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Direzione Didattica Lastra a Signa/Laboratorio Curricolo Scientifico Anno 2010

PERCORSO CLASSE SECONDA


Il ciclo vitale: dal seme alla pianta

Contenuti
Osservazione e classificazione dei semi
Osservazione e descrizione della germinazione
Osservazione e classificazione delle piante

Osserviamo i semi
Scegliamo quattro monocotiledoni e quattro dicotiledoni con semi
abbastanza grandi in modo da poterli osservare e smontare senza grosse
difficoltà. Considerati i tempi di germinazione e sviluppo e tenuto conto anche
di una eventuale nuova fruttificazione, possiamo scegliere: fagiolo, cece,
zucca, nespola per le dicotiledoni e grano, mais, avena e orzo per le
monocotiledoni.
Senza distinguere monocotiledoni e dicotiledoni, distribuiamo i semi,
osserviamoli e nominiamoli ad uno ad uno.
Tutti conoscono fagioli e ceci e presto imparano ad identificare i semi di
zucca e di nespola
Più difficile è il riconoscimento delle monocotiledoni: il mais si distingue per
forma e colore ma avena, orzo e grano sono veramente molto simili e
richiedono un’osservazione potenziata da strumenti ottici (se i bambini usano
questi strumenti per la prima volta occorre introdurli in modo adeguato). A
questo scopo distribuiamo lenti di ingrandimento o contafili ed evidenziamo
verbalmente le nuove osservazioni: grazie alla lente distinguiamo il seme
dell’avena che risulta di forma particolarmente allungata rispetto a orzo e
grano. Facciamo disegnare i semi sul quaderno e scriviamo il loro nome.

Smontiamo i semi
Uno o due giorni prima dell’intervento in classe mettiamo i semi a mollo in
modo che l’acqua penetri fra la buccia e la polpa, rendendo il seme più gonfio
e più morbido.
Distribuiamo a tutti un piatto con un seme di fagiolo. Invitiamo i bambini ad
osservarlo e a smontarlo utilizzando le unghie. Con grande facilità i bambini
tolgono la buccia e subito dopo aprono il seme evidenziando le due parti che
lo compongono. Queste due parti (i due cotiledoni) non sono perfettamente
uguali: in una è presente un gambetto (l’embrione) nell’altra una fossetta
(l’incavo dove era contenuto l’embrione). In questa fase facciamo in modo
che i bambini siano completamente concentrati sul come è fatto un seme e
lasciamoli usare parole a loro familiari. Invitiamo i bambini a disegnare il
seme intero e le parti che lo compongono.
Distribuiamo un nuovo seme, il cece, facciamolo smontare e chiediamo di
realizzarne il disegno. I bambini non hanno nessuna difficoltà a svolgere
questo compito, infatti il cece è in tutto simile al fagiolo.
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Passiamo adesso al mais: tolta la buccia e osservato il gambetto i bambini, in


analogia con quanto fatto con il fagiolo e con il cece, vogliono dividere il seme
in due parti, ma non ci riescono. Scopriamo che tolta la buccia alcuni semi
hanno l’interno diviso in due parti ed altri invece sono formati da una sola
parte. Realizziamo il disegno relativo allo smontaggio del mais e continuiamo
il lavoro con i semi rimasti.
Per riuscire a vedere l’embrione nei semi più piccoli può essere necessario
l’uso della lente o del contafili.

3. Riflettiamo
Sfogliamo i quaderni per controllare seme per seme il nome, la forma e le
parti che lo compongono (buccia/tegumento; parte interna/cotiledone;
gambetto/embrione).
Individualmente e in forma scritta poniamo la domanda:
Pensa allo smontaggio dei semi, quali somiglianze hai notato?
Facciamo leggere alcune risposte e concludiamo che:
- tutti i semi hanno una buccia
- una parte interna
- un gambetto.
Sempre individualmente e in forma scritta chiediamo:
Pensa allo smontaggio dei semi, quali differenze hai notato?
Facciamo leggere alcune risposte e concludiamo che
- alcuni semi hanno la parte interna composta da due parti
- altri da una sola parte.
Realizziamo una scheda di sintesi dattiloscritta da inserire nei quaderni dei
bambini.

4. Seminiamo
Prepariamo il materiale per realizzare la germinazione dei semi
precedentemente studiati. Prendiamo otto bottiglie di plastica e tagliamole a
metà, buttiamo la parte superiore e sul fondo di quella inferiore pratichiamo
un foro che servirà per far uscire l’acqua di troppo.
In classe organizziamo otto gruppi di lavoro; diamo a ciascun gruppo una
bottiglia, un foglio di carta assorbente, un contenitore con del terriccio e
alcuni semi (tutti dello stesso tipo) scelti fra mais, grano, orzo, avena, zucca,
nespola, cece, fagiolo. Per velocizzare la germinazione teniamo i semi a
mollo per uno o due giorni prima di interrarli.
Invitiamo i bambini a prendere la bottiglia, foderarla internamente e solo
lateralmente con la carta assorbente e riempirla di terriccio. Facciamo poi
mettere i semi tra la carta e la plastica raccomandando di sistemare circa sei
semi a distanza regolare. All’interno della classe scegliamo un piano ben
illuminato e lontano dal termosifone, disponiamo i nostri contenitori avendo
cura di metterci sotto dei piattini per la raccolta dell’acqua in eccesso.
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Annaffiamo con moderazione sia ora che tutte le volte che la terra risulterà
secca.
Registriamo sul quaderno l’esperienza della semina e fissiamo le date in cui
osservare i nostri contenitori.

5. La germinazione
Predisponiamo delle schede, una per ciascun seme, distribuiamole ai
bambini e, iniziando dal giorno della semina, e proseguendo con due
osservazioni a settimana, facciamo registrare con il disegno e con brevi frasi
le trasformazioni e gli sviluppi propri della germinazione.
I semi hanno tempi diversi di germinazione: al grano, all’orzo e all’avena già
dal secondo giorno spunta una radichetta e subito dopo si allunga il
germoglio, mentre più lento è lo sviluppo degli altri semi in particolare della
nespola.
Aver posizionato i semi tra il foglio e la bottiglia permette di osservare ogni
fase dello sviluppo; in ogni caso il tegumento si rompe sotto la spinta della
radichetta, che si allunga verso il basso, mentre poco dopo, dallo stesso
punto di rottura, un germoglio si allunga verso l’alto.
Nei giorni fissati, i bambini osservano e registrano in tabella e ben presto
evidenziano somiglianze e differenze sia nelle radici che nel germoglio.

Riflettiamo
Terminato il ciclo delle osservazioni (2 o 3 settimane), per giungere a stabilire
alcuni elementi caratteristici delle monocotiledoni e delle dicotiledoni,
proponiamo delle domande aperte a cui i bambini devono rispondere
individualmente e in forma scritta.
Studiando i semi abbiamo raggruppato orzo, grano, avena e mais:

- quali somiglianze ci sono nel seme?


- nella radice?
- nel germoglio?

Nespola, zucca, fagiolo e cece formano un altro gruppo:

- quali somiglianze ci sono


- nel seme?
- nella radice?
- nel germoglio?
Concludiamo che orzo, grano, avena e mais hanno il seme fatto da un’unica
parte interna (monocotiledone), un germoglio simile ad un filo d’erba e una
radice fatta a “mazzetto” , si tratta di un gruppo (fascio) di radici, di grandezza
simile, originate da uno stesso punto (radice fascicolata). Nespola, zucca,
fagiolo e cece hanno il seme composto da due parti (dicotiledone), una radice
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centrale più grossa da cui partono radichette laterali più sottili (radice a
fittone), ed un germoglio che si apre con due piccole foglie e, talvolta, come
nel caso della zucca, al fusto rimangono attaccati i due cotiledoni, che
cadono quando la pianta è in grado di nutrirsi da sola.
Realizziamo due schede di sintesi da inserire nei quaderni per essere
studiate.

7. La coltivazione
I semi messi a germogliare nelle bottiglie hanno vita breve, se vogliamo vedere un
ciclo vitale completo occorre allestire un orto. Possiamo rendere i bambini
consapevoli delle procedure e degli strumenti utilizzati per le coltivazioni, chiedendo
loro di lavorare direttamente nell’orto.
Iniziamo con il preparare il terreno:
• Togliere le erbacce
• Dissodare la terra
• Frantumare le zolle
• Fare dei solchi
Mettiamo i semi a dimora e ricopriamoli.
Innaffiamo abbondantemente tutte le volte che la terra risulta secca.
Le piante devono essere curate in ogni fase della loro crescita, non basta
annaffiarle, occorre controllarle per togliere le erbacce infestanti che
finirebbero per ricoprirle e farle morire, occorre anche diradarle, infatti se
abbiamo messo troppi semi e da questi nascono piante troppo vicine, manca
lo spazio per far crescere piante sufficientemente grandi e robuste da
giungere a fruttificare.
Spieghiamo ai bambini che la coltivazione, se avviene in totale regime
biologico, è un’esperienza imprevedibile, perché sottoposta a una
molteplicità di variabili non completamente dominabile. I semi, i germogli, le
parti delle piante sono alimenti appetitosi per tutti i piccoli animali che vivono
nei nostri orti.

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