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Storia di Babilonia
introduzione, traduzione dal greco e note
di Mirko Rizzotto
Alla mia amatissima Giorgia,
dal suo pap
Beroso, lo storico-sacerdote e la sua opera
Libro I
Libro II
fr. 1 = GIORGIO SINCELLO, Chronographia ad Adamo usque ad Diocletianum, ed. A. Mai, p. 39, B
fr. 2 = SINCELLO, op. cit., p. 30, A
fr. 3 = GIUSEPPE FLAVIO, Antichit Giudaiche, I, 7, 2
fr. 4 = MOS DI CORENE, Storia dell'Armenia, I, c. 5
fr. 5 = SINCELLO, op. cit., p. 44, C
Libro III
5 il fiume Eufrate, che scorre in Mesopotamia (oggi Iraq); l'antica denominazione di Deglathius deriva da Tiglath-
Pileser I, che fu re degli Assiri dal 1114 al 1076 a.C., acerrimo avversario dei Babilonesi e degli Ittiti.
6 Il fiume Tigri.
7 Un legume della regione.
3. L'apparizione di Oannes, l'uomo-pesce
8 L'imperatore romano pagano Giuliano l'Apostata (361-363 d.C.), aveva avuto modo di leggere Beroso e, nella sua
opera Contro i Galilei, scrisse: Dio, comunque, non si preoccupato solo degli Ebrei ma, amando tutte le nazioni,
ha concesso loro una normale attenzione, mentre ha privilegiato noi pagani di doni molto superiori, come si pu
vedere da ci che segue. Gli Egizi, per esempio, appartengono ad una razza che conta non pochi saggi e possono
vantare molti sapienti che hanno perpetuato linsegnamento di Ermete (ovvero il dio egizio della sapienza Thot,
NdT). Voglio dire lErmete Trismegisto che risiedeva spesso in Egitto. I Caldei possono dirsi discepoli di Oannes e
di Belo, e decine di migliaia di Greci sono venuti in possesso della Sapienza del centauro Chirone. Anche Fozio,
vescovo di Costantinopoli (820-893 d.C.), parlando dello storico greco Elladio scrisse: Elladio racconta la storia di
un uomo chiamato Oe che emerse dal mar Rosso: aveva corpo di pesce ma testa, piedi e braccia umani; egli insegn
agli uomini le lettere e lastronomia. Secondo un'altra leggenda, egli usc da un grande uovo (cosi si spiega il suo
nome) ed era un vero uomo, anche se pareva un pesce perch aveva la pelle di una creatura marina.
4. Il racconto di Oannes sulle origini dell'universo
Oannes parl anche di come era nata lumanit, spiegando i diversi stili di
vita dei vari popoli, inclusi i loro modi di governarsi; ecco ci che disse,
dando agli uomini il seguente racconto:
C stato un tempo in cui ogni cosa era oscurit e acqua e che in
questacqua strani esseri dalle forme bizzarre si generarono, alcuni
spontaneamente, assumendo tuttavia forme strane, differenti da coloro che
sarebbero nati in seguito, essendo sorti prima di tutti gli altri esseri viventi.
C'erano anche degli esseri umani, alcuni dei quali avevano un aspetto
doppio, mentre altri addirittura uno quadruplo! Infatti una parte di essi
aveva due corpi (uno femminile e l'altro maschile) ed un'unica testa,
presentando, in un unico essere, le caratteristiche proprie dei maschi e
delle femmine. Vi erano poi uomini dalle zampe di capra e con la testa
dotata di corna, altri ancora con le zampe e la parte inferiore del corpo
simile a quella dei cavalli e con quella superiore identica a quella umana,
proprio come i centauri. Esistevano anche tori nati con la testa umana, e
cani con un quadruplo corpo e code di pesce, oltre che un'infinita serie di
altre creature dall'aspetto simile a draghi. C'erano inoltre pesci simili alle
sirene, e rettili, e serpenti ed una fantastica variet di altre creature
differenti fra loro, le cui immagini, dipinte con grande cura, si trovano
conservate nel tempio di Bel (o Marduk) 9. Su tutti questi esseri dominava
una certa donna di nome Margaia, che nella lingua babilonese era chiamata
Tiamat, che in greco significa mare.
(5). E cos, mentre in antico esistevano tutte queste creature miste, il dio
Marduk, una volta arrivato, tagli a met Tiamat, e con una met di essa
cre la terra, e con l'altra il cielo.
Oannes disse inoltre che questo mito era un'allegoria per spiegare l'origine
di tutte le cose. Infatti lintero universo composto di materia umida
(l'acqua), in cui vengono continuamente generati degli animali.
Certamente, in quei lontani tempi, tutto ci che esisteva era immerso nel
liquido e nell'acqua, e non vi esisteva nulla tranne le belve selvatiche,
ragion per cui Marduk, dopo essersi provocato una ferita alla testa, fece
gocciolare il proprio sangue, mischiandolo con la terra e col sangue di altri
9 Nella mitologia babilonese Marduk era figlio del dio Ea (Enki per i Sumeri). Nell'Enuma Elish, il poema nazionale
degli antichi Sumeri, Marduk colui che guida gli di nella durissima guerra contro la dea Tiamat, che simboleggia
le oscure acque primordiali, da cui ebbe origine il mondo.
di e cos furono creati gli uomini: per tale ragione essi sono dotati di
intelligenza e condividono la mente divina.
(6). Poi si racconta che Marduk, che i Greci chiamano con il nome di Zeus
(gli abitanti dell'Armenia lo soprannominano invece Aramasde), dopo aver
separato le tenebre dalla luce, divise la terra dal cielo, ordin il mondo in
modo meraviglioso; tuttavia le antichissime belve, non riuscendo a
sopportare la luce del sole, morirono una dopo l'altra. Allora Marduk,
avendo osservato quella regione (la Mesopotamia) oramai disabitata ma
molto fertile, ordin agli altri di suoi sottoposti di ferirsi la testa e di far
gocciolare il sangue a terra, dove, impastatolo, plasmarono gli esseri
umani, assieme alle altre creature selvatiche e agli animali che potessero
vivere in quel clima. In seguito a ci, Marduk cre le stelle, il sole la luna
e i cinque pianeti erranti del sistema solare.
Prima del Diluvio regnarono sulla terra dieci re. La durata complessiva dei
loro lunghi regni fu di 120 saros, cio di 432.000 anni.
Si dice che il primo re del paese fu Aloro, il quale fece circolare la voce
secondo cui era stato designato da Dio ad essere Pastore del popolo; egli
regn per 10 saros; si calcola che un saros duri 3.600 anni; un neros
600 anni ed un sosso 60 anni.
Dopo di lui regn per tre saros Alaparo, a cui succedette Amillaro di
Pantibiblon, che rest al potere per 13 saros; fu allora che emerse per la
seconda volta dal Mar Rosso un semi-demone detto Annedoto, molto
simile a Oannes.
In seguito regn per 12 saros Ammenone, anche lui proveniente dalla citt
di Pantibiblon. Dopo di lui sal al trono Megalaro, della stessa citt, che
rimase al potere per 18 saros; poi venne Daos, detto il Pastore, di
Pantibiblon, che govern per 10 saros; durante il suo regno emersero dal
mare quattro personaggi dalla forma duplice, i cui nomi erano Eudoco,
Eneugamo, Eneubolo e Anemento, e poi Anodafo, durante il regno di
Eudoresco.
In seguito, ci furono altri re, lultimo dei quali fu Sisutro, per cui in totale
regnarono 10 sovrani, per un periodo totale che assomma a 120 saros.
2. Sisutro e il Diluvio universale
Dopo Eudoresco, regnarono altri monarchi, fra cui Sisutro, ai tempi del
quale si verific il famoso Diluvio.
Dopo che Otiarte mor, suo figlio Sisutro 12 divenne re e govern Babilonia
per 18 anni. Mentre Sisutro era re, si abbatt sulla Terra il Diluvio.
Una notte, mentre Sisutro dormiva, gli apparve in una visione il dio Crono,
rivelandogli che il quindicesimo giorno del mese di Daisios 13 (circa il 1
giugno) si sarebbe scatenato il cataclisma.
Gli ordin allora di scrivere una storia, dallinizio di tutte le cose, fino al
loro termine ed ai tempi attuali, consigliandogli di nasconderla
accuratamente nella terra dove il sole tramontava, ovvero nella citt di
Sippar.
Fatto ci, doveva poi costruire una nave e salirvi assieme ai suoi parenti e
a tutta la sua famiglia e con loro avrebbero dovuto portare in salvo degli
esemplari di bestie selvatiche, di animali quadrupedi e di volatili,
ammassando nell'arca provviste, bevande e tutte le proprie suppellettili.
Una volta che avesse terminato questi preparativi, doveva tenersi pronto a
navigare.
Il Dio lo rassicur su quello che gli avrebbe riservato il futuro. Allora egli
chiese al Dio in che direzione dovesse veleggiare e questi rispose: Vai
verso gli di, e gli insegn una preghiera per il bene dell umanit.
Ad ogni modo Sisutro non si rifiut affatto di costruire l'arca, che alla fine
risult lunga cinque stadi e larga due; egli ebbe cura di realizzare con
molta cura tutto quello che gli era stato comandato da Crono. Terminato
che ebbe la costruzione, vi caric ogni cosa che aveva preparato; per
ultimi, fece salire a bordo della nave i figli, la moglie e i suoi familiari.
Infine, come predetto, sopraggiunse il Diluvio. In seguito, quando l'acqua
(che aveva sommerso la Terra) cominci a defluire, Sisutro mand fuori
dell'arca alcuni uccelli, i quali per, non trovando n alcun cibo, n un
luogo dove posarsi, ritornarono alla nave.
Dopo alcuni giorni ne furono mandati altri: questi ritornarono con le
zampe imbrattate di fango. Gli uccelli mandati per la terza volta non
ritornarono. Allora Sisutro cap che la terra era vicina. Quindi, dopo aver
12 In lingua sumerica Ziusudra, vale a dire colui che prolunga l'umanit oltre il Diluvio, l'equivalente
mesopotamico del No della Genesi e assimilabile all'Utnapishtim babilonese del Poema di Gilgamesh.
13 un mese del calendario macedone antico.
aperto un varco nel vascello ed aver guardato fuori, vide che l'arca stava
dirigendosi contro il fianco di una montagna, cosicch ordin a sua
moglie, a sua figlia ed al timoniere di fuggire con lui.
Sisutro usc dalla nave assieme ai suoi famigliari e, dopo aver costruito un
altare, fece un sacrificio in onore degli di: da allora in poi scomparve
assieme ai suoi.
I compagni rimasti nella nave uscirono e lo cercarono inutilmente,
chiamando il suo nome a gran voce, ma udirono soltanto una voce dal
cielo che comandava loro di adorare gli di: Sisutro stesso, assieme ai suoi
familiari, abitava ora presso gli di immortali, e fu ordinato ai
sopravvissuti di onorare religiosamente le divinit. Inoltre, la voce disse
loro che Sisutro era stato assunto in cielo come ricompensa per la sua
devozione, e che sua moglie e sua figlia, oltre al timoniere, avevano avuto
lo stesso onore. Essa aggiunse che li avrebbe guidati lungo la via migliore
per Babilonia.
I suoi compagni allora, volendo fare ritorno a Babilonia, si recarono prima
a Sippar e, per ordine degli di, recuperarono i libri qui depositati da
Sisutro e li consegnarono all'intero genere umano. Si dice inoltre che la
regione in cui l'arca si ferm fosse l'Armenia. Compiuto tutto ci, i
superstiti si incamminarono a piedi verso Babilonia, iniziando una lunga
marcia.
Si dice inoltre che in Armenia, sul monte Corduano, sia rimasto ancora
oggi un frammento dell'arca, e molti raccontano che dal suo legname si
ricavi del bitume che usato dagli abitanti del posto per i lori riti religiosi
di purificazione, e da esso ricavano amuleti e rimedi contro la malasorte e
le verruche.
I sopravvissuti, dopo aver dunque recuperato i libri sepolti a Sippar ed aver
fatto ritorno in Mesopotamia, eressero molte fortezze, innalzarono alcuni
templi in onore degli di e a quanto si racconta riedificarono la citt di
Babilonia.
3. Abramo
Trascorse dieci generazioni dal Diluvio, visse tra i Caldei un certo uomo
giusto e celebre, davvero esperto di tutto ci che aveva a che fare con
l'astronomia, [di nome Abramo]14.
14 Lo storico ebraico GIUSEPPE FLAVIO (I secolo d.C.), che cita questo brano di Beroso in Antichit Giudaiche, I, 7, 2,
specifica per che il nome di Abramo non veniva fatto, anche se era chiaro che ci si stava riferendo a lui.
4. Zeruano e i suoi fratelli
Prima della costruzione della torre di Babele e prima ancora che gli uomini
passassero da un'unica lingua a una variet di linguaggi, dopo che la
navigazione di Sisutro come abbiamo gi raccontato terminasse in
Armenia, Zeruano15, Titano e Giapeto governarono come sovrani la Terra.
Costoro, come si racconta, si divisero fra loro il dominio dell'intero mondo
abitato; uno di essi, per, era profondamente invidioso del potere che
detenevano gli altri due, ed ardeva dal desiderio di imporre loro la sua
supremazia. Costui era Zeruano, che il mago Zoroastro, re del popolo dei
Battriani e principe dei Medi, raccont fosse il padre degli di.
Su Zeruano si raccontano molte favole, che ora non ci interessa trattare.
Comunque sia, alla crudele tirannia di Zeruano si opposero Titano e
Giapeto, che erano ben decisi ad opporgli resistenza, e che si mossero
contro di lui in assetto di guerra, assieme ai loro eserciti. Infatti Zeruano
pensava gi a mettere sul trono dei suoi nemici, dopo averli sconfitti, i
propri figli, nominandoli tutti quanti re.
Ma Astarte16, loro sorella, si frappose fra i contendenti, costringendoli a
fare la pace.
Titano e Giapeto accettarono il fatto che Zeruano avrebbe regnato su di
loro, ma strinsero fra essi, con un giuramento, un patto, ossia di
ammazzare ogni figlio maschio che sarebbe nato da Zeruano, affinch la
sua stirpe non regnasse per sempre sui loro discendenti.
Ordinarono perci ad alcuni robusti Titani di sorvegliare i parti delle mogli
di Zeruano; essi, rispettando gli ordini ricevuti, avevano gi eliminato due
figlioletti maschi di Zeruano, ma Astarte (sorella, come abbiamo gi detto,
di Zeruano, Titano e Giapeto), assieme alle mogli di Zeruano, riusc a
convincere alcuni Titani a lasciare in vita i prossimi figli maschi di
Zeruano, facendoli poi portare lontano, ad occidente, sul monte chiamato a
quell'epoca Tizenghetz, ed in seguito Olimpo.
15 Zeruano, meglio noto come Zoroastro (Zarathutra, o anche Zarathutra Spitma), il noto mistico iranico,
fondatore della religione zoroastrista, vissuto forse nel IX sec. a.C. (ma la datazione tutt'altro che certa); sulla sua
figura si veda M. ELIADE, Zarathustra e la religione iranica, in Storia delle credenze e delle idee religiose, vol. I,
Rizzoli, Milano 2006.
16 Si tratta di Ishtar, la dea babilonese della fertilit e della guerra.
5. La Torre di Babele
All'epoca in cui tutti gli uomini della Terra parlavano un'unica lingua, si
inizi a costruire una torre altissima, quasi che attraverso di essa fosse
possibile salire al cielo.
Allora gli di scatenarono contro gli esseri umani una terribile tempesta, ed
ogni uomo si ritrov a parlare una propria lingua, incomprensibile agli
altri. Ed ecco perch Babilonia ricevette il proprio nome, che significa
confusione17.
17 L'analogo riferimento di EUSEBIO, Chronicon, riporta relativamente a questo passo di Beroso: Dicono che i primi
abitanti della Terra, che si gloriavano della propria forza e della loro statura e che disprezzavano gli di, stabilirono
di innalzare una torre la cui cima avrebbe dovuto toccare il cielo, nel luogo in cui ora si trova Babilonia, ma quando
essa cominci ad avvicinarsi al cielo i venti vennero in aiuto degli di e rovesciarono l'opera sui suoi progettisti, e si
dice che le sue rovine si trovino a Babilonia; gli di, inoltre, introdussero una diversit di lingue tra gli uomini, che
fino a quel tempo avevano tutti parlato il medesimo linguaggio; una guerra divamp poi fra Crono e Titano, ma il
luogo in cui essi costruirono la torre oggi chiamato Babilonia, a causa della confusione delle lingue, perch gli
Ebrei chiamano la confusione Babel.
Terzo libro
1. Sennacherib re d'Assiria; sue spedizioni e morte
Sennacherib18 [re degli Assiri] si mise alla testa di una spedizione contro
l'intera Asia e l'Egitto 19.
Ritornato poi dalla sua [inconcludente] guerra con l'Egitto e fermatosi
presso Gerusalemme, trov che i reparti del suo esercito affidati a[l
generale] Rapsace erano in grave pericolo, avendoli Dio afflitti con una
grave pestilenza, e nel corso della prima notte dell'assedio erano morti
185.000 uomini con i loro comandanti e ufficiali.
Questa calamit gett Sennacherib in uno stato d'allarme e di terribile
ansiet; temendo che il suo intero esercito patisse un analogo destino,
fugg con ci che rimaneva della sua armata nella metropoli del suo regno
chiamata Ninive20.
Tuttavia, stabilitosi laggi per breve tempo, vi venne assassinato a
tradimento dai suoi figli maggiori, Andromaco e Seleucaro, e in tal modo
ebbe termine la sua esistenza. Fu sepolto in un tempio da lui stesso
edificato, detto Araske. I suoi due figli, successivamente, vennero mandati
in esilio come punizione per l'omicidio del padre, e si rifugiarono in
Armenia.
Gli succedette sul trono Esarhaddon21, che non si cur dei diritti dei figli
maggiori di Sennacherib. In tal modo si concluse la spedizione assira
contro Gerusalemme.
18 Sennacherib (in lingua accadica n-ahhe-eriba cio il Dio della luna ha preso il posto di mio fratello), figlio
di Sargon II, fu sovrano d'Assiria dal 705 al 681 a.C. Condusse due spedizioni contro l'Egitto e il regno di Giuda, ma
entrambe si conclusero con un nulla di fatto, come narra Beroso. Sulla sua spedizione contro Gerusalemme si veda
R.W. GALLAGHER, Sennacherab's campaign to Juda: New Studies, Brill Press, Boston 1999.
19 Nel testo di Giuseppe Flavio, da cui riportato questo passo di Beroso, vi a questo punto una lacuna nel testo; nel
brano perduto era narrata la campagna assira contro l'Egitto.
20 Nei pressi dell'odierna Mossul, in Iraq.
21 Esarhaddon fu re d'Assiria dal 681 al 669 a.C.
2. Re Nabonassar di Babilonia
22 Nabonssar (in lingua babilonese Nab-nir cio il dio Nabu il protettore), fu sovrano di Babilonia dal 747 al
735 a. C. Dalla sua salita al trono i Babilonesi fissarono un punto di partenza per il loro calendario.
3. La distruzione del Tempio di Gerusalemme
23 Nabucodonosor II , il notissimo re di Babilonia, costruttore dei celebri giardini pensili e distruttore di Gerusalemme,
che regn dal 604 al 562 a.C. Sulla sua figura si veda D. ARNAUD, Nabucodonosor II. Re di Babilonia, Salerno
Editore, Roma 2005
24 Nel 586 a.C. Durante la distruzione del Tempio scomparve anche l'Arca dell'Alleanza, costruita ai tempi di Mos per
ospitare le Tavole dei Dieci Comandamenti.
4. Nabucodonosor re di Babilonia
28 Il nome corretto Amil-Marduk, conosciuto nella Bibbia come Evil-Merodac, regn dal 562 al 561 a.C.
29 Conosciuto anche con il nome di Nergal Sharezer, regn su Babilonia dal 561 al 556 a.C.
30 Il nome esatto era Labashi-Marduk, regn per pochi mesi nel 556 a.C.
31 Ultimo re di Babilonia, regn dal 555 al 539 a.C.
32 Citt babilonese situata a 18 km a sud-ovest di Babilonia, conosciuta anche con il nome di Birs-Nimrud.
33 Regione dell'antica Persia (oggi Kerman, in Iran).
6. La profezia di Nabucodonosor
Nella sua Storia degli Assiri, Abideno (che aveva letto queste righe
nell'opera di Beroso) tramanda un frammento dello storico Megastene, il
quale dice che Nabucodonosor era divenuto pi potente di Ercole e volle
invadere la Libia e l'Iberia34; dopo aver sottomesso tali regioni ed imposto
loro un tributo, egli estese i suoi domini sugli abitanti delle rive a destra
del mare. Inoltre, i Caldei raccontano che, mentre rientrava nel suo
palazzo, Nabucodonosor venne posseduto da un dio e si mise a gridare: O
Babilonesi, io, Nabucodonosor, profetizzo per voi una imminente
disgrazia, che n il mio antenato Belo35 n la sua regina Belti possono
evitare, convincendo il Destino a prendere unaltra direzione. Allora, verr
un mulo persiano36 che, con laiuto dei vostri stessi di, vi imporr il giogo
della schiavit: lautore di ci sar un Medo37, il pazzo orgoglio degli
Assiri. Prima che i miei sudditi vengano cosi traditi, che il mare lo accolga
in un vortice e che il suo ricordo sia per sempre cancellato, oppure che sia
costretto a vagare nel deserto, deve non vi traccia di citt n di uomini, e
che rimanga cosi in esilio solitario fra rocce e caverne, dove conoscer
solo bestie e uccelli. Quanto a me, mi sar concessa una fine pi gloriosa
prima che egli abbia concepito tali disgrazie.
Dopo aver profetizzato ci, Nabucodonosor mor; gli succedette suo figlio,
Evilmaloroco, che fu ucciso da un suo congiunto, Neriglissar, il quale
lasci poi il posto a suo figlio, Labassoarasco. Anche questi mor di morte
violenta, sicch si decise di nominare sovrano Nabonedo, che non aveva
rapporti di parentela con la famiglia reale, Durante il suo regno, Ciro prese
Babilonia e releg il re babilonese in Carmania.
Alessandro marciava dunque verso Babilonia quando Mazeo 39, che dal
campo di battaglia40 si era rifugiato in questa citt, gli si fece incontro, in
atteggiamento supplichevole, con i figli gi adulti, per consegnare se stesso
e la citt. Il suo arrivo fu gradito ad Alessandro, giacch l'assedio di una
citt cos fortificata gli sarebbe costato grandissima fatica. Inoltre
sembrava che quell'uomo, illustre e valoroso, la cui fama era aumentata
nella recente battaglia, avrebbe spinto con il proprio esempio anche gli
altri ad arrendersi. Alessandro lo accolse dunque benevolmente assieme ai
suoi figli, tuttavia schier in ordine di battaglia la colonna da lui
comandata e impart ai suoi [Macedoni] l'ordine di entrare in citt.
Molti Babilonesi si erano accalcati sulle mura, desiderosi di conoscere il
nuovo re, ma pi numerosi ancora furono quelli che gli uscirono incontro.
Fra costoro si trovava Bagofane41, comandante [persiano] della rocca e
custode del tesoro reale; egli, per non sembrare meno zelante di Mazeo,
aveva fatto cospargere l'intera strada di fiori e di ghirlande. Da ambedue i
lati erano disposti altari d'argento, su cui aveva fatto collocare non
solamente dell'incenso, bens ogni variet di profumi.
Dietro di lui venivano condotti, come dono, greggi di pecore e di cavalli,
preceduti da leoni e da leopardi trasportati all'interno di gabbie. Venivano
poi i Magi, intenti a salmodiare i loro inni tradizionali, quindi i Caldei e,
oltre agli indovini babilonesi, anche i musici di Babilonia con la lira del
loro paese. I primi avevano il compito di cantare le lodi del re, mentre i
Caldei avevano quello di rivelare i movimenti degli astri ed il regolare
avvicendarsi delle stagioni. Venivano per ultimi i cavalieri babilonesi con
ornamenti che indicavano pi una raffinata sontuosit che una vera e
propria grandezza.
Il re, circondato dai suoi soldati, ordin alla folla degli abitanti di marciare
dietro alle ultime file della sua fanteria. Egli, salito su un carro, entr in
Babilonia e quindi nel palazzo reale. Il giorno successivo ispezion le
suppellettili e l'intero tesoro di Dario.
Ma ecco che la bellezza stessa della citt e la sua antichit attirarono, non
senza ragione, non soltanto gli sguardi di Alessandro, ma pure quelli
1) Fonti antiche
2) Studi moderni
Libri e articoli
D. ARNAUD, Nabucodonosor II. Re di Babilonia, Salerno Editore, Roma 2005
J. BLENKINSOPP, The Pentateuch: An Introduction to the First Five Books of the Bible, Anchor
Doubleday, New York 1992
M. ELIADE, Zarathustra e la religione iranica, in Storia delle credenze e delle idee religiose, vol.
Rizzoli, Milano 2006
F.M. FALES, L'Impero Assiro, Laterza, Roma-Bari 2001
I. FINKELSTEIN E N.A. SILBERMAN, La Bibbia tra storia e mito, Carocci, Roma 2002
G. FURLANI, Enciclopedia Italiana, s.v. Beroso, Treccani, Roma 1930
R.W. GALLAGHER, Sennacherab's campaign to Juda: New Studies, Brill Press, Boston 1999
F. HROZNY, Oannes, Dagan un Dagur, MVAeG, 5, 1903, pp. 94-106
T. JACOBSEN (a cura di), Sumerian King List, University of Chicago Press, Chicago 1939
M. JURSA, I Babilonesi, Il Mulino, Bologna 2007
A. KUHRT, Berossus's Babyloniaca and Seleucid Rule in Babylonia, in A. KUHRT, S. SHERWIN-WHITE
(a cura di), Hellenism in the East, University of California Press, Berkeley 1987
F. LENORMANT, Essai de commentaire des fragments cosmogoniques de Brose, Maisonneuve et Ce,
Paris 1871
M. LIVERANI, Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele, Laterza, Roma-Bari 2003
M. LIVERANI, Antico Oriente, Laterza, Roma-Bari 20037
K. MEISTER, La storiografia greca, Laterza, Roma-Bari 2004
J. OATES, Babilonia, ascesa e decadenza di un impero, Newton & Compton, Roma 1988
G. PETTINATO, Babilonia, centro dell'universo, Milano, Rusconi, 1988
G. POZZOLI, F. ROMANI, A. PERACCHI, Dizionario Storico-Mitologico di tutti i Popoli del Mondo,
Stamperia Vignozzi, Livorno 1824
K. RADNER, E. ROBSON (a cura di), The Oxford Handbook of Cuneiform Culture, Oxford University
Press, Oxford 2011
P. SCHNABEL, Berossos und Kleitarchos, Teubner, Leipzig 1912
P. SCHNABEL, Berossos und die babylonisch-hellenistische Literatur, Teubner, Leipzig-Berlin 1923
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