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de Rome
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6 Cfr. G. Marchetti Longhi, Circus Flaminius, Mem. Line. s. V, XVI, 1923, p. 621 ss.
(spec. 649 ss.); il circo aveva delle metae, Varr, loc. cit.
7 F. Coarelli, II tempio di Diana in circo Flaminio e alcuni problemi connessi, in DdA,
II, 2, 1968, p. 191 ss. (spec. 202 ss.).
8 Sul tempio dei Castori in circo, Vitr. IV, 8, 4.
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sviluppo del circo Flaminio, addursi a prova del suo estendersi altrove9.
Ha dunque ragione, sembra, chi interpreta il summus circus ovidiano, come
il lato opposto, e quindi il pi distante, rispetto al punto di partenza delle
gare 10; in ogni caso, un riferimento alle strutture stesse del circo sembra
da escludere.
9 G. Marchetti Longhi, Nuovi aspetti della topografia del... Campo Marzio, in MEFR,
82, 1970, 117 ss.
10 Recentemente: F. Coarelli, II tempio di Bellona, BCom, LXXX, 1968/67, 37 ss. (spec,
p. 49 ss.); M. Guarducci, in RendPontAcc, XLII, 1969/70, pp. 220 ss.; Marchetti Longhi, art. cit.,
p. 144 ss.; diversamente, in accordo alla sua idea, Wiseman, p. 15 (summus circus = the edge
of the Circus ).
11 A. V. Domaszewski, Die Triumphstrasse auf dem Marsfelde, in Archiv. Relig. Wiss.,
12, 1909, p. 67 ss.
12 F. Castagnoli (in seguito citato: Castagnoli), II Campo Marzio nell'antichit, Mem. Line,
s. Vili, 1947, p. 93 ss. (spec. 119 ss.).
13 Fest, p. 296 Lindsay, s.v. Petronia amnis. Non credo che il passo di Nicolao Damasceno
(Vita di Aug. XXIII) si riferisca al ponte dell'amnis, come supposto da M. E. Deutsch (Univ.
Calif. Pubi. Class. Phil., II, p. 272 ss.; cfr. Castagnoli, p. 119).
14 In Jordan-Hlsen, Topogr. d. Stadt Rom, I, 3, p. 473.
15 Castagnoli, p. 119; Wiseman, p. 8. II Wiseman mi ha cortesemente voluto comunicare
che egli non crede pi a questa funzione di confine dell'amnis Petronia: egli esprimer questo
suo nuovo punto di vista in una recensione al libro di B. Olinder, in corso di stampa nel
JRS 66, 1976.
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16 La individuazione delle direttrici di sviluppo del Campo Marzio uno dei ineriti maggiori
del Castagnoli (spec. p. 148 ss.); naturalmente, ignorandosi allora la vera ubicazione del circo
Flaminio, egli faceva dipendere l'omogeneit di orientamento degli edifici della zona sud della
pianura, dalla direzione della via che usciva dalla Porta Carmentale.
17 Precisamente con il tempio di Bellona: F. Castagnoli, in Gnomon, XXXIII, 1960, p. 608.
18 Specialmente nel lavoro: L'ara di Domizio Enobarbo e la cultura artistica in Roma
nel II sec. a.Cr., in DdA, II, 3, p. 302 ss. (in seguito citato: Coarelli).
19 Cfr. nota 5.
20 Liv., XXXV, 10, 12.
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34 Olinder, p. 110 ss.; Wiseman, p. 13 ss. Ho esposto la stessa idea nel. Colloquium:
Hellenismus in Mittelitalien, Gttingen Giugno 1974 (in stampa). La ricostruzione topografica
proposta da Coarelli invece accolta con favore da G. Ch. Picard (non J. Heurgon, come
in Olinder, p. Ili), in REL, 1970, p. 647.
^ Idea che egli ha espresso nella recensione cit. a nota 15.
36 Castagnoli, p. 162 s. con bibl; Coarelli, p. 354, nota 43.
37 Coarelli, pp. 313 ss.
38 Questa, e molte delle altre successive argomentazioni, sono state da me presentate nel
citato intervento nel Colloquium: Hellenismus in Mittelitalien.
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39 L. Canina, in Ann. Inst, 1838, 1 ss; una soluzione planimetrica diversa ma sempre
conservante l'orientamento nord-sud gi da lui proposto, presentata dallo stesso Canina in
Antichi Edifizi di Roma, Monum. voi. II tav. VI (riprodotte ambedue da Vespignani, art. cit.
a nota seg., tav. V, figg. 1-2 vedi qui fig. I in basso).
40 V. Vespignani, Avanzi di tempio incerto della IX regione di Augusto, in BCom, L,
1872/73, p. 212 ss.
41 F. W. Shipley, in MAAR, IX 1931, p. 44, afferma che il tempio di S. Salvatore ha
podio di travertino e colonne di tufo; evidentemente una confusione di schede.
42 L. Urlichs, Skopas, Greifswald 1863, p. 129.
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Grber,
., XXXVI,
Brit. Mus.
26. Coins, Rep., II, p. 487.; R. Bartoccini, 77 tempio di Nettuno nell'aureo
di Domizio Enobarbo, in Atti Mem. 1st. It. Numism., Ill, 1917, p. 83.
45 H. Brunn, Der Poseidonfries in d. Glypt. zu Mnchen, in S . Ber. . Nayr. Akad.,
I, 1876, p. 342 ss. (= Kl. Schriften, II, p. 371 ss.).
46 J. Overbeck, Die Kunstgesch. Stellung d. Rei. mit. Poseidon ecc, in Ber. K. Sachs.
Ges. d. Wiss. Leipzig, 28, 1876, 110 ss.
47 A. Furtwaengler, in Intermezzi, Leipzig-Berlin 1896, p. 33 ss.
48 Art. cit. a nota 11, spec. pp. 79 ss.
49 Atti IstVen, 84, 1924/5, p. 473 ss.
50 H. Kahler, Seethiesos und Census (Monum. Artis Rom. VI), Berlino 1966, p. 35 ss.;
con diversa e originale prospettiva, T. P. Wiseman, Legendary Genealogies... Greece and
Rome, XXI, 1974, spec. p. 160 ss., che interpreta il thiasos come allusione alla leggendaria
discendenza di L. Gellio da Nettuno.
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ebbe inizio lo sfruttamento intensivo delle cave lunensi63. un periptero
senza podio, con crepidoma a gradini, quindi un tempio di tipo pienamente
ellenistico, anzi un unicum in Roma, confrontabile solamente con la tholos
del Foro Boario datata alla fine del II sec. a.Cr.64; ha delle basi di colonne
di forma inconsueta, forse un preziosismo arcaizzante, che comunque
ragionevole pensare in uso in un periodo in cui la base attica non si era
ancora affermata come esclusiva. In conclusione: l'edificio va datato tra
140 e 40 a.Cr., molto verosimilmente nella prima met di tale periodo
(circa 140-100/90 a.Cr.).
Questi elementi ci consentono di restringere l'arco delle possibilit.
Del tempio di Vulcano non si sa quasi nulla; da Livio (che, contrariamente
ai calendari, lo dice in campo: forse era ai limiti tra le due zone?65)
sappiamo che esisteva gi nel III sec. a.Cr.; nessun accenno a ricostruzioni
successive. Alcuni elementi indurrebbero a collocarlo presso Piazza Mattei 66. Il
tempio di Diana risale invece, al pari di Iuno Regina, all'opera di M. Emilio
Lepido (cens. 179); nessun restauro noto nel periodo che interessa. Le
circostanze del voto e della dedica67 sono tali da far pensare ad uno stretto
collegamento, anche topografico, tra i due edifici; probabile che Diana
fosse anche prossima al tempio di Apollo, e ambedue i nuovi templi vicini
a quel theatrum ad Apollinis che fu approntato proprio in quella stessa
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della Repubblica, assieme al suo collega di minor rango, che si doveva, per
cos dire, la creazione del Campo di Marte: quel campo, un tempo privato
possesso dei Tarquini, era stato allora confiscato e consacrato al dio81. Allo
stesso dio ora un discendente del grande Bruto consacrava il tempio del
circo Flaminio, rinnovando le glorie della gente e, a un tempo, richiamando
il leggendario antenato e la nascita dello stato repubblicano. Ma, per altro
verso, il monumento si proponeva come simbolo dello spirito
del 'aristocrazia del tempo: architettura, scultura, poesia, concorrevano all'immagine della
nuova nobilitas che, alle tradizionali doti marziali di valore guerriero, univa
ormai quelle di una cultura e di una sensibilit artistica di stampo greco.
E dunque, in questa precisa corrispondenza tra dati delle fonti e resti
monumentali, l'intuizione di P. Gros non poteva trovare miglior conferma: il
tempio di S. Salvatore richiama i canoni di Ermodoro per la ragione che
esso opera di Ermodoro, anzi l'unica a lui attribuibile con certezza. Felice
si rivela ora, alla luce della nuova identificazione, l'accostamento tra PAres
Ludovisi e il Mars colossiaeus di Skopas Minore: la statua Ludovisi viene
infatti dalle vicinanze del Palazzo Santacroce, a breve distanza dal tempio
di Marte, di cui forse avr ornato il temenos; nulla di pi logico che al
maestro autore della statua di culto, alla sua bottega, siano state
commissionate anche le altre sculture che completavano la decorazione dell'edificio.
Resta in piedi, si dir, il problema dell' ara di Domizio Enobarbo;
vera crux interpretum destinata, una volta di pi, a sfuggire ad un'interpretazione definitiva. La sua provenienza dal tempio di Marte in realt non
sicura (per dimostrarla, F. Coarelli costretto a supporre prima un furto,
poi un falso in un documento d'archivio, episodi, ahim, ben possibili, ma
che, in mancanza di prove, pare antimetodico postulare 82); resta per il fatto
che i rilievi del palazzo Santacroce probabilmente provenivano da un
monumento delle vicinanze e una loro relazione col tempio di S. Salvatore, anche
se non dimostrata, appare ugualmente possibile. Una volta di pi, si pone
il problema del rapporto di contenuto fra le due scene. Spero tornare
sull'argomento in altra sede; mi limito qui ad alcune osservazioni.
Se si dovesse istituire tra le due scene un rapporto gerarchico di
importanza, la preminenza andrebbe assegnata, credo senza esitazioni, a
quella storica: il corteggio di Nettuno, pur avendo, certo, un significato
81 Liv. II, 5; Dion. Hal. V, 13; Plut, Popi, 8; Flor. I, 3; Schol. luv., 6, 524: ... Brutus
agrum Tarquini Superbi eo eiecto totum Marti consecravit.
82 Coarelli, pp. 323-324.
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83 Cfr. J. Sieveking, Der sog. Altar des Cn. Dom. Ahenobarbus, in Jh., XIII, 1910, p. 97.
84 Castagnoli, p. 157.
85 Art. cit., p. 79.
86 Una precisa esegesi della scena stata proposta da M. Torelli, in un ampio lavoro sul
rilievo storico romano, ora in stampa.
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STATO ATTUALE
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