Nel 1498 il cardinale Jean Bilhères incarica il giovane
Michelangelo di scolpire un gruppo marmoreo rappresentante
la Pietà. Il tema della Pietà consiste nel rappresentare la Vergine Maria che tiene fra le braccia il corpo senza vita del Figlio deposto dalla croce. Michelangelo segue uno schema piramidale e studia la composizione in modo che essa esprima tutti i suoi valori soprattutto in visione frontale. La Vergine michelangiolesca è una fanciulla dal volto appena velato di tristezza che, così come teneramente l'aveva tenuto in grembo da bambino, sorregge amorevolmente il corpo, ugualmente giovane, del figlio. Una fascia (che reca la firma dello scultore) le attraversa diagonalmente il busto mettendone ancor di più in risalto la giovanile figura. Il panneggio dalle ombre profonde della veste e del velo sono i mezzi di cui l'artista si serve affinché, per contrasto, il corpo nudo, liscio e perfetto del Cristo abbia maggior risalto. Tenuto sollevato dal braccio destro della Madre che gli cinge le spalle e sostenuto dalle sue gambe, Gesù ha la testa rovesciata all'indietro. Il bacino si piega in corrispondenza dello spazio fra le gambe di Maria. Il suo braccio sinistro accompagna la postura del corpo, mentre quello destro ricade abbandonato verso terra. Giorgio Vasari poté scrivere del gruppo scultoreo vaticano che: "certo è un miracolo che un sasso, da principio senza forma nessuna, si sia mai ridotto a quella perfezione, che la natura a fatica suol formar nella carne". Michelangelo, quindi, avrebbe realizzato un'opera che raramente la natura riesce a fare, ed è un prodigio che con un semplice blocco di pietra sia potuto arrivare a tanto. Il 21 maggio del 1972 l'opera fu danneggiata da un folle, e dovette subire un restauro. Il restauro decisamente non può sostituire l'originale, ma rende l'idea di quello che l'opera è stata precedentemente e non la lascia incompleta.