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I PROGETTI
8XMILLE
RIGENERIAMO
UN MASTER
PER IL FUTURO
Scegliere
IL CAMBIAMENTO
In redazione:
Stefano Davide Bettera – Direttore responsabile
Rev. Elena Seishin Viviani – Vicedirettore
Giovanna Giorgetti
Nicola Cordone
Antonella Bassi
Guido Gabrielli
Segreteria di redazione:
Clara De Giorgi
Progetto grafico:
Pulsa Srl
Gio Colombi, Dora Ramondino
Foto:
Shutterstock
Hanno scritto:
Filippo Scianna, Nicola Cordone,
Monica Colli, Chiara Mascarello, Francesco Tormen,
Silvia Francescon, Stefano Davide Bettera,
Emanuele Basile, Giovanna Giorgetti, Caterina Giavotto,
Rev. Elena Sishin Viviani, Maestro Carlo Tetsugen Serra,
Emanuela Pluchinotta
Per informazioni:
www.unionebuddhistaitaliana.it
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EDITORIALE
suoi insegnamenti nell’intreccio di dinamiche complesse come quelle
che stiamo vivendo oggi.
La forza della trasformazione messa in atto dal Buddha sta proprio in
questo muoversi da una dimensione contemplativa per renderla espe-
rienza. Un’esperienza che prende corpo e autenticità nella relazione,
nell’incontro con il mondo e, da qui, nel mettere radici a una comunità.
Nel costruire le fondamenta perché questa comunità possa crescere.
Non c’è ortoprassi buddhista se non all’interno del Sangha, della co-
munità appunto. È questa che invera il senso di una scelta, di un ap-
proccio, di un avvicinamento alla vita con uno sguardo religioso. Oggi,
la dimensione globalizzata di tutte le società, a Occidente così come
a Oriente, ci impone una dimensione comunitaria allargata, dove non
è più possibile distogliere lo sguardo dal lontano come dal vicino.
La responsabilità di agire per ridurre la sofferenza, dove possibile,
ci chiama. Il destino di ogni vita che incontriamo diviene il nostro
destino. Diventa il voto che non possiamo slegare.
I buddhisti italiani rispondono a questa chiamata con una vocazione che
ha il sapore particolare di quel tipo di pratica impegnata che li vuole
attori del processo di trasformazione, senza possibilità di alternativa.
I fondi dell’8x1000 sono uno degli strumenti, un upaya, un mezzo
abile, per dare voce e corpo a questo impegno. Per sostenere azioni
e progetti che traducono nel concreto una visione della vita che è già
in sé prassi contemplativa e allo stesso tempo trasformazione concreta.
Di sé e della comunità, nella comunità, per la comunità, per il Sangha.
Lo facciamo insieme a chi ci conferma ogni anno la propria fiducia
e decide di prendersi cura insieme a noi di questa grande comunità.
Lo facciamo perché convinti che un gesto di gentilezza verso il mondo
non ha prezzo, ma può essere il motore del cambiamento.
StefanoDavideBettera
Direttore
N. 3-2022
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SOMMARIO
EDITORIALE
03 STEFANO DAVIDE BETTERA - DIRETTORE
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10 ANNI DI INTESA
06 IL DHARMA IN ITALIA
I PROGETTI
13 LA NOSTRA GUERRA DI PACE
16 TAKE CARE
18 OMID
20 IL CIELO È MIO
62
24 UN'APE PER AMICA 2.0
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38
60
20 56
26 COSTRUIRE COMUNITÀ® 50 NON ASPETTARE
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PER ABBONARTI VISITA IL SITO:
WWW.UNIONEBUDDHISTA
ITALIANA.IT/MAGAZINE
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La crescita saggia
e gentile della nostra
presenza sul territorio
di Filippo Scianna -
Presidente UBI Italia
IL DHARMA
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IN ITALIA
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ono trascorsi quasi dieci anni dall’entrata ai valori etici in essa contenuti intervenendo
in vigore della Legge sull’Intesa tra l’UBI fattivamente laddove la sofferenza mostrava i
e lo Stato italiano e molte cose da allora suoi aspetti peggiori: in occasione delle calamità
sono cambiate, sia per il nostro Ente che, naturali, in soccorso delle vittime di guerra, negli
più in generale, per la realtà del Buddhismo in Ita- ospedali, nelle carceri, nelle situazioni di disagio,
lia, oggi più conosciuta, radicata e dialogante con di emarginazione sociale, o quando si è prossimi
il territorio rispetto ad alcuni anni fa. ad abbandonare la vita terrena, attraverso proget-
ti mirati a formare personale specializzato anche
IN TANTI, NEL SEGNO DELLA SAGGEZZA per la cura di coloro che restano.
Basti pensare che nell’anno 2012 facevano parte
dell’Unione Buddhista Italiana 44 Centri (da 35 che KARMA POSITIVO
erano nel 2000 quando fu firmata la prima Intesa Tutto ciò è stato reso possibile soprattutto grazie
con l’allora Governo D’Alema, 10 in più rispetto al alle risorse economiche di cui l’UBI in preceden-
1991 quando vi fu il riconoscimento come Ente Re- za non disponeva e che sono il frutto del gesto
ligioso, a partire dai 9 centri fondatori dell’Associa- gentile di chi ha scelto di darci fiducia attraverso
zione nel 1985); oggi l’UBI è costituita da 63 centri una firma, caricandoci in questo modo di una re-
che fanno capo, coerentemente con lo spirito in- sponsabilità che non abbiamo voluto disattendere
clusivo delle origini, a tutte le tradizioni presenti e che anzi ci fa da stimolo a migliorare dove è ne-
nel nostro Paese: Theravada, Mahayana nelle sue cessario.
varianti Chan, Zen, Tendai, Seon, Nichiren, e poi
Vajrayana e Interbuddhista. Un simile incremento Possiamo dire, per usare un termine caro al Buddhi-
di adesioni è solo uno degli indici di cambiamen- smo, che la possibilità di partecipare alla ripartizio-
to che ci hanno portato a diventare attori di una ne dell’otto per mille della quota Irpef (ex art. 19
società che vogliamo contribuire a trasformare nel della Legge n. 245 del 31/12/2012), abbia gene-
segno della relazione e della saggezza. L’Intesa rato karma positivo creando una rete di rapporti,
ci ha permesso di tutelare i diritti dei praticanti attraverso il cofinanziamento di progetti umanitari,
sostenendo il culto e la diffusione del Dharma da sociali e culturali in Italia e all’estero, con organiz-
una parte; per altro verso ci ha anche permesso zazioni, onlus, enti no profit, associazioni culturali
di dare concretezza alla filosofia buddhista e e di altra natura, potenzialmente fecondi di nuove
opportunità di crescita, nell'ottica dell’interdipen-
denza, principio cardine del nostro modo di inten-
OGGI L’UBI È COSTITUITA DA dere la realtà.
63 CENTRI DIALOGO
In virtù del doveroso impegno verso la società,
CHE FANNO CAPO, COERENTEMENTE con un occhio di riguardo alle frange più deboli
CON LO SPIRITO INCLUSIVO DELLE ORIGINI, in particolare, nell’arco di questi due lustri è sta-
Istituzioni, soprattutto con il Ministero dell’Inter- riconducibili alla condizione di fragilità che
no, ma anche con la Presidenza del Consiglio, accomuna tutti gli esseri senzienti, all’illusione
della Camera e del Senato; abbiamo collaborato di un Sé separato dall’ambiente e all’ignoran-
a stretto contatto con l’Unione Buddhista Euro- za sulla natura dei fenomeni e della mente.
pea (EBU) e con le altre confessioni religiose. È a partire da questa consapevolezza e dalla fi-
Riguardo a queste ultime, in particolare, non ci ducia nelle potenzialità e nelle qualità di ognuno
siamo limitati alla discussione di temi sensibili che possono sorgere, sul piano individuale, com-
a ognuno attraverso la sola organizzazione di passione, gentilezza, gioia, senso di appartenen-
convegni, seminari ed eventi interculturali e inter- za. Mentre, a livello collettivo, tali prospettive si
religiosi, ma abbiamo messo in atto azioni coor- traducono in azioni di accoglienza, rispetto per la
dinate durante la pandemia e azioni di sostegno natura, solidarietà, nello scommettere sull’educa-
dei corridoi umanitari in Afghanistan, Kurdistan e zione e sulla formazione per dare valore al sen-
Siria nonché le recenti iniziative sulla drammatica so di responsabilità. Scoprire di esistere solo in
situazione dell'Ucraina; abbiamo voluto rafforza- “relazione a”, di essere parte di un tutto, e dunque
re i legami con le altre confessioni, cercando al di rapportarsi alla realtà con naturale, necessario
contempo di mantenere viva la riflessione sulla rispetto è l’apporto etico peculiare del Buddhi-
nostra complessa identità buddhista. Se è infatti smo alla nostra società secolarizzata, sovente vitti-
difficile dare una definizione univoca della nostra ma degli estremismi e di un nichilismo drenante.
identità, considerata l’anima plurima delle nostre
tradizioni, agiamo e ci muoviamo nella società L’UBI intende affrontare le opportunità e le sfide
convinti che il Buddhadharma restituisca una vi- presenti e future, nel solco tracciato dall’Intesa,
sione d’insieme compatta e coerente, che sia in testo ricco, tra l’altro, di nuove potenzialità a
grado di offrire un paradigma di senso alternati- favore dei centri associati, puntando alla rifles-
vo forte, capace di rispondere alle esigenze del sione, alla lungimiranza, alla “non negazione
nostro tempo. Una visione che nasce dalla verità della complessità”, senza per questo rinunciare
della sofferenza, che nella sua universalità attra- all’intervento immediato, che spesso può risultare
versa tutte le epoche, e le cui cause sono sempre necessario, decisivo e “salvifico”.
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BUONI RISULTATI
E NUOVE
PROSPETTIVE
A dieci anni dall’Intesa
con lo Stato italiano
di Giovanna Giorgetti - Vice Presidente UBI
(intervento in occasione del Vesak 2022)
B
uongiorno e un caro augurio di buon Il 2022 è un anno particolare, denso di signi-
Vesak a tutti. Quella di quest’anno è ficato per la comunità buddhista, anche per-
una festa speciale perché finalmente ché sono trascorsi 10 anni dal riconoscimen-
torna ad essere celebrata in presenza, to dell’Intesa con lo Stato italiano: dopo un
dopo due edizioni che si sono dovute svolgere lungo e tortuoso iter burocratico, infatti, l’11
obbligatoriamente a distanza, a causa delle re-
strizioni imposte dalla pandemia, e che abbia-
mo scelto di realizzare via web.
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oltre
1 milione dell’ambiente e dell’educazione scommettendo
sui progetti più necessari ma anche su quelli più
1 milione
verso l’Intesa l’UBI è intervenuta in modo più in-
cisivo nella società: è un attore sociale più attivo;
un interlocutore saldo per le nostre istituzioni;
una voce che viene ascoltata sui temi sensibili
del dibattito contemporaneo; un punto di riferi-
di euro
Un intervento immediato,
mento per molte realtà che operano sul territo- alla causa ucraina, è stato
rio a vantaggio dei soggetti più fragili. destinato agli aiuti sanitari
e ai corridoi umanitari
L’Intesa ci ha permesso di agire nei vari cam-
pi del sociale, dell’umanitario, del culturale,
10
dedicato al Vesak 2022, è nostra intenzione ri-
badire la necessità di porre fine alle ostilità con- Abbiamo avuto modo
siderando la guerra e ogni forma di sopruso un di collaborare in più occasioni
atto innaturale totalmente privo di giustificazio- con la città per l’emergenza
ne e di senso. Non smettiamo di sperare che a Coronavirus partecipando
prevalere tornino ad essere il dialogo, il buon a diversi progetti, tra i quali:
senso, il recupero dell’umanità e la pace, valori “Rete Torino Solidale.
portanti della millenaria tradizione buddhista. Snodi per il sostegno
alimentare”, “Snodi. Welfare
Per questa ragione i Centri associati all'UBI si
di comunità durante
impegnano a firmare oggi una solenne Di-
l’emergenza COVID19”,
chiarazione di Pace per le vittime della guerra
“La Dispensa intelligente”
in Ucraina e nel resto del modo, ponendole al
o “Cibo per la Pace”.
centro delle pratiche spirituali di questo Vesak.
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egli ultimi tre anni l’Unione Buddhista bambini delle scuole primarie a Milano e a Terni,
Italiana, grazie ai fondi dell’8xmille, è ai progetti di riabilitazione nelle carceri fino alla
riuscita a sostenere 61 progetti uma- formazione di studenti e insegnanti.
nitari, 90 organizzazioni no profit e
120 realtà culturali. Ha ascoltato le esigenze e le Questi sono solo alcuni esempi delle tante attività
necessità del territorio e ha cercato di sostenere sostenute in Italia e all’estero dai fondi 8xmille.
progetti e realtà che potessero mettere in atto un
cambiamento. Il filo conduttore di questi progetti è la volontà di
portare il cambiamento, guidati sempre da prin-
Per migliorare la società in cui viviamo. cipi come pluralità, gentilezza e responsabilità.
Con una semplice firma tutti possono partecipare
Si è dimostrata pronta e solerte nei confronti del- a questo cambiamento.
le necessità sociali stanziando, per esempio, un
fondo straordinario di un milione di euro per Una campagna all’insegna della trasparenza,
l’emergenza Ucraina, dando supporto a diverse dell’equanimità, che mostra attraverso le perso-
organizzazioni impegnate nell’assistenza e nell’ac- ne che quotidianamente lavorano in queste realtà
coglienza dei profughi di guerra. come vengono impegnate le risorse affidate all’U-
nione Buddhista Italiana. La concretezza dei pro-
Nel raccontare gli impieghi dei fondi raccolti con getti UBI è evidenza del nostro Dharma in azione,
la campagna 8xmille, quest’anno abbiamo voluto e risponde alla fiducia che tanti Italiani hanno ripo-
dare testimonianza dell’impegno di UBI attraverso sto nella scelta dell’8xmille sulla propria dichiara-
il volto autentico e la testimonianza degli opera- zione dei redditi.
tori coinvolti in prima persona nei progetti. Ope-
ratori e volontari che ogni giorno lavorano con Lo Stato italiano ha dato l’opportunità a tutti noi
costanza per rendere la nostra società più equa. di potere scegliere di destinare questa quota a
una confessione religiosa per scopi caritativi e
I progetti sono molto diversi tra loro: dal sostegno religiosi o allo Stato stesso per scopi sociali ed
alle persone disagiate nel territorio a sud di Mila- umanitari. Se non si firma, il gettito viene ripar-
no all’accoglienza a Torino di famiglie in difficoltà tito comunque secondo le scelte di coloro che
e rifugiati afghani, ai progetti formativi per i bam- le hanno espresse (oggi sono meno del 50% dei
bini autistici a Roma, a percorsi didattici rivolti ai contribuenti).
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LA NOSTRA
GUERRA DI PACE
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LE NOSTRE AZIONI CONCRETE munità Bresciana, quest’ultima impegnata
Fino ad oggi le azioni progettuali dell’UBI nella creazione di sportelli di orientamento
a sostegno dell’Ucraina hanno seguito le li- al lavoro e in attività di socializzazione e di
nee guida della cooperazione, della varietà formazione per adulti e minori.
negli interventi e della capillarità. Assieme
alla Comunità di Sant’Egidio e a Medici NON SOLO ITALIA
Senza Frontiere sono stati impegnati circa Alcuni dati, inoltre, testimoniano la volontà
200 mila euro per i corridoi umanitari e più di “fare rete” orientando i contributi finan-
di 800 mila euro per dare man forte ad enti ziari oltre i confini nazionali, in Ucraina (9 i
del terzo settore, organizzazioni internazio- progetti finanziati), Polonia (4) e Romania
nali, associazioni, ospedali e centri aderenti (3), oltre a dar conto di un impegno trasver-
all’UBI che si sono attivati da subito per aiu- sale da Nord a Sud della nostra Penisola
tare i profughi ucraini. che coinvolge 8 regioni, per un totale di 35
progetti. Tra quelli in Ucraina, ricordiamo
Oltre alle emergenze, l’UBI, tenendo fede l’aiuto al Centro Buddhista Gomde Ukraine
ai principi della cura e alla sua visione di Kiev impegnato a portare soccorso in tut-
umanistica che punta sull’integrazione e la te le aree interessate dal conflitto oltre che
responsabilità individuale e collettiva, ha alla comunità Buddhista locale.
scelto di supportare quei progetti con al
centro l’accoglienza e l’integrazione, decli- MAI DA SOLI
nate nelle forme del supporto psicologico Sono questi soltanto alcuni esempi di colla-
e linguistico, dell’educazione, dell’orienta- borazioni e rapporti di fiducia che l’UBI ha
mento e dell’inserimento lavorativo. voluto tessere nel corso degli ultimi anni
con attori sociali molto attivi e radicati sul
In Italia il work in progress a favore dell’U- territorio per rendere tangibile l’etica con-
craina può contare sugli sforzi di attori so- tenuta nella Dottrina Buddhista, che parla
ciali da sempre impegnati nell’assistenza e di interdipendenza, di compassione, della
nella cura dei soggetti più fragili, a cui l’UBI saggezza di far parte di un tutto che non
ha voluto dare fiducia sposando gli obiettivi contempla separazioni e che rende comu-
dei loro programmi di accoglienza tempo- ne il nostro destino di esseri senzienti sog-
ranea e di recupero: è questo il caso delle getti al ciclo samsarico di nascita-morte e
donazioni a favore dell’Ospedale Pediatrico rinascita, cancellando l’utopia, più che mai
Bambino Gesù e della Fondazione della Co- attuale e diffusa, di potersi salvare da soli.
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Take Care
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Take Care è un progetto di ascolto, cura e comu- MANI, PIEDI E TESTE INSIEME
nità. Dodici partner, fra cui le 8 Case del Quartiere Take Care sono 28 operatori sociali e 5 case-
di Torino e una rete di 16 soggetti territoriali, han- manager che hanno lavorato e pensato come
no lavorato insieme su prossimità e relazioni per una grande equipe, confrontandosi quotidiana-
migliorare il benessere delle persone. Take Care mente. Per Pierpaolo Bonante, operatore socia-
sono 8 sportelli sociali di welfare di prossimità, le della Casa del Quartiere Barrito, Take Care gli
uno presso ogni Casa del Quartiere di Torino, e ha dato «la possibilità di fare rete e conoscere
una grande rete territoriale cittadina che lavorano un gran numero di associazioni ognuna con la
insieme al contrasto della povertà e della fragilità propria specificità, in modo da indirizzare corret-
sociale, con particolare attenzione all’accompa- tamente l'utenza dello sportello».
gnamento di famiglie con minori nella fascia 0-18 Da novembre 2021 ad aprile 2022 gli sportelli
anni. sociali hanno accolto 1100 utenti offrendo in-
Siamo «un percorso di sostegno individualizzato formazione, primo orientamento sui servizi e
che ha messo a sistema tutte le risorse che le Case supporto nello svolgimento di pratiche di se-
del Quartiere e i territori sanno attivare», dichiara gretariato sociale. Gli sportelli hanno svolto un
Sara Caruso, operatrice della Casa del Quartiere ruolo fondamentale come snodi territoriali di
di San Salvario, case-manager che ha seguito i carattere sociale e relazionale, attivando reti,
percorsi dedicati alle famiglie. costruendo relazioni, opportunità, integrando
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relazione con le persone e capire insieme il sen-
so del percorso da fare», dichiara Sara Caruso.
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è mio
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Il documentario dell’iraniano
Ayoub Naseri è anche
un progetto UBI, per manifestare
i valori di interdipendenza
di Nicola Cordone - segreteria UBI
C’
è l’esigenza, profonda,
di raccontare se stessi
nel progetto del film GLI ELEMENTI DELLA NARRAZIONE
documentario “Il cielo è Per narrare questa condizione psicologico-esi-
mio!” dell’autore iraniano Ayoub Naseri, stenziale in un mediometraggio della durata
rifugiato politico residente in Italia ormai massima di 60 minuti, Naseri ha immaginato
da dieci anni; c’è la voglia di condividere di prelevare dalla realtà la storia vera di Aziz,
la propria esperienza di uomo solo in quarantaseienne artista e insegnante di pittura
terra straniera, le emozioni, la fatica, le all'Università di Herat, e di suo figlio Erfan, di
difficoltà incontrate nel cammino verso dodici anni, diversamente abile, fuggiti insieme
l’integrazione; c’è la voglia di riscatto da Herat a seguito della caduta del paese nel-
e c’è il cuore affezionato alle proprie le mani dei talebani nell’agosto del 2021 e poi
radici. Oltre a questo, però, c’è anche la giunti in Italia per essere accolti nell’Abbazia di
tensione morale del sentirsi in qualche Mirasole. Il film intende posare lo sguardo sul
modo obbligato - forte di un’esperienza rapporto profondo tra padre e figlio, sul senti-
personale nel complesso positiva - ad mento di lutto che pervade entrambi per l’ab-
aiutare chi si trova agli inizi di un percorso bandono della terra d’origine e prosegue con il
di vita che è stato analogo al proprio e registrare le fasi salienti della costruzione di una
che si presenterà inevitabilmente, al di là nuova vita nel nostro Paese; così come si vo-
dei risultati, come tutto in salita, rischioso, gliono mettere in luce le relazioni interpersonali
pieno di grandi incognite.
Il film intende
posare
lo sguardo
sul rapporto
profondo
tra padre
e figlio,
sul sentimento
di lutto che
pervade
entrambi
per l’abbandono
della terra
d’origine
che si sono create nel tempo con gli operato- se cooperative sociali in Lombardia, mestiere
ri sociali impegnati nell’Abbazia. Quest’ultima, che gli ha consentito di approfondire la cono-
location unica delle riprese, giocherà un ruolo scenza del fenomeno migratorio in Italia e che
tutt’altro che esornativo nell’ambito della nar- ha di sicuro rappresentato una fonte di ispira-
razione filmica, avendo svolto una funzione di zione e un motivo in più per lanciarsi nella sfida
rilievo nel recupero psico-emotivo dei rifugiati del documentare la diversità.
in virtù dello status di quiete che la caratterizza
e grazie all’energia positiva che vibra dall’ope- IL NOSTRO RUOLO
roso agire dei volontari insieme agli ospiti. L’Unione Buddhista Italiana ha svolto un ruo-
La cifra stilistica dominante si pone nel segno lo decisivo all’ideazione e alla messa in moto
dell’essenzialità del linguaggio cinematografico dell’operazione produttiva creandone i presup-
puntando sulla potenza del suo quid grammati- posti: ovvero, contribuendo a generare i conte-
cale, le immagini e i suoni, in luogo della parola, sti che fanno parte della narrazione del film e,
ovvero, nel caso specifico, trattandosi di una for- allo stesso tempo, della realtà storica da cui il
ma documentaria, degli espedienti dell’intervi- film trae spunto.
sta e della voce over del narratore.
Il progetto di “Il cielo è mio!” nasce dunque Innanzitutto con gli interventi, ormai divenuti
dall’esperienza soggettiva di Ayoub Naseri, istituzionali, a favore dei corridoi umanitari, che
anche mediatore linguistico-culturale per diver- consentono a coloro che fuggono da guerre,
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carestie, calamità naturali, persecuzioni etniche
e religiose di trovare accoglienza e possibilità di 8 X MILLE
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Un’Ape
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La cooperativa Mirjac si occupa - attraverso l’in- goniste: nulla può aiutare a fermare la mente, a
clusione e l’inserimento lavorativo di ragazzi con focalizzare il vero senso dei mutamenti immobili
difficoltà, in particolare autistici - di sensibilizzare e della diversificazione come un fiore che ger-
ed educare i bambini e le loro famiglie verso la moglia», afferma Fabiana, Direttore Scientifico.
biofilia, ovvero la tendenza innata dell’uomo ad
avvicinarsi alla natura per il suo benessere, attra- TESTIMONIANZE
verso la conoscenza e il rispetto per la biodiver- Il progetto un’Ape per Amica 2.0 è articolato in
sità e la tutela dell’ambiente. tre fasi distinte e interconnesse.
Mirjac gestisce la ASD La Collina Storta, uno La prima prevede la diffusione di una cultu-
spazio verde aperto a tutti, sede dell’Accade- ra ecologica e di una conoscenza del mondo
mia dell’Autismo. «Biodiversità è la parola che delle api tramite un ciclo di gite scolastiche in
più rappresenta lo spirito de La Collina Storta: modalità 'outdoor education': «Le scuole del
chiunque è il benvenuto e la diversità non è uno territorio sono state entusiaste di partecipare a
stigma ma uno stimolo e una preziosa fonte di tali esperienze durante le quali i bambini han-
apprendimento. Modi diversi di comunicare, no avuto modo di avvicinarsi a questo mondo
percepire e guardare al mondo sono presenti in fatto di mutuo aiuto e sostentamento globale
questo luogo che proprio per questo ospita ani- della famiglia, di responsabilità e produttività».
mali e piante. Le forme vegetali sono le prota- (Valentina – Operatrice)
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La seconda fase riguarda la diffusione dell’api- Tra i compiti dei ragazzi c’è quello di tenere in or-
coltura amatoriale: «Attraverso dei corsi gestiti dine la casa delle api, una piccola casetta di legno
da apicoltori esperti si sono portate le persone con affaccio protetto sulle arnie che viene utilizzata
ad acquisire le informazioni teoriche e pratiche per attività di mindfulness, rilassamento e medita-
necessarie per gestire le arnie anche sul proprio zione.
terrazzo. Questo ha permesso a nuove persone di «Crediamo fortemente nel valore dell’inclusione
sviluppare nel proprio territorio nuove famiglie di e nella lotta all’emarginazione sociale e le nostre
api e creare così una cultura condivisa di sostegno amiche api, come piace chiamarle ai nostri ragaz-
a questo organismo indispensabile». zi autistici, ci stanno insegnando moltissimo sul
(Nicolò – Apicoltore) senso comunitario e amorevole di famiglia, come
quello che vogliamo creare qui: luogo e famiglia
L’ultima fase prevede l’acquisizione di abilità pre- in cui chiunque può sentirsi accolto e utile».
lavorative per ragazzi autistici i quali, affiancati da (Silvia – Operatrice)
un’équipe professionale multidisciplinare, si oc-
cupano della piantumazione, della cura dei fiori, «Mi piace fare il maestro e parlare di api».
dell’invasettamento e etichettamento del miele (Lorenzo - Ragazzo nello spettro autistico)
prodotto, della costruzione artigianale delle arnie
e della loro decorazione. «Avevo paura delle api, non più. Tack!».
«I ragazzi autistici con competenze informatiche (Andrea – Ragazzo nello spettro autistico)
hanno prodotto materiali di divulgazione come
video per i social, altri in grado di esprimersi ver- «È stato un lavoro molto duro ma con tenacia sia-
balmente hanno avuto il ruolo di “esperto” du- mo riusciti nell’impossibile: ragazzi autistici a bas-
rante le gite scolastiche dando lezioni sulle api ai so funzionamento che costruiscono arnie!»
bambini utilizzando anche comunicazioni alterna- (Alessia – Operatrice)
tive».
(Consuelo – Operatrice) «Questo progetto ha aiutato anche me a superare
la fobia delle api».
(Valentina – Operatrice)
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Costruire
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comunità:
dall’io al noi
Sviluppando le competenze non cognitive
e avvicinando i bambini al mondo della natura
To bee or not to bee è un progetto didattico in- Fondamentale è il ruolo dei docenti: non “api regi-
terdisciplinare concepito per l’intero ciclo della ne” ma apicoltori attenti, che con grande cura pro-
Scuola Primaria e l’ultimo anno della Scuola dell’In- vano a ricavare il miglior nettare possibile dall’al-
fanzia. Un percorso interattivo e graduale che, par- veare della loro classe.
tendo dall’osservazione del comportamento delle
api e dalla funzione essenziale che questi insetti Le competenze sviluppate tramite il progetto non
sociali svolgono nell’ecosistema, aiuta i bambini riguardano solo l’ambito scientifico, ma anche
a scoprire il senso della comunità. Attualmente il l’educazione civica e le soft skills: cooperazione,
progetto è in fase di svolgimento in sette scuole fiducia, empatia, gestione dei conflitti, creatività,
di cinque diverse regioni italiane e coinvolge otto- pensiero critico, senso di responsabilità. Con un
cento bambini e ottanta insegnanti. approccio interdisciplinare e creativo, i bambini
sono spinti a soffermarsi su tematiche di urgente
COOPERAZIONE, OPEROSITÀ attualità, come l’importanza di rispettare l’ecosi-
E INCLUSIONE stema in cui viviamo e la nostra interconnessione
Così come nella società delle api i ruoli (fatta ecce- con ogni forma di vita.
zione per quello della Regina) sono spesso inter-
scambiabili e svolti da ognuna nell’arco della vita, To bee or not to bee comprende una serie di
allo stesso modo la scuola diventa una comunità strumenti didattici che vengono forniti alle scuo-
che favorisce lo sviluppo dei talenti e delle compe- le come supporto e integrazione alle attività: una
tenze di ciascun alunno senza imbrigliarlo in una serie di albi illustrati, un “Taccuino dell’esplorato-
rigidità di saperi. I bambini, guidati in un percor- re” e un manuale rivolto ai docenti e agli alunni.
so che li educa a un modello fortemente inclusivo, Per l’elaborazione scientifica dei contenuti è stato
cooperano per raggiungere un obiettivo comune. coinvolto un apicoltore esperto.
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TESTIMONIANZE «Attraverso questo progetto abbiamo avuto la
«Colpire l’immaginario è sempre una carta vincen- libertà di sperimentare diverse possibilità. Nor-
te in quanto, attraverso questo processo, i bambini malmente usiamo i sensi contemporaneamente,
hanno la possibilità di liberarsi dalle ansie. Trovo mentre in questo caso è stato utile lavorare con un
costruttiva la dimensione di partecipazione attiva senso alla volta, proprio come diceva Munari. Nel
che emerge dal progetto To bee or not to bee. nostro caso ci siamo soffermati inizialmente sulla
Durante i laboratori, la narrazione della storia è vista e nell’incontro successivo sull’udito. È stato
stata molto coinvolgente, ma la carta vincente inoltre sorprendente che nonostante le difficoltà
è stata il sottofondo musicale dell'arpa che ha e i limiti della didattica a distanza, siamo riuscite
accompagnato tutta l'attività. I bambini hanno ad amplificare e dare un valore aggiunto all’espe-
vissuto non solo l'emozione di un nuovo modo rienza».
di narrare, ma anche di sentire la narrazione at- (Cristina – Scuola Primaria Terni)
traverso la musica. Molti di loro hanno conosciu-
to un nuovo strumento e si sono rilassati al suo «Ho apprezzato la possibilità di lavorare su molti
suono… In fondo la musica è un perfetto collante spunti. Questo progetto è come un grande “con-
per vivere con più intensità le nostre emozioni e il tenitore”! Trovo utile il fatto di non definirlo troppo,
mondo che ci circonda!». ma di partire dagli stimoli e dalle reazioni dei bam-
(Ornella – Scuola Primaria Milano) bini. Osservandoli, infatti, si crea un dialogo aperto
con loro e si scopre progressivamente cosa li col-
«È stata importante la coralità degli interventi pisce, quali sono gli approfondimenti da sviluppa-
emersi da parte di tutti i bambini. Potrei definirlo re, quali sono le successive direzioni da prendere».
un progetto “fatto insieme”. Inoltre le ore di com- (Elisa – Scuola Primaria Terni)
presenza con l’altra classe si sono rivelate davve-
ro una carta vincente. Questo progetto è stato «Per quanto riguarda i laboratori, è stato vincente
capace di coinvolgere interesse e affettività… l’approccio teatrale: ai bambini è piaciuto molto!
È un progetto nostro!» È davvero attivante il fatto di narrare o drammatiz-
(Daniela – Scuola Primaria Terni) zare una storia.
27
a mio avviso, si avverte molto
il desiderio di essere una co-
munità. Credo ci sia stata un’al-
ta adesione a livello di classi, con
l’intenzione di dimostrare quanta vo-
glia ci sia di costruire, anche recuperando
tante esperienze già svolte. A volte, può capitare
di essere poco in dialogo fra noi, ma in generale
siamo una comunità. Proprio da qui bisogna ripar-
tire e rilanciare questo tema importante anche ai
bambini!».
Positivo è stato anche l’approccio immaginativo (Nunzia – Scuola Primaria Milano)
e orientato alla scoperta. Tutti hanno apprezzato
il costante sollecitamento e il fatto di non dare «La consapevolezza può aumentare se la si speri-
mai nulla per scontato… Certo, per alcuni è stato menta mettendosi in gruppo… Mettersi in gioco
disorientante, ma anche laddove si è creato diso- aumenta la consapevolezza!».
rientamento, ciò ha consentito a ognuno di for- (Elsa – Scuola Primaria Milano)
mulare delle ipotesi. La discussione si è attivata
ed è stato davvero molto bello! «Per quanto riguarda le connessioni che il proget-
Oltretutto, il fatto di non aver dato subito un to offre con il curricolo scolastico, trovo particolar-
feedback o accertato le risposte corrette, quando mente efficace quella con una materia come Citta-
i bambini indovinavano, ha mantenuto il livello di dinanza e Costituzione: la società delle api è molto
attenzione molto alto. organizzata e in fondo anche la classe è un alvea-
A proposito di errore, trovo particolarmente sti- re! Ho proposto questo paragone anche ai bam-
molante considerarlo come un’occasione di cre- bini. La nostra classe è una piccola società, che sta
atività, purtroppo invece tendiamo a trascurare insieme ormai da quattro anni e che continuerà a
questa possibilità nella nostra didattica... stare insieme fino a tutto il ciclo delle Medie. Inol-
Ragionare su concetti quali collettività e comuni- tre considero molto importante l’aspetto della col-
tà è una grande occasione per noi come scuola. laborazione che emerge affrontando questi temi:
Ovviamente non si tratta di un percorso facile. le api collaborano e hanno ruoli diversi… lo stesso
Non è il classico percorso con il formatore ester- vale per i bambini!
no che arriva e “dà le cose da fare”: qui c’è un Insieme abbiamo discusso di “piccoli alveari”, os-
mix di lavoro che coinvolge tutte le docenti per- sia la classe, e di “grandi alveari”, ossia la scuola, la
sonalmente e in modo attivo. Senza volerlo, noi società, la nazione.
siamo come le api! Ciascuna di noi, infatti, con il È emerso anche il concetto del lavoro di gruppo,
suo ruolo nella propria comunità-classe della ma- che è entrato bene nella fantasia e nella mente dei
cro-comunità-scuola ha dato una direzione agli bambini».
input che ci sono stati offerti. Nella nostra scuola, (Catia – Scuola Primaria Ameglia)
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SEE Learning®
Un nuovo paradigma educativo per promuovere
il benessere psicofisico nelle persone di ogni età
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IL CORSO SEE LEARNING
PER INSEGNANTI
ED EDUCATORI
Organizzato da eduEES può essere
seguito da docenti, presidi, persone che
a vario titolo gravitano attorno al mondo
dell’educazione, ma anche da coach,
formatori, facilitatori. Quest’ultimo in
particolare è il caso di Alessia: «Ho deciso
di fare il corso perché trovo che possa
rappresentare un ottimo strumento per
lavorare con i gruppi all’interno delle
imprese, specialmente in questo momento
della storia dell’umanità. In generale
questa metodologia riesce a sistematizzare
una complessa serie di elementi, presenta
strumenti molto ben codificati per guidare
le persone, in maniera concreta, semplice
e pratica, a svolgere e approcciare le
diverse esperienze in modo morbido e bene
organizzato. Lo adotterò sicuramente per
i problemi di comunicazione, ma anche per
la gestione delle dinamiche di gruppo».
eduEES, educazione Etica, Emotiva e Socia- di quella necessaria a farci vivere come indivi-
le, adotta un approccio laico, aconfessionale dui che spaziano in sistemi e contesti intercon-
e apartitico che mira alla promozione di valori nessi. Nascono quindi per creare dei cittadini
umani universali quali tolleranza, altruismo, ge- che vadano oltre a un’appartenenza specifica,
nerosità e rispetto del diritto di tutti gli esseri a aprono all’empatia in modo così importante
condurre una vita felice e ricca di significato. che inducono a un forte avvicinamento tra es-
seri umani e portano a una visione del mondo
TESTIMONIANZE in cui, ad esempio, possono trovare spazio tan-
A proposito dell’educazione etica, emotiva e so- to un maggiore rispetto dell’ambiente quanto
ciale, Cristina, maestra di scuola dell’infanzia, una migliore ricerca della pace. Di fatto, dal mio
dice: «Questi contenuti rappresentano una sor- punto di vista, se si osserva quello che sta acca-
ta di apprendimento a 360 gradi, perché tocca- dendo oggi, tra cambiamenti climatici e conflit-
no tutti gli ambiti e le tematiche necessarie per ti, rappresentano esattamente la sfida del pre-
lo sviluppo tanto della parte personale, quanto sente e del futuro».
30
Alessandra, docente di scuola secondaria, de-
scrive i cambiamenti raggiunti in aula: «Lavora-
vo in una delle classi più impegnative ma nel
corso del tempo i ragazzi sono molto cambiati.
Sono diventati critici in senso costruttivo, nel
senso dell’intelligenza emotiva che vuole por- Maddalena, maestra alle primarie: «I bambini
tare SEE Learning. Loro, per l’età che hanno, sono diventati più consapevoli e la loro concen-
devono poter provare a trasformare gli equili- trazione è tanto migliorata. Sono diventati de-
bri, generare il loro spazio, capire la realtà che cisamente bravi nel rilassamento e nell’ascolto
li circonda, rompere gli schemi che gli vengo- del proprio respiro e in generale c’è stata molta
no imposti dall’alto. È giusto che lo facciano. La calma nella comunicazione, sia tra loro che tra
differenza è che adesso lo fanno con gentilez- me e loro. È stato un circolo virtuoso e quan-
za e con rispetto. Ora si può discutere con loro do l’atmosfera è cambiata, i programmi e i con-
tranquillamente, anzi c’è uno scambio davvero tenuti sono stati più facili da passare. Anche i
molto piacevole. E il cambiamento è stato tal- conflitti, che è normale che ci siano, sono stati
mente evidente che alcuni colleghi, che non molto più semplici da gestire, perché li si affron-
conoscevano SEE Learning, hanno chiesto di ta con un’ottica totalmente diversa. Alla fine, si
poter osservare qualche lezione, perché ne sen- è creato un bel gruppo classe, i bambini sono
tivano parlare e volevano vedere com’era stata molto uniti e le relazioni tra loro sono veramen-
possibile questa trasformazione». te positive».
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I
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G
Consapevolezza
RO
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nelle carceri
Per alleviare la sofferenza emotiva
e psicologica dei detenuti
e della collettività, attraverso
percorsi di responsabilità
e comprensione
32
da essi. Quello che ho potuto toccare con mano,
però, è che chi ha sbagliato e ha imparato può
dare di più di chi non ha sbagliato mai. E chi ha
sbagliato e non ha occasione di imparare, sba-
glierà ancora.
TESTIMONIANZE Non dico che tutti i giovani debbano lasciare i la-
“Piantiamo semi giusti” vori fantastici del mondo per venire a lavorare con
Alessia Marchi - Coordinatrice formazione noi e con le persone detenute, ma ognuno ha un
e amministrazione di Liberation Prison Project grande sacco di semi da piantare e ci sono tanti
«Ho 26 anni e volevo diventare una persona modi per scegliere quelli giusti. E allora basta fare
importante, fare la differenza. Quando racconto le partite di pallone con i buoni da una parte e
cosa faccio oggi, molti pensano che io sia pazza. i cattivi dall’altra: giochiamo nella stessa squadra
Perché un giovane dovrebbe scegliere di fare que- e il campionato ce lo portiamo a casa lo stesso».
sto lavoro?
Alla mia generazione hanno insegnato la moder- “Oggi insieme al gruppo di consapevolezza”
na legge di Babilonia “occhio per occhio, dente Laura Loparco - Operatrice certificata
per dente”. Ora ditemi, sta funzionando? Viviamo «Entro in carcere da qualche anno, ma ogni volta
in un’epoca felice? Per il mio futuro voglio mettere faccio i passi lungo il corridoio cercando di entra-
qualche seme buono nel mondo e come ha detto re in uno stato meditativo, di maggiore presenza,
Voltaire: “il grado di civiltà di un Paese si misura richiamo a me le qualità del cuore. Oggi i passi
osservando la condizione delle sue carceri”. sono con Linda.
In LPP ho trovato il coraggio di donare le chiavi Al quinto incontro di questo percorso sento che il
per la porta delle seconde possibilità. È meno do- gruppo è formato: c’è intimità e fiducia nei nostri
loroso tenere lontane le cose che non ci piacciono, confronti, nei miei, che presento la collega in tiro-
soprattutto se ci fanno paura o se ci hanno fatto cinio. Linda è accolta con apertura e disponibilità
male. Sicuramente ci sono errori più difficili di al- e lei si muove fluida proponendosi con sicurezza.
tri da superare e non tutti sono pronti a imparare Stare nel flusso è d’obbligo avendo il filo
33
conduttore nella filosofia buddhista; declinarlo le emozioni è importante sempre, ma è fon-
nel loro quotidiano, questa a volte è la sfida. damentale in un'esperienza forte e "ristretta"
I momenti difficili si alternano a quelli di leggerez- come quella carceraria. La consapevolezza è
za, la consapevolezza prende spazio e in me c’è tuttora per me ascolto, condivisione, aiuto, capi-
gioia perché so che stiamo facendo un buon la- re che vivere il momento aiuta a non consumarsi
voro e che Linda, e gli altri colleghi in tirocinio, co- solo in aspettative o rimpianti. La consapevolez-
minceranno i loro gruppi in altri posti d’Italia per il za è stata una svolta per affrontare il periodo più
beneficio e la crescita di chi vorrà provarci». brutto della mia vita rendendolo costruttivo. Un
incontro che ha reso a colori quel che rischia di
Linda Pina - Operatrice in affiancamento a Laura inghiottirti nel nero profondo.
per tirocinio Pian piano è cambiato il mio modo di vedere
«Laura mi accoglie, si entra. Consegno il docu- il mondo, sentirlo, respirarlo, assaporarlo. Sono
mento alla sbarra, procediamo verso l’aula. C’è cambiato IO.
cura negli ambienti che si attraversano.
Aula Giotto, i partecipanti si presentano, strette di Non ho detto a caso sentire, respirare e assapo-
mano. Seduti in cerchio, il suono dei cimbali è la rare, perché da lì ho avvertito il cambiamento.
porta che apre l’incontro. Spazio calmo, mi sem- Questo mi ha permesso di riconoscere sensa-
bra trascorso solo qualche minuto, un quarto d’ora zioni ed emozioni, senza giudicare, e la cosa più
vola. strana è che si diventa anche osservatori di sé
Si condivide il bilancio emotivo della settimana tra- e sembra di guardarsi per la prima volta. Detto
scorsa: felicità, ansia, sorpresa, tristezza, delusione così sembra facile… ma non lo è!
e rabbia. Le emozioni rimbalzano da uno all’altro, in
reciproco ascolto. Quali strategie adottiamo per af- Ho iniziato il percorso alla disperata ricerca di
frontarle? Spesso la fuga. Un altro momento di me- una soluzione a momenti di grande sconforto.
ditazione e l’ansia di qualcuno diminuisce del 30%! All’inizio ero intimorito, poi ho capito che mi fa-
Ascolto e sento, vedo persone che, guidate da ceva bene esternare e percepire stati d’animo e
Laura, si esplorano, rispettano il gruppo, mostra- difficoltà degli altri: mi sentivo meno solo!
no l’impronta degli incontri fatti. Esprimono grati-
tudine per l’occasione data loro. Proprio come me La nostra operatrice ci ha condotto alla scoper-
che, con loro, mi metto in questo cammino». ta di sensazioni, sfumature e aspetti a me sco-
nosciuti: una continua sorpresa. Ogni volta ero
“Ho avvertito il cambiamento” sempre più arricchito di esperienze che diven-
G. - Ex-detenuto presso il carcere di Milano- tavano mie alleate. Grazie ai compagni! Tanta
Bollate empatia nei nostri silenzi, nel guardarci negli
«Consapevolezza. Ignoravo quanto amore, uma- occhi, tenerci per mano. Il loro calore mi ha ri-
nità e bisogno ci fosse in questa parola. Gestire empito il cuore».
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IL PRIMO MASTER
UNIVERSITARIO
in “Contemplative Studies:
La pratica della meditazione
dalle tradizioni al contemporaneo”
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Per i più meritevoli, l'UBI ha messo
a disposizione 10 borse di studio, che copriranno
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ECOSATTVA
TRAINING
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Pratiche per coltivare l Training per l’EcoSattva è stato specificamente proget-
una risposta alla crisi tato come sostegno a una partecipazione autodidatta e
autoprogrammata, con insegnamenti video di base, con-
ecologica [In partnership
templazioni e approfondimenti. Incoraggiamo la parteci-
con One Earth Sangha]
pazione attraverso gruppi, perché crediamo nella capacità
di Silvia Francescon - Responsabile trasformativa di un Sangha ecologico.
Agenda Ecologia UBI
Attraverso il training, capiremo insieme come individuare e
comprendere le dinamiche interiori generate dalla crisi cli-
matica, come comunicare il tema ecologico in maniera non
divisiva, non violenta e gioiosa, e come trasformare la com-
passione in azione.
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ARGOMENTI DELLE SESSIONI
• SESSIONE 1:
RIUNIRSI E STABILIRE UNA ROTTA
CON KAIRA JEWEL LINGO
PER ACCEDERE:
Iscriviti all’Agenda Ecologia su
www.ubi-ecologia.it (login registrazione)
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ECOLOGIA PROFONDA
E AGRICOLTURA
RIGENERATIVA
Trasformazione dei sistemi alimentari
per le comunità e la biodiversità
di Silvia Francescon
40 Responsabile Agenda Ecologia UBI
T
hich Nhat Hanh diceva che, os- Con Navdanya (“nove semi”) agiamo per
servando la ciotola di riso, pos- valorizzare realtà contadine che promuo-
siamo vedere che quel cibo è vono l’agroecologia come approccio alla
il dono della terra e del cielo. protezione della biodiversità e per soste-
In quella ciotola, possiamo vedere i campi nere le comunità basate sulle relazioni
di riso, il sole, la pioggia, l’agricoltore e il ecologiche. Reti che si trasformano in le-
suo duro lavoro. E, proseguiva il Maestro, gami sociali, che uniscono esperienze del
“fino a quando l’io si sente separato da territorio come il movimento #sfruttazero
ciò che lo circonda (...), sino ad allora non che produce pomodori biologici NO CAP,
potrà emergere il senso dell’inter-essere. il progetto “Un’ape per amica” già soste-
Prendersi cura dell’ambiente e prendersi nuto da UBI, l’impresa sociale Goodland.
cura di sé sono la stessa cosa”. Insieme, intendiamo realizzare un percor-
so alternativo all’agricoltura industriale,
È attorno alla consapevolezza dell’interdi- optando per una bioagricoltura efficace
pendenza che si sviluppa l’agire dell’Agen- non solo da un punto di vista ecologico
da Ecologia di Unione Buddhista Italiana. ma anche da un punto di vista sociale.
Ed è per questo che abbiamo scelto di of-
frire un contributo di pensiero e di azione Partiamo dalla Terra per affrontare la cri-
concreta nell’ambito delle politiche per si climatica. Non si può, infatti, pensare
la transizione ecologica, la rigenerazione e tanto meno realizzare una transizione
degli ecosistemi e il contrasto ai cambia- ecologica senza considerare che l’agricol-
menti climatici realizzando una partner- tura industriale e gli allevamenti intensivi
ship con l’organizzazione Navdanya In- ammontano a quasi un terzo delle emis-
ternational, di cui l’attivista ed ecologista sioni globali climalteranti, mentre non
Vandana Shiva è Presidente. viene valorizzato il potenziale delle piante
Con Vandana Shiva ci accomuna l’espe- e del suolo vivente di riciclare carbonio e
rienza dell’ecologia profonda, una visione raffreddare il pianeta.
eco-centrica promotrice dei Diritti della
Terra e della giustizia climatica. La Natura Con questa partnership non solo voglia-
ha un valore di per sé, non in quanto ri- mo sostenere l’agricoltura biologica e ri-
sorsa utile, utilizzabile e sfruttabile. E con generativa, ma riteniamo necessario pro-
essa siamo un unicum. Questa è l’idea di muovere il lavoro dignitoso e far sì che
ecologia profonda. tutte le fasce di popolazione, anche le più
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povere, possano avere accesso a prodotti con cui abbiamo avviato questo percorso
di qualità, sani, equi e giusti. comune sulla trasformazione dei sistemi
alimentari a tutela delle comunità e della
Intendiamo raccontare storie di trasfor- biodiversità, abbiamo distribuito ai par-
mazione ecologica dei piccoli agricoltori tecipanti i prodotti di alcuni biodistretti
e movimenti di contadini a tutela della italiani che promuovono l’agroecologia e
biodiversità e divulgare, attraverso labo- l’inclusione sociale, dando loro la possi-
ratori itineranti, la pratica dell’agricoltura bilità di apprezzare il sapore di un lavoro
rigenerativa. Nel corso della conferenza dignitoso e della rigenerazione del suolo.
Vandana Shiva
LA CONSAPEVOLEZZA
DEL VIVERE
E DEL MORIRE
Il perché del nostro progetto
di Caterina Giavotto
L’
tanatologa, Agenda Cura UBI
UBI ha aperto al suo interno l’Agenda Il principe Siddhārtha Gautama decide di in-
Cura, e nel mese di ottobre 2022 pren- traprendere il proprio cammino di liberazione
derà avvio la seconda edizione del proprio dopo aver preso consapevolezza della
Corso di Formazione rivolto ai profes- malattia, della vecchiaia e della morte. Nel suo
sionisti sanitari, a tutti coloro che vogliano opera- insegnamento è centrale l’enfasi sul tema del-
re nell’ambito dell’assistenza spirituale e che de- la natura transitoria dei fenomeni. La morte ne
siderino approfondire la propria conoscenza ed rappresenta l’evidenza più netta. Dice infatti il
esperienza sulle tematiche culturali e spirituali Buddha: “di tutte le impronte, quella dell’elefan-
della vita e del fine vita, includendo le conoscen- te è la suprema; di tutte le meditazioni di pre-
ze su questo tema della tradizione buddhista. senza mentale, quella sulla morte è la suprema”.
Da più di mezzo secolo, grazie allo sviluppo della Tuttavia la familiarità con impermanenza e mor-
biomedicina e agli enormi progressi della ricerca te, ancora molto viva nella tradizione buddhista,
medica, il livello generale di salute è nettamente si è affievolita nella cultura occidentale e l’educa-
migliorato e si vive più a lungo. Antibiotici, chirur- zione in questi ambiti è poco coltivata. Tiziano
gia, rianimazione ci hanno dato l’illusione di una Terzani, giornalista e scrittore con una profonda
sorta di immortalità e invincibilità, in un mondo in conoscenza del mondo asiatico, soleva dire che
cui fragilità, malattia e morte vanno il più possibile “non moriamo perché ci ammaliamo, ma ci am-
nascoste e allontanate dalla vista. La morte è così maliamo perché di qualcosa dobbiamo morire”.
diventata un evento clinico da nascondere, qua-
si estromesso dall’orizzonte dell’esistenza e non
più un evento naturale da accettare. La morte è
" didell’elefante
tutte le impronte, quella
è la suprema
spesso vissuta dai medici e dalle persone comu- "
ni come una sconfitta, e questa tendenza porta a Coltivare e allenare questa consapevolezza ci
una sofferenza maggiore perché, oltre ai limiti fi- consente di affrontare con maggiore equilibrio
sici, si apre un ampio spettro di vissuti emozionali i momenti della separazione dalla nostra esi-
con i quali non sappiamo rapportarci ed entrare stenza e/o dai nostri cari, comprendendo che il
in contatto, aggravando quindi quei momenti dolore non è sempre evitabile ma vi è uno spa-
così delicati. zio di alternative nel decidere come viverlo.
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IL CORSO
Il percorso, che si svolgerà in presenza, si esercizi interattivi e laboratori esperienziali.
articolerà in 8 incontri a cadenza mensile da Il corso si svolgerà presso l’Eremo di Ronzano,
ottobre 2022 a maggio 2023, e ciascun incontro Bologna, e presso alcuni Centri residenziali
si svilupperà nel corso di un fine settimana. A dell’Unione Buddhista Italiana. Il programma
ogni modulo, accanto a docenti altamente spe- dettagliato e le sedi definitive saranno comunicati
cializzati, verrà dato ampio spazio a condivisioni, a breve.
OBIETTIVI
• imparare a confrontarsi con il limite, riportando I moduli toccheranno varie tematiche di natura
la morte all’interno dell’esistenza di ciascun essere filosofica, sociale, culturale e psicologica. Si parti-
umano rà dalla costruzione collettiva del significato della
• favorire la diffusione di un’educazione alla morte dal passato a oggi, nelle diverse culture e
fragilità e alla mortalità a beneficio di un’umanità tradizioni religiose con particolare focus sulla tradi-
più matura, compassionevole e consapevole zione buddhista. Si toccheranno poi aspetti legati
• comprendere gli elementi del dolore totale nel all’etica, alla deontologia professionale, alle più re-
fine vita centi legislazioni sul tema delle cure palliative.
• comprendere gli aspetti del morire e del Si esploreranno le origini del movimento hospi-
processo di morte ce, sviluppato in Inghilterra negli anni ’60 con l’a-
• diminuire l’ansia del distacco e la paura della pertura del “St. Christopher’s Hospice” (1967), a
morte opera di Cecily Saunders e parte integrante di un
• utilizzare l’addestramento meditativo come approccio più ampio che caratterizza le cure pal-
preparazione liative.
• imparare a comunicare in modo efficace e Vi saranno poi i moduli dedicati agli aspetti intra-
aperto nelle situazioni difficili personali e relazionali, che saranno svolti con un
• apprendere pratiche specifiche per tutte le fasi taglio concreto ed esperienziale; saranno esplora-
del fine vita ti il concetto psicologico di dolore totale, l’elabo-
• acquisire strumenti utili per l’accompagnamento razione del lutto, la relazione di assistenza, accom-
• avere maggiori strumenti per favorire pagnamento e ascolto nel fine vita, nella malattia
l’elaborazione dei lutti cronica e con le piccole creature come i bambini
e gli animali.
EMANUELA PLUCHINOTTA
Psicologa clinica, istruttrice di protocolli basati sulla presso l’Ospedale Santa Chiara di Pisa. Si occupa di
mindfulness. Collabora come psicologa presso sostegno e formazione, nello specifico in ambito di
la Clinica Pediatrica dell’Ospedale di Padova. Ha malattie croniche, cure palliative e accompagnamento
collaborato con l’ambulatorio di psico-oncologia al fine vita.
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SGUARDI
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guardi è un ciclo
di incontri promosso dall’Agenda
Cura dell’Unione Buddhista
Italiana a partire dall’aprile scorso,
sul tema del vivere e del morire:
sulla consapevolezza necessaria
per rendere la nostra vita più significativa
in ogni momento, anche nelle difficoltà.
Tra gli ospiti Frank Ostaseski, l’ideatore
dello Zen Hospice di San Francisco
per malati terminali, e la tanataloga
Daniela Muggia. Abbiamo anche
incontrato Ferruccio De Bortoli, conosciuto
al grande pubblico come ex Direttore
del Corriere della Sera ed attuale
editorialista del Corriere, ora in un'altra
"veste", cioè in quella di Presidente
di Vidas, organizzazione che si occupa
da 40 anni dell'assistenza ai malati
inguaribili.
Stefano Bettera: Pre- re. Sono gesti banali, uno sguardo, una mano che
sidente, è curioso viene presa, un abbraccio. Mi ha molto colpito - e
che un giornalista lo dico con senso autocritico da giornalista - che
abbia deciso di dedi- in una città che ritenevo di conoscere bene come
care il proprio impe- Milano non ci siamo a lungo accorti di quante so-
gno e il proprio tem- litudini ci fossero nascoste, al di là dei muri di un
po a un’organizzazione palazzo, in un quartiere. Questo è uno degli in-
che si prende cura delle segnamenti che Vidas mi ha trasmesso; mi sono
persone più fragili. Come avvicinato a temi che non sono soltanto relativi
possiamo recuperare anche alla medicina, alle cure palliative - di cui so poco
attraverso l’educazione un o nulla - ma sono temi che riguardano la misura-
senso di cura più generale? zione del grado di civiltà di una società, che è la
Ferruccio De Bortoli: Faccio da sette cura (che non può essere cura da un punto di vista
anni il Presidente di Vidas, a seguito di medico ma può e deve essere cura degli affetti)
un incontro, molto importante e produttivo nell’assistenza delle persone negli ultimi giorni,
di sentimenti, con Giovanna Cavazzoni, fonda- negli ultimi secondi della loro vita.
trice di Vidas. Quando mi sono avvicinato alla real-
tà di Vidas, preso dalla routine del lavoro e da tutta SB: Abbiamo dimenticato cosa voglia dire impa-
una serie di problemi impellenti, mi sono accorto rare a morire. Probabilmente i nostri genitori, i
che la morte non la vogliamo assolutamente ve- nostri nonni avevano molta più familiarità con la
dere. Noi viviamo spesso a livello inconsapevole, morte di quella che abbiamo noi… Si moriva in
totalmente impreparati al rapporto con il fine vita. casa, già da bambini le persone vedevano morire
Non abbiamo una cultura della morte, che poi i nonni, gli adulti, e credo che questa rimozione
tra l’altro è, soprattutto, una cultura della vita. Ho della morte stia diventando una radice molto for-
capito che la civiltà si misura dal modo attraver- te della nostra società. Mi viene in mente quel-
so il quale si accompagnano le persone quando lo che dice il Dalai Lama quando afferma che ci
non hanno più alcuna speranza di vita, perché per conviene quasi quasi essere egoisti nella relazio-
loro ogni secondo di vita residua è l’apertura di un ne; cioè avere la forza e la capacità di ritornare
mondo sconosciuto, un insieme di sentimenti, un al tema della relazione, di ritornare a prendersi
vaso di pandora di emozioni… Sono secondi che cura degli altri perché questo è anche un modo
noi, nella vita quotidiana, tendiamo a sottovaluta- di prendersi cura di noi stessi. Oggi la morte non
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ci insegna più a torna- SB: Però, vedendo l’esperienza di Vidas, oltre
re a questa relazione: l’impegno estremo c’è un modo di stare accan-
c’è un modo di invertire to a chi muore che è quello di recuperare questa
questa tendenza? umanità che ci ridà un po' di speranza, in questo
FDB: Siamo di fronte al mondo che sembra così cinicamente assente ri-
tema della cura dell’altro, spetto alla morte…
del riconoscimento dell’altro FDB: Questa è una delle missioni di Vidas, cioè
come un soggetto e non come quella di accompagnare. E la persona che accom-
uno specchio nel quale ci si possa pagna non prevarica l’altro, ma si siede accanto
ritrovare nella proiezione del proprio all’altro, gli fa sentire una presenza compassio-
Io. L’altro è una persona, che rispon- nevole, misericordiosa, garbata, discreta, non
de, ci accompagna, che riassume anche opprimente. Perché le persone che si trovano in
la nostra alterità quindi anche la nostra diver- quelle condizioni hanno perso anche la loro inti-
sità; spesso è un nostro nemico; spesso è quasi mità, quindi uno dei grandi valori della comuni-
impossibile trovare una relazione con l’altro ma tà di Vidas è quello di trovare la giusta distanza.
questo altro, nel momento della sofferenza, quan- Non necessariamente servono molte parole,
do sente la vita sfuggirgli di mano è una persona possono essere meglio tanti silenzi. L’apparire
che chiede aiuto. E come il gesto di un bambino e il non apparire… può essere molto più effica-
che protende le proprie mani, le proprie braccia ce uno sguardo di tanti discorsi perché quella
verso la mamma, verso i propri sentimenti, beh, persona non deve sentirsi travolta da un ecces-
anche l’anziano si comporta allo stesso modo. Ma so di attenzioni che, proprio nella sua quantità,
è ancora più bambino: è impreparato lui e sia- diventa insincero e falso. Dobbiamo ricordare
mo impreparati noi. Non vogliamo vederlo nella che nell’ebraismo si litiga spesso con Dio (a dif-
condizione in cui si trova perché disturba il nostro ferenza dei cattolici) e una delle frasi che mi ha
orizzonte di normalità. più colpito è quella di un malato terminale di re-
Le persone che ‘non servono più’ vengono messe ligione ebraica che dice alla persona che lo sta
in una sorta di scantinato, in un luogo ultimo… Tra assistendo: “Perché mi tratti come una persona
l’altro andando contro tutte le tradizioni religiose e che sta morendo, proprio io che in questo mo-
contro tutte le civiltà che abbiamo conosciuto nel- mento sto avendo così tanto desiderio di vivere…”
la Storia, che erano molto attente e generose nel E allora l’accompagnamento non può essere una
cercare – pensate agli Egizi – di allungare la morte sorta di “spinta verso la morte”, perché se viene
il più possibile, portando dentro a quelle meravi- percepito così, ebbene è un accompagnamento
gliose tombe tutti gli oggetti che avrebbero po- al calvario della vita. Nella cura palliativa c’è un ac-
tuto accompagnare il defunto. Pensate nei rituali compagnamento compassionevole verso la fine
funebri egizi che tipo di cultura c’era nei confronti della propria vita, nell’idea che la persona malata
della persona che non c’è più, che viene accom- possa riscoprire nel tempo che gli rimane tutta la
pagnata dagli oggetti o dai tributi o da simboli di profondità della vita che ha vissuto e forse anche
venerazione perché possa avere una sua eternità. della vita che avrebbe voluto vivere.
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SB: È una visione spirituale della sanità che con- non solo di prescrizioni e di ricette, ma anche di
divido molto e lei prima parlando di Vidas ha sguardi, di verità a volte molto amare, perché c’è
usato la parola comunità, il Sangha per i Buddhi- un consenso informato, una disciplina molto rigo-
sti, ovvero non esiste alcun percorso spirituale rosa. Però non basta nemmeno seguirla fino in fon-
che di fatto non sia un percorso di comunità ed do questa disciplina, perché se il medico la seguis-
è bello vedere Vidas come una comunità capa- se in modo inappuntabile ma fosse nel suo modo
ce di condividere la sofferenza. Come è possi- di porsi troppo professionale, freddo e distaccato,
bile portare questo senso di comunità nella no- verrebbe ovviamente meno a quel rapporto con il
stra società, che invece fa tutto fuorché entrare malato che è qualcosa di inesplorato e che fa par-
in relazione con la fragilità? te di un’intesa che si può creare tra persone diver-
FDB: La comunità di per sé è una cura. L’ospedale se; che non è razionalizzabile, non è riducibile ad
Ca' Granda nel Cinquecento è stato costruito al uno schema, ad un protocollo, ma che è fatto di
confine della città, sul Naviglio, ed è stato conce- sentimenti, di intuito, di qualcosa di assolutamen-
pito come una piccola “città della cura”, perché la te impalpabile. Se uno guarda al significato
cura portava al riconoscimento della cittadinanza. del verbo rassicurare, che ha nella propria
Si veniva curati in una situazione in cui ti trovavi etimologia quella cura intesa come pre-
all’interno di una città, di un borgo, di una comu- occupazione, ansia, inquietudine, aver
nità; perché la cura migliore è quella di far sentire cura vuol dire saper accompagnare,
i cittadini parte della comunità. Altrimenti diventa saper trovare il modo di dire una
una prigione, una condizione di separazione, di verità magari addolcendola ma
contraddizione tra momenti diversi, di separazio- non negandola… Mi colpisce
ne tra condizioni che finiscono per diventare an- che in inglese si usa sempre
tagoniste. questo verbo to look after,
quindi di preoccupazione
SB: Di cosa si nutre la cura e come è possibile che sta al di là… Cioè se
"istituzionalizzarla" in un contesto sanitario? devo curarmi di una per-
FDB: La cura è un insieme di cose inutili all’ap- sona devo preoccuparmi
parenza nella vita quotidiana di noi che siamo di ciò che verrà dopo e nel
sani e che non siamo consapevoli dello stato caso di una cura palliativa
di grazia che stiamo vivendo, ma lo riteniamo magari questo dopo non
una sorta di diritto acquisito. Nel sostantivo fem- c’è o non siamo sicuri che ci
minile cura ci sono molteplici significati, però sia. Allora, la risposta è che
non sfugge che alla radice di cura ci sia anche non sempre c’è una cura; ci
il cuore… Allora la cura non è soltanto la medici- sono però tante altre cure:
na, la terapia, e non voglio svalutare il ruolo pro- quella del cuore, dell’ascolto,
fessionale dei medici, ma penso di interpretare dell’affetto, della semplice cor-
l’evoluzione migliore della medicina che è fatta tesia personale, della presenza,
anche di dialogo con il proprio paziente; è fatta magari senza dire nulla.
TI
EN
TA I
U N NT
M
PP EVE
A
Non aspettare
E
F
rank Ostaseski è un insegnante buddhi- pubblicato in italiano si intitola “I cinque inviti.
sta di fama internazionale, cofondatore Come la morte può insegnarci a vivere piena-
dello Zen Hospice Project e fondatore mente” ed è edito da Mondadori. I 5 inviti, che
del Metta Institute, creato per fornire sono stati sviluppati insieme alle persone che
un’educazione alle dimensioni spirituali del vi- stavano morendo, sono i 5 principi che abbia-
vere, del morire e del cambiamento, anche at- mo utilizzato per prenderci cura di loro. Il primo
traverso la formazione di personale sanitario. è "Non aspettare"; il secondo "Dai il benvenuto
Nel 2018 Frank ha ricevuto un prestigioso ri- a tutto e non rifiutare nulla"; il terzo "Porta tut-
conoscimento, l’Humanities award of the Ame- to te stesso nell'esperienza"; il quarto "Trova un
rican Academy of Hospice and Palliative Care: luogo per riposare nel bel mezzo delle cose";
ha accompagnato molte persone nel processo il quinto "Coltiva la mente del non sapere". Osta-
del morire e formato moltissimi professionisti seski è intervenuto al convegno dell’agenda
che operano in questi campi. Il suo ultimo libro Cura dell’UBI ‘Sguardi’, approfondendo il primo
dei suoi inviti, “Non aspettare”. Ha poi risposto
ad alcune domande del pubblico.
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L’impermanenza
è la natura
della vita,
è intessuta
nell’esistenza.
E R
DA LEGGE
I 5 inviti
"Non aspettare"
"Dai il benvenuto a tutto e non rifiutare nulla"
"Porta tutto te stesso nell'esperienza"
"Trova un luogo per riposare nel bel mezzo delle cose"
"Coltiva la mente del non sapere"
Se la smettessimo di dividerla per comparti- al quale ci troveremo tutti. Lo abbiamo troppo
menti potremmo considerare la morte come lo razionalizzato oppure abbiamo mistificato il pro-
stadio ultimo della crescita delle nostre vite, che cesso.
ci dà un'opportunità senza precedenti per la tra-
sformazione. Potremmo anche rivolgerci alla Morire ha a che vedere con le relazioni, con noi
morte come alla più grande maestra che abbia- stessi, con Dio, con la natura di Buddha, qualun-
mo e chiederle: "Come devo vivere?" So che l'in- que sia il nome che diamo a questa gentilezza ul-
contro con la morte può aprirci alle dimensioni tima che ci accompagna.
più profonde della nostra umanità, invece noi
tendiamo a svalutare il morire. Invece è necessa- I MIEI MAESTRI
rio intrattenere una conversazione più significati- "La morte è un elefante nella stanza" è una verità
va con la morte, perché molte persone muoiono che tutti conosciamo, ma cerchiamo tutti di non
nello stress della paura e penso che possiamo parlarne. Cerchiamo di tenerla a distanza, ci pro-
fare molto al riguardo. Mi sembra che abbiamo iettiamo sopra tutte le nostre paure, ci inventiamo
delegato la discussione sulla morte ai medici, alle su delle barzellette, cerchiamo di non darle rilie-
imprese funebri, ai preti, e abbiamo perso il con- vo, anzi di scartarla, evitarla. Io ho dedicato qua-
trollo di uno degli eventi più significativi davanti si tutta la mia vita da adulto a servire i morenti.
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Alcune di queste persone sono arrivate alla mor- desiderato per tutta la vita e trovavano gentilezza,
te piene di dispiacere, altre invece rifiorivano e accettazione. Altri invece cadevano in depressio-
passavano da quella porta piene di meraviglia. ne e si sentivano senza speranza. Tutti sono stati
E cos'è che faceva la differenza? La volontà di miei insegnanti. Tutti.
entrare gradualmente nella dimensione più pro-
fonda di cosa voglia dire essere umano. E non è LA VITA È IMPERMANENZA
facile essere un essere umano. Quello che racconto non è una favola, non sto
facendo del romanticismo sulla morte. Vedo che
Molte persone con cui ho lavorato erano alcoliz- ciò accade continuamente alle persone negli ul-
zati, prostitute, persone ai margini della società, e timi mesi, a volte negli ultimi momenti, delle loro
spesso avevano un volto pieno di rassegnazione, vite e magari voi potreste dire “è troppo tardi”, e
di rabbia; avevano perso la fiducia nell'umanità. io sarei pure d’accordo. Però il valore non sta in
Alcuni provenivano da culture che non cono- quanto a lungo si sono goduti l’esperienza della
scevo, parlavano lingue che non comprendevo, vita, ma nella possibilità della trasformazione. Se
alcuni avevano fede e altri no. Una persona di quella possibilità esiste in quel momento, esiste
origine vietnamita aveva molta paura dei fanta- anche adesso, e penso che tutti possiamo ap-
smi; nell'hospice il suo compagno di stanza era prezzare la consapevolezza della morte. Per ap-
afroamericano e tutte le mattine diceva di essere prezzare che siamo vivi; per chiarire i nostri valori,
stato visitato da sua madre morta; erano dei com- le nostre aspirazioni; magari per generare azioni
pagni di stanza piuttosto interessanti questi due. positive che migliorino il mondo. L’impermanen-
Poi c'era un padre emofiliaco che aveva contratto za è la natura della vita, è intessuta nell’esistenza.
l’HIV a causa di una trasfusione, ma l'anno prima Penso che sia possibile aggrapparsi all’amore e
aveva disconosciuto il figlio perché gay quando alla compassione non soltanto nel momento del-
gli aveva annunciato di essere positivo; alla fine la morte. Penso che l’incertezza della vita ci possa
della vita entrambi stavano morendo di Aids e conferire una prospettiva e quando riconosciamo
stavano l'uno accanto all'altro, su due letti vicini; la precarietà della vita riusciamo ad apprezzarne
la madre e moglie si prendeva cura di loro. Molte la preziosità. E allora non vogliamo perderci nem-
delle persone di cui mi sono preso cura erano lu- meno un minuto, vogliamo entrarci pienamente e
minose, circondate dall'amore; altre erano confu- usare la nostra vita in maniera responsabile.
se e completamente sole. A volte lavoriamo con
persone che hanno grande potere politico, una Molti di noi pensano che la morte arriverà più
fantastica assicurazione sanitaria; altre volte inve- avanti; quest’idea crea un’illusione comoda
ce con i rifugiati, che hanno soltanto la maglietta dell’esistenza, ma il cambiamento è costante,
che indossano. Di fatto per alcuni morire era un non arriva più tardi, è adesso. L’impermanenza
dono, si riconciliavano con membri della famiglia è intessuta in tutti gli aspetti delle nostre vite.
che pensavano di aver perso, potevano esprime- Dov’è la colazione di questa mattina, per esem-
re pienamente l’amore e il perdono che avevano pio? Dov’è l’aver fatto l’amore questa notte?
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Alcune di queste persone sono arrivate alla morte piene
di dispiacere, altre invece rifiorivano e passavano da quella porta
piene di meraviglia e cos'è che faceva la differenza? La volontà
di entrare gradualmente nella dimensione più profonda di cosa
voglia dire essere umano. E non è facile essere un essere umano.
Dov’è la nostra infanzia? Dal punto di vista intel- una prospettiva diversa. Mi dicono “Beh, adesso
lettuale lo comprendiamo bene, ma penso che posso dire di no al lavoro, alle persone, alle at-
il nostro lavoro consista nello spostare questa tività che non mi interessano… prima mi sentivo
comprensione dalla mente al profondo dei nostri obbligato a dire sempre di sì e invece adesso, fi-
cuori. L’impermanenza non è la causa della nostra nalmente, mi posso riposare”. Dobbiamo morire
sofferenza, dobbiamo fidarci del cambiamento prima di poterci riposare in pace?
costante. Senza l’impermanenza la vita, semplice-
mente, non potrebbe esserci. L’impermanenza ci DIVENTARE ESSERI UMANI
fa sentire molto umili, ci serve, e il modo in cui Penso che essere un essere umano sia molto più
si manifesta è completamente imprevedibile. Sia- di nascere, avere un’istruzione, trovare un partner,
mo tutti d’accordo sul fatto che la vita sia un flusso una bella casa; penso che sia un invito a sentire
costante, però finiamo ad aggrapparci all’illusio- tutto, a entrare in contatto diretto con cose belle,
ne che noi siamo solidi. con cose orribili e con cose ordinarie. È ciò che
chiamiamo vita: un’opportunità per essere consa-
Alcuni anni fa ero in Giappone nella stagione del- pevoli che alcuni di noi faranno l’amore, altri fa-
la fioritura dei ciliegi e c’erano dei fiori meraviglio- ranno la guerra, come vediamo in questi giorni.
si che ricoprivano le colline. Durano soltanto po- Riconoscere che ci sono piccoli nati tra braccia
che settimane questi fiori. Dove insegno nel Nord amorevoli e bambini abbandonati appena nati
Occidentale degli Stati Uniti, nello chalet dove nei cassonetti. In America ci sono teenagers che
vivo, ci sono dei fiori di lino, piccoli e blu. Questi vengono uccisi con le armi da fuoco a scuola e
fiori durano soltanto un giorno. Ditemi, perché i altri che invece pretendono di avere il potere, la
fiori di lino blu e i fiori di ciliegio sono più belli verità assoluta. Ci sono le urla notturne dei bam-
di quelli di plastica? Quelli di plastica durano per bini nei campi rifugiati in Ucraina e le risate dei
sempre… Ma non è forse la brevità della loro esi- bambini nei nostri comodi soggiorni. C’è la de-
stenza che ci cattura? Che ci invita alla meraviglia, vastazione, c’è l’assenza di speranza e c’è anche
alla gratitudine? Succede che le persone che sco- la passione, il sacro impegno di creare un futuro
prono di avere un cancro all’inizio non ne parlano migliore per tutti. Ci sono io che parlo e voi che
con la famiglia o con i medici, ma con gli scono- ascoltate; e la separazione che appare tra noi.
sciuti e a volte anche con me. Si tratta di una gra- E poi c’è un’unità che sentiamo immediatamen-
titudine segreta; io la chiamo così. Vi svelerò il se- te quando ci ricordiamo che esiste l’amore.
greto. Dopo lo shock iniziale della diagnosi viene Non aspettare. Non aspettate.
ricevuta la prognosi e dopo che questo shock se
ne va queste persone mi esprimono una sorta di
sollievo perché una malattia terminale gli ha dato
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DOMANDE DAL PUBBLICO
Alessio I miei genitori sono morti a un mese di di- Giulia Che ruolo può avere un assistente sociale
stanza. Dopo che è morto il papà, la mamma ha nell’ambito delle cure palliative in Italia? Perché in
iniziato a non parlare e a non mangiare più… Mi questo campo non è considerato una figura im-
chiedo: com’è la morte di chi vuole raggiungere la portante…
persona amata?
F.O. Io penso che tu sia importante non a causa
F.O. Alessio, prima di tutto, vorrei esprimerti il del tuo ruolo ma a causa della tua umanità; quindi
mio dolore per le tue perdite ravvicinate. Come non sottostimare il potere della semplice presenza
hai suggerito, non è inusuale che il partner muo- umana. Non sottostimare la qualità della presen-
ia poco tempo dopo. Non so se è un desiderio, za con la famiglia che ha a che fare con la malattia
magari per alcune persone lo è… Penso sia molto terminale. Una delle cose per cui ti hanno forma-
difficile capire come continuare ad andare avanti to come assistente sociale è quella di ascoltare,
senza la persona che amiamo. Il lutto è un amo- giusto? Quindi, penso che ascoltare sia uno dei
re che non ha nessun luogo dove andare. A volte modi più importanti per esprimere il nostro amo-
quando muore il nostro partner abbiamo questa re. Quando ascolti devotamente riesci a far traspa-
esperienza; non possiamo convincere qualcuno a rire la verità di chi hai davanti. Può anche essere
non sentirsi più così, ma possiamo aiutarlo a sco- una conversazione molto semplice. Il processo di
prire un altro modo di sperimentare quell’amore. revisione della vita a volte è troppo lineare, capi-
Ad esempio invitandolo a condividere storie sulla sci? Bisogna fare una domanda contro intuitiva.
persona cara che è deceduta, magari anche sto- Per esempio: “Qual è la cosa che ti piacerebbe ri-
rie che sapevamo già da prima; dobbiamo offrirgli cordare?” Questa domanda porta la persona fuori
ascolto generoso, senza voler aggiustare le cose, dall’esperienza logica, la mette nell’esperienza di-
senza dare consigli o soluzioni, solo ascoltare. A retta. Se magari poi condividono qualcosa, gli puoi
volte quando quella storia viene raccontata ad alta chiedere, ad esempio: “Cosa ricordi dell’odore di
voce le persone trovano altre modalità di esprime- tua madre?”. Si va in questa esperienza di memoria
re il loro amore per chi è morto. profonda e magari ti possono raccontare qualco-
sa. Non importa che le persone pensino o meno
che sei di valore; l’importante è che lo pensi tu e
che tu porti il valore della tua presenza umana alle
persone con cui lavori. Nessuno ti ha formato a fare
Il lutto è un amore questo, ma lo puoi fare perché sei un essere uma-
che non ha nessun luogo no. Fai domande aperte… usa il tuo buon cuore e
dove andare. lascia che esso sia la tua guida.
SEMI
DI FUTURO
R
ipensare “i Saperi” e le metodologie L’Agenda Educazione dell’UBI, attraverso un
educative in modo innovativo e inter- convegno dedicato (Semi di futuro: consape-
disciplinare è una direzione fonda- volezza e cura nell’azione educativa, sabato 1
mentale per costruire una nuova etica ottobre 2022), si propone di mettere a fuoco e
e società. L’intento è di sviluppare competenze valorizzare i punti di pregio di alcune proposte
che permettano a bambini e ragazzi e ai loro educative già presenti nella scuola italiana, tra
educatori (genitori e docenti) di affrontare le le quali l’avanguardia educativa Service Lear-
sfide di un futuro sempre più variegato, globa- ning, che toccano temi contemporanei come
le e interconnesso. l’alfabetizzazione L2 per bambini neoarrivati in
Italia, quella socio-emotiva per bambini e ragaz-
zi (progetto SEE Learning) e l’ educazione civica
e ambientale (progetto To bee or not to bee).
56
Consapevolezza e cura
nell’azione educativa.
A ottobre, il Convegno Agenda
Educazione UBI
di Monica Colli - scrittrice, formatrice e
coordinatrice Convegno Agenda Educazione
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PROGRAMMA
CONVEGNO
LUOGO:
Mattino
Roma (location Relais
9.15 Saluti Istituzionali
Castrum Boccea - 80/100
posti in presenza - più i 9.45 Il service learning:
partecipanti in diretta un esempio di avanguardia educativa
streaming) Italo Fiorin
ROMA
ORE 10:00 -12:30
AU L A C O N S I L I A R E
“GIORGIO FREGOSI”,
PALAZZO VALENTINI,
VIA IV NOVEMBRE 119/A
CONNES
SIONE
Il lascito di speranza
del Vesak 2022
di Rev. Elena Seishin Viviani - Vice Presidente UBI
“C
iò che viene comunemente fettamente lo spirito del Vesak, la ricorrenza che
chiamato ‘religione’, quella rete celebra in un’unica soluzione Nascita, Risveglio e
di riti, mitologie e mistificazioni Nirvana di Buddha Śhākyamuni. Il Vesak garan-
comincia a rivelarsi come una tisce la continuità dell’esperienza viva della vita
sorta di bozzolo intessuto per proteggere quel- del Buddha nella discontinuità dei tempi: è cele-
la fede più intima e assolutamente necessaria”: brazione del mito in cui tutte le diverse Tradizioni
la visione della religione fatta da Gregory Bate- buddhiste sono saldamente radicate e ri-attualiz-
son nel suo ‘Dove gli angeli esitano’ traduce per- zazione dell’evento salvifico attraverso il rito.
I vari contesti antropologico-culturali in cui le hara so grate boji so wa ka" l’auspicio che
scuole buddhiste sono nate ed hanno diffuso tutti possano andare ’Al di là dell’Al di là’ che
il Dharma hanno prodotto percorsi spirituali è esito, nirvana e liberazione finale.
e sensibilità liturgiche proprie con cui hanno
trasmesso lo stesso sapere e saper fare. La festa ha seguito il rito ed è diventata
Nel nostro paese molte di quelle Tradizioni condivisione del cibo, della musica e
celebrano insieme il Vesak - quest’anno a To- dell’arte: tutti ne hanno potuto beneficiare
rino, in san Pietro in Vincoli, il 28 e 29 mag- in un’atmosfera accogliente e pacifica.
gio scorsi - facendo memoria della comune
matrice, la Via di Liberazione incarnata nel Un grazie va a tutti coloro che hanno reso
Buddha. possibile questo Vesak 2022, primo in pre-
senza dopo due anni di odiosa pandemia,
Il Vesak è azione dinamica e ai partecipanti che, con la propria presen-
della Comunità buddhista: za, hanno testimoniato che la fede, ‘intima e
facendo memoria della vita assolutamente necessaria’, può trasformarsi
e dell’Insegnamento dell’‘Onorato nel collante di una comunità allagata e inclu-
dal Mondo’ celebra la propria siva, espressione di quell’‘interessere’ che
identità e la propria fede, ‘intima Thich Nhat Hanh - il gentile Maestro vietna-
mita scomparso quest’anno, e a cui questo
e assolutamente necessaria’.
Vesak 2022 è stato dedicato - ha predicato
durante tutta la sua vita: non viviamo soli
Così hanno fatto le scuole Theravada nel rito su questo Pianeta e non ne siamo padroni;
della Nascita - aspergendo con acqua profu- esistiamo solo in quanto relazione.
mata il Buddha bambino - ricordando l’epifa-
nia, la manifestazione del divino. Al Buddha
seduto nella postura del Risveglio sono state
Interconnessione
porte offerte dai fedeli kata in processione, in
segno di devozione, mentre i maestri tibetani invece che divisione,
di Tradizione Kagyu intonavano preghiere di prevaricazione
buon auspicio per ogni essere senziente. In- e violenza sono il
fine, la potenza del Sutra del Cuore accom- lascito prezioso intriso di vitale
pagnato dal speranza: il Vesak 2022 è stata
ritmo del tam-
un’edizione ‘impegnata’
buro, dai mudra
nella pratica per la Pace e nella
e dai dharani dei
riflessione della responsabilità
VESAK monaci Zen ha si-
che il Sangha può e deve
2022 gillato col mantra
universale "Gyate testimoniare quale forza
28 e 29 Maggio
rigenerativa per questa Terra.
, Torino
San Pietro in
via San Pietro
Vincoli Zona
in Vincoli 28
Teatro Gyate hara grate
61
LA DIMENSIONE
CONTEMPLATIVA
DELLA VITA
62
‘L
a contemplazione è qualcosa di de-
finitivo, qualcosa che si ricollega col
fine stesso della Vita; non è mezzo
per raggiungere qualcosa d’altro’.
L’atto contemplativo ha in sé la propria ragion
d’essere, il proprio fondamento. La contem-
plazione non può essere manipolata per rag-
giungere un altro fine. In tal senso, non è una
tappa. Non ha un’intenzionalità ulteriore. L’atto
contemplativo è puramente spontaneo, libero,
incondizionato.
‘Il contemplativo è colui che semplicemente
«siede», semplicemente «è», vive. La contem-
plazione è il respiro stesso della Vita’. Le paro-
le di Raimon Pannikkar (dal saggio “Lo spirito
contemplativo: una sfida alla modernità”) sono
state viatico ai lavori del Seminario Interreli-
gioso “La dimensione contemplativa della vita”
che si è tenuto a Roma lo scorso 7 maggio e
che è stato frutto della collaborazione tra tre
grandi Tradizioni che compongono il tavolo
del dialogo interreligioso cristiano, induista e
buddhista dell’UNEDI - l’Ufficio Nazionale per
l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della
CEI - la Conferenza episcopale Italiana.
64
LA CONTEMPLAZIONE
È QUALCOSA DI DEFINITIVO,
QUALCOSA CHE SI RICOLLEGA
COL FINE STESSO
DELLA VITA; NON È MEZZO
PER RAGGIUNGERE QUALCOSA
D’ALTRO
LA CONTEMPLAZIONE
‘È sfida all’organizzazione dello spazio delle no-
stre società e rilancia la questione del centro del
tesori spirituali delle altre visioni religiose. L’in- nostro spazio vitale. Cosa sta al centro e come vi
tento dell’iniziativa è stato il desiderio condivi- si colloca (Dio, l’io, il cosmo, l’Unitotalità)? Quale
so di conoscere ed approfondire il tema delle circonferenza stabilisce tale centro? Cosa inclu-
pratiche di meditazione, quale ingrediente de e cosa esclude? Dove si trova il suo punto
per vivere la dimensione contemplativa della di equilibrio? Delimita uno spazio ospitale o
vita. Superando così la sua riduzione o bana- inospitale, chiuso o aperto, uniforme o attento
lizzazione a mera tecnica per realizzare, quan- all’alterità?’
do va bene, una sorta di benessere psicofisico Con queste considerazioni si è aperto il conve-
che la depriva del suo significato fondamenta- gno, in cui si è cercato di ricondurre la contem-
le, ovvero quello di essere il cuore pulsante di plazione alla sua valenza originale di metodo,
un via spirituale. quale Via integrale di esperienza spirituale.
65
I RELATORI E LE TRADIZIONI
Il contributo dei relatori buddhisti - il professor smo sono in ultima analisi legate alla descrizione
Francesco Sferra per il Buddhismo delle origini, della mente liberata e della mente soggetta al
il ven. Geshe Gelek per la Tradizione Ghelupa vincolo dei condizionamenti abituali.
e il rev. F. Taiten Guareschi per quella Zen - ha
evidenziato la ricchezza di visioni diverse pur ap- La tradizione Ghelupa ha affrontato la medita-
partenendo alla stessa matrice, l’esperienza del zione da due diverse prospettive.
Risveglio del Buddha. In quella Sutrayana, la mente stabile e chiara si
Per la tradizione Theravada la pratica della con- porta ad analizzare la realtà per comprendere
templazione va intesa, essenzialmente e prima di la sua natura ultima e sviluppare così la visio-
ogni altra considerazione, come l’esperienza del- ne superiore. Alla fine, con l'unione del calmo
la ‘realtà così come è’ - yathābhūtaṃ -, vale a dire dimorare e la visione superiore che osserva di-
della realtà come si presenta, come appare alla rettamente la vacuità, si genera l'antidoto della
mente priva delle costruzioni concettuali. Nella saggezza che sarà in grado di rimuovere tutti
fase antica della tradizione Theravāda si è in ge- gli strati di ignoranza attraverso i diversi bumi e
nerale più interessati a descrivere il ‘come’ delle raggiungere così lo stato di Buddha, ottenendo
cose piuttosto che il ‘cosa’ esse siano e vi sono in questo modo il calmo dimorare prima di otte-
numerosi metodi e strumenti, la maggior parte nere lo stato della visione superiore.
dei quali segue uno schema di base comune: Nel Veicolo del Tantra, il calmo dimorare e la vi-
sione superiore possono essere raggiunti simul-
A focalizzazione della mente taneamente attraverso lo Yoga della Divinità,
una pratica meditativa essenziale del Vajrayana
che permette, da un lato, di unire inseparabil-
B sviluppo della calma concentrata mente metodo e saggezza in una sola mente e
di creare la causa del corpo di un Buddha.
Nella prospettiva della Tradizione Soto Zen, in-
C visione/esperienza della realtà senza fine, è stato affrontato il tema di come controlla-
il filtro della concettualizzazione re la propria mente, la propria coscienza, duran-
te lo zazen, ovvero la pratica della meditazione
seduta.
D liberazione o purificazione
della mente dagli ‘inquinanti’,
ovvero attaccamento, avversione, NEL VEICOLO DEL TANTRA,
nescienza e loro progenie.
IL CALMO DIMORARE E
Nella descrizione dei dettagli sul «come» mette- LA VISIONE SUPERIORE
re in pratica la contemplazione vi sono numerosi POSSONO ESSERE RAGGIUNTI
elementi originali, a cominciare da una disamina
precisa del funzionamento della mente e dei fat-
SIMULTANEAMENTE
tori mentali. Tutte le dottrine tipiche del Buddhi- ATTRAVERSO LO YOGA
DELLA DIVINITÀ
66
Nel Fukanzazengi - L’universale virtù dello zazen
- il Maestro Dōgen (1200-1253) così si esprime:
“Pensate partendo dall'intimo, dal profondo del
non pensiero. Non pensate partendo dall'intimo,
dal profondo del pensiero. Ecco hishiryō il segre-
to dello Zen”. IL CERVELLO ASSOMIGLIA
AD UNA FINESTRA APERTA
Nei primi minuti di pratica, il cervello assomiglia
ad una finestra aperta attraverso la quale soffia
ATTRAVERSO
una forte corrente d'aria; i pensieri insorgono LA QUALE SOFFIA UNA FORTE
senza tregua. Poi, con il protrarsi della pratica,
il flusso dei pensieri si assottiglia e infine cessa.
CORRENTE D'ARIA; I PENSIERI
Scomparsi i pensieri subentra lo stato di concen- INSORGONO
trazione, (gp. shi), vale a dire samatha (scr.). La SENZA TREGUA. POI, CON IL
cessazione del pensiero costituisce soltanto un
aspetto della vera condizione dello zazen e può
PROTRARSI DELLA PRATICA,
condurre a uno stato di sonnolenza (gp. kontin). IL FLUSSO DEI PENSIERI SI
Lo spirito non può mantenere lo stato di vigilan- ASSOTTIGLIA E INFINE CESSA.
za che richiede una certa tensione della coscien-
za ed esige un'attività. Questa vigilanza attiva è
l'osservazione (gp. kan), la seconda componente
della condizione dello zazen. L'unione di shi e kan
dà luogo al giusto atteggiamento della coscienza
che viene chiamato hishiryō (gp.), pensiero asso-
luto al di là del pensiero.
Hishiryō, il superamento del pensiero, è la rispo-
sta di Dōgen Zenji. Lo zazen dunque non è passo
a passo, non è la pratica della meditazione, ma la
porta di pace e gioia del Dharma, pratica e prova
del Risveglio, azione manifesta del koan.
67
TI
UL
C
IL CAMMINO
BUDDHISTA
ITALIANO
L’uomo non ha mai smesso di camminare,
il buddhista fa del cammino spirituale
la sua Via di realizzazione
del Maestro Carlo Tetsugen Serra
O
ggi le proposte di cammini e pelle- una parte della nostra pratica non dovremmo
grinaggi nel mondo sono tantissime, offrire dei percorsi di conoscenza e di esperien-
solo come esempio il MoMa (Museo za spirituale? Da questo pensiero e da quello di
di Arte Moderna) di New York propone almeno far conoscere i centri Buddhisti in Italia è nato
una quindicina di percorsi conoscitivi assai ben il Cammino Buddhista “La Via del Risveglio”.
articolati che vanno dal design all'architettura
moderna, passando per la grafica pubblicitaria e DIVERSE TRADIZIONI
per la pop art. Allora è nata una domanda: ma Qualsiasi cammino diventa pellegrinaggio
se il mondo laico sa realizzare delle iniziative così verso la propria meta di realizzazione quando
lodevoli per perseguire i propri scopi istituziona- è vissuto come un’occasione per fare un’espe-
li (o, talvolta, per business), perché noi Buddhi- rienza più intensa e spirituale, per sperimentare
sti che facciamo della meditazione camminata quegli elementi che costituiscono il cammino
68
della vita e che lì sono concentrati in pochi soprattutto dalle fasce più giovani sensibili
giorni o settimane. Si va più a fondo, anche per all’ambiente e a un modo di vivere naturale.
la grazia dei luoghi che incontriamo, come per Il Cammino Buddhista Italiano “La Via del Ri-
le persone e le occasioni di pratica che si apro- sveglio” è un’occasione per chi lo percorre di
no in un cammino che diviene pellegrinag- un cammino-pellegrinaggio alla scoperta dei
gio verso la nostra meta interiore. In Italia sono centri, templi e monasteri buddhisti in Italia,
molti i cammini, dal più famoso “La via Fran- delle diverse tradizioni, nel contesto in cui sono
cigena” ai meno conosciuti come il “Cammino inseriti, che siano in luoghi isolati e ameni o im-
Celeste” in Friuli. Molti sono pellegrinaggi reli- mersi nelle città e nel pulsare della contempo-
giosi, altri naturalistici. Il contesto in cui si inseri- raneità. Per il praticante buddhista ogni luogo
sce il Cammino Buddhista è quello dei cammini è un luogo di conoscenza e pratica per il suo
sacri. Un’area che trova sempre più attenzione cammino spirituale.
69
LA VIA DEL RISVEGLIO
Il Cammino Buddhista, in via di mappatura com- Il cammino buddhista percorribile in ogni stagio-
pleta, per ora parte dal Centro buddhista di ne offre una mappatura dei centri buddhisti che
Bordo (comune di Viganella, prov. di Verbano- possono ospitare il pellegrino anche nel pernot-
Cusio-Ossola in Piemonte) a un’altitudine di 750 tamento, e/o i luoghi di ospitalità esterni ai cen-
metri raggiungibile solo a piedi, e arriva al tem- tri buddhisti, così come i luoghi da visitare nello
pio Zen Anshin nel cuore di Roma a Trastevere spostamento del cammino da un centro all’altro.
passando per più di sedici centri buddhisti con Offre al pellegrino tutti i contatti utili dei centri
cinquantasei tappe. Ma sono previsti altri due buddhisti da visitare: quali sono le modalità di
cammini, uno da Roma a Palermo e l’altro un accesso, le persone di riferimento, cosa possono
anello in Veneto e Friuli, in modo da portare a offrire (se pasti, alloggio, se poter meditare con il
conoscenza più centri buddhisti italiani possibi- Sangha del centro o solo una visita in amicizia):
li. Non si esclude in un futuro un ampio cammi- sarà il pellegrino che, nel limite del possibile in-
no che coinvolgerà i centri buddhisti europei. certo camminare, pianificherà le visite.
sosta per qualche minuto e immergiti nel paesag- e chiedi a chi va più veloce di trovare assieme l’ar-
gio, non importa che siano verdi campi o strade monia della condivisione dell’incedere. Cosicché
di città. La manifestazione della nostra Natura di un passo di molti divenga un unico passo.
Buddha è in ogni dove senza discriminazione.
• Se hai bisogno di aiuto, non avere timore a chie-
• Mentre si cammina la mente può diventare pro- derlo alle persone che incontri sulla via: chiedere
fondamente calma e tranquilla. Se hai la possibilità aiuto non è segno di debolezza ma di condivisio-
fermati, siediti o resta in piedi per permettere alla ne, è permettere agli altri di manifestare la loro
mente di sperimentare questa calma e tranquillità migliore natura, quella del dono. Impara a dare,
in un momento di meditazione profonda, poi ri- ricevere e condividere, quanto possiedi di cibo,
prendi il camminare. bevande, ma anche esperienza, ascolto, consigli
e aiuto.
• Camminando con la mente aperta ogni compa-
gno di viaggio diventa un amico di vita qui e ora. Il • Il pellegrino buddhista contribuisce a tenere
pellegrino buddhista apre gli stretti muri che ci di- pulita la via che percorre qualunque sia, sentieri
vidono dall’altro, esprime la speranza, la fiducia e o strade. Raccogli qualche bottiglia o sacchetto
la convinzione che l’umanità tutta nel suo insieme di plastica per aumentare la tua sensibilità verso il
prospera meglio quando prospera tutti insieme. pianeta, evitando di irritarti e lamentarti per i rifiuti
Interconnessione e interdipendenza si esprimono lasciati da altri.
al meglio quando facciamo un percorso di condi-
visione assieme ad altri pellegrini. • Il pellegrino buddhista, o laico, cammina per ele-
varsi ad una nuova prospettiva. Una prospettiva
• I compagni di cammino non hanno tutti lo stesso universale, che condivide le sofferenze e le gioie
passo, per cui, sii rispettoso di chi va più lento di te, di tutti come ideale guida.
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LIBERI
E PRESENTI
Ubiliber, i primi mattoni
di una casa editrice buddhista
di Emanuele Basile - Direttore Editoriale
Ubiliber
E
d eccoci al primo
compleanno di Ubi-
liber. Se diciotto mesi fa
esistevamo solo sulla carta,
oggi da buoni editori anche, ma quel
foglio programmatico è diventato tri-
dimensionale, arricchendosi di parole,
immagini, copertina, alette, contenuti: si
è fatto volume. Ubiliber compare oggi
sulle mappe geografiche del mondo
editoriale come un puntino, una pic-
cola isola, magari, ma che comincia
a farsi notare e non era per nulla
cosa scontata.
72
CREARE FIDUCIA
È ruolo dei compleanni forzare un consuntivo,
in modo da capire cos’è successo negli ultimi Chi siamo
dodici mesi e dedurre come stiamo di salute.
Stiamo bene. Stiamo crescendo e siamo pronti
Ubiliber è la casa editrice
a camminare verso il futuro con entusiasmo,
dell’Unione Buddhista Italiana,
curiosità e apertura alle sfide che dovremo
ente religioso che riunisce centri,
fronteggiare. In un anno si imparano molte
fondazioni, templi e monasteri
cose e se ne generano altrettante, il nostro
appartenenti alle principali
frutto è la fiducia che respiriamo e che spe-
riamo di restituire: fiducia sia nella bontà del tradizioni buddhiste, più di
progetto editoriale che abbiamo intrapreso, sessanta su tutto il territorio
sia nella squadra che quotidianamente cer- nazionale. Quello di Ubiliber è un
ca di venire a capo dei vari nodi che si aggro- progetto con una linea editoriale
vigliano sulle molteplici matasse editoriali. precisa, nato per promuovere
la conoscenza della cultura, degli
Ognuno dei dieci volumi pubblicati ad oggi insegnamenti e del pensiero
è come un iceberg; ciò che spunta in libreria è buddhista con la pubblicazione
solo la punta e se Ubiliber fosse una serie tele- delle più significative opere
visiva o un film la parte più divertente sarebbe presenti sul panorama
quella dedicata al backstage. Questo forse non
internazionale. Ubiliber pubblica,
si vede, ma dentro ogni pagina sono presenti ri-
in otto distinte collane, traduzioni
sate, riflessioni, momenti di gioia e qualche vol-
di testi canonici, commentari, libri
ta di tensione, di dubbio e, perché no, qui e là
di meditazione, opere di maestri
c’è pure qualche rara lacrima alla ricerca di quel-
e autori contemporanei, saggi,
la qualità che rimane il faro verso cui tendiamo.
volumi di narrativa e di poesia, libri
PRIMI PASSI per ragazzi e graphic novel,
I primi volumi della nostra breve ma intensa sto- per sottolineare l’intreccio tra
ria sono due titoli che dicono già molto di noi. le diverse discipline del sapere, la
Una nuova traduzione del Dhammapada che scienza della natura e la continua
a fianco alla versione in italiano del professor ricerca della realtà ultima.
Francesco Sferra offre al lettore la traduzione Sul sito ubiliber.it si trovano
in inglese, quella in pāli traslitterato e una vera approfondimenti, video-interviste
chicca, ovvero il testo tradotto in latino da Viggo con gli autori e i curatori dei libri,
Fausböll, il linguista danese che nell’Ottocento podcast, playlist e molto altro.
introdusse per primo in una lingua occidentale,
il latino appunto, un testo buddhista, inaugu-
rando così una fiorente attività accademica che
da allora prosegue ininterrotta. Questo volume Per il futuro vorremmo portarvi una dozzina di
dice di Ubiliber che la voce del Buddha è la no- libri all’anno, e ognuno di questi volumi è una
stra guida e che, rispettosamente, ci innestiamo mattonella di un edificio in crescita. Siamo anco-
in una tradizione di studi che vogliono contem- ra alle fondamenta e alle tubature e il progetto
poraneamente conservare e innovare e soprat- prevede molti piani, ci saranno balconi fioriti,
tutto rendere fruibili insegnamenti antichi a un stanze silenziose, altre più rumorose, vetrate,
vasto numero di lettori moderni. ambienti riparati e altri più audaci. Saloni, stan-
zette… Il ritratto di una comunità viva. Noi.
Il secondo volume è Chiamami con i miei veri
nomi, l’inedita e unica raccolta di poesie di Thich
Nhat Hanh, il profondamente rivoluzionario e
immensamente amato maestro dal cuore infi-
nito che pochi mesi fa ha varcato la soglia per
entrare nel mistero. Sì, Ubiliber fa anche poesia.
E per parlare di noi si sono agganciati alla
poesia di Thich Nhat Hanh su Radio3, e a Ubiliber vuol dire
quella del pluripremiato W.S. Merwin sul “libri dell’Unione Buddhista Italiana”,
Corriere della Sera. Che meraviglia per ma vuol dire anche qui (e ora),
un editore appena nato sapersi letto e “ubi”, e libero, “liber”.
apprezzato. E rientrati di recente dal Liberato in vita con i libri.
Salone del Libro di Torino con una La “U” ci ha detto “vaso”
punta di commozione riscontriamo e tracciandola ne abbiamo
che un grande entusiasmo segue suggerito la forma, perché
ogni nostra pubblicazione. Si sono si percepisse più che vedersi.
fermati al nostro stand lettori, autori,
Quella del recipiente
traduttori, editori, distributori, per dirci:
è un’immagine, idea cardine.
“che belle che sono le vostre copertine,
Ubiliber “virgola” sta per a seguire,
che interessanti i vostri libri. Continuate
per discorso, conseguenza,
così!”. E noi di continuare abbiamo molta vo-
karma, azione.
glia perché in questo strambo mondo, terribile
e meraviglioso al tempo stesso, pensiamo che
Una casa editrice
parole portatrici di senso e di saggezza possa- buddhista
no porre un piccolo, minuscolo argine, possano non può essere
mostrare un raggio, una sottile linea rossa di re- punto e basta.
sistenza alle distrazioni e alle sofferenze. Forse.
74
ubiliber.it
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Letture consigliate
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VIENI, RUBA
Poesie
Jane Hirshfield - Ubiliber
76
IL VOLTO DELL’ALTRO
Quando la gioia
diventa una scelta di libertà
Stefano Davide Bettera
Meltemi Linee
IL GRANDE DIBATTITO
Buddhismo e Cristianesimo faccia a faccia
A cura di Kuma-ra Thero - Diana Edizioni
Nel XIX secolo, lo Sri Lanka era sotto il dominio coloniale britannico
e la cultura e la filosofia buddhista erano minacciate dalle predicazioni
dei missionari cristiani. Nel 1872, a Panadura, l'eminente monaco
buddhista Migettuwatte Gunananda Thero affrontò il reverendo David
De Silva, prete cristiano metodista, in un dibattito pubblico che toccò
argomenti teologici come il concetto di karma, il nirvana, la resurrezione,
la natura di Dio e dell'anima. Questo testo è il dettagliato resoconto di quel
dibattito, che fu fondamentale per la salvaguardia del buddhismo
in Sri Lanka e la sua successiva diffusione in Occidente.
77
ELENCO CENTRI
ASSOCIAZIONE BUDDHISMO VIA DI ASSOCIAZIONE KUSHI LING (V)
DIAMANTE DI BOLOGNA Alle Fontane
via Jacopo della Lana 8, 40137, Bologna (BO) Laghel 19 - CP 118 - I-38062 Arco/Lago
Tel.: 347 2328619 di Garda (TN)
E-mail: bologna@buddhism.it Cell.: 347 2113471
www.buddhism.it E-mail: info@kushi-ling.com
www.kushi-ling.com
ASSOCIAZIONE PER LA MEDITAZIONE
DI CONSAPEVOLEZZA – A.Me.Co ASSOCIAZIONE SAMATHA-VIPASYANA
Vicolo d’Orfeo, 1 - 00193 Roma (RM) Tempio Tenryuzanji
Tel.: 06 6865148 Località Val Molin via per Grigno,
E-mail: segreteria@associazioneameco.it 38050 Cinte Tesino (TN)
Pec: direzione@pec.associazioneameco.it Tel.: 392 0318142
www.associazioneameco.it E-mail: fushin.seiunbo@gmail.com
www.tenryuzanji.org
ASSOCIAZIONE DHAGPO FVG
Via Marconi 9,- 33022 Arta Terme (UD) ASSOCIAZIONE NICHIREN SHU,
www.friulivg.dhagpo.org Guhōzan Renkōji (N)
Via Fossa, 2 - 15020 Cereseto (AL)
ASSOCIAZIONE BUDDHISTA ZEN SOTO Tel.: 0142 940506
BUPPO (Z) Cell.: 334 5987912
Tempio Johoji E-mail: revshoryotarabini@hotmail.com
Via di Villa Lauricella, 12 - 00176 Roma (RM)
Tel.: 366 4776978 ASSOCIAZIONE SANGHA ONLUS
E-mail: tempiozenroma@gmail.com Via Poggiberna, 15 56040 Pomaia (Pisa)
www.tempiozenroma.it E-mail: info@sangha.it
www.sangha.it/it/
ASSOCIAZIONE HOKUZENKO (Z)
Via San Donato 79/C - 10144 Torino (TO) ASSOCIAZIONE SANRIN (Z)
Tel.: 347 3107096 Via Don Minzoni, 12 - 12045 Fossano (CN)
(Mario Nanmon Fatibene, direttore spirituale) Cell.: 338 6965851
Cell.: 348 6562118 (Rino Seishi Mele) E-mail: dojo@sanrin.it
E-mail: hokuzenko@zentorino.org Pec: sanrin@mail-certificata.net
Pec: associazione_hokuzenko@pec.it www.sanrin.it
www.zentorino.org
ASSOCIAZIONE TEN SHIN – Cuore di Cielo
ASSOCIAZIONE SAMBUDU VIHARA Puro (Z)
Via G.B Monti, 5/2 - 16151 Genova (GE) Tempio Zen
https://friulivg.dhagpo.org/ Via Terracina, 429 - Napoli (NA)
Cell.: 392 5245377
E-mail: info@tenshin.it
www.tenshin.it
78
ASSOCIAZIONE ZEN ANSHIN (Z) CENTRO BUDDHISTA ZEN GYOSHO (Z)
Via Ettore Rolli, 49 - 00153 Roma (RM) Via Marrucci 58a - 57023 Cecina (LI)
Tel.: 06 5811678 Cell.: 366 4197465
Cell.: 328 0829035 E-mail: segreteria@centrogyosho.it
E-mail: zen@anshin.it www.centrogyosho.it
Pec: servizi@pec.anshin.it
www.anshin.it CENTRO CENRESIG (V)
Via della Beverara, 94/3 - 40131 Bologna (BO)
ASSOCIAZIONE ZEN BODAI DOJO E-mail: info@cenresig.org
Via Fratelli Ambrogio, 25 - 12051 Alba (CN) www.cenresig.org
www.bodai.it
CENTRO DHARMA SHILA
BECHEN KARMA TEGSUM TASHI LING (V) Via Marola 17 36010 Chiuppano (VI)
C/da Morago, 6 - 37141 Cancello Mizzole (VR) Tel.: 347 4660083
Tel.: 045 988164 E-mail: centrodharmashila@gmail.com
E-mail: info@benchenkarmatashi.it
Pec: info@pec.benchenkarmatashi.it CENTRO DHARMA VISUDDHA (V)
www.benchenkarmatashi.it Via dei Pioppi, 4 - 37141 Verona (VR)
sede attività:
CENTRO BUDDHA DELLA MEDICINA (V) Via Merciari, 5 - 37100 Verona (VR)
Via Cenischia, 13 - 10139 Torino (TO) E-mail: buddhismo.vr@gmail.com
Tel.: 011 3241650
Cell.: 340 8136680 CENTRO TARA BIANCA
E-mail: info@buddhadellamedicina.org via Bernardo Castello 3/9,
Pec: centrobuddhadellamedicina@pec.it 16121 Genova (GE)
www.buddhadellamedicina.org Tel.: 353 40558991
E-mail: segreteria@tarabianca.org
CENTRO BUDDHADHARMA (I) www.tarabianca.org
Via Galimberti, 58 - 15121 Alessandria (AL)
Tel.: 0131 59268 CENTRO GAJANG GIANG CHUB (V)
E-mail: penpa.tsering@tin.it Via Fiume, 11 - 24030 Paladina (BG)
Pec: buddhadharmacenter@pec.it Tel.:/Fax: 035 638278
www.buddhadharmacenter.org E-mail: centrojangchub@gmail.com
www.jang-chub.com
CENTRO BUDDHISTA MUNI GYANA (V)
Via Grotte Partanna 5 – Pizzo Sella - 90100 CENTRO STUDI KALACHAKRA (V)
Palermo (PA) Via Verrando, 75 - 18012 Bordighera (IM)
Cell.: 327 0383805 Tel.: 0184 252532
E-mail: info@centromunigyana.it Cell. 339 3128436
www.centromunigyana.it E-mail:kalachakra@fastwebmail.it
www.kalachakra.it
79
CENTRO LAMA TZONG KHAPA (V) CENTRO VAJRAPANI (V)
Via Peseggiana, 31 - 31059 Zero Branco (TV) P.zza San Giuseppe, 5 - 38049 Bosentino (TN)
Cell. 348 7011871 Tel.: e Fax 0461 848153
www.centrolamatzongkhapatv.it E-mail: segreteria@vajrapani.eu
Pec: centro_vajrapani@pec.vajrapani.eu
CENTRO MILAREPA (V) www.vajrapani.it
Via de Maistre, 43/c - 10127 Torino (TO)
Cell.: 339 8003845 CENTRO ZEN FIRENZE – Tempio Shinnyo-ji
Tel.: 011 2070543 (Z)
E-mail: info@centromilarepa.net Via Vittorio Emanuele II, 171 - 50134 Firenze (FI)
www.centromilarepa.net Cell: 339 8826023
E-mail: info@zenfirenze.it
CENTRO SAKYA (V) Pec: centrozenfirenze@pec.it
Via Marconi, 34 - 34133 Trieste (TS) www.zenfirenze.it
Tel.: 040 571048
E-mail: sakyatrieste@libero.it CENTRO ZEN L’ARCO
Pec: progettoindia@pec.csvfvg.it Piazza Dante 1 - 00185, Roma (RM)
www.sakyatrieste.it www.romazen.it
80
FONDAZIONE BUDDHISMO ISTITUTO ITALIANO ZEN SOTO SHOBOZAN
della VIA di DIAMANTE (V) FUDENJI (Z)
Corso Goffredo Mameli 30 - 25122 Brescia (BS) Bargone, 113 -
Tel.: 331 4977199 43039 Salsomaggiore Terme (PR)
E-mail: fondazione@buddhism.it Tel.: 392 0376665
www.fudenji.it
FONDAZIONE MAITREYA (I)
D.M 29/3/1991 ISTITUTO JANGTSE THOESAM (Istituto Chan
via Clementina, 7 - 00184 Roma (RM) Tze Tosam)
Tel.: 06 35498800 Viale Unicef, 40 - 74121 Taranto (TA)
Cell.: 333 2328096 Tel.: 099 7302409
E-mail: info@maitreya.it E-mail: jangtsethoesam@libero.it
www.maitreya.it www.jangtsethoesam.it
81
KARMA TEGSUM CIO LING (V) MONASTERO SANTACITTARAMA (T)
Via A. Manzoni, 16 - 25126 Brescia (BS) riconosciuto con D.P.R. 10/7/1995
Tel.: 030 280506 - Fax 178 6054191 Località Brulla, - 02030 Poggio Nativo (RI)
E-mail: ktc.brescia@gmail.com Tel.: 0765 872528 - Fax 06 233238629
www.bodhipath.it E-mail: sangha@santacittarama.org
www.santacittarama.org
KUNPEN LAMA GANGCHEN (V)
Via Marco Polo, 13 - 20124 Milano (MI) TEMPIO BUDDHISTA LANKARAMAYA (T)
Tel. 02-29010263 Sri Lanka Buddhist Association
e-mail: kunpen@gangchen.it Via Pienza, 8 - 20142 Milano (MI)
www.kunpen.ngalso.org Tel.: 02 89305295
E-mail: tempiolankaramaya@gmail.com
MANDALA – CENTRO STUDI TIBETANI (V)
Via Martinetti, 7 - 20147 Milano (MI) TEMPIO BUDDHISTA ZENSHINJI
Cell. 340 0852285 di Scaramuccia (Z)
E-mail: centromandalamilano@gmail.com Sede principale
www.centromandala.org Loc. Pian del Vantaggio, 64 - 05019 Orvieto
Scalo (TR)
MANDALA DEUA LING Tel.: 0763 215054
Vicolo Steinach, 9 39012 Merano (BZ) E-mail: masqui@alice.it
Tel.: 328 0937443 Pec: zenshinji.scaramuccia@pec.net
centrostudimandalad@gmail.com www.zenshinji.org
www.buddhismomeranocentrodeualing.com
TEMPIO NAPOLI BUDDHIST VIHARA (T)
MANDALA SAMTEN LING Via Giuseppe Tomasi di Lampedusa 91
Via Campiglie, 76, 13895 Campiglie (BI) 80145 – Napoli (NA)
www.mandalasamtenling.org/ E-mail: nbvihara@yahoo.com
82
8 X MILLE
Liberation Prison Project è un’associazione che offre percorsi di consapevolezza nei contesti carcerari
di tutta Italia.
L’8 x Mille all’Unione Buddhista Italiana è l’8 x Tutti.
Educazione, salute, lavoro, giustizia sociale, ecologia. Grazie alle vostre firme negli ultimi anni abbiamo
sostenuto 145 progetti umanitari, 90 organizzazioni non profit e 120 realtà culturali.
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