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>> La mia esperienza

The fairy

di Rocco Cicciarello

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L
a storia di questa Bougainvillea risale al settem-
bre del 2004, quando un mio caro amico e collega
di lavoro mi chiese la cortesia di aiutarlo ad estir-
pare una grossa buganvillea dal suo giardino, in
quanto non riusciva a contenerla per la spropositata vigo-
ria e di fatto iniziava a “dargli fastidio”.
Animati di buona volontà ci recammo nel giar-
dino di casa e quando la vidi iniziai subito a pensare se ne
avessi potuto tirare fuori qualcosa... a lui dava fastidio…
ma io già ne ero entusiasta anche perché ero agli inizi del-
la mia Bonsai-Do e non vedevo l’ora di mettere le mani su
un materiale così bello, grosso e possente ( )!
Dopo quasi quattro anni e mezzo sono riuscito
nell’intento di renderla un bonsai apprezzabile grazie agli
insegnamenti ricevuti durante il mio percorso didattico/
formativo. Con questa essenza ho potuto sperimentare
e mettere in gioco tutte le conoscenze tecniche e stilis-
tiche che ho appreso durante il mio iter formativo e ne ho
seguito completamente l’evoluzione dall’attecchimento
all’esposizione in mostra (Fig. 4 4b).
Infatti, già nel novembre 2004 la pianta aveva ris-
posto bene alle prime cure ed aveva emesso un gran nu-
mero di nuovi getti da cui, dopo oculato studio e proget-
tazione, con la guida del mio maestro Michele Andolfo,
sono partito nella costruzione della struttura portante

Ho realizzato e seguito una scheda di coltivazione


concentrandomi di volta in volta all’ottenimento di ciò
che mi serviva, infatti il primo step dopo l’attecchimento è
stato la messa in coltivazione in un composto ben areato
costituito da pomice, lapillo vulcanico e kanuma a grana
-
mari per tutta la stagione vegetativa dal marzo 2005 al
ottobre 2005.
Nell’aprile 2006 con una potatura aggressiva ri-
dussi drasticamente i rami primari e lasciai crescere per
tutta la stagione vegetativa riducendo le nuove cacciate solo nel mese di Novembre quando la pianta era
ormai in stasi, facilitando così la preparazione delle nuove gemme che nella primavera successiva fecero la
loro comparsa ( ).

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Nel Marzo 2007 decisi di rinvasarla, cam-


biando la granulometria del terriccio (Fig. 7
di contenerne la vigoria complessiva e preparare il
pane radicale. Decisi inoltre, dopo aver selezionato
le nuove gemme che si iniziavano ad intravedere, di

terne meglio gestire la crescita ed il successivo dire-


zionamento (Fig. 8).
La stagione vegetativa del 2007 mi vide
praticamente impegnato a selezionare i rami che

zionati opportunamente. In questo periodo sfruttai


anche alcuni germogli molto vigorosi, come rami di
-
mente le dimensioni dei primari, e procedetti, nelle
restanti zone che dovevano essere mantenute, a
-
bre del 2007 quando diedi la prima vera imposta-
zione che iniziava a far percepire quello che sarebbe
).

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In questo periodo iniziai anche a ridurre i
monconi che all’atto dell’espianto avevo lasciato ed
iniziai a lavorarne la legna secca (Fig. 11).
Tale lavoro ovviamente provocò dei ritiri di
linfa che fecero seccare buona parte del tronco sul
fronte tant’è che un giorno in compagnia dell’amico
Franco Barbagallo decidemmo di intervenire crean-
do una vasta zona di shari proprio sul fronte.
Sinceramente non ero tanto felice di questa
soluzione anche perché il movimento delle radici sul
fronte mi piaceva particolarmente perché conferiva
un movimento ed un carattere particolare, ma ne
ero praticamente costretto in quanto non avrebbe
avuto senso avere una parte di tronco morto che col
tempo, l’ingrossamento dei vasi linfatici e magari il
distacco delle sottile corteccia sarebbe venuto fuori
inesorabilmente come un difetto...
Tale intervento sulla legna secca, di contro,
ha permesso, scavando abbondantemente il tronco,
di creare anche un bel movimento complessivo qua-
si avvolgente e che porta lo sguardo direttamente
dal nebari alla struttura rameale con una buona ar-
monia complessiva ( ).
Nel corso del 2007 seguì l’evolversi della

nuovi germogli, direzionandoli al meglio e cercando


di dare movimento e dinamismo al tutto.

avrebbe accolto questa Bouganvillea e dopo attenta


ricerca commissionai questo vaso all’artista inglese
John Pitt al quale diedi le indicazioni sul colore e sulla

fu sorprendente e mi rese particolarmente felice in


quanto l’abbinamento pianta vaso era pressocché
perfetto (Fig.14).

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Nel 2008 iniziò la fase di maturazione ovvero lo stato in


cui la pianta iniziava ad avere un suo carattere ed una
sua maturità ed infatti mi dedicai alla coltivazione elimi-
nando quasi del tutto l’azoto ed intervenendo continua-
mente con cimature dei nuovi germogli e potature più

Nei primi giorni di settembre 2008, grazie anche


alla clemenza delclima siciliano, procedettiaduna defoglia-
zione ed al rinvaso nel nuovo contenitore ( ).

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e nel successivo Marzo 2009 decisi
di esporla alla Mostra Nazionale
UBI di Salerno ricevendo, con gran-
dissima gioia e soddisfazione sia
personale che delle persona a me
vicine, la mia prima Menzione di
Merito con il mio primo Bonsai es-
posto in una Mostra Nazionale.

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