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PACCHETTO SALUTE E

BENESSERE DELLO SPORTIVO

Prof. Giuseppe Vercelli

Centro di Psicologia dello Sport


ISEF Torino
IPNOSI = AMPLIFICATORE

“tutto ciò che possiamo fare bene in stato di veglia,


lo possiamo fare meglio in stato di Ipnosi”
(Vercelli, Dada 2014)

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MODELLO: S.F.E.R.A.

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Sincronia
Capacità di essere completamente presenti e
concentrati su ciò che si sta facendo nel momento
della prestazione.

Il segreto della sincronia consiste nello


IMMAGINARE e FARE allo stesso tempo.

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COMUNICAZIONE E
ZONE RELAZIONALI
Essere in sincronia con
l’interlocutore e la
situazione

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I Canali della Comunicazione

7%
1.Verbal 38
e: %
- parole 2.
Paraverbale 55
: %
3. Non
– tono
verbale:
– volume
– mimica
– velocità
– sguardo
– pause
– gestualità
– postura
– distanza
– contatto
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Le Zone
Relazionali
ppresentano la condizione psicologica ≠ condizione prossem

Il modello delle zone relazionali di McGrady


ci permette di osservarci rispetto alle zone
relazionali
che incontriamo ogni giorno ponendo l’attenzione
non alla distanza fisica, ma a quella mentale.
Spesso ci capita di provare delle emozioni che
non ci sembrano appropriate
al contesto in cui le proviamo o in cui ci
troviamo.
Questo modello ci viene in aiuto proprio
per comprendere meglio dove collocarci
rispetto a noi stessi, all’ambiente
circostante Centro di Psicologia dello Sport
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Le Zone
Relazionali

ZONA v ent
e
PUBBLICA o
IO

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Zona Pubblica
Sei nella zona pubblica quando stai facendo qualcosa o sta
andando da qualche parte e la situazione è impersonale.
Sei lì per stabilire dei rapporti temporanei con delle person

Un cenno col capo a una persona che incroci per


strada.
Lasciare che un automobilista si immetta nella
coda di macchine davanti a te.
Condividere con altri passeggeri l’attesa
all’aeroporto.
Nella zona pubblica non hai controllo sugli eventi:
hai controllo solo su te stesso in quegli eventi.

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Zona Pubblica

L’atteggiamento
(= stato mentale che ci permette di stare
bene qui),
indispensabile per la buona riuscita è:

LA SICUREZZA DI SE’

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Le Zone Relazionali

ZONA v e nt
e
PUBBLICA o
lo
ruo
ZONA
SOCIALE IO

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Zona Sociale
Sei nella zona sociale in ogni luogo e momento in cui
delle persone condividono con te un’attività e in cui c’è
un bassissimo rischio di vulnerabilità emozionale.

In questa zona potrebbe esserci un’estrema


competizione messa in atto dai diversi ruoli che le
persone decidono di attivare.
Stai giocando una partita a tennis.
Sei in una riunione di lavoro.
Sei in società e stai stipulando un contratto
con un cliente.

Nella zona sociale il centro dell’attenzione


è l’attività che stai svolgendo.
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Zona Sociale
L’atteggiamento
(= stato mentale che ci permette di stare
bene qui),
indispensabile per la buona riuscita è:

L’AUTOEFFICACI
A

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Le Zone Relazionali

ZONA v ent
e
PUBBLICA o
ZONA u o lo
r
SOCIALE IO
u o re
ZONA c
PERSONALE

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Zona Personale
Sei nella zona personale quando ciò che fai ha
un’importanza minore rispetto all’esperienza di farlo
con qualcun altro.
Qui si stabiliscono e si sviluppano le amicizie, puoi
mostrare chi sei senza che questo abbia nulla a che
Sei a casa fare di un
con tuo caro
le tue amico e gli stai
prestazioni
parlando delle tue difficoltà.
Sei al lavoro e il tuo collega ti sta parlando di
come si sente depresso.
Mentre cammini per la strada una signora che
ti sta passando accanto cade e ti fermi ad
aiutarla a risollevarsi; lei piange e tu cerchi di
confortarla
La regola e il principio fondamentale della zona personale
sono l’apertura e la disponibilità ad essere vulnerabili.
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Zona Personale
L’atteggiamento
(= stato mentale che ci permette di stare
bene qui), indispensabile per la buona
riuscita è:

POSITIVA
IMMAGINE DI SE’
(= accettare noi stessi per quello che
siamo)

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Le Zone Relazionali
ZONA
PUBBLICA en t
ev
oruolo
ZONA e
o r
SOCIALE cu
on e
ZONA us i IO
f
PERSONALE
ZONA
INTIMA

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Zona Intima

La zona intima è dove nasce l’amore.


Qui la cosa più importante sono le emozioni
che due persone condividono.
Non tutti hanno una zona intima, in alcuni
momenti non abbiamo una persona con cui
condividere questa zona.
Stai passeggiando mano nella mano
con il/la tua compagno/a.

La chiave per avere successo nella zona


intima
è permettere a se stessi di amare ed essere
amati.
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Zona Intima

L’atteggiamento
(= stato mentale che ci permette di stare
bene qui), indispensabile per la buona
riuscita è:

L’ AMORE PER SE’


STESSI

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Le Zone Relazionali

Qual è l’errore più grande che possiamo fare?

Pensare di essere in una zona mentre siamo in un’alt


quindi sbagliare stato mentale!

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Le Zone Relazionali
1. Sei nella hall di un albergo.
2. Sei a casa di un tuo caro amico e gli stai parlando delle tue
difficoltà.
3. Stai giocando una partita a tennis.
4. Sei a un concerto con un uomo/una donna che ti piace
molto.
5. Sei alla festa di matrimonio di un tuo parente e tutti si
stanno divertendo moltissimo.
6. Sei al lavoro e il tuo capo ti sta facendo una lavata di capo
perché non hai rispettato una scadenza.
7. Sei al lavoro e un tuo collega ti sta parlando di come si
sente depresso.
8. Stai camminando con il tuo compagno/a e senti una
fortissima ondata di amore che ti invade e dici: «Ti amo».
9. Mentre cammini per la strada una signora che ti sta
passando accanto cade e ti fermi ad aiutarla a risollevarsi;
lei piange e tu cerchi di confortarla.
10. Mentre cammini per la strada un passante inveisce contro
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di te perché lo hai urtato. ISEF Torino


Punti di Forza
Capacità e abilità fisiche, tecniche e psicologiche
che la persona riconosce di possedere ai fini di una
prestazione d’eccellenza.

Sono connessi con il costrutto dell’AUTOEFFICACIA.

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AUTOEFFICA
CIA E
FEEDBACK

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Autoefficaci
a
Definizione

Capacità generativa (che ha la funzione di


organizzare elementi particolari) il cui scopo è
quello di orientare le singole abilità cognitive,
sociali, emozionali e comportamentali in
maniera efficiente per assolvere a compiti
specifici.
(A. Bandura)

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Autoefficaci
a
Fonti esperienziali e generatrici

1.ESPERIENZE PASSATE
2.ESPERIENZE VICARIE E DI MODELLAMENTO
•. mastering: qualcuno che mi dice come si fa
•. coping: qualcuno che mi fa vedere come si
fa
3.PERSUASIONE VERBALE
4.STATI FISIOLOGICI ED AFFETTIVI
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Autoefficaci
a

AUTOSTIMA AUTOEFFICACI
A

Sensazione di adeguatezza in generale nelle


situazioni di vita.
Il rapporto tra come siamo e come vorremmo
essere.

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Feedback

• Letteralmente = ritorno di segnale


• Il feedback può essere auto-riferito o etero-
riferito
• Un feedback utilizzato in maniera corretta è
un potente strumento di “crescita”
personale e professionale.

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Feedback

Il feedback è la variazione più importante nel


controllo dell’apprendimento e della prestazione,
migliore è il feedback, migliore è
l’apprendimento.
Questo feedback può venire da due fonti:
 
Intrinseca:
- visiva
- uditiva
- propriocettiva
- meccanismo di individuazione degli errori
 
Estrinseca:
- fornita dall’insegnante, l’allenatore, ecc.
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Due Funzioni Essenziali
1. Rinforzo. Un feedback rinforza positivamente una
risposta motoria, aumentando la probabilità che si
ripeta quando l’allievo si troverà in condizioni simili. In
questo caso si associa rinforzo e motivazione.

2. Informazione. Esso porta un messaggio relativo a:


. efficacia della performance,
. errori commessi
. mezzi per evitarli o correggerli.
In particolare, può favorire:
. l’identificazione degli elementi corretti della
prestazione
. la spiegazione delle cause delle divergenze tra pre-
stazione attuale e attesa
. Lo sviluppo delle ragioni di cambiamento.
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Feedback

Due tipologie di feedback:


positivi e negativi

Due dimensioni del feedback:


specifico o generico

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Esempi di Feedback
Positivi/Negativi
 Ottimo lavoro!  Hai mantenuto
 Grande risultato oggi! un’ottima sincronia
 Sei stato il migliore! per tutta la gara!
 Sei stato in gamba!  Che movimenti hai
fatto per ottenere
quel risultato?
 Non ne fai mai una
giusta!  Attento, eri fuori
 Sei un incapace! sincronia nella
 Sei negato! seconda metà del
 (Silenzio …) tracciato
 Controlla meglio la
posizione delle spalle
prima di affrontare il
Generico palo!
Specifico
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Effetti dei Feedback Positivi/Negativi

• Consapevolezza e
• Gioia e energizzazione rinforzo dei
• Autostima (“io valgo, io comportamenti
mi piaccio”) • Apprendimento
• Simpatia verso • Autoefficacia (“mi sento
l’interlocutore capace di …)”
• Clima positivo nel gruppo • Stima e fedeltà verso
l’interlocutore e il
gruppo
• Paura, impotenza, paralisi
e depressione • Consapevolezza di cosa
• Conflittualità e non va e di come si
competizione nel gruppo dovrebbe fare

Generico Specifico
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Per dare feedback negativi …

• … focalizzarsi sul fatto (passato)

• … e mostrare o chiedere il comportamento


alternativo corretto futuro (futuro)

• Attenzione: evitare parole come


“sempre … mai … tutto … niente … ogni volta …
tutte le volte … sei … non sei …”

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Per dare feedback positivi

 sottolineare aspetti specifici della prestazione
realizzata

 focalizzarsi sui miglioramenti ottenuti

 attribuire il progresso alle capacità personali


(richiamando anche altre esperienze di successo
dell’atleta)

 trasmettere la concezione che le capacità sono


acquisibili

IlIl feedback
feedback aiuta
aiuta aa crescere!
crescere!
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Correzione degli errori: la tecnica del
Sandwich

(+) positivo – qualcosa di positivo che


l’atleta ha fatto

(-) correzione – focalizzata sulle cose


che l’atleta deve fare

(+) positivo - incoraggiamento

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Self-talk
È l’insieme dei pensieri e auto-istruzioni che un
individuo elabora. Traduce spesso in modo fedele,
le più intime convinzioni rispetto a sé stessi, agli
altri, al mondo. Per quanto concerne gli atleti, i
pensieri riflettono il significato attribuito alla
situazione competitiva con la quale si confronta. Le
sicurezze, ciò che l’atleta si dice, non soltanto
influiscono sui sistemi di rappresentazione
(immaginativa e verbale) ma hanno anche una
ricaduta sulle emozioni e azioni dell’individuo.
Questi comportamenti a loro volta influenzano gli
stimoli ambientali che vengono spesso a
riconfermare le convinzioni di partenza,
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mantenendo così in vita una sorta di circolo vizioso.


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Self-talk
…e la profezia che si auto-avvera

Le nostre aspettative e le nostre credenze,


che siano o meno corrispondenti al vero,
possono in certa misura creare la realtà
attraverso la loro influenza sul nostro e
sull’altrui comportamento (Merton, 1948).
Un dialogo interno negativo nuoce alla
prestazione, in particolare quando riflette
una critica troppo dura nei propri confronti.

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Energia
E’ l’uso attivo della forza e della potenza:
se usata in modo appropriato,ci consente di
utilizzare al meglio le risorse, fisiche e mentali, al fine di
ottenere un buon risultato.

Un utilizzo scarso o eccessivo dell’energia genera una sensazione


di stanchezza.

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LA MATRICE DELL’ENERGIA

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© Giuseppe Vercelli – U.O. Psicologia dello Sport – SUISM ISEF Torino
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Ritmo
Il ritmo è ciò che genera il giusto flusso
nella sequenza dei movimenti: un’ordinata successione negli intervalli
di tempo.

È ciò che dà qualità all’azione, infatti chi utilizza bene il ritmo viene
percepito come elegante.

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IL DIAGRAMMA DI EISENHOWER

+
DELEGA DA FARE
U
R
G
E
N
T
E CESTINO AGENDA
-

- IMPORTANTE +

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Giuseppe Vercelli – U.O. Psicologia dello Sport – SUISM Torino ISEF Torino
Attivazione

È il motore motivazionale, è la massima


espressione della passione che permette di
superare i limiti.

Coincide con la condizione fisica e mentale che


l’atleta vive nel momento in cui si sente pronto per
la prestazione.

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MUTUAL STORY TELLING

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© Giuseppe Vercelli – U.O. Psicologia dello Sport – SUISM ISEF Torino
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