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Giancarlo ilazzacutati

Arltonio Paletmo
Vitrorio Russo
Fredric
Jameson
Marxismo e forma
Teorie dialettiche d.ella letterdtuq
nel XX secolo
Introduzione di Franco Fortini
Liguori Editore
C/ali.,: Viftorio BoDsiomo
ln copetthta: Vjctor Vasrrely, < Kalota MC, 1965l7 >
ries of Literture)
Copyrigh!
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1971 by Prioccton University Prcss
T d zlol1e itilinna ll Renzo ?iovesan e Maria Zorino
Re.lisiane .li Giancarlo Mazr.curati
Copyright
@
1975 by Lieuori editore s.r.l., Napoli
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Titolo oiei/tale: Md4is rfl.l lc'rzr (Twcntieth Century Dialectical Theo
INTRODUZIONE
Questo
libro ttato sctitto in Calilornia e pubbli'
cato nel 1.971. Erano gli aflni clella catlstuoe uietnanitd.
Negli Stati Uniti I'amninistrazione
faceoa
massacrare 6 col-
pi di nitrc le dirigenze d.ella opposizione negra; in Europa
e fu Italia quasi tutle le
lorze
politiche organizzate si
()a-
L,ano aiuto leciproco pcr elminare i mouimenti gioamili
extrapa aruentari, i residui del 1968. Nel nostro p^ese erL
ancbe il lungo tnomento del silenzio di stato sulle stragi e
clella cotnplicit con i propositi
lascisti.
Quegli
anni uetleuano una parte delle guide intellet'
fuali d.ei giouani americafti assume$i apelte responsabilit
pubbliche contro il proseguitneftto della guerra e per la
dilesa di dissirlenti, obiettori e discrtori. Da noi e in Fran-
cia il xorne ,l.i Marcuse, iflteflzioftnhftenfe aenduto conze
uu d.etersiuo, aueua gi proaoceto la d.ifamazione e I'in-
giuria, ben coftcertate, da destra corue rla sinistra. Biso-
gnaua screditare il marxismo critico. D'altronde, l'<< uraa-
ftesiito )> flo\t si paaua pit. Ma gi Ie uetrine stutturd-
litte steuano pe estere vnontlte. L'ultitna scuola d.i Parigi
*
Lacan e Derricla
-
usciua d.agli imballaggi.
Fin dalla prefazione di questo libro si intexde allora
il punto di pdrte za staco e politico di un
Jameson.
II
peusierc estefico narxista (sapruttutto di Lukcs),
fondatc)
it1 stoa, studierebbe lo suiluppo dell'arte e della lette
ratura d.al to e tlalla religione
fno
alla nercificazione pre-
sente e, riaelando dietrc la tuana dell'attuale indiuid.uali-
smo tistico e letteraio o la
lorma
di uua arcaica pratica
l,,pV
A
9it'
\
e
-")
tlttistica collettiud >, allud.erebbe ad un possible recupeto
cli quelle pratche attraretso uxa rigenerazione sociale ossid
atlnlt)eso una rpoluzione: ma la realt (aferma
Jameson)
con la quale aueua a che
lare
la critica marxista degli Arni
Trenta non esisterebbe plt, Lo suiluppo monopolistico post-
iadusniale aurebbe ottenuto un tale occultanento della
lotta di classe attrauerso le tecnicbe della misti/icazione
(e
qui chiaro il modello rnarcusiaxo) cbe <, non c' nessuna
questiofte politica o tattica cbe non sia prirua e soprututto
teoretica )> e non c' problema pratico cbe, nella societ
pos t'industriale, non rimetta in circolo i graadi terui della
flosofia
di Hegel. La critica letteraria non sarebbe, in con'
clusione, qualcosa cli particolare e specialistico, bens una
attiuit cbe illxplica
Prcprio
la ripresa di quei grandi temi.
Non c' dubbio cbe, se cos non
fosse,
quella che alcuni
teoci italo marxisti baano cbiamata I'illusione otlica cui
il clpitale aurebbe indotto la ' contestazione' ialiant, do-
orcbb'essete considerata ulill xtorgana, un efelto luraiuctso
d.ell'estate califomiana, doue anche questo libro statr.t
scrt/o.
La sitnazioae nella quale uenne a inserirsi in Ialia la
< produzione 'dialettica' tedesca e
lraxcese
>> sembrerebbc
flofi auere auuto nulla a cbe
larc
con quel << nisto di libe
ralislo politico, enxpilis/ro e positiuismo Iogico ir cui
consiste d.a noi la
flosofa
anglo-americana >>. Axzi, una uen-
ina d'annl
la
si poteua ragioaeuolmente sosteftere l'ifluefio
e cio che la tela di
londo
della ideologia italiana di si-
nistra
losse,
in mor)o maga eclettico o persino equiuoco,
afidata a supporti begelo'nzarxisti e che solo alcuni stu
tligsi d.ella tend.enza marxista uefiistero
fornando
e ten-
tando una pi corctta interpretazione e traduzione tli quello
che il nos/ro aalore cbiarya, cllitticameute, - cmpirismu c
positiuisftio logico >. Ma oggi serrcbra certo cbe le cose stiltlto
in ntodo molto diuerso. Non solo il discorso della cultura
marxista pare ao considerare pit' attuali' la raaggiot parle
degli autari e degli indirizzi di pensiero cui questo libro si
VI
rilerisce; ma altre
lonnule
si tlfondoao, che del marxistno
bens partecipaao, cotae si dice per di certe partecipa'
zioni azionaie; ossia ia aista tJei diuidentli, non riccbissirui
ma ragolari, generalmente distribuiti a chi deteng qualche
tilolo di tanto corsolidata inzpresa.
Qucsto
ni
la
persuaso del duplice ittcrcsse di un libro
corue Matxtsno e fotna: per ut uetsct
laneson
ui enuclea
con intelligeaza e cbarczza, uai
lacilitaue,
setnpre di so-
stenuta eDidenzq intelleltuale, gli elementi portanti di un
dscorso sulla letteraturo e sulla critica letteftlria che euiti
le ricadute nel sociologisnzo
-
quali Goldmaan non sen-
pre eoitaua
-
senzd perdcre il terrcno della storicit; e,
per u a.llrc oerso, ci pa a, su temi a noi rclatiuamefite
lamiliari,
da un punto di acustica culturale cos diaerso
(taa per quaato terupo aacora?) dal nostro cbe conosciute
parole paiano suonare con un tixzbro insolito.
Quel
che ci
poteua te\ftbrare ouoio si innoua. In Itolia nessuno, acl
eJetapio, at)rebbe trttttato nel rxedesimo libro a pat di
probletui di un Luk,ics e di un Sare; siarno axzi uiziosa'
mentc a?aezzi a coxsid.era o un crrote ndotto dalla mi
nima ampiezza dell'aagolo acato cbe auesse il suo aertice
in Calilornia e i cui lati puntossero su Parigi e Budapest;
quando inuece sono
Poprio
quei retxoli cent
(o
siaruo
noi i remoti7) a consentire di aflertarc come contigue po-
sizioni che senbraaaxo assolatamente d.isgiuxte o dioer-
genti. E, per di pi, quella dittanza pernette di
palutarc
fino
a quale segno le lesi, i gruppi e gli uonini che uo-
gliano in qualche taodo sluggire alle leggi, caphalistiche, di
una specialzzazioxe incabatrice di lites tecftocrutiche siano
condannati ai tempi, ai aole e agli interessi tlelle editorie,
anche di quelle cbe si pretendono scientifi.cbc. Basta oedete
a qual segno e in quale modo si sono succedutc, affollate o
ltreatte le ratJuzoni degli autc.tri di cui qui discorre
Jame
son; in ltalia ma aox solo in ltalia. E in quale accorta
sequerza node e intetessi politici abbiano esibito o occul-
tato, imandato o
falsifcato.
IJn libro coma qucsto ftaturalnette nolt si ritlssume
Per le buote ragioni che
llnesa
rammellta aella sua itt-
Iroduzioae: ton conseutendo il metodo dialettico di omat-
tele i pttssaggi. Ma anche perch
-
conze I'Aulore ha cura
di sotlolineale d ptopotito tlella scritturd di Adoruo e cone
allo scrioente era gi occorso di concludctc
-
< la dcnsit
dello stile gi essa stessa ttn cofiporlaneftto il1trfisi getttc..
uft ammanimcrto L1l lettorc dcl prezzo che deuc pagare pet
il pensiero gcntino >>; s cbe la'lotma' della sctittura
insepardbile dal suo coxtenuto anche nella esposizione
flo'
sofica.
Fix dal primo saggio si aflronta il tena della dialct
tica; anzi dei cotrplessi rappotti
lra
quella di Hegel a qualla
di Atlorno, pens6tore aslsterxotica
PU
prolon.la
ledelt
a
Hegel stesso
(< Il sistctra hegeliatto inaccessibilc percb
un giudizio sulla nostra miseria>; <i testi di I'Iegel so'
tlo ttrti-tesli, come si dice drti- ,taterid >). Partendo dagli
scritti di ctica rnusicale come delle Noten,
Jameson
stabi-
lisce un parallcliswo
lra
dialettica ncgdtiut e teorid esletictl
adorniana. Non sar dauuero chc queste pagine ci tJicdrto
tnolto sul complesso uaiacrso tli perslero tl Adorto: na s
ittocce sulld dialetticd flegatiua che < ptt soLo afJetntare la
nozione e il ualorc dclla siatcsi ultinta, ncgandone la pos-
sibilit e ealt per tutti i cas coucreti cbe si trota ad afJrot't-
tale )>. Se pet Proust
(secondo Barthcs, citdto dAllo
Jd/fte-
soa) < le piii grandi opere tnodeme intlugiano il pit a lungo
pctssibilc, in una spece d sospcnsione miracolosa, uila so'
glia detla Latteralura >>, Adorno strt indugare' in uxa
specie di tensione tragica, sulla soglia delLa sfutesi c della
potitica. Gi da qucsto primo saggio si iatendc perch l'open
letteftiri(l, e la ctitica che ne utol retdere coxto, sato cos
radicalmente ixseparabil dai problewi tlella prcssi politica
c dal senso della storid u111.1t14; colltc
Janesort
poi chiarir
meglio nel saggio su Lukcs.
Quando
dal pmo cdPtolo s passa alle ultime pagine
di quello su Benjamin si capisce percb queste siano collo'
VIII
catc dopo quellc, loxologicaneftle
Prccadenti,
di Adotxo.
lamesox,
inlatti, pur ella sua dPl)assiorulta sirupdtia uerso
quest'ultimo, ba aferrnato cbe la dialettica negatiua aurebbe
fnito
per attribuire una inpolnzd csagerctd dl totteflto
del
lallimento
c quindi bloccata ogn possibilit di soiluppo
luturo.
Ora \Yalter Benjanin
(< o della nostalgia >) gli ap'
!)are
come il pensntorc che ha esaLtalo il senso del passato
cat?xe stru?neftlo dell'auuenire; flon se za intitna conttaddi-
zione, in Benjarniu 111 llostalgi
-
cbe, comc noliuaziorte
politica, uiene quasi senpre associala al
lascismo
-
uuole
porsi ixuece come stimolo riuoluzioxario. Il paradosso
solo apparcnte; inlatti la nozione di recupero el passato
-
cio, ix Lakcs, il drcmmatico teraa della Tradzioxc
-
aicne ulteriormanle suiluppata ift questo libro
(iu ditetttt
rltpPotlo col sgni/icato Ae a ope d'arte) nel capitalo de'
dicato a Schil.ler e a Marcuse.
Si gi detto della caaagliasca ctperuzione cui slato
sottoposto in Italia il pensiero di Herbe Marcuse, negli
arni della sua moda. Oggi solo una indagine storict c4'
pace di renderne couto ponendolo in reldzionc al pcnsiero
di Horkheirner e d Bloch, e, sullo sfondo, di quello di
Freud e di Lukcs.
lanesox
rcutle giustizia a Marcuse si-
tuanane la riflcssione sulla linea del pettsiero scbilletiano,
doue alla poesia e all'arte eta affdata la
lunzioue
di potre
tetxini tlella ' libut', prina conze inlegrazioue della per'
sonalit e del priucipio el piacere, pcti corue ttluaziotle po-
litica. Si leggoxo qui, a proposto della contixuit Schiller'
Ronanticisrto-Surrcalisruo, alcune delle pagine ntiglictri di
questo libro. La < beatitudifle > sc/tiLleriana l)iene duucindll
al << mistero >> sutealista; e se la ' ptatica' suffellistd, dice
lameson,
oggi letlerdlm.ente impraticabile, ci Aouuto
aLla h'aslomtazione fleoclpitalistic.l cbe ha priuato i suoi pro'
dotti della possibilit di incaraare il netauiglioso quale
-
i27 117s paese ancora impetfettLmeute iadustalizzato co-
m'era la Francia degli Anxi Trenla
-
la Modernit aueua
ancoru, agli occlti dei giouani surrealisli.
Quello
di cui patla
Marcusc duaque il uoslro mondo, incapace di 'ueraui'
glioso', < dell'abboadanza e del controllo totale >; e che ha
percluto la capacit e I'esperienza, aitale per Frarcot'or
tesi, d.el Negatixo. L'Utopia ha
finalmente,
per Marcusa, la
lunzione
chc l'Arte aueua per Schiller. E Ia < nostalgia >> di
Bcnjamin . per Marcu'e.
"
mc'roria - e '
preuisione
possibilit di armonizzare il prixcipio del piacere e alcuxe
lotne
di moralit sociale. Ottimistno, il suo, solo apparele;
perch se la menzora ineoitabilc, la saluezza non lo .
Nella pagiud couclusiua il lettore auuerlir I'oruaggio coxtc-
nuto ma commosso dell'Autorc a colui che certo gli dettc
essere stato maestto.
Senpre sulla stessa linea di pporto
lra
il passato e
il
futuro
si situd il cdpitalo su Bloch, di tutti i maggiori
rxarxisti del nostro secolo il pit rimosso dalla cultura ita
liana: un motiao di pi per leggerlo con tttenzio e.
Nel carnmino all'indietro che il moaimento di que-
st'opera,
Janzeson
doueua arrit,are a Lulecs, il maggiorc c
pi coxtrauefio teorico mdlxista del nostro secolo: ma << i
suoi critici occidentali ... lbiqno un rispetto artificic'tso
alla
figura
di Lukcs... AIlo suihppo intellettuale uiene so'
ttituito il 1tib Aelh'cariera'di Lukcs ... l giotane Lu
hcs ... aiene utilizzato per sueditare il Lukcs teotico del
realismo; anzi l'ultimo Luk'cs, con il suo ritorno alle posi-
zioni iniziali, serue a dar consistenzd alla insinuazione che
I'iatera opcra sd stata
llllimenlare
ed inutile >. Dd questo
aperta dilesa polemica, per qttarafitd pagiae
Jamesor
sui'
luppa una espasiziofte d.el pensiero critico'estetico dell'au-
tule Ai Srcti^ e cosciet]za di classe c/re considero,
pur nella
sua breuit, una delle sue pit pe$uatiue. Se aelle ptime
pagine il lettore troad una sifltetica esposizione delle prin'
cipali tesi di socitiogia della letteratura ptoptie del Lukcs
maturo
(la socict conxe nateria prat'ormata che in ultinza
analisi tletarminerebbe l'dstraftezza e la concretezza tJelle
opere d'arte influeuzardone non solo il coxtenuto rua ld
lorma;
il sirnbolisno cot e 5co111p6rsa del significato irume
X
diato d.eyli oggetli; c cos uia), una esposizioxe della Teoria
del romanzo iutror|uce alle ragioni dcl passaggio di Lukcs
al marxistno. Secoxdo
laweson
-
e ix modo solo tppa-
rc1,ttctfiefite paradossale
-
il giouane ungherese" sarebbe
docnuto comunista perch i probletni della natazione, sol'
leoati nella Teoria del tomanz.o, richiedeudno una struttura
lntuxistl per essere suiluppati a portati d una loro logica
canclusione. Si ued.a quanto qui si dice 6 ptoposito dell|
coscienza di classe cone capacit tlella nente di cogliere la
talllt esterna e della
laruigerata lgura
della 'tiflessionc'
(dell.a realt ttcl pensiero) comc di una <( stenogrlfrt concet-
htale che sernc a sottoliueltre la presenza della operazione
meale che l ette in contatto clue realt distinte e incom'
nansurabili, utla lipplrtenente alla soarastruttura e I'altra
alla base, I'uua culturale c l'altra socioeconomica >. Nox it't'
tcrestd qui rerificare la correltezza di questa ifiterpte lazior|e,
quoato segnal e che
lamcson,
applictudo alcune intlicazioni
metadologlche di Adorto, irdiudr.a nel prccesso cottosci
r)o, Ai cui Luk,lcs ci parla, non taxto alcuxch di analctgo
aLla cottctscetza sciertifica quaxto qualcosa cbe somiglia alla
trama natLativar questo spufito) collegando Ia conoscenza
poelica a quella slorict, neutre a uoi euoca Croce, a
Jame-
son ricorda Grcinas, secondo il quale tutti i ttatetiali uer-
bali, persino quelli delle argamentdzioni
filosofcbe,
si suol-
gerebbero nei termini di un modelLo ftlrratiuo. Le ifttePre-
tazioni di
ldnzeson
hanno spesso utl(:t uit,ace 4ttitudine a
ilrlxolare proprio doue il luogo conune senbraua ixeuila-
bile. Per esenpo, nella ntelpretdziofte clella nozione di
' tipico' nel roffianzo starico: < il tipico xon una relczione
biuniaoca
lra
i singoli personaggi e le cotaponenti fsse
e
stabiti d.et montlo esternct x11
Piuttosto
una analogia {ra
I'intera trama come conf'litto di forze e il momento globalc
della storia, che viene considerato come un processo,,. O
quando euita iI sospetto di
lornalismo
che sussiste nella
nozione, goldnanniana, di 'omologia': non omologia di
strt4tture nxa analogia
lra
la truma
(romanzesca) e la stoa
(reale). D'altroncla,
!aneson
non afronta il Lukcs 'eso'
pico' d.ella taturit stdliftisf4 o lo
la
lateralmente, solo per
nxettere in eaidenza che la stta polawica afitinodetrittd ri-
sponde ad una assoluta coerenza: l'ideale rcalista in defixi-
tiua, come la prassi aoluzionaria, dipende < da quei ruo-
rcftti sorici pruilegiati in cui possibile ancota una ar:,lla
scoprire un rrodo nuouo di immettersi nella societ corue
lol,xlit r>. S che,
fixalnente,
Lukcs a ingarnarsi su se
stesso, ttaslereado i prccettistic6 pet et ,on uohtziona'
rie quel che egli stcsso d)eua
Panslta
per periodi di atsa'
lata tentio e, di penctrazione nuoua, di acuit.
Il saggio su Sarrre e la sroria ua considerata, ritenEo,
ut libro nel libro; c relatiaanetlte eccc trico dal suo cox-
testo. L'analisi-clescriz,ione del pensiero sartridno da L'essetc
e il nulla alla Critrca della ragione dialettica condolta in
oista di una <
lormallt
,> che nou quella della lcttertturd
bens quella della storid.. Vale anche qui quaxto s detto
per le altre parti del librc. Esso colpisce il nastro
filisteisnto
raalutand.o I'ittzportanza dcl Sartre pcnsatarc che le cende
politicbe dell'ultittto trentelnrio hanao nascosto o dcgradato.
Noa d,obbiano di ?e,ltic(ue I'iflte etto souictco che colp
Satfra per quasi tutto il decennio succetsiuo alla Liberazio'
ne; il nostro sPrezzdlxte e corrente giudizio Iettcrao sui
suoi ramanzi e i suoi drcmrui, alibi per aon ascoltare i suoi
giudizi politici, quasi sempre etat nell'inmediato ed eslltti
stila d.istanza; gli attacchi e gli scherni subti da quatti, nel'
I'era gattllista, asPirdltli alle
lutlziani
create dalla nuoua
tacnocrazia, si
t'aceuano
setttta oru di LoyStrauss, ora di
Foucault, oru degl dspetti pir reazionari del cosidetto strut'
turalismo; e, nellct scorso tlecernio, I'odio uotatogli da
pi porti politiche e ideologiche e I'uso anchc cxico che
d.ella sud persa a e del srto nome taluni gruppi hanno
fatto'
uso cli cui tuttdit il tecchio Sarc era ben conscio e cbe
ha accettato a mente chicra. Anche nei suoi ertori, Sartre
e resta ber superiore a tutti quelli che, a sinistta o a destra,
non ae hanno sopportatlt I'ifltelligenza. E sia questa una
XII
occasioae di testimoxianza
petsonale: dd trcnt'anfii Saltrc
stdto il uiuente che, con Lukcs e Brecbt, mi ha inse'
gnato tli pit e ncglio. Posso capite che
lameson
scriua:
< La sua Critiqte t)a collocatd lccdnto tt opere ca'me S\fa
Contraddizione di Mao Tsc Tung, in cui la cultwa e la
Iogica rengono tistc come flessi dcl conflittct sociale; o
accanto alle luminose pagiae in cui Gramsci descriue il po-
/crc
lonnatiuo
dei
SraPPi
so(iali
L'ultimo quarto, inlue, delL'intera opera una tipresa
dci tenzi gi ptoposti nai pni cdpitoli e la ricetca di un
loadaneuto
teorico alla critica letteraria. I << sisteni >> di cui
lamesoa
ha parlato, nonasLnte la loro incompatibilit ap'
parente, possono essere siutetizzati; rua xon itt
lottna
sste'
natica. Se e pu duerc solo una << euocazioxe > Si rsale,
conxe seTflprc) a Hegel, per Lssumete d put\to di parlenu'
anzitutto, I'unit deLl'opera letteruia, unit e interezza che
per un
lenomexo
dialettico, di rdpparto dunque con uxo
slondo, c.tssia con la culttla e la totalit dalle altre operc
letterae. Essentlo la perceziortc leltcrad una percezonc
diffcrenziale o comPa.ratiad, si lratta di estrarre ufi elenatto
-
tecfticdi strutluru, o allto
-
e di sciuerxe la storia.
(Un esempio ruolto noteuole e ticco, proposto da
Janesott'
quello delle origni sociali della sensibilit ottocentescd
alle sensazioai
fisiche).
Ma rcl campo della ctitica lettetaria
auoenuto che molte ipolasi aoallzate dalla ffitica recenle
su qtrcsto o qttell'autore o ttspetlo tli un'opera postotlo cs'
scrc ricondaltc a uere e prope potesi pseudo storiche; c
questo uale anche
Per
le << storia delle
lorme
> (alla Taine
e
fino
a Spengler). E qui aa segnalata unt graue osciLlazione
di
lamcson:
che ctra propoxe ut14 storia degli elementi let'
teru oftt nega la possibilit di una autentica storia delle
sourLstrulturc. NelLa seconda patte del capitolo, iL tema ei
contenuti uisto altrauerso ll Nerv Criticism ed certo alfi'
dato ad. una trdtttlziofte afJrettata e superficiale Si dooreb-
bero, penso, accogliere ecl esaminare inaece alcure acute
ipotesi appalenteftenle secondae, come quella della nascita
:totitu tltll'itlc'tt ll stilc,
"
!orli/tt/o tkllt
(ttllttlt t)ttltttttt,
dclla retorica del periolo classico t> c < act:uttuazionc dtllt
unit psicologica dcl corpo )> o, cotte scriue Il Batlhcs'
< qualcosa ... i cui punti d, rilermento uanno cercali a li'
uello di biologia e di passato >: onde la liminlzione storica
del
lenomeao
dello stile e in defnitiua la impossibilit di
uno stile in quanto tale. L.l terz6
Pdrte
(< Tautologia corue
rnediazione tra
forma
e cofttenuto >r) ni sembta cbe dal
punto di ?ista ' tecnicameate'
filosofico
apparirebbe la pi
aoDefltatosa, cone quella che suolge la nozione di una < tau-
tologia >
(o identit conclutiua
lru
processo tli pensicro e
realt su cai il pensiero esercita le proprie
funzioni)
sia nel
senso dell'id.ealismo oggettiuo hegeliano, sia in quello marui-
sta < per cui il rrondo esterno il prodotto del lauoro e
della storia untana in w modo cos totale cbe lo stesso
prod.uttoe il prodotto di
7uella
stotia >. Nella critica let-
teraria, I'indagine dourebbe uolgersi a cogliere i moroeftti in
cui considerazioni
lotmali
si dissoluono
(o si capouolgono)
in problemi di co tenato all'intemo dell'opera consderata
mentre, all'estetno di quest'ultima, quello che
lameson
chiama il <( nouirueftto tautologico >> ossia di identiflcazione
attiaa, si manilesta come rapporto
lrc
il contenuto e il suo
contesto stoico. E qui si ha la pi esplicta dichiaruzictne
tlel passaggio e della circolazione d'i ctitica letterutil e so-
cologa: < a un ceo liuello di concetezza la cosa stessa
-
o c cbe chiameremo la sua realt essfenziale
-
pu
uenire rilctrmulata in una qualsasi di una serie d codici al-
teffiatiui, pa aenire riaicolata in una qualsiasi di uxa se-
e di dimensioni diuerse: cctme struttura letielaa, come
oerit uissuta di uxa determinata organizzazione sociale, co'
ne un cerlo tipo d.i relazione soggetto'oggefto, cone u d
certa distanza del linguaggio dal suo oggetto, come utta dc-
terminota
lorrua
della specializzazione o della diuisione del
lauoro, corne uxa relazione ira classi >>; di qui, ancbe, tutta
una serie di conseguenze a liuello di indagiae letteraria'
che occupano iL quarto capilolo e il quinto. Nott si cbiede
XIV
tlitttttn) il ltllrttt rli .t(lj.tttr lit
t !ott ttti ttlt)i t't'tli,!ittt).\i
ttlli rltlitlt luttlyt ll rttrttt/tr14tu lL'L
2Lrrsit'xt
tli tlistttrlcttztr
bcnclitrtttr: ua inncgablc, L'hrt gi dcttrt, che egLi capacc
tli canpicrc uccosldrxenli ilLunzinanti e di interuenire, irt
nodi
lorse
sbrigatiui, su tarui di struordinario tilieuo. Ma
cbi aucsse bisogno di
pedere
condensata la < posizione > cli
!aneson,
Iegga almeao la quat parte dell'ultimo saggio:
con la rxassima cbiatezza desiderabile ai dichiarata la op'
posziofte tftl materialismo marxisla e tealisnzo,
lra
pen-
siero dialettico ed. empirismo anglo atzericano. C' quanto
basta per accusare
Jameson
di antimaterialismo, se pu
lar
conzodo. E legga, nalla quinta, la ctica alla sociologia let'
teraria di un Gold.mann
(attrluerso un illuminante cox'
lronto lra
studi sull'et del Giansenisruo) roncb la riualu'
tazione di alcuxe analisi di Sartre su Flaubert e di PlekhanoD
sul dtame bourgeois, le propotte per una stilistic maryista
e per una teorit m xittd della trurna e dei personaggi'
Posso rendermi conto che la esposizione o ricosttuziafie
finale
lasci insoddislatti: doue ci si poteua attenderc tna
robusta costruzione teoca, abbiamo a che
lare
con una m-
precisa collezione di motitti; e con uflt sortti di ircetto e
sinuoso muouere da questo .r' quel prctesto. II capitolo Mar'
xismo e forma interna riptopone l'idea di una << sequenza
ordinata di littelli entro I'opera >, di una critica
(narxista)
che consista nel << passaggio da una realt di super/icie ad
una realt sottostunte > e di quel passaggio si ipotizzano
rlue casi, quello che bruscamente tifocalizzi una ideologia
6ppdrentelnefite tisieftatica entro I'obiettitto di una poleznica
di classe e quello della distinzir.tne tra
lorme
esterxe del lix-
guaggio e sue capaci interne di significato
(ed
lorse
il
caso di sottolineare come alcuni recenti ' superamenti' dello
strutturalisnxo si iscuano
propo cofltro questa e altte teo'
rie dei ' tittelli'). Di qui I'idea che il compito della ctica sia
quello di riaelare, mettere a nudo, ripristinare il contenuto
origiaario, ifiteso come l'esperienza sociale e storica Se << Ja
pma conseguenza metodologica della nozione dialettica di
Ittrma
e di cantcnuto che ogni tenaiae pu cssere tuldotlo
nell'altro >, dbc che < la
lorma
in reall solo la proiezione
del conteftulo ... utile solo a patlo che la logica intenta
clel contcnuto si abolisca nella anbiguit della sostaxza arti-
slica, che ptr uenirc L,ista di tolla in uolta come solo con-
lcn lo o tutu, sola
lorao
'.
Doue
-
s( nu'tcidtno
!1ct
ttq
momcflta alla
facile
ircnia uerso una terminologia che pu
:embrare uetutta
-
ua sottolincdtt la parola artbiguit e
il terminc /l Vexierbild, itapiegato per l'opera di poesia:
cbe nor tdtlto ,md
fgurarebus
quanta wu'ligura teuet-
sibile' (corne il'dado di Necker'). La'censura' cui, ael-
I'opera, sarebbe saltopasto il canlenuto s/otico-sociale aurab
be, secondo
laruesox,
a che
lare
col signit'cato della nerce
cotne
lorrua
ctssia cox lo slorzo di obliterare << i segni deL
lauoro sul prcdotto >. Le pagine .ledicate, tttl/aaerso una
citazione adorniard, a questo purto speci/co sarcbbero Ie
raeao
lelici
a linpde del libro, non
fos:uo
eseruphrtcltu
con alcuue poche, bellissine, su Hemingual; dot,e utto scril'
tore che semprc sernbrcto lontano dalla problematica let'
teraria a lui strccessiDar si riuela inuece dominato dalla ten-
sione a pt.tticare <, il processo dello scriaete >>, con il corse'
gucnte culto d,ella tecnica, la necessit tlell'< espato >> come
< rdlt sfrcftddta >> su cui escrcilttre, appunto, qucl < pro'
cesso dello scriDerc >. Cos rtt pare che
Jameson
colga uta
rileuante aerit quando uetlc nella produzione della auax
guardia, soprdttulto axecltltt
(egli nomina
Jctbn
Cage, Aa-
d.y Varhol, Borroughs, Beckett, Goda ,
N. Brown...) opete
popolati, nel mordo daminante della moda e tJei mass
media, thc esprimono la rralt amcrica,ra e proprio pct
questo -roro anbigue. < La crtica pit effcace all'ideologia
della nuaua sensibilit e del xuouo misticisno >> (e si du-
L)etta cot e queste pade suonino esatte per il nostrc paese
e per il aostro momellto) non pu cssere quella lukcsiana,
pi per i suoi limiti di gusto che per dclcienza teorica:
d.our inoece rilarsi alla critica cbe Mau ebbe a comperc
all'idea di religione secontlo LIegel. Per legel la religione
XVI
oggettivava iL nostr1 spirito umdno: i pollduoce della nuoua
tnoderxit afermaro che essa esptrme la nostra societ. Ed
ecco. sctiue
Jawcsou.
chc
"
bos/a ut ptls\o per arriunre a
nafl trot)are scaudalosa axzi a comprendere la ne\essit di
questi mascherunenti e di qucsta alianazione >. Non c'
lorse
un rapporlo
-
aggiungiamo noi
lra
la compiaciula
iudulgenza di lanta correute 'sinistra' nei conltonti lella
' religone' e quella nei coufroali delle auanguard.ie per'
cl: esprinono il nostro tenpo
(ossia na sctno espresse)2
Ma I'insoddisfazic.tne pet questo suariare, nelle pagine
conclusiae, di spunti non approfoxditi, eurebbe tao se
-
come gi ncl secoxdo dopoguerra il occchict Croce, ix-
lastidito
dal Goethe und seir.re Zeit di Lukcs chiedcsse
perenlotlt/ente pit critictt e mena teoria critica. Siatno di
fronte,
in uerit, ad un limitc necessario ed organico di
quella che qui chiamata critica dnlettica. Il critico lette-
ario txarxista non
Poh,
certo, fian te et prcscnti gli stru-
rueftti irterptetatiui cbe gli aengono ofJerti dalla cultura
nelLa quale opera; flon potr nox accogliere qucl cbe di
' scicntfico' si accom pagua all' irtlagine s lorica, sc.tciolo gica,
psicanalitica, linguistica, semiologica; ma il processo di to-
talizzazione iftiftterrotto, la neccssit di includere rel proprio
tliscorso
frazioni
scmpre ulteriori, ed dppdrefilemente estru-
nec, dalla realt e tlella cofiatcenz.li
ltliranno
col sottfirrc
non solo alla sua pagina e al suo librct I'arnzonia e conxpitt'
tezza cbe mo dei segni della cosiddetta grande critica tra'
dzottale na, inplicaado ufta colrtinu.t apartura sull'aooenire,
affideranno il significato dell'indagine ai nutamenti della
siori.., anzi ad ux genere particolare di t??uttmlci di clri
satanno agenti fton gi indistiute
lorze
sociali ma specifiche
lofte.
In questo senso Ia tuancanza di concrctezza della cri
tica nxdrxistd sua costituente inet)it/tble; ed i suoi risul'
tuti ctitici reali doaranto essere di nccessit pit
lacihncxte
riconducibili a questa o a quella componente metotJologictt,
a criteri di indagine che ad altre prospettiue e coacezioni del
rtondo si ricbiatuauo, piuttosto che alle sue proprie e mar-
xiste; cone se la critica dialettica e riuoluzionaria di ur'i
lameson
ci discorre aoesse come destino inhaerens ossibus
di essere serupre prima o dopo il concleto opelate crthco;
di essere insornrna quel che orienta, non quel cbe orien-
tato. Condiziofte lorse
uera anche per ogni altra lttitit ui-
tica norxista, iai conpresa I'rttioit
politica. E cbe cos'
cbe eruinentemente non pu accettare una sinile tensione
intollerubile, una cos accanita negaziore della proptia e*
senza? I'opera;
7ualunque
opera, nella sua illasione axti-
dialettica, nel suo
larsi
da parte, nel sao necessario rifuto
della storia.
Qaardo,
coxze ai nostri giorni, la storia sen-
bra rallentare e I'aria inbruna, la tentazione dell'opera e
d.ella sua it ruobilit appalente si
la
inesistibile come la
sera, ancbe per cbi sa che resiste e la sola oia per aden'
piere un'opet,
Franco Fortini
1l n'exisle d'ouvett la recherche mentale que deu'r voies,
en lout. oir bifurque nolre beso;n. savoir,
I esthitique dune part er aussi Iconomic politique'
MaL!AnM
L'idealismo intellicnte pit vicino al materialisno in'
telligente di quanto non lo sia il materialismo stupido'
LENIN
PREFAZIONE
Suppongo cbe, qaando i letori omericafii pensano alla
crtica letteraa marxista, abbiano ancora in nente I'atmo-
slera d.el 1,930. Le questioni rouenti di quei giorni
-
anti
nazisno, Froftte popolare, rclazione tra lettetatura e no-
uimento d.ei lauoratori, corctesa tra Stqlin e Trotzky, tra
ruarxisrno e arcarchisrno
-
hanno generuto polenicbe alle
quali possiarno pensare con nostalgia, na che non lispon-
d.ono pi alle odierne condizioni del ruotdo. La critica let-
teraria praticLt.t in qaei tenpi era d.i natura relatiuamente
non teoretica, essenzialntente d.id.attica, destinata pit acl es-
sere utata nelle scuole serrtli cbe in serninari per laureati,
se posso mette a in qaesti telnini; ed stata relegata alla
cond.izione di ana curiosit intellettuale e storica, del tipo
di quella che si atlnifestd oggigiorao ristatnpando, poniano,
un'opera esaurita d.i Plecbanou o cit.tndo en passant Chri
stopher Caud.uell.
Recentenxente, per, ba corninciato a
lar
sentite la sua
presenza, efitro I'orizzonte di lingua inglese, un tipo diuerso
di ctica naruistd. ii quello cbe potrebbe esserc cbiamato
-
in opposizione alla tradizione souietica
-
ur tipo d.i
marxistno be geliane ggiante, cbe per i paesi di lingua te-
desca pu essere
t'atto
risalire alla pubblicazione, teorica-
mente stimoldnfe, di Stotia e coscienza di classe d.i Lukcs,
nel 1923, insiene alla ritcoperta /el Manosoitti economico-
filosofici del !844 cli Marx; taentre per la Francia pu es-
sere opportuno ricollega o al ritonlo ad Hegel darunte I'ul-
tino trente nio.
Mi auguro che i capiloli che seguoxo risultitto utili
cone introtluzione
generale al matxismo e a qualcuno dei
suoi teorici principali. ln patticolare' ho cercato di dare un
resocolito esaurietlc di alcuxe tJelle loro opere chiau^e
-
Teoria del romanzo e Storia e coscienza di classe lj
Luk,lcs, 7l ptincipio Speranz a di Blocb, Le origini del-
la tragedia tedesca ll Beniamin, Filosofia della musica
trlod.tno e Dialettica negat\Ya .li Adorno, Ctitica della Ra-
gione clialettica di S tue
-
che sono state' nella peggiore
-tlelle
ipotesi, inaccessibili al lettore di lingua inglese e' xella
migliore,
poco discusse negli Stati Ilniti
"
Arri, u, colapito elutit)nl1lenle moclesto e bex de'
teftt2inato, quale il presettte, comportT' tutlaqiL, di per se
stesso un mtero progrdnna: tanto per cominciare' ancbe
scrittori di gritlo, come Sartre e Lukcs, notx sono m stdtl
nessi bene a
luoco
nei paesi di litgua inglese a causa
d,ell'axticonuxismo dei comruentatori anglosasson, o' il pit
Ae e uolte, seffiplicemefite a causa dell'assettza di una qual'
siasi genuina culturu marxista nei circoli accademici'
Meno ouuic.t,
lorie,
il
latto
che chianque uoglia
presentare al nostro pubbtico la produzione << dille!!ic'1
'>
'tetlesca
o
lraxcese
obbligato
-
implicitanle te o etpli-
citanefite
*
a prendete in cttnsidetaziote anche una tetza
tradizione naziotale, aoglio dire la aostta: quel mhto di
liberalismo
polirico, empitismo, e positiaisrtto logco di
cui irTpastata ta
f.tosofa
anglo'amecana e che cottt'
pletame te osfile al tipo di pensieto qui delixeato Nox si
pu scriaere per un lettore lormatosi
in questa tradzione
-
non si pu pii,t nemmeno ueftire a pdtti con la proptia
lormazioue
storica
-
senza
prendere in considerazioae
questo auuersario cbe esercita una cos
lorte
influetza con'
icttuale; etl questa esigenza, se uolete' cbe d cotpo alla
pdrte te denziosa del nio libro e, per cos dite' gli d-un
preciso taglio politico e
filosofco.
Inlatti la bancarotta della
rad.izione <libetale > [arneticana]
euidente t'ltlto sul
piano
flosofico
quanto stt quello politico: il che non uuol
2
dire cbe essa abbia persct il suo prestigio o il suo potere
tdeologico. Al contrario, l' at te ggiawento radicalmente ant-
speculatiuo di quella tradizione, il suo pctrre l'accento sal
ftttto
o elelftento ind.iaiduale a spesa della rete cl'i relazioni
in cui quell'elemento deae esserc calato, conlinua ad ixco'
raggillle l'trccettaziona passiua delle cose cos corxe Jtanno
impedendo a quanti seguono quella tradizione di
larc
con'
rcessioni e, soprafutta, di trarre conclasiofti, altrine ti ifte-
aitabili, a liuello politico. ora, perci, cbe quelli di noi
che sono entro la slera d'influenza della tradizione anglo-
americana impatino a pensare dialefticameftte, dcquisisclfto
i rud.iruenti della cultura dialettica e le arrui critcbe essan'
ziali che essa
fornisce.
Mi se tirei appagato se questo libro
cartibttse ancbe sollanlo in piccc,la parte d tale sL,iluppo.
Quanto
segue, conxunque, non
filoso/ia,
rua ctica
lettewrid, o per lo nteno prcparaziane alla critica lettercd.
Il rilieuo che Marx diede a singolc opere d''arta e il ualore
clte esse aueoano per lui
(come per Hegel prima e per Lenin
dopo) certamente non erlfio una rluestione di gusto per-
sonale: in qualcbe nod.o,
-
cbe compilo della eoritl
nzdrxitta prccisLre
-
la letterutura gioca un ntolo cetttale
nel processo dialettico. Potre anche aggiungere che il chiu'
so regxo d,ella lettercufti, la situazione sperimentale o da
lrboratorio cbe ess(1 costituisce, con i suoi cdtattestici pro-
blemi di
lorna
e cotteftuto e clella relazionc fft1 sox)rdstrut'
tra e infrustruttura, olJre un microcosxlct priuilegiato in
cui osseruare il pensiero dialettico all'opera.
Al tempo sesso, arcbe se i capitoli cbe seguono
fos-
sero del tutto sprouuisti del rigore tecnico clelle ricerche
filosoficbe
in senso stetto, l loro st^ttts linguistico rimar'
rebbe aabiguo: inlatti anche uero che essi sono ben lungi
dall'cssere introduzion esenzphrtcatrici o rassegne giornali-
sticbe delle uarie posizioni e delle idee chiaue di uno scrit'
tore, descrizioni aneddotiche della sua situazione e d.ella sua
relazione con i problenzi dcl suo tempo. Non cbe queste
cosc non siano iflteresslulti o cbe aon abbiawt una loro uti-
lit, ma, a mio auuiso, reslano al liaeLlo di mera optnrol'e'
uale a clire, al tiuetto di atteggiamento intellettudle idotto
a posa. Il ruetodo dialttico
pu essere acquisito, dire'
solo con un concreto lauoro di dettaglio' con una interna'
siinpatetica espeertza clella costruzione
graduale di un si'
stema conformemente alla sua necessit intema N io ho
tentato di < ricorcciliare > queste uae cotttuzioni uel cotso
dell'esposizione; ho piuttosto cetcato, nella sezione finale'
di tle;criuee il processo del peasiero dialettico in geaerala
e, in particolare, iL suo approccio co l4 lettetur'

lorse
opportuno dire qualcosa circa la dferenza tra
i cnpitoli s gli arori ted'eschi e quelli sugli autori
fraflcest'
Dal punto di uista detta aon dialettica trddizione anglo ame'
ricana, questi due stiti di persiero sono ugaln2ente sti'
molaxti, ugualmenle libetatori' tna in modi diaersi Valc la
pena di rileuare che in Gernania il pensiero didlettico
semprc stttto tma tradizione flosofica
ufriciale
-
ancbe se
xrn Ia tradizione floso/tca
uffciale: lftcbe tecefttenenle'
il trionlo di Adorno sulla
floso/ia
dell'esistenza di Heideg-
ger ha segnato la rinascita t)elle scuole cli quella tradi'
zione dopo I'oscurit del periodo hitleriano'
per quisto ?lotiuo
-
perch in Gemtana in cerltt
quol ,rd.o ia rJiatettica
parla a nome proprio
-
che ho-
ispc.,sto capitoli sugli autori tedescb attotno t\ segno del
Discorso; infatti, nelle opere di cui tali capitoli si occtt'
p6t1o) come gi in Hegel, il pensiero dialettico tisulta es-
sere n pit n rueno che I'elaborazione
di enunciati dia-
lettici. Per clare in qualche ruisua qaesto senso del mo-
aimexto della rcalt cone un logos' sono ticorso alla ter'
nit'rologia detle
figure
linguisticbe, dei tropi e tJella reto'
rica, in cui l'operazione del pensiero dialettico uista come
un prccetso o una
figura;
mi soao inoltte seraito
(lella
rcrn)inologia
propria di una sorta di presenza alla, e deci'
Irazione,telti,
esperienza che potrebbe essere consiLleratd
come esegesi eftrefleutrcd di un testo.
ar'riuato, senza dubbio, iI nomento di dite qualcosa
4
clello stile; e, naflostaate le mie riserpe sulla stilishca come
metodo in se ttesto, rimango della conuinzioue che qual-
siasi descriziaae concreta tli un
lenonteto
letterario o
filo-
sofico
-
se ha da essere uerameftte torupleta
I
ba u1
obbligo iuderogabile di oenirc a patti cotl la
lorma
degl
cu.tnciati indiuitluali stessi, di dare uta spiegazione della
loro origine e
lormazione.
Nox sempre ift questi cdpitoli
mi soao spinto
l11o
questo putxto.
In nessun luogo I'ctstilit delle tradizioni arglo,ame,
cane Derso la dialettica pi eaideate, comunqae, cbe nella
dfasa conuixzione cbe lo stile di queste opere oscuro,
go/Jo, indigesto, astrctto
-
o, per assumere tatto ci itl
una sola parola irouica: tedesco, Si pu ammettere che xon
si aniforma a canoni della cbiaru e
fluida
prosa giornalistica
insegnata nelle scuole. Ma che dire se questi ideali d.i chia-
rezza e semplicit sorco ueauti a seruire un
fine
id.eologico
completamente diuerso, nel nostro cofttesto attuale, da
quello cbe auead ili t eftte Catesio? Che dirc se, in questo
periodo d.i iperprocluzione di materiale statnptto e di pro-
lilerazione rJei metodi di lettura rapicla, uengono designati
a
far
corrcre il lattore ath'auerco la prosa in rnodo cbe egli
possa cagliere senza slorzo e
4uasi
incidentalnzente an'idea
hell'e
fatta,
senza sospettarc cbe il pensiero rcale cbiede
un incwsione nella materialit dcl linguaggio e al fcmpo
stesso uft.t sincroxia cou. il rinno dcll'enunciato? Nel lin-
guaggio di Adorno
-
lorse
l'xtelligenza dialettica pir raf-
lnata,
lo stilistd pit elegante trc tatti
-
lo densit dello
slile essa stessd \rft cotTxportawento iatransigente: la spi-
osa mass.t di astraziotli e rilerizaenti incrociati d.eue preci-
samente essere letta flelld gusta collocazione, e ci in con-
trapposizioae alla
facilit
a buon mercato che la circonda,
come un ammonirzento al leftore del prezzo che d.eue pagare
per il pensiero genuino. La risoluta astrtlttezzct cli questo stile
ba la
funzione
d.i un imperatiao a rcggiungere, oltre il
fe,
nomeno indiuiduale erupirico, il suo signifcato: la tetmi-
ftologid dstratta si aggroppd al suo oggetto coflte an segno
clell'iacoupletczza
tli qucst'titimo in sc stesv' del suo bi'
,opoo di irrrr" ricontcstualizzttto
nella totalit Non posso
;)i*ogirorc che arche uno che abbia uno scl1so senso della
nartni clialettica d.ella realt possa restre insensibile al pia'
cere ptu't1nle11te
lorwale
rli tali exunciati, doae la rotazionc
degli ugraxagg tlel nando e il colttdtto ildspetltto tra cd'
tegorie ed oggelti aPpdrcntetxeflt''
distdllti e irrelati troua
tuza
lontzulazione
inzprrxtaisa e drdmmalica Non ' uotei
sottoLineare,
una quesliorte di g\rsto, pi di quanto la udli'
tlit ilel pensiero dialettico sia una questioae ll opinione;
na attcba uero cbe non ci ptt essere alcuna tisposta a
cb scelga cli dscuterc la qucslione in quesli terruixi
Passantlo ora aIIa traclizione lrancese'
subito euidentc
che essa ha un cttrattere
pi concrcto: la Fraxcla effetti-
L)awente .liaefltata La climoru flosolica
clclla
fenorttenologid
c, con Lacan, tlel
frcudanesinto'
come
pue del marxisttto
applicato. Inlatti la situazione lrattcese
tale che il pen-
,iiro tJialettico, coue la psicoanalisi, non nai stato u114
filosofia
uficidle e cos ba doouto esprimcrst atttltelso ultl
'i,rflurrzo
,c,ttrrronea st le dltte
filosofie
e disciplinc
-
n,alla
fonna
di wu cultnkt tllarxista suiluppata al di
luori
dellc
sutole o pcr mezzo dcl te'ti'tal hegeliano
gi menzionato'
Cos Leoi Slrattss ha potuto dichiarare di esscte un narxtsta
e non sappiamo
fno
a che punto I'esist enzialistno s1rtriano
drbbo li'ruo exorme influenza nofl tanto ai suoi elementi
hie&egaardiaai ct heideggeaai
qLtanto piuttosto a quelli tii
deriuazioxe he geliara.
la Critique , cotttutque, csscnzialruente
un libra di
scienza
poliriia, e pu senbrare
paraclossale che uenga di-
,rr,rro ,or a lungo irt un'operu dedicata alla critica lette-
taria. Ma nel caso del peftsiero didlettico non si pu inde-
finitamente
tcnerc separttto it potitico dall'ideologico
o dal
culturala. It tibro i Sattre,
pet di pl, ba il udntggio di
permetterci di afJtontate direttal ente quelle realt di classe,'
Ia storia, le sue basi econoniche,
che ei cdpitoli sugli
autori tedeschi uenittano nerdme]1te
prcsupposte Ma iL
6
ualore del librc d,i Sartre per una critica letteraria tialet-
ticd sta esteftzialflteute nel modo in cui pone il problerna
-
uitale per qualsiasi teoria marxista
-
della nediazione,
In altre parola, come passiaruo da un liuello di uits sociale
ad un altro, dal psicologico al sociale, e persiro dal sociale
all'ecoromico?
Qual'
la relazione dall'ideologia, per non
parlare dell'opera d.'ae stessa, con la pi
londamentale
realt storica e sociale dei guppi ift conflitto, e come deue
quest'altima esserc canzpresa se uero che saremo in gratlo
di uedere gl oggetti culturali came atti sociali, ad uno
stcsso tempo caruufati e tftltpalenli? L'cnornze libto di
lartre perci
lornisre
le /ccniche per uua gcttuina crmcneu-
tlca marxista, tecnichc cha procederemo a sistemare nel ca-
pitolo
/inale,
ncl cluale, secondo I'espressonc di Derrida,
noi << de-costntiamo >> il nzodello tJi base della critic lette'
raria dialcttica e dintostriamo lc sue Aiaerse
furzioni.
ll tentatiuo di elaborare un po' precsaneente alcune
delle lmplicazioni txetodctlogicbe di uta posizione mauista
destindlo ad imbattersi in obiezioui di diuerso tipo. Se,
corne cred.e Licbthein, il rnarxisno sia tedesco che sto-
tico, oale a de una
filosofia
che uiue e si suiluppa,
allora quello che stano
lacendo
qui deue essere qualcosa
tl'altro. Dal punto di uista degli stessi diuersi nzarxismi, tut-
tauia, gl scrittori ifl quetto libro trascorrono l'intera gam-
rxa, dall'idealisruo neo-hegeliano al semplice reuisionismo,
d(tLl'esis teftzialismo
fino
a deuiazionismi d.i sinistra estrenta
c all'ultra bolsceaismo
(la
d.escrizioae di Merleau'Ponty del
Sat e m xista). Da parte mi.t ritengo il reaisionismo I'atlo
d,i rcndere una teoria conzoda e gtadeuole trascurando qual-
siasi cosa esiga prassi o cambiamcxto, qualsias cosa abbia
la probabilit di essere peuosa per l consumo intellcttuale
neranzeftte coftfen2plotiuo delle classi mecle: cos la reui-
sione di Frcud. tranquillltnentc sopprime ci cbe possiamo
cbiamare il suo
londamento
naterialistico, uale a dire I'in-
sisienza sull'eziologia pwarue te sessuale dei disordini della
personalt. Il reuisiorisruo mrlrxista, d partire da Ber slei
,
ba similmente Pol't6to
cotfie consegue za la eliminazione
d.ella nozione di lotta di classe cone tale; e il lettorc eu-
defttemente si
lar
una sut opi ione ancbe sulla
presenza
di tali tendenze in q est'oPeru'
EgIi ba, inoltre, tJiritto ad uno
Pir
corupleta spiegazione
del percb ci si aspetta cbe si
laniliarizzi
cos latgamente con
quel remoto, cofiplesso,
prcibitil)o sistena tecnico cbe la
ftosofia
dl Hegcl.
Qtti
ho adottato la tesi secondo cui in
realt Marx itcllde Hegel, nta, allo stesso tenpo'
posso
ben capire cbe questo elaborcto equipaggidnxento
concet-
tuale
pu senbrare sproporzionato
aI lauoro
quotidiaao
d.etta critica letterhria e agli stessi testi specifci Questo'
per, sgnifichetebbe
non capire il tuolo della critica let'
'teraria
ione tale nel
processo dell'educazione
poltica
Possiamo considerare col e ger\etica la rctorica delld
rccchia critica marxista'
per I'importanza che essa attribuisce
alla euolazione stotica e all'energenza
delle istituzioni capi-
talisticbe rlalle prirue
lorme
di otganizzazione
sociale leudale
e tbale. L'opera di Gordon Childe lornisce
aft noto e,ca'
ru.tteristico eempio ,)i'questo tipo di apptoccio nell'atubito
della storografia britanrica, rnentte nel campo della litica
tetteruria iiibri tli Cristopher Caudwell e di Ernet Fischer
e L'estetica di Luk,cs,
possono essere coxsiderati come al'
trcttante illustrczioni,
seppur diuetse tra di loro' della
stessa strategru d.i
londo
che
localizza
I'attettzione
del lettotc
sulta diferziazione
ixiziale dell'arte che si suluppa intli'
pendexiemente dal rito e dalla teligione e gradualmente si
'stabitizza,
prima, di pieno ditto, come un cotpo r)i tecni'
,b, ,p,"rinirrorr,
e, infine, at giorno d'oggi' cowe un afare
o un contto-atarc. L'eetto ideologico di questo dpPraccl-o
oltre che sui
latti
untropologici
dei quali si interessa a Ii'
xello letteratio, si tnaailesta nel tiordinare l4 tostra
pctce'
zione del
presente storico, nel ristruftulare
la nostra uisioxe
d.etta sociit moderrta ir' modo da rcnderci capaci di discer'
nere la
lorma
di una uecchia
pratico artistic collettla
dietro t'ind.iuiduatismo
del plesente 6rtistico e letteratio
La nozione di euoluzione storica cos essenzialtnenle una
[o\n)a o preletto per una nuora poLiticizzazione t]el nostro
pensiero, cbe ouol darci a coruprenderc quali tipi di rin-
1rcudn2e to e rigenerczione sociale sono reperibili, se sol,
Ianto ci consentiatlto uno sguard.o alla pi sana, socalmeute
Itrnzioaale
ae del pastato.
Tultauia la cultura occiAcutule odiema on ti presftl
pit a questa slruttututziote polemicd. Per dirne una, il-
taato dubito che sia ruasta molta gente che senta che
c' tftolto nella nostra arle o nella ftostra slessa societ
-
per lo ncno nell'estrerxa che ha raggiunto oggi negli
Stati U iti che dcgno di essere saluato in questa mt
niera. Un'altra cosa da dire che la continuit tra il pre-
sente e il p1tsdto st()rico e preistorico dalla quale dipende
questa dimostruzione sembra essere ttata conxpleianeftte
spezzata dai nuooi modi d procluzione ed, orgaxizzazione
clel capitalismo pos t-indus triale. La realt con la quale do,
ueaa
lare
i conti la clitica lrt"xista degl ana Trenta era
quella d.i un'alquanto senplice Europa cd America che non
asistono pit.
Quel
nzoxdo aaeua rnolto pi in coruarc con
le
lorne
di uita clei secoli prccedenti clte nan con la nostra.
Dre cbe il nzondo d'allora eru p senplice, non significa
in alcr.m modo sostenere che
losse
anche pit
tacile:
al coufru-
o! Era ua mond.o nel quale il confltto sociale era ina,
sprito e molto pi chiaramente oisibile, un mondo cbe
Prciettat)a
un uadello tangible dell'antagoftistfto trc le di-
uerse class, sia all'interno dei singoli stati nazionali che
sulla scena ifttelndzioftale
-
un nad.ello esetftplifcato nella
sua rJurezza dal Fronte Popolarc e dalla Guerra Ciuile spa-
gnola, doue la ge ie ueniud chiatflata a ptendere posizionc
e a norire, casc queste che sono scnpre, dopo tutto, lc
pit tli[ficili.
questa petspicuit e co tinuit Ael modello classista,
dall'esperieuza giornaliera in casa e per strada su su
fno
alla mobilitazione totale, che oggi manca. La sua scomparsa
naturaltnente questiofle relaiua e naziotlhle. Cos la Fran-
cia collsctu.t tu1 c allcre classistd cbc lu Gernaniu
dal
Wirtschaf rswuncle t ha gi perstt da tenpo' e ci chiura'
tnente riflesso aei duersi ifiteressi c nelle diuerse itttpo-
staztoni ;be cllrattezzano
le opere lrances
e tedesche
p,re.se
-in
esante. Ma par lo pi' e in partcolare ncgli Stati Uriti'
-llo
suiluppo in senso nouopolistico
post'induslrale
ba pot'
tnto ,o)' ,l u crescentc occaltdt?cnto
della lotta
'li
classe
orrror"rro tecniche di nisti/icazione
rnesse in atto tlai tnass
;;";;",, n particciare dalta pubblicit che ba goduto
;;;r;;r;r;r,
"rponrio,r,
fno
dalt'inizo
della Gue,a Frcddd
In termini esisteuziali,
questo sgnirtcd
che Ia ttostra espe-
riettza nor pit cotzp(ltta e unitdtia: non sidtfto
pit ill
gra,to dl stabiilire alcttna concretd conncssione
tta ci cbe
ionrrrn, lo uta priuata, la quale segue il proprio corsct
entro le mura e i confixi della societ opulenta' e le proie-
ziiori ,trutturoti clel sistema sul nondo esterno' aelLa
torma
tlel ueocoloalisnto,
tlell'oppressktte
e della guerra antrtn-
,)urzrrol". Ix termini
psicologici'
possiano dire che' im'
trtetsi it't un'ecottomia
basata sui setuizi' siatao talmente
,liot;o,i dalle realt t)ella ptoduzione e del mondo del
lauoro cbc abitiamo irt una realt lntdstictt
di stimoli atLt'
iril
"
a; esperienze
rla telespettatori:
mai in alcan clelle
'p'r:o'ndl
,*lt
ptecedertti le graxdi preoccupazioni
metafi-
iir,ir, I probtr'rri
londaneutali
dttll'cssere
e del sigxificuto.
tJalla aita, soto apparsi cone ora cos conplatzmenle
rcwotl
a insigxilcanti.
In questa situazione rtegli stcssi Stati Urtiti ttott c'c
aLctna qttestione
politica o tatticd che rox sia prina e sct'
prattutct rcoretica, essLtl1tl lorma
di azione che non sta
'i;rr)p'igtnt
inestricabilmentc
neLla rtiscosa ragnatela della
,ultiro ,trrro, lalsa
ccI irtcale, cott la sua mistficazione
idcologica acl ogn liucLlo l problcnti teotici dal marxismo
orlierio,
p"r Io mcno in quclle che possono essere cbiaw-atc
le xazioni in
lase
di sttiluppo attanzato' non tertono sul se
l'it'tsunezione apetta
pet le strad'e o la gueffiglia urbana
pos-
sano uittcere contro le arni e la tecnologia tJello stato
ttodetno, nd piuttosto sul douc sono le slrade nel super-
stato dei nostri giorxi; e, anzi, su se la strada nella saa
sllutturlt trudizionrxle << esistd )> axcora in quel tessulo estre-
/1talneftte compatto dal < markcting> e della ptoduzioue
dtrto//atiztata cbe costituisce il xur.tao stato.
Inlatti perfettlt/rente caercnte coft lo :pirito del
ruarxismo
-
con il principir.t, cio, che l pensierc fl.ette
la propria situazione socialc cortcreta
-
chc csistano pir
arcrxisnti, diuersi tra di loro, ncl mondo odiento, ciascuxo
risponterte alle specif.chc necessit e problemi del proprio
sistc ia socia ccoxomco: cos abbiaao un marxisnto cor-
sPoftdente al blocco socialista dci paesi industriali post-riuo-
Itrzonari, utr
ql1y6
-
1177 tipo cli marxislto contad,ino ade
!.usto
alla Cina e a Cuba e ai paesi del terzo mondo, nentre
un altro ancora cerca d.i aftroare teolicdfteftte il problema
satza
Precedanli
solLeuato dal crtpitltlisno nzoxopolistico in
occidente. ncl contesto d,i quest'ultimo marxisnzo, che sarei
lentdto di chiamare post-indus tale, chc sono dl1cola ufta
xita
qll'ortline
del giorno i graadi tenzi della
filosofia
di
Hcgal: la relazione della parte col tutto, I'oppotiziolxe tkl
coucrclo ccl astr6tto, iL concetto di tatdlit, Id dialctticq d,i
.t[)Pelcrza ctl esseuza, I'interazione tr.t saggelto ed og-
gatta. Untt critica letferaria che aoglia esserc diagnostica
oltre chc clcscrittica, li igxorer solo al ptczzo di reix,
l.a Jolla
Marzct L9'7 I
10
I1
NOTA BIBLIOGRAFICA
Tre delle pai di cui composto qaesto libro sono
apparse originariamente in Salmagundi. Si tratta di Le
metafore storiche di Adorno, n. 5 (Primaoera
196Z), pp.
)-43; \X/aker
Benjamin, xn. 10-11 (Autunno
7969-Inuerno
1970), pp. 52-68; e La vertenza per Gyrgy Luk6,cs, n. 13
(Estate
1970), pp. )-35. Alcune delle idee espresse nell'ul-
limo capitolo erono state abbozzate la Metacommentario
PMLA, LXXXVI, n. 1 (Gennaio
1971), pp. 9-19. Espmo
qai il mio sentito ringraziamexto all'editore /l Salmagundi
senza il cui stirnolo gli articoli pubblicati nella sua riuista
non sarebbero nzai arriuati all'attuale
lorma.
Ringrazio,
ixoltre, Mrs. Lind.a Peterson per i preziosi suggerimeftti e
pcr la sua ualida assistenzo nella stesura del manoscritto.
lN.B. l* opere sono citate, nelle edizioni, traduzioni inglesi, raccolte anto-
losiche che l'autore ha poruto consultare, non in ordine di prima edizione
o di edizione orisinale. I rjferimenti alle traduzioni italiane sono ne['ao-
pendjce bibliografica (r.d.T.)1.
1)
CA?ITOTO PRIMO
LE METAFORE STORICFIE DI ADORNO
A chi si pu presentate uno scrittore il cui soggetto
principale la scomparsa del pubblico?
Quale
seria giu-
stificazione si pu dare di un tentativo di riassumere, sem-
plificare, rendere pi ampiamente accessibile un'opera che
insiste senza posa sulla necessit che il pensiero e
'arte moderna siano diffcili, che salvaguardino la loro ve-
rit e originalit mostrandosi molto esigenti nei confronti
clei poteri di concentrazione di chi vi si accosta, rifiutando
tutte le <( tisposte > abituali nel loro tentativo di risveglia-
rc il pensiero intorpid.ito e la percezione attutita ad un
mondo reale ruvido, grezzo e, in quanto tale, a noi clel
tLrtto sconosciuto?
come se ogni cosa nell'opera prodotta da T. \X/. Ador-
no nell'intero arco della sua vita {osse volta a suscitare ed
inasprire proprio il medesimo fenomeno socio-economico
c.re essa denuncia: la divisione del lavoro, la frammenta-
zione delle energie intellettuali in una folla di discipline
specializzate apparentemente irrelate tra di loro. per que-
sto che la ctica di Adorno della cultura moderna, una del-
le pi radicali e pessimistiche che possediamo, non pu
cssere adeguatamente esamiata scorrendo i suoi libri du-
rante qualche intervallo. In realt, per motivi che pore-
mo apptezzare pienamente solo in seguito, la critica di
Adorno non utilizzabile come tesi separata di natura ge-
nerale, essendo tutt'uno con la sua dettagliata e rigorosa
1)
elaborazione
di sttumenti tecnici, specifici
per le esigenze
relative alle diverse aree del suo impegno:
quella del lo-
sofo di professione, del critico hegeliano della fenomeno-
logia e ciell'esistenzialismo,
del compositote e teorico dela
n.ri.ica, del < consigliere musicale >> di Thomas Mann durante
la stesura dr Doctrt Faustus, del critico lettcrario che eser-
cita tale attivit in modo occasionale e tuttavia vita natural
durante e, infine,
quella del sociologo di professione che
ha operato in un anbito cl.re va dalla ricerca
pionieristica
sull'antisemitismo
nel monumentale
Personalit Autorlt4'
ia, a7l'ar:talisi
ra<licale dell"' indusria culturalc > (i[ tet-
rline suo) e della cosiddetta musica
popolare
Ma sebbene
questi diversi e distinti campi di studio ab-
biano le loro struttute e leggi proprie, le loro tradizioni
inaif.na.nri,
la loro precisa terminologia
tecnica' sebbene
,i"no d".on.i,l"r"r.
qu"l.ot" di pir e d'alto degli epife-
nomeni della falsa coscienza che associamo alla parola
., ia*ttgi,, >>, ci nonclirelo essi hanno tutti come elc
mento comune una eslstel]za <t
"comoda
>, uno tl4l''t incef-
to, come oggetti galleggianti nel nare della cultura'
Il
-o,lo
in cui Adorno tratta questi fenorneni culturali
-
sli stili musicali come i sistemi filosofici' la sfilata di
..,.Jrri n..oltto al romanzo del diciannovesin.ro
secolo
-
rende evidente che essi vanno capiti nel contesto di quella
che Marx chiama la soulltruttttrt
Il procedimento di
Adorno,
perci, riconosce l'obbligo di trascendere
i limiti
d.ll'rnuiirl specializzata nello stesso morento in cui rispet-
ta la integrit dell'oggetto
come una entit indiper.rdente'
Pt;pP"; utt trroui"ttto
dall'inrinseco
all'estrinseco
nel'
, ,.tu ,"rru struttuta, dal fatto od opera individuale
alla
pi arnpia realt socio-economica
che gli sta alle spalle Per
irlu itr oltri termir.ri, lo stesso ter-mine sovrasttuttura
gi
contiene in s il suo opposto, come un conftonto inevi-
tabile, e 1a sua analisi
por.re il problema della relazione
con la base socio-economica
o inlrasttuttura
come
Preglu-
cliziale per una completa analisi sovrastrutturale
16.
La sociologia della cultura perci soprattutto ed in-
nanzitutto, a mio awiso, ur.a
forma:
quali cl.re siano
i postulati filosofici invocati per giustificarla, essa implica
scmprc. irr qr.ranro ricercl prrrica e in quarrto operazione
concettualc, lo scoccatc di una scilrtilla ta clue poli, l'en-
tare in contatto di due termini diseguali, o di due modi
di essere apparentenente irrelati. Cos, nell'ambito della
critica letteraria, l'approccio sociologico giustappone neces-
sariamente l'opera d'arte individuale ad una pi ampia for-
ma d realt sociale che r,,iene vista, in un modo o in un
altto, come la sua fonte o la sua base ontologica, il suo
campo gestaltico: rispetto a cui l'opera stessa viene ad essere
considerata come urt riflesso o Lln sintotao, uta malesla-
zione ttpica o un semplice sotr:oprodotto, Ltra prcsa di co-
sciexza o
,,tna
risoluzione immaginaria o simbolica della
lcalt sociale, per nenzionare solo alcuni dei t.rodi in cui
cluesta problematica relazione centale stata concepita.
chiaro, allora, come una sociologia della letteratura
rbbia le sue origini nell'era tornantica parallelamente all'in-
venzione della storia stessa, poich dipende infine da una
preventiva teoizzaziol,e circa l'unit del campo culturale: sia
che quest'ultimo venga pensato in termini di regimi politici
(il carattere di societ n.ronarchica, in quanto opposta alla
societ dispotica o repubblicana), cli periodi stotici (quello
classico, cluello medioevale, quello romantico-moderno), di
linguaggio organico del catattete nazionale (il temperamento
inglese, francese o tedesco), sia che venga pensato nel pir
recente linguaggio dclla personalit culturalc o della situa-
zione socio economica (post incusttiale, in fase di indusuia-
l:nzazione, sottosviluppata). Da principio, naturalmente,
questo modo di considerare le arti, questa storicit nascefi-
te nel campo del gusto, era concliviso sia dalla Desffa che
clalla Sinisra, avendo le proprie origini esistenziali proprio
nelle convulsioni del periodo rivoluzionario: i realisti co-
me Chateaubriand erano :rltrettanto profondamente consci
della relativit delle cnlture e della storicit dell'espcrienza
l7
umana quanto 1o era Madame de StaI, il cui saggio Della
letterdtura crnrsiderula uci suoi rapporti cafi le istituziotli
sociali pu essere considetato, dopo Vico e Mor.rtesquieu,
come il prirao trattato organico sull'atgomento. Di fatto,
ci occuperemo p olte in questo libro di quali siar.ro
i crireri per distinguere un approccio sociologico puran'en-
te descrittivo, << neutrale > aila letteratuta, che cor.rta tra
i suoi precursori nolti romantici, dalla folma di analisi let-
telaria specificatamente marxista che sar qui desctitta'
Una volta, comunque, che sia stata acquisita
questa
nozione di unit culturale, i due elementi esscnziaii del-
1'< operazione sociologica >>
-
opera e background
-
co'
minciano ad interagire in moclo dialettico s
-
possiamo
proprio dirlo
-
qriasi cl.rinico; e questo fatto di pura in-
terrelazione antececlente a qualsiasi categolia concettuale,
quali la causalit, il rillesso, o 1'analogia, successivamen-
re svilrrppate pcr spieglrlo. Pc-ci. questc crtegorjc possono
ancora essete considerate come le clivcrse trasformazioni o
combinazioni logiche del modello iniziale, o come possibili
alternative visive della sua gestaltizzazione I il tentativo,
cio, della mente, po.l
factum,
dr dar tagione della sua ca-
pacit di sussumere due tertnit.ti cos disparati et.rtro lo
schema di uu pensiero singolo.
In questo contesto diviene possibile n]ettere ffa pal'ente-
sila uexata quaestio rlel determirtismo prodotto dall'esisten-
za sociale 6 d4 << tace, moment, milieu >; e problemi come
quelli che sembLavano conaPporre maLxismo e v'eberismo
si rivelano delle illusioni ottiche ln{atti, da questo prnto
di vista, l'analisi narxista di un {enomet.ro come il Puri
tanesimo
-
secondo la quale esso una delle ideologie
deila societ paleoborghese, o, in altre parole, riflette il, ed
determinato dal, contesto sociale
-
e quella di Max \le-
ber, secondo cui il puritanesimo una delle cattse o dei
{attori de1lo sviluppo del capitalismo occidentale, sono es-
senzialmente vlriazioni dello stesso modello, ed hanno mol'
to di pi in comune l'uno con l'altro in quanto ideogran-
18
ni
-
nei quali una forma di consapevolezza sovrap-
posta alla stuttura di un'otgauizzazione collettiva ed isti-
tuzionale
-
che non con quelle che possiamo cl.riamate
elaborazioni bidimensionali degli elementi separati del fe-
nomcno in questione, quali sono, per esempio, gli scritti
sulla teologia della Riforma, o sui mutamenti di sruttura
nel commercio del sedicesimo secolo.
Questo
modo di pensare perci contaddistinto dalla
volont di legare assierne in una figura singola due realt
incommensurabili, due codici o sistemi di segni inclipenden-
ri. due rerrnini eterogenei eJ assimetrci: spiriio e mxLerix.
il dato dell'esperienza ilrdividuale e le forme pir ampe
clella societ istituzionale, il linguaggio dell'esistenza e quel-
lo della storia. l1 seguente passo, ratto dalla Filosofia della
nttsica motJenta di Adotno, dovr perci essere letto non
tanto cone implicante una tesi filosofica, o coue una nuo-
va inrerprerazione dcl lenomcno storico in questione, quan-
to piuttosto come una composizone netaforica, un tipo
cli uopo stilistico o tetotico attraverso il quale Ia nuova
coscienza storica e dialettica, distuggendo le convenzioni
sntattiche di un vecchio pensiero analitico o statico, per-
viene alla sua verit nel linguaggio degli eventi:
< Non accidentale chc lc tccnichc ' matematiche' dclls musica siano sorte
a Vienna, come iI positivismo losico. la tendenza al sioco oumerico ti-
pica dello spirito viennese corne il eioco deeli scacchi al ca{l. Essa ha
frsioni sociali. Menffe le forzc produttive intcllettuali in Austria si crano
sviluppaLc al livello tecnico del capitalismo a','anzato, quelle
'natefiali
erano
rinaste pi arreate. Lx
jnsolita
capacit di calcolo clri si giunse divenne
l. rcalizzazionc emblematica clell'intelettuale viennese. Sc voleva parteci-
pare all'eftttivo processo della produzione rnateLiale, egli doveva cercarsi
un inpiego Della Gcr'rnania imperjale. Se restava in patria diventave me-
.lco, a\\ocr.o, opp.re si .t..'cca,,r a' g.oco n.mrri,o come a un ':r.rrrio
di porere fnanriario. Questo il modo in cui l'intellcttuale viennese cerca
di dimosarrc che valc qualcosa a sc stcsso e 'blttc schnl '
-
anche
ad osni aftro >
I.
r
T. \V. AtoRNo, Philosophe der neaen Mrsik, Franlfut, 1958, pp.
6261 (cfr. trad.
jtal.,
Torino, Einaudi, 1967).
t9
Psicoanalisi del carattere ausriaco? Lezione specifica sul
modo in cui la societ risolve nel rcgno dell'itnmaginario
quelle conraddizioni che non pu vincere r.rel regno della
realt? Giustapposizione stilistica di musica, logica simbo-
lica e fogli fr,nanziari? Il testo in esame tutte queste cosc,
ma innanzitutto e principalmente una cosa completa, un
oggetto poetico, sol.o tentato di dire. Infatti i suoi connet-
tivi pir caratteristici (< non accidentale che >) sono molto
meno segni dell'evocazione di qualche operazione sillogisti-
ca, di quanto non siano equivalenti al <r proprio come..
cos > della similitudine retorica propria dello stile epico.
N I'improwisa commutaziore implicata ci dice real-
mente qualcosa di nuovo su ciascuno degli elementi giu-
stapposti: ar.rzi, dobbiamo gi sapere che cosa sia ciascuno
di essi, nella sua propria specificit, per valutare le oto
reciproche inaspettate connessioni. Quello
che succede ,
piuttosto, che per un fuggevole istante abbiamo la visione
di un mondo unificato, di un univetso nel quale realt cli-
scontinue sono nondimeno in qualche modo i[.rplicate re-
ciptocamente e intetcdnnesse, per quanto distanti e sepa-
rate siano apparse inizialmente; nel quale il regno del caso
per breve tempo rimette a fuoco nella rete di interrela-
zioni, ovunque lo sguardo possa amivare, Ia contingenza
temporaneamente tramutata in necessit.
Non esagerato dire che attraverso questa forma sto-
rica viene momentaneamente eflettuato un tipo di riconci
liazione del campo della matetia con quello dello spirito.
Infatti, cos com' stmttutato, il carattere essenzialmente
astrarto del fenomeno idcologico cntrc
jnaspettatamente
ir
contatto con la realt e assume
jn
s qualcosa della den-
sit e dello spessore significativo di un atto < consumato >
nel mondo reale delle cose e della procluzione materiale;
menfte una sorta di trasfigurazione si iradia atuaverso la
dimensione materalc, e ci che un isLante prima era sem
btato essete inerzia e resistenza della materia, pura insigni-
ficalrza dell'accidente storico
-
ad esempio tra i {attori de-
20
tcrmiranti dello sviluppo aust.riaco, gli agenti casuali della
gcografia, o dell'influenza s11anie14
-
ora rova una sua
jnaspettata
spiritualizzazione ad opera dell'idealit degli og-
getti coi quali stato associato, dorganizzandosi, sotto la
spinta di quei sistemi matematici che sono il suo prodotto
linale, in ura costellazione di uniformit imprevisre, in uno
stile socio-economico cui si pu dare un norue. Cos, 7a
mente s'incarna per conoscele la realt e in cambio si
ritrova provvista di una pi alta intelligibilit.
Cotr.runque, una delle pi fondamentali lezioni di me-
rodo dialettico che le potenzialit di sviluppo di un dato
modo di pensare sono predeterminate e, per cos dire, preor-
dinate proprio all'interno della stmttura dei termini iniziali
stcssi, e ritlettono le caratteristiche del proprio punto di paf-
tei.rza. I limiti di qualsiasi proiezione su larga scala de1la figu-
ra sociologica qui descritta sono perci impliciti nella natura
clegli oggetti sintetizzati. Come un motto di spirito, il topo
ci Adorno ha ricavato la sua forza dall'istantaneit della
percezione
2,
ma 6n oppo cl.riaro che giustapporre ad uno
sfondo storico un elemento culturale interpretato in nodo
isolato, atomistico
-
sia che si tratti di un'opera indivi,
2
Questa, comunque, non dovrebbe venir fresa comc una prova della
pfesenza, ncll'opera di AdoLno, di duc forme cli pensiero diatcttjco alrer-
nrntcsi e mal assimilate. In questo caso, al contmrio, n motivo quasi
lisjco spiesa la peculiarjr strurturale dcl tesro in
quesrione
che non n
l)iir n meno che un compleso di all otazio11it e la sran
quantit, come
rrure la qrlalit stjlistica e filosofica, delle note non un fatto accidentale,
m. ha rn valore si.tomftico. ln quesro contero la nota, infaui, una
fan?,a .li brcle rcspiro, mr autonona, che possiecle dellc leggi e delle con-
vcnzioni proprie e che ha delle propfje, dererminate relazioni con la forma
pi ampia da ci eovernNti
-
qualcosa di omoloeo alla morale di una
favola o ai vari ripi di disressionc che puntessiano it romanzo del dician-
novcsirro secoo. Ncl presente esempio, le nota come {orma irica perme e
rd Adorno di sodere di momentnee tregue in cui discostrrsi dalla Ioeica
inesorabjle dell'ossetto di studio scivolando verso altre dimcnsioni quali
la sovrastrutlura e i piir ampi orizzonti della speculazione srorica- I limiri
stessi della nola (deve esserc breve e deve esscrc completa), consentono la
liberazone di enersie inrellertualj, in quanto da un lato pongono un {reno
ad una tendenza speculariva che altrimenti spazierebbe verso sistemi pi
generali e dall'altrc non permeftono quella che in seguito chiameremo la
21
duale, di una nuova tecnica o teoria, o di qualcosa tanto
vasto quanto un nuovo movimento che pu venire inteso
come entit separata, o quanto 1o stile di un'epoca strappato
dal suo continuun storico
-
significa assicurare la costtu-
zione di un modello che non pu essere che statico.
Cos, 1o studio globale delle sovrastrutture, la costtu-
zione del topo storico, in proporzioni non liriche, raa piut-
tosto dispiegate ed epiche, presuppone il nascendimento de1-
la natura atomistica dell'elemento culturale: si tratta essen-
zialmente della differenza tra la giustapposizione di un sin-
golo romanzo al suo sfondo socio-economico, e la storia del
romanzo vista contro questo sfondo. In effetti, a questo
punto una relazione che era quella a forma e s{ondo, punto
e campo, lascia il posto alla sovrapposizione di due cam-
pi, due serie, due continuit; il linguaggio della causalit ce-
de il posto a quello dell'analogia o dell'omologia, del paral'
lelismo. Ora la costruzione del microcosmo, del continuum
culturale
-
sia esso la storia formale del costume e dei
movimenti religiosi, il destino delle convenzioni stilisti-
che, o la nascita e il declino dell'epistemologia come que-
stione filosofica
-
includer I'analogia con il microcosmo
socio-economico, o infrastruttura, come un inevitabile con-
fronto dento la sua stessa stluttura, permettendoci di tra-
sferire 1a terminologia del secondo al primo con risultati
spesso particolarmente proficui. Ne consegue che, in quanto
merce vendibile a livello spirituale, si pu dire che il ro'
manzo del diciannovesimo secolo abbia conosciuto la sua
versione di uno stadio d'<< accumulazione primitiva del ca-
pitale
":
i norni di Scort e Balzac possono esscre a"sociati
a questa riserva iniziale di matetia plima sociale e aned-
proliferazione di < teoric della stotia D. La notn in quanto talc, perlanlo,
individtla un momento in cui non si ha n un filosofate sistcmatico, n uno
studio empirico su di un fenomeno concreto, un monnto, quindi, in cui
il pensiero, facendosi strada ua questi due poli, aspi ad una propria
esistenza piena nei piccoli carattcri a pie' di pagina.
22
dotca per la lavorazioue e la uasformazione finale in for-
me e figure smerciabili, vale a dke narrabili.
Al n.redesimo tempo, considerando che l'elemento cul-
turale moito meno complesso di quello ecouomico, esso
pu servire come un'utile inftoduzione a1 reale su scala
ridotta e semplificata. Cos, Engels a proposito di Balzac
parla di < completa storia della societ {rancese dalla quale,
persino nei dettagli economici (ad esempio, i1 riordinamen-
to della propriet reale e personale dopo 1a rivoluzione),
cgli l.ra imparato molto di pi che non da tutti i sedicenti
storici, economisti e statisti dell'epoca presi insieme >>3.
un fatto che tradizionalmente la critica letteraria matxista
ha fornito un'opportuna inmoduzione sia alle sottigliezze
dcl n.retodo dialettico cl.re alle complessit della donrina
economica e sociale marxista. Ma ci che Engels l.ra im-
parato dal contenuto, una critica letteraria marxista moder-
na dovrebbe essere capace di mosftarlo operante alf irterno
della stessa forma: infatti il modello che ora ci aiuta a
lcggere la sconceltante e massicca sostanza del reale del
qrrce cominci dapprinrr a porsi come proiezione.
I
Il materiale ideale pet ur.ra completa esposizione di tali
modelli storici si ricava senza dubbio da sfete le pi lon-
tane possibili dalla.vita quotidiana: la geomeria non-eucli-
clea, per esempio, o i vari mondi logici della antascienza
in cui abbiamo un duplicato del nostro universo a livello
sperimentale. Esempi derivati dalla storia de1le arti figu-
raLive o drllo svil'rppo dclla matcmaLica sono pertanro
3
M^Rx ENcELs, flbu Kunst nd. Litctatrr, Betlin, 1953, p. 122.
23
pi utili al nostro scoPo dcile pi concrete raPptesenta-
zioni della letteratura o clella filosofia E ci percl.r nel trat-
tare con meto.lo dialettico
queste ultime tende a verifi-
carsi uno slittamento dalla {orma al contenuto che non
pu cl.re pregiudicare la tilevanza metodologica della ricerca'
La nostra precedente caratterizT'azione
dell'opera narra-
tiva cli Balzac in termini di acccumulazione
primitiva di ma-
teria prima doveva {unzionate a un lvello
formale per sot
tolirr"are .,n parallelisn.ro tra due processi formali L'analo-
gia tuttavia complicata dal fatto che la materia
prima di
Balzac, il s\ro cantenuto, proprio quell'accumulazione
pri-
mitiva del capitale che ci serve come termine d paragone
per la forma: infatti, le otigini dei pdmi patlimoni atta-
verro l'afiarisn.ro borghese fanno parte delle vicende
para-
cligmatiche che Balzac ha voluto raccontare Pertanto la let-
,.,ntrrr" nor] costituisce un modello utile quatrto le disci-
pline pi astratte, e i paralleli con gli sviluppi del romanzo
u"arrnno in seguito sottolineali in quanto analoge col mo-
dello centrale che ci proponiamo di plesentare pruttosto
che come
proiezioni stoiche in se stesse
Turtavia,
persino ci che specialistico viene talvolta
clato pel scontato, persino le tecniche fottemente sofisica-
te possono apparire naturdi nella generale indistinzione
della vita quotidiar.ra. Il risultato cl.re per valutare la piena
originalit della visior.re storica di Adotno dobbiamo cer-
care di anribuire aspetti nuovi, non familiari, ad alcuni dei
fenomeni sociali che siamo abituati a considerare co[re ov-
vi: per esempio, dobbiamo cercare di guardare con gli
occhi attoniti di ,rno u stuniero > le file di persone in abi-
to da sera sedute comPassate nelle loro polttone, ciascuna
isolata dalle alte o al temPo stesso, stranamente'
non
intente ad osselvate alcuno spettacolo, talvolta cogli occhi
chiusi come segno di intensa concentrazione: talvolta va-
ganti distrattamente
per la sala. Per un tae spettatofe non
I
".,bito
evidente che esista una telazione significativa ra
questo singolare comportxmento e la trama sconcertante dei
21
suoni strumenrali che sembra fornile una specie di sfondo
ad esso, sfondo analogo a quello fornito dai musici arabi che
suonano dietro i tendaggi. C che per noi owio, non
lo aflatto per lo straniero del nosro esempiol, cio, che
cluell'evento, in funzione del quale Ia stessa sala di concerto
sussiste, costituito precisamente dall'attenzione rivolta a
quel flusso di strutture sonore che raggiungono l'orecchio,
alla snccessione organizzafa e significante di un sistema se-
gnico non verbale, come avverebbe di fronte a un tipo
di discorso puramente strumentale.
Infatti, la musica polifonica occidentale << innatura-
le > proprio nella misura in cui non ha equivalenti istitu-
zionali in nessun'altra cultura. Sebbene abbia le sue origini
nel rituale, sebbene le sue prine forme non siano sostan-
zialmente distinte dalla danza e dal canto, dalla pura mo-
nodia caratteristica di altre cuture, la musica occidentale
nelle sue folme pir tipiche ha spezzato i suoi legami con
quelle attivit musicali primitive in cui poremmo dire che
la sostanza musicale, ancora in simbiosi con la vita con-
creta e la realt sociale, ha conservato un caratrerc rap-
presentativo e preservato qualcosa di simile ad un conte-
nuro. Non c' pi una mera difierenza di grado, ma piut-
tosro ce n' una assoluta quanto al genere, tra la primitiva
musica funzionale e questa che ha sviluppato una propria
aufonomia, ha acquistato 7o status di un evento in s e
per s, ed esige, da chi vi assiste, la sospensione di altre
attivit perch venga esercitata una capacit mentale concen-
trata ma non verbale, che non era mai stata esplicata pri-
ma, nella convinzione che durante quei quindici o venti
minuti di inattivit abbia luogo qualcosa di reale. come
se fosse stato inventato un nuovo senso (infatti, la con-
centrazione attiva, interpretativa, che contraddistingue que"
sto tipo di ascolto diversa dall'udire comune quanto lo
il linguaggio matematico dal discorso comune), come se
fosse stato sviuppato un nuovo otganoJ u1l nuovo tipo di
percezione. Ci che particolarmente degno di nota la
25
povert dei materiali con i quali stato plasmato questo
nuovo tipo di percezione; l'udito infatti il pi arcaico
dei sensi, e i suoni strumentali sono molto pi astratti ed
inespressivi delle parole o dei simboli visivi. Tuttavia, ir
una di quelle inversioni paradossali cl.re calatterizzano il
processo dialettico, proprio questo
Punto
di partenza pri-
mitivo e rcgrcssit,o che determina lo sviluppo dele atti pi
complesse,
Infine, dobbiamo osservare che, in quanto a musica
occidentale non natutale ma storica, in quanto clipende
cos ir.rtensamente per ii suo sviluppo dalla storia e dallo
sviluppo della nostta cultural ne consegue che essa anche
mortale ed destinata a morire come attivit vefa e propria,
a scoraparire dopo aver assolto il suo compito, allorch il bi-
sogno sociale cui essa rispondeva avr cessato di sussistere.
Il fatto che ai nosui giorni la produzione clei cosiddetti dischi
di musica classica diventato un gfosso affare, non dovrebbe
farci dinenticare la relazione plivilegiara che sussisteva tra
l'et d'olo della tnusica occidentale e l'Europa centrale, do-
ve una parte significatiVa della collettivit faceva musica e
quindi la conosceva dalf interno in un modo, perci, qualita-
tivamente difierente da quello proprio dei passivi cousuma-
tori di musica del nostro te[rpo. Allo stesso n.odo, Lrn
genere come il romanzo epistolale ha perduto 1a sua ragion
d'essere e la sua base sia sociale che linguistica da quando
lo scivere lettere non pi un'attivit quotidiana impor-
tante e una forma istituzionaljzzata di comunicazione. Cos,
anche certi tipi di poesia lirica scompaiono dalle culture in
cui la conversazione e l'espressione vetbale sono incolori
e prive di vita, non avendo 1a capacit di esplcare quelle
forme gemelle di espansione espressiva che sono l'eloquenza
e il lir.rguaggio figurato.
cos che la musica occidentale si distacca fin dall'ini
zio daln crrliura ncl
.tto comples"o e si ricostiluisce corne
una sfera autosuficiente e autonoma che si separa dala
vita sociale quotidiana di quell'epoca e che si sviluppa,
26
per cos dire, parallelamente ad essa. Con ci la musica non
solo rcquista una sua proptia storil
jnterna.
ma comincia
anche a duplicare, in scala ridotta, totte le srutture e i li-
velli del macrocosmo sociale ed economico e mette in evi-
denza la propria dialettica interna, i propri produttori e
consumatoti, la propria infrastruttura,
Nella musica, per esen.pio, come nel pi vasto mondo
degli af{ari e dell'industria, troviamo una storia minore di
invenzioni e di macchine che potremmo considerare la dimen-
sione tecnologica della storia n.u-rsicalc: quella, cio, degli
stessi sumenii musicali che stanno in rur'ambigua rclazione
di causa-efietto con lo sviluppo delle opere e delle forme,
anaToga a quella dei loro equivalenti tecnologici
(nacchina a
vapore) r.rel mondo della srotia toat court (rivohzione inu-
siale). Gli strumenti velrgono alla ribalta con una sorta rli
adeguatezza sin-rbolica: << non per nulla il nuovo tono senti-
rnentale del violino va annoverato a le innovazioni dell'et
di Cartesio ,r
a,
In tutta la sua lunga progressione ascendente
il viollno conserva questa stretta identificazione con l'emer-
gere della soggettivit individuale sul piano del pensiero filo-
sofico. Esso rimane un mediun.r privilegiato
Per
I'espressione
cli emozioni e di esigenze del soggetto lirico, e il concetto
per violino, allo stesso modo del Bildungsrowan, rappte-
senta il veicolo dell'eroicit lirico-individuale, mentre gli
strumenti a corda assemblati nell'orchestra rappfesenta-
no convenzionalmente lo scaturire del sentinento sog-
gettivo e della protesta contro le nccessit di un uni-
vetso oggettivo. Allo stesso modo, quando i compositori
corninciano a sopprimere il tono melodco clel violino e atl
orchesttate o senza strumenti a corda o trasfolnandoli in
strunenti a sraPpo, o addirittura a percussione (come negli
<( urtanti > pizzicati, negli stimpellanti e sttegoneschi ef-
fetti di falseno di Schoenberg), ci che accade al violino
a
T. \V. AroRNo, Yerslch ber Wdqner, ltunkfLttt, 1952, p. I
27
va considerato come il segno della determinaziolc di espr!
mere ci cl.re schiaccia l'individuo, di passare clalla senti,
mentalizz,azione dell'angoscia individuale ad una nuova stut-
tura post individualistica.
In maniera analoga, l'introduzione del sassofono in
quella musica comn.ierciale chc l.ra rinpiazzato la precc-
dente << arte folh > delle masse, l.ra un valore simbolico: con
la sua vibrazior.re, con I'oscillate avanti e in dietro esso
sostituisce il librarsi del violino ir.rcorporando l'emotivit
soggettiva dell'et moderna, e il suono metallico, tutto
canne e valvole, e tuttavia < sessualmelrte ambivalente >
nella misura in cui < media tra ottoni e flauti > (essendo
materialmente correlato ai primi va tuttavia ricondotto ai
secondi per il suo modo di esecuzione)
5,
sostituisce il vivo
calore del pi vecchio stmmento che esprimeva vita, men-
tte il nuovo si limita a simulada.
E se le forme musicali si evolvono in rappofto al loro
pubblico (la musica religiosa e da camcra viene gradual-
mente soppiantata da forme musical rivolte ad un uditorio
borghese), anch'esse vengono influenzate dalle mutevoli fun-
zioni sociali dei loro esecutori.
\7agner,
che era anche un
grande direttorc d'orchestra, intaprese per la prima volta
la composizione di musiche in cui sono previsti ec{ incor-
porad nclla struttura dello spartito i virtuosismi del diret-
tore d'orchestra. Come nella demagogia oratoria pallamen-
tale, le masse degli ascoltatori subiscono il fascino ipno-
ti,zzante d,e7 direttore d'orchestra e la qualir dcl loro ascolto
si cleteriora; cssi perdono quella autonomirr cli giutlizo e
intensit di concentrazione che le prccc<cnri generrrzioni
della botghesia, negli anni del suo rionfr, lr(,ucvano r(lla
Ioro pratica artistica. Di conseguenza, essi tlilr,rrlrrlro scrrrpte
pi incapaci di scgtrire co.e rigorosamerr,.,'r
J'.rr
ri,z.rr. ri,rnc
una sonata di Beethoven. In luogo del t(,rr,r ,. (l(fl(,
!irfilr-
zioni, col suo sviluppo e con la sua risoluzione in un pre-
ciso arco di tempo, \Vagncr olhe a questo pubblico qual-
cosa di pi tozzo e facile da alTerrare; la ripetizione dei
temi facilmente captabili, non dissimili dagli slogn pub-
blicitati, < otacolarmente > sottolineati, a beneficio del-
l'ascoltatore, dal gesto dittatoriale del direttore d'orchestra.
Nello stesso tempo lo sviluppo del leit motif deve es-
sere interprebato nei termini di una dialettica autonon.a
della tradizione musicale, come uno degli stadi della lenta
esplicazione delle leggi musicali e delle possibilit inerenti
alla materia prima musicale. Da questo punto di vista il
tema wgneriano, con la sua rigidit e assenza di sviluppo,
va visto come una regressione rispetto ai temi di Beethoven
che crano funzionalmente inseparabili dal loro contesto. Se
per la musica c' qualcosa come 1'<< eresia della parafrasi >>
-
quando melodia o tena vengono brutalmente srappati
dal contesto nel quale soltanto essi hanno la loro ragion
d'essere si deve aggiungere che una tale prassi tova il
suo stimolo iniziale non tanto nel capriccio o nell'ignoranza
formale del singolo ascoltatore, quanto nella profoncla equi-
distanza
-
o frattura
-
114 f6164 e contenuto nella strut-
tura stessa dell'opera d'arte.
Per Beethoven la sonata rappresenta la soluzione
complessa del problema dell'identit musicale e del mu-
tamento musicale. Le caratteristiche della forma, l'in,
vio del tema verso le cl.riavi pi remote ed inaspet-
tate (afinch possa ritornare, questa volta con ula tal
quale finalit, al suo punto d'origine), le continue metamor-
fosi cui viene sottoposto nella successione delle variazioni
(al fine di mostae tanto pi sicuramente la sua identit
con se stesso)
-
sono in accordo con il costituirsi dello
stesso sistema tonale; esse infatti si risolvono in un con-
creto recupero, di fronte all'ascoltatore, della tonalit co-
me legge autoevidente, riconfermata attlaverso la forma.
Per
\/agner,
comunque, il problema di instaurare
'rnr
reazione tra i lcit notil chc non possono venre va-
28
29
riati nel vecchio senso
-
perch adesso 1l let rnotil
e non la chiave fondamentale della composizione a costi-
tuile 'elemento cli permanenza, Per fare di necessit vir-
t: I'espressione fissa l'essenza stessa del processo dialet-
tico nel momento stesso in cui delimita la libert di \7ag-
ner rispetto alla situazione storica. Al fine di escogi
tare ur principio costLuttivo applicabile all'arcaico, ingom'
brante {enomeno della ripetizione statica, \fagner si rova
obbligato ad inventare qualcosa che porta in s il seme delle
future tecniche musicali piir av^nzate e progressive. In ve-
rit, la maniera in cui la pura sonorit verticale dell'orchc-
sa wagneriana delimita verso l'alto o verso il basso i se-
mitoni, separando l'uno dall'alro t vati leit motif, d.eve
'tn
ultima istanza completare la disnuzione de11a forma della
sonata e della tonalit su cui questa si basa. Tuttavia que-
sto nllovo crontltismo punta al tempo stesso, anche ole
l'atonalit, verso la futura risistemazione della serie dodeca-
fonica, e pu servie pertanto sia come una lezione concreta
circr il modo
jn
cui ci che <toricamente nuovo si gcncrr
dalle conrraddizioni di nr situazione e un nromcnto pattico.
lari, sia come un'illustrazione della funzior.re cl-re nelle analisi
dialerriche svolgono rennini come progre:siuo e regrcssiun
-
termini questi mediante i quali gli elementi di un com-
plesso determinato vengono distinti solo al fine di reiden-
ficadi tanto pir sicuramente nella loro inseparabilit e di
rcndere possibile una percezione dif{erenziale del, locus
occupato da un determinato [omento ne], continuuru stoticct,
L'invenzione wagneriana del cromarismo. pertcnlo. come
esempio di sviluppo all'interno di un sistema autonomo,
ofire un modello in scala ridotta dei mutamenti che pos-
siamo aspettarci di tovare nel macrocosmo della storia
socio-economica. cos, per esempio, che l'awetatezza eco-
nomica della Germania del diciannovesimo sccolo fu re-
sponsabile del {allimento dei tentativi di sviluppare 1 re-
gime padamentare ererso dalla rivoluzione del 1848 e
port alla famosa e fatidica separazione tra il nazionalismo
30
tedesco e le pi progressisre aspirazioni demooatiche di
stile occidentale del1e classi medie. Pertanto, 7'trtetratezza
socio-cconomica sfoci neli'autoritarismo politico; e tutta-
via, poich quest'ultimo riusc a stimolare 10 svihlppo in-
dusriale assai pi ellicacemente di quanto fecero i regimi
parlamentari altrove, il ritardo iniziale determin alla fine
un salto dialettico che consent alla Germani di tenere il
passo con il suo massimo rivale nella produzione economica
verso la fine del secolo diciannovesimo e di possedere il
pir moderno impianto indusftiale esistente in Europa.
E ci che si verifica nell'infrasruttura si sviluppa in
modo anaogo anche nelle alre arti. Scelgo pi o meno a
caso dalla storia del tomanzo l'esempio di Proust, dove una
predilezior.re iniziale per il saggio come forma di discorso
si associa alla predisposizione iniziale per la scena lunga
e statica cone esperienza esistenziale del presente, col ri-
srrlirto di proLl. rre un'inno\azione organizzcrivl inaspertl-
ta: Proust, infatti, espanrle la sua scena formale fino al
pru.rto in cui le digressioni e disquisizioni pertinenti allo
stie del saggio possono venire intercalate con la n.inima
soluzione di continuit compatibile con il mutamento del-
l'argomento o delf interlocr-rtore nel coLso di un lungo rice-
vimento pomeridiano. Nel frattempo le scene stesse, per
quanto immense, vengono ora ricollegate attraverso 7'argo-
uefito, proprio nella stessa maniera statica in cui il saggio
preselezionava il suo soggetto: mediante le ore del giorno
o 1e fermate di un treno o addirittura mediante f identit
geografica delle stesse vie di Swann e dei Guermantes.
Tuttavia il risultato di questa organizzazione alquanto sta-
tica, determinata inizialmente da una deficienza narativa
dell'immaginazione proustiana, diviene una resa del passag-
gio del tempo pi, complessa di quella fino ad allora possi-
bile in una natrazione convenzionalmente lineare.
Perci, per Adorno, i notni degli artisti fungono come
alrettanti momenti nella storia della forma, come alret-
tante unit viventi tra situazione ed invenzione, ta la con-
3l
traddizione e quella soluzione determinata da cui scaturi-
scono le nuove conaddizioni. Una visione totale del movi-
mento della storia moderna incorporata nella progressione
della musica da Beethoven a Schoenberg e Stawinskv. In
prrticolare qrresre due ulrirne 69rrre ijlusrrano queJa ih"
per Adorno un'opposizione esemplare, archetipa, che si pre.
senta come la duplice possibilit simbolica dell,attivit
cfeativa del ventesimo 5qqsl6
-
come i veri DrototiDi al
di l e al di soprr dell'arte sressr, delle alrerncrive chc
restano aperte al pensiero e all'azione in un universo or-
mai totalitario. Per questo prenderemo ora in esame il suo
autotevole e fecondo saggio su queste due figrte: La
flo-
sofia della musica moderna.
II
Spesso stato fatto notare che il ritmo crescente dei
mutamenti in campo artistico dal Romanticismo in poi e la
conquista del potere da parte della borghesia comporta una
modificazione del valore funzionale del nuovo nel processo
artistico
6.
Ll novir orl viene sentira noll come un sortopro.
dotto relativamente secondario e naturale, ma piuttosto co-
me un fine da perseguire pet se stesso- Ota la conoscenza
delle innovazioni del passato fornisce un nuovo tipo di sri
molo alla cosnuzione delle stesse singole opere, cosicch
le rivoluzioni tecniche come quella di Schoenberg devono
essete d'ora innanzi interpretate a due livelli: non solo
come un momento ulteriore di quella graduale ed auto,
noma evoluzione del materiale che ha carattetizzato l,intera
.
6
Vedi, per esempio, Rrr,lro laaclot.r, Thcot! ol rhe Attdnt,Cardc,
C.mbficlsc (Mass.), 198.
32
stoda della musica, ma anche, e sopratutto, come lezione
concreta su di un fenomeno tipicamente moderno: il ten-
r.rrivo di proiettafe il proprio cammino, per mezzo di una
invenzione puramente {ormale, nel fututo stesso della storia.
L'evoluzione del suolro musicale pu perci inizialmelr-
te essere capito sullo sfondo dell'invecchiaraento degli ef-
[etti mr-rsicali in genere che hanno, per cos dire, una loro
vita interiore, speiilr.entano il momento della maturazione,
subiscono il declino e alla fine si spcngono in una {orna di
morte natutale. La comune tiade, per esempio, colpivr
l'orecchio dei suoi primi ascoltatori cor.r un'intensit cl.re non
litrover mai pi; e per noi questi suoni, che originarianen-
te vennero uditi nel contesto di un sistena polifonico e con-
siderati come il tior.rfo dell'armonia tonale su di esso, d'oLa
innanzi non sono nulla pir di un'insipida consonanza nella
quale la causa dell'armonia stata da lungo tenpo vinta
e le sue audacie iniziali sono di.rer.urte cla lungo tempo
iuoghi comuni.
Allo stesso modo possiamo parare di qualcosa di si-
mile ad un pogresso nella stoda della scrittura: progfesso
che, comunque, non riguarda tanto alf in[ovazionc stiUstica
individuale quanto le abitudini del pubblico di ettori c
che deve essete misurato sulla pura quantit deile pero'
le delle quali saturo un dato an.rbiente storico. chiaro,
lrer
e\crnpio. chc alcurri sempici no,Di c sosLanli\i, un Ini-
nimo di desctizione, avevano un valore di suggestione per
i lettori clei primi secoli che ota invece non possiedono pi
data la sovraesposizione della lingua che calatteristica
del nostro tempo. Perci lo stile fa venire in mente la Re-
gina Rossa ldi
Alice ael mondo dello speccbiol che svi'
luppava meccanismi sempre pir perfetti per avere la pos-
sibilit di dire sempre la stessa cosa; e, nell'univetso com-
merciale del tardo capitalismo, lo scrittore pi serio obbli
gxto a risvegliafe nel lcttorc il senso intorpidito del con'
creto attraverso la somminisazione di sl.rock linguistici, ti
strntturando ci che scontalo o. appelanclosi gli saii
3)
pi profondi del fisiologico che soli serbano un tipo di in_
tensit spasmodica priaa di deruomnaztone.
Nel campo musicale, naturalmenre, il problema dell,in_
tensit degli efietti in un dato momento storico pu essere
esposto in termini positivi o negativi, in quanto il va_
lore ininterotto di un dato sistema cli accorio musicale
tutt'uno anche con gli efTetti delle dissonanze in esso otte"
nute. Tuttavia questi efietti, come Adorno {a osservare, tra-
scendono largamer.rte lo schen.ra musicale delle cose nella mi_
sura in cui la dissonalza in quanto tale ha un valore so_
ciale simbolico, paragonabile
< al ruolo giuocato dal con_
cetto di inconscio lungo tutta la storia della ratio I>otghese >>.
La rasgressione dell'armonico, perci, {unziona < fin dallo
inizio come la rappresentazione
camuflata di tutto ci che
doveva essere sacrificato al tab dell,ordine, Essa fa da sur_
rogato del moto degli impulsi cl.rc stato censurato, e con_
trene sia un momento di libidine
-
in quanto tensione
-
sia il lamento per la rinuncia orzrta >>1. ?erci la set-
tima diminuita wagner.iana al suo inizio esprimeva sof_
ferenze irrisolte e desiderio sessuale: sia lo suuggimento
per l'ultima liberazione che il rifiuto del riassorbimento
nell'ordine carezzevole; ci nondimeno, essendo divenuta
con il tempo familiare e tollerabile, ora si presenta come
un mero segno frastco di sentimento o emotivit, come
un atteggiamento piuttosto che come una concteta espe-
rienza di negazione.
Questo assorbimento e aggiustamento di ci cl.re lc_
presso sempre stata, naturalmente,
una delle funzioni so_
ciali dell'arte; tuttavia, al tempo di
\Wagner
essa subisce
una modifica non senza lelazione con il cambiamento clel
ruolo dellnnovazione precedentemente
descritta, Infatti,
mene ne1 passato la dissonanza era esistita solo rl finc
di confermare e ratificare pi energicamente l,orcline tonrlc
7
Philotophie der nercn hhsik, p. t 7. 8
Verncb bet VaE et, p.67.
positivo dal quale dipendeva, ora il suo carattere di << sog-
gcttivit auto-esaltantesi > e di protesta <( contto l'istanza
sociale e 1e sue leggi normative > tendono a divenire fini a
se slesse. < Tutta l'energia viene ora investita nella
ijisso-
nanza; a\ confronto le soluzioni individuali divengono
scmpre pi tenui, mero decoro opzionale o asserzione
te-
staurativa. La tensione diviene il principio d'organizzazione
fondamentale fino al punto in cui la negazione della nega-
zione, il totale annullarsi del debito di ciascuna dissonanza,
indefinitrmenre posposto come in un gigantesco sistems
creditizio >
8.
In un capitolo successivo vedtemo
come
questo fenomeno deve essere visto sullo sfondo de11a pi
vasta lepressione de1 negativo nel1a societ attuale di cui
il collega di Adorno, Herbert Marcuse, il teorico princi-
pae. tssa si manifesta nel campo Iettemrio atrrcverso
il
.r.r."nr. .uru,,.re antisociale delle opere maggiori, e il
concomitante tentativo da parte clella societ di riassorbire
e neutralizzare gli impulsi che esse scatet.uno. Perci, in
Beyontl Culture, Lionel Trilling ha sottolineato la contradi-
zione tra lt istituzionalizzazione di quei moderni
< clas-
:ici > da parte dell universit cmcricxna e lo spirito proion-
damente sovversivo delle opere stesse, che traggono origine
da un rifiLrto e una negazione esercitato in primo uogo
propro verso quclla istifuzionxli//a7ione.
Che I'opera di Schoenberg sia profondan.rente segnata
da questa situazione si pu giudicare dal posto sproporzio-
nato che in essa hanno sia il positivo che il negativo: da un
lato libett assoluta, liberazione violenta dalla cosrizione ar-
monica in q'relo chc pu essere chirmato il suo periodo
espressionistico o atonale; e dall'altro ordine rinnovato, figi
dit auto imposte del sistema dodecafonico, che comporta
costrizioni molto maggiori, impeusabili in quell'ordine to-
nale prima abolito e poi implazzato da Schoenberg. Tuttavia
entrambi i momenti a lungo andare possono essere capiti
solo alla luce di quella regressione della sensibilit auditiva
che vediamo verilcarsi in tutto il mondo moderno: sorl_
mersi dal suono svilito e dalla musica ir.rcisa ormai difiusi
in tutto l'universo civilizzato, tendiamo ad xdattare la no_
stra capacit percettiva
a questo livcllo di produzione,
con
il risultato di un cleterioramento di quella capacit <I,ascolto
con la quale il compositore deve con{rontarsi.
Awiene cos che ora non udiamo le note in s, ma la
loro atmos{era che diviene per noi simbolica: il carattere cal_
mante o {rizzante della musica, la sua malinconia o dol_
cezza, viene sentita come un segnale di via libera a rea_
zioni appropriate, ormai divenute convenzionali. La com_
posizione musicale diviene un puro stimolo psicologico o
condizionamento, come in quegli aereopotti o supermer_
cati dove il cliente viene tranquillizzato uditivamente. L,ac_
compagnanento musicale, inolre, si intimamente legato,
nelle nostre menti, alla pubblicit dei prodotti, e continua,
sia nella musica << popolare > che in quella << classica >>, a
funzionare come tale molto tempo dopo che l,annuncio pub-
blicitario terminato: d questo pulrto i suoni reclamizzano
il compositore o I'esecutore e sono come segni del piacere
che sta per essere ricavato dal prodotto, cos che l,opera
d'arte si abbassa al livello dei beni di consumo in generale.
Paragonate a questo proposito il ruolo subliminale della
musica dei Iilms, come mezzo per guidare il vostro < con_
sumo > dell'inteccio, al rapporto ta partitura ed elemento
narrativo nell'opera in quanto forma artistica. E quando,
dopo questo, pensiamo all'alta qualit tecnica cui perve-
nuta oggigiorno la conposizione commerciale in generale,
cominciamo a capirc l'efletto deteriore di tale approccio
musicale sul repeftorio col.certistico madizionale: vaste pot-
zioni del quale sono erose e svuotate della loro vitalit
intrinseca senza che noi ci rendiamo nemmeno conto che
prinra e cose sravrno aftrimenti.
In questa situazione, perci, il nuovo cos come ve-
niva concepito in passato non suficiente: I'arte non ha
36
pi a cl.re {are con un cambiamento del gusto come risul-
raro della
.oh
succc.sionc di gcncrczioni. ma con un cam-
biamento intensificato ed elevato alla seconda potenza da
una nuova uttlizzaziote commerciale delle tecniehe zirtisti-
che in ogni sfacccttatura della nostra cultuta. La nuva
musica deve venire a patti non solo con il nostro ascolto,
come faceva la vecchia musica, ma anche con il non-ascolto.
Da qui la musica concreta che cerca di trasfotmare i con-
tenuti inconsci della nostra vita percettiva quotidiana, I'inau-
dito stress auditivo della citt industriale, in un oggetto di
percezione conscio. Da qui la < bruttezza > voluta della mu-
sica moderna in generale, come se, in questo stato di ebe"
tismo e insensibilit patologica, non ci fosse altro che il
doloroso a fungere da stimolo della percezione.
Il parallelo con il linguaggio fin troppo cl.riaro, ed
suficiente evocare la mania della lettura rapida e dell'abi
tuale scottete in modo superficiale, consciamente o incon-
sciamente, i giornali e gli slogan pubblicitari, per capire le
ragioni sociali pi profonde dell'ostinata insistenza della
poesia moderna sulla materialit e densit della lingua, sulle
parole senrite non come uasparen/a. ma piuttosto come
cose in se stesse. Cos, anche nella sfera filosofica, lo spinoso
gergo dei linguaggi apparentemente pfivati deve essele va-
lutato in rapporto alle raccomandazioni propagandistiche
-
del tipo di quelle cl.re si fanno per i manuali scola-
stici
-
alla << chiarezza r>, consideLata I'essenza del ., bello
scrivere >; rnene quest'ultima cerca di far procedere in
{retta il lettore lungo idee passivamente recepite, nel pri-
mo iscritta la dificolt come segno dello sforzo che deve
essere fatto per pensare veramente.
Non solo il nostro dire che intaccato, ma le opere
stesse. In stretta correlazione con la nostfa attenzione << a
singhiozzo >, la nostra diminuita capacit di concentrazio-
ne, la nostra tendenza a vagate mentalmente e la distra-
zione generalizzata, I'opera d'arte viene distorta, decompo-
sta e feticizz,ata, Il tutto viene sostituito dalla parte, e in-
37
vece di percepite la musica come una struttufa organizzata
ci contentiamo di udida mentre facciamo qualcosa d'aluo,
proprio nella misura in cu anche cos {acendo possiarao
cogliere di sfuggita i principali temi e melodie.
Quello
che
un tempo era un discorso completo e continuo divenuto
un confuso pasticcio indistir.rguibile, illuminato a intermit"
tenza da volgari temi di canzonetta, motivi che si sono
cristallizzati in oggetti e simboli, come clichs nel c{iscor-
so. Ll nosrrl emozione si rrola. quasi per mlgic. v in-
vestita )> in questa entit: le quali sono la sorgente di un
pathos puramente soggettivo che non l.ra nulla a che vedere
con l'opera originale e integrale, ma piuttosto il risultato
dalla sua disintegrazione e dell'assenza di qualsiasi risposta
globale. Nessuna meraviglia, perci, che la musica moderna
sia cos non melodica, cos risolutamente non lirica, cos
sospettosa delle illusioni della soggettivit individuale e
delle canzoni nelle quali questa soggettivit dovlebbe tro-
vare la sua afiermazione.
La musica espressionistica cli Schoenberg appunto la
commemorazione di qusta << n.olte > della forma dispiega-
ta in generale: una reazione confto l'idea dell'opera d'arte
conchiusa, un rifiuto della stessa possibilit de1 capolavoro
autosufficiente che esiste in s e per s. Con la scompafsa
del valore organizzativo della forma cone totalit, la super-
ficie dell'opera frantumata e non si presenta pi1 come
apparcDza intatta ed orogenea (Schein),
non si presenta
pir completa e sospesa, per cos dire, sul mondo, ma piut-
tosto vi cade dentro, divertando un oggetto ffa gli altri.
Pertanto l'opera musicale perde il suo presupposto {onda-
tnenrale: qucl lemfo .urolomo irr cui i temi vivono conre
in un elemento loro proprio, in cui possono svilupparsi
secondo le proprie leggi interne in quella interazione totale
dell'uno con l'altro, in quell'agevole esffarle tutte le con-
seguenze formali note all'estetica come Spiel. La frantuma-
zione della struttura tonale libera le singole note da qual-
siasi cosa abbia ad esse precedentemente dato significato;
38
in{atti la nota, un elemento essenzialmente neuftale e
privo di significato, come il fonema nel linguaggio,. deri-
vava in modo intenzionale il suo valote funzionale dal si
stema globale (vuoi come accotdo o dissonanza,.come con-
tinuazione in ur-ra data chiave o come moduazione verso
una chiave mrova). Cos, nella tonalit, la mente teneva
insieme una specie di passato e {uturo musicai, mentre
nel nuovo universo atonale la nota esiste solo nella misuta
in cui parte e frazione di una assetzione musicale lim-
tata al presente. La nuova forna deve restare quasi fisi-
camente in contatto con tutte le sue componenti in qual-
siasi particolare n.omento: Ia atonalit una sorta di no-
minalismo musicale.
Ora, perci, la parte dvenuta f intero, ed i temi di-
ventano la musica stessa, che finita quando essi sono finiti;
cosicch, e opere si conraggono in modo allatmante e i
rivolnzionari pezzi da pianoforte che compongono I'Opeta 23
dutano soltanto una manciata di secondi ciascuno, ognuno
contenuto in un'ar,'ara pagina di foglio musicale. (Ed in
questo contesto, l passo successivo sembrerebbero essere
le singole note, e poi il silenzio: cos,
rfi/ebern
pu essere
consderato il logico, completo sviluppo di questa tendenza
presente nel prinlo Schoenberg). Da qui il termine espres-
sionismo; infatti, 1 clove i motivi compresi nell'opera non
trovano pi una giustificazione formale all'interno del pi
ampio sistema di relazioni dell'opeta, necessalio che tali
motivi presentino una tal quale intet'na giustificazione, cio
che siano esptessione plrra, autonoma ed intelligibile quan-
to un grido, un istante condizionato dai limiti di capa-
cit della mente a tenete insieme un singolo peusiero.
Questa
situazione poue un nuovo accento sia sull'ascolta-
tore che sul compositore; ciascuna di queste opere, in{atti,
reinventa, al proprio interno, tutta la musica, quasi si trat-
tasse di un discorso di cui ciascun enunciato comporti la
ricreazione simultanea di una nuova grammatica che lo
regoli.
39
E ci che vale pcr-la forma visibile anche a livello
di colxtefttto. Una delle caratteristic,he che pir colpiscono
nella musica del prino Schoenberg , senza dubbio, quello
stile da ncvrosi
/ia
de sicle che egli condivide con gli
altti artisti ausuiaci del suo periodo, e che rivela un
sno nondo profondamente
congeniale con quello di
Freucl. La brama sessuale, appena mascheata cli Verk_
lcerte Nacht o Gurrc-Liedar, il monodramma dell,isteria
temmnile (Eruartung),
conducono, poco a poco, ad un
lruovo llusso di materiale inconscio. << Non si tatta pi,
qui, clella n.ririresi della passione, ma piuttosto della regi_
strazione non maschefata, attlaverso il n-redium musicale,
degli impulsi corpcr.ei provcnienti dall'inconscio, di shocks
e tralni che in tanto assaltano i tabr della forr-r-ra in quan,
to questi ultimi tcntano di imporre la propria censura su
tai impulsi, di nzionahzzatli e di trasferirli in immagini.
Pertanto, le innovuioni formali di Schcenberg erano in-
tcrztme[tc cor-rclaie ai ntutamenti nelle cose esptesse, ed
aiutavano la nuova realr di quest'ultime ad aprirsi a for.za
n varco verso li coscieza. Le prine opere atonali sono
ilascliziotri, nel scnso delie trascriziot.ri olririche della psi,
coanalisj... Le cicatrici di questa rivoluzione delle forme
cspresslve sono, tutiavia, quei;li sgorbi e quelle macchie
cre, in qualto ernissati dcli'es, rcsistono alla volont con-
scir dell'ar-tista sia ncila pitrura che nella musica, che ro,
vinano Ia srrperficie e che ncn possolo essere canccllate
da una successiva co,irczione conscia al pari di maccl-rie
di sangue nci raccor,ti di fate. La sof{erenza reale lra la-
sciato queste cicatici sull'opera cl'arte ad indicare che nolr
rcolrosce p l'autortomia di quest'ultima >
e.
Cos I'opera cl'arte, durante il periodo espressionistico,
senbrerebbe essere tidotta allo stato di testinone e sin-
tomo, allo stato ti nrnppe, grafici, radiografie. Tuttavia, che
dire se la n.ateria prina freudiana (considerata ora non
tanto come I'insieme degli elementi di una teoria od ipo-
tesi scientifica, quanto, piuttostoJ come un particolare tipo
di contenuto: sogni, lapsus linguae, fissazioni,
.traumi, si-
tuazione edipica, desiderio di morte) fosse essa medesi-
ma solo un segno o sintomo di una pir ampia tras{or-
mazione stodca? In questo contesto la topologia freudiana
delle funzioni mentali potrebbe essere considerata come il
ritorno ad un nuovo tipo di visione allegorica e come la
disintegrazione del soggetto atonomoJ del cogito o della
coscienza capace di autocontrollo nella societ borghese oc-
cidentale. Ora questi fenomeni tipicamente freudiani non
vengono pi considerati colne funzioni mentali permanenti
che abbiano atteso, durante tutta la storia umana, di essere
scoperli e rielari rla FreuJ. rro pi.rttorto come nuovi cucvtti
di cui Freud stato, ad un tempo, contemporaneo e teo-
tico. Essi segnano, di fatto, la graduale alienazionc delle
relazioni sociali e la rasformazione di quest'ultime in mec-
canismi autonomi ed autoregolantesi che {anno s che la
personalit singola ed indipendente venga ridotta a poco a
poco a mero elemento compoilerte, e, per cos dire, a
locas di tensioni e tabr, ad apparecchio ricevente nei con-
fronti delle ir.rgiunzioni provenienti da tutti i livelli del
sistema.
Quelo
che originariamente era il soggetto, ora
non pensa pi, < pensato >, e la slra esperienza conscia,
cl.re corrispondeva al concetto di ragione deila filosofia bor-
ghese, si riduce a poco pir che una registazior.re di segnali
provenienti da zone ad essa esterne; sia, quindi, di quelli che
provengono dalf interno e da << sotto >>, come nelle pulsioni e
negli automatismi corporei e psichici, sia di quelli che pro-
vengono dalle s{ete estetne, cio dalle istituzioni sociali di
ogoi tipo, con le loro complesse interconnessioni. Nel mede-
simo tempo ci che soprawive dell'ego cade ora vittima
dell'illusione della propria persistente cenralit: ci che
non pi << in s >> continua ad esistere < per s r>, e il
soggetto continua erlatameflte a pfesumere che esista qual-
40
e
Ph;h'opl)ie d rc'tot l,1"sil:, 0.,). 42 $.
41
che corrispondenza tra la sra esperienza monadica interna
e quella rete puramente esterna di circostanze (economi-
che, storiche, sociali) cl.re la determina e la manipola at_
ttaverso meccanismi che olrepassano l,orizzonte dell,espe_
rienza individuale.
(
a questo punto, naturalmente,
che il romanzo, in
quanto identificazione significativa ra lc climer.rsioni sociali
ed individuali, comincia a sfaldarsi in quanto forma. Ora
che l'esperienza individuale ha cessato di coincidere con
la realt sociale, il romanzo cone due congiunti pericoli:
se sl aggrappa a ci che puramente
esistenziale, alla ve_
rit della soggettivirJ rischia di finire nell,osservazione
psicologica
non generalizzabile,
senza voler negare con ci
la validit cli una storia anche solo episodical Se, d,altro
canto, tenta di padroneggiare
la snuttura oggettiva del so_
ciale, tende ad essere govetnato
sempre pi da categorie
di conoscenza astratta piuttosto che di esperienza coicre-
ta, e, conseguentemente,
ad abbassarsi al livello di tesi ed
illustrazione, iporesi ed esempio).
Tuttavia, l'atonalit,
,
pur costituendo una notevole te_
stimonianza della perdita del controllo razionalc nella so,
ciet moderna, nel medesimo tempo porta con s gli ele,
menti di un nuovo genere di conftollo, le esigenze di un
nuovo otdine, anche se solo latente in questo momento
storico. Infatti, nonosranre il suo desidcrio di liber.t to-
tale, il compositore atonale lavora ancora in un mondo cli
tonalit stantia e deve prendere le sue precauzioni
rispetto
al passato. Deve, per esempio, evitare il tipo di conso_
nanza, o di accordo tor.rale che rischierebbe di risvegliare
veccl.rie abitudini di ascolto e di riorganizzare la musica in
rumori e note sbagliate. Tuttavia, propio questo pericolo
sufficiente a far sorgere nell'atonalit il principio primo
di una nuova legge ed ordine. Infatti, il timore di ac_
cordi accidentalmente tonali ha cone corollario il dovere
da parte del compositore di evitare qualsiasi ripetizione
esagerata di una singola nota, per paura che qtesta insi_
42
stenza funzioni come un nuovo tipo di cntro tonale per
l'orecchio. Basta soltanto porre in modo pi fornlale il pro'
blema di evitare tale ripetizione perch l'intero sistema do-
decafonico si presenti all'orizzonte. Infatti, l'unica sou2ione
logica , in definitiva, quella di non ripetet una nota data
fino a che le altre undici note della scala non siano state
toccate: ed ecco che al posto della tonalit abbiamo la << se-
rie > dodecafonica. D'ora in avanti ogni opera sar composta
non in una chiave, ma << in >> una << serie > particolare ed
unica, oyveto in un attangiametlto di tutte le dodici note
della scala, concepito pet essa sola, cosiccl.r I'opera dode-
cafonica non sar nient'altro, alf incirca, che un immenso
tema; e le varlazron con la << serie > particolare scelta a
tema, null'alno che una ripetizione martellante della me-
desima gamma di dodici note, lna cluesta volta nella di-
mensione orizzontale o in quella verticale.
Infatti il nuovo sistema ha il merito di abolire una
delle pi antiche e {ondamentali cortraddizioni della mu-
sica, quella tta armonia e contrappunto, tla verticale e
otizzontale, ra le nadizioni di una massiccia sonorit ol-
chesrale, da un lato, e quelle che si ricl.riamano ad una
polifonia piuttosto arcaica, con le sue fugl.re e canoni, dal"
I'alro, come se finota {ossero esistiti tipi di percezione
verticale ed orizzontale che si escludevano a vicetrda e che
si alternavano l'uno all'alfuo in un tipo di interferenza ge-
staltica, obbligando I'ascoltatore a scegliere tra due audi
zioni di una data sovrapposizione di suoni; cio a sce-
gliere tra una intersezione momentanea di voci in movi
mento e il massiccio intreccio di livelli arnonici in una
struttuta basata sugli accotdi. Ota, nella ama agitata del-
le opere mature di Schoenberg, questa opposizione abo-
ita e la scrlc, che avrebl:e potuto apoarire a rurla primi
come un temal o melodia, intricato, prolisso, altamente at-
ticolato, serve anche, come certe molecole elaborate e com-
plesse, da piera di cosuuzione per la dimensione verticale
dello spartito.
Cos il sistema dodecafonico
{unziona, per la musica,
come una specie di << teoria del campo >> unificata, in cui
i dati dell'armonia
e quelli del corftappunro por"ono
oru
venir tradotti e ritradotti reciprocamente.
E cor.r questo
vengono risolti anche ali dilemmi tradiziorali della teo_
ria musicale:
d'ora innanzi nessun elemento ftoppo pic,
colo da non avei diritto al proprio posto nello *fr.-" gll-
bale, nessun dettaglio tanto insignificante perch non
venga obbligato
a fornire le sue credenziali.
u in.orpoao_
re un significato. Certe questioni relativamente
tradizionali,
comeJ per esempio, la strurnentazione,
sono, adesso, codi_
ficate, di nrodo che nella nozione rli KtongJorbrn*'dod)r,
una successione data di timbri smumentali (come
la se-
quenza
violino, tromba, piano), assume il valore funzio_
nale di una sequenza di note in una melodia. Cos viene
portala
. compimenLo
nel carnpo musicrle quella
rendenza
df rurte Ie arti modernc ver(o un fil)o di supcrde/crmina
ztolxe assolLtta di tutti i suoi elementi, verso un,abolizione
della scelta, un tipo di assorbimento degli ultimi residui
della pura coltingenza
nella materia prima fonica, che ven-
gono d'ora innanzi tormentosamente
assimilati nella strut,
tura dell'opera.
, ,(Nella
lorma del romanzo questa evoluzione segue una
togrca rnlern,r rigorosa ed escnrplare: i prirni r.omalzi rea_
lstici giusrilicano
i Ior.o elenrenri conringenLi _
descri_
zioni, sfondo storico, scelta di un soggetto particolare
co,
me la vita di un fabbricante
di sapone o cli un medico _
sulle basi puramente
empiriche che quei fenomeni gi
esistono nel mondo che ci circonda, e che, perci, non
hanno bisogno di alcuna giustificazione.
Con Zola, comun_
que, a tale motivazione empirica, puramente
descrittiva, si
agglunge una seconda motivazione, che ha origine, stfana_
mente) a monte di quella, come la sintomati zzaztone di un
impulso represso: essa consiste nella tendenza a volgere
quei fatti, che non sembrano avere in s ul.urru uutono-iu
inninseca di sigr.rificato, in simboli o rappresentazioni
di
41
significati tozz mente materraltzzate. come se la men-
te, incapace di sopportare la pura contingenza di questa
realt empirica, istintivamente immetta in quei fenomeni
quella dimensione mitica, simbolica, inconscia,. che' nega
loro a livello di coscienza. Infine, con |'Ulisse di
loyce,
che parve a quel tempo una ., fetta > di vita cos natura-
listica e conclusa, questo impulso divenuto intenzione
conscia, e la materia letteraria conduce una doppia vita su
due livelli separati: quello della esistenza empirica e quello
di uno schema relazionale totale non dissimile dal sistema
dodecafonico, dove ciascun fatto empirico integrato nel-
l'intero, ciascun capitolo dominato da qualche complesso
simbolo di base, i motivi dell'opera sono collegati l'uno
all'alro da mappe e ri{erimenti incociati, e cos via).
Pertanto, in una situazione in cui cominciato il di-
vorzio tra soggettivo ed oggettivo, l'originalit di Schoen-
berg {u di avet condotto il soggettivo e l'espressionistico
ai propri limiti estremi, al punto in cui le immagini ner-
vose e i ttaumi di quest'ultimo lentamente cambiano rotta
per dirigersi, sotto la pressione della propria logica in-
terna, verso la nuova oggettivit, I'ordine pi' totale del
sistema dodecafonico. La specificit della sua soluzione pu
venire nreglio apprezzata se la si rafironta colla souzione
diametralmente opposta di Sravinsky, il cui lavoro costmt-
tivo sembra muovere dall'alto polo, quello og4ettiuo, eI
dilemma moderno.
Infatti, gi la forma privilegiata a cui Stravinsky la-
vora, il balletto, pu essere visto come un tipo di musica
applicata che
-
persino pi drasticamente delle < pro-
gtam musica > che gli contenporanea
-
teinventa un
tipo di distanza tLa contenuto e forma entro un medium
cl.re , sotto ogni altro aspetto, di natura non'lappresen-
tativa. In tal modo questa forma musicale riesce ad evitare i
problemi dell'autogiustificazione e dell'autodeterminazione
cl.re si pongono alla musica pura e che vengono risolti da
Schoer.rberg nel modo sopra descritto: infatti la pratica
45
musicale del balletto , per cos dire, gi giustificata dallo
stesso tableau visivo, nonch dai movimenti fisic dei dan_
zatori, che lo ratificano e di cui esso finisce coll,apparire
n accompaguanteftto.
E ci che accade alla forma riprodotto anche al livello
del contenuto, parricolarmenre
nei balletti russi. Sia
pe_
trouchka che la Sagra clella
pwaueru
drammatizzano il
samificio della soggettivit individuale ad una collettivit
inumana, ed il loro deliberato primitivisrro (con
il richia_
mo al folklore ia PetroucJtlza o nella Storia tlel sokLato,
e con i ritmi elementari, arcaici, quasi preistorici,
della
Sagra della Pmauera) sollecita la regressione dei loro so_
fisticati ascoltatori/spettatori
verso una specie di annulla-
mento dell'intelletto nella pura emotivit di una risposta
di massa. Il primitivistro
ultrasofisticato o la demagogia mu-
sicale (Adorno giunger
a paragonarlo
al fenomeno clel {a-
scismo) si innerva nella tecnica delle stesse opere che, in
quanto
opposta ai principi otganizzativi globali di Schoen,
berg, favorisce un tipo di massiccia e discontinua verticalit.
Le sue battute e ripetizioni ritualistiche sono rotte da in_
tervalli e silenzi che creano un processo sincopato con le
onde di riflusso costitlrire dagli shock delle r.eazioni cor_
poree dell'ascoltatore. A difierenza di Schoenberg, Stravinsky
otganizza i vari elementi secondo categorie eshinseche alla
struttura musicale, come i << colori r> o le qualit isolate de-
gli smumenri, o gli efetti psicologici delle loro opposizioni
({orte
e piano, acuto e grave).
Senza dubbio, l'originalit e l,influenza esercitata dal-
l'opera di Sravinsky, ed in particolare
dallo Stravinsky dei
primi balletti, non sono ir.rferiori a quelle dell,opera di
Schoer.rberg; ma istfuttivo paragonare le rispettive situa-
zioni storiche da cui derivano le innovazioni di ciascuno
dei due compositori, ed ir.r particolare
bene non dimen_
ticale << quelle carattedstiche 'russe,
d.i Snavinsky che
sono state cos spesso abusivamente sottolineate r>: <<
stato spesso fatto osservare che ci che differenzia le can_
46
zoni di Mussorgsky dal lieder tedesco l'assenza di un
soggetto poetico, o punto di vista organizzativo, ciascur]
poema essendo svolto alla stessa manieta in cui I'operista
compone le sue arier non, cio, come un'espression im'
rlecliatan-rente soggettiva, ma piuttosto come una sorta di
obiettivizzazione, colre una forma di distacco da qualsiasi
emozione implicata nell'elemeuto musicale L'artista non
coincide con il soggetto lirico.
Quella
della soggettivit
una categotia che nella Russia pre-borghese non fu mai pros-
sima ad afiermarsi cos saldamet.rte come si afierm invece
nei paesi occidentali, Don<le quell'elemento di estranea-
zione cl.re troviamo in Dostoyevsky, e che deriva dalla
mancata identit delf io con se stesso: nessuno dei {ratelli
Karamazov un 'personaggio' nel senso attribuito a que-
sto tetmine dalla letteratura occidentale. Ora, questa prein-
dividualit sembra fatta apposta per il tardo-capitalista
Stravinsky, per la sua legittimazioue del crollo de1 sog-
getto indivicluale >r0. Perci la sua tr.rodernit il risultato
di un'illusione ottica, di un paradosso storico in cui pte-
e post- individualismo sembrano incontrarsi, e sono di-
stinti solo dalle motivazioni pi profonde che opetano
sotto la superncie. Cos, mente l'espressiot.rismo di Schoen-
berg doveva agire come shock con funzioni di assorbimen-
to nei confronti del materiale inconscio e, in definitiva,
come mezzo per vincetlo ed assimilarlo nella forna, Sra-
vinsky mira a riprodurre quegli efiett direttamente come
eventi psichici aggredendo le terminazioni netvose del suo
uditorio.
Il valore e la direzione della pratica artistica di Sra-
vinsky possono, in ultima istanza, venit giudicati dalla lunga
serle di pastiches neoclassici che succedono al suo periodo
russo. Infatti qui il pregiudizio a favore dell'obiettivit mu-
sicale opera e si manifesta apertamente nel modo in cui il
ta phitosophc
dt neren Mrsik, pp. 1r1-11t.
compositore rinuncia alla propria voce, abdicando a quello
stile personale che divenuto problematico nei tempi mo,
derni e padando
attfaverso la soggettivit fossilizzata di
compositori morti, in un tipo di brillante mascherata sti_
listica che fa rivivere forme spetrali da un passato in cui
la composizione musicale era ancora relativamente libera
da conuaddizicr.ri interne. Cos la < via r> stravinskyiana va
a finire nell'imitazione, nello scrivere musica sulla musica,
cio della musica << di secondo grado >> (palestrina
con note
sbagliate; come ha detto qualcuno); e, infatti, in un ten_
tativo estremo di < quadratura
del cerchio >, lo troviamo
a comporre nell'idioma dodecafonico e ad assumere Scl.roer.r-
berg, il suo awersario metafisico, come la sua esrema in-
carnazione. (In
letteatura la giustificazione
teoretica del-
l'uso di tale pastiche e parodia stata data da Thomas
Mann, per il quale l'ano del padare con ironia serven_
dosi di uno stile mono rende possibile dire qualcosa in
una situazione in cui saremmo condannati al silenzio.
Joyce,
ancora una volta, costituisce un progresso esemplare chc,
da uno stile personale '11u1u41s
-
che ha afinit storico_
culturali con \flalter Pater
-)
attraveLso i pastiches mul-
tipli dell'U/lrse, va verso qualcosa che *ascende sia lo stile
cl.re il pastiche e che, come il sistema dodecafonico in cam_
po musicale, pu presentarsi come una prefigurazione
c{i
qualche futura organizzazione lir.rguistica dotata di caratteri
postindividualistici).
Non si pensi, comlrnque, che Adorno consideri la so_
luzione 6nale di Schoenbcrg meno inrrinsecamenle con.
tradditoria, a lungo andare, di quella di Suavinsky. Come
porebbe essere altimenti, dal momento che la tensione
interna e l'autenticir della musica di Schoenberg sono il
risultato del modo in cui questa musica riflette e al tempo
stesso rifiLrta il momento storico di cui testimonianza?
Questo , forse, il momento di dire qualcosa su come
Adorno concepisce la relazione tra l,opera d,arte e 1a si-
tuazione storica in cui l'opera collocata. lnfatti, egli sem_
18
bra sco rnettere in tutte le direzioni, adottando simulta-
neament alternative e varianti su di un modello di base, re-
cipj:ocamente esclusive. L'opera d'arte << riflette >> la societ
cd storica nella misura in cLr rifiuta il sociale,-e rppre-
senta l'ultimo rifugio della soggettivit individuale dalle
{orze stoche che minacciano di annientada; questa a posi-
zione esptessa in quella lezione su < Lirica e Societ > che
ur.ro dei saggi pir brillanti di Adorno Pertanto, la diraensio-
ne socio-economica immanente all'opera d'arte, ma lo
come il concavo al convesso, il negativo al pos\tivo. Ohae
Angst leben: questa per Adorno 1a promessa pi pro'
fonda e {ondamentale della musica: ptomessa che essa man-
tiene persino al culmine delle sue nanifestazioni pi re-
gressive.
D'alto canto il fatto che il sistema di Schoenberg ven-
ga insistentemente caateizzato come un sistema <{ tota-
le >, sottolinea decisamente la relazione ra quell'opera e
il mondo totalitario in cui stata prodotta. Infatti,
senz'altro vero che questa spinta verso un'otganizzazione
totale dell'opera, che noi toviamo operante nel sistema do-
decafonico, sintomatica di una tendenza oggettiva nella
sttuttura socio-economica clel mondo moderno, Anzi, non
afiatto sorprendente che questa nusica, che trova la sua
ragion d'essere nella reazione conro lo svilimento del modo
d'ascolto in generale, sviluppi, come in un'immagine spe-
culare, tutte le forze e le debolezze del suo awersario, it.t
una specie di correlazione biunivoca. E nella misura in
cui 1o stesso fenomeno profondamente sociale, ed tut-
t'uno con 7a comrtetcializzazione del mondo moderno, la
musica moderna si ova, ad lrn tratto, profondamente im-
plicata in un conflitto sociale senza, per ci, deviare dalla
logica intetna della pura tecnica musicale, e riproduce in
miniatura la struttura delia societ alienata uel linguaggio
proprio della s{era musicale.
Pertanto, il principio otganizzativo
globale del sistema
di Schoenberg riflette una nuova sisterl.atizzazione de
49
mondoj di cui i cosiddetti regini politici totalitari sono
solo un sintomo. Infatti, nelle ultine fasi del monopolio,
o capitalismo posrindustiale,
non solo la molteplicit
delle piccole unit imprenditoriali, na anche la disribu-
zione, e, in definitiva, gli ultimi elementi liberamente flut-
tlranti nel vecchio univetso commerciale e culturale, ven_
gono ora assimilati in un singolo meccanismo onniassor-
bente. Ora che I'intero sistema del mondo in.rprenclito-
riale, con le sue proiezioni nel governo e nei settori
inilitare e giudziario, dipende per la propria esistenza dalla
vendita automatica di prodoni che non corrispondono pi
ad alcun tipo di bisogno biologico, o anche sociale, e che,
inolte, sono per la maggior parte identici l,uno all,altro,
la psicologia del mercato lo obbliga a completare la sua
conquista del mondo inglobando le ultirrte zone private
della vita individuale, al fine di stimolare i bisogni artifi-
ciali che fanno da perno al sistema, Cos l,organizzazione
totale dell'economia finisce coll,alienare ancl.re il linguaggio
ed il pensiero della sua realt umana e col disperdere
l'ultimo residuo del vcchio soggetto auronomoJ o ego:
pubblicit, ricerca di mercato, test psicologici e un muc-
chio di altre tecniche sofist.icate di mistificazione ora com-
pletano una pilulifcaziaae globale del pubblico ed incorag-
giano l'illusione di uno stile di vita, mentre occultano la
scompars4 d'ogni veccha forma di soggettivit e di vita
privata. Nel {rattempo, ci che resta del soggettivo, con
le sue illusioni di autonomia, le sue soddisfazioni immise-
rite, le sue calanti immagini di {elicit, nor riesce pi a di-
strnguere tta suggestione estefna e desiderio interno, in-
capace di tracciare una linea di demarcazione tra il privato
e l'istituzionalizzato e si trova, perci, consegnato nelle
mani della manipolazione oggettiva
rr.
_
u
Per una ds$izione pir esaustiva di questo processo, vedi ?AUr.
B^,R^N , ?^ur Svrzy, Ma apot, Capitat, New
york,
1966, Cxpp. V, X
eXL
50
Questa
ntLova otgantzzazione totalitaria di cose, popoli
e colonie in un sir.rgolo sistema di nercato, vier.e ora dupli-
cata dalla pianificazione della stessa opera d'arte, sia c,he si
tratti di
Joyce
che di Scl.roenberg: 1'assoluto, co.nscid con-
tollo che gli artisti nlodelni cercano di stabilire sopra gli
ultin.ri residui della contingenza liberamente fluttuante riflet-
te questa crescente autonomia delle istituzior.ri, questa cle-
scente << conquista > sia della natura che della societ che
essi vedono in atLo nel lnomenlo storico in cui vivono'
Non c' da neravigliarsi se Ja descizione che Adorno fa
della relazione tra arte e societ ambigua. L'ambiguit
era gi stata sottolineata nel Doctot Faustus di Thomas
Mann, le cui sezioni teoretiche furono ispirate da Adorno,
e in cui troviamo un grafiante paralielisuro allegorico tra
la vita del compositore dodecafonico Leverkiihn e la disin-
tegrazione della Germania di \leimar con il suo successivo
passaggio al fascismo. Con ci Thomas Mann ha inteso cnfa-
ti.zzate nor. il << male >> della modernit, alla maniera di
\X/yndham Lewis, ma piuttosto la natura della tagedia nei
tempi moderni: la situazione dell'uomo dominata dal deter-
minismo storico, il potere ir.rtollerabile della storia sulla vita
e sulla cteaziolre artistica che non pu, quindi, evitare di
rillettere quello contro cui leagisce.
In questo modo le contaddizioni dell'epoca dentrano
nel microcosmo dell'opera d'arte e condannano anch'esso
al fallimento definitivo. Cos, anche il sistema di Schoen-
berg, il prodotto della societ sistematizzata inumanamente,
diviene a sua volta come una camicia di forza, una co-
strizione e non una convenzione liberatoria. La serie dopo
tutto non i|Dpiazza la tonalit, ma si mette solo ad imi
tarla, e, invece di sviluppare nuove {orme, Ia nuova mu-
sica titorna alla composizione i sonate in dodici toni. Ma
le vecchie forme hanno tappresentato un trionfo sulla re-
sistenza delle cose, il risultato di una sorta di loglca osti-
nata insita nella loro materia prima; queste forme nuove
sono tanto distanti dalla natuta quanto lo l'universo
5l
postindltstiale,
la loro materia tanto carerte di qualsiasi
genuina logica interna quanto lo la plastica.
N lrie,re
tealmente raggiunta l'identifi cazioone della dimensione oriz-
zontale col quella verticale, ma solo voluta: si potrebbe
dire che il suo simbolo sia quel massiccio accordo di turti
i dodici toni con cui termina Lulu di Berg in una sorta
di vuota indistinzioDe
o morta sintesi di tu;i gli elemeuti.
Infine, la capacit auditiva dell,ascoltatore non pu
venire completanente
tigenetata, e la concreta esperienza
della simultaneit dcll'intero e delle sue par.ti noir pir
possibile
nei tempi noderni. L,audizione pi riuscita cli
un'opera di Schoenberg non produce pienezza, ma tLna
specie di opera fantasma, un,illusione ottica in cui l,intero
fluttua al di sopra delle parti concrete, non essendo n al_
cun momento irl silttonia con esse; in cui alrche le parti sfug_
gono all'udito e si estendono oltre il presente,
sono dir_
.ociatc
dalle note fisiche attfsverso cui vengono espres<e
e sorgono oltte esse come qualcosa di sfumato, aoaa urrn
sovraimpressione:
il risultato distorto di un tentativo di
inrmaginare
L'interczza iir un'epoca che non ne ha alcuna
espelienza, in circostanze che condannano in parter.rza il
tentativo al fallimento.
III
Siamo cos portati, poco a poco, a riflettere sulla con_
nessione tra questa visione dialettica del mutamento sto-
rico, in cui i vari momenti si articolano a seconda delle va_
rie relazioni possibili
la soggetto ed oggerto, ed alcune
ipotesi di lrll momento storico di pienezza
o completezza
al quale confrontare, e sulla cui base giudicare, i" oltr"
fa'i srorichc.
Qrre.Lo momenLo. innanzirurLo e soprirtulto)
non , naturalmente,
altro che una possibilit. logica: il
52
concetto cli ci che Adorr.ro chiana Versoebnuzg o ricon-
ciliazione ra il soggetto e l'oggettivit, tra I'esistenza e il
mondo, tra la coscienza individuale e la rete esterna di
cose ed istituzioni in cui tale coscienza dapprirna edrerge.
La proieziotrc ingenua di questa possibilit logica nella
sfera della cronologia storica pu sfociare soltanto lella
nostalgia metafisica
(l'et dell'oro prima della caduta, lo
stato felice dell'uomo primitivo) o nell'utopismo. Eppure,
in n]aniera pi sottile, tutte le cosiddette << teorie della
storia >> tendono ad organizzarsi intorno alla non coilfes-
sata ipotesi di quel momento di completezza: pensate al-
l'America
jefiersoniana o all'< unit deila sensibilit > dei
poeti metafisici; al catattere umanistico della dotrina cco-
nomica medioevale o alla continuit organica di Ltn lncietl
regirue non contaminato dal regicidio o dalla hybris del'
l'autodete rmitlazione politica;
Per
non padare delle innu-
n.rerevoli utilizzazioni ideologiche della Grccia antica
Nella sfera culturale, comunque, dove l'opposizione es-
senziale operante tra soggetto ed oggetto viene ttadotta
in tertr.rini di opposizione tta forma e contenuto, queste
ipotesi hanno fotse una validit maggiore, e sono, in ogni
caso, maggiolmente vetificabili- Infatti, anche se non siamo
nella posizione di poter giudicare della concetezza dela
vita in ogt.ri nomento del passato, possiamo per lo meno
valutare la adegr..atezza della forma al contenuto nei suoi
lronumenti culturali, e siamo capaci cli misutare sia la
riconciliazione tra intenzione e mezzo sia il grado in cui
ci che visibile forma e ci che significato o espres-
sione si fa incarnazione concteta
cos che, per Adorno, I'opeta di Beethoven ha il
valore di una specie di punto fisso in confronto al quale
verranno giudicati i motnenti precedenti o successivi della
storia musicale. Non , naturalmenter una questione cli
gradi di genialit, ma piuttosto della logica interna dello
sviluppo storico stesso, e di un tipo di accumulazione di
possibilit {otmali delle quali Beethoven il beneficiario
53
e che rendono inprovvisamente possibile un inaspettato
giungere alla loro conclusione di tutte le tendenze incom-
piute, un riempirsi di tutti gli spazi finora vuoti e un,attua_
lizzazione delle potenzialit latenti nel materiale musicale
non ancora suficientemente
lavoraro.
In termini musicali, quella r.iconciliazione
unica che
l'opportunit stolica toccata a Beethoven prende la for.ma
di un equilibrio precario ra melodia e ,uil.,ppo, ,ru uno
nuova e pi ricca espressione tematica del sentimento sog,
gettivo,
e il suo oggettivo operare nella forma, che non l.,a
pi nulla di quella esecuzione applicata, relativamente mec_
canica ed a priori, della musica del diciottesimo secolo. E
ci perch il puro volume della produzione
dei grandi com_
positori del diciottesimo secolo in parte derivato dal lor.o
avere a portata di mano schemi e formule di esecuzione
relativamente semplici. N l'orchestazione era ancora clive_
nuto un afiare cos complesso ed individualistico: le orcl.re,
sue di corte dei principati
feudali non avevano ancora la
variet di sffumenti, per non parlare del mero virtuosismo
tecnico, d'una orchesfta sinfonica del tempo borghese.
per
trtti questi motivi non si pu dire che i temi dei compo_
sitori del diciottesin.ro secolo abbiano raggiulrto .,n" lr"r"
" propria pienezza dell'essere soggettivo: una melodia di Mo
zatt non ancora autosufficiente e condnua ad essere con_
cepita funzionalmente, poftando
facce della fonaa di cui
una componenre indivisibile.
N, d'alto canto, la melodia di Beethoven raggiunge
mai la aboccante maturit e l,autonomia estrema di quelle
melodie inventate dai compositori ipersoggettivi clel suc_
cessivo secolo diciannovesimo
-
di ctri Tcl.raikovsky da
considerare l'archetipo
-
per i quali I'opera di conrap_
punto ridotta al puro minimo, l,elaborazione dei temi
portata fino alla insistente ripetizione meccanica, e nelle
cui opere il centro di gravit dell'invenzione musicale si
sposta verso l'espressivit strurr-tentale pura e la colora_
zione orchesrale.
Collocandosi tra questi due estremi, la melodia di Bee-
thoven rappresenta una sintesi di breve durata del funzio-
nale e dell'espressivo: lunga ed articolata, si presenta con
parvenza d'autonomia, pur essendo allo stesso tempo saga-
;emente strutturata e predisposta in vista dei vari sviluppi
della polifonia e delle variazioni, che sta per subire lnversa-
mente, le varie sottointonazioni del suo sviluppo sono an-
cora rcativamente inJipendenri ed itltrittsecametlre dotare
cli significato, cosa che non si pu dire di quelle del tardo
romanticismo; e hanno qualcosa di individuale e personale
in s chc Ie distirrgue .lai Ioro equivllenti
piuttosto schc-
matici e meccanici della musica precedente Pertanto, l'ele-
mento soggettivo e quello personale, informano Io spartito
fino ai suoi pi :ainuti elementi, ma 1o fanno elaborando
conseguentemente
l'elemento oggettivo, difiondendolo e vi-
vificandolo, invece di cancellarlo e sofiocarlo con 1o sbilan-
ciamento atmotrico e coloristico cl.re predomina nella mu-
sica pi, tarda. E quello che vero per la parte lo , come
abbiamo gi visto sopra. per la forma come intero' per la
sonata come effimera possibilit di organizzazione significa"
tiva su larga scala, nella quale la mente riesca momenta-
neamente a intravedere una rotalit co'rcreLa. completa-
mente ptesente in qualsiasi istante del suo dispiegarsi
Anche se non v' alcun esatto equivalente letterario di
Beethoven e di c che egli rappresenta nella storia della
musica occidentale, i giudizi letterari dipendono in ultima
isranza Aai presuPposti, precedentenente illustrati, rela-
tivi alla forma e il contenuto La posizione privile-
giata di un Tolstoj nella storia del romanzo dimosta, ad
rn esan.e pi,) approfondito, di avere basi analoghe Lo
sviluppo relativamente tardo della letteratuta borghese in
RLrssir lascia a romanziere russo del diciannovesimo secolo
una posizione di granJe tiberri: tutto resla arrcoa da fare
nell'area clei temi russi, non si ha quell'incubo di generazioni
precedenti di romanzieri e di scafiali di tomanzi che pesa
sni successoti di Balzac e Dickens. Tuttavia, quest ro-
55
manzieri russi, appafendo tardi, sono contemporanei a
tutto ci che pir sofisticato nella tecnica clel romanzo
-
di Matrpassant e del naturalismo
-,
cos che il ro_
manzo realistico russo in generale,
e Tolstoj in particolare,
hanno avuto la possibilit
di nascere picnamente
svilup_
pati. La tecnica, aluove acquisita laboriosarrlente, pu qui
apparife fluente e naturale sfociando in qr-rella peculiare e
cafatteristica riconciliazione a l,inrenzione soggettiva e I,og_
gettiva materia sociale del romanzo che associamo al nome
di Tolstoj, e in cui l'csperienza sia sociale che individuale
esce dalla mano del tomanziete come se fossero sue crea_
ziotli.
La strurtura dialettica dei nosti giudizi negativi sem-
pre pi evidente: pensate all,elemento torvo e caricaturalc
che rin.rproveriamo
a Balzac e c,he non forse nient,alto cl.re
un tentativo moppo frettoloso di assimilare il nateriale
sociale oggettivo
-
caratteri, apparati) istiruzioni _
al-
l'entusiasmo personale
dell,autore, che imperiosamente lo
deforma e distorge per i propri fini.
pensate,
d,alto canto,
ala fragilit pilrttosto mtallica di Flaubert, che deriva da
una soppressione troppo rigida e chirurgica della dimen,
sione soggettiva dell'opera 1ito a far diventare l,eroe tanto
vacuo quanto
un occhio passivamente
registratote ne
L'Educazione
scfttitnentale, e fino a degradare l,opera,
corne in Salarab, a {antasmagoria cinematografica.
pen_
sate allo stile manierato di lJenry
Jarnes:
quelle lunghe
pause ra semi-{rasi clotate di significato, le chiusure di
piccole
aree di obiettivit nel tentativo di infondervi unur
intenzione soggettiva, cos come una parola accidentale, cir_
condata da un silenzio <{ pregnante >, si carica di un signi_
ficato inquietante. ?ensatc alla precariet
della sintesi cii
Joyce,
in cui ancora una volta la materia sen.rbra nomen_
taneamente riconciliata allo spirito, tutti gli oggetti e i
detriti della citt sembrano luminosi e come impregnati cli
soggettivit
-
anche se mostlano i segni delle suture. C,,
fut
Joyce,
qualcosa
di inrenzionale ed arbimario circa la rela_
56
zione dei singoli capitoli l'uno con l'altro e la lruova riconci-
liazione vieue pagata a un prezzo altettatlto caro quanto
quello pagato da Schoenberg in musica. Il romanzo sempre
un tefltativo di riconciliare la consapevolezza dello scrittore e
del lettore con il mondo oggettivo in senso lato; cos che
i giuclizi che noi formuliamo sui grandi romat.zieri non ti-
cadono su di loro, bens sul momento storico che essi fi-
flettono e su cui le loro sttuttute emettono verdetti.
Non pu esservi, perci, alcun dubbio che la sintesi pri-
vilegiata delle opere di Beethoven comisponda a qualche li-
bert peculiare nella struttura sociale del suo tempo. La li
bett storica, di fatto, espandendosi e conmaendosi, come fa,
in coincidenza con le conciiziorri oggelive slesse. non apparc
mai cos grande come in quei periodi di ransizione in cui
lo stile di vita non ha ancora assunto la rigidit del-
l'usanza, tipica delle epoche di relativa stabilit, e n cui
si verifica una repentina liberazione dai vecchi schemi senza
che questi vengano sostituiti dagli schenli dell'epoca immc-
diatamente successiva. La figura predominante dello stesso
Napoleone sin.rbolica dell'ambiguit di fondo di questo
momento successivo a1 crollo dell'ordire feudale in Europa
e precede il definitivo instaurarsi delle nuove istituzioni
etiche, politiche ed economiche della borgl.resia cl.re ha trion-
fato su di esso. Egli combina in s i valori in deperimento
della {eudalit e del sacro potere sovrano con il {ascino
decisamente laico e propagandistico dei leader politici ca-
rismatici della pi tarda societ borghese; e tuttavia non
pu essere assimilato n agli imparruccati n.onarchi asso-
luti de1 sedicesimo e del diciassettesimo secolo, n ai de-
magoghi del ventesimo. Persino il neoclassicismo del pe-
riodo napoleonico significativo e si muove in due dire-
zioni: infatti, , forse, stato l'ultimo dei grandi stili conti
uentali
-
gotico e Rinascerza, batocco e rococ
-
che
percorseto tutta I'Europa a ondate successive, lasciandosi
clietro un proprio sedimento monumentale; mentre, pet al-
tro verso, anche la prima fotna di modernismo, in quanto
,7
segreLamente un << pnsfiche r>
-
arte sull'arte, arte di se-
conclo grado
-
e registra lc contraddizioni del monclo
borghese attaverso le proprie contrad.lizioni interne se-
condo moduli che saruu.ro caratteristici di ogni movimento
attistico successivo.
Cos, a ricor.rciliaziol.c operata c1a Bcethoven tr.a il sog_
gettivo e l'oggettivo registr.a fedeln.rente gli orizzor.rti allal,
gati del periodo rivoluzionario di transizione, quando il
pensare positivo ed univer.salistico della classe borghese
clurante la sua lotta pef il potere non ha:rncora clato luogo
all'esprit de srieux del danaro, degli afiari e della Real-
politik; clttanclo f idea asrratta di libert urnana, i cui oui
mismo e la cui retorica sono resi etcrni in Fllello, r.ror.r
ancora stata trasfoflnara in una dilesa iclcologica cle privi,
legio di classe. E quello che vero per la nusica lo al-
trettanto pef il pensiero:
r filosofia, libera dalla lunga co,
snizione della teologia, non avcnclo subito a ricluzionc po-
sitivistica all'en.rpirismo scientifico, n aven<lo ancora ab
dicato ai suoi diritti
jn
favore delle nuove disciplinc
accademicl.re appena invcnrate, come socologia o psicologia,
ed essendo abbandonata a se stcssa, cominciava a djscutere
sulla propria validit alla rnaniera del positivismo logico
del ventesimo sccolo. A questo punto clella storia, il pen-
siero ancora alla ricerca di elenenti, o di entit, gcncra-
lissimi, ed nei confronti cli questo urolncnro di possibi
lit, di cluesto nromento di sospensione ra due moncli, cre
la filosofia di Hegel costiruisce il monunento pi ambizioso
e ptofondamente
caratteristico.
Nell'ultimo capitolo di clucsto libro cercheremo ci rjcle
finire il rLrolo cl.re 1'hegclisrlo stato chieluato r giocare
itr rulit stnlttr]ra matxista: il problema chjaramente iu-
scindibile da cluello della relazione tra i vlori della prece
dente rivoluzione borghese c I'attualc coscicnza e bisogni
livoluzionali. Tuttavia, anchc eviclente che lo stesso prin-
cipio informarore clelle analisi dialcrrichc che abbiamo dc-
scritto pfecedcntenente
il pr-ir.rcipio cli adcguazionc d
'E
soggetto ed oggetto, e la possibilit di riconciliazione di
Io e Non-lo, di spirito e materia, di s e del mondo
-
la specifica prenessa del sistema di Hegel; e Ia si pu
virtualmente dichiarare una sua invenzione intellettuale.
IIegel, infatti, rende concrete le afiernazioni mera-
rrcnte astratte e vuote dei suoi predecessoli sulla identit
del montlo oggettivo esterno col mo[do dello spirito, e si
accinge a dinosttare la molteplicit dei modi in cui questa
identit viene txalizztta. l)al punto di vista oggettivo la
Fenctmerologia dell.o spirito ptoprio questa dimostrujone
di identit, poich fa vedere cone i fenomeni apPatente-
mente pi estetni o materiali
(come gli oggetti della nostra
percezione sensibile e della nostta licelca sciet.rtfica) siano
informati clallo spirito e profondamente pervasi e penetratr
dalfidealit. Ma, dal punto di vista soggettivo, la Fatto
rtexologia la storia di un'ascesa e di uno sviuppo, una
descrizione delle fasi ?lttaveLso le cluali la coscienza si at-
ricchisce e si soliclifica, e dai suoi Domenti pi individuali-
stici e limitati soggcttivanentc riva gradualmente alla con-
dizione clello Spirito Assoluto, dove riconosce di poter incltr
clere in s tutta I'abbondaffa e la molteplicit dell'universo
estcrno ed oggetti\/o. l{egel riesce a supetare la separazione
tra sogget[o ed oggetto tovanclo il suo plrnto di partenza
in un momento iu cui la separazione tra soggetto r:d og'
getto non si ancota vetificatat nel momento dell'espe'
rienze stessa, clove il soggetto, alcor tutt'uno con il suo
oggettoJ 1-ror- ha ancora attinto l'auto coscieDza, nofl ha a[-
cora inparato a distilrguere se stesso col-ne un'entit sepa-
rata ed astrattamente inclipcndente, non ancora stato ca-
pacc <li volgelsi indictro e gualdarc.litettallente, scnza mc-
cliazioni, all'er.rtit separta, esttatta, <1e11e cosc
jn
s.
Il metoclo dialettico rappresenta proplio questa prefe-
renza per la totaljt corcrcta rispctto rlle parri separate,
.rstratte. Tttavia esso pir complicato tli ogni con.rpren-
sione oggcttiva cli una totalit reLarnente csterna, come
quella cl.re si d nelle diverse cliscipline scientificl.re. Infatti
59
I
{
in qnestc Ia mentc pcnsante
rinranc {redcla ccl impassibile,
csperta, ma priva di auto-coscienza; pu dinrenticare se
stessa e i
irropri
processi cognitivi ncne si imruergc cotr.r_
pletamcnte nel cofltcnuto e nei problcmi.l]e
l" uengono
proposti. ,{a il pensero dinlettico un pensiero
a1a se
conda potcnza,
un pensier.o sul pcnsarc, in cui la mcnte l-ra
a che fare tanto con i propri processi .li pcnsiero quanto
con iL nrateriale su cui opcra, in cui sl il contenuro parti
colare, sia lo stilc cli pensiero acl esso consono, clcbbono
esserc entambi abbracciati della mentc nello stcsso tcrr_
po, Il persiero diaiettico di fronte ad un pr.oblen.a mzttemd,
tico, per esempio, colporterebbc,
accanto alla consapcvolcz_
za del prol.lema
nei suoi propri termini, un parngone
im_
plicito tra ci cl.re la mente ha sentiro esegucnclo l,opera_
zione maten-alica e ci chc sente durante l,espelienza di
altre operazioni, ioteramente civcrse, scientifiche e non
scicntifiche. Il pensiero
dialettico , perci, profondamenre
comparativo nella sua stLtittura, persino cluando ptcncle in
csl]le oggett singoli, isolati; e la sequenza dci capitoli
cIella Fetoneuologla
proprio l,esplicarsi oggettivo delir
serie cli parrgoni gi in essa impliciti. Tuttavia, 1a compa,
razjone comporta divetsir, e il movifircnto da un ca1_.irolcr
all'altro, <1a una lorma di coscicnza all,altra, si compie at_
traver:so una setie di salti, un passeggio costdnte cla un
tipo cli materiale semplice, Jlon elaborato, ad un altro appa-
refltcmetrte non correlato ad esso.
. .Infani,
l'aspctto pi singolarc tlella Fcnonartologid, pet
r'l lcttore modelno, che essa non prcsenta) per uslrc l:r
rerminologia del romanzo, alcuna unirariet del punto <1i vi_
sta. I passaggi da un capirolo ail,altro non equivalgono ne_
cessriamente ai momenti dello sviltrppo e del camLiamen
to nella vita di un inclivjduo. I1 contenuto dei vari crpi_
toli dcl tutto etcrogeDeo: alcr-ini di essi si ispireno ll,
l'esperienza collcttiva o storica, certuni al,cspericnza incli
viduale od etica, alti hanno a che fare con l,azionc e altri
ancoLa solo con la conosccnza pura. Lr conlolmit cotr qLLe-
0
ste due irregolafit struttrrali, gli attaccl.ri al sistema he-
geliano hanno assunto dc .lirezioni distintc. Da un lato
viene c1a sempre mossa ad Flegel l'obiezione esistenziale
chc v' una diversit virale tta il conoscere una traDsl-
zione fla due momenti e ii viverla: 7a sa\vezza dcllo schia-
vo potr venire raggiunta entfo uno stoicismo che nlet-
ter capo acl una vita interiore del tLLtto nuova per l'uma-
nit, ma devono morire generazioni cli individui schiavi
pr-ina cllc si arrivi al motrleDto clalitativamente nuovo.
N, d'altro canto, la FenoruenoLogia risulta in definitiva
pii soddisfacente quando viene esaminaa da un puoto di
vista oggettivo, seguendo il quale si svcla spczzettata in ul.i
serie di ossenazioni e anaiisi, di note storicl.re, di dati psico
logici, {losolci, scientifici ecl artistici, scelti a casor chc do'
vrebbeto venire anaizzati separatatr.rcnte clnlle varic disci-
pline in qucstione prima che se nc possa autenticare la
,,'alicit.
Tuttavia, clueste critiche si basano sul nostro vantij-
gio storico. Esse suppongono tanto la crcscente spccialzzr.
zione intellettuale dclle scienzc nel defilrire i loro vati
campi e metodi, quanto lx nostta rnaggiof consapevolczza
psicologica della suuttura e valofe della vita individuale.
Esse sono, perci, non tanto una critica logica intlinsecr
ad llcgel, cluanto f irdice di una discrepanza quasi fisica
r il suo lr.ron.eto stofico ecl il nostro; ed questo pala
dosso che al centro della lettura adorniana di Hegel.
I1 fatto che noi non riuscirmo a cogliete la visione hege-
lianr <lella totaljt non esclude che questa visione sia una
sff ura piir piena, ricc:r e concreta) d'ogr-ri altra immagina-
bile, L'inacccssibilit, pcr noi, del sistema hegeliano non
und prova dci suoi lin.riti intelettuali, clei suoi metodi sco-
modi e clelle sue superslrutture tcologiche; al cor.rtrario,
,r giu(lizio ru di noi. s'tl trt.,mettto -lo ico irl c.:i virianto.
e in cr-Li cluesta visione clella totalit delle cosc non pi
possibile.
Proprio come la sonata cli Beethover.r espline la prc-
61
caria sintcsi c{cll'intcro e clella parre, cos la filosofia cli
I Iegel ur.ra prolungnta
tensioDc tra l,organizzazione
clella
clialettica globale, che alriva allo Spirito Assoluto come
risultato finalc del processo,
e i momeuti individuali, i
passi della dialettica, l'analisi concteta dei vari tipi <li espe_
uenza congiunti in clucsto ptocesso. Le due componcnti
dipendono l'una dall'alta e non possollo
venire consideratc
separatamente:
una lettura sod.lisfacente del pensiero di
Hegel assomiglia, puntualnente, quanto a struttura, al tipo
di ascolto richiesto dalla sonata cli Beethoven, dove la par_
te, la nota o la frase, devono velire apprese sia in se stesse
che nella loro posizione
lispetto all'intero, come variazione
modulazione, ritornello e cos r,ia. , perci, impossibile
selezionare intuiti personali dal sistema, separare ci che
valiclo <la ci cl.re irrilevanre. La tcrminologia e l,equi
paggiamento intellettuale dei vari capitoli presuppongono
un atteggiamelto generallzzante
verso I'esperienza che, per
essere capira davvero, r.ichiede espansione. Le idee chiave
di autocoscienza e riconoscimento,
di generalit e concletez_
za, di concetto e di nozione, non possono venire analizzate
ln se stesse, poich dipendono cla, e sono parte de1, pi,)
ampio ideale dello Spirito Assouro, di una coscienza per la
quae il valore supremo lo sviluppo dei propri poteri
per lnezzo clell'assimilazione
del mondo estcrno fino a rag_
giungere il punto il. cui riconosce in s i seni d,ogni realt
dell'universo oggerlivo; e dove capace, corlunque, di ritro_
vare in quesr'ultimo all'incirca la medesima sostanza ci
cui essa stessa fatta.
Pet, I'organizzazlone globale pcr noi non pir) com_
prensibile. La srruttura organizzativa, la nozone di uno
Spirito Assoluto, la possibilit che la soggettivit isolata
fagglunga un intero mondo che abbia i ca|atLeri della to_
talit e dell'autosuficienza,
un'cquivalenza con il nonclo
reale, divenuto ir.rammissibile e persino impensabile nella
societ moderna dove il valore estren.amerte ristretto clella
soggettivir indivicluale fin troppo chiaro, dove le per-
62
sone soflo al teflpo stesso fottemente
jnteffelate
tfa loro
c condannate a veclere l'insieme attravefso le finesffe di
storte della loro posizione individuale in esso. Perci, an-
che se si pu rileggere Hegel, non siarl.o pi capaci di rag-
giungere i1 punto di vista privilegiato di quell'ultimo capi
tolo che finalmente ci permetterebbe di avere una visione
dell'opera come di un itrtr:ro. La sintesi lcsta in.rperfctta,
un mero imperativo all'unit, una lettera morta: e l'ipoteca
di questa ocalizzazione imperfetta si estende fino alla et-
tura e all'interpretazione dei singoli enunciati La sua stessa
indifierenza alla pubblicazione, le versioni non rivedute ecl
approssimative in cui il sistema ci pewenuto e che ci
offre il paradosso di < un pensiero caratterizzato da asser-
zioni sconfinate, che rinuncia al tentativo di perpetuarsi in
una folma cleterminata e definitiva >>, suggerisce che Ilegel
fosse consapevole di questo dilemma. < Nel senso in cui
oggi noi parliamo cli anti materia t> dice Adorno << i testi
hegeliani sono anti-testi >
t2.
Questa
struttura spiega Ia
difrcolt, unica nel suo genere, che plesenta un filosofo
che pu essere letto solo a {rammenti e capito solo alla
l,-rce del tutto.
successo che l'indeterminatezza transizionale del pe'
rioclo in cui vissuto Hegel gli l.ra garantito un {orLr-
nato miraggio, f illusior.re ottica dello Spirito Assoluto; e
qlresto concetto idealistico, astratto e, c1i fatto, immagi-
rrrlio hl pottt.o fate da
"trutt'ttl
orfanizzalivJ Per
llnl se-
rie profondamente realistica <li analisi sul n.rondo lnfatti
il lavoro fatto non dipende tanto clalla
lonna
nentis del
filosofo, quanto dalle possibilit di sviluppo inerenti al
principio organizzativo che cbbe disponibile. Quando
Marx,
per esempio, mette sui piedi questa < clialettica che si reg-
geva sulla propria testa,>
(come egli ha definito I'iclealismo
di Hegel) si verifica un rovesciamento
per cui il suo stesso
t2
T. \V.
^rroRNo,
Drci St dot:, H?scl, Imnk{uft, 1957, r'
1)6
6J
materiale , al meclesino tempo, pi unanistico e meno
umano, ed egli si trova linrjtato dal soggetto altamente
tecnico dell'economia. Marx fonda l.Iegel sulla realt, ma a1
medesimo tempo si impegna in una specializzazione dalla
quale dificilc riemergere ver-so le pi ampie possibilit
apcrte dal suo predecessore.
Quel
sistema in cui Hegel ha organizzato i suoi pcn-
sieri e che riteneva essere una propriet delle cosc stessc
era perci solo latente in esse, c nol] era ancora stato rea-
\izzato nel mondo storico efiettivo. Un sistema filosofico
completamente inverato, una riconciliazione intellettuale
concteta tra l'Io e il Non-Io, il soggetto e il mondo, sa_
rebbe possibile solo in una societ in cui l,individuo fosse
gi riconciliato di fatto con 7'otgantzzaztone delle cose c
delle persone chc lo circondano: la riconciliazione con-
creta avrebbe dovuto precedere la stia formulazione astrat,
ta. Perci non deve meravigliare che il sistema di Hcgel
fallisca, proprio con.e non deve rreravigliare se le vaste
sintesi artistiche, che sono il suo equivalente nel ventesimo
secolo, crollano tutte sorto 1o sforzo della loro elaborata prc_
tesa universalizzante. Ma tali sistemi gi avvengono a<l un
livello linguistico pi basso, non pi al livello della cora-
prensione,
ma piuttosto a quello pi elementare e illlllle-
cliato clelle percezioni fisiche ed ernotive: la vera meravi-
glia non tanto che il sistema hegeliano {allisca, qualrto
cre possa esset stato concepito e per-fino messo in oper.a
giungendo a quel grado di concretezza che ancora possiecle.
IV
Forse il solo nodo di restar fedeli allo spirito hege_
liano di sistematizzaziofle i un universo in {ranmcnti
quello di cssere fjsoltamentc asistcmtici. In questo sen-
64
so il pensiero di Adorno profondamente hegeliano, un
pensiero che elabora fino in fondo la sua tematica con
spirito genuinamente l.regeliano, aflrontando di conseguenza
principali problemi di ordine formale: come soivere i
capitoli di una fenomenologia quando non c' pi alcuna
possibilit di conpletezza? come analizzale la parte come
parte quando f intero non solo non pir visibile ma ad-
dirittura inconcepibile? come continuare ad usarc i ter-
n]ini soggetto e oggetto come opposti, il che presuppone,
percl.r I'opposizione sia dotata cli significato, qualche pos-
sibile sintesi, quando non solo la sintesi non ptesentc in
rlcun punto della espcrienza concreta) ma non nemmeno
qualcosa di in.rmagilabile? cl.re lingua usare
Pet
descrivete
un linguaggio alienato, a quale sistema di riferimento ap-
pellarsi quando tutti i sistemi cli riferimento sono stati assi-
milati entro 1o stesso sistema doninante? cone vedere i
fenomeni alla luce della storia, quando il movimento e la
direzione che hanno dato alla storia il suo significato setr
brano essere stati inghiottiti dalla sabbia?
Adorno stesso, ora nelle vesti clel teorico del saggio
come forma, ha atnibuito l'assenza di uno sviluppo del
saggio in Germania alla rilttanza degli sctitrori tedeschi
ad abbandonarsi alla libert, quasi frivola ed inconsistente
da esso presupposta, a fare il doloroso apprendistato di
una vita intellettuale in mezzo al frammentario e all'efime-
ro, a resistere alle consolazioni ontologiche dcll'Hauptwark
e dell'in.rpegno monumentale restando nel flusso della stot'ia
e tollerando che le loro costruzioni prowisorie vadano sog'
gette a quelle incessanti metanorfosi di cui farra lr
vita di un'idea nel tempo.
Infatti il problema formale fondamentale dello scritto-
re dialettico proprio cluello della continuit. Egli, che
ha una cos acuta sensibilit
Pel
la conpatta coutilruit
della storia, in qualche modo paralizzato proprio da qr-rc-
sta consapevolczza) come
Pet
un sovraccarico di percc-
zione, ttoppo fisica per potet cssere orrnai commisurabile al
T
linguaggio. Dove tutte lc din.rensioni clella storia si aggre-
gano in maniera sircronica, le semplici storie lneari degli
storici d'un tcflpo i'rol.t sotlo piL possibili: ora la cliacrotria
e la continuit che clivengono problernrrticre c meLe ipo-
tcsi di lavoro. PertantoJ la folma ampia sar, pet Adorno,
un costfutto piuttosto che un prodotto l.arrativo. Nell'opc-
ra su Schnberg, di c'-ri abbiamo dlto sopl-x un breve reso-
conto, la contir.ruir formalc non quella clello svihrppo cro-
r,-rlogico di Schnbcrg {ancr. sc rienc rnlnt..rr.lo lrr cerlo
senso della cronologia), ma piLrttosto quella cli una serie
cli momenti astratti, della gcneraziorrc interna
-
g1i e1e,
n.enti scnbrano nascere l'uno dall'altro
-
dei caratteri
o pxrti fonclanentali dell'opera di Schoenberg vista comc
Lrn sistema totale. L'opera d'arte indiviiluale viene per-
ci concepita come un eqrLilibrio tra organi interni,
cornc urr'inter'czione di ci chc irr rrl s. ccc".ivu clr-
pitoo chiameremo categoric .lcternlintte di naturl stili
stica, sepafate e tuttlvia plofondamente intcrclipcnclenti,
cos che una modificazione dell'una (come l'intensit della
colorazione sumcntale) comporta immediatamente un cam-
biamcnto nelle proporziolri dcllc akre (dimensioni
tempo,
lai dell'opeta, sviluppo del conrrappunto, e cos via).
Nello sviluppo di un artista i cambiamenri sono il ri
sultato della modificazione dclle relazioni che intercorrono
tra le categorie fondamentali dell'opera; il uitico dlalet,
tico, perci, cliagrammer questo cambiamento sul stLo
grafico come nna serie di mon.rer.rti, ciascuno dei quali ge-
nera l'altro in consegucnza clelle ptoprie connadclizioni
inteLnc
13.
Passnndo ora a colrsicler.rrc gli scritti pir brevi, e ir.r
particolare cluela seric di, llotc s la Le e/(:!t ru chc lrp,
prescrllano forse il capolavoro cli Adorno, troviamo chc,
collre operazioni mentali, tali notc consistono proprio nella
13
Ritorrcrcnro rncom su cueslo problcnd, cle coin\,olgc la qeslione
della vrlicljt dclla dirletrica heeelana c natxiana, net capitoto conclusi!,o.
66
registrazione perccttiva e nell'isolamento, anzi ir una in'
venzio[e virtua]e, in un dare pcr la prima volta nome x quel-
le categorie o parti compouclrti cli cLri 1a {orma dialettica
pir ampia ef una costrlrzione, densamente interrelata Gli
oggetti di alcune di qlLcste categorie
-
la rclazione ta titoli
c opele, la sersibilit
Per
Ia punteggiatura, gli usi inguistici
infarciti di parole c {rasi stra[iefe, l'impressione fisica che
clanno i libri
-
illusrano arche il metodo cli lavoto; csse,
inletti, implicano l'autocoscienza ciialettica: url improwiso
cistanziarsi che permette cli vcdere gli clementi pi fan.riliari
cli quell'csperier.rza che la lettura in nuova luce, come se
fossero osservati pcr la prima volta, renclendo visibilc l'arti-
colazione inaspettata deil'opera in categorie o parti deter-
minate. La ptetr-tessa resta quelia della pit completa rete
di relazioni interne, cosiccl.r proprio l'assunzione di ci
clie appale separato ecl esterl.o
-
la preclilezior.re di certi
lomanzieri, per esempio, per le epigr-afi ai capitoli clei loro
libri
-
che, cone ur.i principio euristico, conducc a quelle
categorie formali pi profondc che consentono di orgalriz-
zare la superficie. Questi
saggi solro
Perci
l'elaborazione
concreta d quella categoria lormalc della procluzione ador-
niana cl.rc abbiamo clefinita preccdentemente ricl.iiamandoci
alia rozione di < nota a pie' di pagina >; rilievo, qucsto,
cl.re potrebbe veniL considerato un attributo del nrctodo di
Adorno, nclla nlisura in cui esso mette capo a un amalgama
di note.
Questi
saggi sono fr.rr.r.ir.enti di, o annotazioni a, una
totalit cl.re non si realizza nrai; e sono tentato di dire
cl.re ci chc li unisce non tnto il loro cor.rtenuto tel'na-
tico qanto, cla nn lato, il loro stile con.e contirlua prc-
scnza ncl tempo del pcnsiero dialcttico tlel suo ptocesso
e, clall',rltro, lc lolo coorclinarc intellettuali di basc. In'
frtri, quello che condivirlono, in qr-Lanto fLammenti, nono-
stante la dispersionc clella loro materia prima, la conulc
situazione storica, quel moento della storia che segna e
cleforma in un uoclo o nell'altro tutti i feromcni culturali
67
?
chc produce ed includc, e cl-e serve cla struttuLa entro
cr,ri comprenderli. A qucsta situazionc concrera il linguag_
gio fa un'allusior.re profetica e monitoria: l/ mondo am-
ninistrato legalmer.rte, /a societ istittrzionalizzata, la inclv
stria culturale, ll soggetto danncggilto
-
un'imntagine clcl
nostro pfesente storico che rappreseDt.t i prnciplle con
tibLrto sociologico di Adorno e che tuttavi, come ab-
biamo rilevato sopra, non mai esprcsso direttamente nella
fotma di una lcji. Piuttosto essa si precisa come una setje
di riferin.renti ad uno stato di cose col quale si presume cl.re
noi siamo fin troppo {amrbarizzati. Le modalit di quesro
intervento sono quelle tipiche di quel sarcasmo tedesco,
che si pu dire sia stato il contiburo cli Nietzsche al lin
guaggio, in cui un costante gt'oco cli espressioni cinichc e
colloquiali rende aggr.edibile l'infamaro monclo reale, nen-
tre astrazioDi e ritmi concettuali sepolti 1o mettono a con_
lronto con un itlellc irrpo"'ib;lL
'Jr
mcrlesirrrtr ternpo v. I rnio rrris,.r, unl rnoriv,r,
zione profonclamente
stilistica a monte di questi mezzi in-
cliretri di rapprescntazione. Abbiano detto che per Adoti.ro
-
colne anche pcr Hegcl, e per tutti i pensatori dialet
tici, nclla nisura in cui sono davvero tali
-
pensarc clia-
letticamente alto non che scrivere er.ror.rciati dialet-
tici. un tipo di disciplina stilisticr analoga a quclla che
govcrna lc operc d'arte, clove la forma degli enunciati,
al di sopra e al di l di tutta la riflessione conscia, che
cletermina la scelta della materia prina. Cos, in questo caso,
anc.re la qualit dell'idea viene giuclicata dal tipo dell'er.rur.r-
ciato atftaverso cui viene espressa. Infatti, nella misura in
cui il pensiero dalettico pelrsiero sul pensieto, pensier.o
ala seconda potenza, pensiero concLeto intorno ad un og-
getto, ma chc tuttavia rimane conscio dclle proprie oper.a-
ziolri intellettuali nell'atto del pensare, tale lutocoscienzit
clcve venire incorporata nello stesso enunciato. E, nella
nisura
jn
cui il pensiero dialenico implica una congiun_
zione di opposti, o per 1o meno cli fenomeni concettr1l
68
rlente clisparati, vale anche pef I'cnullciato diretLico quello
che i surrealisti dicor.ro dcll'immagine: cio che la sua forzr
aumenta propozionalmcnte al grado ir cLri le realt colle-
gate distano e si differenziano tra di loro.
Pertanto, se I'opera cli Adorno non procluce in alcun
l:rogo cluella forte aflermazione circa il potcfe che al'lmi-
ristra il n.rondo cl.re sembrerebbe il suo presupposto, se in
ncssun luogo si assume l'onere cli esprimere in franchi ter-
trini sociologici quella teoria della strllttura deila << societ
istittrzionalizzata >, che sctve come spiegazione nascosta c
come ri{erimeuto essenziale per tutti i fer.roneni itr esame,
ci va spiegato non solo col {atto che questo materiale ap-
partiene ad uno studio del]'infrastru ttura piuttosto che ad
uno studio dell'ideologia, ed gi implicito nell'economia
marxista classica, ma ancl-eJ e soptattlllto, con la sottile
consapevolezza di cotlre queste secche tesi, queste esplicite
presentazioni dr uD contcnuto puro siano stilisticamente sba'
Illiatc:
c questo fallimcnto stilistico si svela come segno e
riflcsso di un {allimento essenziale nel proccsso stesso cel
pensieto. Infatti, ir.r una presentazione metanente sociologi-
ca, il soggetto pensante si eclissa e scmbra fat s che il feno-
nreno socialc si ptesenti ogjettvanente, come un fatto,
colr-rc u1-a cosa in s Ma, ci nonostante, l'osservatore non
cessa di avcre una posizione rispetto alla cosa osservata e
i stroi p. rr.iuri -on cec\ar di c.'crc operezioni cotrscc
l,elsino
qurndo egli ccssa di essere conscio di cssi in quanto
tali. Pertanto la presentazione csplicita del contcnuto, in
clualto tale, vuoi in scritti sociologici, vuoi in scritti filo-
sofici, apparc conclanata a regreclire verso cluell'illusione
positivista ed empirista che il pensiero dialettico era chia-
rr-rato ad eliminare.
Ma, sc ci che Sarme avrebbe chian:rato le << totalit non
totahzz.altle > del sistema di Adorno, il suo centto assentc,
non pu r'enit descritto concetualmente
(con i suoi stessi
ternini) come una << teotia positivistica dela societ r>, e se
il nonJr,rogo del cosidetto pcnsiero oggettivo viene eschLso
69
---T-+_
call'esigenza del metodo di raggiulrgere I'autocoscienza, v,
nondimeno un altro modo in cui questa totalit assente pu
venire evocata. a questa estrema <( quadratura clel cer-
chio > c]re Ac{orno ariva nclle sue ultime due opere, le pi
sistenrariche e filosoficamente tecntche: Dialetticd uegatiua e
Teoid estctica. Infatri, come suggeriscc il titolo clella pri
ma, qeste opcre clovrebbero oflrire una teoria del non-
teorizzabilc, mostrare perch il pcnsiero dialettico sia nel
nedcsimo tcmpo ir.Jispensabile ed impossibile, tenet viva
I'idea di un sistema eliminando intansigentcnente la pretesa
alla validit, anzi alla stessa esistenza, di ciascuno dei si
stemi conringenri gi claborati.
L'argoncntazione centrale della Dialcttit:a negatiu.! e
a posizione filosofica definitiva di Aclorno, rappresentano,
a mio avviso, una articolazione a livello tcor.ico di quella
metodologia che abbiamo visto concretamentc all,opcra nei
primi saggi esretici e critici. Infatti qrii il contenuto di
un'opera d'afte risulta alla lunga giudicaro dalla sua forma,
ed lr folna reaTtzzata dell'opera cl.re ol1re la chiave pi
sicura per accedere alle possibilt virali clel mou.ento so_
ciale deternirato da cui cssa emerge. Ora, ]a stcssa scopetta
metodologica si dil.rostra valida anche nel campo del pensiero
filosofico; e la pratica clella dialettjca negativa comporta un
novimento costante di allontanamento dal contenuto ufi-
ciele cli un'clea
-
cone, per escmpio, la natura << Leale >>
della libert o della societ cone cose in s
-
e di awi-
cinameJlto alle varie forme dctetnrinate e contraddittoie
che queste idee l.ralrno assunto; e i lor-o limiti cd inadegua-
tezze concettuali costituiscono cos la lafigutazione immc-
cliata, sir.ttomatica, dei limiti cl'una situazione sociale con-
cLeta.
Cos avvicne, rl prir.rcipio, con i'iclea tlclla clialcttica
che ha avuto in llegel < col-te sua fonclazione e cone suo
risultato il primato .lel sofjgel.to o, nel ben conoscirito lin-
guaggio dellc osservazioni introcluttivc tlla Logica, l,rden"
70
tir di ider.rtit e tror identit r>ra. Ma, seconclo l'espericnza
noderna del molrdo
-
ed proprio questo il suo segno
distintivo ,
quell'identit impossibile, e il primato del
soggetto un'illusione; il soggetto e il mondo eslelro non
possono n.rai trorare cluesta ider.rtit ultima, o riconcilia-
zione, nelle pLesenti circostanze storiche Tuttavia, se quel-
la sintesi ultjn.ra verso cui tende il pensiero dialettico ri-
sulta inaccessibile, non si deve pelrsare che i termini della
sir.rtesi o gli opposti concettuali che sono il suo soggetto
ed oggetto sjano in s qualcosa di pi sod<lisfacente. L'og'
getto consjdelrato in s, il mor]c1o preso come contento
accessiblle direttamcnte, mettono capo alle illusioni del
semplice positivisn.ro empirico, o a1 pensiero accademico
cl.re scambia le proprie categoric concettuali per elen.renti
concreti del mondo reele. Alla stessa sfegua il rifugio
esclusivo nel soggetto mette capo a quello che per Adorno
f idealismo soggettivo clell'esistenzialismo heideggeriano,
una specie di storicit astotica, una mistica deli'ansiet,
della morte e del destino individuale senza alcun contenu-
to genuino. Perci, una clialettica negativa non ha altra
scelta se non quella di alTcrmare la nozione e il valore della
sintesi ultima, ncganclone la possibilit e realt in tutti i
casi concteti che si trovi ad afircntare.
Questo
pensieto, perci, mira a mantenere il contatto
con il concreto, portanclo avanti, ar-rsiosameute, un ptocesso
c1i pensiero che verte sul mondo nel tempo stesso in cu
rettifica) momento per mome[toJ la p;:opria ir.revitabile fal-
sificazione, dando cos I'impressione di disciogliere tutto ci
chc stato capace di acquisire. Ma non del tutto: irfatti,
il contenuto originario acquisito rimane, anche se in quel
modo chc Hegel avrebbe chiamato annulamento e supe-
ramento; e la dialettica negativa Don mette capo a un
vuoto fornalismo, ma piuttosto ad una rjsoluta critica del-
le forme, ad una minuziosa e quasi petmanelte distruzione
t+
T. w. ooruro, NadtiL] Dulektik, Irankfut, 1966, p. i7.
1I
di qudsiasi possibile ipostasi dci vari nrornenti ciel pcn,
sxre. Infatti incvitabiic che clualsiasi teoria cl.re al.rbia
come suo oggetto il nondo tenda, nel momento stesso
clella sua {ormazione, a clivcnire un oggetto pcr la nclrte
e acl esscLe investita di rutto il prestigio e la stabilit di
una cosa reale, cancellando, cos, il processo dialettico da
cui crnelsa; ecl clucsta illusione ottica della sosranzialit
del pensiero chc la dialettica negativa ha il compito di
dissipare.
Cos avviene, per esempioJ che, in un saggio ormai clas-
sico sulla societ, Adorno dimosri non solo che ogni possi
bile idea cbe ci formiamo circa la societ nccessariamentc
parziae ed imperfetta) inacleguata e contraddittoria, ma an
cl.re che qnelle contfadclizioni
formali
sono esse stesse delle
ir.rdicazioni prcziosissime sulla nostra collocazione rispetto
alla realt concreta della vita sociale, in ogni presente
.torico.
Tnfrlri la socicr non . ovviJmcnre. rrn
oggctro
cmpirico cl-rc possiar-no incontrare e studiare (]irettamente
nella nostra cspeienza; in questo scnso la cririca neopo
sitivistica, che considera l'jdea clella societ rna costru-
zione astrafta inammissibile o Da nefa ipotesi n.retoclo-
logica che non ha alcun tipo di esistenza rcale, giustifi-
cata. Al tempo stesso, la societ
-
proprio nclla forma
di questa astrazione impossibile, sovrapersonale
-
prc-
sente nei termini di ttna costrizionc radicale esetcitata su
ogr.i istante della nostra vita conscia: assentc, invisibile,
persino insostenibile, nel medesin.ro tempo a piir con,
cteta di tutte le realr che dobbiamo affrontare, e < men
tre la nozione di socier non pu essere cledotta da alcun
fatto individuale in s, nondimeno, non v' alcun fatto
sociale che non sia determinato dalla societ nella sul
intetezza, >>
ls.
Perci, Ie conraddizioni del pensiero puro si
svelano n riflesso clelle contracldizioni clel loro oggetto, e
rs
T. \X/. AoRNo, << Socrcty >>, Saluag nd, ntj
Inveffo 1970, p. 145.
72
ci proprJo quando cprelle contrdddiziori concelttraLi ini
ziali setr]bravano impedirci 1'accesso all'oggetto lcale al
qLrale si supponeva coflisponclessero
Similmente, nella po-
"rutrr,,"
T"oio Estctica, i fonclanenri taclizionali
dclla filo-
sofia cstetica vengono insieme screditati e rifonclati' clotari
<li nuova giustifrcazione, mediante u[ costante moto ped(r-
lare tra i fatti storici legati al mondo della pratica artistica
e le categorie concettuali astratte attraverso i cui schemi
percepiamo quella pratica che esse rillettono
Possiamo perci dire che << la dialettica negativa )> faP
presenta un tcntativo di salvale la stessa filosofia, c I'idea
.1"1 filorofnr", da una feticizzazione nel temPo, dali'illusior.re
ottica clella stasi c della permanenza Questa
sistenatizzl-
zione artisistematica,
con tutte le sue profonde cofltraddi
zioni interhe fa pensare a quci n-ronumenti, ugualnente
contaddittori, clell'arte e.lella letteratura modetna, cltc nel
loro tentativo cli dire tutto finiscono col dire questa sola
cosa; che nel loro sforzo convulso di presentarsi, quasi se-
guendo la noda nedioevale, come il libro del nondo, fini
scolro coll'essere solo un liblo ra gLi altri in un univeLso
cos disparato che nessun pensiero singolo pu racchiuderlo
Perci i'osservazione cli Barthes su Proust < la cui intera
opeta costitltisce ul approccio siqtultaneo alla, e un diflc-
rin.rento della, Letteratura >>, potrebbe esscre valida anche
per la posizione filosofica di Adorno: < Lo scrittore
pcrci
.o..o-b. nuovanente al potere del tempo; ed infatri im-
possibile ogni forma di negazione ento il conlinuunt em
porula, .anr" elaborare sin-rultaneaner-te
un'arte
Positiva
.h" .1".,.
"rr.r"
distrutta a sua volta Perci le pi grandi
opere moderne it.rc1,.rgiano, il pir a lungo possibile, in una
siecie di sospensione miracolosa, su)la soglia dela I-ettera-
turu, in q.tella situazione da sala d'aspetto in cui la densit
clella vita viene data e protratta senza venile tuttavia cli-
strutta dalla creazione di un ordine di segni >>'"'
16
loL,lND ^urrrLs, I-e Dtgt z&o l': t'ittLtut, Parisi, 1951' Pp 58-59
1011, PrirnrveLa reoo
7)
Non significa svalutare la Dirtletlica Negatiua I'afret,
mare che essa , a lungo andare, un massiccio fal]irnen_
to; o, in termini diversi, l'afermare che un tipo di
asmazione iperconscia di quella genuina totalit di pensiero
che prende corpo nelle opere di Adorno, considerate com_
plessivamente.
Senza dubbio, I'accento posto stil metodo e
sulla teoria, piuttosto che sulla pratica della dialettica nega_
tiva, rischia di attribuire un'importanza esagerata e distot_
ta al momenro del fallimento, che presente in turro il
pensiero moderno; ed questa iperaccentuazione, pi che
qualsiasi altra cosa, ci che, a mio avviso, spiega quella
assenza di in.rpegno politico che gli studenti radicali hanno
timproverato all'ultimo Adorno. Tuttavia, i suoi studi con-
creti resrano modelli incomparabili del processo dialettico,
saggi che sono a1 tempo stesso sistematici ed occasionali,
in cui pretesto e consapevolezza convetgono a formare le
piir luminose, ancorch transitorie, figure, o tropi, della
intelligibilit storica: << come il sno oggetto, la conoscerza
resta egata alla contraddizione determinata ,>
tz.
CAPITOLO SDCONDO
VERSIONI DI UN'trRMINEUTICA MARXISTA
I.
\/alter
Benjatirt o della nostalgia
Ogni sentimento collegato ad un oggetto a
priori, e la presentazone del secondo la
fenomenologia del Prirno
Ilrsltans Acs deutschen Ttu ets|iek
La malinconia che par)a attraveLso le pagine dei saggi
di Benjamin
-
Cepressioni pfvate, scoragglamento
pro-
{essionale, tristezza dell'outsider,
preoccupazior.re di fron-
te alf incubo politico c storico
-
{ruga il passato ala d-
cetca di un oggetto adcguabc, di qualche emblema od im-
nragine dove, come in una sorta di meditazione religiosa,
la mente possa fissarsi e trovate un soliievo momentaneo,
anche se solo estetico. Lo tfova: nella Germania della
guerra dei Trent'anni, nella Parigi < capitale del dicianuo-
vesimo s"colo >. Perch entrambi
-
il barocco e il n.ro'
clerno
-
sono esselzialmente allegorici e risultano in ac-
cordo col processo di pensiero del teorico dell'allegoria
che, liberato da ogni ricerca di utr oggetto estefno entro
cui modellarsi, esso stesso gi allegorico aoafit l4 lettre'
Infatti si capisce il pensiero di Y/alter Benjamin solo se
lo si assume come allegotico, come !1[a serie di livelli paral-
leli e cliscontinr-ri di meditazione che assomigliano al modello
cli con.rposizione allegorica descritto dr Dante quando, nella
71
tt
lhtl,rot'l'i Jr
",,r
Mlt\i/-,
D.
jJ.
75
tl
sLra lcttcla a Cln Glanc{e delia Scala, parla clelle cluaLrlo
dincnsioni dcl suo poerna: la letter:ale (le
avventuie cel
suo eroe nell'al di l), la raorale (il
destino finale della sua
anima), l'allegorica (ir.r
cui i suoi nconri riassumono alcuni
aspetti della vita.li Cristo), e l,anagogica (dovc
il dranma
prefigura
il procedere del genere umano verso I'Ultimo Gju_
dizio). Non sar diificile adattar.e cluesro schema alla realr
Clel ventesin'o secolo se al posto di lettcrale leggiamo psi_
cologico, se manteniamo immutato il livello morale, se alla
{orma archetipa doninante della vita di Ctisto sosrituiamo
la religione
-
ncl pi ampio senso cli religione dell,arte _
vedendo ora I'lncarnazione come incarnazione del significato
nella lingua; se, infine, sostiruendo alla teologia la
lolitica,
facciamo dell'escatologia di Dante un,escatologia
terrcstre,
cove il gencre umano trova la sua salvczza non nell,crel_
nit, ma nella storia.
Le opere di Benjamin rappresentano l,arduo tentativo
d raggiur.rgere una completezza psichica,
o unit cl,cspc_
rienza, che la situazione storica mnaccia sempre di nan<1are
in fi'antun.ri. Una visione di un mondo di rovine e fram-
menti, ulr caos antico sul punto cli schiacciare la coscienza
-
queste sono alcune delle imnagini ricoreuti o in Be,
njamin stesso o da lui suscitate nela mente del lettore.
L'idea della competezza, o unit, ovviamente, non un'idca
originalc di Benjamin. N{olti filoso6 nodcrni hanno cle_
scritto l'< esistcnza menomata > dcgli uonrini nella socicti
trodcrna, il detcrioramento psicologico
causato clalla clivi
sione del lavoro e dalla specializzazione, l,alicnazione gene
rale e la distrmani zzaztone della \tta u[lana rn tutti i suoi
aspetti
t.
Tuttavia, pef la fiaggior pafte, queste analisi re_
stano astratte: esse esprimono la rassegnazione dell'intel-
lettuale specializzato al
Proprio
n.otlco presente, il suo sogt.to
di intetezza proiettato (quanclo persiste) nel futuro di altli'
Bcnjamin si distingue da questi
Pensatori
in quanto vuole
salvare anche la propria vita: da qLri il fascino pltticolare
<lei suoi scritti, inconparabili non solo
Per
f intelligenza
clialettica e la sensibilit poetica che esprimono, ma soprat
tutto, forse, per il n.rodo in cui la parte autobiografica del
so io ttova soddisfazione simbolica in immagini icleali
esptessc secondo modalit asuatte, nel senso tecuico del
l'aggettivo.
P sicolo gicanzerte
,
lo slancio verso l'unit prende la
folma di uu'ossessione clel passato e della memoria. La
memoria
llenuina
determina < se il singolo pu avere un
quaclro cli se stesso, se egli pu padroneggiare la propria
espcrienzar >'?. < Ogni passione confina con il caos, ma la
passione del collczionista confina cot.t il caos dclla nrcmo-
r-ia >
3
(ed ncll'immagi.re del collezionista che Benjanin
Ira trovato una <lelle sue identit pi calzanti) << La memoria
forgia la catena dclla tradizione che trasmette gli eventi
cla getrerazione a generazione >
a
Strane riflcssioni cluestc
-
sani soggctti rli riilessione per un marxista
(si pensi
all'acido commento di Sartre sui marxisti ottodossi a lui
contemporanei: < il materialismo la soggettivit di quelli
che si vergognano dcJla propria soggettivit >>). Inoltre
Benjanin fest fedele a Proust, di cui, molto tempo dopo
la sua scoperta del comunismo, aveva fatto la traduzionc;
come Proust, egli l.ra visto r.el suo poeta favorito, Baudelaire,
un'ossessione anxloga alla propria, per la reminiscenza e la
memoria involontaric; e neil'evocazione frammentaria della
propria infanzia, in Berliner Kindbeit uru 1900, anch'egli
tenta cli riscoprirc 1a propria esistenza me(liante piccolj
2
\V^rrrr lltrNI^MrN, S.lriltt , 2 rt'll , rncoforc, 195i, I, f
'129
r
-\./rril/r,/, II, p. lOlJ.
a
&l)t;lt, ll. D.21i.
.. '1.'.1,
,li .r,,,l. lo
r," lo ,,.',o f,,rtj- r rc .
:r, :.1i.r.,.,i,
,rr q,rcl o ch. ha p,r.o.., Bcr..lrin r"r .e,"..o
in IJ t.1 -J.r \lr.
l(jrl_nLr:
^or
.onu r'.ri .t
ro c.r,rc.lj ri.erc.rrc e t.n..re.,l,r I n i rl .,
pcr cos dire, i. n scnso tcotogico _
vrte a dic
jn
conformit ,rla prc-
scrizionc talmudica rcldriva ai qLr:ranrdnove
livelli di sisnificaro presenri jn
osni psso
de Torh> (cit.ro
in < \t:rlto tsenj^nj,, Th;, Litcnt!
\uppl1xent, 22 asosLo 19S).
76
77
t
sketches saggistici, ricordi di sogni, di in.rplessioni ed espe-
rienze isoate, che egi non , comunque, liuscito acl amal-
gamare nell'unit narativa propria del grandc scrittote.
Irorse, egli stato col.sapevole di ci che ci impcciisce
di assimilare la nostra esperienza di vita, pi che della
forma che tale vita, se resa migliore, potrebbe assumere
-
rimasto allascinaio, per esempio, dalla clistinzione di
Freud fta la memoria inconscia e l'atto colrscio del ricor-
dare; quest'ultimo, per Freud, essenzialmente un modo
per distruggere e sradicare ci cl.re la prima tende a pre-
setvate: < la coscienza, nel sistena della percezione, corlr-
pare al poslo delle tmccc della mernoria ... coscieuza e
tracce della memoria sono reciprocamente incompatibili al"
l'iqten.o del medesimo sistema >
s.
Per Freud, la coscien-
za ha il compito di difendere I'organismo dagli shoch
provenenti dall'ambiente esterno. fn questo senso, traurni,
ripetizioni isteriche e sogni sono i modi in cui shoch assi
tlrilati incompletamcnte tentano di farsi strada verso la co-
scienza per conseguire l'appagamento definitivo. In mano
a Benjamin, quest'idea diviene uno stunento di descri
zione storica, un modo per mostrare come, nella societ
moderna, forse a causa clel ctescente numero di shock di
ogni tipo a cui lorqcri<mo viene ora sortoposro. quesri
meccanismi di difesa non sono pi meccanismi individuali:
una inte.ra serie di sostituti meccanici si frappone ua la co-
scienza ed i suoi oggetti, forse proteggendoci, per, nel
medesimo tempo, privandoci della possibilit di assimilare
ci cl.re ci accade o di trasfolmare le nosfte sensazioni in
genuina, personale esperienza. Cos, tanto per dare un esem-
pio, il quotidiano funge da assorbitore di shock nei con"
fronti della scossa delle novit, rendendoci insensibili ad
eventi che forse altimenti potrebbero schiacciarci, ma) come
contropartita, renclendo nel meclesimo tcmpo neutrali ed
s
Cif^ta
jD
Scbilte|1,I, p. ,ll2;
vedi anchc llrrurr, Bq,oJl.l tb.
pteash.e
Prniipla, Ncw l'ork, 19t9, pp. ,19-i0.
78
impersonali tali eventi, trasformandoli in qualcosa che per
clefnizione non ha nulla in comune con la rlostra esistenza
iLrdividuale.
L'espetienza condizionata sopfal[tto socialmente in
cluanto dipende da un certo ritmo di ricorenze e somi-
glianze di origine culturale ta gli eventi. Perci, persino irr
Proust e Baudelaire, che hanno vissuto in societ r'elati
vamente frammentate, gli espedienti ritualistici, spesso in-
consci, sono primari nella costtuzione della forma: li rico-
nosciamo nella << vie antrieure >> e nella corispondenza di
Baudelaire, nelle cerimonie della vita salottiera di Proust.
E dove gli scrittori moderni
-
come Kafka
-
cercano
di creare un ptesente perpetuo, il mistero insito negli
eventi non sembra consistete tanto nella loro novit, quanto
nella sensazione che siano stati solo dimenticati, ma che
essi siano in qualche modo << familiari >
-
5qcondo l'acce-
zione ossessiva che questo termine ha per Baudelaite. Inol-
tre, di pari passo con la crescente decadenza della societ,
questi ritmi di esperienza divengono sempte meno acces-
sibili.
A questo pnto, comunque, 1a descrizione psicologica
sembLa trapassare, insensibilmente, in giudizio ttzordle, n\
una visione clella riconciliazione di passato e presente che
, in certo qual senso, una rconciliazione etica. Ma, per
il lettore occidentale, l'intera dimensione etica dell'opera
tli Benjamin diveuta facilmente fonte di perplessit in
quanto incorpota un tipo di psicologia etica che, codifi-
cata da Goethe, divenuta tradizionale in Germania e si
radicata profondamente nclia lingua tedesca, ma per lar
quale non c' alcun equivalente, se si eccettuano alcuni
rapianti culturali, di cui le opere di Etik Erikson sono
un esempio.
QLresta
Lebensueisheit rn efietti qualcosa
che sta a met sada ta l'idea classica di una natura umana
statica, con la sua psicologia degli umori, delle passioni, dei
pcccati e dei tipi di carattere, e l'idea moderna della storicit
pura, della influenza determinante della situazione o dell'am-
79
bicnte. Come compron'resso nel campo dela pcrsonalit sin,
gola non dissinile dal compromcsso hegeliano nel canrpo
della stofia. Mentre, per qLrest'ultimo, al momento partico-
lare della stolia et:a intranente un significato generale, per
lJoethe, in ceLto scr.so, il fine slobale della per.sonalit e del
stro sviluppo si innerva nella
iratticoler.e
emozione analizzara
o latente nella particolare fase dello sviluppo inclividuale.
Infatti, il sistema si basa su di una vjsione dcl pieno svi
lLrppo della personalit (in uno scrittore come Gide, pro-
fondamente influenzato cla Goethe, c' solo un paliclo e
nalcisistico riflesso di questa etica che ha csprcsso l'in-
dividualismo della borghesia nel momeno del suo uionfo
stotico); non mira n a {rantunare la pelsonalit in nonrc
di qualche standatd, puramcnte esteliore, di disciplina, co-
n.rc ncl caso del cristirnesimo, n ad abbandonarla all'acci
clentalit scnza signjficato della psicologia enlpirica, comc
in molta etica moderna, n.a, piuttostoJ vecle I'esperienza
psicologica singola comc qualcosa che include in s i semi
clel proprio sviluppo, qualcosa cui la crescita morale adc-
risce come un tipo di Provvidenza intcriorizzata. Cos, per.
esempior le Parole orfcbe di Goethe, o le battute cli chiu
soa del Wilhcln Meistcr: << Tu mi fai pensarc a Saul, il
figlio di Kish, che and a ccrcare le asine clel padrc c
trov un fegno! >>.
Benjamin, comrnque, nella sua pi con.rpiuta espres-
sione di questa etica goethiana, il lungo saggio slc Aff'
nit elettiue, d pir inporranza ai pericoi che nrinacciano
a personalit, che non alla prefigurazione dcl suo comlrleto
sviluppo. Infatti, cluesto saggio, in cui Benjrmin pada i
linguaggio della psicologia-clella vita goethiana, , contem-
poraneamenteJ sia una critica clelle forze reazionarie dclla
societ tedesca che fanno propria quella psicologia sia, pur.
facendo egli uso del concetto di nito, un artacco alle
ideologie oscurantiste che {aruto della nozione di mito il
proprio stendardo. Sotto questo aspetto, I'atteggiamc[]-o
polcmico di Bcnjanrn pn cssere isruttivo pcr quell di
80
noi che, in modo adialettico, sono tentati <1i liquidare
completanenle il concetto di mito, a causa del suo dif-
luso uso ideologico; pet c1uelli che ritengono che questo
concetto) in quanto impatentato ai concetti di magico o
catisma, niri non tanto acl r-rn'analisi razionale delf itra-
zionale, quanto, pilrttosto, ad una consaclazione dell'irra-
zionale medianre il linguaggio.
Ma, secondo Beniamin, AlJinit ELettiue pu essere
considcrata una opeta mitica, a patto che si vecla il mito
comc qucll'elemento da cui l'opera ccrca di libcrarsi, conc
un caos prin.igenio di forze isrintive, ruclimentali, naturali,
prcinclividualistiche, corc Lrll elemento distruttivo della per-
sonalit genuina, come ci che la coscielza deve supetare
se si vuolc otteDete qualclle a[tonomia reale, se si vuole
accedere ad un livello di esistenza propriamente umano'
Sarebbe, {orse, una fotzatuLa volere vedere n questa oPpo-
sizione tra forze mitiche e spirito individuale un'espressione
nascheLata di ci che Ber.rjamin pensa circa il passato e il
ptesente, un'immagine del modo in cui unl coscienza che
r.i.urda padroneggia il proprio passlto c porta alla luce
ci che altimenri vertebbe petduto nella preistoria del
I'otganismo? Non dobbiamo dimcnticarc cl.re il saggio sulle
AlJinit Elettittc esso stesso
'rn
modo di recuperare il
passato, questa volta un passato culturale, un passato cofl-
segnato alle oscure foze mitiche di una tradizione
proto-
fascista.
L'abilit dialettica di Benjamin si manifesta ncl modo
in cui egli esptime questa idea del mito prestando atten-
zione alla forma clel rot'nanzo di Goethe, scnza dubbio uno
clei pir eccentrici della letteratura occidentale ne1la sua
combinazione di trna cerinoniosit da diciottesimo secolo
con i sinboli cli una clualit allegotica, strananente artifi-
ciale: oggetti che, nell'ir.rdistinzione d'uno stile narrativo
non-visivo, appaiono corne isolati contro uno sfondo vuoto,
e quasi profetici cli una specie di significato geometrico; il
clcttaglio clel paesaggio scclto con analilicl cttra, troppo sinl'
81
metrico per essele privo di significato; analogie, come quella
cl.rimica cl.re d il titolo al romanzo, sviluppatc toppo este-
samente per non essere emblemaLiche. 11 lettor.e, natural-
mente, abituato al simbolismo onniprescnte nel romanzo
moderno; ma in gencrale i1 simbolismo immesso, nell,ope-
ra) come Lrn foglio d'istruzioni inserito nela scatola assieme
ai pezzi <Ji un rompicapo.
Qui,
come lettori, sentiamo
quasi il peso di una colpa, perch sprovvisti di ci che
appare come rin modo di pensare creditato culturalmente e
accessibile solo a quelli che sono membri di qLrclla data cul-
tura; e selza dubbio il sistema goethiano, nella sua pretesa
di universalit, finisce per proiettarsi in una simile dirc-
zione esclusiva,
L'orighalit di Bcnjanin consisrc nell'avcr dato un ta-
glio fetnro alla stelile opposizione tra le itrrcrpretazioni
arbitarie del simbolo cla un lato e il netto scacco, dal-
l'altro, nel coglielre il senso: A/Jinit .E/czllzre dcvc essere
letto non come il romanzo cli uno scrittore sin-rbolico, ma
co1e un follanzo sal simbolismo. La dil,luse prcsenza, in
tutta l'opera, di oggetti '
simbolici, non dettora dall'esi-
genza di sottolineare, a no' di decoraziolc, il tema del-
l'a<lulterio; infatti, il vero soggetro clell'opera ploprio la
resa, dc parte di persone cl.rc hanno perso la loro autono-
mia come esseri umani, al poterc clei sinboli. <
Quando
le
pcrsone scendono a questo livello, persino la vita di cose
apparentemente senza vita si rafiorza. Grrnclolf ha, gitrsta-
Dcnte, sottolineato il ruolo cruciale sostenuto cagli oggetti
it.t questa storia. Tuttavia, l'innusiolre clel cosale nclla
vita umalla proprio rino cli quei criteri che appartengo[o
all'univcrso mitico >
6.
Ci viene chiesto cli leggere questi
oggetti sinbolici alla seconda potenza, no1 tento per deci-
frare per ognuno di essi un significato corrispondente,
qnanto per percepire clucla i-ellt di cui il sin.rbolismo
stesso un aspetto sintomatico.
Lo stesso vale, oltre chc per gli oggetti,
Pcr
i perso'
naggi, o cal'atteri. stato fatto lrotateJ per esempio, che
la lgura cli Ottiia, la giovane clonna simile :rd llna santaJ
su cui si impernia il clranlma, viene Lcsa in nrodo diverso
ciagli altti personaggi che vengolro disegnati pi empirica'
rnc1lte e sono psicologicamente pi realistici Qucsto
aspet-
to, per Benjamjn, no1l tappresenta una cafenza) n]a una
taccia: Ortilia non realt, ma apprienza, cd proprio
qnesto ci clre vuol espdmete quel tipo dr catattetz'za-
zione piuttosto esterno e visivo. << cviclente che questi
personaggi goethiani non ci stanno dinnanzi cone figute
cui venga data forma da modelli esterni o che siano il
f'-utto della pura immaginazionci quanto con.re figute in
trllnce) come se fossero sotto qualche forma di ilcantesimo
Da qui un tipo di oscurit che li circonda, estfanea alle
immagilti puramente visivc e comprensibilc solo per il ler
tote cl-re comprcnda la oro esse!za come ffcra.lPPaLenza.
In{atti, I'apparcnza non viene presentata come n tema del-
l'opera, ma inplicita nella stessa nat-1La c nel modo della
rapptesentazione >>
?.
Questa
dimensione morale clcll'o1.tera di Benjamin, si-
n.rile a quella dell'opcra di Goethe, rdpPlesertx chiara-
mente un ecluilibrio non {acile, un molnento di transiziotre
tra 1o psicologico, da un lato, e I'estetico, o 1o storico, dal-
I'altro. Alla mente, a luflgo andare, non basta q'-resta de-
scrizione mcran.rente etica dcgli eventi del libro, che ven-
gono presentati come il tlion{o di forzc plo{etiche, miti
che; essa esige ur.ra spiegazione stotica e socialc, e alla fine
llcnjanin cosrerto a concludere << che io scrittote si av-
volgc nel silenzio: vale a clire che la passione
Perde
tutti
i suoi diritti, agli occhi dclle leggi della ger.ruina moralit
unana, quanclo cerca di scendcre a patti con la sicttezza
clella ricca borghesia >
8.
Ma, nell'opcra cli Benjatlrin, que-
1
ScLtilta, \, pp. 121-725
8
Srbtlt.n, I, pD. 121.r22.
82
6
Schrilten,I, p. i1.
sto inevitabile slittamento della n.roralit a storia e poi
tica, caratteristico di tutto il pensiero moderno, mediato
daIl'estetica; se ne rintracciano, infani, le tappe nell'atten-
zione rivota alle qualit dell'opera d'arte, e ne un escm,
pio la conclusione di cui sopra, che si articolata sulla base
dell'analisi di qucgli aspetti delle A/Jinit Elettiue che po-
tremmo definire piuttosto come allegorici che non co|].e
simbolici.
Infatti, in certo senso, le opere di Bcnjamin possono
venre consideratc come corridoi di un vasto museo) co-
mc una collezione appassionata di tutte le specie e variet
di oggetti allegorici; e la sua opera maggiore fonda su
quell'enorme << studio > della decorazione allegorica cl.re
il Barocco.
Le Origini hanno per oggetto non tanto le origini della
tragedia teclesca (Tragdie\, quanto quelle ella Trauerspiel
tedesca: questa distinzione, per la quale I'ir.rglese non ha
equivalenti, crucialc per l'interpretazione di Benjan.rin.
Infatti la < ttagedia >, che egli circoscrive, come fenomeno,
alln Grecia antica, un dran.rma sacrificale in cui l'eroe
viene ofierto agli dei per espiazione. La Trauerspiel, d'altto
canto, che con.rprende il barocco in generale (tanto gli cli
zabettiani e Calderon quanto i dramnaturghi tedeschi del
diciassettesimo secolo) qualcosa che poremmo provviso-
riamente definire come un mistero, o, forse mcglio, un
mistero funebre.
In quanto forma, la Truuerspiel riflette la visionc ba-
rocca della storia come cronaca) come il volgersi ir.resora-
bilc dellc rrrorc della [orruna, cornc una successione
jrrces.
sante sulla scena dei potenti del mondo: principi, papi,
imperauici nei oro splendidi costumi, cortigiani, pefso,
naggi in maschera ed avvelenatori
-
una danza di morte
rcalizzata con tutta l'eleganza ur.r po' vistosa del ftionfo
rinascimentale: << Non importa quar.rto I'intenzione barocca
si spinga a fondo nel dettaglio della storia, la sua analisi
microscopiczr alla continua, e pignola, riccrca del calcolo
B.+
polirico ili uulr sostiurzi vista cotnc nelo iurrigo. Il clram-
na barocco colrosce gli eventi storici solo come attivit de-
pravata di cospitatori, Non c' un afllato di genuina convilr-
zione rivoluzionaria ilr nessut.to clegli imrumerevoli ribelli
chc fronteggiano il sovrano batocco, congelato nella posi-
zione cli un nartire cristiano. Il motivo classico dell'azione
i lo scorrtc.to,
".
t .Ir.l te,nPo storico. net. succes'ionc
scnza sviluppo, in realt segretalnente spaziale, e assume
come sua incarnazione spaziale
Privilegiata
la cortc (e Ia
scena
).
Di primo accl.rito, si ha I'inpressione che quella visio-
ne delh vita come cronacar che propria di Le Origini
.l"lla tragcia 1r,/..ca. rrn'opell pre rnalxi.la. venga spega-
ta in modo idealistico e l'eberiano: in quanto luterani, dice
Bcnjamir.r, i clrammaturghi tedeschi baloccl.ri conoscevano
un mondo ir.r cui la fcde era del tutto separata dalle opere,
e in cui ncmmeno 1'atnonia della predestinazione calvinista
ridava un po'di significato a quella successione di atti vuoti
di cui costituita la vita, testando cos il nondo come
un corpo senz'anina) come i1 guscio di un oggetto privato
d qualsiasi funzione osservabile. Tuttavia, testa, alla fine,
apelta la questione se questa posizione intellettuale e me-
ta6sica sia la cazrsa dell'esperienza psicologica che al
cenro cella ragedia batocca, o non sia invecc soltanto
'r.l
rrr lc 11n1q
q.pre.sicri.
rclrLivamenre asrr:lre, assunlc
clalla manifestazione, o dal tentativo di manifestazione, di
un'emozione acuta e concreta. Infatti, la chiave per clue-
st'Lrltir'ra intcrpretazione data dall'enigmatica, e centtale,
figura del principe, a rtezza strada tLa un tiranno giusta-
mente ssassinato ecl un martire che subisce la propria
passione. Intelpretato allegoricamente, egli l'incarnazione
della malinconia in un mondo ferito, un Amleto nella sua
espressione pir compiuta. Questa
interprctazione del mi
e
Stbilte]t, 1. p. 201.
65
v
stcro funeb[e come espressione fondamentale dclia na-
linconia patologica, ha il vantaggio di spiegarc, ncl me-
desimo tcmpo, sia la forma che il contc[uto.
Spiega. ciu. il corrrerruto :cccndo lxri,olo ri'rrale delle
nrotivazioni dei per-sonaggi: < L'indecisior.re del prir.rcipe t.rot.r
altro che accitlitL sattttnina. L'inflLLenza cli Snturno rcnde
lc pcrsone 'apatiche, in,-lecise, lente'. I1 tiranno cade a
causa clclla sua inclolcnza emotiva. Allo stesso modo, il
carattee dcl cortigino catatterizzato dalla slealt
-
un
altro aspetto che clcnota il prcdominio c1i Satulno. La men-
te del cortigiano, corn' rappresentato in questa ttagedia,
la Iuttuazionc stessa: il tradimento il suo elemento,
Non dovuto n ad una composizione frettolosa, n acl
r1,na cantter'tzzezione insufficicntc il fatro che i paras-
siti, in qucste rnpprcscntazioni, non ci nettono molto
a dflettcrc prima di tradire i loro signori e a passate clalla
patte del nemico. Piuttosto, ll n.rancanza di carattcrc cvi-
dcnte nelle loro azior.ii
-
senza dubbio, in parte, maclria-
vellismo corrscio
-
riflettc un'inconsoabie, scofaggiflta ca-
pitolazione ad una impcneuabile congiunziot.re cli costella-
ziooi funeste, ur:a congiur-rzione che si prescota colne tan'
gibile, e qoasi cosale. Corona, porpora regale, scettto, sono
tutte, in ultima analisi, propriet clella tagedia de1 fato,
e portano con s un'auta di destino a cui il cortigiano
il plimo a sotton.ettersi cor-r-re a qualche disastto potten-
toso. La sua slealt r'erso il compagno corrisponcle alla pir
profoncla, pir contenplativa, lealt cl.re cgli dimosua a
c1r-resti emblemi trateriali >>
10.
Ancora una volta, Benjamitr scnsibile a cluci momcnti
in cui gli esseti umani sono conse{lnati nelle mani de1le
cose; e 1o scontato col.tenuto clella tagedia barocca (quella
malinconia che lrvvisiamo in Amleto, quei vizi clella ma-
linconia
-
lussurin, traclimcnro, sadisno
--
cos acccri-
tlrati nci tardi elisabettiani, come, ad esenpio, in Webster)
si trasforma lentamente in nna questione di
forma,
nel
problema degli oggetti, o, meglio, de1l'allegoria. L.rfatti,
l'allegoria proprio Ia folma principale di espressionc vis-
suta da un nondo in cui le cose sono, pef un qualche no-
tivo, separate dai significati, dailo spirito, dalla genuina
csistenza ufana.
Ed alla luce di questo nuovo esame del Barocco, con-
clotto ota clal punto di vista della {orna, piuttosto che
clel contcr.mto, a poco a poco la neditativa figura nalin-
conica d centro dcllfl scena si alteta, l'eroc del mistero
lunebre, a poco a poco, si trasfotma nc11o scrittore ba-
rocco, nell'allegoristr pet eccellenza, nel
-
secondo la ter-
rnir.rologia di Benjarnin
-
Griibler: quel superstizioso, iper-
Dreticoloso inte|prete di ausl.rici che ritroviamo, in guisa
piir nervosa e moderna, negli eroi isterici di Poe e Baude-
laire. << Le allegorie sono, nel regno de1 pensiero, quello
cl.re le rovine sono nel r'egno delle cose ,
tt;
ed chiaro
cre l3cnjarlin stesso il primo ra questi visionari de-
plcssi ecl ipeiconsci che popolano le sue pagine. Una volta
che I'oggetto divenuto allegorico, sotto 10 siardo n.e-
ditabondo de11a lUalinconia, una volta che la vita fluita
fLrori dur esso, l'oggetto resta privo di Vita, ma tuttavia con-
scrv,rto
i)eL
tutta l'eternit; esso sta davanti all'allegorista,
corr]pletame nte in sro potere, per il bene e per il nale
Ir altre parole, I'oggetto d'ora innanzi incapace cli proiet-
torc qualsiesi significato cli propria inizrativa, pu solo
assunrere qucl significato che l'allegorista desidera assuma
llgli instiila r.rell'oggetto il proprio significato, si incarna in
csso; e questo ptoccsso va inleso non in senso psicologico,
ma in senso ontologico. Nelle sue mani la cosa in questione
cliventa un'allra cosx, esprime rtn'altra cosa, diventa, pet
lui, la chiave pet penetrare in un tegno cli conoscenza
[ascosta, c1i cui la cosa 1'emblema, e, in quanto tale,
86
1o
Stbiltcn, I, pp. 2/r 280.
tt
Sthrilten, 1, p.3r)l
87
V
cgli I'onora.
Questo
ci cl.re costituisce la natura clell'al-
legoria in qLranto scrittufa >12.
Scrittura piuttosto c]re lingua, lettera piuttosto che spi-
rito; questi sono i frammenti in cui si spezza il mondo ba-
rocco, segni ed emblemi di esoterica lettura che tormen-
tano la mente troppo cutiosa, una processione che si snoda
lentanente, carica di significato occulto, atffaverso il palco-
scenico. In questo senso, mi senbra che l'allegoria ci sia
restituita per la prina volta non come una mosuuosit
gotica cli interesse meramente storico, o
-
si pensi a C. S.
Lervis
-
come un segno della salute medioevale di uno
spiliLo csscnzirlmenLe rcligioso. rnl piurtosro corne un
[\alo-
logia a cui, nel mondo moderno, siamo fin troppo abituati.
Abbiamo mirato, nclla nosra critica, ad esaltare il simbolo
a spese dell'allegoria (ancl.re
se g1i oggetti privilegiati delh
nostra critica
-
Manierismo inglese e Dante
-
sono di
natura pir propriamente allegorica; per questo, come per
altri aspetti della sna sensibilit, Bcnjamin ha molto in
comune con uno scrittore come T. S. Eliot). La prefererr-
za per il simbolisn.ro , forse, pi espressione di tur va-
lore, che non clescrizione di fenomeni poetic realme[te
esistenti: infatti, la distir.rzione tra simbolo ed allegoria
la distinzione tra una complcta riconciliazione tra og-
getto e spirito ed il puro desiderio di tale riconcilia-
ziot.re. L'analisi di Benjamin, comunque, risulta utile per
quel suo insistere su di ulra distinzior.re temporale: il
simbolo f istantaneo, il lirico, il momenro singolo nel
tempo
-
e questa limitazione temporale forse esprime
l'impossibilit di una riconciliazione genuina cl.re sia dura-
tuta, e non si riduca solo ad un lirico, accidentale prescnte.
L'allegoria , al connario, la forma privilegiata che assume la
nostra vita nel tempo, un gofio decifrarne il significato di
momento in momento, un gravoso tentativo di restituire una
continuit agli istanti etelogeirei e sconnessi, << Mentre il
simbc'lo, dilegLrandosi, mostra Ia Natula sotto l'asPetto del-
la salvezza, nell'allegoria sono gll aspetti ippocratici dclla
storia che si presentano agli occhi dello spettatore come
un paesaggio congelato. La storia si esprime in quel volto
-
anzi, attravetso quel teschio
-
per tutto ci clre in lei
iltempestivo, angoscioso ed abortivo. E nenre pu es-
ser vero che tale {orma allegorica sia del tutto catente
di qualsiasi libert d'esptessione
'simbolica', di qualsiasi
armonia classica nell'aspetto, di qualsiasi tratto unano
-
ci che qui prodigiosamente espresso nella lorma di un
enigma, non solo la vita umana in generale, ma ancl.re
la stoficit biografica dell'individuale nella sua {orma pi
naturale ed organicamente cortotta. Questa
-
l'esposizio-
ne barocca, attaccata alle cose terene, della storia come
storia clella soflerenza del mondo
-
l'essenza sress,l
della percezione allegorica; la storia assune significato solo
nei momenti della sua agonia e del suo sfacclo ll grado di
signicanza direttamente proporzionale alla presenza de-
la morte e al potere dello sfacelo, poich la morte quela
che tracci la frastagliata linea che clivide Physis da si-
gnificato o
13.
Ci cl.re caratterizza l'allegoria barocca valido tanto
per l'allegoria odierna, quanto pcl Baudelaire: ma solo nel
secondo se ne ha I'interiorizzazione. << L'allegoria barocca
nostrava il cadavere solo dall'esterno, Baudelaire lo guar-
da clall'interno rrt4. O ancota: << La contmemotazione
(Ax'
dcnket) la versione secolarizzata clell'adorazione delle
reliquie sacre... La commemorazione il complemento clel-
l'csperienza. Attraverso la com tnemoraziore Irova espres-
sione l'alienazione crescente degli esseri unani che it-t-
ventariano il
1t16pr;o l)assllo
comc tlra mcrcnzia se)7!
vita, Nel diciannovesimo secolo I'allegoria lascia il mondo
esterno, ma solo per colonizzare il monclo intcrno Le re-
1t
Schtfter, I, pp. 289 290.
ta
Scbriltell, I, p.489.
88
t2
Scbrltet, 1, 308.
89
v
licluie provengono dal caclavere, la commemotazjone dai
morti momenti del passato che vengono chiamati eu{emisti-
camente espetienze >
ls.
Tuttavia, in questi ultimi saggi sulla letteratufa mo-
detna, si fa sada una nuova preoccupazione che seglra
il passaggio di Benjamin dalla dimensione prevalentemente
estetica a quella storica e politica. Si tratta dell'attenzione
rivolta alla macchina e alle invenzioni meccniche, che
inizialmente resta circoscLitta alla sfera estetica, e in parti-
colare ali'at.ralisi del cinema (< L'Opera cl'Arte Riproduci-
bile >) e solo in un secon<lo nomento viene estesa allo
studio della storia in generale ( il caso di < Parigi - Capi-
tale del Diciar.rnovesimo secolo >, che esprine il sentimento
della vita caratteristico di cluesto periodo attraverso la de-
scizone delle novit
-
oggetti ed invenzioni
-
in esso
salienti: le << gallerie r> conmerciali, l'uso della ghsa, ii
dagherrotipo e il panotama, le grandi esposizioni, la pubbli-
cit). Trttavia, importante {at rilevare che per quanto
questo appt'occio alla storia possa setnbrare materialistico,
nrilla piir lontano da1 uiarxismo quanto f individuare nel-
I'invenzione e ne11a tecnica la causa primaria del cambia-
nento storico. D fatto, penso che queste teorie (che in-
terpretano la Rivoluzionc Industriale come un risultato del-
f inroduzione della macchina a vaporer e che tecentemente
sono state iiprese, in forma modernizzata, da Marshall Mc-
Luhan) fturzionino da sostituto della storiografia matxista,
of{rendo una sensazione di concretezza paragonabile a qr,el-
la suscitata dalla spiegazione economica del fenomeno, ma
nello stesso tempo dispensanclo i loro utenti dal prendere
in considerazione i fattori umani delle classi e l'orgarizza-
zione sociale della produzione.
11 fascino esercitato su Benjamiu dal molo delle in-
rerzioni nelll storia hr, l rnio avviso. utta spicgazionc p.i
cologica od estetica. Se seguiamo, ad esen.rpio, i passaggi
della sua meditazione circa il ruolo del passante e della
folla in Baudelaire, scopriamo cl.re, dopo I'evocazione delle
carattedstiche fisiche e stilistiche di Baudelaire, dopo la
discussione sullo shock e le difese organiche
-
cui abbiamo
accennato all'inizio di questo saggio
-
la logica interna del
suo oggetto di meditazione conduce Benjamin alle invenzioni
raeccaniche: << La comodit isola. E al medesimo tempo ren-
de il suo fruitore completamente schiavo dei meccanisni fi-
sici. Con l'invenzione dei Eammiferi, awefluta verso la
met del secolo, l.ra inizio un'intera serie di novit che
hanno in comune, tra di loro, la sostittlzione di una com-
plicata serie di operaziotri con ru.r singolo movinento della
rnlno.
Qrrc.to
svi1u1.oo hr Irogo cootcmporlneltncttte in
molte sfere diverse tra di loro: evidente, ad esempio,
nel rele[ono. dovc al posLo del novimento conlinuo cort
cui veniva girata la manovella dei primi modelli, si ha,
ora, l'unico gesto del sollevare il ricevitore. Tra i vari
gesti per far fur]zionare uD meccanismo, o apparecchio, quel-
lo dello ' scattare ' la fotografia richiedeva una particolate se-
quenza di gesti. Ora suficiente premere il dito per fer-
maLe un evento per un tempo illimitato. L'apparecchio con-
ferisce all'istante uno shock postumc, per cos dire. Ac-
canto ad esperienze tattili di questa specie, abbiamo anche
esperienze ottiche, come le inscrziot.ti, divise in rubriche,
di un giornale, o, petsino, il trafco di una grossa citt.
lv{uoversi in una grossa citt comporta un'intera serie di
shocks e collisioni. Agli inctoci pericolosi, il pedone agi
tato da impulsi come una batteria percorsa da cariche elet-
tricl.re. Baudelaire descrive l'uomo che si immerge nella fol-
ln come una riserva di energia elettrica. A questo propo-
sito 1o chian.ra, evidenziando cos l'esperienza dello shock,
' vn calcidoscopio provvisto di coscienza' >
16.
Benjamin
completa il suo catalogo con una desctizione del lavoratore
e della sua sottomissione psicologica alle operazior.ri della
90
ts
Schrilten,l, p. 431 . t6
Scbittcn, I, pp. 117 -113.
9T
v
macchina nella fabbrica.'Iuttavia nr sembra che questo
passo, oltre al suo valore di analisi dell'efletto psicologico
delle maccl.rine, colga in Benjamin un'intenzione riflessa,
vale a dire soddisfi un requisito psicologico che forse piir
importante e pi' profondo di quello intellettuale uficiale;
cio d concretezza allo stato d'animo di Baudelaire- ll
saggio, infatti, prende l'awio da una condizione psicolo-
gica che non si ancora concetizz tat il poeta si uova
faccia a faccia con la nuova condizione del lhguaggio
nei tempi n.rocerni, faccia a faccia con la degradazione
del giornalismo, faccia a faccia, come abitante d'una
grande citt, con la marea montante di shock e l'intor-
pidimeuto percettivo della vita urbana quotidiana.
Questi
fenomeni sono familiari a Benjamin, ma egli sembra, in
certo qual modo, considerarli insufiicientemente <( rapple-
sentati >: egli non pu possede i spiritualmente, non pu
csprimerli adeguatamente, fino a che non abbia ffovato
un'immagine psichica pi nitida e pi concLeta entto cui
incorporarli. La macchina, la lista delle invenzioni, pro-
prio tale immagir.re; e sar cl.riaro al lettore che noi consi-
deriamo questo passo, che appareotemente si ptesenta co-
me un'analisi stoica, in realt come un esercizio di me-
ditazione allegorica, di individuazione di un emblema adat-
to cui ancorare il tipico stato di tensione nevrotica della
spiritualit moclerna che era l'oggetto di studio di Benjamin.
Per questa ragione, l'interesse per le macchine e le
invenzioni come elementi emblematici non conduce Be-
njamin ad una teoria della casualit storica, ma slocia in
un'alra direzione, in una teoria dell'oggetto n.rodemo, nella
nozione di << alrra )>. Auta) per Benjamin, l'equivalente,
nel mondo moderno, dove ancota persiste, di quello cl.re
gli anmopologi hanno denominato < sacLo > con rifetimen-
to alle societ primtive; , per il mondo delle cose, quel'
lo che il << misteto > per il mondo clegli eventi umanij
ci che il << catisma > per il mondo degli esseri umani.
In nn universo secolatizzato forse pir facile far risalire
92
al tempo della sua scomparsa, dovuta, nella quasi totait
dei casi, all'lnvenzionc tecnica, la sostituzione della perce-
zione umana ad opera di quei suoi sostituti od estensio[i
meccaniche che sono le macchine. cos facile vedere co-
me nel cinema, nell'< opera d'artc riproducitrile rr, quell'au-
ra, che originariamente era dovuta alla presenza fisica de-
g1i anori nell'hic et aunc del teatto, venga sconvolta dal
r-uovo ptogresso tecnico (e infr,ne rimptazzata, secondo un
piocesso di sintomatizzazione schiettamente freudiano, da
teDtativo di investire le 'stars' di un nuovo tipo di aurn
personale, al di fuor dello schermo).
Tuttavia, nel mondo degli oggetti, questa intensit dcl-
la presenza fisica che costituisce l'aura di qualcosa, pu
fotse venire espressa neglio nediante l'immagine dello
scan.rbio di ur.o sguatdo d'intesa; << L'esperienza dell'aura
si fonda sul trasferimento di quella che una reazione so-
ciale alla relazione delle cose senza vita
-
o naturali
-
con I'uomo. La persona che noi osserviamo, la persona che
crede di essere osservata, di rimando ci osserva, quasi ri
llettendo la nosta azione. In ternini di esperienza: par-
lare dell'aura di un fenomeno significa investirlo del potere
cli rendere a sua volta lo sguatdo ,>r?.
Altrove egli definisce I'aura come segue: < La singola,
irripetibile. esperienzr delh disranza. non importa quanrL,
breve essa sia. Me[tre si sta riposando in un pomeriggio
d'estate, seguire i contorni di una nontagna che si staglia.
no sullo sfondo del cielo, o di un ramo che gctta l'ombra
sull'osservatote, vuol dire respirare l'aura della montagna,
del ramo >
r3.
L'aura, in certo senso, l'opposto della per-
cezione allegorica, poich in essa si rende visibile una n.ri-
steriosa totalit degli oggetti. E mentre i frammenti spezzati
dell'allegoria rappresentavano un mondo cosale di forze di-
shuttive in cui l'autonomia umana veniva sofTocata e som-
11
Schrltcn,7, p. 461.
tt
.l.bilte
,I, Dp. )72)73.
9J
lr
mersa, gli oggetti dell'aura si presentano cone lo scenario
di una specic di Utopia, cli un presente utopico che non ha
rotto con il passato, ma 1o ha assorbito, di ur.ra specie di
pienezza di esistenza che si tealizza nel mondo delle cose,
anche se solo per un brevissino istante. Tuttavia, questa
compor.ente utopica del pensiero di Benjamin, scoufitta dal-
l'attuale presente storico meccanizzato, reperibile dal
pensatore solo in un passato culturale pir semplice.
Cos per la sua evocazione cli un'arte non allegodca nel
suo saggio su Niholai Leskov, < ll raccontastorie >, che
forse il suo capolavoro. Ci che abbiamo detto per il con-
fronto ta gli attori e il progrcsso tecnico dell'opera d'arte
riproducibile, vale anche per il confronto tra la novella e i
noderni sistemi di comunicazione, in particolare il gior-
nale. La funzione dei giornali quella di assorbire i raun.ri
della novit, rendendo 1'organismo inser.rsil:ile a tali sob-
balzi, fino a scemate la loro intensit; al contrario, il rac-
conto, sempe coshuito attomo a qualche novit, aveva la
{unzione di consetvale \a fotza delle sorprese; mentte a
forma meccanica < svuota > quantit crescenti di materiale
nuovo, la vecchia comunicazione orale caratterizzata dal
suo taccomandatsi alia memoria. La sua riproducibilit nor.r
tneccanica, ma un fenotneno naturale della coscienza;
infani, ci cl.re fa s che il raccot]to venga ricordato, appaia
<< memorabile >, , nel medesimo tempo, il mezzo che per-
mette 1a sua assimilazione a1l'esperienza personale degli
ascoltatori.
istruttivo paragonaLe I'analisi cli Benjamin circa il
racconto (e le distitrzior.ri dal romanzo cl.re tale analisi im
plica) con quella di Sartre, cos simile per taluni aspetti,
n]a tuttavia cos {ondamentalmente diversa. Per enffambi
le due forme
-
raccor-to e rorrranzo
-
sono oppostc non
solo per le origini sociali (nascendo il racconto dalla vita
collettiva e il romalrzo dalla solitudine della borghesia) e
per la loro materia prima (operando l raccolrto con ci
che ognuno pu riconoscere come esperienza comune e il
94
Lomanzo colr ci che inusitato ecl altamente individua-
listico), na anche, e sopLattutto, per il rapporto che que-
ste due forme stabiliscotro con la morte e l'eternit. Benja-
min cita Valery: << come se 1a scompatsa dell'idea di
eternit fosse dircttamente proporziolrale alla crcscente av'
vcrsione per qualsiasi tipo di opera di lunga clurata nel
tempo >. In concomitanza con la scolrparsa di una vera
sroria, si ha, nella nostra societ, il crescente occultamen-
to di ci cl.re morto o norente; infatti, I'atorit del rac-
conto deriva, in ultima analisi, dalla autorit dclla morte
che riveste ogni evento di una unicit assoluta. << Un uomo
che morto all'et di tentacinque anni , in ogni mo-
n.rento della sua vita, un uomo che morir' all'et di trenta-
cinque anni >>
1e;
cos Benjanin, cor. una nota attipsicolo-
gica, descrive la nostra percezione clei personaggi del rac-
conto come rappresentanti semplificati dei loro destini. N{a
quello a cui si richiama la sua sensibiiit per l'arcaico
proprio quanto Sartre cor-danna come inautetico: vale a
dire, la violenza ad una genuina esperienza umana vissuta,
che non percepisce mai, nella libert del proprio presente,
se stessa in termini di fato e semn.rai concepisce il fato
ed il destino come carattestiche dell'esperienza degli alri,
vista dall'estemo e quasi cl.iusa, reificata. Pcr questo mo-
tivo Sartre oppone la novella (anche se vero che egi sta
pensando ai racconti ben cosruiti de1 tardo ottocento di-
retti, come fonte di divertimento, ad ur pubblico borghese,
piuttosto che al prodotto popolare, relativamente anonimo,
di cui si occupa Benjamin) al tonanzo, il cui compito
proprio quello di esprimere questa aperta esperienza di
consapevolezza del ptesente, di libert, piuttosto che l'illu'
sione ottica del fato,
Non v' dubbio che questa opposizione corrisponda ad
un'espetienza stodca: il vecchio racconto, come anche, di
{atto, il romanzo classico clel diciannovesimo secolo, ha
1e
Scb!tctt,II, p. 218.
95
espresso una vjta sociale in cui I'individuo veniva messo
di fronte ad una sola possibilit; le sue scelte ed oppor-
tunit erano irrevocabili ed egli doveva giocare il tutto
Per
tutto su un sol giro di lLrota: perci la sua vita tendevar
ad assumere I'apparenza di fato o destino, di una stoLid
cl.re pu venite nanata. Al conttario, nel mondo moclerno
(vale
dire nell'Europa occidentale e r.regli Stati Uniti), la
prosperit econonica tale che nulla mai realmente ilre-
vocabile ir.r questo senso: da ci la filosofia della libert;
da ci la letteratura modetna della coscienza, cli cui Sarrc
un teorico; da ci anche la disfatta clell'intreccio
-
in-
fatti dove nulla inevocabile
(in assenza dclla morte, nel
senso cli Ber-rjamin) non v' alcuna storia da raccontarc, c'
solo una serie di esperienze di ugual irr.rportanza
jl
cui
ordine incliscrin.rinatamente reversibile.
Ber.r1'an.rin consapevole quanto Sartre del fatto chc
il tacconro, con la sua appareflza ci destino, fa violenza
alla nostra esperienza vissuta del presente; lna per ui esso
rende giustizia alla nostta esperienza clel passato. La sua
< inautenticit > sta nell'esser sentito come una lorma cli
commemoazione, cosicch non importa pi se il giovane uo-
n.o morto nel fiore degli anni fosse consapevole del fatto chc
la sua espetienza era vissuta sotto il segno del fato Pet'
noi che lo ricordiamo, d'ora innanzi, sar sempre, nei vati
mornenti della sua vita, uno gi scgnato dal desti:ro, e il
racconto che pa a cli lui ci d < la speranza cli scaldarc lrt
nosta freclda esistenza al fuoco cl'una rnorte Li cui leg-
giamo i>
20.
Il racconto non solo un modo psicologico per mct-
tetsi in rappotto coD il passato,
Pet
comnremorarlo:
Per
Benjamin anche un modo di mettersi in contatto con una
forma otmai dileguata di esistenza sociale e storica Ed
proprio per questa corelazione che egli stabilisce tra l'atti-
vit del contastorie e la forma concreta di un certo modo
di produzione storicamente determinato che possiamo con-
siderare Benjamin come un modello della critica letteraria
marxista nella sua dimensione pir emblen.ratica. Le clue fonti
del nartare storie trovano la propria personificazione ar-
caica << da un lato nel coltivatore sedentario e dall'altro nel
mercante navigatore. Infatti, enttanbe le forme di vita
hanno prodotto i loro caratteristici tipi di carltastorie . .
Un'estensione genuina delle possibilit del narrare sto-
rie fino alla pi ampia dinensione storica non , co-
munque, possibile senza la pir completa fusione cei
due tipi arcaici. Questa
fusione si realizz durante il
Medio Evo nelle associazioni e corporazioni artigiane l
mastro sedentario e l'apprendista nomade lavoravano as'
sieme nella medesima st^r\zat
'\
verit, ogni n.astfo eta
stato egli stesso un apprendista nomade prima di stabilirsi
o nel proprio luogo nato o in qualche citt smaniera Se
i contadini e i matinai sono stati gli inventori del raccon'
tare storie, il sistema delle corporazioni ha climostrato di
essere il luogo dove questa attivit giunta al suo piir
alto graclo di sviluppo. In esso il bagaglio tradizionale dclla
distanza, come veniva riportato dal viaggiatore, si combina
con quel bagaglio tadizionale del passato che pi piena'
mente dvela le sue ricchezze al sedentario >>
2r.
Il tacconto
cos il prodotto della cultura artigianale, un prodotto
fatto in casa come la scarpa del ciabattino o il vaso; c
< il tocco del narratore aderisce ad esso come la traccia
della mano del vasaio alla superficie vetrosa >
22.
Nella sua finale {otmulazione del rapporto letteratura-
politica, Benjamin sembra aver cercato di applicare ai pro
blemi del ptesente questo metodo che aveva vuto successo
nell'analisi del passato. Tuttavia la transposizione non awie-
ne senza difficolt, e la conclusione di Benjamin ci appare
problematica, soprattLrtto se
Pensimo
al suo etteggiamento,
2t
Schilte", Il, p.2)1.
22
Stb|t.",7, p.4)o.
96
ri
-t /,r,//!1/, tI, t 2t,r.
L)1
irrisoluto e ambiguo, verso la moderna civilt industiale, che
sembra averlo tanto a{Tascinato quanto depresso. Il proble-
ma della propaganda nell'arte pu venire risolto, egli so-
stiene, se si rivolge l'attenzione non tanto al contenuto del-
l'opera d'arte quar-rto alla sua forma: un'opera d'arte pto-
gressista quella che atrhz,za le tccniche artistiche pi
ava[zate, , perci, quclla in cui l'artista vive la sua attivit
come un tecnico, e a raverso Jl strr opcra recnica rrorl
un'unit d'intento con il lavoratore ir.rdustriale. < La soli-
dariet dello specialista con il proletariato ... non pu mai
essere altto che una solidariet mediata i>
2r.
Questa
<< po-
Ttticizzazione comur.rista dell'arte > che egli ha contrapposto
alla fascista << estetizzazione della maccl.rina > doveva legare
al camo della rivoluzione quella n.rodernit a cui gli alui cri-
tici mauisti (Lukics, per esempio) erano ostili. E non vi
pu essete acun dubbio sul fatto che Benjamin arriv ad una
radicalizzaz\one politica ir.rnanzitutto attraverso la sua espe,
rienza di specialista, atttaverso la crescente consapevolez-
za, all'interno della sfera della propria attivit letteraria,
della influenza cruciale esercitata sull'opera d'arte dai mu-
tamenti del pubblico e dagli sviluppi della tecnica, in poche
parole, dalla storia stessa. Ma, sebbene nella sfera culturale
lo storico possa senza dubbio dimoshare l'esistenza di un pa-
rallelismo tla gli specifici progressi tecnici in una data arte e
lo sviluppo generale dell'economia r.relia sua totalit, difl-
cile mostrare come un'opera d'arte tecnrcaurente var\z,ata e
sofisticata possa avere alto che un efletto politicamente
<< mediato >>. Benjamin aveva ovviamente la fortuna di avere
innar.ui a s un esempio artistico ad hoc: i#atti egli illustra
le sue tesi servendosi del teatro epico di Brecl.rt
-
forse, di
fatto, la sola innovazione artistica moderna c\e abbia ayLtto
un impatto politico diretto e rivoluzionario. Ma, persir.ro in
questo caso, la situazione anbigua: lln critico sottile ha
23
\l/rrrrn Br:NJ,rrrrr, Velsache iibet Brecht, Francolotte, 1966, p. 115.
z't
Scbrilten,I, pp. 395.391 .
fatto notare la reiazione nascosta tra la passione di Benja-
min per Brecht da un lato e, dall'altro lato, quel fascino
che per tutta la vita l.ranno esercitato su di lui i libri per f in-
fanzia (libri per l'infar.rzia; geroglifici; emblemi allegorici
semplificati ed enign.ri)
'?s.
Perci, mente avevamo
Pensato
cli emergere nel prcsente storico, in realt, ancota ulu volta
ripiombiamo nel distante passato dell'ossessione psicologica.
Ma se anchc la nostalgia come motivazione politica pir
frecluentemente associata al fascismo, non v' alcun motivo
perch una nosralgia conscia di s, una insoddisfazione,
lucida e senza rimorsi, del ptesente, motivata da un
ricordo di pienezza, non possa fornire uno stimolo rivolu-
zionario adeguato quanto qualsiasi altro; l'esempio di Benja-
min vuole essete una prova di questa possibilit. Egli stes-
so, con.unque, l.ra preferito coutemplare il proprio destino
in tern.rini di imnaginaziole religiosa, come nel seguente
paragrafo del G eschic h ts pbilosophiscbe T hesea l'rkima cosa
cla lui scritta stando a quanto afierma Gershom Scholem:
< L'ir.rdovino che interrogava i visceri dell'animale squartato
certamente non aveva la sensazione del Tempo come di un
qualcosa di vuoto o di on.ogeneo. Chiunque abbia pre-
se[te questo fatto riesce a capire come la commemotaaione
sia un moclo analogo di spedmentare il passato. Come ben
si sa, agli ebrei venne inpedito di cercare nel futuro.
Inolre, la Torah e I'atto del pregare insegnano loro la
commenorazione del passato. Perci per loro il futuro, cui
resta asservita la clier.rtela de1 divinatore, viene spogliato
del suo potere sacro. Tuttavia, il tempo non diviene afiatto
ai loro occl.ri meranente vuoto ed on'ogeneo, Infatti, ogni
secondo del futuro porta con s quella piccola fessura atta-
verso cui pu entrare il Messia >>
26.
Angelus Noous: l'immagine favorita cli Benjamin del-
zs
Rolf Tiedemann, nclla sua < Nachwort > d..dic o
^
Vercucbe iiber
Brccht \Ji Beniamin.
2t
ljber
'Vnltcr
Betianin, Francoforte, 1968, p. 162.
9L) 98
l'angelo che esiste solo per cantare il proprio ilrr.ro di lode
clavanti a Dio, per dar voce e poi subito svanire nell'in-
cteato nulla. Cos I'csperienza del tempo c1i Benjamir.r al
suo punto culminante: un presente del lingulggio sulla
soglia del futuro, che viene aclotato con gli occhi rivolti
in meditazione sul passato,
II. Maranc c Schillcr
1.
Lc seul mo!.le libfft est toLrt ce qui m'cxalte cncorc.
ANDR BrEroN, Prtrtct ,, tlcxc lu vnidly c
Quante
sono le iclee che capiamo concettualmente senza
ricordare alcun loro significato originario! E persino questa
situazione in cui pensiero ed esperienza hanno seguito
strade distinte, lasciar.rtlo, seppur in forrne clivelse, il
narchio di questa separazione su ogni clemcnto clella
cultura e del linguaggio moderno che si presenta in
tlrttlr la sua batrale familiarit come autoevidente, an-
cora non riesce a restituirci il senso di stupore d'ena com-
plensione reale, che possiamo sentite solo trovando in Doi
stessi i mezzi per costruire un momento della storia pas
slta in cui le cose r-ron stavano ancora cos, un momento
che possa stare dinnanzi al nostfo come una possibilit di
conftonto sia pure chimerica o viscerale. Immaginiamo, per
csempio, un popolo che non abbia elaborato alcun oretoclo
per conservale 1e idee che inventa: i nomi delle idee sonc,
perci, i segni stessi delle cose, dotati di tLltta la rozzeT"z
della compitazione primitiva e di tutto il sacro tenore delle
origini. D'altra partc, poniamo cl.re qualche esperienza inte-
riore, come quella di Dio, scon.rpaia: allora, di essa non
restcrebbe nemmeno un suono vuoto; in quel caso pcr'
100
rendele perplesse le get-reraziot-ri frrtule nernmeno una parola
di pietra o un geroglifico inclecifrabile sopravviverebbero.
ln tal caso un'ermeneutica della cultura, la riesumazio-
ne della idea vivente al di sotto degli strati della lingua
morta, una disciplina infruttuosa, poich non vi pu es-
sefe alcuno stato di conoscenza atLrorale intermedia tra
il silenzio dell'oblio e quella traspalenza istantanea della
comprensione umana che 1e parole circondano come volti
clrllc esprcs.ioni [arnifjrri. Trrtrlia
"oi
nrisuriauro lrri,
all'rnizio, comprcntliamo, nel senso forte del termine
-
la
qualit dell'esperienza della cultura e del momento storico
cui appalteniamo, commisurandola a questa ipotetica rico-
struzione di un passato pi primitivo, naturale ed ctriginario.
Pertanto, I'in.unagine di quel passato ha, possian.ro dire,
non tanto una funzione storic.t (inatrj quellc culture non
sono mai esisfite) q[anto piuttosto una nnzi,one ermeneu-
tic.t.
In{atti l'ermencutica, che tradizionalmente una tecni-
ca di ctii si setvono le religioni pcr recuperare i testi e le
attivit spirituali delle culture che ad esse oppongono re-
sistenza, ancl.re una disciplina politica, che forniscc i
mezzi pel restare in contatto con le sorgenti dell'er.rergia
rivoluziorraria in urr pelioJo di ri-txgns.
fcr
conserv.re. !
livello sotteualreo, il concetto cli libert durante le epoche
geologiche di repressione. , infarti, proprio il concetto di
libert che, paragonato agli altri concetti quali quelli di amo'
re, giustizia, felicit e lavoro, 1o stunento privilegiato di
un'etmeneutica politica, e che, quindi, pu venire considetato
come un espediente interpretativo piuttosto che come
un'idea o un'essenza filosofica. Infatti, dovunque il concetto
di libert mette di nuovo radici, l si risveglia l'insoddisfa-
zione per tutto ci che esiste (in sintonia, per ci, con la
stessa nascita del negativo): non mai uno stato di cose
di cui si gode, o una struttuta mentale che viene contem-
plata, ma piuttosto una impazienza olrtologica in cui la si-
tuazione costlittiva viene per la prima volta percepita pro-
101
t
prio mente rifiutata. Dall'intimidazioue fisjca dello stato
fascista alle deliranti ripetizioni da neurosi, I'iclea della li
bert assutae la stessa forma tenporale: trna repentifla
Pet-
cezione di un presente intollerabile che nel medesimo tempo
, in modo implicito e poco arricolato, una visione fugge-
vole di una condjzione diversa nel cui nome tale presente
viene giudicato. Pertanto, alf idea di libert incrisce una
specie di sovrapposizione percettiva; tale idea un modo
di leggere il presente, ma si tralta di un leggere che trova
forse un paragone pi pertine[te ne]la ricostmzione di una
lingua estinta.
precisamente clucsta caratteristica formale tlel con-
cetto di libert che si presta al lavoro clell'ern.reneutica poli-
tica. lncoraggia l'analogia: assimilando le prigioni materiali
a quelle psicl.ricl.re, serve conc nezzo di rurificaziole di tutti
questi livelli separati cli esistenza, funzionanclo, cli fatto,
come un tipo di equazione trasformazionale che pcrmette
la couvetsione dei dati carattcristici di un livello nei ter-
mini clell'altro. Non si esagera dicendo che il concetto di
libert ci permette di superare una clelle principali con-
raddizioni dell'esistenza modelna: quella tla I'csterno e
f interno, ta il pubblico e il privato, tra il lavoro e il tem-
po libero, tra il sociologico e 1o psicologico, ta il mio
cssere-per-glialtri ed esseLe pet'me, tra il collettivo c il so-
litario, tta Ia societ e la mona.le. Si tratta di una opposi-
zione che il con{ronto Marx-Freud dtammatizza enblema-
ticamente; e la persistenza di questo tentativo di confronto
(Reicl.r, i sunealisti, Sarte, I'ala sinistta dello struttutali
slloj per non par:lare dello stesso Marcuse) sottolinea l'ur-
genza, per l'uomo noderno, del superamento dela sua
doppia vita, della sua esistenza dispersa e frammenlaria.
Schillet ha cominciato a scrivere le Lettere sull'educa'
?.io1e esteicll del genere arnano durante il cruciale inver-
no dc7 1793-1794, quanclo la totale politicizzazione del-
l'esistenza che confuaddistingue la Rivoluzjone si stava, per-
sino agl occhi dell'osservatore esterno, rapidamente evol-
702
vendo verso le alternative estreme del Tettore o della con-
trorivoluzione diretta. << Lo sguardo del filosofo, come quel-
lo dell'uon.ro di mondo, si era fissato, in attesa, sull'arena
politica, dove, si pensava, era in gioco il destino stesso
del genere umano. Non si traclirebbe una biasimevole in-
diflercnza per il benesseie della societ non partecipando
al dibattito generale? ,,
27.
Ciononclimeno, proprio in quel momento storico che
egli si dedicher all'elaborazione della teoria estetica ed
alla rivalutazione dello stesso impulso artistico, n rappoto
alle altre attivit {ondamentali dell'uomo. << Spero di con-
vincetvi >> egli dice < che l'oggetto di cui mi occupo fotse
non riener nei gusti dominanti, ma non troppo remoto
dai bisogni del nostro momento storico; infatti, proprio
il sentiero che passa attraverso la questione estetica quello
che dobbian.ro prendele per arrivare a qualsiasi soluzone
dcfinitiva clel probema politico: attraverso la belTezza
che ariviamo alla libert >>'?s.
La digressione dalla politica solo apparente: in real-
t Schiller vuole dare una descizione de1 processo arti-
stico tale cl.re il suo carattete protopolitico sia manifesto
persino ai cittac{ini cli un mordo aflaticato dalla politica.
un procedimento lento pei gusti moderni. L'argomen-
tazione di Scl.riller un csempio di quella sistematizzazione
ipotetica a prioti, catattetistica della seconda met del di-
ciottesimo secolo, cui pu servire da epigrafe la ben nota
osservazione di Rousseau alf inizio del Discorso sulle ori'
gi dall'ine guaglianza . << Cominciamo mettendo da parte
utti i fatti >>. Il vizio di fondo di queste costruzioni con-
siste, scr.za dubbio, ne'applicazione, alla sfera della storia,
rlella argomer.rtazione e decluzione logica, quasi che lo svilrrp-
po della societ fosse accessibile alla ragione quanto un sillo-
gismo. Tuttavia queste opere, cl.re il movimento Lomantico
2?
ScHrLr.nR, Pbilosophischc Shtlte" (B^s\le^, 1946), p. 19.
zt
Philosopbiscbe Sctulten, p. 80.
101
!t
releg alla condizione cli curiosit intcllettuali, forse non
erano del tutto prive di una propria eficacia peculiare.
Louis Althusser cos commenta le varie ipotesi del diciot-
tesimo e diciannovesino secolo circa le origini della socie-
t: << Le diverse caratteristiche dello stato di natura ser-
vono alternativamente sia a spiegare i motivi dell'uomo per
evolversi da tale stato, sia a far intravvedere le caratteri
stiche della societ del futuro e l'ideale delle relazioni uma-
ne in genetale. Paradossalmente, proprio questo statoJ
carente di qualsiasi tipo di relazione sociale, che contiene
in s e prefigura qnticipatamente
I'itleale di una societ
ancorc da costruire. Il 6ne della storia inscritto nelle
sue origini.., >>
2e.
Ritorneremo, alla fine del saggio, su que-
sta propriet pcculiare del modello sociale a priori.
Per il momento, basti notare che Schiller tae note,
voli vantaggi dal suo modello: ir.r{atti, I'applicazione della
logica cartesiana
-
la logica dell'intospezione, del cogi-
to
-
all'organismo sociale, implica gi una identificazione tra
intetno ed esterno; e la profonda originalit di Schiller, che
lascer le sue tracce sui pensatori successivi, da Hegel a
Freud, consistita nell'aver rovesciato questa identificazione
e trasferito la nozione della divisione del lavoro, della spe-
cializzazione economica, dalle classi sociali al funzionamento
inrerno del]a mente. dove tale asperro si presenta come
l'ipostatizzazione di una funzione mentale sopra e contro
le altre: una de{ormazione spirituale che l'esatto equiva-
lente dell'alienazione economica nel mondo sociale esterno.
Queste
deformazioni, comunque, vengono pi dedotte
che osservate e il risultato finale
-
la visione di una
personalit umana pienamente sviluppata
-
diviene una
specie di presupposto ideale, di armonia ideale, alla cui
Irrce Ie vrrie fornre dell'efienazione possono venire ricono.
sciute per quello che sono.
Questa
armonia ideale, che altro
non che lo stesso << stato di natura > (che
viene pensato
2e
Lours Arruusssn, lontesquieu (l,arisi, 1959), p 16 tcorsivo niol.
104
pi nei termini della Grecia di
lVinckelnann
che del-
l'uomo primitivo), possiede due caratteristiche essenziali:
< Finch noi eravamo solo i bambini della Natura, erava-
mo insieme felici e completi; divenimmo liberi, ma per-
demmo felicit e completezza. Da qui una doppia ed ine-
guale brama di natura: una brama d,ella sa beatitudine e
una della sla completezza. L'uomo sensuale lamenta solo la
perdita della prima; l'uomo etico piange quella della secon-
da >
30.
Questa
dualit avr un efietto significativo sulla por"
tata e le implicazioni del sistema di Schiller, dove pir che
ur.ra dualir si ha una sovrapposizione, la soddisfazione con-
temporanea di impulsi gemelli. Infatti, la sovrapposizione
di queste due tensioni permette a Schiller di soddisfarle en-
trambe mentre elabora i termini di ciascuna di esse; gli
permette di ffaduffe il codice della prima nel codice della
seconda, di tattare il fenomeno del principio de piacete
(la cui terminologia ha ancora da essete inventata da Freud)
nei termini del pi radizionale linguaggio filosofico delle
funzioni menrri (volonL. senso. pcrcezione. immaginazio-
ne, ecc.) e delle loro relazioni reciproche. Si avr uno Schil'
ler divetso a seconda di quale delle due caratteristiche di
base dello stato di natura verr sottolineata: l'accentuazio-
ne della dimensione della completezza fa en.rergere lo Schil-
let dei Tipi psicologici di
Jung,
col suo ideale di integra-
zione della coscienza, mentte I'accentuazior.re del principio
del piacere nette capo allo Schiller freudiano di Eros e
ciuilt. Il paradosso dello Schiller storico consiste proprio
nel fatto che, pet arrivare ad una assetzione sulla felicit
(su cui nulla pu essere detto usando la sua terminologia),
l'argomentazione deve venire esptessa con il linguaggio
della conpletezza e delle {unzioni mentali, il che permette
un'azione reciptoca tra i due termini opposti.
Nessuna di queste due {orze
-
lo Stotrieb o impulso
originario verso vari apPetiti e passioni materiali, e il
!
Pbilasaphischc Srbilte", p. 226.
105
Formtrieb, o attrazione per la Ragione, sotto il cu influsso
<< noi non siamo pi esseri singoli, ma esseti appartenenti
alla specie >
31
-
privilegiatar entrambc in definitiva de-
formano e sia la pbilosopbie cl.re la Philistine, tanto I'astatta
e pier.ra persor.ralit giacobina, che 1a personalit infognata
nell'immediato interesse egoistico e nella sodciisfazione per
rnczzo di oggctti, norr ricscono a raggiungcrc un pieno svi
luppo delle proprie possibilit.
La conclusione , ovviamente, in:rplicita nel punto di
pxncrrza. e rcsra solo da idcnLificrrc una rcfra tersjore
jn
cui le alne due vengano sia soddisfatte simultaneamente
che coordinate, nell'intelaiatura di un'attivit singola in cui
lressuna delle due venga tepressa a spese dell'altra.
Questa
tensione f impulso al gioco che sta alla base dell'attivit
atistica in generale e ir.r cui vengono soddisfatti sia l'ap-
petito per la forma che quelo per la materia. L'oggetto di
questo impulso, pura apparenza
(Scbein), un tutt'uno di
forma e materia e, nel suo trasformatsi in forma quanclo
siamo alla ricerca della materia, nel suo madfestarsi cone
mateia quando stiamo cercando la forma, il simbolo di
una specie di disciplina cui l'essere umano deve sottoporsi
per raggiungere l'unit, pcr spogliarsi delle carenze e nan'
canze) storicamente condizior.rate, del suo sviluppo.
A qucsto pur.rto la libert non altro che la nutua
netualizz.azione di questi due potenti impulsi (impnlso
verso la fotma e vetso la materia): come il piacerc per
Freud, essa la liberazione dalla tcnsione, l'accesso a, e
la vjsione di, un nrondo in cui la quantit stata sostituta
clalla qualit, dove la forza, il peso e la massa sono stati
sostituiti o hasformati nella grazia.
Irrlatti. pcr Schilcr. comc pcr Bcrq'.rrr. h
'r:rzi.r
i
la manifestazione della libert nella sfera dei ser.rsi; la bel-
\ezz,a, pet citare la {orn.rula esatta, la forma che la libert
assume nella sfera dcll'apparenza sensibile (< Frciheit in
tr
Philosaphische Schriltcn, p. 124.
106
der Erscheilrung >>). La definizione dovrebbe essere sulfi-
ciente a ricordarci che il sistema di Schiller solo secon-
dadamente estetico, ma prima e fondamentalmente un
sistema politico: che f importanza della bellezza per lui
consisre nell'apprendistato
Pratico
che I'esperienza estetca
olTre per I'avvento di una reale libert politica e sociale'
Nell'arte, la cosciet.rza si prepara ad un cambiamento del
mondo e contemporaneamente
impara a porre delle clo-
mande sul mondo reale chc aflrettano quel cambiamento: in'
fatti l'esperienza delf immaginario offre
(ir.r forma immagi-
naria) quella soddisfazior.re totaie della personalit e dell'Es-
sete alla cui luce nasce la condanna del mondo realc e
vier.ie insieme concepita I'idea utopica, il progetto rivo'
luzionario.
Ser.rza dubbio, qucstc speculaziot.ri, in quanto stratcgia
politica ptatica, sono destinate a colpile una mente modet-
na coe, a dir poco, irreali; lare una tivoluzione, si ten-
rati di dire, non come frecluentare un corso di valutazione
artistica. Schiller, set.rza dubbio, aveva in nente Ia rivolu-
zione borghese in Germatria, e il suo progtamma era un po'
pil cor-creto di quanto queste sue formrile non suggeriscano'
Infatti, egli mirava J'riente meno che alla cleazone di una
cultura bcrgl-rese nriove, r-azionlle, le cui basi dovevano ve-
nire gettate con la creazjonc di ul teamo e di un dramma
nazionali: cra l'educazione della borgl.resia tedesca all'unit
e all'autonomia politiche passando altraverso il palcoscenico'
Ma pir utile, e
Pir
dialettico, volgere, per un attino,
la nostra attenzione su noi stessi, sulle nostre reazioni. E se
i nosJ giudizi non fosseio altlo che rlei giudizi su noi stessi
piuttosto che sulla speculazione utopica che non duscia-
mo a prendere sul serio? E se il nostro giudizio fosse esso
stesso una misuta ed un sintomo della nostta incapacit
di avallnte tale pensiero, della nosfa reprcssiotre del
plincipio dell'avvenite, sofiocato sotto il realismo dcl prin-
cipio en.rpirico e il peso massiccio di ci che ? E se proprio
1o psicologismo, il liduzionisn.ro cinico del principio dclla
107
realt, non fosselo la realt, ma solo un altro sintomo? Per-
ci fa scalpore quando scopriamo una fonte delle specula-
zioni politiche di Rousseau nella manifesta fantasricheria
erotica e nel sogno sessuale ad occhi aperti (come nel
nono liblo dellc Conles'ionit: rianro rroppo
J)ronri
a scre-
ditare le prime sulla base del fatto che il secondo ne
la causa, senza capire che si atta di un argomento che
un'arma a doppio tagiio, e che il grrocesso pu venire
visto ptoprio come un titotno alla fonte comune sia del-
la poesia chc della politica, degli impulsi erotici come di
quelli politici: un titorno che segna la reintegrazione cli
quella coscier.za che nel mondo moderno in frantumi.
Quella
di Schiller , di fatto, una delle prime medita-
zioni sulle antinomie della rivoluzione culturale: solo dopo
il mutamento rivoluzionario I'uomo nuovo, una natura uma-
na stoticamente conquistata pu realizzarsi; ma il Tenore (e
nel nostro tempo, lo stalinismo) sta l ad avvertirci che le
purghe non possono completare un processo per cui gli
uomini non siano pronti, o, in alte parole, per cui non
sono ancora mature e condizioni sociali obiettive. Ne con-
seguirebbe forse che la rivoluzione pu, in ultima analisi,
avete successo solo quando gli uomini sono psicologicamen-
te ricettivi alle sue donande, vale a dire, quando non
pi necessario che venga messa al primo posto? Lo Schiller
maturo cettamente non era pir un radicale; e quando la
rivoluzione culturale viene considerata ttna alternatiaa o tLn
sutrogato della rivoluzione sociale (corae avviene frequen-
temente in occidente) si potrebbe sospettare che essa abbja
una funzione del tutto diversa da quella che potebbe avere
in una societ post rivoluzionaria, quale la Cina odierna.
Eppure il sisten.ra di Schiller fornisce un'altra via d'usci-
ta pratica che di tipo in certo senso diverso; ed questa
che costituisce la sezione ermeneutica della sua dottrina. ln-
fatti, il concetto della realizzazione della libert nell'arte si
fa concleto solo quando, nel saggio Sulla poesia lngenua e
Sentimentale, Schiller esamina in dettaglio l'opera d'ate,
108
insegnandoci a vedere la costlLrzione tecnica dell'opera co'
me orra
f.gura
della lotta per l'integrazione psichica in ge'
nerale, cio, a vedere nelle immagini, nella qualit della
lingua, negli inrecci, le figurc
(in una fotma immaginativa)
della stessa libert.
Nell'opera d'arte, la vecchia opposizione tfa 10 stato di
natura e 1o stato civilizzato viene riepilogata nella distinzione
tra poesia concreta, quella del < naive )> o poeta primi
tivo, e poesia astratta dei tempi moderni, l'opera degli
artisti << sentimentali >
-
la parola sta ad indicare una
combinazione di << sofisticato t>, < intellettualistico )> e < al-
tificiale >. In cetto ser.so, della poesia << naive >> possiamo
parlare solo in modo postumo. Le opete << naive > esistono in
particolare nella letteratura greca, mai proprio nella misura
in cui esse riflettono un tipo di espetienza concretal to
tale, non vi nulla che si possa realmente dire di esse,
perch qualsiasi cosa diciamo, e qualsiasi siano i termini
che usiamo, gi come se presupponessimo una crepa in
quella pienezza. Pertanto, possiamo padare a malapena del
poeta << naive > in quanto tale, poich egli si eclissato con.re
soggettivit separata, ha abolito
(o, piuttosto, non ha mai
conosciuto)
quella distanza tfa soggetto ed oggetto che
il segno dei tempi moderni, della nosta caduta dallo stato
di natura.
Pertanto, mentre dificile caratterizzare la poesia
<( naive )r in modo divetso che come un'esperienza di pie-
riezza concteta, le variet della poesia modetna, o <( senti-
mentale r>, possono venite computate quasi deduttivamente,
come le varie, possibili, permutazioni della relazione ra
{orma e materia, tra soggetto ed oggetto, a una monade
isolata e il mondo da cui estraniata. Chiammente ci sar
una difierenza essenziale di carattere tra una lettetatura
che indugia sulla situazione del soggetto abbandor.rato ed
una che descrive la natura del monclo decaduto, cofrotto e
insignificante che lo circon<la. La prima pu vcnire definita
coe una fotma elcgiaca, mentre la seconda come una
109
forrna satirica. E nella nisura in cui la sensibilit moderna,
incapace di qualsiasi reale, concreta tiunificazione o ricon-
ciliaziot-re con il mondo, si ova ancora a sognatla entro u1l
tale stato di picnezza, tcntando cli proiettare innanzi a s
una visione impoverita di ci che potrebbe issomigliare a
qlresto stato, c' ancota posto per una terza possibilt logica,
vale a dire l'idilLio, Ia ctLi irrcalt inscritta ncll'inconsi-
stenza stessa della sua rcaTtzzazione poetica.
Queste
formc possibili non si riducono a mere qre-
stioni di gerere, ed in{atti il modello di Schiller appli
cabile a qualsiasi dimensionc dell'opera d'arte, sia essa sti-
listica o psicological storica o ideologica. Tanto nell'sle-
tica di, Hegel, cor.r la sua visiot.re <lella storia artistica come
lrna serie di relazioni tra i due poli soggetto ed oggetto,
quanto nella Teoria dcl Romanzo di Lukcs, con il suo
schema classificatoo in termini di soggettivo/oggettivo, il
modelo Ji brse vicrc appiattito in urra progrcssione Lem'
porale e diviene il fondamento di una teoria della storia.
Nel Nczir Criticism tmericano l'ir.rtuiziotre fondamcntalc
di uno slittamento dal << najve > al < sentimentale >> viene,
forse inconscianente, riesprcssa in termini di dissociazione
della sensibilit poetica, diviene perci un preciso stn-
mento analitico per determinare il grado e il tipo di astra
zione poetica in un dato testo. Nelle opere cli Northlop
Frye, le classi dci generi vengono ancota una volta chia-
mate a simboleggiare le {orn.re, pi concrete, della nostrr
relazione con l'Essere. Ma tutte queste revisioni di Schiller,
che ilrdicano 7a rltcchezza del suo raodello di base, conser-
vano un carattere iclealistico; e lo stesso ritorno a lui serve
a non farci dimenticare f inter.rto politico originario che
sta dietro al suo sistema.
Quando
si perde cli vista qlrell'i-
tento, il pensiero speculativo diviene futilc c va a finire
in uno dei molti ben noti vicoli ciecl.ri: o mette capo a
una << teoda della storia r>, o sostituisce un'etmeneutica reii-
giosa a quelJa politica, o, infine, e pi ftequentemerte, va
a cacciarsi nel movinento sterile e circolare d'una tipolo-
110
gia, d'una nisurazione dei fenomeni sulla base di un siste-
nra classificatorio statico; e questi sisteni, sia nel primo Lu-
lrcs e in Frye, che nei f ipi psicolo gici di
Jung,
sono seupte
il segno di un pensiero storico che si atenato a mezza
strada, un pensiero che, sulla sftada della stotia concret,
prende pauta e tcnta di convertire le ptoprie intuizioni in
essenze eterne, in atffibuti tra cui io spirito umano oscilla.
Il moclello di Schiller, come abbiamo dimostato, era
una n.racchina ermenelrtica che pern.etteva alla critica di
iclentificare l'esperienza concreta dell'opera d'arte con i pro-
blemi pir ampi della libei't
-
inr.anzitLrtto al livello psico-
logico dell'intcgrazione della personalit e del principio di
piacere, e successivamente, superando questo, ad un livello
politico. Non si ttattava tanto di stabilire un mutuo rappolto
ta qesti livelli o di spiegare uno nei tcrmini dell'altro,
quanto di fornire una seric di equazioni tasformazionali
tali che le osservazioni, puramenle letterarie, c di pto-
venienza intuitiva, elaborate nela riflessione sull'opera
d'arte, potessero veniLe adotte nei codici completamente
dversi della sfera psicologica o politica senza danneggiarnc
la struttura coerente ed autonoma.
Ma il pensiero di Sclriller diagr.rostico e nor.r ptofe-
tico. Egli un neoclassicista per il quale I'Utopia si deve
rintracciare nel passato delia Grecia antica e il cui pensiero
limitato dagli orizzonti della borghesia tedesca contempo-
ranea; e, petsino per quanto riguarda l'arte, quella sintesi
tra i\ naliue e il ser.rtimentale, ta l'atteggianento naturale
e l'autocosciente, che la sua teoria ser]rbta progettare, non
alo che un dranma in costune ed una meditazione su-
gli insegnamer.rti dell'anrichit. Sarebbe allettante, e dialet-
ticafiente simmetrico, potere dire che la visione di Schiiler
viene completata dal Ron.ranticismo, che cronologicamente
viene subito dopo, e che quella visione della nuova arte
e del nuovo mondo, che egli era costituzionalmer.rte inca-
pace di cosruire, venne comPletata dal Romanticisn.ro. Ma,
da un punto di vista teorico, la novit del Romanticismo
111
non stata intenzionale: si pu in{atti guardarlo come il
modo con cui un'intera generazione tent di n.ettersi al
riparo (come un organismo evita i raumi) da quella stu
penda, totale, senza precedenti tasformazione del mor.rdo
verso il futuro deserto materialistico del capitalismo bor-
ghese. Tutti gli atteggiamenti feudali e i sogt.ri politici ad
occhi aperti, tutta l'atmosfera religiosa e il medievalismo,
il ritorno sentito come lir-novarento verso societ pir
vecchic, piir gerlrchiche e plimirive. r'anno visti innanzi-
tutto e soprattuttoJ come meccanrsD.ri difensivi. , nondi-
meno, vero che rn cerlo Romanticismo completa il sistema
di Schiller, reinventa profeticamente la sua visione della
libert sia nello spirito che nella lettera, nella poesia come
nella politica: << ora che ,> dice il portavoce di questo nuovo
romanticismo < le autorit francesi stanno facendo grottc-
schi preparativi per celebrare il centenario del Romantici
smo, noi qui dichiariamo formalmente che questo Romantici-
smo
-
pet la cui coda storica vogliamo farci passare, ma
ir questo caso, che coda prensilel
-
6sn5i51s completa-
mente ed essenzialmente, oggi, 1930, nella negazione di
cluelle autotit e cli quelle celebrazioni; che un centinaio
cl'anni sono soltanto la sua giovent; che ci che, errata-
mentc, stato chiamato il suo periodo eroico, pu, in
tutta onest, venire considerato come i piagnucolii di un
essere che solo ora comincia, pet tr\ezzo nostto, a far sen-
tire i suoi desideri...! >>
3':.
Pu non essete incongruo voler accreditare al Surreali-
smo
-
<< la risoluzione {utura di questi due stati, in appa-
renza cos contraddittori, che sono il sogno e la realt, in un
tipo di assoluto, o surrealt, se cos la si pu chiamare >
3r
-
il merito di quel rinnovamento dell'immaginazione naturale,
o naive, di quella sintesi dello spontaneo e del conscio
tacciata cla, e tuttavia assente nel sistema cli Schiller;
soprzllutto se sl pensa
la candidata pir idonea
che l'immagine surrealista
a rappresentarc quella quarta
permutazione, logica ma in.rpossibile, <lella relazione schil'
leriana <li soggetto oggetto: le pure produzioni di materia,
da cui il polo del soggetto stato eliminato. Tuttavia, il
pensiero di Schiller dialettico nella misura in cui in esso
i fenomeni vengono definiti L'D,no sulla base ell'altto
-
sulla base delle ioro situazioni, di ci che li circonda, de-
gli impulsi che essi mirano a vincere. Pe,- Schiller, ricor-
dirrr-tolo, gli impulsi contastanti, che devono essere suPe
Iati e messi da parte, il Stoftrieb e il Fornttieb, eraro an'
cora relativamente simmetrici, cosicch la loro risoluzione
avrebbe potuto ancora assumere forme armoniose E se
in un periodo successivo dello sviluppo socio-economico
qr,resti impulsi avesseto cessato di conrobilauciarsi 1'uno
con l'alno? E se 1o scl.riacciantc preclominio di uno, o la
loro mntua tiotganrzzazione ilr qualcosa di gran lunga pir
lllosttuoso ed oppressivo, comunicasse la propra defor-
mit allo stesso movimer.to che cerca la liberazione dal-
I'impulso, potrebbero gli impulsi svilupparsi in modo ine-
guale, come muscoli alle prese con un ostacolo ir.reguale?
Negli anni Venti, ci che Schillcr ha chiantto Foutt'
trieb, avcvtt guadagnato un {ortissimo vantaggio sul suo
antagonista, Io Stoftrieb, nella'smanizz'azionc graduale
clella natura e nell'organizzazione del sistema di mercato
Poco a poco, nell'epoca commerciale, questioni di questo
genere sono scompatse ed hanno ccduto il posto alle
merci, che sono fotme intellettuali, o le forme delle soddi
sfazioni ntellettualizzate. Y ale a dire che, nell'epoca della
merce, il bisogno come impulso meramente materiale e fisico
(come clualcosa di < naturale r>) ha lasciato il posto ad unl
stuttura di stimoli artificiali, di desicleri artificili, tali che
ron pi possibile separare il vero dal falso, il primatio
dal superfluo.
Ecco perch il Sumealismo si presenta innanzittltto e
soprattutto come teazione cono ci che intellettualizzato,
32
ANDr BH,roN, Ma"lcstcs d stln'dlivxc (Priy:', 1-9rr9), r. 110.
'
\f..rtl .1 I .t'\'.'.' t , rr 2\ 2J.
11,2
Ir3
contto la logica, nel pi ampio senso del termine, com-
prendendo in essa non solo la razionalit filosofica, na an-
che l'<< intetesse )> cos come viene concepito dal senso co-
mune, del mondo alTaristico borghese, e, da ultimo, lo
stesso principio della realt. L'immagine suffealista rappre-
senta, pertaDto, uno sfotzo convulso che vuole frantumare
le forme merci{cate dell'universo oggettivo con lo sca-
gliarle, con forza, I'una conro I'altla: <{ Et suftout, beau
comme la rencontte fortuite sur une tabie de dissection
d'une n.rachine coudre et d'un parapluiel >>; la definizione
di Reverdy dell'in.rmagine colrre interconnessione
totzata e
arbitraria di <lue realt il pi possibile distanti e irelate,
che i suuealisti adoperano per autodefinirsi, notevol-
mente vicina alla concezione schilleriana secondo cui la li
ber emerge dalla neutralizzazione clegli impulsi oppres-
sivi
-
solo cl.re in questo caso l'inpulso clerivante da un
mondo mercificato si ritorce contro se stesso e Ie sue con-
madclizioni interne diventano il tnotore della sua auto di-
struzione.
Ma la loro teoria della narrazione che illusta in
modo pir sorPrendente come i Surrealisti si proponga-
no di ;idestare l'ottuso mondo esterno che ci circonda:
Breton, inlatti, odia il romauzo e sostiene che la descti-
zione, obbligatoria in questa forma letteraria, dell'ambiente
frsico la pi vile resa al principio della realt, poicl.r in
esso viene scambiato pet l'Essere stesso quello che il
livello resnittivamente
percettivo delle cose, cui conispolde
il livello pir supcrficiale clella nostra coscienzn ln altre
parole, ci che maggiormente
ilrteressante nel mondo
fisico in cui ci muoviamo
(e le grandi < passeggiate sur-
realiste >> di L'Arxout t'ott
e di Le Paisart de Patis sono
1 per ricordarci con quanta passione i s"rruealisti abbiano
amato le stracle reali di ?arigi) non l'arcl.ritettuta
pitto'
tesca, ma le bizzarre giustapposizioni e gli avvenimenti
ed oggetti sani e fortuiti clella citt vivetrte Tutto que-
sto ron solo permette I'iclentificazione
psic.rlca, l,]']a serve
1.1.4
da pretesto alla liberazione di un'energia
psichica altri-
menti rePressa.
Breton, infatti, come Freud, concepisce 1a psiche come
una fantasia ininterrotta e senza fine che si spinge olte
la superficie dell'abitudinaria
vita conscia, come una melo-
dia interminabile,
o un < motmotio inesauribile >' il cui
flusso, a livello verbale, viene regolato con la tecnica <.lella
scrittura automatica. precisamente il fatto che il roman-
zo riprocltrca \a discotttittuit della vita conscia cl.re gli toglie
valore agli occhi dei surrealisti, i quali nirano alla ricostu-
zione <lella continuit originaria dello stesso inconscio
3a
Si
ttatta c1i un enunciato ser-za fine eno cui possiamo piombare
ir.r qualsiasi monrentoJ nel bel mezzo di qualsiasi attivit:
< Sto pet sedermi al rnio tavolo, la voce del mio inconscio
mi sta parlanclo cli un uomo che esce arrampicandosi
cla
.,n for."to, senza che io, peraltro, possa identificarlo' Se
insisto un po', tr.re ne d una rappresentazione
abbastanza
dettagliata: no, decisan.rente non 1o conosco Ma appet.ra mt
netto a tfascnvete tutto quesro, egli gi scompatso >
3s
Nella teoria {reudiana il contenuto manifesto o storia
in superficie del sogno non solo il travestimento di un
desiderio represso ed inconscio: ancl.re il tlavestmento
di una sua soddisfazione
fantastica, repressa ed inconscia'
Vi sono, pertanto, r.rella topologia della psiche non una'
ma tlue stotie, una conscia e l'altra soppressa Questa
no"
zione eLa cos impoitante
per Freud che egli per lungo
tcmpo
pens clre la fantasia inconscia fosse qualcosa di
- -,-l*"t'"
chc qudlsiasi anlisi
'eramenre
completa dclla prosa di
Drcro r,bbi.sere f.r..a s".o il
qc6'ro
Ji c esto:nprl'o a'h co"rirL'r'
Ncllr
.'r
L,-o'r
i flu.o Jell
'prrr-ro
-coriro cupot'ton orrt cctte
L"i.i..
,.,,*:*i.
e | ..', p o.os:/ oni dipr. Je-ri. rceetriraz oni el'bo-
,, ,
'.na 'inr'rr''.
incco n$o er' ro lr seqr' nre Ji enrrn'i'l': ma nn_
cle. e ioor,rullo, r'mc',d, I orrl.l'c loeica pi r p-olo Jr' a quJl'le ceporta
e Lurnvri ir.*isr t,t. Lo-r nuirJ Je' pcn.i.ro .orerra,,co. cui
-lr
c'pedrcnLr
r".t",i'i f".t. allusione e da cui vengono poftati inesotabilmcnre avantl
3s
Mnilestes th stalisne'
pp. 116117
115
eale: e da qui la teoria dell'atrazione per f infanzia che
proverebbero i nevrotici. A livello storico, difatti, egli oe-
dette fino all'ultimo all'assassinio reale e fisico del primo
padre da cui, secondo lui, ebbe origine la civilt. Tuttavia,
persino trattanclo della psiche individuale, anche quanclo
aveva abbandonato l'ipotesi dell'attrazione per l'infanzia
non smise mai di insistere sul suo valore drammatico o
narrativo di scaua; proprio come non smise di sottolinearc
la qualit essenzialmente figurativa del pensiero
jnconscio
o tegressivo. In altre parole, per Freud l'istinto o l'impulso
(Trieb) non esiste allo stato puro o fisico: tutti gli im
pulsi sono mediati da immagir.ri o fantasie, dal linguaggio,
cla quella che Freud chiama, cor.r una esptessione poco tra'
ducibile, <r Vorstellungsreprsentz >> o << den
'frieb
reprsen-
tierende Vorstellung >, vale a dire dalla << presentazione
rappresentazionale >>
3u.
questo il lirguaggio delf incor.rscio
che i surrealisti vogliono portare alla superficie.
cos cl.re qualche incontro fortuito con un oggetto
esterno ci << ricorda >> noi stessi pi di quasiasi cosa che
accacla nella impoverita esistenza del nostro voere conscio.
Infatti, a uosta insaputa, gli oggetti che ci circondano
vivono una loro vita nelle nostre fantasie inconscie dove,
vibranti di mana o tab, di fascino sirnbolico o di repul-
sione, tappresentano le parole o i geroglifici dell'immenso
rebus del desiderio.
E quello che accade pet le cose
-
per la < dcsct'i
2lqns >
-
accade con le persone, con i < personaggi >> cli
quella che potrebbe essere la storia pir genuina che rac-
contiamo a noi stessi, na, imtece, molto spesso una ar
ticolazione vuota, tazionalmente censurataj degli stereot(ri
immaginativi piL convenzionali: << il carattete circostanziato
3
Vedi PnuL RICoEUR, Dc l'tutetrrtatior: Essai sur Frcud, Patiel,
1965, pp. 120-l5li vedi inoltre J. L^?r-^NcHE e J.B- PoN^Ls, < Fanrasmc
originaire, fentasmes des or;sines, origine du fantasmc >, Tcnls n erns,
n. 215, Diceobrc 1961, pp. 18ll-1868.
116
c inutilnente dettagiato di ciascuna osservaz.ione [dei ro,
rlanzieri convenzionail mi fa pensare che vogliano divet-
tirsi alle mie spalle. Non ni risparmiata nessuna delle
loro esitazioni nel descrivere un personaggio: sar biondo,
che nome avr, lo vedremo per la prima volta d'estate?
Cos molti ptoblemi vengono risolti ula prima volta e per
sempre in modo del tutto caslrale... >37. Peltanto il pri-
mo falso, e si potlebbe dire inautentico, impulso del ro-
nranziere di voler decidere, di voler determinare d'auto-
rit, una volta per tutte, i contorni e le caratteristiche dei
propri personaggi; come se nella vita reale le persone non
fossero per noi dei simboli inconsci che conducono nella
nosua fantasia na seconda vita di cui siamo consapevoli
solo gradatamente e parzialmente; come se f interesse della
nartazLone non consistesse nella lenta, autonoma, trasfor
mazjone dei personaggi secondo la loro logica interna clavalrti
ai nostri occhi, rendendo il processo narrativo simile ad
una specie di mecitazione interiore e non certo ad un co-
muliicato stampa. Cos si spiega la posizione privilegiata
che, t:a i sumeelisti, detiene Lautramont, nelle cui opere
il lettote pu sotprendere la stessa emetgenza di imma-
gini, fantasie, personaggi, dal vuoto oziare dello stato cor'-
scio, dove il soggetto del libro
-
nel modo pi concreto
possibile
-
la sua stessa elaborazione, i suoi errori, le
sue esitazioni, l'improvviso squarcio di lunghi periodi di
automatismo o continuit psichica e nalrativa. Ci che
Breton dice del personaggio di Matil<1a in The Iank <lt
Ler.vis
-
<< la cLeatura pi emozionante di cui si possa {ar
credito a questa otna
figuratioa
in letteratura ... non un
personaggio, ma una tentazione continua >>
38
ancora pir
valido per le filrzioni di Lautramont che sono cos chiara'
mente enetgia, in cui le categorie conscie di soggetto ecl og-
getto sol-ro cos essenzialmente dissolte o ascese, clle cos
3
Marlcstes .lL su ali la, p. 15.
33
ltluxlcstcs tu stttalisnc, p.25.
rI7
li
tangibilmente corispondono al << Vorstellungsreprsentenz )>
di Freud.
Tuttavia, ilsistere slr questo termine di Breton che
corrisponde sia all'uso freudiano, sia al nosto vocabolario
ermeneutico, uon vuol dire che per il surrealismo un in-
treccio genuino, una narrazione genuina, sia quella che pu
rappreser.tare \a
figura
del Desiderio; e questo non solo
perch in senso freudiano il desiderio puramente fisiologico
iraccessibile come tale alla coscieuza, ma anche petcl.r
nel contesto socio-economico il desiderio genuino rischia
di dissolversi e perdersi nella vasta rete di pseudosoddisfa-
zioni ofierte dal sisten.ra del nlercato. In quel senso il de-
siderio la forma assunta dalla libert nel nuovo ambiente
comnerciale, da una ljbett che non comprendiamo neppure
cli aver perso, a meno che non la pensiamo non solo come
soddis{acimento ma at.rchc come risveglio del Desiderio in
generale.
Questo
concetto di figurazione spiega l'elletto esaltan-
te e liberatorio della pratica surcalista. In alre parole,
po.sicrno ossc'vire che. cotlttlriltncnte a qrlxnto si suopo-
ne, la scrittuta automatica include un momento riflessivo,
una dimensione di auto-coscienza: pcrci Breton condanna
< quelli cui basta sctivere una pagina dietro l'altra senza
prendersi il disturbo di osservare quello c,e in quei mo-
nento sta succedendo denro di lslo
-
e55e1ds insieme pi
lacile cogliere e pi interessante contemplare questa au-
to-coscier-za, che non l'ordinaria scLittura conscia >>
3e.
Que-
sta dimensione riflessiva di testi apparefltemel]te iriflessivi
e putamente automatici spiega f incerta posizioue clel sur-
realismo storico da u punto cli vista puramente lettera-
rio: in s, questi testi sono circoscritti e contingenti; i loro
efietti dipendono certo da ci cl.re accidentamente ci at-
trae e colpisce la l]ostra fantasia. Solo quanclo vengono con-
siderati come esenPi del surealismo riassumoro i colori vi-
3c
La:1ilerlet du saridlistttt,
p. 116
118
vaci della loro origine. Vale a dire, se Jo preferite, che il
Surrealismo consiste piii in un'esperienza liberarice che in
testi efiettivi. Bteton stesso la pensava cos quando esclu-
deva i cosicldetti << deviazionist di destra >>, quei surrealisti
che si abbanclonavano ai valori << suPetioli >> dell'atte e della
produzione di un oggetto d'arte. Ma noi possiamo spin-
gerci olre: in{atti l'amplian.reuto quasi fisico del nostro
essere, che qnest'idea ha prodotto
-
analoga in questo,
come nelle sue cause, alle pagine pi esuberanti di \lhitman
o Hart Crane
,
l'esatto coffelativo dell'aereizzazione del
testo ad opeta di quel significato figulativo, o geaenlizza'
zione, che ne alle basi. Perci, nei cataloghi di \Vhitman
gli elementi singoli 6niti si libralro sullo sfondo del gene-
rale, o, meglio, dell'universale, di cui sot.to simboli. Per'
rlnro, ncl surreali.mo opcrr un processo ermencutico in
cui il Desiderio oltrepassa tutti i desideri individuali e li
mitati di un sistema associativo singolo, in cui la Libert
sentimento ed istinto che oltepassa 1e libert pi li-
mitate e contingenti di immagine e linguaggio. Siamo abi-
tuati, in quest'epoca, a fetlcizzarc il concreto, che di solito
identifichiamo col particolare; tuttvia gli efietti qui dimo-
strano, al contrario, che il particolare pu rappresentare
in ccrte occasioni una schiavitr, e che, in queste occa-
sioni, ploplio I'astazione a doverci liberare. Perci,
cl.riunclue parli del surealismo come di una meditazione
suile figure del Desiclelio, sta anche, con ci, descrivendo
una tccnica per la liberazione della soggettivit dal desi-
dero singolo e limitato
-
da1 desiderio che < solo quel-
lo >> e quindi rinuncia degli altri desideri
-
una tecnica
per il soddisfacimentor attraverso questa rinuncia, di tutti
i desidcri, del Desi<lerio come forza.
Questo
lruovo soddisfacin.rento cl.rc Schiller, pensando
allo srato di naturl, chiama beatitudine, reso taeglio, nel-
la versione sulrealista, dalla parola mistero. Di atto, 1o
sttus er due termini nei due sistemi analogo, e nel
surtealisrao v' anche qualcosa di quella sovraPposzione
119
I
clella clualit cl.re avcvatlo trovrto trellfl descrizior.re schillc-
riana dello stato di natuia; c ci avviene per gli stessi mo'
tivi. Infatti il sentimento del mistero altro non che un
segno del fggiungirertlo Jel rrrrro cgognato 3rrpirlnenlo
dei nostri esseri, dell'awenuta liberazione dal peso oppres-
sivo del principio della reat; un segno dclla trasforna-
zione repentina di qualit che la vita ha ancora una volta
operato ritrovando le sue ragioni d'esistenza originarie.
Se vogliamo aggiungere qualcosa di pi su questo valore
relativamente inefiabile, dobbiamo ricorrere ad una tefn-ri-
nologia pi precisa, o pe omeno pir articolata; e r questo
punto i surrealisti si sono serviti delle parole abitualmentc
usate per descrivere le esperienze privilegiate da cui pi
{requentemente spira il senso del mistero: afilore, sogllo,
riso, scrittura automatica, infanzia. Tali parole, cotaunque,
descrivono le condizioni esterne, le situazioni essenziali del
principio del piacere, e non la qualit di quel principio.
Col dire questo si allerma anche che il Surrealisn.ro,
come teoria e come pratica, collsetva per noi quella bruciaflte
artualit che aveva ai suoi tenpi? La risposta contenuta
lella domanda: infatti la teoria resta attuale mentre la
pratica non lo pir. Il motivo nor va ricercato solo nellc
contraddizioni interne, sopra descritte, ra testo ed idea;
esse sono profondamente radicate nelle stesse condiziot.ti
storiche, e fotse possono venite conprese treglio ripcn-
sando alla natura delle immagini che assocjamo al Surrea-
lismo; e non tanto le immagini, quanto gli oggetti nrateriali
-
pezzi di rifiuti mistetiosi, r.ttefatti inesplicabli cl.rc
sembrano latori di qualcl.re messaggio nascosto, insegne che
si accendono dli negozi mentre si passa come una coinci
denza miracolosa o un preslgio appcna mascherato, melo-
dramtri di serie B irl cinema a buon mercato, le vetrinc
dei sottopassaggi, smcntate or1r.ai cla lunilo tempo
-,
la
Ilora e la fauna della citt, il cLri valore en.rblenatico
sottolineato dalla loro presenza fotogranca, inscrite nel te-
sto dei libri, come se fosse lccessario presentarle al lct-
r20
torc con una tlensit extra-verbale, ur-r cSrozieute di lealt
trngibile che da solo dia loro l'opacit dell'oggetto di so-
g11o, permetta loro di resistere alla fragilit verbalc e al-
f impoverinento dei prorocolli del sogno.
Questi
oggetti
-
luoghi dell'occasione oggettiva o
dela rivelazione pteternaturale
-
sono imnediatamente
iclentificabili, per noi, come prodotti di una economia non
ancora completamente industrializzata e capillarizzata. Va-
lc a dire che le origini umane dei prodotti di questo pe-
riodo
-
la loro relazione con il lavoro che le ha pro-
dotte
-
ancora visibile; nella loro ptoduzione essi mo-
stfano ancora acce di un'organizzazione del lavoro artigia-
nale, e la loro distribuzione ancora per 1o pir garantita da
una rete di piccoli negozianti. l,a pubblicit, nella clin.ren-
sioqe che ci cos familiare, ancota scarsamente sviluppa-
ta; gli stessi carlelloni, sra le a/fiche,l'uon.ro sandwich del-
I'U/lsse, che il rozzo afiresco su di una parete vuota che
costitu il prino approccio di Gerrude Stein al segreto
1're.tigio
dci dipi. ri ed olio ' pos\o'ro ancor. escrcir!rc
un loro fascino. E cos, ci che ptepara questi prodotti a
ricevere l'assalto di enelgia psichica cl.re caratterizza il modo
cl.re ebbero i sutrealisti di adopcrarli, proprio quel semi-
abbozzato e non canceliato marchio del lavoro umano, del
llc\ro
urnrno che in loro: es.i sono arcora
fc5li
conpe-
lati, non ancora separati completamcnte dalla soggettivit
e perci sono, potenzjalnente, altrettanto n-risreriosi cd
espressr'i quanto il corpo umano.
Per lo stesso motivo, restano legati indissolubilner.rte
arl una fase deterninata <lel nostto sviluppo socio-econo'
mico.
Questo
pu veoire compreso pi chiaramente da
chi gtrarda inclieto a quella fase, gi completata e dive-
nuta stotia, con una nostalgia che quella della peri
feria per la citt radizionale che sta estinguendosi. Bte-
ton non sembra essetsi teso conto di quanto la stessa possi
bilit dell'imnagine surrealista fosse storicatnente condizio-
nata, pLu esscndo stato consapevole del carattere storico
L.
121,
della sua nateria prima: << Il meraviglioso r> egli af{elna
< non identico in tutti i momenti della storia; partecipa
di una specie di rivelazione generale di cui ci viene tra-
mandato solo il dettaglio: le rouine romantiche, il moderno
maxichino, od ogni alro simbolo atto a eccitate, in un
certo tempo, la sensibilit umana.,. r>40. Il manichino: au-
tentico emblema della sensibilit di un'intera epoca, totem
supremo della ttasformazione sunealista della vita
-
in
esso il corpo umano diviene come un prodotto; dove la
tormentata consapevolezza di un'alffa presenza, come nel
terrore dello sguardo tiste cot.r cui gli occl.ri di bambola
si puntano su di noi, la segreta premonizione di una
voce senza vita che ci interpella, rafiigutano emblematica-
mente la scoperta surealista delle ptopriet degli oggetti che
ci circondano. Dobbiamo solo giustapporre il manichjno
come simbolo, agli oggetti fotografici della pop art, al btt-
rattolo della Carnpbell Soup, alle rafigutazioni di Maril.vn
Monroe, o alle ctrriosit visive della op art; bastano al-
cune sostituzioni: al posto dell'ambiente dei piccoli labo-
ratorj e dei banchi dei negozi, l posto del marcb 6us
puces e elle bancatelle nelle strade, mettiamo le stazioni
cli rifornimento lungo le supersrade americane, le lucenti
fotografie dei grandi )ag,azz.rni, o il paradiso di cellophane
cli un drugstore ameicano, e capiremo clre gli oggetti clel
Surrealismo sono spariti senza lasciate accia. Da allora, in
quello che noi chiamiamo capitalismo postindustriale, i pro-
clotti che ci circondano sono del tutto privi di pro{ondit:
il loro contenuto di plastica totalmente incapace di fare
dl conduttore di energia psichica. fin dalf inizio pte-
cusa Ja possibilit cli investire quegli oggetti di libidine,
e possiamo solo chiederci, dando per scontato che sia vero
che il nostro universo non riesce a fornire nessun < sim-
bolo atto commuovere la sensibilit umana )>, se non
siamo in presenza di una rasforn.razione culturale di pro-
aa
Itnitestes tlu surralivuc, p. 26.
122
Forzioni
notevoli, di una ft'attura stodca di un tipo asso-
1,. t"
'-^"
t- i.""hrfai^
suficiente dcortere
-
non tanto colne ad un con-
cetto pier.amente sviluppato, quanto come ad un misteto e
ad un segnale che ci toviamo davanti ad un problen.ra da
esplorare
-
a quel vecchio vocabolario della natura che
era ancora quello di Schiller, per accotgersi de1la pottata
della tasfornazione gi compiuta. Infatti, non qui in
questione proprio la definitiva e totale umanizzazione del
n.rondo, la definitiva liquidazione delle ultin.re sacche di tina
sopravvissuta e antiquata econo[ria << natutale >
-
si pensi
a certe forme di agricoltura
-,
la subordinazione di tuttc
le forme di produzione al sistema di mercato, con le sue
centlalizzazioni tramite canputcr e la sua standardizzazione
obbligatoria?
Questo
non forse il seglro dello stabilitsi
definitivo del regno di ci cl.re puramente umano, del-
1'antinatura, sulla terra? In questa luce, il romanticismo
dei surrealisti diventa pir comprensibile, perch la loro
nJLurx er Iir cirt stessa, a cui es.i si a.taccavao con
rurto if profondo desiderio che i romantici
l)rovavino
pcr
il paesaggio: e sono riusciti a farlo, per ironia clela sorte,
solo perch l'economia francese di quel periodo avcva in
s elementi renogradl ed arcaici e si presentava con alcune
vestigia del naturale. Comur.que, ota, la stessa memoria
<lella natura che sembra essere minacciata dall'estinzione.
2.
L'aoc, ccllc qui ne par:le pas! I'airic, ayant lc
mme gel Mnmosyne qu; ne prle jmaisl
lille coute, elle consiclre.
Elle ressent (tant Ic sns intrieur de I'esprit),
| :re, s npl-, inriohLrlcl c lo
Elle est 1e poids spiritcl. Elle cst le frpDoft
exprim par un chifire trs beau. Elle est
posc d'une mAnirc qui est incfiable
Sur le pouls mme de l'Etrc.
PAUI Ct^uDEr-, Cit14 Lralles odes
in questo contesto che risalta maggiormente l'origi-
123
nalit della ritlessione e degli scrirti di Helbert Marcusc: in-
fatti la sua opera, che assun.re la forma di un commentario a
IJegel c Marx, a Freud e Schiller, un ripensan.rento di
questi sistemi e delle loro consegLrenze alla luce dell'am-
biente socio-economico completan-rente tinnovato tipico del
capitalismo postindLrstriale che si afferma dalla fine dellr
Seconda Guetra. Nel nuovo ambiente la possibilit, per la
prima volta nella storia del mondo, di eliminare povert
e fame definitivamente procede di pari passo con la pos,
sibilit tecnica di un conrollo senza pari e di una olga-
tttz,zazione totale della sfera dclla vira sociale. N lo svi
luppo tecnologico, r.r cluello politico sono completi: in,
fatti le utopie puramente scier.rtifiche del cibo tratto dal
mare e del govetno mondiale suonano false, melrtte, nello
stesso tenpor le vecchie analisi di classe non sembrano pir
applicabili ad una situazione in cui non vi sono pir < agcn-
ti > visibili del processo stofico e la classe lavorarice sem-
bra assimilata nei suoi valori e nella sua politica alla bor-
ghesia, menre l'< lite del potere )>, se paragonata ai vcccl.ri
tipi di classi dominanti, spesso sembra tanto una pedina
quanto una padrona delle enormi forze a sua disposizione.
Abbonclanza e conrollo totaler questo il contesto pa-
tadossale entro cui Marcuse si prepara a ripensare Freud
e Matx, a rivxlutare quclla opposzione classica tra felicir
individuale ed otganizzazione sociale di cui entrambi si sono
occupati. IDfatti le sue riflessior.ri culturali possono essere
considerate un ironico rovesciamento di quelle di Freud chc
postulatro, ne Il d.isagict della ciuilt, un'interdipendenza
inevitabile e ireversbile tra progresso nell'evoluzionc della
societ e infelicit nella psiche repressa clell'ir.rdividuo, trx
autor.regazionc individuale e diversione dell'energia psichica
per fini collettvi. Per Marcuse, che si colloca sull'atro ver-
sante clel grande spartiacque del capitalismo postindustfiale,
le cose non sono pi le stesse, e sono proprio l'aumentata
libert sessuale, I'accrescimento dell'abbondanza e del consu-
no materiale, il pi libero accesso alla cultura, le migliori
abitazioni, il pir ampio accesso ai benefici delf isruzione,
per non parlarc della rapiclit degli spostamenti, che ac-
compagnano Ia crescente manipolazione c le piii sofisticate
forme di conrollo del pensiero, il crescente svilimenro
della vita spirituale ed intellettuale, la degradazione e disu-
marizzazrone dell'esistenza. Avviene cos che, pir felici
siamo, pi sicuramente scivoliamo, senza rtemmeno ten,
dercene conto, nel potere del sistena socio-economico.
Qucsto
aspetto del pensiero cli Marcuse ha dato nuovr
attualit all'antico dibattito platonico sulla ratura del bene:
infatti la sua analisi solleva propr:io il problema della fe-
licit, e ci obbliga a chicderci se le persone possano sapcrc
che sia il proprio bene e se il bene sociale possa essere con,
siderato tale in base ad ur. sentime[to soggettivo di soclcli
sfaci.ento in un mondo in cui il lavaggio del ccrvello c
la manipolazione meccanismo quotidiano. Nel medesimcr
tertpo, i suoi libri sono stati bcrsaglio della classica pole
mica contro la poca cedibilit del monarca filosofo o del-
l'elte Josofica che, in assenza di una concezione popolarc
su cui fare affidamento, dovrcbbero proferire i giudizi defi-
rritivi sLrllr nrrurr,rcl benc socill..
Mi sembra, comunque, che il problerna vada rovesciato
e che l'unitariet di fondo delle opere di Matcuse e la
spinrl e h pelsursione chc c.se csercitlno possano renir.e
comprese meglio se si rovesciano queste priorit concettuali
e si assume come tema fondamentale non tanto la felicit,
quanto piuttosto la natura del tegatiuo. Infatti, ci hanno
di conune tanto la sua discussione sulla dinamica degli
istinti di Freud e la sua dottrina sociologica, nel suo deri-
vre e staccafsi da Marx, quanto la sua posizione tattica
espressa ne La Tolleranza Repressiua e itt Un Saggio sulLa
I-iberazione, la nozione della perdita, da parte della so-
ciet dei consumi e dell'abbondanza, dell'esperienza del
negativo in tutte le sue {orme: di quel negativo che solo
ricsce in definitiva a dar frutto sia dal punto di vista
cnlturale che individuale, essendo il plocesso de1la nega-
125
zione il passaggio obbligatorio per il raggiungimento di
ur eciqterza gcrtuinartt.trlc utnlttl.
Vista cos, la rclazione tLa Mrrcusc da un lato e Adorno
e la Scuola di Franco{orte clall'altro dviene relazione ta pra-
tica e teoria. Infatti, mentre Adorlro ha abbozzato la tcoria
del negativo o del pensiero cririco (o della 'diaiettica nega-
tiva '), mentrc nei suoi saggi sulla letteratrLra o la filosofia o
la n.rusica hc esaninato gli elletti delf indebolinento del nc-
gativo sulla sovLastruttuta) le opere di Matcuse possono
essere viste come ricerche sull'infrastuttura psicologica c
socio-economlca della stessa massiccia trasformazione storica.
A tutti i livelli della vita modetna
-
siano essi il livello
politico o psicologico, dell'azione o della contemplazione,
sorlo operanti le medesime circostanze. Lo sviluppo di base,
alla cui luce tutta la teoria freudjana deve venire Lipensata,
il crollo della faraiglia e la scompatsa della figura autorita-
ria del padre, vale a dire il crollo della oppressione a livelo
della cellula faniliare. Con questa liberalizzaziolre, il com-
plesso di Edipo e il superega vengoiro grandemente indebo-
liti, cosicch all'individuo, appatentenente liberato, viene
negato I'accesso a quella definita individualit psichica che
un tempo gli era oflerto dalla rivolta conro il pade. L'ego
dell'uomo moderno << si risretto in tale misura che i
n.rultiformi processi antagonistici tra id, ego e superego
non possono pi assumere la loro lotma classica...
Quella
cl.re era la dinamica originaria si trasformata in statica:
le interazioni tra ego, supelego, ed id si congelano in
reaziot.ri automatiche. La corporalizzazione del superego
accompagData dalla corporalizzazione dell'ego, cl.re si mani-
festa in tratti e gesti congelati, esibiti nella cor.rvenzone
delle ore e de1le occasioni. La cot.rsapevolezza) se[lpre me-
no dotata di autonoroia, viene ridotta al compito di coor-
dir.rare l'individuale con f insicme >al. A11o stesso modo,
a livello sociale, il peso manifesto della repressior.re socie-
taria e della sublinazione forzata vienc allontanato: le vec-
cl.re costrizioni, cafatteristiche del periodo << dell'accumu-
lazione primitiva del capitale psichico >, hanno lasciato il
posto alla << clesublimazione repressiva >>, in cui la societ
Jell'abbonJrzr .es'u;lc incoraggia un, scopena. ma specia-
lizzata, attivit sessuale cone un fezzo per ridurre il mar-
gine dell'infelicit conscia enmo il sistena, per precludere
Ia strada all'insoddisfazione consca del sistema, compen-
sando cos il crescente impoverimento emozionale e libidico
di quanto ci circonda. Abbiamo desuitto il fenomeno
poco fa.
A livello politico, l'allontanamento del diritto alla ri-
volta conro il padre ha come comispettivo la scomparsa di
qualsiasi possibilit di negare il sistema. L'alfievolirsi della
lotta di classe, I'assimilazione de1le classi lavoratici alla
botghesia, la condizione oggettiva che produce questa
neuttahzzazioae universale; e con la difusione dei mass
nedia, lo stesso co[tenuto dei gesti di rivolta viene svuotato
attfaverso la << sovraesposizione >> cui li sottopone il nezzo
televisivo. In questo senso, si pu <lire che la tolleranza
nela nostra societ davvero repressiva percl.r d i mczzi
per sviiire le idee piii sowersive e pi pericolose: non la
censura, ma la trasformazione in moda, il metodo pir efi-
cace per distttiggete un novimento potenzialmente perico-
Ioso o lnr pclsonalir rivolLrzionafiir.
L'attenuazione del complesso edpico, la scomparsa della
lotta di classe, la svalutazione della rivolta che viene ridotta
al valore cl'rLna specie di divertimento: queste sono le forme
assunte dalla scompatsa del negativo nella societ del benes-
sere e del capitalismo postindustriale. In questa situazione, il
con.rpito del filosofo consiste nel ridar vita all'idea di negazio-
ne che si quasi estinta nella sottomissione universale a ci
che csiste, e che, assienle ai concetti di natura e di libert,
stata repressa e occultata clal principio della realt. Marcuse
fotmula questo compito in tennini di rinascita dell'impulso
4r
IIERrrriRr N{^Rcustr, Ftos .,d Cioilifrtioit, Ncw York, 195t, pp. 90,
93.94.
126
r27
rl
utopico. Infatti, mentre nella vecchia societ (quclla del
l'analiri mar>,iarra cll'sicrr il pensicto utopic.r rapl)rc\entava
una diversione dell'energia rivoluzionaria verso frivoli aclem-
piraenti dei desideri e soddisfazioni immagilrarie, nella no'
stLa epoca il concetto di Utopia ha subito ur rovcsciamento
dialettico. Ora il pensiero .< pratico > che rappresents
ovlnque una capitolazionc al sistena ed una testimoniar-rza
.lel t,.'o porete di rrr'formlrc persino isuoi rvvers,r'i itr
sue immagini speculari. L'idea uropica, al conuatio, man-
tiene in vita a possibilit di un nondo qualirativamentc
clistinto da questo ccl assume la forma cli una lecisa nega-
zione di turto ci cl.re .
Possiamo, perci, dire che per Marcuse
jl
cor.rcetto di
Utog,ir.
..
il tcnrarivo di abbozzlre un.r cosfrzione LcoricJ
clella cultuta al cli l del principio del rendimento >>
42,
che assorbe e sostituisce la funziot-re che aveva l'atte pel
Schiller e i surrealisti, rappresentando la nuova veLsione del-
I'ermeneutica della libert. In{atti, il pensiero utopico unifca
e trascende gli impulsi artistico e filosofico: filosofia divc-
nuta concfela, arte che ha per oggetto uon prodotti e lnvori,
ma la vita. L'impulso clella fantasia, l'unico in cui il prin
cipio del piacere resti puro e non rePtesso, ora nega l'esi-
stenza del mondo rcalc, del mondo < realistico >, e gli prc-
pua cos un fututo. h.rfatti Adorno aveva din.ostrato, alh
sua manieta, che r.rella nosta cpoca le produzioni d'opere
cl'aLte sono corrose, minate dalle contaddizioni interne del
potefe e che gli oggetti prodotti vengono subito assorbiti
r.rell'immensit di ci che . Ora Marcuse vede nella nuova
sensibilit e nella nuova politica sessuale uno spazio cl'utiliz-
zazione dell'impulso artistico veLso la creazione di un nuovo
stile di vita, vetso una concteta entrata
jn
rziolre dell'im
pulso utopico.
Ma i limiti politici della nuova sensibilit sono ittsiti
Q
lints dt Cirlzttior, r. I:ll.
128
nella stessa nozione di ermeneutica: le sue implicazioni po-
litiche risaltano chiaramente solo se la si considera una prova
generale dell'Utopia, un precorrimento della concreta e de-
finitiva liberazione sociale. Le libert immediate e contin-
genti del nuovo stile di vita devono dunque {unzionare come
liytc
Jellt Liberti: c \cnra qucsro movirrreruo c.rratreri
stico dal particolare al genetale, dall'esperienza individuale
a quella liberazionc univelsale ir.r vista delh quale l'espe
rienza si compie, essc rappresentano solo la natcosi indi
viduale, una salvezza solitaria in un naufragio gcncralc.
Ora, irfatri, noi sianro in condizioni migliori per risolvcre
il problema tradizionale della libert pLecedentenente sol
levato; infatti, solo quando la felicit individuale
-
il
soddisfacimento soggettivo non positiva (nel scnso
dclla saziet definitiva indotta dalla societ dei consumi)
m^ ncgdtiua, e rappresenta un rifiuto simbolico cli tutto
ci cl.re la socict oflre, allora quella felicit pu riacqui-
stare il suo diritto d'esscre pensata comc misura cd am-
plia mcn ro delle possibilitl umane.
Questa
descrizione, comunqlre, nou esautisce I'opela di
Marcuse. Infatti mentre egli sviluppa il concetto clella nc-
cessit vitale del pensiero utopico, pone anche le basi per Ja
possibilit di tale pensiero. Mente cio sviluppa una nuovr
ermencutica, stabilisce anche le condizioni d'esistcnza dclla
attivit ermeneutica in generale.
Questa
fondazione teorica
assume la forma di una valorizzazione. quasi platonica, dela
memotia, dell'anamnesi, nell'esistenza umana. Infatri, lon
esagerato dire che Mnemosyne occupa, nel pensiero c1i
Marcuse, una posizione enblematica e mitopoetica simile a
quell assunta dalle deit Eros e Thanatos nella netapsi
cologia dell'ultimo Freud.
Si lrr o;r'rlicrrc il v.rlor,.
frr.tzionelc
J.lh rncrrrorir d.rl
fatto che per Freud essa la sorgente cle1 pensielo conscio,
essendo quest'ultimo << solo una stacla pi lunga che porta
dal ricordo della gratificazione ... alla idcntica catessi dcllo
stcsso ricorclo, che deve venire flncora una volta laggiunta
729
attraverso la stada della esperienza tnototia >>43. Sulla base
del carattere diagnostico di molti degli scitti di Freud, sa-
remmo portati a considerare la memoria ir.r termini di
sofferenza, in termini di ttauma, menre in realt la fun-
zione primaria della memoria d'essere al servizio del
principio del piacere. < La meraotia della gratificazione >>
ci dice Marcuse << all'origine di tutto il pensiero, e l'im'
pulso a riconquistare una gratificazione passata l'impulso
sottetraneo che sostiene il processo del peusiero >
oo.
Ora diventa chiara l'origine del pensiero utopico. In-
fatti la memoria che {a da mediatore tra 'interno e
I'esterno, tra lo psicologico e il politico. proprio perch
all'inizio della vita abbamo conosciuto una pienezza di gra-
tificazione psichica. perchc rbbirmo cono.cjuto un LemPo
precedente a Lutte le rcpressiotti. un telnPo in cui, colnc
nella natura di Schiller, le specializzazioni elaborate dalla
successiva, e piir sofisticata, consapevolezza, erano ancol
di 1 da venire, un tempo che precede la separazione clel
soggetto dall'oggetto, che la rrremoria, anche l'inconscia ed
oscurata memoda
(nella psiche individuale) di quel paradiso
prestorico, pu adempiere al suo ruolo terapeutico, epistemo-
logico e persino politico: il suo << valote di verit consiste
nella sua specifica funzione di conservate promesse e poten-
zialit che I'inclividr-ro civtltzzato e n:atuto radisce e pet-
sino brndisce, ma che in un suo
Passalo
o'curo. mri ir-
teran-ente dimenticato, etano state realtzzate r>
as.
L'energia
prinlaria dell'attivit rivoluzionaria deriva da questa me-
noria della felicit prestorica che il singolo pi'L riguada-
gnare solo esternandola, solo ripristinandola per la societ
come inteto. La perdita o la repressione del senso genuino
di concetti come libert e desiderio assume, perci, la forma
di una specie di amnesia, di un intorpidimento che con-
cluce all'oblio; fenotreno che l'attivit ermeneutica, la sti-
molazione della memoria come negazione del clui ed ora,
cone proiezione dell'Utopia, ha il compito di dissipare
per restituirci Ia chiatezza e Ia forza dei nosri impulsi
c desideri pi vitali.
La teoria della nemoria, infatti, forr.risce un'inaspettata
giustificazione teoretica a n.rodelli sociali a pr:iori del tipo cli
quello di Schiller: tanto che possiamo asserire che quel suo
tagionamento apparentemente insostenibile , adesso come
allora, il avestimento concettuale assunto dalla llremoria,
quasi come se i filosofi del diciottesimo secolo potessero riu-
scire a teiuventare la verit psicologica della esistenza indi-
viduale solo immaginandosi nell'atto di dedune, via ragione,
le caratteristiche <1e11o stato storico di natura e della so-
ciet unana originaria in gencrale. Pertanto, ci che appa-
riva comc la cosa pi astratta risulta essee concteta ad
rin livello completamente diverso, e la famosa frase di
Schiller sugli oggcLri Ji narur:r acqui<ta una nuova. pro-
fonda risonanza: << Essi sozo quello che noi eraaamo; essi
sono ci che dovremo di nuovo diocnire. Noi eravamo
Natura proprio come lo sono loro, e la nostra cultura
dcve riportarci alla Natura athaverso il sentiero della Ra-
gione e della Libert. Essi, perci, rappresentano la nostra
infanzia perduta, quella ci sar sempre la pi cara; per
questo rnotivo ci liempiono di vaga tistezza, Ma insieme
essi sono anche il simbolo del nostro raassimo completa-
urento possibile nella sfera deli'ICeale; e per questo nro-
tivo risvcgliano in noi la pi nobile esaltazione i>
a.
Ma
ci che Schiller ha scambiato per le origini ipotetiche del'
l'u:lanit, si svela un'interpretazione fuorviante, messa in
opeta dala ragione, della preistoria della psiche individuale.
La posizione di Marcuse rispetto a quella di Freud ha
molti punti in comune con la posizione di Schiller nei con-
fronti della filosofia citica kantiana.
Quest'rLltima
si era
a6
Pbilonrhi\tbe Schtilk ,
p.210.
131
aJ
Ci.rro in L,at and Citili a!nr, p.2'
a4
L,tos and Cil)ilization, p.29.
45
Etos ald Cilzatiotl, p. 18.
r30
r)
proposta di esaminale lc pre'concliziolri conccttuali di ci
che gi esiste, di formulare 1e condizioni necessarie chc
rendono possibilc 1'espelienza della percezione sensibilc,
cclla bellczza, del libero arbitrio. Anche Schiller, come al:
biamo visto, continua a cledurre delle condizioni di possi
bilit: ma queste sono orr le condizioni pregiudiziali di
uno stato non esistente, ma ipotetico. Schiller, in altre pa
role, vuole determinate come avrebbe dovuto cssete co
struita la psiche umana pcrch una personalit davvero li
bera ed armoniosa possl diventare un giorno una possibi
lit realc; mr fa parte cli qucsta argomentrzione ancle
l'alternativa logica che questa personalit non esista e non
possa mai esistere.
Allo stesso modo, ncntlc la teoria freudiana degli isrinti
setve a spiegare la suttura dei {enomeni nrenrali realnente
esistenti, dell'isteria, della nevrosi e della psicosi, I'uso che
Nlarcuse fa di quella teoria di starrpo pi speculativo ed
jpotetico:
infatti, egli vuole clescrivere lc condizioni di pos-
sibilit di una societ da cui sia elin.rinata ogni {orna di
opplessione c in ctii sia concepibile un'attivit lavorati
va che sia soddisfacente a livello di libido. Perci, per'
cscmpio, l'ingegnosa ipotesi c1i un << supel-ego materno >>
4i
serve a dimostrare che in un fututo utopico le pretese ap-
parentemente contaddittorie <.lel principio di piacere e di
alcune fornc di n.rotalitr sociale porebbeto venife atmo
nizzarc e giustificate clalla topologia clegi stessi istinti.
Senza dubbio, rimane senpre aperta la possibilit chc
questa societ sia impossibile: e questa ultim'alternativn,
che il modello a ptiori ci lascia aperta, proprio la fonte del
tcalismo di Marcuse, del suo insistente ripeterc che la sal-
vczza non allatto stoficafiente certa, che non ci troviamo
neanche in rrua situazione ptelivoluzionaria, pet non parlare
cli quclla tivoluzionalin, e che il sistena toralc potcbbc aLr-
cora riuscite a cancellarc del tuLto la mentoria del negativo
c, quindi, dela ibert, dalla faccir clella terra.
Tuttavia, quale che sia il risultato, vorrei sofiermarmi
aDcora un po' sul testarclo rinascere dell'idea di libert
sotto tre forme cos profondamente divet'se, in tre mo-
menti storici cos difierer.izieti: la reinvenzione dell'itlea
clclla libert c1a parte dello storico-drammaturgo, che sogna
i gesti eroici dell'eloquenza politica nella sua minuscola
citt stato feudale aperta sui campi, srimolato clalle notizie
delle vittorie rivoluzionarie delle armate napoleor.riche; da
parte del poeta, che attLaversa il suo magico parco dei
divertimenti cercando di nascosto gli auspici al neon d'ula
oggettiva occasione, inseguendol:r diett.o l'allucinante tebus
dellc scene di sada, senza mai smettere di ascoltale, attra-
verso i colpi ad aria comprcssa, le rallcl.re di una perversa,
intermir.rabile pacilcazione militarc dell'impero colonialc
ffrancesel; da parte del filosofo, in esilio in quell'inrnenso
terteno a
yalottzzaztone
residenziale cl-re lo Stato cli
Califolnia, cl.rc ricorda, risveglia c reinventa
-
dallc filc
dei prodotti nei supermrrket, dal rombo delle super-stracle
e dalla sir.ristr fotma degli elnetti ciella poizia sracale,
clall'incessante taffrco, sulla testa, di ilottc d'acroplani per
il tasporro miitare, comc sc gi nascesse olte di essj,
ncl ftituro
-
la forma quasi estinta dell'iclea di Utopia.
III. Ertrt Bloth t il
lrturo
< AIlora il nostLo motto pfopagandistico dc-
v'esscre: rfofm. dclla coscicnza, non mc
diante il dogm, na atfuavcrco l analisi di
quella coscienzr nistica che non ancom (1
vcnuta chiara : se stessr. Risulter quin,-ll
che il mondo La lunsrmente sosnrto ci ol
cui dovcva solo :rvcrc una ch;,ra idea per
possedcrlo rcalmcntc Rsulter che non que-
stionc di una qualchc frattura conccttualc fra
a7
Etos anl CrLid!ian, p. 209.
Qlrcsto
forse I'cquiv:lentc pschico,
pcf Marcuse, rlcll'irrportanz.r.Ltribur. da Mrrx ed tsnecls rL Frjodo
(lcl
conunisnn mNllicnlc cnl|o l'rco ccllo sviluppo socirlc.
132
1.33
Dassato
e fuluro, nu pittosto dell'aent i'
nellb el Pensi.t:
clcl Passrto
>
M^r,x, Lettera , Rrse (181i)
Allegoria e comunismo rappresentano due insoliti com-
pagni di letto. Se, come cedo, il modo migliore d'inten-
dere 1'opera di Ernst Bloch quello di considerada un
tentativo di fare per il marxjsmo ci che i quattro iiveilj
d'interpretazione fecero per il cristianesimo medievale, <li
fornire una tecnica ermeneutica di grande flessibilit c
pro{ondit, resta, aleggiante sulla sua intera impresa, l'im-
pressione di una qualche afinit di fondo tra marxismo
e religione che dev'essere esplcitata nelle suc conseguenze;
col sospetto che Bloch non sia propriamente un filosofo
marxista della religione, quanto piuttosto (nei ternin con
cui egli ha definito Thomas Mnzer) un <i teologo deila
rivoluzione r>.
Infatti l'idea che il marxisn.ro sia esso stesso una spe-
cie di religione uno dei principali snumenti dell'arse-
nale anticomrurista; senza dubbio, secondo una simile idea,
si potebbe dire che esso sia ut.ra religione timorosa di
dichiararsi tae, una religionc che non clesidera conoscerc
il proprio nome. Tuttavia questo mi sempte sembrato utt
timproveLo strano, un rimptovelo che risulta essele un'atma
a doppio taglio: in particolare un'assimilazione di narxismo
e religione senbrerebbe ridulre le religioni allo stdtus i
ideologie puramente secolari. In altre parolc, l'analogia sigtri-
ficativa , a questo punto, non t1.io quella del marxismo
con la religione, bens quella de1le teligioni col matxismo. E,
pir generalmente, mi sempre scmbrato chc il nol.t cte-
clente corrobori le tesi dcll'avversario cor. la sna ten-
denza (propriamente superstjziosa, dovremmo sottolineare)
ad attibuire al creclente un tipo di cspeLie[za psicologica
e spirituale, in certo l.odo unica e specializzata, inmin-
secamcnte eliuersa; e questo nonostante si renda eviclente
nella letteratura teologica, fin dalf inizio, che la {ede va
1)4
definita esscnzialmente corle desiderio di aver fede, che
la narura del credere non consisle tanto in un certo li-
mole per la presenza d Dio, quanto piuttosto del suo
silenzio, della sua assenza: in breve, che non c', fonda-
mentalmente, vera clifierenza tra credente e nolr creclente;
"1,-".^
in nrima i+en"a
Ci che il matxismo ha in comune col oistianesimo
innanzi tutto una situazione storica: perch esso progetta
ora quella rivcndicazione di universalit e quel tentativo
di fondare una civilt universale che carattetizzatono la
cristiauit negli ar.rni della decadenza dell'impero ron.rano
e al culmine del mcdioevo. Perci non alfatto sorpren-
dente che i suoi stumenti inteilettuali comportino una
son.riglianza sttuttuale con que1le tecniche (tra le quali
J'analisi figurale) mediante le quali il cristianesitno assi-
mil popolazioni con diverse e spesso inelate tadizioni cul-
turali. Veramente l'ermcneutica medievale aveva due fun-
zioni essenziali: quella dottrinale, destinata a soddisfare le
esigenze iutellettuali e filosofiche degli stessi cedenti, e
quella missionaria, allo scopo di assorbire le tadizioni cultu-
rali o religiose di coloro che erano ancora a1 di {uori della
chiesa (conre nella trasformazione di feste pagane in cri-
stiare)
48.
Tutte 1e rassomiglianze pi superficiali fra matxi
srro e c.istirne.ir.ro derivano da quesra comune missionc
storca: cos, pet esempio, se le opere di Marx ed Engels
sono diventate quelli che ironicamente si definiscono testi
sacri, fonti di citazione abusive e di fraintendimenti, que-
sto deriva non tanto da una certa inconscia parodia della
Bibbia, quanto clalla stessa stuttura essenziale di una cu1-
tula rrniversale e dalla posizione centrale, all'interno di essa,
cli quel testo o lettera irtono alla quale si organizzata;
testo che serve da linguaggio comune o codice, dal mo-
mcnto che rappresenta trotr un comune blocco di soluzioni
cxr,sc (larizi, 1968), pp. lll ss.
Hc,neuliqtle, sttlttutdlisne et
r35
I
o doglni di contenuto univelsalmente imposto, bens piut-
tosto un cotlune insieme di problemi, una forma condi
visa da tutti attravetso la quale si possono intendere lc
posizioni culturalmente pi eterogenee.
Pir specificamente, il problen.ra di uu'clmeueutica mat-
xista sotge ogni qual volta siamo chiamati a determinare
il posto di quella cl.re possiamo chiamare lettcratura di
desta, sia essa la tradizionale letteratura conseNattice del
passato (Flaubert o Dostoyevskj), o sia, ai nosti giorni,
una letteratr,ra fascista di gralrde qualit, com' il caso
di \{/indham Lervis, Drieu oppure Cline. Se come il
marxismo ha senpre procamato, e cio che non vi pu
essere qualcosa con-e una filosofia di destra, che un si
sLenrs [rscisri
'rna
cotttredJizione ir Iermili. non
lcn-
siero bens soltanto illusione ottica del pensiero; se in
vero questo giustica il fatto cl.re le rivoluzioni {asciste
siano sempre state costrette a mutuare le loro bardature
dalla sinistra e a camuilarsi da << socialismi
'>
nazionali,
allola le opinioni e le posizioni ufficiali di simii autori
reazionari si possono considerare fenomeni di superficie,
razionalizzazione e travestimenti di qualcl.re pi basilate
fonte di enetgia, di cui essi, per analogia coll'esempio
freudiano dell'inconscio, sono inconsapevoli. Un'erncneu-
tica marxista avrebbe quindi il conpito di ridate a que-
l'energia la clirezionc politica che di diritto le appartiene,
e di renderla di nuovo tlisponibile, utilizzabile per noi. << I)
fatto della genuina originalit e specificit [di un pensiero
con.re quello marxistal non sigr.rifica cl.rc tale pensiero, cl.rc
non abbisogna di imprestiti dall'esterno, non possa al tempo
stesso entrare a {ar parte i un bcritage r>
ae.
La filosofia
di Bloch ofire una delle forme che potebbe assumere
uD sifatto processo di riconversione, una simile espropria-
zione di monumenti culrurali rpparcntclenle eslrllnej o
4e
ERNsr BrocH, Dns Priip llollury, lFnnl<un, 1959), p. 1180.
r36
antagonistici: sebbene, come spero di mostrare ahrove, nor
sia questa I'unica possibilit.
Vi un certo numero di coordinate arttaverso le quali
ur.ra simile operazione potrebbe essere Iocalizzata. Per esem
pio, dobbian.ro distinguere tra ci che Paul Ricoeulha chia-
mato ermeneutica negativa e positiva, tta I'ermeneutica dcl
sospetto e l'ermeneutica del restauto rii qualche significato
originale dimenticato
s0,
tra elmeneutica come demistifica-
zione, come disttuzione delle illusioni, e un'ermeneutica chc
of{ra un rinnovato mezzo di approccio a qualche essenziale
fonte di vita. Per Ricoeur, naturalmente, quest'ultima non
pu essere immaginata come qualcosa di diverso ,al sacro,
cosjcch la sola forma di ermeneutica positiva che egli sia
in grado di concepire, resta essenzialmente di natura reli
giosa. D'altra parte, l'erneneutica negativa tutt'ut-to con
la stessa filosofia moderna, con lc critiche deJl'icleologia e
della {alsa coscienza che tloviamo in Nietzsche, Marx e
Freucl (< per Freud r>, ci dice Bloch, < il contenuto evi-
dente nel sogno essenzialmente un carnevale, un indossar
maschere; I'interpretazione del sogtto il mercoled delle
Ceneri che seguc>>)5r. Con queste due caratteristiche ac
coppiate e inconciliabili, quella della demistificazione c
quella di una essenziale restituzione di un mezzo di ap-
proccio. si darrrro i reqrrisiti Ji opni crmcncrrtica getruinr-
mer.te efficace e concreta; e si pu cos giudicare l'abilit
con cr-ri Bloch si sforza di soddisfade enrambe, su base
laica e secolare,
Ma vi sono altre coolclinate sccondo le quali possiamo
patimenti valutare i diversi tentativi euneneutici. L''3se-
gesi medievale, per esempio, pu, coi suoi quattro livelli
di significato, essere pensata come un'operazione essen-
zialmente verticalc, o, se preferite, idealistica, come un
modo per introdurre un'inesauribile ricchezza concettuale
s0
Vedi: P. RrcoEUR, De I'i/tter\titian, pp. )t 1,1.
st
Dni Prilzip Llollnrng, p.91.
1)7
in un oggetto che resta come tale relativamente statico.
L'etmeneutica di Bloch, al contario, trova Ia sua ric-
chezza proprio nella vatiet degli stessi suoi oggetti,
mentre il suo contenlrto concettuale iniziale rimane rela-
tivamente semplice, relativamente immutabile: cos, poco
a poco, ovunque si guardi, ogni cosa nel mondo diviene
trasposizione di una cifra originaria, manifestazione di quel
moto originario verso il futuro e Verso la definitiva iden-
tit con un mondo trasfigurato che Utopia, e la cui
viLae pre<errza ptr csserc sernp|e riveala
-
non irn-
porta quanto debolmente
-
dagli strumenti e dai mezzi
della speranza stessa, al di 1 di qualsiasi distorsione, al
di sorro di qual.iasi stlrLo di repressione.
Pertanto il carattere genuinamer.rte enciclopedico del-
I'opera naggiore di Blocl.r, Das Pnzip Hofnung, che
non tanto una scala ascendente di forme come la hege-
litna Fenr',,tcnologia dcllo plrllo. quanto piuttosLo rrrir
vasta e disordinata esplorazione clelle manifestaziot.ri di
sperar.za a tutti i livelli di realt: dallo stesso livello on-
tologico nella centtale e decisiva analisi del terrrpo del'
I'uomo, fino alla psicologia esistenziale (il significato di
fenomeni come l'ansiet e f insoddisfazione)
;
l'etica (lo snr-
dio della speranza istituzionalizzata in ideali e valori tadi
zionali); la logica (le categorie corcettuali del possibile);
la scienza politica, sia del tipo convenzionale, negli studi
delle varie teorie dello stato e dell'organizzazione socLa1e,
sia di carattere marxista, nell'analisi della strategia rivolu-
zi.onatia;\a pianificazione sociale inetente alla concezione di
Utopie di ogni genere; laTecnica, non solo nel senso clelle
conquiste scientifiche del molrdo dei futuro, ma anche come
nodificazione clel nosto rapporto colr gli oggetti che ci
circondano; la sociologia, come analisi della soddisfazione
dei bisogni da parte deJla pubblicit e della cultura popo-
lare; la critica icleologica e lctterariaj infine, nel suo con-
siderare in modo onnicomprensivo gli archetipi di Utopia
nell'arte, nel tr.rito e nella religione.
Quindi
ll Principio
118
Sperauza necessariancnte asistematico proprio nella sua
concezione: troppo lungo o troppo cotto che sia, il suo
schema essenziale pu essere sintetzzato in poche pagine
ovvero dilatato indefinitanente pet aclcguarsi alle infinite
realt del mondo stesso.
Corrrunque. silhtr.r e.plorrzionc non comittcia sertzr
qualche iniziale considerazione cjrca le proprie condizioni
di possibilit, senza una certa iniziale contemplazione pro-
prio del procedimento col quale queste figure della Spe-
ranza, dell'impercettibile tendere di tutte le cose vetso
Utopia, del futuro che si agita nel suo convulso ma mi-
croscopico lavoro entro le pr piccole cellule del vasto
nniverso, ci si manifestano come Spurcft nel mondo, sia
dentro che fuori: segni, impronte, simboli, inclicazioni, << fil-
me di tutte 1e cose ch'io son qui a leggere i>. La centta-
lit di questo concetto in Bloch si pu misurare corltro
il friabile mondo di soitti e frammelrti allegorici di Benja-
min, nel quale soplavvive il solo segno incomprensibile
come traccia di un disastro dinenticato; oppure in rap-
porto alla teoria di Derrida della << traccia >>, dove soptav-
vive soltanto il puro moviner.rto tempotale della signifi-
cazione in s, in quaflto si deposita nell'oggetto o nella
letteta, senza alcun senso finale della direzior.re o del signi
ficato di quel movimento.
Pcrche irr Bloclr h traccir 'iir ur oggclro crLcrno sir
una esperienza immecliata: la sua autentict pt'ovata, pri
ora che da qualsiasi interpletazione intellettuale a livello
conscio, dal semplice stupore con cui ci arrestiamo davanti
a questi emblLcmi splendenti, nei quali sembra nascondersi
clualche segreto urgete quanto del tutto petsonale.
Qui
la
filosofia ritrova la stra otginc comc concreta decifrazione
dcllo stupore che proviamo dinnanzi al mondo stesso: ep-
pure quanti filosofi, osserva Bloch
s2,
<, hanno tenuto fede
alia direzione implicita in silfatta genesi?
Quasi
nessuno
52
ERNsr Brocr, Srrlc, lFrnkfurt, 1960: (1910')1,
f. 286.
139
di loro ha perscvcrato nel manteneLc u1l rttcggiamelto di
sorpresa interogalrtc oltre il taguardo della prima lispo-
sta )r. La neraviglia quindi per Bloch (per usare una
diversa tcrn.rinologia filosofica) uno dci piir concreti lnodi
possibili del nosto essere-nel rrlor.rdo, il corlispondente, clal
lato soggettivo, d'una disposizione ogcettiva del nondo
stessor << Plopro cone l'oscurit clclf istante vissuto rap-
presenta un polo sia dela antic4)azionc conscia che clella
disposizione anticipatice del mondo, cos 1<l stupore cotr-
cteto (Realstauxex),
con l'immcdiata adcguazione cre i
suo contenutoJ costituisce lirlo polo; c ciascuno poten-
temente attLatto clall'alro, gli scoiri simbolici del Suplenio
e dell'Ornega implicano I'oscurit dell'Alfa o della stretta
prossimit. (Lo Stuporc) l'arLtentica fonte ecl origine clel
nondo stesso, semprc all'opcrn e semprc nascosta nell'oscrL-
rit dell'istante vissuto, fonte cl.rc diventa colsapevolc cli
s per la prin.ra volta nella clenominuione dei propri estuari,
cluando cio si risolve in essi >
s3.
Quindi
il vclo filosofare comincia in modo familiarc, pro-
prjo al di qua delle astrazioni uflciali della tradizione meta-
fisica, nella stessl esperienza vissuta e nei suoi minimi detta
gli, lel corpo e nelle sue sensazioni, nella palola che prenclc
torma.
Questo
spiega la presenza in tutta l'opera di Bloch,
di quei mnuscoli frammenti espressonistici, spesso alttet'
tanto enigrnatici di un problema dello Zen brrdclista, chc
si alrernano legolarmente con le disquisizionl filosofiche
pir follali, come a farci ritornare rjpetutamente a un
pi prin.rotcliale rinnovamento del pensiero, dall'ilrrerno
dcllo stupote stesso.
E senza dubbio vi scmpre un posto nello schemr
blocl.riano dcllc cosc per lc realt ninime alttettanto che
per le pi grandi e apocalitticre, per l'umile in scnso
getmanico: se non per Biedcrmcicr, almeno pcr la seuplicit
di ci che egli cl.riama << contadino Tao >, esemplificato
in l{ebel e in
Jeremias
Gotthelf (che occupano lrn posto
nclla sua costellazione di valori forse analogo a quello di
Leskov pcr Bcnjamin): la cotnpiuta felicit dclla fincsra
accesa sui campj, del ritorno dai solchi arati, del riposo
dopo il lavoro, come sin.rbolo e come figura, e anche a
suo modo come adempimento, dell'Utopia.
N{a quest'aspetto della sensibilit di Bloch dcv'esscrc
nettamcntc distinro da qrLclla rnistica de1 presaggio crm
peste che troviamo in lleidegger, come lo dev'essere
l'espcricnza blochiana clello stupote dai pir rituali misteri
della Scitslrage cli lleidegger. Bloch rifiuta il << problema
mctafisico >> come lo formula Heidegger (< Come mai
clualcosa c', ir.rvccc di esscrci assolutamente il nulla? >),
in quanto per lui l'essere inconpleto, in evouzione,
non esiste ancota tutto insieme: ci che stupisce dun
que non tanto l'essere in s ma piuttosto la latenza la'
boliosa dell'esscre venturo, i segni e i presagi dell'esserc
futuro. pcr questa ragione che possiamo ritenere lc
epifanie di Bloch, in conuasto con quelle di Heidegget
(alludo, per csempio, al quaclto di Van Gogh con gli scat'-
poni da contadino sopra una sedia, ricordati nell'Originc
tlcll'Opera tL'Arte), d,rammatichc pi che lrichc, coinvol-
genti non gi una percezione contenrplativa clella folma
clcl sistcna reticolare del nondo come emana da qual-
chc irnmobile oggetto ccntrale, ma piutrosto un convulso
agitarsi enro gli oggetti, un agitarsi che si dispiega nel
tempo. Da qui il contenuto di Spttet, come un ilrdugiare
su strani aneddoti ed esperenze esclusive, come detta-
gliata narazione cli desrini paradossali, di leggende iro
niche, di oggetti con poteli insospettati: ci che << causa
d'indugio >>, ci che si esprime pi proprian.relrte nella
narLazione invece che nella descrizione. Perch nella mi-
sura in cui lo stupore costitisce una percezione implicita
o esplicita del fututo, nascosto entro ci che esiste, esso
reca gi entro di s 1o svihrppo di una viceoda, la taict-
torir clel non-rncora finito, la lotta dell'incompleto per' ibe- \t
])dr ||tLrt' I:Itrll n\, pp J\\ J\.
1.11
rarsi dall'informalit-attuale del preseute: < ln breve, bene
pensare ancl.re in maniera favolosa. Poich vi sono molte
cose che non si esauliscotto nel solo fatto di accadere o pet-
sino di avere una buona esposizione nxnativa. Le cose hanno
uno sraordinario moclo di procedere: qui c' un problema,
ed di mostrare cluesto trodo o di cominciare a rinunziarvi.
Simili storie non sono soltanto ta-contate Ierziil.rlen]:
tu
conti lziihlcn]
anche ci cl.re si fa udire attaverso di
esse ovvero tendi 1e oreccl.rie: chi 1a? Un Segno! inatteso
afiora da eventi assolutamente ordinari; o alffimenti un
Segno! che gi era 1 mette in luce tracce o elementi esem-
plificatori della sua presenza in ogni generc di accadimento
insignificante. Essi attirano la nosa attenzione a un Pi
o un Meno che dovrcbbero farci riflettere mentte raccoll-
tiamo oPpure raccontale nenre riflcttiamo. Un Pi o un
Meno che non sriona giusto, perch non si accorda con
noi, n con nient'altro. Molto si pu cos alTerrare solo
attravetso simili storie e non nella manieta grandiosa ed
enfatica, o almeno non nello stesso modo, Ora cercl.retemo
di dre e di indicare come alcune di queste cose abbiano
attirato l'attcnzione: con dolcezza, evidenziandole nelia
narrazione e, r.rell'evidenziarle, volgendo la mente a ci che
si detto. Esse sono pochi tatti di vita e altre cose ancora
che lron furono in qualche modo dimenticate; oggigiorno
c' un mucclio cli cose che n.reritano di essere blrttate
via, Ma qrLcll'antico impulso era anche lui 1: ad ascoftarc
storie, sia storie buone che storie prive d'ogni nesso, stoLie
di diverso tipo e di epoche diverse, storie clegne di rota
cl.re, se giungono alla fine, devono finire col toccarci
una lettura di impronte ovunque, in tutte le direzioni, di-
vise in piccoli pezzi e {rammenti Poich, alla lunga, tlrtto
ci cl.re ci viene ir.contro, ci che osscrviamo in modo
particolate, uno e lo stesso r>
t*.
sa
Sqtien, PF 15'76.
142
1.
I-'anno prossimo a Gerusalemmel
A"tica prcrh;etu eblaica
Qualsiasi
desuizione dell'ontologia di Bloch deve, mi
sembra, distinguere nettafiente tra 1l sistema
lilosofico
-
per il quale c' un trodo giusto e uoo sbagliato di
presentare la realt umana, per il quale i giudizi di verit
e di falsit esistono ancora come valide categorie concet-
trrali
-
e il suo uso ernxeneutico, in cui il << falso > non
che un travestimento del << vero >>, in cui ci che errato
sul piano puramente concettLrale pu in definitiva espri
merc cluella segreta verit che racchiude in s come figura
c che gli conferisce anche la vitalit che possiede.
Del punto di vista filosofico, si pone prima di tutto il
problen.ra del tempo e della esatta interpretazione che cli
esso si cleve dare. Perch ci che colpisce i1 casuale osser-
vatore nella storia della filosofia la mancanza di atten-
zione data al futuro come tale, come se ci {osse clualcosa
cli essenzialmente frivolo nel considerare ci che non esiste
ancora, quanclo gi esiste cos tauto. In ci i filosofi asso-
n.rigliano a M. Terenzio Varrone, << il piii erudito di tutti
i ron.rani >>, che << si ritiene abbia din.renticato il tempo {u-
turo nella prima stesura della sua grammatica latina >>
s5.
Tuttavia non sulciente far semplicemet]te posto alla
ten.rporalit; perfino Bergson, che per primo in epoca moder-
na svel l'essenziale spazialit dei concetti logici e insistette
sulla unicit e specificit del tempo vissuto e della due
in quanto opposta ad essi, manc di sviluppare un'ade-
guata definizione deila realt del tempo. Poich, per quanto
egli abbia definito quest'ultimo con.e pLocesso o mutamen"
to, esso , in un altro senso, sempre lo stesso in qualsiasi
nomento; Bergson non riusc mai a inclagare a categoria
ss
Dts Prirzip Hollnng, p. 4.
1,43
concettuale fondamentale che presiede all'esperienza del fu-
turo e che precisamente tI nouum, ci che espressa'
mente e imprevedibilme nte nuovo, il nuovo che stupisce
per la sua assoluta e inttinseca imprevedibilit. Al cona
rio, in Betgson << il nuovo percepito ed csaltato solo sotto
la forma di mutamenti insignificanti nei disegni della mo-
da... semplicemente come un astratto contrario di ripeti
zione; inveto spessissimo come semplice rovesciamento
dell'uniformit meccanica >
s6.
Comunque, ad un livello in qualche misura pi pro
{ondo, nel regno delle emozioni e delle teDdenze esisten-
ziali, chiaro che abbiamo gi a t.rostra disposizione due
diversi modi per formlrci un'immagine mentale del futuro
e che, ben prima di qualsiasi forn.rulazione concettuale, le
nostre emozioni stesse hanno sviluppato due modi compie-
tamente diversi e distinti di vivere il ten.rpo. Questo
il
senso in cui Bloch distingue tra << tendenze dell'anin.ro o
emozioni soddisfatte t> e < tendenze tl'attesa >>: le prime (per
esempio, cupidigia, invidia, ammirazione) sono certamente
temporali come quest'ultine, percl.r anch'esse cbicdot.o
qualcosa al fut[ro, a[ch'esse sono in definitiva un tipo
di speranza o di desiderio. Tuttavia lc cosiddette etlro-
zior.ri soddisfatte proiettano il loro desiderio ir.r uno spazio
psichico che propriamente ineale; esse si proiettaflo ln
ci che Bloch chiama un << futuro inautentico >> Perch
csse chiedono soddisfazione in un mondo cl.re del tutto
identico a quello del presente, salvo per quanto riguarda
il possesso dell'oggetto
particolare desiderato e atual'
mente mancante. Simili tendenze sono primitive o infan-
tili nella misura in cui assumono il significato di magi'
che invocazioni, di un evocare l'oggetto in questione
esattamente come noi lo desideriamo
al tenpo
stesso tenlao maglcamenre sospeso il festo del nondo e
il nostto proprio desiderio, {ermando ogni mutamento
s6
D$ Pt".p Lhlhlt s, P.231.
141
lo stesso fluire del tempo reale. Come se tlrtto nel mondo
non {osse coftelato e interdipcnclente nei modo pi sor-
prcndente e impercettibile! Come se i mutamenti che
necessario avvengano nel mondo percl.r sia possibile il no-
stro defir.ritivo possesso dell'oggetto desiderato non corres-
sero il risc,hio cli uasformare I'oggetto medesimo in modo
tale che esso non ci appaia pir veramente desiderabile,
ovvero di tasformate noi stessi a tal punto da non de-
siderarlo piir ! Simili emozioni o sentimenti mplicano per-
ci non solo una specie di plovincialismo del presente,
nel cluale siamo immersi in modo cos incondizior.rato che
perdiamo persino la possibilit di in.ur.ragir.rare un futuro che
pottebbe essere raclicalmente e costituzionalmente diuersc,t
;
a loro analisi implica anche un tipo di etica, un tener fede
al carattete aperto del fututo, una vita nel tempo che si
mantiene nella prospettiva dell'assolutnente inatteso co-
me sua unica attesa: cettezza non gi clell'astatto, ma del
concretmente nuovo nella sua pienezza inimmaginabilc.
in questo senso che, per cor.trasto, 1e cosiddette .< ten-
dcnze d'arresc >, sicoo esse Ji tipo
1'q5i1iyq
o neg:rtiro.
siano csse speranza e fiducia o ansiet e paura, mirano,
pi cl.re a qualche oggetto specifico cotr.re feticcio clel loro
clcsiderio, proprio a una configurazione del rnondo in ge'
nerale, ovveto (la qual cosa assume lo stesso significato)
alla futura disposizione o costituzione dell'io. Dal punto di
vista della temporalit, l'esperienza della speranza consiste
nel prender coscienza di questa relazione tra l'ancora ine-
sistente implicito in tutte queste tendenze; pu pertanto
fuDgere da arciretipo shutturale di esse e al tempo stesso
come la loro pi concreta manifestazione afiettiva.
A questo punto interviele nel sistena blochiano ur.r
meccanismo di autogiustificazione che, in un modo o nel-
I'alto, un elemento costitutivo necessario di tutta la filo-
sofia moderna: pi specificamer.rte una specie di ipotesi
sulla ceusura concettuale, una spiegazione clel tipo di re-
sistenza intcllettuale che l.ra impcdito r1 sistema filoso'
1,45
fico in questione
-
in quanto esso si preseuta come la
vetit
-
cli essere peusato prima di cluel monento parti'
colare della storia inteliettuale. Talc ureccanismo
-
la
spazialit in Betgson, la tlalafcdc in Sartte, la heidegge-
riana tendenza a obliarc la cluesLionc ontologica, a cel-
sura in FLeucl, la coscienza di classe in Mafx
-
assume
in Bloch la forma di ci che egli chiama 7a Spute o
<< blocco >>, la tesistcnza da parte della logica statica al con-
tento di ci che proptiemcnte nLrovo, ! qualsiasi ge-
nr.rina apertura sul luturo tlcclesimo; qttcst'ansiet innanzi
al ftrtnlo, questa fuga clal nuovo, trovx !1na tazltonalizza'
zione concettuale nel mito della presenza assoluta, trella
lrozione che esista qualcosa di simile a una pienezza dell'es-
sere e che per questa ragionc sia ontologicamente
possibic
clualcosa come un ista[te presente, pieno e autosuficiente
Comunque, paradossalmente, questa ipostasi del pre
sente finisce a lungo andare con l'esaltazione de1 passato;
e la pi, ostinata versione filosofica del mito di una pre-
senza assoluta Enisce col tramutarsi
-
ne abbiamo gi
visto una versione rivoluzionatia in Marcuse
-
neila
dottrina platonica <Iell'anamnesi, delia merrroria come titotno
a perdute otigir.ri di pienezza prima della nascita lnvero per'
Blocl.r la dottrir.ra della speranza ha tlon ut.ro ma due fon-
damentali avversali filosofici: nicl.rilismo ed anamnes; o,
per dirla altinrenti, l'esperienza della speranza ha due con-
trari: ansiet e memotia. La struttura del nichilismo, co-
munquer come vedremo btevemente, sen-rplicemente i1
fovescio o i1 negativo di quella della dottina della spe-
ranza; laddove la dotrrina de11a memoria , per cos dire,
il suo laro avverso, la sua inversione assoluta, nella quale
tutto ci che in realt appartiene a1 futuro attribuito
al passato, nel quale il tempo concettlralmente tovescirto
a testa in gi.
Di qui il dialogo con Freud: infatti la topologia di
Freud il modello pir clamoroso di un tempo orientato
verso il passato, l'immagine di un apparente movimento
L16
verso il futuro in cui incentivi vitali giacciono sepolti nella
prina infanzia; per un simile modello la comprensione con-
siste nel lavorare a ritoso verso le origini. L'inconscio frcu-
,li.rno . pctLant,-r rrnl nottpiir coscienza. lrna n\rn-coscienza
di un mondo e di un io che hanno cessato uficialmente
di esistere, da1 punto di vista del principio della realt:
e qcresta fotmulazione in se stessa suficiente a indi
care le linee diretmici lungo le quali Bloch si mette a
correggerla. Pcrch in questo senso vi spazio, a fronte
cli questa non-pi-coscienza, per un tipo di inconscio nuovo
e molto diverso, per un vLroto ovvero un orizzonte cli
coscienza fotnato questa volta non dal passato ma dal
[rrcuro: ci che Bloch defirriscc urra r ro n-a rco ra-coscienza)
un sorso ontologico di futuro, clelf influsso montante eser-
citato su di noi da quel cl.re si trova fuori vista dieuo
l'orizzonte, un inconscio di ci che deve ancota veniLe.
Che questo nuovo inconscio sia qualcosa di diverso
cla ta
flatus
uocis o cla una costrllzio[e puramente logica,
che esso generi un'energia psichica equivalente almeno a
quella clell'incouscio fteudiano, si pu giudicare dall'esi
stenza di un tipo di ossessione psichica ad esso inerente
che corrisponde agli impulsi della nevrosi e della psicosi
freudiane, una ossessione stavolta pura e vitalizzante, :una
ossessione ttaspatente otientata verso, e determinata al
cli fuori del futuro. quella stessa lorza cl.re Goethe ri-
teneva < di aver scoperto nella natura, sia animata che ina-
nitrrata, dotata di spirito oppure no, qualcosa che si ma-
nifestava soltanto in contraddizior.ri e non poteva perci
essere formulato in concetti, isolato in parole. Non era
qualcosa di divino, perch sembrava irrazionale; non era
nmana, perch non aveva intelletto; non diabolica perch
era benefica; non angelica perch spesso tradiva la Scha
tlenfrcude. Era cone il caso nella sua inconsequenzialit;
come 1a Prowidenza, nelle conelazioni che essa rivelava.
Ogni cosa che a noi oppone degli ostacoli, sembrava ad
essa penetabile; essa sembtava combinare gli elementi pi
117
necessari della nostLa esistenza, eclissare il tcmpo ed esten-
dere lo spazio. Soltanto nell'impossil:ile sembrava a proprio
agio e confinava il possibile via da s, nel riclicolo. I-Io
chiamato Demonico questo essete che sembrava collocarsi
tla tutti gli ali per separadi o unirli... ttsT Il Demo-
nico chiama simile ossessione col nome di vocazione, di
destino, di qualche energia latente nell'esistenza stessa; e
si[.rili vocazioni faustiane sono altrettante forme di osses-
sione, conaddistinguono sicutamente chi e possiede comc
esseri incalzati, alla stregua delle pi oscure coercizioni della
malattia n.entale: ma qui essi sono spinti innanzi dai oro
demoni nel non-ancota-esistente, piuttosto che ricacciati in-
<lietro verso la ripetizione mofloiona cli fissazioni infantili
Il Demonico vetamente quello che presiede a tutta la
cteazone, a tutta la prodLrzione, in quanto quest'ultima
rappresenra 1a forma pi) concreta di ossessione esercitata
da un'opera che ancora no esiste in alcun luogo.
A questa revisione losofica della tradiziolre dell'anam-
nesi e del modello di tempo orientato verso il passato,
corrisponde parintenti rtn inlero cornmerlario ctristico: per-
ch proprio come vi sono dei mocleili di tenpo umano
veri e falsi, vi sono anchc fotme vere e false, auten-
tiche e inautentiche, forme basate sulla mistica dcl pas-
sato e lorme che rivelano l'essenziale movimento della
realt umana verso il futuro. Di qui, pet esempio, la di-
stinzione blochiana tta lavola magica e saga eroica, distin-
zione {ondata non soltanto sul catattere contadino o aristo-
cratico dei loto materiali ovvero dei loro rispettivi pubblici
di lettori, ma soprattutto sulla relazione quintessenziale dellr
favola magica con quel bisogno cbe il suo contenuto calat-
teristico, con le visioni pi ir.rgenue ed emblematiche del
desiderio profondo, quali 1a tavola ricolma cli pane e sal-
sicce, il caldo fuoco, e infine il felice ritorno a casa clei
bambini. Al contrario, la saga croica si sviluppa all'insegna
57
GoErrF, D.htt r m \Yrhtl)t (Zurich, 1950), fF. 819-840.
143
cli un furcsto influsso; la for-za del clestino pende cone
una sentenza cli condanna su tutte le gesta eroiche dei
pcrsonaggi della saga e pi specificamente fornisce il sim-
bolo del dominio esercitato, su di loro, da un passato
che il loro unico futuro.
Ma 'cscmpio pi pcrtinente di sillatra costruzione
di opposti formali si tova nel grancle dirtico saggistico
che uno dei capolavori di Bloch: < lnteryrretazione filoso-
fica del raccor.rto poliziesco - Interpretazione filoso6ca del
romanzo cl'lltista >>, Perch il racconto poliziesco l'esatto
archetipo dell'ilrterpretazione edipica nella misura in cui
oglri cosa in esso, avvenimerti e discorsi, deriva il suo
definitivo valote e persino il suo significato da un even-
lo clel passato, lrn evento necessaiamente estetno alla
sftuttuta dell'opera. In ci il racconto poliziesco rivela
una pro{onda affinit con quelle cosmologie religiose
orientate vetso il passato secondo 1e quali il mondo stcsso
comincia col crimine e la violenza. << Ci che vero
di tutte queste diverse versioni della metafisica edipica
al cli sopra e al di l del loro contenuto mitologico,
che esse riflettono) se non certamente un qualche /e-
Iitto originatto concepito nel sogno, almeno la londa oscu-
rit o I'incognito delle origini stesse. Ogni tipo di ricerca
sull'originc sta in relazione con la forma edipica nella
rrisura in cui Ia sua incognita considerata non tanto
come un'ignotanza di tipo logico, ma piuttosto come qual,
cosa di mosftuoso, qualcosa di osculo, persino al suo stcsso
l)ortatore.
Nessun Edipo ha finora risposto alla, e ancor
treno tisolto I'incognita ontologica pi basilare <Ii tutte,
'l,rcll'engnr .egno soltanro def fr Sfing,e. rrlc a dire: per-
ch cluacosa , perch il mondo >>
s3.
Tuttavia per Bloch
clueslo un enigma al quale si risponde non all'inizio, ma
rl culmine e al compimento del tenpo: po:ch il significato
tcll'Essere stesso prende corpo (se mai 1o {ar) soltanto al
ss
EnNs Btocrr, Volrer du cen, 2 vol1. (f nkflrfr, t96l), I,
j8.
119
momento in cui il mor.rdo si ttamuta in Utopia, e quando
la finale destinazione utopica titorna sul passato per confe-
rirgli un senso e una direzone.
Il romanzo dell'artista si tova imprevedibilmente con-
tapposto a questa forma regtessiva: giaccl.r anche il ro-
mrnzo dcl'arti.tr si tnr. ove
.empre co'rcentriclmenle intorno
a un centto lnancante, ma questo centro llon pi qual-
che segreto relativo ad eventi del passato, befls piuttosto il
luogo vuoto di quell'opeta d'arte immaginaria che sola
con{erisce al protagouista del ronanzo il didtto di chia-
mrrsi clti.tn, trn'operc d arte fa cui l"senzl si pone cortc un
imperativo estetico per il narratore stesso, ma che egli
necessatiamente e strutturalmente incapace di portare a
termine. Poich a tutti uoto che descrizioni di opere
d'arte immaginarie, di quadri o tomanzi o brani musicali
inesistenti
(con la sorprendente eccezione, forse, di quelle
del Doctor Faustus di Thomas Mann), non possono suo-
nare che {alse e che questo difetto non accidentale, bcns
inevitabile: poicl.r un'opera d'arte non un oggetto
(che
si potebbe rapptesentale o usate artisticamente), ma un
sistema di relazioni. Per Blocb, comunque, questo vlroto
clell'opera alf interno dell'opeta, questa tela ptiva di segr.ri
al centto proprio il luogo di ci che chiama i r.ron-
ancora-esistente; ed precisanente questa sttuttura dcl
romanzo dell'artista, essenzialmente frammentaria ed esteti-
camente insoddis{acente, cl.rc gli d il suo valore ontolo'
gico in quanto forna e simbolo del movjmento del futuro
chc
<.i slcnde incomplcro cJavrnti a noi
-In
tutto ci il sistema blocl.riatro continua ad opetarc c1a
un punto di vista Uitico piuttosto che ptofetico' se cos)
posso esprimermi. In alme parole, siamo atrcotl nel regno
del giudizio losofico e ron ancofa in quello deli'interptc-
tazione ermeneutica. Quan<lo
apassiano in qlrest'ult itra,
gli atgomenti di verit e falsit lasciano luogo a tecniche <i
convetsione, a modi di recupeto di quel che autentico c
ispirato, persino nell'ambito delle forme piir regressive, per
150
decifrarvi i simboli della spetanza al di sotto delle realt
immediate e superficiali della disperazione o della rasse'
gnazione al destino.
cos che il clialogo con Freucl, l'attacco all'anannesi,
fa posto a un intetogativo posto ad Heidegger e alla filo-
sofia esistenziale, con 1a sua dominante esperienza cel-
l'ansia, col suo caricate di senso non il passato ma il preset.r-
te. In qucsto contesto, l tneccanismo di conversione inpie'
gato cla Blocl.r consiste in un mutamento di valenze, una
tf2lsposizioqe clal ncgativo al positivo, che suggerisce il
principo pi prolondo che ne sta alla base, vale a dire
1 principio che ogni negativo implica in qualche moclo uu
positivo, il quale ontologicamente prioritario rispetto ad
esso; o, pir esattamente, che ogni negativo pu servire
comc D]ezzo pef accostare quel positivo cl-re vi si nasconde.
Quincli,
se non si pu rifiutare un'esperienza conle
I'ansia, si pu almeno ttasformarla in quella anticipazione
positiva cl.re le corelata; c questo persino a livello
fisiologico, dove i concomitanti lenomeni colporei tipici di
entrambe le cmozioni (battito rapiclo del cuore, sudola-
zione, abbassamento dclla temperatura epidermica, pailore
clel viso) sono identici. Ellettivxmente, una spccie ci
staordinario ampliamento dell'orizzonte csistenziae, una
spccie di elevaziole dcll'anina ad opera dei suoi stessi
cgami, basta a tlasformate l'ansia pir aculi in un'imPa'
zienza senza respito, in un'attes del fururo nclla quale
gioia e terrore soDo insepalabili.
Qrianto
si detto per le sensazioni fisiologiche vale an-
che per il nichilisn.ro stesso in qanto visione del mondo;
vale, quin<li, per quelle sue visioni di noia o dell'assurdo,
quelle in.rmagini da cella dclla mortc cl.re molto probabil'
me11te esprimo[o il modetno sentjme]1to dell'essere rel mon-
do. Pcrcl.r la disperazione, sia essa personale oppure storica,
r-esta uDo stato emozionale rivolto al {uturo, che << recepi
sce > il lututo globalniente come un aspetto della speranza:
soltanto che essa proietta il nulla con.re suo momento defini-
DI
tivo piuttosto che il ttto, ci che vano invece cli ci
che suptemo.
Qui
siano molto iontani dal congedo etico,
che l'arte modernr e il cosiddetto nichilismo licevono, per
esempio, dn un l,ukics censorio e auto-investito di legitti
mit: per Bloch, al contrario, I'orrore e gli stati emozio'
nal-i oscuri sono infinitamente pleziosi nella rnisura in ctti
anch'essi costitttiscono lorme cli quell'elcmentare stuporc
ontologico che il r.rostro moclo pi concteto di essere
consapevoli di quel {uturo che latente in noi stessi e
nelle cose. E neppure si pu assimilate I'uso blochiano di
questi stati emozionali a certo comodo ottimismo di tipo
storico o personale: non si tratta qui di sostituirc a1-
I'ansia la speranza, cli svelate nuovi otizzoni a chi sofirc
ovvero di operate r.a svolta nelle ultime {asi <1ella <1i-
spetazione. Bloch desidera, al cot.ittario, localizzare il posi
fi\a efitrc il negativo medesimo; alletlare saldamente il
negativo come vefa autenticazione de1 positivo, poich qtre-
sto si rivela attraverso quelo; e ritengo sia pi istruttivo
confrontate questo insegnanet-rto con quel seltiefo negatjvo
a Dio, che tna delle fui.re classiche del misticisr.ro reli
gioso, na che, sccoudo il capcvolgimento delle priorit ope-
lato da Bloch, si pu ora vedere colne una specie cli adom-
btamento distorto di una verit monclana. Cercare l'asso-
luto attraverso la colpa, il peccato e la disperazione, at'
taverso l'assenza di Dio stcsso, finiscc col servite da sim-
bolo idealistico di questa tecnica di leggere l'ansia come
una delle spinte pi possenti della nosra aspirazione al-
l'Utopia.
Ma, eviclenteilet-rte, aspirare non necessatiamente
trovate; cd ugualmente chiaro che ur.ra filosofia di tal
genere, la quale lron possa {ar afdamento sull'immorta-
1it del1'anima, lesta lettera vuota a meno che non scenda
a patti in un modo o nell'altro con la notte stessa Ci
valido sul piano clella tealt storico politica come pet
la realt Dersonale
e ontologica: dal momcnto che il pro-
blena pi impellente della cosnuzione socialista rimane
152
quello clcl sacrificio ir.rdivicluale e clelle rinunce fatte dallc
attuali generazioni a vantaggio delle generazioni di ul fu-
turo che esse stessc non vedtannct.
Le rivoluziorri hanno naturalmente i loro martiri, pro-
prio corr-re le religioni pi antiche, ed illuminante pa-
tagonare i martiri della chiesa col riratto che Bloch ci
oftre di Thomas Mlinzcr, teologo della riuoluzione. Per-
cl.r in ur.r certo senso proprio la fcde dei santi cristiani
tortrati che squalifica per noi l'agonia delle loro esi-
stenze:
jl
loro ruolo in paradiso
-
inmaginario com'
-
trasforma gli eventi stessi in elementi decorativi di auree
legger.ide. A coloto che nuoiono per il bene
-
gli In-
diani e le hibr indigene dimenticate, le stregl.re, i cor.rta-
clini abbattuti dopo sollevazioni neppure registrate dai
libri cli stolia, la tortura e il linciaggio di potenziali
agitatori fin dagli inizi della stotia
-
spetta i1 compito
di dare il pi angoscioso spettacolo di una motte in asso,
1r.rta dr'sperazionc.
QLri
il venir meno del ricorclo nella
mente degli uomini sta come immagine dell'oblio della
morte stessa; e l'esecuzione cli Mnzer segna r-ron soltanto
la fine della guerra contadina, ma anche
-
per lui stesso
e pet la geute che credeva in lui
-
il crollo vero e proprio
clella storit cotrre processo dotato cli signicato, come spe,
lanza. con questo assoluto cl.re qualsiasi dialettica della
storia deve, ir.r definitiva, fare i conti; e la meditazionc su
queste immagini di sangue, col loro apparato tredievale di
tormenti le pinze, 1a luota, la frusta e il rogo
-
non ha
lo scopo cli consolate come nella meditazione religiosa, ma
l)iLrttosto
di provocare quell'ar.rsia estrema al di l della
clualc soltanto si giustifica una vocazione rivoluzionaria.
Cos quando Bloch (a buon cliritto) evoca f impavi-
clit di fronte alla morte del tivoluzionario, il quale,
essendosi posto sul piauo della solidariet collettiva, non
ha pi eflettivamente una vita individuale cla petdere nel
vecchio senso del termine, ciononostante qui resta nel
campo della psicoogia cmpirica, ovvcro dell'etica politica,
153
se cos posso esprimermi, e non ancora sceso a confron-
tarsi con le radici ontologiche pi ptofonde dell'ansia per la
morte e della morte stessa. Inoltre i richiami agli aspetti
tecnologici dell'Utopia
-
il progresso dclla medicina nel
prolungare la vita, la prospettiva di un tipo di estinzione
relativamente indolore
-
sono a qucsto riguardo ancor
meno soddisfacenti. Tuttavia non saremo in grado di in'
tendere ia definitiva risposta di Bloch senza una unga
digressione atlfaveLso il preset-rte e attraverso I'istante:
perch, da un punto di vista temporale, ci che calatterizza
la morte
Precisamente
la sua specificit, quale istante in
cui nessun futuro
(e nessuna speranza) pi possibile'
Per Bloch il presente del tenpo caratterizzato soptat-
tutto dall'assenza di qualsiasi presenza rea1e, di qualsiasi pie-
nezza dell'essere: un vuoto, una insuficienza, una specie di
oscudt. Ci vengono qui in mente le paro)e di Mallarnl,
che nel linguaggio dell'arte risuonano con lo stesso to[o
millenaristico: < Il n'est pas de Prsent, non
-
un prsent
n'existe pas... Faute que se dclare la Foule, {aute
-
de tout'
Mal inform celui qui se crielait sol. propfe contempo-
rain...>se. In realt per Blocl.r il presente una specre
di schern.ro opaco, il suo simbolo grottesco c1uel disegno
r'ttiuc inserito da Ernst Macl.r in un'analisi dell'autoperce-
zione, il quale lnostra, attraverso
gli occhi del soggetto clcl
qua.lro, un corPo umano in riposo disteso sopra un giaciglio,
Ju
"
ga-be grossolanamente accoiciate in prospettiva fino
alla barba fluente sul petto, la quale vien fuori dal bordo,
ovvero dalla cornice della percezione, dove si suppone tro-
varsi 1a testa, cornice attLavetso 1a cluale 1'ossetvatore
stesso sta a guardate
60
Giaccl.r I'oscurit del
Ptesente,
la stLrttutx dela sua
temporalit, forna un tutto unico con f intero problema
clelf i<lentit stessa, col livello al cluale siamo in grado,
in definitiva, di ricongiungerci a noi stessi o di posseder-
ci: << cos rispetto al mancato auto-possesso di quell'ele-
mento teir.rporale intensivo che, dispiegandosi nel tempo,
non ha ancora rivelato il proplio coltenuto come dive-
nire. Non il pi discosto, bens piuttosto il pl prossno
.h. au.ora il piit oscuro di lu/li, e questo proptio per'
ch il pir prossino e il pi iramanente; il uero punto
nodale del dilemtta dell'esistenza si troaa ift questa pros'
sirnit.
(eg\i adopera il ternline heideggerLano Da seit ov-
vero Esser-ci). La vita clell'adesso, la specie pi genuina-
mcnte ii-tensiva non ha ancofa sopravanzato se stessa,
11or ancota stata portata a s col]re qualcosa di visto
e di rivelato; essa quanto neno un Da'sein, :una rive'
lazione dell'essere. L'adesso dell'esistenza, che spinge in-
nanzi ogni altra cosa e verso il quale ogni altra cosa
guiclata, ci che stato meno sperimentato. . Da qui lo
sttano {atto che nessutto ancora n-rai rcalmente stato l,
nessuno mai ha ancora realmente visstrto. Perch la vita
significa anche esset presente, non significa soltanto pfece-
dente o postumo, anticipazione o riassapotamento. Significa
l,ossedere
e comptendere il giorno, nel modo pir semplice
e anche pi completo, significa tenere stretto l'Adesso col.-
cretamente. Ma fintanto che questo pi stretto, genuino, con-
tinuo esser presente al mondo non ha r.rulla a che vedeLe con
tlrtto ci, nessun essere umano ha mai tealmer-te visstlto,
almeno non i[ questo senso... >b'.
E ci petch tali esperienze, a causa dell'accentuazione
clata alla speranza e al clesiderio, nel concteto monclo del
nostro essete propfio quied-ora sono sempre anch'esse sim-
boli di un desiderare che non si ancora svelato: conse-
gLrentemente quegli istanti che soddisfar.ro i pi intensi de-
sideti sono sempre) secondo un gi antico punto cli vista psi-
cologico, insoddisfacenti. Quindi
jl
tirolo della lezione inar
gLrrale tenuta da Blocl.r a Tiibingen, che in questo con-
se
M^rrARM, Oeu"rcs (Ptisi, 1945), p 3l2
0
Vctlrc\ duluen, 1, J.4.
154
6t
Das Ptinxlt Llolltluus, D.3,ll.
r55
testo solpreDdc: < Pu la Spetanza csselc frtlslfxta? )>,
riceve una risposta ancora pi sofprendente: la speranza
senzpre frustrata, il {uturo sempre qualcosa <1i llaerso
da ci cl.re noi ceLcavamo cli rovarvi, qlualcosa di esor-
bitante dal punto di vista ontologico e necessatiamentc
imprevisto. Cos il ncgativo riassorbito dal positivo, non
come comodo allevianento dell'insoddisfazjone, bens co-
rre una specie ,-It uia nucis dela speranza stessa) un aln-
pliamento delle nosre previsioni tale da portarle arl itrclu-
clere e a trovate soddisfazione anclte nelle loro auto nega-
zioni.
L'allegotia fondameutalc di questo pt'ocesso per Blocl.r
la leggenda di Eler.ra egizia, secondo la quale Menelao sbarca
r.rell'isola di Pharos nel suo viaggio di ritorno da Troia,
solo per tovatvi una seconda Elena, in tutto icle[ticn
alla ptima, che egli potta con s sulla nave l-'Elena Egizia
sosticne di essere qtrella \rera, evocata dagli clei e nascosta
qui, pura e intattn, durante i dieci anni della guerra di
Troia, mentre un simulaclo prendeva il suo posto nee
braccia di Paride. Menelao si rifiuta di crederle: o Ctedo
alle soflerenzc sopportate in battaglia pi cli quanto non
crcda in te! >, egli gtida nella versione euripiclea; ma a
questo plto l'Elena che aveva imbarcata a Ttoia scompare
in unr nuvola di fumo artlente e Menelao deve accontentarsi
clell'aden.rpinrento del suo desiderio, adempimento del tutto
identico a quel1o desiderato cos a lungo e cos appassio-
natamente, e tuttavia in clualche modo intin-amcnte vuoto,
sepptsre reale. << In ciascun adempimento, nella misula iu
cui esso sia in primo Juogo realizzabile, rimane rin tipo
di speranza molto specifico ll cui ruodo di essere non
qtrcllo della realt presente, o altueno non delltt reo.lt
ptcscftte col ' ora, e che persiste integra co suo conte'
r.uto... >>6?. questa essenziale insoddisfazione racchiusa
ploprio nell'intin.ro della speranza quella cl.re fa proceclerc
61
D6 Pritl.it Llollnuls, r.2l).
I )b
il tcmpo e cle trasforma ogni desiderio contin!ente in
sjrnboio dcl Jesiderio Ltopico, ogn conringenre prescrrrc
in simbolo della finale presenza dell'Utopia, < Tuttavia la
quiete giunge ne giorno in cui I'Elena egizia si adorna
di tutto il prestigio di qnelln toiana >
6r.
illunilrar.rte confrontare qcsta dottrina non solo con
quella di Fleidegger, ma anche, come George Lichdrein.r
ha sr-Lggerito acutamente, con quella Satre in L'tre et
le naat, col qualc Bloch rivela sorprendenti afinit, nono-
stante e enolmi clisparit stilistichc e cultrirali ed alcunc
cliiTerenze ancor pir significative. Percl.r anche Sartre i[siste
sulla natuta vuota del presente, che ci proietta in avanti
verso il futuro, ma per lui il vuoto rrft v\toto di malt-
canza pinttosto che di desiderio; ecl egli mostra come si
debba vedere la temporalit come desiderio della coscienza
cli superaie questo essenziale difetto oltologico e cli rag
giungere la defrnitiva dentit cl.re si roverebbe nell'unione
della coscienza e dei suoi bisogni con l'essere cli cui
ptiva, cio a dire, col mondo esterno. (Vetamente Sarre
abbozza anclte una dottrina dei simboli che questa proie-
zione della realt umana deposira negli elementi del mondo
esterno
-
Bloch le chiama < cifre della realt >
-
e che
un'analisi della materia, intesa in senso bachelardiano,
chiamata a indagare).
Ma da un punto di vista sartriano l'unione cli essere
c coscicnza c,na corrtrlddizone in terlrini e resta pcr
sempre irrealizzabile. perci chiaro che per Sartre il
sistema blochiano rimane pdgioniero dcll'illusione ottica
cbe L'tre et le ftdnt ha cercato di esorcizzare. La dot-
ffir.ra blocl.riana dell'Utopia si ffova quindi Iidotta a una
specie di filoso6a del come-se, a una spccie di bugia che
aiuta a vivere.
L'argomentazione pu trovare risposta clal punto di vista
cli Bloch, ma una rispost che impiica lo spostamento clei
6r
l)ds Pti"zp Llollnung, p. 213.
r57
suoi ternini fondamentali. Perch sembrerebbe chiaro che
dal punto di vista de ll Prirtcipio Speranza Io stesso esi-
stenzialisno Lrna spccie cli illusione ottica, un'illusionc
creata cla Lln'assoluta va]orizzaziottc del presente in quanto
tale. Iu questo il caso di Pascal, per il quafe i'eflettiva e
desolante verit dell'esistenza si rivela soltanto attraverso
una radicale riduzione dell'esistenza all'attimo ptesente:
una realt che ci diviene visibile solo a condizione che
noi ci svestiamo dei miraggi o delle distrazioni ontologichc
(tliuertssetnerts) sia del futuro come pufe del passato,
solo a condizione che ci mettiat.ro a confronto col vuoto della
vita del presente. Cos anc,lre per Sartre, per il quale va
detto che, noostante egli ponga l'accento sulla nostLa
proiezione in avanti nel tempo, il futuro resta immaginario
r.rel senso pi morboso; nulla ir.r realt mette in moto
tutta 1a forza comosiva dcll'ir:onia sartria[a in modo tanto
chiaro quanto il ptLro desiderio di cambiamento nel futuro,
ovvero, il che per lui 1o stesso, il desiderio di aver
can.rbiato nel passato: inutili sogni ad occl.ri aperti o ri
n.rorsi. Tali desideri hanno in realt una loro funzione solo
ne1 presente: uno vuole cambiare
(pensate all'orrore di
Elettra quando le sue visioni di saugue si realizzano ef[et-
tivamerte, come per un terribile equivoco) solo allo scop<r
di sentirsi superiore a un prcsente intollerabile, solo per
dissociarsi met.italmelrte da una realt presente che non ci
interessa vedere. Quindi
Sarte riduce il desiderio ad una
sruttuLa che f illusione nel presente, proprio dove Bloch
legge invece la sua veta
^slatlezzl,
la sua vera insufn-
cienza ontologica, in quanto simbolo e causa di un concreto
futuro che deve venite. Tuttavia se si prende il sistema
sarftiano non cone desci-izione atcmPorale dela stfuttura
n"cessaria <li ogni coscienza, bens piuttosto come una
riflessiole cli partcolare acLrtezza sLll sentime[to dell'esi-
stenza nello hic el nunc storico, llel vuoto
PfeseDte
del
capitalismo industrialc iroderno, allora le storia si intro-
cluce ltuovamente nel dibattito filosofico, e non pi pro'
158
prio cos sicuro che, a lungo andare, sia il siste.o.ra blo-
ci.riano il pi << Utopico > nel scnso peggiorativo dclla
irlrola.
lesta apelto il ptoblema della naLurn cli quell'iclcn-
tit Utopica finale, cl.re pcr Sartre inpossibile e che
per Blocl.r vale come vero c proptio segno della realiz-
zazione dell'Utopia. a questo p,rnto che l1 Faust ac-
quista il suo risalto per Bloch, la cui intera opera si pu
v(r-rtcrrrc corLsidcr.rrc iu rrn ccrLo s!n5Lr cor'l1c trn imtncttso
con.r.nento rl poema di Goethe (in q!esta L,Lcc si pu for'-
nulare l'ipotesi che la caraLteristica pcculiare e non tacli
zionale della sua dialettica sia cluella di essere una forma
cli marxismo chc non deriva da Hegel ma cla Goethe
stesso, r.or. claTla Fettomenologia ma d,al Faersr). Poich
si ricorder che l'opera di Goethc incenuata sull'epi-
sodio chiave del patto col diavolo, i termini <lel quae im-
plicano un rifiuto dell'Attimo ovveto ul. consenso ad esso.
L'inmagine abituale di Faust come personificazione della
perenne ilsoddisfazione e del desiderio quasi quantificato
cli provare serrlpre nuove espefienze, un'eccessiva sem-
plifcazione, con la quale la rescissione del patto nel, Fdust
I1 diventa inspiega:ile. Poich l l'iniziale vanteria di
Faust
-
che egli non tlover mai un attino cos piace-
vole da falgli desiderare di fermare il tempo
-
visns
nrodificata; e col tecupeto della tera dal nare e con la
prospcttiva cli una nuova esistenza collettiaa trasfotmata
(< Solch ein Gervimmcl mcl.rt ich sehn/ Au{ freiem Grund
mit freiem Volhe stehn! >) s'avvicit.ra un presente al quale
appunto si possono indirizzare le fatali parole di aspetta-
tire. Con qrresL.r risione poliricc cortcrcL:r. genrrinrt e vc-
lamentc profonda, I'Attinc si libem per la prima volta
<lel sno <, incoguilo > ontologico: << L'bic et ntmc clttello
che ovunque assume la {orma e I'cssenza di un problen-ra
fBloch capovolge qui deliberatamente lo slogan l.reiclegge-
riano di una Scinslragcl, c1uello cl.re completa tutle le
immagini inatleguate o solo seniacleguate dell'essere del
159
nondo cone divenire. Ma soltanto alla luce improwisa
della propria identificazione o rivelazione di s afiorer
per la prina volta questa domanda, che ct stata annun-
ciata c adombrata per tutto l'univelso nella forma del mera-
viglioso: vale a dire r.rellc figure <lell'identit... I1 meraviglio-
so un lampo, scoccato dal soggetto e dall'oggetto in ugual
misura, alla luce del quale non esiste pii r.rulla di alie-
nato, e nel quale soggetto e oggetto hanno ccssato si-
multaneamente di essere separati I'uno dall'airo. Il sog-
getto, ilsieme con la sua caratteristica pi autentica, e cio
il Desiderio owero l'oggetto desiderato, lta cessato di
esistere; l'oggetto ha cessato di esistere insieme con la stta
propriet pir spuria: l'alienazione. Questa
realizzazionc
ur.r tionfo, e la dca della vittoria, come l'antica Nikc,
l.roggia
su di un unico punto: come cluella concenttazione
clell'essere cteata e raccolta nell'umano genuino. >>
64.
L'evcn-
to eIIa saTvezza di Faust sottolinea una profoncla di{le-
renza qualtativa rra quest'Attimo conclusivo, genuina-
n-ete concreto, e cluei momenti cos poco rcali, coi quali
Mefistofele cercava cli afiascinare Faust e di conqustrtne
1'anima.
in questa concezione di una scrla ascendente di
{orn.re dell'attimo che 1l Faust assomiglia piir da vicino alla
Fanoneuologia di Hegel
-
un'aflnit che non solo Bloch
ma anche Aclorno e Lukcs halno sottolineato. Se, a lungo
andare, la visione goethiana che ha il sopravvento ir.r
Bloch, ci awiene in conseguenza dell'essenziale idealisn.ro
di quello Spirito Assoluto che il momento finale dcl'
l'adempimento per llegel e la cui prir.rcipale catatteristica
la totale eliminazione dal soggetto di qualsiasi traccia
rimanente dell'oggetto esterno, di tutti gli ultimi fram-
menti di oggettivi come tale. Il sistema l.regeliano,
come abbiamo visto nelle citiche di Adorno e l\{arcuse,
non aspira in definitiva a una riconciliazione col montlo
61
l\i\ PtiniiP LIall rttE, Dp. 15J9'1i54
160
bens al suo totale assorbimento, alla completa assimi
lazione del mondo in tutta la sua contingenza e alterit,
alla sua trasformazione nell'io e nella soggettivit pura.
Ma per Blocl.r, per il quale sia in senso fenomenologico
che in senso emozionale, la coscienza si debilita senza un
oggetto, questa abolizione conclusiva del polo oggettivo
costituzionalmente sgradevole; e la genesi vissuta del ma-
Lcrialisnro di Bloch si pu Lrovare in quesra conrinzjonc
clel tedio cl'una coscienza abbandonata ai propri desideri,
dela necessit di un oggetto che giustifichi non il lavoro
ncl senso dell'operare in un monclo decaduto, ma piutto-
sto l'attivit di una natura goethiana superiore e non alie-
nata, in un nondo esterno Utopico ora riconciliato con
l'io, ma non per questo fagocitato all'interno cli esso.
L'attimo faustiano non , naturalmente, che uno ra i
tanti possibili simboli dell'attimo conclusivo; infatri la
forza stutturale del poema goethiano sta nel modo in
cui viene ripreso in seno all'opera nedesima questo cafat-
tere essenzialmente fluttuante del simbolo. Pcrch Faust
non vivc mli efleLLivarnenrc
jl
morlcr,to in qucsrionel pirrr-
tosto egli lo immagina come noi immaginiamo il poena,
e il suo pone le sue parole fatali al condizionale conftad-
clistir.rgue il carattere essenzialnente analogico del racconto
fantastico nel suo insieme. ln realt non possiamo imma-
ginare il nomento Utopico se non come ir.rimmaginabile;
quindi si inserisce una specie di sruttura allegorica nella
vera e propria spinta fornita dall'impulso Utopico, il quaie
mita sempre a quacos'altro, non pu mai rivelarsi diret-
tafiente ma deve esprimersi senpre mediante figure ed
t sige .enrpre. srrutLuramcnre. di es-erc inregraro e spieglLo.
Esamineremo brevemente alcune clelle sue singole figure, ma
per ora sulficiente rilevare la comune derivazione di arte
e religione, con le loro espressioni simboliche e allegoricl.re,
tla questa pi profonda struttura allegoricfl dell'essere stesso.
Esistono, comunque, delle esperienze esistenziali che
si possono intenclele cone aclombramenti c1i ci cl.re po-
r61
trebbe rassomigliare alla pienezza di un tale attimo Uto-
irico
concusivo: questo il senso dell'unione mistica nelle
rcligioni; in un modo ncor pi concreto, questa la pir
getruina funzione della musica come sent;melrto limitlto e
tuttavia chiaro dell'unit cli intcrlro ed esterno che I'Utopia
istituir in tutte le dinensioni dell'esistcr.rza. Perch nella
musica la nota stessa il pi rarefatto esisteflte oggettlvo
concepibile, che ci giunge attraverso l'oreccl.rio e si con1-
bina intimamente col noso essere se[za perdere per
efTetto di tutto ci la sua esser.ziale alrtonomia da noi, come
oggetto a buon dilitto distinto. Inol[e, la sonata stcssa
costituisce la prova di una specie di dialettica inerente al-
I'esperienza musicale, che propdo amite questa relazione
ontologica con la nota tova il suo completamento dispie"
gan<Iosi nel tempo, nel processo e nel moto tenporale
verso una fututa pienezza, che noi conosciamo sotto forma
di musica.
Quindi
la musica profondamente Utopica, sia
nella sua forn-ra clte nel suo contenuto
65
Ora forse pi chiaro come possa f istante Utopico,
o meglio l'eternit Utopica, se non abolire la morte, al-
meno privada della sua nocivit: pcrch, laddove nor-
malmente al momento di morire f indivicluo viene brutal-
mente distolto da quel futuro nel quale soltanto avrebbe
potuto trovare il suo completamento, il tempo ttasfigutato
dcll Utopia oflre ora rrll perpeLUo presente. in ctti v
una soddisazione ontologica di ogri istante, specifica cp-
pure totale. La norte, in un mondo silfatto, non ha nulla
da prendersi; essa non pu clanneggiare una vita che si
gi totalmente rcalizzata.
Tuttavia vi sono dei gradi io questa conquista della
morte; poich inizialmente, perfino ncl nostlo
Ptoprio
mon-
do, 1a morte e I'attino presente (come oscurit o vuoto)
sono in un cefto senso in relazione: << L'esistenza non
s
Vecli in prrticolalc: < l'hitosophie der N{usik > irl ERNsr Bi'ocrl,
GeisN det Uropie (Irrnklurt, 19611), pp. 49 208
762
oggettivizzata, il fatto puro e scmplice di esistere, che non
sia ancora divennto un Da-sein ovyero presenza reale di
fronte al mondo, appartiene indubbiamente alle pir future
fonti clel diaenire stesso e del tentativo di proiettare al-
J'esterno quell'esistenza in un Dd-seix mediato ma, nella
misura in cui da essa ptoviene questo ingresso dell'esi-
stenza al processor essa anche la {onte del trascorrele
clelle cose. E questo esattan.ente nella misura in cui l'at-
tinro non sia stato in grado di proiettarsi all'esterno in
modo adeguato, nella misura in cui il puro e semplice
fatto dell'esistere non sia ancora stato realizzato. Ma poich
l'atlmo ceulrale della nosra esistenza non ha ancora ini-
ziato il ploce.so della sua oggetrivizzazione e conscguen-
tel]aente della sLra realizzazione, proprio per quella ragione
tton pu cadere preda tlella decadenza... Dal momento che
il vero nocciolo dell'esistenza non si ancora ri{ugiato nel
puro e semplice processo di nasformazione, esso non pu
venite toccato dalla traqsitofiet inerente a quel mutamento;
di fronte alla morte esso circondato dal cerchio protet-
tivo del non-ancora-vivente. Tuttavia, se quell'intimo nucleo
clell'essere entLasse a far parte del processo, allora persino
I'auto-oggettivazione, e in definitiva 1'auto-intensificazione
e pef conseguenza I'avto-realizzazione non sarebbero pi
elementi del processo: con l'emergere di un tale attimo, il
regno del divoratore Cronos volgerebbe al termine.., Per-
tanto il nocciolo dell'esistenza essendo stato alla lunga con-
dotto all'essere e qui avendo di conseguenza trovato il
suo compimento, sarebbe diventato, per la prima volta at-
traverso questo picJlo 6det pimento, extraterritoriale ispetto
alla morte; perch la morte, insieme con quelf insufficienza
orientata verso il processo alla quale concttualmente ap-
partiene, sarebbe divenuta incongruente, in realt sarebbe
venuta meno essa stessa i>
6.
cos che i cittadini di Uto-
pia, pur essendo ancota mortali, collosceranno la vita etef-
66
Dd' 'iazit Halll"tc,pp. l87, lJo0-li9l.
r63
na; e questa pron.essa di immortalitr, questi pleafllunci
intensan.rente emotivi, percettibili solo confusan.rente, di un
trionfo sulla morte, appartergono ai siraboli finali della
speranza, cl.re un ternPo erano alterati nelle loro forme
religiose olemondane, ed ora ci sono festitLliti con tutta
I'esaltante forza della livoluzione mondal.a
2.
L'Arr est une anricipatior du trxvail tel qliil
.oit tre pratiq dns un rsime de tfs
lr.r' rc
-
roJ . tion.
GDoRcEs SoRr, Rfrcxiat! s\ la uiale cc
Quindi
per Bloch il mondo un immenso deposito di
figure, e il compito del filosofo o del citco assume un
calattete ermeneLltico nella misura in cui egli deve pene-
trare questo << incognito di ogni istante vissuto >>
67
e deci-
frare il significato che confusamente vibra sotto i racconti
di fantasia e le opere, le esperienze e gli oggetti, i quali
stando intorno a noi sembtano voler attirare la nostra
attenzione in modo stranamente personale.
Gli oggetti privilegiati di tale analisi etmeneutica sono
naturalmente il mito e I'arte; ed essi vengono distinti l'uno
dall'alta non come la cultura popolate rispetto a quella
sofisticata, ma piuttosto come il contenuto rispetto alla
forma. Poich nel mito e nella fiaba l'atto di desiderare,
chc la pi autentica dramma tizz^zione dell'impulso Uto-
pico, costituisce il vero filo narrativo della {avola E la
elaborazione della fiaba e del mito essenzialmente un
processo di trasformazione o tfavcstimento, di distorsione
o di spostamento del contenuto fondamentale
-
operazioni
che indubbiamente corrispondono ai vari n.rodi di sfuggire
alla censura che Freud ha esauricntementc descritto nela
61
D.r Ptinztp Lkll Mr, D 1518
16,1
Iulcrlrclazictnc clci sogni, Solo che per I3loch, come ab
biamo visto, non si tratta cli un desiderio preistorico, ma
piuttosto di un'aspirazione Utopica, cl.re si cela dietro i
simboli degli dei, ovvero nel tasferinento dell'et deil'oro
o in un soprannaturale aldil o ir.r un paradiso agli. i.nizi
del tempo.
Ma quando I'opera letteraria cerca di impiegare questo
nateriale Utopico clirettamente, come contenuto secolariz-
zato, come avviene in tutte le diver:se Utopie letterarie,
ne risulta un in.rpoverimento dovuto alla riduzione dei
livelli multipli dell'idea Utopica all'unico canpo relati-
vamente astratto della pianificazione sociale. Vi na-
tnralmente un senso in cui ogni ineccio pu essere
considerato come movimento verso l,Utopia, dato il suo
ravagiarsi per una qualcl.re definitiva risoluzione delle
tcnsioni fondamentali: questa la posizione cli Lukdcs in
Tecta rlel roruaxzo (1978),
opera che in realt contem-
poranea di Spito dell'Utopia di Bloch e che pu ser-
vire a ricorclarci che le preoccupazioni alle quali Bloch
rest legato furooo quelle cli un'intera generazione d,in-
tcllettuali. Tuttavia quesro uso della nozione di Utopia
gi di tipo sinbolico, o preferirei dire, nel contesto
attuale, di ti1>o
formale,
in tanto in quanto ha a che fare
l)iuttosto
cl.e con il desiderio dell'eroe soltanto, con lo
sviluppo di trtti i vari elementi dell'opera attraveLso lo
svolgersi della forma.
Blocl.r non ha mai claborato sistcmaticamente i netodi
,li rrr.rljsi fornrrle che il suo pensicro cornporla: eppurc
chiaro che nel suo sistema una teoria simbologica trar-
rebbe vantaggio da una specie di doppia codificazione non
clissimile da quelJa descritta ne1 precedente capitolo, per
qLanto concerne Schiller. Poich Bloch ha fondamental-
mente due diversi linguaggi, ovvero sistemi terminologici
rr sua disposizione per definire la natura formale dell'adem-
pirr.rento Utopico: il muovcrsi del mondo nel tempo verso
il tnomento conclusivo che appartiene al fr-rturo, e la no
165
zione pitl spaziale di quell'adeguamento di oggetto e sogget-
to che deve catatleizzae il contenuto di tale momento'
Questi
due aspetti dell'adempimento
Utopico si possono
definire rispettivamente come << tendenza >> e << Iatenza >
delle cose nel presente: le possibilit dinamiche di sviluppo
storico da un lato, e le potenzialit
Pi
percettive o este-
tiche degli stessi oggetti dall'altro. Essi quindi corlispon-
dono alle modalit clrammatiche e liriche con cui si pre-
senta il non-ancora-esistente.
Al tempo stesso, dal punto di vista delle figure, que'
sta opposizione conisponde alla caratteristica distinzione
blochiana tra l'allegorico, come apertuta sull'alterit ov-
vero su1la diversit, e il simbolico, come ripiegan.ento di
tutte le cose enro la propria uuit. L'allegoria stessa
aspira indubbiamente alla definitiva unit del simbolo' e a
quel livello questi due movimenti sono i medesimi: poich
il simbolo <{ governa qualcosa come
'sna
determinazione
del
fine,
cosa che va distinta dall'allegoria come relazione
d'identit con l'alterit, espressa attraverso l'alterit: [es-
sendo quest'ultimal petanto essenzialmente'rna
detetrui'
nazione del nodo. L'atte nella sua rappresentazione del
modo completamente allegorica, mentte essa lesta altret-
ta'ro tbutria Ael simbolo per il fine che determina il
modo
(e che rimane un fine umano per tutta la sua
unit e totalit) >>
8.
Tuttavia dal momento cl.re la realt
del simbolo non ancoLa data ne1 mondo, nella misura
in cui il mondo non ha ancora raggiunto quell'unit del-
l'essere di cui il simbolo un segno, qualcosa di plematuro
e di ostinato
gli rimane intorno; come pure v' qualcosa
di frammentario e di insuficiente che circonda l'allegoria'
Veramente la difierenza tra i due, a questo livello, cori-
sponde alla difierenza tra religione e alte: < L'arte un
pluralismo che, nel suo modo di presentarsi c nonostante
il fatto di posscdere un inrinseco significato suo proprio'
6s
Da! P1zip Holhlu]lq, P. 951
166
segue il movimento indiretto e multivoco dell'allegorico;
mentr la religione accentratrice, nonostante {accia uso di
modi espressivi evidentemente poetici, mira ad assumere
un'unica direziooe ed a condt'rle a tetrnine ulra conver.
genza di simboli >>
e.
Comunque, nel contesto di un modo lirico piuttosto
che drammatico di rappresentare la realt, entan.rbi i tipi
di rappresentazior.re si possono considerare come lorme
di conzpletarucnlo: << Certamente la dottrina delle cose
ultimc L,rngi dall'essere accessibile all'uomo noderno
come lo fu in quell'et {ortunata allorquando gli dei erar.ro
vicini; eppure p.r'oprio pcr quella ragione gli artisti cl.re
vivono tra gli uomini raccolgono le antiquate frecce del-
l'espressione, da lur.rgo tempo cadute in disuso, per farle
quindi volare in direzioni esoteriche; e dal momento che
il sacto non pu awicinarsi alla terla se non nell'ambito dcl-
'opera d'atte, la luminosa naspalenza cupamente colorata
dell'arte espressiouistica, col suo otientanento Utopico di
cotenuti e oggetti, va onofata con.e un luogo recinto prima
che vi risieda una parusia ancora a venire... Le immagini del-
I'arte, come piccole isole innanzi a noi, sono come dipinti su
vetro che abbiano appena cominciato a brillare, attirando la
nosta attenzione, e che la gente adclita, interpreta e quindi
cli nuovo abbandona. E questo in realt il criterio per giu-
clicare un'illrurinazione putamente estetica, considetata dal
prrnto di vista delle sue categorie definitive: cafte poss.lno
Ic cose di questo mondo completafii a meno di cessarc di
:ittere fl ruoclo apoclittico... r>
70.
Dunque, ci che la for-
rna clella sonata completa nel tenpo, la cupola, per esempio,
cotnpleta nello spazio, proprio come simbolo di quella cu-
pola di tera che fu < per Colonlbo un 'indizio del para-
,liso tertestte', quando egli rasfer quest'ultimo da Ceylon,
6e
ERNsr tsrocH, Trrirs?/
(lirnkfurt,
1961'1964), II, 46-,17.
io
Geist der Utopie, p.751.
Ei eituns iit die Philotothie, 2
..|..ll.
1.67
dovc lo collocavano i geografi arabi, al delta dell'Olilroco
(pure sicuramente molro prossimo a Ceylon, a suo modo di
vedere), certamente al di l di quella quiete, in quel regno
intatto in cui non si pu metter piede, dove Ia tena,
diventata Eden, rapassa nella cupola del cielo azzurro n
t'.
Nella pittura e genetalmente nell'espressione lirica noi
cogliamo una {ugace immagine della rasformazione e dcl-
la rasfigurazione degli oggetti nel mondo a venite: << Proprio
come Franz Marc ha detto che le immagini dell'arte rappre-
sentano il nosmo riemetgete in un luogo diverso, cos qui,
rrclla as.enzr Ji spazio. dore inLerno e prospelLivs si cotnnc
netrano teciprocamente, sol{usi del senso dell'alil, un'inte'
rd esistenza emerge in un ' altroue ': qui non esiste pi nulla
se non il paesaggio del desiderio di questo ovunqlreJ que-
sto sentirsi domestco nell'universo n
?2,
proprio que-
sto senso del mstero o del meraviglioso, sia esso sugge-
rito da1 surealismo, dalle nature morte dei fiamminghi,
owero dalla gloriosa cornice di una Madonna del rir.ra-
scimento, che negato dalla civilt moderna, la cui < pir
originale conquista non opir.rabile > Bloch ritiene siat.ro
< il bagr.ro e il gabinetto modetni, proprio come i mobili
del rococ e le cattedrali nell'arte gotica, {ornirono Ie do-
minanti architettoniche intorno alle quali si struttur il
resto dello stile dei perioc{i in esame Adesso domir.ra la
lavabilit, in qualcl.re modo l'acqua scorre gi da tutre e
pareti, e il magico delle moderne instailazioni igieniche
inavvertitamente si pone come ut a prirtri dell'intera pto-
cluzione di macchine persino nelle conquistc pi ralfinatc
della tecnica industtiale del nostl'o tempo )>
7n
Con questo non si vuol dire che il funzionalismo sia
necessadamente non estetico: perch sono proprio i pir
umili mamr{atti artigianali, le pipe e le tazze
Per
bere
dei contaclini, rozzamente intagliatc, cl.re ilrcamalro il ntodo
piir autentico col quae I'uomo terta di riunirsi alle cose
iutotno a ui, tenta cli ricongiungersi alla sua definitiva
ider.rtit modellando con passione gli attrezzi e i ma-
nutatti tra i quali vive e lavora e mecliante i quali egli
si esteriorizza. ll fabbricale manufatti quindi l'archetipo
fondamentale, il gesto pir essenziale, il cuore dell'espres-
sione lir:ica
74.
Se noi ora ci volgian.ro alle forme ten.rporali, e in par-
ticolare al dispiegarsi clella {avola nel tempo, eviclente
che la djmensione temporale dell'opera pu essa stessa
valere cone sirnbolo delo sviluppo Utopico: < Ogni gran-
de opera d'arte, al di sopra e al di l del suo contenuto
manifesto, eseguita in conformit a u\o stato di
latenza della pagina a uerire, o in alme parole, alia
luce del contenuto di un futuro che non si ancora rea-
lizzato, di una cetta soluzione finale per ora sconosciuta >
75,
In questa idea implicita una {enomenologia delle {otme
temporali del romanzo, ma si tratterebbe di una fenome-
nologia che tasccnderebbe la senplice tipologia, pet oc-
cuparsi piuttosto del significato Utopico delle varie espe-
tienze conctete del ten.rpo, che s'incarnano nelle divcrse
forme di espressione narrativa.
questo significato che dona all'arte ii suo contenuto
di verit, che fa dell'anivit artistica, a buon diritto, un'in-
<agine filosofica pLeconcettuale del monc{o nelle sue pro-
pliet: < L'aspetto
lScheinl d,ell'atte ... assLrlr.rc il ser.rso <li
nn essete proiettato in avanti, un senso dissimulato in im-
nragini perch comunicabile soltanto attfaverso di esse, dore
stiLe e stluttura d,ella
lauola
rapprcse11t6no essi stessi na
ltrefigurazione
ontologica [Vorschein] del reale, che dd wt
ldto tlascct(le, dall'altro dona senso e direzione aLl'ogge/to
tlell'opera, linitato c sDiluppato nella tenporalit; rna pre-
7+
Vedir Grirr .let Lltti.,
r,D. li 19.
15
Dd! Ptitlzip Holh&ns, p. ll0.
1t
D.s Prilrz Hollntute, p.908.
12
Das Prr1ip Holl"utlc, pp.98o9rl1
73
Gebt ler Utopic, p.21.
1B
169
figurazione ontologica che proprianente rappresentabile
in un modo esteticamente immanente.
Qui
si cl.riarisce ci
che una sensibilit poco penetrante o abitudinaria inravede
a malapena, sia negli eventi individuali, come pute in
quelli sociali o naturali... >>
76.
In questo contesto le varie tecniche o categorie clel-
l'opera d'arte asslrmono il loro signicato definitivo sol-
tanto se la loro analisi condotta fino a livello ontolo-
gico, dove diviene evidente che esse sono modalit del
rca\lzzarsi dell'Utopia: << L'arte in ma sola uolta e al
tenxPo stcsso un laboratorio e rn carneuale di possibilit
coftdotta uerso il proprio adetnpinento >>77.
TnJtrbbiamente turto ci rirnrne asrrxtto c incotnpirrto.
un blocco di vuoti imperativi critici, senza una qualchc
concreta dimostrazione tecnica del moclo in cui un tale
metodo funzioni. E questo risulta ancor pi evidente nella
caratteristica scelta blochiana di esempi che riguatdano in
primo l,rogo l'arte popolare o, in subordine, quella tradizio-
nale. Non mi consta, per esempio, che egli abbia mai par-
lato di Proust, che Benjan.rin tradusse, il cui < tempo ritto-
vato > ritenuto da Marcuse quasi il vero archetipo clel-
1'anamnesi istintuale, e il cui grande ciclo sembtercbbc
veLamente il pi cler.rso plototipo del romanzo d'artista;
eppure mi sembra che la creazione proustiana ofira appunto
un materiale privilegiato per un'ermeueutica Utopica, sia
come illusffazione che come caso sperinentale.
Poich diflcile non volgere {requentemente il pen-
siero a Proust quando leggiatno le considetazioni di Bloch
sulle possibilit della speranza, quando osserviamo la sua
capacit di cogliere non solo le esperienze dell'adempi-
mento, ma ancl.re c1uelle della clelusione, nonch le vjcer.rde
ironiche della sodclisfazjone. La linea di sviluppo della nar-
razione in Proust fatta esattamer.te c1i desideri; e Ia
forza dell'opera consiste davvero nella sperimentazione del
desidelio nella sua folma pi possente e infantile: corne il
bramare un oggetto, un incontro, un invito a pranzo, l'an-
darc leJtro, in modu co.r torrle chc. finchd dura, eli-
rrrina il resto del mondo: brama tanto assoluta .la avcre
tutta la perentoriet dei desideri di un fanciullo. E sono
csattamente tali clesideri cl.re racchiudono in s il pi puro
arcl.retipo del'impulso Utopico.
11 tempo della nalrazione proustia[a dato appunto
dalla stmttura di tale desiderio. Come in BJoch, in Proust
il frrturo finisce sempre col rivelaLsi come qualcosa di pir
o di diverso da ci che ci si aspettava, per.6no quando ci
che ci si aspettrva ir.r definiriva sarebbe stata l'irsoddisfa'
zione. Si pensi alla lettera di Gilberte )ungamente deside-
rata, lcttera che il narratore continuamente rielabora nella
sua mente) finch si fetnra teto:rzzaLoi << Capii che qua'
lora avessi ticevuto una lettera da Gilberte, non avrebbe
potuto in nessun caso essele quclla paL'ticolare lettela, dal
nomento che l'avevo appena composta da me stesso. E
da quel momento in avauti n.r'imposi di evitare ci pen-
sare le parole che avrei amato mi fossero sctirte cla lei,
pet paura di escludete proprio quelle parole
-
le pir
care e sospiratc
-
dal campo delle possibili realizzazioni,
pronunciandole io stesso r>
78.
Quindi
per Proust, quale chc
sia i1 contenuto clel futuro, esso deve necessariamente
venire con la forza del letteralmente nuovo, del letteral'
mente inaspettato, e perci il naratorc sospinto in un
processo pro{ondanente superstizioso e conttaddittorio di
evocazione del desiderio: consapevole di in.rnraginare meno
allo scopo di ottenere di pir, di formulare il desiderio in
Lrna forna debole solo per {at s che esso si realizzi nela
forma pir fotte, segtetamente sospilata.
Pcrci il tessLrto narfativo prolrstiano costituito da
runa serie di episodi ciascuno dei quali nega quello in.r-
73
lRousr', ,4 h *thctcbc ,lu tenps aodu,I voll. (Paris, 1954), I, 109.
76
l)$ Pt zi\ Hall)unr, D.247.
77
Dcs Pnzp Hallnlt s,
p.249.
1,70 1,7 r
mediatane[te prcceder']te, fietrtrc al tenrpo stesso lo eleva
a un livello superiore; e dal punto di vista emozionale
questa negazione deila negazione ha straordinario elletto.
Basti pensate alla sequenza cl'apertura, nella quale il ba-
cio inaspettatamente negato dalla madre di solito cos
lernlisliva.
e (ll|indi .lfrerrnto ;lxspelLrtimcnte conqen-
tito dal padre che solitamente cos seveLo Proust qin-
di ricalca i caratteristici ritmi dell'intreccio narativo del
\uo m.csrro Brfzac. i c"ri forninri suno irnpcrniati inionro
a un desiderio o a unraspirazione; n.ra ci che l era ap-
petito per i ber.ri e gli oggctti del nascente capitalismo,
qui viene interiorizzato e tasferito da Proust ad un livello
psicologico.
Questo
ci che possiamo chiamare la trani interna
dei fatti in Proust, il cui coltenlLto la vita privata ilel
narratore. Se ora ci volgiamo alla tama esterna, agli altri
personaggi e ai loro inattesi destir.ri, diviene evidente che
questo sentinento di aspettazione, per cos dire, cos pro-
fondamente rappresentativo della nostra relazione col fu-
turo, si spostato dal pian enozionale a quello con-
templativo, stato trasferito <Ial protagonista al lettore.
Poich in questi moteplici rovesciamenti di destino e di
reputazione, il fascino che esercitava su Proust l'imprevisto
t'ivela nn'analogia con quello dello Spuren per Bloch; e i vari
aneddoti di cui si compone l'opera di Proust avrebbero po-
tuto setvire da materia per quest'ultimat l'incapace Dr. Cor-
tarcl, il quale filrisce col mostrarsi al tempo stesso un
diagnostico di genio; il grande pittore Elstir, che si rivela
essere l'assiduo frequentatore, ordinario e impacciato, del
primo salotto di Madan.re Verdurin; la trasformazione di
Madane Verdurin stessa nella principessa di Guermantes,
e di Odette in duchessa; o stesso << incognito > de1le vie di
Srvann e clei Guetmantes, cl-re si dimosffano essere state
identiche fitr dal principio. nell'analisi di tale mate-
ria, e clell'interesse per tale nateria, che noi possiamo
forse mettere a conflonto un'elmeneutica Liduttiva con uoa
112
espansiva: perch, da un punto di vista psicologico, non
dificile vedere come siflatte giravolte del destino siano
il modo proustiano di vendicarsi delle apparenze esteme,
clella sr,La reputazione di snobismo e frivolezza, ailermando
con
.una
mauuaise
fol
prodigiosamente inventiva che an-
cl.r'egli diverso da quel cl.re sembra. Tale morivazione,
la forma pi riduttiva di adempimento del desiderio, non
contraddetta ma pitrttosto ascesa dal sistena etmeneutico
de Il Principio Speranza. , possiamo dire, esso stesso
uno degli <( stratagemmi della speranza >, con-e contenuto
cielle fiabe e dei miti pir antichi, dove il principe o la
principessa, vittirne di un sottilegio, attendono sotto le
spoglie repellenti di rospo o di megera. E si dovrebbe
eseguire una conversione dialettica alla seconda potenza, si
clovrebbe interpellare la motivazicne della psicologia ri-
duttiva e \a Schadenlreude con cui l'apparenza spogliata
dalla cinica realt, per capire la nostra incomprensione
della potenza positiva che determina il movimento persino
dietro la stessa rnauuaise
foi,
il desiderio appassionato di
rrn io perfetto, che diero ogni superficiale egotismo parte
inseparabile d'un impulso verso un nondo trasfigurato.
Se ora ci volgian.ro al r e a I c contenuto sociale di
Proust, il significato recondito di passioni come 1o sno-
bismo e l'arrivismo si manifesta subito: tanti sor.ro i sim-
boli mistificati dell'aspirazione alla perfezione, dell'im'
pulso Utopico tuttora inconscio. Nel medesimo tempo,
simile grezza materia sociale coi suoi inn.rancab:ili rice,
vinenti e salotti e col suo marcato classismo, nonch il deli
betato proposito pfoustiano di dipingere una nobilt in deca-
clenza e sul punto di vanificarsi nel nulla
-
tutto ci non
ass[me tanto un carattefe teazionatio ma anticipatore. Poi-
cl.r proprio I'otiam dr questa classe sociale, completamente
cledita alle relazioni interpersonali, alla conversazione, all'arte
c rlla pianificazione sociale (se si pu caratterizzare in tal
ruroclo I'energia che ci vuole nella formazione di un salotto),
rla nroda, all'amorc, che rillettc nella maniera pir de-
r73
formata le possibilit di un mondo in cui il lavoro alienato
avr cessato di esistete, in cui il conllitto dell'uomo co
nondo esterno e con le sue proprie immagini mistificate
ecl esterioli della societ, avl lasciato i posto al con-
fronto dcll'uor-no con se stesso. La classe agiata proustiana
una caticatura di quella societ priva di classi: come
potrebbe essere diversamente? Tuttavia dal momento che
(almeno nella societ proustiana) 1'unica cultura esistente
quella degli agiati, essa soltanto pu servire come fonte
di concrete immagini di ci cui talc Utopia potebbe so-
migliare. Naturalmente dietro a Proust sta l'aluo suo gran-
de modello: Saint-Simon; e la corte di Luigi XIV esercita
un fascino analogo, nell'immagine che egli d del vero e
proprio cenho del mondo, completo in se stesso, libero
dal bisogno, eppure brulicante delle relaziolri interpersonali
pi intense: una specie di llarem per un'esistenza schiet-
tamente umana entro le violenze dell'assolutismo barocco.
In questo senso, fotse non azzardato dire che il pette-
golezzo
-
quel luogo d'incontro di conversazione e di arte,
quel vizio ptofondamente fertile cli Saint-Simon come pufe
di Proust (e veramente anche di Balzac, it.r un ambiente
sociale tr-rolto diverso)
-
pu valere esso stesso come una
specie cli simbolo deforn.rato della passione per l'umano nei
suoi minini dettagli, che por divenir nostla nella societ
e nel nondo trasfigurati.
una concezione errata il credere che il romanzo di
Proust sia citcolare, ovvero cl.re la fine, coi suo ritiro
dalla vita e cogli accenni alla stanza colle rifiniture di
sughero, segni tealmente un titotno al principio. In que-
sto conteslo l'opera pu esser vista pilrttosto coflle un'im-
mensa fenomenologia delle forme dell'istinto artistico re-
presso, una specie di scala di tentativi espressivi (in cui il
pettegolezzo torna al suo posto seconclatio e le tendenze
snobistiche e artivistiche sono collocate in prospettiva), che
si stende dal primo entusiastico <<Zut, zutl >> del narratore
adolescente in una giornata meravigliosa, dalla cura amo-
r74
rosa con cui Odette elabora i dettagli del suo abbiglia-
mento, che nessun altro vedr mai, dall'intuito diagnostico
del Dr. Cottard, alnimcnti ncdiocre, pcr tutta la durata
del lomanzo fino ai quadli di Elstil c alla stessa voca-
ziot.re artistica dcl nalratore.
Quindi
vi anche un secondo
sistema di elementi ir.r progressione verso il futuro all'interno
del romanzo, poich quest'ultimo ha una setie di forme che
puntalo ciecameDte verso la lucidit della pratica artistica;
(-.luesta
valorizzazione dell'arte essa stessa un fenomeno
2urticipaorc. < L'arte >, ha detto Sorel, << un'anticipa-
zione del modo ilr cui ogni opera sar sentita consapevol-
nente nella societ del futuro >
7e:
ovvero, per dida in
nodo diverso, ogni attivit r.rella societ del luturo sar
tanto profondamente soddisfacente e priva di costtizione
come la pratica << gratuita > dell'arte del nostro tempo.
Tuttavia per Proust l'arte trova la sua i[rmediata giu-
stificazione nell'ontologia del tempo, in un'oscurit dcl-
l'attimo presente molto simile a quella desoitta da Bloch.
Anche in Proust, inoltre, il presente ci ofire solo la ma-
tetta gtezza di una genuina esperienza, e non l'esperienza
medesima. Per una tagione qualsiasi
-
l'iperintellettualiz-
zazione della vita moderna, una toppo intensa e volitiva
sovracoscienza di noi stessi
-
la vita reale sembra in
grado di verilcarsi solo quando meno ce I'aspettiamo,
solo quando, per cos dire, ci capita di guardare in un'alta
clirezione.
Quindi,
nel nosro mondo e nella nostra so-
ciet, l'esperienza data come necessariamente frammen-
taria; non mai vissuta con quella totale e genuina auto-
coscienza che Bloch athibuisce all'adeguamento conclu-
sivo di soggetto e oggetto; e il compito dell'arte e del
Iir.rguaggio di recuperare cluesta interezza d'esperienza,
o piuttosto di relrderla possibile per la prima volta. Dun-
clue in nessun senso si pu dire cl.re l'arte di Proust sia
orientata dalla memoria, che sia ossessionata tlal passato
7e
GnoRcDs SoRrL, Rllxions w la xlolence
lP|tis, 1950), p.
,t.
175
e clala sua restaurazione: piuttosto quel passato suttu-
talmente lacunoso, ontologicamente inadeguato, ed solo
quando trova la sua espressione tramite il linguaggio che
esso pu essere realmente \'rssr]to come se
fosse
la pri td
uolta. Pettaao l'opera proustiana, e la lettura di Proust,
appunto un simbolo dell'esperienza dell'eternit, dell'espe-
rienza della piena tealizzazione Utopica; e per la prima
volta anche lo spazio vuoto all'interno del romanzo dell'ar-
tista, quella tela vuota, che la sua opera d'atte in
fie,
viene riempita dal tempo concreto dell'espressione verbale
(in questa sovrapposizione pfoustiana tra le esperienze fatte
nel mondo decaduto e la loro esplessione, da parte clel
narratoreJ cl.re giunge da oltre la fine del romanzo, da un
luogo olme la fine di quel raondo).
QLrindi
la vitale realt utopica dell'opera di Proust
contaddice le delimitazioni della sua losofia ulEciale, di
quella sua anamnesi platonica che si dimosfta un titorno
al passato solo in apparenza; come se l'impulso utopico
medesimo fosse in grado di fare I'opera sua solo sotto
n.rentite spoglie, fosse obbligato a rcahzzate e sue proie-
zioni del futuro col
Pretesto
di una mistica della nostagia
L'arte come << vocazione profetica spostata n
to:
questa
frase forse illustra meglio le relazioni tra arte e religione
nel sistema blochiano, l'autentico valore della cosiddetta
religione dell'arte, e al tenpo stesso anche le oligini pir
profonde de1 linguaggio specifico di Bloch, il quale nellc
prime opere ha una in.tpronta deliberatamente profetica,
ispirato apertamente ai profeti biblici, e che, colla sua
assai tetorica cteazione e distruzione di {orme, imita ed
evoca quel momento apocalittico iu cui, secondo le parole
di Mnzer, << il Signore 1o cinger potentemente, con una
cintura di ferro tra vasi di cotto >.
Poich ci cl.re contradclistingue la forza della religionc
dal gioco dell'arte, meno vincolante e pi contemplativo,
3a
Ctisr ,ler UtI)c, D. 150
1.16
la fusioue di fede assoluta e di partecipazione collettiva che
sono unite nella concezione del millenarista o del chiliasta.
Mediante il secondo di questi concetti abbinati la religione
viene distinta dalla filosofia, dove teoreticamente pu esser-
vi anche qualcosa come la verit solitaria: nella teologia di
Mnzer il vero coefficiente di verit in una dotina teo-
logica misurato dal bisogno collettivo, dalla fede e dal
riconoscimento dellc stesse moltitudini. Perci una conce-
zione teologica, in cor.rtrasto con una concezione di tipo
filosofico, gi implica in quanto tale una cl.riesa o un gruppo
di oedenti intorno ad essa, ed esiste quindi a livello pro-
topolitico piuttosto che ad un livello puramente teoretico.
Tuttavia la < setiet > della religione, la natura asso-
luta del suo credo, segna anche la sua profonda afinit
con la prassi e la politica nel senso pi largo. Sarei tentato
cli confrontare questo aspetto della descrizione blochiar.ra
con l'analisi di Sarue delle mani{estazioni fisiologiche emo-
tive che rappresentano, egli ha detto, qualcosa come il
..
"rieur.
delle sensazioni soggellive: senza arrossamen.
to del viso, temito, sudoraziooe, battito rapido del cuo-
re, fenomeni tipicameDte natrali, le emozioni si riducono
ad altettante invenzioni mentali, altrettante formulazioni
velleitarie lluttuanti attrave$o la coscienza. Alftettanto
dicasi di questa fede assoluta delle religioni, che segna il
r.rostro accostamento alle aspirazioni Utopiche pi schiette
clel genere umano, << tesor che n le tignole n la ruggine
possono cottomperer e neppure il veleno di una moderna
' visione filosofica ' >>
81.
Il valore della religione per I'attivit rivoluzionaria
consiste pertanto nel fatto di essere shutturata come
ipostasi della convinzione assoluta, come appassionata e pro-
fonda presa di coscienza soggettiua di quelle aspirazioni
utopiche pi profonde, senza le quali il marxismo resta
nna teoria oggettiva ed privato delle sue risonanze pir
3\
Vetlrcndl ec , T, 158.
1.71
vitali, come pure del suo pi {olrdamentale nutrimento
prichico: -
'Srppi.'
dice c qLresfo proposito un antiLo
manoscritto dello Zo|rar, 'che esiste pet tutti i moncli
una doppia maniera di conten.rplarli. L'una mostra I'aspet-
to estetiore e le leggi generali dei mondi secondo la loro
forma ettcrna. L'rltra rivcla ]a lolo intiml ccenz1 c ci,'
la veta essenza dell'anima umana. Vi sonoi conseguentc-
mente, due modi di agire, quello delle opere e quello del-
la preghiera; perch le opcfe sono fatte
i)er
completare
i mondi riguardo alla loro parvenza estetna, le pteghicre
per far s che un mondo si sorregga con gli atri e per
imalzadi tutti'. In tale relazione funzionale tra libera-
zione e spirito, a matxismo e relgione, uniti in un'unica
volont verso il regno finale, il confluite che ne risulta
collega una miriade di corenti vicine I'una all'altra: I'anima,
il Messia, l'Apocalisse, che la {orna assunta da un risve-
gliarsi alla totalit; queste correr.ti danno l'impulso finale,
sia teoretico che pratico, costituiscono |'a priori di ogf'l
politica e di ogni cultura >>
*2.
Il pensiero di Bloch, quindi,
nella sua complessiva rigine binaria, come una specie di
esplosivo riaprirsi dei << vasi comunicanti >> della religione e
della politica.
3)
Questa
scienza lerDrenctical ha avuto un
destino singolare. Essa guadrena considera-
zione solo clurante qlche gtandc mLrtamen
to storico, per
j1 quae tale coniprensione del
1'csistenza storica nella sua pariico.rit .i-
venuLa un problema teorctico prcssante, sol-
trto pef ricntr.re poi una volta di piir ncl
'oscurit.
\LHELM DrLrIrEY, Nate s <Die Entste'
hx s det Hcrnellettik,
Sembrerebbe che l'opera di Bloch sia pi onorata cl.re
tt
Gelst der Utope, pp. 345-)46.
178
studiata nelle due Germanie, dov'egli vissuto e ha la-
vorato; di turti i filosofi e i critici attati il. questo libro,
egli certan.rente quello meno conoscirlto all'estero. Ci
dovuto, senza dubbio, in parte al {atto che il suo si-
stema possiede un carattere di totalit che tutto ab-
braccia; si tratta di un sistema che, cone la cultuia uri-
versale di cui espressione, esige implicitamente di assi-
milare a s tutti i linguaggio e le prospettive filosofiche
minori cl.re ci sono abituali. La dificolt diventa mag-
giore quando abbiamo a che {are con una teoria simbo-
logica per la quale non vi pu essere una terminologia
clefinitiva, n alcun immutabile {ondamento linguistico,
che I'intelletto possa sentire come una specie di assoluto.
Ar.rche ir.r questo, tale sistema esige un'adesione di natura
forse pr religiosa che filosofica.
Comunque, Bloch lasciato da parte soprattutto a
causa del latto che il suo sistema, dotnina fondata sulla
spetanza e sull'anticipazione ontologica, esso stesso
un'anticipazione, e vale come soluzione dei problemi di una
cultura e di un'ermeneutica universali, che non sono an-
cota giunte alla luce. Esso quindi si presenta a noi, enig-
matico e gtandioso, come un aerolito caduto dallo spazio,
coperto di geroglifici misteriosi che irradiano un intimo
calore e un'intima forza, irradiano profezie c le cl.riavi per
comprendede, nella paziente attesa del momento finale della
loro decifrazione.
Frattanto la sua opera, come quclla di Marcuse e di
Benjardn, pu servire, in qualcuno dei modi che sono a di-
sposizione di un'ermcneutica maxista, pef ridare una ge-
nuina dimensione politica ai testi disparati che si conser-
vano nel libro della nosra cultura: non mediante una
facile interpretazione simbolica e allegorica, ma leggendo
f intimo contenuto e l'impulso formale dei testi medesimi
come simboli
-
5i41e essi di completezza psichica, di
libert, o di uno slancio guidato verso la trasfigurazione
utopica
-
della nsopprimibile aspirazione rivoluzionaria.
t79
CAPITOLO TERZO
LA VERTENZA PER GYRGY LUKACS
Ai lettori occidenrali l'idea che si erano fatti di Gyrgy
Lukcs spesso apparsa ai loro occhi pi interessante del-
la sua realt.
Quas
che, in qualche mondo di forme platoni
che e di archetipi metodologici, ci fosse un posto vacante
per il oitico letterario marxista che (dopo Plehanov) solo Lu-
l<cs ha seriamente cercato di occupare. Tuttavia, a lungo
andare, persino i suoi critici occidentali pi favorevoli si
allontanano da lui con una disillusione pi o meno forte:
essi efano preparati a contemplare f idea astatta, ma nella
pratica viene loro richiesto un sacrificio ftoppo alto. Essi
tributano un rispetro verbale alla figura di Lukcs, ma
trovano che i suoi testi nor.r coffisponc{ono afiatto a quello
che erano state le loro aspettative.
Questo disagio non sorprende: esso caratterizza, in teal-
t, il modo in cui i1 relativismo occidentale si approssimava
sempre pi ai suoi confini concettuali; di fatto, noi conce-
I
Susan Sontag: <i Anch'io sono propensa a concedere a Lukcs ;t berc,
ficio de1 dubbio, se non altro p esprimere con ci la mia protesta conrro
l; sterilit della cuerra lrcdda che ha reso irnpossibie negti ultimi djeci
.nni, se non per un periodo di reropo pir lungo, una seria discLrssionc sul
.r\''mo l{.sra pcro il
fd|lo Lhe noi possiamo e..erc senero"i !,r.o
l' ' ltimo
' Lkcs solo a cosro di non prenderlo sul serio e di considcrare
il suo fervorc morale comc un fatto estetico, come una {accenda di stitc e
non come un'idea... > (Asa$t ltiterprctatioll, New
yodr,
966, p. 87).
Adorno: << La persona LuLcs al di sopra di ogni sospetto. Ma la strut
tura concettuale a cui egli sa(ifica I'inrcletro cos angsra da soffocare
ttto ci che per viverc ha bisosno di csprjmcsi libemenre: il sacilizia
dell'intelletta (tN.d. T.l in iralano ne1 resto) cetto non lascia ouest,ultimo
181
piamo la nostra cultura come un ampio museo immagilrario
in cui vengono accolte, l'una accanto all'alra, purch siano
accessibili alla sola contemplazione, tutte le forme di vita
e ogni posizione intellettuale Perci, accanto ai mistici cri-
stiani agli anarchici del diciannovesimo secolo, ai surrea-
listi e agli umanisti del Rinascimento, ci sarebbe
Posto
per
un matxismo che non fosse alto che un sistema filosofico
tra gli altri. Non un esigenza di credenza assoluta che
impedisce al marxismo di accettare una sifiatta assimilazione,
petch, senza diffrcolt, le stesse religioni, trasforrnate in
immagini, coesistolro nella radiziot.re eclettica che ben co-
nosciamo. Ma la peculiarit della struttura del materialismo
storico consiste nella sua negazione dell'autonomia del pen-
siero, nel suo insistere
(che
a sua volta rrn pentiero) sul
fatto che il pensiero puro una forma mascherata del com-
portamento sociale, ne1 suo fastidioso rammentarci la rellt
materiale e stodca dello spirito. Pertanto, il marxismo, in
quanto oggetto culturale, si ritotce contro l'attivit culturale
in gen.ru1", svalutandola e mettendo a nuclo i privilegi di
mercato, le situazioni di classe, gli ozi che sono i1 presuppo-
sto necessatio pet la fruizione dei beni culturali Esso si
rrrtodistrugge come mercc spiriturle e pro\oca un corto cir'
cuito nel processo di consumo culturale eno cui, ncl con-
Lesto occidentale, stlto as"ttnto i. pertanro ll slrurt'lt:t
stessa del materialismo stotico
-
la dottrina dell'ut.rit di
pensiero ed azione, o della determinazione sociale del pen-
,i.ro
-
.h. ilriducibile aa ragione pura o r11a contcnr
plazione; e questa struttura, che la tradizione filosofica della
torghesia occidentale
pu vedete solo come .:na
lalle
nel
sistema, ci rifiuta nel lnomento stesso in ctri immaginamo
che vetrga rifiutata da no.
indenne-.. > (Nold, zu Litcrdttt,I voll , Irancolorte, 1958 195, II' p' 154)
"ore" St"i"".,
( Il tedsco la lineu principate di Lkcs' ma esli La
."uto q."*" linsra in nodo ssradevole. Il suo stilc quello di un esilato;
"gii,
i.f""i, non ha pir la padronanza dclla lingx \'t\^" (Lanr aLe an't
Silc ce, Londla, 1969, D 29t)
782
Non ci si deve, dunque, meravigliare se il lavoro di
tutta una vita di Lukcs non viene capito dall'interno per
cluello che : una serie di soluzioni e di problemi che si
sviluppano l'uno dall'alto secondo una loro logica ed un
impulso interno; non ci si deve meravigliare se le sue opere
vengono considerate come segni esteriori di posizioni arbi-
tarieJ come sintomi di per s privi di significato e com-
prensibili solo se riferiti agli slittamenti di una linea parti-
tica. Allo sviluppo intellettuale viene sostituito il mito della
<< cartiera > di Luhcs, di cui i suoi commentatori occiden-
tali padano, in una forma o nell'ala, senza eccessiva ri-
lessione. Dopo un periodo kantiano
-
ci viene detto
-
dopo studi con Simnel e Lask e il contatto con
I(/ebet,
viene alla luce il Lukcs hegeliano di Teoria del Romanzo
(19L4-1915).
E come da kantiano era divenuto hegeliano,
cos, durante la guena, da hegeliano si fa marxista, si unisce
al Partito Comunista Ungherese, partecipa al governo rivo-
luzionario di Bla Kun. Il terzo Lukics, un bolscevico con
atteggiamenti tipici dell'attivista e con incoffeggibili tendenze
hegeliane, scrive un'opera aceita, Storia e coscienza di classe
(1921),
che il partito condanna. nel periodo dell'impegno
autocritico che prende {orma quel Lukdcs maturo che meglio
conosciamo: il Lukcs stalinista clegli Anni Trenta e
Qua-
rrnta, il teorico del realismo letterario, facilmente assimi-
labile al realisn.ro socialista ufficiale del medesimo periodo,
clre prodnce sia opere come Balzac e il realisrxo
fran-
ccse (1945), Goetbe e il suo icmpo (1947), Il realisno
russo nella letteratura mondiele (1949\,
e ll romanzo sto-
rico (1955\, sia i lrumerosi studi sulla letteratura e il pen-
siero della Germania del diciannovesimo e del ventesimo
secolo, pubblicate a Bedino Est nel dopoguerra. Con il
cJisgelo, un Lukcs pi moderato riformula la sua posizione
generale sull'arte moderna in Sul realisruo uitico (1958), e
clopo la rivolta ungherese si ritira dalla scena, preparando
1'Estetica (1,9$)
in due volumi con cui, come nella proget-
t^ta Eticll e OntoLogia, ritorna al progetto teofetico neo-
181
kantiano della giovent, tr-ta questa volta con un'ottica
matxlana.
Si notet come 1'elaborazione di questo mito biografico
si basi sulla divisiore d'una vita in << periodi >> discon'
tinui, un'operaziot.rer questa, che ha ru.t doppio var.rtaggio.
Per un verso il passaggio da un periodo all'altro avviene al
di fuori del mito. Pertalto le transizioni da una posizione
all'altra danno origine o ad un eccesso
(come avvicne nel
concetto d'una coxaetsione semireligiosa al comunismo) o acl
un {allimento (come quando si assiste ad uno spettacolo di
obbedielza servile alla linea del partito) in ci che persino
la coscienza storica meglio preclisposta dovrebbe, come sa-
rebbe legittin.ro aspettarsi, rivivere e comprendere dal'in-
rerno. Pet l'alro verso i vari periodi si possono ota con-
rapporre uno all'altro senza che ci si debba compLomettere
con alcuno di essi. Cone il giovane Marx veniva strumen-
talizzato cono il vecchio Marx, cos il giovane Lu<cs
(sia qnello di Teoria del romdnzo che quello di Storia e
coscienza di classe\ viene utilizzato per screditare il Lukcs
teorico del realismo; anzi, l'ultimo Lukdcs, con il suo ri-
torno alle posizioni ir.riziali, serve a dar consistenza all'in-
sir-ruazione che l'intera sua opefa sia stata fallimentare ed
inutile.
Ma se le prime opere non fossero dal tutto compren'
sibili se non alla luce delle successive? Ii se, lungi dall'es-
sere una setie di autocritiche e riffattazioni, e posizioni
che si andavano susseguendo in Lukcs fossero una esplora'
zione ed un ampliamento progressivo di un unico complesso
di problemi? Nelle pagine che seguono dimostreremo chc
1'opera di Lukic' pu venjre o.servatc cone ltna continua
n.reditazione, che durata tutta Ia vita, sulla narrazione,
sulle sue strutture di base, sulla telazione con la realt che
essa esprime, e sul valore epistemologico che essa acquista
se conffontata ad altre forme, pi astrattate e filosoficl]e,
del comprendere.
18.1
I
L'opposizione cor'rcettuale fondamentale, al cui interno
si collocato l'inclagne lul<acsiana sulla letteratura, quella
hcgeliana di concreto ecl asratto. L'originalit cli Hegel,
natutalnente, consiste nella tlasformazione di questa clistin-
zione puramente logica in una distinzione or.rtoogica; nella
dimostrazione di come Ie esperienze vissute e le stesse fotme
di vita possano in questa luce venire commisurate l'una al-
l'alta; nell'evoluzione di un modo di pensare comparativo,
o per neglio clite dialettico, tae che ogni percezione cli una
opera o di un'espetienza data sia nello stesso tempo consa-
pevolezza di ci che quell'espetienza o quell'opera non sono.
chiaro che il sentimento della conqetezza, della ricolma
densit dell'essere, o quello dell'astrattezza e dell'impove-
rimento dell'esperienza, derivatro essenzialmente da questa
implicita comparazione tra un'esperienza e un'altra, tra un
lavoro o un a1to, un momento della storia ed rin altro.
Ci che forse meno evidente il grado di sovrappo-
sizione tla quest'opposizione hegeliana e la pi nota nozione
contempola[ea di alieuazioue: infatti i termini << asttatto >
ed << alicnato > dcsignano, senza dubbio, il medesimo ogget-
1o. comunque facile capite perch la quasi totalit degli
sclittori occiclentali abbia preferito il concetto di alienazione:
esso pcrmctte la diagnosi di una realt manifestanente ce-
caduta e degraclata senza esigete dalla mente nessun ten-
tativo di in.naginare uno stto in cui l'uomo non sia pi
rlicnaro. Si lrrta. perci, di rrn concetro negrLivo e clitico.
da cu stato tacitamer.rte eliminato il momet]to utopico;
mcne il concetto di astratto ci cosffinge, atttavetso la sa
stessa sutturfl, cre quella del'antitesi, a conservare e
sviluppare l'idea della conctetezza, al fine di rcalizzate
compiutamente il nostro pensiert .
L'uso marxista pi, caratteristico di questa opposizione
nafriralmente quello secondo il quale la societ stessa
viene vista come I'origit.re ultima della concretezza o della
185
^sttattezza
della esistenza individuale. In termini letterari
questo vuol dire che Ia societ viene concepita, qualsiasi
momento storico si prenda in considerazione, come la ma-
teria prima preesistente, o meglio, preformata, cl.re in ultima
analisi determina 7a asttattezza o la concretezza delle opere
d'arte create al suo interno, < Gli uomini fanno la storia
da s >>, ha detto Engels in un passo famoso, << soltanto che
essi la fanno in un dato ambiente cl.re li condiziona, e sulla
base delle relazioni efiettive gi preesistenti, ta le quali
lc relazioni economiche chc. per quanLo possano venirc
inlluenzate dalle alte relazioni, quali quelle politiche ed
ideologicl.re, sono tuttavia in ultina istanza quelle decisive,
quelle che costituiscoflo la chiave di volta delf intero com-
plesso sociale, e che sole ci permetlono di giungcre a com-
prenderlo r>
2.
Sarebbe un tuismo dire cl.re l'aeroplano e il
grande magazzino, il cittadino insignito con Legion d'onore
e i problemi deli'emancipazione {emminile, non possono es-
sere elementi di opere d'arte per societ in cui queste cose
nolr esistono; ci che pir importante I'irfluenza di una
data nateria prima sociale non solo sul contenuto, ma anche
sulla stessa forma delle opete d'arte.
Nelle opere d'arte di una societ preindusuiale, aglicola
o tibale, la materia ptina dell'artista a misura d'uomo,
ha un significato in.rn.rediato, non richiede nessuna spiega-
zione o gi',rstificazione preliminare da parte dello scrittore.
Il racconto non l.ra bisogno di sfondo ed ambientazioni tem-
porali perch la crrlLurl non h:r sLoril: ogrri gerre'azione ri
pete le n-redesime esperienze, feinventa le n-redesime situa-
zioni umane di base come se si ptesentasseto pcr la primr
volta. Le istituzioni sociali non vengono sentite cofe tra
dizon esternc, come edifici parahzzantr ed incomprensibii;
il re o l prete quasi indossano l'autorit, che ad essi im-
manente. Come attoti umani essi la esprimono piename[te
in modo tridimensionale. Gli oggetti fisici di tale mondo
sono in ugual modo immediati: essi sono chiaramente pro-
dotti umani, il risultato di un rituale preordinato e di una
gerarchia delle attivit del villaggio inmediatamente visibile.
Persilro il soprannaturale, il magico o religioso, ideologia di
tale modo di vita, ritorna all'uomo nella fotma anropo-
morfica di dei e forze personalizzate; senza dubbio si tratta
di una proiezione, ma 1o stesso meccanismo della proiezione
ancola manifesto con semplicit nella stessa stLuttura
rativa dei miti. Le opere d'arte caratteristiche di clueste
societ possono venire dette concrete in quanto i loro ele-
menti sono fin dall'inizio dotati di significato. Lo sclittore li
usa, ma non ha bisogno di spiegere anticiPatamente il loro
.igrificlro: qresLa rxleria prirna. pcr esprirnct
'i
in terurini
hegeliani, non ha bisogno di nessuna mediazioua
3.
Quando
passiamo da queste forn.re alla letteratura del-
1'era indusuiale, can.bia tutto. Gli elementi dell'opera si
rllontanano dal loro centro umano: ha inizio una specie di
clissoluzione dell'unano, una specie di dispersione cenfti-
I
<Ci di cui l\romo h. l)isosno per la sua vita estema casa, tenda,
sc.l;., letto, arma biarca, nave con ci ttravcrsarc l'occano, carro dr co'
h.ttimerto, i1 cucjnaLc, I'uccidcre,
jl
rmneiarc c il bcre
-
non deve essere
ilivcnlrto selnpliccmente una scrie di mczzi morti da sare per un {ine; egli
dclc seniimi ancoa vivo in tutte qucstc cose con I'interezz del suo
.essere
di modo ch a ci chc mcranlentc estcrno vcnsa clato, mediante la stretta
.onrcssjol1e con l'esscrc umano, ur1 crrattere sinsolo di ispirazione umana r
(tlEnF.t,, Aeshctih,2 voll., Frincoforte, 1955, II, p. 41,1, citato in LUKCs,
.\1u.lies nr Eurcrea1l Rcalbn, New York, 1964, p. 155). Vedi anche la
(rione sul < nrondo dcla pros > citrta piir oltre, pp. 152-151. Infatti, lc
sczioni dell'Errci;.a di Hesel che piir c interess.rno come lettori moderni
q'.,1c c,. Je.cri'ono l:r srurrurr e1 ic: our'ro lrc, r'J
quellc che clirettanente o per iplicnzione mosttano cos' che nel non.lo
llodemo esclLrde a priori quel tipo di interezza. Noi leegiamo Hegel nesa-
ljvdmente Diutlosto clre posilivamerte e La'l'eoria dcl tunanzo di Ll<ics
rlro non che la continrazione loeica dell'estetica hegeliam dopo la mone
,lcllo Spirito AssolLrto. Ileeel, quindi, ancora oegi escmamcntc attualc,
comc ben si pu vedere clal seguente passor <Le macrhinc c lc fxbbriche
(li
ogsieiorno, assieme ai prodotti che ci danno c
jn
gcncralc ai mezzi che
,rttudlmente usiarno per soddisfare i nostri bsosri cstcni sono
-
esatta-
la rnoderua orgenizzeziore dello stato in ccrto qual senso
srolrti rispeno al brckgLound da cui nascc l'cpica vcra c propria >.
2
Lcttcra a St:rrkenbur!, 25 senrxio 189-1, 'l^RxENcrir.s, Basic Wtit,r,s
a Politcs atkl Phlosophy, Ecl. L. Ieuer, New York, 1965, p. 411.
18 187
luga i cui sentieri portano sempre al contingente, al fatto
bruto e alla materia, al non umano. Persno i caratteri, che
erano le componenti di base del racconto, si fanno proble-
madci: ora vi sono delle personalit, e la scelta delle ca-
rattedstiche della pcrsonalit, la rappresentazione dell'eroe
come sognaote ed idealistico piuttosto che collerico e cinico,
richiede una giustificazione organica all'intert.ro dell'opera
stessa. Pertanto il temperamento clell'eroe verr spiegato in
relazione alla sua situazione familiare e in patticolare al
padre; o {orse vetr presentato come emblematico di un
pnrticolare tipo di relazione con la societ esistente e i sr,roi
valori predominanti; o gli si conferir un significato meta-
fisico di sfida all'universo; o infine rester semplicemente
ngiustificato e di conseguenza l'opera scade a livello cli
accidente per risolversi itr un tipo di storia episodica.
La stessa mancanza di comprensibilit immediata si ve-
rica anche ad altri livelli: lo svolgetsi del tempo nell'opera,
le istituzioni che formano il suo sfondo, gli oggetti tta cui
i personaggi si muovono. Perch il tempo ritualistico c
aproblcmatico del villaggio non esiste pi; v', d'ora in
poi, una separazione tra pubblico e privato, ra lavoro e
tempo libero, e il racconto deve ftovare la sua collocazione
in un mondo in cui le vite degli uomini sono divise tra
faticoso lavoro di routine e rposo. Cos il romanziere svi-
luppa il suo intreccio ambientandolo nei week end (Io
struniero di Camus), nelle vacatze
(La ffxontdgna incantdtl
di Tl.romas Mann), nel periodo delle grandi crisi in cui la
rc.tutitte
yiene
sconvolta (la letteratura di guerra). Se la pro-
fessione lascia all'eroe suficente tempo libero per la sua
vita ptivata (l'Ulisse di
Joyce),
allora a sua volta la stessa
scelta della professione deve venire in qualche modo giu-
stificata (la pubblicit in quanto lavoro fatto con le paroe).
Dove la ricchezza e l'otium sono ereditari, o hanno un
presupposto sociale su cui non si indaga (come nel caso dei
proprietari {ondiari da cui vengono tatti i personaggi dei
romanzi inglesi e russi del diciannovesimo secolo), oppure
188
restano allo stadio di puro episodio familiare fortuito, e
il problema non viene risolto, ma ricacciato indiero nel
passato, verso generazioni pi antiche (e qui l'emblerna ti,
pico del processo potrebbe essere quell'innominato
vaso da
notte che, come Henry
James
in privato ha ammesso,
stato all'origine della fortuna dei Nervsome in Gli anba-
scatori).
Accade lo stesso con la trama del racconto: le istituzioni
del mondo moderno, entro cui i personaggi, o, diciarao, i
caratteri, vivono fino in fondo i loro drammi, si presentano
cone qualcosa di nerauente dato, come il risultato della
origine accidentale dell'opera in una particolare situazione
nazionale, ed in un particolare nomento dello sviluppo
storico. Il villaggio, la citt,stato, costituisce in s un
mondo completo: non si pu dire altrettanto della su-
persuada, dell'universit moderna, dell,esercito ameri-
cano o della grande citt industriale
-
tutte queste
cose sono, all'interno dell'opera d'arte, corpi esuanei non
realizzati, ed in ultina analisi r.ron rcalizzabili. E quello che
vero per la orgari.zz zione sociale nella sua totalit diventa
ancora pi visibile nelle singole merci di una data societ,
nci diver.i oggetLi e prodorri rra cui si muovouo i personeg-
gi: le sedie, le motociclette, il cibo, le case e le pistole non
vengono pi sentite come risultati di una attivit umana
innediata, ma popolano l'opera come fossero vecchi mo-
bili selrza vita, attraversano, quasi materia inorganica
cstranea, la superficie umana dell'opera, lacerandola.
Non si dimentichi che la letreratura moderna l.ra svi-
luppato tecniche patticolari, metodi elaborati di simbolismo,
cou la mani{esta speranza di dare significato a queste cose
ostinatamente recalciffanli, di assimilade alla sostanza uma-
nizzata dell'opera d'arte. E il simbolismo in quanto tale
Lrno dei fenomeni centrali della lettelatura moderna. Ne di-
scuteremo pi a lur.rgo in seguito; per ora basti dire che
quali che siano i meriti delle forme simboliche e simboli-
cizzerti di pensiero per la soluzione di questo dilen.una, la
189
loro presenza nell'opera sta sempre ad indicare la scom-
parsa del significato itr.rmediato degli oggetti; il processo
non si presenterebbe alla ribalta cos in primo piano se g1i
oggetti non fossero gi divenuti di natura problematica
Una obiezione di gran lunga pi efficace potrebbe ve-
nite mossa alla realt di questa parvenza contingente della
vita moderna: si tratta di contingenza, possiamo dire, solo
apparente. In efietti, tutte queste istituzioni e cose appa-
rentemente inumane hanno un'origine profondamente
umana. Il mondo non mai stato cos competamente uma'
nizzato come t-rell'era industriale, n era mai successo prece-
dentemente cl.re una patte cos pteponderante dell'ambiente
del singolo fosse il risultato non di cieche forze naturali,
ma della storia umana slessa. Perta[to, se solo l'opera cl'arte
moderna fosse capace di allargare il suo otizzonte quanto
basta, se tiuscisse a fare connessioni sulicienti tra fenomeni
e fatti cos immensamente disparati, sparrebbero
gli etletti
illusori cli inumanit: il contenuto dell'opera sarebbe di nuo-
vo comprensibile totalmente in termini umani, anche se su
una scala molto pir adrpia della precedente. Tuttavia pro-
prio questo ampliamento che non si concilia cou la forma e
la sffuttura della letteratura L'ossatura dell'opera d'arte
1a singola esperienza vissuta, ed per questi limiti che il
mondo esterno vi rimane ostinatamente alienato Quando
passiamo dall'esperienza singola alla dimensione collettiva,
a quel cenro {ocale sociologico o stodco in cui le isti
tuzioni umane divengono a poco a poco nuovamente lra-
sparenti, siamo enffati nella sfera del pensiero astratto de-
frguralizzato e ci siamo lasciati alle spalle l'opera d'arte E
qn"rt" uita condotta a due livelli inconciliabili cortisponde
acl un difetto di fondo insito nella stessa smuttura del mondo
moderno: quello che possamo capire come mentl asttatte
non siamo capaci di vivedo direttamente nelle nostre vite
ed esperienze individuali. Il nostro nondo, le nostLe opete
d'arte sono perci, a partire da q|i, 6str4tte'
Possiamo pertanto concludere questa cliscussioue preli-
190
minare mettendo in evidenza le due caratteristiche di fondo
della concretezza in arte. Inr.anzirLrtto, le suc situazioni sono
t.tli J'r consentirci di senrire ogrri cos:r
jn
es'e in rerrnini
pulamente umani, in termini di esperienza umana singola
e di atti umani singoli. In secondo luogo, quest'opera ci
consente di seDtire la vita e l'esperienza come totalit: tLrtti
i suoi eventi, tutti i suoi fatti parziali ed elementi vengono
compresi immediata[rente con]e partc di ulr processo totale,
anche se quesro processo essenzialmente sociale pu venire
ancora inteso in termini metafisici. Infatti, l'aspetto cl.re noi
sentiamo come pi importante di questo sentimento della
totalit non emerge quando gli vien data una spiegazione
ideologica, ma piuttosto dalla sua presenza od assenza imme-
diata in quella vita sociale particolare da cui 1o scrittore ae
la sua materia prima. Cone abbiamo gi detto, se questo
sentimento della completezza e delf intenelazione imme-
ciata, non si d in primo luogo nella vita reale, l'artista non
possiede gli strunenti per reintegrado; pu, al massirno
simularlo.
In Teoria del romanzo, il primo tentativo fatto da
J,ukcs su larga scala di applicare queste categorie alla let-
teratuta, esse assumoDo la {orma di un opposizione tra es-
senza (\X/esen)
e vita, o, in altre parole, na significato, da
un lato, ed eventi e materia prima dell'esistenza di ogni
giorno dall'altro. Lo sviluppo delle forme nella Grecia an-
Lica gli {ornisce un ripo di modello classificarorio o di mito
clialettico delle varie possibilit, delle varie relazioni che
ineriscono a questa opposizione fondamentale. (E
vorremmo
rggiungere che per il molnento non dteniamo rilevante, per
i fini che ci proporiamo, l'acctratezza storica di questa im-
magine della Grecia antica: assumiamo tale raffigurazione
in quanto shuttuta concettuale donea pet una presenta-
zione della discussione di Lukcs sul romanzo moderno).
La prima clelle me {asi fondamentali in cui Lukcs sud-
,livide la letteratura greca quella epica, che concleta
ncl senso precedentemente adombrato: in essa significato
19L
od essenza sono ancota immanenti alla vita e la nartazione
genuina, quella epica, possibile in{atti solo se la vita d'ogni
giorno viene ancora sentita come dotata di significato e im"
mediatamente comprensibile fino ai pi rainuti dettagli.
Dopo questa Utopia, in cui essenza e vita sono un tutt'uno,
i due termini cominciano a disgiungersi e il posto dell'epica
viene pteso dalla tagedia. Infatti nella tagedia significato
ed esistenza quotidiana sono divenuti contrapposti: la coinci-
denza si ha solo nel momento della crisi agica, quando
l'eroe per un istante, nella sua agonia, riunsce i due ter-
n.rini, non rinunciando a nessuna delle richieste essenziali che
poneva alla vita, n alla sua passione fondanentale per il
significato, petsino mentre si consuma la sua disuzione ad
opera di quel mondo esterno e senza significato che lo rin-
nega. La tragedia,
Pertanto,
non ofire pir una continuit
ma si organizza attorno, e dipende da quegli unici, intensi
istanti di crisi, strutturalmente inegolari ed instabili.
Quan-
<io anch'essi scompaiono, quando vita e significato si di-
stanziano irreparabilmente, allora sopraggiunge il terzo sta-
dio dell'arte greca, quello della filosofia platonica
Qui,
in un mondo in cui la materia prima fornita dalla vita di
ogni giorno divenuta completamente priva di valore, es-
senza o significato si rifugiano nella sfera puranente intel-
lettuale delle ldee, e sono divenute esse stesse, salvo che
quando si esprimono attraverso i miti e le favole plato-
niche, irrealizzabili.
Gi, nonostante la comune metodologia, sono visibili
le difierenze tra il Lukcs di Teoria del romaazo e lo
stesso Hegel, soprattutto nella sua Etteticai nof'ostaDte il
grande valore che Hegel attribuisce ai greci, egli vede la
storia dell'arte occidentale, e la storia in generale, come u[a
ascensione di {orme, da quelle simbolicl.re dell'arte orien-
tale, in cui 1o spirito ancota catturato e cio prigioniero
della materia
*
si pensi alle forme mostluose del1e divinit
assire ed egiziane
-
atttaverso le forme classiche della
Grecia, in cui 1o spitito ova la sua espressione nella figura
192
umana, all'arte ronantica del mondo nloderno in cui la ma,
teria poco a poco si allontana e il puro spirito ova la sua
espressione nel linguaggio. Senza dubbio Hegel aveva gi sen-
tito il romanzo come il moderno sostituto dell'epica in senso
lukcsiano. Ma per lui, com' noto, la tealizzaziote dell,atte
non consiste in nessuna forma d'arte, ma nell'auto-ttascen-
denza, nella trasformazione dell'arte in filosofia: ci che gli
esseri umani all'inizio hanno ingenuamente proiettato nella
religione, ci che essi hanno poi reso visibile a se stessi nella
creazione artistica, alla fine lo portano all'auto,coscienza solo
nella filosofia.
Ma per Lukcs, come avre[o agio d'osservare in pitr
occasioni, il pensiero puro non ha mai un valore assoluto
come mezzo privilegiato pet accedere alla realt, Al con-
trario, per lui l'assoluto la namazione: persino l'abbozzo
preliminare delle {asi dell'arte greca ha come sua premessa
il primato della narazione. Soltanto l'epica pu venre con-
siderata una forma esclusivamente naffativa: la tragedia
d126p4
-
vale a dire presenta solo degli istanti e non
pu pi ricouere alle tecniche della continuit narrariva; e,
per quanto riguarda la filosofia, naturalmente, il dominio
clel pensiero puro, lungi dal rappresentare una virt, viene
giudicato e valutaro propdo in rapporto all'eliminazione
che esso compie della narrazione come possibilit formale.
su questo primo sfondo che emerge l'idea base di
Teoria d.el romanzo; il romanzo, in quanto forma, rappre-
senta nei tempi moderni il tentativo di riconquistare qual-
cosa della qualit della nanazione epica come riconciliazione
tra n.ateria e spirito, tra vita ed essenza. Si fatta di un
sostituto di quell'epica che le mutare condizioni di vita rer.r-
ilono ormai inpossibile: << la narrazione l'epica di un
rrrondo abbandonato da Dio >>
a.
a
GfoRG Luncs, Thearies des Rozars, Neuwied, 1962, p. 87. In que-
sro senso iI libro di LuLdcs pu venire vislo come un,applicazione deltc
(.Lrcsorie
dell'anaisi socialc weberiana alle strutture della trama in cuanto
1,93
In quanto tae, il romanzo non pi, come la tagedia
o I'epica, una forma chiusa e stabilita una volta per tutte
con e e convenzioni
incorporate; , invece, problematico
nella sua stessa stluttufa, che una forma ibrida che va
reinventata
ad ogni momento del suo sviluppo Ogn ro'
manzo un processo in cui la stessa possibilit della narra-
zione deve iniziare da un vuoto) senza alcun impulso acqui
sito: suo oggetto privilegiato sar, perci, la ricerca' in un
*""a" n.il tg fiti n strade sono stabiliti in anticipo
un processo in cui siamo testimoni delf invenzione
di quegli
.tessi problemi di cui i1 racconto fornisce la soluzione Men-
ne l'etoe epico rapprese[tava una collettivit, faceva
parte
di un mondo organico fornito di significato, l'eroe del ro-
manzo sempre una soggettlvit solitaria: problematico;
vale a dire, egli deve sempre opporsi al suo ambiente' na-
turale o sociJe, nella misura in cr-ri proprio la sua rela-
zione con, e la sua integrazione in esso che il problema
.or.r ."i ,i alle prese
s
Ogni riconciliazione
tra l'eroe e il
suo ambiente che venisse data alf inizio del libro e non rag-
giunta in modo sofierto nel cotso clella narrazione costitui
i"bb. o.u specie di presupposto illecito, una specie di truf-
fa mediante la forma, con la quale I'intero romanzo' come
ptocesso, resterebbe infine invalidato ll prototipo esfemo
.['eroe del ronanzo , perci, il {olle o il criminale: I'opera
la ..ta biografio, la nartazione de1 suo cimentarsi
nel << uret-
tere alla prava 1a sua anima > nella vacuit del mondo' Ma
,r"t,rrul-",tt.
egli non pu mai fado davvero;
infatti se
rr. po*iUit"
"ulra
riconciliazione
genuina si restaurerebbe
*-.r\rt,i'r. ,;oonaono aci una caratteristica dialettici *ebctiana
-tra
l'atti-
;i;;;;
"
cuet sienifcato essenziale che non pu pi esscre acl ess 1m-
."..,". ."
"'ri
1" ir"scende ed stnccato dal mondo' se non xddirirtra'
".-. "i."'.
della burocrazir e dcl mondo secolarjzzato
(e11tzd!rbc/c) as'
;;;.";;;dt',
;e le anarisi weberiane, srociano, come ner proprio
*'f';"...;:i:'T"i,#
:.:::f-;i"-e
probcmatico, che me*e. in
1,,." ;.'; ,'n.r'u l"r .o"''r",Jcl
-^- inzo
"
'D-'e
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r:u
ro'
,n.,li, cl.nen
'
nr 'erb a Ji gun lunea piu ansusr'r del'iJca di Luki"
' 'e
l'ha ispirata
\94
di nuovo la totalit epica, il romanzo come tale reste-
rebbe esautorato.
Pertanto il romanzo, in quanto uflo dei tentativi di con-
ferire significato al mondo esterno e a1l'esperienza umana,
sempte il tisultato della volont soggettiva, della preme-
ditazione soggettiva.
Questa
unit non ha le sue radici, come
invece per l'epica, nel mondo, ma piuttosto nella mente
del romanziere che tnta di in.rporla co\ suo
fiat.
Per questo
motivo, l'attivit del romanzierc si colloca sempre sotto il
segno di quella che i romantici tedeschi hanno chiamato
Ironia; infatti I'ironia romantica caratterizzata da :una
struttura in cui l'opera prende in considerazione Ia sua
stessa origine soggcttiva, in cui l'autore completa la sua
cteazione additando se stesso: laruaus prodeo. Pertanto,
si pu dire che per Lukcs l'immagine fondamentale pi ap-
propriata della libert umana non l'eroe del romanzo, in
quanto tale etoe non avr mai successo nella sua ricetca
di un significato definitivo, ma , piuttosto, 1o stesso to-
tranziere che, nel raccontare la storia del fallimento, ha
successo
-
la cui vera creazione anzi quella riconcilia-
zione momentanea di materia e spirito cui il suo etoe
tende invano. L'attivit ceativa dello scrittore il < mi-
sticismo negativo di un'epoca atea >
u.
11 romanzo ha, perci, significato etico. Il fine etico ul-
timo della vita uraana l'Utopia, r'ale a dire un moodo ir cui
significato e vita siano ancora una volta indivisibili, in cui
uomo e mondo siano un tutt'uno. Ma questa lingua
rstratta, e I'Utopia non un'idea, ma una visione. Non ,
perci, il pensiero astratto, ma la stessa nattazione concreta
a fare da banco di prova per l'attivit utopica, e i grandi
romanzieri forniscono una dimostrazione concreta dei pro-
blemi dell'Utopia mediante la stessa organizzazione formale
dello stile e degli intrecci, mente i filosofi dell'Utopia for-
6
Thcatr d.s Rananr, p. 90.
195
nlscono un sogl]o eva[escente ed astlattoJ un lDcolpofeo
soddisfacimento del desiderio.
Data l'opposizione ta materia e spirito su cui si basa
la teoria di Lukcs, evidente che i romanzi verranno sud-
divisi in due gruppi generali a secooda di quale dei due ter-
mini dell'opposizione verr accentuato. La semplicit di
questa tipologia tuttavia ingannevole, sotto ali profili,
perch il punto di partenza del romanzo sar sempre sog-
gettivo, sar sempre I'esperienza umana: il termine ogget-
tivo, il mondo ester[o, non si preoccupa affatto di aspira-
re ad una riconciliazione con l'uomo. Perci, come si pu
vedere, l romanzo oLientato verso il mondo (quello che Lu-
kcs chiama tomanzo deII'idealisnxo astratto) si fonda su di
una specie di illusione ottica. Il suo eroe possiede una fiducia
cieca ed incrollabile nel significato del mondo, una {ede in-
giusticata ed ossessiva nella riuscita, qui ed ora, della
sua ticerca, nella possibilit stessa della riconciliazione. Per
qLresto eroe ossessionato (cli cui il prototipo Don Chi-
sciotte), l'evidente ostilit del mondo reale pu venire fa-
cilurente spiegata facendo ricorso al magico ed alle opera-
zioni ostili di incantatori malvagi: pertanto egli non giun-
ger mai a contatto colla realt esterna, ma si fermer a
quella visione utopica di essa che costituisce il suo punto di
partenza. L'elletto paradossale che questo atteggiamento ha
sulla forma che il romanzo dell'idealismo astratto metter
capo ad una serie di eventi ed awenture reali, presen-
ter una superficie apparentemente oggettiva, anche se questa
oggettivit superficiale non null'alro che il risultato di
pazzia e di ossessione soggettiva.
La creazione i Don Cbisciotte presupponeva l'esistenza
di un mondo sociale in cui la razionalit laica non si era
ancoLa completamente sbattzzafa della visione del mondo
superstiziosa e ritualistica propria del medioevo, un mondo
in cui, quir.rdi, la pazzia di Don Chisciotte non capriccio,
ma corrisponde ad una realt del mondo esterno. Tale realt
si interiorizza nel tomanzo sotto la forna di storie d'amore
196
e sogni cavallereschi in modo tale che nel suo complesso
esso non si riduce ad una narrazione declassata ed acritica
di queste storie da avventura popolare, na una rifles-
sione circa la stessa possibilit della narrazione, un primo
passo verso I'auto-coscienza del raccontare. Ma nella misura
in cui il mondo si laicizza, si dissolve la rensione che ha
dato vitalit a Don Chisciotte: gli eroi dell,idealismo astratto
non novano pi giustificazione
nel loro tempo stor.ico, ma
si fanno sempre piir arbitrari e grottescl.ri con idee
fisse
che
sono solo capricci; e in un romanziere come Dickens ffovia-
mo un'opposizione statica e inerte tra divertenti eccenticit
da un lato, ed un universo borghese sentimen talizzato dal-
'altro (sentimenta\izzato
in quanto il romanziere ha colto
tale universo nel suo valore apparente, ha introdotto sur,
rettiziamente ncll'opera un preconcetto circa la natura di
quella realt esterna che sarebbe stato compito dell'opera
stessa esporafe senza preconcetti di sorta).
Forse solo i,n Balzac si possono trovare a]cune versioni
estreme, le tltime chance per il romanzo dell,idealismo
astratto; ma anche qui, in un mondo ornai laicizzato, ci
stato possibile solo con un iour de
lorce
formale. Da un lato
troviamo il solito eroe ossessionato, l'uomo con l,lea
fissa,
l'inventore, il poeta, l'uomo d'afiari, l'aristocratico. Ma il
secondo termine dell'opposizione, quella realt esterna senza
la quale non possibile alcur.a tensione, non ora alro che
la somma di tutti i restanri personaggi monomaniacali de
La Cotrdie hunaine o, in altre parole, della stessa societ.
Pertanto, ancora una volta, si ha una totalit genuina ir.r
cui per sono Ie alre opere della serie a fornire la necessaria
densit della lealt esteriore, la massiccia resistenza del
mondo esterno, da adoperare come {ondo nei conflitti indi,
viduali all'interno di ogni racconto. Ma ovviamente questa
lensione viene pagata a caro ptezzo: La Corud,ie hunaine
quello che Sartre chiamerebbe una totalit detotalizzata; non
mai completamente presente in ciascuna opera singola, ab-
biamo davanti a noi, pienamente realizzati, solo dei fram-
797
menti dell'intero. Con Balzac il romanzo dell'idealismo
astratto, come fotma, si esaurisce: la realt del mondo mo-
derno non fornisce pi materiale idoneo alla sua costru-
zione.
Si {a perci lentamente strada, come sostituto del primo,
il secondo tipo generale di narrazione, il romanzo della /l-
siLlusione romantica.
Qui
I'accento viene posto direttamente
sull'anima, sulle esperienze soggettive dell'eroe che ha il
compito di interpretare il mondo prendendo le mosse daila
pLopria coscienza. Mentre la forma precedente minacciava
di disintegrarsi in una serie di vuote awenture, in una let-
teratura picaresca o di svago, il secondo tipo di romanzo
minacciato dal pericolo dcl solipsismo. Il suo eroe con-
templativo e passivamente ricettivo; la sua storia sempre
sul punto di dissolversi nel frammentario e nel puramente
lirico, in una serie di momenti ed uu.roti soggettivi in cui
si disperde ogni senso concreto del nartare
Ma a questo punto Luk6cs fa un'ossetvazione esttema-
nente interessante (e con essa, come stato spesso afiet-
mato, egli anticipa tutta la direzione del romanzo cor.tempo-
raneo quando
-
5i4116 nel 191.tr
-
era ancora solo una li
nea di tendenza). In{atti, mente il n.rondo esterno nelle
prime forme di romanzo era prima di turto spaziale, mentre
l'esperienza che I'eroe si faceva di tale mondo assumeva la
forn.ra di una serie di avventure e vagabondaggi attravetso
uno spazio geografico, ora, nel romanzo della disillusione
omantics, la forma dominaute che assume la realt esterna
sar quella del tempo. Sar questo slittamento verso la me-
tafisca che salvet da una poesia puramente statica i pi il-
lustri esempi, quall l'Educazione sentillxentale di Flaubert,
della nuova forma, e che giustificher e permetter un tiPo
cli autentica nanazione. Ora I'eroe cotrtemplativo-passivo
potr nuovamente agire, e il racconto delia sua vita dar
nuov3menle fuogo ad uno storia: nl ouesri arti ora
'ono
atti nel tempo, sono spetanza e memoria. Ora il romanzo
pu nuovamente esprimere lrna specie di unit di significato
198
e vita, solo che si tratta di un'unit ricacciata indiero nel
tempo, un'unit solo ricordata. Nel presente, infatti, il
nondo sconfigge l'eroe, frusra sempre il desiderio di ri-
conciliazione: ma quando egli ricorda il suo fallimento, ,
paradossalmente, tutt'uno con il moldo. Il processo della
menoria ha perci inserito la renitenza del mondo esterno
nella soggettivit, ripristinando qui una specie di passata
unit. L'eroe che ricorda un po' come il romanziere: per
enrambi il tempo profondamente ambiguo, una forza
capace sia di dare la vita che di disruggerla. Nella vita
deil'eroe la fonte d'ogni angoscia, d'ogni pei.dita, l'ele-
mento attraverso cui apprende la vanit dell'esistenza umana.
Ma il tempo anche per 1'eroe come per il lettore il tessuto
della vita, 1a sostanza dell'esperienza; , pertanto, ad un
ten.rpo, durata e flusso, fonda la densit alla narrazione pro-
prio mentre essa acconta il ragico tfansito efimero d'ogni
cosa.
Dopo aver parlato di questi due tipi fondamentali di
ltaLtazione, Lui<cs ci presenta come tentata sintesi il Wil,
helm Meiste di Goethe e i racconti di Tolstoj. Come era
logico aspettarsi, queste sintesi sono polarizzate, dspettiva-
mente, intofno alla dimensione soggettiva ed intorno alla di-
nrensione oggettiva. In lYlbelrn
Meister un eroe di tipo ro-
ma|ltico, Lelativamente ricettivo-passivo, finisce collo scoprire
un universo esterno dotato di significato, un ambiente sociale
che non si oppone pir al singolo, bens gli permette la rea-
lizzazlone dei suoi talenti e delle sue potenzialit soggcttive:
un ambiente le cui istituzioni non sono disumanizzate ed
alienate, ma che nella sua gerarchia dei compiti riflette un
disegno e perci si pone nuovamente su di una scala umana.
Tuttavia, questa riconciliazione fondata sr un tour d,e
lor-
ce: in[atti I'intero libro condizionato dall'esistenza del-
l'lllle massonica che fa la sua comparsa verso la fine. Tutte
le ar renture e gli inconti apparentemente accidentali di \X/il-
helm Meister alla fine risulteranno essete prove e lezioni
deliberate che eiano state progettate per lui da quella casta
799
sacerdotale onnisciente nella quale infine sar accolto. Per-
tanto l'apparcnte solidit del romanzo di Goetl.re il ri-
sultato di una forzatura, di una deformazione della realt
esterna che viere piegata al soddisfacimento del desiderio:
l'Utopia non viene conquistata concretamente passo dopo
passo, ma verr imposta d'autorit alla fine del libto con
efietto di rettoazlone e di rasformazione del suo stesso
esordio,
Tolstoj, d'altro cauto, trae profitto da un elemento
della sua situazione storica che manca nell'esperienza del
romanziere dell'Europa occidentale: la presenza della natura
stessa, che ofire, con rinnovata solidit, il piano di fondo
alla rappresentazione del mondo esterno, il secondo termine
di opposizione per il narratore. Mentre in occidente il dram-
ma del singolo e delle sue passioni veniva contrapposto alla
vuota convenzionalit del suo mondo sociale, in lolstoj en-
tambi i fenomeni sono deformati e viziati, entambi entrano
in conflitto con la natura, con la fugace visione di una ori-
ginaria esistenza naturale, genuina, riunificata. Tuttavia an-
cora una volta questa tensione precaria: ir.rfatti non di-
pende da una narrazione compiuta che abbia per oggetto
il polo naturale, la vita naturale, ma da una mera visione
lirica cli ci che una simile vita potrebbe essere. In questo
senso Tolstoj non riesce a reinventare l'epica, crea solo dei
framnenti che si sforzano di raggiungere l'unit epica.
Lukcs da per scontato, alla fine della sua opeta, che
la condizione preliminare per la trasformazione del romanzo
in epica non la volont del romanziere, bens la trasfor-
mazione della sua societ e del mondo. Non pu darsi
un'epica rinnovata finch il mondo stesso non sia stato ra-
sfigurato, rigenerato; e il suo commento finale ai romanzi di
Dostoyevskj, che ofirirebbero una fugace visione di questa
Utopia finale, completanente :umanl,zzata, deve venir preso
pi come una profezia che come un'analisi formale.
La icchezza e la suggestione di Teoria del ronaxzo con-
200
sistono pi nei problemi che la sua struttura speculativa gli
permette di sollevare, che nelle soluzioni che propone. In-
nanzitutto, v' una contraddizione tra forma e contenuto
che getta dubbi sulle sue stesse conclusioni. Infatti, se a li-
vello fotmale, come analisi dell'opera del romanziere, del
suo sfotzo incessante di riconciliare materia e spirito, la
Teoria del ronanzo imeprensibile, tuttavia, nella misura
in cui il libro comprende anche una teoria dell'eroe, una
teoria sul contenuto del romanzo, ci sorprendiamo a sco-
prire un'intera serie di presupposti impiiciti, un'intera psi-
cologia preconcetta che entra in conflitto con I'ossatura
concettuale hegeliana, che neutrale o meramente {ormale,
del resto del libro.
Qui
Lukcs descrive la ricerca dell'eroe
come n tentativo di << mettere alla prova la propria ani
rl-la > (Browning), di vincere la nostalgia primordiale del-
l'essete << ritornando a casa r> in senso metafisico (Novalis:
< Immer nach Hausel >>), reintegrando quel << luogo trascen-
dentale > che era la dimota originaria dell'anima. Non c'
nulla da obiettare contro questa dottrina, che ha un suo
fascino per la mente modetna e suggerisce le idee di Hei-
degger e Kierkegaard; quello che citicabile la sua in-
compatibilit con la desoizione formale {ornitaci da Lukcs
del romanzo come un processo di cui non viene dato in an-
ticipo i tracciato. dove. perrirrlo. persino questa caratte-
rizzazione della ricerca metafisica dell'uomo nel mondo non
ammissibile, e rappresenta un valore precostituito imposto
alla iniziale mancanza di forma dell'esistenza.
Possiamo pone qlresta contraddizione in un alto modo
ricordando qlralto tutte le analisi lukicsiane del romanzo
faccian perno su una sorta di nostalgia letteraria, sulla
nozione di un'et d'oro o sull'Utopia perduta della nama-
zione, nell'epica greca. Senza dubbio, come abbiamo accenna-
to sopta, questa concezione della storia letteraria pu venire
considerata semplicemente una convenzione per fini organiz-
zativi, o una stuttura mitologica pel inquadrare le analisi
concrete del libro; tuttavia, a lungo andare, la inaccettabi-
201
lit storica della struttura finisce col viziare le singole ana-
lisi. Perci, ogni successivo mutamento di questa struttnra
provocher un tiesame, con ripercussioni ad ampio raggio,
della storia empirica del romanzo. Evidentemente la realizza-
zione definitiva di un universo riconciliato verr dopo proiet-
tata nel futuro e con questo mutamento cli prospettive ci tro-
vian.ro gi dentro la teoria marxista della storia. Ma non
tanto questo quello che ci aspettavamo quanto che la rimo-
zione dell'idea dell'et aurea potesse dare origine ad una
nuova interpretazione della letteratura moderna ed alla pos-
sibilit di momenti, per qLranto parziali possano essere, di
riconciliazione coi tempi moderni, alla possibilit almer.ro di
esempi, per quanto isolati, d'opere d'arte ger.ruinamente con-
crete; mentfe tutto questo sembra precluso dallo schema
storico complessivo di Teoria del rctnanzo.
Tuttavia lella stessa struttura hegeliana del libro vi
sono clelle debolezze che Lukcs cercher di rettificare con
I'opera successiva: il libro n.rila alla creazione di una tipo-
logia, ad trna elaborazione, tipicamente hegeliana, di possi
bilit puramente fornali nello sviluppo conologico della
storia. La nanifesta debolezza di questo moclo di
';edere
tipologico salta agli occhi in passi come quello in cui Lukcs,
avendo definito il ronanzo della disillusione romanica come
una categoria generale, come genere, ammette che forse esso
formato da un unico rappresentante genuino, da un unico
membro, vale a ire dall'Educazione sentiruextale di FIau-
bert. Proprio come il capovolgimento della dialettica hege-
liana, operato da Marx, ha dissolto la serie delle forn.re ideali
nella realt empirica della storia, cos dal diietto logico del-
la Teoa del romauzo basta {are un passo per abbandonare
i tipi ranativi, per percepire I'opera di Flaubert come un
fenomcno srorico empirico concreLo c unico. cornc un mo-
nento unico nella storia del tomanzo, una combinazione di
citcostanze non generalizzabili. A questo punto ci aspette-
remmo poi uno sviluppo ulteriore che porti alle estreme
conseglrente Teoria del romanzo, frno alla sostituzione della
202
teoria tipologica onnicomprensiva con una serie di mono-
grafie storiche conctete, e quindi fino alla dissoluzione di
tale teoria nella storia letteratia concreta.
In6ne, va notato che persino nella stessa sruttura della
'I
eoria vi sono segni di un importante slittamento di pro-
spettiva. lJei primi due capitoli tiPologici (quelli che defi-
niscono i romanzi dell'idealismo astratto e della disillusione
romantica), il contenuto clel tomanzo veniva caratterizzato
come r,rn'opposizione tra l'uomo e il mondo esterno Per-
sino quando la resistenza all'eroe assume la forma di altri
peisonaggi, Lukcs pensa questa resistenza essenzialmente in
relmini di conflitto tra l'uomo e il suo ambiente, tta l'uomo
e I'universo, tra l'uonlo e le cose: gli elernenti umani del
conlitto vengono sempre assimilati alla categoria pir ge-
nerale del mondo, del Non-Io, dello stato di natura
Questo
modo di visualizzare il dramma della vita umana non pu
essere che metafisico: infatti il suo modello di base sempre
la relazione tra I'uomo e qualche Assoluto a lui esterno
Tuttavia, quando passiamo ai capitoli su Goethe e
Tolstoj, scopriamo che, forse senza che Lukcs ne fosse per-
{ettarnente consapevole, questo secondo termine meiafisico,
il mondo, si impercettibilmente trasfotmato ed divenuto
la societ. Ma a questo punto tutto cambia e la stessa qua-
lit deli'opposizone diversa: la nuova tensione non
metafisica, ma storica, e la relazione in cui l'uomo si mette
in rapporto al monclo non pi statica e contemplativa come
lo era la sua situazione rnetafisica nell'universo. Infatti la
societ un organismo che si evolve ed soggetto a muta-
menti, e per la prima volta l'eroe del romanzo, cos come Io
presenta Lukcs, non si limita a contemplate la sua distanza
dalia realt esterna in forma statica, ma gli dato i can'
biarla. A questo punto, pertanto, interviene la grande intui-
zione di Vico, cos proficua per il marxismo e per la storio-
grafia in gencrale, secondo la quale l'uomo comprende
cluello che ha fatto e quindi oggetto privilegiato della cono-
20J
scenza umana non la natura, bens la storia
7.
Quindi
nella stessa elaborazione dei problemi della Teoria del rc.t-
manzo cbe ci sono segni decisivi di quel passaggio da un
punto di vista metafisico ad un pLrnto di vista storico che
ver ratificato dalla conversione di Lul<cs al marxisllro,
Infatti, io sarei tentato di invertire quella relazione causale
che viene solitamente data per scontata e di sostenere che
se Lukcs divenne comunista fu proprio per.ch i problemi
sulla narrazione sollevati in Teoria dcl rowanzo ricliedevano
una struttura marxista pet essere sviluppati e portati alla
Ioro conclusiolre logica.
II
L'opera successiva di Lukcs, Storia e coscienza di classe
(1923),
comunque, sembra non aver nulla a che fare con
questi problemi puramente letterari. Il suo titolo piutrosto
fuorviante; infatti il nuovo libro non tanto politico quanto
epistemologico e mira a porre delle basi tecniche per una
nuova teofia marxista della conoscenza. Per < coscienza di
classe >, perci, Lukics non intende tanto un fenomeno em-
pirico e psicologico, o quelle manifestazioni collettive esami-
nate dalla sociologia, quanto piuttosto i limiti a priofi o i
vantaggi che l'appartenenza alla borghesia o al proletariato
conferisce alla capacit della mente di cogliere la realt ester-
na. Peftanto quest'opera di Lukcs, la cui influenza stata
i
< I1 mondo della societ civile certamentc srato fatto dacli uomini...
i suoi principi, pcrta.ro vanno ricercati nellc modficazioni della nostra
mente umana stessa. Chiunque dfletta su questo pu solo stupirsi del frtro
che i {ilosofi abbiano speso tu e le proprie energic nello studjo del mondo
della natura che, essendo stato fano da Dio, da esso sohanro pu venire
conosciuto; e meravisliarsi del fatto che essi abbiano trascuraro lo studio
dele nazionj, o mondo civile, che, essendo stato farto dagli uoriDi, da essi
soltanto pu venire conosciulo )) (GtAMB^rrsrA
\tco, Tbe Neu Scjence,
trad. T. G. lerein e M. H. Fisch, lthaca New York, 1968, p. 96). Vcdi anche
Enrcn Aueu,rcrr, < Vico and Aesthetic Hsioricism >, ia Scenes lron tbe
Dtuna ol E#opeatl Literutsrc, New York, 1959.
204
enotme, si distingue fin dall'inizio dalla solita critica occi-
d.entale delf ideologia, di ctti Lucien Goldmann e Sartre
poranno essere co[siderati dei rappresentanti tipici. Infatti
il concetto di ideologia impica gi da s mistificazione e
raccoglie in s la nozione di una visione del mondo psico-
logica e soggetta a fluttuazioni nonch la nozione di una
immagine soggettiva delle cose che , gi per definizione,
in relazione ofiuscata con il mondo esterno. La conse-
guenza che persino una visione del mondo proletaria
vtene rclatvizz"ata e viene sentita come ideologica, mentre
lo standard fondamentale della verit diventa quello positi-
vistico di una << fine delf ideologia >> che ci porrebbe alla
presenza dei fatti in s, senza distorsioni soggettive.
Comunque, proprio perch Lukcs prende in seria con-
siderazione la cosiddetta filosofia borghese che pu svilup-
pare una teoria adeguata della conoscenza proletaria. Per
lni, si pu dire, ci che falso non tanto il caftteruto
della filosofia borghese classica, quanto la
lorna;
e con
questa distinzione Lukdcs applica alla sfera filosofica il
metodo che Marx stesso aveva sviluppato nella sua critica
all'economia borghese. Infatti la cidca che Marx rivolge
ai suoi predecessori (Smith, Say, Ricardo) era diretta non
tanto a questioni di dettaglio della loro opera
-
la teoria
della rendita fondiaria, la circolazione monetaria, l'accumu-
lazione del capitale, ecc.
-
che in parte vengono inglobate
nel suo sistema, ma piuttosto al modello complessivo, o alla
mancanza di ur.r modello complessivo, entro cui questi det-
tagli ovino una interpretazione, e vengano considerati
come parti o fur.rzioni di una totalit pi ampia. Marx riesce
a dimostrare che gli economisti borghesi non solo erano
incapaci di elaborare un campo teorico unificato entro cui
irtegrrre i vari fenomerri osservati empricamenLe, ma per-
sino che essi evitavano istintivamente di farlo.
Quasi
che essi
abbiano avuto sentore delle conseguenze politicamente e
socialmente pericolose di quel tipo di modllo della realt
economica, totale e sistematico, che vefr successivamente
205
elaborato in Das Kapital; per evitare quelle conseguenze
essi sono obbligati a condure le loro ricerche ad un livello
che resta sempre frammentario ed empirico.
Spesso stata data una interpretazione sbagliata del
marxismo in termini di teoria dell'interesse materiale
od economico, anche se a livello di psicologia dell'indi
viduo la nozione di interesse egoistico l.ra delle origini
anteriod che risalgono a1 tempo di Hobbes e La Roche-
foucauld. Sarebbe pi giusto assetire che il narxismo
una teoria dell'interesse egoistico della collettuit o dt
classe. Inatti, mentre non desta sorptesa n fonte di
paradosso scoprire che un uomo vogJia sacrificare i suoi
interessi personali immediati a qualche causa od ideale pi
grande, la stessa adesione appassionata a questa causa, Ia
sua forza cogente, certamente deriva da basi collettive e
rppresenta un meccanismo di difesa del gruppo o della
classe di cui il singolo sente di far parte. 11 membro di
una data classe perci difende non tanto a propria esi-
stenza e i propri privilegi individuali, quanto le condizioni
che rendono possibili quei privilegi: ed anche nella sfera
del pensiero egli si avventura solo fino al punto oltre il
quale quelle condizioni porebbero venile messe in discus-
sione. Possiamo, pertanto, dire, con una terminologia pit
astratta, che i'influenza della coscienza di classe sul pen-
siero viene sentita non tanto al livello della percezione dei
singoli dettagli della realt, quanto al livello della forraa
complessiva, o Gestalt, secondo cui quei dettagli vengono
organizzati ed interpretati.
Lukcs, ponendosi sulle orme di Marx critico delle teorie
ecor.romiche borghesi, in Storia e coscienza di classe scopre
i limiti della filosofia borghese nella sua incapacit o resi-
stenza a venire a patti con la categoria stessa della totalit.
Qui
non ci toviamo alie ptese con uoo standard di giu-
dizio meramente esterno, ma piuttosto con un dilemma che
ha totmentato i filosofi classici, come si pu vedere dalla
direzione che aveva assunto la filosofia tedesca pre-marxista
206
circa il problema dell'universalit del soggetto individuale
o conoscente
-
una universalit che veniva postulata solo
in forma asuatta nel concetto dell'io ascendentale di Kant
o nello Spirito Assoluto di Hegel. L'originalit di Lukics
consiste nell'aver riportato questo problema filosofico astrat-
to alla sua collocazione concreta nella realt sociale, e nel-
I'aver posto la questione della relazione tra l'universalit
colta a livello epistemologico e la classe di appartenenza
dell'individuo pensante.
Infatti, Ia filosofia oitica di Kant aveva gi assegnato
i suoi confini ultimi a quell'ideologia dell'universalit cui
aspirava la ruztonalit borghese, (Per Kant, naturalmente,
questi confini non sono solo quelli del pensiero borghese, ma
della mente umana in generale: rna questo modo astorico
di porre il problema non fa altro che sottolineare 1a sua
profonda identificazione con il tipo di pensiero che stava
esaminando). Secondo l{ant, la mente pu capire tutto ci
che riguarda la realt esterna, tranne, iD primo luogo, il
fatto incourprensibile e contingente della sua esistenza:
essa ptr anali.zzate esaustivamente le proprie percezioni
clella realt, senza, peralro, riuscire mai a confrolttarsi con
i noumeni, o le cose-in-s. Per Lukcs, conunque, questo
dilemma della filosofia classica, di cui il sistema kantiano co-
stituisce un esempio macroscopico, ha le sue origini in un
atteggiamento ancor pi fondarrentale, pre,filosofico, verso
il mondo, che in definitiva di carattere socio-economico;
vale a dire, nella tendenza della borghesia a comprendere la
nostra relazior.e con gli oggetti esterni (e quindi, di conse-
guenza, anche la nostra conoscenza di quegli oggetti) in mo-
clo statico e contemplativo. Come se la nostfa lelazione
londamentale con le cose del mondo esterno non consistesse
nel farle o nell'usarle, ma ne1la contemplazione immobile,
chiusi in un tempo sospeso al di sopra d'una voragine che
i pensiero non por perci varcare. Il dilemma delle
cose-in-s, diviene, quindi, una specie di illusione ottica o
i,ilso problema, una specie di riflessione distorta su questa
201
situazione geneticamente immobile che il momento privi-
egiaro della conoscenza borghese.
Tuttavia questa relazione statica con gli oggetti della
conoscenza essa stessa solo un riflesso della esperienza di
vita della borghesia nella sfera socio-economica. Il rapporto
dei borghesi con ci che producono, le merci, le fabbriche, la
stessa strLlttura del capitalismo, un rapporto contempla-
tivo, in quanto essi non sono consapevoli del fatto che il
capitalismo un fenoneno storico, essendo a sua volta risul-
tato di forze storiche ed avendo insite in s le possibilit del
cambiamento o della tas{ormazione radicale. Essi possono
capire tutto ci che riguarda il proprio ambiente sociale (i
suoi elementi, i suoi funzionamenti e le leggi implicite) ma
non liescono a capirne la storicit: il loro razionalismo pu
assimilare ogni cosa tranne le questoni fondamentali che
riguardano l'origine e 1o scopo. In questo senso il capitali-
smo a sua volta la prima cosa-in-s e la contaddizione
prioritaria che costituisce il fondamento di tutti gli alui
suoi rrlLeriori dilemmi piir particolari e piLr astratt,
Quando
ci rivolgiamo alla coscienza di classe del lavo-
ratore, a quelle che sono le nuove possibilit di pensiero
insite nella struttura di un'epistemologia proletaria, eviden-
temente non basta asserire che le questioni filosofiche sono
diverse, che non si pongano pi i vecchi problemi e dilerami.
Ci che Lukcs deve dimosttare che il pensiero proletario
l.ra appunto la capacit di risolvere proprio quelle antinomie
che il pensiero borghese non riesce per sua natura a tisolvere.
Egli deve dimostare che c' qualcosa nella struttura del pen-
siero proletario che pen.ette l'accesso alla totalit o alla
realt, a quella conoscenza totalizzante che era il grande
scoglio per la filosofia borghese classica; deve, quindi, so-
stituire il modello statico di conoscenza da cui raevano ori-
gine i dilemmi classici della borghesia. Egli deve scoprire
qualcosa ne11a situazione esistenziale clel proletariato cl.re
co[isponda, come realt concreta, a quell'unione di sog-
getto e oggetto, di conoscente e conosciuto, che Hegel ha
208
postulato come soluzione, nella s{era del pensiero puro, del
problema kantiano delle cose-in-s.
Questa
natura privile-
giata della situazione del lavoratore consiste, paradossal-
mente, nei suoi limiti angusti ed inumani: il lavoratore non
pu conoscere il mondo esterno con sguardo statico e con-
templativo, in un certo senso perch non pu conoscedo
tutto, visto che Ia sua situazione non gli ofire l,agio di
< intuirlo >>, nel senso borghese; perch, prima ancora che
possa proporsi elementi del mondo esterno come oggetti
del suo pensiero, egli sente Je.rle-.o co1.ne oggetto) e que-
sta sua iniziale alienazione interna, prende la precedenza
su ogni alra cosa. Ma proprio in questa terribile alie-
nazione che consiste la fotza della posizione del lavora-
tore: il suo primo movimento non va vefso la conoscenza
del lavoro, ma veLso la conoscenza di s come oggetto,
verso I'auto-coscienza, Inoltre quesra auro-cosclenza) essen-
do inizialmente conoscenza di un oggetto (se
stesso, il suo
lavoro come merce, la sua forza vitale che egli cosretto
a vendere), gli permette una pi genuna conoscenza della
natura mercificata de1 mondo esterno di quanta non ne sia
concessa all'<< obiettivit > borghese. Infatti << la sua co-
scienza l'auto-coscienza della mercanzia stessa, o. in altre
parole, l'auto-coscienza, o la rivelazione alla coscienza,
della societ capitalista basata sulla produzione di merci e
sullo scambio >>
8.
In questo lluovo tipo di auto-coscienza sono impliciti
tutti gli elementi per una soluzione di quei dilemmi episte-
mologici in cui si era inviscl.riato il pensiero borghese. Sono
Ic merci che shutturano la nosfa relazione originale con gli
oggetti del mondo, che danno forma alle categorie ata-
verso cui vediamo tutti g1i alft oggetti. Tuttavia tali oggetti
soro ambigui; essi mutano aspetto a seconda di cosa si
evidenzia: se la loro natura oggettiva o la loro origine
soggettiva. Perci, per il borghese una metce sar una
3
Gonc Lu(cs, Hitorc et coriscieice de classe,
par\gi,
190, p. 210.
209
solida cosa n.raterjale la cui origine leativamente insigni
ficante, relativatnente secondaria; la sua relazione con que-
sto oggetto si ridur alla sola fruizione, o consumo. I1 lavo-
ratore, d'alfto canto, considera il prodotto finito poco pir
che un momento nel processo di produzione; il suo atteg-
giamento vetso il mondo esterno risulter, perci, signifi-
cativamente modificato.
In{atti egli visualizzer gli oggetti che lo circondano in
termini di cambiamento, e non chiusi nel presente << natura-
le r> senza tempo tipico dell'universo borgl.rese (cui corri-
sponde l'esaltazione dell'uomo come universale). Inoltre, ne-
la misura in cui il lavoratore conosce le relazioni reciproche
tra utensili ed impianti di produzione, egli arriver a vedere
il mondo esterno non come una collezione di cose separate
e senza relazioni di sorta, ma come una totalit in cui ogni
cosa dipende da tutte le alre. Perci, per entambe e vie,
egli giunger a percepire la realt come processo, e Ia rel-
ficazione
in cui, per la borghesia, s'era congelato il mondo
esterno, verr sciolta. La relazione privilegiata con la realt,
la forma privilegiata di conoscenza del trlondo non sar pi
statica, contemplativa, n sar pir pura ragione o pensiero
astratto, ma sar quell'unione di pensiero ed azione cl.re il
marxismo cl'tiarna prassi, sar attivit consapevole di s. A
questo punto il problema kantiano della cosa in s, del pre-
dicato dell'essere, doppiamente risolto: nnanzitutto, si
scopre che l'essere un'astraziole e che il considerado co-
me fenomeno separato conduce necessatiamente a delle an-
tinomie nella misuta in cui la realt di base del mondo con-
siste nel divenire. E in secondo luogo, come gi si pu in-
trawedete nel sistema hegeliano, il mondo estetno, mo-
dificato dal lavoro umano e considerato ola come stoda e
non come natuta, delle stessa sostanza della soggettivit
del lavoratore: la soggettivit degli uomini pu venire ora
vista come il prodotto di quelle stesse fotze sociali che
creano le merci e quindi, in definitiva, I'intera realt in cui
gli uomini vivono.
270
D'ora innanzi Lukcs, accettando la definizione di Le-
nrn in Materialismo ed Ettpiriocriticisno, carattezzet. iI
processo di conoscenza come un pfocesso di rispecchiamento
(\T/iderspiegclung)
della realt. Ma le varie polen.riche a cui la
cosiddetta teoria della conoscenza come rispecchiamento ha
dato origine possono venire evitate vedendo in questa figura
del discorso non tanto una teoria con tutte le carte in regola,
quanto il segno di una teoria che deve ancora venire ela-
borata: << la scoperta del riflesso sta sempte ad indicare
I'esistenza di un legame articolaro tra per lo meno due siste,
mi di relazioni; la nozione di ispeccbianento a questo pun-
to l.ra la funzione di una ndicazione ('segnale') di questo
legame articolato. Ma quando deve essere determinata la
natura di questo legame ... allora soio il concetto di pro-
cesso dawero operativo, vale a dire produttivo della co-
noscenza di tale legame >
e.
La figura del rispecchiamento
del reale nel pensiero , perci, solo una specie di stenografia
concettuale che sefi'e a sottolineare la presenza di quella
specie di operazione rnentale che abbiamo alrove descritto
come << lrcpo storico,>, vale a clire l'operazione del mettere
in contatto l'una con I'altra due realt distinte ed incom-
mensurabili, una appartenente alla sovrasffuttura e l'ala
alla base, l'trrrl culrurale e laltra sucio-economic.r.
Possiamo ora trarre alcune conclusioni circa le implica-
zioni di Stoa e cosciercza di classe nei confronti dei pro-
blemi lettetari di cui Luhics si era precedentemente occu-
pato. l'epistemologia, e la filosofia astratta in generale,
che tende, per la propria logica interna, a ridurre il feno-
meno del rispecchiamento ad una specie di immagine men-
tale statica pi o meno adeguata alla realt esterna,
Quella
che Lukcs definisce come verit proletaria , al contrario,
il senso delle forze operanti nel presente, ur: discogliersi
della superficie reificata del Dresente entto la coesistenza di
e
J. L. HoUDEIINE, < Sur une lecture de Lninc >, in TeI
Qrcl: Thoie
d'ensenble, Pariei, 1968, Dp. 295.296.
2II
tendenze stodche, diverse tra di ioro e conflittuali, una tra-
duzione di oggetti immobili in atti o atti potenziali e nelle
conseguenze degli stessi. Saremmo tentati di asserire che per
il Lukics di Storia e coscienza di c/asre la soluzione defini-
tiva del dilerrma kantiano non va ricercata r.rei sistemi filo-
fici del diciannovesimo secolo, quindi nemmeno nel sistema
hegeliano, quanto piuttosto nel romanzo del diciannovesimo
secolo: infatti il processo che egli descrive non assomiglia
tanto agli ideali della conoscenza scientifca quanto ali'ela-
borazione della trama narrativa.
Pertanto, con la sua svalutazione della filosofia borghe-
se, Storia e coscienza d.i classe pone le basi per quella dif-
{erenziazione dell'espedenza estetica che Lukcs elaborer
pi dettagliatamente teII'Es tetica
10
,
opera nella quale viene
valotizzata la narazione in quanto dimensione che presup-
pone non la trascendenza dell'oggetto (come nella scienza)
o quella del soggetto (come nell'etica), ma la neutraliz-
zazione dt entrambi, la loro riconciliazione reciptoca, anti-
cipando cos nella propria suuttura l'esperienza di vita di
un mondo utopico.
Tuttavia, nella misura in cui la costuzione dell'Utopia
non spetta pi alla letteratura, ma
Piuttosto
alla prassi e
all'azione politica, f intera sruttura olganizzativa di Teoria
del roruauzo deve venire riesamr'nata. Ora, infatti, alla vi-
sione nostalgica di una qualche et dell'oro in cui era an-
cora possibile una totalit epica, si sostituisce una visione
della storia secondo la quale g1i uomini appaiono gi mpli-
citamente riconciliati con il mondo circostante, in quanto
quel mondo il risultato del lavoro e dell'azione umana.
Tuttavia anche il non riuscire a vedete attaverso ed olte la
superficie reificata del mondo estetno, il risultato di un
condizionan.rento storico: infatti, prima del diciannovesimo
secolo, quando verlr.ero poste le basi de1 capitalisn.ro moder-
no nella forma dell'industializzazione totale dell'ambiente e
nella otganizzazione mondiale del sistema di mercato, man-
cavano ancora molte delle condizioni che rendono possibile
una comprensione genunamente storica della vita. Biso-
gnava, quindi, aspettare il diciannovesimo secolo perch ci
che eta stato inteso (ed
espresso) come un conflitto tra
I'uomo e il destino o la natura, potesse venire narrato entro
le categorie puramente umane e sociali di quello che Lukcs
chiamer (d'ora
innanzi) rcalismo.
III
Dopo Storia e coscienza di classe, perci, non pi
possibie un ritorno a quel tipo di deduzione hegeliana e
tipologica delle smutture narrative possibili che era stata
intrapresa nella Teoria del romanzo. Ora, al conrario, Lu-
ics si propone il conpito di esaminare le condizioni di
possibilit di quelle opere che sono riuscite a << riflettere >>
la realt sociale nella sua storicit, vae a dire, si propone
di dare una spiegazione teorica all'esistenza di quelli che
egli chiama i grandi realisti: Goethe, Scott, Balzac, Keller
e Tolstoj. Che egli poi scivoli, in modo piuttosro discuti-
bile, da un atteggiamento descrittivo ad uno prescrittivo ed
attacchi gli soittori moderni in nome di un modello a
priori del realismo, non inficia questo punto di partenza,
dove la parola realismo serve semplicemente a designare
l'esistenza empirica di un concreto corpus cJi opere che si
oflrono ad una coerenre e"plorazione.
Senza dubbio il metodo pi ovvio ed immediato cui
si pu ricorere per carattcl-izzare gli elementi distintivi
del realismo, consiste in una analisi del contenuto delle
opere realistiche, ed in particolare della loro componente
umana, cio clei personaggi. Per Lukcs i personaggi realistici
si distinguono da quelli propri di altri tipi di lerteratura
per la loro tipicit: ess rappreseotanoJ in altre parole, qual-
to
Ma ei delineato in prcccdenzr in < Subjcct Object Rclationship in
Art o, loeor, VII, 1917 1918, pp- 1-39.
212
213
cosa di pi ampio e pir) significativo di quanto non siano
i loro destini singoli ed isolati. Essi sono individualit con-
creter e tuttava, al medesimo tempo, sono in relazione con
qualche sostanza umana pi genetale e collettiva. La no-
zione di tipicit, cl.re per la teoria letteraria occidentale
divenuta antiquata, se non addirittura sospetta, era gi
presente in quello che tappresenta il primo rrodello su lar-
ga scala della critica letteraria marxista, vale a dire l'assi
duo scambio di letterc tra Marx, Engels e Lassalle, cl.re
aveva coule afgomento I'opera teaale, Fraxz uon Sick-
ingex, di quest'ultimo. Tale scambio epistolare chiamarra,
perci, esplicitamente, in causa il problema del dramma
storico o dell'opera d'arte in generale nella sua dimensione
storica; e la versione lukcsiana di questo ptoblema stata
elaborata con grande respiro ne Il rctmanzo storico.
Infatti, anche se la sua rilevanza rispetto alle altre for-
me del1a letteratura pu venire messa in discussione, in-
discutibile cl.re l'opera storica, mirando esplicitanente a
dare una immagine di uq inteto periodo storico, ha in se
stessa uno standard in base al quale pu venire giudicata;
cosicch il problena di se i personaggi e la collocazione di
nn'opera storica siano adeguati al fine di riflettere la circo-
stanza storica di fondo, acquista validit in quanto probie-
ma della stessa forma. Il problema quello del molo che
nell'opera d'arte giocano le due dimensioni dell'accider.rtale
e del necessario. La libera vololrt di rappresentare che il
drammaturgo o il ronanziere storico esercitano sulla strut-
tura formale estensibite al contenuto che egli (per libeta
scelta iniziale) si assegnato come oggetto? Per Lassalle la
nagedia di Sickingen (che egli considera emblematica della
situazione tragica pir:i generale c{ella rivoluzione tedesca del
1848) consiste in una sfasatura morale ecl intellettuale: il
leader clella prin.ra rivolta conto i grandi prncipi durante
gli sconvolgir.renti della Riforma tedesca caduto a causa
della sua inveterata mentalit politica e diplomatica, indul'
gente come fu in quanto uomo di stato, al lascino compli-
214
cato della Realpolitik e degli inrighi tra i prncipi, fino a
perdere di vista le vitali energie rivoluzionarie generate da-
gli stessi fini rivoluzionari. La difesa che Lassalle fa del suo
lavoro teatrale sembta a prima vista ilrconfitabile. questa
era la tragedia che egli voleva scrivere, dice a Marx ed
Engels, ancl.re se avrebbe potuto sceglierne molte alte. Se
avesse scelto di narrare la storia di Thomas Mnzer, am-
nette, le stesse basi della situazione tragica sarebbero state
totalmente diverse.
Ma per Marx ed Engels il dramma difettoso perch
la sfasatura sottolineata da Lassalle non la causa vera
della caduta di Sickingen. La causa non eta solo morale,
ma anche sociale: Sickingen non avrebbe mai potuto avere
l'appoggio dei contadini rivoluzionari perch i suoi fini so-
ciali di fondo erano assai diversi dai loto, avendo come
mira non la liberazione della regione, ma il ripristino della
piccola nobilt soggetta al dorninio dei grandi principi e
della chiesa. Pertanto, secondo Marx ed Engels la situa-
zione rrrgica di Sicringen era unl situazione oggettiva e
non aveva nulla a che vedere con le tormentose scelte mo-
rali consumate r-rella sua mente o cor-r i magniloquenti at-
teggiamenti morali che il personaggio poteva assumete sul-
la scena. Essendo il dramma cos com', il personaggio di
Sickingen non giunge a porsi come tipico di un reale di-
lemma storico: la situazione del dramma. infatti, non for-
nisce un modello genuino delle {orze operanti nel periodo
in questione; e Marx ed Engels dimosmano come tutte le
debolezze formali del dramma (i discorsi interminabili e le
reminiscenze di Schiller piuttosto che di Shakespeare) siano
il risultato di quella debolezza fondamentale cl.re l'inade-
guatezzx dell'opera alla sua materia prima. L'attualit di
quest',ualisi, come di quelle di Lukcs ne Il romanzo sto-
rlco, consiste nell'idea che la forma dell'opera dipende da
una logica pi profonda insita nella materia prima; Ia parola
tipico se,re ad indicare I'articolarsi di questa rcalt di base,
contenuto o sostanza dell'opera d'arte, in personaggi singoli.
215
Naturalmente qesta categoria stata bisrattata dalla
pratica del marxismo volgare che consisteva nel ridume i
personaggi a mere allegorie delle forze sociali e nel rasfor-
mare i personaggi << tipici > in meri simboli di classe: il pic-
colo borghese, il controrivoluzionario, I'aristocratico agra-
rio, l'intellettuale socialista utopico, e cos di seguito.
Sarffe ha messo in luce cl-re anche queste categorie sono
idealistiche in quanto presuppongono cl.re ci siano forme
immutabili, idee eterne di stampo platonico, delle varie
classi sociali: tali categorie trascurano propro la storia e la
nozione della specificit della situazione storica cui Luhcs
sempre srato fedele nella sua critica.
Non possiamo clui esaminare gli aspetti pi immediati
ed intetessanti dell'analisi lukdcsiana dei tipi nel romanzo
storico e in particolare la sua distinzione tra figure stori-
che d'importanza mondiale (vale a dire, i grandi nomi del,
la storia, i Richelieu, i Cromwell o i Napoleoni) e le figure
inventate, medie e relativamente anonime, che, ad esem-
pio, Scott colloca al centro dei suoi romanzi. suficiente
fat rilevare che qui, come altrove, il metodo di Lukics
formale; in questo caso il metodo fa leva sulla distinzione
ra le forme de1 dramma e quelle del romanzo e le coni-
spondenti difierenze furzionali ta i personaggi di enrram-
be le forme. Le grandi figure storiche, i personaggi guida
della storia (Macbeth,
Wallenstein, Galileo), saranro le fi-
gure centrali del dramma poich in questo modo la colli-
sione drammatica sar pir concenttata ed intensa; menfte
il romanzo, che mira ad una rappresentazione totale dello
sfondo storico, pu tollerare queste figure solo in ruoli
episodici e secondari, perch in questo modor Cistante
e di scorcio, che esse fanno parte della nostra vira ed
esperienza di oglri giorno.
Ma le caratteristiche essenziali del tipico vanno ritro.
vate altrove: in particolare, si deve osservare cl-re per Lu-
kcs il tipico non mai una questione di precisione foto-
grafica. In quel continuo confronto tra Balzac e Zola,
216
su cui torneremo, egli fa notare che il carattere balzachia-
no, con la sua melodrammaticit, la sua esagerazione ro-
mantica e il suo aspetto grottesco irreale, riesce ad espri-
mere le sottostanti forze sociali ed profondamente tipco,
pi di quanto non 1o siano i caratteri schematici e stereo-
tipi (il contadino ricco, il minatore, il proprietario della
fabbrca, il negoziante e cos via) di Zola, atrche se questi
ultimi porebbero a prima vista apparire pi consoni ai
fini essenziali del realismo. come se, nelle opere d Zola,
l'idea, la teoria preconcettal si frapponesse ta I'opera d,arte
e a realt da esibire: Zola s gi quale sia la suuttura
organica della societ; e questa la sua debolezza. Per lui la
materia prima fondamentale, le professioni, i tipi di carat-
teri socialmente determinati, sono gi stabiliti in anticipo:
questo equivale a dire che si lasciato vincere dalla ten-
tazione del pensiero ashattoJ dal miraggio di una conoscen,
za statica, oggettiva della societ. Egli ha implicitamente
ammesso la superiorit del positivismo e della scienza sulla
pura immaginazione. Ma dal punto di vista di Lukics, se-
condo il quale la narrazione la categoria fondamentale e
la conoscenza astratta soltanto un suo surrogato, questo
vuol dire che il romanzo, nelle mani di Zola, ha smesso
di essere lo stumento privilegiato per l'analisi della realt
ed stato declassato a mera illustrazione di una tesi.
Balzac, invece, non sa in anticipo quello che scoprir,
La Prefazione a La Condie humaine dimostra che esli si
propone di coslnire unc ripologia, urra ampia zoologio ,le1-
la societ umana, ma che le energie dell'opera vengono mes-
se in moto dall'idea di un metodo, piuttosro che dalla sco-
perta anticipata di una specie di tavola degli elementi
fondamentali. Inoltre, la sensibilit d Balzac per la srori-
cit e per il mutamento storico cos intensa che egli non
riuscirebbe ad immaginare un archetipo fisso dei tipi so-
ciali, ad esempio del piccolo borghese: nella sua opera nfatti
il piccolo borghese sempre caratteristico di un dato perio-
do, di un dato decennio, in costante evoluzione nel suo
217
;
stile d'abbigliamenro, nci suoi mobili, nel suo linguaggio e
nella mentalit, dai tempi di Napoeone agli ultimi anni cli
Luigl Filippo. Pertanto, un caratrere di Bazac non ti
pico di un qualsiasi gencre di elemento sociale fisso, come
una classe, ma piuttosto del momento storico stesso; e con
ci i toni pi catichi e pi schematici od allegorici della no-
zione cli tipicit svaniscoro completamcntc. Il tipico, a ciue-
sto punto, non ufla relazione biunivoca tra i singoli per-
sonaggi nell'opera (Nucingen, Hulot) e le componenti fisse
e stabili del monclo esteLno (finanza, aristocr-azia, nobilt
, origir'e rupoconicat. ma r.rppre"cn.t
I'irrLro"ro
trnl onr-
login tra l'intera ttama, conle conf]itto cli lorzc, e il mo-
mento glo:ale della storia, quando venga considerato come
un processo.
A questo punto si dovrebbe foLsc ossetvate che l'intera
discussjone sul contenlrto dellc operc d'atte in realt
r,rna discussione formale. Se sjamo pattiti avendo I'alia
cli voler discutcrc dcl contenutcl stato a causa della na-
tura del romanzo o del clrammn storico, nella cui stfttura
mantenuta una costituziona]e distinzione tra fornta e con-
renuto. Infatti, mentre il romanzo orclnario d l'impressione
d'ollrirsi a u[a ]ettura del tutto disimpegflrta, di essere
r,rn'opera autosuflcicnte chc nor ha bisogno di ncssuu ogget-
to o modello nel mondo esrerno, il romanzo storico sempre
cat^tterfzz^to da cone aflerra quesro moclello, questa real-
f esterna, che mentre leggiamo abbian-ro sempre clavanti
agli occhi. Ancl.rc sc noi non abbiano nlcun intelesse irtcl-
lettuale per I'esattezza stolica clellc rapptesentazioni del Mc-
clioevo di Scott o clella Cartagine di FlrLrbert, nor
Pos
siano fale a mcno di intuite qluesta rcalt estetna, non
possiamo fare a meno dj intenderla come oggetto reale (in
scrrso r."c-lilnor. e no. hc ir r'otJn7J sc (luc\lo.iv\icne
in rnodo vago e carcntc; lx stessa strlrttura de1 nostto leg-
rcfe
'
_
romcn/o rtotico cotrrPorla rrn e\.llne compar.ttivo.
implica una sorta di giuclizio di rerlt.
Pertrnto, quando ci volgian.ro da questa forma specie-
218
Trzzata a\ tonanzo realistico in generale, possiamo riformu-
lare tale questione in ternini
Puramente
formali: ma, in que-
sti rernrini, gli elementi uman dell'opera, i pcrsonaggi, di
..,engono
matcria prin.ra al pari di qualsiasi altlo elemento,
conc, ad esen-tpio, la ttateriale mcssa in opera del libto,
e infine la nozione di tipico, nofi pi coerefite con que
sto punto di vista formale pir gencrale, lascia il campo
libero ad un altro tipo di telnrinologia. Qui,
la caratteri-
stjca pfincipale dcl realismo letteratio viene vista nella sua
clLr,rlit :rntisimbolica: il realismo stcsso viene contradclisrin'
to clal suo movimcnto, clalla narrazione e clalla drammatiz-
zazione el contenuto; vicnc caratterizzato, con-re dice il
titolo cli uno dei pir rallnati saggi lukcsiani, dall'essete
nri!ilzione piLrttosto che clescriziottc.
forse piir senplice conilciafe con la
Patte
negativa
ciella dcfinizione, con quclla ostile diagnosi clel siurbolismo
che si presenter come una costante lungo tutta la cariera
cli Lirkics: per lui il sin.rbolismo non solo rla tecnica let
lerriia tra lc alre, na rapptesenta ttn modo di percepire
jl
n.rondo clualitativamente diverso da quello realistico. Il
simbolismo, potrcmlno cire, qualitativamente un'espres
siorc di second'ordine, rappresenta sempre I'aminissione,
da pllte del Lomanziete, cli una sconfitra; infatti, col far
ricolsc ad esso 1o scrittore amnette che v' un significato
oririnrrio, oggettivo, r.regli oggetti, cl.re gi risulta inacces-
sibile. ammctte cli clover inventare ut.t signilcato nuovo e
fittizio per Dascondere qlrcst'assenza di fondo, quesro silen-
zio clele cosc. Il sin.rbolismo, nalutaltnente, non tanto
r-rlr plodotto c1ell'estetica petsonale dello sciittore, quanto
clell. stessa situazione storica: originarianente tutti gli og-
gcfti hanno un significaro mio. Pcfsilo la natura stcssa
r-irranizzata dal modo in cui l'uomo le lrasforma in pro-
prie cimora e la piega ai ptopri bisogni (cos il suolo roc'
cioso e sterile cella Grccia viene rivoltato cofie un guanto
c reso da ostie anico medianre una eco[ollia che si ldatta
ad esso cot-t 1a navigazione, il comtlercio e a produzione
219
artigianale).
Questa originaria significativir degli oggetti
diviene visibile solo nella misura in cui il loro legame con
il lavoro umano e la produzione non sia occultato. Ma nella
moderna civilt industiale un legame dificile da tova-
re: gli oggetti sembrano condurre una vita propria, ndi-
pendente, ed proprio questa illusione che sta all'origine
del lare simbolico. lnZolala miniera viene senrira come Lrna
belva divoraffice di carne umana cl.re sovrasta come un in-
cubo f intero paesaggio. In
Joyce,
l'uffcio nel giornale ha
l'appatenza di una caverna dei venti: quale che sia il si
gnificato storico e realistco che possiede, tale significato
sembta esser divenuto troppo scialbo e prosaico per I'opera
d'arte. I mobili inThe Spols ol Poyntc.tn,le citt brulicanti
e tetre di Dickens e Dostoyevskj, il paesaggio noralmente
espressivo di Gide o D. H. Lawrence sono, nell'opera d'arte,
elementi auto-sufficienti e dotati di significato autoflomo.
Persino gli oggetti neutrali di un Robbe-Grillet sono il ri,
sultato di questo processo di simbollzzazione: infatri an-
ch'essi rispondono, ma col silenzio, e l'occhio continua a
cercarli per qualche schema ossessivo che li circonda, per
trovarvi un'immediata comprensibilit visiva, che rimane
pet sempre in dubbio.
Pertanto il simbolismo non i1 risultato delle proprie-
t delle cose stesse, ma della volont del creatore, che
d'autorit impone alle cose un significato: si in presen-
za del vano tentativo della soggettivit di elaborare un
raondo unano al di fuori di s ma ttovandone il-t se
stessa la stuttura. In questo, molto meglio la prece-
dente etica borghese dell'imperarivo morale, dell'ideale o
Sollen, che Lukcs critica nella Teoria del rcmanzo. Nelle
opere d'arte simboliche vi lo sforzo di raggiungere qual-
che relazione, che sia dotata di significato, con il mondo
esterno, con la realt oggettiva, per ritrovarsi con le mani
vuoter averdo trascotso la vita in mezzo ad on]bre, non
essendo riusciti ad attingere null'altro che noi stessi nel
mondo che ci circonda,
220
Questo
forse il momento di {are qualche commento
sul ripudio dell'arte moderna e del modernismo in gene-
rale che implicito in questa idea di Lukcs. Ne Il Ca-
stello dt Kafka, dopo cl.re uno dei personaggi ha dimo-
srrllo a K. clre ufte le sue azioni possono venire inter-
pretate in un modo del tutto diverso e sotto una luce
molto pir sfrvorevole, l'eroe replica: <
Quello
che tu hai
cletto non falso: ostile >.
Questo
potrebbe essere il
motto atto a caratteizzare le osservazioni di Lukics sul-
l'arte moderna. Esse sono sia diagnosi che giudizi: tuttavia
l'intera dimensione del giudizio ambigua, perch presup-
pone che lo scittore moderno abbia avuto qualche possibi-
lit di scelta e che il suo destino non sia gi stato segnato
dalla logica del momento storico in cui vive. La stessa
ambiguit visibile anche nella teoria rivoluzionaria mar-
xista, dove la rivoluzione non pu scoppiare no a che
non siano mature le sue condizioni oggettive, ma dove, nel
medesimo tempo, Lenin pu apparentemente forzare que-
ste condizioni sulla base di una scelta di volont e pu
fare una rivoluzione proletaria prima che la prcedente ri-
voluzione borghese abbia terminato il suo corso.
Pertanto, se tralasciamo quella parte dell'opera di Lu-
kdcs che comprende una serie di raccomandazioni rivolte
all'artista (e che resa problematica dal fatto che qui Lu-
kcs si rivolge contemporaneamente a ur.r duplice pubblico
-
gli scrittori del realismo socialista e i << realisti oitici >>
clell'occidente), scopriamo che la sua analisi del modernismo
si basa su di un avvenimento fondamentale per l'arte mo-
derna: vale a dire, sull'osservazione di un salto di qualit
cl.re si velificato in epoca recente e che ha dato origine
ad una difierenza incolmabile tra quella che la lettera-
tura dei nosti giorni, che ha avuro origine ai tempi di
Baudelaire e Flaubert, e la letteratura classica precedente.
Senza dubbio, a scconda dell'ampiezza delle nosre lenti
storiche, il taglio pu venire spostato indietro, forse verso
I'inizio del diciannovesimo secolo, al periodo della rivolu-
227
ziot-re ftancese e del ronanticismo teclesco. A quesro riguar-
do significativo che I'atteggianento di Lul<cs riproduca
quasi esattamerte quello di Goethe ed Hegel verso il Ro'
manticismo. Il Classicismo una cosa sann, ha detto Goc-
tl.re, il Romanticismo una cosa maiata. Ed lJegel ha cli
ticato il soggettivismo clel lonanticisno per 1o pi usardo
gli stessi ternrini che Lukcs liscrva ai moderni. Il giu-
dizio quello incvitabilc che una filosofia del concreto deve
passarc sull'astratto; e si dovreb:e aggiur.igere che molto
sper.o proprio (lir n p..nro di visr,r lnriqulto c pcr'ino
reazionario (si pcnsl a Yvor V/inters e allo stesso Ednuncl
Burke) chc vengono fatte lc analisi pir penetranti del pre'
sente. Il vantaggio che ha Lukcs sui teot'ici piiL apologerici
clel moclerno consiste nella forma di pensiero, volto alla com-
parazione ed alla clillercnziazionc, cl.re gli propria. Egli non
inrmcrso ncl fenomeno rloderno n si consegnato com-
pletamente nelle mani dei valori fondamentali di talc lcno'
lneno, n-a liesce a veclerlo attlaveLso occl-ri distanti: pu
definirlo e scgnare i confini ento cui circoscritto in
quanto momento storico, distinguendolo da ci che csso
storicarlente non ; tuttavia questa comparazione impli-
cher senpte, per la sua slessa struttura, un giudizio dn
un punto di partcMa pi arrettato.
A cluesto
irur.rto
si dovrebbe osservare chc la critjca cli
Lukcs all'arte nocletna eta gi implicita nella stessa Tcoda
del rornatzo, Abbiamo mosrato corre i quattro capitoli ti
pologici di
luu-t
r'Li,r3 .:
.livi.le'.e'o in
'l'rc 1rr'1'f
i: i
primo (sui due tipi base) coglicva la relazione clell'uomo
con il nonclo in modo metnfisico, il seconclo (su Goetl.re e
Tolsroj), vetleva tale relazione in termini sociali o storici,
Non era certo dovuto a.l u!-r pllro caso chc i primi due ca-
pitoli fossero cos ricchi di suggestioni ecl indicazloni sul-
l'alte moclerna: infatti l'artc mo<letna o simbolica cxratte'
rizzata proprio clal suo modo astorico, metafisico di con-
sidcrare la vita urlana nel mondo. La distit.izione tra rcali-
smo e arte siilbolica modctna eta, pertanto, gi presente
222
nel passaggio ad un romanzo che percepiva la realt, c
l'ambiente umanoJ in termir.ri <li storia umana. Cos, per
una spccie di deviazionc, toviamo che la netodologia di
forrJo d.l
I'rirrro
pclioJo. l.r scpar.rziorrc rr'l animr e nrorr-
do, signficato e vita, mantiene ]a sua viralit negli scritti
successivi: divelrtata un Doti\/o sotterraneo e, pur avcndo
Lukrics abbandonato la nota terninologia l.regeliana, conti
nuer' ad irfornale la sua distinziolre tla simbolismo e.r-ea
lismo, tra una sintesi puramenre volontaristica di significato
e vita e una sintesi che sia in clualcl-re misura pLesente in
modo corcrcl., ncllil sfe)s:
'i.u.rzioDc
sLorica.
Per Lukcs, colrnque, la {orma simbolica solo un sin,
tomo di una folma di comprensione sottostante e pi plofon
cla che egli cbianet descrizictzc, riferendosi con ci a un
modo statico c conrcmplante di considerare la vita e l'espe,
ricnza che l'equivalerte letterario dell'atteggiamento ogget
tivo borghese in filosofia. lnfat-ti, la forna realistica, la stessa
possibilir della nruazione, si ha solo in quei momcnri
dcla stotia in cui la vita umana pu vcnire percepita in
telnini di conflonti c drammi inclividuali e concreti, in quei
trromenti in cui la storia c lc trame inclivicluali possono far
cla veicolo all'espressione di qualcl.re vcriL piir profonda e
gcnerae. Ma questi momenti son divenuti abbastanza rari
nci tcmpi moclelni, mente sono pi freqr-renti altri monen-
ti in cui sembra cre non accada r.rulla di rcale, e la vita vjene
sentita come un'attesa senza fine, una perpetua ffustfa-
zione dcll'ideale (Flaubert): quando la sola realt dell'esi-
stenza umana senbta essere 7a cieca rouline e I'ingrato
avoro quotidiano, scmpre uguale a se stesso giorno dopo
giorno (Zola); quando, infine, la stessa possibilit che ac-
cada qualcosa sembta scompalsa e lo sclittote pare
riconciliarsi ad una sttuttufa in cui la verit clclla sin-
gola giornata pu rappresentaLe il mctocosmo della vita
(Joyce). In queste situazioni storiche, pcrsino quanclo l'ope
ra ettcratja sembra violenta ed agitata, queste esplo-
sioni, ad un pi attento esan-ej losano d'essere pure in-ri-
223
I
tazioni degli eventi, pseudoeventi creati albitrariamente dal
tomenziere, cl-re non tiesce a trovarc nuila da dir-e sul
fiusso incolorc dcll'csperienza reale. lnfatti, il melodramma
(si peirsi a Zola) uno dcgli especlienti ptincipali di cui
la lettcratura moclerna si servita pcr cercare di clissimu-
lare le sue contraddizioni: lo scontro volento tra unit
collettive (la pebaglia in Gcrtttinale, i balbari
jn
.\dlatuatb)
o a bcne assoluto e lnale assolLrfo, nasconcle i'assenza <li
qualsiasi genuna intcrelazione unana a livello inclivicluale,
nella espcrienza vissuta indivitlurlc. E quanclo 1'arte mo-
detna assune Lisolut.tmente cluesta situazione) cssa abban-
dona interemcnre la mama, r'inuncil alla narrazione ncl
vecchic senso e ccrca di tras{orllare in folza la sua debo-
lezza cli fordo.
Pcrci la clescrizione, come forma dominante di rap-
pr-esentazione, il scgno clel crollo di una relazione vjtale
con l'azione e con Ja possibilit dcll'azione. Lukcs con-
irot'r.r Ir cor'..r,lci ,..r',,li in
^\.r,.a
di Zolt co.r lcpi.udio
srmile ir Arna Kdrcnfua. Il prino un brill.tc pezzo con-
vcnzionale osservato dall'esterno che non l-a nulla a cl-re
fare con i dcstini clei personaggi. Nel seconclo, i personaggi
.oro
irf'l'J.\iontalnrnrc aoitvolti: rol scrno cces5arie pro-
lisse dcscrizioni estetne petch noi sertjamo l'inter.rsit del-
1'cvento non per mezzo <lella conternplazione visiva, ma
ttLaverso Je speranze c 1c aspettarivc dci pcrsonaggi. La
descrizione ha inizio quando le cosc esterne venllono se[-
titc comc alicnate clall'attivit umana e come statiche cose-
in-s, ma raggiunge il suo pirnto chillante cluando per-
sino gli esseti umani che popolano questi scenari senz.r
vit, si dis,,-nclizzano. Jirerpono srrurrcrrr icrri. p'ni
oggctt in movimento che devono venite rappresentati cal-
l'esterno.
Lukcs spiega i momcnti realistici, gcnuinanente nar-
rativi, della letteLatutir, in due n.rocli: attraverso la situazio-
ne e g1i attccgiamenti perso[ali clcgli scrittori, e atravcLso
la loro situazionc srorica oggettiva. L'analisi dclle con<li-
221
zioni soggettive che rendono possibile il realisno forma un
parallelo con l'analisi in Storia e coscienza d classe, delle
cordizioni che rendono possibile la conoscenza della totalit,
sebbene sul piano letterario la spiegazione possa sembrare
relativan'ente scmplicistica: i grandi realisti, ci dice Lukics,
sor.o q relli che in qualcSe modo prr.reciprrro piennmenre
alla i'ita dei propri temiri, che non sono solo osservatori,
na anchc attori < inpegnati >, in un senso molto meno li,
mitato e politico cli clrello inplicito nell'uso sartialro di
<( irrpegnato >. Tuttavia, nei suoi esempi di irlpegno, Lu-
kics poita il slro trratcrialisnro fino alle estrcnre, e persino
paraclossali, conclusioni: se la struttura natcriale, la si-
tutrzione sociale che ha l cliritto di prececlenza sr la mera
opirione, sul'ideologia, sull'idea soggettiva chc ur.ro si fa di
se stcsso, allora noi possiarlo essere portati a concludere che
in certe circostanze un co1sefvatote, un realista, un catto-
lico cieclente, porebbefo comprendere 1e gcnuine forzc ope-
ranti nella societ meglio cli uno scr.itrore di tendenze so,
cialistc.
Qui
sta la forza del paragone di Lul<cs tra Bal-
zac e Zola. Potebbe sembtare velleitatio e provocatorio so-
stcnefe cl.rc il campione di Dreyfus eLa staccato dai proble-
ni lonclarrentali cle suo tempo; tuttavia, persino uno scrit-
rore cc's poco politico come Henry James Lra acutamente os-
selriio cl.rc non solo l'impegno politico cli Zola naro clopo
chc ela Gnita la sua carriera cfeativa nella letteratura, quasi
si l..nasse di un sostituto di quest'ultima, ma anche che
in esso si liflette un scnso di fastidio o di insoddisfa-
zionc. cbe ha le sue radici nelh vita privata dello scrittore,
conle ix sensazionc di non essere n-rai riuscito ed aflerrare
relmente qualche espcrienzl genuina. E non si possor-ro
avcr-e dLrbbi sul fatto cl.re i netodi di lavoro <li ZoIa (ttna
specie <1i divisione razionalistica clel lavor.o, la scelta de1
tema che precedc 1a scelta dci personaggi, l'accuratezza di
docrimentazione e Dote sull'ambiente, una visita sul posto,
e cos via) siano quelli dell'osservatore esrerno pirlttosto
cre cluclla di c1.ri pattecipa con f imnaginazione. Mentre
225
r
Balzac, con tutta la sua ct'itica intellettuale e moralc di
quell'epoca borgl.rese, della coruzione mondana della no-
narclria di Luglio, visse fino all'esremo, fin dentro le sue
passioni esistenziali, le ambizioni di fondo del proprio tem-
po, con i suoi sogni di ricchezze estratte dalle miniere
d'argento della Sardcgna, di una rapida fortuna costruita
.ul terrro. colleziorrarrd, fcbrilmenLe teso'i
I'osricci.
rrre-
dando una casa dopo I'altra, desiderar.rdo la sicurezza de-
finitiva del proprietario 1g11lg1q
-
e scoprendo infinc lc
forze trainant del suo momento storico gi radicate in s:
senza dulrque aver bisogno di osservarle in alri, dall'ester'-
rro. Senza dubbio inrrtile proporre qrre.ta vira come
un modello per lo scrittore realistico, come Lukics qualcl.re
volta sembra fare, ma si dovrebbe far rilevare che nuove
analisi psicologicl.re, del tipo di quelle di Sarme su Flaubert,
sono soltanto dei ritocchi a questo modello di base otte-
nuti grazie alle tecniche psicoanaliticl.re. In base ad esse, la
pratica formale di Flaubert viene consiclerata un riflesso
del suo distacco dalle possibilit dell'azione vissuta, nclla
sua situlzione Ji :econdogeniro a cui siano slrri net.rri i
pieni taguardi pratici della vita borghese.
Ma questa disposizione soggettiva dello scrittore reali
sta solo l'inverso delle possibilit oggcttive della situa
zione stolica in cui vive e che la sua opera liflette.
stata la fortuna storica di Balzac I'aver potuto essete te'
stimone non del successivo, pienamente sviluppato capita-
lismo del tempo di Flaubert e Zola, ma degli stessi esordi
del capitalismo in Francia; d essere stato contemporaneo
ad una trasformazione sociale che gli l.ra permesso di ve-
dere gli oggetti non come sostanze materiali finite, ma come
prodotti dell'attivir urana; di aver potuto recepire il
cambiamento sociale come una rete di storie individuali.
Possiamo dlammatizzare tutto cluesto dicendo che in Balzac
le fabbliche in quanto tali non esistono ancora, che non ve-
diamo i prodotti finiti, ma gli sforzi dei grandi capitalisti
e degli inventori per costuirle. La realt sociale ed econo-
226
mica ancora rclativamentc uasparcnte, il lisultato del-
I'attvit umana ancora visibile ad occhio nudo Ma la
sola fabbrica presente nelle opere di Flaubert poi quel la-
boratorio di ceramica che solo una fase di passaggio nella
cariera alterna di Arnoux; ed un luogo attravcrso cui
Frdric passa con fastidio infinito attento solo agli occl.ri
e alle mani di Madame Arnoux che pazientemente sPiega
il meccanismo clella produzione (< Ce sottt les patouil--
lards >, ella dice. Egli trov la parola grottesca, del tutro
inadatta ad esser pronunziata c{alle sue labbra >) Come Fr-
dric, ancl.re Flar,Lbert condannato dalla sua situazione sto-
rica a vivete un lnonotoro turismo tra monunrenti indu-
striali che per lui non vogliono clire mrlla. E, come si
gi visto, quando Zola cerca di soilare clclla vita dentr-o
questa esistenza intollerabilmente inerte, pu far ricorso
solo al mito e alla violenza melodran.rmatica
Pertanto, il realismo dipende clalla possibilit di ac-
cesso alle forze che
Provocano
il mutamento in un clato
mo1lrento storico. Al tempo di Balzac, tnli fotze etano
quelle delf inizio del capitalisn.ro; ma la natrtLa delle forze
non poi cos impottante: ir.rfatti, in alta situazionc, la
vitalit letteraria di Tolstoi resa possibile dall'emergenza,
nella societ russa, della classe dei contadini, con cui egli
si identifica in r.ro.Jo utopico e religioso, ma la cui presenza
gli d una forza che resta preclusa agli scrittori occidentali
a lui contemporanci.
(Anche qui, anclrebbe osservto che
I'analisi ancora sostanzialmente
quella ella Teoria clel
rotanzot t^r\ne per il fatto che alla formulazione relati-
vamente metafisica di una natlua origit.aria ncll'an.rbiente
di Tolstoj, Luhics qui sostituisce la realt sociale, vale a
dire sostituisce la classe dei contadini all'ideale della na-
tura e della vita naturale),
Pertanto, quell'ideale del concreto, che nella Teoria
del rananzo eta presente come volont di ripristinare la
narrazione epjca, resta tale e quale nella teoria del realisn.ro,
in cui si dimostra oello spirito di Sto a c coscienzd di
221
classe
-
che tale ideale, come, d'altro canto, la stessa pras-
si rivoluzionaria, dipende da quei momenti storici privile-
giati in cui nuovamente possibile scoprire un modo
nuovo di immettersi nella societ come totalit. Nel me-
desimo tempo, la valotizzazione della narazione, che qui
implicita, sottolinea una preoccupazione che diventa sem-
pre pi centrale per tutte le scuole del pensiero moderno.
Infatti, indagando ataverso una rigorosa selezione condot-
ta sugli ultimi studi di filosofia della storia da un punto di
vista analitico, un filosofo ameticano ha dimostrato che per-
sino la stofiografia cosiddetta scientifica ha una sftuttura
essenzialmente narativa
11;
mentre linguisti corae A.
J.
Grei-
mas hanno tafforzato questo tipo di interessi presenti nella
loro sfera anahzzando tutti i tipi di materiali vebali, e
persino le argomentazioni filosofiche astfatte, in termini di
un modello narativo che non alro che il meccanismo
centrale dell'enurciato in quanto tale12. L'opera di Lukrcs,
comunque. [ornisce un'ossatura reorica per queste ossefva-
zioni essenzialmente empiriche, insistendo sulla relazione
tra narrazione e totalit: ci conferma l'opiaione di un
esperto della levatura di Martin Heidegger che nel marxi-
smo ha visto non solo una teotia puramente politica od
economica, ma soprattutto un'ontologia ed un modo origi-
nale per ristabilire la nostra relazione con l'essere
13.
Ma
di tale aperrura sull essere. ora concepito come sostanza so-
ciale e storica, Ia natazfone sia il segno formale che
l'espressione concteta.
rr
< Mi sembra che ci siano dclle buone rasioni tanto a sostegno della
tes che noi possiamo dcostruire una 'spiesazione scientifica' in forma
n.mativa, quanto dells tesi oppostr, e non credo che un resoconro
jn
forma
narrativa peda la {orza esplicativa dell'orieinaie
'
(ARTHUR C. D^Nro,
Allttb,ticdl Philasapbi ol Hlrtlry, Cambridge, Inchilrelr, 195, p. 217).
12
A.J. GrErMAs, Snantique strtlct lale, Paiici, 1966, pp. 171 191.
13
llErDEGcER, Brie iber den Hunanisnas, Francoforte, 1947, p. 27,
L'Ontalosia che Lukrcs aveva prosettato desitta nel sto Colloqo
(Gestuiche)
con Holz, Kafler e Abendroth (Amburgo, 1967).
228
CAPITOLO
QUARTO
SARTRE E LA STORiA
<< Mi sempre sembrato che un'ipotesi di la-
voro cos fruttuosa come il materialismo sto-
rico non abbia mai avuro bisogno, per fon,
darsi, di qell'assurdit ch il marerialismo
metatisico ).
La tnscenAelza dell'Eso (1936)
< Un ciorno mi prover a descrivcre quella
sana realt che la Storia, che non mai
completamente oggeftiva e mai completamen.
te sogcettiva, dove la dialettica ostacolata,
pervasa coirosa da una sotta di anti-dialet-
tica, che a sua volta, tuttavia, portatrice di
cararreri dialetrici -.
Che cor' Id |erkrat n? (1947) |
Ho sempre avuto f impressone che la descrizione, or-
mai comunemente accettata, della Ctique d,e la raison
dialectique come di un tentativo di riconciliare esistenzia-
lismo e marxismo lasciasse trapelare una fondamentale
ingenuit circa la relazione del pensiero in generale, e del
pensiero politico in particolare, con il nostro essete nella
I
Questi sono, secondo Pieo Chiodi (.tdlr.c e iI nasno, Milano,
1965, pp. 2l'22, nota 9), i primissimi accenni nelle opete di Sartre di ci che
sat la tiqrrc de la raisotl dirlecti,le (Parj1i, 1960).
229
sva intetezza, con quella realt umana totale, di cui tale pen-
siero un'espressione. I sisteni intellettuali non sono opi-
nioni che noi possiamo manipolare ed accomodare fino a
renderle adattabili l'una all'altra; e tale opelazione pu
provocJre rrnro pi ironr qrrrrrdo a.surne come .uoi ogget-
ti due strumenti filosofici che esplicitanente negano la
priorit del pensiero sull'essere (l'esistenzialismo carat-
terizzato dal principio che l'esistenza prececle I'essenza, il
matxisno ci insegna che la coscienza c'leterminata dalla
realt sociale). A mio parere, si d dunclue proprio l'in-
verso cli quanto impicato da una descrizione cone cluella
di cui sopta: lo stesso pl'ogetto cli questa < riconcilia-
zione >> il segno che essa gi .r/d/d rallgiunta nella realt
vissuta, che esiste gi una cetta sintesi vissuta dei due
sistemi e che tale sir.rtesi precede, motiva e foncla l'elabo-
razione puranente intellettuale della sintesi nella sfera del
pensieto.
Nc d conferma Sartre quando tatteggia la storia del
proprio sviluppo intellettuale. Infatti il marxismo non
stato qualcosa a cui Sartre si sia accostato /opo I'esisten-
zialismo. ma ra rappre"enLato piutto(to rr inreresse conco-
mitante che sempre coesistito con l'alta filosofia. Va fatta
rilevare, per il lettore americano, la profonda diversit,
quanto a questo aspetto, tr il contesto americano e quclo
europeo: in Europa, infatti, il marxistno una forma di
pensieto onnipresente e vissuta) una folma con cui ogni
intellettuale costretto, in un moclo o ncll'altro, a fare i
conti c su cui obbligato a prendere posizione. Tant'
velo che Sarme l.ra studiato 1l Capitale nel 1925, due
anni pritra clclla pubblicazione <li Sein und Zcit; Parl
Nizan c Raymoncl Politzer, suoi amici intimi di quegli
anni, diventeranno in seguito teorici cli punta del Partito
Comunsrc Ir.rncc... Piir signific.-'rivc.
(onrur( re, seco-
do le sue stesse parole, << lt la realt del matxismo, a
imponente
irresenza
delle masse dei lavoratori su mio oriz-
zonte, corpo clorme e scuro che rlaer,a il marxismo, che lo
230
praticaa e che esercitava un'iresistibile attrazione a di
stanza sugli intellettuali piccolo borghesi >>
2
Avtemo in
seguito occasione di ritornare su questa < attrazione a di
stanza >> perch in questa frase si coglie una delle lezioni
fondamentali che ci vengono impattite dalla Ctitque.
Pertanto, nell'esperienza di Sarre, che non afiatto
atipica, viene sottolineata una delle caratteistiche pi sin-
golrri del marxismo come filosofia: il malxismo tale,
quale che ne sia il motivo, che non sembta escludere l'ade-
sione ad alri tipi di filosofia; uno pu essere un marxista e
contemporaneamente rtn fenomenologo, un hcgeliano, un
realista, un empirista o altro ancora. Senza dubbio questo
paradosso in parte frutto dell'ambiguit del verbo er-
.tele
-
come se avesse senso dite cl-re uno < >> matxista
o esistenzialisa o che altro. I\{a la ragione di fondo va
ricercata nel fatto che il marxismo assune come propflo
oggetto qualcosa cl.re completamente diverso dall'og-
getto dei sistemi filosofici dalle connotazioni pi accade-
miche; e, inoltre, nel {atto che conraddizione fta queste due
{orme di pensieto non pu sussistete
(persino quando non
ancora stata esattamente determinata la rclaziot]e in cui
tali forme vengono a porsi), poich due tipi di realt
completamente diversi, cl.re ciascuna forma ci pensiero
domina in modo appropriato eotro i propri schcmi, si
librano a livelli diversi senza riuscire fld avere nessun
punto <Ii intersezione. < Noi ci convincemmo >>, dice Sar-
te a proposito della propria generazione, < che il mate-
rialismo stotico fornisse la sola interpretazione valida del'
la storia e che, allo stcsso tenpo,l'esistenzialisno rcstasse
l'unico approccio concreto alla realt >
I
II marxismo
tappreselrta un modo per arrivare a compren'Jere la di-
mensione oggettiva c{ella storia clall'estefno, I'esistenziai-
21.P.
Slrrnr:, Q11c\/i.'ts
d,: Mth.)Jet ^d itrslcsc a cura di H^zEL
B^RNrs, J.rr.,4 lot a Mctbod, Ncw York, 1961, p 18.
1
S!,rrcb lal n Ncth.t, p. 2r.
2JI
smo un modo per capire l'esperienza soggettiva, indivi-
duale. La << ricerca di un metodo >, perci, non prende
Ia forma di una riconciliazione di conrari, ma piuttosto
di una specie di campo teorico uoificato entro cui due
fenomeni ontologici totalmente diversi possono avere in
comune una serie di equazioni e venire espressi mediante
un sistema linguistico e terminologico unico.
Questa
interpretazione viene sufiragata dallo stesso
Sattre nella sua analisi della relazione di una << ideologia >>
(esistenzialismo)
con una <{ filosofia > (marxismo);
analisi
in cui si presuppone che una contraddizione nel vero senso
della parola potrebbe verficarsi soltanto ta due entit
del medesimo tipo, ta due < losofie >> diverse. Il suo
modello, comunque, forse pi utilizzabile di quanto non
lo sia invece 1a sua terminologia che, inquinata da quelle
che sono le sue accezioni corenti nel linguaggio filosofico,
d origine, a mio awiso, a svariati falsi problemi.
comunque chiaro che, se si accetta quanto fin qui
detto, non sar logicamente possible descrivere Ia Critique
in termini di ua rottura radicale con le posizioni espresse
in L'trc et le nant. Il nuovo libro, infatti, ha, in modo
tipicamente sartriano, cambiato il vecchio; L'tre et le
nant r'arr pu pi essere letto allo stesso modo dopo la
pubblicazione della Critique. L'idea delfincompatibilit
ontologica ra 1e due posizioni un'idea statca: riusciamo
ad avvicinarci ad una maggiore comprensione dei due
testi soltanto se consideriamo Ia Critique come un com-
pletamento di L'tre et le narct pet quelle aree dove que-
st'ultima restava astratta e non sviluppava sufficientemente
l'analisi; e questo atto di completamento, spostando tutti
i problerni su di un piano dialettico superiore, finsce
per trasformare completamente anche 1o stesso aspetto del
precedente sistema,
La Critique un'opera dificile cui non stata pre-
stata tutta l'attenzione e cl.re non I.n esercitato tutta l'in-
fluenza che meritava, Per un verso, si rivolge ad un pub-
blico multiforme
(marxisti ortodossi, esistenzialisti oto-
rlossi, persino sociologi americani); per l'altro vetso, il suo
stile riflette la tormentata tensione delle idee che esprime
verso la totalit (<< ogni enunciato >>, ha detto lo stesso
Sartre, << cos cotr:', pieno di parentesi, di espressioni
t[ virgolette, di 'in quanto' e 'nella misura in cui', solo
lrelch
ogni enunciato rapPresenta l'unit del movmento
clialettico >)
a.
Ma, {orse, l'importanza dell'opera va misu-
rata non tanto nel campo del pensiero quanto in quello
clell'azione storica: infatti gli awenimenti del Maggio '68,
cli circa otto anni posteriori alla pubblicazione della C-
lique, comprcv^no in pieno le sue conclusioni e testimo-
niano fino a quel punto essa sa espressione di alcune delle
tendenze pir profonde de1 proprio periodo storico.
I
La Critique e le brevi
Questions
de Mtbode che la
precedono, aggrediscono il medesimo problema da dirc-
zioni opposte: la prima come teoria sulle collettivit en-
tro cui, e per il cui tamite, portiamo avanti le nostre
vite individuali, la seconda come un metodo per inter-
pretare quelle esistenze individuali dall'interno, facendo il
cammino invetso dalla vita individuale alla oggettivit del-
la storia.
Questo
opuscolo, pertanto, completa il compito
che Sartre si era autoassegnato alla fine i L'tre et le
flanti poffe i lineamenti fondamentali di una teoria della
psicoanalisi esistenziale,
Nel medesimo tempo esso dirige la nostra attenzione vel-
so quell'aspetto dell'opera di Sartre che finora era passato in
sott'ordine: f importanza cruciale che per lui ha sempre avu-
to i1 problema della biografa, il ruolo costitutivo che una
4
Intervista. Re,ue d'estbtiq e, XfX, Numeri l-1, Inverno 1966' p 2l9
232 233
I
attenzionc sempte cosciente ai modelli biografici ha giocato
nei confronti di tutte le forme assunte dalla sua opera. Non
cettamente accidentale che il suo primo eroe, Roquentin,
sia stato un biografo tormentato da quella paticolare an-
siet che deriva dall'avere in mano il potere, proprio del
biografo, di dare un assetto al passato: < Rollebon ha preso
o no parte ali'assassinio di Paolo I?
Questo
il problema
all'ordine del giorno per oggi: 'Ho portato avanti la que-
stione fino a questo punto e non posso avanzare oltre, ma
devo fare una scelta ' >
s.
Infatti il passato una cosa su
cui << si fanno delle scelte >>: puro fatto, pura inerzia, deve
ricevere la sua fornra dall'esterno, da una decione. E nei
primi drammi, in palticolare it Senza uscita e Mani sporcha,
questa indeterminatezza cli fondo del passato, questa pos-
sibilit, che d un senso di vertigine, di riadattare i mo-
delli, si trasforma in una fastidiosa fttcetezza sulla mo-
ttuaztoflel
G.lncIru: Estelle, sono un codardo?
[s.rt r tr: Mc non fo so. resoro. non sono nei tuoi pcnni.
Devi decidere da te.
G.rncIrsr Non posso dccidere da me
6.
Ma a < soluzione >> data a questi drammi il ripudio
d'ogni storiografia e della sua prctesa alla conoscenza; ed
allo stesso tempo ancle, da parte di Roquentin, il di-
sgustato abbandono del suo progetto (< il mio peccato:
ho detto la sola cosa che non avrei mai pensato di dire:
ho detto cl.re il passato non esiste. E con ci, senza emet-
tere suono, M. de Rollebon ritornato nel nulla >
7).
Nei dran.rni, Garcin e Hugo hanno un solo mo<lo per
potet << tealmente > clecidere perch hanno fatto quello che
hanno fatto: agire in manieta tale che il resto della loro
s
J P. S,tnrar, l.? Nrrr., l.rigi, i962
6
J P. S^RrrE, Thit/c, P^rlsl, 7917, pp. 171172.
7
Lu Nrltste, p. 1)a.
2)4
vita, le loro azioni future, confetmino, o confutino, la mo-
tivazione che stava alla base di quell'agire.
Quindi,
questa re-
visione del passato attLavetso il filtro del presente
3
non
impica delle mere ipotesi da parte cli uno storico che
fissi in forma definitiva il significato dell'evento trascotso,
ma, pi,) semplicemente, implica ancora un altto evenlo con'
oeto nel tempo. Il modello del biogra{o un'asrazione dalla
esistenza tridimensionale. Sartre modifica il segmento de-
gli eventi passati non incapsulandolo in una nuova fot-
ma, ma aggiungendo nuovi cventi che ne alterano le relative
proporzioni. In alri termini, la sua una citica impli
cita dell'idea di motivazione in quanto autocontradditoria.
In un'opeta precedente a questa ho dimosttato che
i ronanzi di Sartre sono il risultato delf intersezione di
due diversi tipi di linee direttici: l'una un senso feno-
menologico dell'espressivit degli oggetti, del modo in cui
gli oggetti riflettono stati di coscienza; l'ala, un impulso
melodrammatico che sagoma quei momenti relativamente
atemporali entro una stluttura narrativa
e
Ola chiaro,
comunque, che, per avete una spiegazione completa della
concreta determinazione di queste opere, dobbiamo po-
stulare anche una terza direttrice: vale a dire l'impulso
biograficc stesso. Infatti evidente che la {ormazione dei
personaggi in Les Chenzins de la Libett
(soprattutto se li
paragoniamo agli abbozzi preparatori, di orientamento bio-
grafico, de Il muro) un tentativo di risolvere col fare, cio
atraverso la pratica del romanzo, quei problemi della mo-
tivazione e della biografia la cui soluzione, nei primi dram-
mi, veniva demandata al pensiero astratto L si era avuta la
dimostraziore dell'impossibilt dr analizzare, mediante il
pensiero astratto, cluella che l'azione tidimensionale;
qui Sarue ci fa vedete come, anche se l'eflettiva produzio-
s
Vedi in particohre < NIon P$s', L'tte et Ic ndt1t, PiEi, 1918,
pp. t77-585i e D^Nto, Anal\tcdl ,hilarathv
ol lTistalr, oP cit
'
Cep VIII
e
f. J^MEsoN, Sartrc, Thc Otir.tts ol a .lrrlr, Ncrv llaven, 191, pp
189 192.
235
ne .leli'atto da parte di una dcterninata personalit resra
inacccssibile al pensiero analitico (e l,atto della produzio-
ne, nella sua terminologia, viene denominato tibert), sia
nondimeno posslbile rcreare tale atto mediante I'inmagi
nazione.
Questo imprilre alla folmazione del personag-
gio nei romanzi di Sarrre le sue qualit distintir.e e pir
peculiari. Infatti i suoi personaggi sono tutti virtualnente
costfLriti attorllo a delle lormule; ad esempio, quelle cli-
nicl.re de 1l ftluro
-
Boris con la sua ossessionc clella
vecchiaia, Dmiel con la sua itfospezione patologica, pc1.-
sino lo stesso Mathieu con il suo disinrpegno filosofico
e la sua mancanza cl << collocazione >>. Tuttavia, nol]ostal]-
te ci, essi non sono aflatto figure senza vita poich
non si sottomettono n subiscono la loro fomtula o per-
sonaggio come un destino, ma piuttosto lo Leilrvcntano
ad ogni isrante; la teoria della < scelta originaria > la
giustificazione
cli questa unit del personaggio che noi co-
stantemente rinnoviamo e rriccl-ianto, nella nosha << 1i-
berr >>, ad ogni momento.
Questi
pcrsonaggi sono illuso-
riamente reaistici, e quello chc osserviamo in essi , a nio
avviso, proprio e soltanto il loro processo di elaboiazione,
in quanto questa la forma oggettiva, finale ch'essi assu-
nrono. Essi sono un po' come il risultato di :una scom-
rttcssa it cui Sai-tre ci sfida a essere testimoni dclla ri-
cteazione, call'interno, degli stati pi morbosi; dinostan-
do cos, col suo stesso atto clella creazione, che essi sono
davvero il risultato di libeta scclta e di auro-invenzione.
I problemi della biografia, alrove analizzati e illustrati
teoricamente pe mezzo di moclelli quali le psicoanalisi
esistenziali di Baudelaire, Genr e Flaubcrt, qui vengono
risolti medilnte una spccie di piassi biografico-narrativa,
In questo senso la forma teatrale scmpre pi cfitica.
Nel tonranzo ogni cosa
-
ambicnte, personeggi, pcnsieri,
aziolri, seotimenti
-
deve venire crcata dal nulla. Iuvece,
nclla folma teatrale un ceLLo numero di cose vengono
forgiate dall'esterno; l'esistenza stessa dei personaggi, che
2j6
non cleve venire preliminarmente dimostrata perch essi
ci stanno dinnanzi nella presenza fisica degli attori; e cos
anche 'esistenza della situazione che precede l'alzarsi del
sipario o si conserva fuori scena come un luogo di azio-
ne non fittizia, che come tale si oppone al dialogo dram-
matico crca I'azione ollertoci dalla stessa scena, Pertan-
to nel clranrmr il pcrsoncgeio in certo
(enso
uno spefla-
torc cel proplio pr.slLo. dcllc proplie azioni. propris leap
l'uditorio: noi ci afiacciamo su quel passato, su quelle azior.r
assieme a lui, accomunati da uno sforzo di comprenderle
o di articolarle.
Ecco il motivo per cui nell'ultimo Sartre, in partico-
lare ne -Il Diauolo e iL baon Dio e I Sequettlllti d'Altona,
il dranrma assume la forma di una psicoanalisi che viene
taPpresentata sotto i nostri occhi. Il problema essenziale
per Goetz e pet Franz quello di interpretare il proprio
passflto) di scoprire, in primo luogo, Ia precisa natura de1la
propria scelta iniziale; e lo stumento analitico di questa
interpretazione il semplice concetto husserliano di inten-
zionalit. Infarti, poich inurile cercare di deter.minare
il sgnificato di un'azione mediante f introspezione, in
cluesti ultini drammi si procede all'inverso, partendo dal
presupposlo che qualunclue cosa sia stata fatta, qualsiasi
si,rno stati gli esiti oggettivi dell'azione in cluesrione, si
tratra pur sempre di azjoni ed esiri che devono esser
stati in qualche modo voluti o desiderati dall'attore in
persola. Pertanto, se la bont di Goetz, il suo gioco
dclla
.antir.
la slr Jottrir.r utopic.r. proroclno u'r clLa-
clisrra ed llna guelra civile universale, allora si deve cor-t-
cluclcre che in un qualchc nroclo, oscutane[te, Goetz vo-
lela che le cose andassero cos. La sua disribuzione delle
tcrte un modo per distruggere la nobift teniera circo,
sfertc, che rifiuta di accettarlo entlo la propria casta;
lu s'ra generosit veso i propri contadini un modo per
vcnclicarsi della loro istintiva diidenza nei suoi con{ronti.
\e I 5,4 rc.l'all ,li Alt
',,a
q esr: sl- tLrrrll psicoanx-
2)7
F
litica si dilata e si svluppa fino a dispiegare tutti i pro-
blemi intorno a cui vertevano le
Questions
d.e Mthode.
Infatti qui la scelta tra possibili motivazioni alternative
viene ptesentata come una coesistenza tra due divetsi si-
stemi esplicativi, due modelli di comportamento comple-
tamente diversi tra di loro. Le atrocit commesse da
Franz dutante la guera possono venire capite o in chiave
psicologica o in chiave socio-economica. Psicologicamente,
alla luce della sua condizione di figlio di un padre dalla
forte personalit che gli ha precluso ogni possibilit di
realizzazione, esse rappresentno il tentativo di Franz di rea-
lizzarsi atffaverso l'azione irrimediabile, athaverso atti che
non possono venire messi a tacere dalla ricchezza e dal-
l'influenza del padre. Ma, a livello socio'econornico, Franz
pu venire visto come il principe ereditario di un impero
indusriale, che arriva all'et della ragione per tovarsi di
lronte ad una struttura manageriale che non ha pir bisogno
di un capo. La sua violcnza, perci, esprime lc teodenze
imperialiste insite nella stessa struttura di un impelo eco-
nomico insieme agli stimoli veLso la sua auto-distruzione.
Quincli,
se si pu parlare di nna < riconciliazione >>
in questo periodo all'interno del pensiero di Sarre, bi-
sogna dire che si tratta di una riconciliazione ma mar-
xismo e
lreudismo
che, ne I Sequestruti d'Altona, sona
un tutt'uno, sono due codici o due lingue in cui pa-
rimenti traducibile il comportamento. Il dran.rma indi-
cativo anche per quanto riguarda la relazione di questi
alri due codici o linguaggi a quello esistenziale, che risulta
essere funzione dell'impossibilit della situazione stessa, e
segno del carattere di irrimediabile definitivit della storia
nonch di impotenza degli individui. Infatti, da questa
paralisi si salva solo il cogito, quella pura afiermazione
senza speranza della propria esistenza che soprawive al-
la morte fisica di Franz atnaverso 1a voce di un registla-
tore su di un vuoto palcoscenico, che ripete la sola possi-
bilit, la sola certezza, nell'universale negazione della li
2)8
bert umana: < O tribunal de la nut, toi qui fus, qui se-
ras, qui es, j'ai
tl j'ai tl >.
caratteristico il fatro cl.re la scelta tra il n.rodello mar-
xista e quello {reudiano inplicita r.re I Sequestrtlti di Altona
assuma la forma di una semplice equazione, dell'asser-
zione del verbo essere10, dell'identificazione d'autorit del-
le due dimensioni. In
Questious
de Mthode, comunque,
Sartre afironta il problen.ra in un rnomento logicamente
anteriore del suo sviluppo: infatti la relazione ra due di-
versi sistemi, o modelli, o serie di fenomeni, non pu
costituire un punto di partenze fino a che l3ntrambi i si-
stemi sussistono in modo autonomo. Perci l'analisi con cui
il marxismo volgare presenta Valry come un piccolo bor-
gl.rese (quell'analisi che pretende di fornire una descrizione
della psicologia piccolo borghese e conclude dinosnando che
Valry stata, n quest'analisi, legata e radotta ir.r ur.r'idea
tipo di mentalit) inaccettabile perch di fatto non altro
che una forma maschetata di idealismo. L'opera concreta di
Valry stata, in quest'analisi, legata e radotta in un'idea
astratta: vale a dire il concetto del piccolo borghese, un
concetto tanto platonico e atempotale quanto nessun altro
nelTa Geistesgcschichte tedesca, che contemporanea a que-
sto modo di pensare. Legare Valry al piccolo borghese
cfettiuo, ad, una sua {otma determinata da un dato mo-
mento storico, solleverebbe molti pii problemi di quanti
r.ron risolva poich non potremmo conoscele quella classe
socale senza prima aver avuto a che fare con molte sin-
gole esistenze concrete come quella dello stesso Valty,
cosa, proprio questa, che costituiva il nucleo del problema
che ci si proponeva in prima istanza di risolvere.
Il <, n.retodo > di Sartre, perci, assumer qui la for-
ma di una rettifica di questo pseudo-marxismo idealistico,
r0
F. J,rl.ssor, Sdrrtc:
'Jbe
Ogins af a StlLe, pp. l1l112.
2)9
7
e, a mio awisoJ questa rettifica procede in tre direzioni:
innanzitutto, rifiutando la semplice equazione intellettuale
tra un'esistenza ed un'idea asatta, cerca di sostituire a
quel legame intellettuale un legame vissuto. Vae a dire,
per Sartre il problema d,ella mediazione ancl.re il pro-
blema della formazione del personaggio, dell'influenza so-
ciale, dell'esperienza sociale e di classe vetamente vissuta.
In secondo luogo, egli tenta di dare a questo problema una
dimensione storica din.rosmando che non v' mrlla che o
collochi {uori dal tempo, e che nella vita indivicluale e
sociale siamo costantemente {accia a {accia con sovtappo-
sizioni e ritaldi storici, con la coesistenza, nello stesso
momentoJ di innun.rerevoli schemi temporali diversi tra
di loro. Ed infine, sostituisce alla relazione tra idea ed
esistenza umana (che nel pseudo narxismo eta stata una
relazione putamente logica: fidea l'universale, l'uomo
il particolare dell'idea), una relazione tlinamica, vale a
dire quella dell'esistenza come progetto, e quella del rap-
porto e dell'appartenenza di classe come una sorta cli libeta
invenzione di un ruolo proiettato verso il futuro, piutto-
sto che determinato dal passato.
Tornando al ptil.ro punto: per Sartre ai marxisti non
servita l'esperienza freudiana perch essi hanno trascu-
rato l'importanza dell'infanzia nella {ormazione della per-
sonalit dell'adulto (con tutta la sua formazione ideolo-
gica e la sua appartenenza ci classe). Ma proprio su que-
sto si esterde il campo d'analisi freudiano, il cui oggetto
l'infanzia e l'esperienza familiare.
(Trascuranclo que-
st'area di ricerca i marxisti hanno ignorato il suggeri-
mento dello stesso Marx che in una {tase scritta a dicias-
sette anni dichiarava << Le nostte relazioni sociali sono n
qualche misura gi iniziate ptima cl.re noi abbiamo la pos-
sibilit di deterninatle >rr).
It
Citato in tl. L). AD^rvIs, Ka
^'ldrt
in Hir ,Lrllt lyflri?3r, Ncw
york,
195, p. 11.
210
Ovviamente, attraverso la mediazior.re della famiglia
che il bambino apprende la sua posizione sociale e i va-
lori di casse; ma anche qui il problema pi complesso
di quanto nolr sembri. Infatti noi non ci limitiamo a ri
petere in noi, comc in un duplicato, valori del padre
(nella folma clel censore), poich in realt non sappiamo
che cosa siano quei valoli in se stessi; il bambino l.ra una
stima esagefata del padre che ai suoi occhi una specie
di ombra gigantesca e minacciosa. Inoltre, questo tipo
di analisi generalmente tascuta la nadre, e non d una
visione corretta della famiglia che in realt una costru-
zione basata su due separati ambienti sociali e carattcrio-
logici, il materno e il paterno, che raramente sono iden-
tici. tra queste clue alternative di personaggio che il
bambino arriva a possedere una misura di libert: infatti
la fornazone della sua personalit proprio il risultato
di una scelta t le caratteristiche alternative (o, il che
la stessa cosa, tra i loro opposti, le loro negazioni de-
terminrte, nel senso che il bambilro pu ribellarsi ad
ognuno di essi e convettirlo nel suo opposto). Pertanto
cluella che la necessit inercnte a questo modello sar-
triano (modello cl.re era gi stato prcfigurato da Simone
de Beauvoir nel tacconto della sua in{anzia, n cui essa
dimostrava come il suo catattete, incuse le sue aspira-
zioni letterarie e filosofiche, fosse l'esito di un conf1itto
tra una madre devota e austera e un padre artista dilet-
tante) pu venire compresa in analogia alla necessit ine-
rente al Dodcllo della ereditariet geneticx, dove il nuovo
organismo ha a sua disposizione due setie complete di cro-
nrosomi da cui are il materiale per evolvere la sua par-
ticolate forma; questa necessit non va confusa con il
determinismo, ma piuttosto un limite sia intrinseco cl.re
esinseco al sistema entro cui vanno fatte le liberc scelte.
11 bambino non pu sapere che nel suo mondo chiuso,
nella srLa sitnazione familiare, manca qualche particolare
compone[te, qualche cat'atteristica od espelienza runana,
211
J
proprio perch egli si situa all'interno di questo mondo
che rurro ,i thc egi tono.ce.
I
"^.""-i ""^;'^li
,li S'"r-"
su ,flLrberL ci drrnno la
descrizione pi complessa di questo processo in cui la
religione dcll'arte dell'ultjmo Flauberr dimostra di cssue
stata una sintesi tfa la devozione religosa di una madre
di origini aistocratiche c lo scctticismo analitico di un
padre borghese rliscendente di una famiglia di lccctrti
oriliini contadine. Nel suo caso quell'opposizione com-
plicata dalla presenza di un fratello maggiore cl.re gode
cli un cliritto di prelazione sul1a possibilit di qualsiasi
identificazione filiale assoluta con il paclre e che diviene, cos,
scguendo le orme del padre, ancl.r'egli un medico; perci,
come secondo figlio, egli spinto a cefcare u[a risolu-
zione pir personale che nel nedesimo ten'lpo una spe-
cie ci paralisi sociale. Da qui i tatti caratteriali colr-
traddittori che conosciamo in Flaubert: scetticismo ana-
litico che detiva dal padre e, oltle che cla lui, dalf illumi
nismo del cliciotrcsimo sccolo; odio verso la sua classe
chc oJio sir re""o l p.rJre sia ver'o .e
lcso corre
una specie di mostlo che non appartiene a nessuna classc;
misticismo clell'arte che deriva dall'atteggiamento devoto
della madre; femmininismo (in particolate nella manilesta-
zione che ne esibisce la creazione di Maclame Bovarl'
-
< Madame BovarJ' c'est moi! >) come passivit sociale e ir.rca-
pacit all'azione; grossolanit e zofLchezT.a (<< le Garqon >)
come intetiorizzazione delf immagine che avcva dclla propria
classe (r'ale
a dire di s) vista dall'esterno; ecc.: queste
cortraddizioni sono momcnti di ur-r movimento cotr-rples-
sivo cl.re poi lo stesso proccsso delf inventate sol'"rzioni
ai ploblemi del confiitto di classc che si ereno pesentati
al Flaubert bambino, nella dimensione de1la situazione fa-
miliare, sotto {orma di probleni di oldine psicologico.
(Incontreremo ancora cluesta taduzione ultima delh psi-
cologia r.rella realt di classe nella Critique, dove, comun-
.ie) se ne dar una dimosrazione partendo da altre dile-
zioni: si vedr, cio, come quelli c.re sono essenzialmente
conflitti di classe possono, in definitiva, venire tradotti
nella dimensione psicologica dell'esistenza irdividuale).
Gi in questa descrizione riusciano a cogliere la pte-
senza del secondo principio sarrianoJ vale a dire, il rico-
noscimento de1 fatto che questa invenzione un processo
temporale, o che, per usare una termir-rologia diversa, la
teincorpolazione del modello essenzialmente sincronico o
senza tempo dello pseudo marxismo si risoive in una vetl
e propria diacronia, Ovviamcnte il bambino vicne assorbito
ento i conflitti sociali degli anni a lui inrmcdiatamente pre-
cedenti; la sua scelta di personrlit si verifica sulla base
delle realt de11a generazione precedente, vale clire quelle
dei suoi genitori. In verit, in alcuni casi l'inteNallo
jsti-
tuzionale anche piii impressionante e di esso non v'
migliore illustrazione di quella dell'esperier.rza di Sartte
come bambino (descritta in Parole) che, avendo perso il
ratello, e vivendo cor.r una madre debole che egli conside-
rava csscnzialmente con're una sorella pittosto che come
una figura autoritada, crcbbe nel mondo del nonno i cui
valori catatteristici, tatti ed ideologia, si erano formati
ntorno al',18. Da qui, se si vr,Lole, il carattere piuttosto
particolare della pro<luzione letteraria di Sartre: egli, in-
fatti, riusc a saltare un'intera generazione di falsi problemi
e a reagire in un modo competanente diverso da quello
dei suoi cot-rteilporanei che stavano ancora lottando coltfo
ia realt ideologica clel ventennio 1890 1910.
A livcl'o r Ir
.rrlc
crr,.rn f"nomeno asrume li lolnJ
di quelli che Sartre chiama << segni consunti >: vale a clire,
I'incrzia della lingua e clelle idee che noi usiamo, che
hanno in s, pcr anticiparc la tcrn.rinologie clla Critiqle,
una spece di ptopria contro finllit e che alicnano i no-
smi pensieri e 1e nostte azioni fino al punto che la no'
stra intcnzione originaria viene fatta deviare da questa
resistenza c da qucsta precedente storia del materiale
stesso che a<lopetiamo.
?
t
A mio avviso al di sotto e alla base di tutto questo
v' una insistenza sul fatto esistenziale dello stacco asso'
luto, storico, tra le generazioni di vite individuali. In
questo senso anche lo pseudo-marxismo ha in efietti una
dimensione idealistica, poich insiste nel considetare la
storia come una specie di continuit, mentte la sola con-
tinuit nella storia
(costituita da ondate sempre rinnovan-
tesi di vite finite, individuali) quella cl.re sta nella testa
dello storico, il suo modo di concepire il proprio percorso
gir per i secoli.
(Da ci consegue che la sola veta con-
tinuit della sloria non proviene tanto dalle generazioni
che muoiono, quanto dagli oggetti materiali e dall'appa-
rato indusriale che soprawive ]q1e
-
m3 con questo
ancora una volta anticipiamo l'argomento della Critique).
Infine, in entambi i due princip di cui sopra, im-
plicita l'esigenza cl.re il nuovo modello biografico permetta
la conrprensione dell'azione non come tn risultato di qnal'
che entit pi complessa
(come la Classe) che < si mani-
festa )> attlavetso l'atto in questione, ma piuttosto come
una libera invenzione tesa verso il {uturo, come un p/o-
gello. L'esemplificazione che Sartre d di questo principio
che sovraintende alla sua analisi riguarda il significato che
l.ra avuto la politica bellica della Gironda durante la Rivou-
zione Francese, di cui egli ttatta in una critica allo scritto
di Daniel Gurin sul medesimo soggetto in La lutte des
classes sous ld premire rpublique.
Per Gurin, la Gironda rapptesenta gli interessi mer-
cantili ne1 botdolese: la dichiarazione girondina di guerta
all'Austria e alla Prussia la prima mossa di una nuova
lotta economica con l'Inghilterra per la superiorit com-
trerciale. Per Sattre, cluesta analisi dissolve troppo sbri-
gativamente l'autonomia d'una serle puramerlte politica di
eventi
(vale a dire, fenomeni parlamentad, cliscorsi, que-
stior.ri di governo, tattiche, personalit degli oratori, lotta
trt leaders alf interno della stessa Gironda, e cos di se-
guito) che, ovviamente, non sono separati dall'eleme[to
214
economico, come poteva pensare chi faceva un vecchio
tipo di cronaca puramente politica. Tuttavia essi hanno
una specie di semiautonomia, una specie di coerenza in-
trinseca, che Gurin nascura, preso com' dal tentativo
t ridurre l'elemento politico alla motivazione immediata-
mente economica e di devalorizzado come una specie di
epifenoneno della storia. (Qui Sarre segue {ondamental-
mente le posizioni espresse da Engels in una lettera su
cui torneremo nel nostto capitolo conclusivo)
1'?.
Ma v', tuttavia, ur.r altro aspetto di questa obiezione
che va esaminato: infatti le analisi di Gurin esemplifi-
cano la tendenza del marxismo schematico a sostituire al
soggettivo I'oggettivo, a reinterpretare l'intenzione in ter-
rnini di risultati oggettivi (da qui la classica nozione sta-
liniana del << traditore oggettivo >> come di qualcuno che,
con le migliori intenzioni di questo mondo, commette
quelle cose cl.re risultano essere proditorie o socialmente
dannose). La Gironda poteva anche non sapere in quel tuct-
mento che l'Inghiltera sarebbe enrata in guerra (con un
intervento che pir tardi, naturalmente, si rivel di carattere
economico); pertanto attribuire alla Giror.rda questa motiva-
zione in un momento troppo precoce in.rpedirci di sco-
prire qual era esattamente il modo di ragionare dei suoi
apparteDenti e il valore di quelle particolari azioni concre-
te. Piuttosto sotprendente ii fatto, che abbian.ro gi no-
tato nella nostra analisi de Il Diaoolo e il buon Dio, che
Sartre non del tutto restio ad usare qesto argomento
dei risultati oggettivi nell'interptetate un comportamento
individuale, relatvamente psicologico, come quello di
Goetz: voi siete quello che fate, voi dovete aver voluto
quello cl.re accaduto. ?erci Sartre, che nel can.rpo della
esperienza individuale ha usato la teoria dell'intenzionalit
contro la psicologia e il soggettivismo e la dotuina dello
12
lngels a Conrad Schnidt, 27 ottobre, 1890, in Olcre Scelrc, lona,
Dr. 1211-12,19.
245
I
scopo soggeitivo, qui nostra di tornare alla scuola pir
antiquata dell'attivit storiografica, che ha giudicato i pen-
sieri e le parole degli attori della stolia dalla loro appa-
{enza, come valori autosuflcienti. Vedrcmo, tra poco, che
le co.e non trrnrro proprio in qucsti termirril quesla rpp.
rente assoluzione della Girorlda (basara sulla considerazione
clei limiti della situazione esistenziale dei suoi appartenenti)
non vert collocata nella sua pi' vera prospettiva finch
non salemo arrivati alla F,r,e della Critiqua.
A quesro punto utile distinguete nettamente, per
qrurrro ci p.,-iLrilc. il metoJo irlelprer.rtivo propo.toci
da Saltre da cluello praticato dal matxismo ortodosso.
Sembrerebbe, infatti, che, reintoducendo ra I'azioue e il
suo slglificato in funzione economica LLn iotero complesso
cli mecliazioni c cli setie semiautonome, il suo netodo
tenca a ripristinale la vecchia storiografia dell'intenzione
c .lcll anrli.i r'.rz'onale. ll meroJo intcrprct.rtivo slrLriano
equivarrel.rbe ad una clistinzione tra il conscio e I'incon-
scio; infatti, la lcclclt all'espetienza vissuta che Sartre
propone ecluivale ad una priorit clei pensicri consci e del-
le espelienze cli Brissot, Vcrgniaud, Guaclet sulla motiva-
zione economica <, inconscia >> che i'oggerto della storio-
gtnfn matxistn.
Trrrro ciu
I',r.,
vcnitc c\l'r'c.51 p
'cr.rpiccm.nr.
Ji
cendo che per Sartre il marxismo ortodosso pfatica una
riduzione dclle storia c clcll'cspcricnza. Posta cos (e per
cluanto sia vcra) I'algomentazione resta in clualche modo
pregiudicata. Infatti, si pctrebbe scstenere che in un certo
senso tutta la comptensione, tLrtto ii pensiero asatto
riclLLttivo: pcrcl.r lo stcsso processo dr astraziorc nella
slre essc[za una riduzionc attraverso la cluale noi sosti
tuiano alla deL.rsit quadridin.rensionale della realt dei n.ro'
celli semplificati, clelle idee schematiche, astrattc, c con
ci, neccssariamente, facciano violenza a1ll realt e al-
216
l'esperienza. D'alto canto, difficile vedere cone noi po-
renmo capire, o avete a che fale con la realt in un
rlodo diverso, se non attraverso una sifratta riduzione.
,l\ea nisura in cui l'esistenzialismo alle sue origit.ti
una reazione contro qLresto processo di astrazione, bisogna
pure osservare che dipende anche da essa co[e da un
momenao antecedente: non v' alcun ritorno alle cose, al-
cun ritorno all'esperienza vissuta, a meno che ron si siano
plecedentemente abbanclonate nel processo dell'astrazione.
5i p.rrri obictt:rre chc lobictrivo polemico Ji fonJo
della critica esistenziale a questa riduzione la nozionc
di causalit, ma non credo che le cose stiano davvero cos.
ln eletti la causalit la forma vuota della stessa ridu-
zione: o, se cos preferite, il pretesto per l'operazione
mentale che sostituisce alla realt psicologica, aneddotica,
palllmentate dei girondini il semplilcato modello econo-
nico e commerciale. Che le cose vadano viste in questo
modo provato dal fatto cl.re la polen.rica di Sartte
indirizzrta indillerentemente sia contro il marxismo cl.re
contro io strll t turalismo: infatti lo str[tturalismo utr
noclo cli pensare riduttivo al pari del n.rarxismo ortodosso
qui in questioLre. Solo che alla tern.rinologia matxista
della motivazione o determinazione economica 10 stmt-
ttrraliscro sostituisce la nozione di scgno, in cui il feno-
meno iniziale di superficie un significante (signifant)
che sta per, o rappresenta, clualche pi profondo e sotto-
stante significato (signirt), e dove il proccsso di compren-
sione coDsiste proprio nella traduzione o riduzione del-
I'ur.ro neil'altro. (Infatti, questa somiglianza di for.rdo del
processo riduttivo del marxismo con quello dello snuttura-
lismo spiega colrle quest'Lrltmo possa aver tentato di assi-
r lerc il primo come una propria antecedcnre versione).
Torniamo al libro di Gurin: a mio parere il lettorc
non pu non restare colpito sia dal senso che questo modo
di pensale riduttivo attribuisce alla storia cl.re clal modo in
ctri una massa di clati e dettagli vanno a posto quando
viene preso come guicla interpretativa il modello socio-
economico. Infatti, proprio questo sentire che gli eventi
vanno a posto ci che noi intendiamo pet corupretsione
della storia; proprio a questo sentire che i fatti pi di-
spatati tovano un ordine attorno ad un modello che ci si
rlferisce, assetendo che la storia ha rn signi/cato. Io pet-
ci proporei che questo nodello riduttivo ci pensiero
venga considerato come un << tropo storico >r, nel senso in
cui avevo precedenlemenLe ustto que\lo rerminc. comc un
tipo di figura retorica o di forma nel tempo, er,itando
cos polemicl.re epistemologiche e sottolineando 1o specifico
processo temporale tramite il quale la mente confronta,
cd ha a cl.re fare con la realt.
Ora testa dc detcrminare la stuttura di cluella figura
storica o retorica completamente diversa che Sartre op-
pone alla 6gula riduttiva. Ho gi descritto alLrovels il
Processo
attraverso il quale, lungo l'intera opera sirtfiana,
I'asrazione viene evocata solo per venire risolta in ciuella
che es.enzielmcnre trna vi.ione dr romcrrzic-c: e q ri,
credo, si verifica 1o stesso processo.
Lo scopo non solo quello di << capire >> ia Gilonda
(nel senso riduttivo descritto sopra); ma, una volra che
sia stata raggiunta la comprensione, di falne uso come
modo per riconquistare quella che essenzi:rlmenre una
concteta riesperinentazione della reale situazione dei gi-
rondini, una rimessa in vigore dei loro pensieri e delle
loro azioni, iu cluella che la forma che potlebbero assu-
mere per il romanziere storico.
Questo
, infatri, il senso
di quello che Sartre (seguendo Marc Bloch) chialra il
<< metodo progressivo-regressivo >>: dopo aver analitica-
mente procedtito dal presente a quello che deve esser stato
il significato ed il valore degli atti passati nel momenro
del loto compimento, sinteticamente si ricreano tali atti
nel pensiero in modo tale che venga resa giusrizia ala
rr
F. J^MEsoN, Srttc:
'Ihe
Olisirs al d St\'le, pp. lli 156
248
loro originaria ricchezza e complessit.
Questo
era anche
il metodo di Marx che, parlando della con.rprensione delle
credenze religiose (e con ci dei fenomeni ideologici in
generale), dicl.fara che < di fatto, molto pi, facile tro-
vate, mediante l'analisi, il nocciolo tereno dei misteri re-
ligiosi che, vicevetsa, dedurre dai rapporti reali di vita
prevalenti, per quanto ne conosciamo, le loro forme subli-
mate.
Quest'ultimo
l'unico metodo materialistico e quind
scientifico >
14.
Pertanto la teoria di Sartre riepiloga lo
stesso processo dclla sua creazione: e l'atto d'immagina-
zione necessario per soddisfare, completare, e in qual-
che modo vefificare il processo astratto d'analisi che lo ha
preceduto.
Possiamo sotLolineate la dillerelrza ta le due forn.re
storiche o retoriclre di astrazione e immaginazione descri-
vendo la relazione che ciascuna di essa stabilisce tra le
varie serie di fcnomerli, o i vari Iivelli di dati (il psicolo'
gico, l'oratorio, l polltico, I'economico, il geografico e cos
via), di cui coruposto un evento storico determinato's.
opporturo desuivere il modello riduzionista in termini di
segni, dove le varie serie si rapportano l'una all'alma comc
il sigr.rificante ai sigr.rificato, e dove la specificazione fonda-
mentale della sen.riologia, vale a dire che la relazione tra si
gnificante e significato una relazione arbitraria, permane
(il cre equivale, cone abbiamo gi visto, a qualcosa di simi-
le alf ipotesi di un inconscio). I1 probema di fondo o, me-
glio, il con.rpito che si propone tale modello , perci,
la scelta di qualche serie di fenomeni, defir.ritiva ed espli-
cativa, che possa costituire il significato di alme e pi su-
perfrciali scrie di significanti: nel marrismo, naturalmente,
ra
Citato in K^RL KoRscrI, KatI Matx, uad. itxl., Bdri, 199, t. 195.
r5
Vedi, per un'anlisi classica sulla rcl.zionc tra qeste serie di
( far-
tori
'
e per il concetto di < medirzione > in gcncralc, ANroNro L,$RroL,\,
Ld cottcezole /rdterit istica della storia, Bari, 1918 ss. Il libro di Labriola
tutfofa una delle piiL complete e delc miglioi introcluzioni complessive
249
r
queste sede di fenomeni ultimi costituita dalla dimen-
sione socio-economica, o dalla forna del modo di produ-
zione; per gli suutturalisti costituita dalla lingua stessa.
Per converso, secondo I'interpretazione slriana la re-
lazione ua le varie serie di fenomeni deve venire descritta
come simbolica; il che equivale a dire ci.re la relazione
t'ton arbi.ttarLa e cl.re ogni seric in cclto qual modo ri
flette e cortiene in s tutte le altre. Pertanto, nel particolare
portanento di Baudelaire (se oppottunamente at.ralizzato)
racclriuso il segreto della sua psicologia, della sua ideologia
socio-economica e della sua sensibilit poetica. Per 1<l stesso
trotivo nello stile di Gent riepilogata la sua intera
esperienza di vita, ed una {eazione puramete tattile, co-
me qnella verso la viscosit
(uiscosit), simbolica di rura
scelta originaria dell'essere. All'inizio, naturalmente, Sartre
ha sostenuto la tesi secondo la quae la serie di base,
iI significato uiino, ela Ia relazione con I'esserc. Ora
chiaro, colnunque, che, anche garantendo la priorit del-
I'economico ncl suo pensiero attuale, qresto modello pe-
culiare non ricl.ricde la priorit cli nessuna serie paftico-
lare sulle altre, ptese separatamente, perch esse sono tutte
i-^li-i,- 1.',,..
-^ '^1,...
r
Gli eflettivi problemi tcorici insiti in questo modello
si pongono ad un alto livello. L'attrattiva chc cscrcita
la nozione dt segno, o I'ipotesi di un inconscio, derivava grro-
prio dal n.rodo iq crli tale nozione pelmetteva che a q,,ralcosa
d'altro, a qualcosa di sproporzionato ed incoilmensurabile,
venissero sostituiti i dati immediati dela coscienza. Ora,
comunque, il nodello cli Sartre in.rplica che in qualche
modo gli attori della storia siano consci di quelio che
stanno facendo e del perch lo fanno; e questo, di pet
s, non sembta render giusrizia al nostro sentimento del-
l'inpersonalit della storia, delle alienazioni di tutte le
specie inplicare in questo processo, del significato rela-
tivamente secondario che l.ra l'attore individuale.
Salire aveva gi, in precedenza, afTrontato questo di
euma, quando, attaccando il modello freucliano dell'in-
cor.tscio (un altlo moclelo riduttivo che facilmente pu
vcnire reintelpretato in rcrmilri semiologici), si trovato
costretro a sostituirlo con gualcosa cl'altro che dovrebbe co-
rlunque rendere giLrstizia alla nostra esperienza vissura cli
cluellc dimensioni clella mente che oltepassano la consapevo-
lezza razionalistica
-
con qualcosa, cio, che dovlebbe con
sen'are r parte valida dellc scoperte di Freud, pur elimi-
nan.lo l'ipotesi inaccettabile di un inconscio. La sta solu-
zionc cli cluesto dilen.rma ha assulto la forma della tcoria
della malafede (mau"-aise
foi),
tn ctri egli ha dimostato come
si possa essere consapevoli dell'intenzione clclle proprie azio-
i .riihe rJ r.r lirello inLlefinito c incoscienLe. pul- lot o//o-
rccarlo qucll'intenzione << coscientemeute > nel senso comune
rlella parola. Mtuuaisa
fol
una impresa di automjstifica-
zione che mira ad autopersuaderci che i fani sgraditi in quc-
sriore non e.istorro. e qrreslo proprio nrenlle silmo irr
no stato cli semi consapevolezza di questo processo di
rLrtopersilasione. Si ttana di una stf[ftuta di autoi[ganno
che si fa semplc pir complessa nella misura in cui ten,
tianro cli mantenella in piedi, e che pu venire opportu-
namente simbolizzata come un disperato e contadditorio
tcntativo di evitere di pensare a qualcosa (cui, per, ne1
conteinpo, dobbiano pensare al fine di sapere cos' che
vogliamo evitare). Cos la rozione di matuaise
loi
for
nisce uno strlunento che ci permette di considerate un
clato atto cone qualcosa che insrenre contie[e e non con-
ticne una consapevoezza della propria intenzione di fondo
o del fine conscio che stava all!1 sua base.
16
In tutto ci inplcita anchc rna nuora logica
jll
cui iL nodcll<r
sratico dclle rclazbnc del\rnivrsrle con il p.rticolffe vefrebbe sostituito da
un modcllo in cui osni prrticolare simboicrmente rerlizzx in s e a mo.o
suo k totalir dell'univercrle in ql'estiore. Per delucidazioni di questa
tcoria vc.ti nellx Gitiq"e Ie p^sine (pp 180.182) sul linguaggio; e ler un
tipico cscmpio concrcto vecli e paeine sulln rel:rzione tra eruppo e classe
(p.61"1 e altre).
25C 251
J
a questa nozione
(senza peraltro darle una deno-
minazione) che Sartre ha fatto dco{so in
Questions
de
Mthode qtaado l.ra voluto sostituire un modello interpre-
tativq simbolico ad un modello ricluttivo Essenciosi egli
nel fratten.rpo arricchito di n.rolti apporti dalle complessive
meditazioni coeve sull'immaginario e sulla irrealizzazione
17,
alla 6ne ha assunto delle posizioni che non sono prive
di punti di contatto con certe ossetvazioni fatte dallo
stesso Marx:
<i Naturalmente qualcuno ci dir che il fine dicl.riarato
dei seguaci di Brissot una finzione, che questi borghesi
rivoluzionali si sono autoconsiderati e presentati co1le il-
lustri romani, e che il risultato oggettivo quello clre
eflettivamente definisce tutto ci che fecero Nla dobbia-
mo essere molto attenti: il Marx de ll diciotto Btundio
tenta una difcile sintesi di intenzione e risultato; l'uso cl.re
oggi viene fatto del suo pensicro in proposito superfciale
e disonesto. Se noi portiamo alle sue conseguenze eslreme
la meta{ora di Marx, di fatro arriviamo ad una nuova
idea dell'azione umana. Immaginiamo un attore chc stil
recitando l'Amleto e che si sia immedesimato nel suo
ruolo. Egli attravetsa la stanza della madre per uccidere
Polonius nascosto dietro l'arazzo. Ivla questo non ci
cl.'e egli efJettioawente sta
lacerdo
Egli sta attraversando
un palcoscenico davanti a degli spettatori e passanclo dal-
la 'corte' al 'giardilro' per guadagnarsi <la vivere e di-
Ventare fan1oso; e questa attivit efiettiva <iefinisce ]a
sua posizior.re nella societ. Ma non si pu uegete che
questi risultati e/jetlioi siato in qualche modo preseL.rti ncl
sno atto immaginario. Non si pu negare che il movi
mento del principe immaginatio espdn'ra in un qLralche
r7
Vedi il nio ancolo <lhree Nlthods i. e I"iterrrv Cfiticism of
lcen P.ru Sartrc >, 1n Moen Frcxch itcis"l, c<l John
K Simon, Chi
caeo, cli prossimr pubbliczione
252
modo indiretto e rifratro il reale movimento dell'attore,
che lo stesso modo in cui egli si prende per Amleto
il suo nodo dr conoscersi coe attore. Torniamo ai
nostri ronani del 1789: tl loro autoappellarsl Catone il
)oto
ldrsi
borghesi, membri di una classe che ha scopetto
la Storia e gi vuole fermarla, che pretende di essere
universale e afierma il fiero ir.rdividualismo dei suoi mem-
bri su un'economia competitiva
-
in breve, il loro farsi
gli ercdi di una cultura classica. Ecco tutto. Dichiararsi ro-
nrani e voleL
lerruare
la Rivoluzione una cosa sola e la
sressa. O meglio, cl.ri meglio sapr atteggiarsi da Bruto o
Catone, meglio riuscir ad artestare la Rivoluzione.
Questo
modo di pensare, oscuto petsino a se stessor propugna fini
mjstici che incluclono la confusa consapevolezza dei fini reali.
Perci possiamo parlarc alio stesso tempo di un dramma
soggettivo (1a semplice commeclia delle appalenze che non
nascondc nulla, che non contiene alcun elemento
'incon-
scio') e di rra oggettid, intenzioxale orgaaizzazione dei,
mezzi reall in vista del raggiungimento cli fini reali
-
senza
che tutto questo sia orgar'\izzalo consapevolmente, da una
volont premeditata. In parole povere: 1a verit della p/ds-i
immaginaria va ricercata nclla prassi reale e il reale, nella
misura in cui assume se stesso come immaginario, include
impliciti riferimenti alla prassi immaginaria cone alla sua
interpretazione. Il borgl.rese del 1789 non pretende di es'
sete Catone al fine di fermare la Rivoluzione negando la
Sroria e sostituendo la virrr alla politica; n si spaccia zerso
.re
jle.rJo
per un novello Catone a1 fir.re di darsi una pottata
n.ritica in !1na azione di cui autore, ma che gli sfugge
di mano. Egli fa ad un tempo enttambe le cose. Ed pto-
prio questa siltesi a peroretterci di scoprirc l'azione imma-
ginaria nella sua dinensioue di doppione, e al tempo stesso
Ji lrrr"ice. .lcfl'azionc rcalc. oggcrriv,r.
Ma se questa ci che si vuol significare, allora i se-
irnci
di Bris'o,. proprio nell'es.erc irrLinramcnte gnali. sono
gli autofi lesponsabili c1ella guera economica.
Questa
re-
253
sponsabiiit esterna, stratificata, dcve essere stata inrerio-
rizzata conle una celta oscura consapevolezza del lolo
dramn.ra politico... >>'0.
Questo
brano ctuciale pu venire considerato come
illusttativo della teoria che guider la successiva pratica
biografica di Sarte e, quindi, la sua visione della storia,
che ora vediano come dalf interno all'esterno, tranite le
azioni dei singoli individui. Va fatto notare che questa
anaiisi, lungi dall'essere un ilrdebolimento revisionistico clel-
l'interpretazione storica, scrve di fatto ad acccntuarc la
responsabilit
pelsonale dei girondini rispetto alle proprie
azioni. Inoltle, l'accento che viene messo sulle loro cour-
plesse intenzioni e autogiustificazioni immaginar.ie, ha anche
l'efietto collaterale di riportare in primo piano, pllrttosto
che giustiEcate, 1'alienazione e la distotsione che quelle
intenzioni individuali subiscono nella misura in cui entrano
a far parte clcila storia.
Se testa ancota clualcosa di ploblematico circa questa
versione del rnodello sarriano, ci dovuto ai giudizi cl.re
ci sono stati ttamandati sulla Gironda: desctivere i giron-
dini come una specie di borghesi rivoluzionari un afib-
biare loro delle etichette dali'esterno, valutarli entro un
contesto pii ampio col quale essi non possollo 4vel avuto
dimesticl-rezza. Ancl-re se essi possono aver avuto una simile
coscienza di s, secondo quella specie di oscuta antoconsape'
volezza che Sattte sta qui descrivendo, tale auto conoscenza
non avrebbe potuto derivarc loro altro che da qualcl.re giudi
zio proveniente dall'esterno, da parte di nemici che li vede-
va[o sotto una cetta luce, ii bo]lavano con una clata eti-
chetta ed una data accusa, che essi poi cercavano di Lecrt
perare, interiotizzare e giustificare.
^
qoesto punto, stiamo
oltrepassando l'area tradizionalc dell'analisi esistenzialc, il
mondo dell'csperienza vjssnta o della monade, e ci stirmo
dirigendo vcrso giudizi proferiti dall'esterno, apparente,
mente ir.rgiustificabili in termini esistnziali. Sar il fine
ultimo della Critique or'd,arc tali giudizi e, cos facendo,
sostituire al relativismo insisto in un'analisi intrinseca di
qualsiasi momento storico dato (come quello della Giron-
da) in s e per s, un senso pi con'rpleto e assoluto del
significato ultimo della storia.
II
Le dificolt iniziali che si aflrontano leggendo la Crr,
tique detivano dal fatto che i capitoli d'apertura trattano
non tanto di autentica esperienza socialc quanto delle
strutture astratte sottostanti a tale esperienza. Come sug-
gerisce il titolo, l'opera rappresenta un tentativo cli por-
rc il fonclamento filosofico per una riccrca che gi stata
fatta, per ar.ralisi cl.re sono gi state compiute. ln questo sen-
so, il libro di Sartre d pcr scolrtata la validit delle analisi
marxiste della storia, proprio come Kant ha dato per scon-
tata la vaiclit delle scienze fisiche del suo tempo. Sorge,
perci, il problena: quali sor.ro le precondizioni necessarie,
quale dev'esscre la struttura dell'esistenza umana, perch
la storia possa conseguentemcnre dimosrar.si dialcttica nei
propri movimenti?
Per esaminare qucsta problematica di fondo ci sembra
opportuno proceJetc ad rrrrl rriparrizione: pr.rs.i. o lora-
lizzazione, negazione, reciprocit; o, in alui termini, l'azio-
Jre dialettica in quanto tale e i due poli enro cui tale
azione appete risolversi, la nostra re]azione con gli oggetti
da un lato e quella con le altre persone dall'altro.
1. L'aggettivo dialettico gt amministra molte specie di
verse di oggetti: si pu riferire alla sroria o all'azione indj-
viduale, oppure si pu riferile a cluella specie di pensielo
cl.re pu aflerrare entambi questi tipi di cventi. Il van-
25+
ts
S$ch ll , nf.r/rl (Qucstions dc tr{Llrodc), pp 4517
255
taggio che su quest'aggettivo ha, secondo Sartre, la parola
<< totalizzazrone >>, consiste nel fatto che essa pu applicarsi
indi{Tcrentemente a ciascuno di questi fte tipi di fenomeni
dialettici.
Il termine chiaramente corrisponde a ci che in L'tre
et le t'taat stato chiamato rl prcgcttoi infatti anche
quest'ultimo
Passa
attravelso una collezior.re di oggetti, e
li unifica nel srto procedcre verso ull fine ceterminato.
Il mio progetto, percl, tatalzzd il mio ambiente, in quan-
to fa s che esso debba infine organizzarsi attotno a me e
riveli la sua ir'erzia, tl suo << coeficiente di avversit >,
opponendo resiste[za allo scopo che tr.ri propongo: cos il
deserto,
jn
qurnLo io celco Ji soptlvvivcrc in e'so. si
rivela come un ambiente inumano; cos la strada dritta e
sgombra raddoppia la mia velocit, e la pista da sci si presta
alla mia discesa. Il progetto, dtu.rque, si lascia alle spalle
questi aggregati di nateria come tante totalit, o gtsc di
progetti morti, tracce dell'azionc umana che gi da tempo
svanita. In questo senso le nostle citt sono sedimen-
tazioni di queste totalit, come rin salotto il cui propre-
tario sia morto.
L'azione umana individuale
-
o il progetto, o la mia
otalizzazione
-
dialettica nella sua stessa struttuta, e
comporta tanto la mia negazione delle cose che mi circondano
-
con l relativa loro sintesi che quella negazione opera
-
quanto la trasfoLmazione del mio atto dovuta alla sua riu'
scita, nonch la produzione di un nuovo ordine di progetti
che trae otigine dalla stessa struttura clei vecchi progetti;
a causa di quesra sruttura che la storia, come luogo
di milioni di atti umani, e la comprensione, come ci che
nasce clalia mia espericnza dell'azione e solo pi tardi
si spccializza come
Processo
puramente intellettuale, pos-
sono essere anch'csse enffambe dialettiche.
Ma la parola totalizzazione, cos applicata, comincia
coll'avere collseguenze che trascendono le suggestioli deila
paola prcgettot infatti ora essa comincia ad implicare
z)6
una specie di gerarchia tra gli stessi progetti, con alcuni
chiaranente pi < totali > e pi < totalizzatti > di alt.
Nella storia, poi, queste totalizzazioni coinvolgeranno un nu-
llero sempre pi crescente di persone, e verranno ad innet-
vare fin nei piir minuti dettagli le strutture socio-econo-
niche della loto esistenza. In questo senso la Rivoluzione
del 1789 era senz'alro qualcosa di pi vasto e di pi
oFlr;comprcnsivo che, per esempio. una jaquetic o unt
gLrerra civile it-t una citt-stato medioevale italiana,
Anche dal punto di vista intellettuale, evidente cl.re
il sisrema di Hegel include in s, e comprende, molto pi
di quanto possa {are un tipo di pensiero analitico o empi-
rico. che possa cimentarsi solo con un fenomeno isolato e
specializzato alla volta.
Infine, il concetto di totalizzazrone abilita Sarre a
regolare i conti cofl il relativismo insito nella nozione di
progctto (relativismo che strettamente implicato nello
stesso sistema dt L'tre et le nant, dove
-
poich tutta
l.r ri:.r una incapacir di e.sere
-
Lulti i progerti c
lunga scadenza sono di uguale valore). solo a questa
condizione che la storia nella sua interezza pu avere un
signircaro, o muovefsi entto un'unica direzione, nel senso
cre i progetti vanno acquistando campi sempre pi estesi
di influenza in tutti i sensi. Possiamo anricipafe le tesi
del secondo volume della Critica, che tlapelano qua e l
gi fin dal primo volume, che stiamo qui esaminando:
direno che il << significato > della storia risiede proprio
in cluella tot^lizzzione. un divenire piuttosto che un
essere; eJ secondo un procedere tipicamente dialettico, pos-
siamo
presumere
che in epoche preistoriche, quando gli
uomini livevano in gruppi e trib separate, senza rapporti
gli uni con gli altri, la storia, di fatto, non aveva alcun
significato univoco. Solo ora, quando il mondo sta dive-
nenco uno, e quando gli eventi di ogni area vengono a {ar
parie e a condizionare l'esistenza di persone cl.re vivono ir.r
paesi c societ ben distinti tra di loro, possiamo cominciare
257
I
a intravvedere una vaga traduzione in realtr di ci che sa-
rebbe la vita umana se vi fosse un progetto singolo, se
essa avesse un significato singolo e costituissc una singola
( toralizzazione in colso
^,
2. ll coqtenuto di un progetto o di ne totalizzilzione,
comunqe, dipende essenzialmente dal norrdo in c',ii quel
progetto plende forma e tenta di farsi operante. istrur-
tivo paragonare questa nuova vetsione a qvella i L'tte ct
le naut, dove la stessa origine dell'azione (in quanro mrl-
lit in un dominio di puro essere) cio, di oggetti) viene
fatta t'isalire alla struttura dell'esistenza umatra cornc cd-
reaza, came privazione ontologica, che tenti di soddisiarsi,
di completarsi e con ci di arrivare ad uno stato di csscre
definitivo.
Il nuovo tern-tine di questo processo il bisog;'to, chc
poco pi che una taduzione della ternlinologia onto-
logica in una terminologia relativarnentc pi socto-econo-
mica. Entran.rbe sono, alle loro origini, hegeliane: nor solo
perch ie r.rozioni <li azione utnanar lavoro, esp.::ienzr
come negazione c{ell'esistente sono nozioni tipir-.rmerte
hegeliane, ma anchc perch per Hegel a storia stessa cel-
l'auto-coscienza comincia precisamente con 1 desiclerio
(Bc
giee), con, fr-rnzioni in definitiva a1ni all'idea sr;irjana
di bisogno.
Questo
scarto terminologico iniziale se ne trascinl die-
tro altri: cos come la carenza, modo astratto di calatte-
rizzate l'esistenza llmana, assume per suo luogo un llordo
astrattamente cat^ttet:nzdto core contingente, ll cui srr'ut-
tura essenziale, rispetto all'uomo, la
I'xt/icit
(la:ttcit)
(vale a dire f incommensurabilit cor il pensiero u:nano c
1'esistenza un-lana, o, nella ternrinologia di un esisie:rziali'
smo pi letterario, l'assurdit o la mancarze di signilc,rro);
allo stesso modo in cluesti nuovi termini concreti, in
(Lri
questo vuoto nell'uomo assume la lornra cli bisolqro. \a
tesistenza del n.rondo all'uomo viene ora dclnita in tcr',rriui
258
k
I.
dr scarsit. Infatti la scarsit proprio il punto di partelrza
non analizzabile, il dato contir.rgente del mondo in cui esi-
stiano. Inintellegibile in s, un pulo fatto a cui non pos
siamo attibuire alcun significato metafisico quale che sia,
nonostante ci essa la trama entro cui dobbiamo agire,
i ci che conJiziona c alic'm inosrri r,ti . i no'rr.i pro
gclti pcrsino ll rnomenLo del loro
'res.o
cortcepimcr'r,-.
Il concetto cii scarsit permette a Sarre cli articolare
il bisogno umao come carenza che altLo non se non
una lelazone cor.r gli oggetti del nonclo esteLno ccl rn
tipo cieterminato di distanza dalle altre persone. Ploprio
come il fatto che ci sia la scarsit obbliga ogni persona
a Licercare disperatnmente gli oggetti dci suo bisogno, a
produrli laboriosamente traendoli da rnateriali sfavolevoli
e in condizioni di diflcolt, cos anchc ogni oggetto che
io posso consunare un oggetto implicitamente strap
pato al mio vicino; e, pir in generale, la mia stess:r esi
stenza, in un mondo di scarsir, una n-rinaccia alla csi-
stenza del mio vicino come la sua esistenza una ninlccia
alla nria. Pertanto, rnalicheismo e violenza hanno la loro
sorg;ente nella sressa struttura del monclo, ed coLr gli
accenti della veccl.ria retorica de77'holto /tonin lupls chc
Sattre evoca qnesto totale essel altro da s che la scar,
sit impone alla vita umana: < il secolo sarebbe srato
buono, se non ci fosse stato il nemico inmenolabile, cm-
dele dell'uomo che gli tentleva l'imboscata, cluella specie
catnivora che ha giulato la sua clistruzione, quella naliLrna
bestia nuda cl.re l'uomo stessol >re.
Vale la pena d sottolinear:e un'altra conseguenz.r ci
questa nozione, che sar cluciale tatito per- 1o sviluppo
complessivo dei temi della Critique, quanto pcr la sua valuLa-
ziorc. Infatti il concetto di scarsit 1a prima espr-es-
sione e anclre, in certo senso, la foote cli un dnaljsmo
re
Qucsto bfano si rfov, illa Dc .lc I jc4rertt.t;
Ll Alrona, t;t ti
!oro nrolri r).ssi rn.log|i relh Cfirt4,z.
:59
t!
cli fondo nel pensero e nella terminologia sartriana: la
dqrlice possibilit di esprimere ogni fenomeno dato o in
termini di azione umana o in termini di oggetti. La scar-
sit provoca una teazione che pu vcnire esPtessa in tef-
mini o di lavoro sul mondo esterno o di lotta con altri
esseti umani, essendo tale leazione presente allo stesso
nomento ad entambi i livelli Pertanto, noi abbiamo a
nostra disposizione due lingue o codici entro cui fotmu-
lare ertenti o esperienze; ci che si presenta come og-
getto fisico statico pu venife tradotto nelle relazioni umane
di cui esso il travestin,ento, o ci che si presenta co-
me relazione umana diretta pu venire considerato come
un mero tiflesso di oggetti inerti e di sistemi materiali
di cose. L'csjto c1i qucsta dualit verr alla ribalta con
chiarezza in scguito; qui basti dire che come pcrcezione
della realt e persino cotre nozione filosofica, questa non
una componente nuova nell'opera di Sartfe, anzi piuttosto
vecchir e deriva assai pi da IJeidegger che da Marx In-
fatti quest'r-rltimo distingue in Sein rtnd Zcit tta due forme
essenziali di percezione degli oggetti: come oorhantlen
(.iL
sempljce esscr 1, inerte e sconnesso) e come u'thantlen, cio
come azione lztel-te, mezzi e strumenti
pfonti all'uso in
caso cli bisogno'o. E per Heidegger, come pi tardi per
Sattte, 1a seconda din.rensione ontologicanente
prlma:
noi apptendiamo le cose prima erl inanzitutto come mezzl
e solo in seguito come gli oggetti statici della conoscen-
zr contemplativa o scientifica Ne deriva che le cose pos-
sono potsi come stenografia delle azioni umane; e que-
sto punto di vista {onda l'evocazionc sartriana del mondo
esterno
Presentato
come una rete di imperativi congelati
o di spazio < oclologico )>, corre un insieme di oggetti
carichi cli vira implicita e di sentimenti che si affollano
r0
AllRrN Fl)rr)lct:rrR, Sen ant Zclt, Tubine, 1957, pp (' 88; vedi
anche . Der Ursprune dcs
(ulstvefkcs >, in HrnDtrccEn, I{alzrrcr'e' Frr
c{orte, 1950.
260
attotr.o a noi come alettanti modi oggettivi attraverso i
quali si rivela l'essete
tt.
L'idca dclla scarsit ha colpito molti critici, tuttavia,
come un'idea pi maltl.rusiana e darrviniana che marxista;
proprio come il manicheismo dell'essere altro da s e Ia
lotta pe l'esistenza hanno fatto venire in mente pil i
lettori cli Hobbes che quelli del Mauilesto tlei conurti-
ili.
Qucsta
categotizzaztone naturalmente non costituisce
un'efiettiva rrgonentazione filosofica; ma se non altro set-
ve a sottolineare 1a complessit della posizione cli Sartre
su questo primo momento della vita sociale, o lavoro sul-
la materia, che egli vede comc qualcosa cl.re coinvolge
non una ma tlue scparate ncgazioni. Il lavoro , natural-
mente) esso stesso una negazione della n-rateria; tuttavia
una negazione detern.rinata, la negazione di un particolare
settore della materialit che esso tende a trasformare ir:r
un detcrminato oggetto del bisogno, in un prodotto spe-
cifico. Ma Sartre ir.rsiste sulla priorit di una precedente
e pi fondanentale negazione globale del mondo dell'es-
sere: infatti, senza una negazione globale iniziale, il << mon-
do >> in quanto tale, in senso fenonenologico, nou po-
trebbe pervenire all'essere scavalcando l'uomo e opponen-
doglisi, e non vi sarebbe alcul campo totale capace di
sen'ire da sfonclo alla percezione di zone locali e <letermi
nate. Pertanto, il bisogno ci che provoca l'organizza-
zione dcll intcra slcra iner,e Jelles.erc esterno in un cim-
po unificato
2z
che il <mondo>> o la natura; e solo su
queste basi possono avcr luogo le negazioni pir specifiche
e cleterminate che sono le varie foLme di latica r: di lavoro.
11 lavoro, pertanto, una negazione della negazione; e
il senso che questa doppia negazione ha asslrnto nel pen-
siero marxista radizionale, dove occupa lln posto predo-
2I
l:. J,,{EsoN, Sac: Tbc Oticills aJ a Style, pp.7l88; 125$.
22
I)a Esscre e NulLd tr poi si nota na crescelle afnnit tfa ccftc forme
{li pcnsiero di Sartre e quellc dclln psicologia <1ella Gestalt; da pxte mia
sono propenso a vcdoc qucstrltima comc um spccic cli pcnsicro dialettico
261
I
minante ecl carica di significati e di implicazioni, ha cone
risultato un pir fortc rilievo del lavoro e ciell'attivit ri
spetto al consutno e alla soddisfazior.re dei bisogtri
Ci l-ra anchc .ltre cosegLtcnze) coiunqlle) ed esse
non sono ailatto cos aslratte cor]e a p|ima vistl l'intelo
pioblerlrl, sembterebbe suggerte. Innanzitutto, l'ic1ea di
una negazione iniziale, globale del tlonclo pernctte a Saf-
re cli conservarc f iclea della rcsponsabilit totale che cra
stata avanzota in L'ne et le taat. In quel contesto, pro-
prio perch io non avrei mai potuto sperimelrtare la
fal-
tici/ ir:, prili'a persona e senza mediazioni, pcrch non
vi si prevecler.a alcuna esperielrza cliretta della contin-
genza in s, cl.rc non fosse stata filtrata attrevelso la co-
scienza o un pfogetto umano, accadeva che ogni percc-
zione del mondo rappresentasse pcr- lre un'lssunzione e1clla
fatticit
(o, in altre parole, una negazione della contin-
genza iniziaie dcll'essere). llra in questo senso che, nel
contesto di I''itre ct le xtant, og[uno cra in qualchc
nodo responsabile della propria siiuazione stolica e del
mondo che 1o circondava: la guerta che ho di fronte la
<< n.ia > guerla, perch, se non altlo, io clevo pur in qua-
cl-re urodo interiorizzarla e reagirc ad cssa e ltot't
Posso
fate a neno cli renclerla mia lrecliante qualche tipo di
reazione. Questa
responsabilit globale, che pir di ogni al-
tra clava aclito all'intelpretaziolre .li Sattte come di un
giansenista da partc di alcuni suoi critici, era comnque
un concetto relativamente astorico; collocato cntto il tnto-
vo contesto di scarsit, bisogno, lavoto e stolia) assume
unc forma totalnrente dversa lnfatti, ora, nella Critiquc,
la negezione iniziale mediante la quale l'uomo o:bliga il
nonclo e la natura a congiurarsi per sovrastzrrio e contra-
starlo, , in cetto senso, l'atto che permettc alla mateda di
acquisire il suo potere umano, I'atto che investe ci che al-
imenti sarebbe statx
irura
inerzia ecl este'.iorit di quel po'
tcre maligno e disruttivo che la matcria rivolge contro gli
uomid e che Sartre denominet la contro-finalit o il pra-
262
tico-inerte. Perranto, I'uomo ancora < responsabile >> di ci
che lo disrugge, ma nel nuovo contesto, collettivo e
storico, questa responsabilit si scinde in due diversi mo-
menti: il primo quello in cui I'uomo, mediante la sua
azione e il suo lavoto, conferisce alla materia un surplus
di raole o di euergia umana che vienc immagrzzinaLr. e
il secondo quello in cui quell'energia si risveglia e si
ritorce conro I'uomo in una forma che egli non pu com-
prendere e che interpreta come uD'azione della materia
stessa o della natura che agiscono per forza propria.
La seconda cor.seguenza di questo schema delle due
negazioni che n.rediante esse non solo l'uomo elabora
il mondo esterno, ma anche se stesso. Egli rende se stesso
un oggetto per poter operare sugli oggetti, rende se stesso
nerzia per porcr \uper:re lirrerzia. proprio comc uno
trasforma le proprie mani e le proprie braccia in stru-
menti per poter usare degli strurnenti. Pertanto fin dal-
I'inizio, in questa ptima relazione di base che l'uomo ha
con la materia, posta la sua possibilit esrema di essere
alienato o deumanizzato.
Forse giunto il momento di porci ii problema se
Sartre stia qui reinventando f idealisxto, come alcuni cri-
tici l.ranno sostenuto, e se, al di l di questo, la sua no-
zione di alienazione sia congruente con quella di Marx.
Senbra che un linguaggio di questo tipo, in cu l'uomo
viene descritto ne1 suo
farrl
inerte, nel suo
farsl
materia
al fine di operate sulla materia, non si userebbe se non
pensando all'uomo (magari nosto malgrado) come a qual-
cosa d'alto che materia, e al suo ingresso nel mondo della
matetia come ad ur.ra caduta iniziale. E non ci pu esser
dubbio alcuno che per Sarue la materia in qualche modo
sia fonte del male, dal momento che, come abbiamo gi
visto, la struttura della materia la scarsit. Ma ci
vero anche in un alto senso, quando cio si giunge
a leggere la materia come l'equivalente dell'esteriorit e
cluindi di conseguenza come l'equivalente sia del numero
263
v
che della niolteplicit. Perci, per Sartre, l'alienazione spe-
cifica dell'azione umana ptovocata dal puro numero di altre
azoni umane, che noi esamineremo tra pocoj tutto som-
mato semplicemente il risultato dell'interiorizzazione del'
l'esteriorit, vale a dire del fatto contir.rgente che vi sono
molti esseri umani piuttosto che uno solo
2r.
Da un altro punto di vista, questa valutazione della
materia di stampo manicheo ed in certo qual moclo pre-
socratica, non rappresenta alffo che il risultato delf insi-
stenza, fondan.rentale gi in L'trc et le nant, su ci cbe
poremmo chiamare una dialettica che si bloccata: un'insi-
stenza sull'assoluta irriducibilit del contingente, della
lat-
ticit, di ct che qui vieue chianato materia. Infatti il
uitico pir acuto della filosofia sartriana, Pietro Chiodi, ha
indicato 1a causa di quello che in definitiva stato il falli
mento della Ctitique nell'idea di progetto, che, diversamen-
te dalla pratica heideggeriana, stato concepito sempre da
Sarme secondo moduli cartesiani, come un leganle tta i due
poli del soggetto e dell'oggetto. Da questa distinzione inso-
stenibile deriva l'atribuzione di n'importanza esagerata alla
materia (coure un'ipostasi del polo dell'oggetto) e pari-
menti la confusione a alienazione ed oggettificazione che,
secondo Chiodi, definisce come non-marxista il pensiero di
Sartre.
Val la pena di citare un passo dell'argomentazione
di Chiodi perch tale argon.rentazione ha il merito di
cl.riarire in urodo netto questo problema: << Si delineano
in tal modo re posizioni imparentate ma contrapposte:
1) quella hegeliana, per cui l'alienazione deve essere tolta,
ma, coincidendo alienazione e relazione, per togJiere I'aie-
nazione bisogna togJiere la relazione; 2) quella matxiana
23
< Il numero pu venh considerato I'astrlzione totale detl'uomo, o
la sua totale materialit considerata in astratto > (ititt"e de la ruiion da
Ittttue, Patel., 1960, p. J6). le .larris, owiamente, rappresenta la dran]
merizzazionc di questo concetto.
264
cl.re ha in comune con la hegeliana la richiesta di togliere
I'alienazone (e qui sta la profonda ragione di continuit
rivoluzionaria tra hegelismo e marxismo), ma nega che
alienazione e relazione coincidano, per cui alla richiesta
di soppressione dell'alienazione si accompagna il ricono-
scimento della insopprimibilit del1a relazione; 3) la posi-
zione protoesistenzialistica,
che ha in comune con la mar-
xiana la tesi della insopprimibilit deila relazione, ma, con-
setvando l'identificazione hegeliana di alienazione e rela-
zione, finisce per implicare la ineliminabilit dell'aliena-
zione >>
2a.
In altre parole, Hegel usa i termini oggettificazione ed
alenaziooe in moclo intercambiabile, e per lui questo pro-
cesso il motore stesso della storia; ma, nella misura in
cui il suo sistema in ultima analisi esalta l,attivit pura,
mente intellettuale del filosofo, fir.risce poi per implicare
un giudizio r.regativo di qualsiasi rapporto in cui l'uomo
sia coinvolto con gli oggetti materiali che lo circondano;
e infine, preconizza la soppressione di tale coinvolgimento
nel pensiero puro e nella attivit puramente intellettuale
2s,
Per Sartre, nella Critique, questa soppressione inconcepi
bile come lo per Marx. Ma ci che rende perplessi
a continua insistenza, ereditata da L'tte et le ndnt, col-
cui si fa rilevare che tulte 1e azioni, tutti i progetti, com-
portano una perdita di s ed un'alienazione della coscienza
negli oggetti e ne77a rcalizzazione del lavoro; e ancora il
suo sottolineare che la coscienza si oggetrivizza e quasi si
deposita nel proprio lavoro trasformandosi in essere: co-
sicch tale lavoro torna poi a 1ei irriconoscibile e profon-
d,amente alro. Ma se le cose stanno cos
-
ed io ho
l'impressione, specie pensando ad alcuni esempi di cui Sar-
2a
Sattre e l ndxirmo, p. 11. Per Chiodi, il cu punto di visra pu
esserc definiro come una spece di marxismo heideggeriano, l,errorc di fondo
jn
cui incorso Srrrre stato quello di confonderc l,exere-altro da-s, o
altrlt dellt lflia rcazione con Ie altre persone con t,osscrtjficazione.
2s
Vedi IL Mrncusr, Reason and. Retolutian, Boston, 1960, p. t$.
265
e {a uso, che egli abbia in mente un modello piuttosto
letterario, vale come lo scrittore si oggettiva e si aliena
nel linguaggio
-
allora non v' nulla che ci permetta di
distinguere nettamente ta quello che potremmo chiamate
l'oggettificazione notmale, umana, e ci che per Marx
I'alienazione causata dal sistema socio-economico. Questa
obiezione, comunque) non tiene conto della dualit di fondo
cli cui abbiamo appena parlato; infatti non dobbiamo di
menticate che per Sartre ogni relazione cofl uD oggetto
pu venire ritradotta in termini di relazioni umane A quel
punto diventa chiaro come si debba distinguere oggettifi-
cazione da alienazione: la prima una relazione con gli
oggetti che in termini umani si ttaduce in generosit o i-
bert rispetto agli alri uotrini, mene la seconda si tra-
duce in lavoro a vantaggio dell'altro uomo, it.r una tela-
zionc tra oppres*o ed oPPressore
Tornando alla questione della negativit, possiamo, in-
fine, ossctvate che la sua origine comporta delle conse-
guenze anche per la lettura della storia e per la questione
delle origini della societ divisa in classi e della divisione
del lavoro. L'interesse di Marx ed Engels per Morgan e
per gli studi sull'istituzione del comunismo primitivo av-
va alcuni aspetti poco chiari: delle volte l'esistenza stori
camente comprovata del comunisn-ro primitivo serviva a
dimostrare che la propriet pLivata, come categoria legale
e cotne istituzione sociale, non era qualcosa di eterno e,
peftanto, di naturale
26.
In altre occasioni, tuttavia, e ci
particolarmente ad opera di Elrgels, il fascino che le isti-
tuzioni con-tunitarie
Primitive
eselcitavano, aveva come ef-
{etto una versione della storia inccettabile perch non fa-
ceva altro che riproporre in fornla mascherata, il mito del
giardino dell'Eden e della caduta dell'uomo. Questo
mito
insostenibile se non aluo perch non possediamo gli stru-
26
Vcdi KoRscH, KdrI \ldrx, pp. 52ss
266
menti d'indagine necessari per un'incursione nelle origini
della storia, e quindi non possiamo dimostrare come questa
situazione positiva possa essersi evoluta in una situazione
negativa. Le negaziolri iniziali di Sartre c il risalto che egli
d al concetro di scarsit hanno il vlntaggio di restituire
alle societ primitive (e non importa quale sia stato il loro
sistema di propriet) quela dimensione di miseria e fatica,
di morte precoce, ignoranza e paura degli eventi naturali
che noi sappiamo essere stata Joro caratteristica, e di resti
tuire alla storia le sue componenti inumane, la sua dose di
incubo, da cui il mito, come tale, tende soltanto a disarci.
L II medesimo problema dellc priorit logiche cd
ontoogiche e delle strutrure oliginrrie si ripresentr.
1'cr
lo n.reno in parte, quando ci accostiano alla questione
della nostra relazione con le alte persone cos com' de-
scritta nella Critique. Sartre comincia insistendo sulla prio-
rit di ur.ra fondamentale reciprocit tra gli uonini che
anteriore ad ogni successiva e stodca forn:ra di anta-
gonismo e conflitto; allo stesso tempoJ in particolarc alla
|rce di L'tre et le nant, scmbrerebbe cl.re la struttuta
di quella < fondamentalc >> reciprocit sia piuttosto difi-
ci'e,la cfeterrnirlrc.
La intenzior-re sottesa da questo concetto in certo
senso pi chiara: infatti, con l'idea della reciprocit ori-
ginaria, Sartre desidera aprire delle falle nella dottrina
economicista sccondo la quale le folme di relazione umane
storicamente dcterminaLe e spccifiche sono il risuhato del-
lo sviluppo dclle forze produttive in quel particolare pe-
riodo. Le relazioni unanc pertalrto senbrerebbero delle
relazioni e degli adattamenti puranentc istintuali o bio-
logici a diversi tipi ci contesti n.rateriali; e Sartre giusta-
nelrte fa rilevare che ci vr-Lol clire assunete la reifica-
zioue uel suo vllore nomirale e pensare non che le rela-
zioni umane siano cosali, ma che di fatto siano oggetti
t'
inerti soggetti in primo luogo ad influenze quasi-fisiche ed
esterne. A quel punto la storia autentica diventa qualcosa
che ha tutto I'aspetto di un'evoluzione meccanca de1le isti-
tuzioni economiche da cui l'uomo, sia come essere indivi-
duale che come essete collettivo, escluso. Salvo che per
Sarre non vi pu essere alienazione se non c'eta prima
qualcosa da alienare, qualche forma primaria di relazione
umana che sia servita da oggetto di tale distorsione.
Ho l'impressione, per, che per reciprocit qui non si
debba intendere nulla pi del fatto tLaumatico e assolu-
tamente inevitabile del dover ticonoscere un'altra coscien-
za, o llbert, cos come venne descritto in L'tre et Ie naut:
non posso, in ale parole, tLasculate utl llomo come fosse
un sasso. La sua esistenza lo pone immediatamente in lap-
porto con me e il progetto di attarlo come un oggetto
pu suben are soltanto dopo l'iniziale riconoscimento.
Infatti, in base alle indicazioni piuttosto schematiche
che ci vengono date nella Critique, sembterebbe che 1e
relazioni umane qui siano soggette al medesimo sviluppo
che ebbero in L'tre et le nant, dove esse enttavano nel
circolo vizioso dei vari modi di don.rinazione soggetto-
oggetto. Qui,
infatti, entrambi i soggetti costituiscono un
centro della totalizzzione, e sembrerebbe inevitabile che
uno debba finire col venire totalizzato dall'altro o, meglio,
che debba finire coll'enare a {ar parte del campo percet-
tivo dell'alro, con il venire unificato proprio come gli altri
oggetti nel percorso del suo progetto di accentramento'
La Ctique, conunque, trae da questa situazione del-
le conclusion che etano implicite, ma che lon erano mai
state el{ettivamente portate alla luce, nella prima opera'
Infatti la situazione di cui sopra implica che due monadi,
due libert sono sempte in contrasto, nel senso che cia-
scuna deve aflrontarc l'alLrx, chc esse non possono spartire
un mondo in comune perch ognuna lo vede dall'altto
lato, poich ogmna un oggetto nel campo percettivo
268
dell'altro. La nuova conclusione che Sartre trae da questa
situazione rappresenta una delle nozioni pi originali del-
la Critique: vale a dire, la coppia o la relazione diadica
non la forma principale di vita interpersonale, nono-
stante che sia di solito considerata prioritada dal sen-
so comune. Poich la coppia non pu in effetti essere
una unit, l'unificazione deve essere operata da rn\a teza
parte, da un ossetvatore o testimone esterno; ed il ruolo
cruciale che viene cos giocato dal << tetzo i> confetma la
priorit della relazione riadica sopra la diade, che un
fenomeno pir tardo (rispetto alla relazione ternaria) sia lo-
gicamente che ontologicamente.
Senz'altro quest'idea suoner paradossale al lettore; ed
anche se di {atto potr divenire chiaro come Sattre avesse
bisogno di questa particolare <.lea per ptocedere alla olga-
mzzazione successiva della sua tesi, iconoscere il ruolo del-
I'iclea non ne costituisce una adeguata difesa. lnfine, una
analisi fenomenologica deve fare appello all'esperienza vis-
suta; ci dificile capire ef{ettivamente la giustificazione
che fa da supporto alf idea del < terzo > fino a che non ci
formiano qualche immagine concreta del fenomeno che tale
iclea tenta dt denotninarc.
Per r.rn vetso, tale idea cerca di coreggere la conce-
zione, appartenente al senso comune, delle relazioni umane
cone dirette, immediate e diadiche, dimostrando che que-
sta concezione sottilmente, segretamente astratta. Non
siaoo mai del tutto soli con l'altro; ogni confronto si col-
loca enrro lo sfondo di quella cl.re, in modo piuttosto spic-
cio, r'iene cl.riamata societ, o, per lo meno, conro Io sfondo
di una moltitudine di altre relazioni umane. In questa
prospettiva la nozioue di coppia, e la resistenza all'idea del
<( terzo >>, come un modo di fare il vuoto intofno a noi,
per cercare di persuaderci che il nosro mondo pieno
di spazi vuoti, e che v' la possibilit di una solitudine
o di nna priuacy genuioe. In{atti non dobbiamo mai di
269
nenticare che nel sistcma sartriano il rolo delle altxe per-
sone pu venire temPotaneamente ricoferto da oggetti; e
spesso so1.o pfoprio gli oggetti in quanto tali che funzio-
nano, nei con{ronti della diade apparentemente soLitaria,
come un terzo assente o latente. Cos ad esen-rpio, gli spo-
sini in luna cli miele sono soli con il loro motel, cio con
'
resro d(li socitt borglre'e anteliclnr.
Ma il terzo necessariameute implicato in tutti i cort
tatti diadici in modo ancora pir sottile e {orldalnentre,
cluando cio si pone come n.redium dello scambio trnfatti
1o scambio couprensibile solo come un sisteoa escogi
tato da una terza
Parte:
poich il giudizio di identit,
l'atto di porre due cose diverse in ecluivalenza I'uua con
1'alfta, pu provenire solo dall'esterno Cos, io scenbio
una somma di dcnato col-tro tl[a qa[tit di pesci:' l]'a
poicl.r questi due oggetti sotto incommensr-tLabili, e
poich
ognuno clei partecipanti allo scambio vede solo Ic c'rratte-
ristiche della sua propriet (a meno che nou si ponga nela
posizione di un terzo), le parti it.rteressate allo slrmbio
devono necessaLianrente ticoLtere a qualche sistema
'li
eqlli
valer.za esterno che faccia la funzione del terzo. Neila ni-
sura in cui tutti i contatti diretti presuppongono un tlonclo
comune cli un qualche tipo, essi debbono essele nrediati
da un principio di identit che pone le due libert, ie clue
totalizzaziont in un rapporto di equit'alenza. Di solito, na
turalmeflte, la parte del tetzo viene giocata dal lingrtaggio
(
in questo senso che il modello iaclico di Sartfe rappre-
senta implicitamente una sfida allo stutturalismo, le cui
opposizioni binarie non riescono a spiegare il momento clel-
1o scambio come un tetzo elemento, come una mediazioi-re).
Questa
noziolre del primato della riade ricca di suggc-
stioni e possibilit (in seguito accenner ad alcune di esse).
Per un vetso essa fornisce un fondamento ontologico alla
idea che la vita un'rana , per sua struttura) collettiva piutto-
sto che individualistica. Per l'altro, sembrerebbe promettere
rur intero r.Lrovo sistema di psicologia elaborato sulla base
210
deila tiade'?7. Infine, si rratra di una nozione dinamica,
mentre i concetto di diadc statico e circolare (comc cra
gi risultato evidente nel circolo vizioso delle relazioni con-
cLete con gli altri desclitto in L'tre et le uant). Drrcto-
strando che l'esperienza interpersona'le non pu mai prece-
dere l'espelienza di gruppo, la tesi della Ctique impc-
gnata a trascendefe il livello individualistico che caLatteriz-
zava 1e analisi dl L'tre et le uant; inoltte, contempora,
neamente, si va accostando verso I'indivicluazione dei mezzi
tamite i quali il singolo solitario cerca di superare la sua
debolezza ontologica e socio-econonrica per mezzo deli'in-
rcrrzione Ji atti c di urrir colferrive.
]II
Alle dualit d fondo di quelle interrelazioni reciproche
di cui abbiamo or ora parlato, pur mediate o da terzi o da
cose, corLisponde una dualit di l:ase nelle forme dell'esisten-
za collettiva: gli esseri umani possor.ro venire uniti o dalla
matetia o da alti esseri umani. Tuttavia sembrerebbe
che per Sartre la prma forma di raggtuppamento, relati,
vamente inconscia e passva, sia non solo qr,rella predo-
minante, ma ancl.re, pir in generale, quella prioritaria, sia
in senso logico cire in senso
(rorico.
Per 1o pi', cio, nella nostra societ atomizzata e
frantulnata, veniamo uniri l'un I'altro da ci cl.re Sartr.e
chiana il << pratico-inerte >>: trateria che stata investita
di energia umana e che da quel momento ha assunto il
posto e {unziona come I'azione Lrn]afla. La macchina, t-ia-
turalmente, il simbolo fondan.rentale di questo tipo di
sttuttura) ma di latto ne solo un simbolo fisico, menffe
27
Pcr qesta reorir, erborata
jn.lipe.denrelneDrc
dalla C/itia,r, !e(li
REN GrrARD, lersonse ftnntiqrc et !ti roa,er4'te, P.rigj, l96l
lftAd. if^1., Shirtt"td e poral
ssi kl londrza lnodcno, NIlI^no, t965).
2i1
nella vita concreta di ogd giorno il pratico-inerte assume di
solito la {orma delle istituzioni sociali Tuttavia l'idea del-
l'istituzione una specie di abbreviazione intellettuale che,
se esaminata a fondo, si dimostra contradittoria nella mi-
sura in cui implica cl.re tali oggetti abbiano una reale
esistenza sovraindividuale, e nella misura in cui tende a
scambiare la reificazione delle relazioni umane per teali
oggetti inerti di una variet quasi fisica. Il pratico inerte
un oggetto fisico (la sotterranea, I'uniforme del poli
ziotto, il manuale di scacchi, il marciapiede, il calendario)
che funziona come un'isfrtuzione, che sostituisce alle dirette
relazioni umane qualcosa di pi) ordinato ed indiretto.
Un linguaggio forte ed intenso si riversa nella rievoca-
zione di questi strani, parassitari, vampireschi oggetti che
tlaggono dall'uomo il loro essere eJ come se non bastas-
se, in cambio lo privano del suo: o Pet essete davvero
una dimora una casa deve venie zbitald, in alne parole,
deve venire mantenuta in efficienza, riscaldata, pulita, inr-
biancata, ecc.; altrimenti va in rovina; questo oggetto-
vampiro succhia senza sosta l'l-rumus dell'azione uman,
vive di sangue umano e) infine, vive in simbiosi con I'uon.ro'
Tutte le sue caratteristiche fisiche, inclusa la temperatura,
provengono dall'azione umana, e per i suoi abitanti non
v' difierenza tra quell'attivit
Puramente
passiva cl.re po-
tremmo definire il puro abitare la casa e lt prassi ricosli-
tutipa che protegge la casa dallc forze disruttive dell'Uni
verso, o, meglio, serve da mediazione tra esterrlo ed ir-
terno. in questo senso che si pu parlare de ll Mediter'
rltneo come cli una vera simbiosi tra I'uomo e le cose,
che tende a piettificare l'uomo al frne dl animare lt ma'
tefie... )>
23.
Questa
conto-finalit insita nel pratico-inerte il mez-
zo di cui si seNe Sartre per risolvere il problema solle-
2e
Ct;ti4 a, p. 218. {D'ora inndnzi i rifcrimenti alLc treine
dell^ C/i
r;4re lcrranno, pcr comodit, citti nel t.ro)
272
vato nella sezione precedente in merito alla nozione engel-
siana di storia, cio il problema di come si prodrca un fatto
negativo da u fatto positivo (ad esempio la creazione di
u[ proetariato di minatoli miseri che scaturisce dalla po-
sitivit di un'area geogr.alca ricca di carbone o dall,in-
venzione scicntifica del processo estattivo). Infatti, in que-
sto rovesciamento di stampo clialettico, ogni atto che sem-
bra far progredire sempre di pir nel processo cli controllo
sulla natura o sulla nrateria si rivcla come un elemento
che accLesce la dipenclenza dell'uomo dalla natura e che
pone l'uon.ro sempre pii in balia cli quest'ultima.
impottante <listinguete tra questo processo, che
un processo di alienvione, e quello del semplice falli-
mento: nel secondo, l'azione umana viene nullificata, men-
tre nel prino cssa persiste
c cot-tinua ad operare come
libcrt, ma stata nlscostamento sottratta o fatta splrire
call'esterno, diventata una specie cli << libert morta >,
u,r escLcizio di < possibilit morte >. Non accidentale
clre qtresta descrizione irizialnente (it L'tre et le ant)
sia stata applicata all'alienezione tramite lo sgualdo de-
gli altri; infatti proprio al conflitto interpersonale che
Sarte si richiamcr come eserlplificativo .lel nodo in ctri
la nateria lavor.ata aliena l'uomo. Si tatta, esli dicc, di
qLralcosa di analogo ad una battaglia tra clue eserciti, in cui
uno ve[ga attirato in un'imboscata dove ogni tattica miljtare
prevista e crlcolata in anticipo dall'alto, all'interno di
un pi ampio piano stategico: in questo esenpio la mia
liber-t resta intatta, tria stata ritorta cd usata cottLo
cli ne (pp. 292 29i). Cos 1a matetia come una persola al-
tra da me, cl.re incoraggia il libero esercizio della mia prassi
per soggiogarn.ri e ridurmi pi sicuramentc in suo potere.
Quest'alienazione assume anche un'a]tle for.na, clovuta
all'idertificazior.re, di cui si gi par.lato, rra materia e
pum molteplicit o numero, dcve la lontc clcllr deviazio;.re
i.on vlt ticercata tanto lrelf intervcnLo di ciualche fattote
esteLno) quanto nclla ir.rconuollabilit clel risultato cli una
273
moltitudine di azioni e volont collettive cl.re operano tutte
insicme. Gii esen'Pi chc Sattle porta di cluesto pr-ocesso
sono il disboscanento della Cinr e f inflazione cl.e ha trava-
gliato l'Eulopa rinascinentale comc risultato del flusso di
oro spagnolo clal Nuovo Mondo. In enmambi i casi, una
moltitudine di azioni che prese individualmente elano po-
sitive (ogni contadino elimina clegli alberi ddla pr-opria
lefrx
Icr
rc rd. rlr colrivaLilel
otni conrlrli\t.rlnrc i J:ric-
cl.risce individualn.rente, incoraggiato da1lo stesso Stato), una
volta acldizior-rate 1'una all'ala clenno una somrna nege-
tivar privato degli alberi, il tcritorio cinese condannato
a sr,ibire i ritni ciclici delle sue ir.rondazior.ri devastanti; la
liqLLidit spagnola si srzrluta ad un ritmo spaventoso L'espe-
rienza chiave di questa spccie di alienazione sembra sja steta,
per 1o stesso Sarue, 1o scoPpio della seconda guetLa nton
diale, in cui un niiione cli libert sembLano cancclarsi
I'una con l'altta nclla totale mancanza di reazionc
re
Quc-
sta forma di alicnazione, che tae la sua origine clall'csi-
stenza stessa della collettivir, gir stara <lescrtta da
ingcls ir:r una <lelle sue lettere clel 1890, in cui dice: < la
storia si fa in modo talc che il risultato finale balza sem'
pre frLori dai conl'litti di molte volont singole, di cui cia-
sc,,rna stata determilrata com', cla triliadi di condizioni spe-
ciali di esistenza. Esistono <lunc1ue imumetevoli Iorzc che
s'incr-ocinno, esiste un numero infinito cli parllelogranlmi
di forze da cni esce come sultaflte l'awerimento stofico
Esso pu essere consiclelato a sua volt comc i1 prodotto
di una {orza c}re agisce con'le Ln tuLto) iu tnotJo ittcosccnte
c senza volizione. Perch ci che ogni silrgolo vuole viene
impedito cla ogni altro singolo, e ci chc ne risulta clual'
cosa cbe nessuno ha volrtto >
30.
La toLsione dialettica che
Y 1,1..1i.
Shrnria11s, 7 voll., Prtlgi, 1917 s., lI, pp. 252 ss
'
e i ro-
nrnzi dclLr seiie Lcs Chanrts tle la L;bltl,
jn p.rticohre lc J,friJ'
r0
Lrg:ls r Josctrh
]\loch, 21'22 scttcnbre, 1890, n Op.rc .l'fl/'' Ronll'
P.
l2ll.
2 /'4
questo modello ha subito , tutravia, tutta r.rell'idea chc,
anclre sc ognnno vuole la tuedesittta cosa, la quar-tit si
trasforma in qualit e pertznro in negazione della possibilit.
La forma dclf intefazionc umanl che corrisponde al do,
rrinio del pratico-inerte cluella dela seralit, tLn'altta
ancora delle nuove idee elaborate neila Crititluclt, Nelht
serialit (che si verifica quando
cli individui sono disposti,
irlati it << seric > invece d'cssere uniti in < eruppi >),
la caratteristica fondamentale dclla nia relazione con lc
altre personc qualcosa che potrebbe r;enite dcscritta
come anonimit statistica, con tutto ci cl-rc queste parolc
implicano, cio con il loro significaro cli isolaricnto e infine
di ptofonda r-rniformit de1 sirgolo con ogni alto. ?erci,
nc compielc la maggior pure clegli arti caratleristici dclla
civilt inclr,rsttiaic
-
aspett.rc un altobus, leggcr.e un gior-
nalc, fcrmat's ad un scmaforo
,
io sembro solo, ma in
realt non sto {acendo altro che ci cl.re ognuno fa nclla me-
dcsinra stuazione; e questa no una identitr esterna, ma
una identit intetna. Infatti faccio cli me un altro, o meglio
i'Altro, c delibcratanentc conformo il mio comportamento
a quello che immagino sia il comportamento dcll'altro. L'iro-
nla ontologica di questo modo di essere , naturalmente,
che nel menffe sto moclellando l-lle stesso e il ntio conpor-
tamento in conformit con l'esscre clelle altre pcrsone a me
cstcrne, esse stanno facenclo esatlainente la stcssa cosa;
infatti, non v' I'Alro, ma solo una regressone infinita,
unr infinita << fuga >> irr tuttc le clirezioni. Dicc Sartte:
<< Ogmilio cone sc {osse gli Altri nella misura in cui
egli l'Alffo <ia se stesso > (p.
lt1); e in questo scnso
la serialit una grande illusione ottica, una specie di
alucinazione colletriva che dalla solitucline inclividuale vie-
nc prorcttata in un csscLe inrmaginario pcnsato cone <r opi-
rrllo prcso ir esane rlcuni .spcrti di Joyce e lobbe GLillct rllr luce
di qestr c.,fcczoDe in no siudio inritohro ( Sefili! in llodcrn l-rem
tute>, Brl:nell Rrr;rrr', XVIfl, N 1, PriDiv,r 1970, pi). 6130.
275
nior.re pubblica >, o scnpJicemcnte come << loro
'>
Ma la
opir.rionc pr,rbblica non esiste, ed piuttosto 1a credenza
in cssa e gli effetti di questa credenza cl-re < uniscol-o )>
gli individui nelle serie.
La serialit cos un n.reccirtrisn.ro sociale di base; co-
nre tale rappresenta il fondamento ontologico della stati-
stica come scienza, quando la statistica scienza. la
suttura poLtante di fenomer-ri come panico o inflazione,
e non pu tlai esseLc a]ffo che imPotenza collettiva e
incapacit di reazione, dato che ogni individuo isolato
scnte che I'essere risiede altrove, frrori <1i lui, e I'azio-
nc seriale qualcosa a cui egli sj sottomette passivamen-
te. Infatti, imPortante sottoliLlearc come, in una situa-
zione seriale, le azioni dcgli individui scrvolro solo ad in-
tensificare la loro seriale nlancanza di reattivit, c come
questa azione, nella misura in cut altto nella sua stessa
origine, si fitorce contlo di loro cone una forza estranea
Pensate all'uomo chc ptoprio qurndo sta per aprirsi una sPi
ralc inflazionistica comincia a tesaurizzare il suo oro: ci cl.re
egli teme, in altre parole, cl.re miglaia di alre persone
nella sua stcssa sitnazione non vogliano, lxoprio
come sta
{acendo lui, ceclere 1'oro in cambio clella carta moneta,
provocando la svalorizzazione della carta-moneta Cos egli
un altro rispetto r se stesso, nclla misura in cui egli pro-
voca cluello che ten-re succecla in ftlturo' nella misttra in
cui conrp.ic ci che paventa sia fatto clagli alri
Data l'impotenza dei singoli ne1la situazior.re seli:ile,
{acile vedere cl.re la motivaziot.te chc sta dietro alla Ior-
mazior.re di gr,.rppi chc sjano davvelo tali non almo che
un morlo pet riguadagnare 1'rutouomia, per leagiLe alla
dispersione aliraverso Lln nuovo tipo cli unt e soda-
riet. 11 gruppo, pettanto, sorge sempre sulle rovine clella
serialit, c la sioria pu venire vista, alternativan'rente,
o
con're una perpetua oscillazione r. 1l'omcnti in cui esistono
dei gruppi veri e propri e monenti in cui v' la disper-
sionc scriale; oppl're, in certe
Partico]ari
fasi storiche, conrc
216
una complessa coesistenza di gruppi a varie fasi del loro
sviluppo e masse d'individui seriali che cir.condano i gruppi.
istuttivo pafagonafe questa opposizior.te di fondo
tra sec e gruppo con la sua plima forma, in L'trc et
le nant, dove lo stesso fenomeno era descritto nei ter-
mini d'una distinzione tra un << noi-soggetto > e un < noi-
oggetto,>. L, natuialmnete, il ruolo chiave nella for.ma-
zione di un tipo coletrivo di esser.e spettava allo sguardo
di rr terzo agente, all'osservatotc esteLno (che stato,
aturalmente, alla base della nozione di << terzo >> Ci c,-ri
si parlato nella sezione precedenre). solo quando sento
clre io, assieme a qualcun altro, divengo un oggcto sotto
lo sgulrdo di tale << teLzo >> che sperimento il mio essere
come un < noioggetto >; infatti allora, nella nosta reci-
proca interdipence nza, nella nostra infanria e rabbia, i no
sri esseri in ccrto senso si intreccirno negli occl.ri di chi
osserva dall'alto e che considera entranbi << Ia stesse co-
sa >: due rappresentanti di una classe o spccie, clue tipi
anonimi di qualcosa, duc lavoratori o c ,re intellctt.rali o
due americani o altro ancora. Allora il mio essere fuori
di rle, inesticabilmerte compenetrato con cprcllo clel nio
pdrtnel cos\ cor.ne il suo essere inesfficirbilmente legato
al mio, poich entrambi partecipiailo alle stessa situr.zio-
ne, allrontiamo un nemico cotrune, e ci sottomettiamo ld
una mutua alienazione o reificazione.
Il << noi,soggetto r>, invece, non una csperienza oltolo-
gica genuina, a quanro si ricava dalla ettura dell'oper.a pre
cedente; s tlatta soltanto di rin'espericnza soggetti\r: che
coincide con la coscienza che ne assumo, c non corrisponcle
a nulla cl.re sia oltre i termini cli qucsta coscienza. Ser.rza dub-
bio si tratta di una scnsazione reale: a teiLtro o confuso trl
;lrri te.rimoni ,lun i-cid.rrrc. Jnvrrrr.i'rc io
'in
sl'etrr.rlc.r,,
sieme ad altre persone, mi sento parte di qualcosa, plopr.o
cotne quando sono acl una riunione politica o ad una mani
festazione. N{a qriesto n-rodo di sentire non ha conscg'renze
pcr le personc che mi circondalro; e ci compi.ovato dal
277
fatto che
Posso
prov:1rc ia stessa esaltazione in perfctra
solitucline o quanclo nessun altro 1a prova ll lettore si
ricorder dcll'esperienza tnistica dell'< autoclidatta
"
r.rel
can.rpo di prigionia com' clesclitta nclla Narrsca: una spe-
cie di sentimento religoso di parteciPzlziore all'umanit
stessa, che pu porsi co[re il limite cslerno per questa
plrtic,rrre ilu':nnc
'li
ltl.e'tir:r o comu-ione
l,a pi veccl.ritr clescrizione corlisponcle per a:bastanza
da vicino all'esperienza delia serialit, anche se i suoi termini
r-ron scmbrano ancora acleguati. In particolare, la lelazione
delle clue strutlulc
(una or.rtologica e l'altra soggettiva) con
1a coscicnza o la consairevolezza non nlai stat:1 chiafa'
ll dato che la filosofia di Sarte tendeva a sopPrjmcre
il falso clualismo tia oggettivit c soggettifit, senlbre-
rebbe che il licorso al soggettivo comc acl un termine di
giudizio sia pi che alto o sopfattutto un segno di incer-
tczza tcoljca, di qLrclL'inceftezza teoiica che verr fugata dalla
Critiquc. I-a f.)nte di questo giudizio, ovviamente, l'iclea
c1i inautcnticit comc gi stata sviluPpata cla lleicLegger,
la nozione itlpetsolale clel < chiunque >> (il teclcsco << man >>
o iL francesc << on r>), l'uomo massa, le olle anonime c senza
volto che popolano lc strade e le fabbricl.re clel n.rondo
industriale. N{a in l{eiclegger c nei pteoccupati ctitici che
negli anni venli si scaglia\alno colrtro la civilt moderna
questo co[cetto era cssenzidlmenle intidemocra tico: Sar-t]:e
lo rovescia e lo litorce contro h classe bolghese'
Quello
che colpisce n.raggiornente
quaudo si parago-
nano tra di loro le due vetsioni che Sarue d ci questa
idea, che petsino il Sartre della prima opera lega imme-
cliatamente l'espcrenze clel noi-soggetto a quella degli og-
getti manufatti. In breve, potlcmmo di|e, t-ron v' ncssun
modo pcrsonale cli aplire nn baiattolo, di pelforare un
calteliino cli presenza, cli aprire un iubictto; ognuno di
.lLres'ii oggctti l.ra in s clelle programmaziot.ri impersonali;
Lrna seLie cli isLLzioni sLt cotrle <( chiunrlue
'>
devc usarli,
cosicch, ustncloli, noi perciamo la noslra ir.rcliviclr'ralit e
218
diveniano dei meri delegati di cluella < trasccndenza in-
Jiller.r'zinr,r - che il ro:soggeLro. Per,-rrrto in quc-
st'opera, come nella successiva, gli oggetti mi rimirLrdano
indiero riflessa la ei,r anonimit, il mio essere palte del
roi-soggetro; e dunqrre tutti i temi dell'opera successita
sono
-ri
impliciti ncll'opera precedente. Perch il lavora-
tore pu anche esserc solo con le cose, con i suoi su-
menti, le n'racchiDe e le materie prime; e tuttavia, nella mi
suLa in cui anche esse o fr-or-rteggiano conie conandi a pro-
durre un dato oggetto
Pcl
qualcun alrro, egli le sente come
La plesenza estrarlca, come il controllo, o l'osscrvazionc
di un terzo ai cui occhi egli e i suoi con.rpagni di lavolo
diveotaro ciegli oggetti. I anche il consumatote che usa
questi mar-iufatti si sentc <( un tuit'uno >, in scnso speLso-
nalizzato ed anonimo, cou tutti gli altri cl.re come lui com,
pLano eri usano Ia merce in qlrestjone. Dunque, perfino ir-r
L'tte ef lc na \t merce in s portatrice, sebbe-
nc in Iorrl a mascheLata, di relazioni interpersonali, di
conf:ltti interpersonali. Tuttavia nello schema di L'tre et
le ntaut Ia relazione-tra noi veniva tloppo tapiclamente as-
sorbita rel circolo vizioso delle relazioni inclividueli, e visLe
cone legata a modalir cicicl.re, secondo una prospcttivd i1r
clefinjti,,'a astorica. -i\ questo portava la terrrinologia adot-
tata inizialmente di soggetto e oggetto, e l'oscillazione tra
qucsti dne poli ne limitava le possibilit in moclo clrastico.
Nella Crit,1ue resta utra raccia di c]uest,r oscillazione ci-
clica e ca-"uale, rna la nozione di una totalizzazione ctescente
la merte in una nlrova luce e le {otnisce per la prima volta
Lrr r.l Llir (liL,-c cutcnticamctlrc .roricl.
Nella nuova versione cl.re nella Crititlue si d deila
formazione di un gruppo, il < terzo )> giocl un rLlolo at-ra-
logo a cirrello che zrveva t-rella creazione del noioggctto
(ed cvidcrtcrnentc crn in scnso plcpatatorio a questa fun-
zione che Sattr-e aveva introdotto dapprina quest'idea, in
relazione rlla reciprocit). Solo nella Critiqre ci che ini-
zialnerie scrrbreva rclativnmcntc chilfo c imnrediato su
219
bisce uno sviluppo di propot'zioni imponenti, una conpli-
cazione che scmbra lendere questo concetto oscuro quan-
to quello della rotazione tolemaica degli epicicli. Infarti,
quando arriviamo alla questione della dinamica di gruppo,
il problema di foudo che ci ttoviamo a dovet a{lrontare
quello della possibile autonomia <Iel gruppo come unir:
se l'espelicnza clel noioggctto, della parrecipazione di
gruppo e della solidariet ontologica con gli alri resta le-
gata allo sguardo aggfegante di un terzo, di una petsonl
ester-na, allora diventa diflcile immaginare cotrre il gruPpo
irossa
mai divenire una forza indipendente, visto che per
il suo essere dipendet setlpte da qualcosa cli estefno alla
sua logica.
E nor v' dubl:io cl.re alf inizio il gruppo addivicne rl'
l'essere oppctxexdorl a qualche terza parte, opponer.rdosi
ad una minaccia csterna di un qualche tipo. la parrra di
una azioDe repressiva da parte delle truppc reali (une mossa
sin-rile a quella che aveva provocato un [lassacto solo tte
nresi acldietro) che fa uscire l Fauborg Saint'Artoinc d -
la clispersione seriale e lo unifica in un gruppo che alla
fine potr impadror.rirsi della roccafortc chiave della Basti
glia (pp. 391393). Petci gi in questo primo esempio lo
stimolo esterno iniziale provocato dal terzo (il neuico, Ie
truppe del Principe de Lambesc) cede il posto ad un nuo-
vo celltro od oggetto comune, vale a clire la Bastiglia,
rro: no a cui i grrr11'o
'i
organizzl e si strullLrra
Ma questa nuovc organizzazione ilr s non aucora a
sua volta suficiente, percl.r anche la serialit ,:ra stra de-
finita in fondo come ulra sttuturazione di petsone att,lrno
a qualcl.re oggetto
(pratico-inerte) centrale. Il gluppo ha
bisogno di interiorizzare la sua unit in moclo pi rrdicalc,
e ci avviene attraverso 7'tetiotizzazione del terzo ele-
mento, inizid[rente esterno. Ora ogt.ti membro cel g[ippo
diviene un < terzo > per tutti gli altri menbri, e questo
ptocesso deve essere inquadrato non secondo sclemi sta-
tici, ma secondo schemi dinamici. Non si tratta cii una
280
forma fissata una volta per tutte, ma di un processo di ro-
razio;re c rivoluzone dei rerzi. in cui ognuno a rurno serve
da unificatore degli alri menbri. Ora i1 gluppo non deve
pi dipendere dalla presenza dello sguardo esrraneo o del
nemico: la stfLrttura si evoluta in n.rodo tale che il gruppo
ha in s la radice del proprio essere; inoltre tale stlut-
tura profondanente denocratica, poich non vi sono
leaders, ma solo agitatori (in alrc parole, terzi cl.e tentano
di verl:alizzare i sentimenti e gli scopi iurpliciti del grup-
po), e a questa fase dello sviluppo del gruppo ognuno
ugualmente un memblo, o u1t < terzo >.
Nonostante questo modello sia complicato, penso che
cl.riunque ab:ia avuto un'espelienza esistenziale dei gruppi
non dar ur.r giudlzio negativo sulla fedelt di questa de-
scrizione fenomenologica dei sentinenti cl.re realmentc un
gruppo prova. certo che quanclo prendiamo parte ad unl
genuina azione di gruppo siano nel medesimo tempo sia
osseNatoti che partecipanti, scbbcne in ploporzioni dise-
guali. Sentiamo che il gruppo qualcosa di pi ampio
di noi e che noi possiamo ossetvatlo negli altri dall'esterno
(e qui siamo noi a funzionare comc terzo per gli altli
componenti del gruppo); ma anche, soprrtttto quando sirr'
mo noi ad essere direttamcnte coinvolti in un'azione, che ve-
niamo ossetvati cone facenti parre del gmppo in questione.
Cos dicasi per la distinzione cruciale tra leadcrs e meri
agitatori, distinzione che dovrebbe risultare eviciente dal
modo in cui, iu qucsta {ase, le azioni o le parole d'orclinc
proposte deuano in qualche modo corrispondere ed espii
merc ie intenzioni profonde del grLrppo stesso; infatti r.ron
il prestigio dei leaders che fa s che venga adottata questa
o quella Jinea d'azione, ma, piuttosto i lcadcrs godono del
rispetro oroprio nella nisura in cui riescono ad anticipare
c ad esprimere il pensiero non ancoLa formulato del gluppo.
Tuttavia, in particolare quando la vita del gruppo si
estende nel tempo, i'interiorizzazione del << terzo > non una
garanzia suflciente dell'autonomia clel gruppo, pelclr il
281
pericolo da combattere, che favoriva la formazione del
gruppo, pu sparife od esseLe n.omentaneamente debel-
lato. La Bastiglia cade, il nemico batte in una prudente
ritirata. Ora, sebbene i vari membri del gruppo possano
essete tazionalmente consapevoli del farto che il pericoo
non stato del tutto elimir.rato e che le truppe del re po-
tebbero ad ogni istante ritornate con ir.rgenti rir.rforzi, la
presenza del 1leflico 1]on pir l a mantenere il neces-
sario senso d'urgenza, e i men-rbri clel gruppo sono ten-
tad di l3sciarsi andate alla deriva del1a loro vita privata,
nella dispersione seriale. a questo punto che, tallorzan-
do il sistema della rotazione dei tetzi, il gruppo interio-
rizza 1o stesso pericolo, mediante la forma de
Elutattento
La forma classica o paradigmatica di questo vincolo natu-
ralmer.rte il gioramento clella palla-corcla, la sua finalit
quella di mantenere, mediante una pura determinazione in-
terna, quella coesione che ptececlentemente era stata ben
poco di piir che una risposta ad uno stimolo esterno ll giu-
ramento originario cl.re in.rpegnava i membti dell'Assemblea
Nazionale a <r non sePatatsi mai e a riunirsi dovunque le
circostanze 1o dcl-riedessero fino a che non fosse stat ela-
borata e posta su solide basi 1a Costituzione >> ha il pre-
gio, che a i-roi interessa far rilevare in qucsto contesto,
di andare olte questo momento n caldo > della fusione
clel gruppo, e rli proiettrsi gi vetso i momenti de1 tr raf-
freddanento > e della istituzionalizztzione. Quello
che non
detto iu questa formulazione, ma in.rplicito nella stessa
natura di un giuramento, come un corollatio necessario,
il periodo del Tetrore: poich il giuramento ha in s
il suo principio di costizione, e inplicitan.rente ogni mem-
bro s.,ggella il patto col pegno della propria morte, se ir
futuro dovesse rompere l'unit del gruppo e tradirlo Ogni
membro, qr-rindi, in certo senso, consente anticipatan-ente
all'avvento del Terrote.
Questa
componente del giuranento seinbrerebbe a
prn.ra r.ista giustificare 1'accusa di ultra-bolscevisno for-
282
nuata da {erleau-Pont1' contro Sartre
(tale accusa ven-
ne lanciata a Sartte non sulla basc ,ella Critiqtte, che
Merleau'Ponty ud soltanto sotto forma di lezione, ma sul-
la base di Les Cotttrttutistes ct la paix); infatti in questo
Dodo, col.e nei processi ePurativi degli anni Tfenta, i
figli dela Rivoluzione implicitamente chiedono di essere
clivorati da essa e giustificano in anticipo la propria eli-
ninuione. Tuttavia la teoria di Sartrc, in quanto descri-
zione feromcnologica, non ha altra pretesa che di spie-
gare a rrdice empirica di ciuel reale senso di necessit
pressante, tipo vita o morte, che un gruppo-in-fusione si
autoconfefisce, Egli, oltretutto, sottolilea espicitamente
il fallimento dcl Tertore in quanto tale: < Delle due pos-
sibili ncgazioni del gruppo
-
prassi individuale e seria-
lit
-
la plima, come abbiamo visto, costituisce il mo-
trento della rca\izzazione dell'in-rpresa comune; una nega-
zione onrologica ed una realizzazione pratica; I'alta una
negaziore defir.ritiva, ed contro questa che il gruppo si eta
formaro originariamente. Comunque, la prima di qucste
negazioni che si pu sosPettare d'essere ii meccanismo del
Terrore,, (p. 57S). Cos, data la sua stessa stnttura, il
TeLrore non riesce a raggiungere gli scopi che si era pre-
fissati. Nrto da un tentativo cli prevenire il ritorno della
serialit e dclla dispersione, si trova invece im'ischiato
nella liquidazione delle libert personali. Invece di tioeare
l'originario nomento di fusior.re <Iel gruppo, invece di tor-
nare al prin.ririvo momento della grande euforia e della coe-
sione <i glrppo, il Teuore ha come esito solamente quel
progressilo abbandono della Convenzione che descritto
con tinre cos vive da Michelet, con i suoi seggi vuoti, la
pesante assenza delle voci famose, I'in-rmagine
-
caficata
anche d! suggestioni psicologiche
-
di Robespietre e dei
:r,oi
.egu.:ci l.t"cinti ora so]i con sc .tes"i.
N{a ii Terrore solo una parte clel gilrramento, che,
nel pensie|o di Sartre, gioca un po'il ruolo del cotratto so-
283
ciale
3'?.
Persino lc difierenze con Rousseau rientano in
certo qual n.rodo nello spirito di quest'ultimo. Rousseatt,
naturalmente, pensava in termini di una comunit pir am-
pia, di uno stato o citt-stato, mentre il concetto sar-
tiano di gruppo aspira ad unit pi piccole, a gruppi
da guerriglia, e ha perfino la tendenza, come vedremo,
a precludere la strada al concetto di classe sociale come
attrice della storia, senza dire poi di unit astatte cone
quella di stato o societ o nazione. Tuttavia, nel con-
cetto di Rousseau era implicita una riduzione della societ
vitale a proporzioni relativamente maneggevoli come quelle
della citt-stato; e nell'ulteriore riduzione operata cla Sartre
che porta ai piccoli gruppi, alle proporzioni di realt vis
sute, relativa[rente esistenziali, si riscona lo stesso tipo
cli spirito, anche se adeguato al diverso momento storico,
alla diversa fase di sviluppo della borghesia, quandc non
vi sono pi nnit nazionali o sociali, ma solo un guazza-
buglio di gruppi e residui di gruppi, di collettivit seriali,
che coesistono simultaneamente.
a questo punto che Sartre, tentando cli integrare
nel sto schema l'inteta dimensione del tempo storico (in
tetmini esistenziali: la successione elle generazioni nel
tempo), si afiaccia a quelle che per lui sono forme spe-
culative relativame[te nuove. Cos, la uascita stessa di
viene l'implicita pronunzia d'una setie di giuran.ren:i, di
una serie di affiliazioni a gruppi. Il battesjmo del r.reo-
nato (al posto di quello dell'adulto coltsenziente) sirnbo'
leggia questo processo che permette al neoneto sia di ve
nire accolto subto nelle pi ampie unit dei gruppi e sia
di consetvare la continuit delle istituzioni sociali, otre a
evitare al bambino la sospensione in ulro .< stato di na-
tura >: <1 il battesimo rur modo per creare la libert
pei i'individuo comunitatio [questa la definizione sar-
tiana per incicare il membro mediante giuramento di una
comunir gi costtuita] e allo stesso tempo un fitto che
gli attribuisce la sua funzione nel gruppo e che lo m-
mette in una relazione di reciprocit con gli almi membri >
(p. ,191
n.).
Questa
difesa di una continuit sociale in.r-
plicita, di una conservazione implicita delle istituzioni, pu
darci l'impressione di un elenento contadditorio, che re-
pugna con lo spirito <lell'esistenzialismo di Sartre; ma, al
contrario, io credo cl.re f idea di contratto sociale sia stata
adoperata tanto a fini conservatoti quanto a fini radicali
-
e lo stesso linguaggio di Sarre n.ostra qualche esitazione
a questo proposito (< Sono solito pensare che questo ta-
gionamento riiletta quale tipo di titnido conformismo o
paura... >). Esso nondimeno un passaggio esscnziale nella
sua argomentaziol-re, con1e vedLemo tra breve, poich a
continuit del giuramento, implicita od esplicita, il mezzo
mediante il quale si tramanda di generazione in gencra-
ziolre una eredit ili colpevolezza, il mezzo mediante il
quale la responsabilit individuale nel presente viene au-
mentata clal peso clelle responsabilit di classe del passato.
Con il concetto di giuramento si cotnpleta la descri
zione della stLllttura del gruppo-in-fusione inizlale. Ota
dovlcbbe esscre clriara la di'tinziore rra gtuppo c serjr
lit: mentre nella setialit nessuno eLa il centro e pe tutti
il centro era sempte altroue, nel gruppo ognuuo il cen-
tro. il cenrro dapperLutto. p"e'ente ovunque sia pte-
sente un n'rembro del gruppo. in questo senso che la
formazione del gtuppo rappresenta per i suoi membri un
recupero del loro essere perduto, della loro dispersione
seriale e individuale nel mondo. A livello mitico, la for-
mazione <lel gruppo e l'assunzione del giuramento sono,
ir.r termini sartriani, << finizio dell'umanit > (p.
45i). Ora,
pef la prina volta, gli uomini in certo qual modo sono
auto-determinati, si pongono a {ondanento del proprio es-
sere: mediante la solidariet reciproca essi hanno supe-
r:
Vedi C.o.,L LAr.,s\rDr ,
\.,...(.r
Ror.,e,r i|..1( rltl

pl)iqws, xvl], N. 4 (Inverno 1962), pp. 511-511.


284
285
il decentramento dell'uomo se'iale alienato in oggetti e in
altro-da-s.
Forse vale la pena, in queslo
Particolare
nomcnto in
cui pi, diilusa e sentita la mistica del gtttppo, soffer'
marci a valutate pir da vicino il moclo in cui Sartre
sviluppa la nozione di azione di grtrPpo e quello cl.re il
suo presupposto, cio il concetto di rivoluzione, che im'
plicito nelle sue descriziotli e nel suo frequente ricorso
aila Rivoluzione Ftanccse come paradigma del compotta-
mento di gruppo. In ci, evidentemente, egli rappresen-
tativo cli un'amiria correntc di pensiero nella vita intellet-
tuale della Francia di oggi, che pu essere clcscl:itta come
nostalga livol,rzionaria e chc dominata da un lrito dc-
la rivoluzione sovraccarico di
','alori
Uso la parola mito
non nel senso negativo di qualcosa clie richieda la demi-
stificazione, ma anzi aLtribcndogli
quel significato posi-
tivo di regolatore ed organizzatole dcll'espcrienza che l.ra
ass..rrto otmai ne1la ctitica lettelaria lmcricana; sono, in-
fatti, clell'awiso cl.re questa nozione di rivoluzioue possa
venire meglio colrlpfesa uol tanto in termini direttlme[te
politici c teorici, quanto ploprio in termini di temPo e
narrazione) vale a dire cntro quelle che sono in dcfinitiva
delle categorie lettet:alie
In altre parole, partia o clail'ipotesi che la ri'ioluzione
caPita non tat.rto in termini di contenuto quanio in ternini
di forma. E se infatti il potele clelf idea rivoluzionaria
provenisse tanto clalla nuova riorganizzazione temporalc
dell'espcrienza da essa promosso. quanto da tutte le con-
seguenze pratiche clte da essa dcrivano, come gli efletti
derivano dalla causa?
Tutro ci evideute nella stol-iogralia quanto in nes-
sun altro luogo. La dillcrenza fondamentale che intefccrre
tra stofia accaclcmica e storia trarxista consiste, a n-1o av-
viso, nel tipo di ritmo cl.re ciascuna di esse stxloiliscc tra
286
conseLvazione e rivoluzione, tra costume sociale e caml:ia-
rnento sociale, ffa la continuit e la brusca rottura nella
trama della stolia. Per lo stolico accademico, cos come
in generale per il conservatore, la verit della vita sociale
consiste in un certo clual strato profondo di permanenza, in
una lenta c organica continuit la cui prima immagine e
ritno deriva da1lo stesso ciclo dci campi dell'intellettuale
proprietario temiero. Soltanto pagando questo prezzo sono
possibili delle descizioni sinoonicl.re della storia.
Infatti in cl.re altro modo sarebbe possibile, per dirne
ut-ra, giustificare uno storico cl-re descriva la sltuazione in-
glese negli anni 1740? Tuttavia l'esperienza di vivere in una
decade storicanente rilevaute e <Dumerata> clualcosa
di cui sul motrlento non ci accorgiamo: un'illr-rsione
ottica dello stotico, un miraggio dell'csscre cl.rc viene
proiettito sul perioclo storico ir.r questio[e a cose fatte.
Pertanto i personaggi di Sartre e Sattie stesso vengono
copiti, alla fine degli anni Trenta, clalla scoperta che per
tutto quel perioco essi sono stati << una r> generazione, che
ha vissuto in un periodo cl.re passer ai libri di storia cone
il periodo << tla lc due guerc >: quanto a loLo, avevano
soltanto pensato, ciurante quegli anni, di star vivendo.
Di fronte ad una rottura con.rpleta della continuit lo
storico cor-senratore cerca di riassorbire tale fottre eno la
contir.uit stessa: cos Taine ci dimostra che nelle sue strut-
ture portanti (centralizzazione, lazionalismo) la Rivoluzio-
ne non stata qualcosa di nuovo, ma solo il complcta-
mento di un ptocesso catatteristico de1 diciottesimo secolo,
cio il con.rpletan.rento de]lo sesso .nciert rgine . Cos\ la
Rivoluzione diviene solo una dclle tantc manifesrazioni
dcl diciotte sino secolo.
Pe" 'r sLorjog"rfia nrllr i"r r. J'afrro cJnlo. 'a
l
ernr-
nenza e la contilruit sono illusioni, mentte il cambia-
mento c il corflitto solro la realt.
Questi
due modi di
accostarsi al passato, in{atti, ril.lettono una specie di al-
temativa gestaltica, in cLli tutto il panorama si trasfor-
287
ma a seconda di con-re noi vediamo la stolia; o come
DD contiftut:1l? solo occasionalmente trbato da degli scon-
volgimenti o come una costante intefazione di contraddi
zioni nascoste, una perpetua, sebbene dissimulata, violen-
zl che nppare ala.trperficie di ranLo io t3nlo con)c Ln
segnale di quella che ia natuta della realt sottostante
(Lo stesso concetto di continuit , natutalmente, ideali'
.rlico, e viene criticato sia da esistenzialisti c1.te da mlr-
xisti secolrdo i rispettivi punti ci vista).
Cos 1o scandalo dell'eveoto rivoluzionario agli occl.ri
della storiografia accademica consiste nella radicale novit
che esso oflre alla narrazione storica. Nella continuit
della vita ordinaria, nella vita del costune o della tradi-
zione, non c' nulla cl.re Lealmente cambi o accada, non
c' {ondamentalmente r.tulla da dirc ir: senso nrrtttiua: vr
sono solo << istituzioni >> da un lato e storie di vita indivi
cluale e casuale dall'altro, storie che pertanto perdofio per-
sino quella clensit esistenziale che possiedot.ro e divengono
\neti eset pi delle istituzioni stesse
(la vita di ur contadino
del Medioevo, la routine giornaliera clella moglie di un
borghese de1 diciassettesimo secolo, e cos r'ia)
La peculiarit del momento rivoluzionario consiste ncl
fatto che, per la prima volta, la storia vi assume la forma
di erc-ti rrrrrbili, si livch conre proccsso. co'un inizio.
urr momento intermedio e una fine, segna rul passaggio ad
una organizzazione temporale r-ruova e qualitativamente di-
versa. Abbirmo gi visto in un cPitolo precedente come per
Lukcs il tomanzo fosse nl mezzo pet recuperare ed orga-
ntzzare tl temPo scnza sco;ro e alla deti'ta
(esislex:iela)
dell'individuo e per dnrgli una specie di significato rituale,
quantunque con moc{alit e con fottae immaginarie ll
n.omento rivoluzionario fa tutto questo nella realt, me-
cliante la nuova relazione che si forma tra I'individuo e
la collettivit e meili,rnte la conseguente traslormazione
del ten.rpo inclividuale. Iu alre parole, mente nelle condi-
zioni ordinarie di un tempo pacifico v' ancora una diver-
288
sit tra la vita reale e la mera esistenza, o tra l'esistenze
genuina e i periodi di tempo mortoJ questa distinzione
viene soppressa dal continaua rivoluzionario in cui ogni
cosa
-
tutti i gesti ed i pensieri, le routines, le decisioni,
la vita privata tanro quanto Ja vita pubblica
*
enta da
questo momento in rapporto con il processo rivoluziona-
rio. si riorgenizza atLorno ad esso e vienc culomaticarnente
ivalutata, dal suo affiancame[to o giustapposizione con
l'evento rivoluzionario centrale.
Questo
processo totale, che Malraux (in L'Espoir) ha
definito come apocalisse, coinvolge per la prima volta
l'intera collettivit, che essa 1o voglia o meno. Il periodo
di g',rerra sembrerebbe essere uno stato analogo di mobi-
litazione totale, ma , owiamente, un fenomeno provo-
cato dall'esterno; invece il momento rivoluzionario, che
nella misura in cui violenza {ondamentalmente una guel-
ra civile, contiene in s la propria causa e le ragioni della
propria esistenza.
Questa descrizior.re, per altro verso, sembrerebbe pri
vilegiare indebitamente il processo del cambiamento a spese
della natura reale della stessa trasformazione socio-economi-
ca; infatti si porebbe pensare che dove il momento rivolu-
zionario diventasse fine a se stesso, cofie una specie di apo-
calisse o di euforia di gruppo, come una rasfigurazione del-
I'esistenza piuttosto che come uno sttumento per trasfor-
n'rare un sistema di produzione o dei rapporti giuridici, 1,
allora, non vi sarebbe alcun modo per distinguere il valore
di un'esperienza di gruppo da un'alra, e ancora una volta
senbrerebbe attuale la vecchia polemica tra comunisti ed
anarchici. Ed infatti attuale ancora oggi, e non solo in
Francia, nel1e difTerenze teoriche tra i movimenti studente-
scl.ri e le vecchie siniste istituzionali; e si potrebbero rifor-
nulare in termini temporali le citicl.re che fa Piero
Chiodi, quando si oppone alla israntaneit insita nel con-
cetto di gruppo sartiano, alla sua mancanza della dimen-
sione temporale, o al suo modo di sperimentare il con-
\.
289
cetto di tempo e cambian]ento, di dure, solo coll-le lrn
deterioramento graduale rispetto a quel momento iniziale
di intensit che contaddistingueva la formazione del gruppo.
Possiamo dite tutto questo in un altro moclo facendo
rilevare che ci che pi ci afiascina nella RivoLuzione
Francese del 1789, ci che la rende cos utile con.e pa-
radigma e sembra gir.rstificare platealmelrte I'uso continuo
che Sartre ne fa nel suo libro, consiste proprio nel suo
carattere barghesc; infatti questa rivoluzione assume Ia for-
ma di una cor.rquista del potere politico da p.irie della
bolghesia, e venne interptetata sul palcoscenico
"lcile
{or-
me parlamentari. Da qui deriva l'importanza che in essa
asslrmono i < personaggi >> in senso narrativo, ie indivi-
dualit: in{arti era sia per il loro linguaggio orrtorio sia
per il r'alorc en.rblematico clelle lolo personait (gli appe-
titi di Danton, il rigore di Robespierre) che essl
Porerono
giocare un ruolo in quell'< astuzia della storia
'
che fa-
ceva s che la Frar-rcia si trasformasse da uno stato gerat-
chico, feudale ed assolutistico ad uno stato centralizzato
nelle mani della borghesia. Pertanto la Grande Rivoluzio-
neJ come la forma di lln romanzo, come la scn.r:e o i
grandi sistemi della filosofia idealistica, implicitamente
governata dalla categoria dell'individualismo borghese
(o, se
cos preferite, dall'utnane sittto), e ci le permette cli lenire
naffala nella forna di un taccollto
-
ne un esemplo
Michelet, la cui grande storia non ha nulla da invidiare ai
racconti dei romanzieri sLloi contemporanei
(Balz,rc, Dic-
kens, Flaubert).
Vi sono, ir.roltre, anche altrc categorie letter:aiie che
poftebbero venire fluttuosameflte applicate ala nozione
di rivolnzione: ad eseurpio, quella clel pu to tli uisl4.
Questa
categoria, che implica cl.re noi dobbiamo possedere
una posizione o situazione di pa'-te persino nei confronti
del passato, gi implicita in quella distir.rzione logica
tra soggetto e predicato del processo storico, dalla quale
Marx deriv tanti strumer.ti d'analisi, dopo averi:r it.tizial-
290
mente colta in Feuerbach (ad es., il proletariato il soggetto
efiettivo o il nlotore del plocesso storico). Ci vuol dire
che persino nello studio del passato, nella nisura ir cui
t,xt'dto colie un rdccanto, siamo obbligati clalla lorma
stessa ad assumeLe una posizione. Pertanto il Gricault di
Aragon, sentendo nel buio una complicata cliscussione ta
i cospimtori rivoluzionari, si ritrova costretto ad adottarc
un punto di vista pet' arrivare a comprenderli:
"
Qui,
per
seguire /a trdlnt le l'ambiguo ternine historie designa in
francese sia la clisciplina storica che la storia cotrle raccontol,
Theodorc dovette predisporre la sua nrente in un modo o
nell'altro, la sua simpatia clovette anclare a questo gruppo
cli attori opponendolo all'alto. E la sttanezza deila cosa
colrsiste ne fatto che questo Moschettiere del Re, questo
Don Chisciotte del mondo di ieri un mondo che oggi
stl sparendo ad una velocit imptessionante
-
nell'udire
clueste opir-rior-ri contrastantij sembrava metrersi calla par-
te di Napoleor.re come se egli fosse preoccupato cicl fatto
che quesri 'nessLrlro', questi miserabili, questo prete,
qesti cittadini borghesi, qncsti lavofrtori, potessero non
capire il nuovo ruolo che I'Inperltorc stava assuin:ndo.
Ilgli temeva che la comnedia non avesse il finale che egli
clesiderava, ed in ci era spiritualmenrc vicino agli spet-
tatori dei loggior.re che si lasciano trascinnre al punto di gri-
dare all'eroe che recita suila scena per avvertirlo che il
taditore gli sta alle spalle...,>33.
Qrii,
Gricault, come te
stimone, non fa altro che riprodurre la situazione del let-
tore di un tomanzo storico che guar<a deno gli eventi
cone spettatofe ed cosettoJ clal meccanismo clel punto
cli vista, alla conplicit con gli atti di cui testinone.
La relazione tra storia e situazione o prnto di vista
cl.re clir si voglia, il punto str cui si concenra I'attacco
alla velidit del pensielo srorico sletrato, in occasione
r
louls ARnco^-, Hob Vcck, trad. H. Chclrlier, Ncw York, 1961, pp.
:95 299.
29r
,eIIa CritiEre di Sartrc, da LviStrauss, che sottolinea la
dipenclenza dell'analisi stotica dalle prese di posizione Tutta-
via, nella misura in cui tute queste prese di posizione o pun-
ti di vista alternativi vengono concepiti come il lnoderno
arco delle posizioni, dall'esttema destra all'estrema sini-
stra, che si sono per lzr prirr-ra volta afticolate cos ampiamen-
te nella rivoluzionc ftancese, le r.rostre possibilit di punto
rli vista e di idcntificazione clivengono sempre pir incon-
rollabili man mano che un evento si allontana di pi nel
tempo. Conptendere la lronda, per esempio, diventa un
tremendo sforzo di determinare a chi appattiene il legittimo
< cliritto alla rivolta >>, chi rappresenta ii privilegio e chi
I'attacco al privilegio, <( Pettanto basta che quela storia
sia sempre pj lontana cla noi nel tempor o che noi ci
si allontani da essa con il pensieto, perch essa non sia
pir interiorizzabile e perda quella sua intelligibilit che
era solo un'illusione sorretta da una precaria interiorit >
rt
Pel quanto
Possa
suonaLe scandalosa u'argomenLazione
di tal fattn cial punto di vista clclla storiografia accade-
mca o << oggetriva >>, mi sembra che nell'intelaiarura cel no-
smo discorso possiano anmetterne la validit, pur senzaJ
Pe-
ralto, arrivare al punto di inficiare il pensiero storico nel-
la sua totalit. Perch tutto cluesto si riduce poi ad aflermare
che noi stessi siamo dotati di punto di vista o siluazioxe
solo in rapporto alla storia borghesc, e che la stolja in
quanto tale ha assunto un significato unilario o << toalz-
zao ) solo a pttire dall'avvento del capitalismo; c1.re noi
pcssiano accostarci al
Passato
che precede I'avvento della
epoca borghese e ai suoi monllmenti artistici solo nedian-
te analogie e paganclo il y;tezzo cli un adattamento
(o
traduzione) di ciuelle opere dcl passato alla nostla sit!ra-
zione socio-economica. comunque certo che il problema
del punto di vista r.rel passato tra i problemi centrali
r+
Cr.,rrjrs Lrlvr Srn.russ, Ia Pcrse stltrarc
(Ptis,
1962), p. lis lcff.
c(l. ;irl., {il.no, 1!)-1, !p. 26ss., Pifric
p 2TT)
292
che Sartre dovr risolvere neIla Critque, a scanso che la
storia non finisca per dissolvcrsi in una serie di movimenti
di gruppi tra di loro irelati e in tin complesso di eventi
di.continui. L enole di Lri $11.1u.t. corrun.lue. coosisre
non tanto nella nozione cl-re i lontano passato precapita-
listico inaccessibile al pensiero storico in quanto tale,
ma piuttosto nel'idea cl.re noi possiamo, in qualcl.re modo
leale e non fittizio, venire << rimossi >> dal nostro presente
storico del capitalismo nonopoiistico postt[dusriale, che
in qualche modo si sia ancl.re liberi di xon capire gli even-
ti sccondo una modalit storic contemporanea a qucsfa
forma di capitalismo. Possiamo meglo comprendere que-
sta posizione se la sovrapponiamo a quella di Luhcs in
S/oria e coscienat di classc, dove egli dimostra che il pro-
letariato e il partito clel proletariato sor,o sia teoricanente
che praticanente i portrroti della sroria, proprio nel senso
che essi olllono il < punto di vista )> potrante.
Ma stato prima 4iche1et ad intuire le conseguenze di
cl,resto problena e ad elabotarle nella sua prarica storica.
Coine Balzac, ar.rcl.re Michclet ht anticipato le trasforma-
zioni neccssarie nclla categoria deI punto di uistd qvaado
fosse sollevata clalla storia ciella vita individuale a quel-
la della collettivit: < ogni
luzione fino ad oggi, > dicc
(history)
ella Rivo-
conclusione, <( stata
cssenzialmente monarchista. (Fosse
in favore di Luigi XVI
o in favore di Robespierre). La presente storia la prima
che sia repubbiicana, la prima che dissacri idoli c dei.
Dalla prima pagina all'ultima essa lra avuto un solo eroc:
il popolo >
3s.
N{ichelet segna, perci, il passaggio dall'in-
dividualismo (con
il suo implicito < culto della per.sona
lit >) ad un nuovo tipo di narazione collettiva cl.re, queli
che siano le diflerenze nel contenuto stotico (popolo,1,8)3,
pinttosto che prcletaridta-I923
)
formalmente identica a
r5
Julrs 4rcr[rrr, Histoit. .lc ln rirhtiat l
"eaise,2
voll. (paris,
r952), I, 991.
storla
nella
293
quella proposta da Lukcs. Il risultato che i ritratti clei
singoli personaggi, attraverso i o,uali noi siamo testimoni
degli cventi, subiscono un
Processo
di reiativizzazione del
tutto mLoderno, nei suoi caratteri letterari Noi prenclia-
mo ancefe posizione, ma, con-e nel sistema sartliano del'
la torazione del telzo, non siamo pir portati a sinpatiz-
zare per un singolo attore Noi ci edilchiamo i nostri
eroi e poi 1i la.sciamo spictatamente cadere; e da questo
prnto di vista la nostta stessa lettu|a un rifiuto di quelle
petsonalit individuali cui siano istintivamer.te cos attacca-
ti, ed gi di fatto un addesramento a nuove forme di
esistenza collettive. Ma lasciamo che sia Michelet stesso a
desctiverci la sua pratica, poich egli ben consapevole di
cluello che sta facendo: <r Noi laranente abbiamo dato
un giudizio totale e generico, Laramente abbiamo ffacciato
un trutto per gusto del riatto; tLrtti, o quasi tutti, so-
no rittatti ingiusti, quasi il risultato di una media delle
componer.ti cli un personaggio ad un clato momento, dove
il bcne e il male si annullano l'un l'altro e si falsificano
a vicenda... Quanti
uomini in uno solol Come sarebbe
ingiusto stereotiPare ir.r una imti.ragine dcfinita questa crea-
tura variabilc! Rembrandt ha fatto, se non erro' una tren-
tina di autoritatti, tutti simili, tutti diversi. Io ho seguito
1o stesso metodo; sia I'arte cl.re il senso di giustizia mi
spingcvano in questo scnso. Se vi prendete la briga di
seguite ognuno dei grandi petsonaggi lungo questi due
volumi, vedrcte cl.rc ognuno un'intera galler-ia di schiz-
zi, e che ognuno di essi viene titoccato a seconda delle
moclifiche morali e psichiche che ha subito. La regina e
Mirabeau ci vengono dinnanzi pi e pi voite, in cinque
o sei momenti diversi; ecl ogni volta vediamo che il tem-
po li l.ra segnati. N{arat sen]bra lo stesso, 1na ha delle
caratteristiche mutevoli, tutte vete, sebbene tutte diverse'
Il tiriri<lo e sconsolato Robcspierre, appena colto di sfug-
gita nel 1789, si ptesenta di profilo nel Novcmbre del 1790
in una assemblea serale, alla tribuna dei gircobini; diamo
291
cli lui un rirratto a turto toldo (nel maggio del i791) al-
l'Assenblca Nazionale, clove egli magistralc, dogmatico,
gi pieno di minacciosit. Abbiamo cos datato scupolo-
samente e pu[tigliosalnenre gli uomini, e i problemi e i
monen;i cli ogni uomo. Con nsistenza abbiamo fatto no-
stra un'idea che ci aveva pro{ondamente colpito e cl.re sta
alla base cel presente lavoro: la storia tcxtpo >>36.
l1 punto di vista, naturalmente, non la soia cate-
goria letteraria di rilievo che ci permetta di studiare il rrro-
mento rir,cluzionario e la sua possibile storiografia. Anche
la stessa struttura tempolale entra in gioco nella scelta,
cruciale e tuttavia inevitabilmentc rtficiale, dell'intelaia,
tura, del trrglio cronologico, dei punti essenziali cl.re la nar-
razione deve atffaversare. La sroria della rivoluzione fran-
cese solitanente vicne fatta iniziare con gli Stati Generali
(o con le elezioni per la loro convocazione) e viene fatta
tern'rinarc con la morte di Robespierre
-
e in questo 1o
stesso Michelet seguiva uno schena ormai invalso, Tutta
via significativo I'efTetto di questo taglio: ir.rfatti la coin-
cidenza clella cacluta di Robespiene con la fine stessa della
Rivoluzic'ne implica che il Terrore sia stato tutt'ur.ro con
essa. Si tratta di una implicazione inscritta nella {orma stes-
sa dc1 racconto; e persino uno scrittore ostile a Robespierre
ed ai giacobini come Michelet, viene a trovarsi, coinvolto
rlal suo stesso schema temporalc, in un atteggiamcnto di
sin.rpatia verso Robespicrre al momento della sua caduta.
Che si ratti cli qualcosa di piii di una nrera questione lette-
raria evidente quando si paragonino queste storie ad una
storia che sceglie una struttura temporale del tutto diversa,
come il caso dell'opera di Daniel Gurilr, cui si accennato.
La lulte tles cJasses sous la prenire publqte
-
I'omis-
sione della parola livoluzione nel titolo gi tutto un pro-
gramma
-
comincia con ii ministero delia Gironda e fini
sce non con la caduta di Robespierre, ma cor-r l'csecuzione
,ii
flrihrc ee Lr latan
h.t"ctite, I,2902r1.
295
di Babeuf. In sostanza, Gurin ha riscritto lo schema
classico della Grande Rivoluzione seguendo le diretrici
o$erte da Marx nel Diciotto Brunaio, descrivendo cio
l'ascesa al potere della vittoriosa classe botghese cofle una
sorta di operazione fr,nanziatia. In questa nuova lettuLa
della Rivoluzione la figura e l'azione di Robespiere di
viene funzionale alla rimozione di qualsiasi elemento
-
fos-
se controrivoluzionario o genuinamente popolare
-
so-
prawissuto ad ostacolare il controllo della borgl.resia; e rua
volta che cluesta operazione velrne portata a termine egli
stesso non serviva pir e poteva venire sostituito da chi
doveva godere dei frutti della sua it.rpresa, vale a dire dal
Direttorio. Pertanto, la sua morte non rappresenta il mo-
mento finale del processo reale di fondo, ma solo zrzo dei
suoi momenti, e la rivoluzione stessa non ariva di fatto ad
arestarsi fino a che il fallin.rento della cospirazione di Ba-
bcuf non elimina dalla scena le ultine forze progressiste,
Questa
analisi l.ra il nerito di non farci dimenticare che la
parola rivoluzione profondamente anbiguar peL un verso
tutte le rivoluzioni si somigliano per il nuovo tipo dt orga-
rizzazione ten.rporale che provocano, per I'improvvisa esPlo-
sione di energia collettiva, per il loro implacabile sviluppo
<< verso sinistra >, Ma ci cl-re spesso questa sotr-riglianza
generica ci {a dimenticare cl.re una rivoluzione borghese
non aflatto una rivoluzione in senso moderno; cosic-
ch uno non pu prender posizione per i rivoluzionati
della Cor-rvenzione senza conadcizione) senza portare con-
fusione in tutto il nostro modo di leggere il passato ll
fatto cl.re i giacobini el 1793 fossero stati etoici menue
quelli del 1848 {urono delle persone insignificanti, non ci
deve impedire di vedete che entrdnbi erano dei borgl.resi
e che entrambi mitavano essenzialmente alla conquista del
potere da parte della borgl.resia.
Questa
, penso, la pi seria obiezione fornlale che
viene mossa all'uso sarttiano (ed egli non il solo a
farlo) delia rivoluzioue lrancese come di un paradigma
296
Basta pensare ad una moderna rivoluzione socialista per
capire che in questo caso l'intera struttura trporale del
processo parecchio diversa. La << rivoluzione > efiettiva
solo un istante
-
la presa di potere da parte dei bolsce-
vichi, I'entata di Fidel Castro all'IIavana
-,
perch i
problemi essenziali si pongono in termini di rasforma-
zione economica totale e non pir ir.r tenaini di controllo
politicct: tale processo di trasformazione a sua volta una
storia il cui inizio (e la cui fine) assai pi dilficile da
dcterminare. percrc essl si e.prime norr r.nIo in rermin
di personalit innalzate su un podio rivoluzionario quanto
in statistiche di produzior.re ed in imprese collettive. Sen-
za dubbio i protagonisti clella rivoluzione francese hanno
parlato della necessit di << continuare la rivoluzione > o di
< finire la rivoluzione >>, ma ci che avevano in mente
quando pro(etivano queste parole era soltanto la scelta
definitiva di una particolare forn.ra politica di governo e
I'elabolazione di una costituzione. Al contrario, la conti-
nuazione della rivoluzione in un paese socialista ha a che
{afe con una trasformazione sociale e tecnoogica di cui
nor] prevedibile la fine, a cui coffispondono piuttosto
idee come qrrclla dela
..
rivoluzionc permanenLe
"
sir ir
senso trotzkiano che in senso
jefersoniano. Resta da ve-
dere, comunque, quale forma narrativa o storiografica si
debba escogitare per esprimere la realt di questa nuova
modalit del tempo rivoluzionario; e in questo senso il
modello dei gruppi in Sartre, sebbene io non pensi che
questo invalidi seriamente la riuscita della sua atgomenta-
zione, rischia di portare il lettore fuori stra<Ia, di indurlo
ad attribuire un'importanza eccessiva al momento della for-
nazione del gruppo e di farlo cadere in una mistica del-
l'apocalisse.
Una volta che il gruppo si sia formato, non si pu af-
frontare il problema del suo sviluppo successivo fino a
297
quando non si abbia una descrizione clei n.romenti essen-
ziali del suo cssere. qui che si nanifesta pir decisamente
la continuit tra il Sarte de L'tre ct le aant e il Sartre
del)a Critiquc: ed io mi soflerno .u que\Lo punlo :ia per-
ch si ratta di un punto cruciale, sia perch molti degli
studi sulla Crtique sembruno volerlo occultare. Proprio
come l'essere del singolo in realt una mancanza di es-
sete, una incapacit di essere, una incapacit di ricercare
qualche stabilit definitiva e una pienezza ontologica, cos
anche il gruppo non una specie cli sostanza o iperorgani
smo, ma una serie di singoli che cercano invano di di-
ventare sostanza, che si sforzano di raggiungere uno sta-
tus iperorganico finale che rester loro sempre precluso,
Il gruppo non una comunit o una collettivit organica,
ma un progetto comune: e il senso formale di quel pro-
getto comune consiste nel dlrent e proprio tale comunit
organica. Ma persino nel caso del noi-oggetto, l'<< essere >>
collettivo di cui io sorro parrecipe I'sieme ri miei com-
pagni era quello della mia materialit, della mia qualit
oggettiva e non quello della mia soggettivit: la nozione di
un'anima del mondo, di una {usione di mer.rti e soggetti-
vit chiaramente contradditoria ed impossibile. Pertan-
to, 1'esperienza del gruppo, come quella della coscienza
individuale in L'trc et le nant, un {allimento ontolo-
gico
37,
in quanto esso si sacrifica invano per diventare qual-
cosa che non esiste e non pu esistere. Ma non possiamo
dare un giudizio su questa iclea del ., fallin.rento )> se pti-
ma nor-r esaniniamo quale forma coDcreta csso assuma.
Gi i giuranento e il Terrore erano dei tentativi
impliciti da parte del gruppo stesso di preservare il pro-
prio essere dall'interno e di stolnare un'eventuale Legres-
sione nella serialit. Ma, ne1la misura in cui oesce il pe-
r-icolo, il gruppo subisce una tasformazione ed un adatta-
mento anche pi decisivi. Esso prolunga la sua esistenza
cone gruppo soprattutto mediante lo sviluppo di una or-
gar,izzazlone, ed chiaro che la clemarcazione di respondr-
bilit separate, l'assegnazione di compiti di civerso tipo,
la divisior.re del lavoro, sono in ultima anal.isi in contrasto
con la dcmocrazia totale e l'uguaglianza implicita nel princi-
pio Jeila rotrzione Jei terzi. Vctrtre primr ognuno poteva
ricoprire qualsiasi tuolo, ora, poco a poco, nelia difleren-
ziazione dei ruoli, la interscambiabilit immeciata dei terzi
viene sostituita da una reciprocit nrediata dalla struttua
clel gmppo.
Questo
termine significativo perch a qqesto pro-
posito che Sartre solleva, entro il suo sistema, f ilrtero pro-
blema della sttuttura, in particolare cos come si presenta
nella formulazone elaborata da Lvi-Srauss per sutture
superindividuali, n.rodellate sulla base del modeilo lingui-
stico, conre sono quelle della parentela nelle nib primi-
tive.
Queste
sutture, che i seguaci di Lvi-Stauss assu-
mono colne proptio oggetto di ricerca, vengono sottoposte
da Sartre ad una analisi fenomenologica che rivela la loro
inconsistenza di illusione ottica: esse sono, infatti, l'illu-
sione oitica di cl.ri guarda le cose dall'esterno, di chi vede
il gruppo non corne prf,)si o azione in corso. ml come un
tipo di essenza o di oggetto costituito. Essi sono l'ipostasi,
condotta per linee sincroniche, di ci che in realt un
processo diacronico.
D'altro canto, questi sistemi complessi, che possamo
rappresentarci in grafici e tavole analitche, queste leggi
cli parentela riducibili a linguaggio matematicoj eviden-
temente non sono immaginarie e corispondono ad un
particolare modo d'essere del fenomeno sociale in que-
stione. Proprio perch il gruppo si reso inerte, ha dato
a se stesso Lura struttura interna, resistente e materiale,
questo suo aspetto da questo momento accessibile al-
1'anaisi statistica e matemrtica, La stuttura non una
t1
L:ser e Nt la non ammettc la possibilit d un noi osgetro slob.le
perch in qucl caso non resterebbc .cun terzo esterno a elfenuarc il pro
cesso di osgettificazione nedi.rnte I'osscrvazroxe.
298 299
caratteristica atemporale di tutti i gruppi, ma piuttosto
un fenoneno tipico di un momento singolo nello svi-
luppo storico del gruppo. In questo senso il contaro
del pratico-inerte: mentre 1 1'uomo doveva rendere se stesso
inerte per operare sugli oggetti che lo circondavano, men-
tre perdeva i suoi attributi di libert al fine di soddisfare le
richieste dell'oggetto, qui il gruppo si auto-conferisce, dal-
l'interno, un essere oggettivo
Per
poter operate su se stes-
so. Pertanto 1a stLuttura abilita il gruppo non solo ad
auto-determniarsi, ma ancl-re a fale alltonoman-ente degli
aggiustanenti per n'antenere la cot.rtinuit del proprio es-
sete, vale a dire, la sua continua capacit cli adattalnento
alle situazioni cangianti; ma al medesimo tempo, natural-
mente, tale struttura segna gli esremi, impliciti, confini di
quello sviluppo e di quell'aggiustamento.
Ora, con la struttura o I'otgaaizzazione, il gruppo di-
viene esso stesso ut-r laggruPpamento di sotto-gruppi; e,
in termini psicologici, il problema di nantenere l'unit del
gruppo pu venire espresso co[e una dificolt di {ar s
che ogni membro dei sottogruppi specializzati senta come
reale la sua collocazione nell'intero e comprenda come
le sue responsabilit tecniche, pet quaflto limitate, siano
tuttavia indispensabili allo sforzo del gruppo; rimanendo
perci, come r.rella fase di fusione del gruppo, ur. centro
o << quadro )> onnipresente, interscambiabile. Ora, poco a
poco, l'esser membd del gruppo diviene un sentimento
proveniente dall'esterno e non dalf interno; io apprer.rdo
di appartenere ad un gruppo mediante a circostante se-
rialit che n.ri identifica come membro del gruppo, e per-
ci cone simbolo dell'intero gruppo. A questo punto, la
relazione dei terzi l'uno con l'alro diviene pir distante
ed indiretta: loro cl.riaro che il gruppo non pi traspa-
rente, non pi pura prassi, non piir i[rmediatamente assi-
milabile alle proprie azioni. Esso ha acquisito una sua opa-
cit, una sua inerzia e membri si sentono ad un ten.'
po parte di esso ed elementi estranei. Questa
nuova di-
100
sianza, che Sattre chiama quasi-sovranit, naturalmente non
altro che una scomposizione del terzo nelle sue con-
ponenti originarie
-
l'attore cono il testimone, Ma il
termine stato scelto per sottolineare il fatto che nbn
ha luogo il ritorno totale alla serialit: il sovrano resta
ancota in qualche modo un membro del gtuppo (p.
t89),
perch la sua relazione con il gruppo d carattere del
tutto diverso da quel rapporto puramente manipolatorio
ed oppressivo che egli stabilisce con la serialit estetna al
gruppo. Tuttavia la parte della storia naturale del gruppo
il latro che, nella misura in cui la rotazione dei terzi
rallenta e l'istituzione e I'organizzazione cominciano ad
af{elmarsi, alia fine un singolo telzo si tovi nella posizione
dorniDante nella nuova struttura del gruppo pietrificata:
nei sovrano, nella sua unit come organismo umano il
gruppo cerca tuttavia di vedete ancora uu'immagine della
proplia unit organica (p.
)95).
A questo punto, naturalmente, il quadro di riferiqrento
in.rplicito scivolato dalla rivoluzione {rancese al controllo
di Stalin sull'apparato dei Soviet; e con questo sviluppo
la vita, l'evoluzione vitale del gruppo si pu considerare,
a tufti i fini pratici, terminata.
Questa
non ancota una
dissoluzione enuo la vecchia serialit, che potrebbe rap-
presentare la nuova fase nella storia del gruppo, se an'
cora si pu aflermare che ne abbia una: infatti impor-
tante ricordare che accanto al giuramento e al Terrore,
accanto alla stfuttura e all'organizzazione, I'assunzione del
sovrano qualcosa che il gruppo fa al fine di conservare
la propria esistenza, al fine di respingere le forze sempre
pi pressanti della serialit che lo sta incalzando e 1o cir'
conda.
Ci che confonde la questione forse la nosra tendenza
e pensare alla societ come ad un intero, come all'estrema
r,rnit di studio; ed importante ricordare che per Sartre
il gruppo non corrisponde, n porebbe mai corrispondere,
alla socict come ad un intero, o alla nazione in quanto
_l01
tale (pp.608-10). Pcrci, il concetto cli societ o cli na-
zione artificiale e tende a maschctate la reah della
vita sociale che una complicata interrelazione di gruppi
e serie, in cui i gluppi usano e nranipohno pe! mezzo
dell'etero-condizionamento le diverse serie da loro diperr-
denti
(pp. 611,62L). La teoria di Satrre, tuttavir, non
un ritor-no alla nicrosociologia, o ad una forma di lromi-
nalismo <lei vari tipi di gmppo: infatti il risult'.rto clalet
tico cui polta qlresto rilito delle categotie nazionali
I'apeltura clel problema della formazione del glLrppo ad
una dimensione n.rondiale, 1'unica apptoptiata in una si-
tuazione in cui sia il sistema c1i mercato cl.re il nolimento
di liberazione cl.rc gli si oPPone l.on sono pi fencmeni
nazionali, na intcrnazionali,
Come nella vita de11'olgenisn.ro, anche nel gntpiro v'
una irrevcrsibilit temporale: una volta che il gluppo si
sia inigidito nellc sue strutture, una volta che si sie dato
Lrn sovrano, il glupgro r.ron pu pir risalire il corso del tem-
po fino al rnomento eroico della propria formazione. Co
munqueJ cone nel caso clegli altri aspetri appatentc[eL1te
pessimistici <lel pensiero cli Sartre, che tra bielc esrmine-
remo, anche qui in-rportattte trarre le giuste consegllenze
pratiche d.1 questa presa <li posizione prima di giLrclicate
inagibile la tcoria. Ovviamente, essa ha qualcosa cla clirci
sulla rifornra dall'alto c sr.i tLrtti i tentativi di rid,rr forza
alla prassi di gruppo, di lipristinare un pi genuiro sen'
timento rivoluzionario cl.re scenda gi dagli apici c1ella gc-
larchia. La burocrazia, cluesto sembra essere antllolli
mento cli Sar-tle, non prt tornare indieffo e trrsiormatsi
in un'agile unit di lotta: il gruppo fossiizzato non pu
venile rinnovato, pu vcnire solo sostitltlo, treililrilte la
n''ova sfinta d urr grupl'o irr [ortn;;ionc.
L'importanza di cpeste analisi salta agli occl.ri quar.rdo
pensiamo, per esempio, alla rivoluzione cukurale ciuese.
Per quantc possa essere semblata con{trsa in tluei pctiodo
di sconvolgimento sociale, ora assume la trasplrenz:r di
)02
una dimostrazione da manuale: un tentativo deliberato
non di {ar rivivere l'apparato dcl partito, ma di far s
che una nuova e fresca ondata rinr-ovasse la formazione
del gruppo, la coesione rivoluzior.raria, sostituendosi ai \c-
chi gruppi ossificati; un tentativo cli mettere in pratica il
concetto di rivoluzione permanente.
Un'altra prova a favore della teoria di Sartre, un po'
pir vicina a casa nostra) va ricercata negli avvcnimenti
dcl maggio francese, in cui I'apparato uficiale del Partito
Conunista veniva scavalcato sia all'interno che all'esterno
clel partito, cla un nuovo tipo di formazione di gruppo
rivoluzionaria. Non si deve, pei, sottacere il fatto cl.re le
istituzioni di gruppo csistenti hanno una loro funzione; esse
\o
ro. comc ebbianro ri.to, l'incrzir rnrrerirrle, i rcsri srrur-
turali e quasi algebrici di quella cl.re precedentemente erx
una genuina azione cli gruppo: in quanto rali essi funzjo
nano cla memorie. chialo, per esempio, chc stato l'appa,
lato di partito, in Frarcia, che con la sLra stessa esistenza
ha mantenuto viva f idea della rir,oluzione
-
attraverso
la sua organizzazionc ilr cellule, le manifestazioni, i vari
tipi cli cducazione e addcstramento rivoluzionar.io, la dif-
fusiotrc della orltuta marxista e la conrmemorazione della
storia passat dcl movimento dei lavoratori. Il farto che
il nuovo momento rivoluzionario dovesse espl:inersi stmt-
trrralmente nella formazione di nuovi gruppi non vuol dire
che questo sarebbe stato possibile senza qucsta memoria
stituzionalizzata, questo cspediente mnenonico che, per
cos dile, conselva ai nuovi gruppi u[ posro tra Ie pagine
della stolia.
A livelo pir gcnerale chiaro che le obiezoni al << pcs-
sinristrro >> della Crtique non fanno altro che riassurlere
in un linguaggio diverso 1e obiezior.ri che erano state mosse
.t L'trc ct le nanl tLna ventina d'anni pdm: in entrambi
i crrsi, si mira cio a invalidare la teolia clella lancatlza
,li cssere nella coscienza individuale o d gruppo. Pertanto,
I inrplicrzione rlella nuova opera di Sartre scmbrefebLre
303
_l
essere che in certo senso la rivoluzione sempre desti-
nata al {allimento poich la prospettiva inevitabile dei
gruppi la burocrazia o la dittatura staliniana, f ingabbia-
mento della spontaneit in {orme irigidite. Il sistema
politico di Sartre sembrerebbe perci poter essere definito
come disfattista.
Ci di cui questo tipo di critica non si accorge che
proprio il pregiudizio antiorganico della teoria sartiana
del gruppo la rende inservibiie alla mistica di gruppo del-
l'esema destra, sia essa quella del popolo, della nazione,
dell'esercito o di che altro ancora. Infatti, gli elTetti del-
l'ipnotismo di massa e della mistificazione non satebbero
possibili senza la ferma illusione di qualche comunione
organica alla quale l'individuo si arrende.
Come per la nozione di un'inevitabile pietrificazione
dei gruppi, io cedo che qui l'oggetto dell'obiezione non
sia in realt la previsione, quanto invece il tempo. lnfatti,
dire che la coscienza o la vita umana una mancanza di
essere, lln vuoto che si sforza di raggiungere la stasi e la
pienezza, cio l'essere stesso, non altro che dare una de-
nizione del tempo. Perci, la descizione sartiana del fal-
limento (chec) dell'azione di gruppo come quella del falli-
mento delle relazioni umane individuali deve venire recepita
in temini ontologici piuttosto che empirici Quando
Sarrre
in L'tre et le nant ,lice che il progetto di amare un
fallimento ontologico, questo non vuol dire n c.re < in
realt >> non v' una cosa come l'amore, in quanto espeflen-
za vissuta, n che l'amore non possa durare, ma solo cJre
l'amore in quanto tale non riuscir mai ad adempiere ala
funzione ontologica che si prefissato, vale a dire a rag-
giungere la pienezza finale, o, in alre parole, a raggiungere
la fine stessa del tempo. A1 livello dei gruppi, perci, la
dottrina del lallimento ontologico sottolinea in realt il pas-
sare del rempo.
j
cambicmcnLo costonte
sia nei gruppi
che nelle loro situazioni; e inoltte il succedersi delle ge-
nerazioni. Come gi in L'tre et le n1ltit tale dottina
304
ha una funzione essenzialmente etica: mira a far cadere
l'illusione di un'etica dell'essere e a riconciliarci con la
nostra esistenza nella sua dimensione temporale.
A iivello collettivo, possiamo ancora rinvenire Jelle
tracce di quelle illusioni ovunque spingiamo lo sguardo
quando pensiamo al futuro in termini politici od econo-
nici: mentre Marx considerava I'Utopia come l'inizio del-
la vera storia, e descriveva con dsprezzo la nostra <, sto-
Lia > corne << preistoria >, la naggior parte di noi, a con,
trario, tende istintivamente a pensare all'utopia come al
punto terminale della storia.
Questi
sono i residui dell'idea,
ismo, delle forme di pensiero che proraggono l'illusione
dell'essere e che \a Critique, con la sua componente esi,
stenziale, ha tentato di estirpare severame[te.
IV
Prna di passare all'analisi della conclusione ella Cri-
tiqttc, ci sembra dunque utile soflermarci a rivedere le posi-
zioni eticl.re del primo Sarte; potremo cos giudicare in cl.re
misura la Critique ne rapptesenta un completamento e in
che senso sia cotretto dire cl.re quest'opeta colrisponde a
quel\'Etica che era stata annunciata nell'ultima pagina di
L'tre et le naxt e rnai pi apparsa.
In realt, non c'era mai stato, r.rella posizione etica di
L'tre et le nant, un problema cl.re riguardasse l'individuo
nel suo isolamento. Il problema su cui si rifletteva non
era quello dell'autenticit di uno stile di vita individuale
o di un modo di vita individuale, ma quello delle impli
cazioni di tale stile e rnodo di vita per la collettivit, e
delle relazioni che esso instaura, o che manca di instau-
rare, con le altre persone.
Come gi dicevamo, l'obiettivo etrco di, L'tre et le
nant eta vanificare l'illusione sostanzialista, l'illusione del-
la possibilit ell'essere, in ogni forma.
Quindi,
nella
305
misura in cui quest'etica uno strumento di demistifica-
zione, assunrer altrettante fotme quante quelle assunte
dallc rnistifiuazione origittrria. PcrLlnt.t nc troviamo lrna
versione relativamente convenzionale verso la fine del libro
dove f inevitabile impossibilit dell'essere il metro di n.ri-
suta con cui vengono giudicati e colocati in un sistema
geratchico di valori le diverse scelte originarie, i vari stiii
di vita. Le sceite originarie pi grette verranno colocate
ai gradini pir infimi del sistema. Esse sono quclle in cui
essere e rlateda vengono confusi, a materia vjene assunta
come sostituto dcll'essere e l'ol:iettivo finale quello della
stabilit delnitiva cla raggiungere ramite il possessoJ o
il godin.rer.rto, di oggetti materiali. Va da s che al gra-
dino immediatan.iente superiore veuanno collocate quclle
passioni che implicano r.rna maggiote spiritualizzaziolre del
pfoplio oggetto, che concepiscono l'cssere in ternini meno
tangibili e rnatuiali.
Qui
anchcbbe collocaro, per esempio, 1o scrittore chc
tenta di oggettivarsi e realizzare il proprio essete in una
opera d'arte la qua1e, in quanto lir.rguaggio c come appello
all'altro, non ha in s pir nulla di materialc. Tuttavia, a que-
sto gradino, permane l'illusiotte dell'esscre; infatti la molla
clel progetto la confusa, istintiva, disarticolata scnsazione
che sia aucora possibile per clualche via < realizzarsi >, cio
oggcttivarsi sotto la forma di oggetto per 1a coscienza. Si ri-
tiene di poter essere, ad un tempo, sia oggetto che sog-
gctro.
jn
rlrle pnrolc. I in s per'-'. . o Dio. Ne c"nscgue
che, nella nostra scala gerarclrica, c' posto anche per
un'alta specie cli passione vitale, cl.rc non mira all'auto-
oggcttivazione o a qualche forma definitiva ed ultima di
stasi, mr si propone il fine della propria libert; possian.ro
quindi dcnominara, o meglio denominare aicune delle di-
verse forme che pu assumere, usando il termine generale
.qloco
in senso scl.rilleriano ( evidente che il terminc stato
scelto da Sartre per la sua carica polemica nei confronti
di quella forma di coscienza prigioniera dell'illusione del-
j06
l'essere che egli clefinisce cot\1e espt tie srieux). Cor'
lo stadio del gioco visto corlle assoluto raggiungiamo dunque
un punto da cui ci possibile intravvedere una autenticit
libera, non reificata, non pi legata ai niti e alle illusioni
dell'essere
r3.
Ma I'etica del gioco al medesino tempo sia posi-
tiva cl.re asmatta; ci che concreto invece proprio ci che
impedi"c. lr sue lcalizzazionc. Le vcra c proplia. roncrete
autenticit, pet'ci, va definita non come un tipo ideale,
ma in relazione a tutto ci cono cui si trova a com-
battere. Infatti, sia per Heitlegger che per Sartre, I'autenti-
cit una forma posteliole rispetto a quela inautenti-
cit che lc prioritaria e che cosrituisce la modalit primalia
dell'essere della vita umana. La vera e proptil auterlticit,
quindi, non uno stato (considetarla cos sigr.rilcherebbe
ricadere proprio in clucif illusionc dell'csscre che in di-
scussione), ma piuttosto qualcosa di precaramente strnp-
pato all'inautenticit, reclamato e riconquistato da lei, ma co-
stantemelte sottoposto al pericolo di ricadcle nclla forma
precedente (che per I{eidegger l'anonimato, per Sarte la
tnauoaise
foi).
Per cluesto nrotivo sarebbe bene, a nio av
viso, considerarc l'iclca di autcnricit comc una idea crl-
tica: norr infatri possibile defir'rile I'autenticit in s, ma
.oo
in rlpporLo e rrrre siturziorrc e rno srato preesistenti
di inaurenticiL"r. che c.sl d.v.' corfrgl'\'lc o rirnrr.rvcrc.
In qesto moclo airiviano all'analisi dell'autenticit me-
diante il suo opposto.
Quincli,
nella misura ir ctri la nau-
uaise
loi
serve a darmi un sentimento di autogiustifica-
zione e contribuisce a far s cl.rc io cviti quella rcalizza-
zione della mia libert totale e soiitudine che l'angoscia
(axgoisse),
l'esperienza dcll'autenticit avr' sempre luogo
nell'angoscia, implicher sempre la sensazione dell'ingiusti
38
prrackxsale che rfrcuse, neh mx brilhntc xn \si .tl L'iltc ct
h nart come delh espressjone stoficr di una socict elicnata (l:tlt t t"l
Ctselkcbalt,2 vol1., Irrencolorte, 195, II, pp. .{'-ll-i,
cfr. rnchc pi olLrc),
non abbia cofto a picno questa etic.r del sioco, cos ricnia zrlh ma-
307.
ficabiiit della mia esistenza
-
una purificazione della co-
scienza che la spoglia di tutte le sue difese e razionaliz-
zazioni lasciandola senza un passato da cui tlatte fiducia in
s, senza un futuro in cui porre una cieca fede.
Ancl-re cos, questa testa una descrizione telativamente
psicoiogica o fornale dell'autenticit
(il suo essere in-
tesa colne tna esperiertza). La dtammatizzaztone sartria-
na del problema trae la sua peculiare forza dalla sen-
sibilit istintiva di Sarme per la forma che l'illusione del-
l'essere assLrme nella borghesia: vale a dire la forma del
rattnlatico e d,el rimorso, o meglio, della paura del tam-
marico e del rimorso. E cos entrambe le sffade vengono
precluse: il rimorso mi dissocia dal mio passato, dalle mie
azioni passate; mentte la paura del rimorso mi impedisce
di fare qualsiasi passo nel futuro che mi possa impegnare
e del quale potrei pentirmi.
Questo
groviglio di paure ha
come sua vetsione positiva la nozione di disponibilit
(.disponibilit),
che potremmo desctivere come uoa situa-
zione in cui io, pef mantenetmi libero in previsione di
qualsiasi cosa possa capitare nel futuro, tesaurizzo il mio
presente come uno spilotcio, con la paura di scialacquarlo,
in vista di un possibile bisogno futuro Ogni lettore delle
opere di Salue ha familiarit con immagini di questo osti
nato aggrapparsi all'io, di questo terroLe al pensiero di
abbandonare l'intina privacy borghese e lo spazio d'azio'
ne che ci sono meglio roti sotto il nome di persoaalit,
si pensi alle figure di Clitemnesta e di Elettta che scon-
lessano i loro crimini
(ne Le Moscbe); a Mathieu
(in l'el
della rugione) che esita pef paura di fare qualcosa che
possa privado dclla sua libert futura Ma, tta tutte,
una scena ), Peer Gyat che oilre il migliore esempio di
drammatizzazione pel questa situazione. Peer, nel regno
degl. gnomi e in procinto di acquisire ricchezze eterne me-
diante il suo marimonio con la figlia del re degli gnomi,
deve prima sottostare ad una condizione: deve lasciare che
gli venga sfregiata la faccia in modo da diventare sgra-
108
devole alla vista tanto quanto lo sono gli gnomi e da non
poter pi Litornare nel regno degli uomini. Peer terrifi-
cato all'idea di venire sfigurato per sempre, in modo
ine-
parabile; ma gli eroi genuinamente sartriani sono qel[
clre, come Oreste, desiderano I'irreparabile, I'atto mediante
il quale diveuanno, una volta per tutte e senza possibi-
lit di ritorno. dcgli uomini conrrr\segrari.
Naturalmente, Le Moscbe frnisce a quesro punro e va con-
siderata come una specie ci parabola. Infatti, a mio avviso,
a qresto punro si potebbe ricomere alla nozione lukcsiana
di realismo e sostenere che la verit di questo concetto
ctico va commisutata alla sua realizzazione nell'opera d,arte
concretaJ attraverso le materie prime fornite daila realt
contemporanea. In questo senso la serie di Las cbeiuins
d la libert ci deve servir.e come la cl.riave pet penetrare
l'efiettivo significato sartiano dell'autenticit
3e.
Matlieu pu liberarsi dal suo io perch ne gi di-
stante: egli coasapevole del fatto che sta esaminando
la propria personalit, la propria liberr, clall'esterno; e da
qul non manca che un passo all'abbar.rdono di ogni alra
cosa che non sia il proprio plesente, alla comprensione del
fatto che in ogni istante egli tutt'uno con la propria i-
bert. Ci che non risulta nolto chiaro, per, il ruolo
tr.rinante che hl la siruazione storicir
jn
queto proce.\ol
infatti anche qui sembrerebbe che per Mathieu sia cos
lacile liberarsi dal proprio individualisno e dal passato
che lo accon.rpagna perch c' la guerra e la mobilirazione,
perch egli gi divenuto un numero seriale, un elemento
statistico.
Il processo in azione qui, una specie di purificazior.re e
disintossicazione di cui abbiamo prove ovunque nelle opere
cli Sartre (ad
esempio, n ll diauolo e il buon Dio e in
re
Osni aralisi del'opera deve tener conro de Lt torce des Ctx)ses
tPrrigj, 1961) di Simoie de Beauvoir, dove per h prm vottl (pp. 2122t4)
s prrla del progettaro conpjmeDro dcl cluarto volume.
109
Parole) po venre espresso in termini psicologici come
la distruzione dell'ego o in termini religiosi come < il
lungo e crudele compito dell'ateisrro
>>
a0
Questo
processo,
infatti, richie<le l'estirpazione senza timotso d'ogni forma di
fede nella trascendenza, sia manifesta che nascosta: trascen-
clenza della storia
(Brunet e Franz), dei valori esterni
(Ma-
tl.rieu), della posterit
(Sartre), del pubblico
(Kean), di Dio
(Goetz). In seguito, nel quarto volume incompiuto,
quando
Mathier-r si unisce alla Resistenza,
quando viene torturato e
muore, evidente che la sua autenticit consiste nella totale
{edelt al presente e nel disprezzo per il futuro, per la pro--
lrrio -ort"
imminente; fedelt che conosciuta sotto il
nome di engagentcrl o impegno, e che, perci, una
categoria etica assai prima d'essere una categoria politica
Abbiamo a che fate ancora una volta con l'ambiguit
sroric,t, c per ilrrnrinarc mcgio qucsLo lrspetto
Posriamo
riandare al1'opera cl'arte e all'estetica d'el|a situazione estre'
rua su cu\ stata costmita. infatti la stessa cosa dire
che senza la gueua Mathieu non avrebbe mai potuto
diventare autentico e dire che senza una situazione estre'
ma (vale a dire una situazione che implichi la n.rorte) non
sarebbe possibile drumtll.ttizzdre la nozione di autenticit
, forse, qui che Sartre pi') vicino ad Heidegget, pur
non condividenclone
la nozione dell'essere-fino-alla-morte'
la mistica dell'ar.rgoscia della morte. Se I'autenticit di
pende dalle crisi, allora, in alre parole, dipende, ir.r ultima
ar.ralisi, dalla storia e dalle circostanze storiche contiDgenti:
e con ci I'erica fi1l d'ora abolisce se stessa e prepara la
strada alla prospettiva ormai apertamente
politica della
Critique.
V', trttavia, ancora un alt|o aspetto di questo pro-
blema cl.re testimonia clella direzionc srorica che ha assunto
il pensiero dell'ultimo Sartre: si trnrta dclla dimensione
r
lrr fors, ?rigi, 1961, P
210
310
privata che l'autenticit sembta ancota detenere in que-
sta serie di romanzi. Possiamo pore il problema in forma
pi netta e chiederci in che cosa Ia salvezza di Mathieu
-
69sf i presentata qui, con il suo conse[so al tempo e
alla morte
-
si distingue dall'etica del {ascismo eroico, con
il suo culto per la morte e l'aziorre, per l'intensit del-
I'esperienza, e con la sua avversione, analoga a quella di
Mathieu, per tutto ci che suona cone egoismo borghese.
evidente che qui non si discutono le simpatie politiche
di Sartre, ma l'adeguatezza o meno della sua {ormula etica.
V' qualcosa di inttinseco ad essa che implichi necessaria-
ente un particolare atteggiamento verso gli alti, una par-
ticolare simpatia per il gruppo degli oppressi piuttosto che
per il gruppo degli oppressori?
La sola soluzione cui Sartre sembra essere pervenuto
in questo perioclo
ar
quella kantiana classica secondo la
quale io non posso attuare la mia libert se non attuo
anche cluella degli alri, non posso porre 1a mia propria
libert come fine a meno che non ponga come fine anche
la libert degli alri.
Questa
posizione deludente non
perch sia falsa, ma perch astorica, perch si basa su
di un giudizio {ormulato dall'esterno e dal di sopra delle
parti, piuttosto cl.re sulle condizioni interne di una situa-
zlone concleta.
L'erice di Scrtrc riceve una nuova spinra in evanri in
seguito all'elaborazione dell'idea di immaginarioa'z ed
contemporanea a quella che stata chiamata la << convet-
sione politica >> di Sartre (vale a dire, contempolanea a
Les Comnunistes et la paix). Ora la posizione kantiana
rr
Vcdi, pet delle espressioni prowjsorie di soluzione, STMoNE DE BIAU-
\or[, Poa une notale de l'anbis it, Parigi, 1947; FANcrs JEANSoN,
le
Ptoblne narcle et la tense rle Sdttrc, P^rili, 1947; inoltre vedi lo stesso
testo di Sartre, poi ripudiato, L'Existentialisflre est &n bu"n"i"e, Pasi,,
1946.
a2
Vedi la Sezione II clel nio <Thcc Mcthods )' in Motiett Frcnch
)rl
viene rovesciata ed interioizz la. ora, al posto della
astratta raccomandazione di mantenele un attegglamento
verso gli alti che sia identico a quello che si ha vetso se
stessi, si l.ra la dimosrazione che, in senso psicologico,
l'atteggiamento verso se stessi che condiziona l'atteggiamento
che si tiene nei confronti degli alni Pertanto, la mala
fede di Goetz
(ne ll diauolo e il buon Dio), il suo frenetico
tentativo di giustilicare la propria esisteflza o mecliante il
male in assoluto
(egli sar un criminale, un mosro piir
grar.rde di ogni altro) o mediante il bene in assoluto
(egli
sar santo ed umile pi di ogni alro), si svela tutt'uno con
la difesa del priuilegio sia a livello psicologico cl.re a livello
socio-economico. Quindi
la sua convetsione finale all'uma-
nit, la sua definitiva < molte a se stesso >, comporta un
abbandono della particolare difesa dell'ego La nuova ano-
nimit ed in.rpersonalit psicologica che egli raggiunge gli
permette non solo di amare per la prima volta, ma anche
di accettare per la prima volta la propria posizione di
.< uomo completo, fatto della stessa pasta degli altti e di
valore pari, e non superiore, a loro > (per esprimerci nei
ternrini conclusivl con cui Sartre, in Patole, definisce il pro-
prio sviluppo). Questo
nuovo concetto di una identificazione
interiore, psicologica, ta l'autogiustificazione e i privilegi
speciali, tra Ia maut,aise
lol
e il privilegio in generale,
lo strumento intellettuale mediante il quale Sarre tra-
sforma il suo primitivo sistema etico in una politica o teo'
ria della storia. Non vi pu, pettanto, essere una autentl-
cit fascista: infatti il punto di I'ista fascista implica sem-
pre la difesa di qualche forma di privilegio ed il segno
che qualche parte fradicia dell'anima resta ancora attaccata
al proprio irrazionale sentimento di status e di superiorit
innata.
Prima di afirontare la conclusione della Critique dob-
biamo porci un ultimo problema, questa volta d'ordine em-
pilico: che cosa assicura la continuit tra la disposizione psi
cologica e la efiettiva scelta poitica? possibile infatti che
312
uno rinunci al privilegio e tuttavia rimanga incerto circa
l'esatta composizione di quei gruppi eretti a difesa dei pri-
vilegi che egli, con la sua scelta, tenuto a combattere.
In termini estetici possiamo, ancora una volta, replicare che
ll diauolo c il buor Dlo una rappre<en t azione storica
scmpli6cata c che quel modello in cui vengono presentati
contadini, nobili e borgl.resi in lotta ta di loro lungi
dal possedere quella complessit che caratterizza la poli-
tica del monclo noderno (anche se si ponebbe dire che
rappresenta una situazione precapitalistica). a questo
punto che si inserisce \a Crtique, con cui Sarte si avvia
ad elaborare una soluzione al problema.
V
... je vouai Ia boureeoisic une haine
qui ne fnira qu'avec moi.
<
^tletledu-Po11t!
ril'ant >
La sezione finale della Critique dedicata ad una lunga
analisi storica e fenomenologica dello stile di vita e della
mentalit sia dei lavoratori (e degli indigeni delle colonie)
che dei borghesi cos come si sono formati nel corso del
diciannovesimo e ai primi del ventesino secolo
43.
in que-
sta sezione, perci, che si riemerge dalle sutture astratte
dell'azione isolata del gruppo e dell'individuo studiate nelle
prime cinquecento pagine per calare ., al livello del con-
creto, al livello della storia > (p. 6)2).
Questa
riemetsione rappesenta una conclusione signi-
ficativa: infatti annulla qualsiasi obiezione possa esser
stata rivolta ai capitoli precedenti sulla base della loro
^sfattezza
e rafrotza la presenza delle precedenti sffut-
a3
Quesre
pagine completano I'anrlisi del
"
tralthusjanesimo > fLancese
iniziata in les Comnuistes et Ia paix.
373
tLrre entro la densa realt esistenziale che noi ricoooscia-
rrro come la storia stessa. Infatti, questa conclusione del li-
bro, che molti lettori, giunt alla fine di tante pagine, sor.ro
{orse troppo stancl-ri per leggere o per esaminare con la stes-
sa vvacit intellettuale e attenzione dedicate ai primi ca-
pitol, inCispensabile per capire la posizione di Sattre
tato quanto 1o la conclusione di un romanzo che si
,lurrcbbe rin rrrt monJo idcaler lLSgere .en7J inlcrruzione.
lnfatti qui cl.re, con un prodigioso scatto del mecca-
nismo dialettico attraverso cui la quantit si tasforma in
clualit, la primitiva, autocontraddittoria, impressione di un
Sartre revisionista e sralinista viene completantente can-
cellata e sostituita dal primo autentico scritto politico nella
Critiquc, che iccolnu[al con la sua passione, la sua inttan
sigenza c la sua ac{ercnza al fatto vissLLto, il Sartre di lej
Cotnmuxistes et la paix, cl.re gi conoscevamo, agli articoli
politici in Les Tenps nodernes.
L.rfatti i gruppi ideali che errvaoo veruti fin qui cot.t-
siclerando sono tanto astfxtti quanto gli indivicui isolati
con i quali cravamo partiti (< ci sono degli idilli rivoluzio-
nari circa il gruppo che non rappresentano almo che a va-
riante collettiva delle Robinsonate; [p. 6,131).
Quan<o
ar-
r-iviamo alla realt concteta della classe sociale, scopriamo
che essa un complesso sia di stmtture seriali cl.re di stut-
ture di gruppo: pet un verso la classe set'iale, sia perch
non pu mai ttasformarsi conplctamente in gruppo, sia nel
senso che essa ha origine cor-re struttura seriale: << essa qua
lilcara e deterniqata dalle esigenze del pratico-iterte: la
prima relazione negafiva del lavotatore con a macchina
(la
slra espropriazione dai mezzi di p|oduzione), la mistifica'
zione del contratto e clel lavoro libero che divengono una
lorza ostilc al lauoratore slcrso dal momento in cui ha inizio
il sisrcma salariale e i1 processo capitalistico
-
tlrtte queste
cose si realizzano nel contesto del1a clispersione seriale e della
reciprocit antagonistica su1 orercato dcl lavoro > (p. (r1'{).
l.'appartenenza di classe, in alne patole, vieue definita
3r1
colle una relazione pcrticolare con uno specifco, determi
rato !1odo di produzione: e, in cluesto senso, ci che
Sarte descrive come serialit ci che Marx chiama con-
dizionamento
(esanineremo ta breve le possibili diflerenze
ffa qesti due modelli). Da un diverso punto di vista, co-
nnqe, < I'intera classe presente nel gruppo organizzato
che nasce dal suo seno e la sua serialit collettiva , in
quanto limitazione, l'essere inorganico ciella sua comunit
pratica > (p. 644): cosicch il gruppo pu, se non altro sim-
bolicrmente, realtzzare I'unione dell'intela classe nella sua
az-ione.
Lo status di una classc gi dato nella struttura del
pratico-inerte (sistema di {abbrica, macchine, salari, distri-
bLrzjore della ricchczza, ritno deilo sviluppo industriale)
in ogni suo ll]omento. Ia, come avevamo gi visto, que-
sra scrialit inerle, impotcnte, r'iene stimolata alla for-
nazione dcl gtuppo dalla presenza del pericolo esterno,
Calla nrinaccia di un nemico comutre che, in questo con-
tcsro, ovviamente, la borghesia stessa, il padronato.
Que
pericolo reale;la borgl.resia infatti, teme la massa
clci la.;olatori e reagisce preventivamente a quella che
sente con're una minaccia da pa,rte deila classe lavoraffice;
e 1a sua azione di difesa non solo economica, non
cor-isisre solo nel tencre bassi i salari per assicurare i
pro6tti, nel chiudere le fabbriche durante i periodi di
sovraproduzione e ncl favorire utili {otn.re cli disoccupa-
zione, con la creazione di un esercito industriale di riserva:
anche un'aziore apertamente politica. I[ primo esemPio
di qrresto stato di guerra politica preventiva ancora un
esernpio classico: la repiessione e il massacro deliberato dei
lavoraiori nel giugt.ro del 1818 dopo cl.re r:ra stato assicu-
rrto il s.rcccsso della rivoluzione borghese, quando I'agita-
zione della classe lavoratrice per ottenere la garanzia del
lrosto
di hvoto era diveuuta un impedimento allo sviluppo
rlegli a11ari.
315
Questo crimine d'origine, questa violenza di base, co-
stitutiva, ra gravi conseguenze anche per la formazione delle
carattetistiche della borgl.resia; ed a questo punto che si
comincia a [rettere a {uoco la dimensione della vera storia,
la successione dclle generazioni, il mutamento e lo sviluppo
dialettico da una fase all'altra. Infatti, al pari del lavora-
tore, il padrone della fabbrica fa la sua entrata n un
mondo di cui le condizioni esteLre sono gi date, in una
situazione gi prefissata in anticipo (anche
se la risposta
a quela situazione inventata liberamente) in cui gi atti
e gli stili di vita della generazione precedente costituiscono
parte della situazione di partelza che allronta la generazione
successiva. Cos, una parte essenziale dell'eredit della bor-
ghesia, che si tramancla da generazione a generazione,
costituita da suo passato di violenza, vale a dire, dalh vio-
lenza dei lolo padri e dei loro nonni
-
insomma da ci cl.re
noi in una sezione precedente abbian.ro chiamato colpa ere-
ditaria.
Questa
non una idea teologica, ma dialettica: la
genclazione del 1848 fa str.age dei lavoratori, i lavoratori
ricordano e trasnettono il ricor.do ai loro figli, la nuova
generazione degli industriali si mova ad aflrontare una
classe lavoratrice astiosa, riscntita c difidente, gi mal di,
sposta lrz dsticipo. Perfanto l'arto, una volta cortnesso,
viene a far parte dclla strtrrtora del nondo, lascia le suc
tlacce come legislazionc repressiva da un lato e comc clifi]-
denza profonda dall'altro; infine, per le seconde e ie fcrze
generaziol'ri si pone cone situazionc aggettiua a cui non si
pu loa reagire.
Non ha importanza il grado di educazione a cui sono
pervenute quest'ultine generazioni: nella misura in cui esse
devono la loro nuova raffinatezza e la loro forma sofisricata,
pel un verso, al passato ato di violenza ed ai suoi frutri,
per 'altro verso, alla crescente complessit dell,appararo
replessivo, possiamo dire che esse hanno intetiorizzato
quell'antica violenza nella forma di un inrplicito giura-
urento di obbedienza ala propria classe ed hanno cosl as-
316
_i
sunto su di s Ia responsabilit per le azioni clei propri
predecessori.
Questa
responsabilit non , n r,a vista co-
me un fatto marginale per la nuova borghesia, ma una
cosa totale, la scelta di iondo, la pauta chc r.accoglie in
s tutte le paufe e attorno a cui tale nuova borghesia
otganizza tutto il proprio personale stile di vita.
a questo punto che noi troviamo una delle analisi
cli Sarte pi caratteristiche, come il seguente passo sulla
< clistinzionc,r borghese (un uomo distiato, gtan distinzio-
zzc nel comportarsi a tavola, ecc.): << L'uomo distinto
il risultato ,.7'una scleTione (da parte dei suoi superiori):
egli I'individuo superiore reclutato attraverso la coopta-
zione nella classe (o mantenuto nella classe mediante un
contino ricor.oscimento). Ma egli non nato (anche
se cli fatto egli un borghese e il figlio di un borghese)
cos. Infatti, la natura e il sangue conferiscono privilegi
solo all'aristocrazia. Ma nel 'democratico'
rrrondo capitali-
stico, la natura rappresenta l'universalit, con il risultato
che a ptinza uista il lavoratore un uomo proprio come
i borghese. La distinzione un fatto contro natura: il
borgl.rese distinto perch ha soppresso in s i bisogni.
E di fatto egli li sopprine, sia soddis{acendoli, sia na-
scondendoli all'altro (mostandosi, quando le circostanze lo
richiedono, sotto una luce di ascetismo); egli mantiene il
clominio sul corpo in nome d'una assenza del bisogno: in
altre parole il suo un dominio della cultura sulla natura.
Il sno abbiglamento costrittilo (corsetti, colletti rigidi e
falsi sparati, cappelli a cilindlo, ecc.) cgli vigila sulla pro-
pria sobriet (\e ngtzz,e, cluando sono invitate ad un pran-
zo mangiano prima in modo da poter digiunare pubbli-
camcnte), la sua sposa non dissimula \a proptia
lrigidit.
Questa
violcnza esercitata in permanenza sul corpo (pu
trattarsi di una violenza reale o ptetesa, a seconda dei
casi, ci che iurporta che sia pubblica) tende ad awi-
lirlo e a negarlo nella misura in cui il corpo l'universa-
lit, nella misura in cui, cio, mediante 1e leggi biolo-
311
giche che ne conollano 1o sviluppo e, soprattLltto' me-
diante i bisogni che 1o carattetizzano, esso rafigura la pre-
senza dell'oppresso in persona dento I'oppressore > (p. 717).
La Critique iniziava con una definizione dell'uomo come
bisogno e questo passo forma una specie i climax tema-
tico. Esso rappresenta anche Ia {orma definitiva ed ultima
che ha assunto quel metodo della psicoanalisi esistenziale
che si sviluppato da L'tre et le nant fino allo studio
su Flaubert. Quel
metodo tendeva a dimostrare come ogni
cosa nella vita, pet quanto possa apparire specializzata ed
irrelata cor le altre cose
(gesti, gusti, opinioni, abilit),
sia la manifestazione simbolica di una unica scelta di
base dell'essere, sia parte cio di una totalit. Ora Sartle
ci dimosna che la situazione originaria a cui questa scelta
reagisce la lotta di classe stessa. Pertanto, ogni cosa che
caafteizza il borgl.rese, persino la scelta originale che ap-
patentemente sembra esprimere la sua << vita privata >,
solo una manifestazione mascl.relata della sua partecipa-
zione alla lotta storica in cui egli coinvolto assieme alla
classe lavoratrice. In questo senso non c' nulla che non
sia politico, non c' possibile sollievo della storia
-
e que-
sto non solo sincronicamente, ma anche diacronicamente.
N possibile prescindere dal passato come lotta di classe;
ed proprio sullo sfondo di tale lotta che si pu com-
prendere nella sua dimensione di progetto lo stesso biso-
gno di liberarsi dalla sua ombra, il bisogno di mistifica-
zione, di restaurare f illusione della sfera privata e indivi-
duale autonoma, di un'area non politica e non storica. Tale
bisogno e tale illusione sono gli equivalenti di quei badumi
e momenti di oblio che etano tanto ardentemente desderati
in Porta cbiusa (lluis-c1os).
Ora diventa chiaro in che modo la Critque tenda a
risolvere quei due fondamentali problemi storici che si
era posta: il problema della responsabilit delf individuo
per gli eventi collettivi sui quali chiaramente non esetcita
alcun controllo e quello del modo in cui gli accidenti con-
I18
tingenti e materiali della stotia acquistano una forma di
significato (senza il quale la storia stessa diviene accidetr-
tale e contingente).
Il primo problema collegato alla contrapposizione
classica ta libert e necessit; e poich le idee vengono
localizzate e definite meglio in rapporto ai loro opposti,
utile ricordare che l'opposto della libert, in L'tre et le
flalrt, non era n la necessit n la costizione, bens il
deterninismo. La libert, quindi, viene definita positiva.
menfe non come ut) potere supremo. n come una assenza
di ostacoli, nla come responsabilit; I'elemento paradossale
della nozione sarriana di libert consiste proprio nella no-
stra responsabilit per tutto quello che ci accade (anche
se per necessit o costrizione), poich noi rzoz possiamo
non reagite alla sorte che ci tocca. La dimensione diacronica
o storica che questa nozione assume nella Critique Ia
tasforma nella dimensione pi nota della responsabilit
politica totale, o complicit. Il fatto che io non prenda
le decisioni di fondo non mi esoneta dalla responsabilit
che io ho in rapporto a quelle stesse decisioni: l'asten-
sione consentita solo quando fa parte della soluzione o
fa parte del problema. Ed proprio a causa della contiruit
clella lotta di classe di generazione in generazione (come
cl.riave di fondo) che pu sembrare che ciascuno reagisca
ad una singola situazione, ad un singolo, << tale > problema.
Ci siamo gi occupati del modo in cui gli uomini, dati
i loro bisogni ed il loro lavoro, umanizzano f inerte, ma-
tcriale mondo che li circonda investendolo tanto di signi-
ficato umano quanto delle possibilit distuttive della con-
tto-finalit. Ora che cominciamo a vedete come si pre-
senta questa storia relativamente tecnologica quando viene
tradotta in termini di antagonismo di classe, giunto forse
il momento di confrontare quest'ultimo quadro del pensiero
(li
Sartre con l'ottica del marxismo ortodosso. Tratter
I'intero problema della relazione ra idealismo e materia-
Iisnro nel capitolo conclusivo: qui mi limiter a mettere
3t9
a confronto le posizioni di enrambi i modelli con il ruolo
dererminanre dell'economico nella sroria.
Infatti, non v' dubbio che essi ci danno delie tappre-
sentazioni della storia cl.re sono, se non incompatibili, per lo
meno assai diverse ua di loro. Il marxismo classico considera
la storia come un relativamente autonomo venire alla luce
e svilupparsi delle istituzioni economiche che, natural-
mente, non procede in modo lineare ed organico, ma
legato allo sviluppo delle conttaddizioni interne e alla crea-
zione, all'esterno del sistema stesso, di sempre nuovi pro-
blemi che esso sar chiamato ad afirontare e a cui dovr
adattarsi: l'energenza del capitalismo dal commercio spo"
radico del Medioevo, i servi scnza Lerra costretti a ri-
fugiarsi in citt (ceando un'ulteriore aggiunta di forua-
lavoro alla primitiva accumulazione del capitale tealizzata
da mercanti ed imprenditori) a causa delle recinzioni dei
terreni comuni ad opera dei feudatari, le passioni indivi-
duali, la ingordigia e il risparrnio dei primi < borghesi >
di cui la storia, nella sua << asttzia >>, si serve come di sftu-
menti per il proprio auto'sviluppo; tutto questo baster per
"-
..-."ien ccemnin
NeIIa Critique, invece, sebbene non venga posta in di-
scussione la descrizione dei fatti cui abbiamo or ora ac-
cennato, i1 quadro che emerge della stoda vissuta molto
pi marcatan.ente ciclico
-
una specie di alternarsi di mo-
menti di formazione con momenti di decadenza e morte dei
gruppi, un ricorso, quasi vichiano, di fasi fisse come la
serialit, la fusione del gruppo, la sua istituzionalizzazione,
e il ritorno alla serialit stessa.
In realt possiamo capire la difierenza d'accento di que-
sti due modelli pensaodo che quello marxista pi diacroni-
co nel valutare ogni momento rispetto ala sua posizione
ne1la curva dello sviluppo capitalistico sul lungo periodo,
mentre l'analisi sartriana pi sincronic nel fat s che ogni
momento dato possa venire risolto, riconvertito nella realt
vissuta della lotta di classe.
)20
{orse in questo co1testo che va collocato il discusso
problema teorico dell'ideologia come riflesso: infatti la stes-
sa noziooe di riflesso presuppone una separazione preli-
minare trai due {enomeni che si riflettono l'un I'alto.
Quando
questi fenomeni sono diacronici e si estendono
fino a coprire un lungo periodo di tempo, abbiamo uno
sposamento impercettibile dalla dimensione del riflesso a
quella del semplice parallelismo. In questo senso, lo svilup-
po delle caratteristiche de1 borghese (dalle
sue origini pro-
testanti alle diverse variet nazionali del mondo attuale)
rappresenta qualcosa di parallelo allo sviluppo clell'eco-
nomia e questo parallelismo, verificandosi nel lungo pe-
riodo, lascia spazio a ritardi e a sviluppi prematuri, ad
asinmeirie ed iregolarit tra i sistemi, come possiamo fa-
cilmente verificare. < Pi la sfera particolare che stiamo
cs.rrninando si allonrana dalla climensione economica e si
avvicina a quella ideologica, pi troviamo elementi ire-
goari nel suo sviluppo, pi, cio, la curva cone a zig
zag. \{a se noi tracciamo I'asse mediana della curva sco-
priremo che tale asse come tanto pi parallela all'asse
tlcllo sviluppo economico quanto pi lungo il periodo
pleso in considerazione ed ampio il campo assunto come
tclrnine di conftonto )>
44.
Qunndo
Sartre analizza la relazione tfa le caratteri-
sriche deli'ideologia e quelle di un dato momento dello
svilupoo storico, le sue analisi sono in perfetto accordo
cor qesto modello. Infatti, ne1 descrivere l'evoluzione
tlcllc organizzazioni della classe lavoratrice, egli dimostra
come il tipo di macchina adoperata (nel caso in questione
r << nacchina universale >> che , nel periodo preso in
,:.rnre. il Lorniot e l'organizzazione economica cui corri-
sponde, selezionano un proletariato secondo i canoni del
Lrvoro qualificato e non; cosicch l'anarco-sindacalismo che
errlatterzza questo periodo in realt f ideologia di un
rr
Engels a Heinz Star<enburg, 25 cennaio 1891.
321
proletariato qualificato e, in quanto tale, un'idea latente
nela macchina stessa, il << pensiero della macchina >>, che
cambia quanclo essa canbia, negli ultimi anni del dician-
novesimo secolo
(PP. 292'297)
Paradossalmente,
per, il modello diacronico rlar-
.xiano
che si p'-esenta come sinctonico nell'analisi cli ogni
/
specifico n'omento storico) mente il nodello sarltiaro, re-
f
larivanentc pir sincronico, articola taii nomenti in tappe
i
diacroniche. Pertanto, mentre pet il marxismo classico que-
sta formazione dell'ideologia una determinazione condi-
zionata e un riflesso del modo di produzione
(diciarro, so-
vLastruttute e infrasttuttura sono in qualche modo unit
semplicemente corrispondenti del medesimo fenomeno), per
Sartre f ideologia deve essere vista come una feazlone a
quella situazione che il modo di produzione. La base eco-
nomica, quindi, la materia inerte che viene trasfornata
clall'azione umana e che, nell'atto della trasfornazione, la-
scia tracce di s nel nuovo presente, come una gabbia iuer-
te; in altri tern.rini pu essee vista come il passato
(passl)
srpento
(tlpass) dall'atto compiuto dall'agente storico'
Dunque il modello sartriano pi vcino a quello hegeliano
di ut tlalttitt che viene o negato o asportato
(aulegel:oben)
o consefvato: questa riarticolazione del modello del riflesso
in due momenti consecutivi, in una situazione ed uno rispo-
sta ad esso liberanente inventata, che d un contenuto molto
pir realistico all'idea dell'alienazione, cone qualcosa che le
circostanze ci obbligano a
lare
a noi slessi senza sapetlo con
chiarczzt. Questo
lo spirito di un passo ormai classico del'
7a Critique in cui si ricorda che nel primo periodo de1l'cpoca
indusriale, quello delle macchne semi-automatiche,
le inter'
viste ha[no poltato alla scoperta che le tagazze addette a
questo lavoro specializzato si abbandonavano, mentte lavo-
tavanoJ a sogni sessuali ad occhi aperti, ricordavano le pro-
plia camera, il proprio letto, la notte, i denagli pir intimi
del rapporto sessuale. o Ma in realt era la macchina che le
322
portava a questo stato di cose: ir.rfatti, il tipo di atten-
zione richiesto ir-r quel particolare lavoro non pern-etteva
n una distrazione completa (il pensare a qualcos'altlo) n
una concentazior.re completa (il pensare pu disturbare le
operazioni fisiche); la macchina pertanto richiede e crea
rre]lcrserc umano un scnriaulomali5nu irrverrito. per poter.i
completare: un'esplosiva mistura di vigilanza inconscia; la
n-rente assorbita senza esseLe usata, esetcita una specie di
corrcIlo loterole, mentre il corpo funziona
'meccanicanen-
tc ' sotto una specie dt sorueglianza. Lt vita conscia va oltte
il conpito assegnatole: deve vivete questi ninuti di disra-
zione artjficiale uno per uno, acl un livello di concer.rrazione
pir basso, ifiutando sia I'attenzione ai dettagli cl.re ogni
pensicro sistematico pef non interferire con il r-neccanismo
ii controllo lateralc e per non rallentare Je operazioni; un
abbandono alla passivit cos una risposta adeguata: in
situazior.ri analoghe gli uomini sono ben lontani dalla ten-
cenza al sogno sessuale ad occl-ri aperri: ma essi sono il 'pli-
ttlo sesso ', il sesso attivo: se essi pensassero al posrcrso, il
loro lavoro ne sofirirebbe, e, inversamente, il loro lavoro,
assorbendo l'intera loro attivit, non lascia spazio per la ses-
snalit: la donna lavoratlice, invece, sogna 7'abband,oro ses-
sualc perch la maccl.rina le richiede di vivere passivamente
la propria vita conscia al fine di fantenere uno stato di
all'erta flessibile, preventivo, senza per che questo stato
cliventi mai pensiero attivo... La verit che la lavoramice
clonna ha trovato un modo inditetto per evadere dalla
propria situazione: il vago sentimenro cli desiderio che la
pervade
-
e cl.re limitato dall'operazione incessante della
rlacrhina e Jel suo sLesso copo
-
un rrrezzo per im.
pedire al pensiero di erre[gere, per mantenere indietro la
coscienza e assorbirla nel corpo, mentre questo utilizzato.
E essa conscia di questa operazione? S e no: senza dubbio
essa cerca di riempire la noia causata dalla macchir.ra spe-
citlizzata; ma allo stesso tenxpo essa cerca di mantenere la
l)ropria
mente entro i limiri permessi clall'operazione che
i2)
sta svolgendo: complice, in ci, suo malgrado, dei ruanagers
che hanno prefissato Ie nome e la quantit dela produ-
zione. Pertanto la pir profonda interiorit diventa un mez-
zo per realizzarsi come esteriorit totale >> (pp. 290-291.
11 n.rodeilo sartdano propolrc anche una forma di re-
lazione con il passato divema da quella marxista classica
cl-re vede la storia come una serie di eventi telativataente
oggettivi. Per Sarffe, come abbiamo gi visto, ogni gene-
lazione reinteriorizza il passato, assume responsabilit nei
suoi confronti e, cos facendo, in cerio senso, anche lo
ricrea.
Quindi
il modello sartriano, nella sua sincronia, pu
contenere i'r s I'intero passato (quel passato di violenza
interiolz,zata sia dalla borghesia che dal proletariato e tut-
t'ofa operante con vitulenza nel ptesente), n-renffe il mo-
dello marxista classico prevede una successione relativa-
menle estetna.
Ogni modcJlo l.ra i propri limiti e produce un tipo di
distorsione che gli caratteristico; e sembrerebbe chiaro
che ii marxismo classico od ortodosso che abbiamo sin qui
descritto (e che stato sviluppato non tanto da Marx
quanto da Engels e da teorici successivi), con la sua ac-
ccntuazione del priraato dell'economico, ha lo svantaggio
cli attirare l'attenzione sulla separazione tra le classi e lo
sviiuppo relativamente autonomo di ciascuna di esse, piut-
tosto cl-re sulla loro costante interazione mediante la forma
delia lotta di classe. Non si tratta solo di una questione di
determinismo: infatti, se si considera ciascuna di queste teo-
rie come un modello, la nozione del caratteLe determinante
del fattore economico sembra infine meno importante del
quadro di evoluzione autonoma) quasi autosviluppante, che il
parallelismo con I'evoluzione econornica finisce per suggerire.
Parlare clel primato dell'economico stii fattori puramente
umani una distorsione non tanto perch priva l'agente
umano singolo, o anche la classe singola, della sua libert
e della sua efiicacia astratta, quanto perch dishugge o
astrae dalla foLma concreta di base che I'azione umana as-
sume nella storia, vale a dire dalla lott^ trc 7e classi: ed
questo l'aspetto che viene roppo spesso talasciato nelle
discussioni sul ruolo dell'azione umana nella stotia: ci su
ral gli uomini agiscono, vale a dire, in altre parcle, gli alt
uomini e le altre classi, Sartre sottolinea a grandi linee
questo aspetto nella sua discussione sull'economicismo di
Engels: << Se le due classi fossero entrambe in se stesse il
prodotto inerte
-
o persino il pratico,inerte
-
dello svi,
luppo economico, se entambe fossero state parinenti {or-
giate dalle trasformazioni nel modo di produzione,
a classe sfruttatrice accettando passivnmente il proprio
statuto, quasi si tattasse di una legge costituzionale, con
I'impotenza del ricco posta a riflesso di quelia del misero,
allora la lotta scomparirebbe; entrambe le serialit non sa-
rebbero alo che inerzia e le conhaddizioni del sistema si
nanifesterebbero athaverso di esse, vale a dire, attraverso
ognuna di esse posta in uno stato di alterit verso se stessa.
Quel tipo di opposizione tra capitalisti e lavoratori salariati
non n.rerita il nome di lotta pit i quanto non la meriti lo
sbataccl.riare di un'imposta conto la parete > (p. 669).
Safe, in conftapposizione ad Engels mira certamente a
sostituire al << primato >> dell'economico quello della prassi e
della lotta di classe. Egli vuole
-
1o dice chiaramente in pi
punti della sua opera
-
<( sostituire la storia alle inter-
pretazioni economiche e sociologiche, vale a dire, per llsare
un termine pi generale, a tutt i determinismi > (p.
87);
< sociologia ed economia devono venire reimmerse nella slo-
tie stessd>> (pp.
673,671). Si tentati di rievocare quelle
vecchie controversie in cui un pi lontano Sartte veniva
accusato di voler inventare una telza via tra l,Est (attualz-
zando, l'econonismo) e i'Ovest (ora la sociologia ameri-
cana e lo struttualismo {rancese). In realt, per, questa
opetazione richiama piuttosto alla mente quella di Marx
quando ha dissolto la filosofia nell'economia. Ho. infatti.
impressione che la
"
fine della lo<ofia , proclamata da
lvlarx sia spesso stata fraintesa e presa o come la denuncia
325
di una natura essenzialmente idealistica de1a filosofia
-
che,
quindi, andreb:e sostituita dal materialismo
-,
oppure
con.re i'invito a sostituire alla filosofia
-
in quanto disci-
plina e moclo di ricerca specializzato
-
un'i1112 disciplina
parimenti specialtzzata, vale a dire l'economia o la scienza
sociale in senso lato. Invece, a mio avviso, mirando alla
dissoluzione della filosofia. Marx intendeva sopprimere I'in-
tera categoria della disciplina specializzata e ristabilire I'uni-
t della conoscenza. Eliminar.rdo la filosofia, egli intendeva
sostituire all'asatto
-
nelle sue varie forme
-
il concreto,
la storia stessa
-
e in questa fase clel pensieto ottocentesco
la scoperta dell'economico equualeua alla scoperta della
storia reale. Al ten.rpo di Sartre, essendo ormai l'economia
divenuta a slra volta un'astrazione ed una disciplina spe-
ciallzzata, un ritorno a1 concreto della storia comporta una
parziale dissoluzione sia dell'economia che delle altre disci-
pli.e astratte; e, ironia della sorte, fu
Proprio
Engels, il
padre dell'econon.rismo, a pteoccuparsi sempre pir, nei suoi
ultimi anni, delle conseguenze cui partava I'isolamento del
fattore economico praticato grossolanamente da alcuni suoi
seguaci. ( importante aggiungere, comunque, che Sarre
presuppone l'esistenza dell'economico e della ricerca econo-
mica come ci che deve venire dissolto: in alre patole, il
suo metodo, come abbiamo gi visto, un metodo secon-
dario e non priu.rario, utt'<< ideologia > secondo il senso
particolare attribuito da Sartre al termir.re)
In realt, le due tendenze che siamo venuti fin qui de-
lineando sono enftambe solo dei segni, dei sintomi, di una
anbivalenza profonda che c' nel marxisn.ro in generale e nel
pensiero di Marx in particolare o, pi precisamente, nella
realt storica che lvlarx ha studiato ecl analizzato. Il con-
cetto di << feticismo >> rappresenta un tentativo di ssare
questa realt ambivalente in cui le cose si comPottano come
persoDe e le persone come cose) in modo tangibile, di fron-
te ai nosui occhi. Emblematica a questo proposito una fa-
n.rosa pagina de Il Capitale: << L'atcano della forma di merce
326
consiste clunque semplicemente nel fatto che tale forma di
mcrce consiste dunque semplicemente nel fatto che tale for-
ma, come uro specchio, restituisce agli uomini I'immagine
dei caratteri sociali del loro proprio lavoro, facendoli appa'
lire come caratteri oggettivi dei prodotti di quel lavoro,
come propriet sociali naturali di quelle cose, e quindi resti
Luisce anche I'in.rmagine del rapporto sociale ta produttod e
l,r,.oro comple'sivo, faccnJo]o apprlire comc un rapporto
sociale tra oggetti esistenti al di fuori di ess produttori.
Nlediante qresto qt pro quo i prodotti del lavoro diven-
tano merci, cose sensibilmente sovrasensibili, cio cose so-
cJali. Proprio come f impressione luminosa di una cosa sul
nervo ottico non si ptesenta come stimolo soggettivo del
nervo ottico stesso, ma quale {orma oggettiva di una cosa
al di fuori dell'occhio. Ma nel {enomeno della vista si ha
realinente la proiezione di luce da una cosa, l'oggetto
esterno, su un'altra cosa, l'occl.rio: un rapporto fisico tra
cose 6siche. Invece la fotma di metce e il rapporto di va-
lore dei prodotti di lavoro nel quale essa si presenta non
ha assolutamente nulla a che fare con la loro natura fisica
e con le relazioni tra cosa e cosa che ne derivano.
Quel
che qui assume per gli uotani la forma fantasmagorica di
un rapporto tra cose soltanto il rapporto sociale deter-
minato che esiste na gli uomini stessi,
Quindi,
per tovare
ulr'analogia, dobbiamo involarci nella regione nebulosa del
nondo religioso.
Quivi,
i proclotti del cervello umano
paiono figure indipendenti, dotate di vita propria, che
stanno in rapDorto tra di loro e in rapporto con gli uomini.
Cos, nel nondo delle metci, fanno i prodotti della mano
umana.
Questo
io chiamo il feticismo che s'appiccica ai
prodotti del lavoro appena vengono prodotti come metci,
e che qtrindi inseparabile dalla produzione delle merci >
45.
La sttuttuta del mondo moderno, viene cos interpretata
mediante i due concetti di apparenza e realt sottostante.
ai
K,uf l{.!r)i, Il Cnrtale, .d. cit., pp. 101 105.
)27
L'appalenza quella delle merci e della rete << oggetti!'a )>
di relazioni che intercorrono tra di esse e che, in ultima
analisi, complendono tanto I'intero sistema giuridico e di
propriet quanto le forme economiche di disffibuzione e
produzione: paradossaln.rcnte, questa illusione di oggetti
vit forma il tessuto esistenziale della nosa vita che
co. caraltcrizzara sia da11t crcJcnza
jtt
questa ipprrellza
reificata (il feticismo una forma di credenza) sia total-
mente assotbita dall'acq'.risizior.re e dal consumo di n.rerci
La realt della vita sociale, d'altro canto, consiste nello
stesso processo lavorativo, nella trasparenza del lavoro e
dell'azione umala che) in ultima analisi, responsabile sia
della produzione di merci, sia della {orma sociale specifica
formata e confoLmata dal modo di produzione capitalistico.
Ma nella nostra societ questa realt della vita sociale
nascosta e pu venire poltata alla luce solo mediante lo
stlumento dell'analisi critical evidente che solo in una
societ organizzata pi razionalmente gli oggetti ed i rap'
porti di produzione diverebbero pi nasparenti, l'llusior.re
dclla reificazione si dissolverebbe, liberando dai veli ia
realt dell'azione umana: <( le relazioni sociali degli uomini
coi loro lavori e coi prodotti del loro lavoro [rimarreb-
berol qui semplici e ttasparenti tanto nella produzione
quanto nella distribuzione >
ao.
Ci vale a dire che il marxisro, per la stessa peculiafe
natura del suo oggetto di studio, ha a sua disposizione, per
descrivete un dato fenomerlo, due linguaggi
(o codici, per
usare la terminologia strutturalista) leciprocamente sostitlri-
bili. Pertanto la storia pu venite scritta sia in termini di
soggettivit, come stolia della lotta di classe, sia in terurini
di oggettivit, come lo sviluppo dei mocli di ptoduzione e
la loro evoluzione a partire dalle proprie contrnddizioni
interne: queste due formule sono due facce di un:r stessa
a6
Il Cr1,it,1le, ed. cit., p. 111.
328
tredaglia ed ogni afiermazione dell'una pu essete tra-
dotta in un'afiern.razione clell'altra senza alterazioni di si
gnificato. La nozione di c/asre problematica proprio
perch l'elemcnto di mediazior.re tra questi due diversi
sistemi notazionali: infani la classe non alto che una
parte della popolazione raggruFpata in base alla sua fun-
zione economica, ma anche queli'clemento che ci permette
di tradun'e i dati relativi all'apparato industriale e alle ope-
razioni della proCuzione in termini umani ed interpersonali.
Pu ora esser forse pi cl.riaro in che nodo ).a Critique,
pur essendo diversa dalle descrizioni n.rarxiste tadizionali,
sia nondimeno in sintonia con il modello proposto da Marx
'oe
Il Capitale: essa non rappresenta alro che il rovescia-
rnento cli quel moclello; e, mene quasi tutta l'analisi mar-
xista, per varie ragioni, l.ra complessivamente preferito il
sccondo dei suoi codici possibili, quello econon.ico, Sare
ba scelto qui di risoh'ere I'intero complesso dclle relazioni
eificate nel codice di quella prina e fondamentale realt
che l'azione e il rapporto umano.
Questo
riesce a spiegare
I'appatente discrepanza fua io sviluppo storico lineare e quel-
lo pir ciclico, inplicito in una tcoria dei gruppi. pi,
frrcile scrivere una storia della materia che non una stotia
rclla coscienza; i cambiamenti del tipo di merci prodotte
t: tlel sistema che le produce procedono, in certo senso, in
nrodo lineare ed hanno un contenuto tangibile, agibile, che
rron ritroviamo nella storia del potere produttivo del la-
volo e degli antagonisni umani. Nel distinguere tra due
coclici si chiarisce anche la questione <Ielle realt di base,
() primarie, che ritroviamo ir-t ciascuna descrizione; perch
,lrcsta diviene ora quella che chiamerei una questione di
l.r'Lra retorica e di efletto, e dipende quasi esclusivamente
,lrrl particolare tipo di illusione cl.re una data descrizione
,levc clisuuggere,
Quindi,
la descrizione economica funziona
(,rrc
una << realt > pi profonda, cotrre una demistificazio-
'r,.
cluando abbiamo a che fare con un punto di vista an-
,orrr invischiato nell'iliusione del primato della coscienza e
329
della personalit individuale, dell'autonomia della vita spi
rituale risPetto alla vita materiale. La descdzione presente
nella Critique, in qlresto senso, anche la demistificazione
di uor demisrificazione:
perch lopeta giunse quando era
gi stato acquisito il punto di vista economico di fondo, e
la coscienza, nel comprendete la reificazione, si rovava
genetalmente invischiata nelle sue categorie Oggi infatti
".r"."-bru
iucapace di proseguire ulteriormente fino a dis-
solvere nel pensiero ci che non pu ancora dissolvere
r.rella realt, incapace di penetrare la pi profonda realt
della storia, che anche natrazione di poteri e possibilit
u[ane, per quanto maschetate ed alienate possano essere'
Pertanto, pet un verso, questi due linguaggi marxisti
alternativi, funzionando
(come fanno) criticamente, vale a
dire, legandosi alla natura predeterminata della situazione o
del contesto in cui vengono usati, devono venire valutati in
laoootto al momento stotico in cui ognuno di essi si
.uipp^,o. Karl Korsch'ha dimostrato il significato del
loro uit"rt orri nello sviluppo personale di Marx
a7:
I'accento
posto sul fattore soggettivo, sulla storia come storia delle
iotte di classe, che tipico el Manifesto
(1848), dflene
un periodo di genuina atti'/it rivoluzionaria in cui le forze
rivoluzionarie sentivano la storia come risultato della
proptia prassi. L'elaborazione e II Capitale
(conclusa nel
1867), con il suo sottolineare f importanza dei fattori econo-
mici e dell'evoluzione intetna dell'economia, corrisponde in-
vece ad un periodo di reazione
(il Secondo Impero) in cui
necessario appunto fat vedere che le rivoluzioni non si
danno finch i tempi non sono matud, ma anche che esse
sono il risultato inevitabile dello svilupparsi di contaddi
zioni economiche interne
La Critique di Sartre, collocandosi all'inizio degli anni
Sessanta, essendo stata scritta durante la tivoluzione al-
a7
Katl lfatx, pp. 89 9J
3)0
gerina ed apparendo contemporaoeamente allo scoppio
della rivoluzione cubana, alla radicakzzazione del u.rovi-
nento dei diritti civili negli Stati Uniti, alla intensifica-
zione della guerra nel Vietnam e allo sviluppo n.rondiale del
r.novimento degli studenti, corrisponde ad un nuovo pe-
riodo di fermento rivoluzionario e, nello stesso spirito di
Marx, propoue una ticonvetsione del modello economicista
n quella terminologia della prassi e del conflitto di classe
aperto c]re sembta ancora pi adeguato all'esperienza gior-
naliera che viviamo in questo periodo. un po'come ri-
cevere indietro il suono di ritorno.
Non ci deve sorprendere il fatto che Sare sia per-
venuto alla sua riformulazione stimolato da Heidegger
piuttosto che cla NIarx, che sia stata la sua sensibilit poe-
tica per la doppia valenza costituita da un lato dagli og-
getti e dall'alro dai sentimenti da essi suscitati a fomirgli
gli strumenti intellettuali per portare a termine tale trasferi-
rnento
-
infatti non ci dobbiamo scordare che la perce-
zione di Heidegger corrisponde alla suuttura mercficata
della societ moderna e ne un diretto riflesso,
Se esaminate a fondo non sono tanto 1e difierenze
cluanto le somiglianze tra Sartre e Marx che ci colpiscono.
Abbiamo dimostato che il punto di partenza di Sartfe
nel.a Critique, l'idea dell'uomo come bisogno, corrisponde
rd una specie di traduzione in termini concreti della for-
mtla di L'tre et le n6nt, dove la coscienza era una man-
canza di essere, una non-essenza. Ma la nuova lormula
anche uno sviluppo dei concetti accennat nel tetzo dei Ma-
itoscritti economico-filosofici del '44 (la uitica alla dotrina
hegeliana dell'idea assoluta), dove Marx espone il proprio
J)unto
di vista, ir conrapposizione al materialismo mecca-
nico del diciottesin.ro secolo, qualificandolo come una forma
'.li
naturalismo, volendo con ci sottolineare il processo di-
natnico ed organico mediantc il quale l'uomo irapara di
cssefe esso stesso un oggetto in qtanto ha bisogno di altt
()sqetti per vivere e quindi << ha il suo essere al di fuori
33r
di s r>
a8.
La descrizione conisponde abbastanza esattamente
a quella di L'tre et le nal1t. Questo
nuovo tipo di mate-
rialisrno, basato sul bisogno organico, non ha tuttavia la
dimensione storica enunciata nelle Tesl stt Feuerbaclt e svi-
luppata nell'ldeologia Tedesca, tra iI 1815 e 11 1'846; L'tre
et le nant, comunque, ne condivideva la dimensione astori-
ca, fornendo per sia un contesto teoretico pir ampio in cui
inquadrare 1'opera successiva, pir specializzata, sia ullo sti-
molo per l'elaborazione di quella dimensione storica senza
1a quale essa sarebbe rimasta incompleta
(Il parallelsmo
tra Marx e Sarte estensibile al problema
-
che si pone
per entrambi
-
del rapporto a le opete giovanili e le
opere mature: quindi possiamo paragonare la questione se
il Marx maturo fosse ancora un umanista al vecchio
pro-
blema se la Critique d Sartre abbia rapPresentato una rot'
tuta completa con la posizione sistenziale di L'tte et le
nant).
V' ancora una sezione i L'tre et le nant c.ot non
abbiamo finora fatto riferimento, se non forse di sfuggita,
vale a dire quella in cui si uatta dello sguardo, del trauma
provocato dall'esistenza dell'altto
-
quella espetienza con-
tingente ma ireparabile che mi conferisce una < esttafle1-
t > ed una oggettivit, nello stesso tempo in cui d a
tutte le mie azioni la connotazione di una lotta con le altre
persone da cui non posso sottrarmi. Infatti, la uria rela-
,ion".on gli alti di per s una lqtta ed sullo sfondo
di questa lotta permanente) ontologica, con gli a1ffi, che
,r"r.olro . muoiono tutte le alre lotte empiriche ln{atti, la
meta esistenza dell'altro chiama in questione la mia esi-
stenza ne1 suo stesso essere ed motivo sufficiente e {on-
dante di lotta: questo il senso di ci che Sarre nella
Critique chiama reciprocit: una tensione ad alto potenziale
elettrico insita in quella coesistenza che precede ogni passo
concteto vetso I'antagonismo o la cooperazione'
4s
KARr {ARx, Latl! wtt r!, New Yoft, 196"1, pp. 2a1'249
332
Non dobbiamo far alro che trasportare questa descri-
zione dal piano della lotta interpersonale a quello delle re-
lazioni di gruppo per capire quest'ultima dimensione della
Ctique. Inatti la lotta di classe nella storia riassume i
n.romenti nodali della primitiva dialettica interpersonale:
ogni classe, passando in successione dall'oggetto al sog-
getto, oggettifica, amite il proprio << osservare r>, I'altra
casse, conferendole una esteriorit, un volto. L'alta classe
reagisce a sua volta nel tentativo di recuperare questo es-
sere che al di l della sua porrata, le esterno, che negli
occhi e nei girrdizi dcl suo avversario: proprio come co-
nosco me stesso ataverso la mediaz.ione degli ali, sia
atffa'/erso i loro giudizi sia atffaverso la mia risposta ad
cssi, cos ogni classe impara a vedersi perch viene vista
dall'esterno. Ogni classe si definisce in rapporto all,alta, sia
interiorizzando l'<< osservazione > dell'altra sia nasformando
in amor proprio o senso di identit (o meglio, rartandosi
di classi, in coscienza di classe) ci che veniva pima spe-
Lin'lentato come vcrgogna. V' per una asimmetria tra
'esperienza personale e l'esperienza di classe: nelle mie re-
lazioni quotidiane con gli altri non sembra vi sia nessuna
profit precostituita del soggetto rispetto all'oggetto e sen.r-
bra che io sia, di volta in volta, enuambi (naturalmente
cluesta impressione cambia se nella storia del singolo in-
cludiamo anche f inanzia, periodo in cui il bambino
un oggetto per i genitori sentiti invece come soggetto).
Nela storia, invece, ogni classe nascente inizialmente un
oggetto per la casse dominante e impara a considerare se
stesso come qualcosa di vcrgognoso prima di arrivare al
Inornento il1 cui a sua volta diventer un soggetto, Per-
t,rnto, la borghesia inizialmente si definiva atmaverso le
Lrrniliazioni che subiva al cospetto della nobilt, mente il
1,toetariato si definisce mediante le solTerenze che patisce
,rrl opera della borghesia. Soltanto rn un momenro succes-
sivo il proletariato comincia a acdere a sua volta la bor-
rlhesia e a dare a quest'ultima lrna nuova in.rmagine di se
3)3
stessa {acendola vivere nella paura e nel senso di colpa'
Storicamente, questo < osstvate > deli'oppresso che
ontologcamente
pir forte: ed a questo concetio che
mitava S-artre, pur servendosi di mezzi in:perfetti,
quando
elaborava, it L'tre et le aant, i concetti del noi-soggetto
e del noioggetto. Senz'altro, il noi-oggetto non pu per-
venire all'arsete fincl.r non viene < osservato >> dal noi-
soggetto; ma, paradossalmente,
quest'ultimo non possiede
di per .e stesso alcun essere autentico Pertatrto, iL noi-
,ogg.tto la causa, o il pretesto, per l'emergenza del noi-
op!""r,o, .o trova la propria identit e comincia a clefinirsi
soltanto reagendo conffo quest'ultimo, atttavelso una specle
di meccanismo di difesa.
Tuttavia, 1'<< ossefvafe t> non deve, natutalmente'
ve-
nire visto cone qualcosa che comporta una reale presenza
fisica: esso una sttuttura implicita,
profonda del nosro
essere
-
e, a nio avviso, Ia Critique,lende
conclete nu-
metose analisi che in L'tve et le nlflt erano ancora ctr-
condate da un'atmos{era astratta,
paradossale Pertat-rto, nel
discutere i limiti cl.re de
lacto
il mio vicino pone alla mia
libert, Sarre ha desoitto
quel complesso di giudizi su
di me
-
oggettivi, oscillanti ma impliciti
(e irrealizzabili)
'
che nel loro insieme danno forma alla mia vita nela so-
ciet. Non soltanto l'ebreo a venire considerato ciagli
altri come un ebfeo
oo:
io sono fatto pet sottomettermi ad
una gran quantit di categorie che mi si presentaL.ro come
q.,nlrn di astratto finch anche per me non si realzza
in modo esistenziale la concteta situazione di un giudizio
da parte clegli altri da cui esse sol.o originate Pertanto io
.orlo.rn un-tatia"no non solo nel senso positivistico di es-
sere negli Stati Uniti come dentro un contenitore, cli avere
la cittadinanza americalra e cos via, ma nel senso piir spe-
ae
La ben nota formula di Rlllerjor vr la quest)ort i'li'e
di Sare'
j)4
cifico che a tne (come ad un membro anonimo d'una
collettivit senza faccia, multipla, inimmaginabile) che gli
stranieri pensano quando pensano all'America.
Questo
<< matchio t> ha la sua giusticazione oltoiogica in questa
concreta situazione del giudizio, in questa innegabile rela-
zione interpersonale in cui sono coinvolto, anche se pos-
so non accotgermene mai. Pertanto, se non lascio mai il
nrio paese d'origine, l'idea di essere americano pu suo-
narmi come astratta, puramente formale; solo quando io
vedo la mia persona come qualcosa su cui si esercita
'odio, il sospetto, il risentimento, o la condiscendenza e
il servile senso c1i conplicit senrimenLi questi con cui
gli americani in generale e gli statunitensi in particolare
vengono ricevuti dagli abitanti degli altri paesi
-;
allora
che. con unl sorta di scandaljzzaLa reazione, io comincio a
capire la concreta situazione cli lotta e di giudizio in cui
sono sempre stato, per quanto implicitamente, coinvolto.
Questa
mia presa di coscienza avviene mediante un'iniziale
reazior-re di scandalo in quanto <( io >> non sono personal-
mente responsabile di quello che fa l'America e sento
come ngilrsto il fatto che vengalro condannati assieme il
colpevole e l'innocente: n.a questa distanza tra il mio io,
sentito dall'interno, e il giudizio formulato dall'esterno sul
mio essere oggettivo proprio l'aspetto caratterizzante di
tutte le forme di questa << alienazione mediante altre per-
sone > (in senso sartriano), di questa lotta di fondo con
I'altro in cui siamo sempre coinvolti, ed in cui io sono
sempre responsabile, colpevole, se non altro sul temeno del
lni^ ctr-li. c ie f^r
Nel contesto dela Critique mi sembra che queste ana-
iisi abbiano perso quella qalit astratta che possedevano
precedentemente (quando sembravano implicare relazioni
personali iperorganiche tra i paesi: 1'< amicizia > degli
Stati Uniti e della Germania, lk ostilit > tra Stati Uniti
e Cina) e vengano giustificate in modo diverso mediante
una visione della storia stessa come lotta perpetua su scala
J ))
collettiva, L'osservazione di uno sraniero lontano e sco-
nosciuto mi awiluppa nel suo giudizio nella misura in cui
esso parte di una delle numerose lotte di classe e di
gruppo entro il cui contesto situata la mia vita' Ora, se-
.orrdo *", siamo in una posizione pir favorevole per va-
lutare quell'< azione a d\st^nza >> dei lavoratori che Sartre
descdve come una decisiva influenza sul proprio sviluppo
intellettuale e alla quale avevamo alluso all'inizio di questo
capitolo: questa influenza
quasi gravitazionale, che i lavora-
tori esetcitano mediante il mero fatto della oro esistenza
persino prima di avere avuto un contatto storico concreto
ion chi subisce la loro inlluenza, che altro se non lo
Sguartlo stesso? Quegli
ir.rtellettuali
piccolo-borgl.resi a cui
Sartte, secondo le sue stesse parole, appatteneva, erano
costretti a reagire alla esistenza dei lavoratori come classe
perch erano anche loro implicitamente
guardati e giudicati
<la quest'alta classe, perch quello sguardo costittliva
pel
loro un essere estetno, oggettivo, che essi dovevano in qual-
che mo<lo tentare di recuperare' o rifiLrtandolo sulla base
clella propria superiotit, o assimilandolo e tentando di far
proprio il punto di vista dei lavoratori Ma essi non pote-
.,r^no
non reagire a quest'osservazione, e questa politicizza-
zione , a n.rio avviso, caratteristica di ogni periodo in cul
una collettivit oppressa
-
sia essa costituita da lavoratori
in Francia o dai negri negli Stati Uniti
-
si fa sentire
come una nuova coscienza del suo opptessore, come ufio
sguardo che cade a sua volta su di lui Ma, sia nel caso
cle 1o attagga, cl.re ne1 caso che gli susciti terrore, il fa-
scino di tale lo[ettivit sull'oppressore esercita un profondo
magnetismo ontologico: tutto quello che mette in que-
stione me di fronte a me stesso e con cui, in
''rn
modo o
nell'altro, debbo arivare ad un confronto'
Ora lo stesso progetto della Critique pt venire visto
sotto una nuova luce: il tentativo di Sarrre di vedere se
stesso,la propria classe, dall'estelno, di recuperare
quela
oggettivit esterna di entrambi che viene garantita solo
336
clal giudizio e dall'osservazione dell'altro su di essi; o in
altre parole dal concreto antagonismo di classe della storia,
Pertanto, nelle pagine finali della Crtique, scavandosi la
propria strada gir attraverso gli strati della mistificazione
ideologica, attraverso i substrati delle istituzioni culturali {e-
ticcizzate, egli attinge la realt ultima e determinante del-
I'essere sociale stesso. Cos completata 7a sua Critique va
collocata accanto a opee come Sulla cctntraddizioxe di Mao
Tze Tung, in cui si dimostra come la cultura e la logica
siano riflessi del conflitto sociale; o accanto a quelle lumi
rose pagine in cui Gramsci descrive la sua visione del po-
tere formativo dei gruppi sociali. Tuttavia la Critique ope-
ra entro ]a specificit del proprio contesto storico e cultu-
rale; ed pertanto entfo i confini del mondo borghese
occidentale che siamo chiamati a dissolvere l'illusione di
r.Lnicit e di solitudine che ci circonda nel presente e nel
passato: fino a che'ci che ci appanva come un passaro
morto si riveli a noi come una folla di sguardi finalmente
ricordati, che ci fissano in un giudizo irreversibile; fino a
che il futuro astatto diventi visibile
-
come nei. Seque-
slruti d'Altotla
-
come il giudizio bruciante di una po-
sterit estranea ed inimmaginabile; fino a che le privacy
e gli < spaz vitali > dell'attuale borghesia occidentale, la
disribuzione dei prodotti e il tempo libero
-
che finora
abbiamo considerato come un vuoto che assorbe e smoza
I'urto, come una specie di propriet pivata
-,
finch que-
sto feticismo dell'isolamento individuale, si dissolvano e
arretino dinanzi ai nostri occhi cedendo all'avanzare di un
brulicante, sofiocante, intollerabile sentimento delle relazio-
ni umane e della violenta lotta antagonistica che sconvolge
utto nelq spazio e nel tempo. << La storia >, ha detto lo
Stephen di
Joyce
<< un incubo da cui cerco di svegliar-
mi >>. Ma non ci si pu forse svegliare se prima non s
misurata l'estensione e I'intensit di
questo
incubo.
337
CAPITOLO QUINTO
VERSO UNA CRITICA D]ALETTICA
Daremo una descrizione {enomenologica della critica
clialettica? La contraddizione non poi cos stidente come
l)otrebbe
apparire sulle prime. La difficolt peculiare della
scrittura dialettica risiede infatti anche nel suo carattete
<< totaltzzante >, nella sua tensione vagamente << sacrale >:
come se non si potesse dire nulla senza prima aver detto
tutto, come se ad ogni idea nuova si dovesse ricapitolare
I'intero sistema. Cos accade che il tentativo di far giustizia
rlla pi casuale delle osservazioni di Hegel finisca col
chiamare in causa f intera ingarbugliata e densa massa della
sequenza di {orme hegeliane. Allo stesso modo libri o saggi
su Marx finiscono coll'essere, in un punto o nell'alo, una
rispettosa ripetizione dell'intero materialismo storico. Per
il pensiero dialettico non c' un conteluto, che non sia un
contenuto totale; ed per questo motivo che la fenomeno-
logia (che come l'alro grande sistema filosofico contempo-
raneo non consiste nella scoperta di un nuovo contenuto,
rra in una innovazione nel,a
forma)
sembta possedete una
risposta che ci permette di uscire da quello che altrimenti
sarebbe un dllemma otganizzativo. Infatti la fenomenologia
un tentalivo di dire che cosa e ceme appare un pensiero,
non che cosa , Non mira a costtuite assefzioni sul con-
LLnulo
(inlarti
il contenuto viene ptovvisoria men r e po5ro
a parentesi), ma a descrivere le operazioni mentali, in
tutta la loro specificit temporale, che corrispondono a
ouel contenuto. Le l:rove che essa fornisce al lettore non
339
collsistono nell'argomentazione logica, ma nel1a sotpresa
(o
nel fallimento) d'un improvviso ricot.roscimento, d'una ri-
velazione.
Nei capitoli precedenti abbiamo pfesefltato un pano-
rana clei diversi punti di vista da cui hanno preso l'awio
varie elaborazioni dialctriche: abbiamo passato in rassegna
l'opera di Adorno suil'evoluzione dialettica nel tempo;
quella di Benjamin, Marcuse e Bloch sulla natura essenzia-
mente ermeneutica, o, meglio, contemporaneamente demi-
stificarice e restauratrice, del pensiero dalettico; quella di
Lukcs sulla relazione sintomatica tra la costruzone artisti-
ca e le sottostanti realt della vita sociale; quella di Sartre
sulla natura nascosta ma irrcfutabile di realt come l'antago-
nismo di classe. Ebbene, tutti questi <( sistemi > o sistmi
parziali in ultima analisi si completano l'uno con l'altro e
le loro apparenti incompatibilit si risolvono spesso in qual-
che pi vasta sintesi dialettica. Non ci proponiamo, in que-
sto libro, di dare a queste sintesi una esposizione ordinata,
filosofica, sittemdtictt tuttavia, sempre a patto che si abba
ben chiaro in nrente l'orientamento descrittivo, fenome-
noiogico, deliberatamerte soggettivo delle pagine che se-
guono, sembra esserci posto, a fianco di questi studi circo-
scritti, per un richiamo alla ctitica letteraria dialettica ed al
pensiero dialettico in generale, come {orma ne tempo, co-
me processo, come esperienza vissuta di una peculiare,
determinata struttura.
Si tratta, ovviamente, di pensiero alla seconda potenza,
di una intensificazione tale dei normali processi di pensiero
che, come un cambio di luce, scmbra poter dissolvere l'og-
getto della loro esasperazionel come se nel bel mezzo delle
sue perplessit in-rmediate la mer-rte avesse tentato, con la
forza di volont, cot'r tn\ diktat, di sollevarsi il pi in alto
possibile stimolata dai propri speroni. Di fronte aile pro-
cedure operative di una nente pensante in modo non ri-
flessivo
(sia che tcnti di afierrare problemi ed oggetti filo-
sofici o artistici, politici o scientifici), il pensiero dialettico
310
tlon cerca <li completare e perfezionare I'applicazione di
(lueste
procedure, bens cerca di ampliare il proprio cono
tli attenzione fino ad includere anch'esse come oggetti del-
la propria consapevolezza analitica; in alte parole, mira
non alla soluzione dei particolari dilemmi in questione,
rra a ticonvertire qriei problemi, dall'interno delle loro
stesse soluzioni, ad un livello pi alto, fino a porre l'esi-
stenza del problema stesso come il punto di panenza per
Lrnlt nuova ricerca.
Questo
il momento pir delicato del-
l intcro plocesso djalerLico: il rnornenro in cui un intcro
corrplesso di pensiero viene sollevato, mediante quello che
llotremnlo
definire un interno sistema di leve, ad un piano
pir alto dove la n.rcnte, per una specie cli scatto degli in-
lgranaggi,
si scopre disposta ad assumeLe come risposta ci
che prima si era posta come domanda, ponendosi al di
lroli dei suoi esercizi precedenti fino al putrto di ricono-
scctsi come parte del problema. E cos comprende il pro,
plio dilemna non come una resistenza del solo oggetto,
rra anche come il risultato di un polo soggettivo dispiegato
( strategicamente contrapposto a quello oggettivo. In breve
rlrrnque il dilemma le si rivela come la funzione di una
spccifica e determinata relazione soggetto oggetto.
Nel compiere tale passaggio da una normale attivit
r r.tttrle otientrta vcr'co l'oggetlo I qle.ra a,rroco.cienzl
,lialcttica, subentra un blocco del respiro
-
un brivido di
rr.rLrsea come qrrrndo, in un t\ccnsofc o i.r un lereo ci sen-
tirrmo nancare il tereno sotto i piedi per una discesa im
l,t
owisa. La metafora, volutamcnte, ci richiama alla mente
:,cnsazioni fisiche. Lo shock, infani, un momento costitu,
rivo della dialetticar senza questa trasfolmazione, senza
'lrrcsta
iniziale e cosciente trascendenza da una posizione
1r'ccedcnte,
pir ingenua, non possiamo percorrete un reale
crrrnmino dialettico verso la coscienza.
Ma il pensiero clialettico, proprio perch cos str.etra-
rrcDte legato a quel nostlo modo quotidiano, abituale di
1,,rrsare
che tutravia deve trascenclere, pu assumere innu-
31r
merevoli forme che possono anche apparire antitetiche e
contradditorie. cos che, quando la nostra quotidiana atmo-
sfera mentale pervasa, c atterzzat^ e guidata dal senso
comune, il pensiero dialettico pu intromettersi co suo pi-
gnolo e quasi pervelso sPaccare il capello in quattro, con
la sua anivit di iperelaborazione che sembra perdersi die-
tro a sottigliezze,
Per
ricordate assiduamente che il semplice
in realt solo una semplificazione, e cl.re ci che appare
come auto evidene in realt si basa su di un deposito quasi
geologicamente stratificato di presupposti sepolti' Quando,
d'^ltro .urtto, seguendo il costun.re degli intellettuali, co-
minciamo a percorlere Llna serie di astrazioni che ci ffasci-
nano progressivamcnte sempfe pi lontano dal reale e co-
minciamo con disagio a sospettare che I'inteta oscillante
costruzione non sia un sistema in grado di spiegare e ri-
formulare <lelle leggi naturali, ma piuttosto un monumeflto
cli regole elaborate a gratificazione di qualcl.re hobby mea-
tale privato, allora interviene il pensiero dialettico ed opera
Lrna rottura brutale, taglia il groppo dei nodi e ci mette
improvvisamente davlr.rti alle realt pi grossolane ed evi-
denti, a fatti sgradevolmente con.runi quanto 1o stesso buon
senso. Questi
due efietti, apparentemente antitetici, della
consapcvolezza clialertica corrispondono, come avremo modo
c1i vedere in seguito, al rispettivo rapporto clialettico di
hegelisnlo e ttarxismo.
Quanto
segue non altro che una descrizione di qual-
cur.ra delle caratteristiche
pir tipiche del pensiero dialettico'
in particolare quando, diramando, si ttova alle prese con
i problemi specifici della forma lettearia La descrizione
non sar, owio, completa, ma cercher di affrontaie il
ptoblen.ra della completezza; e la rete dell'esposizione ten-
"lr,. r.-pr" acl ampliarsi, dove ogni argomento riassure
I'argomento
precedente iD lrn contesto diverso ed a un
piano piir elevato, dovrebbe
Portarci
passo passo sempre
pir vicini a c1uel1o che I'oggetto finale d'ogni pensiero
dialettico: il concreto stesso
342
I. La clica lettetara hegeliana: la costruzione diacrctnica
L'afiermazione pi importante che la dialettica ci consc-
gna senza dubbio la sua teoria del rouescianento Aia\et-
tico, quella paradossale rasformazione di un fenomeno nel
suo opposto, di cui la tras{ormazione della quantit in
clualit solo una tra le manifestazioni, anche se la pi
(ono5Liuta. Si pu descrivere il rovesciamenro come unt
specie di salto della cavalletta nel tempo, un salto in cui
quelli che erano gli ostacoli di una data situazione storica
risultano essere i suoi segreti punti di vantaggio, in cui
quelii che sembravano i suoi interni elementi di superio-
rit improvvisamente sembrano porre limiti invalicabili allo
sviltrppo nel futuro. Si tratta, infatti, di un rovesciamento
clei lin.riri, di una trasformazione del negativo in positivo
, 1cl r.n5i1;u,r in ne.rtiro: e in deFnirivl si trattc d un
proccsso diacronico.
Per avere un esempio abbastanza chiaro e convincente
del rovesciamento, basta pensare alla situazione tecnolo-
gica come si presentava alla fine della seconda guena mon-
cljale. Allora gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica erano gli
unici eredi della ricerca n.rissilistica tedesca. In quel periodo
l'ineg'.raglianza si faceva sentire invece soprattutto nel cam-
po dcla potenza atomica; e proprio in quella direzione si
r'os.ero gli siorzi Jelll spcrimcnrazione americrnl resa r
lidurle la dimensione delle bon.rbe e ad accrescere la loro
capacit disruttiva. Le prirae bombe sovieticl.re, parecchi
ar.rni pir tardi, etano ancora degli ordigni puttosto ingom-
brantr.
Quincli,
al fine di trasportare questi ordigni enormi
e ancora rudimentali, la tecnologia sovietica fu obbligata
a escogitare dei missili capaci di portare carichi pesanti
ed ingombranti; e in questo modo s rov enormemente
avvantaggiata, riuscendo po per prima a mandare in olbita
i suoi sputaik. La superiorit americana negli armamenti,
invece, si tradusse in un ritardo nello sviluppo clella mis-
silistica, dato che i loro missili erano stati strdiati apPosta
per poter trasportare delle testate atomiche relativamente
piccole. In una fase successiva dello sviluppo, naturalmente,
la situazione si tovescia a[cofa una volta: gli americani,
proprio perch i loro missili erano di capacit limirare, si
tlovarono costretti a elaborare blocchi di strumenti an-
sistorizzati sempre pi sofisticati e piccoli, per poterli cliri-
gere in orbita, mentre gli apparati elettrol.ici sovietici,
meno elaborati perch meno pressati da tali problemi, ora
rasmettono indietro quantit telativamente rrinori di in-
formazione. E cos via.
Natutalmente da questo quadro abbiamo omesso molti
fattoi, in particolare non abbiamo parlato del predominio
dell'aria che ci avrebbe portato indietro lungo la storia del
bombardamento stlategico e, da qui, al conirasto tra do-
milio tertestre e dominio aereo, e quindi in definitiva
alle di{ferenze geografiche, storiche ed economiche tra le
due superpotenze. Il che significa che un quadro con.r-
pleto anche di questa particolare serie di rovesciamenti
dialettici ci avrebbe alla fine fatto rein.rmergere nei plir
organici elementi della stessa storia concreta
Questo
modello
-
forse tanto astratto r.ella sult uni-
vocit quanto semplificato e lontano dalle complessit cel-
la realt sociale di ogni giotno, come 1o erano le illustra-
zioni musicali di uno dei primi capitoli
-
ci permette di
mettre a fuoco un cetto nunlero di punti essenziali circa
I'analisi dialettica in generale. InnanzitLrtto, questa analisi
chiaramente presuppone un iniziale isolamento c{i un gruppo
limitato di fattori dal complesso della totalit storica o del
continuum storico: questi fattori sono stati, nel llostto
esempio, lo sviluppo n.rissilistico e la ricerca atom.ica. Lo
stesso avviene r.rel campo letterario, dove la scelta iniziale
di simili fattori chiave o catcgorie dominanti dell'analisi,
come 1i chiameremo, un momento strategico cli ogni cri-
tica dialettica.
Tali categorie irtrattengono delle relazior.ri reciproche
311
trrli che un'alterazione in una comporta un cotrispondente
ntamento di proporzioni anclle nelle altre; questo ,
naturalmente, ci che it definitiva intendiamo quando
parliamo delle intenelazioni dialettiche dei fenomeni o,
per rovesciare i termini, della comprensione dialettica di
t:rli relazioni. Ci che di soliro viene rfascuralo, o non
compreso fino in fondo, che questa consapevolezza delle
relazioni dialettiche implica o presuppone come condizione
nccessaria della loro atticolazione una sruttura diacronica.
L'esempio che abbiamo fatto precedentemente
aveva,
come peculiarit stutturale, la caratteristica di essere com-
posto di sequenze parallele, ognuna delle quali richiamava
l rcciproca attfaverso un puntuale confronto ad ogni fase;
quindi uno squilibrio americano richiamava subito alla
rnente un conosquiibrio sovietico e viceversa. In larga par-
te delle analisi dialettiche questo carattere profondamente
comparativo delle operazioni dialettiche operativo
-
per
cos dire, sotLerraneo) implicito
-
sotto forma di una per-
cezione difierenziale che, come avremo modo di vedere, ci
permette di vedere che cos' qualcosa mediante la coscienza
sjmultanea di quello che queJla cosa non . Pertanto, 1'ami
colazione dialettica di un fenomeno in un certo rapporto di
forze e categorie implica anche la consapevolezza di ur.r'altra
disposizione logicamente possibile, di quesre categorie una
contro l'altra; e queste altfe forme, che sono quelle che
ci danlro possibilit di misurare la piena specificit dell'og-
getto in esame, sono disposte secondo una sequenza che
pu essere o un continuun storico, quindi reale e tempo-
tale, o, come in Hegel, una serie di possibiit che esplo-
dono una dentro l'ala, in una successione che non
meno diacronica, quanro a struttura, per il fatto di appar,
tenere ad un modello soltanto ideale.
Si pu sostenere, tuttavia, che, per quanto il suo caratte-
re possa essere genuinamente temporale o storico, questa se-
quenza diactonica rester pur sempre un'asuazione nclla
misura in cui non altro che una sezione trasversale ideale,
uno spaccato nella densit esistenziale della storia concreta;
che insomma essa solo l'isolamento di un singolo piano
o livello di realt entro un sistema in cui per realt si inten-
de sia la somma ideale di tutti i livelli precedenti, sia la
totalit ultima, impensabile, che non pu mai venire rico-
struita in quel modo, cio addizionalmenteJ atraverso una
operazione del solo pensiero puro. Risponde a questa obie-
zione il momento finale del processo di analisi dialettica,
il momento in cui il modello esige il ritorno a quell'ele-
mento concreto da cui era inizialmente partito, I'aboli-
zione di se stesso come illusione di autonomia e a sua ri-
dissoluzione nella storia: operazione che, menne com-
piuta, ofire una fugace visione della realt come di un
intero concreto.
Peitanto, il modello dialettico consente ad un dato fe-
nomeno d'essete percepito come un momento, o singola
sezione di collegamento entto ur.r solo atticolato processo'
Tuttavia questo momento deve essere distinto dall'istante
storico, inteso come la somma totale di tutti i suoi mo-
meflti, come la .< sequenza delle sequenze > s
-
ris] 5sn59
di F. Braudel
-
qqns
la coesistenza massiccia d'uno scia-
me di schemi temporali dalle strutture mutevoli e dalle
durate alterne. Se ci ffasferiamo ora nel campo letterario,
scopriamo che non mai il concetto dello storico /rlc el
nunc ad, oppone la pi ostinata resistenza al pensiero dia-
lettico: per la mente v' proprio una specie di antinomia
insita nella nozione di un libro che << diventa realt r> ad
una data fissa, anche se la stessa mente pu invece parte-
cipare con piena comprensione allo schema temporale del
libro in preparazione, o allo schema temporale in cui quel
libro vive, a partire dalla sua pubblicazione, come una
presenza influente o negletta, come un esistente tra altri
esistenti.
Il problema di partenza che la teoria dialettica della
letteratura deve piuttosto afirontare quello dell'unit del-
l'opera letteraria, della sua esistenza come cosa completa,
346
cornc intero autonomo. Si tratta di un << intero >> che per
1 l)pone resistenza all'assimilazione nelle totalizzazioni dello
strrlico lc et nunc (in che senso si pu dire che I'Ulisse
l,r parte degli aweniment del 1.922?); e Ia sua tesistenza
tanto pir sttenua in quanto anche un'opposizione alla
1,r'opria
dissoluzione in una qualche storia superindividuale
,li lorme che si ponga al di sopra delle opere singole.
E senza dubbio noi, come critici, tendiamo a rispettare
l'interezza dell'opera, a patto che non si scordi cl.re anche
fN slra autonomia un fenomeno dialettico. Infatti i for-
nralisti russi hanno dimosato che ogni opera d'arte viene
yrclcepita contto uno sfondo generico (che, senza dubbio,
pLr alterarsi da momento a n-omento, da generazione a
gcnerazione). Secondo loro ogni opera viene letta come
opcra concepita ift lna data fotma o contro una data
lorma, in un contesto in cui i vari stili vengono sentiti
come coesistenti, a distanze fisse, entro complessi relati-
vaulente sistematici che possono diventare essi stessi pos-
.ibili
oggcLri di srudio nella loro coesisrenza o successione
storicat. chiaro, quindi, che anche l'autosufficienza di
un'opera d'atte varia, e in ogni caso dipende dalla misura
in cui invita a1 con{ronto o con f intero gi esistente come
forma
-
pensiamo al sonetto rinascimentale o allo baiku
giapponese
-
o, come I'UIisse e 7a Diuina ComLzeclia,
in quanto mira a risistematizzare tstfa la cultura riassu-
nrendola in un << singolo libro del mondo >t, dove, comun-
que, I'idea del Libro essa stessa un fatto di cultura e
un elemento presente nello sfondo generico su cu viene
percepita I'opera.
Ovviamente qui implicito il modello della psicologia
della Gestalt con la sua dialettica di forma e sfondo; ma
non cluesto l'unico modo per pensare alla telazione tta
I'ir.rtero singolo (cio I'opera letteraria singola) e la tota-
I
Si veda CL^uDro GJILLN, Litelat le as Srtte , Pr;r,ceton, 1971,
pp. l8.l-105.
347
lit delle alre opere letterarie
-
pur tralasciando gii
altri livelli della realt storica e sociale con cui I'opera
lettetaria pu essere confrontata. << I fronumenti esisten-
ti > dice T. S. Eliot in ut.ra ben nota pagina, < formano
tra di loro un ordine ideale, che viene modificato dal-
f inserimento della nuova
(che sia realmente nuova) oPe-
ra d'arte. L'ordine esistente completo prima che arrivi
la nuova opera; perch l'ordine persista dopo I'avvento
clell'ultima arrivata, l'inlcro ordine esistente deve venire,
anche se impercettibilmente, alterato; e cos le relazioni,
le proporzioni, i valori di ogni opera rispetto all'intero
venlono riaggiustat >
2.
Si tratta, com' facile vedere, di ur.r
concetto profondamente dialettico. Infatti il fascino reto-
rico che questo brano esetcita deriva it.l gran parte dal
nodo in cui il carattere dialettico, non menzionato, di
questo concetto viene fatto accettare al lettote come ut-l
nlodo nuovo, pir dinamico, di vedere le cose
(Trascuriamo
di inventariare le precise funzioni
-
sia letterarie cl.re ideo
logiche
-
che un brano del genere era cl.riamato ad as-
soluere, perch, forse, oggi non pi necessario farlo)'
Per noi, che non abbiamo pi il feticcio della palola o or-
dine >, il concetto di una totalit globale non altrettanto
utile metodologicamente
quanto l'idea pi circoscritta di
sequenze limitate che vengono l.rodificate dall'aggiunta di
un nuovo termlne, percePlo esso stesso sullo sfondo del
continuulx di cui fa parte.
Queste
sequenze limirate forni-
vano il contesto, o l'ossatura, per intendere I'opera lette-
raria, almeno fir.r dai tragici greci; per quanto liguafda i
tempi moderni, baster pensare al posto occupato da Ri-
.h"rdron, Fielding e Sterne nel romanzo inglese
-
o al
posto che hanno Balzac, Flaubert e Zola nel romanzo ftance-
se e all'importanza di Baudelaire, Rimbaucl e Mallrtn per
lo sviluppo della poesia noderna
-
per capire fiLro n che
2
T.S. Er-r, Selectc EssuJ's, New York, 19)0, p t
148
glado la nostra comprensione di ciascuno di questi autori
sia anche la funzione di una percezione dif{erenziale, atra-
verso la quale la sr-ra posizione nella sequenza giunge a
clcterminare anche il modo con crii misurata la sua spe-
cificit. Dire che Flaubert uno scrittore sui generis
clire nulla; ma dire che Flaubert non pi) Balzac e non
ancora Zola, e dido attraverso una ticca articolazione
di modalit determinate, significa anche articolare le suut-
tr,ue interne, inerenti e costitutive, del romanzo di Flaubert.
Il quale, naturalmenteJ non un fascio di parecchie altre
cose; e fare evidente tutto ci che esso nega in modo
cleterminato quanto implicito, cio dimostrare come Flau-
bert non sia un romanziere russo o inglese del medesimo
periodo, o dimostrare che egli ha riscritto, e con ci ne-
gato a modo suo, il Doz Chiscotte o il Candido, significa
rrrricchire la nosta conoscenza di Flaubert, vedendolo come
un tetmine entro tipi del tutto diversi di sequenze dia-
croniche. Non dobbiamo dimenticare che la percezione let-
teraria una percezione difierenziale o comparativa e per-
rlnto lo studio monografico di uno scrittore singolo
-
per
quanto poftato avanti con scrupolo e desffezza
-
inpone,
cata la sua falsificazione inevitabile, un'illusione ottica di
totalit proiettata da quello che in realt solo un arbi-
tlario isolamento dell'opeta. Che gli s*ittori moderni ab-
biano sollecitato questo tipo di operazione, questa totale
., conversione r> del critico alle loro opere come ad una
specie di <( mondo >>) non una scusante pet l'atteggia-
n-rento del critico, anche se costituisce lrn fenomeno inte-
ressante, degno di essere studiato.
Queste
sequenze e questi confronti ftascendono ampia-
nrente i problemi tradizionali riguardanti f influenza perso-
nale di uno scrittore sull'altro. Siamo quasi tutti d'accordo,
pcr.rso, nel considerare lo scrittore singolo come il locus, o
I'elaboratore, di una certa serie di tecniche, come pu[to di
sviluppo e di esaurimento di uoa certa serie limitata di
possibilit insite nella stessa materia prima a sua disposi
349
zione. Tuttavia la parola 'tecnica' una figura del di-
scotso: avremo, infatti, modo di ripensare da vicino al
modello essenzialmente altigianale di produzione che tae
termine presuppone ed implica Quello
che ci interessa,
per ora, l'atto in virt del quale un elemento
-
chia-
miamolo tecnica o struttura, componeote o, se volete,
cctegoa
*
viene isolato dall'opera in questione al fir.re di
porre questa opera in una relazione sequenziale con altre
opere. Questo
il momento, insomma, della scelta di quel-
l'elemento attorno a cui costruiremo una sequenza diacro-
nica, della scelta di quell'elemento di cui scriveremo la storia
e che considerereno come latoLe di uno sviluppo interno
o, meglio, di una propria storia dialettica. Cos possiamo,
per esempio, mettete in rilievo I'importanza della sensazione
fisica nella poesia del dciannovesimo secolo cominciando
col puntare l'attenzione sulle origini sociali della sensibilit
romantica, sotto questo profilo: < Nella letteratuta e nel-
I'arte vi fu una crisi simile a quel)a che si era verificata nel
campo della morale dopo il regno del Tettote
-
una veta
crisi dei sensi. La gente era a lungo vissuta in una con-
dizione di perpetua paura.
Quando
la paura veflne superata,
vi fu una sorta di abbandono collettivo ai piaceri dclla vita'
La loro attenzione venne completamente assorbita dalle
apparenze esterne. Il cielo blu, lo splendore della uce so-
larc, la bellezza delle donne, i velluti sontuosi, le sete irri'
descenti, la luce dell'oro, il brillio dei diamanti: queste
erano le cose che li riempivano di gioia. La gente viveva
solo con gli occhi e aveva smesso di pensate >
3.
lvla in << smettere di pe[sare )> sono contenute delle
implicazioni molto pi complesse e contradditorie di quanto
non appaia a prima vista. Perch un esame pit tawicinato
dimostra come la sensazione fisica
-
non import qlranto
3
Ernest Chesnau, citato in PLE](Ir^Nov, Funda"e taL Prcblens ol
lifatxsn, London, 7929, pp. 14'75 n. lQ estio i londamelltali
dcl flaft'
szzo (19081 tIlld. ital., Milano, 1915ssl
350
il)roticamente od oppressivamente sperimentata
-
non
r.rrtr.a mai nel linguaggio come elemento isolato, Hegel ha
rrrcsso in luce questo fenomeno quando, in apertura della
I ttctnenologia, ha dimostrato come l'esperienza pir in-
rtrrsa dell',jc et nunc emetga come verbalmente astratta e
rrrrne la pir vuota di contenuto genuino. Succede cos che
l,r climensione fisiologica ne1 suo momento pir iotenso
lxrssa
venire resa e registrata solo al momento in cui fin-
tcr-o sistema sensorio scivola in modo inquietante verso
l'oliio a dtowsy numbress pains
f
My sense...
Infatti, prese individualmente, le varie sensazioni col-
lczionate dal romanticismo si dissolvono ed appassiscono,
c ci che costituiva la loro parte pi attuale e pi vivida
(scntita
tale sullo sfondo della retorica convenzionale della
I'oesia
del diciottesilro secolo) arriva fino a noi, atfiaverso
lc generazioni, come il compendio dell'iasipido, con w
r( \csciamento dillettico in cui o puro sensazione si trls-
forna nel suo oppostor nell'assenza della sensazione. su
,luesta base che risalta l'originalit di Baudelaire che ha
concepito un nuovo modo di articolare le varie esperienze
sensibili I'una sullo sfondo dell'altra:
Il est des parfums frais comme des chairs d'enfants,
Doux comne lcs hautbois, r,erts comme lcs prairies,
-
Et d'autrcs, conompus, riches et triomphants,
Ayant l'expansion des choses infinics,
Comme I'ambre, le rnusc, lc benioin et l'encens,
Qui chantcnt les transports tle I'esprit et des sens.
ii caratteristico della sinestesia che non si possano me-
scolare i seusi se prima non sono stati nettamente sepafati
I'uno dall'alro e individuati in ordine al proprio timbro e
aroma: infatti, la sinestesia, nel presente contestoi non
r'ppresenta tanto un modo per conlondere le sensazioni,
quanto per distinguerle. I versi, tratti da Corre s pondance s
,
stabiliscono e individuano due gruppi di opposizion si-
multanee, ma diverse: entto le sensazioni chiare, fresche,
351
i diversi sensi si contrappongono l'uno all'alro
(tatto,
udito, vista) ed ognuno fa risaltare l'altro per contrasto;
poi c' l'opposizione pi ampia tta la sensazione chiara e
l'esperienza sensoria ricca, confusa, corrotta che essenzial-
mente odore ed estasi allucinata. Tutta 1'opera di Baude-
laire, a livello tematico d etico, pu essete vista come il
raddoppiamento, su piani sempre pi elevati, di questa ini-
ziale e paradossale confusione di conrari al fine di distin'
guerli: dandysmo, sadomasochismo,
profanazione. Allo stes-
so modo vanno interptetati i suoi innumetevoi tentativi, a
livello psicologico, di liberarsi dall'insipidit del pastello,
dalla consonanza armonica, dalla efiusione sentimentale me-
diante l'inquinamento di tutti questi elementi con il loro
opposto dialettico. L'opera nel suo complesso tae vita da
una setie di identificazioni che si vanno progressivamente
ampliando: in questo senso che la frase << solo ch spi
ritualmente vile e corrotto pu sapere che cosa sia in realt
la ptrezza> ae il suo vigore da1la premessa niziale se-
condo la quale la sensazione pura pu venire resa nel lin-
guaggio solo se unita, mischiata ai suoi opposti'
Dopo Baudelaire, questa tensione percettiva viene
presa come sensazione pura da Swinburne; e ci lo ha
pottato, come conseguenza, ad una specie di monotonia
sensoria. In Rimbaud il sistema percettivo si divide in lan-
guore fisico e desiderio debilitato da un lato, fantasmagoria
allucinata, staccata dalla realt, dall'alro ln {ine, ne1 sur-
realismc, la pienezza quasi fisiologica del soddis{acimento
mediante il sogno si trasmuta nel suo opposto dialettico,
una soddisfazione plrramente verbale, una sorta di deco-
razione cartacea. La sequenza o coshuzione diacronica pu,
natutalmente, venite estesa a qr-ralsiasi dimensione si voglia'
Se ne pn anche dare \ra ifiterpretazione; ed a que-
sto punto che f idea relativamente semplicista che abbiamo
scelto come punto di partenza pu venire corretta, pit ade-
guatamente fondata nella storia concreta. Qui
possiamo a ra-
gione cominciare a parlare
-
attenendoci ai suggerimenti
352
tli Sartre per i c1uali rimandiamo al capitolo precedente
-
dell'atteggiamento storicamente nuovo e specifico della
borghesia verso il proprio corpo e verso la natura quale
si malifesta all'interno del corpo stesso. Si tratta di un
irtteggiamento che adempie alla funzione ideologica di arma
conuo il privilegio feudale (la superiorit di sangue e di
nzza), e che in seguito ver adattato (secondo quella
lormula complessa di cui Sartre ci ha dato una descrizione)
come meccanisuo di clifesa contro la minaccia delle ., classi
lrrvoratlici, le classi pericolose > del mondo indusriale del
tliciannovesiao secolo; rrra che in enuambi i casi progetta
rn nlrovo modo, a livello sensorale, di essere-nel-mondo.
Alf interno di questo atteggiamento possiamo ricollocare
,rnche il limitato fenomeno poetico in questione, che cos
viene a rienrare nel pi ampio contesto della << riduzione
,rl corpo > che proptia della letteratura moderna in gene-
r',ile. Si tratta di un fenomeno letterario che riflette il sern-
lrlc
pi crescente senso di colpa che tormenta i gruppi
borghesi a partire dalla loro ascesa al potere (ma che si
rrcccntua ir.r nodo particolare dopo la rivolta del giugno
lii.,lE), e che riflette, in pari tempo, la cescente preoccu-
l,azione
degli scrittori di dissociarsi dai loro pubblici
-
in-
tcsi corre istituzioni sociali
-
mediante la sostituzione dei
"
scgni > dell'appartenenza sociale con la pi profonda real-
t presociale del fisiologico ( per questo che la << riduzione
,rl corpo >> va collocata accanto alla scrittufa << bianca > di
lruthes conre un tentativo, al livello di pura forma letteraria,
,i sottrarsi alla colpa e alla complicit dell'essere'ne11a'so-
cict).
Questa
interpretazione dovrebbe, infine, fare i cotrti
crrn le ricerche di Bachelard sul ruolo della << rverie >>
lcnsoriale e correggerie teoreticamente sia nediante un'in-
,l,rgine sulla telazione tra questa matetia
Frima
e l'intema
,li.rletrica del linguaggio letterario stesso, sia nediante una
tonrprensione pi' autenticamente storica della << tvetie >>
corne sviluppo psichico del mondo borghese. Ma a questo
l)unro
si ormai giunti vicini al momento in cui la se-
)53
quenza diacronica fa, per spinta propria, un'inversione di
t"rrd.rlru, annunciando la propria definitiva abolizione ed
il suo ritorno al concteto.
Quanto
abbiamo fin qui detto serve a sottolineare il
legame ilrseparabile che intercorre tra ci che abbiamo
chiamato f isolamento della categoria
(r'ale a dire ia de-
finizione dell'oggetto di studio: sia esso I'imnagine, 1o
stile, il punto di vista, o quei fenomeni letterari pir trar.rsi
tori e senza nome, che costituiscono la sostanza stessa della
letteratura moderna) e quella articolazione in una succes-
sione di realizzazioni strutturali alternative che
'rbbiamo
chiamato sequenza o costruzione diacronica
-
sequenza
che sempre implicita nell'intuizione della stessa catego-
ria, cl.re cio permette la sua elaborazione e messa a fuoco
da parte del critico Pertanto questi due mon.enti sono
vincolati l'uno all'altro come gesto inaugurale cli una cri-
tica letteraria genuinamente dialettica, cio di quella cri
tica di tipo hegeliano che andr distinta pii oltre da quella
pir specificamente marxista:
Nolr vortemmo, per, che il nostlo discorso sia inteso
come l'afiermazione che questo tipo di articolazione storica
e dialettica una novit, parziale o assoluta, nai ptima
praticata o
Praticata
solo in modo insufficiente Al con-
trario: l'et moderna stata contrassegnata da una pto-
liferazione di questi modelli diacronici che si ptesentano
sotto le pi varie guise di << teorie della storia >> Baster
pensare ai sistemi di Toynbee o Spengler, alla stotia della
cultura di Egon Friedell o Lewis Mumford, alle sintesi
cl'arte dello spettacolo di Siegfrid Giedion o Ci lvlalraux,
o alle pi receoti novit nella storia delle idee proposte
da Macluhan o da Michel Foucault, o persino alle tesi
sociologiche aPpaentemente settoriali, come la teoria vre-
beriana della buroctatizzazione de1la societ o il ben noto
concetto di << auto-direzlone/etero-ditezione
> di David Rie-
sman, alle visioni apocalittiche del collo morale e artistico
prefigurate da Yvor \(/intets o da Wyndham Lervis
-
per
354
rnisurate quanto la nostra vita intellettuale sia stata catat-
rctizzata dalf incessante tentativo di tracciare e perfezio-
nare un modello di << teoria della storia > che fosse il pi
rnaneggevole possibile, per poi lanciarlo sul mercato. < Cha-
cLn y va >>, diceva befiardamente Btcton, << de sa petite
'observation'>. Egli aveva in mente il romanzo dove la
pir piccola < intuizione > psicologica sembrava delle vote
giustificare I'elaborazione di un ulteriore < mondo > ro-
linzesco,
Il moltipicarsi delle < teorie della storia )>, a mo av-
vso, non altro che il sintomo di una malattia culturae
che agisce in profondit: un tentativo di giocare il pre-
scnte, prima di tutto, di ripercorrere mentalmente una
rlualsiasi via della storia, fino al punto in cui il pre-
\cnre
stsso
PossJ
esser visro come uo islillte !lorico com-
piuto e integrale
(come la nascita di una nuova sensibilit,
iL segno di un mutamento culturale definitivo e decisivo,
.lapprima visibile ai soli iniziati; o cone i prin.ri segni di
Lrn cataclisma escatologico, se non addirittura come le prime
iestuche al vento di una nuova moda o i primi indici di
na nuova depressione); un tentativo inson-rma di nominare
cd etichettare il momento che stiamo calcando persino
ptima che esso sia arrivato alla sua consactazione definitiva
sub specie o.ate/nittrtit nei libri di storia.
Questo
bisogno
del pensiero trae origini da un profondo orrore del tempo
c dalla paura del cambiamento; l'operazione mentale che
n questo caso viene comPiuta si differenzia profonda-
rlente dalla coscienza marxista del ptesente come stotia:
dove esso il benvenuto, percl.r subito lo ralieta una
sempre pi intensa consapevolezza esisteMiale della stori-
cit della vita.
infatti una teniazione forte citre contro simili teorie
della storia (e qujndi anche contrc quelle di T. S. Eliot)
un brano assai noto di quest'ultimo su \Tillian.r Blake:
< Per la filosofia di Blake nutiamo un rispetto
Pad
a
quello che abbiamo nei confronti di un ingegnoso arredo
355
fatto in casa: anmiriamo, infatti, l'uomo che 1o ha mon-
tato adoperando le cianfrusaglie sparse per casa. L'Inghil-
terra ha prodotto un cetto rlumefo di questi Robinson
Crusoe pieni di risorse; pet noi non siamo poi cos lon-
tan dal Continente o cos sradicati dal nostro passato da
doverci privare, sempre che li vogliamo, dei vantaggi della
cultura... Ci cl.re il genio di Blake richiedeva, e cbe pur-
oppo gli malinconicamente m4ncatoJ era un'intelaiatura
di idee sia pute 'ricevute' e tadizionali che gli avreb-
be impedito di indulgere ad rura propra filosofia e, nel
contempo, gli avrebbe pelmesso di concentare la propria
attenzione sui problemi del poeta >
a.
Dovrebbe essete sen-
z'altro chiaro orn.rai al lettore che dal nostro punto di
vista la vsione teologica della storia che ha Eliot non
meno << fatta in casa >> di quanto non lo sia quella di Blake;
dovrebbe essere poi altrettanto chiaro che non ho preteso,
di fate un'apologia del matxismo, con quanto acce[navo
poco fa, facendolo passare come l'ortodossia pir idonea e
pi' onnicomprensiva ta quelle utilizzabili dai poeti o dai
critici letterari per le proprie {accende; ancl.re se penso che
una tale difesa del marxismo porebbe certo esser fatta e
che di fatto implicita nei capitoli errneneutici di qresto
libto. Il fatto, piuttosto, cl.re il marxismo non un'en-
nesima teolia de1la storia, ma, al contrario, la << fine > o
l'rboizionc delle
"
tcoric della storia
".
Sta cli {ano che, da un punto di vista descrittivo, anche
le << teorie della storia > pi conservatrici, come quelle di
Taine o Babbit, o di Macluhan e di l7yndham Lewis, non
oflrono alto che una serie di modi alternativi per fare la
stessa cosa, pel << mettere a fuoco )> cio la nascita del mon-
clo borghese e le varie metamorfosi culturali e psichiche,
o << coupurcs pistmologiques >, cl.re I'hanno accompagna'
ta. Sollermarsi sulf importanza dell'invenzione della stampa
+
T. S. llr-ror, Jf1c.i/l tri,rlr, oP. cit., pp. 279 80
356
o sulla nascita del culto della natura o del culto per il
lcmpoj o dell'< esprit classique >, non sono che modi di
vcrsi di feticizzare un momento singolo d'un plocesso to,
tale. Awiene cos cl.re quando muoviamo dalla << teoria del-
lrr storia , di cui sopra clla storia concrera, Lroviamo urr
gcnerale accordo sia sull'oggetto di studio che sulia forma
tlcl cambiamento in generale: percl.r, come avremo modo
tli vedere, un errore considerare il marxismo semplice-
rente come un'interpretazione della storia che assume la
< sequenza )> economica come il codice in ultima istanza
p|ir,'ilegiato
a cui vanno ddotte tutte le altre sequenze.
I)iremo piuttosto
che per il marxismo l,emergenza dell,eco-
nomico, il rendersi visibile dell'infrasrrutrura, non altro
che il segno dell'avvicinarsi del . conceto. Il mondo bor-
lqlrese
quindi l'oggetto comune di tutta la meditazione
storica d'oggi, indipendentemente dall'ampiezza o angustia
dell'ottica, dalla genericit o precisione del concreto detta-
glio finale (cio,
i pi bassi tatti e la pi minuta portata
cconomica della realt) che viene a questo proposito regi-
slrata. Ma rendersi conto che ci spartiamo un comune og-
gctto di studio significa solo esser messi pi brutalmente
lrccia a faccia con la consapevolezza ancor pir dolente di
clLrelle che sono le origini del giudizio di classe e delle scelte
i,leologiche; e ci toviamo inestricabilmente << impegnati r>,
tluasi ontologicamente convolti, in quella situazione total-
mente socio-economica che < l'ideologia >>, per una delle
sue {unzioni pi forti, doveva in prino luogo nasconderci,
rlediare, istituzionalzzare.
I punti di forza e quelli di debolezza caratteristici di
rrna << teofia della storia >> risaltano {otse con maggiore
, hinrezza dove quest'ultima deliberatamente si limita ad
rrna singola sfera culturale o livello sovrasrutturale. V,
:t!ta per esempio una storia dell'arte, ed n particolare la
< storia dell'arte senza nomi > di Vlfflin, che per lungo
Iempo sembrava porsi come il paradigma per gli alti spac
rrti culturali, e quindi anche per la storia della {orma
357
lerteraria
s.
Questi
modelli esetcitano un'attrattiva
partico-
lare, che risiede nella loro capacit di funzionare in rap-
porto alla storia e all'evoluzione di fenomeni teativamente
oggetti ri .ome le tecniche artistiche e le materie prime del-
f irt. figurotiua e visiva Tecniche strumentali, teorie della
prospet;iva, la relazione tra linea e colore, I'iconografia;
q.,e.ti l,-,oghi topici designano una sorta di perduta inno-
cenza di quel contenuto puramente {ormale cl.re il critico
letterario, alle prese con i fenomeni sempre pi ambigui
del significato linguistico e delle {orme nel tempo, ricerca
i.rvano. Anche i limiti metodologici di questi modelli sono
ugualmente sinton.ratici,
poich essi prendono in larga pat-
te I'avvio dai problen.ri di << messa a punto >> evocati alttove'
Che cos', infatri, problematico nel concetto di Barocco o
Manierismo
(per non parlate della nozione infinitamente
pi elastica di Moderno) se non 1o sforzo di localizzare l'ini-
zio e la fine reale di qualcosa che non pu essele lnteso
o colto se non come cantinuit? Possiamo
quindi parlare
cli una specie di vacuit della storia dell'arte, vacuit dalla
quale ci sentiamo tiranneggiati
quando balza evidente che
in d.finiti-t" lo stesso storico dell'arte che esetcita un
libero potere assoluto di dare {orn.ra ai propri dati storici
- "
q,r"ll. materie
pdme che, essendo elementi de1la
sovrast;ttura senza alcuna intetna Lesistenza o realt au-
tonomal sono tQtt'uno con la propfia sostanza'
lrrg^ttl.nt. evidente cl.re nel campo della critica let-
teraria si verificato,
pi o meno inconsciamente, lo stesso
tipo di processo. Pertanto
gli adetenti al New Ctiticisnt
--
nonostante abbiano a lungo pensato di s (ed era poi
opinione comune) di essere decisamente astorici
-
in realt
hanno impiegato molte delie proprie energie ala costl-
,ion" di por"dig-i storici La dissociazione della sensibilit
da Donne a Shelley, la riconquista dello stile e dell'im-
t
St .'.1" in particolare il crp lV di A ll'rusrn' Pbilasaphv ol a
,;r/oDr, Ncw York, 19j8.
358
nragine Ca Swinburne a Yeats: queste caatteristiche strut-
trrre di analisi equivalgono ai modelli hegeliar.ri del muta-
rnento ettetatio, sono, cio, sequenze diacroniche del tipo
che abbiarro prina descritto. In{atti, nella misura in cui,
come abbiamo gi dinosrato, la analisi singola inevitabil-
rrente d corpo ad un proprio schema diacronico, non
l)otela
sseLe altrimenti. Solo che questo nodello ora teflta
di tranutarsi, di afiermarsi come una teoria della storia
rLrtoportante; e subito riappaiono i segni catatteristici della
pseudostoria: la preoccupazione ossessiva di riuscire a tro-
vare il momento della ger.resi e del deciino storico d'una
categoria, la ricerca senza fine della data del peccato ori
gir.rale e del nome del serpente. Fu Rousseau il responsabile
o i suoi nemici, i pbilosophes? I romantici o i positivisti?
Che cos'era peggio, il protestantesimo o la rivoluzione
francese?
Questi
{alsi ptoblemi nascono da una intetpteta-
zione sbagliata di quello che e pu date una sequenza
diacronica; ma hanno per a loro volta una ben plecisa
funzione ideologica in quanto con la loro dimensione esca-
tologica aiutano una politica conservatrice, mascherata di
r'.rrti etici, in un impresa oslenfatamente eslcLics
Fin qui abbiamo parlato della strLrttura di quelia che
potremmo chiamare la versione diaconica della teoria della
stotia; ma essa ha anche una manifestazione sincronica che
raccoglie sotto di s la parte forse pi imponente ed auto'
revoic della produzione di quel genere. Mi riferisco a quelle
opere che, da Taine a Spengler
(e ancor oggi fotse, anche
-e con una fiducia
,,
merodologica ,' nei propri mezzi nreno
illimitata) mirano a dare una spiegazione dello slile totale
di una cultura e della profonda unit di ognuno dei mo-
nenti della storia culturale nel loro avvicendarsi. Questo
modello pu attifare per la sua applicabilit indifieren-
ziata ia alla realt singola che a quella sociale; e pu
servire come sttumento d unificazione di una serie di ma-
teriali altrimenti disparati, come filamenti tra una serie di
livelli dell'essere cl.re altrimenti restetebbero discontinui.
359
Pertanto la nozione tainana di < facult matresse > quel-
la che unifica ed informa le diverse qualit cii rrn dato
autore. Taine, infatti, descrive tale facolt come < un par-
ticolare tipo di gusto e di taler.rto, una particolare disposi-
zione mentale o spirituale, un particolare complesso di pre-
fetenze e ripulsioni, di capacit e di debolezze, in breve
u\ perticohtre slato psicologico predominante e persistente
che tipicamente quello dell'autore )>
6,
La stessa unit esi
ste nella cultura, cosicch lo spirito del ciassicismc, per
esen]pio, quello stile o moda che media < tra una siepe
a Versaille, un'argomentazione teologica e filosofica di Ma-
iebranche, una tegola prosodica di Boileau, una legge di
Colbert sulle ipoteche, un complimento nella sala d'attesa
del re a Marly, un'asserzione di Bossuet sul potele sovrano
di Dio >
7.
Questo
modello, com'cra logico aspettarsi,
stato usato per fare da supporto ad una serie di teorie
organiche sulla cultura e sulla societ; ma nel
Presente
contesto possiamo considerare questo contenuto ideologico
semplicemente come un'intelaiatura in cui inserire (o un
pr-etesto
Per
organizzare), la pratica dell'analogia in gene-
rale, o per esercitare la sensibilit a quelle che poi saranno
chiamate < omologie >> tra i vari livelli della realt In cluella
dialettica di idertit e difTerenza che entra in gioco quando
acctesciamo o diminuiamo la nostra distanza da un dato
nlornento del passato, le preoccupazioni << morfologiche )>
di Spengler
-
che mirava a cercare il < linguaggio delle
forme nella societ >> e a dimosrare l'unit dello stile cul-
turale che awiluppa ogni cosa, dalle tecniche d'ingegneria
al pensiero matematico, dal dogma religioso alle com'en-
zioni letterarie
-,
possano trovare giustificazionc come
propecleutiche allo studio della storia concreta L'obiezione
pi eficace a questa analogia globale resta alla lunga la sua
6
H. T^rNt, Essais de crtqlte et d'hisroirc, ?.ris, 1887, p. lX.
7
H. Taine, citxro in R. \/ELLE(, llrlr/)' al uirtht1t, Ncrs Haven,
1955$., vol. lV, p. 17: 1'opcra (radott i!1
jtaliano,
Boloena, Il I'luLino,
1953 s.) in 5 r,o1l.
360
incapacit alla proiezione diacronica e ad operare convin-
ccntemente con qualsiasi cosa che non sta tn singolo istanfe
ocl una sezione verticae del tempo. Infatti, il pessimismo
crrlrurale di Taine e Spengler muove i suoi passi in defi-
nitiva da quella illusione ottica di continuit che si edifica
nclla mera giustapposizione in sequenza di una serie di
istanti in s conchusi ed irripetibili: ir.r questo modello,
siimo tentati di dire, il tempo non pu scoffere in nessuna
rlirezione, se non all'ir.rgi. In questo modo, essendo inca
paci di identificare il subsnato economico d'ogni reale
cambianento storico, Taine e Spengler sono condannati
ed evocarlo metaforicamente nelle immagini classiche della
clecadenza organica o della malattia o infezione da << falsi
lrincipi > corne Jo - spirito clas"ico
.,.
Infine, a_nche se molto lavoro si pu arre da tutti
qrrei modelli, essi sono falsificati dal convincmento illu-
sotio che il loro oggetto abbia una natura genuinamente
storica. Il modello teorico hegeliano che abbiamo proposto
come sostituto per quelli, si distingue per la rasparenza
stLutturale delle sue sequenze diacroniche, che vengono dun-
que identificate non come realt empiriche, ma solo come
castraziofti ideali. Inlatti, come ci ricorda un {amoso passo
della ldeologia Tedesca, gh elementi della sovrastmttura,
rron avendo una proprir efl'errv.r aulonomia. non possono
nemneno avete una propria stotia reale: << Non si parte
da ci che gli uomini dicono, immaginano, concepiscono,
n dagli uomini per come sono narrati, pensati, immagi-
nati o concepiti, per arrivare da qui agli uomini vivi;
ma si parte dagli uomini realurente operanti e sulla base
clel processo reale della loro vita si spiega anche lo svi-
uppo dei riflessi e degli echi ideologici di questo pro
ccsso della vita. Anche le immagini nebulose che si formano
nel cervello dell'uomo sono, necessariamente, sublimazioni
Isuppleaente] del processo materiale clella loro vita, em-
piricamente
verificabile e legato a presupposri materiali.
Di conseguenza la moralit, la religior.re, le metafisiche,
36r
tutti gli altri apParati ideologici e le forme di coscienza
.h" u
"rr.
corrispondono,
non consetvano
pir neppure
la parvenza dell'autonomia.
Esse non banno storta' nox
hanno suiluppo; sono pluttosto gli uomini che' sviluppando
in toro proa*rio"e materiale e le loro relazioni materiali'
modificano insieme con queste anche la loro esistenza reale'
ii toro p.nri.to e i prodotti de1 loro pensiero Non la
coscienz che determina la vita, ma la vita che determina
la coscienza >>
s,
Pertanto, 1a sequenza hegeliana, n quanto
ammette un lavoro del tempo e nel tempo' si contraddi-
"iin*.
p", quel suo movimento
de6nitivo e inevitabile'
. r.,ri,ur",n.n i. inerenie. che l'r spinge verso la propria
alrr"f"ri"..,
al fondo della quale essa proietta luori di s
il modello marxista come [a propria concre ta
.
realizzazione
'
it proprio completamenLo
ln quesri tetmlnl alrneno
'o'
biamo tentato di descriveda'
IL Categorie letterllie: la
.logica
del cofttento
I a po'izio"e a"unr-r dc Mcrx nei cor-
ronLi Jei valori esreticr chiaramenre
va raDDollata sia alla sua scopetti del
f"icis; de mcrce' sia alla solu-
;:'3"J:J;.'11;l'",:'ii"T"'"i'-lii1
e'onomicr" tJ cl'bor"ndo r/
(apr-
r'le Marx si iDteress a categoric e
forme confinantl con l'estetica'
pet
via della loro analogia con Ie con-
il'::"i''"T"Jff
"'.'l;l'ili,Jf
lT
""''"'
MI(HAIr LrFsrrrz' Tbe Pbilosophv o
Art ol Katl Matx
Quanto
finora abbiamo esaminato
in termini di se-
quena t"mporale o diacronica avremmo Potuto
espimerlo
anche come contraddizione
tfa una folma e il suo contenuto:
infntti il ,,l.touo sta al vecchio come un contenuto latente
t
*^"-
"t
ENGELS, ]-e Gernan l'Jeala:av' Nels York' 1957' pp 14-15
Corsivo rnto.
362
che si scava la via verso la superficie per spodestare
runa foLma cl.re si far poi obsoleta.
Questa
distinzione in
cui. tia le altre cose, il lettore riconoscer anche il modello
rnarxiano del mutamento rivoluzionario
e,
costituisce senza
clubbio il meccanismo operativo centrale sia della dialettica
hegeliaaa che di quella marxista; ed di gran lunga la pi
lmportante delle innovazioni concettuali di Hegel. In{atti
la nuova opposizione va rigorosamente distinta dall'antece-
dente idea della {orma che domina il pensiero filosofico
cla Aristotile a Kant, dove il termine che viene coniugato
non il contenuto, ma la ndteria, i materiali inerti, il
ripieno, il passivo- N la nuova dualit hegeliana va vista
come una ultedore vetsione della pr originaria realt dia-
lettica d'una rclazione ta soggetto ed oggetto. Piuttosto,
la distinzione tra forma e contenuto precisataente quella
che presta alla nozione d'una relazione soggetto-oggetto la
sua dinamica segreta, permettendo cos ad llegel di vedere
e varie combinazioni logiche di quest'ultima come un'emet-
llenzaj
come una generazione di rapporti uno deno l'altro;
c permettendogli, inolre, di coshuire una scala di forme
cla ci che altimenti resterebbe una sempiice misurazione
empirica di gi esistenti rapporti di forza. Infine, questo
meccanismo dinamico del pensiero dialettico che spiega
quella che potremmo chiamare la sua capacit di previsione,
anche se, come vedtemo ua breve, si pu dire che le sue
predizioni hanno luogo solo post
lactun.
Nel presente contesto, ci che pi colpisce della di-
stir-rzione tra forma e contenuto che, nonostante I'enorme
e
< Ad un certo etado del loto sviluppo le forzc materiali di ptodu-
zione nella socie! entrano in confitto con i rapporti di produ,ione esi-
stcnti, o
-
per usare una formla pi\ legale e<tuivalente a questo con-
cetto
-,
con rapporti di propriet entlo i qudi esse avevano operato
prima. Da che crano forme dello svil:ppo delle fotze di produzione, questi
rapporti si tr.sform.no in loro vincoli. Allora giunee il tempo della rivo-
luzionc socialc > (K. Nferx, Prefazione a A Cantfib tiok to the Ctitiqae ol
the PaliticaL Econoy, Chicaao, 1904, ad. tal., Romx, Ediiori Riuniti,
19693, p.5).
363
gamma dei fenomeni cu verr applicato, queso concetto
ha un'origine essenzialmente estetica, poich venne a svi-
lupparsi dagli studi hegeliani di teologia e di storia della
filosofia, per non parlare delle ricerche di storia deli'arte;
quindi, in alre parole, esso deriva da elementi che appar'
tengono alla sovrastruttura Ed qui che va ricercata l'oti-
gine dell'enorme forza che questo concetto acquistef quan-
do sar poi adoperato da Marx: infatti, ci che relativa-
mente rasparente e dimostabile nella sfera culturals
-
v4ls
a dire il fatto che il cambiamento essenzialmente una fun-
zione del contenuto che celca la propria espressione ade-
guata nella forma
-
proprio ci che non af{atto chiaro
r.rel mondo reificato delle realt politiche, sociali ed econo-
miche, dove si inserisce con ef{etto dirompente e liberatorio
la nozione che la sottostante <( materia prima > sociale ed
economica si sviluppa secondo una logica propria. La storia
un ptodotto del lavoro umano proprio come I'opera
d'arte stessa, obbedisce ad una dinatnica analoga Tale
1a orza i questo uasferimento metaforico, che riesce a
spiegare poi anche quella profonda alfinit ra la uitica
letteraria e il pensiero dialettico in generale che avevano
gi sottolineata nel pensiero di Lukics
In{atti il pensiero dialettico, sotto questo aspetto, pu
essere visto come un rovesciamento del modello di deriva-
ziot.re artigianale, dominato dalla forma, che era stato elabo-
rato da Aristotile: qui la forma non viene pi considerata
come lo schema o stampo iniziale, comc ci da cui si parte,
ma, caso mai, come ci su cui si arriva alla fine del pro-
cesso, come l'articolazione fina1e della logica pi profonda
del contenuto stesso. <( la natura del contenuto, e quella
soltanto, che vive e ptogredisce nella cognizione filosofica;
e allo stesso tetr]po il riilesso interno del conteDuto che
pone e origina le sue determinazioni >l0
Queste
parole di
ro
Cir. in H. NfArcusD, Rcaro, d d Reralar, ed cit, p 12l
364
Ilegel sulla sroria della filosofia sono alrrerranto valide per
l'trte e pern.ettono di sottolineare la profonda impersona-
it della logica del contenuto artistico, per la quale lo
stesso altista solo uno sumento atttaverso cui l'opera
rl'rrte si manifesta, adoperando strumcntalmente gli acci-
,lenti della sua vita personale come I'elemento specifico
tcla propria ricerca fornale e sviluppandosi atraverso di
li come attravefso i suoi predecessori ed i suoi successoti,
sccondo la dinamica delle proprie leggi intrinsecl.re.
Questo
il motivo per cui i nostri giudizi sull'opera
d'arte singola sono in ultima analisi di tipo sociale e storico.
l-'adeguamento di contenuto e forma l realizzato, o non
rcalizzato, o rcah,zza,to secondo determinate proporziolri,
rappresenta alla lunga una delle spie pi preziose per com-
plendere il siro farsi in un dafo momento storico: infatti,
In forma stessa altto non che la presenza e la manife-
stazione del contenuto nella sovtasttuttura. << L'insuficienza
cli un'opera d'arte non va vista come il risultato di una
carenza individuale >, ci avverte Hegel r.rell'Erlellca, << per-
ch, al contrario, l'insuficienza della
lorna
deriva dall'lz-
tuffi.clenza del contenuto. Perci le forme, le immagini di
clvinit, gli icloli dei cinesi, degli ind, degli egiziani, ri-
nlasero senza fotma o subirono determinazioni formali cat-
tive e inautentiche poich i sistemi mitologici di quei popoli,
il contenuto ed il pensielo delle loro opere d'arte, erano
ndeterminati, o avevano una scarsa determinazione, e non
cortenevano in s l'assoluto. Le opere d'arte pi perfette
sono tali nella misura in cui il loro conrenlrro e il loro
pensiero abbiano una pi profonda verit interna.
Questa,
evitlentemente, non questione della maggiore o mirore
rbilit tecr.rica con cui le in.ur.ragini della natura, come ap-
paiono nella realt esterna, sono state osservate ed imitate.
lnfarti, in cette fasi dello sviluppo della coscienza e della
prassi artistica, l'abbandono e la distorsione dell'immagine
naturale non afiano il risultato di un'accider.rtale incompe-
telza tecnica, ma la deliberata trasformazione dettata e
365
motivata dal contenuto alla coscienza Pertanto' esistono
dei tipi d'arte incompleti che possono essere, sotto I'aspetto
tecnico e sotto altri aspetti, del tutto completi nelle proprie
sfere, ma tuttavia sono carenti dal punto di vista
-della
nozione di arte e alla luce dell'ideale' Soltanto nell'arte
oii.r elevata l'idea e la rappre<entazione
sono adcguste I unx
all'altra, co.icche la lorma dell'idea vera in s e pcl s
poich il contenuto dell'idea, che quella lorma esprime'
!
".ro
.r.rro il vero contenuto Collegato a ci quanto
avevamo
gi messo in rilievo, vale a dire che I'idea deter-
minata in s stessa come una concreta totalit, e quindi l.ra
in s i1 principio e il parameto della propria individuazione
e clella determina tezza Aella propria apparenza
'tt
Hegel'
perci, assorbe la critica intrinseca e quella estinseca
;no un singolo movimento che tutto pervade' cos che
noi riusciamo, nel medesimo tempo, sia a restar {edeli
all'opera d'arte
(cio all'opera < completa nella
propria
sfera >>), sia a inserite tale opera in quel piir ampo contesto
estetno in cui i suoi presupposti formali vengono chiamati
in questione . u.ngono
giudicati < carenti alla luce della
nozione di arte ideale > Quest'ultma
non p una que-
stione di arte in senso stretto: l'idea hegeliana va qu1 com-
ptesa colne una folma di vita totale, come la fotma concreta
iella vita sociale
(o come ci cui abbiamo
precedentemente
fatto riferimento come alla logica del contenuto) Pertanto
Fiegel riassume in questo passo il movimento essenziale
di i.,tta la critica dialettica che consiste nella riconciliazione
delf interno con l'esferno, dell'intrinseco
con I'esrrinseco'
dell'esisrenziale
con lo storico. di rr'conoscere e
'cggiale
dall'interno il territorio di una singola forma determinata o
di un momento stodco, anche mentre ci collochiamo al suo
estefno e 1o giudichiamo, trascendendo cos quella sterile
e statica opp;sizione tra formalismo e uso sociologico'
o
t\
Aestbet;k,I, 81-82 (Irankfun, r9J5, 2 voll )'
366
stot'ico della letteratura che spesso c siamo rovati din-
nanzi come termini alternativi tra cui scegliere,
interessante notare, a questo proposito, che sia per
llegel che per Marx, nonostante I'ammirazione che essi
condividevano per l'arte greca, I'opera d'art perfetta
cio l'opera in cui la forma perfettamente adeguata
rl contenuto
-
non pu, da un punto di vista teorico,
cssete finota esisita n pu ancora esistere. Ma, secondo
Io schema hegeliano, questo succede perch l'arte tende,
in ultima analisi, a trascendersi per diventare teologia e
fosofia, e si abolisce come gioco dei sensi nella misura in
cui si avvicina sempre pi a quella piena auto-coscienza cl.re
1o Spirito Assoluto. Mene pef il marxismo piuttosto
la filosofia che si abolisce man mano che il pensiero di-
renta seurpre
'
pi concreto
-
e l'esempio di Lukcs ci ha
n.rosttato in che misura l'arte come tale ha delle solide cre-
cenziali per imprazzate la filosofia stessa. Ma per il marxi
sno l'adeguazione dell'oggetto al soggetto, o della forma
rl contenuto, pu esistere come possibilit immaginaria
solo dove, in un modo o nell'altro, sia stata concleta-
nrente realizzata nella vita sociale, cosicch 7e realizzazioni
Iormali, cos come le carenze {ormali, sono prese come
segni di una comispondente configurazione sociale e storica
pi,) profonda, che compito deila critica esplorare.
La logica del contenuto , alla luxga, di carattere sociale
e stotico. infatti chiaro cl.re per articolare la relazione che
intercore ra il {atto artistico cone tale e la pi ampia
realt sociale e storica cui esso corrisponde necessario
un graduale ampliamento della visione critica, un amplia-
mento delle funzioni e dei fini della riflessione critica; ci
che non tutti i critici sono disposti a fare e che non
lichiesto d'altronde per ogni compito dell'analisi critica.
Tuttavia, omettere per scelta metodologica questo amplia-
mento, questo movimento dall'intrinseco all'esminseco,
un atto ideoogico nella misura in cui incoraggia o fonda
sul mito di lrna essenza astorica dell'arte e dell'attivit
culturale in generale. cos che, in un saggio ormai cas-
sico, R. H. P."r." hu potuto dimosare come il Nea''
Criiicism venga a patti con la dimensione ideologica della
letteratura riportandola indietro
(sono tentato di dite: < re-
primendola ul fino alla nozione del Linguaggio o i mediuu'
che equivale ad ofiride un suggello e una tatifica esterna;
ed cos che i New Critics possono circosctivere la propria
attivit enffo i confini delle specificit tecnico-retoriche'
pur
avendo l'aria di voler dare un resoconto completo
(e non-
storico) dell'oPera d'arte
t'z.
chiaro, infatti, che i giudizi {ormulati dal Nez
Criticism, sia che essi isolino momenti stilisticamente
poco
felici, come in Crasharv o Shelley o nel primo Yeats'
-sia
cl.re mettano in luce momenti di grande densit stilistica'
come in Dante o negli elisabettiani,
presuppongono una me-
ditazioue sulla telazione tta forma e contenuto del tipo cui
abbiamo gi fatto riferimento Abbiano
gi dimosrato'
infatti, chi i Neu Critics adoperano
perceziotli diflerenziali
in senso dialettico
-
in quanto non dimelrticano mai Donne
nentfe stanno leggendo SwinburneJ
e neppute mentre sran-
,ro t"gg"ndo Hardy o T. S Eliot
-
e che essi' implicita-
mente o esplicitamente,
sfruttano la proiezione di sequenze
diacroniche come quelle sopra descritte Tuttavia' eterr.rtz-
zando le loro <
Pietre
di paragone )>
-
Dante' I'ultimo
Shakespeare,
Donne
-,
feticizzando
il inguaggio e ren-
dendolo fonte genetica di una specie di pienezza a-stotrca'
essi riuscivano
-a
contenere le loro discussioni circa la lo-
gica de1 contenuto entro limiti puranente etici se[za essere
iortr.tti
"
tradurre
quelle categorie etiche in termini so-
ciali e storici Pertanto, nonostante un'acuta sensibilit
per quello che il pensiero dialettico chiamerebbe il con-
ireto
(in particolar modo nella sua nanifestazione
vetbale'
--lt
l-" ,, Uir.ri.;-
compreso ncl vol omonimo
(Prince-
lon, 1970, PP-
t0 1l).
368
rrclla poesia irica o in quella drammatica), essi non vol-
lcro avventutalsi oltre una concezione puramente ideali-
stica delle derivazioni di questo linguaggio conceto nel con-
tenuro della poesia
-
contenuto che, mediante limitazior.ri
netodologiche sffategicl.re ed auto-imposte, essi riuscirono
n vedere sempre e quasi soltanto come una
lunzione
delle
propensioni << morali > o religiose del poeta.
{a, per un'ironia della sorte tipicamente dialettica, il
plezzo nale di queste limitazioni ideologiche fu scontato,
r;i fcce sentire non tanto sul piano storico, quanto su quello
intrinsccamente letterario. Infatti, prvate di quel profondo
lelativismo e del rispetto per la specificit di ogni situa-
zione concreta che canttetizza il pensiero storico, le ca-
tegorie del Neu Criticism tendono a solidificarsi e di con-
seguenza a venire applicate rigidamente ad ogni tpo di
Ic.ro. senza rigulrdo per ll sua coerenza interna.
Per una critica cl.re sia dawero dialettica, ir.rvece, non
vi possono essere categorie d'analisi prestabilite: se dav-
veto ogli opera rappresenta il risultato finale di una
specie di logica interna o di sviluppo de1 proprio contenu-
to, essa elabora le proprie categorie e designa i terurini
specifici della propria interpretazione.
Quindi,
la critica
tlialettica si pone al polo opposto di tutte le teorie este-
riche monovalenti e unilaterali che ricer.cano in tutte le
,,lrcfe (l
ane ]a medesima srrurLura e prescrivono un unico
tipo di tecnica interpretativa, una sola modalit d'analisi,
di spiegazione. N la oitica dialettica pu andare d'accordo
con le discipline specializzate che siano sorte su simili
trasi: quindi, per esempio, da un punto di vista dialettico,
I'intero concetto di stilistica, come canpo separato dal re-
sto, profondamente contaddittorio poich implica che lo
stile, o il linguaggio concepito come stile, sia sempre una
componente essenziale e costtutiva dell'opera letteraria.
Sembrerebbe invero owio e pleonastico afiermare che tutte
lc opere letterarie sono prima e innanzitutto costluzioni
Iinguistiche. In realt, quello che noi chiamiamo stiie un
369
fenomeno relativamente recente, che appare quasi contem-
potaneameDte ail'emergere del mondo borghese. Si pu,
anzi, dire che sia una conseguenza dell'abbandono di quel
sistema d'educazione classica che faceva perno sui testi
iatini e greci; perch lo stile in efierri essenzialmerte
uh sostituto, nella moderna cultura borgl.rese, della reto-
dca del periodo classico. Possiamo distinguere pir util-
mente le due categorie se pensiarao al valore e al ruolo
che esse attribuiscono alla personalit individuale. Sotto
questo profilo la retorica quell'insieme di tecniche me-
diante le quali uno scrittore, od un oratole, pu raggiun-
gere l'espressivit o uno srile alro. concepiro in qucsto crso
come un insieme di norme relativamente stabili e prefissate,
quasi una specie di istituzione oggettiva di classe cui pos-
sono partecipare i tipi pi1 svariati di temperamenti. Lo
stile, d'alro canto, l'elemento stesso dell'individualit,
quella forma di cui la coscienza individuale si serve per
cercare di distinguersi, di afiermare la propria incomparabile
originalit. La sua espressione ultima, pertanto, quell'ac-
centuazione dell'unicit fisiologica del corpo e delle sensa-
zioni corporali che abbiamo gi visto operare come una
categoria formale della poesia moderna. dal1a conside-
razione di questi aspetti che parte Roland Barthes per
arrivare pi oltre, fino alla contraddizione latente tra il
linguistico e l'exralinguistico sita nel cuore stesso del fe-
nomeno dello stile, nella misura in cui quest'ultimo costi
tuisce << qualcosa con-e una dimensione verticale e solitaria
del pensiero. I suoi pLrnti di riferimento vanno ccrcaLi a
livello di biologia e di passato piuttosto che a livello di
storia: 1o stile l" oggetto' dello scrittore, il suo splen-
dore e la sua prigione, la sua solitudine ... il suo segreto
una memoria sepolta nel corpo.dello scrittore; la vitt
allusiva dello stile non dovuta alla rapidit delle con-
nessioni, come avviene nel discorso
-
dove ci che non
stato detto resta put tuttavia presente come una specie
i interim linguistico
-
ma piuttosto un fenomeno di
j70
.lcnsit, perch ci che persiste, con sue caratteristiche di
solidit e profondit sotto e olre 1o stile, convogliato di
fova o teDeramente tacchiuso nelle sue figure, sono i
frammenti di una realt del tutto aliena ai linguaggio ,r
t'
Senza dubbio verr obiettato che stiamo giocando sulle
parole, che lo stile un oggetto di ricerca e che, come
categoria letteraria, non va confuso con ci che or ota
abbiamo qualificato come il fenomeno storico dello stile
in senso modernist.. Tuttavia, questo <( gioco di parole >,
inammissibile dal punto di vista del vecchio ragionamento
logico di tipo analitico, l'essenza stessa del n.retodo dia-
lettico: il suo movimento interno, scandalo alla razionalit
statica, porta alla ribalta f indissolubile legame tta un con-
cetto formale e la realt storica da cui ha origine Per-
tanto, l'idea astratta dello stile in generale conserva delle
tlacce di quel concLeto fenomeno storico dello stile nei
tempi moderni che quelf iclea fu chiamata dapprima ad
esprimere; ed proprio perch lo stile un fenomeno
storico che impossibile una < scienza >> assoluta dello
stile in quanto tale.
Possiamo dire 1e stesse cose in altro mo<lo mettendo
in rilievo che le opere si collocano ad una setie di distanze
diverse dal dato verbale; e che dire che un'opeLa fatta di
parole non 1o stesso che dire che lo << stile >, in senso
moderno, una delle sue categode dominanti. In larga
parte della produzione romanzesca del diciannovesimo se-
colo, per esempio, lo stile un elemento relativamente
meno significativo
(pensate al modo in cui segretamente
modernizziamo Dickens, tauto per {are un esempio, pen-
sandolo come stilista), mentre la dimensione stilistica di
uno sctittore come Racine irrilevante se paragonata a
quella retorica. Comunque, definire lo stile come lin-
guaggio che deliberatamente richiama su di s l'attenzione
e si << mette in mostra )> come elemento chiave dell'opera
13
R. B^RrHEs, Le Dese zro de l'ctitutc, Patis, 1951, pp. 58-59.
37r
significa rialTermare, al di sopra e contro la stilistica come
scienza, la natura profondamente stodca del fenomeno.
Il modello pi eficace per render conto del modo
in cui il contenutor spinto dalla propria logica interna,
genera quelle categotie attravetso le quali si organizza poi
in una struttura lormale, forse quello fornitoci dalle ri
ceLche economiche cli Marx, dove egli era costetto, ad un
tempo, ad inventare le categorie appropriate di investigazio-
ne e a giustificatle su fondamenti storici, In questo senso il
capitolo d'apertura de Il Capitale, con 1a sua fondazione
della categoria intellettuale della merce e la sua descizione
della relazione tra l'idea della merce e la realt della pro-
duzione di merci che tale idea insieme riflette e tenta di
comprendere, una dimostrazione classica di come il pen-
siero dialettico sia continua generazione e dissoluzione delle
categorie intellettuali. Fin dalf inizio, Marx era obbligato a
fare i conti con le categorie economiche fadizionali svilup-
pate dagli economisti borghesi, che vedevano le operazioni
dell'economia come una interazione meccanica ed astorica tra
componenti come: ptoduzior]e, distribuzione, scambio, con-
surao, salari, rendita fondiaria, propriet, indusria, agricol-
tura, e cos via. Ma il fatto cl.re ad ogni momento dello
sviluppo storico e sociale queste diverse << componenti >
stanno tra di loro in rapport di volta in volta diversi, cosic-
ch ancl.re le loro proporzioni cambiano e si trasforma la
natura dell'inteto processo.
Quindi,
l'agricoltura, pet esem-
pio, non pu essete vista come una specie di essenza o Idea
platonica: non v' nessuna categoda prefissata, come 1a pro-
priet terriera, che rimanga identica a se stessa in ogni
societ, sia essa capitalistica o precapitalistica di tipo pa-
storale, Al contrado, le parti sono in rapporto di relazione
e si evolvono lungo l'evolversi del loro insieme: << La netta
linea di demarcazione
(di taglio asratto) che distingue i
popoli dediti a1 commercio dell'antichit
-
come fenic e
cartaginesi
-
era dovuta al grande predominio dell'agricol-
tura. Il capitale come capitale commerciale o monetado
372
rrppare n quella asffazione, mentre il capitale non costi-
luisce ancora l'elemento predominante della societ >
la,
Quindi,
il pensiero dialettico doppiamente storico: non
solo i fenomeni con cui opera sono storici, ma esso deve
iroche scongelare i concetti stessi con cui sono stati intesi,
c interpretare quella loro congelata mmobilit, la loro ca-
tcgoricit come fenomeno a sua volta storico.
Questo
il motivo per cui una cdtica veramente dia-
lcttica deve sempre includere un'analisi critica dei propri
strumenti intellettuali come parte della propria struttura
operativa.
Quindi,
l'ormai classica analisi di Plekhanov del
simbolismo trascende la sernplice interpretazione di quegli
clementi simbolici, come l'anata selvatica, che sono sttut-
turalmente emergenti clall'opera di lbsen. Ci che per lui
significativo nn il significato della singola simbologia, ma
il significato del fenomeno del simbolisn.ro in quanto tale:
<< La stotia della letteratura ci dimostra che l'uomo si
scmpre servito dell'uno o dell'aluo di questi mezzi (sim-
bolismo o realismo) per trascendere una realt particolare
Egli impiega il primo (vale a clire il simbolo) quando non
riesce ad afierare il significato di quella particolare realt,
o quando non pu accettare la conclusione a cui porta 1o
sviluppo di quella realt. Egli ricorre al simbolo quando
non pu risolvere una dificolt, o dei problemi talvolta
davvero insolubili; quando (per usare la felice espres-
sione di Hegel) egli non riesce a proferire quelle parole
nragiche che danno vita ad una rappresentazione del fu-
turo.
Quindi
la capacit di proferire quelle parole un
segno di potere, mentre f incapacit a farlo un segno di
debolezza. E cos in arte: quando un artista si awia verso
il simbolismo questo un segno infallibile del fatto che il
suo pensiero
-
o il pensiero della classe che egli rappre-
senta, nella direzione del suo sviluppo sociale
-,
non
ra
K. M,!Rx, Contribltiall o rbe Giti,tue al Politjcal Econo,ry, ed.
cit. (cfr. n. 9).
373
osa penetrate la realt che gli si para innanzi >r5 I1 let-
tore riconoscer in questo brano la catatteristica ostilit
vetso il modernismo e velso quella che siamo giunti a
chiamare stilizzazioxe,
queTla istintiva inclinazione verso
l'opera realistica, che verr poi elaborata, in modo fin
troppo rigido e programmatico, da Lukcs; il lettore, nel
pr.r"n,. .ort,"rto, spinger forse il suo sguardo fino alle
rigini hegeliane di questo giudizio di valore, in cui il ri-
torno alle forme simboliche viene sentito come una re-
gressione storica. Ma non in discussione I'assunto di fondo
di Pl"Lhuoou, quanto piuttosto la trasformazione
in una
formula unidimensior.rale di quello cl.re allora cla un con-
cetto fresco, elaborato
per rendere giustizia alla strut-
tura peculiare di una data opela; questa ar.ralisi infatti,
-
dialcttica nella misura in cui sottolinea la interazione di-
namica e l'intetdiPendenza
na il simbolismo e gli altti ele-
menti dell'opera, ed articola i modi per cui I'ipersviluppo di
un elemento
(in questo caso rn oggetto visivo) diviene viral-
mente correlato alf iposviluppo degli alri Quindi
la critica
dialettica sostituisce i veccl.ri giudizi assoluti di Verit e
Bellezza con un giudizio in cui f insistenza sul prevalere
clella situazione storica sottolinea l'inseparabilit di forze
c debclezze entto I'opera d'arte o entro il sistema filoso'
fico; e si pone come unx concLeta lezione oggettiva sul
n.roclo in cui le stesse lorze, in tutta la loro specificit, ri
chiedono detcrminate e correlate debolezze
per poter infine
eststere.
Possiamo forse .fat nosto questo senso della relativit
clelle categorie lettetarie, la lrozione di primato delle cot.r-
traddizioni interue specifiche della singola opera, liesami-
nando, alla luce di questi concetti' il ptesente scritto evi-
dente, infatti, che finota la nosra descrizione non stata di
tipo dialettico, in cluanto ha assunto il pensiero dialettico
solo corre oggetto e non ha sottolineato
]a propria auto-co-
15
G. ?t.ExH,{No!, lrrr, ed. Anecl ftorcs, New Yotk' 196
374
scienza come pensiero alla seconda potenza. Che le cose
stiano cos si vede anche dal fatto che la categoria domi-
nante del prcsente saggio quelrla de|l'esempio: infattt
solo dovc il pensiero rcalizzato impe#ettamente neces-
sario offrire degli esempi come tali, sempre sottilmente
supplementari, correttivi o sostitutivi.
Questi
ultimi rap-
presentano insomma il segno dell'astrazione o della di-
stanza dal processo del pensiero: essi sono aggiuntivi ed
analitici, mentre in un pensiero genuinamente dialettico
I'intero processo dovrebbe essere implicito in ogni oggetto
dato.
Qui,
al contrario, il pensiero concreto stato spezzato
in due operazioni separate e completan.ente diverse: da un
lato abbian.ro non un pensiero autentico, ma la presen-
tazione di un metodo, nrente dall'alto lato non c' adesione
nd un vero e proprio oggetto, ma una setie di esempi di og-
getti. Tuttavia I'essenza stessa del pensiero dialettico cot.rsi-
ste nell'inseparabilit del pensiero dal contenuto o dal'og-
getto stesso.
Questo
il tema dominante ribattuto da Hegel
nclla Prefazione alla Fenoruenologia dello Spirito, dove viene
esclusa la possibilit di poter caratterizzare la filosofia dal-
I'estelno o di poterne patlare realntente se non mediante la
concreta pratica filosofica: ., la pretesa di chiarimenti di tal
fatta, nonch il modo di soddisfarla, conducono con molta
faciljt a discacciare l'essenziale. Dove meglio potrebbe tro-
vaLsi espresso l'intimo significato di un'opera filosofica, se
non nei fini e nei risultati di essa? E come questi fini e questi
risultati pomebbero venire pir determinatamente conosciuti
se non mediante la diflerenza tra loro e ci cl.re la cultura
cli un'et produce nello stesso campo? Tuttavia, non che
un tale procedere debba valere olre il cominciamento del
col.oscele; tron che esso debba valere per il conoscere efiet-
tuale: sarebbe in questo caso uno di quei ritrovati che
servono soltanto a giLar attorno alla questione, e a lar
passare I'efiettiva negligenza circa il soggetto sotto l'appa-
renza di un opetare alacre e preoccupato intorno ad esso.
Ir.rfatti, Ia materia (o soggetto) non esaurita nel suo
fine
375
bens nella su.a elaborazione ed atuazione; n il risultato
ottenuto l'Interc elfettuale; esso anzi costituito dal
risultato congiunto con i1 suo divenire, con tutto il pro-
cesso che l'ha preceduto; per s il fine un universale
non vitale cos come la tendenza il mero slancio ancot
privo della sua efiettualit; e il nudo risultato d'altronde
la morta spoglia di un sistema che ha lasciato dietro di
s la propria tendenza >
16.
Pertanto, la sola genuina ptesentazior.re concreta della
critica dialettica la pratica di tale critica, che dal calarsi
in un dato oggetto elabora alla ne la ptopria strada
verso e attraverso la letteratura,
Quindi
solo con il
nostro esempio dell'esempic.' che questa presentazione pu
innalzarsi ad un piano dialettico pi alto e attingere ad
una pi chiara consapevolezza della propra stessa attivit,
raggiungendo una breve immagine di ci che potrebbe es-
sere una genuina critica concteta, mediante un comme[to
sul proprio con.n.ento.
III. Tautologia cotne uediazioxe tra
lorma
e contenut(,
Pertanto, il pensiero dialettico , nella sua stessa srut-
tura, autoconsapevolezza; e pu essere descritto come il
tentativo di pensare ad un dato oggetto collocandosi ad
un cetto livello e, contempolaneamente, di osservare il
nostro processo di pensiero mentre o adoperiamo: o, per
usare una figura pir scientifica, come tener conto della
posizione dell'ossenatore in quanto parte integrante del-
l'esperimento stesso. Sotto questa luce, 7a difrerenza tta la
dialettica hegeliana e quella ma[ista pu venire definita in
rapporto al tipo di auto-coscienza che esse mplicano. Per
Hegel si uatta di un'auto-coscienza relativamente logica,
che implica il senso dell'intemelazione di categorie pura-
16
HE;EL, Pheno eflalocy ol Mnd, London, 1949, pp. 6869.
376
rncnte intellettuali quali soggetto e oggetto, qualit e quan-
tiL, limitatezza ed infinit, e cos via; qui il soggetto
l,cnsante
arriva alla comprensione del modo in cui il pro-
prio pensiero determinato procede, e perci le stesse forme
clci problemi da cui egli muove limitano i risultati del pro-
plio pensiero. Per la dialettica marxista, d'a1tro canto,
I'auto-coscienza a cui si mira la conoscenza complessiva
rlclla posizione che occupa chi pensa nella societ e nella
storia, e dei limiti imposti a questa consapev olezza daIIa
sua posizione di classe
-
in breve, della natura ideologica
c situazionale di tutto il pensiero, a partire dallo stesso
feperimento e formulazione iniziale dei problemi. Pertanto,
evidente che queste due fotme della dialettica non sono
af{atto in conffaddiziole, anche se resta da definire con
rnaggiore precisione iI loro lapporto reciproco.
Ma autocoscienza non vuol dire introspezione, e il
pensiero dialettico non afiatto un pensiero personale,
ma piuttosto un modo in cui un certo tipo di materiale
si eleva alla consapevolezza, non solo come oggetto del
rostro pensiero, ma anche come una rete di operazioni
nentali provocate dalla natura iltrinseca di quel particolare
oggetto, I pensiero dialetticoJ pertanto, non solo pen-
siero alla seconda potenza, pensiero circa il pensiero pree-
sistente, ma anche il compimento di quest'ultimo, la sua
realtzzazione ed abolizione, in un senso che ha ancora da
cssete desctitto. Infatti, nella misura in cui esso colloca
le precedenti operazioni mentali o soluzioni di problemi,
in un nuovo, pi ampio, contesto, trasforma il problema
stesso in una soluzione, non tentando pi di risolvedo fron-
talmente, secondo le modalit con cui stato posto, ma piut-
tosto atrivando a comprenderne il dilerama come il segno
delle pro{onde contraddizioni latenti nel modo stesso di
potre il problema.
Quindi,
alle prese con una poesia oscura,
il lettore ingenuo tenta subito di infelpretdre, di risolvere
le dificolt immediate portandole alla trasparenza del pen-
siero razionae: mentre Der uno scalrito lettore dialettico
l'oggetto della lettura la difficolt stessa, ed la sua qua-
1it e struttura specifica quella che egli tenta di definire e
paragonarc ad altre forme di opacit verbale Orientato per
questa via, il nostro pensiero non assume pi' i problemi
uficiali secondo l loro valore apparente, ma ne aggira Io
schermo per accertare innanzitutto l'origine stessa della re-
lazione soggetto-oggetto. E questo tipo di auto-coscienza,
che la {enomenologia ha definito come epocb o colloca-
mento in parentesi del problema, riceve invece la propria
valutazione dialettica proprio mediante la sua collocazione
nel processo storico.
Pertanto, al suo limite estrcno il pensiero tende in
certo modo a dipanarsi e disciogliersi; ed questo aspetto
che giustifica, pi di ogni altro, la qualificazione del pensiero
<iialettico come tautologico
-
tautologico in senso ontolo-
gico, come palte di un nascente riconoscimento della pro-
fonda tautologia di tutto il pensiero ll significato di tutto
questo pi profondo di quello di una mera lautologia lo-
gica, anche se le forme temporali di base sono le medesime:
l, dove una proposizione sembrava legare due eltit sepa-
rate, indipendenti, improvvisamente salta fuori cl.re esse fin
dalf inizio erano la stessa cosa; e lo stesso atto del pensare
perci si dissolve. Qui,
l'identit non ra due parole o due
concetti, ma piuttosto a soggetto ed oggetto, a il processo
di pensiero e la stessa realt su cui il pcnsiero esercita le
proprie fttnzioni tentando di comprenderla. Il pensiero non
dialettico stabilisce una separazione iniziale, un dualismo
iniziale, immaginando ingenuamente d'essere 1'operazione di
un soggetto che agisce su di una oggettivit del tutto diversa
e distinta da se stesso. Il pensiero dialettico si presenta
priraa come sviluppo e infine come abolizione di questo
dualismo iniziale; infatti comprende d'essere, come sog'
getto, la fonte dell'oggettivit estetna che immaginava se-
patata da s; e questo in un doppio senso, nel senso del-
1'<<idealismo oggettivo >> hegeliano, in cui tutta I'esperienza
funzione di una struttura soggetto-oggetto di un deter-
378
minato tipo, e nel senso marxista, pet cui il mondo estetno
il prodotto del lavoro e della storia umana in modo
cos totale che lo stesso procluttore umano a sua volta
il prodotto di quella storia.
Proprio questa dipendenza del pensiero dal proprio
contenuto od oggetto era responsabile di quel < gioco di
parole > dialettico che abbiamo intravisto all'opera nel pa-
ragrafo precedente, come caratteristica profondamente ra-
clicata del pensiero dialettico. Di conseguenza il lettore di
un saggio come Sctciet di Adorno, pu artivare roppo
,apidanente alla conclusione che Io scrittore abbia ingiu-
stificaramente conftrso due oggetti di ricerca completamente
diversi
-
pu pensare cio che Adorno frequentemente,
c enzi deliberatamente, confonda Ia teoria sociale o la storia
dei vari concetti di societ con la sociologia o lo studio
enpirico delle varie societ esistenti. Ed senz'altto vero
che <luelJo di Adorno sia un incessante spostamento da un
quadro di riferimento all'alto, su e gi attraverso i due
livelli:
jnfatti,
come avevamo gi visto prima, egli mira
proprio a dimostrare che le dificolt instte nel concetto
cli societ (nella misura in cui la societ non pu venire
pensata n come un iperotganismo n come un oggetto
empirico) devano non d,a una teorizzazione impeffetta,
che ponebbe venire rettificata se condotta con maggiore
abilit o se sufiragata da dati pi accurati, ma piuttosto
dall'oggettiva condizione della societ stessa come oggetto
reale, indefinibile e tuttavia onnipresente, il cui controllo
srri singoli rilesso nelie stesse contraddizioni dell'idea:
<< mentre la nozione di societ non pu venire dedotta dai
.ingoi farri. n d'altro canto pu venire reccpita come un
latto singolo, noldimeno non v' alcun fatto sociale che
non sia determinato dalla societ come intero >
17.
V', senz'alto, qualcosa di inaccettabile per il pen-
17
T. \v. ADoRNo, < Society >, in Salnayndi, Nri 10-11 (Autnno 1969,
Inlefno 1970), p. 1,{5.
379
siero analitico nell'idea che non solo le teorie ma gli stessi
problemi e le stesse categorie del pensiero
-
snqhs 5s 56nq
entit come soldi, violenza, societ, stile, o punto di vista
-
siano soggetti ad un continuo cambiamento storico e non
abbiano alcuna realt oggettiva stabilita una volta per sem-
pre, Tuttavia persino le stesse scienze della natura co-
minciano a prendere in considerazione la possibilit, piut-
tosto scomoda, che le leggi di fondo dell'universo siano in
una condizione di evoluzione, cosicch lo stesso concetto
di legge fisica, di un ordine di natura fisso e mmutabile,
viene posto
jn
discussione
13,
Le pi recenti analisi logiche del pensiero storico e delle
proposizioni storiche hanno confermato questa nozione del-
la sua sttuttura tautologica. Michel Scriven, per esempio, ha
dimostrato che tutte quelle che in storiografia si presentano
come spiegazioni, sia che pretendano di stabilire delle leggi
o semplicemente delle cause, in realt non sono alro che
dei < truismi>> mascherati: si presuppone in altre parole,
che esse abbiano gi un inizio dentro gli esordi del {eno-
meno che deve ancora essere spiegato; e ci che pren-
diamo per una spiegazione non nulla pi che un'articola-
zione di questo <1 postulato > iniziale; come in geomeria,
un'analisi che riduca i1 postulato alle sue varie proposi-
zioni implicite. Ma, in certo senso, questa circolar.it era
gi presente anche nelle spiegazioni fornite dalle scienze
fisiche: <<
Quando
agli scienziati venne chiesto di spie-
gare le variazioni deta lunrinosit appatente nel secondo
stadio orbitante del missile che lanci il nostro primo satel-
lite artificiale, essi risposero che il fenomeno era dovuto alla
sua totazione assiale e alla sua asimmeia. Questa
sPiega-
zione, che pu forse venire illusrata col semplice prendere
una matita tra due dita e spostada nell'aria mentre la si fa
ts
Si verla S?Epnrrl TourMrN e JNE GooD!1ELD, The Discopetv ol
Tjze, New York, 1965. Si tr^tta, diciamolo tra parentesi, d'Lrna dalettica
della natura piitosto diversa da quelli proposta da Enscls.
380
fuotare, era perfettamente comprensibile anche per uno stril_
lone... Tuttavia non contiene alcuna legge... pedetta-
nente vero che la luminosit apparente del missile varia a
causa del numero variabile di fotoni che colpiscono la re_
tina dell'osservatore: ma questo sarebbe vero anche se il
missile fosse stato simmetrico ma illuminato da una sor-
gcnte di luce dalla luminosit variabile, erc., e il nosuo in-
Lercsse tutto nel fatto che sia stato scelto come spiega_
zione uno degli stat del particolare oggetto in discussione,
vale a dire, nel {atto che c' stato detto che la {orma e il
moto del missile o f illuminazione variabile che fa s che noi
vediamo quello che vediamo >re. La spiegazione, in alte
parole, gi implicita nella descrizione che noi inizialmente
lacciafro dell'oggetto, proprio come il teorema geometrico
implicito nella- definzione iniziale. La spiegazione storica,
pertantor non ha alla base la combinazione di due informa-
zioni totalmente diverse tra di loro, come potrebbe essere
una legge e le sue manifestazioni o le premesse di un sillo-
gisn.ro, bens (pi
semplicemente) l,ampliamento della de-
sclizione dello stesso awenimento base e la riarticolazione
clelle sue parti in termini di causa ed efietto o di problema
c spiegazione.
Questo tipo di comprensione della storia ap-
partiene all'ordine delle forme che si muovono nel temoo.
mc come proces(o di pensiero separaro, viene u a"d"ra ,rall,
tautologia quando noi diveniamo consapevoli della reale
narurl dell'operazione men lale eseguiLa.
Pertanto, per tornare ad un'esemplificazione gi usata
in uno dei capitoli iniziali, la Gironda senza dubbio rap-
presenta gli interessi di una particolare classe mercantile
di Bordeaux, e l'attivir dei girondini acquista una sorta di
naspatenza quando viene considerata sotto questa luce,
Tuttavia f idea che l'evento in questione (la Gironda) e
la sua spiegazione (la classe a cui i girondini appartengono)
siano tfa di loro in un rapporto di elletto-causa si rivela
ts
Tbeories ol Llistary, ed. Paick crrdjner, ctencoe, 19j9, pp. 445-47.
381
incoerente. Se esaniniamo
attetrtalente
le operazioni men-
tali cl.re abbian.ro compiuto scopriamo
che etavamo
parntr
con una visiolre della Gironda abbastanza
ristretta
(le varie
o.r.onu[,e
parlamentari, il materiale anecldotico'
le loro
filorofi.
poiiti.l.t. uliciali, i loro discorsi' il oro pro-
nr"-tll"1,^.t.
poi abbiamo alf in.rprowiso espanso
fino. ad
i'n.l,-rd"r. l'."p"ti"nza sociale de1 loro luogo d'origine' il loro
passato, le loro par"nt"le, e cos via Queste
ultime informa-
iiolri por..no n...trg"r.
"l
tango c7r spiegazictze
solo se le
consideriamo come delle negaziolti implicite di una sctie
di proporzioni senza senso cluali potebbero essere:. i gi
,.orrini .rrno contadini, i girondini crano liberali del di'
ciannovesimo secolo, i girondini etano adstocratici austrla-
.i, .t., Cfl" i giron.lini {ossero
quello che erano qrindi
la truism(i e la nostra comprensione
della storia alla lunga
si clissolve, imboccanclo
questa stlada, nelle operazioni dela
i"nn" ,li nolt .on,racldizione,
nel rendcrsi conto inflne chc
tutti gli ever.rti hanno in s la propria logica' contengono
le ptoiprl" < interpretazioni
>
-
e noi ci limitiamo ad arti-
colar" in,rn" succcssione logica l'interpretazione
propostacr
dall'evento stesso *-N"t
.n*po clella storia delle idee questa illusione
-della
.o.lrutra t
iir
radicata
perch nel corso del tempo le si-
tuazioni conctcte sono scomParse mentre le idee sono loro
,"nl""ti.r"t.,
in solitudine La relazione originaria
tra il
pcn-ielo e l suo oggctto lon er esrcllla' mc inlcrlla' e le
i"l*i.ri ,".fi"i dial-cLtiche ci dimostr'tno
tton chc la rcalt
soiale esterna ,drJa un determinato
tipo di pensieto' ma
.he tale realt in.rponc a1 pensiero {onclamentali
limitazion
int.rn., quuri delle condizioni d prioti lt questo consiste-
-r",
"d
.tr, livello assai astratto, la tesi de1 Lukics di Slorla
e'coscienza
,li classe" 1a situazione sociale della borghesia'
se.o.,do Lti,
Porle
una selie di limiti e prioti a1 pensiero
"oeculariro
borghe'e o pcr ucare Il nostra tcrrritroogia'
ii'i-'"" t"r p.-nr;.,o dtilo borghe'ia djpendono
dalla pro-
?.J" i"*1." int"rn^ dtl contetutta
della vita borghese Su
382
rlresta linea si pone Herbert Marcuse qnando dimosfta che
lc distorsioni ideologiche del sistema hegeliano (L'Idea
Assoluta, il conservatorismo politico, le basi idealistiche
dcll'intero sistema) sono tutt'uno con il contenuto della
sua situaziolre sociale e storica.
Queste
distorsioni non sono
clifetti esterni, ma piuttosto fanno parte integrante della
comprensione hegeliana della natura della realt sociale in
tluel particolare monento del suo sviluppo: < Egli atui
buisce allo stato la posizione di preminenza perch vede
gi nevitabili efletti degli antagonismi in questa societ.
Gli interessi individuali in concorrenza sono incapaci di
rare orgine ad un sistema capace di garantire la conti-
nuit dell'intero, pertanto deve essere loro imposta un'au-
torit inconnastabile... 'ordine razionale che Hegel sta qui
prendendo in esame ... ora indica per LLi i lin.riti estremi
clltro cui questa societ pu essere razionale senza venire
rregata. Egli consitlera il terrore rivoiuzionario del 1,793
come un brutale avveltimento che I'ordine esistente deve
vcnire protetto con ogni mezzo >>
20.
Pertanto il << conserva-
toLismo >> di legel rrppresenta anclle una comprensione
tlell'anarchia morale intrinseca al capitalismo. La sua difesa
rleilo stato prussiano motivata dalla sua incapacit, in
rluel particolare momento storico, di vcdere una qualche
lrrrma di vet'o cambiamento sociale e di organizzazrone
chc non fosse la esplosione del Terrore. La sola concreta
cottezione del sistema di Flegel dunque il passare del
Lcmpo, lo sviluppo delJa situazione socio economica olte
tlLrei limiti; il che equivale a dire che la sola citica adeguata
rnossa ad llegel la pratica citica e politica di Marx. In
,le6r.ritiva dunque il pensiero filosofico, quando venga por-
,.'to ebba,tlnza arrnri. si rrasforn a in perrsie'o stolico, e
lrr comprensione del pensiero astratto si risolve in ultima
rrlalisi in una consapevolezza del conteouto di quel pen-
r0
H. .{^Rcusc, Rca:ax drd Reoalution, op. cit., p. 175, 177.
383
siero, vale a dire, nella conoscenza della situazione storica
in cui quel pensiero nacque,
Se ci volgiamo, ora, ai nosti tempi, vediamo che Ie
implicazioni di questa idea dei limiti interni del pensiero
si fanno pir drastiche: essa assume la forma di un salto tra
due zone dell'essere discotltinue, tra I'interno e l'esterno,
tra lo psicologico e il sociologico, ta i1 qualitativo, la realt
vissuta dell'esperienza individuale, e il quantitativo, le
condizioni esterne, collettive dell'esistenza. Il trauma pi
forte di questo salto nella possibilit di conoscersi attra-
velso un giudizio esterno: noi ci troviamo come sradicati
dalla nostra mente, e totniamo a guardare dentro la mo-
nade con gli occhi degli altri, o della storia
-
si pensi
aTla Critique di Sartre che stata, come avevamo gi
messo precedentemente in rilievo, la tealizzazione delibe-
rata di questo ptocesso. Ma se noi esaminiamo la filosofia
del primo Sartre
(assumendola come la pi emblematica
-
g
4nshg la pi cornpleta
-
delle desuizioni dell'esi
stenza dell'interno e come la pi coerente tra le difese
metodologicl.re di tale descrizione), scopriamo che pos-
sibile ad un tempo riconoscere in questa descrizione Ia
nostta esperienza e ammettere la validit dell'argomen-
tazione di Marcuse, cl.re ci che in questa descrizione ci viene
presentato come struttuta ontologica dell'esistere della co-
scienza nel mondo e delle sue relazioni concrete con gli
altri, non altro che un catalogo di varie forme di aie-
nazione stotica che si esprimono, col loro calattristico
linguaggio, in termini di possesso e reificazione. Tuttavia
con tale analisi, dove l'ontologico svela la propria storicit
travestita, non tanto i1 sistema di Sartfe quauto noi stessi
che ci troviamo tovesciati come guanti, obbligati a vederci,
nel senso pi ampio, dall'estemo, e a ticonoscere le con-
dizioni pi private de1la nostra esperienza come la vera
struttura dell'alienazione stessa: al pari delle operazion
pi familiari e ripetitive. Quest'operazione
marcusiana
molto pi complessa di quanto non lo sia la critica con-
384
vcnzionale delle posizioni filosofiche condotta sulla base dei
Ioro principi interni. Un esen.rpio di quest'ultima potrebbe
cssere quello ofiertoci da Merleau-Ponty che, avendo posto
rrna separazione ftoppo radicale tra soggetto ed oggetto
come presupposto iniziae di L'tle et le ftat'tt, icostrr\isce
il sistema di quest'opera su di una base d'esperienza nuova,
c per ltri
Fir
adeguata, ne La Fenomenologia della Perce'
zione. Il saggio di Marcuse, invece, non cerca pi di di-
sringuere nel pensiero di Same tra elementi veri ed ele-
menti falsi, ma tende ad isolare e ad identificare quella
esperlenza storica concreta, o situazione, a cui il sistema
sartiano, come complesso di concetti, cofrisponde.
Questo
tipo di citica dialettica, pertanto, implica ur salto da un
livello puramente concettuale ad un livello storico, dall'idea
alla corlispondente esperienza vissuta che viene da noi
' giudicall
'
nella misura
jn
cui ci viene posra in una pro-
spettiva storica.
Questa
, infatti, la dimensione etmeneu-
tica dcl pcnsiero dialettico che ha il compito di restituire
al fatto culturale astatto, isolato a livello sovrastrutturale,
il suo contesto concreto o situazione; contesto concfeto
che evldentemente non c' pi quando abbiamo a che fare
con oggetti culturali del passato. Ma quando abbiamo a
,lre farc con prodorti della cultura coniemporcnea noi ten-
,lilmo a rimrrovere. r reprimere questa siruazione concreLa
l,crclre
d.,ideriamo ignorare la situazione socio-economica
irr cui siamo di fatto coinvolti.
Quindi
questi giudizi dia-
lettici ci clanno la possibilit di realizzare una sintesi, pet
cluanto rnomentanea, tra I'interno e l'estetno, I'inffinseco
c I'estrirseco, I'esistenza e la storia; ma una sintesi che
ci co,rr un girrdizio srorico oggertivo su noi stessi.
Nel campo letterario, tutto questo particolarmente
evidente in quella forma letteraria che assume come proprio
oggetto la storia, vale a dire nel tomanzo stotico.
Qui,
come
21
S r'eda H. M^RcLrsE, < Existentialismus ,, in Krla;r a Cesell-
\balt, II, pp. 49 81.
385
in nessun alto luogo, il primato della logica della materia
prima sulla forma assoluto, ed possibile ossefvafe
visibilnente, come in un esperimento da laboratorio, il
processo medianre il quale le contraddizioni dell'oggetto
storico vengono trasformate in contraddizioni della forma.
Questo il succo di un'importante lettera mandata da
Adomo a Thomas Mann sulla novella i, Mann, ll Cigxo
Nero: << La figura di Ken, se non vado err.ando, pos-
siede tutti i contassegni di un americano degl Anni
Quaranta o Cinquanta piuttosto che quelli di un ameri-
cano tra le due guerre; senz'altto voi siete consapevole di
questo pi sottilmente di quanto possa esserlo io. Ora si po-
trebbe sostenere che la trasposizione che voi fate perferta-
mente legittimata dalla libert della ceazione arrisrica, e che
a quest'ultima va subordinata 7'esattezza cronologica, rnche
quando c' il problema d'essere precisi nella caratterizzazio-
ne. Ma io mi chiedo se quest'argonentazione
auto evidente
abbia dawero molta otza. Se voi avete dato ad un'opera
lo sfondo degli Anni Venti e ayete preferito collocarla
clopo la prima piuttosto che dopo la seconda guefra mon-
diale, senz'altro avevate degli ottimi motivi per farlo
-
il
pi owio che un'esistenza come quella di Frau von
Tmmler oggi inconcepibile; e, ad un livello pi pro-
fondo, questa vostra scelta senz,altro legata al tentativo
di porre della distanza ra noi e quella realt specifica,
di uasformare magicamente quella realt vivente in un
momeoto storico precedente, di porla precisamente in quel
periodo di cui anche Krull rnostrava la patina. N{a quando
si comincia col cambiare e tasporre in questo modo le
decadi ci si trova prigionieri di obblighi non dissimili da
quelli che ci vengono imposti dalle battute d,apertura di una
composizione musicale (dai cui desiderata non ci si pu
liberare fino alle note finali, che riequilibrano la bilancia).
Non sto parlando di un obbligo ad una fedeh esterna
aIIa tavolozz,a rentporale, ma piurrosto del'obbligo
ji
illu-
minare anche le immagini evocate dall'arte di una luce
386
storica, obbligo che, per ovvie ragioni estetico-immanent
finisce coll'essere ancbe un obbligo alla fedelt esterna di
cui padavo poc'anzi. Infatti, a meno ch'io non vada er-
lando, si verifica qui la situazione paradossale per cui
I'evocazione di queste immagini, o in altre parole la ge-
nuirta nragia dellopera J'arte, ha una riuscira Lanro mi-
gliore quanto pi le materie prime da cui tali immagini
traggono vita sono autentiche. Si porebbe quasi pensare
che il fatto che l'opera sia sofiusa di soggettivit non stia
clel tutto
-
come saremno portati a pensare dalla nosra
folmazione madizionale
-
in semplice opposizione a quel
precetto del realismo che risuona in tutta la vostra ope-
ra, ma piuttosto che quella spiritualizzazione
-
il mondo
cell'immagine
-
venga raggiunta nella misura in cui si
lesta, quasi pignolescamente, fedeli alla dimensione sto-
rica, e ci anche per quanto riguarda i vari tipi di pei'so-
naggi... Ci che sul momento mi colpisce che questa
precisione si presenta come una penitenza il risposta alla
colpa da cui sono afllitte tutte le finzioni artistiche, come
se esse si sottopongano ad una cura di esattezza nella
fantasia >>
22.
Ma se ogni cosa aderisce alla {orma del suo momento
storico, allora il romanzo storico deve in ultima analisi
dissolversi come forma, poich nella sua tensiooe verso la
totalit concreta spezza i limiti esistenziali dell'arte. L'emer-
genza del romanzo stotico era a sua volta solo un sin-
tomo dela sempre maggiore storcit del romanzo; e at-
tualmente tutti sono d'accordo nel ritenere che tutti i ro-
manzi sono storici, poich anche nel rnantenersi totalmente
fedeli al presente, il loro oggetto altrettanto storico
quanto ogni altro momento, anche di un remoto passato.
Ci implica che il romanzo del presente divenuto con-
tradditorio quanto il romanzo storico, ed come quest'ul-
,
T. V. Arorro, . Aus cjnen Brief ber Die Betrosene an Thonas
\LrlF". /..?/,. J I lc\t', pp.28628i.
387
timo altrettanto ittealizzabile ed infatti, per non parlafe
della progressiva destituzione del romanzo ad opera del
gi.,rnalismo c Jella sociologia. I'aLt'ralc crisi lormale del
romanzo ha radici nella situazione storica, che sembra
moppo complessa per essere racchiusa e rappresentabile
in un modello narrativo. Cos descrive Simone de Beauvoir
ne I mandarixi il dilemma del suo personaggio, Henri
Perron, mentre cerca di riprodurre fedelmente il contenuto
storico del periodo post-bellico: << Egli sparpagli di fron-
tc a s le propric note
-
quasi un centinaio di fogli,
tra .LrLo
bene l,rscia|li da prLre pcr circa un rnese. ora
egli avrebbe potuto rileggerli con un occhio mrovo. Si
butt gioiosamente a capolitto su quei fogli, contento di
riscoprire memolie ed implessioni formulate in frasi accu-
rate e scorrevoli. Ma dopo nn po' cominci a crucciarsi.
Cl.re cosa avrebbe fatto di tutto quel materiale?
Questi
scarabocchi non avevano n capo n coda, anche se ave"
vano clualche legame, qualcosa in comune, che li teneva
ur.riti
-
un cetto n.rodo di sentile, un clima, I'atmosfera
dell'era prebellica. E ci improwisamente lo fece sentire
a disagio. Si era proposto, piutlosto vagarnente
'Cerchcr
di rendere il sapore della mia vita', Come se si {osse
trattato di un profumo, etichetato, regisato, identico
a se stesso anno clopo anno. Ma le cose che egli aveva
da dire, sul viaggiare, per esempio, erano quelle che fiori-
vano sulla bocca di un giovanotto di venticinque anni, del
gjovanotto che egli era stato nel 1935; quelle cose llon
avevano nulla a che vedere con la sua esperienza in Por'
togallo (dopo la liberazione di Parigi). La storia dela sua
relazione con Paola era ugualmente datata; n Lambert,
n Vjncent, n alcun alro dci. tagazzi che egli conosceva
oggi avrebbe avuto quelle stesse reazioni. E inolte, con
;rlle spalle cinque anni di vita sotto la dominazione te-
desca, ora una govane donna di ventisette anni safebbe
stata molto diversa da Paola. Era possibile solo'una so
luzione, collocare gli avveninenti del libro intorno al 1915.
t88
I\la egli non aveva nessuna intenzione di scrivere il ro-
rnanzo di un << periodo >, di ricreare un mondo che ormai
rror. c'eta pi. Anzi, al contrario, quello che si proponeva
rui buLrar gi qrrelle lighc cra di proertrre lullo se s{esso,
vivente e intero, sulla carta. Bene! allora egli avrebbe
scrtto il romanzo ambientandolo nel presente e traspo-
nendo i personaggi e gli avvenimenti dal passato al pre-
scnte. 'Trasporre
-
che parola fastidiosa! che parola
icliota! ' diceva a se stesso. 'Come sono assurde le libert
che ci prendiamo con i petsonaggi in un romanzol Essi
vcngono traspottati da un secolo al secolo strccessivo, scac-
ciati dal loro luogo d'origine e sbattuti in un altro, il pre-
sente di una persona appiccicato al passato di un'altra.
I tutto questo condito da fantasie personali. Se si guarcla
rbbastanza da vicino ogni petsonaggio di un romanzo un
mostro, e tutta l'arte consiste nelf impedire che il lertore
guardi troppo per il sottile...'r>
23.
Senza dubbio un reso-
conto fatto da un americano di questa abolizione dell'arte,
c1i questa abdicazione dell'atto del narrare posto in colpa
c sotto accusa proprio per la propria attivit inventiva,
rvrebbe un senso anche pi ampio per il ruolo del sistema
pubblicitario cl.re opera nella distorsione degli avver.rimenti
come una specie di onnipresente falsa coscienza; inolme
collegl.rerebbe, come vedremo tra breve, le dificolt nar-
rative ad una determinata configurazione della smuttura
politica, alla struttua << uniqe > del ptesente momento
stodco. Tuttavia qui Simone cle Beauvoir sottolinea come
il processo artistico stesso sia minacciato da una esperienza
temporale sempre pi pesantemente marcata dalla storicit
e dominata da una consapevolezza politica semPre pi
incalzante. Il peso di questo incombere non viene affatto
sminuito se constatiamo che la scrittrice denuncia questo
stato di cose servendosi proprio della forma del romanzo,
23
SrNloNE DE BF^u\.oll, l-lr. fanlitirs IR.J. inel.), Nerv YoLk, 1956,
!p. 111-112 (trad. italirna, Torino, Ejnrudi).
389
poich in questo modo, irl certo senso diaiettico, che il
romalrzo si rigenera ed esce dalla propria inPossibilit,
assumendo quest'uliina come il contenuto di una rinno-
vata ltarrazlone.
Quindi
il novimento tautologico che si verifica entro
l'opera d'arte
-
in cui, da una certa altezza, considerazioni
intrinsecamente formali d'improwiso si dissolvono in pto-
blemi di contenuto
-
si riproduce all'esterno dell'opera
d'arte in termini di rapporto tra il contenuto e il suo con-
testo stodco. un truismo che sembrava dimenticato il
dre che forme come l'epica, la tagedia cli cosrume, il ro-
manzo epistolare, clipendono intimamente per la propria
esistenza stessa dal proprio contenllto, o in altre parole
dalla struttur4 dell'esperienza sociale che la materia pri-
ma che essi adoperano e da cui balzano {uori, come pro-
dotti d'arte. Quella
di Hegel rimane a tutt'oggi forse
h pi esaustiva descrizione del modo in cui, una volta che
si verifichi una trasformazione r.rella vita sociale concteta,
f intero sistema delle arti
yiene btuscamente deftonizzato
facendo cadere in oblio un intero complesso di forme:
di questo tipo, per lui, il decadere del mondo epico
(con la sua organtzzaztone della vita corae totalit di espe-
rienza), e l'avvento sulla scena
,del
mondo dell'individua-
lismo borghese, che l{egel denomina < mondo della prosa >>,
dove: << L'uomo singolo, per mantenels nella sua singola-
rit, deve molte volte farsi mezzo per alri, servire ai loro
fini limitati ed ugualmente abbassare gli alti a semplice
mezzo, per soddisfare i propd ristretti interessi. L'iodi-
viduo, come appare in questo mondo clella vita e della
prosa quotidiana, non attivo in base a1la ptopria tota-
lit, e pu essele compteso non in base a se stesso, ma
a ci che altto, atttaverso le sue relazioni. Infatti l'uomo
singolo viene a dipendere da influenze esterne, leggi, isti-
tuzioni statali, rapporti civili, cl.re egli gi ttova, ed a cui
deve piegarsi, che li al:bia o no interiorizzati. Inolre il
soggetto sir.golo non per gli altri
(come tale) una tota-
390
lit in s, ma si presenta per essi solo nel contesto del
pir o meno diretto e isolato interesse che essi hanno alle
sue azioni, desideri ed opinioni... Ci che immediatamente
interessa gli alri solo il suo rappotto con le loro pro-
prie aspirazioni, scopi, intenzioni. Le stesse gtandi azioni
c gli stessi grandi avvenimenti che sono il prodotto ci
un'azione collettiva, appaiono in questo campo di apparenze
relative solo poco pi che una molteplicit di sforzi sin-
goli...
IPertanto]
l'individuo in questa sfera non riesce
neppure a mantenere l'apparenza della vitalit e libert
iiutonoma e totale, che alla base della nozione di bel-
lezza. Certo non mancano alla realt umana immediata
[di
questo mondo della prosa], ai suoi awenimenti ed
alle sue organizzazioni un sistema ed una totalit di atti-
vit; ma il tutto appare solo come una moltitudine di
singolarit, le occupazioni e le attivit sono divise e spat-
pagliate in infinite parti, cosicch ai singoli pu venite solo
rrna piccola particella del tutto...
Questa
la prosa del
rnondo quale appare alla propria e all'altrui coscienza, un
rrondo fatto Ai frnitezza e di mutamenti, inviluppato nel
Lclativo, oppresso dalla regola della necessit, alla quale
il singolo non in grado di sottrarsi. Infatti ogni vivente
isolato preso nella conraddizione di vedersi come unit
conclusa, taa di dipendere al contempo totalmente dagli
lltri; e la lotta per la soluzione di questa contaddizione
non va ole il tentativo, dura fincl.r dura la battaglia >>'?4.
Hegel, pertanto, connota la peculiarit strutturale del ca-
pitaLismo nei termini del dilemma che egli pone come
contenuto potenziale clell'opera d'arte: quelo di costituire
Lrna totalit collettiva che non riesce per ad avere alcun
cquvalente esistenziale nell'esperienza individuale, di de-
rcrminare la realt individuale pur restando sftlrtturalmente
inaccessibile alle categorie della comprensione o del potere
.li irnnrrginazione di quesL Lrlrima.
2t
Ae:thetik, I, pp. 150-152 (ed. cit.).
39r
Dal nostro momentaneo punto di vista, comuirclue, la
descrizione pu servire ad illusmare quel momento inter-
medio tra critica letteraria e sociologia, vale a dire quel
momento in cui la prima va trasformandosi insensibilmcntc
nella seconda per spir.rta interna: infatti i termini chiave di
questa desoizone
-
totalit ed individualit
-
sono pa-
trimonio cotnune sia all'analisi della concreta vira sociale,
sia all'analisi dell'opera d'arte, cosicch, con un lieve an-
pliamento dell'ottica storica, ci cbe sembrava un'asser-
zione circa I'opera d'arte dimostra di mantenere la propria
validit anche entro la dinensione sociale e storica.
Qui,
in altre parole, implicito il concetto che ad un certo li-
vello di concretezza la cosa stessa
-
o ci che chiameremo
la sua realt esisrenziale
-
pu venire ri{ormulata in uno
qualsiasi <Ji una serie di coclici altcrnativi, pu venire riar-
ticolata in una qualsiasi di una serie di dimer.rsioni diverse:
come struttura letteraria, come verit vissuta di una de-
terminata otganlzzazione sociale, come un certo tipo di
relazione soggetto-oggetto, come una certa distanza clel
linguaggio dal stLo oggetto, cofie una determinata forma
della specializzazione o della divisione del lavoro, come
un'implicita relazione tra classi.
Questo
davvero ii luogo
del concreto, il solo luogo in cui possiamo davvero mediare
tra un livello della realt e l'alro, e possiamo tradurre le
analisi tecniche dell'idea nella sua verit in rapporto alla
realt vissuta della storia sociale. Chiaramente il con.rpito
pi urgente che spetta ad una critica dialettica che sia dav-
vero tale quello di riguadagnare, ponendosi a confronto
con una qualsiasi specifica opera d'arte, questa realt ul'
tima cui essa corrisponde; totneremo alla fine del presente
lavoro su questo problema per sottoporlo ad un pi com-
pleto esame delle implicazioni di questo punto di vista
per i metodi dell'analisi letteraria.
Ma non possiamo andare avanti lasciandoci alle spalle il
soggetto della transizione dalla forma al contenuto senza
aggiungere che ci che vero per la forma dell'opera d'arte
392
vero anche per le categorie della clitica letteraria: an-
ch'esse sono in un rapporto di stretta dipendenza con una
situazione di carattere storicamente mutevole; e non po-
meinmo date fotse una migliore esemplificazione di tutto
cluesto di quella espressa da quell'opera caratteristica e au-
torevole nella critica americana che Rhetctric ol Fictiort
cli Wayne Booth. La posizione di tsooth, nello spirito dela
ctitica neo-aristotelica, si pu riassumere dicendo cl.re per
lui il romanzo non deve mai essete inteso come un'asset-
zione circa delle realt, ma piuttosto come una suttuta
di illusioni tendente a produrre certi efietti ( la stessa
iulrzione che avevano gli enunciati dentro i ristretti confini
clella tradizionale retorica). Cos, sebber.re egli sia ovvia-
nente un post-jamesiano, pro{ondamente inlluenzato dalla
lormulazione jaqnesiana del concetto del punto di vista,
egli resta essenzialmente ambivalelte per quanto riguarda
lc implicazioni ultin.re della dottrina di
James.
Infatti, t.to'
nostante la grande attenzione che
Jan.res
dedicava alla
costruzione c al metodo, il suo insegnamento tendeva
in ultima analisi ad una specie di uerit tomanzesca: il
punto di vista per lui la categoria fondamentale della
pratica nauativa, non tanto in virtir delle illusioni e degli
.fieLti che il rnmrnzicre pu raggiungere. ma piuttosLo in
quanto corrisponde alla nosta esperienza vissuta, nella
,1ule noi silrno
"ernore
irnmcr.i in una situaziore e scmpre
vediamo la vita dall'angolo di visuale piuttosto ristretto
deila nostra monade. L'idea, secondo Booth, pericolosa
pef due motiv che alla fine si identificano: innanzitutto,
percl.r l'applicazione meccanica del punto di vista tende a
distuggere soggetti cl.re un ton.ralrziete onlrisciente del di-
ciannovesimo secolo sarebbe stato capace di manovrare rag-
giungendo efletti molto pi ampi (serva come locus clas'
sicus I'incettezza di Fitzgerald tra le due vetsioni di Tead.et
ia tbe Night). In secondo luogo, perch il puro e sem-
plice punto di vista introduce e sfocia in una specie di
relativismo totale, sccondo il quale noi sian.ro obbligati ad
393
accettare ogm romanziere per la sua ottica, il che Dorta
come conseguenza la dissoluzione di rutri i valori assoluri
e gli standards di giudizio, quindi anche la demolizione
delle fonti stesse degli efierti letteari.
Infatti il libro di Booth una difesa del romanziere
onnisciente, dell'autore implicato nella vicenda o del com_
mentatore degno di fede, che con discrezione, ma secondo
un disegno strategico, si interpone ta il lettore e i oerso_
nagg fornendo al letrore i prrametri
mediante i quali
giudicare questi ultimi in modo appropriato. L,autore im_
plicato,
ovviamente, non neppure l,autore reale, ma l,in-
camazione di valori culturali positivi: << quando leggiamo
[Eratna] la accertiamo
['Jane Austen
,,
l,autice o,rilr^-_
matizzatal come la rappresenfanre di ruLLo ci che piir am_
miriamo. Essa generosa e saggia quanto Knightiey; d
fatto, essa un po'pi penetante
nel giudica. Essa
acuta e brillante come Emma amerebbe pensarsi. Senza es_
sere sentimentale essa sente \a tenerezza. Essa atibuisce
un valore adeguato, ma non eccessivo, alla cchezza e al
rango sociale. Essa riconosce un folle quando
lo vede. ma
a difTerenza di Ilmma sa che imrnorlL e pazzesco essele
scortesi con i {olli. Essa , in poche parole,
un essere umano
perfetto,
entro il concetto di perfezione
stabilito dal libro
ch'essa scrive; essa ariva perfino a riconoscere che la per-
{ezione umana del tipo d,a lel esemplificato non del titto
raggiungibile nella vita reale. Il processo mediante il quale
essa instaura il suo dominio owiamente circolare: il suo
personaggio
stabilisce per noi i valori secondo i quali tro-
veremo poi il suo personaggio perfetto... una scelta del_
l'angolatura moLale, e non solo di quella tecnica, da cui
<eve venir narrata la storia >>
2s,
fn assenza di questa figura e di questi standards as-
soluti del giudizio morale, il romanzo moderno, secondo
394
2s
\V,rvNE Boorn, The Rbetoric ol Fictiotl, Chic^so, 1961, pp.264265.
)95
ooth, si riduce ad un soggettivismo relativistico di cui
un emblema, per lui, il nichilismo di Cline. Il moderno
concetto di ironia era, secondo questo schema, naturalmente
quasi come una brancolante assenza di valote, una ambi_
guit gratuita che girava attorno a se stessa e si ipostatiz-
zava cone valore autentico; e senz,altto uno dei srandi
lreriri di BooLh quello di aver preso a marrellaLc
luegli
idoli di plastica della critica moderna che sono l,ironia e
il punto di vista.
Tuttavia il ritorno al romanziere onnisciente , se ben
si guarda, una << soluzione >r che per il romanziere contem_
poraneo non esercita pi atftattiva di quanto non ne eser_
citi per il lettore la troppo scoperta difesa delle norme
etiche e dei valori della borghesia. Entambe le raccoman_
tlazioni segnalano la profonda astoricit dell'apDroccio de1
cririco. che non sembra aver compreso l.ir.eversibilir della
storia letteraria pir di quanto abbia compreso che nel
r.ostro tempo la politica ha preso il primo posto sull,etica
lreii'antquato senso della parola. Il fatto che il namatore
coinvolto, o degno di fede, desoitto da Booth possibile
solo in una situazione di relativa omogeneit di classe; e
infatd dllette una comunir di valori di base condivisi da
una classe di lettor piuttosto risftetta: ma questa situa-
zlone non pu venire reimposta al mondo d,autorit. Il
nichilisn.ro di Cline, d'altro canto, e il moderno relativismo
soggettivistico in generale, riflettono una clescente atomiz,
zazione della societ borghese, uno sgretolamento e una
decadenza delle pi ampie unit ed istituzioni sociali. In_
fatti, non sarebbe dificile mosftare qusto processo in
atto nello sviluppo del lomanzo come forma da Henn,
.lames
in poi.
QuesLa dimostrazione merrerebbe in evidenza
a relazione fta punto di vista come tecnica letterafia e iso_
lamento monadico come fatto sociale; e overebbe conferma
nelle ueazioni di totalit artificiali (si
veda il concetto di
Gide, del onz6.t came surzma addizonale delle vatie rcits
di esistenze singole), nella palma atribuita alla epistemo-
logia come tema e all'ironia di realt ed apparenza in un
universo relativistico; un'ironia di cui Pirandello il dram-
maturgo, Conrad e Ford i romanzieri, e Fernando Pessoa,
forse, il poeta <( laureato r>.
Questo
il punto in cui si inserisce il paradosso tauto-
logico: infatti senza dubbio paradossale padare del punto
di vista come di un fenomeno storico quando tutt i tac-
conti e gli aneddoti, fin, dai tempi pi remoti, hanno im-
plicato necessarianente la scelta di un punto di vista nar-
rativo di un tipo piuttosto che di un alo. E tuttavia
proprio questo il punto. Nella misura in cui il punto di
vista come categoria riflette la situazione storica della bor-
ghesia nei tempi moderni, un concetto inadeguato alla
trattazione di forme storicamente divefse e non pu, senza
conraddizione in termini, venire applicato ad opere come
la narrativa medioevale o l'epica popolare. Arriver ancl.re
a dire che la soluzione al dilemma desoitto da Booth pu
essere concepita solo come risultato del cambiamento so-
ciale e storico, ed implicherebbe il superamento del punto
di vista individualistico in generale mediante {orme real-
mente collettive, nuovi modi naffativi che formalmente
corrispondano alle realt di un mondo post-individuale; ed
infatti in tutta la letteratrua moderna possiamo scorgcre
gli inizi di queste nuove forme.
Pertanto il valore ultimo dell'opera di Booth sostan-
zialmente quello di una posizione generalmente conserva-
tfice: utie come diagnosi e come mezzo per districare e
sbloccare tutto quanto problematico nell'attuale stato di
cose, nelle sue raccomandazioni pratiche non per altro
che una regtessione ed una sterile nostalgia del passato.
TnfaLri. lo sLesso rentativo di penscre crilicamente alrraverso
una riformulazione del concetto d punto di vista non con-
raddittoria, universalmente valida (e perci astorica, non
dialettica) di per s storicamente sintomatico. Wayne
Booth ha pertanto qualcosa in comune con l'ggetto della
sua attivit cidca: infatti anche
James
tent di arrivare
396
,rlle leggi universali che governano la giusta composizione
,lcl romanzo in generale, e dimostr di avere ben poca
consapevolezza della natura storicamente condizionata del-
h forma. La diflerenza consiste nel fatto che
James
nel fare
.luesto rilletteva il suo momento stotico, mentre lo stesso
non pu dirsi di Mr. Booth.
lY. Idea!i:no, renli'nto, nlatcrialismo
Tutti i buoni marxisti dovrebbero, er
olficio, costitre una < Socit des
amis matrialisles de la dialectique
hselienne >'
LEN'N
Come logica corclusione del tipo di problemi finora af-
frontati, ecco che ci troviamo piar.r piano di frcnte la uexata
quaestio el determinismo storico, anche muovendoci in un
contesto che sembtava circoscritto alla letteratura. Si tratta
senza dubl:io di un falso problema nella misura ir.r cui pu
tisolversi ir.r una meccanica trasposizione e applicazione, per
(llranto
non esplicita, del modello dele scienze della natura
rlla storia: infatti non v' lressun comune denominatore ffa
gli e.;enti << unici > di quest'ultima e i < ripetibili > espe-
rin.renti da ]abolatorio. L non vi pu essere alcun con-
cetto di legge o, in alre parole, di previsione scientifica,
a meno che non si possa considerare gli elementi coinvolti
i[ esperirnenti successivi come se {osseto sempre gli stessi;
ma in storia l'ipotesi di fattori identici o ricoffenti possi
bile solo al prezzo di una sempre maggiore generalizzazione,
di un allontanarsi del fatto storico <r unico i>, che ci permette
di vedere delle similitudini solo se il nosto punto di os-
setvazione posto a grande distanza.
Questo
il tipo di generalizzazione che sta alla base di
asserzioni come quella di Plekhanov nel suo noto saggio
Il rrolo dell indiuiduo rella storia.
"
In virtir di
cifiche qualit delle loro menti e dei loro catatteri,
spe-
1e
397
pefsone che esefcitano un'influenza storicamente rilevar-te
possono far canbie le singole carutteritticbe degli auae-
menti e qualcuna delle loro specifcbe coflsegueftze, ma
non possono far cambiare la tendenza generale che viene
determinata da ale forze >
tu.
Non dificile muovere
delle obiezioni filosoficl.re a questa afiermazione e liquidalla
in poche parole, sia che si adotti il punto di vista empirico
dello storico di professione, sia che si faccia piopria la
posizione esistenziale di Sare; ma tale afiermazione corri-
spoode certamente ad un comune modo di concepire il pas-
sato e quindi merita che le si dedichi un'analisi pi accurata.
Innanzitutto, se v' qualcosa che distingue la storia in
cluanto tale da alte forme o oggetti di studio, questo
qualcosa sat propio questa indeterminatezza della d-
stanza, 7a quale ci permette di cambiare il punto della
messa a fuoco e di vedere lo stesso avvenimento in nodo
diverso: o in primo piano, da un punto di vista relativa-
mente documentaristico, o inserito in una pi ampia serie
di fenomeni dove ci appare coue un mero dettaglio di
un movimento o di uno schema ben pi vasti. La com-
prensione storica un processo di specifcazone
-
diceva
Michelet
-,
ma sembrerebbe pi corretto desctivere tale
comprensione come momento di sutura di enman.rbi i movi-
menri e veJere que.ra comprcnsione come ul continuo pro-
cesso di rettifca delle immagini che abbian.ro gi ricevuto
degli avvenimenti storici, quindi come un movimento sia di
specificazione che di cotrezione, in cui si fa s ricorso ad
una serie di dettagli quando le immagini siano vaghe, ma
d'altro canto non si ttascura di prendere la distanza e di
piazzarle in contesti pil ampi quando, per esselci lasciati
toppo prendere la mano dalla complessit en.rpirica di un
awenimento, abbiamo dimenticato che esso pu anche avere
un significato. Se la verit storica, in quauto opposra alla
26
Thealies ol Hisrorr, nccolta ci. (n. 19), pp. 159'160.
398
precisione storica, pu mai avere una qualche validit come
concetto filosofico, dificile immaginare come la si possa
formulare in un modo diverso, se non come questo spe-
cifico processo di negazione determinata.
Questo
il contesto in cui l'assunto di Plekhanov pu
fotse essere giustificato come un'afietmazione sulla storia,
Se, per, guardiamo alf intenzione che lo somegge, sco.
priamo che Plekhanov non si sta richiamando al deter-
minismo, bens alla necessit storica degli eventi. forse
pi una questione di sensibilit che di concetti; e io sarei
tentato di dire che il sentimento della necessit o della
inevitabilit storica altro non che I'emozione che catat-
terizza la comprensione storica in quanto tale, il sentimento
che accompagna il processo mentale mediante il quale, per
rnezzo di quel niovimento di specificazione o ettifica che
abbiamo descritto, giungiamo a comprendere ora in ayye-
nimento stotico colue se lo scoprissimo per la prima volta;
che come dire che per la prinla volta comprendiamo che le
cose poteatmo and.are saltanto cor). Il concetto di necessit
storica, quindi, in certo senso una specie di tropo storico,
la figura temporale stessa del processo di comptensione
slorica. e presuppone una sempre maggiore approssima-
zione al concreto, lrn sempte maggiore ampliamento del
contesto della rreditazione storica, tale che il sentimento
alternativo del fortuito, la nozione di casualit, non venga
tanto coflfutata quanto resa inconcepibile e priva di si-
gnificato.
Il concetto della necessit o dell'inevitabilit storica
quindi operativo soltanto po.rl
lactum;
e proprio questa ope-
razione concettuale caratteristica del marxismo non stata
capita a fondo, pur avendo delle implicazioni significative.
Esse sono, senza dubbio, implicazioni di natura eminente-
mente filosofica o storica, che concernono direttamente la
letteratuta soltanto nella misura in cui escludono ogni pre-
sctizione letteraria (cone l modello del rea,lisn.ro socialista).
Tuttavia, nella misura in cui il metodo proposto da questo
399
libro rapptesenta una cootdinazione delle due operazioni
concettuali, quella hegeliana e quella marxiana, neces-
sario abbozzare, pe quanto rapidamente, una giustifica-
zione contro gli attacchi all'< idealismo r> hegeliano che sono
stati mossi spesso in nome dell'< ortodossia >> marxista; e
questa giusti{icazione implicita nel concetto stesso di
marxismo come filosofia critca; o critica della filosofia.
In{atti il tentativo di fare delle previsioni solo uno
clei sintomi del fatto che non si riesce a pensare in modo
situazionale; e noi possiamo dire cl.re il marxismo stesso,
come fotna di pensiero filosofico, opera principalmente e
soprattutto post
lLctu?,
difierenziandosi anche in questo
dalle alre posizioni filosofiche. in questo senso, inoltre,
che il marxismo pu venire visto come la << fine > dela
filosofia in quanto per sua intrinseca struttura rifiuta di
chiudersi e di assurgere a sistema, owero, il che in defini-
tiva la stessa cosa, rifiuta ogni contenuto metafisico.
Que-
st'ultimo il risultato di un'ipostatzzazione del processo
mentale, di un tentativo di mantenere qualcosa al di luori
delle concrete operazioni della mente sul suo oggetto speci-
fico, qualcosa che pu venire trattato in un modo assoluto,
come se {osse universalmente valido. E senza dubbio, nella
misura in cui arduo restare nella situazione ed evitare il
sistema o dogma, la motivazione emozionale che sorregge
l'impulso metafisico auto-evidente.
questa sffuttura del pensiero clialettico, questa spin-
ta antisistematica, che rende cos difficile il compito stes-
so di formulare una pratica teorica cos complessa. In-
fatti il marxismo come opetazione mentale caralleiz-
zabile come una specie di << rivoluzione permanente > in-
terna; quindi chiaro che ogni presentazione sistemal
tica che se ne voglia fare lo falsiEca nel momento stesso
in cui lo congela in un sistema. Questa,
infatti, l'obie-
zione formale di {ondo che va rivolta a quei sommari
del marxismo
-
per alti versi pregevoli
-
di cui Bu-
kharin ci ofire un esempio: la nozione di << socialismo
400
scientifico >> incoraggia l'ettata concezione del marxismo
come corpo di idee oggettivo e sistematico e qundi mette
in omL'ra e ttadisce la sua dimensione di forma che si
muove nel tempo; e con ci conribuisce alla nasforma-
zione del marxisno in una ennesima ideologia tra le alre,
pur essendo esso, per sua struttuial u[ rifiuto di tutte le
ideologie.
comunque certo che all'inizio coloro che guardarono
rl rnar-rismo come ad una filosofia cririca avevano in mente
la sua emergenza dal e il suo successivo rifiuto del sistema
hegeliano e della metafisica hegeliana. Per teazione essi
insistono sul materialismo storico come metodo, ed a
questo
Froposito
istfLlttivo osservare come filosofi cos
distanti tra di loro come Benedetto Croce e Karl Korsch
raggiungano entro questo contesto le medesime conclusioni.
Ctoce traeva, dal suo periodo marxisteggianteJ la conclu-
sione che il materialismo stotico non eta << n un nuovo
concetto d priori d.ella filosofia della storia, n u nuovo
metodo del pensiero storico; doveva essere solo tn canone
della interpretazione storica.
Questo
canone raccomanda
che I'attenzioue sia rivolta alle cosiddette basi economiche
della societ afinch possano neglio venir comprese le
{orme e i mutamenti di quest'ultima. Il concetto di canone
non dovrebbe soflevrre dilficolt. specie se <i tienc prescnre
che esso non itnplca alcuna anticipazione dei risultati,
ma rappfesenta solo un aiuto per la loro ricerca ed ha
origini interamente empiriche,,27.
Croce, naturalmente, parla da non-marxista, e {orse ci
sar pi {amiliare la terminologa di Kad Korsch: << Soltanto
gli epigoni marxisti hanno separato le {ornule della con-
cezione materialista della storia e della societ, che sono
state applicate da Marx e da Engels in senso stretto solo
alf indagine empirica della societ borghese e trasferite
27
B. CRoc!, Historical Mateialisn and the Econonics ol K. l+tarx,
traduz. di C.M. Meredith, New York, 1966, pp. 77-78.
401
alle altre epoche storiche solo con una cottispondente
estensione, da questa applicazione particolare o, in gene-
re, da ogni applicazione stotica e hanno fatto del cosid-
detto 'materialismo stotico' una teoria generale filosofico-
sociale o sociologica, Anche quando Marx si allontana da
questa su poszione puramenle criiica. non esprin e mli
alcuna proposizione generale circa la natura essenziale di
tutta la societ, ma descrive semplicemente le condizioni
particolari o le tendenze di sviluppo inerenti alla forma
storica della societ borghese contemporanea. Il principio
critico della scienza sociale di Marx {u dunque, nel suc-
cessivo sviluppo del marxismo, conveLtito in una generale
flosofa
sociale. Da questa falsificazione e appiattimento
clel senso strettaner.te empirico e critico de principio
materialistico c'era poi solo un passo al tentativo di in-
odurre a sostegno della scienza stotica ed economica di
Marx non solo una filosofia sociale, ma perfino una filo-
sofia materialista totale, abbracciante la natura e a so-
ciet, e una geuerale visione n.raterialistica dell'universo.
Cos le forl.re definitivamente scientiche che l nucleo
de1 materialismo filosofico settecentesco avevano assunto
nel materialismo storico di Marx furono alla fine dcondotte
a quelle cl.re Matx una volta limpidamente ripudi come
'le frasi filosofiche dei Materialisti circa la materia'i>
23.
Di fatto, la somiglianza tra la posizione cli Croce e
quella di Korsch non poi cos sorprendente come
Poteb-
be sembrare a prima vista se si pensa che i[ questo caso
enhambi, f idealista e il materialista, partono dalla nega-
zione della relazione tta Marx ed Hegel: Croce in quanto
egli stesso un hegeliano e non un marxista, Korsch in
quanto crede che il vero matxismo comPofti il totale sta-
dicamento di tutti gli elementi dialettici hegeliani, che per
lui sono ancora speculativi.
'futtavia, piuttosto paradossalnente, la giustificazione ul-
Iinra pcr v.rlutare la dialetrica corlre strumenlo critico piutto
sto che come sttumento speculativo viene proprio da Hegel
cd chiaramente espressa in una fanosa pagina della pre-
fazione ai Lineamettti di
/ilc,sofa
del diritto: << Del testo, a
rlire anche una parola suirlt dottrina di come dotrebbe esse-
re il mond.o,la filosofia atriva sempte troppo tardi. Cotne
pensiero de7 n.rondo essa compare pe la prima volta nel
tempo dopo che la realt ha compiuto il suo processo di
formazione ed bell'e fatta.
Questo,
che il concetto in-
segna, la stofia 10 mostfa apPunto necessario: che, cio,
solo quando la realt matura, ailora f ideale sembra potersi
confrontate col reale; e poi ricostruisce questo mondo teale
per s, per il proprio consumo, nella forma di un campo
i.rtellettuale capace di comprendere il mondo reale colto
nella sua spccifica sostanza. Quando
la filosofia lo dipinge
a chiaroscuro, allora un aspetto della vita invecchiato e,
dal chiaroscuro, esso non si lascia ringiovanire, soltanto
dconoscere: la nottola di Minerva inizia il suo volo soltanto
sul {ar ctepuscolo r>
2e.
Il concetto hegeliano di Idea Assoluta, di quella < Do-
menica della vita t> in cui la storia si arresta, chiatamente
l'elaborazione ultima della contraddizione
presente in
questo passo, di cui l'opela di Marx rappresenta una
esplicita comezione. Ci ricorda un po'il concetto che aveva
il primo Freud del processo psicoanalitico, processo in cui'
egli pensava, il paziente sospenderebbe la sua vita e le
sue decisioni cuciali al fine di pone e risolvere i suoi pro-
blemi in uua situazione sperin.rentale relativamente cl.riusa,
ritornando a1la vita dopo la cura. Comunquer non appena
si riesce a sentire il proprio pensieto come azione storica a
pari merito con gli oggetti studiati, non appcna si riesce a
raggiungere una posizione di osservatoe entro il processo
2t
Citato in FR,\N( M.\^-uEl, The Prcphets ol Paris, Ccmbridee, Nhss,
1962, pp.298-299.
28
K. KoRsH, Kart ,{arr, New York, 1961, p. 168 (trad. ital., Bari,
L^tena, 1969, pp. 181ss.).
402
403
del pensiero oitico, allora la contraddizione hegeliana viene
supetata e non si pi costretti a porre un limite alla storia
pet rendere possibile il pensiero storico. Per quanto ri-
guarda a comprensione di tutti gli eventi, mentali o d'al-
tra natLrra, in quanto caatterizzati dall'essere storici e si
tuazionali, il pensiero di Marx rappresenta un avanzamento
rispetto a quello di Flegel, che riservava una posizione al
di fuori della storia al filosofo della storia e quindi, pro-
prio per ci, non riusciva ad afierrare la nozione dell'essere-
in-situazione nelle sue dimensioni piii paradossali.
Pertanro proprio questo aspetto deila filosofia he-
geliana che viene respinto dal marxismo, e non f intero
blocco di contenuti della filosofia hegeliana. Tuttavia,
Croce e Korsch non sono certo gli unici pensatori che con-
siderano << I'idealismo > di llegel inconciliabile con il
<r matetiaismo > di Marx e quindi faremo bene a soffer-
marci qui ad anrzzate le posizioni di questi due autori.
Nella misura in cui il marxismo una filosofia critica
e non una filosofia sistematica, ci aspetteremmo che il
naterialismo di Marx non sia tanto una posizione in s
coetente, quanto una cottezione di altre posizioni
-
una
cotrezione secondo i moduli dialettici di fenomeni pre-
esisteiti piuttosto che una dotftina autonoma che si occupi
di una variet positivistica di oggetti. Vale a dire, non pos-
siamo realmente comprendere il materialismo di Marx fin-
ch non comprend iamo ci cctntr iui a atio, Ci cle in-
tende correggere3a; ed utile mettere n chiaio che il ma-
30
Si veda anchc SrDNy HooK, Towaxis the uxdentdndnc ol K.,t
n4arr, New York, 193), pp.65-67 < Marx pervenne ad una auto coscienza
critica facendo i propri conti con le varie tradirioni e fitessiamenri inrel-
lettali dei suoi siomi... Nessum dclle sue opere nu dunque esserc intcsa
senza che vi sia la conoscenza delle posizioni awerse cui faceva esplicito od
implicito riferimenro. Contro f idealismo di Bruno Bauer e del suo gruppo
di neo hescliani, Marx presenta arsomenti e tcsi per I materialismo. Contro
il mrterialisnlo passvo di Feuerbach, Marx di{ende i prjncipi dell'azione e
della reciprocit che crano ceotrali nella dialettica hcsclland. Conrro il frta.
lismo che accomuna sia f idcalismo assoluto che il rneccanicismo ' voleate '
(o ridutlivo), Marx afferma chc gi esscri ulnsni si fanno la propria stota.
401
terialismo dialenico non ha un solo nemico principale, ma
nc ha due, e cl.re accanto alf id,ealismo c,, come altro pro-
totipo del pensiero non dialettico, il realisno
filoso/ico
(nel
senso classico di Aristotele o di Tommaso d,Aquino), con
la sua epistemologia (epistemologia-del-senso-comune)
del-
l'adeguamento del concetto alla realt esterna, la sua distin-
zione meccanica ed << oggettiva )> ra soggetto ed oggetto.
Non possiamo, in altre parole, comprendere a pieno la rela,
zione che intetcorre tfa Marx ed Hegel se non teniamo conto
Cel fatto che sono in ballo ben ffe posizioni di fondo; cosic-
ch sebbene Marx respilrga lo spirito idealistico della dialet-
tica l.regeliana, egli al fianco di Hegel nel rifiutare il pensie-
ro essenzialmente analitico, antidialettico del realismo filo-
sofico in quanto. tale. L'intero problenra, pertantor verte
sulle relative strutture di queste due alternative alla dialer
tica marxista, e in ultima analisi si risolve nel problema
delle funzioni sroriche e sociali, o in altre parole ideolo-
giche, dell'idealismo e del realismo rispettivan.ente. Si Done
la quesrione di decidere quae di qucsri due,rrteggiamenri
filosofici sia il principale stLumento ideologico della bor-
ghesia, quale di essi sia la fonte di quella mistificazione
che poi diverr l'obiettivo specifico della critica marxista.
Una volta formulato il problema in questi termini, rri
sembra che la soluzione sia gi in esso implicita, e che
se la parola idealismo I.u da avere un qualche preciso
conrenuro 6Josofico, azzardato rorr"n"ra .ha I'iJealismo
hegeliano possa in qualche modo costituire l,ideologia do-
minarte della borghesia occidentale. Breron, nel
primo
Nla opporendosj ai rivoluzionari verbali, natralmenrc, egli aggunge che ta
storja non si pu ritasliare subito d,l panno
jntero,
ma nasce da definite e
anche limitanri cordizioni... I critici cLc hanno levato scalpore circa le
po.i?ioni corrrddJirorie Lli .1Jr\. non,i
"ono
in realr: mci pio,rli a repe-
rire un punto di visra da cuj queste qui allesate connadclizioni po".rno ,u._
tarsi come applicazioni desli stessi principi e fini a djfferenti situazioni sto_
riclre >. Il pir tardo lavoro di HooK, F/u Heeel ta MaH (Ann Arbor,
1962) pfoprio
una valida presentazione dj tali situazioni storjche e fito,
405
Manilesto del Surrealisruo, ci d una esptessiva descrizione
del relativo scontro di questi due avvetsati: << Dopo aver
sfogliaro il dossier ,elI'atteggramento materialistco giurto
il nomento cli aprire il dossier dell'atteggiamento realistico
Il primo, olre ad essete pi poetico, implica ser.rza dubbio
da parte dell'uomo una mosuuosa lorma di orgoglio, ma
non certo una nuov4 e pi completa degradazione. Pos-
sirmo mcgiio complenderlo se lo interpretiamo comc una
gioiosa reazione alle pi ridicole tendenze dello spiritua-
lismo. Esso non , infine, incompatibile con una certa
nobilt del pensiero. Al contrario, l'atteggiamento reali-
stico, da San Tomn':aso ad Anatole France, ispirato ora dal
positivismo, ni sembra del tutto antagonistico di qual-
siasi rascendcnza intellettuale o impulso morale. Lo odio,
per quel coacervo di mediocrit, risentimento e meschina
presunzione di fondo di cui composto >
3r.
Il materialismo,
in altre parole, una reazione alla religione, mentre il
realismo soprattutto una teazione contro I'entusiasmo, o,
n tetmini pi ger.rerali, contro la speculazione stessal con-
uo qualsiasi tascendenza intellettuale del presente em-
pilico.
Possiamo pertanto concludere che la strategia mate-
rjalistica d-el marxismo viene avanti in modo pir pronun-
ciato ogni qualvolta I'ideologia delle classi dominanti as-
sune una forma religiosa o spifitualistica, ogni qualvolta
la religione I'arma principale nella lotta conffo il cam-
biamento e la rivoluzione sociale; e senza dubbio vi sono
ancora delle aree nei pcesi occidentali, per noi. parlare del
Tcrzo MonJo, in crri le cr'"c sranno arcor3 cost.
Ma per quanto riguarda la situazione cotr.rplessiva, da
dire che la visione del mondo {eudale e reazionaria della
religione, con la sua <lortrina della gerarchia, della sotto-
nission alla sofierenza, la sua insistenza sul- plin.rato dello
tt
Mrnilesrts lu Su,lttlisne, op. cit., p. 9.
406
spirituale, stata sostituita
41
fgt.e di pensiero borghesi
-
che a difierenza della religione sono meno universali-
stiche e pi legate ai particolari sviluppi nazionali
-
che
hanno dato prova di e'sere ugualmenre caprci di opporre
un baluardo ai mutamenti sociali rivoluzionari. Infatti
l'ideologia dominante dei paesi occi entali senz'altro il
realisno empirico anglo-americano per il quale l'intero
comple"so del pensiero dialertico rappresenLa una minaccia
e la cui missione essenzialmente quella di ingabbiare
e porre un freno alla coscienza sociale, col dare risposte
legali ed etiche alle questioni economche, col sostituire
il linguaggio dell'eguaglianza politica a quello delf inegua-
glianza economica e col porre cnsiderazioni sulla libert
al posto dei dubbi sul capitalismo. Il metodo di questo
pensiero, nelle sue varie forme e manifestazioni, consiste
nel suddividere 1a realt in tanti compartimenti stagni, di-
stinguenclo nettamente il politico dall'economico, il socio-
ogico dallo storico, cosicch le implicazioni piene, nella
loro totalit e compssit, di ogni problema dato, non
possono mai venire alla luce completamente; e la sua
preoccupazidne quella di limitare tutte le asserzioni a
ci che distinto e immediatamente verificabile, al fine di
cscludere qualsiasi ilrtomissione da parte di ogni pensiero
specuativo e totalizzante che possa condurre ad una vi-
sioe della vita sociale cone totalit. Potrei aggiungere che
qurndo nel primo crpirolo lell'Atti Diihring Engcls artecca
il pensiero << metafisico > egli ha in mente proprio il pen-
siero empirico della tadizione cl.re va da Bacone a Locke,
piuttosto che la scuola idealista tedesca
3'z.
Se questo dunque il significato che dobbiamo attribuire
a quell'idealismo conto cui si scaglia il materialisn.ro storico,
allora dovremo trovare !1n altro nome per I'idealismo della
variet tedesca ed l.regeliana, le crii distorsioni ideologiche
32
F. ENcrrs, Ie Eascxe D;ibxgs Reuolution in Science (Anti.D,
'n,),
N\' York, 1966, pp.27.29.
sono di un altro tipo. infatti chiaro che per il marxi-
smo l'empirismo anglo-americano un'ideologia di classe,
mentre la variet dell'idealsmo hegeliano presenta distor-
sioni di un tipo che non stenteremmo a definire soprattutto
psicologico. Le illusion dell'idealisnio hegeliano non sono
tanto il dsultato della mistificazione politica e sociale
quanto il risultato di quel permanente pericolo dell'ego-
cenrismo inconscio che incombe da sempre sula mente
umana. Questa
illusione ottica della nosra centralit un
fatto ricorrente ed inevitabile della nostra vita conscia, una
delusione strutturale che viene proiettata dalla cortrad-
dizione tra il pensieto come processo totalizzar\te e la na-
tura della mente come esistente singolo. Tuttltvia qesto
<< idealismo >, come teltazione perpetua, la parte del nostto
stesso essere e colpisce insieme << idealisti > e < materiali-
sti >: infatti, nqn altro che il nostro scordare, la.-.trosl-rr-
.posizion
di osservatori, In questa situazione ingenuit
prefilosofica e dogmatismo si inconftano, poich entran.rbi
giulrgono a vedere i propri concetti come se si uattasse
di cose; tuttavia, all'alo esremo dello spettro filosofico,
l'ingegnosa e sofisticata soluziore hegeliana al dilemma
non meno sbagliata, ponendo lo Spidto Assoluto
-
come
abbiamo visto
-
come un termine in cui l'universalit
l'esistenza della coscienza individuale in qualche modo si
riconciliano. compito
-
4nqhs a livello psicologico
-
della dottrina materialista fintvzzare queste illusioni, cot.r il
suo igienico degradare le pretese dello spirito in quanto tale
e la presunzione di universalit della mente individuale, col
suo ricondurre i nosfti esseri e i nostri corpi all'universo
fisico e socio-stodco,
Un complesso di immagini caratteristiche segna lo svi-
uppo di questo tema lungo I'arco delle opete di Marx ed
Engels: tra le altre quella dell'inversione oculare come fi-
guta capace di esprimere l'appaente autonomia e auto-sufi-
cienza della sfera intellettuale e culturale < Se in tutte le
ideologie >> essi ci dicono in un famoso passo e|l'Icleologia
408
tcdesca ,.gli uomini e le oro circosranze appaiono capo-
volti come in una camera oscufa, questo fenomeno pro-
vocato dal loro ptocesso vitale storico proprio come il to-
vesciamento degli oggetti sulla retina dovuto al loro pro-
cesso vitale fisico >
33.
La figura paradossale nella misura
in cui una mistificazione socialmente condizionata e storica-
mente determinata viene descritta in termini di processo
nalurlle petnrancnte: in questa fase vengono ancora con'
fusi ta di loro l'ideologia di classe e I'inerente e pi
naturale tendenza della coscienza verso una specie di dea-
lismo inconscio.
attraverso la stessa immagine che viene esptessa
l'intera, con.rplessa relazione di {arx con le tendenze idea-
lizzanti di Hegel nei ben noti passi Prelazione fP
oscrtto
alla seconda edizine de Il Capitale: << La mistificazione al-
la quale soggiace la dialettica nelle mani di Hegel non
toglie in nessun modo che egli sia stato il primo ad esporre
ampiamente e consapevolmente le forme generali del mo-
vimento della dialettica stessa. In lui essa capovolta.
Bisogna rovesciarla per scoprire il nocciolo tazionale entto
il guscio mistico >>
3a.
L'immagine, comunque, non pi
quella di un uomo che capovolto sulla testa, ma quella
di un intero mondo capovolto e invertito cotne sulla retina
ciell'occhio.
Ci di cui spesso non ci si resi conto che questa
immagine tratta da Hegel, e precisamente da quel capitolo
de La Fenomeuologia dello spirito che si occupa di << Forza
e Intelletto >, vale a dire dell'interpretazione scientifica
del mor.rdo. Per Hegel, infatti, I'evoluzione dalla percezione
sensibile del mondo estetno alle ricerche scientifiche delle
sue leggi interne carattettzzata dalla creazione di un
mondo << rovesciato > che proprio la sfera della legge
fisica. Il pensiero scientifico, in altre parole, implica la
tt
The Gernan Ideolosr, p. 14.
3a
The Capbal, ed. cjt., p. 25 (vol. I, New York, 1906).
409
proiezione degli elementi dall'universo sensibile, o << reale >>
in quella sfera sovra-sensibile <, entto > o < al di l > dei
fenomeni che l luogo delle leggi naturali astratte in
generale e costituisce perci una specie di inversione ot-
tjca del mondo empirico di cui ad un tempo il riflesso
e h spiegazione. Ma per Ilege) questa coscienza, per quanto
possa essere scientifica, ingenua nella misura in cui lo
scienziato pensa a quel mondo capovolto come ad una veta
e propria realt, nella misura in cui egli immagina che le
leggi esistano in certo qual senso << eDro > gli oggetti del
mondo e non riesce a rendersi conto che la fonte di questi
modelli o costutti teorici la sua stessa mente.
stato merito di Marx ed Engels l'aver trasferto
questa analisi dell'auto-perpetuazione della teoria, di quella
spinta interna per la quale il processo di astrazione tende
a mettersi al posto dei propri oggetti reali, al campo della
nostra comprensione quotidiana del mondo sociale e cul-
turale in cui siamo immersi. Il concetto del feticismo della
melce rappresenta, owianlente, la formulazione definitiva
di questa opacit pecettiva determinata dalla struttura
della nostra societ storica. Ma Engels che negli ultimi
anni ritorna su questa mmagine della invesione per ffarne
le sue pi piene implicazioni rispetto ad una teoria della
cultuta: ., I riflessi economici, politici, e d'altro tipo s
comportano proprio come quelli che vengono a formarsi
nell'occhio umano: passano attaverso una lente cl.re li con-
densa e appaiono rovesciati, capovolti a testa in gi.
Quello
che ci manca l'apparato nervoso dell'occhio che serve a
rimetterli con la testa in su. L'uomo d'afiari vede il movi-
mento dell'indusnia e del mercato solo nel riflesso rove-
sciato della moneta e della quantit di merce, e pertrnto
per lui quelli che sono efletti diventano cause...
Quando
la
divisione del lavoro diventa un fenomeno generalizzato su
scala sociale, i processi di lavoro separato divengono in-
dipendenti l'uno dall'alno. In ultima stanza 7a produziore
il fattore decisivo. Ma nella misura in cui il commercio
410
<lci prodotti diventa indipendente dalla produzione, esso
\(ue un movimento che gli proprio che. pur essendo
rcgolato in generale, nell'insieme, da quello della produ-
zione, nei particolari ed entro questa generale dipendenza
segue leggi proprie legate a[a atr^ specifica di questo nuo-
vo fattorel questo movimento ha fasi proprie e a sur volra
reagisce sul movimento della produzione.. 11 riflesso delle
lclazioni economiche sotto forma di principi giuridici
csso pure necessaliamente un riflesso che sta colla testa al-
I'ingi: esso si produce senza che coloro i quali agiscono
re abbiano coscienza; il giurista s'immagina di operare con
proposizioni a priori, mentre queste non sono lnvece che
riilessi economici. Tutto, perci sta con la testa all'irgi'
li rni pare che si comprenda da s clre que:to rovescil-
mento, il quale, sino a che non viene riconosciuto, costi-
tuisce ci che noi chiamiamo concezione ideologica, rcagi'
icc a sua volra sulla brse economica e pu. enrro certi
liniti, modilicarla ,>
3t.
Nel complesso, perci, ci che ave-
vrmo designato come Ia rendenza idealizzante
jnsita
nel
pensiero astratlo rillette il fatto che ci sia stata trna sPecia-
lizzazione delle varie discipline, o in altre parole rifltte la
stessa divisione de1 lavoro; ed dunque proprio perch il
pensiero divenuto un campo specializzato e riservato a
'i
pochi specialisti che esso tende ad ipostatizzatsi' In questo
',i
senso la molla anti-idealistica del marxismo non tende ad
alro che a demolire l fascino del << tnondo invertito > del
pensiero concettuale. La dialettica ha, a 1e altre, la fun-
zione di farci uscire da questo ordine illusorio, di proiet-
tarci, a dispetto dei nostri concetti, nel mondo della realt
genuine a cui si supponeva si applicassero tali concetti'
Naturalmente non ci mai possibile uscire del tutto fuori
dalle nose soggettivit
-
anche se possiamo pensare di
3s
Lettra a Conrad Schmidt del 27 olrobrc 1890 (Basc Vfituss, ed'
Icuer, Dp. 400-40, 401). L'intera lettera di estremo interesse
4lr
poterlo fare, ed in questo consiste l'illusione positivista
-;
ma, ogni volta che esse cominciano a congelarsi, com-
pito del genuino pensiero dialettico farci saltar fuori dalle
nostle idee indurite e aprirci gli orizzonti di un appren"
sione nuova e pi vivica della rcalt.
Qrrerro
pensicro
ltcrci
i es'enzillmetlrc ut pr,'(ei\o:
non raggiunge mai ur.ra clefinitiva verit sistematica sulla
quale attestarsi, perch per cos dire dialetticamente legato
al non-vero, a quella mistificazione di cui la negaziolre
determinata e contro cui perennemente costretto i recla-
[1are una compLensione che si adatti alla realt, csscndo
esso stesso continuameflte in pericolo di perderc a sua
volta il contatto con il rerle.36 Nel contesto dela presente
desctizionc, che pur si linita acl essere lrn resoconto sulla
dialettica come operazione mentaie, il pensiero dialettico
climostta di essere un momento in cui il pensieto si ret-
tifica, in cui la mente, tirandosi improwisamente indieto
e includenclo se stessa nella propria complensione che si
an.rpliata, ristabilisce e rilonda le sue precedeoti nozioli
entLo ura nuova visione della realt. A due livclii: innanzi
tutto pervenendo alla coscienza del modo in cui i nostti
stessi stumenti concettuali deielminano la forma e i limiti
dei risukati cui giungono (la clialettica hcgeliana); c s,-rcces-
sivamentc, n-rediante quel secondo e pi concreto movilnen-
to di rillessione che specifrcamente malxista, pellcuendo
alla coscienza di noi stessi, cotne, ad un tempo, prodotti
e produttori della storia, e del carattere profonclanente
storico della nosffa situazione socio economica che iLrfor'-
ma di s sia le soiuzioni cire i problemi che le hanno
provocate.
Se ora, rispolveranclo una distinzione che avevamo
tlrr'ci.rro irIrrn c.rpitol., preccJenie. assrrrrilmo un punto
.li risr:r nor nnto
llasnrtcr lualto
!-tvcn(utt.". possiamo
vcdele cor.rc nel pcn.iclo moJc"'ro sieno pre'enri. mrgari
comc movimento inconscio, una serie di tendenze e ten-
sioni verso cluesta posizione dialettica. Pertanto, sarei ten-
tato cli cor.siderare persino quel profondo forn.ralismo che
proprio cli tutte le grandi scuole della filosofia mo-
dcrna (siano esse quelle del pragmatismo, della {enome-
nologia, del positivisn.ro logico, clell'esistenzialisn.ro o dello
sffutturalismo) conle un tentativo di sbarazzarsi del fardello
clel sistema o del contcnuro metafisico: questo tentativo,
portaro ale suc rLltine cooscg!enzeJ si asforma, per una
specie ci rovescianento clialettico, in quello che nel pre-
sentc contesto potrenno chian-rate il << formalismo asso-
lirto > dcl marxismo sresso, che possiede, della clialettica e
della arto'coscienza storica, il coocetto pi originale, che gli
pcrmette di cluadrare il cerchio e di confir.rare totalmente
l'assoluto clento la relativit della coscienza singola o del
singolo osscrvatore. Passando ad un alrro aspetto del pen,
siero clialettico, sono propenso a ir-rquadrarvi anche concetti
paradossali e auto-in.rplicanti colr.re quello di genesi sartia-
na clcll'auterticir, con quella sua perpetua correzione di una
continuan.e1rtc riformantesi nauuase
foi;
ma anche il << po-
sitir,ismo terapeutico > di Wittgentein (Ferrater
Mora),
lc genealogie di Nctzche e la stessa situazione analitica
1:reudiana, come versioni relerivamente specializzate e di-
storte di quanto abbiamo qui descritto come auto-coscienza
riialettica. Procedcndo pir innanzi nel campo, ho l'imprcs-
sione chc persino concetti estetici con:e 7'ostrcnene del
lormalismo russo (proprio come la sua veLsione amedcana
clel << mrke it nel'>), e
jqsonma
la profor.rda tendenza del-
",trte
rnodcrnl ovrr\lrre i rruover\i vcrso .-rn rirrno,rnrento
clclia nostra percezione del n-ronclo, non siano a]tlo che n-ra-
rrifesrazioni, in forma estetica e a livello artistico, del nrovi
mento della coscienza clialettica che va all'assalto clelle no-
r
Gcorses Curvith ha chiamato il proprio, analoeo concerto ci cia-
lettjca un
( ipeFempjrisno dialcnico, lsi ve<1a Dialectiqae er Socjalacie,
Pfis, 1962). Egli rit;ene, per, che
jl
Mrismo stesso sa a sua vctta trn'al-
tra <li quesre < cloematichc filosofie della stora > chc un xutenrico pe.siefo
dileltico chiamrto a correggefe.
412
413
r
stre fotme di vita convenzionalizzate, clte attacca con una
intera battelia dt shocks la nostra visione delle cose scleto'
tizzata dalla routine, con un'implicita critica e una dinamica
ristrotturazione clella nosra coscienza abitudincria. Ci che
distingue
f.losof.camente
q\esti, concetti dal gcnuino pen-
siero dialettico cviclcntemente e innanzitutto, la loro im-
potenza a spiegare I'iniziale nebulosit della nostrd per-
cezione, e, in secondo luogo, la lolo incapacit a folnite
una spiegazione, che abbja basi storiche sufficieiiti, di
quella carenza ontologica che essi possono affi-u'ate acl af-
ferrare solo in termini etici od estetici. Tuttavia, qricsta di-
stotsione intellettuale, questa repressione struttLrrale di rl
clemento es"e-zille Jellr silrazionc. viclrc rrnpiarrrcrrte -pie
gato clalla tcoria marxista dell'ideologa, secondo ia qualc
ficlcologia oppone una specie di resistenza o nauuuise
lcti
chc diventa tai.rto pi forte qt anto pitr siamo vicilri a qriella
verit del socio economico che, una volta compresa in tutta
la sux tasparenza, ci obbligherebbc immediatamente ale
prassi.
I-a Logica cli l{egel il nomrmento pir ako cl.rc sie stato
eretto alla tras{otmazione di un sistema di concetti fissi nel-
la fluidit del processo <la cui cssi in ultima analisi pto-
vengono, scgnando il momento del ritorno e della reitn-
mcrsione d quei concetti nel potere stllrtturante e destt
turante della nente; potere a cui il loro porsi rigidamente
come legge assoluta ci aveva rcsi ciechi. A11o stesso moclo,
si potrcbbe immaginare r Relo.,ic.! clialettica iu cui e
diverse operazior-ri mentali fossero vistc non cone q,;al-
.'r, cosn di rs.ol'ro, nJ cornc Inclllcrti. figrrr'c. rr'opi.
para<ligni sintattici del nostro raPpotto col reale cl.re, alte-
ranclosi senza possibiiit di scrrr.rpo nel tempo, nondimeno
obbedisce acl una logica che, come la logica del ingLraggio,
non pr-r mai venire clel tutto distinta d proprio oggetto.
Qucst'opera
immagnaria sarebbe utile se soltanto riuscisse
a far intravedere la profonda vocazionc del pensiero cia-
lettico a riaprire conti[uame1]te i nosti vatchi ed approcci
.174
al tenpo e alla storia, e a ricostruire urn vcrir dinamica,
<< io processo i>, sulle rovine di una costruzionc icleologica
che tuttavia non crolla c rinasce nel nostro tempo perpe-
tuanente sopra la formazione dello storicamente nuovo.
Y. .larxisno contro sociologia: la rifoxdazioxe tlell'opera
Sotto cluesta luce diventa eviclente che persino quella
che abbiano chianato una critica letteraria hegeliana in-
clude un n.omcnto di rettifica essetzialmente critico, ne,
gativo, un momcnto chc ci obbliga ad Lrna LepcDrina auro-
coscienza riguardo ai nosti strumenti critici e alle categorie
lctterarie che adoperian.ro. Se ci volgiamo ora alla critica
lettct'aria proprian]entc matxista, sar ancola attravetso un
analogo contaccolpo epistemologico che riuscireno ad iden-
rificare la sua prcsenza: inf4tti tale urto costiturivo ed
inseparabile dal pensicro dialettico, in quanto segno cli
un repetltino passaggio ad un livel]o di coscienza pir alto,
ad un contesto dcll'esserc pir arlpr<.:.
L'assenza di qucst'urto, pertanto, il sintomo rivela-
tore del carattere non clialettico di gre[ parte di ci che
vienc fatto passarc con-e critica marxistii. Infatti la seg-
mentazione clclla storia lerteraria secondo la periodizzazionc
614s5i611
-
accumulazjone primitiva, trionfo della rivolu-
zione borghese, epoca clell'inpcrialismo
-
elaborata dalla
teofla ecoDonica matxista festa un pfogetto statico quando
praticata da Cristopl.rer Caudr.vell o, in forma pir sofisti-
cata, da Lucien Golcllann con la sua teoria clelle << omoio-
gie >. Leggoe il primo, inlatti, equivale ad acquistare
gradualmente l'impressione che ci sia una figura chiamata
Pocsia cl.re, non clissinllmente dall'Orlando di Vir.ginia
Woolf, altera la sua lorma nc corso di una serje di av-
veninenti che si susseguono nelle varie fasi dclla storia
modcrna. Il vizio nascosto di questo patallelismo, c il di-
fetto che corrode tutto il marxisno volgare in cpanto tale,
415
T
pu venire ricondotro ad una sbagliata concezione del cosid-
detto livello ccononico: infatti, nella misura in cui lo
scheoa economico diacronico, e tende a fornire uo mo-
delo continuo di sviluppo cconomico che ricopra un lungo
periodo,
esso stesso una costflrzione ideale e spesso di
fatto inconsciamente iclealistica. Alla sequenza econonrica si
applica tutro quanto abbiamo gi dimostrato circa I'ope-
razione tipicamente hegcliana di creare un modello arti-
ficiale cli conrinuit al fine cli allenale intellettr,ralmente
la realt clella diacronia, altimenti inconcepibile. , quindi,
rLn paladosso solo apparente alTermare che nella sequenza
feudalismo-capitalisno-socialismo
la teoria economica mar-
xista proietta un moclello essenzialmente hegeliano. E se
le cosc stanno cos, al1ora anche chiaro che srabilirc clelle
omologie tra i vari liveii della realt, tra la sroria culturale,
la storia idcologica, I'evoltizione delle istituzioni poliLiche c,
ilrfine, 1o sviluppo clell'economia stessa, non altro che
una versione piir complcssa di quei modelli cultulali statici
di cui abbiamo gi discusso a proposito di Taine e Spengler
1n utra sezione precedente; ecl pi utile come prope_
dentica al concreto che ron come sua genuina tcalizzazione.
Infani, la comprensione del concleto, il procedimento
caratteristico cli una critica letteraria davvcro marxista
l.ra ltiogo pr-ina ne campo del sincroxico; ed a quesro
punto chc il problen.ra clella clistinzionc rit l,operazione
corccttuale marxista e cluclla dela critica sociologica in
generale si pone con maggiore aclltezza. Infatti, anche l,ap-
proccio sociologico implica la giustapposizione di un fatto
letterario o culturale acl un < tetreno > pi complessivarnen-
te legato a1[a realt di ur.ra cleta societ o cultura; e, come
fr ii mrr.,i.mo. rnc.c lr .oci.,login spcs.o ,i c"prirre in
termini di gruppi o classi sociali. Tuttavia il problema di
una critica lctteraria socioogica si ponc pir pr.cssnnterienLe
nel contesto di que1a cl.re abbiano chianato la dimensione
saggettil del nalrismo, vale a dirc, di cluel coc.lice o lin-
gL'cggier rltern;ri,.o di cLri i] nrrrri.no .i
qerve
per e-pri-
,116
mere e riformulare la realt ambigua delle istituzioni eco-
nomiche in termini di classe.
Possiano forse suggerire di andare a ricercare gli
cstremi del problema nel contesto di una letteratura critica
particolarmente ticca, come quella sul giansenismo della re-
cente saggistica francese, le cui opere pir) significative sono
I-es lorales du grand sicle di PauI Bnichou, 11 Pascal di
Ilcui Le{bvrc e Le Deu cacb di Lscier, Goldmann. In
panicolafe, lo studio cli Lefbvre, una delle prine (19'19) e
ancora tra le pir notevoli rcalizzazioni del marxismo fran-
cese nel campo critico, ricolloca la questione dell'apparte-
nenza di classe dei giansenisti entro una dettagliata e sug-
gestiva evocazione dcl periodo stotico, con tutte Ie sue ten-
denze contladdittorie e le sue sopravvivenze arcaicl-re: gi
questa ricostluzioqe del concreto contesto in cui si situa
I'opera di Pascal equivalente ad una specic di rifondazione
di tale opera su bas infrastrutturali. forse questione di
qualcosa di pi e anche di qualcosa di meno, rispctto a quel
<< bacl<ground > storico cui la storia letteraria ha cos spesso
attinto, e che allo stesso tempo stato sentito come qual-
cosa cli estraneo cd estrnseco alla pi genuina e formale
analisi letteraria. Per quest'ultima, ir.rfatti, l'opera sta a
contesto colne un nobile all'ambiente circostante; e tutt'al
1:i
tra i due termini, I'oggetto e il suo sfonclo, pu enrare
n gioco uno scambio cl alfinit stilistiche, la pratica di
quella analogia stilistica o culturale di cui abbiamo parlato
soPra.
N{a, per una clitica marxista, I'opera non in s com-
plcta, na ci viene trasmessa cofile una specie di gesto o
di in.rpulso verbale incomprensibile in s, se non viene
con-presa la situazione in cui tale gesto venne compiLrto
e se rron si capisce cluali erano gli nterlocutori per i quali
costituiva una risposta. Vale a dire che, per il marxismo, il
passaggio dal lettefatio al socio-economico o allo storico non
il passaggio da una disciplina spccializzata ad un'atra,
ma piuttosto il movimento dalla specializzazione al concteto
i
417
fr
stesso. Abbian.o gi dimosrato che per Marx I'economia
politica non solo una qualsiasi ricerca tra le altre, n.a
piLrttosto la ricerca sulla quale le alue vanno fondate;
e l'artificiale suddivisione di queste ricerche
-
cui assi-
stiamo ai lrosni giorni nelle varie branclle delle scienze
sociali, la loro frantumazione in sociologia, economia,
scienza politica ed antopologia, rappresenta gi di pet s
ull implicito commento) una forma di resistenza alla sua
capacit sovversiva, quando e se si presenta come forma
unificata di comprensione della vita sociale. Perci, quan-
do lo studio marxista della letteratura sembra scivolare
dal letteralio al socio-economico, quando il coinmento
di Engels a Ibsen si risolve in una disquisizione sulle
diversit tra la piccola borghesia tedesca e quella norve-
gese (< Il contadino norvegese non ha mai conosciLrto la
selvitr) della gleba, e questo {atto d tutto un altro volto
all'intero sviluppo del paese, cos corae, per fare un esem-
pio cli una situazione analoga, successo in Castiglia. Il
piccolo borghese norvegese figlio di un contadino libero
e per questo n-rotivo egli un uono, se patagonato al ni
serabile listeo tedesco >)
37;
quando Henri Lefbvre pone
come prefazione alla sua analisi su Rabelais un lungo saggio
sullo stato dei contadini nel sedicesimo secolo, sulle carat-
teristiche progressiste della corona e sull'evoluzione della
struttura legale del marimonio e dei diritti di propriet
delle clonne; quando, infine, anche i critici marxisti minori
sembrano sentire l'obbligo quasi rituale di richiamarsi al-
I'economia o di tratteggiare lo sfondo di classe entro cui,
va collocato l'oggetto della loro analisi, tutto qlresto non
costituisce afiatto una introduzione di materiale cl.re avreb-
be potuto esser lasciato agli storici (ancl.re
se penso che
in generale gli storici non ci forniscano poi questo materiale
in modo adeguato), ma piuttosto un ampliameto sut-
17
Si veda il suo cjr. (n. 15) lrrer.
418
turalmente intrinseco a questa critica, un momento ine-
rente ed indispensabile della critica letteraria marxista vista
cone una
lornza
del comprendete.
Pertanto noi non sostituiamo ad una discussione su
Pascal una discussione su altre cose, quando situiamo la
sua opeta entro il pi ampio contesto sociale del gianse
nismo visto come l'ideologia d'opposizione propria della
roblesse cle /oAe: piuttosto, gli restituiamo la sua ricchezza
concreta di atto storico complesso, contradditol'io e poli-
valente. Il pessimismo dell'ottica giansenista diventa per-
tanto qualcosa cl.re ha un contenuto storico pi forte di
quanto ne avrebbe come semplice scelta metafisica. Ora
si vede che tale posizione una rinuncia alla vita da
parte di uon.rilri la cui classe ha perso la propria oppor-
tunit storica, schiacciata ra la lobilt ribelle e la monar-
chia con la sua nuova burocrazia borghese, posta di fronte
al vicolo cieco di una < fine > della storia inscritta nel
suo destino di gruppo sociale relativatlrente indiper.rdente
ed influente. Forse suonerebbe pi calzante I'allern.razione
che, in questa analisi, la scelta metafisjca stessa tiassume
parte del suo cafattere concreto
-
che in certi periodi
7'ha caruttetizzata
-
come risposta umana totale ad una
situazione storica; e senz'altro stato Lucien Goldmar.rn
a spingersi pi avanti nell'articolare la relazione ta il
senso tragico di Pascal e Racine ed il rifiuto religioso del
mondo da parte degli <.( estemisti > del gluppo di Port-
Royal, e quindi, in ultima analisi, il so rapPorto col
senso di fallimento della noblesse de rctbe conte classe
Ma, per quanto questo possa sembrare paradossale,
il modello marxista pi suggestivo e vigoroso della cor-
relazione tra classe ed ideologia quello {ornito cla Paul
Blrichou, che delibetatamente trascuta quella specie di
escursione semiobbligata nella storia econorrica e strciale
del periodo e resringe la sua discussione al iivello della
storia delle idee. In{atti egii si richian.ra, come proprio pre-
cursore, a nient'alti che Sainte-Beuve, che aveva gi foimu-
419
lato la tesi di una origine ciassista del giansenisno: << Port-
Royal era l'avventura religiosa della media aristocrazia in
Ftancia >>
33.
Tuttavia, il contrasto ra questa osservazione
cssenzialmente socioLogica e la pratica propria di Bnichou
rivelatrice c densa dj inscgnamenti: infatti Bnichou
ci fa una climostrazione dettxgliita di come la pfatica fi-
osofica, artistica c religiosa di Port Royal sia senprc srara
vista sotto rLna duplice |lce, non solo come un sistemx coc-
rcnte o specilca visione del nrondo, ma anche come un'arna
olTensiva contro i propri nemici di classc c in particolarc
contlo I'etica eroica feudale cos con' inc rlata, per esem-
grio, in Corncillc. Infatti, <luesta seconda tensione, ollensiva,
il morivo informante crc sta alle spalle clella costruzione
de1 sistema, il quale si plcseta ai nostri occli soltanto co-
ne una sempiice visionc metafisjca pcrch noi non siamo
pir consapevoli cel contcsto concreto in ctLi tale sistema
fu dapplin.ra c itrnatzitutto, n arro. Pertanto, il ritorno nel
gianscnismo ad uD linnovato senso cli colpa e di auto di-
sgr-sto
(<(
lc noi est haissable,r) in sinronia con I'oper.a,
zione strategica cci aggressiva che Bnichon chiama < de-
nolizione dell'eroc o. L'Altro
-
la gtaxtlcur
leudalc
cott
la sua ostertatr esibizione dramnatica di un
irrofonclo
e
intirno senso di casta e di valore
-
viene trrscilrato dietro
nell'.nlientamellto del S e canceliato, assierrie al S, co,
pcrLo dallc sre.sc ptopric ro\ilir.
Qr-rest'analisi
dilTer-isce da un'anllisi puramente socio-
logica, in qualrto non descrive semplicemente il rapporto
di dipendenza di una dottrina cla una classe, na anche il
ruolo fnnzionale che rale dottrina etiene nella lotta cli
classe. E una lezione spcsso ir-npartita e alttettanto spesso
obliata che l'ideologia ha anche i compito cli promuovere
la dignir mana, la purezza di coscienza di una clata classe,
ploplio menLre ne cliscreclira gli avvcrsari. Di fatto, queste
r$
P,\LrL llri\-rcuou, Le: t\forules .h Grc d Sjcle, P.fis, 1918,
r. 114.
120
due operazioni so1lo un'operazione sola e) comc oggetto cul-
turae od intellettuale, f ideologia pu venire dcfinita pro
pfio come una suttura reversibile di questo tipo, come
un complesso di idee che appaiono, a seconcla di come lc
si guarda, o sistematicl.re o funzionali. Pertanto, il cociice
tcudale deli'<< onore )> getta discredito sulle classi cire sono
incapaci di difcnclersi (o, sccondo 'espressione di Mar.c
Bloch, troppo povcre per possederc rLn cr,,'allo); I'erica pro
testante del lavolo borghcse separx, sottolrcne al biasimo
l'inattivit e gli sprechi fastosi della nobilt; 1a nozione
ottocentesca di < distinzione >> come abbiarno avuto nrodo
di vedcre ne capitolo precedente, la borghesir dai lavo-
ratori, slrcciamente per con'le essi adopcrano e uiuono il
proprio corpo. Possiamo, pertanto, clire che ci che cli
stingue la noziorc malxist;r di classe cla quella socioo
gica il fatto cl.re per il mar,.risrr.ro classe un concetto
Jiffererzalc, in quanto ogni classe insicme un moclo di
porsi in lapporro alle altr.e classi c nel nedesimo tenrpo di
r-ifiutarle. L.rdipendcnrel'nete clai suoi presupposri filosofici,
il punto cli vista sociologico
lorrralmcxtc
sbagliato nella
misura in cui ci fa vedcre le singole classi in una spccic di
isolamento reciproco (pcnsiamo
alla separazione quasi fi-
sica dci gruppi sociali r seconda della loro collocazione
geo economica: i gruppi di campagna ed i grLrppi di cirt;
o alle loro < cultuLe > che a tatti appaiono capaci di un
autosviluppo indipendente l'una dall'altra): iofatti la
nozione dell'isolamento delle classi o dei gruppi sociali,
run'ipostasi quanto quella dell'indivicluo solitar.io ed isolato
cli cui ha elaborato il concetto la filosofia <lel diciottesimo
secolo. Anchc nella storia non si danno sostanze chc non
subiscono mutainetlti e preseLvalro uanquillur.rente una pro-
pra essenza sempre uguale: tra le cose v' sempre, in ogni
rroorentor vincolo di rclazione e lotte, pet cui la classe
non pi libcra di cluanto lo sia un individuo che peosi
tli poter restare al di fuori della n.rischin storico sociale.
il cos che ogni classe implica I'csistcnza cli tuttc le ale
421
nel suo stesso esisiere; e si definisce sullo sfondo delle altre
classi e sopravvive e si perpetua solo finch riesce ad umi-
liare le classi avvenaLie. Pertanto
-
secondo l'utie, ma
senz'altto molto astratta, formula ripartita
-
il borghese
definisce se stesso ad url tempo come un non-r-robile e come
un lron-ptoletario; o ancora meglio, come un antinobile e
un antiproletario iusieme. E con questo concetto telazionale
di classe abbiamo ancl.re il citerio di ur.ra genuina analisi
narxista. Tale criterio, infatti, in.rplicher necessaLiamente,
per la sua stessa struttufa, l'urto demistificarte,
presup'
porr un nrovimento da una superEcie appalentemente si-
stcmatica, autosuficiente e sempfe coerente intellettualmen-
te alla situazione storica cl.re la fonda
-
il che permetter
al prodotto ideologico sottoposto ad esame di madfestarsi
come un'afma che in una lotta concteta e specifica ha avuto
un suo valote {ulzionale e srategico ll contenuto di ve-
rit di questa analisi si potr ottenele misutando come e
fino a qual prutto stato teahzzato questo tlasferimento,
e la maggiore o minore cotlpletezza con cui il fatto cul-
turale stato riesptesso e tradotto ne1 codice della lotta
<1ei gruppi per ll proorir sopravvivenzr.
Pertanto, usando una ben nota terminologia, l'opera
d'arte, o il fatto culturale, riflette certamente qualcosa,
ma ci che riflette non , altrettanto certamet]te, la classe
in s come configurazione cultutale autonoma, ma piuttosto
la situazione della classe o, in poche parole, il conflitto di
classe. Mettere le cose in questo mo<1o, significa divcnir
.*np"uoli che il moclello proposto da Marx consente
un'ampia gamma di possibilit circa modi e tipi di riflesso'
In quelle analisi sul giansenismo, vediamo ad esempio dif-
fetcnze essenziali trtr come, per Goldmann, il giansenismo,
in filosofia, < riflette >> la propria tragica situazione sociale
e come, nell'analisi di Bnichou, si presenta come una stra-
tegia ideologica deliberata,
per quanto disperata Questa
clivergenza, per venire compLesa nella pi utile e giusta di-
mensione, va vlsta, a nio awiso, non coe una variet in-
422
terpretaiiva dovuta ad una difierenza empirica, ma uno spo-
stanento o riaggiustamerto eno il modello stesso: come
la sostituzione di un concetto telativamente passivo del mo-
do in cui ha luogo il < riflesso )> con un concetto relati-
vameDte attivo dove si ir-rsiste maggiormente sul potere
oeativo e sull'abilit dello scrittore o dell'ideologo.
Questo
mutamento {unzione della distanza storica stessa, del
punto di focalizzazione che adottiamo per gli awenimenti
storici. Infatti, se osservati da molto lontano gli oggetti
culturali sembrano riflcttere la loro situazione o infrasut-
tuLa in un modo relativafrente passivo: e tlrtto questo non
n vero n falso, ma piuttosto semplicemente una im-
plicazione formale del medium che si pone tra noi e l'og-
gerro cirlturale. Ma q,rando. JalLro clLrto, ci avviciniatno
maggiormente a questi fenomeni, i singoli attori cominciano
ad energere dalla superfice prima ilrforme e noi comin-
ciamo a renderci conto in modo sempre pi vncolante
dell'unicit delle situazioni esistenziali in cui viene compiuto
ognuno dei loro atti.
Quando
il punto di focahzzaztone
cos rarrvicinato le classi r.ron sono pi visibili e noi ci tro-
viano nostLo malgrado costetti ad ammettere che se la
nozione cli riflesso deve avere un qualche significato, deve
per 1o meno poter venire ri{ormulata in modo tale che sia
lo scrittore singolo stesso a lraslortnarsi in strumento di
tale riflesso. Ma, naturalmer.rte, anche questa formulazione
solo una semplice funzione della nosr distanza dalla
storia, o piuttosto della nostra eccessiva ptossinit ad essa.
cos che per Saltle I'opera di Flaubert pu darsi come
riflesso delle contraddizior.ri sociali del suo periodo, ma a
patto di aver capito che questo riflesso come un tentativo
di risollere nell'attivit immaginaria, ci che socialmente
inconciliabile. Abbiamo gi visto come per Sarte l'appar-
tenenzr di clas-e non si.r dara, ma piuLLosto sil appresa
durante l'infanzia atraverso la medjazione della famiglia
e venga per cos dire reinventata conle se prendesse cotpo
ogni volta per la prima volta. Nel caso c1i Flaubert, comun-
423
qlre, questa appartenenza problematica: il borghese per
lui oggetto di una ripugnanza che dello stesso ordine
dell'odio per se stessi. Da qui ha origine la sua opera, che
Sartre ha dimostrato essele una sintesi in.rmaginaria fua iro-
nia volteniana e devozione religiosa.
Qucsri
due tefmini
corispondono, al livello dell'esperienza infantilc di Flaubert,
alle disposizioni di suo padre e di sua madre; e, oltre che
ad esse, nel pir ampio mondo della classe sociale, all'ideolo-
gia di una borghesia nascente che si era da appena una o due
generazioni staccata dalla tena, da un lato, e, dall'alro, al-
l'ideologia della piccola nobilt da cui proveniva sua madre.
Pertanto, persino il iivello formale dell'opera di Flaubert
rillette un tentativo impossibile di conciliare quesri due
elementi incor.rciliabili; e l'opera diventa una specie di
trunsfert emblematico dei fenomeni sociali concreti nel
caratter-istico modo d'essere della letteratura, dove tali fe-
nomeni si fanno materia vetbale, forma tetotica e trama
di situazioni in quella particolare combinazione flar,Lbertiana
di religione dell'atte e couosivo pessimismo sociale, di un-
zioqe formale e di rivolta unoralc, di disgusto nel conte-
nuto; n-entre la noia appat'e, per cos dire, con-e un vuoto
passare del tempo in atteggiamento di pregl.riera, per chi
non crede n riesce a pregale.
Troviamo una simile considerazione dell'arte come so
luzione immaginaria, questa volta in un contesto che
quello della societ prin.ritiva o preclassista, nelle notevoli
pagine consactate da Lvi-Strauss alla specifica arte deco-
rativa degli indiani Caduveo. Egli vede la specificit di
quest'aLte, a livello formale o puramente stilistico, in una
spccie di interczione dicletticl rrl simmcrric c c:irnrnelrir,
<< una situazione complessa che couisponde a duc forme
contraddittorie di dualit, che danno luogo ad ur compro-
messo Lealizzato da una opposizione secondaria tra l'asse
ideale dell'oggetto e quello della figura cl.re rappresen-
ta >>. Lvi-Strauss legge poi questa stLuttura pulcmente
{ormale come un riflesso delle conraddizioni interne
424
dell'organizzazione sociale dei Caduveos, che si manifestano
come una dilficile esitazioni tra istituzioni binarie ed istitu"
zioni ternarie. Cos questo modello piuttosto astratto stato
un tentativo di < risolvere > una conraddizione reale in
modo immaginario: <, poich essi erano incapaci di perve-
nire alla coscienza ldi
questa contraddizionel e di viverla,
cominciarono a sognarla ,r
3e.
A questo punto, si potre il problema del carattere pi
generalmente rappresentativo di queste soluzioni immagi-
narie; o in altre parole, c in particolare per un'arte indi-
vidualista e sofisticata, il problema della discrepanza ta
una sociologia dell'artista, con la sua psicologia e situazione
indiviCuale, e nna sociologia del stto pubblico. L'apparente
dilemrna pu comunque venite evitato se, seguendo
Sidney l{ook, lo- riformuliamo nei telmini della < distin-
zione tra l'origiue dl qualsivoglia fatto culturale e la sua
accettazio/te. In arte, per esempio, in ogni periodo appa-
occettaziofte. In arte, per esempio, in ogni periodo ap-
paiono tutti i tipi di variazioni e tasformazioni stilistiche.
L'ambiente sociale e politico agisce su di essi comc una
agenzia di selezione >>40. Perci, nello spazio in cui ci muo-
viamo, saremmo tcntati cli vedere .luesto slittamcnto dalla
considerazione dello scrittore a1la considerazione del suo
pubblico come un momento chiave del rovesciamento dia-
lettico in cui, con una sterzata del meccanismo, il nostto
modello si riaggiusta e passa da lrna concezione attiua ad
una concezione passiua del modo in cui I'arte riflette la sua
base sociale. Ci che qui si perde di attenzione a1 processo
artistl-co in s come atto, possiamo riguadagnado nella
precisione con cui, in opere cotrre Che cos' la letteratura?
di Sartre, vengono descitti gli usi d classe della forma
artistic. E, per quanto riguarda l'opera d'arte in s, sarei
t
1
I
I
re
Cr^uDrE LEvy SrR^uss, Tristes TrcOiqtes, Pnris, 1955, pp. 199, 201
(trid. ital., MildDo, 1960 ss.).
ar
TotLards ax uctstatuluts ol Karl Marx, oF. it., p. 160.
425
tentato di assumere i parameffi di attivo-passivo cone gLos-
so modo coincidenti con un gener-ale slittamento da consi-
derazioni di forma a considerazioni di contcnuto: o pilrtto-
sto
-
poich la gatlrma delle possibilit clui deve venire
considerata come un continlrum in cui un'indagine sempre
pir dettagliata cd un'esplorazione pi generale del fenomeno
poco a poco c.rusano un rovesciamc[lo dialettco che av-
viene nel modo da noi descritto
-
come la taduzior.re di
ci cl-re precedentemente veniva esplesso come fenomeno
formale in ci che ora dinostra di essere la terminologia del
contenuto. Pertat-rto Flaubert << risolve i> una conaddizione
mediante innovazioni formali, mentre il pessimismo del
giansenismo esprime la situazione senza via d'uscita che
rende la causa della noblesse de rctbe ttna causa senza spe-
tanza. Ma, mettendo a fuoco questi problemi in modo
diverso, senza dubbio si dovrebbe riuscire a descrivere
la specificit forn.rale clell'opera di Pascal come urr vero
e propio atto simbolico, pr-oprio come si dovrcbbe riu-
scire a cotrelate il contenuto emozionale dei romanzi di
Flaubert con il clima politico e sociale della Francia dopo
il fallinento della rivoluzione del 1818.
A11o stesso teorpo, f ipotesi di soluzioni <r immagi-
narie >> ci por.e una nuova ed in qualche modo diversa
selie di problemi che t.ron abbiano ancora aflrontato diret-
tamente ma cl.re sor.ro stati premincnti in tutta la critica let-
teraria marxista clel passato. Infatti, anche se Ia noblesse
de robe non riuscite a fare la sua rivoluzione, se csistono
conmaddizior.ri sociali cl.re sono struttLrtalmentc insoubili,
non dobbiamo dimenticale che ci sono anclle le rivoluzioni
riuscite e quindi dobbiamo far posto, accanto all'opera
d'arte otientata verso I'attivit fantastica, ad un'opera d'atte
profctica, capace di preannunciate dcllc vere e proprie
soluzioni piuttosto che pr-oiettare dci sostituti formali per
soluzioni impossibili, 11 coacetto n.rauista di classe, in
altre parole, comporta tanto una climensione diact'onica
quanto lrna dimensione sinclonica, diflerenziale: una classe
126
viene denita a secondo del posto che occupa nel ptocesso
storico, dalla sua partecipazione ad una determinata fase del-
l'evoluzione storica, ma anche secondo il rapporto antagoni-
stico che stabilisce con le classi a lei contemPoranee. Questo
destir-ro temporale cli una classe non viene certo misurato
clall'esterno su una specie di grafico o diagramma di tutta la
storia econonica, ma dalf interno
-
sorns 5i tlattasse del
rialzarsi o abbassarsi deila tenperatura interna
-
tenendo
conto clel sentimcnto di fiducia verso il futuro e vcrso una
serie di possibilit apette, tenendo conto della sua sense-
zione di essere a cavallo del fl,,tsso di rrna oppottunit
storica, oppure, al contario, di un senso di cupo ripiega-
mento in se stessa, di un senso di stagnazione e {utilit,
del suo scntirsi chiudere le potte, nonch, per i suoi
soggetri, la visio di capacit e talenti che si detetiorano,
di energie sciupate o frtilmente imPiegate.
Questo
modo
di sentirsi di una classe cos alterno, in cluanto riflette il
passaggio della classe stessa dai grandi giorni del suo sot-
gere a quelli del suo declino, viene ora caratterizzato dal
marxismo mecliante i rcrmini di prcgressstt e reazionatia
ormai entrati nell'uso comune nel linguaggio politico.
Qlrcsta
cspansione o conttazione dei limiti storici
evidentemente il fattore che esercita il maggior peso nei
confronti della produziolre artistica, sia a livcllo di con-
tenuto che a livello cli forma; e, a mio avviso, ancora
pienamente attualc la classica afiemazione di Plekhanov in
Arte e uita sociale, non nreno vera oggi di quando fu
scritta: << Negli artisti, e in coloro che l.ranno per l'arte
un intetesse vitale, la teDdcnza a petseguite l'arte per I'arte
tinasce semprc quando si trovano in un contrasto senza
via cl'uscita con l'anbientc in cui vivot.to ed opelano. Ma
i.ron tutto. Il caso dcgli 'intellcttu.rli russi clegli anni ses-
sauta', che ctedevano fetn.iamcnte nell'approssimarsi del
tionfo della ragione, e, inolre, l'csempio del Ipittore
giacobino
lacques Louisl Davicl e dei suoi con.rpagni, che
crano altrettanto fermamer-rte convinti del medesimo avven-
$L
427
f
to, ci dimosra che il cosiddetto punto di vista utilitario
dell'arte
-
vale a dire la tendenza ad attibuire all'arte
il significato di un giudizio circa i fenomeni della vita,
ed il concomitante atteggiamento degli artisti di pronta
disponibilit alla partecipazione alle lotte sociali, nasce
e ben presto diventa dominante quando esiste una mutua
. simpatia
"
rra singoli pi o meno auivamenfe nrcrcssati
alla creazione artitiica e una parte considerevole della
societ >>
41.
Quasi tutti i critici marxisti hanno descritto
questo rinnovamento delle fonti della produzione artistica
rrella vita collettiva come una forma o l'altra dr realsno;
cd inolre hanno teso ad associare le attivir artistiche delle
diverse classi in fase di af{ermazione e ascesa nel passato
(naturamente
appoggiandosi pesanremente agli esempi del
rcalisno della borgl.resia nel diciottcsimo e nel diciannove-
simo secolo, ma non trascurando riferimenti alla rinascita
naturalistica dell'arte egiziana sotto g1i Ikhnaton, all'evo'
luzione stilistica archetipa dell'Atene classica, alla nascita
del'alte gotica e al rinascimento) in una specie dl reuiual
ciclico di cui l'ultima manifestazione sarebbe il realismo
socialista. Saremmo, per, propensi a sofiermarci meno
sulle dlficolt irsite nel concetto di realismo, se capis-
simo che tale concetto stato elaborato con l'occhio
rivolto pi al contenuto dell'arte che non ai {enomeni
essenzialmente formali.
Quando
il ptoblema del realismo
posto in modo {ormale, come abbiamo visto esaminando
lc rcorie di Luhrjcs, c' Ia tetdenza ir sosriluire.ri critcrj
di verisimiglianza e rappresentabilir alti criteri di tipo
completamente diverso, cio giudizi formali del tipo di
quelli operanti nell'ambito dei concetti di totalit e di
concteto o t.rell'opposizione fra narazione e descrizione.
Ma la discussione di Plekhalrov su7 drame bourgeois
del diciottesimo secolo ha gi dimostato c,he la relazione
che intercorte tra I'arte e una classe nascente non va ana-
lizzata nei termini semplicistici del suo contenlrto realistico.
1l fenorneno storico ed artistico pteso in esame invece quel
fatto paradossale per cui la borghesia francese nella misura
in cui era pir vicina al proprio ' rnomento ' della verit non
rivolse pi il suo favore al dramma in prosa realistico e
sentimentale, di cui Diderot era il teorico, e che sembrava
essere la sua produzione pi caratteristica negli anni intorno
al 1750, n:ra fece assurgere ad una rinnovata popolarit
il dr.rmm., eroico in co.rume. cire originlriarnente rispon-
deva al gusto di un pubblico aristocratico. Naturalmente,
nel colso degli anni questo apparente reuiual rs\rll non
essere altro che l'araldo di un movimento artistico, che
f/r
essenzialmente borghese: il neoclassicismo, di cui un esem-
pio emblematico .sono proprio i quadri, dai soggetti in
costume, di David. Ma l'analisi di Plekhanov molto acuta
e non si ferna qui, anzi,
-
usando un modello non dissimile
da quello adottato da Bnichou per il giansenismo
-
ri-
fonda ci che ora un lenomeno essenzialmente stilistico
nella concreta situazione dell'antagonismo di classe: < il
dramma borghese >, egli scrive, << nacque dal carattere di
opposizione della borghesia francese e non fu in seguito
di alcuna utilit per esprimere le sue asphaztoni uolu-
zionarie ;>
nt.
Il cJrame bourgeois, in alte parole, {u d'aiuto
alla borghesia nella sua acquisizione della coscienza d
essere una casse distinta dalle altre classi, di essere una
classe con un proprio stile di vita, una propria ideologia,
rrrra propria identir au to-a pooge L icemen te espressal ma
quando essa si sent suficientenente forte da arrivare ad
un confronto, anzi ad uno sconro, diretto con la nobilt,
dovette far ricorso alle pir stimolanti immagini della re-
pubblica romana, di Bruto e dei grandi tribur.ri, agli atteg-
3iainenri
eroici dell'nnrichir classica.
4r
G. PL(HANoV, Att ard sonl l/le, Iondon, 1951 (v' .nche una
traduz. francese, Paris, 1948).
128
a2
Att a social lile, op. cit., p. 151.
Quest'analisi
poftebbe venir integrata con l,esame
saiano
*
cui abbian.ro fatto cenno nel capitolo prece-
dente
-
della mascherata romana della Gironda; infatti
abbastanza chiaro che richiamarsi al dramma in costume
implica tanto un elemento di auto-mistificazione quanto
un elenento di prassi. Tuttavia, nel pfesenre contesto,
questa particolare modulazione del giudizio storico ha un
significato tcorjco piurrosro diverso: selvc a rnetrere
jrr
ri-
salto l'essenziale rcldtiuit delle descrizioni di classe che
eravamo soliti usale, della valutazione che diamo circa i
destiui in ascesa o in declino di una classe, delle sue
carattedstiche di progressismo o reazionariet. Infatti la
borghesia del cliciottesimo secolo, secolrdo il nostrc modo
di vedere -rld progressista c/te teazionatia, in quanto
una classe in una fase di ascesa che tuttavia, se considerata
secondo l'ottica del lungo periodo storico, risulter stofica-
mente condannata al declino. E le classi borgl.resi del Sette-
cento sono ad un tenpo entrambe le cose: quell'ideologia
eroica ed universalizzante che era loro propria pu essere
vista ad un tempo sia come parte del pahin.ronio collettivo
dell'umanit intera, con la sua logica della liberaziole po-
litica cl.re tutt'ora operante oggi nel Terzo Mondo, sia
come un esempio di una autoclifesa di classe, o rli parte.
Con ci viene ulteriormente confermata la nosta in.tpres-
sione circa il rapporto che intratteniano con il {atto storico,
che non una relazione fissa, statica, ma piuttosto una
telazione che si espande e si conrrae cosranremenre pel
una specie di riaggiustamento dialettico della distanza e
del punto di vista da cui assumiamo la nosta << situazio-
ne >>. Pertarto dobbiamo considerare questi giudjzi non
come una serie di posizioni cl.re si escludono a vicencla, per
cui possiamo decidere una volta per tutte se i giansenisti
sol.o stati dei progressisti (date le forze a cui si oppone-
vano) o dei reazionari (dato il tipo di forza cl.re rappre-
sentavano), ma piuttosto come delle posizioni che si di-
spongono lungo una scala, in certo qual senso mobile, cl.re
4)0
abbraccia i due estreni polemici del completo rifiuto e
della completa identificazione, in modo tale che un'opera
o un novimento pu r'enire volta per volta ricollocata
in una posizione relativamente pi r.regativa o pir positiva
lungo il continuum del processo,
Un'analisi di classe marxista, pertanto, comporta due
assi distinti di giudizio a seconda che venga messa in
risalto la natura della relazior.re ta I'oggetto culturale e
la classe che esso << ri.0ette >, o se invece mettiamo a fuoco
il destino storico della classe in questione. Possian.ro quir.rdi
articolare ie possibilit insitc in questo modello come
seguel
Giansenismo
(neologia)
Re.lismo
(coscienza politica)
difinti di DNvid
'lauben,
l'ane dei Caduveo
Questo
schema, per, potrebbe divenire peggio che deviante
se non tenessimo bene in n-rente che nelle circostanze appro-
priatc lo stesso fatto culturale pu occvpate ciascura di
queste posizioni o pu compiere una rotazione atffaverso la
successione di tutte queste posizioni. Pertanto i romanzi di
Balzac, solitamente considerati come una forma di < reali-
smo > rel senso sopra indicato, riflettono, se considerati da
un altro punto di vista, f ideologia reazionaria di una classe
motente, o sviluppano quelli che sono socldisfacimenti di
desideri essenzialmente personali e formali a partire dalla
situaziorre personale dcll'autore. o rncorl arrricipano. me-
diante la complessa sruttula interpersonale de La condie
humaire, una nuova organizzazione formale di tipo collet-
tivo e post-ndividualistico. Allo stesso modo, non dovreb-
be essere dilficile articolare le diverse valutazioni che Lenin
1)7
tF
diede di Tolstoj
-
un 1s22ie1121ie e assieme un progres-
sista, un ideologo religioso, ma anche un profeta rivolu-
vlsn1is
-
sulla base di un simile scl.rema di combinazioni.
Tutto ci implica cl.re queste conaddizioni apparenti di
giudizio in realt non sono altro che delle variazioni su ci
un modello comune, piuttosto che << opinioni >> vetso le
quali siamo costetti a prendere posizione in termini di
accettazione o di rifiuto. La storia propone ed anche
questo obbligo sia di ampliare orizzonti entro cui colo-
chiamo l'oggetto clella nostra attenzione che di moltiplicare
le prospettive da cui osservarlo; e io ritengo che conside-
rare giudizi o vautazioni clivergenti sotto questa angola-
tura non voglia dire andare alla ricerca di una patente di
obiettivit o neutralit teoretjca, ma piuttosto un collo-
carci alla sotgente stessa del valore e di queste sue mula-
ziol.i stfutturali: ritengo che sia insomma un tadurre quelli
che apparentemente sono disaccordi letterali in ci che di
fatto essi rappresentano, vale a dire la conflittualit di
gruppi storicamente determinati e determinabili.
Questa
la forma assunta dalla critica letteraria o cui-
turale di ispirazione rnarxista, nella misura in cui essa cerca
di ricongiungere il suo oggetto con la realt cli classe in
quanto tale; e vede nel proprio oggetto una forma relativa-
mente traspatente della prarica di classe. Ma petch perse-
guire un ricongiungimento alla realt e trascurare l'illu-
sione provocata dal processo di eticizzazrone? Cosa suc-
cederebbe se noi considerassimo I'opera non come llna re-
lazione relarivamenre mascherrlc) ml piurlosro corne unJ
forma con una specifica densit ed una sistenza ptopfie,
come una coscienza teificata in modo deliberato?
Quando
ci richiamiamo ai due diversi codici o linguaggi possibili
dell'analisi marxista, ci pu nascete il sospetto che tutto
quanto abbiamo fin qui descritto in termini di classe possa
venire sviluppato anche in un modo del tutto diverso e
quindi dare luogo a risultati del tutto diversi e non meno
rivelatori.
432
Qui
abbiamo
-
evidente
-
a che fare cou una
sistemazione dell'opera a contatto con una realt economica
piuttosto che sociale: le coordinate di queste analisi, per-
tanto, non saranno pir quelle della formazione ideologica,
ma piuttosto quelle della {orma della produzione. Tuttavia
ogni descrizione che pretenda di essere esaustiva di un og-
getto in quanto oggettoj non pu fare a meno di venire a
confronto in una forma o neli'ala, con le quattro cause ari-
sroteliche
-
formale, materiale, eficiente e finale
-
che
r?lppreseirtano un nventario dei vari punti di vista da cui
si pu comprendcre un oggetto: << uno di queste la so-
stanza, vale a dire I'essenza
(in quanto il 'perch' in
uhinra analisi ri<lucibile alla defilrizione e il 'perch' ul-
timo causa e principio), un'altra la materia o substrato,
ua terza la fonte del cambiamenro, e una quarta a causa
che si oppone al cambiamento, il fine e il bene (in cluanto
csso il fine d'ogni generazione e d'ogni cambiamento) >>
ar.
lvla il n.rodello aristotelico discende c{al mondo della produ-
ziorre,-rlrigiancle c mrru,tle. proicLta un processo in cui un
agcnte, imitando un certo modello, forma un certo mate"
riale pcl creare un oggetto che poi ha qualche determinato
usoj conre l caso di una pentola, cli un capo cli vestiario,
ci un gioiello o di una lancia. chiaro che nella misura
in cui l'opera d'arte essa stess un tale prodotto di tipo
attigianale, fatto a mano, v' una atmonia prestabilita ua
il modello aristotelco e I'oggerto estetico che (tra le
altle cose) tale trodello deve illuminare.
Questa
armonia prestabilita verosimilmente adatta sia
al processo di percezione che a quello di costruzione di
ur. oggetto. Abbia[ro gi, en pdssdnt, fatto cenno della
clottrina heideggeriana della priorit degli oggetti < in ope-
ra o su quelli < in riposo >>: cos che la categoria domi
nante della sostanza attravetso la quale vediamo il mondo
'1r
Anrsroirll, Mettisn,I, l, e si vcch anche Flsica, II, l.
1))
V
esterno condizionata e governata a sua volta dai tipi e
clalla sruttura clegli oggetti prarici o utensili che ci cir-
condano. Ma il modello di IJeidegger ha alle sue spalle
un mondo contadino in crti 7a tazza e l'aratto, la scure e
il bastor.re sono gli oggetti chc modellano il monclo naru-
rale che si pone in vista dietro di loro.
Una critica n.arxista pcrtanto deve riadattare lc intui
zioni di questi due modelli
-
f insistenza sul proccsso di
<< manifattula > e la priorit degli srrumeltr o oggertl crrat-
teristici cell'ambiente
-
al monclo moderno della produ_
zione industliale di merci. Seguendo la formula di llcideg_
ger, tale critica dovrebbe sottolineare come la forma della
merce condizior.ri tutte le percezioni degli oggetti pir con,
templative e teoretiche, inclusa, naturalmente, la percezione
di tipo estetico. E in un mondo in cui il valore cli scambio
diventa pi inportante del valore d,uso (questa
, in soldo-
ni, la clefinizione di una mer.ce) non deve sorprendere che
anche la << ploduzione >> di opere d'arte sia governat4 da
questa struttufa dominante, che sottrrpone alla sua in-
lluenza tutto il mor-rdo moderno, tanto le nostre relazioni
con le alme persone quanto le nostr.e relazioni con gli
oggctti. Pertanto il modello adstotelico, basato su di un
mondo pir semplicc in cui il valore d,uso era predomi
nante, richiede una revisione completa ed un riaggilrsta_
mento per farsi aderente alla mistificazione strutturalc del-
I'unir,'erso della propaganda. Dovremmo, perrano, arren-
dcrci una profonda modifica ed espansione sia nella causa
finale arisrotelica quanto in quclla formale. Inolue, nella
r.r'risura in cui il paracigma clella creazione moderna dive-
nuto quello deila fabbrica e del lavoro organizzato piut-
tosto che quello dell'abilit del singolo artigianoj dobbian.ro
aspettarciJ per I'innanzi, di veder pensare in tcrn.rini rol
lettiDi pirltlosto che ind,ioidueli; cosicch 1,r causa cfficierte
va a rifrangersi in una classe di lavoratori allc prese con un
processo di lavoro stabilito, c coinvolge subito anche la clas-
sc per a quale cssi lavorano. cos che una versione del
434
n.rodello aljstotelico a.Jeguata alle realt del capitalismo do-
vrebbe vedere i'opera d'arte come un
Pt'o./ollo
piuitosto
chc cornc lr rnrn,r[atro; e-so dorrcbbe ,r'Trottl-e non
'ol
tanto il Drodo ili produzionc, nra anche quello di clisribu-
zione e di consumo. Dovtebbe in.rplicare tanto uno studio
del consumatore quanto uno studio del pr-ocluttore, e co
vrebbe anche, infine, giungere ad occuparsi dei pro:len.ri
dell'approvvigionamcrto e delle for.rti delle materie prime.
Questa
rifondnzione dell'opere d'arre ne1 mondo delle
merci dovrcbbe venire presa quanto pi possibile alla let-
tera, almel-o in prima istaaza. infatti un'esperienza sa-
lutate per gli intellettuali di professione venir ricl.rianati al
lano che gli oggerti che essi studiano o manipolano hanno
anche un'ir-rtera infrastruttura materialc, che tradizionaltlen-
te stata dominjo della sociologia clella letteratura. Le ri
cerche che essa implica
-
sull'industria deif informazione e
sulla sua progtessiva concenttazione economica) sul mer-
cato rlei prodotti lettetari, su1 ruolo sia delle vecchie forme
di dlstribuzione che clei nrrovi nnss rueda
-
sono eitelne
alla letteratura solo nel senso che il n.rondo pubblico
estcrno alla vita privata. Ma da quando in An.rerica il con-
sumo privato clella borghesia stato sell]pre pi rirnpiaz-
zato da quello clel sistema univelsitario, cl.re sembra desti-
nato a giocare un luolo crucjale nella cultura del capitali-
smo postindustriale come a suo temPo era accaduto per il
n-onastero medievale, ci sembrn utile citare come esen,tpio
<li questc analisi una delle pagine pir indicative dell'utimo
C. Wright N{ills sul1a sttuttura mcrcificeta della vita intel-
iettuale accademica: << Il produltctre colui cl.re crea iclee,
per prin.ro le espone, forse anche le collauda, in ogni caso
le rencle accessibili attraverso scritti a quclle {ette clcl mer-
caro capaci cli recepirle. Tra
j
produtiofi larno anlloveLati
sia gli imprenditori indivicluali
-
ancora il tipo dorrinan-
te
-
sia gruppi cire operano iit istitnti cli ricerca cli vario
tipo che di fatto sono gli mrrlinistretori clelle unit pro-
dtrttive. Poi ci sono
j
,grossisti
che pul non producenclo
435
idee le distibuiscono medante libri di testo ad alti acca_
derrici, che a loro volta le vendono direttamente ai con_
sunatod, gli studer.rti, Nella misura in cui tali accademici
insegnano sono dei detraglianti delle idee, i migliori di essi
vengono scrviti direttameDte dai produttor.i
originali, i
peggiori
dai grossisti.
Turti gli accademici, a prescindere
da qualsiasi qualificazione,
sono anche coxsunatori dei pro-
dotti altrui, dei prodotti dei produrtori
e <Jei grossisti,
mediante i libri, e in qualche misura ,lei prodotti dei det-
taglianti mediante la conversazione
che oflre il mercato lo_
cale. Ma possibile che qualcuno
si specializzi nel consumo;
rn questo caso avremo non tanto deglt utenti, quanto dei
grossi ruaguzziricrl dei libri, cio dei grossisti di biblio-
grafie r,
tt.
Questo
passo pu servire come momento cli transizionc
da una consiclerazione piuttosto
esterna della infrasttuttLlfa
letteraria
-
una specie di materialismo
-...uni.o,
p",
cos circ, a livello di uirica letterada _
all" q.,"stini
relativamente pir interne del consumo letterario. Infatti,
quelio chc colrsLrmian:o sempre in certa misura un,l/ea
piuttosto
che una cosa matetiale: questa l,essenza stessa
della distinzione ra vajore di scarnbio e valore d,uso, in
quanto-
l'oggetto non esiste pir con la funzione primaria
di
soddisfare un bisogno. che per anrlogia pr, esscre assi_
milato ai bisogni fisici, ma come unl specie di vrlor.e
cstrarLo ed emblcnrarico nel quae non riusciamo piir a
drslrnguere cl)iaramenlc
rra soddisiazione
Jel bisogno c
stimoli artificiali. Possiamo misurare la distanza tra;uesri
due stadi, la relazione con gli oggetti precapitalista,
;elati
vamente naturale e la nostra, concentrando
la nostra at_
enzione sulla nozione di pi,tcele
estetico,
per
Ar.istotele
la soddisfazione
emozionale
della tagedia facilmente scin_
djbile nelle sue componenti
funzionali di piet e di paura,
che sono attibuite al fato di cui si era testimoni, Iiberando
cos il singolo e la comunit della propria ansiet sociale
ed esistenziale.
Questa causa finale della tragedia pertanto
ha, per sua stessa natura, una {unzione sociale. Al contra_
rio, il piacere
in regime capitalisra non altro che il
segno del consumo di un oggetto: e quindi qualcosa
di
relativamcnte
estraneo alla stLuttura o all,uso dell,oggetto,
in quanto pu essere provocato
<Ia ogni tipo ai o!!.no,
e, allo stesso tenpo, qualcosa
di grntuit
n" u iolir.rru
in cui non ha alcuna funzionc collettiva olfte a quella di
rncotaggiare
ad un consumo ulteriore e di far s che il si_
stema funzioni all'apice delle suc capacit ottimali.
,
A questo punto, quindi, cominciamo ad afleuare qual
la profonda
vocazione deli'opera d,arte in una societ do_
ninata dalle merci: di noft essete una mefce, di nou venite
consumatal d'essere spiaceuctle cone n-erce.
eui
possiamo
tornare alle analisi musicali di Adorno come forse la pi
completa elaborazione ed applicazione di questo princi;io
che costituisce, di {atto, la parte pi genuinamente
marxi_
.tr.dcl
s'o lavoro. in conrrapposizionc
rJ urra prrrica
alrnmcnri piLrLrosLo
hcgcicnr. InFatLi. nel presenre
conre_
sto, diventa cl.riaro che la storia dello sviluppo musicale
c]re Adorno ci ha dato, e che si pone come l,intelaiatura
e Ia situazione vitale in cui nquadrare i drammi gemelli
di
.
*..9.
W:.,. NI||LS, Wbitc Col/ar, Nes_
york,
19j1 ss., p. 112 (ctr.
a(1. n .,.CaLb i bia"chi,.r'ano, Ein;ud, 1966). U." .""";;" d.|"';-
,,.oh rdel', Lr,ar'.-r
t,ru rrrJiziunrte.
Jovrbbe Drcx.
r\rc nrJ it
U.t) Lr \\.\. f..t:o, atl
.tLt p
a.tttr frr'l? \c$ iu,l,,
la6" .hll.r r,Fl. | .l l, \X
.r
,.tr l/J.. .,."
ol t.. ,.,.,t D,to., Ri
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\t,ta.,..
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R F ,,, B"crr tooJ. \tr r:t rr pen.r
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contesto della tinca di N{ac Luhan o cli n" h Cr)*_rta"s;" di
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froJ.on. .nJ .ri-h . ct t bro
"ra
.; ritrov.no r, oc
ne1 notevole s.ggio di ERrc A. lI^\,ErocK, ptetace
to n"ji, 1*a. ;;
llly",.
-
:",
"
i'r:,:r:7..re J. rro r.^pcfJ ,re...r. \i.r( .:d _..
-,p"i,;
lcrrr' rr'.1 r,,."... J.t.p"..r. J. llc.\ irr.rrc srfuudfr.
436
Scl.roenberg e Stravinshy, altto non che 1a lotta tra musica
. fot-a della metce Quella
nuova) scattante logica dell'evo-
luzione che peneta nella musica degli anni della rivoluzione
{rancese altro non che un'emanazione
del capitalismo
-
ma non di un capitalismo visto come evoluzione
paral-
lela a livelio del sistema economico, non quindi come
omologia, ma piuttosto come qualcosa di presente e ope-
tante all'interno del tr.rateriale musicale, come una specie
cii distorsione <li tale materiale acl opera della {orma della
merce che attrae nella sua orbita i vari elementi musicali'
tema) strumentazio[e, armonia e persino 1a lunghezza della
composzione e I'opera nella sua intetezza' Qucsto
spiega
come mai i letnzcttils di \Wagner siano stati cos facil-
mente semPlificati, ticonfezionati e facilmente consumati'
e spiega perch Schoenberg tentasse con tanta energia di
utr"*oi"
ju
dissoluzione dell'opera in facile melodia e di
istabilire qualcosa della sua primitiva organtzzaztone
to'
tale, spiega come egli ponesse di collseguenza
quelle sco-
,no". i"nell.tubili domande d'attenzione
e di capacit di
concenfazione
al consumatore; e spiega ancl-re le innova-
zioni di Stravinsky che, restando ento l'universo della
merce, elabora le tecniche di ptoduzione pi nuove per
tiesuraare un po' clella vecchia scossa emozionale
per il suo
pubblico, facilmente tediato con la sua sempre ctescelte
iapiclit nel consumate e svuotare i nuovi prodotti'
Se fosse possibile fare per 1'opera letteatia
quanto Adol-
no ha {atto per le analisi musicaii, allora noi ci troveremno
alla presenza di una specie di critica marxista << intrinse-
ca )>, rna specie di filologia matxista o investigazione
siste-
matca clelle forme intelne, sociali dell'arte in generale' Tale
clisciplina richiecletebbe i1 prolungamento dei vari tipi..di
studi ffitici particolad
(per quanto gi ampliati sotto l'ir-
flusso del n.roclello hegeliano cl.re abbiamo desmitto
poco
sopra) fino al punto in cui, intersecandosi o con la realt
di classe o con quella della produzione di merci, si ritro-
verebbero ancoLa una volta rifondati nella concreta storia
418
sociale. Non possiamo, natutalmente, fare quella specie di
inventario sistematico di tali studi specifici cl.re la vecchia
estetica (ma anche < sistemi >> pi nuovi come \a Teoa
della letteratuta di \X/elleck e \farren) pretendeva di aver
raggiunto: tale sistematizzazione viene esclusa dalla storia
stessa che la sola a dettare (e dettagliare) le categorie
dominanti e le configurazioni delle opere che, sernpre nuo-
ve. si gcnerano enrro il suo
sresso pepetuo rinnovimento.
Un esempio di questa rifondazione pu essere visto nel-
le osservazioni di Plekhanov e Lukcs sul simbolismo,
capaci di costituire un prin.o getto per le fondamenta
d'una teoria marxista dell'imuagine. IJn
formulazione piut-
tosto diversa del medesimo fenomeno pu esser trovata
anche nella teoria satiana dell'<< immaginario >, che egli
vede come :una riotganrzzazione dell'oggetto in modo tale
che venga allontanato dal tempo della prassi, attraverso la
ttasformazione dell'atto in gesto
as.
Tutte queste analisi
hanno in comune tra di loro una logica situazionale e
storicizzante: esse non implicano
una struttura dell'imraa-
gine bloccata per tutto lo
,cott.t" del tempo e in tutte
le situazioni, ma piuttosto
vedono lo spccifico fenomeno
letterario come un'attivit che richiama 1'attenzione sulle
proprie peculiari carattedstiche sutturali, identificandosi
come processo dt simbolizzazione; un'attivit che insomma
si riconosce cone << irrealizzazione t> del mondo, con tutte
le sfumate ambiguit del concetto.
A11o stesso modo, avendo
visto pdma che una scienza
generale della stilistica una contraddizione in tetmini, po-
ttemmo almeno ritrovare ulta definizione per 1o rtlle mo-
derno in una stilistica marxista, in cui la stessa arte della
{rase cos com' stata vatiah-rente coltivata e praticata nei
tempi moderni, in vari modi che vanno da quello di Flau-
bert a quello di Fletringriray, possa venire vista, alterna-
a5
Si rcde il mio si cit. < Tbrce {ethods... >, ln Ltodcn Frerch Cr.
r:.;rrr (cir. qi crp. IV, Dota 17).
&
4)9
tivamente, come un tipo di lavoro o modo di produzione
e anche come un tipo di merce. Infatti in nessun luogo,
forse, l'influenza peculiare della sruttura della merce pir
grande che in quella ambigua realt che il linguaggio,
cl-re pu venire consumato come un oggetto costoso come
pu anche auto cancellarsi in quella trasparenza socialmen-
te morivala che BarLhes ha chiamlto: . scrillurx vuorJ ).,
Nella letteratura moderna, infatti, la produzione della frase
diviene essa stessa un nuovo tipo di evento entro I'opeta
e geneta un tipo di forma del tlrtto nuova.
Nello stesso spirito dovrebbe veniLe elaborata una teo-
ria narxista dela trama. Luk:cs, a dire il vero, ha gi
petcotso una lunga via vcfso questo tfaguardo. Tuttavia
per tae teoria sono valide in modo ancor pi accentuato
le restizioni indicate sopra: in{atti, nella misura in cui la
trama natrativa dell'opera il tetreno stesso clel concreto,
r.ror possibile nessuna sua analisi ir.rdipendente, che risul-
terebbc subito parziale, Essa infatti coincide con l'oper.a
stessa) come con essa coincidono le < dcscrizioni > {unzio-
nali che solitamente forniscono il cumulo di quelle cl.re
vengono analizzate cotrre << immagini >>. La trama suscet-
tibile di analisl solo fincl.r attlae l'attenzione su di s,
cone qualcosa di consumabile a parte; cio solo nella
tnisLrrc
jn
cui si ponc in po'iziorre .
prcrrincnrc ..,
emer.
gendo in rilievo rispetto alf intero complesso dell'opera.
Pertanto ia tta:ma bcr.lattq senz'altro un fenomeno lette-
rario e storico chiaramentc distinguibile e isolabile, che
I.ra molte cose significative da dire, per mostrarci come i
contemporanei vedevano la vita socialc di cui eran parte e
cotre volevano veclerla. A{a la trama in gcnerale nor-r ha
nulla di tutto ci da dire, in quanto una pura ipostasi.
Cos anche per gli altri clementi dell'opera, e in
particolare per ur.a teoria clei personaggi, che senz'alfto
potfebbe orientafsi verso una sviluppo sttettamentc coll-
nesso con ur.ra analisi dela prevalenza dell'alter.it come
categoria e corne giudizio nella concreta vita sociale di un
440
periodo; e avrebbe certo anche qualcosa da dire circa il
modo in cui la stessa presentazione dell'altro d,a patte
del romanziere un segno della sua accluisizione di cono-
scenza citca la sua societ e la sua realt. Allo stesso tempo,
come gli altri tipi di studi abbozzati precedentemente, que-
sta teoria sarebbe << intermittente >, poich non potrebbe
{ate a tneno di riconoscere che l'onnpresenza dei << perso-
naggi >> nelle opere letterarie non la stessa cosa che il
Jomjnio del pcr.onaggio letrerario come caregorial e sia-
mo senza dubbio anivati al momento in cui necessario
dire qualcosa su una delle pir note pratiche critiche d9l
marxismo cl.re ha precisamente a che fare con l problena
del personaggio con.re tale.
ler molri letrori. in[arti. que.ro approccio. irr cui il
personaggio viene considerato cone tipico di una classe
sociale o rappresentativo di una determinata posizione di
classe, sarebbe la forma classica dell'approccio marxista alla
letteratura. Che altro sarebbe se non la tipicit dei suoi
personaggi che l.ra attirato Marx ed Engels verso Balzac?
E non forse vero che il concetto clel tipico riraasto fino
ai giorni nostri un feticcio della citica marxista? I vizi di
questo tipo di critica sono stari pi volte messi in luce,
ma senz'alto il pi grave che tali nozioni schematiche di
classe sono aprioristiche, tanto che finiscono per non riu-
scire a ricavare dall'opera d'alte nuila di nuovo, cio nul1a
che non avesseto gi prcvisto in anticipo avendocelo river-
sato dentro fin dall'inizio. La denominazione pir appro-
priata che potfemmo atibuir-e a questo metodo quella
di <r allegorico )>; usando questa etichetta non si fa alro
che indicare il modo in cui una critica dialettica che sia
dawero tale deve in ultima analisi voltarsi, a interrogare
le fonti stesse dei propri strumenti. infatti cl.riaro che
la stessa coscienza di classe in quelle societ in cui
esiste come fatto esistenziale
-
un modo allegorico di
pensare, almeno nel senso clle attraverso di essa i singoli
vcngono visti come tipi e mauifestazioni dei gruppi sociali
a cLri appartengono. Perta[to, un'opera come Pot Bouille
di Zola, in cui i vari piani del condominio corrispondono
alle varie classi sociai, dai ricchi abitanti del prmo piano
su su fino alle domestiche e agli operai delle mansarde,
allegorica in quanto in essa la coscienza di classe funziona
ancora sttutturalmente efitro la societ come tale ed
ttaslerita efttro il romanzo come una specie di mappa o
grafico dell'intera societ, come una sorta di sentimento dif-
ferenziale uamite il quale mi << colloco > rispetto alle alre
classi.
Il profondo valore di questa << tipicit >> sociale per la
produzione letteraria pu essere accertatoj anche se in ne-
gativo, quando si consideri l'odierna situazione degli Stati
Uniti, dove essa non esiste pir. In{atti c' qualcosa di unico
nella situazione di classe americana; qui si ha a che fare
con una sorta di dilatazione dei limiti statali in modo tale
che la vecchia esperienza nazionale, quella cli un micro-
cosmo in cui la verit del singolo coincide con 1a struttuta
socio-economica, non pi reperibile. Nell'epoca dell'impe-
rialismo americano, infatti, come stato detto pi volte,
noi abbiamo le nostfe classi pir basse e s{ruttate spesso
al di
luori
dei con-6ni nazionalri.. persino le nosre classi
lavoratrici sono co[e una borgl.resia in confronto ai con-
tadini o al proletariato del Terzo Mondo
a6.
La letteratura
americana, pertanto, si fatta problen.ratica, per non diie
a
< Consiclcrardo il mondo inrero, se il Nord Amerjca e I'Europa oc-
cidcDtrle possono csser chiamate < le citt del mondo >, allora I'Asia,
i'Africa e l'America latina costituiscono << Ie aree mrali del mondo >. A
partire dalla seconda euerra mondjale il lnovimenro rivotuzionario prole-
tario, per vlie rrgioni, srato temporaneamcrre arrestato o posro in di(i-
colt ncl Nord Ancrica e nelle nazioni capitaliste dell,Occidente europeo,
,ncntrc crescio vigorosamenre il movinlento rivoluzionrrio popolarc in
Asia, AJrjca e nel'An$ica larinr. In qurlche modo dunque, tr rivotuzioDe
nondi.lc contempornnea si presenrx anche nella figura d,un accerchiancnro
delle citt da pafte delle arce rurali...> (LlN Pr,ro, < Long Live the Victory
of the Peoplc's Varl >: cliscorso del I settcmbre 1965, citato nella o thlt
Rcrjeza, XVII, n.ro 6, novernbrc 1965, pp. t ).
442
impossibile, in quanto se si limita al linguaggio e alle for-
me tradizionali di una lettelatura nazio[ale sfugge o non
!oglie le ver'f piir radiceli del proprio esisterc, mentre se
tenta di esprimere quelle verit di {ondo si abolisce come
lettetatura.
Se I'interpretazione allegorica del personaggio appare
pi convincente quando si ha a che fate con una singola
persona che non quando si ha a che fare con un'inteta
rosa di personaggi, come in una commedia di Cechov, al-
lora mi vien fatto di pensare che ci avvenga perch que-
st'ultima si ofire semplicemenle come una omologia tra
una serie di persot]aggi e una serie di classi, mentre la
prima ipotesi nei casi migliori implica quella sorta di con-
traccolpo che proviene da un autentico allatgamento o ti-
fondazione dell'ottlca, quel brusco passaggio
-
che forse
la pi, essenziale espedenza del marxismo come opera-
zione mentale
-
da qualche interna <r verit dell'esisten-
za > al mondo esterno della storia. cos che quando,
in una delle analisi marxiste pir famose, Luhdcs inter-
preta la storia i Morte a Venezia in termini politici,
sembra che egli abbia tovesciata la stessa logica interna
dell'opera, il cui soggetto infatti l'irrompere dell'inconscio
stesso con il suo carattetistico far risalire ci che te-
presso e ci che l.ra valore simbolico nel1a finalmente con-
sapevole mente di Aschenbach. Lo shock implicito nel ri-
conoscere che il destino del biografo di Federico il Grande
risulta emblematico della disintegrazione della Ptussia, con
il suo misto di autoritarismo repressivo e di decadentismo
-
una interpretazione che ottenne l'adesione dello stesso
Thomas Mann
-
i unz componente strutturale dell'analisi
narxista che mira a < rivoltare >> sia il lettore che I'opera,
a << rovesciadi > dall'intetno all'esterno. Bisogna tuttavia
ossetvare cl-re Thonias Mann uno scrittore essenzialmente
allegorico; quindi anche questa interPretazione in ultima
analisi trova una sua gt'ustificazione entro la sttuttura sto-
rica dell'opera stessa.
443
Yl. Marxisnzo e
lorna
nlenn.
lch bin vcniestens berzeugt, dass
dic Shnheit nur die Form einer Form
isr, und dass das, \,as na ihren
*-. ;:;;':.;''.1,',:"rings
ein
scror.
ScrnLLI,N., RdIias-B e|e
La descrizione cl.re abbiamo appena dato della oitica
dialettica come una pratica la cui dimensione carattetizzan-
te appunto quella critica e non quella sistematica, come
un'operazione di rettifica, quasi di restaurazione ontologica,
non dovrebbe venire presa come preclusiva di un approc-
cio uitico pir unitario. Non si clovrebbe perdere di vista il
{atto che, nel proporle tale approccio, le pagine che seguono
divenanno pi speculative che descrittive e che vi sono
senza dubbio una serie cli modi alternativi di coordirare i
termini essenziali di ur.ra critica rrarxista. E, n particolare,
sc non abbiamo dato molto peso al problema delle classi,
perch il modello di classe non mai stato elaborato
in modo soddisfacente per la realt americana, con i suoi
raggruppamenti razziali ed etnici. Il compito di una simile
elaborazione si fa t[ttavia oggi pi urgente, se pensiamo
a quea situazione globale di classe nuova e senza paral-
leli di cui abbiamo fatto cenno poc'anzi.
L'idea di una << forma interna > sviluppata da Goethe
e
i{/ilhclm
von Humbolt, ma gi derivalrte da
plotino,
ci
sembra eflicace pcr una serie di motivi. Si ratra, infatti,
di un concetto che inr.ranziturto erme etico, vale a dire
non implica una vedt di stampo positivistico associata
atenporalmeDte al proprio oggetto, come le leggi delle scien-
zc natatah, ma, al conttario, esso sottolinea l,operazione del-
l'interpretazione in quanto si n.ruove nel tempo, dalla forma
esterna alla forma inrerna, come da ul momento all,altro
in un processo dialettico. Per.tanto la critica viene richia-
mata alle procedure che le sono proprie, come una forma
444
che si dispiega e si svela nel tempo, ma che riflette anche
la propria situazione storico,sociale concreta.
Inolme, il suo modello di una sequenza ordinata di
livelli enro I'opera (o, il che lo stesso, di una sequenza
di momenti in serie consecutiva nel processo interpretativo)
corrisponde alla perfezione a molti snodi di giunzione o d
tfansizione di cui abbiamo parlato precedentenente. Il
lovimento totale di una critica marxista consiste, natutal-
mente, in questo passaggio da una realt di superficie ad
una realt sottostante, da un oggerto appareflremente auto-
nono ad un campo pi ampio di cui questo oggetto
si riveia solo una parte o una articolazione. Tuttavia
abbian-ro visto che questo movirnento pu assumere mol,
te forme diverse: in una di questeJ come in una specie
dt V exierbild, un'ideologia apparentenente sstematica vie-
ne bruscamente riocalizzata entro l'obiettivo di una pole-
nrcr di classe. fn un'alta viene seguita la distinzione di
I{umboldt, essenzialmente linguistica, tra le forme esterne
del linguaggio e lc sue capacir interne di significaro, e
l'opera d'arte, che sempre in qualche senso anche un
oggetto esterno prodotto per il pubblico, viene vista an-
che dali'interno come una specie di merce, che rillette di-
rettameflte, o attfaveso la forza della sua negazione, lo
stato della produzione di merci nel suo periodo storico.
Questa interpretazione pu essere incompleta, ma non
pu certo venire accusata di essere arbiraria: infatti,
mir convinzione che la sola altcrnativa filosoficamente
coereDte a questa interpretazione e derivazione della so-
stanza sociale sia quella che si organizza intorno ad ele-
menti religiosi o teologici
-
di cui il sistema di Nort}rrop
lirie solo uno degli esen.tpi pi recenti. Potten.n.o per-
ci pensare 4 quest'uso interpretativo della < religione >>
come ad una serie di proposizioni immaginarie che si deb-
bono plenderc per vere, se vogliamo evitare le conseguenze
teoreliche del marxismo.
Se per si guardano le cose secondo r-rna prospettiva
445
pir ampia, si vedr che non c' nessuna necessit di giu_
stificare la << aduzione >> socio-economica cl-re il narxismo
considera come il codice esplicativo pi generale per i feno-
taeni culturali e letterari.
Questa
giustificazione gi impli
cita nella nozione dialettica della relazione tra forIrra e
contenuto, cl-re come abbiamo fatto notare sopra, qr-ral-
cosa di completamente diverso dalla nozione afistotelica
di forma e materia. Infatti, la caratteristica essenziale della
rnateria prima letteraria o del suo contenuto latente consiste
proprio nel fatto cl.re essa di fatto non mai inizialmente
senza forma, non mai (a dii1erenza delle sostanze non for-
mate delle altre arti) inizialmente contingente, n.ra piut-
tosto gi i[vestita di significato dall,esterno, altro I.ron es_
sendo se non un insieme di quelle che sono le componenti
della nosra vita sociale concreta: parole, pensiero, oggetti,
desideri, popoli, luoghi, attivit. L,opera d,arte nor confe-
risce significato a questi elemenri, ma piuttosto trrsforma
il loro significato iniziale in una nuova, pi alta ed ir.rtensa
costruzione del significato; per 1o stesso motivo n la crea_
zione n Ia interpretazione dell'opera potranno [la1 essere
un processo arbitrario. (Non
voglio dre con quesio che
l'opera debba necessariaraente essere tealistica, ma solo che
qualsiasi stilizzazione o astrazione che si dia nella sua for_
ma deve in ultima analisi esprimere una qualcl.re profonda
logica interna nel suo contenuto e dipende, infine, dalle
strLrtture dei propri stessi mater.iali sociali).
Questo
, a mio awiso, il << nocciolo nateralistico r>
dell'osservazione di Schiller, che fa da epigrafe a questa
sezione: <( Per quanto mi riguarda, sono convinto che la
bellezza solo la forma di una fonla, e che ci che soli-
tamente viene desigr-uto come suo contenuto, dele esser
pensato necessalamente come un contenuto gi formato >>.
Infatti, la prima conseguenza metodologica della rczione
dialettica cli forma e contenuto che ogni terinine pu
essere tfadotto nell'altro (evidentemente
questo fatto in
::fetta corelazione con il progresso del lavoro interpreta-
416
tivo e con la {ase cui esso pervenuto): perci ogni sffato
di contenuto, leggendo ci che implicito in Schiller, si
svela in realt una forma nascosta mascherata. Ma abbiamo
visto in precedenza
che altrettanto possibile <lire che la
forma in realt solo la proiezione
del conrenuto e della
logica interna di quest'ultimo.
Di fatto, questa distinzione
essenziale utiie solo a patto che in ultima istanza essa
torni ad abolirsi nell'ambiguit
della sostanza artistica, che
pu venire vista di volta in volta o tutta con.e contenuto
o tutta come forma.
Abbiamo perci usaro una terminologia impropria
quando abbiamo parlato di interpretazione:
il contenuto
non l.ra bisogno di essere discusso o interpretato proprio
perch essenziaiqente ed immediatan.rente dotato di signi_
ficato in se stesso, cio dotato di significato qurrrto lo rono
i gesti in una situazione o degli er.runciati in una conver-
sazione. Il contenuto gi concreto in quanto cssenzial-
mente esperienza sociale e storica, e noi possiamo dile
della nostra opera interpretativa o ermeneutica ci che
lo scultore ha deno della sua pietra, cio che basta rimuo_
vete trtte le parti esftanee perch vi appaia gi la statua,
presente
allo stato latente nel blocco di marmo.
pertanto
il processo della critica non ranro una rnterpretazlone
del contenuto quanto una rivelazione di esso, un mettere
a nuclo, un ripristinare il messaggio originario, I'esperienza
originaria, al di l delle distorsioni dei vari tipi di cen,
sura che l'hanno colpito; e questo disvelamento assume la
forma di una spiegazione del motivo per cui il contenuto
stato distorto in tale modo ed cos inseparabile da
una descrizione del meccanismo di questa censura.
E poich pader brevemente di Susan Sontag, prender
come dimostrazione di questo processo il suo notevole sag_
gio sulla {antascienza, The lmaginatior ol Disaster, in ctti
essa ricostmisce il paradigma d base del film fantascienti_
fico,- considerandolo
come un'espressione delle << pi pro_
fonde ansiet clle tormcntano l,esistenza ,lrodarno._, p".,r"
di disastri fisici, della prospettiva di una grave lacetazione
o annientamento univetsale..., [ma
soprattutto] pauta citca
le condizioni della psiche individuale >
nt.
Anche a mio
avviso le cose stanno proprio in questi termini; e il suo
saggio ci d utr panorama abbastanza completo attravetso
nrateriali di cui fa uso h lcntescienza. jt.x/o sua princiTia.
Ma e se quest elementi, parte integrante della fantascien-
za, non fossero anch'essi altro che una mascheratura, un
<( contenuto nanifesto >> che setve a distrarre la nosa at-
tenzione da qualche pi profonda soddisfazione cl.re giace
ed opera nella forma?
Tnfatti, al di l del divertimento supcrficiale che ci {or-
niscono questi passatempi, al di l della pteoccupazione
superficiale delle nostre menti quando ne fruiamo, l'inro-
spezione ci rivela una motivazione secolrdaria del tr,rtto di
versa da quella ota descritta. Pet un verso, queste ope-
re, in patticolare durante il loro periodo d'oro, dopo la
fine della guerra e negli anni cinquanta, esPrimono senza
mezzi termini la nistica dello scienziato; e cos clicendo non
mi riferisco tanto al prestigio esterno o alla funzione so-
ciale, ma piuttosto ad una specie di sogr.ro popolare col-
lettivo circa lo stile di vita dello scienziato stcsso: egli lron
lavora nel senso veale della parola (anche se possiede un
potere ed un alto
"tato
socirlet. la sua remunerrzionc non
nonetaria o per lo meno i soldi non sono il suo ol:iet-
tivo, c' qualcosa di af{ascinante ne1 suo laboratorio
(il
labolatorio domestico viene ir.rgigantito lino a dinensioni
stiruzionali e appare come una combinazione tta la fabbrica
e la clinica), nel suo lavorare di none (egli non legato
alla routine o alla giornata lavorativa di otto ore); le sue
stesse operazioni intellettuali sono delle caricature di ci
che i non-intellettuali imnaginano sia il < lavoro di te-
sta )> e la cultura libresca. V', inolte, la suggestione di un
ritorno alle vecclrie fornle cli organizzazione del lavoro: al
41
Aldirst Intetprctatia , op. cir., p.220.
4,18
mondo pir a misura umana e psicologicamente grattficante
delle corporazione, in cui il vecchio scienziato il maesro
e il giovane I'apprendista, in cui la figlia del vecchio
diventa abbastanza naturalmente il simbolo d'una selie di
trasferimenti di funzioni. E si potrebbe proseguire, petch
questi matti potrebbero venire elaborati ulteriormente e
arricchiti da alri dati ancora. Ci a cui voglio arrivare
che nessuno di qucsti elemeuti mitici ha qualcosa a cl.re {are
con la scienza, ma piuttosto un ti{Iesso distorto dei nostli
sentimenti e dei nostri sogni sul lauoro ahenato e non
alienato: un appagamento del desiderio che assume coue
proprio oggetto una visione del lavoro ideale o di quello che
Marcuse avrebbe cliamato il lavoro < libidinalmente grati-
ficante r>. Ma si ratta naturalmente di un sotldisfacimento
clel desiderio di tipo particolare, ed proprio questa snut-
tura che importante anali.zzate.
Infatti qui non abbiamo a che fare con il tipo di
ider.rtificazione psichica e di appagamento clei desideri
diretti e manifesti clre pouebbeto venire illusnati (Per
quanto riguada gli scienziati), ad esempio, dalle opere di
C. P, Snow, Piuttosto, cluesta una gratificazione simbo-
lica che deve nascondete la sua presenza: pertanto I'identifi-
cazione con 1o scienziato non la molla principale della
rama, ma solo una sua preconclizione; ed come se, in
modo piuttosto kantiano, la gratificazione simbolica non
riguardi gli eventi del tacconto, ma l'intelaiatura conoscitiva
(l'universo della scienza, la scissione dell'atomo, le incur-
sioni astronomiche in un alo spazio) senza la quale il
racconto non avrebbe potuto prender corpo. In questa pro-
spettiva tutta la violenza cataclismica della narrativa fan-
tascientifica
-
le costruzioni vacillanti, lo stato d'assedio, il
mostro che improwisamente emerge dalla baia di Tokyo
-
non alro che un pretesto che serve sia a distogliere la
mente dalle sue opetazioni fantastiche piir profonde, sia a
r-rotivare avventutosamente queste fantasie.
Senza dubbio potrenno procedere oltre e climosfare
449
--r
che accanto a questa fantasia cilca ii lavoro, v' anche qual,
cos'alro che ha a che vedere con la vita collettiva e usa
l'emelgenza cosmica della {antascienza come un modo per
rivivere una siruazione morale, una solidariet da tempo
di guelra: il riunirsi assicme clei superstiti della cata-
strofe planetaria solo il sogno distorto e spostato di una
collettivit pir) umana e di una organizzazione piir sociale.
In questo senso la violenza di superficie dell'opera dop-
pirmcnte motirara. perchc prr essere visla comc una rLr-
tura nella tediosa routine della vita borghese; e perch
d'alro canto quella violenza travestira pu venire vista
come I'espressione della rabbia per la mancata realizza-
zione clelle fantasie inconscie che sono state cos suscitate.
La {orma interna di questo tipo di opera apparente-
mente negativa e governata dall'ansiet, pertanto una
fantasia positiva che abbiamo espresso col linguaggio della
gratificaziofle del lavoro. I termini in cui descriviamo que-
sta lurnl inlerna o Erlcbuis sono cornunquc merro irnpor
tanti del movimento stesso, nediante il quale riemergiamo
i.n cyrel luctgo del corcrcto cl.re stato descritto in una se-
zione precedente come la mediazione tfa il privato e il
pr.rbblico, tra la reait individuale e quella socio-economica,
tra l'esistenziale e la storia. Il compito della cr.itica dialetti
ca infatti non consiste rreI me ele fu rapporto queste due
dimensioni: esse sono gi in rapporto tra di loro, sia nella
nostra esperienza di vita che in qualsiasi opera d'arte non
totalmente degradata. Piuttosto, questo tipo di critica deve
dare articolazione all'opera e al suo contenuto in modo tale
che questa relaziole resti svelata e sia o toni di nuovo
visibile.
Infatti noi abbiamo a che fare con ula relazione di
identit che nondimeno richiede una completa trtduzione
da un insiene di termini ad un alro: le due din.rensior.ri sono
una, ed infatti il valore propedeutico dell'arte consistc
nel suo avviarci alla comprensione del valore essenzialmen-
te storico e socille di ci che altrimenti avremrno assunlo
ls0
come una questione cli esperienza individuale. Ma questo
si compie spostando i livelli o i punti di vista, novenclosi
clall'esperienza al suo tereno o situazione concteta, come da
una forma al contenuto o da un contenuto alla forma.
I termini irr cui viene descritra la dimensione socio eco-
nomica dell'esperienza non sotro corlunque limitati al lavoro,
non sono soltanto la produzione cli valore e la trasforma-
zione del reale. Infatti il contenuto essenziale di questa
esperienza non pu mai venire determinato anticjpata-
mente c varia dai modi pi sostanziali di alhontare il
mondo, alle percezior.ri pi minute e specializzate.
Questa
autenticit viene perci descritta pi facilmente in modo
negativo, co1]le tutto ci che sfugge alla vacuit dell'esisten-
za di routine, al monotono passare del tempo: come quella
chc ci pernrctrc di rist"rbilire un corratto intermittente
ma fotte con 'esperienza genuina; e la forma cl.re questo
contatto assume tutt'uno con le possibilit storiche clel-
I'organizzazione socio economica stessa.
Ma la terminologia dclla gratificazione del lavoro ci
pu essere ntilc, perch riesce a spiegarci Ia censura d,e7
lavolo stesso, ci fa capire perch questo itr.rpulso doveva
venire nascosto perch si potesse atrivare in primo luogo
alla sodclisfazione artistica; e in questo senso colna una
lunzione di cui ogni alna descrizione cli questa forma
interna deve render cor.rto. Infatti, particolarmente nella
societ borghese, il dato del lavoro e della produzioue
la chiave stessa per ogni vero pensare stotico
-

anche un segteto conservato pi gelosamente di qualsiasi


altro nella nostra cultura.
Questo
infatti il significato
stesso della mcrce cone forma: obliterare i segni del
lavoro sul plodotto al fire cli permetterci di dimenticate
pi facilmente la strlrttura di classe che costituisce la sua
cornice organizzativa. Sarebbe sorprenclente se questo oc-
cultamento del lavoro non lasciasse il suo marchio anche
sulla produzione aftistica, sia sulla forma che sul conte-
nuto, come ci dimostfa Aclornor < Le opere d'atte devono
451.
I
la loro esistenza alla divisione sociale del lavoro, alla
separazione del lavoro intellettuale da quello 6sico. In
cluesta situazione, conunque, esse appaiono sotto la luce
cli ur.r'esistenza indipendente; infatti il loro medium non
cluello dello spirito puro ed autonomo, ma piuttosto cli
ur.ro spirito chc essendo divenuto oggetto ora pretende di
avere supetato l'opposizione ua i due tipi di lavoro.
Que-
sta contraddizione obbliga l'opera d'arte a nascondete il
fatto di cssere ssa stessa una costtuzione umana: la sua
stessa ptetesa di significato, e con ci la sua conseguente
pretesa di esistenza umana, la pu mantenere in modo tanto
pi convincente quanto minori sono in essa i segni che ci
ricordano il suo carattete di prodotto, mene le del
tutto esterno quello < spirito >> cui pretende di dovere la
propria esistcnza. L'arte che non pu pi con buona co"
scienza coprire questo inganno
-
il suo pi profonclo
ed intimo principio
-
ha gi dissolto il solo elemento in
cui pu realizzarsi.., E se l'autonomia dell'arte in generale
impensabile senza questo occultamento del lavoro, que-
st'ultino, nel tardo capitalismo, diviene problematico, cli-
viene ora a sua volta un programmal sotto il dominio del
valore di scambio e clelle crescenti contaddizioni di que-
sto dominio rr'0.
Qui
viene dunque formulato entro i
concetto stesso di lavoro
-
sia nella forma della divi
sione del lavoro in generale o nei pi specializzati tipi
di produzione caratteristici del capitalismo
-
il principio
della censura del processo lavorativo, dell'occultamento
delle tacce d'ogni tavaglio nel prodotto.
Se ci volgiamo ora dalla cultura popolare agli artefatti
pi sofisticati della letteratura ufficiale, toviamo che l'ela-
borazione artistica aggiunge una nlrova complessit alla
struttura dell'opera senza con ci alterare essenzialmente il
n.roclello che abbiamo dato. In particolate si pu dire che
a3
h Vtrsitb iiber Wrs,tt, p. 88.
452
la letteratura come forma d'arte includa l'intero valore
della propria creazione nel processo, cosicch la forma in-
terna delle opere letterarie, per lo meno nei tempi moderni,
finisce per esibire come loro soggetto o la produzione come
tale o anche la produzione lettertui.t
-
entrambe in ogni
caso distinte dal contenuto manifesto, ostentato del lavoro.
pertanto un errore pensarer per esempio, che i Jibri
di Hemingway trattino essenzialmente c{i temi come il co-
raggio, l'amore e la morte; in realt il loro soggetto pir pro-
fondo semplicemente la scrittura di un certo tipo di enun-
ciato, a pratica di un certo stile.
Questa
, infatri,
'esperienza pi << concreta >> in Hemingway; e tuttavia, per
capire la sua relazione con le altre, pi drammatiche,
espetienze, dobbiamo riformulare la nosra nozione di
forma interna secondo il modello pi conplesso di una
gerarcbia di motiuazioni in cui i vari elementi dell,opera
vengono ordinati a vai livelli dalla superficie, e selvono cia-
scurlo, per cos dire, come pretesto per l'esistenza di un ele-
tnento pi profondo; cosiccl.r ogni cosa nell'opera, se con-
siderata da n punto di vista generale, esiste al filre di
portare ad espressione quel livello pi profondo dell'opera
che il concreto stesso; o) rovesciando il modello al moclo
clclla Scuola di Praga, dician.ro cl.re {unziona anche per porre
ia uista il contenlrto pir essenziale dell'opera
at,
A prima vista l'enorme influenza di Hemingrvay come
modello di vita sembrerebbe dovuta innanzitutto ad una spc-
cie di contenuto etico; llon tanto una << filosofia della vita >
quanto un istintivo ed inffansigenre rifiuto di ci cl.re im-
provvisamente dimostra di non essete pi realmenLe vivo.
at
Qucsto forsc i nornenro, di diLc cLc io non rircnso de1 turro
inconciliabilc il fonnalisno
-
sia Cecoslov:rcco chc Russo
-
con il maLxi,
smo: infatti, ta l'altro, credo che l'rnalisi di Hemineway che ora segue sia
sostanzialmente un analisi formalisra; m ni rjscno per un'altra scde una
pir ampia e densa discussionc dcl nodello lc$crafio formaljsta, cos comc
dello suttur.lismo.
453
< Non pir divertente )>: questa la linea di confine ua
l'euforia e il cattivo umore, tra la vita reale e una specie
di ircapacit di vivere che esaspera ed awelena I'esisteuza
<lell'eroe e di quelli che 1o circondano. Questi
sono i due
poli della cteazione di Hemingway:
quei momenti impa-
reggiabili di pienezza dentro la natura da un lato e dal-
I'altro lato nordenti e improvvisi umori, rapide fitte di
collera o di nostalgia. Entrambi questi elementi sono pre-
senti nelle luminose pagine iniziali di Across the Riuer
and lrto the Trees
",
dove il tetrc barcaiolo si presenta
al colonnello Cantwell come il nunzio della morte Non
esagerato dire che questa opposizione corrisponde alla
opposizione pi generale d'una vita tta le cose e d'una vita
con le alte petsone, tra natura e societ; infatti, Heming-
way stesso diceva di {requente: << sempte stata la gente a
pome limiti alla felcit, se si eccettuano quei pochi che
sono buoni come la
Primavera
t>
t't
Ma questa, che sembrerebbe essere innanzitutto e so-
prattutto una esperienza di vita solo una proiezione dello
stile. La grande scoperta di Hemingway stata ch'era
possibile una specie di ritorno alle sorgenti stesse della pro-
duttivit verbale, a patto di dimenticare tutto quanto 11-
guarda le parole, per concentrarsi solo sul compito cli pre-
disporre gli oggetti che esse dovrebbero descrivere Ed ecco
cos una ftase come la seguente, cl-re mi sempre parsa
quasi un prototipo originario dei petiodi di llemit.rgway:
o Dalla porta di servizio di casa Smitl.r, Lz poteva vedere
il passaggio delle chiatte di metallo atraverso il lago di-
rette a Boyne City.
Quando
le guardava pateva che non
si muovessero aflatto, ma se andava dentro ad asciugale
un altro po'di piatti e poi veniva nuovamente {uori, allora
*
Oltrc il lu"1c,
tld sli
ilbc, ediz Mondadorl
(,l T)'
50
A
^|o1.)cdble
leasr
(Ncrv Yotk, 19'li trad itrl ,
Pdtiei, uta lesta
454
erano gi fuori vista, diero il promontorio >
sr.
Qualcosa
viene lasciato fuori: sia il movimento reale in s che quello
stile a prtole pleine che avrebbe in qualche modo potuto
<< renderlo >; ed Hemingway ad alo proposito ha padato
anche dell'importanza dell'omissione come procedura let-
teraria
s2.
Ma anche nelle rappresentazioni del cattivo umore
viene omesso qualcosa: 1o spazio a le osservazioni, per
co< dire. ed quesrr predi<posizone. ora praricata su ma-
teriale umano, che con{erisce al dialogo di Hemingway
il suo effetto elettfico. Pertanto sbagliato dire che He-
mingway cominci col desiderio di esprimere o convogliare
cette esperienze essenziali; al contrario, egli cominci col
desiderio di scrivere un certo tipo di periodi, una specie
di compte rendu
neottaTe degli spostamenti esterni, e molto
presto egli scopr che questo enunciato pu assolvefe al-
ttettanto bene a due tipi di funzioni: registrare il movi-
mento nel mondo esterno e suggerire la tensione e I'aspro
risentimento tra le persone che viene esptesso a {asi in-
termittenti nel loro commento parlato.
Cos noi torniamo alla rostra polemica inizialc, afielman-
do chc ci che realmente accade in un romanzo di Heming-
rvay, l'evento pit importante, la categoria dominante del-
I'csperienza, per lo scrittore come per il lenore, il pro-
cesso dello scrivere: e questo risulta forse pir chiaramente
che altrove in un'opera semplice com' Vedi colline d'Afri-
ca, dove la caccia e i'uccisione dell'ar.rimale (nel contenuto)
sono soltanto il pretesto per una d.escrizione otmale di
sr
<Up
jn
Nlichigan >, ln Thc Ftrct Fartt.Nije Stoes, London, 1962
(oad. ital., I quatatta ore turc ti, Torit\o, Einaudi, 1953, pp. 87ss.; la
primr ediz. in inelcse non owiamente quella cit. dal Jameson, ma quela
della Ch. Scribner and S., di Nerv York, 1918, cos come la prima cdiz.
ital. del 1946, r.d. T.).
s2
Si veda per esempio Death the Alte ooll (Ncw York, 1912), p.
192: < Se un prosatorc conosce abbastanza le cose di cui sra scrivendo, pu
nche omettere ci che ei bcn conosce e il letrorc, sc lo scrirtore sta scri,
vendo con sufficiente verit, avr dj qelle cose omesse un sentimento forte,
propro come se 1o scrittore sliclc avesse mostrate >. E si vcda anche ,4
Motcable Feast, p.75
lMae nel paneissio, rad. ir.rl., Torino, 1947$.).
cluesto tipo di azione. Il lettore non tanto interessato
ad osservate l'uccisione quanto a vedere se il linguaggio
di Hemingrvay sar volta per volta all'altezza della situa-
zione: << Un po' oltre un branco di faraone atttavets
sfrecciando la strada, cotrcndo con la testa tesa, col mo-
vjmento dei trottatori. Appena balzai dalla macchina e mi
buttai ad inseguirle esse volarono via, le gambe ripiegate
sotto, pesantissime, chiocciando e sbattendo tumorosamente
le corte ali, per portarsi al di sopra degli alberi, pir avant'
Ne abbattei clue che caddero battendo pesantemente a
tera e giacquero agitando le ali. Abdullah tagli loro a
testa, perch si potessero mangiare senza violare la leg-
ge >
s3.
Il << fine ,> reale perseguito evider.rtemente il fine
costituito dall'enunciato stesso.
Da questo punto chiave della creazione di Hemingrvay
si pu dedurre tutto il resto: l'esperienza della procluzione
dell'enuuciato la forma assunta nel mondo di Hemingway
dal lavoro non alienato. Lo scrivere, ora concepito come
una abilir, viene cos assimilato ad altre abilit come quella
della caccia, della tauromachia, della pesca e della guetra,
che ptoiettano un'immagine totale della partecipazione te-
cnica, attiva e omoiassofbente, dell'uomo nel mondo estet-
no.
Quest'ideologia
della tecnica evidentemente riflette la
pi genetale situazione del lavoro in America, dove il ma-
schio americano, essendo situato in un contesto in cui n le
classi sociali sono chiaramente definibili n tra di loro ci
sono delle barriere rigide ed insormontabili, viene valutato
convenzionalmente in apporto alle divcrse nansioni che
svolge e alle abilit che possiede ll culto di Hemingway
pet tl machisno il tentativo di venire a patti con la
grande trasformazione indusriale dell'Ametica post-bellica,
negli anni Venti: soddisfa l'etica protestante del lavoro
mentte glorifrca l'ozio; riconcilia gli irrpulsi pi profondi
s3
The Gteen tulls ol Alrica (New York, 1915; trad. ital, Milano-
Roma, 1946, poi Torino, 1957 ss ),
pp lS 16.
456
e vivificanti verso I'intetezza con uno status quo it-r cui
solo lo sport ti consente di sentirti libero e integto.
Quanto
all'ambiente umano, I'espario stesso una spe"
cie di espediente o pretesto per i libri di Hemingway. In-
fatti l'immensa e complessa fabbrica della realt socialc
ameticana chiaramente inaccessibile al fraseggiare atten'
to e selettivo, che egli pratica: pertanto utile avele a
che lare con una realt assottigliata, la realt di culture
straniere e linguaggi stranieri, dove gli esseri singoli ci
stanno innanzi non nella densit cli una situazione sociale
concreta in cui anche noi siamo coinvolti, ma piuttosto
neTla chiatezza di oggetti che possono venire velbalmente
circosuitti. E quando alla fine della sua vita il mondo co-
minci a cambiare e la rivoluzione cubana si ritir in buon
ofdine entro i confini degli Stati Uniti, non mi sembra
troppo forzato supporre che fu Ia resistenza a questa realt
amelicana, che egli come sctittore non aveva mai praticato,
che lo port all'impotenza stilistica ecl infinc al suicidio
Se turto ci suggeri.ce quacosr su cotnc una critic,t
marxistx ticostruirebbe la forma interna clell'opera lette-
raria, in termini sia di occultamento che cli rivelazione dcl
colrcteto, ci resta a[cora da dire qualcosa circa le implica-
zior.ri di questa teoria risPetto ai giudizi o alle valutazioui
lettefarie, per come sono di solito pfaticate. Infatti, sosre-
nere che il compito del critico rivelare cluesta dirnensione
censurata de1 lavoro, implica, per lo meno nell'arte cos
com' praticata oggi, e nella societ in cui praticata, anche
l'afiermazione che la superficie dell'opera una specie di
mistificazione organica.
Questo
il punto in cui, in altre
parole, la critica n.arxista deve ancora una volta tornate
a fare i conti con l'arte moclerna; ed io sono gi amivato
alle conclusioni che l'opposizione lukcsiana a certe fotme
moderne d'atte
(cos cone l'opposizione dei citici sovietici
pi tadizionali) per lo meno in parte una questione di
gusto e cli condizionamento culturale.
Nondimeno, a mio avviso, ancota molto deve essere
457
detto di lronte a certe difese articolare
.di
quesri aspetti
del modernisno come la << nuova sensibilit > di Susan Son-
tag o Ia Letteratura del Silenzio di Ihab Hassan.
Queste
teorie riflettono una cultuta perfettamente coerentej con la
quale abbiamo rutti familiarit: la musica di
John
Cage,
i films di Andy larhol, i romanzi di Burroughs, le com-
medie di Beckett, Godard, Norman O. Brorvn, il concetto
di < camp >>, dell'esoterismo artificiale e dell'estremismo so-
fisticato, le esperienze psichedeliche, ecc.; e nessuna critica
pu fare a meno di sottomettersi al fascino di tutte queste
cose come stilizzazione della realt.
Dovrebbe essere messo in risalto, comunquer che questo
nuovo raodernismo difTerisce da quello precedente, classico,
delf inizio del secolo, per lo meno per un motivo: le vecchie
opere << moderne > erano profondamente antisociali e face-
vano i conti con l'istintiva ostlir del pubblico borghese a
cui si contrapponevar.o corre negazione e rifiuto. Ci che
carattetizza il nuovo modernismo il fano che esso po-
polare: orse non nelle cittadine del Middle
\West,
nra certo
nel mondo dominante della moda e dei mass media. Ci
pu anche voler dre che quesre opere sono giunte ad avere
una utilit sociale dal punto di vista della struttura socio-
economica esistente; o che sono da guardare con sospetto
profondo dal punto di vista rivoluzionario.
Ma, si dir, quest'arte esprime 7a realt americana; e
qui infatti sta la loro ambiguit. Essendo americani noi non
possiauro certo restare indifierenti a cose come la pop elt
che esprime in n.rodo mirabile la realt tangibile e nateriale,
la specificit di quella < vira americana > che ci propria.
Dovrebbe essere cos chiaro che la critica del nuovo mo-
demismo non pu essete esterna, ma solo interna, che essa
o dovrcbbe es(erc prrre di rrna crescenrc auro-co<cienza
(nel rafiorzato senso dialettico cl.re abbiamo conferito al
termine) e implica un giudizio su noi stessi allo stesso modo
in cui implica un giudizio sulle opere d'arte alle quali rea-
giamo. L'ambiguit, in altre parole, sta sia nella nostra
458
posizione rivoluzionaria che nell'oggetto artistico: nella mi-
sura in cui il rivoluzionario esso stesso un prodotto
della societ che condanna, il suo atteggiamento rivoluzio-
nario dovrebbe aver pfemessa in una negazione di s, in
una dissociazione inizialmente soggettiva che deve prece-
dere la clissociazione oggettiva, politica.
Questo
il motivo
per cui il dramma della nuova arle comporta un maggore
e pi complesso cast di personaggi di quanto non avvenisse
nell'ambito della lotta tra il filisteo e il modernista: questi
due, nelle persone del consumatore d'arte e del venditore
o impresario di happenings, hanno cominciato ad amalga-
marsi, e acl essi va aggiunto un terzo personaggio sotto la
specie della coscienza infelice rivoluzionaria che abbiamo
descritto e che nella nostra cultura rova sempre pi1 dif-
ficile distinguere ra la negazione reale e quella immagina-
ria, o in definitiva ta 1a negazione immaginaria e la pro-
mozione del positivo stesso.
La critica pi efficace all'ideologia della nuova sensi
bilit o del nuovo misticismo limane ancora il commento
di Matx alla nozione hegeliana di religione, cos come 1o
troviamo rei Manoscritti econonico-frlosofci del '14. In-
fafii pfopfio come i portavoce della nuova modernit pro-
clamano che essa esprime la nosa societ, cos Hegel ha
dimosnato che la religione eta un'espressione del nostto
spirito umano, 7a sua oggettiuazone; e nel dire ci non
cancellava cerlo Iulle lc cmbigue esitazioni tra incarnlzione
e alienazione cl.re una simile patola comporta.
Pertanto il sistema di Hegel implica che << I'uomo auto-
cosciente, in quanto ha riconosciuto e soppresso come au-
toalienazione il mondo spirituale, ossia il generale modo
d'esistenza spirituale del suo mondo, conferma, poi di nuovo
il medesimo mondo in questa figura alienata e la d per la
sua veta esistenza, la ristabilisce e pretende di essere a szo
agio nel suo esser-altro. E quindi dopo la soppressione,
per esempio, della religione, dopo il riconoscimento della
religione come un prodotto dell'autoalienazione, egli poi
trova, tuttavia, ura conferma di s nella religione corue
religone... Dunque: la ragione a suo agio nella non-
ragione. L'uomo, che ha riconosciuto di condute, nel di
ritto, nela politica, ecc., una vita alienata, conduce in que-
sta vta alienata come tale la sua veta vita Lrmana >
s4,
cos cl.re clal riconoscimento ddl'opera d'arte come
un'esptessione mascherata ed un'alienazione della realt,
basta solo lrn passo per arrivate a non trovafe scandalosa,
anzi a .ar pace finalmente con la necessit di questi ma-
scheramenti e di questa alienazione.
In questa situazione la funzione della critica letteraria
diventa chiara. Anche se la nosta un'et in cui vige uno
spirito critico, non mi senbra molto opportuno che i critici
esaltino la loro attivit affancandola al livello della crea-
zione letteraria, come viene fatto col.t qualche faciloneria
in Francia oggi. pi onesto e pil dialettico mettere in
luce che lo scopo e la rilevanza della critica varia con il
vafiare dei momenti stolici ed ideologici. Pertanto, stato
detto che l critica letteraria efa uno strumento privilegiato
nella lotta cotlro il dispotismo del diciannovesimo secolo
(in particolare quello zarista in Russia), perch era quello
il solo modo per conrabbandare idee e dissimulati com-
mentari politici in modo da farli passare attraverso le cen"
sute,
Questo
va ora inteso non in un senso esterno, ma
con un significato interno, allegorico. Le opere di cultura
ci sono perveute come segni in un coclice quasi dimenti-
caro. o sintonri d mllatrie che non riconosciamo neppure
pi come tali, come frammenti di una totalit per la
cluale ci mancano da tempo gli organi di petcezione. Nella
vecchia cultura, le opere che un Lukcs definiva come rea-
listicl.re erano essenzialmente quelle cl.re si pottavano inne-
stati dentro gli elemetrti della propria interpretazione, che
erano ad un tempo il fatto e il commentario sul fatto.
s4
K. MARX, Ea ! Wtitines, cdit. by T. Bottomore (New York, 1964).
460
Ora questi clue momenti sono a[cora una vo]ta divisi I'uno
dall'alto e il fatto letterario, come gli altri oggetti che
costituiscono a nostra reat sociale, esige a gran voce il
commento, I'intcrpretazione, la decifrazione, la diagnosi.
Si appella invano alle alre discipline: la filosofia anglo-
americana stata da lungo tempo spogliata d'ogni perico-
losa capacit speculativa e, come nel caso della scienza
politica, basterebbe solo pensare alla sua distanza attuale
dalle grandi teorie ed utopie politiche del passato per
renderci cofto fino a che punto il pensiero nella nosua cul-
lura stia asfissiando e non riesca ad immaginare pi nul,
l'alto, se non quello che (nel senso pi angusro) . Tocca
forse anche alla cririca IerLeraria corrLinualc a conir.rglle
l'interno con l'esterno, l'esistenza con la stotia, continuare
a giudicare della
Qualit
astratta della vita nel preser.rre, a
mantenere viva l'idea di un {uturo concreto. un compito
ungo: possa <limostlarsene ancora all'altezza!
ji,
461
i
I
j
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INDICtr ANALITICO
Adams, H.P., 240, n. 11.
Adorno, T.\v., 4, 5, 15-74, 126,
128, 160, 181, n. l, 340, 4J7.3a,
,151;
dilettica come opemzione
conceltuale, 18-22;
-su
Beethoven,
5l'58; su llesel, 5864; sulla sto-
ria della musica, 27-12; su Schoen-
bets, 32-45, 48-52; s Stravinski,
15'48j < dialettica nesativa >, 70-
14, 126128; rapporti tra arte e
societ, 48 50; pensiero sociale di
4., 67-70t uso delle categotie, 21,
n. 2, 66-61, 37980, )86-87.
alienazione, 76, 185, 209'10, 265.
66,458-60.
^llceoia,
75.16, 84.90, 134.135, 161-
162, 441-4J.
Althussef, louis, 104.
Arason, Louis, 111, 291.
Aristotele, 361, 364, 4)', 417, 446.
Auetbach, Erich, 204 n. 7.
Austen, lane, 194.
Babbit, Irving, 156.
Bachelard, Gaston, l5l.
Bacone, Francis, 407.
Balzac, Honor <1e, 22, 2J, 24, 56,
112, 111, t97,r98, 213, 216-17,
224"221, 290, 293, t48, 4)r, 441.
Baran, Paul (e Sweezy P,ul), 50,
bafocco (il),84'87.
Batthes, Roland, 73, 35), )10, 371
n. 11, 140.
Baudelaire, Charles, 17, 79, 87, 89,
9t, 221, 2j6, 348, 351.52.
Bcauvoir (de) Simone, 241, t09 n.
19, 311 n. 41, 188'189.
Becke*, Samuel, 458.
Beerhoven (van) LLrdrvig, 28, 53-58.
Benichou, ?aul, 417, 419-422, 129.
Benjamin \Valter, 75.100, 1]9, 141,
140; analisi del mito e simboli'
smo, 80-81; come pensatote alle-
soico, 75 77, 9l-92; invenzioni.
meccaniche, 78, 91-93; menoria,
77-79; memoria e narrazione, 94-
97; sostituti della memoria, 78,
9092, 94; st Goethe, 79-84; su
Lcskov, 94-97; potere degli og-
getti, 81-82, 86'87, 90-92; l^ teo-
ti^ <leIl'aara, 92-94; teotia della
novclla (in rapporto a quella di
Sartre), 94-95; tcoria del barocco,
84,87.
Bere, Alban, 52.
Bclsson, Henfi, rc6, 143-144, 146.
Bernstein, Eduafd, 77.
Blake, Villiam, 155-35.
471
Bloch, Ernst, 133179, 34Dt
^|leso.
ria conto simbolisno, 165-167;
anlisi dcl passato, 146.'1,8; zn-
lisi dell'Istan!e preseDte, 151-56,
158, 162-61; parasonato 4 Sartfer
157-59j Ia morte, 152.51, 162-64;
la filosofia dell'esistenza, 150-51;
Faust, 159.60; aspirazioni realiz-
zate contro aspirazioni d'attcsa,
144-,15; marxismo e reigionc, 114-
36, 176-178 il Nuovo (rorr,
),
1.{l'4,4j tcvisione dell'inconscio
freudiano, 146-151; critica dci
modi statici del pensiero, 145 46;
tendenza contro l^renza, 75'69;
ln < traccia >, ll8'141; forme leF
tefaie utopichc, 164 65.
Bloch, Mllrc, 248.
Boolh, Vaync C., r9l-97.
Bordieu, Piere, 416 n.
,{1.
Braudel, Fernand, 146.
Brecht, Beftol(l, 99.
Breton, Andr, 100, 11212J, 1)3,
)55,405,406.
Brovn, Norman O., 458.
Brcvnins, Robeft,201.
Bukharin, Nikolai, 400.
Burke, Edmund, 222.
Burtouehs, filliam, 158.
Case, John, 1t8.
Caldetn de la Barca, P., 81.
Camus, Albert, 188.
capitalismo, contenuti anti-artistici
del, 35-J9, 49-52, 79 80, 120 r2),
1a5,19r, 219.27, )90-91, 4j7-)8,
442.4).
categorie clella itica lettetaria, 66-
67, 344.45, )49.50, )51, 368-69,
172'71, 379 81, 192-97; personas'
Ei, 290, 44142, in rapporio alle
catesorie economiche, J63'64: io-
172
ni, )9596, narrativa, 9.f-97, 114-
t7, 119.42, 164-66, 169"76, 223-
26, 286 97; intreccio, 44042r iI
punto di vista, 291-95, )9297;
stile, Jr'14, 3681r, 439-40, 151-
56; loro uso nella storioeratia,
286,97.
Caudwell, Chtistopher (Christopher
St. John Sprigg), 1,8, 115.
Cline (Louis lerdinand Dstouchcs),
116,395.
ccnsura (concetto i), 115.16, 385,
4r4,448.52.
Ccrvantes Saavedra (de) Miguel,
Dok Chilciatte, 196.197, 319.
Chatc.rubLiand, Franfois Rn, 17.
Cekhov, Anton, 443.
Chesneau, Ernest, 350.
Childe, Gordon, 8.
Chiodi, Pietro, 229 n. l, 264.65,
289.
cosccnza di clrsse cd infanzia,2l9
43, 123-24; come mediazione tra
dre codici, 128-19; come confljt-
ro, )32-37t limiri. epistemolosici
imposti da, 205-11; sua lotmazio-
ne storica, 11,{ ll8; neeli USA
oezi, 41241; suo so ncll'analisi
lctteraria rnarxista,
.116
32.
Ciaudel, Paul, 121.
Conrad, loseph, 396.
contenuto, come dcterminazione del-
la fofmr, 185 191, 162-167, J82-
J92, 445 447 .
Cofneille, ?ieffe, 420.
Crane, Hart, 119.
Craschaw, Richrtd, 168.
Croce, Benedetto, 401402,
,1o4.
Dante (Aliehjeri), 75'16, 88, 317,
168.
Danto, Arthur C., 228 n. 11, 2J5
n.8.
David, Jacques Louis, 427'28, 428
429, 41t.
Denida, Jacques, 7,1)9, 436 n. 44.
Descartes, Rcn (Cartesio), 5, 27.
determinismo, 18, 397-400.
dialettica, come otemzionc concet,
tale, 18-21, 59.60, 68,13, 3)9 42,
)73, i74 79, )84-85,410.t2,4r5.
16, 42122; cone rettificazionc,
10,14, 340 42, 40A 405, 412.14.,
differenze tra quella hcseliana e
qrrelrx marxrsra, )ur-1)2, ttt ttj
278-19, )99-41q nela storia, l0-
31, 343-45; nella cultura, 29-11.
Diclrens, Charles, 55, 197, 220, 29A,
371.
Dilthev, Vilhelm, 178.
divisione del lavoro, 15, 76, 104'
105, 186,91, J9091, 410.12, 45t-
52.
Donne, John, 358, 368.
Dostojevskj, Fjodor, 47, 1J6, 200,
220.
Drieu La Rochelle, Pierre, 116.
Ilior, T. S., 88, 148, 155, lJ6 n. 4,
368.
empirismo, 2-3, 405,407.
Engels, Freclrich, 2J, tl2 n.
'17,
186, 245, 266, 274, 121, 32,4.)25,
180 n. 18, 407, 118,441.
Efikson, Erik, 79.
ermenutica, 100-102, 108-109, 110-
111, 135,J6, 164, 385, 444.
Esbroek, Michcl van, 115 n.48.
Escarpit, Robrt, 416 n. 44.
espressionisno, l819.
Ferlatet Mor, Jos, 411.
Feuerbach, Ludwig, 291.
Fieldine, Henry, 348.
fisurazione (ideosrammi), 18-20, 108-
109, 117-19, t29, 1J7 12, 156"57,
16t.62, 161.170.
Iischer, Ernst, 8.
Iitzgetald F. Scot,
(.'l
cnc la
notte), 39) .
Flaubert, Gustave, 56, t16, 198,
202, 218, 22), 224, 226.21, 236,
242-43, 290, 118, 348-49, 42j.24,
426,43r.
Ford, I. Madox, 396.
{ortla (interna), 444.48, 452.5}.
Formalismo (Russo e Cecoslovrcco),
i17 ,
t+Ij,
453.
Ioucault, Michel, 154.
France, Anatole, 406.
Ireud, Siemund, 7, 101, 105, 106,
115 16, 118, 124,27, 1)7, 146 47,
151, 250-51, 401, 41li psicoand-
lisi coine nuovo tpo d conte-
nuto,
,10
41; riconciliazione di
marxismo e freudismo, 102,219-
,{4;
teorie della memoria, 7779,
129.131.
Friedell, Egon, 35.1.
Frye, Northrop, 111, 415.
Fsen, H. Robcrt, 416 n.41.
Gcnt, Jcan, 2i6.
seneri: storic polizieschc, 149; cpi
ca, 186.188, 192i sagsio, 65i f.-
vole, 148'49j romrnzi stoiici, 211-
'16,
291, )85-90; tomanzi dell'ar'
tisia, 1.{9-150; reoria schilleria.a
(dei generi), 109 110j fantascicn-
za, 441-151; traeedia, r92, 418-20.
eansenismo, interpretazione marxi-
sra .Jcl, 417'2t, 426, 1)1.
Gide, Andr, 80, 22o, 396.
Giedjon, Siesfricl, 351.
Girxrd, Ren, 271 n. 27.
Gironda (1a), 244-255, 38r-382, 295,
430.
47)
God.rrd, lcan Lrc,
.158.
Goethe, \X/olfeang, 19'84, 199-200,
21), 222, 444; idea del
"
derno-
nico >, 117-148; Faust, 159-161.
Goldmann, Lucien, 191 n. 5, 2A5,
415,4r7,4t9,422.
Gotthelf, Jcrcmias
(Albert Bitzius),
141.
(rfcmscr,
/\nforrrn, rJ
/.
GLeimas, A. J., 228.
Guri., Danicl, La lu c .Jcr clos
ses sous ra prcnirc Rpbliaw,
244,45, 217
, 295.96.
Guilln, Cladio, l,l7 n. 1.
Gurvitch, Gcorses,412 n. l.
Ilrdy, lhomas, 168.
lassan, Ihab, 158.
IIarrser, Arnolcl, 158 n. 5.
llavelock, Eric A., 4j6 n. 14.
Flebel,
Johann Peter, 141.
ilcgel, G. \(. F., 1,, 3, 4, 6, 11, 58,
61, 668, 70, 71, 80, 104, 1i0, 121,
159.64, 2A2, 207, 208, 2r0, 222,
257, 258, )5f, 363.61, 17j, 459
lo Spjrro Assoluro, 59-6A,
.64,
.160-1, 401,404, 407 408r aliena-
zionc contro oggettivazione, 264-
66, 459 60; arte contro filosofja,
191, .]67; come modello cliacro,
nico, 111-51, i61.62, 415.16, co
D dottrinr del concreto, 185-89,
192; natura comparativa delh dia-
lcttica hegeliana, 59 61, 185,86,
22122, 344.45j consevalorismo
in rapporto al conreskr storico,
38283; foLma e contenuto, 162-
67; dialettica heeeliana contro
didcttica marxisla, J61.62, J16.77 ,
318,19, 199 4r0, 412, 115-16 id3.-
lismo, 404'40t, 407'408; immasi'
ne del mondo rovesciato,408,,110;
474
natlrrx autcntica seconclo IIegcl,
31 4-16 teoti^ dcll'epica, 186'188;
rutto e parte, 59 60; < il mondo
della prcsn >, 390 91.
IJeidegger, Martin, 4, 6, 7t, r4r,
JJl, 151, 159, 2ol, 228, 265 n.
24, 278, 1A1, 110; teoria della
percezione, 20,
j)r,
4)1")4.
Heminewzy Ernest, 4)9, 45).57.
Hobbcs, Thomas, 206, 21,1.
Ho2, H.H.; Koflcr L., Abcnclrodr
tXl., Colloq con Lukcs, 228
n. 11.
Iook, Sidney, 404 n. 30, 425.
Iloudebine, J. L., 2ll.
Ilumboldt, Vilhelm von, 414-45.
Ilusserl, Edmund, 217.
lbsen, IcnLik, 37), 374; Pecr Cr t,
t08.
Idcologia (analisi marxista delh),
1622, 204211, 115-18, 108 12,
4t7.)2.
interprctazjonc cconomica, rfternata
all'interprctazione di classe, 126-
)0, 432-3: conc riduziooe, 2.{6-
255; ve$ione narxista dell'jncon,
s.to,246.
Janes, llenrv, 56, 1a9, 225, )9)-95.
learson, IIenri, l1r n.41.
Jef{crson, Thonras, 297.
Joycc, Jnmes, 45, 48, 56, 121, 188,
220, 223, 275 n. )1, 3)7, 311.
Juns, Karl Gustav, 105, 111.
K|fka, fmnz, 79, 221.
Kant, ImmanLrel, 111-112, 206-10,
255, )11, 30.
Keats, lohn, 151.
Keller, Gortfried, 2ll.
Kirkegaard, SoLen, 201.
Korsh, Krrl, 249 n. I'1,266 n. 26,
1)0,441.402,404.
Labriola, Antonio, 249 n. 15.
Lacan Jacques, 6.
Lpass!de Georses, 284 n. 12.
Laplanche, J. e Pontalis J.B., 116
n. i6.
La Rochefoucauld, Frangois de, 206.
Lask, Emil, 181.
Lass,lle, Ferdinand, 214,215.
Lautramont, contc de (Isidore DLr,
csse), 117.
Lawience, D. H., 220.
Leavis,
Q. D., 416 n. 44.
J-efrvfe, IIenri, 417,18.
Lcnin, V.I., 3, 211,'221,, 397, $r.
Leskov, Nikolai, 91-97, U1.
lencratura classica sreca, 191"9-1.
i-vi Strauss, Cl^\tde, 6, 292.93,299,
424.25.
Lewis, C. S., 88.
Lewis, Manhcw, The A|onk, 117.
l-ewis, \fyndham, 51, 1)6, )51.
Lichtheim, George, 7, 157.
Lifschitz, Mhail, 162.
Lin Piro, 142 ti. 46.
lockc, John, 407.
T,kics, Gyrgy, 1,8, 160, 165,
181.228, 288, 3A9, 310, 361, 367,
182, 419, 410, 460i antimoder-
nisnro, 98, 152, 221.222, 374, 457;
criticr di Kant, 206-210; epist-
mologia e coscienza di classe,
204'212; onoscenzr e processo,
208-210, 211, 221.228t il nito del
< primo > Lukics, 181'18,1; nar.
razione contro descrizione, 219,
221221, 128; la narrativa e l'ac-
cesso aLla totalit, 191, 211212,
227 228; simbolismo, 189, 219 2),
'1r9;
concetto Ai picit, 2l) 2l9t
tipologin del ronranzo, tl0, 191
n. 4, 196.204,242.
Mach, Ernst, 15.1.
Macl,uhan, Marshall, 90, )54, )56,
1)6 i. 44.
Massio '8 in Fr]oci^,2)],3AJ.
Mallarm, Stphane, 151, 148.
Malrllx, Andr, 289, 154.
Mann Thomas, 18, 188, 186.87, 111;
il Dottol austts, 16,51, 150.
Mao Tse Tuns, ll7.
Marc, Franz, 168.
l\farcuse Herbert, lO2, lO5, 12).1J3,
160, 265 r,. 25, 307 n. 38, 140,
)64 r\. r0,
j$
385, 149; riassor'
bimento .lella ivofta rel sisremr,
726'121; M. c la scuola di Fran-
cofatte,
j5,
125 26; e l < lrcne >,
125i rottra della struttufa psi
chica freudiana, 12-27; la mcn1o
ria dclla eratificazione come fon-
te di coscienza, 129-110; il neg,r-
tivo, 15, 101, 125-26, 129; la.
tollcfarza rcprcssiva, 127; il pen-
siero utopico, 127-129.
Marx, Kxrl, 1, 3, 63, 123'25, r28,
137, 242, 240, 252, 260, 296, 305,
315, 324, i25,
,1.11;
analosie este-
tiche in M., 162-,1; Freud, 102,
218 24.1; catceorie dcl pcusiero,
)71.2; ctiri.a deII'economia bor-
ehcse, 205 6, 171'l7lj criticr del-
la rozione heselian di relisione,
459 60; critica delle storic della
sorirastrutrur, 161 2j criricl del
Pranz t'on Sickingen cli Lassalle,
211-216; I'^tte steca, 167; i'rte
resse per le socie! primilive, 112
n. 47, 266t nozione di feticisno,
126-28; metodo prosressivo'reeres-
sivo, 248-49j due codici: inter-
4t)
r
prcrazrone ccorlo'rrc o rnrefpre-
tazione di classe: 326 )31; iI
< eiovane > Marx, 184, ll2.
{atxismo ecl esistnzialismo, 229,
2ll; e relisione, 1J1.135, 17718;
e strutturaismo, 247i caratrcrc
antjsistcmatico, 399 409j come ope-
razjonc concettuale, 16.23, 399.
,109,
110112, 416j corne douri
na dcl concreto, 326, 357, )92,
,150-51;
come n'ermencurica, 11,1,
118, 185; comc onlolosia, 228;
come cultura universale, l15-116;
la critica weberiana, l8; dottrin,
dell'alienazione, 208.209, 261,6,
1J8',{60; economismo o mrxismo
volsare, 216, 239,240, 324.326,
,1lt,{16;
vetsioni genctiche del,
8; storiosrrfia ma|xisr^, 214 254,
2862a9;
.ori^
clella conoscenza
ccmc dflesso, 210-211i rappofto
con le altrc filosotie,229.232;
rnpporto col passato e con 1. tra-
dizione, 1-l-1, 136; detenninazione
socale dell'esscrc, r82, 205.211,
I l8-ll9i sincfona contfo diacro,
ni ncl, 118'124, 361i teoria dcl
lc sovrastruttuie, 16.22, )20 22,
108112; due codjci: intelprcta
zione ccoDomicx o interprcrazionc
firr{rsmo: ,lo JJt,
1321')t Ltsj del concctkr di cls-
se, 416132.
Inateriaisno, 401-406.
rnedjazione (problemi clela), 101-
102, 210, 216255, 392, 449 451.
,nercato (sistcma d mercrto): forma
dclia merce ncl, )6, )J3.114, $|
4J9,440, 152 osrnizzrzione rG
r^Ie de1, 19.51, 12) r25.
Nlerleau'Ponty, Maurice, 7, 282-81,
)85.
Michelet, lules, 281, 29o, 291295,
476
)9'3.
Mills C. Vrisht,
,115-16.
modelli diacronici, 22, 61.66, 286-
288, 318 )24, 114-j62, 415,416.
rodernismo, 198 199, 221.221, 157-
'160.
Montesquieu, Chrrlcs Louis, 18.
Morgan, Lewis ll., 266.
{ozcf Thonas, 15), 176, 215.
Mumford, Lewis, 154.
nusica, 2110, 162; dissonanz., l.{-
l5j foLma della sonata, 29-10,
52.55, 61.62; sistema dodecafoni"
o, 1)'44.
Moussorgskj, Modcst, 47.
N.poleonc I, 57.
nnrrilzione,
j,npulso
anccldottico,
139 112; corne fantasix inconscia,
115-118; come adempimento rrto,
pico, 16{'17, 169 176j opposta a
descrlzione, 223'224; rapporlo con
la memorir,9lr rivoluzione vi
sta n termini dl, 286297.
New Criticisrn, lla, )58, )869.
Nictzsche, Friedrich, 117, 411.
Nizan, PaI, 210.
Novais (Friedrich von IlaLdenbere),
201.
l,scrl, Blaisc, 158, .lIl.42o,
426.
Pater, Waltcr, 48.
Pearce Roy Harvcy, 168.
Pesso,, Iernan.lo, 196.
Pirandello, Luigi, 194,.
Plekhanov, G.V., 1,350 n. ), J73.
74, 391.98, 427.29, 1)9.
Plotino,441.
Poe, Edear Allan,87.
?oggiol, Renato, 12 n. 6.
Politzer Raymond, 210.
pop
^rt,
122, 458.
pre capiralisre (societ): produzionc
,rtigianale o
^
mano,97, l21.lr,
431.431, 436.1)7; critichc preca-
pit.lisle del capitalisnlo, 222; so-
cjer primitive,
1.j2 n. 1,267.
pfoduznne
e coscicnza storiq, 207-
2I), 450.45r., ane detla frase co-
me imitazione di, ,{19-440;
cen,
sura (della ptoduzione)
detln so
ciet borghese, 208, 4j1.4j2.
prosrcssii'o/resressivo,
come giudizi
di valore, 30, J3, 426 427: < \ne-
todo prosressivoresfessivo
>, 248-
2,19.
Plousr, Marcel, 31,73,1i,79, fiA.
t76.
psrche,
srfuure .lell,- 40-42, 109-
110.
psicologia
.lll crsml!, 26t n. 22,
317.48.
Rrbelais Franaois, 118.
Racjne,
Jcan, 171, 119.20.
re]ismo, in lerrefztura, 211 228,
428.
realismo, filosofico, 405-407.
riflessor teoria dclla cultura o dcl-
la lcrterarum, 18, 22, 415.4t6,
422123; teori.. della conoscenr,
211.
Reich, Wilhem, 102
rcificazione, come assenza di co-
scienza slorica, 207-210; potcre
distruttivo ilegli oggerri (o pfa,
tico,inerre silriano), 82, 21 1.2721
feticismo, 326j2\t affluenza ti
bidiDale nesli oesetri, 12t I2j.
Reverdy, ?icte, 114.
revisionismo, T-8.
rivourione, come form
, 286 291;
borshese contro rxjalista, 296,
297; cuhul.ale, 108, t02,l0l; del
1789, 102 101, 244-256, 257, 280
282, 286, 290 296, 181-182; del
1848, )0, 2t4, 315.3t6.
Ricafdo, David, 205.
l.ichardson, Srmuel, .148.
Ricoeur, Paul, 116 n. 3, 1)7.
Riesman, Davicl, 154.
Rimbaud, Arthur, 118, 152.
Robbe,Grlle!, Al^in, 220, 215 n.
31.
romanticismo, 111.t2, 222.
Rouss*ru,
lean-Jacques, t0l, 108,
281.
Sainr Simon, Iouis (de), 17i.
SaiDte Beuvc, Ch. Augusrin, 419.
Sartre,
Jean Paut, 6-7, 69, 177, 19j,
205, 225, 226, 229-337, 110, ]53,
384.385, 398, 425, 430, $9,
^t1a.
lisi del bofshcse oocentesco,
.115-118j S. e Fte1, 1A2, 237
2)8, 251. e il marxisr,o, 229_82,
2l8j e lo strutLuratismo, 2q7, 270,
299-100; < atenricit >,
j07108,
)10 312, 413; irpulso bioerafico,
2J3.238t lotr^ di ctasse conrro
dinamica economjca, 1t9.326; pa.
ragonato a Bloch, 157 159; pa.?'-
gonato
a Benjamin, 94-96; con.
tiDsenza e scarsit, 258.264; ct
tica del riduzionismo economici-
st^,246.255, J25.326; teoie eri.
chc di, 105-llt; esisrenziatismo
e alienazione, 263.266; fa|.lielia e
ct^sse, 2)9.243, 423 424l' forma-
zionc dei
sNppi, 2j277, 279.
286; colpa eredirarir, 281.285,
l16j mareria e nerc, 263-261,
271-274; < mala{ede > nel,jntcr-
pretione
storica, 251-25jt r1c-
.liazioni, 210, 216.255;
jI
Biura.
477
rnento, 284-286; pietrificazione
dei
sruppi, 297-105; il < prarico-iner-
te>, 271'27j; il prosetto e la to
ta\izz zione, 214, 256-258; rcla-
z.ioni con |'altto (lo Sguafdo) 259,
260, 261.271, ll2,lltj serialit,
275"217; i\ Terroe, 282-28); reo-
ria della struttura, 298100; il
<< Iczo >, 269.271, 217, 278-281
noi-soggetto e noi.osser|r, 277.278,
334.
Say, Jean Saptistc, 205.
Schillef, Friedrich, 102-112, 113,
tI{, 1t9, 12J, r28, 1)0-J2, 165,
)46, 411, 446 c Kant, 13r-J2; e
la rivoluzlone, 102-104, 106-108;
difinzione tfa ( ingenuo > (naiv)
e < scntimentale >, 108-111; idet
della Natura, 104-105, 111; teoria
desli i,pulsi (Stalltfieb, Fafl?,
ttieb, Spielteb), 105 106, 111;
tcoria dei seoeri, 109-110; rjpolo-
sir, 110-111.
Schocnbcrg, Arnold, 27, 32, 35-36,
38,40,42-52,4j8.
Scholem, Gerschom, 99.
Scott (sir) \0alter, 213,216, 218.
Sciven, Michael, 380-81.
sensoriale (esperienza): inrerprera,
zioni sinboliche o sroriche della,
157
, 316 19
, 350 J54 .
Shakespeare, \Yllli^n,
)6a; Hamlet,
86-87.
Shellev, Percy Bysshe, 358, 368.
Sickingen, Franz (yonj, 211'21,5.
sinbolo, opposto ad rllegoria,83'
90, 166-168; opposto a sesno,
246,51.
simbolismo in letteratura, 81-81, 189-
tga, 2D.224, 37 3.371, 439;
sincrcnia contro diIoni^, 22.23,
21), 3r8.J24, 344.)62, 415,4\7,
426.427.
478
Snnnel, Geors, 181.
Smith, Adan, 205.
Snow, C. P., 449.
sociolosia della cultura, non mar,
xista, 16, 420.22, 4]5 )7.
Sontag, Susan, 181 n. 1, 447-48, 458.
Sorel, Georges, 14, 175.
sovrastruttur. (reoria della), 16-17,
22,357-j62,422.44).
specializzazione, 15, 24.25, 104"105,
186.194, 409,12, 45t-5t.
Speneler, Oswdd, )54, 359.1, 116.
Stal-Holstein, Germaine (de), 18.
Stalin,
Joseph, 1, 108, 101.
stato di natura, 101 105, 110ll.
Stein, Gerfude, 121.
Steiner, Gcorgc, 182 n. 1.
Steme, Lawrencc, 1,18.
storia, conc una funz'one della di,
stanzr, 198, 423, 43O 4)l; casLtt
lit, 18, 382-184j motivazioni con'
scie contro rrotiv,zioni inconscie
nella,246256; la cilica della sro-
ria di Lvi Stfass, 292"291, mo.
deli di storia lettcrafia o cultu-
file, 17 r8, 22, 66, 311')62i f^t'
tori tecnolosici nella, 90; < teorie
della storia >, 354-362i la coln'
prcnsione nella, 246-218, )8r i82,
)98 )99.
SnavinsLj feor, 32, 45-48, 4)1 38.
strulrumlismo, 102, 241, 249-250,
299-300; stile, opposto a retori'
ca, 368-370t altibe, 47-48; ot\-
eini sociali del cambiamento stj-
listico, 3l'14, 4)9 40, 453t still-
stic
/
e, 368.372.
suftalismo, 102, 112123, 128,352;
s. e gli ossetti, 716, f20122; co'
me liberazione del desiderio, 118-
119; scrittura autonatica, 118i di-
screpanze tfa teoria e testo, 118-
120j .lottrjna s. ilell'immacine, 68-
69, 114 in rapporro al conresto
economico, 121 121; reorir de a
nanazione, 114-116.
Swinburne, Aleernon Chtrtes, )52,
)58, 368.
Taine, Hippolyre, 287, 356, 359 61,
416.
Tchaikovski, Piolr lic, 54.
Tiedemann, Rolf, 99 n. 2i.
Tolstoj, Lcon, 55, 199, 200, 2l),
222, 224, 221, 41t-32.
lbmnaso d'Aquino, 406.
totalit, coD(erro di, 191, 2A5.2t2,
255,258, 339.
Toulmin S. e coodfield
J., Irr
Dtscouert ol Tne, 1BO n. rB.
Toynbee, Arnold,:154.
Trilljns, Lionel, 15.
Trotskj, Leon, 1,297.
ulopia (riconciliazione topica),
j2-
53, 91, 127-1)r, 118-178, 195-19,
2t2.
Valy, P^uI, 95, 2J9.
Van Gosh, Vincenr, 141.
Vico, Giambarlisra, 20_1 204.
Vagner, Richard, 28.30, 3q, 418.
Warbol, Andy, 458.
Vatt, IaD,416 n-,14.
\(ebcr, M*, 1,8, 183, l9j n. , )5 .
Vebern, Anton, J9.
febster,
John, 87.
lfellek, Ren, 160 n. 7.
llellek, Ren (e Y/arren Ausrin),
Teoria dclla Letkruhht, 439.
\Vhilman, Y/aft, 119.
VinckemanD,
Johrnn Joachim, 105.
Vinters, Yvo., 222, 154.
Vittgenstein, ludwie, 41t.
\06lfflin, Henrich, Jr7.
\Voolf, Virginia, Ottnlo, 415.
Ycnts, \Villiam Burler, 358, 368.
Zola, Emile, 14, 216.17, 220, 223,
22121, J48,442.
47e
INDICE GENERALE
It/oduzio e /i FRANco FoRrrNt
P/efazione
Nora bibliosalie
Cap. l. Le metafore storiche di Adotno
Cap. ll. Versioni di un'ermeneutica marxrs.a .
1. Valtet Beflia.it1 o della nortalEia
2. Marctse e Sbittet
3. Enst Blocb e il l t'tto
Cap. III. La vetenza per Gyijrsy Lukcs
Cap. IV. Sarrre e la sroria
Cap. V. Verso una cririca dialettica
l. Ia critica letteua begeliana: la cosh*zioxe dacrcflica
2, CateEoe leNtelaie: ld loeica del contefluro
3, Taatolozia come metliazioxe ta lotna e coulefiato
4. Idealilno, rcalitno e fiate alirfio
5. .lauhno contlo socialosia: la rilondazione delt,opera
\
6, Ma ris a e loftta interna
Bibliocrafia dall'edizione amer.icana
Indice analirico
It
75
15
r00
133
,e
343
362
397
415
444
463
481

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