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Settembre/Ottobre 2010

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OLEA OLEASTER
JUNIPERUS CHINENSIS
PINUS PENTAPHYLLA
di Franco Barbagallo

L
a storia di questo imponente le, le caratteristiche di vecchiaia della
esemplare di Quercus pubescens ri- corteccia e la presenza di alcuni rami già ben
sale ormai a circa 10 anni fa (Prima- posizionati e ben strutturati furono artefici
vera del 2000) quando un giorno in della decisione di procedere alla raccolta do-
giro per i monti Etnei mi imbattei in questo po aver ricevuto la necessaria autorizzazione
imponente esemplare. dal proprietario del fondo.
Difatti, proprio l'imponenza del materia- La raccolta non fu semplice in quanto
cresceva in un terreno misto di materiale orga- sa in perfetta salute dell'esemplare (foto 1, 2,
nico e grossi blocchi di pietra lavica che ne re- 3, 4)
sero difficoltoso e lungo l'espianto. Un giorno di primavera nel 2003 decisi
L'attecchimento avvenne senza grossi proble- di iniziare il percorso bonsaistico che dopo
mi e ne seguirono due anni di affrancamento uno studio del fronte e dell'inclinazione mi
dove mi dedicai solo alla coltivazione e rimes- portò a iniziare i lavori.
I lavori consistettero nella rifinitura dei zione (foto 8, 9, 10, 11).
monconi tagliati all'atto della raccolta (foto Probabilmente a causa delle lavorazio-
5,6,7) alla raphiatura del ramo apicale che do- ni troppo ravvicinate la pianta giustamente
veva essere piegato al fine di creare la necessa- stressata decise di scartare proprio il ramo api-
ria continuità e conicità di struttura per il cale!!!!
futuro design, alla posa del filo ed all'imposta- Ovviamente deluso dell'esito, quasi
scoraggiato, riposi l'esemplare in un angolo stupore mi resi conto che mi aveva perdonato
del giardino e continuai a dedicarmi ad altri la- ed aveva iniziato a ricacciare con moltissimo
vori per quasi 4 mesi. vigore proprio dove mi serviva il ramo che
Infatti proprio dopo circa 4 mesi andai avrebbe ricostruito l'apice (foto 12, 13).
a controllare lo stato in cui versava la mia rove- Questa volta, però, ci andai per gradi e
rella e con grande gioia e forse anche un pò di iniziai a seguirne quasi settimanalmente la
crescita e l'evoluzione dei nuovi rami fino al di raggiungere bei risultati (foto 14, 15).
giorno in cui decisi di ristilizzare nuovamente Oggi l'esemplare risiede nella Collezio-
l'esemplare. ne personale di Giacomo Pappalardo che sta
Ne seguì un lungo periodo di gestione continuando a seguirla amorevolmente e sa-
con potature, cimature dei nuovi germogli pientemente.
forti e defogliazioni parziali che mi permisero
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MASSIMO BANDERA
- Premio Ministro della Cultura della Rep. Italiana -

LUCIANA QUEIROLO
- Premio BCI per il suiseki -

ALFREDO SALACCIONE
- Premio Presidente UBI -

FRACENSCO SANTINI
- Premio della cultura della Rep. di San Marino -
- Premio BCI per il bonsai -
>> Secret World

Secret
WorlD
...coming soon
LANTERNE
>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki

di pietra di Gian Luigi Enny

30 - Gian Luigi Enny -


L
’uso della lanterna in pietra per giardini
giapponesi risale all’epoca della nascita dei
giardini del tè nei quali ogni elemento anche
artificiale doveva concorrere a rispettare
l’eleganza e la fedeltà della natura. La presenza della
lanterna nel giardino, fino allora elemento della dedi-
zione religiosa dei templi, fu in primo luogo motivata
da esigenze funzionali, illuminare il percorso in pietra
prima di arrivare alla stanza del tè, solo in seguito e
tuttora viene usata quasi esclusivamente per ragioni di
composizione e decorazione del giardino stesso.
Tutto questo si può rilevare in alcuni scritti risa-
lenti al periodo Edo che ha visto i cambiamenti in
Giappone, non solo artistici culturali, ma anche sociali
e politici causati in parte con l'introduzione del buddi-
smo. Le prime lanterne di pietra in Giappone all’inizio
erano esclusivamente utilizzate nei santuari e templi
come una sorta di luce votiva, un modo equivalente
per le candele utilizzate nelle chiese cristiane. Queste
luci considerate sacre, si diceva che rappresentassero
Buddha e che con la sua fiamma allontanasse gli spiriti
cattivi e purificasse gli esseri umani prima di entrare
nel tempio, in effetti, le lanterne erano sempre posizio-

- Gian Luigi Enny - 06


32 - Gian Luigi Enny -
- Gian Luigi Enny - 33
>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki
nate all’entrata dei santuari, solo più tardi vennero
utilizzate per l'illuminazione generale nei giardini,
case e case da tè, ma la loro origine si trova salda-
mente al perseguimento di obiettivi spirituali.
Naturalmente, anche se la forma tradiziona-
le è rimasta molto popolare, con il tempo, l'abilità
artistica degli scalpellini contribuì sempre più a
creare nuove forme.
Oggi vediamo realizzate lanterne quasi irri-
conoscibili dalle loro antenate, ma comunque
sempre molto eleganti con forme più piccole e più
snelle delle loro cugine che avevano un aspetto
più tozzo. Le lanterne di pietra giapponesi hanno
certamente percorso una lunga strada fin dalla lo-
ro creazione, anche grazie ai maestri giardinieri di
oggi che con il loro attento e abile uso, sono di-
ventate ormai parte fondamentale nella realizza-
zione di questi giardini nipponici, l'uso originale
e le strategie nel collocarle in punti determinanti,
creano quell’atmosfera che porta l’osservatore ad
un rilassamento psicofisico di pace e benessere
interiore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki

36 - Gian Luigi Enny -


C
orreva l’anno dall’arte del bonsai.
1990, in un vivaio Questa passione li
del basso milane- spinse a rimanere in contatto
se, tre individui, tra di loro, tante vero che si
senza conoscersi, si aggirava- ritrovarono ancora per caso
no come “cinghialoni” grufo- durante la visita ad una mo-
lando con la testa tra le stra di bonsai naturalmente,
piante, alla ricerca di qualco- e proprio lì maturò l’idea di
sa di non ben definito. fondare un club. A questi tre
Ad un tratto uno di lo- amici si unì nello stesso mo-
ro si alzò soddisfatto a os- mento un'altra persona di lo-
servare più adeguatamente la ro conoscenza e, come
base dell’essenza appena tro- “quattro amici al bar che vo-
vata. Gli altri due che si trova- levano cambiare il mondo”
vano a pochi metri, alla vista incominciò l’avventura del
di quell’alberello si avvicina- Suiseki Bonsai club di Mele-
rono per vedere meglio e co- gnano. Dopo un po’ di
sì tra una parola e l’altra tempo, venni contattato da
scoprirono che cercavano uno di loro per fare una di-
praticamente quel genere di mostrazione nel vivaio che
piante con ugual caratteristi- ospitava la sede del club, in
che, in poche parole erano seguito l’invito venne ripetu-
tre persone da poco attratte to altre volte, finché nel
12.01.2010 - Iscrizione soci per l’anno 2010+ lotteria con piante in premio
29.01.2010 - LABORATORIO, serata dedicata alle piante dei soci
09.02.2010 - Lavorazione e rinvaso di un gelso (mame) a cura di G.L. Enny
26.02.2010 - LABORATORIO, serata dedicata alle piante dei soci
16.03.2010 - Rinvaso di un Acero buergerianum a cura di Pietro Esposti
30.03.2010 - LABORATORIO: preparazione mostra alla 447^ FIERA DEL PERDONO
01.04.2010 - MOSTRA BONSAI e SUISEKI durante la Fiera del “Perdono” di Melegnano
09.04.2010 - Lavorazione di una pianta insolita la Corocia a cura di G.L. Enny
27.04.2010 - LABORATORIO, serata dedicata alle piante dei soci
07.05.2010 - Restyling di un Taxus baccata a cura Gianantonio Porcheddu
25.05.2010 - LABORATORIO, serata dedicata alle piante dei soci
11.06.2010 - Le talee legnose a cura Riccardo Esposti
29.06.2010 - LABORATORIO, serata dedicata alle piante dei soci
09.07.2010 - Shitakusa: facciamoci un erba, a cura dell’esperto Paolo Tarenzi
27.07.2010 - LABORATORIO, serata dedicata alle piante dei soci
07.09.2010 - Facciamoci un tè: storia e filosofia a cura di Marcello Dossena
24.09.2010 - LABORATORIO, serata dedicata alle piante dei soci
05.10.2010 - Il fascino dell’orchidea a cura di Gianantonio Porcheddu
22.10.2010 - LABORATORIO, Preparazione alla mostra d’autunno
24.10.2010 - Mostra bonsai i colori d’autunno nel CORTILE DEL CASTELLO MEDICEO
05.11.2010 - LABORATORIO, serata dedicata alle piante dei soci
23.11.2010 - E per la serie all’ultimo minuto, pianta a sorpresa a cura di Douglas Swonnie
11.12.2010 - LABORATORIO: Serata dedicata al programma per l'anno 2011
22.12.2010 - Serata dedicata agli scambi di auguri e cin! cin! per l'anno nuovo

1991 mi convinsero a lasciare il mio vecchio dell’arte bonsai e suiseki. Il corso prevede la
club e a diventare un loro socio, alla votazione trattazione delle tecniche basilari, quali potatu-
successiva del consiglio d’amministrazione ra, avvolgimento con filo metallico, trapianto e
venni eletto presidente, carica che tutt’ora rico- modellatura, oltre a cenni di fisiologia e fito-
pro. Nel 1993 tutto il consiglio direttivo vota a patologia delle piante.
favore la proposta di regolarizzare la posizione Inoltre, nel nostro programma annuale,
del club con uno statuto notarile richiestoci dal sono regolarmente inserite due mostre di
comune per poter essere inseriti nel registro bonsai e suiseki per promuovere tra i visitatori
delle associazioni e quindi usufruire dei fondi e l’interesse artistico e culturale di queste anti-
dei locali messi a disposizione per eventuali mo- che arti.
stre o dimostrazioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riassumendo in breve il nostro statuto
promuove incontri due volte al mese con un pro-
gramma annuale. Questi incontri hanno lo sco-
po di favorire la conoscenza, l’interesse e la
pratica dell’arte bonsai e del suiseki, delle erbe,
piante e fiori coltivati in vaso, migliorare la co-
noscenza storica, artistica e tecnica di tale arte,
con particolare attenzione alla flora autoctona.
L’associazione non ha scopi di lucro ed
esplica la sua azione all’infuori di ogni finalità
politica e religiosa. Attualmente il numero dei
soci e composto da 27 unità e ai nuovi iscritti si
propongono corsi brevi per un primo approccio

38 - Gian Luigi Enny -


A
vevo scritto che e i cui scritti sono andati ad
la memoria uma- impreziosire ed arricchire la
na è labile, rivista. Anche sul piano di-
troppo, e spesso dattico Oddone ha contribui-
l’oblio suona come ingiusti- to non poco a fare
zia o mancanza di ricono- conoscere il bonsai e le sue
scenza. Anche per questo tecniche rendendoli alla
motivo il Comitato di Reda- portata di tutti.
zione del magazine conferi- Siamo orgogliosi di
sce una targa, ogni anno, ai avere conferito questo rico-
bonsaisti e suisekisti che per noscimento ad uno dei Pa-
meriti finalizzati natu- dri del bonsai italiano che
ralmente alla diffusione ed ne ha fatto la storia in Italia.
alla qualificazione del setto- Il rispetto per la
re in cui operano o hanno personalità, l’umanità e la
operato. professionalità di Carlo
La scelta del perso- Oddone che ha contribuito a
naggio, in occasione della fare grande nello scenario
manifestazione che si è re- internazionale il bonsai di
centemente tenuta ad Arco, casa nostra trova così il giu-
è caduta su Carlo Oddone il sto riconoscimento.
cui nome compare come
collaboratore del Magazine
© RIPRODUZIONE RISERVATA

- Antonio Ricchiari - 39
>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki

di Armano Dal Col

Q
uanto mi abbiano
influenzato i
giardini giappone-
si durante le visite
in Giappone è indubbio. Da
qui anche la scelta di un no-
me giapponese da dedicare
al mio giardino: SEI WA si-
gnifica serenità, BONSAI
EN vuol dire giardino
Bonsai e con l’aggiunta
della parola Museo si è
concretizzato ciò che era
nelle mie aspirazioni.
Il mio obiettivo è
stato felicemente raggiunto;
volevo ricreare un qualcosa
fuori dal comune, d’ina-
spettato, d’altri tempi…
E questo è stato pos-
sibile - pur con notevoli
difficoltà - proprio grazie
alla mia ubicazione; la mia
casa, con le pareti esterne
segnate dal tempo che ho
voluto conservare, è situata
nel piccolo centro storico

40 - Armando Dal Col -


del paese di Tarzo a pochi
metri dalla strada statale,
più o meno rumorosa per
il traffico automobilistico.
E così, salendo per i
vecchi gradini di pietra
che portano sul retro della
casa, dov’è ubicato il
giardino Bonsai a ridosso
della collina, sembra di
entrare in un altro mondo.
Molte sono le persone che
hanno visitato, sia in mo-
do virtuale che dal vero,
questo magnifico spazio
incantato!
Il giardino Bonsai
si estende su un’area di
mille metri quadrati circa,
compreso una parte della
collina, ed è stato pro-
gettato affinché la sua frui-
zione fosse allargata non
ai soli appassionati, ma ad
un pubblico più vasto,
perché il giardino sia un
veicolo educativo per chi
non possiede la cultura del
verde. Lo scopo è quello
di preservare quanto è
stato creato in questi de-
cenni, affinché anche le
generazioni future possa-
no ammirare questi capola-
vori naturali viventi.

L’anno 2010 è già ini- uccelli annuncia la primavera cavati sulla collina, ma inglo-
ziato, e l’inverno se n’è e molti Bonsai sono in fiore. I bati nel verde quasi fossero
andato. Quest’anno sono già larici sono incantevoli con i lo- un tutt’uno, divengono così
trascorsi 47 anni da quando ini- ro ciuffetti verdini e com’è un luogo di riflessione, di me-
ziai ad occuparmi di Bonsai - emozionante il contrasto delle ditazione, di ricreazione e di
era la primavera del 1963 - gemme da fiore turchine; fra diletto.
senza peraltro conoscerne l’esi- breve si trasformeranno in I grossi ed aggrovi-
stenza; eppure ad ogni prima- tante piccole pignette! gliati rami si dipartono dal
vera si rinnova in me una I Bonsai, non semplice- possente tronco, raccontando
continua emozione os- mente esposti a fila sui banca- secolari vicissitudini tra le ru-
servando la vita che pulsa dai li o appoggiati su dei tronchi pi dolomitiche, mentre le
rami spogli. Il canto degli o negli spazi faticosamente ri- verdi fronde mosse dal vento

- Armando Dal Col - 41


>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki
mormorano i suoni delle foreste. Anche i va-
riegati muschi e licheni che si rincorrono tra
le robuste radici sembrano forieri di chissà
quali misteri, ma la meraviglia più grande è
che questa evocazione di potenza e longevità
ci viene da un piccolo mondo racchiuso in
un vaso: la pianta che si può ammirare infatti
è il famoso faggio “Patriarca”, consacrato e
pluripremiato dalla Nippon Bonsai Asso-
ciation, la massima autorità mondiale di
Bonsai.
Poco distante si rimane catturati dalle
asperità dei tronchi di alcuni pini silvestri
cui fanno da contrappunto le delicate forme
dei più giovani aceri; ed ancora si susseguo-
no betulle, carpini, olmi, larici, pini mughi,
abeti, pruni, peschi, ciliegi, forsizie, cornioli,
salici, pioppi, crespini, maggiociondoli e
tante altre specie ancora, tutte con la loro sto-
ria di amorevoli cure.
Il museo Bonsai è visitabile tutti i
giorni e qui, più che altrove, si possono
ammirare le centinaia di opere create in
QUASI CINQUANT’ANNI di incessante ri-

42 - Armando Dal Col -


cerca evolutiva,
molte delle quali so-
no state pluripre-
miate in Giappone
dalla Nippon
Bonsai Association
e al World Bonsai
Contest. Devo
ringraziare mia mo-
glie Haina per la
sua preziosa colla-
borazione senza la
quale tutto oggi sa-
rebbe diverso e più
‘povero’; conosciu-
ta in uno dei miei
viaggi in Estremo
Oriente, divenuta
discepola appassio-
nata e silenziosa,
dotata di talento e
di un intenso amore
per la Natura ha

- Armando Dal Col - 43


>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki
contribuito non poco alla realizzazione e mante- gioni avrà l’opportunità di vivere un’atmosfera
nimento del nostro Giardino. rarefatta.
Il visitatore che si reca a visitare il A chiunque desideri vivere le piacevoli
Giardino, nella Marca Trevigiana a Ovest fra sensazioni che il Giardino Museo Bonsai della
Vittorio Veneto e Conegliano, rimane “cattu- Serenità suscita, siamo ben lieti di aprire loro
rato” dalle bellezze dei vigneti lungo la “Strada le porte.
del vino bianco del famoso Prosecco” e Ed ora, mi perdonino i miei lettori,
dell’incantevole valle con i laghi e le colline vorrei aggiungere un mio pensiero sul Bonsai,
che circondano Tarzo. Grazie alla magia dei scritto in inglese, visto che, il Magazine, và
suoi silenzi, il visitatore nel lento fluire delle sta- ben oltre i confini italiani.

Giardino Museo Bonsai della Serenità


Armando e Haina Dal Col
Via Roma, 6 - 31020 - TARZO (TV)

e-mail: armando.haina.dalcol@gmail.com
Tel. 0438 587265 - Cell. 349 370 8802

46 - Armando Dal Col -


- Armando Dal Col - 47
>> Bonsai-do: Pratica e sapere

di Massimo Bandera

Q
uando in natura o nei miglioramento continuo della
capolavori bonsai si bellezza.
osservano le patine di shari In questa sequenza di
e jin, le parti di legna secca, immagini vi mostro gli interventi sui
vedendo screpolature, cubettature, Jin del mio Larice chiamato “Aurora
piccole crepe, spacchi, rotture e mille del giorno”.
dettagli d’una vecchia superficie, non Il 1988 fu un anno molto
si può fare a meno di pensare da importante per me dal punto di vista
quanto tempo si è seccato quel ramo. bonsai, erano i mitici anni ’80…
Talvolta si pensa a decenni o secoli, In quell’anno, nell’autunno,
ed in effetti ci vuole tempo per venne in Italia per la prima volta
ottenere una totale naturalezza, cioè Hotsumi Terakawa, promettente
la perdita dell’artificialità d’un legno giovane artista bonsai, e lavorò un
appena tagliato. Inoltre c’è poi tutto il grande Tasso a Torino; impiegò due
discorso dell’attesa del risultato per giorni, uno per la scultura sul legno,
l’esposizione, cioè il cammino del con utensili elettrici, ed uno per la
bonsai verso la naturalezza ed il legatura. Era la prima volta che si

48 - Massimo Bandera -
vedeva in Italia un lavoro di così alto
livello, ed il grande insegnamento era
proprio capire quanto lavoro c’è dietro un
capolavoro bonsai.
Tornato a casa lavorai poco dopo,
nel febbraio 1989 questo Larice, proprio
con gli utensili elettrici. Impiegai
venticinque ore in tre giorni, il 13, 14 e
15 febbraio. Era stato raccolto il 17
maggio 1988 in alta quota sulle Alpi
Cozie.
La prima foto mostra i jin appena
fatti, di legno ancor fresco, mentre la
prima foto di studio dell’agosto 1990, due
anni dopo, mostra ancora i jin un po’
artificiali.
Per me fu una grande esperienza,
perché era la mia prima scultura sui
bonsai, e ne ero orgoglioso anche se si
trattava di una piccola cosa. Oggi però mi
rendo conto che era già un lavoro nella
via perché è entrata nel percorso.
Ecco dunque che dopo 21 anni si
può apprezzare appieno la naturalezza di
questi jin, fatti però dall’uomo, che non
copia ma imita il processo creativo della
natura, il bonsai non si trova già fatto,
deve esser fatto dall’uomo durante un

- Massimo Bandera - 49
>> Bonsai-do: Pratica e sapere
percorso di tempo illimitato, e se se ne trovasse è il Fukinagashi “Battuto dal vento” appunto) e
una già fatto dalla natura… ebbene dal punto di poi è stato restaurato, intanto è cresciuto, una
vista zen non val nulla! Il materiale di partenza grossa radice si è seccata ed è diventata un
è importante solo nella misura in cui può altro jin, ed è diventato sempre più bello,
servire per il percorso artistico e creativo. sempre più naturale, sempre più vecchio. Bello
Nei 22 anni che ho curato questo bonsai era appena fatto anche se un po’ artificiale,
ci sono state molte esperienze: ha vinto premi, bello è oggi ed in futuro lo sarà sempre più.
è stato pubblicato nel mondo, si è rotto il suo Questo è un bonsai!
© RIPRODUZIONE RISERVATA
prezioso vaso in una notte di vento (il suo stile
XXIV Edizione
" Concorso
Città di Sacile"
di Marco Tarozzo

L
’occasione della partecipazione,
del nostro club “Bonsai Gymna-
sium”, alla mostra di Sacile mi ha
dato la possibilità d’intervistare il
presidente del club organizzatore, ”il giardi-
no della serenissima”, Renato Tavian, e di
scambiare alcune chiacchiere che riguarda-
no la manifestazione stessa, il loro club e di
raccogliere delle considerazioni a 360 gradi
sul mondo del bonsai e sulla realtà del Trive-
neto.
>> Mostre ed Eventi

Marco: caro Renato, partendo dalla manifesta- quelli della manifestazione.


zione credo che sia d’obbligo ricordare che que- R: tutto è iniziato più di 25 anni fa dalla mia
sta manifestazione è una delle più “anziane”, passione per gli alberi in vaso. Inizialmente, io
infatti, quest’anno ricorre il 24° anniversario. ed un gruppo di amici ci trovavamo a casa mia
Renato: è vero! Il prossimo anno sarà il 25 per confrontarci e a fare le prime esperienze,
anniversario della mostra e ci stiamo già muo- poi via via che il numero degli interessati cre-
vendo per avere degli spazi più ampi e più sceva e con il supporto di Mario Zanette (attua-
consoni all’anniversario che vogliamo festeggia- le vice presidente), abbiamo deciso di
re nella maniera adeguata; siamo in contatto regolarizzare il club e di farci dare dalle Istitu-
con l’Amministrazione per farci assegnare la zioni Pubbliche degli spazi adeguati al numero
struttura, a fianco dell’attuale sede dell’esposi- di persone appassionate che partecipavano agli
zione, che ci dia la possibilità di raccogliere incontri.
più adesioni all’evento e per fare le conferenze M: ora che il vostro club è una realtà
in un’aula con i criteri adeguati per l’esposizio- importante nel Triveneto, quali sono gli inse-
ne degli argomenti e far star comodi i parteci- gnamenti che esso mette a disposizione dei so-
panti. ci?
M: Renato, raccontaci gli inizi del club e R: sono orgoglioso del fatto che il club abbia

54 - Marco Tarozzo -
un riscontro notevole, noi siamo sempre stati e ci sia un concorso diviso in ”tre categorie”?
sempre saremo umili, questo è un concetto R: è proprio figlio di queste considerazioni;
fondamentale che mi piace enfatizzare spesso con il Direttivo ci siamo detti ma perché non
anche ai nostri soci, predico l’umiltà e la co- incentiviamo la presenza degli appassionati,
stanza del “lavoro” sulle piante. Sai Marco, che spesso rifiutano il confronto con le piante
non sono sereno quando mi trovo di fronte a de- dei collezionisti? Abbiamo partorito l’idea, ma-
gli espositori che praticano il bonsai da quattro gari banale, di suddividere il concorso tra club,
o cinque anni e presentano piante che hanno appassionati e collezionisti così da coinvolgere
20, 30 o più anni di coltivazione; a me viene tutti e farli “gareggiare” tra di loro nelle giuste
da storcere un poco il naso. Vedi, quelle mie sessioni. Questo modo di fare sta avendo un
piante che hai appena fotografato hanno quasi enorme successo. La nostra finalità, come asso-
30 anni di vaso, ho iniziato a coltivarle che era- ciazione, è quella di far crescere il numero
no grosse meno di una sigaretta (!!); il bonsai, delle persone che si avvicinano a quest’arte
dal mio punto di vista, è fatto di costanza, lavo- senza creare distinzioni e barriere, comuni-
ro e tempo. I giovani di oggi vogliono bruciare cando che il bonsai è per tutti e ricordando che
i tempi e così ti trovi dei “ragazzi” che, a “la festa è il fare bonsai, e il premio è la giusta
fronte di una disponibilità economica rilevante, cornice al lavoro che si è fatto nel e con il
non impegnano tempo a crescere con le piante tempo”.
ma acquistano dei “capolavori” da esporre e M: che ne pensi degli Istruttori oggi? E voi,
avere una visibilità immediata. Questo, dal mio come club, vi avvalete della didattica di
punto di vista non fa bene al mondo del bonsai, qualche Istruttore riconosciuto?
si rischia di allontanare gente più che R: per prima cosa il nostro club non si avvale
coinvolgerla perché, ad esempio, chi non ha di un “Maestro” ma abbiamo la possibilità e
queste disponibilità economiche e si affida al l’onore di avere spesso tra di noi alcuni dei
proprio sudore impegnandosi nella coltivazio- bonsaisti più esperti; tra questi, oltre al Mae-
ne di piante che fa maturare con estrema passio- stro Dal Col, mi piace ricordare il bellissimo
ne e tempo, rinuncia a farle vedere perché si rapporto di amicizia che ci lega con il Maestro
sente “perdente” in partenza. Tanaka. Io credo che non debbano andare
M: quindi, il fatto che nella tua manifestazione perdute le esperienze di questi personaggi che

- Marco Tarozzo - 55
>> Mostre ed Eventi
hanno fatto la Storia del bonsai in Italia e ai già competizione e del primeggiare. Sono, però,
citati Dal Col e Tanaka, aggiungo gli Oddone, molto fiducioso e ho un ottimismo tale che
Genotti, Giorgi, Crespi e Franchi anche se immagino che si possa ritornare a quel valore
hanno intrapreso, in seguito, delle “carriere” di- che ha dato inizio all'associazionismo nel Tri-
verse. Il lavoro e le sperimentazioni di queste veneto.
persone sono stati fondamentali per noi oggi e Marco: che dire Renato, grazie della disponi-
le loro collezioni sono di un’attualità estrema; i bilità e della franchezza, un enorme “in bocca
loro giardini meritano che le visite siano in reli- al lupo” per il futuro.
gioso silenzio. Gli istruttori oggi dicevi? Ben
vengano, ma non si deve dimenticare “la dottri- Per concludere: ritengo che ci sia molto
na” del bonsai; quanti di essi la coltivano? materiale su cui riflettere nelle parole che Re-
Quanti di essi fanno didattica pura? Io non lo nato Tavian mi ha consegnato e mi preme co-
so e lascio aperti questi due punti interrogativi. municare che la manifestazione di Sacile, ogni
M: Renato che ne dici di andare un poco a vede- anno, è visitata da più di tremila persone nelle
re la realtà bonsaistica del nostro territorio, il giornate di sabato pomeriggio e domenica,
Veneto e il Triveneto. ogni altro commento sull’efficacia di que-
R: certo. L’Associazione del Triveneto era st’evento mi sembra superfluo.
nata con la finalità di aiutare i club piccoli e di
nuova costituzione che avevano difficoltà a rea-
lizzarsi nel proprio territorio e con poche dispo-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
nibilità, poi, con il tempo questa ottima
intenzione si è perduta e sono subentrate altre si-
tuazioni che hanno contribuito a modi-
ficare la finalità principale. Mi spiego:
in un mondo che va di corsa, troppo di
fretta, si è iniziato a correre anche in
questa rispettabile Associazione, e il
valore alto della cooperazione si è
spento per dare luogo al valore della

56 - Marco Tarozzo -
>> Mostre ed Eventi

di Aldo Altina
>> Mostre ed Eventi

N
ei giorni 10 e 11 aprile si è svolta, Principini, è
presso la Margaria del Parco del Ca- stato restaurato
stello di Racconigi, la manifestazio- conservando le
ne “Ritorno alle serre Reali” 2010, permanenze sto-
alla quale ha partecipato il club BONSAINSIE- riche riconduci-
ME di Carignano. bili al disegno
Bonsai dunque, ma anche fiori, erbe aro- di Giuseppe Ro-
matiche e medicinali, attrezzi e strumenti per da del 1889.
la coltivazione e la cura del giardino hanno tro- Il club
vato una splendida collocazione in questo este- BONSAINSIE-
so complesso agricolo in stile neogotico. ME, grazie al la-
Cornice dell’evento è stato infatti l’edifi- voro di molti
cio della cascina, progettato da Pelagio Pelagi soci, ha allestito
e realizzato tra il 1835 e il 1843, divenuto poi una quarantina
centro di attività produttive e di sperimentazio- di tokonoma
ne di tecniche botaniche. Quale fondale sceno- con esemplari
grafico della cascina gotica, tra il 1844 e il dei soci stessi.
1848 fu edificata la nuova serra la cui realizza- Durante la mani-
zione venne affidata all’architetto Carlo Sada. festazione il pro-
In pochi anni essa divenne nota in tutta Europa fessor Giovanni Genotti ha tenuto delle
per le collezioni di piante esotiche. Sul fianco dimostrazioni teorico-pratiche di prima impo-
est della Margaria e della serra l’antico giardi- stazione, sia su piante dei soci sia su piante del
no a fiori e frutta, detto in seguito giardino dei pubblico presente.
Ospite dell’evento il monaco zen
Beppe MokuZa Signoritti, appartenente
alla tradizione del Buddismo Zen Soto.
Da oltre 14 anni il monaco si interessa
di pitture ad inchiostro nero di china
(Sumi-e), approfondendo e sviluppando
le tematiche di questo metodo oltreché
della pratica spirituale in sé. Le sue ope-
re esposte e le dimostrazioni pratiche
hanno attirato un numero considerevole
di presenti, rivolgendosi a chiunque di-
mostrasse interesse e curiosità per que-
sto tipo di espressione artistica.
All’inaugurazione della mostra
erano presenti il Dott. Mario Turetta Di-
rettore Regionale Beni Culturali del Pie-
monte, l’Ing. Francesco Pernice
Sovraintendente Beni Artistici, l’Arc.
Luisa Papoti Sovrintendente Beni Arti-
stici della Provincia di Novara e il
Dott. Renato Balestrino Coordinatore
Attività Culturali Castello e Parco di
Racconigi, al quale va un particolare
ringraziamento per la disponibilità dimo-
strataci. Tutti hanno fortemente
apprezzato l’impegno del
BONSAINSIEME, augurandosi che
questa bella iniziativa possa ripetersi ne-
gli anni a venire.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

- Aldo Attina - 61
L
’associazione stato sociale ed età;
“BONSAINSIE- perciò agli scopi principa-
ME” viene co- li, di natura artistico-
stituita da un culturale, va aggiunto co-
gruppo di appassionati me corollario non trascu-
bonsaisti nel mese di apri- rabile il momento di
le del 1994. Essa nasce aggregazione e partecipa-
col solo scopo di favorire zione attiva che
la conoscenza, l’interesse coinvolge i partecipanti.
e la pratica dell’ arte A tale fine l’associazione
Bonsai, valorizzando in BONSAINSIEME si riu-
special modo le essenze nisce il 2°e 4° mercoledì
locali ed europee. La vo- di ogni mese presso la se-
lontà è quella di promuo- de in piazza Savoia a Ca-
vere e organizzare rignano. Qui si tengono
qualsiasi iniziativa di inte- lezioni, sia pratiche che
resse artistico e culturale teoriche, curate dal Prof.
inerente il bonsai, collabo- Giovanni Genotti
rando ad iniziative di Istruttore IBS, coadiu-
singoli o di Enti Pubblici vato dai soci con maggio-
o privati che tendano a re esperienza .
raggiungere gli scopi so- Il Prof. Giovanni Genotti
pra indicati. L’associazio- possiede una collezione
ne non ha scopo di lucro. tra le più complete ed
Fanno parte di essa perso- ammirate a livello nazio-
ne diverse per cultura, nale, composta da circa
400 esemplari. Le sue prime lezioni, ciascuna delle quali gli di chi ha esperienza.
esperienze risalgono al 1958. tratta un argomento specifico: BONSAINSIEME fa inoltre
Nel 1964 ottiene i primi ri- essenze,stili,potature, concima- parte del Coordinamento Pie-
sultati importanti e nel 1983 zioni, vasi,ecc… monte e Lombardia e
inizia la sua attività pubblica Alla parte teorica se- dell’Unione Bonsaisti Italia-
con un’esposizione di esempla- gue sempre una parte pratica, ni, partecipando alle mostre di
ri alla triennale di Milano, in durante la quale i soci posso- dette associazioni.
occasione delle settimane no applicare direttamente Ogni anno il club organizza
giapponesi. Si reca più volte sulle loro piante quanto appre- delle mostre; nelle ultime edi-
in Giappone, Cina, Singapore so poco prima. zioni sono state esposte piante
e USA per accrescere le se co- Durante l’anno, nei periodi di di notevole naturalezza e
noscenze sul bonsai. Per 8 maggior mutamento delle bellezza bonsaistica. Alcuni
anni segue i corsi del maestro piante,sono organizzati soci del club hanno anche avu-
giapponese Hideo Suzuki Workshop e Lavorazioni di to la possibilità di fare mostre
conseguendo il diploma pres- gruppo in campo all’aperto,co- personali con 15-20 esempla-
so la scuola di Hamano della sì da condividere i concetti ri.
N.B.A.(Nippon Bonsai Asso- principali della potatura,del Anche durante le mo-
ciation). Ha all’attivo molte rinvaso,dell’impostazione con stre si tengono lezioni didatti-
mostre personali ed ha scritto i fili, della defogliazione, che teoriche e pratiche,
diversi libri,tra i quali: 42 Albe- ecc… durante le quali i partecipanti
ri bonsai, L’arte di coltivare Periodicamente il club possono ottenere tutte le
gli alberi in miniatura, Bonsai organizza visite e gite presso i informazioni relative al
da interno, Il bosco in miniatu- giardini dei più importanti mae- bonsai.
ra, Il Bonsai in Italia, Il stri o nei principali centri L’associazione ha sede
grande libro del Bonsai. bonsai del Nord Italia, per vi- in Carignano, in Via S. Remi-
Ogni anno i soci redigo- sionare piante, accessori, conci- gio n°35 (Tel.011/9692136),
no un programma completo co- mi e perche no,per acquistare mentre gli incontri si svolgo-
sì da organizzare tutte le ciò che serve sfruttando i consi- no in Piazza Savoia n°1
CongreS il mio

di Laura Monni
a
Foto di Fabio Canneta, Carlo Scafuri
esso
SAN MARINO UBI
2
0
1
D
a quando ho scoperto l’importanza interessanti, ognuno di loro ha spiegato alla
di partecipare ai Congressi UBI ed platea come avrebbe proceduto con la lavora-
alle mostre in giro per l’Italia, orga- zione, le particolarità, i pregi ed anche i difetti.
nizzo il mio tempo libero anche In due giorni di quelle piante ne hanno fatto
con il calendario degli eventi bonsaisitici. esempi di bellezza e di precisione.
Lo scorso anno sono stata a Salerno e ho pas-
sato tre giorni col sorriso stampato in volto. La presentazione di Sandro Segneri è
Era tutto nuovo ed entusiasmante. Ho visto per stata interessantissima: era la prima volta che
la prima volta il nostro Presidente Mauro lo vedevo e l’ho trovato molto carismatico.
Stemberger, il segretario Luciano Granato e Una lezione di bonsaismo davvero utile, non
tanti altri. Ho voluto riprovare quelle emozioni per niente la sua scuola è una delle più famose
e, invece, il Congresso a San Marino ha supe- ed ambìte in Italia.
rato le mie aspettative. Tre giorni full Segneri, per quel poco che ho potuto
immersion nel mondo bonsai. capire, ha un metodo didattico particolare,
Un modo per sentirmi parte di un tende a semplificare i concetti ed a sche-
mondo che guardo sempre con stupore e passio- matizzare, magari con dei disegni, ciò che sta
ne. dicendo facendo in modo di fissare nella mente
Sono arrivata venerdì e subito mi sono dell’ascoltatore quel determinato concetto. Mi
trovata a guardare le dimostrazione dei talenti ha molto colpito quello che ha spiegato su co-
UBI delle passate edizioni: nomi importanti me evitare che l’attenzione dell’osservatore
ormai come Ivo Saporiti, Roberto Raspanti, Al- venga attratta di più da un ramo o da una curva
fredo Salaccioni, Matteo Caldiero, Mario Segne- del tronco, distogliendo lo sguardo dall’insie-
ri, etc. me del bonsai.
Le piante in lavorazione bellissime ed Inoltre il pubblico numeroso ha seguito

66 - Laura Monni -
sempre con attenzione e
si è sentito coinvolto dai
suoi discorsi, segnale
questo della sua innega-
bile professionalità (foto
1)

Altro momento
topico, l’intervento di
Luca Bragazzi. Ha
parlato in generale, di di-
fesa delle piante dai fito-
patogeni ed in
particolare si è dibattuto

- Laura Monni - 67
>> Mostre ed Eventi

sulle tracheomicosi, che sono coslovacca, dal nome impro- to3)!


sempre più pericolose. Ho avu- nunciabile, e Tiberio Gracco
to modo di ascoltare altre lezio- con molte novità. Le forbici Il sabato finalmente
ni di Luca e mi piace molto il di Marco Invernizzi, attrezzi abbiamo visitato la mostra:
suo modo diretto e compe- di tutti i livelli e terricci, conci- che piante!!! Il livello medio
tente di affrontare gli argo- mi e filo e materiale vario. Ce- veramente alto e dei pezzi
menti (foto 2). na in albergo, il mio importanti da passare le ore a
decisamente all’altezza delle guardare e imparare.
Molti gli stands presenti, con quattro stelle, e passeggiata Ammirevole lo sforzo
in vendita bellissime piante notturna per il centro. Clima dell’UBI di riuscire a mettere
prebonsai, in ottimo stato e di freddissimo e dal sabato in mostra tutte le piante pre-
buona qualità. Vasi per tutti i pioggia e nebbia impenetrabi- sentate. Il catalogo sarà
gusti, John Pitt e la signora ce- le, insomma tempo da lupi (fo- decisamente un pezzo da

68 - Laura Monni -
conservare nelle nostre librerie. Nel mio ri- Giorgi uno dei “padri” del bonsaismo italiano
cordo di questa esperienza: alcuni straordinari (foto4) .
bonsai che finora non avevo mai visto. Ho parte-
cipato alla visita guidata organizzata dell’UBI Alle 14.00 la dimostrazione di Marco
con una persona esperta e molto preparata Lo- Invernizzi, non me la potevo perdere, lo trovo
renzo Agnoletti: insieme abbiamo guardato con molto simpatico e decisamente preparato (fo-
attenzione le piante in mostra, cercando di capi- to5). Il suo libro “Mollo tutto e vado in Giappo-
re meglio le intenzioni del bonsaista e la capaci- ne sulla via del bonsai" (la mia copia ora ha la
tà di rendere la pianta più o meno vicino ai sua dedica!) l’ho letto in un momento di crisi
canoni giapponesi. del mio percorso bonsaistico e devo dire che
Per quanto riguarda i tokonoma tanti mi ha aiutato a capire un po’ meglio la mentali-
consigli e qualche critica a quelli presenti alla tà giapponese e rapportarla a quello che vorrei
mostra e lui, molto esperto in materia di esposi- fare io del mio futuro bonsaistico. Insomma la
zione e di gusto giapponese, mi ha insegnato ve- sua dimostrazione consisteva nella impostazio-
ramente molte cose. La mattina c’è stato il ne di un vecchio tasso, raccolto e in vaso già
concorso per il talento UBI 2010. Piccoli gine- da qualche anno con un nebari molto largo, ma
pri itoigawa che, secondo me, hanno messo a un tronco piatto e largo perché la pianta è cre-
dura prova l’esperienza dei partecipanti. Ne so- sciuta vicino ad un muro. Ci ha illustrato le ca-
no usciti dei piccoli capolavori ed ha vinto Anto- ratteristiche dell’essenza ed il modo da
nio Marino di Napoli, che rappresenterà l’Italia nascondere i difetti del tronco, cercando di rea-
al Congresso EBA a Zurigo. Sempre lui sarà lizzare un buon bonsai. Decisamente il ri-
presente anche alla XVII Mostra dell’Associa- sultato è stato eccellente. Mi è rimasto
zione Culturale Roma Bonsai che si terrà impresso il discorso sulla tecnica di imposta-
all'Orto Botanico di Roma l’ 8 e 9 Maggio zione coi tiranti (foto6).
2010, avrò così modo di conoscerlo meglio!
Si è svolta in contemporanea una tavola
Una illustre presenza: Gianfranco rotonda sul “Bonsai in forum”, erano rappre-

- Laura Monni - 69
sentati alcuni dei forum più re tantissime persone appas-
frequentati: Carlo Scafuri sionate a questa arte. E
del Napoli Bonsai Club fo- l’UBI infatti, per la prima
rum, Ignazio Giambrone del volta, riconosce ai forum un
Trinacria Bonsai forum, Ivo valore didattico e informati-
Saporiti di Bonsaiclub.it fo- vo. Tutti d’accordo che di-
rum, e Andrea Pintus del vulgare l’arte bonsai via
Bonsai Italia forum. internet non è la stessa cosa
Io ci tengo a dire la che leggere o seguire un
mia: leggere i forum non è fa- corso, ma serve per avvicina-
re bonsaismo, però sono re a questo mondo molte
convinta che sia un nuovo persone che, altrimenti, re-
modo di fare cultura. E’ un si- sterebbero isolate.
stema anche di aggregazione In conclusione si è
e mi ha consentito di conosce- giunti ad un accordo di colla-
borazione tra l’UBI e gli ammini-
stratori dei forum, l’UBI promette
maggiore spazio ai forum, in
cambio di una maggiore visibilità
sui forum stessi.

Il sabato sera la cena di ga-


la, momento divertente di aggrega-
zione. Poi la consegna dei premi e
riconoscimenti sia ai suiseki che
ai bonsai.
Poi il momento topico della
consegna all’UBI della medaglia
“Premio del Ministero per i Beni e
le Attività culturali della Repubbli-
ca italiana” consegnata da Fabri-
zio Petruzzello nelle mani di
attenzione, vedere la dimostrazione di Peter
Massimo Bandera (foto 8).
Warren e Carlos Van Der Vaart, seguire la visi-
A Fabrizio Petruzzello, per la sua pianta
ta guidata organizzata dall’AIAS della mostra
in mostra, è stato poi consegnato il premio “Io
dei Suiseki insieme a Daniela Schifano, parte-
difendo l’ulivo” di Gianni Picella, che è stato il
cipare all’assemblea Generale e comperare un
primo Presidente dell’UBI ed ora Presidente
prebonsai, fare delle foto da pubblicare sui
del “Comitato per la tutela degli ulivi monu-
miei amati forum e salutare con calma tutte le
mentali”. La pianta esprime al meglio le po-
persone che ho conosciuto.
tenzialità di questa essenza mediterranea, che
Non ho fatto assolutamente nulla di
mi stupisce sempre nelle sue forme e colori. La
tutto ciò: è stato un turbinìo di amici che mi so-
lavorazione è la dimostrazione di come il
no venuti a trovare, qualche acquisto al volo e
bonsaismo italiano abbia molto di nuovo da di-
poi il rientro a Roma.
re (foto 7).
Il bilancio è molto positivo per me e
Domenica, con qualche raggio di sole,
spero che lo sia anche per tutti coloro che
subito scomparso sopra al centro Congressi e
hanno partecipato e contribuito al successo di
con la sensazione di essere perseguitata dalla
questo Congresso.
“nuvola di fantozzi”, sono tornata pronta a
guardare tutti i premi attribuiti con minuziosa © RIPRODUZIONE RISERVATA
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80 - Shimizu Akira -
In libreria <<

LA SCIENZA DELLA GUARIGIONE PER


UN'ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE

P
er chi si appassiona alle cose d’Oriente, al buddhismo, alla
civiltà orientale in generale, questo libro è una chicca.
Scritto da Giuseppe Coco, esperto in Medicina
Tradizionale tibetana e da Franco Battiato, noto ed
impegnato cantautore, compositore, interprete, regista
cinematografico e scrittore… e chi più ne ha più ne metta, ha un
titolo strano “Sowa Rigpa” che è non sinonimo di "Medicina
Tradizionale Tibetana".
Nella cultura tibetana si usano diverse parole per denominare
la scienza medica, poiché ognuna mette in luce e descrive alcuni dei
molteplici aspetti che fanno parte di questo sistema e lo
caratterizzano.
Il termine citato è composto da Sowa che significa
guarigione, cura, nutrizione, e Rigpa che vuol dire scienza,
conoscenza: quindi si traduce in "scienza della guarigione".
Praticare questa particolare sapienza medica, in virtù dei
principi su cui si basa, può diventare un'occasione di crescita
personale, sia dal punto di vista umano che spirituale, per chi è
medico o svolge una qualsiasi professione d'aiuto.
La Medicina Tibetana si avvale, in larga parte, di
provvedimenti da applicare alla vita quotidiana, che possiedono la
prerogativa di essere alla portata di tutti: si tratta di veri e propri
rimedi che permettono di curare un disturbo grazie all'introduzione
di buone abitudini. Offre inoltre ottimi consigli per prevenire
l'insorgenza di malattie, mantenendo un buon stato di salute fisica e
mentale.
La scienza della guarigione, o della salute, tiene in grande
considerazione l'alimentazione e la considera determinante per il
benessere della persona e il buon funzionamento dell'organismo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

-
- Antonio Ricchiari - 81
In libreria <<

S
arà in distribuzione a novembre la terza edizione de “Il
grande manuale del bonsai” di Antonio Ricchiari. Non cre-
do di dovere dire molto su quella che, senza esagerazioni,
è stata definita la nuova “bibbia del bonsai” e certamente
questa terza edizione ne conferma il successo.
L’Autore ha rivisto ed aggiornato alcuni argomenti e rivisi-
tato alcune parti per arricchirne i contenuti, aggiungendo nuove foto
e disegni. Il volume appare rivisitato soprattutto per quel che ri-
guarda le schede di coltivazione che sono state ulteriormente sinte-
tizzate ma soprattutto aggiornate alla luce di nuove esperienze.
Rimane invariato il prezzo malgrado, ahimè!, sappiamo tutti quanto
siano lievitati i prezzi per quel che riguarda l’editoria; visti i tempi
che corrono, è certamente da apprezzare lo sforzo dell’Editore che
ha voluto mantenere il prezzo delle precedenti edizioni malgrado gli
aumenti dei costi tipografici.

Per eventuali ordini potete scrivere a:


progettobonsai@hotmail.it
La spedizione su prenotazione è gratuita.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

- Carlo Scafuri - 83
>> Bonsai 'cult'

Il Bonsai
Giovanni GENOTTI

Dalla Cina al Giappone all'Europa

L
'origine del bonsai è sicuramente ci- Con il bonkei, sul quale hanno grande
nese, dove la miniaturizzazione del influenza principi religiosi, si sviluppa il pen-
paesaggio nel bonkei, e dell'albero jing come albero in miniatura che rappresenta
nel penjing, furono dettate da quella l'equilibrio tra la vita e la morte sulla quale, pe-
teoria filosofica che poneva l'uomo al centro rò, l'anima della vita ha sempre ragione. Con il
dell'universo come essere superiore, per cui tempo alcune forme di penjing acquistarono
tutto quanto lo circondava doveva essere più valori concettuali più ampi ed anche di diffici-
piccolo ma allo stesso tempo mantenere tra gli le comprensione per la nostra cultura. Diventa-
elementi rappresentati rapporti simili a quelli rono ideogrammi, messaggi, rappresentazioni
esistenti in natura. In tal modo l'uomo poteva fa- di montagne sacre con significati religiosi e
cilmente godere con un solo sguardo dell'equili- non. Il penjing cinese, in qualsiasi sua forma,
brio nell'ambiente. racchiude sempre un qualcosa di drammatico,

84 - Giovanni Genotti -
di astratto; comunica una spiritualità particola- cessità di ottenere un risultato nel più breve
re, difficile da razionalizzare e da comprendere tempo possibile, si utilizzarono ed applicarono
con la nostra cultura. alcune tecniche adatte esclusivamente a pochi
Il penjing passa intorno al 1200 dalla Ci- tipi di essenze, interpretando l'arte non come in
na al Giappone, dove per la particolare natura Giappone, dove l'equilibrio e l'armonia è legata
del giapponese perde quell'alone di spiritualità, alla vita di ogni singola essenza, ma come
mistero e fantasia per diventare espressione ra- esclusivi rapporti di spazi pieni e vuoti, legati
zionale di capacità umana. Diventa un tangibile esclusivamente alle astratte regole del gusto
risultato di lavoro di generazioni che racchiude umano. Le regole proprie dell'architettura spes-
e rappresenta la tradizione come rispetto so sono imposte indipendentemente dalla natu-
dell'arte. ra dell'albero. L'aspetto del bonsai ottenuto è
Il penjing diventa bonsai e conservando equilibrato e perfetto, ma non rispecchia le
la miniaturizzazione acquista un concetto artisti- forme dell'essenza in natura e la sua vita è
co tutto particolare, dove l'arte è intesa come ri- sempre in precario equilibrio imposto. Il
sultato di un lavoro anche di più generazioni, bonsai diventa privo di vita, statico, senza
che nel tempo hanno eliminato il superfluo. I personalità propria ed espressione di dominio
giardinieri maestri di questa coltura realizzano del suo educatore. Infatti, ogni forma è imposta
con mini-alberi esemplari che rappresentano con tutori, spesso mantenuti sull'albero per
splendide piante riscontrabili normalmente in tutta la sua vita, dove anche la più piccola
pianura, in collina, in montagna. I minialberi so- espressione personale dell'essenza viene elimi-
no talmente belli da dettare regole per la loro nata.
realizzazione e per far si che copiandoli tutti li La forma del bonsai non fa più riferi-
possano realizzare. Le regole permettono di mento alle diverse espressioni naturali ma è
non realizzare bonsai poco credibili, ma di otte- sempre una sola, si usano quasi unicamente gi-
nere risultati accettabili anche da chi ha poco nepri che si possono facilmente modellare o
interesse e partecipazione. anche conifere raccolte in natura che come
I primi bonsai giunsero in Europa alla fi- punto focale hanno il possente e sofferto
ne del 1800 e destando solo curiosità. Dopo la tronco, con jin e shari, ma con le chiome equili-
II Guerra Mondiale, intorno al 1940, non nelle bratissime e perfette messe in contrasto con il
molte aziende vivaistiche, ma nella cultura eu- tronco reggente. Il bonsai europeo è più fa-
ropea vi fu un momento di grande attenzione. cilmente comprensibile a tutti, e poiché le
Essi rappresentano la capacità dell'uomo di edu- forme sono molto poche e richiamano per lo
care la natura, ed attraverso la continua attenzio- più l'eretto casuale, è, in sintesi, esclusiva appa-
ne, creare un rapporto particolare con il mondo renza privata di quel legame profondo che lega
vegetale come indispensabile momento di rifles- l'uomo alla natura.
sione nella frettolosa e turbolenta vita moderna. A mio avviso è un bonsai statico, privo
Nella realizzazione del bonsai europeo, di una futura crescita e legato esclusivamente
in un primo momento gli appassionati seguiro- alla moda che è apparenza di un essere vivente
no le indicazioni degli esperti giapponesi, ma a privo di contenuti.
poco a poco, per la diversa cultura e per le ne-
© RIPRODUZIONE RISERVATA

- Giovanni Genotti - 85
VOCI PER L'OLIVO

D
a questo numero il Magazine si voce del Magazine; il bonsai, come vedete, non
arricchisce di una nuova sezione che è circoscritto solamente alla coltivazione delle
speriamo potere condurre per molti piante ma si estende alla Natura, al paesaggio,
numeri ancora. Perchè “Voci per l’oli- all’ecologia. La caparbia ostinazione con la qua-
vo”? Pensiamo di dare un contributo alla campa- le l’amico Picella porta avanti in tutta l’Italia
gna che Gianni Picella conduce da anni in difesa questa campagna ci ha particolarmente colpito e
ed a salvaguardi degli olivi: un patrimonio che ci ha coinvolto in qualcosa di estremamente nobi-
appartiene in particolare alla nostra terra. E lo fa- le e giusto, in una società nella quale, per certi
remo pubblicando scritti non solo di Picella ma versi, molti valori morali sono stati violentati. La
anche di quanti lo hanno fatto. Natura stessa appare oggi violata per indiffe-
L’olivo è anche un importante emblema renza, per sporchi interessi, per ignoranza.
culturale e perciò merita particolari e insistenti Ci consola sapere che alla campagna “Io
attenzioni allo scopo di mantenerne la forte va- difendo l’Olivo” hanno già aderito personalità
lenza simbolica. Picella sostiene una campagna della cultura, del cinema, dell’arte, della moda e
dal titolo “Io difendo l’olivo” e noi siamo anche del mondo bonsaistico.
convinti di dare il nostro contributo attraverso la
Voci per l'Olivo <<

I
l giardino degli Dei è un piccolo pianoro, in monta-
gna sul Pollino, ove svettano in tutta la loro maestosi-
tà, piante secolari di Pino loricato, vive e morte. Il
giardino dei mostri è il parco di sculture in pietra e
forme vegetali di Bomarzo, nel Lazio.
Il giardino degli Olivi è la Puglia. Fra mare e cielo,
olivi addomesticati navigano da millenni in questa regione
formando l’ossatura di un solenne giardino, amato e cu-
rato dall’uomo. Facciamo sì che questo non diventi un
giardino perduto.
>> Voci per l'Olivo

L
'ulivo è una pianta parsimoniosa. montagna il pastore denomina tutte le mucche
Ha bisogno di poca terra, di poca so- della sua mandria, secondo le capacità pro-
stanza per vivere e fruttificare. Ha duttive o il disegno e il colore del mantello
infatti una capacità di radicamento delle bestie. L'ho immaginato anche perché
formidabile, che le consente di succhiare le mi- un ulivo anziano e coltivato per tutta una vita
nime sostanze nutritive presenti nel suolo. Nel finisce con il diventare un amico, o un soste-
paese dove sono nato, nelle colline veronesi, gno psicologico per un coltivatore che sulla
ai tempi della mia giovinezza, un ulivo svetta- sua produzione ricava spesso una parte
va curiosamente sul campanile, gettando fuori importante delle sue risorse economiche. Del
la sua chioma dalla cella campanaria, dove ave- resto gli ulivi, anche se allineati e molteplici,
va messo radici nelle fessure dell'edificio prodi- quindi nient'altro che numeri, dentro il geome-
giosamente vivendo, si sarebbe detto, di aria e trismo degli uliveti (in Puglia così ordinati da
di luce più che di nutrimenti edafici. Sulle sembrare parchi), hanno una struttura, un
rocciose isole dalmate si vedono ulivi che portamento e delle capacità produttive di-
spuntano sui terreni rocciosi, poveri di suolo, verse, e quindi assumono una individualità
in maniera incredibile. che non hanno le altre piante. E poi sono tutti
Anche in Puglia — regione siccitosa co- diversi, uno dall'altro, diversa la forma dei lo-
me poche altre — gli splendidi ulivi che ro tronchi, diverso lo sviluppo dei rami che so-
danno un lustro e un carattere inconfondibile no sì il risultato delle potature, ossia
al paesaggio, crescono sugli esigui strati di dell'intervento dell'uomo, ma di un intervento
terreno accumulati nelle tasche delle depressio- che è sopratutto, e in prima istanza, dettato
ni carsiche o nelle piccole piane depressiona- dalle interne strutturazioni della pianta, dalla
rie del tavolato roccioso dove si trovano diversità del suolo da una parte all'altra.
poveri strati di suolo ferrettizzato dal disfaci- Altra caratteristica dell'ulivo,
mento calcareo. Eppure appaiono straordinaria- importante ai fini del rapporto che l'uomo sta-
mente sontuosi e di una bellezza che deriva bilisce con esso, è la sua longevità. Tra le
loro dalla potenza con cui si radicano al suolo, piante dell'ambiente mediterraneo è una delle
da una sorta di forza tranquilla, suggerita pro- più longeve. Si conoscono ulivi millenari al
babilmente dalla stessa dimensione dei loro dir di studiosi ed esperti. In ogni caso sopra-
tronchi secolari. Ed è proprio la loro antichità, vanzano di gran lunga l'uomo, e questo è il
la loro forza di resistere e sopravvivere per infi- motivo del rispetto profondo che viene
nite stagioni, nonostante la povertà dei suoli, a portato agli ulivi. Che sembrano custodire nel
dare quell'impressione confortante, come di loro legno, nel loro portamento, il segreto
organismi forti, resistenti, resi possenti dalla lo- delle storie, delle mille e lontane vicende a
ro stessa anzianità. cui in qualche modo hanno assistito da muti
L'antichità degli ulivi in Puglia, la loro spettatori. A sua volta il rispetto che viene
veneranda età, si vuol dire, è il portato della lo- portato loro le fa crescere ed invecchiare più
ro stessa parsimonia, della loro capacità di radi- di ogni altra pianta, causa ed effetto della loro
camento sui terreni poveri. La pianta si conformazione, dei tronchi possenti e ritorti,
ingrandisce e diventa preziosa proprio perché delle loro chiome spesso sfibrate ma sempre
ha quelle capacità straordinarie, godendo del ri- generose, anche dopo interminabili stagioni
spetto del coltivatore, nella cui passione sta nel corso delle quali hanno conosciuto di
probabilmente il segreto della sua magnifica tutto, dalle tempeste invernali, alle sfuriate dei
esistenza. Ho spesso immaginato, in Puglia, freddi venti di tramontana agli aliti arroventati
che i coltivatori non solo conoscano una ad dei venti da sud oltre che la mitezza felice
una le piante del loro uliveto, ma che le deno- delle primavere. Non c'è pianta che più sappia
minino in modo diverso, a seconda del porta- raccontare con il suo stesso aspetto le storie
mento o delle capacità produttive, come in vissute, pur con l'immobilità spaziale a cui è

88 - Gianni Picella -
condannata in quanto vegetale. In questo c'è re in terre o paesaggi diversi, come nei giardi-
la bellezza che è poi la bellezza, persin retori- ni del Nord Italia verso cui c'è un commercio
ca a suo modo, dell'ulivo, come di un essere vi- che ha qualcosa di repulsivo tanto da far
vente immutabile e silenzioso che non parla pensare al commercio degli schiavi. Infatti la
ma dice già con il suo modo di proporsi che co- bellezza dell’ulivo, una volta trapiantata in
sa sia il tempo ed il suo mistero. altri paesaggi, non è più tale, non è più
Questa bellezza è stata riconosciuta connaturale a quei paesaggi, dove l'ulivo tra-
all'ulivo sin dall'antichità e tra i tanti elogi piantato, spesso vecchio e venerando, fa
all'ulivo, alla sacralità che ad esso si connette, pensare all'emigrazione e al trapianto in terre
si ricorda soltanto quello di Sofocle nell'Edipo diverse di persone ormai anziane, che per
re: "C'è un albero non piantato dalla mano tutta la vita hanno respirato una certa aria, go-
dell'uomo, nato da sè medesimo, che infonde duto di un certo sole, assimilato certe abitudi-
terrore alle lame nemiche e verdeggia ni.
abbondantemente in questa terra, l'ulivo dalle Il rispetto per gli ulivi, come il rispetto
foglie glauche, alimento dei bambini, che mai per altre piante, è un fatto di civiltà: è il ri-
rapace, vecchio capo devastatore estirperebbe spetto per il paesaggio e per le specificità geo-
con le proprie mani, perché ad esso guardano grafiche che del paesaggio sono la proiezione.
gli Dei dagli occhi chiari". Dunque rispetto per le varietà del mondo che
Rispetto per la bellezza, la generosità, oggi, per la verità, tendono sempre più ad es-
la sacralità dell'albero. Che continua a pro- sere annullate in nome di una superiore orga-
durre, anche se vecchio e plurisecolare. Forse nizzazione globale. Ma la globalità non
le piante pugliesi non hanno la redditività che sottintende necessariamente distruzione delle
oggi si ottiene con gli impianti moderni, razio- diversità, caso mai dialogo rispettoso nei loro
nali, che si vanno diffondendo anche da noi al confronti. Nel caso nostro, rispetto per la ve-
posto dei vecchi eppur magici uliveti che sono neranda bellezza degli ulivi, come quelli che
così importanti nel dare un carattere particola- in Puglia celebrano l'antichità e il fascino me-
re alla terra pugliese. Questo pone un proble- diterraneo di una terra, non meno delle sue
ma non di poco conto. C'è di mezzo città bianche che, proprio fra gli uliveti, fanno
l’immagine stessa della regione, una regione capolino con i loro campanili e i loro splendi-
che più di ogni altra in Italia è stata consacrata di monumenti.
all'ulivicoltura ormai da secoli, quando gli oli
pugliesi alimentavano ricchi commerci desti-
nati ai mercati del Nord Adriatico ed oltre. Ci
si può oggi consentire di coltivare la bellezza
se non abbia una resa economica? In qualche
caso oggi la bellezza rende, ma non si può
mantenere una ulivicoltura che non sia anche
produttiva per quello che può dare in offerta
al mercato oleario. Forse si proporrà una piani-
ficazione che contemperi l'ulivicoltura che
renda in termini produttivi con l'ulivicoltura
che renda in termini di bellezza, di immagine. Il testo è di Eugenio Turri, già do-
Ciò significa che bisogna pianificare e sceglie- cente alla Facoltà di Architettura del
re gli uliveti che più di altri meritino di essere Politecnico di Milano e consulente
tutelati, in quanto consustanziali all'immagine per la pianificazione territoriale e pae-
del paesaggio pugliese. Farne dei piccoli sistica della Regione Lombardia,
parchi testimoniali. Infine occorre frenare pubblicato a cura della Mario Adda
l'esportazione degli ulivi centenari da trapianta- Editore, Bari.

- Gianni Picella - 89
>> La mia esperienza

90 - Sandra Guerra -
H
o acquistato questo tasso nell’au-
tunno 2009 dietro consiglio del mio
amico Marco, che me l’ha mollato in
mano con un “Tiè. Vediamo che rie-
sci a tirarci fuori”.
Ho partorito da allora un paio di idee non
molto soddisfacenti, così a fine marzo 2010
abbiamo affrontato assieme la prima impostazio-
ne su una sua idea.
Dopo aver tratteggiato un virtual del pro-
getto, abbiamo prima di tutto deciso l’inclinazio-
ne definitiva del tasso. Abbiamo iniziato quindi
l’attento lavoro di filatura a quattro mani,
partendo dal primo ramo a cui è stata data la vo-
luta inclinazione in semi-cascata. La parte di ra-
mificazione che avrebbe originato l’apice è stata
piegata dietro al secco e con l’ausilio di un paio
di tiranti è stata sistemata nella posizione voluta.
Infine tutta la ramificazione, anche la più fine, è
stata sottoposta a filatura, usando filo di rame di
dimensione decrescente ed è stata impostata

- Sandra Guerra - 91
>> La mia esperienza
allargandola e torcendola per creare i
palchi: la natura generosa del tasso ci ha
permesso di ridurre i getti alle dimensio-
ni ottimali.
In particolare parte della vegeta-
zione è stata curvata sia verso la parte po-
steriore, per creare profondità, sia attorno
all’apice secco. Al termine di questo pri-
mo step ho quindi posto la pianta
all’ombra e la nebulizzerò frequente-
mente per una ventina di giorni circa.
Infine con una attenta coltivazione punte-
rò ad infittire i palchi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

92 - Sandra Guerra -
>> La mia esperienza

94 - Carlo Maria Galli -


E
ra la pasquetta dell'1994,
facevo bonsai ormai da
anni e quel giorno, insie-
me ad un grande amico,
partimmo alla ricerca di qualcosa di
speciale.
Dopo parecchie ore tro-
vammo una pianta interessante, un
ilatro (fhillirea). La pianta doveva
avere circa 50 anni; l'ambiente
molto brullo, il terreno roccioso, i
forti venti e le mucche maremmane,
che tennero costantemente bassa la
chioma, avevano contribuito nel
tempo alla sua formazione attuale.
Il 17 aprile 1994, a Pescia,
iniziai a lavorare la pianta in un labo-
ratorio con il maestro Huang, in
collaborazione con il maestro Tera-
kawa. Per loro la pianta era una novi-
tà; non avevano mai visto quel tipo
di essenza e si trovarono un attimo
in difficoltà, sia per la potatura e la
reazione che essa avrebbe avuto, sia
per l'impostazione e l’elasticità dei

- Carlo Maria Galli - 95


rami, che non era molta. Dopo la prima impostazio-
ne con i maestri, mi occupai della rifinitura a casa
come si fa solitamente.
Nel lavorarla mi balenò in testa un’idea;
concorrere ad una mostra nazionale! Arrivai così
all’iscrizione alla prima edizione della Crespi Cup.
Con l'aiuto di un fotografo feci i provini. La
pianta venne accettata, era il gennaio 1995. Insieme
al mio grande amico studiammo in che vaso siste-
marla, ma dopo vari tentativi ci convincemmo che
la soluzione migliore sarebbe stata una lastra di ve-
troresina ad hoc. Eccone il progetto e la lavorazione!
Con una rete creammo la struttura di base,
stabilendone forma e dimensione, rinforzandola poi
con barre di alluminio. Iniziammo a coprirla con fo-
gli di vetroresina e la stessa liquida, strato su strato.

96 - Carlo Maria Galli -


Una volta terminata la struttura cercammo un modo
per renderla visivamente naturale. Sabbia! Ecco
l'idea, forse ‘rubata’, non ricordo con esattezza, ma
fu la soluzione.
Spalmai altra vetroresina liquida e poi sopra
distribuii la sabbia tamponando il tutto. La lastra era
terminata! A questo punto ci preparammo al rinvaso
forando la lastra per evitare ristagni d’acqua e per le-
gare al meglio la pianta. L’11 marzo 1995 rinva-
sammo; la soddisfazione fu tanta!
Era il lontano 1995, poi i percorsi di ognuno
di noi cambiano, molto spesso ciò che pensavamo il
massimo si sbriciola tanto velocemente che non ci
si rende conto, avevo tutto, ho perso tutto, tutto?
No, l'amico c’è sempre!

Non potendo più tenere i


bonsai con me li ho dati via tutti,
per questo invece ho fatto uno
scambio, una barca, una pilotina
di 5,50 mt, con un motore da
25cc.
Da allora bonsai non ne
ho fatti quasi più, però dall’espe-
rienza di essi posso farmi una
morale del mio passato “se ci so-
no i principi giusti si rinasce”
posso tranquillamente dirlo IO
SONO RINATO!
© RIPRODUZIONE RISERVATA

- Carlo Maria Galli - 97


La mia esperienza <<

- Ezio Corradin - 99
>> La mia esperienza

M
i chiamo Ezio Corradin e sono Questa per noi è una passione non un la-
un appassionato bonsaista da voro, per questo non dobbiamo necessaria-
più di quindici anni, gli ultimi mente perseguire il profitto e questo fa si che
di questi passati ad apprendere possiamo dedicare alla creazione dei tavoli
questa magnifica arte sotto la saggia guida di tutto il tempo necessario per farli belli, infatti
Sandro Segneri nella Bonsai Creativo School. quando creiamo l’unica strada che percorriamo
Negli ultimi anni, oltre alla passione per e quella della bellezza del prodotto e della
il bonsai, mi è scoppiata dentro la passione per soddisfazione personale di vederlo realizzato.
quello che riguarda il modo e il mondo Negli ultimi due anni siamo stati pre-
dell’esposizione del bonsai nel tokonoma e, sca- senti alla manifestazione di arco Bonsai con il
vando dentro a questa passione, ho percepito nostro stand e le soddisfazioni più grandi sono
che ero, e sono, molto attratto dai supporti per state quelle di non essere mai tornati a casa con
le piante, quelli che in maniera moto frettolosa il carico dei prodotti che abbiamo presentato e
definiamo “tavolini”. poi….vedere che piante meravigliose esposte
Con Luca, fino a poco tempo fa mio in mostra erano posizionate sopra dei tavoli co-
conpagno alla BCS, abbiamo deciso di immagi- struti da noi. Da poco abbiamo attivato anche
narci un modo “diverso” di lavorare i tavolini e un sito internet, www.bonsaiwood.it dove è
di farlo anche per chi, vista la situazione econo- possibile vedere alcune delle nostre realizzazio-
mica, non è in grado di spendere i 3/4 cento eu- ni.
ro e più per singolo pezzo; abbiamo dedicato Nelle foto che si succederanno ho volu-
molte ore, levate al sonno e al riposo, per poter to presentare la nascita di uno dei nostri lavori,
acquisire la manualità che serve e molte ne stia- step by step, così da poter far vedere che con la
mo dedicando per la scelta dei materiali più passione si possono fare cose che fino a ieri era
consoni ad un lavoro pregevole. impossibile immaginarsi.

100 - Ezio Corradin -


- Ezio Corradin - 101
- Ezio Corradin - 103
>> A lezione di Suiseki

L'importanza
del
PREMIO di Luciana Queirolo

104 - Luciana Queirolo -


- Luciana Queirolo - 105
>> A lezione di Suiseki
"Quale dovrebbe essere il giusto modo re e confrontarsi col mondo e migliorarsi. -
di porsi del bonsaista nei confronti del Pre- Peso dato ai premi: consistente perché sono
mio?". Scusate le mie elucubrazioni mentali, il riscontro di aver imparato bene.
ma l'arrivare a premio è davvero così - C'è il maestro che lo fa perché glielo chiedo-
importante? E' il nuovo status simbol del pro- no (ed è pure un po' stufo di farlo) - Peso
vetto bonsaista, è un riconoscimento dato ai premi: moderato. Ormai gli è chiaro il
importante al lavoro svolto fino a quel mo- suo valore/potenziale e non ha paura di
mento, oppure è un modo come un altro per confrontarsi. Se arrivano premi va bene ma
farsi pubblicità? non ci muore dietro.”
Ci ho pensato. E’ giusto che ognuno di
noi ci faccia su, la propria personale riflessione. Io penso che il maestro sia vulnerabile,
Sono stata da sempre sostenitrice delle in questo, anche più di un novellino. Che forse
Mostre senza premi; mi pareva di combattere preferisca rimanerne fuori od al di sopra; a
contro i mulini a vento: “senza premi, la gente volte, non considerando il giudice all’altezza
non partecipa.” di giudicare la sua pianta - il suo suiseki.
Certo, riferendoci alle pietre, ci sono da Perché affronto questo tema? E’ atti-
fare dei distinguo: di differente peso è nente, ci insegna qualche cosa? Come ci aiuta
l’intervento umano o forse, più precisamente e nella conoscenza dell’arte delle pietre? Credo
dopo una attenta lettura, si rivela inversamente che condividere le emozioni di una stessa pas-
proporzionale l’importanza dell’apporto, tra sione, avere la chiave di lettura uno dell’altro...
concetto e manualità. sia comunque un arricchimento per tutti.

Carlo ci invita a fare un piccolo, ma poi Sì: ho sempre sognato mostre di pietre
non tanto piccolo, esame di coscienza... la sua senza premi: mostre che siano punto di
domanda non è formulata per scivolare via in incontro e di scambio, prive di ogni risenti-
superficie. Carlo ha consapevolezza delle di mento bene o mal celato. Le ho sempre
lei potenzialità, atte ad indagare nel nostro pro- caldeggiate non per eliminare il “cattivo” spiri-
fondo, stimolandoci nel tentare di capire a che to di competizione, quello non sano; ma per
punto siamo, lungo la strada della conoscenza l’oggettiva difficoltà nello stabilire il valore
della pietra o del bonsai. Soprattutto, a quale li- intrinseco di un suiseki, “al di là” di una sua
vello ci stiamo rapportando, a che punto di estetica apparente.
comprensione. Più facile, nel Bonsai, avere esperti
Intanto, già la notevole differenza tra agronomi assolutamente addentro alle pecu-
l’intervento manuale umano su una pianta e liarità di una specie, ai suoi limiti di crescita,
quello su una pietra, dovrebbe diversificare delicatezza, struttura, esigenze etc…
enormemente le spinte emotive di una celebra- Generalizzando, c’è meno preparazione,
zione individuale. nel giudicare un suiseki: non sempre c’è una
approfondita conoscenza dei materiali. Rife-
Alchimista scrive: “A mio modestissi- rirsi alla scala Mohs delle durezze, non basta:
mo avviso il miglior premio è avere la consa- ignee, sedimentarie, metamorfiche… nella
pevolezza di essere nel giusto, di essere roccia vi sono, come nel legno, il “verso” di se-
impegnato in qualcosa che ti soddisfa e ti dimentazione, di rottura, di impasto; gli accadi-
gratifica e di dare il meglio di te stesso menti geologici che hanno assemblato
sempre ed in qualsiasi circostanza. Se a que- elementi differenti; il processo di meta-
sto si aggiunge la gratificazione di un pre- morfizzazione… le mille variabili di
mio, ben venga.” intervento degli agenti naturali... insomma:
quelle caratteristiche che diversificano il modo
Sandra: “- C'è quello che vuole impara- e la possibilità stessa di modellarsi.

106 - Luciana Queirolo -


Tutto questo e
molto altro ancora, può
aver concorso a creare
quella forma, colore, textu-
re, che fanno la suggestio-
ne di una pietra,
certamente. Ma, a seconda
del materiale: con quale fa-
cilità e facile reperibilità;
oppure: con quale
sorprendente, rara, unica,
combinazione?
Ecco che arrivo ad stone, paesaggio di pianura o “Pietra Imperato-
un mio reale vissuto che possa forse spiegare a re”) è pietra sedimentaria cinese proveniente
voi, cosa vuole dire per me, un premio ad una dalle colline rurali della contea di Lvliang, tra
mia pietra. A cuore aperto, sperando che racco- l’antica Sishui ed il fiume Giallo. Ce l’ho da
gliate le mie parole come amore per ciò che un anno. Ho spazzolato il materiale più morbi-
faccio. do e giallo, contro le raccomandazioni del
Arco: Congresso IBS 2010… guardo le venditore, sino ad arrivare ad una durezza
foto, le mie foto e faccio: boh! In foto, mi accettabile. Scurirà, col tempo. Venduta con
sembra il povero anatroccolo in mezzo ai ci- un fronte diverso, ravvisai un villaggio di pe-
gni. (mamma mia! Se l’ho pensato io, allora … scatori, sul retro. Per questo la scelsi e così
gli altri …?) l’ho mostrata.
La mia intenzione, quest’anno è stata, La pietra che invece trovai qui in Ligu-
se vuoi, didattica: ho presentato due pietre con ria, la sto proteggendo da forse più di 15 anni.
un percorso geologico molto simile (potrei Naturalmente ignara dell’esistenza di qualche
tranquillamente dire: equivalente). Una dalla Ci- cosa di simile altrove, ne trovai due esemplari,
na, una dalla Liguria. Io mi esalto, quando pos- poi, niente più. Il tempo passato al coperto, ha
so realizzare tangibilmente questi paragoni. trasformato lo strato chiaro da cui fuoriescono
Lvliang stone ( anche chiamata Lülaing le protuberanze di palombino, conferendogli

- Luciana Queirolo - 107


>> A lezione di Suiseki

una patina a gradazioni di intensità corposa e lu- mostrarla. La suggestione? …penso che quel
centezza differenziata. nome poetico, tirato fuori in un secondo per ne-
Dunque, sto riconoscendo in lei la va- cessità di cartellino, rispecchi ciò che di lei mi
lenza della rarità, come pietra italiana ed il valo- inteneriva, senza averne coscienza.
re della patina acquisita nell’attesa di “Il pianoro delle colline solitarie”…

108 - Luciana Queirolo -


paesaggio vagamente… desertico. Nonostante re indifferenti: è compito mio non smettere di
le misure contenute della pietra, con quella cercare di spiegare. Sarà un mio limite, ma non
distesa di terra gialla, lo spazio si dilata quasi riesco a trarre completo appagamento da una
che la crosta terrestre si fosse spaccata, sepa- suiseki-do in solitaria.
rando per sempre le colline tra loro. Il vento, Ad Arco, ho raccolto il giudizio di due
sta ricoprendo di sabbia le ferite. Lo sento fi- persone che fanno di queste arti una ragione di
schiare lontano, nella sua corsa tra l’una e vita. Loro hanno decodificato i segnali emessi
l’altra… Furyu: vento che scorre. “Come da quella pietra; ascoltandone il suono, ne
vento in movimento, può essere percepito, ma hanno letto il racconto.
non si vede”. Due giudici, due premi: la suggestione
Ecco. Cosa è per me, per quella pietra, di quella pietra non potrà avere riconoscimento
quel premio? Una grande conquista. Prima, la più grande, per me, di questo duplice consenso.
mia pietra gridava i suoi (i miei) pensieri e senti- Sono in stato di grazia perdonatemi. Lu.
menti con un linguaggio che mi pareva fosse
per altri incomprensibile, che non bucasse la lo-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ro indifferenza. Molti continueranno a rimane-
www.tiberiogracco.it
"Torchiato Tasso" Fulvio Bosio
Bonsai Creativo School-Accademia

www.bonsaicreativo.it
>> Noi... di Bonsai Creativo School

Q
uello che segue, potrebbe anche lizzata semplice ma ottima pomice, come terriccio
apparire come un racconto bana- di base. Quando la pianta venne in mio possesso,
le, in un periodo dove sembra l’impostazione con la quale era stata progettata,
che solo piante yamadori possa-
no avere una storia interessante da
raccontare; invece secondo me anche un
comune materiale da vivaio, con il tempo
e le giuste cure può acquisire quella vetu-
stà, e quella maturità cosi tanto
apprezzata da noi bonsaisti, in grado di re-
galarci molte soddisfazioni.
Questa è la cronistoria di un mio
albero che vorrei chiamare il ”torchiato
tasso“. Tale albero fu acquistato in un co-
mune vivaio e poi trasformato in un mate-
riale prebonsai da un noto bonsaista del
nord che lo preparò nel seguente modo.
Dapprima fu ricercato il piede, quindi fu-
rono eliminati i rami ritenuti inutili, rinva-
sato in un contenitore di plastica di medie
dimensioni e lasciato libero di vegetare
per tutta la stagione seguente. Fu uti-

114 - Fulvio Bosio -


corrispondeva al classico stile moyogi: ma si al progetto sognato. Tale occasione si pre-
sa, il bonsaista è un sognatore, un creativo, sentò nel corso di uno dei primi appunta-
forse un pazzo, (parlo per me ) ed ecco che menti scolastici con il mio amico e maestro
allora comincia ad inclinare, girare, abbassa- Sandro. Al termine di un’entusiasmante
re, alzare, ricercare altre possibili soluzioni giornata, l'albero aveva assunto l’aspetto vi-
che siano evocative e che gli trasmettano sibile nella foto a seguire (Foto 3 -
uno stato d'animo, un emozione: un sogno… Settembre 2002).
appunto! Durante tutto il percorso evolutivo di
Questo sogno, quindi, mi indusse ad un bonsai, e di un bonsaista, la curiosità e la
immaginare un albero di montagna, dove continua ricerca estetica, correlata all’assolu-
particolari condizioni climatiche ne avessero ta sana crescita dei propri alberi, si
determinano il carattere e le forme. La prima manterranno inalterati per tutta la vita. Una
lavorazione fu dedicata ad un abbozzo di migliore padronanza delle tecniche di colti-
invecchiamento del tronco, che in un albero vazione e di modellatura abbinata alla piace-
da vivaio, è tutto da inventare. Sgorbie, vole quotidianità nei rapporti con l'albero,
coltelli, scalpelli scorrono sul legno, inci- trasmettono forti e sempre nuove emozioni;
dendolo, scavandolo, scolpendolo al fine di ri- il cuore palpita e la mente vola, su lontani di-
creare, il più fedelmente possibile, quei rupi, dove il tasso si prostra in cerca di luce
fenomeni naturali (fulmini, frane, ecc.), che a ricostruire una più folta chioma (Foto 4 -
ci racconteranno del suo vissuto. Furono eli- Ottobre 2004, Foto 5 - Settembre 2005).
minati altri rami (Foto 1, 2 - Maggio 2000). Arriviamo all’anno 2006. L'albero ini-
Nell’attesa che I fasci linfatici ai zia a mostrare una certa maturità; risultato di
bordi dello shari assumessero una forma tubo- una corretta quanto equilibrata coltivazione.
lare, predisposi un programma di coltivazio- Le giuste pinzature hanno arricchito i palchi
ne mirata a irrobustire e infittire la e stimolato la miniaturizzazione del foglia-
ramificazione, acqua, aria, luce e concimazio- me, mentre una modellatura più raffinata, ha
ni organiche furono fondamentali a tale sco- consentito una migliore distribuzione ed
po. Il tempo scorreva e già pensavo equilibrio degli spazi. In ultimo, il nuovo
all’opportunità di modellare la ramificazione intervento eseguito sul tronco, gli ha donato
al fine di realizzare una prima impostazione ulteriore vetustà e carattere: il sogno co-

- Fulvio Bosio - 115


>> Noi... di Bonsai Creativo School

112 - Fulvio Bosio -


mincia ad avverarsi. Ora è giunto il mo- menzione di merito (Foto 7, 8).
mento di pensare ad un vaso che armonizzi Rivedendo oggi le fotografie uti-
adeguatamente al nuovo aspetto dell’albero, lizzate per la stesura di questo articolo, rivi-
affinché possa esprimere al meglio le sue po- vo e riassaporo tutte quelle intense emozioni
tenzialità, in occasione di un’eventuale mo- che il mio “torchiato tasso “ è riuscito a do-
stra (Foto 6 - Settembre 2006). narmi durante questi nostri primi 10 anni
L'occasione si presenta durante il Festi- trascorsi insieme. Quello che fu un sogno,
val del Bonsai 2007 ad Imperia, organizzata oggi è diventata una splendida realtà. Un
dal club a cui appartengo. Con mia gran semplice albero da vivaio con il quale ho
soddisfazione, Il tasso viene premiato con la condiviso parte della mia e della sua vita; un
targa IBS e conseguentemente esposto a Ro- amico, un maestro, che mi ha permesso, non
ma durante il So-Saku 2007, aggiudicandosi, solo di far pratica materiale, ma anche di
a pari merito, il 2° posto. Ma ancor più comprendere il vero significato della dedi-
grande la gioia nel vedere il mio albero parte- zione, della pazienza e della riflessione. Voi
cipare al prestigioso congresso UBI 2008, te- cosa ne pensate?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
nutosi ad Arco, dove gli viene conferita una

- Fulvio Bosio - 113


>> Noi... di Bonsai Creativo School

118 - Fulvio Bosio -


>> L'opinione di...

C
on questa intervista diamo il via ad una serie di interviste dedicate ai
nuovi istruttori IBS, ovvero Marco Tarozzo, Rocco Cicciarello e
Franco Barbagallo. Il primo, nemmeno a farlo apposta è Marco
Tarozzo, si... proprio lui, il Tarmar del Napoli Bonsai Club Forum.
Come sempre, intervistare una persona con la quale si ha un rapporto, oserei dire
di amicizia, non è cosa semplice, si rischia di cadere nel banale, nel già detto o al
contrario di strafare. Mi auguro che nelle prossime pagine non ci sia nulla di
tutto questo. Quello che vorrei venisse fuori da questa intervista è il risultato di
una chiacchierata tra amici, senza formalità e senza ipocrisie. Dicevo che con
Marco c'è un rapporto che definirei di amicizia benchè lo abbia conosciuto di
persona solo pochi mesi fa in occasione del congresso UBI a S. Marino... ma
nonostante non ci fossimo mai incontrati è bastata una sola occhiata perchè
entrambi sapessimo chi fosse l'altro. Quello che mi ha più colpito di Marco è la
sua spontaneità unita ad una grande umanità. Ma vi ho già tediato abbastanza
con questa introduzione, perciò chiudo con un augurio di buona lettura e buon
bonsai a tutti!
Giuseppe Monteleone

122 - Giuseppe Monteleone -


Come ho detto nell'introduzione, andare avanti, ho dovuto abbando- ad oggi. Sono conscio che l’esa-
intervistare una persona che si co- nare il mio sogno universitario e me non ha modificato la mia cono-
nosce implica mantenere il giusto entrare nel mondo del lavoro; il scenza o il mio essere bonsaista
distacco per non cadere nella reto- mio primo impiego fu a part time ma ha reso certificato dal massi-
rica. Vista dalla tua parte, com'è ri- addetto alle pulizie in un su- mo organo italiano di didattica il
spondere a domande che ti permercato; ora, dopo vent’anni di mio insegnamento ai miei stu-
vengono rivolte da una persona duro lavoro e di studio, sono il di- denti, è una cosa importante per
che conosci? Secondo te i rettore delle vendite di una me ma anche e soprattutto per lo-
rapporti personali possono Azienda Multinazionale di su- ro.
influenzare le risposte? permercati ma non dimentico mai
Caro Pino mi vien un poco da dove sono partito e il mio pas- Domanda forse provocatoria, tu
da sorridere perché per me amici- sato condiziona positivamente il credi che per insegnare bene a fa-
zia vuol dire stima, complicità e mio quotidiano. Credo proprio che re bonsai, l’istruttore debba neces-
nel nostro caso anche stessi inte- il saper dare debba essere una sariamente seguire un percorso di
ressi, quindi mi trovo un poco a delle finalità della nostra vita. apprendimento, o semplicemente
disagio in quanto alcune cose che “basta essere bravi a far bonsai”
ci racconteremo ”noi le sappiamo Ed ora veniamo a noi…. hai appe- per essere anche un buon mae-
già”. Cercherò di essere il più na conseguito anche il titolo di stro?
distaccato possibile e di risponde- istruttore IBS, cosa hai provato Credo che si debba assolu-
re con la massima oggettività. quando hai capito di aver supe- tamente passare per l’apprendi-
rato l’esame? Che emozione ti da mento perché le cose da sapere
Ormai è noto che una delle prime essere diventato ufficialmente un sono tantissime; spesso chi “inse-
domande riguarda l’uomo che si istruttore? gna” senza passare per un
nasconde dietro il bonsaista. Beh quando il Presidente percorso di studi didatticamente
Molto di te si può capire dalla fre- mi ha fatto entrare nella stanza do- evoluto si ferma solo alla manipo-
quentazione sul forum, ma il ve erano riuniti gli altri Istruttori lazione dell’albero dimenticando
Marco “privato” com’è? per la riunione del congresso e mi tutto il resto, ad esempio l’esteti-
Il Marco privato è un Mana- ha presentato come nuovo Istrutto- ca o la filosofia che c’è dietro alla
ger di un’azienda della distribuzio- re invitandomi, insieme a Rocco e nostra passione. Io vorrei proprio
ne organizzata che lavora molto e Franco, a presenziare alla riunio- invitare i neofiti ad una maggior ri-
spesso è in giro per l’Italia e per ne mi sono emozionato. Oggi sono gidità nella scelta del proprio
l’Europa. Nel lavoro sono molto esi- consapevole che un periodo lungo istruttore e di avvalersi solo di
gente con me stesso e con i miei di apprendimento, iniziato nel insegnanti qualificati e riconosciu-
collaboratori; ho un carattere positi- 1993, è passato e ne sta ini- ti dal Collegio Nazionale.
vo e forte, non amo “farmi travolge- ziando un altro fatto ancora di
re dal tempo che passa”, mi piace tanto studio ma anche di trasmis- Anche se credo che questa sia
sperimentare e conoscere, amo sione di ciò che ho imparato fino una domanda assolutamente reto-
moltissimo leggere e ascoltare buo-
na musica d’autore italiana, jazz,
blues e soprattutto rock. Ho una
moglie, Sandra che mi sopporta
da tantissimi anni, ci siamo cono-
sciuti che eravamo bambini, e poi
ho un cane e un gatto: Clara e Su-
sy che completano la nostra fami-
glia.

Alcune delle doti che ho potuto


apprezzare di te sono la grande
umanità unita ad una modestia ra-
ra, ti ritrovi in questa descrizione?
Mah, difficile fare uno
screening della propria personali-
tà, posso raccontarti questo di me
per poi trarne le conclusioni: pro-
vengo da una famiglia modesta e,
anni fa, per contribuire a farla

- Giuseppe Monteleone - 123


>> L'opinione di...

rica, te la voglio fare ugualmente. sto momento ti trovi in una voluto esprimere: l’attuale scuola
Ora che sei Istruttore IBS, cambie- situazione un po’ particolare, da estetica di Avanguardia (che ha co-
rà qualcosa nel tuo approccio con una parte allievo con l’Accademia me massimo esponente Kimura)
gli allievi? della Bonsai Creativo School, da sta scavando un solco talmente
Beh sta cambiando molto: una parte Istruttore e quindi mae- profondo con il passato che chi
fino ad ora i miei allievi erano i nuo- stro. Non trovi anche tu che sia un non si avvicinerà a questo senso
vi entrati alla nostra associazione po’ singolare questa tua situazio- estetico, studiando e aggiornando-
la Bonsai Gymnasium, ai quali ne? Come riesci a destreggiarti? si costantemente, sarà obsoleto
fornivo le nozioni base per prepara- No assolutamente non mi di qui a non molto, è normale
si all’ingresso alla Bonsai School; trovo a disagio anzi credo che sa- quindi che chi si avvale del titolo
a gestire i corsi alla scuola, nella rà così per molto tempo! Sai di Istruttore o Maestro sappia
sessione di Padova, era il mio “ge- quando ho terminato l’esame e ho almeno che cosa sta accadendo
mello” Federico Springolo. Ora, do- potuto, più rilassato, discutere nel mondo del Bonsai moderno,
po l’esame, Sandro Segneri ha con i componenti della commissio- certo potrebbe non condividerlo e
dato dei compiti anche a me e ho ne di esame, ho chiesto loro se po- rimanere legato ai canoni classici,
fatto la mia prima lezione in auto- tevano valutare questa mia ma sapere che sta succedendo e
nomia il 30 Maggio. E’ andata be- proposta: riesaminare in continua- saperlo spiegare ai propri allievi
ne nessun allievo che dormiva e a zione i propri iscritti così da “obbli- questo, secondo me, è un obbligo
fine giornata erano tutti soddi- garli” a un costante studio e per lui.
sfatti e pure io. aggiornamento, questo a garanzia
degli allievi che ogni Istruttore ha. Detto da chi ti conosce bene, ma
Sempre a proposito della tua nuo- Per farmi capire meglio ti faccio credo che sia sotto gli occhi di
va condizione di Istruttore, in que- un esempio pratico di ciò che ho

124 - Giuseppe Monteleone -


tutti, tu sei uno dei giovani approssimazione, il bonsai è bello
emergenti e di indiscusso talento o brutto e tra il bello e il brutto Ed ora, a che punto ti senti della
che il bonsai nostrano può vanta- non c’è continuum, quindi se lo si tua bonsai-do?
re, ma quanti sacrifici ti ci sono vo- vuole fare bene bisogna impe- Credo di essere al livello
luti per arrivare dove sei adesso? gnarsi ed essere costanti e seri; HA dei tre livelli d’apprendimento,
Credo che senza sacrifici se invece lo si vuole solo approccia- sto cercando una mia via delle
non si possa arrivare da nessuna re lo si può fare anche in maniera forme e un distacco dalle regole
parte, non solo nel bonsai ma leggera, ma non sarà mai “Bonsai ma sento ancora il bisogno di ave-
nella vita in generale. Qualche sa- fine”. Poi, finito lo studio, che riba- re un Sensei. Oggi oltre ad avere
crificio me lo sono dovuto disco deve essere serio e dili- un ottimo rapporto allievo/mae-
imporre, ma ne è valsa la pena. gente, a me piace molto divertirmi stro con Sandro Segneri per lo stu-
Mi piace il momento che sto vi- e fare casino con i miei amici dio delle forme e lo sviluppo
vendo, mi piacciono molto le amici- bonsaisti e anche con gli allievi, creativo ho intrapreso un
zie che ho potuto coltivare nel ma questo è il dopo! “viaggio” importante nella via
tempo, mi piacciono le soddisfazio- dell’Estetica e ho come Maestro
ni e ricordo volentieri anche le delu- Sempre nell’ottica di sapere Massimo Bandera. Ecco, oggi so-
sioni. Ho avuto (Gigi Toso) e ho quanto più possibile ci sta dietro il no forse più evoluto di un tempo
(Segneri e Bandera) degli inse- bonsaista affermato, ti voglio chie- ma ancora assetato di sapere.
gnanti esigenti ma molto prepa- dere quando e come è avvenuto il
rati. Colti. Spero un giorno di poter tuo primo incontro con il bonsai. Una domanda fuori dalle righe…
essere considerato come loro. Nel 1992 una mia vicina quanta amicizia vera hai trovato
di casa ricevette in regalo dal suo nel mondo del bonsai?
Sempre a proposito della Via del ragazzo un prebonsai di acero ros- Poca ma importante; una
Bonsai, tu credi che possa essere so, ne rimasi affascinato e volli sa- su tutte quella con Federico
percorsa solo imponendosi una rigi- pere tutto ciò che mi era possibile Springolo, il nostro rapporto dopo
da disciplina, o può anche essere sapere su quell’albero in vaso. Po- oltre quindici anni va forse oltre
percorsa in maniera più “rilas- co tempo dopo visitai una mostra l’amicizia e diventato un vero
sata”? eventualmente, dal tuo di un’associazione e mi iscrissi al rapporto fraterno.
punto di vista, l’approccio può corso base. L’anno dopo sono
cambiare in base al risultato che entrato al Bonsai Gymnasium di Gi- Ed ora invertiamo l’ordine… se ti
si vuole raggiungere? gi Toso e lì l’influenza del bonsai è chiedessi cosa pensi di tutta le
Dipende molto dagli obietti- diventata per me una “malattia cro- gente che si accosta al mondo del
vi che uno si pone: il bonsai non è nica”.
>> L'opinione di...

A chi inizia, e soprattutto a chi ini-


zia con l’ambizione di bruciare le
tappe, cosa ti senti di dire?
Che per ogni cosa ci vuole
il tempo necessario, così anche
per il bonsai. Canonicamente lo
studio intenso in Giappone preve-
de un apprendistato di almeno
8/10 anni. Oggi in Italia esistono
molte possibilità di fare uno stu-
dio profondo e maturo anche dal
punto di vista artistico, direi loro
di munirsi di pazienza e costanza
perché le cose fatte con testa e
cuore sono quelle che rimangono
e danno più soddisfazione.

Tornando alla tua attività didatti-


ca, trovi più stimolante lavorare
con neofiti o con gente che ha già
bonsai per imparare, cosa mi ri- tanti anni di lavoro in curriculum?
orientano? Mi piacciono entrambi,
sponderesti? In generale credi
Amo moltissimo le piante certo che è più facile lavorare
che ci sia l’atteggiamento corretto
del nostro ambiente mediterra- senza avere l’assillo di dovere
o vorresti che qualcosa andasse
neo, olivastri, sughere e querce in abbattere dei paradigmi. Ai miei
in maniera diversa?
particolare, per le conifere predili- allievi dico spesso questo: dove si
Vorrei ci fosse più pa-
go i ginepri, cipressi, i pini mughi e affermano le opinioni dei neofiti
zienza, più rispetto per tutti e me-
silvestri. non c’è apprendimento.
no voglia di arrivare subito a tutti i
costi e a qualsiasi prezzo. Io oggi
Ti sarà capitato ormai innumerevo- Un'ultima domanda prima dei sa-
sono molto stanco di tutte queste
li volte di iniziare a lavorare una luti, la tua collezione da quante e
polemiche, le considero il più
pianta partendo da zero, che quali piante è composta?
delle volte strumentali e politiche,
suggestioni ti procura questo tipo In totale sono una settanti-
non capisco perché non si possa,
di lavoro? Quali sono i pensieri na quelle che curo con maggior
dentro le regole, essere rispettati
che ti attraversano la mente, attenzione, di queste una trentina
e rispettare.
verso cosa tendi? sono in uno stato avanzato di colti-
Ogni volta che mi accade vazione e di queste sette/otto
Rimanendo sempre nell’ambito
sono preso totalmente dal lavoro, usciranno il prossimo anno o
dei tuoi allievi, quali piante lavora-
mi lascio trasportare da quello quello successivo nelle varie mani-
no con maggior piacere e perché?
che vedo e mi piace farmi festazioni; le essenze più avanti
Molti di essi hanno colti-
raccontare dal legno, dalla nella coltivazione sono olivi, oliva-
vato sino ad ora delle latifoglie
corteccia da un foro che vedo stri, sughere, eriche, ginepri, mirti,
perché legati a quelli che sono i ca-
quello che potrebbe essere succes- roveri, cotonester, e tassi .
noni classici del bonsai visto sui li-
so a quella pianta. Poi inizio a
bri e quindi si sono concentrati
pensarla esteticamente e inizio ad Ed ora per finire, augurandoti che
sulle chiome, sulla massa verde.
immaginarla nella forma che il traguardo da poco raggiunto sia
Oggi si stanno avvicinando anche
vorrei assumesse. Non smetto solo il primo gradino verso succes-
alle conifere, ginepri e tassi in
mai di pensarla con la mia testa si sempre maggiori, fai un saluto
particolare, perché abbiamo ini-
ma sempre più spesso oggi mi agli amici che ci hanno seguito fi-
ziato uno studio che parte dalla
chiedo: io la vedo così, ma il Fede no a questo punto?
forma e da ciò che l’occhio vede
che farebbe? Sandro come la Grazie per essere arrivati
in natura nel nostro ambiente; li ve-
racconterebbe? E Francesco? Ro- fino in fondo all’intervista e Buon
do molto interessati e presenti in
berto?.... Davvero questi sono Bonsai.
questo progetto che oltre che esse-
pensieri che faccio e poi... poi
re tecnico è anche estetico.
parto e nel tempo viene fuori la
pianta di Marco. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I tuoi gusti invece verso cosa si

126 - Giuseppe Monteleone -


>> A scuola di estetica

Battuto dal vento


di Antonio Ricchiari
>> A scuola di estetica

I
l vento è arrogante, pensa di possedere gli
alberi, di avere fatto sua la Natura, ma è solo
un’illusione. Lo Stile Battuto dal Vento ri-
corda molto lo Stile Inclinato dal quale deriva,
ma forse risulta più interessante per la disposizione
dei rami. Due sono le varianti: il vento soffia
sull’albero e il risultato dell’azione del vento dopo
molti anni.
Considerato dal punto di vista estetico que-
sto bonsai può avere qualche difficoltà nella rea-
lizzazione perché bisogna mettere in atto tutta la
perizia nel dare equilibrio ad una forma inclinata,
con una ramificazione insolita, masse dunque che lo
stile ventoso rappresenta una versione molto parti-
colare della Natura dell'albero in condizioni climati-
che estreme. Per i giapponesi è lo stile che infrange
le leggi di gravità, lo stile fukinagashi.
La percezione più immediata è quella di un
albero che sia lì per lì sul punto di abbattersi, con
una condizione di instabilità considerata insolita per
un Bonsai e per il suo spirito. Quindi, nella forma-
zione della pianta è necessario usare alcuni accorgi-
menti che diano un controbilanciamento che viene
da radici robuste che facciano da contrafforte nella
parte opposta all’inclinazione oppure dall’inseri-
mento di una roccia. La visione è comunque
drammatica poiché in natura questi alberi hanno un
sito nelle scogliere o nei picchi montani fortemente
battuti dal vento, pericolosamente inclinati
nell’impari lotta di sopravvivenza contro gli ele-
menti.
La vegetazione è molto rada, senza rami sul
lato battuto dal vento, con ampie parti del legno
scortecciate (shari); il tronco quindi appare molto
contorto ed esprime visivamente una eccezionale
potenza anche se spesso non è eccezionalmente ro-
busto. La compensazione di una silhouette così sbi-
lanciata può essere ottenuta pure da un attento
dimensionamento dei pochi rami sul fronte. Biso-
gna considerare un fatto importantissimo: abbiamo
in questo caso una forte tensione visiva innescata
dalla linea fortemente inclinata del tronco
(drammaticamente instabile) e l’assetto delle radici,
dei rami e della vegetazione che devono trasmettere
stabilità e ordine estetico. In tutto questo
contraddittorio visivo, la struttura deve conservare
tutta la dinamicità e il contrasto di linee di forza che

130 - Antonio Ricchiari -


è la caratteristica peculiare dello Stile.
Il punto focale primario è sicuramente il
tronco; i punti di interesse secondario possono esse-
re le radici di superficie (àncora robusta del piede)
la parte lavorata a shari, il terriccio spesso molto ri-
levato dalla linea d’orizzonte, eventuali rocce. Il va-
so deve essere necessariamente poco profondo o si
può usare una lastra di pietra che mette in risalto
ancora di più tutta la struttura dell’albero.
In sostanza, il bonsaista deve conciliare ordi-
ne estetico e dinamicità, raggiungendo un equilibrio
fra:
• tensione visuale, scatenata dalla linea diagonale
del tronco;
• armoniosa organizzazione formale della imposta-
zione del nebari, del tronco, dei rami, delle foglie
Il bilanciamento ottico è demandato al neba-
ri, che nello specifico deve essere molto sviluppato
nella parte opposta al vento, per trasmettere quella
sensazione di avvinghiato indispensabile alla stabili-
tà.
Questo stile ha delle similitudini con il ca-
scata che già abbiamo esaminato in un precedente
scritto pubblicato. Esso deve trasmettere nettamente
la sensazione del vento attraverso una chiara esposi-
zione estetica. I rami ed il tronco, con il loro movi-
mento, devono rappresentare l’andamento che il
vento ha dato loro.
I rami devono essere impostati con una ango-
lazione che guarda la direzione del vento, con la
quasi totalità di rami volti solo da una parte. Il
tronco può avere differenze che riflettono la rappre-
sentazione di un ambiente più o meno ventoso, ma
sarà sempre con pochi rami, una chioma piatta, nes-
sun ramo controvento.
Nello specifico di questo stile gli jin avranno
una funzione estetica importante perché accentuano
la drammaticità della rappresentazione.
Le specie adatte a questo stile sono da ri-
cercare naturalmente nelle conifere e nelle latifoglie
che si possono trovare in montagna, come per
esempio i faggi.
Per lo stile fukinagashi sono da preferire va-
si piatti o addirittura lastre che enfatizzano una
certa orizzontalità, che esaltano l'effetto ventoso del
tronco e dalle palcature.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

- Antonio Ricchiari - 131


>> Non tutti sanno che...

Wisteria sinensis

Li abbiamo recentemente visti fiorire con i loro grappoli di una


tonalità di lilla definita appunto color glicine, arrampicati sulle
recinzioni delle abitazioni, oppure nei vasi bonsai, sia lilla che
bianchi... Glicine, Wistaria o Wisteria sono tre nomi per la stes-
sa pianta e sono tutti corretti.

di Elisabetta Ruo

132 - Elisabetta Ruo -


lo nei paesi latini (Italia, Francia e Spagna ) è
“Glicine” in greco significa “pianta stato mantenuto il nome originale di glicine,
dolce” e Linneo (medico e naturalista svedese, mentre i tedeschi ne hanno coniato uno nuovo,
considerato il padre della moderna classificazio- “Blauregen”, che significa “Pioggia blu”, avvi-
ne scientifica degli organismi viventi) diede que- cinandosi a come la chiamano i cinesi, “ Zi
sto nome ad una pianta rampicante introdotta Teng”, che significa “Vite blu”.
dall'America, dalla costa orientale degli Stati
Uniti ai primi del 700. Si trattava del glicine
americano (Wisteria frutescens). Un secolo do- Per il mondo orientale il glicine ha
po il capitano Welbank portò dalla Cina e dal sempre rappresentato l'amicizia tenera e reci-
Giappone le varietà asiatiche che tutti conoscia- proca. Una leggenda infatti racconta che gli
mo (Wisteria sinensis), ma il botanico Nuttal Imperatori giapponesi, durante i lunghi viaggi
non comprese immediatamente che quella di rappresentanza, portassero con sé bonsai di
pianta era già stata classificata e la chiamò Wi- glicine da donare agli altri regnanti. Arrivati in
staria, in onore di un professore di anatomia e terra straniera si facevano precedere dai servi
antropologo tedesco che si chiamava Kaspar di corte che sostenevano gli alberelli di glicine
Wistar. Questo nome, però nella pronuncia fiorito al fine di rendere note le proprie
inglese fu storpiato in Wisteria e si diffuse rapi- intenzioni amichevoli e di riguardo agli abi-
damente in tutti i giardini d'Europa, tanto che tanti di quelle terre.
alcuni anni dopo, nonostante ci si fosse accorti Il significato che il dono del Glicine ha
dell'errore, il nome Wisteria era diventato di conservato è quello di segno di disponibilità ed
uso comune e fu deciso di utilizzare quello. So- anche prova di amicizia.

- Elisabetta Ruo - 133


>> Non tutti sanno che...

E' considerata l'essenza astrale del se-


Il primo glicine asiatico arrivò in Euro- gno dei pesci. Per le persone di questo segno
pa nel 1816 portato appunto dal capitano sarebbe uno stimolo che riattiva il flusso delle
Welbank che una sera di maggio si era trovato idee. E' ritenuta un talismano contro le calami-
a cena da un ricco commerciante di Guangzhou tà, un filo magico che ispira le sensazioni più
(Canton), sotto una pergola di glicine in fiore. sublimi.
Nessun europeo aveva mai visto prima uno PESCI 20/2 - 20/3 Segno d’Acqua, Mobile,
spettacolo simile ed il capitano Welbank si fe- perché si trova a cavallo di due stagioni,
ce dare alcune piantine che portò in Inghilterra inverno e primavera. Caratterizza personalità
donandole al suo amico C. H. Turner, a Rooks- emotive, sensibili, romantiche, sognatrici,
net nel Surrey. In questo giardino tre anni do- creative, musicali, dolci, affettuose, indecise,
po, nel 1819, fiorì per la prima volta e da lì si contrastanti. PIETRA: Acquamarina - COLO-
diffuse rapidamente in tutti i giardini del RE: Azzurro - ESSENZA: Glicine -FIORE:
vecchio continente. In Italia si ha notizia della Gelsomino - GIORNO: Giovedì L'essenza
sua esistenza già intorno al 1840. astrale :
1° decade - il gelsomino. L'essenza di questo
fiore è un ottimo rimedio contro i dolori reu-
Una leggenda di origine piemontese matici e polmonari.
narra di una giovane donna, di nome Glicine, 2° decade - il glicine. L'essenza di questo fiore,
che faceva la pastorella. Questa fanciulla era è uno stimolante per la psiche.
disperata per il suo aspetto fisico e si considera- 3° decade - la zagara. Stimola la riflessione.
va proprio brutta. Un giorno, persa nella dispera-
zione, piangeva da sola nel bel mezzo di un
prato; ad un certo punto le sue lacrime si tramu- Ci siamo sempre chiesti perché le radici
tarono in una meravigliosa pianta di Glicine di un bonsai autoctono girano in un verso,
con un'inebriante fioritura. mentre quelle di un bonsai nipponico girano
Una altra leggenda piemontese narra che una nell’altro. La spiegazione è la stessa per
fanciulla non bella, disperata per la sua l’avvolgimento del tronco...
bruttezza, un giorno, piangendo su di un albero Perché il glicine della Cina (Wisteria si-
perché nessuno la voleva, piano piano si tra- nensis) ha i rami che si avvolgono da sinistra a
sformò in un glicine; le sue lacrime, invece di destra in senso antiorario e il glicine del
cadere a terra, si accumularono al tronco, assu- Giappone (Wisteria floribunda) si avvolge
mendo l’ aspetto di grappoli dai fiori violetti, e invece all'inverso da destra a sinistra, in senso
il suo corpo, a poco a poco, divenne una flessibi- orario?
le pianta, e le braccia, tanti rami che reggevano Innanzitutto tutti i rampicanti che sono
i fili dei fiori. originari dell'emisfero boreale (nord) si
avvolgono in senso antiorario, mentre quelli
che sono originari dell'emisfero australe (sud)
Questa pianta è il simbolo primaverile, si avvolgono in senso orario. È lo stesso senso
la sensualità della giovinezza. e la femminilità di rotazione che ha l'acqua quando si apre il
nella sua aurorale epifania (iniziale manifesta- tappo di una vasca. Nel nostro emisfero gira in
zione). senso antiorario, mentre nell’altro in senso ora-
Curiosità: il glicine simboleggia la prima- rio. Questo è un fenomeno fisico oggettivo cau-
vera, il suo intenso profumo ricorda le sere sato dalla rotazione terrestre. Fin qui torna
d'estate. E' una pianta considerata scaccia- tutto, ma se ci pensi in realtà il Giappone si tro-
guai, allontana le negatività va nell'emisfero nord fra il 30° e il 45° paralle-
lo... allora perché i glicini giapponesi si

134 - Elisabetta Ruo -


>> Non tutti sanno che...
avvolgono in senso orario?
Bene, il Giappone, milioni di anni fa si
trovava nell'emisfero sud, poi come una zattera
ha navigato sulla crosta terrestre verso nord
alla velocità di qualche centimetro all'anno
senza mai inabissarsi nell'oceano, attra-
versando zone tropicali e subtropicali, per arri-
vare adesso in una zona temperata. Il percorso
è stato cosi lento che le piante sono riuscite a
sopravvivere adattandosi alle diverse condizio-
ni climatiche, ma hanno mantenuto le loro ca-
ratteristiche originali insite nel loro DNA.
Questa teoria spiegherebbe anche la
grande diversità che c'è nella flora spontanea
giapponese rispetto alle vicine Corea e Cina.
Inoltre spiega anche i tanti terremoti che ci so-
no in quella terra dato che la lunga marcia conti-
nua tutt'oggi.

Recentemente sono in commercio dei


prodotti a base di Persea americana e Glicine
max, in quanto La combinazione degli estratti
di Persea americana e di Glicine max è scientifi-
camente riportata in letteratura come un
approccio terapeutico alternativo per protegge-
re la degradazione cartilaginea in pazienti con
problematiche osteo-artrosiche.

Anticamente i suoi fiori venivano usati


come ingredienti di piatti a base di uova. L’ eli-
sir di lunga vita? Mangiare fiori e piante sponta-
nee: il glicine, ad esempio, è ideale nell’
insalata, mentre il sambuco è buono fritto. Que-
sto il segreto di Libereso Guglielmi, botanico
che ispirò il “Barone rampante” di Italo Calvi- zie ad una borsa di studio del Ministero
no. “Esiste una varietà incredibile di piante dell’Agricoltura, al quale ebbe accesso per
commestibili che non conosciamo nemmeno e l’intervento di Mario Calvino, botanico egli
che dovrebbero entrare a far parte della nostra stesso e padre dello scrittore Italo. Fu in
dieta“, ha detto Guglielmi, botanico 84enne, quell’occasione che Guglielmi ebbe modo di
intervenuto ai lavori del Festival della Salute a frequentare l’allora giovanissimo scrittore e di
Viareggio. ispirare la trama del famoso romanzo “Il baro-
ne rampante”.

Guglielmi, “guru verde” di fama interna-


zionale, cominciò la sua carriera di botanico gra- “L’ideale – ha affermato Guglielmi – sa-
rebbe invogliare i bambini, che sono più pro-

136 - Elisabetta Ruo -


pensi all’ascolto, a riappropriarsi di tutta una se- Le parti tossiche sono i semi e la radice.
rie di informazioni riguardanti l’alimentazione In caso di ingestione i primi sintomi sono simi-
e la cura di alcune malattie attraverso le piante, li a quelli di una gastroenterite: vomito e dolori
informazioni che sono andate del tutto perdute. addominali con diarrea, congestione del volto
In pochi sanno che ci sono dei fiori che, oltre e dilatazione pupillare.
ad essere bellissimi, sono anche molto buoni.
Ad esempio il glicine, l’acacia e il sambuco so-
no perfetti fritti o nell’insalata. Il tulipano è otti- La base di profumo/essenza al glicine è
mo se imbottito con del formaggio morbido e un prodotto dal sentore nostalgico, che ricorda
lo stesso vale per l’ibisco. L’ortica invece può i vecchi cortili di paese, le sere d'estate, la
essere molto utile per stimolare la diuresi“. campagna padana e le feste sull'aia dopo un
giorno di lavoro nei campi.

- Elisabetta Ruo - 137


>> Non tutti sanno che...
delle essenze è possibile far ricircolare
A chi cerca un profumo rilassante per la l’energia in questi centri, nel caso in cui sia
sera, il momento di stacco dalla frenesia della stata bloccata da esperienze negative.
giornata di lavoro; a chi ha cara l'amicizia e le La scoperta delle essenze per i chakra
cose semplici di tutti i giorni. avvenne per il desiderio di trovare una o più
essenze per alleviare i problemi e le sofferenze
degli uomini del nostro tempo. sono un ‘ evolu-
Parfum. zione dei ben noti FIORI DI BACH. Le es-
senze vengono prodotte esclusivamente
secondo il metodo del sole, in speciali giornate
L’essenza al glicine può essere impie- cariche di energia. La "pioggia blu" è una
gata al posto degli oli essenziali nei diffusori pianta rampicante energeticamente estrema-
d'essenza o nell'acqua dei caloriferi. mente forte, che ci collega alla terra con le sue
profonde radici e ci dà stabilità, per poterci
aprire verso l’alto e tendere sempre di più
STAR OF BETHLEHEM è consigliato verso alte mete. L’essenza ha un effetto sul
contro gli shock e in tutti i casi in cui un trau- settimo chakra e ci collega con la coscienza
ma anche passato, ma tuttora attivo, blocca o onnipresente, nel caso in cui scegliamo questa
disorienta la nostra energia vitale. li rimedio le- possibilità nella nostra vita. Per questo proces-
nisce la sofferenza interiore, tempera il dolore, so è necessario riformare l’equilibrio completo
spinge a reagire e ad affrontare la realtà. Con la tra l’emisfero cerebrale destro e sinistro. Lo
sua dolce azione riarmonizzante e rafforzante squilibrio può portare a mal di testa e a disturbi
agisce catarticamente dissolvendo gli effetti del della concentrazione e dell’attenzione. Il glici-
trauma. ne può venire applicato esternamente sulla
La qualità positiva che STAR OF BE- parte dolorante, per esempio in caso di mal di
THLEHEM evoca è la RISOLUZIONE. testa.
L’affermazione positiva corrispondente
è la seguente: SCIOLGO OGNI BLOCCO
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ENERGETICO E MI REINTEGRO
Il colore che lo rappresenta è il GLICI-
NE.
Il GLICINE è alla fine dello
spettro cromatico e la sua immaterialità è
ricca di vissuto e di saggezza. Questo co-
lore tenue, pastello, così volatile, ben si
adatta a rappresentare lo sciogliersi di
blocchi e tensioni accumulate. Si avvici-
na inoltre al rosa dell’amore e del perdo-
no, elementi indispensabili per una vera
risoluzione del trauma vissuto.

COLORARE LE PARETI DI CASA DI


LILLA è CONTRO L’INSONNIA.

Il nome chakra viene dal sanscri-


to, lingua madre indiana. Definisce i
centri di energia nel corpo. Con l’aiuto
Note di coltivazione <<

Kiryu e
Lapillo
N
ella composizione di un substrato, tipo ferroso, utili alla fisiologia vegetale nel
bisogna tenere presente di tutti gli fabbisogno giornaliero, questi substrati rappre-
aspetti che caratterizzano ogni suo- sentano un importante stimolo all’attività radi-
lo, al fine di comporre una miscela cale in quanto incentivanti i processi di
quanto più idonea alle esigenze della specie, al allungamento. Questo accrescimento implica
grado di rifinitura estetico, alla posizione geo- anche un acceleramento dell’instaurazione di
grafica, ma soprattutto agli obiettivi da processi simbionti operati da micorrize, che
raggiungere nel breve periodo (2-3 anni succes- grazie ai microlementi trovano anch’esse una
sivi al rinvaso). Notoriamente contrario all’uti- spinta nei rapporti con le radici.
lizzo di un singolo suolo, in particolare Il kiryu e il Lapillo, caratterizzati da un
all’Akadama al 100%, le numerose prove ope- Ph tendenzialmente acido (6-6,5) e da una
rate con diverse componenti hanno confermato CSC pari rispettivamente a 27 e 25, conferisco-
le ipotesi di sinergie che i diversi substrati no alla miscela non più quella condizione di to-
svolgono nelle interazioni con le radici, ed anco- tale inerzia utile solo in alcuni casi di
ra più convincenti sono i risultati che negli ulti- coltivazione, ma una fonte di approviggiona-
mi mesi si stanno ottenendo tramite l’aumento mento costante di componenti ferrose che gra-
o la diminuizione delle % relative alle singole zie al pH leggermente basso, mantengono
componenti, raggiungendo così un grado di attivi i processi di assorbimento tipici delle
raffinatezza nei risultati secondi solo ai giappo- condizioni di quasi neutralità di Ph. Grazie
nesi. inoltre alla loro struttura selezionabile tramite
Già in articoli precedenti sui suoli, si so- setacciatura, sono utilizzabili su tutte le catego-
no potuti enunciare i diversi benefici che una rie bonsaistiche, dai Mame ai Dai. Il loro uti-
miscela può apportare all’apparato radicale. lizzo ad oggi non è più circoscritto alle sole
Tra i suoli, quelli di fondamentale importanza conifere, ma anche e soprattutto ad essenze
e di imprescindibile ruolo troviamo quelli di ori- della macchia mediterranea che hanno mo-
gine vulcanica: per l’esattezza Kiryu e Lapillo. strato segni di grande sviluppo dall’inseri-
Ricchissimi dei fondamentali microelementi di mento di % variabili al’interno del substrato.
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- Luca Bragazzi - 139


>> Tecniche Bonsai

E' impossibile dare delle indicazioni assolute volta completamente rendendo saturo il
su questa particolare tecnica, che nell'arte terriccio. Questo assicura che il pane radicale
bonsai è senz'altro una delle più difficili. C'è venga bagnato completamente. Quando il pa-
un detto in Giappone, che ci vogliono minimo ne radicale non viene irrorato ad ogni
tre anni per imparare ad annaffiare corretta- annaffiatura si rischia la decomposizione e la
mente, molti probabilmente non crederanno a morte delle radici, con conseguente deteriora-
questa affermazione. Quasi certamente il 70% mento del fogliame corrispondente. Natu-
dei fallimenti dei principianti nei primi anni so- ralmente nell’irrigazione di qualità è
no dovuti a pratiche di innaffiamento imprescindibile l'uso di una tecnica manuale
scorrette. con tutte le difficoltà e la costanza che
"Bonsai ni ame ga ni do furimasu". Tradotto comporta.
letteralmente significa “Per bonsai piove due
volte” Il detto giapponese sopra menzionato CONSIGLI DI CORRETTA
ci ricorda che per innaffiare correttamente un ANNAFFIATURA.
bonsai bisogna bagnare completamente il Spesso, uno dei primi consigli che rice-
terriccio. Perché dovremmo innaffiare due viamo quando incominciamo a fare bonsai è
volte? Quando si bagna il terriccio di un “non annaffiare molto." La maggior parte dei
bonsai non rinvasato recentemente, l’acqua neofiti interpreta questo suggerimento nel
cercherà il percorso di incanalamento di mini- senso che dobbiamo bagnare poco il terriccio
ma resistenza che spesso non coinvolge tutto e non completamente. Questo è il primo degli
il substrato fuoriuscendo dai fori di drenaggio errori. Ogni volta che innaffiamo dobbiamo
senza che molte radici vengono bagnate e que- dare tanta acqua finché non fuoriesce dai fori
sto può causare danni al bonsai. Bisogna ba- di drenaggio. Quello che invece si intende per
gnare una prima volta il terriccio in minima “non annaffiare molto" è l’innaffiamento
quantità, in modo che il substrato accetti me- troppo frequente, il substrato non ha il tempo
glio l’acqua. Infine annaffiare una seconda di asciugarsi che viene di nuovo irrigato.
di Antonio Acampora
>> Tecniche bonsai
bonsai, concorrono ad indirizzare l'acqua
Questo impedisce all’ossigeno intrappo- verso il bordo dei vasi. Un sistema che evita
lato nel substrato di giungere alle radici, provo- l'inconveniente citato è l'annaffiatura per
cando asfissia radicale, prima e sviluppi di immersione, essa si seguirà con acqua al di so-
funghi e altri patogeni. Il tema del rapporto pra od al di sotto del bordo del vaso ed è un
tra acqua e terriccio è estremamente buon sistema di ricambio gassoso all'interno
importante per due motivazioni concrete: la della zolla. Di contro questa procedura è lenta
qualità delle micorrize e i marciumi radicali. ed onerosa, ha bisogno di tempi lunghi di co-
Le micorrize, sopratutto se esterne co- latura, impoverisce velocemente il terreno
me quelle delle conifere, non sopportano asportando notevoli quantità di sali solubili,
l'immersione in acqua prolungata, e si sviluppa- per collezioni con un notevole numero
no bene in un terreno drenato come avviene in d’esemplari deve eseguirsi a più riprese. Si
montagna. In linea di massima il bonsai deve può innaffiare per immersione ogni tanto
essere bagnato al massimo tre o quattro ore do- mentre la normale irrigazione conviene ese-
po essersi completamente asciugato, per evita- guirla ripassando non meno di tre volte ogni
re il colpo di secco, e questo comporta pianta in modo che l'acqua passi attraverso i
un'irrigazione quotidiana da maggio a fori di drenaggio rinnovando anche l'ossigeno
settembre, con i frequenti casi di due irrigazio- del substrato. L'annaffiatura in profondità evi-
ni giornaliere nei periodi più caldi e ventosi. terà la crescita delle radici in superficie e du-
Bisogna prestare attenzione a come rante l'estate eviterà altresì che le radici non
l’acqua si comporta quando incontra il trovino sufficiente umidità nel terreno. Per
terriccio. Se esce dalla superficie del quanto riguarda l'annaffiatura per immersione
substrato, andando fuori dal vaso, vuol dire si consiglia l'aggiunta di concime idroponico
che il terreno superficiale si è molto all'acqua, in questo caso si ridurranno i danni
compattato. La causa può essere stata la cresci- da dilavamento. Nel periodo estivo le
ta delle radici, o il fertilizzante organico che annaffiature vanno eseguite nei periodi più
spezzandosi è andato a chiudere la superficie freschi della giornata, si deve evitare di bagna-
del terriccio. Se è successo questo bisogna re i vasi caldi soprattutto se esposti al sole (
prendere un bastoncino e sgretolare la superfi- calore ed umidità sono le condizioni ideali per
cie del substrato verso il fondo per 2-3 cm. eli- la proliferazione dei patogeni e delle crittoga-
minandolo. Sostituendo poi questo strato con me ) L'acqua usata per le irrigazioni dovrà
terriccio nuovo ricoperto con del muschio sbri- inoltre essere sempre a temperatura ambiente.
ciolato. Questo permetterà all'acqua di penetra- E' bene innaffiare alla mattina in modo che
re meglio il terriccio e rendere saturo l’intero l'acqua fornita sia utilizzata durante il periodo
volume del substrato. Ricordiamo che l'irriga- più caldo della giornata. Nel periodo inverna-
zione è uno dei quattro elementi sul quale lavo- le le annaffiature vanno eseguite nelle
rare per una coltivazione programmata, giornate soleggiate possibilmente nel mezzo-
insieme a terriccio, concime ed esposizione. giorno, operando in questo modo la pianta
Il terreno dei vasi, in superficie, deve avrà tempo di assorbire l'acqua necessaria, eli-
sempre essere smosso, soprattutto in prossimi- minando per colatura quella in eccesso, que-
tà del fusto, ciò faciliterà l'annaffiatura del sto sistema eviterà che le eventuali gelate
ceppo. E' facile che alberi che s’innaffiano notturne danneggino i nostri bonsai. La vapo-
con i sistemi tradizionali: annaffiatoio, pompa rizzazione dei bonsai è poi una pratica da tene-
d’irrigazione, spruzzatore, irrigazione a re in seria considerazione, essa dovrebbe
pioggia e per gocciolamento mantengano ari- essere eseguita con acqua demineralizzata,
da la parte centrale della zolla, infatti, la su- infatti, le acque calcaree evaporando lasciano
perficie di separazione tra il contenitore ed il sulle foglie residui salini che possono
terreno, i fori di drenaggio ed il posiziona- danneggiare gli stomi delle medesime, la va-
mento sopraelevato del nebari dei nostri

142 - Antonio Acampora -


porizzazione oltre a termoregolare la sì detto smog. E' questa la causa della
chioma delle nostre piante nei periodi comparsa delle deprecate " piogge aci-
particolarmente caldi, serve ad elimina- de."
re la polvere ed a condizionare l'attacco L'acidità delle piogge varia da
dei vari acari nocivi (ragnetto rosso luogo a luogo e durante un periodo
ecc.). piuttosto lungo di precipitazioni tende a
ridursi in modo direttamente proporzio-
IL TIPO D’ACQUA. nale al perdurare della pioggia. Quindi
Notevole importanza ha poi il ti- si consiglia di usare acqua piovana pre-
po d’acqua da impiegare, quella piova- levata in zone notoriamente a basso ca-
na un tempo era la più indicata ora rico d’inquinamento atmosferico,
occorre fare alcune doverose considera- prelevandola possibilmente alcune ore
zioni sul suo uso. L'acqua piovana du- dall'inizio della precipitazione e possi-
rante le precipitazioni è un eccellente bilmente quando questa si prolunga nel
diluente atmosferico, infatti, per il suo tempo, in ogni caso il livello d’acidità
altissimo potere solvente veicola moltis- piovana si può controllare con le carti-
sima parte dei componenti prodotti ne di misurazione del pH reperibili in
dalle innumerevoli attività umane il co- qualunque farmacia. Il pH ottimale per

- Antonio Acampora - 143


>> Tecniche bonsai
qualunque tipo d’acqua usata de- solvente cesserà quando la
ve rimanere nei limiti compresi concentrazione salina sulle due
tra 7,5 e 6,5. L'acqua corrente è facce della parete semi-porosa sa-
una buona alternativa a quella pio- rà eguale. Siccome la concentra-
vana purché non provenga da zione salina dei liquidi
corsi d'acqua inquinati da scari- fisiologici delle piante è sempre
chi urbani o peggio ancora indu- maggiore di quella dei liquidi
striali. L'ideale sarebbe usare presenti nel terreno, l'acqua
l'acqua di fonte o di falda pro- tende a passare, attraverso le
fonda. L'acqua degli acquedotti pareti semi permeabili dei tessuti
purtroppo è sempre addizionata cuticolari all'interno della pianta.
al cloro usato come disinfettante, Annaffiatura con acqua
spesso poi risulta avere una note- eccessivamente salina può
vole durezza ( alto contenuto di bloccare il processo osmotico od
carbonato di calcio ), un indicato- addirittura invertirlo ( perdita
re della durezza dell'acqua è la idrica dai tessuti della pianta ).
crosta bianco-giallognola che si Si consideri inoltre che le
deposita sul bordo dei vasi. membrane cuticolari
Il contenuto di sali trattengono le molecole saline a
disciolti nell'acqua irrigua è mo' di barriera filtrante, quindi
importantissimo per la salute dei un eccesso di queste può compro-
nostri alberi. Infatti, l'assorbi- mettere l'integrità delle cuticole
mento dell'acqua avviene per quindi la capacità funzionale
osmosi, è esclusivamente di tipo della radice. La concentrazione
fisico, esso si estrinseca nella massima ammissibile di sali nei
tendenza che hanno due soluzio- liquidi d’irrigazione non deve in
ni saline a diversa concentrazio- ogni caso superare il 5% totale,
ne separate da una parete oltre questo limite la radice non
semi-porosa (membrana) ad equi- è più in grado di assorbire acqua.
librare, per migrazione del Da quanto detto si evince che
solvente attraverso la membrana, l'assorbimento (assimilazione)
la loro salinità, in pratica si verifi- dei sali minerali esula dal proces-
ca il passaggio d’acqua dalla solu- so osmotico, infatti, questo
zione meno concentrata a quella complesso meccanismo si basa
più concentrata, il passaggio del sulle due fasi dell'assimilazione
ionica, processo tuttora in gran parte ipotetico, metodo è comunque da sconsigliare, come
queste sono: la fase passiva iniziale ed il tra- quello di aggiungere acido nitrico all'acqua
sporto ionico attivo. delle irrigazioni. L'abitudine di lasciare de-
Un suolo troppo ricco di sali è un suolo cantare l' acqua ricordiamo che permette l'eva-
sterile, per questo motivo le idroconcimazioni porazione del cloro ma non del calcare, e non
devono cedere al terreno basse concentrazioni è quindi sufficiente per l' uso bonsai. Non è as-
saline sarà poi opportuno ripeterle con una solutamente da consigliare l'acqua deminera-
certa frequenza. In ogni periodo dell'anno in lizzata acquistabile nei supermercati in quanto
cui l'annaffiatura delle nostre piante sarà pro- il processo di demineralizzazione utilizzato a
blematica occorrerà sospendere la pratica livello industriale non utilizza membrane
della concimazione. Nelle fasi di concimazio- osmotiche, bensì resine o altro e ciò comporta
ne quando le dosi sono alte, è anche opportu- un innalzamento del pH a valori oltre 8-9. Un
no lasciare asciugare bene il pane di terra da sistema è la depurazione attraverso l' impianto
una volta all'altra in modo da evitare che per osmosi inversa. Quest'ultimo è l' unico ve-
l'eccesso di umidità inneschi la fermentazione ro sistema per filtrare completamente le acque
dei concimi organici troppo rapida, con un con delle spese che oscillano dei 300 ai 1500
conseguente aumento dell' ammonica libera. euro. Questo è il sistema migliore sia per la
Il drenaggio ed i relativi fori garantisco- qualità dell'acqua che si ottiene, sia per la ge-
no anche l'eliminazione ad ogni annaffiatura stione dei costi.
dell'eccesso di sali eventualmente presente nel
terreno. In commercio si trovano prodotti per
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precipitare l'eccesso di sali contenuti
nell'acqua, anche se a nostro giudizio questo

- Antonio Acampora - 145


>> L'angolo di Oddone
Il Carlo ODDONE

Biancospino

C
ol nome di Bianco- materiale di partenza.
spino si intendono I vecchi soggetti sono in gene-
alcune varietà di re non facili da raccogliere in
Crataegus. Il Cratae- natura o da qualche siepe per
gus oxyacantha, con foglioline la tendenza, che il Biancospino
profondamente frastagliate e ha, di garantirsi l’acqua indi-
due o più semi in ogni frutto; il spensabile scendendo pro-
Crataegus monogina, con un fondo nel terreno, con qualche
unico seme; il Crataegus cu- grossa radice. D’altronde i gio-
neata, di origine orientale a fio- vani soggetti presi in vivaio
re rosso e poche altre cultivar, (per lo più monogina coltivati
variamente decorativa, proo- come portinnesti) si prestano a
dotte in vivaio per il giardino. lasciarsi manipolare solo
Questa essenza, come la finchè sono ancora sottili. Cre-
maggior parte delle piante spi- scono però molto rapidamente,
nose, produce numerosi getti tanto da potere ottenere del
ad ogni nodo, generalmente materiale con un buon po-
perpendicolari al ramo da cui tenziale, se li si coltiva in pie-
nascono, e ciò dà alla sua na terra o in grandi vasi per
struttura un aspetto intricato e qualche anno allo scopo di
spigoluto. Non è difficile ingrossare il diametro del
perciò trovare dei soggetti tronco e dei rami principali, e
spontanei che la forma del di renderne la superficie sca-
tronco renda interessanti come brosa a simulare una certa età.

- Carlo Oddone - 147


SPECIE E VARIETA' SPERI- soggetto maturo. La moltiplicazione è abba-
MENTATE: LORO CARATTERISTI- stanza facile. I semi vanno stratificati (anche
CHE se talvolta impiegano fino a 18 mesi per germo-
La generosità del Biancospino nel ri- gliare), ma si possono fare anche radicare talee
cacciare si associa ad un notevole vigore nel cre- e margotte. Risponde bene l'innesto, meglio a
scere: per questa ragione si riesce a far cuneo o triangolo, per cui si può mettere il
cicatrizzare bene delle ferite anche cospicue, "rosso-spino" sul monogina, che è quello che
purchè il soggetto venga coltivato a terra o co- si trova comunemente prodotto da seme nei vi-
munque gli si lasci una abbondante vegetazio- vai: le due cortecce sono identiche, e non ne re-
ne. sta praticamente traccia.
Le spine sono più lunghe nell'oxyacanta
e si formano all’altezza di quasi ogni nodo: so- STILI PIU’ ADATTI
no comunque sempre in agguato nei punti per Per il suo modo di crescere, il Bianco-
pungere chi cerchi di educarne i rami. spino non si presta proprio a farne un eretto
Senza spine è la Stranvaesia davidiana, detta il formale o una scopa rovesciata. Conviene
“Biancospino dell'Himalaya", molto generosa piuttosto ispirarsi anche alle forme che esso
nel vegetare e con degli interessanti germogli offre in natura, dove per il fatto di crescere al
cremisi e fiori biancastri (ma dall'odore non pro- bordo dei campi e perlopiù in luoghi sassosi ed
prio gradevole). esposti assume sovente degli atteggiamenti as-
Bisogna attendere parecchi anni per ave- sai interessanti.
re la fioritura del Biancospino, salvo che non si Il suo stesso modo di reagire agli strapazzi o ai
vogliano innestare delle marze prese da un traumi tende a farne soggetti ricchi di vegeta-

148 - Carlo Oddone -


zione, dalla quale appunto scegliere la struttura le anche per altre essenze).
valida per un bonsai. Si parte da una piantina del diametro di una
matita e nel volgere di poche stagioni si crea
TRAPIANTO, RACCOLTA E un soggetto esattamente secondo le proprie
SUBSTRATO intenzioni. Ciò si ottiene tagliando via ad ogni
Anche se tollerante, il Biancospino prefe- autunno tutta la vegetazione della stagione pre-
risce un substrato calcareo. cedente eccetto quei pochi tratti che servono,
Il miscuglio nel vaso non dovrà essere troppo secondo il progetto, a creare la conicità del
sabbioso, per non doverlo bagnare spesso: que- tronco e a costruire la struttura di base della ra-
sta pianta infatti si affloscia presto appena l'umi- mificazione. Le numerose cicatrici che ne
dità del terriccio cala. conseguono attribuiscono inoltre una interes-
Trapianti e rinvasi si effettuano di norma du- sante rugosità alla corteccia. A questo punto si
rante la dormienza, ma non è impossibile sposta- lascia crescere la ramificazione e la si infittisce
re un soggetto a metà estate, a condizione di con la tecnica consueta della cimatura.
togliergli tutte le foglie.
Le radici superficiali si possono ingrossare be- SEGRETE RISORSE
ne vicino al piede quando se ne lasciano poche, Per il suo modo di vegetare un bonsai di
scelte al momento di un trapianto, in modo che Biancospino si presta ad assomigliare ad un
su di esse gravi tutto il lavoro di assorbimento. soggetto fatto alla cinese, realizzato cioè col
Un paio d'anni in piena terra o in un grosso va- metodo del taglia e lascia crescere, piuttosto
so contribuiscono sostanzialmente ad un tale ri- che con l'uso del filo. Anche questo è un
sultato. aspetto del suo fascino.E' importante ovvia-
mente eliminare presto qualsiasi getto, vertica-
POTATURA DI FORMAZIONE le o quasi, rivolto in alto o in basso.
Per chi voglia farsi il suo Biancospino, La vegetazione ancora erbacea è ricca
plasmandone completamente la fisionomia, c'è d'acqua; i rami appena maturi sembrano
una tecnica assai efficace (che onestamente va- asciutti e di consistenza fibrosa, ma credo che

- Carlo Oddone - 149


>> L'angolo di Oddone
questo sia il segreto del Biancospino: nono- di intervenire con ripetute potature cimature
stante viva in luoghi in apparenza aridi è in per costruire, un breve tratto per volta, ogni
realtà capace di trarne l'umidità profonda. Ecco singolo ramo, o perlomeno, la principale della
perché nella limitatezza del vaso rischia di disi- sua struttura.
dratarsi... il legno vecchio risulta partico-
larmente duro e compatto, forse per la carica di CIMATURA E POTATURE SPECIALI
minerali assorbiti col tempo e ciò lo rende poco IN FASE VEGETATIVA
trattabile con gli strumenti bonsai. Come già detto il Biancospino ha la
Ciononostante le parti profonde sono fa- tendenza a produrre numerose cacciate quasi
cile preda del marciume, e il legno si trasforma allo stesso punto in risposta ad ogni cimatura,
in un materiale che si lascia scavare con una anche se fatta al momento giusto.
semplice sgorbia. Ciò richiede di essere pronti ad eliminare al più
presto tutti i germogli indesiderati, perché con
APPLICAZIONE DEL FILO il loro sviluppo causerebbero un esagerato
Questa è una di quelle piante che ha i ra- accrescimento localizzato del diametro, e
mi giovani troppo teneri per metterci il filo, e l'estremità del ramo prenderebbe una forma di-
quelli vecchi troppo rigidi per educarli. Se la ve- ciamo a “mazza di tamburo”.
getazione è lenta i nuovi getti sono insignifi- E' la stessa produzione generosa di callo
canti; se vigorosa i rami crescono diritti e cicatriziale che porta alla formazione di ingros-
cilindrici. Vi è inoltre la difficoltà dovuta alla samenti nel punto in cui dal ramo portante si
presenza di spine alle articolazioni e lungo i ra- passa al suo proseguimento dopo la cimatura.
mi. Si può però anche approfittare di tale comporta-
Nelle parti mature o vecchie, la corteccia si scre- mento, facendo di necessità virtù, ed accorciare
pola e viene segnata facilmente. ad adeguati intervalli di tempo successivi la
Il momento più propizio per tentare l'educazio- nuova vegetazione, in modo che la lunghezza
ne col filo è comunque quando un soggetto è del ramo cresca di uno o due nodi per volta.
estremamente povero di linfa circolante, in mo- Questo metodo di formazione è lento ma
do che perde rigidità e turgore. consente di dare alla grossa ramificazione un
L'alternativa più valida è offerta dalla tecnica aspetto contorto e di grande effetto.

Il Biancospino è un piccolo li divisi. Frutti rossi, delle siepi vive per eccellenza
albero spesso cespuglio. rosso-arancio, raramente gialla- e per la densità dei suoi rami
Appartiene al genere Cratae- stri, sub sferici o ovoidali, che e del fogliame esercita una
gus che comprende più di 200 superano raramente 1 cm, con protezione molto efficace
specie e rientra nella famiglia polpa generalmente farinosa, contro il vento, ma anche
delle Rosaceae. Comprende contenente 1-2 noccioli. contro l’intrusione degli ani-
piccoli alberi generalmente spi- Fioritura in aprile-maggio; mali. Il Biancospino si molti-
nosi, alti 2-5 m, con corteccia frutti in settembre, persistenti plica soprattutto per semi: è il
per lungo tempo liscia, tardiva- sui rami per una parte metodo più sicuro per ottene-
mente fessurata, grigio scuro. dell’inverno. re delle piante di dimensione
Foglie alterne, picciolate, gene- I Biancospini hanno una cresci- omogenee, di crescita sicura.
ralmente divise in 3-5 lobi, pro- ta molto lenta (generalmente Biancospino selvatico –
fondi, dentati, raramente di circa 30 cm nei primi 7-8 Crataegus oxyacantha L.
intere. Fiori bianchi, rara- anni) e possono raggiungere Arbusto, raramente albero,
mente rosati o rosa, con 5 peta- età avanzata. E’ l’arbusto alto fino a 5 metri con rami

150 - Carlo Oddone -


Dopo un certo tempo, a qualche ramo è co- che sono maturati i rossi frutti.
munque necessario rinnovare il tratto all’estre-
mità, dove a causa delle ripetute cimature
l’ingrossamento sia veramente eccessivo, sosti- COME TI ACCORCIO IL FUSTO
tuendolo con un getto più giovane e sottile. Qualora il materiale di partenza avesse
il tronco troppo cilindrico e lungo, è possibile
TECNICHE PARTICOLARI farne nascere un nuovo livello di radici al
I germogli che portano i fiori si formano punto più opportuno col metodo della
su rami maturi, da gemme che durante l'estate margotta. Per una riduzione di pochi centime-
non hanno avuto modo di svilupparsi tri, tolto l'anello di corteccia, è sufficiente
normalmente (perchè bloccate da altre che inve- interrare la pianta più profonda a fine inverno.
ce crescono all'estremità del ramo) e sporgono, Se invece si deve accorciare di molto, lo si
grossette e sferiche, su dei tubercoli di pochi faccia a fine maggio; si potrà così ottenere fa-
millimetri o in cima a sottili speroni lignificati. cilmente nuovi germogli sul mozzicone sotto-
Con un po’ di attenzione tali gemme sono in ge- stante, tra cui scegliere quelli adatti alla
nere abbastanza riconoscibili già alla fine della ramificazione, ed avere... due soggetti a dispo-
stagione vegetativa, e pertanto è possibile sizione.
salvarle mentre si esegue la ristrutturazione del
bonsai in dormienza. FERTILIZZAZIONE ED ALTRI
All’inizio della primavera, ai soggetti che devo- TRATTAMENTI
no fiorire, bisogna cercare di dare meno acqua Si tratta di una essenza frugale, che non
possibile, in modo da evitare che i germogli ha particolari esigenze in fatto di concimi,
con i corimbi all'estremità si allunghino e porti- salvo per quanto riguarda la produzione dei fio-
no i fiori oltre il margine della chioma. ri, quando un eccesso di azoto nel momento
Data l'importanza della fioritura occorre sbagliato la spingerebbe a far nuova vegetazio-
consentire alla pianta di formare numerose ne invece che a differenziare le gemme per fio-
gemme miste: per questo si limitino se possibi- rire. Attenzione quindi a non fertilizzare
le le cimature dei soggetti maturi al momento azotato i soggetti maturi subìto alla fine
dei fiori appassiti e poi attendere l'estate, dopo dell'inverno e a metà estate, attendendo

glabri e spinosi di colore bru- ermafroditi con 5 petali triangolari. I fiori presentano
no rossastro. Le foglie sono bianchi e calice formato da 5 da 1 a 2 stili. I frutti hanno un
alterne, semplici anch’esse gla- lacinie triangolari. Vive princi- diametro di 2 cm e più, sono
bre e presentano un perimetro palmente nei boschi di caduci- di colore giallo bruno e hanno
ellittico oppure obovato con foglie su suolo ricco o anche un sapore simile a quello
una o due incisioni per lato po- degradato dal livello del mare delle nespole. Probabilmente
co profonde. Il margine è rego- ai 1200 m. è presente in tutta originario dell’isola di Creta,
larmente dentellato, la pagina Italia con esclusione delle Iso- è presente in Sicilia e sporadi-
superiore è di colore verde le maggiori. camente nell’Appennino Ligu-
brillante mentre quella inferio- Biancospino Lazzarolo – C. re ed Emiliano.
re è verde glauco ma glabra. I azzarolus L.
fiori compaiono da aprile a Pianta simile al Biancospino Antonio Ricchiari
maggio in infiorescenze co- comune con pelosità più
rimbose terminali con pedunco- densa e foglie con incisure po-
li glabri. I singoli fiori sono co profonde che formano lobi © RIPRODUZIONE RISERVATA

- Carlo Oddone - 151


ugualmente un certo tempo a concimare dopo sta deformando il lembo delle foglie e colo-
che si è praticata una potatura energica o molto randole dal rosso al viola nei punti colpiti.
diffusa. E' indicata invece la somministrazione Conviene applicare degli anticrittogamici spe-
di fosforo e potassio nelle due o tre settimane cifici, essenzialmente come preventivo, alla fi-
che seguono l'epoca della fioritura e nuova- ne dell'estate ed al momento della fioritura.
mente a fine estate. Come molte rosacee il Biancospino pre-
senta talora dei tumori granulosi fino alla gros-
PREVENZIONE E CURA DELLE MA- sezza di una noce a carico delle radici. Non
LATTIE sempre la pianta dà segni di sofferenza: mi li-
Occhio ai "cattivi". Il Biancospino non mito ad asportarli poiché non ne conosco l'ori-
ama il terriccio in cui ristagni l'umidità, mentre gine e non so cosa altro fare. Anche il "fuoco
gli giova che questa sia regolare e costante. Un batterico" dovuto all'Erwinia è un accidente,
substrato leggermente calcareo e ben drenante questo veramente grave, che può attaccare il
è quindi una sorta di assicurazione contro i ma- nostro beniamino, uccidendolo più o meno ra-
lanni dell'apparato radicale dei soggetti colti- pidamente ramo dopo ramo: una tale scoperta
vati in vaso. richiede che il soggetto malato sia distrutto
L'oidio è la più comune delle malattie bruciandolo. Si tratta infatti di un infezione
fungine che colpisce questa essenza. Spesso i estremamente contagiosa per tutte le Rosacee,
germogli sono attaccati per primi ed avvizzisco- tanto che le leggi internazionali hanno vietato
no, ma anche le foglie possono ricoprirsi di il passaggio delle essenze di tale famiglia attra-
quella o(i)diosa patina biancastra, che ridu- verso ogni frontiera.
cendo la fotosintesi finisce col fare soffrire Gli "animaletti" che aggrediscono il Biancospi-
tutta la pianta. Ci sono molti prodotti che servo- no sono i soliti afidi e la cocciniglia (so-
no a combattere l'infezione. prattutto quella cotonosa ) e vanno combattuti
La "bolla" è una malattia che si manife- con i mezzi consueti. Il Croneton è un re-

152 - Gian Luigi Enny -


pellente sistemico contro gli afidi, il cui effetto
può proteggere la pianta anche per cento giorni.
Non mancano bruchi e camole, ma le
piccole dimensioni del bonsai e la possibilità
quindi di tenerlo d'occhio, consentono di
intervenire con gli insetticidi adatti ai primi se-
gni di guai.
Qualche volta si notano delle maculatu-
re puntiformi dal giallo al nerastro diffuse sulle
foglie, che al disotto si presentano invase da
piccolissimi insetti: si tratta per lo più di acari
o di mini-cimici. Il trattamento con un buon
insetticida può risolvere il problema ma convie-
ne prestare attenzione ai primi segni di infesta-
zione ed intervenire subito per limitare il
danno, sia estetico che funzionale. Anche in
questo caso infatti, per la forte diffusione del
parassita, la pesante riduzione della fotosintesi
può rivelarsi grave per la salute del piccolo
bonsai.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
>> IL Giappone visto da vicino

CON ROSSELLA MARANGONI


http://bibliotecagiapponese.wordpress.com

C
i sono alcuni libri che, seppure interessanti,
probabilmente non troveranno mai posto negli scaffali
delle più note librerie o sotto le luci della ribalta. Uno di
questi è, credo, Tōkyō di Rossella Marangoni (ed.
Unicopoli, pp. 151, € 10).
Ad un lettore distratto, il volume potrebbe apparire
l'ennesima raccolta di consigli per avventurarsi nella capitale
giapponese, ma già dalle prime pagine si respira un'aria ben diversa.
Innanzitutto, non si riscontra alcuna sfumatura didascalica: a parlare
è la stessa città, con i suoi quartieri, le sue ombre, i suoi vicoli. Ciò,
senza dubbio, è dovuto al fluire della scrittura, che non segue alcun
itinerario prestabilito, né è scandita dai ritmi svilenti tipici di alcune
guide turistiche; piuttosto, segue l'occhio curioso e mobile
dell'autrice, cerca di dipanare i fili della memoria ed accompagna il
lettore, senza presunzione, in questo viaggio sentimentale privo di
sentimentalismi. E così, ci s'imbatte in una continua scoperta delle
Tokyo nascoste in Tokyo: la città delle contraddizioni svela
inaspettatamente le sue armonie segrete, gli equilibri nascosti e la
folla di personaggi che l'hanno vissuta e plasmata con i loro desideri
e i loro bisogni.
Dietro questa «pittura dal vivo» vi sono mesi di studio e
attenta osservazione: ogni pagina cela una curiosità, un aneddoto,
un frammento di storia o di vita, e lo rivela con naturalezza; e così,
sotto gli occhi del lettore, si schiude un universo in cui si incontrano
e si fondono, in un incessante controcanto, voci presenti e passate,
reali e leggendarie. Un «viaggio da fermo» che continua, una volta
chiuso il libro, nell'animo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

153 - Anna Lisa Somma -


Il Giappone visto da vicino <<

di Antonio Ricchiari

I
giapponesi, compìti, impeccabili, ri-
spettosi, si presentano come gli eredi di
una civiltà che, per certi versi, non
sembra appartenere al nostro mondo ma
ad un altro, un altro mondo che ha già iniziato
ad illuminare il nostro. A partire dagli anni
’70 del Novecento, il Giappone ha inondato
l’Occidente con oggetti made in Japan e ora ci
seduce con tutta la sua estetica del quotidiano
e, perché no, anche con il fascino della sua
lingua. Oggi tutti parliamo giapponese: usia-
mo parole come samurai, termini come kami-
kaze, dopo la tragica cronaca degli attacchi
dei terroristi, sono parole entrate nel quotidia-
no. Inoltre è nell’uso comune: sushi, karaoke,
ikebana, bonsai, karate, zen, tamagochi, e chi
più ne ha, più ne metta.
Tutto ciò coinvolge ed affascina perché
probabilmente sa di leggerezza eclettica, un
gusto per la commistione dettato da una logi-
ca che non segue la linearità, e nemmeno la
dialettica della nostra logica classica ma,
piuttosto, si modella su canoni improbabili co-
me l’effimero, il piacere ed il gusto per la mi-
niaturizzazione, l’amore esasperato per tutta
>> IL Giappone visto da vicino

la Natura, la convinzione che il mondo artificia- Le ragioni di questa passione sono varie. In
le dei manufatti sia una forza da assecondare parte sono dovute alle limitate opportunità di
senza giudizi morali, perché gli oggetti sono spi- acquisto rispetto alla disponibilità di redditi
riti, kami, così come un suiseki ha il suo kami, elevati. La maggioranza dei giapponesi non ha
anche un computer lo possiede. E tutto questo la possibilità di accedere ad un’ampia gamma
per gli Occidentali, evidentemente, è di diffici- di divertimenti, quindi la moda e lo shopping
le metabolizzazione. in generale rappresentano uno sbocco necessa-
Il Giappone è un Paese dove la sua anti- rio per l’espressione personale e un modo per
chissima cultura ne ha facilitato la modernizza- affermare uno standard di vita migliore. Tutta-
zione, ha vissuto il periodo post-moderno via, dietro al consumo, si trova anche un pro-
prima che ciò avvenisse da noi e tuttavia non fondo rispetto per i protagonisti dell’industria
ha perduto la sua anima antica e sta imponendo della moda. Nel paese del Sol Levante, agli sti-
il proprio gusto estetico perché la sua estetica è listi, agli editori e persino ai buyer dei negozi
qualcosa di immenso, è uno stile di vita, è una talvolta viene attribuito uno status che in Euro-
nuova Via, è un Do. pa e negli Stati Uniti solitamente è riservato
Sono infatti perfetti gli stili e gli oggetti che il alle pop star. Non è affatto insolito trovare co-
Giappone oggi ci propone e che noi siamo ben de di giovani fanatici della moda dormire da-
felici di adottare, sedotti da un’estetica che na- vanti ai cancelli di un negozio dell’ultimo
sconde una morale, quel Do dove non vi è stilista di grido la notte prima del giorno di
nulla di improvvisato. apertura.
I giapponesi hanno una grande passione Questo atteggiamento risale a una tradi-
per il design e la moda. E’ nota la mania dei zione secolare di rispetto e amore per l’abilità
giapponesi per il consumo di prodotti moda. manuale e il design. Nonostante questi valori

156 - Antonio Ricchiari -


culturali siano stati osteggiati e denigrati da un un movimento che ha scarsa considerazione
secolo di industrializzazione ossessiva e, negli per i marchi con poco credito che non presenta-
ultimi 50 anni, da un gusto peculiare per la pla- no valori dichiarati attraverso il design del pro-
stica e il cemento, un gruppo dedicato di desi- dotto.
gner e seguaci hanno mantenuto viva la Basta pensare che, quando si tratta di
fiammella. prodotti di consumo, il paese di origine non ha
Adesso, con il diminuire della pianificazione più importanza. In passato, la generazione più
industriale (almeno in alcuni quartieri), il ri- adulta spesso aveva un senso di orgoglio nazio-
spetto per il buon design sta riemergendo nel nale nell’acquistare prodotti locali e la pressio-
flusso principale della vita giapponese. Negli ne sociale la spingeva a farlo.
ultimi anni si è anche assistito alla relativa Contemporaneamente, in reazione a questo
emancipazione della borghesia nipponica. È atteggiamento, altri consumatori hanno matu-
emersa una maggiore libertà di espressione e di rato una devozione servile nei confronti dei
scelta. prodotti stranieri. Per molti, soprattutto i giova-
La concentrazione sul design è anche ni, la superficialità della questione è diventata
una reazione contro la devozione assoluta alle palese. Liberate dalla rilevanza della nazione
tendenze moda. I consumatori ora si rivoltano di origine, adesso si giudica il design e la
contro un’impensabile accettazione delle leggi funzione dell’oggetto in base al merito. Da ora
di mercato. In cambio, guardano a ciò che soddi- in avanti però non sarà più sufficiente dire che
sfa i loro valori e, in termini di prodotti, questo si tratta di “Made in Italy”.
spesso può derivare soltanto dai valori del desi- Man mano che le inclinazioni naturali
gn. Alcuni lo chiamano anti-trend, ma in realtà della cultura giapponese prendono piede nel
si tratta di un movimento positivo. Tuttavia, è mercato del consumo di massa, il design ha

- Antonio Ricchiari - 157


sempre maggiore importanza. Molte marche
straniere lo hanno già intuito e ne traggono
enorme vantaggio. Stanno affiorando i se-
gnali di un mercato più ampio a livello di
dettaglio. Adesso, invece, assistiamo
all’emergere di un nuovo tipo di negozio: il
negozio di design.
Questi negozi possono sembrare qua-
si negozi di moda minimalista, ma le diffe-
renze sono notevoli. Il prodotto non viene
selezionato per adeguarsi ad un piano
commerciale definito da una serie di temi
moda stagionali. Ogni articolo è scelto per il
proprio design e, nella maggior parte dei ca-
si, la coerenza di ogni negozio dipende dai
riferimenti e dai gusti del singolo acqui-
rente. Alcune sedie dalla Svezia, una colle-
zione di T-shirt elaborata in collaborazione
con un artista di Kanazawa, accessori in
argento dall’Italia: fonti e prodotti equa-
mente diversificati, e ogni articolo esposto
in modo da mettere in risalto le qualità spe-
cifiche anziché essere coordinato in un insie-
me amorfo.
Ai negozi che offrono le migliori pro-
poste di design, se ne sono aggiunti altri di
design più generico. Questi negozi non sono
freddi e autorevoli altari al design, ma
mettono in risalto i prodotti di uso quotidia-
no che possono essere apprezzati anche per
il loro design.
In seguito alla formula di grande
successo delle catene di select shop, questi
negozi - forti dei crescenti capitali realizzati
attraverso i consumatori di moda tradiziona-
li - stanno cominciando a sviluppare le pro-
prie linee di prodotti. Essi svolgeranno
l’importante ruolo di dettaglianti dei propri
prodotti e rappresenteranno un target chiave
per gli esportatori di design italiano.
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>> Axel's World

L'organizzazione
shintoista di Axel Vigino

160 - Axel Vigino -


P
er certi versi, la religione shintoista ri- in un arcipelago che venne citato nei più anti-
sulta davvero difficile da classificare, chi manoscritti come arcipelago nipponico.
perché possiede un patrimonio ideali- Lo Shintoismo settario (Shuha Shinto o Kyo-
stico immenso. ha), composto da tredici gruppi - Kurozumi-
In questa dottrina si possono riconosce- kyo, Shintoismo Shuseiha, Izumo
re cinque rami principali. Queste correnti non Oyashirokyo, Fusokyo, Jikkokyo, Shinshukyo,
sono da considerare come parti a sé stanti, ma Shintoismo Taiseikyo, Ontakekyo, Shintotai-
come diverse vie che un fedele deve percorrere kyo, Misogikyo, Shinrikyo, Konkokyo ed
per giungere ad un unico scopo. Tenrikyo (il quale ha dichiarato apertamente di
I cinque rami principali sono: non appartenere allo Shintoismo) - si è formato
Lo Shintoismo imperiale (Koshitsu Shinto), durante il XIX secolo in seguito alla separazio-
ossia il complesso di riti svolti dalla famiglia ne dalle altre istituzioni religiose
imperiale per la venerazione degli dei (in parti- Lo Shintoismo popolare (Minzoku Shinto), è
colare quello riservato alla dea Amaterasu, la la corrente formata da persone comuni ed è pri-
capostipite della famiglia imperiale) al fine di va di formalizzazione. Possiede numerose cre-
assicurare l’equilibrio dello stato, di garantirne denze, seppur frammentate in una moltitudine
la sicurezza e di rendere possibile la pace nel di miti e di favole
mondo Lo Shintoismo di Stato (Kokka Shinto), sorto
Lo Shintoismo templare (Jinja Shinto), vale a dopo la restaurazione Meiji (vedi articolo pre-
dire lo shintoismo istituzionato (nato dopo la ca- cedente) per molti anni cercò di rendere pura
duta dello shintoismo di stato) basato sul culto la dottrina shintoista, abolendo tutti gli ideali
all’interno dei templi collettivi (Jinja). Questo fi- provenienti da qualche altra religione. Secondo
lone è la base di tutta la dottrina shintoista molti lo stato in cui si trova tale corrente reli-
perché, pur avendo origini contemporanee, fis- giosa è paragonabile a quello della chiesa nel
sa le sue radici addirittura nella preistoria, periodo medioevale; talmente distorta da perde-
quando gruppi etnici appartenenti alla regione re completamente tutti gli insegnamenti religio-
cinese e filippina fondarono le proprie colonie si. Dopo la seconda guerra mondiale, lo
>> Axel's World
intermedio, il terzo e il quarto. Tutti questi gra-
di si susseguono in ordine di superamento; so-
lo dopo aver superato un certo grado si può
passare a quello successivo. Per il raggiungi-
mento degli ultimi due livelli occorre inoltre
avere almeno vent’anni di professione. Per di-
ventare sacerdote capo (Guji) di un tempio
importante, occorre ottenere il grado più ele-
vato dell’ordine Meikai. Per diventare Guji di
un tempio di minore importanza basterebbe
raggiungere il massimo grado dell’ordine
shintoismo di stato venne abolito Gonsekai. Spesso, in assenza di un sacerdote,
viene annualmente assegnata la celebrazione
LA CHIESA SHINTOISTA della festività ad un membro della comunità.
La vera chiesa shintoista, intesa come Oggi, nel clero shintoista, hanno un ruo-
organizzazione del culto, nacque solo nel lo molto importante le donne; ad esempio la
febbraio del 1946 con la pubblicazione della Di- pratica della Kaguramai, la danza in onore de-
rettiva Shintoista, che riorganizzò i templi in gli dei, è svolta solo da donne. Inoltre la massi-
un’amministrazione nazionale chiamata “Asso- ma autorità religiosa è proprio una
ciazione dei templi shintoisti”. sacerdotessa. Bisogna però fare attenzione a
Il nome giapponese di tale organizzazione è Jin- non confondere il ruolo delle sacerdotesse a
ja Honcho. quello delle miko. Con il termine miko
Il suo scopo primario fu, ovviamente, quello di s’intende un’adolescente (spesso di sesso
conservare la cultura e la religione giapponese. femminile) che assiste il sacerdote nella cele-
Attualmente la chiesa amministra migliaia di brazione religiosa o nell’allestimento delle fe-
templi e un centinaio di scuole, alcune delle qua- ste (quasi come i chierichetti cristiani).
li sorgono anche in altri continenti. Oltre ai seminari, esistono ben due università
di sacerdozio, entrambe gestite dalla Jinja
L’ORGANIZZAZIONE SACERDOTALE Honcho: l’università di Kokugakuin a Tokyo e
Prima dell’era Meiji il sistema sacerdota- l’università di Kogakkan a Mie.
le era ereditario, quindi esistevano dinastie pre- Trovo che questa religione sia davve-
scelte di sacerdoti. Quando il Giappone iniziò a ro meravigliosa, ma per capirla pienamente
commerciare con i continenti dell’occidente ta- non basta solo lo studio, bisogna sentirla
le tradizione venne abolita, introducendo così dentro di se e udire il meraviglioso suono
un sistema basato sul seminario, similmente a dei suoi insegnamenti spirituali.
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molte altre religioni. Tuttavia esistono ancora
oggi piccoli templi a conduzione familiare
(non è difficile trovare, in mezzo al caotico
centro delle grandi città giapponesi, bellissimi
templi in cui si riuniscono molti fedeli, accolti
calorosamente dalla famiglia sacerdotale).
Il sistema sacerdotale shintoista si divi-
de in quattro ordini principali: Johkai, Meikai,
Gonseikai e Kokkai.
Per essere considerati tali, i sacerdoti
(kannushi) devono intraprendere una lunga
carriera lungo sei gradi d’esperienza: il grado
superiore, il primo grado, il secondo, il grado

162 - Axel Vigino -


MAlattie e parassiti <<

S
olitamente l’esposizione in pieno sole è una serra, in cui le strutture stesse della serra UV-
condizione indispensabile per una corretta schermanti ne hanno condizionato la resistenza. Gli
coltivazione, infatti, le ore di luce intese co- esemplari subito esposti al sole diretto, senza un perio-
me ore di esposizione ai raggi solari, sono do di acclimatamento di una settimana sotto
alla base per poter conferire maggior robustezza alla ombreggianti al 30%, hanno mostrato i danni provo-
struttura vegetale. Molte piante necessitano di un irra- cati da un’esposizione repentina a raggi UV. In queste
giamento solare intenso per po- condizioni gli UV hanno provocato necrosi cellulare li-
ter svolgere le loro funzioni mitate alle parti esposte al sole, le decolorazioni
vitali e di conseguenza alloca- tendenti al bianco indicano un danno limitato. Effetti
re biomassa. più gravi sono dettati da bruciature fogliari con relati-
Da questo ne deriva che il so- vi accartocciamenti. Tale effetto, è dovuto ad un feno-
le risulta essere la più meno chiamato di fotoinibizione. Questo, provoca una
importante fonte di energia riduzione dell’efficienza fotosintetica, dovuta ad
che interviene in processi vita- un’esposizione luminosa particolarmente intensa. Il ri-
li indispensabili come la foto- sultato è una degradazione dei pigmenti di clorofilla.
sintesi clorofilliana. Grazie al Molti dei problemi imputabili ad un irragia-
sole, le strutture vegetali in mento solare eccessivo, si riscontrano molto spesso in
via di formazione possono irro- piante coltivate in ombra o penombra per tempi pro-
bustirsi e formare resistenze meccaniche molto lungati, in cui i pigmenti schermanti la clorofilla non
importanti. hanno avuto la possibilità di formarsi, lasciando così
Esistono casi in cui l’esposizione al sole ri- la clorofilla particolarmente esposta alla luce. Uno
sulta essere però particolarmente dannosa, in quanto sguardo alla tonalità di verde degli esemplari esposti
l’intensità è elevata e le t° che si raggiungono in pieno sole può darci un’idea dell’effetto di fotoinibi-
all’interno della foglia sono particolarmente alte. zione. In particolare il genere Pinus è soggetto a tale fe-
Quando si è parlato di malattie non parassitarie in un nomeno. Il colore dei pini esposti in pieno sole è
numero precedente del Magazine, si è menzionato solitamente di un verde pallido, al contrario gli
appunto l’effetto inibente dei raggi UV e per esemplari esposti in penombra hanno un colore molto
l’esattezza: intenso.
Le lunghezze d’onda (λ nm) pericolose, sono La differenza non è solo nel colore, ma anche
raggruppate in tre categorie; UV-A (320-400 nm), UV- nella consistenza strutturale, ovvero i primi hanno una
B (280-320 nm) e la più pericolosa UV-C (200-280 robustezza degli aghi e rami maggiore ma una effi-
nm). cienza fotosintetica inferiore, i secondi, al contrario po-
I danni da radiazioni ultraviolette, provocano co spessi ma con un efficienza fotosintentica
un abbassamento dell’efficienza fotosintetica e quindi maggiore. Un giusto compromesso sarebbe quello di
una limitata produzione di energia utile per la pianta. schermare dagli UV nel periodo di mesi di Luglio e
Da osservazioni effettuate su numerosi esemplari colti- Agosto, in cui il sole è dannoso e non più proficuo.
vati nelle più diverse condizioni di luce, quelle più si-
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gnificative si sono riscontrate su esemplari coltivati in

- Luca Bragazzi - 163


>> BCI News

164 - BONSAI CLUBS INTERNATIONAL-


In 1962, seven San Francisco Bay area bonsai clubs formed an asso-
ciation. This became known as Bonsai Clubs Association. As BCA
experienced rapid growth and groups from other areas expressed desi-
re to join, the name changed. Bonsai Clubs International’s name was
formalized in November 1968 and was incorporated under California
law in 1974.

MISSION STATEMENT
Bonsai Clubs International, a non-profit educational organi-
zation, advances the ancient and living art of Bonsai and related arts
through the global sharing of knowledge. We educate while promo-
ting world relationships through cooperation with individuals and
organizations whose purpose is consistent with ours..
>> BCI News

BCI has published a newsletter, and later, a magazine throughout its history.
Although the name of the publication has changed several times, its purpose has
remained to educate and expose people throughout the world to bonsai and related
arts.

Bonsai Clubs Association (Northern California): Newsletter


Bonsai Newsletter: Bonsai Clubs Association Northern California
Bonsai: Magazine of Bonsai and Japanese Gardens
Bonsai: Magazine of Bonsai, Japanese Gardens, Saikei & Suiseki
Bonsai International: Magazine of Bonsai, Japanese Gardens, Saikei, & Suiseki
Bonsai Magazine: The Official Publication of Bonsai Clubs International
Bonsai & Stone Appreciation Magazine

Since 1965 BCI has co-sponsored a yearly convention with one of its member
clubs or associations. These conventions have been held in various locations
throughout the US and world. Sometimes they have been held in conjunction with
other bonsai groups such as the World Bonsai Friendship Foundation or the Ame-
rican Bonsai Society.

BCI maintains a web site to update and inform our members. On it can be found,
among other information, the popular Species Guide, widely used by many in
the bonsai world and a free Vendor Registry. www.bonsai-bci.com

166 - BONSAI CLUBS INTERNATIONAL-


BCI produces and provides for its membership educational pamphlets and boo-
klets. We strive to serve our membership by keeping the cost of these materials
as low as possible.

Basic Bonsai Care


Handbook of Program and Activity Ideas for Bonsai Clubs
Bonsai Teacher’s Guide
AV Rental Service
Bookstore
The Indices - Comprehensive Indexes of Six Bonsai Journals

BCI Meritorious Service Award - to a person, or persons, who have


shown outstanding contributions to the art of bonsai or to BCI.
BCI Artist, Writer & Photographer Award - to recognize a person, or
persons, who have contributed outstanding artwork, articles or photos to
BCI Publications.

In cooperation with generous sponsors, BCI manages several competitions to


promote bonsai and suiseki to its members.

The Award Certré International


The Pedro Morales Award
BCI Bonsai & Suiseki Photo Competition

- BONSAI CLUBS INTERNATIONAL- 167


>> BCI News

y de una colección
En mis comienzos en el bonsai me senti ansio- de nuevos amigos,
so, desorientado e incluso hasta frustrado. Esto muchos de tierras le-
suele ocurrir cuando estamos en cualquier proce- janas con diferentes
so de aprendizaje, al menos muchos de noso- culturas pero todos
tros hemos pasado por eso. La persistencia es con un lenguaje en
necesaria para lograr el éxito en todo lo que común, bonsái. Comencé en la práctica del
nos proponemos y cuando practicamos bonsái bonsái en marzo de 1989. Unos meses después
esta es absolutamente esencial ya que ninguno Puerto Rico sufrió el embate del Huracán Hu-
de nosotros, aun los maestros, hemos podido go. Como resultado del paso de este fenómeno
evitar sentir ansiedad y frustración en uno que colecte mi primer bonsái que podía conside-
otro momento cuando hemos estado trabajando rarse con potencial de más “seriedad” el cual
con nuestros árboles. Al pasar el tiempo vamos aun conservo. Este árbol fue partido por los
superando estas emociones y el trabajo va ha- vientos del huracán pero su tronco estaba
ciéndose llevadero, agradable y nos proporcio- intacto. Esta experiencia aumento mi interés de
na una gran satisfacción personal. Si yo me continuar colectando árboles. Otro huracán pa-
hubiera dado por vencido cuando comence, só en 1998, Georges. Cuando esto ya tenia una
cuando no tenia suficientes conocimientos de gran cantidad de árboles acumulados. De he-
lo que hacia o las cosas no me resultaban como cho algunos de mis árboles fueron exhibidos
yo esperaba, yo nunca hubiera alcansado tener en la Convención de BCI celebrada en San
la satisfacción que tengo ahora de ver los Juan en esa fecha. Ustedes no imaginan el tra-
bonsái que he logrado crear. Yo comencé a ha- bajo que pase para proteger todos mis árboles
cer bonsai con 5 plantas muy sencillas. Estas de estos temporales.Todos los que cultivamos
fueron el comienzo de mi colección de bonsai bonsái pasamos por alguna adversidad fuera de

168 - Nelson Hernandez -


1

nuestro control. El artista de bonsái sabe que sus características, para lograr producir en el
cualquier dificultad que se presente en el cami- los mejores efectos, tiempo para podar,
no “es parte del paquete”, son cosas de las cua- alambrar, estilizar, para alimentarlos y re-
les debemos preservar nuestros árboles y no garlos. Si pensamos no tener tiempo para reali-
dejar que agoten nuestro ánimo. Es necesario zar todo lo que implica hacer y tener un bonsái
que superemos cualquier situación. Cultivar entonces estamos en el pasatiempo equivoca-
bonsái es muy parecido a nuestra vida porque do. El arte del bonsai depende del tiempo de
esta llena de situaciones y retos que debemos su- varias maneras. Aunque es cierto que podemos
perar sin desesperarnos. La perseverancia es desarrollar un bonsái relativamente en poco
una herramienta muy necesaria para poder conti- tiempo sus mejores características no se logran
nuar cultivando bonsái y para superar las situa- de inmediato. El tiempo efectuara el trabajo
ciones de las cuales no tenemos control. estético de madures y refinamiento junto a nue-
stro trabajo y dedicación. Muchos artistas cono-
cidos que trabajan en árboles viejos pueden
El famoso cantante de Tango argentino Carlos hacer un gran trabajo de diseño inicial en ellos
Gardel recitaba en una de sus famosas cancio- sobre una tarima, pero solo los años de segui-
nes que “20 años no son nada.” Hacer bonsái re- miento y refinamiento son los que logran
quiere tiempo. Tiempo para seleccionar el convertir ese árbol en una obra maestra. Hay
mejor material, para estudiar y aprender sobre

- Nelson Hernandez - 169


>> BCI News
un dicho popular que dice:”El querer es po-
der”. Cuando yo exprese mi interés en el l bonsai es un arte vivo que cautiva. El árbol
bonsái algunas personas me comentaron que: nos presenta algo diferente cada día haciendo
“el bonsái es costoso”, “es difícil de hacer” y que el pasatiempo no sea aburrido. Las expe-
“toma años hacerlo”. La pasión que despertó riencias varían de un árbol a otro. El artista de-
en mí el bonsái cuando los vi por primera vez be dedicar de su tiempo para el cuidado y
en un libro de horticultura me hizo ignorar mantenimiento del sus bonsáis. Los árboles
estos comentarios. Yo he aprendido que la necesitan ser regados, fertilizados, alambra-
practica del bonsái tiene su costo pero no será dos, fumigados, etc. Estas actividades no pue-
significativo si adaptamos nuestro presupue- den pasarse por alto. Debemos evitar que las
sto al bonsai. Considerar el tamaño del árbol, ramas crezcan sin podarse porque pierden su
el tamaño del tiesto o los medios para adquirir tamaño ideal de acuerdo al tamaño del bonsái;
árboles son factores que nos ayudan a determi- también debemos evitar que el alambre se
nar nuestro presupuesto. Puedo decir que los incruste en la corteza produciendo marcas
costos directos e indirectos del tener árboles indeseables y que puedan permanecer por mu-
grandes son mas elevados que el de tener árbo- chos años o para siempre. Estas son solo algu-
les pequeños en general. Haga su presupuesto nas consecuencias si nos descuidamos y no
teniendo todo esto en consideración. Bonsái tomamos acción inmediata para corregir algu-
no es una ciencia oculta y no es difícil ha- na condición. Solo un bonsaista dedicado pue-
cerlo. Solo la mas cierta de las tres de hacer un bonsái exitosamente en todos sus
advertencias que me hicieron en aquel aspectos.
entonces es que “toma tiempo”. Para que un
bonsái alcance toda su madures, refinamiento
y plenitud de belleza puede llegar a tardar
años y quizás décadas. Pero nuestro disfrute co-
mienza desde el primer día que empezamos a
trabajar un árbol y continuara por muchos
años mientras lo entrenamos. No muchos pa-
satiempos pueden darnos satisfacción por
tantos años.

La paciencia es fundamental para poder hacer


bonsai. Mis comienzos fueron muy intensos
tratando de crear un bonsái rápidamente. He
aprendido que la paciencia es necesaria y que
esta en bonsái es “el arte de saber esperar”.
Mientras esperamos podemos estudiar y
aprender sobre diversas especies buenas para
bonsái que aun no conocemos. Estudiar las ca-
racterísticas de la especie que trabajamos acele-
ra el resultado del entrenamiento y le proveerá
información importante para la salud de su
bonsai. Disfrute de las diferentes etapas de de-
sarrollo y entrenamiento de su bonsái. Según
vea su árbol desarrollando el le enseñara que
trabajar, lo que necesita y como debe mante-
nerlo en cuanto a riego, fertilización y entrena-
miento.

170 - Nelson Hernandez -


el árbol imagino su diseño y comienzo a plani-
ficar su estilización, las técnicas que aplicare,
La práctica hace la perfección. Aunque haya- todos los detalles que el árbol tendrá, las ra-
mos aprendido todas las destrezas básicas mas innecesarias y determino cuanto tiempo
para hacer un bonsái solo nos perfeccionare- me tomara lograr el diseño. Algunos trabajos
mos practicando continuamente y así lograre- pueden ser a corto o a largo plazo.
mos hacer un bonsái de calidad. La práctica
adiestra nuestras manos, nuestra vista y percep-
ción. Es cierto que algunas personas tienen ha- Dibujar ha sido una herramienta muy útil y
bilidades para ciertas tareas y pueden avanzar efectiva para mí. Esto nos ayuda a visualizar
sin mucho esfuerzo. Pero con la practica todos un diseño antes de implementarlo en el árbol.
nosotros podemos lograr hacer un bonsái Usted puede añadir, borrar y modificarlo las
hermoso y de excelencia. veces que sea necesario hasta lograr el mejor
diseño antes de trabajar con el árbol. Para esto
no es necesario ser un Picasso para crear un
La imaginación ayuda a visualizar un diseño. dibujo o borrador. Dibujar el árbol nos ayuda
Visitar las zonas silvestres para ver el creci- a definir nuestras ideas y a visualizar el
miento natural de los árboles puede ayudar a diseño, ya sea en papel o computadora. De
desarrollar la imaginación. La naturaleza pro- esta manera podemos jugar con todos los
porciona imágenes claras de árboles o esce- componentes y espacios presentes en el árbol
nas. Cuando estemos diseñando un bonsai hasta que logramos conseguir la mejor opción
proyectaremos estas imágenes almacenadas para diseñarlo. En la manera en que de-
en nuestras mentes en nuestros diseños. Ade- sarrollemos como estilizar nuestros árboles
más nuestras creaciones lucirán naturales, lógi- comenzaremos a depender menos de los dibu-
cas y de buen gusto. Lo que hemos aprendido jos porque estaremos seguros de cómo
de la naturaleza y de ilustraciones, fotos en li- diseñar según lo imaginemos.
bros, revistas, demostraciones y en talleres re-
forzarán nuestra imaginación. Al principio el
artista de bonsai copiará lo que los otros han
hecho y esto puede dar buenos resultados. Pe- Aprender como podar correctamente, como
ro entonces él deberá desarrollar su propia ima- alambrar, como resembrar, etc., es importante
ginación para crear un bonsai hermoso e para obtener éxito en el desarrollo del bonsái.
interesante con la expresión única de su vi- Como el bonsai es un arte viviente requiere
sión. Depender sólo de los conceptos básicos que como cultivador y artista use y domine
aprendidos en libros o con instructores (y no efectivamente las técnicas para trabajarlo y
quiere decir que eso este mal) puede produ- mejorar su diseño. Todas “las herramientas”
cirnos continuamente un bonsái ordinario, de mencionadas en los párrafos anteriores serán
molde y no uno que proyecte arte y naturali- inútiles al menos que el entusiasta del bonsai
dad. Una vez le pregunté al maestro Don perfeccione las mencionadas aquí primero ya
Adán Montalvo: ¿” Por qué todos mis árboles que cada árbol requerirá de estas para su de-
son similares el uno al otro? “ y el contestó: “ sarrollo, forma y salud.
según trabajes en ellos veras otras posibilida-
des y los modificaras”.
Aquí tenemos varios detalles importantes.
Observando el árbol aprendemos de los re-
Mirando el árbol de frente y analizándolo vere- sultados de su entrenamiento. ¿Esta ubicado
mos sus posibilidades como bonsái. Esta el árbol en la parte derecha del jardín porque
práctica es una herramienta. Mientras estudio ahí le beneficia mas para su salud y creci-
miento? ¿El último trabajo realizado en el

- Nelson Hernandez - 171


árbol ha producido los resultados esperados? y grupos en muchas ciudades del mundo y to-
¿Hay signos de presencia insectos? Estas das están organizadas de manera que cada
observaciones determinan si el árbol crece co- amante del bonsái también pueda compartir
mo esperamos. También aprendemos con la sus conocimientos y experiencias. BCI
observación sobre las necesidades del árbol, si también existe por su deseo de compartir. Su
necesita o acumula demasiada agua, si tiene revista y sus convenciones alrededor del
que ser tratado por una enfermedad, si a una ra- mundo llenan su comisión de educar y pro-
ma se le entierra el alambre, como reacciona a veer la oportunidad a cada persona o entidad
un abono o como responde después de una po- de enseñar y contar sus experiencias. He pre-
da. Sólo observando diariamente el bonsai se- parado este artículo para compartir con uste-
guirá en buena salud y su diseño continuara des parte de lo que he aprendido haciendo
en progreso si detectamos y corregimos bonsái en 20 años y espero que mis comenta-
cualquier problema con rapidez. rios les hayan sido útiles de alguna manera.

El arte del bonsai es uno para ser compartido


con otros. Dando de nuestras experiencias
otros aprenderán y avanzaran. Existen mu-
chos libros de bonsái donde sus autores
comparten sus experiencias y su manera de tra-
bajar este arte. En la actualidad existen clubes

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