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Ciclo dell’idrogeno
Consumo (kg di H2
Processo Scopo primario del trattamento per t di carica)
Hydrotreating
Eliminazione dei veleni (principalmente zolfo e azoto)
Hydrotreating
per il catalizzatore di reforming e isomerizzazione. 0,5-10,0
della benzina
Adeguamento alle specifiche sul contenuto di zolfo nelle benzine
Idrodesolforazione
Adeguamento alle specifiche sul contenuto di zolfo nei distillati medi 1,0-3,0
del cherosene
Idrodesolforazione
Adeguamento alle specifiche sul contenuto di zolfo nei distillati medi 3,0-12,0
del gasolio
Hydrotreating Pretrattamento delle cariche in alimentazione ai processi di upgrading,
5,0-15,0
dei distillati medi quali FCC (Fluid Catalytic Cracking) e hydrocracking
Adeguamento alle specifiche sul contenuto di aromatici
Dearomatizzazione 3,0-15,0
nelle diverse frazioni (per esempio nei distillati medi)
Hydrocracking
Conversione Conversione delle frazioni pesanti da vacuum in prodotti più leggeri quali 15,0-25,0
dei distillati medi GPL, benzina grezza, cherosene, gasolio (upgrading della carica)
Hydrotreating Riduzione del contenuto in elementi indesiderati (metalli, zolfo,
e conversione azoto, ecc.) per migliorare la qualità dell’olio combustibile. 10,0-25,0
degli oli combustibili Upgrading parziale del residuo in alimentazione
La scelta del processo di produzione dell’idrogeno mettendo di ottenere anche rese specifiche in idrogeno
supplementare è generalmente governata da considera- maggiori.
zioni economiche legate a diversi fattori, quali i costi di Per far fronte alla crescente domanda di idrogeno, le
investimento e di esercizio, l’andamento di mercato dei raffinerie possono inoltre ricorrere alle seguenti stra-
costi delle materie prime, ecc. Generalmente nelle raf- tegie:
finerie il processo di steam reforming è preferito rispet- • ottimizzazione della gestione dell’idrogeno dispo-
to alla gassificazione dei residui, in quanto presenta costi nibile in raffineria attraverso un’attenta analisi della
di investimento e di esercizio notevolmente inferiori, per- rete di distribuzione (hydrogen management);
gas di
sintesi
H2
fig. 1. Schema dei vari processi utilizzati in raffineria per la produzione di idrogeno.
R'
tab. 2. Rese dei diversi processi di produzione [1] R C C C C + H2
dell’idrogeno
R R
Processo Resa in H2 [2] + 3H2
(% della carica)
Reforming catalitico semirigenerativo 1,2-1,7% Nel processo sono coinvolte anche altre reazioni,
Reforming catalitico continuo 2,3-2,6% concorrenti con le precedenti, che causano il consumo
Steam reforming 30-40%
di una parte dell’idrogeno prodotto (v. cap. 4.1).
Il processo di reforming catalitico si basa princi-
Ossidazione parziale del metano circa 30% palmente su due tipologie di reattori catalitici, quello
Gassificazione del residuo (in caso a letto catalitico fisso e quello a letto catalitico mobi-
di conversione completa dell’idrogeno le (circolante). A seconda della tipologia di reattore
15-20%
contenuto nel gas di sintesi e di presenza utilizzato, il processo presenta una differente confi-
della sezione di conversione del CO)
gurazione: reforming semirigenerativo a letto fisso
(impianto tradizionale), reforming ciclico e reforming
• adeguamento degli impianti esistenti basati sul pro- a rigenerazione continua del catalizzatore.
cesso di reforming (revamping); La continua evoluzione del processo di reforming
• acquisto esterno dell’idrogeno da fornitori di gas ha permesso negli anni di ridurre drasticamente la seve-
industriali (hydrogen over-the-fence). rità delle condizioni operative e la formazione di coke
(con conseguente aumento della lunghezza del ciclo
Reforming catalitico delle benzine di vita del catalizzatore), consentendo di ottenere ben-
L’idrogeno è tradizionalmente ottenuto in raffine- zine con numero di ottano più elevato e rese in idro-
ria come sottoprodotto del reforming catalitico delle geno maggiori.
benzine. Caratteristica importante dei processi a rigenera-
Come menzionato precedentemente, tale processo zione continua è la maggiore resa di idrogeno, garan-
è utilizzato principalmente per la produzione di ben- tita dalla minore pressione di reazione, che porta a una
zine a elevato numero di ottano (NOR, Numero di Otta- più completa aromatizzazione; in questo modo ven-
no Research, maggiore di 96) mediante l’incremento gono limitate le reazioni di hydrocracking, che con-
del contenuto di aromatici e di prodotti isomerizzati, sumano idrogeno. Per contro, una pressione più bassa
partendo da cariche in alimentazione nafteniche e paraf- (5-14 bar) porta a una più rapida disattivazione del
finiche. catalizzatore, dovuta all’aumento della formazione di
Nel reforming, le principali reazioni che portano alla coke; tuttavia, essendo il processo a rigenerazione con-
formazione di idrogeno sono la deidrociclizzazione delle tinua del catalizzatore, tale fenomeno diventa di scar-
paraffine e la deidrogenazione dei nafteni: sa rilevanza.
vapore di esubero H2
reattore di
carica steam reformer generatore conversione
di vapore CO
pretrattamento
PSA
fig. 2. Schema generale del processo di steam reforming. Il vapore di export è la porzione
di vapore prodotta dall’impianto di steam reforming, inviata alla rete di distribuzione del vapore di raffineria.
PSA: Pressure Swing Adsorption.
8
Questa reazione è endotermica, quindi favorita dalle
carica: gas naturale
alte temperature (750-850 °C), ed è inoltre favorita dalle carica: naphtha
basse pressioni. Tuttavia, per ragioni legate alla neces-
sità di ridurre le dimensioni degli impianti e di avere alte 7 2% CH4 nel gas di sintesi
pressioni nelle sezioni a monte e a valle del forno di
steam reforming, il processo opera a media pressione
(15-30 bar), innalzando la temperatura fino ai massimi
livelli consentiti e rinunciando alla conversione com-
rapporto H2O / C
6
pleta. Operando in queste condizioni e con cariche leg-
gere ricche di metano, etano e propano, la percentuale
3,5% CH4
di metano non convertita è piuttosto bassa.
Nel caso del metano, la reazione sopra scritta diviene: 5
[4] CH4H2O
CO3H2
H 298K
° 206 kJ/mol
5,0% CH4
Poiché il catalizzatore di nichel, caricato all’interno 4
dei tubi presenti nella sezione radiante del forno di refor-
ming (fig. 3), è molto sensibile a quantità minime di con-
taminanti (quali zolfo, arsenico, fosforo e piombo), che
ne causano l’avvelenamento permanente, la carica in ali- 3
mentazione allo steam reforming necessita di un pre- °C 780 800 820 840 860 880
trattamento (con catalizzatore a base di solfuri di molib- °F 1436 1472 1508 1544 1580 1616
deno e cobalto) atto a diminuire la quantità di tali ele- Tuscita reformer
menti indesiderati.
La quantità di metano non convertita, e quindi la com- fig. 4. Effetto delle condizioni operative
posizione della miscela gassosa (nota come gas di sinte- sulla produzione di idrogeno da steam reforming.
si) in uscita dal forno dello steam reforming, dipendono,
oltre che dalla tipologia di carica utilizzata, anche e soprat-
tutto dalle condizioni operative (pressione e temperatu- conseguente aumento della resa in idrogeno (l’equilibrio
ra), dalla quantità di vapore utilizzata (rapporto H2O/C) della reazione [4] si sposta verso destra). Naturalmente,
e dall’attività del catalizzatore. Il grafico della fig. 4 mostra per ottenere la stessa conversione in metano con cariche
come, per valori fissati della pressione e della tempera- idrocarburiche più pesanti in alimentazione, nelle stesse
tura di uscita dal forno dello steam reforming, aumen- condizioni di temperatura e pressione, è necessario aumen-
tando il rapporto H2O/C (cioè la quantità di vapore uti- tare la quantità di vapore.
lizzata), a parità di carica la quantità di metano non con- Parallelamente alle reazioni precedentemente ripor-
vertita contenuta nel gas di sintesi diminuisce, con tate si possono verificare reazioni secondarie che porta-
P2H2/ P C H 4
[7] 2CO
CCO2
reazione di Boudouard
0,3 LTUBO zona di
La reazione di pirolisi ha scarsa importanza nelle 1 formazione
condizioni operative dello steam reforming, a meno che carbonio
non si usino, come carica in alimentazione, idrocarbu- A B
ri più pesanti. È importante sottolineare che, nelle varie ndepnrim ndepnrim
porzioni dei tubi del forno di reforming, la composi- 0,1
550 600 650 700 750 800
zione del gas di processo, la temperatura e l’attività del temperatura (°C)
catalizzatore influiscono sulla velocità e sulla direzio-
ne in cui procedono tali reazioni secondarie, e quindi profilo composizione-temperatura
nei tubi del forno dello steam reforming
sulla possibilità che abbia luogo la formazione del coke
(fig. 5). Per evitare la deposizione di coke sui siti atti- ndep = velocità di deposizione del carbonio
vi del catalizzatore è necessario che lo steam reforming nrim = velocità di rimozione del carbonio
operi nella zona di non formazione del carbonio, ove LTUBO = lunghezza dei tubi del forno di steam reforming
le condizioni operative favoriscono il decorso da destra
verso sinistra (con conseguente rimozione del coke) fig. 5. Formazione di coke nei tubi del forno
dello steam reforming in funzione delle condizioni
delle reazioni [6] e [7] riportate sopra, rispetto alla rea-
operative. Le linee A e B identificano il confine
zione di pirolisi del metano, e quindi la velocità di rimo- tra la zona di non formazione e la zona di formazione
zione del carbonio diviene maggiore della velocità di del coke (quest’ultima più ristretta nel caso B).
formazione. Nel caso specifico descritto nella fig. 5,
osservando la posizione del profilo composizione-tem-
peratura nei tubi del forno di steam reforming, si può [8] COH2O
CO2H2
In uscita dalla sezione di conversione, il gas di sin- inferiore rispetto alle altre materie prime. Inoltre, la ridu-
tesi è inviato nella sezione di purificazione e recupero, zione della domanda in oli combustibili ad alto tenore
all’interno della quale vengono eliminati il monossido e di zolfo, conseguente all’emanazione di normative
il biossido di carbonio presenti nella corrente gassosa. ambientali via via più severe, ha reso disponibile, per i
Questa sezione può presentare una configurazione più o processi di gassificazione, una grande quantità di resi-
meno complessa, a seconda del grado di purezza della dui di lavorazione da convertire.
corrente di idrogeno che si vuole ottenere. Il processo di gassificazione presenta un’efficienza
Negli schemi tradizionali, la sezione di purificazio- di conversione (circa il 50-75%) inferiore allo steam
ne era costituita da un sistema di lavaggio del CO2 asso- reforming, con un contributo addizionale all’efficienza
ciato a un reattore di metanazione; tale configurazione complessiva di circa il 5% nel caso di recupero energe-
permetteva un recupero di idrogeno con una purezza tra tico, ottenuto inviando parte del gas di sintesi pulito a
il 92% e il 97% e implicava una certa complessità ope- impianti di produzione di energia elettrica. Per que-
rativa. Attualmente il processo PSA (Pressure Swing st’ultima ragione, gli impianti di gassificazione sono di
Adsorption) ha sostituito tale schema. Le ragioni del solito presenti nelle raffinerie a ciclo combinato per la
cambiamento sono da ricercare nelle seguenti caratteri- generazione di energia elettrica (v. cap. 7.3).
stiche del processo PSA: a) produzione di idrogeno a In generale, il processo di gassificazione consiste
elevata purezza (99,99%); b) minore complessità ope- nella ossidazione parziale, non catalitica di una sostan-
rativa dovuta al minor numero di unità di processo; c) za solida, liquida o gassosa, con produzione di gas di
minori costi di investimento e operativi; d) più facile otti- sintesi; la reazione globale del processo può essere così
mizzazione del processo nelle condizioni operative del scritta:
reforming.
[9] CnHmn/2O2
nCOm/2H2
• scelta di catalizzatori più selettivi e più stabili tizzati, con i relativi costi, alcuni interventi di carattere
(DH20,1-0,2%); tecnologico relativi alle sezioni di conversione e di puri-
• incremento del volume di catalizzatore (DH20,1- ficazione, ai quali si ricorre per incrementare la produ-
0,2%); zione di idrogeno da steam reforming. Come indicato
• modifica della tipologia di reattore, da semirigene- nella tabella, le diverse soluzioni comportano variazio-
rativo a letto fisso a rigenerativo continuo (DH2 ni anche della carica in alimentazione e della produ-
1,0%). zione del vapore di export. Nell’analizzare i costi delle
La soluzione di ricorrere all’adeguamento delle unità diverse soluzioni, bisogna considerare che la flessibi-
esistenti di reforming catalitico può però rivelarsi non lità e i costi dell’inserimento del pre-reformer dipen-
più conveniente se si verifica una diminuzione della dono dal tipo di carica impiegata e che il costo dell’in-
domanda di benzina riformata (con aumento della richie- serimento del reformer secondario a combustione con
sta di gasolio), associata alle maggiori restrizioni nor- ossigeno dipende fortemente dalla disponibilità di ossi-
mative sulle specifiche in merito al contenuto di com- geno ed eventualmente dalla necessità di realizzare un
posti aromatici. nuovo impianto atto a produrlo. Per quanto riguarda la
Nel caso in cui l’incremento della richiesta di idro- sostituzione dei tubi del forno, il costo indicato nella
geno sia contenuto, può essere considerata l’ipotesi di tabella include quello relativo al catalizzatore. Il costo
adeguare gli impianti di steam reforming esistenti; alcu- dell’incremento della velocità di rimozione del CO2,
ne soluzioni tecnologiche possono portare a un incre- infine, dipende dal tipo di sistema impiegato; quello
mento della produttività, e quindi della capacità, fino a indicato nella tabella si riferisce a un sistema di lavag-
un massimo del 25-30%. Nella tab. 3 vengono sinte- gio del CO2, in presenza di un reattore di metanazione.
Inserimento GHPR 15-30% Diminuzione del Aumento poco più che 0,3-0,5
(Gas Heated Post Reformer) 10-30% proporzionale
o EHTR (Enhanced Heat all’incremento della
Transfer Reformer): post- produzione di idrogeno
reformer alimentato con gas
parzialmente convertito
Inserimento reformer secondario 20-50% Diminuzione del Aumento poco più 0,1-0,5
a combustione con ossigeno 10-30% che proporzionale
all’incremento della
produzione di idrogeno
HDS2, HDS3 e NaHyd richiedono idrogeno con purez- un recupero più efficiente dell’idrogeno disponibile nelle
za di circa il 75-85% in volume, mentre HDC, TIP e ISO diverse correnti gassose di scarto (off-gas), associati a
necessitano di idrogeno di elevata purezza, circa il 99- studi di ottimizzazione della rete di distribuzione dell’i-
99,5% in volume, e pertanto vengono alimentati con cor- drogeno (HPA, Hydrogen Pinch Analysis).
rente proveniente da impianti PSA. L’insieme di queste attività è il già menzionato hydro-
gen management, una metodologia che consente di ana-
lizzare in modo sistematico il problema del bilancio di idro-
1.3.4 Ottimizzazione della gestione geno di una raffineria, suggerendo gli interventi da realiz-
dell’idrogeno in raffineria zare per ottimizzare i consumi e, contemporaneamente,
proponendo le possibili soluzioni tecnologiche da adotta-
La gestione dell’idrogeno è diventata una priorità fon- re. L’hydrogen management rappresenta perciò una strate-
damentale nell’operatività quotidiana delle raffinerie. gia di ottimizzazione della rete idrogeno a basso costo, in
Come già visto, per far fronte alla crescente richiesta di grado di far fronte alla crescente domanda di idrogeno e
idrogeno le raffinerie possono ricorrere a varie soluzio- di consentire anche un miglioramento dei profitti.
ni, più o meno costose, che ne garantiscono un incre- L’hydrogen management si basa sul modello HPA, che
mento della disponibilità. Generalmente, prima di pia- descrive il bilancio di materia dell’idrogeno in funzione
nificare investimenti significativi (del tipo di quelli descrit- della sua purezza e della quantità di correnti presenti nella
ti in precedenza) vengono realizzati studi finalizzati a rete di distribuzione. Tale modello fornisce i criteri per
H2 senza
H2S
H2 con
H2S
emergenza
H2 puro
emergenza
H2 puro
permeato
gas di sintesi residuo da visbreaking
non permeato
ottimizzare la gestione della rete, definendo una diversa Nella scelta del sistema da adottare va presa in con-
e più efficiente distribuzione in cascata delle varie cor- siderazione anche l’efficienza del recupero, che è con-
renti di idrogeno agli impianti, senza però occuparsi della dizionata da una molteplicità di fattori, i più importanti
fattibilità tecnico-economica della soluzione ricavata. dei quali sono la pressione della corrente degli off-gas e
Per esempio, nell’HPA non vengono effettuate valu- il contenuto di H2 negli stessi (di solito compreso tra il
tazioni sulla capacità dei compressori esistenti e sulla 10 e il 40%).
conseguente possibilità di riutilizzo, da parte degli impian- Attualmente sono disponibili tre sistemi di recupero
ti, dell’idrogeno alla pressione di esercizio della rete. dell’idrogeno (fig. 7), basati su principi di separazione
Spesso il punto critico del recupero di idrogeno non è la differenti, che conferiscono alle tre metodiche caratteri-
purezza o la portata della corrente gassosa, ma la neces- stiche di processo significativamente diverse:
sità di impiegare, ove possibile, i compressori già pre- • sistema PSA, basato sul principio dell’adsorbimen-
senti in impianto. Pertanto, l’obiettivo da raggiungere to selettivo su setacci molecolari (a una fissata tem-
nello studio di ottimizzazione della rete idrogeno risul- peratura) dei vari costituenti la corrente gassosa;
ta molto più complesso, in quanto non è sufficiente con- • sistema a membrane, basato sul principio della per-
siderare il bilancio totale di materia riferito all’idroge- meabilità selettiva, cioè sulla differente velocità di
no, ma occorre anche valutare la potenzialità dei com- permeazione, attraverso uno strato di materiale poli-
pressori e i loro rapporti di compressione, in modo tale merico, dell’idrogeno e delle impurità presenti nella
da determinare la soluzione ottimale di gestione dell’i- corrente gassosa da trattare;
drogeno nella raffineria e garantire il minimo impatto • sistema di separazione criogenico, basato sul princi-
sui costi di investimento. pio della volatilità relativa (differente temperatura di
Come accennato sopra, la metodologia dell’hydro- ebollizione) dei componenti presenti nella corrente
gen management, oltre a fornire indicazioni per otti- gassosa da trattare; il più semplice e comune pro-
mizzare la gestione della rete di distribuzione dell’idro- cesso di separazione criogenica è costituito dal pro-
geno, si pone anche l’obiettivo di recuperare l’idrogeno cesso a condensazione parziale.
dagli off-gas. L’adozione di questa strategia di recupero Una volta che la corrente gassosa è giudicata poten-
ha contribuito, negli ultimi anni, a incrementare del 30% zialmente utilizzabile per il recupero di idrogeno, occor-
circa la disponibilità di idrogeno in raffineria. re scegliere la tecnologia più adeguata per rendere eco-
nomico il recupero. Nella tab. 4 è riportato un confron-
to sintetico tra i sistemi di recupero e di purificazione
1.3.5 Sistemi di recupero sopra citati.
dell’idrogeno Come evidenziato nella tabella, il PSA consente di
recuperare dalla corrente gassosa una quantità di idroge-
La scelta del sistema di recupero dell’idrogeno è influen- no inferiore rispetto agli altri due sistemi, ma con una
zata, oltre che da valutazioni di carattere economico, purezza superiore al 99,999%. Per tale ragione, questo tipo
anche da considerazioni di progetto legate alla fattibilità di unità è impiegata soprattutto per purificare l’idrogeno
del recupero, alla flessibilità del processo e alla facilità proveniente dal reforming catalitico e da inviare agli impian-
di prevedere futuri ampliamenti dell’unità. ti di idrodesolforazione; l’elevata purezza dell’idrogeno
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