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Bonsai
& Suiseki
magazine
Gennaio 2010
Anno II - n.1
Bonsai&Suiseki magazine
1
一
E ditoriale
di Luca Bragazzi, Antonio Ricchiari, Carlo Scafuri
A d esattamente un anno di distanza dal lancio ufficiale di questa nuova realtà, con
mia grande soddisfazione mi trovo a dover scrivere un editoriale che celebra il primo
e proficuo traguardo della nostra rivista. Perché se è vero che Bonsai & Suiseki Magazi-
ne nasce dall’idea di tre amici è vero anche che l’ambizione era quella di estenderne la
collaborazione a tutti coloro che ci avrebbero creduto, ed è stato così. Anzi, se dovessimo
rendicontare il tutto e fare un bilancio, sicuramente il risultato così come appare oggi,
supera abbondantemente le ambizioni e le aspettative iniziali. La rivista è cresciuta, si è
estesa, ha visto l’unione di professionisti ed è addirittura tradotta in un non ben preciso
numero di lingue in tutto il mondo. Tutti questi cambiamenti non hanno però distolto lo
sguardo dagli obiettivi e dalla morale che ha contraddistinto la sua nascita: la completa
gratuità, la dedizione disinteressata della redazione e la condotta professionale che
guida i vari numeri l’hanno resa la prima rivista in assoluto di questo genere. Come ogni
cosa, non è stata priva di intoppi, non sono mancate infatti le invidie e le bassezze, ed
è per questo che il detto Nec Recisa Recedit si addice perfettamente all’organizzazione
della nostra rivista. Il bonsai, per me è anche un momento di crescita ma soprattutto di
serena aggregazione ed è per questo che ringrazio di cuore tutti, da coloro che ci colla-
borano a tutti coloro che la leggono, siano essi vicini o lontani, perché con il loro apporto
hanno materializzato un piccolo sogno di pochi che è poi diventato di molti.
Luca Bragazzi
P er raggiungere l’autentica realtà, per distinguere il bene dal male ed il vero dall’ap-
parente, è necessario calmare l’attività mentale e raggiungere una consapevolezza
senza oggetto: leggevo che “chi potesse vivere cento anni non saggiamente e senza
controllo, meglio un sol giorno di vita di saggezza e di meditazione” (Dhammapada). E
certamente questa riflessione era sollecitata dal clima oramai passato del periodo festi-
vo, primo fra tutti il Natale, rigorosa occasione per i cristiani, il nuovo anno, occasione
scaramantica per scacciare il vecchio anno e sperare sempre nel nuovo più propositivo
ed infine l’Epifania, altra ricorrenza di matrice cristiana.
Tutto ciò ci ha portato a bilanci, a buoni propositi (poi messi in atto?), comunque ad un
clima più rilassato e più tollerante. I bilanci, per noi che lavoriamo al Magazine sono si-
curamente molto positivi. I fatti ed i consensi parlano per tutti. La rivista è attualmente
letta in 24 Paesi del mondo e questo dato ci basta.
I propositi, ora che siamo all’inizio del 2010 sono la cosa più importante e perché riguar-
dano il futuro del Magazine che è patrimonio dei nostri lettori. Continueremo quindi con
la linea editoriale tracciata dal primo numero:
Assoluta e attenta professionalità
Corretta informazione
Aperta collaborazione a tutti e con tutti nell’interesse esclusivo di una migliore diffusio-
ne del bonsai e del suiseki.
Auguriamo a tutti gli amici, a quelli che ci vogliono bene e soprattutto a quelli che ci “vor-
rebbero” male, un sereno, radioso e felice 2010 e lo facciamo di vero cuore tendendo
un ramoscello (o un bonsai…!) di olivo, segno di pace e di fratellanza perché è di questo
particolarmente che la società d’oggi ha bisogno. I consensi per quanto facciamo e per
quello che andiamo a fare anche quest’anno sono il nostro motore, la collaborazione è il
fulcro di questo motore, i lettori e quanti ci seguono, ci sostengono e ci approvano sono
la forza trainante: senza tutto ciò non starei qui a scrivere questo editoriale assieme ad
i miei amici.
Antonio Ricchiari
Carlo Scafuri
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Bonsai
& Suiseki magazine
95
Ideato da:
Luca Bragazzi, Antonio Ricchiari, Carlo Scafuri
Direttore:
Antonio Ricchiari - progettobonsai@hotmail.it
Direttore Responsabile: 12 84 90
Antonio Acampora - acampor@alice.it
Caporedattore:
Carlo Scafuri - carlo_scafuri@fastwebnet.it
Art directors:
Salvatore De Cicco - sacedi@yahoo.it
Carlo Scafuri
Impaginazione:
Carlo Scafuri
Comitato di redazione:
Antonio Acampora
Massimo Bandera - mb@massimobandera.it
Luca Bragazzi - tsunamibonsai@tiscali.it
Luciana Queirolo - pietredarte@libero.it
Antonio Ricchiari
Carlo Scafuri
Sandro Segneri - info@bonsaicreativo.it
Redazione: 54
Daniele Abbattista - bestbonsai@gmail.com
Sandra Guerra
Giuseppe Monteleone - alchimista.vv@tiscali.it
72 99
Dario Rubertelli - iperdario@yahoo.it
Pietro Strada - info@notturnoindiano.it
Marco Tarozzo - marco.tarozzo@tiscali.it
Hanno collaborato:
Franco Barbagallo - bonsaifrancobarbagallo@hotmail.it
Heven Chui
Armando Dal Col - armando.haina.dalcol@tele2.it 15
Crespi Editori - Bonsai&News - info@crespieditori.com
A. Bonsai e Suiseki Genova - info@bonsaigenova.it
Gian Luigi Enny - ennyg@tiscali.it
Paolo Nastasi
Carlo Oddone
Elisabetta Ruo - best22@alice.it
Francesco Santini - info@francescosantini.it
Anna Lisa Somma - annalisasomma@gmail.com
Axel Vigino
In copertina:
Faustina Lepore 8
Francesco Santini
Carlo Scafuri
Sito web:
http://bonsaiandsuisekimagazine.blogspot.com
Indirizzo e-mail:
bonsaiandsuisekimagazine@gmail.com
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scenza e l’accettazione di questo Disclaimer Legale.
42
Ore 14,00
Inaugurazione Mostra Bonsai e visita guidata con il Maestro Suzuki
Ore 14,30
Inaugurazione Mostra SCROLL giapponesi
(Iconografia del pino) a cura di Carlo Cippoli c/o Museo del Bonsai
Ore 20,30
Cena di Gala c/o il ristorante “Piazza Grande” dell’Hotel “Villa delle rose”,
durante il quale verrà consegnato il 1° TROFEO BONSAI “CITTà di pescia”
Il giardino del tè
di Gian Luigi Enny
C
ome accennato negli
articoli precedenti,
molti aspetti della cul-
tura giapponese han-
no la loro provenienza in quella
cinese e a volte in quella ko-
reana. L’usanza di soffermarsi
alla degustazione di vari tipi di
tè era estesa in Cina e in Korea
sin dai tempi arcaici, dove era
una prerogativa delle persone
più colte che la consideravano
un’arte da praticare in certi mo-
menti della giornata.
Per centellinare la pre-
ziosa bevanda veniva costruito
un ambiente apposito, quasi
sempre circondato da un giar-
dino che con il suo particolare
arredo e la sua atmosfera wabi-
8 Il Giardino del tè
- Gian Luigi Enny - 1
2
10 Il Giardino del tè
- Gian Luigi Enny -
5 6
1. Bricco per la cerimonia del tè.
2, 3. Hokusai - xilografia- fanciulle che intrattengono gli 7
ospiti in una casa pubblica del tè.
4. Giardino visto dalla finestra della stanza rituale.
5. Cerimonia del tè.
6. Colori autunnali con lanterna e vasca tsukubai in pietra.
7. Roji, sentiero rugiadoso che porta alla stanza del tè.
Il giardino del tè
- Gian Luigi Enny - 11
>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki
K
usa Mono è l’arte di coltivare alcuni
“Asillium Lusitanicum” © Valeria Bertuzzi
tipi di piantine in vaso, con la mede-
sima attenzione e cure riservate alle
altre piante. I Kusa Mono sono usa-
ti in Giappone in accostamento ai bonsai nella
loro esposizione, poiché bene si accompagnano
a questi perché in netto contrasto: l’immagine
forte e preponderante del bonsai e l’estrema di-
screzione e delicatezza del kusamono di piccole
dimensioni, contrastano con il loro aspetto gra-
cile e delicato con la forza e la venerabilità che
possono sprigionare da un bonsai. E’ dunque
un allenamento in più per la natura, per l’affina-
mento dell’estetica delle piante, per la loro per-
cezione; bastano poche indicazioni per potere
allestire queste composizioni.
“Carex Dipsacea” © Valeria Bertuzzi In Giappone, i kusamono sono spesso
esposti nelle abitazioni, prevalentemente nei
Tokonoma. Per valorizzarli sono sistemati su
un basamento, un vassoio o su altri elementi.
Un kusamono ricorda la stagione presente e
l’atmosfera del suo habitat. Si può sottolineare
il contrasto tra la maestosità e la forza emana-
ta da una conifera e la dolcezza e la caducità di
fiorellino che spunta da un ciuffo di muschio di
bosco.
Cosa si intende per erba? Per erbe o
piante erbacee si intendono quelle i cui fusti ae-
rei, non legnosi, di consistenza molle, muoiono
ogni anno, per lo più insieme con la parte sotter-
ranea. Sono piante tipicamente annuali quanto
chiglia, di una tegola, di un pezzo di le di Akadama a grana media, nella di talea da fusto, di realizzare rapida-
bambù, l’originalità del supporto di misura 20-40%, cui si può aggiunge- mente delle composizioni.
coltivazione indica la fantasia e l’ori- re un 10% di sfagno sbriciolato, se si Partendo da seme: il grande
ginalità di chi li coltiva. coltivano piante di ambiente umido. interesse dei semi deriva dalla facili-
Per i kusamono si usano pre- E’ confezionata in sacchetti ermetici tà di reperirli. Inoltre per certe piante
valentemente due tipi di terra: l’aka- e non bisogna lasciarla seccare, per- annuali non c’è altra soluzione, come
dama e la keto. L’akadama è un’argil- ché perderebbe la sua malleabilità. per esempio Ombelico di Venere, Bri-
la proviene da una colata vulcanica Attenzione al momento dell’impian- xia maxima, ecc. e sarebbe un vero
del Monte Fuji. Se ne trova in tutta to, a non lasciare delle cavità a livello peccato non utilizzare certe erbe
la pianura di Tokyo, ad un metro cir- radicale: non si riempirebbe neppure dei campi. Ovviamente si possono
ca di profondità. Confrontandola con con il passare tempo. realizzare dei kusamono utilizzando
l’argilla, l’Akadama presenta il van- Come miscuglio di terra per contemporaneamente i vari sistemi.
taggio, dopo averla fatta seccare ed un rinvaso, si può usare il seguente: Come per i bonsai, l’annaf-
averla calibrata, di non disgregarsi 1/3 di terra di Keto tritata grossola- fiatura dipende dalla caratteristica
dopo la bagnatura. Può conserva- namente, 1/3 di Akadama, 1/3 di terra propria di ogni pianta. Buona regola
re la sua granulometria per diversi vegetale. Per i vasi profondi, il dre- generale è, comunque, di bagnare
mesi, permettendo di disporre di un naggio può arrivare ad occupare i 2/3 quando la terra comincia a seccare in
terreno perfettamente aerato ed os- del vaso. superficie. Per i kusamono che resta-
sigenato, che favorirà il radicamento Se qualche varietà di piante no per diverso tempo al chiuso, come
delle piante appena trapiantate. Il usate per i kusamono è annuale, la ad esempio per una mostra, l’assenza
pH praticamente neutro, 6,7 circa, si maggioranza è perenne, consenten- di luce solare non permette di utiliz-
adatta alla maggioranza delle pian- do pertanto di godere del fascino per zare questa regola; spesso è la parte
te. molti anni. Si possono distinguere tre del drenaggio a seccare per prima,
La terra di Keto proviene modi per creare un kusamono. occorre quindi bagnare più spesso e
dalla decomposizione delle piante di Il modo più comune consiste vaporizzare le foglie.
palude o di giunchi, alghe, muschi, nell’acquistare delle piante in vivaio. Per quanto riguarda la con-
mischiate a della mota. Con la con- In primavera al momento della ripresa cimazione, conviene usare lo stesso
sistenza dell’argilla e di colore nero, vegetativa, si devono potare le radici tipo di concime usato per i bonsai; li-
è l’elemento insostituibile delle com- prima di regolare la vegetazione. Par- quido a lenta cessione. E’ opportuno
posizioni su roccia: infatti, essendo tendo da talee: sia che si tratti di ra- sospendere le concimazioni all’arrivo
molto malleabile, è possibile darle dice, Bambù, Syneilesis palmata, Cri- del periodo estivo e riprenderle alla
la forma desiderata, che conserve- santemo, Poligonio, ecc.., creare un fine dell’estate.
rà malgrado le bagnature. Si utilizza kusamono con questa tecnica dà ec-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
generalmente unita ad percentua- cellenti risultati e permette, nel caso
14 Kusamono
- Antonio Ricchiari -
Dal mondo del Bonsai & Suiseki <<
D
ifficoltà e felicità nel tro-
vare Shang Shi, diverti-
del suiseki
Shi, divertimento e stranezza nel col-
lezionare Shang Shi, questo è il giu-
sto sentimento verso le pietre di chi
spesso va a raccogliere pietre in riva
al fiume.
di Heven Chui Come si suol dire: “La po-
a cura di Luciana Queirolo polarità del suiseki o Shang Shi tra le
persone: pietra come legame duraturo
tra le persone, pietra come amore, dal
momento che è la pietra che ci riuni-
sce.”
Un giorno con gli amanti del suiseki
- Heven Chui, Luciana Queirolo - 15
>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki
2
mattina, ore 6:30, abbiamo il primo sidente del Yangtze River Viewing
incontro; il reporter farà un resocon- Stone International Intercourse In-
to completo. stitute, ha detto, “è una cosa comune
che la gente che raccoglie pietre lungo
Pietre in vendita la riva del fiume ne raccolga 20 kg in un
“Essi avrebbero preferito rifiutare dei giorno”. Il membro del Yangtze River
vestiti, piuttosto che rifiutare delle pie- Viewing Stone International Inter-
tre” 3 course Institute, la Signora Luoyan,
scherzando ha detto: “se ti imbatti in
La mattina del week-end, c’è pietre di alta qualità e non ne possiedi,
molta frenesia al mercato del primo preferisci piuttosto buttare via i vestiti
mattino. Molte sono le persone che che buttar via le pietre”.
raccolgono le loro pietre nel fiume
Yangtze e che mettono queste pietre Ore 9:10 - Apprezzamento del sui-
per terra ad aspettare l’acquirente. Il seki
venditore, il signor Zhu, ha detto che 4 Una coppia, entrambi,
quattro o cinque anni fa, volendo ri- amanti della pietra. L’acquisto di pie-
parare lo stagno vicino alla sua casa, tre è finito. Abbiamo preso l’autobus
andò al fiume e prese una pietra. No.602 verso la casa di un collezioni-
Qualcuno gli disse che quel- sta quale il signor Wu, famoso colle-
la pietra non valeva nulla, nel senso zionista di viewing stone nella città di
che era una pietra ordinaria, sugge- Chongqing.
rendogli di cercare pietre con forme
particolari o con dei disegni. Ore 15:50 - Raccogliere Suiseki
Il signor Zhu guardò quelle 5 La banca del fiume, nel po-
belle pietre che qualcuno raccoglie- meriggio. Dopo pranzo, andiamo
va, con disegni, come dei ponti o tutti sulla riva del fiume Yangtze in
dell’acqua fluente: pensò che erano Meidiyacheng, distretto di Nanan
belle, e da quel momento egli non ha della città di Chongqing.
più smesso di raccogliere pietre. Questa è l’ultima fermata
Ha detto il signor Zhu che “La prevista per oggi. Loro lavoreranno
condivisione è in grado di migliorare la insieme, raccogliendo le rocce.
capacità di collezionare pietre”; egli Poiché non aveva piovuto
pensa che questo sia un altro vantag- da parecchi giorni, fango e sporcizia
gio del vendere le pietre. avevano bloccato le pietre. Non è
Un vantaggio sia economico stato facile trovare una pietra di valo-
che di miglioramento delle conoscen- re, difficile da vedere, così che quasi
ze nell’apprezzamento del suiseki. tutti non hanno ottenuto nulla.
Sono passati in molti, e Mr. Xiong ha dichiarato: “Il
ognuno ha comprato molte pietre; momento migliore per raccogliere pie-
Mr. Zhao ha comperato più di 50 kg tre è dopo la pioggia. L’amante della
di pietre, ed ha dovuto chiamare un pietra e l’uomo che ama camminare
fattorino per aiutarlo a portare un ca- sono opposti, tra loro: l’uomo a piedi
rico così pesante. 6 viene alla riva del fiume nel bel giorno,
ma l’amante della pietra viene qui se
Prima delle 8:00, il sig. Zhu piove”. Qualcuno dice, all’improvvi-
aveva venduto più della metà delle so, che: “gli amanti del suiseki sono
sue pietre. i più preoccupati per le previsioni del
Mr. Xiong, che è l’organiz- tempo.”. Tutti concordano!
zatore di questa iniziativa e vice-pre
© RIPRODUZIONE RISERVATA
2 - Nella casa del signor Wu, la maggior parte dello spazio sono armadi
e scaffalature, dove sono mostrati i suoi suiseki, raccolti in 20 anni: un
regno della pietra, alcuni di essi sono come masterpiece nel mondo.
Heven Chui
Il giardino
>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki
nasc
di Luigi Nuzzo
osto
Q
uello che vi sto per
mostrare è il “giardino
nascosto” di Luigi Nuz-
zo, grande amatore di
bonsaismo da anni, nonché caris-
simo amico di tutti gli appassionati
che regolarmente frequentano il
Centro Bonsai Iodice.
Il desiderio di chi scrive è
quello di mostrarvi le diverse real-
tà che ruotano attorno all’universo
bonsai, realtà che vanno dai giar-
dini in perfetto stile giapponese, a
quelli realizzati da semplici amatori
con tanta dedizione e passione... e
Luigi di passione ne ha davvero da
vendere!
E’ domenica pomeriggio,
ed a San Prisco (Caserta) il tempo
non è dei migliori; avverto il timo-
re di non riuscire a fare delle buone
foto e quindi di non rendere giusti-
zia a quel che so essere un posto
pieno di meraviglie. Parcheggio
l’auto e subito la mia attenzione
viene catturata dai poderosi yama-
dori in attecchimento che fiancheg-
giano il muro perimetrale della pro-
prietà di Luigi. Olivi, olivastri, philliree, querce, eriche... il riuscito a realizzarla così come ce l’aveva in mente. Mi
sogno di ogni amante delle mediterranee; ci vorrà qual- spiega quali modifiche vuole ancora apportare, anche
che anno per farne dei bonsai di pregio e per poterli am- se, a mio modesto avviso, è già bella ed evocativa così
mirare in mostre di livello nazionale, ma il successo è ga- com’è. Lungo i bordi della vasca, si ammira una serie di
rantito con dei materiali di simile potenziale! erbette da compagnia raccolte durante le sue passeggia-
Il mio “giro” non è ancora iniziato e già i miei oc- te in montagna. Più in là, altri bonsai in formazione, la
chi brillano di meraviglia. Luigi nel mostrarmi la vasca maggior parte di essi impostati senza una ricerca stili-
con le koi, mi racconta di averla costruita tutta da solo, stica troppo artefatta, ma lasciati crescere nel modo più
pietra su pietra, giorno dopo giorno, fino a quando non è naturale ed armonioso possibile. La visione d’insieme di
Il giardino ‘nascosto’ di Luigi Nuzzo
- Carlo Scafuri - 19
>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki
ma lasciati crescere nel modo più natu-
rale ed armonioso possibile. La visione
d’insieme di questo piccolo scorcio tra-
smette sensazioni di tranquillità e sere-
nità, un angolo di natura nel quale po-
tersi rifugiare dopo giornate stressanti
dovute al trambusto della vita quoti-
diana. La presenza di piccole e grandi
statuine di gnomi e folletti, fa assume- Ficus microcarpa Scorcio del giardino Particolare della legna secca di un olivo
re al tutto un’aria quasi fiabesca.
Da perfetto padrone di casa,
Luigi mi fa accomodare nel suo appar-
tamento per un buon caffè, ed anche
lì i bonsai dominano. Con un pizzico di
malizia gli chiedo se anche sua moglie
è così appassionata ai bonsai come lo
è lui. Sorridendo mi dice di no, ma che
come ogni moglie- compagna-fidan-
zata di un bonsaista che si rispetti, si
è oramai arresa a questo suo grande
amore.
Olivo
Passiamo al terrazzo, ed anche Ficus panda Ficus microcarpa
OMOTENASHI
La soddisfazione
dell’ospite
di Massimo Bandera
“In un pomeriggio di novembre, nell’autunno a tutto rosso giapponese, prendendo un tè dal mio maestro,
si faceva tardi nella interessante discussione bonsai,e dopo alcune ore, la moglie vestita con un kimono
grigio decorato con magnifici kaki arancione, si era presa il libero arbitrio di portare l’ennesimo dolcino per
il tè ancora incartato, pensando forse così di non sciuparlo nel caso in cui l’ospite ( per altro goloso…) non
l’avrebbe più voluto. Il maestro Kimura, costernato, le rivolse un gesto fulminante, gesto tipico dei grandi
maestri, che le intimava di rimediare a quella licenza contro l’OMOTENASHI, l’accoglienza, la soddisfazione
dell’ospite! In giardino un magnifico pino bonsai nello stile MINOKAKE, con un lungo ramo sembra quasi
porgermi gentilmente il ramo, un braccio ideale, dove gettare l’abito e sentirsi a casa.”
Q
uesto racconto che ho vissuto in prima per-
sona, può dare un’idea del livello di cura
dell’ospite nella cultura giapponese, la più ci-
vile del mondo, che permea tutte le arti fini:
forse anche nel mondo bonsai occidentale, così comples-
so nel suo svolgimento, dovremmo aiutarci anche facen-
do OMOTENASHI.
La parola deriva dall’unione del prefisso onorifi-
co “O” e del verbo “Tenasu” (che viene), e significa acco-
glienza. Al di là della mera traduzione letterale, ciò che è
veramente interessante è esaminarne l’aspetto profondo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Hitotose ni
Hitotabi kimasu Sempre ella attende il suo amato,
Kimi mateba che nell’anno una sola
volta viene;
Yado kasu hito mo credo dunque non ci sarà una Tessitrice
Araji to zo omou disposta ad ospitarci.
- Ki no Aritsune
Toriyu no mai, “Il dragone danzante”, il bonsai che ha
reso famoso Kimura sensei in Giappone e nel mondo,
ancora oggi è considerato il bonsai più bello.
Mostre ed eventi <<
II° Trofeo
Napoli Bonsai Club ONLUS
ciò che è essenziale per un Club è il cuore!
di Antonio Acampora
S
abato 5 dicembre 2009 si è svolto il se- I soci con molta tranquillità ed impegno
condo Trofeo per i principianti iscritti hanno iniziato il loro lavoro.
al Club che hanno seguito il corso base La finalità di questo trofeo oltre a mette-
gratuito. Prima di descrivere la giornata re in luce i progressi che i principianti hanno rea-
di soddisfazione che abbiamo vissuto, e proprio lizzato in questo anno di corso base, è servita da
pensando a quelle ore, mi sono venute in mente stimolo per una presenza più attiva alla vita del
alcune considerazioni. Club. Ma anche allo scambio di conoscenze ed
In un Bonsai Club molte volte il discorso esperienze relative al bonsai, e la spinta ad una
si focalizza su cosa dobbiamo fare e sfiora sola- migliore comprensione e maggiore familiarità tra
mente l’altro aspetto del problema, ovvero come i soci. Il motto di questa giornata è stato “amicizia
dobbiamo essere. Gli statuti, i regolamenti, non ed armonia attraverso il bonsai”. In pratica lo stile è
sono affatto sufficienti a creare quell’unione e stato scelto dal partecipante, analizzando e deci-
quello spirito di collegamento che sono indispen- dendo in base alla loro pianta. Il riconoscimento in
sabili perché un club sia vivo, creativo. Ciò che è palio offerto dal Club, ed assegnato dal Consiglio
indispensabile, l’elemento propulsore di tutto è direttivo è stata una targa ricordo, ed un attrezzo
il cuore. Senza il cuore, senza la disponibilità a per bonsai, scelto dal partecipante.
comprendere e ad accettare le incomprensioni e Il riconoscimento è stato conferito a Pino
le eventuali debolezze degli altri, senza la volontà per aver meglio interpretato lo stile scelto, eretto
di dare qualche cosa, un Bonsai Club diventereb- casuale, applicazione filo, ecc. Augurandogli che
be un triste e sterile raggruppamento di uomini. questo sia il primo riconoscimento di un lungo
Ciò che sta alla base delle nostre iniziative sono percorso. E che il lavoro formativo su se stesso
dei sentimenti quali la passione per il bonsai e la continua attraverso la lavorazione del bonsai.
voglia di stare insieme e i sentimenti non possono Augurando ai partecipanti, che il prosie-
certo nascere da regolamenti o statuti. Ed è que- guo della loro attività bonsaistica non porti l’idea
sto che sta alla base della nostra iniziativa “Trofeo di essere superiori agli altri, più valenti, e quindi
Napoli Bonsai Club” e di altre che seguiranno nel non considerare più gli altri. Ma che l’amore per
2010, come la Festa di primavera. le piante, dove ogni pianta, suscita interesse e
Ritornando al trofeo, la giornata è iniziata richiede umiltà nel capirne la particolarità, possa
con il sorteggio dei ginepri e la loro assegnazione, essere trasmesso nel comportamento verso tutti.
da queste foto si può notare il materiale da lavora- Un arrivederci al prossimo anno per il III
re (juniperus procumbens var. nana) che è rimasto Trofeo Napoli Bonsai Club.
di loro proprietà. © RIPRODUZIONE RISERVATA
9 10 11 12
M
Alberi e arbusti in Italia anuale corposo che ben vale tutti i soldi spesi. Dal punto di
- manuale di riconoscimento vista scientifico e didattico anzi vale molto di più. E’ sicu-
M. Ferrari – D. Medici ramente un libro indispensabile per ogni bonsaista ed ogni
amante della natura che vuole cimentarsi nel riconosci-
Il Sole 24 Ore Edagricole mento di alberi e arbusti come dice appunto il titolo, in Italia.
In quarta di copertina si legge che “è come degustare un vino da medi-
€ 98,50 - 967 p. - 2001
tazione che fa provare, ad ogni sorso, una sensazione nuova. Sfogliare e
leggere Alberi e arbusti in Italia fa scoprire ad ogni pagina nuove piante;
non perché ve ne siano di sconosciute, ma perché ciascuna appare nel-
la nuova dimensione che gli autori hanno saputo darle con la maestria
dell’uso delle immagini e con la sapienza di chi, avvezzo alla didattica,
sa cosa è importante per distinguere, incuriosire, coinvolgere. Il fascino
dei disegni, veramente splendidi, l’immediatezza delle fotografie fanno
di ogni pagina un quadro dedicato ad una pianta vista con gli occhi di
chi, per primo, ama quanto descrive e trova nell’ordine della diversità
l’armonia della natura”.
Il testo è sapientemente suddiviso in quattro parti: la prima dedicata agli
elementi di anatomia e morfologia delle piante superiori. La seconda
contiene una quantità enorme di schede di classificazione che occupano
ben 800 pagine; la terza parte parla della conservazione delle piante e
delle tecniche di realizzazione delle raccolte di essiccata per concludere
con la quarta parte con un esauriente scritto sugli elementi di composi-
zione dei piccoli spazi verdi. Libro o meglio definirlo trattato di costante
consultazione e fonte di continue sorprese. Buona lettura!
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Incontro tra
Oriente ed Occidente
di Antonio Ricchiari
S
così come Cartesio che, intendendo dimostrare l’esi-
otto l’incalzante pressione dei ritmi della stenza di Dio e l’immortalità dell’anima, è divenuto il
civiltà occidentale, i popoli hanno rapida- padre del razionalismo moderno.
mente superato i limiti in cui si erano sto- Una nuova civiltà europea sorgerà dall’affer-
ricamente organizzati. Le nazioni, tendono marsi di un nuovo principio (civiltà della coscienza)
a costituire rapporti sempre più intimi e concreti. Le che risolverà e annullerà l’individualismo e il collet-
strutture e gli schemi non si formano mai secondo tivismo di massa. Mentre è in atto e si evolve que-
le direttive di un ideale razionalmente e preventiva- sto drammatico processo creativo di una nuova
mente costituito. vita sociale nella civiltà occidentale, questa si trova
L’incontro di popoli e civiltà diverse è prima necessariamente in un nuovo contatto con la civil-
di tutto uno scontro che obbliga ciascuna delle parti tà dell’Oriente. Nuovo contatto, perché il primo è
a misurare le proprie forze, a organizzarsi più intima- avvenuto al principio dell’800 sul piano ideologico
mente e solidalmente, utilizzando tutte le energie e dell’intellettualismo filosofico e religioso. Le prime
a divenire quindi un complesso spiritualmente più traduzioni dei Veda, degli Upanishad e dei testi bud-
unitario. Ne consegue che, vista superficialmente, dhisti permisero ad un ristretto numero di pensatori
si ha più una separazione antagonistica che non una di sentire la grandezza spirituale di quel mondo che
fusione. È su un piano di ordine superiore che la sin- poi i movimenti teosofici avvicinarono e allargarono
tesi può avvenire, non su quello della conciliazione a più vasti gruppi.
che appare compromissoria. Si costituirono allora le più seducenti utopie
E’ necessario che emergano principi più alti di ricostruzioni idealistiche del mondo il quale, na-
che siano sintesi degli elementi precedenti, e nel- turalmente, è andato per la sua strada. Ben più con-
lo stesso tempo comprendano il germe degli svi- creto è il contatto che si sta formando, per intrinse-
luppi futuri. In arte e nel pensiero filosofico ciò ap- ca necessità del sorgere di una nuova civiltà. Infatti
pare più palese poiché ogni grande artista o uomo ogni civiltà non può essere tale se non è retta da una
lo
scheletro
di Franco Barbagallo
è
e Dario Rubertelli
sempre difficile cercare di descrivere e raccon-
tare emozioni, sensazioni. Spiegare il motivo di
una scelta estrema, la lucida follia che a volte ci
porta a fare quello che altri non farebbero.
Questa è la storia di “Scheletro”. La storia di una
pianta vecchia, forse antica, che fu sicuramente impo-
nente e che adesso si è evoluta verso la sua forma più mi-
nimalista. Il mio incontro con questa olea oleaster risale a
4 anni or sono. Era in possesso di un amico. Parlavo con
lui del più e del meno, ma un senso di irrequietezza che
conoscevo mi aveva pervaso… l’avevo vista… mi aveva
colpito! Era stato come un lampo… un’inclinazione del
capo, le palpebre che si stringono per percepire dettagli,
per sfondare la materia ed andare oltre, per vedere quello
che gli altri non vedono. Io sapevo cosa dovevo fare. Sa-
pevo di aver incontrato Scheletro!
>> La mia esperienza
Quella sensazione la conoscevo, nei mie 20 anni raggiungere gli obbiettivi che mi prefissavo per un dato
di bonsai, l’avevo sentita altre volte, sempre coinvolgen- materiale.
te, entusiasmante, una sorta di delirio creativo. Di questa olea mi aveva colpito profondamente
Anni di studio da autodidatta, supportato costan- la bellissima vena di legno secco nascosta nel lato po-
temente dalla consultazione di riviste e libri hanno rap- steriore in basso. Il primo passo fu quello di rinvasarla
presentato la mia formazione. Il “prova e riprova” è stato ribaltandola e cambiando completamente inclinazione e
il mio pane quotidiano. Provare e riprovare fino a trovare fronte, mettendola in lapillo e akadama e utilizzando del-
le soluzioni più idonee ai problemi che man mano si an- la sabbia di fiume come drenaggio.
davano presentando, cercando le vie da percorrere per Dopo un anno cominciava la lavorazione vera e
e propria.
Avevo la pianta davanti, i colpi sullo scalpello si
susseguivano veloci, frenetici, porzioni di legno secco sal-
tavano, scricchiolavano e lasciavano spazio a solchi, pun-
te, insenature misteriose.
Gli spazi vuoti cominciavano a vincere la loro bat-
taglia con quelli pieni, l’erosione del tempo si era mani-
festata per mano mia su questa magnifica creatura. Più
procedevo più mi era chiaro che la natura di questa pian-
ta era quella che le stavo conferendo.
Quello che restava dopo la lavorazione della le-
gna secca era quello di cui aveva bisogno, non di più…
uno scheletro che nonostante tutto sosteneva ancora la
vita sulle proprie spalle. La forma che ne è venuta fuori
è esasperatamente estrema, come i paesaggi che incon-
tro nelle mie passeggiate lungo i versanti più scoscesi
44 Lo scheletro
- Franco Barbagallo, Dario Rubertelli -
dell’Etna, dove si trovano le
piante che più attraggono
la mia attenzione e che mi
ispirano maggiormente.
La parte viva è sot-
tilissima e non supera il 2%
della superficie totale del
tronco. La pianta rappre-
senta la sublime lotta della
natura che cerca di soprav-
vivere a se stessa: al fuoco,
agli eventi atmosferici.
Ancora qualche
anno e la chioma sarà in
perfetta sintonia con il sec-
co. Secco che nel frattempo
sarà ulteriormente ritocca-
to. Infine il posizionamento
in un vaso adatto per forma
e colore. E poi... chissà...
© RIPRODUZIONE RISERVATA
>> La mia esperienza
faggio
La storia del
P atriarca II parte
C
ome si ricorderà, la storia di questo faggio
ebbe inizio nel 1970 quando lo vidi piuttosto
sofferente fra le rocce; il mio pensiero fu quel-
lo di “soccorrerlo”, cercando di rinvigorirlo sul
posto praticando una consistente potatura sulla par-
te aerea della pianta, tagliando nel contempo dei rovi
e rami di altri arbusti vicini per procurargli luce e una
maggiore ventilazione.
Nella prima parte l’abbiamo seguito attraverso
le numerose immagini nelle varie fasi per oltre trenta
anni di coltivazione, dove lo abbiamo visto salire ai ver-
tici all’International Bonsai and Suiseki Exibition del
1986 in Giappone promosso dalla Nippon Bonsai Asso-
ciation, classificatosi al primo posto.
In questa seconda parte lo vedremo fino all’au-
tunno inoltrato del 2009; sarà dato maggior spazio ad
una serie di immagini in una delle sequenze più “intri-
ganti” della tecnica bonsai di quando si ha a che fare
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>> La mia esperienza
e q u i l i b r i o
instabile
di Paolo Nastasi
D
urante questo mio e dedicai anima e corpo per formarmi
viaggio di pensieri ri- nel miglior modo possibile. Dopo 3
volti all’arte bonsai,vi anni di apprendistato tornai in Sicilia
illustrerò un lavoro su ma il mio rapporto di studente non fu
un Ginepro Sabina affidatomi dal meno intenso. Infatti un paio di volte
maestro Salvatore Liporace per l’anno ho bisogno di mettere nuova
una dimostrazione svolta in occa- linfa lavorando al fianco del mio mae-
sione della mostra emiliana “Gia- stro. Nel mio percorso bonsaistico mi
preme sottolineare l’importanza di
reda”, curata dall’Helen Bonsai
frequentare una scuola bonsai per
Club e dalla scuola Progetto Futu- avere delle basi solide e non imbat-
ro. La mia vita bonsaistica iniziata tersi nel vicolo cieco dell’autodidat-
nel 1995 come autodidatta, cam- ta. Invito i giovani ad intraprendere la
biò radicalmente quando nel 1999 via della conoscenza e del confronto
il maestro Liporace mi diede l’op- per migliorarsi bonsaisticamente.
portunità di diventare suo allievo Tornando al ginepro, lavora-
Lasciai Avola, un piccolo pa- re un materiale così insolito mi intri-
ese della Sicilia Orientale per la cao- gava e pensavo che potesse valoriz-
tica Milano. Il mio sogno era quello di zare la mia creatività. Mi avvalsi della
diventare un bonsaista professionista preziosa collaborazione di Giacinto
52 Equilibrio instabile
- Paolo Nastasi -
anch’egli studente dello “Studio Bo- della pianta. non preparazione del materiale, in-
tanico”. Osservando attentamente il Dopo una meticolosa pulizia fatti è consuetudine preparare prima
materiale di partenza, pensai a due della pianta decisi di lavorarla unen- il materiale, in modo da ottenere un
possibili soluzioni: realizzare uno sti- do i due stili, sia per non mettere a risultato ottimale. In futuro immagi-
le “cascata” utilizzando solamente repentaglio la vita della pianta, sia no il sabina in una pietra di luna con
il tronco di sinistra e trasformare la per permettermi di creare qualcosa due palchi che si allungano dal tron-
parte apicale in legna morta, oppu- di diverso. co apicale in direzione della cascata
re unire due stili, lo stile ventoso e lo Al termine della lavorazione per meglio integrare le due parti.
stile cascata, mettendo in risalto la si nota una diversa densità fogliare
naturalezza e la forma stravagante tra i due tronchi, determinata dalla © RIPRODUZIONE RISERVATA
Equilibrio instabile
- Paolo Nastasi - 53
C
>> A lezione di suiseki
ostruire
giocando di Luciana Queirolo
A
lcuni amici appassionati di suiseki, per
quanto usino cimentarsi con entusiasmo
nella costruzione dei daiza, lamentano la
difficoltà e pericolosità di incidere i sup-
porti per mame suiseki: le piccole pietre da inserire
negli stands espositivi da composizioni multiple.
Preservare l’incolumità delle dita è preoccu-
pazione che sussiste sia con l’utilizzo di frese fisse
(impensabile usare le frese mobili attorno ad una
basetta mignon), sia con l’uso delle sgorbie in una
realizzazione totalmente manuale.
Da questo, sono nate due considerazioni:
2 che un buon aiuto, durante la realizzazione, è l’ac-
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54 Costruire giocando
- Luciana Queirolo -
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cortezza di non eliminare (se non all’ultimo) almeno
parte del legno eccedente, in maniera da avere uno
o più punti di “appiglio” attorno alla basetta, in ma-
niera di riuscire agevolmente a tenerla ferma men-
tre prosegue il lavoro (foto 1).
Considerazione seguente: che quell’appen-
dice, usata a mo’ di manico, è spesso di legno ben
stagionato e pregiato. Per quanto piccolo, peccato
è buttarlo, mentre può servire per un altro piccolo
mame (foto 2, 3)
Va da sé che il riunire in contemporanea la-
vorazione più pietrine, diventò il mio imprescindi-
bile punto di partenza. Esaminando il fondo di ogni
pietra, possiamo indicativamente valutare quan-
ta profondità di legno ci occorre per compensare i
vari dislivelli, senza dimenticare un certo margine di
spessore per i piedini. Stabilito lo spessore comples-
sivo necessario, potremo selezionare la tavola ido-
nea per contenere su una stessa asse quel gruppo di
pietre.
Il perimetro di ogni pietra viene tracciato la-
sciando, tra l’uno e l’altro, lo spazio necessario per la
sgrossatura dei due bordi, più uno spazio di “azione”
>> A lezione di suiseki
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per la fresa (foto 4, 5, 6). Stiamo contornando le no- un daiza e l’altro (foto 7, 8, 9). Questo mi consente
stre basette usando, per ora, la fresa cilindrica. Ora, di tracciarli poi, sotto, con precisione. Con la fresa a
continuo ad abbassare la fresa sino a bucare la tavo- cono, inizio a determinare l’inclinazione verso l’inter-
la, ma solo dove calcolo verranno posizionati i piedi- no dei bordi esterni. E’ il momento di lavorare sulla
ni di ciascun daiza e lasciando dei collegamenti tra schiena della nostra asse per ricavare i piedini.
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Nel caso una base abbia necessità di una al-
tezza minore, nei bordi o nei piedi, nessun problema
a togliere: foto n° 1(9); foto n°1(10);
Le basette sono nel complesso,impostate:
foto n°1(11); foto n°1(12). Un’altra smilza e diverten-
te striscia di daiza: foto n°2; foto n°2(1); foto n°2(2).
Comincio a separare le basette partendo dal-
le più grandi e lasciando ancora unite le piccole: foto
n°3; foto n°3(1). Questo mi consente di maneggiarle
ancora agevolmente nel successivo ritocco con il ci-
lindretto abrasivo: foto n°3(2); sono veramente pic-
coline! Foto n°3(3); foto n°3(4).
Questo quartetto aveva la necessità di uno
spessore di legno maggiore: foto n°3(5). Da qui, in-
ceratura a go-go: foto n°4(1). Tanti figliolini tutti as-
sieme è un bel vedere…: foto n°4(2); foto n°4(3)
Fatti uno per uno … potete immaginare: equi-
varrebbe ad un lavoro molto noioso che, in questo
modo, si è al contrario rivelato un gioco divertente e
proficuo.
Alla prossima!
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58 Costruire giocando
- Luciana Queirolo -
>> Noi... di Bonsai Creativo school
storia di un pino
di Francesco Santini
T
alvolta ci sono bonsai che suscitano un ri- la luce non filtravano più all’interno della pianta. Se
spetto inspiegabile. Forse è il loro fascino non si interviene, le zone interne perderanno ancora
o la loro vecchiaia, fatto sta che quando sei più vigore. Il lavoro da fare ha l’obiettivo si ristabilire
davanti a loro ti ritrovi in silenzio a osser- le migliori condizioni di crescita per il bonsai e na-
varne estasiato tutti i particolari ed ad ascoltare la turalmente procedere ad un riordino della chioma.
storia che questi ti stanno raccontando. A fine estate, la vegetazione presente era molto
Questo pino pentaphylla è uno di quei bon- densa. Le gemme, tutte della solita grandezza, sono
sai! L’esemplare, proveniente dal Giappone, è espo- uniformemente distribuite su tutto l’arco della chio-
sto presso il Museo Costantino Franchi di Pescia da ma. Questo equilibrio è indice di maturità e salute.
circa venti anni. È un albero molto vecchio e prezio- Il primo lavoro da fare è la pulizia degli aghi e
so. Inoltre un bonsai di pino a cinque aghi di queste una leggera sfoltitura. A inizio settembre questo tipo
dimensioni e in stile kengai è una vera rarità! di pino abbandona in modo naturale parte degli aghi
Negli ultimi anni, le continue pinzature ave- vecchi. In questo periodo quindi sarà sufficiente eli-
vano reso la vegetazione fitta a tal punto che l’aria e minare gli aghi già secchi per ottenere una discreta
pulizia. Volendo, possiamo ulteriormente pulire il l’interno e quelli deboli o poco ramificati. Mi interes-
ciuffetto di aghi, ma l’asportazione di aghi verdi cau- sa mantenere quanta più vegetazione possibile per
sa una piccola perdita di resina che ho preferito evi- dare un aspetto finale molto ricco, per cui cerco di
tare. sfruttare tutta la vegetazione utile. Elimino anche i
L’eliminazione dei rami secchi e deboli è stata rami che crescono alla base dei grossi rami o nelle
la seconda fase della pulitura. Il risultato ottenuto è biforcazioni.
stato un bonsai più ordinato composto solo da ciuffi Tutte le volte che analizzo un ramo cerco di
forti e vigorosi. L’aria e la luce che adesso passa tra eliminare i ciuffi che non potrebbero, per lunghezza
i rami comporta un risultato estetico migliore e un o vigore, entrare nel profilo del palco. non bisogna
beneficio in termini di coltivazione. dimenticare che la vegetazione è solo sulle punte dei
A dicembre, con l’arrivo del freddo, giunge rami. Tutta quella che rimarrebbe interna può essere
il momento di intervenire sulla chioma. Mi armo di eliminata.
forbici e filo e il lavoro comincia! Si inizia con la po- Davanti a una così fitta e complessa vegeta-
tatura. Verranno tolti solo i rami che crescono verso zione, è utile individuare gli strumenti che ci aiutano
...dopo 20 primavere italiane. Storia di un pino
- Francesco Santini - 61
>> Noi... di Bonsai Creativo school
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www.bonsaicreativo.it
Bonsai Creativo School - Accademia
>> L’opinione di...
Francesco S antini
www.francescosantini.it
intervista a cura di Giuseppe Monteleone
P
er la nuova intervista il personaggio scelto è un nostro amico nonché
collaboratore. Vi confesso che intervistare Francesco Santini mi ha “fat-
to strano”. Di solito si intervista una persona che, almeno nel nostro im-
maginario, ti da quella sola occasione per poterci parlare, per accorciare
le distanze. Con Francesco non è stato così. La sua presenza costante sul nostro
forum, la sua disponibilità, il suo esserci sempre, ha fatto si che questa distanza si
annullasse dall’inizio. Pensare alle domande da rivolgere a Francesco non è però
stato facile. Il rischio più grosso era che cadessi nel banale, nel già visto. E allora la
scelta di intavolare una chiacchierata informale. Una chiacchierata che ci porterà a
scoprire un ragazzo che ha fatto del bonsai il suo mondo. Uno dei più promettenti
artisti del panorama nazionale che non ha dimenticato il valore dell’essere umile.
Non voglio prendere altro spazio a Francesco, per cui vi auguro buona lettura e...
a presto.
Giuseppe Monteleone
72 Francesco Santini
- Giuseppe Monteleone -
Come ho detto nell’introdu- sibile. Ricordo quando, nella rivista versi e sporadicamente non è la via
zione, mi sembra un po’ strano in- “Bonsai Italiano” vidi i suoi primi la- giusta. Fu così che ebbi l’occasione di
tervistare una persona come te. A te vori. Mi affascinò subito il suo modo entrare nella scuola Bonsai Creativo.
che impressione fa essere intervista- personale di vedere il bonsai. Entrai Non ho intrapreso il percorso della
to per il magazine per cui tu stesso nella scuola circa 9 anni fa e tutto scuola per arrivare chissà dove, ma
collabori? quello che ho imparato lo devo al per capire, respirare, affrontare e vi-
Diciamo che sono rimasto percorso fatto con lui. vere un mondo che amavo e che oggi
molto sorpreso dal fatto di suscita- Da qualche anno sono istrut- amo ancora di più. Tutto quello che
re un interesse tale da giustificare tore all’interno della scuola, un com- ho fatto è cercare di andare avanti
un’intervista!!! Quando Carlo me lo pito di cui vado orgoglioso. Ma la nella comprensione del bonsai e di
ha proposto non riuscivo a crederci... soddisfazione più grande non è nel- quello che gli sta intorno.
”ma sei sicuro?” gli ho chiesto... ed la qualifica in sé, quanto nel godere Non mi stancherò mai di dire che la
eccomi qua, a fare la mia prima inter- della fiducia di Sandro e degli allievi e continuità nell’apprendimento è la
vista! A dire il vero sono molto ono- nell’avere la possibilità di trasmette- via corretta!
rato e felice di potermi raccontare un re quello che amo fare.
po’ agli amici del magazine. Negli anni, la scuola, ha sapu- Dalle domande preceden-
to raccogliere al suo interno bonsaisti ti potrebbe sembrare quasi che tu
Dai... cominciamo questa di diverse età e provenienze. Adesso ti senta “arrivato”. Tu invece a che
intervista sul serio... l’immagine che posso dire che è una piccola famiglia punto ti senti della tua bonsai-do?
ho di te è quella di una persona de- composta da persone legate da una No! Non mi sento arrivato!
terminata, che sa quello che vuole, vera, sincera e profonda amicizia. Tutt’altro! Mi sento appagato per
che è arrivata in cima, ma che allo Con questi presupposti fare bonsai è quanto inaspettatamente ottenuto
stesso tempo non ha perso l’umiltà ancora più bello! quello si! Questo 2009 è stato fan-
dell’allievo. Sono fuori strada o ti tastico sotto questo profilo… forse il
senti veramente così? Domanda forse banale, ma più bello!
Come molti, anch’io mi sento qual è stata la molla che ti ha fatto Il percorso di crescita però
un eterno allievo di questo mondo. scattare la passione per il bonsai? non deve avere fine.
Anni fa decisi di investi- l bonsai l’ho cominciato a re- Credo che sia più quello che
re il mio tempo e il mio denaro non spirare a metà degli anni 80, quando non so che di quello che so! Non ho
nell’acquisto di piante, ma nella co- mio padre portò a casa un piccolo fretta…tutto viene da se! Da parte
noscenza e nella preparazione. Rite- alberello… credo una serissa! Lui si mia ci metterò tutto l’impegno e la
nevo più importante imparare a fare appassionò e cominciò un percorso modestia possibile! Guai ad avere
bonsai che possedere una bella pian- da autodidatta cercando di coinvol- l’ostinazione di creder di essere arri-
ta. In fondo a me piace creare, lavo- germi… ed in parte lo fece! Alla sua vati alla fine!!!
rare e mantenere un bonsai! morte nel 1996, mi ritrovai oltre 120
Con questa idea ho intrapre- piante da accudire! Dare continuità al
so il cammino che mi ha portato a co- suo lavoro è stato il motivo che mi ha
noscere a poco a poco questo mondo. fatto scattare qualcosa!
Ma il processo di crescita è senza un Da allora non c’è stato un
limite superiore, per cui vado avanti giorno in cui non abbia avuto in men-
in questo percorso con tanta mode- te il bonsai. Mi piace pensare che lui
stia. sia contento della strada che ho in-
Ho sempre vissuto il bonsai trapreso!
con estrema umiltà e senza mire di
successo… e continuo a farlo! Credo E come mai hai deciso di per-
che ci sia ancora tempo per arrivare correre la strada che ti ha portato
“in cima”! ad essere quello che sei diventato?
Alla fine degli anni ’90, mi resi
Istruttore Bonsai Creativo conto che la mia conoscenza del bon-
School... che emozione ti da essere sai era molto limitata. La passione
parte integrante di una delle più pre- cresceva e con essa l’esigenza di sod-
stigiose scuole italiane? disfare la mia voglia di sapere. Iniziai
Parlare della scuola senza a frequentare qualunque laboratorio
parlare di Sandro Segneri mi è impos- capitava a tiro ma avere istruttori di-
>> L’opinione di...
74 Francesco Santini
- Giuseppe Monteleone -
la filatura e nella definizione. Duran- tra un anno. Forse sono ripetitivo, ma vorrei tor-
te ogni lavorazione, cerco di giunge- nare sulla tua attuale occupazione
re alla migliore definizione possibile, Tornando alla tua attività al museo dei Franchi, che emozione
pur mantenendomi diverse strade didattica, trovi più stimolante lavo- e che responsabilità comporta un in-
aperte! rare con neofiti o con persone ad un carico simile?
Ma se dovessi descrivermi ol- grado più avanzato di preparazio- Mi ricordo benissimo quando
tre il punto di vista tecnico, credo di ne? il museo fu aperto. Il mio babbo mi
essere un bonsaista che sa aspettare, Quando si tratta di trasmet- ci portava spesso e tutte le volte che
che non ha fretta di ottenere il risul- tere ciò che ami fare non fa molta dif- tornavamo a casa eravamo colti da
tato. ferenza. Coi neofiti mi piace cercare una profonda tristezza davanti alle
Nel bonsai non esiste la fret- di soddisfare le loro tante curiosità nostre piante.
ta perché non serve averne. cercando di anticipare le domande… Adesso non mi sembra vero
Con i bonsai ci riappropriamo anche io da neofita ne avevo molte… di poter lavorare con quei vecchi ami-
di un concetto di tempo più natura- e me le ricordo tutte!!! ci che più di una volta ho sognato di
le, dove l’odioso ticchettio dei nostri Man mano che si va avanti toccare.
orologi è sostituito dal passaggio del- con il livello di preparazione dell’al- Il lavoro, se di lavoro si può
le varie stagioni, dal sole e dalla luna. lievo, tutto diventa più interessante parlare, è appagante soprattutto dal
Lo scorrere del tempo non è e appagante perché si vanno a trat- punto di vista emozionale. Aver a che
più nostro nemico, come nella vita tare argomenti che amo in particolar fare con esemplari molto vecchi, al-
di oggi, ma diventa un alleato, utile modo e che riguardano soprattutto cuni dei quali lavorati in passato da
e necessario, per la creazione dei no- la modellatura e lo studio dei dettagli maestri importanti, è una cosa per
stri preziosi piccoli alberi. e della forma. Credo che la soddisfa- me sensazionale! Quei bonsai sono
E’ questo il messaggio della zione sia nell’insegnamento in sé, nel tutte vecchie signore che meritano
natura! E poco importa avere fretta... trasmettere emozioni e non solo det- cura e rispetto. Mi piace pensarmi
la prossima primavera arriverà solo tagli tecnici! come un amico che si prende cura di
Francesco Santini
- Giuseppe Monteleone - 75
>> L’opinione di...
loro. Certo, lavorare esemplari del Adesso sto organizzando un magazine?
genere comporta anche una grande angolo dedicato alle erbe di compa- Come no? Ringrazio te e tut-
responsabilità! Ma ho scoperto con gnia... una passione nascente! ti i lettori per l’attenzione. A tutti voi
estremo piacere che non ho timore auguro un fantastico 2010.
nel fare quello che so’ fare! Ed ora per finire, augurando- Buon bonsai a tutti!
È difficile descrivere l’emozione che ti un futuro pieno di successi e soddi-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
si prova quando apro la porta del mu- sfazioni, lo fai un saluto ai lettori del
seo…mi sembra quasi che quei vec-
chi bonsai sembrano essere tutti lì ad
aspettarmi….come quando vai al bar
e gli amici attendono solo te per co-
minciare la partita a carte!!!
Permettimi una domanda
cattiva, in Italia c’è un elevato nu-
mero di giovani molto interessanti,
secondo te, c’è tra questi qualcuno
che possa aspirare a diventare un
“nome” affermato?
Spero io.
76 Francesco Santini
- Giuseppe Monteleone -
A scuola di estetica <<
Lo stile
su
roccia di Antonio Ricchiari
L
a parola giapponese “ishi- cui sembra che l’albero svetti, sovra-
zuke” viene tradotta come stando la roccia, con un aspetto su-
pianta aggrappata ad una perbo, da dominatore. La base delle
roccia; il Maestro Naka scri- radici ed il nebari sono l’origine, il
ve che “se la roccia funge anche da punto di emergenza dell’espressione
vaso, allora la denominazione è “ishi- della pianta. Questa esprime la vitali-
uye”. Ognuno di questi stili ha un ben tà, la stabilità, il mordente. E’ impor-
preciso scopo. Non si deve confonde- tante soffermarsi su questa caratteri-
re il bonsai Ishizuke con il Bonkei, che stiche poiché questo tipo di impianto
è uno scenario ricreato su d’un lungo si focalizza proprio sull’estetica delle
vaso, usando materiali artificiali per radici.
raffigurare montagne, fiumi, alberi, Questo stile non è particolar-
case, ponti etc.” mente seguito; probabilmente per la
Il significato di questa rap- difficoltà nella realizzazione, legata
presentazione è scenograficamente non certo a fattori tecnici ma artistici;
forte, come si usa dire in ambiente probabilmente perché la massa dei
teatrale: “la pianta che cresce su una bonsaisti si ritrova tutta presa dalla
roccia, che con le sue radici se ne im- singola pianta e anche perché lo stile
padronisce, è il dominio prepotente su roccia pretende molta percezione
della natura, è la sopravvivenza che creativa e spiccato senso estetico per
supera ogni ostacolo ed ogni difficol- ricreare questo spaccato della natu-
tà. L’albero, con la sua forza prorom- ra.
pente, si impianta sulla roccia - essa Anche in questo caso la for-
stessa materia inerte - che pure sa- ma della pianta assume aspetti diver-
prebbe reagire disgregandosi, for- si in rapporto alla roccia e alle condi-
mando crepe dalle quali l’albero non zioni ambientali nelle quali si pensa
potrebbe reagire. All’attento osser- sia vissuta. Il diametro e l’inclinazione
vatore risulta sconvolgente questa del tronco sono due caratteristiche
intima fusione alla quale pervengono indipendenti che sono influenzate
questi due elementi della natura in dalla silhouette della roccia assieme
Lo stile su roccia
- Antonio Ricchiari - 77
>> A scuola di estetica...
all’organizzazione dei rami, alla loro con l’andamento del tronco. la granulosità: una pietra inadatta
distribuzione lungo il tronco e al loro annullerà la bellezza della pianta.
orientamento. Alcuni disegni che completa-
Una cascata o semicascata, Stile nella roccia no l’argomento puntualizzano il prin-
se l’albero è cresciuto sulla parete di In questo caso la pianta radi- cipio su cui si basa la silhouette della
un dirupo, a picco su una gola o altro. ca dentro la roccia; la sensazione che pianta nella roccia: quello della forma
Un eretto casuale su una pietra bas- questa composizione trasmette rie- triangolare.
sa, quindi su una collina, un literati voca sempre la montagna, un burro- Questa forma ha, in questo
cresciuto in condizioni difficili, nella ne, una parete rocciosa o un isolotto. caso, un forte valore simbolico. La
fessura di un dirupo. Queste le rap- Quindi, a differenza dello forma triangolare permette di espri-
presentazioni classiche finora viste di Stile sulla roccia, l’albero viene im- mere la stabilità: un triangolo equila-
un ishizuke. In queste composizioni piantato nella cavità di una roccia. tero o isoscele simbolizza un albero
il grado di difficoltà è dato dall’ac- L’errore visivo più ricorrente è quello perfettamente equilibrato, i due lati
costamento fra questi due elementi di scegliere alberi troppo grandi ri- sono uguali. L’addolcimento dell’an-
- accostamento che affinché riesca spetto alla roccia: a causa di questa golo dell’apice suggerisce l’arresto
deve rispettare taluni canoni che, nel sproporzione il risultato è artificio- dello sviluppo.
rispetto delle caratteristiche proprie so, innaturale. Al contrario, giovani La disposizione di più trian-
di questi due elementi: albero roccia piantine non si adattano all’impian- goli permette di creare una silhouet-
- dia una esatta rappresentazione e to su roccia poiché non avranno mai te complessa. La ramificazione di un
un esatto concetto della Natura. l’aspetto di soggetti vetusti. L’ideale ramo si iscrive più o meno dentro n
sarebbe l’utilizzo di mame o shoin triangolo. Due triangoli contigui pos-
che, per qualche motivo non sono sono confondersi allorchè i rami sono
Come creare un Bonsai idonei all’impianto singolo e che in alla stessa altezza.
aggrappato alla roccia questo modo trovano un altro impie- Potete rendere più interes-
Il primo obiettivo è quello di go. sante il vostro bonsai con l’introdu-
fare sviluppare e la giovane piantina Alcune caratteristiche della zione di uno o più elementi rocciosi,
e le radici; la pianta è rinvasata in un pianta sono: un blocco singolo può rappresentare
comune vaso con una adeguata mi- - non deve possedere una fitta ramifi- una rupe, una maestosa montagna
scela di terriccio e, per permettere un cazione; o uno scoglio isolato. Un gruppo di
ulteriore sviluppo in lunghezza delle - la vegetazione non deve essere ab- piccole rocce posizionate sul terriccio
radici è stato allestito un contenito- bondante; del bonsai, come se affiorassero dal
re con assi di legno, molto profondo - gli stili da impostare sono quello incli- terreno, possono ricreare l’ambiente
dove per oltre un anno il ficus è stato nato, semicascata e cascata; nel quale la pianta vive in natura. Si
lasciato. - il soggetto deve possedere un appa- può utilizzare una roccia piatta o una
Al momento opportuno rato radicale fibroso, compatto e vi- lastra di pietra per conferire un aspet-
dell’impianto dell’albero sulla roccia stoso; to più naturale alla composizione.
sarà scelto il fronte che dovrà accor- - scegliere una varietà tenendo conto
darsi con il fronte dell’albero e con il delle condizioni particolari in cui vivrà,
suo futuro andamento. Anche le di- preferendo quelle particolarmente re- La scelta della roccia
mensioni del Bonsai si devono natu- sistenti e che non hanno bisogno di ec- Il primo passo da compiere
ralmente accordare con le dimensioni cessiva umidità; per la realizzazione del progetto è
della roccia così come l’inclinazione - scegliere con attenzione, per quel che quello di reperire una roccia interes-
di quest’ultima deve armonizzarsi riguarda la pietra, la forma, il colore e sante; in un secondo momento si pro-
78 Lo stile su roccia
- Antonio Ricchiari -
cederà alla selezione di piante adatte
che ne mettano in risalto la bellezza
Progettazione di un al- danneggiare naturalmente le radici,
e che si armonizzino al progetto d’in- bero nella roccia quindi sistemare la pianta nel sito
sieme. Esistono una serie di rocce, Esaminare ogni lato della prescelto.
ma ve ne sono di più o meno idonee roccia per scegliere quello migliore - Pressare altro composto di torba
per l’impiego nel bonsai. L’ideale sa- che costituirà il `fronte del proget- sulle radici della pianta in modo da
rebbe selezionare una qualità che to’. Poi occorre stabilire la scala in coprirle completamente. Mantenere
non si crepi. Deve inoltre presentare cui il progetto dovrà essere realizza- il composto umido, utilizzando uno
colorazione, forma e tessitura esteti- to, se la roccia dovrà rappresentare spruzzatore, fino all’applicazione del
camente gradevoli. Nel mondo bon- una montagna, una rupe o altro. Da muschio. Il muschio deve essere te-
saistico è molto nota la roccia giap- questo dipende la scelta del materia- nuto a bagno per diverse ore prima di
ponese Ibigawa: è un conglomerato le vegetale adatto: un gruppo di pic- essere applicato.
vulcanico, un composto di diverse coli alberi farebbe apparire la roccia - Tappezzare il composto di torba con
qualità di roccia saldate insieme dal enorme, vista da grande distanza, il muschio imbevuto di acqua e siste-
calore del vulcano. mentre un singolo albero di due terzi mare la roccia in un vassoio aggiun-
Il marmo e i quarzi sono da circa della roccia la farà apparire rela- gendo ghiaietto fine.
evitare per lo splendore luccicante tivamente piccola.
della loro tessitura che distrarrebbe Per gli impianti nella roccia è I bonsai progettati in stile su
l’occhio dell’osservatore dalla pianta. necessario impiegare dei fili di anco- roccia ricreano sempre quello che av-
Rocce sedimentarie come l’arenaria raggio per fissare le piante alla roccia. viene in natura negli ambienti roccio-
non sono adatte per un inconvenien- Tagliare un pezzetto di filo metallico si o montuosi dove gli alberi cresco-
te pratico: il gelo potrebbe causare e appoggiare al centro un bastoncino no da semi caduti negli anfratti della
delle crepe lungo le linee di stratifi- oppure un qualunque oggetto ap- roccia. Alla ricerca di nutrimento e
cazione. Nemmeno le rocce tenere puntito del diametro di circa 6 mm. umidità, le radici di queste piccole
sono idonee a questi stili perché sono Rigirare il filo intorno al bastoncino piante si aprono a ventaglio affioran-
soggette a rapida erosione. Tuttavia una sola volta per formare un anel- do sopra la superficie.
rocce tenere non sedimentarie come lo con due lunghi prolungamenti. Nel bonsai vengono spesso
pietra lavica e tufo possono essere Sfilare il bastoncino, tenere fermo impiegate specie che producono un
scolpite per ricavarvi una cavità dove l’anello con una pinza e ripiegare le resistente apparato radicale di super-
sistemare la pianta. due lunghe estremità verso l’alto. ficie, come gli olmi cinesi o gli aceri
Incollare l’anello alla superficie della tridente. Ma esistono anche numero-
roccia lasciando libere le estremità. se specie adatte a questo scopo, spe-
Materiali per stili nella Realizzare diversi fili di ancoraggio in cialmente per bonsai mame o shoin,
dove non è indispensabile la forma-
roccia questo modo per creare una rete suf-
ficiente ad assicurare le radici di tutte zione di radici.
La roccia è la parte più impor-
tante del progetto, poiché in base ad le piante. Le lunghe estremità ai lati
essa verranno scelti tipi e dimensioni dell’anello assicurano le radici.
di piante che si intendono utilizzare. Come assicurare le ra-
Una roccia liscia e arrotondata sug- dici alla roccia
gerisce la presenza di acqua e può es- Scelta del materiale - Utilizzare un uncino metallico per
sere abbinata a piante che crescono - Utilizzare un forte adesivo imper- pettinare le radici. Accostare diversi
vicino a fiumi o a laghi, come i salici. meabile, come l’epossido di resina pezzi di roccia all’apparato radicale
Se si sceglie una roccia simile a una per fissare gli anelli di filo metallico per scegliere quello di forma più ido-
rupe, dovrete abbinarla a specie che nei punti della roccia dove sistemare nea.
vi aspettereste di trovare in una zona le piante. Incollare un numero suffi-
montuosa. ciente a creare un reticolo che rico- - Distribuire le radici sulla roccia.
E’ indispensabile prestare pra tutte le radici. Mentre sono tenute in posizione, oc-
particolare attenzione alla forma e al - Premere uno stato di poltiglia di tor- correrà assicurare le radici prima in
tipo di roccia. Dovrà avere un aspet- ba (una parte di torba ed una parte di cima, poi al centro e infine alla base.
to interessante: è impossibile riuscire argilla impastate con acqua per for-
a creare un bonsai accattivante con mare un composto appiccicoso) nel - Le radici dovranno essere stretta-
una roccia dall’aspetto anonimo o punto dove si è deciso di alloggiare la mente bendate contro la roccia e ri-
insignificante. In particolare, occorre pianta. Posizionare la pianta e allar- coperte per evitare crescite orizzon-
scegliere una roccia con un aspetto gare le radici sulla poltiglia. Ricoprire tali. Lasciare libere le radici oltre la
naturale; d’altra parte la natura ci of- le radici con altro composto di torba. base della roccia.
fre una gamma così ampia di rocce - Incrociare i fili di ancoraggio sopra
dalle forme più fantasiose e i suiseki- le radici. Per fissarli utilizzare le pin- - Con tronchesine per rami a ta-
sti ne sanno qualcosa! ze per filo, attorcigliando i fili senza glio concavo, potare drastica-
Lo stile su roccia
- Antonio Ricchiari - 79
>> A scuola di estetica
mente l’albero, lasciando non più di una o due gemme - A fine inverno oppure a inizio primavera, cimare appros-
per branca. simativamente i rami ed estrarre la pianta dalla sabbia.
Lavare via tutta la sabbia con un getto d’acqua.
- È indispensabile conservare l’umidità per la crescita del-
le nuove gemme. Sigillare i tagli con cicatrizzante o pasta - Tagliare il nastro di plastica con piccole forbici, facendo
appositi per prevenire la disidratazione. attenzione a non recidere le radici. Tagliare e svolgere il
nastro fino a liberare completamente roccia e radici. La
- Coprire interamente le radici e la roccia con sabbia fine, radice principale ora segue il profilo della roccia
fino alla base del tronco. Non sono necessari altri accor-
gimenti. - Le radici dovrebbero presentarsi irrobustite saldamente
aggrappate alla roccia.
- Innaffiate quotidianamente la pianta, ma riducete le in-
naffiature in inverno. Concimate ogni 2 settimane in esta- - Quando le radici si saranno sviluppate in modo soddisfa-
te. Potare i nuovi getti a 1-2 gemme dal tronco. Trascorso cente, sarà il momento di scegliere il fronte del bonsai e
un anno dall’invaso seguire i seguenti passaggi. trapiantate l’albero in un vaso bonsai.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’essenza del mese <<
Il carpino II parte
di Antonio Acampora
Famiglia: Betulaceae
Genere: Carpinus
Specie: C. betulus
C. turczaninowii
C. laxiflora
Carpinus turczaninowii, 68 cm
foto tratta dal catalogo Kokufu n°76
82 Il carpino - II parte
- Antonio Acampora -
- Concimazione - - Malattie -
Poiché è poco probabile far fiorire un carpino in In questi bonsai non è frequente l’aggressione da
coltivazione come bonsai, la somministrazione di ferti- afidi, ma piuttosto da cocciniglia (farinosa ed a scudetto),
lizzanti riguarda essenzialmente lo sviluppo della nuova insetti masticatori o bruchetti che ne ricamano le foglie, e
vegetazione e la sua successiva maturazione. La regola camole che ne rodono il legno: le applicazioni d’insetticidi
sempre valida è che conviene concimare i giovani sog- vanno fatte non appena si scopre la presenza di qualche
getti appena iniziano a vegetare affinché il loro sviluppo ospite indesiderato.
sia energico e duri a lungo, mentre è meglio tardare inve- Per quanto riguarda le infezioni crittogamiche il
ce a fertilizzare i bonsai maturi per evitargli una crescita carpino è vulnerabile quasi come l’olmo alle tracheomico-
troppo abbondante. Quindi in maggio inizieremo la con- si, e molte delle “morti improvvise” di qualche ramo sono
cimazione, subito dopo l’esecuzione della prima pinzatu- causate da questo fungo parassita, che infatti s’insedia
ra. Tenuto conto di ciò, si può somministrare azoto fino e si moltiplica nei vasi linfatici, lasciandovi delle tracce
a che si vedono germogli giovani all’estremità dei rami, scure, che si distinguono facilmente tagliando trasversal-
poi interrompere e passare a concimi ricchi di fosforo per mente i rami malati. Questo consente una diagnosi sicu-
favorire la maturazione dei nuovo legno. Dopo il riposo ra, anche se spesso tardiva.
estivo si ripete un’analoga successione di trattamenti. In Il trattamento curativo può essere abbastanza
queste piante, le fisiopatie da carenza non sono frequen- efficace, almeno sulle parti della pianta non ancora mala-
ti, ma nel caso se ne sospetti l’eventualità basta sommini- te, per bloccare l’infezione si richiede l’uso di fitofarmaco
strare prudenzialmente i soliti prodotti contenenti micro- sistemico specifici.
elementi. Il magnesio manca forse più spesso del ferro.
Non concimare se la pianta è stata rinvasata (aspettare 2
mesi dal rinvaso) o è debilitata. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il carpino - II parte
- Antonio Acampora - 83
>> L’essenza del mese
L’olmo
Coll. Stefano Frisoni
I parte
di Elisabetta Ruo
è
una pianta alta circa 20 metri, dal fusto dritto e le e in Asia occidentale. Foglie oblunghe, dentate, verde
robusto, con foglie picciolate e ovate di colore scuro, che diventano gialle in autunno.
verde, i fiori sono ermafroditi e di colore bian- - U. Sarniensis: diffuso in Europa occidentale, supera i die-
co tendente al rosso. L’olmo è longevo e dif- ci metri di altezza. Foglie obovali, glabre e lucide, verde
fuso grazie all’eccellente resistenza ai fattori climatici. scuro. La varietà Aurea ha foglie giovani color giallo, che
Apprezzato come pianta ornamentale e per al- diventano verde chiaro in estate.
berature stradali è d’interesse paesaggistico, inoltre - U. Glabra: varietà che raggiunge anche i venti metri di
sopporta bene la potatura e l’inquinamento. altezza, molto diffusa in Europa; ha chioma ovale, e fo-
Ha un buon legno con grandi caratteristiche sia glie obovate e dentate ai margini. La varietà Camperdow-
di durezza, sia di resistenza all’acqua, e con una grande nii ha chioma tondeggiante, la Exoniensis invece ha chio-
facilità di lavorazione, per questo viene impiegato nella ma colonnare.
costruzione di mobili, pavimenti, porte, organi sottoposti - U. Fulva: sostituisce benissimo ed ha le stesse proprie-
ad attrito e nella produzione di compensato. L’olmo pos- tà dell’Olmo Rosso Americano che in Italia è difficile da
siede capacità farmacologiche. reperire.
Ne esistono svariate varietà, quelle principali - U. Parviflora: varietà cinese da sempre coltivato come
sono: bonsai.
- Ulmus carpinifolia: albero ornamentale che supera i dieci - U. Procera, sin. U. campestris: varietà di olmo molto dif-
metri di altezza, diffuso in Europa, in Africa settentriona- fusa in Europa, raggiunge i 10-20 m di altezza. Foglie obo-
84 L’olmo - I parte
- Elisabetta Ruo -
vate verde scuro, che diventano gialle in autunno. Questa potassio, carboidrati, proteine.
pianta è utilizzata come bonsai per le dimensioni dei rami La corteccia interna dell’olmo è ricca di calcio,
e delle foglie. magnesio e vitamine A, B, C, K. Nutre e lenisce organi,
tessuti e mucose e in particolare è di grande beneficio per
i polmoni. Aiuta a neutralizzare l’acidità di stomaco e a
- Potature - lenire l’asma.
Generalmente si pota in autunno, alla fine della
stagione vegetativa. A cominciare dalla primavera, fino
all’inizio dell’autunno, si procede alla cimatura dei ger-
- Proprietà terapeutiche -
mogli, lasciandoli crescere di parecchi centimetri prima La corteccia di olmo era usata dai pellerossa per
di tagliarli lasciando 2-3 paia di foglie. Solitamente non si cicatrizzare le ferite, curare le ustioni, le malattie della
applica il filo metallico, salvo casi in cui sia strettamente pelle, le mucose infiammate dell’apparato respiratorio
necessario, ma si tende a formare la chioma con opportu- (laringiti, tracheiti, tonsilliti ecc.) e gastrointestinali (ga-
ne potature. striti, ulcera gastrica e duodenale, enteriti, coliti ecc.). La
sua sostanza collosa scioglie il muco presente nei tessuti
degli organi, stomaco, intestino, polmoni, nelle ghiando-
le linfatiche e nei canali nervosi, lubrifica le ossa e le ar-
- Foglie - ticolazioni. Favorisce l’eliminazione dei rifiuti tossici pre-
Distiche (cioè tutte disposte all’incirca sullo senti nell’organismo essendo un grande purificatore.
stesso piano che contiene, a sua volta, l’asse ideale del Aiuta ad eliminare il dolore delle ulcere e cura le ulcere
ramo che le porta), alterne; lamina di dimensioni max 4 stesse. Possiede proprietà antibiotiche e antibatteriche
x 10 cm, da ellittica a obovata, a subrotonda, con apice ed è ricco di vitamine e minerali.
acuminato, margine seghettato, anche con 2 o 3 ordini La mucillaggine della corteccia favorisce la de-
di denti; base asimmetrica e con un lobo nettamente congestione delle articolazioni rendendola un ottimo ri-
più lungo dell’altro, ma più corto del picciolo; picciolo medio per le artrosi. La sua azione lubrificante protegge
breve, lungo non più di 5 mm; nervature molto eviden- e ammorbidisce le membrane di tutto il corpo, special-
ti (fino a 13-15 paia); presenza di stipole presto decidue. mente le più danneggiate e infiammate. Aiuta la minzio-
Pagina superiore glabra, inizialmente lucida, quindi opa- ne, utile nei disturbi delle vie urinarie, come le cistiti cro-
ca; pagina inferiore chiara, opaca con ciuffi villosi sulle niche, diminuisce i gonfiori e agisce come lassativo.
nervature, soprattutto dove queste si intersecano. La medicina cinese lo cataloga come ottimo ri-
medio per le ulcere, la diarrea e il meridiano del colon.
Per l’Ayurveda è nutritivo, emulsionante ed
- Fiori - espettorante.
Indicato per debolezza, emorragie polmo-
I fiori si aprono in febbraio prima della comparsa
nari ed ulcere. Ottimo tonico polmonare, per le per-
delle foglie; sono rosso scuri e riuniti in mazzetti di 20/30
sone sofferenti di malattie polmonari croniche
molto densi; ciascuno è formato da un involucro campa-
Le foglie sono un’importante astringente. Veniva po-
nulato, diviso alla fauce in 4/8 lobi, che contiene gli stami
polarmente usato per la caduta dei capelli. Il decotto di
e l’ovario; l’impollinazione è anemofila, avviene cioè ad
corteccia di radice è utile nelle contrazioni e convulsioni
opera del vento.
nervose.
Oggi viene usato per la cura delle malattie della
pelle: eczema, impetigine, dermatosi, foruncoli e pruriti.
- Frutti - Può anche coadiuvarne il trattamento esterno con una
cura interna a base di decotti; questi ultimi vanno presi in
Samare che si restringono a cuneo alla base men-
forma molto diluita perché possono risultare scarsamen-
tre sono incisi profondamente all’apice; sono di colore
te tollerati dall’intestino.
giallastro con venature porporine.
Una vecchia ricetta suggerisce di fare un unguen-
to con grasso di maiale e corteccia di olmo.
La corteccia è anche utile, per il suo contenuto
- Corteccia - di tannini e mucillagini, per lenire mediante applicazioni
locali del decotto, le infiammazioni e i pruriti delle emor-
La corteccia si ottiene, da rami di 1 o 2 anni, in
roidi e delle mucose esterne (bocca, gola, zone intime).
ottobre e novembre o in marzo; s’incide con un coltello
e si stacca in strisce che si dividono in pezzi lunghi una
decina di centimetri. Per conservarla la si essicca al sole e
si conserva quindi ben secca, in sacchetti di carta o tela.
- Uso interno -
- Principi attivi e costituenti chimici: amido, calcio, mucil- La corteccia come coadiuvante diuretico e de-
lagine, ossalato di calcio, polisaccaride, tannini, fitostero- purativo. Decotto: 1 gr. in 100 ml d’acqua, 2/3 tazzine al
li, ricco di vitamine e minerali, resine, sostanze amare, giorno.
L’olmo - I parte
- Elisabetta Ruo - 85
>> L’essenza del mese
- Uso esterno -
Per pruriti e infiamma-
zioni della pelle e delle mucose.
Decotto: 5 gr. in 100 ml di ac-
qua, fare sciacqui, gargarismi,
lavaggi, applicare compresse
imbevute di decotto sulle parti
interessate. Per herpes, ecze-
ma, emorroidi infiammate.
Unguento: 10 gr. in 100 gr. di
grasso di maiale. Scaldare a
bagnomaria per un ora, quindi
eliminare la corteccia, filtran-
do a caldo per un passino fine.
Spalmare l’unguento sulle parti
interessate.
- Fiori di Bach -
ELM, in italiano Olmo è in realtà l’Ulmus Procera stesso, soprattutto nei momenti di carico eccessivo.
è classificato nei rimedi per coloro che provano dispera- Sono generalmente persone capaci e competenti che
zione o scoraggiamento. Tipico della persona che si sente improvvisamente non si sentono più in grado di porta-
sopraffatto dalle responsabilità e perde la fiducia in se re avanti i loro compiti. Provano sfiducia, depressione e
stanchezza.
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86 L’olmo - I parte
- Elisabetta Ruo -
>> Note di coltivazione
I CONCIMI
L’unico organo capace di veicolare i prodotti dedicati è la foglia. Esattamen-
te dall’epidermide inferiore, attraverso gli stomi e con condizioni elevate di
FOGLIARI di Luca Bragazzi
Ur.
R
ientrante nelle pratiche di concimazione, la I concimi fogliari
concimazione fogliare rappresenta uno tra i I prodotti utilizzati in questo tipo di pratica sono
più moderni metodi di alimentazione vegetale dedicati e non utilizzabili in diversa modalità (radicale).
ad oggi disponibile. E’ utilizzata per l’otteni- I formulati, in larga misura di sintesi, sono di tipo liqui-
mento di esemplari sempre più in salute ed in grado di do per la presenza di agenti chelanti specifici (LSA). Tali
fronteggiare situazioni impegnative sia climatiche che di sostanze hanno il compito di veicolare con maggior sicu-
impostazione ed è espletata secondo regole che seguo- rezza il/i principio/i attivi contenuti, attraverso le foglie.
no la fisiologia e la morfologia fogliare. Per la tipologia Tale passaggio è fondamentale per non veder sprecato
e formulazione dei prodotti specifici, ma soprattutto per e inutilizzato il prodotto. Nonostante la vastissima gam-
gli scopi, l’unico organo coinvolto è la foglia. ma di prodotti in commercio, per i diversi usi nelle diverse
stagioni dell’anno, per quello che interessa le coltivazioni
Che cos’è la concimazione fogliare bonsai, è consigliabile l’utilizzo di formulati PK per la faci-
E’ un metodo di alimentazione considerato a lità e velocità di assorbimento e di utilizzo da parte della
“Pronto Effetto”per gli effetti e per i risultati che si otten- pianta.
gono. E’ altresì considerata a breve termine per la durata
che i nutrienti hanno sulla fisiologia vegetale. Essendo Perché è consigliabile solo l’utilizzo nelle fasi di con-
una pratica di alimentazione, non deve essere confusa cimazione autunnale e solo su esemplari in manteni-
con l’utilizzo di Biostimolanti; prodotti che hanno effetti mento?
totalmente differenti sui vegetali, in quanto stimolatori Il bio-ritmo degli esemplari bonsai, si riduce man-
delle attività ormonali a livello cellulare. Pratica da con- mano che essi migliorano la propria struttura e anno dopo
siderarsi estremamente valida per il mantenimento di anno vengono coltivati in contenitori piccoli per la mole
esemplari formati in riferimento particolare alle sommi- di vegetazione e ramificazione che insiste su di un appa-
nistazioni di PK. rato radicale esiguo. Il duro lavoro che le radici devono
88 I concimi fogliari
- Luca Bragazzi -
1 2
compiere per alimentare tutto il sistema fogliare, a volte
risulta insufficiente proprio per lo spazio che esse hanno
a disposizione e siccome il P e K, hanno come funzione
quella di irrobustire le strutture (radicali e rameali), essi
vengono somministrati tramite appunto concimazione
fogliare perché questa è considerata la via d’ingresso più
veloce ed efficace.
Attraverso le foglie, quindi, il prodotto viene
veicolato all’interno del sistema floematico e distribuito
anche alle radici che, irrobustendosi, possono idratare al
meglio i tessuti, tramite la suzione dell’acqua presente
nel substrato. La caratteristica degli esemplari finemente 3
ramificati è di essere particolarmente sensibili alle basse
t°, l’utilizzo di fogliari PK, aiuta anche le fasi di lignifica-
zione.
Conclusioni
La concimazione fogliare è un valido aiuto nelle
fasi di irrobustimento strutturale. Non deve essere consi-
derata esaustiva, ma bensì deve essere programmata in
parallelo con la principale fase di concimazione, ovvero
quella organica radicale. Data la natura sintetica di tali
prodotti, valgono sempre le regole di utilizzo relative ai
concimi inorganici. E’ possibile anche utilizzarla con tito-
lazioni N in primavera, ma solo su esemplari giovani e in
fase di formazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I concimi fogliari
- Luca Bragazzi - 89
>> Tecniche bonsai
I rami di
sacrificio
di Luca Bragazzi
Rientrante nelle tecniche di costruzione della ramificazione, esistono particolari ac-
corgimenti che sfruttano la vigoria degli alberi tramite lo sviluppo incontrollato di
alcune branche appositamente selezionate per ottenere svariati risultati. La tecnica
qui di seguito descritta rappresenta, già da molti secoli, il metodo maggiormente
utilizzato dai coltivatori giapponesi per ottenere in tempi brevi una ramificazione
perfetta utilizzando i “RAMI DI SACRIFICIO”.
90 I rami di sacrificio
- Luca Bragazzi -
CASISTICA BONSAI AD ALTO
UTILIZZO DI RAMI DI SACRIFICIO
7. Risultato finale.
3
8. Esemplare in formazione dal 2003 al
settimo anno di ramificazione. 4
- Esempi su fagus -
12
13 14
15
16 17
>> Tecniche bonsai
18 19
Programma di costruzione
94 I rami di sacrificio
- Luca Bragazzi -
L’angolo di Oddone <<
Il
Taxus cuspidata, 87 cm
tasso
foto tratta dal catalogo Kokufu n°77
di Carlo Oddone
Il tasso
- Carlo Oddone - 95
>> L’angolo di Oddone
Speciee varietà sperimentate:
loro caratteristiche
Sono essenzialmente due i tipi di tasso che si pos-
sono reperire ed utilizzare: Taxus baccata e T. cuspidata,
di cui i vivai offrono poi varietà ed ibridi dalle caratteri-
stiche più diverse. Poiché i nomi commerciali sono poco
affidabili, dopo aver escluso le forme a fogliame dorato
o argenteo, non resta che scegliere il soggetto in base al
suo aspetto, considerandone la struttura, le proporzioni e
la dimensione delle foglie.
Esistono delle forme nana o compatta a sviluppo
contenuto, ma non è del tutto conveniente lasciarsi con-
vincere dalle loro proporzioni poiché la vegetazione che
compare in risposta alle cimature è anche troppo fitta: la
gestione del bonsai diventa laboriosa ed il risultato este-
tico discutibile.
96 Il tasso
- Carlo Oddone -
Applicazione del filo
L’educazione di questo soggetto è facile da rea-
lizzare per quanto riguarda la ramificazione giovane, che
è elastica e flessibile, anche se un poco cocciuta: tende un
poco a tornare alla sua posizione precedente dopo tolto il
filo.
Il legno vecchio, pur irrigidendosi, si lascia pie-
gare, ma si rivela ancora più ostico di quello giovane ad
accettare la forma imposta, tanto che si è costretti a ripe-
te l’applicazione del filo (quando incomincia a segnare la
corteccia) anche più volte prima di raggiungere il risulta-
to voluto.
A seconda dello stile scelto, qualora sia neces-
sario creare dei palchi, l’educazione delle branche nella
posizione necessaria deve essere assai precoce, per poter
disporre di un punto di riferimento per orientare la chio-
ma dei palchi stessi. In tal modo si guadagna tempo, nel
senso che tutte le successive operazioni (quelle appunto
che servono ad infittire il fogliame) non richiedono poi
degli aggiustamenti, ma tendono subito a creare il mate-
rassino di verde una forma ed un profilo coerenti.
Tecniche particolari
Data l’abbondanza di gemme che si sviluppano a
seguito delle cimature, la vegetazione dei palchi diventa
sovente troppo compatta, e richiede una periodica sfol-
titura. Va ricordato che gli eventuali rametti rivolti verso
il basso devono essere eliminati perché non sporgano al
conifera sempreverde, i cui rami devono avere un minimo
disotto del margine inferiore dei rami.
di chioma all’estremità per poter continuare a vegetare e
Quando lo sviluppo del soggetto è molto vigo-
reagire agli interventi del coltivatore.
roso, è inevitabile il rischio di dovere sostituire qualche
Uno degli aspetti positivi del tasso è che, non
parte (generalmente in alto) che diventa troppo tozza.
essendo avido di luce, conserva della vegetazione anche
L’importante è farlo in modo da non danneggiare l’imma-
indietro sui rami, all’interno vicino al tronco.
gine del bonsai, eseguendo l’intervento qua e la, stagione
Si attende a cimare la nuova vegetazione finché
dopo stagione.
non abbia raggiunto una certa maturità e lunghezza.
Quando la si accorcia, si può contare su numerose gem-
me che compaiono alla base delle foglioline, con cui si Fertilizzazione ed altri trattamenti
forma l’abbozzo della ramificazione secondaria, che co- Il tasso ama un substrato fertile e risente visto-
stituirà la struttura della branca. samente delle concimazioni. Queste diventano così’ un
E’ quasi più facile farlo che dirlo, proprio perché il mezzo per controllane in qualche modo lo sviluppo ed il
tasso è in grado di reagire molto generosamente a que- comportamento.
sto tipo di intervento. Come è ovvio la modalità della fertilizzazione
Una volta costruita questa struttura di base di deve adattarsi alla natura del soggetto. I giovani che de-
ogni palco, le ulteriori cimature serviranno a coprirla di vono crescere saranno nutriti con regolarità sin dall’inizio
fogliame, che basterà insistere a tagliare per ottenerlo della ripresa vegetativa, mentre i soggetti maturi, di cui
fitto e basso. Il risultato è dato da un insieme di ciuffet- conviene limitare sia lo sviluppo globale che le dimensio-
ti di foglioline dirette verso l’alto a prendere luce. Il se- ni di ogni singola parte, sarà bene dare il concime contro
greto sta nell’intervenire sufficientemente di frequente, tempo, cioè non quando la pianta è in fase di sviluppo,
quando i nuovi ramuli sono lunghi 5-6 cm. Ed accorciarli a ma più tardi, quando ne sta uscendo e quindi non più in
mano di uno. Data la disposizione delle foglie sul ramulo, condizione di sfruttarne completamente l’effetto. Con
ecco che ne risultano i piccoli e corti ciuffi. questo procedimento (valido peraltro su qualsiasi tipo di
Il tasso
- Carlo Oddone - 97
>> L’angolo di Oddone
bonsai) si è certi di somministrare alla pianta quanto le
occorre, pur negandole l’opportunità di avere degli accre-
scimenti esagerati.
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Vita da club <<
Genova
I
l club “Amatori Bonsai Genova” si è costituito nel co di Genova, il Consorzio Villa Serra, il club “GADO” di
1987 al fine di riunire gli appassionati di questa arte Osaka, Giovanni Genotti.
residenti nell’area metropolitana di questa città. Nel 2007 per il ventesimo anniversario del club si
L’attività dell’Associazione consiste nel tenere riu- è organizzato in settembre un importante evento che ha
nioni con periodicità bimestrale, organizzare esposizioni, compreso anche il XII Congresso IBS e una esposizione
e attività didattica anche con esperti a livello nazionale. dei club liguri, con la partecipazione di Bokushin, scuola
Con l’ingresso di alcuni appassionati di suiseki di calligrafia diretta da Norio Nagayama.
negli anni ’90, tra i quali Sergio Malpeli, che ne è stato E’ inoltre stata intensificata l’attività didattica,
a lungo presidente, l’ Associazione è diventata “Amatori con l’organizzazione di corsi annuali per principianti, corsi
Bonsai e Suiseki Genova” e, grazie anche all’incremen- presso le UNITRE della provincia di Genova e la parteci-
to numerico e qualitativo dei soci, ha avuto un impulso pazione, nel 2008, al Festival della Scienza, in cui si sono
che ha consentito di innalzare il livello dell’attività: par- tenuti alcuni laboratori di estetica e tecnica bonsai.
tecipazione a importanti manifestazioni nazionali, quali Nel 2009, nell’ambito della manifestazione “Bon-
Congressi UBI, Crespi Cup, Arcobonsai e altre, nelle quali sai in Villa” che si svolge ormai da cinque anni a villa Serra
alcuni soci sono stati premiati, e organizzazione di labo- di Comago – Sant’Olcese (GE) si è organizzata, in colla-
ratori con affermati maestri, culminati in una organica borazione con il Consorzio villa Serra e con il patrocinio
serie di incontri con Othmar Auer, presidente della suc- della provincia di Genova, il Premio BonsaiGenova 2009,
cursale europea di una importante associazione di artisti mostra concorso riservata ai club italiani, con la parteci-
bonsai giapponesi. pazione di Giovanni Genotti, Edoardo Rossi, e altri noti
Dal 2005, grazie alla messa in rete del sito in- istruttori italiani.
ternet e di progetti di diffusione del bonsai, che hanno Attualmente il club conta circa trenta soci, di cui
consentito di godere di un contributo della Provincia di parecchi giovani, e punta all’incremento delle conoscen-
Genova, si è incrementato il numero dei soci e si sono po- ze tecnico estetiche per fare bonsai, nonché alla diffusio-
tute realizzare prestigiose mostre, con la collaborazione ne della conoscenza del suiseki.
di associazioni liguri di bonsai ed enti quali l’Orto Botani-
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>> Vita da club
Programma 2010
(programma realizzato grazie al sostegno della COOP
“A.Negro” e con il patrocinio della Provincia di Genova)
- 14/02/2010 - Lavorazione da parte dei soci delle proprie piante. - Data da definire - Mostra suiseki al museo di arte orientale E.
Chiossone
- 17/02/2010 - Esame piante dei soci: tecniche da applicare per l’im-
postazione. - 01/09/2010 - Rientro dalle vacanze: impressioni, resoconti, etc.
- 03/03/2010 - Assemblea generale ordinaria dei soci. - 15/09/2010 - Storia di un albero: olivastro di S.Agostaro
- 07/03/2010 - Laboratorio con istruttore nazionale Mario Sandri - 06/10/2010 - Preparazione e distribuzione dei compiti per la mo-
stra di Villa Serra.
- 17/03/2010 - Il materiale da vivaio adatto per l’impostazione a bon-
sai. - 16, 17/10/2010 - Premio BonsaiGenova a villa Serra di Comago:
mostra concorso di bonsai e suiseki.
- Data da definire (20, 21, 27, 28) - Gita sociale in vivaio.
- 21/10/2010 - Serata dedicata ai suiseki: Daiza o suiban? (Perfumo,
- 07/04/2010 - Tokonoma di primavera. Con la partecipazione di tut- Rosati ). Con la partecipazione di Andrea Schenone.
ti i soci. Preparazione della mostra di primavera.
- Data da definire - I colori dell’autunno:escursione nell’ Appennino
- Data da definire - Gita sociale presso il giardino di un maestro Ligure .
bonsaista (da individuare).
- 03/11/2010 - Tokonoma d’autunno. Con la partecipazione di tutti
- Data da definire - Mostra bonsai di primavera a villa Imperiale i soci.
- 21/04/2010 - Mochikomi primaverile: la pizzicatura dei nuovi ger- - 17/11/2010 - Esame piante dei soci: punti di forza, difetti, scelta
mogli. dello stile.
- Data da definire - Escursione primaverile in natura eventualmen- - 21/11/2010 - Laboratorio con istruttore nazionale Stefano Frisoni.
te per ricerca suiseki (Appennino Ligure ).
- 03/02/2010 - Mercatino di scambio: piante, vasi, attrezzature, pub-
- 01,02/05/2010 - Partecipazione ad Arcobonsai. blicazioni: proposte per il programma 2010.
- 05/05/2010 - Tecniche di coltivazione appropriate (annaffiatura, - 01/12/2010 - Lavorazione da parte dei soci delle proprie piante.
esposizione, concimazione, trattamenti fitosanitari - Agostaro).
- 12/12/2010 - Concorso tra i soci: i migliori lavori (2 categorie) sa-
- 19/05/2010 - Resoconto sulla partecipazione ad Arcobonsai a cura ranno premiati.
dei partecipanti.
- 15/12/2010 - Cena sociale di Natale. Serata di commenti e bilanci
dell’anno.
Tutti gli appuntamenti del mercoledì si terranno in sede dalle ore 20.30 alle 22.45. I laboratori della domenica si terranno in sede
a partire dalle ore 9.00.
Altre date di incontro: laboratori corso principianti: 21 febbraio, 14 marzo, 06 giugno.
Corso avanzato con D.Danisi: 31 gennaio, 18 aprile (ev. a villa Serra)
S
piagge affollate di reti e di gomene umide, sentieri impregnati
di brezza salmastra, prue battute dalle onde: questo è lo sce-
nario nel quale Mishima mette in scena La voce delle onde,
La voce delle onde racconto della storia d’amore fra Shinji, giovane lupo di mare
Mishima Yukio squattrinato, e Hatsue, pescatrice di perle e figlia di uno degli uomini
più potenti della piccola Uta-Jima, l’Isola del Canto. In questo paesag-
Feltrinelli gio essenziale, che emana una sorta di forza primigenia e selvaggia, i
€ 7,00 - 180 p. - 2003 due ragazzi, candidamente, scoprono l’amore e la libertà, nonostante le
maldicenze e gli ostacoli sorti nel loro misero villaggio.
Il faro solitario che domina l’isola e il racconto, occhio dell’auto-
re, perlustra a fondo l’animo dei personaggi, mai completamente ter-
so, e l’aspra bellezza della vita marittima, metafora stessa – con le sue
tempeste e le sue giornate di bonaccia – del legame che unisce i due
protagonisti.
La vicenda, grazie anche alla piega fiabesca che assume nell’ul-
tima parte del libro, appare molto semplice e, per certi versi, addirit-
tura prevedibile, ma senza che ciò vada ad intaccare la sua godibilità.
Essa dipende in gran parte, più che dall’intreccio narrativo, dal connu-
bio fra i sentimenti degli uomini e l’ambiente circostante, indissolubile
sia nella gioia che nel tormento: “gli isolani”, infatti, “avevano stipulato
un’alleanza con la natura, e le prestavano il loro pieno appoggio”. Per
imbrigliare le potenze di madre terra, soprattutto nei suoi eccessi, non
occorre soltanto confidare nella preghiera e nei talismani del tempio di
Yoshiro, ma affidarsi alle proprie forze e avere il coraggio di adoperarle
sino in fondo, come ricorda Shinji al termine del volume.
La voce di Mishima, al pari di quella delle onde, si insinua delica-
tamente nel racconto, accompagnando il lettore nella furia della bufera
e nel dolce riposo delle ore d’ozio.
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l’architettura contemporanea
giapponese
a cura di Antonio Ricchiari
è
necessario innanzitutto considerare
le condizioni socio-culturali dell’impe-
ro nipponico in cui coesistono modelli
tradizionali e moderni. E’ noto che in
Giappone tutto ciò che riguarda la tradizione Teatro Armani a Milano progettato da Tadao
gode di una solida protezione e conservazione. Ando. Spettacolarità degli spazi e progettazio-
I giapponesi non vogliono serbare la tradizione ne d’ispirazione geometrica sempre funzionale
ma prolungarla nel tempo. Anche gli architetti
sono rimasti legati ai materiali da costruzione scontriamo nel concetto di edilizia giapponese. Questa forma men-
tradizionali, specialmente a quelli naturali, pri- tis ha reso il Giappone una nazione di sperimentazione eccezionale
mo fra tutti il legno. Medesima cosa si può dire per quel che riguarda il campo architettonico.
per le forme semplici, fenomeno verificabile All’interno dell’architettura vivono quattro pensieri che
negli oggetti e nei manufatti dell’artigianato. hanno influenzato metodologia e pensiero. Il più importante è la
I giapponesi hanno un concetto del geometria, dove modelli e moduli geometrici sono alla base di case
vuoto diverso da quello degli occidentali, e chi e templi. Altro principio fondamentale è la raffinatezza stilistica,
fa bonsai lo sa. “Spazio” e “incantesimo” non l’uso di materiali preziosi e la minuziosa lavorazione della forma,
sono concetti occidentali, al contrario l’arte grazie ad un continuo sviluppo del linguaggio dell’architettura mo-
del nulla costruito è parte vitale dell’architet- derna. Molti architetti hanno perfezionato il concetto giapponese
tura giapponese. D’altronde l’Impero del Sol di spazio e adottato l’attenzione occidentale per il particolare, fon-
Levante non ha chiuso le porte al XXI secolo, dendoli insieme nella fase progettuale.
all’elettronica, a tutta la modernità. Osserviamo come la bellezza venga associata ad un rinno-
I giapponesi, per principio, non costru- vato acume della vista. Guardare non è solo vedere ciò che ci cir-
iscono i loro edifici per l’eternità, come d’al- conda e non è nemmeno andare oltre le apparenze, perché anche
tronde si fa in Occidente. Perfino i loro templi questo contempla un rapporto con il mondo: guardare è fissare lo
sono concepiti per una durata limitata ad una sguardo nel nulla (e questo principio si applica per il bonsai ed il
quarantina d’anni. D’altronde l’architettura suiseki!).
scintoista concettualmente parla di “ricostru- Questa consapevolezza dà una forza incredibile e inim-
zione periodica”. L’Ise, il santuario scintoista maginabile in Giappone alla ragione morale dell’essere attivo. E’
più importante e noto, viene sostituito a in- la consapevolezza del fare che schiude all’artista, all’artigiano il
tervalli regolari da una copia identica, poiché mondo della bellezza. Questa è una conditio sine qua non e anche
nello scintoismo non è venerata la durata ma nel caso dell’architettura in Giappone specialmente la bellezza del
la bellezza simbolica di un continuo rinnova- manufatto si rivela quando esiste armonia fra uomo e natura, tra
mento. azione e contesto. Questa disciplina etica, questo emergere del la-
Da ciò trae origine la versatilità che ri- voro in luogo della figura dell’artista dà forma al concetto di wabi, di
L’architettura contemporanea giapponese
102 - Antonio Ricchiari -
questo concetto di sobria raffinatez- Così accade di visitare a Tokyo luo- completa”.
za, come principio estetico più raffi- ghi dove si pratica la cerimonia del L’architettura giapponese,
nato, più intensamente, sottilmente, tè e quartieri dei piaceri sfrenati, così com’è, non può esistere che in
tenacemente ricercato. Anche l’archi- ascetismo praticato dal buddhismo Giappone: è l’humus nel quale affon-
tetto rientra in quell’essere Maestro, e dallo scintoismo che coesiste con da le sue radici, è l’inquietante clima
sensei – termine che indica l’eccellen- l’edonismo della società postindu- delle megalopoli moderne che la fan
za per antonomasia (non sottovalu- striale. Accanto alla frenata archi- no vivere. Ci sembra questa una ra-
tato o svenduto come in Italia!) e im- tettura futuribile resta, specie in gione per giustificare come questa
pone alla persona investita un valore campagna, l’antica casa giapponese, architettura non possa espander-
morale, la cui grande responsabilità un severo archetipo, scevro dal com- si facilmente altrove e anche come
va ben oltre l’esercizio della propria piacimento alla ornamentazione. essa rappresenta la prima variante
professione o della propria arte. I giapponesi hanno perduto il valida e riuscita di una società post-
Il concetto dei progettisti loro tradizionale stile di vita, la casa industriale.
permette che l’architettura, la natu- tradizionale non esiste più che in mi- Nel XXI secolo lo scambio
ra e la coscienza umana si incontrino niatura nella casa prefabbricata, con “east goes west” è sempre più evi-
fondendosi in una armonia perfetta. il piccolo angolo con il tatami com- dente. Questa sempre più crescente
L’architettura contemporanea giap- prato su catalogo. Malgrado tutto Cross culture avviene da e verso que-
ponese si suddivide in quattro ten ciò il Giappone ha conservato un at- ste due direzioni. I giapponesi sono
denze: geometria, raffinatezza stili- taccamento profondo alle sue radici. maestri nell’acuta trasformazione
stica, simbolismo ed espressionismo La simmetria per i giappone- attraverso la quale fare nascere qual-
che ne esplicano le concezioni este- si non è in alcun modo detentrice di cosa di più perfezionato. E la mede-
tiche. Anche in questo caso appare forza e potenza ed è esclusa anche sima cosa avviene nell’architettura.
forte l’intreccio che si crea fra la sfera nell’architettura. I passaggi fra am- “L’eclettismo, nei suoi aspetti positi-
della bellezza e la sfera della profes- bienti diversi non indicano separazio- vi, è sempre una sorgente di nuove
sione. Nell’architettura giapponese ni e non hanno carattere definitivo. espressioni culturali… Quando una
di apprezzano i modi di articolazione L’urbanizzazione giapponese la dice cultura diventa troppo asettica, muo-
dello spazio, la capacità di scandire le lunga: su una popolazione di oltre 120 re – afferma l’architetto Kisho Kuro-
diverse sequenze spaziale a partire milioni, il 60% abita in un caotico tes- sawa – per questo motivo bisogna
però da elementi semplici. suto urbano fra autostrade, grovigli attingere alle esperienze straniere,
Il turista, in Giappone, è sol- di binari, agglomerati industriali, in l’abbiamo imparato dalla nostra sto-
lecitato al massimo fino all’estremo ambienti che ricordano le conigliere. ria. Ciò che, nelle mie creazioni, può
delle sue capacità di comprensione. “Nella filosofia orientale – apparire una derivazione dall’eclet-
E’ la passione dei giapponesi per ciò scrive Gerhard Feldemeyer in Bau tismo è la premessa di una originale
che si contraddice. Originali coreo- Welt 21 (1988, pag. 856) – l’incom- concezione, dove si compie un’osmo-
grafie che sembrano realizzate per piuto, il frammentario e l’inespresso si di elementi europei e asiatici e che
scene di fantascienza, arcaici luoghi sprigionano una forza maggiore di farà scaturire una nuova architettura
di culto, tecnologia ultra moderna, ciò che è stato del tutto espresso. La nel XXI secolo”.
molteplici stili assemblati in un me- nostra fantasia è stimolata da ciò che
desimo edificio. manca e il nostro occhio spirituale lo © RIPRODUZIONE RISERVATA
La creazione
Del mondo di Axel Vigino
P
er gelata s’intende un fenomeno at- realizzazioni bonsaistiche, hanno messo appun-
mosferico, in cui l’abbassamento della to dei meccanismi di difesa, rientranti in: Mecca-
temperatura al di sotto 2°- 0° comporta nismi per tollerare i danni da basse t° e Meccani-
danni morfologici e fisiologici all’esem- smi per evitare i danni da basse t°
plare colpito. Le superfici vegetali, intese come
quelle degli organi esposti agli agenti atmosfe- meccanismi per tollerare i danni
rici, durante il giorno assorbono calore dal sole da basse temperature
e la variazione di t° tra Con temperature pari o al di sotto dello
quella di tali superfici e 0°, all’interno della pianta può iniziare la forma-
l’aria tutt’intorno può zione di ghiaccio a partire dagli spazi extracellu-
essere anche di 10° C. lari. Nella tolleranza, un meccanismo di difesa,
La quantità di calo- consiste nello spostare l’acqua contenuta all’in-
re assorbita è in fun- terno delle cellule verso gli spazi extracellula-
zione dell’essenza ma ri, aumentando così i soluti presenti all’interno
soprattutto del tipo di della cellula. Questo processo fa si che il punto
legno e dal suo colore. di congelamento si abbassa, evitando così la for-
Le variazioni di t° che mazione di ghiaccio all’interno della cellula.
si verificano al calare del
sole durante i mesi fred- meccanismi per evitare i danni
di, unite alla quantità di da basse temperature
acqua presente all’in- Le essenze che adottano sistemi di difesi
terno dei fasci legnosi al momento dell’evento, atti ad evitare i danni da congelamento, adotta-
determinano il tipo di danno. no un fenomeno chiamato della SOPRAFUSIO-
NE.
meccanismi di difesa Questa strategia di difesa è un fenomeno
Le gelate e i danni da basse t° che ne pos- fisico che consente all’acqua di rimanere liquida
sono derivare si verificano in: anche con t° di gran lunga al di sotto dello 0°, ma
- AUTUNNNO: prima dei processi di lignificazio- fino al valore di nucleazione del ghiaccio.
ne; Quest’ultimo è un valore pari a -38 °C!! …e
- in pieno INVERNO: durante la dormienza; rappresenta il punto di congelamento dell’acqua
- fine INVERNO-inizio PRIMAVERA: durante il pura… ma l’acqua contenuta nelle cellule non è
periodo di ripresa vegetativa. in tale stato, perché contiene soluti e batteri ve-
Le piante arboree, nella fattispecie le es- getali presenti sulle pareti cellulari che rappre-
senze botaniche comunemente utilizzate per sentano il punto di partenza del processo di con
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