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Il Ve(T)ro

Periodico intramurario dinformazione trasparente

Anno 4 - Numero 31

09/05/2015

Ai ragazzi di tutte le scuole


Da qualche tempo il Ve(T)ro ha avviato una
collaborazione con le classi terze della scuola
media Leone XIII. Periodicamente i ragazzi
scelgono un argomento coi docenti, ne parlano, si confrontano, e poi delle migliori idee
ne fanno un articolo che compare su queste
pagine. Per loro, un esercizio; per i lettori,
un servizio; per noi, un onore.
Breve volo pindarico per dire che giorni fa
chi scrive ha terminato un piacevole romanzo con protagonista proprio la scuola e un
professore.
Per questo editoriale s pensato di proporre un passo del libro che possa riguardare
e, magari, interessare i ragazzi nel pieno di
anni verdi e belli e spensierati e importanti
per la loro formazione di futuri adulti, pronti
al mondo e alle responsabilit. Poche righe
sullinganno delle scorciatoie e limportanza
dellimpegno in tutte le cose che si fanno e/o
si devono fare, studio incluso.
Quello delle scuole che vi chiedono poco, che
lasciandovi come siete vi coprono di otto e di
nove solo un inganno. Chi meno pretende
pi vi danneggia, perch non vi induce alla
fatica del cambiamento di voi stessi, del superamento dei vostri limiti, del dirozzamento
di ci che siete in vista della costruzione di
uomini adulti, consapevoli, intellettualmente davvero autonomi. E ancora: Un grande
scrittore e intellettuale italiano [], Cesare
Pavese, nel suo diario ha scritto che lozio fa
MUMBAI RADIO

pagina 2

ATTUALITA

pagina 3-4-5

lunghi i giorni e brevi gli anni, mentre il lavoro fa brevi i giorni e lunghi gli anni. Vedrete, proprio cos: gli anni trascorsi facendo
poco non li si ricorda pi, sono un niente,
un soffio rapido e vuoto, anche se li hanno
composti giorni lenti che non finivano mai.
Invece, gli anni duri, faticati a costruirsi, nel
ricordo sono poi lunghi, saldi, intensi, anche
se li hanno composti giorni rapidi che quasi
non ci accorgevamo di vivere, perch eravamo immersi nella nostra fatica quotidiana.
La fonte di questa perla: LAtalanta nei giorni, Stefano Corsi, Limina, 2010.

Nelson Perdereto

Il Ve(T)ro posa alla Gallery of Art di Praga


(Warhol)
RUBRICHE

SCUOLE MEDIE

da pagina 6-7

pagina 8

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Mumbai radio felice


Lattenzione umana in un discorso, spesso si concentra
anzich sulle parole, attorno
a delle cifre ben distinte e
chiare, perch queste riassumono meglio il concetto
e lo rendono tangibile alla
mente dellascoltatore. Nel
nostro caso dovremmo parlare di una cifra, o meglio di
un numero, che ha le caratteristiche di essere dispari,
primo e addirittura felice:
383. Un numero felice quel
numero intero positivo ( ad
esempio 7) del quale dobbiamo sommare i quadrati
delle cifre che lo compongono, avendo come risultato
finale, il numero uno. Non
meraviglioso come tutto il lavoro e la fatica nella
progettazione di Mumbai
Radio, dopo un mesetto di
ritardo rispetto alla data di
uscita, abbia ripagato con
383 ascolti in poco pi di
due settimane? E che questo numero, carico di belle
speranze, sorprese, critiche
e pacche sulla spalla, possa
essere ricondotto solamente ad una unit, a 1? Ecco
spiegata la felicit di questo
numero: un giro enorme tra
cavi, fili e consolle, fogli e
appunti per la registrazione,
momenti di tensione e risate
pi o meno opportune, che
legano e riconducono i 383
ascoltatori, ad ununica anima collettiva carpinetana:
Mumbai Radio. Il percorso
tortuoso, che ha visto tirare fuori raggi di sole da una
nuvola nera e spaventosa di

dubbi, ci porta ad essere pi


orgogliosi e sicuri nelle scelte che la nostra redazione ha
fatto negli ultimi anni. Lungi da noi la volont di fare il
passo pi lungo della gamba,
abbiamo voluto attendere
qualche mese in pi, al fine
di garantirVi, cari Lettori, un
prodotto (si spera) allaltezza e dinamico. Le idee sono
molte, cos come gli ospiti
e le rubriche che vorremmo
presentare; inutile dire che
il brainstorming compiuto
ripetutamente una volta a
settimana come prescritto
dal dottore, produce risultati appaganti. La redazione
rimasta favorevolmente colpita dalle numerose richieste di partecipazione attiva
alla radio che le sono pervenute: lobiettivo ancora una
volta, non poteva essere che
quello di creare sinergia tra
informazione e informato,
e sembra che ci sia stato realizzato. Naturalmente
chi volesse dare una mano
e mettere a disposizione le
proprie capacit tecniche,
sappia di essere il benvenuto. Per chi invece ancora
non sapesse come ascoltare
le nostre puntate, ecco alcune dritte: fortunatamente Facebook garantisce una
ampia visibilit, e quindi basta andare sulla pagina de
Il Ve(T)ro e cliccare sulla
puntata desiderata. Il link vi
rimander direttamente su
questultima, senza problemi. Per chi invece volesse
sentire le nostre registrazio-

ni sul telefonino o altro dispositivo, 1 deve scaricare


il programma Spreaker
dallo Store; 2 una volta
scaricata questa applicazione, cercare Il Ve(T)ro nel
motore di ricerca interno.
Insomma, piccoli passi che
non richiedono n spese di
download, n conoscenze
informatiche de ghi fatto
le scole arde. Con Buona
la prima, abbiamo voluto
inaugurare questa avventura radiofonica, cercando
di non pensare n troppo,
n troppo poco, ai numerosi ostacoli che si sarebbero
potuti palesare davanti nel
cammino. Dobbiamo quindi
ringraziare tutti coloro che
ci hanno ascoltato, poich
liniezione di fiducia stata
enorme: Ma quando rescite? Ma la seconda puntata? Che voci sexy che
tenete ( questultimo commento da verificare e non
si sa bene a chi fosse rivolto), riempiono fino allorlo la
bottiglia del nostro progetto,
dalla quale attingiamo avidi
sorsi. Poteva esserci aggettivo migliore per inaugurare
la nostra radio, se non quello di essere una radio felice?
Continuate a seguirciStay
tuned!

Azzeccagarbugli

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Carpineto paese ricco (nellanimo)


La mesta analisi
Se lo scoccar della primavera fa
contare migliaia di felici questi
di certo non vanno ricercati tra
le cinquemila anime Carpinetane. La primavera da noi infatti
ha portato in dono numerose
cattive notizie. Partiamo dalla
pi triste e dolorosa: la morte di
Gioacchino Cacciotti. Gioacchino era un uomo politico rispettato e rispettabile, un uomo che
ha dedicato gran parte della sua
vita alle Istituzioni. Eletto Sindaco di Carpineto nel 1970, abbandon lincarico solo perch
eletto nelle file del PCI al Consiglio Regionale. Un lavoro intenso che lo port alla seconda
elezione al Consiglio Regionale
e anche alla prestigiosa nomina
di Assessore Regionale al Personale, Affari generali e Problemi del Lavoro. Concluse la sua
carriera politica negli anni 90
come consigliere provinciale.
Un uomo di una straordinaria
coerenza, apprezzato sia politicamente che umanamente, a
destra come a sinistra. Oltre ad
essere un nostro appassionato
lettore, Gioacchino ha seguito
anche le nostre iniziative partecipando ad esempio allincontro
con Franco La Torre.
Il Ve(T)ro ha deciso di ricordarlo cos, con queste poche righe.
Consapevoli comunque che non
basteranno mai per rendere
onore a questo grande Carpinetano. Ciao Gioacchino!
Fatta questa doverosa premessa ci soffermiamo ora sugli altri
aspetti poco felici che la primavera ha deciso di portare con
s: innanzitutto stato approvato il bilancio di previsione per
lanno 2015 e questo di per s
gi una cattiva notizia. Qualcuno ci chiamer anche prevenuti, per mettetevi nei nostri
panni: tutti i Governi che si

sono succeduti negli ultimi anni


hanno mostrati gravi sintomi di
precariet emotiva prima ancora che politica: come sentono
infatti il lamento delle esangui
casse statali, non trovano altro modo per soffocare quel lamento se non ideando un nuovo
balzello da imporre ai sempre
pi strangolati Enti locali. Come
se non bastasse poi, in barba
al principio costituzionalmente
garantito dellautonomia degli
enti locali, a loro lasciano sempre meno margine discrezionale e sempre meno risorse a disposizione (lultima pensata da
genio del crimine in ordine di
tempo, quella di Padoan sulla
tanto famigerata IMU agricola dalla quale solo in extremis
i numerosi proprietari terreni di Carpineto sono riusciti a
scamparla). Sommiamoci poi il
taglio dei trasferimenti statali
agli Enti locali che hanno messo
allangolo i contabili comunali e
portato la Giunta di Carpineto
Romano ad aumentare la TASI
dall1,7 al 2,5 %. Consideriamo
poi limpatto di questa interminabile crisi economica sulla
nostra societ: si generato
infatti uno spaventoso vuoto
occupazionale, senza precedenti. Un segnale sintomatico
ad esempio lintroito dellIRPEF
diminuito di circa 20mila euro
rispetto al 2014. Non esultate
per il segno meno: la variazione al ribasso dellIRPEF infatti lunica variazione in ribasso
che non pu essere considerata
positiva. Meno introito IRPEF
equivale in sostanza a meno
lavoratori carpinetani. Mettiamoci anche la miopia, talvolta
meglio chiamarla cecit, dei
nostri amministratori locali che
alla liberazione dei cittadini dal
sempre pi soffocante cappio

tassatorio, preferiscono
fare
valutazioni di tipo come dire,
politiche e mantenere lo status
quo. il triste caso dei rifiuti
la cui gestione del ciclo anche
questanno verr a costarci un
occhio della testa ovvero un
milione di euro (c da dire che
prima poi gli occhi da dare in
pegno al Comune e a Lazio Ambiente finiranno). Senza considerare infine il triste declino
a cui sembra essere destinato il nostro amato paesello: il
costante calo demografico che
vede Carpineto protagonista da
almeno due lustri continuer
infatti anche nel 2015. Nei primi 5 mesi del 2015 sono morte
pi di 30 persone mentre i nati
si contano a malapena sulle
dita di una mano. Una tendenza che si verifica dagli inizi del
nuovo millennio e che durante
il suo ventennale corso non ha
conosciuto battute darresto. Di
questo passo nel giro di 50 anni
rimarremo veramente in pochi.
Per fortuna che abbiamo il nostro spirito, il nostro orgoglio di
appartenenza, il nostro dialetto, il nostro cibo, la nostra cultura, le nostre radici, la nostra
storia, le nostre tante associazioni, i tanti ragazzi desiderosi di mettere le loro risorse a
disposizione del proprio paese,
come i giovani delle scuole medie che hanno risposto con molto entusiasmo al progetto pilota portato avanti da Il Ve(T)ro.
Ma soprattutto, per fortuna che
abbiamo questa grande forza di
reagire. C chi cede per molto
meno.

Chacun son got

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EXPATRIAMO
MARCIO IN ITALY
Mentre ci avviciniamo all
Expo a detta di tutti evento
epocale, in cui potremmo gustare: cavallette, rospi fritti,
cani alla griglia. Vediamo ergersi scenografie a copertura
delle opere incompiute, come
in una sorta di grande illusione
ci dicono: finiremo in tempo di
record, quello che non abbiamo fatto in tre anni lo faremo
in tre minuti, da qui riparte l
Italia. Si riparte l Italia, ma
quale Italia? Quella che non
sa organizzare un evento senza che vi siano ditte affiliate a
cosce mafiose, lItalia in cui a
detta della guardia di finanza
un appalto su tre irregolare,
l Italia del Mose, LItalia delle
opere incompiute, Litalia delle scenografie, dellillusione.
Ma se vero che un appalto
su tre irregolare vuol dire
che in una struttura pubblica
su tre c del marcio, ma non
si parla delle persone che ci
lavorano, proprio la struttura
marcia, intrisa di malaffare inevitabile poi esserne contaminati, se vivi in un
ambiente poco salubre anche
il pi forte lentamente marcisce, e diventa sempre pi simile alledificio che lo ospita.
Dunque mi domando e dico se
non sia meglio porre la parola
fine a questa commedia, divenuta ripetitiva, ridondante,
anche noioso sentire sempre questo schifo. Per finire
un opera bisogna sempre fare
una legge che deroga le leggi
esistenti, non riesco a capire
perch non si pu cercare di
rendere pi facile la gestione

degli appalti, voglio dire basta


scrivere da qualche parte, magari nella prima sezione della
legge sugli appalti quali sono
i requisiti per essere considerati una ditta affiliata alla mafia o alla malavita in genere,
cosicch magari qualche ditta onesta, fingendosi affiliata
alla malavita potrebbe vincere
lappalto. Certo resterebbe in
piedi la questione morale:
morale fingersi disonesti per
vincere un appalto? Una domanda affascinante, ma forse
questaltra meglio: Se per
vincere un appalto bisogna
essere disonesti allora la criminalit paga?. Qualche Italiano onesto ci sar ancora
in giro, ma si mascherato,
cerca di confondersi col disonesto cerca di essere come
lui, lo fa per sopravvivere, per
cercare di penetrare il sistema
corrotto, per non sentirsi dire:
un onesto! Prendetelo! Perch
questo clima vergognoso di
tolleranza con la disonest,
della convivenza col marcio,
quando hai vicino casa una discarica dopo un p ti ci abitui,
la puzza non la senti pi. Diventi come quei gabbiani che
volteggiando intorno allimmondizia ne traggono nutrimento. E noi costretti dalla
dura legge della sopravvivenza come quei gabbiani ci nutriamo di questa immondizia,
allinizio disgustosa, poi preziosa risorsa a cui attingere,
dove laveremo le nostre coscienze, ci rotoleremo in questo sozzume e ne trarremo
gioia. E allora vi dico masche-

ratevi onesti! Mascheratevi!


Perch lonest non paga, non
pu pagare in un paese dove
tutto marcio! Provate nuove
ricette: Spaghetti al sugo di
percolato, provola affumicata
dallinceneritore,
broccoletti dalla terra dei fuochi, Sale
dalle saliere radioattive, Lombata di vitello con salsa di corruttela. E questo lottimo cibo
che serviremo all Expo. Noi si
che sappiamo mangiare!! In
fondo a mangiare non ci batte
nessuno, ed per questo che
creiamo un evento internazionale sul cibo! Venghino signori! Venghino! Ecco come si fa!
quel pomodoro finto!, ma
si sa per fare crescere quello
vero ci volevano sei mesi, labbiamo rimpiazzato con uno di
cartone putrido con tre secondi! Questo l originale olio di
Sicilia, abbiamo preso un po
di olio minerale esausto e lo
abbiamo scolorito! Per non
parlare della chicca assoluta
Stufato di Caprone cresciuto
negli altopiani di cernobil, qui
non c trucco. Se qualche disonesto ha letto questo articolo spero che abbia finito di
assaporarlo prima di pranzo!
E non mi resta che augurargli
Buon appetito!

Alone In the Dark

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La forza del Dragone


Cina e nuova Banca Mondiale
Che il drago sia sempre stato,
nella simbologia occidentale,
portatore di distruzione e terrore risaputo. Probabilmente
nellimmaginario statunitense
la dose verr rincarata. Notizie recenti infatti, parlano di
una super banca a guida cinese: AIIB (Asian Infrastructure Investment Bank ). Nata a
Pechino nel 2013 e operativa
a fine 2015, avr a disposizione un capitale da 100 miliardi di dollari. Compito? Finanziare lenorme fabbisogno di
infrastrutture nei principali
paesi asiatici. Quindi spazio
a: ferrovie, aeroporti, strade,
autostrade, porti, infrastrutture di telecomunicazione
(antenne, satelliti, banda larga, ecc ), edilizia e gestione
delle risorse idriche. La notizia ancor pi terribile se si
pensa che tra i soci fondatori
ci sono gli amici di sempre
degli Usa: Gran Bretagna,
Francia, Germania e Italia. Il
dominio finanziario globale
a stelle strisce, sancito dalla
conferenza internazionale di
Bretton Woods del 1944 ( furono fondate Banca mondiale
e Fondo monetario internazionale ), sembra essere sullorlo
del precipizio. Cosi, come fu
per la politica liberista americana avviare un ciclo virtuoso
di crescita nel mondo postbellico, oggi il turno della Cina
far da volano alla ripresa economica. Henry Kissinger (ex
consigliere americano) uomo
scaltro qual era, confidava
che la caduta del comunismo
e il conseguente ammoderna-

mento dello stato sovietico, in


primis della Russia, avrebbe
minacciato, in futuro, nuovamente la leadership americana. Ma la dispendiosa Guerra
Fredda e la continuit politica, ferirono pi del previsto il
gigante sovietico, favorendo
la pi lungimirante Cina. La
AIIB, slegandosi dalla Banca
Mondiale, dal Fondo Monetario Internazionale e dalla rivale nippo-americana Adp
(Asian development bank),
avr la possibilit di diventare il referente principale per
lo sviluppo asiatico. Sviluppo
che prevede la possibile transizione, per oltre un miliardo di asiatici, dalle fasce pi
povere alla classe media nei
prossimi tre o quattro decenni. Un progetto colossale che
apporterebbe alle imprese
costruttrici consistenti ricavi.
Non a caso, se il pivot asiatico
sar in grado di raggiungere
e mantenere tutti gli standard
finanziari internazionali, rimanerne fuori potrebbe comportare una grande perdita. Per
questo motivo 43 Paesi sparsi
in tutto il mondo hanno aderito al progetto (lndia, Bangladesh, Brunei, Cambogia,
Kazakhstan, Kuwait, Laos,
Malesia, Mongolia, Myanmar,
Nepal, Oman, Pakistan, Filippine, Qatar, Singapore, Sri
Lanka, Tailandia, Uzbekistan,
Vietnam, Nuova Zelanda, Indonesia, Maldive, Tajikistan,
Arabia Saudita, Giordania,
Hong Kong, Gran Bretagna,
Francia, Italia, Germania,
Russia, Brasile, Austria, Sviz-

zera, Lussemburgo, Danimarca, Spagna, Turchia, Georgia,


Corea del Sud, Australia). Lunico alleato rimasto fuori il
Giappone. Nel frattempo gli
Stati Uniti, che in un primo
momento hanno criticato gli
europei e cercato di convincere, senza risultato, Corea del
Sud e Australia a non aderire, sembrano essere orientati alla collaborazione. Ma per
prevenire qualsiasi tipo di incomprensioni e non tradire la
tradizione, lo Zio Sam ha pubblicato sul profilo twitter della
US Air Force un video di un
test missilistico. Secondo le
dichiarazioni del tenente colonnello Tytonia Moore, il lancio del missile nucleare a testata multipla ( Minuteman III
), avvenuto in una base californiana, stato fatto per:
[ ] fornire una visuale al
mondo che siamo in grado di
colpire praticamente ovunque
con estrema precisione. Bisognerebbe chiedere allamministrazione Obama cosa intendesse per collaborazione,
visto che il suo significato sta
per lavorare insieme e non
immaginare uno scenario simile al gioco da tavolo Risiko!
che ha come argomento una
guerra planetaria. La partita
appena iniziata, lobbiettivo,
come sempre, sar la leadership.

Zoran Ban

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Storie di eroi dimenticati


Camilo Torres: il sacerdote della rivoluzione
Il marxismo e il cattolicesimo sono due ideologie a tratti totalmente opposte e lappartenenza ad una spesso si traduce con il rifiuto dellaltra e ci era maggiormente
evidente nel secolo scorso. Ma non tutti accettarono queste linee guida non scritte e
Camilo Torres ne lesempio. Torres fu un prete guerrigliero che abbracci tutte e due
le ideologie, egli pensava che gli insegnamenti di Ges dovevano essere interpretati
anche in chiave politico-sociale, quindi un cristiano degno di questo nome oltre che
predicare il vangelo doveva lottare per i diritti civili e la giustizia sociale, opponendosi
ai soprusi di potere. Torres nacque in Colombia nel 1929 e sicuramente lambiente in
cui viveva fu essenziale nella maturazione delle sue idee. Le differenze sociali erano
parte integrante della societ e la povert era dilagante in tutto il paese, la vita delle
masse era aberrante e Torres decise di lottare per la causa dei poveri e della classe
operaia. Lasci la sua vita di insegnante e d sacerdote e si un al Fronte unito un
partito di ispirazione marxista, e divenne membro del suo braccio armato, lE.L.N.
Egli stesso affermava che se Ges fosse vivo sarebbe un guerrigliero. La stessa chiesa
colombiana si scagli contro Torres perch egli predicava lespropriazione dei beni ecclesiastici e voleva una chiesa povera in linea con gli insegnamenti del vangelo. Torres
ricevette sempre pi minacce e intimidazioni quindi decise di rifugiarsi nelle montagne
e divenne la guida spirituale e armata dell E.L.N. Non era una persona violenta ed
egli stesso sapeva che combattere era sbagliato, ma era lunico modo per fermare le
ingiustizie sociale. Le sue idee stavano acquistando proseliti e divenne un problema
da eliminare. Nel febbraio del 1966 lesercito colombiano prepar unimboscatache
pose fine alla vita del sacerdote della rivoluzione. Camilo Torres indubbiamente una
figura interessante della storia Colombiana e rappresenta uno dei tanti rivoluzionari di
sinistra che hanno caratterizzato la storia di quel Sud America dilaniato da dittature e
da governi corrotti. Purtroppo ideali simili spesso possono ridursi solo a mera utopia e
ovviamente la violenza non la risposta al male ma indubbio che, se visto nellepoca
in cui vissuto, il messaggio di Torres ha ancora molto da insegnarci. Sono rivoluzionario perch lessenza del cristianesimo lamore per il prossimo e solo attraverso
una rivoluzione si pu ottenere il bene della maggioranza. sono sacerdote, perch
dedicarsi al prossimo, come la rivoluzione esige, un requisito dellamore fraterno
indispensabile per celebrare leucarestia.

Spider Jerusalem

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Storie di donne immortali


My feudal lord
In quella che letteralmente viene chiamata terra dei puri si incrociarono le vite di due
donne: Fakhra Younas, prostituta bambina prima e moglie sottomessa poi, e Tehmina
Durrani, scrittrice ribelle, madre e vittima di maltrattamenti.. insieme per difendere la
dignit femminile nel Pakistan pi crudele. Bailal l svegli di notte, mi prende per i
capelli e mi butta il liquido in faccia e sul petto. Questo lincubo dal quale Fakhra mai
si svegli, neanche il minuto prima di buttarsi dal suo appartamento qualche anno pi
tardi. Lincontro avvenne in casa di Tehmina, moglie del politico Mustafa Khar, madre
di cinque figli e schiava della violenza coniugale consumata in assoluto silenzio. Nel
2001 prese pubblicamente il ruolo di badante della giovane dal volto sfigurato, la accompagn in Italia per donarle una speranza; dopo una trentina di interventi chirurgici
e un percorso di ricostruzione lungo dieci anni, Fakhra pot riacquistare un nuovo viso,
una degna identit.. purtroppo non si liber mai del passato, tanto da lasciarsi intossicare; cos mentre il suo docile feretro faceva ritorno a casa, Tehmina impugnava la
penna in nome dellemancipazione della donna, nel cuore dellIslam pi tradizionale.
Basta violenza.

Veritas filia temporis

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Il Ve(T)ro alle medie


Ecco l'articolo delle medie sulla testimonianza del 25 aprile.
Il libro Calce e fiamma di Mauro Nasi, Annales Edizioni, (presentato presso il Museo Civico
La Reggia dei Volsci il 6 marzo
scorso, secondo incontro per la
Giornata della Memoria in collaborazione con lI.C.Leone XIII)
ricostruisce un capitolo della
storia italiana non particolarmente conosciuto, il disarmo e
la deportazione di 2500 Carabinieri, attraverso la vita di Mario
Ciavaglia: nel 1943 Ciavaglia,
nato a Cisterna ed oggi 91enne,
carabiniere a cavallo, depose le
armi nella Caserma Pastrengo di
Roma per ordine dei suoi superiori e venne deportato dai nazisti nei campi di concentramento.
Mario, al momento del servizio
militare, venne scelto tra i Carabinieri ed assegnato a Roma.
Qui si sentiva relativamente al
sicuro, poteva passeggiare tranquillamente con la sua amata
Marcella, ed anche se la presenza tedesca era forte nella citt
Eterna, non cerano stati ancora
grossi problemi.
Ma per lui il destino aveva altri
piani. A ventanni Mario Ciavaglia fu testimone del primo bombardamento di Roma il 19 luglio
1943: ogni angolo andava in
frantumi, quasi fosse di cristallo, ricorda Mario; il 25 luglio
il Gran Consiglio del Fascismo
depose Mussolini ed il re ne or-

din larresto incaricando il Maresciallo Badoglio di formare un


nuovo governo: Mario fu messo
di guardia a Villa Badoglio per
sorvegliare il palazzo del Primo
Ministro; il 9 settembre era di
servizio a Villa Savoia quando
il Re scappando lascia Roma da
sola;
Giorni terribili, che anticipano il
dramma: la mattina del 7 ottobre una voce strilla dagli altoparlanti lungo i corridoi della caserma. Il Maggiore li voleva tutti
fuori nel piazzale, al suo fianco
due ufficiali tedeschi: con linganno vengono disarmati e con
le mitragliatrici puntate addosso
costretti a salire su un camion,
destinazione i campi di concentramento. La deportazione di
tutti i Carabinieri di Roma e di
varie altre caserme dItalia nei
lager nazisti scrive Nasi nellintroduzione passata inosservata, o forse pi giusto dire taciuta. Il Ministro per la Difesa
Nazionale, il maresciallo dItalia
Rodolfo Graziani della RSI scelse di obbedire alle disposizioni
della forza occupante tedesca e
per questo il 6 ottobre ordin il
disarm dei Carabinieri in Roma.
Non fu un caso che la deportazione dei Carabinieri avvenne proprio il 7 ottobre dando il
via ad unazione ben pianificata
che avrebbe portato la settima-

na seguente allindisturbato rastrellamento e deportazione ad


Auschwitz degli ebrei del ghetto
di Roma.
I carabinieri vennero caricati come bestiame su un treno
merci destinazione il campo di
concentramento di Klagenfurt:
qui a Ciavaglia fu assegnato un
numero e tolto il nome. Si salv
perch sapeva fare il muratore
ed i tedeschi, che non erano abili carpentieri, avevano bisogno
di manodopera specializzata.
Due furono i lager in cui venne internato e due i tentativi di
fuga che lo videro coinvolto, il
primo non and a buon fine, il
secondo lo riport a casa dopo
diversi mesi di peripezie, in treno super il confine tra Austria e
Italia; a piedi e con mezzi di fortuna riusc ad arrivare a Roma
e poi a Cisterna dove ritrov la
sua famiglia e la sua Marcella
che nonostante il lungo periodo
passato lontano lo stava ancora
aspettando.

Stampato da Elioarch

stampa digitale, plotter service, xerocopie, fotocopie


Piazza Gobetti, 5 Colleferro (Rm) - tel./fax 06.97.01.256

Carpineto Romano, 09/05/2015

Realizzazione grafica,

Prof. Moriarty

Giada Campagna
Giulia Procopio
Maria Clara Panetti
Marina Polidori
Martina Martella

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