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BIBLIOTECA
DI FILOSOFIA CONTEMPORANEA
IL PRAGMATISMO
OPERE DI GIOVANNI PAPINI
QUOTIDIANO. -
ce, 1913 L. 3,5o
IL TRAGICO 2" edizione, Firen
ze, Libreria della Voce 1913 L. 4,oo
SUL PRAGMATISMO. Milano, Libreria Edit.
Milanese, 191 3 L. 2,5o
IL DISCORSO DI ROMA. 4' ristampa, Firenze,
Edizioni di Lacerba, 191 3 L. o,2o
GIOVANNI RAPINI
'I
SUL PRAGMATISMO
(SAGGI E RICERCHE)
1903-1911
MILANO
LIBRERIA EDITRICE MILANESE
I9!3
'3Z3Z.
PROPRIET LETTERARIA
RISERVATI TUTTI I DIRITTI
*.*.
AVVERTIMENTO
1.
4-
(2) saggio
:
5-
Intenzioni.
3) studiarne i prodotti
per scoprire se fossero
state raggiunte (ricerche critiche sui tre maggiori pr
blemi filosofici: il cosmologico, lo gnoseologico e l'e
tico).
Le volont filosofiche.
e)
parenza ingannatrice).
Un esame dei dati della filosofia mi permetter di
vedere se queste voglie sono state o possono essere
soddisfatte.
5
Dati sentimentali.
Dati razionali.
Tentativi di salvataggio.
Vediamo :
La resurrezione filosofica.
Conclusioni.
19o3.
II.
UNICO E DIVERSO
Le metafisiche
non possono essere che duellistiche.
due:
a
il
(o
e
b)
sa storia.
32
L'unica metafisica.
Classico e Romantico.
Opposizioni universali.
universale particolare
essere divenire, evoluzione
passivit attivit
eterno fuggevole
materia forza, spirito
spazio tempo
continuo discontinuo
determinismo libert
fissit mobilit
quantit qualit
omogeneo eterogeneo
Opposizioni psichiche.
corpo an1ma
espressione, parole vita, azioni
ragione sentimento
conoscenza volont
automatismo, abitudine riflessione, iniziativa
imitazione invenzione
esperienza sogno
impersonalit originalit
sedentariet vagabondaggio
calma mobilit
seriet ironia
misura, euritmia sproporzione, esagerazione
dovere passione
usuale caratteristico
vita esteriore vita interiore
ottimismo pessimismo
34
Opposizioni conoscitive.
ordine mescolanza
logica metafisica
astrazione intuizione
regola, legge natura, fatto
non-io io
oggettivismo soggettivismo
prevedibilit imprevedibilit
positivismo idealismo
Opposizioni religiose.
Opposizioni estetiche.
Opposizioni biologiche.
eredit variabilit
specie fisse trasformismo
omocromia divergenze
salute malattia
normalit genio e folla
uomo fanciullo
35
Opposizioni sociali.
Il
mondo, quale lo immaginiamo, dunque il pro
dotto di questa unica opposizione dalle molteplici
forme. O l'unico cerca d'incarcerare e ridurre il di
verso, o il diverso cerca di scacciare e sopprimere
l'unico. Il diverso universale sta nelle vicende di que
sta guerra.
Per chi debbono essere i nostri voti e i nostri
aiuti ? Per raccapezzarci non c' di meglio che vedere
quali sieno le cause e gli effetti dei due avversari.
L'unico, o il principio classico, vien dato:
dalla ragione,
a) cio dalla nostra mente, e non
dalle cose;
dai bisogni di comunicazione sociale linguag
(il
b)
gio fondato sulle somiglianze ed sempre generale)
Problema post-romantico.
cristiano
mistico
magico
il
Buddhismo).
Per ci e
metodo della rinunzia si pu considerare
il
e
- 52
l'arte
le religioni
le metafisiche
le scienze immaginarie.
fisico sostanzialmente.
E le differenze non finiscon qui. Ci sono nel Prag
matismo almeno tre tendenze che nel Positivismo non
esistono affatto o solo allo stato germinale.
Prima di tutto il principio dell'economia del pensiero
di cui si trova traccia piuttosto in Occam e in Leibniz
che nei positivisti in secondo luogo il rovescia
mento dell'assioma baconiano (sapere potere) cio la
dimostrazione dell'influenza del potere e della possibi
lit di potere sulle credenze e sulle teorie e final
mente l'emancipazione del pensiero dai fatti immediati e
dalla razionalit pura, che si manifesta nel Pragma
tismo colle teorie sopra la creazione dei fatti e delle
7o -
ipotesi parte dello scienziato e con quelle sopra
da
l'indipendenza della deduzione dalla ragionevolezza
dei presupposti, cio sulla facolt di partire da ipo
tesi assurde o fantastiche per costruire nuove ipo
tesi nuove scienze. Mi pare dunque che ce ne sia
e
(il
d)
lo smussamento dello stupore della meravi
e
e)
glia;
l'emancipazione dai timori ecc.
/)
e
scelta entra l'arbitrio convenzionale.
il
e
o
Possiamo considerare:
A) in particolare l'agire come
le cause del credere
e
il
dere, compromettersi);
il
dotta).
Questa regione molto importante perch insegna
ria pragmatistica.
facile vedere la relazione fra queste tre sezioni
1905.
VI.
NON BISOGNA ESSER MONISTI
(1) Quest'ultima distinzione non la nego col metodo solito degli psico
fisiologi i quali ammettono l'equivalenza dell'energia nervosa e della co
scienza, ma colla teoria di E. Mach il quale considera la differenza tra
fatti psichici e fatti fisici come una differenza tra le relazioni in cui pos
siamo mettere questi fatti, in modo che uno stesso fatto pu essere
II.
III.
Ci sono vari metodi per ottenere delle frasi senza
significato e i monisti li hanno impiegati quasi tutti.
Il primo consiste nel vuotare alcune delle parole, o an
che una sola, che compongono le frasi, di ogni contenuto
verificabile e sperimentale. Una parola significa qual
cosa quando si pu distinguere il suo senso da quello
di altre una frase significa qualcosa quando c'inse
gna cosa dobbiamo aspettarci o non aspettarci nel caso
oh'essa dica la verit. Ora le parole che adoprano i
monisti sono, per necessit, senza significato per la
ragione evidente ch'esse racchiudono in s ogni si
gnificato possibile. Chiamate Sostanza, Materia primi
tiva, Energia, Volont, Acqua, Fuoco, Fantasia o come
diavolo volete, quell'elemento unico di cui tutte quante
le cose sono composte. Esso avr per forza tutte le
qualit caratteri possibili perch esso tutto ; al di
e i
l del tutto non c', per definizione, niente altro col
quale si possa confrontare e dal quale si possa distin
guere. Se tutte le diversit del mondo non sono che
apparenze, dipendenti, ad esempio, dal numero o dalla
posizione degli atomi primitivi, ci significa che questa
sostanza primordiale ha in s tutti i caratteri possibili
e immaginabili, vale a dire che il concetto di questa
sostanza non si pu distinguere da nessun altro e per
conseguenza non ha senso.
Prendiamo una delle forme pi perfette di monismo,
97
(1) Analisi delle Sensazioni, Torino, Fratelli Bocca, 19o3, pagg. 12-13.
mistici e in fondo alla loro tendenza all'unit c' la
stessa bramosia di sentirsi stretti e fusi col tutto che
si trova nell' estasi dei mistici cristiani e non cri
stiani.
E oltre tutto c' anche una ragione di metodo che
fa preferire il monismo ai sistemi dualisti, ed la
spinta ch' esso d alla ricerca di rapporti e di af
finit tra cose generalmente credute lontane ed ete
rogenee.
Lo stato d'animo monistico, che tende a supporre
in tutto un fondo comune, favorevole alle scoperte
di nuovi legami e quando non si voglia trasformare
in dogma pu essere comodissimo ai ricercatori. Ma
bisogna ricordare che non sempre gli scienziati hanno
bisogno di trovare delle somiglianze ma anche delle
differenze. I reattivi, ad esempio, servono per la
fabbricazione volontaria delle differenze e lo scien
ziato ha interesse in moltissimi casi a forzare due cose
apparentemente eguali a rivelare la loro diversit met
tendole in contatto con una stessa sostanza alla quale
non reagiscono nella stessa maniera. Tutti e due i
processi sono necessari per costruire la scienza e noi
non dobbiamo scegliere una metafisica monistica per la
sola ragione ch'essa favorevole ad uno dei metodi
scientifici.
Sarebbe desiderabile, dunque, che i monisti detti, non
si sa perch, scientifici si accorgessero che il contrap
posto del monismo non necessariamente il dualismo
e che la posizione pi naturale per un naturalista, l'at
titudine pi antimetafisica possibile, quella di rico
noscere ingenuamente il pluralismo del mondo, e di
servirsi delle somiglianze e differenze delle cose per
costruire i concetti generali pi adatti a ricordare
e trasmettere i loro rapporti, cio le leggi e le pre
visioni che ne derivano, senza far la sciocchezza di
voler arrivare al concetto unico, all'impensabile e vuo
to universaledei visionari panteisti, hegeliani o hae-
ckeliani che siano.
19o6.
VII
VOLONT E CONOSCENZA
roni).
Perci io mi occupo dell' influenza che certi cam
biamenti prodotti da credenze hanno su altre nostre
credenze.
La prima forma di questa influenza quella di
;
1'4
(il
3)
caso dello stoico);
sentire senza agire per altri scopi caso
(il
Il
4)
del dissimulatore).
Una classificazione crociale far meglio compren
dere rapporti che sono tra questi quattro casi.
i
(0 W
e Per giungere a sentire Per altri scopi
g
et
Influenza della condotta per L'agire in unacerta maniera per
sentimenti far credere agli altri che hanno
si
e provocare le cre-
o
i
o
per divertirli (attori),
i;
(3) (4)
Per non sentire pi Per altri scopi
Influenza dell' inibizione di cer L' inibirsi gli atti esterni cbe
atti per far scomparire senti corrispondono certi atti interni
ti
a
i
denti (lo sforzarsi di non pian prire agli altri ci che proviamo,
gere per far cessare dolore ecc.). per fini di protezione, di frode
il
il
e
il
30
e
il
30
e
20
e
l'
(1).
Dir qualcosa di ciascuno di questi casi, conten-
(1) Volendo indicare questi due ultimi rapporti con parole doppio
a
e
H5
PP- 36I-5-
(5) Vorschule der sEsthetik, I, 156 sgg.
36-41, 85 .
n8
e
i
atti, in modo da impedire che formino sentimenti
si
i
interni corrispondenti (2), Payot sostiene che in
il
e
o<(ia 9(i>va
mann, p. 77).
(2) The appearances put on for the sake of display, in the pre-
sence of other persons, are not precisely coincident with the genuine
diffusive manifestation they are rather adaptations to suit the eye of
;
worl<
a
with this end and not with the assumption of the inward feeling in
;
his own person. Emotions and the Will, ed. cit. p. 365.
On les reveille ainsi, on les ravive, on ne les cre point.
(3)
Les sentimens ainsi renouvels demeurent assez faibles procd qui
le
;
tre
121
II. Il
secondo caso, consiste nel compiere certe azio
ni o nell' assumere certe attitudini non coli' intenzione
di acquistare i sentimenti o le credenze corrispon
denti, ma per altri scopi, e fra gli altri precisamente
anche per quello di conservare i sentimenti e le cre
denze diverse da quelle simulate. Si tratta, insomma,
di ci che i moralisti chiamano finzione, si ipocrisia,
mulazione, e che ha servito di tema a tante diatribe,
da Teofrasto a NIetzsche, e a tante creazioni ar
tistiche, da PIetro AretIno a Stendhal.
Anche la finzione pu manifestarsi colla scelta di
vesti e di atteggiamenti atti a far credere agli altri
di essere ci che in realt non siamo.
La figura dell'ipocrita religioso (Tarturfe, Don Ba
silio) colle vesti nere e dimesse, cogli occhi inclinati
a terra, e il collo torto cos popolare ch' inu
tile insistervi.
L'ipocrita di questo tipo si distingue per da quello
prevalentemente inibitivo che appartiene al quarto ca
so, giacch, oltre al nascondere quello che sente, di
mostra di avere ci che non sente.
Ma la finzione non sempre da condannarsi, come
son disposti nel loro semplicismo psico
a credere,
logico, i moralisti. Essa pu essere fatta con due scopi:
con quello di servire gli altri e con quello di far ser
vire gli altri a noi stessi.
(5) De Clem. I, I.
123
lazione della pazzia. Napoli, Perrella, 19o5, pp, 169-264, in cui ripe
ta i casi osservati da lui e da Koster, All1son, Magnan, K1rstein,
Campagne, Morel, P. Lucas ecc.
Il SlKORSKY in un suo lavoro sulla mimica dei pazzi (Neurologischss
I24
III. Le
altre due variet di rapporti fra il sentire
e l'agire sono, come vedemmo, l'opposto delle prime.
Esse consistono nel cercare di non manifestare con atti
esteriori quello che interiormente ci sentiamo disposti
a sentire. Questo sforzo pu avere due ragioni : o quella
di far cessare o almeno d'indebolire i sentimenti col-
l'impedirne la esteriorizzazione, oppure quella di nascon
dere agli altri certi sentimenti che ci son cari e che
vogliamo conservare, ma la cui espressione ci danneg
gerebbe presso gli altri in certe occasioni o in certi
ambienti.
La prima di queste variet ha interessato molto
gli educatori e anche gli psicologi in generale ed
stata trattataabbastanza ampiamente da tutti coloro
che si sono anche occupati dell' inibizione (1). Sull'ini
bizione sono anche fondati due dei pi celebri sistemi
morali dell'antichit: il pitagorismo (colle sue regole
di astinenza e di silenzio) e lo stoicismo, colle sue
predicazioni di pazienza e di moderazione (abstine et'
il
dei Pagliacci) che deve nascondere propri dolori per
i
tenere allegra la gente. L'ipocrita della seconda specie
pi comune e alcuni tratti del suo carattere sona
e
:
e
Ognuno di questi casi, come abbiamo visto, pieno
di interesse per lo psicologo
per l'educatore queste
e
.
!
IX.
LA VOLONT DI CREDERE
fi 1 W. toB., p. 97.
(2) Principiai Psicologia (traduz. ital. del dott. G. C. Ferrar1),
Milano, Soc. Edit. Libraria, 19o1, p. 661.
135
-
tiva davvero l'ottimista che crede nella bont della
vita uno dei fattori di questa bont colla gioia e la
forza che gli d questa credenza (1).
Tutto ci si riduce in fondo a due affermazioni:
che preferibile il rischio di una scelta attiva
1)
alla scelta passiva e implicita dell'inazione scettica o
agnostica;
2) che in casi incerti la fede la sola cosa che
possa render vero il risultato (2), vale a dire che la
fede crea la sua verificazione. Il pensiero diventa lette
ralmente il padre del fatto come il desiderio era padre
del pensiero (3).
II.
Possiamo accettare senz'altro queste due tesi ? Per
conto mio accetto o pratico la prima ed ho creduto fino
ra alla seconda, appunto per praticare la prima, vale
a dire arrischiando di credere nel potere creativo della
credenza per ottenere che questo potere realmente ope
rasse (4).
Ma ripensandoci su il demone della razionalit mi
ha ripreso e ho cominciato a dubitare se veramente ci
sia, secondo le stesse teorie jamesiane, questa influenza
diretta della credenza sulla realt.
resta
portante di agire come farebbe uno quale real
il
per arrivare alla cima. Bisogna cio che alla /<??<? ten
gano dietro gli atti, occorre che credente alpinista
il
(1) Tutto questo d'accordo con le teorie che fanno della cre
denza stessa una forma di azione : croire la possibilit d'un raou-
vement scrive C. Bois c' est dj le commencer . (Psychologie
de la Croyance. Paris, Alcan, 19o2, p. 95).
X.
IL PRAGMATISMO
E I PARTITI POLITICI
(1) Queste parole furono scritte nel 19o5. Durante l'impresa della
Tripolitania (1911-12) l'attitudine dei partiti fu alquanto diversa.
10
146
9o5-
XI.
LE VERIT PER LA VERIT
Avvert1mento.
I. - Morte e
....
resurrezione della Filosofa
pag.
i
v11
APR 28 1983
WAR 22 '40
AUG U 1998
> LD 21-50m-l,'38
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U.C. BERKELEY LIBRARIES
CDSMfl^SlTE
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