Matricola n
0000402475
Sessione I
Anno accademico 2016 -2017
INDICE
CAPITOLO 1
Le Benzodiazepine possono essere ancora considerate principali
nel trattamento dei disturbi psichiatrici? Una valutazione critica
1.2.2 Ansia..............................................................................................................pag. 8
1.2.11 Delirio..pag. 16
1
1.2.19 Studi ospedalieri..pag. 25
CAPITOLO 2
Rassegna degli impieghi clinici delle benzodiazepine........pag. 52
2.1 - PRECAUZIONI..pag. 55
2.4.1 Insonnia...pag. 57
2.4.3 Depressionepag. 58
2
2.4.6 Dispnea.pag. 59
2.4.7 Convulsioni..pag. 60
2.4.8 Mioclono...pag. 61
2.4.15 Prurito...pag. 63
2.4.16 Singhiozzo.pag. 63
CAPITOLO 3
La dipendenza da benzodiazepine e il suo trattamento con
flumazenil a basso dosaggio..pag. 74
3.1 INTRODUZIONEpag. 74
3
3.7 FLUMAZENIL E GESTIONE DELLASTINENZA
DA BENZODIAZEPINEpag. 80
CAPITOLO 4
Concentrazione sanguigna delle benzodiazepine correlata alla
guida di un veicolo.pag. 94
4.1 INTRODUZIONE..pag. 96
4.2 ANSIOLITICI............................................................................................pag. 99
CONCLUSIONI.pag. 110
4
CAPITOLO 1
1.1. Introduzione
5
1.2. Profilo Farmacologico delle Benzodiazepine
6
breve emivita (< 6 ore, triazolam) emivita intermedia (6-20 ore, alprazolam,
lorazepam) e lunga emivita (> 20 ore, diazepam, clonazepam). In accordo con la loro
struttura le benzodiazepine possono avere tipi diversi di metabolismo inclusa la
glucuronidazione (lorazepam ed alprazolam), nitroriduzione (clonazepam)
demetilazione ed ossidazione (diazepam). Per di pi, i metaboliti delle benzodiazepine
possono essere attivi, ad esempio il nordiazepam, o inattivi, e possono, a loro volta,
essere suddivisi in base alla loro emivita (170).
7
1.2.1 L'uso delle benzodiazepine nella pratica clinica
E' difficile fare una panoramica riguardante l'uso corrente delle benzodiazepine nei
disturbi psichiatrici dato che questi composti sono frequentemente usati al di fuori del
loro uso nelle indicazioni terapeutiche e che mancano approvazioni formali per la
maggior parte dei disturbi per i quali questi farmaci vengono comunemente prescritti.
Tuttavia, in accordo con le linee guida e le raccomandazioni disponibili, le meta-
analisi, le analisi sistematiche ed i trial clinici randomizzati, le seguenti condizioni
sembrano rappresentare le aree di uso pi frequente per le benzodiazepine: ansia e
disturbi affettivi, disturbi del sonno, abuso da alcool, delirio, comportamenti violenti
e aggressivi, psicosi e disturbi neurolettici indotti (7-15-47-89) (Figura 2).
1.2.2 Ansia
Nell'ultimo decennio, diversi composti sono stati ricercati per il trattamento dell'ansia
e le linee guida internazionali raccomandano attualmente l'uso di inibitori del reuptake
della serotonina (SSRI) e inibitori del reuptake della serotonina e noradrenalina
(SNRI) come farmaci di prima scelta, relegando le benzodiazepine ad una opzione
secondaria cos come non sono raccomandate per la terapia a lungo termine a causa
della quantit limitata di dati oltre la fase acuta. Tuttavia la qualit della prova
dell'efficacia di alcune benzodiazepine variano da condizione a condizione. Da una
parte, le benzodiazepine sono generalmente considerate efficaci e sicure con un inizio
rapido e unalta tollerabilit. Dall'altra, le benzodiazepine non hanno effetto
antidepressivo, uno svantaggio nel caso di comorbidit tra ansia e depressione la
regola piuttosto che l'eccezione in pazienti con sindromi affettive (15-46-89-92).
Inoltre, le benzodiazepine possono causare dipendenza psicologica, sedazione,
problemi cognitivi e di coordinazione, alterazioni psicomotorie e mnemoniche
particolarmente nell'anziano cos come l'abuso e la dipendenza.
8
1.2.3 Ansia Generalizzata
9
Fig. 2. Schema delluso clinico delle benzodiazepine nella pratica clinica
10
1.2.5 Disturbo dansia sociale
Riguardo a questo disturbo, sono stati condotti molti studi con le benzodiazepine, in
particolare con il clonazepam. Munjack ed altri (117), in uno studio pilota durato circa
8 settimane, trovarono nel clonazepam molti benefici clinici; videro che liniziale
sedazione, mostrata dal 70% dei soggetti in trattamento era leffetto collaterale pi
diffuso. Gelernter ed altri (66) trovarono nellalprazolam un effetto molto moderato se
comparato con la fenelzina. Il tasso di risposta con lalprazolam ad una dose di
4.2mg/die, fu del 38% rispetto al 20% dei pazienti trattati con il placebo.
In un successivo studio, clonazepam e placebo furono somministrati, in modalit
doppio cieco, a 75 pazienti non ambulatoriali per la durata di 10 settimane. Effetti
superiori del clonazepam sono stati rilevati sulla maggior parte delle misure con tassi
di risposta per il clonazepam ed il placebo pari rispettivamente al 78.3 e al 20%.
Gli effetti farmacologici erano evidenti sulle prestazioni e l'ansia sociale generalizzata,
la paura e la fobia, la sensibilit interpersonale e i timori della valutazione negativa. Il
clonazepam fu molto ben tollerato sebbene linstabilit e le vertigini fossero pi severe
e persistenti rispetto al placebo (45). Otto ed altri (127) notarono che i pazienti trattati
con il clonazepam rispondevano in maniera eguale al trattamento acuto e le misure di
pretrattamento della gravit del sintomo non fornivano indicazioni per la selezione di
un trattamento rispetto ad un altro. Seedat e Stein (151), valutarono lefficacia della
cosomministratione di clonazepam + paroxetina, in antagonismo con placebo +
paroxetina trovando risultati misti. Considerati nel loro complesso, gli studi indicarono
che benzodiazepine (in particolare il clonazepam) come composti efficaci nel disturbo
dansia sociale. Tuttavia, essi non trovano utilizzo come farmaci di prima linea a causa
del loro limitato spettro di azione. Tuttavia, hanno una rapida attivit, sono ben tollerati
e possono essere particolarmente utili per gli individui con ansia sociale episodica.
11
1.2.6 Disturbo da stress post traumatico
Gli attacchi di panico sono probabilmente il disturbo dansia con il maggior numero
di studi a sostengno dellefficacia delle benzodiazepine nelle terapie a breve termine.
Alla fine degli anni 90, lalprazolam ricevette lapprovazione da parte dellFDA per
il trattamento degli attacchi da panico, diventando cos il primo prodotto ad essere
autorizzato. Uno dei primi studi a doppio cieco valutava leffetto delle benzodiazepine
nei pazienti affetti da attacchi da panico, questo studio fu condotto con 50 pazienti non
ambulatoriali i quali vennero trattati in modo randomizzato con alprazolam o placebo
per 8 settimane. Lefficacia del composto attivo si ritrov in una categoria diagnostica
usualmente poi trattata con antidepressivi triciclici o MAO inibitori (32). In un
successivo studio in doppio cieco, 48 pazienti con attacchi da panico furono trattati in
12
maniera randomizzata con alprazolam, diazepam, o placebo. I risultati indicarono che
entrambi i trattamenti risultavano ugualmente efficaci nel ridurre la frequenza e la
gravit dellattacco di panico e dellansia generalizzata rispetto ai risultati ottenuti con
il placebo (55). Nei successivi anni furono condotti molti studi con alprazolam,
clonazepam, diazepam e lorazepam che attestarono lefficacia a breve termine di questi
composti per lenire i principali sintomi degli attacchi di panico. Questi composti sono
stati valutati con il grado di raccomandazione 2 e la categoria A dalle linee guida
WSFBP (15). Questa classificazione coerente con la loro efficacia in acuto e con le
scarse prove dell'efficacia nel trattamento a lungo termine - in particolare nella
prevenzione - delle ricadute insieme agli effetti collaterali cognitivi e alla potenziale
dipendenza (7-15).
13
recupero o di effetti collaterali a breve termine (< 8 settimane) e nel lungo termine (>
2 mesi) in confronto al solo uso degli antidepressivi. Dopo aver escluso studi con
dosaggio dellantidepressivo inferiore a 100 mg/die o equivalente allimipramina e una
durata del trattamento inferiore a 4 settimane, gli autori dello studio identificarono
nove studi con un totale di 679 pazienti. I risultati mostrarono che i pazienti nel gruppo
dove il trattamento prevedeva luso di pi farmaci la probabilit di abbandono era
minore rispetto ai pazienti che assumevano solo lantidepressivo. Inoltre, il gruppo a
cui veniva somministrata la combinazione di farmaci mostravano un miglioramento
della depressione, anche se le differenze tra i gruppi non erano molto significative, tra
6 e 8 settimane. Gli autori sostennero che i potenziali vantaggi derivanti dall'aggiunta
di una benzodiazepina ad un antidepressivo dovevano essere in equilibrio contro
possibili danni, compreso lo sviluppo della dipendenza, da un lato e la sofferenza
continua e labbandono della terapia, dall'altro. Oltre questi studi, furono pubblicati
studi positivi sull'uso di alcune benzodiazepine con dosaggi aumentati nei casi di
depressione resistente al trattamento e depressione ansiosa. Tuttavia, recenti meta-
analisi sull'uso delle benzodiazepine nei disturbi depressivi non hanno dato alcuna
prova a sostegno di questo utilizzo. Inoltre, stata recentemente proposta la questione
inerente al fatto che i sedativi/ipnotici possano prevenire o provocare il suicidio nei
pazienti depressi ansiosi. Nel complesso, le pi recenti linee guida per il trattamento
dei disturbi affettivi raccomandano di limitare l'uso delle benzodiazepine in pazienti
con depressione primaria solo a quelli con ansia o insonnia persistente non
adeguatamente sollevati da un SSRI o SNRI (5-89).
14
composti sono considerati agenti non benzodiazepinici attivi per a livello del
recettore (farmaci "z" appartenenti alle classi delle imidazopiridine, pirazolopirimidine
e ciclopirroloni) e sono oggi tra gli agenti ipnotici pi utilizzati. I farmaci "Z" (cio
zolpidem, zoopiclone, eszopiclone e zaleplon), infatti, sono anche modulatori
allosterici positivi del recettore GABAa. Una rassegna dettagliata sull'utilizzo delle
benzodiazepine nei disturbi del sonno al di l del campo di applicazione del presente
articolo e qui vengono forniti solo principi fondamentali.
In generale, la maggior parte degli ipnotici sono approvati dalla FDA e indicati solo
per uso a breve termine (ad esempio meno di un mese) e non raccomandati per il
trattamento cronico (137). Tuttavia, come gruppo, i farmaci z condividono le
caratteristiche inerenti alla sicurezza, all'efficacia e al basso potenziale di abuso.
Inoltre, alcuni agenti di questa classe hanno mostrato sicurezza e efficacia in un
contesto di politerapia nel periodo di osservazione fino a 6 mesi, senza sviluppare
tolleranza o insonnia da rimbalzo dopo la sospensione. Tuttavia, il trattamento acuto
dell'insonnia cronica spesso porta intenzionalmente o inavvertitamente ad un uso a
lungo termine. In questa prospettiva da sottolineare che composti a breve (ad
esempio, zolpidem, triazolam ecc.) e intermedia emivita (ad esempio lorazepam)
possono essere utili nel breve termine anche in relazione al loro rapido assorbimento.
D'altra parte, tutti i composti a lunga emivita (ad es. diazepam, clonazepam ecc.)
presentano un rischio maggiore di sedazione diurna e di stanchezza a causa
dell'accumulo e dell'eliminazione ritardata. Inoltre, aumentano il rischio di cadute e
confusione e, nel complesso, si scoraggia l'uso delle benzodiazepine anche nel breve
periodo. da sottolineare che fino a poco tempo fa gli ipnotici erano disponibili solo
come formulazioni a rilascio immediato. Pertanto, quando stata necessaria una durata
maggiore di azione, sono stati selezionati agenti con lunga emivita o dosi aumentate
con un aumento del rischio di effetti residui nel giorno successivo. Per questo motivo
per alcuni farmaci stata sviluppata una formulazione a rilascio modificato per fornire
un profilo farmacocinetico pi appropriato (zolpidem a rilascio prolungato) e questo
approccio potrebbe offrire un notevole vantaggio nello sviluppo di nuovi composti
ipnotici.
Per quanto riguarda l'uso delle benzodiazepine negli anziani, le linee guida continuano
a sottolineare l'uso a breve termine e a bassi dosaggi di questi farmaci (148).
15
1.2.10 Astinenza da alcol
1.2.11 Delirio
16
(aloperidolo, clorpromazina) per il trattamento della confusione acuta. Gli autori, in
realt, non hanno potuto trovare alcuna prova adeguatamente controllata per sostenere
l'uso delle benzodiazepine nel trattamento del delirio correlato allastinenza da alcol
tra i pazienti ricoverati. Pertanto, in questo momento, le benzodiazepine non possono
essere raccomandati per il controllo di questa condizione poich sono necessarie
ulteriori ricerche.
17
hanno esaminato se l'aumento degli antipsicotici con le benzodizepine fosse pi
efficace degli antipsicotici da soli. Durante la prima ora di trattamento, il gruppo di
trattamento di combinazione ha beneficiato di questo aumento in termini di stato
globale. Tuttavia, questo beneficio diminuito nel tempo e non stato riproducibile
per pi di 2 ore. Non stata rilevata alcuna efficacia superiore dall'aggiunta delle
benzodiazepine in termini di stato mentale generale. Aspetti specifici dello stato
mentale non hanno mostrato differenze di gruppo, tranne la sedazione desiderata a 30
e 60 minuti. La somnolenza ha colpito il gruppo di trattamento di combinazione
significativamente pi del gruppo di controllo. Di interesse clinico, l'uso di farmaci
antiparkinsonianici risulta essere ridotto nel gruppo di trattamento combinato. Gli
eventi avversi sono stati debitamente documentati ma i risultati sono basati su dati
scarsi. Gli autori hanno concluso che le prove disponibili non erano sufficienti per
raccomandare lutilizzo delle benzodiazepine come monoterapia o in aggiunta ad altri
farmaci, nella schizofrenia o nelle psicosi simili alla schizofrenia. I soli effetti
significativi, al massimo sono stati osservati in termini di sedazione a breve termine.
Una precedente recensione della Cochrane (169) aveva esaminato specificamente gli
effetti delle benzodiazepine, da sole o in combinazione con antipsicotici, rispetto al
placebo o ai soli antipsicotici, per controllare i comportamenti disturbati e psicotici
nelle persone con psicosi acuta. I criteri di selezione consentivano l'identificazione di
11 studi con un totale di 648 partecipanti. Quando si confrontarono le benzodiazepine
con il placebo, la sedazione era pressoch simile; Tuttavia, poche persone in terapia
con il lorazepam sono rimaste eccitate dopo 24 ore. I gruppi trattati con lorazepam e
placebo hanno mostrato livelli bassi e non significativi di effetti avversi. Nel confronto
delle benzodiazepine con antipsicotici, senza l'uso di anticolinergici/antiistaminici, i
pazienti trattati con le benzodiazepine non necessitavano di farmaci aggiuntivi rispetto
a quelli trattati solo con antipsicotici. Il numero dei pazienti sedati erano anche simili
tra i gruppi cos come lo stato mentale. I sintomi extrapiramidali erano
significativamente pi elevati nel gruppo trattato con gli antipsicotici. Due studi
(pazienti totali n = 83) che confrontarono lorazepam+aloperidolo e solo lorazepam non
trovarono alcuna differenza legata alla necessit di farmaci aggiuntivi. Non vi era
alcuna differenza nell'incidenza dei sintomi extrapiramidali. Infine, quando la
combinazione antipsicotico benzodiazepina fu confrontata solo con gli antipsicotici,
non si vide alcuna differenza tra i gruppi che evidenziava la necessit delluso di
somministrare farmaci aggiuntivi o di valutazione mentale. I sintomi extrapiramidali
18
erano significativamente inferiori per le persone che ricevevano sia le benzodiazepine
che antipsicotici rispetto a quelli che ricevevano solo antipsicotici. Gli autori hanno
concluso che erano disponibili dati insufficienti per supportare o confutare l'uso delle
benzodiazepine con o senza antipsicotici ove sono necessari farmaci di emergenza.
Infatti, gli studi non erano abbastanza grandi per individuare gravi effetti negativi delle
benzodiazepine (come la depressione respiratoria) e sono necessarie ulteriori ricerche
informative.
19
1.2.14 Ampiezza dell'utilizzo delle benzodiazepine e della relativa adeguatezza
20
antidepressivi, ansiolitici benzodiazepinici o ipnotici.
I dati del servizio sanitario nazionale britannico di oltre 20 anni (Fig. 3) a prima vista
sembrano mostrare un calo nell'uso delle benzodiazepine. Tuttavia, l'uso di ansiolitici
benzodiazepinici in realt aumentato in qualche modo. L'uso di ipnotici
benzodiazepinici stato sostituito da un uso crescente dei farmaci della serie Z. Il
risultato non cambiato.
21
1.2.16 Utilizzo delle benzodiazepine nell'assistenza primaria in Europa
22
*dose di mantenimento giornaliera media di un farmaco
L'uso psicotropo delle droghe stato valutato utilizzando i dati dello studio Harvard /
Brown Reck Research Project (HARP) (174). I modelli di prescrizione erano rimasti
stabili per oltre 12 anni. Le benzodiazepine erano i farmaci pi comuni, essendo state
prese da una met di quelli diagnosticati come affetti dal disturbo dansia generalizzato
(GAD). Dopo 12 anni, un terzo di questi pazienti li stava ancora prendendo, anche se
un quarto degli affetti da GAD non riceveva farmaci durante i 12 anni. I ricercatori
hanno concluso che le varie linee guida promulgate nei 12 anni di studio avevano un
impatto relativamente limitato sui modelli di prescrizione.
Un sondaggio sulla popolazione canadese ha analizzato ad intervalli di 2 anni l'uso di
benzodiazepine a lungo termine (119). Il 4% della popolazione canadese, per lo pi
femmine, anziani e fumatori, utilizzava le benzodiazepine in qualsiasi momento. Un
altro sondaggio ha esaminato i cambiamenti riguardanti lutilizzo negli anni 1996-
2006. L'uso delle benzodiazepine a lungo termine stato associato ad una condizione
di povert, salute precaria e ad un et superiore ai 65 anni. Gli autori hanno concluso
che nonostante la maggiore consapevolezza dei rischi connessi con l'uso delle
benzodiazepine, poco cambiato rispetto all'utilizzo.
Le benzodiazepine vengono prescritte pi in Giappone che in qualsiasi altro paese. E
stato esaminato un database elettronico che conteneva prescrizioni inerenti 600.000
visite ambulatoriali. Di 644.444 prescrizioni, il 6,1% riguardava gli ansiolitici e il 5,8%
gli ipnotici benzodiazepinici, mentre gli antidepressivi sono state prescritti molto meno
frequentemente.
Nel Regno Unito, in una comunit di anziani, sono state valutate l'entit e l'adeguatezza
dell'uso delle benzodiazepine. Nel primo studio ci furono complessivamente 1070
anziani tra i quali 660 femmine e 410 maschi. Nel campione successivo il totale f di
5222 con una distribuzione di et pi uniforme. Coloro che usavano le benzodiazepine
erano il 12,8% nel primo studio e il 10,8% nel secondo. L'uso da parte delle donne era
23
superiore a quello dei maschi nel rapporto di 2,2 a 1. Si concluse che l'uso continuato
delle benzodiazepine, in questo studio, mostr che il tipo di trattamento era spesso
inappropriato. Gli autori raccomandano: '' in tali condizioni, l'uso a lungo termine di
questi farmaci dovrebbe essere attivamente scoraggiato ''.
In uno studio sui pazienti ospedalizzati anziani ricoverati in 17 ospedali in Inghilterra
e in Galles, stato sviluppato un algoritmo per dividere le prescrizioni in quelle che
sono state date in modo accettabile e quelle che non erano appropriate. Sono stati
raccolti dati relativi a 1391 pazienti. In solo un terzo si concluso che le
benzodiazepine sono state prescritte in modo appropriato con un'indicazione
accettabile e senza controindicazioni.
I dati di uno studio tedesco hanno mostrato che le benzodiazepine sono state prese dal
19,9% dei pazienti aventi 70-85 anni e dal 15,2% da quelli sopra gli 85 (104). L'uso
nei pazienti maschi era del 15,6% mentre nelle femmine del 20,1%. L'indicazione pi
comune era l'insonnia. La maggior parte dei pazienti le utilizzavano in una terapia a
lungo termine: il 26% le aveva prese per meno di un anno; il 33,8% per 1-5 anni; ed il
40,3% per oltre 5 anni.
I ricercatori hanno scoperto che il 17,7% degli utenti della coorte ha proceduto all'uso
cronico dopo la prima prescrizione. I predittori dell'uso a lungo termine
comprendevano sintomi depressivi, ipertensione, articolazioni dolorose e un'auto
percezione di essere in cattiva salute.
La prevalenza annuale delle prescrizioni riguardanti le benzodiazepine diminuita dal
25,1% nel 1993 al 22,5% nel 1998.
L'utilizzo delle benzodiazepine negli australiani anziani stato valutato analizzando i
dati per il 2002 in 3970 individui di et superiore ai 65 anni. Complessivamente, il
15,7% aveva ricevuto una prescrizione in quell'anno. Le percentuali sono aumentate
dell'11,1% nei soggetti di et compresa tra 65-69 e del 21,8% in quelli di et superiore
ai 85 anni. Le femmine hanno ricevuto pi prescrizioni rispetto ai maschi, i rapporti
variavano tra 1,5 e 3, ma non in base all'et, sebbene un quarto delle donne alle quali
erano state prescritte benzodiazepine avevano pi di 85 anni.
24
1.2.19 Studi ospedalieri
Un modo insolito di valutare gli effetti avversi stato utilizzato da Martin ed i suoi
collaboratori (110). Hanno effettuato una meta-analisi di 23 studi a breve termine.
Anche se il ritiro dagli studi per la "mancanza di efficacia" ha largamente favorito le
benzodiazepine rispetto al placebo, tali differenze per il ritiro "per qualsiasi motivo"
non hanno mostrato risultati conclusivi. Questo potrebbe essere interpretato che i
vantaggi di efficacia per le benzodiazepine sono esenti da effetti negativi, dando un
rapporto rischio/beneficio neutro.
Stewart (161) analizz gli effetti cognitivi acuti e cronici delle benzodiazepine.
Ossserv che la somministrazione acuta induceva sedazione, sonnolenza, diminuzione
dell'apprendimento, rallentamento psicomotorio e amnesia anterograda (16). La
sedazione e la compromissione della memoria sono probabilmente effetti distintivi
delle benzodiazepine (41). Un'ampia gamma di effetti cognitivi e psicomotori
mostrano persistenti danni durante l'uso a lungo termine e possono persistere dopo la
sospensione del trattamento. Il problema metodologico principale quello di
distinguere gli effetti delle benzodiazepine da quelli associati a qualsiasi
25
psicopatologia sottostante come l'ansia. Le benzodiazepine possono variare nella
gravit dei loro effetti come notato nel lorazepam e alprazolam. stato anche suggerito
che gli effetti cognitivi delle benzodiazepine possono interferire con trattamenti
psicologici come la psicoanalisi.
Una gamma di test cognitivi ha mostrato risultati significativamente inferiori rispetto
ai non utilizzatori. I risultati sono indipendenti dall'et, dal sesso, dall'istruzione,
dall'uso di alcool e di tabacco, da condizioni di ansia e depressione e dall'uso di farmaci
psicotropi diversi dalle benzodiazepine.
Uno studio approfondito comprendeva una meta-analisi degli effetti cognitivi inerenti
alluso a lungo termine delle benzodiazepine. Si identificarono tredici studi e i dati
furono combinati in modo che ogni studio contribuisse solo ad una variabile relativa
alla funzione cognitiva. La durata dell'uso delle benzodiazepine variava dagli 1 ai 34
anni. Gli autori conclusero che l'uso a lungo termine delle benzodiazepine e la
disfunzione cognitiva associata a questo uso, "ha numerose implicazioni per la
prescrizione informata e responsabile di questi farmaci".
Tale uso a lungo termine pu indurre un indebolimento cognitivo che si dimostra con
lastinenza. In uno studio controllato, le benzodiazepine furono gradualmente ritirate
ad un gruppo di anziani residenti in una casa di cura. Rispetto a residenti simili, i quali
mantennero la terapia con benzodiazepine, le prestazioni cognitive e mnemoniche
mostrarono significativi miglioramenti. Al contrario, l'ansia, l'agitazione e l'insonnia
non furono influenzate.
26
(24).
Una meta-analisi ha valutato 27 studi di guida, sia sulla strada che su un simulatore
(136). Mentre nel simulatore di guida non sono stati osservati effetti coerenti, le
benzodiazepine aumentavano la deviazione nella posizione laterale (p <0,004).
Un recente articolo ha valutato gli effetti delle benzodiazepine, antidepressivi e
oppioidi sulla capacit di guida. Due meta-analisi hanno dimostrato che le
benzodiazepine sono associate ad un aumento del 60-80% del rischio di incidenti
stradali e un aumento del 40% della responsabilit dell incidente. L'assunzione di alcol
e delle benzodiazpine aumenta il rischio di incidenti di 7,7 volte. L'aumento del rischio
di un incidente negli anziani che assumevano benzodiazepine era inferiore a quello dei
giovani. Gli ansiolitici diurni compromettevano le prestazioni di guida
indipendentemente dall emivita. Entrambi i tipi di benzodiazepine, a breve e lunga
durata, presi come ipnotici hanno compromesso la guida almeno durante le prime 2-4
settimane di assunzione.
Un altro studio relativo agli incidenti stradali e alluso delle benzodiazepine ha usato
la prescrizione di dispensazione come misura di esposizione in uno studio sui
conducenti di auto, in Scozia, che erano coinvolti in un incidente stradale e avevano
utilizzato farmaci psicotropi. I tassi sono stati confrontati durante l'assunzione e la
sospensione del farmaco. Antidepressivi di vari tipi non sono stati associati ad un
significativo aumento della probabilit di incidenti. Al contrario, il rischio con le
benzodiazepine era dell1,62. I rischi erano legati all'et, i conducenti pi giovani
erano particolarmente a rischio. La maggior parte non avevano combinato le
benzodiazepine con alcool. Gli ansiolitici benzodiazepinici di lunga durata si
dimostrarono pi rischiosi dei composti a breve durata. Tra ipnotici a breve durata, lo
zopiclone sembrava essere sovrappresentato. Gli autori hanno concluso che gli
utilizzatori di ansiolitici benzodiazepinici e di zopiclone dovrebbero essere avvisati di
non guidare.
27
2.23 Uso delle benzodiazepine negli anziani
Per ragioni sia farmacocinetiche che farmacodinamiche, gli anziani sono pi sensibili
agli effetti delle benzodiazepine (29-149). Gli effetti avversi sono noti e includono
tolleranza, sindromi da astinenza, sedazione, aumento di cadute ed effetti cognitivi.
Con l'uso degli ansiolitici, la sovra sedazione pu essere un problema importante e si
pu sviluppare una pseudo-demenza. L'uso ipnotico spesso accompagnato da una
sensazione di preoccupazione e panico, in particolare negli anziani. Le badanti
possono notare una riduzione severa della vigilanza e del funzionamento mentale nel
caso in cui la dose ipnotica stata aumentata. Questo pu essere aggravato da
interazioni con altri farmaci, ad esempio analgesici e agenti antipertensivi (96).
Di conseguenza, il rapporto rischio / beneficio meno favorevole in pazienti anziani.
Un problema preoccupante la disfunzione cognitiva. Lo studio Verdoux ha
identificato sei studi, che hanno valutato l'associazione tra luso delle benzodiazepine
ed il declino cognitivo. Tre studi hanno trovato un aumento del rischio di declino
cognitivo, ma due hanno mostrato un rischio ridotto, suggerendo problemi
metodologici. Lo studio di Hulse era anche inconcludente.
Un articolo classico pubblicato molti anni fa confront l'efficacia e gli effetti negativi
del nitrazepam con il placebo nei pazienti sani, giovani ed anziani. 10 mg di nitrazepam
somministrato per tre notti successive hanno migliorato le valutazioni soggettive del
sonno, ma entrambi i gruppi avevano un calo dellattenzione a 12 e 36 ore. I soggetti
anziani erano maggiormente sensibili rispetto ai giovani, nonostante le simili
concentrazioni plasmatiche di nitrazepam e la simile emivita. Il ricercatore ha
attribuito queste differenze ad una crescente sensibilit del cervello negli anziani.
Presumibilmente, il numero di recettori per le benzodiazepine diminuisce in modo che
l'occupazione del recettore aumenta.
I pazienti anziani ricoverati sembrano essere particolarmente a rischio. Gli effetti
ipnotici e residui di nitrazepam 5 mg e temazepam 20 mg sono stati confrontati in 58
pazienti anziani dopo 7 notti di somministrazione. I pazienti hanno segnalato un sonno
migliore durante la notte dopo il primo utilizzo di entrambi i farmaci, ma questo effetto
era scomparso nel giro di 7 giorni. Il tempo di reazione rimasto invariato dopo la
prima notte, ma stato prolungato in modo significativo dopo la settima dose. I
pazienti meno intelligenti tendevano ad essere pi colpiti. Un rischio particolare
28
riguarda il rischio di fratture dell'anca in persone anziane che assumono le
benzodiazepine. Una rassegna estesa ha indicato l'uso di farmaci psicotropi come
fattore di rischio per le fratture dell'anca. Gli studi ambulatoriali hanno mostrato chiari
effetti deleteri delle benzodiazepine, senza alcuna differenza tra composti a breve e
lungo effetto. Il rischio complessivo stato stimato intorno al 50%.
Diversi studi hanno esaminato l'eventuale relazione tra l'utilizzo delle benzodiazepine
e le cadute. L'uso di ipnotici negli anziani stato valutato come un particolare rischio.
Nella valutazione di nuovi farmaci ipnotici, occorre valutare l'influenza a livello
posturale ed il tempo di reazione.
29
1.2.25 Effetti teratogeni
30
l'efficacia delle benzodiazepine come ansiolitici o ipnotici e che cercano di valutare
sistematicamente gli effetti avversi. Uno di questi studi ha confrontato l'efficacia
ipnotica e gli effetti psicometrici del clormetiazolo o del triazolam negli anziani in pi
di 9 settimane di trattamento (21). Entrambi erano efficaci nell'uso a breve termine ma
il triazolam perdeva la sua efficacia durante le 9 settimane. Inoltre, gli effetti
dellastinenza diurna sono stati riportati con il triazolam, ma non con il clormetiazolo.
31
benzodiazepine, e che mostravano chiari segni di dipendenza, stanno ancora
prendendo la dose originale. Solo una minoranza prende un dosaggio superiore ai
livelli terapeutici raccomandati. Questi individui hanno solitamente una forma pi
grave di dipendenza rispetto a quei pazienti che mantengono il dosaggio terapeutico.
Le somiglianze tra lastinenza da benzodiazepine e le sindromi che accompagnano
lastinenza da alcol e da barbiturici sono state riconosciute presto (9). Il verificarsi
della sindrome da astinenza correlato all'alta dose e al trattamento a lungo termine,
ma la gravit di questa sindrome non cos strettamente correlata (95). Tuttavia, le
sindromi da astinenza possono persistere nonostante il rallentamento lento di alcuni
mesi o addirittura anni (97).
Anche riduzioni modeste di dosaggio e ritiro completo possono portare a sintomi da
astinenza. Questi comprendono sintomi fisici come la tensione muscolare e lo spasmo,
o debolezza, sensazione di spine e aghi nelle estremit, e sintomi simil-influenzali.
L'ipersensibilit percettiva e la depersonalizzazione/derealizzazione sono comuni.
L'ansia e l'insonnia possono peggiorare, gli incubi possono disturbare il paziente, la
memoria e la concentrazione sono compromessi e si manifestano i sintomi depressivi
per la prima volta. Occasionalmente, l'epilettico si adatta, totalmente o parzialmente,
a una psicosi paranoica o confusa (133-181). I sintomi appaiono entro 2-3 anni dal
ritirato delle benzodiazepine e di solito diminuiscono e poi scompaiono entro poche
settimane (150). Alcuni pazienti affermano che i loro sintomi hanno persistito per mesi
o per un periodo non definibile (122).
I sintomi da astinenza da benzodiazepine possono verificarsi dopo 4-6 settimane di
utilizzo, ma solo in circa il 15-30% dei pazienti (177). Possono verificarsi
occasionalmente i sintomi pi gravi o pericolosi per la vita, compresi il delirium
tremens, le delusioni, e lo status epilettico che pu finire nella morte, la catatonia, che
pu anche provocare la morte, la depressione (spesso severa), l'ideazione suicida,
tentato suicidio. Alti livelli di neuroticismo, livello di istruzione inferiore e minore
qualit della vita sono stati associati a livelli pi elevati di sofferenza durante
lastinenza e con dosi pi elevate e bassi livelli di sostegno sociale.
Russell e Lader (146) hanno pubblicarono un approccio di terapia graduale per la
sospensione delle benzodiazepine. Si cominci con un intervento basato sul consiglio
del medico di base, e progred con la riduzione delle dosi da parte del medico se il
primo stratagemma non riusciva. La sospensione delle benzodiazepine a base
ospedaliera stata quindi ritenuta necessaria se queste due fasi non erano pi riuscite.
32
Un follow-up di dieci anni ha utilizzato i registri medici di pazienti nei Paesi Bassi che
avevano sospeso l'uso delle benzodiazepine dopo consulenza del loro medico di base.
Di questi pazienti il 60% ha continuato lastinenza. Quelli che non erano in grado di
mantenere l'astinenza, continuavano normalmente ad assumere le benzodiazepine a
basse o medie dosi (48).
Le fasi iniziali di astinenza sono pi semplici da tollerare per il paziente rispetto alle
fasi successive e ultime.
La sostituzione di una benzodiazepina a lunga durata d'azione, come il diazepam o il
clordiazepossido, spesso usato per aiutare la sindrome da astinenza (179). Anche le
formulazioni disponibili, come le preparazioni liquide, facilitano piccoli decrementi.
Altri farmaci, che sono stati sostituiti, includono antidepressivi, ansiolitici
serotoninergici, anticonvulsivi e beta-bloccanti; questi possono aiutare la gestione
senza ridurre la gravit dellastinenza. In generale, i trattamenti psicologici sono utili,
ma alcuni ci credono solo quando la riduzione del dosaggio cessata.
dei pazienti che raggiungono la cessazione totale. Coloro che raggiungono un ritiro
completo non dovrebbero mai rischiare una ricaduta prendendo di nuovo
benzodiazepine, anche per brevi periodi. Anche l'alcol dovrebbe essere evitato a causa
della tolleranza incrociata e della dipendenza.
Un approccio diverso che utilizza gli antagonisti benzodiazepinici e gli agonisti
parziali, come il flumazenil, ebbe un certo successo.
Il rischio teratogeno con le benzodiazepine basso. Tuttavia se le benzodiazepine
continuano in gravidanza tardiva, nel bambino possono verificarsi sindromi da
astinenza neonatale che possono essere gravi (113).
In sintesi, la maggior parte dei pazienti non aumenta la loro dose, ma la dipendenza
fisica dalle benzodiazepine si evidenzia con i sintomi da sospensione.
33
in base ai sintomi di astinenza del paziente.
1.3.4 Abuso di benzodiazepine
34
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51
CAPITOLO 2
Rassegna degli impieghi clinici delle Benzodiazepine
Le Benzodiazepine sono utili nella gestione di vari sintomi che si incontrano nelle cure
palliative. Tolleranza e dipendenza difficilmente diventano dei problemi se queste
vengono usate per un periodo alle 4 settimane. Tuttavia, alcunieffetti indesiderati che
possiamo incontrare includono sonnolenza, cadute, perdita di memoria e
deterioramento cognitivo. Per questo c bisogno di una adeguata cautela e di un
monitoraggio particolare per le categorie maggiormente a rischio come le persone
anziane.
Inibitori della GABA transaminasi (es. vigabatrin) o inibitori del re-uptake (es.
tiagabina) (1)
52
Il recettore GABAA un canale del cloro formato da 5 subunit che comprende diversi
sottotipi di GABA A modulatori che si legano a siti diversi dal GABA stesso
(modulatori allosterici ), aumenta ndo l' affinit del recettore per il GABA
(benzodiazepine ) o prolungando l'apertura del canale ( barbiturici) (2). La subunit
alfa del recettore GABA A, di cui ve ne sono 6 sottotipi la principale subunit che
determina l'affinit e la funzione delle benzodiazepine (Tabella 1). In un tentativo di
aumentare l'efficacia e/o la tollerabilit, si stanno studiando diversi alfa modulatori
selettivi ad esempio, ansiolitici non sedativi alfa 2 selettivi (3).
53
Tabella 1
Sottotipi di subunit del GABAA e relativa attivit di GABA mimetici selettivi
(3-8)
54
sublinguale sia assorbita pi rapidamente rispetto a quella orale (PO) ma altri non
hanno rilevato differenze (12-15). Per questo motivo dovrebbe essere usata la via
sublinguale ( in Canada, ma non negli USA, UK), o la pi solubile forma orale ( PO).
L' uso del lorazepam 2mg / ml in soluzione rappresenta un'altra soluzione utilizzata
negli USA ( no in UK ) ma molto costosa.
Tabella2
Farmacocinetica di Benzodiazepine selettive in relazione ai farmaci; per os salvo
diversamente indicato (16-20)
a Stimato
b Metabolita/i attivo/i
c Fino a 24h dato dal CIVI nella cura critica
d Ben assorbito ma sottoposto a metabolismo epatico di primo passaggio
2.1 PRECAUZIONI
55
sintomi da astinenza quando si calano gradatamente benzodiazepine ad azione breve
bisogna prendere in considerazione il passaggio ad una classe ad emivita pi lunga.
Le Benzodiazepine sono generalmente pi sicure rispetto ai barbiturici ed agli
antidepressivi triciclici in caso di overdose. Tuttavia si sono verificati casi di overdose
fatali iatrogeni con il MIDAZOLAM. Cos, negli USA, le prescrizioni di
MIDAZOLAM possono venir richieste per avere un ulteriore effetto sedativo, nel
Regno Unito, le norme raccomandano che il FLUMAZENIL, disponibile in caso di
emergenza, ovunque il MIDAZOLAM viene utilizzato clinicamente (21).
Sonnolenza dose dipendente, alterazione delle abilit psico motorie (ad esempio guida
di un veicolo) alterazioni cognitive, ipotonia, (manifestata come instabilit / atassia )
con un incremento ( quasi il doppio ) di frattura del femore nell'anziano (23).
Eccitazione paradossa, agitazione e aggressivit si manifestano in una percentuale
minore del 10%; i fattori di rischio includono elevato livello di ansia, alterazione della
personalit e abuso di alcool (24-26).
I casi di demenza sono all'incirca il 50% pi alti tra coloro che utilizzano
benzodiazepine (27-28).
Non stato stabilito nessun nesso causale n un rischio persistente dietro la cessazione
del trattamento con benzodiazepine (29-30).
56
2.4 USO DELLE BENZODIAZEPINE NELLA CURA PALLIATIVA
2.4.1 Insonnia
midazolam (emivita 1-4 h) 2,5-5 mg per via orale (no nel Regno Unito) prima
di dormire o
zopiclone (emivita 3,5 h) 7,5 mg per via orale prima di dormire (3,75 mg
inizialmente in caso di persona anziana o debole) o
temazepam (emivita 8-15 h) 10-30 mg per via orale prima di dormire
Confronti indiretti dimostrano meno effetti indesiderati usando i farmaci della serie Z
(37).
57
Questo pu dipendere dalla loro breve emivita (fatta eccezione per il midazolam).
L' importanza clinica della loro sub-unit alfa sotto tipo selettiva discutibile poich
molti effetti indesiderati sono una diretta conseguenza della sedazione.
Uno studio conferma che nelle persone con et superiore ai 60 anni le benzodiazepine
e i farmaci della serie Z hanno un NNT (number needed to reat= numero necessario
da trattare) di 13 ma un NNH (38) (number needed to harm = numero necessario per
nuocere) di 6.
Gli effetti indesiderati riscontrati nello studio sono stati: alterazioni cognitive,
sonnolenza diurna, atassia e cadute (39).
Anche dosi basse di benzodiazepine a breve emivita aumentano il rischio di cadute.
Le alternative includono antidepressivi (ad esempio doxepina, mirtazapina,
trazodone ) (40) e melatonina (41-42).
2.4.3 Depressione
58
2.4.4 Agitazione Psicotica
Il lorazepam efficace quanto l'aloperidolo, inizialmente 5mg ogni 30 min per calmare
il paziente (47):
Lorazepam 2mg per via orale o intramuscolare ogni 30 min fino a che il
paziente non si calmato
59
2.4.7 Convulsioni
Le benzodiazepine sono farmaci di prima linea nel trattamento delle convulsioni acute
e degli stati epilettici, Tuttavia il loro lungo tempo di utilizzo ostacolato dallo
sviluppo della tolleranza, cos vengono utilizzati solo per l'epilessia refrattaria in altre
misure.
si inizia con clonazepam 500 microgrammi 1 mg per via orale (PO) prima di
coricarsi
se necessario, si pu aumentare la dose di 500 microgrammi ogni 3/5 giorni
con 2/4 mg, occasionalmente
le dosi superiori i 2 mg si possono divider, ad esempio 2 mg prima di dormire
e 1 mg appena svegli.
60
2.4.8 Mioclono
IL Clonazepam viene scelto per i pazienti che presentano la sindrome delle gambe
senza riposo quando farmaci di prima linea come la rigotina o il ropinirolo sono
inefficaci o inappropriati. La Gabapentina e il Pregabalin sono alternative.
Supplementi di ferro possono essere efficaci nei pazienti con tale carenza (56-57).
61
Discinesia Tardiva.
Le Benzodiazepine sono usate per il trattamento del dolore dovuto agli spasmi dei
muscoli scheletrici, ad esempio per il trattamento della lombalgia acuta (68):
diazepam 2/5 mg per via orale prima di coricarsi e quando necessario.
Se la durata prevista del trattamento 3 4 settimane, per evitare problemi associati
con l'utilizzo a lungo termine delle benzodiazepine (vedere alla voce Avvertenze del
foglietto illustrativo), alcuni medici utilizano invece il baclofen. Per ragioni simili,
sebbene le benzodiazepine vengano utilizzate anche nel trattamento a lungo termine
di spasticit a seguito di disturbi neurologici, si preferiscono miorilassanti dei muscoli
scheletrici come il baclofen e la tizanidina (69-70).
Le benzodiazepine somministrate per via parenterale come il midazolam 10mg ogni
24 ore CSCI possono essere usate per alleviare gli spasmi muscolari e la spasticit
negli ultimi giorni di vita.
62
2.4.13 Nausea e vomito
Le Benzodiazepine sono efficaci nella nausea e nel vomito indotti dalla chemioterapia
(71-73) o successivi ad un intervento (74):
lorazepam 0,5 mg per via sublinguale se richiesto o
midazolam 10/20 mg ogni 24 ore CSCI
Bench sia stato proposto un ruolo specifico delle benzodiazepine nella prevenzione
della nausea, vi una limitata evidenza che porta a sostenere ci oltre al loro effetto
antiemetico generale. Rimedi alternativi sono il rilassamento, l ipnosi e altri approcci
psicologici (75-76).
2.4.15 Prurito
Le Benzodiazepine non sono molto efficaci nel trattamento del prurito (80-83).
2.4.16 Singhiozzo
63
2.5 VARIAZIONI NELLA TERAPIA BENZODIAZEPINICA
La variazione della dose non lineare e il cambiamento dovrebbe essere evitato ove
possibile. Tuttavia, quando necessario, bisogna utilizzare la tabella delle dosi
equivalenti per avere un punto di partenza (Tabella 3). Dosi equivalenti spesso sono
approssimative per questo richiesta molta attenzione e monitoraggio.
Particolarmente quando si cambia ad una dose pi alta, buona cosa somministrare
una dose un 30/40% pi bassa rispetto a quella indicata per garantire che il flumazenil
o ulteriori dosi benzodiazepiniche siano disponibili per l'uso quando richiesto.
Quando si cambia la somministrazione dal diazepam per via orale con quella del
midazolam per via sottocutanea, la dose dovrebbe essere dimezzata (ad esempio
diazepam 5mg PO midazolam 2,5 mg SC) (86-87). Tuttavia, entrambi i farmaci
somministrati per via orale sono simili in potenza poich la biodisponibilit del
midazolam circa la met dispetto a quella del diazepam (Tabella 2)
Tabella 3
Dosaggi approssimativi dei farmaci con azione Ansiolitica/Sedativa per os (89-91)
64
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73
CAPITOLO 3
La dipendenza da benzodiazepine ed il trattamento con il flumazenil
a basse dosi
3.1 Introduzione
74
benzodiazepine. L'infusione sottocutanea risultata essere compatibile con il tessuto,
per cui stato esplorato lo sviluppo di una formulazione depot di flumazenil. Questo
potrebbe essere in grado di gestire la dipendenza da benzodiazepine. Studi sulle pecore
dimostrano che un tale impianto fattibile e quindi probabile che venga utilizzato in
studi clinici in futuro.
75
Lo studio del sistema di recettori GABA ha permesso la revisione della nomenclatura
GABA. La prima classificazione farmacologica dei gruppi BZ-I e BZ-II corrispondeva
alle moderne scoperte molecolari delle diverse subunit del GABAA (ad esempio a1
per le BZ-I, 2, 3, o 5 per le BZ-II) (11). Poich le benzodiazepine non presentano
un'attivit intrinseca al recettore GABAA in assenza di GABA, la vecchia
terminologia degli agonisti (ad es. Diazepam), degli antagonisti (ad es. Flumazenil) e
degli agonisti inversi (ad es. FG 7142) viene sostituita in qualche modo con i termini
dei modulatori allosterici positivi, rispettivamente modulatori allosterici neutrali e
modulatori allosterici negativi (12). I modulatori selettivi indiretti selettivi come le
benzodiazepine potrebbero essere chiamati modulatori GABAA selettivi (S-GAM)
con lappropriata specificazine del sottotipo (per esempio lo zolpidem sarebbe un
GABAA- 1-S-GAM) (13). Poich i recettori del GABAA si trovano sia a livello
sinaptico che extrasinaptico, un altro approccio proposto quello di utilizzare la
posizione del recettore nella nomenclatura. Cos, farmaci come il gaboxadolo
sarebbero agonisti GABAA extrasinaptici selettivi (SEGA) mentre gli agonisti
intrasinaptici selettivi sarebbero SIGAs, con il suffisso appropriato per la subunit
(13). Tuttavia non emerso alcun sistema di classificazione universalmente accettato,
anche se vi una notevole necessit.
76
nell'espressione della subunit del GABAA, come meccanismo di tolleranza hanno un
evidente appello teorico. Purtroppo i dati (preclinici) fino ad oggi sono in conflitto (14)
e non sono stati in grado di convalidare questa teoria. Esistono prove a sostegno dei
ruoli delle monoammine e dei neurosteroidi nella tolleranza da benzodiazepine, che
nelle prime fasi di sviluppo. In breve, la tolleranza ad una benzodiazepina
chiaramente un processo complesso che pu essere mediato da meccanismi di
sovrapposizione multipla. La variazione nella distribuzione del sottotipo del recettore
per le benzodiazepine e la difficolt nel tradurre i dati dalla fase preclinica a quella
clinica confondono ulteriormente la nostra comprensione in questa area.
L'uso di una benzodiazepina dalle 3 alle 6 settimane, pur aderendo alle dosi
terapeutiche, associato allo sviluppo della dipendenza fisica. Lo sviluppo della
dipendenza sembra essere simile a quello di altre classi di farmaci, per le
benzodiazepine questo causato da un aumento della dopamina nell'area tegmentale
del ventre e successivi cambiamenti nell'espressione del recettore glutammatergico, a
causa della disinibizione dei neuroni dopaminergici (20).
I sintomi da astinenza possono essere suddivisi in tre gruppi principali: ansia e sintomi
correlati all'ansia, distorsioni percettive ed eventi maggiori (cfr. Tabella 1). La causa
dellastinenza sconosciuta, anche se vi sono alcune prove riguardante lattivit di
down-regulation da parte delle benzodiazepine nei confronti dei siti di legame nel
GABA A e per l'aumento del flusso di calcio e dellattivit della serotonina (5-HT)
durante la sospensione. Le prove a sostegno di ci riguarda il fatto che l'antagonista
del canale del calcio verapamil (294-296), il baclofen (91-94) agonista GABA B e il
zacoprido (21) antagonista del recettore 5-HT3 hanno tutti prevenuto il fenomeno
dellastinenza nei ratti.
stato stimato che tra il 10 e il 25% degli utenti che utilizzano le benzodiazepine in
modo cronico mostrano sintomi da astinenza prolungati subito dopo la cessazione (26).
I sintomi da astinenza sia psicologica che fisica sono comuni sia nellastinenza acuta
che in quella protratta e sono stati ben descritti in letteratura (5-26-28). stato
dimostrato che la gravit dellastinenza acuta associata a dosi pi elevate di
benzodiazepine, all'utilizzo di molteplici benzodiazepine, e all'uso orale, piuttosto che
77
a quello iniettivo (29), alla durata di utilizzo e alla breve emivita (30). Sono state anche
individuate variabili nei pazienti, quali l'ansia e la depressione, attacchi di panico, e
storia di abuso di alcol/droga (27). Questi fattori possono anche essere predittivi per
quanto riguarda i risultati a lungo termine. Ad esempio, se i livelli di riferimento di
disturbo psicologico, ansia e dosaggio sono elevati si prevedono scarsi risultati a 3
mesi a seguito di un intervento di trattamento cronico di riduzione della dose (31).
Dopo una prescrizione prolungata, le benzodiazepine tendono a perdere la loro
efficacia (cio si sviluppa la tolleranza) in particolare per le azioni sedative e
anticonvulsivanti, anche questo motivo non stato ancora completamente compreso
(9).
Tabella 1
Sintomi e segni dellastinenza da benzodiazepine
79
3.7 Flumazenil e gestione dellastinenza da benzodiazepine
Alcuni studi degli anni Novanta indicarono un ruolo per il flumazenil nella gestione
dei sintomi di astinenza persistente dopo la cessazione dell'uso di una benzodiazepina.
Questi ricercatori utilizzando dosaggi compresi tra 1,0 e 2,0 mg di flumazenil
somministrato per infusione endovenosa impiegarono dalle 1 alle 3 h per gestire i
sintomi persistenti o riemergenti da astinenza dopo la cessazione dell'uso di una
benzodiazepina (45-46). Lader & Morton (47) riferirono che il flumazenil alleviava i
sintomi da astinenza nei pazienti che non assumevano benzodiazepine da 6 mesi e
suggerirono che per controllare i sintomi persistenti da astinenza bisognava ricorrere
alla somministrazione di dosi ripetute del farmaco. Allo stesso modo, Saxon ed altri
(48) riportarono che il flumazenil riduceva i sintomi da astinenza nei pazienti che
assumevano benzodiazepine ad alte dosi ma che avevano smesso per una durata di
minimo 3 settimane fino ad un massimo di 3 anni.
Pi recentemente, uno studio randomizzato, controllato con placebo, ha confrontato le
infusioni endovenose di flumaxenil a basso dosaggio (1 mg / 4 h due volte al giorno
per 8 giorni) somministrate in concomitanza con la riduzione di oxazepam, e con il
placebo nel trattamento dellastinenza da benzodiazepine. Il gruppo a cui veniva
somministrato il flumazenil aveva una riduzione significativa dei sintomi da astinenza,
riduzione del desiderio, maggiore completamento della cessazione dellassunzione e
riduzione dei tassi di recupero post-disintossicanti (47). Quaglio ed altri (48) hanno
riportato una serie di dati derivanti da 29 pazienti trattati con flumazenil per infusione
endovenosa alle dosi di 1,35 mg al giorno e con clonazepam per 7 giorni. Tutti i
pazienti hanno terminato il programma di trattamento e a 6 mesi il 51% era astinente
dal clonazepam.
80
3.7.2 Somministrazione del flumazenil per infusione endovenosa continua
81
che assumevano per molto tempo benzodiazepine (11,9 anni, SD 7,8) furono trattati
con una dose per via sottocutanea contenente 16 mg di flumazenil che veniva infuso
per un periodo di 92 h: 4 mg 24 h1 (20%). L'infusione di flumazenil stata aumentata
con un dosaggio di oxazepam di 60 mg, 30 mg a 24 h e 15 mg a 48 h. I risultati dello
studio hanno indicato che la reattivit del tessuto intorno al sito di infusione era lieve,
indicando una buona biocompatibilit locale, con lievi a moderati sintomi da astinenza,
anche quando con l'uso ad alte dosi di benzodiazepina .I dati dello studio suggerivano
che il flumazenil somministrato per via sottocutanea potrebbe avere vantaggi clinici
rispetto alla somministrazione per via endovenosa in quanto richiede un minore
monitoraggio clinico ed probabilmente associato a minori problemi strumentali (ad
es. Ago / via di somministrazione bloccata) ed effetti collaterali come lirritazione. La
somministrazione endovenosa di flumazenil ha un'eccellente tollerabilit, efficacia e
miglioramento del disturbo psicologico. Dato che questa tecnica meno invasiva e
richiede meno personale rispetto a somministrazione endovenosa potrebbe
unalternativa valida nella gestione dellastinenza da benzodiazepine. Nonostante
questi risultati promettenti non esiste un confronto diretto tra questi due metodi (cfr.
Tabella 2 per sintesi), per questo motivo sono necessari studi clinici.
Tabella 2
Usi del flumazenil nel trattamento a lungo termine dei sintomi da astinenza e nella gestione
dellastinenza acuta
82
3.7.4 Gestione del trattamento a lungo termine: flumazenil depot
ml-1 per circa 6 mesi. I dati preliminari in vitro indicano che le compresse non rivestite
con poli-lattide rilasciano in media 2,92 mg (SD 1,46) flumazenil al giorno-1 con il
66,6% di flumazenil (33 mg) rilasciato nel giorno 9. Questo tasso di rilascio giornaliero
non diverso dalle concentrazioni giornaliere impiegate da Gerra ed altri (47) o Hood
(50) ed altri in associazione ad un basso dosaggio di oxazepam per gestire lastinenza
acuta da benzodiazepine. Al contrario, le compresse rivestite in poli-lattide hanno
83
3.7.5 Impianto per linfusione di flumazenil nelle pecore
84
sintomi classici da astinenza. In secondo luogo (50-51-57-58), dalla ricerca risulta che
gli effetti clinici del flumazenil variano sostanzialmente con la dose e con la frequenza
di infusione. Ci congruo con la ricerca sugli effetti ansiolitici dei nuovi composti
che non sempre seguono una curva dose-risposta lineare. Il meccanismo di azione di
flumazenil un argomento pieno di interesse per la ricerca. Il flumazenil pu avere
molti altri possibili utilizzi, tra cui la gestione dellastinenza associata alla dipendenza
fisica da alcol e dalle anfetamine (61-62-63). Nel 2005, il gruppo farmaceutico
Hythiam ha richiesto i brevetti statunitensi per l'utilizzo del flumazenil per queste
indicazioni. Le infusioni di Flumazenil non sono generalmente ansiogeniche, nei
pazienti con altri disturbi d'ansia o anche nei pazienti con attacchi di panico ma il
meccanismo con il quale l'infusione di flumazenil ad alta velocit possa indurre
attacchi di panico in individui suscettibili ancora sconosciuta (66). Un'ipotesi,
tuttavia, che il flumazenil "resetta" il setpoint del recettore che spostato nella
direzione inversa dell'agonista a causa di un uso cronico delle benzodiazepine (67).
Pertanto, prudente per gli studi clinici del flumazenil monitorare i sintomi di ansia.
Recenti studi preclinici suggeriscono che l'azione del flumazenil pu variare in
funzione della presenza di altri modulatori del GABA A. Il flumazenil sembra
funzionare come un modulatore neutro del GABA A a basse dosi e in presenza di
benzodiazepine come il diazepam, ma a dosi pi elevate o quando somministrato in
associazione con un modulatore positivo del GABA A che agisce in un sito non
benzodiazepinico (ad esempio gli Steroidi neuroattivi) dimostra di avere le propriet
di un agonista parziale (bassa efficacia, modulatore positivo del GABA A) (68). Gli
effetti nellutilizzo concomitante di agenti GABA ergici richiedono un'attenta
considerazione, poich i pazienti con dipendenza da benzodiazepina usano
comunemente altre sostanze psicoattive ed i protocolli di trattamento con flumazenil
possono includere la prescrizione di dosi ridotte di benzodiazepine o di altri farmaci
per alleviare i sintomi da astinenza.
85
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93
CAPITOLO 4
Concentrazione sanguigna delle benzodiazepine correlata alla guida
di un veicolo
4.1 Introduzione
94
misura la posizione laterale del veicolo rispetto alla delimitazione della strada. La
quantit di zig-zag dell'automobile, misurata dalla deviazione standard della
posizione laterale (SDLP), il primo parametro (vedi Figura 1).
Gli studi che hanno esaminato gli effetti delle benzodiazepine sulla guida hanno
esaminato gli effetti acuti o sub-cronici dei farmaci ansiolitici (6) o gli effetti residui
(nei giorni successivi) dei farmaci ipnotici benzodiazepinici (7-8). Questi studi hanno
mostrato che la maggior parte degli agonisti del recettore per le benzodiazepine
compromette notevolmente la capacit di guida. Questa recensione riassume i dati di
questi studi sulla guida su strada per determinare se esiste una relazione tra la
concentrazione sanguigna di farmaci e le differenze di SDLP (deviazione standard
delle deviazione laterale) rispetto al placebo (SDLP).
Fig.1. Deviazione standard della posizione laterale (SDLP) SDLP, cio landamento dell'automobile, il primo
valore del test di guida su strada. Come diminuisce il controllo del veicolo, i valori della SDLP aumentano. La
figura superiore mostra un SDLP di 25 cm. Se la deviazione aumenta (figura in basso), il valore SDLP aumenta
anche esso.
95
4.2 Ansiolitici
Sono stati effettuati dieci studi su sette differenti agonisti per il recettore
benzodiazepinico utilizzati per il trattamento dellansia. Purtroppo, cinque studi non
sono riusciti a stabilire le concentrazioni di farmaco nel sangue (4-9-10). I risultati
degli altri cinque studi sono riportati di seguito.
Volkerts ed altri hanno esaminato gli effetti del diazepam (5 mg, tre volte al giorno),
lorazepam (1 mg, tre volte al giorno) e del placebo in 15 volontari sani e 5 pazienti
con disturbi riguardanti lansia (11). Dopo 7 giorni di trattamento stato eseguito un
test di guida, unora dopo la somministrazione della terza dose giornaliera. I campioni
di sangue sono stati raccolti 45 minuti dopo il test e sono state determinate le
concentrazioni sieriche totali (legate alle proteine e libere) di diazepam, N-
desmetildiazepam e lorazepam. Tutti i trattamenti hanno significativamente
compromesso la guida rispetto al placebo. Il SDLP era pi pronunciato quando il
soggetto veniva trattato con lorazepam. Sebbene il rapporto tecnico di gruppo abbia
evidenziato significative relazioni tra le concentrazioni sieriche di diazepam quelle del
lorazepam e i loro effetti sulle prestazioni di guida, l'analisi dei dati dei singoli
volontari sani dimostra che questo non il caso. Nessuna correlazione significativa
stata riscontrata tra SDLP e la concentrazione sierica di diazepam, N-
desmetildiazepam o lorazepam. L'aggiunta di cinque pazienti ansiosi alle analisi
statistiche, non ha modificato i risultati riguardanti lassenza di correlazioni
significative (vedere tabella 1).
Tabella 1
Alterazioni nella guida (SDLP) e la corrispettiva concentrazione sierica di
diazepam, nordiazepam, e lorazepam
96
Interessante anche l'assenza di una relazione tra la SDLP e la concentrazione sierica
di lorazepam di due test di guida interrotti nello studio. Un soggetto ansioso ha
interrotto il suo test di guida dopo che il 40% era stato completato, mentre la sua
concentrazione di lorazepam era bassa e la guida sembrava perfetta. Al contrario, un
partecipante sano ha mostrato un maggior handicap nella guida (SDLP= 55,3 cm, SDLP
= + 27.7 cm) ed ha interrotto la sua prova dopo che il 90% era stato completato. Sebbene
Brookhuis e Borgman hanno esaminato gli effetti acuti del clorazepato (5mg),
oxazepam (10 mg) e lorazepam (0,5 mg) sulla capacit di guidare. I soggetti erano N
= 8 volontari sani e N = 8 pazienti ansiosi (12). Dopo il test su strada, sono stati raccolti
i campioni di sangue. I risultati mostrano che tutti e tre i trattamenti hanno
compromesso notevolmente le prestazioni di guida. Non sono state riportate differenze
significative nei valori di SDLP tra pazienti e volontari sani. Inoltre, le concentrazioni
sieriche dei pazienti e dei soggetti sani non differivano significativamente. Purtroppo,
gli autori non hanno correlato le concentrazioni di farmaci sierici con la SDLP.
Van Laar e colleghi hanno esaminato le prestazioni di guida in 12 pazienti
ambulatoriali affetti da ansia (13). Nella prima settimana sono stati trattati con placebo,
in seguito il trattamento prevedeva 4 settimane di diazepam (5 mg, tre volte al giorno),
seguito da un'altra settimana di placebo ( washout). I test di guida settimanali venivano
eseguiti alla sera (19:30 h), unora dopo la terza dose della giornata. Sebbene l'effetto
97
clinico del diazepam nella prima settimana, valutato con la scala di valutazione di
Hamilton per l'ansia (HAM-A), era correlato significativamente con le concentrazioni
plasmatiche del diazepam (p <0,02) e nordiazepam (p <0,05), non esiste una
correlazione significativa con la SDLP (vedi tabella 2).
Tabella 2
Alterazioni nella guida, grado di ansia, e corrispondente concentrazione sanguigna di diazepam e nordiazepam per
4 settimane di trattamento giornaliero con diazepam (5mg, tre volte al giorno)
Abbreviazioni: SDLP = deviazione standard della posizione laterale (cm), HAM-A = scala di ansia di Hamilton
In un altro studio, Van Laar e colleghi hanno esaminato gli effetti subcronici del
lorazepam (1,5 mg due volte al giorno) sulla guida in 18 volontari maschi sani (14). Il
trattamento stato somministrato per una settimana ed il 7 giorno stato eseguito un
test di guida, 3 ore dopo la seconda dose giornaliera di lorazepam o placebo. Il
lorazepam ha significativamente compromesso le prestazioni di guida al 7 giorno.
Leufkens e colleghi hanno esaminato gli effetti acuti di 1 mg alprazolam (sia nella
formulazione immediata che in quella a rilascio prolungato) e del placebo sulla
capacit di guida in 18 volontari sani. Il test di guida stato eseguito 4/5 h dopo
l'amministrazione del trattamento; i campioni di sangue sono stati raccolti 1h dopo il
completamento del test di guida. La formulazione a rilascio prolungato di alprazolam
ha notevolmente alterato le prestazioni di guida (SDLP = +3.9 cm), ma l'effetto
stato pi pronunciato dopo la somministrazione della forma a rilascio immediato di
alprazolam (SDLP = +8,2 cm). Sei ore dopo l'ingestione, la concentrazione media di
alprazolam (errore standard, SE) era di 10,6 (0,5) g/l per la formulazione a rilascio
immediato e 9,0 (0,6) g/l per la formulazione a rilascio prolungato. Gli autori
suggeriscono che gli effetti della formulazione a rilascio immediato sulla guida sono
stati maggiori perch al momento del test, si ipotizzato che le concentrazioni sieriche
abbiano raggiunto il picco mentre la concentrazione della formulazione a rilascio
prolungato stata ipotizzata ancora in aumento. Non sono stati presentati dati grezzi o
98
analisi statistiche per consentire una correlazione tra concentrazione sierica e la
SDLP.
4.3 Ipnotici
Quattordici sono gli studi effettuati su 12 diversi agonisti del sito per le benzodiazepine
usati nel trattamento dell'insonnia. Purtroppo, otto di questi non hanno determinato o
riportato concentrazioni di farmaco nel sangue (17-24). I dati derivanti da altri sei studi
erano disponibili. Tutti gli studi erano in regime doppio cieco, controllati con placebo.
I soggetti hanno ricevuto un trattamento ipnotico prima di dormire e sono stati testati
tutti il giorno successivo alla seconda notte di trattamento, anche se alcuni studi hanno
anche testato i soggetti al giorno 4 e 7. I test di guida su strada sono stati eseguiti al
mattino e al pomeriggio (10 - 11 e 16 17) dopo la somministrazione del trattamento.
In 24 donne con una storia di insonnia, O'Hanlon e colleghi hanno esaminato gli effetti
residui del flurazepam (15 e 30 mg) e del secobarbital (200 mg) (25) sulle prestazioni
di guida. I campioni di sangue sono stati raccolti 90 minuti dopo ogni prova di guida.
Le prestazioni di guida erano significativamente compromesse dopo entrambi i
trattamenti, sia nella mattina che nel pomeriggio.
Volkerts ed altri hanno esaminato gli effetti residui del loprazolam (1 e 2 mg) e del
flunitrazepam (2 mg) sulle prestazioni di guida in 16 donne che soddisfavano i criteri
diagnostici per l'insonnia. I campioni di sangue vennero raccolti entro 30 minuti dopo
ogni test di guida. La guida era notevolmente compromessa 10 - 11 h e 16 - 17 h dopo
somministrazione del flunitrazepam (2 mg) ( e del loprazolam (1 e 2 mg). Il
Loprazolam (1 mg) ha significativamente compromesso la guida durante la prova del
mattino, ma non nel pomeriggio. Nessuna correlazione significativa stata riscontrata
tra la concentrazione plasmatica dei soggetti (presi singolarmente) e la SDLP. Le
migliori correlazioni statisticamente non significative sono state trovate per la prova
del mattino dopo la somministrazione del loprazolam 2 mg (r = 0.38, p = 0.08) e del
flunitrazepam 2 mg (r = 0.34, p = 0.10). Volkerts e colleghi hanno correlato anche la
SDLP media di gruppo con la media riferita alla concentrazione plasmatica di
loprazolam ottenuta dopo la prova di guida del mattino e del pomeriggio. Poich
vennero somministrate due dosi di loprazolam, una alta e una bassa (2 e 1 mg) e il test
venne effettuato due volte (mattina e pomeriggio), si ottennero quattro punti che
99
rappresentano le concentrazioni plasmatiche medie del gruppo e la corrispondente
SDLP, attraverso la quale stata disegnata una migliore curva di potenza. Sebbene
le correlazioni di gruppo ottenute tra la SDLP e la concentrazione plasmatica di
loprazolam di questi quattro punti dati risultassero eccellenti (r = 0,99), i dati
individuali mostrano che questa relazione non esiste in termini di differenze
individuali in un determinato tempo ed ad una dose prestabilita .
In un altro studio effettuato su 16 donne con storia di insonnia, Volkerts e colleghi
esaminarono gli effetti residui del nitrazepam (5 mg), dello zopiclone (7,5 mg) e del
flunitrazepam (2 mg). I campioni di sangue vennero raccolti 30 minuti dopo ciascuna
prova di guida. La SDLP stata significativamente aumentata dopo somministrazione
di flunitrazepam (2 mg). La guida era significativamente compromessa dopo la
somministrazione di zopiclone (7,5 mg), ma non nel pomeriggio. Il Nitrazepam (5
mg) non ha compromesso la capacit di guida. Nessun rapporto significativo stato
trovato tra la SDLP e la concentrazione plasmatica dello zopiclone, il nitrazepam e
flunitrazepam.
In 12 donne con una storia di insonnia, O'Hanlon (28-29) e colleghi hanno esaminato
gli effetti residui del temazepam (20 mg) e del nitrazepam (10 mg). I farmaci sono stati
somministrati per 7 giorni e le prove di guida sono state eseguite nei giorni 2, 4 e 7. I
campioni di sangue sono stati raccolti 30 minuti dopo ciascun esame di guida. Il
Temazepam non ha ridotto significativamente la capacit di guida. La SDLP
aumentata significativamente dopo la somministrazione del nitrazepam (10 mg) nel
pomeriggio, ma non ha riportato differenze significative rispetto al placebo alla
mattina. Questo effetto del nitrazepam opposto rispetto a quello osservato per la
maggior parte degli altri agonisti del recettore benzodiazepinico e sembra opporsi a
quello che ci si aspetterebbe dalla riduzione della concentrazione sierica del
nitrazepam e del suo metabolita oxazepam che si sono osservati durante il giorno (cfr.
Tabella 3).
La tabella 3 mostra che la concentrazione di sierica del nitrazepam e del suo metabolita
oxazepam si sono accumulati significativamente dal giorno 2 al giorno 7. La differenza
di concentrazione sierica tra le valutazioni del mattino e del pomeriggio rimasta
abbastanza costante dal giorno 2 al giorno 7. Ancora una volta, le analisi dei dati
individuali per ciascun giorno di prova non hanno evidenziato relazioni significative
tra la concentrazione sierica dei farmaci sierici e la SDLP (cfr. Tabella 3) (28)
100
Tabella 3.
Correlazione tra la performance di guida e la concentrazione sierica dopo la somministrazione di nitrazepam (10mg)
e di temazepam (20mg)
101
4.4 Confronto tra le prove di guida del mattino e del pomeriggio
I dati di tre studi di guida che hanno esaminato l'effetto residuo di farmaci ipnotici
hanno fornito dati individuali sulle concentrazioni sanguigne dei farmaci ottenute la
mattina e nel pomeriggio (27-28-32). Dopo ogni test di guida sono stati prelevati
campioni di sangue.
Nel pomeriggio, le concentrazioni sanguigne del farmaco erano inferiori rispetto al
mattino. Allo stesso modo, in media i valori assoluti di SDLP dopo il trattamento con
il farmaco erano pi bassi durante la prova del pomeriggio.
102
di guida. Questo stato visto ad esempio nello studio di Van Laar che mostrava le
concentrazioni sanguigne stabili dei farmaci durante le 4 settimane di trattamento con
diazepam, mentre si notato una significativa difficolt nella guida durante la
settimana 1 che si gradualmente ridotta nelle successive settimane (13). Tuttavia, la
velocit di sviluppo della tolleranza si differenzia da individuo ad individuo. Questa
constatazione ribadisce l'ipotesi che le concentrazioni sanguigne di farmaco non siano
idonee a determinare la capacit di guidare per ciascun singolo conducente.
Ci sono anche molti fattori che influenzano la capacit di guida, ed importante
discutere brevemente la rilevanza di questi fattori nella ricerca presentata. Un articolo
recente ha discusso in dettaglio la standardizzazione del test di guida su strada. Il test
standard viene ora utilizzato da 30 anni nei Paesi Bassi ed considerato come il
metodo "gold standard" per esaminare la capacit di guida (36). I punti di forza
principali sono la sua validit ecologica: il test di guida viene eseguito su una strada
pubblica nel traffico effettivo, mentre le misurazioni sono standardizzate. La SDLP
una misura robusta del controllo del veicolo che abbastanza costante all'interno degli
individui e ha dimostrato di essere sensibile, indicando l incapacit nella guida come
dipendente della dose di una serie di farmaci psicoattivi (37). Dalle analisi presentate
nel documento metodologico chiaro che fattori esterni come le condizioni
metereologiche e la densit del traffico abbiano un impatto negativo sulla SDLP.
Inoltre, tutti i partecipanti sono addestrati ed hanno familiarizzato con il veicolo di
prova prima dell'inizio dello studio. Poich gli studi di guida generalmente hanno un
dato di progettazione crossover da un pilota ottenuto in condizioni di farmaco sono
confrontati con i propri dati dopo l'amministrazione placebo.
In linea con la farmacocinetica, i dati dei sei studi con farmaci ipnotici mostrano che
la concentrazione sanguigna dei farmaci al mattino era superiore a quella del
pomeriggio (27-29). Infatti, per alcuni soggetti non stato possibile rilevare nel
pomeriggio le concentrazioni sanguigne dei farmaci di farmaci a pi breve emivita
come lo zopiclone e il temazepam. Questo comprensibile, dato che i campioni di
sangue sono stati presi 17/18 h dopo l'amministrazione del trattamento. Generalmente,
per gli stessi farmaci, le concentrazioni di mattina e pomeriggio erano
significativamente correlate, ed erano pi alte di mattina che nel pomeriggio.
Parallelamente, la difficolt nella guida stata maggiore al mattino rispetto al
pomeriggio. Tuttavia, in nessun periodo di tempo vi era una correlazione tra le
concentrazioni sanguigne del farmaco ed il cambiamento della SDLP.
103
Quando i farmaci vengono somministrati per diversi giorni, le concentrazioni del
principio attivo o dei suoi metaboliti possono accumularsi se lemivita del farmaco
superiore alle 6/8 h. Ad esempio, Brookhuis ed altri hanno mostrato che le
concentrazioni sieriche del flurazepam N-desilato (emivita intorno alle 40/50 h) erano
pi alte a ogni giorno di prova successivo (30).
Nella maggior parte degli studi, i campioni di sangue sono stati raccolti principalmente
per confermare la somministrazione dei trattamenti, in quanto in studi subcronici i
partecipanti spesso hanno dormito in casa propria. Pertanto, comprensibile come non
tutti i documenti pubblicati riportati su queste recensioni, come anche per i dati, se
disponibili, dovevano essere ottenuti dai laboratori che hanno condotto gli studi.
Inoltre solo un numero limitato di studi hanno raccolto dati inerenti alle concentrazioni
sanguigne dei farmaci poich il numero di partecipanti spesso relativamente piccolo
per alcuni tipi di analisi. Purtroppo, non tutti i dati individuali erano disponibili per
consentire confronti statistici pi completi di quelli presentati in questa revisione.
Inoltre, non sempre vengono descritti i metodi utilizzati per determinare le
concentrazioni sanguigne dei farmaci. Un altro problema inerente alla cronologia dei
dati. Mentre gli studi di guida pi datati hanno sempre raccolto campioni di sangue
questo non sempre il caso per studi pi recenti. Di conseguenza non sono disponibili
informazioni sulle concentrazioni di sangue di agonisti benzodiazepinici come
zolpidem e zaleplon, per esaminare la loro potenziale relazione con la SDLP.
consigliabile che gli studi futuri includano la raccolta dei campioni di sangue, per
consentire di esaminare le differenze individuali nelle concentrazioni sanguigne dei
farmaci rispetto all'et, al sesso e alla farmacodinamica. Dai dati attualmente
disponibili, si deve concludere che non esiste una relazione significativa tra la
concentrazione sanguigna di singoli farmaci e la SDLP.
104
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109
Conclusioni
110
Le persone sono soggette ad abusarne poich il rapporto rischio/beneficio positivo
in un utilizzo a breve termine che per diventa discutibile se il trattamento supera la
durata raccomandata; tale abuso molto spesso sfocia nella dipendenza ed i soggetti
dipendenti da benzodiazepine, sono solitamente in cerca di assistenza medica durante
i periodi di ansia ed insonnia e purtroppo persistono con la loro prescrizione anche
oltre il periodo di tempo generalmente raccomandato, arrivando anche ad aumentare
la dose al di sopra del limite concesso. Sono disponibili per linee guida che
raccomandano luso di diazepam poich ha unemivita relativamente lunga ed
disponibile in diverse forme farmaceutiche, essendo a lunga azione pu essere
prescritto una volta al giorno la quale pu essere ridotta in base ai sintomi di astinenza
del paziente. Molto spesso le persone dipendenti dalle benzodiazepine sono le stesse
che assumono alcool o droghe dabuso; queste persone in mancanza della droga spesso
utilizzano le benzodiazepine come sostitutivo.
Un ulteriore aspetto da considerare il rapporto tra la concentrazione sanguigna di
benzodiazepina e la capacit di guida. Negli studi effettuati si difatti notato che
concentrazioni maggiori di farmaco, soprattutto se questo viene assunto nella seconda
met della giornata, portano ad una maggiore difficolt di guida
A causa di tali inconvenienti la comunit scientifica si interrogata su come
intervenire nel trattamento dellansia e dellinsonnia cambiando strategia terapeutica;
come le benzodiazepine diventarono farmaci sostitutivi dei barbiturici cos anche altri
farmaci potranno sostituire lutilizzo delle stesse benzodiazepine.
Per tali motivazioni non solo gli psichiatri, ma soprattutto i medici di base (che sono i
principali prescrittori di benzodiazepine) dovrebbero riconoscere questi sviluppi e
soprattutto riconoscere luso inadeguato che ne viene fatto. Come forma preventiva di
intervento si sono attuati degli approcci per migliorare lutilizzo delle benzodiazepine
come: leducazione alluso del farmaco ed il controllo, con lobiettivo finale di
sensibilizzare il loro utilizzo molto spesso inappropriato.
La ricerca dovrebbe essere volta a cercare ed individuare le persone che sono
particolarmente a rischio di diventare dipendenti.
Un farmaco che probabilmente potr avere una applicazione anche al di fuori del
controllo dellastinenza il flumazenil. Questo farmaco pu essere in grado di gestire
alcuni degli affetti avversi iatrogeni e lo sviluppo della tolleranza che si verificano nel
trattamento a lungo termine; ad esempio nei ratti luso di questo farmaco insieme ad
una benzodiazepina ha evitato lo sviluppo della tolleranza pur mantenendo un effetto
111
ansiolitico. Unipotesi avanzata riguardo lazione del flumazenil che questo possa
resettare il setpoint del recettore che spostato nella direzione inversa dellagonista
a causa di un uso cronico delle benzodiazepine.
Il flumazenil sembra funzionare come un modulatore neutro del GABA A e a basse
dosi ed in presenza di benzodiazepine come il diazepam dimostra avere le propriet di
un agonista parziale.
Tuttavia gli effetti nellutilizzo concomitante con agenti GABA ergici richiedono
unattenta considerazione, poich i pazienti dipendenti da benzodiazepine sono soliti
utilizzare altre sostanze psicoattive ed i protocolli di trattamento con flumazenil
possono includere la prescrizione di dosi ridotte di benzodiazepine o di altri farmaci
per alleviare i sintomi da astinenza.
Inoltre il flumazenil stato dimostrato avere effetti positivi sullumore, sulla memoria,
sulla cognizione e sulle prestazioni motorie sia negli esseri umani che negli animali;
in aggiunta sono stati anche individuati diversi metodi di assunzione del farmaco
(impianto sottocutaneo, creme, cerotti) mediante i quali possibile controllare e
ridurre gli effetti avversi iatrogeni tipici delluso a lungo termine delle benzodiazepine
rivoluzionando cos il modo in cui questa classe di farmaci viene utilizzata e prescritta.
112