Abstract
L'origine della vita una questione molto ardua ed impegnativa. Ci sono state diverse
opinioni lungo la storia e su questo gli esperti ancora oggi non si mettono d'accordo.
Nell'antichit si pensava che c'era la cosiddetta generazione spontanea secondo cui alcuni
viventi venivano fuori dal fango o dalla sporcizia. Invece a partire del secolo diciassettesimo
sono stati fatti degli esperimenti che hanno dimostrato che la generazione spontanea non
esiste. Allora, da dove viene la vita? Due sono le ipotesi principali al riguardo in un contesto
naturalista: labiogenesi e la panspermia. Ma nessuna delle due gode di un vero avallo
sperimentale. Sembra dunque che ci sia una discontinuit tra non vivente e vivente. Daltra
parte, sembra difficile che la vita possa sorgere per puro caso. Ci domandiamo anche se ci sia
la vita altrove nelluniverso, e facciamo qualche accenno al cosiddetto principio antropico.
Concludiamo con una breve sintesi della dottrina cristiana sul tema della creazione, lorigine
delluniverso e la vita, in base al Catechismo della Chiesa Cattolica.
The origin of life is a very difficult and vexing issue. Different theories have been proposed
throughout history, and experts have still not reached a consensus. In antiquity, spontaneous
generation was proposed, according to which some living beings would spring from mud or
dirt. From the seventeenth century on, experiments proved that view false. Whence then
comes life? Two principal hypotheses have been advanced in a naturalist context, abiogenesis
and panspermia, but neither enjoys real experimental support. While it is clear that there is a
gap between non-living and living beings, it seems nevertheless far-fetched that life could
arise by pure chance. Our attention turns to wondering if life exists elsewhere in the universe,
also making reference to the so-called anthropic principle. We conclude with a short summary
of Christian doctrine on creation, the origin of the universe, and life, basing our reflections on
the Catechism of the Catholic Church.
Una delle questioni ancora aperte per la scienza odierna quella dellorigine della vita
o biogenesi. Sebbene ci siano delle ipotesi e degli intenti di spiegazione, non si dispone al
momento di una vera e propria teoria che abbia anche dei riscontri di carattere sperimentale.
Malgrado ogni qualvolta si parla di vita artificiale o di sintesi di composti organici in
laboratorio, ancora non si stato in grado di produrre la vita dalla non-vita.
In queste brevi riflessioni cercheremo di fare il punto della situazione attuale sulla
questione della biogenesi. Ovviamente non abbiamo la pretesa di risolvere tutti i problemi,
che sono molti e che ancora rimarranno aperti in molti casi, ma piuttosto offrire degli spunti di
riflessione per sviluppi futuri.
1
linvarianza lungo il tempo delle diverse forme viventi, pi in sintonia col racconto della
creazione che troviamo nei primi versetti della Bibbia, secondo cui in principio Dio cre le
piante e gli animali secondo le loro specie (Gn 1, 11.12.21.24.25).
2
Successivamente, i famosi esperimenti di Stanley Miller e Harold Urey (1953)
sembrarono dare ragione alla teoria di Oparin. Questi due scienziati nordamericani cercarono
di riprodurre le condizioni ambientali dellatmosfera primordiale della Terra supposte da
Oparin. In tali condizioni si produssero in laboratorio delle molecole organiche (tra cui alcuni
aminoacidi, i mattoni delle proteine).
3
E) Lorigine della vita e lorigine delle specie
Supponendo che si sia risolta in un modo o unaltro la questione dellorigine della vita,
la domanda successiva sarebbe il passaggio dalle prime forme elementari di vita a quelle
successive, molto pi complesse ed evolute:
- dai procarioti agli eucarioti
- dai viventi monocellulari a quelli pluricellulari, fino ad arrivare alluomo
interessante constatare da una parte che il registro fossile di cui disponiamo sembra
di mostrare unapparizione precoce della vita, non appena le condizioni ambientali labbiano
permesso. I fossili ci mostrano la storia dellapparire (e scomparire) dei viventi sulla terra.
Daltra parte, sembra che evidenzino il fatto della successione di forme svariate, s, ma in
qualche modo ordinate e progressive, da quelle pi elementari a quelle pi complesse. Ma
quello che non chiaro come si spiega questo passaggio, quali sarebbero le cause o i
mecchanismi che lhanno prodotto o almeno indotto.
Questa concezione fortemente riduttiva della vita andrebbe nella linea della proposta
di Richard Dawkins nel suo famoso libro Il gene egoista. Tale proposta ci fa capire come sul
tema della vita molte volte ci siano, a livello scientifico, delle idee piuttosto imprecise, a
ragione di una mentalit meccanicistica e fenomenistica che impedisce di cogliere, appunto, la
specificit di quella realt che l'essere vivente. Per questo ci vuole l'aiuto prezioso della
filosofia.
Senza pretendere di dare una risposta esauriente, si potrebbe dire che una delle
caratteristiche proprie degli esseri viventi sarebbe il fatto di essere, in qualche modo, causa
sui: causa del proprio movimento, della propria operazione, del proprio perfezionamento;
l'essere vivente "si perfeziona", il soggetto attivo della sua propria azione perfezionante. E il
principio della vita, di questa capacit di auto-perfezionarsi, risidiederebbe nellanima come
forma e atto dellorganismo vivo4.
3
G. RIVIECCIO, in Newton Oggi, anno X, n 5, maggio 2006, p. 10. Rivieccio il direttore della rivista.
4
Per ampliare ed approfondire questo tema, qui appena accennato, faccio riferimento ad un altro lavoro in cui ho
sviluppato qualche ulteriore riflessione al riguardo: "Vivere viventibus est esse": Towards a Metaphysics of Life,
in P. RAMELLINI (ed.) Life and Organisms, Libreria Editrice Vaticana, Citt del Vaticano 2006, pp. 15-20; cfr.
anche J. DE FINANCE, Metafsica y concepto del mundo. A propsito del problema filosfico de la evolucin de
4
G) Luniverso e la vita
Abbiamo gi accennato a questo argomento parlando dellipotesi della panspermia. Si
possono sollevare diverse questioni al riguardo, ma forse si potrebbero riassumere in queste
due:
- siamo soli? O esiste la vita altrove nelluniverso?
- le condizioni della vita nelluniverso; il cosiddetto principio antropico.
Malgrado tutto, si continua a cercare qualche posto in cui ci siano almeno delle
condizioni favorevoli al sorgere della vita, sia nelle forme che noi conosciamo, anche negli
ambienti estremi, come si scoperto negli ultimi decenni sulla Terra, sia in altre ipotetiche
forme possibili (magari sfruttando altri elementi diversi ai nostri, come per esempio il silicio
invece del carbonio). Non manca una diffusa letteratura di carattere fantascientifico al
riguardo, nella quale intervengono anche talvolta dei noti scienziati, come il gi citato Fred
Hoyle, per fare qualche nome pi o meno conosciuto.
Nel frattempo si propongono alcuni possibili candidati per ospitare vita extra-terrestre,
in base alle osservazioni delle sonde spaziali o di potenti telescopi, come per esempio, nei
nostri giorni, due dei satelliti di Saturno: Enceladus e Titano, visitati recentemente dalla sonda
Cassini. Inoltre si scoprono sempre pi pianeti che orbitano intorno a stelle simili al Sole,
sebbene quelli scoperti fino adesso o sono troppo grandi o sembrano avere delle condizioni
poco favorevoli per la vita come noi la conosciamo.
5
complex universe as that which we know exists around us, may have been absolutely
required.6.
In sintesi, quello che si fa notare nel principio antropico che luniverso fatto con
delle particolari e precise caratteristiche che fanno s che la vita sia possibile in esso. Se esse
fossero leggermente diverse, la vita come la conosciamo sarebbe semplicemente impossibile.
In questo contesto, si parla della taratura precisa (fine-tuning) delle costanti e delle leggi
della natura. Si tratta di un dato di fatto, che non pu che far riflettere seriamente al riguardo.
Diversi scienziati che si dichiarano agnostici non possono meno di sorprendersi e chiedersi
sul perch di questo universo cos specifico nelle sue caratteristiche. Per esempio, per Paul
Davies la taratura precisa dell'universo sarebbe the most compelling evidence for an element
of cosmic design7. Il gi citato Fred Hoyle si sent obbligato a concludere che The origin of
the Universe, like the solution of the Rubik cube, requires an intelligence8.
Sulla questione delle origini ci sono diverse risposte da parte della religione, la
filosofia, la scienza e la cultura, e questo segno delluniversalit di questa domanda. Cos
nel n 285:
6
A.R. WALLACE, Man's Place in the Universe. A Study of the Results of Scientific Research in Relation to the
Unity or Plurality of Worlds. Chapman & Hall, Ltd., London 1903, p. 306.
7
P. DAVIES, The Accidental Universe, Cambridge University Press, Cambridge 1982, p. 189.
8
F. HOYLE, The Intelligent Universe, Holt, Rinehart and Winston, New York 1983, p. 189.
6
Fin dagli inizi, la fede cristiana stata messa a confronto con risposte diverse
dalla sua circa la questione delle origini. Infatti, nelle religioni e nelle culture antiche
si trovano numerosi miti riguardanti le origini. Certi filosofi hanno affermato che tutto
Dio, che il mondo Dio, o che il divenire del mondo il divenire di Dio
(panteismo); [...] altri ammettono che il mondo sia stato fatto da Dio, ma alla maniera
di un orologiaio che, una volta fatto, lavrebbe abbandonato a se stesso (deismo); altri
infine non ammettono alcuna origine trascendente del mondo, ma vedono in esso il
puro gioco di una materia che sarebbe sempre esistita (materialismo). Tutti questi
tentativi di spiegazione stanno a testimoniare la persistenza e l'universalit del
problema delle origini.
Daltra parte si ricorda che possibile arrivare con certezza, attraverso la ragione, alla
verit dellesistenza di Dio Creatore. Tuttavia questa conoscenza oscurata dallerrore; per
questo la fede conferma e rischiara questa verit, che di per s raggiungibile dalla ragione
(cfr. n 286). Questa verit cos importante per la vita delluomo che Dio rivela
progressivamente il mistero della creazione (cfr. n 287). Il mondo stato creato per
manifestare e comunicare la gloria di Dio (cfr. n 293); frutto della sua bont, onnipotenza e
libert sovrana. Dio crea secondo la sua sapienza (cfr. n 295), e per questo la creazione un
cosmo, cio qualcosa di ordinato, ed finalizzata alluomo, creato ad immagine di Dio (cfr. n
299).
Dio crea dal nulla (cf. n 296-297), trascendente ed allo stesso tempo immanente alle
sue creature: In lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo (At 17,28); superior summo meo
et interior intimo meo - pi intimo della mia parte pi intima, pi alto della mia parte pi alta
(Agostino, Confess. III, vi, 11) (cfr. n 300). Dio mantiene le cose nellessere e le governa con
la sua sapienza e provvidenza (cf. n 301). Tutto quello che esiste deve la sua esistenza al
Creatore.
In questo momento sembra che la scienza non possa dissolvere quella nube
che avvolge il mistero della creazione. Per lo scienziato che ha vissuto fidando nel
potere della ragione, la storia finisce come un incubo. Egli ha scalato le montagne
dellignoranza; giunto al punto di conquistare il picco pi alto e finalmente, nel
raggiungere lultima vetta, viene salutato da un gruppo di teologi che si trovavano l
seduti da secoli9.
9
Ecco il testo in inglese: at this moment it seems as though science will never be able to raise the curtain on the
mystery of creation. For the scientist who has lived by his faith in the power of reason, the story ends like a bad
dream. He has sealed the mountains of ignorance; he is about to conquer the highest peak; as he pulls himself
over the final rock, he is greeted by a band of theologians who have been sitting there for centuries (R.
JASTROW, God and the Astronomers, W.W. Norton & Company, New York 1978, p. 116). La traduzione
allitaliano nostra.