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The Beach Boys


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I Beach Boys sono un celebre gruppo musicale The Beach Boys


statunitense formatosi nel 1961 a Hawthorne, cittadina a
sud-ovest di Los Angeles in California.

Annoverabili come prima pop-rock band americana,


nonché per molti aspetti la più importante e longeva,
raggiunsero uno straordinario successo commerciale,
diventando in breve tempo un'icona giovanile della loro
generazione. Nella prima metà degli anni sessanta
attraverso la loro musica caratterizzata soprattutto da
sofisticate armonie vocali, contribuirono in modo
determinante a creare nell'immaginario collettivo di tutto
il mondo, lo stereotipo della California come terra di sole, Da sinistra, Al Jardine, Mike Love,
mare e divertimento. Nel corso della lunghissima carriera Dennis Wilson (in basso), Brian Wilson
e nella loro abbondante discografia il gruppo sperimentò e Carl Wilson (1965)
una moltitudine di generi musicali differenti.
Paese d'origine Stati Uniti
Inizialmente legati alla surf music e al rock & roll di facile
Genere Surf music[1][2][3]
presa da classifica, nel giro di pochi anni dagli esordi [4][5][6]
riuscirono a crescere artisticamente in maniera
sorprendente, diventando un punto di riferimento con cui Pop[1][4][7]
misurarsi secondo i più illustri colleghi e addetti ai lavori, Rock[1][8][9]
per poi essere riconosciuti dalla critica musicale come una Periodo di 1961 – in attività
delle band più determinanti e influenti della storia della attività musicale
musica moderna. La vetta artistica della carriera fu
Etichetta Capitol Records
raggiunta nel 1966, con la pubblicazione del loro
undicesimo album di studio Pet Sounds, considerato da Reprise Records
sempre uno dei massimi capolavori della storia della Brother Records
musica. Classificato al secondo posto nella classifica dei Album 34
500 migliori album di tutti i tempi stilata nel 2012 dalla pubblicati
rivista Rolling Stone, mentre posizionato al primo posto
Studio 29
in quelle stilate nel 1995 da Mojo e Uncut. Sempre nel
1966 viene pubblicato il singolo Good Vibrations che Live 5
riscosse un successo incredibile a tal punto da fargli Raccolte +26
attribuire dalla stampa, il titolo di miglior band dell'anno
persino in Inghilterra. Classificato sempre da Rolling
Stone al sesto posto nella lista delle 500 migliori canzoni.
Molte delle sperimentazioni e delle tecniche di incisione
sperimentate e introdotte dal complesso per merito delle
idee visionarie dello storico leader fondatore Brian
Wilson, infatti in quel periodo fecero scuola e ispirarono
(soprattutto i Beatles nella seconda parte della loro

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carriera) il mondo della musica moderna. Nel 2017, uno Sito ufficiale (http://thebeachboys.com)
studio stilato nel catalogo di AllMusic ha indicato i Beach
Boys come la sesta voce più frequentemente citata a
livello d'influenza nel suo intero database. Storia affascinante quanto drammatica quella dei Beach
Boys, fatta non solo di musica, raccontata più volte da Hollywood e dintorni attraverso il Cinema,
Fiction e Documentari.

Tra i tanti riconoscimenti, nel 1988 la formazione originale fu ammessa nella prestigiosa Rock and
Roll Hall of Fame e dieci anni più tardi nella Vocal Group Hall of Fame.

Indice
Storia
1961: Gli inizi
1962: Surfin' Safari
1963: Surfin' USA, Surfer Girl e Little Deuce Coupe
1964: Shut Down Volume 2, All Summer Long, Beach Boys Concert e The Beach Boys
Christmas Album
1965: The Beach Boys Today!, Summer Days (and Summer Nights!!) e Beach Boys' Party!
1966: Pet Sounds
SMiLE
1967-1969: Smiley Smile, Wild Honey, Friends e 20/20
1970-1973: Sunflower, Surf's Up, Carl and the Passions "So Tough", Holland
1975-1976: Il ritorno di Brian Wilson, 15 Big Ones e Love You
1978-1980 M.I.U Album, L.A. Album e Keepin' the Summer Alive
1980-1998: Dalla morte di Dennis a quella di Carl
2012: 50º anniversario e That's Why God Made the Radio
Controversie
Riconoscimenti
Stile musicale
Formazione
Discografia
Album in studio
Live
Compilation
Apparizioni in compilation
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni

Storia
La line-up originale della band comprendeva Brian Wilson, i suoi due fratelli minori Dennis

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Wilson e Carl Wilson, il cugino Mike Love e il compagno di liceo di Brian, Al Jardine. Nel 1964 la
futura star del Country Glen Campbell (allora sessionman del gruppo durante i tour e le diverse
esibizioni dal vivo) prese il posto del leader Brian Wilson, che a causa di problemi di salute e
impegnato in una intensa produzione di studio (12 album usciti nei primi quattro anni), non
poteva affrontare i concerti. Membri successivi, come Bruce Johnston, divennero presto
componenti e collaboratori del gruppo a tutti gli effetti contribuendo attivamente alla crescita
compositiva della band.

Il gruppo piazzò 36 singoli nella Top 40 statunitense e 56 nella Top 100, raggiungendo per quattro
volte la prima posizione. Secondo la rivista Rolling Stone, i Beach Boys sono al 12º posto nella lista
dei 100 migliori artisti di tutti i tempi. Secondo Billboard, il magazine che registra i record di
vendite musicali per gli Stati Uniti, i Beach Boys sono il gruppo americano che ha venduto più
dischi nel mondo.

Diversi tragici eventi portarono il gruppo alla deriva; in particolare, dopo la morte di Dennis
Wilson nel 1983, la produzione discografica subì un brusco rallentamento e la scomparsa di Carl
Wilson nel 1998 portò alla fine del gruppo.

Gli ex-componenti superstiti per anni ingaggiarono fra loro molte battaglie legali sui diritti
d'autore e la proprietà del nome collettivo: si sono successivamente esibiti separatamente in
rispettivi tour sotto nomi diversi: The Beach Boys Band (Mike Love e Bruce Johnston) e Endless
Summer Band (Al Jardine con i suoi due figli, e le Wilson Phillips). Brian Wilson, l'ultimo dei tre
fratelli rimasti in vita, sembra l'unico che abbia voltato pagina, astenendosi dalle polemiche. Da
solo continua a incidere dischi, collaborando con molti artisti. Inoltre continua a esibirsi in
concerti a proprio nome accompagnato dal suo team di collaboratori fidati.

1961: Gli inizi

All'età di 16 anni, Brian Wilson divideva la sua camera da letto


con i due fratelli minori Dennis e Carl. Ascoltava il padre
Murry suonare il pianoforte, e imparava a riconoscere le
armonie vocali di gruppi dell'epoca, come i Four Freshmen.
Una sera insegnò ai fratelli a cantare una canzone, Ivory
Tower, e mostrò loro come cantare le armonie secondarie. Il
giorno del suo sedicesimo compleanno, Brian ricevette in
regalo un registratore a nastro. Imparò a registrare e a I Beach Boys durante il famoso
sovrincidere la propria voce e quella di Carl. Più tardi ci "Lost concert" (Sacramento,
suonava il piano e le parti di chitarra che Carl suonava con la California, 1964).
Rickenbacker avuta in regalo per Natale.

Dopo aver ascoltato diverse Hits rhythm and blues che passavano alla radio, cambiò il suo stile di
suonare il pianoforte e cominciò a scrivere canzoni. Non riuscì a completare la sinfonia per piano
che avrebbe dovuto consegnare a scuola, ma in compenso realizzò una canzone originale che
intitolò Surfin'.

Al Jardine, che aveva già suonato la chitarra per un gruppo folk, si unì a Brian, Mike e Carl poco
dopo. All'epoca di quelle registrazioni, solo Dennis Wilson non suonava nessun strumento.
Contrariamente a quanto si possa pensare, però, era l'unico dei cinque che praticava regolarmente
il surf. Fu proprio Dennis a convincere il fratello Brian a scrivere una canzone che parlasse del suo
sport preferito. Mike spronava Brian a farsi avanti, e diede al gruppo il suo primo nome: The
Pendletones. Il nome derivava dalle camicie di lana della ditta Pendleton (https://www.wwag.com
/cgi-bin/WebObjects/WebSite.woa/wa/DirectAction?action=forceItalian&page=!95791), che
erano molto popolari tra i surfisti della California del sud. Solo nel 1963, cominciarono a indossare

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camicie a strisce bianche e azzurre, classico look da concerto, tenuto fisso fino al 1966.

Grazie alle conoscenze di Al Jardine i ragazzi contattarono i produttori Hite e Dorinda Morgan
della Candix Records. Eseguirono una versione di Sloop John B, canzone folk tradizionale
americana, ma i Morgan non rimasero convinti. Dennis allora accennò al fatto che da poco stavano
scrivendo una canzone, ma che in quel momento non era ancora pronta. Hite Morgan si mostrò
disponibile e disse ai Pendletones di richiamarlo quando fosse finita. Brian Wilson riuscì a
terminare Surfin' con l'aiuto di Mike, e dopo aver speso i soldi destinati alle emergenze (i coniugi
Wilson prima di allontanarsi per il week-end lasciarono dei soldi a Brian) per noleggiare strumenti
musicali, provarono per tre giorni consecutivi prima di presentare la loro prima canzone ai
Morgan.

Il 3 ottobre 1961, i Pendletones registrarono dodici take di Surfin' (Dennis non fu ancora reputato
adatto a suonare la batteria), e una piccola quantità di 45 giri furono stampati. Quando i ragazzi li
scartarono, notarono con rabbia e disappunto che il loro nome era stato cambiato in The Beach
Boys. Murry Wilson chiamò i Morgan chiedendo spiegazioni, e Hite Morgan gli disse che un
promotore dell'etichetta aveva sostituito il nome originale con uno di più facile presa tra i giovani.
Il budget limitato imponeva che le copie non potessero essere ristampate. Pubblicato quasi per
scherzo a metà del novembre 1961, Surfin' fu un successo sulla costa occidentale, e arrivò al 75º
posto nella classifica di vendite nazionale. Questo spinse e motivò i futuri Beach Boys a inseguire il
cosiddetto Sogno americano che di lì a poco divenne una realtà.

1962: Surfin' Safari

Murry Wilson, anche se non amava particolarmente Surfin',


riuscì a rimediare per il Natale del 1961 la loro prima
esibizione dal vivo pagata. Si trattava di un concerto
commemorativo alla memoria dello scomparso Ritchie Valens,
a Long Beach. Oltre ai futuri Beach Boys tra gli altri
sconosciuti esordienti parteciparono star della notorietà di Ike
& Tina Turner.

Nel febbraio del 1962, Al Jardine lasciò gli amici per


continuare i più sicuri studi al college. Temporaneamente, per I Beach Boys all’Ed Sullivan Show
circa un anno, il suo posto fu preso da David Marks, vicino di negli anni sessanta.
casa dei Wilson e amico di Carl. David aveva solo tredici anni
ma sapeva suonare bene la chitarra ritmica. Brian però,
quando si accorse che le cose cominciavano a farsi serie, e che la musica poteva veramente essere il
suo futuro chiese ad Al di tornare, e nel 1963 Jardine accettò.

Il 13 giugno 1962, a Los Angeles, i Beach Boys registrarono nuove canzoni, tra cui le future hit
Surfin' Safari, Surfer Girl e 409. Tuttavia le session terminarono bruscamente perché Murry
Wilson continuava a pretendere che il gruppo suonasse anche le sue canzoni, dato che le riteneva
decisamente migliori di quelle di Brian e Mike. Comunque, dopo aver fatto ascoltare i loro demo al
manager Nick Venet, i cinque con l'aiuto di Murry riuscirono a fare centro e firmarono un
contratto di sette anni con la Capitol Records di Los Angeles. A novembre il loro primo album
Surfin' Safari era finito.

Lo stile delle canzoni era pressoché identico, improntato allo stile di vita giovanile californiano.
Surfin' Safari contribuì enormemente allo sviluppo dello status sociale della California e rese
celebre lo sport del surf oltre oceano in paesi dove ancora non era conosciuto.

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1963: Surfin' USA, Surfer Girl e Little Deuce Coupe

Nel gennaio del 1963, tre mesi dopo l'uscita del loro album di esordio, incominciarono a registrare
il secondo lavoro di studio, che dava maggiore spazio a brani strumentali. A marzo Surfin' USA e la
sua title track, entrambi nelle posizioni alte delle classifiche, diventarono i primi grandi successi
del gruppo, spingendolo alla ribalta nazionale. La canzone fu al centro dell'attenzione per la causa
intentata da Chuck Berry sull'ipotesi di plagio della sua Sweet Little Sixteen, in quanto accordi e
melodie erano in effetti molto simili. Un anno dopo la vicenda si chiuse con un accordo,
accreditando a Berry parte dei meriti della canzone. Cinque giorni prima della pubblicazione di
Surfin' USA, Brian Wilson scrisse Surf City insieme con Jan Berry del duo Jan & Dean, e nel luglio
seguente la canzone occupava la prima posizione della top charts. In aprile, appena intrapreso il
tour promozionale, Brian lasciò la strada per concentrarsi sulla scrittura e le nuove tecniche di
registrazione in studio. In questo periodo prese a collaborare con i membri della Wrecking Crew,
musicisti professionisti ingaggiati anche da Phil Spector nelle sue produzioni. A ottobre David
Marks fu ufficialmente licenziato a causa di un conflitto con Murry Wilson, e Brian fu nuovamente
incluso nei tour.

Surfer Girl a settembre e Little Deuce Coupe a ottobre, significativi passi avanti, furono
rispettivamente il secondo e il terzo album del 1963 usciti in meno di un anno. I singoli Surfer Girl
e Be True to your School, con le loro b-side Little Deuce Coupe e In My Room, continuarono il
successo commerciale.

1964: Shut Down Volume 2, All Summer Long, Beach Boys Concert e The
Beach Boys Christmas Album

Tornati da un tour in Australia, nei primi mesi del 1964, la band dovette affrontare l'arrivo dei
Beatles in America e tutta l'ondata della British Invasion. Sotto pressione della loro casa
discografica, come risposta ai gruppi inglesi, i Beach Boys prepararono rapidamente Shut Down
Volume 2, nuovo disco di studio contenente altri classici, gli originali Fun, Fun, Fun, The Warmth
of the Sun, Don't Worry Baby e la cover Louie, Louie di Richard Berry.

Nell'aprile del 1964 dopo l'ennesima lite, Murry Wilson venne sollevato dal suo incarico di
responsabile. A maggio I Get Around si posizionò al numero 1 in classifica anticipando di due mesi
l'uscita di All Summer Long, ultimo disco di studio legato alla cultura californiana del genere Surf
Rock. Gli album successivi presero un percorso stilistico e una lirica differente. I Get Around, All
Summer Long, Wendy e Girls on the Beach entrarono nel lungo repertorio di classici della band.

A ottobre la dimostrazione della loro continua popolarità viene sancita da Beach Boys Concert,
album dal vivo registrato al Memorial Auditorium di Sacramento, numero 1 in classifica. Un
documento tagliente e anello mancante della loro discografia, che catturò i Beach Boys in un
contesto che a breve sarebbe cambiato per sempre. Fu un'uscita tempestiva, in quanto il leader
Brian Wilson era in procinto di lasciare la sua posizione nel gruppo dal vivo, apparendo
sporadicamente solo in occasioni importanti nel corso dei tre decenni seguenti.

The Beach Boys' Christmas Album a novembre, contenente cinque canzoni originali (tra cui la hit
Little Saint Nick) e sette standard di Natale, si rivelò un grande successo a lungo termine, venduto
bene anche durante le successive stagioni natalizie.

1965: The Beach Boys Today!, Summer Days (and Summer Nights!!) e Beach
Boys' Party!

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Il 23 dicembre del 1964, mentre era su un aereo, Brian Wilson ebbe un attacco di ansia e quindi
lasciò il tour. Nel gennaio seguente fu ufficiale il suo definitivo ritiro dai concerti per concentrarsi
interamente sulla composizione e la produzione discografica. Per il resto del 1964, e fino all'aprile
del 1965, Glen Campbell lo sostituì dal vivo, fino a quando la propria carriera nel country prese il
volo. Bruce Johnston fu assunto per trovare al più presto un sostituto, ma avendo avuto poco
tempo a disposizione finì per diventare lui stesso un componente a tempo pieno del team, prima
sostituendo Brian Wilson on the road, e poi partecipando in studio alle registrazioni. Esordì alle
sessioni vocali di California Girls il 4 giugno 1965.

Il 1965 fu un altro anno abbondante e ricco di sperimentazioni: tre dischi di studio pubblicati in
solo otto mesi. A marzo The Beach Boys Today! fu un importante punto di svolta per la band. I
Beach Boys andarono oltre i confini dell'ormai collaudato Surf Rock, probabilmente per evitare di
vivere nel passato e riposare sugli allori. Il lato compositivo più maturo, i sofisticati arrangiamenti
strumentali e l'approccio orchestrale in stile Phil Spector diedero un ottimo risultato innovativo e
commerciale, e preannunciarono gli sforzi futuri di Brian Wilson nel comporre Pet Sounds. Il lato
A si apriva con una versione sprint di Do You Wanna Dance? di Bobby Freeman, seguita dalle
altrettanto spumeggianti When I Grow Up (to Be a Man) e Dance, Dance, Dance, mentre il lato B
concedeva splendide ballate introspettive, Please Let Me Wonder, She Knows Me Too Well e la più
famosa Kiss Me, Baby.

Uscito a luglio solo quattro mesi dopo Today, Summer Days (And Summer Nights!!) era la
dimostrazione che Brian Wilson in quel momento era in piena attività creativa. Le gloriose
armonie vocali di California Girls fecero decollare sia il singolo sia l'album nelle posizioni più alte
delle classifiche di Billboard, così come la rilettura di Help Me, Rhonda pubblicata con un nuovo
arrangiamento arrivò al primo posto spodestando dal podio Ticket to Ride dei Beatles.

Beach Boys' Party! fu partorito inizialmente con l'idea di confezionare un prodotto fine a sé stesso,
adatto a sfruttare commercialmente al meglio la stagione natalizia, in attesa del completamento
del nuovo album di studio (Pet Sounds) su cui Brian Wilson stava ancora lavorando. L'album a
novembre venne presentato sul mercato discografico come una specie di compilation live acustica
che immortalava un'atmosfera di festa in casa Beach Boys (con tanto di risate e voci di contorno
non tagliate), alla quale prese parte anche l'amico Dean Torrence (del duo vocale Jan & Dean),
anche se in realtà le registrazioni avvennero, seppur in presa diretta, in soli tre giorni, ai Western
Studios di Los Angeles, rifinite in ultimo con l'aggiunta di qualche sovraincisione. Molti brani
furono registrati, quasi tutte cover di altri artisti, molte delle quali scartate e pubblicate
successivamente in svariati bootleg. Devoted to You degli Everly Brothers, il tributo a Phil Spector
There's No Other (Like My Baby), The Times They Are a-Changin' di Bob Dylan, alcuni brani dei
Beatles e altri pezzi di puro Rock and Roll come Papa-Oom-Mov-Mov dei The Rivingtones fecero
di questo divertente LP una godibile insolita pubblicazione di successo sia in patria (n. 6 Stati
Uniti) sia in Europa (n. 3 nel Regno Unito e n. 4 in Germania).

Il 20 dicembre del 1965 Barbara Ann, pubblicata a sorpresa dalla Capitol Records su 45 giri,
raggiunse la seconda posizione nella Billboard Hot 100, il primo posto in Cash Box e ottenne altri
vari record del mondo, restando tuttora uno dei brani di maggior successo di tutta la loro carriera.
Proprio in quel periodo usciva Rubber Soul dei Beatles, e Brian ne rimase estasiato: era un album
con tutte canzoni originali e tutte molto buone, senza nessuna reinterpretazione e senza tracce di
riempitivi. Brian allora si mise in testa di realizzare "il più grande album rock mai realizzato".

1966: Pet Sounds

L'album unanimemente riconosciuto come il capolavoro dei Beach Boys, anche se interamente
frutto dell'immaginazione di Brian Wilson, fu Pet Sounds uscito il 16 maggio 1966. Pet Sounds si
trova in cima a molte liste, indicato come uno dei più innovativi dischi della storia della musica, tra

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le quali quelle di Rolling Stone, di TIME, del New Musical Express, e del The Times. Secondo
Acclaimedmusic.net è l'album più acclamato dai critici musicali di tutti i tempi. Fonte primaria
d'ispirazione per i Beatles, più volte nel corso degli anni Paul McCartney ha dichiarato che Pet
Sounds era una svolta musicale determinante per quel periodo, personalmente lodato tra i suoi
album preferiti (God Only Knows è la sua canzone preferita in assoluto). McCartney ha ricordato
in diverse interviste che proprio da Pet Sounds è venuto l'impulso di realizzare Sgt. Pepper's
Lonely Hearts Club Band, il capolavoro dei Beatles uscito l'anno successivo. Secondo il produttore
George Martin, Sgt. Pepper's era un tentativo di eguagliare Pet Sounds.

Caroline, No fu inizialmente pubblicata come un singolo di Brian Wilson, ma


poi l'album venne accreditato a tutti i Beach Boys. Brian in realtà aveva
realizzato l'album quasi interamente da solo mentre gli altri erano in tour in
Giappone. Quando tornarono, trovarono l'album essenzialmente completo,
con le eccezioni delle sole parti vocali, che ovviamente non avrebbero potuto
essere registrate dal solo Brian. All'interno della band si creò un clima di
risentimento per questo. Specialmente Mike Love criticò Brian e definì Pet
Sounds la "musica dell'ego di Brian". Brian aveva lavorato intensamente sui
testi con il paroliere Tony Asher, senza coinvolgere Mike Love che era stato il
paroliere e cantante delle prime canzoni dei Beach Boys. Brian Wilson,
1966.
La Capitol Records inizialmente si oppose alla pubblicazione dell'album,
sostenendo che con quel tipo di canzoni (si tratta in realtà delle canzoni più
avanguardistiche e complesse dell'intera produzione del gruppo) il pubblico non avrebbe
apprezzato l'album, riducendo i profitti. Brian allora contribuì alle spese per la realizzazione e
l'album venne pubblicato.

SMiLE

Il 1966 per i Beach Boys fu un anno straordinario, dopo


l'uscita di Pet Sounds, Brian Wilson si mise al lavoro su un
album intitolato Dumb Angel rinominato successivamente
SMiLE, nuovo ambizioso progetto di studio purtroppo
destinato a perdersi dentro ai labirinti della sua mente. Primo
passo fu il completamento insieme con Mike Love di un brano SMiLE The Beach Boys (logo).
da lui concepito durante le sessioni finali di Pet Sounds, la
splendida Good Vibrations, che nell'ottobre del 1966
raggiunse la vetta delle classifiche sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito e rimane tuttora il più
grande successo del gruppo. Good Vibrations portò una ventata di freschezza e i loro concerti,
soprattutto in Inghilterra stavano diventando grandi eventi. Quando in novembre arrivarono a
Londra, l'accoglienza del pubblico inglese era smisurata. Tornati dal tour i Beach Boys erano
letteralmente in cima al mondo della musica. A dicembre un sondaggio di fine anno condotto dalla
rivista britannica New Musical Express vide i Beach Boys prendere il posto dei Beatles come
miglior gruppo vocale al mondo, persino in Inghilterra.

In un momento cruciale in cui nella storia della musica era di vitale importanza arrivare per primi
con il nuovo suono, SMiLE ebbe una battuta d’arresto, settimane critiche passavano senza
progresso, Brian Wilson diventava sempre più paranoico, consumava grosse quantità di droga e
soffriva di lunghi periodi di depressione che lo portarono a frequentare alcune compagnie
discutibili e isolandosi dalla sua famiglia e dai Beach Boys. Alcune biografie hanno ipotizzato il
fatto che potesse soffrire di una psicosi maniaco-depressiva, che fu più tardi diagnosticata come
disordine schizoaffettivo. SMiLE lo stava distruggendo, divenne l'ossessione della sua vita; la
visione che Brian Wilson aveva di questa opera era qualcosa di completamente nuovo per quei
tempi: suite complesse di armonie vocali, testi di difficile comprensione e uso di suoni alternativi

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con strumenti sofisticati.

Tensioni e forzature contrattuali portarono un clima litigioso e sempre più in rotta con la Capitol
Records che per l’ennesima volta aveva rinviato la data di uscita dell’album. Poche settimane
prima della pubblicazione di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles, Brian Wilson con
grande sgomento di tutti dichiarò l’abbandono di SMiLE affermando di non averlo completato.
Non a caso era cosciente che il tempo avuto a sua disposizione era scaduto. Buona parte del
materiale inciso fu distrutto da lui stesso in preda a una crisi isterica. Tutta la vicenda inoltre
determinò l'inizio di un rapporto conflittuale con il cugino Mike Love, che per primo odiava SMiLE
e il percorso artistico intrapreso. Il mancato appoggio e la scomparsa di fiducia in sé stesso fecero
in modo che il grande disco epocale che Brian Wilson doveva presentare al mondo morì prima
ancora di essere nato.

SMiLE divenne nei decenni successivi il più famoso album fantasma nella storia del rock, mai
completato e accantonato negli archivi, per poi essere presentato al pubblico dopo circa 40 anni.

1967-1969: Smiley Smile, Wild Honey, Friends e 20/20

Le aspettative in Brian Wilson erano troppe e niente poteva compensare la delusione che il
pubblico ha provato quando a settembre in sostituzione del tanto atteso SMiLE fu pubblicato
Smiley Smile, aspramente criticato per il suo contenuto e che del progetto originale portava solo
l’eco, a cominciare dalla storpiatura del nome, l'album segnò la fine di un'epoca.

Quando Smiley Smile fu pubblicato, nel settembre del 1967, la Summer of Love era in pieno
svolgimento, l'immagine dei Beach Boys per la nuova generazione era percepita passata, troppo
lontana e fuori moda dalle nuove tendenze californiane che arrivavano da San Francisco, come
Janis Joplin, Grateful Dead, Jefferson Airplane e altri. Nelle loro canzoni non c'era nessuna traccia
di protesta, i testi tacevano sulla guerra del Vietnam, mentre le marce di pace e i sit-in, e
generalmente il contesto culturale dell'epoca sembrava per loro essere totalmente estraneo.

Questo motivo in aggiunta del mancato concepimento di SMiLE portarono il gruppo alla decisione
di cancellare la loro partecipazione al Monterey Pop Festival a giugno. Al Jardine in un'intervista
ricordò con amarezza quel difficile momento, affermando di non riconoscere più il solito Brian
Wilson; secondo lui Brian gettò la spugna senza neanche provare ad andare avanti, non gli
interessava più competere per tornare a essere il numero uno.

Le sue condizioni di salute peggiorarono fino a precipitare. Incominciò a trascurare l'aspetto fisico
ingrassando rapidamente e passando intere giornate a letto. Perse interesse e prese le distanze,
ritirando sempre di più il suo ruolo di leadership all'interno della band. Dopo il deludente risultato
ottenuto da Smiley Smile le sue mancate pretese artistiche lo spinsero in accordo con il gruppo a
cambiare direzione e registrare Wild Honey, disco poco impegnativo registrato senza grandi sforzi,
che però segnò un nuovo inizio di carriera. Pubblicato a dicembre, l'album contenente la classica
hit single Darlin' venne accolto meglio del precedente sia in patria sia all'estero.

Nel febbraio del 1968 sotterrati definitivamente i conflitti interni che avevano compromesso la
carriera, incominciano nello studio di casa di Wilson le sessioni di registrazione per un nuovo
disco. Anticipato dalla sua title track, Friends fu in contrasto con le mode e i tempi turbolenti che
si stavano vivendo all'epoca. Poco considerato negli Stati Uniti ma ancora accolto a pieni voti nel
Regno Unito, dove la band a partire dagli album precedenti fu presa molto più seriamente di
quanto non fosse in patria. La sua reputazione è cresciuta in maniera molto positiva negli anni
successivi, sia per il suo contenuto sia per l'impegno nell'aver sperimentato nuovamente qualcosa
di diverso, senza ricreare e riproporre il fortunato classico sound da classifica degli anni
precedenti. L'album sterza verso l'Easy Listening e mostra un cambiamento significativo nelle

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dinamiche del gruppo. Per la prima volta Mike Love, Al Jardine e Carl Wilson contribuirono alla
realizzazione del disco. La cosa più interessante fu scoprire in Dennis Wilson una nascente qualità
di cantautore, in uno stile non influenzato da quello del fratello maggiore.

Nel 1969 finalmente 20/20 diede ai fan di vecchia data qualche episodio degno del nome del
gruppo. Alcuni successi, Do It Again, I Can Hear Music, Break Away e Cotton Fields rialzarono
anche se di poco le quotazioni della band. In più l'album portò alla luce alcuni brani del progetto
incompiuto SMiLE, e chiuse l'ormai deteriorato contratto in scadenza con la Capitol Records.

1970-1973: Sunflower, Surf's Up, Carl and the Passions "So Tough", Holland

Nel 1970 l'esordio discografico Sunflower per la nuova


etichetta Reprise Records aprì il decennio con una nuova
rinascita artistica. Arrangiamenti orchestrali ben curati e
affascinanti armonie vocali resero questo disco uno dei punti
più alti dell'intera carriera. Lo stesso Bruce Johnston in
diverse interviste ammise che Sunflower per i Beach Boys
rappresentò una sorta di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club
Band. Per la prima volta nella storia i componenti del gruppo
contribuirono insieme alla lavorazione di un album in studio,
cosa che fino ad allora era quasi esclusivamente fatta dal solo I Beach Boys nel 1971 a Central
Brian Wilson. Emersero i notevoli talenti compositivi di Bruce Park.
Johnston (Tears in the Morning e Deirdre e quello più
sorprendente di Dennis Wilson (Slip on Through, Forever,
Got to Know the Woman), il quale diede fiducia e motivazione a Brian Wilson e al resto del gruppo
in un momento di crisi che vedeva incerto il futuro della band. Sfortunatamente, pubblico e critica
sembrarono disinteressarsi a questi tentativi di creare musica maggiormente "impegnativa". In
Gran Bretagna il disco venne accolto dalla critica con giudizi piuttosto positivi, nella classifica di
vendite inglese entro nella top 30, ma in patria la situazione era diversa. Il disco passò quasi
inosservato, sottovalutato dal grande pubblico di massa (si fermò solamente al 151º posto) che,
avendoli etichettati ormai da tempo, non si aspettava da loro un cambiamento di stile più maturo e
lontano dagli esordi, tutti non erano ancora pronti per le tematiche affrontate nei testi delle
canzoni. Anche la critica americana, ammaliata dal virtuosismo strumentale dei gruppi dell'epoca,
liquidò in gran parte le complesse armonie vocali e la produzione in stile Phil Spector dei Beach
Boys come un anacronismo e un retaggio di un'epoca passata.

Nell'estate del 1971, recuperando alcuni stralci di Smile, uscì Surf's Up, che, malgrado il titolo, era
un album di canzoni di stampo ecologista. Oltre la complessa "title track" è presente
l'autobiografica 'Til I Die, composta da Brian cinque anni prima, e Disney Girls (1957) (riproposta
in seguito anche da Art Garfunkel), che afferma definitivamente Bruce Johnston come
compositore importante all'interno del gruppo. Long Promised Road e Feel Flows sono le prime
significative composizioni soliste di Carl Wilson, che proprio in quel periodo fu nominato con il
consenso della band "Direttore Musicale", in riconoscimento del ruolo che svolse mantenendo il
gruppo unito nel periodo più buio e tormentato del post Pet Sounds.

Surf's Up vendette decisamente meglio del predecessore raggiungendo la posizione #29 negli Stati
Uniti e la #15 nel Regno Unito.

Il 1972 vide la temporanea dipartita di Bruce Johnston e l'ingresso in formazione dei sudafricani
Blondie Chaplin (chitarra) e Ricky Fataar (batteria). Il risultato, Carl and the Passions - "So
Tough", ebbe un moderato successo (#50 negli Stati Uniti e #25 nel Regno Unito) ma è spesso
considerato come album di transizione. Brian Wilson diede uno sporadico contributo durante le
sessioni di registrazione alla stesura dell'album componendo Marcella e insieme con i ragazzi

9 di 19 19/12/2020, 17:56
The Beach Boys - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/The_Beach_Boys

l'eccellente All This Is That dove brillano le qualità vocali del gruppo. Dennis Wilson propose due
canzoni (Make It Good e Cuddle Up) anticipando parte del sound di quello che sarà più avanti il
suo cammino discografico solista.

Per trovare nuove ispirazioni, su consiglio del manager Jack Riley, nell'estate del 1972 il gruppo
cambiò aria e, senza Brian Wilson (che rinunciò dopo 3 tentativi falliti di prendere l'aereo), fece le
valigie per trasferirsi nei Paesi Bassi per la registrazione dell'ambizioso Holland. Tornati a casa a
lavoro ultimato i ragazzi però non poterono presentare alla casa discografica un potenziale singolo
di successo, decidendo all'ultimo momento di lavorare su una vecchia canzone incompiuta di
Brian: Sail on Sailor. Fu in realtà la sua canzone a trainare il resto del disco e decretare il successo
dell'album. Pubblicato nel gennaio del 1973, raggiunse la posizione #36 negli Stati Uniti e la
posizione #20 nel Regno Unito.

Nel 1974 la loro ex casa discografica Capitol Records pubblica Endless Summer, una doppia
raccolta comprendente alcuni dei tanti successi del primo periodo. A sorpresa di tutti il disco
arrivò al primo posto nella classifica degli album più venduti, rimanendo in classifica di Billboard
per 155 settimane. L'album suscitò indignazione, soprattutto in Brian, perché le canzoni contenute
si fermavano a California Girls, lasciando fuori tutto Pet Sounds e Good Vibrations, che Brian
considerava i suoi capolavori. Evidentemente la Capitol Records pensò a una compilation
estremamente commerciale, che non teneva conto del progresso artistico del compositore.

A fine anno la rivista Rolling Stone elesse i Beach Boys miglior band dell'anno.

1975-1976: Il ritorno di Brian Wilson, 15 Big Ones e Love You

Nel 1975 Brian Wilson tornò a essere un membro effettivo dei


Beach Boys, pur continuando a non partecipare ai concerti.
Scrisse nuove canzoni che servirono a completare l'album 15
Big Ones del 1976, contenente vecchi successi degli anni
cinquanta di altri artisti (Chuck Berry, Fats Domino, Five
Satins, ecc.), riproposti nello stile Beach Boys. Rock and Roll
Music, primo singolo estratto, riportò il gruppo in entrambe le
top ten americane fermandosi al quinto posto
contemporaneamente con l'album che arrivò in ottava
Brian Wilson durante le sessioni in posizione.
studio per l'album Love You.
Fortemente pubblicizzati, per il resto del 1976 i Beach Boys al
completo intrapresero un grande tour intorno a tutti gli Stati
Uniti, partecipando anche a importanti show televisivi come Nbc Tv Special e Saturday Night Live
(famoso lo sketch di John Belushi e Dan Aykroyd alle prese con Brian Wilson). Originariamente
concepito come progetto solista, il successivo Love You del 1977, quasi interamente scritto,
interpretato e prodotto, fu descritto come un autoritratto di sé stesso. Il disco rispecchiava infatti
un Brian Wilson triste e insicuro, condizionato dal duro processo di riabilitazione fisica e mentale
causato da anni di depressione e abuso di droga. Love You da allora ha sviluppato una specie di
culto, colleghi e critici espressero giudizi molto contrastanti, mentre il pubblico accolse il progetto
senza troppo entusiasmo (#53 Stati Uniti e #28 Regno Unito).

1978-1980 M.I.U Album, L.A. Album e Keepin' the Summer Alive

Dopo l'uscita di I Love You, i Beach Boys caddero in disputa sulla direzione da prendere, e furono
vicino alla rottura. Prima di dare alle stampe il trascurato M.I.U. Album, Dennis Wilson con un po'
di incoraggiamento pubblicò nel 1977 il suo primo e unico album da solista, Pacific Ocean Blue.

10 di 19 19/12/2020, 17:56
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Molto acclamato dalla critica, ricevette recensioni entusiastiche per la sua intensa profondità ed
emozione. The River Song, scritta a quattro mani con il fratello Carl, fu il cardine del suo intenso
lavoro. Questo e alcuni problemi interni portarono un comune disinteresse nel preparare il nuovo
disco, frettolosamente rimaneggiato su richiesta della Reprise Records, in quanto in origine la
maggior parte delle registrazioni erano già pronte e destinate per l'uscita di un disco natalizio. Nel
1978 il risultato fu una delusione per tutti, Beach Boys compresi, che da li a poco incominciarono a
voler dimenticare l'album e a voltare pagina. Per prima cosa fu richiamato in squadra Bruce
Johnston, che dopo l'abbandono avvenuto nel 1971 ebbe grosse soddisfazioni come compositore di
canzoni per altri artisti, premiato con un Grammy Award per la canzone I Write a Song, portata
con successo al primo posto nel gennaio del 1976 da Barry Manilow.

Dopo aver firmato un contratto milionario con la [CBS Caribou Records], i Beach Boys tornarono
nel 1979 con L.A., ultimo album degli anni settanta. Forte di una produzione sorprendentemente
ben fatta (Bruce Johnston) rispetto ai due album precedenti, il disco generalmente fece respirare
un clima sereno e rilassato. Esempi di questo percorso sono Baby Blue, Lady Lynda e la bella
Good Timin, che però non decollò in classifica (#40). Anche il disco non ottenne il successo
sperato (#100 negli Stati Uniti e #32 nel Regno Unito). L'impressione che diede, almeno in parte,
era quella di mostrare la band per quello che in realtà non era, come ennesimo tentativo di
inserirsi per forza a tutti i costi nel mainstream contemporaneo. Uno shock per i fan fu ritrovare
Here Comes the Night, una vecchia canzone del 1967 (contenuta dentro a Wild Honey) riletta per
quasi 11 minuti in versione dance, pubblicata in seguito persino su 45 giri (#44 Stati Uniti).

Dopo i risultati di L.A. Light Album, i dirigenti della CBS tentarono di coinvolgere maggiormente
Brian Wilson nel svolgere il suo ruolo principale di produttore. Rapidamente insieme con i Beach
Boys compose nuovo materiale, Dennis in contrasto con il resto del gruppo abbandonò le sessioni
iniziali senza prendere ulteriormente parte alle registrazioni. Nel luglio del 1979 i Beach Boys si
diressero al Western Recorders di Los Angeles, lo studio dove nacque la maggior parte del
materiale negli anni sessanta. In un secondo momento Bruce Johnston prese il controllo completo
della produzione dell'album. La title track Keepin' the Summer Alive (scritta da Carl Wilson
insieme con l'amico Randy Bachman dei The Guess Who / Bachman-Turner Overdrive), Goin' On,
School Days e Endless Harmony (Bruce Johnston), videro il gruppo tornare in chiave moderna
alle sonorità spensierate del periodo d'oro. Nel 1980 Keepin' the Summer Alive raggiunse la 75ª
posizione negli Stati Uniti e il 35º posto nel Regno Unito.

1980-1998: Dalla morte di Dennis a quella di Carl

Il 28 dicembre 1983, Dennis Wilson morì per annegamento accidentale a Marina del Rey. Il
batterista, in stato di ebbrezza, si lanciò dallo yacht dell'amico Bill Oster, per recuperare un oggetto
perso in mare sei anni prima. L'ultima registrazione in cui è accreditato come batterista della band
è il singolo East Meets West, registrato pochi giorni prima e lanciato su mercato nel 1984.
Nonostante la morte di Dennis, i Beach Boys decisero di continuare la loro attività. Gli anni ottanta
della band sono soprattutto ricordati per la loro partecipazione a colonne sonore per vari film,
prima fra tutti nel 1979 fu It's A Beautiful Day, brano pubblicato sulla colonna sonora del film
Americathon, seguì poi nel 1984 Chasin' The Sky, dal film Zattere, pupe, porcelloni e gommoni. Il
4 luglio dello stesso anno i Beach Boys si esibirono prima a Filadelfia davanti a un milione di
persone, e la stessa sera a Washington di fronte a settecentocinquantamila persone. Nel 1985 la
band prese parte al Live Aid e pubblicò un nuovo disco in studio intitolato semplicemente The
Beach Boys, un disco che vedeva un nuovo sound, più vicino ai gusti moderni e dominato da drum
machine e sintetizzatori. Il singolo di lancio Getcha Back arrivò ventiseiesimo nella classifica di
Billboard, ma l'album, nonostante fosse condito da partecipazioni importanti come quelle di Stevie
Wonder e Ringo Starr, si fermò al cinquantaduesimo posto, deludendo le aspettative, ma
ottenendo comunque la posizione più alta in classifica dai tempi di 15 Big Ones. il 1986

11 di 19 19/12/2020, 17:56
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rappresentava il venticinquesimo anniversario dei Beach Boys, che la band festeggiò con un
concerto party alle Hawaii, come special televisivo a cui tra i tanti presero parte anche Ray Charles,
Belinda Carlisle, Three Dog Night, John Stamos e gli Everly Brothers. Nello stesso anno la band
pubblicò la raccolta Made in U.S.A., che conteneva due inediti entrambi lanciati come singoli,
ovvero la loro reinterpretazione di California Dreamin' dei Mamas and Papas (cinquantasettesima
su Billboard), e un brano di Mike Love Rock N' Roll To the Rescue (sessantottesimo nella
medesima classifica). Nel 1987 il gruppo collaborò con i The Fat Boys per il brano Wipe Out che
venne incluso nel successivo album in studio dei Beach Boys Still Cruisin'. Esso, uscito l'anno
dopo, conteneva anche tre colonne sonore, tra cui la title-track da Arma letale 2, Make It Big dal
film In campeggio a Beverly Hills, e Kokomo da Cocktail. Quest'ultima canzone divenne la hit
trainante dell'album e riportò il gruppo al primo posto in classifica. Nello stesso anno la band fu
introdotta nella Rock and Roll Hall of Fame. Alla cerimonia partecipò anche Brian Wilson che nel
frattempo aveva però lasciato la band e inciso il suo primo omonimo disco solista. Nel 1990 la
band cercò di sfruttare l'onda del ritrovato successo orientandosi ancora di più sulle colonne
sonore, incidendo così Problem Child per il film Piccola peste, ma il brano non ebbe la stessa
fortuna di Kokomo e si piazzò solo trentottesimo in classifica. Nel 1991 i Beach Boys parteciparono
a Two Rooms: Celebrating the Songs of Elton John & Bernie Taupin, un disco di tributo a Elton
John, incidendo la loro versione di Crocodile Rock per la quale fu anche girato un video. Nel 1992
la band tornò in studio, ma senza Al Jardine, per colpa di un litigio con Mike Love, e pubblicò il
disco Summer in Paradise, considerato come il punto più basso della discografia del gruppo. Il
disco infatti si fermò al cinquantatreesimo posto di Billboard e non ottenne certificazioni in altre
classifiche. Nemmeno la loro cover di Hot Fun in the Summertime riuscì ad arrivare in top ten,
tuttavia nel 1994 Summer of Love venne usata in un episodio di Baywatch in cui compare anche la
band stessa. Al Jardine ritornò in formazione e prese parte a tutti i tour che seguirono durante gli
anni novanta. A metà anni novanta il gruppo incise alcuni brani nuovamente con Brian Wilson per
un disco tra il compositore e Andy Paley, ma a causa di conflitti personali il progetto venne
accantonato. Tuttavia i brani Soul Searchin e You're Still a Mistery, registrati per tale progetto,
sono stati pubblicati nella raccolta del 2013 della band Made in California. Nel 1996 i Beach Boys
collaborarono con gli Status Quo, reincidendo la loro canzone Fun, Fun, Fun, la quale, estratta
dall'album degli Status Don't Stop, divenne una hit da top 30 in Inghilterra. Nello stesso album il
gruppo collaborò anche all'album Crank It Up: The Music Album del comico Jeff Foxworthy con il
brano Howdy From Maui e incisero l'album Stars and Stripes Vol. 1, un disco con tutti i loro
successi riarrangiati in versione country e cantati da cantanti della scena omonima. All'inizio del
1997 a Carl Wilson furono diagnosticati un cancro alla gola e un tumore al cervello. Nonostante le
cure tramite chemioterapia, il chitarrista non rinunciò al tour a cui si sottopose la band quell'anno
che si concluse alla fine del 1997 e lo portò a termine. Spesso, nell'intervallo tra un brano e l'altro,
Carl era costretto a sedersi e prendere ossigeno. Il più piccolo dei fratelli Wilson fu però vinto dalla
sua malattia e morì il 6 febbraio 1998 all'età di cinquantadue anni. Da questo momento in poi il
corso dei Beach Boys divenne sempre più incerto e vago sul futuro della band, i vari membri infatti
negli anni successivi si divisero, e solo Love, Johnston e Marks dopo cause legali contro Al Jardine
sull'utilizzo del nome tornarono a girare il mondo esibendosi sotto il marchio Beach Boys. Brian
Wilson continuò a concentrare le sue energie sulla sua carriera solista.

2012: 50º anniversario e That's Why God Made the Radio

Il 16 dicembre 2011 è stato annunciato che Brian Wilson, Mike Love, Al Jardine, Bruce Johnston e
David Marks si sarebbero riuniti per un tour mondiale nel 2012 in occasione del 50º anniversario
della formazione della band. Il 12 febbraio 2012 i Beach Boys si sono esibiti ai Grammy Awards: si
tratta della loro prima esibizione con Brian Wilson sin dal 1996.

Successivamente la band ha dichiarato di essere al lavoro in studio su un nuovo album, costituito


da 12 inediti, che si chiamerà That's Why God Made the Radio, in uscita il 5 giugno 2012. Il primo

12 di 19 19/12/2020, 17:56
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singolo estratto, omonimo all'album, è stato pubblicato in


formato digitale il 25 aprile e in rotazione radiofonica dal 4
maggio.

Nel giugno 2012, Love annunciò ulteriori date aggiuntive del


tour che però non avrebbero visto la partecipazione di Brian
Wilson. Wilson negò di essere a conoscenza di questi nuovi
concerti e che nessuno lo aveva informato della sua
estromissione.[10][11] Il 5 ottobre, Love diramò un comunicato
stampa ufficiale sul LA Times dove veniva affermato che i The Beach Boys, 29 maggio 2012.
Beach Boys erano attualmente formati solo da lui e Johnston
senza Wilson, Jardine, e Marks:

«Io non ho licenziato Brian Wilson dai Beach Boys. Io non posso licenziare Brian Wilson
dai Beach Boys... Non ho assolutamente quell'autorità. E anche se la avessi, non avrei
mai licenziato Brian Wilson dai Beach Boys. ... Questo tour fu concepito fin dall'inizio
come un'eccezione ... Andando avanti, Brian e Al volevano prolungare il tour del 50º
anniversario anche oltre le 75 date programmate ... tuttavia ... abbiamo sempre tenuto i
concerti nelle piccole città ... nella formazione ridotta che si è esibita insieme ogni anno
negli ultimi tredici anni. Brian e Al non ci avrebbero raggiunti sul palco per le date minori,
come deciso da tempo.[12]»

(Mike Love)

Quattro giorni dopo, Wilson e Jardine diffusero una risposta scritta nella quale dichiaravano:
«Quando Mike fissò un paio di date con Bruce; Al e io, naturalmente, ci rimanemmo male. Allora
ci fu confusione quando apparvero alcune foto di me, Al, David e gli altri della reunion su alcuni
siti web che pubblicizzavano i concerti [...] Io ero completamente all'oscuro del suo comunicato
stampa [...] Non avevamo neanche discusso come band cosa avremmo fatto con tutte le offerte
ricevute per il tour del 50º anniversario».[13] Love accusò di falsità le dichiarazioni di Wilson,
ribadendo che tutti gli accordi erano stati fissati consensualmente e che erano "ben documentati".
[14][15] Il 13 dicembre, Wilson e Jardine suonarono sotto la sigla Beach Boys in uno show natalizio.
[16][17] A seguito dell'esibizione, Wilson annunciò che si sarebbe a sua volta esibito insieme con

Jardine e Marks.[18] Love e Johnston continuarono a esibirsi come Beach Boys,[19] mentre Wilson,
Jardine, e Marks proseguirono il tour in trio.[20] Ripensando alla reunion nel 2013, Love disse: «Ho
avuto una bellissima esperienza a tornare in studio con loro. Brian non ha perso un grammo della
sua abilità nel comporre melodie e progressioni di accordi, e quando ci mettemmo a cantare tutti
insieme sembrava di essere tornati ancora al 1965. I concerti, invece, furono più per i fan che
altro... ».[21]

Controversie
La prima causa legale a cui i Beach Boys andarono incontro fu quella intentata da Chuck
Berry, il quale accusò Brian Wilson di avere plagiato buona parte della sua canzone Sweet
Little Sixteen per il brano Surfin' USA del 1963. Wilson riconobbe solo parte dei crediti
compositivi a Berry, dal momento che sebbene i due brani si somigliassero abbastanza
presentavano anche alcune differenze.
Il guru psicoterapeuta Eugene Landy aveva salvato Brian da una dipendenza che lo avrebbe
portato a morte certa; successivamente Landy divenne estremamente protettivo nei confronti
di Wilson, e alla fine degli anni ottanta la band lo trascinò in tribunale per separarlo da Brian.
Ci fu la causa che Brian intentò al tribunale per ottenere i diritti delle sue canzoni, che aveva
ceduto a suo padre nel 1969. Perse la causa, ma ottenne 25 milioni di dollari per le royalty non

13 di 19 19/12/2020, 17:56
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pagate nel corso degli anni.


Dopo questa sconfitta, nel 1989, Mike scoprì che Murry Wilson non gli aveva accreditato i diritti
di composizione per molte canzoni, come California Girls, I Get Around, Help Me, Rhonda, I
Know There's an Answer. Brian e Mike non erano in grado di decidere assieme se il contributo
di Mike fosse stato significativo, quindi Mike denunciò Brian, ottenendo 13 milioni di dollari nel
1994.
Nel 1995, Love fece di nuovo causa a Brian perché riteneva scorretto il fatto che, per
promuovere il disco solista di Brian, fosse stata acclusa al CD anche Good Vibrations.
Secondo i legali di Brian, Mike stava facendo pressione affinché Brian acconsentisse a
lasciargli usare il proficuo nome dei Beach Boys per il suo tour con Bruce Johnston. Nel 2007 il
tribunale respinse tutte le richieste di Mike, condannandolo a pagare la difesa del convenuto.

Riconoscimenti
Il 30 dicembre 1980 sono stati onorati con una cerimonia e
l'assegnazione di una stella nel viale della Hollywood Walk
of Fame.

Nel 1988 sono stati premiati da Elton John, i Beach Boys


sono stati uno dei primi gruppi musicali introdotti nella
Rock and Roll Hall of Fame, nello stesso anno di Beatles,
Bob Dylan, Drifters e Supremes.
Nel 1998, anno della sua fondazione, sono stati introdotti Beach Boys Walk of Fame.
nella Vocal Group Hall of Fame.

Nel 2001 il gruppo ha ricevuto il Premio Grammy alla carriera (Lifetime Achievement Award).
Nel 2006 Brian Wilson è stato introdotto nella UK Rock and Roll Hall of Fame.

Nel 2004, la rivista Rolling Stone ha stilato con tanto di motivazioni la classifica dei 100 Migliori
Artisti più importanti di tutti i tempi (100 Greatest Artists of All Time) posizionando i Beach
Boys al 12º posto.

I loro nomi sono inclusi nel Young Hollywood Hall of Fame.[22]

Stile musicale
Esponenti della scena surf californiana[1][2][3][4][5][6] di cui sono considerati pionieri,[2] i Beach Boys
hanno proposto un repertorio pop[1][4][7] e rock[8][9] incentrato sulle armonie vocali, che il gruppo
riprende liberamente dai Four Freshmen,[2][23] dai cantanti doo-wop[23] e dagli Hilo's.[23] Secondo le
parole della Enciclopedia Britannica, i Beach Boys "hanno esaltato la fragile promessa di un sogno
californiano per il quale i loro genitori hanno combattuto."[5] A partire dalle pubblicazioni della
seconda metà degli anni sessanta, il gruppo californiano ha tuttavia incupito il suo stile.[24] La
stessa enciclopedia considera i Beach Boys un gruppo rock[5] mentre AllMusic li classifica
esponenti del rock 'n' roll e del baroque pop.[1]

Con i primi album e singoli proposero un repertorio di "canzoni fresche, accattivanti, ingenue,
ispirate alle ragazze californiane e al mito del surf",[25] a cui si sarebbero presto aggiunti brani dai
testi incentrati sulle "corse automobilistiche e le auto truccate."[2] Dopo Surfer Girl (1963) dal
"sound" più sofisticato,[2] e Summer Times (1965), dalle influenze rock,[26] avrebbero pubblicato il
loro album più noto: Pet Sounds (1966), che segna una rottura definitiva con le canzoni allegre del
passato.[25] Questo album, nato dall'esigenza del leader Brian Wilson di rivaleggiare con i Beatles
che avevano appena pubblicato Rubber Soul (1965)[27] e Revolver (1966),[24][25][27] omaggia il muro
del suono di Phil Spector[6][27] e fonde le caratteristiche tendenze di musica surf a influenze

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orientali e psichedeliche.[6] Con Pet Sounds il gruppo ha inoltre utilizzato per la prima volta lo
studio di registrazione come "un nuovo strumento al fianco di violini, corni, sassofoni, oboe"[25]
adottando sonorità baroque pop e chamber pop.[28] Nello stesso periodo avrebbero composto il
materiale di Smile, album uscito solo nel 2011 che, oltre a confermare l'abbandono delle originarie
sonorità "surf",[2] ibrida psichedelia, rock progressivo, rock 'n' roll e sarebbe composto da canzoni
che sono state definite "scatole cinesi di suoni, rumorini, cori (talvolta demenziali),
sovrapposizione di sezioni ritmiche (...), uso di strumenti inusuali (...) il tutto assemblato con del
nastro adesivo lisergico."[29] Fra gli artisti che hanno ispirato i Beach Boys di Smile vi sono Van
Dyke Parks, che avrebbe preso parte al progetto[3] e Frank Zappa, di cui si sentono richiami del suo
stile "collage".[3] Nel seguente Wild Honey (1967), dalle sfumature soul[23][29] e blue-eyed soul,[1] il
gruppo "sancisce il matrimonio tra le armonie vocali e il rhythm & blues"[29] ritornando a uno stile
semplice,[26] 20/20 (1969) è un album transitorio con brani ispirati al country[23] mentre Sunflower
(1970) richiama il middle of the road.[23] Carl and the Passions: So Tough (1972) si discosta molto
dalle sonorità dei primi dischi con i suoi riferimenti AOR,[1] mentre con l'ultimo album omonimo
(1985) avrebbero modernizzato la loro musica con arrangiamenti quali il sintetizzatore e la batteria
elettronica.[30]

Formazione
Oltre ai cinque membri fondatori originali nella band ha suonato David Marks subentrato al posto
di Al Jardine (durante il temporaneo allontanamento) tra il 1962 e il 1963 per la registrazione dei
primi quattro album di studio della discografia. Nel 1964 Glen Campbell prese il posto di Brian
Wilson nei concerti, il quale aveva smesso di fare Tour in seguito a una crisi di panico avvenuta in
aeroplano. Nel 1965 Campbell aveva intenzione di seguire un altro percorso, puntando a una
carriera solista nel Country, rifiutando così l'invito proposto dai Beach Boys di far parte
ufficialmente del gruppo, e Bruce Johnston divenne il nuovo sostituto, a breve collaboratore
importante anche in studio. Nei primi anni settanta arrivarono Ricky Fataar e Blondie Chaplin.
Chaplin se ne andò dopo due anni, mentre Fataar ne rimase tre.

Membri fondatori ufficiali

Brian Wilson - voce, basso, organo Hammond e pianoforte elettrico, armonie vocali
(1961-1989, 2012 reunion)
Carl Wilson - voce, chitarra solista ed acustica, armonie vocali (1961-1998)
Dennis Wilson - voce, batteria, percussioni, armonie vocali (1961-1983)
Mike Love - voce, armonie vocali (1961- presente)
Al Jardine - voce, chitarra ritmica ed acustica, armonie vocali (1961-1962, 1963-1999, 2012
reunion)

Membri secondari / Ex-collaboratori

Bruce Johnston - voce, basso, organo Hammond e pianoforte elettrico, armonie vocali
(1965-1971, 1978 - presente)
David Marks - chitarra ritmica ed acustica, (1962-1963, 2012 reunion)
Blondie Chaplin - chitarra elettrica ed acustica, (1972-1973)
Ricky Fataar - batteria, percussioni, (1972-1974)

Turnisti Live

Glen Campbell - chitarra elettrica ed acustica, armonie vocali (1964-1965)

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Discografia

Album in studio
Surfin' Safari (1962) numero 32 US
Surfin' USA (1962) numero 2 US, numero 17 UK
Surfer Girl (1963) numero 7 US, numero 13 UK
Little Deuce Coupe (1963) numero 4 US
Shut Down Volume 2 (1964) numero 13 US
All Summer Long (1964) numero 4 US
The Beach Boys' Christmas Album (1964) numero 6 US
The Beach Boys Today! (1965) numero 4 US, numero 6 UK
Summer Days (And Summer Nights!!) (1965) numero 2 US, numero 4 UK
Beach Boys' Party! (1965) numero 6 US, numero 3 UK
Pet Sounds (1966) numero 10 US, numero 2 UK
Smiley Smile (1967) numero 41 US, numero 9 UK
Wild Honey (1967) numero 24 US, numero 7 UK
Friends (1968) numero 126 US, numero 13 UK
Stack-O-Tracks (1968) (compilation non entrata in classifica)
20/20 (1969) numero 68 US, numero 3 UK
Sunflower (1970) numero 151 US, numero 29 UK
Surf's Up (1971) numero 29 US, numero 15 UK
Carl and the Passions - "So Tough" (1972) numero 50 US, numero 25 UK
Holland (1973) numero 36 US, numero 20 UK
15 Big Ones (1976) numero 8 US, numero 31 UK
Love You (1977) numero 53 US, numero 28 UK
M.I.U. Album (1978) numero 151 US
L.A. (1979) numero 100 US, numero 32 UK
Keepin' the Summer Alive (1980) numero 75 US, numero 54 UK
The Beach Boys (1985) numero 52 US, numero 60 UK
Still Cruisin' (1989) numero 46 US
Summer in Paradise (1992)
Stars and Stripes Vol. 1 (1996) numero 101 US
SMiLE (2011) numero 27 US, numero 25 UK
That's Why God Made the Radio (2012) numero 3 US, numero 15 UK

Live
Beach Boys Concert (1964) numero 1 US
Live in London (1970) (pubblicato in America nel 1976 come Beach Boys '69) numero 75 US
The Beach Boys in Concert (1973) numero 25 US
Good Timin': Live at Knebworth England 1980 (2002) numero 101 US
Live - The 50th Anniversary Tour (2013)

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Compilation
Best of The Beach Boys (1966) numero 8 US; numero 2 UK
Best of The Beach Boys Vol. 2 (1967) numero 50 US; numero 3 UK
Best of The Beach Boys Vol. 3 (1968) numero 153 US; numero 9 UK
Endless Summer (1974) numero 1 US
Spirit of America (1975) numero 8 US
Good Vibrations - Best of The Beach Boys (1975) numero 25 US
Ten Years of Harmony (1981) US numero 156
Sunshine Dream (1982) US numero 180
Rarities (1983)
Made in U.S.A. (1986) US numero 96
Lost & Found (1961-62) (1991)
Good Vibrations: Thirty Years of The Beach Boys (1993)
The Pet Sounds Sessions (1997)
Endless Harmony Soundtrack (1998)
Ultimate Christmas (1998)
The Greatest Hits - Volume 1: 20 Good Vibrations (1999) numero 95 US
The Greatest Hits - Volume 2: 20 More Good Vibrations (1999) numero 192 US
Greatest Hits Volume Three: Best of the Brother Years 1970-1986 (2000)
The Beach Boys: Surfin' (2000)
Hawthorne, CA. - Birthplace of a Musical Legacy (2001)
Classics selected by Brian Wilson (2002) numero 159 US
Sounds of Summer: The Very Best of The Beach Boys (2003) numero 16 US
The Warmth of the Sun (2007)
The Smile Sessions (2011) numero 27 US, numero 25 UK
Big Ones: Greatest Hits (2012)
Made in California (2013)

Apparizioni in compilation
1973 - American Graffiti (colonna sonora)
1974 - Chicago VII album dei Chicago Transit Authority
1974 - Caribou album di Elton John
1987 - Good Morning Vietnam (colonna sonora)
1988 - Cocktail (colonna sonora)
1991 - Two Rooms: Celebrating the Songs of Elton John & Bernie Taupin
1994 - Baywatch (colonna sonora)
1996 - Don't Stop album degli Status Quo

Note
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2. (EN) Paul Du Noyer, Music, Ted Smart, 2004, pp. 30-31.

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Bibliografia

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Altri progetti
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_Boys?uselang=it)

Collegamenti esterni

Sito ufficiale, su thebeachboys.com.


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(EN) The Beach Boys, su Encyclopedia of Surfing.
The Beach Boys, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni
sonori ed audiovisivi.
(EN) The Beach Boys, su AllMusic, All Media Network.
(EN) The Beach Boys / Carl And The Passions / Kenny & The Cadets, su Discogs, Zink Media.
(EN) The Beach Boys, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
(EN) The Beach Boys, su Internet Movie Database, IMDb.com.
(EN) The Beach Boys, su Internet Broadway Database, The Broadway League.
Sito ufficiale di The Beach Boys, su thebeachboys.com.
Sito ufficiale di Billboard, su billboard.com.
Storia della Billboard su Billboard.com, su billboard.com (archiviato dall'url originale il 13 dicembre
2005).
Posizioni e classifiche di The Beach Boys su Billboard.com, su billboard.com.
Sito ufficiale di Rolling Stone Magazine, su rollingstone.com.
The Beach Boys articoli su Rolling Stone Magazine, su rollingstone.com.
Brian Wilson articoli su Rolling Stone Magazine, su rollingstone.com.
Dennis Wilson articoli su Rolling Stone Magazine, su rollingstone.com.
Sito ufficiale di Brian Wilson, su brianwilson.com.
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