Sei sulla pagina 1di 2

Sofocle, Fénelon, Gide, Müller Filottete.

Variazioni sul mito


a cura di Andrea Alessandri. Introduzione di Marcello Massenzio, Venezia, Marsilio, 2009

Filottete è una tragedia di Sofocle composta nel 409 a.C.. La narrazione è la trasposizione di un mito epico
antecedente, il quale è parte integrante di ciò che viene detta la “memoria di Troia”. Infatti, la trama della storia è
ripresa direttamente dall'Iliade stessa.
Ecco in breve l’intreccio: il famoso arciere Filottete è stato abbandonato, già da dieci anni, dai suoi compagni in
viaggio per la guerra contro Troia, sull'isola di Lemno, per le conseguenze di un’orribile ferita provocatagli da un
serpente. Un oracolo, però, svela ai Greci che, privati dell'arco di Filottete, non conquisteranno mai Troia. Questi
incaricano allora Odisseo e il giovane Neottolemo, figlio di Achille, di andare sull'isola e recuperare ad ogni costo
l'arco di Filottete. Odisseo, che in questa tragedia è presentato come un eroe dai tratti meschini e crudeli, elabora
il seguente piano: Neottolemo dovrà fingere di avere litigato con i capi greci e cercare di conquistare la fiducia di
Filottete, facendosi consegnare l'arco. L'inganno riesce, Filottete consegna il suo arco a Neottolemo, verso cui
nutre piena fiducia e quest’ultimo a sua volta lo consegna ad Odisseo. All'ultimo momento, però, Neottolemo si
pente del suo comportamento, riprende l'arco ad Odisseo e lo riconsegna a Filottete. Odisseo a questo punto si
infuria e solo l'intervento improvviso di Eracle porta ad appianare i contrasti, convincendo Filottete ad unirsi agli
altri guerrieri e partire per Troia.
Di particolare rilievo è l’ammonimento finale di Eracle, il quale rivolgendosi ai futuri distruttori di Troia denuncia
le facili illusioni di cui cadono preda i vincitori, quando si convincono di essere ormai padroni assoluti, i quali son
certi che il confine tra il lecito e l’illecito sia venuto meno: “La devozione non muore con gli umani: che essi
vivano o muoiano, non perisce mai” (p.86). Giova qui ricordare il lucido pensiero di Simone Weil, quando
scriveva a proposito della guerra e della distruzione di Troia: con essa - diceva - s’inaugura la storia politica
dell’Occidente: il conflitto, il disordine, la violenza, la guerra sono elementi costitutivi delle categorie del politico;
Troia non è che la prima di una serie di città e di comunità distrutte dall’aggressività umana.
Sull’intera tragedia campeggia la figura di Filottete, il quale dopo inenarrabili patimenti, sul finire della tragedia
apprende la verità su sé stesso e sulle sue sofferenze. Con Filottete irrompe il paradosso che sovverte la comune
opinione e il quieto vivere. Come viene detto nell’accurata introduzione al volume: “il guerriero invalido risulta
più efficace del guerriero più vigoroso; colui che non ha mai fatto il suo ingresso nel campo di battaglia vale
molto di più del soldato più esperto; l’individuo relegato fuori dalla comunità è chiamato a intervenire a favore
della comunità stessa” (p.14).
Ma l’elemento peculiare del libro che stiamo illustrando sta nella presentazione delle variazioni compiute intorno
al mito di Filottete. Al testo sofocleo segue quello di Fénelon, del 1699, in cui la vicenda di Filottete si inserisce
nel racconto del viaggio intrapreso del giovane Telemaco alla ricerca di notizie sul proprio padre, in questa
versione campeggia il valore catartico assegnato alla sofferenza e il particolare rilievo assegnato alla dimensione
individuale dell’interiorità. Nel Filotette di André Gide, del 1908, vediamo invece primeggiare il conflitto tra la
forza delle passioni e l’aspirazione all’assoluto; mentre nella variante del mito propostaci da un altro
contemporaneo, il drammaturgo tedesco Heiner Müller, assistiamo allo scatenamento in sequenza delle più
elementari pulsioni, quali l’odio, la sete di vendetta e la volontà di sopraffazione, mostrando come il nemico
mortale dell’uomo sia, in ultima istanza, l’uomo stesso.

Federico Battistutta

Tratto da: “La Stella del Mattino”, n. 2 / aprile-giugno 2009

Potrebbero piacerti anche