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• JET

Fanno rock come se non ci fosse futuro eppure riescono a metterci una buona dose di roll
come facevano i grandi del passato. Come dimostra il loro album di debutto, "Get born", a
questo quartetto di Melbourne, Nic Cester (chitarra/voce), Chris Cester (batteria/voce),
Cameron Muncey (chitarra/voce), Mark Wilson (basso), piace tutto ciò che del rock c'è di
rozzo, primitivo, diretto e senza fronzoli. Come tutti i gruppi migliori, fanno risalire le loro
influenze alla fonte.
«Credo che siamo sempre stati interessati alle radici della nostra musica - spiega Chris -
Volevamo dare un'occhiata oltre gli anni settanta e sessanta e scoprire da dove veniva
quella musica. Ecco perché in concerto facciamo una cover di "That's alright mama" di Elvis.
Ci viene naturale.»
I Jet sono intrisi dell'essenza del rock. Come i Kinks, gli AC/DC e gli Oasis prima di loro
-tutti nomi influenti sulla musica della band - hanno nei loro ranghi due fratelli fotogenici
(Nic e Chris Cester). Il nome lo hanno preso in prestito dal consumato successo post-
Beatlesiano del 1973 di Paul McCartney, mentre "Dirty Sweet", il loro E.P. di debutto per la
Rubber Records, è un omaggio ai T-Rex, dove "Move on", la bellissima ballata acustica, è la
canzone che i Faces sono sempre stati troppo ubriachi per scrivere. Ma è quello che ti
succede se il primo album che ascolti nella tua vita s'intitola "Abbey road".
«I miei genitori avevano alcuni dischi davvero brutti - spiega Chris - ma quello è sempre
stato tra i miei preferiti. Sedevo per terra picchiando i cuscini del divano con le bacchetta
al ritmo di "Mean Mr. Mustard". Formammo un'intero gruppo immaginario, dove suonavamo
la chitarra con le racchette da tennis e ci esibivamo dal vivo. Mi sembra di ricordare che ci
chiamassimo The Boys.»
Furono queste fantasie che fecero nascere i Jet. Come Liam Gallagher sostiene che i BRMC
meritarono di fare da spalla ai primi concerti degli Oasis perché "osavano avere il look di
una band rock'n'roll" allo stesso modo i Jet hanno un'idea talmente chiara della musica
rock che può essere venuta in mente solo a chi è cresciuto in Australia a cinquemila miglia
dal resto del mondo. Dove i gruppi americani e britannici obbediscono ai capricci dei media,
che considerano, sotto certi aspetti, passati i pilastri del rock (i Beatles, i Rolling Stones), i
Jet portano con sé una lucidità e una freschezza che derivano sia dalla loro giovane età sia
da una totale sconsideratezza tipicamente australiana. I Jet non conoscono le regole e
anche se le conoscessero, le infrangerebbero.
Gli inizi. Cresciuti nella periferia di Melbourne con una dieta ferrea di rock classico, i
fratelli Cester (il ventiquattrenne Nic è tre anni più grande) videro il disastro profilarsi
all'orizzonte. Una terribile sciagura stava per colpire i giovani della periferia di Melbourne.
Il grunge.
«Non sopportavo quella roba - dichiara Nic - per me era vera musica con cui tagliarti le
vene. Non aveva nulla a che fare con l'idea di rock'n'roll che avevo per la testa. Ero
cresciuto adorando gli Who, gli Easybeats, i Faces e gli Stones e questi tizi stavano
conducendo la musica in un luogo in cui non volevo andare. Non ti davano quelle emozioni che
ti danno tutti i grandi gruppi rock. Gli ultimi sono stati gli Oasis.»
Un lungo pellegrinaggio nelle caverne del circuito live di Melbourne fece seguito. «A quei
tempi pensavamo che non saremmo mai riusciti ad uscire da quella scena - spiega Nic - ecco
perché canzoni come "Radio song" hanno quel certo feeling di rassegnazione. A quei tempi
era inimmaginabile che una band come la nostra avrebbe ottenuto anche il minimo
successo.»
Come spesso succede, il tempismo è la chiave di tutto. Portando tra i loro ranghi
l'allampanato bassista Mark Wilson e giurando di "diventare seri", i primi concerti dei Jet
coincisero con il successo globale dei Vines, gli eroi locali. Con deliranti A&R ai loro piedi e
la recensione del NME di "Take it or leave it", il singolo di debutto, descritto come un
ibrido tra "i Rolling Stones e il rock da stadi degli AC/DC", la band fu felice di firmare con
l'Elektra, casa del più classico rock americano.
"Get born" ne è il risultato. Prodotto da Dave Sardy (Dandy Warhols, Marilyn Manson) ai
leggendari studi Sunset Sound di Los Angeles, "Get born" ci riporta ad un rock al meglio
della sua onestà, aggressività e spontaneità. Brani come "Get what you need", "Are you
gonna be my girl" (il primo singolo), "Get Me Out Of Here" ti colpiscono diritti come prima
riuscivano a fare solo i Ramones. Altrove, con "Look What You've Done" (scritta da Nic),
l'elegiaca "Radio Song" e "Lazy Gun", un involontario omaggio alla ELO, ci portano alla mente
la nostalgia dei tempi andati, dai Badfinger aTodd Rundgren. E i testi sono
sufficientemente succulenti da essere paragonati a quelli dei leggendari rockers australiani
The Saints. Quando Nic grugnisce "So che non abbiamo molto da dirci" in "Are you gonna be
my girl" o "Balla piccola deejay, dai, balla" in "Rollover DJ", si possono quasi sentire le
ginocchia femminili tremare e dieci anni di gavetta nei club sbocciare rigogliosi.
«Volevamo realizzare un disco contemporaneo - dichiara Chris - e non volevamo neppure
fare un disco rock monodimensionale. Gli album dovrebbero essere in grado di riflettere
tutti i lati della tua personalità, ecco perché in questo ci trovate canzoni come "Timothy" e
"Radio song". Vorremmo che l'ascoltatore provi le stesse emozioni che prova quando ascolta
un disco come "Goat head soup". Ci sono dei momenti tranquilli ed altri dove vuoi
semplicementi scatenarti.»
A dimostrazione del loro successo, a metà delle registrazioni dell'album arrivò una
chiamata dal management degli Stones, che offrì ai Jet di aprire i concerti australiani del
tour mondiale della storica band britannica. Chiaramente, i Jet sono sulla strada giusta.
«Mi piace l'idea di dare a "Get born" due significati - aggiunge Chris in chiusura - come
"Rubber soul". Principalmente è un invito a dimenticarsi dei propri problemi e a cogliere
invece l'attimo. È un rifiuto di tutte quelle sensazioni negative e deprimenti che uno può
provare. È una cosa che viene dal cuore, che poi è la fonte principale di tutta l'energia che
si sprigiona nella nostra musica.»

• BJORK
Bjork Gudmundsdottir (sembra che il cognome significhi semplicemente "figlia di
Gudmund") nasce in Islanda nel 1965. Figlia di genitori alternativi e influenzati dalla cultura
hippy, passa gran parte della sua infanzia in una delle cosiddette "comuni" organizzate dai
figli dei fiori e dai movimenti giovanilistici locali, che tendevano a considerare la famiglia
come un nucleo allargato, in linea con l'immaginario che stava travolgendo il mondo.

Proprio all'interno di questo contesto, apprende i primi rudimenti musicali, naturalmente


improntati alla musica rock e psichedelica di quegli anni, senza trascurare i cantautori
impegnati che imperversavano in quegli anni.
Ma non va dimenticato che prende anche lezioni di teoria e di partica strumentale con il
flauto e il pianoforte. Il suo esordio nel mondo della musica è comunque precocissimo. Bjork
non fa parte insomma di quei casi in cui la carriera e le inclinazioni artistiche sono bloccate
o poco comprese dai genitori o dall'ambiente circostante. Il suo primo disco lo incide alla
tenera età di soli undici, cosa che la rende un caso mediatico e la proietta nel firmamento
delle notorietà islandesi. Si tratta di un disco di cover folk islandesi con un brano originale
composto da lei, un omaggio ad un pittore della sua terra

A seguito del suo ingresso nel mondo del pop e un po' più cresciuta, dà vita ad una serie di
collaborazioni, fra cui vanno annoverate anche alcune esibizioni sulla scena punk,
continuando pur sempre ad incidere dischi come solista (dischi poco distribuiti e oggi
difficilmente reperibili).

Nel 1977 approda al gruppo che la ancia definitivamente e che avrà un'importanza
fondamentale anche sul piano della sua vita privata: sono gli Sugarcubes, in cui milita l'uomo
che sposerà, Thor Eldon, con il quale avrà un figlio, Sindri, anche se il matrimonio non
durerà a lungo. I due infatti si separano dopo pochi anni. Ad ogni modo, i Sugarcubes
azzeccano almeno una hit di successo, quella "Birthday" che, grazie alla sua bellissima
melodia, proietta il gruppo verso il successo mondiale. E' il 1988 e il "fenomeno" Bjork è bel
lontano dall'esplodere. Ancora insieme al gruppo incide altri dischi, come ad esempio "Here,
today, tomorrow, next week" e "Stick Around for Joy", a parere della critica decisamente
meno ispirati rispetto al primo "Life's too good". A quel punto (è orma il 1992), Bjork sente
il bisogno di esprimersi da sola, con proprie canzoni. E scioglie il gruppo.

Bjork ha alle spalle una carriera discografica consistente, eppure decide di intitolare il suo
album "Debut" (forse per sconfessare l'album inciso a 11 anni), che in effetti rappresenta
una rottura con quanto aveva fatto fino a quel momento.

Il successo ad ogni modo è più che lusinghiero. Dati di vendita alla mano (oltre due milioni di
copie in tutto il mondo), malgrado la musica "difficile" proposta dalla cantante, una musica
lontana dalle inveterate abitudini d'ascolto da successo radiofonico, diventa una delle star
degli anni Novanta. Bjork, insomma, diventa il simbolo, la paladina di quella "nuova" musica
che coniuga elettronica e melodia. Nello stesso anno ottiene il premio di Mtv nella categoria
Best European Video, con "Human Behavior". Passano due anni e Bjork trionfa come
Migliore artista femminile. Intanto, si trasferisce a Londra dove esplora la scena musicale
dance.

Al successo del debutto segue "Post", un altro discreto successo, un album che rappresenta
un mix di techno, beats eccentrici e strumenti etnici. Poco dopo, però, la cantante denuncia
una forte crisi di nervi, con conseguente e consueta aggressione verbale ad intervistatori e
giornalisti. Per ristabilire il proprio equilibrio, decide dunque di ritirarsi momentaneamente
ad una vita più ritirata.

Continua ad ogni buon conto a lavorare, scrivere e comporre, tanto che dopo "Telegram",
una raccolta di remix di brani di "Post", nel '97 esce "Homogenic", remixatissimo anche
questo come i due precedenti (alcuni suoi fans hanno anche creato un sito che raccoglie
remix e che fornisce le tracce musicali per farli in casa). Nel 1997 il folletto islandese
ottiene riconoscimenti mondiali con "Homogenic", album concepito come un organismo
vivente: sistema nervoso rappresentato dagli archi, polmoni e ossigeno dalla voce e il cuore
dal ritmo.

Nel 2000, invece, accetta di recitare nel nuovo film di Lars Von Trier "Dancer in the dark",
di cui compone anche la colonna sonora. La commovente interpretazione le fa conquistare la
Palma d'Oro al festival di Cannes come miglior attrice, oltre ad essere candidata agli Oscar
2001 nella categoria miglior canzone con "I've seen it all", tratta sempre dal film di von
Trier. In mezzo a tutto ciò, prosegue le collaborazioni con vari musicisti, secondo i giornali
scandalistici conditi in qualche caso da flirt.
Nell'agosto del 2001 è uscito il suo nuovo Lp, "Vespertine", che, a quanto ha riferito la
stessa Bjork. "si ispira ai momenti di solitudine nella propria casa, dedicati all'introspezione
e alle riflessioni mormorate".

• PLACEBO
I Placebo sono Brian Molko (voce, chitarra), Stefan Olsdal (basso, chitarra e
tastiera) e Steven Hewitt (batteria). Uno americano, uno svedese e uno inglese. Non
hanno avuto un passato insieme, anche se Molko e Olsdal si sono conosciuti sin dai
primi giorni di scuola in Lussemburgo.

Molko si reco' a Londra quando aveva 17 anni a studiare recitazione al Goldsmith's


College. Olsdal, intanto, si spostò in una scuola in Svezia. Fu per puro caso che si
incontrarono più tardi nelle strade di Londra: Olsdal aveva seguito i suoi genitori in
Inghilterra, e stava studiando chitarra al Musicians Institute nel quartieri operai
(orientali) di Londra. In quel periodo Molko stava lavorando sulle sue aspirazioni
musicali, scrivendo canzoni, suonando occasionalmente degli arrangiamenti insieme
ad un batterista: Steve Hewitt.

Molko e Olsdal decisero di formare una band. Steve Hewitt che Molko aveva
incontrato attraverso un comune amico al Goldsmith’s era anche impegnato con
un’altra band chiamata Breed, ma contribuì ai demo iniziali dei Placebo quando il
tempo glielo permetteva.

Nella caratteristica alchimia delle band naturali, il trio trovò rapidamente la propria
voce e vocabolario, dovendo molto poco alle band di allora seguendo le tendenze del
"Britpop". Certamente, la loro musica aveva molto in comune con quella dei Sonic
Youth, mista all’aspirazione di raggiungere le qualità di PJ Harvey e le emotive
estremità che formano il miglior lavoro di Tom Waits. Il risultato, comunque, era
totalmente originale e interessante; non c’era veramente nessuna band del tutto
uguale ai Placebo.

A causa del suo contraddittorio impegno con i Breed, Hewitt fu sostituito nei
Placebo da un batterista svedese: Robert Schultzberg. Comunque Hewitt sembrava
quello destinato ad essere il più duraturo nella band, e quindi si riunì ai Placebo nel
1996.

Da quel momento, orami, la band ebbe uno straordinario impatto. Cominciando con il
loro debutto live al London’s Rock Garden nel gennaio del 1995 i Placebo
acquistarono un certo audience, che chiaramente non si è identificato solo con la
forza della band, ma anche con le loro evidenti contraddizioni.

I Placebo fecero la loro prima registrazione di debutto con Bruise Pristine,


realizzato sull’etichetta Fierce Panda nel 1995. La band è stata anche
costantemente in viaggio, suonando arrangiamenti nei club o musiche per gli spot per
pubblicizzare la propria musica. In verità, alla fine del primo anno i Placebo
assaporarono il gusto del loro primo tangibile successo quando Come Home, un
singolo registrato per l’etichetta Deceptive, arrivò al numero tre nell'Indie chart.

Nel gennaio del 1996, i Placebo firmarono un contratto con la Hut Recordings. Circa
nello stesso periodo, la band venne all’attenzione di David Bowie che, profondamente
impressionato dalla loro straordinaria energia e abilità, invitò i Placebo a supportarlo
per le date europee del suo concerto.

Il primo album dei Placebo fu registrato a Dublino durante la primavera del 1996. Le
10 tracce riguardavano soprattutto il sesso, con nuove versioni di Bruise Pristine e
Come Home insieme a Hang On To Your IQ, una canzone che ebbe origine dalle
prime demo dei Placebo, registrate con Steve Hewitt agli inizi della band.

L'album di debutto dei Placebo dal titolo omonimo è stato pubblicato nell’estate del
1996. I Placebo poi sono ritornati alla strada, seguendo le orme dell’anno
precedente, questa volta suonando in luoghi affollati in tutta la regione. La band si
imbarcò anche in una serie di tour internazionali in America, Germania e Francia nel
periodo in cui Steve Hewitt ritornò nella band al posto di Schultzberg.

Se ci fosse stato bisogno di una conferma sulla fama crescente dei Placebo, essa
arrivò nel gennaio del 1997 con l’uscita di Nancy Boy come singolo. Essa arrivò al
numero quattro nella classifica inglese. Lo stesso mese i Placebo suonarono al
Madison Square garden a New York come inviati speciali nella lista della festa del
cinquantesimo compleanno di David Bowie.

La band fu molto presente durante l’anno, messa in risalto dal loro stesso tour
inglese, culminato con uno spettacolo al London's Brixton Academy prima di
supportare gli U2 in molte delle date europee di Popmart.

I Placebo furono anche invitati dal produttore esecutivo Michael Stipe per suonare
dei pezzi accanto ad Ewan McGregor e Eddie Izzard nel film Velvet Goldmine, uscito
nell’autunno del 1998.

È arrivato il momento per i Placebo di registrare il loro secondo album. All’inizio del
1998 la band comincia a lavorare al Real World Studios, con Steve Osborne che in
passato è stato anche il produttore di U2 e The Happy Mondays.

Uscito nell’ottobre del 1998, il nuovo album è una raccolta di "canzoni d'amore" con,
in una forma o in un’altra, "crepacuori e malinconie. Tutto questo è alimentato da una
forte nuova identità sonica; non c’è sesso nell’insieme, il risultato dell’ossessione di
Steve Hewitt per il funk e l’hip-hop.

Il vivere fuori dagli occhi del pubblico e in studio di registrazione per mesi fino alla
fine di agosto del 1998 vede Pure Morning, il primo singolo dal secondo album,
andare dritto al numero quattro nelle classifiche inglesi.

I Placebo dopo la grande fama acquisita con il secondo album dedicano parte del loro
tempo ai vari concerti e possono essere fieri di vedere alcuni dei loro brani essere
scelti nelle colonne sonore di alcuni film. tra la prima e la seconda metà del 2000
ecco che la band publica un nuovo singolo, Taste In Men, che sarà presente nel terzo
album intitolato "Black Market Music".

Il terzo disco del gruppo è furbo e maturo e dopo un po' riesce ad affascinare il
pubblico, allontanando tuttavia alcuni dei vecchi fan un po' delusi dalle nuove
sonorità.
Il 21 Marzo 2003 esce Sleeping with ghosts il nuovo disco dei Placebo anticipato dal singolo
The Bitter end.
Il 22 Ottobre 2004 i Placebo pubblicano la loro prima raccolta di singoli "Once More With
Feeling" che contiene 17 successi della band più due brani inediti "Twenty years" e "I do".

• MUSE
band inglese composta da Matthew Bellamy (chitarrista,cantante e a volte pianista),Chris
Wolstenholme (bassista) e Dominic Howard (batterista).Conosciutisi a scuola a
Teignmouth,vicino Londra,quasi per caso formano a 13 anni la "GOTHIC PLAGUE",loro prima
band che,insieme ai successivi "FIXED PENALTY" e "ROCKET BABY DOLLS" ,non riscuote
molto successo.I loro genitori,senza motivi degni di nota,si trasferirono nel Devon da città
diverse come Cambridge,Manchester e lo Yorkshire.Il padre di Matt, George era un
conducente di taxi con la passione per la chitarra.Negli anni 60 aveva militato nei
Tornadoes, un gruppo che aveva avuto il merito di piazzare un singolo, Telstar,al primo
posto della classifica statiunitense.La madre,Marilyn,dal canto suo,passava le giornate a
sistemare la casa e a badare ai suoi figlioletti Matt e Paul.Ma c'era qualcosa di diverso,di
strano di diverso da quello che succede in una famiglia qualunque:occasionalmente,Marilyn
coltivava, con l'arrivo delle sue amiche,i suoi poteri di medium, invocando la tavola dei morti
con l'aiuto della tavola Oujia.
Il periodo dei Muse è quello in cui il Bitpop si affaccia alla scena inglese, ma i tre non se ne
sentono affatto influenzati.
Infatti essi girano il loro interesse musicale verso l'altro lato dell'oceano,ascoltando
Nirvana, Smashing Pumpkins e Radiohead.
Successivamente,cambiato il nome in "Muse",hanno cominciato a fare sul serio,riscuotendo
interesse da un alto numero di labels americane,suonando in molti posti,soprattutto nei pub.
Il successo dei loro due primi EP's "Muse" e "Muscle Museum" li hanno spinti a creare il
loro primo cd "da Muse",di nome "Showbiz",pubblicato nel 1999.
La forza e l'entusiasmo dei Muse ha convinto John Leckie (procuratore dei Radiohead)ad
occuparsi di loro.
Al culmine del loro successo,dopo un lungo tour che li ha impegnati tra il 1999 e il
2000,hanno pubblicato il loro secondo album: "ORIGIN OF SIMMETRY ",pubblicato
appunto nel 2001.

• SHAKIRA
Isabel Mebarak Ripoll, meglio e più semplicemente conosciuta come Shakira, nasce il 2
febbraio 1977 a Barranquilla da padre libanese (William Mebarak Chadid) e madre
colombiana (Nidia del Carmen Ripoll Torrado). Muove i primi passi nel campo della musica
scrivendo a otto anni la sua prima canzone. Guadagnandosi la fama di bambina prodigio, a
tredici anni stipula il suo primo contratto con la Sony Music Colombia e pubblica il suo primo
album intitolato "Magia".
Dopo essersi diplomata decide di dedicarsi interamente alla musica, registrando il suo
secondo album "Peligro", accolto con buon successo. Ma è con il successivo "Pies descalzos"
che raggiunge una straordinaria popolarità in America Latina, Brasile e Spagna. Le cifre su
cui viaggia l'album superano abbondantemente il milione. In particolare va a ruba in Brasile,
terra immensa e dall'altrettanto immenso mercato.
Il suo quarto album "Dònde estàn los ladrones?" viene prodotto in collaborazione con un
grande della musica latina, Emilio Estefan, e onestamente il tocco magico si sente subito. La
platea di fan di Shakira intanto si allarga agli Stati Uniti, Argentina, Colombia, Cile e
Messico, proiettandola nell'empireo dei dischi di platino che cominciano a fioccare come
manna nel deserto. D'altronde questo lavoro è stato baciato dalla buona sorta se è vero che
le fa conquistare anche un ambìto Grammy e due Latin Grammy Award.
Ormai Shakira è incontestabilmente la regina del pop latino, capace di sedurre le folle con
brani accattivanti, incisivi e cantati con una voce del tutto particolare, per nulla comune o
banalmente mielosa. Anzi, il timbro di Shakira si distingue per un tratto virile che la rende
riconoscibile fra mille.
Da tutto questo successo rimaneva un po' escluso il mercato europeo, che da poco aveva
sentore del tifone latino e danzereccio che lo stava travolgendo. Ci pensa l'album
successivo di Shakira a colonizzare musicalmente il vecchio continente. "Laundry Service"
la scaraventa nelle top chart di tutti i paesi europei, grazie a brani-tormentone che
diventano marchi di fabbrica.
L'album spazia dal tango di "Objection" al gusto mediorientale di "Eyes like yours", dalle
innovazioni liriche di "Underneath your clothes" alla complessità melodica di "The one" per
arrivare al pop-rock di "Whenever wherever", il primo singolo in vetta all'airplay
radiofonico di tutto il mondo.

Mescolando sapientemente i suoni latinoamericani con accenti arabeggianti Shakira ha


decisamente saputo crearsi uno stile unico, lontano da tanti concorrenti che l'assediano
(Ricky Martin e company), mantenendo incontaminata la sua verve creativa nonostante
abbia iniziato a comporre canzoni in inglese.

Molta della sua notorietà inoltre è dovuta ai vari spot che ha girato per le campagne
pubblicitarie di numerosi marchi, rendendola davvero popolare.

Shakira ha anche altri numeri oltre alla voce e alla musica: un corpo mozzafiato e un'abilità
tutta sua nel rispolverare le antiche movenze della danza del ventre.

Attualmente vive a Miami Beach, ed è legata sentimentalmente ad Antonio De La Rua,


avvocato e figlio dell'ex presidente argentino.

• JON BON JOVI


Giovanni Bongiovanni, naturalizzato americano con il nome di Jhon Frances Bongiovi, è nato
nel 1962 a Perth Amboy, nel New Jersey. Primo dei tre figli (gli altri due sono Anthony e
Matt) di Carol, ex coniglietta di Playboy, e John Bongiovanni, barbiere (anche lui diventato
appunto Bongiovi), rivelò fin da piccolo di essere un ribelle e un grande desiderio di
mettersi in mostra. Malgrado il padre barbiere, poi, nessuno riusciva a dissuaderlo dal
tenere i capelli costantemente lunghi, capigliatura che abbinata ad un look dal vago sapore
metallaro gli davano già un aspetto da vero rocker.

La prima chitarra arriva all'età di sette anni, ma è solo tre anni dopo che inizia a suonare
con un certo impegno, folgorato sulla via del Pop, prendendo qualche lezione da un
insegnante di musica del quartiere.

Il primo gruppo musicale messo in piedi con alcuni compagni di scuola da Bon Jovi si
chiamava "Starz" , band che riuscì tenere un solo concerto, anche per via di un piccolo
particolare: esisteva già un gruppo americano molto più popolare di loro che portava lo
stesso nome. John cambiò quindi il nome in "Raze" ma l'esperienza, per un verso o per
l'altro, si rivelò comunque fallimentare.

Più tardi John fece un provino per il film "FootLoose" e la Paramount lo scelse per il ruolo
principale, cambiando la sceneggiatura da ballerino a stella del rock. Per John questa fu la
prima scelta decisiva e decise di rifiutare, non voleva essere conosciuto come un attore con
aspirazione da rockstar.Era la musica il suo mondo. Come tanti altri al suo fianco (in primo
luogo la madre), comincia a credere anche lui al sogno di un palcoscenico tutto per lui e
decide di cambiare nome, di scegliere uno pseudonimo che lo facesse sembrare più
"americano" e che fosse più facile da pronunciare dai suoi concittadini. Nasce così Jon
Bonjovi, a cui ben presto si interessano numerose case discografiche, colpite anche dalla
grinta dei pezzi che proponeva insieme alla sua band.

Nel 1984, dopo aver etichettato il gruppo definitivamente a suo nome, I Bon Jovi (Richie
Sambora, chitarra; David Bryan, tastierista; Alec John Such chitarrista ritmica; Tico
Torre, batteria) emersero dagli ambienti proletari urbani del New Jersey, facendosi
conoscere al grosso pubblico con brani come "Burnin' for love", "Get ready", "Breakout",
"Runaway" a cui seguirono l'anno dopo "In and out of love" tratto dall'album "7800°
Fahrenheit". Armonie vocali, assoli hard sono le caratteristiche di questo gruppo che nel
1986 con la pubblicazione dell'album "Slippery when wet" ottenne uno dei più grossi
successi di vendite di tutti i tempi con venti milioni di copie vendute. Con questo album lo
stile del gruppo raggiunse, a detta degli intenditori, la definitiva maturità esprimendo un
sound rabbioso, un pop metal con dall'anima blues, ballate ispirate alla poetica di
Springsteen ma rese più elettriche e romantiche.
In breve tempo, così vanno le cose nello show business, da semplice ragazzo siciliano che
litigava col padre per via dei capelli lunghi Bonjovi diventa una rock star internazionale, un
idolo acclamato da milioni di ragazzine adoranti, anche per il non secondario elemento che il
Nostro, manco a dirlo, è dotato di un notevole "appeal".

Oggi il gigantesco business del Bon Jovi FanClub è direttamente nella mani della madre
Carol, una delle poche persone che lo hanno incoraggiato a perseguire sempre la strada che
sentiva dentro di sè, ormai orgogliosa dei risultati ottenuti dal figlio e felicemente
stanziale nella gestione delle royalties che quel successo fa ininterrottamente piovere sulla
sua testa.

• ALICIA KEYS
Cantante raffinata dal crescente successo Alicia Keys è nata il 25 gennaio 1981 a Hell's
Kitchen, nella zona sud di Manhattan. La sua eccezionale bellezza si spiega facilmente
quando si conoscono le sue origini familiari, la miscela di razza da cui ha avuto origine: la
madre Terry Augello è di origine italiana e il padre Craig Cook è afroamericano.

Il talento precoce per la musica e la voglia di esibirsi la portano sui palchi giovanissima, ad
un'età quasi mozartiana. E' ancora bambina quando affronta un'audizione per la parte di
Dorothy in una produzione per bambini del "Mago di Oz" ma intanto non trascura lo studio
del pianoforte alla prestigiosa Professional Performance Arts School di Manhattan. Un
buon metodo anche per tenersi lontana dalla strada, un ambiente non troppo
tranquillizzante, soprattutto ad Hell's Kitchen.

A casa, dove vive con la mamma, Alicia cresce ascoltando musica soul, jazz e il nuovo genere
che va per la maggiore, l'hiphop. A quattordici anni scrive la sua prima canzone,
"Butterflyz" che sarà scelta come una delle tracce per il suo album d'esordio; a sedici anni
nonostante le occasioni di esibirsi davanti a un pubblico si facciano sempre più frequenti si
diploma col massimo dei voti. Ad aspettarla c'è la Columbia University, uno degli atenei più
prestigiosi d'America.

Per ironia della sorte il maestro di canto la introduce a suo fratello Jeff Robinson che,
poco prima dell'inizio dei corsi universitari le procura un contratto con la gloriosa "Columbia
Records".
Ma qualcosa non funziona. Ad Alicia manca il tempo per dedicarsi agli studi universitari e le
divergenze artistiche con l'etichetta discografica la convincono a mollare, convinta com'è
che deve ancora trovare la sua strada, sperimentare le possibilità di cui è capace.

Mentre lei compie diciannove anni, Clive Davis decano del music business di serie A, boss
storico dell'Arista nonché l'uomo dietro ai successi di artisti del calibro di Aretha Franklin
e Whitney Houston, cede la sua poltrona all'ex socio di Babyface - Mr.Antonio 'L.A.' Reid -
e fonda la J Records, una scuderia nuova di zecca. In questo progetto ambizioso c'è spazio
anche per Alicia.
"Fallin'" è il suo brano di debutto: esce quasi in sordina ma trattandosi della traccia più
rappresentativa del suo stile l'intraprendente Davis le procura visibilità convincendo Oprah
Winfrey, celebre conduttrice USA, a ospitare la ragazza nel suo programma tv. Davanti al
teleschermo per seguire le puntate di Miss Winfrey ogni sera si ritrovano qualcosa come
quaranta milioni di telespettatori. La mossa si rivela azzeccata.
All'indomani della puntata che presenta Alicia Keys il pubblico sembra riversarsi nei negozi
per acquistare il suo primo album "Song in A minor".

In breve saranno sette milioni le copie vendute, foriere di innumerevoli copertine sui
tabloid musicali, perenne permanenza in classifica, passaggi in radio: tormentone.

Tutto quello che Alicia tocca si trasforma in oro. Il tour mondiale, l'apparizione al Festival
di Sanremo, il brano "Gangsta Lovin'" cantato al fianco della rapper Eve, la struggente
ballata "Impossible" scritta e prodotta per l'amica Christina Aguilera e i suggestivi
videoclip.

Con la sua musica ha saputo imporre uno stile personalissimo, sintesi dell'esperienza black
degli ultimi trent'anni, anche grazie al pianoforte, denominatore comune della "formula
Alicia Keys". Ora si vocifera che starebbe per approcciare il jazz o addirittura la musica
classica.
Magari, c'è da fare gli scongiuri, con formule un po' popolari alla Bocelli o alla Pavarotti.
Mai come in questo caso vale la formula "chi vivrà...sentirà".

• BLACK EYED PEAS


Hanno coscientemente trasceso le loro onnipresenti radici hip hop per diventare un vero e
proprio fenomeno globale, uno di quelli che molto di rado si presenta all’orizzonte musicale.
Sempre curioso e sempre sicuro di sé, il gruppo di cui stiamo parlando è quello dei Black
Eyed Peas; il quartetto formato da Will.i.am, Fergie, apl.de.ap e Taboo ha galvanizzato il
pubblico di mezzo mondo grazie alla potenza di Elephunk e adesso è di nuovo furiosamente
al lavoro per portarci Monkey Business.

Elephunk (2003) è stato l’album che ha sfondato ogni tipo di porta per i Black Eyed Peas,
spingendoli verso un successo mai raggiunto prima da un gruppo hip hop. I riconoscimenti
sono facilmente riassumibili: 7.5 milioni di album venduti nel mondo, 4 nomination ai
Grammy, 1 Grammy Award ed un’indimenticabile performance relativa all’edizione 2005. Ma
grazie alle sue rime libere, ad un funk epico e straripante e ad uno spirito live bollente,
l’album ha portato un vero e proprio nuovo sound per questi nostri tempi moderni: ispirato
dall’hip hop, ma in grado di trascenderne confini ed inibizioni, ha creato un arco in grado di
legare assieme età, razze e background differenti. Parafrasando un noto brano dei
Parliament, nonché lo slogan ufficiale dell’hip hop, il loro è un suono che può essere
descritto solamente come “One Nation Under A Black Eyed Peas Groove.”

Ma se Elephunk può venire definito come la loro incoronazione a principi del castello, allora
Monkey Business, il loro quarto album, non può che essere la conquista del trono del re.
Questo è l’album che intensifica ulteriormente la passione dei BEP per creare musica
assieme e per fondersi con il loro pubblico utilizzando la tattica migliore: far in modo che la
gente si diverta. Questo è il credo che ha ispirato il gruppo dall’inizio, dai giorni in cui, alla
fine degli anni ’90, si sono messi insieme guadagnandosi il rispetto della generosa e vibrante
scena hip hop underground di Los Angeles. Già allora il gruppo possedeva uno spirito
magnetico che li ha aiutati non poco a creare il loro seguito di portata mondiale grazie ai
due album pubblicati nel 1998 (Behind The Front) e nel 2000 (Bridging The Gap).

Per diverse ragioni Monkey Business si può definire il diretto discendente del suo
predecessore. Il successo di Elephunk ha portato il gruppo ad un tour mondiale che è
durato ben 18 mesi. “Stare in giro per un così lungo periodo di tempo ci ha fatto capire qual
è il tipo di musica che vogliamo scrivere e suonare,” spiega will.i.am. “Monkey Business è
incentrato sul modo in cui presentiamo la nostra musica dal vivo. E’ come una festa. E’ stato
concepito per gradi differenti ma possiede quel tipo di energia che riflette esattamente il
modo in cui affrontiamo i tour – a cominciare dai beat fino agli strumenti che utilizziamo,
passando per il modo in cui interagiamo con il nostro pubblico. Su questo disco abbiamo
pensato a noi e a loro.”

Monkey Business è stato letteralmente prodotto e registrato durante l’infinito viaggio dei
BEP attorno al globo. “Mi trovavo in Brasile e stavo andando in giro per acquistare un po’ di
cd,” ricorda will.i.am, “e mi sono imbattuto in questa compilation: all’inizio pensavo che si
trattasse di una cosa, ma poi mi sono accorto che in realtà era una roba completamente
differente da ciò che mi aspettavo. La canzone di Dick Dale “Miserlou” era compresa nella
tracklist. All’inizio ero contrariato perché pensavo: ‘questo non è ciò che stavo cercando’,”
dice ridendo, “ma poi mi sono detto: ‘questo pezzo è proprio forte. Dovremmo fare una
canzone come questa.’ Allora ho acceso il computer e mi sono messo a creare dei beat sul
treno sul quale mi trovavo. Dopodiché abbiamo dovuto volare fino a Tokyo e così ho
sistemato la base proprio in aereo e poi ho registrato le parti vocali in un parco della
capitale giapponese. “Pump It” è stata registrata in questa maniera.”

La canzone è un vero e proprio inno da club ed è una delle tracce presenti su Monkey
Business oltre ad aver debuttato in una pubblicità per la catena di negozi di elettronica
Best Buy. “Questo è il bello della tecnologia. Si può registrare ovunque, a qualsiasi ora e in
qualsiasi modo ed adoro quel pezzo perché ha proprio il gusto dei nostri spettacoli live... Ha
quella stessa energia.”

Monkey Business ha anche rafforzato il legame che unisce il gruppo dai tempi in cui si
trovava in studio per Elephunk: prima di registrare quell’album i tre componenti originari
dei Black Eyed Peas – will.i.am, apl.de.ap and Taboo – avevano dovuto venire a patti con i loro
propri demoni. “Mi ricordo che un giorno abbiamo parlato delle cose che ci angosciavano
fino alla paralisi,” ricorda will.i.am. Aggiungendo il talento vocale della cantante Fergie, il
gruppo ha utilizzato la musica come strumento terapeutico. Creare musica con quel tipo di
fervore quasi disperato rimane un caposaldo anche nella creazione di Monkey Business. “Si
è sempre messi alla prova e si cerca sempre di non tornare a quelle cattive abitudini,” dice
will.i.am. “Quando conduci una bella vita, ti viene facile pensare che se ce l’hai fatta una
volta a smettere, puoi farcela ancora... Ma in realtà non si riesce davvero mai a sfuggire
alle cose che ti perseguitano.”
Quindi, realizzare Monkey Business è diventato un impegno comune per il gruppo – il primo
lavoro firmato da tutti e quattro e caratterizzato da uno stile di scrittura piuttosto
sofisticato: i ricchissimi groove del disco e lo spirito che l’accompagna riflettono proprio
questo tipo di impegno comune. “Questa volta si tratta proprio di noi e della costruzione
della nostra casa,” afferma will.i.am.

"Don't Phunk With My Heart" è un’accattivante serenata stracolma di soul che will.i.am
descrive come il sequel di “Shut Up”... “Non musicalmente, bensì per il tema trattato,”
spiega. “Quando arrivi ai ferri corti con la persona che ti sta a cuore e non vuoi
interrompere la relazione, magari dici cose che lì per lì senti davvero ma che poi non
rispetti e allora lei ti risponde di smetterla di prenderla in giro e di giocare con i suoi
sentimenti.”

A volte può sembrare che la vita personale dei componenti del gruppo abbia permeato la
stesura dei brani ed in effetti è proprio così. “Don’t Lie” è il brano che will.i.am descrive
come nato da un’esperienza realmente vissuta in cui si è trovato a forzare volontariamente
la verità con una sua ex: “il brano parla di scuse e di ammissione dei propri errori. E’ il
momento in cui bisogna essere uomini e donne adulti ed affrontare le situazioni in modo
onesto e vero.”

Il cantante Justin Timberlake si unisce al gruppo ancora una volta per il brano “My Style”.
“Justin ha già cantato con noi sul brano “Where Is The Love?”, la hit estratta da Elephunk,
e devo dire che andiamo davvero d’accordo,” dice will.i.am, “poiché anche lui vede la musica
nel modo in cui la vediamo noi. Inoltre è proprio un bravo ragazzo.” Il pezzo è stato
prodotto dal noto beatmaker Timbaland. “Mi piace vivere delle esperienze che non ho mai
vissuto prima,” aggiunge will.i.am, “ti trascina fuori dal tuo solito, rassicurante mondo e ciò
può essere estremamente creativo. In più, Timbland ha un talento smisurato.”

Altri collaboratori si sono uniti ai Peas su questo album, come Sting su “Union”. Il cantante
neo-folk Jack Johnson è stato invece campionato per il brano “Gone Going”. Inoltre i BEP
hanno potuto realizzare un loro sogno quando sono entrati in studio con il Padrino del Soul,
il Signor James Brown in persona, per la canzone "They Don't Want Music".

"E’ stato davvero assurdo," dice will.i.am. "Se sei un appassionato di hip hop sai che la spina
dorsale della nostra musica è James Brown – il concetto di appoggiare il beat sull’”UNO" è
un’esperienza fuori da questo mondo." I Black Eyed Peas rimangono ad oggi uno dei
pochissimi e selezionati gruppi che hanno avuto la fortuna di collaborare con l’inventore del
funk. "Ci siamo incontrati in Inghilterra, ai Mojo Awards, ed abbiamo parlato di una
possible collaborazione. Mi ricordo bene del momento in cui registravamo: gli ho fatto
ascoltare il mio beat ed ero nervosissimo. Ci siamo seduti nella stessa stanza e lui ha
iniziato a muovere la testa a tempo e a borbottare qualcosa in segno di approvazione.”
Quella canzone è la prova vivente del funk fluido dei Peas, un funk che può passare da una
generazione ad un’altra. Ed è una delle ragioni per cui il gruppo è amato e rispettato in
tutto il mondo. “Credo che il fatto che noi ci si diverta con la musica è il motivo principale
per cui la nostra musica funziona,” dice will.i.am. “Ci piace la musica e le melodie e non
cerchiamo di distaccarci dalla figura classica dell’appassionato medio di musica. Sì, è tutto
davvero così semplice.”

• COLDPLAY

Chris Martin è cresciuto nel Devon, Will Champion a Southampton, Guy Berryman in Scozia
e poi nel Kent, Jonny Buckland nel Galles settentrionale. Si incontrano alla metà degli anni
90 all’University College di Londra e diventano subito amici. Chris inizia a scrivere canzoni
insieme a Jonny. A Guy piace quel che gli fanno sentire e si unisce a loro come bassista. Will
è talmente entusiasta di far parte del team che rinuncia alla chitarra per passare alla
batteria. Tutti e quattro condividono la passione per la musica e una ferma determinazione
a fare del proprio meglio. Si incontrano per provare quasi tutte le sere: "Suonavamo nei
bagni, in cantina, perfino nel parco - racconta Chris - Qualunque posto andava bene per
suonare”.

“Fin dall’inizio eravamo ben decisi - aggiunge Jonny - E dal momento in cui ho incontrato
Chris ho pensato che potevamo andare fino in fondo".

Incidono un EP di quattro brani stampandone 500 copie e nel 1998 ottengono di comparire
al festival musicale In the City a Manchester. Si accorge di loro Simon Williams che li
segnala all'etichetta Fierce Panda per un singolo - Brothers And Sisters - grazie al quale
arrivaro all’accordo con Parlophone. Firmano un contratto con una major ma mantengono la
loro indipendenza: hanno coprodotto, infatti, entrambi i loro album e sono coinvolti
strettamente in tutte le fasi, dai video alla parte grafica (persino la foto sulla copertina di
Parachutes è stata scattata da loro).

DIDO
Nata a Londra nel 1971, Florian Cloud De Bounevialle, al secolo Dido Armstrong (ma lei
preferisce farsi chiamare semplicemente Dido), è figlia di un "literary agent" e di una
madre anch'essa attiva nel mondo delle lettere (sembra che sia una prolifica scrittrice di
poemi). Fin dalla più tenera età Dido è stata alle prese con la musica anche attraverso studi
seri e di spessore come quelli svolti alla London Guildhall School of Music, senza mai
dimenticare la passione per il pop, un genere con cui ha fatto i conti fin da subito fondando
gruppi e cimentandosi nei locali notturni.

Un ruolo importante, in questo senso, lo ha giocato il fratello, anche lui musicista, che ad un
certo punto della sua esperienza artistica ha avuto la buona idea di coinvolgerla nei progetti
legati al suo gruppo, i "Faithless". Da questo momento la cantante, nella band con il ruolo di
seconda vocalist, inizia a far sua la musica elettronica e a sperimentare varie soluzioni
sonore, che sfociano nei due album "Reverence" e "Sunday 8pm", ottimamente accolti dal
pubblico.
Malgrado fiocchino le approvazioni un po' ovunque, Dido pensa però ad una carriera solista,
forse per poter sviluppare in totale libertà la sua idea della musica.
L'anno della svolta è il 1997 quando un responsabile della "Arista", ammaliato dalle sue
qualità vocali e dal carisma insolito della cantante, per nulla aggressivo, profondamente
incantevole e insinuante, le propone un contratto per un album solista. Fortunatamente, il
fratello non si oppone e anzi appoggia con entusiasmo il nuovo progetto.
"No angel" è il frutto di questo lungo percorso, una fatica che stenta ad essere capita dal
mercato e che impiega più di un anno per affermarsi su entrambe le sponde dell'Atlantico.
"Thank you" entra a far parte della colonna sonora del fortunato film "Sliding doors" (con
la protagonista Gwyneth Paltrow); poi la serie televisiva "Roswell high" sfrutta come sigla
"Here with me" e infine Eminem campiona la prima strofa di "Thank you", creando attorno a
questa l'ormai celebre "Stan", una delle perle del suo fortunatissimo "The Marshall
Mathers LP".
Il successo è arrivato: comincia a vendere un numero di copie spropositate del suo primo
disco, che viene addirittura ristampato in edizione speciale.
Tra una partecipazione alle produzioni del fratello, le riedizioni dei propri brani e
importanti collaborazioni (tra cui quelle con Britney Spears, Beats International e
Santana), nel 2001 Dido ha vinto un importante premio agli MTV Europe Music Awards
come miglior artista emergente. A quel punto il pubblico (e soprattutto i discografici),
l'attende al varco della seconda prova, lo spauracchio di tutti coloro che arrivano al
successo.
Sono innumerevoli, infatti, i casi di artisti arrivati "facilmente" al successo ma poi rivelatisi
incapaci di mantenerlo.
Dido ci ha riprovato con "Life for rent", saggio mix di pop ed elettronica, il cui singolo
"White flag", si è aggiudicato l'onore di innumerevoli passaggi su MTV e su tutte le radio
internazionali. La dolce cantante inglese ha dunque proseguito la sua marcia verso un
successo sempre più ampio e solido mischiando vari generi (dal folk al rock, dall'hip-hop alla
dance), in una miscela garbata ed inconfondibile.

• ELTON JOHN

Elton John nasce a Pinner, Middlesex; Regno Unito, il 25 marzo de 1947 e fu battezzato
come Reginald Kenneth Dwight.
Su padre, Stanley Dwight e sua madre Sheila Harris, si sposarono nel 1945; cinque mesi
prima della fine della Seconda Guerra Mondiale.
Stanley e Sheila vissero prima in casa dei genitori di lei a Pinner Hill Road, dove Elton
nacque. Stanley entrò a far parte del gruppo di Bob Miller e portava Elton, quando era
piccolo, a veder giocare la squadra di calcio soccer Watfort FC (di cui oggi Elton è
presidente onorario).
A causa della costante assenza di suo padre, dopo il divorzio da Sheila, Elton passava la
maggior parte del tempo con la mamma e la nonna, le quali lo avvicinarono alla musica.
A 4 anni, Elton già riusciva a suonare all pianoforte di casa.
Elton fece la scuola elementare nella Pinner Wood Junior Primary e la Reddiford School.
Dopodichè fu iscritto alla Pinner County Grammar School, combinando i suoi studi
accademici con la sua preparazione artistica alla Royal Academy of Music, dove era
costretto a suonare musica classica, mentre la sua inclinazione era per il jazz e il rock and
roll. Il 5 marzo 1965 Elton lavorò come fattorino della Mills Music e la notte suonava al
pianoforte del bar del Northwood Hills Hotel a Pinner.
Con i suoi guadagni Elton comprò un piano elettrico con il quale suonò con il suo primo
gruppo (The Corvetters), che formò con Stuart Brown, un amico di sua cugina.
Più tardi ribattezzarono il gruppo "Bluesology", che includeva : Mick Inkpen (percussioni),
Rex Bishop (basso), Stuart Brown (chitarra e voce) ed Elton al piano elettrico. Il suo
repertorio iniziale si concentrò nel soul.
Il gruppo diventò professionista quando firmò con la Philips Records.
Il suo primo 45 giri si intitolò "Come Back Baby" , che fu lanciato nel luglio del '65.
Alla fine del '66, Long John Baldry prese in carico i "Bluesology" e vi aggiunse il chitarrista
americano Caleb Quaye e il sassofonista Elton Dean. Quindi la banda fu rinominata "The
John Baldry Show".
Nell'estate del 1967, Elton rispose ad un annuncio della "Liberty Records".
Si cercavano musicisti e compositori per i Regent Studios. Elton nell'audizione cantò due
canzoni di Jim Reeves: "I love You Because" e "He'll Have to Go", anche se si premurò di
assicurare che non componeva e nemmeno cantava bene. Fu allora che gli fu chiesto di
musicare certi testi di un giovane poeta, Bernie Taupin, il quale aveva risposto allo stesso
annuncio a cui aveva risposto Elton ed è da allora il suo paroliere.
In questo modo cominciò l'avventura musicale che giorno dopo giorno fece la storia della
musica internazionale.
Elton, che in realtà si chiamava Reginald Kenneth Dwight, non aveva mai amato il suo nome
di battesimo,trovò il suo nome d'arte mescolando i nomi di Elton Dean e di Long John
Baldry, e con questo nome è diventato quello che oggi è.
I suoi innumerevoli successi non potrebbero mai essere sintetizzati in una semplice
Biografia.

• BRIAN ADAMS
Quando essere rocker non è un'etichetta come un'altra ma è qualcosa che si ha nel sangue,
quando è un modo e uno stile di vita che si sente sulla propria pelle come una seconda
natura... Bryan Adams risponde perfettamente a questo profilo. E' genuino, immediato,
tutto chitarre e batteria esattamente come il suo sano e buon rock'n'roll.

Nato il 5 novembre 1959, a Kingston, Ontario (Canada), da genitori inglesi (il padre era un
diplomatico che ha portato la famiglia in giro per il mondo), Bryan Adams è diventato il
cantante canadese più famoso della fine degli anni '80 e degli anni '90, ed è molto
conosciuto soprattutto grazie alle sue ballate (di pura tradizione rock) e alle canzoni di
stampo classico come "Summer of '69" e "Cuts like a knife", oltre ad altri numerosi brani le
cui melodie sono spesso diventate dei tormentoni per esser state scelte da famosi spot tv.

L'omonimo album di debutto risale al 1980 ed ha rappresentato la base per il lancio, l'anno
successivo, del suo secondo album "You want it, you got it", il primo ad imporsi, seppur in
tono minore, nelle chart americane grazie ad una hit radiofonica intitolata "Lonely Nights".

Il terzo album "Cuts like a knife" viene pubblicato nel 1983 e sarà quello che riuscirà
davvero a far breccia nelle classifiche, raggiungendo addirittura l'ottava posizione, cosa
non da poco nell'affollato e intricatissimo panorama della musica d'oltreoceano. Con grande
sorpresa dei produttori, Bryan Adams si porta a casa addirittura un album di platino,
successo poi bissato in Inghilterra tre anni più tardi.
La strada sembra ormai spianata e negli anni successivi il solido rocker non delude le
aspettative dei produttori che puntano su di lui, arrivando alla consacrazione prima con
un'ospitata al "Live Aid" di Philadelphia e poi duettando con una star come Tina Turner sulle
note di "It's only love".

La fine degli anni '80, dopo lunghi tour snervanti, ci restituisce Bryan Adams in una veste
più riflessiva e tendente al "dietro le quinte". Scrive e prepara nuovi pezzi con il suo nuovo
co-produttore e co-autore Mutt Lange e contribuisce al lavoro di artisti come Motley Crue,
Belinda Carlisle, Charlie Sexton ed altri ancora. Nel 1988 è ancora in sella, più vitaminico
che mai, nel concerto in onore di Nelson Mandela allo Wembley Stadium di Londra.
Nel 1990 sale sul palco berlinese che ospita una speciale performance dei Pink Floyd: "The
Wall with Roger Waters".

Tutto ciò viene comunque messo in ombra dall'incredibile successo ottenuto dall'album che
viene pubblicato nel 1991, "Waking up the neighbours" che include la hit "(Everything I do)
I do it for you"; il pezzo - tema del fortunato film "Robin Hood - Principe dei ladri", con
Kevin Kostner - è un fenomenale successo da classifica e riesce a rimanere in cima alla
chart inglese per ben 16 settimane (ad oggi il singolo con maggior permanenza al numero
uno della storia della musica britannica). Alla fine vende tre milioni di copie e raggiunge la
vetta delle classifiche di mezzo mondo diventando il singolo più venduto di quell'anno e
regalando a Bryan Adams la sua prima nomination all'Oscar.

I singoli pubblicati in seguito, "Can't stop this thing we started", "Thought I'd died and
gone to heaven", "Please forgive me" e "All for love" si rivelano altrettanto proficui
commercialmente e permetteranno al cantante di intraprendere, nel 1994, un lungo tour
che lo porterà nel sud-est dell'Asia, e durante il quale Adams diventerà il primo artista
rock occidentale a visitare il Vietnam dalla fine della guerra. Al suo ritorno, instancabile,
sfornerà altre lodevoli prove, sempre accolte dal pubblico con entusiasmo.

Alle soglie del 2000 Bryan Adams si prende una pausa per dedicarsi con successo alla
fotografia. Nel 2002 fotografa la regina Elisabetta II per il suo Golden Jubilee, immagine
che viene poi utilizzata per un francobollo britannico.

Dopo l'uscita di un greatest hits intitolato "Best of me", verso la fine del 2000 pubblica un
nuovo album, in collaborazione con il compositore Hans Zimmer; il disco formerà poi la
colonna sonora del film "Spirit", in seguito nominato ad un Golden Globe.

La sua ultima fatica è "Room Service" (settembre 2004), registrato dopo una pausa durata
tre anni. Il lavoro è prodotto dallo stess Adams, mixato da Bob Clearmountain ed è stato in
gran parte registrato in camere d'albergo o backstage durante i lunghi tour europei degli
ultimi due anni.
• THE CURE
Nati nel 1976 nella zona di Crawley, Sussex, originariamente noti come Easy Cure, Smith e
soci si sono imposti fin dall'album d'esordio, Three imaginary boys, come gli alfieri del dark
britannico, in compagnia di Joy Division, Bauhaus, Sisters of Mercy, Cocteau Twins,
Siouxsie and The Banshees. Con questi ultimi hanno collaborato a lungo, tra trionfali tour e
liti varie (Robert Smith ha anche fatto parte per un certo periodo dell'organico della
band).

Tre ragazzi immaginari


I Cure hanno sempre saputo destreggiarsi in bilico tra rock alternativo e pop da classifica. E sono
riusciti a trasformare il dark da tendenza di culto a fenomeno mondiale e di massa, accumulando stuoli di
fan dalla Russia all'Argentina, dal Brasile all'Australia, dalla Francia agli Stati Uniti. Non stupisce quindi
che questi figli delle cantine punk inglesi abbiano sbancato le arene mondiali, né che Smith consideri i
suo concerto preferito quello in Texas, nel tempio dei Dallas Cowboy.
Curioso l'approccio iniziale con l'America: "Killing an Arab", il loro primo hit, fu bandito
dalle radio Usa per i presunti contenuti anti-arabi. Il pezzo, in realtà, era ispirato allo
"Straniero" di Camus. Ma i Cure furono costretti a dissipare ogni dubbio mettendo una
targhetta esplicativa sul disco, e arrivarono a devolvere a un orfanotrofio palestinese in
Libano gli incassi del loro primo concerto oltreoceano. "L'America è uno strano continente -
racconta Smith - magari suoniamo davanti a un'arena piena di persone e ci considerano
ancora un gruppo punk. La scena più allucinante è stata quella di Buenos Aires: c'erano
almeno venti carri armati che stazionavano all'ingresso, una esperienza pazzesca, che non
dimenticherò mai". Quel tour fu l'inizio del successo, consacrato poi dall'album Seventeen
seconds, caleidoscopio di effetti tetri e allucinati, dalla trascinante "Play for today"
all'ipnotica "A forest", fino agli intermezzi strumentali di "A reflection" e "Three".

Un folletto sull'orlo di una crisi di nervi


Robert Smith, eternamente pallido, occhi cerchiati di nero e rossetto scarlatto, è un
personaggio singolare. Ribattezzato "il guru della tristezza" o "il messia della malinconia", è
filosofo nichilista e folletto infantile, poeta apocalittico e dandy romantico. Scava negli
abissi della desolazione e si bamboleggia con canzoncine sinistre. Tortura le corde della sua
chitarra e si strugge in cantilene ipnotiche. Tra grida angosciate e urletti bambineschi.
Aveva garantito che si sarebbe ucciso prima di compiere 25 anni. Dopo il venticinquesimo
compleanno ha corretto il tiro: "Ho capito che ero riuscito a concludere qualcosa in questa
vita e questo mi ha dato nuova carica. Mi sento più allegro. La mia peggiore abitudine è di
bere troppa birra".
Le canzoni dei Cure hanno fatto a lungo da colonna sonora alla crisi esistenziale del loro
leader. "Più le suoniamo, più ci deprimiamo. Molte volte mi capita di lasciare il palco in
lacrime", dichiarava Smith dopo l'uscita del mesmerico "Faith" (1981), che culminava nella
sinfonia lugubre di "The funeral party". Un anno dopo, Pornography, il loro capolavoro,
metteva le cose in chiaro fin dal primo verso: "Non importa se moriamo tutti". Canzoni
spettrali, angosciose e claustrofobiche trascinavano il calvario di Smith verso abissi di
desolazione suicida: "La corda stretta intorno alla mia gola/ apro la bocca/ e la testa mi si
squarcia/ un suono come una tigre che si dibatte nell'acqua/ ancora e ancora moriamo uno
dopo l'altro..." ("One hundred years"). E un clima magico e angosciante, ai limiti del collasso
psichico, pervadeva anche altri pezzi forti del disco come "A strange day", "Siamese twins"
e "Cold".
Ma oggi tutto è cambiato e c'è più luce anche tra le note dei Cure. Smith si è sposato con la
ragazza con cui era fidanzato fin dai tempi della scuola, Mary Poole. E sembra aver
allontanato i suoi spettri più cupi: "Ho una casa, non ho bisogno di essere famoso e mi
diverto in molti modi: ho tantissimi nipoti e il mestiere di zio mi permette di avere a che
fare con quei bambini che non ho mai avuto". Nessun figlio, però, all'orizzonte della famiglia
Smith: "Abbiamo deciso di non averne. Preferisco restare solo zio. Non so se sarei un buon
padre; non ho alcun senso della disciplina nella mia vita e non sono certo che riuscirei ad
imporlo a un figlio". Eppure c'è una cosa che lo fa ancora intristire: l'abbandono di uno dei
fondatori dei Cure, il batterista Lawrence "Lol" Tolhurst, degenerato in una controversia
legale vinta da Smith: "Voleva usare il nome dei Cure per i suoi scopi, non potevo
consentirglielo. Tutto il resto non contava niente".
• REM
R.E.M. sono un gruppo rock americano formatosi ad Athens, Georgia, il 5 aprile 1980 (data
riconosciuta dalla stessa band come atto di fondazione vera e propria del gruppo, che prova
assieme sotto vari diversi nomi già dal 1979).

In realtà la sigla R.E.M. non è necessariamente l'acronimo di Rapid Eye Movement. Michael
Stipe ha più volte affermato che questa convinzione rappresenta un errore. I componenti il
gruppo scelsero tale nome solo perchè suonava bene usarlo come nome del complesso. Poi
c'è chi afferma che il nome fu scelto sfogliando le pagine di un dizionario e c'è chi afferma
che i membri del gruppo lo lessero sul muro di una chiesa. A prescindere dall'origine del
nome, R.E.M. significa soltanto R.E.M..

Nell'arco degli oltre 25 anni di storia della band, i R.E.M. hanno lasciato una traccia
indelebile nella storia della musica moderna, dando alla luce alcuni tra i più grandi dischi mai
fatti in musica moderna. La quantità della produzione di qualità li affianca a giganti come i
Beatle

• PINK FLOYD

Grazie ad una serie di concerti che tenevano spesso nel locale "UFO", tempio della musica
underground londinese, i Pink Floyd divennero ben presto famosi. La loro notorietà era
particolarmente legata ai testi surreali di Syd (Arnold Layne, Bike, See Emily play, The
gnome, Scarecrow') ed alla musica "spaziale" (Interstellar overdrive, Astronomy domine)
accompagnata, durante i concerti, da particolari effetti visivi (luci, filmati, ecc.).

Con Syd Barrett i Pink Floyd pubblicarono due dischi, The piper at the gates of dawn e A
saucerful of secrets (in realtà nel secondo Barrett è presente solo in un brano), dopodiché
a causa delle sue condizioni fisiche e mentali, dovute a un abuso sconsiderato di droghe, fu
allontanato dalla band

Il gruppo giunse ormai famoso alla fine degli anni '60, grazie all'album d'esordio The piper
at the gates of dawn, con una partecipazione alla colonna sonora di Zabriskie point ed una
serie di album ancora legati alla psichedelia: More (colonna sonora del film omonimo) e
Ummagumma. Gli anni '70 si aprirono con Atom Heart Mother, album ambizioso in cui il
gruppo si cimenta in una suite psichedelica col supporto di una grande orchestra.

Con l'album successivo, Meddle, lo stile Floyd mutava direzione e fu grazie a brani come
Echoes e One of these Days che il gruppo riuscì a raggiungere un pubblico sempre più
vasto.
All'apice della notorietà, mentre a Parigi si abbozzava Dark Side of the Moon, i Pink
ricevettero l'offerta di girare un film-concerto, cosa già realizzata da altre band; il
regista Adrian Maben ebbe l'idea di girarlo in uno scenario assolutamente
anticonvenzionale e scelse l'anfiteatro di Pompei

• MADONNA
Madonna nasce il 16 agosto 1958 a Rochester, nel Michigan, come Louise Veronica Ciccone e
si distingue sin da subito nei corsi di ballo e di recitazione che frequenta sin da giovane.
Nel 1977 si sposta a New York, dove studia con il noto coreografo Alvin Ailey e si dà da
fare come modella. Nel 1979 conosce Dan Gilroy e forma i Breakfast Club, gruppo nel quale
suona la batteria e canta, oltre a instaurare una collaborazione con il batterista Steve
Bray; i due scrivono materiale che porta Madonna ad ottenere un contratto con la Sire
Records.
Con il dj newyorkese Mark Kamins impegnato alla produzione, viene registrata "Everybody",
che diviene un hit da club nel 1982. Segue "Holiday", scritta e prodotta da John
"Jellybean" Benitez, che arriva nella top ten USA nel 1984. Il primo ‘numero uno' arriva
nello stesso anno con il singolo "Like A Virgin", seguito da un altro grande successo,
"Material Girl", che la vedeva, nel video, citare la Marilyn di "Gli uomini preferiscono le
bionde".
Nel 1985 arrivano il ‘Live Aid' e la turbolenta storia d'amore, culminata in un matrimonio e
nel successivo divorzio, con l'attore Sean Penn.
Il brano mescola erotisMadonna eleva il suo status a quello di superstar internazionale,
grazie ad un ossessivo rapporto con i media e a singoli irresistibili come: "Crazy For You",
"Into The Groove", "Dress You Up", "Papa Don't Preach", "True Blue", "Open Your Heart" e
"La Isla Bonita".
Nel 1987 arriva anche "Who's That Girl", che viene utilizzata come colonna sonora. La
carriera cinematografica di Madonna, iniziata nel 1980 con il b-movie "A certain sacrifice",
era proseguita con "Cercasi Susan disperatamente" (1985) e "Shanghai surprise" (1986).
Madonna continua a suscitare polemiche in occasione della pubblicazione del video di "Like
A Prayer", avvenuta nel 1989 mo e religiosità e finisce per essere apertamente condannato
dal Vaticano, ma diventa, in compenso, un successo di caratura internazionale.
Nel 1990 Madonna recita con Warren Beatty, al momento suo compagno, nel film "Dick
Tracy", mentre il suo "Blonde Ambition Tour", mette bene in mostra tutta la voglia di
arrivare di una star in carriera. Dal tour viene tratto un film documentario intitolato "A
letto con Madonna", che esce nel 1991. Tra le hit arrivate nei primi anni '90 ci sono poi:
"Vogue", "Justify My Love" (scritta insieme a Lenny Kravitz) e "Rescue Me"; intanto
Madonna sigla un contratto multimiliardario con la Warner Bros e apre una propria
etichetta discografica, la Maverick Records. La pubblicazione del suo libro erotico "Sex" la
riporta in vetta alle classifiche dei libri.
L'album che segue "EROTICA" si intitola, molto più castamente "BEDTIME STORIES" ed è
realizzato in collaborazione con Nellie Hooper, il produttore dei Soul II Soul. Nel 1995
arriva l'antologia "SOMETHING TO REMEMBER", dedicata alle canzoni d'amore e
contenente l'inedito "I'll Remember" che diviene la nuova hit della cantante.
Nel 1996, Madonna, scelta da Alan Parker, è la protagonista del film musicale ‘EVITA', che
narra la breve ma intensa vita di Eva Peron.
Il film, tratto dall'omonimo musical di successo di Andrew Lloyd Webber, dal romanzo e dai
testi di Tim Rice, è stato realizzato in Argentina, a Budapest e in Gran Bretagna; la colonna
sonora è stata registrata in uno studio di Londra, alla fine del 1995.
Nel 1998 arriva RAY OF LIGHT, il suo nuovo album realizzato in studio, e prodotto da
William Orbit. RAY OF LIGHT, è stato l'ennesimo grande successo di Madonna, che con
questo disco ha venduto oltre 12 milioni di copie in tutto il mondo, di cui circa 5 milioni in
Europa, e circa 600.000 copie in Italia. Con ‘Ray Of Light', Madonna ha vinto numerosi
premi, ed è stata la trionfatrice agli MTV Music Video Awards di Los Angeles, portandosi a
casa ben sei premi, tra i quali ‘miglior video dell'anno'.
A marzo 2000 Madonna è la protagonista insieme a Rupert Everett, del film ‘The Next
Best Thing'. Per la colonna sonora di questo film, Madonna incide ‘AMERICAN PIE',
canzone portata al successo nei primi anni '70 da Don McLean, riarrangiata da William
Orbit. ‘American Pie' è stato un singolo di grande successo, in Italia ha venduto oltre
70.000 copie. Ad agosto 2000 esce ‘MUSIC', 14° album che si inserisce nel suo repertorio
pluripremiato.
Un disco che forse è riuscito più degli altri a creare un feeling emozionale tra l'artista e il
suo pubblico. Tra i collaboratori a cui Madonna ha dato una grande fiducia per stile e
sostanza dei suoi lavori c'è in primis Mirwais Ahmadzai.
Il brillante produttore, performer, autore e remixer francese ha fatto una serie di studi
sperimentali riguardanti testi e musica.
Al team produttivo Madonna-Mirvais si è aggiunto anche William Orbit (l'artefice del
successo di "Ray Of Light") e una selezionatissima cerchia di coautori tra cui Guy Sigworth,
Mark "Spike" Stent, Damian le Gassick, e Joe Henry.
"MUSIC", come il titolo può evocare, è nella sua essenza, un album di riflessione
sull'onesta, lo humor, l'armonia, su una vita in prima linea, che alla fine non appartiene più
all'uomo, ma solo a Dio.
Una giusta introduzione all'album e al suo singolare esteticismo è il primo singolo: "Music".
Ma questo è solo un punto di partenza, una porta che si apre su un paesaggio musicale così
sottile e sorprendente da creare i suoi spazi reali nelle camere del cuore e della
mente."Music" può essere definito semplicemente come un universo di canzoni scritte e
interpretate da un'artista che sa come arrivare al profondo e che ritorna per raccontare
un nuovo capitolo della sua vita. Il 9 novembre 2001 esce in Italia "GHV2", nuovo lavoro di
Madonna che racchiude una retrospettiva dal 1991 al 2001 di tutti i più grandi e strepitosi
successi dell'artista internazionale, come: "Erotica", "Secret", "Take A Bow", "Frozen",
"Ray Of Light", e "Music".
La sequenza di brani illustra abilmente la costante influenza che l'artista ha esercitato
sulla musica e sulla cultura nell'ultimo decennio. "Ascoltando l'album si può percorrere la
mia evoluzione come cantante, come autrice, ma soprattutto come persona", ha dichiarato
Madonna.
• ELISA

Elisa Toffoli, nasce il 19 dicembre 1977 a Trieste, ma si forma a Monfalcone, piccola città
cresciuta all'ombra dei suoi grandi cantieri navali, tuttavia da sempre animata da numerose
manifestazioni culturali, sportive e sociali. Naturalmente l'interesse principale di Elisa è
sempre stata la musica e, benchè certo la città friulana non sia Londra o New York, da
questo punto di vista ha una sua notevole vitalità.
Zona di confine e punto di transito nelle comunicazioni da e verso l'Europa centro-
orientale, Elisa ha dunque saputo sfruttare al meglio, con il suo multiculturalismo e la sua
vocazione internazionale (è una delle poche cantanti italiane ad aver esordito in inglese),
sono le caratteristiche di Monfalcone, luogo geografico vicino ai migliori modelli delle
comunità mitteleuropee.

Particolarmente attenta alla musica nera e ai gruppi stranieri (i suoi modelli sono mostri
sacri come Otis Redding, Aretha Franklin, Whitney Houston, Sarah Vaughan, Ray Charles,
Ella Fitzgerald e Billie Holiday), Elisa è dotata di un talento precocissimo. Basti pensare
che, dopo i primi approcci al pianoforte e alla chitarra, ha scritto la sua prima canzone a
undici anni. Nei suoi sogni di adolescente, mentre frequentava la scuola di segretariato
d'azienda mai avrebbe pensato che sarebbe diventata una delle cantanti italiane più
richieste e che avrebbe fatto della sua passione una professione.

Le sue radici sono da ricercare nel blues e nel rock anni '70, un repertorio che ha esplorato
appena quattordicenne quando militava nei "Seven roads", classico gruppetto di paese.
Insoddisfatta e perfezionista, la sua sete di esperienza non si arresta certo alle "seratine"
che riesce a procurarsi con il suo gruppo. Comincia così a girare per il Friuli con varie band
dedite all'interpretazione di cover, affrontando di tutto, compreso serate da piano-bar.

Un bel giorno le capita di cantare con la "Blue swing orchestra", un organico di ventidue
elementi che riesce ad elettrizzare le sue facoltà vocali fino a portare il pubblico al delirio.

A quel punto, il personaggio Elisa non poteva più rimanere nell'ombra. Anche perché in tutti
quegli anni l'artista friulana aveva scritto alcuni pezzi insieme a un amico di famiglia ed era
desiderosa di sentire dei giudizi professionali. Manda allora il materiale alla "Sugar" di
Caterina Caselli (scopritrice, fra l'altro, di Andrea Bocelli), che una volta sentiti la manda a
chiamare.
Nel 1995 Elisa è ufficialmente arruolata, tramite regolare contratto, nella scuderia
"Sugar".

Grazie a Corrado Rustici il quale ha prodotto Whitney Houston, Tori Amos, e che è da
sempre il produttore "americano" di Zucchero, Elisa si reca negli Stati Uniti a scrivere e
registrare parte delle canzoni del suo primo album "Pipes and flowers".
Nel 1998, in occasione del Premio Italiano per la Musica, le viene assegnato l'Award come
migliore rivelazione italiana dell'anno; nello stesso anno riceve il prestigioso premio Tenco
per la migliore opera prima con l'album "Pipes and flowers".
L'album vende oltre 280.000 copie, consegue il doppio disco di platino e riscuote un
notevole successo radiofonico e di critica.

Dopo un così sfolgorante ingresso nel mondo della canzone d'autore il secondo passo doveva
essere ben meditato e calibrato. Per non fallire ci si mette anche Darren Allison, altro
musicista di valore e, dopo gran travaglio, viene partorito "Asile's world" che, stando alle
vendite e al successo del tour, si può considerare un obiettivo centrato.

Nel 2001 esce invece il singolo "Luce (tramonti a nord est)"; la canzone è una grande novità
nel repertorio dell'artista, che per la prima volta canta in italiano. Le musiche e il testo
sono stati composti da Elisa in collaborazione, per la parte testuale, con Zucchero.
Presentata al Festival di Sanremo, la canzone si aggiudica il primo posto.
Elisa è ormai a buon titolo un nome di riferimento per la musica italiana di qualità. Un
esempio? L'anno dopo si è aggiudicata il Premio Italiano della Musica come Miglior artista
femminile dell'anno e Miglior canzone dell'anno sempre con il brano "Luce".

Del 2003 è il suo ultimo lavoro "Lotus", che comprende novità come "Broken", rivisitazioni
di canzoni proprie come "Labyrinth" e rivisitazioni di grandi brani come "Almeno tu
nell'universo" dell'indimenticabile Mia Martini.

• FAITH HILL

Nata a Jackson, Mississippi, Faith Hill si trasferisce a Nashville all’età di 19 anni.

Dopo aver lavorato come commessa in un negozio di abbigliamento, lavora per un anno alla
“Gary Morris’ Nashville Company” prima di debuttare con il cantautore Gary Burr, diventato
poi suo co-produttore.

Nel 1993 esce il primo singolo di Faith, WILD ONE, che resta per ben 4 settimane ai
vertici della classifica country.

Faith Hill pubblica nel 1994 il suo primo album dal titolo TAKE ME AS I AM, per la Warner,
che raggiunge la Top Ten e diventa subito Disco d’Oro.

Dopo un altro singolo vincente (PIECE OF MY HEART), nel 1995 esce il secondo album, dal
titolo IT MATTERS TO ME.

Nel 1996 Faith sposa il country-singer Tim McGraw e nella primavera del 1998 pubblica il
terzo cd FAITH (omonimo), che diventa quadruplo Disco di Platino, e che contiene, tra
l'altro, il singolo di successo THE SECRET OF LIFE.

Nel 1999 esce il suo nuovo lavoro, BREATHE (pubblicato in Italia all’inizio del 2001), che
vende ben 5 milioni e mezzo di copie solo negli USA, conquista 3 American Music Awards
(come Miglior Artista Femminile del genere country, Miglior artista femminile del genere
pop, Miglior Album Country) e ottiene 6 nomination ai Grammy Awards.
Nel 2001 arriva in Italia, per la prima volta, a Sanremo come superospite internazionale e
subito conquista l'Italia e nello stesso anno viene pubblicato il cd THERE YOU'LL BE.

Nel 2002 esce CRY il nuovo cd di Faith, anticipato dall'omonimo singolo.

Nel 2005, tre anni di silenzio, torna la regina della musica country con il nuovo album
FIREFLIES dove partecipa anche, come guest-star, suo marito. I produttori sono, oltre alla
stessa Faith, Byron Gallimore e Dann Huff.

• FRANCESCO DE GREGORI

Francesco De Gregori nasce a Roma il 4 aprile del 1951. Trascorre parte della sua infanzia
a Pescara per poi fare rientro stabilmente nella Capitale alla fine degli anni cinquanta. A
Roma frequenta il liceo classico Virgilio, dove vive in prima persona gli eventi e i fermenti
politici del movimento studentesco del '68. Fortemente ispirato dalla musica e dai testi di
Fabrizio De Andrè ma anche successivamente dalle canzoni di Bob Dylan De Gregori inizia
ad esibirsi, appena sedicenne, al Folkstudio, presentato dal fratello maggiore Luigi, anche
lui musicista. Nel piccolo locale di Trastevere, luogo prediletto dei musicisti di tutto il
mondo di passaggio per Roma esordisce come interprete. Il suo repertorio consiste in brani
di Dylan e Leonard Cohen tradotti in italiano, cover di De Andrè, canzoni popolari italiane. A
ciò aggiunge le sue prime composizioni che proprio in quel periodo comincia a scrivere.
Il Folkstudio è frequentato da altri giovani cantautori come Antonello Venditti, Mimmo
Locasciulli, Stefano Rosso, Giorgio Lo Cascio, Paolo Pietrangeli; da jazzisti come Mario
Schiano e Marcello Melis; da ricercatori ed interpreti di musica popolare come Giovanna
Marini e Caterina Bueno, con la quale De Gregori farà una lunga tournèe in veste di
chitarrista e alla quale dedicherà, anni dopo, la canzone Caterina, inserita nell’album
Titanic.
Il 1970 è l'anno dell'esordio discografico. Theorius Campus vede De Gregori condividere
con l'amico Venditti, anche lui al suo primo disco, questo lavoro ancora acerbo dove la
canzone più interessante (almeno per quanto riguarda De Gregori) è Signora Aquilone.
Nonostante il deludente riscontro commerciale di Theorius Campus l'anno successivo,
grazie alla coraggiosa produzione di Edoardo De Angelis, Francesco De Gregori realizza,
per la IT di Vincenzo Micocci, il 33 giri Alice non lo sa. La title-track, Alice, partecipa alla
manifestazione “Un disco per l’Estate”, classificandosi ultima. Il disco ottiene comunque un
discreto successo e conferma De Gregori come uno dei cantanti emergenti più amati dal
pubblico giovanile d’avanguardia.
Nel 1974 esce l'intimo Francesco De Gregori, in cui trovano spazio canzoni assai personali,
visionarie ed ermetiche. Fra i titoli spiccano Niente da capire, Bene, Cercando un altro
Egitto. Allo stesso anno risale la collaborazione con Fabrizio De Andrè. La firma di De
Gregori appare in cinque canzoni, fra cui La cattiva strada e Canzone per l’estate, che
faranno parte di Volume VIII, il nuovo album del cantautore genovese.
Il 1975 è l’anno di Rimmel, album che contiene canzoni destinate a diventare classici della
musica italiana. Rimmel, Pablo(scritta insieme a Lucio Dalla), Buonanotte fiorellino, Pezzi di
vetro potranno vantare in futuro centinaia di esecuzioni dal vivo da parte del loro autore.
Bufalo Bill, del 1976, viene definito dallo stesso De Gregori "il disco più riuscito". Tra i
brani di spicco, titoli di eccezionale bellezza come Atlantide, Santa Lucia, L’uccisione di
Babbo Natale e la stessa Bufalo Bill.
Subito dopo l’uscita di Bufalo Bill De Gregori subisce, nel corso di uno spettacolo a Milano,
una violenta contestazione da parte di un gruppo politico di estrema sinistra legato ad
Autonomia Operaia. L’episodio va inserito nel clima di intolleranza creato in quel periodo
dalle frange più estreme dei gruppi extraparlamentari che attraverso l’azione violenta nei
concerti di massa (analoghi episodi avvennero con Lou Reed, Santana, Patti Smith),
perseguivano l’intento di coinvolgere il pubblico giovanile e contemporaneamente di
monopolizzare l’organizzazione e la gestione, anche economica, dei concerti. Qualche tempo
dopo De Gregori, commentando l’episodio, dirà: “Per come si erano messe le cose avrebbero
anche potuto spararmi: è stato un piccolo momento della strategia della tensione”.
Dopo un intervallo di due anni viene pubblicato, nel 1978, un nuovo album. De Gregori
contiene altre canzoni memorabili come Natale, Raggio di sole, Due zingari e Generale,
quest'ultima destinata a diventare famosissima.
Nel 1979 Francesco De Gregori torna ad esibirsi in pubblico. Insieme a Lucio Dalla e a un
giovanissimo Ron porta negli stadi italiani un tour importante e molto seguito, Banana
Republic, che riapre l’epoca dei grandi concerti di massa dopo il periodo buio delle violenze
e delle contestazioni . Dalla fortunata tournèe vengono tratti un disco e un film.
A breve distanza di tempo viene registrato in studio l'album Viva l'Italia, per il quale, con
l'intenzione di fondere tra loro melodia italiana e sonorità internazionali, De Gregori si
avvale della produzione di Andrew Loog Oldham (ex produttore dei Rolling Stones) e
dell'apporto di ottimi musicisti statunitensi.
Il 1982 è l'anno di Titanic. La leva calcistica della classe '68, Caterina, I muscoli del
capitano e L'abbigliamento del fuochista vanno così ad aggiungersi a un repertorio ormai
consolidato.
Nel 1983 Francesco De Gregori pubblica la sua canzone più famosa, La donna cannone,
ispirata da un articolo di cronaca che racconta la crisi di un circo ormai orfano del suo
numero di maggior successo fuggito per inseguire un suo grande amore. Nello stesso mini-
album (5 canzoni) vi sono Flirt, composta per un film con Monica Vitti, e La ragazza e la
miniera.
Frutto della produzione di Ivano Fossati è Scacchi e tarocchi del 1985, album con il quale
De Gregori conclude il rapporto con la Rca. Al suo interno, tra le altre, La storia, la
malinconica Ciao ciao e A Pa', dedicata idealmente alla figura di Pier Paolo Pasolini.
Francesco De Gregori continua ad esibirsi fino al 1987, quando con l'album Terra di nessuno
e con canzoni come Nero, I matti e Pilota di guerra, quest'ultima ispirata alla vita di Saint
Euxupery, inizia a incidere per la Cbs.
Il disco successivo è Miramare 19.4.89 in cui l'ancora attualissima Bambini venite parvulos
e altre canzoni come Dottor Dobermann e Cose presentano un De Gregori in continua
evoluzione. Dopo i 3 album live Catcher in the sky, Musica leggera e Niente da capire (usciti
nel 90 contemporanemente), nel 1992 l'autore romano si ripresenta ancora più maturo
musicalmente con l'album Canzoni d'amore, prodotto da Vincenzo Mancuso e capace di
alternare grande poesia (Tutto più chiaro che qui, Povero me) a episodi musicalmente più
muscolari come Adelante! Adelante! e Viaggi & miraggi.
Dopo i due dischi dal vivo Il bandito e il campione e Bootleg giungono quattro lunghi anni di
silenzio, durante i quali De Gregori si improvvisa giornalista su l’Unità diretta da Walter
Veltroni. Il ritorno sul mercato è del 1996, quando nell'album Prendere e lasciare, prodotto
da Corrado Rustici, il pubblico di De Gregori scopre nuove sonorità e arrangiamenti più
moderni e spiazzanti (L'agnello di Dio), a tratti lontani da quelle soluzioni acustiche di cui
l'artista si era servito agli inizi della sua carriera. Ma nuova e spumeggiante è anche la
ricerca sulla parola, presente in canzoni come Un guanto o Rosa rosae, Compagni di viaggio.
Dal tour immediatamente successivo viene tratto un doppio cd impreziosito dall'inedita “La
valigia dell'attore”, scritta per Alessandro Haber, da Dammi da mangiare, già cantata da
Angela Baraldi e da Non dirle che non è così, struggente versione italiana di quella If You
See Her, Say Hello che Bob Dylan aveva inserito nel suo Blood On The Tracks del 1975.
La raccolta Curve nella memoria(1998), destinata principalmente al mercato francese,
raccoglie i maggiori successi pubblicati da De Gregori negli ultimi 15 anni per l’etichetta
CBS SONY.
Amore nel pomeriggio, pubblicato nel gennaio 2001, inaugura per Francesco De Gregori il
terzo millennio ed il quarto decennio di attività discografica.
L'album contiene 11 nuovi brani ed è prodotto da Guido Guglielminetti, da anni fedele
collaboratore di De Gregori. In due brani ci sono collaborazioni eccellenti: in Il cuoco di
Salò Franco Battiato, come arrangiatore e produttore, in Natale di seconda mano Nicola
Piovani, premio Oscar per le musiche di "La vita è bella" di Roberto Benigni.
Amore nel pomeriggio conquista la Targa Tenco in qualità di miglior album del 2001 e il
titolo di miglior album pop/rock italiano al referendum di Musica & Dischi mentre a Il cuoco
di Salò va l’Italian Music Award per il miglior testo.
A partire da marzo, dopo tre anni di assenza dai palcoscenici, De Gregori, sotto la direzione
artistica di Guido Guglielminetti, affronta un nuovo tour, accompagnato da Paolo Giovenchi
alle chitarre, Greg Cohen, già con Tom Waits, al basso e contrabbasso acustico, Alessandro
Svampa alla batteria, Alessandro Arianti al piano e tastiere, Marco Rosini al mandolino e
alla chitarra acustica, e, dopo 25 anni dalla sua ultima apparizione, Toto Torquati all’organo
Hammond e tastiere. Il tour tocca con successo i maggiori teatri italiani e, dopo una breve
pausa, prosegue fino a settembre dando vita al live album Fuoco amico – live 2001,
pubblicato nel gennaio 2002.
Nell'estate dello stesso anno De Gregori intraprende un tour eccezionale insieme a Pino
Daniele, Fiorella Mannoia e Ron. Il tour nasce dall’esigenza di verificare lo “stato dell’arte”,
di questa arte “popolare” che è la musica italiana di qualità, attraverso un nuovo modo di
proporla al pubblico, creando così un’eccezionale possibilità di spettacolo.
Questo il motivo per cui quattro tra i più rappresentativi esponenti della nostra “canzone
italiana”, mettendosi in discussione, hanno accettato la sfida di fondersi in un progetto
finalmente unico che, durante l'estate 2002 ha attraversato le nostre più belle piazze e
siti storici, andando incontro alla “gente”, vera e unica destinataria di tanti successi
musicali, che proprio per la “gente” sono stati composti e, in questo eccezionale tour,
riproposti: uno spettacolo articolato che, insieme agli spazi di approfondimento di ciascun
artista, ha offerto grandi ed inedite esecuzioni d’insieme. In poche parole: un evento che
ha fatto sentire e vedere alcune tra le più belle canzoni di oggi, eseguite insieme,
nell’intenzione di offrire al pubblico un’unica, eccezionale e difficilmente riproponibile,
occasione di emozioni. L'evento viene documentato dal doppio live album In Tour, pubblicato
nel novembre 2002.
Nello stesso periodo esce nei negozi Il Fischio del vapore, l'album di Francesco De Gregori
e Giovanna Marini contenente alcune fra le più grandi canzoni popolari italiane riarrangiate
per l’occasione ed interpretate a due voci.
Fra i titoli, oltre a Bella Ciao nella versione originale, anche Sacco e Vanzetti, I treni per
Reggio Calabria, L’abbigliamento di un fuochista e Il tragico naufragio della Nave Sirio.
L’album è stato registrato con la band di Francesco De Gregori nella sua casa in Umbria.

• GEMELLI DIVERSI

Hanno esordito con la canzone "Un attimo ancora" trasmessa frequentemente alla radio.

Sono i Gemelli DiVersi : un D.J. , THG, due rappers, Grido e Thema ed un cantante rapper,
Strano che con il loro album d’esordio, Gemelli DiVersi, hanno conquistato l’ esigente
pubblico di casa nostra . Nati e cresciuti nella Spaghetti Funk, il più fertile terreno della
creatività Hip Hop italiana , diversi nell’ aspetto ma gemelli negli intenti, i Gemelli DiVersi
sono caratterizzati da una forte personalità che, nel rispetto della matrice funk americana,
non si distacca mai dalla melodia italiana.

Questa sapiente miscela ha caratterizzato uno stile di grande presa fin dalla nascita del
quartetto , che l’ album d’ esordio e i singoli tratti dall’ album - a partire dalla oramai
ascoltatissima ‘’Un attimo ancora’’ - hanno esaltato eccellenti risultati , imponendoli
immediatamente con più di 100.000 copie vendute , come seri contendenti di artisti ben più
famosi , internazionali e locali .

Hanno accompagnato gli Articolo 31 durante tutte le tappe del tour "Nessuno",
integrandosi alla perfezione nella situazione e nell'ambiente. Le loro canzoni nascono dalle
esperienze di vita e di strada di tutti i giorni, dalle emozioni e dai sentimenti che provano
sulla propria pelle.

Il disco è importante anche per coloro che vogliono intraprendere la carriera musicale,
consigliamo di portare sempre con sè anche una demo, per avere la possibilità di far
ascoltare agli altri le proprie produzioni. Ci dicono che "fare un disco è l'obiettivo
principale, il punto di partenza. Se hai qualcosa da proporre di tuo vuol dire che hai già una
certa esperienza alle spalle.

"L'Hip Hop", ci spiega Thema, "non è solo rappare. E' composto da 4 elementi: l'MC
(Maestro di Cerimonia, colui che ha la capacità di intrattenere la gente) la BREAKING (la
componente ballo, praticata dai B-BOY), WRITING (graffiti) e DEEJAYING (la
componente musicale)".

Con la loro musica cercano di trasmettere alla gente ciò che sentono, le proprie opinioni.

Il loro consiglio per gli studenti è di fare quello in cui si crede, ciò che piace fare (sempre
nel limite del possibile), andare sicuri per la propria strada senza prestare importanza a chi
ti vuole ostacolare.
Questa sapiente miscela perfettamente dosata, li ha caratterizzati con uno stile di grande
presa fin dalla nascita del quartetto che si è imposto immediatamente con più di 130.000
copie vendute come serio contendente di artisti ben più famosi.

I Gemelli DiVersi, come il nome stesso suggerisce, hanno rappresentato un evento unico nel
panorama dell'Hip Hop italiano 1999. In solo un anno dalla nascita hanno trovato una propria
identità artistica rappresentata anche dal recente CD-Rom, www.gemellidiversi.com.

Il singolo "Musica" ha occupato i primi posti delle classifiche radiofoniche quest'estate. E'
stato ultimato da pochi giorni il nuovo album "4x4" che, anticipato dall'uscita del brano "Chi
sei adesso", è già nei negozi di dischi dal 3 novembre 2000.

Inoltre hanno realizzando un libro raccolta di fotografie e pensieri in uscita a Natale 2000.

A due anni dal loro ultimo album, reduci dal successo ottenuto nel tour con Eros
Ramazzotti, che gli ha fatto scoprire di saper coinvolgere un pubblico più adulto e
trasversale rispetto al mondo teen a cui erano abituati, i Gemelli DiVersi tornano in studio
e nasce "Fuego", un album per scaldare una serata, un giorno di tristezza, una coda nel
traffico cittadino: storie di tutti i giorni, dalle più buffe alle più tragiche, tutte vissute e
raccontate con molta onestà e naturalezza, senza nessun filtro, senza inventarsi bandiere
da seguire o rivolte di maniera.
Piuttosto un invito a trovare una strada positiva per "lasciar bruciare il proprio fuego" in un
quotidiano sempre più stressante che ormai non disorienta più solo i giovanissimi.
E anticipato in radio dal singolo "Tu no" l'album è nei negozi dal 4 ottobre 2002.

1 Ottobre 2004 in anteprima radiofonica il singolo "Un altro ballo" precede la pubblicazione
del album " Reality Show" dal 22 ottobre nei negozi di dischi.

• IRENE GRANDI

Firenze, fine anni '80. Si suona dappertutto: nei bar, nelle cantine, nelle piazze. Voglia di
fare musica e fame di musica crescono di pari passo, come i sogni di decine di giovani band.
Irene Grandi inizia così: con i 'Goppions,’ 'La Forma’, 'Le Matte’… sempre in trasferta fino a
quando, nel 1992, inizia a prendere corpo la sua carriera solista. Scrive le canzoni con
Lorenzo Ternelli, in arte 'Telonio’. Una di queste, 'Un motivo maledetto', fa centro.
Dado Parisini, all'epoca produttore di Raf, e la CGD si accorgono che Irene non è la "solita"
artista. 1993 - Il primo palcoscenico è Sanremo Giovani del 1993. 1994 - Irene si presenta
al Festival di Sanremo con 'Fuori', canzone che mette d'accordo critica e pubblico.

Come scriverebbero gli inglesi Irene è "The Next Big Thing" della musica italiana. Che siano
proprio tutti d'accordo lo dimostra 'Irene Grandi' l'album di esordio. Tra le canzoni del
disco, due portano le firme di Eros Ramazzotti e Jovanotti, artisti che raramente si
concedono come autori. Sempre nel 1994, Irene Grandi parte per il suo primo tour italiano.
1995 - Esce 'In vacanza da una vita', il secondo album che conferma il talento di Irene
Grandi: il disco è una sequenza mozzafiato di hit tra cui 'Dolcissimo amore', 'Bum Bum', 'In
vacanza da una vita' e 'Bambine cattive' che occupano stabilmente le playlist delle radio
italiane. Il secondo tour è al fianco di Pino Daniele.Con lui, Irene duetta in 'Se mi vuoi',
brano che viene incluso nell'album di Pino 'Non calpestare i fiori nel deserto'. Anche il
cinema si interessa ad Irene Grandi. Il regista Giovanni Veronesi la chiama per "Il barbiere
di Rio".

Irene sarà l'angelo custode di Diego Abatantuono. 1996 - 'Fai come me', che esce a
settembre, è la canzone guida della colonna sonora del film "Il barbiere di Rio". 1997 - "Per
fortuna purtroppo" è il terzo album, del '97 e segna un cambiamento nella musica di Irene
che chiama intorno a sé musicisti dalle esperienze più diverse per evidenziare ancora di più
il dualismo artistico che da sempre la caratterizza: melodia e sperimentazione.

"Che vita è" resta per più di un mese al primo posto nelle classifiche radio. 1999 – Esce il
quarto lavoro discografico di Irene dal titolo più che mai fantasioso: "Verde rosso e blu".
2000 - Irene torna, nel settore "Big", al "Festival di Sanremo" con una canzone scritta
apposta per lei da Vasco Rossi e Currieri: LA TUA RAGAZZA SEMPRE.

Immediato il successo, aggiudicandosi il 2° posto. Un successo travolgente: Irene è ospite


in tutte le puntate del FESTIVALBAR, fa parte del grande cast del 'PAVAROTTI &
FRIENDS’, ed è ospite al MONTREAUX JAZZ FESTIVAL. L’album "VERDE ROSSO E BLU"
con aggiunta la canzone sanremese è stato a lungo ai primi posti delle classifiche. 2001 – A
giugno si ripresenta con il suo primo "Best of": dal titolo IREK, in cui è pubblicato tutto il
meglio di Irene Grandi, più 2 remake e 2 brani inediti!

• JOVANOTTI

Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, è nato il 26 settembre del 1966 a Roma. La sua
famiglia è originaria di Cortona, un piccolo e incantevole borgo in provincia di Arezzo dove
Lorenzo trascorre lunghi periodi da bambino. La passione per la musica inizia sin da
giovanissimo: si cimenta come dj in varie radio e nelle discoteche di Roma.

Gli esordi di Jovanotti sono legati ad una sorta di musica dance che mescola i nuovi suoni
dell'hip hop d'oltreoceano, un genere decisamente poco conosciuto nell'Italia degli anni
Ottanta. La sua immagine è scanzonata e fracassona, molto diversa da quella che esibisce
oggi. E che il suo sia un orientamento artistico iper-commerciale lo testiomonia il suo
mentore e scopritore, quel Claudio Cecchetto titolare di tante altre rivelazioni pop.
Lorenzo Cherubini debutta quindi su Radio Deejay (di Cecchetto) e diventa Jovanotti.
Leggendaria è rimasta la notte di capodanno tra il 1987 e il 1988 durante la quale Lorenzo
resta incollato ai microfoni di Radio Deejay per ben otto ore di fila, senza alcuna
interruzione.

I suo primi successi incisi alla tenera età di 19 anni, un'età in cui evidentemente i ragazzi
italiani sono ancora tendenzialmente immaturi, hanno titoli che già di per sé sono tutto un
programma: si va dal mitico "Gimme five" a "E' qui la festa?", tutti hit poi inseriti nel primo
album, "Jovanotti for president"; intanto con lo pseudonimo di Gino Latino Jovanotti
pubblica anche musica più marcatamente dance.

Mentre "La mia moto", il suo secondo album, vende circa 600.000 copie il successo lo porta
all'edizione 1989 del festival di Sanremo, con la canzone "Vasco", nella quale fa il verso a
Vasco Rossi, uno dei suoi idoli.

Oltre alla musica Lorenzo si impegna anche in tv con "Deejay television" e "1, 2, 3 casino",
senza dimenticare "Yo, brothers and sisters", la prima fatica "letteraria" del ragazzone
festaiolo.

Nessuno poteva all'epoca sospettare quale sarebbe stata l'evoluzione dell'artista. Una
prima, timida svolta artistica si ha con "Giovani Jovanotti" che comprende brani un poco più
meditati come "I numeri", "Ciao mamma" e "La gente della notte", anche se nello stesso
anno partecipa con Pippo Baudo all'edizione di "Fantastico", a cui contribuisce con slogan
come "50% contenuto e 50% movimento", direttamente mutuato dal terzo album del 1991,
"Una tribù che balla".

L'anno dopo, in un soprassalto di coscienza civile, realizza il singolo "Cuore", per ricordare il
giudice Giovanni Falcone morto nella strage di Capaci.

Con il disco seguente "Lorenzo 1992", rimane in classifica per molte settimane. Al disco
segue un tournè con Luca Carboni: i due si alternano sul palco e propongono duetti insoliti.
E' il periodo di canzoni che hanno segnato la carriera di Jovanotti come, "Sono un ragazzo
fortunato" e "Non m'annoio".
Dello stesso anno è la collaborazione "estiva" con Gianna Nannini in "Radio baccano".

Con il passare degli anni e delle canzoni, cambiano i testi e gli ideali di Lorenzo: "Lorenzo
1994" non è solo un album ma un modo di vedere la vita, siglato dal celebre "Penso positivo"
(apprezzato anche dall'Osservatore Romano).
Oltre a questo sono sicuramente da ricordare "Serenata rap" e "Piove", canzoni d'amore
che arrivano di corsa in vetta alle classifiche. La scalata nelle hit parade non si limita
all'Italia: ben presto "Serenata rap" diventa il video più trasmesso in Europa e in Sud
America.
L'album è accompagnato dal secondo libro "Cherubini".

Nel 1994 Jovanotti si esibisce in una lunga tournè che lo vede impegnato sia in Italia che in
Europa, prima da solo e poi insieme con Pino Daniele ed Eros Ramazzotti. E' un anno
importante grazie anche alla creazione dell'etichetta discografica "Soleluna".

Nel 1995 esce la prima raccolta "Lorenzo 1990-1995" con due brani inediti "L'ombelico del
mondo" e "Marco Polo". Con il primo dei due brani Lorenzo partecipa agli MTV music awards
come miglior cantante europeo.

Il 1997 è l'anno de "L'albero", album che approda alle tendenze multietniche della musica
internazionale ma che non soddisfa la voglia di fare e la curiosità di Lorenzo. Comincia così
ad occuparsi di pittura, tanto da arrivare ad esporre le sue opere al Brescia Music Art, ed
esordisce come attore nel film di Alessandro D'Alatri "I Giardini dell'Eden" .

Partecipa anche a due tributi: uno è "The Different You" dedicato a Robert Wyatt e un
altro dedicato a Gershwin intitolato "Red, Hot + Rhapsody".
Un altro progetto discografico è "Artisti Uniti per gli Zapatisti del Chapas", compilations
che raccoglie fondi per la costruzione di un ospedale in Messico.

Ad ottobre esce un altro libro: si tratta de "Il grande boh", diario dei suoi ultimi viaggi.
Altra soddisfazione (stavolta del tutto personale) nel 1999 quando Francesca, la sua
compagna, dà alla luce Teresa.
Jovanotti, comprensibilmente euforico, compone "Per te", una ninna nanna dedicata proprio
alla primogenita.

Con l'uscita di "Capo Horn", l'estate del 1999 è segnata da "Un raggio di sole", secondo
singolo dell'album. Sempre nel giugno di quell'anno Lorenzo aveva già dato vita, con Ligabue
e Piero Pelù, ad una canzone-manifesto, "Il mio nome è mai più" (con tanto di video girato da
Gabriele Salvatores), brano antimilitarista e dalle connotazioni pacifiste.
Il brano vince due PIM, come miglior video e miglior canzone dell'anno. Tutti i proventi
della vendita del CD sono stati comunque devoluti all'associazione "Emergency".

Ma l'impegno di Lorenzo è poi proseguito nel tempo con altre iniziative di pregio.
Memorabile la sua esibizione al festival di Sanremo 2000 con il brano inedito "Cancella il
debito", un pezzo che ha consentito a molti giovani di venire a conoscenza del drammatico
problema dei debiti gravanti sui paesi del terzo mondo.

Dopo l'album "Il quinto mondo" del 2002, Jovanotti torna nel 2005 con "Buon Sangue",
uscito a metà del mese di maggio, preceduto dal singolo "(Tanto)3" (tanto al cubo), un pezzo
con elementi funk, elettronica, rock e soprattutto hip hop.

• LAURA PAUSINI

Laura Pausini nasce il 16 maggio 1974 a Solarolo (Ravenna).


1993: partecipa al Festival di Sanremo, nella "Sezione Nuove Proposte", con il brano "La
Solitudine" e si classifica al 1° posto.
Pubblica l'album "Laura Pausini" (Warner Music), che include "Mi rubi l'anima", cantata in
duetto con Raf. L'album rimane in classifica, nelle prime 10 posizioni, per un anno intero in
Italia. Prima della fine del '93 è già n°1 in Benelux. Il disco uscirà poi anche in Francia.
1994: partecipa al Festival di Sanremo, nella "Sezione Big", con il brano "Strani Amori" e si
classifica al 3° posto.
Pubblica l'album "Laura" (Warner Music) e l'album "Laura Pausini" (Warner Music) in
spagnolo, un "best of" dei primi due album.
1995: pubblica l'album "Laura Pausini", un "best of" per il mercato anglosassone (contiene
"Loneliness", la versione inglese de "La Solitudine", curata da Tim Rice, già autore di "Evita"
e "Jesus Christ Superstar").
Riceve il premio come Migliore Artista Internazionale al Festivalbar, il "World Music
Award" (European Grammy - Montecarlo) come "Best Selling Italian Artist"e il premio "Lo
Nuestro" (Miami) come "Cantante Rivelazione di Lingua Latina sul Mercato Americano".
Sempre nel 1995, riceve il riconoscimento per "il suo contributo alla diffusione della
cultura popolare italiana in Spagna" dall'Ambasciatore Italiano in Spagna presso l'Istituto
di Cultura italiana a Madrid, per aver venduto oltre un milione di copie risultando la "Best
Selling International Artist" di tutti i tempi in Spagna. Billboard le assegna il 2° posto nella
speciale classifica "Rivelazioni Femminili del 1994" (superata solo da Mariah Carey).
1996: pubblica l'album "Le cose che vivi" (Warner Music), che uscirà anche in spagnolo, "Las
cosas que vives" (Warner Music). L'album include "Il mondo che vorrei / El mundo che
soñé", scritta interamente da Laura per l'Unicef. Riceve il premio I.F.P.I. "Platinum Europe
Award" a Bruxelles. È nominata ai Grammy latini nella categoria miglior video "Las cosas que
vives".
1997: parte il suo primo tour mondiale "Laura Pausini - World Wide Tour '97".
Si esibisce al Concerto di Natale alla presenza di Papa Giovanni Paolo II.
1998: pubblica l'album "La mia risposta" (Warner Music) e in contemporanea esce anche la
versione spagnola "Mi respuesta" (Warner Music). L'album include anche "Looking for an
angel", scritta per lei da Phil Collins. In occasione del compleanno di Barbra Streisand, si
esibisce cantando "Se ami sai".
1999: parte il tour mondiale "Laura Pausini - World Tour 1999". Partecipa alla colonna
sonora del film "Message in a bottle" con Kevin Costner e Paul Newman (Atlantic Records)
con il brano "One more time" (scritta per lei da Richard Marx). Partecipa al
"Pavarotti&Friends", cantando "One more time" e in coppia con Pavarotti "Tu che m'hai
preso il cor". Esce "Video Collection" (Warner Music Video), vhs contenente tutti i video-
clip finora realizzati.
2000: pubblica l'album "Tra te e il mare / Entre tu e mil mares" contenente "Per vivere /
Vivire", canzone dedicata ai bambini brasiliani abbandonati in strada, che Laura ha adottato
e che ora vivono nell'educandario "Romao de mattos duarte di Rio". Partecipa alla colonna
sonora del film "Pokemon 2000: the power of one" (Atlantic Records) con il brano "The
extra mile" scritto da Tina Arena e prodotto dai produttori di Christina Aguilera.
2001: partecipa al Festival di Sanremo in veste di superospite. Pubblica "The best of Laura
Pausini: E ritorno da te" (Warner Music), album realizzato anche in versione spagnola "Lo
mejor de Laura Pausini - Volveré junto a ti", con 2 inediti: "E ritorno da te / Volveré junto a
ti" e "Una storia che vale / Dos historias iguales" e versioni ri-arrangiate dei suoi successi
(tra cui "Se ami sai / Cuando se ama", cantata con Gilberto Gil).
Duetta con José el Francés nel brano "Dime", incluso nel "Best of" in Spagna e America
Latina e nell'album "Jugando al Amor" del cantautore di flamenco.
Pubblica una versione "platinum", per il Brasile, di "The best of Laura Pausini: E ritorno da
te". Il CD contiene anche il brano "Speranza", sigla in italiano dello sceneggiato "Terra
nostra 2: la speranza". Inizia il suo tour mondiale "Laura Pausini live 2001 - World Tour",
primo tour nei palasport e arene di tutto il mondo, che registra il tutto esaurito. Riceve 4
nomination ai Latin Grammy Awards (anche nella categoria "Miglior album pop femminile").
2002: duetta con Nek in "Sei solo tu", brano incluso nell'album "Le cose da difendere" di
Nek, sia nella versione italiana che in quella spagnola "Tan solo tu". Esce "Laura Pausini -
Live 2001/2002 World Tour", il primo (e unico) DVD. contenente la registrazione del
concerto di Milano del 2 dicembre 2001.
Pubblica in America l'album "From the Inside" (Atlantic Records), preceduto dal singolo
"Surrender", che raggiunge il primo posto nella classifica americana nella categoria dance e
club, precedendo artisti come Madonna, Whitney Houston e Justin Timberlake.
Si esibisce in occasione della consegna dei Premi Nobel a Oslo e a Los Angeles nel concerto
di beneficenza per le famiglie dei pompieri scomparsi durante la strage dell'11 settembre a
New York, con Kevin Spacey e Alejandro Sanz.
2003: pubblica anche in Italia l'album "From the inside" (Atlantic Records).
Duetta con Céline Dion, Mariah Carey, Gloria Estefan, Ricky Martin, Alejandro Sanz e
Shakira in "Todo para ti", canzone scritta e interpretata da Michael Jackson per le
famiglie delle vittime di New York dell'11 settembre.
La canzone "E ritorno da te / Volverè junto a ti" è premiata all'11° "Ascap Latin Award"
come "Miglior Pop Ballad del 2002".
Duetta con Hélène Segara nel brano "On n'oublie jamais rien, on vit avec", inclusa
nell'album "Humaine" della cantante francese.
Partecipa al "Pavarotti&Friends", cantando "Il mondo che vorrei" e, in coppia con Pavarotti,
"Tu che m'hai preso il cor", oltre che alla realizzazione dell'album "Cicciput" degli Elio e le
Storie Tese", nel brano "Pagano".
È invitata dall'Università Cattolica di Milano ad un incontro-dibattito con gli studenti quale
rappresentante positivo della gioventù italiana. Collabora con "Intervita" di Miami per la
campagna a favore dei bambini bisognosi dell'America Latina, insieme a Gloria Estefan e
Shakira. Riceve una lettera di ringraziamento da Kofi Annan per aver contribuito alle cause
benefiche riconosciute dalle Nazioni Unite.
È testimonial in Francia di "Femmes face au sida", campagna contro l'Aids organizzata dalla
principessa Stephanie di Monaco.
Esce in Sud Africa la compilation "The hit" con i maggiori successi dell'anno, dove Laura
compare con "It's not goodbye" insieme a Seal e Sean Paul.
È testimonial della campagna televisiva di beneficenza per l'adozione a distanza a favore di
NPH Italia "Nuestros pequenos hermanos", con la canzone "Il mondo che vorrei" e a favore
della L.i.l.a. per la raccolta fondi per la lotta contro l'Aids.
Aderisce alla campagna di Amnesty International contro la violenza sulle donne. Sostiene la
campagna sociale a favore del test HPV delle donne europee.

• LE VIBRAZIONI

Le Vibrazioni non sono solo un fenomeno, sono soprattutto una band dai mille colori, dal
rock al pop, con ben 50 canzoni nel cassetto, una lunghissima tournée nei club di tutta
Italia, dove riempiono le serate con la loro musica originale senza dover ricorrere a cover e
dimostrando live la loro capacità di suonare e incantare il pubblico di tutte le età.
L’album Le Vibrazioni, uscito con Ricordi a metà maggio, conferma la credibilità di questo
gruppo di giovani milanesi con ben 16 canzoni originali, con la forza del pop-rock davvero
suonato e testato live sul palco e collaudato dal contatto del pubblico, con testi intriganti,
ironici, poetici, provocatori, mai scontati, perfettamente in sintonia con il tessuto musicale.
Le Vibrazioni sono Alessandro Deidda, batteria (1976); Francesco Sarcina, voce/chitarra
(1976); Marco "Garrincha" Castellani, basso (1978); Stefano Verderi, Chitarra/Tastiere
(1974).

Il gruppo nasce a Milano nel '99 e determinante è l'incontro con il produttore Demetrio
Sartorio, che trova la chiave di volta per far uscire Le Vibrazioni dal ghetto del 'rock da
cantina', di cui comunque mantengono orgogliosamente lo spirito ironico, scanzonato, il
divertimento di stare insieme e soprattutto di suonare davvero.
Le principali influenze del gruppo partono dalla scena britannica di fine anni '60 e inizio
anni '70, per giungere a una sintesi fra le melodie di band come Beatles ed Animals, e il
rock di Led Zeppelin, The Who e Jimi Hendrix Experience. Ma saranno la psichedelia dei
Pink Floyd e il funk americano di James Brown e di Sly and the Family Stone ad avvicinare il
sound de Le Vibrazioni a formazioni moderne come Jane's Addiction, RHCP e Kula Shaker.

• LIGABUE

Luciano Ligabue nasce a Correggio il 13 marzo del 1960. Per alcuni anni fa i lavori più
disparati: il bracciante stagionale, il metalmeccanico, il ragioniere, il conduttore
radiofonico, il commerciante, il promoter, il consigliere comunale. Tutte occupazioni durate
pochi anni, in alcuni casi mesi. Nel febbraio del 1987 per la prima volta si esibisce
pubblicamente con un gruppo il cui nome è Ligabue e Orazero. In repertorio solo canzoni
scritte da lui.
Nel 1988 Pierangelo Bertoli incide "Sogni di rock'n'roll", includendola nell'album "Tra me e
me". Per Luciano è la prima incisione professionale: è lui infatti che canta la contromelodia
nel finale del pezzo.
Nel mese di luglio Luciano vince il concorso provinciale Terremoto Rock. Il premio è
l'incisione di un 45 giri ("Bar Mario" e "Anime in plexiglass").
A novembre partecipa alla Finale del Primo Concorso Nazionale Gruppi di base e il suo brano
"El gringo" viene inserito nel disco-compilation (comprendente 8 pezzi) pubblicato
dall'Anagrumba.
Nel 1989 Bertoli incide un altro pezzo di Luciano, "Figlio d'un cane", inserendolo nell'album
"Sedia elettrica". Detto album è prodotto da Angelo Carrara, che di lì a poco decide di
produrre anche il primo album di Luciano. A dicembre la registrazione del primo album:
"Ligabue". Con lui ci sono i ClanDestino, gruppo di Reggio Emilia formato da Max Cottafavi
alla chitarra, Gigi Cavalli Cocchi alla batteria e Luciano Ghezzi al basso. Tecnico del suono è
il prezioso Paolo Panigada (Feiez).
Nel 1990, a maggio, "Ligabue" esce per la WEA: l'album sarà 5 volte disco di platino. Con il
brano "Balliamo sul mondo" Luciano vince il Festivalbar Giovani. A novembre inizia il
"Neverending tour": quasi trecento concerti.
Nel 1991 la stessa formazione che aveva realizzato il primo album registra "Lambrusco
coltelli rose & pop corn" (anch'esso 5 volte disco di platino).
Si aggiunge Giovanni Marani, tastierista.
L'album esce a settembre.
Luciano partecipa al Festival di Montreaux.
Nel 1992 il "Neverending tour" prosegue nella versione "Lambrusco" per tutto l'anno. In
autunno le registrazioni di "Sopravvissuti e sopravviventi". La formazione è quella di
sempre, tranne per l'ingresso di Gianfranco Fornaciari al posto di Giovanni Marani.
Nel 1993, a gennaio, esce "Sopravvissuti e sopravviventi" (quattro dischi di platino). Il
"Neverending tour" continua con il nuovo materiale. Nel mese di luglio Luciano apre i
concerti degli U2 a Torino e a Napoli. A ottobre partecipa al premio Tenco e incide un
brano ("Variazioni su temi zigani") nel disco "Il volo di Volodja", omaggio al cantante e
poeta russo Vladimir Visotskj. I ClanDestino intraprendono una propria carriera con due
album: Clandestino (1994) e Cuore stomaco e cervello (1995)
Nel 1994, a ottobre, esce "A che ora è la fine del mondo?" (3 dischi di platino), un cd
composto da "schegge sparse" che per qualche motivo non erano entrate negli album
precedenti. L'album è registrato in parte con i ClanDestino, in parte con i Negrita e in
parte con un gruppo di affermati session-man.
Luciano fonda con Valerio Soave l'etichetta Mescal che nel giro di un anno e mezzo
produrrà i primi album di La Crus, Massimo Volume, Modena City Ramblers e Stefano
Belluzzi.
Nel 1995 a febbraio con un mini-tour in Svizzera e con la registrazione di "Dio è morto",
Luciano e il nuovo gruppo fanno un po' di rodaggio. I nuovi compagni di viaggio sono: Antonio
Rigo Righetti( basso), Robby Pellati (batteria) e Federico Fede Poggipollini (chitarra). Inizia
con loro, a marzo, in una vecchia scuola elementare di Budrio di Correggio, la preproduzione
di "Buon compleanno Elvis". Alla band si aggiunge Mel Previte(anche lui alla chitarra). Il
disco, registrato con la coproduzione artistica di Fabrizio Barbacci, esce il 22 settembre e
per la prima volta Luciano è primo nelle classifiche di vendita. Il tour, tenutosi nel mese di
novembre, registra ovunque il tutto esaurito
Nel 1996 "Buon compleanno Elvis" raggiunge straordinari traguardi: un milione di copie
vendute (10 dischi di platino), 70 settimane di presenza in classifica, il premio IFPI (disco
di platino in Europa), la Targa Tenco ("Certe notti" miglior canzone dell'anno), il premio
speciale Festivalbar per il tour dell'anno e ben 3 riconoscimenti nella prima edizione del
nascente P.I.M. (Premio Italiano della Musica): Miglior Disco, Miglior Canzone ("Certe
notti"), e Miglior Cantante dell'anno.
Nel 1997, dopo l'enorme successo di "Buon compleanno Elvis" e l'esaltante tournée che ne è
seguita (P.I.M. '97: tour dell'anno), viene pubblicato il primo disco dal vivo di Luciano,
registrato durante alcune tappe del tour. "Su e giù da un palco" esce a maggio in versione
doppio cd e triplo vinile e contiene 3 inediti: "Tra palco e realtà", "Ultimo tango a Memphis"
(cover di "Suspicious Minds"), e "Il giorno di dolore che uno ha". L'album è un altro grande
successo e raggiunge le 800 mila copie vendute. Sempre a maggio esce "Fuori e dentro il
borgo", raccolta di quarantatré racconti con i quali Luciano vincerà il Premio "Elsa Morante"
e il Premio "Città di Fiesole". A fine giugno comincia un tour di sei date in grandi spazi. Con
le prime due (a S. Siro) si stabilisce un nuovo record di presenze: 110.000. In inverno
comincia, con Antonio Leotti, la scrittura di una sceneggiatura tratta dai racconti di "Fuori
e dentro il borgo".
Nel 1998 Luciano accetta la "folle richiesta" di dirigere il film.Nel mese di maggio iniziano
le riprese di "Radiofreccia".
L'impegno è enorme: sei mesi di lavoro frenetico tra il set delle riprese, sala montaggio,
sala mix e studio di registrazione per la preparazione della colonna sonora. Il 13 settembre
Radiofreccia viene presentato fuori concorso al festival del Cinema di Venezia, riscuotendo
ottimi consensi di pubblico e di critica. Il successo continuerà anche una volta uscito nelle
sale. Alla fine il film supererà i 10 miliardi e riceverà i più prestigiosi riconoscimenti del
cinema italiano: tre David di Donatello, due Nastri d'argento, un Globo d'oro, tre Ciak
d'oro.
La colonna sonora di "Radiofreccia" (tre dischi di platino) esce nei negozi l'8 ottobre, in
forma di doppio CD. Su un disco ci sono i classici dei '70 trasmessi dalla immaginaria
emittente della pellicola, sull'altro una serie di motivi strumentali e di canzoni inedite
scritti per l'occasione da Luciano. Il brano più famoso del film è "Ho perso le parole", che
viene premiato al P.I.M. '99 quale Miglior Canzone dell'Anno.
Nel 1999, a marzo, comincia la lavorazione di "Miss Mondo".
La band che lo accompagna è la stessa di "Buon compleanno Elvis", con l'aggiunta di Fabrizio
Simoncioni come tastierista e tecnico del suono. In due brani vengono aggiunte delle piste
orchestrali registrate ad Abbey Road, nei leggendari studi EMI, con arrangiamenti e
direzione d'orchestra di Piero Milesi.
A registrazioni finite, mentre l'album viene mixato allo studio Logic di Milano da Dave
Leonard, Luciano assieme a Jovanotti e Pelù realizza e pubblica "Il mio nome è Mai Più", una
canzone contro le cinquantadue guerre in corso nel mondo.
La vendita del cd singolo (dieci dischi di platino) frutta alcuni miliardi con i quali, tra gli
altri progetti, l'associazione Emergency inaugura un ospedale in Afganistan e comincia la
costruzione di un altro in Sierra Leone. A settembre Luciano presenta ufficialmente "Miss
Mondo" alla stampa e nello stesso tempo saluta anche, dopo una lunga assenza dai palchi, i
suoi fans con due concerti tutto-esaurito all'Arena di Verona.
Il 22 ottobre comincia al Palasport di Firenze il Miss Mondo Tour, che si concluderà due
mesi dopo, il 23 Dicembre, a Milano, dopo 39 date, 20 città e 300.000 presenze ai concerti.
Durante il tour viene consegnato a Luciano il Premio "Tutto" per "Certe notti", votata
miglior canzone degli anni '90.
"Miss Mondo" viene premiato Miglior Disco del 1999 nell'edizione 2000 del P.I.M.
"Il mio nome è Mai Più" vince (sempre al P.I.M.) il titolo di Miglior Canzone e Miglior Video.
Nel 2000 un tour estivo di 20 tappe porta Ligabue nei più importanti stadi di tutta Italia,
da Cagliari a Varese. Si tratterà di 20 eventi speciali, fatti di tre ore di musica, con il Liga
e la band sul palco per due ore e mezza di fila, 20 feste per celebrare gli anni trascorsi dal
primo album: il tour ha come titolo infatti "1990-2000: 10 anni sulla mia strada". Il 13
luglio, tra una data e l'altra del tour, Luciano si reca a Bruxelles per ricevere il disco di
platino europeo durante la terza edizione dell'"I.F.P.I. Platinum Europe Awards", un tributo
dell'industria discografica internazionale agli artisti europei che hanno oltrepassato con un
loro album il milione di copie vendute. Il 23 luglio gli viene poi consegnato il premio "Lunezia
2000" per il testo della canzone "L'odore del sesso". Il 23 settembre, durante "Vota la
voce 2000", viene premiato con un "Telegatto" quale miglior interprete dell'anno. Il 27
ottobre viene consegnata a Ligabue e a Francesco Guccini la Targa Tenco per la miglior
canzone dell'anno, "Ho ancora la forza", scritta a quattro mani dai due artisti emiliani.
Nel 2001 Ligabue si aggiudica altri importanti premi. Il 5 febbraio si svolge la prima
edizione degli Italian Music Awards, durante la quale gli viene consegnato il premio per il
Miglior Tour del 2000. Il 21 marzo gli vengono attribuiti i premi per il Miglior Tour e
Miglior Cantante durante l'edizione 2001 del P.I.M. Nel frattempo è cominciata l'avventura
di "Da zero a dieci", il secondo film di Ligabue; alla fase di pre-produzione segue la fase di
riprese, che cominciano il 4 giugno e terminano il 10 agosto. A settembre Luciano, oltre a
seguire la fase finale di lavorazione del film, comincia a lavorare in studio insieme alla band
ad un nuovo disco di canzoni inedite.
Il 10 gennaio 2002 esce il singolo "Questa è la mia vita", contenente l'omonima canzone dei
titoli di coda di "Da zero a dieci", e il tema musicale del film; il cd singolo, una sorta di mini
colonna sonora, resta per varie settimane ai vertici delle classifiche sia di vendita che
airplay (rotazione radiofonica).
"Da zero a dieci" arriva nelle sale cinematografiche l'8 febbraio, con una buona accoglienza
sia di critica che di pubblico; alcuni mesi dopo la pellicola partecipa, fuori concorso, al
Festival di Cannes, all'interno della sezione più nota e dalla tradizione più lunga, "La
semaine internationale de la critique"; a "Da zero a dieci" spetta il prestigioso compito di
chiudere la rassegna con la proiezione, applauditissima, del 23 maggio.
Il 26 aprile arriva nei negozi il nuovo disco, contenente 12 canzoni ed intitolato "Fuori come
va?". Vengono annunciati due grandi concerti da tenersi in luglio a San Siro e allo stadio
Olimpico; a grandissima richiesta il concerto di Milano viene raddoppiato (5 e 6 luglio), e
viene organizzata una tournée estiva negli stadi delle maggiori città italiane, tournée che
stabilisce nuovi record di presenza. Con i due concerti conclusivi all'Arena di Verona un
totale di 400.000 spettatori circa partecipa ai 17 concerti estivi.
Ad ottobre vengono divulgate le date del nuovo progetto live, che prevede per ogni città
due spettacoli diversi da tenersi il primo in teatro ed il secondo nel palasport. Mentre in
quest'ultimo viene riproposto fondamentalmente il concerto estivo, per i teatri viene
preparato uno spettacolo particolare, con nuovi arrangiamenti e l'inserimento di due
musicisti d'eccezione, il polistrumentista Mauro Pagani e, all'elettronica, D. Rad degli
Almamegretta.

• MAX PEZZALI

1991 – Max Pezzali e Mauro Repetto (gli 883) debuttano al Festival di Castrocaro con "Non
me la menare".
1992 - Pubblicano il loro primo album HANNO UCCISO L'UOMO RAGNO e raggiungono la
prima posizione della Hit Parade con oltre 600.000 copie vendute. Gli 883 vengono premiati
come rivelazione dell'anno a "Vota la Voce", il famosissimo referendum popolare di "Tv
Sorrisi e Canzoni".
1993 - Rientrano in studio di registrazione per realizzare il singolo "Sei un mito", anteprima
dell'album NORD SUD OVEST EST pubblicato nell'estate '93. È un grande evento! L'album
vende oltre 1.300.000 copie (130.000 copie in VHS, la videocassetta). È un'ulteriore
conferma del fiuto di Claudio Cecchetto e del suo team di produzione formato da Pier Paolo
Peroni e Marco Guarnerio. Con "Come mai" Max Pezzali e Fiorello vincono il Festival Italiano
di Canale 5. Con l'album "Nord Sud Ovest Est" gli 883 vincono il "Festivalbar 93". Poi il
cambiamento! Mauro Repetto lascia l'Italia (e gli 883), e si trasferisce a Los Angeles.
1995 - Partecipano (partecipa solo Max) al "Festival di Sanremo" con la canzone "Senza
averti qui", anteprima del nuovo album LA DONNA, IL SOGNO & IL GRANDE INCUBO.
L'album raggiunge la prima posizione della Hit Parade (grazie a brani come "Tieni il tempo",
"Gli Anni" e "Una canzone d'amore") e gli 883 vincono per la seconda volta il "Festivalbar"
(edizione del '95). Max Pezzali e la nuova Band, debuttano dal vivo nei palazzetti d'Itala
con il primo "883Tour". Una Tournée che ha confermato anche dal vivo il successo di Max
Pezzali.
1997 - Il 18 giugno è pronto l'album LA DURA LEGGE DEL GOL (con mini-album delle
figurine). L'estate è tutta all'insegna de "La regola dell'amico", un brano premiato da "Vota
la Voce" con il Telegatto come "Canzone dell'estate".
1998 - La Mondadori pubblica STESSA STORIA, STESSO POSTO, STESSO BAR, un libro
che descrive il periodo pre-883 raccontato da Max Pezzali. A luglio GLI ANNI, la raccolta
dei più Grandi Successi degli 883 con l'inedito "Io ci sarò". È il 5° album consecutivo degli
883 che raggiunge la posizione n°1 della hit parade di vendite. In ogni CD è contenuta
un'opera dell'artista Marco Lodola. "21 luglio 1998": oltre 100.000 persone al concerto di
Max in Piazza Duomo a Milano, la prova generale del TOUR '98 degli 883 (TopTwentyTour).
Nelle sale cinematografiche esce anche JOLLY BLU "il film degli 883" distribuito nei
cinema d'Italia da Medusa Film. Il 1998 si conclude con il Concerto di Capodanno in diretta
su Raiuno.
1999 – L'anno inizia con un riconoscimento internazionale: THE 1999 WORLD MUSIC
AWARDS. Gli 883 di Max Pezzali sono premiati come "Best-selling Italian Artist/Group".
Prima un riconoscimento internazionale e poi anche una collaborazione internazionale:
BOYZONE/MAX PEZZALI con la canzone "You Needed me / Tenendomi". A luglio viene
realizzato nella città di Tokyo il video del nuovo CD-Single VIAGGIO AL CENTRO DEL
MONDO, anteprima del nuovo album e colonna sonora dello Spot Pubblicitario di
TOPOLINO. L'11 agosto 1999 a MONACO durante l'eclisse totale di sole viene realizzato il
video del singolo dell'album GRAZIE MILLE. Successo "televisivo" per Max Pezzali:
seguitissimo il suo special sul Giappone SABATOKIO e prima visione televisiva del film
JOLLY BLU (3.700.000 di media di telespettatori). L'album entra in vetta alla Hit parade
grazie al successo del singolo GRAZIE MILLE. Il capodanno del 2000 viene festeggiato a
Cagliari con Max Pezzali 883 dal vivo in diretta su Canale 5. A fine gennaio Max Pezzali è
ospite "d'onore" di Serena Dandini a Teatro 18 (Italia Uno). In quell'occasione è stato
presentato in anteprima il nuovo singolo degli 883 NIENT'ALTRO CHE NOI. Il brano è
accompagnato da un Video-Cartoon in stile Manga-Western realizzato da un gruppo di
giovani disegnatori raccolti sotto il nome di STRANEMANI. L'11 marzo dal Palafiera di
Genova parte il "grazie mille tour 2000". Dal 21 aprile suona in tutte le radio il nuovo
singolo dal titolo "La regina del celebrità" remixato dagli Eiffel65. Giugno e luglio vedono la
prima uscita di Max e la sua band al di là dei confini nazionali, in Europa. Una nuova
etichetta discografica (CGD East West del Gruppo Discografico Warner Music Italy) e una
nuova avventura che parte da Germania, Austria e Svizzera con un album dal titolo MILLE
GRAZIE che raccoglie tutte le hit degli 883, comprese quelle dell'ultimo GRAZIE MILLE.
Il 23 Giugno dal "Donauinselfest" di Vienna parte il GRAZIE MILLE SUMMER 2000 che
toccherà Germania, Austria e Italia.
2000 – Warner Music pubblica con il titolo "Edizione Straordinaria", tutta la discografia
degli 883: "Hanno ucciso l'uomo ragno"; "Nord, Sud, Ovest, Est"; "La donna, il sogno e il
grande incubo"; "La dura legge del gol". Tutti in versione rimasterizzata con inediti e remix.

2001- Da un sondaggio Abacus in Italia Max Pezzali e gli 883 risultano i "più conosciuti e
seguiti" dai giovani di età compresa tra i 14 ed i 24 anni. Gli 883 sono conosciuti dal 97.8%
del pubblico interpellato, seguito da Madonna (97.4%) e da Fiorello (96.5%).
Il 22 giugno esce il CD "UNO IN PIU" su etichetta CGD East West. Entra direttamente al
N° 1 degli album più venduti in Italia. L'estate li vede protagonisti con BELLA VERA e LA
LUNGA ESTATE CALDISSIMA (e i 2 video girati a Los Angeles con i Manetti Bros.).
All’album viene pubblicato anche il singolo COME DEVE ANDARE.
2002 - BELLA VERA viene scelta da Fabrizio Frizzi per essere la sigla di Miss Italia 2002.
Disney e Warner propongono a Max Pezzali di scrivere il testo in italiano della colonna
sonora del film di Natale 2002 "Treasure Planet - Il Pianeta del Tesoro" ( interpretato
nella versione originale da John Rzeznik dei Goo Goo Dolls). La canzone "Ci sono anch'io"
viene pubblicata prima come singolo e poi nel CD "LoveLife" insieme all'inedita "Quello che
capita". In questo nuovo album sono contenute le "ballads" e le canzoni d'amore più belle
scritte da Max Pezzali.
2004 –. Anticipato dal singolo “Lo strano percorso” viene pubblicato il nuovo album di MAX
PEZZALI “IL MONDO INSIEME A TE”. Le prime 30.000 copie sono Limited-Editions
(numerate!) e comprendono anche un DVD con i videoclips che raccontano, da “Hanno ucciso
l’uomo ragno” a “Quello che capita”, la storia dagli 883 a Max Pezzali. La produzione
dell'album è stata ancora affidata alla coppia storica Peroni-Guarnerio (da sempre
collaboratori del progetto insieme a Claudio Cecchetto) ai quali si sono aggiunti, per la
finalizzazione di questo album, Claudio Guidetti (produttore musicale di Eros Ramazzotti) e
Michele Canova (produttore musicale di Tiziano Ferro). Tutte le canzoni sono state scritte
da Max Pezzali, che da quest’album va a sostituire con il proprio nome il famosissimo logo
883.

• NEGRAMARO

I Negramaro sono sei giovani musicisti, nati e cresciuti in provincia di Lecce. Grazie a
numerose esibizioni dal vivo diventano ben presto un fenomeno emergente del circuito
alternativo e in più di un’occasione condividono la scena live con band come The Rasmus,
Negrita e Afterhours. Nel 2001 sono fra i dieci finalisti del concorso Brand New Talent di
Mtv e nello stesso anno vincono il Tim Tour.

A fine febbraio 2003 esce l’album di debutto “negramaro” su etichetta Sugar, dal quale
vengono tratti due videoclip ( “Solo” e “Mono”) firmati dal regista californiano Kal Karman.

Dopo un tour estivo, nel corso del quale si esibiscono di fronte a quarantamila persone nella
tappa di Lecce dell’Mtv Coca Cola Live Tour, i negramaro tornano in sala d’incisione nel
febbraio 2004 per l’album “000577”, realizzato con la collaborazione di Corrado Rustici
(Andrea Bocelli, Zucchero, Elisa, Eric Clapton, Sinead O’Connor), per i brani
“Evidentemente”, “Es-Senza”, “Scusa se non piango” e “Come sempre”. Quest’ultimo viene
scelto da Alessandro D’Alatri per lo spot celebrativo del cinquantesimo anniversario della
RAI.

A conferma della forte vocazione per le esibizioni dal vivo del giovane gruppo rock
salentino, nell’estate 2004 i negramaro iniziano un nuovo tour, con momenti importanti come
il concerto del Primo Maggio a Roma e Arezzo Wave Love Festival, e un notevole successo
nei principali club durante l’autunno. La presenza dei negramaro al “Concertone” in piazza
San Giovanni e ad Arezzo si ripete nel 2005.

Giuliano Sangiorgi, vocal leader del gruppo, oltre a comporre tutti i brani dei negramaro, è
autore e compositore del brano “Le parole che non ti ho detto”, scelto e interpretato da
Andrea Bocelli nel suo ultimo album “Andrea”.

“Mentre Tutto Scorre”, il nuovo album dei negramaro, nei negozi da venerdì 4 marzo, è
prodotto e arrangiato da Corrado Rustici e gli stessi negramaro; l’album contiene undici
nuovi brani, una cover de “L’immensità”, storico successo di Don Backy, e ospita la
straordinaria tromba di Paolo Fresu in “Solo per te”.

“Mentre Tutto Scorre” è anche la canzone con cui i negramaro hanno vinto il Premio della
Critica Radio & TV alla 55esima edizione del Festival di Sanremo ed è la title track del film
“La Febbre” di Alessandro D’Alatri, che ha scelto otto brani tratti dal nuovo album dei
negramaro per la colonna sonora del film, prodotto da Rodeo Drive e Rai Cinema.

Nel marzo 2005, i negramaro hanno rappresentato l’Italia a Londra, con Elio e Le Storie
Tese, per la Fondazione Arezzo Wave, per l’evento musicale ITALIA WAVE.

A poco più di due mesi dalla sua pubblicazione, “Mentre Tutto Scorre” supera le
quarantamila copie, conquistando il disco d’oro.

• NEGRITA

I Negrita nascono nel 1991 dalle ceneri degli Inudibili, ma la formazione completa (con
Zama alla batteria), si forma solo nel 1992. Quintetto rock, o meglio i cinque dottori per
curare la testa, come si definiscono, i Negrita inziano da subito a registrare alcuni demo-
tape, tre per la precisione nell'arco di due anni. Ma la vera storia della band si puo' dire
che nasca dal 1994. Fu proprio in quell'anno, infatti, che il loro produttore e collaboratore
Fabrizio Barbacci (gia' produttore di Ligabue) , ottenuto un contratto con la Black-Out, la
casa discografica che fino al 1999 ha prodotto i dischi della band (oggi la black-out e' un
marchio Universal Music Italia), decide di registrare il primo album. Negrita spopolo' nelle
radio italiane grazie al singolo Cambio, una canzone dura e nello stesso tempo ricca di
innovazione, ma non ottenne il successo sperato. Furono molto poche le copie vendute di
quello che, a nostro parere, resta uno dei migliori album italiani. Ne segui' un lunghissimo
tour in giro per l'Italia interrotto solo per la registrazione del secondo cd Paradisi per
illusi. Subito dopo l'uscita del secondo album, che a dir la verita' potremmo definire un EP
(contiene solo 6 brani), i Negrita riprendono il tour che li vedra' ancora trasportati su e
giu' per l'Italia per un altro intero anno. Paradisi per illusi ha un discreto successo,
riuscendo a sfondare il muro delle 50.000 copie vendute.
Nel 1996 si perdono le loro tracce. In realta' i Negrita sono sempre a lavoro, e stanno
ultimando la scrittura del terzo disco XXX. L'album, registrato a New Orleans, mostra un
cambiamento del gruppo sia per quello che riguarda i testi, sia per la musica, piu'
orecchiabile dei due precedenti. E mentre le radio trasmettono con insistenza "In un mare
di noia", i Negrita ripartono per il loro terzo tour che durera' oltre sei mesi.
Ma l'anno della svolta per la band toscana non puo' che essere il 1999. I tre comici Aldo,
Giovanni e Giacomo chiedono di scrivere integralmente la colonna sonora di quel "Cosi' e' la
vita" che poi risultera' essere il film piu' visto dell'anno. E cosi', preceduto da "Mama
Mae'" esce Reset. Solo nella prima settimana il cd vende piu' di 50.000 copie, per poi
continuare nell'arco del tempo a vendere sempre di piu'. Parte cosi' il "RESET TOUR'99"
che si concludera' il 18 Settembre a Bellante, paese abruzzese nei pressi di Teramo, con
uno spettacolo incredibile. Il reset tour e' stata sicuramente la tournee piu' fortunata
della band, che, dopo aver suonato per anni nei piccoli club, si trova catapultata nei locali
piu' ampi. Basta ricordare i concerti di Roma al PalaCisalfa e di Milano all'Alcatraz. Sempre
nel 1999 i Negrita ricevono tre prestigiose nomination: la prima agli mtv music awards come
miglior artista italiano, la seconda e la terza al PIM, il premio italiano della musica come
miglior rivelazione dell'anno e per il miglior video. Dal Marzo 2000 Pau e soci si rinchiudono
all'Hollywood Garage, la loro fortezza musicale nei pressi di Arezzo, per cercare spunti e
sonorita' da inserire nel nuovo album. Il gruppo si concede solo una pausa di riflessione ad
Aprile, quando parte per gli Stati Uniti, destinazione New York, da dove intervengono in
diretta dagli studi di Radio 105. Il 9 Luglio 2000 i 5 dottori si presentano a sorpresa ad
Arezzo, all'interno del festival rock Arezzo Wave, nell'unica data prevista prima
dell'uscita del nuovo cd. Lo spettacolo, unico ed irripetibile, viene intitolato Live in Alcatraz
in collaborazione con la trasmissione di Raidue Alcatraz. E dopo piu' di un anno di silenzio, il
28 settembre esce Bambole, il primo singolo tratto dal nuovo album Radio Zombie, in tutti i
negozi dal 19 ottobre 2001. Il disco entra prepotentemente nella top ten italiana
piazzandosi al 5o posto dopo la prima settimana. E dopo piu' di due anni finalmente i docs
tornano in tour. Il 22 Febbraio al Fillmore di Cortemaggiore ha inizio la prima tranche del
Radio Zombie Tour 2002 che proseguira' per tutta l'estate per concludersi il 27
settembre sempre al Fillmore, dove i docs registrano il primo DVD dal vivo. Dopo una
brevissima vacanza i Negrita si ributtano a capofitto nell'Hollywood Garage di Capolona per
studiare i pezzi da eseguire nel concerto di capodanno in piazza Roma a Modena, ma,
soprattutto per registrare 3 nuove canzoni, che saranno contenute nella prima raccolta in
uscita il 7 marzo 2003 dal titolo Ehi! Negrita, e preparare al meglio la loro prima
partecipazione al Festival di Sanremo dal 4 all'8 marzo 2003.Da Ehi! Negrita, che dopo la
prima settimana di uscita raggiunge la quinta posizione dei dischi più venduti, vengono
lanciati 3 singoli: My Way a gennaio (videoclip dal 3 febbraio), Tonight (non e' stato girato
alcun videoclip), il brano sanremese, ad aprile e Magnolia a maggio (il video e' stato
trasmesso da giugno). Da aprile tornano sul palco con la prima tranche della nuova tournee:
l' Ehi! Negrita Tour, che li vede protagonisti in 7 città italiane. Ma proprio ad aprile un
malore che colpisce il padre di Zama induce lo storico batterista ad una riflessione di
carattere personale che lo porta ad una decisione inaspettata: abbandonare il mondo della
musica ed i Negrita. Il 2 giugno a Casirate d'Adda, in provincia di Bergamo, i Negrita
tengono il loro ultimo concerto con il loro batterista. Un concerto dalle emozioni uniche che
tutti i fans e i docs stessi ricorderanno per sempre. Era la prima tappa della seconda
tranche dell' Ehi! Negrita Tour che dal 14 giugno prosegue la sua traversata per l'Italia con
Paolo Valli alla batteria. Nel frattempo il Best-Of continua a vendere numerose copie e,
forti anche del successo di Magnolia, che durante l'estate risulta essere nella top 5 dei
brani più suonati in radio, i docs decidono di intraprendere una nuova tournee: il CLUB
TOUR 2003. La band torna a suonare nei due principali centri sociali italiani, il Villaggio
Globale di Roma e il Leoncavallo di Milano, e conclude questa nuova serie di concerti a
Trezzo sull'Adda, in provincia di Milano. Nel frattempo arrivano due nuove prestigiose
nominations: nella categoria "Best Italian Act" degli Mtv Europe Musc Awards e come
"Miglior Gruppo" agli Italian Music Awards. Alla fine di marzo i Negrita intraprendono una
mini-tournee in Sudamerica, richiesta e patrocinata dall'Istituto Italiano di Cultura di
Buenos Aires, suonando in Cile, Argentina e Brasile. Proprio in quest'ultima località, a Bahia,
precisamente, si fermano qualche giorno per registrare alcuni pezzi che andranno a finire
nel nuovo album, atteso per la fine di gennaio 2005. I lavori per il nuovo disco proseguono
all'Hollywood Garage di Capolona fino a novembre 2004, quando i docs partono per la
Spagna, pronti a registrare gli ultimi pezzi. La masterizzazione dell'album viene eseguita a
New York e il 17 dicembre esce, in esclusiva su alcuni portali web, "Sale", il primo singolo
tratto dal nuovo cd. Preceduto da "Greta", primo singolo radiofonico, il 28 gennaio esce
"L'uomo sogna di volare" che, dopo la prima settimana, si va a posizionare al nono posto
della classifica dei dischi più venduti in Italia. Il nuovo lavoro risente delle influenze
musicali e culturali del Sudamerica; insieme ai docs prendono parte ai suoni del disco anche
il rapper Gabriel O' Pensador ed i percussionisti Boghan Costa e Peu Meurray.
Quest'ultimo, insieme al batterista Cristiano Dalla Pellegrina (ex Extrema), segue i Negrita
nella nuova tournee che, dopo la "Data Zero" (il 31 marzo 2005 al Fillmore di
Cortemaggiore), inizia ufficialmente il primo aprile al Palasport di Mestre. La prima tranche
de "L'uomo sogna di volare Tour 2005" è un vero successo, con ben 3 sold-out:
Cortemaggiore, Milano e Nonantola. Ad aprile esce Rotolando verso Sud sia in radio che nei
negozi. Il brano diventa un "tormentone" estivo e i docs, dopo il ritorno sul palco di Piazza
San Giovanni in Roma per il tradizionale appuntamento con il concerto del Primo Maggio,
ripartono con la seconda lunghissima tranche della tournee (tra concerti e partecipazioni a
festival sono ben 45 le date totali, tra cui spicca la partecipazione al Live8). A ottobre
arrivano due nuove prestigiose nominations: agli MTV Europe Music Awards 2005 ed al
Premio Videoclip Italiano, organizzato da Rockol. E mentre la tranche invernale del tour e'
in procinto di partire (18 novembre, Torino, la data di apertura), "L'uomo sogna di volare",
"disco d'oro" in Italia, uscirà anche in Francia (entro l'inizio del nuovo anno).

• NEK

Nato a Sassuolo
Il 6 Gennaio 1972
Vero Nome: Filippo Neviani

Nella seconda metà degli anni ottanta, le cantine con i "Winchester" e la prima notorietà
nella provincia con i "White Lady", il genere è il rock melodico, ma la ricerca di un'identità
espressiva continua. Nel 1991 si classifica secondo a Castrocaro. Nel 1992 pubblica il primo
album che si intitola semplicemente Nek, il nomignolo che sceglie come definitivo nome
d'arte. Nel 1993 è terzo al festival di Sanremo, sezione giovani, con "In te", brano che,
ispirandosi ad un'esperienza realmente vissuta da un suo amico, affronta il difficile tema
dell'aborto. Mietta, nello stesso Sanremo, presenta "Figli di chi", brano da lui composto e
reinterpretato nel suo secondo LP dal titolo "In te". Nek partecipa al Cantagiro con grande
successo vincendo il premio del settimanale "TV stelle" come artista più amato dal pubblico.
Nell'estate del 1994 pubblica "Calore umano", il suo terzo album, ed arriva secondo al
Festival Italiano di Mike Bongiorno con "Angeli nel ghetto". Sempre nel '94 vince con
Giorgia il Premio Europeo come miglior cantante giovane italiano. Nel 1995 entra nella
Nazionale Italiana Cantanti ma, nel corso di una partita, subisce la rottura dei legamenti ed
è così costretto ad un lungo periodo di riposo durante il quale riflette sulla sua ispirazione
artistica alla quale vuole dare nuovo impulso ed una sferzata in termini di energia. Nasce
così nel 1996, "Lei, gli amici e tutto il resto", un album di dodici brani registrati in diretta
con giovani musicisti, tutti di grande talento. Le sonorità del disco si esprimono con accenti
fortemente internazionali e i testi sono finestre aperte sull'agenda di un ragazzo di 24
anni: raccontano con stile essenziale esperienze di vita quotidiana. Su tutto stacca la voce
di Nek che, questa volta, narra storie sue o che in qualche modo gli appartengono. Trova in
Rolando D'Angeli, tuttora suo produttore esecutivo, il primo entusiasta estimatore che lo
propone alla WEA, la sua nuova etichetta discografica. Nel 1997 partecipa al Festival di
Sanremo con il brano "Laura non c'è", ottenendo un grande successo; l'album "Lei, gli amici
e tutto il resto" conquista sei dischi di platino vendendo in Italia 600.000 copie. Lo stesso
anno Nek partecipa al Festivalbar con il brano Sei Grande. Nel giugno del 1997 inizia la
grande avventura di Nek all'estero: Spagna, Portogallo, Finlandia, Belgio, Svizzera, Austria,
Svezia, Francia e Germania; ovunque raccoglie grandi consensi di pubblico, infatti il suo
disco vende in Europa 1.300.000 copie. La tappa successiva per Nek è il Sud America, Perù,
Colombia, Brasile; si aggiudica dischi d'oro in Argentina e Messico con l'album in versione
spagnola. Nei primi mesi del 1998 Nek entra in studio per registrare il nuovo album In Due,
che viene pubblicato il 4 giugno 1998 in tutta Europa, America Latina e Giappone. In Due
entra subito nelle prime posizioni della classifica di vendita. Se Io Non Avessi Te, il primo
singolo estratto dal nuovo disco, rimane in programmazione nelle radio, in altissima
rotazione per quattro mesi. Il 9 luglio 1998 a Bruxelles Nek viene premiato dalla IFPI, per
aver venduto in Europa più di un milione di copie dell'album "Lei, gli amici e tutto il resto".
In Due è stato triplo disco di platino in Italia; disco d'oro in Austria, Svizzera e Argentina;
disco di platino in Spagna. In Germania, Austria e Svizzera Nek è stato in classifica, nelle
prime venti posizioni, con due album: "Lei, gli amici e tutto il resto", e "In due". Da gennaio
ad agosto del 1999, Nek è stato in tournèe in Italia, in tutta Europa e in Sud America,
riscuotendo un grande successo ovunque. Rientrato in Italia dopo il tour, entra in studio per
la produzione del nuovo album. Il 2 giugno 2000 viene pubblicato contemporaneamente in
tutto il mondo "La vita è", album caratterizzato dalla brillantezza delle scelte artistiche,
dalla varietà dei contenuti, dalla qualità del progetto musicale e dall'efficacia quasi
disarmante delle sue canzoni. Una direzione di marcia attraverso la quale Nek non insegue
rivoluzioni ma il perfezionamento di quello che è l'obiettivo principale di un artista: quello
di arrivare al cuore del maggior numero di persone possibile, possibilmente con belle
canzoni e messaggi positivi. A distanza di due anni, il 24 maggio 2002, in tutto il mondo è
stato pubblicato "Le cose da difendere", 11 brani inediti in cui Nek si propone in una nuova
veste di cantautore più maturo grazie anche alla nuova produzione artistica di Dado Parisini
e Alfredo Cerruti (già vincenti con Laura Pausini). Il 10 ottobre 2003 è stato pubblicato in
tutto il mondo in due versioni, italiano e spagnolo, la prima raccolta di successi di Nek: "Nek
the Best of... l'anno zero", rappresenta il coronamento di 10 anni di carriera e di successi,
contiene 2 brani inediti (tra cui il primo singolo "Almeno stavolta") e 16 bellissime canzoni
tratte dai precedenti album.

• NOA

Nata in Israele nel 1969, cantante


l nome è di origine biblica e proviene da quello della prima moglie di Re David. Noa in realtà
è Achinoam Nini. Israeliana, genitori di origini yemenite, vive la sua infanzia a New York. A
17 anni, però, torna in Patria dove viene arruolata dall'esercito per due anni, nel corso dei
quali inizia ad esibirsi come compositrice. Frequentando poi una scuola di musica conosce Gil
Dor che diventa il suo partner musicale. Gil arricchisce la scrittura e la vocalità di Noa con
un capace lavoro di arrangiamento e produzione. Dopo due album usciti soltanto nel mercato
israeliano e in seguito ripubblicati sotto il titolo First Steps, Noa trova la fama
internazionale nel 1994, con un album che porta il suo nome, caratterizzato dalla
supervisione e dall'attivo contributo del chitarrista Pat Metheny. A lanciarla alla ribalta
sono soprattutto i brani Wild Flower e Child of man e successivamente l'altro album, uscito
nel 1996, Calling.
Infine Blue touches blue: in uscita nel gennaio 2000 è prodotto da Mike Hedges (già al
fianco di Cure, Siouxie and The Banshees e Manic Street Preachers), l'album affianca
composizioni in inglese a un brano in ebraico (Morning) e una in yemenita (Dala Dala) a
testimonianza di una personalità artistica che non conosce confini. Noa ha collaborato
anche con numerosi artisti tra i quali Eric Serra, Khaled (con cui ha inciso il classico di John
Lennon Imagine), Juan Manuel Serrat, Miguel Bosè, Carlos Nunez, Pino Daniele, Zucchero,
Sting, Donovan, Pat Metheny, Stevie Wonder e Carlos Santana. Accanto alla sua carriera
musicale Noa si è impegnata soprattutto per promuovere il dialogo nell questione israeliano-
palestinese. Anche per questo ha cantato davanti al Papa e al presidente statunitense Bill
Clinton.

• PIERO PELU’

Venuto al mondo alle sei e mezzo del mattino, in un gelido 10 febbraio 1962, Piero è
Acquario ascendente Acquario: segno d'aria totale, intuizioni e idee a getto continuo.
L'etimo del cognome Pelù è sconosciuto, questo gli consente d'ipotizzare origini sarde.
Piero non ha mai consultato gli esperti di araldica: " Nella lingua degli Incas il mio cognome
significa 'fiume'. Bella storia: mi piace sapere che sono un fiume". A otto anni ha investito
parecchie paghette settimanali per comprare la sua prima chitarra: una Eco con le corde in
ferro.
Ribelle in famiglia, nel suo periodo punk aveva adottato i nomi di battaglia Pierotten, anche
in onore di Johnny Rotten, e Peter Punk. Suonava con i Mugnions e viveva il punk come una
fede. Nel 1979 ha vissuto un mese a Parigi: giorno e notte al Beabourg assieme a punk,
saltimbanchi e artisti di strada. Le arti di strada saranno protagoniste, nel 2000, del Circo
Pelù nel primo tour da solista.
Nonna Tina,scomparsa a 102 anni, vigilava sull'integrità morale di Piero, piombando nella sua
stanza quando si appartava con qualche amichetta e criticando ferocemente la
frequentazione di Ponte Vecchio e del Banana Moon, fino agli Anni 80 punto di ritrovi del
mondo alternativo hippy. " L'esaltazione dell'eroina da parte delle icone giovanili, compresi
molti rockers anglosassoni, ha provocato più danni della guerra. L'eroina è stata, per molte
generazioni, il nostro Vietnam. E siamo tornati a casa con le ossa rotte. Se serve a qualcosa,
ribadisco il mio rifiuto assoluto alle droghe pesanti: state lontani almeno dalle polveri (smog
compreso!). Se una pera, come si dice in 'Trainspotting', equivale a fare l'amore
moltiplicato per cento, io preferisco moltiplicare per cento le volte che faccio l'amore".
A sei anni ha ascoltato il quarantacinque giri "Vengo anch'io (no tu no)" di Enzo Jannacci,
che Piero ritiene ancora oggi un capolavoro d'ironia. "L'ironia non è sempre evidente nelle
mie canzoni, ma è sempre esistita. Affacciandomi all'universo musicale, alla fine degli Anni
70, ho cercato di unire il punk e le mie esperienze personali con l'ironia di Jannacci e di
Edoardo Bennato. In Bennato, il faro di un certo periodo storico, la ribellione era diluita
nell'ironia e nel sarcasmo; nel punk avveniva il contrario; nella mia vita, in quegli anni, c'era
solo ribellione".
Nel 1969 la Fiorentina vinse il suo secondo e ultimo scudetto. Per lui fu una gioia
indescrivibile. Piero giocava in porta per imitare il suo idolo viola Franco Superchi ("Non
avevo l'altezza, ma l'agilità e la follia propria di ogni grande portiere"); oggi scende in
campo con la Dinamo Rock, e con la squadra chiamata TNT (artisti toscani e solidarietà).
Non ha mai tentato la strada del professionismo: "Per me il calcio non è agonismo, ma
sudore, divertimento, espulsione di schifezze dal corpo. E passione". In terza media ha
fondato un club di tifosi della Fiorentina chiamato Brigate Viola, che fecero il loro trionfale
esordio allo stadio in un indimenticabile 3-1 alla Juventus. "Ho abbandonato le curve dopo
aver visto da vicino gli ultras e la loro violenza".
Anche i libri lo appassionavano. E fra i primi che ha letto, ricorda con amore 'Le tigri di
Mompracem' di Salgari ("Da quei disegni ho ereditato la passione per i coltelli e le lame") e
'Pian della Tortilla' di John Steinbeck: "Forse l'unico libro che ho riletto dieci volte in dieci
periodi diversi della mia vita, trovandolo sempre straordinario perché è l'esaltazione
dell'amicizia". La sua lettura preferita era l'Atlante: passava ore piacevoli a guardare città,
nazioni, continenti. "Ho voluto suonare in una band anche perché era un modo per girare il
mondo e fare incontri fantastici. I primi soldi guadagnati con la musica, li ho subito investiti
in viaggi".
In seconda media ha cominciato a radunare idee e spunti per fare musica: Jannacci,
Bennato, i Black Sabbath di Tommy Iommi e Ozzy Ousbourne… Fino a Ennio Morricone. E i
Beatles: "Il primo disco che ho comprato personalmente è stato 'Revolver'. Mi piaceva
'Eleanor Rigby', così l'ho incisa su un piccolo registratore casalingo, senza conoscere le
parole né capirne il senso. È stata la mia prima registrazione in assoluto: solo
voce, perché non sapevo gli accordi". Ha preso lezioni di chitarra classica, ma si è stufato
alla terza lezione: cercava l'hard rock di Tommy Iommi, ma trovò solo estenuanti lezioni di
solfeggio.
Al liceo scoppiò l'amore per i Genesis di Peter Gabriel e per gli scantinati, perfetta
espressione del suo animo underground: in quello sotto casa ha fondato la sua prima band, i
Mugnions. Il punk l'aveva scoperto nel 1977 e ha vissuto la nuova passione musicale come
una fede, ma la ricerca dei primi dischi di culto è stata laboriosa: a Firenze l'unico negozio
specializzato era Contempo, diventato poi un'etichetta discografica, e vi si trovava
pochissimo, giusto Sex Pistols, Iggy Pop e Clash. Il batterista dei Mugnions era Ringo De
Palma, che sarebbe diventato uno degli amici più cari di Piero. In quel periodo sulle orme del
punk si muovevano anche i Decibel, gli Skiantos di Freak Antoni, i Revolver e Faust'o. I
Mugnions non miravano al successo: "Io suonavo per trovare uno sfogo alla mia inquietudine,
al disagio, alla certezza di non appartenere a nulla di quel che mi circondava ma solo alla
musica!".. Il punk gli ha riservato anche qualche delusione, come un vecchio live di Patti
Smith a Firenze: "Uno strazio: lei e i suoi deliri mistici. Aspettavo quel concerto da un anno,
avevo comprato il biglietto sei mesi prima, sono tornato a casa dopo mezz'ora".
Il primo concerto dei Mugnions, l'8 marzo 1980, attirò solo pochi compagni di scuola; al
secondo, il primo maggio, c'era una "folla" di trecento curiosi. Un amico del padre del
bassista li fece partecipare al festival Versilia Rock '80 con Gianna Nannini e gli Skiantos.
"Fu un'esibizione imbarazzante". Decisero di dedicare più tempo alle prove nello scantinato,
ma questo provocò la rivolta di tutti i condomini. I Mugnions chiusero la loro breve e poco
gloriosa carriera il 19 ottobre del 1980, con il proprietario del locale dove si erano appena
esibiti che si rifiutò di pagarli perché gli spettatori erano troppo pochi. Piero e Ringo si
sarebbero ritrovati più avanti nei Litfiba.
L'avventura Litfiba iniziò così: il tastierista Antonio Aiazzi suonava in un gruppo a cui
mancava il cantante. Piero lo conosceva, ma sperava che si fosse dimenticato di lui perché…
"Nel 1979 ero andato a una sua festa punk e gli avevo distrutto la casa. Ripensando a
quell'episodio,ridiamo ancora". L'incontro avvenne nella storica cantina di via Bardi 32, a
Ponte Vecchio: oltre ad Aiazzi c'erano il batterista Francesco Calamai, il bassista Gianni
Maroccolo e il chitarrista Ghigo Renzulli. "L'atmosfera era bellissima. Tutti mi accolsero
bene, perfino Aiazzi". I Litfiba hanno esordito dal vivo l'8 dicembre 1980, il giorno in cui
moriva John Lennon. Piero si dimostrò subito un animale da palcoscenico e improvvisando, si
lanciò più volte sul pubblico come aveva visto fare a Iggy Pop: "La gente sotto palco,
impreparata, per due volte si prese il mio corpo in faccia. La terza si aprì come le acque
davanti a Mosé e io rischiai la vita".
Firenze stava diventando la capitale del nuovo rock italiano, ma Piero non avvertiva questo
fermento: la sera di Natale partì per Londra, dove sognava di vivere gli aspetti più creativi
ma anche distruttivi del punk. Il risveglio fu traumatico: "I punk che incontravo nei locali
erano sempre meno, tutti leccatini da salotto". Una sera al Marquee decise di comportarsi
da punk nel tempio del punk, tagliuzzandosi ovunque sempre in omaggio all'icona Iggy Pop:
furono proprio i venti punk presenti a denunciarlo e a farlo sbattere fuori dal locale."
Rientrò a Firenze più confuso di quando era partito. Tutti erano all'oscuro che Piero
intendeva trasferirsi a Londra per sempre, così non fecero caso al suo fallimento e
l'avventura con i Litfiba continuò senza traumi o spiegazioni. Riprese gli studi: un anno di
Giurisprudenza e uno di Scienze politiche. Abbandonata l'università, rifiutò anche
l'uniforme: "Ero e sono pacifista convinto: ho svolto il servizio sociale all'Arci di Firenze
nel biennio 1984/1985 un'esperienza ricca di forti cariche umane"..
Nel 1982, Piero & Litfiba vinsero il secondo Festival Rock di Bologna e incisero il loro primo
singolo con front cover di Irvin Penn. Le canzoni erano "Luna" e "La preda", il cui testo
venne frainteso. Sempre nell'82, uscì l'ep "Guerra": il master costò un milione e centomila
lire, un vero capitale per le finanze della band.
Assieme a Ringo, Piero ha portato avanti un progetto musicale alternativo ai Litfiba, una
band chiamata Tradimento (suo quarto nome di battaglia dopo Pierotten, Peter Punk e
Sordido) nel quale Pelù cantava e suonava il basso e i chitarristi cambiavano in
continuazione. Contemporaneamente ha studiato altre forme d'arte espressive: teatro (con
Orazio Costa), mimo (Yves Le Breton) e maschere (Commedia dell'Arte e
Maschere Neutre di Basilea). Per il gruppo sperimentale teatrale Krypton nacque la colonna
sonora dello spettacolo post-moderno "Eneide" del 1983. Di quel periodo è anche una cover
di "Yassassin" di David Bowie.
Nel 1985 arrivò finalmente il primo album di canzoni di Piero & Litfiba: "Desaparecido"
vendette la bellezza di cinquemila copie, un risultato strabiliante per il circuito
underground, infiammando d'entusiasmo la critica. Era il primo album della trilogia dedicata
alle vittime del potere, di qualsiasi forma di potere: dopo la parentesi di "Transea" (con una
cover che ritrae Pelù come un icona del dark coperto di rosari e croci), la trilogia si è
completata con "17 RE" (1986) e "Litfiba 3" (1988), anticipato nel 1987 dal live "Aprite i
vostri occhi". Fra tutti i dischi pubblicati da Piero & Litfiba negli Anni 80, "17 RE" era, e
rimane ancora oggi, quello preferito di Pelù, che nel frattempo aveva assunto un nuovo nome
di battaglia: Piotre degli Urali, in omaggio alla cultura tzigana, una passione ancora oggi
fortissima. "L'unico aspetto che non condivido di questa cultura è che raramente i figli dei
Rom vengono mandati a scuola, si preferisce farli elemosinare o peggio".
Pelù sapeva di scherzare col fuoco a usare il numero 17 nel titolo del disco: "Non ritengo
che il 17 porti sfiga, ma che sia semplicemente foriero di novità sconvolgenti, di eventi
scioccanti". In quel periodo la band ebbe un incidente stradale, fortunatamente
catastrofico solo per il loro furgone: la somma delle cifre sul contachilometri era 17; la
targa dell'auto della Polizia era 1717… Dopo quella notte, il 17 ha marchiato altri episodi
tristi nella vita di Piero, rafforzando la sua avversione per quel numero. Fateci caso:
nell'autobiografia "Perfetto Difettoso", pubblicata nel 2000, il capitolo "innominabile" è
stato sostituito dal 16 bis. Nel settembre del 1986, Piero fu promotore del comitato La
musica contro il silenzio: nell'anniversario dell'assassinio di Dalla Chiesa, organizzarono un
maxi concerto a Palermo contro la mafia. Fu il primo grande festival new wave italiano, al
quale parteciparono i migliori gruppi rock emergenti: Moda, Detonazione, Diaframma, Neon,
Gaznevada, Denovo, Afrodisia, Plain Air, Joe Perrino & The Mellowtones, Viridanse, Violet
Eves… Nel 1988, "Tex" (un brano dell'album "Litfiba 3") metteva in musica il rispetto per i
pellerossa, forte in Piero fin dai tempi delle scuole medie, quando lesse "Seppellite il mio
cuore a Wounded Knee", un libro illuminante sulle bugie che il governo di Washington
raccontava ai nativi americani prima di farli marcire nelle loro "riserve". Undici anni più
tardi, nell'estate del 1999, Piero Pelù ha avuto l'onore di conoscere personalmente un capo
tribù dei Lakota: "Si chiama Dwainn. È un uomo solare, sereno e profondo che, quando fu
ricevuto in udienza in Vaticano, salutò il Papa dicendo: noi vi perdoniamo per tutto il male
che avete fatto colonizzandoci".
Fra le tante esibizioni live che seguirono "Litfiba 3", uscito a maggio del 1988, fu
memorabile "S.O.S. Racism" a Parigi con Bruce Springsteen, Ziggy Marley e 200 mila
spettatori. È dell'88, anche la collaborazione di Pelù con Teresa De Sio in una lunga suite
intitolata "La storia vera di Lupita Mendera" che faceva parte di "Cinderella Suite", l'album
prodotto da Brian Eno e Peter Brooks. Datata 1988 è pure la sua prima canzone scritta per
altri musicisti: "Sogni d'oro" per l'album "Senza rumore" dei Moda. L'anno successivo fu
scritturato per l'opera "Giovanni Sebastiano" di Gino Negri, al teatro comunale di Firenze
con Armando Testa come protagonista. L'album dal vivo "Pirata", pubblicato nel novembre
del 1989, segnò la fine dei vecchi Litfiba e l'inizio del periodo più rock.
Il primo giugno 1990 arrivò la notizia della scomparsa di Ringo: "Il mio grande rimorso è non
avergli rotto abbastanza le scatole per farlo smettere con l'eroina, magari parlandone con
la sua famiglia. Ho pianto molto per Ringo. E per Tony, per Candelo, per Ronzani. Per tutti
gli amici che mi hanno lasciato".
Con l'amico fotografo Alex Majoli ha realizzato, sempre nel '93, il libretto delle
novantanovefoto di "Colpo di coda" e nel '95 la videostoria di novanta minuti allegata al cd
live "Lacio Drom" ("buon viaggio" in lingua Rom). Nello stesso anno Pelù ha partecipato con
altri artisti allo spot per la prevenzione dell'Aids promosso dal Ministero della Sanità. Piero
ha anche ideato il cuore rosso con le corna: il CORNUCUORE, simbolo della convivenza fra
gli opposti. Nel 1996 ha cantato con Luciano Pavarotti per "War Child" e ha scritto
l'introduzione a un libro di poesie di Jacques Prévert ("Questo amore", Ed. Salani),
leggendole poi in teatro. Nel 1998 ha duettato con la grande Mina nel brano "Stay" del suo
cd "Olio", intitolato così dopo che Piero le aveva regalato, appunto, olio della sua terra.
Dal 1997 Piero Pelù si è fatto carico dei problemi della Sierra Leone, il paese del west
Africa più povero del mondo (dati ufficiali ONU): "È il tipico esempio di paese sfruttato dal
colonialismo occidentale, visto che le infinite risorse del sottosuolo arricchiscono soltanto
le multinazionali europee e americane". La guerra civile liberiana è sconfinata in Sierra
Leone e migliaia di bambini vengono mutilati orrendamente: per aiutarli non serve cibo, ma
protesi. Così Pelù ha avviato il Progetto Sierra Leone per costruire gli ospedali necessari
assieme ai missionari del Murialdo e ad Emergency.
Negli Anni 90 Piero & Litfiba pubblicarono i dischi che compongono la "tetralogia degli
elementi": "El Diablo" 1991 (il fuoco), "Terremoto" 1993 (la terra), "Spirito" 1995 (l'aria) e
"Mondi sommersi" 1997 (l'acqua). Il quinto elemento (il tempo) fu anche quello decisivo
nella storia di Piero con i Litfiba: "Infinito" uscì nel gennaio 1999, ma già da sei mesi le
divergenze fra Pelù e alcuni membri del progetto Litfiba erano diventate insanabili
nonostante il successo di pubblico in ascesa che gli fece vendere quasi 5 milioni di copie
negli anni '90.
A dare nuovo entusiasmo a Piero in crisi fu anche la band: Daniele "Barni" Bagni
(basso),Frank Caforio (batteria) e Roberto Terzani (tastiere) lasciarono i Litfiba per
seguirlo nella sua avventura solista. Ai tre musicisti si è aggiunto subito il chitarrista
Cristiano Maramotti, formando il gruppo chiamato SUPERCOMBO.
E' del 99 il singolo "Il mio nome è mai più", incisa con Ligabue e Jovanotti a favore di
Emergency e in segno di protesta per i bombardamenti su Belgrado. Con i proventi di quel
disco, che ha venduto oltre 500 mila copie (un record ineguagliato per un singolo), sono già
stati costruiti due ospedali. Piero aveva dato altre volte il proprio aiuto alle popolazioni
dell'ex Jugoslavia flagellate dalla guerra civile: la prima nel 1991, quando si è esibito a
Sarajevo nel "Concerto per la Pace" assieme ai Nomadi di Augusto Daolio; la seconda dopo
la partecipazione al "War Child" di Pavarotti del 1996, recandosi poi a Mostar con una
delegazione di artisti per verificare come i soldi fossero stati utilizzati per la nascita della
Casa della Musica.
Sul piano artistico strettamente personale, tutto è ricominciato da "Pugni chiusi", cover di
un vecchio brano dei Ribelli e b-side del singolo "Io ci sarò". Il 21 aprile 2000 è uscito il suo
primo album da solista: "Né buoni né cattivi", che ha debuttato dal vivo nella festosa
cornice dell'Heineken Jammin' Festival 2000 di Imola con Pelù nel prestigioso ruolo di
headliner principale. Nel lungo tour successivo, più di cinquanta concerti, Piero ha condiviso
il palco con trampolieri, mangiafuoco e giocolieri, allargando il Circo Pelù alle arti di strada.
Altra esibizione memorabile è stata quella del 2001 al Concerto del Primo Maggio di Roma,
davanti a una folla di oltre 800 mila persone.
Sempre nel 2001 è stato invitato al "Festival di Sanremo" come superospite: Piero ha
affrontato il tema delle mine antiuomo, una barbarie che continua a causare migliaia di
vittime innocenti.
Fra il 2001 e il 2002 ha lavorato al nuovo disco: la prima canzone è "Bene Bene Male Male"
che, dopo una settimana di programmazione radiofonica, viene presentata per la prima volta
dal vivo all'MTV Day del 14 settembre a Bologna. Il 27 dello stesso mese viene pubblicato il
cd singolo di "Bene Bene Male Male", che contiene le versioni live di "El Diablo" e "Né buoni
né cattivi" registrate al concerto del 2000 in Piazza della Loggia a Brescia. L'11 ottobre
esce l'album "U.D.S. L'Uomo Della Strada" (Teg - Wea Records), capitolo secondo della
"trilogia dei sopravvissuti". Piero Pelù è autore, arrangiatore e produttore artistico del
disco, registrato presso le Officine Sonore O-Zone di Firenze. Il cast artistico di "U.D.S.
L'Uomo Della Strada" è imponente: la cantante indonesiana Anggun duetta con Piero nel
brano "Amore immaginato"; fra i musicisti, assieme all'inseparabile SUPERCOMBO (Caforio,
Bagni, Maramotti), troviamo Robbi Terzani, Francesco Magnelli e Boosta dei Subsonica
(tastiere), Vinnie Colaiuta (batteria), Roy Paci (tromba) e Paolino "Ramingo" Baglioni
(percussioni e cori).
Dopo "NE' BUONI NE' CATTIVI "(2000) e "UDS L'UOMO DELLA STRADA" (2002), il
terzo album di PIERO PELU' s'intitola "SOGGETTI SMARRITI" , uscirà il 30 aprile 2004
(per la Wea Records del gruppo Warner Music).
L'album sarà anticipato dalla diffusione del primo singolo, "Prendimi così", in tutte le radio
dal 9 aprile.
Con uno sguardo più verso il suo mondo interiore ed i rapporti interpersonali, nella
realizzazione di "SOGGETTI SMARRITI" Piero ha ritrovato il Pelù che tutti conoscono,
quello grintoso e dolce al tempo stesso, che unisce con naturalezza potenza rock e melodie.
L'album affonda le sue radici anche nella storia dei Litfiba, tanto che Piero ha inserito in
"SOGGETTI SMARRITI" una canzone tratta da "17 RE", l'epico disco del marchio Litfiba,
totalmente ri-arrangiata.
"SOGGETTI SMARRITI" è il risultato di tre ingredienti che danno l'idea del lavoro creato
e sviluppato da Pelù: la sua voce, sferzanti melodie e grandi chitarre.
Prodotto dall'artista toscano, con un collaboratore, nel mixaggio dei brani, del rango di Tim
Palmer (U2, Ozzy Osbourne, Tears For Fears…), "SOGGETTI SMARRITI" segnerà una
tappa importante nella storia di Piero Pelù solista.
Il nuovo tour di Piero Pelù, organizzato dalla Barley Arts, partirà a inizio luglio.

• PINO DANIELE

Nato a Napoli il 19 marzo 1955, Pino Daniele, chitarrista autodidatta per molto tempo,
affronta successivamente gli studi di chitarra classica prima di dedicarsi negli anni '70 al
rock-blues. La tradizione musicale e culturale napoletana influenzò fortemente la sua
musica conferendole quel preciso carattere di fusione tra tradizione e modernità già
presente nel suo primo album "Terra mia" del 1977 e nel successivo "Pino Daniele" del 1979.
Il grande successo giunse nel 1980 con l'album "Nero a meta'" che segnò la nascita della
nuova Canzone Napoletana: un blues latino con una linea melodica tipicamente mediterranea.
E in quell'anno Pino ha anche l'onore di aprire il concerto di Bob Marley allo stadio di San
Siro a Milano di fronte a 80.000 persone.A seguire (1981) arriva "Vai Mo'" con cui Pino
raccoglie il meglio dei musicisti napoletani del momento per realizzare un album molto
ispirato e di grande successo.

Nel 1982 Pino Daniele sposta il baricentro delle sue canzoni verso una forma di "world
music" decisamente in anticipo sui tempi; nasce "Bella 'Mbriana", che dà inizio alle
collaborazioni internazionali. Ospiti del disco sono nomo come Alphonso Johnson e Wayne
Shorter. Nel 1983 Pino fu invitato all'Avana per tenere un concerto e partecipare al
Varadero Festival. Questo contatto ravvicinato con la musica cubana gli permise di formare
una band latino-americana composta da Juan Pablo Torres al trombone, Adalberto Lara alla
tromba e dal percussionista Nanà Vasconcelos. Dopo "Musicante" - datato 1984, fra gli
ospiti Mel Collins - è il momento del primo disco dal vivo, il doppio "Live Sciò", un lavoro che
esalta la capacità di Daniele di unire blues, rock, jazz, salsa, con la melodia più
classicamente napoletana.L'album consiste in una raccolta di tutte le più importanti tappe
della carriera di Pino, incluse registrazioni dal Festival di Montreaux, dai concerti in
Canada, dall'Olympia di Parigi e dall'Arena di Verona. Al sax, in tutte le date sopracitate,
l'amico Gato Barbieri. La discografia di Pino Daniele prosegue con "Ferry Boat" (1985,
ospiti Steve Gadd e Gato Barbieri).

Tra i momenti più significativi della sua vita artistica c'è l'incontro con il blues-man Richie
Heavens che si concretizza in un grande successo in Italia: l'album "Common Ground", co-
prodotto, cantato e suonato da entrambi. L'interesse di Pino per il jazz e la musica etnica è
all'origine della sua continua evoluzione alla ricerca di nuove forme di espressione. Le
esperienze musicali accumulate durante il tour europeo, specialmente quello in Francia,
portarono a "Bonne Soirée" (1987) con la partecipazione di Pino Paladino, Jerry Marotto, e
Mino Cinelù alle percussioni.

L'album, con il suo sapore mediterraneo, rivelò l'interesse di Pino per la musica araba. La
ricerca della "mediterraneità", mescolata a suoni afro, continua con "Schizzechea With
Love" (1988), e sempre nello stesso anno comincia la collaborazione con Massimo Troisi, per
cui realizza le memorabili colonne sonore di "Le vie del Signore sono finite" e "Pensavo
fosse amore invece era un calesse". L'album del 1989 "Mascalzone Latino" lo riporta invece
a territori più acustici.. Due anni dopo presenta "Un Uomo In Blues" (1991), un album che lo
riporta sulle strade del blues per quello che nei fatti è un nuovo esordio di un artista che
torna con entusiasmo a proporre la sua creatività. Con gli stessi musicisti, tra cui Mick
Goodrick alla chitarra Pino registra "Sotto O' Sole" nel quale ritroviamo i migliori brani dei
primi tre album riarrangiati e risuonati. Il 1993 è un anno importante grazie ai successi di
pubblico e critica dell'album "Che Dio Ti Benedica", nel quale troviamo due brani scritti e
prodotti da Chick Corea, e un brano strumentale con la partecipazione di Ralph Towner. Pino
torna in testa alle classifiche e torna anche a suonare dal vivo. Il grande successo del
conseguente tour porta alla realizzazione del live "E Sona Mo'", registrato allo stadio di
Cava dei Tirreni di fronte a 80.000 persone. Il tutto eseguito in duo da Pino e Carol Steele
alle percussioni.

L'album "Non Calpestare I Fiori Nel Deserto" (primavera 1995) segna per Daniele un passo
ancora più deciso verso una personale "World music" fatta di canzone napoletana ma anche
di Africa, blues e rock. Con "Non calpestare i fiori nel deserto" Pino raggiunge molteplici
obiettivi: va in testa a tutte le classifiche ( a fine anno il suo risulta l'album più venduto con
oltre 800.000 copie), vince il Festivalbar e compie una tournée trionfale, chiusa con le date
in coppia con Pat Metheny, che lo mette a confronto e in collaborazione con il più grande
chitarrista jazz del momento.

• POVIA

Nato a Milano nel '72 originario dell'isola D'Elba, Giuseppe Povia a 14 anni comincia a
suonare la chitarra come autodidatta e a 20 inizia a comporre le sue prime canzoni.

Nel 1999 si iscrive all'Accademia di Sanremo dove, dopo essere arrivato in finale viene
eliminato per la sua ironica esuberanza. L’esperienza si rivela comunque utilissima poichè qui
incontra il produttore Giancarlo Bigazzi uno dei più noti autori italiani, il quale decide di
avvalersi della collaborazione di un altro produttore e amico Angelo Carrara per la
realizzazione e l'arrangiamento del singolo “E' Vero”.

Nel 2003 è il vincitore della XIV Edizione del Premio Città di Recanati “Nuove Tendenze
della Canzone Popolare e d’Autore” con la canzone “Mia Sorella”, in questa occasione esegue
parte di un pezzo che aveva appena scritto “I bambini fanno ooh” e deve rinunciare così alla
gara canora di Sanremo nella categoria giovani. Pur non essendo in gara, viene scelto come
colonna sonora per “Avamposto 55”, importante campagna di solidarietà a favore dei
bambini del Darfur, presentata al Teatro Ariston proprio durante il Festival. E proprio a
favore di questa iniziativa il cantautore milanese devolverà, per un anno intero, i proventi
derivanti dai diritti d’autore.
Qualunque cosa riguardi se stesso e il suo progetto, ama sempre riportarlo in prima
persona:

“In effetti non dico niente di originale perché per me la canzone è sempre stata un rifugio
e, a parte un lungo cammino spirituale per farmi passare la depressione, l’ansia…non ho mai
studiato oltre la terza media, quindi non provengo da filoni poetici o filosofici anche perché
se tornassi indietro…questo vorrei studiare…sì lo so, sono ancora in tempo!

Avendo una naturale predisposizione a voler stare al mondo, la scuola di vita, cioè quella
tamarra per eccellenza non poteva e non può fare altro che aprirmi gli occhi e così ho
scoperto col mio linguaggio di essere carismatico e poter arrivare al cuore di qualcuno…
anche perché appunto… senza qualcuno nessuno può diventare un uomo (da I BAMBINI
FANNO “OH”).
• RENATO ZERO

Roma 30 settembre 1950, cantautore e showman


Vive la sua infanzia in via Ripetta, nel cuore di Roma, Renato Fiacchini, in arte Zero, figlio di
un poliziotto e di una casalinga.
Poi la sua famiglia si trasferisce alla Montagnola, una borgata costituita da enormi
palazzoni tutti uguali dove è difficile vivere. Soprattutto per chi come lui ha un mondo
fatto di sogni, dove è la musica a regnare. Adolescente veste già in modo stravagante
attirando su di sé gli sguardi ironici della gente, sfidando i giudizi di chi non perdona.
La sua seconda casa è il Piper di Roma dove incontra alcuni dei suoi amici che si faranno
strada nel mondo artistico. È lì che conosce Loredana Bertè, Mia Martini, Patty Pravo, Mita
Medici, Stefania Rotolo.
Nel 1964 esordisce al Ciak di Roma e due anni dopo il coreografo Don Lurio lo inserisce nel
corpo di ballo Collettoni e Collettine di Rita Pavone. Sempre nel 1966 incide il suo primo 45
giri intitolato Non basta mai.
È il 1969 e Federico Fellini lo vuole per una parte nel suo film Satyricon.
Nel 1970 fa parte del cast del musical Hair in versione italiana e della Rock opera di Tito
Schipa jr Orfeo 9.
Firma il suo prima contratto discografico come cantautore con la RCA nel 1972 e nel 1973
esce il suo primo album Non mamma, no! che in definitiva gli servirà come trampolino di
lancio per la carriera, anche se non ottiene il giusto riconoscimento dal pubblico.
Vendite poco incoraggianti anche per i successivi Invenzioni del 1974 e Trapezio inciso nel
1976.

Grazie soprattutto alle radio libere, nel 1977, Zero comincia a farsi conoscere con Mi
vendo, canzone lancio dell'album Zerofobia che contiene altri brani divenuti famosi come Il
cielo, Morire qui, Vivo, e Manichini.
Un successo ancora maggiore arriverà con Zerolandia trainato dal singolo Triangolo, un
brano divertente e originale che ironizza sui rapporti non proprio tradizionali.
I fan salgono di numero e iniziano i suoi variopinti e affollati concerti. Nasce Zerolandia, il
grande tendone itinerante dove, ogni sera dei suoi concerti, arrivano migliaia di sorcini.
Esplode così in tutta Italia la Zerofollia.
Raggiunge gli apici del suo successo nel 1979 quando pubblica EroZero. L'album e l'estratto
Il carrozzone conquistano i vertici delle classifiche di vendita.
Nel 1980 esce Tregua che contiene il famoso pezzo Amico realizzato in collaborazione con
Dario Baldan Bembo. Documento dei concerti dell'artista è poi il live Icaro, del 1981 a cui
fanno seguito Artide e Antartide (1981) e Via Tagliamento 1965-1970 edito nel 1982. Nello
stesso anno partecipa all'edizione di Fantastico dove lancia Viva la Rai e Soldi.

Nella metà degli anni Ottanta la sua carriera discografica subisce una flessione. Ma è
questione di pochi anni. Nel 1991 partecipa al Festival di Sanremo con Spalle al muro,
scritta per lui da Mariella Nava, e ottiene dal pubblico un lungo e caloroso applauso. Questo
brano segna la rinascita e il definitivo ritorno agli alti livelli di fama e di successo popolare.
É anche l'anno di Prometeo.
Seguono poi La coscienza di Zero (1991), Quando non sei più di nessuno (1993). Questo è
anche l'anno della nascita del progetto Fonopoli che convince Renato Zero a ripensare la
sua decisione di abbandonare le scene. Per promuovere l'iniziativa si esibisce ancora sul
palcoscenico del Teatro Ariston ottenendo un grande successo con il brano Ave Maria.
Fonopoli è il giusto punto di arrivo - ma anche di partenza - del suo coraggioso percorso
all'insegna della fiducia nei giovani, ma soprattutto nella gente comune che da sempre ispira
la sua musica.
Dopo arrivano L'imperfetto (1994), Sulle tracce dell'imperfetto (1995), Zero 70 (1997),
Amore dopo amore (1998) e Amore dopo Amore Tour dopo Tour (1999).

Nel gennaio 1999, durante una conferenza stampa nella Sala Rossa del Campidoglio, il
progetto definitivo di Fonopoli viene ufficialmente consegnato al Sindaco di Roma
Francesco Rutelli e alla fine dello stesso anno parte la fase esecutiva dei lavori.
Nella primavera del 2000 Renato Zero conduce su Raiuno Tutti gli zeri del mondo, un
programma in quattro puntate che racconta in chiave onirica, attraverso un viaggio
fantastico, la vita del grande artista.

• TIROMANCINO

Federico Zampaglione ha composto i testi di alcune canzoni (nello specifico Amore


impossibile, La terra vista dalla luna, Attraversare la notte, Cosa cerchi veramente) con il
padre, professore di Storia e Filosofia e preside in un liceo.
Nel brano Verso nord fa il suo debutto Nicole Pellicani, nuova cantante con una voce piena
di sensibilità. In Esplode offre il suo contributo alla voce Manuel Agnelli, in uno dei brani
più riusciti e di grande impatto rock dell’album.
I Tiromancino fondati da Federico Zampaglione nascono nel 1989 e durante gli anni 90
pubblicano quattro album: Tiromancino (1992), Insisto (1994), Alone alieno (1995), Rosa
spinto (1997). Dischi improntati alla commistione tra forma canzone e ricerca di sonorità
non convenzionali.
Nel marzo 2000 i Tiromancino debuttano su Virgin con il loro quinto album, La descrizione
di un attimo, che grazie ad un inarrestabile passa-parola tra appassionati e addetti ai lavori
e ad un’intensa attività live fa crescere in maniera esponenziale il seguito di pubblico e il
consenso della critica. Da Strade, il singolo presentato a Sanremo 2000 e premiato con il
secondo posto nella sezione “nuove proposte”, a La descrizione di un attimo, affascinante
fusione di melodia, ritmo e intensità lirica, fino all’exploit di Due destini, brano poi inserito
nella colonna sonora del film di Ferzan Ozpetek “Le fate ignoranti”, i Tiromancino vedono
concretizzarsi molti dei loro obiettivi, sia sul piano commerciale sia su quello artistico.
Ottengono riconoscimenti importanti, come l’invito dei Morcheeba a suonare in apertura del
loro tour in Spagna e Portogallo e conquistano premi di rilievo, tra cui quello come miglior
gruppo agli Italian Music Awards; i loro video si avvalgono del contributo di ospiti
d’eccezione (Valerio Mastrandrea, Paola Cortellesi e lo stesso Ozpetek) e vengono premiati
per l’inventiva e la qualità.
Nell’ottobre 2002 Tiromancino (ora intorno al nucelo Federico Zampaglione, Andrea Pesce,
Luigi Pulcinelli) dà vita ad un nuovo lavoro, In continuo movimento.
Nel suo sesto album il gruppo ricerca ancora la fusione tra strumentazione tradizionale
acustica e sonorità elettroniche, dando maggiore risalto alle chitarre e riservando un
impegno particolare alla sperimentazione, che spazia da ritmiche “electro” a sonorità più
psichedeliche. In continuo movimento è preceduto dal singolo Per me è importante, che
conquista il primo posto in classifica e si attesta per tutto l’inverno 2002 tra i singoli di
maggiore successo, grazie anche a un video innovativo che ne sottolinea l’atmosfera
intimista e la delicatezza del testo. L’album non tarda a rivelare tutta la sua ricchezza
d’idee e suggestioni e raggiunge i vertici delle classifiche di vendita, fino alla certificazione
del doppio disco di platino.
In base alla popolarità e alla qualità della loro musica, è vivissima l’attesa per il nuovo album
dei Tiromancino I precedenti album La descrizione di un attimo e In continuo movimento
hanno ottenuto veri record in termini di gradimento del pubblico e della critica e,
conseguentemente, le vendite hanno superato rispettivamente il disco di platino e il doppio
disco di platino.
Illusioni parallele, questo il titolo del nuovo album in pubblicazione il 1° ottobre 2004,
giunge a due anni dal precedente. In mezzo c’è stato un lungo tour con concerti di grande
successo in tutta Italia e anche al di fuori nelle principali capitali europee, fra cui Madrid,
Parigi e Londra, con notevole riscontro di pubblico e di critica (quale la recensione dello
show a Londra apparsa sul quotidiano The Times).
Del nuovo album si potrebbe dire che è un disco di elettronica suonata.
Pur senza abbandonare la sperimentazione e l’impiego di effetti in fase di registrazione c’è
l’utilizzo di strumenti elettronici anni ’70 quali il Moog, il Prophet V e il Rhodes piano.
Le 12 canzoni di Illusioni parallele sono prodotte da Federico Zampaglione, Andrea Pesce e
Luigi Pulcinelli, che si sono avvalsi della collaborazione preziosa di Lorenzo Amurri.
Tiromancino entra quindi in una nuova fase, in un nuovo territorio, facendo tesoro e
portando saldamente con sé tutto quanto costituisce il migliore e più riuscito bagaglio
artistico acquisito negli anni.
La canzone che apre l’album, intitolata Pericle il Nero, è illuminante sul tono del disco
quando il testo afferma: “Ti sto parlando di nuove esperienze, ti sto parlando di realtà
diverse”.
Il concetto su cui ruota l’album sono le illusioni inserite nella realtà di tutti i giorni. I testi
evidenziano un immaginario più ampio, una ricerca non solo rivolta verso l’interiorità ma pure
verso l’esterno, verso quello che avviene intorno a noi.
Fra le canzoni a tal proposito più esemplificative ci sono il primo singolo Amore impossibile
e poi Imparare dal vento, L’autostrada, la stessa title track Illusioni parallele.
• VELVET

Giovane band romana fondata nel 1998 da Pierluigi Ferrantini, Giancarlo Cornetta,
Pierfrancesco Bazzoffi e Alessandro Sgreccia. Prende il nome dall'omonimo club nel quale
erano soliti ritrovarsi i quattro componenti del gruppo prima di iniziare insieme la loro
avventura musicale.
La musica dei Velvet è ispirata ai loro miti, filtrata attraverso la loro fresca sensibilità
melodica: Beatles e Rolling Stones, Radiohead e Blur, Stone Roses, Charlatans e My Way. E
nei testi fotografano con una buona dose di giovanile ironia sensazioni, impressioni, reazioni
legate alla vita di tutti i giorni.
La loro proposta musicale è come un polaroid musica pop che in tre minuti riesce a
concentrare con spensieratezza le esperienze della vita.
La prima canzone dei Velvet è Tokio eyes, uno dei successi dell'estate 2000. Partecipano al
51° Festival di Sanremo nella Sezione Giovani.

• ZUCCHERO

Zucchero (Adelmo Fornaciari), nasce il 25 settembre 1955 a Roncocesi, un paese agricolo


in provincia di Reggio Emilia. La sua prima passione è il calcio: passa ore e ore a giocare
all'oratorio, e alla fine entra nei "pulcini" della Reggiana in qualità di portiere. Il
soprannome gli viene affibbiato alle elementari (il maestro lo chiamava "zucchero e
marmellata"), qualcuno malignamente sostiene che gli deriva delle guance rosee e paffute.
Figlio di contadini, è tuttora molto legato alla sua terra, anche se vive in Toscana. Lì, a
Reggio Emilia, ha cominciato anche a suonare la chitarra. A insegnargli i primi rudimenti è
uno studente americano di colore, che frequenta la Facoltà di Veterinaria a Bologna.
Impara a strimpellare Beatles, Bob Dylan e Rolling Stones. Nel 1968 la famiglia si
trasferisce per lavoro in Versilia (a Forte dei Marmi) e il ragazzino si ritrova a cambiare
amici ed abitudini. Ma la musica ormai gli è entrata nel sangue, e ha già preso i contorni
del rhythm’n’blues e della musica del Delta del Mississippi. Costituisce "Le nuove luci", un
gruppo di musicisti ragazzini come lui con cui comincia a suonare nelle balere della zona.
Frequenta l'Istituto tecnico industriale a Carrara, poi si iscrive all'Università nella
facoltà di Veterinaria. Ma non conclude gli studi. Già infatti vive di musica. Fa tournée
con i Sugar & Daniel (è Daniel il cantante del gruppo, mentre Zucchero suona chitarra e
sax) fino al 1978, quando forma i Sugar & Candies, per i quali comincia anche a scrivere
canzoni.
Anche se il suo amore vero è il blues, come autore di canzoni per altri, si sforza di
percorrere strade più italiane. Lo spinge in questa direzione un campione delle atmosfere
romantiche come Fred Bongusto, per cui scrive "Tutto di te", poi scrive per un giovane
rappresentante del genere melodico, Michele Pecora. Ma quest’ultimo, con "Te ne vai",
ottiene un grosso successo estivo, che apre di colpo a Zucchero la strada dell’autore
commerciale. Nel 1981 Gianni Ravera, incuriosito dal timbro della sua voce, lo spinge ad
affrontare il Festival di Castrocaro come interprete. Zucchero vince, ottiene un
contratto con la Polygram e l'anno successivo partecipa al Festival di Sanremo. Il
risultato non è entusiasmante, ma lui ci ritornerà altre volte sempre accontentandosi di
risultati personali poco più che mediocri. Più fortunata è intanto la sua carriera di autore:
scrive qualche successo per Stefano Sani e per Donatella Milani. Nel 1983 incide
finalmente il primo album "Un po' di Zucchero", che rimane sostanzialmente in una
posizione di stallo. La sua vita artistica cambia nel 1985 quando presenta a Sanremo il
brano "Donne", con la Randy Jackson Band. Arriva ottavo, ma la canzone, un reggae che
ripercorre una linea di gran moda presso i giovani, colpisce il pubblico. Non è un grande
successo commerciale, ma l’album "Zucchero & Randy Jackson Band" (Polydor) gli regala
la credibilità che gli mancava e costituisce il punto di partenza per una straordinaria
escalation personale. Da allora in effetti non si è fermato più. Con "Bluesugar" è arrivato
al suo nono album, con punte di vendita spesso da record ("Oro, Incenso & Birra" del 1989
è stato l’album più venduto nella storia della canzone italiana) e si è assestato su
fortissime hit di vendita anche all’estero ("Senza una donna", incisa con Paul Young nel
1991, raggiunse il quarto posto nella classifica inglese), con un genere piuttosto originale,
frutto di un’inedita contaminazione tra musica nera e melodia mediterranea, che lo ha
reso popolare anche all’estero e gradito ad una fittissima schiera di big inglesi e
statunitensi. "Shake" del 2002 segna il ritorno dell'artista emiliano al blues ed al soul, in
contrasto con la virata verso sonorità più marcatamente anglosassoni del lavoro
precedente. Nel 2004 realizza “Zu & Co”, folgorante album interamente composto di
duetti.
• ALICIA KEYS

Cantante raffinata dal crescente successo Alicia Keys è nata il 25 gennaio 1981 a Hell's
Kitchen, nella zona sud di Manhattan. La sua eccezionale bellezza si spiega facilmente
quando si conoscono le sue origini familiari, la miscela di razza da cui ha avuto origine: la
madre Terry Augello è di origine italiana e il padre Craig Cook è afroamericano.

Il talento precoce per la musica e la voglia di esibirsi la portano sui palchi giovanissima, ad
un'età quasi mozartiana. E' ancora bambina quando affronta un'audizione per la parte di
Dorothy in una produzione per bambini del "Mago di Oz" ma intanto non trascura lo studio
del pianoforte alla prestigiosa Professional Performance Arts School di Manhattan. Un
buon metodo anche per tenersi lontana dalla strada, un ambiente non troppo
tranquillizzante, soprattutto ad Hell's Kitchen.

A casa, dove vive con la mamma, Alicia cresce ascoltando musica soul, jazz e il nuovo genere
che va per la maggiore, l'hiphop. A quattordici anni scrive la sua prima canzone,
"Butterflyz" che sarà scelta come una delle tracce per il suo album d'esordio; a sedici anni
nonostante le occasioni di esibirsi davanti a un pubblico si facciano sempre più frequenti si
diploma col massimo dei voti. Ad aspettarla c'è la Columbia University, uno degli atenei più
prestigiosi d'America.

Per ironia della sorte il maestro di canto la introduce a suo fratello Jeff Robinson che,
poco prima dell'inizio dei corsi universitari le procura un contratto con la gloriosa "Columbia
Records".
Ma qualcosa non funziona. Ad Alicia manca il tempo per dedicarsi agli studi universitari e le
divergenze artistiche con l'etichetta discografica la convincono a mollare, convinta com'è
che deve ancora trovare la sua strada, sperimentare le possibilità di cui è capace.

Mentre lei compie diciannove anni, Clive Davis decano del music business di serie A, boss
storico dell'Arista nonché l'uomo dietro ai successi di artisti del calibro di Aretha Franklin
e Whitney Houston, cede la sua poltrona all'ex socio di Babyface - Mr.Antonio 'L.A.' Reid -
e fonda la J Records, una scuderia nuova di zecca. In questo progetto ambizioso c'è spazio
anche per Alicia.

"Fallin'" è il suo brano di debutto: esce quasi in sordina ma trattandosi della traccia più
rappresentativa del suo stile l'intraprendente Davis le procura visibilità convincendo Oprah
Winfrey, celebre conduttrice USA, a ospitare la ragazza nel suo programma tv. Davanti al
teleschermo per seguire le puntate di Miss Winfrey ogni sera si ritrovano qualcosa come
quaranta milioni di telespettatori. La mossa si rivela azzeccata.
All'indomani della puntata che presenta Alicia Keys il pubblico sembra riversarsi nei negozi
per acquistare il suo primo album "Song in A minor".

In breve saranno sette milioni le copie vendute, foriere di innumerevoli copertine sui
tabloid musicali, perenne permanenza in classifica, passaggi in radio: tormentone.

Tutto quello che Alicia tocca si trasforma in oro. Il tour mondiale, l'apparizione al Festival
di Sanremo, il brano "Gangsta Lovin'" cantato al fianco della rapper Eve, la struggente
ballata "Impossible" scritta e prodotta per l'amica Christina Aguilera e i suggestivi
videoclip.

Con la sua musica ha saputo imporre uno stile personalissimo, sintesi dell'esperienza black
degli ultimi trent'anni, anche grazie al pianoforte, denominatore comune della "formula
Alicia Keys". Ora si vocifera che starebbe per approcciare il jazz o addirittura la musica
classica.
Magari, c'è da fare gli scongiuri, con formule un po' popolari alla Bocelli o alla Pavarotti.
Mai come in questo caso vale la formula "chi vivrà...sentirà".

• BON JOVI

Giovanni Bongiovanni, naturalizzato americano con il nome di Jhon Frances Bongiovi, è nato
nel 1962 a Perth Amboy, nel New Jersey. Primo dei tre figli (gli altri due sono Anthony e
Matt) di Carol, ex coniglietta di Playboy, e John Bongiovanni, barbiere (anche lui diventato
appunto Bongiovi), rivelò fin da piccolo di essere un ribelle e un grande desiderio di
mettersi in mostra. Malgrado il padre barbiere, poi, nessuno riusciva a dissuaderlo dal
tenere i capelli costantemente lunghi, capigliatura che abbinata ad un look dal vago sapore
metallaro gli davano già un aspetto da vero rocker.

La prima chitarra arriva all'età di sette anni, ma è solo tre anni dopo che inizia a suonare
con un certo impegno, folgorato sulla via del Pop, prendendo qualche lezione da un
insegnante di musica del quartiere.

Il primo gruppo musicale messo in piedi con alcuni compagni di scuola da Bon Jovi si
chiamava "Starz" , band che riuscì tenere un solo concerto, anche per via di un piccolo
particolare: esisteva già un gruppo americano molto più popolare di loro che portava lo
stesso nome. John cambiò quindi il nome in "Raze" ma l'esperienza, per un verso o per
l'altro, si rivelò comunque fallimentare.

Più tardi John fece un provino per il film "FootLoose" e la Paramount lo scelse per il ruolo
principale, cambiando la sceneggiatura da ballerino a stella del rock. Per John questa fu la
prima scelta decisiva e decise di rifiutare, non voleva essere conosciuto come un attore con
aspirazione da rockstar.Era la musica il suo mondo. Come tanti altri al suo fianco (in primo
luogo la madre), comincia a credere anche lui al sogno di un palcoscenico tutto per lui e
decide di cambiare nome, di scegliere uno pseudonimo che lo facesse sembrare più
"americano" e che fosse più facile da pronunciare dai suoi concittadini. Nasce così Jon
Bonjovi, a cui ben presto si interessano numerose case discografiche, colpite anche dalla
grinta dei pezzi che proponeva insieme alla sua band.

Nel 1984, dopo aver etichettato il gruppo definitivamente a suo nome, I Bon Jovi (Richie
Sambora, chitarra; David Bryan, tastierista; Alec John Such chitarrista ritmica; Tico
Torre, batteria) emersero dagli ambienti proletari urbani del New Jersey, facendosi
conoscere al grosso pubblico con brani come "Burnin' for love", "Get ready", "Breakout",
"Runaway" a cui seguirono l'anno dopo "In and out of love" tratto dall'album "7800°
Fahrenheit". Armonie vocali, assoli hard sono le caratteristiche di questo gruppo che nel
1986 con la pubblicazione dell'album "Slippery when wet" ottenne uno dei più grossi
successi di vendite di tutti i tempi con venti milioni di copie vendute. Con questo album lo
stile del gruppo raggiunse, a detta degli intenditori, la definitiva maturità esprimendo un
sound rabbioso, un pop metal con dall'anima blues, ballate ispirate alla poetica di
Springsteen ma rese più elettriche e romantiche.

In breve tempo, così vanno le cose nello show business, da semplice ragazzo siciliano che
litigava col padre per via dei capelli lunghi Bonjovi diventa una rock star internazionale, un
idolo acclamato da milioni di ragazzine adoranti, anche per il non secondario elemento che il
Nostro, manco a dirlo, è dotato di un notevole "appeal".

Oggi il gigantesco business del Bon Jovi FanClub è direttamente nella mani della madre
Carol, una delle poche persone che lo hanno incoraggiato a perseguire sempre la strada che
sentiva dentro di sè, ormai orgogliosa dei risultati ottenuti dal figlio e felicemente
stanziale nella gestione delle royalties che quel successo fa ininterrottamente piovere sulla
sua testa.

• DAVE MATTHEWS BAND

formatasi nel 1991 a Charlottesville, negli States, la Dave Matthews Band è stata sempre
lodata per il suo approccio ambizioso alla musica. Proprio REMEMBER TWO THINGS,
l’album d’esordio pubblicato (e autoprodotto) nel 1993, è stato da subito classificato come
uno dei dischi da non perdere della storia del rock. Il gruppo ha comunque sempre dato il
meglio di sé nelle performance live, tanto da decidere di includere del materiale live nel già
citato disco d’esordio. A REMEMBER TWO THINGS ha fatto seguito un minicd venduto
solo ai concerti o via posta, RECENTLY, mentre di nuovo album si è potuto parlare
realmente soltanto nel 1994, quando è stato pubblicato UNDER THE TABLE AND
DREAMING. Questo, insieme con l’album successivo CRASH (1996), ha fatto vendere alla
band oltre dieci milioni di copie in tutto il mondo, lanciando brani che sono diventati degli
standard per le radio con programmazioni diverse come "What you would say", "Ants
marching", "Crash into me" e "Too much". L’anno precedente il gruppo ha poi pubblicato un
album dal vivo, intitolato LIVE AT RED ROCKS 15-8-95, primo di una serie di album live
dedicati ai propri fan che il gruppo ha intenzione di pubblicare per accontentare la
richiesta di registrazioni dei loro concerti, e album che, tra l’altro, ha ricevuto il disco di
platino. Nella primavera del 1997 la band si è rifugiata nella west coast per cominciare a
registrare con il produttore Steve Lillywhite, cercando di trasformare un po’ di idee in
canzoni. Il fatto di non avere un repertorio compatto e che era stato provato in concerto è
stato un beneficio, come ha riconosciuto lo stesso Matthews, che ha scritto i testi a New
York, dopo che i brani erano stati già lavorati. Il risultato è un nuovo lavoro intitolato
BEFORE THESE CROWDED STREETS, seguito nel 1999 dal live LISTENER SUPPORTED e
nel 2001 da EVERYDAY, prodotto da Glen Ballard.
Nel 2002 arriva invece BUSTED STUFF, le cui canzoni sono quelle originariamente incise
dalla DMB prima di EVERYDAY in alcune session con Lyllywhite, poi scartate e
abbandonate, ma abbondantemente circolanti in rete sotto forma di bootleg.

• DEF LEPPARD

La loro storia comincia nel 1978, i fondatori sono: Joe Elliott (Sheffield
01/08/1959 - voce), Rick Savage (Sheffield 02/12/1960 - basso), Steve Clark
(Sheffield 23/04/1963 - chitarra), Pete Willis (chitarra), e Rick Allen (Derbyshire
01/11/1963 - batteria) appena quindicenne. Il nome trovato da Joe sui banchi di
scuola è una storpiatura di deaf leopard (leopardo assordato) e nonostante la piena
epoca punk, la band si ispira ai gruppi dell'area hard rock dell'epoca (Ufo e Thin
Lizzy in particolare) e autoproduce un E.P. di 3 brani Getcha Rock Off che comincia
insistentemente a girare nelle radio locali e riesce a vendere oltre 24.000 copie. Si
fa un gran parlare di loro e i Leps vengono chiamati ad aprire i concerti dei tour
inglesi di Sammy Hagar e degli AC/DC e la loro popolarità cresce tutto il territorio
britannico.

Il primo disco,On Through The Night esce nel marzo 1980 ed è prodotto da Tom
Allom, già con i Judas Priest. L'album pur affine al classico rock d'oltremanica, é
caratterizzato da elementi del tutto nuovi, un riffing di chitarre epilettico e uno
stile di batteria entusiasmante. Il disco dopo aver scalato le classifiche inglesi, si
affaccia in quelle americane. I Leps attraversano l'oceano e seguono in tour gli
AC/DC e Ted Nudgent riscuotendo da subito un buon successo.
L'attesissimo secondo album High 'n' Dry esce finalmente nell'estate del 1981 ed è
prodotto da Mutt Lange. Il disco consolida il successo e lo stile dei Leps, ma segna
anche una svolta verso un sound più melodico. In America diventerà nel 1982 disco
di platino.In quell'anno Pete Willis viene allontanato e sostituito da Phil Collen, già
chitarrista dei Girl un gruppo glam rock, londinese. Phil completa le parti di chitarra
di Pyromania il terzo album, il quale balza in classifica scalzando dal primo posto
delle chart americane nientemeno che Thriller di Michael Jakcson. Pyromania
contiene una serie di strepitosi successi: Phothograph, Rock of Ages, Rock Rock e
vende oltre 7.000.000 di copie solo in America; molte bands del periodo tenteranno
di imitare il sound ed il successo di Pyromania negli anni di li a venire. I Leps partono
per un lungo tour inanellando una serie di affollatissimi concerti in tutto il mondo.

Il 31/01/1984 Rick Allen, in un tremendo incidente stradale, perde il braccio


sinistro; la sua carriera sembrerebbe finita, e questo è un duro colpo per la band
che però non ha nessuna intenzione di sostituirlo. Appena rimessosi Rick si applica
ad un kit di batteria elettronica appositamente studiato per lui dalla Simmons. In
questo modo registra le sue parti per Hysteria il quarto album ,e pietra miliare per
la storia dell'hard rock. Il successo della band è al culmine (suonano persino a San
Remo!!) ed il disco vende oltre 12.000.000 di copie. Women, Rocket, Animal, Pour
Some Sugar, Armageddon it impazzano su tutte le radio del pianeta e i Leps
riprendono a girare il mondo con un interminabile tour.
Un altro duro colpo attende però la band: 8 gennaio 1991 stroncato dall'alcool muore
nella sua casa di Londra Steve Maynard Clark. R.I.P. Dice Joe "lo vedevamo
autodistruggersi giorno dopo giorno ed è tristissimo non riuscire ad aiutare qualcuno
che ami, dopo la sua morte non abbiamo toccato un solo strumento per mesi" e
ancora "un giorno sono poi riuscito ad ascoltare i suoi demo per i nuovi brani,
dovevamo portare a termine quel lavoro 'lasciato a metà' per mantenere viva la
parte migliore del grande uomo che era Steve, la musica". Quei demo diventeranno i
brani di Adrenalize il quinto album uscito nella primavera del 1992. Il primo singolo
Let's Get Rocked diventa subito un altro hit di successo. Molto bella anche Tonight
e White Lightning dedicata alla memoria diSteve.
Segue un tour mondiale che tocca due volte l'Italia, Vivian Campbell li accompagna
alla seconda chitarra. Vivian è già un chitarrista affermato, ha suonato con Ronnie
James Dio, gli Whitesnake e con Lou Gramm negli Shadow King.
Nel 1993 Two Steps Behind viene inserito nella colonna sonora di Last Action Hero ,
film con A.Swharzenegger. Il brano sarà anche il primo singolo tratto da
Retroactive una raccolta di brani inediti, rari o introvabili e covers, tra i quali
spiccano Action! cover degli Sweet e From The Inside suonata con i componenti
degli Hothouse Flowers , eccezionale poi la copertina.

23/10/1995 i Def Leppard entrano nel Guinnes dei primati per aver suonato dal vivo
in tre continenti nell'arco di 24 ore! Prima a Tangeri in Marocco, poi verso le 12 a
Londra e infine a Vancouver in Canada, percorrendo in aereo quasi 6.000 miglia!
Quasi contemporaneamente esce Vault una 'cassaforte' dove i Leps hanno raccolto
tutti i loro più grandi successi e un inedito la balladWhen Love and Hate Collide . Il
disco esce in differenti versioni in ogni parte del mondo, perché come dice Joe "
questi sono i più grandi successi dei Def Leppard, le hit che abbiamo avuto in
classifica e visto che le classifiche sono sempre un pò diverse tra loro..."
Nel giugno 1996 esce il settimo album Slang . Registrato in uno studio 'casalingo' a
Marbella ,è il primo dai tempi di High 'n' Dry senza la produzione di Mutt Lange. E'
un album che si stacca rispetto al tipico Lep's sound e lascia un pò perplessi i fans
della vecchia guardia.Segue il tour mondiale, i concerti vengono aperti con Rock
Rock, tratto da Pyromania , spazio ai brani nuovi ma anche a vecchi successi come la
mitica Switc 625.

Giugno 1999 esce Euphoria, il disco registrato nel garage della casa di Joe a Dublino
segna il ritorno al tipico Def sound, ma presenta anche alcune interessanti novità.
Mutt Lange è tornato a lavorare con i Leps e indubbiamente si sente, ha suonato in
tre brani: Promises , che è già un classico, All Night e It's Only Love che invece
sono i brani più innovativi per i Def. Bellissime Paper Sun, Goodbye, Demolition Man,
Day After Day e a seguire tutte le altre.
Il tour dell'estate 1999 ha toccato gli Stati Uniti (luglio-agosto) il Giappone
(settembre) e l'Inghilterra (ottobre). Nell'estate del 2000 di nuovo negli States ed
in Canada lasciando a bocca asciutta i fans europei.

05/08/2002 anticipato dal primo singolo Now esce finalmente X (dieci nella
numerazione romana) il loro decimo album! Il disco è stato registrato tra Los
Angeles, Dublino e la Svezia, con la collaborazione di più produttori: Pete Wodroffe,
Marti Frederiksen, Andreas Carlsson e Per Aldeheim. Nel complesso davvero un
ottimo disco i 13 brani, freschi e dal sound aggiornato, scorrono via senza soluzione
di continuità. Il disco vende discretamante bene in USA, Inghilterra e Svizzera
dove staziona al 10° posto della classifica degli album + venduti. Tra i brani da
segnalare il primo singolo Now, la ballad Long Long Way To Go (secondo singolo solo
in UK ed Europa), le movimentate Four Letter Word e Gravity e l'ottima Scar. I
Leps iniziano un tour promozionale con interviste alle radio e brevi showcase
acustici prima negli USA poi in Inghilterra e 3 appuntamenti anche in Germania
(agosto 2002). In novembre si mettono on the road per un interminabile tour che li
vedrà suonare prima in Giappone, poi USA (dicembre 02) , Inghilterra (febbraio 03)
ancora USA ( marzo-agosto 03), Canada (settembre 03) ancora Inghilterra
(ottobbre 03) e Germania (novembre 03). Il 2003 sarà un anno difficile per i
rapporti con la Universal, colpevole a detta di molti di fare davvero troppo poco per
promuovere la band, Il secondo singolo viene più volte posticipato e rilasciato solo in
UK e in qualche paese europeo (no in Italia) con grande disappunto dei fan
d'oltreoceano i quali però presenziano numerosi ai tanti concerti che i Leps tengono
negli USA, garantendo al Def Leppard tour di rientrare tra i 15 più seguiti. I Def
Leppard vorrebbero anche un tour europeo, ma alla fine solo dopo una sommossa dei
fan europei che sommergono di email la Q-Prime, si riusciranno ad organizzare 6
date in Germania.

• DESTINY’S CHILD

Le Destiny’s Child, il gruppo vocale pop femminile che vende più dischi al mondo, tornano
dopo tre anni con "Destiny Fulfilled",nei negozi a partire dal 15 novembre 2004.

Uno dei dischi più attesi dell’anno, "Destiny Fulfilled" è il primo album del trio dopo il
successo da n° 1 di "Survivor", uscito nel 2001 (più di 10 milioni di copie vendute nel mondo)
e dopo il disco natalizio "8 Days Of Christmas".
“Lose My Breath”, il primo brano in promozione di "Destiny Fulfilled", è entrato subito nella
Top 5 della Hot 100 di Billboard.

"Destiny Fulfilled" mette in evidenza le ben note armonie vocali e le voci soliste di Beyoncé,
Kelly e Michelle in undici brani nuovi di zecca, ricchi ognuno di ritmi contemporanei e di
grande orecchiabilità, con storie che parlano delle tante sfaccettature della vita amorosa:
dall’inebriante sensazione dell’innamoramento, attraverso il dolore per una perdita, fino alla
crescita e alla serenità nell’accettare le cose.
Beyoncé è uno dei produttori di tutti i brani dell’album e co-autrice, insieme alle altre due
colleghe, di tutte le canzoni. "Destiny Fulfilled" risulta essere il disco più personale della
storia discografica delle Destiny’s Child.
Beyoncé Knowles, Kelly Rowland, Michelle Williams & Mathew Knowles sono i produttori
esecutivi. Beyoncé ha lavorato come produttrice in ogni brano dell’album ed ha inoltre dato
il massimo in termini di arrangiamenti vocali, idee e costante presenza creativa in studio.

I testi di "Destiny Fulfilled" affrontano temi tratti dalle esperienze personali delle
componenti del gruppo, mentre la musica si avvale del contributo di alcuni tra i migliori
produttori della scena attuale, tra cui Rodney "Darkchild" Jerkins, Rich Harrison, Andre
Harris & Vidal Davis, 9th Wonder, Bryan Michael Cox, Kendrick Dean, Rockwilder, Mario
Winans e Erron Williams. L’album celebra la crescita come cantanti, autrici, artiste e donne
delle Destiny’s Child.
Le canzoni di "Destiny Fulfilled" sono: "Lose My Breath", "Soldier" (featuring T.I. and Lil
Wayne), "Cater 2 U", "T-Shirt", "Is She The Reason", "Girl", "Bad Habit", "If", "Free",
"Through With Love" e "Love".

Dopo "Survivor" (che ha vinto 1 Grammy) e "8 Days of Christmas", usciti entrambi nel 2001,
Beyoncé, Kelly e Micelle si sono prese un po’ di tempo per dedicarsi a progetti personali.
Nell’aprile 2002 Michelle Williams è stata la prima delle Destiny’s Child a pubblicare un
disco solista, "Heart To Yours", un disco di gospel che è entrato al numero 57 della Top
200 di Billboard e ha raggiunto la prima posizione della classifica Top Gospel Albums. Il
secondo album gospel di Michelle, "Do You Know", ha raggiunto la seconda posizione della
classifica Top Christian Albums e la terza posizione della Top Gospel Albums poco dopo la
sua pubblicazione nel febbraio 2004. Michelle ha avuto anche grande successo quando ha
rimpiazzato Toni Braxton nel ruolo principale di “Aida” a Broadway nel novembre 2003.
L’album di debutto di Kelly Rowland, "Simply Deep", è diventato un grande hit
internazionale arrivando al primo posto nelle classifiche degli album in Inghilterra e molti
altri paesi. Negli USA è arrivato al terzo posto della classifica Top R&B/Hip-Hop. "Simply
Deep" contiene la hit, numero 1 della Billboard Hot 100, “Dilemma”, che ha fatto vincere a
Kelly il Grammy (nella categoria Best Rap/Sung Collaboration) grazie al duetto con la
superstar del hip-hop Nelly.
La carriera di Beyoncé come attrice ha avuto inizio nel 2001, con il ruolo principale nel film
di MTV “Carmen: A Hip Hopera”. Ha dimostrato anche inaspettate virtù comiche nel ruolo
di “Foxxy Cleopatra”, accanto a Mike Myers nel film "Austin Powers In Goldmember". Ha
poi recitato, con Cuba Gooding Jr nel film del 2003 "The Fighting Temptations". Il suo
ultimo film è “La Pantera Rosa” con Steve Martin nel ruolo dell’ispettore Clouseau e
Beyoncé nella parte di Xania.
Beyoncé è stata in tour in America per la prima volta da solista per promuovere il suo
debutto da multi-platino "Dangerously In Love", che le è valso 5 Grammy nel 2004, tra cui
quello per il miglior album R&B contemporaneo e quello per la miglior canzone R&B per
“Crazy In Love”, la sua straordinaria hit con la partecipazione di Jay-z. Con i suoi 5
Grammy, Beyoncé ha eguagliato il record stabilito da Lauryn Hill nel 1999 e già eguagliato
da Alicia Keys nel 2001 e da Norah Jones nel 2002, della maggior quantità di Grammy vinti
da una artista donna in una singola edizione dei Grammy.
Come membro fondatore delle Destiny’s Child, co-autrice e co-produttrice di molti dei
successi del gruppo Beyoncé è diventata una delle donne più apprezzate e stimate del
mondo della musica pop. Quando ha vinto nel 2001 il premio come autrice pop dell’anno
assegnatole dalla ASCAP, è diventata la prima donna afro-americana a ricevere un tale
riconoscimento e la seconda donna in assoluto.

Le Destiny’s Child hanno venduto più di 40 milioni di dischi nel mondo, 50 contando anche i
dischi solisti. Hanno vinto, come gruppo o individualmente, 31 dischi tra oro, platino e multi-
platino a partire dal 1997.
Beyoncé, Kelly e Michelle hanno fatto tesoro delle lezioni imparate durante i loro excursus
solisti per realizzare il disco più convincente delle Destiny’s Child fino ad oggi. Con "Destiny
Fulfilled" il gruppo mantiene alta le premesse e le promesse dei dischi precedenti e dà
nuova linfa al mondo del contemporary pop e del R&B.

• JAY-Z

Le mani sulla Grande Mela. Da quando il suo ex compagno di scuola e amico Notorious B.I.G.
è passato a miglior vita, poco alla volta è diventato lui il numero uno nella patria del rap: le
mani di cui parliamo sono quelle di Jay-Z, la città in questione ovviamente è New York.
Difficile individuare una carriera più longeva e prolifica di quella di Jay-Z tra gli artisti hip
hop, un ambiente talmente competitivo che la maggior parte dei rapper non arriva al terzo
disco. Bene, il nostro Shawn Carter di album inediti ne ha pubblicati 7 in sei soli anni, si è
lasciato alle spalle tutti i 'rivali' (tra cui un certo Nas), si è tolto lo sfizio di pubblicare un
disco live, tutti lo cercano per fare un duetto e ancora la sua stella non accenna a
spegnersi. Merito dei suoi talenti, certo, tra i quali non è mai mancato uno spiccato spirito
imprenditoriale. Quanti altri nullatenenti sarebbero stati capaci di creare dal nulla una
label (fondata insieme a Damon Dash e Kareem Burke), autoprodurre i propri dischi e
trovare un distributore (Priority Records) ancor prima di aver pubblicato alcunché? Pochi,
pochissimi, soprattutto nel 1996 quando non era ancora una moda fondare una propria
etichetta.
Oggi la sua Roc-a-fella Records (ora sotto l'egida della Def Jam) è una fucina di
promettenti Mc e deejay: Cam’ron, Dj Clue, Beanie Sigel e Memphis Bleek fanno tutti parte
di questa scuderia che una manciata di anni fa non esisteva nemmeno. Nato a Brooklyn il 4
Dicembre 1969, la sua adolescenza dura poco: il padre abbandona la famiglia, Shawn
conosce la furbizia della strada, diventa un ladruncolo. Nel quartiere tutti lo chiamano
Jazzy, qualcosa molto simile a 'fighetto', nomignolo che poi viene storpiato in un più
originale Jay-Z. Dopo anni di gavetta, finalmente, il grande salto 'in the rap game'. Il suo
album di debutto, "Reasonable Doubt", è subito uno dei migliori di tutta la sua discografia,
un classico. I pezzi trainanti dell'album, arrivato al numero 23 della classifica statunitense,
sono i duetti con due pezzi grossi del mondo hip hop:"Can't Knock The Hustle" con Mary J.
Blige e "Brooklyns Finest" con il collega Notorious 'Biggie Small' B.I.G. Tuttavia a
riscuotere il successo maggiore è il brano a due voci registrato con l'allora meno celebre
Foxxy Brown:"Ain't No Nigga", entrato nelle top 50 Usa. Ai tempi però, siamo nel 1996, la
bravura di Jigga (altro suo soprannome) passa un po’ in secondo piano, notata soprattutto
dalla critica e dagli ascoltatori più smaliziati del genere. Con "In My Lifetime, vol. 1",
pubblicato nel novembre dell'anno successivo (Notorious è già morto), la musica cambia:
Jay-z esplode come lyricist sopraffino e ottimo rapper. La tecnica è buona, la rappata
fluida, ma non sono questi talenti – né tantomeno basi e loop - a decretarne il successo,
bensì la vulcanica creatività dei suoi testi: come risultato l'album debutta direttamente al
numero 3 delle charts statunitensi. Le hit vincenti stavolta sono parecchie ("You Must Love
Me", "Where I'm From" e "The City Is Mine"), i guest un piccolo plotone: Puff Daddy, Lil'
Kim, Too Short, BLACKstreet e il ricercatissimo producer Dj Premier. Jay-Z si imbarca in
un tour a tappeto nelle arene, la sua popolarità cresce a dismisura e, non contento, continua
a sfornare album uno via l'altro con impressionante facilità. L'idea vincente è quella di
accostare ad ogni disco un capitolo corrispondente nella vita di Jigga. Nel 1998 e nel 1999
arrivano altri due 'volumi':"Vol. 2: Hard Knock Life" e "Vol. 3: Life And Times Of S.
Carter", due dischi che scalano le classifiche grazie anche alle collaborazioni con artisti rap
(ma anche con Mariah Carey) tra i più 'hot' del momento: Timbaland e Swizz Beatz tra i
producer, Juvenile, DMX e Dr Dre tra gli Mc, tanto per fare qualche nome. A conferma che
sul finire del millennio tutti vogliono entrare nella dorata famiglia del rapper più conosciuto
e celebrato della East Coast. Proprio il tema famigliare è l'idea che sta alla base del quinto
disco, "The Dinasty Roc La Familia", pubblicato sul finire del 2000. La famiglia in questione
è l'entourage di Jigga, che mette in vetrina i suoi fortunati protege: Memphis Bleek,
Freeway, Amil, Dj Clue ma soprattutto il talentuoso Beanie Sigel – quasi una co-star del
disco - presente in 8 dei 16 brani. Il singolo trainante è "I Just Wanna Love You (Give It 2
Me)", prodotto dai Neptunes, le nuove superstar dell'arrangiamento. Anche R. Kelly,
Scarface e Snoop Dogg fanno una comparsata, ma nulla più: niente pezzi grossi questa
volta, a fare da richiamo basta il nome di Jay-z. Nel settembre del 2001 arriva il sesto
album, "The Blueprint", quello della consacrazione definitiva. I pezzi che 'spaccano' le
classifiche si chiamano "Izzo (H.O.V.A.)", "Takeover" e "Girls, Girls, Girls", ma anche
un'invettiva a due voci con Eminem ("Renegade"). Tre mesi dopo viene pubblicato
"Unplugged", un disco che è anche un interessante e inedito esperimento per il mondo del
rap: si tratta di una sorta di 'Best of Jigga' in versione acustica registrato dal vivo negli
studi di Mtv. Nel novembre del 2002, con un incredibile regolarità di un album ogni 10 mesi
negli ultimi 6 anni, viene pubblicato "The Blueprint²: The Gift & the Curse", che già viene
considerato da molti l'album definitivo di Jay-z. Il doppio cd contiene 25 brani per 110
minuti di musica e un sontuosissimo cast con pochi eguali nella storia del rap. Tra i 'guest
performer', tutti molto diversi tra loro, si passa con disinvoltura da Rakim a Lenny Kravitz,
da Faith Hill e Big Boi degli Outkast, da Scarface a Beyoncé Knowles (a proposito, proprio
durante la registrazione di "Bonny & Clyde" tra la bellissima delle Destiny's Child e Jigga
sboccia una love story).
Ma anche il team dei producer non è da meno: Dr Dre, Timbaland, Neptunes e Kanye West
sono la formidabile squadra che solo uno come Jay-z poteva mettere insieme.
L'album vende 550 mila copie in una settimana, scalzando dalla testa della classifica proprio
Eminem, l'altro re mida del rap.
Quasi a voler confermare che oggi più che mai Jay-z è 'l'uomo da battere' sulla East Coast,
e non solo lì. Anche a livello nazionale è ancora lui il vero signore dell'hip hop commerciale -
ma sarebbe meglio dire popolare - nel senso più positivo del termine.

• JOSH GROBAN

Appena 21 anni e Josh Groban ha alle spalle una storia che sembra inventata, una di quelle
storie che piace molto al pubblico. Scoperto dal produttore-autore-arrangiatore David
Foster, intraprende presto un viaggio che ha dell’incredibile e che lo introdurrà al mondo
dello show business.
Nato a Los Angeles, Josh comincia ad esercitare il proprio talento musicale in maniera
molto seria, quando, all’età di 13 anni, si iscrive alla prestigiosa scuola di “Interlochen Arts
Program”.
“Ho iniziato a prendere lezioni di musica ed ero molto interessato al teatro musicale.
Possedevo una voce da baritono piuttosto bella e ho iniziato a calcare il palcoscenico
teatrale, recitando e cantando allo stesso tempo in una serie di produzioni organizzate
dalla scuola”.
Con Citing Mandy Patinkin, uno dei suoi primi eroi musicali-teatrali, nel 1998 Josh capisce
che la sua intensa disciplina vocale sta per essere completata. “Il maestro con cui stavo
studiando in quel periodo, conosceva David Foster. Un giorno David lo chiamò dicendo che
aveva bisogno urgentemente di un cantante per un evento su cui stava lavorando, in onore
del Governatore della California”.
Josh manda un demo a David Foster e ne segue la partecipazione di Josh alle prove
dell’evento. La canzone con cui si esibisce, e con la quale viene scelto, è “All I ask of you”.
La performance è un successo. Un mese dopo David Foster contatta personalmente Josh
per chiedergli se conosce la canzone “The prayer”, di cui lui è l’autore, interpretata sia da
Celine Dion che da Andrea Bocelli. Naturalmente la risposta è positiva. La ragione per cui
Josh viene contattato è l’impossibilità di Andrea Bocelli di partecipare alla cerimonia dei
Grammy Awards del 1999 e, quindi, di sostituirlo ed esibirsi in coppia con Celine Dion.
“In un primo tempo dissi di no, ero spaventato dall’idea di cantare una canzone dalle note
così troppo alte per me e soprattutto davanti ad un pubblico come quello dei Grammy
Awards”. Le insistenze di David Foster alla fine hanno la meglio e, l’allora 17enne Josh, si
esibisce davanti a milioni di persone insieme alla famossisima Celiene Dion.
“L’intera esperienza fu incredibile”, ricorda Josh. “David m’invitò a ritornare nel backstage
dove incontrai artisti del calibro di Madonna e Aerosmith, e personaggi televisivi come
Rosie O’Donnell che, talmente impressionata dalla mia bravura, m’invitò a partecipare al suo
popolare show”.
Josh continua ad esibirsi in numerosi eventi organizzati da Foster, ma inizia anche a
concentrarsi sulla scelta del college da frequentare. Gli viene comunicato di essere stato
ammesso al dipartimento di teatro musicale del prestigioso Carnegie Mellon.
Quando Foster richiede la presenza di Groban per un altro party dell’industria musicale “è
l’inizio di un conflitto”, dichiara Josh. “Ero eccitato al pensiero di cantare per David, ma
fremevo anche dalla voglia di frequentare le lezioni al Carnegie Mellon”. Tuttavia, mantiene
l’impegno ed è proprio durante il party che un esponente degli alti vertici della Warner Bros
rivela a Foster l’intenzione di firmare un contratto con Groban. David dà una risposta
immediata e Josh decide di lasciare da parte per un po’ la scuola e di proseguire con la sua
carriera di cantante.
I due già disponevano di una selezione di canzoni registrate per l’album di debutto, incluse
“Alla Luce Del Sole” e “Gira Con Me”. Foster è attratto soprattutto dalla versatilità di
Josh. “Mi piace la sua naturale abilità nell’arena del pop e del rock, ma ancor di più il suo
senso del classico. E’ una vera forza della musica”.
Quando gli si chiede quale genere gli si addica meglio, Josh ci mette un po’ di tempo prima
di rispondere. “Credo che la gente potrebbe volermi classificare come un cantante lirico,
eppure non ho cantato opere per un bel po’ di tempo. Voglio che la mia voce maturi. Spero di
poter voltarmi indietro tra cinque o dieci anni e poter dire di essere cresciuto come
cantante. Non vorrei mai essere classificato”.
Josh ha prestato il suo talento vocale in numerose occasioni ed eventi di beneficenza: The
Andrea Agassi Grand Slam Event For Children, che ha visto Josh esibirsi al fianco di Elton
John, Stevie Wonder, Don Henley & Robin Williams; Muhammad Ali’s Fight Night
Foundation, al fianco di Michael J. Fox; The Family Celebration 2001 - co-ospitato dal
Presidente e la First Lady Mrs. Clinton – al fianco di David Kelley e la sua compagna
Michelle Pfeiffer.
Nel 2001 Josh ha partecipato anche ad un episodio del popolarissimo programma televisivo
Ally McBeal, cantando “You’re Still You”: il grande successo riscosso dall’episodio (ben
8.000 fans e e.mails ricevute) fa sì che Josh venga invitato nuovamente a partecipare alla
trasmissione, durante la quale canta un altro brano del suo nuovo album, e cioè “To Where
You Are”. Ed è anche la volta dell’apparizione di Josh allo Charlotte Church PBS November
Pledge Special, al fianco di K.D. Lang. “For Always (Duet)”, interpretata da Josh Groban e
Lara Fabian, intanto, fa la sua prima apparizione nella colonna sonora di A.I. .
…“ Fino ad ora è stato come un sogno… spero di continuare a viverlo”.

• KAISER CHIEFS

Il quintetto nasce a Leeds (Uk) nell'estate del 2003 (con l'obiettivo di partecipare al
Leeds Festival), senza prefiggersi di riempire stadi o di cambiare il mondo. Ma diciotto
mesi più tardi i cinque inglesini sbancano le charts britanniche, suonano persino a Mosca e
fanno da supporter ai Franz Ferdinand.
La storia ha, comunque, inizio sui banchi della scuola (ancora quindicenni), passa attraverso
tribute bands (Rolling Stones), electro punk bands (Pigs) e crisi più o meno gravi, che
portano la formazione a prendere, un paio d'anni fa, una radicale decisione: "per ottenere,
finalmente, qualcosa di concreto è necessario cambiare tutto, ricominciare da capo con un
nuovo nome e dimenticare tutte le vecchie canzoni".

Musicalmente, oggi, i Kaiser Chiefs si avvicinano ad un mondo beat pop con sonorità a metà
tra Madness, Kinks, Roxy Music, Jam e Blur. A livello di testi (tralasciati temi riguardanti i
lavoratori della ferrovia ed i balli studenteschi), trattano argomenti d'amore traballante o
della tipica vita di tutti i giorni nell'Inghilterra del nord.

"Oh my God" (Drowned in Sound Records), il primo singolo della band, autoprodotto,
raggiunge la posizione 66 nelle classifiche, nonostante sia stato registrato nella camera da
letto di Nick e sia uscito in numero di copie limitato. Il successivo brano "I predict a riot"
entra, invece, nella Top20 e permette ai Kaiser Chiefs di firmare un contratto con
l'Universal, per Giappone e Stati Uniti, dove comincia ad essere proposto da una delle radio
rock più influenti, KROQ. Il 2005 li vede aprire l'NME Awards Tour, privilegio spettato nel
passato, tra gli altri, a Coldplay e Franz Ferdinand.

Persino il produttore dei Blur, Stephen Street, rimane così colpito ed affascinato dal
gruppo che, di spontanea volontà, decide di offrire i propri servigi per l'album di debutto
"Employment", una diga di robusto e brillante pop rock.
• MAROON 5

“Non ci sono seconde opportunità nella società americana” (Francis Scott Fitzgerald,
scrittore).

E così insomma, il Piano B può davvero dare la polvere al Piano A.


Il cantante e chitarrista Adam Levine, il chitarrista Jesse Carmichael, il bassista Mickey
Madden e il batterista Ryan Dusick sono pronti a sostenere con forza una tale ipotesi, ben
vedendo come il loro primo tentativo di sfondare nel mondo della musica sia stato sì accolto
e commentato con favore dalla critica, ma nulla oltre a questo. Adesso, il loro secondo
tentativo, sotto forma di una creatura neo-soul rock di nome Maroon 5, grazie anche ad una
canzone come “Harder To Breathe” trasforma la storia di questi quattro ragazzi di Los
Angeles in qualcosa che ricorda la favola di Cenerentola…
Uscito come singolo ancora nell’estate del 2002, diciassette mesi dopo “Harder To
Breathe” è ancora in alta rotazione in svariate radio. Più di 300 concerti, comprese anche
delle aperture per artisti come John Mayer, Sheryl Crow, Train e Counting Crows, possono
in qualche modo spiegare come mai l’album di debutto dei Maroon 5 “Songs About Jane” ha
già venduto più di 600.000 copie e portato il gruppo a partecipare ad alcuni dei più
importanti programmi nazionali statunitensi, a partire dal Late Night di David Letterman e
da Last Call With Carson Daly, “Harder To Breathe” è arrivato al quarto posto assoluto
delle classifiche costruite mettendo insieme le playlist delle prime 40 radio americane.
Contemporaneamente, il suo video ha raggiunto i 20 passaggi alla settimana sul programma
del canale VH1 Inside Track.
Ma forse è il caso di fare un passo indietro. Che si diceva del Piano A?
Noti come Kara’s Flowers, Levine, Carmicheal e Madden erano le stelline del loro liceo a Los
Angeles (Dusick, amico di Levine da quando avevano rispettivamente nove e sette anni, si
era diplomato da un paio d’anni). Eccoli lì: a 17 anni già pronti a fare un cd prodotto dal
leggendario Rob Cavallo (Green Day, Goo Goo Dolls, Michelle Branch). La vita era
meravigliosa.
Bene: qua finiscono le buone notizie. Dopo un esito commerciale deludente del primo album,
“The Fourth World”, l’etichetta decide di scaricarli. Il Piano A andava in fumo, lasciando i
quattro ad interrogarsi sul loro futuro. “Eravamo in una fase tipo ‘Beh, e ora che si fa?’,
davvero” ricorda Levine, “…e così abbiamo deciso di andarcene all’università mentre ci
pensavamo su”. Lasciando Dusick e Madden a Los Angeles ad iscriversi alla UCLA, Levine e
Carmichael decidono di buttarsi negli studentati della State University Of New York, un
buon posto dove rimuginare su un Piano B.
Sempre Levine: “I corridoi risuonavano di musica gospel, e nelle camere la gente ascoltava
cose che non avevo mai preso in considerazione, come Missy Elliott, Notorious B.I.G. e Jay-
Z. Il disco di Aaliyah era uscito proprio in quel periodo e, accidenti, mi aveva proprio messo
sottosopra. Quando penso al songwriting mi vengono in mente i Beatles, Bob Dylan, Simon &
Garfunkel – questa è la mia educazione musicale – ma dopo l’arrivo a New York e l’incontro
con la musica black continuavo a dirmi ‘Ehi, io voglio fare questo’. Stevie Wonder è entrato
nella mia vita, e per giunta la cosa mi pareva del tutto naturale”.
“Ho cominciato a cantare in modo differente”, racconta a VH1, “e Jesse ha preso a suonare
le tastiere: è da qui che inizia il cambiamento”. Quando i due tornano a vedersi con Madden
e Dusick giù ad L.A., le loro prove assumono colorazioni musicali del tutto nuovo, con una
bella iniezione di inediti elementi r&b pieni di groove nel loro esplosivo canovaccio
rock’n’roll. Con questa nuova identità musicale arriva anche un nuovo nome – Maroon 5 – un
nuovo chitarrista, James Valentine. “James è arrivato proprio quando stavamo decidendo
quale nuovo nome darci” dice Levine, “Chiaramente non potevamo più essere i Kara’s
Flowers, dato che ci ritrovavamo con un chitarrista in più e un approccio musicale
completamente diverso. Che poi, quando decidi un nome per la tua band a 15 anni, è molto
probabile che quando di anni ne hai 23 questo nome non ti piaccia più così tanto…”.
Resi più forti da questo nuovo approccio, con un nuovo suono e un nuovo nome, i Maroon 5
attirano velocemente le attenzioni di un bel po’ di etichette. La Octone Records, etichetta
di New York che è anche un’affiliata della J Records, mette il gruppo sotto contratto, e nel
2001 i Maroon 5 entrano in studio sotto la guida del produttore Matt Wallace (The
Replacements, Faith No More, Blues Traveler). “Io ero intenzionato a fare un disco al 100%
funk e r&b” ricorda Levine. “Ma devo dare merito alla gente della Octone di averci spinto a
fare un disco che fosse anche rock’n’roll. Matt Wallace era convinto che avevamo una
chimica così forte come rock’n’roll band che era davvero un peccato sprecare questa
qualità. Così siamo in parte tornati sui nostri passi, registrando batterie suonate live sui
loop campionati e trasformando il nostro lavoro di nuovo in qualcosa di più vicino al rock,
facendoci trovare quella che penso sia la nostra giusta dimensione”.
Il risultato finale è “Songs About Jane”, uscito nel 2002. Ritmi funk e melodie tipicamente
soul convivono con chitarre ruggenti e un piglio in tutto e per tutto rock. In cima a tutto
questo, la voce di Levine disegna, canzone dopo canzone, la figura di una ex-fidanzata:
pensiamo che ne possiate indovinare il nome…
“Harder To Breathe”, un imponente pezzo costruito sulle parti di chitarra, ironicamente
non è un pezzo su Jane. “C’erano un sacco di pressioni su di me per farmi scrivere altro
materiale” ammette Levine. “Io sono uno che crea musica solo quando si sente di farlo, e mi
dà fastidio non poco essere obbligato a scrivere quando penso che non sia ncessario. Ma
stavolta ho ben poco da lamentarmi: le insistenze degli altri mi hanno seccato così tanto
che ho finito per scrivere “This Love” e “Harder To Breathe”, nonostante pensassi appunto
che di materiale ce ne fosse già abbastanza. E invece queste due canzoni hanno finito
coll’aprire l’album”.
Piano B? Chi ha mai detto che non esiste una seconda possibilità per lasciare una prima
impressione?

• SARAH MCLACHLAN

Sarah Ann McLachlan nasce il 28 Gennaio del 1968 nella città canadese di Halifax (Nuova
Scozia) da una studentessa di 21 anni che, non desiderando figli, decide affidare la sua
bambina alle cure di una vera famiglia. Sarah cresce così nel calore della casa del Dottor
Jach McLachlan e della moglie Dorice, persone colte ed affettuose già genitori di altri due
figli grandi.

Grazie al sostegno e all’incoraggiamento di questi due genitori la piccola Sarah inizia gli
studi musicali prendendo inizialmente lezioni private di piano e canto ed iscrivendosi poi al
Maritime Conservatory of Music dove, grazie alle sue doti canore e ai pregi accademici,
vince più borse di studio.

A 17 anni riceve la prima offerta di contratto con la Nettwerk Records di Mark Jowett
colpito e catturato dal calore della sua voce, ma gli stessi genitori che fino a quel momento
l’hanno sostenuta ed incoraggiata, si rifiutano di farla firmare. "I miei genitori erano
terrorizzati che io potessi buttare via la mia vita con la cocaina” afferma anni dopo in un
intervista.

Si iscrive invece al Nova Scotia Art and Design e, a 19 anni, preso finalmente il controllo
della propria vita, firma da sola un contratto con la Nettwerk.

• STEVIE WONDER

Steveland Morris, in arte Stevie Wonder, nasce a Saginaw nel Michigan (USA) il 13 maggio
1950. E' il massimo esponente della "Soul Music", anche se non è da sottovalutare anche il
suo apporto alla musica più strettamente rock. Dotato di una voce singolare, coinvolgente e
immediatamente riconoscibile, è anche polistrumentista compositore. Nella sua carriera
vanta centinaia di collaborazioni, fra cui basti ricordare quelle con Jeff Beck e Paul Mc
Cartney.

Divenuto cieco nei primi giorni di vita a causa di un guasto nell'incubatrice in cui era stato
messo quando aveva solo poche ore di vita, Steve Wonder ha mostrato fin da subito uno
straordinario talento musicale, probabilmente acuito proprio dalla mancanza della vista. Di
fatto, è uno dei più precoci geni della storia del rock, genere musicale che vede spesso
fiorire i suoi talenti ad un'età più matura. Wonder, invece, ha cominciato ad entrare in sala
di registrazione a soli undici anni, per poi seguire come "sessioni man", solo due anni dopo,
addirittura i Rolling Stones in concerto.
A finaco di questi impegni di strumentista e di esecutore, intanto, sviluppava un suo proprio
repertorio, sfogando la sua inesauribile vena compositiva, diventando in poco tempo uno
degli artisti di punta della casa discografica Motown Records (leggendaria etichetta della
musica nera; non a caso, si parla spesso anche di "stile Motown").

Il suo primo successo commerciale è del 1963, anno che vede l'uscita del live "Fingertips
(Part 2)". Nel 1971 pubblica "Where I'm Coming From" e "Music Of My Mind", dando il via a
una nuova era nel panorama della musica soul. Assieme a Sly Stone e Marvin Gaye, Wonder
è uno dei pochi autori Rithm'and Blues i cui album non sono delle collezioni di singoli ma
delle coese affermazioni artistiche. Nei due lavori successivi, "Talking Book" e
"Innervisions", la sua musica si è fatta più innovativa con testi che trattano tematiche
sociali e razziali in modo eloquente e incisivo.

Wonder ha in seguito raggiunto l'apice della popolarità con "Fulfillingness' First Finale" del
1974 e "Songs In The Key Of Life" del 1976. Tre anni più tardi esce l'ambizioso e
sfortunato "Journey Through The Secret Life Of Plants" seguito nel 1980 da "Hotter Than
July" grazie al quale, oltre alle ottime recensioni, ottiene un disco di platino.

Negli anni '80 però la sua produzione artistica subisce una drastica frenata, nonostante
l'uscita di occasionali hit come "I Just Called to Say I Love You" scritta per il film "Woman
in Red" del 1984 (con il quale si aggiudica un Premio Oscar come migliore canzone). Nel 1991
scrive la colonna sonora del film di Spike Lee "Jungle Fever" mentre, nel 1995 pubblica
l'eccellente "Conversation Peace". Di recente, Steve Wonder è stato al centro di alcuni
studi chirurgici nel tentativo di donargli la vista. Purtroppo, a tutt'oggi, questo sogno
rimane ancora lontano per il musicista nero, costretto a vivere in un eterno buio, illluminato
solo dalla sua splendida musica.

• KANYE WEST

Produttore, rapper, regista e vero "miracolato"...perchè?


West, nell'Ottobre del 2002, è stato coinvolto in un tragico incidente stradale che gli è
quasi costato la vita. In breve tempo, però, è riuscito ad immagazzinare questa esperienza
traumatica e l'ha esorcizzata usandola come ispirazione per "Through the Wire" e per il
relativo video, che sarebbe, poi, diventato il singolo trainante del suo tanto agognato album
di debutto, "The College Dropout", del 2004.
Durante la sua carriera, e fino ad oggi, ha collaborato con alcuni dei nomi più influenti
dell'industria musicale, da Jay-Z a Ludacris, da Dame Dash a Jamie Foxx; tutti gli hanno, in
seguito, dato una mano al momento di intraprendere la propria carriera solista.
Torna, oggi, Kanye West con un nuovo singolo "immortale", "Diamonds from Sierra Leone",
rivisitazione di un brano interpretato da Shirley Bassey e che è stato colonna sonora di uno
storico episodio di 007.
West, 28 anni, vincitore di numerosi Grammies (ha ricevuto dieci nominations solo alla 47^
edizione dei Grammy Awards, tenutasi ad inizio 2005. "The College Dropout" si è
aggiudicato il premio per il "migliore album rap", "Jesus Walks" si è imposta come "migliore
canzone rap", Kanye ha, poi, diviso il premio come "migliore canzone R&B" con Alicia Keys e
Harold Lilly per "You Don't Know My Name") e, recentemente, menzionato dal Time
Magazine tra le 100 persone più influenti del mondo è, tuttavia, sotto pressione...sta ancora
combattendo per la sua vita, attualmente impegnata in una accesa battaglia con l'ultimo
peso massimo da 800 libbre nell'angolo: se stesso.

In questi anni Kanye ha portato al successo, come già detto, Alicia Keys con "You Don't
Know My Name", Talib Kweli ("Get By"), Ludacris ("Stand Up"), Jay-Z ("'03 Bonnie &
Clyde"), in tempi più recenti John Legend con "Ordinary People", e ha venduto 4 milioni di
copie del suo cd d'esordio, "The College Dropout", che gli è valso pagine di commenti e di
critiche positive oltre ad un sacco di prestigiosi riconoscimenti.
"E' dura quando la gente ti cerca per avere un album che non è solo buono, ma ispirato - ha
dichiarato a Teen People.
Intendo dire che la mia musica non è solo musica, è una medicina.
Io voglio che le mie canzoni tocchino la gente per dare loro ciò di cui hanno bisogno.
Ogni volta che faccio un album in realtà io sto cercando di trovare una cura per il cancro,
musicalmente parlando.
E questo mi tiene sotto pressione".

• PAUL MCCARTNEY

Paul McCartney è stato, assieme a John Lennon, il responsabile dell'eccezionale fenomeno


Beatles. È figlio d'arte poiché il padre fu direttore della Jim Mac Jazz Band nel periodo
anteguerra. Nel 1956 la madre morì e la perdita spinse il giovanissimo Paul verso la musica.
Comprò poco dopo la sua prima chitarra e nel 1957 incontrò John Lennon che lo accolse nei
Quarrymen. Nel 1960 nacquero i Beatles, il gruppo che più di ogni altro ha cambiato la
storia della musica rock
John Lennon e Paul McCartney furono i principali responsabili della fortuna dei Beatles. Il
primo, almeno all'apparenza, era il portavoce intellettuale e polemico del gruppo, mentre
McCartney rappresentava il lato più leggero, frivolo e romantico. Questa critica gli è stata
periodicamente rivolta anche nel corso della sua carriera solista.

In ogni modo Paul McCartney, grazie alla sua vena compositiva particolarmente melodica, è
stato l'autore di molte tra le canzoni più note di tutto il repertorio dei Beatles. Negli anni
sono seguite: And I Love Her (1963), le famosissime Yesterday e Michelle (1965), Eleanor
Rigby (1966), Penny Lane (1967), Hey Jude (1968) e Let It Be (1970).

Tuttavia, come conseguenza dell'inevitabile evoluzione delle singole personalità di ciascun


componente del gruppo, alla fine degli anni Sessanta il fragile equilibrio all'interno della
formazione era compromesso e molte erano state le iniziative individuali. Già nel 1966
McCartney aveva scritto la colonna sonora del film The Family Way, suo primo lavoro al di
fuori delle attività dei Beatles. Nel marzo del 1969 l'artista aveva sposato la fotografa
americana Linda Louise Eastman (1942 - 1998), già divorziata e con una figlia. Infine,
nell'aprile del 1970 aveva dichiarato ufficialmente alla stampa la sua separazione dai
Favolosi Quattro, con strascichi legali destinati a durare a lungo.

L'annuncio della separazione dai Beatles coincise con l'esordio come solista di McCartney,
poche settimane prima dell'uscita di Let It Be, l'ultimo album ufficiale dei Beatles. L'album
d'esordio, intitolato semplicemente McCartney, è una sorta di LP "fatto in casa", che offre
un solo brano all'altezza della fama giustamente conquistata da Mc Cartney con i Beatles:
"Maybe I'm amazed". Il disco, suonato interamente dal solo Mc Cartney coadiuvato per i
cori dalla moglie Linda, fu accolto tiepidamente dal pubblico e dalla critica. Più apprezzati
invece, specie dalla stampa specializzata, i singoli pubblicati l'anno successivo, Another Day
ed Uncle Albert e l'album Ram, accreditato alla coppia Paul & Linda McCartney.
• U2

Il gruppo nasce a Dublino nell'ottobre 1976 con il nome di Feedback ed era composto da:
Larry Mullen, Jr., Adam Clayton, Bono, Dave Evans e suo fratello Dick. Il merito della
fondazione va a Larry Mullen jr. che affige un annuncio nella bacheca della high school
frequentata dai nostri, e che attira la loro attenzione. Soltanto un anno e mezzo dopo, gli
attuali U2, cambiarono nuovamente il loro nome in The Hype. Con questo nome i "The Hype"
fecero il loro primo spettacolo a Limerick, in Irlanda il 17 marzo 1978. Nello stesso anno
andarono negli studi della CBS ma, purtroppo, non ebbero successo.

L'unico consiglio che i tecnici della CBS danno ai "The Hype" è quello di cambiare nome.
Steve Rapid gli consiglia un nome di un sottomarino o di un Aereo-spia: questo nome è U2.

Nel marzo 1978 Dick Evans dà l'addio agli U2 e come conseguenza Bono, che fino ad allora
cantava soltanto, doveva suonare anche la chitarra, cosa che fa ancora oggi.

Nel maggio dello stesso anno gli U2 hanno il primo manager: Paul McGuinness.

Finalmente, nel settembre 1979, gli U2 riescono a pubblicare il loro primo singolo: U2-3 che
arriva subito al vertice delle classifiche musicali irlandesi. Poco tempo effettuano la loro
prima trasferta fuori dall'Irlanda. Questa si era svolta a Londra ma non ebbe un
grandissimo successo per attenzione dei fan e dei critici.

• AUDIOSLAVE

Gli Audioslave sono una rock band statunitense, formatasi a Los Angeles, CA nel 2001 per
volontà di Chris Cornell (voce), Tim Commerford (basso), Brad Wilk (batteria) e Tom
Morello (chitarra).

La formazione della band deriva per un quarto dalle ceneri di Soundgarden (Cornell) e per i
restanti tre quarti dai Rage Against the Machine (Morello, Commerford, Wilk); proprio a
causa di queste "nobili discendenze" alla band viene spesso attribuito il termine di
supergruppo.

• GREEN DAY

Formatosi a Berkeley, in California, nel 1988 e composto da Billie Joe Armstrong, Mike
Dirnt e Al Sobrante (John Kiftmeyer) il gruppo nasce con il nome di Sweet Children, con il
quale pubblicò l'EP omonimo per un'etichetta indipendente di Minneapolis (Skene!).

L'anno successivo, cambiato il nome in Green Day, cioè "giorno passato a fumare erba", la
band pubblica 1,000 Hours per la Lookout! Records, un'etichetta indipendente di Berkley, la
stessa degli Operation Ivy, band culto del periodo nonostante la breve vita.

Riscosso un discreto successo con l'album 39/smooth e l'EP Slappy, entrambi del 1990, i
Green Day cambiano formazione, sostituendo Al con il suo maestro di batteria Frank Edwin
Wright III, in arte Tré Cool. Dopo un tour per gli USA, con il furgone del padre di Tré, i
Green Day incidono Kerplunk che li porterà all'attenzione delle major. Il disco infatti vende
moltissimo e i Green Day partono anche per l'Europa.
Al ritorno firmano per la Reprise, scatenando l'ira di molti fan i quali li etichettano come
venduti. Ma arriva il 1994, anno fatidico per il gruppo e per la scena punk-rock; esce infatti
Dookie, che grazie anche a MTV raggiunge la vetta di tutte le classifiche mondiali con
singoli come Longview, Basket Case e When I Come Around. L'album vende 15 milioni di
copie diventando il disco punk più venduto di sempre.

L'anno successivo esce Insomniac, il cui titolo è dovuto alle notti passate in bianco da Billie
Joe dopo la nascita del primogenito. Le vendite e la critica non sono male, ma l'album non
raggiunge le vendite di Dookie arrivando a 4 milioni di copie.

Ormai all'apice del successo la band incide Nimrod, che come Insomniac avrà un discreto
successo anche grazie ad una ballata acustica come Good Riddance (Time of Your Life).

Gli estenuanti tour e i notevoli impegni che continuano ininterrotti da ormai 4 anni stanno
però distruggendo la band e le famiglie (2 su 3 hanno divorziato), così nel bel mezzo del
tour europeo la band decide di fermarsi annullando tutte le date successive e scomparire
per un po'.

Dopo 3 anni è così il momento di Warning, album praticamente pop che allontana i Green
Day dall'etichetta di punk band. L'anno successivo esce un greatest hits dal titolo
International Superhits! (seguito dalla raccolta di videoclip International Supervideos) che
raccoglie 2 inediti e i singoli della band, escludendo però le pubblicazioni su Lookout! con
grande dispiacere di molti fan. Nel 2002 poi viene fatta uscire una raccolta di b-side dal
titolo Shenanigans.

È però il 2004 l'anno che riporta i Green Day ai fasti di Dookie con l'album American Idiot
(da cui è stato estratto l'omonimo singolo), un'interessante punk-rock opera in stile The
Who, che riscuoterà un gran successo di critica prima e poi di pubblico grazie anche a
Boulevard of Broken Dreams, che da solo venderà 3 milioni di copie, facendo raggiungere
all'album la soglia delle 8 milioni di copie. A seguito di Boulevard of Broken Dreams i Green
Day pubblicheranno i singoli Holiday e Wake Me Up When September Ends, quest'ultimo
sul tema della guerra in Iraq. Il prossimo estratto di American Idiot sarà "Jesus Of
Suburbia", una mini opera rock dalla durata di oltre otto minuti

• LINKIN PARK

I Linkin Park sono un gruppo nu metal proveniente da Los Angeles (California).

Sono considerati i più famosi (e i più fortunati commercialmente) esponenti del nu metal, il
genere ibrido di hard rock, rap ed elettronica lanciato negli anni Novanta da altri gruppi
statunitensi come Korn, Limp Bizkit, Deftones, Incubus, Slipknot, System Of A Down.

Il gruppo nasce nel 1996 ad Agoura Hills (nella California del Sud) per iniziativa di due
compagni di liceo, il rapper polistrumentista Mike Shinoda e il chitarrista metal Brad
Delson. Con il nome di Xero, i due registrano numerosi demo insieme a David "Phoenix"
Farrell (basso), Rob Bourdon (batteria) e un altro vocalist, Mark Wakefield. All'inizio si
fanno conoscere su Internet mediante i loro demo in mp3 e la pubblicità nelle chat lines.

Nel 1998, dagli Xero (nel cui organico è intanto entrato il turntablist Joseph Hahn,
conosciuto da Mike Shinoda a Pasadena) Mark Wakefield se ne va ed è sostituito da
Chester Bennington, proveniente dall'Arizona. Poi cambiano nome in "Hybrid Theory" e
registrano un primo EP indipendente, "Hybrid Theory EP". Questo disco, una serie di
showcases al "Roxy" e al "Whiskey A Go Go" di Los Angeles e la promozione su Internet, nel
marzo 2000 li fanno accasare alla Warner.

Per l'omonimia con un'altra band, gli Hybrid Theory cambiano nome in Linkin Park
(storpiatura di "Lincoln Park", suggerita da Chester Bennington) e rendono quello vecchio il
titolo del loro disco d'esordio, il più venduto in termini assoluti del genere nu metal e del
triennio 2000-2002.

Uscito il 24 ottobre 2000, da allora ad oggi "Hybrid Theory" ha venduto quasi 14 milioni di
copie, grazie ai numerosi tour del sestetto (da cui il bassista Phoenix rimane fuori tra il '99
e il 2001) e ai singoli "One Step Closer", "Papercut", "Crawling" (vincitore di un Grammy
come "Best Hard Rock Performance" nel 2001), "In The End" (miglior video rock agli MTV
Awards del 2002) e "Points Of Authority".

Dopo l'album di remix "Reanimation" del 2002, il 25 marzo 2003 i Linkin Park immettono sul
mercato il secondo album, "Meteora". Forti del fatto che quest'ultimo è il terzo disco più
venduto del 2003 (circa 10 milioni di copie, di cui 4 negli Stati Uniti), i sei californiani sono
premiati ai World Music Awards di quell'anno come "Miglior Gruppo Rock".

I singoli che trascinano il disco, che come "Hybrid Theory" ha liriche prive di parolacce (al
contrario di molti altri album nu metal) sono "Somewhere I Belong" (miglior video rock agli
MTV Awards del 2003), "Faint", "Numb" (miglior brano di rock alternativo nel 2004),
"From The Inside" e "Breaking The Habit" (Best Viewer's Choice agli MTV Awards del
2004).

In tournée per tutto il biennio 2003-2004 (alcune performance dal vivo nel CD/DVD "Live
In Texas" del 2003), i Linkin Park sono stati premiati come "Miglior Gruppo Rock" anche
agli MTV Europe Music Awards del 2004, e il 30 novembre dello stesso anno hanno
pubblicato "Collision Course", un EP contenente remix di alcuni loro primi singoli con pezzi
del rapper newyorkese Jay-Z.

• STEVIE WONDER

Cieco fin dalla nascita (per via di un'eccessiva quantita' di ossigeno nell'incubatrice), il suo
vero nome è Steveland Hardaway Judkins e quando fu adottato prese il nome di Steveland
Morris. Stevie è una leggenda della musica pop: bambino prodigio (a quattro anni suonava
già il piano), è un polistrumentista (suona batteria, chitarra, tastiera, percussioni e
armonica). Ha inciso numerosissimi successi per la nota etichetta Motown, vincendo ben 22
Grammy Awards. Nel 1989 è entrato nella Rock and Roll Hall of Fame.

• PETER GABRIEL

Peter Gabriel è stato leader carismatico dei Genesis nella prima metà degli anni Settanta.
Abbandona il gruppo nel '74 per intraprendere una nuova carriera come solista. Dopo tre
anni di silenzio, esce il suo primo album Peter Gabriel, caratterizzato da momenti creativi
più o meno felici e penalizzato da una produzione non sempre adeguata.
Nonostante ciò, in questo LP si possono trovare due classici come Solsbury Hill e Here
Comes The Flood.

Mentre il secondo lavoro (Peter Gabriel II) può essere catalogato come una battuta a
vuoto, con pochi momenti da ricordare (D.I.Y), la vera svolta nella produzione di Gabriel
avviene nel 1980 con Peter Gabriel III, album caratterizzato da un significativo uso del
Fairlight (potentissima workstation-campionatore-sintetizzatore), e dalla collaborazione di
artisti di grido (i batteristi Phil Collins e Jerry Marotta, il mago del sintetizzatore Larry
Fast ed i fidi David Rhodes e Tony Levin solo per citarne alcuni).

Acclamato dalla critica (e dalle vendite) come un capolavoro, soprattutto per la notevole
sperimentazione dei suoni, contiene, tra gli altri, brani stupendi come Games Whithout
Frontier, Biko, Family Snapshot e No Self Control.

La strada intrapresa dall'artista si conferma nel lavoro successivo Peter Gabriel IV (1982),
ed anche il successo presso il pubblico rimane immutato. Da segnalare il pezzo trainante
dell'album, la notissima Shock The Monkey, San Jacinto e I Have The Touch.

Dopo un lungo tour mondiale (testimoniato su Plays Live del 1983), e la colonna sonora del
film Birdy - Le Ali Della Libertà, Gabriel raggiunge lo status di star a livello mondiale nel
1986 grazie a So, album di rara bellezza, al quale partecipa il gotha della musica mondiale di
quel momento. Il felice momento dell'artista è testimoniato in Sledgehammer, Red Rain,
Don't Give Up (in duetto con Kate Bush) e Mercy Street.

Nell''89 l'ex Genesis firma la colonna sonora del film di Scorsese L'ultima tentazione di
Cristo e dopo altri tre anni di attesa esce Us. In entrambi i lavori si notano fortissime le
influenze della world music (in particolar modo africana), della quale Gabriel si è fatto
paladino creando l'etichetta Real World allo scopo di pubblicare musica proveniente dai
quattro angoli del pianeta, musica che altrimenti non troverebbe sbocco discografico.

Considerato dalla critica come più debole del precedente, Us è comunque di ottimo
spessore musicale, e tra una condanna sulla degradazione dell'uomo (Digging In The Dirt) e
una considerazione sul difficile rapporto genitori - figli (Come Talk To Me), Gabriel si
conferma come uno degli autori pop più ispirati.

Negli anni a venire, distratto da altri impegni non solo musicali, diraderà le apparizioni sul
mercato discografico, rientrandovi solo dopo dieci anni (2002) con Up, album decisamente
diverso dai precedenti, molto più intimista, dove l'artista ci parla delle sue paure
(Darkness), ma condanna anche una certa TV-verità (The Barry Williams Show) e si lascia
andare sul tema del degrado della società odierna (la meravigliosa Signal To Noise). La
tournee mondiale che ne è seguita lo ha confermato come star di primo livello, evidenziando
come lo stuolo di fan sia ancora molto numeroso.

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