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Direttore Responsabile
Massimo Zangarelli
Direttore Scientifico
Enrico Guerra
Direttore Editoriale
Luca Russo
Progetto Grafico
ELAV snc
Segreteria di Redazione
ELAV snc
www.elav.biz
elavjournal@elav.biz
Hanno collaborato a questo numero:
Fabio Ardolino
Dalila Colacchi
Filippo Gambelli
Enrico Guerra
Gloria Micacchi
Mos Mondonico
Gabriele Rossi
Luca Russo
Alessandro Stranieri
NDICAZIONI
ELAV
EDITORIALE
Come in tutti i settori, anche quello del fitness si sta evolvendo o quantomeno modificando. La contingenza economica globale, il modificarsi delle variabili sociologiche dovuto in prevalenza ai social networks, lingresso delle
grandi catene di fitness clubs, sono tutti elementi che assieme ad altri impongono una profonda revisione del
settore, senza eccezioni. Proviamo a fare unanalisi essenziale delle quattro aree critiche:
Logistica - Investita da un aumento esponenziale dei costi di gestione corrente e straordinaria non inferiori al
35% negli ultimi 10 anni.
Personale - Necessita sempre pi qualificato ma proporzionalmente sempre meno pagato e raramente
contrattualizzato.
Servizi Necessitano di unofferta trasversale o/e altamente specializzata, esposta allesigenza di una continua innovazione.
Clienti - Ridotte disponibilit economiche della fascia media ed aumento delle esigenze e dellattenzione agli
acquisti di tutte le fasce sociali.
Le prime tre aree riguardano lofferta del settore mentre la quarta riguarda la domanda.
In un tale contesto si stanno realmente salvando i centri di piccole/medie dimensioni orientati alla qualit e alla
specializzazione del servizio (logistica a basso impatto economico, personale di alta qualit, servizi specializzati,
pochi clienti), e i centri appartenenti alle medie e grandi catene orientate al marketing emozionale di massa e ai
grandi numeri (logistica ad alto impatto economico, personale in franchising interno, servizi trasversali ed emozionali, tanti clienti).
Sembra che le due realt siano molto lontane tra di loro ma hanno invece un comun denominatore: il Personal
Trainer.
Il Personal Trainer necessario per la specializzazione dei piccoli/medi centri e allo stesso tempo per limplementazione del modello aziendale in franchising interno delle medie/grandi catene.
Parlare della figura del Personal Trainer tuttaltro che facile e scontato. LItalia ha ereditato questa figura professionale dal mercato del fitness USA quale naturale evoluzione dello storico istruttore della sala attrezzi dei
fitness clubs ma anche e soprattutto per una questione di evoluzione ma anche di sopravvivenza professionale
non pi ottenibile nel modello classico. Leredit nord-americana pu essere vincente ma ad oggi si scontra con
un mercato nazionale profondamente diverso; la verit di questa affermazione labbiamo tutti davanti agli occhi
ovvero il Personal Trainer, al di fuori di qualche sporadico caso di successo, fatica a lavorare e non giuridicamente regolamentato creando caos nel caos. Nelle poche grandi citt italiane una minoranza dei Personal Trainers lavora molto ma la maggior parte decisamente al di sotto del potenziale di offerta; nelle cittadine di provincia e nei piccoli centri tipici della geografia italiana, questa figura fatica a decollare o addirittura inesistente.
Eppure i titolari di clubs si lamentano sistematicamente delle stesse cose e tendono a mordersi la coda da soli.
I clienti, sempre pi culturalizzati e sempre meno propensi alla spesa, pretendono qualit sempre pi elevate e
soluzioni ai propri specifici problemi non ottenibili con un istruttore che segue decine di persone contemporaneamente da solo. Il cliente si lamenta ma non vuole pagare di pi per un servizio personalizzato erogato spesso
dallo stesso istruttore di sala che si cimenta nel doppio ruolo a tempo perso. La propriet tende a forzare la qualit del servizio tramite lo stesso modello dellistruttore di sala fallendo inevitabilmente lobbiettivo e cannibalizzando la possibilit di implementare il servizio di personal training; inoltre, paga poco i collaboratori a causa dei
costi di gestione sempre pi elevati e perde i migliori collaboratori che sarebbero in grado di erogare il vero servizio di personal training di fatto autoalimentando la scarsa percezione di valore da parte del cliente. Il Personal
Trainer professionista gioca su questa situazione e come free-lance offre il suo servizio a cifre completamente
irraggiungibili per la fascia media della popolazione, riuscendo in pochi nellintento e alimentando letichetta di
servizio di nicchia riservato a pochi clienti facoltosi. I personal trainers e gli istruttori incastrati in mezzo a questo
sistema cercano alternative come la rieducazione funzionale affrontata senza alcuna competenza o losteopatia
con il risultato di snaturalizzare se non cambiare la propria mission e professione.
veramente un cane che si morde la coda! Bisogna cambiare sistema
Il Personal Trainer ha tante di quelle opportunit di lavoro professionalmente ed economicamente gratificanti che
nemmeno se lo immagina. Il problema che nessuno le offre ma bisogna crearsele, abbandonando completamente la tradizione italiana del posticino fisso e sicuro senza tante preoccupazioni del quale hanno goduto i nostri genitori e i nostri nonni fino ad una ventina di anni fa.
Per crearsi le opportunit di lavoro bisogna avere per due ingredienti critici: propensione allavventura
(provarci!) e grandi competenze (essere in grado di!). Le grandi competenze danno la possibilit di avere tante
soluzioni vincenti per gli obbiettivi dei propri clienti, e fanno scoprire una professione che ha dei valori ben oltre il
vecchio 3x10; proprio per questo il Personal Trainer in realt maggiormente riconoscibile in una figura di
Fitness Specialist, qualifica che descrive specifiche e specialistiche competenze anzich personal trainer che
invece descrive la modalit (one to one) in cui vengono erogate. Che occorra una rivisitazione della terminologia?
Le medie/grandi catene offrono una possibilit concreta per mettersi in gioco fornendo, ad una cifra annuale abbordabile, una logistica straordinaria e una parco clienti di tutto rispetto. Tocca poi al Personal Trainer procacciarsi il lavoro attingendo, tramite le proprie capacit, da quel 25% circa di clienti che ricorre a questo servizio. In
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EDITORIALE
realt, a fronte di pesanti critiche mosse a questo sistema imprenditoriale, lopportunit davvero importante ed
interessante per i Personal Trainers che si trovano subito protetti da un modello impeccabile e devono mettere
in gioco solamente le proprie capacit con un basso rischio dimpresa.
Al di fuori del mondo delle catene di clubs, le soluzioni sono probabilmente due: il centro di medie dimensioni
gestito imprenditorialmente con il solo modello del Personal Trainer, o i piccoli centri gestiti direttamente dal Personal Trainer Fitness Specialist in versione azienda di famiglia.
In tutti i casi manca comunque una riflessione che investe trasversalmente quanto scritto in precedenza, ovvero
le tariffe richieste per il servizio; necessario rendersi abbordabili alle fasce medie della popolazione perch
numericamente rappresentative ed in grado di sostenere qualche spesa in pi. Un prezzo pi abbordabile garantisce comunque stipendi allettanti o pu essere controbilanciato da un servizio erogato contemporaneamente a
piccoli gruppi di 2-3 clienti al massimo.
Se viene rimosso lostacolo del prezzo si aprono possibilit importanti di mercato dove lingrediente critico rimarr solo quello delle competenze Fitness Specialist e della passione che deve accompagnarle. Il lavoro imporr,
in questa fase storica, competenze trasversali per disporre di una clientela numericamente gratificante; in seguito, magari tra qualche anno, si potr pensare a Personal Trainers altamente specializzati in singoli settori ricalcando quello che sta gi accadendo ai colleghi USA.
Un Personal Trainer qualificato Fitness Specialist non lavora per mode o invenzioni della sera prima ma utilizza pragmaticamente un mix di competenze tecnico-scientifiche e di esperienza a vantaggio globale del cliente e
delle sue stesse possibilit occupazionali. Oggi la moda dellallenamento funzionale ne esempio emblematico
perch grande modello di allenamento ma assolutamente insufficiente al raggiungimento di molti obbiettivi, a
dimostrazione che le competenze e le esperienze devono essere trasversali e tali da poter cucire il vestito adatto
al cliente e alle sue esigenze, un po come un sarto allenatore.
Certo, lo Stato potrebbe dare una mano alla categoria in Svizzera, per esempio, chi frequenta un fitness club
pu detrarre la spesa dalle tasse a patto che il club sia iscritto allalbo dei centri certificati dallo Stato e ne rispetti
le regole di appartenenza a cominciare dalla formazione continua del personale. Il club deve mantenere standard elevati altrimenti esce dal mercato e inoltre deve erogare regolare ricevuta di pagamento al cliente perch
altrimenti questo non potr scaricare fiscalmente la spesa; in questo modo il club costretto a regolarizzare giuridicamente il suo assetto societario anche verso i collaboratori e di conseguenza ad uniformare in alto le tariffe
dei clienti e i compensi al personale facile no! In una sola mossa fatta dallo Stato nel concedere una misera
detrazione fiscale peraltro investita sulla salute del cittadino e quindi indirettamente a vantaggio della spesa sanitaria nazionale, uscito dal sommerso tutto il sistema gratificando gli operatori e creando il tanto agognato
valore di percezione da parte del cliente che pagher favorevolmente di pi.
Che sia cos difficile da capire? Personal Trainers dItalia fatevi sentire!
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maggiormente evidenziati dallimportanza che assumono in relazione al tipo di disabilit. Ad esempio per
un paraplegico su sedia a rotelle uno scalino lungo la
propria strada pu rappresentare un ostacolo insormontabile; viceversa superare senza aiuti esterni lo
stesso scalino pu essere uno scherzo per un giocatore di basket in carrozzina, abituato ad usare il proprio mezzo di locomozione come un attrezzo sportivo.
Sheng, Dijkers: La partecipazione ad attivit sportive
da parte di un paraplegico, riduce la depressione psichica, diminuisce i ricoveri ospedalieri e ne prolunga
lattesa di vita.
Un soggetto non vedente attraverso attivit in acqua
pu migliorare la percezione del proprio corpo in toto
ed imparare ad utilizzarlo al meglio in ogni situazione.
Un amputato ad un braccio pu attraverso lattivit
motoria riequilibrare il proprio corpo nella nuova situazione e divenire cos coordinato da non necessitare
dellarto mancante per le attivit quotidiane.
Aspetto importantissimo assumono poi risultati sul
piano psicosociale. A partire dal rapporto due a due
fino a giungere allinserimento in attivit di gruppo.
Attivare una comunicazione verso lesterno a tutto
campo, prima corporea e poi verbale. Aumento di
comportamenti socialmente accettabili e comprensibili
grazie anche a un maggiorato o conquistato livello di
autostima ed autonomia. Lintervento motorio ha lobiettivo principale di far accettare i limiti effettivi, di
superare il disagio riscoprendo se stessi e le proprie
capacit e stimolare la vitalit rinchiusa per ri/aprirsi
al Mondo.
CONCLUSIONE
Facendo nuovamente riferimento alla definizione di
disabilit data dallOMS, (ICF), e quindi ad una condizione di salute in un ambiente sfavorevole non possiamo far altro che rinforzare gli effetti positivi che
lattivit motoria adattata pu avere sulla vita di coloro
che si trovano a vivere in una situazione di svantaggio. Dalla presa di coscienza di se stessi, alla percezione del proprio corpo fino alluso che si pu fare di
esso per ottenere le prestazioni migliori possibili nello
svolgimento di ogni tipo di attivit quotidiana. Lintervento motorio si sviluppa su ogni aspetto della persona influenzando sia la psiche sia lo stato danimo. Il
lavoro sulle funzioni corporee, sulle strutture corporee
ed anche sui rapporti con lesterno mette il soggetto
disabile nelle condizioni di sentirsi completo e appagato. Superer la sensazione di essere a cui manca
qualcosa con laccettazione di essere esattamente
come si con tutte le possibilit che tale stato gli offre.
Un intervento motorio adattato devessere chiaramente fatto da un professionista del settore che abbia le
conoscenze adeguate per sviluppare un programma
che tenga in considerazione lo stato effettivo del soggetto con il quale lavora dopo unattenta valutazione e
individuazione delle caratteristiche specifiche che lo
contraddistinguono nella sua interezza ed unicit. Per
tale motivo dovr aver conto di quelle che sono le
condizioni di sviluppo del movimento umano e da un
punto di vista epistemologico, come affermano Carraro, Lanza, Zocca e Bertollo (2002) svolgere lattivit
tenendo a mente che il movimento mediatore:
dello sviluppo delle funzioni fisiologiche (H. Seyle
1956);
dello sviluppo e del mantenimento di efficaci processi cognitivi (in particolare attenzione, concentrazione, memoria, pianificazione), (Mcnaughter e
Gabbare 1993, Heckler e Croce 1992);
della comunicazione, in particolare di quella non
verbale e della relazione sociale (Argyle 1988,
Eibl-Eibelsfeldt 1993, Morris 1978);
dello sviluppo del pensiero in et infantile e giovanile (J. Brunner 1981, G. Edelman 1995, M.
Jeannerod 1990, J. Piaget 1970);
di un adeguato livello di autostima (Harter 1978,
Sonstroen 1988, Fox 1990, Marsh 1994, Bertollo,
Pasqualotto 2000, Bertollo, Pellizzari 2001);
della costruzione della capacit di prestazione
motoria dei giovani adulti (Martin 1992, Schmidt
& Wrisberg 2000);
dello stato di salute e di prestazione motoria di
adulti e anziani (A.C.S.M. 1998).
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Adattata.
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21. Sito web Disabilit, qualit della vita e integrazione sociale disponibile su www.impreform.com/
ricerca/CAPITOLO%201.htm
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BAREFOOT REVOLUTION:
IL FUTURO DELLALLENAMENTO A PIEDI SCALZI
Gambelli Filippo1, Guerra Enrico2, Mondonico Mos3, Russo Luca Ph.D.4
1
Osteopata, Docente ELAV
2
Responsabile Scientifico ELAV, Facolt Scienze
Motorie Perugia
3
Laureato in Scienze Motorie, Docente ELAV
4
Docente ELAV, Facolt Scienze Motorie LAquila
INTRODUZIONE
Negli ultimi anni si sta consolidando la tendenza del
Barefoot ovvero svolgere esercizio fisico e attivit
giornaliere a piedi nudi (Collier 2011). Tra i capisaldi
di questa tendenza si possono annoverare il ritorno
ad un utilizzo arcaico del piede, che troppo spesso
viene inibito da calzature poco ergonomiche o poco
fisiologiche. Anche la scienza in parte conferma questi punti di vista sottolineando in alcuni casi come la
calzatura possa non solo restringere il naturale movimento del piede e cambiarne degli aspetti di gestione
coordinativa (Kurz 2004), ma addirittura possa imporre al piede uno specifico pattern di movimento (Morio
2009) e per tanto vengono consigliate soprattutto alle
fasce pi giovani det delle scarpe estremamente
morbide e flessibili (Wolf 2008). Quanto riportato
dalla letteratura non significa quindi che il piede viene
ovattato dalle scarpe e che le sue funzioni propriocettive siano perse irrimediabilmente. Il piede riceve
delle stimolazioni anche indossando le scarpe e questi stimoli dipendono in gran parte dalla natura della
scarpa indossata, dalla sua stiffness e dalla sua elasticit e deformabilit dei materiali. La scarpa infatti,
anche se di pochi centimetri, allunga il braccio di leva
dellarticolazione della caviglia, sottoponendo questultima ad un processo di adattamento alla calzatura
METODI
Un soggetto maschio volontario (33 anni, 185 cm, 81
kg) stato testato durante un esercizio di corsa su
treadmill svolto a 4, 7, 10, 13 e 16 km*h-1 in tre condizioni diverse: con le proprie scarpe da running
(SCARPA), con un calzare AKKUA Revolution
(AKKUA, Roncadelle (BS), Italia) progettato per il barefoot (BAR) e con una calza di spugna (CALZA). Si
utilizzata la calza e non il piede completamente nudo
per motivi igienici e a tutela della salute del soggetto
volontario. Il soggetto, fisicamente attivo e in stato di
buona salute, non era esperto nella tecnica di corsa
senza scarpe. Durante la sessione di running il soggetto stato monitorizzato con un accelerometro
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Sensorize Freesense (Sensorize, Roma, Italia) saldamente applicato alla vita del soggetto e settato a 200Hz e video ripreso con una fotocamera Casio Exilim
FH-20 (Casio, Shibuva, Tokyo, Giappone) settata a
210fps. Per ogni condizione ad ogni velocit sono
stati misurati: laccelerazione prodotta dal ciclo di passo, da cui il picco di entrata del piede in appoggio e
landamento medio di un appoggio plantare, langolo
di approccio del piede a terra, la frequenza e lampiezza di passo.
RISULTATI
I risultati dei test mostrano degli andamenti similari
dei valori misurati che crescono al crescere delle velocit in tutte le condizioni di esecuzione dellesercizio.
Laccelerazione di picco media registrata al momento
dellappoggio a terra del piede mostra dei valori similari con una tendenza allaumento per la condizione
BAR (Fig.1). Gli andamenti delle tre condizioni testate
mostrano delle correlazioni significative tra laumento
della velocit e il valore di accelerazione registrato.
da sottolineare che questo dato stato riportato graficamente in valore assoluto al fine di rendere pi pratica la visualizzazione , in quanto i valori registrati dallo
strumento in questa fase del movimento erano con
segno negativo.
Lintero andamento dinamico dellaccelerazione media registrata durante una fase di appoggio mostra
delle differenze interessanti in termini di geometria
delle curve grafiche tra le tre condizioni al progredire
della velocit. Vengono riportati gli andamenti a 4, 10
e 16 km*h-1 (Fig.2).
La velocit di 4 km*h-1 troppo bassa per apprezzare
delle differenze interessanti a questo livello di analisi.
Ben altri spunti di riflessione offrono le velocit pi
alte 10 e 16 km*h-1. Landamento della condizione
SCARPA mostra molte pi creste soprattutto nelle
prime fasi del grafico fino a 0,2 secondi. Questo andamento non viene invece ripetuto nella condizione
BAR e tantomeno in quella CALZA che appaiono pi
lineari e verosimilmente meno dispendiose.
Lampiezza e la frequenza del passo (Fig.3 e 4) mostrano degli andamenti sovrapponibili delle tre condizioni, anche se da sottolineare come la frequenza di
passo nelle condizioni BAR e CALZA sia sempre leggermente maggiore di quella registrata nella condizione SCARPA.
Molto interessante invece risulta langolo di approccio
del piede al suolo (Fig.5). La condizione BAR mostra
una correlazione significativa tra laumentare della
velocit di corsa e la diminuzione dellangolo di approccio del piede al suolo, cosa questa che non accade anche per le altre due condizioni. Singolare landamento della SCARPA che non rileva nessuna sostanziale tendenza di variazione dellangolo di approccio
al terreno, se non addirittura una relativa costanza.
DISCUSSIONE E CONCLUSIONE
La letteratura suggerisce che lo svolgimento dellesercizio fisico in condizioni di barefoot offra un miglior
appoggio fisiologico del piede grazie ad un caricamento trasversale e longitudinale del connettivo e alla
divaricazione trasversale dei metatarsi che dentro le
scarpe classiche viene spesso limitato se non addirittura viziato dalla struttura stessa della scarpa.
I dati del caso di studio presentati sono assolutamente in linea con quanto suggerito dalla letteratura circa
la tendenza ad un aumento della frequenza del passo
nella condizione BAR e CALZA rispetto alla SCARPA,
cosa questa che potrebbe tendere ad ottimizzare la
meccanica stessa della locomozione.
La tendenza allaumento dellaccelerazione di picco in
fase di appoggio del piede che si registra nelle velocit pi alte (in cui si comincia la vera fase di corsa)
dovuta probabilmente allassenza di materiale shockabsorber sotto la suola del calzare BAR, ma allo stesso tempo compensata da un andamento pi lineare
e meno frastagliato dellaccelerazione in fase di assorbimento dellimpatto e successiva spinta e da un
minor angolo di approccio del piede al suolo rispetto
alla condizione SCARPA. Questultimo dato permette
quindi un appoggio non pi calcaneare, ma spostato
pi in avanti verso il mesopiede.
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SPORT
nel secondo caso che si svolge su una superficie stabile sono i contatti con gli avversari che sottraggono
equilibrio avvenendo prevalentemente nella zona del
tronco (dove c la palla). Questa distinzione ci lascia
la possibilit di riflettere sulla natura delle cos dette
tavolette propriocettive classiche che prevedono, siano esse ad aria o rigide, una instabilit proveniente
dal basso. A questo punto la porta resta aperta a tutta
quella gamma di esercitazioni e di attrezzature per il
BT con disequilibri che provengono dallalto. Ma non
finita qui. La maggior parte dei mezzi classici di allenamento di BT hanno tutti una caratteristica comune:
il disequilibrio che forniscono figlio di una nostra
risposta al disequilibrio precedente, ovvero ipotizzando di allenarsi su una tavoletta classica tipo cappello
del prete (piano rigido circolare con mezza sfera sotto), pu diventare prevedibile che se per cercare lequilibrio ci si sposta verso destra il successivo movimento di ri-equlibratura dovr essere verso sinistra
perch la tavoletta si sposter verso destra. In questa
maniera tende a venire meno la capacit di reazione
ad uno stimolo disequilibrante di natura sconosciuta,
ma si esalta invece la capacit di stazionamento
pressoch isometrico del comparto anatomico che sta
lavorando, riducendo di conseguenza la performance
esplosiva (Cressey 2007).
Sulla base di queste e altre considerazioni qualche
azienda sta provando a mettere in commercio delle
attrezzature per il BT di natura completamente diversa: il piano instabile non viene mosso in forma passiva alla merc dei movimenti dellutente, ma in forma
attiva attraverso un motore, ribaltando il concetto e
ponendo quindi tutto il soggetto alla merc dellattrezzo. Il principio base da un punto di vista concettuale
risulta essere molto interessante, ma quanto questi
nuovi attrezzi possono sostituire i vecchi?
La letteratura propone molti esempi di comparazione
di esercizi fisici, soprattutto tra esercizi svolti su basi
stabili e instabili (Cotterman 2005, Norwood 2007,
Sternlicht 2007, Santana 2007, Sirani de Oliveira 2008, Cacchio 2008, Goodman 2008, Nuzzo 2008, Uribe
2010), ma pochi sono ancora gli studi che hanno cercato di indagare le differenze di singoli esercizi svolti
su piani instabili (Wahl 2008, Eisen 2010)
Lo scopo del presente studio pertanto quello di
comparare attraverso unanalisi dellattivit muscolare
due diverse attrezzature per il BT: una classica ed
una meccanica.
MATERIALI E METODI
Soggetti
Hanno partecipato allo studio 12 soggetti maschi moderatamente attivi e fisicamente sani. Ogni partecipante stato preventivamente istruito sulle modalit
di test e misurazione necessarie per lo sviluppo dello
studio e ognuno ha fornito il proprio consenso informato a partecipare alle sessioni di test.
Strumentazione
Lattrezzatura studiata per lallenamento del BT in
condizione classica (BTc) era una tavoletta propriocettiva (Fig.1) di forma circolare con mezza sfera rigi-
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SPORT
da (PK 200 WL, TecnoBody, Dalmine Italia). Questo attrezzo classico per lallenamento del BT prevede la possibilit di gestire movimenti disequilibranti di
breve ampiezza ma rapida frequenza.
Mentre per lallenamento del BT in condizione
PROTOCOLLO
Ogni soggetto ha svolto una sola sessione di test in
cui eseguiva nellordine: SMIV, allenamento BTc e
allenamento BTm.
Lallenamento BTc prevedeva tre serie di lavoro con
appoggio bi podalico (TB) e tre serie di lavoro con
appoggio mono podalico (TM), la durata delle esercitazioni era di 10 secondi e lo scopo era mantenere
quanto pi possibile la tavoletta propriocettiva in posizione orizzontale. La prima serie stata considerata
necessaria come famigliarizzazione allesercizio mentre la seconda veniva presa in considerazione per
lanalisi; la terza era solo una serie di back-up qualora il segnale EMG avesse avuto dei problemi nella
seconda serie. La standardizzazione della posizione
dei piedi veniva garantita da una griglia centimetrata
disegnata sulla pedana circolare della tavoletta: ogni
soggetto era posizionato con la proiezione del malleolo interno che cadeva a -3 centimetri dal centro della
pedana. Il protocollo di allenamento BTc riportato in
tabella 1.
Lallenamento BTm prevedeva tre circuiti di tre esercizi propriocettivi svolti sul macchinario in diverse posizioni, reagendo a tre diversi stimoli disequilibranti.
Sono stati creati tre protocolli di lavoro ad hoc: 1) protocollo 1 (P1) disequilibrio con ampiezza in senso
antero-posteriore e frequenza in senso latero-laterale,
durata 14 secondi; 2) protocollo 2 (P2) disequilibrio
con ampiezza in senso latero-laterale e frequenza in
senso antero-posteriore, durata 14 secondi; protocollo 3 (P3) disequilibrio caotico con stimoli variabili nel
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SPORT
ESERCIZIO
POSIZIONE
Angolo al ginocchio 90
Schiena eretta
Braccia libere
Angolo al ginocchio 90
Schiena eretta
Braccia libere
TB
Bi podalico
TM
Mono podalico
SERIE
DURATA SERIE
ANALISI EMG
10
8 centrali
10
8 centrali
P1
Bipodalico
Monopodalico
P2
Bipodalico
Monopodalico
P3
Bipodalico
Monopodalico
ASSE X
ASSE Y
Ampiezza
ALTA
Frequenza
BASSA
Ampiezza
BASSA
Frequenza
ALTA
Ampiezza
ALTA
Frequenza
MEDIA
Ampiezza
BASSA
Frequenza
ALTA
Ampiezza
ALTA
Frequenza
BASSA
Ampiezza
MEDIA
Frequenza
MEDIA
POSIZIONE
SERIE
DURATA
SERIE
ANALISI
EMG
14
12
centrali
14
12
centrali
18
16
centrali
Angolo al ginocchio 90
Schiena eretta
Braccia libere
Angolo al ginocchio 90
Schiena eretta
Braccia libere
Angolo al ginocchio 90
Schiena eretta
Braccia libere
MEDIA
ALTA
MOLTO ALTA
<100%
100-199%
200-299%
300-399%
ALTISSIMA
400-499%
>500%
quanto il segnale dellesercizio valesse in termini percentuali rispetto al SMIV. Sono stati poi calcolati il
quantitativo di picchi di segnale filtrato (1 dato ogni
0,05 secondi) che si collocano in ogni determinata
fascia di intensit ai fini di valutare il peso di ogni
singolo muscolo in ogni esercizio. Data la diversa natura e durata delle singole esercitazioni testate, i picchi di segnale sono stati normalizzati per il tempo di
acquisizione e sono quindi espressi in numero di picchi al secondo (n. P*s-1) I dati sono stati trattati con un
T-Test per campioni indipendenti ai fini di misurare
differenze significative tra il numero di picchi di EMG
per ogni muscolo in ogni fascia dintensit. Il valore di
p<0,05 stato accettato come livello di significativit.
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SPORT
RISULTATI
Lanalisi dei dati mostra che in ogni esercizio la fascia
media (100-199%) di intensit di segnale EMG in %
del SMIV quella con un quantitativo di picchi maggiore per ogni muscolo, sia negli esercizi bi podalici
che in quelli mono podalici (Fig.3-Fig.10), tutti i dati
sono espressi in picchi di attivit EMG al secondo
(P*s-1).
Landamento dei grafici nelle due modalit di esercizio rivela molte similitudini, il VL gioca sempre un ruolo importante in tutte le esercitazioni, mentre risulta
interessante la costanza di un valore praticamente
identico di picchi (per ogni fascia di intensit) che viene fatto registrare sia dallOE e dagli SL.
Nellanalisi per singolo muscolo allinterno della fascia
a bassa intensit (<100%) il muscolo GE risulta significativamente pi attivo nel TB (8,54,9) e nel P3 bi
podalico (7,72,5) rispetto al P1 mono podalico
(4,22,2). Il muscolo TA significativamente pi attivo nel P2 bi podalico (4,22,4) rispetto al TB
(2,21,9), al TM (1,91,9), al P1 bi podalico (2,51,9)
e al P3 mono podalico (2,21,7) e pi attivo nel P3 bi
podalico (3,92,7) rispetto al P1 mono podalico
(1,71,5). Il muscolo VL appare significativamente pi
attivo nel TB (3,72,8), nel P1 (4,92,8) P2 (4,93,1)
e P3 (4,82,9) bi podalico rispetto al TM (1,51,8) e al
P3 mono podalico (1,71,6) e ancora pi attivo nel P1
P2 e P3 bi podalico rispetto al P2 (1,91,6) e P3 mono podalico. Il muscolo BF risulta invece significativamente pi attivo nel P2 bi podalico (7,81,8) rispetto
al TB (5,72,1) poi ancora nel P1 (6,51,8) P2
(7,81,8) e P3 (72,4) bi podalico rispetto al TM
(4,31,8), nel P2 bi podalico rispetto al P1 (4,92,3)
P2 (5,33) P3 (52,5) mono podalico e nel P3 bi podalico rispetto al P1 mono podalico. Il muscolo OE
significativamente pi attivo nel P2 (7,22,2) e P3
(7,42) bi podalico rispetto al P1 (4,92,5) P2
(5,12,4) e P3 (5,42,2) mono podalico. I muscoli GG
e SL non mostrano alcuna differenza significativa in
questa fascia di intensit.
Nella fascia media (100-199%) il muscolo TA risulta
significativamente maggiore solo nel P3 bi podalico
(13,62,3) rispetto al P2 bi podalico (123,1). Il muscolo VL significativamente pi attivato nel TM
(17,91,8), nel P2 (16,91,8) e P3 (172,2) mono
podalici rispetto al P1 mono podalico (15,52,5) e al
P1 (14,43,5) P2 (14,63,1) e P3 (14,43,5) bi podalici. Il muscolo BF risulta essere significativamente pi
attivo nel TB (13,92,4) rispetto ai P1 (12,72,4) P2
(11,72,2) e P3 (12,52,8) bi podalici e nel P3 mono
podalico (14,72,9) rispetto al P2 bi podalico. I muscoli GE, GG, OE e SL non mostrano alcuna differenza significativa in questa fascia di intensit.
Nella fascia alta (200%-299%) il muscolo GE sembra
essere significativamente pi attivo nel P1 bi podalico
(11,2) e mono podalico (1,82,3) rispetto al TB
(0,20,5) e nel P1 mono podalico rispetto al P3 bi
podalico (0,30,8). Il muscolo TA significativamente
pi attivo nel P2 mono podalico (4,32,3) rispetto al
TB (2,51,9), nel P1 mono podalico (3,82,1) rispetto
al P3 bi podalico (1,71,7) e nei P2 e P3 (3,52,3)
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI
Lanalisi dei dati mette in luce come lintensit del segnale EMG sia spesso superiore al valore fatto registrare da un esercizio di SMIV. Questo dato potrebbe tranne in inganno facendo ipotizzare che un esercizio di BT sia pi intenso di un esercizio multi articolare isometrico massimale, va per considerato che,
concettualmente, uno stesso segnale EMG della medesima intensit in V pu essere generato attraverso due strade complementari: 1) un maggior numero
di unit motorie che si contraggono a bassa intensit
o 2) un minor numero di unit motorie che si contraggono ad alta intensit. Delle due strade prese come
esempio, senza dubbio, il BT si colloca nella seconda, in quanto un quantitativo di unit motorie minori si
attiva ad alta frequenza di scarica del Sistema Nervoso. Inoltre va anche sottolineata la natura dellesercizio massimale utilizzato come parametro di normalizzazione dei dati: senza dubbio un esercizio pi utile
come riferimento per degli esercizi allenanti rispetto
alla semplice contrazione muscolare isometrica localizzata, ma allo stesso tempo non porta a contrazione
massimale tutti i muscoli indagati (es: OE, SL) e questo un altro motivo per cui alcuni muscoli hanno
delle attivit EMG nel BT che sono anche 2-3 volte
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FITNESS E SALUTE
stra immunit innata, ovvero di quella risposta immediata che danno luogo allinfiammazione, sono i granulociti neutrofili, prodotti dal midollo osseo, i fagociti
mononucleati (composti da monociti originati dal midollo osseo e che nei tessuti si trasformano nei pi
potenti macrofagi) e da un particolare tipo di linfociti,
denominati Natural Killer (NK) che provvedono ad
attaccare i microrganismi che penetrano nel nostro
corpo. La componente specifica invece rappresentata in gran parte dai linfociti T e B e dagli anticorpi da
questi prodotti, che insieme rappresentano una sorta
di sofisticato prolungamento della componente innata.
Linsieme delle due componenti in grado di controllare lagente dannoso, molte volte gi solamente con
limmunit innata, la quale cerca, in caso contrario,
laiuto dellimmunit acquisita comunicando con questa attraverso le citochine, molecole messaggere di
origine proteica prodotte dai macrofagi e dalle cellule
Natural Killer, che a loro volta sono in grado di attivare i linfociti e la componente cellulare del sistema immunitario.
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FITNESS E SALUTE
ORIGINE
IL-1
Monociti
Macrofagi
Fibroblasti
Endotelio
Adipociti
IL-6
Linfociti
Monociti
Macrofagi
Endotelio
Adipociti
Miociti
IL-8
IL-12
Linfociti T
Monociti
Endotelio
Adipociti
Miociti
Neutrofili
Macrofagi
IL-15
Linfociti
Macrofagi
Miociti
IL-16
Linfociti-T
TNF-alfa
Macrofagi
Linfociti
Cellule NK
Mastociti
Fibroblasti
Endotelio
Adipociti
IFN-alfa
IFN-beta
IFN-gamma
Linfociti
Fibroblasti
Cellule diverse
Linfociti
Cellule NK
EFFETTI PRINCIPALI
Aumento della temperatura
Attivazione dei linfociti T e dei Macrofagi
Incremento dellattivit dei NK
Attivit pro-infiammatoria
Attivit pro-coagulante
Attivazione e maturazione dei Linfociti T e B insieme a IL-2
Regola la fisiologia dellinfiammazione
In sinergia con IL-1 stimola la produzione di timociti
Stimola le proteine della fase acuta negli epatociti
Stimola lasse ipotalamo-surrene alla secrezione di ACTH
Differenziazione delle cellule nervose, attivit NGF simile
Attivit lipolitica locale
Attivazione dei Neutrofili
Angiogenesi (?)
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FITNESS E SALUTE
3. propriet di sinergia, dato che due citochine possono sommare i loro effetti su una stessa cellula;
4. propriet di antagonismo, perch una citochina
pu inibire o regolare leffetto di una seconda citochina.
A queste propriet si aggiungono alcuni effetti comuni
a tutte le diverse famiglie di citochine:
mediano le risposte immunitarie e infiammatorie;
sono prodotte da molti generi cellulari e agiscono
su altrettanti tipi di cellule differenti;
si legano a specifici recettori posti sulla membrana della cellula bersaglio;
la secrezione di breve durata e autolimitata;
spesso la sintesi di mRNA e di proteine necessaria per attuare la risposta cellulare alla citochina;
molte citochine regolano la divisione cellulare al
pari dei fattori di crescita.
CONTRAZIONE MUSCOLARE E INTERLEUCHINE
IL-8 E IL-15
Sono ormai diversi anni che la ricerca scientifica ha
evidenziato come anche il muscolo scheletrico sia in
grado di produrre alcune citochine a seguito della
contrazione muscolare, in modo particolare le interleuchine IL-6, IL-8, IL-15, [28] [27] le quali appartengono
a famiglie piuttosto diverse di citochine.
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FITNESS E SALUTE
Figura 3 Cellule produttrici di IL-6 (in alto) e cellule attivate dallIL-6 con i rispettivi effetti (in basso)
recentissimo studio pubblicato su Nature a febbraio
del 2011, Bana Jabri, insieme ad altri ricercatori dellUniversit di Chicago ha messo in luce come lassociazione tra IL-15 e Acido Retinoico derivato dalla
vitamina A, potrebbe essere allorigine della celiachia,
patologia che in Italia colpisce circa 100.000 persone.
ESERCIZIO FISICO E IL-6
Abbiamo scelto di soffermarci maggiormente su questa citochina, in quanto, tra le citochine prese in analisi in questo articolo, sicuramente quella maggiormente studiata fino ad oggi, soprattutto per il suo ruolo nella regolazione immunitaria e ancor di pi per il
suo ruolo pro-infiammatorio generalmente indotto dal
TNF- e dallIL-1. Linterleuchina 6 (IL-6) solitamente prodotta dai monociti/macrofagi, dalle cellule endoteliali, dagli adipociti e dai fibroblasti e appartiene alla
famiglia di citochine caratterizzate da interazione con
i recettori di tipo I, come ad esempio lIL-11, loncostatina M, il fattore inibente la leucemia, la cardiotrofina1, ed altre. [12]
E per anche vero che lIL-6, oltre alle propriet proinfiammatorie, possiede anche caratteristiche antiinfiammatorie e le tesi correnti sembrano assecondare lipotesi che sia proprio questultima caratteristica a
predominare in questa citochina. Infatti, a differenza
delle ben pi potenti TNF-a e IL-1, linfusione nelluomo di IL-6 non causa drammatici effetti infiammatori,
caratterizzandosi solo attraverso un lieve aumento
della temperatura corporea.[40] La sua fama di agente
infiammatorio stata per predominante fino a non
molti anni addietro ed ecco perch, la presenza di IL6 a seguito di esercizio intenso e prolungato, ha fatto
immediatamente pensare agli effetti di un danno muscolare. Per tale motivo molte ricerche hanno provato
ad associare la presenza contemporanea di IL-6 e di
CK (CreatinKinasi) proprio per supportare la tesi di un
danno tessutale.[30] [31] In realt si visto che la con-
trazione muscolare, in modo particolare quella eccentrica, riesce ad aumentare anche di 1000 volte il contenuto plasmatico di CK, senza per modificare in
modo eccessivo la quantit di IL-6 nel sangue che,
nei giorni successivi limpegno muscolare, aumenta di
sole quattro volte rispetto ai valori originali.[51] E quindi probabile che labnorme aumento di IL-6 dopo esercizio fisico di lunga durata sia indipendente dal
danno muscolare. E per certa la diretta correlazione
tra, elevata frequenza cardiaca, intensit di esercizio
e laumento di IL-6 plasmatica, comprovato dagli studi
effettuati da Ostrowski sugli atleti della maratona di
Copenaghen, analizzati nelle edizioni del 1996, 1997
e del 1998.[30] [43] E stato inizialmente ipotizzato che
tale incremento plasmatico della IL-6 fosse dovuto
alladrenalina circolante. In seguito si per appurato
che linfusione di adrenalina in soggetti volontari accresceva di sole 4 volte LIL-6 nel plasma, mentre
durante lesercizio fisico la stessa aumentava di ben
30 volte. [47]
Dal punto di vista antiflogistico, molto interessante
notare come, lelevata presenza di IL-6 dopo contrazione muscolare, produca un rilevante antagonismo
alle interleuchine pro-infiammatorie, in modo particolare favorendo la produzione delle interleuchine IL-10
e della IL-1Ra (interleuchina antagonista per il recettore della IL-1b) che, come suggerisce il nome, legandosi al recettore cellulare della IL-1, impedisce alla
stessa di svolgere il suo ruolo dannoso. La IL-6 anche in grado di stimolare il sTNFR (soluble Tumor
Necrosis Factor Receptor) che ostacola laltrettanto
pericoloso TNF-alfa. Se consideriamo che il muscolo
scheletrico, vista la sua estensione corporea, il pi
grande organo del corpo umano, questa scoperta
sicuramente rivoluzionaria e potrebbe fornire una risposta per capire il meccanismo dei benefici effetti
dellesercizio fisico sulla salute e su molte patologie
croniche su base infiammatoria.[16] La produzione di
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FITNESS E SALUTE
[48]
CONCLUDENDO
Alla luce di quanto espresso in questo articolo, si
comprende come sia di fondamentale importanza
mantenere sempre un buon grado di attivit fisica, in
modo tale da contrastare gli effetti dannosi dellinattivit e degli errati stili di vita. E ormai comprovato da
uninfinit di studi come lesercizio fisico sia protettivo
nei confronti delle malattie cardiovascolari e del diabete[22] del tumore del colon-retto[42] del cancro al seno[17] delle sindromi depressive e del declino cognitivo
[52] [53] [1]
e mortalit per qualsiasi causa. E altrettanto
importante nel trattamento delle malattie coronariche
[50]
nellinsufficienza cardiaca cronica[5] e nella BPCO
(Bronco-Pneumopatia Cronica Ostruttiva).[23] Risulta
essere per un paradosso il fatto che solitamente, un
lieve grado di aumento di IL-6 circolante nellorganismo sia considerato un grave rischio per linsorgenza
di diabete di tipo2, di malattie cardiovascolari e di numerose patologie croniche, mentre invece grandi
quantit di IL-6, rilasciate a seguito di esercizio fisico
strenuo, siano addirittura considerate benefiche e
protettive per la nostra salute. Singolare dimostrazione ne il fatto che lIL-6 spesso associata allinsorgenza di insulino-resistenza, mentre la sensibilit allinsulina si dimostra pi elevata durante e dopo lattivit fisica, proprio quando lIL-6 fortemente cospicuo nel circolo sanguigno. Probabilmente gli studi
effettuati fino ad oggi rappresentano solo la punta
delliceberg e sicuramente i prossimi dieci anni ve-
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FITNESS E SALUTE
dranno un nuovo filone di ricerche riferite alla capacit dellesercizio fisico di stimolare la funzione endocrina del muscolo attraverso precise stimolazioni di questo tessuto.
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PSICOLOGIA
Fatte queste dovute premesse passiamo ora alla parte che pi ci interessa, quella relativa allo sport.
utile citare lopera di Mone, Baker e Jeffris(1995) che
ci spiegano come unalta autostima non influisca sulla
qualit delle prestazioni fornite, il senso di autoefficacia percepita a condizionare le previsioni sugli obbiettivi scelti e la qualit delle prestazioni stesse. Detta in questo modo sembra che il livello di autostima di
unatleta sia trascurabile e vada messo in secondo
piano, al contrario. Bisogna evitare che latleta attui
un processo di auto-svalutazione, essa trae origine
dallincompiutezza e va combattuta coltivando capacit che possano fornire risultati positivi. Bisogna verificare quali siano gli standard a cui unatleta tende e se
essi sono troppo elevati bisogna portare questi standard a livelli pi realistici. Jackson (1972) ci spiega
come prendendo in considerazione livelli di prestazione giusti per latleta questo riesca pi facilmente a
incrementare la propria autostima, e a regolare da
solo i propri obbiettivi e standard di prestazione.
Per quanto riguarda il senso di autoefficacia il discorso pi complesso. Come abbiamo visto dagli studi
sopracitati questa influisce pesantemente non solo
sugli obbiettivi scelti ma anche sui livelli di prestazione che latleta fornisce. Per questo ritengo utile trattare in maniera pi approfondita il concetto di autoefficacia e il suo utilizzo allinterno dello sport.
AUTOEFFICACIA
Lautoefficacia costituisce un aspetto fondamentale
della conoscenza del s, la sensazione di essere
capaci che attribuiamo a noi stessi. Bandura (2006)
sostiene che le persone contribuiscono a determinare
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PSICOLOGIA
Come abbiamo visto quindi il nostro senso di autoefficacia viene creato mischiando esperienze, aspettative ed ansie. Naturalmente esso varia e si modifica a
seconda della situazione e del momento, cambiando
di fronte a nuovi compiti e nuovi obbiettivi.
Lautoefficacia percepita influenzer in maniera consistente la scelta delle nostre attivit, difatti se non ci
sentiamo in grado di svolgere una determinata situazione tenderemo a evitarla, o lapprocceremo in maniera negativa gi sapendo di essere destinati a fallire
nellimpresa, la concentrazione durante lo svolgimento di quel determinato compito sar volta ai limiti che
abbiamo e a quanto non siamo in grado di fare, i problemi ci sembreranno inevitabili e aspetteremo passivamente che arrivino. Inoltre sar molto facile lasciare
il compito e cercare un ripiego pi semplice. Se invece il nostro senso di autoefficacia forte saremo pieni
di positivit e di forza nellaffrontare il compito, sar
lottimismo a prevalere e i problemi verranno affrontati
con giudizio e calma per essere risolti, in caso di fallimento si daranno spiegazioni come Ero in grado ma
non mi sono impegnato abbastanza e si recuperer
in poco tempo la voglia di riprovare e il proprio senso
di autoefficacia.
Arrivati a questo punto bisogna fare una distinzione
fra autoefficacia e autostima, che potrebbero sembrare due concetti molto simili. Lautoefficacia un freddo giudizio sulle proprie capacit, su quanto siamo in
grado di fare in relazione ad un determinato compito,
lautostima un giudizio di valore personale basato
sulla soddisfazione di se. Inoltre mentre lautostima
influisce sul nostro umore e sulle nostre emozione,
sono esse ad influire sul nostro senso di autoefficacia. Andiamo ora ad analizzare su quali piani il nostro
senso di autoefficacia influisce in maniera significativa:
Cognitivo: Pi la nostra autoefficacia alta pi lo
sono le nostre energie interiori, la nostra determinazione a svolgere il compito e la nostra capacit
di guardare ai successi futuri strettamente legata al senso di efficacia che proviamo in quel dato
momento
Motivazionale: riguarda la capacit di affrontare i
problemi e le difficolt, come gi detto pi lautoefficacia alta pi la nostra motivazione tender
a mantenersi e a restare alta, senza scemare al
primo segno di difficolt Inoltre sar pi facile
trovare nuove motivazioni allinterno dello stesso
compito
Emozionali: un forte senso di autoefficacia aiuta a
riparasi dallo stress e dallansia nello svolgere un
determinato compito, inoltre sar pi semplice
creare un clima di lavoro produttivo con altre persone
Scelta degli obbiettivi: come abbiamo visto la
scelta degli obbiettivi strettamente legata al
senso di autoefficacia percepita, pi ci crediamo
capaci pi sceglieremo compiti che se pur considerati complicati godono di una percezione alta
nel nostro livello di appagamento.
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PSICOLOGIA
AUTOEFFICACIA E SPORT
Molto spesso le capacit di unatleta sono condizionate sia in positivo che in negativo da quanto quellatleta
pensa di essere in grado di fare.
Si visto che il senso di autoefficacia una somma
di esperienze passate, stato emotivo e esperienza
vicarie che un soggetto somma al suo interno. Questo
crea unaspettativa di prestazione, che nello sport
ancora pi importante. Andiamo ad analizzare i vari
aspetti in relazione allo sport:
Esperienze comportamentali dirette: le prestazioni
passate pesano in maniera significativa su quelle
future, un esempio che possiamo fare quello dei
tiratori di striscia nel basket. Questo tipo di giocatori prendono fiducia mano a mano che i tiri
entrano, e dopo una partita con una buona media
al tiro solitamente ne seguono altre con una media altrettanto alta, questo perch ad ogni tiro che
entra il loro senso di competenza sale, sentono di
essere in grado di segnare anche il tiro successivo, si sentono infallibili
Esperienze vicarie: vedere un compagno di squadra o un idolo sportivo fare determinate cose mette latleta nella condizione di dover dire sono in
grado di farlo?, spesso questa domanda porta
numerose insidie e problemi, e giocatori si perdono per lincapacit di emulare una prestazione
vista
Persuasioni verbali: questo punto quello su cui
interviene direttamente lallenatore e lambiente
circostante. Un esempio calzante nello sport americano sono i bambini di 8/10 che vengono portati
come nuovi fenomeni in un determinato sport,
vengono esposti mediaticamente e ottengono gi
cosi giovani dei contratti pubblicitari. Naturalmente il loro senso di autoefficacia sale alle stelle, si
pu rivelare dannoso dato che le proprie aspettative rischiano di diventare troppo alte
Stati fisiologici ed affettivi: la componente pi
importante in una prestazione sportiva, difatti lo
stato fisiologico e affettivo influenza in gran parte
la prestazione, se un atleta non si sente pronto
fisicamente, o sente che non c fiducia in lui non
riuscir mai a dare il meglio nella propria prestazione.
Bandura (1986) afferma che losservazione di un modello competente rappresenti il modo migliore per
acquisire informazioni necessarie allo sviluppo delle
abilit. Lautoefficacia per padroneggiare unabilit
fisica complessa definir quanto impegno verr profu-
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PSICOLOGIA
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FITNESS E SALUTE
FITNESS E SALUTE
corporea non solo quantitativo, ma anche qualitativo dal momento che offre informazioni aggiuntive su
come distribuita la massa magra e su quale sia la
quantit di quella metabolicamente attiva. La ECM
formata da scheletro, collagene, legamenti, derma,
plasma, liquido interstiziale (solidi e liquidi extracellulari); mentre la BCM la componente metabolicamente attiva dellorganismo: contiene il tessuto ricco
di potassio, ossida il glucosio, contribuisce per larga
parte al consumo di ossigeno; si tratta sostanzialmente delle cellule dei muscoli e degli organi. Lutilizzo del
Modello Tricompartimentale suggerisce allora che a
parit di massa magra ci si pu trovare di fronte a
soggetti completamente diversi, che andranno sicuramente allenati in maniere differenti (Fig.1).
Le misurazioni di R e XC vengono poi inserite in un
grafico ellissoidale denominato BIAVECTOR che fornisce la descrizione dello stato funzionale del soggetto. Il grafico pu essere interpretato come una sorta
di bussola che indica lorientamento dello stato funzionale del cliente al momento della misurazione. Essendo un grafico ellissoidale avr quindi due assi di
riferimento: uno maggiore che indica lo stato di idratazione e uno minore che indica la qualit delle membrane cellulari (Fig.2).
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rattere aerobico. Infine il volume di lavoro dovr essere sicuramente limitato vista la scarsa salute cellulare
e quindi la probabile difficolt nel recupero.
Tipologia e quantit di allenamento da proporre:
1. Programma prevalentemente con sovraccarichi
2. Attivit aerobica da inserire progressivamente
3. 2-3 sedute settimanali
Caso 3: ragazza sottopeso
Donna di 24 anni, altezza di 1,72 m, al primo test peso di 45,5 kg e massa grassa 6%, al controllo dopo
un mese di trattamento peso di 50,7 kg e massa grassa di 12%. Obiettivo: recupero funzionalit muscolare
e incremento ponderale.
In palestra non capitano solo casi di soggetti con necessit di perdere peso per tornare in salute ma anche il contrario. In questi casi la BIA offre informazioni
utilissime per come orientare il programma allenante,
soprattutto per conoscere quanto deteriorato il tessuto cellulare in caso di malnutrizione. Il BIAVECTOR
(Fig.6) suggerisce un tessuto cellulare in cattivo stato
e una alta disidratazione. necessario ripristinare la
qualit delle membrane cellulari affinch mantengano
allinterno la massa metabolicamente attiva e migliori
lo stato di idratazione cellulare. Per raggiungere questi obiettivi in questa fase si deve optare per un ridotto
volume allenante.
Tipologia e quantit di allenamento da proporre:
1. Programma con sovraccarichi rivolto allipertrofia
e allincremento del metabolismo basale
2. Attivit aerobica limitata alla fase di warm-up
3. Functional training non rivolto al consumo calorico
4. 2-3 sedute settimanali
Caso 4: uomo sportivo amatoriale
Donna di 32 anni, altezza di 1,80 m, al primo test pe-
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so di 86 kg e massa grassa 22% Obiettivo: calo ponderale ed incremento della massa muscolare funzionale allattivit sportiva praticata.
La BIA permette quindi di svolgere unanalisi FUNZIONALE della composizione corporea in quanto i
risultati della misura eseguita possono essere interpretati per avere informazioni ulteriori su: equilibrio
idroelettrico, variazioni di bioimpedenza registrabili,
equilibrio Anabolico/Catabolico e valutazione delle
fasi Carico/Recupero. Questi ultimi due aspetti sono
fondamentali per la programmazione di un piano di
allenamento personalizzato sul cliente al fine di scoprire quando, quanto e come si possono modulare i
parametri del carico allenante. Il valore della BIA che
fornisce queste indicazioni lAngolo di Fase (Fig.9).
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CONCLUSIONI OPERATIVE
A seguito di questa breve panoramica delle potenzialit che lanalisi bioimpedenziometrica mette al servizio del professionista delle scienze motorie si possono trarre le seguenti conclusioni operative che si inseriscono allinterno di un processo integrato con altre
professionalit per la salute e il benessere dellindividuo (Fig.12), pertanto attraverso la BIA il trainer pu:
1. Valutare ed orientare il programma di allenamento adeguandolo alle necessit personali di ogni
cliente
2. Individuare i volumi di allenamento
3. Monitorizzare continuamente il cliente creando
un archivio e un profilo personale
4. Conoscere le fasi cataboliche e anaboliche allinterno della ciclizzazione stagionale.
Si ringrazia il Prof. Matteo Levi per i dati forniti a
supporto di questarticolo.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Piccoli A, Nigrelli S, Caberlotto A, Bottazzo S,
Rossi B, Pillon L, Maggiore Q. Bivariate normal
values of the bioelectrical impedance vector in
adult and elderly populations. Am J Clin Nutr,
1995; 61(2):269-270.
2. Database privato Akern.
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grado di immettere nel circolo locale, sia noradrenalina che IL-6 per attuare una lipolisi del tessuto adiposo, il quale produrr a sua volta NEFA (Non Esterified
Fat Acyd) ovvero acidi grassi non esterificati, quindi
liberi dal legame con il glicerolo, i quali potranno essere riutilizzati dal muscolo stesso durante lesercizio
fisico. Si per visto che gli acidi grassi liberi, se non
utilizzati dal circolo ematico locale entro una finestra
temporale di circa 60 min, tendono a ri-esterificarsi in
trigliceridi, riducendo leffetto di lipolisi degli esercizi
contro resistenza.[4] Per tale motivo bisognerebbe
cercare di allontanare nel pi breve tempo possibile
gli acidi grassi separatisi dal glicerolo, ricercando un
aumento del flusso ematico locale. Questo potrebbe
essere ottenuto attraverso unattivit aerobica di media intensit. Vi sono, in merito, numerose evidenze
scientifiche sugli effetti metabolici dellesercizio aerobico eseguito dopo un training contro resistenza e su
come questo possa aumentare il dispendio calorico e
lossidazione dei grassi.[4] [5]
LO STUDIO PILOTA ELAV
Sulla base di tali evidenze scientifiche, si voluto testare, attraverso uno studio pilota, un modello di addestramento caratterizzato dalla combinazione di sequenze di esercizi contro resistenza, eseguiti in modo
da favorire risposte ormonali atte a stimolare il tasso
lipolitico e a cui facesse seguito un esercizio aerobico
facilitante lossidazione dei grassi mobilizzati. Lo studio stato svolto in compartecipazione tra lUniversit
degli Studi del Foro Italico di Roma, nelle persone del
prof. Massimo Sacchetti e della collaboratrice Chiara
Antonetti, lUniversit di Tor Vergata di Roma, rappresentata dal prof. Carmine Orlandi, ed eLAV, quale
soggetto coordinatore dellintero progetto. La sperimentazione ha analizzato 14 persone durante 6 settimane di allenamenti, suddivisi in tre sessioni di
training settimanale. Gli allenamenti sono stati condotti per mezzo di due diversi circuit training, destinati
ad altrettanti gruppi di persone, che eseguivano:
- Circuito A: composto da 5 esercizi isotonici dedicati
agli arti superiori e un seguente training aerobico
svolto con gli arti inferiori.
- Circuito B: composto da 5 esercizi isotonici rivolti
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FITNESS E SALUTE
CONCLUSIONI
In base agli studi esaminati, lesercizio fisico finalizzato al dimagrimento localizzato non sembrerebbe, ad
oggi, la chimera di un tempo. Dalla ricerca eLAV e
dalla bibliografia consultata si potuto rilevare che,
specifici programmi di training mirato, possono influire
in maniera prevalente, sebbene non totalmente selettiva, sui distretti adiposi corporei degli arti superiori ed
inferiori. Per avere un tale effetto, gli esercizi isotonici
contro resistenza dovranno essere condotti con unintensit pari ad una percentuale di potenza massima
(Wmax) tra il 60 e l80% e con unalta velocit di esecuzione. Tale intensit sembra avere leffetto di indurre una maggior produzione di noradrenalina dalle terminazioni nervose libere stimolate dalla contrazione e
di far rilasciare IL-6 dal tessuto muscolare stesso.
Queste sostanze sembrano indurre unazione lipolitica locale nei pannicoli adiposi adiacenti ai gruppi muscolari utilizzati, con conseguente ossidazione degli
acidi grassi liberati. Tale reazione risulta ancor pi
favorita da una successiva fase di esercizio aerobico
di moderata intensit, condotto per un tempo variabile
tra i 15 e i 20 minuti. Lutilizzo di una strumentazione
sofisticata, come laccelerometria, permette al trainer
di individuare con estrema precisione lintensit di
intervento finalizzata alla Spot Reduction, con evidente soddisfazione della clientela e conseguente ritorno
di immagine per lalta competenza dimostrata.
BIBLIOGRAFIA
1. Despres et al. (1985) Effect of aerobic training
on fat distribution in male subject MSSE -17;
113
2. Dodt C., Lnnroth P., Fehm H. L., Elam M. (1999)
- Intraneural stimulation elicits an increase in subcutaneous interstitial glycerol levels in humans J. Physiol December 1, 1999 521 (2) 545-552;
3. Grant, Chelvam, Steinberg (1971) Thickness of
Subcutaneous Fat and Activity of Underlying Muscle Ann. Intern. Med. Vol 74, Issue 3, Pag.
408-411
4. Goto, Kazushige; Ishii, Naokata; Sugihara, Shuhei; Yoshioka, Toshitsugo; Takamatsu, Kaoru
(2007) Effects of Resistance Exercise on Lipolysis during Subsequent Submaximal Exercise Medicine & Science in Sports & Exercise: February 2007 - Volume 39 - Issue 2 - pp 308-315
5. Kang J, Rashti SL, Tranchina CP, Ratamess NA,
Faigenbaum AD, Hoffman JR. (2009) - Effect of
preceding resistance exercise on metabolism
during subsequent aerobic session. - Eur J Appl
Physiol. 2009 Sep;107(1):43-50. Epub 2009 Jun
6.
6. Katch et al. (1984) Effect of Sit-Up exercise
training on adipose cell size and adiposity Research Quartely for Exercise and Sport 55; 242
7. Kostek M.A. et al. (2007) Subcutaneous Fat
Alteration Resulting from an Upper-Body Resistence Training Program Med. Sci. Sport Exercise; vol. 39, No 7, pp 1177-1185
8. Krockiewski, Aniansson, Bjorntorp, Sjostrom
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NEWS
La dieta mediterranea stata correlata con una ridotta morbilit ed un miglior benessere. Lo scopo di questo studio stato quello di valutare se la dieta Mediterranea sia associata con la salute mentale e fisica e
con la qualit della vita. Lanalisi ha coinvolto 11.015
soggetti che hanno partecipato a 4 anni di follow-up
(progetto SUN). Prima dellinizio del follow-up stato
utilizzato somministrato un questionario di 136 voci
per valutare laderenza alla dieta Mediterranea. I soggetti, successivamente, sono stati divisi in 4 categorie
(basso, basso-moderato, moderato-alto e alto) in relazione alla fedelt al regime alimentare. La salute correlata alla qualit della vita (HRQL) stata misurata
dopo 4 anni di follow-up attraverso la versione Spagnola del SF-36 Health Survey. Lanalisi dei risultati
ha rivelato unassociazione significativa e diretta tra
laderenza alla dieta Mediterranea e tutte le categorie
fisiche e la maggior parte di quelle mentali. La vitalit
e la salute generale hanno mostrato i coefficienti
maggiori. La media dei valori della funzionalit fisica,
il ruolo dellattivit fisica, il dolore del corpo, la salute
generale sono risultati significativamente maggiori nei
soggetti che hanno seguito la dieta Mediterranea. I
soggetti che hanno aumentato al classe di partenza
iniziale (ed esempio passando da basso a moderatoalto) hanno registrato un miglioramento del punteggio
del funzionamento fisico e della salute generale. Seguire la dieta Mediterranea sembra essere un fattore
fortemente associato con migliori punteggi di HRQL.
Henrquez Snchez P, Ruano C, de Irala J, RuizCanela M, Martnez-Gonzlez MA, Snchez-Villegas
A.
Eur J Clin Nutr. 2011
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ALIMENTAZIONE
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NEWS
DIFFERENZE TRA I SESSI NELLA SCELTA DELLO SNACK MENTRE SI GUARDA LA TELEVISIONE.
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ALIMENTAZIONE
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NEWS
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BIOMECCANICA
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NEWS
Il miglioramento della validit tecnologica delle ricerche di laboratorio recentemente venuto alla ribalta
grazie agli scenari di realt virtuale. Lo scopo di questo studio stato quello di valutare le differenze tra
biomeccanica degli arti inferiori mentre viene eseguito
un cambio di direzione previsto e uno non previsto.
Un software di visualizzazione stato sviluppato con
lo scopo di ricreare una situazione specifica del gioco
del calcio in ambiente di laboratorio. Alla ricerca hanno partecipato tredici volontari. I dati biomeccanici
degli arti inferiori sono stati raccolti attraverso il sistema di video analisi VICON e grazie allutilizzo di due
pedane di forza. Il test stato svolto in condizione di
cambio di direzione previsto o imprevisto. stato rilevato un aumento dellangolo di adduzione del ginocchio (cambio di direzione non previsto -7.2 + / - 5,30
gradi; previsto: -4,0 + / - 5.3 gradi), e della rotazione
interna del ginocchio (non previsto: 8,1 + / - 4.7 gradi;
previsto: 5,2 + / - 6,5 gradi). Gli approcci metodologici
per gli studi che hanno valutato i fattori associati agli
infortuni di ACL dovrebbero prendere in considerazione lambiente di laboratorio e le modalit di proposizione degli esercizi ai soggetti partecipanti.
Cortes N, Blount E, Ringleb S,
Sports Biomech. 2011 Mar
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BIOMECCANICA
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NEWS
I fattori di rischio cardiovascolari (CVD) si stanno presentando anche nei bambini. Ci stato dimostrato
che a partire dai 9 anni, ma negli ultimi anni questa
et si sta abbassando. stato svolto uno studio longitudinale che ha coinvolto 484 bambini di 6 anni. Tre
anni dopo 434 bambini hanno partecipato al followup. I principali risultati analizzati per i fattori di rischio
cardiovascolari sono stati: la valutazione dellomeostasi dellinsulino resistenza (HOMA), il rapporto tra
colesterolo totale/HDL, i valori dei trigliceridi (TG) e la
pressione sistolica. RISULTATI: i fattori di rischio sono distribuiti in maniera indipendente nei bambini di
sei anni, e non sono state rilevate delle associazioni
tra i valori dei fattori di rischio e i livelli di fitness o di
attivit. Il raggruppamento dei fattori di rischio cardiovascolari stato notato allet di nove anni con 3 o
pi fattori di rischio rilevati. Allet di nove anni i bambini appartenenti al quartile pi basso come livello di
fitness avevano un rischio 34,9 volte maggiori di raggruppamento dei fattori di rischio rispetto ai bambini
del quartile di fitness pi alto. Il raggruppamento dei
fattori di rischio cardiovascolari si sviluppa tra i sei e i
nove anni. A nove anni il raggruppamento dei fattori
di rischio cardiovascolari fortemente associato con
dei bassi livelli di fitness.
Andersen LB, Bugge A, Dencker M
Int J Sports Phys Ther. 2011
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FITNESS E SALUTE
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NEWS
EFFETTO IN ACUTO DEL VOLUME DI ALLENAMENTO CON I SOVRACCARICHI SULLA RISPOSTA ORMONALE NEGLI UOMINI ALLENATI.
Lindipendenza fisica e gli stati danimo positivi contribuiscono ad invecchiare con successo. Lo scopo di
questo studio stato quello di analizzare gli effetti di
un programma di allenamento aerobico e di forza sui
livelli di fitness funzionale e sugli stati danimo degli
anziani e di valutare la relazione tra adiposit e stati
danimo. Alla ricerca hanno partecipato settantotto
soggetti di et compresa tra i 65 e i 95 anni che sono
stati assegnati in maniera casuale al gruppo di controllo, al gruppo che ha svolto un allenamento aerobico (AT) o al gruppo di allenamento di forza (ST). I
livelli di Fitness funzionale sono stati valutati utilizzando il Senior Fitness Test (sia per gli arti superiori che
per quelli inferiori). Gli stati dumore (depressione,
tensione, fatica, rabbia e confusione) sono stati valutati attraverso il questionario POMS-SF. I soggetti
sono stati valutati al basale e al termine delle 16 settimane di allenamento. Il valore di BMI stato associato in maniera positiva con la tensione (r=0,30;
P<0,01), laffaticamento (r = 0.31, p <0,01) e la confusione (r = 0.24, p <0,05). Dopo 16 settimane dalla
valutazione il gruppo di controllo ha registrato un aumento del livelli di confusione mentre il gruppo ST ha
registrato degli aumenti di forza. CONCLUSIONE:
Questi risultati supportano lidea che un allenamento
basato sulla forza possa essere efficace come lallenamento aerobico nel migliorare le abilit fisiche e
contribuire alla mobilit funzionale negli anziani.
stata rilevata unassociazione positiva tra laumento di
BMI e i disturbi dellumore. Lallenamento fisico ha
anche contribuito ad alcuni miglioramenti dellumore.
Martins R, Coelho E Silva M, Pindus D.
J Sports Med Phys Fitness. 2011
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NEWS
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RIABILITAZIONE E POSTUROLOGIA
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NEWS
EFFETTI BIOMECCANICI DELLAUMENTO O DIMINUZIONE DEI GRADI DI LIBERT DELLARTICOLAZIONE TRAPEZIO-METACARPALE IN SEGUITO
AD UN INTERVENTO CHIRURGICO.
LA FRATTURA DI GALEAZZI.
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RIABILITAZIONE E POSTUROLOGIA
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NEWS
Questo studio stato condotto per verificare e valutare lHit & Turn Tennis Test una prova progressiva sul
campo per giocatori di tennis. Alla ricerca hanno partecipato novantotto tennisti (53 maschi e 45 donne) di
differenti et e livello di gioco. Per la convalida i giocatori hanno compiuto tre prove del Hit & Turn Test di
Tennis, una su un campo in terra battuta e due prove
su una superficie sintetica, inoltre hanno svoltoun test
specifico con una macchina lancia palle e un test incrementale sul treadmill. stata notata una forte correlazione tra la massima performance (r = 0.81,
P < 0.01) e il massimo consumo di ossigeno (r = 0.96,
P < 0.01. E stata osservata una correlazione tra lHit
& Turn test e il test con la macchina lancia palle che
tra lHit & Turn test e il treadmill test. Per il test-retest,
abbiamo notato una correlazione significativa tra la
massima performance sia sulla stessa che su differenti superfici. Durante il test di valutazione, la massima performance stata maggiore nei maschi rispetto
alle donne e migliora con laumentare dellet (nei
maschi ma non nelle ragazze). Concludendo lHit &
Turn test pu essere utilizzato come un valido e affidabile test per la resistenza specifica del tennis.
Ferrauti A, Kinner V, Fernandez-Fernandez J.
J Sports Sci. 2011 Jan
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SPORT
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NEWS
Lo scopo di questo studio stato quello di rianalizzare la relazione tra fitness aerobico e indice di fatica
durante lesecuzione di repeated sprint ability (RSA),
con una particolare attenzione alla normalizzazione
metodologica. I soggetti sono stati divisi in due gruppi
in base ai diversi livelli di fitness (alto e basso). I soggetti sono stati valutati con un test RSA (3 serie da 5
ripetizioni di uno sprint di 40-m con un minuto di recupero tra gli sprint e 1,5 minuti tra le serie) e un test di
sprint sulla distanza di 40 m. Sono stati eseguiti, inoltre, delle valutazioni della potenza delle gambe, uno
shuttle test sui 20-m e il University of Montreal Track
Test (UMTT) per misurare la potenza aerobica. La
maggiore correlazione con gli indici di fatica di RSA
stata ottenuta con lo shuttle test (r = 0,90, p = 0.0001,
n = 19), un test con cambi di direzione di 180 che
prevede accelerazioni e decelerazioni. La correlazione pi bassa stata registrata con UMTT suggerendo
che alcuni test aerobici rilevano meglio che la potenza aerobica che per non rappresenta lunico fattore
che concorre nel determinare il livello di RSA. Tuttavia, n la forza n il potenza di salto verticale sono
correlate con gli indici di fatica di RSA. I soggetti con
livelli maggiori di MAS sono riusciti a mantenere un
livello di velocit quasi costante per tutte le serie di
sprint ripetuti e hanno registrato un miglior recupero
tra le serie. Una MAS di almeno 17 Km/h favorisce un
livello di velocit costante ed elevato durante gli sprint
ripetuti. Da un punto di vista pratico, dei livelli di
fitness aerobici elevati sono importanti per contrastare la fatica negli sport che prevedono numerosi sprint.
Thbault N, Lger LA, Passelergue P.
J Strength Cond Res. 2011
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SPORT
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NEWS
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NEWS
I soggetti in sovrappeso e obesi spesso limitano lapporto calorico per perdere peso. La perdita di peso
che ne risulta, solitamente seguita da un aumento
di peso uguale o maggiore, questo fenomeno chiamato anche weight cycling. La maggiore attenzione
del weight cycling focalizzata sullidentificare gli effetti dannosi, ma alcuni esperimenti preclinici indicano
che la restrizione calorica o il digiuno intermittente
possano ridurre il rischio di cancro, questo aspetto ha
suscitato interesse sui possibili effetti benefici del
weight cycling. Anche se sono state ipotizzate delle
controindicazioni del weight cycling sul metabolismo
energetico esse rimangono in gran parte prive di fondamento, esiste anche una mancanza di prove epidemiologiche che la perdita di peso seguita da un aumento possa aumentare il rischio di malattie croniche.
Negli studi limitati sul weight cycling e il cancro non
sono stati rilevati degli effetti sul carcinoma mammario post-menopausa, mentre stato registrato un modesto aumento del rischio di carcinoma alle cellule
renali, endometriali e del linfoma non Hodgkins. Un
effetto della restrizione calorica o del digiuno come
forma di prevenzione del cancro non supportata
dalla maggior parte degli esperimenti condotti sulle
cavie. I dati raccolti indicano che per ridurre il rischio
di cancro sia necessario prevenire laumento di peso
e cercare di mantenere il peso corporeo allinterno del
range di normalit.
Thompson HJ, McTiernan A.
Cancer Prev Res (Phila). 2011
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