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PROGRAMMA CHIMICA INDUSTRIALE

(CHIMICA anno 3° - PRIMO semestre 2018-2019)

Chimica industriale «organica»


petrolio distillazione e principali processi della raffineria
Gas naturale
Carbone
Prodotti chimici e polimeri derivati dell’etilene
Prodotti chimici e polimeri derivati del propilene
Prodotti chimici e polimeri derivati del Fenolo
Materie prime non fossili: zuccheri, grassi e prodotti chimici da loro derivati
Polimeri: generalità su polimerizzazione strutture…..siliconi

Chimica industriale «inorganica»


Azoto
Alogeni (Cl)
Zolfo
Idrogeno
Perossidi
RAFFINERIA PETROLIFERA
DISTILLAZIONE
Materie prime e relativi composti organici derivati

Il 95% deriva dal petrolio o dal gas naturale

INDUSTRIAL ORGANIC CHEMICALS (THIRD EDITION)


Harold A. Wittcoff, Bryan G. Reuben, Jeffrey S. Plotkin
A JOHN WILEY & SONS, INC., PUBLICATION
RAFFINERIA

distillazione reazioni della


raffineria petrolifera

Petrolio greggio

Combustibili >90% prodotti per l’industria chimica <10%


L’uso del petrolio per la produzione di carburanti (>90%) e di composti chimici (<10%) inizia con un processo fisico:
La separazione in frazioni di diversa volatilità per distillazione (o TOPPING)

<30 °C
<85 °C
<180 °C
<230 °C
Atmospheric Distillation Unit (ADU)
<340 °C (topping)

>340 °C

Thermal cracking limit


(370 – 380 °C)
425 - 510 °C

Vacuum Distillation Unit (VDU)


(P 10-50 mm Hg; T <370 °C)

510 - 560 °C
Unità di distillazione atmosferica (ADU) Unità di distillazione sottovuoto (VDU)

gas

benzina

cherosene

gasolio (diesel)

olio combustibile

residuo
1a frazione o taglio: GAS

❑ parte più leggera (lean gas) composta da metano ed etano (che possono essere separati)

❑ C3/C4 gas petroliferi liquefatti (GPL o LPG in inglese) che possono essere usati sia come materia prima
(feedstock) per la produzione di composti chimici che come combustibile.

❑ C5/C6 (condensato) ha gli stessi impieghi degli idrocarburi leggeri delle benzine leggere (light naphta).

In passato, a causa degli alti costi della compressione necessaria per la liquefazione, questa frazione veniva
bruciata. I progressi tecnologici e l’aumento del prezzo del metano hanno fatto si che oggi nella maggior parte
degli impianti questa frazione venga recuperata e separata.
2° frazione o taglio (naphtha)

È composta da idrocarburi che distillano a P atm. tra 70 e 200 °C C5-C9, sia alifatici che cicloalifatici
(nafteni) con una bassa componente di idrocarburi >C9 e aromatici.

❑ La sotto-frazione indicata come benzina leggera (light naphta) è composta da idrocarburi lineari
C5/C6 ed è utilizzata principalmente per l’autotrazione anche se la struttura lineare conferisce un
basso numero d’ottani motivo per cui questa frazione viene sottoposta al processo di isomerizzazione
che genera idrocarburi ramificati, meno resistenti all’ossidazione e quindi con un maggior numero di
ottani. La benzina leggera non è invece un buon feedstock per il processo di steam cracking
(produzione di olefine).

❑ La benzina pesante (heavy naphta), composta da idrocarburi lineari C7/C9 viceversa è in diversi paesi
uno dei principali feedstock per lo steam cracking.
3° frazione o taglio: distillato medio

❑ Cherosene, distilla tra 175 e 275 °C composto principalmente da idrocarburi C9-C16 utilizzato come combustibile
per motori a reazione, come solvente e come combustibile per trazione e riscaldamento domestico.

❑ Gasolio (Diesel fuel o Diesel Oil): distilla tra 200 e 370 °C, composto da idrocarburi C15/C25

A T >350 °c si ottengono oli che vengono definiti Atmosferic Gas Oil (AGO) utilizzati come lubrificanti e come
feedstock per i processi di cracking e come combustibili (navi e caldaie industriali).

Il rimanente è composto da bitume (fondi di distillazione) e da oli indistillabili a P atm che possono essere separati
per distillazione sotto vuoto (Vacuum Gas Oil - VGO) e che a loro volta possono essere usati come feedstock per
cracking e anche per purificare frazioni di cere e paraffine.
In realtà attraverso il topping, si ottengono soprattutto prodotti non finiti, che devono subire ulteriori processi per
accedere al mercato dei combustibili.
Una raffineria di tipo HYDROSKIMMING invece, comprende anche unità di reforming (aumento del numero di ottani
delle benzine) e di hydrotreating (desolforazione dei combustibili) e permette di arrivare a circa il 50 % di prodotti finiti
Conversion refinery:
Topping + hydroskimming + cracking di AGO e LVGO che danno benzine, cherosene, diesel e olefine. Quest’ultime vengono utilizzate in
processi di oligomerizzazione e alchilazione per dare altra benzina (circa 1/3 del prodotto totale della raffineria).
Infine, processi di coocking (non catalitico) contribuiscono ad alimentare il cracking e limitare i residui

Il nome «visbreaking» deriva dal


fatto che il processo diminuisce
la viscosità dell’olio residuo
Andamento del prezzo del petrolio dal 2000 al 2022 (giugno)

Nel periodo considerato dalla pandemia a oggi, infatti, il tasso di cambio dell’euro si è leggermente deprezzato passando da
1.10 dollari per euro a 1.05, contribuendo, ma solo marginalmente, all’aumento del prezzo del petrolio in euro. Diversa è la
situazione se il confronto è fatto con la situazione del periodo 2007-2015, quando la forza dell'euro aveva mitigato gli effetti
sul mercato europeo degli aumenti del prezzo del petrolio.
Margini di raffinazione
I margini di raffinazione rappresentano la base per determinare il contributo che le raffinerie possono aver dato per aumentare
o calmierare gli effetti dell’aumento del prezzo del petrolio sui prezzi dei derivati.
Per calcolare i margini di raffinazione è necessario considerare sia il valore della produzione del gasolio che quella della
benzina (per misurare il valore della produzione abbiamo considerato i prezzi finali al netto dell’IVA e delle accise, pubblicati
settimanalmente dal Ministero dello Sviluppo Economico)
Mediamente da un barile di 158.987 litri di petrolio (42 galloni), possono essere prodotti 75 litri di benzina e 45 litri di gasolio.

La serie storica del margine, oscilla tra 1 e 1.4,


eccetto nel periodo di lockdown in cui il margine
ha superato questo range. In quel periodo, pur a
fronte di un crollo dei prezzo del petrolio grezzo, i
prezzi dei derivati hanno registrato solo una
riduzione contenuta, consentendo un forte
aumento dei margini di raffinazione. Dalla
seconda parte del 2021, il margine di raffinazione
registra valori prossimi a 1.2.
RAFFINERIA PETROLIFERA
PROCESSI DI CONVERSIONE
Andamento del prezzo del petrolio dal 2000 al 2022 (giugno)

Nel periodo considerato dalla pandemia a oggi, infatti, il tasso di cambio dell’euro si è leggermente deprezzato passando da
1.10 dollari per euro a 1.05, contribuendo, ma solo marginalmente, all’aumento del prezzo del petrolio in euro. Diversa è la
situazione se il confronto è fatto con la situazione del periodo 2007-2015, quando la forza dell'euro aveva mitigato gli effetti
sul mercato europeo degli aumenti del prezzo del petrolio.
Margini di raffinazione
I margini di raffinazione rappresentano la base per determinare il contributo che le raffinerie possono aver dato per aumentare
o calmierare gli effetti dell’aumento del prezzo del petrolio sui prezzi dei derivati.
Per calcolare i margini di raffinazione è necessario considerare sia il valore della produzione del gasolio che quella della
benzina (per misurare il valore della produzione abbiamo considerato i prezzi finali al netto dell’IVA e delle accise, pubblicati
settimanalmente dal Ministero dello Sviluppo Economico)
Mediamente da un barile di 158.987 litri di petrolio (42 galloni), possono essere prodotti 75 litri di benzina e 45 litri di gasolio.

La serie storica del margine, oscilla tra 1 e 1.4,


eccetto nel periodo di lockdown in cui il margine
ha superato questo range. In quel periodo, pur a
fronte di un crollo dei prezzo del petrolio grezzo, i
prezzi dei derivati hanno registrato solo una
riduzione contenuta, consentendo un forte
aumento dei margini di raffinazione. Dalla
seconda parte del 2021, il margine di raffinazione
registra valori prossimi a 1.2.

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