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SUISM L22
Tesi di Laurea
CANDIDATA: RELATORE:
JESSICA ISENI PROF. MATTEO ROMANAZZI
ANNO ACCADEMICO 2018
INDICE
CAPITOLO 1
Introduzione
Le origini del Powerlifting
La nascita della Federazione Internazionale
La nascita della Federazione Italiana
Il Powerlifting in USA e Louis Simmons
CAPITOLO 2
Reclutamento motorio e alcuni aspetti della pesistica
Come viene gestito il movimento
La forza nello stacco, nello squat e nella panca piana
La forza correlata all’ipertrofia
La tecnica negli esercizi:
1.1 postura
1.2 simmetria
1.3 fase concentrica ed eccentrica
1.4 tensione muscolare
1.5 punti morti
1.6 respirazione
CAPITOLO 3
Regolamenti di gara:
1.1 Squat
1.2 Panca piana
1.3 Stacco
Suddivisione categoria in gara
1.1 Squat
1.2 Panca piana
1.3 Stacco tradizionale
1.4 Stacco sumo
CAPITOLO 4
La scuola norvegese
La scuola russa e il metodo Sheyko
Il metodo bulgaro
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
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INTRODUZIONE
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La comparsa nella nazionale russa di allenatori come Boris Sheyko
intenti a studiare traiettorie a contatto con le università, analisi tecniche e
metodologiche su volume e intensità di lavoro, hanno determinato un salto
in avanti verso una visione accademica e analitica, rimandando alla scuola
classica della pesistica.
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Cos (V-IV secolo a.C.), elencò una serie di esercizi per mantenere sano il
corpo, tra cui la lotta e il sollevamento.
Lo sport che noi ora riteniamo moderno è nato negli anni 50 negli
USA e negli stati uniti.
Durante la fine degli anni '50, Hoffman per creare una maggiore
influenza su questa disciplina iniziò a scrivere due riviste, una iniziale
chiamata “Strengh and Healt” e una secondaria più incentrata sulla rapida
crescita delle competizioni al sollevamento pesi.
Durante la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60, vari eventi di
sollevamento si sono gradualmente sviluppati nell'esecuzione dei loro tre
esercizi fondamentali, panca, squat e stacco, precisamente nell'ordine
elencato. Hoffman divenne sempre più influente nello sviluppo di questo
nuovo sport di sollevamento e organizzò il Torneo di sollevamento pesi in
America nel 1964, effettivamente i primi campionati nazionali USA.
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campionato inglese si tenne nel 1966. Durante la fine degli anni '60 e
all'inizio degli anni '70, si tennero varie gare amichevoli internazionali.
4
LA NASCITA DELLA FEDERAZINE
INTERNAZIONALE DI POWERLIFTING
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antidoping furono introdotti nel campionato internazionale maschile IPF,
sebbene i campionati USPF di quell'anno non avessero test antidoping.
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una competizione sono molto ampie in quanto vengono a partecipare tutte
le classi d'età.
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LA NASCITA DELLA FEDERAZIONE ITALIANA
L’IPF nacque nel 1970 negli USA e ben presto si affermò come
l’unica Federazione che, a livello mondiale, avesse la capacità di coagulare
il movimento mondiale del nostro sport.
LA WADA
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degli obblighi previsti dalla WADA, l’Agenzia Mondiale Antidoping. Inoltre le
Federazioni Internazionali IWGA-GAISF, dopo un opportuno periodo di
osservazione, assumevano la figura di Antidoping Organisation (ADO),
potendo così portare avanti autonomi programmi antidoping coinvolgendo
direttamente le Federazioni Nazionali riconosciute, ma sempre sotto la
supervisione WADA.
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Fig.4 www.torrechannel.it Agenzia mondiale antidoping
IL POWERLIFTING IN USA: LOUIS SIMMONS
Louis Simmons è uno dei più forti Powerlifter degli USA e uno tra i
migliori allenatori di allenamenti di forza. È principalmente conosciuto a
molti per aver inventato il metodo così definito Westside Barbell applicato
quindi al lavoro del Powerlifting e ad altri sport, oltre ad inventare anche
diversi attrezzi e componenti per il sollevamento pesi.
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722 libre e una panca da 600 libre, classificandosi come primo posto in
cinque classi diverse di peso e per quattro decenni consecutivi. Gli studenti
di Simmons nello sport continuano a citare i suoi metodi come
fondamentali per il loro allenamento molto tempo dopo aver lasciato la
palestra.
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possono essere variati diminuendo il ROM (Range Of Motion), come
l'accosciata su box basso o alto.
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“Il corpo umano è un meccanismo perfetto che reagisce a stimoli,
impulsi, stress e si adatta agli eventi a cui è soggetto”. Il continuare a
proporre sforzi ripetuti volti a migliorare il numero di ripetizioni per un dato
carico il sistema nervoso centrale cercherà di rendere il compito più
agevole. L’allenamento a cedimento dunque invia un segnale al cervello
dicendo che “la sopravvivenza dipende dal fare una ripetizione in più con
un determinato peso” (Ado Gruzza, Il metodo distribuito 2013)
Le unità motorie non sono altro che fibre muscolari innervate da una
fibra nervosa.
Fig.6 personalrunningcoach.it
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“La fibra muscolare è l’unità morfologica del muscolo scheletrico o,
più semplicemente, una delle tante cellule che lo compongono.
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suddivisione delle possibili metodologie dell’allenamento della forza
(Zatsiorsky, 1995).
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seguire autonomamente il suo corso, se ci troviamo in una situazione
di controllo “a circuito aperto”.
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Squat, Panca Piana e Stacco da Terra sono i tre esercizi
fondamentali che hanno un grande impatto sul sistema nervoso e
muscolare, diventando essenziali per creare una maggior ipertrofia al
muscolo.
Definiamo nel dettaglio le loro caratteristiche:
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Figura 8. Kristi Scott (USA) esegue uno squat in accosciata
perfetta (2013, Seattle).
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tecnica. Sarà quella a determinare un aumento della nostra massa
muscolare.
Fig.9 www.passioneperlosport.com
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Amerigo Brunetti 2018 www.laforza.it
LA TECNICA NEGLI ESERCIZI
LA POSTURA
Fig.10
www.studiomedicom.it
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La postura è dunque il prerequisito per l’esecuzione perfetta di un
esercizio; spesso purtroppo le persone tendono ad avere dei paramorfismi
(ovvero degli atteggiamenti posturali errati dovuti a vizi scorretti di posizioni
mantenute nel proprio passato) ed è quindi difficile riuscire a mantenere
una giusta posizione e un buon allineamento del corpo al salire del carico
del peso. In questi casi la tensione muscolare ci porta istintivamente a
tendere dei muscoli non direttamente coinvolti nell’esercizio.
LA SIMMETRIA
La postura e lo sviluppo simmetrico della muscolatura è messo in
pericolo dall’essere destrorso o mancino, questo implica avere un braccio
più forte dell’altro e così pure una gamba più forte dell’altra. Molte persone
tendono ad avere dismetrie soprattutto negli altri inferiori di un errore di 0,5-
1cm. Se questa disparità di forza è molto marcata, bisogna evitare gli
esercizi in cui entrambe le braccia o entrambe le gambe concorrono a
sollevare un peso unico, in quanto siamo portati ad usare di più l’arto più
forte a discapito di quello debole, che non verrà sufficientemente allenato.
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Per poter provare a correggere queste dismetrie si può inizialmente
provare a fare degli esercizi in maniera mono podalica (ovvero utilizzando
un solo arto alla volta) per poi passare a quella bipodalica
con entrambi gli altri.
Fig.11 www.benessere360°.com
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Quando solleviamo un peso abbiamo due fasi che compongono la
nostra alzata: una fase concentrica o positiva dove il muscolo si accorcia e
quindi il peso viene caricato dal nostro corpo e una fase eccentrica o
negativa dove il muscolo si allunga e quindi il peso viene scaricato. L’errore
più comune è concentrarsi solo sulla fase concentrica e rilassare i muscoli
nella fase eccentrica lasciando che la gravità riporti il peso verso il basso
non opponendo resistenza. Così facendo vanifichiamo metà dell’esercizio:
la fase negativa infatti è molto importante per l’accrescimento muscolare.
Molto spesso infatti si utilizzano programmi di allenamento con un
movimento molto lento esempio uno squat eseguito scendendo in 5
secondi e salendo in 5 secondi il modo tale da reclutare bene i muscoli
interessati.
LA TENSIONE MUSCOLARE
Il muscolo per essere correttamente allenato deve quindi rimanere
costantemente in tensione durante l’esecuzione della serie e il movimento
deve essere fluido e lento. Se riusciamo ad eseguire l’esercizio molto
velocemente oppure a chiacchierare con qualcuno, sicuramente il peso
scelto è troppo leggero. In genere per eseguire ogni singola ripetizione
impiegheremo qualche secondo, fermandosi almeno un secondo in fase di
massimo accorciamento.
I PUNTI MORTI
Per far sì che il muscolo rimanga sempre sotto sforzo, oltre a non
cedere nella fase negativa, bisogna evitare i punti morti. In pratica
l’esecuzione di alcuni movimenti, specie con i pesi liberi, è caratterizzata da
punti in cui il muscolo da allenare finisce per non essere più in tensione.
Bisogna assolutamente cercare per prima cosa di evitare di avere un
momento di rilassamento muscolare, ricordiamo l’importanza nel tenere
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sempre costante la contrazione muscolare. Le uniche pause ammesse
all’interno della serie sono proprio in concomitanza della massima tensione
muscolare, quindi non sono pause di riposo, ma momenti mirati a stimolare
il maggior numero possibile di fibre muscolari.
LA RESPIRAZIONE
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Fig.12 nonsolofitness.com
REGOLAMENTAZIONE DI GARA
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Fig.13
REGOLAMENTI DI GARA
SQUAT
1. L’atleta si mette in posizione frontale sulla pedana. Il bilanciere è
tenuto orizzontalmente sulle spalle, le mani e le dita impugnano il
bilanciere. Le mani possono essere posizionate in qualsiasi punto del
bilanciere dentro i collari interni e anche in contatto con gli stessi.
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con le ginocchia serra te, e con il bilanciere posizionato in modo
appropriato l’Arbitro Capo Pedana darà il segnale di inizio della prova. Il
segnale consiste in un movimento verso il basso del braccio e in un
udibile ordine “Squat”.
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riportare e riposizionare il bilanciere sul rack. L’atleta in questa fase deve
mantenere il bilanciere sulle spalle.
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contatto è permesso se non c’è appoggio tale da rappresentare un aiuto
per l’atleta.
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Fig.15 PRUDVANGAR panca piana
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cm, e le dimensioni minime di 60 cm x 40 cm, al fine di rialzare la
superficie della pedana. In tutte le gare internazionali devono essere
disponibili per l’appoggi o dei piedi blocchi della seguente gamma: 5 cm,
10 cm, 20 cm, 30 cm.
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fermo sul torace, dopo di che l’Arbitro Capo Pedana darà l’udibile ordine
“Press” L’atleta deve allora ritornare a braccia distese con i gomiti serrati.
Quando l’atleta è fermo in questa posizione sarà dato l’udibile comando
“Giù” con un movimento all’indietro del braccio. Se il bilanciere viene
abbassato sulla cintura o non tocca il torace o l’area addominale, l’ordine
dell’Arbitro Capo Pedana sarà “Giù”.
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8. Qualsiasi contatto dei piedi dell’atleta con la panca o i suoi
montanti.
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STACCO DA TERRA
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4. Qualsiasi sollevamento del bilanciere o qualsiasi tentativo diretto
a ciò verrà considerato un tentativo. Una volta che la prova è cominciata
nessun movimento discendente è permesso fino a quando l’atleta
raggiunge la posizione eretta con le ginocchia serrate. Se il bilanciere si
assesta quando le spalle vengono spinte indietro (leggero movimento di
discesa al completamento) ciò non è motivo di squalifica dell’atleta.
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bilanciere a terra , cioè lasciare andare il bilanciere dal palmo delle mani.
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Fig.18 www.powerliftingitalia-fipl.it L'Accademia Italiana PL
-44kg -48kg -52kg -56kg -60kg -67.5kg -75kg -82.5kg -90kg +90kg
Femmine:
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Maschi: prima categoria:
Bilance
Pedana
Bilancieri e Dischi
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usati ai Campionati Mondiali IPF o per stabilire Records Mondiali. A partire
dal 2008 la distanza delle zigrinature sui bilancieri approvati dall’IPF
diventerà universale/standard in base a quella del bilanciere
originariamente approvato.
Panca
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Fig.19 Struttura ufficiale gara FIPL
LO SQUAT
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Il bodybuilding, invece, focalizzandosi sul coinvolgimento di un
determinato gruppo muscolare, ha cercato di isolare il lavoro sul
quadricipite, modificando la biomeccanica del gesto e compromettendone
la sicurezza esecutiva
a) dall’inizio della discesa fino alla parte più bassa del movimento;
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c) dallo sticking point alla parte finale del movimento.”
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La discesa termina nel punto di accosciata completa, ovvero dove si
ha la parte superiore della coscia in posizione prossimale al di sotto della
linea da ginocchio, poco al di sotto della linea disegnata dal femore. E’
molto importante ricercare un corretto bilanciamento tra l’inclinazione della
schiena e l’avanzamento delle ginocchia, per arrivare correttamente nella
posizione di affondo utile a generare poi la massima forza nella fase di
salita.
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Il punto “c” determina il superamento del punto morto e la fase finale
di chiusura dove viene raggiunta la posizione di partenza. Siprocederà
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LA PANCA PIANA
L’Impugnatura
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Una volta distesi sulla panca è fondamentale porre l’attenzione
sull’impugnatura che deve essere assolutamente simmetrica; qualunque
altra presa diversa da questa avrà effetti negativi sulle alzate.
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generare inutili tensioni articolari. I piedi da regolamento dovranno essere
ben saldi a terra.
Le fasi dell’alzata
La fase eccentrica
La fase concentrica
Una spinta più sinergica dei muscoli coinvolti è favorita anche dalla
spinta verso i piedi anziché verso gli occhi, anche se la traiettoria reale
sarà rettilinea rispetto al piano inclinato del torace.
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STACCO REGOLARE DA TERRA
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Esistono due tipologie di stacco da terra: lo stacco da terra regolare e
lo stacco sumo. Il primo è l’unico esercizio nel quale il carico è sbilanciato
in avanti che lo rende unico nel suo genere e di ausilio a molti altri gesti
atletici.
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STACCO DA TERRA CLASSICO GLUTEI
motori primari,
Fig.
STACCO SUMO
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Fig. 25 Stacco sumo da terra
Una volta sicuri della presa salda del piede sulla pedana, afferrare
il bilanciere con due diverse opzioni di presa: prona (nocche in avanti),
mista (una mano nocche in avanti/una indietro). Dalla posizione eretta
flettere le ginocchia sulla linea della punta dei piedi mantenendo il
bilanciere attaccato alle tibie. A seguire la discesa del bacino che si
ferma decisamente più in alto delle ginocchia e le spalle poco oltre la
linea del bilanciere. La testa è in posizione neutra.
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Portare lo sterno in fuori e in contemporanea abbassare le spalle
verso il bilanciere con le scapole che “scivolano” in basso alla ricerca
della leva che faciliti il sollevamento del carico; molto importante per la
buona riuscita di questa fase, la propriocezione.
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consigliabile usare della magnesite per avere una maggior tenuta.
Inizialmente se il carico non è ancora troppo elevato, fino a quando il
nostro corpo celo permette è meglio utilizzare l'impugnatura doppia
prona ovvero con entrambe le mani posizionate in direzione avanti a noi.
Nel momento in cui sentiamo di non riuscire più a reggere il carico allora
possiamo utilizzare la presa mista ovvero a una mano in direzione
opposta all'altra.
Fig.26 www.rawtraining.com
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POSIZIONE DELLE GAMBE
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Fig. 27 inclinazione schiena corretta
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LA SCUOLA NORVEGESE
Gli atleti vennero suddivisi in due classi in cui una si allenava 3 volte
a settimana e l'altra 6. Ma entrambe le classi usavano lo stesso volume di
allenamento. Da qui ne è risultato che I ragazzi che si fossero allenati con
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una frequenza maggiore sarebbero stati leggermente più deboli nello squat
rispetto all’altro gruppo.
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scelta è intuibile: tutte queste si trattano di varianti dello schema motorio
base che fanno percepire al sistema il movimento come differente,
abbastanza da permettersi di allenare con la testa fresca, ma non
abbastanza da modificare tanto lo schema motorio da doverne imparare
uno nuovo.
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Neumeier, su range di ripetizioni e su percentuali non troppo distanti tra
loro.I norvegesi sembrano prediligere almeno un paio di set nelle ripetizioni
più alte e qualche set in più nelle ripetizioni più basse. Non c’è mai uno
scarto superiore al 50-60% tra le ripetizioni più alte e quelle basse, se si
parte da 8, quasi mai si va più in basso delle le 3-4. Non ci sono, come
invece negli schemi del coach russo, i cosiddetti piramidali, non si vedono
schemi come questo:
Più volte abbiamo già detto che questo lavoro ad alte ripetizioni
permette di curare molto la tecnica, per via del fatto di lavorare sotto fatica,
imparando ad utilizzare solo i muscoli necessari all’alzata, contraendo solo
ciò che serve.
E’ a metà settimana, quando Sheyko usa i suoi “piramidali” in realtà, che si
usa qualcosa che può sembrare una vera novità nel mondo della forza
viste le logiche a cui il “popolo fitness” è abituato: le superserie (negli
schemi base, ma non sempre nelle schede specifiche di alcuni atleti).
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LA SCUOLA RUSSA E IL METODO SHEYKO
Fig.29 www,powerliftingtowin.com
Boris Ivanowich Sheyko, che qui vediamo in figura 11, è uno dei
principali e più esperti allenatori di powerlifting, allenatore della squadra
maschile in Russia. Ha cominciato a lavorare nel mondo della pesistica
nel 1990, da quel momento ha allenato parte dei campioni del mondo e
tre campioni d’Europa. Tre dei suoi allievi hanno vinto il titolo onorifico di
“Merited Sport Master”, e otto sono maestri di classe internazionale dello
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sport. Fig.5 metodo sheyko
Nei piani di Sheyko e nel lavoro del suo maestro Medevdyev non
esiste il concetto di fare quante più ripetizioni possibili con quel
determinato carico (Medevdyev, A.S., 1986). Per sviluppare la miglior
condizione fisica, fondamentale per la costruzione dell’atleta, viene
considerato il volume, creato dalle tantissime serie, dal quale risulterà
un’ottima efficienza.
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un decremento delle prestazioni poiché danneggia le componenti
fondamentali da gara.
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Figura 30. Tabella di Prilepin.
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precedente significa iniziare a deallenarsi; stare fermi porta rigidità e
peggioramenti neurali. Allenarsi, invece, con carichi leggeri e medi
consente al corpo di mantenere un ottimo stato di forma e soprattutto
condizionati al gesto tecnico.
IL METODO BULGARO
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Fig.28 www.nicholasrubini.it
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nella stessa giornata.
Dopo il massimale, viene effettuato un “back off” (cioè delle serie più
leggere), di solito un 3×2 (tre serie da due ripetizioni) con il 90% del
massimale del giorno.
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Quali sono i meccanismi che lo hanno fatto funzionare?
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Mercoledì PANCA: 2x50/60/70/80%, SQUAT: 6X3 75-85%
pomeriggio 1x85/90%, massimale del
giorno, 3x85% 2x90%
Sabato RIPOSO
Domenica RIPOSO
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conseguenza è stata ovvia; si sono sempre affidati all’istinto. “Tutti i gesti
sportivi complessi sono al loro massimo splendore quando sono
completamente stravolti rispetto a quello che il nostro istinto ci dice di fare”;
è nel fare pesi ci si è fatti influenzare dagli enormi fisici dei più famosi
bodybuilder, con l’intento di raggiungerli senza però avere le basi adatte.
Tutto questo, ripeto, è anche compito del coach che ricostruirà questi
parametri partendo dall’individualità articolare del singolo atleta.
In un esercizio multiarticolare, ad esempio, dieci ripetizioni senza il
giusto settaggio portano ad avere una traiettoria inconsistente del
bilanciere; nella panca piana tutte le volte che vengono aperti i gomiti, il
pettorale si disattiva a favore della spalla. Una ripetizione fatta “in spinta”
con una tecnica e una partenza ottimale mantengono i muscoli sotto
tensione per un lasso importante, anche con una sola ripetizione.
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non porta a nulla ed è quasi sempre sintomo della necessità di nascondere
una carenza di forza.
Quasi tutti gli errori in questi due esercizi sono dati da una cattiva
attivazione dei glutei data solo e soltanto dalla mancanza di lavoro
qualitativo, mancanza di propriocezione e di controllo, e non solamente dal
fatto che da una posizione seduta a gambe tese non si riesca ad arrivare a
toccare le punte dei piedi con le
mani.
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sui punti deboli che si riuscirà a raggiungere un’attivazione ottimale dei
glutei, nel caso dello squat, fondamentale per la spinta in fase concentrica.
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Sitografia
www.zelsh.com
. /www.westside-barbell.com
. https://prudvangar.net
www accademiaitalianadellaforza.it
. https://prudvangar.net/il-powerlifting/
https://www.powerlifting.sport/
www.powerflitingitalia.it
. https://www.projectinvictus.it
http://www.powerliftingitalia-fipl.it/documenti-regolamenti.asp
www.gravitybarbellclub.wordpress.com
Figura 13,14,15. www.projectinvictus.it
Figura 16,17. https://www.my-personaltrainer.it/
Bibliografia
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