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(LM85bis)
A.A. 2019-2020
II parte
http://www.raiscuola.rai.it/articoli/la-pedagogia-232-l8217arte-del-fare/42194/default.aspx
Il significato odierno viene introdotto da I.Kant come titolo delle sue lezioni universitarie (1803).
In quel tempo la pedagogia era intesa come quella parte della filosofia che fa la teoria
dell’educazione.
Anche oggi la pedagogia è strettamente connessa ad ogni nuova filosofia, nonostante molti
studiosi tendano a renderla autonoma.
Gli studi sull’educazione, da un secolo a questa parte, hanno assunto un carattere molto ampio
ricerche che non hanno più carattere filosofico ma che si configurano come scienza
dell’educazione.
Oggi, fare teoria dell’educazione richiede ampia competenza nelle scienze psicologiche,
sociologiche, storiche, antropologiche oltre che filosofiche.
In questa nuova configurazione, la pedagogia ha assunto un significato molto più ampio, oggi
infatti dobbiamo parlare di «studi pedagogici».
o Educazione familiare
o Intesa come azione consapevole e inconsapevole con cui la famiglia educa i
nuovi nati e li introduce alle abitudini, alle regole, alle credenze, al linguaggio
concetti morali.
o È attraverso la partecipazione alla vita familiare che il bambino apprende
modi di essere di fare tipici del nucleo familiare che hanno la funzione di
iniziarlo/introdurlo alla vita associata.
o Educazione scolastica
o Intesa come attività specifica ed intenzionale che riguarda l’apprendimento
di materie che sarebbe difficile acquisire altrove.
o Educazione permanente
o Intesa come processo di apprendimento e formazione che accompagna
l’uomo lungo tutta la sua vita.
La libertà come motivazione (spontaneità) e scelte (che si fanno via via nella vita) rappresenta
una verità biopsichica indipendentemente dagli orientamenti filosofico-religiosi.
• Non si può educare qualcuno senza tener conto della sua libertà nell’apprendimento.
La libertà è stata qualificata come spontaneità, come impulso interiore, motivazioni proprie.
Se la libertà esiste, dicono i filosofi, implica una motivazione spontanea alla crescita.
Ed in effetti quando diciamo di essere liberi avvertiamo che i nostri pensieri si sviluppano
spontaneamente…
Se lo si forza, il soggetto imparerà a memoria, “ma quella nozione rimarrà fuori
dal sistema delle sue conoscenze ‘convinte’ sulle quali si fonda il suo modo di
vivere: servirà al massimo a liberarsi di noi o a tenerci buoni, se è obbligato a
subirci”.
** Quando si formula una legge naturale, essa deve essere tenuta presente in ogni
caso, se si vuole ottenere dalla natura un rusultato che ci interessa; per es.: senza
tenere conto della legge di gravità non si può fare volare un aereo.
…allo stesso modo senza tenere conto della libertà dell’apprendimento non si può
educare nessuno.
Possiamo cioè insegnare qualcosa a qualcuno ma, se questo non è interessato,
potrà impararla a memoria e lasciarla fuori dal suo sistema di competenze…
…tutti abbiamo esperienza di reazioni rispetto a belle o cattive notizie e di affermazioni che
compromettano o rafforzino valori o credenze che ci sono propri, per averli incorporati, per
averli appresi, incorporati nella nostra vita e nelle nostre azioni.
Quanto più procediamo nella nostra vita, e si rafforza e si struttura la nostra personalità,
tanto più prontamente e profondamente funziona il nostro controllo emotivo nei confronti
di ogni nuova situazione, di ogni nova comunicazione.
Quanto più procediamo nella vita tanto più la personalità si rafforza e funziona come controllo
emotivo per ogni nuova situazione. Ogni nuovo reale apprendimento coinvolge la nostra personalità
tutta, non soltanto gli aspetti cognitivi.
L’apprendimento è effettivo quando diventa carattere ossia quando diventa una convinzione e
orienta le nostre azioni . (J. Dewey)
**cultura: ciò che caratterizza il modo di vivere do una società umana, elaborato
lungo tutta la storia.
<<Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali.>>
In psicologia, è un approccio, sviluppato dallo psicologo John Watson agli inizi del Novecento, basato sull'assunto
che il comportamento esplicito dell'individuo è l'unica unità di analisi scientificamente studiabile della psicologia,
avvalendosi del metodo stimolo (ambiente) e risposta (comportamento), in quanto direttamente osservabile dallo
studioso. Viene, inoltre, contestando l’uso dell’introspezione e contrapponendosi a impostazioni che si fondano su
entità come stati mentali e coscienza (v. mentalismo), pulsioni, istinti, ecc
• COGNITIVISMO Indirizzo psicologico che si occupa dei processi cognitivi mediante i quali un organismo acquisisce informazioni
dall'ambiente, le elabora ed esercita su di esse un controllo. Secondo il cognitivismo, essendo la conoscenza sempre mediata, è
fondamentale il concetto di esperienza: infatti, da un lato lo sviluppo cognitivo risulta dall’elaborazione della conoscenza percettivo-
concettuale del mondo e dall’altro quest’ultima si realizza nelle attività esecutive. La psicologia genetica si propone dunque di studiare la
genesi e lo sviluppo dei processi cognitivi, nonché l’influenza che l’inculturazione esercita sull’organizzazione mentale. Secondo J.
Piaget il processo di interazione fra fattori soggettivi e ambientali è distinto nei due aspetti dell’assimilazione (incorporazione di un
oggetto o situazione in uno schema mentale) e dell’accomodamento (trasformazione di uno schema iniziale per adattarlo a un oggetto o
a una situazione). Per J.S. Bruner il soggetto si giova, per le capacità motrici, sensoriali e riflessive, di ‘amplificatori’ culturali, diversi per
ambiente, epoca e stadio evolutivo del soggetto stesso.
• Le origini del cognitivismo possono essere fatte risalire alla scuola di Würzburg, fondata da O. Külpe, che si è occupato della sensazione
come elemento dell’esperienza e delle strutture indipendenti rispetto all’attività psichica. Un filone di sperimentazioni inaugurato da F.C.
Bartlett è quello relativo ;alla trasformazione dei ricordi; per lo psicologo inglese la memoria non è immagazzinamento (storage), ma una
costruzione (construction), che produce una reinterpretazione, secondo schemi di riproduzioni successive delle informazioni. Anche D.H.
Olson usa la nozione di schema, ma ne ipotizza la sostituzione a fronte di anomalie o inadeguatezze. Finanche all’interno del
comportamentismo (➔ behaviorismo) più volte si è fatto ricorso a ‘costrutti ipotetici’ estranei al comportamento direttamente
osservabile: esempi notevoli sono stati dati dalla mappa cognitiva di E.C. Tolman e dalle variabili intervenienti di C.L. Hull.
• La vera e propria rivoluzione cognitivistica, nei riguardi sia del comportamentismo sia dello strutturalismo e di ogni metodo
descrittivistico, risale al 1967, anno in cui viene pubblicata l’opera Cognitive psychology di U. Neisser, da cui deriva il nome del
movimento. Il pensiero viene considerato come un’attività a processi simultanei, tra i quali si distingue una sequenza principale di
operazioni (da quelli influenzabile o meno), che corrisponde al flusso della coscienza. Sviluppi del cognitivismo considerano la mente
umana un elaboratore delle diverse informazioni che le pervengono tramite i ricettori esterni, ma lo stesso Neisser, con Cognition and
reality (1976), denuncia i limiti dello sperimentalismo in laboratorio e dei paralleli con qualunque forma di intelligenza artificiale.
allievo
RE
RE DIO
POLITEISMO
La mela è il
MELA frufo del
melo
Ai tre modi dell’apprendimento corrispondono tre modi di comunicare dell’insegnante, che solitamente si
fondono tra loro, secondo le necessità.
Le tecnologie delle comunicazione affidate ai vari media che servono alla comunicazione nella vita
quotidiana, fanno parte dell’attrezzatura dell’insegnante.
Tanto vale dal punto di vista educativo la sua lingua (dell’insegnante) quanto
è efficace nei confronti degli allievi è cioè quanto essi possono comprenderne
e utilizzarne per la costruzione del pericolante, contraddittorio, fluido
sistema di credenze, esperienze, valori più o meno concettualizzati che è la
loro cultura in formazione.
… ordinario all’origine, accessibile nella tessitura grammaticale e sintattica per divenire, per
quanto possibile, tecnico-scientifico (etico, filosofico, religioso, poetica, letteraria) nella sua
forma ultima.
Come?
• Il contatto visivo
• La voce
• La comunicazione non verbale
• L’autorevolezza
• La gestione dei tempi
• L’utilizzo di tecnologie
Interpretazione e decodifica
•atteggiamenti
Atteggiamenti Atteggiamenti
•organizzativi
Emittente
CANALE Ricevente
Codifica
Codice Codice
Scopi Utilizzo
Questo compito tocca all’allievo e nessuno può svolgere tale operazione al suo posto.
Questo compito consiste nell’utilizzare insieme di nazioni e di rapporti tra esse di cui
si dispone per decifrare il significato delle parole e delle frasi in arrivo.
Ciascuno di noi può cogliere concetti nuovi solo se le parole con cui sono trasmessi
sollecitano nella sua mente concetti già esistenti con cui ricostruirli.
Per tale motivo quando si dice che l’educazione è trasmissione di conoscenza, si deve
tenere presente che trasmetterla non consiste nel consegnarla come si consegna
oggetto.
L’allievo riorganizza di continuo la sua esperienza e l’apprendimento consiste proprio
in ciò. (John Dewey)
Antonella Iacono - tutti i diritti riservati 43
Dalla comunicazione al dialogo e al lavoro comune
• strumenti di valutazione
….escogitati dagli esperti per per risolvere il problema delle valutazioni del
rendimento scolastico…
https://www.youtube.com/watch?v=W5dwH06Qv50
• Fra le diverse relazioni interpersonali, di particolare rilievo è sicuramente la relazione educativa ossia quel peculiare
tipo di legame tra educatore ed educando, che si crea naturalmente ed inevitabilmente nei diversi contesti
formativi, attraverso il quale avviene il processo di trasmissione culturale delle conoscenze, sia quello di
socializzazione.
• Il rapporto educativo è uno dei problemi pedagogici più dibattuti ed affrontati dai cultore dei processi educativi.
RIVOLUZIONE COPERNICANA
MAESTRO ALLIEVO
MAESTRO ALLIEVO
La scuola esiste per per riuscire a mettere I suoi alunni in rapporto con
luoghi tempi lontani, con realtà scientifiche lontane dalla comune
esperienza.
Luigina Mortari (2015), Filosofia della Cura, Raffaello Cortina Ed., Milano,
Antonella Iacono - tutti i diritti riservati 58
Fare affidamento sui sentimenti non significa scivolare nell’irrazionale.
In molte situazioni, accade che sia la capacità di ascoltare le proprie
emozioni a consentire di discriminare le componenti fondamentali del
problema cui ci si trova di fronte.
Luigina Mortari (2015), Filosofia della Cura, Raffaello Cortina Ed., Milano,
Antonella Iacono - tutti i diritti riservati 59
Un tempo troppo pieno, troppo strutturato, troppo
programmato, che non lascia spazio all’imprevisto, ai tempi
individuali, ai tempi di riflessione per gli allievi e insegnanti, che
insegue programmi ed obiettivi in maniera ansiogena non
consente la ricettività e dunque la cura.
Luigina Mortari (2015), Filosofia della Cura, Raffaello Cortina Ed., Milano,
Antonella Iacono - tutti i diritti riservati 60
Essere responsivi
Luigina Mortari (2015), Filosofia della Cura, Raffaello Cortina Ed., Milano,
Antonella Iacono - tutti i diritti riservati 61
La disponibilità emotiva e cognitiva
Luigina Mortari (2015), Filosofia della Cura, Raffaello Cor]na Ed., Milano,
Antonella Iacono - tutti i diritti riservati 62
Nella cura emozioni e cognizioni non sono mai separate ma
procedono congiuntamente attivando una conoscenza
dell’allievo che non si limita ad una rilevazione oggettiva dei suoi
bisogni, ma non consiste neppure in una simpatia emotiva priva
di riflessione e teoria:
“si può affermare che una in buona pratica di cura la disponibilità
si manifesta in un pensare emotivamente denso o, in altre
parole, in un sentire intelligente”.
Luigina Mortari (2015), Filosofia della Cura, Raffaello Cortina Ed., Milano,
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L'empatia
Luigina Mortari (2015), Filosofia della Cura, Raffaello Cortina Ed., Milano,
Antonella Iacono - tutti i diritti riservati 64
L'attenzione
Luigina Mortari (2015), Filosofia della Cura, Raffaello Cortina Ed., Milano,
Antonella Iacono - tutti i diritti riservati 65
L'ascolto
Luigina Mortari (2015), Filosofia della Cura, Raffaello Cortina Ed., Milano,
Antonella Iacono - tutti i diritti riservati 66
La passività attiva
Luigina Mortari (2015), Filosofia della Cura, Raffaello Cor]na Ed., Milano,
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La competenza che occorre per una buona cura è soprattutto
quella di una continua riflessività e autovalutazione, di una
continua apertura lla propria esperienza e ad un dialogo critico
con essa.
La fiducia negli allievi genera la fiducia degli allievi nelle proprie capacità di
incidere positivamente sulla realtà, sostiene il senso di autoefficacia, genera
fiducia in se stessi e riconoscimento del proprio valore.
Cos’è la scuola?
Il conceQo di scuola non è semplice da definire per i profondi cambiamenZ che la
scuola ha subìto nel corso di una evoluzione storica che ne ha mutato l’arZcolazione,
i compiZ sociali e le finalità.
In linea generale, potremmo dire che la scuola è isZtuzione propria di ogni società
che si pone l’obiervo di perpetuare gli ideali, i valori ed i costumi propri.
Per assolvere a questa funzione, la scuola deve avere una struQura interna arZcolata
in modo da rispondere alle esigenze sociali e culturali della popolazione alla quale si
rivolge e deve avere una diffusione capillare nel paese.
(S. Santamaita, Storia della scuola, Milano, Bruno Mondadori, 2010, prefazione di Raffaele Laporta )
(S. Santamaita, Storia della scuola, Milano, Bruno Mondadori, 2010, prefazione di Raffaele Laporta )
(S. Santamaita, Storia della scuola, Milano, Bruno Mondadori, 2010, prefazione di Raffaele Laporta )
(S. Santamaita, Storia della scuola, Milano, Bruno Mondadori, 2010, prefazione di Raffaele Laporta )
(S. Santamaita, Storia della scuola, Milano, Bruno Mondadori, 2010, prefazione di Raffaele Laporta )
(S. Santamaita, Storia della scuola, Milano, Bruno Mondadori, 2010, prefazione di Raffaele Laporta )
(S. Santamaita, Storia della scuola, Milano, Bruno Mondadori, 2010, prefazione di Raffaele Laporta )
Vengono a mancare, così, le forme tradizionali di sostegno tra le famiglie del vicinato,
soprattutto per l’affidamento dei bambini, che solitamente erano lasciati alle anziane. Si
diffonde, così, da un lato l’affidamento a balia, abitudine prima estranea ai ceti popolari,
dall’altro la creazione di sale di custodia, o «sale deposito» come le chiamerà Ferrante
Aporti.
Aporti aprì il primo asilo a Cremona nel 1828.
Antonella Iacono - tutti i diritti riservati 88
Non solo la Chiesa, ma di fatto anche nelle classi dirigenti vi erano atteggiamenti di
sottovalutazione o di vero e proprio fastidio nei confronti della scuola elementare,
nonostante il paese, che volgeva verso la diffusione dell’industria, della finanza e del
commercio, richiedesse una manodopera sempre più qualificata.
Come si evince dalla struttura stessa della Legge Casati, maggiore interesse (e
maggiori finanziamenti) va verso l’università e i licei.
L’obbligo scolastico
Come si è visto, la Legge Casati lo affermava in modo evanescente. La parte più
tradizionale del mondo cattolico era impegnata nel diritto, spettante alla famiglia, di
educare i propri figli. Altri problemi si riconducevano alla questione sociale: le forze
animate da sincera sensibilità sociale consideravano prioritario il miglioramento delle
condizioni di vita alla scolarizzazione. Mancarono, dunque, provvedimenti che
rendessero effettivo l’obbligo scolastico.
Toccherà alla classe dirigente della Sinistra dare nuovo corso alla scuola, manifestando
quella sensibilità che era mancata sotto il governo della Destra storica.
L’istituzione di una scuola risponde alle finalità concrete della comunità umana che la
istituisce, ma queste finalità da un punto di vista teorico possono essere di due tipi,
inerenti all’uso che la scuola fa del rapporto educativo e in esso della libertà degli
allievi.
Si educa per la verità quando chi Si educa per la libertà quando chi
isZtuisce la scuola crede di istituisce la scuola fornisce agli
possederne una, ha fede in essa e allievi l’ampio ventaglio di risposte
considera proprio dovere diffonderla che la comunità mette a
aQraverso la comunicazione disposizione circa le domane
educaZva. Il suo presupposto è che fondamentali che si pone l’essere
ogni uomo abbia necessità di umano.
credenze che diano senso alla propria Regola pratica è la libertà di
vita e a rispondere alle domande coscienza.
fondamentali per ogni essere umano.
Antonella Iacono - tub i dirib riserva] 99
Autonomia scolasZca
Dal 2000 le istituzioni scolastiche, pur facendo parte del sistema scolastico nazionale, hanno una propria
autonomia amministrativa, didattica e organizzativa.
Operano comunque nel rispetto delle norme generali sull'istruzione emanate dallo Stato.
Le istituzioni scolastiche sono dirette da un dirigente scolastico e si avvalgono di un apposito ufficio amministrativo
(segreteria) anche per i rapporti con il pubblico.
Ogni istituzione scolastica ha un proprio Piano dell'Offerta Formativa (POF), che rappresenta il piano di azione
educativa e di istruzione della scuola.
Le istituzioni scolastiche, per il loro funzionamento, hanno diritto di ricevere fondi dallo Stato e possono anche
ricevere risorse finanziarie da Comuni, Province e Regioni o da altri enti e privati.
Fonte: https://www.istruzione.it/archivio/web/istruzione/famiglie/autonomia-scolastica.html
Fonte: https://www.istruzione.it/archivio/web/istruzione/famiglie/autonomia-scolastica.html
All'interno del Regolamento dell'autonomia scolasZca vi sono norme che regolano l'autonomia didarca (art. 4) e
l'autonomia organizzaZva (art. 5).
L'applicazione di queste norme è di direQa competenza della scuola che vi dà aQuazione con criteri di flessibilità, ma nel
rispeQo della libertà di scelta educaZva delle famiglie e, comunque, riconoscendo e valorizzando le diversità,
promuovendo le potenzialità di ciascun alunno, e adoQando tuQe le iniziaZve uZli al raggiungimento del successo
formaZvo.
Fonte: https://www.istruzione.it/archivio/web/istruzione/famiglie/autonomia-scolastica.html
üIl Paradosso di oggi: educazione degli adulti all’uso del tempo libero.
http://www.raiscuola.rai.it/articoli/l’educazione-al-tempo-libero-litalia-nel-1970/38879/default.aspx
Come tempo della possibilità e della libertà, il tempo libero è stato proclamato anche tempo disponibile
per la costruzione della propria idenZtà e come spazio privilegiato per la ricerca della buona qualità della
vita deteriorata nel tempo della occupazione lavoraZva industriale (per eccellenza tempo della faZca, dello
stress, della disumanità, come il film «Tempi moderni» simpaZcamente ma drammaZcamente meQe in
evidenza).
Carlo Nanni, 1992 Note di Pastorale Giovanile
ü Scuola
ü Attività sportive
ü Attività ricreative
ü Associazionismo
La complessità del rapporto tra adulti e formazione viene così ad assumere diverse possibilità
d’espressione quali: le attività e le esperienze intenzionali; le attività e le esperienze non
intenzionali; le esperienze di vita, intimamente legate alla costruzione di un progetto di vita
individuale. Ne consegue una molteplicità e diversità tanto delle motivazioni quanto delle
aspettative che l’adulto presenta. Da qui la necessità di individuare una diversità di metodi e
tecniche d’insegnamento/apprendimento messe in atto al fine di rendere esplicita l’intenzionalità,
il protagonismo consapevole, individuale finalizzato all’apprendimento.
•L’ adulto è
• L'esperienza porta le persone ad essere sempre più diverse l'una dall'altra: perfino
lo s]le cogni]vo cambia per effefo delle esperienze fafe.
• Ciò significa che le risorse di apprendimento più ricche risiedono nei discen] stessi.
• Di qui l’enfasi posta nella formazione degli adul] sulle tecniche esperienziali, cioè
tecniche che si rivolgono all'esperienza dei discen] (come discussioni di gruppo,
esercizi di simulazione, abvità di problem solving, metodo dei casi e metodi di
laboratorio, rispefo alle tecniche trasmissive).
• Gli adulti sono disponibili ad apprendere ciò che hanno bisogno di sapere e di saper
fare.
• "Gli adulti sono motivati ad investire energia in misura in cui ritengono che questo
potrà aiutarli ad assolvere dei compiti o ad affrontare i problemi che incontrano
nelle situazioni della loro vita reale".
• In altri termini la prospettiva è quella di una immediata applicazione di quanto
appreso
L’empowerment e
Una comunicazione che
l’andragogia promuovono
guarda alla persona nella sua
una comunicazione schietta
interezza, alla sua qualità
e diretta, che richiama alla
personale e professionale,
responsabilità,
stimola l’autoconsapevolezza
all’intraprendenza e al
e la riflessione
coraggio
esperienze
emozioni
vissuti memorie
Leonardo Da Vinci
ü stadio sensomotorio (0-2 anni). L’intelligenza assume la forma di azioni motorie; utilizza i sensi e le abilità
motorie per esplorare e relazionarsi con ciò che lo circonda
üStadio pre-operatorio(2-7 anni). L’intelligenza è intuitiva; egocentrismo intellettuale, ovvero il punto di vista
delle altre persone non è differenziato dal proprio, ancora non padroneggia le nozioni di quantità, classe e
relazione
üStadio operatorio concreto (7-11 anni). La struttura cognitiva è logica ma dipende da contesti concreti; ha la
nozione di quantità e classe
üStadio operatorio formale (11-15 anni). Il pensare implica astrazioni.
1.Intelligenza linguistica
2. Intelligenza musicale
3. Intelligenza logico-matematica
4. Intelligenza spaziale
5. Intelligenza corporeo-cinestesica
6. Intelligenza intrapersonale
7. Intelligenza interpersonale
8. Intelligenza naturalistica
9. Intelligenza esistenziale
Comenio è il primo a parlare di didattica in senso stretto con la sua opera Didactica Magna.
La definizione, premessa allo svolgimento del discorso, offre quindi un valido indizio per comprendere la volontà
dell’autore: si tratterà di insegnamento in senso proprio e non, come succedeva immancabilmente nelle opere
contemporanee, in maniera confusa o limitata.
Comenio si pome l’obiettivo di definire il campo di studio di una scienza e offrire un valido progetto per giustificarne
l’esistenza.
"L’uomo per essere uomo dev’essere formato» e per formare l’insegnante non deve far altro che seguire l’armonia della
natura, senza pretendere di imporre direttamente al discepolo una propria idea di sviluppo. E la natura mostra all’uomo
una via ciclica; ogni apprendimento non si risolve in un compimento perfetto e chiuso in se stesso, ma si costituisce
come sviluppo che porta al miglioramento di capacità già presenti dall’inizio del processo.
Il metodo ciclico deve quindi prevedere che nelle varie fasi della vita scolastica non si insegnino successivamente
discipline diverse, ma sempre le stesse, con maggiore ricchezza di particolari e maggiore approfondimento.
Ricorsività arricchente
Antonella Iacono - tutti i diritti riservati 137
Didabca su base scien]fica
Idealismo gentiliano
(prospebva tecnologico
funzionalista)
Comenius
Decroly
Dewey Giovanni Gentile
Freinet Lucio Lombardo Radice
Montessori
Costituzione
epistemologica
del sapere: Per modum
premesse, recipientis
struttura
conseguenze
Elementi che costituiscono il substrato di qualsiasi discorso che si caratterizza sia per intensità che
per estensione
Si riferiscono ai
PROSPETTIVE DELLE DISPOSIZIONI MINISTERIALI saperi disciplinari e
alle funzioni
metacognitive
Si riferiscono a
competenze
metodologiche e
sociali connesse a
funzioni
prevalentemente
metacognitive
Si riferiscono ai
saperi disciplinari e
alle competenze
sociali connessi alle
Carlo Petracca Centro
funzioni Lisciani
metacognitive Antonella Iacono - tutti i diritti riservati 141
Didattica della cooperazione educativa
(Celestine Freinet 1896-1966)
“Non separare la Scuola dalla vita”; “Superare la barriera che divideva la scuola dalla vita reale”.
•Freinet propone il metodo cooperativo (la cattedra è posta allo stesso livello dei banchi);
•Classe come organismo collettivo gestito dagli alunni in cui l’insegnante diviene consulente, facilitatore e
ciascuno è responsabile culturale ;
•Classe come cooperativa culturale che muoveva dall’esperienza degli alunni e le traduceva in ricerche
sull’ambiente quotidiano da cui prendeva spunti per approfondimenti storici, geografici, riferiti alle scienze
naturali, ecc.;
•Valutazione in itinere dei metodi utilizzati da parte degli insegnanti;
•Attivazione di un dialogo tra scuola e università;
Dal concetto gentiliano di maturità alle prove oggettive (derivate dai test):
La soggettività dell’insegnante
Al pari del medico (e forse con meno strumenti diagnostici perché non sa cosa c’è
nella mente del ragazzo) l’insegnante agisce alla cieca ed è soggetto a sbagliare;
…l’aggravante sta nel fatto che egli deve riuscire ad ottenere che la mente dei suoi
allievi funzioni in modo da costruire I risultati culturali, morali, sociali che la società
richiede. Tutto ciò mentre gli allievi autonomamente costruiscono idee, elaborano
sentimenti e mettono in atto comportamenti.
Antonella Iacono - tub i dirib riserva] 147
L’insegnante dovrebbe essere formato in primo luogo rispetto
all’esercizio del proprio ruolo e alle difficoltà connesse: un
insegnante consapevole non potrà mai aspettarsi che il proprio
allievo conservi quanto detto dall’insegnante senza averlo prima
analizzato, confrontato con il proprio sistema di valori e poi
metabolizzato