I Tar continuano a bocciare i tagli della Gelmini alla scuola

Ora il governo abolirà anche la giustizia amministrativa? y(7HC0D7*KSTKKQ( +#!"![!=!/

www.ilfattoquotidiano.it
Sponsor ufficiale Sponsor ufficiale

O¶LWDOLDV¶qGHVWD O¶LWDOLDV¶qGHVWD
 
DUWHLQ,WDOLDQHOVHFRQGRGRSRJXHUUD DUWHLQ,WDOLDQHOVHFRQGRGRSRJXHUUD
dal 13 febbraio al dal 13 febbraio al
26 giugno 2011 26 giugno 2011
Museo d’Arte della città Museo d’Arte della città
via di Roma 13 - Ravenna via di Roma 13 - Ravenna
www.museocitta.ra.it Ravenna www.museocitta.ra.it Ravenna
Comune di Ravenna Comune di Ravenna
tel. 0544 482477 Assessorato alla Cultura
&,77$
&$1','$7$
&$3,7$/( (8523($
'(//$ &8/785$ tel. 0544 482477 Assessorato alla Cultura
&,77$
&$1','$7$
&$3,7$/( (8523($
'(//$ &8/785$

Domenica 17 aprile 2011 – Anno 3 – n° 91 € 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Arrestatelo
di Marco Travaglio

ggi 29 gennaio 1979 alle ore 8:30 il gruppo di

Il premier: “Giudici brigatisti ed eversivi. Il processo O fuoco Romano Tognini ‘Valerio’

dell’organizzazione comunista Prima linea ha
giustiziato il sostituto procuratore della
repubblica Emilio Alessandrini… uno dei magistrati
che maggiormente ha contribuito in questi anni a
breve è per tutelarmi”. Lui sta con i delinquenti rendere efficiente la procura della repubblica di
Milano... nel tentativo di ridare credibilità democratica
Noi con i magistrati che difendono la democrazia e progressista allo Stato”. Con questo volantino, 31
anni fa, i terroristi rossi di Prima Linea rivendicavano
l’assassinio del pm milanese che in quel momento
di Fabrizio d’Esposito indagava sulla strage nera di Piazza Fontana. Cioè
tenevano a far sapere di averlo eliminato proprio per i

Odelneminore,
Cayman Show. In una sala
non la più grande,
Palazzo dei Congressi del-
suoi meriti, perché Alessandrini era bravo, onesto e
con la sua competenza, professionalità e dedizione
onorava lo Stato e le istituzioni che i brigatisti non
l’Eur a Roma. Il Caimano cerca riconoscevano, anzi volevano abbattere. Oggi, a non
volutamente il delirio e lo trova, riconoscere lo Stato e le istituzioni e ad abbatterli un
osannato da più di mille tra uo- pezzo al giorno, non sono più i terroristi,
mini, donne e ragazzi che alla fortunatamente estinti: sono il presidente del
fine impazziti lo trattengono Consiglio e la sua vasta corte di servi felici, alleati
per foto ricordo e strette di ma- venduti e figuranti a gettone. E sono molto più
no, mentre gli altoparlanti man- pericolosi dei terroristi (che finirono
dano a ritmo continuo Meno involontariamente per rafforzare il sistema, mentre
quelli lo picconano dall’interno), perché nessuno –
male che Silvio che c’è. pag. 2 z
tranne poche e flebili voci – ne denuncia la
pericolosità, perché controllano militarmente le
istituzioni e le televisioni, e soprattutto perché hanno
Udi Beatrice Borromeo l’immunità e purtroppo non possono essere arrestati.
Al posto dei mitra, usano come armi le leggi, le tv, i
GROSSO: “COSÌ giornali. E, dall’altro giorno, anche i manifesti anonimi,
come quelli apparsi a Milano con uno slogan che fa
SI ATTENTA impallidire, per carica eversiva, i volantini di Prima
ALLO STATO” Linea: “Via le Br dalle procure”. Il Corriere della Sera,
che appena qualche testa calda disegna una stella a
er il professor Carlo Federico
Pgonano
Grosso i manifesti che para-
i magistrati alle Br sono
cinque punte nel cesso di una fabbrica lancia l’allarme
in prima pagina contro il ritorno del terrorismo, ha
relegato la notizia a pagina 13 in basso a destra. Il
“una vergogna inaccettabile”, Francesco Coco ucciso l’8 giugno 1976 a Genova, su ordine di Renato Curcio. Illustrazione di Emanuele Fucecchi
giorno prima invece, aveva sbattuto in prima pagina
così come gli attacchi del gover- Asor Rosa, gabellandolo per un novello Junio Valerio
no ai giudici: “Intimidazioni che D’Ambrosio denuncia: “È una vergogna. Attacca un tribunale che ha servito lo Stato
Borghese pronto a marciare su Roma al grido di “Tora
scardinano i principi dello stato con la vita”. L’opposizione: B. sabota con la dinamite il rapporto tra le istituzioni. Tora”. Ora, di quei manifesti firmati “Associazione dalla
di diritto”. pag. 3 z Sequestrati a Milano i manifesti contro la Procura Ferrucci e Zanca pag. 2 - 3 z parte della democrazia”, è ignoto solo il tipografo.
L’ispiratore e l’autore dei testi si chiama Silvio
Berlusconi, che ieri ha paragonato i magistrati (quelli,
si capisce, che si occupano di lui) a un’“associazione a
Udi Furio Colombo L’INTERVISTA x Il pm Guariniello racconta come si è arrivati alla storica sentenza delinquere”, s’è vantato di aver imposto processo e
prescrizione breve “per tutelarmi” (dalla Giustizia) e
ASOR ROSA
ELOGIO
DELLA FOLLIA “Le aziende adesso sanno tre giorni fa, davanti alla stampa estera, ha farneticato
di “giudici brigatisti”. Nemmeno una sillaba è trapelata
dal Quirinale contro questi proclami terroristici. Con
ben altra determinazione avevano reagito Scalfaro e

che non c’è più l’impunità”

irandello è stato il primo a no- Ciampi, quando in passato B. aveva vomitato analoghi
Pnodotare il grande espediente: se il
è inestricabile, fingiti paz-
deliri: “In tutti i settori ci possono essere corpi deviati.
Io ho una grandissima stima per la magistratura, ma ci
zo. La tua finzione, specialmente sono toghe che operano per fini politici. Sono come la
se estrema, potrebbe indurre gli banda della Uno bianca (14.3.96)”, “Come anni fa la
altri a tradirsi, a rivelare almeno in sinistra si è saputa distinguere da chi faceva la lotta
Il sequestro delle mail ha permesso di conoscere le decisioni “politiche” armata, anche oggi deve dividere la propria
parte quel che hanno fatto e quel
che vogliono fare. pag. 14 z della Thyssen e ottenere la condanna dei vertici Caselli, Cannavò e Meletti pag. 4 - 5 z responsabilità da chi fa lotta politica con le sentenze.
La sinistra deve isolare certi pm come fece con le
Brigate rosse” (8.8.98), “Negli anni ‘70 c’era la volontà
di abbattere lo Stato borghese con l’uso della violenza.
BELGIO x La sinistra seppe distinguere la sua responsabilità da
CATTIVERIE quella delle Br. Spero che oggi faccia la stessa cosa nei
Condannato a 16 anni l’ad
ThyssenKrupp. Li sconterà
“Io vescovo confronti dei giudici giacobini” (17.3.99),
“Resisteremo ai colpi di giustizia, di piazza e di pistola
che non fanno parte della democrazia” (26.3.2002).
pedofilo,
in un carcere di minima
sicurezza Significativamente, la prima di queste frasi fu
www.spinoza.it pronunciata a commento dell’arresto del giudice

ma prete
Squillante, il cui nome era sul libro paga di B. e Previti
assieme a quello di Vittorio Metta (vedi alla voce
Mondadori). Per lui gli unici giudici buoni sono quelli

per sempre” corrotti: quelli onesti, quelli bravi sono una minaccia.
www.libera.it

Le parole Infatti, in un’altra occasione, li definì “pazzi,

antropologicamente diversi dal resto della razza
tra noi leggere umana”. Quelli sani prendono esempio da lui: fanno i
Stefano Disegni pag. VIIIz Roger Vangheluwe (FOTO LAPRESSE) Politi pag. 10 z delinquenti.
pagina 2

L’
IL TERRORISTA

altroieri i manifesti che chiedono rapporto tra le istituzioni dello Stato”. stravolgimento della verità”.
L’opposizione: “Via le Br dalle Procure”, ieri Mentre per Rosy Bindi non c’è dubbio: Sono dure le reazioni allo show del Caimano.
l’ennesimo attacco di Berlusconi “Suona come l’avallo del premier alla Per il leader Idv Antonio Di Pietro è
ai magistrati. Tanto che Enrico Letta, urla: vergognosa campagna di affissione a Milano. arrivato il momento che intervenga il
“Il premier mette “Il presidente del Consiglio usa l'insulto Si continua – spiega la presidente Pd – ad presidente Napolitano: “Un presidente del
ormai come unica arma di dialettica politica. alimentare lo scontro istituzionale e a Consiglio che, nell’esercizio delle sue funzioni,
Si occupa dei suoi problemi, insulta delegittimare un potere dello Stato, paragona la magistratura a un’associazione a
dinamite alle istituzioni l’opposizione e sabota con la dinamite il martellando i cittadini con un costante delinquere eversiva, non ha più titolo di

MAGISTRATI VITTIME DEL TERRORISMO

Mario Amato Vittorio Occorsio Riccardo Palma Girolamo Tartaglione Emilio Alessandrini Vittorio Bachelet Girolamo Minervini Guido Galli Francesco Coco
Muore il 23 giugno 1980. Luglio 1976, viene È il 14 febbraio 1978 Gli sparano sulle scale di Il 29 gennaio 1979 Il 12 febbraio 1980 Viene ucciso il 18 marzo Assassinato a Milano il Ucciso l’8 giugno 1976
Procuratore a Roma, era trivellato a Roma, quando viene massacrato casa il 10 ottobre 1978. viene ucciso il sostituto viene freddato subito 1980, esattamente il 19 marzo 1980 da un a Genova, su ordine
impegnato contro il dentro la sua macchina. dentro la sua automobile. Dirigeva gli Affari penali procuratore di Milano dopo la fine della sua giorno dopo la sua nomina commando di Prima di Renato Curcio. Con lui
terrorismo nero. Gli era Aveva indagato sul Sifar Raimondo Etro è stato al ministero della impegnato sulla strage lezione all’Università a Direttore generale degli Linea: per lui tre muoiono anche l’autista e
stata negata la scorta e su Piazza Fontana condannato a venti anni Giustizia di Piazza Fontana La Sapienza di Roma Istituti di Prevenzione colpi alla schiena l’agente di scorta

CAIMANO DA COMBATTIMENTO
Violento, sarcastico, volgare: un’ora di comizio di B. durante
il quale attacca la magistratura (“eversiva”) e l’opposizione
di Fabrizio d’Esposito fondito esame ho scoperto che che va dal “martire Craxi, leader perseguitano da 17 anni, a co- no, per non dire altro, da dare ad
la mia omosessualità è lesbica”. votato dalla gente accusato di minciare dal primo ribaltone fa- Agrama la metà di 21 milioni di
ne Cayman Show. In una tutto e di più” e dal pentapartito vorito da Scalfaro, “presidente di

O
sala minore, non la più
grande, del Palazzo dei
Congressi dell’Eur a Ro-
ma. Il Caimano cerca voluta-
mente il delirio e lo trova, osan-
nato da più di mille tra uomini,
donne e ragazzi che alla fine im-
pazziti lo trattengono per foto
ricordo e strette di mano, men-
tre gli altoparlanti mandano a
ritmo continuo Meno male che
Silvio che c’è. Roba da spaccare i
timpani. Ma spacca ancora di
più i timpani il comizio di un’ora
del Cavaliere, che trasforma
persino i suoi guai giudiziari in
barzellette; ammette che la pre-
Invoca una
“commissione
d’inchiesta
che verifichi
l’associazione
a delinquere
di certe toghe”
Il Caimano arriva alle 16 e 44 e si
commuove subito per l’acco-
glienza. Alle truppe brambillate
appare all’improvviso, sbucan-
do dal retro di un cartellone sul
palco “nudo” come piace a lui,
senza tavoli e sedie per la no-
menklatura. L’incipit è stalinia-
no, nel senso dell’autocritica per
il partito: “Chi occupa posizioni
di potere a livello locale e nazio-
nale ha chiuso le porte ai nuovi
entranti. Ma noi dobbiamo spa-
lancare le porte del Pdl a tutti”.
Il monologo contro i magistrati
“eversori” ed “eversivi” parte
dal ritornello classico berlusco-
niano contro “l’ideologia più di-
sumana e criminale della storia
dell’uomo”. Il comunismo, natu-
ralmente. B. scrive a suo uso e
consumo la storia italiana dell’ul-
timo ventennio, un Bignami ad
personam. Dal ‘93 a oggi, “abbia-
mo a che fare con una magistra-
tura che è permeata dalle idee
della sinistra e che si è messa in
campo per cambiare ciò che gli
italiani hanno deciso di fare con
il loro voto. In termini crudi si
chiama eversione: voler sostitui-
re a chi è al governo, mandatoci
dal voto degli italiani, chi voglio-
no invece loro”. Una parabola
fino a lui: “Pur di far male a Silvio
Berlusconi si rinuncia a far del
bene al paese”.
LA PLATEA APPLAUDE, si
alza in piedi e grida: “Assassini”,
“Golpisti” all’indirizzo dei pm
“eversori”, che sono anche “de-
linquenti” perché “bisogna ac-
certare se c’è un’associazione a
delinquere dei magistrati”. Il de-
lirio non dimentica l’onnipoten-
za: “Arriverò a 120 anni ma sono
mortale anch’io. E io sono il mor-
tale che ha avuto più processi
nella storia degli umani e degli
extraterrestri”. I magistrati lo
Ammette che
la prescrizione
breve è una
legge che “va
a favore di un
processo che
mi riguarda”
sinistra”. Tutto è di sinistra, dal
Quirinale alla Corte costituzio-
nale, dai tribunali al Csm. B. di-
fende persino Prodi: “I magistra-
ti di sinistra lo fecero cadere per-
ché Mastella aveva visto giusto
con la sua riforma della giusti-
zia”.
Poi l’ammissione sul processo
breve che lui chiama “europeo”.
Qui il Caimano riesce a cadere
ancora più in basso, quando
sbeffeggia, tra le risate della pla-
tea, le vittime di Viareggio e l’A-
quila. B. cambia voce e con tono
stridulo a mo’ di sfottò recita:
“Dicono ‘le vittime di Viareggio,
le vittime de L’Aquila, le vittime
di Cirio, le vittime di Parmalat’.
Tutte critiche senza senso del ri-
dicolo”.
Il Caimano è in forma e passa alle
storie dei processi Mills e diritti
Mediaset. Mills diventa uno “sfi-
gato” inglese che non spende i
soldi per fare bunga bunga e che
non sapeva come evadere i 600
mila dollari (“incassati dalla ven-
dita di due navi di un armatore
italiano”) della corruzione di
Previti. Sui diritti Mediaset e l’ac-
cusa di essere socio occulto di
Agrama: “Sarei stato così stupidi-
dollari per corrompere il mio ca-
po ufficio acquisti di Mediaset”.
Risultato: “Un presidente del
Consiglio deve essere tutelato,
non può essere distratto da baz-
zecole risalenti a 15 anni prima.
Abbiamo fatto il lodo Schifani, il
lodo Alfano, il legittimo impedi-
mento, con tempi lunghissimi in
Parlamento ma che la Corte co-
stituzionale ha bocciato e non
voglio dare un giudizio su quei
giudici”.
Ma B. oggi ha una fortuna: “Per la
prima volta, senza Fini e Casini,
dispongo di una maggioranza
che la pensa come me. Dobbia-
mo fare la riforma della giustizia,
la legge sulle intercettazioni an-
che se a volte varrebbe la pena
andare subito al voto. Ma io non
mollo e resisto per la libertà degli
italiani”. Il finale è dedicato al so-
lito discorso del ‘94 ormai ricic-
ciato in tutte le occasioni. Il Cai-
mano termina di parlare e scen-
de in platea. Poi risale, torna in-
dietro e si mette a stringere mani
chinandosi dal palco. Un agente
di scorta lo cintura per sicurez-
za. Davanti alle macerie di que-
sto discorso si resta “senza paro-
le, solo sdegno e sconcerto”, co-
me prende atto l’Anm.

scrizione breve è una legge ad Le indagini Ancora sconosciuti gli autori

personam, “è una norma che va
a favore di un processo che mi
riguarda”; e definisce tre volte
“eversivi” i magistrati. Il Caima-
no ormai è sempre più la cari-
Trovati e sequestrati i manifesti contro i pm
catura grottesca di se stesso e di Paola Zanca scorse settimane, infatti, sulla sua pagina Facebook erano com- libero, acquistabile da chiunque. Impossibile avere chiarimenti da
proprio per questo fa ancora parsi dei manifesti (“Riformare la giustizia è bene per tutti”) si- Palmieri: ieri - “è il compleanno di mia moglie e del Papa. Due guide
più paura.

IL PRETESTO del delirio è la

convention dell’ultima inven-
zione movimentista di Michela
Vittoria Brambilla: una sorta di
sindacato azzurro “per assistere
il cittadino”, dalla consulenza fi-
scale a quella legale. Titolo: “Al
servizio degli italiani”. Almeno,
in teoria. La realtà è un’altra: “Al
servizio di Silvio”. La ministra dai
capelli rossi prepara al Caro Lea-
der un’adunata di stampo nor-
dcoreano, tra cori, ovazioni e
slogan che raggiungono il cli-
max quando un uomo grida al
Sultano del bunga bunga: “Sei
anche bello”. B. si ferma e non si
trattiene: “In tutti noi c’è un 25
per cento di omosessualità. Ce
l’ho anche io, ma dopo un appro-
Adallattacchini e distributori. Sono loro che possono aiutare la Digos
di Milano a costruire il puzzle che porta alla “Associazione
parte della democrazia”. Ieri sera sono stati trovati e se-
questrati altri manifesti con la scritta “Via le Br dalle Procure”, ma
ancora non si è sciolto l’arcano su chi li abbia commissionati. Da
due giorni - negli ambienti politici, non in quelli giudiziari - l'in-
diziato numero uno è Antonio Palmieri. Deputato e responsabile
Internet del Pdl, da 18 anni organizza campagne elettorali per
Berlusconi. Che ci sia lui, si è scritto, dietro quelle affissioni? Nelle
I manifesti affissi a
Milano (FOTO EMBLEMA) .
Sotto, Antonio
Palmieri (FOTO LAPRESSE)
glati dalla stessa associazione che ha firmato l'ignobile attacco ai
magistrati milanesi. Palmieri va ripetendo di non saperne nulla:
semplicemente li ha visti in giro per Milano, li ha fotografati e
messi sul web, orgoglioso del fatto che ci fosse gente impegnata a
difendere il premier più imputato della storia. Ma a scavare a
fondo, la storia delle fotografie vacilla un po’. Su ilquadernoaz-
zurro.info, sito della galassia Pdl, quei poster – stessi colori, stessa
grafica, stessa firma di quelli sulle Br – ci sono dall'11 marzo scorso.
Le prime foto che li ritraggono per le strade di Milano portano la
data del giorno 14. Potrebbe trattarsi solo di una questione di tem-
pi. Palmieri e i suoi sono talmente attenti che hanno visto le af-
fissioni per primi. Ma quello che stupisce è la strana concordanza
di grafica con un altro manifesto, pubblicato il 10 febbraio sul sito
del Pdl: “La giustizia politica uccide la libertà”. Stessa grafica, stessi
colori, qui era diversa solo la firma: Popolo delle libertà.
Impossibile scoprire chi sia l'intestatario di ilquadernoazzur-
ro.info: il dominio è stato registrato il 28 ottobre 2010 in Arizona
dalla domainsbyproxy.com. Si tratta di società che vengono usate
per fornire copertura ai veri proprietari. Lo stesso Palmieri, in un'in-
tervista a Sky.it aveva spiegato che “il dominio ‘.it’ è intestato a
me”, ma “io scrivo ‘.info’ perché fa più fine dal punto di vista co-
municativo”. In realtà, a oggi, ilquadernoazzurro.it è un indirizzo
per me” - era irreperibile.
Di lui si può dire che per Berlusconi è disposto a tutto. Nel 2004 ha
messo a punto i festeggiamenti in pompa magna per i primi dieci
anni dalla sua “discesa in campo”. I 6x3 sui successi del governo
che servivano ad affrontare le Europee di quella primavera, per
Palmieri, furono una campagna “all'insegna del bon ton”, che
“parla al cervello e non alla pancia”. Tra le chicche, ricordiamo le
“grandi opere attivate per 93.000 miliardi di lire”. L'euro era in
vigore da due anni, ma noi, spiegava Palmieri, “abbiamo deciso di
indicare la cifra in lire perchè è la valuta a cui siamo più abituati”.
Un mese dopo, sempre all'insegna del bon ton, inaugurò la cam-
pagna “Caccia alle bufale on line”: sulla home page del sito di Forza
Italia il logo era una mozzarella con contorno di pomodorini, obiet-
tivo “depotenziare quell'esercito della menzogna sull'attività del
governo Berlusconi”. Sobria anche l'idea del “Credo laico di Forza
Italia” partorita a maggio dello stesso anno: organizzato per let-
ture, come la Bibbia, tratte dai discorsi di Silvio Berlusconi. E ancora
le immaginette da mettere “alla tua finestra o nel lunotto della tua
auto con l'invito a votare Berlusconi”. Il libro “L’amore vince sempre
sull’invidia e sull’odio”. Le mutande con la scritta “Ho pagato le
tasse di Prodi”. Tutte creazioni by Palmieri. Uno che parla al cer-
vello, non alla pancia.

rimanere al suo posto – dice Di Pietro – mi
auguro che intervenga il presidente della
Repubblica prima che si passi dalla farsa
berlusconiana alla tragedia mussoliniana”.
Se ieri infatti, il ministro della Giustizia
Angelino Alfano (rimasto in silenzio fino alle
4 del pomeriggio) è finalmente intervenuto
per stigmatizzare i manifesti di Milano (“Non
L’INTERVISTA Gerardo D’Ambrosio senatore del Pd
“Quei miei colleghi morti per lo Stato”
di Alessandro Ferrucci
ra Gerardo D’Ambrosio
OSenato.
siede in Parlamento, lato
“Ieri” era nel pool di
Mani Pulite, lo stesso osanna-
to dalla gente (“Per strada ci
fermavano per incoraggiar-
ci). “L’altroieri” era in prima
fila per combattere il terro-
rismo, “quando i colleghi
hanno dato la loro vita per
portare avanti una battaglia
decisiva”.
Eppure adesso in molti
non lo ricordano...
Il problema è che certa po-
litica approfitta dell’ignoran-
za della gente, dei più giovani
che non conoscono la storia
della Procura di Milano.
Cosa ha pensato quando
ha saputo del manifesto?
Un moto di ribellione, ho ri-
hanno alcuna giustificazione”, ha detto) nel Pdl
quelli che si dissociano con fermezza non sono
poi così tanti. Il ministro Ignazio La Russa
dice che quei manifesti “non mi sono piaciuti”,
ma Daniela Santanchè aggiunge che
effettivamente “il comportamento di alcuni
pm è sovversivo”.
Per Futuro e Libertà parla Italo Bocchino,
Silvio Berlusconi
. A destra,
(FOTO ANSA)
Carlo Federico
Grosso (FOTO ANSA)
pensato alla morte di Alessan-
drini per mano di Prima li-
nea, un gruppo armato in cer-
ca di credibilità verso le Bri-
gate Rosse. Oppure mi ricor-
do di Galli, ammazzato all’u-
niversità, con i codici in ma-
no. Poi il processo a Cur-
cio...
Cosa successe?
Bè, ne aveva uno Torino, ma
venne ucciso il presidente
del consiglio dell’Ordine de-
gli avvocati. Tutto per evitare
l’aula. Dietro c’era la solita
tecnica...
Quale?
Di revocare tutti i difensori di
fiducia, poi si minacciavano
quelli d’ufficio, così spaven-
tato da rinunciare a loro vol-
ta. Così fu nominato il pre-
sidente del consiglio dell’Or-
dine che coraggiosamente si
“Intimidisce i giudici
Così crolla la democrazia”
CARLO FEDERICO GROSSO: “SONO ALLIBITO,
LA MINACCIA AI MAGISTRATI È INTOLLERABILE”
di Beatrice Borromeo
er il professor Carlo Fe-
P derico Grosso, uno dei
più celebri avvocati
penalisti italiani, le ac-
cuse sempre più violente del
governo alla magistratura so-
no “attacchi ai principi car-
dine dello stato di diritto,
che colpiscono ogni giorno
la democrazia. Che, a questo
punto, sta per crollare”.
Professor Grosso, come
ha reagito vedendo i ma-
nifesti con su scritto “Via
le Br dai tribunali”?
Sono allibito, è un atto ver-
gognoso. Minacciare così i
magistrati è intollerabile. So-
prattutto perché proprio lo-
ro sono stati vittime dei bri-
gatisti: penso tra gli altri a
Guido Galli e a Emilio Ales-
presentò. Gli fu fatale. Non
solo, fu anche impossibile
formare una giuria.
A Milano andò differente-
mente...
Sì, qui Curcio aveva un pro-
cesso per tentato omicidio, e
trovò sulla sua strada un ma-
gistrato giovanissimo che ac-
cettò l’accusa: Armando Spa-
taro. Per questo giudico ver-
gognoso questo attacco. Ma
c’è un però.
Prego...
Che siamo al momento mas-
simo di delegittimazione del-
la magistratura. Vede, la pro-
cura fa il proprio dovere, non
è un organo giudicante, ma di
accusa, e ha fatto bene il pm
Di Pasquale a dire “non faccio
battute ma il mio mestiere”.
Una risposta data in faccia
a un presidente del Consi-
IL TERRORISTA
secondo il quale “sarebbe grave se il ministero
dell’Interno non avviasse subito delle indagini
per accertare nomi e cognomi dei
responsabili”. Lui un’idea se l’è fatta: “Non ci
vuole un mago per capire da dove vengano
quei manifesti”, ha detto il finiano. La
segretaria della Cgil Susanna Camusso ha
tenuto invece a “esprimere un messaggio forte
sandrini, assassinati da un
commando di Prima linea
proprio a Milano.
Il ministro della Giustizia
Alfano si è dissociato dai
manifesti solo ieri, dopo
oltre un giorno di silen-
zio.
Alfano è lo stesso che ha
messo il suo nome su una
legge dichiarata incostitu-
zionale dalla Consulta. An-
che quando parla tempesti-
vamente, spesso lo fa a spro-
posito. Dunque non mi stu-
pisco più né per ciò che di-
chiara né tanto meno per i
suoi silenzi.
Ieri Berlusconi ha ribadi-
to che la magistratura è
eversiva. E altri due espo-
nenti del Pdl, Maurizio
Gasparri e Gaetano Qua-
gliariello, hanno invocato
glio sempre più protagoni-
sta di attacchi e invettive
verso i giudici milanesi.
L’obiettivo è intimidire chi
deve giudicare, della serie: at-
tenzione a quello che fate.
Nei suoi anni in Procura,
ha mai vissuto un clima
del genere?
No. Assolutamente. Certo,
anche allora si è tentato di
mettere in piedi una campa-
gna di delegittimazione, ma il
Parlamento ha fatto da argine
e la gente si è messa di tra-
verso in nostra difesa.
Mentre ora la claque viene
fuori a inneggiare un im-
putato...
Questo non mi interessa. Ciò
che mi preoccupa è l’impu-
tato che si mette in piedi sul
predellino a inneggiare alla
folla.
di solidarietà ai magistrati. Quel manifesto - ha
spiegato - parla di un’emergenza democratica
nel Paese, frutto anche dell’uso delle battute
di chi ci governa”. Non entra nel merito della
polemica il segretario Pd Pierluigi Bersani
che ricorda solo che “sconfiggere il populismo
è un’esigenza nazionale” perchè il “Paese
rotola in basso”.
sanzioni contro i pm di
Milano. La preoccupa il
clima che si sta creando?
Certo. Si tratta di iniziative
assolutamente intimidato-
rie, deprecabili.
Lei è firmatario di un ap-
pello scritto dal professor
Giorgio Marinucci contro
la prescrizione breve. La
definite “uno sfregio al
principio di uguaglianza
davanti alla legge”.
La prescrizione breve è pa-
lesemente incostituzionale,
viola l'articolo 3 della Carta.
Infatti fa dipendere il tempo
necessario per estinguere il
reato non dalla gravità del
crimine commesso, ma dalle
qualità personali.
Cosa c'è di sbagliato se un
incensurato riceve un
trattamento privilegiato
“Il processo
breve serve
a punire le toghe
E la norma Paniz
è da regime
e pure
incostituzionale”
rispetto a un recidivo?
Facciamo un esempio: c'è
un incensurato che compie
una truffa gravissima, per
miliardi di euro, alla Bernie
Madoff. Poi c'è un pregiudi-
cato che, recidivo, ruba un
portafogli con dentro pochi
centesimi. Ci sarà molto me-
no tempo per celebrare il
processo del nostro Madoff,
che probabilmente verrà
prescritto, rispetto al pro-
cesso per il furtarello. E poi
c'è da fare una considerazio-
ne storica.
Quale?
Il diritto penale “d'autore”,
in contrapposizione a quello
del reato, è tipico dei sistemi
autoritari. Solo lì si selezio-
nava la gravità della respon-
sabilità penale in base al sog-
getto, alla personalità, maga-
ri alla categoria sociale inve-
ce che basandosi su ciò che
avevano fatto. I liberali inve-
ce sanzionano consideran-
do la gravità dell'offesa. Que-
sta selezione della durata
della prescrizione in rappor-
to al tipo di autore era già
stata realizzata dalla ex Ci-
rielli. La norma Paniz peg-
giora le cose.
Ma la prescrizione breve,
minimizza il governo, ac-
corcerà i processi soltan-
to di qualche mese.
Sarà un incentivo a delinque-
Domenica 17 aprile 2011
re. Ed è dannosa proprio
perché si innesta sull’incre-
dibile ex Cirielli, che ha già
dimezzato i termini di pre-
scrizione. Diminuirli ancora
è gravissimo, e inciderà so-
prattutto sui reati di media
portata, che si estinguono
dopo 7 anni e mezzo: toglie-
re 6 mesi è tanto, e sui reati
come la corruzione avrà un
effetto devastante. Anche
perché si tratta di crimini
che spesso si scoprono alcu-
ni anni dopo che sono stati
commessi.
Tra le leggi ad personam
ritiene più grave la pre-
scrizione breve o il pro-
cesso breve?
Servono a esaudire due de-
sideri diversi. La prescrizio-
ne breve blocca il processo
Mills prima di una condanna
di primo grado, e l'effetto ge-
nerale sarà un incentivo a
delinquere. Mentre il pro-
cesso breve, per com’era
stato pensato all’inizio, era
demenziale: poneva blocchi
rigidi sulla durata massima
del primo, secondo e terzo
grado di giudizio. Se non ve-
nivano rispettati, si cancel-
lava il processo, qualunque
fosse la gravità del reato con-
testato.
Nella versione approvata,
invece, se non si rispetta-
no i limiti imposti il pro-
cesso può continuare lo
stesso.
C’è però un particolare mol-
to preoccupante: hanno
previsto che se il giudice,
per esempio in appello, su-
pera i rigidi tempi previsti, il
capo del suo ufficio deve co-
municarlo al Guardasigilli e
al procuratore generale del-
la Cassazione. Cioè ai due ti-
tolari dell'azione disciplina-
re.
Quindi sarà Alfano a deci-
dere se punire o meno il
magistrato?
Esatto. Hanno trovato un
modo per dare al governo
più poteri nella lotta ai ma-
gistrati. Prendiamo un pro-
cesso per aggiotaggio: basta
che vengano chieste 4 o 5
perizie e sicuramente si sfo-
reranno i tre anni previsti
per il primo grado di giudi-
zio. Il giudice, anche se del
tutto incolpevole, può esse-
re sottoposto ad azione di-
sciplinare, a discrezione del
ministro. È uno dei tanti mo-
di per intimidire la magistra-
tura.
Come se ne esce secondo
lei?
Ci vorrebbero nuove elezio-
ni e una maggioranza di ita-
liani che, avendo capito la
situazione, scegliesse una
classe politica all'altezza del
compito di governo. Così da
riportare il Paese a un livello
di civiltà.
pagina 4

N
STRAGE DI FABBRICA

ella serata di venerdì, la Corte
Accolte le richieste d’Assise di Torino ha accolto le
richieste dell'accusa condannando
l’amministratore delegato della ThyssenKrupp
dell’accusa, multata Herald Espenhahn per dolo eventuale per i sette
morti del rogo del 2007, nello stabilimento
torinese dell’impresa tedesca. Espenhahn è
anche la società stato condannato a 16 anni e mezzo di
reclusione. Richieste dei pm accolte anche per
gli imputati Marco Pucci, Gerald Priegnitz,
Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri, tutti
condannati a 13 anni e mezzo di reclusione. Per
Daniele Moroni la pena è stata di 10 anni e 10
mesi, superiore ai nove anni richiesti dall'accusa.
La società ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni
Spa, chiamata in causa come responsabile civile,
è stata condannata al pagamento della sanzione
di 1 milione di euro, all'esclusione da
agevolazioni e sussidi pubblici per 6 mesi, al
divieto di pubblicizzare i suoi prodotti per sei
mesi, alla confisca di 800mila euro, con la
pubblicazione della sentenza sui quotidiani
nazionali La Stampa, La Repubblica e il Corriere
della Sera.

“CON LA SENTENZA THYSSEN SVANISCE

IL SENSO DI IMPUNITÀ PER LE AZIENDE”
Il pm Raffaele Guariniello spiega come ha ottenuto
la condanna dell’ad Harald Espenhahn per omicidio volontario
di Stefano Caselli mentazione. Noi siamo andati d’assise e devo riconoscere Ci vuole molta prudenza. Di-
Torino a prendercela. Solo così pos- che ero molto scettico sul fat- ciamo che niente dovrebbe
sono emergere eventuali scel- to che sentenze di tale impor- più essere come prima, nel
applauso liberatorio dei te imprenditoriali in contra- tanza fossero affidate, oltre ai senso che a fronte di politiche

L’ parenti delle sette vitti-

me, della Thyssen-
Krupp al termine della
lettura della sentenza, era ri-
volto anche a lui, a Raffaele
Guariniello, 70 anni. Il procu-
ratore dal temperamento sa-
baudo che più sabaudo non si
può, ma che venerdì era visi-
bilmente soddisfatto, forse
anche emozionato. Chi un
tempo, non amandolo trop-
po, lo accusava velatamente
di aprire molte inchieste e di
chiuderne poche, ora dovrà
definitivamente ricredersi.
Dottor Guariniello, ancora
ieri quasi nessuno credeva
che la Corte d’assise vi
avrebbe dato ragione. Per-
cepivate questo pessimi-
smo?
Ricordo quando il gup France-
sco Gianfrotta emise il decre-
to di rinvio a giudizio. Il gior-
no dopo lessi sul Corriere della
Sera l’intervista di un esperto
di diritto del lavoro che liqui-
dava l’imputazione per dolo
eventuale come una “trovata
pubblicitaria”, specificando
però “di non conoscere gli at-
ti”. Ero rimasto un po’ sorpre-
so, perché conoscere gli atti è
l’unica cosa importante.
Quando si parla di processi
non si possono fare discorsi in
astratto. Il dolo eventuale non
ce lo siamo mica inventati noi,
esiste da quando c’è il codice
penale. In Cassazione abbia-
mo trovato più di 40 sentenze
di condanna con questa impu-
tazione. Il problema è che il
dolo eventuale non era mai
stato contestato in materia di
infortunistica sul lavoro.
Per quale motivo?
È molto semplice, non sono
mai stati fatti accertamenti tali
da individuare gli elementi di
prova necessari per configu-
rare il dolo eventuale. Il gior-
no dopo la strage abbiamo
aperto un fascicolo per omi-
cidio colposo, poi, indagan-
do, abbiamo fatto delle per-
quisizioni, siamo entrati nei
computer dell’azienda e ab-
biamo intercettato le email
che si scambiavano i dirigen-
ti.
E avete trovato il famoso
“from Turin”…
Esatto, “da Torino”. La dimo-
strazione, secondo noi, che
l’investimento sulla messa in
sicurezza della linea 5 che
esplose la notte tra il 5 e il 6
dicembre del 2006 era stato
volutamente posticipato al
trasferimento, già deciso, del-
la stessa dallo stabilimento To-
rino a quello di Terni. La gra-
vità del fatto è venuta fuori co-
sì, entrando in quello che noi
chiamiamo “il foro interno
dell’azienda”, quello dove si
prendono le decisioni “politi-
che”. In passato, in indagini di
questo genere, ci si limitava a
chiedere alle aziende la docu-
sto con la tutela della salute e
della sicurezza dei lavoratori.
Il giorno dopo la sentenza è
tutto un coro trasversale di
soddisfazione, la stupisce?
giudici togati, anche a perso-
ne che – per ragioni professio-
nali – non hanno la necessaria
preparazione tecnica. Invece
no è così, la giuria popolare
aziendali che fanno sconti sul-
la sicurezza, il rischio di scon-
tare pene gravose può essere
una svolta. Fino ad oggi, non
essendo mai emerse situazio-
Non saprei. Certo mi ha molto immette energie e linfa nuova ni come quella della Thyssen,
colpito la convergenza tra il alla giustizia. È un fatto che oppure perché ii processi si
sentimento popolare che si merita di essere approfondi- sono troppo spesso fatti con
respirava in aula e la presenza to. molta lentezza o addirittura
dei giudici popolari. Non mi Molti dicono “niente sarà non si sono fatti, le sanzioni
era mai capitato di sostenere più come prima”. È davve- rischiavano di essere delle gri-
l’accusa di fronte alla Corte ro così? da manzoniane. Processi inci-
UMBRIA OLII I familiari delle vittime:
“Questo giudizio sia da esempio”
he la sentenza di Torino possa essere un zione dei fatti nel silos oltre all’ olio di oliva,
“C esempio da applicare a tutti gli infortu-
ni sul lavoro. Perché si conoscano i respon-
c’era anche etanolo – altamente infiamma-
bile – e che ha provocato l’incendio. L’ azien-
sabili degli incidenti e che vengano stabilite da avrebbe però omesso di informare i lavo-
le colpe. Noi qui siamo ancora in alto mare: ratori che stavano facendo manutenzione. Il pm torinese, Raffaele Guariniello, che ha condotto l’accusa al processo Thyssen (FOTO LAPRESSE)
sono passati cinque anni ma ancora non sap- Del Papa inizialmente aveva risposto chie-
piamo chi abbia sbagliato. Chiunque sia sta- dendo ai familiari dei lavoratori morti un ri- sivi e veloci possono invece quella d’appello sono passati
to è giusto che paghi”. sarcimento di 35 milioni di euro, lo stesso sradicare il senso d’impunità oltre quattro anni. Questo è
Sono le parole di Antonio Coletti (operaio di amministratore delegato aveva ricusato il generale. Le norme ci sono, e inaccettabile.
una ditta esterna all’interno della Thyssen di gip e denunciato l’assicurazione che aveva- sono efficaci. L’importante, Chiuso il processo per la
Terni) fratello di Giuseppe (48 anni) vittima liquidato gli eredi dei quattro uomini morti però, è che la magistratura av- strage della ThyssenKrupp,
insieme a Maurizio Manili (42 anni), Tullio carbonizzati. Poi le responsabilità sono state verta la necessità di fare i pro- si riapre quello per le morti
Mottini (46 anni) e Vladimir Todher (32 an- scaricate sull’unico sopravvissuto, il gruista, cessi in tempi brevi. La scorsa dell’Eternit. Venerdì tra il
ni) del rogo della Umbria Olii di Campello Claudio Demiri. settimana, in Cassazione, ho pubblico c’era anche una
sul Clitunno avvenuto il 25 novembre 2006. Il processo è iniziato nel 2009: di questi gior- trovato il fascicolo sull’incen- delegazione dell’Associa-
Per quella tragedia al momento è imputato ni poi è la notizia dell’ ipotesi di una super- dio dell’azienda tessile “Petti- zione vittime dell’amianto.
l’amministratore delegato Giorgio Del Papa; perizia. Secondo il difensore di Del Papa in- natura italiana” di Vignano Certo, anche se si tratta di due
l’ accusa è di omicidio colposo plurimo, di- fatti sarebbe necessaria una valutazione al di Biellese del gennaio 2001, che procedimenti un po’ diversi.
sastro colposo e violazione delle norme per sopra delle parti rispetto alle perizie effet- causò la morte di tre lavora- Diversa è l’imputazione e di-
la sicurezza sul lavoro con l’aggravante della tuate fino ad oggi dai consulenti. tori e il ferimento grave di altri versa è la fattispecie: una ri-
previsione dell’evento. Secondo la ricostru- Elisabetta Reguitti cinque. Ebbene, tutto è finito guarda un fatto avvenuto in
in prescrizione, perché tra la pochi secondi, l’altra una si-
sentenza di primo grado e tuazione che si è protratta nel
Ora i manager sanno cosa rischiano
Il tempismo decisivo delle perquisizioni
di Giorgio Meletti mobilista ubriaco, ma ancora Anche su questo punto Guari- nistratore delegato Harald Infine c'è la questione della
manca la clamorosa sentenza niello sembra destinato a fare Espenhahn ha praticamente pena accessoria che esclude
è un evidente aspetto sim- esemplare. scuola. Appena accaduto l'in- firmato la propria condanna a per sei mesi la Thyssen dalle
C’ bolico ed emotivo nella
condanna a 16 anni e mezzo di
Il pubblico ministero torinese
Raffaele Guariniello invece ha
cidente alla ThyssenKrupp di
Torino ha ordinato un fulmi-
16 anni e mezzo, ordinando,
per un risparmio di 800 mila
sovvenzioni pubbliche. In un
singolare teatro dell'assurdo,
carcere di un amministratore ottenuto la sua sentenza per la neo e massiccio sequestro di euro, il rinvio dell'installazio- che vede i politici torinesi in-
delegato come responsabile morte in fabbrica, che d'ora in documenti negli uffici del co- ne di quel sistema automatico neggiare alla sentenza esem-
di morti in fabbrica. Ma la svol- poi farà pendere sugli impren- losso siderurgico tedesco, in antincendio che avrebbe sal- plare e quelli umbri protestare
ta costituita dalla sentenza ditori, gli amministratori e i varie città. In questo modo, vato i sette operai. per la sua eccessiva severità,
Thyssen va oltre. manager delle società una mi- pur essendo partiti per una I manager dovranno dunque da Terni si levano voci di pro-
Ci sono aspetti meno simboli- naccia giudiziaria moltiplica- “normale” inchiesta per omi- imparare a scrivere meno che testa per una misura che sem-
ci e più pratici che imprese e ta: intanto con pene così in cidio colposo, gli inquirenti possono, oppure a stare più at- bra penalizzare, almeno in
sindacati, magistrati e avvoca- prigione si va e ci si resta per hanno inciampato quasi per tenti a quello che fanno e a cal- prospettiva, i lavoratori più
ti da oggi dovranno tenere pre- anni, e in ogni caso basta la so- caso nella mail con cui l'ammi- colare bene le possibili conse- che l'impresa. Su questo è fa-
senti, grazie a un salto di qua- la accusa a portare il caso da- guenze di ogni decisione. I cile prevedere una discussio-
lità consentito dall'ampiezza vanti a una Corte d'assise, do- magistrati dovranno imparare ne molto accesa.
della strage torinese. Con un
solo decesso, o addirittura
ve una giuria popolare può im-
porsi, eventualmente, sull'o-
La “normale” invece che quando c'è un mor-
to sul lavoro bisogna catapul-
Con un po' di lungimiranza si
potrebbe capire facilmente
con tre, come nel processo a
carico della Saras in corso a Ca-
rientamento dei giudici toga-
ti. La giurisprudenza evolve
indagine per tare la polizia giudiziaria negli
uffici dell'azienda coinvolta. E
che una sentenza come quella
di Torino consente ai lavorato-
gliari, sarebbe stato più com-
plicato individuare gli ele-
nel tempo: non ci sarà da stu-
pirsi se la sentenza Thyssen
omicidio colposo anche ad accelerare al massi-
mo gli interrogatori dei fun-
ri, ai loro sindacati e anche agli
stessi politici locali di preten-
menti per arrivare a un verdet- provocherà nei prossimi anni zionari aziendali, visto che il dere più incisivi poteri di con-
to come quello della Corte una sorta di inflazione nelle ha permesso caso Thyssen ci propone an- trollo e censura sulla gestione
d'assise di Torino pene, una maggiore severità che il caso sconcertante dei della sicurezza in fabbrica.
Il primo aspetto da capire ri- dei giudici. Cavarsela con 18 di sequestrare quattro testimoni che saranno Proprio perché in caso di in-
guarda il riconoscimento del mesi e la condizionale diven- perseguiti per essere stati sco- cidente, oltre ai lavoratori che
“dolo eventuale” e quindi del- terà più complicato. subito le email vati a dire il falso o a ritrattare perdono la vita, ci sarebbero
l'omicidio volontario. Se ne Il secondo punto riguarda la dopo aver concertato con im- tutti gli altri che si giocano, in
parlava da tempo per l'auto- conduzione delle indagini. dei dirigenti putati o loro avvocati. casi estremi, la stessa azienda.
 Domenica 17 aprile 2011

E
STRAGE DI FABBRICA

ra l’una e mezza del 6 dicembre
Le denunce dei 2007 quando è scoppiato l’incendio
all’acciaieria ThyssenKrupp di
Torino. Da una vasca fuoriesce una quantità di olio
dipendenti inascoltate bollente in pressione, che in pochi attimi sviluppa un
incendio. Non è la prima volta che accade: un
episodio simile, senza vittime, si era già verificato.
prima del rogo Ma questa volta le fiamme, alte fino a dieci metri,
sono montate a causa della fuoriuscita di olio
bollente che serviva per raffreddare i laminati. In
giro non c’era neanche un estintore e non era il
primo incidente. Non solo c’era stato in fabbrica un
altro incendio quattro giorni prima, ma un operaio
della Thyssen, Carlo Marrapoddi, aveva anche
comunicato ai vertici dei continui rischi che
correvano, degli incidenti frequenti e aveva chiesto
che venissero prese precauzioni. La risposta:
“Mandi un fax”. Uno dopo l’altro, sette operai che
quella notte d’inverno lavoravano sulla linea 5
dell’acciaieria, sono morti per le ustioni: solo
Antonio Schiavone perde la vita immediatamente.
Lo seguono Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno
Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e, 24 giorni
dopo, muore anche Giuseppe Demasi.

L’azienda Il ministro Sacconi Il segretario Camusso, Cgil

“La condanna del Dr. “Questa tragedia impone “È una sentenza diversa: si
Espenhahn in primo grado una più efficace azione introduce il dolo, significa
per omicidio con dolo preventiva perché anche la che c’è un comportamento
eventuale è per la sentenza più rigorosa non che determina non
ThyssenKrupp può compensare la perdita solamente l’assenza
incomprensibile” di vite umane”
di prevenzione”

SENZA LAVORO GLI

OPERAI CHE HANNO
SFIDATO L’AZIENDA
LA FIOM: CHI SI È COSTITUITO PARTE CIVILE
AL PROCESSO È RIMASTO DISOCCUPATO
Torino Giuseppe bruciati vivi sulla linea ThyssenKrupp” – è avvenuta an- toso, come avvenuto per altri col-
5 la notte del 6 dicembre 2007, è che grazie al Comune di Torino, leghi”. Oltre alle pene individuali
essuna vittoria risarcirà che si è reso responsabile della ri- per l’amministratore delegato Ha-

tempo; uno è un tipico caso di
infortunio sul lavoro, l’altro
ha a che fare con le malattie
professionali, per quanto ad
essersi ammalati, soprattutto
negli ultimi anni, sono perso-
ne che non hanno mai messo
piede in uno stabilimento do-
ve si lavorava l’amianto. La
Thyssen è stata una tragedia in
fabbrica, l’Eternit è una trage-
dia anche per la popolazione.
Che tempi prevede?
A metà giugno inizieremo la
requisitoria, la sentenza do-
vrebbe arrivare tra settembre
e ottobre, credo.
22 LAVORATORI RICOVERATI PER L’H2S
“I GAS DELL’ENI INTOSSICANO LA BASILICATA”
di Salvatore Cannavò
Manifestanti davanti alla
Thyssen nel primo anniversario
della tragedia, 2008 (FOTO EMBLEMA)
zionale energetica e che rende
alla regione diversi milioni di
N
mai del dolore, eppure è
stata una serata se non di
festa, almeno di sollievo.
Assieme ai parenti delle vittime
della ThyssenKrupp, venerdì se-
ra in aula, a Torino erano presenti
anche delegazioni dell’associa-
zione vittime della strage di Via-
reggio e delle vittime dell’amian-
to e perfino una kefiah listata a
lutto in ricordo di Vittorio Arri-
goni. Un abbraccio ideale, per
un’idea di giustizia che va oltre il
caso specifico del processo. Ep-
pure, non tutti sono soddisfatti.
LA STORIA recente dell’ac-
ciaieria ThyssenKrupp di Torino
non è soltanto quella di Antonio,
Roberto, Bruno, Rocco, Rosario e
tare Elisabetta Zamparutti, met-
tono in evidenza un secondo
anche quella dei colleghi rimasti
senza lavoro. Una diaspora di cui è
difficile fare una mappa: chi è sta-
to ricollocato, chi ha trovato un al-
tro lavoro, chi è in cassa integra-
zione, chi si è trasferito a Terni. I
più scontenti sono gli operai co-
stituitisi parte civile al processo,
48 in tutto, che non hanno mai fir-
mato nessuna conciliazione con
l’azienda. Tra loro c’è Ciro Argen-
tino, ex delegato Fiom: “Quindici
operai tra quelli costituitisi parte
civile – racconta argentino – sono
ancora senza lavoro. E questa di-
scriminazione è dovuta proprio al
loro comportamento nel proces-
so”. E nel mirino non c’è solo l’a-
zienda: “Questa discriminazione
– si legge in una lettera aperta ai
candidati sindaco firmato “operai
molto superiore ai 10-100
ppm”.
collocazione di decine di operai rald Epenhahn e per i cinque di-
in Amiat, ma nessuno costituito rigenti, la corte d’assise di Torino
parte civile. Il nostro obiettivo era ha condannato la multinazionale
e rimane un lavoro sicuro e digni- tedesca a versare 973.300 euro al-
la Regione Piemonte per danni pa-
trimoniali e non patrimoniali, 500
Il sindacato mila alla Provincia di Torino e, a
titolo di provvisionale immediata-
chiede che mente esecutiva, un milione al
Comune di Torino.
il Comune I SINDACATI che si sono costi-
tuiti parte civile (Fim-Cisl,
usi i soldi dei Fiom-Cgil, Uilm-Uil e Flmu-Cub)
hanno ottenuto centomila euro
risarcimenti per ciascuno come liquidazione del
danno non patrimoniale. L’asso-
aiutarli a trovare ciazione Medicina Democratica ri-
ceverà una provvisionale di 100
un posto mila euro. L’unico sopravvissuto al
rogo, Antonio Boccuzzi, (oggi par-
lamentare del Pd) avrà una provvi-
sionale di 50 mila euro per il danno
non patrimoniale. Gli operai pre-
senti la sera dell’incidente, molti
dei quali hanno patito danni psico-
logici “simili a quelli dei militari re-
duci dal Vietnam”, riceveranno
somme variabili fra i 77 mila e i 237
mila euro. Una cifra più bassa (dai

SschiaiThyssen
muore sul lavoro, come alla
o alla Saras, ma si ri-
anche intorno ai luoghi di
lavoro. Alla Saras di Cagliari l'i-
drogeno solforato (H2S) ha uc-
ciso ancora una volta un ope-
raio. E l'H2S spaventa anche gli
abitanti della Val d'Agri, la bella
valle lucana piena di petrolio
che da tempo è di fatto nelle ma-
ni dell'Eni. Lo scorso 5 aprile,
infatti, 22 operai della Elbe Sud
di Viggiano, 150 metri dal Cen-
tro Oli dell'Eni, sono rimasti in-
tossicati per le esalazioni di
idrogeno solforato. I 22 sono
stati ricoverati con gli stessi sin-
tomi: bruciore agli occhi, nau-
sea, vomito, dolori vari ma so-
prattutto quel maledetto odore
di uova marce fin dentro la te-
sta: il caratteristico odore del-
l'H2S. Il gas tossico è prodotto
dalla lavorazione del petrolio e
dei suoi derivati e al Centro Oli
di Viggiano si ammassano gli ol-
tre 100 mila barili estratti ogni
giorno dai pozzi della multina-
euro (il 7% del valore della pro-
duzione portato al 10% dal mi-
nistro Giulio Tremonti che in-
cassa la differenza).
L’ENI HA SMENTITO il rila-
scio dell'idrogeno, ma le prime
conferme giungono invece dalla
commissione d'inchiesta alla
Regione Basilicata che ha appu-
rato, dopo aver consultato le
cartelle cliniche degli operai ri-
coverati, l'irritazione delle vie
aree. Le centraline fisse dell'A-
genzia per la protezione dell'am-
biente a ridosso dell'area sospet-
ta hanno rilevato un aumento
delle concentrazioni di H2S. Il 5
aprile, il livello di idrogeno sol-
forato ha oscillato tra i 2,2 e i 2,7
microgrammi per metro cubo a
fronte di una media giornaliera
che non aveva mai sforato lo
0,5.
I Radicali Italiani, sia con il loro
consigliere regionale Maurizio
Bolognetti – molto attivo sulla
vicenda – che con la parlamen-
aspetto della vicenda. “L’Orga-
nizzazione mondiale della sanità
– sottolinea nell'interrogazione
parlamentare presentata il 13
aprile la deputata radicale – sta-
bilisce che le emissioni di H2S
non debbano superare i 0,005
ppm (parti per milioni) mentre,
in Italia, alle società minerarie
(Centro olio Eni di Viggiano
compreso), vengono concesse
emissioni 6 mila volte superiori,
fino a 30 ppm”. Secondo gli stu-
di della ricercatrice Maria Rita
D’Orsogna (esperta di inquina-
mento da idrocarburi e docente
di fisica all’Università statale del-
la California) gli effetti clinici
(vomito e malesseri diffusi) ma-
nifestati dai lavoratori della Elbe,
avvengono solitamente a con-
centrazioni intorno ai 10-100
ppm. Ma, continua l'interroga-
zione parlamentare, “per intos-
sicare a 150 metri di distanza, la
fuoriuscita di particelle, sul luo-
go della perdita all’interno del
Centro olio deve essere stata di
Il problema, sostengono le orga-
nizzazioni ambientaliste, è che
le rilevazioni ufficiali non sono
del tutto attendibili. È da tempo
che l'Organizzazione lucana am-
bientalista (Ola) denuncia la ca-
renza di centraline di monito-
raggio intorno al Centro olio e
Wwf lamenta che nell'accordo
siglato nel 1999 tra Regione e
Eni non siano mai stati applicati i
punti su monitoraggio ambien-
tale e sistemi di sicurezza.
LE PREOCCUPAZIONI dei
cittadini e delle associazioni so-
no destinate ad aumentare per la
decisione regionale di consenti-
re all’Eni un raddoppio delle
quantità di petrolio estraibile
con i conseguenti rischi aggiun-
tivi per la salute. L'Eni ha previ-
sto l'aumento della produzione
del greggio che passerebbe da-
gli attuali 80 mila barili/giorno
ad oltre 170 mila con un amplia-
mento del Centro olio di Viggia-
no. La Regione non ha dato il via
Il centro olio dell’Eni a Viggiano (FOTO ANSA)
libera definitivo, chiede maggio-
ri compensazioni in termini di
posti di lavoro e di servizi sociali.
Ma è già prevista una nuova at-
tività estrattiva, con la produzio-
ne di circa 50 mila barili al gior-
no, nella località Tempa Rossa,
stavolta a opera della francese
Total. Già dal rapporto “Basilica-
ta Sanità” del 2000 si rilevarono
patologie cardio-respiratorie in
Val d'Agri intorno al 44%, contro
un 19% tra i cittadini nel resto
della regione. Dice ancora Bolo-
gnetti: “Gli interessi dell’Eni,
della Total e della Shell mal si
conciliano con la tutela della sa-
lute, dell’ambiente e delle pre-
ziose risorse idriche lucane. La
Commissione d’inchiesta la si
faccia per indagare a fondo sui
danni prodotti dalle estrazioni”.
30 ai 50 mila euro) agli operai parti
lese perchè “costretti a lavorare in
un stabilimento che versava in
condizioni di abbandono”.
“Non si può certo dire che man-
chino i soldi – commenta Argen-
tino – Come detto, tra i lavoratori
costituitisi parte civile, c’è ancora
chi è in attesa di lavoro nonostante
un accordo siglato tra Azienda ed
Enti locali. Per questo chiediamo
che i circa 2,4 milioni di euro ot-
tenuti a titolo di risarcimento da
Regione, Provincia e Comune ven-
gano destinati per l’applicazione
di misure concrete d’urgenza per
la ricollocazione e la creazione di
nuovi posti di lavoro per tutti i la-
voratori che, come noi, hanno su-
bito ingiustizie e licenziamenti. È
solo una questione di volontà po-
litica, come già accaduto per altri
nostri ex colleghi (nessuno costi-
tuitosi parte civile) assunti nelle
aziende municipalizzate Smat e
Amiat (acquedotto e smaltimento
rifiuti, ndr)”.
Ste. Cas.
pagina 6
Statali e private
Ecco come funziona
il sistema in Italia
A LEZIONE DA B.
“FUGGITE DALLA
SCUOLA PUBBLICA”
Nuovo spot per l’istruzione cattolica
Il 19 aprile studenti in piazza
di Caterina Perniconi
versivi, istigatori, comu-
E nisti. E da evitare. Gli in-
segnanti delle scuole
pubbliche vanno ferma-
ti, parola di Silvio Berlusconi.
Ieri il premier è tornato all’at-
tacco dell’istituzione educati-
va dello Stato, in due occasio-
ni. La mattina, in un messag-
gio all’Associazione delle
mamme riunite a Padova, ha
detto che “i genitori al giorno
d’oggi possono scegliere libe-
ramente quale educazione da-
re ai loro figli e sottrarli a que-
gli insegnamenti di sinistra
che nella scuola pubblica in-
culcano ideologie e valori di-
versi dal quelli della fami-
glia”.
Nel pomeriggio, invece, al
meeting Pdl, ha specificato
che “se una famiglia senza sol-
di manda i figli alla scuola pub-
blica e malauguratamente tro-
vano dei professori di sinistra,
deve avere la possibilità di
mandarli a una scuola cattoli-
ca privata”.
LA VOLATA verso la reden-
zione dallo scandalo Ruby
sembra cominciata. Quindi via
libera ai bonus scuola per fre-
quentare istituti privati, prefe-
ribilmente gestiti dalla Chiesa.
Non è la prima volta che Ber-
lusconi gioca in attacco contro
l’istruzione pubblica. Il mese
scorso, di fronte alla platea dei
“Cristiano-riformisti”, aveva
fatto lo stesso. Spalleggiato dal-
la proposta della deputata Ga-
briella Carlucci di istituire una
Commissione parlamentare
d’inchiesta sui libri di testo, ac-
cusati di scarsa obiettività nei
confronti del premier e della
sua storia politica.
TORNA in classe
pachistana “segregata”
otrà tornare tra i banchi di scuola lunedì prossimo,
Pdovrà
non dovrà andare in Pakistan se non lo vorrà, e non
sposare una persona che non ama. La bella ra-
gazza pachistana di 19 anni, “punita” dai fratelli per la
sua avvenenza e per questo ritirata dall’istituto profes-
sionale di Brescia che frequentava fino a due settimane
fa, potrà quindi tornare a frequentare la propria scuola.
È stata una lettera inviata al quotidiano “Bresciaoggi” ad
accendere i riflettori su questa vicenda giorni fa. Ieri
dopo l’intervento del console del Pakistan, Syed
Muhammad Farook, della squadra Mobile della Questu-
ra e della Cgil che ha fornito il proprio apporto in ter-
mini di mediazione, insieme all’associazione pachista-
na “Overseas Pakistani Italy”, la questione - non legate a
tematiche fondamentaliste ma ad arretratezza culturale
e difficoltà economica - sembra volgere al meglio.
Domenica 17 aprile 2011
L
D-ISTRUZIONE
a galassia dell’istruzione pubblica e Quelle “equiparate” raccolgono gli istituti e ottenuto dal Ministero (ora dall’Ufficio
privata italiana distingue quattro pubblici, di regioni e enti local (Valle d’Aosta e scolastico regionale) la parità e, pertanto,
tipologie di scuole: quelle statali (la province autonome di Trento e Bolzano) . Sia le possono rilasciare titoli di studio come le scuole
stragrande maggioranza), quelle “equiparate”, scuole pubbliche che quelle private, infine, statali. Condizione essenziale per conseguire la
quelle “parificate” e quelle “non parificate” possono essere “paritarie” e “non paritarie”. Le parità è quella di conformarsi agli ordinamenti
(entrambe queste tipologie possono incontrarsi scuole “paritarie” sono scuole non statali, scolastici vigenti. Quelle non paritarie, che in
negli istituti pubblici che privati). Le scuole pubbliche o private che, in base ai requisiti Italia raccolgono poche migliaia di iscritti, non
pubbliche dipendono direttamento dallo Stato. previsti dalla legge 62 del 2000, hanno richiesto rilasciano titoli legalmente riconosciuti.
7.300.000 6.700.000
GLI ALLIEVI
DI ELEMENTARI
MEDIE E SUPERIORI
GLI ALUNNI
DELLE SCUOLE
PUBBLICHE
lio Fede”.
Una manifestazione per la scuola pubblica al ministero dell’Istruzione l’8 aprile scorso (FOTO ANSA)
Mora, Fabrizio Corona ed Emi-
Massimo Donadi, presidente
blica Amministrazione Renato
Brunetta, secondo il quale
“nella scuola pubblica c’è una
rà costretto ad immettere in
ruolo quasi 100 mila precari,
quelli che fino a poco tempo fa
dei deputati dell’Idv, motiva deriva ideologica in atto”. la Gelmini definiva “super-
così la sua indignazione: “Le La Rete degli studenti ha con- f lui”. Per la legge così non so-
parole di Berlusconi sulla vocato la piazza per martedì: no. E nemmeno per Mediaset,
136.000 420.000 scuola pubblica sono un igno-
bile attacco, privo di qualsiasi
giustificazione reale. Il capo
“Questo attacco fatto di uscite
pubbliche, ma soprattutto di
politiche devastanti per la for-
che pare sia convinta ad ascol-
tare la loro protesta e non man-
dare in onda in reality che li
GLI ISCRITTI IL NUMERO del governo dovrebbe difende- mazione, ha oltrepassato ogni avrebbe messi in ridicolo di
re e valorizzare il pilastro edu- limite – ha dichiarato Jacopo fronte ad una classe di ignoran-
ALLE DI CHI FREQUENTA cativo del Paese, non additarlo
come esempio negativo. Que-
Lanza, uno degli organizzatori
– è ora di dire basta a questo
ti vip. In premio c’erano “dieci
anni di tranquillità”. Quella
“EQUIPARATE” LE “PARITARIE” ste parole aiutano a compren-
dere la vera missione che il go-
governo e a questo modello di
scuola, volta a distruggere la
che gli insegnanti precari vor-
rebbero ricevere con un sem-
verno ha portato avanti in que- scuola pubblica e a soppiantar- plice posto di ruolo.
sti anni: tagliare i fondi alla la con l’istruzione
scuola pubblica per aiutare privata”.
La proposta del buono scuola e
le parole del premier hanno
impegnato in un convegno a
Roma, ha continuato: “Fuori
quelle private. Berlusconi
chieda scusa a tutti gli inse-
Intanto, il ministro
dell’Istruzione, Ma-
E intanto i precari
fatto infuriare insegnanti, stu-
denti e opposizione: “Presi-
metteremo il cartello, ‘Scuola
libera Berlusconi, si inculcano
gnanti, che, pur in condizioni
difficili, continuano a svolgere
riastella Gelmini, ha
ricevuto un’altra so-
continuano
dente Berlusconi – ha ironizza- i valori della famiglia, corsi egregiamente il loro lavoro”. nora bocciatura dal
to, scuro in volto, Pier Luigi diurni e serali’ ”. Sarcastico an- Tar sui tagli al perso- a vincere i ricorsi
Bersani – perché non va lei nel- che Nichi Vendola che parla di MA DI SCUSE, neanche nale docente, che
le scuole a inculcare i valori Berlusconi come di “un grande l’ombra. A difesa del presiden- hanno raggiunto le al Tar contro
della famiglia visto che se in- pedagogo, gli insegnanti che te del Consiglio è sceso in cam- 67 mila unità in due
tende?”. Il segretario del Pd, considera adeguati sono Lele po anche il ministro per la Pub- anni. Il ministero sa- il ministro Gelmini
L’INTERVISTA Santo Molino, preside a Catania
“Noi costruiamo: loro sanno sfasciare”
di Chiara Paolin mo imparare ancora qualcosa, eccoci che vive grazie alle sovvenzioni degli so di avvicinamento agli standard eu-
qua. Ci dica lui quale etica e quali prin- enti locali. Hanno provato ad aprirne ropei.
a noi siamo apertissimi alle cri- cipi morali vanno trasmessi alle giova- altre, ma è andata male. La gente sa che Forse le scuole private ci guada-
“M tiche, ci mancherebbe. Nella
mia lunga vita di insegnante e dirigen-
ni generazioni”.
Con Santo Molino, preside dell’Istitu-
qui i ragazzi trovano quello che serve:
istruzione, rispetto. Secondo il dettato
gneranno.
Per forza. Se i genitori lavorano devo-
te scolastico ho trovato nella scuola to Comprensivo Pestalozzi di Catania, costituzionale. no fare scelte logiche. Il mio istituto
pubblica la più ampia e democratica la provocazione marchiana non attac- Però lei è di sinistra, confessi. sarà l’unico in tutta la provincia a ga-
rappresentanza di idee e valori. Però, ca. Perché a forza di difendere coi den- Purtroppo sono un moderato. Per anni rantire l’orario lungo: non ho ancora i
se un soggetto autorevole come il pre- ti e con le unghie la risorsa più impor- ho sperato nella Dc, poi sono passato docenti per coprire le fasce, ma a forza
sidente del Consiglio dice che dobbia- tante del suo quartiere, il dottor Mo- ai Popolari, ora sarei del Pd ma credo di insistere mi sono tenuto aperta l’op-
lino ha imparato a pesare con la dovuta solo a chi ama il suo mestiere e lo fa con zione.
pacatezza minacce e sberleffi. coscienza. Non sono convinto di quel Un attivismo sospetto: non è che
Lei dirige il polo di Librino, uno di che dice Fioroni sulla scuola, anche se dentro il Pestalozzi si manipolino
quei quartieri che la cronaca defi-
nirebbe a rischio.
nulla è nefasto come la riforma Gelmi-
ni. Che chiamo riforma solo per rispet-
le menti?
Capisco l’esigenza del premier. La
Quartiere popolare, certo. Scuola ele- to a un ministro della Repubblica. scuola è diventato un tema di promo-
mentare e media. Bravi professori e al-
lievi intelligenti.
Ha visto che il Tar ha annullato i ta-
gli dal 2009 a oggi?
zione politica per colpire obiettivi sen-
sibili. Quando Berlusconi dice che noi
La sento orgoglioso. Eppure Berlu- Finora i giudici hanno detto due cose insegnanti statali siamo tutti comuni-
sconi ha detto ieri che sarebbe me-
glio mandare i figli alla scuola pri-
fondamentali. Primo: non si può ri-
sparmiare sui disabili. Secondo: la ge-
sti, sa quel che sta facendo: rinforza i
consensi nell’area cattolica più retri-
vata, per evitare vengano inculcate stione del personale deve seguire le re- va.
strane idee. gole. La verità è che tutto il sistema ha E non delude nessuno?
A Librino c’è una sola scuola privata, bisogno di grandi investimenti, men- Il corpo insegnante ormai ne ha viste
tre la logica della Gelmini è risparmia- di tutti i colori. Da decenni siamo con-
re qualcosa compromettendo un pa- siderati un comparto fragile e perden-
“Nella nostra provincia trimonio fondamentale per la crescita
del Paese.
te. Qualche insulto in più non cambia
le cose.
solo il 3% delle Non è facile intervenire.
Ma qui si sta sfasciando tutto. In pro-
E la faccenda dei libri di testo? An-
che quella è una sparata elettorale?
vincia di Catania solo il 3% delle scuole Quello è un po’ peggio. Ma, anche in
elementari offre il elementari offre il tempo pieno, a Mi- questo caso, non perdiamo la calma.
lano l’80%. Per l’anno 2011/12 tutte le Ci dica il premier: quali sue gesta dob-
tempo pieno e chi lavora prime classi avranno il tempo breve: biamo inserire nei libri di scuola? In-
imporre il maestro unico significa terrogheremo gli alunni sui processi,
si trova in difficoltà” bloccare sul nascere un lento proces- le cene di Arcore o le barzellette?
Domenica 17 aprile 2011 pagina 7

T
GRANDI IMPRESE

ra i dieci maggiori gruppi industriali del
Dall’Iri allo spazio Paese per fatturato, Finmeccanica è il
colosso della difesa nazionale. Nata nel
‘48 su iniziativa dell’Iri (l’Istituto per la ricostruzione
La storia del gigante industriale) per dare soccorso al settore meccanico
e cantieristico andato in crisi dopo la seconda
guerra mondiale, si specializzerà negli anni a venire
della difesa nell’aerospazio e nei sistemi elettronici, civili e
bellici. L’impresa di Stato riduce la presenza del
pubblico nell’azionariato con la quotazione in Borsa
del 2000, ma il gruppo resta ovviamente tra quelli
considerati “strategici” nel sistema Paese.
Attualmente la struttura produttiva si divide tra
aeronautica, elicotteri, spazio, elettronica per la
difesa, sistemi di difesa, energia e trasporti. Con
l’ultima tornata di nomine è stato riconfermato
presidente (ma ha perso il ruolo di amministratore
delegato) Pier Francesco Guarguaglini che negli
ultimi mesi è finito sotto i riflettori per l’inchiesta
sulla moglie Marina Grossi, numero uno di Selex,
società controllata da Finmeccanica. La carica di
capo azienda è stata affidata a Giuseppe Orsi,
manager sostenuto dalla Lega che era l’ad di Agusta
Westland, una delle società del gruppo.

ALLE RADICI DEL SISTEMA

FINMECCANICA
Nel 1997 la Gdf mette gli occhi su un patto
tra Guarguaglini e Pacini Battaglia
di Marco Lillo ni, rivolto a controllare, tramite in alcun modo figurare”. vuoi?»
alcune società lussemburghesi La Guardia di Finanza non era ar- G: “E è possibile venerdì... Della
ffidereste una società del certe aziende italiane (Trs, Ma- rivata a queste conclusioni sen-

A
comparto difesa da 18,7
miliardi (miliardi non mi-
lioni) di euro a un “esper-
to in mangime”?
La risposta a questa domanda
fornita pochi giorni fa dal Go-
verno Berlusconi, è stato un sì
convinto. E così Pierfrancesco
Guarguaglini, uno dei simboli
della gerontocrazia italiana nel
mondo, è stato confermato alla
presidenza di Finmeccanica
nonostante la sua tenera età di
74 anni. Nominato per la prima
volta nel 2002 alla guida del co-
losso della tecnologia militare
italiana, il manager di Castagne-
to Carducci è riuscito, nono-
stante le indagini del presente
sui suoi manager e su sua mo-
glie, e quelle del passato su di
lui, ad ottenere la riconferma al-
la guida di un gruppo che vanta
in Italia oltre 42.500 addetti, e
75.200 dipendenti in tutto, con
ricavi per 18,7 miliardi di euro e
gint, Neftel)... Tale attività... era
rivolta a sfruttare l'ormai pros-
sima nomina del Guarguaglini
quale "numero uno" dell'Alenia
Spa.
IN PRATICA, il Guarguagli-
ni, una volta ricevuta la nomina,
avrebbe elargito commesse alle
società controllate anche dal
medesimo, tramite le societa
costituite insieme al Pacini. Così
facendo, il sodalizio in indagine
avrebbe distratto, di volta in vol-
ta, parte delle disponibilità eco-
nomiche dell'Alenia Spa, senza
LA POLEMICA
Per De Bortoli
il Pd fa cose inutili
za elementi. Nell'informativa si
riporta un'intercettazione tra
Guarguaglini e Pacini Battaglia
nella quale si parla di un appalto
che Alenia dovrebbe dare a una
società che - secondo la Finanza
- era controllata da Pacini e Guar-
guaglini e da altri soci, la Magint.
E poi si parla della Trs, che allora
come oggi, è guidata da Vincen-
zo della Spina, citato nella con-
versazione intercettata.
Guarguaglini : “Bisognerebbe
fare una riunione con Della Spi-
na”.
Pacini Battaglia: «Quando
Spina sta per avere un ordine di
3/400 milioni direttamente dal-
l'Alenia...”.
PB: “Lo prende come Trs?”.
G: “No, lo fa in Magint”.
PB: “Ah. Perché noi si era detto
che Della Spina lo lasciamo solo
alla Trs e non lo facciamo occu-
pare tanto dalla Magint...”. (...)
PB: “Sai cosa si fa? Fra me e te, si
chiude la Magint e si passa tutti
gli ordini alla Trs. E si carica la
Trs. Perché guardiamo di capirsi
fra me e te: io sono convinto che
gli ordini che l'Alenia fa alla Ma-
gint li può risolvere tranquilla-
mente la Trs... E se non sei con-
vinto.....ricordati bene che la Pier Francesco Guarguaglini e signora in un’illustrazione di Emanuele Fucecchi
Trs, se tu gli dai fuoco e noi si
riesce ad aiutarla, è un'azienda
che ti può rendere comodamen-
L’ipotesi sulla quale lavoravano
te un miliardo, due miliardi l'an- gli investigatori era la distrazione
no!”.
G: “Dal primo anno facciamo
di fondi dall’azienda pubblica
due miliardi di base”.

ordini per 22,5 miliardi di eu-
ro”.
E IN TUTTO QUESTO cosa
c'entra il mangime? Per capirlo
bisogna ripescare una vecchia
informativa della Guardia di Fi-
nanza del 1997 depositata nel-
l'inchiesta della Procura di La
Spezia sugli affari tra Guargua-
glini e Pierfrancesco Pacini Bat-
taglia, il celeberrimo “Banchie-
re un gradino sotto Dio”, come
lo aveva definito Antonio Di Pie-
tro quando era emerso il suo
ruolo nelle tangenti Eni nel
1992. Mentre il processo Eni si è
concluso per Pacini Battaglia
con una condanna definitiva a
sei anni, quello di La Spezia è fi-
nito con una doppia archiviazio-
ne. La stessa Procura chiese di
archiviare l'indagine perché: “Il
proposito di Pier Francesco
Guarguaglini non risulta abbia
mai avuto concreta esecuzione,
concernendo le conversazioni
intercettate e riportate nella no-
ta dello Scico, solo espressione
di intenti futuri e ancora gene-
rici”. Insomma il manager non
era riuscito a portare a termine i
suoi piani. L'attività della Guar-
dia di Finanza offre però spunti
molto interessanti per capire la
personalità del manager pubbi-
co al quale è affidata una società
quotata che ci rappresenta nel
mondo. Secondo quell'informa-
tiva dello Scico riportata in luce
da un'inchiesta trasmessa all'in-
terno di Report di Paolo Monda-
ni e poi approfondita da una se-
rie di articoli di Claudio Gatti sul
Sole 24ore, “l'accertamento ha
permesso di confermare quan-
to già esposto circa il disegno
criminoso posto in essere dal so-
dalizio Pacini-Guarguaglini,
chiarendone le modalità opera-
tive e individuando le strutture
societarie utilizzate. In partico-
lare, dall'esame svolto è emer-
so, in maniera chiara e inequivo-
cabile, il disegno criminoso
ideato dal Pacini Battaglia con la
partecipazione del Guarguagli-
NONOSTANTE la pubblica-
L a polemica covava da qualche giorno: “Che fi-
ne ha fatto la lettera che Stefano Fassina, re-
sponsabile Economia e Lavoro del Pd, ha spedito
zione sul Sole 24 ore delle inter-
cettazioni, nessuno ha chiesto
conto al manager pubblico.
nuto un appalto da un miliardo
garantendo il 10 per cento, pari
a 100 milioni, all'ex ministro
mente chiamato da quello a cui
aveva fatto questa offerta della
Olivetti, dicendo che su ordine
al Corriere della Sera?”, si domandavano i Demo- Nemmeno dopo avere scoperto Scotti. Questa vicenda non è sta- di Caio dovevano cercare di
cratici. La risposta è arrivata ieri, alla pagina delle una circostanza inquietante: la ta riscontrata e quindi non ha al- chiudere alla svelta quest'ordi-
lettere. E sono le quattro righe che il direttore Fer- Trs, che la Guardia di Finanza al- cun rilievo penale ma è interes- ne, che sarebbe un miliardo... al-
ruccio de Bortoli dedica alla risposta sul perché il lora considerava parte del dise- sante riportare le parole di lora a (...) un miliardo pratica-
suo giornale non abbia informato i propri lettori gno criminoso, avrebbe ricevu- Guarguaglini perché sono indi- mente il discorso è questo: 100
del “Pnr” (il Programma nazionale di riforma per to negli ultimi anni da Finmec- cative della cultura aziendale milioni Ii piglia Scotti perché ha
l’Italia): “Caro Fassina, le vostre proposte sono canica, commesse per un centi- del presidente di Finmeccani- chiesto il 10 per cento (...)500
così innovative che passano inosservate. E lei naio di milioni di euro, da sola o ca. diciamo, sono Ie spese e 300 so-
sa che il Corriere è aperto ad ogni vostro con- in consorzio con altre imprese. Guarguaglini: "Scotti il mini- no di mangime".
tributo. Anche il più inutile. È accaduto spes- Il Fatto Quotidiano ha scoperto stro...Paolo ha detto senti... qui Ma di chi era la Tesis?
so”. Fassina ribatte: “Non mi pare che sia com- che nell'informativa della Guar- abbiamo anche clienti italiani, Secondo la Guardia di Finanza - a
pito dei giornalisti filtrare le notizie sulle ini- dia di Finanza sono citate altre allora l’ha portato da De Bene- sentire le parole dette nelle in-
ziative fondamentali del segretario nazionale conversazioni nelle quali Guar- detti in persona, Paolo... no... il tercettazioni da Pacini Battaglia
del più grande partito dell’opposizione a se- guaglini afferma che il presiden- quale davanti a lui ha telefonato - sarebbe stata compartecipata
conda del proprio giudizio di merito”. No? te di una società amica, (Tesis a Caio (manager Omnitel Ndr) proprio da Pacini e da Guargua-
Spa) Paolo Neri, avrebbe otte- ... quindi Paolo e stato urgente- glini.
IL COMITATO “IL NOSTRO TEMPO È ADESSO”
PARLIAMO DEI PRECARI, NON DELL’ART. 18
di SalvoBarrano, Ilaria Lani rantiti. Questa impostazione del di- nel 2011 qualcuno ancora pensi di alle aziende per pagare meno il la-
e Teresa Di Martino* battito negli ultimi dieci anni ha contrastare la precarietà rendendo voro e a scaricare sul lavoro il ri-
prodotto soltanto il moltiplicarsi tutti per legge stabilmente precari, schio di impresa: chi fa un lavoro
na generazione ha preso la pa- delle forme di precarietà. Ci viene a tempo indeterminato però! 15 an- stabile deve avere un contratto sta-
Una notizia:
rola finalmente. Questa è la buo-
30.000 persone nella bel-
detto, in sintesi, che per uscire dalle
sabbie mobili della precarietà biso-
ni di ideologia sulla flessibilità sel-
vaggia, spostando la concorrenza e
bile. Chi fa lavori strutturalmente
discontinui non può essere lasciato
la manifestazione a Roma. Altre mi- gna cedere sui diritti. L’argomento la competitività sui costi del lavoro in una giungla di non regolamen-
gliaia nelle varie città d’Italia che portato a supporto di questa tesi è la anziché sull’innovazione, hanno tazione quanto a diritti e tutele, co-
hanno raccolto l’appello “Il nostro contrapposizione tra garantiti e non impoverito il sistema produttivo ita- me la maternità, paternità e la ma-
tempo è adesso - la vita non aspetta” garantiti. Chi non ha diritti sul la- liano, e le statistiche ci ricordano lattia: è necessario allargare la pla-
che chiedeva di farsi sentire. L’ini- voro, non ne ha perché sono tutti anche quanto l’instabilità lavorativa tea di coloro che godono dei diritti
ziativa dei precari ha avuto il merito consumati da chi ne ha troppi. pesi negativamente sulla produtti- fondamentali sul lavoro, a partire
di costringere il paese a confron- A noi pare una tesi davvero spre- vità. La morale della favola ce l’ha dai compensi che devono essere
tarsi con un tema non rinviabile: la giudicata: chi non ha perso occa- spiegata la presidente degli indu- nettamente più alti rispetto ai livelli
precarietà del lavoro e di vita che sione per tutelare rendite e profitti a striali, che ha ammesso la crisi delle dei contratti nazionali. Il lavoro ati-
investe almeno due generazioni e dispetto del lavoro pretende di spie- imprese italiane e la loro solitudine: pico deve costare di più, in primo
che compromette questo Paese. garci che non è possibile per noi è ormai evidente che un modello di luogo per scoraggiarne l’abuso! Ga-
La cattiva notizia, invece, è che il godere di pieni diritti e garanzie sul sviluppo basato sull’abbassamento rantire sostegno al reddito a chi per-
dibattito suscitato dall’iniziativa lavoro e che per giunta bisogna del costo del lavoro non regge! Sia- de il lavoro, a chi lo cerca e a chi non
corre sui soliti binari. Articolo 18 sì, strapparli a chi ce li ha con un uno mo stanchi, dopo anni di studio e di lo trova, in tutte le fasi di discon-
articolo 18 no. Flessibilità buona, strano impeto di giustizia. Nella lo- ricerca, di vedere sprecate le nostre tinuità lavorativa. Rendere univer-
flessibilità cattiva, garantiti, non ga- gica del “mal comune mezzo gau- competenze e legittime aspettative sali i diritti sindacali da cui oggi i
dio” si propone di in un Paese sempre più arretrato e lavoratori precari sono esclusi: per-
estendere a tutti la immobile. ché il primo modo per essere cit-
Dopo la piazza del 9 aprile precarietà,
dentro
ma
questo
Chi ha manifestato sabato pone al-
l’ordine del giorno alcune richieste
tadini nel posto di lavoro è il diritto
di voto, di rappresentanza, di scio-
il dibattito sta contrapponendo “tutti” troviamo
ancora una volta la
su cui deve basarsi una politica che
voglia effettivamente azzerare la
pero.
*membri del comitato promotore di Il
nostra generazio- precarietà: mettere fine alla truffa di nostro tempo è adesso e della
garantiti e non garantiti ne. Possibile che contratti precari che servono solo manifestazione del nove aprile
pagina 8 Domenica 17 aprile 2011

PASSAGGIO A NORD OVEST

LIBERI TUTTI
LA FRANCIA PER ORA
APRE LE PORTE
I migranti con i permessi italiani
lasciati passare a Ventimiglia
di Ferruccio Sansa essere scambiato) e il titolo di Alcuni immigrati tunisini ieri
inviato a Ventimiglia viaggio verde. “Titolo di viag- al confine di Ventimiglia mostrano
gio per stranieri, titre de vo- il permesso per raggiungere
he cosa ci fai qui?”. yage pour étrangers”. Al mi-

“C
Quando i suoi com-
pagni se lo sono ri-
trovato davanti han-
no sgranato gli occhi. Due
giorni fa Alì aveva mandato un
sms: “Sono a Marsiglia, ce l’ho
fatta”. Ieri è rispuntato a Ven-
timiglia: “Sono tornato per il
permesso di viaggio”.
Tra dichiarazioni contrastanti
e guerre diplomatiche, l’uni-
ca cosa chiara è la confusione.
E allora, nel dubbio, meglio
avere in mano qualcosa di
concreto: il permesso di sog-
giorno di plastica arancione
con il tuo nome (ma nessuna
foto, sembra fatto apposta per
nistero l’hanno scritto in ita-
liano e francese, tradendo le
proprie intenzioni: dare ai tu-
nisini un foglio qualsivoglia
purché se ne vadano in Fran-
cia.
ALÌ, Youssef, Mohammed lo
sventolano trionfanti davanti
al commissariato di Ventimi-
glia: per questo hanno rischia-
to la pelle in mare. Youssef, 24
anni, lo guarda come se ci fos-
se scritto il suo futuro. Sono le
tre di ieri pomeriggio quando
il gruppo di ragazzi si avvicina
alla frontiera di Ponte San Lui-
gi. Si guardano intorno, sarà la
la Francia (FOTO ANSA)
decima volta che vengono. Fi-
nora soltanto uno di loro era
riuscito a passare, gli altri era-
no stati fermati implacabil-
mente dagli agenti della Com-
pagnie republicaine de secu-
rité.
Stavolta è diverso: “Non c’è
nessuno?”, chiede Moham-
med. No, gli agenti se ne stan-
no nel gabbiotto. E allora si va.
Alì guarda incredulo la linea
del confine che gli passa sotto
i piedi. Ancora cento metri, si
prende a destra la strada meno
trafficata, poi parte un urlo:
“Viva la Francia”. I gendarmi
hanno deciso di far passare i
tre amici e altre decine di im-
migrati. Alle cinque ecco un
sms: “Siamo a Nizza”.
Finora le dichiarazioni bellico-
se dei francesi sono rimaste
sulla carta. Si è salvato il prin-
cipio per frenare l’invasione e
placare l’opinione pubblica.
Ma poi le istruzioni ai gendar-
mi sono state diverse: “Ci han-
no detto di aprire i rubinetti,
almeno finché gli arrivi sono
pochi. E fino al summit ita-
lo-francese. Poi vedremo”, rac-
Civile c’è chi parla di un piano
di emergenza, di centinaia di
tende pronte a essere instal-
late nella valle vicina a Venti-
miglia.
Intanto i cronisti affollano la
cittadina, cercano segni di al-
larme. E non li trovano. “Ab-
biamo distribuito poche deci-
ne di permessi”, spiega Pa-
squale Zazzaro, questore di
Imperia. Aggiunge: “Gli immi-
grati hanno avuto otto giorni
(scaduti ieri) per presentare la
richiesta. Noi abbiamo com-
piuto i controlli di rito… in-
formazioni, fotografie e im-
pronte digitali per verificare
nico legame con la sua terra.
Eccolo il paradosso. L’allarme
talvolta arriva proprio dalle au-
torità, da chi dovrebbe placare
gli animi. Ma la gente rischia il
contagio. Così prima sono ar-
rivate le “sparate” di Roberto
Castelli e Francesco Speroni.
Poi qui in Liguria si sono mol-
tiplicate le dichiarazioni
preoccupate di sindaci e pre-
sidenti di municipi (anche di
centrosinistra). La Confcom-
mercio ha chiesto di “chiude-
re in tempi brevi il centro di
accoglienza”.
IL SINDACO Gaetano Scul-

FONDI “PERDUTI” di Pasquale Rinaldis

L’ITALIA TRADISCE LA COOPERAZIONE
Italia è tra i principali responsabili
L’ dell’affondamento della credibilità
europea per la Cooperazione allo
sviluppo, nonostante gli sforzi dei Paesi
dell’Ue che hanno incrementato la quota
di aiuti e di quelli che, nonostante la crisi,
hanno mantenuto i livelli degli anni
precedenti. Di fronte alla drammatica
situazione dei migranti provenienti dal
Nordafrica, infatti, diventa essenziale –
così come già affermato dall’Ocse –
rendere maggiormente vincolante il
sistema delle promesse fatte dai governi,
chiedendo loro di sostenere tali impegni
con piani specifici che garantiscano
l’allocazione delle risorse promesse per
l’aiuto pubblico allo sviluppo. Rispetto a
I gendarmi: che non si trattasse di delin-
quenti”.
lino ieri è salito sul treno di-
retto in Francia per assicurarsi
“Ci hanno E Paolo Fanzone, dirigente del- che gli immigrati con il per-
detto di aprire
la Polizia di Frontiera: “Finora i
francesi hanno respinto sol-
tanto una persona ad Aosta”.
messo (“ma nessuno aveva il
passaporto”) fossero lasciati
passare. Scullino alterna toni
quanto l’Italia si era impegnata a fare nel
2005, mancano all’appello 5,4 miliardi di
euro: il nostro Paese è responsabile del
i rubinetti, A Ventimiglia c’è preoccupa-
zione, sì, ma la gente si è mo-
strata tollerante. Claudio, un
allarmati e tranquillizzanti:
“Ventimiglia ha dato prova di
tolleranza. Ma i giornali fran-
43% dell’ammanco europeo rispetto almeno finché volontario della Protezione Ci- cesi diffondono notizie preoc-
all’obiettivo collettivo e contribuisce al vile, racconta: “Ospitiamo 150 cupanti sulla nostra città. E gli
mancato rispetto delle promesse del G8 di
gli arrivi persone nel centro di acco- arrivi sono calati del trenta per
glienza temporaneo, un cen- cento”. Anche oltre frontiera
Gleneagles del 2005 per il 43%. I dati
preliminari sullo stato dell’aiuto pubblico
sono pochi” tinaio alla stazione”. Proble- si soffia sul fuoco.
mi? “Magari qualcuno che ha Così nei giorni scorsi a Geno-
dell’Italia allo Sviluppo, rivelati dall’Ocse, alzato un po’ il gomito. Niente va qualcuno ha messo una
sono la dimostrazione del drammatico conta un sottufficiale della di più”. bomba nell’edificio che acco-
stato in cui versa la Cooperazione allo Crs. Di sera nelle sale del centro i glierà i tunisini. Ieri la Digos ha
Sviluppo nel nostro Paese. L’aiuto italiano, giovani tunisini mangiano in- sequestrato uno striscione:
stando ai dati forniti dall’Ocse/Dac , L’INCOGNITA sono i pros- sieme con i volontari della Pro- “Odio agli immigrati”. Dopo i
sarebbe sceso dallo 0,16% allo 0,15% del simi giorni: “In Italia si stanno tezione Civile e della Caritas. politici anche la gente comin-
rilasciando migliaia di permes- Poi escono sotto le stelle per cia a puntare il dito contro i
Pil, con una contrazione in termini reali si. Il rischio è che poi tutti si farsi una sigaretta e due chiac- tunisini, la causa di tutti i mali.
rispetto al 2009 del 1,5%, ma del 35% riversino qui. I francesi chiu- chiere. C’è già chi mastica un E pensare che per decenni a
rispetto al 2008. derebbero di nuovo la frontie- po’ di italiano. In un angolo un Ventimiglia nessuno ha fiatato
ra”, spiega un agente di fron- ragazzo prega. Un altro ascolta contro le infiltrazioni della
tiera italiano. Alla Protezione al telefonino la radio araba, l’u- ‘ndrangheta.

Alemanno contro Maroni: via i tunisini da Roma

IL SINDACO DELLA CAPITALE INFURIATO PER L’ARRIVO DI CENTO IMMIGRATI. POLEMICA CON LA PROTEZIONE CIVILE
di Silvia D’Onghia
anno fatto arrabbiare persino
H lui, Gianni Alemanno, il sinda-
co-sceriffo che ha fatto della si-
curezza la sua bandiera. Roma
non può tollerare l’arrivo di cento
persone, cento immigrati tunisini
spostati (temporaneamente) da
Santa Maria Capua Vetere in at-
tesa di ulteriori trasferimenti. E in-
fatti venerdì, ad accoglierli, gli
stranieri hanno trovato un quar-
tiere in rivolta, a Grottarossa, al-
l’altezza del parco Papacci, in zo-
na Cassia: 300 cittadini, capeggia-
ti dal presidente del XX Munici-
pio, Gianni Giacomini, che hanno
occupato la strada e impedito ai
pullman di scaricare le persone.
Esito finale: i tunisini hanno sta-
zionato per ore nel parco, e nel
frattempo molti di loro si sono al-
lontanati a piedi. Quando la pro-
paganda disegna gli immigrati co-
me criminali, non ci si può aspet-
tare nulla di diverso. E poiché Ale-
manno da tre anni mostra il pu-
gno duro contro i clandestini e i
rom (salvo poi limitarsi agli sgom-
beri forzati, senza neanche ten-
tare un qualsiasi percorso di in-
tegrazione), in quest’ultima occa-
sione è andato su tutte le furie.
“LA SITUAZIONE è stata ge-
stita malissimo – ha tuonato ieri il
primo cittadino di Roma Capitale
– non sono stato avvertito, sono
molto adirato per questo modo di
procedere”. Obiettivo dichiarato
la Protezione civile, obiettivo rea-
le lo stesso ministro dell’Interno
Maroni. “Roma è già appesantita
per quanto riguarda l’accoglienza
– ha proseguito Alemanno –. La
città è già al limite. Da questo pun-
to di vista ci deve essere l’impegno
da parte della Protezione civile na-
zionale e anche dal governo nel-
l’accogliere gli immigrati in luoghi
adatti”.
Ma quale sarebbe il limite che Ro-
ma avrebbe già raggiunto? Ottomi-
la rifugiati e duemila nomadi, se-
condo le stime che lo stesso sin-
daco ha fornito, cioé diecimila
persone, o poco più, in una me-
tropoli che conta tre milioni di abi-
tanti. Propaganda, appunto.
Immediata ieri è arrivata la reazio-
ne della Protezione civile: “Le re-
sponsabilità nell’individuazione
dei luoghi dove accogliere i citta-
dini extracomunitari e nell’infor-
mazione da garantire ai livelli isti-
tuzionali sottostanti quello regio-
nale sono molto chiare – si spie-
gava in una nota–: spettano, come
stabilito e concordato nello stesso
Piano per l’accoglienza dei mi-
granti alle strutture regionali”. Po-
lemica chiusa? Neanche un po’.
Alemanno non può non avere l’ul-
tima parola su un tema a lui così
caro: “La Protezione civile nazio-
nale sostiene di aver avvertito la
Regione, ma Renata Polverini ha
detto di non sapere nulla”.
DEL RESTO lui lo aveva dichia-
rato subito, e per questo gli sarà
sembrato un grave tradimento: il
24 marzo, in una lettera indirizzata
al titolare del Viminale, il sindaco
sottolineava come Roma “fa già
ampiamente la sua parte” e “non
può sopportare ulteriori pesi” e
chiedeva “di escludere l’area me-
tropolitana di Roma Capitale dal-
l’elenco dei possibili siti destinati
ad accogliere i richiedenti asilo e i
profughi”. Richiesta ribadita il
giorno successivo al prefetto: “Il
Prefetto mi ha garantito che la mia
richiesta sarà rispettata e che il Pia-
no profughi investirà il Lazio e non
Roma”.
E, a sentire Alemanno, anche Ber-
lusconi lo avrebbe rassicurato in
tal senso: “L’impegno preciso che
ci ha dato il governo – dichiarava il
sindaco il 5 aprile, giorno della sua
visita a Palazzo Grazioli – è che
Roma non sarà interessata dalla
presenza di immigrati clandesti-
ni”. Un impegno che evidente-
mente è durato lo spazio di pochi
giorni.
La paura di Alemanno era quella
che gli immigrati fuggissero dalle
caserme (di Civitavecchia, per
esempio) e dalle strutture di ac-
coglienza per disperdersi nei cam-
pi e andare ad incrementare il nu-
mero di coloro che vivono in ba-
racche di fortuna (proprio quelle
che lui si ostina quotidianamente a
far abbattere). Situazione che ve-
nerdì a Grottarossa si è puntual-
mente verificata. Solo che a far al-
lontanare i tunisini sono stati gli
stessi abitanti e il loro ostinato non
volerli nella casa famiglia.
ALEMANNO ha paura di per-
dere il controllo, di essere sbugiar-
dato dal governo sul suo terreno di
battaglia. Ed è per questo che ieri
ha rassicurato la popolazione: i tu-
nisini ospitati nei centri di Maglia-
na e Tor Vergata (i 40 rimasti) an-
dranno via entro due giorni. Fino a
prova contraria.
 Berlusconi: “La vicenda Mondadori è una rapina a mano armata”.
Finalmente ha confessato”. (Melloni)
a cura di Roberto Corradi

Papa Giovanni Paolo AD PERSONA...N

Melville di Roberto Corradi

di Nanni Moretti*
Berlusconi non esiste. Il tempo si
dc dilata nei sogni, no? Negli incubi,
poi, tutto è distorto. Tuttissimo. Ma
che pasto può preludere a un so-

F
ratelli, lo so, mi si nota di più se non
accetto, che se accetto. E io non vo- gno di 17 anni di Berlusconi? Una
cena a base di incudini? E beh, sì.
glio accettare, non posso, perché la Perché no? I gusti sono gusti. E
gente si aspetta grandi cose da me, quindi, eccoci qui. Sogniamo. Stia-
ma io non sono in grado di realizzarle. Vi- mo sognando tutto. Berlusconi in
viamo tempi bui, e io non ce la faccio. Fra- realtà non c’è. O meglio, non c’è
nella forma che crediamo. E’un ti-
telli, lo so. Con questi cardinali non vince- zio che ha una ferramenta a Piz-
remo mai. Ma soprattutto con questi diri- zighettone. L’abbiamo incontrato
genti. La burocràzia ha invaso la Chiesa, la per strada per motivi che non ap-
politica, la vita. Forse alla fine ce lo meri- pureremo. E l’abbiamo sognato in
tavamo Alberto Sordi, in quella vecchia Ita- questa lunga notte che crediamo
coprire quasi due decenni. Voilà. Al
lia qualunquista di rossi e neri, tutti uguali. risveglio lui sarà lì ancora tra ron-
Ma di certo non ci meritavamo le Olgettine, delle e brugole, calvo o con pochi,
le minorenni, i Bondi e i Cicchitti. E persino residui, capelli bianchi. E noi sare-
le Madie, i Caleari, e i pierimartino, i por- mo a sentire al tg delle decisioni
di… coso. Coso, chi potrebbe es-
tavoce del Pd montecitorizzati che prima
sere Presidente se Berlusconi non è
fanno la speculazione pariolina e poi non mai esistito? Boh, Frizzi, chi se ne
votano sullo scudo fiscale. Fratelli, sapete frega. Certo, per un attimo si rima-
cosa stavo pensando? Una cosa molto tri- ne perplessi. Meglio Frizzi di Ber-
ste, cioé che io, anche in una società più lusconi? Sì, sì, meglio. Ok. E allora,
dicevamo. C’è Frizzi. E la giornata
decente di questa, mi troverò sempre con comincia senza politica (se fa
una minoranza di persone. Ma non nel sen- ppe’ddi’) alle 8. Niente Omnibus.
so di quei film dove c'é un uomo e una don- Niente Agorà. Niente. La politica
na che si odiano, si sbranano su un'isola de- (se fa ppe’ ddi’) c’è solo una volta
alla settimana, alle tre di notte. Su
serta perché il regista non crede nelle per-
Rai…boh, 2, 3, chissà. Quindi,
sone. Io credo nelle persone, però non cre- niente Omnibus. C’è Uno Mattina.
do nella maggioranza delle persone. Fratel- Ecco. E non c’è la De Filippi. Nel
li, tutto il problema della giustizia potrebbe sogno abbiamo creato la suggestio-
essere risolto da uomini che hanno soffer- ne di “Uomini e donne” per con-
catenazioni oniriche inspiegabili.
to, che hanno solo un paio di scarpe alla Ma lei non c’è. E nessuno in Italia,
volta, che piano piano si consumano, di- tranne pochi parenti e amici, sa chi
ventano lise, perdono il colore. A un giu- sono Calderoli o Alfano. Pupo non
dice con quelle scarpe persino Berlusconi ha ancora ridato i soldi a Morandi.
sarebbe costretto a dire la verità su Ruby. Perché non ha avuto la grande ri-
scoperta. E la Ventura non sembra
Fratelli, io sono Papa Giovanni Paolo Mel- un varano. Vabbè, che c’entra?
ville. Sono un attore mancato, come Wo- Boh, per estensione. La Gialappa’s
jtyla, e un uomo ossessionato, come c’è ma non commenta il Grande
Achab. Ma adesso noi vin- Fratello. Che non c’è perché nes-
suno se lo vede, da noi non ha
ciamo a Cannes, poi Berlu- attecchito. E ad personam è una
sconi perde le regionali, gli locuzione latina e basta. Non è
indiani cicorioni tornano più semplice? Perché se invece è
in Perù, Bersani esce dal- tutto vero, come la risolvi mo’la si-
l'oltretomba. E allora persi- tuazione? No, dico: da dove parti?
Dove ti metti le mani? E come le
no questa sinistra puó rico- togli dopo che l’hai messe? Il sonno,
minciare a vincere. la salvezza è il sonno. Napolitano
*(testo volutamente travisa- dei tempi d’oro aveva capito tutto.
to al Nuovo Sacher da Luca Te- Stiamo sognando. E non ne stiamo
parlando nel Misfatto. Misfatto?
lese)
Quale Misfatto? Ah, già. Appunto.
pagina II
MUNNIZZA!!
MUNNIZZA!!
di
Bertolotti
& De Pirro
di Silvio Di Giorgio
econdo la procura di Milano circa 800 firme
S servite a presentare la “Lista per la Lombar-
dia” di Roberto Formigoni sono palese-
mente false. Gli indagati per falso ideolo-
gico sono una decina tra consiglieri provinciali e
comunali del Pdl che, nel caso in cui fossero ri-
tenuti colpevoli, saranno severamente puniti
dal partito per aver infranto la prima regola mo-
rale del Pdl: mai farsi pizzicare. Visto il clamore
della vicenda, Berlusconi sta comunque già pen-
sando ad una legge ad hoc. Se in futuro a com-
mettere il reato sarà una lista alleata del Pdl i re-
sponsabili subiranno, nell'ordine: fino a 1000
firme false, un corso di aggiornamento di alme-
no 3 mesi presso i migliori pregiudicati della par-
tito; fino al 2500 firme false, un fine settimana in
un paradiso fiscale per imparare i rudimenti del-
la materia; oltre le 5000 firme false scatterà il
bacio accademico, tre escort specializzate nella
statua di Priapo e una poltrona da sottosegre-
tario. Nel caso in cui fossero coinvolte liste di
altri partiti, la legge prevederà sanzioni durissi-
me: fino a 1000 firme false, i responsabili saran-
no costretti a convivere per un mese nella gab-
bia di Scilipoti; fino a 2500 firme, dovranno
ascoltare un'ora al giorno le proposte di legge di
Gabriella Carlucci; oltre le 5000 firme saranno
assunti nel Pdl. Le firme false della lista Formi-
goni sarebbero apparse in un momento preciso,
e cioè quando Berlusconi, dopo una rapida riu-
nione ad Arcore, si è improvvisamente accorto
delle imprescindibili doti politiche di Nicole Mi-
netti e ha imposto la riapertura del
listino per consentirle di essere
eletta nel consiglio regionale della
Lombardia. Dopo l'inserimento
della Minetti nella lista, mancava-
no solo poche ore al termine ulti-
mo per la consegna delle firme ed
è qui che si collocherebbe la truffa.
Non potendo chiamare in tempi
brevi i figuranti di Forum, si è reso
necessario falsificare le firme.
In questa storia la Minetti non c'en-
tra nulla, è una beneficiaria, e poi il
falso ideologico è un reato da scri-
bacchini, niente a che fare con la
verve necessaria per farsi inquisire
per sfruttamento minorile della
prostituzione. All'epoca, l'improv-
visa ma imprescindibile candida-
tura della Minetti suscitò parecchi
malumori nel partito, soprattutto
in Sara Giudice che a gennaio di
quest'anno ha chiesto le dimissio-
ni dell'igienista dentale per il suo
coinvolgimento nel caso Ruby.
Dopo essersi messa contro la Mi-
netti, la Giudice è stata “costretta”
a passare a Futuro e Libertà. Cic-
chitto: “Nessuna relazione con il
caso Minetti, è andata via per in-
compatibilità ambientale: una con
quel cognome non può stare con
noi”.
Domenica 17 aprile 2011
di Marco Vicari Maddalena faceva l'estetista", " I Maya fini giuristi:
Il mondo finirà nel 2012. Per via della prescrizio-
on il processo breve sono migliaia i proce- ne", "Dell'Utri rivela «Mussolini conosceva il futu-
C dimenti che rischiano di finire in prescrizio-
ne. Anche se molti verranno celebrati in altre
sedi. Rita Dalla Chiesa ha già pronta una pun-
tata con una finta vittima della strage di Viareggio,
un finto parente di uno studente dell'Aquila e un
ro": sulla copertina dei suoi diari c'era scritto ‘In
allegato con Libero’». Con il Vespa-Giacobbo-Del-
l'Utri ci sarà inoltre in regalo un plastico della scuo-
la che adotterà il testo. Così l'insegnante e gli stu-
denti potranno porsi tutti insieme la domanda:
finto azionista Parmalat. A fine puntata il Giudice "Chi ha ucciso la Scuola Pubblica?"
assolverà gli autori e la conduttrice dal-
l'accusa di pubblica indecenza.
Proprio quando si approva una manovra
del genere è bene che gli Italiani si di-
straggano. Ecco allora l'on. Gabriella Car-
lucci chiedere una Commissione d'In-
chiesta sui "testi scolastici comunisti". Se-
condo la Carlucci ci sono libri di testo ca-
paci di "plagiare le giovani generazioni".
Anche se il Governo era già intervenuto
sul tema tempo fa: con il taglio dei fondi
per i libri scolastici. In questo modo si è
evitato che tanti giovani venissero in-
fluenzati nelle loro scelte. Infatti sono ri-
masti ignoranti.
Secondo i firmatari della proposta, in cer-
te pagine dei libri scolastici si parlerebbe
troppo del centrosinistra. In effetti in al-
cuni manuali di fisica ben 20 pagine sono
dedicate al principio dell'inerzia. In altre,
invece, verrebbe penalizzato il centrode-
stra. Nei libri di storia, quando si parla del
disastro di Pompei, non viene mai nomi-
nato Bondi. La soluzione è una Commis-
sione che si occupi della oggettività dei
libri di testo. Non a caso i Parlamentari si
stanno già allenando leggendo pubblica-
zioni storiche sui loro Ipad. Quella che va
più in voga questa settimana è: "Mignotte
d'Antan: tardone per tutte le tasche".
Per sostituire ogni testo fazioso verrà poi
approvato un unico manuale di storia : il
"Vespa-Giacobbo-Dell'Utri". Tante le ve-
rità rivelate dal volume, di cui anticipia-
mo i titoli di alcuni paragrafi: "Cerchi nel
grano: li vanno a fare di notte gli elettori
di sinistra per dimostrare la propria esi-
stenza"; "Barzellette di Berlusconi: se
ascoltate al contrario sono discorsi di De
Gasperi. A 3 anni", "Nuove rivelazioni sul
Codice Da Vinci: Gesù era sposato e la
Domenica 17 aprile 2011 pagina III

di Stefano Ferrante Vittore nooo”. Poi è sprofondato in un stato il risveglio di Luciano Viol. Quando
coma profondissimo, sembrava non ci ha urlato “Magistrati boia!!!” Silvio B. è
ono tutti in osservazione dal fosse niente da fare e invece è successo uscito dal coma, ha nominato un altro

“S 1999, ma non riusciamo ancora

a spiegare il mistero, qual è l’in-
terconnessione tra lo stato di sa-
lute dei pazienti”. Il professor Trimanzi,
direttore del Centro di studio sul Mutuo
Soccorso Precadaverico del Sant’Ondi-
gonda Hospital di Busto Arsizio spiega:
“Vogliamo capire perché ogni volta che
per quel paziente là, Silvio B. , sembra fi-
nita, qualcuno degli altri intorno a lui fa
qualcosa che lo tira su”. “In particolare”
aggiunge in dottor Herzeneimhof, con-
siderato l’erede di Oliver Sacks “sono i
pazienti comatosi della sala Pd, quelli che
hanno i maggiori effetti terapeutici su
quello che noi definiamo Impunito Pre-
cadavere Dominante. L’altro giorno sta-
vamo per staccargli la spina. Silvio B. gri-
dava nel sonno: “Rubyyy, Ghediniii, San
ancora. Si sono destati i soliti e lui si è
ripreso”. “Il primo a prendere l’iniziativa
è stato questo qui, Walter V.” racconta il
professor Trimanzi “un mese fa stavamo
quasi per espiantargli gli organi, ma poi
ha iniziato ad alternare il coma con stati
di veglia confusionale, in cui diceva di es-
sere il premier ombra, chiedeva una te-
lecamera come un tossico in astinenza si
rivolge al Sert. All’aggravarsi di Silvio B. è
stato il primo a risvegliarsi, con il sardo
che non parla mai, Beppe Pis. della sala
Pd-l. Insieme hanno scritto una lettera al
Corriere della sera per proporre un go-
verno con tutti dentro. E’ la certificazio-
ne che i due hanno riportato danni per-
manenti, una prova che ha fatto miglio-
rare subito i parametri clinici di Silvio”.
Herzeneimof lo interrompe: “Decisivo è
sottosegretario e annunciato la legge sul-
le torture ai giudici politicizzati”. L’equi-
pe che segue il progetto, finanziato an-
che dalla Nasa, sta studiando le parole
chiave che rianimano l’arzillo Impunito:
“Quelle più efficaci” precisa Trimanzi
“sono state Bicamerale, Riforme e Fede-
ralismo. Le ha inventate il paziente in fon-
do, Massimo D’A., che ogni tanto nel co-
ma sembra sogni di giocare a Risiko, di
fare l’ammiraglio. Per ora dorme, ma se
Silvio peggiora ci aspettiamo qualche ini-
ziativa. Pensi, l’altro giorno Berlusconi lo
ha anche citato mentre, durante una fase
di coscienza, sconsigliava ai giovani di
farsi crescere la barba, perché nasconde
il volto. “Meglio i baffetti” ha detto l’Im-
punito “dietro ci può essere un vecchio
amico”.

ncora due anni e festeggeremo il secondo

A
bbiamo visto ancora una volta le im-
magini del Parlamento in tumulto
in occasione della votazione per il
cosiddetto processo breve. Non
c’è niente da fare, ormai ogni volta che
si vota su un qualsiasi provvedimento
del Governo, si assiste a una scherma-
glia verbale al limite della rissa. La
maggioranza compatta lancia scialup-
pe di salvataggio al premier in balìa
dei suoi processi. L’opposizione tenta
il tutto per tutto. Prima fa l’ostruzio-
nismo, poi ci prova col voto segreto
sperando in qualche franco tirato-
re, ma il risultato è che passa il
provvedimento con più voti di
quelli previsti. E a niente servono
le proteste dei parenti delle vittime
delle varie tragedie colpose (Moby
Prince, Viareggio, L’Aquila…) che si
sgolano disperati davanti all’ingresso di
Montecitorio, temendo un colpo di spu-
gna sulle morti dei loro cari. Questo sa-
rebbe l’inizio della “epocale” riforma del-
la giustizia. A me sembra l’ennesima pa-
gina buia della politica dei nostri tempi.
Oltretutto mentre l’Italia viene sbeffeg-
giata da tutte le angolazioni e lasciata sola
ad affrontare l’emergenza migranti, con
quelle carrette del mare che si infrango-
no sugli scogli di Pantelleria e di Lampe-
dusa. Detto questo mi chiedo come possa
venire in mente a qualcuno di raccontare
barzellette peraltro stupide e che non
fanno ridere, o a qualcun altro di ipotiz-
zare di prendere a mitragliate quei po-
veracci che tentano di attraversare il ma-
re. Roba da matti. Mi verrebbe da dire: “Io
vado a letto, svegliatemi quando tutto sa-
rà finito”. Ovviamente non lo posso fare,
ma mi infilo in un cinema sperando di
non pensarci per due ore. The next three
days di Paul Haggis è un film diviso in due
parti. La prima lenta e alquanto noioiset-
ta, rischia di buttarti tra le braccia di Mor-
feo, e in effetti una pennichella di dieci
minuti/un quarto d’ora devo confessare
di essermela fatta. Poi la storia prende rit-
mo quando Russell Crowe comincia a or-
ganizzare e a mettere in pratica la rocam-
bolesca evasione della moglie, finita in-
giustamente in galera. Le scene d’azione
sono molto ben fatte e il pericolo incom-
bente inchioda lo spettatore alla poltro-
na. C’è da chiedersi se sia possibile scap-
pare in quel modo da un penitenziario
superando una così agguerrita sorve-
glianza. Il regista Paul Haggis ha dichia-
rato in un’intervista di essersi scrupolo-
samente documentato, assicurandoci
che nella realtà le cose sono andate esat-
tamente come nel film. Quindi, signori,
ricordatevi di prendere un caffè per su-
perare il primo tempo e buon divertimen-
to. In attesa di scoprire cosa ci riserverà la
settimana entrante, auguro a tutti voi una
serena Domenica delle Palme.
A ventennio della nostra storia. Venti, dico
“venti” anni di Berlusconi. Ma ci pensate?
Vi rendete conto che cosa sono 20 anni?
Un ragazzo nato agli inizi di questo Nuovo Pa-
leolitico (mio figlio, per esempio), nel frat-
tempo è diventato maggiorenne. In vent'anni
hanno fatto in tempo a invecchiare quasi due
generazioni di whisky. In vent'anni scade una
polizza vita. Nel 2013 saranno passati vent'anni
da quando un imprenditore affiliato alla Loggia
P2 (tessera 625, stando agli elenchi di Castiglion
Fibocchi, nei quali compare, tra l'altro, anche Fa-
brizio Cicchitto con la tessera numero 945), è
sceso in campo. Fu nel lontano 1993, infatti, che
B. cominciò a parlare senza dire niente dimo-
strando da subito di essere il leader ideale per chi
vuole ascoltare senza capire un cazzo. Da allora
non ha più smesso. In quel momento dimostrai
lungimiranza nel coniare la frase “A buon im-
prenditor, poche parole”. Lui cominciò a parlare
e da quel momento non ha più smesso, sfoggian-
do un repertorio di barzellette grossolane e di
palle mastodontiche, evocando comunisti e ma-
gistrati politicizzati a mo' di Orco per fare stare
buoni i bambini, facendo della “figa” e della “fe-
sta” gli ingredienti fondamentali della cultura,
della società e della politica e costruendo così un
mondo virtuale al cui confronto l'assunzione del-
l' LSD (vecchia droga allucinogena degli anni '70)
diventa un modo sicuro per restare coi piedi per
terra e Matrix un capolavoro del neorealismo. Il
tutto bene accolto da una fetta di popolazione
acefala. Ricordo che all'epoca del suo esordio in-
ventai il giochino del “terzo escluso”. Funziona-
va così: considerate i tre concetti: “onesto”, “in-
telligente”, “aderente a Forza Italia”.
Bene, se ne mettete insieme due, il terzo resta
escluso. Cioè: se una persona onesta aderisce a
Forza Italia, non è intelligente, se una persona è
intelligente e aderisce a Forza Italia non è onesta
e se una persona è onesta e intelligente... non
aderisce a Forza Italia. Non voglio dire che una
persona onesta e intelligente debba essere per
forza di sinistra, dico solo che una persona one-
sta e intelligente non può stare al seguito di un
simile soggetto. D'altronde lo stiamo vedendo in
questi giorni con quel che succede in Parlamen-
to e con i report sulle dichiarazioni dei fan (roba
da vomito). In tutti questi anni B. ha chiaramente
fatto capire chi è e che cosa rappresenta: lui è
uno che fa mente “locale” e poi chiede il con-
dono, promette mari e (3)monti, punzecchia i
parlamentari con il becco di un quattrino, e vuo-
le correre a rotta di Colle. Chi lo ama condivide la
sua logica, ci si ritrova e si sente a suo agio. Qual-
cuno ha detto che il segreto di un buon politico
sta nel fatto di rendersi cretino come colui che
ascolta in modo tale che questi pensi essere in-
telligente come lui. B. c'è riuscito (non dev'es-
sere stato troppo difficile) e ha creato un mondo
artificiale in cui vale tutto e il contrario di tutto,
dove è giusto dire che “l'unione fa la forza”, ma
anche che “chi fa da sé fa per tre”, dove si può
essere un giorno puttanieri e il giorno dopo numi
tutelari dei valori cristiani. Si può tutto. Basta tro-
vare i pirla che ci credono... perchè stanno ar-
rivando le elezioni... e fortunatamente la rivolta
del mondo arabo permetterà ancora una volta al
sistema mediatico berlusconiano di mettere in
primo piano le invasioni barbariche. Col risul-
tato che si parlerà solo di sicurezza, di paura e di
“negri”. La strategia vincente del 2008.
pagina IV
a Cicala termina qui! Non ha più bi-
L sogno di cantare, anzi di decantare…
Quando si arriva a proporre un Gover-
no di decantazione abbiamo quasi rag-
giunto Vinitaly! Dopo la finanza creativa, che
ha creato un sacco de danni, la politica crea-
tiva! Tra un bicchiere e l’altro Veltroni, con il
somellier Pisanu, ha raggiunto lo zenit! L’a-
poteosi della minchiata etilica, l’oscar della
stronzata!
Si decanta. Sìì, decanta che te passa! La de-
cantazione altro non è che un delicato tra-
vaso del vino da una bottiglia ad un decan-
tero o caraffa…e caraffa cià una preoccu-
pante assonanza con arraffa. L’arraffa, par-
don, la caraffa ha una base molto ampia, ma
ce l’avrà ‘sto ipotetico Governo caraffa?
“Certo” dice Franceschini noto avvinazzato:
“E’ un'operazione necessaria nei governi
che hanno subìto un lungo invecchiamen-
to.” Incalza la Bindi Rosy dai pomelli molto
rosi, e tra un rigurgito di Chianti e l’altro ci
spiega: “Si travasa il Governo Berlusconi che
è alquanto invecchiato direttamente nel de-
cantero… per separarlo dai sedimenti dan-
nosi per la maggior parte dei cittadini be-
vitori delle sue menzogne al metanolo”. Cic-
chitto, sempre più truccato da befana, as- vicepresidente del Senato conclude: “Biso-
serisce: “Il Governo è ancora ‘chiuso’ dal gna uscire da una contrapposizione perma-
punto di vista olfattivo e non ha ancora aper- nente tra i bianchi ed i rossi”. Gianfranco
to tutto il suo bouquet, non ha sprigionato Fini, l’unico astemio appassionato di vino,
tutti i suoi profumi, che sono poi le sue ri-
forme, una, quella della giustizia, che va giù
come vino novello, mi creda!” Gracchia Bos-
si: “Taci, befana! Parla piuttosto di quella sul
Federalismo, tosta ma corposa ,come uno
sfurzàt della Valtellina!” L’euforico Di Pietro,
l’onorevole che si ingolfa da solo, ancor più
ingolfato di sempre, perché in questa ubria-
catura di consensi per il Governo caraffa, ha
già sballato di brutto, prorompe: “Barolo d’o-
nore! Se qua, è vero...non stappiamo lo spu-
mantino del Molise fresco fresco entro l’e-
state quando il Tappo salterà! Quant’è vero
Iddio, lo vado a piglià di persona e lo bru-
ceremo nelle fiamme del Biferno rosso doc...
del Molise! Quant’è vero che mi che mi chia-
mo Andonio, e poi vado a fare il somellier ad
Arcore!”
“L'Italia ha bisogno di una fase di respon-
sabilita' enologica nazionale”: ad affermarlo
è Vannino Viti, pardon, Chiti che poi è il
Chi-an-ti con la sincope (j’e cascato l’an). Il

di Roberto Corradi
uono, mi apre, la saluto felice come un bimbo perché sono da lei, poi ci
S sediamo e ricambio le attenzioni del suo Roro IV, più che un cagnolino
un principe cordiale, come è giusto che sia un amico di Franca Valeri. A
gennaio, al Teatro Valle di Roma, è andata in scena con la sua ultima
commedia “Non tutto è risolto” confermando ancora una volta di essere una
fuoriclasse assoluta come attrice e come commediografa. E di essere la
beniamina di un pubblico che abbraccia tutte le età. Con Einaudi è in libreria
da dicembre con “Bugiarda no, reticente” un racconto autobiografico che ce
la fa conoscere ancora di più e ancora meglio (“Ma ricordati che sono
reticente” mi sottolinea divertita), e a fine febbraio sempre Einaudi ha
pubblicato il testo della sua ultima commedia, la storia di una donna ca-
parbia e capricciosa che gestisce vita e affetti con disincanto e sapienti
amnesie che la portano anche a dimenticare di avere un figlio.
RobCor: Quanto c’è di lei nella protagonista della sua ultima
commedia?
Franca Valeri: Nel personaggio niente, perché ha un passato che
non mi assomiglia, ha anche uno scetticismo che non mi asso-
miglia. Io sono più umana, più buona. Non ho avuto una storia da
dominatrice dei poveri. Ben altre cose ho saputo dominare. Però
la situazione e il punto d’arrivo di una donna che ha vissuto,
naturalmente mi appartengono, li conosco.
Il fatto che lei non sia scettica, significa che ha fiducia in que-
sto Paese? Possiamo vedere qualcosa di meglio in quello che
ci circonda?
Beh, se pensassi che è impossibile, la mia chiusura sarebbe de-
finitiva. Non è possibile andare avanti in un Paese così ridicolo. Più
che disgustoso, è ridicolo. Questo Governo, poi! Vederli riuniti fa
schifo più che paura. Io sono una persona un po’snob, non li
sopporto. Sono delle mezze calze ignoranti. Sai che di questi qui
non ce n’è uno che venga a teatro?
Questo però migliora anche il suo pubblico. Un Calderoli in
platea…
Infatti non c’è. Se fossero in grado di andare nelle platee, sarebbero
anche un po’ più istruiti.
L’ho sentita parlare dei suoi ricordi su cos’era Arcore.
Sì, era una paesino. La prima stazione quando ero sfollata in Brian-
za. “Aaarcore!!” E’ diventato un termine.
Quasi un concetto!
Un concetto di volgarità maschile. Molti anni fa, quando si co-
minciava a parlare di Berlusconi, il mio impresario, onesto, sim-
patico, una persona straperbene, mi disse: “Guarda, non fidarti.
Perché è uno che certamente fra un paio d’anni fallisce. Non ne
sentiremo più parlare”. Aveva proprio le stigmate dell’avventuriero
di passaggio. Invece…
Lo ha mai incontrato?
Per fortuna mai. Lui aveva un unico punto a suo favore: il Milan. Io,
pur non interessandomi molto di calcio, per simpatia ne ero ap-
passionata perché lo era mio fratello, poi mio nipote che allora era
un ragazzino. Insomma, siccome aveva quei suoi maledetti soldi,
aveva salvato la squadra che stava per fallire. Una sera col mio
compagno di allora, che era laziale oltre che un musicista, an-
dammo a una festicciola dove c’era lui perché il Milan aveva vinto
non so bene cosa. Un istinto benefico mi ha precluso di avvi-
cinarmi. Sono riuscita in tutta la serata a non incontrarlo.
E’un grande risultato.
E’un destino illuminante. Poi, quando era già arrivato a una delle
sue prime legislature, ci fu una grande serata all’Auditorium per
festeggiare Goffredo Lombardo, fondatore della Titanus, con cui
ho fatto dei film, tra cui soprattutto “Il segno di Venere”. Ero
invitata, stavo lì seduta con un bel vestito e un mio amico, che era
vicino, nell’intervallo mi disse:
dichiara: "Ho trovato la proposta condivisi-
bile dal primo all'ultimo bicchiere". Convin-
to anche Italo Bocchino che ne circoscrive i
tempi: "L'appello di Veltroni e Pisanu va ac-
colto prima della vendemmia delle elezioni
amministrative. Bisogna uscire dal tunnel,
possibilmente con tutta la botte!” Bersani,
da par suo, ha voluto far il punto della si-
tuazione, perché a lui non lo fregano, ed ha
così riassunto: “Per il Governo di decanta-
zione noi non si deve fare neache un passo
indietro. Casomai lo devon far loro. Nel mo-
mento del ‘travaso’, se Berlusconi fa un pas-
so indietro come dico io, si sbrodola tutto di
vino, che va per terra, ma non va sprecato
perché lo lecca tutto il Veltroni, e nel tram-
busto noi gli si frega la bottiglia. E da quel
momento la passatella la facciam noi, e chi
beve lo decidiamo noi! Facciamo olmo chi ci
pare, vivaddio! E sappiano i signori del cen-
trodestra che, come diceva il poeta romano
Quelli che viengono condannati a nun be-
ve so' chiamati Ormi; e nun tanto er nun
beve quanto l'esse chiamati accusì è la cosa
che vve ffa mmagnà' ll'ajo!
Viva Vinitaly e suoi 150 anni!
Domenica 17 aprile 2011
“C’è Berlusconi, qui dietro. Forse, se ti volti, ti vuol salutare”. Mi
sono alzata e sono andata di corsa da un’altra parte! Quindi non l’ho
mai conosciuto. Dopo di che non ho avuto più occasione… di
evitarlo!
Ha mai incontrato prima un personaggio di questo tipo?
Nella mia vita ho conosciuto tanti imbroglioni, ma questo ha rag-
giunto una potenza ingiustificabile da parte di questo Paese idiota,
idiota ma anche pericolosamente amante dei prepotenti. Da che
poi i suoi due amici sono Lele Mora e Emilio Fede ha toccato
proprio l’apoteosi.
E’un quadro completo!
E’un quadro completo! E poi questa collaborazione mignottesca e
politica delle donne è veramente un punto di sconfitta perché è
avvilente che si prestino. Pensa la carrettata che è andata da Ghed-
dafi a imparare il Corano. Ma è possibile?
Paese idiota. E come si riconosce un idiota?
Si capisce subito. Intanto c’è un tipo di volgarità che è proprio nei
connotati. Si vede subito. Si vede di più nelle persone mature che
in quelle giovani. I giovani, se non altro, per me sono sempre
salvabili. Perché sono giovani.
Il suo lavoro è un distillato di intelligenza che si ritrova anche
nei ruoli negativi. Come li pensa i suoi personaggi?
Ti dirò che io ormai ho una tale esperienza di vita che non ci sto a
pensare molto. Magari l’idea di partenza la individuo. Ma poi i
personaggi non mi è difficile fabbricarli perché li conosco. Non
so… Il personaggio della segretaria nella mia ultima commedia è
quel tipo di donna intelligente e non conclusiva. Sai, ci sono delle
donne che hanno tante qualità ma non hanno una struttura, una
personalità compiuta. E quindi spesso hanno una vita un po’ fal-
limentare: sbagliano gli incontri, si mettono delle idee sul sesso che
non corrispondono poi agli uomini che trovano...
Mi viene in mente che lei è esattamente il contrario. Cioè lei
riesce a gestire il suo talento con lucidità, è autonoma.
Sai, poi non arrivi mai a un punto della vita in cui dici: “Sì, non ho
bisogno di nessuno”. Ho avuto la fortuna però di avere questo
senso di indipendenza morale quasi da sempre. Un po’mi viene da
mio padre, credo. E un po’dalle circostanze della vita. Nel periodo
giovanile ero più ribelle. Poi ho imparato a dominarmi.
La tv la guarda?
L’altra sera sono tornata a casa tardi. Ho acceso e c’era una tra-
smissione di gente urlante: “Ciak, si canta”. Ma che spettacolo è?
Poi non è che venisse fuori Mina. No. E comunque, come niente,
può arrivare all’improvviso Emanuele Filiberto.
Lei se lo immaginava un Savoia intrattenitore?
E’una vendetta! Una sgradevole vendetta.
Nostra o loro?
Nostra, vederli ridotti così…
Le fa piacere quando danno in tv suoi film come Piccola Po-
sta?
Sì, anche perché vanno avanti da sempre. Adesso devo fare una
serata all’Auditorium di Roma che ho chiamato Da Studio Uno a
ieri, la mia televisione dove farò una scelta di miei pezzi. Mi
accompagnerà nella presentazione la Guzzanti che è spiritosa,
simpatica. Ecco, lei rientra nella televisione guardabile. Volevo far
vedere cose che mostrino come era considerato lo spettacolo in
televisione, qualche anno fa.
Quando sarà all’Auditorium?
Il 19 maggio.
Lei è inesauribile. Sono sicuro che sta mettendo il suo
talento anche in altri progetti.
Guarda, non so come mai, ogni giorno ho da scrivere qualche
cosa. Adesso per esempio sto facendo, sempre per Einaudi,
un libretto a quattro mani con la Littizzetto, ironicamente
chiamato “L’educazione delle fanciulle” e credo che siano
viste in modo molto diverso da noi due. E sto scrivendo la
mia parte.
Cose la colpisce in una persona a cui poi si affe-
ziona?
Ci sono delle evidenze che corrispondono a dei dati
interiori. Saper parlare, la cultura, anche l’eleganza,
specie nelle donne, che può essere in tanti modi.
L’intelligenza ci salverà?
Sì. E’una grande àncora di salvezza. Perchè il cretino è
povero, è solo.
pagina VI
di Bebo Storti
(e si conclude la saga)...e così il nostro omino
ce l’ha fatta. E’ diventato quello che sempre avea
desiato! Un politico?, direte voi. Ma no! Un uo-
mo impegnato al servizio del popolo? Alzerà la
mano qualcuno? Ma no! Ingenui cittadini che
nulla sanno della vita. Un uomo potente che può
cazziare chiunque, soprattutto persone più alte
di lui. Chiunque appunto.... Un uomo al cui co-
spetto le porte si devono aprire, laddove prima
bussava e subiva l'onta del "hanno bussato ma
nun vedo un cazzo!" e sbam!! La porta in faccia.
Adesso è temuto e rispettato. Diciamo temuto.
Adesso sì che può impedire ai parenti dei disa-
bili, vera piaga del nostro sistema, di accedere
liberamente a luoghi ed uffici e di avere facili-
tazioni che rendano loro la vita, già così dura, più
facile! Adesso sì che può mettere tornelli a dritta
e a manca, financo nei cessi!
Ché, non lo sai? Vuoi pisciare? Dimostramelo!
Tira fuori la tesserina, passala sul lettore, digita il
codice per dire se devi solo mingere o fare il bi-
sogno grosso, scrivi il tuo nome, a quel punto ti
sei cagato addosso: che bisogno c'è di passare il
tornello? Tempo risparmiato, effetto ottenuto.
Tornelli dovunque: negli uffici, di chiunque, agli
stadi( anche quelli antichi tipo il Colosseo), nei
palazzi di giustizia dove, si sa, la carta igienica va
via come il pane. Perché, diciamolo, questi giu-
dici non fanno un beato cazzo! A parte cercare di
mandare, giustamente, in galera uno che è solo
pochi centimetri più alto di lui! E che si permet-
te di usurpare un posto che per diritto, lui lo sa,
presto sarà suo... I fannulloni. Ecco la battaglia
tanto attesa dagli Italiani, non migliorie sul mon-
do del lavoro, che rendano il futuro di tanti gio-
vani più roseo. Che facciano come lui! Bamboc-
cioni! Cioè? Un cazzo! Ma fatto nei momenti giu-
sti e con le persone giuste; Socialisti prima e Pi-
diellini poi, cioè gli stessi, ma vestiti diversi. Che
imparino da lui. Ma lo sanno costoro che non
facendo niente, non scrivendo una ricerca e non
facendo una pubblicazione e non facendo un
esame regolare
lui è riuscito a diventare studente universitario,
a laurearsi, poi professore ordinario, ad insegna-
re a Tor Vergata e fare consulenze non si sa di che
alla qualsiasi, socialisti e non? E poi dicono che
questo Paese non funziona e che un ragazzo sen-
za aiuti non farà mai carriera. La vita è una giun-
gla. Se sei piccolo, passi sotto i coglioni di chiun-
que. E’ vero, spesso ti scaricano addosso liqua-
mi, ma tu passi davanti e loro sono ancora li che
si domandano: "Ma dov'è quell'affarino rin-
ghiante? Giurerei di averlo visto passare fra le
gambe del ministro... Eccolo la sulla sedia che
bercia e pontifica! Cazzo! Me l'ha fatta un altra
volta!" Quanto è dura la vita se stai comodamen-
te in un beauty e ti tirano fuori alle riunioni solo
quando sentono dei disperati vagiti venire dal
bagaglio: "Ma che cazzo è ‘sto casino? Ah! Porca
troia, è Brunetta! Ce lo siamo dimenticati in va-
ligia un'altra volta! Apri e fallo uscire! E tira fuori
il ciappi ché avrà fame, pora stela!" Lui è diven-
tato, il nostro omino rancoroso, a dispetto di tut-
to e di tutti, soprattutto della logica, nell'ordi-
ne:
1)ministro europeo, sì, non strabuzzate gli oc-
chi. Fai consulenze per i socialisti, entri nelle
grazie di un ministro come De Michelis e vuoi
non essere imposto in un listino blindato?!
2)due volte ministro europeo, sì, non ristrabuz-
zate gli occhi. Se una cazzata funziona una volta
perché non rifarla una seconda? (i maligni di-
di Luca Bromo
’industria automobilistica si sta sbattendo
L come un polipo per ridurre l’emissioni no-
cive. Non tanto per amore verso gli orsi
polari quanto per rispettare le normative
dell’Unione Europea, la quale ha stabilito che
entro il 2050 tutti i veicoli nei centri urbani do-
vranno essere elettrici. Tutto molto bello anche
se, va detto, il termosifone, le bestie macellate
per la vostra cena o i vostri condizionatori, crea-
no più inquinamento delle macchine. Soprat-
tutto se di ultima generazione, dove, e questo è
un fatto, nel caso decideste di spararvi un ae-
rosol dal gas di scarico di una Porsche Turbo,
sappiate che quell’aria è più pulita di quella che
si respira in città come Calcutta o Rio, ed a breve
anche di Roma e Milano, vista la centralità delle
politiche ambientali nell’agenda governativa.
Detto ciò, la corsa all’elettrico, propulsione co-
munque più pulita rispetto ai motori termici, è
cono che è andato al consiglio solo il 57 per 100
delle volte, giusto poco sopra il 50 così non per-
deva la metà delle indennità di rimborso…)
3) Poi in corsa è diventato ministro del Governo
del poco più alto di lui, e ancora deputato eu-
ropeo, beccando per tot mesi due stipendi: ma
vi rendete conto? Uno come lui che riesce a
prendere due stipendi non essendoci mai e non
facendo niente di interessante per il Paese lad-
dove altri che si fanno il culo si alzano alle 5 del
mattino e hanno tre figli prendono 1200 euri al
mese? Ma vi rendete conto del genio di quest'o-
mino che in un Paese con una democrazia vera
(così sussurrano i comunisti nei tristi e bui cor-
ridoi dei loro palazzi) sarebbe ancora all'univer-
sità a 50 anni o a gridare fuori dall'ufficio di qual-
che ministro: "I tornelli!! Dottore illustrissimo, i
tornelli!!" saltellando su una sedia non visto dai
più? Ma vi rendete conto?! Ah, sì? Ah, ecco per-
ché magari vi era sfuggito. E allora, giovani, non
vi lamentate. Mamme e papa di diversamente
abili, non rompete i coglioni. Giudici che vi fate
il culo e rischiate, capita spesso, la vita, non fate
tante storie per una scorta! Lui, il nostro eroe
puffato, ne ha nove di auto blu e gira, lui sì me-
ritandola, con la scorta nerboruta... Ma dov'è
che si capisce se un politico ha fatto breccia nel
cuore del Paese dove ha lasciato, magari stri-
sciando come una lumaca, il culino? Ma fra la
gente! E allora eccovi, o giovani e uomini maturi
di poca fede! Distogliete per un attimo la mente
dal lavoro, dallo studio e dai problemi di tutti i
giorni e sentite cosa la gente, quella vera, quella
della strada, dice di lui:
1) Un vecchietto a Roma davanti palazzo Chigi:
“Aò! Aò! E stai attento co’ ‘sta machina che me
schizzi colla pozzanghera! A stronzo! Ma chi è?
Brunetta!? Ma che cazzo te fai scortà! Ma chi te se
'nc....
2) Un tassista, sempre a Roma: “Io l'ho portato in
taxi un par de volte. Poi me distraevo e siccome
dallo specchietto nun se vede più ‘na volta che
s'è seduto. Sentivo parlà, e me dicevo; ma chi
cazzo è che parla? M che c'è qualcuno, ma che
ho preso ‘na corsa?
3) Un suo professore a Venezia: “Mi g'ho ditto, a
la terza volta che xe vegnudo a dar l'esame de
professor ordinario, mi g'ho dito! Studia! No ti sa
un beato casso! Cossa ti vol far cossa? Ma lu nien-
te. Tornava sempre! Come quei bimbi che ti ghe
tieni la testa e lori i spinsi! Dopo xe diventado
profesor con una sanatoria a Matera me pari du-
rante un concorso...
4) Una ragazza a Cesena: “Brunetta? Ah, sì che
voce! Poi lei e I Ricchi e Poveri si sono sciolti...
Mi è dispiaciuto, sa? Erano un gruppo pulito, gio-
vane, fresco...soprattutto lei. La Brunetta dei
Ricchi e Poveri! Che bella ragazza!
Altro, cari cittadini e giovani, non vi è dato sa-
pere sul nostro eroe fermaporta. Ma siamo sicuri
che in futuro non ci farà mancare materiale ed
aneddoti di cui giovarci.
A presto. Chissà.
Su queste od altre pagine.
cominciata. E poco importa
se l’estrazione del litio, es-
senziale per le batterie rica-
ricabili, è un affare disgusto-
so almeno quanto la petrol-
chimica. Attorno alle minie-
re di litio, risorsa non certo
illimitata, terreni e falde ac-
quifere sono avvelenati e le
forme animali cessano di esi-
stere.
Ovviamente i costruttori so-
no a conoscenza dei lati
oscuri, ma l’importante è fare profitti oggi e poi
si vedrà. A ciò vanno aggiunti una serie d’im-
pedimenti tecnico-logistici. Prendiamo la plu-
ridecorata Nissan Leaf, compatta simile alla
Golf ma 100 percento elettrica. Costa circa
35,000 euro e per fare un Roma-Firenze occor-
rono più o meno 27 ore; un pieno di elettricità
dura 8 ore e l’autonomia autostradale è di circa
Cose buone dal mondo
SILVIO, «DOPO DI
ME, ALFANO»: ERA
MEGLIO IL
DILUVIO
di Lia Celi
L’ipotesi che uno squalo come Silvio avesse scelto
come successore un invertebrato come Angelino Al-
fano, accolta con entusiasmo solo fra gli Anellidi, è
stata smentita dopo poche ore. L’equivoco è nato da
un’errata interpretazione di una frase del premier
durante la conferenza stampa con i giornalisti stra-
nieri. Del resto borbottio berlusconiano era così con-
fuso che le testate internazionali hanno riportato la
notizia ognuna a suo modo. Ecco qualche esem-
pio.
FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG
«Annuncio a sorpresa di Herr Berlusconi nel
corso dell’incontro con la stampa estera. Do-
po aver spiegato che non si ricandiderà nelle
elezioni del 2013, il premier italiano ha in-
dicato che il suo futuro è “a Fano”. Berlusconi
preparerebbe dunque un buen retiro nella ri-
dente cittadina adriatica - bagnata, non a caso,
dal torrente Arzilla, nome quanto mai appro-
priato alla gagliarda terza età del Cavaliere. Gli
imprenditori marchigiani sperano che l’inte-
resse di Berlusconi per Fano avvantaggi tutta
la regione: è ora che il presidente faccia qual-
cosa per le Marche, dopo aver fatto tanto per
le marchette.»
LE NOUVEL OBSERVATEUR
«Imprevista svolta mitologica nell’esecutivo
italiano: nell’incontro con la stampa estera il
premier ha dichiarato di voler lasciare il go-
verno “al fauno”. Si tratta di un’investitura lar-
gamente annunciata: il fauno appare come il
successore più naturale di un anziano satiro. Il
problema sarà piuttosto snidare la divinità sil-
vestre dai boschi in cui vive e convincerla ad
assumersi incarichi di governo che potrà svol-
gere solo al mattino, in quanto al pomeriggio,
com’è noto, il fauno è impegnato in un ce-
lebre balletto di Claude Debussy. L’interim po-
trebbe essere assunto dal suo omologo greco
Pan, molto gradito agli strati sociali meno ab-
bienti in tempo di rincari dei generi alimen-
tari, ma l’ala veneta della Lega insiste per un
ticket Pan e Vin».
80 km. L’auto dell’anno (meccanicamente è
ineccepibile) non può dunque essere l’unica
auto in famiglia ed è pure cara ammazzata. E im-
maginiamo che una volta tirate su le colonnine
di ricarica (per ora sono più
rare dei panda) bisognerà an-
che scuoiare la concorrenza
per rifornirsi. Ad oggi, il pro-
getto elettrico più convin-
cente è la Renault Twizy, su
strada ad inizio 2012, proprio
perché non ha pretese da pri-
ma auto ed è concepita uni-
camente per la città. Omolo-
gata come quadriciclo, ha pe-
rò tutti gli elementi della gui-
da tradizionale quali airbag,
volante, pedaliera e cinture di
sicurezza. Sarà in vendita a
circa 7,000 euro; può ospitare due passeggeri, è
più piccola di una Smart, più stabile degli scoo-
ter a tre ruote e più sicura delle terrificanti mi-
cro-car con i loro insopportabili conducenti
(tardone bionde ingioiellate e teen-ager pario-
lini con l’occhio fesso). L’autonomia di 100 km
è in linea con la mobilità urbana, si ricarica in 3
ore e mezza, va come una freccia (fino a 80 orari
Domenica 17 aprile 2011
THE LOS ANGELES TIMES
«”My successor will be half-ano”: così, nel suo
tipico inglese maccheronico, mr. Berlusconi ha
delineato lo scenario politico al termine del suo
mandato. Secondo i linguisti la sibillina espres-
sione anglo-italiana significherebbe “fortunato
a metà”, nel senso che chi ricoprirà in futuro la
carica di capo del governo, dovrà assumersi,
oltre all’onore, l’onere di un Paese sull’orlo del
baratro. La relativa sensatezza dell’affermazio-
ne fa pensare che in realtà Berlusconi inten-
desse tutt’altro. «Half-ano» alluderebbe alla scar-
sa virilità dei suoi più accreditati competitor nel
centrodestra, dal troppo molle Fini al gelido
Tremonti all’ambiguo Casini. Un avvertimento
in codice alla Chiesa cattolica sulla deriva omo
cui sarebbe condannato il governo qualora Ber-
lusconi dovesse lasciare palazzo Chigi.»
EL PAIS
«Spazientito dalle provocazioni della stampa
straniera sulla sua successione il presidente Ber-
lusconi è sbottato: “Lascio il governo al fan,
oh!” Esclusa dunque la possibilità di cedere il
posto a un esponente del centrodestra non per-
fettamente allineato con lui, il premier italiano
vuole lasciare quel ruolo solo a uno dei suoi
seguaci più fedeli, anzi, “al fan” per eccellenza.
Berlusconi non lo ha nominato esplicitamente
per non turbarne la già compromessa salute
psichica, ma si tratta quasi certamente di San-
dro Bondi, l’ex ministro il cui maggior contri-
buto alla cultura italiana è la sua lettera di di-
missioni.»
THE CHICAGO TRIBUNE
«Suggestivo contrattempo durante la conferen-
za di Berlusconi con la stampa straniera. Pare
che fino a un attimo prima dell’incontro il pre-
mier fosse impegnato in una delicata seduta
spiritica con Al Capone, attualmente ospite del-
l’inferno, per confrontarsi sulla linea di difesa
da tenere nei processi. Al termine della seduta,
il medium si era dimenticato di interrompere
completamente il contatto con l’aldilà. Risul-
tato, lo spirito del famoso bandito si è sentito
chiamato in causa duran-
te la conferenza, e alla
domanda “Presidente,
lei pensa di lasciare?” ha
espresso un chiaro se-
gno di diniego, pronta-
mente riferito da Berlu-
sconi: “Al fa no”. Lo spi-
rito di Capone avrebbe
infatti chiesto al presi-
dente del Consiglio di
non lasciare l'incarico
prima di aver ottenuto
da Satana la sua estradi-
zione in Italia, che per i
gangster è anche meglio
del Paradiso.»
poi basta), si aggrappa alle curve, è silenziosa,
divertente da guidare e mette il buon umore a
conducente e passanti. Per ottenere le neces-
sarie infrastrutture da B. e scagnozzi, la Renault
deve solo dire che sulla Twizy è installato un
radar anti-immigrati e che a bordo, la posizione
del kamasutra conosciuta come “Il Toro Sedu-
to” riesce che è una bellezza; punti e soluzioni
per la ricarica spunteranno come funghi.
Domenica 17 aprile 2011
GLI UOMINI OMBRA!
Felice di scriverti su questo gior-
nale così necessario. Sei stata tutor
del mio racconto finalista al pre-
mio Goliarda Sapienza per detenu-
ti scrittori. Ho 55 anni, sono nato
colpevole. Famiglia povera, colle-
gio e botte da preti e suore, carcere
da piccolo e da grande. La donna
che amo da 30 anni, figli e nipoti so-
no la mia vita. Sono un uomo om-
bra, condannato alla Pena di Morte
Viva, l’ergastolo ostativo, senza
speranza. Avevo la quinta elemen-
tare, qui mi sono laureato in legge.
Mi sento un uomo libero, nonostan-
te il dolore di essere separato da
quelli che amo. Mi girano le palle
che dovrò invecchiare e morire in
carcere, da molti anni lotto per l’a-
bolizione dell’ergastolo ostativo. Ti
mando il mio “Gli uomini ombra”
(ed. Gabrielli), c’è anche una bellis-
sima poesia di Vauro. Leggilo. Ma
UGO SPOSETTI
Esistono grandi valori ideali intorno ai
quali, al di là del partito d’appartenenza
e delle tante polemiche, i nostri politici
si compattano immediatamente: ad
esempio, i soldi pubblici. Di fronte alla
sovvenzione, si stringono a coorte e son
pronti alla morte ( l’Italia pagò!). L’ono-
revole del Pd Ugo Sposetti ha proposto,
suscitando un’autentica ola in Parla-
mento, l’aumento di 185 milioni annua-
li delle sovvenzioni pubbliche ai Partiti,
una decisione che certamente susciterà
l’entusiasmo popolare, in questo mo-
mento di crisi. La somma sarà destinata
alle “Fondazioni culturali” delle varie
formazioni politiche: è risaputo, del re-
sto, quanto siano febbricitanti e insazia-
bili le esigenze culturali di La Russa, di
Scilipoti, di Gasparri e di Di Pietro, che
recentemente, non a caso, ha pure rin-
novato il proprio abbonamento a Zagor.
In fatto di finanziamento pubblico, co-
m’è stato giustamente sottolineato da-
gli osservatori più attenti, quello propo-
sto dal tesoriere Sposetti è il cosiddetto
modello alla tedesca e consiste in que-
sto: una volta presi i soldi, si scappa a
bordo di una Mercedes ( tutta un’altra
cosa rispetto al modello alla francese
dove, al massimo, puoi scappare a bor-
do di una Renault).
EMMA MARCEGAGLIA
La solitudine dei redditi primi: la Pre-
sidente di Confindustria ha denunciato
non essere tenera, non ce n’è biso-
gno perché sono ancora vivo. Ho
sempre paura che mi dicano che
scrivo bene perché sono un detenu-
to.
Carmelo Musumeci
Non c’è pericolo. Ergastolano o libero
la scrittura o c’è o non c’è. Gli uomini
ombra è un libro importante. Mar-
gherita Hack ha scritto: “E’ un libro
sconvolgente, opera di chi in carcere è
diventato un grande scrittore”. Idee,
ritmo, linguaggio. E un’altissima le-
il vergognoso abbandono, da parte del-
le Istituzioni, degli imprenditori italia-
ni. Per solidarietà con gli industriali, il
nostro più importante quotidiano fi-
nanziario dovrebbe addirittura cambia-
re nome e diventare Il Solo 24 ore. Il
Ministro dell’Interno Maroni ha prova-
to ad avanzare una proposta interessan-
te, per interrompere quest’avvilente
isolamento: convogliare i migranti dal-
l’affollata Lampedusa al-
le ville dei nostri princi-
pali manager, i cui par-
chi potrebbero trasfor-
marsi in dei centri d’ac-
coglienza ideali. Sareb-
bero una bella compa-
gnia per i poveri im-
prenditori. La proposta,
purtroppo, non ha su-
scitato il consenso una-
nime che ci si aspettava.
L’Amministratore Dele-
gato Sergio Marchionne
s’è dichiarato d’accor-
do con l’amaro sfogo di
Emma Marcegaglia:
“Anche qui in Fiat ci sen-
tiamo soli, molto soli…
non siamo fatti oggetto
della minima attenzio-
ne… figuratevi che nes-
suno ci ha avvertito che
pure la Chrysler produ-
ceva automobili, sennò
non ne avremmo mai ri-
zione di libertà. Ne Il prigioniero del-
le stelle, di Jack London, il detenuto
seviziato dai secondini evade riviven-
do le sue vite precedenti. Più perfetta la
tua evasione con una grande compa-
gna di fuga, la scrittura. In carcere hai
messo in atto una resistenza senza tre-
gua alla disumanizzazione. A torture,
botte, prepotenza. E sei diventato un
preparatissimo ribelle (“non sono un
comunista, sono un anarchico pu-
ro”). La tua prigionia è una corsa con-
tro il sonno della ragione, dell’amore,
della percezione. Grazie all’autoiro-
nia, il tuo pathos non è mai patetico.
Grande seduttore, hai evocato presen-
ze dal buio, il tuo blog ha un vasto se-
guito. Hai fascino, un narcisismo spet-
tacolare, un implacabile sentimento
della giustizia, titaniche passioni, co-
raggio, tormenti profondi, teatralità,
sincerità, epico orgoglio. Tutto enor-
me, fuor di misura. Un gigantismo che
sa esprimersi, come in Majakovskij.
Adesso che ci sarà l’amnistia masche-
rata per i delinquenti in cravatta un
saluto a te, Carmelo Musumeci, come
ha scritto Vauro, “un uomo libero”.
levato il 30%... noi credevamo che
Chrysler fosse una marca di spuman-
te…”. L’estate si avvicina e noi ci sen-
tiamo di dire una sola cosa ai nostri let-
tori: non abbandonate gli industriali sul-
le statali.
PIPPO BAUDO
Doveva essere un programma sull’Uni-
tà, alla fine invece hanno dovuto sepa-
rarli. Che amarezza, che senso d’abbat-
timento. Durante la realizzazione di
Centocinquanta, la trasmissione di
Raiuno per celebrare il prestigioso com-
pleanno nazionale, Baudo, dopo una
breve lite, avrebbe sputato in direzione
dell’autore Claudio Donat Cattin, peral-
tro senza prenderlo, episodio questo
che conferma una convinzione diffusa:
Pippo in televisione non fa più centro
da anni. Questa incresciosa vicenda sa-
livare testimonia l’escalation d’aggres-
sività che contraddistingue l’Italia in
questo tormentato periodo: oltre ai cal-
ciatori e agli ospiti dei talk show, anche
i rappresentanti delle Istituzioni si man-
dano ormai di continuo a quel paese e si
prendono a mazzate. Se il Presidente
della Repubblica dovesse aprire il di-
scorso di fine anno alla Nazione, con
uno “Statemi bene a sentire, cornutac-
ci…”, sarebbe il segno inconfutabile di
un degrado inarrestabile. Per quanto ri-
guarda l’impreciso scaracchio di Bau-
do, su cui attualmente sta indagando l’E-
spettorato del Lavoro, si tratta di un av-
P.S. Chi volesse scrivere a Carmelo Mu-
sumeci, zannablumusumeci@libe-
ro.it
Spedite le vostre mail a:
barbara.alber ti@ilmisfatto.it
venimento talmente squallido che lo
stesso Bruno Vespa si è rifiutato di rico-
struirlo con uno dei suoi bei plastici.
ANGIOLINO ALFANO
Nel corso della settimana, il Presidente
del Consiglio lo ha indicato come suo
possibile erede al soglio di Palazzo Chi-
gi. Certo, dopo un Premier vivace e po-
liedrico come Silvio Berlusconi, Alfano
potrebbe sembrare agli elettori di cen-
trodestra una figura minore: un Premier
di consolazione, diciamo. La scelta
avrebbe suscitato un certo scontento
tra gli altri possibili delfini, da Cicchitto
alla Santanché. Gianni Letta, ad esem-
pio, si sarebbe lamentato con Bonaiuti,
dicendo “Toccava a me! Non c’è più
Giustizia!” senza rendersi conto che è
stato proprio questo obiettivo - centra-
to grazie alle numerose riforme di An-
giolino, dal processo breve al bavaglio
per le intercettazioni - ad aver spinto Sil-
vio a sceglierlo. Nessun Ministro più di
quello di Grazia e Giustizia ha, infatti,
frecce al proprio arco per ingraziarsi
Berlusconi: Mariastella Gemini, in
extremis, aveva proposto un enorme
toboga che, dal piazzale della Sapienza
di Roma, convogliasse le studentesse
più procaci verso Palazzo Grazioli ma il
progetto, pur affascinante, è apparso
subito di difficile realizzazione, per col-
pa delle solite, intollerabili lentezze bu-
rocratiche che affliggono il nostro Pae-
se.
pagina VII
Chi ricorda Viviana Beccalossi,
la bionda di Alleanza nazionale,
che a Brescia nentemen, regno di Bossi,
voleva fare il sindaco ideale?
“Viviana, tu sei bella e intelligente, -
le disse ai tempi il fine Cavaliere -
ma per piacere ancora più alla gente,
segui un consiglio: fagliela vedere!”
Ma perse, e mal, Viviana Beccalossi:
o fu nel palesarla irresoluta,
e, quindi, senza effetti per i rossi
oppur, mostrata ben, non è piaciuta.
L’undici aprile fuor del tribunale
a sostegno del martire premier
a guidare una claque quaresimale
c’era Viviana con la Santanché.
Erano sol duecento gli sfigati
a blaterare contro la Giustizia
con i pullman colà catapultati
poiché fra i cittadini di Letizia
il Cavaliere, ahimé, non tira più.
E poi i duecento giunti da ogni dove
non erano un campion di gioventù
con il timor che il bullo delle alcove
rimanga presto senza junior fan.
Pensando al tribunale senza claque,
inorridisce il povero caiman
e cerca di evitare il patatrac.
“Viviana, per favor, mettila in vista…”
Ma pur con la salvifica ostensione
crebbe la claque del meneghin statista
sol del solito ignobile guardone.
di Fulvia
Abbate
Snistaarà che sono
un’esibizio-
molto atti-
va, sarà che non
chiudo mai la
porta del bagno
neppure al mo-
mento del cambio d’assorbente, tan-
tomeno della candeletta vaginale,
quindi non riesco davvero a compren-
dere l’ossessione poliziesca per la pri-
vacy di alcuni personaggi della cultura
pubblicamente blanditi dai migliori.
Mi riferisco al loro tentativo costante,
quasi orgasmico, di non far conoscere
agli altri lo splendore del proprio quo-
tidiano scandito dall’elastico rotto del-
le mutandine, penso ai momenti di
maggior debolezza, che sono poi quel-
li che fanno di te un vero artista.
Fate caso al regista Nanni Moretti, il
più apprezzato dai sensibili di sinistra,
gli stessi che farebbero carte false per
sgranocchiare patatine “Dorita”, met-
ti, con Walter Veltroni e Serena Dan-
dini sulle dune di Sabaudia. Non ci cre-
derete, ma al Moretti fa rabbia se qual-
cuno prova a parlare del suo film “Ha-
bemus Papam” prima che lui stesso ab-
bia concesso il nullaosta.
Fulvia rimpiange così i tempi in cui,
sempre lì al Circeo, c’era Pier Paolo Pa-
solini che non aveva vergogna di farsi
vedere mentre rimorchiava ragazzi se-
dicenni sulla via Flacca. Com’era più
interessante il mondo quando perfino
sputtanarsi era un doveroso atto poli-
tico.
www.teledurruti.it
pagina VIII
di Dario Vergassola
e Marco Melloni
Sabato 9 aprile
- Berlusconi torna a Lampedusa. Ma
questa volta in veste di Clark Kent.
- Per le amministrative il PdL lancia l’o-
perazione “liste pulite”. Dalle igieniste
dentali alle operatrici ecologiche.
- La Lega rinuncia agli eserciti regionali
perché la proposta non è stata capita.
La prossima volta, non fatela dire a Bos-
si.
Domenica 10 aprile
- Sembra che Berlusconi stia preparan-
do la successione del suo delfino Ange-
lino Alfano. Ceduto il potere, manterrà
solo lo ius primae bunga-bunga.
- Lory Del Santo scrive una poesia de-
dicata al Premier. Si corona il sogno di
Berlusconi: un Bondi con le tette.
LE PAROLE TRA NOI LEGGERE di Stefano Disegni
- Fini: “Questo è il governo
delle improvvisazioni”. Non è
vero! La Carfagna ha superato un pro-
vino su parte.
Lunedì 11 aprile
- Milano. All’arrivo di Berlusconi in tri-
bunale, alcuni altoparlanti hanno diffu-
so “Meno male che Silvio c’è”. Ma era la
prima volta che la cantavano i giudici.
- Monito di Napolitano: non scherzia-
mo sull’Europa! Pare che il Premier va-
da raccontando una barzelletta sul
Trattato di Schengen che, se lo aggiri, sa
di fica.
- Il PdL lombardo ha fatto trovare al Pre-
mier una violinista sexy dentro un uovo
di Pasqua. Grande la delusione del Ca-
valiere quando ha scoperto che, a dif-
ferenza delle solite sorpresine, questa
non era necessario montarla.
Martedì 12 aprile
- Continuano gli sbarchi a Lampedusa
ma in maniera ridotta. Per rassicu-
rare la popolazione oggi al Pre-
mier è bastato promettere
che comprerà un box au-
to.
- Rutelli lancia l’allar-
me: da un rapporto del
COPASIR, ogni anno
un milione di persone
è vittima della tratta
degli esseri umani. Raz-
zi, Calearo e Scilipoti sa-
rebbero solo la punta dell’i-
ceberg.
- Richiesta l’archiviazione per
il presunto attentato a Belpietro. La fat-
tispecie è stata derubricata da “tentato
omicidio a carico di ignoti” a “sketch di
Beppe Braida”.
Mercoledì 13 aprile
- Alla Camera, 314 deputati votano sì al
processo breve. Basta che Berlusconi li
faccia uscire da Montecitorio.
- L’Italia è favorevole a fornire armi ai
libici. Su suggerimento di Castelli, co-
minceranno dalle pallottole.
- Berlusconi rivela: “La mia missione è
liberare il paese dai giudici”. Deve finire
il lavoro cominciato nel ’92.
Giovedì 14 aprile
- Processo Eternit: nessun colpevole. Il-
va di Taranto: nessun colpevole. Rogo
Thyssenkrupp: nessun colpevole. Stra-
ge di Viareggio: nessun colpevole. È pro-
Domenica 17 aprile 2011
prio vero: il processo breve non interes-
sa solo Berlusconi.
- Il Premier smentisce di aver nominato
Alfano suo successore e di aver solo det-
to che è capace e preparato. Si è trat-
tato di un semplice scambio di lodi.
- Profughi. Maroni dichiara: “E’ finita la
fase acuta”. Infatti, con l’invito dei le-
ghisti ad usare le armi è cominciata
quella ottusa.
Venerdì 15 aprile
- Berlusconi non vuole sganciare bombe
sulla Libia. Se le vogliono, se le compra-
no!
- Il PdL chiede un’azione disciplinare
contro i pm di Milano che si occupano
del caso Ruby. L’accusa: possesso di
materiale pedo-pornografico.
- Veltroni e Pisanu propongono un “go-
verno di decantazione”. La decantazio-
ne, come tutti sanno, è quel processo a
cui si sottopone un governo che sa di
tappo.
Misfatto numero 59, 17 aprile 2011
La copertina è di: Gianni Burato
Cartelli di: theHand
Ci leggiamo fra sette giorni. Per tutte le se-
gnalazioni scriveteci a:
redazione@ilmisfatto.it
Domenica 17 aprile 2011 pagina 9

CRONACHE

N
“AMO LA SCUOLA MA VORREI MIGRANTI
In fuga sognando

PROF COME PAOLINI”

di Nando Dalla Chiesa
referisce il rosso. Troppo
il modello Toscana
D evono aver saputo in
qualche del
“modello Toscana” e di
come stavano i loro
Giovanni Zilio e i suoi compagni, tra l’impegno nelle aule connazionali accolti nelle
diverse strutture di
e la voglia di combattere per una società migliore ospitalità e così dalla
Puglia si sono messi in
viaggio presentandosi a
dignon, i suoi compagni di scuola. Livorno, a Villa
E ora senza volerlo, senza saperlo, Morazzana: un ostello in
si racconta, incastonato tra le belle stile liberty immerso nel

P leggero il frizzantino già in

tavola. “Lei lo prende?”
Certo che sì. Si rimane su-
bito in due. Io non bevo, io sono
stanca, io solo un goccio, io devo
facce dei suoi coetanei.

RACCONTA un po’ la sua ge-

nerazione, o meglio quella parte
che non si è bevuta il cervello die-
verde.

guidare. Il rosso gli piace. Ma an-
che la grappa alla cannella, quan-
do spunta a suggellare la cena a
tarda ora, dopo che se ne è già
uscito un paio di volte per fumar-
si una sigaretta. Osteria Madon-
netta, un’insegna ovale che pen-
de da un ricamo in ferro battuto,
una piccola via a pochi passi dal-
la piazza del meraviglioso castel-
lo di Marostica, provincia di Vi-
cenza, dove ogni anno si gioca la
famosa partita a scacchi tra uo-
mini in costume. Il bevitore (e
fumatore) di razza non è un par-
tigiano e nemmeno un alpino. È
un ragazzo di diciassette anni
che ha respirato bene l’aria di ca-
sa, Bassano del Grappa. Jeans
dalla vita bassissima, una cami-
cia nera e una sottile cravatta ros-
sa. Una barba fulva che lo fa as-
somigliare a Daniele De Rossi,
cuore romanista.
È finita un’affollata assemblea de-
dicata ai grandi temi dell’Italia con-
temporanea. Giovanni Zilio l’ha
preparata bene, con Valerio Mag-
gi, Carolina Borgo ed Enrico Bor-
Spot e polemiche
tro i miti del successo facile. “La
scuola mi ha dato molto. Devi tro-
vare però gli insegnanti giusti. Io
sono cambiato molto alle supe-
riori. Nemmeno da far paragoni”.
Giovanni fa il liceo scientifico in
uno degli istituti più rigorosi del
Veneto, il “Lorenzo Da Ponte” di
Bassano. Una scuola dove se ar-
rivi con due minuti di ritardo non
ti fanno entrare, ma dove le atti-
vità civili e culturali vengono col-
tivate con entusiasmo missiona-
rio. Perché cambiato alle supe-
riori? “Guardi, non glielo dico
nemmeno quello che combinavo
alle medie. Mettiamola così: non
voglio che lo sappia. Le dico però
che tranne un insegnante non c’è
stato nessuno che mi abbia aiuta-
to, che mi abbia chiesto perché e
percome, mi abbia preso da parte
per parlarmi. Punizioni, solo pu-
nizioni. Secondo loro io cambia-
vo con le punizioni. Poi al Da Pon-
te mi sono sentito accolto, guida-
to e mi sono appassionato. Così
questo è il secondo anno che fac-
cio il rappresentante degli stu-
denti. Certo che mi impegno vo-
lentieri. Vede, c’è una cosa che
non sopporto degli italiani. Ed è
l’abitudine di criticare tutto sen-
za far niente. Lo sa qual è il mio
sogno? Di avere la forza di volontà
per realizzare in futuro qualcosa
che serva davvero agli altri. Si in-
tende, senza trascurare gli affetti,
avendo una famiglia, come è giu-
sto. Ma di sapermene distaccare
per qualcosa di più grande. Vor-
rei essere come quelle persone
che dedicano tutta la vita a una
causa. A scuola ne abbiamo invi-
N
MIGRANTI/2
Per Tremonti
tutti al lavoro
Gli studenti del liceo Scientifico Jacopo Da Ponte di Bassano del Grappa (Vi)
G iulio Tremonti, si
chiede: “Quando si
ha un Paese come il nostro
che ha accolto 4 milioni di
“Vajont tra il merito e la solidarietà, che immigrati che lavorano si
inseguono il 9 a scuola e insieme ha disoccupazione o piena
le più nobili cause della vita. Si occupazione? Non mi
è per me riempie il bicchiere, Giovanni, e risulta che tra questi 4
racconta che per i 150 anni del- milioni di immigrati che
una delle cose l’unità d’Italia si sono dati da fare lavorano da mattina a sera
anche se a Bassano (già, proprio e a volte anche di notte, ci
più grandi la città del celebre ponte...) fino- sia disoccupazione
ra non si è fatto molto. Con gli giovanile”.
del teatro amici che gli siedono accanto è
andato a Roma grazie a un pro- PARTIGIANI
degli ultimi getto della Consulta provinciale
degli studenti, ed è stato designa- Smuraglia, ex Pci
trent’anni” to per la visita al parlamento. presidente Anpi

PICCIOTTI ALL’IKEA
tate diverse. Mi ha colpito molto,
per esempio, l’incontro con Mar-
co Paolini. Ho smosso di tutto per
farlo venire, era stato compagno
di appartamento di mio padre ai
tempi dell’università. Per me il
suo ‘Vajont’ è una delle cose più
grandi del teatro degli ultimi tren-
t’anni. Ma è grande anche quan-
do racconta le storie minute del
nostro Veneto. Sferzante, sottile,
profondo”.
PARLA di Paolini, Giovanni, e
della sua fisicità in scena, nean-
che fosse un critico teatrale. Ap-
pare sicuro, nei suoi diciassette
anni che devono avere subito l’in-
fluenza del fratello più grande,
Un gruppo di “uomini d’onore” guidati da un anche lui passato per lo stesso li-
“padrino” ecologista. Dentro una cucina Ikea. ceo, laureato in statistica e ammi-
Questo lo spot della casa del mobile svedese che ratore del subcomandante Mar-
già fa discutere. cos. È meno sicuro quando parla
degli studi che lo attendono. Al
Donne d’onore
Da Ponte, infatti, lui è iscritto a un
indirizzo speciale di informatica,
imbottito di matematica e fisica
sin dall’inizio, eppure dalle mez-
ze frasi trapela la voglia di fare leg-
ge. Chissà, l’avvocato, la legali-
tà... Il Sant’Anna di Pisa, gli pia-
cerebbe; ma, con la severità che
c’è nei voti al Da Ponte, alla ma-
turità si rischia di non arrivare al-
l’85, il punteggio fatidico per ten-
tare l’ingresso. “Che ci vuol fare,
abbiamo qualche professore che
per principio più di 8 non dà,
niente 9 e 10, e alla fine rischiamo
di andarci di mezzo noi, perché
altre scuole sono più larghe di
manica. Pazienza, se non ce la fac-
cio ripiego su Padova, là il nume-
ro chiuso non c’è”. Non capita
frequentemente di parlare con
giovanissimi così: capaci di divi-
dersi con tanta consapevolezza
E I PROGETTI dietro l’angolo?
Già deciso: tutti in Sicilia appena
finisce la scuola. Lui con Enrico,
biondo, alto, riflessivo, e Valerio,
pelle oliva e sigaretta (“come ce
l’aveva sempre Borsellino”). “An-
dremo a San Giuseppe Jato. Per-
ché si stupisce? Andremo da Pino
Maniaci. Lo conosce, no?, il diret-
tore di Telejato, la televisione in-
dipendente che racconta le veri-
tà proibite su mafia e politica, fat-
ta tutta in casa, Pino, la sua fami-
glia e qualche volontario. Si sono
appena presi una bella condanna
civile e bisognerà aiutarli. Lo ab-
biamo invitato a scuola lo scorso
anno e siamo rimasti in rapporto.
Lui ci ha detto ‘ragazzi non venite
se non siete disposti a spaccarvi il
c....’. Noi ci andremo. Disposti a
spaccarcelo per un mese. Ragaz-
zi, non c’è un altro po’ di grappa
alla cannella?”
C arlo Smuraglia, 88
anni, avvocato
anconetano, ex
parlamentare (è stato
deputato e senatore del
Pci e del Pds), è il nuovo
presidente dell’Anpi. Lo
ha eletto a Roma il
direttivo
dell’Associazione
nazionale dei partigiani.
MINACCE
Proiettili
inviati a Zaia
Una lettera, spedita da
Bologna, è stata
recapitata alla redazione
del Gazzettino:
all’interno due proiettili
calibro 22 e un ritaglio di
giornale con sua foto del
governatore del Veneto,
Luca Zaia. Un anno fa, il
16 aprile 2010, il
governatore si era visto

Fa arrestare madre e sorella, poi si ripente consegnare una lettera

di Chiara Paolin
iuseppina Pesce fu fermata un anno
Gpadre,
fa dai Ros di Reggio Calabria. Suo
Salvatore, è a capo di una po-
tente cosca della ‘ndrangheta che da
Rosarno si estende profondamente nel
Reggino e sale su fino a Milano. Da quel
giorno le forze dell’ordine
hanno chiesto a Giusep-
pina di collaborare, e lei
ha cominciato a raccon-
Reggio, ha
tare, a spiegare anni di
omicidi e rapporti fami-
smesso
liari. Come quella volta
che, negli anni Ottanta,
di collaborare
venne ammazzata sua
cugina Annunziata: s’era con la giustizia
innamorata di un carabi-
niere. Affronto inaccetta- A Napoli Lady
bile, lavato col sangue e
alla presenza del fratello Camorra ancora
della vittima come vuole
il codice d’onore dell’or- in manette
firmata da un gruppo
autonomista in cui, oltre
a polvere bianca, erano
ganizzazione. Giuseppina si è ribellata l’ambito della maxi operazione ”All In- Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, riportate frasi come “la
al codice. Grazie alle sue rivelazioni, ieri side” della Dda reggina. Il fermo venne conferma solo in parte: “La signora Pe- prossima farà boom”.
a Milano i carabinieri hanno arrestato però annullato dal gip di Milano, che sce ha iniziato una collaborazione con la
sua madre, Angela Ferraro, e la sorella
Marina di 29 anni. Le accuse: associa-
ritenne insussistenti le esigenze caute-
lari.
Dda che è durata per quasi sei mesi.
Nell’ultimo interrogatorio si è avvalsa
MINACCE/2
zione mafiosa, riciclaggio, estorsione, Qualcosa per Giuseppina cambiò quel della facoltà di non rispondere e quindi Pallottola
intestazione fittizia di beni. Le due don- giorno, forse era il momento buono per allo stato la collaborazione é interrot- al cronista Rai
ne porterebbero dunque avanti gli affari cambiare vita diventando la prima pen- ta”.
di Salvatore, at- tita di ‘ndrangheta. Nessun ripensamento invece per Erme- Una busta con un
tualmente dete- “Mio fratello dovrà uccidermi”, disse lo linda Pagano, nota come Lady Camorra. proiettile calibro 9 e un
nuto. E secondo la
procura di Reggio
scorso novembre rivelando tutta la pres-
sione vissuta in lunghi mesi di travaglio.
Moglie del boss scissionista Raffaele
Amato, sorella di un altro esponente di
foglio bianco con una
croce disegnata è stata
Calabria, stavolta
esiste un “graniti-
E anche ieri è arrivata una notizia con-
traddittoria: “Dopo due mesi di colla-
spicco dell’organizzazione (Cesare Pa-
gano), ricopriva un ruolo apicale all’in-
recapitata al giornalista
della Rai Riccardo
co riscontro a na-
turale completa-
borazione, Giuseppina Pesce ha chia-
mato il pubblico ministero della Dda di
terno della cosca fondata su solidi rap-
porti familiari: ieri l’anno arrestata. Ma
Giacoia. Il plico è stato
inviato alla sede della Rai
mento del com- Reggio Calabria informandolo di essere Ermelinda ha già vissuto l’esperienza di Cosenza, dove il
pendio investigati- intenzionata a non proseguire la col- delle manette. Nel 2010 non fece re- giornalista ha lavorato
vo già raccolto”. laborazione con la giustizia”, ha annun- sistenza quando gli agenti la scovarono fino a pochi giorni fa,
Perché anche An- ciato l’avvocato Giuseppe Madia. Ag- nascosta dentro un vecchio forno a casa prima di passare al Tg1.
gela e Marina fu- giungendo: “Giuseppina ha detto cose della figlia: “Datemi cinque minuti – dis- È l’ennesima
rono arrestate un non vere perché assolutamente non a se senza perdere il controllo –. Prima di intimidazione a Giacoia,
anno fa insieme a conoscenza degli episodi di cui si par- venire con voi devo almeno pettinar- l’ultima risale a luglio
Giuseppina nel- lava”. Il procuratore della Repubblica di mi”. 2010.
pagina 10 Domenica 17 aprile 2011

DAL MONDO

“PER ANNI A LETTO CON MIO NIPOTE

MA RIMARRÒ PRETE PER SEMPRE”
La confessione tv del monsignore pedofilo scandalizza il Belgio
di Marco Politi do la rete Vt4 ha trasmesso mo soli”. Niente di rozzo, si pre-
un’intervista con monsignore mura di dire monsignore: “Una
ome fosse a un talk-show, di cui Flandersnews ha riportato

C
sorta di toccamenti intimi, ma
tipo C’è posta per te, un ve- ampi stralci. non del sesso brutale. Nella mia
scovo pedofilo belga rac- prospettiva non aveva niente a
conta tranquillamente in “COME ACCADE in molte fa- che fare con la sessualità. Era più Roger Joseph Vangheluwe (nato nel
tv di come si portava a letto il miglie , i miei nipoti dormivano la forza dell’abitudine. Devo dire 1936), ex vescovo di Bruges; nell’aprile
nipote e insiste caparbiamente con me quando si fermavano in che non capisco nemmeno per- 2010 papa Ratzinger (sotto) ha
nel dire che nessuno gli può to- casa mia”, afferma Vangheluwe ché ho continuato a fare cose del accettato le sue dimissioni (FOTO ANSA)
gliere la qualifica di prete. come se fosse la più normale del- genere per tanto tempo”.
In Belgio l’opinione pubblica è le cose. “È cominciato tutto co- Di fronte a questo chiacchieric-
in tumulto per il cinismo di me un gioco con un nipote par- cio l’episcopato belga ha reagito chi si rivolgono al Vaticano: ac-
monsignor Vangheluwe allon- ticolare – prosegue il prelato pe- definendo l’intervista estrema- celerare o frenare il procedimen-
tanato un anno fa dal suo inca- dofilo – non è mai stato commes- mente offensiva per le vittime, to di riduzione allo stato laicale è
rico. L’episcopato è furibondo, so uno stupro né è stata impie- per le loro famiglie e quanti sono una questione di credibilità. Be-
indignato è il mondo della po- gata la forza, lui non mi ha nem- stati coinvolti in abusi sessuali, nedetto XVI un anno fa ha pro-
litica, disgustati i cittadini co- meno visto nudo”. uno schiaffo anche per i fedeli. Il messo rigore. Gli annunci chie-
muni per il fatto che il prelato Sembra il racconto di una gita. modo con cui Vangheluwe mini- dono di essere tradotti in fatti. Le
continua tranquillamente a Con disinvoltura Vangheluwe mizza – è detto in una nota – non nuove norme prevedono una
prendere la sua pensione di racconta che succedeva un paio corrisponde né ai termini del- punizione comminata diretta-
2.800 euro. di volte l’anno, durante le festi- l’accordo, preso al momento mente dal pontefice senza aspet-
Lo scandalo è scoppiato, quan- vità, “quando capitava che fossi- delle sue dimissioni avvenute il tare il processo canonico
23 aprile 2010 (che implicavano
un ritiro nel silenzio e un tratta- “PAROLE TERRIBILI, Van
mento psichiatrico imposto dal gheluwe ha superato ogni limi-
BELGRADO opposizione Vaticano), né all’azione intrapre-
sa dall’episcopato belga per af-
Dopo il racconto di Vangheluwe
te”, commenta il premier belga
Yves Leterme. “La Chiesa deve
frontare la questione degli abusi, assumersi le sue responsabilità,
in piazza per voto anticipato ascoltare le vittime e approntare
misure adeguate. il governo di Bruxelles ha protestato non si può andare avanti così”,
incalza il ministro dell’Econo-
igliaia di persone hanno invaso ieri il centro di Bel- Lo scandalo pone interrogativi mia Van Quinkenborne, chie-
M grado in una manifestazione anti-governativa organiz-
zata dal Partito del progresso serbo (Sns), maggiore forza
diretti al Vaticano, che finora
non ha voluto commentare la vi-
ufficialmente con il Vaticano dendo l’intervento vaticano:
“Spero che Roma reagisca. È un
di opposizione, che chiede elezioni anticipate a dicembre. cenda. Bastano le dimissioni dei danno non solo per le vittime ma
La spianata antistante l’edificio del Parlamento è stipata di colpevoli, specie se vescovi? Comunque monsignore dichia- domanda mi è stata fatta molte anche per l'istituzione in sé”.
manifestanti con cartelli e striscioni contro la politica del Non è un’offesa alle vittime la ra di non averne mai parlato con volte e me la sono posta io stes- Sulla stessa linea il ministro della
governo, ritenuto incapace di far uscire il paese dalla crisi mancanza di una pubblica puni- il suo superiore, l’allora primate so. Comunque, non è più rile- Giustizia De Clerck: “Le sanzioni
e combattere efficacemente corruzione e criminalità. zione? del Belgio Danneels, di avere pa- vante”. Adesso tocca al papa in- finora comminate dal Vaticano
Tomislav Nikolic, il leader dell’Sns giovedì sera si è incon- “Sapevo che non era buono (ciò gato milioni di franchi belgi alla tervenire. Il vescovo di Tournai, non sembrano aver portato Van
trato con il presidente serbo Boris Tadic. Il colloquio non che facevo) – ammette disinvol- sua vittima e di sperare che in fa- mons. Guy Harpigny, che per gheluwe a prendere coscienza
ha portato ad alcuna intesa sulle elezioni anticipate, che to il prelato – e l’ho anche con- miglia torni la calma e che un conto dell’episcopato è respon- della portata drammatica degli
governo e presidente ritengono dannose per la stabilità fessato regolarmente al mio con- giorno possa esserci una ricon- sabile nazionale del dossier abu- atti di cui si è reso responsabile”.
del paese, impegnato a ottenere entro l’anno lo status di fessore”. Pur stando a contatto ciliazione. Sostiene anche di ave- si, ha dichiarato che “molti si at- Interrogato se andrà a curarsi, il
paese candidato all’adesione alla Ue. Nikolic ha proposto con bambini, Vangheluwe dice re ricevuto centinaia di lettere di tendono una riduzione allo stato prelato ribatte: “È un po’ strano.
che si voti il 18 dicembre. La scadenza regolare della le- di non avere mai provato attra- appoggio. Lascerà il sacerdozio, laicale di Vangheluwe e un’e- La cosa è finita 25 anni fa, ci ho
gislatura è prevista per la primavera 2012. zione per loro. Come se questo chiede il giornalista? Monsigno- sclusione dalla Chiesa, ma il pro- convissuto per 25 anni e ora, do-
fatto rendesse meno grave l’abu- re ribatte convinto e impudente: cesso è ancora lontano dalla sua po le mie dimissioni, avrei biso-
so del nipote. “Rimarrò sempre un prete. La conclusione”. Dal Belgio gli oc- gno di un trattamento…”.

Da genio a fantasma, la parabola di Weiwei

IL MAGGIORE ARTISTA CINESE SOTTO CONTROLLO DELLE AUTORITÀ DI PECHINO, CHE STANNO CANCELLANDO IL SUO NOME ANCHE DAL WEB
ta al suo studio a Shanghai e in-
fangarne il nome per presunta
diffusione di materiale porno-
grafico, come ha scritto il quo-
tidiano di Hong Kong Wen Wei
Po, noto per le posizioni filo
governative.
INSIEME ALLE AZIONI
giudiziarie la Cina ha messo in
piedi il consueto armamenta-
rio di censura: sparito il nome
di Ai Weiwei, 53 anni, dai siti e
microblog cinesi, nessuna no-
tizia circa lo stato delle indagi-
parsi. Un'attività preventiva la
cui traiettoria parte dall’asse-
gnazione del premio Nobel a
Liu Xiaobo, ma è proseguita
con maggiore lena in occasio-
ne delle proteste “del gelsomi-
no” in Cina. A inizio febbraio su
un sito internet, boxun.com, era-
no apparsi gli inviti a manife-
stare ogni domenica contro la
corruzione e per riforme de-
mocratiche in trenta città del
Paese. I manifestanti si sareb-
bero dovuti radunare “armati”
di un gelsomino, simbolo di
l'interno del Partito Comuni-
sta, per decidere i futuri assetti.
Dopo le velate parole circa
aperture e riforme del premier
Wen Jiabao, questi ultimi arre-
sti sembrerebbero confermare
una resistenza del mondo po-
litico cinese a cambiamenti,
oppure costituire un'azione
preventiva per tappare bocche
Sviste contraccettive
critiche di fronte a un possibile
problema economico dovuto
all'inflazione galoppante. Di si-
curo in questo momento nel
Paese sembra mancare una vo-
ce rigorosa, come poteva esse-
re quella di Deng Xiaoping o
Jiang Zemin, in grado di impor-
si sul resto del partito, indiriz-
zando la politica cinese in una
direzione ben precisa. L'im-
pressione è che diverse forze
stiano mettendo in campo la
propria visione del futuro: a
farne le spese la minoranza che
da sempre spinge per riforme
politiche e per maggiori diritti
d’espressione. E che costitui-
sce l'anima più critica della lo-
comotiva cinese.

Una manifestazione per Ai Weiwei (FOTO LAPRESSE)

di Simone Pieranni
Pechino
i Weiwei il 3 aprile doveva
A imbarcarsi per Hong Kong.
Ma l’architetto famoso nel
mondo per aver progettato lo
stadio a “Nido d’uccello” per
le Olimpiadi di Pechino, e no-
to alle autorità cinesi soprat-
tutto come attivista, giunto al-
l'aeroporto di Pechino è stato
arrestato dalla polizia mentre,
in contemporanea, il suo uffi-
cio veniva perquisito, i suoi as-
sistenti messi in stato di fer-
mo, il suo noto collaboratore
Wen Tao, arrestato, la moglie
interrogata.
Da allora di Ai Weiwei non si sa
più nulla, mentre la macchina
della giustizia di Pechino prov-
vede a cercare prove di una
presunta frode fiscale collega-
ni neanche durante le consue-
te riunioni tra giornalisti stra-
nieri e portavoce del governo.
E per spezzare la cortina del si-
lenzio ieri il cancelliere tede-
sco Angela Merkel si è mossa
personalmente inviando una
lettere al regime di Pechino.
Per l’architetto sono arrivate
manifestazioni di solidarietà
dal mondo dell'arte e anche il
web cinese, nella sua costante
lotta contro la censura, ha ma-
nifestato solidarietà usando co-
me sempre scappatoie, na-
scondendo il suo nome dietro
ai caratteri Ai Weilai, che signi-
ficano “amo il futuro”. Ai Wei-
wei è l'ultimo arresto di un
nuovo, duro periodo di repres-
sione in Cina, dalla non facile
interpretazione in termini po-
litici: in meno di due mesi sono
centinaia gli intellettuali, attivi-
sti, artisti, avvocati dei diritti
umani messi in carcere, in stato
di fermo, ai domiciliari, scom-
continuità con le rivolte del
Mediterraneo. Ma la protesta è
stata più virtuale che reale: po-
che le persone per strada, in-
gente lo schieramento delle
forze dell'ordine in ogni città.
Da quel momento è partita una
violenta campagna di arresti,
con accuse di sovversione a
blogger o attivisti rei anche so-
lo di avere twittato l'appello
della protesta. Proprio alcuni
giorni fa è arrivata la prima con-
danna per un 21enne arrestato
in una delle domeniche: 2 anni
di campo di lavoro.
Di fronte a una tale ondata di
arresti, si registra una intra-
prendenza sempre più spinta
da parte degli apparati di sicu-
rezza locali, a testimonianza di
come il passaggio politico pre-
visto nel 2012, con il cambio di
leadership, stia forse lasciando
la politica cinese in un vuoto di
potere nel quale sono già par-
tite le consuete schermaglie al-
Il Vaticano ‘lost in translation’:
errore blu in tutte le lingue
LA DOTTRINA CATTOLICA sulla
contraccezione ‘lost in translation’: è un
titolo del Guardian, che richiama un bel film
del 2003 di Sofia Coppola con Bill Murray e
Scarlett Johansson, 4 nomination agli Oscar
e una statuetta vinta.
Da giorni, la stampa di tutto il mondo fa a
turno giochi di parole un po’ irriverenti e
ironie un po’ facili sugli errori di traduzione
che “infestano” – il termine è della Bbc –
l’ultima versione del catechismo cattolico,
che si chiama – deve averlo suggerito
qualche esperto creativo! - YouCat. C’è di
che avere nostalgie delle formulette d’un
tempo alla scuola dei chierichetti, che mica
andavano a impantanarsi su certi temi e,
anzi, scantonavano su tutto quello che era
sessualità.
L’Ap, che con i suoi servizi ‘colonizza’ la
stampa americana, spiega che l’errore di
traduzione suggerisce il sì della Chiesa
all’uso dei preservativi, racconta che per
questo il volume è stato ritirato e parla
dell’imbarazzo del Vaticano per la vicenda –
lo credo bene, con l’angoscia
dell’infallibilità.
E sull’argomento sguazzano pure, dopo
quelle italiana e anglosassone, le stampe
francese e spagnola (Abc: “Bloccata
versione italiana nuovo catechismo per
errori su eutanasia e anti-contraccettivi”):
errori da matita blu in tutte le lingue. Meno
imbarazzo, anzi magari un sospiro di
sollievo, Oltretevere, alla notizia, data da Le
Monde, che il presidente francese Nicolas
Sarkozy e la ‘première dame’ Carlà Bruni
non assisteranno alla canonizzazione di
Papa Giovanni Paolo II: problemi in meno
per protocollo ed etichetta, perchè
Nicolas e signora non sempre stanno al
loro posto.
Giampiero Gramaglia
Domenica 17 aprile 2011
INDAGINI E TENSIONI A GAZA
di Roberta Zunini
lcuni ragazzi che frequenta-
A vano la palestra dove Vitto-
rio Arrigoni si allenava con
regolarità, sarebbero i suoi
brutali assassini. Giovani sportivi
e affiliati del gruppo salafita
Mohammed bin Moslama. Un bi-
nomio che sarebbe divenuto fata-
le per Arrigoni dopo che, un mese
fa, il leader del gruppo - Walid
al-Magdisi - era stato arrestato.
Con il rapimento del volontario
italiano, i salafiti avrebbero voluto
ottenere uno scambio di prigio-
nieri. “Vittorio, al contrario degli
altri stranieri presenti nella Stri-
scia - dice al Fatto una fonte locale
che chiede l’anonimato - non ave-
va timore a muoversi, a interagire
con la gente. Il suo carattere aper-
to probabilmente forse l’ha por-
tato a fidarsi di quei ragazzi. In-
contrandolo con regolarità han-
no avuto l’occasione di studiare le
sue mosse. Nessuno avrebbe dato
loro ordini dall’alto”.
L’ultima versione della brutale
esecuzione del volontario italia-
no, sarebbe suffragata anche dal-
CITTÀ-MARTIRI
MISURATA, LA STRAGE DEL PANE
COME A SARAJEVO ASSEDIATA
di Stefano Citati
ersone in fila per il pane.
Pin una
Un gesto banale e difficile
città in guerra. Un razzo
esplode e uccide i civili in at-
tesa. 16 giovedì a Misurata, se-
condo il racconto di Donatella
Rovera, ricercatrice di Amne-
Bengasi
RIBELLI ALLA MODA
Venerdì a Bengasi nella manifestazione che segnava i 2 mesi
della rivoluzione anti-Gheddafi tra i manifestanti diversi
erano quelli che presentavano un look occidentalizzante,
con evidenti concessioni alla moda (FOTO ANSA)
Vittorio Arrigoni a Gaza (FOTO ANSA)
la confessione dei due presunti
assassini, arrestati ieri dagli
agenti di Hamas. Ciò che invece
continua a suonare strano è la
sorprendente velocità con cui il
militante italiano è stato ucci-
so.“È quasi certo che si sia trat-
tata di un’iniziativa di pochi in-
dividui - prosegue la fonte - che
non hanno saputo gestire la si-
tuazione e, dato che Arrigoni li
aveva molto probabilmente ri-
conosciuti, l’hanno ucciso”. La
brutale modalità dell’impicca-
gione potrebbe corroborare
questa tesi: siccome quasi certa-
mente il gruppetto (si parla di 3
persone) non era armato, hanno
deciso di soffocarlo. Nel pome-
riggio di ieri, i salafiti della Stri-
scia avrebbero ammesso che
queste persone costituivano
una cellula impazzita autorga-
nizzatasi. Ammissione tutt’altro
che rassicurante.
L’estrema pericolosità di questi
movimenti terroristici che si
ispirano ad Al Qaeda, risiede
proprio in questa flessibilità e
capacità di autoorganizzarsi,
prendendo anche iniziative fol-
sty International che in questi
giorni si trova nell’area por-
tuale della città assediata dalle
forze di Gheddafi. Una strage
che ricorda i massacri com-
piuti dai serbi a Sarajevo che
ha più volte colpito dal 1992 al
1995 i civili che compivano la
pericolossissima impresa di
“Arrigoni ucciso
da terroristi
fai-da-te”
li, che non giovano ad alcuna
causa. Rimangono tuttavia mol-
te perplessità su ciò che è acca-
duto poiché è impensabile che
Hamas, attraverso la sua capilla-
re intelligence, non avesse com-
preso la gravità del momento, af-
fidando una protezione ad Arri-
goni. Dopo il cessate il fuoco,
deciso la settimana scorsa, con
Israele, l’ira dei movimenti
estremisti di Gaza era cresciuta
ulteriormente nei confronti di
Hamas che continua a foraggiare
e a credere ancora affiliate, de-
cine di persone che invece sono
già confluite nella galassia nebu-
losa di Al Qaeda. La verità in un
panorama così complesso e con-
fuso non è detto che coinciderà
con le conclusioni dell’inchie-
sta. Hamas che governa con il
pugno di ferro, spesso pilota la
verità e le sue considerazioni
non sono confutabili.
A rendere ancora più ingiusta la
fine di Arrigoni è la disputa crea-
tasi tra l’Anp e Hamas sulla sua
morte. Ognuna cerca di stru-
mentalizzare l’accaduto. “Il
gruppo che ha rapito e ucciso il
cercare cibo, esponendosi ai
colpi degli assedianti.
Le stragi del pane della capi-
tale bosniaca sono entrate nel-
la storia delle guerre contem-
poranee e hanno spinto anche
la comunità internazionale a
intervenire militarmente nel-
la crisi.
A Misurata sono già settimane
che i caccia della Nato stanno
attaccando le forze del Colon-
nello che la assediano, ma fi-
nora senza l’efficacia necessa-
ria a frenare la spinta delle
truppe del raìs: ieri veniva ri-
portato che l’Alleanza atlanti-
ca starebbe scarseggiando di
bombe “intelligenti” adatte ed
efficaci a colpire tank e obici
negli spazi stretti di una guerra
urbana, dove alto è il rischio di
colpire la popolazione civile.
“La gente è in trappola e le
aree che possono apparire più
sicure lo diventano sempre
meno. Ogni metro quadro è
nel raggio delle posizioni del-
le forze di Gheddafi. Sta diven-
tando sempre più pericoloso
e la popolazione non ha alcu-
na possibilità di andare in un
luogo veramente sicuro”,
spiegava Rovera.
Un altra notizia, non confer-
mata, dal fronte di Misurata
porta alla mente il parallelo
con un altra città luogo di una
guerra casa per casa: l’esercito
del Colonnello starebbe usan-
do bambini-soldato, ovvero
minorenni, negli scontri con i
resistenti della città tripolita-
na. Come la difesa strenua del-
la Berlino nazista fu affidata a
pagina 11
DAL MONDO
N
BOLIVIA
I manifestanti
bloccano le strade
I manifestanti in Bolivia
hanno bloccato le
strade principali e si sono
scontrati con la polizia, nel
nono giorno di proteste.
Professori e operatori
sanitari sono in sciopero e
rivendicano un aumento
salariale del 15%: i
disordini sono i più gravi
che si trova a dover
fronteggiare il presidente
Evo Morales, che in passato
guidò proteste simili.
volontario italiano fa parte delle Stato abbia potuto spendere pa-
Brigate al-Qassam, braccio ar- role di solidarietà per Arrigoni,
mato di Hamas - ha scritto Pal-Voi- un povero ragazzo, certo, con-
ce, il sito di Fatah, fazione rivale
di Hamas in Cisgiordania - Ha-
mas ha perso il controllo di al-
cuni suoi gruppi”. Ovviamente
Hamas sostiene che invece que-
fuso e sfortunato, eppur compli-
ce di Hamas, conclamato mili-
tante antisemita e antisionista,
ammazzato da chi lo ha voluto
superare a sinistra nell’antisemi-
GRAN BRETAGNA
sti gruppi sono autonomi. Affio- tismo”. A queste parole di Gian- Nuove regole per
ra comunque da ogni parte la carlo Lehner, deputato di Inizia- una nuova regina
sua incapacità di gestire la situa- tiva responsabile, ha risposto
zione.
Polemiche e accuse imbarazzan-
ti sono divampate anche in Ita-
l’Idv: “Non possiamo pensare
che queste frasi siano state pro-
nunciate da un uomo nel pieno
L a primogenita di Kate
e William potrebbe
divenire regina. A due
lia. “Sorprende che il Capo dello possesso delle sue facoltà”. settimane dalle nozze del
nipote la regina Elisabetta
ha ceduto sulle rigide
norme della successione
SIRIA Assad, promesse monarchica che
privilegiano i maschi alla
successione anche in caso
da dittatore di primogenite femmine
destinate a salire al trono,
ncora “una settimana al massimo”, e la legge di emergen- come nel caso di Elisabetta
Asidente
za in vigore in Siria dal 1963 sarà revocata: parola del pre-
Bashar al Assad, che ha anche promesso “riforme
stessa, solo in assenza di
eredi del sesso forte. Ad
che risponderanno alle richieste dei manifestanti” scesi in annunciare riforme
strada nelle ultime settimane a decine di migliaia in tutto il imminenti della legge è
Paese, nonostante la violenta repressione degli apparati del- stato il vice primo
la sicurezza, costata, secondo varie stime, la vita ad almeno ministro Nick Clegg.
200 persone. “La commissione giuridica sulla legge d’emer-
genza ha elaborato una serie di proposte relative alla nuova IRAN
legislazione, che saranno sottoposte al governo” affinchè le
approvi “entro una settimana al massimo”, ha detto Assad in 1.600 chilometri
diretta tv, in occasione del giuramento del nuovo esecutivo. di muro anti-droga
In forza dell’attuale stato d’emergenza, è soppresso il diritto
di manifestare, imposti rigidi controlli sulla stampa, e i cit-
tadini possono essere fermati e arrestati quando sospettati U na barriera di
cemento, fossati e filo
spinato lungo i 700
di minacciare “la sicurezza della nazione”. Concetto che ri-
mane nei pensieri del presidente: Le nuove leggi “anti-ter- chilometri del confine con
rorismo” che dovranno sostituire quelle in vigore da 48 anni, il Pakistan. L’Iran - dopo
ha ammonito, non saranno indulgenti con i “sabotatori”, aver ultimato un’opera
perchè la stabilità rimane una delle priorità del Paese. Ma simile lungo i 900
l’annuncio, anticipato peraltro a marzo, rappresenta co- chilometri della frontiera
munque una vittoria per i manifestanti, che l’avevano posta con l’Afghanistan - ha
in cima alle richieste di riforme.
Tra gli incarichi del nuovo governo, presieduto dall’ex mi-
iniziato la costruzione
della barriera (nella
nistro dell’agricoltura Adel Safar, membro del comitato cen- regione transfrontaliera
trale del partito Baath al potere, ci sarà anche quello di com- del Belucistan) con
battere la disoccupazione, che, ha detto Assad, rimane uno l’intento di arginare il
dei maggiori problemi, perchè, ha detto, “dobbiamo con- mare di stupefacenti che
centrarci su richieste e aspirazioni del popolo, altrimenti ci entra nella Repubblica
sarà un senso di collera”. islamica, e da qui invade il
E dopo le manifestazioni con decine di migliaia di persone mercato europeo, dove
registrate venerdì dopo la formazione del nuovo governo e quasi tutta l’eroina
della liberazione di centinaia di detenuti politici arrestati consumata passa
nell’ultimo mese, la “collera” che si è manifestata anche ieri, attraverso l’Iran.
a Daraa, epicentro delle proteste. Poche ore prima del di-
scorso del presidente, migliaia di persone sono scese in stra-
da ancora al grido: “La gente vuole rovesciare il regime”. E
NIGERIA
anche a Banias, dove un migliaio di donne hanno scandito Voto in Nigeria
slogan come: “Né sunniti né alawiti (la confessione mino- per 73 milioni
ritaria di Assad, ndr). La libertà è quello che vogliamo”.
L a Nigeria, gigante
petrolifero d’Africa, è
andata al voto per
scegliere tra 20 candidati
reparti di ragazzini il cui cra- ne di una No fly zone e di un un presidente che i circa
nio spesso non era in grado di embargo di armi finora non 73 milioni di elettori (su
sopportare il peso dell’elmet- sufficiente a ridurre in manie- una popolazione di 155
to delle truppe regolari. ra davvero evidente la capaci- milioni, oltre la metà
Tutte queste voci fanno della tà militare dell’esercito regola- minorenni), a 12 anni
città-martire della rivoluzione re libico. dalla fine del regime
libica (da dove ieri Msf ha eva- Anche per questo ieri, Musta- militare. Candidato
cuato 85 persone, 64 ferite e fa Abdel Jalil, leader del Comi- favorito Goodluck
dove arrivano con sempre tato nazionale transitorio a Jonathan, 53 anni,
maggiore regolarità gli aiuti, Bengasi, in procinto di arriva- cristiano del sud ed ex
medici e bellici, di Bengasi) il re in visita a Roma, martedì, maestro elementare,
luogo simbolo della guerra ci- dove incontrerà il premier vice-presidente diventato
vile che da ormai due mesi ve- Berlusconi, ha chiesto all’Ita- capo di Stato nel maggio
de contrapposti i rivoluziona- lia un ruolo maggiore e più at- 2010 dopo la morte di
ri di Bengasi (e di molte alte tivo contro Gheddafi, proprio Umaru Yar Adua
città via via riconquistate da il giorno dopo le affermazioni (2007-2010). È il
Gheddafi) e il quarantennale del governo di Roma che rappresentante del Partito
regime del raìs. Da quasi un esclude una partecipazione democratico del Popolo
mese ormai la Nata è entrata diretta ai bombardamenti (Pdp), al potere e sempre
nel conflitto con l’imposizio- contro Gheddafi. vincente alle presidenziali.
pagina 12 Domenica 17 aprile 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

DIBENEDETTO&CO.
Speranze e domande
30 Rock Moretti New Orleans Anniversari

ROMA SCOPRE
Da oggi Habemus Nicolas Google:
su Rai4 Papam Cage un video in
la sit-com al debutto arrestato home page
più premiata in vetta per violenza per Charlie
negli Usa agli incassi domestica Chaplin

L’AMERICA
di Giancarlo Padovan Unicredit potrà cedere il 20 per
cento a un socio italiano (Toti,
Un’azione
di Roma-Palermo

L
a cessione della Roma a Thomas
Richard DiBenedetto, 60 anni il
prossimo 25 aprile – un ameri-
cano a Roma, non (ancora) pa-
taccaro come il Tim Barton ap-
prodato a Bari e il Joseph Cala
disceso a Salerno – al momento
non è un affare per nessuno. E
chissà se potrà diventarlo per
molti. I tifosi, comunque, è me-
glio dirlo subito, sarebbero tra
gli ultimi. Non si tratta di essere
maliziosi o scettici. Quanto,
piuttosto, di analizzare alcune
questioni con razionalità e di-
stacco, due elementi che nelle
ore immediatamente successi-
ve all’accordo sono sotterrati da
cumuli di ottimismo.
QUESTIONE NUMERO 1 .
DiBenedetto non è solo. Sarà il
presidente della Roma, ma con
lui hanno comprato altri tre soci:
James Pallotta, Richard D’Amo-
re, Michael Ruane. Nella nuova
società, partecipata al 60 per
cento da DiBenedetto e al 40 da
Unicredit, i soci americani verse-
ranno 70,3 milioni di euro, di cui
42,2 milioni subito. A sua volta,
Angelini, Angelucci). Il rischio
che, tra un paio di mesi, ci sia
troppa gente a comandare è rea-
le. Tanto più che DiBenedetto,
nonostante le smentite, dovreb-
be essere il delegato alle tratta-
tive per inglobare la Roma nella
finanziaria New England Sports
Ventures, la quale possiede i Red
Sox, squadra di baseball nella
quale gioca Thomas DiBenedet-
to, Tom (quando si dice la fanta-
sia). In questo passaggio ipoteti-
co qualcosa non torna. Intanto,
perché la New England Sports
Ventures non esiste più ed è stata
sostituita dalla Fenway Sports
Group. Poi, perché, oltre al ba-
seball, la finanziaria detiene il Li-
verpool e due squadre europee
professionistiche nella stessa di-
sciplina (il calcio per l’appunto)
non si possono avere in portafo-
glio. Non so se ciò significa che
verrà ceduto il Liverpool. Forse è
solo strategia. Di sicuro, al mo-
mento, molto contribuisce alla
confusione. Questa architettura
di scatole da svuotare e riempire
confermerebbe una sensazione
precisa: DiBenedetto sarebbe
una formidabile testa di legno,
visto che, tra l’altro, di lui non
esiste traccia nelle banche dati e
negli archivi dei giornali ameri-
cani.
QUESTIONE NUMERO 2
che si lega alla numero 1. Di chi
sono i soldi della nuova Roma? E
chi li mette, cosa intende farne?
Prima risposta: tutti i soci hanno
liquidità e non sono sottoposti a
protesti, vincoli o impicci di va-
ria natura. Unicredit ha fatto ve-
ieri all’Olimpico;
in alto,
Tom DiBenedetto
(FOTO ANSA)
C’è il rischio
che tra
un paio
di mesi ci sia
troppa gente
a comandare
a Trigoria
rifiche adeguate e profonde.
Quel che non si sa, né si potrà
sapere presto, è chi sia davvero
DiBenedetto e quali le ragioni
della sua ricchezza. Delle sue at-
tività, infatti, non si può cono-
scere né la consistenza patrimo-
niale, né il nome dei soci. Nel De-
laware, un paradiso fiscale ame-
ricano dove ha costituito la Ne-
wco, la schermatura è legale. In
Italia e, soprattutto nel calcio ita-
liano, sarebbe auspicabile la tra-
sparenza. Soprattutto da un
compratore straniero.
QUESTIONE NUMERO 3 .
A proposito di soldi. Per la cam-
pagna acquisti li metterà Uni-
credit e saranno 40 milioni di
euro. Non pochi, non tantissi-
mi, comunque da restituire alla
banca da parte degli americani.
Unicredit non ci vuole rimette-
re un euro. Anzi, rientrare il più
possibile e il prima possibile. Il-
luminante il passaggio dell’ul-
tima fase della trattativa a Bo-
ston, riferito dalla Gazzetta dello
Sport di ieri, nel quale Paolo Fio-
rentino, vicedirettore generale
dell’istituto di credito, ha pro-
posto un tasso d’interesse trop-
po alto sui 40 milioni per il mer-
cato. C’è stata tensione, poi ha
garantito Pallotta. Con quei sol-
di e magari con altri c’è da ri-
fare una squadra che ha già per-
so Mexes e che rischia la rinun-
cia a Menez e Vucinic, oltre a
De Rossi, l’ex capitan Futuro vi-
sto che il suo, di futuro, è incer-
to. Manca l’allenatore e se Mon-
tella è l’alternativa ad Ancelot-
ti, allora non si deve pensare in
grande, ma in lungo (nel senso
di tempo). Forse con i giovani e
una squadra ridimensionata. A
quel punto, però, fallirebbe in
partenza il progetto relativo al
marketing legato al merchandi-
sing. Nel mondo ci sono appe-
na una decina di calciatori ca-
paci di fare la differenza nel set-
tore (Messi, Cristiano Ronaldo,
Rooney ai primi posti) e nessu-
no appartiene alla Roma attua-
le. A parte, forse, Totti che or-
mai ha un’immagine anche
extra-calcistica.
QUESTIONE NUMERO 4 .
C’è troppo intasamento tra i di-
rigenti entranti, uscenti, restanti.
L’uomo di Unicredit dovrebbe
essere Montali (direttore genera-
le? amministratore delegato? di-
rettore amministrativo?), il pleni-
potenziario di DiBenedetto sarà
Franco Baldini, ma solo quando
avrà sciolto la riserva. Al lavoro
c’è già Walter Sabatini, ex diret-
tore sportivo di Palermo e Lazio.
Premesso che crederò al ritorno
di Baldini a Roma solo quando lo
vedrò, come potrà egli coesiste-
re con Montali? E Montali con lui?
Troppa gente, troppe domande.
E, dopo la sconfitta interna di ieri
col Palermo (2 a 3), la zona Cham-
pions è più lontana.

Il giallorosso Antonello Venditti

“Gli americani ci faranno crescere”

di Luca De Carolis
li americani porteranno profes-
“G sionalità e faranno crescere Ro-
ma e il calcio italiano”. Antonello
Venditti, cantautore e tifosissimo
giallorosso, pensa positivo.
Contento per l’arrivo degli ame-
ricani?
Sì, molto. Sapevo del loro interessa-
mento da tempo, da prima ancora
che divenisse pubblico. Mi aveva in-
formato il mio avvocato italiano, che
lavora anche con legali americani.
Tramite lui, avevo consigliato a Di-
Benedetto e al suo staff di rimanere
in silenzio e di lavorare sotto traccia.
A Roma, una parola di troppo può
essere fatale per qualsiasi trattativa.
E infatti il silenzio ha pagato.
Come pensa che verranno accol-
ti dal calcio italiano?
Il nostro calcio è governato da un po-
tere consolidato ormai da tanti anni,
e credo che all’inizio ci saranno re-
sistenze. I nuovi proprietari avranno
bisogno di un aiuto per capire certe
dinamiche, almeno all’inizio. Ma
credo che siano già consapevoli di
molte cose: DiBenedetto segue la
Roma da vent’anni.
La Roma a stelle e strisce farà be-
ne alla Serie A?
Assolutamente sì, perché gli ameri-
cani porteranno la loro mentalità e
professionalità di manager, che met-
tono assieme passione e affari. Il no-
stro calcio ha assoluto bisogno di
idee e competenze nuove, perché è
in grande crisi, innanzitutto di visi-
bilità. All’estero le catene televisive
fanno vedere solo il calcio inglese e
quello spagnolo. Questo perché le
partite italiane spesso sono brutte, e
spesso si giocano in stadi vecchi e
non funzionali.
Si aspetta una grande campagna
acquisti?
Un passo alla volta. DiBenedetto è
stato chiaro, bisogna partire innan-
zitutto prendendo grandi manager,
che sappiano costruire una società
solida. Quella è la base, poi si passerà
ai giocatori. E comunque sono fidu-
cioso.
La nuova Roma, però, nasce bice-
fala. Unicredit manterrà il 40%
del pacchetto di controllo, e vuo-
le tenere uomini di fiducia nel
club (come Gian Paolo Montali).
La maggioranza è chiara e sarà quella
che prenderà le decisioni. Unicredit
ha fatto un buon lavoro e la minoran-
za servirà come garanzia.
Le piacerebbe vedere il suo ami-
co Carlo Ancelotti sulla panchina
della Roma?
Certo, lui è uno dei migliori tecnici
del mondo, ma anche Montella è bra-
vo. Vede, io ho una caratteristica: di-
vento amico di tutti gli allenatori del-
la Roma, perché amo la squadra e per
me è naturale essere in buoni rap-
porti con chi l’allena. Sono amico an-
che di Montella. Pensi che sento an-
cora l’argentino Carlos Bianchi...
Domenica 17 aprile 2011 pagina 13

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ lontà omicide inespresse.
Se estesa a comportamenti di Fulvio Abbate
Condominio
Forum
nalismo di Perugia, non ha Sbaglia, Rita Dalla Chiesa a de-

Peggio sciagurati di automobilisti

assassini, svuoterà le strade
italiane. Comunque, nel
paese orgoglioso dei suoi
furbi, del cinismo, del ber-
’amico scrittore Walter
LstatoSiti (che, fra molto altro, è
docente universitario,
curatore dell’opera di Pier
l’obbligo della verità. Nel sen-
so che la televisione è davvero
altro dall’etica e perfino dall’e-
stetica, non è alfa e non è ome-
ga. “Forum” ne è un esempio
finirsi, parole sue, “di destra”.
Meglio farebbe a dichiarare fi-
no in fondo il proprio ruolo di
amministratrice, come dire?,
di un presepe giudiziario, l’u-

della fiction lusconismo come cultura

del denaro, ogni tanto
esplode un lampo di civiltà
che riafferma il principio
della responsabilità, del do-
Paolo Pasolini, e perfino criti-
co televisivo), senza mai esa-
gerare con lo sdegno professo-
rale, ha raccontato che una
concorrente del “Grande Fra-
ormai preclaro, e non certo
perché tempo addietro ha
spacciato un’inerme signora
bisognosa di trecento euro
per una povera terremotata
nico davvero ammesso e inco-
raggiato nel dominio berlu-
sconiano, che suggerisce una
serie di riflessioni ulteriori sul
presente occupazionale. An-
vere e di tante altre belle vir- tello”, in sede di eliminatorie, aquilana tuttavia armata di en- dando con ordine, ribadendo
di Paolo Ojetti tù volutamente dimenticate. Oddio, vedere su- avrebbe prodigiosamente fat- tusiasmo berlusconiano. Vo- che in televisione il limite fra
bito dopo Berlusconi con la bava alla bocca, al- to confusione tra Dante Ali- lendo essere davvero fantasio- vero e falso è davvero labile
g1 l’attacco di magistratura e “comunisti” che si an- ghieri e Santi Licheri, Padre si, si potrebbe insomma guar- (come altrove dimostra quel
T Attaccando a testa bassa la Corte costituzio-
nale, la magistratura “associazione per delinque-
nidano dovunque, fa venire il mal di pancia. Che
si trasforma in qualcosa di più emergenziale
delle Patrie Lettere Italiane, il
primo; giudice della berlusco-
dare la rubrica di Rita Dalla
Chiesa, in onda tutti i giorni
format dove c’è da intuire le
professioni dei figuranti pre-
re”, la scuola “comunista”, Silvio Berlusconi si è quando Alfano garantisce che Berlusconi si ri- niana rubrica di Rete4, “Fo- durante la controra di Rete4, senti in uno studio simile a un
messo ormai senza rimedio alla testa di una fa- candiderà anche nel 2013. rum”, per definizione l’altro, il con gli occhi dei veri enigmi- commissariato) prendendo
zione eversiva che vuole scardinare la Repub- più noto, il più rimpianto. Sia sti. Spiego meglio: si potrebbe spunto da “Forum” ci si po-
blica. Ma il Tg1 manda in onda l’eversione ber- g3 chiaro a tutti che una circo- osservare tutti i personaggi trebbe davvero sbizzarrire do-
lusconiana vista a Padova e rivista a Roma, come
se fosse un momento di impazienza del Caima-
T E se altrove le ultime e indefinibili dichiarazio-
ni di Berlusconi o vengono soffocate o vengono ad-
stanza del genere andrebbe
subito comunicata al Collegio
presenti in aula cercando di in-
tuirne l’effettivo stato civile,
mandandosi come sia possibi-
le che una bella faccia da prof
no: domani è un altro giorno, tornerà il sereno. dirittura smontate e rimontate per trasformarle in di Patafisica di Parigi, affinché come si conviene a ogni gioco di educazione tecnica, in atte-
Quello che importa al Tg1 è dimostrare che Ber- un’altra puntata di beatificazione, seguire le ultime i curatori del grande atlante di società che meriti attenzio- sa di dedicarsi all’agognata ri-
lusconi rimane nei recinti democratici e che il grida del “premier” danno – ogni giorno che passa – della cosiddetta scienza delle ne, a cominciare dall’eloquio strutturazione dell’impianto
suo governo opera bene per le famiglie con i bo- l’impressione che il Caimano di Nanni Moretti stia soluzioni immaginarie, che ha del giudice che nel frattempo di riscaldamento della ai mon-
nus bebè, gli affitti agevolati, il piano casa, in- per essere superato dalla realtà. Ci manca che Ber- avuto numerosi sostenitori al ha sostituito il compianto e ti del cognato, abbia trovato
somma tutto il solito armamentario della propa- lusconi chiami a raccolta i fanatici che assiepano le mondo del pensiero assoluto, impareggiabile Licheri-Ali- una non meno decorosa occu-
ganda. Chi dissente? E va bene, un po’ di ma- “convention” e li inciti ad assaltare il Tribunale di da Alfred Jarry a Boris Vian, da ghieri. Senza dimenticare pazione presentandosi, metti,
gistrati, magari anche il presidente De Siervo Milano e Moretti diventa obsoleto. Ormai, a vedere Raymond Queneau a Italo neppure il forbito usciere Fa- come un padre esemplare che
(anche lui in odore di comunismo) e le solite senza filtri un Berlusconi così sfrenato, c’è da aver Calvino, possano inserirla fra brizio Bracconeri, presente lì fa causa al figlio per un conten-
“opposizioni” che non collaborano. E la maggio- paura e le reazioni delle opposizioni divise sembra- le perle più assolute della sa- in studio, così immagino, co- zioso su una parete divisoria.
ranza? Mai stata tanto in salute: è “coesa”. no, almeno dalle cronache, debolissime. Così come pienza stocastica. Resta il fatto me testimonianza vivente del- Il paradigma d’ogni guerra
rimangono ancora contenute le reazioni della ma- che la televisione, come “Fo- l’inossidabilità della comme- che si rispetti, d’altronde, co-
g2 gistratura, “un’associazione a delinquere con fini rum” dimostra platealmente dia cinematografica rionale. m’è noto, mostra in primissi-
T L’aggettivo usato dal Tg2 per la sentenza
Thyssen è stato: “importante”. Di sicuro è una
eversivi perché mi odia, mi invidia”. Il Tg3 riprende
un’intervista del Corriere della Sera a Gianni Let-
da decenni, e come il già citato
Walter Siti confermava l’altro Rita Dalla Chiesa
mo piano proprio la riunione
di condominio. “Forum” è
sentenza che sconvolge una tradizione di impu- ta. Pare che Letta ne abbia abbastanza. Prudente sì, ieri durante un dibattito al Fe- conduce Forum dunque davvero la Legge.
nità e di “colposità” dove, invece, esistono vo- mediatore sì, ma mica matto. stival internazionale del gior- su Rete4 www.teledurruti.it

LA TV DI OGGI
12.25 RUBRICA Linea ver-
de
13.30 NOTIZIARIO TG1 -
TG1 Focus
14.00 VARIETÀ Domenica
In - L'Arena
15.50 VARIETÀ Domenica
In - Amori
16.15 VARIETÀ Domenica
In... onda
18.50 GIOCO L'eredità
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.35 NOTIZIARIO SPORTI-
VO TG Sport
20.40 GIOCO Affari tuoi
21.30 FICTION Un passo
dal cielo "Il giorno del
Santo" "La prova del
fuoco"
23.35 ATTUALITÀ Speciale
TG1
0.30 NOTIZIARIO TG1
Notte - Che tempo fa
0.55 RUBRICA Applausi
2.10 RUBRICA Sette
note
2.30 ATTUALITÀ Così è
la mia vita... Sottovoce
13.45 VARIETÀ SPORTIVO
Quelli che... aspettano
15.40 VARIETÀ Quelli che
il calcio e...
17.05 RUBRICA SPORTIVA
Rai Sport Stadio Sprint
18.00 NOTIZIARIO TG2
L.I.S.
18.05 RUBRICA SPORTIVA
Rai Sport 90° Minuto
19.05 EVENTO SPORTIVO
Automobilismo, Mondiale
F1 2011 Da Shanghai GP
della Cina: gara (SINTESI)
20.00 RUBRICA Crazy
Parade
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.00 TELEFILM N.C.I.S.
21.45 TELEFILM Hawaii
Five-0
22.35 RUBRICA SPORTIVA
La Domenica Sportiva
1.00 NOTIZIARIO TG2
1.20 RUBRICA RELIGIOSA
Protestantesimo
1.50 REALITY SHOW
L'isola dei Famosi 8
13.25 ATTUALITÀ Passe-
partout
14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - TG3
14.30 ATTUALITÀ In 1/2 h
15.00 NOTIZIARIO TG3
L.I.S.
15.05 EVENTO SPORTIVO
Ciclismo, Amstel Gold
Race 2011 (DIRETTA)
17.15 FILM Gli onorevoli
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.10 ATTUALITÀ Che
tempo che fa
21.30 ATTUALITÀ Report
23.20 NOTIZIARIO TG3
23.30 NOTIZIARIO TG
Regione
23.35 RUBRICA Cosmo
0.35 NOTIZIARIO TG3
0.45 ATTUALITÀ TeleCa-
mere
1.35 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
1.45 DOCUMENTI Fuori
orario. Cose (mai) viste
20.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Ippocrate
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Inchiesta
4 (Esteri) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Tempi
dispari (REPLICA)
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Tempi sup-
plementari
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24 - Meteo
0.30 RUBRICA Tempi
dispari (REPLICA)
1.00 NOTIZIARIO TG -
Rassegna stampa - Meteo
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.40 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint
21.10 TALK SHOW Il senso
della vita
0.30 ATTUALITÀ Terra!
1.30 NOTIZIARIO TG5
Notte - Meteo 5 Notte
16.00 FILM Beethoven 6 -
A caccia di oss...car!
18.05 CARTONI ANIMATI
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 TELEFILM Mr. Bean
19.40 FILM Mr. Bean -
L'ultima catastrofe
21.25 FILM Superman
Returns
0.20 FILM Ultraviolet
I FILM LO SPORT
SC1= Cinema 1 SCC=Cinema Comedy SP1=Sport 1
SCH=Cinema Hits SCF=Cinema Family SP2=Sport 2
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
18.55 NOTIZIARIO TG4
19.35 TELEFILM Il ritorno 19.15 Il riccio SCP 16.55 Calcio, Premier League
di Colombo 19.15 La vita è una cosa 2010/2011 33a giornata Arsenal
21.30 SOAP OPERA Tempe- meravigliosa SC1 - Liverpool (Diretta) SP3
sta d'amore 19.20 Road Trip 2 SCC 18.10 Basket, Serie A 10/11
23.20 RUBRICA SPORTIVA 19.30 Down to Earth: ritorno 26a giornata Cimberio Varese -
Controcampo
dal paradiso SCF AJ Milano (Diretta) SP2
1.35 NOTIZIARIO TG4 21.00 Camere da letto SCC 18.55 Calcio, Liga 2010/2011
Night News 21.00 Two much SCP 32a giornata Osasuna - Athletic
2.00 MUSICA Alice Spe- 21.00 Star Trek SCM Bilbao (Diretta) SP3
cial
21.00 New Moon SCF 20.15 Automobilismo, Trofeo
21.10 Minority Report SCH 500 Abarth 2011 Vallelunga:
Gara 2 (Differita) SP2
21.10 Prima tv Il piccolo
Nicolas e i suoi genitori SC1 20.40 Calcio, Serie A
22.45 Non è un'altra stupida 2010/2011 Posticipo 14a giorna-
16.25 TELEFILM Cuore commedia americana SCC ta ritorno Napoli - Udinese
d'Africa 22.50 Paranormal Activity SC1 (Diretta) SP1
17.25 FILM Stringi i denti 23.05 Vincere SCP 20.55 Calcio, Liga 2010/2011
e vai! 23.15 Santa Baby SCF 32a giornata Espanyol - Atletico
20.00 NOTIZIARIO TG La7 23.20 Star Trek IV - Rotta Madrid (Diretta) SP3
20.30 ATTUALITÀ In Onda
verso la Terra SCM 23.30 Tennis, ATP World Tour
21.30 FILM Mona Lisa
Smile 23.40 Houdini - L'ultimo Masters 1000 2011 Montecarlo:
0.00 NOTIZIARIO TG La7 Mago SCH finale (Replica) SP3
0.15 RUBRICA Bookstore 0.20 Fusi di testa SCC 0.00 Poker, Gran Finale SNAI
(REPLICA) 0.20 Daddy Sitter SC1 Poker Cup Episodio 2 SP2

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Superman Returns
Dopo sei anni di assenza, Superman
torna da un viaggio intrapreso per sco-
prire le sue origini e il suo passato. E,
manco a dirlo, il mondo se l’è lasciato
alle spalle, dimenticandosi di colui che
un tempo ha salvato tutti dal male.
Lois si è ricostruita una vita con qual-
cun altro ed ha un figlio. Invece Lex
Luthor, l'accerrimo nemico del super-
uomo, lui sì che non è rimasto a guar-
dare ed è uscito di prigione...
Italia 1 21,25
/ Mona Lisa Smile  Amstel Gold Race 2011  Report
1953, Stati Uniti. Katherine Watson, L’attenzione del ciclismo si sposta in Era il modello del buon governo, l’in-
un'insegnante di stampo liberale recen- Olanda, con la prima corsa delle Arden- venzione amministrativa migliore del
temente laureatasi alla UCLA, accetta ne, l’Amstel Gold Race. Gli scenari dopoguerra italiano: Bologna. Era la
la cattedra di storia dell’arte presso il rispetto alle corse del pavè cambiano ricca capitale del Partito Comunista, la
Wellesley College, tipico istituto femmi- decisamente, così come gli interpreti. capitale del “fare”, della solidarietà e
nile vecchia maniera. E così, mentre- Tra i grandi favoriti il belga Philippe della programmazione. Un’idea di città
l’America si muove verso il futuro, Gilbert, il kazako Alexandre Vinokurov realizzata da ex partigiani come Dozza,
Katherine si trova a fare i conti con un e i fratelli lussemburghesi Schleck. Tra  GP della Cina - Mondiale F1 il sindaco più amato. Poi è entrata in
/ Ultraviolet
ambiente estremamente conformista gli azzurri le speranze sono riposte Ancora una corsa in Asia per il Mondia- gioco una crisi politica e istituzionale: il
Fine XXI secolo. Il mondo è sull’orlo di
dove le giovani studentesse imparano a soprattutto in Damiano Cunego, Danilo le di Formula 1, sul circuito di Shan- Partito si dissolve, il tessuto produttivo
una guerra civile senza precedenti: da
diventare perfette mogli. Di Luca e Giovanni Visconti. ghai per il Gran Premio della Cina. e la classe dirigente si indeboliscono.
una parte c’è la razza umana, guidata
La7 21,30 Rai 3 15,05 Dopo le prime due prove di forza ci si Rai 3 21,30
dal brutale dittatore Daxus, dall’altra
ci sono gli “emofagi”, uomini che hanno attende ancora una grande prestazione
subito una modificazione genetica e si del Campione del Mondo Sebastian Vet-
sono trasformati in vampiri dai poteri tel sulla Red Bull. Le altre scuderie
ben al di là dell’umano. Questi ultimi sono costrette ad inseguire, a partire
vengono continuamente discriminati, dalla Ferrari e Fernando Alonso, che
per non dire cacciati. Nasce così una vorrebbe quanto meno centrare un
sorta di resistenza capeggiata da Violet. piazzamento sul podio.
Italia 1 0,20 Rai 2 19,05
pagina 14 Domenica 17 aprile 2011

SECONDO TEMPO

FATTI di VITA
PIAZZA GRANDE É di Silvia Truzzi

La follia come liberazione
di Furio Colombo
irandello è stato il primo a notare il gran-
finzione) di contare qualcosa nei consessi e nelle
decisioni internazionali. Adesso si lascia inten-
dere chiaramente che l’Italia di Arcore non può
NONOSTANTE
LA LAVATRICE
T ecniche di sopravvivenza. Sulla 27esima ora, blog di
Corriere.it, ho letto un post firmato da Federico Fubini dove
si parla di un libro “23 cose che non vi hanno mai detto sul
capitalismo” di Ha-Joon Chang, sudcoreano, economista a
alle statuette di Priapo, ha appena fatto sapere Cambridge. Tra le 23 cose che non ci hanno mai raccontato c’è la
che il fine ultimo della sua vita umana, impren- lavatrice: ha cambiato il mondo più di Internet. Spiega il
ditoriale e politica è (cito) “la distruzione di que-

P
de espediente: se il nodo è inestricabile,
fingiti pazzo. La tua finzione, specialmen-
te se estrema, potrebbe indurre gli altri a
tradirsi, a rivelare almeno in parte quel che han-
no fatto e quel che vogliono fare. Alberto Asor
Rosa, il grande italianista – scambiato, a causa
del suo silenzio politico negli ultimi tempi, co-
me un intruso nelle pagine politiche dei gior-
nali di questo strano periodo – ha deciso un col-
po di scena. Avrà ascoltato gli On. Corsaro e
Cicchitto, nella seduta notturna della Camera
dei deputati, tutti al lavoro, parlamentari e
membri del governo, Esteri e Difesa, non uno
assente, al solo scopo, mentre divampano guer-
re e si addensano pericoli mortali, di salvare il
loro primo ministro molto ricco e molto impu-
tato, e si è chiesto ad alta voce: “Ma perché non
chiamate i Carabinieri?” (Il Manifesto, 13 aprile).
In effetti, chi avesse ascoltato l’On. Corsaro pa-
ragonare i giudici di Milano agli assassini di Aldo
Moro, e l’On. Cicchitto attaccare con ferocia la
vicepresidente della Camera Bindi perché si era
permessa di ricordare un vecchio trascorso del
vibrante Cicchitto, la sua adesione e partecipa-
zione a una loggia massonica segreta detta P2
(ragione che aveva indotto il presidente della
Repubblica Pertini a negare il saluto e rifiutare
l’ingresso in Quirinale) si sarebbe reso conto
che un evento pazzesco stava svolgendosi quel-
la notte alla Camera dei deputati del Parlamento
Italiano.
Non vorrei speculare sul sincero slancio di fol-
lia di un italiano stordito ed esasperato dopo 17
anni di venerazione del miliardario e di inchino
continuo, dalle grandi intelligenze a Scilipoti,
verso le sue volontà, giochi e capricci, e soprat-
tutto interessi; oppure sul freddo e attento let-
terato che sceglie di essere Enrico IV pur di
smuovere almeno l’attenzione di alcuni. Di cer-
to l’obiettivo è raggiunto. Si può parlare libe-
ramente, e anche con sdegno, di Asor Rosa co-
me di un uomo impazzito che vuol mandare i
Carabinieri in Parlamento (dunque, colpo di
Stato), benché un letterato i Carabinieri li possa
soltanto descrivere.
MA INTANTO , fatalmente, ha richiamato
l’attenzione su una notte parlamentare che re-
sterà un esempio. Perché è stata una notte senza
false illusioni e senza finte bi-partigianerie. L’op-
posizione, e in particolare il Pd, non ha esitato su
nulla, non ha commesso errori od omissioni, ha
usato con bravura ogni strumento e ogni espe-
diente, non ha taciuto mai e non ha rinunciato
mai, senza una assenza e con molta aspra chia-
rezza in ogni argomento. Ma è stato come par-
lare con ansia e ragione e senso del pericolo ai
membri di una setta. Niente a che fare col Par-
lamento. Niente a che fare con “gli eletti dal po-
polo” visto che si tratta ormai di una legione stra-
niera, di eletti dappertutto e di truppe merce-
narie. È stata dunque una notte in cui si senti-
vano gli echi di due film profetici che hanno se-
gnato la cultura (purtroppo non la politica) ita-
liana: Cadaveri eccellenti di Francesco Rosi, e Il Cai-
mano di Nanni Moretti. In entrambi la fine viene
dopo la fine, ovvero il regime crolla, se crolla,
solo dopo il compimento di tutto il suo tragico
danno. Infatti davanti a Montecitorio in quelle
notti c’era una folla che, di tanto in tanto, una
Santanchè o un La Russa uscivano a provocare,
con spunti di follia più autentica e meno piran-
delliana, anche perché si trattava di provocare i
congiunti dei morti nel rogo della Moby Prince o
del terremoto de L’Aquila.
Dispiace e imbarazza che “penne terze” come
vorrebbe essere, ad esempio, Pierluigi Battista,
scriva la mattina dopo: “L’elogio del golpe de-
mocratico stilato da Alberto Asor Rosa è l’ultima
figura di un sentimento apocalittico che alberga
in una opposizione drammaticamente incapace
di diventare maggioranza” (Il Corriere della Sera,
15 aprile). Senza accorgersi del vero spettacolo
di follia: una maggioranza che si comporta con
disperazione distruttiva e rinuncia a governare
pur di saldare i conti giudiziari del suo leader, e
impedisce al suo governo di governare e lo fa
anche come spettacolo, dunque in modo clamo-
rosamente e vistosamente folle: eccolo lì tutto il
governo, tutto in aula, decine di ore, giorno e
notte, tutti fermi, tutti zitti, nel tentativo mor-
tale, finora in parte riuscito, di abolire ogni ruolo
o funzione del Parlamento e gettare direttamen-
te il governo contro la magistratura, un modo
per autodistruggersi mentre il mondo, che ha
preso nota, ha cominciato a escludere l’Italia
persino dalla finzione (da tempo era solo una
professore: “Internet ha sì velocizzato le comunicazioni di 100
stare con Paesi e governi normali (abbiamo per- sta magistratura”, si è appena messo contro l’Eu- volte rispetto al fax, ma nell’800 il telegrafo ha velocizzato la
so decoro e dignità prima ancora della libertà ropa, fuori della Nato ed escluso da ogni rappor- trasmissione di una lettera dall’Europa all’America di 2.500 volte
formale) e questi governi normali firmano aper- to dignitoso con gli altri leader d’Europa e del
rispetto al battello a vapore. A metà degli anni ’40 la lavatrice
tamente rilevanti documenti mondiali lasciando mondo. Ha voluto persino aggiungere, fuori te-
che il governo italiano li legga sui giornali. sto, il suo odio per la scuola pubblica italiana, riduceva i tempi di un bucato di 17 chili di sei volte (da 4 ore a 41
Dunque, vorrei dire a Pierluigi Battista e ai com- che invece avrebbe il compito di governare, e ha minuti)”. Dice Fubini che da quel momento le mogli e le madri
mentatori allibiti per il commento azzardato di dichiarato l’intento di spostare i fondi disponi- hanno schiacciato il pulsante d’avvio delle lavatrici, sono uscite di
Asor Rosa, che il peggio accade quando la mag- bili verso scuole private “anticomuniste”. Siamo casa e sono entrate nella società. Settant’anni di lavatrice, ferro
gioranza usa se stessa e il suo rilevante peso co- dunque, ovviamente, non solo fuori dalla lega- da stiro, lavapiatti e aspirapolvere dove ci hanno portato? Non
me arma contro le istituzioni, dalla magistratura lità, come si dice sempre, ma fuori dalla norma- così lontano. Solo il 46,6 per cento delle italiane lavora (contro
al capo dello Stato. Non volete credere al mio lità psichica, fatto grave quando avviene a chi l’80 per cento della Norvegia). Al giorno le donne lavorano,
richiamo a Pirandello come chiave di lettura del- detiene il potere. Ma i due primari dicono: “Bi- considerando gli impegni di casa e cura, 3.40 ore più degli uomini.
la esasperata frase di Asor Rosa? Domandatevi se sogna creare le condizioni politiche e istituzio- (Se qualcuno si annoia di sentir ripetere queste cifre, non sa
il proclama del vicepresidente dei deputati di nali perché si torni al confronto positivo sui veri quanto siamo stanche noi di comprare correttori per le occhiaie
maggioranza Corsaro alla Camera, in pieno di- problemi degli italiani”. Quella parola, “ritorno” sempre più coprenti). Abbiamo vite spazientite: vale per uomini e
battito sulla legge della prescrizione breve, non rivela una nostalgia purtroppo mal posta. Quan- donne, indifferentemente. Ma quelle 3.40 ore sono un macigno.
sia ben più pericoloso, per luogo, autorità e tem- do mai, con Berlusconi al potere o capo di una Perché (non a torto) vengono vissute come un’ingiustizia e perché
po: ha iniziato la strategia di equiparare i giudici violenta e incessante opposizione, c’è stato un producono un cronico quanto difficilmente governabile stress: il
che osano processare il suo capo agli assassini di “confronto”? Quando mai “sui problemi degli
nostro cervello si è abituato a rendere efficiente ogni minuto.
Aldo Moro. Quella strategia si è poi sviluppata italiani”? Provoca angoscia e disorientamento
nei manifesti che hanno tappezzato Milano, e sentir dire che “i problemi non sono ideologie, Soprattutto se abbiamo lavori che amiamo e in cui non vogliamo
nella autorevole e folle dichiarazione (folle sen- sono fatti. Vince chi indica la soluzione migliore. “restare indietro”, famiglie che ugualmente amiamo e di cui
za alcun alibi pirandelliano, dati gli autori) dei “Siamo sicuri che sia così? Da quando? Qui ri- vorremmo godere la compagnia. Per questo, invece di lanciare
senatori Gasparri presidente e Quagliariello (vi- sulta (e ne parla la stampa mondiale) che in Italia accuse tipo “perché sei così ansiosa?”, sarebbe più utile un po’ di
cepresidente) dei senatori del Pdl. Accusano vince chi ha in mano tutte le televisioni e con- collaborativa comprensione maschile. L’interrogativo è sempre lo
con veemente violenza la Procura di Milano e trolla tutta le informazioni, e spadroneggia con il stesso: il progresso è sempre una conquista sociale? Sì, anche se è
prontamente ottengono dal ministro della Giu- conflitto di interessi. Sì, lo so, sono le stesse cose un’affermazione da maneggiare con estrema cautela. E non solo
stizia Angelino Alfano, autore di tutta la monta- che dicevamo educatamente (ma allora, alme- per via di nostalgie un po’ sentimentali come quella per il
tura giudiziaria, di inviare ispettori a Milano. Ov- no, insieme) nel 1996. La tragedia è questa. profumo del sapone da bucato che la lavatrice ci ha portato via.
vero: il ministro Adorno mette in guardia dalle derive totalitarie della società
della Giustizia con- meccanizzata, facilmente plasmabile dal potere. Ce lo ricorda
tro i giudici che Vorrei dire agli editorialisti anche Orwell, in “1984”. Vero, ma è un nonsense oggi pensare a
tentano carte alla una vita nei boschi come quella raccontata da Henry David
mano, di processa- allibiti per il commento di Thoreau nel Walden. Però la tecnologia rallenta il pensiero e
re il primo mini-
stro. Non pensate Asor Rosa, che il peggio l’effetto collaterale è che siamo diventati più pigri e più ignoranti
che a questo punto (usiamo la calcolatrice anche per fare 3 più 4). E genera assurdi
anche tanti altri cit-
accade quando la cortocircuiti: benediciamo l’ascensore quando siamo carichi di
tadini si saranno maggioranza usa il suo peso pacchi, ma se capita di trovarne uno lento ci fa innervosire. Gli
detti l’un l'altro, in elettrodomestici ci hanno liberato (almeno in parte) dalla
un momento di esa- contro le istituzioni schiavitù dei lavori di casa. La televisione ha aiutato la diffusione
sperazione: “Ma non si possono chiamare i Ca- della cultura. E oggi? Ci ha quasi
L’aula di Montecitorio (FOTO ANSA) completamente rincoglioniti e sottratto il
rabinieri?”, un modo per dire: ma dovremo re-
stare per sempre in questa gabbia di mentitori, piacere della lettura. Eppure c’è sempre il
fomentatori e pazzi (pazzi perché unici nello cono d’ombra di un punto di vista che non
sforzo di distruggere ciò che potrebbero gover- consideriamo. Quanta compagnia fa agli
nare)? anziani? Un romanzo “Il futuro è lunedì”
C’è sempre un buon dottore, in certe corsie in- (Annamaria Bonucci, Corbaccio)
fernali di ospedali caduti nel caos. E adesso, in racconta la storia d’amore fraterno tra un
Italia, si fanno avanti due primari della politica, bimbo down e la sorella “normale”. È lei la
Veltroni (Pd) e Pisanu (Pdl) e dicono questa fra-
voce narrante e a un certo punto spiega:
se, che dovrebbe essere la cura miracolosa, e tu
te la fai ripetere perché hai il dubbio che si parli “Alex ha imparato tutto dalla televisione,
dello stesso luogo, dello stesso Paese, della stes- è stata la sua enciclopedia”. Chissà se
sa malattia. Dunque, Berlusconi, dopo il bacio Popper ci aveva pensato.
Meglio il maestro Manzi del reality
di Marina Boscaino uno dei massimi strumenti di taliano parlato da tutti. 1954: la mento imprescindibile, come allora: persone che andavano
sviluppo civile. Grottesca e di- Rai manda i corsi di Telescuola, sostiene Tullio De Mauro, della in Tv contornate dalla pro-
on è mai troppo tardi sarmante la difesa del direttore programma sperimentale rea- nascita dell’italiano in un Pae- pria dignità; compiaciute
N per dire stop a un pro-
getto demenziale. Men-
tre il nostro Gran Simpa-
tico nazionale continua ad in-
fangare scuola pubblica e inse-
di Canale 5, Donelli, alle tante
critiche – compresi gruppi Fa-
cebook di precari – che gli so-
no piovute addosso: rivendica-
va al programma la “valorizza-
lizzato con il sostegno del mi-
nistero della Pubblica Istruzio-
ne, diretto a consentire il com-
pletamento del ciclo di istru-
zione obbligatoria ai ragazzi re-
se con un tasso di analfabeti-
smo notevole, frazionato in
dialetti. In pieno boom econo-
mico, si punta all’alfabetizza-
zione di massa via etere. Even-
non della propria ignoranza,
ma di ciò che stavano riceven-
do. Non da un capitale alea-
torio di un premio moneta-
rio, ma dal capitale cognitivo
gnanti, esaltando l’illegittimo zione di una professione trop- sidenti in località prive di scuo- ti, circostanze, obiettivi e fina- di conoscenze permanenti. I
favore che il governo accorda po spesso sottovalutata”. No- le. Ma è Non è mai troppo tardi il lità che hanno fatto la grande partecipanti del reality can-
alle paritarie, in nome della “li- nostante tanta considerazio- programma che negli anni ’60 Tv prima dell’avvento delle cellato sarebbero stati sele-
bertà di scelta”, giunge una no- ne, siamo contenti che – grazie ha letteralmente insegnato l’I- commerciali. Dimensione e zionati tra i più ignoranti dei
tizia dettata da inaspettato anche a quella indignazione – taliano a tante persone che orizzonte completamente dif- programmi precedenti, pre-
buon senso. “Sei un insegnan- il programma è saltato. E pudo- non erano mai andate a scuola. ferenti da quelli attuali: basti parati a dovere dai precari
te precario della scuola? Sei di- re, educazione, sobrietà per La riforma della scuola media pensare allo stupore dei miei che avrebbero potuto così
soccupato? Vuoi rimetterti in una volta hanno prevalso. unica e obbligatoria, del ’62, alunni di III liceo quando ho “rimettersi in gioco”, eruden-
gioco e fare qualcosa di diver- C’era una volta la Tv di qualità, non avrebbe coinvolto una lar- raccontato loro di Ungaretti doli per partecipare a un
so? Contattaci, puoi vincere quella che ha contribuito in ga fascia di generazioni: rivolta che introduceva l’Odissea, o quiz. Nessuna meraviglia nel
dieci anni di stipendio”. È così maniera determinante ad in- al futuro, non al passato. La gio- della serata fissa destinata al Paese in cui un’ex soubrette
che Canale 5 nei giorni scorsi nalzare il tasso di alfabetizza- vane Tv diventa una delle leve teatro, di cui abbiamo recente- televisiva, famosa per propo-
reclutava protagonisti per un zione e a rendere la geografia strategiche di un’effettiva in- mente rivisto alcuni esempi – ste di legge mai andate in por-
nuovo reality, dall’oltraggioso variabile dei dialetti locali, l’i- clusione socio-culturale, stru- sfruttando la Lim come scher- to, vuole emendare – confer-
titolo: Non è mai troppo tardi, ci- mo! – trattando di Pi- mando la sua vocazione all’i-
tazione di un glorioso pro- randello: i ricordi nanità – i libri di storia, per-
gramma Rai degli anni ’60. La Le persone che andavano della mia infanzia. ché “comunisti”. Dall’intel-
sconfitta storica del precariato Vado a riguardare su lettuale organico a Gabriella
proposta come humus vitale in Tv a imparare negli anni YouTube la faccia Carlucci. Dall’ingresso inten-
per la Tv immondizia. Il para- pulita del maestro zionale nel mondo dell’alfa-
dossale, surreale, cinico sfrut- Sessanta, erano Manzi, l’inappunta- beto e della democrazia, al di-
tamento massmediatico delle compiaciute non della bile giacca e cravat- leggio per la scuola della Re-
tragedie della falcidia di posti ta, il suo parlare de- pubblica, al cinismo travesti-
di lavoro, contrapposte – con propria ignoranza, ma di mocratico, sobrio, to da lusinga. Per questa volta
una punta ulteriore di sarca- diretto; guardo i visi l’abbiamo scampata. Ma pre-
smo, considerato il titolo – a ciò che stavano ricevendo dei partecipanti di pariamoci al peggio.
Domenica 17 aprile 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

diamo che il posto di un dirigente continuare a parlarne. Anche così.

MAIL BOX
della Fiom sia in fabbrica accanto Quanto alla “onorevole sconfitta”, è
ai lavoratori, non sul divano del nei numeri: i referendum la Fiom li
salotto mediatico di turno, a me- ha persi, sia pure incassando
no che questo non serva a spie- risultati superiori alle aspettative.
gare perché non si può accettare Ste. Fel.
lo scambio tra lavoro e diritti. È
una battaglia che in molti hanno Il programma con Sgarbi
sentito propria perché si è diffusa
Ci mancava solo la percezione che non riguardava e mio figlio Matteo
ripescare La Ganga
La candidatura di La Ganga
Furio Colombo

7 A DOMANDA RISPONDO solo i metalmeccanici. La batta-

(nomen omen) nelle liste del
Partito democratico per le ele-
zioni comunali a Torino mi
sembra vergognosa per i tra-
scorsi del personaggio e dimo-
stra una totale mancanza di ri-
spetto nei confronti di iscritti e
militanti; che però paiono si-
lenti e scarsamente reattivi. Va
tutto bene così? Fassino ha vin-
to con largo margine le prima-
rie e questo é un fatto incon-
trovertibile del quale non si
può che prendere atto. Da chi
ha fatto l’elogio postumo di
Craxi (il modernizzatore che
aveva compreso dove andava il
Paese) assegnando contestual-
mente a Berlinguer il ruolo di
politico “vecchio” e fuori dal
mondo, non mi aspettavo nulla
di diverso. Ma da cittadino ed
iscritto al Pd mi sento ancora
una volta preso in giro, soprat-
tutto quando partecipo ad ini-
ziative del partito durante le
quali si parla di legalità, traspa-
renza amministrativa, demo-
crazia come antidoto al popu-
lismo, rapporto di fiducia da ri-
costruire tra amministratori
ed amministrati. La qualità del-
la nostra classe politica è pre-
cipitata, ma ho l’impressione
che sia cambiata molto in peg-
gio anche la qualità degli iscritti
al Pd, in una maniera speculare
ed inquietante. A meno che
quelle migliaia di voti non siano
semplicemente pacchetti di
tessere mossi da ragioni che
nulla hanno a che fare con la
rappresentanza e con i bisogni
dei cittadini. Spero di sbagliar-
mi, ma evidentemente non c’è
voglia di rinnovamento e di
coerenza tra dichiarazioni ed
azioni. Comunque, se fossi un
cittadino torinese, il 15 maggio
andrei a fare una bella gita.
Andrea Di Meo
Per Arrigoni
MIRACOLO
aro Furio Colombo, ho l’impressione
C che si dedichi poca attenzione alle
elezioni amministrative in arrivo, e
soprattutto a ciò che accade o può
accadere a Milano. Noto una distrazione
che mi preoccupa. Com’è Milano oggi? E
come la vorremmo, dopo queste elezioni?
Valeria
È VERO CIÒ che dice la lettrice, ma più
dal punto di vista politico che da quello giornalistico.
Ed è più vero a sinistra che a destra, o almeno questa
è l’impressione di chi non trabocca di simpatia per
Letizia Moratti. Sul versante anti-Moratti, ovvero per
una Milano che non sia più controllata, anche
economicamente, dalle due bande di Lega Nord e
dell’organizzazione d’affari che Marco Pannella
ama chiamare, con lieve ritocco del nome in ditta,
“Comunione e lottizzazione”, c’è un buon candidato,
Giuliano Pisapia, e un aiuto non da poco dei Radicali
(lista Pannella-Bonino), considerato che la Bonino, da
sola, è stata in grado di incassare in un passato
recente un solido 8 per cento, e ha perso per poco il
governatorato di Roma. Però non è tanto la probabile
somma di voti utili a bloccare una vittoria al primo
turno della indesiderabile Moratti, che dovrebbe
accendere e mantenere vivo il dibattito politico sulle
elezioni a Milano. Un primo argomento interessante
per parlare di politica a Milano potrebbe essere la
questione delle firme false. Ricordate? I Radicali, da
soli, hanno detto, ridetto, denunciato, in un bel
silenzio compatto. Ora i giudici hanno incriminato
dieci consiglieri regionali per quelle firme, che
riguardavano anche una certa Nicole Minetti. Come
vedete, tener duro serve in politica, quando si hanno
buone carte in mano. Ma, come in un buon romanzo
d’appendice, lasciamo per un momento la storia
sulla soglia di palazzo Formigoni, e giochiamo con un
altro argomento urgente, in queste elezioni: lo stato
della città. E il suo futuro, nel momento in cui il
centro produttivo più importante d’Italia è a rischio
di spartizione fra Lega e Compagnia delle Opere. E
mentre si sta scatenando una scriteriata corsa al
danaro dell’Expo, che potrebbe far apparire poca
glia è ancora in corso, le condi-
zioni di lavoro ancora quelle, ma i
media hanno girato lo sguardo.
Non siamo d’accordo col suo
A MILANO giornale che parla di una “onore-
vole sconfitta”, la nostra battaglia
in fabbrica continua ogni giorno
cosa Mani Pulite. E c’è il rischio di una seria e bene per tornare a lavorare in catena di
organizzata penetrazione ‘ndrangheta. Vera
ricchezza richiama vero pericolo. Eppure, a parte
montaggio, per riaffermare quella
dignità e centralità del lavoro. E
l’attivismo politico personale di Pisapia, a parte Landini, insieme a tutto il gruppo
l’automobilitazione di Emma Bonino, si vede e si dirigente della Fiom, continua a
ascolta poca politica e nessun progetto, elettorale o sostenere questa lotta. Infatti, an-
legato al futuro di Milano. Si direbbe che la che ora che i riflettori sembrano
vicepresidente del Senato sia la sola – e da sola – essersi spenti sulle nostre vicen-
protagonista politica che sta tentando di dare dignità de, il segretario era oggi in fabbri-
e attenzione nazionale al fatto (e al problema) ca a Pomigliano in assemblea a
“elezioni a Milano”. Trovo strano che non le si veda, parlare con i lavoratori, a dare lo-
accanto e intorno, una mobilitazione non solo della ro coraggio, a dimostrare che il
sua piccola e attivissima parte politica (quella sostegno della Fiom non è asso-
mobilitazione c’è) ma di tutto lo schieramento che lutamente venuto meno.
vuole svegliare Milano dal suo sonno avvelenato, e Giovanni Barozzino (delegato Fiom
impedire la nuova stagione di spoliazione della città. di Melfi), Stefano Birotti (delegato
I Radicali possono contare su Marco Cappato, che Fiom di Pomigliano), Domenico Lof-
ha scoperto e dimostrato un trucco elettorale non fredo (operaio di Pomigliano iscritto
proprio limpido e, nonostante la curiosa assenza alla Fiom)
d’interesse del centrosinistra, non molla l’osso e
promette di mantenere vivo il dibattito. Ma, a parte L’articolo diceva esattamente
le primarie, e nonostante l’ottima qualità di alcuni questo: che nonostante l’attività di
parlamentari Pd di Milano, non si sente il rombo di Landini non sia diminuita, è
una macchina elettorale che speriamo sia presto al scomparso dai media, per lo
lavoro per scalzare la prestanome Moratti. Milano è spostamento dell’attenzione sulla
un simbolo poderoso. È troppo sognare che la Chrysler, per le fabbriche Fiat ferme
liberazione politica del nostro tormentato Paese e perché lo sciopero generale della
cominci di nuovo da Milano? È troppo sperare in un Cgil (richiesto a lungo dalla Fiom) lo
lavoro insieme con l’unico fine di arrivare bene al gestisce Susanna Camusso. Sarà
primo turno e poi di vincere? autoreferenziale ma è un dato di
fatto che gli operai, a cominciare
Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano dal loro leader, sono di nuovo
00193 Roma, via Valadier n. 42 scomparsi dal dibattito pubblico.
lettere@ilfattoquotidiano.it Nel nostro piccolo, cerchiamo di
LA VIGNETTA
A proposito del prossimo pro-
gramma Rai con Vittorio Sgarbi vo-
glio fare due precisazioni sugli ar-
ticoli di Carlo Tecce pubblicati dal
vostro giornale. Ecco la prima: non
è vero che mio figlio Matteo avreb-
be dovuto svolgere il compito di
“collaboratore testi” come è stato
pubblicato anche su altri giornali;
Matteo, come risulta dal contratto,
era uno degli autori. Fare l’autore e
il regista è la sua libera professione;
da qualche stagione, con questo
duplice ruolo, lavora intensamente
al programma “le Iene” e per stare
con me in questa impresa ha chie-
sto un permesso speciale al ca-
po-progetto Davide Parenti. L’ho
voluto non appena mi sono reso
conto che la stragrande maggio-
ranza degli autori che mi erano stati
messi a disposizione (ero infatti il
direttore artistico e capo-progetto
del programma) erano totalmente
inadeguati a quel ruolo. Seconda
precisazione: non siamo andati via
perché la Ballandi voleva tagliare il
compenso richiesto ma perché
pretendeva di tagliare un compen-
so già discusso e ampiamente fis-
sato. La Ballandi (che fra l’altro non
ha dato ancora nemmeno un euro
per rimborsare le forti spese soste-
nute sino a oggi) voleva cambiare le
regole del gioco a partita abbon-
dantemente incominciata. È tutto.
Cordialmente,
Filippo Martinez
I nostri errori
Egregio Direttore, la ringrazio
della bella recensione del mio li-
bro su Giacomo Matteotti (Un
italiano diverso, editore Longane-
si) apparsa sul suo giornale. Le se-
gnalo però che il mio cognome,
nell’articolo di Angelo d’Orsi, che
pure ringrazio, è riportato in for-
ma errata: non mi chiamo Gian-
paolo Romagnani, bensì Gianpao-
lo Romanato. Grato se potrà pub-
blicare questa mia precisazione, le
invio i più cordiali saluti,
Gianpaolo Romanato

Piango Vik IL FATTO di ieri 17 aprile 1949

Dicono che noi giovani siamo
tutti piegati su noi stessi, egoisti,
materialisti. Dicono che siamo
deboli, bamboccioni. Che siamo
tutti provinciali, menefreghisti.
Che ci hanno fregato con la te-
levisione, col consumismo. Alie-
tai, ingannati. Senza il coraggio di
servire fino in fondo le nostre
idee. Poi tu muori, e io piango.
Tommaso Merlo
Diritto di Replica
Landini e il ruolo
della Fiom
Caro Direttore, quello che tro-
viamo scritto in un articolo del
tuo giornale del 15 aprile ci de-
lude tantissimo poiché molto
spesso condividiamo le idee, le
analisi e gli argomenti che affron-
tate, tante volte ignorati dagli altri
mass-media. L’articolo al quale ci
riferiamo, “La rapida eclissi di
Landini” di Stefano Feltri, mette
in evidenza un elemento assolu-
tamente autoreferenziale poiché
è la stampa a decidere quando ac-
cendere o spegnere i riflettori. In
primo luogo riteniamo necessa-
Abbonamenti
Queste sono le forme di abbonamento
previste per il Fatto Quotidiano.
Il giornale sarà in edicola 6 numeri
alla settimana (da martedì alla domenica).
• Abbonamento postale annuale (Italia)
Prezzo 200,00 € • 4 giorni
Prezzo 290,00 € • 6 giorni
E' possibile pagare l'abbonamento annuale
postale ordinario anche con soluzione
rateale: 1ª rata alla sottoscrizione,
2ª rata entro il quinto mese.
Una filastrocca lieve, naïf, da mandare a memoria come una Nell’edizione di ieri, a pagina 7,
divertente cantilena. Come “Susanna”, la prima del ricco abbiamo pubblicato la foto dell’ex
canzoniere di Gianni Rodari, dedicata a una bimba su governatore della Toscana Clau-
richiesta di una mamma lettrice e pubblicata il 17 aprile 1949 dio Martini e non dell’ex assesso-
nella rubrica “La domenica dei piccoli” de l’Unità, sotto lo re Riccardo Conti, come scritto
storico pseudonimo di Lino Picco. L’inizio di un viaggio nella didascalia. Ce ne scusiamo
letterario nel mondo dell’infanzia affrontato con l’animus del con gli interessati e con i lettori.
maestro elementare abituato a dialoghi solari con i suoi
allievi in erba…” senza esagerare, perché a parlar troppo si
rischia di annoiarli… ed è più saggio che i bambini imparino
sor ridendo”. Un universo candido, ironico, quello delle IL FATTO QUOTIDIANO
favole di Rodari, in cui le piccole storie surreali, i paesaggi via Valadier n. 42 - 00193 Roma
fantasiosi fatti di sole e di nuvole, i personaggi magici, lettere@ilfattoquotidiano.it
aprono a una rivoluzionaria visione del mondo infantile, non
solo sogni e fuga nell’immaginario, ma terreno fertile per la
creatività e il libero gioco con la fantasia. Poesia e pedagogia Fiom e il suo segretario generale Direttore responsabile
nell’arte di Rodari, autore geniale e raffinato, lontano dai hanno rappresentato e portato
luoghi comuni di una cultura dogmatica, curioso della vita, all’attenzione anche dei media, ha Antonio Padellaro
ribelle e cantore della libertà. Sempre, anche nei suoi scritti coinvolto la società civile, altri Vicedirettore Marco Travaglio
politici, dalla parte dei perdenti, dei nullatenenti, degli movimenti e l’opinione pubblica,
emarginati. come ha dimostrato la partecipa- Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
Giovanna Gabrielli zione alla manifestazione del 16 Progetto grafico Paolo Residori
ottobre che andava molto oltre le Redazione
ragioni degli operai. In questo 00193 Roma , Via Valadier n°42
rio sottolineare che è stato lo televisivi, si è scoperto che esi- Paese vige la cultura mediatica di tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
scatto di dignità dei lavoratori di stono ancora le linee di montag- ricerca costante di un leader, e la e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
Pomigliano prima, di Melfi e di Mi- gio e gli operai. È stato il coraggio bravura di Landini ha reso questa
rafiori poi a far sì che finalmente in dei lavoratori, sostenuti dalla ricerca facile. Il segretario della Editoriale il Fatto S.p.A.
questo Paese si tornasse a discu- Fiom, che hanno deciso di non Fiom ha condiviso con noi batta- Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
tere delle condizioni reali di chi piegarsi davanti ad un ricatto, ad glie e momenti difficili. Ma è stato Presidente e Amministratore delegato
lavora. Dopo decenni in cui il la- accendere i riflettori sulle fabbri- questo lavoro di squadra a per- Giorgio Poidomani
voro era scomparso dalle crona- che e sulla protesta operaia. La di- mettere di ottenere tutto il con- Consiglio di Amministrazione
che dei quotidiani e dai palinsesti fesa delle nostre ragioni, che la senso che abbiamo avuto. Cre- Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,
20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4;
Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;
Società Tipografica Siciliana S. p. A., 95030 Catania, strada 5ª n°35
• Abbonamento postale semestrale (Italia) Modalità di pagamento di pagamento, nome cognome, indirizzo, Concessionaria per la pubblicità per l’Italia e per l'estero:
Prezzo 120,00 € • 4 giorni telefono e tipo di abbonamento scelto.
Poster Pubblicità & Pubbliche Relazioni S.r.l.,
Prezzo 170,00 € • 6 giorni • Pagamento direttamente online Sede legale e Direzione commerciale: Via Angelo Bargoni n°8, 00153 Roma
• Bonifico bancario intestato a:
Editoriale Il Fatto S.p.A., con carta di credito e PayPal. tel. + 39 06 68896911, fax. + 39 06 58179764, email: poster@poster-pr.it
• Modalità Coupon *
Per qualsiasi altra informazione in merito
Prezzo 320,00 € • annuale BCC Banca di Credito Cooperativo Distribuzione Italia:m-dis Distribuzione Media S.p.A.,
può rivolgersi all'ufficio abbonati ai numeri
Prezzo 180,00 € • semestrale Ag. 105 Via Sardegna Roma
+39 02 66506795 - +39 02 66505026 -
Sede: Via Cazzaniga n°1, 20132 Milano
Iban IT 94J0832703239000000001739 tel. + 39 02 25821, fax. + 39 02 25825203, email: info@m-dis.it
• Abbonamento online PDF annuale +39 02 66506541 o all'indirizzo mail
Prezzo130,00 € • Versamento su conto corrente postale: abbonamenti@ilfattoquotidiano.it Resp.le del trattamento dei dati (d. Les. 196/2003): Antonio Padellaro
97092209 intestato a Editoriale Il Fatto Chiusura in redazione ore 22.00
Per sottoscrivere il tuo abbonamento, S.p.A. - Via Valadier n° 42, 00193 Roma * attenzione accertarsi prima che Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 18599
compila il modulo sul sito Dopo aver fatto il versamento inviare un la zona sia raggiunta dalla distribuzione de
www.ilfattoquotidiano.it fax al numero 02.66.505.712, con ricevuta Il Fatto Quotidiano