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ANTONELLA SFERRAZZA
CRONACA A comparire davanti al giudice sar il fratello del vice presidente di Confindustria Sicilia,
insieme con l'ex Presidente della Provincia e due funzionari regionali. I Carabinieri parlano di
autorizzazioni illegittime rilasciate con la complicit di funzionari pubblici. Mentre le denunce dell'ex
assessore Marino vengono segnalate alla Commissione Nazionale Antimafia
REDAZIONE
23 SETTEMBRE 2014
da Salvatore Petrotto
ex Sindaco di Racalmuto
riceviamo e volentieri pubblichiamo
HTTP://PALERMO.MERIDIONEWS.IT/ARTICOLO/28286/RIFIUTI-RINVIO-AGIUDIZIO-PER-GIANFRANCO-CANOVA-MENTRE-A-SICULIANA-TUTTO-EA-POSTO/
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2014/09/blogpost_23.html
INTERVISTA A NICOL MARINO IL SISTEMA MI HA FATTO FUORI
SALVO CATALANO
stato il fiore all'occhiello della prima giunta guidata da Rosario Crocetta. Simbolo di legalit, baluardo nella lotta al
malaffare e alla trasparenza in un ruolo strategico: l'assessorato all'Energia e ai Rifiuti. Adesso Nicol Marino, dopo
essere stato sacrificato sull'altare di pi alti equilibri di potere, diventato per i detrattori del governo regionale la
dimostrazione che la rivoluzione invocata dal presidente rimasta sulla carta. Nell'ultima polemica nata dopo il sequestro
della discarica di Mazzar Sant'Andrea e l'autorizzazione per i comuni del Messinese a conferire nell'impianto TiritValanghe d'inverno in provincia di Catania, a evocare il suo nome stato il sindaco di Misterbianco: Crocetta ha
cacciato l'ex assessore Marino che stava portando avanti una seria azione di rinnovamento e trasparenza. Il governatore a
parole dice delle cose, nei fatti sorvola. In verit a farlo fuori, secondo lo stesso ex magistrato, stato un sistema che
va ben al di l di Crocetta e che ha rilevanza nazionale.
Per tutta risposta, secondo molti, stato fatto fuori. Lei che idea si
fatto del suo allontanamento dal governo?
Ritengo che la mia posizione molto dura contro l'ingerenza, anche nei settori
dei rifiuti, di alcuni uomini di Confindustria che facevano riferimento a Ivan
Lo bello, Antonello Montante e Giuseppe Catanzaro (rispettivamente
vicepresidente nazionale di Confidustria, presidente e vicepresidente di
Confindustria Sicilia, ndr) ha determinato una grande conflittualit per la
quale sono stato allontanato. Stavo ripristinando un concetto di alta
amministrazione.
Ancora ieri il presidente Crocetta ha parlato della realizzazione di
discariche pubbliche. Secondo lei c' una vera volont di affrancarsi
dal sistema che si basa sugli impianti privati?
Insieme a Crocetta abbiamo lanciato le gare d'appalto per la costruzione di
tre discariche pubbliche: a Enna, per coprire l'area del Catanese, a Gela,
vicino quella di Siculiana, e a Messina, per sostituire Mazzar. Il presidente
ha condiviso questo iniziativa. Io non ho trovato impedimenti nel
predisporre i bandi di gara, ma forse stato condizionato da altre situazioni.
Il sistema ci si ritorto contro.
Da chi formato il sistema?
Il problema non Crocetta. Il sistema sopra Crocetta e ha rilevanza
nazionale, in ampi settori di Confindustria attraverso le persone che ho gi
citato. Ad esempio quando Catanzaro (titolare della discarica di
Siculiana, ndr) cerca di non far convertire il decreto legge del governo Monti
sull'emergenza rifiuti, nella parte riguardante l'impiantistica. Per fermarlo
scrive alla commissione Ambiente del Senato e la lettera viene sottoscritta
anche da Legambiente. Eppure Catanzaro, approfittando dell'emergenza, ha
gestito per tanti anni una discarica che prima apparteneva al comune di
Siculiana. Perch Confindustria si oppone alle nuove piattaforme pubbliche?
Si tanto parlato, anche il governatore Crocetta lo ha fatto, di rischio di infiltrazioni mafiose nel mantenere
una situazione di emergenza.
angelini) - perch riteniamo importante aprire un dibattito sulla gestione dei rifiuti in Sicilia.
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Siculiana, contro i quali e' stato presentato un ricorso straordinario al presidente della
regione siciliana dal comune di Montallegro.
Il sindaco del comune agrigentino dove ricade una porzione della megadiscarica dei
Catanzaro, si avvalso della consulenza tecnica del docente universitario Aurelio
Angelini, uno dei maggiori esperti di questioni ambientali.
Il ricorso e' stato predisposto dall'avvocato Guido Gianferrara.
In altri termini, dal 2010, la discarica di Siculiana doveva essere chiusa, in quanto non
prevista dal piano regionale dei rifiuti e perch ampliata illegittimamente, a seguita di
unerronea (falsa?) dichiarazione di Catanzaro Giuseppe (vicepresidente di
Confindustrai Sicilia) e di suo fratello Lorenzo.
I due proprietari della mega-discarica di Siculiana, attestavano, nel 2009, invece, che
tale discarica era prevista nel piano regionale dei rifiuti, al fine di ottenere,
illegittimamente, lo ribadiamo, un ulteriore ampliamento, per abbancare, sotterrare
cio,
i
rifiuti
dellintera
Sicilia.
Poi c'e' il capitolo riguardante il versamento della polizza fideiussoria.
In soldoni, il vicepresidente di Confindustria Sicilia, avrebbe dovuto versare, nel 2009,
all'atto dell'ultimo enorme ed illegittimo ampliamento, 30 milioni di euro alla regione. In
realt
ne
ha
versati
soltanto
190
mila.
Il tutto in violazione di quanto previsto dalle vigenti leggi in relazione alla superficie
impegnata, oltre 100 mila metri quadri e per i milioni di metri cubi di rifiuti sotterrati.
Inoltre stata violata anche la norma definita opzione zero, ossia quella relativa alla
previsione della raccolta differenziata che, nel 2012, nell'area interessata, l'Ato ag2, di
cui fa parte anche la citt di Agrigento ed altri 18 comuni, avrebbe dovuto essere di
oltre il 60% ed in realt ancora inchiodata, nel 2014 al 7%.
Inoltre e' stata violata la norma che prevede che le discariche dovevano continuare ad
essere pubbliche e non private e dovevano essere utilizzate soltanto all'interno
dell'ambito territoriale dove ricadono. Messe a disposizione, cio, soltanto, nel nostro
caso dei 19 comuni agrigentini. I Catanzaro invece, grazie all'enorme ed illegittimo
ampliamento della discarica, oltre ad servire i comuni dell'Ato ag2, hanno sotterrato i
rifiuti dell intera Sicilia. Il tutto provocando gravissimi problemi ambientali ed alla
salute della gente che vive nei comuni a ridosso della loro discarica privata; in modo
particolare a Siculiana, Montallegro e Realmonte e via via tutti glia altri. Tali problemi
sono stati causati dall'enorme dimensione della sua, lo ribadiamo, illegittima discarica
privata
e
per
l'esigua
distanza
dai
centri
abitati.
Alla presente allego il corposo ricorso straordinario al Presidente della Regione,
presentato contro il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, suo
fratello Lorenzo ed altri, per conto del comune di Montallegro, dall'avvocato Guido
Gianferrara su incarico del sindaco, Giuseppe Manzone , giusta deliberazione G.M. n.
33/2010 che, come detto si e' avvalso della collaborazione tecnica di uno dei maggiori
esperti italiani di problematiche ambientali, il gi citato docente universitario, Aurelio
Angelini.
Allego inoltre la relazione tecnica del prof. Aurelio Angelini che, assieme allavvocato
Gianferrara, mette in chiara evidenza una lunga serie di illegittimit nella realizzazione
e nei successivi ampliamenti della discarica di Siculiana.
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Si tratta, come si potr evincere, con assoluta evidenza, di una discarica, quella dei
fratelli Catanzaro che, al limite, legalmente ( anche se doveva rimanere, per legge, in
mani pubbliche e non essere una loro esclusiva propriet) avrebbe dovuto soddisfare le
esigenze di un bacino dutenza di meno di 200 mila abitanti, quelli che risiedono cio
nei comuni che fanno parte dellATO rifiuti AG 2, di cui fa parte la citt di Agrigento ed
altri 18 comuni.
Dal 2007 ad oggi, i fratelli Catanzaro, originariamente gestori di una piccola discarica
comunale, attraverso delle tendenziose azioni legali che hanno dato luogo a dei
processi per associazione mafiosa a carico dellex sindaco di Siculiana, dellallora capo
dellufficio tecnico e del comandante dei vigili urbani, tutti quanti poi assolti con
sentenza definitiva, stata strappata al comune ed diventata, illegittimamente, una
propriet privata del vicepresidente di Confindustria Sicilia e di suo fratello.
Impadronitisi di detta piccola discarica, in maniera che definire rocambolesca, a livello
giudiziario, poco, Giuseppe e Lorenzo Catanzaro, altrettanto illegittimamente (come
potrete, tranquillamente appurare leggendo il ricorso presentato da Giuseppe Manzone,
sindaco di Montallegro, comune parzialmente interessato allampliamento, anchesso
illegittimamente autorizzato nel 2009), hanno ampliato cos a dismisura, la loro
discarica, tanto da essere in grado, adesso, di sotterrare i rifiuti di tutta quanta la
Sicilia!
E ci grazie anche ai recenti sequestri operati dalle Autorit Giudiziarie, di altre
discariche private come quella gi citata di Motta SantAnastasia, in provincia di
Catania.
Vogliano gli Organi Giudiziari valutare, a questo punto se, le illegittimit riscontrate nel
ricorso presentato dallavv. Guido Gianferrara, per conto del comune di Montallegro
contro i Catanzaro costituiscono ben pi gravi reati a livello penale e patrimoniale.
Ci riferiamo, oltre che agli eventuali reati ambientali commessi, agli altrettanto
eventuali illeciti arricchimenti, per svariate centinaia di milioni di euro, da parte del
vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro e di suo fratello Lorenzo,
probabile frutto di una lunga serie di atti illeciti, compiuti dai pubblici funzionari contro i
quali stato presentato il gi citato ricorso del presidente della Regione del comune di
Montallegro, allegato alla presente lettera-esposto.
Tale accertamenti riteniamo che siano doverosi, oltre che per onorare il superiore
interesse della Giustizia e della ricerca della Verit, anche per porre fine ad unassai
scandalosa gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia. Alla palese violazione delle leggi
ambientali sono da aggiungere ulteriori violazioni, anchesse da me denunciate a tutte
quante le autorit giudiziarie e contabili.
Mi riferisco alla violazione in Sicilia, di tutte le norme, Regionali, Statali e dellUnione
Europea relative allaffidamento dei pubblici appalti, soprattutto proprio nel settore
della gestione dei rifiuti.
Da almeno 7 anni a questa parte non si contano pi infatti gli affidamenti diretti e le
proroghe, per svariate centinaia di milioni di euro, assicurati, dal 2010 in poi dai
commissari liquidatori degli ATO rifiuti, inviati dalla Regione Siciliana ed adesso anche
dai
sindaci,
attraverso
delle
illegittime
ordinanze.
Come ha evidenziato recentemente lAntitrust, col suo presidente, lavvocato e docente
universitario, il palermitano Giovanni Petruzzella, nel bollettino dello scorso 18 agosto,
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anche
dall'Autorit
Antitrust
presieduta
proprio
dal
Petruzzella.
Illegalit che hanno prodotto costi e tasse sui rifiuti che risultano, in valore assoluto, i
pi
alti
dItalia,
almeno
il
doppio
della
media
nazionale.
Tanto per fare un esempio, se a Napoli, che fino a qualche anno fa, come abbiamo
avuto modo di dire, era ritenuta la citt dove si pagava la tassa sui rifiuti pi cara
dItalia, si pagavano intorno a 450 euro lanno per unabitazione di 100 metri quadri, a
fronte di una media nazionale di poco pi di 200 euro, in taluni paesi, come il mio,
Racalmuto, il paese che ha dato i natali al celebre scrittore Leonardo Sciascia, nellanno
2013 ci siamo visti recapitare bollette che per un alloggio delle stesse dimensioni di
Napoli,
si
aggirano
attorno
ai
mille
euro!
Pi
del
doppio
cio,
rispetto
a
Napoli,
citt
pi
cara
dItalia.
Con questa ennesima denuncia credo di non avere dimenticato di interpellare nessuna
delle Autorit e degli Organi Istituzionali, compresa la Magistratura, ovviamente, quella
penale e quella contabile, preposti a far rispettare le leggi in materia di servizi pubblici,
quali la perversa gestione siciliana dei rifiuti.
ALLEGO ALLA PRESENTE:
1. RICORSO STRAORDINARIO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA
NELLINTERESSE DEL COMUNE DI MONTALLEGRO, IN PERSONA DEL LEGALE
RAPPRESENTANTE PRO-TEMPORE SIG. SINDACO DOTT. GIUSEPPE MANZONE,
RAPPRESENTATO E DIFESO, GIUSTA DELIBERAZIONE G.M. N. 33/2010 DALLAVV.
GUIDO GIANFERRARA.
2. RELAZIONE TECNICA DEL prof. AURELIO ANGELINI relativa alla
AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE IMPIANTO IPPC Vasca di discarica
denominata V 4 Sita in c.da Materano Siculiana (Agrigento) della ditta Catanzaro
Costruzioni s.r.l.
FIDUCIOSO IN UN VOSTRO FATTIVO INTERESSAMENTO, SONO A VOSTRA TOTALE
COMPLETA DIPOSIZIONE PER QUALSIASI ULTERIORE CHIARIMENTO.
Ricorso
ILL.MO PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA
RICORSO STRAORDINARIO
Nellinteresse del COMUNE DI MONTALLEGRO, in persona del legale rappresentante
pro-tempore sig. Sindaco Dott. Giuseppe Manzone rappresentato e difeso, giusta
deliberazione G.M. n. 33/2010 e procura a margine del presente atto, dallavv. Guido
Gianferrara, presso il cui studio elettivamente domiciliato in Palermo, via Gioacchino
Di Marzo, 14/F
CONTRO
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coltivazione denominata V4 sita in cda Materano- Siculiana (AG), tanto nella parte in
cui ha rilasciato la suddetta A.I.A. tanto per la parte relativa alla V.I.A.;
nonch per quanto occorre possa dei pareri favorevoli rilasciati da tutte le
amministrazioni resistente nel corso delle sedute della Conferenza dei Servizi indette
alluopo dallAssessorato nonch dei pareri favorevoli comunque resi e indicati nel
predetto provvedimento e segnatamente:
nota prot. n. 3831 del 29/10/2009 del Dipartimento ARPA Provinciale di Agrigento;
nota prot. n. 38717 del 30/09/2009 della Provincia Regionale di Agrigento;
nota prot. n. 55 del 29/10/2009 dellASL n. 1 di Agrigento (Servizi Igiene Ambienti di
Vita Comune di Siculiana);
nota prot. n. 34286 del 2/07/2009 dellASL n. 1 di Agrigento (S.P.R.E.S.A.L.);
nota prot. n. 346 dellAssessorato Regionale Territorio e Ambiente Servizio 5 Rifiuti;
nota prot. n. 1625 del 23/10/2009 dellAssessorato Regionale Territorio e Ambiente
Servizio 2;
nota prot. n. 502 del 11/11/2009 dellAssessorato Regionale Territorio e Ambiente
Servizio 3 Tutela dellinquinamento atmosferico;
nota prot. n. 8978 del 4/03/2009 e prot. n. 31807 del 13/08/2009 dellAgenzia
Regionale per i Rifiuti;
nota prot. n. 7090 del 29/09/2009 dellAutorit dAmbito GESA AG2;
nota prot. n. 15090 del 30/09/2009 del Genio Civile di Agrigento;
delibera della Commissione straordinaria del Comune di Siculiana n. 22 del 1/12/2009 e
nota prot. n. 12056 del 1/12/2009 del Comune di Siculiana;
nota prot. n. 493/783 del 30/07/2009 della Commissione Provinciale per la Tutela
Ambientale di Agrigento (C.P.T.A. di AG)
IN FATTO E IN DIRITTO
Il procedimento amministrativo seguito per il rilascio dellA.I.A. oggi impugnata risulta
illegittimo stante la carenza di una adeguata istruttoria in ordine alla richiesta avanzata
dalla controinteressata ditta Catanzaro per la realizzazione di un ampliamento ( recte
modifica sostanziale) della gi esistente discarica sita nel territorio del Comune di
Siculiana con un significativo aumento della capacit produttiva dellimpianto attraverso
lintroduzione e realizzazione di una nuova vasca di coltivazione denominata V4 sita in
cda Materano- Siculiana (AG), capace di implementare la portata della discarica
inizialmente pari a complessivi 1.874.000 mc ripartiti su quattro vasche (VE, V1, V2 e
V3 attualmente operativa) di ulteriori mc 2.937.379.
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1. VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DELLART. 3 lettera c) DEL DLGS N. 59/2005 VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DELLART. 4 COMMA 4 DLGS N. 59/2005 VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DELLART. 5 DLGS N. 36/2003 VIOLAZIONE E
FALSA APPLICAZIONE DEGLI ARTT. 178, 179 E 200 DEL DLGS N. 152/2006 COME
MODIFICATO E SOSTITUITO DAL DLGS N. 4/2008 VIOLAZIONE E FALSA
APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI PROSSIMITA E AUTOSUFFICIENZA DEGLI ATO
ECCESSO DI POTERE PER DIFETTO DI ISRUTTORIA TRAVISAMENTO DIFETTO DEI
PRESUPPOSTI E SVIAMENTO DALLA CAUSA TIPICA
Il quadro normativo in epigrafe emarginato indica con chiarezza la finalit di evitare la
produzione di rifiuti e quindi il loro conferimento in discarica, in linea con le previsioni
comunitarie volte alla realizzazione di una gestione integrata dei rifiuti a tutela e difesa
dellambiente e delle risorse disponibili, caratterizzata da una serie di obiettivi per uno
sviluppo sostenibile nel settore dei rifiuti essenzialmente diretto al riciclo e riutilizzo
delle materie al fine di consentire un pi efficace sfruttamento delle materie prime
evitando la dispersione di risorse nellambiente e/o il loro conferimento in discarica.
In questottica il legislatore, ha individuato quale modulo organizzativo della gestione
integrata il cd Ambito territoriale ottimale (ATO) per conseguire le adeguate dimensioni
gestionali del ciclo rifiuti sulla base di parametri fisici, demografici, tecnici, ripartizioni
politico amministrative nonch adeguata valutazione del sistema trasporti etc. (cfr da
ultimo Dlgs n. 152/2006 s.m.i.)
Lobiettivo da conseguire per ogni ATO la riduzione dei rifiuti da collocare in discarica
(art. 5 del Dlgs n. 36/2003).
Per la Regione Siciliana stata emanata lordinanza commissariale n. 1260 del 30
settembre 2004, che prevede ladeguamento del punto n) degli allegati del Piano
regionale, nella parte relativa alle discariche, per renderlo aderente al D.Lgs 36/2003,
nonch il Programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili in discarica.
Ebbene, in patente violazione delle norme sopra calendate e dei principi di derivazione
comunitaria ivi sanciti, il progetto oggi autorizzato con il provvedimento AIA impugnato
risulta sovradimensionato rispetto allATO di riferimento e quindi emesso in violazione
di tutta la normativa che limita e restringe ogni possibile utilizzo di discariche per i
rifiuti.
Infatti nella relazione prodotta dalla ditta Catanzaro A5 Valutazione dellinquinamento
a pag. 3 si legge: Limpianto in argomento [] espressamente contemplato nel
Piano regionale dei rifiuti [] nellottica di assolvere alle funzioni di impianto connesso
e correlato ad una funzione su scala regionale.
Tale affermazione, erronea come si dir nel riferimento al Piano regionale dei rifiuti,
rende evidente (come pure la semplice lettura dei dati a supporto e della capienza di
abbancamento prevista nella nuova vasca) che limpianto dimensionato per un bacino
regionale di oltre 5 milioni di abitanti e non per i 200 mila abitanti dellATO AG 2.
LATO in questione denominato, appunto, AG 2 , infatti, composto da soli 19 Comuni
per circa n. 196.923 abitanti, pertanto una discarica a servizio dellATO AG2 avrebbe un
fabbisogno pari a 50 mila tonnellate per anno: limpianto autorizzato prevede un
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volume di quasi 3 milioni di metri cubi e cio una capienza utile per lATO considerato
per circa 60 anni di attivit.
Come infatti asseverato nella relazione tecnica a firma del Prof. Aurelio Angelini, lart.
199, 3, lettera a), del D.lgs 152/2006, che stabilisce lobbligo di assicurare la gestione
dei rifiuti urbani non pericolosi all'interno degli Ambiti Territoriali Ottimali.
Lautorizzazione che stata rilasciata dalla Regione siciliana, prevede per la vasca V4
una concessione pari a 2.937.379 mc. LImpianto di smaltimento V4, si trova
nellAmbito Territoriale Ottimale AG2. LAmbito AG2 costituito da 19 comuni per
una popolazione complessiva pari a 196.923 abitanti, in base a quanto descritto dal
Piano di gestione dei rifiuti dellATO Ag.2 del 2003, che indica a pag. 30, una
produzione complessiva di rifiuti pari a 85.129 t/anno, articolata in una produzione di
rifiuti tal quale di 83.993 t/anno, e cio, pari all1.17 Kg/ab/giorno. Poich il rapporto
peso/volume dei rifiuti non differenziati pari a circa 0,55, ci significa che un kg di
rifiuti non compattati occupa circa 1,8 lt. Per i rifiuti compattati il rapporto peso/volume
pari a 0,8, ci significa che un kg di rifiuti compattati occupa circa 1,25 lt. Possiamo
pertanto concludere che il fabbisogno annuo di metri cubi per labbancamento di rifiuti
in discarica, a fronte di una produzione annua di rifiuti tal quale dellATO AG2 di circa
85 mila tonnellata, senza considerare gli obiettivi attuali della raccolta differenziata e
quelli del trattamento/riduzione in discarica, pari a circa 106.000 mc.
Lautorizzazione che avrebbe dovuto prendere in considerazione gli obiettivi attuali della
raccolta differenziata e quelli del trattamento/riduzione, anche con una tale
macroscopica disattenzione, non avrebbe potuto superare i 636.000 mc, in relazione al
limite massimo di 6 anni per lautorizzazione al funzionamento delle discariche
certificate. E del tutto evidente il sovradimensionamento dellimpianto di volumetria
pari a 2.937.379 mc., in relazione al fabbisogno dellATO. Lautorizzazione appare del
tutto illegittima in considerazione che limpianto della vasca denominata V4
contigua ad altre quattro vasche denominate: VE, V1, V2 e V3, utilizzate e/o utilizzabili
per complessivi 1.874.000 mc., e in base a quanto dichiarato dalla Catanzaro
costruzioni nella relazione tecnica, che la vasca V3, dispone di una capacit residua di
560.000 mc., ovvero, una stima di abbancamento pari a 424.000 tonnellate, e cio,
pari al fabbisogno dellATO AG2 per i prossimi 4 anni, per il totale dei rifiuti prodotti tal
quali, e sempre senza calcolare la raccolta differenziata (attuale del 45% e del 65% al
2012) e del trattamento/riduzione dei rifiuti.
Da quanto precede emerge con un nitore che non richiede particolare commento che le
dimensioni previste per la nuova di vasca risultano ben pi che sovradimensionate
dando vita ad un impianto totalmente sproporzionato rispetto al fabbisogno dellATO ed
alle previsioni di legge.
Per di pi tenendo conto della esistenza della vasca V3 ancora in gran parte operativa e
della portata residua della medesima atta a soddisfare labbancamento per circa un
ulteriore quadriennio della attuale produzione di rifiuti dellATO (destinata per a
diminuire in ragione degli obiettivi predetti), appare evidente che lAutorizzazione
avversata stata rilasciata sulla base di un presupposto errato e del palese
travisamento dei fatti.
Tra le premesse del provvedimento si legge infatti che la finalit dellampliamento, si
configura necessario per la vita utile dellintero complesso della discarica ormai
prossima allesaurimento.
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Lo stesso art. 14 bis della legge n. 241/1990 prevede che nel caso in cui sia richiesta
VIA, la conferenza di servizi si esprime entro trenta giorni dalla conclusione della fase
preliminare di definizione dei contenuti dello studio d'impatto ambientale, secondo
quanto previsto in materia di VIA. Ove tale conclusione non intervenga entro novanta
giorni dalla richiesta di cui al comma 1, la conferenza di servizi si esprime comunque
entro i successivi trenta giorni. Nell'ambito di tale conferenza, l'autorit competente alla
VIA si esprime sulle condizioni per la elaborazione del progetto e dello studio di impatto
ambientale. In tale fase, che costituisce parte integrante della procedura di VIA, la
suddetta autorit esamina le principali alternative, compresa l'alternativa zero.
Alla stregua delle superiori norme evidente che listruttoria, specie ove tendente alla
valutazione di impatto ambientale, non possa prescindere dallesame di tutte le
alternative compresa la cd opzione zero.
Nel caso di specie invece siffatto esame di tutte le alternative non stato compiuto n
sono state valutate le conseguenze della cd alternativa zero ovvero della ipotesi di
mancato ampliamento della discarica gi esistente, indefettibilmente richiesta per la
corretta valutazione dellimpatto ambientale.
Ed alla luce di quanto emerge dalla relazione tecnica versata in atti e gi citata, poich
nel frangente la Vasca V3 gi esistente ed ancora operativa presenta una capienza tale
da soddisfare i bisogni dellATO di riferimento per i prossimi 4 anni almeno, la
valutazione della cd opzione zero sarebbe stata senzaltro imprescindibile dovendosi
dimostrare la indispensabile necessit invece di realizzare un impianto ridondante e
superfluo.
Donde un ulteriore profilo di illegittimit.
Per di pi, lindefettibile e doverosa acquisizione del parere del Comune di Montallegro,
richiesta anche ai sensi e per gli effetti dellart. 5 comma 11 Dlgv. 59/2005, in relazione
agli artt. 216 e 217 del rd 1265/1934, stata sostanzialmente pretermessa dal
momento che le osservazioni mosse dal comune ricorrente, anche in ragione delle
predette normative (sovradimensionamento, effetti ambientali e conseguenze
economiche) sono state liquidate come inopportuni aggravamenti del procedimento,
formulati in modo generico e atecnico.
Al contrario le funzioni rimesse al sindaco in materia di lavorazioni insalubri e nel caso
di gas o altre esalazioni e rifiuti solidi ai sensi del citato regio decreto, siccome
richiamato dal comma 11 dellart. 5 avrebbero imposto la valutazione di speciali cautele
per la incolumit delle persone e del centro abitato tutto ad opera della conferenza dei
servizi che invece non ha ritenuto di valorizzare il dissenso manifestato sul punto, non
rispettando neanche lattivazione di quanto previsto dal ridetto comma 11.
Sul punto peraltro lo stesso art. 208 del dlgs n. 152/2006 s.m.i., nel regolamentare la
conferenza dei servizi per il rilascio delle autorizzazioni per le discariche, impone che la
delibera di adozione deve fornire una adeguata ed analitica motivazione rispetto alle
opinioni dissenzienti espresse nel corso della conferenza.
Pertanto di tutta evidenza la carenza istruttoria e motivazionale del provvedimento
avversato nella parte in cui non ha dato ampia ed esauriente indicazione delle ragioni
che non hanno consentito di valorizzare il dissenso del Comune oggi ricorrente.
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neanche avveduto che le note dellARRA erroneamente ritenute quali pareri favorevoli
al nuovo impianto, di fatto, non si esprimono in proposito, non avendo lAgenzia preso
alcuna parte al procedimento in questione.
Donde un ulteriore profilo di illegittimit del provvedimento impugnato.
VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DEGLI ARTT. 4 E 5 DEL DLGVS N. 59/2005
VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DEGLI ARTT. 8, 9, 10 E 14 DEL DLGS n. 36/2003
VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DELLE NORME E DEI PRINCIPI IN MATERIA DI
VIA ECCESSO DI POTERE SOTTO ULTERIORE E DIVERSO PROFILO
Nelle citate note dellARRA si evidenziato un ulteriore elemento di criticit del
progetto presentato che ridonda nella illegittimit dei provvedimenti impugnati sotto il
profilo che segue.
La Valutazione ambientale e autorizzativa del progetto relativo alla vasca 4 stato
infatti trattato come un ampliamento, nonostante si tratti di una modifica sostanziale e
di portata significativa tanto da comportare una implementazione della volumetria di
abbancamento superiore al raddoppio di quella prima esistente.
LARRA nella nota da ultimo citata aveva rappresentato che il progetto apportava una
modifica sostanziale di tal ch avrebbe dovuto senzaltro operarsi una valutazione
unitaria del complesso impiantistico risultante (vasche esistenti e nuova vasca 4) sia
per limpatto ambientale e sia per limpiantistica prevista, specie con riferimento
allimpianto di trattamento dei rifiuti a servizio.
Limpianto di trattamento esistente infatti stato autorizzato con D.R.S. 268 del 2008
per un flusso in entrata ben differente e certamente minore rispetto alle potenzialit
della nuova vasca, specie congiunte a quelle della vasca ancora attiva.
Ci nonostante nelle relazioni tecniche presentate in uno alla richiesta di autorizzazione
si opera solamente un richiamo alle capacit di detto impianto di trattamento in ordine
a quanto previsto dalla disciplina sulla riduzione progressiva dei rifiuti biodegradabili in
discarica, senza indicarlo come adeguato e/o rispondente ad un flusso di rifiuti pi che
raddoppiato rispetto al flusso iniziale in ragione del quale era stato positivamente
valutato.
Al contrario per la costruzione di nuove discariche, o per una modifica sostanziale
(cio quella che ricorre nel caso di specie secondo le stesse indicazioni dellARRA nota
prot. n. 31807/2009) il Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, Attuazione
integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate
dell'inquinamento, (G.U. 22 aprile 2005, n. 93), allart. 1., lettera, n), stabilisce che
modifica sostanziale: una modifica dell'impianto che, secondo un parere motivato
dell'autorit competente, potrebbe avere effetti negativi e significativi per gli esseri
umani o per l'ambiente. In particolare, per ciascuna attivit per la quale l'allegato I
indica valori di soglia, sostanziale una modifica che dia luogo ad un incremento del
valore di una delle grandezze, oggetto della soglia, pari o superiore al valore della
soglia stessa.
24
25
Invero, la realizzazione del progetto relativo alla discarica in questione e quindi della cd
Vasca 4 comporta necessariamente lesecuzione di opere che stravolgono la discarica
esistente.
Tuttavia, lo studio di compatibilit ambientale presentato dalla societ
controinteressata, pur riguardando solo lampliamento della discarica, avrebbe dovuto
farsi carico del rapporto di reciprocit che intercorre con lesistente e della natura
sostanziale della modifica apportata.
Al contrario, dagli atti impugnati e dai verbali della conferenza di servizi, emerge che
lamministrazione ha preso in considerazione solo le opere e misure da realizzare per
lampliamento senza esaminare quelle relative alla discarica esistente e occorrenti in
relazione allimpianto risultante dalla sommatoria, senza dunque verificare in modo
omogeneo e complessivo la struttura finale e quindi senza aggiornare e vagliare le
misure inizialmente previste per la vecchia discarica, oggetto di un distinto
procedimento amministrativo precedente.
Donde lulteriore profilo di illegittimit degli atti impugnati.
VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DEGLI ARTT. 4 E 5 DEL DLGS N. 59/2005
VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DEGLI ARTT. 8, 9, 10 E 14 DEL DLGS n. 36/2003
Da ultimo deve rilevarsi che a riprova della violazione delle norme in epigrafe indicate,
il piano post operativo allegato si limita a descrive i compiti della gestione ma non
pianifica le attivit, manca, in violazione dellart. 8, comma 1, lett. l) dlgs 36/2003 il
piano di ripristino ambientale del sito a chiusura della discarica, redatto secondo i criteri
stabiliti dallallegato 2, nel quale avrebbero dovuto essere previste le modalit e gli
obiettivi di recupero e sistemazione della discarica in relazione alla destinazione d'uso
prevista dell'area stessa.
Peraltro in violazione dellart. 10 comma 3 Dlgs n. 26/2003 a mente del quale
l'autorizzazione all'esercizio della discarica rilasciata solo dopo l'accettazione da pare
della regione delle garanzie finanziarie di cui all'articolo 14 non risulta intervenuta
siffatta accettazione n risulta presentata alcuna garanzia.
LAIA impugnata si limita a prevedere e richiedere, solamente prima del conferimento,
la presentazione delle polizze relative alla gestione operativa e post operativa.
Per di pi il costo stimato della fideiussione indicato nella relazione A6 Piano
finanziario, 3.1.20 redatto dalla Catanzaro Costruzioni per un importo di 195.391,
23 non risulta calcolato in base ai parametri previsti dallOrdinanza Commissariale N.
2196 del 2 dicembre 2003, (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana
parte I, n.8 del 20 febbraio 2004.) con conseguente ulteriore illegittimit del
provvedimento impugnato.
Sul punto appena il caso di ricordare che la giurisprudenza ha insegnato che
l'autorizzazione della discarica, quale condizione necessaria della stessa, deve
precedere la verifica delle garanzie di cui all'art. 14 d.lg. n. 36 del 2003, non potendo
costituire una mera prescrizione successiva alla approvazione del progetto. (cfr. T.A.R.
sez. I Liguria, 11-05-2004, n. 745).
26
Relazione
del prof. AURELIO ANGELINI
tecnica
relativa
alla
AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE IMPIANTO IPPC Vasca di discarica
denominata V 4
Sita
in
c.da
Materano
ditta Catanzaro Costruzioni s.r.l.
Siculiana
(Agrigento)
Premessa
La relazione prende in considerazione la documentazione ricevuta dal Comune di
Montallegro (AG), e pi precisamente:
1. Il decreto di notifica di Autorizzazione Integrata Ambientale, emesso dal Servizio 2
V.A.S. V.I.A., prot. 16102 del 3.3.2010, ricevuto dal Comune di Montallegro in data
10.03.2010, prot. 1566.
27
2. Verbali delle conferenze dei servizi che si sono svolte ai sensi dellart. 5, comma 10
del Dlgvo 59/05, tenutesi il: 24/06/09; 30/09/09; 2/12/09; il Nulla Osta rilasciato dai
componenti delle Conferenze di Servizio, con leccezione del parere dellARRA,
protocollo n. 16102 del 4.3.09, citato nel decreto e non allegato agli atti.
3. Il CD fornito dalla Catanzaro Costruzioni al Comune Montallegro, contenente:
C -Relazione tecnica;
1A/10000;
1A/25000;
A2 piano di monitoraggio;
A3 piano di gestione;
A4 sintesi non tecnica;
A5 valutazione integrata dellinquinamento;
A6 piano finanziario;
A7 valutazione dellimpatto acustico;
A8 impianto di depurazione biologica;
A9 copie delle autorizzazioni precedenti;
A10 schede;
A11 relazione geologica;
A12 calcolo investimenti;
A13 elenco prezzi
1. Inquadramento generale
Per fronteggiare linquinamento e lerosione di risorse ambientali, la gestione integrata
dei rifiuti, rappresenta oggi, una delle pi importanti attivit di tutela e di difesa degli
ecosistemi, a partire dal riciclaggio dei rifiuti che rappresenta larchitrave su cui
poggiano le politiche e le pratiche per non contaminare lambiente e per ridurre la
pressione sulle risorse naturali.
LEuropa per promuovere una gestione sostenibile dei rifiuti, si data una politica nota
anche come le 5 - R. Tale approccio, stato introdotto in Italia nel 1997 con il
Decreto legislativo n.22, meglio conosciuto come decreto Ronchi. Le 5R
corrispondono: Raccolta, Riciclo, Riuso, Riduzione, Recupero. Tale modello si articola
attraverso una gestione integrata dei allo scopo di valorizzare le risorse contenute nei
rifiuti. Si supera cos la gestione dei rifiuti basata sullo smaltimento in discarica. LA
28
nuova pratica rappresenta una delle pi importanti attivit nel campo della tutela del
territorio e delle sue risorse.
La gestione integrata dei rifiuti finalizzata, inoltre, ad applicare il concetto di sviluppo
sostenibile nel settore dei rifiuti, in considerazione che quanto pi materia riciclata
e/o riusata, tanto meno risorse dovranno essere sottratte allambiente e dagli
ecosistemi, con leffetto correlato che meno rifiuti verranno dispersi nellambiente e
conferiti al suolo nelle discariche. Non si tratta quindi di unelencazione di principi, ma
di un insieme ben strutturato di obiettivi, facenti parte di una strategia volta ad una
gestione sostenibile dei rifiuti. Pertanto lo smaltimento dei rifiuti, sia per lordinamento
giuridico europeo e sia per quello italiano, diventa marginale. Nel vigente sistema
gestionale luso della discarica destinata a regredire progressivamente con il crescere
della raccolta differenziata, che entro il 2012 dovr raggiungere lobiettivo minimo di
legge del 65% dei rifiuti prodotti.
1.1 Operazione di trattamento dei rifiuti e Ambito Territoriale Ottimale
Le leggi in materia ambientale sui rifiuti si pongono come obiettivo prioritario la
riduzione della quantit e pericolosit, sia dei rifiuti prodotti sia del flusso di rifiuti
avviati allo smaltimento.
LUnione Europea con la direttiva 99/31/CE, relativa alle discariche di rifiuti, ha stabilito
che lutilizzo delle discariche per i rifiuti indifferenziati deve essere assolutamente
evitato e che nelle discariche possono finire solo materiali non riciclabili e a basso
contenuto di carbonio organico, stabilendo cos la centralit del recupero della materia,
il riciclo e il compostaggio per la gestione dei rifiuti.
Il Dlgvo 36/2003, di attuazione della direttiva 99/31/CE, allart. 5 (Obiettivi di riduzione
del conferimento di rifiuti in discarica), stabilisce che entro cinque anni dalla sua data di
entrata in vigore, ogni regione elabora ed approva un apposito programma per la
riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica ad integrazione del piano
regionale, ed inoltre che i rifiuti urbani biodegradabili devono essere inferiori a 173
kg/anno per abitante. Tale obiettivo deve essere realizzato attraverso il trattamento
dei rifiuti, il riciclaggio, il trattamento aerobico o anaerobico, il recupero di materiali o
energia, secondo il decreto legislativo. Tali operazioni devono avvenire in base allart.
199, 3, lettera a), del Dlgvo 152/2006, in modo da assicurare la gestione dei rifiuti
urbani non pericolosi all'interno degli Ambiti Territoriali Ottimali e nel rispetto del
principio di prossimit e autosufficienza, gi posto dallart. 5, v. 3 del. Dlgvo n. 22/97,
ribadito dallart. 182, c. 3, nonch dallart. 201, del Dlgvo.152/2006, che stabilisce per
la realizzazione o comunque lampliamento di una discarica deve corrispondere alle
esigenze dellAmbito Territoriale Ottimale sul quale collocata.
Il Dlgvo 36/2003, ha apportato inoltre, significative innovazioni in merito ai criteri di
classificazione, costruzione e gestione delle discariche. Prevede che i gestori
effettuino un'ulteriore selezione all'ingresso, accettando solo i rifiuti definiti
"compatibili" con la specifica tipologia di discarica. La legge indica le condizioni per il
rilascio dell' autorizzazione delle discariche; l'iter per la costruzione e l'esercizio dei
nuovi impianti, i requisiti richiesti per lautorizzazione e la presentazione di specifici
"piani" che prevedano tutte le azioni da adottare per la corretta gestione della
discarica; le indicazioni sulla gestione operativa e post-operativa e sulle garanzie
finanziarie necessarie per la gestione stessa.
29
Sul piano della strategia della riduzione dellimpatto dei rifiuti, gli obiettivi previsti dal
Dlgvo n.36/2003, si basano sulla riduzione progressiva dei rifiuti biodegradabili da
conferire in discarica. Si stabilisce che ogni Regione deve provvedere all'integrazione
del Piano regionale di gestione con un apposito programma, finalizzato a raggiungere
a livello di Ambiti Territoriali Ottimali i seguenti obiettivi di riduzione dei rifiuti urbani
biodegradabili (RUB) da collocare in discarica:
entro il 2008 RUB<173 kg/anno per abitante
entro il 2010 RUB<115 kg/anno per abitante
entro il 2018 RUB<81 kg/anno per abitante
Sono ammessi, pertanto, in discarica solo i rifiuti sottoposti ad un preventivo
trattamento e non suscettibile di ulteriore valorizzazione.
1.2 Legge regionale n. 9, 8 aprile 2010,Gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti
inquinati
Allo solo scopo di comprendere lattuale orientamento del legislatore regionale, nella
consapevolezza che la legge citata stata approvata successivamente allavvio della
procedura AIA, la l.r. n. 9, dell8 aprile 2010,Gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei
siti inquinati, sottolinea in diverse parti quanto previsto dal Dlgvo 152/2006. In
particolare, allart.1, (Oggetto e finalit) al comma 1, lettera g), stabilisce che
necessario ridurre la movimentazione dei rifiuti attraverso lottimizzazione dello
smaltimento in impianti prossimi al luogo di produzione. Alla lettera h, richiama la
necessit di favorire la riduzione dello smaltimento in discarica. Al comma 2, dispone
che la Regione assicura lo smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi attraverso
lautosufficienza degli Ambiti Territoriali Ottimali (A.T.O.) di cui allarticolo 200 del Dlgvo
152/2006. Allart 17, si stabilisce che le Le opere per la realizzazione degli impianti
necessari alla gestione integrata dei rifiuti [] possono essere ubicate anche in zone
classificate agricole dai vigenti strumenti urbanistici comunali, purch distino almeno 5
chilometri dal perimetro del centro abitato (la vasca V4 proposta dalla Catanzaro
costruzioni, si trova a meno di 5 km dal centro abitato di Montallegro).
1.3 Raccolta differenziata e programmazione delle discariche
Il Dlgvo n.152/06, in linea con la necessit di incrementare qualsiasi forma di recupero
e riciclaggio e di ridurre drasticamente la quota di rifiuti urbani da smaltire tal quali,
allart. 205, fissa obiettivi puntuali minimi di Raccolta Differenziata dei rifiuti da
raggiungere in ogni Ambito Territoriale Ottimale:
almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006
almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008
almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012
Il rispetto degli obiettivi di legge, obbligano i singoli Ambiti Territoriali Ottimali, a
commisurate il decremento del conferimento dei rifiuti in discarica in relazione agli
obiettivi, oltre che alle operazioni di trattamento stabilite dal Dlgvo 36/2003.
30
31
2003, si indica (pag. 30) una produzione complessiva di rifiuti pari a 85.129
tonn./anno, articolata in una produzione di rifiuti tal quale di 83.993 tonn./anno, e cio,
pari all1.17 Kg/ab/giorno.
Poich il rapporto peso/volume dei rifiuti non differenziati pari a circa 0,55, ci
significa che un kg di rifiuti non compattati occupa circa 1,8 lt. Per i rifiuti compattati il
rapporto peso/volume pari a 0,8, ci significa che un kg di rifiuti compattati occupa
circa 1,25 lt.
Possiamo da questi dati concludere che il fabbisogno di volumi per labbancamento di
rifiuti in discarica per annuo dellATO-AG2, pari a circa 106.000 mc, a fronte di una
produzione annua di rifiuti tal quale dellATO AG2 di circa 85 mila tonnellata. Questo
calcolo illegittimamente esclude il computo gli attuali obiettivi di raccolta
differenziata (45%) e la riduzione in volumi prodotta dallattivit obbligatoria di
trattamento/riduzione dei rifiuti prima del conferimento in discarica.
Lautorizzazione poteva pertanto arrivare forzando le norme vigenti ad un massimo di
636.000 mc, in relazione al limite di 6 anni.
I numeri ci dicono con tutta evidenza che la vasca di discarica V4
sovradimendionata, in quanto il volume di 2.937.379 mc. Non corrisponde per eccesso
di difetto al fabbisogno dellATO-AG2. Ci ancora pi evidente se poi consideriamo il
fatto che la vasca di discarica denominata V4, contigua ad altre quattro vasche (VE,
V1, V2 e V3), utilizzate e/o utilizzabili per complessivi 1.874.000 mc., e in base a
quanto dichiarato dalla Catanzaro costruzioni nella relazione tecnica: la vasca V3,
dispone di una capacit residua di 560.000 mc., ovvero, una stima di abbancamento
pari a 424.000 tonnellate, e cio, pari al fabbisogno dellATO AG2 per i prossimi 4 anni,
calcolando 0 di raccolta differenziata e di trattamento/riduzione dei rifiuti.
La ditta Catanzaro consapevole del sovradimensionamento della proposta relativa alla
vasca di discarica V4, anche in relazione alle volumetrie ancora disponibili
nellimpianto, ha cercato di motivare astrattamente e non giuridicamente la
realizzazione della nuova vasca di discarica.
Nella relazione della Catanzaro costruzioni A5. Valutazione dellinquinamento, a pag.
3, si legge che, la finalit della discarica quella di: assolvere alle funzioni di impianto
connesso e correlato ad una funzione su scala regionale. Ebbene ricordare che questa
funzione non prevista dallordinamento comunitario, statale e regionale, oltre ad
essere sbagliata sia sotto il profilo ambientale e sia sotto il profilo economico e
gestionale.
2.2 Obbligo di previsione nel Piano regionale dei rifiuti
Nella relazione tecnica presentata dalla Catanzaro costruzioni (allegato C), al punto 1.2,
si sostiene che la vasca di discarica V4, prevista nel Piano regionale. Per sostenere
questa tesi, anzich allegare la previsione del piano regionale delle discariche da
realizzare, la societ, cita una nota inviata dallAgenzia Regionale Rifiuti e Acque del 4
marzo 2009, protocollo n. 16102, alla Catanzaro Costruzioni. Questa stessa nota viene
indicata inopinatamente- nel decreto di AIA, come parere positivo dellARRA alla
realizzazione della vasca di discarica V4.
32
Dallanalisi del Piano regionale del rifiuti nellallegato 13.e, (che riportiamo di seguito)
approvato con ordinanza del commissario delegato n. 1166 del 18/12/2002, non risulta
alcuna previsione di nuove discariche nel territorio di Siciliana e ne tantomeno del
comune di Montallegro (AG).
Nellallegato 13.e indicata la discarica di Siculiana (AG) nellelenco delle discariche
attive nella provincia di Agrigento. Il Piano di gestione dellATO-AG2 si limita a
richiamare il piano regionale dei rifiuti, anche in considerazione che allepoca
dellemanazione del Piano regionale dei rifiuti, lautorit che svolgeva il compito
commissariale in materia di discariche, comprese gli ampliamenti e le nuove previsioni
di discariche, era il prefetto della provincia.
Lart. 9, comma 1, lettera e del Dlgvo 36/03, stabilisce che per la realizzazione di
nuove discariche sia necessaria una specifica previsione del Piano regionale, aspetto
questo ben diverso della mera elencazione delle discariche attive in Sicilia nel 2002.
Relativamente alle discariche in Sicilia, nel capitolo 6, pag.51, del Piano di gestione dei
rifiuti, si trova la citazione dellOrdinanza 31/5/1999, n. 2983: la dichiarazione dello
stato demergenza i Prefetti delle Province siciliane assumono le competenze ex art. 13
del D.L.gs n. 22/97. Il successivo comma 2, pone in capo ai Prefetti anche le
competenze relative alla autorizzazione ex art. 27 e 28 delle discariche per rifiuti solidi
urbani: Le approvazioni dei progetti e le autorizzazioni di cui agli articoli 27 e 28 del
Dlgvo del 5 febbraio 1997, n 22, concernenti le discariche sono rilasciate dai Prefetti
delle province, anche in deroga allart.5 della Legge Regionale 29 dicembre 1981,
n.181. Le autorizzazioni per le discariche di rifiuti urbani, compresa lautorizzazione di
aumenti volumetrici di discariche esistenti, sono rilasciate esclusivamente ad impianti a
titolarit gestione pubblica. Lart. 5, comma 3, affida ai Prefetti il compito di
individuare le nuove discariche, chiudere le vecchie ed assicurarne la gestione pubblica:
Per far fronte al fabbisogno di cui allarticolo 2, comma 1, lettera g), i Prefetti delle
province individuano le discariche, ne assicurano la titolarit e la gestione pubblica
anche nei modi previsti dal precedente articolo 3, comma 2 e le adeguano alle
disposizioni contenute nella normativa vigente. Infine, a pag. 55 del Piano regionale si
stabilisce che Le autorizzazioni concernenti la costruzione e la gestione delle discariche
per rifiuti speciali sono rilasciate a soggetti pubblici o privati dai Prefetti, anche in
assenza del piano di cui allarticolo 22 del Decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.22,
sulla base di comprovate esigenze ambientali.
Come si deduce da quanto citato, il Piano regionale n. 1166 del 18/12/2002, non
contiene e non poteva contenere alcuna previsione di nuove discariche da realizzare nel
comune di Montallegro e Siciliana, come invece si sostiene nella relazione tecnica
(allegato C), al punto 1.2, in cui si scrive che la vasca di discarica V4 risulta essere
previsto. A conferma di ci viene citata una nota inviata dallAgenzia Regionale Rifiuti
e Acque (ARRA), del 4 marzo 2009, protocollo n. 16102, alla Catanzaro Costruzioni.
2.3 Alternative e Opzione Zero
Condizione necessaria ed indispensabile per poter rilasciare unAutorizzazione Integrata
Ambientale e che la conferenza dei servizi, deve esaminare lopzione zero, in base
allart.14 bis, comma 3, legge 1990, n.241, che prevede la necessaria ponderazione
delle principali alternative ai fini della valutazione di impatto ambientale.
33
La conferenza dei servizi si esprime sulle condizioni per la elaborazione del progetto e
dello studio di impatto ambientale. In tale fase, che costituisce parte integrante della
procedura di VIA, la suddetta autorit, esamina le principali alternative, compresa
lalternativa zero, e, sulla base della documentazione disponibile, verifica lesistenza di
eventuali elementi di incompatibilit, anche con riferimento alla localizzazione prevista
dal progetto.
Dallanalisi degli atti della conferenze di servizio che si sono svolte, non risulta che in
nessun momento sia stata discussa lOpzione Zero, nonostante che, lart. 22 del
Dlgvo n. 152/2006, (Studio di impatto ambientale) stabilisce che Lo studio di impatto
ambientale contiene almeno le seguenti informazioni: d) una descrizione sommaria
delle principali alternative prese in esame dal proponente, ivi compresa la cosiddetta
opzione zero, con indicazione delle principali ragioni della scelta, sotto il profilo
dell'impatto ambientale.
Nel caso dellautorizzazione della vasca di discarica V4, lesame di tutte le alternative
non stato compiuto, n sono state valutate le conseguenze dellalternativa zero, e
cio, cosa avrebbe prodotto lipotesi di diniego alla realizzazione della vasca di discarica
V4. Questa indispensabile procedura autorizzatoria non stata praticata, poich la
vasca di discarica V3, attualmente in esercizio, presenta una capienza tale da
soddisfare i bisogni dellATO di riferimento per i prossimi 4 anni almeno. La valutazione
della opzione zero avrebbe messo in luce linutilit della vasca di discarica V4 in
relaziobe al fabisogno del bacino di riferimento lATO-AG2.
2.4 Impianto di trattamento e VIA
LA.I.A non ha proceduto ad una valutazione della discarica V4, nel complesso delle
discariche esistenti,in particolare, sia per quelle operative e sia quelle avviate alla
gestione post-operativa. Inoltre non stato fatto uno studio di impatto ambientale
sulleffetto cumulo degli inquinanti e per le varie sorgenti di impatto.
La stessa A.I.A. non ha preso in considerazione le necessit impiantistiche per il pretrattamento di una nuova vasca di discarica la V4, con le sue specifiche capacit di
abbancamento e trattamento. Loperativit contestuale delle vasche di discarica V3 e
V4, andavano valutate per la capacit impiantistica nel loro insieme, in relazione alle
operazioni di pre-trattamento dei rifiuti, allimpatto indotto, compreso quello veicolare.
Va da se che questo approccio avrebbe determinato una valutazione specifica dei nuovi
impianti necessari per affrontare laumento del flusso di rifiuti in discarica. Lo stesso
andava fatto per limpianto obbligatorio- di trattamento dei rifiuti, di cui bisogna
valutare la qualit produttiva e le quantit trattate, in relazione agli obiettivi previsti dal
decreto legislativo 36/2003, di riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili.
La Catanzaro costruzioni ha presentato la richiesta di autorizzazione definendo
ampliamento una vasca di discarica di quasi tre milioni di metri cubi, a fronte di una
situazione impiantistica precedente autorizzata per complessivi 1.874.000 mc. Si tratta
in sostanza non di un ampliamento, ma di una modifica sostanziale dellimpianto, in
considerazione che in termini di volumi, di area interessata e di emissioni dellimpianto,
la realizzazione della vasca di discarica V4 di gran lunga superiore alla somma delle
vasche di discarica precedentemente realizzate. Il Dlgvo 59/2005, Attuazione integrale
della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate
dell'inquinamento, allart. 1., lettera, n), stabilisce che: modifica sostanziale: una
34
35
36
37
ad ampliamenti nelle discariche di Motta Sant'Anastasia per 2,5 milioni di metri cubi,
andava una grossa fetta dei volumi di abbancamento di rifiuti prodotti in Sicilia;
secondo quanto sostenuto dal dottor Aurelio Angelini, consulente nominato dall'ex
assessore regionale Marino, la gestione delle discariche dell'isola ai privati il frutto di
una scelta precisa del Governo Lombardo, che negli stessi anni negava ai Comuni
l'apertura di piccole discariche lasciando il monopolio ai privati;
a Siculiana (Agrigento) presente una tra le pi grandi discariche della Sicilia di
propriet di Giuseppe Catanzaro, numero due di Confindustria Sicilia, l'associazione che
dal 2009 esprime un assessore, sia nel Governo Lombardo con Marco Venturi, sia in
quello Crocetta con Linda Vancheri come assessori per le attivit produttive;
la discarica da diversi anni svolge un'azione di mutuo soccorso in occasione di crisi
ambientali con funzioni di impianto connesso e correlato ad una funzione su scala
regionale ed oggi adibita come discarica di riferimento a plurimi ambiti territoriali
ottimali dell'isola;
considerato che:
con decreto della Regione Siciliana n. 1362 del 23 dicembre 2009 veniva rilasciata
autorizzazione integrata ambientale (AIA) alla ditta Catanzaro costruzioni s.r.l. per la
realizzazione di una vasca di discarica denominata "V4" in contrada Materano di
Siculiana, ricadente nel territorio dell'ambito territoriale ottimale Agrigento 2 (ATO
AG2), con una capacit di abbancamento pari a 2.937.379 metri cubi, in difformit a
quanto stabilito dall'art. 199, comma 3, lettera a), del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, che stabilisce l'obbligo di assicurare la gestione dei rifiuti urbani non pericolosi
all'interno degli ambiti territoriali ottimali;
l'AIA per la vasca V4 veniva rilasciata nonostante il Comune di Montallegro (Agrigento)
avesse espresso parere contrario a causa del sovradimensionamento della discarica e
dei conseguenti effetti ambientali e sanitari, per le conseguenze economiche per il
proprio territorio e per l'impatto veicolare;
inoltre, tale autorizzazione veniva rilasciata sebbene fosse ancora operativa la vasca di
discarica V3, anch'essa gestita nello stesso sito dalla Catanzaro costruzioni, che nella
relazione progettuale dichiarava una capacit residua della vasca di discarica V3 di
560.000 metri cubi, corrispondente grossomodo al fabbisogno dell'ATO AG2, non
tenendo conto dell'ulteriore riduzione che si sarebbe ottenuto con il raggiungimento
degli obiettivi di raccolta differenziata e le relative operazioni di trattamento e
vagliatura;
la stessa autorizzazione era rilasciata senza esaminare l'opzione "zero", in base a
quanto previsto dall'art. 14-bis, comma 3, legge 7 agosto 1990, n. 241, che prevede "la
necessaria ponderazione delle principali alternative ai fini della valutazione di impatto
ambientale", che costituisce parte integrante della procedura di VIA, e che esamina le
principali alternative, compresa l'alternativa "zero", soprattutto in presenza delle
volumetrie disponibili nella vasca di discarica V3;
38
in pi, essa era stata concessa in assenza di uno studio di impatto ambientale
sull'effetto cumulo degli inquinanti provenienti dalle varie sorgenti di impatto, in
considerazione del fatto che la vasca V4 stata realizzata accanto alle discariche VE V1 - V2 - V3 utilizzate e/o utilizzabili per complessivi 1.874.000 metri cubi;
ancora, era stata concessa al di fuori delle previsioni del piano regionale, visto che l'art.
9, comma 1, lettera e), del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 stabilisce la
necessit di una specifica previsione del piano regionale per la realizzazione di nuove
discariche: lo stesso art. 9 stabilisce che l'autorizzazione all'esercizio della discarica pu
essere rilasciata solo dopo l'accettazione da parte della Regione delle garanzie
finanziarie, e tale obbligo non stato indicato nel decreto autorizzativo e neppure
posto quale subordinata per validare l'idoneit del soggetto richiedente, in quanto la
fideiussione deve precedere la verifica delle garanzie di cui all'art. 14 dello stesso
decreto legislativo, non potendo costituire una mera prescrizione successiva
all'approvazione del progetto, in virt dell'adeguata reputazione finanziaria del
proponente e del fatto che le garanzie sono parte integrante del piano di
adeguamento, in quanto le garanzie hanno la funzione di assicurare che le discariche,
nel periodo di gestione operativa, nella fase di chiusura e durante il periodo di gestione
postoperativa, mantengano i requisiti minimi di sicurezza ambientale previsti dalla
legge;
infine, l'autorizzazione veniva rilasciata in assenza della valutazione impiantistica per le
operazioni di pretrattamento, in relazione alle nuove capacit di abbancamento e agli
obiettivi previsti dal decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, di riduzione dei rifiuti
urbani biodegradabili,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto;
se non intendano avviare, per quanto di loro competenza, un'indagine amministrativa
sul funzionamento degli uffici e sulle procedure seguite per il rilascio delle A.I.A. e delle
V.I.A per la realizzazione della discarica V4 di propriet della Catanzaro S.r.l.,
verificando se il sovradimensionamento e le attivit di abbancamento rispettino le
norme ed i criteri di concorrenza tra operatori;
se non ritengano che gli affidamenti diretti alla discarica di Siculiana, da parte di enti
locali in stato di emergenza e al di fuori dell'ATO AG2, siano frutto di una posizione di
vantaggio o privilegio, tale da ostacolare l'affermazione delle discariche concorrenti, o
limitare in qualche modo il servizio di raccolta differenziata ed il funzionamento degli
impianti collegati;
se siano a conoscenza dei dati emersi dall'indagine conoscitiva riguardante il settore
della gestione dei rifiuti solidi urbani avviata dall'Autorit garante della concorrenza e
del mercato e quali azioni nell'ambito delle proprie competenze intendano portare
avanti per porre fine a "monopoli naturali" da parte dei proprietari di discariche
presenti su tutto il territorio nazionale, che di fatto rendono di difficile gestione lo
smaltimento dei rifiuti solidi urbani attraverso il sistema di raccolta differenziata.
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=00801185&sta
mpa=si&toc=no
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ECONOMIA Con i fatti - e non con le semplici parole - l'assessore replica all'imprenditore agrigentino
espressione di confindustria sicilia. Citando personaggi e cose che ci riportano agli anni '90 e ai primi anni
di questo secolo. Vicende dove e' presente la mafia. Il governatore crocetta, il senatore lumia, antonello
montante e ivan lo bello non hanno nulla da dire? dov'e' finita la loro antimafia? e il presidente giorgio
squinzi che fa?
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secondo quanto sostenuto dal dottor Aurelio Angelini, consulente nominato dall'ex
assessore regionale Marino, la gestione delle discariche dell'isola ai privati il frutto di
una scelta precisa del Governo Lombardo, che negli stessi anni negava ai Comuni
l'apertura di piccole discariche lasciando il monopolio ai privati;
a Siculiana (Agrigento) presente una tra le pi grandi discariche della Sicilia di
propriet di Giuseppe Catanzaro, numero due di Confindustria Sicilia, l'associazione che
dal 2009 esprime un assessore, sia nel Governo Lombardo con Marco Venturi, sia in
quello Crocetta con Linda Vancheri come assessori per le attivit produttive;
la discarica da diversi anni svolge un'azione di mutuo soccorso in occasione di crisi
ambientali con funzioni di impianto connesso e correlato ad una funzione su scala
regionale ed oggi adibita come discarica di riferimento a plurimi ambiti territoriali
ottimali dell'isola;
considerato che:
con decreto della Regione Siciliana n. 1362 del 23 dicembre 2009 veniva rilasciata
autorizzazione integrata ambientale (AIA) alla ditta Catanzaro costruzioni s.r.l. per la
realizzazione di una vasca di discarica denominata "V4" in contrada Materano di
Siculiana, ricadente nel territorio dell'ambito territoriale ottimale Agrigento 2 (ATO
AG2), con una capacit di abbancamento pari a 2.937.379 metri cubi, in difformit a
quanto stabilito dall'art. 199, comma 3, lettera a), del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, che stabilisce l'obbligo di assicurare la gestione dei rifiuti urbani non pericolosi
all'interno degli ambiti territoriali ottimali;
l'AIA per la vasca V4 veniva rilasciata nonostante il Comune di Montallegro (Agrigento)
avesse espresso parere contrario a causa del sovradimensionamento della discarica e
dei conseguenti effetti ambientali e sanitari, per le conseguenze economiche per il
proprio territorio e per l'impatto veicolare;
inoltre, tale autorizzazione veniva rilasciata sebbene fosse ancora operativa la vasca di
discarica V3, anch'essa gestita nello stesso sito dalla Catanzaro costruzioni, che nella
relazione progettuale dichiarava una capacit residua della vasca di discarica V3 di
560.000 metri cubi, corrispondente grossomodo al fabbisogno dell'ATO AG2, non
tenendo conto dell'ulteriore riduzione che si sarebbe ottenuto con il raggiungimento
degli obiettivi di raccolta differenziata e le relative operazioni di trattamento e
vagliatura;
la stessa autorizzazione era rilasciata senza esaminare l'opzione "zero", in base a
quanto previsto dall'art. 14-bis, comma 3, legge 7 agosto 1990, n. 241, che prevede "la
necessaria ponderazione delle principali alternative ai fini della valutazione di impatto
ambientale", che costituisce parte integrante della procedura di VIA, e che esamina le
principali alternative, compresa l'alternativa "zero", soprattutto in presenza delle
volumetrie disponibili nella vasca di discarica V3;
in pi, essa era stata concessa in assenza di uno studio di impatto ambientale
sull'effetto cumulo degli inquinanti provenienti dalle varie sorgenti di impatto, in
considerazione del fatto che la vasca V4 stata realizzata accanto alle discariche VE V1 - V2 - V3 utilizzate e/o utilizzabili per complessivi 1.874.000 metri cubi;
ancora, era stata concessa al di fuori delle previsioni del piano regionale, visto che l'art.
9, comma 1, lettera e), del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 stabilisce la
necessit di una specifica previsione del piano regionale per la realizzazione di nuove
discariche: lo stesso art. 9 stabilisce che l'autorizzazione all'esercizio della discarica pu
essere rilasciata solo dopo l'accettazione da parte della Regione delle garanzie
finanziarie, e tale obbligo non stato indicato nel decreto autorizzativo e neppure
posto quale subordinata per validare l'idoneit del soggetto richiedente, in quanto la
fideiussione deve precedere la verifica delle garanzie di cui all'art. 14 dello stesso
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