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VOX CLAMANTIS IN DESERTO

Lennesimo numero del vetro parla di situazioni paradossali. Aziende private sostenute da rappresentanti locali, e puntualmente finite nel baratro. Parliamo della Videocon di Anagni caso emblematico dellincapacit politica di risolvere i problemi. I problemi veri, quelli che colpiscono il lavoro, le famiglie, la ricchezza del Paese. Ancora una volta ci troviamo con un pugno di mosche, proclami accorati per raccogliere voti, promesse ridicole volte ad alimentare la speranza di migliaia di lavoratori, per poi liquidarli con: lunica soluzione il licenziamento. Come al solito la colpa sempre di quello prima: una situazione complessa ereditata, non certo creata dalla nostra amministrazione. Parole vuote ripetute allinfinito, non riesco nemmeno pi a a scrivere la parola crisi, le frasi: siamo con le imprese, siamo con i lavoratori suonano come prese in giro. Bisogna solo aggiungere la parola non davanti alle frasi e scoprirete la verit. Definirei questa uscita del vetro un opera horror non a caso la numero 17.

Anno 2 - Numero 17

Il Ve(T)ro
Periodico intramurario dinformazione trasparente
09/06/2013
il Ve(T)ro posa nella sala consiliare

Alone in the dark


CRONACA pagina 2-3

SANIT pagina 4-5

CULTURA

pagina 6-7

PAGINA DEI LETTORI pagina 8

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Videocon Anagni: 1100 licenziamenti


A giorni la scadenza della cassa integrazione
La Deadline fissata per il 14 Giugno e sar una giornata dal sapore molto amaro per le famiglie dei 1100 dipendenti della Videcon di Anagni. Infatti da quel momento i lavoratori dellazienda ciociara non riceveranno pi la Cassa Integrazione straordinaria in deroga di cui godevano dal 2009. Oltretutto, come se non bastasse, non ci sar nessuna proroga ulteriore visto che le languenti casse degli Enti pubblici non sono in grado di sopportare un simile shock. La comunicazione di qualche giorno fa da parte dei sindacati provinciali del settore chimico nel corso dellassemblea generale agli operai della storica fabbrica ex produttrice di cinescopi per televisori, non lascia scampo ad equivoci: la ex Vdc Technologies di Anagni chiuder i battenti. Unazienda storica che dava occupazione a 2500 persone del luogo (nel decennio 1990/2000 fatturava 400 miliardi di Lire e produceva 4 milioni di cinescopi allanno) prima delloblio conosciuto nel nuovo millennio a causa del mancato aggiornamento delle tecnologie. Ma, nonostante la doccia fredda, i sindacati e i lavoratori hanno deciso di non demordere ed organizzeranno nelle prossime settimane una serie di assemblee pubbliche sul territorio aperte a tutti i cittadini, politici locali e non: pretenderemo dai politici di ogni livello limpegno serio per la nostra vertenza. Crediamo infatti che ci siano ancora i margini per ottenere una proroga della Cassa integrazione straordinaria, ma non vogliamo pi promesse ma fatti dice la Usb. Lo dice forse con una punta di veleno nei confronti di tutti quei politici che cavalcarono londa, che scesero in piazza al fianco dei lavoratori, che si batterono (ma forse non troppo) affinch le istanze dei lavoratori venissero accolte, senza in fin dei conti risolvere mai il problema. Molti proclami lasciati cadere nel vuoto, molte cordate straniere (dis)interessate ad acquisire lazienda, molte promesse puntualmente disattese dalle Istituzioni. Mentre il tempo passava veloce e inesorabile fino alla decisione della Camera di commercio di Frosinone del Giugno 2012, dove dichiarava ufficialmente il fallimento del sito con un deficit di 100 milioni di Euro. Un anno dopo lepilogo pi drammatico, il colpo basso per una zona gi provata e messa in ginocchio dalla crisi. Una zona che fino a pochi anni fa poteva vantare una rete industriale invidiabile ma che ora ridotta ad una polveriera, dove 3000 persone ogni giorno sono costrette a sfamarsi alla Caritas perch senza stipendio e dove i licenziati aumentano in maniera esponenziale di giorno in giorno. Eppure di tempo per ovviare alla criticit della situazione ce n stato a sufficienza visto che lo stallo perdura da molti anni: la produzione era ferma dal 2009 ed proprio allora che i 1100 dipendenti vennero messi in Cassa integrazione, 4 anni fa! E in Regione non stati in grado di dire nientaltro che non esiste altra soluzione che il licenziamento collettivo dellintero personale a conclusione del verbale stilato dopo lincontro di qualche giorno fa con i sindacati. Frase che ha chiuso le porte della Cassa integrazione per aprire quelle della mobilit di cui i lavoratori della Videocon godranno per un periodo di 36 mesi. C da aggiungere, anche se alla luce dellattuale congiuntura economica e della non appetibilit della zona sembra poco realistica questa possibilit, che la mobilit stessa consentir lassunzione immediata dei lavoratori nelle nuove eventuali attivit di impresa che si insedieranno nellarea interessata. Ai lavoratori non resta che continuare a lottare almeno per non veder vanificate le tante battaglie portate avanti con dignit in questi anni. In attesa di nuovi e speriamo positivi sviluppi, non ci resta che esprimere la nostra solidariet a tutti i dipendenti della Videocon, in particolare a quelli carpinetani. Che possano tutti svestire gli abiti di attori protagonisti di questo film dellorrore nel pi breve tempo possibile.

Chacun son got

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Pseudo-trasporti pubblici
Cotral s.p.a piegata anche dal mal tempo.
Circa 2 settimane f unondata di maltempo ha investito lItalia, costringendo lintera penisola a riprendere dal guardaroba abiti invernali accantonati negli armadi. In questo periodo la stampa nazionale ha puntato i riflettori su casi di catastrofi ambientali dovute alle violenti pioggie: La Coldiretti chiede lo stato di calamit naturale per tutti gli imprenditori agricoli danneggiati, Temperature invernali a nord con neve sulle Alpi. I telespettatori, in gran parte non cos coinvolti, hanno visto e ascoltato servizi analoghi, quasi compassionevoli di chi testimoniava direttamente laccaduto. Non passato sotto gli occhi dei riflettori per, come di consueto, il problema dei mezzi pubblici. I trasporti interregionali del Lazio sono gestiti ormai da decenni dal Cotral S.p.a. Un embrione della societ nacque sotto il nome di S.T.E.F.E.R. (Societ delle Tramvie e Ferrovie Elettriche di Roma) nel lontano 1899 occupandosi del trasporto pubblico nella capitale, e solo nel 1976 divenne una societ per azioni, gestendo la mobilit pubblica regionale. Hanno fatto le spese delle pioggie fuori stagione anche i mezzi Cotral, i cui interni sono stati bagnati dalle continue infiltrazioni dacqua che fino a questo momento erano ricorrenti soltanto nei mesi invernali. Ogni pendolare si interrogato sul perch di tutto ci e si rasenta il surrealismo scoprendo che lacqua entra direttamente dai finestrini chiusi. Le precarie condizioni di viaggio hanno reso tutti testimoni di scene al limite del grottesco vedendo passeggeri con ombrelli aperti in autobus, per evitare di essere bagnati dalla pioggia. Il maggiore disagio stata la riduzione dei posti disponibili sul mezzo; infatti, nonostante ci fossero soltanto pochi passeggieri seduti, gran parte delle persone rimanevano in piedi non potendo sedere sui sedili maceri. Facendo una rapida analisi, e tralasciando ulteriori problematiche, emerge che la causa di tutto la scarsa manutenzione dei veicoli lasciati in balia degli eventi. Dai vertici questa noncuranza giustifica da una crisi economica aziendale che ormai logora da anni la societ. Si parla della stessa crisi che ha colpito il resto dItalia e,che nonostante tutto, costringe lutente a pagare quasi quattrocento euro annui di abbonamento valido per i mezzi pubblici regionali. Ogni giorno gran parte della popolazione locale costretta ad usufruire di un servizio inefficiente, che mette a repentaglio la sicurezza dello stesso, vista la situazione. Il maltempo stata soltanto la miccia di un ordigno colmo di problematiche: ritardi, corse saltate, mezzi rotti o al limite della sicurezza stradale e cronica carenza di manutenzione. Viene da chiedersi come vengano gestite le entrate, e se ci siano eventuali sperperi che limitano possibili revisioni degli autoveicoli. Vivendo attivamente si risolvono i problemi, un servizio pubblico efficiente uno dei primi diritti da cittadino. I meteorologi preavvisano che nei prossimi giorni il maltempo continuer ad essere protagonista e forse, guardando la tv o leggendo i giornali, oltre che ad avere compassione per le vittime settentrionali, dovremmo temere anche per noi stessi.

Il sorriso ingannevole di Cotral S.p.a.

John Keating

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Pago il ticket o mi rivolgo al privato?


Il mercato delle prestazioni sanitarie tra aumenti dei ticket, tempi di attesa e scelte di governo
Se fino a 25 anni fa la scelta sul mercato delle prestazioni sanitarie era assai limitata poich sostanzialmente vi era un unico offerente, lo Stato, o meglio il Servizio Sanitario Nazionale, oggi il cittadino ha una scelta pi ampia. Le determinanti che incidono sulla scelta che il cittadino compie in merito a quale struttura rivolgersi sono molteplici: la sua propensione allutilizzo di strutture pubbliche anzich private; le conoscenze che egli possiede circa lesistenza di determinate strutture sul territorio, legata anche ad esperienze pregresse; il grado di facilit nel contattare le strutture per effettuare una prenotazione; il tempo di attesa necessario alleffettiva erogazione della prestazione e il prezzo che egli deve corrispondere per la prestazione. Volendo per semplicit escludere altri fattori determinanti, ci si pu concentrare su prezzo e tempo di attesa che risultano essere i fattori che incidono maggiormente sulloperazione di scelta. La regione Lazio e il CUP(Centro Unico di Prenotazioni) mettono a disposizione on-line un servizio di statistica sui tempi di attesa nelle varie asl regionali, e sulle quantit di prestazioni erogate mensilmente, fornendo dati suddivisi per distretto. Da questi dati stato possibile ricavare i tempi di attesa necessari per alcune prestazioni ambulatoriali e diagnostiche (il servizio mette a disposizione i dati relativi a 48 prestazioni). Sicch ci si trova dinanzi ad un ampio spettro di possibilit che vanno dai 14 giorni di attesa per una radiografia della colonna lombosacrale ai 200 giorni necessari per un ecografia delladdome (presso il distretto di Colleferro, valori medi e riferiti al mese di Aprile 2013). Meno agevole stata invece la rilevazione dei costi dei ticket che potrebbero riportare errori dellordine di qualche centesimo. Il soggetto che deve scegliere presso quale struttura rivolgersi presumibilmente effettuer una scelta basata unicamente sul prezzo laddove i tempi di attesa siano ragionevolmente simili, oppure, anche sul tempo di attesa. Per completare lindagine sui prezzi e i tempi di attesa delle prestazioni esaminate, effettuando qualche telefonata verso centri specialistici della zona, stato possibile rilevare tempi di attesa e prezzi sul mercato privato. Dalla tabella riportata si nota come, per tempi di attesa contenuti, vi siano casi in cui conveniente rivolgersi al mercato privato e casi in cui questa convenienza viene meno. Laddove invece i tempi di attesa presso strutture pubbliche o private convenzionate siano considerevolmente, per non dire eccessivamente, ampi, allora vale la pena attendere per un servizio pubblico solo laddove questo risulti essere fortemente conveniente. Nel caso

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dellecografia delladdome, ad esempio, a fronte di un pagamento di pari importo rispetto al ticket, o leggermente superiore, si guadagnano circa 200 giorni di attesa. Naturalmente tale analisi non considera le ipotesi che il paziente possieda o meno unesenzione totale o parziale al pagamento del ticket o una condizione di urgenza diagnosticata dal medico, allorch tali considerazioni verrebbero meno. I nodi cruciali dellanalisi elaborata sono essenzialmente due: in primis si avanza lipotesi che lincremento del ticket di 10,00, operato dalla regione Lazio a partire dal 2012, abbia prodotto un innalzamento dei prezzi delle prestazioni praticati delloperatore privato. Essendo lofferta delloperatore pubblico la maggiore concorrenza che il privato deve battere, gli basta avere tempi di attesa inferiori e praticare prezzi pressoch simili per vincere sul mercato delle prestazioni sanitarie. Basti come esempio che, nella struttura privata nella quale il prezzo attuale di unecografia delladdome pari a 50,00 , unecografia due anni fa, quando il ticket per la prestazione era di euro 40,16, era di 40,00 . Se la maggiorazione del ticket da parte della Regione trova opportuna spiegazione nella necessit di risanamento dei bilanci regionali, molto meno decifrabile sembra invece un incremento del 25% del prezzo operato dalla struttura privata. Ci che si vorrebbe ma si fatica ad escludere che laumento del ticket abbia prodotto un aggiustamento al rialzo dei prezzi praticati dalle strutture private. Ultima considerazione riguarda laumento del ticket operato orizzontalmente dalla Regione Lazio senza alcuna considerazione circa le capacit di spesa dei cittadini. Come avvenuto in altre regioni, ad esempio, un aumento del ticket proporzionale al reddito, o ad indicatori della situazione economica delle famiglie, avrebbe potuto meglio fronteggiare la maggiore incidenza che laumento comporta su redditi relativamente bassi.

Lisa

Storie di Donne Immortali


Una forza virile
25 Aprile 1945: lItalia libera, lItalia risorger. Da quel giorno in poi si sarebbe assistito ad un nuovo inizio, ad una nuova Repubblica, quella Italiana, che stava per nascere. LItalia liberata ha il volto di una donna: fragile e caparbia, docile e coraggiosa che ha vinto la paura mentre saluta una volta per tutte momenti di incredibile sofferenza con uno splendido sorriso. Perch durante la Resistenza non sono stati soltanto gli uomini a mettere in gioco la propria vita, al loro fianco cerano le partigiane, temerarie e pronte a dare attivamente il loro contributo. Lucia Ottobrini una di queste e il forte desiderio di libert che la esortava lha condotta a combattere al fianco dei partigiani: una volta con in braccio un pesante fucile, unaltra con viveri, armi,vestiti e segrete informazioni per i suoi compagni. Era consapevole del rischio ma non aveva paura di pagare il coraggio con la vita e non ci furono occasioni in cui si tir indietro. Da partigiana combattente partecipava allorganizzazione e alla realizzazione di atti di sabotaggio e il suo impegno venne premiato con una medaglia al valore militare. Lei solo una delle numerose donne che hanno sacrificato la famiglia, la paura e la propria vita per la libert, che non si sono arrese alla violenza sessuale di cui spesso erano vittime. vero: gli uomini hanno la forza, le donne sono forti (Silvana Stremiz).

Veritas filia temporis


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Mafia e antimafia, la lezione di La torre


Il presente contributo frutto dellincontro pubblico del 25 maggio scorso tra la cittadinanza carpinetana e il Signor Franco La Torre. Senza quelloccasione non ci sarebbe stato questo articolo. Chi scrive debitore dellospite.
Per capire cos la mafia bisogna prima sapere cosa non . Diciamolo subito: la mafia non lo Stato (e viceversa). E per una ragione logica: la criminalit organizzata per sua natura non pu che essere Antistato, dal momento che si pone in antitesi alla democrazia, ai diritti, alla civile convivenza. In secundis, va cancellato lantico stereotipo del boss semianalfabeta, in l con gli anni, con coppola e baffetti, che conduce austera vita di campagna. Neanche quella mafia. O meglio, lo stata e non lo pi. Continuare a perpetuare questa immagine vuol dire ridurre quel male a fenomeno folkloristico, di colore, tipicamente siciliano o del sud Italia (camorra, ndrangheta, sacra corona unita che sia). Niente di pi sbagliato. Per sopravvivere ai tempi, oggi le mafie sono mutate radicalmente: da organizzazioni criminali sono diventate sistemi di potere composti da lobby, imprese, potentati economici, ed anche, troppo spesso, da pezzi deviati dello Stato. Perch le mafie amano comandare di nascosto, stringendo direttamente accordi con chi governa e detiene il potere e, se la prima strada non percorribile, agendo per il tramite di infiltrazioni. Accade cio che alcuni pezzi dello Stato (non tutti, ribadiamo) ricorrano ai boss per mantenere un potere che rischiano di perdere perch messo in discussione da fatti interni o esterni alla vita dei partiti, comunque in momenti di delicate congiunture storicopolitiche (scandali, venti di cambiamento in generale). Desempi, fin troppi: nel dopoguerra, quando Dc ed ex fascisti, nel timore di perdere il potere a favore delle sinistre in Sicilia, armarono la mano del bandito Giuliano nella strage di Portella della Ginestra; durante gli anni Settanta e Ottanta, con lazzeramento dellintera classe politica siciliana sterminata con esecuzioni e attentati; negli anni Novanta, quando il bisogno di cambiamento a seguito di Mani Pulite venne stoppato sul nascere dalla discesa in campo di Berlusconi (novit di facciata), allora imprenditore in qualche maniera legato a personalit in spudorato odor di mafia (Vittorio Mangano, Marcello DellUtri, fino ad arrivare a Cosentino tanto per restare a nomi noti); anni Duemila, con la moribonda Seconda repubblica ancora sbugiardata da scandalosi dialoghi Stato-Mafia. Sono tutti snodi che spiegano quel cortocircuito tipico del potere italiano traducibile nella lotta eterna tra conservatorismo e istanze di cambiamento, con questultimo che o non si instaura affatto o, qualora si attui, riesce parzialmente. litalico gattopardismo: il fatto che ciclicamente tutto cambi (nella forma) affinch tutto resti immutato (nella sostanza). Checche ne vogliano cinema e tv, le mafie non sono pi cicoria e pizzini, ma piovre invisibili talmente tentacolari da poter paralizzare leconomia e lo sviluppo di un intero Paese, puntando a controllarne tutto: commercio, costruzioni, mobilit, sanit, cultura. Organizzazioni che per difendere e rafforzare s stesse entrano in contatto con terzi attori (lobby, imprese, politica) mandatari e correi, tutelandone sporchi interessi (esempio tra i tanti: esercitare pressioni per dirimere il Cda dellimpresa x affinch lappalto k vada in mano a z anzich a y. Vale per il bar del centro fino allappalto pubblico). In gioco, oltre ai miliardi, ben pi importante tesoro: i diritti. Fiaccati o cancellati quelli, il rischio che il sistema di potere possa decidere su tutto e per tutti a suo piacimento: listruzione (chi potr studiare cosa e come), il lavoro (chi potr lavorare dove), la sanit (chi potr essere guarito da chi), la sicurezza (chi potr sentirsi protetto e quanto) ecc. Restare indifferenti di fronte al morbo il modo pi sicuro per contrarlo. Invece, resistere si pu e si deve. Prendere coscienza, avere coraggio, mettersi in discussione, scoprirsi utili alla causa comune lunico modo per non vanificare gli sforzi di chi ieri e oggi ha dato e d tutto, in certi casi anche la vita, nella lotta antimafia. Se davvero si vuole, la mafia si pu sconfiggere. Dipende da tutti noi.

Rino Mato

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Donne e violenza
da Istanbul a tutto il mondo, per una tutela reale.
Accendiamo la televisione ogni giorno ed immancabilmente ascoltiamo, pi che notizie, dei veri e propri necrologi. La cosa che pi impressiona lalto numero di vittime femminili, uccise spesso da persone che dicevano di amarle. Il tema in questione delicato, da sviscerare in lungo e in largo anche dal punto di vista giuridico; proprio la giustizia infatti, potrebbe dare un concreto aiuto alla lotta contro le continue aggressioni a cui le donne sono sottoposte. Il 28 maggio 2013, si votata alla Camera dei deputati la ratifica della Convenzione di Istanbul, contro appunto la violenza sulle donne, siglata nellomonima citt Turca, l11 maggio 2011. E un passo importante per il riconoscimento dei diritti delle donne e soprattutto della loro tutela. La votazione stata unanime: 545 voti su 545 votanti. Il diritto internazionale prevede che ladesione a trattati o convenzioni, se si tratta di accordi raggiunti in forma normale ( come la Convenzione di Istanbul ad esempio), sia possibile attraverso 4 fasi: in primis i negoziati, che stabiliscono tra le parti coinvolte il testo dellaccordo; poi la firma, che attesta lautenticit del testo e lapprovazione del suo contenuto; poi vi appunto la fase della ratifica, con la quale ogni stato si impegna a rispettare il contenuto dellaccordo; infine lo scambo delle ratifiche tra gli stati firmatari. Ora quindi, per poter adottare la Convenzione, vi deve essere prima lapprovazione da parte anche del Senato, e poi una legge nazionale che accolga gli importantissimi punti della suddetta Convenzione. Questi ultimi sono 81, volti a prevenire, indagare, punire e risarcire le vittime di atti di violenza commessi da soggetti. Lobiettivo postosi dagli stati, quello di sensibilizzare i propri cittadini riguardo i casi violenti di qualsiasi tipo: si parla molto di violenza domestica ( sempre pi di moda) e di azioni che mirano a determinare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica ed economica comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libert, sia nella vita pubblica che privata. Gli stati sono attenti anche ad inserire deterrenti contro lo stalking, stupro e addirittura matrimoni forzati e mutilazione dei genitali, promuovendo allo stesso tempo lautodeterminazione delle donne e la parit tra i sessi. Come si evince dal testo dellaccordo, sembra che finalmente le donne prendano ci che gli spetta di diritto: la libert. Diamo, forse, troppo scontata la libert non rendendoci conto che, in realt, c una sottile differenza tra avere dei diritti e poterne godere effettivamente. Forse con questa Convenzione si vuole restituire il maltolto alla classe femminile, anche se con essa saremo sempre debitori. Grazie al riconoscimento su scala mondiale della tutela delle donne, gli si restituisce la libert, poich esse godono ora di strumenti pi forti e sicuramente pi efficaci per difendersi, rispetto a prima. Ma la cosa veramente importante il messaggio che filtra, cio la volont delle istituzioni di non lasciare sole le vittime, e di non dimenticare le punizioni per i colpevoli. Verrebbe da chiedersi come mai una Convenzione del genere, con tali fondamentali tematiche, sia stata proposta solamente nel 2013?

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Azzeccagarbugli

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La pagina dei lettori


Io ho un sogno, diceva Martin Luther King, quando sognava la parit di dignit tra i neri e bianchi dAmerica. Anche io ho un sogno, quello di vedere le nuove generazioni non pi sottomesse alle organizzazioni mafiose. Questo sogno va avanti a piccoli passi, ma va avanti. Fino a pochi anni fa non era nemmeno pensabile una manifestazione come quella che avete fatto voi Sabato 25 Maggio. E un passo piccolo, ma significativo, perch serve a non far sentire soli quelli che la mafia la subiscono quotidianamente. Non mollate ragazzi, pensando che la mafia sia un fenomeno lontano da voi perch anche sottostare ad un piccolo sopruso un fenomeno mafioso in erba. Ed infine cari ragazzi, abbiate sempre lottimismo come guida alle vostre azioni, e piano piano i frutti si raccoglieranno.

Una Ragazza Del 68.

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Carpineto Romano , 09/06/2013

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