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Le teoriche del Nursing

Igiene e Medicina Sociale (Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale)

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FLORENCE NIGHTINGALE
Nasce a Firenze nel 1820 da genitori inglesi. Di origine aristocratiche, dopo aver ricevuto un'educazione sociale
e culturale di prim'ordine, la Nightingale decide di rendersi utile alla società. Nel 1951 si reca in Germania per
apprendere come si assistono i malati. Nel 1853 diventa direttrice dell'ospedale per invalidi di Londra.
Ma l'occasione che le permette di far mostra di tutte le sue eccelse capacità operative e organizzative e la consegna
a fama imperitura è la guerra di Crimea, dove ottiene in campo sanitario risultati strepitosi.
Fatto ritorno in Inghilterra apre numerose scuole per infermiere e riceve continue richieste di consulenza per
organizzare nuove scuole infermieristiche in tutto il mondo.
Dopo una lunga vita di lavoro, studio e riflessione, Florence Nightingale muore a Londra, nel sonno, il 13 agosto
1913.

Opere: Notes on Nursing (1859)

Florence Nightingale può essere considerata, senza tema di smentita, la fondatrice della moderna assistenza
infermieristica.
Il concetto chiave della sua teoria è quello di ambiente.
L'infermiere può favorire la guarigione dalla malattia controllando e migliorando alcuni fattori ambientali:
ventilazione, calore, odore, rumore e luce. In questo modo agevola l'azione guaritrice della natura sulla malattia.Al
contrario sudiciume, aria viziata, umidità, freddo, rumori intermittenti o improvvisi, odori malsani, assenza di luce
nuocciono al malato.

Già nelle idee esposte dalla Nightingale l'attività infermieristica si ricava una sfera autonoma di intervento rispetto
all'atto medico.

Rimane parzialmente passivo, nel processo di assistenza e di riacquisizione della salute, il ruolo del malato.

HILDEGARD E. PEPLAU
Nasce a Reading, in Pennsylvania l'uno settembre 1909. Si diploma infermiera nel 1931. Nel 1943 ottiene un
Bachelor in Psicologia, svolge nel 1947 un Master in Nursing Psichiatrico alla Columbia University e nel 1953
consegue un Dottorato in Pedagogia.Svolge attività privata e ospedaliera, esercita la ricerca infermieristica. Per
molti anni insegna Nursing Psichiatrico nelle università. Muore, dopo una breve malattia, il 17 marzo 1999, all'età
di 89 anni.

Opere: Interpersonal Relation in Nursing (1952); Basic Principles of Patients Counseling

Per Hildegard Peplau l'infermieristica è un processo interpersonale e sia il paziente che l'infermiera hanno un ruolo
ugualmente importante nell'interazione terapeutica.
La stessa Peplau nella sua opera principale, Interpersonal Relation in Nursing, definisce il Nursing "un significativo
processo terapeutico interpersonale", inoltre un "rapporto umano fra un individuo malato o bisognoso di servizi
sanitari ed un'infermiera professionalmente preparata a riconoscere tali bisogni e rispondere con l'aiuto adeguato
al paziente".

Le fasi della relazione infermiera-paziente prevedono:


1. l'ORIENTAMENTO, cioè la fase di definizione del problema;
2. l'IDENTIFICAZIONE, vale a dire la selezione della appropriata assistenza professionale;
3. l'UTILIZZAZIONE, cioè l'uso dell'assistenza professionale per le alternative atte a risolvere il problema;
4. la RISOLUZIONE o conclusione del rapporto professionale.

L'elaborazione teorica della Peplau, in cui molti hanno visto delle analogie con le fasi del processo di nursing,
risente dell'influenza della teoria dei bisogni di Maslow, delle idee di Erich Fromm, delle teorie della psichiatria
interpersonale di H. S. Sullivan, della teoria dello stress di Selye.

La variabile società è presa scarsamente in considerazione dalla Peplau che pone invece l'accento su quello che
avviene "all'interno della persona".

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Costituisce inoltre un modello difficilmente applicabile nei casi di relazione fra l'infermiera e il paziente non
cosciente o totalmente alienato.

VIRGINIA HENDERSON
Figlia di un avvocato di Washington, Virginia Henderson nasce a Kansas City nel 1897. Nel 1918 si iscrive alla
Scuola Militare di nursing di Washington. Una volta diplomata percorre una strepitosa carriera nel campo
dell'insegnamento. Pubblica inoltre numerosi testi e si occupa attivamente di ricerca, principalmente presso la
Yale University. Muore nel 1996.

Opere: The Principles and Practice of Nursing (1955); Basic Principles of Nursing Care (1960)

La Henderson è l'autrice della più celebre e ancor oggi accettata definizione del nursing, contenuta nell'edizione
del 1955 del volume “The Principles and Practice of Nursing”:

"La peculiare funzione dell'infermiere è quella di assistere l'individuo malato o sano nell'esecuzione di quelle
attività che contribuiscono alla salute o al suo ristabilimento (o ad una morte serena), attività che eseguirebbe
senza bisogno di aiuto se avesse la forza, la volontà o la conoscenza necessarie, in modo tale da aiutarlo a
raggiungere l'indipendenza il più rapidamente possibile".

La teoria del nursing formulata dalla Henderson è influenzata dalla teoria dei bisogni di Abraham Maslow, dal
concetto di omeostasi di Claude Bernard, dalle teorie psicologiche di Edward Thorndike, dal concetto di relazione
infermiera-paziente di Ida Orlando, dall'osservazione personale sull'assistenza riabilitativa alle persone portatrici
di handicap.

La definizione di nursing elaborata dalla Henderson non è da intendersi, come scritta sul marmo, bensì è
suscettibile di modificazioni, secondo le riflessioni della stessa autrice, col mutare dei bisogni sanitari della
popolazione.

La Henderson identifica nel paziente quattordici bisogni fondamentali, oggetto di accertamento e di cure
infermieristiche:

1. Respirare normalmente.
2. Mangiare e bere in modo adeguato.
3. Eliminare i rifiuti del corpo.
4. Muoversi e mantenere una posizione desiderata.
5. Dormire e riposare.
6. Scegliere il vestiario adeguato; vestirsi e svestirsi.
7. Mantenere la temperatura corporea a un livello normale, scegliendo il vestiario adeguato e modificando
l'ambiente.
8. Tenere il corpo pulito, i capelli, la barba e i vestiti ben sistemati e proteggere il tegumento.
9. Evitare i pericoli derivati dall'ambiente ed evitare di ferire altri.
10. Comunicare con gli altri esprimendo emozioni, bisogni, paure o opinioni.
11. Seguire la propria fede.
12. Lavorare in modo da rendersi conto di un certo risultato.
13. Giocare o partecipare a varie forme di ricreazione.
14. Imparare, scoprire o soddisfare la curiosità che porta a un normale sviluppo e alla salute e usare tutti i
mezzi disponibili per la salute.

La relazione infermiere-paziente è dinamica e cambia col modificarsi delle necessità del paziente nella sua tensione
verso l'autonomia personale: l'infermiere può sostituirsi al paziente, può aiutarlo, può semplicemente essere il
suo partner nell'elaborazione di un progetto assistenziale.
La stesura di tale progetto deve, dunque, coinvolgere appena possibile il paziente e la sua famiglia e deve integrarsi
con il progetto terapeutico del medico e degli altri operatori sanitari.

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L'infermiera moderna abbisogna, secondo la Henderson, di un'eccellente formazione sia sul versante delle scienze
biologiche che su quello delle scienze sociali. Necessita quindi di una formazione superiore o universitaria. Ciò le
può consentire di diagnosticare e di curare con efficacia.

LYDIA E. HALL
Nonostante Lydia Hall nel corso della propria esistenza abbia ottenuto numerosi diplomi di specializzazione e
svolto la propria attività in campi disparati, dall'insegnamento al nursing di sanità pubblica a quello cardiologico
e a quello pediatrico, il suo nome resta indissolubilmente legato allo sviluppo del Centro Loeb, di cui la Hall fu
direttore amministrativo dall'apertura fino alla sua morte avvenuta nel febbraio del 1969.
Situato presso l'ospedale Montefiore di New York, il Centro Loeb per il nursing si occupa principalmente della
riabilitazione di pazienti adulti che hanno superato la stadio acuto della malattia.

Opere: Numerose pubblicazioni su riviste specializzate.

La teoria infermieristica della Hall verte principalmente su tre concetti:

1. Care, ossia l'assistenza infermieristica volta a rispondere ai bisogni primari della persona: nutrirsi, lavarsi,
vestirsi, nel cui svolgimento l'infermiera professionista è completamente indipendente dagli altri operatori
sanitari. Durante l'assistenza primaria si crea un rapporto di fiducia e di conoscenza fra l'infermiera e la persona
malata;
2. Core, ossia anima o fulcro, il lavoro psicologico, cioè, che l'infermiera in sinergia con altri specialisti svolge
con la collaborazione attiva del paziente, che viene stimolato alla riflessione e al cambiamento delle proprie
convinzioni e dei propri atteggiamenti;
3. Cure, ossia l'attività di cura che l'infermiera svolge in collaborazione col medico: somministrare la terapia,
fare iniezioni, ecc.

La Hall è influenzata nell'elaborazione del suo modello infermieristico dalle teorie dello psicologo Carl
Rogers, fautore di una psicoterapia non direttiva, centrata sul cliente.
Alla persona malata la Hall riconosce motivazione a guarire e ad apprendere nuovi comportamenti più adattivi
e soddisfacenti. L'infermiera funge da specchio per il paziente, che è stimolato a riflettere su se stesso e ad
affrontare e risolvere i suoi problemi.

Secondo la Hall il bisogno delle persone di cure infermieristiche qualificate aumenta man mano che
diminuisce il bisogno di cure mediche.

La Hall insiste nella necessità che il nursing di base non venga delegato a personale non qualificato, ma
rimanga prerogativa delle infermiere diplomate, le uniche in grado, a suo avviso, di fornire un'assistenza
professionale ed efficace.

I risultati che la Hall ottenne nel suo Centro nella cura degli ammalati furono lusinghieri, sia in termini di
efficacia che di diminuzione della durata delle degenze.

I limiti della sua teoria vanno ricercati nella scarsa possibilità di estenderla a campi come la prevenzione, la
pediatria e l'assistenza a pazienti non responsivi.

DOROTHEA E. OREM
Dorothea Orem nasce a Baltimora. Diventata infermiera perfeziona la propria formazione a livello
universitario e nel 1945 assume le cariche di Direttrice della Scuola per Infermieri dell'Ospedale Providence
e Direttrice del servizio infermieristico dell'Ospedale di Detroit.
Negli anni seguenti assume il ruolo di consulente per vari enti governativi. Dimessasi dall'Università continua
la propria attività come consulente privata di nursing e di formazione infermieristica.

Opere: Nursing: Concepts of Practice (1971)

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La teoria infermieristica della Orem ruota intorno a tre concetti basilari strettamente connessi tra loro:

1. la teoria dell'autoassistenza
2. il concetto di deficit di autoassistenza
3. il concetto di sistemi infermieristici
Secondo la Orem quando possono le persone si assistono da sole (autoassistenza); quando non possono si rivolgono
all'infermiere (deficit di autoassistenza).

L'autoassistenza "è la pratica di attività che gli individui compiono per proprio conto al fine di conservare la vita,
la salute e il benessere".

La Orem riconosce tre categorie di fattori di autoassistenza:

1. i fattori universali correlati allo svolgimento delle attività della vita quotidiana (respirazione, nutrizione,
eliminazione, riposo, ecc.);
2. i fattori evolutivi (es.: lutto, nuovo lavoro, invecchiamento, ecc.);
3. i fattori di autoassistenza derivanti da problemi di salute come malattie, ferite, interventi medici ecc.

Si ha deficit di autoassistenza quando una persona non è in grado di prendersi cura di sé totalmente o parzialmente.
Allora entra in azione il nursing.

L'attività dell'infermiere si esercita essenzialmente secondo tre modalità, chiamate dalla Orem sistemi
infermieristici:

1. sostituzione completa del paziente nelle attività che non riesce a svolgere da solo (sistema infermieristico
totalmente compensativo);
2. sostituzione parziale o aiuto in quelle attività che la persona non riesce a svolgere in autonomia (sistema
infermieristico parzialmente compensativo);
3. istruzione o educazione della persona per consentirle di svolgere al meglio le proprie attività (sistema
infermieristico educativo e di sostegno).

Il concetto di nursing elaborato dalla Orem è il seguente:

"L'arte del nursing è praticata operando per la persona disabile aiutandola a operare da sola o aiutandola a
imparare a fare da sola" (Orem, 1956)

Ancora:

"L'infermieristica si interessa in modo particolare del bisogno che l'individuo ha di svolgere attività di
autoassistenza, la quale va potenziata e diretta continuamente al fine di conservare la vita e la salute, riprendersi
da malattie o da lesioni e far fronte alle conseguenze di tali eventi" (Orem, 1971)

Forse la teoria della Orem, elaborata in un contesto riabilitativo e applicata con successo nell'assistenza al paziente
diabetico, psichiatrico, geriatrico, gastroenterico, in sanità pubblica e con i malati terminali, risulta presentare
qualche limite nell'applicazione alla totalità dei pazienti acuti.

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DOROTHY E. JOHNSON
Nasce il 21 agosto 1919 a Savannah in Georgia. Ottiene il Bachelor in Scienze infermieristiche alla Vanderbilt
University nel Tennessee. Lavora come infermiera e come istruttrice per poi diventare docente all'Università di
Los Angeles.

Opere: Conceptual Models for Nursing Practice

Dorothy Johnson, influenzata dalla, concepisce l'essere umano come un sistema comportamentale costituita da
sette sottosistemi:

1. Attaccamento e affiliazione. Permette l'inclusione sociale e l'intimità, fornisce sopravvivenza e sicurezza.


2. Dipendenza. I comportamenti di dipendenza sollecitano comportamenti assistenziali nelle altre persone. Il
risultato di un comportamento dipendente è "approvazione, attenzione o riconoscimento ed assistenza fisica".
3. Ingestione. Relativo all'assunzione di cibo e ai significati culturali e sociali collegati.
4. Eliminazione. Si riferisce alle attività di escrezione e alle variabili culturali e sociali connesse.
5. Sessualità. Riflette i comportamenti inerenti la procreazione e la gratificazione.
6. Aggressione. Riguarda i comportamenti volti all'autoconservazione, messi in atto quando vengono minacciati
la vita e il territorio.La Johnson si rifà per questo aspetto alle teorie dell'etologo Konrad Lorenz
7. Realizzazione o successo. Inerenti ai comportamenti di controllo dell'ambiente e di ricerca di affermazione.

Il sistema uomo è sottoposto a continue perturbazioni interne o esterne che, provocando tensioni, ne alterano
l'equilibrio. Un qualsiasi squilibrio importante di un sottosistema ha ripercussioni sugli altri sottosistemi e di
conseguenza sul sistema uomo. Ciascun sottosistema è infatti aperto e correlato agli altri.

Il Nursing interviene come una forza capace di ripristinare l'equilibrio, l'omeostasi del sistema. Attraverso due tipi
di intervento:

1. riducendo gli stimoli stressanti


2. sostenendo le difese naturali e il processo di adattamento della persona.

FAYE GLENN ABDELLAH


Nasce a New York. Nel 1942 ottiene il diploma di infermiera, nel 1955 ottiene il dottorato.
Lavora in diversi ambiti sanitari con ruoli diversi: è infermiera, caposala, ricercatrice, formatrice. Dirige l'attività
di enti governativi. Viene inoltre insignita di sei lauree ad honorem.

Opere: Patient Centered Approaches to Nursing (1960)

I concetti attorno i quali si articola la teoria della Abdellah sono: la salute, i problemi infermieristici, il problem-
solving.
Per Abdellah il nursing si rapporta ai problemi sanitari delle persone utilizzando il processo di problem solving.

I problemi affrontati dal nursing possono essere evidenti o nascosti. Questi ultimi sono quasi sempre di natura
emotiva, sociologica o interpersonale e la loro soluzione può essere decisiva per la salute della persona.

La teoria della Abdellah è nota per aver identificato con esattezza 21 problemi infermieristici.
Essi sono riportati nel celebre lavoro Patient Centered Approaches to Nursing:

1. Mantenere una buona igiene ed il benessere fisico


2. Favorire un'attività ottimale: esercizio, riposo e sonno

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3. Favorire la sicurezza mediante la prevenzione di incidenti, lesioni o altri traumi e la prevenzione contro il
diffondersi di infezioni
4. Mantenere un buon funzionamento corporeo; prevenire e correggere le deformità
5. Facilitare la continuità del necessario apporto di ossigeno nelle cellule di tutto il corpo
6. Facilitare il mantenimento della nutrizione a tutte le cellule del corpo
7. Facilitare la regolarità della eliminazione
8. Facilitare il bilancio dei liquidi e degli elettroliti
9. Riconoscere le risposte fisiologiche del corpo alla malattia, alle condizioni patologiche, psicologiche e
compensative
10. Facilitare il mantenimento delle funzioni e dei meccanismi di autoregolazione
11. Facilitare il mantenimento della funzione sensoriale
12. Individuare ed accettare espressioni positive e negative, sentimenti e reazioni
13. Identificare ed accettare la correlazione esistente tra emotività e malattia
14. Facilitare il mantenimento di un'efficace comunicazione verbale e non verbale
15. Facilitare lo sviluppo di proficui rapporti interpersonali
16. Facilitare il progresso mediante il raggiungimento di scopi di ordine fisico e spirituale
17. Creare e mantenere un ambiente terapeutico
18. Facilitare la presa di coscienza di sé stesso quale individuo con bisogni vari di natura fisica, emotiva e di
sviluppo
19. Accettare positivamente gli obiettivi ottimali raggiunti, tenendo conto dei limiti fisici ed emotivi
20. Usare le risorse della comunità per risolvere i problemi derivanti dalla malattia
21. Capire l'influenza esercitata dai problemi sociali sulle cause della malattia

Secondo le intenzioni dell'autrice, la sua teoria doveva essere centrata sul paziente e olistica.
Secondo i critici si tratta di una teoria centrata principalmente sull'infermiera, che può produrre interventi
frammentati. Il coinvolgimento del cliente nel processo di cura appare scarso.

Ma bisogna capire il clima sociale e culturale nel quale la teoria della Abdellah si forma. Sono gli anni Cinquanta
e Sessanta: lo sforzo principale è quello di rendere l'attività infermieristica organizzata e sistematica e, spostando
l'attenzione dalla malattia e quindi dal medico al paziente e all'attività infermieristica, spingere la professione
infermieristica verso l'autonomia dal potere esercitato nelle organizzazioni sanitarie dai medici.

Oltre alle teorie dello psicologo Abraham Maslow, la elaborazione concettuale della Abdellah è tributaria alla
teoria infermieristica di Virginia Henderson. La Abdellah sembra tuttavia più sensibile della Henderson agli aspetti
psicosociali che influenzano la salute delle persone.

IDA JEAN ORLANDO

Nasce nel 1926. Lavora come infermiera, educatrice, insegnante e consulente. Consegue vari titoli
universitari e specializzazioni, in particolare nel 1956 acquisisce un Master in Consulenza di salute mentale
alla Columbia University.
All'Università di Yale svolge il lavoro di ricercatrice, che proseguirà presso il McLean Hospital.

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Opere:
The Dynamic Nurse-Patient Relationship: Function, Process and Principles (1961);
The Discipline and Teaching of Nursing Process (1972).

Influenzata dalla propria formazione, sostanzialmente psichiatrica, la Orlando incentra la propria teoria
infermieristica sul rapporto infermiera-paziente.

Le persone, in genere, tendono a soddisfare i propri bisogni in autonomia. Se non ci riescono chiedono aiuto.
L'infermiera è la professionista sanitaria in grado di fornire questo aiuto.

Il nursing è una attività specifica e indipendente; inoltre è interattivo, coordinato e richiede addestramento.
L'assistenza professionale è personalizzata.

"Imparare a capire quello che avviene tra se stessa e il paziente costituisce il fulcro dell'azione dell'infermiera
e rappresenta lo schema di base per l'aiuto che ella dà al paziente".

Il nursing è un mezzo specifico e indipendente per soddisfare il bisogno di aiuto di un individuo, in una
situazione immediata.

La Orlando pone l'accento più sull'individuo che sulla società. La sua teoria è centrata sul paziente, non sulla
malattia o le esigenze dell'istituzione. L'infermiera è al servizio del paziente, non del medico.
Alcune attività automatiche, necessarie per il funzionamento dell'istituzione, vanno ridotte al minimo ed
eventualmente affidate a personale di supporto.

L'enfasi posta sulla relazione con la persona bisognosa di aiuto sembra far dimenticare alla Orlando la
complessità tecnica legata agli interventi di assistenza ai pazienti critici in ambiente intensivo.

ERNESTINE WIEDENBACH

Dopo il conseguimento della laurea in materie umanistiche, la Wiedenbach ottiene i diplomi di infermiera e,
successivamente, di ostetrica. Lavora nel campo dell'assistenza per poi occuparsi principalmente di formazione.
Insegna alla California State University di Los Angeles e all'Università della Florida.

Opere: Family-Centered Maternity Nursing (1958); Clinical Nursing - A Helping Art (1964)

Secondo la Wiedenbach il nursing è un aiuto professionale caratterizzato dalla solidarietà, dall'abilità e dalla
comprensione verso una persona bisognosa di assistenza sanitaria.

Le caratteristiche professionali dell'infermiera sono:

 chiarezza dello scopo;


 maestria, cioè abilità e conoscenza necessarie per raggiungere lo scopo;
 capacità di stabilire e mantenere soddisfacenti relazioni di lavoro con gli altri;
 interesse per il progresso della propria disciplina;
 dedizione al bene dell'umanità.

Nello svolgimento della propria attività l'infermiera deve:

 identificare il bisogno di aiuto della persona cui ci si accinge a prestare assistenza;


 prestare l'aiuto necessario;
 validare l'aiuto prestato in rapporto alle esigenze della persona assistita;

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Nel processo di identificazione del bisogno di aiuto la Wiedenbach individua tre principi, connessi al concetto di
aiuto:

1. il principio dell'incoerenza/coerenza, tramite il quale l'infermiera identifica nel paziente comportamenti non
attesi, che la orientano a individuare le aree in cui la persona abbisogna di aiuto;
2. il principio dell'utile perseveranza, ovvero l'infermiera deve sforzarsi di aiutare la persona bisognosa di
assistenza nonostante le difficoltà che incontra;
3. il principio dell'autoestensione, tramite il quale l'infermiera identifica e accetta i limiti personali e della
situazione contingente. Per superarli può chiedere aiuto agli altri.

La teoria prescrittiva della Wiedenbach si articola su tre concetti:

1. la finalità (o scopo) centrale nella quale il professionista riconosce l'essenza di una determinata disciplina.
Scrive la Wiedenbach: "Finalità e filosofia sono, rispettivamente, scopo e guida del nursing clinico [...] La
finalità - cioè, quello che l'infermiera desidera raggiungere per mezzo delle sue azioni, è lo scopo generale
verso il quale essa tende con costanza: rappresenta la sua ragione di essere e di agire [...] La filosofia è un
atteggiamento nei confronti della vita e della realtà, che nasce dalle convinzioni e dal codice di comportamento
di ogni infermiera, dà motivazione alla sua azione, guida il suo pensiero su ciò che deve fare ed influenza le
sue decisioni. Deriva sia dalla sua cultura che dal suo retroterra culturale [...] Costituisce la caratteristica
personale, specifica di ciascuna infermiera ed esprime il suo modo di praticare il nursing";

2. la prescrizione che serve per realizzare la finalità o scopo centrale; si tratta in pratica, di un piano di assistenza;

3. la realtà della situazione contingente che influenza il compimento dello scopo centrale, ossia l'intervento
pianificato dell'infermiera è influenzato da alcuni fattori: la Wiedenbach ne individua cinque:

1. l'agente, cioè l'infermiera stessa;


2. il fruitore, cioè il paziente con tutte le sue caratteristiche;
3. lo scopo, cioè il risultato atteso dall'infermiera;
4. i mezzi, vale a dire le abilità, le procedure, le tecniche e le attrezzature che l'infermiera usa per raggiungere
lo scopo;
5. la struttura, formata dai fattori umani, ambientali, professionali e organizzativi che costituiscono il setting
dell'attività infermieristica, che ne condizionano lo svolgimento.

Insomma, l'infermiera e la sua filosofia di assistenza devono tenere conto della realtà contingente, fattuale affinché
siano raggiunti risultati concreti, efficaci e soddisfacenti.

Ernestine Wiedenbach fu fautrice di una formazione universitaria per le infermiere, che permettesse loro di
superare i limiti della pratica e, inoltre, fu anticipatrice di molti progressi nel settore dell'assistenza pediatrica: già
negli anni Cinquanta, per esempio, raccomandava la presenza delle mamme in ospedale accanto ai neonati.

MYRA ESTRIN LEVINE

Estrin Levine nasce nel 1920 a Chicago, Illinois, prima di tre figli. Il suo interesse per il nursing risale all'infanzia,
quando il padre, sovente ammalato, richiede frequenti cure.
La Levine ottiene il diploma in Nursing nel 1944, il baccalaureato alla Università di Chicago nel 1949 e il Master
in Nursing a Detroit nel 1962. La sua esperienza lavorativa è varia: fa l'infermiera civile nell'esercito americano,
il supervisore didattico e amministrativo, l'insegnante di nursing clinico e la direttrice dei servizi infermieristici.
Autrice di numerosi libri, articoli e relazioni sulla formazione, l'etica e la pratica del nursing, la Levine ottiene
numerosi riconoscimenti e benemerenze internazionali.
Muore il 20 marzo1996, all'età di 75 anni.

Opere: Introduction to Clinical Nursing (1969); Renewal for Nursing (1971)

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La teoria infermieristica della Levine poggia le proprie basi su discipline umanistiche e scientifiche. In particolare
la influenzano le teorie psicologiche di Kurt Goldstein e Erik Erikson, la teoria sullo stress di Hans Selye e i modelli
di ambiente esterno di M. Bates.

Per la Levine il nursing è costituito da una serie di interventi supportivi e terapeutici basati sulla conoscenza
scientifica e sull'abilità tecnica.

L'interazione umana costituisce l'essenza dell'assistenza infermieristica, essendo il nursing una disciplina che si
fonda sulla interdipendenza dei rapporti tra persone.

La Levine ha una concezione olistica della persona e quindi anche del malato.
Molto importante nella sua teoria è il concetto di ambiente: l'ambiente interno è costituito dal corpo con il suo
funzionamento, l'ambiente esterno invece si articola in tre dimensioni:

1. percettiva, inerente i cinque sensi;


2. operativa, riferita a forze, condizioni ed elementi impercettibili;
3. concettuale, relativa ai processi di pensiero ed emozionali e ai processi sociali.

Dell'ambiente esterno della persona malata fa parte l'infermiera, la cui responsabilità consiste nell'interagire col
paziente ed intervenire sul suo ambiente in modo da favorire l'adattamento:

"L'adattamento è un processo di cambiamento attraverso il quale l'individuo mantiene la propria integrità


all'interno del suo ambiente".

 Se l'intervento infermieristico mantiene invariato lo stato di salute del paziente si definisce di sostegno; se
promuove la guarigione e il recupero dello stato di salute si parla di intervento terapeutico.

La teoria della Levine si focalizza principalmente su quei pazienti che entrano in contatto con le strutture sanitarie
per problemi attuali di salute.

Le azioni del nursing sono basate su quattro principi:

1. conservazione dell'energia: la persona abbisogna per le proprie attività vitali di energia; l'equilibro energetico
va continuamente riequilibrato;
2. conservazione dell'integrità strutturale: occorre limitare il danno fisico reale o potenziale; la guarigione
ripristina l'integrità strutturale;
3. conservazione dell'integrità personale: mantenimento o recupero dell'identità e del proprio valore;
4. conservazione dell'integrità sociale: riconoscimento del paziente come essere sociale, attuazione di relazioni
interpersonali.

La finalità del nursing è quello di mantenere o recuperare la salute mediante la conservazione dell'energia e
dell'integrità strutturale personale e sociale e a questi obiettivi si uniformano gli interventi infermieristici.

In pratica, secondo la teoria della Levine, l'infermiera, quando entra in contatto col malato, in analogia col processo
di nursing, osserva e intervista il paziente, formula una diagnosi infermieristica, pianifica gli interventi, li mette in
atto e valuta i risultati.

La cornice di riferimento concettuale in tutte queste fasi sono i quattro principi.


L'infermiera si focalizza quasi esclusivamente sui bisogni di salute del malato, escludendo i bisogni e il
coinvolgimento dei famigliari.

Gli obiettivi di salute da raggiungere sono a breve termine.

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È l'infermiera la protagonista e la responsabile del processo di cura, mentre la partecipazione del paziente è
secondaria. In ultima analisi, la Levine sembra considerare il paziente dipendente dalle azioni infermieristiche,
soggetto passivo delle cure.

La teoria della Levine si adatta bene all'assistenza a pazienti ospedalizzati, in particolare a coloro che necessitano
di cure intensive. In alternativa, la teoria può essere applicata con efficacia nell'assistenza domiciliare.
Promovendo una visione olistica, globale, sistemica dell'uomo e avendo parallelismi con il processo di nursing, i
concetti della Levine possono essere applicati con successo nella formazione dei futuri infermieri.

IMOGENE M. KING

Nata nel 1923, si diploma infermiera nel 1945 al St. John's Hospital School of Nursing di St. Louis nel Missouri.
Si occupa via via di assistenza diretta al malato, formazione, ricerca e amministrazione. Consegue vari
riconoscimenti accademici, fra i quali un Master, un dottorato e una laurea ad honorem.

Opere:

Toward a Theory for Nursing: General Concepts of Human Behavior (1971);


Theory for Nursing: Systems, Concepts, Process (1981); Curriculum and Instruction in Nursing (1986)

La teoria infermieristica della King, conosciuta altrimenti come TEORIA DEL RAGGIUNGIMENTO
DELL'OBIETTIVO, può essere inserita nel gruppo di teorie centrate sulla relazione interpersonale con il
cliente. La King scrive:

"La base della pratica del nursing è la conoscenza; la sua attività è sorvegliata dall'intelletto e la sua attività di
applicazione intellettuale è applicata nel campo pratico".

Le fonti cui attinge nell'elaborazione della sua teoria sono illustri: E. Erikson, J. Piaget, H. Selye, J. Dewey. In
campo infermieristico attinge alle teorie della Peplau e di Ida Orlando.

Allo stesso modo della Orlando, la King rileva come nel processo infermieristico la scelta dell'obiettivo coinvolga
sia l'infermiera che il paziente.
Sia l'infermiera che il paziente portano nella relazione le proprie idee, attitudini e percezioni diverse da scambiare.

La relazione infermiera/paziente attraversa in sintesi le seguenti fasi:

 azione;
 reazione;
 ha luogo l'interazione e, qualora la percezione (ossia "la rappresentazione della realtà propria di ogni
individuo") sia accurata e gli ostacoli rimossi si raggiunge una definizione congiunta dell'obiettivo;
 la comunicazione genera una migliore definizione dell'obiettivo e una maggiore soddisfazione sia per
l'infermiera che per il paziente;
 il raggiungimento dell'obiettivo coincide con la transazione;
 il raggiungimento dell'obiettivo riduce lo stress e l'ansia nelle situazioni infermieristiche;
 il raggiungimento dell'obiettivo aumenta l'abilità di apprendimento e di riuscita del paziente nelle situazioni
infermieristiche;
 il conflitto di ruolo vissuto da paziente e infermiera diminuisce la possibilità di raggiungere l'obiettivo;

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 la comunicazione infermiera-paziente è connotata dalla reciprocità e costituisce un sistema aperto


caratterizzato da un continuo feedback.
L'infermiera esperta considera non solo gli aspetti verbali della comunicazione, ma soprattutto quelli non
verbali.

Dalla propria teoria, ispirandosi inoltre al Problem Oriented Medical Record di Weed, la King ha tratto il Goal
Oriented Nursing Record (GONR), uno strumento informatico per il nursing orientato verso l'obiettivo, che
permette, tra l'altro, la valutazione dell'efficacia dell'assistenza infermieristica erogata.

MARTHA ROGERS

Nasce, prima di quattro figli, a Dallas nel Texas il 12 maggio 1914. Le tradizioni familiari la convincono della
necessità anche per una donna di procurarsi un'istruzione superiore e di essere socialmente attiva.
Consegue nel 1936 il diploma in Nursing presso la scuola per infermieri dell'Ospedale Generale di Knoxville.
Nel 1937 raggiunge il baccalaureate al College Peabody di Nashville e nel 1954 consegue il dottorato in nursing
alla John Hopkins University di Baltimora.Ottiene numerosi altri riconoscimenti accademici, lavora, insegna,
scrive. La sua leadership nel campo del nursing è apprezzata e la Rogers viene riconosciuta come una delle più
brillanti ed originali teoriche dell'assistenza infermieristica. Muore il 13 marzo 1994.

Opere

An Introduction to the Theoretical Basis of Nursing (1970);


The Science of Unitary, Human Beings: A Paradigm for Nursing (La scienza degli esseri umani come entità
globali: un paradigma per il nursing, in Family Health: A Theoretical Approach to Nursing Care, 1983)

La teoria proposta dalla Rogers è complessa. Per elaborarla la studiosa americana utilizza nozioni apprese da molte
discipline scientifiche e umanistiche. Nelle affermazioni teoriche della Rogers, in particolare, si avvertono echi
della teoria della relatività di Einstein, ma soprattutto della teoria dei sistemi elaborata negli anni cinquanta da von
Bertalanffy.
La Rogers ha una visione globale dell'uomo. Scrive:

"L'uomo è un tutto unificato che possiede la propria integrità e che manifesta caratteristiche che sono più della
somma delle sue parti e differenti dalla somma delle sue parti".

Dallo studio della teoria generale dei sistemi, la Rogers evince che individuo e ambiente sono sistemi aperti:
scambiano di continuo tra loro materia ed energia. L'uomo evolve in maniera irreversibile e unidirezionale lungo
un continuum spazio-tempo. Egli non può mai tornare ad essere quello che è già stato in passato.
Infine, l'uomo è caratterizzato dalla capacità di astrazione e immaginazione, dal linguaggio e dal pensiero, dalla
sensibilità e dalle emozioni, unico essere sulla terra cosciente e pensante, che percepisce la vastità del cosmo.

Da tali premesse discendono i quattro blocchi di base del modello concettuale della Rogers: campo di energia,
apertura, modello, quadridimensionalità.

Il campo di energia costituisce l'unità fondamentale sia dell'ambiente animato che inanimato.
I campi di energia sono infiniti, aperti e si integrano l'uno con l'altro.
Lo scambio di energia fra due o più campi ha un modello, percepito come un'unica onda. I modelli cambiano col
variare delle situazioni.
Gli interscambi si verificano in diversi punti della quarta dimensione spazio-tempo: "Tutta la realtà è postulata per
essere a quattro dimensioni".

I principi omeodinamici della teoria rogersiana sono: integralità, risonanza ed elicità.


L'integralità è il processo di interazione continua tra l'uomo e il suo ambiente.

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Il processo vitale degli esseri umani è una sinfonia di vibrazioni ritmiche che oscillano a varie frequenze. La
risonanza esprime il cambiamento continuo tra il campo umano e ambientale, segnalato da onde a più alta e più
bassa frequenza.
L'elicità rappresenta i cambiamenti fra il campo umano e quello ambientale. Tali cambiamenti sono continui,
innovativi, probabilistici e sempre diversi con manifestazioni di ritmicità che non si ripetono e che si possono
rappresentare lungo un asse longitudinale a spirale legato allo spazio-tempo.

Per la Rogers il nursing è sia una scienza che un'arte.

Scrive:
"Il nursing è una scienza umanitaria basata sulla compassione e finalizzata a mantenere e favorire la salute,
prevenire la malattia e assistere e riabilitare i malati e i disabili".

L'infermiere professionista non ha compiti di dipendenza, ma coopera con i professionisti delle altre discipline
sanitarie.

La teoria infermieristica della Rogers è ricca, articolata e originale, ma astratta e priva di definizioni operative e
trova perciò difficoltà di applicazioni concrete.

CALLISTA ROY

Nata nel 1939, suor Callista Roy è infermiera ricercatrice e teorica di nursing al Boston College nel Massachusets.
Dopo il raggiungimento del diploma in scienze infermieristiche nel 1963, ha ottenuto un dottorato in sociologia
presso l'università della California.
Durante il master in nursing, la Roy ha cominciato a sviluppare, in collaborazione con Dorothy Johnson, un
modello teorico di assistenza basato sul concetto di adattamento.
Ha diretto il dipartimento di nursing del Mount Saint Mary's College sino al 1982.
È stata ricercatrice nonché autrice di molte pubblicazioni ed ha ricevuto importanti riconoscimenti per il suo
impegno nel miglioramento degli standard professionali.

Opere

Introduction to Nursing: An Adaptation Model; Essentials of the Roy Adaptation Model ; Theory of Construction
in Nursing: An Adaptation Model

La teoria della Roy prende spunto principalmente dalla teoria dei sistemi di Von Bertalanffy (1968) e dalla teoria
dell'adattamento di Henson (1964). Anzi, si può dire che il concetto di adattamento sia la trave portante dell'intero
edificio teorico della Roy. Secondo la Roy qualsiasi organismo sia esso l'individuo, come pure la famiglia, il
gruppo, la comunità e la società, reagisce continuamente agli stimoli interni ed esterni cercando di mantenere un
equilibrio che si chiama adattamento. La Roy concepisce la persona in una prospettiva olistica: la persona viene
considerata un sistema olistico, capace di adattamento.
Gli stimoli costituiscono l'input del sistema così come i comportamenti che ne conseguono rappresentano l'output.
Essendo la persona un sistema, esiste un continuo feedback fra le parti che lo costituiscono e che interagiscono fra
loro. Gli stimoli si suddividono in stimoli focali, contestuali e residui. L'organismo elabora e reagisce agli stimoli
tramite due sottosistemi, regolatore (regulator) e cognitivo (cognator). Il sottosistema regolatore pertiene ai
processi fisiologici di natura chimica, nervosa o endocrina. Il sottosistema cognitivo riguarda le funzioni cerebrali
più elevate: percezione, elaborazione dell'informazione, giudizio, emozione.
Il comportamento rappresenta l'adattamento al cambiamento ambientale. I comportamenti possono essere
osservati, misurati o descritti.

L'obiettivo generale dell'assistenza infermieristica è, secondo la Roy, quello di promuovere la salute degli individui
e della società. In particolare, l'assistenza infermieristica serve a migliorare l'interazione della persona con
l'ambiente, favorendone l'adattamento.

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Rispetto alla persona, compito dell'infermiere è l'osservazione attenta del comportamento, giudicando se è adattivo
oppure inefficace. Il giudizio sull'efficacia o meno di un comportamento viene formulato in collaborazione con la
persona assistita.
Risposte adattive sono quelle che promuovono l'integrità della persona in rapporto agli obiettivi dell'adattamento:
sopravvivenza, crescita, riproduzione e padronanza.

L'infermiere interviene quando la persona non giunge ad un adattamento adeguato, quando cioè il suo adattamento
risulta inefficace. L'infermiere interviene principalmente sugli stimoli, in particolar modo su quelli focali.

Il processo di nursing prevede una raccolta accurata dell'anamnesi del paziente, eseguita secondo i concetti della
teoria della Roy, cui seguono la formulazione di una diagnosi infermieristica, l'elaborazione di un piano di
intervento con la definizione precisa degli obiettivi a breve e lungo termine e dei risultati attesi, l'attuazione degli
interventi, la valutazione dell'efficacia dell'assistenza erogata. Le diagnosi infermieristiche formulate in base al
modello teorico della Roy hanno molti punti di contatto con quelle elaborate dalla NANDA.

I sottosistemi, relativi alla persona, che l'infermiere va a indagare con accuratezza durante l'anamnesi sono quattro
e cioè il Sistema fisiologico, - che comprende l'ossigenazione, la nutrizione, l'eliminazione, il riposo, la protezione,
i sensi, i fluidi e gli elettroliti, la funzione neurologica, la funzione endocrina -, il Sistema del concetto di sé, il
Sistema della funzione del ruolo e il Sistema dell'interdipendenza.

La teoria della Roy si è dimostrata molto duttile nell'impiego, efficace nell'assistenza infermieristica in molti
ambiti clinici, quanto nel lavoro di ricerca e nel processo di formazione di nuovi infermieri.

BETTY NEUMAN

Nasce in Ohio nel 1924. Ha soltanto undici anni quando il padre muore per problemi renali, dopo numerosi
ricoveri ospedalieri. La madre di Betty di professione fa l'ostetrica. Queste esperienze esistenziali contribuiscono
alla scelta professionale della Neuman: dopo aver svolto per mantenersi vari mestieri, Betty si diploma in Nursing
al People's Hospital di Akron nel 1947 e ottiene il baccalaureato nel 1957. Nel 1966 consegue il Master in
Consulenza di Salute Pubblica Mentale presso l'Università di Los Angeles (UCLA). Nel 1985 la Pacific Western
University gli rilascia il Dottorato in psicologia clinica.
La Neuman ha prestato il suo lavoro in vari ambiti clinici ed amministrativi, presso ospedali e strutture di salute
pubblica.
Attualmente vive e lavora in Ohio.

Opere: Conceptual Models for Nursing Practice (1974); The Neuman System Model (1989)

Il modello infermieristico elaborato da Betty Neuman è di tipo sistemico, pluridimensionale ed olistico. Propone
infatti un "approccio alla persona totale". Le idee che influenzano lo sviluppo della teoria della Neuman
provengono da svariate discipline: si va dalla psicologia della Gestalt alla filosofia di Marx, dalle idee di Chardin
sulla totalità della vita alla teoria dei sistemi di Bertalanffy (1968), dalla teoria dello stress di Selye (1950) alla
classificazione degli interventi di prevenzione di Caplan (1964).

Secondo la Neuman gli individui, i gruppi e le comunità sono costantemente in relazione con i fattori stressanti
dell'ambiente.

L'individuo, o cliente, è in costante e dinamico scambio energetico con l'ambiente.

L'individuo è una totalità composta da variabili fisiologiche, psicologiche, socioculturali, evolutive e spirituali.

OGNI INDIVIDUO È COSTITUITO DA UNA STRUTTURA DI BASE (STRUTTURA GENETICA,


TEMPERATURA, FORZA, DEBOLEZZA, STRUTTURA DELL'IO ECC.), DA LINEE DI RESISTENZA, DA
UNA LINEA DI DIFESA NORMALE E DA UNA LINEA DI DIFESA FLESSIBILE.

Ciò viene graficamente rappresentato dalla neuman sotto forma di cerchi concentrici.
DI FRONTE AGLI STRESS AMBIENTALI IL CLIENTE HA UNA REAZIONE. UNA REAZIONE
NORMALE COSTITUISCE LO STATO DI SALUTE O BENESSERE. I FATTORI STRESSANTI

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ATTACCANO PRIMA LA LINEA FLESSIBILE DI DIFESA, QUINDI POSSONO OLTREPASSARE LA


NORMALE LINEA DI DIFESA, DETERMINANDO LA MALATTIA.

Gli interventi dell'infermiera sono focalizzati sulla prevenzione primaria, secondaria e terziaria.

I fattori di stress, che possono anche agire contemporaneamente sul sistema individuo, sono classificati dalla
Neuman in:

1. Forze extrapersonali (o forze esterne), che si verificano fuori dall'individuo (p.es.: la disoccupazione).
2. Forze interpersonali: si verificano tra due o più individui (es.: aspettative di ruolo).
3. Forze intrapersonali, interne al sistema individuo.

Nella prevenzione primaria l'infermiera cerca di intervenire rafforzando la linea flessibile di difesa, prima che
si verifichi la reazione dell'individuo.

Nella prevenzione secondaria l'infermiera tratta i sintomi, cercando di rafforzare le linee interne di difesa allo
scopo di ridurre la reazione del cliente.

Nella prevenzione terziaria l'infermiera, attraverso interventi rieducativi, ricerca il massimo grado di
adattamento del cliente, cercando di impedire eventi futuri.

Per la Neuman il processo di nursing si articola in tre fasi:

1. diagnosi infermieristica 2. obiettivi 3. risultati attesi.

Il nursing è "una professione specifica", il cui principale scopo "è costituito dal raggiungimento e dalla
conservazione della stabilità del sistema cliente".

Il cliente (ma anche le famiglie e i gruppi) devono poter raggiungere e mantenere, in virtù degli interventi
infermieristici, il massimo livello di benessere possibile:

"La salute deve essere equiparata alla stabilità ottimale del sistema, in altre parole, al miglior stato di benessere
possibile".

La salute quindi è questione di livelli di benessere, che corrispondono a livelli di energia. È un continuum di
benessere, piuttosto che l'alternativa binaria tra benessere e malattia.

Il modello della Neuman si presta ad essere usato non soltanto dalle infermiere, ma anche dalle altre professioni
sanitarie.
Comprendendo 35 variabili, è un modello complesso, di elevata astrattezza teorica e quindi non sempre facile da
utilizzare. Pur se multidimensionale e perciò complicato, tale modello tuttavia è stato usato con successo sia
nell'ambito della pratica clinica che in quelli della formazione e della ricerca. Allo scopo di permettere agli
infermieri di utilizzare il suo modello di assistenza nell'attività quotidiana, la Neuman ha predisposto un dettagliato
e pratico strumento di valutazione iniziale e di intervento, pubblicato nel suo libro The Neuman System Model.

JEAN WATSON

Nasce nel 1940 in West Virginia. Consegue il diploma in Nursing nel 1994 presso l'Università del Colorado, dove
ottiene anche il Dottorato di Ricerca nel 1973. È stata libera professionista, consulente clinica, ricercatrice,
membro della facoltà e amministratrice di istituto. Destinataria di molti premi e onorificenze, autrice ampiamente
apprezzata e pubblicata di testi riguardanti l'assistenza infermieristica, la Watson ha di recente creato il Watson
Caring Science Institute.
La sua attività scientifica verte principalmente sull'assistenza centrata sulla persona e sul problema psicologico
della perdita.

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Opere:
Nursing: The Phylosophy and science of Caring (1979); Nursing: Human Science and Human Care (1985)

I concetti teorici della Watson poggiano le proprie basi sulla cultura umanistica e in particolare sulle opere degli
psicologi Carl R. Rogers, Erik Erikson e Abraham Maslow e del filosofo Martin Heidegger.

Anzi la Watson sottolinea la necessità degli infermieri di impadronirsi della cultura umanistica per esercitare la
loro attività in modo efficace, creativo e professionale.
Mentre la cura della malattia è compito del medico, l'assistenza è compito dell'infermiere che quindi si occupa di
un ambito diverso e autonomo. Oggi, secondo la Watson

"Il ruolo umanistico dell'assistenza [nel nursing] è minacciato dalla sempre maggiore tecnologia medica e dai
limiti burocratico-direttivo- istituzionali nella società dell'era nucleare. Contemporaneamente c'è stata una
proliferazione di cure e di trattamenti improntati alla tecnica, spesso senza tener conto dei costi".

È sbagliato inoltre, secondo la Watson, identificare, come si fa oggi, l'assistenza sanitaria con la sola assistenza
medica, che si limita alla diagnosi, al trattamento della malattia e alla prescrizione di farmaci.

La Watson critica la deriva tecnologica della medicina contemporanea, che vede l'infermiere rispondere più alle
richieste delle macchine che ai bisogni dei pazienti. Incoraggia l'infermiere moderno ad andare, nella sua attività,
oltre le certezze della medicina scientifica e di utilizzare concetti e tecniche anche della medicina complementare.

La Watson propone sette presupposti della scienza infermieristica:

1. L'assistenza può essere praticata in modo efficace solo se è interpersonale.


2. L'assistenza è tesa a soddisfare alcuni bisogni umani.
3. L'assistenza efficace promuove la salute e la crescita individuale o familiare.
4. L'infermiere accetta la persona non soltanto per come è ora, ma anche per quello che può diventare.
5. L'infermiere permette alla persona assistita di sviluppare il proprio potenziale umano e, nello stesso tempo,
offre la possibilità di scegliere l'azione migliore per se stessa.
6. L'assistenza è più efficace della cura per quanto riguarda la salute nella sua globalità. La scienza dell'assistenza
e la scienza della cura sono complementari.
7. La pratica dell'assistenza è fondamentale per gli infermieri.

I dieci fattori caratteristici del nursing su cui fondare la scienza dell'assistenza sono:

1. Far riferimento a un sistema di valori umanistico-altruista.


2. Trasmettere fiducia e speranza.
3. Coltivare la propria e l'altrui sensibilità.
4. Instaurare una relazione di fiducia e di aiuto.
5. Promuovere e accettare l'espressione di sentimenti positivi e negativi.
6. Basare il proprio processo decisionale sul problem solving.
7. Promuovere rapporti interpersonali improntati all'apprendimento/insegnamento.
8. Fornire un ambiente di sostegno mentale, fisico e spirituale che protegga e/o corregga.
9. Orientare l'assistenza alla soddisfacimento dei bisogni umani.
10. Considerare le forze esistenziali-fenomenologiche.
Importanti, nella teoria olistica della Watson, sono le nozioni di empatia, ossia la capacità di sperimentare e quindi
di capire, le percezioni e i sentimenti di un'altra persona e di comunicarli, di congruenza, la volontà cioè di essere

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reali, onesti, genuini ed autentici e infine, quella di calore non possessivo, un atteggiamento che si dimostra con
un tono di voce moderato, una postura rilassata e aperta e con conseguenti ed adeguate espressioni del viso.

Per i bisogni umani che il processo di assistenza si sforza di gratificare, la Watson si rifà alla gerarchia dei bisogni
umani formulata da Maslow, proponendo tuttavia una propria personale classificazione:

1. Bisogni di ordine inferiore (bisogni biofisici): necessità di cibo o di liquidi, necessità di eliminazione, necessità
di ventilazione.
2. Bisogni di ordine inferiore (bisogni psicofisici): necessità di attività e di riposo, necessità di sessualità.
3. Bisogni di ordine superiore (bisogni psicosociali): necessità integrative; bisogno di conseguire risultati,
bisogno di affiliazione.
4. Bisogni di ordine superiore (bisogni intrapersonali e interpersonali): bisogni di ricerca e di crescita, bisogno
di autorealizzazione
Il concetto di salute della Watson è quello formulato dall'Oms di completo benessere fisico, psichico e sociale, cui
la teorica americana aggiunge una particolare attenzione allo stile di vita, alle condizioni sociali e all'ambiente.
Secondo la Watson è lo stesso individuo che dovrebbe definire il proprio stato di salute o di malattia.

Il nursing, secondo la Watson, si radica nelle discipline umanistiche e nelle scienze naturali. Esso ha lo scopo di
promuovere la salute, prevenire la malattia, curare i malati e rispristinare il benessere. Di più: il nursing si deve
prefiggere di aiutare le persone a raggiungere un elevato livello di armonia con se stesse, promuovendo
l'autoconoscenza., l'autoguarigione e l'approfondimento del significato della vita.

La teoria della Watson pone il cliente al centro della pratica infermieristica, piuttosto che la tecnologia e sottolinea
l'importanza dei fattori psicologici, sociali e spirituali nel processo di assistenza. La teoria si fonda su solide basi
culturali. I concetti espressi non sono difficili, ma le teorie su cui si appoggiano sono numerose ed estese. Gli scritti
della Watson sembrano trascurare il fondamento biofisico del nursing e la sua teoria su una assistenza di elevata
qualità sembra difficilmente applicabile in quegli ambienti burocratici dove, come negli ospedali, le infermiere
devono assistere malati acuti, in regime di degenza breve, sottostando a ferrei vincoli economici.

ROSEMARIE RIZZO PARSE

Ha conseguito il Master in Nursing e il dottorato presso l'università di Pittsburgh.


Professore di Nursing, direttrice della pubblicazione Nursing Science Quarterly, è autrice di molti libri e articoli
scientifici.

Opere
 Nursing Fundamentals (1974);
 Man-Living-Health: A Theory of Nursing (1981);
 Nursing Research: Qualitative Methods (1985);
 Nursing Science: Major Paradigms, Theories, and Critiques (1987);
 Illuminations: The Human Becoming Theory in Practice and Research (1995)

La teoria infermieristica della Parse è altrimenti denominata come Uomo-Vita -Salute. I suoi fondamenti teorici
vengono fatti risalire alle concezioni filosofiche dell'esistenzialismo e della fenomenologia. I filosofi di riferimento
sono Heidegger, Sartre e Merleau-Ponty. Inoltre la Parse si rifà ai concetti della teoria infermieristica di Martha
Rogers, della quale utilizza i tre principi fondamentali (elicità, integralità e risonanza) e i quatto concetti di base
(campo di energia, apertura, modello ed organizzazione e quadrimensionalità).

Per la sua teoria Uomo-Vita-Salute, la Parse individua nove presupposti fondamentali:

1. L'uomo coesiste e allo stesso tempo cocostituisce modelli ritmici con l'ambiente (concetti di modello e
organizzazione, cocostituzione e coesistenza).

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2. L'uomo è un essere aperto che sceglie liberamente il significato delle situazioni e si assume la responsabilità
delle decisioni (concetti di campo di energia, apertura e libertà di situazione).
3. L'uomo è un'unità vivente che cocostituisce di continuo modelli di relazione (concetti di campo di energia,
modello e organizzazione e cocostituzione)
4. L'uomo è multidimensionalmente trascendente con il possibile (concetti di apertura, quadrimensionalità e
libertà nelle situazioni)
5. La salute è un processo aperto di divenire, sperimentato dall'uomo (concetti di apertura, cocostituzione e libertà
nelle situazioni).
6. La salute è un processo ritmico di cocostituzione della relazione uomo-ambiente (concetti di modello e
organizzazione, cocostituzione e quadrimensionalità).
7. La salute corrisponde ai modelli dell'uomo di mettere in relazione priorità di valore concetti di apertura,
modello e organizzazione e libertà nella situazioni)
8. La salute è un processo intersoggettivo di trascendenza secondo il possibile (concetti di apertura, coesistenza
e libertà di situazione).
9. La salute è una scoperta negentropica dell'unità uomo (concetti di campo di energia, quadrimensionalità e
coesistenza).
Più tardi la Parse ha sintetizzato i presupposti della sua teoria nei seguenti tre:

1. Uomo-Vita-Salute è la libera scelta del significato personale nel processo intersoggettivo sull'importanza
relativa alla priorità di valore.
2. Uomo-Vita-Salute è cocreazione di modelli ritmici di relazione nell'interscambio aperto con l'ambiente.
3. Uomo-Vita-Salute è il cotrascendere multidimensionale con il possibile.

La concezione della Parse è olistica: l'uomo è più della somma delle sue parti. Inoltre egli è in collegamento
inscindibile con l'ambiente e attribuisce alle proprie esperienze un significato in base al proprio sistema di valori.

Tre sono i temi ricorrenti della teoria della Parse: significato, ritmicità e cotrascendenza. Da tali motivi discendono
i tre principi fondamentali:

1. Strutturare multidimensionalmente il significato è cocreare la realtà attraverso il linguaggio della valutazione


e dell'immaginazione. Infermiera, individui e famiglie si scambiano idee e situazioni, rendendo più chiaro il
significato della situazione. L'infermiera aiuterà l'individuo e la famiglia a individuare l'armonia che esiste nel
proprio vissuto
2. Cocreare modelli ritmici di relazione è vivere le unità paradossali di rivelare-nascondere e permettere-limitare,
mentre si connette-separa. L'infermiera aiuterà l'individuo e la famiglia a individuare l'armonia che esiste nel
proprio vissuto.
3. Cotrascendere con il possibile significa potenziare le uniche vie per originare il processo di trasformazione. Si
va oltre il significato del momento. L'infermiera guida l'individuo e la famiglia a cambiare i propri modelli di
comportamento in merito alla salute.

Coerentemente ai presupposti e ai principi sopraccitati, la Parse individua tre strutture teoriche:

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1. "Powering" (potenziare). Dare forza, dare potere, è un modo per rivelare-nascondere l'immaginazione.
Nell'interazione dell'infermiera con l'individuo e la famiglia si produce maggiore chiarezza sul significato della
situazione. Il significato quindi cambia aspetto.
2. "Originating" (originare). È una manifestazione di permettere-limitare valutando. Sincronizzando i ritmi della
relazione si elabora un nuovo modo di stare insieme che mobilizza la trascendenza.
3. "Transforming" (trasformare). Si manifesta attraverso il linguaggio del connettere e del separare. Afferma la
Parse: "il cambiamento di vedute emerge nel parlare e muoversi con gli altri".
La relazione di concetti, principi e strutture teoriche viene rappresentato graficamente dalla Parse, con
triangoli, rettangoli ed ellissi, nel suo libro fondamentale Man-Living-Health: A Theory of Nursing.

L'assistenza infermieristica è una scienza e un'arte. Il nursing è "un'affettuosa, reale presenza con l'altro per
promuovere la salute e la qualità della vita". Non c'è posto, nella teoria della Parse, per i concetti di processo di
nursing, di diagnosi infermieristica e di piano di assistenza. La Parse intende superare il meccanicismo, il
riduttivismo e il paternalismo della medicina e dell'infermieristica contemporanee. Le decisioni in merito alla
propria salute spettano al cliente. L'infermiera non prescrive e non impone il proprio sistema di valori, ma entra in
relazione e promuove il cambiamento. Funge da guida e da insegnante.

La teoria della Parse è astratta e complessa e richiede alle infermiere una preparazione filosofica notevole. Si presta
a ricerche di tipo qualitativo, ma non quantitativo. Nella pratica permette un'assistenza personalizzata, ma sembra
difficile da applicare nelle situazioni di emergenza, nella cura dei pazienti incoscienti e nell'assistenza ai bambini.

MADELEINE LEININGER

Nasce a Sutton, nel Nebraska. Si diploma alla scuola infermieri di St. Antony a Denver. Fa la caposala in un
reparto medico-chirurgico e la direttrice del personale infermieristico al reparto psichiatrico dell'ospedale di
Omaha. Nel 1954 si specializza in nursing psichiatrico. Nel 1965 ottiene il dottorato in antropologia all'Università
di Seattle. Influenzata dall'incontro con la celebre antropologa Margaret Mead, studia le relazioni tra nursing e
antropologia.
Nel 1966 tiene all'Università del Colorado il primo corso di nursing transculturale.

La Leininger ha ottenuto numerosi incarichi accademici e istituzionali e prestigiosi riconoscimenti per il suo
lavoro. Tiene discorsi, seminari e conferenze in tutto il mondo.

Opere

Nursing and Antropology: Two Worlds Blend (1970);


Transcultural Nursing: Concepts, Theories and Practices (1978);
Caring: an Essential Human Need (1981);
Care: The Essence of nursing and Healt (1984);
Qualitative Research Methods in Nursing (1985);
Transcultural Care Diversity and Universality: A Theory of Nursing (1985)

La teoria del nursing transculturale "che ha al suo centro uno studio comparato e l'analisi di diverse culture [...],
in riferimento al loro comportamento di assistenza nei confronti dei malati, dell'assistenza infermieristica, dei
valori sanitari della salute e della malattia", rispecchia una visione olistica della scienza infermieristica. Essa tiene
conto, al fine di elaborare una conoscenza infermieristica efficace, di molti parametri: la struttura sociale, la visione
del mondo, i valori, l'ambiente, il linguaggio, i sistemi professionali della società in cui si va ad agire.

L'etnonursing è il principale metodo adottato dalla Leininger.


Esso è "lo studio sistematico e la classificazione dell'assistenza, delle teorie, dei valori e delle pratiche
infermieristiche come vengono percepite cognitivamente da una certa cultura tramite le lingua locale,
l'esperienza, le idee e i sistemi di valori".

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Secondo la Leininger, l'assistenza è un fenomeno universale, un'attività che si registra in tutte le culture. Perché
essa sia efficace deve organizzarsi tenendo conto del contesto in cui si esplica. Non si può imporre un modello di
assistenza estraneo alla cultura in cui si opera.

Per essere efficace l'attività infermieristica deve declinarsi secondo i fattori di struttura sociale degli assistiti: la
religione, la politica, la cultura, l'economia, il sistema di parentele. L'infermiere, nella sua pratica, deve tener conto,
dunque, dei cosiddetti dati interculturali.
Ne discenderà, per esempio, che non sempre un'assistenza molto tecnologizzata sarà in grado di soddisfare le
aspettative degli assistiti.

Riassumendo, i comportamenti, gli obiettivi e i compiti dell'assistenza variano col variare della struttura sociale e
dei valori. La cura di sé e degli altri muta nelle diverse culture e nei diversi sistemi di assistenza.
Non rispettare l'ambiente culturale e sociale degli assistiti provoca problemi e conflitti.

Grazie agli studi della Leininger, gli infermieri si stanno rendendo conto dell'importanza, nell'assistenza
quotidiana, di capire le culture, specialmente oggi che viviamo e operiamo sempre più in realtà multiculturali.
Le teorie della Leininger sull'assistenza trovano attualmente importanti ripercussioni e applicazioni non soltanto
in campo pratico, ma anche dell'istruzione e della ricerca.

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