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C.G. Jung: Ipotesi e sintesi di una scienza creativa

Diego Pignatelli Spinazzola

C.G. Jung: Ipotesi e sintesi di una scienza creativa


Jung propone una vera e propria metafisica del Paraclito attraverso schemi che muovono le delineazioni ed i quadri sinottici in tabelle sperimentali
(vedi Op. Vol 11, Op. Vol. 9 t. 2). Alla sintesi di approssimazioni empiriche se non scientifiche lo psicologo svizzero indirizza orientativamente una
peculiare logica dalle implicazioni quindi semantiche. L'alchimia diventa così expressis verbis, come suorrebbe dire Jung un paradigma esperienziale, un
inventario tematico a mo’ di matrice empirica. Il corredo e la glossa alchemica forniscono non solo un familiaris ma uno sfondo quasi tolemaico o
galileiano ove poter assurgere il dato empirico ad ipotesi scientifica. Non vanno considerate le approssimazioni junghiane sul quaternio, sul serpens
quadricornitus e sul ka-mutef e l'homoousia se non una diretta rappresentazione del dogma. Ciò che si voleva rappresentare era la perfetta planisferica tra l'ego
ed il Selbst, tra il rotundum e il mandala, e tra l'Ogdoade e la Trinità atti a rappresentare dei fondamentali "cue" scientifici per la teoria in essere. Nel
planisferium sublunare junghiano l'oggetto in esame della ricerca al microscopio si amplificava attraverso il corroborato atomistico che Jung faceva
risalire a Leibniz e Keplero, a Maier e Khunrath, la legge del punctum cordis che vuole l'anima media natura essere la sempiterna e tellurica
rappresentazione di leggi psicologiche. La sincronicità dei nessi acasuali nel saggio di Jung e Pauli (1952) diventa uno spinther, una scintilla pleromatica
atta a varcare le sette sfere in quel systema munditotius che fu una bozza di quell'empireo junghiano che stava in divenire (vedi Il Libro Rosso). Jung
proclama assieme a Fluud una teoria delle corrispondenze prestabilite, ipotesi che si fornirà di dati empirici ed astrologici dell'enucleazione filosofica
ed umanistica a cui lo psicologo svizzero aveva dato dapprima l'impronta, il topos. Gli schemi di Jung che provenivano dall'inventario scientifico della
sua psiche creativa avevano quasi il preciso compito di ridestare un gioco, una phantasia dell'immaginazione attiva. Un'imaginatio vera quindi, affondata non
solo sui vari neologismi paracelsiani e dorniani ma sul corroborato empirico ed ahimè, screditato di quel succus lunariae attivo nell'immaginazione e nella
rappresentazione teologico-scientifica di quella più diretta espressione di fantasie creatrici. Un corroborato che seguitava un portale di svariati
contenuti ermetici che Jung intendeva porre expressis verbis al rango di scienza e materia scientifica. Le tavole sullo scrutinium chymicum di Maier (1687)
suscitavano quelle idee empiriche di Jung voltesi ad una sintesi naturalistica dove Vulcano, Mercurio, Venere, pianeti, gas, solidi, composti ed
aggregati assurgevano in teoria all’approssimato concetto dell’atomo o del Sé che sarà poi propugnato in La sincronicità (1952) in una rassegna più
esaustiva. Con Jung abbiamo quindi una rivalutazione della teoria come fondamento empirico basato sull’immaginazione, sull’ibrido di una psiche
creativa fondatasi su uno schema di base collettivo. Se a mo’ degli alchimisti lo schema scienza/creatività viene visto come fondamentalmente lo
stesso converremmo nell’asserire che la teoria junghiana assurga anche a libero inventario dando sfogo per l’appunto alla creatività così come
l’alchimia rinveniva dal gioco di arazzi e spostamenti i suoi lessici analogici.

Diego Pignatelli Spinazzola

Riferimenti:
C.G. Jung (1951), Aion: Ricerche sul simbolismo del Sé, in Opere vol. IX, Bollati Boringhieri, Torino 2005.

C.G. Jung, Opere Vol. 14 (1955/56)/ Mysterium coniunctionis, Curato da M.A. Massimello, Bollati Boringhieri, Collana Gli archi 19, Torino 2008.

C.G. Jung (1944), Psicologia e alchimia, in Opere vol. 12, Bollati Boringhieri, Torino 2006.

C.G. Jung (1942/1958) Psicologia e religione: Saggio d’interpretazione psicologica del dogma della Trinità, Bollati Boringhieri, Torino 2013 - Il
problema del del Quattro (1942/1958) par. 5, pp. 158-172).

C.G. Jung (1952) La Sincronicità, Bollati Boringhieri, Torino 2009.

C.G. Jung, Il Libro Rosso, a cura e con introduzione di Sonu Shamdasani, Bollati Boringhieri, Torino 2010.

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