Sei sulla pagina 1di 2

LA NOTAZIONE

Oggi esistono numerosi studi sulla ricostruzione delle notazioni antiche, ma il primo
sistema di notazione documentato fu quello greco, derivante dall’Asia occidentale,
ovvero la notazione alfabetica. Le prime testimonianze sono state pervenute dalle
“Tavole di Alipio”, nelle quali ogni lettera corrisponde ad un suono. Quindi la notazione
alfabetica dava l’esatta altezza di un suono, ed ogni lettera corrispondeva ad una
nota, infatti nella notazione greca vi erano 30 note, corrispondenti alle 30 lettere
dell’alfabeto e invece nella notazione fenicia, le note venivano mutate a causa del
ridotto numero di lettere. A differenza della notazione alfabetica, che veniva usata
prevalentemente per scopi teorici, la notazione occidentale, ovvero quella neumatica,
che deriva da neuma=segno, era formata da segni grafici con una valenza, infatti
indicano sia l’altezza del suono che la sua durata. I neumi erano posti direttamente sui
versi ed indicavano l’andamento melodico e questa notazione è definita come la prima
vera notazione destinata alla pratica della musica vocale, ovvero destinata puramente
all’esecuzione.
La notazione neumatica antica era in campo aperto, ovvero non aveva uno schema di
riferimento, infatti era privo di un rigo musicale ed i segni, posti sopra le parole, erano
formati da segni grammaticali o neumi semplici.
La notazione diastematica permette di indicare con precisione l’altezza delle note.
Diastema=intervallo.
Nel XI sec. la notazione in campo aperto, o adiastematica, si trasforma in notazione
quadrata, dove gli accenti acuti e gravi combinati insieme, danno origine ad altri
segni. I neumi così presero forme distinte e con un proprio significato.
Nel medioevo la musica aveva una doppia funzione, una teorica ed una pratica.
-Teorica: la musica faceva parte del quadrivium, ovvero l’insieme delle 4 materie
scientifiche (algebra, geometria, astronomia e musica), e quindi aveva fini scientifici,
dati dalle sue frequenze. Boezio, fu il primo teorico della musica che la definì come
scienza, infatti egli la divise in:
Musica mundana, che regolava gli elementi della matura;
Musica humana, che regolava le sensazioni umane;
Musica instrumentalis, che si basa sull’arte del suono.
-Pratica: la musica era impegnata nella pratica del canto, cioè il canto gregoriano,
ovvero un canto monodico in lingua latina, usato in ambito religioso e basato sulla
memoria.

IL RIGO MUSICALE
La nascita del rigo musicale fu un processo lungo e lento, infatti inizialmente questo
indicava esclusivamente l’altezza del suono ma non la sua durata. Una prima forma di
rigo musicale comparve per la prima volta nella notazione antica Aquitana e in quella
di Cassino-Beneventana, ed era formato da una sola riga di colore rosso, che indicava
la nota FA. Successivamente venne aggiunto un secondo rigo, di colore giallo o verde
che indicava invece il DO. Quando dopo si aggiunsero altre due righe, le note
iniziarono ad essere chiamate con delle lettere: C per il Do, F per il Fa e G per il Sol. La
nascita di un vero e proprio rigo musicale però risale al XI sec., quando Guido D’Arezzo
propose la creazione del tetragramma, ovvero formato da 4 righi, attraversato da
stanghette che avevano lo scopo di dividere le frasi musicali. Infine la nascita del
pentagramma pare spetti al frate Ugolini da Forlì.

Potrebbero piacerti anche