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BIOLOGIA

SCIENZA CHE STUDIA TUTTO CIO CHE RIGUARDA LA VITA

ORGANISMI VIVENTI

CARATTERISTICHE DEGLI ORGANISMI VIVENTI

1) 1)ORGANIZZAZIONE ORGANIZZAZIONECELLULARE CELLULARE

A) singole )) A)ORGANISMI ORGANISMIUNICELLULARI UNICELLULARI(( singolecellule, cellule,es: es:batteri, batteri,protozoi protozoi

Ameba, Euglena, Paramecio, Foraminiferi, Plasmodio

1) 1)ORGANIZZAZIONE ORGANIZZAZIONECELLULARE CELLULARE B) le B) ORGANISMI ORGANISMI PLURICELLULARI PLURICELLULARI (( le loro loro cellule cellule vivono vivono in in gruppi gruppi
coordinati coordinati che che risultano risultano cos cos interdipendenti interdipendenti da da non non poter poter sopravvivere sopravvivere da da soli; soli; es: )) ORGANIZZAZIONE es: piante piante ed ed animali animali ORGANIZZAZIONE GERARCHICA GERARCHICA TESSUTI TESSUTI

ORGANI ORGANIAPPARATI APPARATI

1) 1)ORGANIZZAZIONE ORGANIZZAZIONECELLULARE CELLULARE TEORIA TEORIACELLULARE CELLULARE(Schleiden (SchleideneeSchwann Schwannmet met800) 800) A) A) LA LACELLULA CELLULA LUNIT LUNITFONDAMENTALE FONDAMENTALEDELLA DELLA MATERIA MATERIAVIVENTE VIVENTE B) B)TUTTI TUTTIGLI GLIORGANISMI ORGANISMIVIVENTI VIVENTISONO SONOFORMATI FORMATIDA DA CELLULE CELLULE 1600 fu inventato il microscopio da Antony van
Leeuwenhoek. Grazie a questo nuovo strumento, Robert Hooke, in Inghilterra, riusc a studiare le cellule, avendo la possibilit di guardarle da vicino

C) C)LE LECELLULE CELLULEDERIVANO DERIVANOESCLUSIVAMENTE ESCLUSIVAMENTEDALLA DALLA DIVISIONE DIVISIONEDI DIALTRE ALTRECELLULE CELLULE
Teoria della generazione spontanea o abiogenesi (Aristotele): la possibilit che la vita avesse origine da materia inanimata. Francesco Redi e Lazzaro Spallanzani (1600): dimostrazione empirica che dalla materia inanimata non pu nascere nessuna forma di vita Solo nel 1800 con Louis Pasteur si arriv a dimostrare l'infondatezza della generazione spontanea.

Osservazione di Redi: Spesso, lasciando esposta della carne allaria, vi svolazzano attorno mosche uguali a quelle che poi vi si formeranno nel corso della putrefazione. Domande che si fece Redi: Da dove vengono le larve di mosca che si formano nella carne in putrefazione? Si formano larve di mosca anche se si impedisce alle mosche adulte di avvicinarsi alla carne? Ipotesi di Redi: Le larve di mosca non derivano dalla carne in putrefazione, ma dalle uova che le mosche adulte, attratte dallodore della carne in putrefazione, hanno deposto, allora impedendo alle mosche di accedere alla carne si dovrebbe anche evitare lo sviluppo di larve e quindi di nuove mosche.

LA VERIFICA SPERIMENTALE DI REDI Redi lasci per giorni su un tavolo esposto allaria due vasi di vetro trasparente, con dentro due pezzi uguali della stessa carne. Uno lo chiuse con un tappo di garza, laltro lo lasci aperto.
Vaso aperto

Dopo pochi giorni la carne del vaso aperto brulicava di larve, mentre in quella del vaso chiuso non se ne vedevano. Redi rifece molte volte lesperimento, anche variando il tipo di carne, e non osserv mai la presenza di larve di mosca nei vasi chiusi. Questi risultati sperimentali confermano che lipotesi di Redi vera e che la teoria della generazione spontanea falsa.
Vaso coperto con una garza sottile

La carne brulica di vermi

Non compaiono vermi

COMUNICAZIONE DEI RISULTATI: Redi pubblic i suoi risultati nel libro intitolato "Esperienze intorno alla generazione degli insetti", per renderli noti alla comunit scientifica. Firenze 1968 Pi o meno nello stesso tempo in cui Redi compiva i suoi esperimenti, Anton Van Leeuwenhoek osserv, per la prima volta, la presenza di microrganismi attraverso il rudimentale microscopio da lui stesso costruito. Tutte le sostanze esaminate brulicavano di un numero enorme di microrganismi (bastava collocare del fieno secco in acqua e, dopo alcuni giorni, compariva una miriade di organismi microscopici a cui venne dato il nome di infusori) Da dove venivano? Come si riproducevano?
generazione spontanea

John Needham esegu una serie di prove consistenti nel mettere in un vaso del brodo di carne e riscaldarlo, ponendolo per alcuni minuti sulla cenere calda. I vasi venivano poi tenuti a temperatura ambiente. Dopo qualche giorno il brodo era pieno di animaletti, secondo Needham nati in maniera spontanea dal brodo stesso, grazie allazione di una forza produttrice, visto che il calore avrebbe dovuto distruggere ogni forma di contaminazione dallesterno.

Lazzaro Spallanzani Modena 1760


Ripet le esperienze di Needham, aumentando per fino a 45 minuti i tempi di esposizione al calore e serrando i contenitori in modo ermetico: il risultato fu la non comparsa dei microrganismi nel brodo.

Si lascia raffreddare Si aspetta

Riscaldamento di una fiasca contenente brodo aperta


I microrganismi crescono

Si lascia raffreddare Si aspetta

Riscaldamento di una fiasca contenente brodo tappata


I microrganismi non crescono

Needham critic la durezza dei metodi di Spallanzani: il calore eccessivo avrebbe 1)distrutto la forza produttrice delle sostanze infuse, rendendo quindi impossibile la generazione di nuova vita. 2)reso laria corrotta, perdendo quellelasticit indispensabile per garantire la sopravvivenza di un essere vivente.

Il problema verr ripreso, nella seconda met dell' 800 (1822-1895), da Louis Pasteur: la produzione di bevande alcoliche; al tempo si sapeva che il vino si poteva trasformare in aceto. Cap che alla base di questa trasformazione cera un processo di fermentazione alcolica, attuata da fermenti (microrganismi) che, a suo avviso, si trovano nellaria e che da questa si depositano sulle sostanze che poi trasformano. Contro la teoria della generazione spontanea che ancora si applicava ai microrganismi

Precedenti esperimenti gli avevano rivelato che dei microrganismi possono derivare da particolari cellule chiamate spore. Egli fece allora lipotesi che le piccolissime spore siano trasportate assieme al pulviscolo dellaria: finch esse restano nellaria sono inattive, ma non appena vengono a trovarsi in un ambiente contenente le sostanze indispensabili alla crescita, ad esempio in uninfusione, ridiventano attive e danno origine a microrganismi, che si moltiplicano poi rapidamente.

L'esperimento svolto al riguardo da Pasteur impieg un apparato molto semplice


In tal modo tutti i microrganismi presenti nellinfusione sarebbero stati uccisi, e inoltre il vapore dacqua che si palloni a collo di cigno sviluppava durante lebollizione avrebbe ucciso le spore eventualmente presenti sulle pareti interne della boccia e del (lungo collo ricurvo) collo di vetro.

soluzione nutritiva, che era fatta bollire per pi di un'ora, lasciando che il vapore uscisse liberamente dall'orifizio terminale del collo ricurvo.

Naturalmente laria che sarebbe entrata liberamente nella boccia, quando questa si fosse raffreddata, avrebbe potuto contenere spore frammiste al pulviscolo: tuttavia Pasteur previde che tali spore sarebbero rimaste intrappolate nella parte iniziale, ricurva, del collo e non sarebbero riuscite a penetrare fin nella boccia. Infatti anche a distanza di diversi mesi l'infuso si conserv limpido, a dimostrazione che non erano presenti germi di alcun genere, mentre sul tratto pi esterno del collo si poteva notare la presenza di polveri e microrganismi, evidentemente entrati fin l dall'apertura terminale.

Infatti, rompendo con un secco colpo il collo ritorto, e ponendo il liquido nutritivo a diretto contatto con laria, dopo poche ore lo stesso si intorbidiva per la presenza di spore e germi che poi avrebbero continuato a svilupparsi. Inoltre Pasteur, come gi detto, lasciando aperto il suo recipiente con il collo ricurvo e consentendo all'aria di entrare e uscire liberamente, seppure attraverso un lungo e tortuoso percorso, spense sul nascere le obiezioni di coloro i quali sostenevano che il principio attivo, senza aria, era impedito nella sua attivit. Come tutti gli altri esseri viventi, anche i microrganismi non derivano da materia non vivente. Fu cosi scartata definitivamente lipotesi della possibilit di una generazione spontanea, mentre si afferm la gi citata teoria della biogenesi, secondo la quale, nelle condizioni attuali della Terra, tutti gli esseri viventi hanno origine da altri esseri viventi.

ORGANIZZAZIONE ORGANIZZAZIONECELLULARE CELLULARE A) A) CELLULE CELLULEPROCARIOTICHE PROCARIOTICHE B) B) CELLULE CELLULEEUCARIOTICHE EUCARIOTICHE

MEMBRANA MEMBRANA PLASMATICA PLASMATICA CITOPLASMA CITOPLASMA NUCLEOIDE NUCLEOIDEo oNUCLEO NUCLEO

ORGANIZZAZIONE ORGANIZZAZIONECELLULARE CELLULARE


DIMENSIONI CELLULARI: MICROSCOPICHE (Microscopio Ottico) m = micrometro: un milionesimo di metro (10-6 m) Cellula procariotica 0.3-2 m Cellula eucariotica 2-25 m

Organuli nm = nanometro: un millesimo di m (10-9 m) MICROSCOPIO OTTICO Massimo ingrandimento: 1000 volte Cellule fissate (morte!) sia colorate che non Cellule vive MICROSCOPIO ELETTRONICO Massimo ingrandimento: 250.000 volte Cellule fissate (morte!) sia colorate che non

LA SUPERFICIE DI UN CORPO AUMENTA AL QUADRATO DELLE DIMENSIONI LINEARI DEL CORPO STESSO IL VOLUME AUMENTA AL CUBO!

S=6V

S=3V

S = 1.5 V

pi piccolo l'organismo pi grande la sua superficie in rapporto al volume. pi grande l'organismo pi piccola la sua superficie in rapporto al volume.

2) catabolismo ); 2)METABOLISMO METABOLISMO(( catabolismoeeanabolismo anabolismo );organismi organismiautotrofi autotrofi ed edeterotrofi eterotrofi 3) che 3)ISTRUZIONI ISTRUZIONICHIMICHE CHIMICHE(( checontrollano controllanola laloro lorostruttura strutturaee
funzione funzione

DNA

4) 4)RIPRODUZIONE RIPRODUZIONE la capacit degli organismi di dare vita ad


altri individui della stessa specie
La riproduzione, di solito, richiede lintervento di due individui genitori di sesso diverso (riproduzione sessuata). Esistono, tuttavia, in vari gruppi di organismi forme di riproduzione che avvengono per lintervento di un solo organismo genitore (riproduzione asessuata).

5) CRESCITA e SVILUPPO
Tutti gli organismi devono crescere e svilupparsi per raggiungere le dimensioni e il livello di complessit necessari a completare il loro ciclo vitale. La crescita, cio laumento relativamente costante delle dimensioni corporee, avviene nel tempo attraverso lassunzione e lassimilazione delle sostanze nutritive prelevate dallambiente esterno e la loro trasformazione in molecole utili allorganismo. Lo sviluppo presuppone un cambiamento di forma, aspetto e complessit di un organismo nel corso del tempo fino al raggiungimento dello stadio adulto definitivo.

6) ADATTAMENTO ALLAMBIENTE (OMEOSTASI: mantenimento


di una condizione stazionaria interna grazie a risposte che compensano i cambiamenti avvenuti nellambiente esterno)

Tutti gli organismi viventi sono sensibili agli stimoli, ovvero ai cambiamenti che avvengono nellambiente in cui si trovano o nel loro ambiente interno, e rispondono a questi cambiamenti in modo da avere maggiore possibilit di sopravvivenza. Questa capacit di reagire agli stimoli detta reattivit.

7) EVOLUZIONE Gli adattamenti non sono processi immediati ma si perfezionano nel corso di molte generazioni favorendo la sopravvivenza degli individui meglio adattati. Come risultato, nel corso del tempo, le caratteristiche della popolazione cui tali organismi appartengono appaiono cambiate.

UNA UNACELLULA CELLULAE ECOSTITUITA COSTITUITADA DAUN UNSISTEMA SISTEMACHIMICO CHIMICO ALTAMENTE ALTAMENTEORGANIZZATO ORGANIZZATO

MACROMOLECOLE MACROMOLECOLE BIOLOGICHE BIOLOGICHEo o BIOMOLECOLE BIOMOLECOLE POLIMERI


STRUTTURE COMPLESSE OTTENUTE DALLASSEMBLAGGIO DI UNIT PI PICCOLE (MONOMERI) MEDIANTE FORMAZIONE DI LEGAMI COVALENTI. REAZIONE DI POLIMERIZZAZIONE REAZIONE CHE PORTA ALLA FORMAZIONE DEI LEGAMI COVALENTI FRA I MONOMERI A DARE IL POLIMERO

MACROMOLECOLE MACROMOLECOLE BIOLOGICHE BIOLOGICHE o o BIOMOLECOLE BIOMOLECOLE

PROTEINE PROTEINE ACIDI ACIDI NUCLEICI NUCLEICI GLICIDI GLICIDI

LIPIDI LIPIDI

Triptofano

20 diversi amminoacidi L-AA L-AA (Selenocisteina) (Selenocisteina) (Pirrolisina) (Pirrolisina)

Triptofano

Valina

Valina

LEGAME PEPTIDICO

STRUTTURA STRUTTURAPRIMARIA: PRIMARIA:geneticamente geneticamentepredeterminata predeterminata Ciascuna Ciascunaproteina proteinacostituita costituitada daun unnumero numero variabile variabiledi diamminoacidi: amminoacidi: GLUTATIONE o GSH (Cys, Gly, Glu) OLIGOPEPTIDI ::2-20 OLIGOPEPTIDI 2-20AA AA PEPTIDI :: 20-100 PEPTIDI 20-100AA AA POLIPEPTIDI ::100-diverse POLIPEPTIDIo oPROTEINE PROTEINE 100-diverse migliaia migliaiaAA AA

Valina

Arginina

PROTEINE PROTEINE 20 diversi amminoacidi

Alanina

Prolina

Lisina

E un neurotrasmettitore inibitorio

Il triptofano il precursore della serotonina, un importante neurotrasmettitore

La tirosina il precursore delle catecolamine, importanti neurotrasmettitori e ormoni (Dopamina, noradrenalina, e adrenalina)

AA ESSENZIALI: DEVONO NECESSARIAMENTE ESSERE INTRODOTTI CON LA


DIETA IN QUANTO NON SONO SINTETIZZATI DALLORGANISMO 8 negli adulti: fenilalanina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, treonina, triptofano, valina 10 nei bambini: 8 + taurina, cisteina

AA NON ESSENZIALI AA SEMI-ESSENZIALI: tirosina e cisteina; possono venire sintetizzati


dallorganismo a partire da fenilalanina e metionina, quando queste ultime vengano fornite in concentrazioni appropriate

LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE DI UNA PROTEINA


LEGAME IDROGENO

PROTEINE FIBROSE
funzione strutturale (resistenza meccanica, propriet elastiche)

Es: Es:COLLAGENE COLLAGENE(principale (principaleproteina proteinadel deltessuto tessutoconnettivo connettivonegli neglianimali, animali,pelle/ossa, pelle/ossa,eela la proteina proteinapi piabbondante abbondantenei neimammiferi) mammiferi) CHERATINA CHERATINA(capelli (capellieeunghie) unghie) FIBRINA FIBRINA(coagulazione (coagulazionesangue, sangue,seta, seta,ragnatele) ragnatele) ELASTINA ELASTINA(arterie) (arterie) TUBULINA TUBULINA(microtubuli, (microtubuli,citoscheletro) citoscheletro)

LEGAME (PONTE) IDROGENO


QUANDO GLI ATOMI DI IDROGENO SONO RESI PARZIALMENTE POSITIVI DALLA CONDIVISIONE ASIMMETRICA DEGLI ELETTRONI CON OSSIGENO, AZOTO O ZOLFO, GLI ATOMI DI IDROGENO POSSONO ESSERE ATTRATTI DA ATOMI VICINI DI OSSIGENO, AZOTO O ZOLFO RESI PARZIALMENTE CARICHI NEGATIVI DALLA CONDIVISIONE ASIMMETRICA DEGLI ELETTRONI IN LEGAMI COVALENTI DIFFERENTI.

Legame idrogeno

() (+) H

(+)

() () (+)

O H (+ ) ()

LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE DI UNA PROTEINA


RESIDUI R DEGLI AA
Interazioni idrofobiche, legami ionici, interazioni dipolo-dipolo

Nella maggior parte delle proteine le catene di aminoacidi (siano esse organizzati ad Elica che Foglietto ) si ripiegano a gomitolo conferendo cos alla proteina una forma globulare

PROTEINE GLOBULARI:
essenziali allo svolgimento delle funzioni cellulari

(DOMINIO) (DOMINIO)
Es: )) Es:CATALISI CATALISI(ENZIMI (ENZIMI TRASPORTO )) TRASPORTO(METALLI, (METALLI,LIPIDI, LIPIDI,MEMBRANA MEMBRANA DEPOSITO )) DEPOSITO(FERRITINA, (FERRITINA,ovoalbumina, ovoalbumina,zeina zeina IMMUNITARIA )) IMMUNITARIA(ANTICORPI (ANTICORPI COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE(RECETTORI, (RECETTORI,ORMONI, ORMONI,FATTORI FATTORIDI DI CRESCITA )) CRESCITA REGOLAZIONE REGOLAZIONE TOSSINE TOSSINE(colerica, (colerica,botulinica, botulinica,ricina) ricina)

LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE DI UNA PROTEINA

EMOGLOBINA (Hb)

IMMUNOGLOBULINE (Ig)

STRUTTURA STRUTTURAQUATERNARIA QUATERNARIA


pi pisub-unit sub-unitdistinte distinteeelegate legatetra traloro loro (( OLIGOMERICHE )) OLIGOMERICHE

PROTEINE SEMPLICI PROTEINE CONIUGATE (GRUPPO PROSTETICO) CARBOIDRATI GLICOPROTEINE e GLICOSAMMINOGLICANI LIPIDI LIPOPROTEINE (LDL, VLDL, HDL) EME EMINICHE (Hb, Mb, citocromi) METALLO METALLOPROTEINE

LEGAME LEGAME TRA TRA ATTIVIT ATTIVIT BIOLOGICA BIOLOGICA E E STRUTTURA STRUTTURA TRIDIMENSIONALE TRIDIMENSIONALE DI DI UNA UNA PROTEINA. PROTEINA.

DENATURAZIONE (riscaldamento, variazione di pH,....)


ROTTURA DEI LEGAMI DEBOLI

PERDITA PERDITADELLE DELLESTRUTTURE STRUTTURE TRIDIMENSIONALI TRIDIMENSIONALIDELLA DELLA PROTEINA PROTEINA PERDITA PERDITADELLA DELLAFUNZIONE FUNZIONE BIOLOGICA BIOLOGICA

ENZIMI ENZIMI = = CATALIZZATORI CATALIZZATORI BIOLOGICI BIOLOGICI

Substrato 1 Substrato 2

Prodotto

[ES]

Sito attivo (sito catalitico)


SITO ATTIVO COMPLESSO (SITO CATALITICO) COMPLESSO

ELEVATA SPECIFICITA DI REAZIONE -ASI


ENZIMA ENZIMA -SUBSTRATO ENZIMA SUBSTRATO

ENZIMA

MECCANISMO MECCANISMOCHAVE-SERRATURA CHAVE-SERRATURA ELEVATA ELEVATASPECIFICITA SPECIFICITADI DISUBSTRATO SUBSTRATO

OSSIDORIDUTTASI: reazioni di ossidoriduzione TRASFERASI: reazioni di trasferimento IDROLASI: reazioni di idrolisi LIASI: reazioni di scissione di legami ISOMERASI: reazioni di isomerizzazione LIGASI: reazioni di ligazione POLIMERASI: reazioni di polimerizzazione

COFATTORI
piccola molecola di natura non proteica che si associa allenzima e ne rende possibile lattivit catalitica

APOENZIMA + COFATTORE = OLOENZIMA

RIBOZIMA RNA con funzione catalitica


COFATTORI
Ioni metallici Coenzimi (piccole molecole organiche, es: vitamine)

REGOLAZIONE REGOLAZIONE ALLOSTERICA ALLOSTERICA (( allosteria allosteria o o allosterismo) allosterismo)


E la regolazione di un enzima (o di una proteina) mediata da una molecola detta effettore, che svolge tale funzione legandosi presso il sito allosterico. Un enzima dotato di siti allosterici detto enzima allosterico
substrato

sito attivo ENZIMA sito allosterico

ENZIMA

ENZIMA

effettore

Insieme di reazioni chimiche coinvolte in uno o pi processi di anbolismo o catabolismo all'interno di una cellula. I singoli passi della via metabolica sono reazioni catalizzate nella maggior parte dei casi da enzimi specifici che trasformano il substrato su cui agiscono, in un prodotto, utilizzato a sua volta come substrato dall'enzima del passo successivo.

FEEDBACK (RETROAZIONE) NEGATIVO

SITO ALLOSTERICO

FEEDBACK (RETROAZIONE) POSITIVO

REGOLAZIONE DELLATTIVITA DI UNA PROTEINA PER MODIFICAZIONE COVALENTE


FOSFORILAZIONE AD OPERA DI PROTEINE CHINASI
TREONINA, TIROSINA, SERINA

DEFOSFORILAZIONE AD OPERA DI PROTEINE FOSFATASI

Nucleotide

Nucleotide

Nucleotide

Nucleotide

Nucleotide

Nucleotide

Nucleotide

Nucleotide

DNA
ACIDO DESOSSIRIBONUCLEICO

LEGAME FOSFODIESTERICO

RNA
ACIDO RIBONUCLEICO

NUCLEOTIDE

NUCLEOSIDE
ZUCCHERO + BASE AZOTATA

Nucleotide

ACIDI ACIDI NUCLEICI NUCLEICI

BASI AZOTATE

ZUCCHERO a 5 atomi di C

DESOSSIRIBOSIO

RIBOSIO

PARTE VARIABILE DEL NCULEOTIDE

LEGAME LEGAMEFOSFODIESTERICO FOSFODIESTERICO

5 1 3 2 Zucchero

Base azotata

LEGAME LEGAMECOVALENTE COVALENTETRA TRAIL ILGRUPPO GRUPPO OSSIDRILE (-OH) LEGATO AL C3 OSSIDRILE (-OH) LEGATO AL C3DI DIUN UN NUCLEOTIDE ED IL GRUPPO FOSFATO NUCLEOTIDE ED IL GRUPPO FOSFATO(-P) (-P) LEGATO AL C5 DI UN NUCLEOTIDE LEGATO AL C5 DI UN NUCLEOTIDE ADIACENTE ADIACENTE IL PRIMO NUCLEOTIDE DI UNA CATENA AVRA SEMPRE LIBERA LESTREMITA 5P MENTRE LULTINO NUCLEOTIDE AGGIUNTO AVRA LIBERA LESTREMITA 3OH. DIREZIONALITA 5P 3OH IN UNA CATENA POLINUCLEOTIDICA SI IDENTIFICA UNO SCHELETRO COSTITUITO DA UNA REGOLARE ALTERNANZA DI MOLECOLE DI ZUCCHERO E DI ACIDO FOSFORICO (PARTE INVARIANTE)

4 Gruppo fosfato

Base azotata

Gruppo fosfato

Zucchero

DA QUESTO SCHELETRO SPORGONO LE BASI AZOTATE (PARTE VARIABILE)

STRUTTURA
IL DNA COSTITUITO DA DUE CATENE (ELICHE) POLINUCLEOTIDICHE TRA LORO COMPLEMENTARI ed ANTIPARALLELE AVVOLTE NELLO SPAZIO, INTORNO AD UN ASSE VIRTUALE, IN SENSO DESTRORSO

A = T A/T = 1 G = C G/C = 1 A+G=C+T


es: A = 20% T = ? G = ? C = ? T = 20% A + T = 40% G + C = 100% - 40% = 60% G = 30% C = 30%

FUNZIONE 1) MOLECOLA DELLEREDITARIETA (REPLICAZIONE o SINTESI DEL DNA) 2) CONTIENE LINFORMAZIONE GENETICA NECESSARIA PER COSTRUIRE LE PROTEINE DELLA CELLULA (SEQUENZA DELLE BASI AZOTATE; TRASCRIZIONE IN UN mRNA e TRADUZIONE IN UNA PROTEINA)

IMPORTANZA DELLE INTERAZIONI DEBOLI CONFERIRE FUNZIONE BIOLOGICA CONFERIRE POSSIBILITA DI INTERAZIONI MOLECOLARI FORTI MA REVERSIBILI

STRUTTURA
SINGOLA ELICA

PUO FORMARE UNA STRUTTURA DI ORDINE SUPERIORE FORMANDO DEI TRATTI A DOPPIO FILAMENTO GRAZIE ALLA FORMAZIONE DI LEGAMI IDROGENO INTRAELICA FRA BASI COMPLEMENTARI (AU E GC).

TIPI DI RNA
RNA RIBOSOMALE (rRNA): costituente dei ribosomi RNA MESSAGGERO (mRNA): porta linformazione che deve essere tradotta in proteina RNA DI TRASFERIMENTO (tRNA): trasporto degli amminoacidi durante la sintesi proteica Piccoli RNA citoplasmatici (scRNA): componenti di ribonucleoproteine (SRP) Piccoli RNA nucleari (snRNA): coinvolti nel meccanismo di splicing (maturazione dellRNA eterogeneo nucleare) Piccoli RNA nucleolari (snoRNA): coinvolti nella maturazione dellrRNA microRNA (miRNA): catene molto corte di RNA (21-22 nt) coinvolte nella regolazione dellespressione genica

FUNZIONE DELLRNA
1) ESPRESSIONE GENICA (TRASCRIVE LE INFORMAZIONI DAL DNA E TRADUCE LE INFORMAZIONI DEL DNA IN PROTEINE)

2) REGOLAZIONE DELLINFORMAZIONE GENICA

GLICIDI, GLICIDI, ZUCCHERI, ZUCCHERI, CARBOIDRATI CARBOIDRATI


IDRATI DI CARBONIO: H e O STANNO TRA LORO NELLO STESSO RAPPORTO CON CUI STANNO NELLH2O Cn(H2O)n es: C6H12O6 = C6(H2O)6
Monosacacrid e Monosacacrid e Monosacacrid e Monosacacrid e Monosacacrid e Monosacacrid e Monosacacrid e Monosacacrid e Monosacacrie

LEGAME GLICOSIDICO MONOSACCARIDI o ZUCCHERI SEMPLICI GLUCOSIO, GALATTOSIO, MANNOSIO, FRUTTOSIO, RIBOSIO, RIBULOSIO, DESOSSIRIBOSIO, GLICERALDEIDE, DIIDROSSIACETONE DISACCARIDI MALTOSIO (glucosio + glucosio); SACCAROSIO (glucosio + fruttosio) LATTOSIO (glucosio + galattosio) OLIGOSACCARIDI (da 3 a 10 monosaccaridi) POLISACCARIDI (tantissime unit di glucosio) AMIDO - CELLULOSA - GLICOGENO CHITINA, GALATTOSAMMINA

LIPIDI LIPIDI
INSOLUBILIT IN ACQUA E AFFINIT PER I SOLVENTI APOLARI E PER GLI ALTRI LIPIDI
SEMPLICI TRIGLICERIDI (OLI e GRASSI) CERE FUNZIONE RISERVA ENERGETICA (Tessuto adiposo, semi) FUNZIONE ISOLANTE
Glicerolo

Acido grasso

Acido grasso

Acido grasso

FOSFOLIPIDI e SFINGOLIPIDI MEMBRANA PLASMATICA DELLE CELLULE

Molecola polare

Gruppo fosforico

Fortemente polare Affinit per lH2O

Glicerolo

Acido grasso

Acido grasso

Fortemente apolare Affinit per i lipidi

STEROIDI

CAROTENOIDI
Fotopigmenti Fotopigmenti(piante (pianteo oaltri altriorganismi organismi fotosintetici, fotosintetici,come comele lealghe) alghe) Funzione ::antiossidanti Funzione antiossidanti

BIOELEMENTI

OLIGOELEMENTI o MICROELEMENTI presenti in tracce B, Cr, Cu, F, Mn, I

IODIO 0.0004% del peso di un essere umano. Una carenza di iodio nella dieta umana influisce seriamente sulla funzione della ghiandola tiroide, la quale produce ormoni che regolano il metabolismo e la crescita.
Ferro

ACQUA

ESSENZIALE PER LA VITA (E IL COMPONENTE PIU ABBONDANTE NELLE CELLULE) AMBIENTE EXTRACELLULARE

PROPRIETA DELLACQUA POLARITA: ottimo solvente per soluti ionici e polari COESIONE e ADESIONE Elevata tensione superficiale Elevato punto di ebollizione capillarit ALTO CALORE SPECIFICO: quantit di calore che 1 gr di sostanza deve assorbire per aumentare la sua T di 1C mantenimento T costante negli organismi ALTO CALORE DI EVAPORAZIONE: quantit di energia necessaria per convertire 1gr di liquido in vapore: durante levaporazione lH2O porta con se una grande quantit di calore raffreddamento per evaporazione TENDENZA A DISSOCIARSI: per dare ioni idrogeno (protoni, H+) e ioni idrossido (OH-)

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