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Figure, idoli e maschere

1) Il simbolo plastico

Il simbolo oggi studiato nei termini del linguaggio attraverso modelli


linguistici, con teorie generali che per privilegiano un linguaggio particolare.
Per Creuzer non esiste altro simbolismo religioso di quello dellimmagine
plastica, che ci permette di raggiungere il divino attraverso una forma sensibile
in un solo istante (nel mito il divino ci appare dopo una serie di istanti). Per
Cassirer limmagine coglie il Dio nella sua presenza vivente immediata, ma
anche una rappresentazione particolare di ci che dovunque e sempre,
rappresenta un essere in una forma che lessere ogni volta sorpassa e la fa
apparire limitata. Il simbolo religioso implica la presenza dentro di se del
referente, cio la potenza divina, che cos comunica con gli uomini. Ci avviene
tramite il linguaggio che ha funzione mediatrice.
Per Creuzer lantropomorfismo della statuaria greca lunica figurazione
capace di risolvere la tensione finito e infinito. I greci usarono diverse forme per
rappresentare il divino, ma ci non costituisce un progresso, bisogna invece
capire perch privilegiare una o laltra. Lalto arcaismo greco non ha creato dal
nulla solo il linguaggio delle forme plastiche e la categoria della figurazione, ma
li ha sviluppati in un percorso originale.
Kolossos: appare nellAgamennone di Eschilo associati al fantasma e alle
apparizioni nel sogno di Elena, che provocano nostalgia amorosa in Menelao,
dato che provocano assenza nella presenza. Ci viene paragonato al lutto delle
spose argive. Oltraggiare un cadavere significa distruggere tutti i valori del
defunto, cossich che perda ogni tipo di umanit e il suo statuto di morto,
diventando assenza e vuoto. Luomo rimane solo attraverso la sua fama e il
mnema; il kolossos, la stele e il sema producono presenza nellassenza. Si crea
un parallelo fra la psiche invisibile e inafferrabile, un sogno, una chimera e il
kolossos, consistente, freddo e presente, che rappresenta lalterit attuale del
morto, toccabile, ma con vuotezza docchi e senza amore.

2) La figura dei morti

La psiche, essendo una cosa dellaldil, quando si manifesta, si mostra come


doppio e fantasma del corpo, pur rimanendo un nulla materialmente. Il
kolossos presente fisicamente, ma vuoto spiritualmente, evoca lassente
mostrandone le differenze, dato che almeno fino al VI a.C. rimane una forma
non iconica.
In Omero eidolon= fantasma prodotto da un Dio, limmagine di sogno, i
fantasmi dei defunti. In Pindaro eidolon il doppio delluomo vivente, di origine
divina e capace di sfuggire alla distruzione. In Platone eidolon sono i corpi dei
morti, diversi dalle psiche, che sono le uniche e vere realt dellessere.
Limmagine diviene cos artificio e finzione. Nella tragedia eidolon qualifica gli
esseri svuotati della loro forza e sostanza, che hanno solo unapparenza di vita.
Raffigura ci che ritenuto reale stabile e sicuro, ma in realt vuoto e
inconsistente. Cos Edipo. Per Erodoto= spettro, immagini artificiali fabbricate
dalla mano delluomo. Leidolon non produce piacere, ma rimpianto nostalgico.
Leidolon il doppio di un corpo, per nella forma soprannaturale, la statua
rappresentazione fiurata della pura apparenza visibile.
Il pothos il ricordo del defunto, ci che impedisce di distrarsi, distogliendo lo
spirito dalla rimembranza. Cos Achille per Patroclo. Cos in Odissea Menelao
per Odisseo. Solo con un filtro magico e con il ricordo delle azioni gloriose del
defunto la nostalgia scompare. Si ha una netta separazione fra ricordo
collettivo e lutto individuale. Per quando si passa da memoria individuale a
collettiva, attraverso la definitiva formazione dello status di defunto, allora ci
provoca ammirazione e invidia pi che dolore e lamento, dato che rappresenta
gloria, virt e bellezza. Il canto di Femio a Penelope provoca in lei dolore
dellassente, ma in noi lettori diviene dimenticanza del lutto. Il pothos nei
funerali serve per attuare questo passaggio, dopo esser passati da una
situazione intermedia. Solo grazie alla purificazione lutto e rimpianto si arriva
alla lode Il canto epico il coronamento di questo passaggio, messo in atto gi
durante il funerale.
C un nesso fra lutto e alleanza matrimoniale nella parola kedos. La morte di
un uomo, passando dal gruppo ristretto familiare alla comunit, ne segnala
limmortalit. Dopo epos la citt si occupa di immortalare nella memoria
lindividuo valoroso concedendo onori e omaggi ufficiali. Ad Atene per esempio
cos i morti per la citt diventano cittadini puri, ricordati nel loro kleos,
immortalati come parte dellidea astratta di Atene. Lo mnema collettivo e
egualitario. La rappresentazione raffigurata avviene quando gi i valori
aristocratici si sono uniti a quelli della citt nella figura delloplita. In tal caso si
ha una sfida fra gene, questo il momento di congiungimento fra lode
individuale dellepos e ricordo anonimo della citt.

3) La figura dei morti II

La poesia col tempo non viene fatta nei confronti di un uditorio, ma diviene
scritta e verso tutta la citt. Il poeta viene inoltre ingaggiato da un privato e
verso lui innalza le sue lodi ccomprate )poesi commemorativa). Si celebra un
uomo vivo, paragonandolo al passato eroico, in modo che esso venga
presentato, dato che ci sono nel caso anche altri modi per conoscerlo; ci
differente rispetto allepopea, dove lepos lunico mezzo per conoscere le
gesta degli eroi. La parola non creatrice ne imitatrice nellepos, ma d luce a
qualche cosa che senn rischierebbe di finire nelloblio. In tal senso la stele e il
kouros son pi vicine allepos, dato che sono ricordo e lode di un morto. La
parola ingannatrice, pu creare dolo mostrando il falso, cos come le azioni
del guerriero possono essere astute per venir ricordato; sta al poeta quindi
elogiare in maniera proporzionata rispetto alle azioni compiute, senza
esagerare ne per eccesso ne per difetto. Il poeta commemorativo d la fama ai
suoi amici, a coloro che sono agathos aner non sempre, dato che solo gli Dei
possono esserlo perennemente, ma molto s, facendoli entrare nella memoria
degli uomini come esemplari. Le virt richieste sono quelle tipiche di un buon
cittadino, basta che non abbia compiuto azioni indegne e turpi. La poesia
commemorativa non conferisce bellezza a chi non la possiede ne porta gli
esseri verso una nuova dimensione, ma celebra lesemplarit nellambito della
comunit civica.
Come succede a Sparta, se non presente la spoglia di un corpo necessario
costruire un eidolon che lo presentifichi, non per creare unillusoria
somiglianza, ma per formare un sostituto. Esistono casi di figurine che
raffigurano un essere vivente per destinarlo alla morte; esse non hanno nulla
del ritratto, ma funzionano come doppio e per farlo devono avere dei tratti un
minimo riconoscibili. Si usa perci per lo scambio una comunanza di valore (Es.
Achille con corpo di Ettore) o una identit nella dimensione. Erigere una statua
pu avere valore di riscatto, cos come avviene per gli arconti ateniesi. La
statua ha valore di sostituto del morto in maniera equivalente, ma daltra parte
traduce una nuova modalit dessere del morto, cio il fatto che il defunto
sparisce per sempre dalla luce del sole. La bellezza della statua prolunga la
bellezza del defunto

4) La figura degli dei: Gorgo

Compare nel VII, frontale, mostruosa fra lumano e il bestiale fra il terrificante
e il grottesco. Le associato il cavallo o come sua emanazione o come piccolo
che nutre o come progenie o come animale che cavalca. In battaglia
raffigurata negli oggetti come mezzo di terrore puro, un prodigio spaventoso
con occhio e sguardo terribili. Produce un grido acuto e disumano, simile a
quello dei morti nellAde, digrignano i denti. Da Esiodo sono collocate nellAde,
atte a impedire lingresso a coloro a cui non permesso entrare. Sono il
simbolo di alterit, vedendole un uomo si trasformerebbe in un morto, in un
essere vuoto e senza forza. Le tre Gorgoni sono figlie di Forco e Ceto, mostri
che generano mostri, abitatori di terre lontane dagli dei e dagli uomini, spesso
in luoghi di confine a mo di spaventapasseri. Ci sono Le graiai, le vergini canute
sin dalla nascita, Echidna met donna met serpente, madre di Orto e Cerbero.
Il flauto lo strumento della Gorgone, creato da Atena per ricreare i suoni
provenienti dalle bocche e dai serpenti dello Gorgoni, tanto che suonando tale
strumento si rischia di diventare come la Gorgone (Vedi storia Atena e Marsia).
Il flauto crea suoni diversi da quelli poetici e estranei alla parola umana, inoltre
suonando il volto del flautista si deforma fino a diventare simile alla Gorgone;
non aumenta lintelligenza, ma ha funzione orgiastica, non istruisce, ma
purifica- La Gorgone fa quello che Mormo, Lamia, Empuse e Gelo fanno ai
bambini, fa provoca terrore e sfigura il volto. Quando un uomo preso dal
furore, come quello nelle Baccanti di Euripide, somigliando alla Gorgone,
diventa un danzatore dei morti, un baccante dellAde, che danza perch
perseguitato da un defunto, un demone punitore, venuto per vendicarsi. Cos
avviene a Oreste dopo luccisione della madre, il cui alastor, fanstama lo
perseguita conducendolo alla pazzia. Dea importante Prassidice, un daimon
che conduce alla fine, assimilata alle Eumenidi, chi entra nel suo tempio e giura
alla leggera non essendo puro diventa pazzo; una dea-testa e collegata
allacqua dello Stige, la dove giurano gli Dei e che uccide ogni essere ne pu
essere contenuta in nessun materiale, e della fonte Tilfussa, mortale per gli
uomini. Simile Demetra Cidaria, dea mascherata, che garantisce linviolabilit
dei patti, legata al mondo infernale e al termine kidaris, che pu essere
lacconciatura della maschera e anche danza dellerranza. Vicino alla fonte
Tilfussa e allerinni Tilfussa Demetra Erinni di Telfusa, che ha due aspetti uno
furioso simile alle Erinni e uno calmo, chiamata la Bagnata, perch si immerge
nelle acque del Ladone. A Figalia esiste inoltre Demetra Mlaina, chiamata
anche la Padrona. Si trova nella sua forma furiosa seduta con testa e capelli di
cavallo, da cui escono serpenti. Con la Gorgone ogni schema e divisione si
confonde, non c pi distinzione fra brutto e bello, giovane e vecchio, uomini e
dei e bestie etc. La mostruosit della Gorgone pu essere affrontata solo
frontalmente, entrando cos nel campo della sua fascinazione divina in cui
ognuno rischia di perdersi. Guardandola si subisce una possessione e si esce
fuori di se. La maschera della Gorgone il doppio di voi stessi, come
unimmagine nello specchio, ma un semplice riflesso e realt dellaldil di voi
stessi, che vi trasformate in pietra grazie a uno sguardo, il cui splendore
quello della notte.
Baubo uno spettro, unorchessa, ma anche colei che con le sue facezia riesce
a far ridere Demetra in lutto, grazie a un sesso mascherato da volto. Baubo
agisce nel mondo visivo, Iambe, in un'altra versione, usa battute licenziose
durante le Tesmoforie tramite canto satirico, invettiva e derisione. I capelli degli
spartani sono lunghi per essere simili a quelli della Gorgone, cos da consacrare
il loro nuovo stato usciti dallefebia. Da Plutarco ci collegato alla battaglia fra
due guerrieri di Sparta e Argo, chioma lunga segno di terrore e vittoria, rasata
di sconfitta. La chioma lunga simbolo di mascolinit, per questo a Sparta si
rasa il capo delle donne in procinto di sposarsi per evitare che una maschera di
Gorgone e ci che selvaggio e non domato danneggino il matrimonio. Lo
specchio lo strumento per conoscersi a patto di separarsi sdoppiandosi. Esso
rappresenta la luminosit seducente della bellezza, rivela il vero, ma
apparenza, congiunge il vero e il falso, il chiaro e lo scuro lapparenza e
lautenticit, porta allautofascinazione. In Platone esso fa parte del delirio
erotico, vedendo lamato ci troviamo come di fronte a un Dio, vediamo in esso
non solo noi stessi ma anche la Bellezza, cos lamore diventa immortale
soltanto procreando, diverso dai due amati ma in parte uguale a ciascuno di
essi. In Aristofane invece con il mito delle due met lamore principale
omosessuale trova per Platone giustificazione soltanto dal momento che
genera nellanima altrui bei discorsi e belle virt.
Mito Narciso e Eco, innamorata di lui. Narciso ama se stesso e non potr mai
appagare il suo desiderio di amore, dato che non potr mai riuscire a riunirsi
allaltro se stesso, cos come dovrebbe avvenire in amore. Lamore verso laltro
amore di s, ma se si ama laltro come doppio di s non si ottiene nulla,
bisogna invece decifrare lestraneo nel profondo, capire il radicalmente
lontano, solo cos si pu fondare il valore erotico. Fondamentale lo specchio di
Dioniso, che produce sia la molteplicit, insita in lui, ma anche lunit. Cos
venendosi nello specchio un uomo si smembra e va a conoscere laltro da se,
ma poi deve compiere il percorso inverso.

5) La figura degli dei II: Artemide e le maschere

E la signora del mondo selvaggio, abita i monti, ma anche zone liminari,


limitrofe e di confine (da qui lepiteto Limnaia) come porti e acquitrini, laddove
si stabilisce il contatto con lAltro. Lei insegna lincertezza delle frontiere e la
necessit di rispettarle. Si onora la Dea in quanto permette di connettere due
universi separati, garantendo un equilibrio che per non assicurato.
Artemide una cacciatrice, lei ha una relazione con gli animali che uccide. La
caccia un rito iniziatico per il ragazzo che lo porta verso la ferinit, pur
sempre rimanendo entro certi limiti imposti dal fatto che viene esercitata in
gruppo con regole ferree (solo se le regole non vengono rispettate i cacciatori
diventano completamente bestie). Artemide protegge i cuccioli. Ha un
collegamento con gli animali selvaggi (ci si ricava dalle offerte da darle sia nei
miti dal fatto che le sue compagne diventano animali selvaggi). La vittima
preferita la capra, che oscilla fra domesticit e selvatichezza. Arriano ci parla
di un suo santuario in cui possono essere cacciati soltanto gli animali poi
sacrificati alla Dea, creando cos ambiguit. Sacrificio a Artemide Lafria a
Patrasso e a Artemide Elapheblia di Iampoli con aition la disperazione
focese. Mito di Atlanta e suo rifiuto di legame coniugale; Callisto e il suo
rapporto prematrimoniale con Zeus; Polifonte e la sua unione con un orso. Tutte
e tre trasgrediscono le frontiere. Atlanta viene esposta dal padre che voleva un
figlio e viene plasmata dallorsa che la nutre, viene punita perch vuole
rivaleggiare con Artemide e non accetta il telos del matrimonio, e quando lo fa
troppo tardi, cos che non si possa pi distinguere la sua parte di fanciulla e di
donna e diventa una bestia, divenendo attiva partecipe della caccia. Callisto
punita per non aver accettato il mondo virginale della Dea, cos Polifonte fa
provare orrore a Artemide per il suo gesto.
Artemide responsabile della crescita dei giovani, che conduce fino alla soglia
della maturit. Ha posizione centrale nei riti prepuziali e prepara i giovani alla
vita sociale, li addomestica portandoli in un mondo selvatico, con il fine di
inquadrarli nella famiglia e nella citt. Il rapporto sessuale sancisce il
cambiamento di status, ma anche rimane una cosa selvatica, che fa paura, pur
essendo addomesticato allinterno del matrimonio ( quando non lo Artemide
agisce come punitrice, essa permette una corretta articolazione fra matrimonio
e castit, sessualit e ordine sociale, vita selvaggia e civilizzata, evitando la
devianza per difetto o eccesso).
Artemide Locha: presiede al parto con funzioni generali, in quanto lesito
dellunione sessuale, simbolo del selvaggio e perch si produce un
animaletto, che la dea deve custodire, e perch il parto si gioca allinterno della
donna come una guerra ineguale come la caccia. Attraverso il parto si
completa il processo da vita selvaggia a una socialit piena e totale.
Artemide inoltre invocata nelle situazioni critiche come salvatrice e guida,
agisce quando una citt supera i limiti imposti dalla guerra, salvando gli
svantaggiati attraverso manifestazioni soprannaturali (dopo aver fatto sacrifici
nei suoi confronti), agli uni apportando accecamento, agli altri iperlucidit.
Esempi Atene contro i barbari e Trasibulo contro i Trenta tiranni. Idem nel 279
durante attacco Galli di Brenno a Delfi. A Sparta si sacrificava correntemente a
Artemide Agrotera una capra dinanzi alle truppe prima della battaglia, per
votare le truppe al massacro. Si fa non appena i due eserciti si possono vedere,
da un tale che si trova in mezzo ai due eserciti in un punto liminare, in un
tempo liminare fra pace e guerra. Il sacrificio d lavvio alla guerra e permette
che la schiera oplitica rimanga in ordine e non cada nel disordine del massacro.
Esempio di violenza e rapimento di donne quello dei pelasgi verso le donne
ateniesi, che producono figli illegittimi e quindi minore, ma essendo di stirpe
ateniese migliori. Andati a Sparta si riproducono con le donne spartane,
producendo ottimi figli, ma anchessi senza diritti, fuggono di nuovo fino a
arrivare a Creta perdono lo Xoanon preso a Atene e solo dopo aver perso
lancora la loro erranza finisce.
Xoanon di Artemide dalla Tauride, dove si trova? Per Euripide a Halai, per
Pausania a Sparta (era lOrtia lacedemone). E una figura di culto primitiva,
fabbricata dagli Dei, estranea (in quanto barbara) e pericolosa, vicina al divino,
dato che chi la tocca impazzisce, chi lo possiede costretto allerranza. E
vicino alla maschera dato che vedere la potenza del dio significa essere invasi
da una potenza estranea, posseduti da delirio che se non distrugge, trasforma
dallinterno.
Artemide la dea dei giovani che stanno per varcare il confine verso la
condizione di adulti, questo sia attraverso leducazione sia attraverso aspetti
devianti e di alterit, per ritualizzati e regolarizzati. Artemide Triclaria a
Patrasso su rito di pannachys (bagno rituale) riferito a Artemide e Dioniso, con
causa eziologica il rapporto fra Cometo e Melanippo, conseguente sacrificio
umano a causa delle loro colpe e fine solo grazie a oracolo di Delfi (erranza di
Eurifilo con statua di Dioniso). Per Artemide Taurica vengono immolati dai tauri
gli stranieri, fra cui anche i greci, per rifiuto della mescolanza e per mancanza
di ospitalit e ostilit, che vengono cacciati come prede. Cos quando Artemide
diventa greca esprime la capacit della cultura di integrare lestraneo, di
assimilare laltro senza inselvatichirsi (vedesi dibattito fra Apollonio e Tespesio).
Artemide esige sangue umano. Analogia fra matrimonio e morte. A Munichia e
Braurone durante arkteia bambine dovevano mimare lorsa (non era per
selvatica). In questa situazione si doveva fare un sacrificio di una capra, ci
deriva dalla storia di Baros, eroe di Munichia.
Ad Atene tutte le donne prima di sposarsi devono indossare la crocota e
mimare lorsa, fra i 5 e i 10 anni. I 5 anni sono let di separazione dai maschi e
il rituale dellorsa pu servire a tale scopo. Ci dovuto al mito di unorsa
selvatica addomesticata, che per graffia una bambina impudica. Lorsa
uccisa, per placare la Dea rito: sotto la forma di un rito le bambine giocano a
fare lorsa, affinch la bambina ancora in et selvaggia sia addomesticata.

6) La figura degli dei III: Dioniso

E rappresentato frontalmente con gli occhi spalancati e fissi sullo spettatore.


Ha statue di culto antropomorfe e una maschera in legno o pietra
In Attica per lui feste nel V a.C. a carattere civico, svolte pubblicamente
secondo il rito. Vi partecipano anche gli schiavi. Vi era personale religioso
specializzato e riti segreti. Matromonio della baslinna con il dio, come mezzo di
unione del Dio con la comunit in una sorta di integrazione divina nellordine
religioso collettivo. Accanto vi si trovano donne sia calme sa agitate e danzanti
(Menadi), lunica presenza maschile quella dei Satiri. Luomo per avere
contatti con il Dio deve divenire qualcosa diverso da se, passando alla sua
natura selvaggia. Durante il kosmos con musica, danza, vino e ebbrezza
possono vedere comparire Dioniso, per devono sempre allontanarsi dal loro
abito, atteggiamento e dalle loro norme e condotte usuali.
Le Baccanti di Euripide una tragedia particolare in quanto Dioniso ne il
protagonista, che mostra la sua epifania. Si mostra per in una maniera
ambivalente che lo proclama e lo dissimula, si presenta come straniero lidio e
come dio con gli stessi vestiti e la stessa maschera. Si tratta di una condanna
del dionisismo o di una conversione del poeta? A Atene nel V a.C. nel
Dionisismo non presente una tendenza ascetica ne il rifiuto della vita terrena,
ne prospettiva escatologica, ma tutto si gioca nella ricerca nella vita presente
di una alterit, il tutto allinterno di un contesto ritualizzato sotto le norme e i
valori propri della cultura. Egli essendo semidio che vuole diventare Dio ha il
compito di confondere le frontiere fra divino e umano, fra umano e bestiale e
fra qui e aldil. Egli pu portare coloro che lo accettano verso una idilliaca et
delloro, pu condurre coloro che lo rifiutano verso la confusione caotica di un
orrore terrificante. Dioniso irrompe sempre allimprovviso, come se sorgesse
dallaltrove, dallalterit. Egli nella tragedia protagonista e organizzatore dello
spettacolo. Lui vuole essere visto, ma rimane mascherato, celato dunque allo
sguardo di tutti coloro che credono solo a ci che vedono. La trance
collettiva, dato che si sviluppa allinterno di un tiaso, ma anche individuale,
ogni partecipante vede infatti da solo il Dio e partecipa senza preoccuparsi
della coreografia generale. Dioniso rompe la demarcazione netta, che cerca di
imporre Penteo, lasciando la sua identit in una situazione liminare, in un
universo differente rispetto a quello in cui il re cerca di inquadrarlo. Le parole
chiave sono quelle legate alla vista, legato al rapporto visione chiara e
sfuggevole/sfumata. La maschera affascina, ma vuota e cava, segna
lassenza, permette di estraniarci dalla vita quotidiana. Dioniso dunque sia
maschio che femmina, sia giovane che vecchio, sia lontano che vicino, sia
greco che barbaro, sia furioso e pazzo che saggio, sia nuovo Dio che dio
ancestrale, sia selvaggio che civilizzato. Il suo simbolo il vino (paragone con il
grano di Demetra), che ambiguo, dato che pu portare a una forza selvaggia,
ma anche apporta alla vita quotidiana un aspetto soprannaturale, gioioso e
festivo. Il suo un culto iniziatico, per questo Penteo quando cerca di vedere il
tiaso deve essere punito. Dioniso per non vuole che il rito sia solo
appannaggio di una comunit ristretta, vuole che lintera citt lo veneri
ufficialmente. Cos se non si accetta lalterit, laltro si mostra nella forma del
Medesimo come caos e come espressione orrida.

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