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Il Ve(T)ro
Periodico intramurario dinformazione trasparente
22-07-2012 per risarcire quelle persone che, in seguito a lussazioni o fratture causate dalle cadute sui marciapiedi, hanno intrapreso azioni legali contro il Comune (vincendole) o quelle impiegate per acquistare le discutibili, sia sul piano estetico che della praticit, panchine di marmo. Oramai tra panchine e macchine in sosta selvaggia, quella per la Stradanova pi che una passeggiata somiglia sempre pi ad una gimkana estrema. Ed in questo caso, bisogna dirlo, la soluzione stata peggiore del problema: il passaggio pedonale adiacente ai marciapiedi, va rimosso. Il problema dellinaccessibilit dei marciapiedi si risolverebbe infatti, rimuovendo direttamente le panchine. Un vecchio detto diceva: Dio ci ha dato due orecchie ed una sola bocca, per ascoltare almeno il doppio di quanto diciamo. Fatelo vostro. I Carpinetani ringrazierebbero.
In una fase storica dove gli enti locali sono le vittime sacrificali dello Stato, oggetto di tagli indiscriminati e con sempre meno risorse a disposizione, la concertazione potrebbe rappresentare la soluzione ideale per favorire gli investimenti giovevoli alla cittadinanza: basterebbe coinvolgere il cittadino attraverso gli strumenti pi svariati (ad esempio i social network), capire quali sono le vere esigenze e solo dopo intervenire. Si ottimizzano le risorse e si fa linteresse del cittadino allo stesso tempo. Invece no, nel momento in cui si prospetta la possibilit di fare dei lavori, si procede a spron battuto senza esitazioni: non si consultano i commercianti, n gli abitanti della zona. Si fanno e basta. Con gli errori che poi sono sotto gli occhi di tutti. I marciapiedi di via Giacomo Matteotti ne sono un esempio: soldi spesi per il restauro e per dei sampietrini di marmo che oggi, logorati dalle intemperie, fanno capolino dai marciapiedi dissestati rappresentando una vera e propria minaccia per il passante di turno. Senza considerare poi le altre risorse impiegate
ATTUALIT
pagina 2
Chcun a sn got
SOCIET pagina 3-4
CULTURA
pagina 5-6
Urbanistica cervellotica
vorremmo ci spiegassero
In Via G. Matteotti compare un dipana una striscia di vernice che passaggio pedonale di fianco al fa da perimetro a un passaggio pemarciapiede. Qual lutilit? donale a dir poco bizzarro. Il paradosso consiste nel fatto Da qualche lustro un'impegnativa che su quel versante della strada denominazione qualifica il nostro un marciapiede esiste gi ed , in paese: "Carpineto, citt d'arte". quanto tale, uno spazio adibito ai Ma possiamo pienamente farla pedoni nonostante lo scarso sennostra? Per molti aspetti s: basti so civico di molti, che lo hanno pensare alla storia di questo gio- convertito in un parcheggio dove iello incastonato tra i Lepini, alle da sempre vige la sosta selvaggia. chiese bellissime che l'hanno va- Specificato ci, la domanda resta: lorizzata nei secoli, ad alcuni im- perch creare un passaggio pedoportanti suoi antenati come Leone nale nei pressi di un marciapieXIII, alla lingua e alle tradizioni de, rendendolo un marciapiede al secolari. quadrato? Ma per altri versi, quella defini- Dalle voci di popolo di risposte ne zione ci va larga. Per quali cause? sono arrivate tante da sembrare Il tasto dolente dell'urbanistica, quelle di un quiz a premi. Eccone per esempio. Scelte sbagliate prese alcune: perch il selciato dissestanel passato, che anzich insegnare to ed era necessario un passaggio vengono perpetuate ancora oggi pi sicuro; perch cos comera, in e ingigantite per portata e conse- mezzo a vasi e panchine troppo guenze nefaste. ingombranti, non era garantito il Dopo lAuditorium, chiacchie- libero passaggio ai disabili in carrato simbolo del deturpamento rozzella; quella striscia funge da paesaggistico-paesano (finalmente deterrente alla sosta dei veicoli. inaugurato e aperto, urge adesso Se ne possono dire tante ma quel sfruttarlo nella sua interezza), van- che resta la sostanza dei fatti, che no citate altre piccole brutture che non pu sfuggire a nessuno: quel messe una vicino l'altra attentano tratto di strada rivoltato come un alla bellezza da cartolina di Carpi- calzino e ricostruito per intero neto. nellambito dei lavori che rimoLultimo obbrobrio in ordine di dernarono mezzo Paese, oltre la tempo comparso davanti ai nostri novit del momento, stato unoocchi il passaggio pedonale di- perazione fallita. A dimostrarlo segnato in Via Giacomo Matteot- stato il tempo, con il lento processo ti. di sgretolamento dei materiali, il Sul lato opposto della Pizzeria selciato divelto dalle intemperie nel Carella fino allimbocco del giorno di pochi anni, per non parParco Martiri, proprio attaccato lare della miopia degli amministraal marciapiede delle Canne, si tori, zelanti nella publicizzazione delle nuove opere, ma inchiodati alle proprie responsabilit anche dal mostro rappresentato dalle barriere architettoniche. Questo non vuol dire che Carpineto non abbia bisogno di opere di restyling, ma che quando queste vengono intraprese vanno portate avanti con scrupolo, ovvero vigilando: sui materiali utilizzati; sulla qualit del lavoro; sui tempi di realizzazione, sul bisogno di manutenzione. Sempre premesso che servano e che si deve avere disponibilit economica per far fronte a certi lavori, altrimenti tanto vale non farli. Il trucco delle mille toppe sulla pezza bucata, che coprono soltanto la voragine, inutile e dannoso. Senza calcolare che, per restare in metafora, tante pezze costano pi duna stoffa di qualit resistente allusura del tempo. proprio vero: chi lavora male, lavora due volte.
Gaetano Tuceleggiasolibro
Chcun a sn got
Atto di fede
Quando la natura si ferma davanti alluomo
Il terremoto che attraversa lEmilia Romagna sta sconvolgendo le coscienze. Non c niente di pi crudele del terremoto, come una presenza, qualcosa che colpisce il mondo a fasi alterne. E un fantasma che si aggira frenetico nei sotterranei terrestri alla continua ricerca di una via d uscita. Ora ha deciso di scuotere LEmilia Romagna di scuotere le industrie, il cuore economico dellItalia, forse la regione pi produttiva. Cosa pu luomo contro questi eventi cosa difficile da dirsi, il fatto che comunque in Italia le costruzioni non siano antisismiche, la dice lunga sul grado di noncuranza e di approssimazione che purtroppo ci caratterizza. E ovvio che bisogna guardare al Giappone come esempio da seguire, il paese di acciaio, ma vero che dipende molto dalla cultura, dalle persone, dalle capacit. Dopo lo tsunami, in Giappone si sfiorato un disastro atomico, ma lingegnere capo violando una direttiva della Tecmo, ha continuato a far gettare acqua di mare sul reattore cos da evitare la fusione del nocciolo. Anche in Italia non mancano esempi di coraggio, sono rimasto particolarmente colpito dal sacrificio di quel sacerdote che per salvare una statua della Madonna rimasto ucciso dal crollo della Chiesa. Non c spiegazione logica, non chiaro il perch di quel gesto a chi non credente. Ma sta proprio qui la grandezza, limmensit, di un sussulto irrazionale, quasi folle.. Si respira lunica vera forza dell uomo contro la natura, contro la morte, contro la malattia: la Fede. Solo la Fede spiega quell episodio, la forza simbolica del gesto va oltre latto in se, un insegnamento potente, come se quelluomo ci avesse voluto dire che dobbiamo essere convinti di ci che facciamo, di farlo a prescindere da tutto. Non vi arrendete, non vi abbattete, non desistete, fatevi beffe della paura, perch la fede come il terremoto muove le montagne. Ed questo che avviene alle coscienze quando un uomo compie un atto perch ci crede, la stessa vita viene messa in gioco, dimprovviso anche le omissioni pi gravi spariscono, di fronte a questa generosit. La bellezza spiazzante di un amore incondizionato nei confronti di un oggetto che rappresenta la madonna. Quelluomo non voleva salvare una statua, voleva salvare la madre di Dio, dimenticandosi addirittura della sua veste mortale. Ma in quel momento che si trasfigurato: da semplice corpo di carne e ossa diventato puro spirito, uno spirito grande come il terremoto, grande come la fede, grande come la parte migliore delluomo, da quella luce che bisogna ripartire ed andare avanti. Credo che la Madonna potr accompagnarlo in cielo se l meritato.
Il Vetro va in vacanza
Piccolo bilancio semestrale
Tempo di tirare le somme per la redazione del Ve(T)ro, che dopo solo sette mesi di vita, ha gi avuto un riscontro enorme nella realt sociale del paesino. Numerosi articoli di approfondimento riguardo lormai annoso problema mucche, la campagna di sensibilizzazione per il delicato argomento del defribillatore, la vittoria della Semprevisa, cultura, musica e avvenimenti che hanno riempito e smosso un pochino la vitalit apparentemente sopita del nostro borgo. Il Ve(T)ro ha operato in modo da rendersi un giornale privo di pregiudizi, al quale piace masticare la notizia nuda e cruda, tralasciando politiche e ideologie che apporrebbero soltanto uno spiacevole accento fazioso, di parte, ai nostri articoli. Forti della nostra imparzialit abbiamo creato dibattito su argomenti che ci sembravano dovessero essere portati allattenzione del cittadino, in quanto egli ha il diritto di conoscere e il dovere di interagire. Numerose le mail arrivate di ogni tipo, al di l di ogni previsione: dalle critiche, a quelle contenenti consigli, incitamenti, segno che il nostro intento, cio creare dibattito e confronto, stato recepito, eccome! Purtroppo le copie che vengono distribuite negli ormai conosciuti punti di distribuzione, terminano subito a causa delle nostre risorse economiche modeste, poich il Ve(T)ro completamente autofinanziato. Nonostante tali vicissitudini, La Redazione ha sempre cercato di garantire le uscite e vorrebbe ringraziare tutti i nostri lettori, che hanno pazientemente aspettato il numero successivo, ed anche coloro che hanno letto il nostro giornale per sbaglio, per noia o magari solo per curiosit: GRAZIE, perch tutti hanno contribuito alla diffusione delle informazioni. Il Ve(T)ro torna dopo il periodo estivo ed augura a tutti buone vacanze!
Pillole di storia
Ogni azione che compiamo destinata a generare conseguenze: i sogni, le speranze, le aspirazioni, potrebbero essere cancellate per mano nostra. Assai pi doloroso risulterebbe rinunciare a tutto ci quando tali conseguenze dannose risultino da azioni provenienti da altri, spesso folli ed incomprensibili; solo un anno fa, il 22 Luglio 2011, si consumava la strage di Utoya, Norvegia, dove 69 ragazzi tra i 14 e 20 anni vennero brutalmente uccisi a colpi di arma da fuoco da Anders Breivik, il quale disse di aver fatto ci nel nome e per la salvezza del Cristianesimo. Egli stato riconosciuto sano di mente e quindi penalmente punibile. Legato alla massoneria Norvegese, Breivik si dichiara anti-marxista, anti-multiculturalista e anti-islamista, un paladino che vuole difendere la cultura conservatrice. Oltre al dolore e al cordoglio,inevitabilmente presente tra i familiari, vi la preoccupazione per gli effetti mediatici che il processo-Breivik avr in tutto il mondo: gli emulatori sono dietro langolo. Inalienabili i diritti di espressione e pensiero, ma allinizio del XXI secolo pu ancora esistere gente che crede nella supremazia di una razza sullaltra?
Azzeccagarbugli
Vivere la letteratura
Il profeta un racconto breve di Gibran, scrittore nato in Libano ma americano di adozione. Lopera ambientata nel villaggio di Orphalese in un passato remoto non specificato. Il protagonista Amustaf (che in arabo vuol dire leletto), un profeta che dopo aver trascorso dodici anni ad Orphalese, in riflessione e meditazione, decide di ritornare nella sua terra dorigine. Prima di ripartire lascia la sua saggezza in dono agli abitanti del villaggio, rispondendo alle loro domande esistenziali. In ogni capitolo del racconto Amustaf risponde ad una domanda affrontando temi universali come lamore, la gioia, lodio, il dolore, la ragione e la passione. Lidentit di Gibran come arabo immigrato in America la chiave per analizzare il profeta, infatti lopera va intesa come un punto dincontro tra il cristianesimo e lislam,tra loriente e loccidente. Nel profeta non difficile notare un calderone di religioni che oltre le gi citate comprende il buddismo, il misticismo sufico o linduismo, ma anche influenze puramente filosofiche come lo Zarathustra di Nietzsche. Leggere le profonde riflessioni de il profeta vuol dire immergersi nella meditazione assoluta, intraprendendo un viaggio spirituale al di fuori di ogni dimensione spazio-temporale, lontano dal caos della vita di tutti i giorni. La caratteristica del racconto sta nella semplicit delle parole di Amustaf, quasi come se Gibran volesse dirci che la riflessione non data da discorsi aulici, ma da parole semplici, dirette a colpire il cuore del lettore. Lopera di Gibran stata pi volte indicata come prima opera della letteratura New Wave. Le persone pi felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ci che hanno.La vita non una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia
Kovskij
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Carpineto Romano , 22/07/2012
Responsabile Layout,
Prof. Moriarty