, non già per
huius scientiae cognitio est, quae est per naturale ragionamento; e quindi non spetta ad
revelationem, non autem quae est per naturalem essa dimostrare i principi delle altre scienze, ma
rationem. Et ideo non pertinet ad eam probare solo giudicarli: ed invero, tutto ciò che in queste
principia aliarum scientiarum, sed solum iudicare scienze si ritrova in contrasto con la verità di
de eis, quidquid enim in aliis scientiis invenitur questa scienza, è condannato come falso, secondo
veritati huius scientiae repugnans, totum il detto di S. Paolo: "Noi distruggeremo i (falsi)
condemnatur ut falsum, unde dicitur II Cor. X, ragionamenti e ogni rocca elevata contro la
consilia destruentes, et omnem altitudinem conoscenza di Dio".
extollentem se adversus scientiam Dei.
[28269] Iª q. 1 a. 6 ad 3 [28269] Iª q. 1 a. 6 ad 3
Ad tertium dicendum quod, cum iudicium ad 3. Siccome il giudicare spetta al sapiente, un
sapientem pertineat, secundum duplicem modum duplice modo di giudicare dà luogo ad una duplice
iudicandi, dupliciter sapientia accipitur. Contingit sapienza. Accade infatti che uno giudichi per
enim aliquem iudicare, uno modo per modum inclinazione, come fa l'uomo virtuoso, il quale,
inclinationis, sicut qui habet habitum virtutis, essendo disposto ad agir bene, giudica rettamente
recte iudicat de his quae sunt secundum virtutem di ciò che la virtù richiede: per questo anche
agenda, inquantum ad illa inclinatur, unde et in X Aristotele dice che il virtuoso è misura e regola
Ethic. dicitur quod virtuosus est mensura et regula degli atti umani. Altro modo di giudicare è quello
actuum humanorum. Alio modo, per modum che si fa per via di scienza: così, uno bene
cognitionis, sicut aliquis instructus in scientia attrezzato nella scienza morale, potrebbe
morali, posset iudicare de actibus virtutis, etiam si giudicare degli atti di virtù anche senza avere la
virtutem non haberet. Primus igitur modus virtù. La prima maniera dunque di giudicare delle
iudicandi de rebus divinis, pertinet ad sapientiam cose divine appartiene alla sapienza dono dello
quae ponitur donum spiritus sancti secundum illud Spirito Santo, secondo il detto di S. Paolo:
I Cor. II, spiritualis homo iudicat omnia, etc., et "L'uomo spirituale giudica tutte le cose"; e di
Dionysius dicit, II cap. de divinis nominibus, Dionigi: "Ieroteo è sapiente non solo perché
Hierotheus doctus est non solum discens, sed et studia il divino, ma anche perché lo sperimenta in
patiens divina. Secundus autem modus iudicandi sé". La seconda maniera poi di giudicare
pertinet ad hanc doctrinam, secundum quod per appartiene alla dottrina sacra in quanto frutto di
studium habetur; licet eius principia ex studio, sebbene i suoi principi li abbia dalla
revelatione habeantur. rivelazione.

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Summa 11/11/21, 09:14

Parte prima > La dottrina sacra > Se Dio sia il soggetto (di studio) di
questa scienza

Prima pars Prima parte


Quaestio 1 Questione 1
Articulus 7 Articolo 7

[28270] Iª q. 1 a. 7 arg. 1 [28270] Iª q. 1 a. 7 arg. 1


Ad septimum sic proceditur. Videtur quod Deus SEMBRA che Dio non sia il soggetto di questa
non sit subiectum huius scientiae. In qualibet scienza. Infatti:
enim scientia oportet supponere de subiecto quid 1. In ogni scienza si descrive la natura di ciò che
est, secundum philosophum in I Poster. Sed haec forma il soggetto di essa, come si ha da
scientia non supponit de Deo quid est, dicit enim Aristotele. Ora, questa scienza non conosce la
Damascenus, in Deo quid est, dicere impossibile natura di Dio, come osserva il Damasceno: "A noi
est. Ergo Deus non est subiectum huius scientiae. è impossibile dire di Dio quello che è". Dunque Dio
non è il soggetto di questa scienza.
[28271] Iª q. 1 a. 7 arg. 2 [28271] Iª q. 1 a. 7 arg. 2
Praeterea, omnia quae determinantur in aliqua 2. Tutto ciò che è trattato in una data scienza
scientia, comprehenduntur sub subiecto illius rientra nel soggetto di essa. Ora, nella sacra
scientiae. Sed in sacra Scriptura determinatur de Scritulra ci si occupa di molte altre cose distinte
multis aliis quam de Deo, puta de creaturis, et de da Dio, p. es., delle creature e dei costumi degli
moribus hominum. Ergo Deus non est subiectum uomini. Quindi Dio non è il soggetto di questa
huius scientiae. scienza.
[28272] Iª q. 1 a. 7 s. c. [28272] Iª q. 1 a. 7 s. c.
Sed contra, illud est subiectum scientiae, de quo IN CONTRARIO: Soggetto di una data scienza è
est sermo in scientia. Sed in hac scientia fit sermo quello intorno a cui tale scienza ragiona. Ora, in
de Deo, dicitur enim theologia, quasi sermo de questa scienza si parla di Dio, tanto che si chiama
Deo. Ergo Deus est subiectum huius scientiae. teologia, quasi discorso intorno a Dio. Dunque Dio
è il soggetto di questa scienza.
[28273] Iª q. 1 a. 7 co. [28273] Iª q. 1 a. 7 co.
Respondeo dicendum quod Deus est subiectum RISPONDO: Dio è il soggetto di questa scienza.
huius scientiae. Sic enim se habet subiectum ad Infatti esiste tra soggetto e scienza il medesimo
scientiam, sicut obiectum ad potentiam vel rapporto che passa tra oggetto e facoltà o abito.
habitum. Proprie autem illud assignatur obiectum Ora, oggetto proprio di una facoltà o abito è ciò
alicuius potentiae vel habitus, sub cuius ratione che fa rientrare ogni altro oggetto sotto quella
omnia referuntur ad potentiam vel habitum, sicut facoltà o abito: così l'uomo e la pietra dicono
homo et lapis referuntur ad visum inquantum sunt relazione alla vista in quanto colorati, motivo per
colorata, unde coloratum est proprium obiectum cui il colorato è l'oggetto proprio della vista. Ora,
visus. Omnia autem pertractantur in sacra nella sacra dottrina tutto vien trattato sotto il
doctrina sub ratione Dei, vel quia sunt ipse Deus; punto di vista di Dio; o perché è Dio stesso, o
vel quia habent ordinem ad Deum, ut ad perché dice ordine a lui come a principio e fine. È
principium et finem. Unde sequitur quod Deus chiaro dunque che Dio è il soggetto della sacra
vere sit subiectum huius scientiae. Quod etiam dottrina. - E ciò appare evidente anche dai principi
manifestum fit ex principiis huius scientiae, quae di questa scienza, che sono gli articoli della fede,
sunt articuli fidei, quae est de Deo, idem autem la quale riguarda Dio: identico infatti è il soggetto
est subiectum principiorum et totius scientiae, dei principi e dell'intera scienza, giacché tutta la
cum tota scientia virtute contineatur in principiis. scienza virtualmente è contenuta nei principi.
Quidam vero, attendentes ad ea quae in ista Altri, tuttavia, guardando più alle cose trattate in
scientia tractantur, et non ad rationem secundum questa scienza che al punto di vista sotto il quale
quam considerantur, assignaverunt aliter vengono considerate, ne hanno assegnato
subiectum huius scientiae, vel res et signa; vel diversamente il soggetto: chi le cose e i segni, chi
opera reparationis; vel totum Christum, idest le opere della redenzione, chi tutto il Cristo, cioè il
caput et membra. De omnibus enim istis tractatur Capo e le membra. Di tutte queste cose, è vero,

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Summa 11/11/21, 09:14

in ista scientia, sed secundum ordinem ad Deum. tratta la sacra dottrina, ma secondo che dicono
ordine a Dio.
[28274] Iª q. 1 a. 7 ad 1 [28274] Iª q. 1 a. 7 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod, licet de Deo non SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. È vero che di
possimus scire quid est, utimur tamen eius Dio noi non possiamo conoscere l'essenza;
effectu, in hac doctrina, vel naturae vel gratiae, nondimeno in questa dottrina, per far ricerca delle
loco definitionis, ad ea quae de Deo in hac cose riguardanti Dio, ci serviamo di alcuni effetti,
doctrina considerantur, sicut et in aliquibus di natura o di grazia, prodotti da Dio medesimo, in
scientiis philosophicis demonstratur aliquid de luogo di una definizione (impossibile). Proprio
causa per effectum, accipiendo effectum loco come si fa in alcune discipline filosofiche, quando
definitionis causae. si dimostra un enunciato circa una causa mediante
un suo effetto, prendendo l'effetto in luogo della
definizione della causa.
[28275] Iª q. 1 a. 7 ad 2 [28275] Iª q. 1 a. 7 ad 2
Ad secundum dicendum quod omnia alia quae 2. È bensì vero che tutte le cose di cui tratta la
determinantur in sacra doctrina, comprehenduntur sacra dottrina sono comprese nel termine Dio, non
sub Deo, non ut partes vel species vel accidentia, però come parti o specie o accidenti, ma in quanto
sed ut ordinata aliqualiter ad ipsum. a lui in qualche modo sono ordinate.

Parte prima > La dottrina sacra > Se questa dottrina proceda con
metodo dialettico

Prima pars Prima parte


Quaestio 1 Questione 1
Articulus 8 Articolo 8

[28276] Iª q. 1 a. 8 arg. 1 [28276] Iª q. 1 a. 8 arg. 1


Ad octavum sic proceditur. Videtur quod haec SEMBRA che questa dottrina non proceda con
doctrina non sit argumentativa. Dicit enim metodo dialettico. Infatti:
Ambrosius in libro I de fide Catholica, tolle 1. Dice S. Ambrogio: "Togliete via gli argomenti,
argumenta, ubi fides quaeritur. Sed in hac ove si richiede la fede". Ora, in questa dottrina si
doctrina praecipue fides quaeritur, unde dicitur richiede soprattutto la fede, dicendoci S. Giovanni:
Ioan. XX, haec scripta sunt ut credatis. Ergo sacra "Queste cose sono state scritte perché voi
doctrina non est argumentativa. crediate". Dunque la sacra dottrina non si serve
della dialettica.
[28277] Iª q. 1 a. 8 arg. 2 [28277] Iª q. 1 a. 8 arg. 2
Praeterea, si sit argumentativa, aut argumentatur 2. Se fosse dialettica, dovrebbe argomentare o
ex auctoritate, aut ex ratione. Si ex auctoritate, per autorità o per ragione. Ma argomentare per
non videtur hoc congruere eius dignitati, nam autorità non conviene alla sua dignità, perché
locus ab auctoritate est infirmissimus, secundum l'argomento di autorità, secondo Boezio, è il più
Boetium. Si etiam ex ratione, hoc non congruit debole di tutti. Argomentare per ragione è
eius fini, quia secundum Gregorium in homilia, disdicevole al suo fine, perché, al dire di S.
fides non habet meritum, ubi humana ratio Gregorio, "la fede cessa di essere meritoria ove la
praebet experimentum. Ergo sacra doctrina non ragione umana porta l'evidenza". Dunque la sacra
est argumentativa. dottrina non si serve della dialettica.
[28278] Iª q. 1 a. 8 s. c. [28278] Iª q. 1 a. 8 s. c.
Sed contra est quod dicitur ad Titum I, de IN CONTRARIO: S. Paolo parlando del vescovo
episcopo, amplectentem eum qui secundum dice: "attaccato alla parola di fede conforme
doctrinam est, fidelem sermonem, ut potens sit all'insegnamento avuto; affinché sia in grado
exhortari in doctrina sana, et eos qui contradicunt anche di esortare nella sana dottrina e di
arguere. confutare quelli che la contraddicono".
[28279] Iª q. 1 a. 8 co. [28279] Iª q. 1 a. 8 co.
Respondeo dicendum quod, sicut aliae scientiae RISPONDO: Come le scienze profane non devono
non argumentantur ad sua principia probanda, sed dimostrare i propri principi, ma dai loro principi

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Summa 11/11/21, 09:14

ex principiis argumentantur ad ostendendum alia argomentano per dimostrare altre tesi, così la
in ipsis scientiis; ita haec doctrina non sacra dottrina non dimostrerà i propri principi, che
argumentatur ad sua principia probanda, quae sono gli articoli di fede; ma da essi procede alla
sunt articuli fidei; sed ex eis procedit ad aliquid dimostrazione di qualche altra cosa, come fa
aliud ostendendum; sicut apostolus, I ad Cor. XV, l'Apostolo, il quale dalla risurrezione di Cristo
ex resurrectione Christi argumentatur ad prova la risurrezione di tutti.
resurrectionem communem probandam. Sed Tuttavia è da considerarsi che nelle scienze
tamen considerandum est in scientiis filosofiche le inferiori non solo non provano i loro
philosophicis, quod inferiores scientiae nec principi, ma neanche discutono contro chi li nega,
probant sua principia, nec contra negantem rilasciando ciò ad una scienza superiore, cioè alla
principia disputant, sed hoc relinquunt superiori metafisica. Essa, che tiene il primato su tutte le
scientiae, suprema vero inter eas, scilicet scienze, discute con chi nega i suoi principi solo
metaphysica, disputat contra negantem sua nel caso che l'avversario ammetta qualche cosa;
principia, si adversarius aliquid concedit, si autem se niente concede ogni discussione è impossibile:
nihil concedit, non potest cum eo disputare, potest essa allora si limita a ribatterne i sofismi. Ma la
tamen solvere rationes ipsius. Unde sacra sacra dottrina non ha un'altra scienza al di sopra
Scriptura, cum non habeat superiorem, disputat di sé, e quindi essa disputa contro chi nega i suoi
cum negante sua principia, argumentando principi argomentando rigorosamente, se
quidem, si adversarius aliquid concedat eorum l'avversario ammette qualche verità della
quae per divinam revelationem habentur; sicut rivelazione, come quando ricorrendo all'autorità
per auctoritates sacrae doctrinae disputamus della sacra dottrina disputiamo con gli eretici, o
contra haereticos, et per unum articulum contra quando per mezzo di un articolo ammesso
negantes alium. Si vero adversarius nihil credat combattiamo contro chi ne nega qualche altro. Se
eorum quae divinitus revelantur, non remanet poi l'avversario non crede niente di ciò che è
amplius via ad probandum articulos fidei per rivelato da Dio, allora la scienza sacra non ha più
rationes, sed ad solvendum rationes, si quas modo di portare argomenti a favore degli articoli
inducit, contra fidem. Cum enim fides infallibili di fede: non le resta che di controbattere le
veritati innitatur, impossibile autem sit de vero ragioni che le si possano opporre. È chiaro, infatti,
demonstrari contrarium, manifestum est che poggiando la fede sulla verità infallibile ed
probationes quae contra fidem inducuntur, non essendo impossibile dimostrare il falso da una
esse demonstrationes, sed solubilia argumenta. cosa vera, le prove che si portano contro la fede,
non sono delle vere dimostrazioni, ma degli
argomenti solubili.
[28280] Iª q. 1 a. 8 ad 1 [28280] Iª q. 1 a. 8 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod, licet argumenta SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Sebbene gli
rationis humanae non habeant locum ad argomenti della ragione umana non valgano per
probandum quae fidei sunt, tamen ex articulis provare le cose di fede; tuttavia, movendo dagli
fidei haec doctrina ad alia argumentatur, ut dictum articoli di fede, la sacra dottrina può provare altre
est. cose, come abbiamo già detto.
[28281] Iª q. 1 a. 8 ad 2 [28281] Iª q. 1 a. 8 ad 2
Ad secundum dicendum quod argumentari ex 2. Argomentare per autorità è particolarmente
auctoritate est maxime proprium huius doctrinae, proprio di questa dottrina per il fatto che essa
eo quod principia huius doctrinae per revelationem deriva i suoi principi dalla rivelazione: per questo
habentur, et sic oportet quod credatur auctoritati è necessario che si creda all'autorità di coloro ai
eorum quibus revelatio facta est. Nec hoc derogat quali fu fatta la rivelazione. Né ciò deroga alla
dignitati huius doctrinae, nam licet locus ab dignità della sacra dottrina, perché, sebbene
auctoritate quae fundatur super ratione humana, l'argomento di autorità umana sia il più debole di
sit infirmissimus; locus tamen ab auctoritate quae tutti, l'argomento di autorità fondata sulla
fundatur super revelatione divina, est rivelazione divina è il più forte.
efficacissimus. Utitur tamen sacra doctrina etiam Tuttavia la sacra dottrina usa anche del
ratione humana, non quidem ad probandum ragionamento, non già per dimostrare i dogmi,
fidem, quia per hoc tolleretur meritum fidei; sed ché altrimenti si perderebbe il merito della fede;
ad manifestandum aliqua alia quae traduntur in ma per chiarire alcuni punti del suo
hac doctrina. Cum enim gratia non tollat naturam, insegnamento. Siccome infatti la grazia non
sed perficiat, oportet quod naturalis ratio distrugge la natura, ma anzi la perfeziona, la
subserviat fidei; sicut et naturalis inclinatio ragione deve servire alla fede, nel modo stesso
voluntatis obsequitur caritati. Unde et apostolus che l'inclinazione naturale della volontà asseconda
dicit, II ad Cor. X, in captivitatem redigentes la carità. Ond'è che S. Paolo dice: "facendo
omnem intellectum in obsequium Christi. Et inde schiava ogni intelligenza all'obbedienza di Cristo".
est quod etiam auctoritatibus philosophorum sacra È così che la sacra dottrina utilizza anche l'autorità
doctrina utitur, ubi per rationem naturalem dei filosofi dove essi con la ragione naturale

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Summa 11/11/21, 09:14

veritatem cognoscere potuerunt; sicut Paulus, valsero a conoscere la verità; come fece S. Paolo
actuum XVII, inducit verbum Arati, dicens, sicut et che citò il detto di Arato: "come anche alcuni dei
quidam poetarum vestrorum dixerunt, genus Dei vostri poeti hanno detto: Noi siamo progenie di
sumus. Sed tamen sacra doctrina huiusmodi Dio".
auctoritatibus utitur quasi extraneis argumentis, Però di queste autorità la sacra dottrina fa uso
et probabilibus. Auctoritatibus autem canonicae come di argomenti estranei e probabili; mentre
Scripturae utitur proprie, ex necessitate delle autorità della Scrittura canonica si serve
argumentando. Auctoritatibus autem aliorum come di argomenti propri e rigorosi. Delle
doctorum Ecclesiae, quasi arguendo ex propriis, sentenze poi dei Dottori della Chiesa essa si serve
sed probabiliter. Innititur enim fides nostra quasi come di argomenti propri, ma di un valore
revelationi apostolis et prophetis factae, qui solo probabile; perché la nostra fede poggia sulla
canonicos libros scripserunt, non autem rivelazione fatta agli Apostoli ed ai Profeti, i quali
revelationi, si qua fuit aliis doctoribus facta. Unde hanno scritto i libri canonici, non già su qualche
dicit Augustinus, in epistola ad Hieronymum, solis altra rivelazione, dato che esista, fatta a qualche
eis Scripturarum libris qui canonici appellantur, dottore privato. In proposito S. Agostino scrive:
didici hunc honorem deferre, ut nullum auctorem "Soltanto a quei libri delle sacre Scritture che si
eorum in scribendo errasse aliquid firmissime denominano canonici io riconosco quest'onore: di
credam. Alios autem ita lego, ut, quantalibet credere fermamente che nessuno dei loro autori
sanctitate doctrinaque praepolleant, non ideo abbia errato in qualche cosa nello scriverli. Gli altri
verum putem, quod ipsi ita senserunt vel autori poi li leggo, ma non in tal modo da reputar
scripserunt. vero quel che dicono - per quanto sia grande la
loro santità e dottrina - semplicemente perché
essi hanno sentito e scritto così".

Parte prima > La dottrina sacra > Se la sacra Scrittura debba usare
metafore

Prima pars Prima parte


Quaestio 1 Questione 1
Articulus 9 Articolo 9

[28282] Iª q. 1 a. 9 arg. 1 [28282] Iª q. 1 a. 9 arg. 1


Ad nonum sic proceditur. Videtur quod sacra SEMBRA che la sacra Scrittura non debba usare
Scriptura non debeat uti metaphoris. Illud enim metafore. Infatti:
quod est proprium infimae doctrinae, non videtur 1. Non è conveniente a questa scienza, che tra
competere huic scientiae, quae inter alias tenet tutte tiene il primato, il procedimento proprio
locum supremum, ut iam dictum est. Procedere dell'infima scienza. Ora, procedere per via di
autem per similitudines varias et similitudini e di figure è proprio dell'arte poetica,
repraesentationes, est proprium poeticae, quae che è l'ultima delle discipline. Dunque l'uso delle
est infima inter omnes doctrinas. Ergo huiusmodi metafore non conviene a questa scienza.
similitudinibus uti, non est conveniens huic
scientiae.
[28283] Iª q. 1 a. 9 arg. 2 [28283] Iª q. 1 a. 9 arg. 2
Praeterea, haec doctrina videtur esse ordinata ad 2. Questa dottrina è destinata alla manifestazione
veritatis manifestationem, unde et della verità; tanto che ai suoi cultori è promesso
manifestatoribus eius praemium promittitur, Eccli. un premio: "Quelli che mi mettono in luce,
XXIV, qui elucidant me, vitam aeternam habebunt. avranno la vita eterna". Ora, le similitudini
Sed per huiusmodi similitudines veritas occultatur. occultano la verità. Non conviene, quindi, a questa
Non ergo competit huic doctrinae divina tradere dottrina insegnare le cose divine sotto la figura di
sub similitudine corporalium rerum. cose corporali.
[28284] Iª q. 1 a. 9 arg. 3 [28284] Iª q. 1 a. 9 arg. 3
Praeterea, quanto aliquae creaturae sunt 3. Quanto più una creatura è sublime tanto più si
sublimiores, tanto magis ad divinam similitudinem accosta alla divina somiglianza. Quindi, se proprio
accedunt. Si igitur aliquae ex creaturis si vuole che alcune creature simboleggino la

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transumerentur ad Deum, tunc oporteret talem Divinità, è necessario che si scelgano quelle più
transumptionem maxime fieri ex sublimioribus eccelse, anziché quelle più basse, come spesso
creaturis, et non ex infimis. Quod tamen in invece si trova nella Scrittura.
Scripturis frequenter invenitur.
[28285] Iª q. 1 a. 9 s. c. [28285] Iª q. 1 a. 9 s. c.
Sed contra est quod dicitur Osee XII, ego IN CONTRARIO: È detto in Osea: "Sono io che ho
visionem multiplicavi eis, et in manibus moltiplicato la visione e per mezzo dei Profeti
prophetarum assimilatus sum. Tradere autem parlai in similitudine". Ora, presentare la verità
aliquid sub similitudine, est metaphoricum. Ergo per similitudini, è usare metafore. Perciò tale uso
ad sacram doctrinam pertinet uti metaphoris. si addice alla sacra dottrina.
[28286] Iª q. 1 a. 9 co. [28286] Iª q. 1 a. 9 co.
Respondeo dicendum quod conveniens est sacrae RISPONDO: È conveniente che la sacra Scrittura ci
Scripturae divina et spiritualia sub similitudine presenti le cose divine e spirituali sotto la figura di
corporalium tradere. Deus enim omnibus providet cose corporali. E difatti Dio provvede a tutti gli
secundum quod competit eorum naturae. Est esseri in modo conforme alla loro natura. Ora, è
autem naturale homini ut per sensibilia ad naturale all'uomo elevarsi alla realtà intelligibile
intelligibilia veniat, quia omnis nostra cognitio a attraverso le cose sensibili, perché ogni nostra
sensu initium habet. Unde convenienter in sacra conoscenza ha inizio dai sensi. Perciò è
Scriptura traduntur nobis spiritualia sub conveniente che nella sacra Scrittura le cose
metaphoris corporalium. Et hoc est quod dicit spirituali ci vengano presentate sotto immagini
Dionysius, I cap. caelestis hierarchiae, impossibile corporee. È ciò che dice Dionigi: "Il raggio divino
est nobis aliter lucere divinum radium, nisi non può risplendere su di noi se non attraverso la
varietate sacrorum velaminum circumvelatum. varietà dei santi veli".
Convenit etiam sacrae Scripturae, quae Inoltre, siccome la Scrittura è un tesoro comune a
communiter omnibus proponitur (secundum illud tutti (secondo il detto dell'Apostolo: "Io sono
ad Rom. I, sapientibus et insipientibus debitor debitore ai sapienti e ai non sapienti") è
sum), ut spiritualia sub similitudinibus corporalium conveniente che essa ci presenti le cose spirituali
proponantur; ut saltem vel sic rudes eam capiant, sotto le parvenze corporali, affinché almeno in tal
qui ad intelligibilia secundum se capienda non modo le persone semplici la possano apprendere,
sunt idonei. non essendo idonee a capire le cose intelligibili
così come sono in se stesse.
[28287] Iª q. 1 a. 9 ad 1 [28287] Iª q. 1 a. 9 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod poeta utitur SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il poeta usa
metaphoris propter repraesentationem, metafore per il gusto di costruire delle immagini,
repraesentatio enim naturaliter homini delectabilis infatti il raffigurare è all'uomo naturalmente
est. Sed sacra doctrina utitur metaphoris propter piacevole. Mentre la Scrittura fa uso delle
necessitatem et utilitatem, ut dictum est. metafore per necessità e per utilità come si è
detto.
[28288] Iª q. 1 a. 9 ad 2 [28288] Iª q. 1 a. 9 ad 2
Ad secundum dicendum quod radius divinae 2. Il raggio della divina rivelazione non si
revelationis non destruitur propter figuras distrugge, come nota lo stesso Dionigi, sotto il
sensibiles quibus circumvelatur, ut dicit Dionysius, velame delle figure sensibili, ma resta intatto nella
sed remanet in sua veritate; ut mentes quibus fit sua verità; e così non permette che le menti, alle
revelatio, non permittat in similitudinibus quali è stata fatta la rivelazione, si arrestino
permanere, sed elevet eas ad cognitionem all'immagine, ma le eleva alla conoscenza delle
intelligibilium; et per eos quibus revelatio facta cose intelligibili: e fa che per mezzo di coloro che
est, alii etiam circa haec instruantur. Unde ea direttamente hanno avuto la rivelazione anche gli
quae in uno loco Scripturae traduntur sub altri si istruiscano su tali cose. Così avviene che
metaphoris, in aliis locis expressius exponuntur. Et quanto in un luogo della Scrittura è insegnato
ipsa etiam occultatio figurarum utilis est, ad sotto metafora, è esplicitamente espresso in altri
exercitium studiosorum, et contra irrisiones luoghi. Del resto, la stessa oscurità propria delle
infidelium, de quibus dicitur, Matth. VII, nolite figurazioni è utile per l'esercizio degli studiosi e
sanctum dare canibus. contro le irrisioni degli infedeli, a proposito dei
quali è detto nel Vangelo: "Non vogliate dare le
cose sante ai cani".
[28289] Iª q. 1 a. 9 ad 3 [28289] Iª q. 1 a. 9 ad 3
Ad tertium dicendum quod, sicut docet Dionysius, 3. Con Dionigi bisogna riconoscere che è più
cap. II Cael. Hier., magis est conveniens quod conveniente che le cose spirituali ci vengano
divina in Scripturis tradantur sub figuris vilium presentate nella sacra Scrittura sotto figure di
corporum, quam corporum nobilium. Et hoc corpi vili, anziché di corpi nobili. E ciò per tre

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propter tria. Primo, quia per hoc magis liberatur ragioni. In primo luogo perché così più facilmente
humanus animus ab errore. Manifestum enim l'animo umano è premunito dall'errore. Appare
apparet quod haec secundum proprietatem non chiaro infatti che tali simboli non si applicano alle
dicuntur de divinis, quod posset esse dubium, si cose divine in senso proprio; ciò che invece
sub figuris nobilium corporum describerentur potrebbe pensarsi ove le cose di Dio si
divina; maxime apud illos qui nihil aliud a presentassero sotto figure di corpi superiori,
corporibus nobilius excogitare noverunt. Secundo, specialmente per parte di chi non riesce a
quia hic modus convenientior est cognitioni quam immaginare qualche cosa di più nobile dei corpi. -
de Deo habemus in hac vita. Magis enim In secondo luogo, perché un tal modo di
manifestatur nobis de ipso quid non est, quam procedere è più conforme alla conoscenza che noi
quid est, et ideo similitudines illarum rerum quae abbiamo di Dio in questa vita. Infatti, noi di Dio
magis elongantur a Deo, veriorem nobis faciunt sappiamo piuttosto quello che non è che quello
aestimationem quod sit supra illud quod de Deo che è; e quindi le figure delle cose che sono più
dicimus vel cogitamus. Tertio, quia per huiusmodi, distanti da Dio ci fanno intendere meglio che Dio è
divina magis occultantur indignis. al di sopra di quanto noi possiamo dire o pensare
di lui. - In terzo luogo perché in tal modo le cose
divine sono meglio occultate agli indegni.

Parte prima > La dottrina sacra > Se un medesimo testo della sacra
Scrittura abbia più sensi

Prima pars Prima parte


Quaestio 1 Questione 1
Articulus 10 Articolo 10

[28290] Iª q. 1 a. 10 arg. 1 [28290] Iª q. 1 a. 10 arg. 1


Ad decimum sic proceditur. Videtur quod sacra SEMBRA che un medesimo testo della sacra
Scriptura sub una littera non habeat plures Scrittura non racchiuda più sensi, cioè lo storico o
sensus, qui sunt historicus vel litteralis, letterale, l'allegorico, il tropologico o morale, e
allegoricus, tropologicus sive moralis, et l'anagogico. E infatti:
anagogicus. Multiplicitas enim sensuum in una 1. La molteplicità dei sensi in un medesimo testo
Scriptura parit confusionem et deceptionem, et genera confusione ed inganno e toglie ogni forza
tollit arguendi firmitatem, unde ex multiplicibus all'argomentazione: e anzi la molteplicità delle
propositionibus non procedit argumentatio, sed proposizioni non permette un retto argomentare,
secundum hoc aliquae fallaciae assignantur. Sacra ma dà luogo ad alcune fallacie (come si espone
autem Scriptura debet esse efficax ad nella Logica). Ora, la Scrittura deve essere
ostendendam veritatem absque omni fallacia. efficace nel mostrarci la verità senza nessuna
Ergo non debent in ea sub una littera plures fallacia. Dunque in essa non devon darsi più sensi
sensus tradi. in un unico testo.
[28291] Iª q. 1 a. 10 arg. 2 [28291] Iª q. 1 a. 10 arg. 2
Praeterea, Augustinus dicit in libro de utilitate 2. Dice S. Agostino: "la Scrittura, che si chiama
credendi, quod Scriptura quae testamentum vetus Antico Testamento, si presenta sotto quattro
vocatur, quadrifariam traditur, scilicet, secundum aspetti: cioè, secondo la storia, l'etiologia,
historiam, secundum aetiologiam, secundum l'analogia e l'allegoria". Ora, questa divisione
analogiam, secundum allegoriam. Quae quidem sembra del tutto diversa da quella precedente.
quatuor a quatuor praedictis videntur esse aliena Non è quindi conveniente che un medesimo testo
omnino. Non igitur conveniens videtur quod della sacra Scrittura sia esposto secondo i quattro
eadem littera sacrae Scripturae secundum quatuor sensi predetti.
sensus praedictos exponatur.
[28292] Iª q. 1 a. 10 arg. 3 [28292] Iª q. 1 a. 10 arg. 3
Praeterea, praeter praedictos sensus, invenitur 3. Si aggiunga che oltre i quattro sensi assegnati
sensus parabolicus, qui inter illos sensus quatuor c'è quello parabolico, che non è computato in quei
non continetur. quattro.
[28293] Iª q. 1 a. 10 s. c. [28293] Iª q. 1 a. 10 s. c.

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Sed contra est quod dicit Gregorius, XX Moralium, IN CONTRARIO: Dice S. Gregorio: "La sacra
sacra Scriptura omnes scientias ipso locutionis Scrittura per il modo stesso di esprimersi sorpassa
suae more transcendit, quia uno eodemque tutte le altre scienze: poiché in uno stesso e
sermone, dum narrat gestum, prodit mysterium. identico discorso mentre racconta un fatto enuncia
un mistero".
[28294] Iª q. 1 a. 10 co. [28294] Iª q. 1 a. 10 co.
Respondeo dicendum quod auctor sacrae RISPONDO: L'autore della sacra Scrittura è Dio.
Scripturae est Deus, in cuius potestate est ut non Ora, Dio può non solo adattare parole per
solum voces ad significandum accommodet (quod esprimere una verità, ciò che può anche l'uomo;
etiam homo facere potest), sed etiam res ipsas. Et ma anche le cose stesse. Quindi, se nelle altre
ideo, cum in omnibus scientiis voces significent, scienze le parole hanno un significato, la sacra
hoc habet proprium ista scientia, quod ipsae res Scrittura ha questo in proprio: che le cose stesse
significatae per voces, etiam significant aliquid. indicate dalla parola, alla loro volta ne significano
Illa ergo prima significatio, qua voces significant un'altra. L'accezione ovvia dei termini, secondo cui
res, pertinet ad primum sensum, qui est sensus le parole indicano la realtà, corrisponde al primo
historicus vel litteralis. Illa vero significatio qua senso che è il senso storico o letterale. Usare
res significatae per voces, iterum res alias invece le cose stesse espresse dalle parole per
significant, dicitur sensus spiritualis; qui super significare altre cose si chiama senso spirituale, il
litteralem fundatur, et eum supponit. Hic autem quale è fondato sopra quello letterale e lo
sensus spiritualis trifariam dividitur. Sicut enim presuppone.
dicit apostolus, ad Hebr. VII, lex vetus figura est Il senso spirituale poi ha una triplice suddivisione.
novae legis, et ipsa nova lex, ut dicit Dionysius in Dice infatti l'Apostolo che la Legge Antica è figura
ecclesiastica hierarchia, est figura futurae gloriae, della Nuova; e la Legge Nuova, come dice Dionigi,
in nova etiam lege, ea quae in capite sunt gesta, è figura della gloria futura; così pure nella Legge
sunt signa eorum quae nos agere debemus. Nuova le cose compiutesi nel Capo stanno a
Secundum ergo quod ea quae sunt veteris legis, significare quelle che dobbiamo fare noi.
significant ea quae sunt novae legis, est sensus Secondoché dunque le cose dell'Antico Testamento
allegoricus, secundum vero quod ea quae in significano quelle del Nuovo, si ha il senso
Christo sunt facta, vel in his quae Christum allegorico: secondoché poi le cose compiutesi in
significant, sunt signa eorum quae nos agere Cristo o significanti Cristo, sono segno di quello
debemus, est sensus moralis, prout vero che dobbiamo fare noi, si ha il senso morale;
significant ea quae sunt in aeterna gloria, est finalmente in quanto significano le cose attinenti
sensus anagogicus. Quia vero sensus litteralis est, alla gloria eterna, si ha il senso anagogico.
quem auctor intendit, auctor autem sacrae Ma siccome il senso letterale è quello che intende
Scripturae Deus est, qui omnia simul suo l'autore, e d'altra parte l'autore della sacra
intellectu comprehendit, non est inconveniens, ut Scrittura è Dio, il quale comprende
dicit Augustinus XII confessionum, si etiam simultaneamente col suo intelletto tutte le cose,
secundum litteralem sensum in una littera non c'è difficoltà ad ammettere, con S. Agostino,
Scripturae plures sint sensus. che anche secondo il senso letterale in un
medesimo testo scritturale vi siano più sensi.
[28295] Iª q. 1 a. 10 ad 1 [28295] Iª q. 1 a. 10 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod multiplicitas SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La molteplicità
horum sensuum non facit aequivocationem, aut di tali sensi non porta all'equivoco o ad altre
aliam speciem multiplicitatis, quia, sicut iam anfibologie, poiché, come abbiamo detto, questi
dictum est, sensus isti non multiplicantur propter sensi non si moltiplicano per il fatto che una
hoc quod una vox multa significet; sed quia ipsae medesima parola significa più cose; ma
res significatae per voces, aliarum rerum possunt semplicemente perché le cose significate dalle
esse signa. Et ita etiam nulla confusio sequitur in parole possono essere un segno di altre cose. E
sacra Scriptura, cum omnes sensus fundentur così non c'è da temere delle confusioni nella sacra
super unum, scilicet litteralem; ex quo solo potest Scrittura, perché tutti gli altri sensi si fondano su
trahi argumentum, non autem ex his quae un solo senso, quello letterale, dal quale solo è
secundum allegoriam dicuntur, ut dicit Augustinus lecito argomentare, e non già dal senso allegorico,
in epistola contra Vincentium Donatistam. Non come nota S. Agostino. Né per questo viene a
tamen ex hoc aliquid deperit sacrae Scripturae, mancare qualche cosa alla sacra Scrittura, perché
quia nihil sub spirituali sensu continetur fidei niente di necessario alla fede è contenuto nel
necessarium, quod Scriptura per litteralem senso spirituale, che la sacra Scrittura non
sensum alicubi manifeste non tradat. esprima chiaramente in senso letterale in qualche
altro testo.
[28296] Iª q. 1 a. 10 ad 2 [28296] Iª q. 1 a. 10 ad 2
Ad secundum dicendum quod illa tria, historia, 2. Quei tre modi di esporre la Scrittura storia,
aetiologia, analogia, ad unum litteralem sensum etiologia, analogia appartengono all'unico senso

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Summa 11/11/21, 09:14

pertinent. Nam historia est, ut ipse Augustinus letterale. Storia, come spiega lo stesso S.
exponit, cum simpliciter aliquid proponitur, Agostino, si ha quando si espone semplicemente
aetiologia vero, cum causa dicti assignatur, sicut una cosa; etiologia, quando si assegna la causa di
cum dominus assignavit causam quare Moyses quanto vien detto, come quando il Signore
permisit licentiam repudiandi uxores, scilicet dichiarò il motivo per cui Mosè permise agli Ebrei
propter duritiam cordis ipsorum, Matt. XIX, di ripudiare la moglie, cioè per la durezza del loro
analogia vero est, cum veritas unius Scripturae cuore; analogia, quando si fa vedere che la verità
ostenditur veritati alterius non repugnare. Sola di un passo della Scrittura non è in contrasto con
autem allegoria, inter illa quatuor, pro tribus la verità di un altro passo. Nella suddivisione a
spiritualibus sensibus ponitur. Sicut et Hugo de quattro membri (fatta da S. Agostino) l'allegoria
sancto Victore sub sensu allegorico etiam da sola corrisponde ai tre sensi spirituali. Così Ugo
anagogicum comprehendit, ponens in tertio da S. Vittore pone sotto il nome di allegoria anche
suarum sententiarum solum tres sensus, scilicet il senso anagogico, noverando nel terzo libro delle
historicum, allegoricum et tropologicum. sue Sentenze soltanto tre sensi, storico,
allegorico, e tropologico.
[28297] Iª q. 1 a. 10 ad 3 [28297] Iª q. 1 a. 10 ad 3
Ad tertium dicendum quod sensus parabolicus sub 3. Il senso parabolico è incluso nel letterale; infatti
litterali continetur, nam per voces significatur con la parola si esprime qualche cosa in senso
aliquid proprie, et aliquid figurative; nec est proprio, e qualche cosa in senso figurato; ma il
litteralis sensus ipsa figura, sed id quod est senso letterale non è già la figura, ma il figurato.
figuratum. Non enim cum Scriptura nominat Dei Quando, p. es., la Scrittura parla del braccio di
brachium, est litteralis sensus quod in Deo sit Dio, il senso letterale non è che in Dio vi sia
membrum huiusmodi corporale, sed id quod per questo membro corporale; ma ciò che tale
hoc membrum significatur, scilicet virtus membro simboleggia, cioè la potenza operativa. Di
operativa. In quo patet quod sensui litterali sacrae qui appare chiaro che nel senso letterale della
Scripturae nunquam potest subesse falsum. Scrittura mai può esservi errore.
Al Proemio Alla Questione successiva

http://www.carimo.it/somma-teologica/I_q1.htm Pagina 17 di 17

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