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ESAME EPISTEMOLOGIA
Cos’è l’essenza?
Per rispondere serve il concetto classico di definizione:
una definizione è un “discorso definitorio” in cui un concetto (ciò che si vuole
esplicitare), chiamato DEFINIENDUM, è connesso tramite l’unità definitoria “=:”,
“def” ad un altro concetto più complesso che lo caratterizza ed è vero noto come
DEFINIENS.
Il DEFINIENS include concetti più noti rispetto al DEFINIENDUM, non deve includervi
quest’ultimo né implicitamente né esplicitamente.
D(x) <—> C1 (x) ^ C2 (x) ^ C3 (x) se uno dei concetti definiti non si conosce allora
non si può conoscere nemmeno D(x). Da cui muove un tipico attacco scettico: se
l’unico modo per conoscere è la definizione e quindi conoscere tutti i suoi concetti,
allora è impossibile conoscere perché porta all’infinito. Ma la definizione non è l’unico
modo per conoscere, vi sono dei concetti immediatamente noti.
- Tratti della voce —> simboli —> tratti dell’anima —> similitudini —> tratti
dell’ente —> referente —> tratti della voce
- Dimensione sintattica —> simboli —> Dimensione epistemica —> similitudini
—> Dimensione ontologica —> referente —> Dimensione sintattica
A noi interessa quella proposizionale, perché ha a che fare con la verità e la scienza ha
come fine la verità. (proposizione = espressione linguistica dotata di valore di verità).
I simboli (tratti della voce) non sono gli stessi presso tutti gli uomini perché la
costruzione di un linguaggio è convenzionale.
Le similitudini (tratti dell’anima —> tratti ente) sono le stesse presso tutti gli uomini
perché è un linguaggio non convenzionale (tesi intelligibilità dell’ente).
Dimensione semantica
Un segno può essere inteso in due modi:
- Segno puramente sintattico
- Segno dotato di significato
Es. “rosso rosso” type—> 1 parola x 2, token—> 2 parole dello stesso tipo
Dato un L sono date tutte le proposizioni possibili e sono date tutte le interpretazioni
possibili, perché le regole del L sono astratte ed esistono a prescindere da un soggetto
in grado di interpretarle.
Es. gioco di scacchi
CONCETTO DI PROPOSIZIONE
Comprensione del senso —> conoscenza di ciò che descrive —> processo di
interpretazione
Proposizione comunica —> simboli —> Stato di cose concepito —> similitudini
—> Stato di cose concepibile —> referente —> Proposizione comunicata
Stati di cose
Proposizione elementare: elemento sintattico minimo dotato di valore di verità (uno o
più soggetti + predicato). La proposizione è vera se l’attributo denominato dal
predicato caratterizza l’individuo denominato dal soggetto.
Si può credere nella verità del Es. 2 senza credere nella verità del Es. 1
(Non ogni proposizione intesa come costrutto sintattico è intesa come costrutto
semantico dotato di senso. “Questo è un gesso bianco” ha senso solo nel momento in
cui pronuncio la proposizione, perché l’indicale “questo” acquista senso e la
proposizione ottime un VDV.)
- Rispetto
- Determinazione
Es. SDC:
- Concreto e individuale: l’essere rosso del cappuccio.
- Astratto e individuale: l’essere dispari del 3.
- Astratto: l’essere infinito della struttura dei numeri.
Dimensione semantica:
La distinzione tra le proposizioni analitiche e sintetiche è basata sulla relazione tra il
contenuto e la loro verità:
- Sintetica: il significato non è in grado di determinare il valore di verità
- Analitica: il significato determina il valore di verità (V o F)
Es. 1 “Piove”
Es. 2 “Piove o non piove” (vedo libro)
(possono essere implicitamente o esplicitamente analitiche, più avanti spiegazione)
Dimensione epistemica:
La distinzione tra le proposizioni a priori e a posteriori è basata sulla relazione tra il
contenuto e l’evidenza della loro verità:
- A priori: se non è necessario ricorre all’esperienza e basta un’intuizione eidetica.
- A posteriori: se è necessario ricorrere all’esperienza e serve un’intuizione
empirica.
Dimensione ontologica:
La distinzione tra le proposizioni necessarie e contingenti è basata sulla relazione tra il
contenuto e le leggi dell’ente in quanto tale:
- Necessaria: se è attuale in ogni mondo possibile, o se non è attuale in ogni mondo
possibile.
- Contingente: se è attuale e lo è solo in certi mondi possibili
2] Primo argomento: dualismo metafisico di Platone. Per Platone esiste il mondo delle
idee in cui non c’è divenire, è necessario e accessibile con conoscenze a priori. Ma
esistente anche il mondo dei corpi soggetto al divenire e contingente, accessibile con
conoscenze a posteriori. Per cui non può esistere uno stato di cose che sia in mezzo a
questi.
Secondo argomento: Kripte (1970) vuole ragionare sulle conclusioni date dalle
premesse. Ho premesse a priori senza esperienza. Ho premesse a posteriori con
Dimensione
epistemica
Intuizione eidetica
Dimensione sintattica Dimensione empirica
Dimensione eidetica
DSintattica —> simboli — DEpistemica —> intuizione empirica —> DEmpirica —>
specie (dimensione ontologica) —> DEidetica —> DSintattica
Le specie che coincidono con la similitudine della dimensione epistemica, sono sempre
specie ideali, sia che sia specie sensibili sia che sia specie intellegibile.
Es. La specie rosso e astratta, perché non è collocabile nello spazio nel tempo,
sebbene tutti gli oggetti rossi siano concreti.
6 Temi:
- Dipendenza del mondo eidetico rispetto al mondo empirico (essenze rispetto agli
enti concerti)
- Dipendenza del mondo eidetico rispetto al mondo epistemico (essenza rispetto ai
concetti astratti)
- Dipendenza del mondo empirico rispetto al mondo eidetico (enti concreti rispetto
alle essenze)
- Dipendenza del mondo empirico rispetto al mondo epistemico (enti concreti rispetto
ai concetti astratti)
- Dipendenza del mondo epistemico rispetto al mondo eidetico (concetti astratti
rispetto alle essenze)
- Dipendenza del mondo epistemico rispetto al mondo empirico (concetti astratti
rispetto agli enti concreti)
Soluzione platonica:
Il mondo eidetico è il modello indiveniente del mondo empirico, il mondo empirico è
immagine diveniente del mondo eidetico.
Soluzione aristotelica:
Il mondo eidetico è il modello astratto intuito del mondo empirico, il mondo empirico è
il mondo attuale diveniente.
Soluzione humiana:
Il mondo eidetico è il modello astratto costruito aa posteriori del mondo empirico, il
mondo empirico è il mondo attuale diveniente.
Soluzione kantiana:
Il mondo eidetico è il modello astratto costruito a priori del mondo empirico, il mondo
empirico è il mondo attuale diveniente.
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L’errore coincide con la credenza scorretta, ovvero la credenza che sia attuale
uno SDC non attuale. A partire dall’esperienza dell’errore ha origine la critica della
conoscenza, attraverso determinati criteri che consentono di differenziare credenze
corrette e scorrette.
Che cosa differenzia uno stato di conoscenza da uno stato di semplice credenza?
(formule)
Argomentazione:
Bisogna dimostrare che la credenza soggettiva e quella oggettiva siano necessarie, e
in quanto le più potenti anche sufficienti per una caratterizzazione completa della
conoscenza.
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I) (formula)
La verità è una condizione necessaria del conoscere.
II) (formula)
La credenza è una condizione necessaria del conoscere.
II) (formula)
La congiunzione di verità e credenza è una condizione necessaria del conoscere.
Definizione: (formula)
La congiunzione di verità e credenza è una condizione necessaria del
conoscere. Separatamente sono necessarie e congiuntamente sono sufficienti).
I) (formula)
La verità come condizione necessaria oggettiva.
II) (formula)
La credenza come condizione necessaria soggettiva.
III) (formula)
La fondazione come condizione necessaria intersoggettiva.
Definizione: (formula)
Il conoscere è la congiunzione di credere, fondare, essere.
Lo scopo della conoscenza è la scoperta della verità: in che modo si può essere certi
che ciò che si crede sia vero?
Il problema della verità della conoscenza coincide con il problema dell’affidabilità della
fondazione. F(alfa) indica che alfa è fondata rispetto ad una qualche procedura di
fondazione.
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(formula)
FONDAZIONE IMMEDIATA
FONDAZIONE MEDIATA
implichi la verità della conclusione. Per essere vera invece è necessario che le
premesse siano tutte vere, in questo caso l’inferenza oltre ad essere corretta sarà
anche affidabile.
Schema:
Un’inferenza:
- Se è corretta —> è deduttiva
- Se è anche vera —> è affidabile
- Se è anche evidente (fondata) —> è dimostrativa
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Il sistema di logica dei predicati del primo ordine con identità è un sistema corretto e
completo: esiste un insieme finito di regole de derivazione che definisce dal punto di
vista sintattico il concetto di inferenza rispetto a questo sistema. Ogni inferenza
ottenuta sulla base di queste regole è corretta (verità implica verità) e ogni inferenza
corretta può essere ottenuta sulla base delle regole di derivazione.
X = un insieme di formule
alfa = una formula del linguaggio dei predicati di primo ordine con identità
Problema 1:
Problema 1 diviso:
Problema 1 diviso:
Per correttezza e completezza:
Teoria:
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Una teoria è un linguaggio con cui si descrive un determinato dominio di oggetti. Dato
un linguaggio, definite le regole, sono definite anche tutte le proposizioni costruibili nel
linguaggio, incluse le proposizioni vere. —> Teoria semantica del dominio di oggetti: è
perfetta (include tutte le proposizioni vere) ma inutile (non consente di conoscerle).
Nel linguaggio della teoria sono presenti quindi degli assiomi, che sono poste alla base
della conoscenza del dominio. Lo sviluppo della teoria consiste nella deduzione dei
teoremi a partire dagli assiomi, allo scopo di catturare tutte e solo le proposizioni
vere circa il dominio di oggetto.
Le preposizioni dedotte dagli assiomi sono i teoremi e il nesso che li collega è il nesso
di deducibilità (conseguenza semantica e conseguenza sintattica).
Una teoria assiomatica è vera nella misura in cui gli assiomi e quindi tutti i teoremi,
sono veri e che è fondata nella misura in cui gli assiomi, e quindi tutti i teoremi, sono
fondati.
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- Il
Teoremi
Evidenza Evidenza infallibile
immediata
Schema finale:
Conoscenza scientifica
- Oggettiva: poiché basata su procedure di fondazione condivisibili da tutti.
- Esplicativa: organizzata in teorie all’interno delle quali gli assiomi hanno lo stesso
tempo la funzione di punto di partenza deduttivo (rispetto ai teoremi), e di punto di
partenza esplicativo (rispetto agli SDC descritti dai teoremi).
Proposizioni:
- Dimostrabili
- Indimostrabili: possono essere in se stesse evidenti e non evidenti
Conoscenza scientifica ideale: è data dalla dimostrazione dea verità o della non verità
di ogni proposizione che concerne il dominio di oggetti sulla base degli assiomi —>
conoscenza completa
Ciò che li lega è il nesso di conseguenza logica che ha due funzioni distinte:
- Esplicativa: preservare la verità degli assiomi. La spiegazione concerne l’attualità
di uno SDC. “Perché una certo SDC è attuale?” —> Dimensione Ontologica
- Giustificativa: preservare l’evidenza degli assiomi. La giustificazione concerne
l’evidenza di uno SDC. “Perché si crede che un certo SDC è attuale?”—>
Dimensione Epistemica
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- “Quali sono le cause per cui il sole splende?”: ratio essendi: causa dell’essere
attuale di un certo SDC. Ratio essendi rispetto alla verità dei teoremi.
- “Per quale me lo chiedi?”: ratio cognoscendi: cause dell’essere conosciuto di uno
SDC attuale. Ratio cognoscendi rispetto all’evidenza della verità dei teoremi.
Scienza può essere diretta alle strutture astratte (matematica) o strutture incarnate
(fisica), ma il procedimento è sempre lo stesso:
1] Accesso intuitivo o attrattivo alle strutture
2] Assunzione degli assiomi
3] Dimostrazione dei teoremi
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Principi:
1. Cose uguali ad una stessa cosa sono uguali tra loro. (formula)
4. Se cose uguali sono aggiunte a cosa uguali, gli interi sono uguali. (formula)
5. Se cose uguali sono tolte a cose uguali, gli interi sono uguali. (formula)
6. Grandezze congruenti tra loro sono uguali tra loro (formula)
7. L’intero è maggiore della parte (formula)
Postulati:
1. Dato un punto, è possibile costruire un segmento di retta tra tale punto e un altro
punto qualsiasi. (disegno)
8. Dato un segmento di retta, è possibile prolungare tale segmento in linea retta fino
a un punto qualsiasi. (disegno)
9. Dato un punto e segmento di retta, è possibile costruire un cerchio con centro nel
punto e raggio uguale al segmento. (Se due rette si incontrano e formano angoli
uguali esse sono perpendicolare agli angoli di 90) (disegno)
10.Tutti gli angoli retti sono uguali. (disegno)
11.Se una retta incontra due rette formando angoli corrispondenti interni la cui
somma è minore di due retti, allora le due rette prolungate si incontrano dalla
parte in cui sono gli angoli minori di due retti. (disegno)
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Il quarto e il quinto postulato non sono intuitivi. Più avanti ci si chiederà se possono
essere assiomi. Evidenza relativa.
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13.Deduzione basata sui principi comuni (parte deduttiva) —> intuizione logica (solo
principi)
14.Conclusione in cui si dichiara che la proposizione è stata dimostrata
Il quarto postulato: si assume l’invarianza degli angoli rispetto alle simmetrie dello
spazio, il trasporto (una rotazione, una riflessione) di un angolo non altera la misura di
un angolo. Questo postulato non è basato su un’evidenza a priori perché l’uguaglianza
tra oggetti non è contenuto di evidenza immediata.
Il quinto postulato:
(disegno)
Un’intuizione legata allo spazio nel suo complesso potrebbe non esserci data per due
ragioni:
- Lo spazio potrebbe non essere infinito in atto: l’intuizione non ci sarebbe proprio
perché lo spazio non esiste.
- Lo spazio potrebbe essere infinito in atto: l’intuizione non ci sarebbe per i limiti
strutturali dell’intuizione stessa.
La conclusione è drastica:
- L’evidenza a priori è affidabile se legata a porzioni finite di spazio, perché in questo
caso si è in grado di presentare immediatamente uno SDC geometrico. —>
affidabile se spazio finito.
- L’evidenza a priori perde la sua affidabilità nel momento in cui non è più legata a
porzioni di spazio finite. —> inaffidabile se spazio infinito.
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La distinzione tra evidenza finitaria ed infinitaria conduce alla conclusione che il quinto
postulato non può essere considerato immediatamente evidente. L’imperativo
epistemico esige togliere il carattere condizionato dell’evidenza infinitaria tentando di
dimostrare le proporzioni dal contenuto infinitario a partire da proposizioni dal
contenuto finitario.
Alla fine del XIX secolo si giunse alla dimostrazione che il quinto postularono non può
essere dimostrato a partire dagli altri quattro.
Dimostrazione dell’impossibilità:
Questa dimostrazione come conclusione ha che non c’è una dimostrazione e che ogni
tentativo di dimostrazione è destinato a fallire. Come si dimostra?
(formule)
Si costruisce un modello dei primi quattro postulati in cui il quinto non è soddisfatto:
se il quinto si potesse dimostrare a partire dagli altri quattro, allora la verità dei primi
quattro implicherebbe logicamente la sua verità e ogni modello che soddisfa i primi
quattro non potrebbe non soddisfare il quinto.
Il modello deve essere inoltre costruito basandosi su procedure la cui evidenza non è
in discussione e in questo caso le procedure sono quelle della geometria euclidea: si
costruisce così un modello di geometria non euclidea nello spazio euclideo.
É possibile produrre più modelli perché vi sono diverse negazioni del quinto postulato.
Quinto postulato: per un punto esterno ad una retta passa una e una sola retta
parallela a quella.
Questa scoperta ha portato ad una crisi della concezione classica della scienza ma
anche ad importanti scoperte:
Se il quinto non è dimostrabile a partire dagli altri quattro, allora una possibile
negazione del quinto postulato è consistente con i primi quattro: se la geometria
euclidea è consistente, allora ci sono sistemi consistenti di geometria non euclidea.
- Gli assiomi della verità euclidea sonno veri rispetto ad un sistema di oggetti euclidei
che costituisce un suo modello.
- Gli assiomi di una geometria non euclidea sono veri rispetto ad un sistema di oggetti
non euclidei che costituisce il suo modello.
Gli assiomi:
Da proposizioni immediata —> proposizioni iniziali
Immediatezza epistemica —> immediatezza inferenziale
Da proposizioni immediatamente vere —> Proposizioni immediatamente assunte
Ogni sistema di assiomi può essere assunto: la verità di un sistema di assiomi è una
relazione tra tale sistema e un suo modello, e ogni modello può esistere se descritto
da un sistema consistente di assiomi. Si può intendere in due sensi:
questo mondo astratto un sistema con una certa struttura in grado di soddisfare gli
assiomi. Logismo platonico.
16.Esiste un mondo astratto, il mondo dei sistemi e delle strutture linguistiche, e la
consistenza di un sistema di assiomi è una condizione sufficiente perché esista in
questo mondo astratto un sistema con una certa struttura in grado di soddisfare gli
assiomi. Logismo epistemico.
Vi è una frattura tra il nesso di evidenza a priori e la verità degli assiomi —> nesso
tra evidenza a priori e consistenza.
Prima: l’evidenza della verità era in grado di fondare la consistenza.
Ora: come fondare la consistenza degli assiomi?
La teoria dei numeri finiti può essere dedotta da un insieme di 5 assiomi, basati su 3
principi.
Principi primitivi:
1. Zero
17.Successore
18.Numero = numero finito
(disegno)
Assiomi:
- A1: 0 è un numero (formula)
Non è sufficiente perché non dice niente che possa farci catturare la struttura
completamente
Con questo postulato si garantisce che la serie è infinita (ogni numero deve avere un
altro successore, non può essere zero). I primi 4 assiomi permettono di escludere le
serie finite, ma non tutte le serie infinte e non posso costruire un modello con infiniti
elementi.
La teoria dei numeri finiti, una volta dimostrato che la serie dei numeri è infinita, si
sviluppa dimostrando:
- Tutte le operazioni aritmetiche definibili per induzione (addizione) sono introducibili
sulla base degli assiomi
- Le leggi comunemente note relative a tali operazioni
(formula)
(formula)
Vi sono due problemi
Conclusione:
La teoria non è solo in grado di catturare la serie dei numeri finiti, perché può essere
interpretato su un numero infinito di serie. Ciò che cattura è la struttura della serie dei
numeri, ma non la serie stessa.
Verità e categoricità sono stati proposti da Frege alla fine del XIX secolo.
Il passaggio dal problema della verità al problema della consistenza degli assiomi —>
problema di una fondazione condizionata al problema di una fondazione
incondizionata della consistenza
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Fondazione condizionata: consiste nel mostrare che un modello della teoria può essere
costruito all’interno di un’altra teoria.
In questo modo la verità della teoria in cui si costruisce il modello fonda la consistenza
della teoria di cui si costruisce il modello.
IL PROGRAMMA LOGISTICA
Relazione tra oggetto e concetto: un oggetto può cadere o non cadere sotto un
concetto: se cade allora la proposizione è vera.
Questa relazione consente di caratterizzare l’estensione di un determinato concetto: è
costituita dagli oggetti che cadono sotto il concetto. (Es. l’estensione del concetto “un
numero pari”)
L’estensione dei concetti è chiamata anche classe, determinata dai con certi
corrispondenti. Un oggetto appartiene ad una classe se e solo se cade sotto il concetto
che determina la classe.
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Il programma di Frege:
- Mostrare che i concetti primitivi dell’aritmetica sono definibili mediante concetti
primitivo della logica.
- Mostrare che i principi primi dell’aritmetica sono dimostrabili mediante le leggi della
logica a partire dai principi primi della logica.
Il concetto di numero
È il concetto che caratterizza tutti i numeri che possono essere considerati come:
- Concetti esemplificati da gruppi di oggetti
- Concetti astratti istanziati da un gruppo di oggetti.
(Disegno)
Il concetto di numero è quindi il concetto che caratterizza ogni oggetto astratto che
viene istanziato da gruppi i cui oggetti possono essere posti in corrispondenza
biunivoca —> numeri equinumerosi.
Se un gruppo di oggetti si identifica con l’estensione del connetto sotto cui cadono tali
oggetti:
Numero: oggetto astratto che caratterizza i concetti con estensioni
equinumerose.
(formula)(appunti)
Il principio dichiara che il numero di oggetti che cadono sotto A coincide con il numero
di oggetti che cadono sotto B se e solo se gli oggetti che cadono sotto A sono in
corrispondenza biunivoca con gli oggetti che cadono sotto B
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Una volta definito il numero Frege tenta di definire il concetto di numero finito:
I numeri finiti sono i numeri cui si giunge a partire dallo zero mediante l’operazione di
successione
Per ottenere una definizione più precisa, oltre al concetto di zero e di successore,
Frege utilizza l’assioma dell’induzione.
Una proprietà induttiva è posseduta da ogni numero per effetto domino che parte
dallo 0.
Frege tenta di definire i numeri finiti sulla come numeri che godono della proprietà
induttiva e quindi di trasformare una condizione necessaria in una condizione
necessaria e sufficiente.
Basandosi su questi principi e il principio HP si può dimostrare che la teoria dei numeri
finiti proposta può essere derivata. Ma il fine del programma è dimostrare che
l’aritmetica non è altro che un estensione della logica, ma HP può essere considerato
un principio logico?
(formula)
Il principio dichiara che la classe degli oggetti che cadono sotto A coincide con la
classe degli oggetti che cadono sotto B se e solo se gli oggetti che cadono sotto A
sono gli stessi oggetti che cadono sotto B.
Per Frege ogni concetto possiede una propria estensione e che l’estensore di un
concetto è un oggetto di tipo logico: deduce HP a partire da FP sulla base di una nuova
definizione di numero.
Usa due intuizioni:
- Relazione di predicazione: concetto di uomo e un uomo —> E(U) e U: U si predica
di un individuo se e solo se l’E(U) contiene tale individuo trai suoi elementi. La
relazione di predicazione può essere eliminata mediante il riferimento alle estensioni
e alla relazioni di essere contenuto in una estensione.
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Definizione di numero, inteso come numero di oggetti che cadono sotto un certo
concetto:
(formula)
Il principio che determina le estensioni implica l’esistenza di una classe per ogni
concetto.
Dimostrazione HP a partire da FP
(dimostrazione appunti Anna)
- Classi che appartengono a se stesse: Es. classe delle classi (classi non normali)
Dimostrazione:
Il principio FP implica l’esistenza di una classe per ogni concetto
(sul libro)
Paradosso:
La classe delle classi normali è una classe normale o non normale? Appartiene o non
appartiene a se stessa?
(formula)
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Se non si può dimostrare che la serie dei numeri finiti è infinita (assioma 4), allora lo si
deve assumere come assioma dell’infinito.
Questo assioma però non sembra poter essere considerato come assioma logico,
perché sembra logicamente possibile assumere l’esistenza di domini solamente finiti.
PROGRAMMA FINITISTA
Hilbert tenta di dare una fondazione affidabile alla matematica, procede in una duplice
direzione:
Bisogna partire da istruzioni affidabili da cui non possiamo fallire: evidenze finitarie
(formula)
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La matematica nel suo complesso deve essere quindi fondata sulla base della
matematica finitaria. Ma come?
Questo passaggio consente di staccare sia le proposizioni sia le dimostrazioni dal loro
contenuto inteso. Dal punto di vista sintattico, le proposizioni sono considerate solo
come successori di segni e le dimostrazioni sono considerate solo come successori di
successioni di segni.
(formula)
(formula)
Se (2) è vera, allora l’aggiunta di proposizioni ideali nel corpo della matematica non
può portare a proposizioni reali che non sono vere.
(1) e la (2) sono quindi proposizioni reali che possono essere rappresentate nella
matematica reale.
- Consistenza —> conservazione: assumiamo che (1) è vera e che (2) sia falsa,
allora è vera la negazione della (2) ed esiste una derivazione in T di una formula
reale alfa falsa. Se alfa è falsa, la sua negazione è una formula reale vera, e quindi
derivabile in T. Si conclude che in T è derivabile sia alfa sia la negazione, il che
contraddice l’ipotesi iniziale che la (1) è vera.
- Conservazione —> consistenza: assumiamo che (2) è vera e che (1) sia falsa,
allora è vera la negazione della (1) ed esiste una derivazione in T di una
contraddizione. Se alfa è una formula qualsiasi (formula reale), in T è derivabile sia
alfa sia la sua negazione. Si conclude che T è derivabile in una formula reale falsa,
contraddizione ipotesi.
Regole di trasformazione:
- Regole a zero premesse: consentono di introdurre inizialmente una stringa, detta
assioma del sistema
- Regole a più premesse: consentono di introdurre una stringa a condizione che
almeno un’altra stringa sia stata introdotta
Successione di stringhe in cui ogni stringa è introdotta mediante una regola è detta
derivazione: le derivazioni introducono i teoremi.
(vedo esempio libro pg 104)
34
In un sistema sintattico ci sono stringhe derogabili e stringhe che non sono derivabili
secondo le regole. Se si opera all’interno del sistema, si può derivare tutto ciò che il
sistema non è in grado di derivare, ma in generale non si può identificare ciò che il
sistema non è in grado di derivare.
Adottando il punto di vista esterno possono avere un’idea di ciò che un sistema è in
grado o non è in grado di derivare.
Il sistema sintattico è dotato di proprietà:
- Consistenza sintattica: un sistema è sintatticamente consistete se e solo se
esiste una stringa ammissibile ma non derivabile nel sistema
- Completezza sintattica: un sistema è sintatticamente completo se e solo se
aggiungere una stringa non derivabile come assioma del sistema porta
all’inconsistenza del sistema
Proposizioni:
- Vere: derivabili e non derivabili
- Non vere
I TEOREMI DI LIMITAZIONE
1930/1931 Gödel pubblica i teoremi di limitazione che segnano il crollo del programma
di fondazione di Hilbert o ogni altro programma basato sulla convinzione che
l’evidenza finitaria sia in grado di fondare con certezza la consistenza delle teorie
matematiche.
I teoremi di Gödel sono teoremi di limitazione e sono applicabili a ogni teoria formale
consistente in grado di derivare le proposizioni vere.
G1: Ogni teoria formale potente T è incompleta, nel senso che esiste una proposizione
formale gamma, interpretabile su una proporzione vera dell’aritmetica reale, tale che
né gamma né la sua negazione è derivabile in T.
G2: ogni teoria formale potente T è incompleta, nel senso che la proposizione formale
CON(t) interpretabile sulla proporzione dell’aritmetica reale che descrive la
consistenza di T non è derivabile in T.
36
La portata complessiva del teorema non è solo critica, ma riguarda la relazione che
esiste tra le dimensioni sintattica, epistemica e ontologica, in riferimento al dominio
degli SDC eidetici.
1. Principio di trascendentalità del vero: tutto ciò che è può essere conosciuto come
tale. La conoscenza si estende a tutto ciò che è, tutto ciò che è vero.
24.Principio di tematizzabilità, ovvero della trasparenza della conoscenza a sé stessa.
Proposizione che esprime uno SDC (se c’è un’idea la posso nominare) —>
esprimibilità
G2 dichiara che l’evidenza finitaria che sta alla base della fondazione reale della
matematica, non è sufficiente per la fondazione della parte ideale della matematica.
Inoltre l’evidenza finitaria deriva dall’intuizione sensitiva pura, che quindi non è
sufficiente per la fondazione della matematica.
Teoria assiomatica:
- Corretta: perché l’evidenza intellettiva a fondamento della verità degli assiomi è
considerato infallibile.
- Completa: perché gli assiomi sono in grado di dimostrare tutte le proposizioni vere
sul dominio di riferimento
Concezione contemporanea:
1. È basata su assiomi
31.Gli assiomi sono ipoteticamente veri
32.La verità degli assiomi è verità rispetto ad un modello
33.Gli assiomi sono ipoteticamente evidenti
34.L’evidenza degli assiomi è evidenza intellettiva fallibile
35.Gli assiomi sono ipoteticamente consistenti
36.La consistenza degli assiomi non è implicata, ma implica la loro verità
Teoria assiomatica:
- Ipoteticamente corretta: perché l’evidenza intellettiva a fondamento della verità
degli assiomi è considerato fallibile, non essendo identificabile con l’evidenza
finitaria.
- Incompleta: perché gli assiomi non sono in grado di dimostrare tutte le proposizioni
vere sul dominio di riferimento
La teoria assiomatica cattura solo parte della teoria semantica, dunque la teoria è
incompleta.
La teoria semantica è vera rispetto ad un modello, dunque la correttezza, e quindi la
consistenza della teoria è condizionata dall’esistenza di un tale modello.
ASTRONOMIA ANTICA
Come esempio di teoria empirica viene presa la teoria astronomica greca, si
considerano diversi fenomeni celesti, tra cui: il moto apparente del solo, il moto
apparente delle stelle, il moto del sole rispetto alle stelle.
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La meridiana consente la determinazione della posizione angolare del sole nel cielo,
perché in ogni istante di tempo, il sole, lap unta dello gnomone e la punta dell’ombra
degli gomene sono su una stessa retta.
Variazione della posizione del sole —> variazione lunghezza d’ombra dello gnomone
Quindi:
- Le caratteristiche dell’ombra consentono di determinare la posizione del sole
- Le variazioni delle caratteristiche dell’ombra consentono di determinare il moto del
sole
Posizione e movimento sono entrambi quantitativi: descritti tramite numeri registrati
Relazioni tra la lunghezza dell’ombra dello gnomone e l’altezza del sole dall’orizzonte
(disegno + formula)
La posizione del sole è determinata rispetto ad un cerchio, il cui centro è segnato dallo
gnomone. Se si prende un punto su questo cerchio si può codificare in modo completo
la porzione del sole nel cielo.
(disegno + formula)
L’ombra dello gnomone varia sia rispetto alla direzione sia rispetto alla lunghezza nel
corso di un giorno (sempre in modo inverso rispetto all’altezza del sole)
- alba: massima lunghezza
- Meriggio: minima lunghezza
- Tramonto: massima lunghezza
Nel momento in cui la sua lunghezza è minima l’ombra punta sempre nella stessa
direzione, si tratta di un invariate del moto: è la base di due principi fondamentali di
orientamento s e t
1. L’istante in cui l’ombra è più corta fissa una coordinata temporale: il
mezzogiorno locale. L’intervallo tra due successivi mezzogiorno fissa un’unità di
misura temporale (giorno solare)
37.L’istante in cui l’ombra è più corta fissa una coordinata spaziale: il punto
cardinale nord e, rispetto al nord, si definiscono tutti gli altri punti cardinali.
Caratteristiche interessanti
- Solstizio d’inverno: sole sorge nel punto più a Sud rispetto all’Est convenzionale, la
sua altezza nel mezzogiorno è minima e la durata del giorno è minima
- Equinozio di primavera: all’incirca all’Est convenzionale, durata giorno e notte uguali
- Solstizio d’estate: sole sorge nel punto già a Nord rispetto all’Est convenzionale, la
sua altezza nel mezzogiorno è massima e la durata del giorno è massima
39
La durante tra l’apparizione di una stella e la sua successiva apparizione nello stesso
punto si chiama giorno siderale (23 ore 56 minuti).
L’osservazione del moto delle stelle può essere descritto sulla base di un modello in
cui le stelle sono pensate come stelle fisse su una sfera (celeste) che è in moto
40
rispetto alla terra: questo modello è noto come modello a due sfere: sfera terrestre,
su cui noi ci troviamo, e sfera celeste su cui si trovano le stelle
Le due sfere sono in moto relativo l’una rispetto all’altra.
Un osservatore sulla terra vede solo metà stelle, delimitato dall’orizzonte. La
distinzione più importante da tenere presente per comprendere il moto in cui le stelle
appaiono ad un osservatore è quella tra i poli determinati dalla rotazione apparente
delle stelle e i poli determinati dalla posizione di un osservatore:
1. Poli e orizzonte della sfera celeste: i poli sono i punti determinati dal moto
apparente delle stelle. L’orizzonte celeste è il cerchio massimo equidistante dai
poli.
41.Poli e orizzonte dell’osservatore: i poli sono i punti determinati dalla verticale
dell’osservatore. L’orizzonte dell’osservatore è il cerchio orizzontale di
osservazione.
I poli e l’orizzonte della sfera celeste sono fissi, mentre quelli dell’osservatore variano
all variare della posizione dell’osservatore lungo un meridiano. L’unico momento in cui
coincidono è quando l’osservatore si trova al polo nord.
Le stelle circumpolari sono quelle che si trovano ad una distanza angolare dal polo
nord celeste minore della distanza angolare del punto in cui si trova l’osservatore dal
polo nord terrestre.
Questo modello permette anche una descrizione semplice del moto del sole, ad
influire sono due cerca importanti: l’equatore celeste e l’eclittica (inclinata di 23º
rispetto all’equatore celeste):
Il sole compie un moto di rotazione insieme alla sfera celeste in direzione ovest e un
lento moto di rivoluzione sull’eclittica in direzione est.
41
(es. dei fenomeni celesti) —> conclusione, l’osservazione è sempre intrisa di teoria.
42
Le proposizioni che descrivono ciò che è osservato mediante uno strumento sono
proposizioni immediate della conoscenza scientifica: sono i protocolli, le proposizioni
protocollari con cui si registrano i contenuti delle osservazioni.
Gli oggetti di cui trattiamo sono fasci unitari di proprietà: sono oggetti astratti che
costituiscono modelli di oggetti concreti. Solo su ciò che è astratto ci può essere un
accordo intersoggettivo: L’universalità intesa come condivisibilità intersoggettiva, è
universalità oggettiva derivante dall’astrazione.
L’osservazione:
L’osservazione sistematica ha come esito la registrazione dei dati. L’analisi dei dati è
basata su ipotesi circa l’invariazione di alcuni tratti nel divenire dell’oggetto osservato.
La teoria è alla base dell’osservazione e dell’interpretazione
Caso del sole nel cielo:
IPOTESI 1: la posizione in cui il sole è più alto nel cielo è sempre la stessa
Se continuiamo le registrazioni ci rendiamo conto che l’ipotesi non è soddisfacente.
L’altezza varia al variare del giorno.
IPOTESI 2: la direzione in cui il sole è più alto nel cielo è sempre la stessa
É soddisfacente, la direzione rimane sempre il sud.
44
Un modello è un sistema ideale definito sulla base degli oggetti, delle variabili e delle
leggi sulle variabili che contiene. In questo senso è un modello:
- Logico perché soddisfa gli assiomi in base ai quali è definito
- Ontologico perché è simile al mondo sotto
determinati rispetti
MODELLO
Somiglianz
Verità a
ASSIOMA
Gli assiomi che descrivono gli oggetti sono veriMONDO
rispetto al
sistema: il sistema è quindi un modello degli assiomi nel senso logico. Gli oggetti ideali
sono simili rispetto al sistema: il sistema è quindi un modello degli assiomi nel senso
logico. Gli oggetti ideali sono inoltre simili rispetto alle proprietà essenziali, e alla
dinamica che li caratterizza, agli oggetti del sistema concreto che si intende simulare:
il sistema è quindi un modello del mondo in senso ontologico.
- Comprensione di tali fenomeni nella cornice della struttura del mondo attuale
INTERPRETARE IL MONDO
Mondo attuale: referente della nostra esperienza, è un sistema complesso costituito da
vari sottoinsiemi analizzabili in SDC
Ma cos’è un sistema?
È un insieme di oggetti che hanno determinati attributi (proprietà).
Sugli attributi sonno definite alcune condizioni, specificate da assiomi. (es. geometria
classica o teoria astronomica classica).
Un sistema è dinamico quando gli attributi degli oggetti possono variare con il tempo.
In questo caso gli assiomi che li definiscono sono indicati come leggi:
- Sincroniche di stato
- Diacroniche di sviluppo
Nel mondo attuale l’identificazione degli oggetti, degli attributi, degli assiomi avviene
mediante l’astrazione e idealizzazione —> tra tutti gli oggetti del mondo separo
solo alcuni oggetti e lo stesso con gli attributi: questa operazione è l’introduzione di un
modello.
Esiste una certa somiglianza tra il modello e il mondo. La struttura empirica è descritta
mediante proposizioni osservative. La struttura eidetica è descritta mediante
proposizioni teoriche. Il nesso tra le due strutture può essere determinato anche come
nesso tra ciò che è osservabile e ciò che non è osservabile.
Una teoria empirica include un’ipotesi circa l’esistenza di elementi non osservabili e
circa il nesso tra tali elementi e gli elementi che sono manifesti in base
all’osservazione.
Es. Modello a due sfere, la cui struttura eidetica è definita dai seguenti assiomi
I morfismi costituiscono delle corrispondenze tra sistema che rispettano gli stessi
attributi
47
La comprensione del mondo deriva dal considerare il mondo stesso alla luce di
modelli, questo richiede che la struttura del mondo sia in un ceto senso simile a quella
del modello.
Es.
- Insieme W: insieme degli stati coincidenti con le posizioni nel cielo delle stelle e del
sole
- Relazione Rw: consente di determinate la configurazione delle posizioni in ogni
tempo desiderato.
Sia E la relazione che determina la connessione tra gli stati osservabili del mondo e gli
stati corrispondenti del modello (tra stati osservabili e ideali).
La connessione può essere intesa come una simulazione all’0interno del modello di ciò
che accade all’interno del mondo. Se uno stato w1 del mondo è seguito da un altro
stato w2, allora lo stato corrispondente m1 del modello deve essere seguito da uno
stato corrisponde m2.
(schema, pg 145)
48
La struttura del mondo osservabile è immersa nella struttura del modello inteso, il
modello introdotto per interpretare il mondo.
L’INFERENZA EMPIRICA
Ci sono tre operazioni principali che is possono compiere una volta che il modello è a
disposizione e sono definite da due opposizioni possibili:
Caso 1:
Se la legge del modello è considerata fondata e lo stato che la legge consente di
determinare è ignoto, abbiamo il modello in funzione di previsione.
(disegno)
Caso 2
Se la legge del modello è considerata fondata e lo stato che la legge consente di
determinare è noto, abbiamo il modello in funzione esplicativa.
(disegno)
Caso 3
Se la legge del modello è considerata ipotetica e lo stato che la legge consente di
determinare è noto, abbiamo il modello in funzione di controllo.
(disegno)
Non è essenziale che la legge che definisce la dinamica del modello sia
completamente corrispondente alla legge che si assume determinare lo sviluppo del
mondo.
In ciascuno dei casi ciò che consente di passare dallo stato osservato e la legge, allo
stato differente è un’ inferenza scientifica.
Lo scopo della scienza include l’unificazione dei dati mediante la deduzione delle
proposizioni osservative da leggi. Nella pratica scientifica quindi è determinante un
elemento inferenziale deduttivo, ovvero l’inferenza scientifica costituita da:
49
Leggi universali
Condizioni iniziali
Condizioni finali
Un’inferenza scientifica può essere di due tipi, a seconda che le condizioni iniziali e le
condizioni finali siano individuali o universali.
50
Es (pg 151)
51
Tesi 1: Condizione necessaria. Una spiegazione che non può essere posta in forma
nomologica e deduttiva non è una spiegazione scientifica. S —> ND
Tesi 2: Condizione sufficiente. Una spiegazione che può essere postai n forma
nomologica e deduttiva è una spiegazione scientifica. ND —> S
Causa asimmetrica
Data la nostra concezione intuitiva di spiegazione la relazione di explanans e
explanandum è asimmetrica: se il primo evento è causa del secondo allora il secondo
non può essere causa del primo nello stesso modo, cioè se è citato per spiegare il
secondo evento quest’evento spiegato non può a sua volta spiegare il primo. Questa
asimmetria è dovuta al fatto che le condizioni iniziali vengono prima rispetto
all’explanandum sotto il profilo temporale o causale. Se invece consideriamo la
spiegazione basata sul profilo nomologico deduttivo la relazione è simmetrica, quindi
sia sotto il profilo temporale che causale.
52
Il modello non consente di differenziare i due stati di stelle rispetto alla spiegazione
(Es. pg 159)
Nell’esempio:
La lunghezza dello gnomone è ratio essendi rispetto alla lunghezza della sua ombra.
La determinazione della lunghezza dell’ombra dello gnomone è la ratio cognoscendi
rispetto alla determinazione della sua lunghezza.
Il modello ipotetico mette in luce il problema della giustificazione delle leggi introdotte
come ipotesi, infatti queste possono essere ipotesi fondate ma anche non fondate. Da
qui segue il problema di selezionare le ipotesi fondate e quindi lo sviluppo di una
modello di controllo e conferma.
Versione qualitativa:
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La versione qualitativa del modello assume che la conferma è basata su una inferenza
scientifica costituita da una implicazione tra ipotesi e fenomeni e un’osservazione dei
fenomeni:
Caso 1: (disegno)
La conferma avviene se ciò che è inferito coincide con ciò che è osservato: la
previsione è conforme con ciò che accade.
Caso 2: (disconferma)
La disconferma avviene se ciò che è inferito non coincide con ciò che è osservato: la
previsione non è conforme con ciò che accade.
Il modello proposto è ancora molto astratto perché non sono stati considerati i
problemi legati:
- All’osservazione: si deve tenere conto che la conclusione di una deduzione non è
confrontata immediatamente con un’osservazione, ma con una proporzione che
descrive ciò che si osserva.
- Alla deduzione: si deve tenere conto che per dedurre una condizione finale occorre
introdurre una condizione iniziale (una proposizione che descriva un SDC
osservabile)
Caso 1: conferma
La conferma avviene se ciò che è inferito è conforme con ciò che è osservato
correttamente: la previsione è conforme con ciò che accade
Caso 2: disconferma
54
La disconferma avviene se ciò che è inferito non è conforme con ciò che è osservato
correttamente: la previsione non è conforme con ciò che accade.
Caso 1: conferma
Caso 2: disconferma
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H: l’ipotesi da controllare
C(H): l’insieme di ipotesi sulla verità di altre leggi
C(E): l’insieme di ipotesi sulla verità delle condizioni iniziali
C(O): l’insieme di ipotesi sulla correttezza e conformità delle osservazioni
Se l’evento previsto non si verifica, allora almeno una delle tre ipotesi indicate non è
vera, ma niente impedisce che l’ipotesi che non è vera non sia H. La strategia già
semplice consiste nel rigettare una delle condizioni iniziali.
Alcune nozioni:
Base teorica: insieme di proposizioni che descrivono le leggi, ossia SDC strutturali e
non osservabili che caratterizzano una teoria —> proposizioni teoriche
Base empirica: insieme delle proposizioni che descrivono i fenomeni, ossia gli SDC
individuali e osservabili con cui si confronta una teoria —> proposizioni empiriche
Una PU non si verifica mediante il ricorso a PI. La PU è una ipotesi che implica una
numero infinito di PI e per quanto grande sia il numero delle PI verificate mediante
osservazione, niente assicura che sia impossibile osservare anno SDC descritto da una
PI che contraddice la PU iniziale. Questo è il problema dell’induzione, che presenta
un aspetto logico ed epistemologico.
Problema epistemologico:
Una PU ha la struttura di una universalizzazione di un’implicazione: (formula)
Tutti gli oggetti che sono A hanno una certa proprietà, sono anche B.
Sono di due tipi:
- Essenzialmente universali: non sono logicamente equivalenti alla congiunzione
di un numero finito di PI
- Accidentalmente universali: sono logicamente equivalenti alla congiunzione di
un numero finito di PI
Il problema dell’induzione riguarda la verificazione di P essenzialmente U (dato che la
verificazione di P accidentalmente U, in quanto congiunzione di PI non è diversa dalla
verificazione di PI)
Problema logico:
Una PU potrebbe essere verificata se si potesse introdurre un principio che consente di
concludere alla sua verità o alla sua fondazione sulla base della verità di PI.
Un principio di questo tipo è una principio di induzione che tuttavia conduce alla
contraddizione logica o epistemica.
57
58
Problema:
Cerca di tenere insieme il principio di falsificabilità (principio di demarcazione) con la
fondazione deduttiva (principio di verificazione delle proposizioni universali).
Una PU non può essere falsificata mediante un PI perché una PI non può essere
controllata dal punto di vista intersoggettivo. Una PI che può essere controllata dal
punto di vista intersoggettivo non può descrivere uno SDC osservato da un solo
soggetto ma da più soggetti, necessariamente in contesti diversi in tempi diversi.
La falsificazione di PU non può quindi essere basata su una PI (la base empirica è
intersoggettiva non soggettiva e le P sono universali e non individuali. Il problema si
presenta come:
Problema epistemologico:
Una proposizione osservativa ha la struttura di una congiunzione tra proposizioni
individuali che dichiara che un oggetto di tipo A ha una certa proprietà, è B. L’idea di
base è che una proposizione osservava è in grado di contraddire una PU, ma sono
state avanzate critiche:
Critica 1: non c’è distinzione tra proposizioni osservative e proposizioni teoriche, ogni
osservazione è intrisa di teoria. Ogni determinazione di proprietà è basata sull’ipotesi
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che un oggetto sia di un certo tipo e questa ipotesi non può essere fondata mediante
osservazione
Problema logico:
La falsificabilità si basa sulla possibilità di identificare l’ipotesi, la PU da cui deriva una
conclusione in contraddizione con l’esperienza. Tuttavia una proposizione osservativa
non è mai in contraddizione con una proposizione conclusa sulla base di una TS e PU
in base alla quale il sistema osservato è chiuso.
L’ipotesi di chiusura del sistema osservato dichiara che non ci sono altri oggetti in
interazione con gli oggetti del sistema considerato. La sola inferenza, anche se
corretta dal punto dii vista logico, non consente di identificare la proposizione da cui
dipende la falsificazione, e in questo senso, nessuna PU isolata si può dire falsificabile.
FALSIFICAZIONISMO CRITICO
Il criterio di demarcazione è costituito dalla falsificabilità comparativa delle
proposizioni scientifiche. La falsificabilità è definita in relazione alle procedure di
fondazione:
- Osservative:
- Deduttive
Queste procedure assicurano la possibilità di falsificare le proposizioni universali e
sono le uniche presenti nello sviluppo della conoscenza, perché ogni osservazione è
intrisa di teoria
La fondazione della base teorica: è utile introdurre una tesi per comprendere il
senso di una fondazione sulla base di proposizioni teoriche
Tesi 1:
La distinzione convenzionale tra PO e PT è basata su una distinzione tra lo statuto
epistemico dei due tipi di P. Le prime attualmente non criticabili, le seconde oggetto di
critica.
Proposizioni teoriche:
- Proposizioni problematiche, da sottoporre a controllo
- Proposizioni non problematiche, da non sottoporre a controllo
La seconde sono usate per controllare criticamente le prime. Tuttavia il fatto che
alcune P sono considerate attualmente non problematiche non implica che le stesse P
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siano infallibili: infatti tutte le P sono fallibili, ma alcune sono state controllate e sono
corroborate, altre sono da controllare r non sono ancora corroborate:
- Ipotesi teoriche sotto controllo
- Ipotesi teoriche su cui si basa il controllo
Falsificare non coincide con il dimostrare la non verità di una teoria, ma con il
convenire circa la non ammissibilità di una teoria.
Perché una teoria sia falsificabile è necessario che ci sia una differente teoria in grado
di competere con la teoria in gioco e perché una teoria sia falsificata, è necessario che
sia data una differente teoria che ha vinto la competizione giocata su un certo terreno
teorico.
I criteri di competizione:
Il falsificazionismo critico prevede che la dichiarazione di falsificazione di una teoria T1
può derivare da una contraddizione tra teoria e osservazione in un contesto teorico a
condizione che ci sia un’altra teoria T2 tale che:
1. T2 ha un contenuto eccedente rispetto alla precedente
54.T2 include come caso specifico la precedente
55.T2 ha un contenuto eccedente controllato
La scientificità di una teoria è connessa con la crescita teorica del potere esplicativo:
Ossia con (1) la teoria T2 prende il posto della teoria falsificata T1 ed ha un contenuto
complessivo eccedente rispetto a questa, mentre l’empiricità di una teoria è connessa
con la crescita empirica del potere esplicativo, ossia con (3) la teoria T2 prende il
posto della teoria falsificata T1 ed ha un contenuto controllato eccedente rispetto a
questa.
Non si può uscire della propria interpretazione per giudicare la verità della propria
interpretazione.
Tuttavia la concezione classica non è corretta: l’analisi dello sviluppo storica della
scienza mostra che entrambi i processi possono vacillare, e ha condotto ad una
posizione negativa rispetto alla possibilità di soluzione del problema della
demarcazione.
La base dello sviluppo della conoscenza scientifica non è costituita dalla fondazione
delle teorie sulla base dell’esperienza, ma dall’assunzione di un paradigma
interpretativo che orienta la ricerca nelle diverse discipline.
Paradigma
Un paradigma è una cornice teorica articolata che consente l’interpretazione del
mondo o della porzione di mondo che è oggetto di studio, vi sono tre componenti
essenziali:
1. Insieme di modelli ontologici: modelli intuitivi della struttura del mondo determinati
dalle concezioni culturali condivise da una comunità
56.Insieme di modelli matematici: modelli quantitativi della struttura del mondo
definiti nelle equazioni che codificano la comprensione delle leggi
57.Insieme di modelli esemplificativi: esempi delle impostazioni dei problemi e delle
soluzioni dei problemi ani cui la comunità scientifica ha avuto successo. Questi
vengono poi studiati dagli scienziati delle generazioni successive che ereditano la
tradizione della comunità.
La fondazione caratterizza solo la fase della scienza ordinaria, per via del paradigma.
Nella fase rivoluzionaria non è univocamente definita, infatti due tradizioni possono
entrare in conflitto e la fondazione diventa relativa.
La cumulazione del sapere (verso la verità) è propria solo della fase ordinaria. Ma non
è possibile nella fase rivoluzionario in quanto le interpretazioni del mondo legate ai
paradigmi non sono confrontabili e dunque la soluzione dei problemi non è cumulabile
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