22 URBINO E PROVINCIA DOMENICA 7 MAGGIO 2017

IL PERSONAGGIO SCOMPARSA A 92 ANNI LA GOVERNANTE DEL FILOSOFO. ACCOLSE IL FIGLIO DI ALDO MORO DOPO IL DELITTO

Addio a Lina Serafini, per una vita vicina a don Italo Mancini
URBINO
TESTIMONI che se ne vanno in
silenzio, gli anziani di un centro
storico di Urbino che si spopola di
anima, prima che di anime. Qualcu-
no di loro era anche pi speciale, se
come Lina Serafini, che se n anda-
ta qualche giorno fa a 92 anni, uni-
va nella propria biografia lanima
popolare della citt a quella pi col-
ta e non solo. Suo marito, Dorino
Doro Luccarini, era un
trait-dunion tra la citt e la campa-
gna. Tre giorni della settimana an-
dava per le campagne a vendere
ogni sorta di bene di prima necessi-
t e ne riportava uova e galline che
rivendeva in piazza delle Erbe. Ma
gran parte del suo tempo Lina lo
Don Italo Mancini (1925 - 1993)
dedicava a uno dei grandi figli do-
nati alla cultura del Novecento da
queste terre, don Italo Mancini, del
quale stata donna di casa per de-
cenni, fin dagli anni 60, prima in
via Veterani, dove il filosofo abita-
va con i genitori, poi in via Saffi
allultimo piano di Casa Vecchiotti
e infine in via Piave. Condivise tut-
ta la sua vita urbinate. Per don Ita-
lo faceva un po di tutto racconta
la figlia Lorena le pulizie quotidia-
ne come pure la centralinista, la
cuoca, la segretaria, lassistente agli
studenti che lo andavano a trovare
e che spesso soffrivano la lontanan-
za da casa e dalla famiglia. Per lei
non cera orario e a volte restava il
giorno intero, se cera bisogno, spe-
cie quando arrivavano ospiti impor-
tati come il figlio di Aldo Moro,
che venne a trovarlo poco tempo
dopo lomicidio del padre. Molto
spesso mi portava con lei, ricordo
che dalla sua finestra si vedevano il
mare e il mio asilo in via Valerio.
Penso che da don Italo abbia raccol-
to la sua serenit del vivere, tanto
che la chiamavano tutti la donna
del sorriso: per lei il bicchiere era
sempre mezzo pieno e dava gioia a
tutti anche se lavorava tutto il gior-
no con grande disponibilit, forse
anche troppa. Rest vicino a don
Italo fino allultimo: ricordo che al
ritorno della salma a Urbino cera-
vamo solo io e lei. Dunque, ora
che Lina non c pi forse il mo-
mento di porre accanto alla storia
dei grandi anche quelli degli umili
che ne consentono la grandezza.
Per dirla con Brecht: Tebe dalle
sette porte, chi la costru? Ci sono
solo i nomi dei re, dentro i libri. Ce-
sare sconfisse i Galli, ma non aveva
con s nemmeno un cuoco?. Lina Serafini, morta giorni fa a 92
Tiziano Mancini anni, per anni vicina a don Mancini

Alla replica di Divinissimo uno scroscio di applausi ed elogi

URBINO
E TORNATO in scena al teatro San-
zio di Urbino per la seconda volta, Di-
vinissimo. Lo spettacolo che ha aperto
ufficialmente le celebrazioni raffaelle-
sche di questanno lo scorso marzo, ha
fatto il pieno di pubblico anche giove-
d sera. Prodotto dal Centro teatrale
universitario Cesare Questa di Urbi-
no e dallAccademia Raffaello che a fi-
ne spettacolo ha omaggiato la compa-
gnia con un attestato di stima. Tra il
pubblico tante presenze delluniversi-
t, dal magnifico rettore Vilberto Stoc-
chi, ai professor Mauro Magnani, Gior-
gio Calcagnini, Stefano Papa. E poi
lassessore regionale Loretta Bravi,
che ha espresso parole di apprezzamen-
to e ammirazione per autore del testo,
rega e per tutta la compagnia. Divinisi-
smo un omaggio al grande Raffaello
Sanzio, ma il Maestro da Urbino non
appare mai nei due atti dello spettaco-
lo. La sua una presenza comunque
forte. Scritta e diretta da Michele Pa-
gliaroni, direttore artistico del CTU la
rappresentazione ha visto impegnati
giovani attori dallindiscusso talento:
Giulia Parenti, Daniele Targhini, Lo-
renzo Benedetti, Riccardo Ciocci, Um-
berto Brunetti, Andrea Milano. La sto-
ria esilarante, romantica e con risvolti
tragicomici, non tocca direttamente la
vita del divinissimo pittore ed am-
bientata a Roma nel 1518, nella botte-
ga che si affaccia su quella di Raffaello,
quella di Sebastiano del Piombo, cadu-
ta in disgrazia dopo larrivo del mae-
stro urbinate. Ora si spera che lo spetta-
colo arrivi in altre citt italiane per far
meglio conoscere ai giovan il mito di
Raffaello.
Francesco Pierucci
Nelle foto, lo spettacolo, Luigi Bravi con
Michele Pagliaroni, Monica Bravi, las-
sessore Loretta Bravi e il rettore Vilberto
Stocchi