Sei sulla pagina 1di 462

^

Digitized by the Internet Archive


in

2010 with funding from

Research

Library,

The Getty Research

Institute

http://www.archive.org/details/storiadelleartid02winc

STORIA DELLE
ARTI DEL DISEGNO^

rn^/r
-JTront:

U^Tm: Vj.

^^.X^^^^.,^.,^,,,.

^,,^,,

.Jl/^.^,

^/

J^^

-Z?^zi''^

rci^A'

JJom^

yV''d-

STORIA DELLE
ARTI DEL DISEGNO
PRESSO GLI ANTICHI
D
I

GIOVANNI WINKELMANN
Tradotta dal Tedefco
E IN

QUESTA EDIZIONE CORRETTA

AUMENTATA

CARLO

D A

L'

A B A T E

F A

GIURECONSULTO

TOMO SECONDO

*-^^/Cft

ROMA DALLA STAMPERIA PAGLIARINI


IN
MDCC
QS
L X

X X I IL

LI C tX ZA DL'sVtSKlOIil,

Cum

in

omni genere
efl

tum in hoc pfo


.

dam
tacito

vis

incredibiiifque naturce
,

magna quceOmnes enim


uut ratione
,

quodam fenfu
,

Jine ulla arte

quc2 fint in artibus

ac rationibus rccla

ac prava

dijudicant

Cicero

De

Orat.

lib. ili.

cap.

jo.

n.

Jp^.

U..LOLLIV. ALCAMfeMES

deC ET.>\>VWrVfR

STORIA
DELLE ARTI DEL DISEGNO PRESSO GLI ANTICHI,

LIBRO SETTIMO.
Meccanifmo
della Scultura preiTo
i

Greci

e loro Piccura

Capo
Mantern
t

I.

csn cui

greci artiji lavorarono

Modelli in creta
,

lavori in gefso Piccoli intagli in bronzo ~ Lavoro delle Jatue

rilevati in avorio

in argento
.

in

marmo
.
.

abbozzo
.

e ul-

tima mano
[alte
.

Sculture in
porfido

marmo
. .

nero

in alabajro

in

ha"

e in

~ Baffi-rilievi
, .

Figure rejaurate

Gem.

me

..

maniera d' inciderle


.
.

notizia delle

pu

pegevoli

si

incift

che in rilievo

Abbiamo

ne' Libri

antecedenti efamlnata
i

a
;

cos dire

la

teoria delle Arti del Difegno prefTo

Greci

e in quefto

ne
efl

confidereremo

la pratica

cio

il

meccanifmo con cui

lavo-

6
lavoravano
LiB.vii.
Maniera con
tifti'iavoMrol ^"^
.

Meccanismo della Scultura


Della fcultiira parleremo principalmente
,

e da-

j^j^Q pofcia un'idea della loro pittura.


J^

Prendendo
Si
,

il

nome
efTo

di

fcultura in
il

un fenfo

efte-

Comprendiamo
fondere (i)
'1
.

in

anche

modellare, l'incidere,
,

^'

e'I

modell
fi

la creta e'I gefTo


i

s'intagli
,

l'avorio e

legno

fcolpirono
fi

fafl

di

varie qualit

s'inci'ero le

gemme,

fiifero

metalli.

Di

quelli parle,

remo

nel

Capo Tegnente
.

Nulla

fi

dir de' lavori in legno


s'

perch nelTun' opera di jquefta materia


fervata (a)
Modelli in
rc

fino a noi con-

2.

Comincer
al

fere fiata la

dalla creta , che naturalmente dev'efprima materia adoperata dagli artifli (b) , e , uni,

tamente
dimoflra

geflb

dev'avere fervico per modellare


.

come

ferve anche oggid (e)


il

Che

fi

modellafTe

collo
,

ftecco lo

baffo-rilievo in

marmo d'Alcamene
Albani
,

mano
vianfi

efiflente nella villa

del
.

con efib in quale noi diamo la


Gli
artifli

figura a principio di quello Libro (d)

per

fer-

anche delle dita

e particolarmente delle ugne per

lavorare con maggior dilicatezza


quefl' ufo
fi

alcune parti pi fine


,

A
la

riferifce

un detto del famofo Policleto


difficile
,

fecon-

do

cui

la

parte pi

dell'efecuzione

era
la

quando

creta attaccavafi alle ugne

fra l'ugna e

carne intro-

mettevafi

"Otuv v vvuxt

TniXg yvnnxi (4).

Quelle parole

non
.(^ly

Li /cultura
fi

nel

frctco

rifciifce ai lavori in

fcnfo fuo rigorofo e mirmo , chia-

Ro-nan^Tab. ff/. , dal Moncfaucon Antiquit. Exp[. Tom. I. par. il.


B3Xto\\ AJm'ir. Antiq.

laan ioii plaflicLi l'arte di lar le figure di terxa , ftatuaria l'arte di gettarle in bronzo , e Aveauo tai intaglio l'arte di farle in legno nomi anclie gli anticlii , co:e (i vede prelFo
.

pag. 24.., e ultiinanente da Foggini Mufeo Caphol. Tom. li^. Tav. 2 f. pa;i.i ig. Si vede anche in una germia preiTo il Galeotti Gemms. antiq. liu. iic. Tab. j. n. i. , e prellb
alrri
.

Vimo lib.;^. cap.y. Jic.i 6. e l.^y. cap.i (a) Ma per f ne parlato nel Tono
,

2.
I.

{a) Plutarch.

pag- 2f. e feg^. (b) Vedi Tomo

Tom.
I.
/.

il.

Sympof. Uh. 2. probi. _j. oper. pag.6^6. C. [ Plutarco riporta lo

pag.20. efegg. ^j. e. r2.re^- 44- , che dopo Lififtrato non fi lavorava Itatua, o fimulacro, che non f ne facelfe il modello in creta. (d) Prometeo fi vede pure collo ftccco in mano , e la figura fuUe ginocchia in un baffo-iilievo dtl Mufeo Capitolino riportato dal
le) Scrive Plinio

fteifo detto

"^

De profeSu in virtat. fent. ia fivag.SS. princ. : Policlen dicum^, qui


al unguem lutum pervenent
x5 ^iiiTai
. .

d'fficillimum opus traSare eos pronunciarti^,


'7^""J^-f

tu

jr

'kx*

Non

pare che

voglia dire altro in a nendue i luoghi , f non che la parte pi difficile era appunto quanda

PRESSO

Greci,
ben
:

loro Pittura.

non fono
Glunio
nota

fiate finora

intefe

7 eFrancefco dagl'interpreti,
exigitur liitum
>
,

{a)
il

che traduce
vero
fenfi)
.

cnm ed nngiiem
verbo

non
di-

LIB. VII.

GAP.

I.'

ne rende
qii

Il

fvxiT,iiP

o ^ofvxt^nv

quegli ultimi tocchi che lo fcultore dava coU'ugna


;

al fijo
finire

modello
il

quefio chiamavafi xlvpa^oi;


fi

All'ufo di
efpreflone

modello coU'ugna
;

rapporta

pure

l'

Oraziana

ad
FaHiis homo

unmem
(h)
(e)
;

Perfe^iim decies von cajigavit ad tmgnem

come
venale

all'ufo di

adoperare principalmente
fi

il

pollice nel
di

far

fioure di
:

cera

riferifcono chiaramente le parole

Gio-

Exigitt ut mores temros

ceti

follice dticat

%Jt fi
jf.

qiiis

cera vultum fact


il

{d)

3.

Un

chiaro fcrittore,

conte di Caylus

leggendo
fe-

in

Diodoro

{e)

che

gli

artifi:i
,

egiziani
i

aveano lavorato

condo
occhio

un' efatta

norma

laddove
,

greci determinavano a

le neceflarie
,

proporzioni
fi

s'

argomentato

di

quindi

conchiudere

che quefii non


.

valefi^ero
il

punto

di

modello

pe' loro lavori (a)


fio
,

Ma

facii cofa

dimofirargli l'oppo-

non
,

folo co' modelli in creta anche tuttora efiftenti di


;

parlammo nel Libro I. Capo il. ma ezian-ove rappredio con una gemma del mufeo Stofchiano (/)
ftatue
de' quali
,

fenaltro non rimaneva a fare , che <?ar gli ultimi ritocchi coU'ugna ai modelli di creta ; fcnza cercare f quella s'intromettefTc all'unna e al dito il che pi facilmente poteva liicccdcre nel maneggiare la creta per fare il modello, anzich nel ritoccarlo quando era gi quafi finito.Peraltro ficcome oggid comu:

a fare anche

le
.

eftremit
.

,
.

e le

ugnc

delta

fgura

(a) Caral. Piior. inPolicl. p. i 6S. [Gianio fcguita la traduzione di Silandro , e degli altri
.

(b) lib.i.
(e)

ferm.6, vtrj. ^z.

fi adopra l'ugna a tal effetto, pirebbe darli anche altra fpicgazionc al paffo di Plutarco , pi conforme a qualche iraniera di dire , o a qualche altra ufanza degli antichi artifti , che noi non conofciamo Come , per efempio , clic il modello vicino alla fua perfezione , quando l'artifta giunto
:

ncmente ror

T)e arte poet. verf. 2^4. (if) Sat.j. rerf. 2^7. Conf. Rutgcrf. Var. lu. Uh. i .cap. z.pag.i. (f) Uh. i. circa fin. (a) Vedi Tomo .pcg. 1 20. efeg. (/) Defiript. des pierr. grav. au Cab. de Sto[ch , ci. ^, feB. i. n. 6. pag. jrf.

8
fentafi

Meccanismo deila Scultura


Prometeo che prende
,
.

le

mifure della Aia fiatua

col
in

LIB. VII.

filo a

piombo
.

come
.

vedef nella figura che noi


la

daremo
;

CAP

I.

apprelTo

pittori

devon avere
in

mifura negli occhi

ma

gli fcultori

hanno
,

dra ed

il

circolo

ogni tempo dovuto adoperare la fquaanche per modellare , eflendo quello laalla fcultura.
,

voro una preparazione


...e lavori in
li

^. 4.
(a)
,

Formavanfi anticamente di gelTo


le

oltre
;

modelfiarfe
,

immagini delle
le

divinit pei poveri (a)

di

tal

materia pur furono

figure de' pi celebri


.

uomini

che

Varrone Ipediva da Roma in altri paefi (i) Sono pervenuti fino a noi alcuni degli antichi baf^. jf.
fi-rilievi in

geff

e de' bellifimi f ne fono ritrovati nelle


,

volte di due camere

e d'un

Napoli
zuolo
lana
cati
.

(b)
,

Ometto i bei poich non fono di


.

bagno preflo Baja non lungi da baffi-rilievi ne'fepolcr di Pozgefib


,

ma

di calcina
,

e pozzodili-

Quefti lavori quanto pi fono


belli
;

baffi

tanto pi

apparifcono e

oflervafi

per che dar volendo

gli

artifti

a que' lavori di molto baffi>-rilievo diverfe e varie de,

gradazioni

fognavano con un pi profondo contorno ci


.

che

fui

fondo piano dovea comparir rilevato

Pertanto deve

con(a) Di geflb fi facevano anche le forme per copiare le ftatue fin dai tempi anteriori a Liiiftrato , PVm. Hi. ^ f. cap. 1 2. fe^. 4.4. (cz) Prudent. Apoth. verf.y26. Prudenzio parla di Giuliano l'apoflata , il quale foleva mettere il capo fotto una ftatua d'Apollo in gclTo per venerazione Quin & ApoLlineo frontem fubmittere gy\

pso

Degl'idoli di gertb ne parla anche Arnobio .Adv. Gent. Ili. 6. p. 20 i. Giovenale Sat. 2.

molte figure del filolofo Crilippo , che in gelfo li facevano; J'aufania lib.g. cap. ^2. pag.jyj. nomina una ftatua di Bacco di tal materia , e dipinta ; e Tiinio lib.^S. cap. 2 j. feci. fg. fcrive , che ( ne facevano figurine , e balTi-rilievi per ado-rnare i palazzi .
verf.4..

fa

menzione

delie

(i)

I ritratti

degli

uomini

illuftri pel

mon-

do

da M. Varrone , fino al numero di fcttecento ,_ non dovettero elfer fatti in geffo , ma difegnati fuUa pergamena con uno o
fpediti

pi colori, Plinio liB. ^f. cap. z.fcB. 2. , da cui abbiamo quello racconto , parla d'immagini d'uomini , clic chiuder poteano , e che erano inferite ne' codici delle opere loro Da. quell' efpredlone pliniana nfenis vo/uminibus pu argo. aliquo modo imagintbus fi mcntarc che tali copie fodero con leggiera tmta cfeguice [ Mi pare che Plinio dica , che Varrone inferiva nelle fuc opere i ritratti degli uomini illuftri.che lodava , o de' quali Marcus parlava , non gi nelle opere di effi Varr beaignijjtmo invento y infertis voluminam fuorum fecunditati , non nominibus tancum feptiagentorum illuftrium , fed & aliquo modo imaginibus : non pajfus intercidere figaras , aut vetujiatem ivi cantra homjnei valere , inventar muneris etiam Diis /hv/diofi , quando immortalitatem non Jolum dedit , verum etiam in omnes ter^as mifit , ut claudi pof[ent prifcntes effe ubique , (b)_ Quefti , e quell'altro apprello del tcmpio d' Ifidc fono di ftucco ,
.
.

&

PRi-sso

Greci

e
il

loro Pittura
rpj,2o\o$ (n)

9
d'

confderarfi
<:appelletta

come una
nel cortile
,

rarit
,

bafTo-riJievo in gelTo
,

una
Lia. Vii.

detto

del

tempio
-,

'ifide a

Pompeja

rapprefentante

Andromeda con Perfeo


Medufa
, , :

CAP.I.

in cui la

mano

dell'eroe, che tiene la tefta di

fu
fi

tatta interamente (taccata dal

muro

efa

caduta
il

ma

vede
fario
(f.

il

luogo dove fporgeva, e v' tuttora


(a)
.

ferro necef-

per foflenerla
6.

Si
^
-,

lavor anticamente pur molto in avorio


rr

tutto
vafi
,

ci che in elio

argento
;

bronzo

Ticcoii ntiin intaglia- .avorio

(b)

I-

g'i rilevati

venia detto
s
i

toreutce

(e)

intorno

alla

qual voce mal


,

s'appongono
dole
il

lignificato
>

moderni che gli antichi interpreti dandi un lavoro fatto al torno Le parole
.

7t>pir/x
fi

rcfiuiia

toreuina {b)
,

nptvns
e

e TrpsoTO? iilate

ove
ocIlro-

tratta de'
,

mentovati lavori

degli artefici che


(

vi

fi

cupavano
mento-

non derivano
)
,

gi da w'pvoj

torno

noto

de' tornitori

a cui

non
,

fi

pu

riferire

nefluno dei

palli addotti

da Enrico Stefano
la loro radice

come
fi

offerv egli medefi,

mo

ma hanno
,

nel vocabolo rpog

che

fi-

^nifica chiaro

propriamente

ufa

come

epiteto d'una

Tom. II.
(j) Pauf. Ub. 2. eap. zy.pag. 172. , e. 2^. fag. i7g. Un. /. , cap. ^2. pag.iSC. /in. zi., cap.34.pag.ig^. Jin.ty. (a) Qui II pu aggiugnere , che gli antichi lavoravano anche di Imalro , facendone

B
celebri
feci.
,

voce
/.

per atteftato dello ftcffb


>

^^.
2f.

e. r
) ,

2,

} s-

^^^- 3-t- cap. i. feci.

g. S-

ne

aveva facilitata l'arte , e per gli ornainenti fatti

vi al

fi

era refe tamofo


oliiiipico>

Giove

come

de' baffi-rilievi

tette , e figure co' fuoi colori

in tutte

le parti

Cmili

a'

naturali

come

of-

Icrive lo fteffo nel//.f5. cap. f. feci. 4. fo accordarmi al ignor Falconet . 4.. che nelle fue Notes far trois livr. de Plirie

ferva il Buonarruoti Ojfervj-^. iflor. fopra ale. medagl. prefa^. pag. XV^ll. con una tcfta di Fauno , e un altra d'un Sileno , cpag. XX. (b) Vcd. Tom. I. pag. 27. e fegg.
(e) ridia,
feci. ig. .
al dire di
il

tane.

Plinio

iib.

^4. cap. S.
di tali lavo-

/.fu

primo che fece

ri con buon fuccell , e poi vi riufci a peifezione Policleto , %. 2. : Primus ( Phidias ) artem toreucicen aperuijfe , atque demonfiraffe merito judicatur . y 2. : Judcacur ( Poli-

cletus

toreuticen Jc erudijfe , ut t'hidias demonflraffe , Cosi credo , che polla fpiegarfi Vuol dire <HXii\\' aperuijfe , atque dmon^raJfe Plinio , che Fidia aveva introdoito l'ufo pi frequente di quei lavori ( come pare che polfa arguirti dai tanti arridi , che probabilmente tutti videro dopo di lui , e vi il refero
)
:

chap. 8. pug. So. Si. (Euvr. che Fidi* , e infegiwto lartc di il primo abbia fcoperto , far bafll-rilicvi in metalli , per poi convincerlo di errore coU'autorita di Anacrconte , che vitTe quafi cent'anni prima di Fidia , e ne parla nelle fuc Odi 17. 18. e ji. ; coIl'efeiTipio dell'arca di Cipfelo defcritta da Paufania iiii.4.. cap. 17. pag. 41 g. , efegg. ; e degli altri fatti da Baiticfe di cui parla quefto medcfimo autore lib.^. cap.i 8. pag.2yj. , non dicendo in cui viveiie Il noP.ro Auper altro l'et tore , che nella prima edizione di quefta Ik)ria era caduto nello {\cflo errore , clie in quella feconda rimprovera agli altri , avca prifo per lavori fatti al tomo qucfti di Fidia . (A) Virg. Cui. verf 66.
liv. ^4..

Tom. ni.

fa dire a qucfto fcrittore

IO
!

Meccanismo
e

della.
.

Scultura

voce chiara
j-q]^

ben
fia

diftinta (a)

LiB.vji.

TvfiVTix.

fiata

Sembra pertanto che la paufata per indicare un lavoro a rilieincavato delle


li

^^'

'

vo

difl'erente dal
;

Javoro

gemme

che

di-

ceafi i ay'ht}(^ov

onde

Tc'pew^Mat
,

chiamava propriamente un
ben difcernibili
e chia-

intaglio a figure
re
,

rilevate

e perci

nel qual fenfo ha qualche analogia col fignificato della


Tc'pos

voce
te in

(*)

E poich
,

queft'arte occupavafi principalmen,

piccole cofe
,

e minuti fregi

perci Plutarco

par-

lando d'AlelTandro
cedoni
{ci)
,

terzo figlio di Perfeo ultimo re de'


tai

Ma-

il

quale per

lavori

erafi

fatto
,

celebre in

Roma
in
jf.

un la voce m^ivup con

M^rov^yr

cio lavorare

cofe
7.

minute

Alcone
di
,

di

Mila

in

Sicilia
,

doverebbe riputarli
potefllmo

il

primo

artifta
(b)

quefta
il

maniera
fa

preliar fede

ad Ovidio

quale lo
i

anteriore alla guerra di Troja,

ove rammentando
parla d'una tazza
,

doni

fatti

da Anio re
,

di

Delo ad Enea,
poeta cade in

lavoro di quell'artifta
.

e annovera coloil

ro che dianzi aveanla pofTeduta

Ma

qui

un manifefto anacronifmo
fecoli

poich Mila fu edificata alcuni

dopo

l'incendio' di Troja,
;

come

fi

pu vedere
i

nella

Sicilia del

Gluverio

febbene n quelli n
(r)
.

commentatori

d'Ovidio ne abbiano olTervato l'errore


Lavoro
Itatuc in
delle
(f.
,

8.
_

La
(i)

fcultura in fafTo fu principalmente efercitata fu


'^ '^

mar-

mo...

marmi
il

talora eziandio fu pi dure pietre

quali

fono

bafalte

e'I

porfido.
(T.

p.

La

(a)

Non pu
,

terpreti
tri
le

e fcrictori

pero dirfi , che tutti g' inabbiano errato intono al


parole
;

lievi: il traduttore mal di lavori fatti al torno .

a proposto

l'intefe

vero fenfo

di quelle

come

tra

!jli

al-

ha capite,

e fpie^i:^
-.

Arduino

al

eh.

(ti. ^4.. cap. S. feyl. i q. %.

nio

vocabolo TOf.' ufato da Dione Grifoftomo Orat. ^3. pag. ^37. p. ,^ove parla di tazze intagliate , le quali i\iK.i T( xai T9fi<'c aveano , cio erano circondate di fregi e orna t: di balli-riSi

^*;

(*)

e-

not. ^f. di PliSahnafio EAT^raf. Plln. in Sol. cap.fz. '^I^S- molto diltufam^nte ,

(<!) ti .^nil. op. To-n. I. pjg. 27 f. A. (i) Mecant. la.i ^. verf. 67 g. (e) Slcil. antiqua , Uh. z. cap. /. pag. jot.

^'J/-

nlcliiara

cosi

il

r,gor Wiiikelma-in n^Ua prima cdiquella Storia tratta in un para!?rafo particolare dei pi belli e pi celebri marmi della Grecia ; e non ben (I vede , perch , volendo e^li mialiirare ed accrefcere 1' Opera fua , abbia qui on^lTo tal paragrafo . Di due marmi nominiU;neu:e ivi ragiona, e\ pa(,)

xione

di

PRESSO
jT.

Greci

loro Pittura
flatue

ii
LIB. VII.

9.
,

La maggior parte
la

delle

fon fatte d'un fol


(a)

pezzo
Tua

qual cola
.

avea pure ordinata Platone

nella

repubblica
,

Ci non oflante v'ha delle figure


fin

di

mar-

CAP.I.

mo

alle quali
,

da principio
fi

fi

attaccata la tefla lavotefic

rata a parte

come ad evidenza
,

vede nelle

di

Niobe
villa

e delle fue figlie

in

quelle

di

due belle Palladi della


(e)
.

Albani (a), e delle Cariatidi fcoperte nel 1761.

Talora
vi

B 2
rio fto
,

detto anche x^rf'ivoJ dal ncU' ifola di Paro


,

monte

di qiie-

nome

e del venuiico

fomminiftrato da una cava vicina ad Atene , fcopeitavi da Biza di Nallo , che ne tccc le tegole al tempio di Giove olimpico nell'olimpiade Lxxxvii., Pauflin. //i. j. ci o.f.^gS. princ. Biza non ifcopn la cava, ma iiilamcnI

cap. zz.fcB.46. y che prendeva il luftio in guifa da fervile di terfiflimo fpccchio, Sueton. in Domit. cap. 14. Un candore accollantefi all'avorio aveva W coralitico o [angario, Plin. lik.^6. cap. S'.Jec. 14. , e d'un bianco livido

con macchie
Lesbo, e

languigne
.

erano

marmi

di

tegole di marmo detto tempio ; e lo prova Paufania colli due vcrd greci , che furono fcolpiri (ulU baie della llauia , clic gli
tc

introdulVe il primo pcntclico , per coprire

le

il

fu eretta in Nallo Naxi hic Latoldi fccit foUcrtia By^a , Cui primum jtda efi tegula de lapiae ] Maggior ulo di quello che dell' altro fecero gli antichi Greci , talch di dieci llatue , nove erano di marmo pcntelico , ed ur^a di pavio Id.paJJm. 11 pcntclico , febbene mcn candido del marnK) di Carrara , Pin. //'*. ^6. e. j. princ. , era per di palla piti dolce e molle ; onde lavora\'ali quali come una cera Fecero gli antichi delle prcgevoliflme flatue in a:

Altre fpecic di bianchi marmi meno celebri palio fotto lilenzio . Sarebbe oggid <]ua(i inipofllbile il diftinguere ne" monumenti greci , che ci rimangono , tutte le fpecie diverte dei marmi . Oltre i marmi bianchi , moltiflimi ne aveano i Greci di varj colori e diverlamente macchiati , il cjrifiio , ofia eubco di color verde mare ; il chio a pili colori , ma Ipecialmente venato di nero ; il tenario di due Ipccie , una neia , l'altia d'un bel verde , che era pure il color del fr^j/Tno ; \ frigio con rotonde macchie di color di porpora ; Valabandico , il lidio , Vonichite , il
di Ja/fe

concilile

preflo

&
le

e pi altri che veder fi polfono De anciq. marmar, pag. ^. jegq. Servirono quelli principalmente per
,

il

Cariofilo
.

mendue

quelli

marmi

Ifidoro Orig. Hi. i 6. marmo pario non fi poflon avere che de' piccoli pezzi atti folo a far vali . [ Vedi fopra

inganna dunque cap. ;. , dicendo die di


.

S'

colonne
d'

Quando

s'

introdulle in

Roma
folo vi

il

guRo

intonacire di marmo le pareti, guflo portatovi da Mamurra , e riprovato da


Pillilo lib. f (J. cap.

6. feci. 7.

non

il

pjg.i 2 1 not. A. ] Altri bianchi marmi avca la Grecia Tal era l' imc^io cavato Strabene /. g. dal monte Imcto prcfTo Atene pag. 6 1 j. princ. Tom. I. , ed il parino che rraevafi dall' Elide provincia coninante col Peloponefo Il primo allomigliava nel candore al pentelico al pario il fecondo , (e non che n'era alfai pi leggiero , Plin. /. jd. cup. 77. feci, 28. e di qiicfto erano fabbricati i due famofi tcmpj d'Apollo delfico , e di Giove olimpico Herodct. tib. j. cap. 62.
1.
. .

Tom.

trasportarono

pi bei

marmi

della Grecia e

dell'Afa , fi argomentarono gli artifli di colorirli col pennello , ed anche di connet-

ma

piig.4.ot. , Pauf. /ib. f. cav.io. pdg.^pS. princ. Celebre per la bianchezza era fimilnicnte il inaimo d' Efefo , fcoperto da PolTidoro pallore , a cui perci gli Efcfini decretarono divini onori . Bianco pure era il marmo tu/io , e'I proconefo ; ma in quello fcorrevano alcune vene nericce , V. Salniaf. Exerc. Plin. in Solin. cap.jj. Tom. 1. p. 41)^. col. 2. C. : come alcune vene gialle nel Jengice , altro

marmo

terne uno con l'altro , incaflrando , come dice Plinio lib. ^j-. cap. /. , un ovato di numicica in una tavola di Jnnadico due matmi che si il traduttor italiano Domcnichi , che il francefc dvi Piiiet hanno prcfi per due perfonaggi . In quell'arte i moderni artifli romani fianno cerramente fuperati gli antichi . Molti m.arnii fimili a quei della Grecia vanta anche la Sicilia, de' quali eruditamente ragiona Agoftino iretamo Dijfcn. VII. voi. I. Saggi di DiJJcrt. dell' Acc. Palerm. (a) De leg. lib. 12. opcr. Tom. il. p. ps^princ. (a) Una e quella di cui abbiamo data la figura nella Tavola XHI. I. (b) Ora nella flcfia villa , come abbiamo gi detto nel Tomo precedente pag. 441. h. a.
:

Tomo

bianco della Cappadocia

Plin.

/.

^6.

12
9E

Meccanismo della Scultura


furono pure attaccate
le

vi

braccia

tali

fono nelle due

^'^' '"^-

mentovate Palladi
jf.

CAP.J,
IO.
,

Le membra che reftavano

fiaccate dal
,

corpo della
l

figura

attaccarvifi folcano

dagli antichi
.

come
fi

ufa anche

oggid
ftatue

con un foftegno o puntello


e

Ci
,

ofTerva in

alcune

anche ove forf era inutile

come

in

un Ercole
,

efiftente nel giardino interno

del palazzo Borghefe


foftenuta

in cui
ci-

l'eftremit del

membro'

virile

da un piccolo

lindro di

marmo non
vede tuttora
fi

pi groflb d' una penna da fcrivere


fra
il

che
coli

vi
.

fi

mentovato

membro
,
:

tefti-

Quell'Ercole

cos ben

confervato

che pu an,

noverarfi fra le pi rare figure di


f

Roma

affatto intero
,

mancano le cime di due probabilmente non farebbono tronche


non che
gli

dita del piede


,

che

non

avefTero

fporto in fuori dello zoccolo


rabboizo
....

jf,

II.

Soleano pur

gli

antichi lavorare le loro llatue a


,

un

diprefTo
.

l'abbozzo

liebre d'un

come i noflri fcultori cominciando a farne Abbiamo un argomento di ci nella figura muFiume poco men che colofTale , che dianzi flava
,

nel palazzo d'Erte a Tivoli

ed ora nella

villa

Albani

Le

parti inferiori di quella flatua


,

fono grofTolanamente ab,

bozzate

onde
,

nelle
flati

offa principali
lafciati alcuni

ricoperte dal panneg-

giamento
tua
-/ultima mano.

fono
,

punti follevati che fer-

viano di norma
.

fi

toglievan poi

quando

fi

finiva

la fla-

Lo
12.

flelTo

fi

pratica anche oggid


la flatua era
,

Jf.

Quando
e'I

terminata
(a)

,
,

le

fi

dava

il

pulimento

luflro
y

prima colla pomice

indi col

piomlo.

bo
(a)

e col tripoli

ovvero lo fcultore

vi ripafi^ava lo fcarpel-

VWmo

Itl.
fi

^i. cap. 7. feS. io. narra,


fervivano a tale effetto di
,

prefTo

fi

adopratona

altre

pietre,

pi>rtate

che

gli

artifti

certa pietra detta najfo

cosi detta
fi

come
in

ivi

nota Arduino
nell'ifola di
ifola di

perch
.

preparava

NalTo

Creta, bench li trovafle nell' Cipro Aggiugne Plinio , che in ap-

dall'Armenia. Al dire di Vitruvio Hi. 7. c.q., le di cui parole fi riportano qui appreflo al capo IV. ^. 7. , fi ftrofinavano le ftatue con ceraconfiftente , odia di candela , e con netci pannilini Nou dice per (e quello fi ufaf'
.

PRESSO
lo
la
vi
;
.

Gr-hci, e loro Pittura


,

15

Quefto

faceaf

probabilmente

prima mano di pulimento colla cio per meglio imitare la verit


,

dopo che le s'era data LiB. va. pomice per due moti,

GAP.
delle carni e del

I.

pan-

no

e perch
,

fi

era oilervato che le pi finite


,

e dilicate

parti

riflettono si quando fono foverchiamente luftrate vivamente la luce che veder non fi pu il minuto lavoro

n conofcere

la

diligenza deirartifi:a

Aggiungafi che

fic,

come
i

chi lullra le Itatue

non mai Io fcultore medefimo


tratti (a)

facilmente

dallo ftrofinamento ne fono corrofi e cancellati


forf
i

pi

fini e

pi fignificanti

e perci alcuni
l'

antichi maefliri ebbero la pazienza di ripaflare


tila
,.

intera fia-

e tutta nuovamente ritoccarla collo fcarpello


la

che

aveva; avuta

prima mano
luftrate

di
,

pulimento

dopo Ci non
,

oftante la maggior parte delle ftatue

ben anche

coloflali

furono perfettamente

come

fi

vede dai pezzi d'un


.

pretefo Apollo coIofTale del Campidoglio (b)

Cos pulite
carne
di
,

fono
di

nelle- part

almeno che rapprefentano


,

la

due

tefte colofiali di Tritoni

e quelle pur colofTali


.

Tito e

Trajano nella
,

villa

Albani

Pertanto

il

detto del filofofo,

Lacide (e)
,V

che ricus l'invito del re Attalo

perch

re

dovean
di

efTere guardati
,.

da lungi come

le

flatue

non

deve
re
:

tutte intenderfi

come non pu

applicarfi a tutt'i

le mentovate opere fono lavorate

con tanta delicatezza


e
si

nuove a dar loro il luftro ; o pulire le vecchie , e per ricoprirvi quadche difetto ; come (I ufa da qualche moaerno artifta net lavori di marmo , e di altre pietre generalmente .
f per le ftatue

f per

(a) Cosi fcrive l'Algarotti Lettere fopra la pittura y lett. i. oper. Tom. yi.pag. 7. Si dolgono in Francia che ripulendoli , ftarei per dire con poca pulitezza , le ftatue di Puget , e di Giratdon , che foiK) ne' giardini di Verfaglia , ne viene rafchiato via l'epidermo, e quel fior di carne onde pare fi rammollifca.i marmo ,: e poi fi lagna', che per ravviyare- gli antichi quadri de' gran maeftri Tintoretca , Tiziano , ed altri ne levino via le unioni , i vciatneaci , e quella patina tanto
,

prezioGi , che lega infenfibilmente le tinte, le rende pi (oavi , e pi morbide , e che folamente pu dare alle pitture quel venerabile vecchio del tempo , che vi lavorava fu con pennelli finiflmi , e con incredibile lentezza, ficcome egli appai-ve allo Spettatore in quella fua vifione pitrorefca ,, (b) Fra le ftatue pi luftrate poflbno vederfi anche in Campidoglio nel cortile dd palazzo dei Confervatori quelle dei due prigionieri , delle quali gi fi parlare nel Tomo I.pag.426. , e fi riparler in apprefl /ib. XI. cap. i.%. 17. Lo fono a fegno cht
riflettono la luce

come fpecchi (e) PrefloLaerzio/ii, 4.yf^m. tfi.

14
e
S

finite

M-'ECCANISMO DELLA SCULTURA che pofTono guardarfi da vicino come


,

le

gem*

LIB. Vii.

CAP.I.

me

incife

<f.

13.

Fra

le
,

flatue

a cui
il

fiata data l'ultima


,

mano
at-

collo fcarpcllo

belliffimo

Laocoonte

un occhio
e

tento potr in elfo fcorgere

con quant'arte

con

quanta

franchezza

fia

fato

adoperato lo fcarpello per non. perdere


.

nel pulirlo nefllmo di que' tratti pi dilicati e maeftri


pelle di quefta ftatua
ftrate
gliarfi
,

La

in

confronto

di quelle
;

che fono JualTomi-

lifcie

fembra alquanto ruvida

ma pu
,

ad un morbido velluto in paragone d'un lucido ra,

fo

per valermi d'un efcmpio pi acconcio


,

gonarfi alla pelle degli antichi Greci


lifciata

pu praallorch non l'aveano

ancora e ammorbidita pel continuo ufo de' bagni caldi

e delle ftrigili introdotto dalla mollezza de'

Romani

(a)

fuUc
,

carni loro forgeva

a cos dire

una fana trafpirazione


un mento giovanile
fono nella
fi

li,

mile
I

alia

prima lanugine che


di

velie

(*)

due grandi leoni


,

marmo

trafportati da
,

Atene a VeneflelTa

zia

e pofti all'ingreffo dell'arfenale


finiti
il

ma-

niera

col folo fcarpello

come

richiede per bene

imitarne

pelo e la giubba
jf.

14,

II

Ca) Conceder
e delle
ftrigili

forte

che l'ufo di tati bagni ignoto ai primi Greci


ftato
;

fi
;

averter kioghi pi
.

comodi

e tutte le cofc

ma non

introdotto dalla crtendo certo , che quefti da' Greci lo hanno apprefo , e prelTo di efl era cognito anche prima di Omero , come fi rileva dalle opere di lui , e molto pi frequente fi and rendendo in apprcflb , paffando pofcia ai Romani , che ne adottarono anche le parole proprie di tutte le cofe , che lo concernevano Vegg. Laurenti De baiti. med. antiq. fihediafma , cap. 2. , Cafali De thcrm. baln. vet. , Ferrari De balnes,
iTio!lc22a de'

gi che fia

Romani

Per l'ufo delle Itrigili C\ pu vedere la gemma rapprefentante Tidco data nel Tomo 1. pug.i 6 1 , e ci che ne ho detto alla;'a^. tSp. ; e pu oflervarfi in Senofonte De exped. Cyri , lib.i. pag.246. D., che Xenia capitano di Ciro Minore ne' luncccrtarie a tal fine
.

percali da lui celebrati ne dil^ribui di quelle

&

&

poft inh._,

Denina
yjl.

mo

il.

lb.

Iftoria della Grecia capo III. Mercuriale

,
,

Toche

coll'autorit d' Ippocrate vuol provare , arte gymnajl. lib.i . cap.i o. princ. , che rari
ufafl'ero

De

quel gran meDe vius rat. in morb. acut. feci. ^. .714. , ove an7i fa capire l'oppoflo , e lo configlia come un ottimo rimedio j e folo fi ^agna , che non
il

dico

forf

bagno non

ai

tempi

di

d'oro (*) Queff paragoni potranno forf rifchiarare un'efprcrtfone di Dionifio Alicarnaffeo , non ben intefa finora , meglio che tutte le dilpute di Salniafio Not. in Tenui! de pali. p. 2 ^4. , &' Confili, animadv. And. Ccrcotii , p. j 7^. , e di Petavio Andr. Kerckoct. Mafrigoph. pan. ^. pag.106. Dionifio, parlando della maniera di fcriverc c'i Platone , ufa quefle voci x^*"' fX'^"''''" X"*'
.
.

'-

lo avr letto

bene

Tf ipx'T)iT [ antiqua illa inv '-{ lis \ Epift. ad Cn, Pomp. de Plot. oper. Tom, il. pag. Z04. Un. 7. Non potrebb'ella l'efprefflonc d Dionifio [ incendetfi e fpiegarfi di
l

pREsso
jf.

Greci

loro Pittura

i ?

14.

Il

marmo nero,
tu lavorato (tatua
.

di cui v'era

Lesbo

(a)

pi tardi del
in

una cava nell'Ifola trovafi per "^p^"* bianco


;

^^

fatta

menzione d'una antico artifta d Egina

quel

marmo
e

fcolpita da

un
di

scui ture

m
nc-

La pi dura

pi

hna Ipecie

marmo

nero quella che chiamafi volgarmente pietra di pae di quelTia ci fono pervenute alcune figure interagone re , cio un Apollo nella galleria del palazzo Farnefe , il

marmo

cosi detto

dio

Aventino

nel

mufeo Capitolino
,

ameudue

i due mentovati Centauri maggiori dell'umana ftatura (a) pi piccoli della grandezza naturale ( che dianzi appartene-

vano
fui

al card. Furietti

ed ora efiftono nel fuddetto mufeo


fcritti
i

) ,

di cui
,

zoccolo leggonf
e

Aristea
rale
in

Papia d'Afrodifio
fcolpiti

(b)

nomi de' loro fcultori Sono di grandezza natuiu

marmo nero

un Satiretto

atto di danza-

re
Si

ed un Lottatore che tiene in

mano un'ampolla
,

d'olio.

vedono amendue
in

nella villa Albani

e trovati

furono dal

ftrnor card.

AlefTandro nelle ruine dell'antica citt d'Anzio,

ove ftavano

una camera tonda non lungi


In

dal teatro

in-

fieme ad un Giove e ad un Efculapio del medefimo fafTo e


d'eguale grandezza
.

marmo

nero

oltre le llatue di itile

greco
ziane
,

alcune ne abbiamo lavorate ad imitazione delle egidifepolte


nella villa d'Adriano a Tivoli
,

delle quali
;:,..;
jT.

ho parlato

nel Libro

iL Capo lY.
ij.
La

Va.

quel ruvido e lanuginofo

dcU'antkhua

fcrictori
f
,

voce X''*"

^^'^^

^^^

"l^"

ptcndcrd in un fen-

ha tentato di rifchiarare queffa franon ha fatto che accrefcere ofcurita


l

fo allegorico e

ovvio , bra un mento; poich ha quello medefimo fenlo quando fi aiopra per indicare la corteccia lanuginofa dc'pomr, come prelTo Ariftofane Nuh. verf. 0-4.. [ Doveva dire Winkelmann che Ariuofanc la prende in q'iel fenfo appunto non gi nel fenfo della lanuginofa corteccia de' pomi de' quali non pana ] e f ( paragoni tale efprelTione all' applicazione che io fo della (Iella immagine
, , , ;

ftiracchiato , ma naturale e cio della prima lanugine che adom-

Con queft'immagins

fpiegano pure kj'tjr^^

ivuroomira/ [eJeganti] di Cicsxote ad /Itt. Hi. 14. ep.j. ;rj'f I (a) Philoftr. De vh. foph. Uh. z. num. 1. Herod. cip. i. Tom. il. pig.jjS., [ altre a Tcnaro e in Africa pi celebri , Plin. lih.^S. cjp. i 8. feci. zg. (a) E fono amendue di bafalte verde . Di paragone la ftatua di un eroe nudo con
,

per la pelle di Laocoonte , fi vedr che Dionido ha voluto dire la medelma cofa Hardion Sur uae Icure di Uciys d'AHcarnafe Pompei , pag. i zS. , che dopo i mentovati
.

una figurina aitato involta in un manto nel cafno della villa Ncgroni fuU'Efquilino ; ed rimarchevole non oltante l' ignoranza a\ chi 1' ha reftaurata (b) Sono di Bigio morato .
.

i5
jf.

Meccanismo della Scultura


ij.

Varia
il

la

durezza
,

di

quefto

marmo:

il

pi te;

LIB. VII

CAP.

nero anche
quello
,

pi nero

detto da noi nero antico

ma
fi

I.

che anche oggid


Il

fi

cava,

come

vetro facilmente
,

Ipezza

marmo

de'

mentovati Centauri da taluno

a ca-

gione

di fua

durezza, flato creduto una pietra d'Egitto;

ma
.

alla

menoma prova
Pi duro del
;

che

^U

fi

dia

ne conofce

la

differenza
inalaba.
jf.

i6.

ftro

orientale

marmo bianco comurke l'alabaftro poich quello come ogni altro alabaftro
,
,

compofto
uniforme
difficile
,

di ftrati

laminofi
il

n ha un grano feguente ed
facilmente
fi

come
riefce
il

marmo
.

ichieggia

e pi

ne

lavoro
ci

Se vogliamo giudicarne dai


,

mofiata

numenti che ancor


fatta

reftano

par che non

fia

mai
;

una figura intera


le

di neffuna fpecie

d'alabaftro

ma che
,

almeno
te di

eflremit

cio la tefla

le

mani
,

piedi

vi

fiano fempre fiate aggiunte d'altra materia

probabilniende' bufli e
la

bronzo
:

(a)

Abbiamo per
virili

in quello faffo

delle tefle

nelle

e barbate
.

Hata luflrata

carne

ma

ruvida fu lafciata la barba

Di quelle una

fola f n'
,

confermata in

Roma
le

anzi la fola parte anteriore


,

offia

il

volto d'una tefta d'Adriano


jf.

17.

Fra

figure

mufeo Capitolino d'alabaftro abbiamo due Diane miefillente nel


,

nori della grandezza naturale


in cafa Yerofpi
,

la

pi grande delle quali


;

fta

e la pi piccola nella villa Borghefe


,

ma,

come

teft

avvifai
,

non
capo

v'

d'alabaftro

che

11

beliiftmo

panneggiamento
piedi, le mani
,

eflendone di bronzo e di moderno lavoro


e'I
.

Sono amendue
per avere
il

di quella fpecie

d'alabaftro

che

dicefi

agatno

colore dell'agata,

(aVNc eccettueremo alracn* le figure piecole; e tra le altre una femminile cleiraltezia di pollici 18., di candidilTimo, e puiitidmo alabaftro , fcopertal in un'apertura di terreno fattali per una fcoffa di terremoto li H.

gennai 0-177;. fra fan Paolo tre caftelli , e Chaullaie in Francia , portata quindi in Parigi , e da altri creduta una Venere , da altri una Cleopatra , da altri una Rodope Vcd. Antologia Romana 1774- num.X.pag.yj.
.

TVi^iso

Greci

loro Pittura
.

17

tu, cui
.

{1

avvicina pure nella durezza


.

Un'altra Diana di

=*==
^^'^- ^'^^

Albani, refkurata per nella met inferiore. La pi grande ftatua d'alabaftro a me nota un
fimil pietra nella villa

GAP.

I.

torfo armato

icolpito

con

tutta la maellria,
in
le

il

quale flato

trafportato a fant' Idelfonfo


chi
:

Ifpagna col mufeo OJefcaibraccia


,

anch'elfo ha la teila
,

e le
,

gambe

di

bron-

zo indorato

lavoro d'un recente artefice


.

che pretefe rapla

prefentarvi un Giulio Cefare

alcun qui mi rammenti


di
(a)

grande ftatua fedente


Albani,
di

di

bianco alabaflro
nel Libro il. de' greci.
gli

Tebe
:

nella villa
lavoro

cui

ho parlato
figure

elfa

egiziano, ed io qui
jT.

fol tratto

18.

Alle

appartengono

Ermi

bufii-

Quattro Ermi della grandezza ordinaria lavorati in alaballro jorito con tefte antiche di marmo giallo adornano la villa
,
,

Albani,

e fon quefti

foli
,

ch'io abbia veduti

De' bulli o, a
,

parlare pi efattamente
f

de*

panneggiamenti del bullo


;

o petti

ne vedono cinque nel mufeo Capitolino


Sabina
,

quei d'Adriano
;

di

di Settimio

Severo fono in alabaflro agatino


,

in

alabartro fiorito fon quei di Giulio Cefare


,

di
,

Faullina
fu cui

maggiore

ed un altro d'alabaftro pi grofTolano


la

Hata adattata

tefla di

Pefcennio Nigro

Tredici petti di

quella fpecie di
li

marmo
per
,

ftanno nella villa Albani, tre de' qua,

fon di grandezza naturale


,

e due di quelli fon di quell'

alaballro che

la

fomiglianza che ha colla mela cotogna


:

quando
altri

cotta
di

chiamafi cotognino
s.

di fimil pietra
,

il

mengli

tovato torfo
dieci

Idelfonfo

Il
,

terzo petto

come pur
.

minori del naturale

fon

d'alabaflro agatino

Un

confimile petto

con

tefla

muliebre vedefi nella cafa del mar.

chefe Patrizi-Montorio (b)

Tom. IL
(a) Ciipo ly. i.zff. pag.t ^2. (b) Altro parimente con teda muliebre d alabaftio orientale della maggior conlrva-

i^-

i9-

gre-

zione lo poffiede il fignor cavaliere de Azara ; e vi ii crede effigiata Antonia maggiore . Vedi appiello al capo il. ^.zz.

iS
jT.

Meccanismo della Scultura


19.
il

greci
,

fcultori
,

non

folo

nell'alabaftro impiega,

LIB. VII.

rono

loro fcarpello

ina

eziandio nel duro bafalte (i)


.

CAP.

I.

.in bafalte... S

di color ferrigno che verdognolo

Di quello

faifo

per

non ho veduta che una fola ftatua intera di color nericcio un Apollo , maggiore della grandezza naturale cio il quale in una vecchia ftampa ma d'un mediocre lavoro e tale in rame ftato pubblicato come un Ermafrodito Di bafalte verflato pur creduto dal conte di Caylus (a) dognolo il torfo d'una figura virile, di grandezza naturale
io
,

nella villa Medici

che moftra d'effer l'avanzo d'una delle pi

belle liatue dell'antichit

zione

o'I

fapere dello
.

non pu guardarli fenz'ammirafcultore li confideri o s'efamini la


;

finezza del lavoro

Dalle
i

felle

di bafalte

che

ci

fono

ri-

malle

ben

fcorge che

pi grand'

artilli la

han voluto foloro abilit (a)


, .

vente in quello fafo far


j)\

pampa

di tutta
i

20.

rare fono le
.

telle e

bult di bafalte

lavo,

ro de' greci artilU

Delle prime, oltre quella di Scipione


,

una ve n'era
ta

di

giovane eroe nel palazzo Verofpi


di Breteuil
,

poffedu-

ora dal lgnor

dianzi Ambafciatore di Malta


di

Roma
.

e un'altra tella ideale


fu

Albani polla
fido

donna Q vede nella villa un antico petto con panneggiamento di pordub-

Beliiffima per- tra tutte le telle di bafalte farebbe fenza

mo

il fignor Guettard Mcm.fur bafalte des anc. i^ dcs modernes , non liaben licuri , fc gli antichi dcllero il nome di bafalte alla ftclTa pietra , che noi cos cliia-

CO Secondo

le

e dcfcrivcndonc !a natura lo riconolibe di color terrigno e aliai duro. A giudizio inoltre

miamo, [ ed io credo che ne famo ficurillimi per riguardo almeno al bafalte nericcio antico, di cui abbiarro monumenti , convenendo alla defcrizione , che ne la Plinio //A. ^(J. e. 7.
fcci.t I.
e del , gi notato rmTomo I. pag.i 2g. nof. B. ] Dopo Plinio [a cui doveva aggiugnere fint'llidoro Orig. lib. 1 6. cap. /. 1 , a fuo avvilo , il primo a parlare di bafalte fu M. Agrrppa nel fecolo
,

di

cffere cio della


;

durezza
.

colore del ferro

come abbiamo

Guettard non ci rimane ncilun niontn-nento riconofciuto dagli antichi come di bafalte La ftatua del Nilo circondata da puttini , la quale fi vede in Campidoglio , d'un faflb calcare e diverfa da quella che , al dir di Plinio cit. /ih. ^6. c.7.feci.i /., fece Vefpafano collocare nel tempio della Pace Circa l'origine del bafalte , oltre quello che ne abbiamo detto nel Tomo I. pag. tzS., pu
del citato
.

XVI. Qualche cenno per molto prima dell' AgrLppa ne fece Papia, Lex.v. Bi.fmus, ferirtorc del leccio

XL

che diiamollo bafantes

vederli negli Opufculi fcelti ann.tyyg. P.I. pag. 86. , la Dilfcrtazione del lg. Bergmann, che ne attribuifcc la formazione all'azione unita del fuoco e dell'acqua () Ree. dAntiq. Tom. ni. pag.i zo. (a) Vedi (o-pt.pag. i j.not. a.
.

PRESSO
d-ubbio
cui
,

Greci
,

toao Pittura

19

foiTe

intera

quella che prefTo di


,

me, e'di^^^^^^^
occhi
,

non

altro s' conlervato che la fronte


,

gli

le

^^^'^^'

orecchie

capelli

dalle quali parti

riconofce che un
.

giovane rapprefentava in grandezza naturale


capigliatura
rofpi
, ,

Il

lavoro della

s\

in

quefta

tefl:a

che in quella del palazzo Vefi

diverfo

da quello che
capelli
,

vede nelle

tefle

virili

di

marmo
come
fono

cio
quelle

non fono
ricci
,

mefli a ciocche fcioke

in

n a

traforati
,

col trapano

ma

vi

efpreffi
,

come

recifi

corti

e pofcia

con

fino pettine

compofti

quali vederfi fogliono ful'e

tefte virili ideali in


fia fato

bronzo

in cui
.

par che ogni capello

indicato di-

ftintamente
diverfo
il

Oflervifi

per che nelle

tefte ricavate dal

vero

lavoro de' capelli. M.Aurelio a cavallo, e Set,

timio Severo nel palazzo Barberini

hanno
in

capelli ricciuti
.

nella flelTa maniera che le loro figure

marmo
,

L'Ercole

del

Campidoglio ha
li

fitti
.

crefpi

capelli

quali fempre

aver

fuole quello dio

Nella capigliatura della mentovata


e

tefta mutilata v' un'arte

una diligenza ftraordinaria

e ini-

mitabile
bafalte

medefima finezza lavorata in duriflmo verdognolo la chioma d'un torfo di Jeone efiftente
;

e colla

nella vigna Borioni (a)

Vedafi ci che di quefte due telte


delle

ho detto
fti

dianzi

parlando

orecchie

de' Pancrazia-

(b)
,

Lo

flraordinario luftro e pulimento che flato daa

to

che dar conveniva

quefta pietra
,

congiunta

alla
vi

finezza delle parti che la


s'attaccaffe quella crofta
fini
lite
,

compongono
la

ha impedito che
i

quale

fuole formarfi fu

pi

marmi

e perci tali
,

tefte

furono trovate fotterra pu-

e lucide
.

come

ufcite fofiero allora dalle

mani

dell'

artefice

C
(a) Ora refl-aurato nella -villa Albani incontro alla flatua di breccia eg)2iar,a , di cui fi parlato nel Jomo 1. pag. i jj. Cb) Credo cio che voglia dire della tcfta

;r.

21. Del-

poffec'uta da lui , e dell' altra del fignor di Breteuil , delle quali parla nel Tomo 1. libro il. capo IV. %. g. pag. izg. , e qui ap-

f^So

lib.

X. cap.il.^. ig.

ao
I

Meccanismo della Scultura


jJ".

21.

Delle opere in porfido ho parlato nel Libro


in
.

il.

(a)
tal

XJB. VII.
...e '
in por-

ove ho fpicgato
pietra
fi

qual maniera

con quali ftromenti

lavorafi^e
,

Per tanto

fi.i

di ci

non tratterrommi

lun-

gamente
vorare
i

dopo

d'aver data un'idea della maniera di la,

vafi di

porfido

additer alcuni degli antichi lavori


.

greci che ci
f.
perfi

rimangono

in quello faflb

22.
da'

Mal informato fu certamente moderni pi lavorare il porfido


il

chi fcrifle

non

fa-

(a); e diede

prove

d'una puerile credulit


de'

Vafari

(b)

fcrivendo che

Cofmo
atta

Medici gran duca


.

di

Tofcana avea trovata un'acqua


e

ad ammollirlo
to preflo
fiitte
a' di
i

11

lavoro in porfido non punto un fegre,

noftri artifti

v'ha delle opere


,

in quefta pietra
il

noftri riguardevoli

qual fra

le altre

coperchio

dell'antica urna nella foatuofa cappella Corfini in

s.

Giovanni

in Laterano di
il

Roma (e)

Quefto pezzo
fervi

che liava dianzi fotto

probabilmente nelle terme di ficcome inferir fi pu M. Agrippa a quel tempio contigue


vefHboIo del Panteon,
,

dalla

forma
,

ftelTa del

perchio

e quello f

onde era naturalmente fenza coallorch fu deiiinato a gH dov fare


vafo
;

fervire pel- depofito

di

Clemente XII.

(e)
,

Varie

tefte di

por-

fido fecerl a

Roma

nel fecolo fcorfo

in cui quefta pietra

piuc(a) Caj^oTV.^. 1 0. pag. i zp. fegg. {a) Juvcnci de Carlenc. Efs.fur l hifl. des
helies tetcr.

Tom. IV. Arts mechn.p. zgf.

e 2p6,

Vite de' Pn. Inrrodui. Tom.I. p.4.0. diverto il difcorfo di queflo ferirtore Dice che mancando alla perfezione delle atti il faper lavorare perfecramenre il |orfiJo , Cofmo fece di non fo che erbe (tilfa-r un'acqua di tanta virti , che fpcgnendovi dentro ferri bollenti faceva una tempera du,(^)
l

molto
:

(e) 11 Vafaii al luogo citato pag. J7. crcde che quello vafo fcrvilTe di urna fcpolcrale ; ed pi probabile (tante la Tua forma , e altezza , e che non ha alcun buco (olito vema non faprei apderl nclli Vali da bagni provare la congettura degli antiquari al teinp di Flaminio Vacca , i quah , com'egli riferifce nelle fue Memorie , num. ^j. , penfavano che anticamente fotTe porto in cima al
:

portico della

Rotonda

colie ceneri dr Wi.

A-

grippa

liffima
l'ff)

ragguardevole il reftauro anni all'urna di fant' Elena , di culli riparler T\z\ libro Xll. capo ni. . z.
farto_ in queflli

iVlolto pi

Con tante (igure , e cavalli di quafi tutto riOggid gli artifti in Roma fanno afIbttigliare il porfido a fegno di farn (catok da. tabacco , e talfe da orologi
Ij.cvo
.

fapendo noi da Dione CalTio Hifl. /. J4-. e. 2S. pag.7 so- Tom.I., chv; Augufto fece feppellire Agrippa nel fcpolcro , che avea deftinato per se Pu aver lerviro anche per qualche fontana incontro al Panteon , nella quale gettafiero acqua i due leoni, ehc v'erano inficme q.uando fu trovata , e poi furono pofti alla fontana- Felice a Termini da SiftoV. come narra Io ftello- Vacca
;
.

pRiisso

piucch oggid

vi

Greci, abbondava
I

loro Pittura
fono
.

21
,

e vi

fra le altre

quelle
LIB. VII.

dei dodici Cefgri nel palazzo Borghefe


jf.

23.
,

Ma

CAP.I.
i

fra

lavori in porfido
,

pi pregevoli per la
certi vafi

difficolt

e quafi direi inimitabili

fono

intera-

mente voti,
ro contorni
,

e aflbttigliati alla groffezza


e fcanalature all'orlo
,

d'una penna co'lo-

nel piede che nel cofi

perchio

in guifa

che

al

primo vederli

conofce torto

che
den-

fono

flati

lavoraci al
,

torno.

Qiiefti vafi furono- trovati


;

tro antichi fepolcri


s

incalfati nel travertino

per

la
fi

qual cofa

perfetti e interi

fi

fono confervati.

11
,

pi bello

vede nel-

la villa del

cardinale AlefTandro Albani

e coft tre mila feu-

di al

Papa Clemente XI.

/. 24.

Che

gli
,

antichi artifli lavoralTero al torno

anche
dice

vafi di altre pietre

ce lo attefta Plinio (a)

e ci ch'egli
,

altrove delle cencinquanta colonne del labirinto

fabbricato

nell'ifok di

Lenno

tutte lavorate
vetufii
s

al

torno,

un chiaro
che an-

indizio dell'abilit de' pi

artefici in

quefto mecca,

nifmo

Tali colonne ftavano

ben pofte
(b)
i
..

in bilico

che un fanciullo poteafe far girare


Jf.

2?.

Qj-tefc' arte

di a

lavorare

vafi

di

porfido tennefi

come un arcano,
di togliere'
i

fino

che
,

al

fignor card. Albani riufc

quello pregiudizio

e di farvedere che
artefici
,

pur oggid
il

noftri

non meno

degli antichi

fanno tornire
.

porfido con farne efeguire uno perfettamente Vero per che cofi:a tre volte pi l'incavare un vafo che il dargli l'efterna

forma
il

e tredici mefi di lavoro


.

al

torno s'impiega-

rono per

fuddetto

Tutti gli altri vafi di porfido polli

ne' palazzi e nelle ville di

Roma
fa

fon. lavori
,

moderni
di

di

for-

ma

inelegante

e
:

quando
che
fi

fon- voti

vedefi che

fono incarame,,
1

vati a cilindro

il

con una grolTa canna

ar-

ca) Hi. 36.

cap^.

Z2.

feii.

44^

(6) ih.

c^. t3.feL 19,

J.

3.

22
larga quanto
LIB. VJI

Meccakismo della Scultura


il

vano che vuolfi nel vafo


adattato manubrio
.

e quefta ven

oi-

rata per
jf.

CAP.

mezzo d'un
e

I.

26.
,

E' da notarfi
, i

che

le

rtatue
,

di

porfido hanno la
llefla pie-

teda

le inani
.

piedi di

marmo
una

anzich della
,

tra (a)
tata in

Nella galleria del palazzo Chigi


,

che

fiata trafpor,

Drefda
,

v'era in porfido

tefta di

Caligola

ma

era

moderna moderna
fte

e imitata

da quella

di bafalte nel

mufeo Capitolino:
ftefa pietra
,

pure una
.

tefta di

Vefpafiano della

nella villa Borghefe


a

Le quattro figure
del

tutte di porfido
a

po-

due

due nel palazzo

Doge

Venezia

fon la;

voro greco del baflo impero o


ftr d'elTer

de'

tempi pofteriori
dell'arte
i

ben poco

intelligente

moGerolamo Mage
liberatori d'Ate-

gio

fcrivendo che quelle rapprefentavano


{a)
.

ne
Baifi-rUieTi
.

Armodio e Ariftogitone jT. 27. Poche cofe dir


.

de' baffi-rilievi

fcolpiti nelle

fin

qui mentovate materie

Non
fi.i

devo per pafTare fotto


data

filen-

zio l'ingiufta accufa che vien

generalmente
,

agli

antiefll

chi fcultori

cio che

baffi-rilievi
,

non facendo

nefTuna degradazione nelle figure


eguale fporto e rilievo
degli antichi
artifti
.

abbiano a tutte dato un


l'abilit

Quefta obbiezione contro

ftata pubblicata anche ultimamente da

Pafcoli nella fua Prefazione alle vite de' Pittori;

ma ho

gi

detto altrove
fcritcore
.

(b)

quanto poco conto


il

far
,

fi

debba
allo

di quefto

Per dimoftrare
baffi-rilievi

contrario

potrei qui indicare

molti de'
curiofi

che ftanno in
;

Roma

fguardo de'

pubblicamente efpofti

ma

alcuni folo ne additer

ne' quali le varie degradazioni delle figure fono pi fenfibili


.

Tale principalmente

il

belliffirao

bafib-rilievo

o^

pa(b)
.

lazzo Rufpoli da

me

pubblicato ne' miei Monumenti antichi


il

La

figura principale rapprefentante

giovane Telefo

ivi s fol-

(a) Come e , tra le altre , la Roma fulla fontana nella piazza del Campidoglio. (a) Mifcell. Uh. z. cap. 6.

(b) {b)

Tomo

I. in fine

hlum.72.

PRESSO
follevata dal fondo
ta
:

I
,

Greci

loro Pittura
e la tefta
,

23
di-

che fra quefto

entrano due

===
HB.
VII.

dietro a Telefo Ila un cavallo

che per confeguenza

dev'efTere

molto men rilevato,

e prefTo a quello
.

chio fuo fcudiere ancor pi leggiero e baffo

un vecRimpetto a

la

Telefo fiede
e quella

Auge

fua

madre

di cui egli

impalma
'1

delira
,

febbenepi rilevata che.


del figlio
,

lo fcudiere e
alla tella

cavallo

lo
in

manco

almeno riguardo
,

Pendono

alto

una fpada ed uno feudo


.

che fono con

fomma
,

legge-

rezza indicati

Hanno

fimili
villa

degradazioni un Satiro che giuo-

ca con un cane nella

Albani
.

e due figrifizj

il

pi

grande de' quali rapprefenta Tito

Vedafene

la figura ne'

miei

Monumenti
_(f.

antichi (a).

28.

Al meccanifmo della fcultura appartiene


fi

il

rap-

Figure rcftaiirace
,

pezzamento che
flaurate

fcorge in parecchie figure


,

le

quali danre-

neggiate ne' tempi antichi


.

allora

o poco

dopo furono
ai

Quello talvolta

faceafi

per rimediare

difetti
fi

del
;

marmo
di

guaflo o mancante per l'opera che fcolpir

voleva

e talora per rimettervi ci che eranc llato rotto in feguito

tempo
jf.

29.
,

Riparavanfi

difetti

del

marmo

collo

flefi^o

marmo
voto
,

pello
e
(

per mezzo d'uno flucco con cui riempievafi

il

fuppliva alla

mancanza
gli

ficcome ho oifervato nella co-

fcia
tafi

d'una Sfinge fotto

ornati d'un'ara infranta, fcoper-

l'anno 1767. nell'ifola di Capri preifo Napoli, e collo-

cata nel
Jf.

muleo Hamiltoniano
11
,

30.

rellauramento delle parti mutilate faceafi antifi

camente

come

fa

oggid

cio con un perno

il

quale
,

per mezzo de' pertugi opportuni, met entra nel vecchio

met nell'aggiunta
foiliene (a)
.

e l'una parte all'altra

fortemente attaccata
,

Tal perno era per lo pi di bronzo

ma talora
an-

I jg. (a) Poi fi fermava col piombo Paolo nelle Pandette liei, 6. tic. i De rei vindic, l. In
.

U) Nam.

rem aBio 23. %. Ittm /. Da quefto giurcconfulto , e da Pomponio nella /. Si/atuam 14,

De

auro

argento &c. legato

bbiamo che

24
'

Meccanismo dexla ScultItra


di ferro
,

anche
tiie

qual

fi

vede

per omettere molte


.

LIB. VII.

altre fta-

GAP.

I.

Laocoonte (a) Il bronzo per , da preferirfi, poich non produce una ruggine dannofa al marmo (b) , come il ferro che Jo corrode tutto all'intorno, principalmente f refli efpofto all'umidit , come fi vede
alla

dietro

bafe del

nel torfo

delle figure

d'un Apollo e d'una Diana


.

fcoperte
ferro

a Baja

e da
,

me

gi dianzi mentovate

In quello
bullo
la

il

an-

cor

vifibile

con cui

ftava attaccata al

tefta

rimef-

favi,

ed or nuovamente perduta, ha comunicato il color di ruggine fino alla met del petto Per ovviare a quello male
.

gli antichi

attaccavano

le

colonne o

pilafi:ri

di

marmo

bian-

co

alle

bafi

con perni
al d

di

bronzo

ficcome ognuno pu ve-

dere anche

d'oggi nelle bafi de'pilaflri del tempio di


.

Serapi a Pozzuolo (e)


jf.

31.

Mi

fi

chieder per avventura in qual


,

tempo
.

tali

ftatue mutilate

furono

e dagli

antichi ref:aurate
,

Sembrer
in parte

ftrano che ci dicafi fucceduto ne' tempi


e

in cui l'arte fioriva;

pur vero

Il

mutilamento delle greche


ftefi^a
,

flatue

avvenuto nella Grecia

quando

gli

Achei combattevano
fefi

contro

gli Etolj

ficcome pi diffufamente dir ne' Libri

guenti; in parte allorch dalla Grecia in


vollero
i

Roma

trafportar

pi bei
.

monumenti

dell'arte
alle

e in parte in
in

Roma

medefima

Del guafto dato

fi:atue

Grecia fono pro-

babilmente un tefliimonio quelle che furono fcoperte a Baja


le

relaurarfi con braccia , pezzi prefi da altre ftatue (a) Non ii vede altro perno in quefto gruppo, le non distro al braccio iiniltro di Laocoonte , ove uno Te ne vede di metallo per raficrmarlo col braccio deftro della figura di uno dei figli , ove fi era rotto il marpu elFere antico ; e non (b) Ved. Caylus Ree. d'Antiquit. Tom. il.

ftatue foleffeto
,

gambe

altri

mo

ruggine , o verderame ; e che gli antichi per guardamelo foievano ungerlo con olio , o con pece fquagliata (e) Un'altra ragione, per cui gli antichi popoli tutti facevano ufo del bronzo , e anche del femplice rame ( eilcndo il bronzo un comporto di rame , di i^a^no e di altre materie ) nelle ftatue , nelle fabbriche
la
. ,

nelle
tutti

armi
gli
il

negli uteniili
,

generalmente in

Antiq.Rom.princ.pag.zj., ove

fa la fteila

ftrumenti
,

rifledionc per tutti gli ufi , che gli antichi facevano del bronzo principalmenre per gli edifizj . Plinio lib. ^4..c.p.feB. zi. ollerva,
<:he
il

prtfi

ferro

fi

per li quali ora ado perch ve n'era in mag.

bron70

lullrato pi facilmente

prende

Vcgg. Gogior abbondanza , che di ferro piei Delia Orig. delle liggi , delle arti , ec, Tvm. l. par. I. lib. il. art. VI. cap.lV^.

FREsso

Greci,
quefti

loro Pittura.
ville

ij
de'

ja, poich col, ov'erano le

pi famofe

Romani

dacch cadenza

le
,

arti preflb

s'

introdufTero fino alla loro de,

LIB. VII.

PAPI

non furono mai


s

ufate oililit
,

Egli credibile per

tanto che

quefte che le altre ftatue

le

quali per avventu,

ra cos rappezzate fcoprirannofi a Baja o in -que' contorni fiano ftate portate guafte dalla Grecia, e allora reftaurate

poich dopo
Splendore
,

gli

Antonini cadde

l'arte

ad un tratto dal fuo


i

e pi

non

fi

pens

a reftaurarne

pregevoli

mo-

numenti
in

Lo

fteflb

polliamo dire in parte delle opere che


mutilate

Roma

fteila trovanfi

re

grandemente

fofferto e
,

non che qui denno aveper l'incendio di Nerone (a) e


,

pel tumulto di Vitellio

in cui
i

foldati

fi

difefero nel
,

Camche

pidoglio col precipitar fu


$. 32-

nimici
f

le flatue (b)

Io non parlo qui

non

di que' lavori mutilati


,

dagli antichi m^defimi furono relUurati

non gi
,

di quelli

che rotti e guafti

fi

difotterrarono in feguito

e che proba-

bilmente fono lagrimevoli monumenti dell'irruzione de' popoli


fettentrionali
,

che

Roma
(e)
,

il

Lazio

l'

Italia tutta

e la
la

Grecia

medefima devaftarono
branza
dell'arte
di
,

Troppo m' dolorofa

rimem-

tanto danno

ed io qui parlar deggio de' lavori


,

non

del loro difiruggimento

$. 3^.
cife
,

Refia che per ultimo trattiamo delle

della

maniera con cui fono


a ci fcritto
il

fiate

gemme inlavorate Ha diffu.

Gemme,.,

famente intorno

fig.

Mariette (d)
,

non
cui
l'

folo
arte

parlando

di tutte le pietre
s'

dure
;

e preziofe

in

degli antichi
il

efercitata

ma ha
quale
,

altres

chiaramente efpofto
lui
,

meccanifmo
,

del lavoro
fi

fecondo

l'ufarono

Greci

e quale

ufa oggid

Tom. IL
(a) Suetonio in Ner. cap. ^X,
(b) vitellio cio coltrinfe Sabino , e gli altri Flaviani a entrare in Campidoglio , ove opprcllc ini-endiando il tempio di Giove li

D
./.(?. (d) Traile cks pierr. gray.

i^-

34-

Le

capitolino. Suetonio in jiulo Vitdl. et j, ^c) Vedi apprello libro XH. capo uitim
te.

25
jf.

Meccanismo della Scultura


34.

Le pi celebri
la

tra le pietre

dure

che in mag,

LiB \ii.

Jqj.

(jQpjj delle altre


,

furono nobilitate

dall'arte ereca
,

fono

la corniola

calcedonia col giacinto

e l'agata coll'agato,

nice (a)

Qiiefte fervirono pei lavori in rilievo

ofla pe'

cam-

mei
...maniera tfmadeik...
-^

e quelle pei lavori incavati


3S-

"

Non

v'

chi queflo ignori


in qual

ma nelTuno

ha faputo
gli anti-

^jj^Qj.^

ben determinare

maniera incidelTero

chi le loro

gemme.

Ch'eglino adoperafTero puntine


,

di

dia;

manti

legati fu

un ago d'acciajo
ci dice
f
i

ce ne fa fede Plinio (a)


fi

ma
vero

egli

poi non

di

queCti diamanti

fervilTero
;

come fanno
f
,

dello fcarpello

nolhi intagliatori in legno


,

ov-

attaccando l'ago diamantato fu una ruota


,

lavoraf.

fero col torno

ficcome

far

li

fuole generalmente oggid (b)


l'altra

Vi fono de'chiaii
ne
,

fcrittori s
tale

per l'una che per

opinio-

ed io non fono

da voler qui decidere

la quiftione

Soflerrei

per che

gli antichi

conofcelTero l'ufo della ruota e


quelle
finito
.

del torno, del che veggonfi indizj in

gemme,

il

cui

lavoro flato fol abbozzato


jf.

ma non
,

^6.

Poffeggo io

felTo

un'agatonice lavorata a rilievo


trovata due anni fa nelle
terra che fui
fi

d'un pollice e mezzo di diametro

catacombe

di

Roma

in quella
,

medelma
,

luogo
por-

IfeOo era fiata ben vifitata


dele reliquie de' Santi
tata alle

e quindi

affinch nulla

perdeiTe
,

che
le

ivi

avrebbero potuto

elTere

Cappuccine,
.

quali nel crivellarla vi trovaron la


la bellezza

detta

gemma
, ,

Pregevole quefla non tanto per

del -colore

quanto perch rapprefenta un tratto della


ci

floria

eroica

che non

pervenuto

eh' io fappia

fu nelTun

monumento,
in

cio Peleo padre d'Achille allorch, cacciando


,

un bofco con Acafto

e da quello lafciato indietro

s'ad-

dorle quali

fa (rcfonic*, l'opalo , eJ altre, (ielparla Plinio /.jr. e. ^. feci. 1 4.. ejegg{a) lil>. ^7. cap. 4, (eit. i j. \So\ao Poiy-

(a)

(b) Oggid fi mette della polvere di diamante umettata con olio l^ulla ruota di rame,

hifi. (.df.

js.

tra

d'acciajo, 1 quale girando opera falla p:;. Vegg. Baillou Mem.prf. te. fag.ij^..

PRESSO

Greci

e
i

loro Pittura

27
=
,

torment
ed uno
di

dd

che avvcdutifi

Centauri voleano ucciderlo

quefti in atto di gettarli addolTo


Jo dello e

un gran

fafTo

LiB. Vii.
;

ma

Chirone
,

falv

come

in

quella

gemma

CAP.

I.

Io

falva Pliche

con cui
fi

fi

volle indicare la di lui vita falvata (a)

Quella

gemma
Che

vedr nella terza parte de' miei Monumenti

antichi inediti
j)\

37.

gli antichi

pei lavori in

gemme

adoperalero

molto verofimile^ Chi fa febbene non ne abbiamo neiTuna prova diretta (i) che quella utile anzi neceflaria invenzione non fiali ne' temdelle lenti che ingrandiffero gli oggetti
.

pi ofcuri perduta

come molte
pendolo
?

altre

quale
di

a cagion d'efemfervianfi di

pio

quella
gli

del

Ne' tempi
il

mezzo

quello

Arabi per mifurare

tempo

colle uguali fue ofcilla-

D
(a) Apollod. //3. 5. cap. ir. %. j. , Schol. Pind. Nemef. 4. verj. gj. [ Chirone falv PcIco dopo che (\ era dcftato , ed era ilato affilito dai

Maggiore di Firenze , dal quale pur fi rileva efl'eregli morto nel 1317. Se pel ritrovarnento

Centauri
e flato
,

(i)

Non

il

fole

'Winkelmann

fra

moderni autori

quale abbia creduto noto agli antichi l'ufo degli occhiali per ingrandiil

re e rifcharare l'oggetto . Molti foftenitori di tale opinione novera il eh. Domenicomaria Manni Rag- ' degli Occhiali , Tom. 11^. Race. d'Opujc.fcienc. Da un pafTo di Plinio lib. 7. cap. j^.jec. f4. mal intefo , e da un fuppofto verfo di Plauto furono efl tratti in errore , e nello fteflo vieppii confermati da un'antica ifcrizione mal interpretata , nella quale falfi menzione di certo Patroclo faibro ocularario preflo Aldo Manuzio , Reieefio , Grutero , ec. Quel unto , a cui arriv r induftria degli antichi , l fu di adoperare un vafo di vetro ripieno di limpid'acqua , pila

fomma lode fi acquiftato l'Armati , non minore al certo fi deve a P. Alclfandro Spina dell'OrditiC de' PredicatoV. Redi Lete. Tori , fuo contemporaneo mo 1. oper. Tom. If^.pag. 67. Quelli aliolo vederli , da per s Ueilb , trov la maniedegli occhiali
.

ra di lavorarli, infegnandola ancora liberal-

mente a chi avelie voluto approfitrarfene motivo per cui divennero quelli ili breve tempo noti e comuni ad altre nazioni [ Avanti di Salvino d'Armato degli Armati parl delle lenti , e degli occhiali Rogcrio Bacone de' Frati Minori ingiefe di nazione nella
:

fua opera , che viene intitolata Opus majus, diflincl.penult. cap. alt. p. S^--) anzi .. come bene ollerva anche il P.Becchctti C'oncin. del'
iftor. ecclefiajl.
ec.

Tom.

XF.
:

lib.

LXXF.

fuppone gi inventati da altri Ecco le di lui parole Si homo afpiciat detto da Seneca Quill. nat. lib. i. e. 6. ; il qual vaio coUocavah fra'l lume e gli oggetti literas , & alias res mnutas per medium cryper rifchiararli ed ingrandirli ; maniera che ftalli , -vel vi tri , vel alter ius perjpicui Juppreffo alami artigiani fuol praticarfi anche pojti literis , Jt ponto minor fphtri , cuVolendoci noi attenere a' do:u- jus convexitas jt verfus oculum , ij oculus a' d noftri nienti recati dal fignor Manni Rag.z. ibid., fit in aere , longe melius videbit literas , 6' am fccundum vericontro i quali nulla oppor li pu di ragione- apparebunt ei majores . vole , riconofcer dobbiamo l' invenzione de- tatem canoni s quinti de ffkirico^ ( o come in altro codice perfpicuo ) medio , infra quod ejl gli occhiali ufcita da Firenze , citta , ove forf maggiore ne era il bifogno ; e l' invcntor res vel citra ejus cen'rum , & cujus con\>exitas eft verfus oculum , omnia concordane ad di citi Salvino d'Armato degli Armati fuUa magnitudin-em , quia angulus major tft , fu fine del fecolo XIII. Tal gloria gli vicneattribuira non folo da alcuni fcrittori vicini a quo videtur , & imago e/i major , 6" lociis que' tempi , ma dal medefimo fuo cpitafio , imaginis efl propinquior , quia res efi ineer che una volu vcdcai nella chicfa di s. Maria oculum , & centrum , ii ideo hoc infirurrua%.
,
li
.
.

XLVl.

23
Jazioni
;

Meccanismo della
ma
f

Scitltura
(a)

LIB. VII.

GAP.

I.

non fi folT noi avremmo ci ritrovato negli fcritti di quella nazione che Galileo ne avelTe il primo fatta la fcotuttora creduto
dall'erudito
,

Eduardo Bernardo

perta
jf.

38.

A
.

quelle olTervazioni fulla maniera d'incidere le

gemme

e pietre

dure aggiugner alcune notizie


gli antichi

fui

medefi-

mo
non

foggetto

Solcano
Plinio

metter fotto

la

gemma una
grifolito

foglia d'oro

ci rapporta riguardo
affine
di

al

che
(n);

era ben trafparente,

dargli

maggior fuoco
altra pietra

ma

fappiamo che lo

fefTo faceafi

con qualche
,

che

non avea bifogno di quello lume non fuo come vedefi in una bellilfima corniola di un fuoco eguale a quello d'un rubino, in cui Agatangelo greco artifta incife la te fi a di
,

Sefto

Pom.peo

Qiiella pregevoliflmia

gemma legata
,

colla

menla

tovata foglia in un anello di circa un'oncia d'oro


in

fu trovata
e

un fepolcro prelTo a quello

di Cecilia
,

Metella

dopo

morte dell'antiquario Sabbatini


ta
,

nelle cui

mani era pervenuil

comprolla
,

al

prezzo

di

200. feudi

conte

di

Luna-

villa

da cui

la eredit fua figlia la duchefl^a di Calabritto a

Napoli
jf.
rfltizia

39.

Non

far difcaro

io

mi Infingo
e

agli

amatori

delle pi" riu pie-

gevcL

jelle belle arti,

che io qui accenni brevemente alcune delle

pi pregevoli fra le antiche

gemme

ficcome

diicil
,

cofa

non
(um
hiUs
cjl
:

il

vederne almeno la copia

folle

palle di vetro

fu
gli

utile fenhus

6"

dijinci. ult. cap.


,

habentihus oculos deuh. parla dei tele-

op).

Gli antidii

De

ting. lat. Lb. 6. prlnc.

per avvilo Hi M. Varrone per veder meglio ,

ggerti di color bianco , come lavori minuti d'avorio, fi fervivano di ferole nere ; egli pel non dice come per ci che riguarda
.

Ma

Alcune non hanno che quattro linee di fuoco; ed una meno forte trovata nelle rovine d'ErPer ricolano dice di pollederla egli ftello crearfi poi la vilt quando erano fianchi gli artift i guardavano uno (meraldo , che col fuo Plinio /b. jj. color verde era di follicvo
.

cap. j. feci. 17.

l'ufo delie lenti

predo

gli ajitichi

arridi

(a) Epifi.ad Huntingtonem

Tranf. Phi-

decifa la quultionc , allercncioci il (gnor Duicns Origine des couv. Mtrib. aux mod. Tom. il. par. ni, ckap.ro. .27.?. p. 224.. i averne vedute parecchie antiche nel real mufeo di Portici di maggior forza di quelle uGite ordinariamente dai moderiii artilli

lofjph. air.o lS.f.. num. 1 jS. pag j^., e num. I 6 g. , Dutens loc. ci:, chap. 6. . 2.^0.

pag.
fi

i f7(a) lib. ^7. cap. 5. fei. 42. [ Dice die vi metteva una foglia d'oricalco ,

PRESSO
gli zolfi
,

GrBCI

LORO PlTTURA

.'

2g
.

potranno cos paragonarle con altre che loro cadranno fott'occhio e non fenza fondamento giudicarne Riflringerommi a quelle fole che ho io ftefo vedute o in origi,

'

'^'

^^

nale

fu efatte iinprefloni
,

Parler prima delle incife

in-

di delle rilevate
^r.

irox

>(3^

^X^
,

(^)

40.

quella
periai

cominciando dalle tefte gemme incife d'una Pallade col nome dell' incifore Aspasio nel!' imFra
le
,

^''"i^c

..

mufeo
,

di

Vienna

quella d'un giovan Ercole nel

mufeo

Stofchiano
incifa in

e principalmente quella dello ftelTo


zaffiro

giovan eroe

uno

da Gnajo o Cnejo nel mufeo Strozzi a


,

Roma
fo

fono lavori eccellenti


,

e darci polTono la pi alta


.

idea della perfezione

a cui era fiata portata queft'arte


fra gli Antichi di
la

Pof-

pure con ragione qui nominare


la

quello

mufeo
cifa

tefta

d'una Medufa
,

non

celebre calcedonia in,.

da Solone

che

il

ritratto,

d'una bella perfona

anzi.

ch una bellezza ideale

(a)

ma una
il

pi piccola in corniola

Vanno
mufeo
Lidia
,

del paro
del
re
di

con quella
Francia
,

pretefo

Tolomeo Aulete

nel

che verolmilmente un Ercole ia


,

tovata
Giulia

come ho dimoflrato nel Tomo I. (b) la pocanzi men-^ e quella di tefla di Seflo Pompeo rncifa da Agatangelo figliuola di Tito incifa da Evodo in un gran berillo,
,
,

efiftente nell'abazia
jT.

di

s.

Dionifio a Parigi

ih)

41.

Tra

le

figure intere incife in


di

gemme
nel

fommamen-

te

pregevole Perfeo lavoro


a

Dioscoride

mufeo Farnefiagiudizio fulla


giovanile
.

no

Napoli

di

cui per
,

non

deefi portar

flampa pubbHcatane

ove

gli

tolta tutta

l'aria

Hanno pure molto merito Ercole ed


nel

Iole incifi da

Teucro

mufeo granducale a Firenze, l'Atalanta del mufeo di Stofch, e un ignudo giovane che porta fulle fpalle un troco ( cerchio di bronzo che ferviva per certo giuoco ) in una bianca e traf.

Pa.

(.a)

Sext. Einp. Piirk. hypot. Uh. z. cap. 7.


_

prlnc.

antiq. grav. pi. 6j. , ne d la figura in rame {h) Libro V. capo y. ^.7. pag.6o.
(l>)

(a) Vedi

Tomo I.pag.324.

Stafch Pierr.

Stofch

loc.

di.pl.S3-

30

Meccanismo della Scultura


.

=*=====

parente corniola del fignor Byres architetto fcozzefe in Ro-

ma

Io ho pubblicata quefta
la

gemma
,

(a)

ma

la

figura

non

agguaglia

belt dell'originale
.

ove

fra le

altre parti bel-

liffima l'orecchia (a)


,..cheinrilievo.

jf.

42.

Delle
^

gemme
,

rilevate ofia
il

perione rappreientano

menta

-111
primo luogo
.

cammei, che
il

celebri

bufto d'Au-

gulto in una calcedonia di color di carne, alta pi d'un palmo

romano e incorporata alla biblioteca Vaticana con tutto mufeo del cardinal Carpegna Buonarruoti ce ne ha data
,

il

la
,

figura e la defcrizione

{b)
il

che compr

in

Roma

Ha pur molto pregio il Caligola fignor generale Walmoden miniftro


.

plenipotenziario della gran Brettagna preflb l'Imperiai corte


di

Vienna
jf.

43.
i

due Tritoni del fignor Jennings

il

Giove che

fulmina

Titani incifo da Atenione nel


di cui
fi

mufeo Farnefiano a
del Libro X.
)

Napoli

daremo

la figura

a principio

e quello che

moflra a Semele nel mufeo del Principe di


,

Piombino

Roma

fono

affai

pregevoli tra
.

le

gemme

antiche

rapprefentanti figure intiere a rilievo

Ma

a nefTuna certa-

mente cedono due gemme efillenti l'una preflx) il fignor Mengs (b) e l'altra nel mentovato mufeo Piombino lavorate in maniera che quafi tutto il contorno delle figure d'un la prima belliflmo bianco rilevato e cupo n' il fondo
, ,
,
:

rapprefenta

Andromeda

e Perfeo fedenti fu

un
.

letto (e)

e la

feconda

il

giudizio di Paride in cinque figure

Non portiamo
ims

(a)

Monum.

ant.ined.

(a) Quefta

gemma

del fignor Pichlcr artifti intjuefto genere. ElTendogli ftata rubara , fu innocentemente -venduta per antica al fignor Byres , dalle cui mani pafso in Parigi : e non fi farebbe riconofciuta forf mai per moderna , f non fofie per cafo ritornata in mano dello ileflb Pichler , il quale rofto la riconobbe, eia confefs per opera fua E
.

num.ig. moderna e lavoro giuniore uno de' pi valenti

no, non era da riprenderne

afpramentc

Winkelmann

alla effere sfornito , che fpetta periiia antiquaria; come (criflc il fig. abarc Bracci Dijfen.fopra un clipeo vot. ec. prefai. pag. 7. (A) OJferv. [opra ale. med. pag. 4S(b) Dopo la di lui morte comprata dall Imperatrice di tutte le Ruflie per 5000. feudi

fino a dire di tutto ci

che moftr di

romani.
(e)

valentuomini non vi fu pur uno che iapcll'c riconofcerla per lavoro moderf fra tanti

piuttofto fu d'uno fcoglie

loro Pittura. 31 ~ fia immaginarci una perfezione maggiore , fia nel difegno ^"" Nello fteffo mufeo fi vede una Ninfa fedente ^ nel lavoro (a) CAP. r. u cne alta circa un mezzo palmo incifa in un agatonice (b)
PRESSO
I

Greci,

"

il

pi bel pezzo nel fuo genere

e forf

il

folo che

fi

trovi

nel

mondo

(a) Oiiefta feconda non agguaglia,

il

nc-

(b)

una

corniola venata di calcedoni

nto to delralcra

Ca-

32
LI5. VII.

Meccanismo dblla Scultura

^
Di lavori
nelle

...ui^vvjy. ?! ,.
,

'

'

'

iC\

GAP. II.

Capo
in bronzo

IL
.

I greci

cirtij lo

forme

Quindi
fopra

fnfo

lo

preparavano per gettarlo univano e faldavanlo Intarjia..

mra fattavi Due maniere


mettevanf
zo ..
.

Patina, verdognola.

Indoravafi

il

bronzo

X indorare
occhi
alle

gli

Talora fu pur indorato il marmo ~ Comfigure Ragguardevoli Jatue di bron. .

nel mufeo d'Ercolano


. . .

Roma
.

velia villa
in Ifpagna
e

Albani
.

a Firenze

a Venezia,

a Napoli

in

Ger.

mania

e in Inghilterra,

Delle monete falfificate

indorate

De' lavori in
I

11 meccanifmo de' lavori


nella fLiflone del metallo
,
.

in

bronzo

confifte principalmente

Greci arti-

A
,

quella lo preparavano gli anti,

rno pe7get- clii "'^'^*

comc
fi

fi

ufa Oggid

mcfcolandovi dello ftagno

affin-

che

fondefle pi facilmente (a)

fuficiente

copia di fl:agno
.

il

quando non ; , bronzo non vuole fcorrere


poich
che

v'
,

allora dicefi incantato


Cellini
,

Narrava a quefto propofito Benvenuto


fonditore
,
,

celebre ed efperto
,

avendo
fi

egli

a
il

gettare una ftatua

ordin che mentre definava

aprifie

foro del fornello

forma

onde il fufo metallo colafT nell'appreftata quando uno degli operaj venne ad avvifarlo che
,

la fufione erafi

fofpefa
,

diedegli
gettalfe

piatti, e tondi di ftagno,


;

di cui fervivafi
flato fatto
fluidit (b)
jf.
,
.

acci

li

nel forno

il

che efiendo
la

il

bronzo acquift immantinente

neceflaria

I.

Per avere una pi ficura


delle figure di

e facile fufione

fi
i

getta-

vano talora

rame

e di tal materia

fono

quat-

tro
(a) Plinio /L A. cap. 8. feH.io.
,

e ivi

forza terribile del fuoco


ti
i i

Arduino

not. g. (b) Cellini racconta nella fua vita;?. 27/. che affifteva al getto d'una ftatua ; e avendo veduto , che il metallo non correva per ef-

li li

prendere tut, fece fuoi piarti, fcudelle , e tondi di Itagno quali erano in circa duecento, e in parte mife a uno a uno nclli canali , e parte fece gettare dentro alla fornace j con clie

fcrli

confurnata

la

lega

dello (lagno colla

la fulione

and a perlezione

PR-Esso

Greci
,

loro Pittura

33
.

tre cavalli di Venezia


feriva
ftatue
,

de' quali parler pi fotto

Si

preLIB. VII.
le
si

anche
s

il

raine al

bronzo

quando

voleanfi indorare

perch quello pi facilmente


,

di quefto

s'indora

perch colla meno

e vana farebbe ftata la fpefa nel


.

bronzo
bron-

che doveva efTere coperto


/.
z.

quefta necefTaria addizione delio fragno


fofferto
tutti

ai

zo quando ha

biamo viamo
pit

attribuire

prima compofizione dobo bullolette che offerque' bucolini


nelJa

fua

negli antichi lavori


,

poich lo ftagno

come materia

venendo pi facilmente confunto dall'azione del fuoco, lafcia nel bronzo voti g' interftizj che occupava, e Quelo rende quafi fimile ad una pomice e affai leggiero fta leggerezza ben fenfibile fulle grandi monete dette
fluida
,
.

medaglhni

che fono

fiate nel

fuoco
,

e loro altres avviene

che effendo private dello flagno


fa
,

quafi della loro parte oleo-

dopo

d'effere fiate difotterrate fliano per

qualche tem-

po
che

efpofte all'aria
il

o all'umido

veflonfl d'una patina verde


.

vecchio bronzo corrode e diflrugge


3.

jf.

Per dire qualche cofa delle forme


il

in cui gli an ti-

...nelle

forme,

chi gettavano

bronzo,, offerver che ognuno dei quattro


s.

cavalli, pofli fui portale della chiefa di


flato fufo in

Marco
:

a Venezia,

ognuna comprcndeane la met pel lungo cio dalla tefla alla coda in tal modo non era neceffario rompere la forma dopo il getto ficcome
,

due forme
,

delle quali

far

fi

fuole generalmente (a)


4.
varj
,

Jf.

Ne' lavori

di getto

pur da

ofTervarfi l'arte

con
fi

cui

pezzi di metallo a varie riprefe gettati infieme

Quindi vano
.

l'mri-

univano
tal

principalmente

prefTo
,

pi antichi

quali in
di

maniera formavano

le flatue

attaccandone

fra

loro
le

Tom. IL
(a) Per fare
le

2
forme
gli anticTii
fi

fervi-

vano

n-,efcokta con fiore di fauna, i.omc bene olierva l'Arduino nelle no^

della creta

lo

lILiS. cap.io.fea. 20. i 2. ; e ha notato anche Wiiikclniann <iel lom.J. pag. is.pnnc.
te a Plinio

34
LIB. VII.

Meccanismo della Scultura


:

CAP.II.

le parti con de' chiodi cos fu lavorato il Giove a Sparta da' Larco di Reggio della fcuola di Dipeno e Scilli (a) Quefto pi facil metodo di formare le ftatue fi conjf. j.
ferv anche ne' tempi pofteriori
,

muliebri di grandezza naturale e

come appare da meno nel mufeo


,

fei

figure

d'Ercola-

no

nelle quali
,

non folo

attaccate fono le tefle


il

le

mani

piedi

ma nemmeno
lI;:5C!1

d'un pezzo folo

corpo;
fatti

e tutt'i

pezzi fono innevati fra di loro cogl'incafliri

in quefta
.

forma

che noi chiamiamo a coda di rondine


,

Il
,

breve

manto
fulle
_jf.

delle accennate figure


di

comporto

di

due pezzi

uno

dinanzi e l'altro
fpalle
6.
,

dietro

vien in tal

maniera unito infieme


.

ove rapprefentafi abbottonato


quefto

Con
fi

metodo
,

gli

antichi
,

fi

efimevano dal
dif-

pericolo delle fufioni fallate


ficilmente

o mahcanti

che troppo
,

evitano ne' getti delle intere ftatue


(a)
il
.

principal-

mente

fu
fi

alcune parti

Quando pur
di
,

quelli

falli

accadeva,

no

vi

apportava

riparo con un rappezzamento

di cui
i

vedonfi

le tracce ne'

mentovati cavalli

Venezia, ove

pezzi

mancanti fono attaccati con de' chiodi


dalle

come

fi

pu vedere
.

medefime figure

in

rame che ne abbiamo

(b)

Io poffeg-

(e) Pauf. liB.f. cjp.f.pag.zfi. in fine. (a^ Gli anticni per quanto (ctive Filone eli Bifanzio De jcptem orh.frecl. cap.s.p.i ^. non facevano ftania a'cuna intendendo di grandi , tutta d'un fol getto ; ma le facevano a pezzi membro per membro , unendoli poi infieme a norma d modello , che ne avevano fatto da principio Simulacra artlficcs prhnum fingu'it , dtz.ide in membra dtvija co-ifiam , tandem omnia rccie compofita erigunt Ma'non dice come unilfero le parti Il f per mezzo di chiodi , o di falJatura coloflo famofo di Rodi fu fatto anche a pez"i , ma in altro modo ; cio , come fcguita a dire Filone , prima fi gettava una parte , cominciando dalle gambe , la quale poi fi circondava tutta di terra , e fopia vi li gettava
, ,
:

getto freddo

al

caldo

come

fra

moderni

fu praticato dal le Moine nella ftatua equeftre gettata in Bourdeaux , a cui fece la met fupcriore con un fecondo getto per riparare
al

primo

fallato

(b) Si veda anche per efmpio la Tav. V. del antecedente di qucfta Storia Quel raglio , che dal mento fccndc fino alle fpalle della figura , indica , che elfa fu rotta in quel luogo , o era vicina a romperli ; e da tempo ancichiffimo fu alfodata con un perno della ftclla materia fbtto al mento , che fi vede indicato anche nella detra Tavola . Nelle altre figure in bronzo , che ho veduto , e fpecialmente in una mezza gamba di cavallo

Tomo

grande qiiafi v' erano flati

al
,

naturale
li

molti

falli

che
de'

vedono rappezzati con

l'altra

e cos

di

mano

in

mano

Dal che

pare

che
,

polTiamo arguivo

GuzCco

D: l'Ufpe

pag.i ^j.

come olfen-a , .ie/itn. 1. pur. ch.XlV che gii antiihi fapcffcro unire il

piccoli pezzi quadrilunghi dello ftelb metallo , perfettamente faldati , per quanto mi

pare

mo

collo flelfo metallo come ora diredie facevano gli antichi


,

'

'presso

un pezzo feooo i^^


eecto fallato
,

3? che verofimilmente una rappezzatura d'un


I
.
.

Greci, e loro Pittura.

=====
LI B VII

e che appartenne ad
,

una giovanile
,

flatua d'uo-

mo
s'

di

grandezza naturale

di cui
la

oltre qiieito

pezzo

confervata che la tefta

quale ftava dianzi nel


villa

non mufeo
,

de' Certofini a

Roma

ed ora nella
,

Albani

Quello

rapprefenta

le
;

parti fefTuali

che
,

alla

ftatua erano ftate ag-

giunte di poi
la parte
,

ed rimarchevole
il

che interiormente in quel,

a cui corrifponde

pettignone
,

veggonfi tre
fi

let-

tere greche

inx lunghe un palmo


f

che mai non

fareb-

bono potute vedere


faucon fu
Aurelio a cavallo
jf.

non faceafi in pezzi la ftatua Montmal informato quando cred che la fatua di M.
.

folle battuta a

martello

anzich fula

(a)
d^-^;^^^
^*^'^*"

7.

Lafaldatura nelle figure in bronzo degli antichi


s

fcorge ne' capelli e nelle ciocche pendenti


vori che in quelli del fior dell'arte
.

ne'prifchi la-

Il

pi antico

monumen-

to

ove ci

fi

ravvifi

al

tempo

fleflb

una

delle pi vc-

tufl:e

opere,
vi
,

un

bufl:o

femminile del mufeo d'ErcoIano,


alle
,

in cui dalla fronte


giri

fino

orecchie

quattro o cinque
fatti
,

ferro

hanno cinquanta ricci che fembran grofb quanto una penna da fcrivere
faldati
il
.

d'un

fil

di

e vi fono l'un
a treccia
,

full'altro

capelli
.

di

dietro fono

fatti
i

circondanle

capo

Nel mufeo medefimo ha


tefta virile;

capelli fimil,

mente
fembra

faldati

una giovane

e un'altra tefta

che
,

eflere

un

ritratto
le

ha cos attaccati feflantotto


fciolti
fui
.

ricci

oltre quelli
ftati

che

pendono

collo

che fono

gettati infieme alla tefta

medefima

Ognuno

di que' ric-

ci

fimile

ad una piccola
,

ftrifcia

di carta

rotolata e quindi

tefa pei

due capi
e

Cinque
hanno
(tf)

onde vien a prendere una forma fpirale pi fpire hanno quelli che cadono fulla fronte
fui collo

quelli che
ai

pendono
due

ne hanno perfin dodici


.

e tutti

lati incifa

fuH'orlo una linea

E 2
Diur.
ical, cap,
t

^.8. Che

, jrinc. pug-t

6^.

jg

^CT

3<5
a

MrCCANlSM-O DELEA ScULTUR.*


8.

jf,

Che
,

queft'ufo
,

fiaf

mantenuto preflb
la

gli

artifti

an-

X.JB. vji.

^i^g ne'

pi bei tempi

appare da una

tefta ideale del

meche
ricci

de fimo mufeo

che generalmente vien detta

tefta di PlatO'

ne
ci

ed fenza dubbio uno de' pi bei lavori


;

in

bronzo
i

abbia tramandato l'antichit

ha. quefta eziandio

alle
Intarlatura
rc^

tempie
g
11

faldati (a)

Diremo pur qualche cofa


le bafi di;

delle intarfiature in
(

broa-

zo
la

diadema dell'Apollo Smiro&onos


,

Lucerticida

nella vii"
,

Albani

alcune figure del mufeo Ercolanenfe

alcuni lavori
tarfiati

riferiti dal
.

Bu-onarruoti {a) fono di bronzo inalle-

d'argento
,

Ufavaf anche talora di fare'


alle

ftatue le

ugne d'argento
due
che
figurine

mani che
(b) I

ai
;

piedi

come

vedefi in
ftatua

del

mufeo' d'Ercolano
(/')
.

e tale era

una

rammentata da Paufania
il

quattro cavalli indorati

celebre e ricco* oratore Erode Attico fece collocare a


(e)
.

Corinto, aveano l'ugna d'avorio


Eatina verdo-

IOil

N
.

dee qu

palTarf fotto filenzio


di

quel colore che

acquifta

bronzo col tratto

tempo

che accrefce pregio

Nafce quefto colore da una patina verdognola che tanto pi bella, quanto pi fino il bronzo, e da'Roalle ftatue

mani chiamavafi
lis etrugo

t&vugo

onde
di

a ragion fu detta

da Ora-zio mbi,

(e)

Il

metallo

qual

fi

vede

fulle

Gorintoprnde un verde lucido (^) monete e fu qualche ftatuiria (d) Le ftatue


.

e le telle del

mufeo d'Ercolano fono

d-'un

verde-cupo

che per
ar-

(a) Da! giurcconfulto Paolo nel luogo

ci-

t^tu (opra alla pag.z^. not. a. abbiamo , che ariclie le braccia, le fi faldaliero alle llatuc gaitibc , ed altre parti rcliauratc ; e che fi ldava o col piombo (volendo forf intcn-

trov l'arte di faldare il ferro col ferro medefimo, fu un certo Glauco da Scio Paufania /ili.i o. cap. tS: pag. S^4. (j) Pref. alle oin>. fopra alcuni medagl. pag. XIX.
.

dcre del piombo bianco, o ftagno

, ,

di cui

fzxhVlin'w Hi. ^^. cap.i


.(iedo raetalio
;

o coWo nelle quali maniere ii ufava


7. fe(l.4.S.)
,

() lib. r. cap.24.. puc'.jj.princ. buffo riportato in rame dal P. P(b)

Un

faldate

anche l'argento
nella
/.

come

rileva da

!c

Quiuquicl_27.princ.ff'. Dt ddquir. rer. dom. L'oro , al dire dello ftelfo Plinio lib.^^. cap.j.Jici.zfi. , i faldava colla crifo.-oPa , tc'mpetata con ruggine di Cipro , rina di fanciullo, e nitro ."il primo, che

Pomponio

Monum. Fe/op. Tom. il. pag. 6 fi. ha labbra d'ar;ento (e) lAcwrUb. z. cap.i.pag.i i ^.princ. (e) Non ho faputo trovare ove dia alla patina l'epiteto di nobile (d) ?\'m, liii.jy. cdp.io.fcH.fj. (d) Qucflo metallo piti tardi degli altti
cimdi
.
.

PKissso

Greci
fu

loro Pittura
tutti

57
tro'

artifiziale

poich eflendo
,

llati

que'

monumenti

'

vati rotti e in pezzi

neceflario. unirli infieme e falciarli


,

eoU'ajuto del fuoco


fu data la

che dirtruife l'antica patina


,

onde

GAP. II.
vi
h.i

nuova

offervandof generalmente che


,

quanto
;

un pi
la

bel verde la patina


gli
.

tanto pi antico

il

lavoro

col-

qual mafma

antichi preferir folevano

le

antiche fa-

tue alle
jf.

moderne
Molte

II.

rtatue di
,

bronzo fono
fi

ftate

indorate

come

indoravafi

il

dimoftra l'oro
fre

fteflb

che ancora
,

fcorge nella ftatua equedella quadriga che ftava

di

M. Aurelio

(a)

negli avanzi
,

nel teatro d'Ercolano (i)

nei quattro cavalli di


(a)

Venezia

nell'Ercole del

Campidoglio

(2)

Che
che

l'indoratura
,

fiafi

confervata in lavori rimarti per molti fecoli fotterra

attribuirli

deve

alla

grolTezza delle foglie d'oro


,

gli antichi

non

ufa;

come vano tirare a tanta fottigliezza Buonarruoti ne ha fatta vedere la differenza


s

facciam noi (b)


(b)
.

Quindi

che

belle e si frefche

fono

le

indorature di due camere nelle


rui-

copriva di verde rame , o patina , come not Ciccione Tufiul. qudft. lib. 4. cap.i 4. Vedali anche Plutarco Cur nunc Pythia non reddat orde, cjrm.princ. , op. Tom. il. p. ^p f. , ove cerca la ragione per cui q^ucfto metallo prenPlinio' /ib. ^4. ci 1 .feci. z6. delfc la patina
.

rifcrifce "varie
te
il

maniere
;
i

di fare attificiolamen-

dice , che l adolavori dell'arte. (a) Scipione Metello di quelle ftatue eJucftri indorate , ne colloc una turma in
praiTc a colorirne

vcide rame

ma non

Campidoglio. Cicerone ad Attk. i..ep.i. Vedi qui apprelTo cap. IV. %. penult. (i) Di quefta quadriga, e delle varie viparla a lungo l'Aucende a cui fu foggetta
,

furono diTotterrt va*) bronzi e trafportat poi a Parma Tra quefti vedel una tefta cololiak dell' imperadore Adriano di rame dorato alta I^ pollici , che appartenne ad una flatua , di cui s' pur trovata una mano , ut piede , e parte del paludamento (b^ Sapevano tiraTle fottiiilTime , come attera Plinio lib. ?^. cav. 6. feci. ^2. ; ma non ne facevano ufo , perch l'argento vivo , che qui apfi adoprava per dorare , come ( dice prefib , faceva comparire l'oro di un color pallido ; perci adopravano grolfe foglie , a G' indoratori ,_ che volele raddoppiavano vano rubare , come liegue a dir Plinio , tro. , . .

tore nella lettera


te di Briihl
ij feqq.

che nel

l](^^. fcrilTc al

con-

fuUe fcopcrfc d'Ercolano rag. z 3. pure ragiona di tutti quali quegli altri monumenti rcolanenfi che rcll' Opera prefente ha egli non di rado indicati [Vedi anche le lettere dello ftclTo Autore , che daremo nel Temo iil. di quefta edizione roIvi
.

varono l'arre di correggere quefto difetto , ufando la chiara d' uovo , o l'idrargiro ( che male in qualche IciTco fi naduce per argento Plin. /.eli. vivo) invece dell'argento vivo cap. S'.feS. 4.1. La -vera maniera dunque, e pi ricevuta , come pi grandiofa , e pi du.

era coil'argento vivo , e foglie d'oro inaurari argento vivo legitimum Vitrul.c. c.^.fe. 20.; o come fcrive mana ; e.ToxnaX.pag.^ii). ncn. a. y\o lib.j.cap.i.: Ncque argentum , ncque is (<;) MafFei Kuu. di Statue ani. Tav. 20. \-C\ In Vcl'eja ( citt tra Piacenza e Parma' Jfe eo poteft recie inaurati . probabilmente (i) Ofserv. ijlor. fopra ale. med. Tav. 30. che fu copcf;.! da un monte nag. 370. e j?'nel fecondo fecole , e fu a ca(b fcopcrta e f^mbrata; in parte non- fono molti amii >
revole groffe erat ,
,
:

Ms

58
LiB.vii.

Meccanismo d^lla Scultura


,

ruine del palazzo de' Cefari nella villa Farnefe fui Palatino
fef^bi-ano fatte di recente
,

che

malgrado l'umidit cagionata dalla


.

CAP.II.

terra

che

le

copre

Non

fi

pofTono
,

ivi

vedere fenza mara-

viglia le fafce difpofte a

forma d'archi
(a)
.

e dipinte in color az-

zurro con figurine in oro

L'indoratura s' purconfer.

vata nelle ruine di Perfepoii (a)


Daemanierc
jf.

T2.

Indorali a fuoco in due maniere aflai note


,

L'una

dicefi indorare allo ffaaro

ofla

alla

maniera degli fpadari


proceflo

cio applicando le foglie d'oro fui metallo che vuolfi indorare


.

L'altra chiamafi

amalgama
,

ed eccone
vi
Ci

il

Si

fa

fcioglier l'oro nell'acqua forte

verfa quindi dell'argento


,

vivo

e
:

fi

mette a un fuoco leggiero


al

finch
,

tutta l'acqua

fvapori
pafta
,

quindi l'oro s'unifce


,

mercurio
,

e ne rifulta
il

una

con cui

finch ben calda


.

fi

Itropiccia
a principio

metallo
f gli
al fuo-

dopo
fia

d'averlo ben pulito (b)


,

Sembra
e

che

data una vernice nera


,

ma

efponendolo nuovamente
,

co

tutto
.

il

mercurio fvapora
,

riman puro

e lucidifimo
,

l'oro

Quefta maniera

in cui
,

s'

incorpora a cos dire

e
;

fi

compenetra l'oro col metallo

era ignota agli antichi


,

effi

non fapean indorare

non

colle foglie d'oro


il

dopo
;

d'aver
,

coperto o ftrofinato col mercurio

metallo

(h)

onde

co-

me

dilli

pocanzi

la durata dell'oro negli

antichi

monumenti

(a) V' qualche differenza da quefta defcrizione

Greave Defcript. des Antiq. de Perfepolis , pag. 23. (b) Secondo che fi ufa in Roma , e come Tiene anche efpofto nell'Enciclopedia , art. Dorare , V oro fi mette a liquefare coU'argento vivo in un crocinolo , finch fi amaigamano , o fi unifcono infieme come un unguento ; poi fi ravviva , o come dicono qui gl'indoratori , fi fchiarilce il pezzo da indorarfi con acqua forte al fuoco , e in apprelfo vi fi ftende fopra con uno ftrumento un fuo(.a)

lo di quella miftura , dalla quale per mezzo del fuoco fvaporando il mercurio , refta l'oro fortemente attaccato , e quafi incorporato al

metallo

Ci
il

chc dice

fia detto in coerenza di quello , noftro Autore ; che del refto l'o-

perazione molto pi lunga come fi dcfcrive nell' Enciclopedia . n. (A) Plin. hk. 33- ^^P- ^- J^^- ?^- l Q"?".? fcrittore nel cap. 3.Jea. zo. elpone meglio il metodo , che fi teneva ncU' indorare il rame , e il bronzo. S'infuocava prima il metallo. e fi batteva , poi fi Onorzava con tale , aceDopo (1 ripuliva , e dal colore to , e allume rilucente fi capiva le era purgato abbaltanza. Si rimetteva quindi al fuoco , e portato a quel grado di calore neceflano vi fi fpargcva fopra della pomice , dell'allume , e dell'argento vivo mcfcolati infieme per meglio fcmarirlo ; e dopo tutto ci vi fi Itendevano le toglie Credo che il fignor Dutens Orig. des d'oro decouv. attrib. aux mod.iil. pur. ck.3. ^-201. Tom. il. pag. si- non avr letto tutto mtie.

ro quello luogo di

Phmo

mcncte

colle Iole

PRESSO
ti

Greci

loro Pittura

39
,

non ad
jf.

altro devefi che alia groffezza delle foglie

la

quale
^^^' ^^^*

tuttora vifibile nel cavallo di


13.
il

M. Aurelio
la

Gli antichi adoperavano

chiara dell'uovo per infi

Talora

fu

dorare
aglio

marnao

(a)

ma
,

oggid
,

noftri artefici

fervono

dell' u^ma'rmo'^!^'*

con cui lo ftrofinano

e poi vi ftendon fopra

una
.

leg-

giera

mano

di gefFo

fu cui applicano le foglie d'oro


il
,

Altri

in vece d'aglio

ufano

latte di fico

cio quel fuco che efce

dal picciuolo del fico

quando

fpiccafi
e

immaturo ancora
.

che fommamente penetrante

cauftico

In alcune flatue
e nel pan-

fcorgonfi tuttora indizj d'indoratura nei capelli

neggiamento

come
;

vedeanfi nella bella Pallade di Portici


anzi
,

quando
rate
,

fu fcoperta
,

fi

trovano delle
teila

tefte intere

indo-

qual
.

fra le altre

una
fi

d'Apollo nel mufeo Cala

pitolino
tefla
,

Quarant'anni

fa

trov
,

parte inferiore d'una

che fembrava un Laocoonte


,

la

qual era indorata


,

ma

l'oro

in vece d'efier dato


fui

fui
.

geflo

eravi flato applicato

immediatamente
jf.

marmo

14.

Al meccanifmo della fcultura appartengono


,

gli

oc-

comnKttc'h" !ji^''gal
rc

chi incartrati
di in

quali

trovanfi

in

molte

tefte s di

marmo

che

bronzo

parlo

io gi di quegli
di

occhi argentei incaflati

tella alle

figurine

bronzo
,

delle quali parecchie feh

veggono
entro
il

nel

muleo d'Ercolano

n delle

gemme

incaftrate

la

pupilla d'alcune grandi tette di bronzo per imitare

colore dell'iride, quali vedeanfi nella Pallade d'avorio la(a)


,

vorata da Fidia
di

e in altra Pallade collocata nel


la

tempio
cilettri

Vulcano

in

Atene

quale avea perci gli occhi

parole
fa B.
rirc
, ,

che ho riportate fopra pa^. ^7. noe con quelle di Vitruvio ivi pur rife,

ftabilifce

che

"li

antichi indoralfero

anche nella maniera dei moderni accennata pocanii (a) Plinio III), jj.eap.^.fe^. 20. (a) Plat. Hypp.maj.op.Tom. I.p. 290. C. [ \^ inkelmann nel Tract. prelim. ai Monum. tini. med. par. ti. capo IF, pag. LV. l quefto

ha fcritto per equivoco Giove olimpico di Fidia , in vece della Pallade fatta dallo fteflb arrida, come qui dice bene ; e il fignor Falconet , che pur dice di aver rincontrato Platone al luosjo citato , poteva capire l'equivoco, e non farne argomento di una forte critica all'Autore , come fa nella fua diceria Sur dcux ouvrages de Phidias , (Suvr.
fteffo propofco

Tom, V. pag.

/>

j.

40
yXavKos
LIB. VII.
tri

Meccanismo della 'Scultura


TOy'e
,

(p^aiX(jioJs (a)

Tali cofe fono gi fiate

t?a al-

oflervate
.

CAP.II.

r arte

non fono per Io parlo principalmente del bulbo intero incaflrato


,

e altronde

molto importanti

nell'occhio

e fatto
.

d'un

marmo candidiUmo
,

e tenero detincaftrato.,
tefta

to falombino (i)

Quello v'era talora non folo

ma

fortemente attaccato
il

come
,

vedefi

in

una bella
il

muliebre prefTo

fig.
s

Cavaceppi

nella quale entro


,

con-

cavo dell'occhio
forellini
in cui

folo

le
,

figure

tondo veggonfi ancora i il bulbo era fifTato Avean occhi fiffatti non degli dei ma quelle eziandio degli uomi,

fotto che nel

ni (a)

come

argomentafi
gli

da quella ftatua dello fpartano


occhi prima della battaglia di
;

Jerone
Leutra
,

da cui caddero

nella quale reft uccifo

fi

pretefe

allora che la

fua morte dal


ta {b)
,

danno avvenuto
ove

alla fua flatua veniiTe indica-

Scorgefi ci ancor pi chiaramente in alcune tefte


,

del

mufeo Ercolanenfe
un bufto
di

fiffatti

occhi hanno
tefia

pi gran-

de dei due bufti d'Ercole, una piccola


vane
,

d'ignoto gio.

donna

ed

il

pretefo bullo di Seneca


efpofle al pubblico
fimili
.,

Tali tefle fon gi da lungo

tempo

(b)

ma

ne fu pofcia fcoperta un'altra con


fu cui flava
.

occhi, unita-

mente all'Erme marmoreo


incifo $.
:

con quello nome

CN

NORBANI

SORICIS

ij.

Ma
,

particolari fra tutti fono gli occhi delia bel-

liflma tefla coIofTale

d'Antinoo

nella

villa

Mondragone

Frafcati (e)

e della

Mufa

nel palazzo Barberini^ di cui par-

ler
io) ViuC. Iib.t.cap.t4..pag.:;6. /in.8. (i) Tra i mentovati bronzi diVelleja v'

(a) Edellebeftie,
raldi quel Icone di

come

li

aveva

di

fme-

marmo

pofto

al fcpolcro

una tefta femminile , alta un palmo e mezio con occhi d'alabaftro , e un -piccol Ercole Bibace , alto poco pi d'un palmo con
, ,

del regolo Ermia nell' ifola di Cipro ; ed eracos lucenti , che i tonni in mare ai vederli fuggivano. VYmo lib.^y. c.^. feB.t?.

no

occhi d'argento , fui cui zoccoletto leggefl la feguente ancor inedita ifcrizione :

arac. carm.
de'

{h) Plutarch. Cur nunc Pythia non. rcddat , oper. Tom. il. pag. ^gj.E. (b) e date nel V. , olfia nel

Tomo

Tomo L

50DALICI0

CVLTOR.
.

HERCVL PATROC

SECVNDIO
.

DOMITIVS. OB HON. SH DED


.

quel -Mufeo. (e) Monum. ant.ined. par. ni. cap.XIF.,

bronzi

di

mm.iys-pag.zss-

PRESSO
ler in apprelTo
del fuddetto
.

Greci

e
il

In quella

loro Pittura bulbo dell'occhio


.'

41 formato

marmo palombino
fi
,

ma

intorno intorno ie pall'

LIB. VII.

pebre

e negli angoli vi

fcorge ancora

CAP.I.

indizio -d'una fotl'ar-

tilinima foglia d'argento


tiil^a

con cui probabilmente avea


,

tutto coperto
il

il

bulbo

affine d'imitare col lucido delf


,

argento
ruleo
fta
,

bianco della cornea ed ha


il

che tende alquanto


il

al
:

ce-

tagliandone poi nel mezzo


in s

circolo dell' iride

queluo-

incavata,
fi

un forellino pi profondo

al

go ove
s

fuppone

l'una che l'altro


,

lume dell'occhio; ond' probabile che folTero indicati da due differenti pietre

preziofe

analoghe pel colore a quelle parti dell'occhio che


.

doveano rapprefentare Incaffati nello ftelTo modo erano gli come fi argomenta da un avanocchi della mentovata Mufa
,

zo

di fottil foglia d'argento

rimatole
gli

fra le

palpebre

(a)

/.

16.

Poich
aJtri

fra tutti

antichi

pi rari degli
far difcaro
al

lono

lavori in
f

monumenti dell'arte Ra^guardebronzo, Ipero che non bronzo...


g'

mio leggitore,

qui

indicher
fi

pi rag-

guardevoli bronzi antichi che


ti
,

fino a

noi
fi

fono conferva-

che non molti erano prima che

fcopriffero quelle

citt
jf.

che
17.
le

il

Vefuvio ha diftrutte e fepolte

Non
in

credafi

per che io voglia qui


del

tutte
,

nomifa-

nare

opere

bronzo

mufeo Ercolanenfe
:

che pode-

de un immenfo teforo in quefl:o genere

troppo lunga

rebbe

e qui

non

neceffaria imprefa
f:atue

Mi

baller l'indicarne
,

alcune pi ragguardevoli

di

grandezza naturale

tan-

to pi che in molti luoghi di

quefta Storia gi di molti altri


fatta
altri
fl:atue

monumenti
in

di

quel mufeo

ho
le

menzione
luoghi
i

Ma
a

poich
note

Roma
,

e pi

ancora negli

bronzi antichi

fon rari

tutte

rammenter

e le tefte

me

omettendo per quelle


Tom.
li.

figure che

non fono pi grandi


27. not.
1
.

di

F
alla pag.
,

due
e da

(a) Pare che vi foffero anifti , che luiicamente ir.wallrallero gli occhi ; arguendoli da qucl fairo ocidariario , di cui li parlato

un altro prefTo lo Spon Mifcell. ce. feH. 6. p.z^z. , e Buonarruoti OJJerv, ij.jcfra a, med. pref. p .Xll.

42
LIB.VII.

Meccanismo della Scultura


nume rofi (Time
.

'due palmi, e che


.

fono,- principalmente di la,

voro etrufco Se per indicheronne alcune greca , e d un mento lingoiare


i^"-

faranno opera

...

neimufew
...

i^.

Fra le ftatuc

di

grandezza naturale d'Ercolano

le

i'LtcoUao

-^

ammirabili fono un giovane Satiro che fiede e


la deftra fui

dorme,
,

tenendo

capo

e la finiftra

pendente
,

(a)
il

un
fi

altro Satiro ubbriaco fdrajato fu


fefa

un otre

fotto

quale
finiftra

una pelle
,

di

leone

(b)

Queflo Satiro colla

foftiene

e colla delira

alzata fta in

atteggiamento di fare
,

fcoppio colle dita in fegno d'allegrezza


di

com'era

la flatua
(a)
,

Sardanapalo che vedcafi ad Anchiale nella Cilicia


s'

come

ufa anche oggid in alcuni balli

Pi pregevole an,

cora a molti riguardi un Mercurio fedente (e)


to avanti col corpo
niftra
,

inchinafi-

il

quale
fulla

ftende indietro la
deftra
.

gamba

fi

appoggia

man

reftandogli
,

ancor
oltre

nella finiftra
l'elTer bella
,

una parte del caduceo

Quefta ftatua

pur rimarchevole per un


,

affibbiaglio in for-

ma
mafi

di
al
,

piccola rofa
di le

pofto in mezzo
,

della cavit che for-

fotto

del piede
>

e per le ftringhe de' talari ivi


di

legate
il

quali

ficcome impedirebbongli
,

pofar a terra

incomodo cos fembrano mefte per indicare che quel Mercurio non fatto per correre ma bens per Del fuo mento che ha una foftetta al di fotto ho volare
piede fenza
,
.

gi parlato altrove (o)


difepolti
le
,

Dopo

di quefte tre ftatue


di

fono

fiati

due giovani Lottatori ignudi


,

grandezza natura-

che ftanno un contro l'altro


di venir
il

e colle braccia in atteg-

giamento
Itatue

alle

prefe nel miglior

modo

(e)
,

Quefte

hanno

loro luogo in differenti ftanze


fta ftatua
di

pofibno

con
Tom.rI.Tav.40. (b Ivi lav. 4-2. e 4;. Ne abbiamo parlato nel Tomo I.pjg. zgz. not.*
(a) Bronii d'Ercolano
,

e all'ufo di quello fcoppio prclTo gli antichi i dotti Accademici Ercolancfi nelle oJlervazioni fuUe dette Ta-

SarJanapalo

(a) Strab. /ii. 14._p.1g. p8S. C.

Plutarch.

voU 42.
(e)

4}.
- .?2.
I.

Orat. i. op. Tom. il. pag. :!^6. C. [Ateneo Li z. c.7. p.^ zf. D. ; e pu vcderfi ci , che fcrivono intorno a que,

Defortit. Alexandri

Tav. za

(d)
(s)

Uh. V. capo V. ^.23. Tav. jS.e jg.

Tomo

p.

372.

Plesso

Greci
che

i fi

loro Pittura

43
ri-

con ragione annoverarfi


maftici dell'antichit
tro
;

tra

pi pregevoli monumenti

il

pu

dire

eziandio delle quat,

LIB. VII.

CAP.II.

o cinque ftatue muliebri in atto di danzare polle fulla non meno che di quelle de'Cefcala che conduce al mufeo pi grandi ancora delle e delle romane imperatrici fari mentovate e che fi vanno fucceffivamente reftaurando Effendomi propofto d' indicare tra le ftatue di quello mufeo ,
, , , ,
.

quelle foltanto che fono di grandezza naturale

ometto

di

parlare del pretefo AleiTandro e d'un'Amazzone


cavallo e alte tre palmi (a)
altri fedenti
,

amendue

di

un Ercole,
cavallo di
di

di
efl

molti Sileni
,

fugli otri

ed

altri a
,

quali fer-

viano per bocche di fontane

altre figure di

confimi!
.

grandezza

oltre le pi piccole che moltifime


,

fono

Cos

nulla dir de'ventiquattro bufti


e parte minori
,

parte di grandezza naturale


ftati

quali fono

pubblicati nel

Tomo

V.

del

mufeo d'ErcoIano.
jj".

19.

Non
fia

oferei afTerire che


,

maggior numero
;

d'anti- ..aRoma

chi bronzi

mufeo che in tutta Roma ma tengo per fermo efl^ervi col maggior numero di ftatue > febbene pur qui parecchie io ne pofTa annoverare Comincier dal Campidoglio Oltre la ftatua equeftre di M. Aurelio poco
in quel
.
.

rnen che colofl^ale pofta fulla piazza del Campidoglio


nel
cortile
,

v'

interno

alla

deftra la pretefa tella colofTale di


,

Commodo
alla
il

ed una

mano
.

che probabilmente appartennero

medefima ftatua Nel palazzo de' Confervatori fi vede famofo Ercole maggiore della grandezza naturale che ha
,

tutta

ancora l'antica indoratura

di

grandezza naturale fono


di que' fanciulli

la ftatua

d'un Camillo,
in

olTa

d'un

che mi,

niftravano ne' fagrificj

femplice fottovefte
,

fuccinta (b)

quale foleano

elfi

portare

e quale

lor

vien data fu varj


bafli-

F 2
<a) Vedi Tomo 1. pdg.sSs). e fcg. u'i i>atlato (kli'Aucotc , e da me .
,

ove f

(b) Vedi

TomJ..pag.320.

not,<j.

44

Mbccanismo della Scultura


;

bafll-rilievi

e quella d'un altro fanciullo fedente


(a)
,
.

che

fi

cava

US.

VII.

una fpina da un piede


allatta
il

E'

pur
s'

ivi

la

CAP.n.

Lupa
e

etrufca che
,

Romolo

Remo
,

di
il

cui

parlato nel Lib. 111. (b)


di

bullo che paffa fotto


anitre

nome

Bruto
,

due oche o

come la Diana triforme del mufeo Capitolino, la quale per non avendo pi che un palmo d'altezza non dev'effere qui rammemopiuttofto

che fono Hate indorate

rata

Indorati fimilmente fono due pavoni di bronzo pofti


del palazzo Vaticano
,

nel

giardino interno

vicino ad una

gran pigna dello


di

ftefTo

metallo

la

quale avea forf fervito


(e)
,

ornamento
20.

fulla

cima del fcpolcro d'Adriano


.

entro

cui ftata trovata (d)


jf.

Poche

ftatue di

bronzo veggonfi nelle


quella
di
in
ivi

altre gal-

lerie e

mufei di

Roma

La pi nota
(e)
;

Settimio
lafi,

Severo nel palazzo Barberini

cui per

moderno
mentovata

voro fono
nel

le

braccia e

piedi

pur
di

la

gura etrufca

tenente

un

cornucopia

recente lavoro

mufeo
.

di

quello palazzo

confervafi un

bel buflo fem-

minile
jf.

21.

11

mufeo
bronzo

del
,

collegio

Romano abbonda

di anti-

che opere
figure (f)
.

in

che
,

per fono per lo pi piccole

Le pi grandi

rapprefentanti un fanciullo e un

Bacdi/iU.

(a) Queftetre veggmfipreflb VafFciBdcc. Tav. 20. 2.4.. e z^. (b) capo III. ^. i '-pag. zoz. (c) Come viene rapprcfentata in tante
.

flampc in rame (d) Narra rlaniinio Vacca nelle fiie Me- anca , qui, fuit coopertorium Cam [mino s.morie , n.6 t ., che ha ftata fovata nel fonda- neo, & deaaracofuper fiacuam Cybetis matris re la chicfa vecliia della Trafpontina , alle deorum inforamine Pantheon , in qua videraJici del Maiifolco di Adriano , ove crede licet pi.tea fabterranea fijiula plumbea fubche facelfe fine al medclimo conte imprefa minijlrabat aquam ex forma Jabatina ^ qu* Altri opinano , che abi queir imperatore toio tempore p/ena prxoebat aquam per forabia fervito alla piramide degli Scipioni , al- mina nucam omrbus ea indgenbus il che tri al Icpolrrodi Onorio . Ma non puoelTete non (i pu dire di quella del Vaticano , che di cui parla un canonico non bucata lucila ftefl'a pigna antico romano in un manofcritto conferva(e) Maftei loc.cit. Tav. gz. to nell'archivio della fagriftia Vaticana , in (f) Si polTono vedere in parte portate in cui dcfcrive lo (lato della Baflica Vaticana rame, e defcritte dal P.Contucci nel T./. e f/. a' Tuoi tempi ; e le parole del quale vengono della defctizionc dei bronzi di quel Mufeo
: .

riportate dall' Orlandi nella non al Nardini Roma antica , lib.-;. cap.i j. in fi'ie , p.4.^0.; imperocch fcrive , che una tal pigna era bucara nelle noci per gettar acqua, e che ferPinea viva ad una fontana del Panteon

PRESSO

Greci

loro Pittura
,

4J
LLB. VII.

Bacco

comprefovi io zoccolo pur antico


tre

oltrepafTano di
GAP. II.

poco

palmi
,

ivi
s'

Ja bella

telk d'Apollo di grandez,

za naturale

di cui

dianzi parlato

ed una

alquanto

minore

tefta giovanile

indorata

La

figura del fanciullo in

atto di correre (a), pofTeduta dianzi dal rinomato antiquario Sabbatini


,

ora prelfo

il

fignor Beiifario Amidei

che
fono

comprolla per 350. feudi romani. Fra le ville o cafe di diporto a jf. 22.
qui da rammentarli principalmente
,

Roma
di
,

tre
,

cio Lodovifi

Mattei

ed Albani
lio
,

V'

nella

prima una
tefta

tefta colofTale

M. Aureche dicef

e nella

feconda una
.

alquanto offefa

di Gallieno (b)
rf.

23.

La

villa

Albani
iiavi

dopo
'

del

Campidoglio
1 1

il
1

luo-

...

nell yill*
...

Albani

go
zo
;

di

Roma
e

in cui
ivi

maggior copia
che
.

di

lavori in

bron-

quanto

contienfi fu tutto
,

comperato o fcoperto
la villa
ftefta

dal fignor cardinale AlelTIi.ndro

con regia
vi

magnificenza ha

fatta

edificare

Due
,

tefte

in

bronzo
l'altra

fo-

no

di

grandezza naturale, una d'un Fauno, e


,

d'un

giovan eroe

Tolomeo non per altro che per elTer cinta d'un diadema. Amendue collocate furono fu un e ia feconda quella di cui ho fatta menbufto moderno parlando delle parti naturali zione nel Capo antecedente
che dicefi
di
,

fegnate

al

di

dentro con lettere greche (e)


,

Vi

fi

vedono

cinque ftatue

due delle

quali
,

fi

fono confervate intere


,

due hanno di bronzo


labaftro n'
il

la tefta

le
:

mani

piedi

ma

d'a-

panneggiamento
la

e intera pur la

quinta

che di tutte
ftanno fu
i

pi bella e

la

pi grande
,

Le due prime
ed hanno circa
tre

loro zoccoli antichi di bronzo

piuttofto in atto di equilibrarfi rcgaltra cola nell'angolo di qualche tempio , a cui ne far flato contrapofto un altro.

(a)

sendo un fedone, o

nel Mufeo Pio-Clementino , ove le fi adattato un bellilTimo petto di alabaftro honto ritrovato negli ultimi fcavi della villa Negro-

ni fuU'Efquilino
i.^) P<^g-

(b)
fig. I.

Monum.

Matthij. Tom. il. Tab.r. di Triboniano Gallo , ed pallata

SS'

4.6

Meccanismo della Scultura


palmi d'aJtezza
:

tre
IIB. VII.

una
,

di quefte rapprefenta

un Ercole

nell'attitudine del Farnefe

e fu

pagata dai fignor cardinale


,

CAP.II.

Joo. feudi romani

l'altra

una Pallade
di varj

che appartenne

dianzi alla regina Criftina di Svezia, e gliene coft 800.


altre

Le

due figure infieme unite


ed una Diana
,
.

pezzi fono una Palla-

La quinta il bell'Apollo Salirononos {a) di cui gi pi volte ho parlato in quella Storia e ne parler nuovamente mentovando le opere di Prassjtele ,
de
, ,
,

di cui

potrebbe crederli lavoro

ha cinque palmi

d' altezza

comprefavi l'antica bafe


tua dal
fig.

Fu cardinale medefimo
(a)
.

fatta difotterrare quella lla-

in

una fua vigna

fui colle

Aventino fotte
jf.

la

chiefa di fanta Balbina

24.

Non

fembreranno certamente eccedivi


a'

riferiti

prezzi a chi ha letto in Cicerone che


ne' pubblici

fuoi tempi in
di

Roma
mtl~

incanti

le

figure in

bronzo
)

mediocre gran-

dezza {fignum (zneum non magnum


lbus (b)
,

vendeanfi H-S
fi

CXX.

cio 3000. zecchini

(b)

trover che, febbene


,

ve ne folTe allora molto maggior copia che oggid pi caro prezzo


fi
fi

pur a

comperavano
debba
il

Si

potr quindi inferire


di

quanto apprezzar
za

mentovato Apollo

grandez-

,..aFirenze.

poco men che naturale elTendo uguale ad un ben formato fanciullo di dieci anni La galleria Granducale a Firenze dopo Roma jf. 2j.
,

il

luogo
.

in

cui

fiavi

maggior copia
,

d' antiche

figure in

bronzo

Oltre molte piccole llatue


:

due ve ne fono di
veftita alla roincifi
il

grandezza naturale e ben confervate

una

mana
tico
,

ma

nell'orlo del
;

panneggiamento ha

de' carat-

teri etrufchi

e l'altra

fcoperta a Pfaro prelTo

mar
.

adria-

pare che rapprefenti un giovan eroe ignudo


.

Ivi

pure
ila

Xj)

V Monum.

ant.

ined.par.I. cap.tS.
,

te

ni.
(i^)

^.

LXV. pag.iye.princ.WelipV^^^'
. /

n. I

pag. 4.6. n. 4.0.


lo

fo llb.
coil P. Paoli nella pi volte rclg. de Gentili , ec.parfei
,

IX. capo niin Verr.

(a) Sono palmi quattro


,

ed once

AB.

f.
4..

z. lib.

cap. 7.

not anche lodau opera DtUa


ree

(b)

Non zecchini, n feudi.

PRESSO
ffa la

Greci
,

loro Pittiira

47
'

famofa Chimera
,

mollro compofto d'un leone e d'una


.

'

capra

con un' etrufca epigrafe


,

Ometto

la Pallade di granla tefta


,

dezza naturale

che foJo intera e bella ha

ed

malconcia nel refto. Ben mi ricorda d'aver fatta menzione ma era necefladi quefti lavori nel Libro ni. Capo il. (a) rio di nuovamente indicarli in quello luogo (e)
;
.

jT.

26.
,

Forf Venezia avrebbe

dovuto nominarli prima

.aVcnezia.,

di Firenze

a cagione di quattro cavalli di grandezza naturale


,

di

rame indorati

porti fulla porta della chiefa di

s.

Marco

Quefti cavalli furono prefi a Collanrinopoli nel fecolo XIII., allorch per breve tempo vi fignoreggiarono i Veneziani

Oltre quefti monumenti

non v', ch'io


bronzo
.

fappia

che fono unici nel loro genere neffun altra figura grande antica d
,

Non rammenter
,

le figure

fon troppo piccole (e)

n
e

la

tefta

mufeo Nani perch che in cafa Grimani


del
,

poich non l'ho veduta


zio altrui
jf.
.

non vu qui riportarmi

al

giudi'

27.
v'

A
la

Napoli nel cortile interno del palazzo Colobelliftima tefta di cavallo


al
,

-'"NapoU..

brano

che dal Vafari viene


(d)
.

erroneamente attribuita

Donatello fcultor fiorentino

Nel
{a) S.Q.e ro.pag.ifg.e iSo. (b) Per maggior efa:tez7a riporter qui ci , che di queiVe quattro fisjure fcrive il fig. Lanzi nella pi volte citata dcfcrizione di quella galleria inferita nel Giornale de' Letterati , Tom. XLFH. cap. 2. pdg.4.1. La prima , eh e una Minerva , non e finita ; anzi alla rozzezza , che vi rimane , e a' due ca_

ne

che in vifta de" corti capelli

e dell'atto

limile a

un Genio
crederei

berini

bronzo del Mufeo Baranzi un Genio , che un Bacin

naletti

la

forma
falfo

un

il bronzo nelpu congetturarli che foifc gi getto non ripulito dall'artefice L'ef-

pe' quali fu introdotto


,

io veneri l'opinione contraautorit di quegli , che la difelero ; fra' quali fu il Bembo,,. Delle altre molte figure in bronzo di poca grandezza , che (Vanno nella galleria medefima ne parla a lungo querto dotto efpoltore nel e. j. p. j4,

co

quantunque
1

ria

per

e fegg.

(e)

Ne
fua

riporta alcune

fer trovata in Arezzo moftra che fu opera di fondi tor etrufco , e la maravigliofa bellezza ,

opera

Monumenta

il P. Paciaudi nel! Peloponnefia , ec. ;

in

che

vi

II

vede

fa conofcere

che all'antica
.

Etruria non mancarono i fuoi Lifippi Bella , e unica per la lunga ifcrizionc etrufca ia ftatua che liegae d'Aulo Metello , o Metcllino ; f gi que' caratteri dicono ci , che ne parve agli antiquarj La terza una chimera col nome etrufco , che pretendcfi elTere quel dell'artefice . L'ultima ftatua di un Giova, , .

qui li deve almeno ricordare la figura greca di antichilTimo Itile , di cui ha parlata Winkelmann nel Tomo I. pjg. 1 0. , riportata dallo ftelTo P. Paciaudi nella detta opera Tom. il. pag. ji. , lenza per indicarne la

ma

grandezza
(d) V'ite de'pii

Tom.
ove

eccell. pitt.fcult. ed archit. nella vita di quello artiftaf./ tf 5., l'editore ha notato lo sbaglio del Vafari

ri.

48 Nel
LIB. VII.

'Meccanismo della Scultura


real
la

CAP.

per

mufeo Farnefe fon molte maggior parte moderne e di


,

figurine in

bronzo
.

ma

II.

cattivo gufto
il

Lo

fleflb

dicafi della collezione Porcinari

ove

un fanciullo

alto tre

palmi

di

mefchino lavoro

pezzo pi grande La figura


.

pi pregevole un Ercole alto un palmo , che ha la pelle di leone avviluppata al braccio lniftro e fembra eiTer ope;

ra etrufca (i)
ini:Ifpajf.

28.
.

gna,

Ignoro quali antiche figure


In Ifpagna
,

Francia (a)

col

in bronzo fiano ia mufeo Odefcalchi comprato dalla


(b)
,

regina Elifabetta Farnefe per joooo. feudi


tata

v' fiata por,

una

tefta di

grandezza doppia della naturale


:

rappre.

fentante un giovanetto
,

trovali ora a fant' Idelfonfo


a

in

Geima'

Jf.

29.

sia.

In Germania vedef
,

Salisburgo

una

ftatua di

grandezza naturale

di cui parler al Lib. Vili.

Capo

IV.

II

re diPruffia poflede una figura ignuda, che tiene alzate al


cielo le

mani

e lo

fguardo

fimile in ci ad
di

una egualmenefiftente

te ignuda ftatua

di

m.armo

grandezza naturale

nel palazzo Panfili fulla piazza

Navona. PofTo qui pur rammentI.


. 1

(i) Altri antichi lavori in bronzo efiftono in altre parti d' Italia Nel real mufeo di Torino, oltre la celebre Tavola Ilaca , detta an.

po

0.

Avremmo

noi pure un prege-

che Bembica dal celebre card. Bembo , che ne fii poflellore , vi fono de" bronzi difotterrati
nella
diltrutta
citt d' Induftria
.

Di alcuni

bronzi di Parma abbiamo parlato nelle due note piecedenti , e molte altre ftatuerte vi fi fono trovate nel medeilmo luogo pregevoli pel lavoro, ma tali che per la loro piccolezza non denno effere qui rammentate Non parliamo della famofa Tavola Tr,ijana gi pubblicata [ dal Muratori ] , ne d'altia tavola pur di bronzo , larga 14. once fu 19. dltczza , che facea parte d'una Tavola molto pi eltefa , contenente alcune leggi relative alla Gallia Cifalpina . Quefla inedita ancora N parleremo delle fanofe Tavole Eral clcenl illuftrate dal Mazocchi , n di tanti altri monumenti di quefto geuere trovati non ha molto . ] A Pavia fulla piazza del Duomo v' la ftatua equefire , detta il Regifole , creduta da alcuni di Commodo ; ma che rapprefenra Lucio Vero , come diraffi al liro XII. ca.

vole monumento di quefta fpecie , le l' ignorante avidit non avelie fatta fpezzaree fondere una ftatua coleifale , trovata a principio di quefto fecole a Lambrate , fito diliante tre Una parte del piede ed miglia da Milano un pezzo di panneggiamento coperti di belliflima patina verdognola , efiftenti prcflb il fignor D. Carlo de' Marchefi Trivulfi, ci fan.

no argomentare quanto maeftrevolaaente


fe

fof-

lavorata. (a) Nel giardino reale di Verfailks vi

la ftatua di

un giovane nudo

lucila in

rame

da Simone Tomallino nel luo Rccueil dcs fiat. ,group. ec. de Verfalhs, Tom.l. pL.26.y e per quanto fgli dice nella fa prefazione , A dovrebbe avere 6. in 7. paimi di altezza quefta li poifono unire le moltilTime figure riportate dal conte di Caylus nella lua grande Raccolt di antichit tante volte citata , bench (ano pet la rnaggior parte di poca Grandezza ; e qualcuna riportata dal padre Montfaucon nell'altra fua Raccolta (b) Comprato dal re Filippo V. per ijo. doppie , che fanno circa 7;ooo. feudi .
.
I

PRESSO

Greci

loro Pittura.

49

naturameritare una tefta di Venere, minor della grandezza orientale , che fu fu un antico bufto di beU'alabaftro le
,

=====
^^"p^^"'

donata dal

ig.

cardinale Aleffandro Albani al principe eredi-

tario di Bruniwicli
jf.

30.

elTere in

Degli antichi lavori in bronzo, che potrebbero un folo n' a mia notizia , cio il buInghilterra
,

.^yjningki!-

llo

di

Platone che

fi

dice

aver

ricevuto
.

il

duca

di

Devonal

shire

dalla Grecia trent'anni fa


qiiel
al

Dicefi fomigliantifimo
il

vero ritratto di
fui petto
-,

filofofo

che aveane fcritto

nome
,

che

principio del fecoJo antecedente


pei*

ef-

fendo flato imbarcato


fragio
lino
,
.

la

Spagna

fi

perde in un naudel

quello pur fomiglia un


le

Erme
,

mufeo Capito(a)
.

annoverato fra
31.

figure
in

non conofciute
f

rf.

Tra

lavori

bronzo

meno
le

confiderevoli
,

Delle

mone-

delie llatue e d'altre grandi opere


efe

fono
le

monete

fono

per fovente pi importanti per


;

cognizioni che fomleggitori faranno

minillrano
utili le

e alla

maggior parte
quelle
di

de' miei
;

notizie che

rifguardano

poich

laddove

pochi hanno l'opportunit

vedere ftatue antiche di bron-

zo

molti pofiedono

e
,

quafi tutti veder pofbno delle ane per la


,

tiche

monete

le

quali

piccolezza loro e per

la

copia in cui
trano
.

ci

pervennero

in

ogni colto paefe s'inconlibri

Per quella ragione gi innumerevoli


alle
,

abbiamo

intorno

giona della
-che cofe

e in parecchi eziandio fi ramonete antiche maniera con cui furono coniate ; onde io po(b)
.

ne dir

Tom. IL
(a) Varj lavori di bronzo colloc nel fuo ligroi Conyeis Middleton , e poi li il diedc incili in lame ntlla fua opera intitolata, An^-tLiies Mjaauconiar.i , nella quale dekiivi. il detto luo Mufeo Egli pei non di_ <e la grande-:ia (,b) l'oilono qui nominarli alcuni dc'prinpipali di qucia fcuctoxi per coloro , clte noa

'

$. 32.

Ve-

Mufto

fono -molto verfati in qucrta materia: e fono , l'Agoftini, rEr7zo, l'Avcrcampio , l'Arduino , Vaillant , Spaiihemio, Buonaiiuoti Bcgero , Bandurio , Haym , Gcfncro Morclli, Pellerin, Filich, Patino, Eckiicll, Dutens,
,

Ncumann , Magnan Altri poflono vedetfi ptello Hirfch Bibliothcca numifmatica .


.

fo
jT.

Meccanismo della Scultura


32.
.

Lia. Vii.

CAP.II.

Vedonfi delle antiche monete greche coniiite'con doppio impronto , uno incavato e l'altro rilevato Tali pur

iono alcune monete d'imperatori


quefte l'impronto
dei
le

e di famiglie

romane. In
;

incavato vi

fu

fatto
fi

per abbaglio

ma
,

due

differenti conj
fu

o ponzoni
:

veggono dipintamente
in

prove

alcune monete
dal
gli

ed io poflo mofrarne una

cui
fpi
,

Nettuno
la verte

lato rilevato ha la

barba

capelli
,

cre-

pende

fulle

braccia per dinanzi

e gira in-

torno all'orlo un fregio

di

due cordoncini d'una teOitura


parte
incavata fcnza barba
,

poco

ftretta

laddove
:

dalla

con chioma
ra intorno

iifcia

pendegli per di dietro la velie


di

e vi gii

una ghirlajida
.

fpiche

da amendue

lati

il

tridente rilevato

II

fignor abate Barthelemy d'opiniole

ne che ce' primi tempi

monete

foflero

battute

fopra

il

conio col martello


avere nel rovefcio

in

guifa che

naturalmente venilTero ad
ed incavato

un

campo quadrangolare
delle

OlTervai che l'impronto

monete

ne'primi

tempi,
(a)
;

che mentre

l'arte fioriva

per lo pi quafi piano

ma

ne'fecoli feguenti
defi
falfifTca
,

ed

ai
.

tempi degl'imperatori

romani vedelle

quefto pi rilevato
33.

jf.

Meritano
legittime
, ,

la

noftra attenzione,

non meno

eiiidcricc,

monete
gento
d'

quelle

che dagli antichi medefimi fono


altre
,

ftate faluficate
,

delle
.

quali

fono

fiate

coperte d'ar-

altre d'oro
fotti! foglia

Le prime
argento
,

che
s'

fono

di

rame

veftito
le

una

d'

incontrano fovente fra


le

monete de'Cefari. Pi
nel

rare fon

feconde, e una ve n'ha

mufeo del duca Caraffa Noya colla teda e nome d'Aleffandro il Grande si ben confervata che l'inganno non fi pu
conofcere da altro che dal pefo
(b)
.

Porter qui un' ifcrizione


efi-

(a) Larefta di Akflandra il Grande nella moneta , che darciTio in apprello indf in rame molto ben rilevata
,
.

nelle Ojfcrvaj. iflor. fopra aie. medugl. , non poche ve iic fono de' Cefali in nietillo rolio

o giallo
rate
,

(b) Fia quwile

che illuftra

il

Buonarruoti

che fono ftaw inargentate , o doanche piinia inargeucatc , e poi do-

PRESSO
efirtente nella villa

Greci,

loro Pitturi.
,

?i
in cui
fi

Albani e non ancor pubblicata

fa

menzione

dell'arte d'indorar le

monete.

LiI5. Vii.

CAP.II.

FECIT MINDIA HELPIS. C. IVLIO. THALLo MARITO. S\0 BENE MERENTI QVl EGIT OFFICINAS PLVMBARIAS. TRASTIBERINA ET TRIGARI SVPERPOSITO AVRI MONETAE NVMVLARIORVM. Q^/I VIXIT ANN. XXXIIIMVI ET. C. IVLIO THALLO FILIO DVLCISSIMO QVI VIXIT
MESESIIII. DIES XI
rate
.

ET

SIBI

POSTERISQVE

SVIS

(a)

f ne ritrovano , io Icurez7a falfificate dagli antichi ; giacche l'inganno ii poteva fcoprire facilmente ; ma crederei piuttolto, che ci forte fatto per giufte ragioni , e forf nella zecca llelTa per efler date in regalo a perfone cofpicue ; oppure , che i particolari f le faceflero indorare per la loro bellezza , e per confervarfele , come penla il Buonartuoti i.c.

ficcome tante

non

le

dirci

con

tal

Tav. ^o.pa^. J7 ^.

(a) Ho ridotta cosi quefta lapide alla fua vera lezione , come era ftata anche riportata nel Giornale de' Letterati , Tom.VI. p. 2jS.

anno 1772.

& indorate
Tallo
fiantc
fi ,
,

Non vi parla punto dell'arte ma (bltanto di un Cajo Giulio


fi
,

che fu padrone

direttore

e foprai

come pu

fpiegarfi in
)

amen due

in-

fituate una nella refi lavorava il piombo , gione di Trallevcre , e l'altra nella regione IX. in quella parte , che fi chiamava Trigario ; e in feguito , oppure nello lleflo tempo , anche direttore di coloro , che lavoravano le monete d'oro Credo che ognuno polla effere facilmente perfuafo , che quefto ne il vero fenfo ; onde non mi eftcnder di pi a ripeterne le piove , che dar altrove in una lunga cfpofizione il pi volte lodato fignor abate Gaetano Marini aliai vantaggio(amente noto anche per le fue molte ei udizioni nella materia riguardante la lapii'aria . Il eh. Autore della Ijiit. antiquaric-numifm. avendo trafctirca quella ilcrizionealla/;. ^o. come qui la riportava Vv'inkclmann , vi ha per confegucnza ripetuti i medcfimi errori
.

queir egit officinas

a due botteghe

ove

Ca-

^1

Meccanismo della Scultura

CAP, Hi.

C
Della
fittitra prefso
i

1 I

I.

Greci

.
.

Antiche pitture fcoperte


.

Dfegnt
.
.

(C alcune

Pitture originali

di

Roma
.

d' Ercolano
e

di

cui de-fcrivonjt quattro de' pi bei pezzi

due

altri difepolti

Pompeja Autori

di tali pitture

Bella pittura
prcllo
i

Greci.

lungamente trattato della fcultura ragion vuole ..... ^ che non omettiamo di parlare dell arte di dipingere prello e pofiam ora farlo con fondamento recandogli antichi

/\ vendo

ci

oltre le

notizie tramandatecene dagli llorici


,

molte cen-

tinija d'antichi quadri fcoperti in Ercolano


citt

e nelle altre

fepohe fotto

le

ceneri

del Vefuvio
,

ture rimateci

non

fiano che mediocri

Ancorch le pitda effe nondimeno


.

poffiamo

in

qualche

modo

inferire

qual merito aveflero le

pi pregevoli, e dobbiamo rifguardarle


zi
Aiiticiiepittu.!

come

fortunati avan-

d'un lagrimevole naufragio


/
I-

Prima

d' efa^minare

il

meccanifmo

l'indole dell*
Teo-

fcoperte.

^j^njca

maniera

di

dipingere dar in quefto

Capo uno
,

rico ragguaglio delle antiche pitture pervenuteci

l'et rin-

tracciandone e
jf,

gli autori

2.

In

Roma
,

molte antiche pitture

fi

fono fcoperte,

ma

parecchie

o per l'incuria
in

de' maggiori

o per
,

la fola

azione dell'aria, fono ftate guadate e diflrutte

com' pur
l'aria, che

avvenuto d'alcune fcopertefi

mia prefenza

giugne a penetrare nelle Camere a volta rimafte per molti


fecoli
lori

ingombre

dalla terra

o chiufe
fono
.

non

folo altera

co-

delle pitture

che

ivi

ma

la flcfla

intonacatura

del

muro corrode

e guaita

j)-.3.Ta-

PRESSO
/.
3.

Greci

5
il

loro Pittura

?a
coloriti
^^^ ^^^^' ^.^p^^j*
^Difegni
d'ai-

Tale ftato forf

deftino di varie pitture delle


i

quali oggid altro

pi non abbiamo che

difegni

ferbatifi nella biblioteca

Vaticana
,

prelTo

il

fignor cardinale

Albani,
ticana
fegni
i
,

e altrove

Quelle
la

che difegnate veggonfi nella Vane'

""''

erano per
di

maggior parte

bagni di Tito

di-

fono

Sante Bartoli e di Francefco


li

fuo figliuolo,

quali
li

probabilmente non
ricavarono da
ai

fecero fui luogo


,

medefimo
di quefte
.

ma

altri

pi antichi
.

tratti

dalle pitture

originali

tempi

di Raffaello (i)

Quattro pezzi

pitture

ho
,

pubblicati ne' miei Monumenti antichi (2)


,

Il

pri-

mo
,

(a)
,

tratto dai mentovati bagni


e rapprefenta Pallade

comporto

di

quattro

Mufica con due tibie in mano quafi in atto di volerle gettare poich una Ninfa ad dando fiato fiume in cui la dea fi fpecchia l'avvifa che Nel fecondo {b) le fi sformano le fembiatize allo ftromento
ficTure
,
,

fi

vede Pallade che prefent un diadema a Paride


il

offeren-

dogli

regno d'Afia,
bella
.

a lei vuol dare


(e)
,

il

pomo

deftinato

alla pi

11
,

terzo

compoflo

di

quattro figure,

rapprefenta Elena

dietro alla cui fedia s'appoggia una donfue ancelle


le
,

na

',

che forf una delle


,

probabilmente
.

Aftianaffa
a
lei

che

la

pi nota fra
,

medefime
in

Dirimpetto

Ifa

Paride in piedi
fra lor
{d)

che prende

mano un dardo
l'ar-

dall'Amore pollo

due, mentre Elena ne tocca


cinque figure dcefi

co

Nel quarto

di

ravvifare Tele-

maco
(1) Clie le Terme Ji Tito fianoftate (coperte ai tempi di Raffaello , e che quefti ab bia imitata quella maniera nelle famofe log-

ingiiiriofo ai talenti di quell"


,

impareggia.

bile artiRa

non ha alcun foJo ronJaraento

ge del Vaticano

lo

dimoftra

il

lettlcc^l'autorita di fcrittori

fig. abate Carcontemporanei ;


i

(i> 11 (gnor Wink-lmann ne' luci Menamenti da una. molto pi cilcfa ed erudita defcrizione e fpiegazione delle quattro qui riferite

e appare evidentemente a! fole confrontare difceni delle logge con quei delle terme , ef-

pittutc . Altri conlimili dilegni tratti dall'antico proponeai- da fpicgare , quando

Vi fu pure chi fofpctto cbc le ftauze delle Terme di Tito fieno poi Rate nuovamente rinchiufe e riempiute di terra per arto di Raftaello medefmo , affine di comparire egli Itello l'inventore di
.

fendo anche

flati

amendue ultimamente

pubblicati

coi proprj colori

ci fcriffe . {a) Monum. ani. ined, par. I. cap. . n. 2.

pag. io. n. i S. (i) ihid.par.il. cap. z. num. 2. pag.

j(S.

num.

1 1

^.

(e) ibid.
(<) ibid.

quella

nuova maniera

ma

tal

fofpetto

tiop-

num.t 1 4-.pug.i fTaum.iSa. pag.214.

J4

Meccanismo della Scultura


in

maco
LIB. VII.

compagnia
al

di

PiQllraro

nella

cafa

di

Menelao
nepente

ove Elena
il

figlio d'Ulifle,

dolente per

non poter trovare


il

CAP.III.

padre

offre in

un cratere o tazza profonda


i

bevanda che iacea dimenticare


lorofa delle perfone perdute
Pittuieotigi...di
rf.
.

mali e la rimembranza do-

A.

Oltre

difesni delle antiche pitture

alcune tut-

Roma...

tor ne efiflono

cio una pretefa


,

Venere e una

Roma
,

nel

palazzo Barberini
tefo

le cos dette
,

Nozze Aldobrandine
villa

il

pre-

M. Coriolano
Albani
^.
,

1'

Edipo della

Altieri
,

oltre fette

pezzi efiflenti nella galleria del collegio


villa
jT.

Romano
le

due nella

Di grandezza naturale fon


e Venere giacente
,
;

due prime

Roma
(a)
.

fedente

in

quella pittura per Carlo

Maratta reftaur alcune cofe

e
i

fra le altre

l'Amorino

Fu

efTa trovata nello fcavare


,

fondamenti del palazzo Barfia

berini

e credei! che
.

ivi

pure

ftata fcoperta la figura di

Roma

In un ms. unito alla copia di quella pittura fatta


III.
,

per ordine dell'imperatore Ferdinando


fcoperta nel i6j6. prelTo
il

leggefi

che fu

battiitero di Coliantino (a); dal


fia^

che s' argomentato che opera

del IV. fecole

Io ledi
a Nic-

per

in

una

lettera ms. del


,

commendator

del
ai

Pozzo

col Heinfio
nel ljj.;

che fu trovata quella pittura


vi
fi

fette d' aprile

ma non

dice in qual luogo: la ChaulTe ne


.

ha data
fante (0
nel

la
,

defcrizione

(b)

Un'altra pittura detta


,

Roma

trion-

compolla

di
,

molte figure
or pi non

che vedeafi
;

altre volte
fi

medefimo palazzo
,

v'
.

forf infracidi e

disfece
jj".

come

il

pretefo Ninfeo (d)


,

6.

Le nozze Aldobrandine
due palmi
,

dove

fi

vedono molte

fi-

gure

alte circa

difepolte furono

non lungi da
fan-

Tom. I. pag. 3S j. n. B. e la d pure il Cgnor Lens Le tojlume ec. (a) Lamb. Comment. de aug. biU. af. vn- pian. ^2. fig 106. dob. Tom. 111. Hi. ^. adait. i 6. pag. ^-6. Moiitf. (e) Spon. Rech. d'amia, pag.i gf. (i) Muf. Rom. je. y. cap. V. pag. 1 1 g. Ant. expl. Tom. l. par il.pl. i g^. n.z. eait.iiio. [La figura la da 3.\\& pag. ^2.., {d) Holft. Comment. in vei. pici, nympk.
(a) Vedi
,

i^AcSSo

Greci
nel

loro Pittura

s"?
'

fanta Maria Maggiore


di

luogo ov' erano

altre volte gli orti


,

=8
LIB. VII.

Mecenate

(a)

Rapprefentanl in quefta pittura


{b)
,

ficcome ho
di
,

GAP.
le

III.

dimoflrato ne' miei Monumenti antichi


e di Teti
,

nozze

Peieo

preiTo

quali le tre dee delle ftagioni

o piut.

tofto tre
dali ci

Mufe Tuonano la cetra e cantano l'epitalamio Veche pur ho detto intorno a quefta pittura nelle Riallegoria
(e)
.

cerche
jT.

full'

7.

La quarta
,

pittura

cio

il

pretefo Coriolano
{d)
;

gi perduta

come pretende du Bos


di

ma

vederli

non pu

anche oggid nelle terme


vato fu
il

Tito

in
{e),

quel luogo ove tro-

Laocoonte (a). L'Edipo


,

in cui trovali attualmente

inferiore

almeno nello ftato alle fin qui mentoha omef-

vate pitture. In quefta per deve notarli una particolarit,


e forf
fa

non ancora
fteffo Bellori
,

oftervata da'

moderni; poich
il

1'

\o

pubblicandone

difegno

Nella parte
,

fuperiore
del

ove
in

la

pittura quali dt tutto

cancellata

ve-

come

lontananza

un alino
;

'1

fuo conduttore che

con un pungolo
dal

lo fpigne innanzi
la

ed quefto fenza dub-

bio l'alino fu cui Edipo caric

sfinge
.

che
ci

aveali

recata
dadati

monte

e portolla quindi a
,
.

Tebe
tal

Ma

non

fi

gli altri

divifato

perch fopra

pittura

fono

ftati

de'

nuovi colori
8.

jT.

Le antiche
,

pitture

che ferbanfi nel mufco del colin

legio

Romano

tratte

furono

quefto lecolo da una camera


alle

(a) Zuccro Idia de' Pittori (A) Par, l. cap.i g.pcig.6o.


(t)
(<^)

Uh. z. p.^y.

pag. ^S. & 30Rfiex. fur Upoef.

ec.

feci.^j.

Tom.I.

pfg. ^j8. (a) Ne d la figura La Chauffe PiB. amigui, ec. Tab.i fopra un poco efatto difegno. 11 noftro Autore in altro propofito nella Prefa\. ai Montini, ant. incd. p. XXIII. cosi ne fcrive La pittura antica che s' confervata nelle terme di Tito , ove crcdefi figurato Marco Coriolano alla teft?. dell'armata in aito di combattere contro la patria , e la ma.

dre di lui e la conforte , contro co' loro figliuoli, pa divcrfa della pittura , preffo un avvenimento chiufo , ci che non pu

che

gli

fi

fanno in-

oltre eflere la ftanivedefi in quefta efaccaduto in luogo

adattarfi
la

camento

di

Coriolano con

madre

all'abboccon la , e

conforte , tenuTofi in campo aperto ; dovendoli piuttofto riferire ad Ettore , e ad Andromaca ; tanto piti che la donna , la quale parla col pretefo Coriolano, non attempata,

come

lo moflra la fampa , (e) Bellori Pici. vet. in

ma giovane
feputcr.

Nafort.

Tab. i g.

^6
'

MEtIGANISMO

D'ELLA ScULTtTRA
dalla parte del

alle radici del


1

monte Palatino

UH. \n.
GAP. III.

Circo Ma/lmo
,

migliori pezzi fono


,

due palmi
^iore a

un Satiro che beve a un corno alto e un paefe con figure grandi un palmo fupe,

molte pitture

di

paefi fcoperte ad Ercolano (a)


s' fcoperta
,

Nel-

lo {{effb

luogo

al

tempo medefimo
Albani
:

una delle

due pitture della


fette
,

villa

fu fcelta allori

fra le altr

dal fignor abate Franchini


,

Tofcana
cui

dal quale ebbela

il

Gran Duca dopo cardinal Paflonei


miniiiro

del

di
la

morte
da

pafs nella mentovata


,

villa

Vedefi incifa in raalle

me
derfi

Morghen
ne' miei

come
,

un' appendice

pitture

antive-

che pubblicate dal Bartoli

e pi efattamente
antichi (a)
,
.

difegnata
nel

mezzo fu una bafe una piccola figura ignuda che ha l'elmo Incapo, lo feudo nella (niilra e nella delira una mazza circondata
pu
Monumenti
,

Ve

di molte punte, fimile a quelle che ufaronfi ne' baffi tempi. Sul pavimento da una parte una piccol'ara, dall'altra uh

gran braciere,

da amendue

follevafi

in

alto
,

il

fumo
il

Standi
far

no
lo

ai

due

lati

due figure muliebri

veflite
,

cinte

capo

diadema: una fparge l'inc^nfo


fleffo

full'ara

e l'iltra

fembra
,

full'accefo

carbone del braciere colla delira un piatto


di frutti
,

menfichi

tre colla finiftra regge

che pajoao

Rapprefentafi qui a

mio parere un
,

fagrifizio

che fanno a d'Au,

Marte Livia ed Ottavia moglie l'una


gufto
,

l'altra ibrclla
gli
,

come
di

far lo
le

folcano

efcludendone

uomini

al

primo

marzo

matrone romane
(^)
.

nella feda

che perci

chiamavafi matronale

E' forf quello

quel medefimo fagri-

(a) Le pitture , che fanno in queflo Mafeo , e fi fanno vedere per antiche , oltrepallano i fcttauta pezzi Sarebbe lunga cofa li voler qui efaminare f fieno veramente antiche tutte , o nella maggior parte, oppure di mano modem , come tali fi vogliono tutte da molti , e tra gli altri dal fignor abate Amaduzzi nella delcrizione delle pitture dei Dapiferi , delle quali parleremo qui apprclfo , p.ig. jg. , in una nota alle lettere del noftro
.

Autore , che daremo nel Tomo iil. , e altrove . Quella , che viene lodata dal Montfaucon Diar. itaiic. cap. i6. pag. zs3--> e dal Galeotti Gemmi, ant. liner, pan. ri. Tuo. yi. fig. V. , rapprefentante un architetto veltito
di verde coli' archipendolo in mano , ed altri ftrumenti , trovato in un fcpolcro fulla via Appia , ora pi non vi efille .

la)

num.177.
verf.iyo.

(i) Ovid. Fajl. Uh. .

PRESSO

Greci
Orazio

e
,

loro Pittura
fatto

.'

?7

grfizio di cui parla

(ti)

da quelle due romane

=====
^^^-

pel felice ritorno d'Augufto dalle Spagne; egli per

non

di-

ce a qual dio fagrificalTero


jf.

9.

L'altra pittura

della

villa

Albani

fcoperta alcuni

anni fa in una camera d'un antico pago o borgo fulla via

Appia

a cinque miglia da
,

Roma

ha un palmo
(b)
.

mezzo

di

lunghezza

e la

met

di

larghezza

Vi

li

rapprefenta un

paefe con fabbriche e figure d'uomini e d'animali, dipinto

con molta franchezza


cipale

con graziole colorito


.

con grande
incaftrata

intelligenza di prolpettiva per la lontananza

L'edifizio prin-

una porta d'un arco iolo


per alzarla o abbalTarla
la

con una trave


,

negli ftipiti e foitenuta da una catena di ferro

che fcorre fu
.

una
v'

girella

al

bilogno

Sopra l'arco
a

una ftanza per


,

fentinelU
de' buoi
,

La porta conduce

un

ponte

fu cui paflano gettarfi in


fta

e fotto cui fcorre

un fiume

che va a

mare.

Sulla riva un'alta pianta, fra


di tetto
,

rami della quale

una fpecie d'armatura


o bende
di
alla

e vi
(e)

fi

veggono pendenti
Cosi prefTo Stazio

delle tenie
{d)
,

pianta offerte

Tideo padre
lei

Diomede per onorar


bende purpupreziofe orn Serfe
;

Pallade appefe ad una pianta a


ree

facra delle

con orlo bianco


.

e cos

di

gemme

un'altra pianta (0
diffatti

Sotto l'albero vedefi un fepolcro

foleano qucfti preiTo gli antichi all'ombra delle pianelfi le piante forgeano (/) che fovr' un altro di quelU fepolcri i ripofa
,

te

elevarfi (a)
,

anzi talora da

La perfona
indica qui

forf la via
i

pubblica

lungo
.

la

quale foleano

Romani

coftruire

loro tumuli

(b)

Tom. IL
(a)

H
verf. j. '''.'"^'>^-

jf.

IO.

Non

Carm. Uh. 3. Ode 14.

ri m T r'"- Icon. f"'(e) n\noiu.

ub.2. n.34..

^ 0F.Tarr..iI.

(a) Properzio /ikz. e/eg.it- verf.jj. t i^. dclidcrava che im lauro tacelle ombra al fu. Icpelcro .
(/") Hor. Epod. s- Merf.iy. , Plin. lib., 6. cap. 4.4. feci. (b) Vcdafi quella pittura appreffo in froa-

^"IjJ^'l ?'",v"^"T- v'*--- ^' ""OSd) iheb.lib2.v.73li.,&lib.iz.v..i.s)2., i. ul.i ^v.r. ab. 4.ca,m 4. x.qz.
(.0 /than. k'ar.
kiji. iib.z.

''"'"'

h.
,

cap.14^

te al

Ub. Jil.

inula in rame

jS
jf.

Meccanismo della Scultura


IO,

Non

parler qui d'altri piccoli pezzi d'antiche


e

LIB. VJI.

pitture fcopertifi negli anni 1722.

1724. nelle ruine de!

CAP.III-

palazzo de' Ceiari


pi riconofcibili
coir intonacatura
.

poich a cagione della muffa non fono


Quelli
,

efTendo

Itati

fiaccati dal

mura
fui

furono collocati nel palazzo Farnefe


,

Palatino, e quindi trafportati a Parma

e pofcia a

Napoli,

ove con

altri

preziof avanzi d'antichit rimafero per pi di


caff in flanze

vene' anni chiufi nelle loro

umide
vi

cofcch

quando ne furon poi


indizj della pittura
:

tratti

fuori

appena pi

fi

vedeano

in tale flato fono oggid efpofli a


foftiene
,
,

Capo
tro

di

monte. Una Cariatide colf intavolato che


,

vata nelle mentovate ruine


a Portici
fra le pitture

fi

ben confervata
.

ed

ora

d'Ercolano

Un
,

altro

pezzo della

pittura palatina rapprelentante Eiena che

fcendendo dalla

nave, s'appoggia

a Paride

flato incilb e pubblicato neli'


degli antichi (a)
i^.
.

Opera di Turnbuli

fulla pittura

II.

Quan-

(a) W'iiikelmann nella prima edizione in quello luogo nominava anche le pitture delia piramide di Ccitio , dicendole fvanite , e cajieellate dall'umidit: il che non totalmente vero Se ne pollono vedere le figure in rame date dal Falconieri , che le illuftr con una lunga diliertazionc inferita in appendice alla Roma amica de! Nardini Tra le pitture trovate lui principic di quello lecolo in Roma una ne compr il (ig. Middlston , e U pubblic col reftcr del mo mufeo
. . ,

Negroni l'anno 1777- Effe confi-llono in tredici quadri di polI altezza , tutti dipinti di buona maniera con iftorie , ed emblemi di Venere di Adone di Bacco ,
nella villa
, ,.

nell'opera dianzi citata Aritquicates Middlcaltra comprata da! dottor Mcad pOrtonians. rimentc ingiefe data in rame dal (g. Dygby MI fronte della Ina edizione di Orazio Flaicco fatta in Londra nel r74y. , e ne parla anche du Bos Refiex. far la poef. et. Tom. I.Jici.^ 7. pag. ^yS. 11 cardinal di Rohan ne port un' altra in Francia , che poi don al duca d'Orleans , tiovata pure in Roma nel lyii. fui iBonte Efcjiiilino . Sz ne da il rame e la dcfcrizionc dal (g. Morea-j de Mautour ncli' Academ. des Infcript, Tom. V. Hifi. p. zgj. Di certe altee , che nel 1701. fua'ono- trovate nelle rovine dell'abitici Capua, ed altre in Dna villa tra Mapoli , ed il Vcfuvio nei 1709. ne pitia dii Bos L.Qt. pug.^So. quelle cfie meritano particolar men7one fono le fcop;;:te negli anni Icorf fui detto monte Efquilino , e fui Cello- . Le pduie furono ttovats
:

ed ornamenti bcUiffuni Furonofui luog-i ftclfo vendute ad un inglcf , e fotf dopo qualche tempo avranno (ofterto danno , come ha detto Winkclmann che accader luole alle pitture antiche allorcli- vengono efpoftc all'aria Se ne fecero per i difegni , tre de'quali , ora polleduti dal fignor cavaliere de Azara volle efcguirli il fignor IVI-cngs , e co,
. .

d'Arianna

coiue avrebbe fatto anch^ degli a'tri e nove ne louo gi in; cifi in rame . Il fignor con/gliere Bianconi pens allora , che ove furono fcoperte vi
loriili
,

folfe lopravilluio

potefT; elfere un lliogo di deliic appartenente a Lucilla moglie di Lucio Vero-, e figlia di M. Aurelio , e di Fauflina ; argomentan-

dolo da un medaglione de! re di Francia riportato dal VaiUant Numi/m., ec. Tom. iil. pag. 14.^., nel rovefcio del quale fi vede rapprelcntato il foggetto che in uno di quefti quadretti colorito dal fignor Men-"; ; cio un' ara , fu cui fla in piedi un Amorino alato , e
vicina un-a donna rtoiata , che colla deftra fcujte \r.\ alb-.:ro, da cui cade capovolto un altro Amorino qua.fi che fofle un pomo ; e nel diritto vi la t;iha di Lucilla colla rCc-~ lunile mcdaglioae le poliicdc ca~ zioae
.

Ma

T-uEsso
(f.

Greci

loro Pittura
iofle

."

?9

II.

Quando parca che

perduta ogni fperanza

^====
' '

di trovare antiche pitture, accadde la rimarchevole fcoper^ 111 e ta delle citt fepolte dal Vefuvio , dalle quali turono tratti
inille e qualche centinaja di pezzi

P.

1 J

d'Eicok-

d'intonaco di muro di-^"'


.

pinto

ed eipolli nel mufeo Ercolanenfe

Alcuni trovati fudi

rono
gli

in Ercolano

medefimo
,

altri nella citt

Stabbia
.

ultimi in
^.

12.
,

Pompeja Le quattro pi ragguardevoli,

che s' pi tardi fcoperta

tra le pitture d'Er-

colano

trovate fui

muro

in

certe nicchie d'un tempio roil

tondo
ro
,

rapprefentano Tefeo dopo d'aver uccifo


Telefo
fi
,

Minotaue

la nafcita di
.

Chirone

e Achille

Pan

Olimfuo

po
di

In Tefeo

non

vede certamente l'idea della bellezza


al

quel giovan eroe che fu preio per una fanciulla


.

arrivo in Atene (a)


ta

Avrei voluto vederlo con lunga e fciol,

chioma, qual egli e Giafone allorch entr per la prima volta in Atene portarla folcano Doveva Tefeo anche
,
.

nel redo fomigliare allo flefTo Giafone

qual ci vien dipinto

da Pindaro (b) cotanto bello , che n' era prefo da maravie credea di mirare Apollo o Marglia il popolo al vederlo
,

te

Nella pittura di Telefo

1'

Ercole non fomiglia punto

al

H
che l'iUuftrc prelato Gaetan

gre-

cuoi ne dare; Vedali l'Antologia Romara tir.no 17S0. n.^z. Tom f^I.p. zj t e jcgg. Le altre fcoperte fui Celio vicino all' ofpcdale di s. Giovanni in Laterano nel lybo., anch' cfle di molto buon ptnnclio , fono in numero di lette , delle quali non fono andate efcnti dall'anzidetta dilgrazia , che due , e mezza , polledute ora cali' Emo (g. cardinal l'allotta pto-tcforiere di Sui Santit Rapprefentavano fette belli giovani di grandezza naturale vediti di un abito di color ^ngiantc , uniforme, non pi veduto , fciolto e

mo

li figura in

apprcllo

in atto come di prefentare un bicchiere , che tiene nella deftra follevato al pari della tcft

ed ha accanto due vali Sono Hate incife pubblicate nell'anno (corl 1785. da Gio.
.

M.

lungo oltre mezza gamba

Hanno

capelli

Caflni chier. regol. Somafco con due divcrfc fpiegazioni delli eh. lignor ab. Araaduzzi , e (gnor ab. Giovenazzi , il primo de' quali penla, che quei giovani miniftralfero ad un convito profano , e l'altro ad un religiofo , de' quali molto abboncava 1' antica romana fuperftizionc , e forf dei Salj . Si noti finalmente l'errore del P. Monttaucon , il quale nel (\\o Dar. Italie. cap.r6. pug.z^^. dava per antiche certe pitture del Maufoleo d's-

biondi chi corti, e chi lur ghi lino alle ("palle , ma tutti kgati con una fettuccia al ufo di diadema ; e al piede nudo lono cinti di un galante faudalo aliai leggiero . I primi fei in atto di lammirare , portano ciaf-uno un piatto di vivande , parte cotte , e parte crude l'ultimo , che ha degli ornamenti al:

gufto in

Campo Marzo

cl.e

fono moderne,

come

gi not i-i<;oioni nelle fue Olfervazioni (u quel Diario , p^g. ji .\ e conlillonc in alcune canne , e foglie con un' arma papale in parte rovinata. (a) Pauf. /it.r. cap.i q. pag. 4.4.. princ.
ih)

Fyth. Ode 4.\erf.iji.feqq.

quanto

diverii

all'

abito

fta l'ermo in piedi

6o
e.,,-^..,.Tr---

Meccanismo della Scultura


,

greco Alcide
j\^;}ii]jg
fj-g_

e affai volgari

fembianze hanno
,

le

altre tefte

US.

VII.

cheto e inoperofo
tratti

ma
,

affai

fgnificante n'

il

volto:

fi

fcorge ne' fuoi


,

un'idea che prefagifce un fu-

turo eroe

e negli occhi fuoi


fidi in

che con grandiffima atten-

zione tien

Chirone

fi

ravvifa

una viva avidit

di faifi:ru-

pere per compiere preilo


zione
,

il

corfo della fua giovanile


la

rendere poi gloriofa con grandi imprefe


Se gli vede in fronte
di fua

breve

carriera de' giorni fuoi.

un nobii pu,

dore
fuo

e quafi

il

rimprovero

poca
il

abilit

per cui

il

iftj

tutore gli ha levato di


,

mano
{a)
:

plettro

con cui fuo.

nava

la lira

per correggerlo ove aveva errato


la

Egli api

punto quale lo vuole Arinotele


delia giovent

dolcezza e

vezzi

fono in

lui mirti

alla

fenfibilit

e al nobile

orgoglio
j)'.

13.
ivi

Sarebbe defiderabile che


efiftenti
,

quattro difegni

fui

mar-

mo
di

pur

ne' quali v'

il

nome
;

delle perfone e
,

dell'autor

medefimo

chiamato Alessandro Ateniefe

foffer
ci

mano

d'un qualche celebre maeftro

ma

efl

non
:

dan-

no certamente una grande idea


mie
ni
;

della fua abilit

le fifonole

delle tefte fon volgari


e

e ne fon
fa

mal difegnate
conofcere

ma-

ognuno altronde ben


,

che

le
,

eftremit delle figure


il

umane fanno
dell'artifta
.

piucch

le

altre parti

merito
fol

Quefl:e pitture

monocromatiche, cio d'un


,

colore
dal

fatte
.

fono col cinabro

che

fi:ato

poi annerito

fuoco
.

Di quella maniera

di dipingere parler nel

Capo

feguente
jf.

14.
le

Le pi
,

belle fra quelle pitture


e
i

fono
d'

le

Danzatri,

ci

Baccanti

Centauri

alti
fi fili

meno

un palmo
i

dipinti fu un

fondo nero,
fol

ne' quali

fcorgono
principio
,

tratti

d'un

dotto e franco ardila. Vedendofi

s
fi

bei pezzi,

che

fatti

pareano d'un
I.

colpo

di

pennello

defiderava
di

(a) Rket, Hi.

(ap. f.

pTiEsso

Greci

loro Pittura
'1

6i
alia

d fcoprirne copia
fine del 1761.
jT.

ma^^iore

defiderio fu

compiuto
fu
j

===

ij.

Nello fcavare fra


i~

le

ruine di Srabbia (a)


!
,

cap.iii. tro- ...di cui dej

vata una camera


al

quali tutta vuota


,

ove

gli

operaj vedendo
,

fcrivonf quat.

tro

bei

pcz-

balfo di un muro terra foda


;

e fcavandovi

quattro pezzi

^'"'

di pittura fcoprirono
rotti

ma

nel volerla

fgombrare ne furono
tagliati e

due colla zappa


dal

Erano quelli quattro pezzi


all'altro
,

(laccati

muro

indi appoggiati l'un

due a

due
che

perch aveffero maggior confiflenza


parte
dipinta
reHaife in fuori
.

in

guifa per

la

Che

quelle pitture

non fiano fiate portate col da altrove, com'io ed altri conma fiano fiate anticamente fiacgetturammo a principio
,

cate dal

muro
,

in

quel luogo
le

flefio

ove

fi

trovarono

Io

hanno in feguito dimoflrato Pompeja ove anche oggid


fu fatto probabilmente nel

fcoperte

fatte nella

citt di

nelle cafe

fgombrate dalla terra

veggonfi e tefle e pitture intere fiaccate dal

muro
le

il

che

tempo
.

fleffo

che

ceneri avean
i

cominciato a coprire
quali ebber

la

citt

Forf que'miferi abitatori,


fuggilTero
,
,

tempo prima che


il

di

mettere in

fal-

vo una parte delle loro ricchezze


dente
,

dopo quel
mugghiare
ima flrada
di

funeflo acci,

avendo

monte
,

cefUito

di

tornarono
loro cafa

all'abbandonata citt
fra le ceneri e
le

e aprendofi
,

alla

pomici

tentarono
,

trafportarne
le flatue
,

folo gli arredi e le mafferizie

ma

eziandio
vi
Ci

non come
fic-

appare dai loro


zo dalle porte

piedellalli

che

foli

trovarono
cardini

come vediamo che hanno


,

perfino levati

di

bron-

e gli flipiti di

marmo

ben probabile

che tentaffero pure di portar via


dofi di quelle le

le pitture

Non
muro
,

trovan,

non alcune poche

fiaccate dal
di ceneri

dob-

biamo credere che una nuova oioggia

quella forf

(a) Nelle Scavazioni dJ Portici fatte in fbrarodel 1761. , come ft dice dagli (Accade-

mici nella dcfctizionc qui apprelT.

(Jelle

Tavole numerare

y
LIB. VII.

62
f

Meccanismo DELLA Scultura


che
fini

di

feppeJlire la citt

abbia ci impedito
i

ed

abbiali

pur obbligati
.

lalciar

dov' erano

quattro pezzi

CAP,

III.

gi tagliati
jf.

6.

In quelli
:

la pittura

ha

tutt' all'
,

intorno tre
quella di

lille

di vario colore

la

pi eilerna bianca
,

mezzo
di

violacea
lor

e verde
:

la terza
Jifte

contornata da una linea


la

co-

cupo

quelle tre
,

non fono pi larghe che


alte

punta

di dito

mignolo
dito
. .

e fotto di effe v' un'altra flrifcia bianca

larga

un
17.

Le figure fono

due palmi romani e


pubblicate

due oncie
jf.

Sebbene quelle pitture fieno

ftate

(a)

dopo la prima edizione della mia Opera, ci non oflante non ho giudicato opportuno di fopprimere quanto gi aveane
fcritto
,

perch l'Opera delle pitture


,

d'

Ercolano nelle

mani
jf.

di

pochi

mi lufingo altronde
.

di averne indovinata la

vera fignificazione
18.
,

La prima fembra rapprefentare un poeta tragico


voltato di
,

fedente
fino
ai

faccia

con

vefle bianca

che

gli arriva
(b)
,

piedi

quale

gli attori tragici

portarla folcano

con maniche lunghe

fino
,

al

polfo della

mano
,

Ei
.

fembra

un uomo
fafcia

di cinquant'anni
,

ed fenza barba
il

(*)

La larga

a color d'oro

che tien fotto


,

petto

ha qualche

rapporto colla Mufa tragica

che fuole generalmente avere


(e)
.

una cintura pi larga

delle altre

Egli tien

nella deitra

un bafione o fcettro , lungo quanto un'alabarda, cimi, v' un fregio largo un dito a color d'oro

nella cui
,

fimile a

quelia) T'ut.d'Ercol.Tom.

4.

& 44.

IV. Tav. 41. 42.

nuli, hanno
fu

la

barba
del

e l'ha jurc Ef>;hilo

i") t-un. Jup. trag. ^.4r. oper.Tom. ri. pag. 68 8. [ e in Cy.iico , . t6. Tom. ni. pag. S48. (*) Probabilmente qui rapprcfentafi uno dci celebri poeti tragici della Grecia ma quale ei (a non fi pu determinare Sofocle ed Earipide ne' bulli , che di loro ci fon perve,
.

mufco Scoichiano D(Jcript. acs pitrr. grav. da Cab. de S-ofch , et. 4.JCC. i.n.ji. pag.417., ove un'aquila
una cornioia
gli

mor

capo la teftuggine per cui Se ne veda La hgura ne' miei Monumenti antichi j num.i 67. (e) V. Monum. ani. iiied. Par.l. cap. iS,
lallia >.adcre fui
.

infine

pag. j6. num. 46.

PRESSO
quello che ha in
attraverfa

Greci
cofce
(b)
,

loro Pittura
copre
cui
in

6^
.

mano Omero
le
,

nella fua apoteofi (a) (*)

Gli
LIB. VII.

amendue

parte ia fedia un
lniftra

panno roffo-cangiante
fpada foderata
verde
il
,

fovra

GAP. III.
alla

pofa
,

la

ch'egli colla
.

centurino

manca mano impugna ed ha Quella fpada pu avere lo flelTo lidell'Iliade nella detta
la

gnificato
la

che

nella figura
,

apoteofi,

quale cos armata

perch contiene

maggior parte
di tra,

degli avvenimenti eroici acconci ad efer

argomento

gedia

Volge

quell'uomo
,

le

fpalle

una figura muliebre


.

che
Ella.

ignudo ha l'omero deliro ha piegato a terra


ta fu
i
il

e di giallo vellita (e) (**)

deliro ginocchio innanzi

ad una ma,

fchera ornata di alta e lunga capigliatura detta oyKoi

pofa-

una fpecie

di bafe

entro una calTetta poco profonda


dall'alto al

cui lati fono intagliati

balfo

e da cui

pende
,

un panno azzurro con due bianche fafce minate da due cordoncini , che finifcono
figura fta
fe
,

ai

due

lati

ter.

un nodo La con un pennello o calamo fcrivendo fu una bain


eifa vien
vi
{\

che da
;

ombreggiata

forf
,

il

nome d'una
,

tra-

gedia

non

fcorgono per
Quella
,

lettere
,

ma

foltanto alcuni
e lo

tratti irregolari

mio parere
tirati

Melpomene
e

argomento anche
tella
,

dai capelli

fu
.

legati

dietro

fulla

quali portarli foleano le vergini

Dietro

alla mafche--

ra ila

un uomo

che con ambe

le

mani ad un lungo baflone

(a) Nel palazzo Colonna

me pi
fine
(fcl

conettamencc da!

lg.

porrata in raab. Vifconti in


.

Ut ollm

crac enim videre . in pulpitis Athenienjthus


.

thyr--

Tomo

I.

del

Mufeo Pio-Clementino

fos vibrans

(*) Nella guaita figura fedcnre d'Euripide col fuo nome , edftcnte nella villa Albani , e da me pubblicata n Monum. ant.n.i 6S. , vedefi ancor un rcfto d'un (imi! lungo badone , cui impugnava la mano del braccio mancante Potrebbe metterli in mano ad Euripide, eorac agli altri tragici, un tirfo, qual gli fu dato nel reftaurarlo, fecondo l'autore d'un epigramma fatto fopra- di lui ncU'Anthol.
.

iih. s.

num.
Ts

4..

<
Oli,

'

>ip y^'^a-t
\r
A-ritfi

_^

(b) Gli Accademici dicono roffo incarnato. (e) La vefte di color cangiante tra il verde e il giallo , con una cinta a color di rofa , e la fopravefte , o manto, clie le ricade fulle cofce , e fui piede defilo di color cangiante in lacca , e in turchinetto , Cosigli (Velli, (**) Barnes nel fuo Euripide , Phivnifs. verf.r4.gS. , lia tradotto roxiVa Kf^oiffira , yZo/d /TJ^'dW , quan lo doyea tradurre ^0,

rsu

6ujsAvi(rv

9vp7a

la crocea . Par che ditfaitalle f portalTero vcHi di color giallo .

gli

anuchi

64,
'

Meccanismo dilla Scultura


s'

ftone

appoggia

guarda

la

donna che
.

fcrive

cui

pur

LIB. VII.

GAP.

mira
jf.

la figura

dell'uomo ledente

III.

La feconda pittura compolla di cinque figure. La prima una donna aflifa con un omero ignudo coroe tien nella finiftra un rotolo nata d'ellera e di fiori ofla
19.
,
,
,

un volumetto aperto che accenna colf indice della delira. La vefte di color paonazzo e gialle ne fono le fcarpe o
,

piuttofto

le

pantufole colla
,

fi.iola

roffa

Sta

dirimpetto a

quella una donna

che Tuona una fpecie d'arpa detta barbytos,

alta quattro pollici e

mezzo

e tien nella delira

una chiave
ripiedi

da accordare
gati

terminata fiiperiormente in due uncini a fo-

miglianza della
,

non che
fi

quelli

fono alquanto
fimili

come chiaramente bronzo, de' quali uno


que
pollici
alTai
.

vede in due

fi:rom.enti

nel

mufeo Ercolanenfe lungo

cin,

cui uncini terminano in telle di cavallo

l'altro

elegantemente ornato trovafi nel mufeo Hamil-

toniano

Forf una fimile chiave cogli uncini ripiegati in


pittura Ercolanenfe
{a)
il
;

mano Erato fu un'altra come altri pretefe anzich un plettro


dentro tiene in
,

tanto

piCx

che
fi-

quello
nillra
.

le

farebbe inutile

fuonando

ella

falterio colla
,

L'arpa della

nofl:ra
,

figura ha fette cavigUe

dette

da' Greci avru^ ^opSav (b)

ed altrettante corde. In mezzo


,

a quelle

due figure
che

muliebri fiede un tibicine


al

vcftito di

bianco

fuona

medefimo
(*)
,

tempo due
tiene in
,

tibie

lungh'j

mezzo palmo
la

e diritte
,

e le

bocca a traverf
,

una bianca benda


alla tella (a)
i

chiamata
le

rifiior
,

(^p^/ov

e (fop^?/a,

quale palTa fopra


.

orecchie

va

a legarfegli
tagli

dietro

Si

fcorgono

fulle tibie varj


,

per indicare

diverfi pezzi

di cui

fono compolle

cio le diverfe porzioni

(a) Pttt. d'Ercol.

Tom.
I

il.

Tav.
[

<5.

() Eutip. Hippol. v.i

jj.

Jugam

ckor-

darum

babilmente quelle clic fi chiamavano doriche; le frigie erano ripiegate in tuori (aJ Vedi Tomo J. pag. 360.

(*) Le due lunghe tibie

diritte

erano pr-

rRtsso
zioni
di

Greci

e
,

loro Pittitra
poich non
la

canne coi loro nodi


,

fola

firinga

lo zufolo
,

ma

le

tibie eziandio

colle volgari

canne

LJB. VJl.

fa-

GAP. IH.

ceanfi
le

non che per quefte generalmente fi adoperavano canne che forgevano prefTo l'Orcomeno nella Beozia (a)
f
,

le quali

efTendo fenza
(*)
.

nodi poteano fomminiftrar


gli

tibie

d'un

pezzo folo
ove
i

Olfervo qui che fu

antichi
,

monumenti
,

tibicini
:

ora fuonano una tibia fola


quelle fono
(a)
,

cio la finiltra
,

ed ora due

di groffezza eguale

laddove
,

fe-

condo Plinio

la

finilb-a efTer

dovea maggiore
,

poich

formavafi queita colla parte inferiore della canna


della parte fiiperiore
fi

mentre
in
di

facea ia deftra (j)


virili
fi

Stanno
coronate

piedi

dietro la fedia della prima due figure


di

fron-

verdi con

delle

bacche

quella che
(b)

vede di profilo ha l'abito paonaz-

veftita di

color verde mare

l'altra

zo

capelli di tutte le figure


.

di

quefto quadro iono di

color bruno

Tom. IL
(a) VWro Hi). I 6. cap.jf.feS.S. (*) Le tibie compclle di varj peni comc quelle della nolha pittura , chiamavanfi poich aveano , a cos 'i\ -arr-pi'i > gradarle ;
gradi Trovandof nel mufso Ercolanenfc molti pezzi di tibie quali non hanro l' incaltro per commetterli uno r.ell" altro, ne viene per confeguenza che dovcan elitre foftenuti da un lungo tubo o cilindro Diflatti cosi formavano le tibie lointerno ro gli antichi , e tal tubo era di metallo , o d'un kgno traforato, quale tuttavia (i fcorgc nel detto mufco in due pezzi di tibia im^ pietrita , e nel mufeo Cortonenlc confervaf un antica tibia d'avorio col tubo interno
dire
,

I
in

jf
Illad.

20. Quat-

Homer.

6"

Maggiori variet ancora


teria
.

Athcn. lib. //.. in fine. che non nella ma,

diverfi

fcorgcvanfi nella forma e flruttuia lo, ro Il lgnor 'Winkelmann ne ha accennate alcune noi colia kotta del Battolino , del Mcuifio , del Caufco de la Chaiilk , e dell' Anonimo Maurino il P. Vartin ne aggiugnerenio delie altre Bench la niag!;ior parte delle antiche tibie s'allargafle all'cfremit, alcune nondimeno ve n'erano di forma cilindrica , de la Chaulle Muf. Rom. Tom. il.
:
1
I

fe3. 4.

''O^'inkclmann

Monum.

unt. ined.

num
go

S.

come

moderni
.

flauti travcrieri

d' ari;i.nto
(,a)

th.i 6.cap.?j.

feci.

66.

(i) A quefla agg.ugnerl polTono akun'altrc oflervazioni lopia le tibie degli antichi , rifguar.'anti la divcrfa loro ma^tria e Ibuttura Per n che fpetra la rratcria , altre erano di bulfo, Ovid. iMetum. Ub.14.. v. /??.> altre di olfa di cervo o di capra , Athen. Callim. Hymn. in lij.f. c.2f. p.i X2. D. ,
.

elle eziandio ne' fori aperti al luniflrumcnto Semplici erano quefti in alcune tibie ; ma in altre ahavall al di l'opra una fpccie d' imbuto N in tutte era eguale il numero de' fori fuddetti , ficcomc nemmeno era eguale in tutte l' imboccatura Una Angolarit per ultimo , che non hanno le al-

Variavano
dell'

&

ravvilli in ura di effe di tre antiche tibie efprelTa in un balTo-rilievo del forma frigia la quale vien riportata dal Louvre di Parigi Monaco anonimo [ P. Martin della congre,
,

Diu^i. ve f.2^j.. , cdalrre di nvjtallo , quali gazione di fan Mauro , Expl. de div rnon. fpccialnic'.'te ufavanl alla guerra, Barthol. fiiigul. p.^o- J' fuo codone non vcdel ivi riDe tti>. ICC. lib. j. e. 7. 1 Fiigj e gli Etrufchi piegato , come quello delle altre , ma forma hanno col'.umat nelle loro tibie di adattarvi un angolo coficchc fcmbra quali una pipa da un'apcrtuia lii crn.o a' codone , odia a quclf tabacco [ V'edali andie l'opera del Bouanni clircinita doiid'ef^e il fiato , Eufth. Commeuc. (b) Turchino
,
.

66
"
'

Meccanismo della ScultUIA


jf.

"-^=

IO.
.

Quattro figure muliebri


}^

compongono
profpetto r r
le
,

la

terza

LiB.vii.
jj-j-j^jj-^^

principale
.

il

voltata

di

CAP.IH.

, '

fiede tefili
f:ri-

nendofi colla

finillra

manto

che dietro

arriva fin

capo
fcia

qaedo panno di color violato (a) verde mare la velie di color carneo
;
;

con una
.

la deftra filila di profilo in

fpalla

d'una bella
,

Appoggia giovane donna, dipinta


(b) le
fi:a

bianco ammanto

che

vicina
il

e filila

di lei fisdia

fi

appoggia fioilencndofi colla defira


i

mento

La prima
dignit
.

figura tiene

piedi

fa

fii

una predella
bella
i

indizio di

Preflo a quelle
fi

un' altra

figura

muliebre

voltata di faccia, che


fira
fili

acconciare

capelli;

tien la dein atteggia:

petto e
di
n'

la

finiftra

pendente colle dita

mento
bianca
polfi
,

voler
la

intonare

tafieggiare
Itrette

fui

clavicembalo

velie

con maniche
il

lunghe fino
a

ai

paonazzo n'
.

manto con un orlo


la

ricamo

lar-

go un pollice

Pi alta
,

figura che la fta acconciando,


fi

e mefTa in profilo

in guifa
,

per che
in

vede anche un poco


,

dell'oppofio fovracciglio

quello che efprefTo


.

peli

fono pi

vifibili

che nelle altre figure

Gli occhi e
.

le lab-

bra infiem.e

ftrette

ne efprimono l'attenzione
tre piedi

lei

vicina
,

una piccola tavola con


ben lavorato
n'

alta

cinque pollici

co-

ficch arriva fino a

mezza cofcia
il

della figura che le fta ac,

canto

defco
,

fu

cui

una

cafi^ettina
fixfcia

con parecchie fronde


lacea (e)
,

di

alloro

vicino
i

ad una

vio-

apprefiata forf per fregiarne


li

capelli della figu-

ra che f

fa
,

acconciare

Sotto alla tavola un bel vafo


di affa
.

con manico
21.

alto

poco men
di

il

colore e la trafpa-

renza indicano eh'


jf.

vetro

to

Due uomini ignudi quadro Uno fiede voltato


.
.

un cavallo formano
,

il

quar-

di faccia

e moftra nel fem-

bian(a) D' oro


(b) L'abito interiore bianco, ed fottile in modo, che fa trafpatire avanti al petto il color

ed ha una balza di color ceruleo (e) Delle due fakette , che vi fono lopra una bianca , l'altra e roUaftra
della carne
,
.

PRESSO

Greci

loro Pittura
fuoco e
;

57
fagacit
,

biante inficine alla giovinezza molto

onde potrebbe molta attenzione ai detti dell'altra figura Sul Tedile un panno rofTo fanguiprenderfi per Achille
.

gno

o piuttoilo purpureo
al

che
fi

gli vien

a coprire

una par:

te della cofcia

luogo ove
gli

pofa
,

la

man
;

finiflra

roflb

pur

il

manto che

pende dietro

forf perch tal coloe diftatti ufavan-

re conviene ai giovani eroi ed ai guerrieri

lo generalmente in guerra gli Spartani


le

Gli

appoggi

offia

braccia della fedia


fui

>

fono molto
,

alte

e foftenute

da due
rilievo

Sfingi pofate

fedile

quali veggonfi in
villa
.

un baffo
un

d'un Giove fedente nella

Albani

(*)

fu

di quefi:i

ap-

poggi pofa
alla

il

braccio deftro

Appi

della fedia v'


all'ufo

una fpamovi-

da nel fodero con una correggia verde


quale pende attaccata

de' Tragici
anelli

per mezzo

di
.

due

bili nella

guarnitura fuperiore del fodero

L'altra figura in

piedi s'appoggia ad

un baflone
,

che colla

man

finiftra

tiene

fotto la delira afcella

quale rapprefentafi Paride in una gemquafi in atto di contafull'altra


.

ina incifa (a)


re
,

ha

la delira follevata

e tiene

una gamba incrocicchiata


e
al

tefla a quefla figura

cavallo. Potrebb'efTer
di

Manca la quefli Anal

tiloco

il il

minore dei

figli

Neflore

che

fa
,

dolente
il

Achille
ivi

ragguaglio della morte di Patroclo

luogo
,

rapprefenrato potrebbe figurare la tenda d'Achille

olila

la cafa di
jf-

tavole, in cui quell'eroe trovavafi allora (i). Oltre


quelle pitture
, ,

22.

ve ne

fono alcune
.

altre

della

medefima mano
,

ma non
,

ben confervate
carro del fole
1

La pi ragcinto
dagli

guardevole
di raggi
il

non pubblicata capo e fedente


,

rapprefenta un Apollo
,

fjl

come

avan-

(*) Bartoli Adm. Antiq. Rom. Tah.4.8. jrefc la Sfinge per un Griffo . Vedi Monelaucon Anciq. xpl. Tom. I. pl.ij.fig- 2. ("a) Monum. ant. iiud. num.i i z. (i) Avverte l'Autore nei ant.ined. Pan, li, cap. 1 . pag. lyo. num. t Zj. , che

Omtxo

Mm.

Jlad. iib. uh. verf. 4.S0. chiama tcnda l'abitazione d'Achille erena nel campo a guila dura cala di legno col tetto di canne . Tal lenda ravvila egli in una bella gemma, che riporta in quel numero 119.

68
LIB. VII.

Meccanismo della Scultura


met
in
fu
,

avanzi di raggi di due ruote viene indicato. Qiiefla figura


ignuda dalla
fce
,

e
il

ha un panno verde
verde e lieto
.

fulle

co-

eAP.iii.

forf per indicare che

terra divien vifibile allo fpuntar del fole


di quell'Apollo

ammanto della Sul deftro omero


d'una
fi-

fcorgefi una bella

mano muliebre

gura perita

la

quale folleva in alto un bianco


.

fottil

pan-

no

che quella divinit velava


,

Tal figura probabilmente


il

l'Aurora
ritirafi
jT.

che

dopo

di

avere fcoperto

fole alla terra,

indietro

23.

Quefie pitture formate a figurine diligentemente


e d'una pi ardita
,

lavorate facean defiderare che f ne trovafTero delle maggiori


,

d'un pennello pi franco

maniera

Arrife a quefto defderio la forte

allorch in una gran ca-

mera
ronf

difepolta a

Pompeia
di

dietro al tempio d'Ifide, trovapittura


collocati

due larghi pezzi

poi nel mufeo

Frcolanenfe
n-i'dffi^kfa
PoiiEpeja.

^-

^4"

-^^^

^ rapprefenta

figure

hanno

la in

met
capo

della
(a)
,

o d'Io, e le In una Io grandezza naturale


la

favola d'Ifide

ha due

coma
,

ed

ignuda- fino alle reni


.

dad-

dove
ftra

le

cade poi fino

alle

cofce la velie
,

EfTa portata

da

m\ Tritone
,

o da un Proteo

a cui fiede

fulla fpalla fini-

mentre quefti colla fua

finiitra

mano

l'abbraccia

a lui

tienfi colla

manca

e lende

la delira
,

ad una bella e intera-

mente coperta figura muliebre


delira gliela llringe,

la

quale del pari colla


finillra

man

tenendo nella
.

ma

di

grofib e rigonfio collo


,

un ferpente corto Siede quella figura fu un


al

bafamento

e dietro a lei Ila


ofira vafo
,

un fanciullo giuocando con


Dietro
fanciullo vedefi la
finiflro
,

una fimU

facro

figura d'un giovane

che ha ignudo l'omero


,

ed

probabilmente Mercurio

avendo nella

finillra

un caduceo
,

con una
(a) Vedi

fitula. afi"ai

minore della mentovata pocanzi

la

quale

penTomai, pag.gt.

PRESSO

Greci

loro Pittura
.

6<)
=

pende foftenuta fui polfo del braccio Una quarta figura in LIB. VII. tien fimilmente nella deftra un filro, piedi, come Mercurio GAP. JII. quetutte Tritone il tranne verga fotti! e nella finiflra una Il Tritone panneggiamento bianco fte figure hanno un
,
:

ofia

fu

Proteo forge dal mare, o dal Nilo dietro quali par che biancheggi l'onda fpumofa ,
di color d'acciajo
. :

agli

fcogli

e v' fotto

un cocodrillo
fu

alla deftra v'

una Sfnge

una fpecie di piedeftallo La feconda pittura rapprefenta Io jf. 2J.


.

Mercurio,
,

ed Arwo

Quella lede cornuta

in

bianco ammanto
,

curio in piedi appoggiai fulla cofcia fmiftra

Merpofandone il
finiftra

piede fu una roccia

Il

caduceo che tiene nella


,

ma-

no

d'una particolar maniera


attorcigliati
:

poich
deftra

ferpenti ne fono
la

doppiamente
ofiia lo

colla

porge

firinga

zufolo ad

Argo

Ha

quefti la figura
,

d'un giovane

con un panno rofTo


ftintivo
ji'.

falle fpalle

fenza aver niun altro di-

(0
,

16.

Ho

defcricte

qnefle

pitture

fecondo

la

maffma

dell'arte

ci notando e ci
nelle
,

omettendo che vorremmo no-

tato
da^jfi

od omefTo
antichi
,
.

defcrizioni delle pitture tramandateci

Dififlitti

quanto non fapremmo noi grado a


opere de' celebri dipintori
,

Paufania
ci

delle migliori
s

dato

aveffe

un

efatto ragguaglio

come

di

quella di Poli-

GNOTO

a Delfo (2) ?
jf.

27- Chie-

(0 Le deflazioni nelle P/Hur<r i-fTw/no fono differenti non folo perche molte cofe da \i'inkelmann notate vi fi omettono , e viceverfa
colori
,

Ci) Due furono \ famofi quadri dipinti da Polignoto in Delfo , de' quali fece Paulania una ftorica ddcrizione l'io, i o. e. zi. p. ^ S9Jeqij

ma

perch diverti diconfi fnventc

panreegiamcnt' . Quefta diveriita nafceitbb'ella mai da!laltcra7 ione del colore cagionata dall'a-ia nel tempo feoifo tra l'cfame che ne ha fatto ^K'inkclmAnn , e quello che ne fecero gli Editori della infisse opera
de'

ja coli"

Ranprefcntava il primo la pteU .,i Iroimbarcamento de" Greci , l'altro la di.

fcefa d'UlilVe all'inferno ^c.;i. des lijlrirt. Tom.


fc-ii.

Il

fig.

ab.
il

FI.

J^Ifrr:.

Gcdoyn p. 4+Sprnno
;

feri(Tc

Er olanenfi ? [ No certamt-nte, aver forf quegli Editori vedute le pitture con pili romodo, e diligenza, lo ho riporratc in nota foltai^to f: di.Tcrenze ; e vcg-gar.ii le lettere di 'Wiukelinann nel Torno al.
delle pitture

non e promife di trartare pur dell'altro , ma F-a le va,'ic olTervazioni prel'ha poi farto
.

una Dilferra7one fopra

ma

dall'

pofte da

lui

fopra di

qu^l quadro, avverte


i

\p.'g. 4.^ ;.^

vhe

tata diUinyu'cafi

./i rapprclenoSTni figura col nrr.prio nome: iilanza.

the

tanto lungi dall'aveie sfigurato

unapu-

70
jf.
'

Meccanismo d^lla ScultuPvA


27.

Chieder qui forf


di

il

leggitore f le pitture

SI
fi

d'Ercolano che

Roma
romano
e

ad un
.

greco g

artifa

attribuir

Autori ditaI

'iebbano o ad un
^ ^j^

Le poche nozioni che intorno


difficile

pitture.

abbiamo
di
tal

rendono fommamente
;

lo fciogli-

mento
il

quifione

in

una

delle
il

mentovate opere
proprio

pittore

ateniefe

non

v'aveiTe

appello

nome,

faremmo tuttora incerti a qual nazione attribuirli doveflero. Sappiamo per che fin dai pi antichi tempi Romani di greci pittori fervironfi non folo nella capitale (a) ma eziandio nelle piccole citt come in Ardea non lungi da Roma prefTo il mare ove il tempio di Giunone dipinto fu da
i
,

M. Lutura
to
,

giudica egli averle puttoflo accreCiu-

un pregio . E si gli fembra acconk.ia quelta ufanza che la vorrebbe riitab>ilira dai moderni niaeftri dell'arte , dove almeno non folle
il

(oggetto per

se ftcro

noto abbaftanza

La

pittura pero con tal mezzo , anzich vantaggio , ne rifentirebbc detrimento ; poich i nomi fpard pel quadro , occupando un (ito non proprio , verrebbero a fconcertar la (irametria , e ad impedire il lapporto dei vaij oggetti E ftato querto un difetto fcufabile nella prima infanzia dell'arte , e nel fuo riforgimento ne' lecoli XIV. e XV. ; ne' tempi ,
.

ma

in cui
i

domin

il

buon gudo
.

fonofi guardati

pittori di qualche grido di commettere limile mancamento La pittura ha da farli intendere fenz' interprete quando quefto abbifogni , egli indizio che il pittore non ha faputo ben efprimere il fuo foggetto Al pi potrebbeii permettere l' ifcrizione , ma al di
: .

fuori del quadro, dove s'avclle a rapprcfcntar un foggetto di ambigua o di troppo ofcura nozione [ Le ifcrizioni li trovano frequenteiTiente (u i vali chiamati etrufchi , e di alcune le ne parlato nel Tomo I. cap. IV. pag. ZI 7. efeg. , nel qual capo 11 veduto quanto (la per lo pi eccellente il difegno delle pitture , che vi fono rapprefentate ; che perci non poflono dirli lavori dell' infanzia
.

; e fots' anche in alcune parti non corrifponde l' ideata copia del (ig. di Caylus al vero originale di Polignoto Secondo Paufania l'oggetto principale nel primo quadro era r imbarcamento de' Greci , dietro il quale venivano di mano in mano gli altri oggetti fino alla citt di Troja , che era uno degli ultimi punti di vifta . Ma il fig. di Caylus col muro di Troja , che Epeo fla abbattendo , ha divifo per meta il quadro alfegnandonc una parte all' imbarcamento de' Greci con tutti qugli oggetti deferirti da Paufania lino al fatto di Epeo , e l'altra parte alla citta di Troja col reffo che l' illelfo Paufania vide nel quadro . Molto meno s' accolla la copia all'originale nella rapprefentazione della fuddetta citt . Nella copia vedeli quefla ornata di numerofe ftatue e colonne , delle quali Paufania non fa verun cenno n probabilmente faranno ftate da Polignoto efprclfe avendo egli voluto ferbar il coftumc Le colonne e le (fatue di marmo erano ancor ignore al tempo della guerra trojana ; ed Omero ftelfo , che dopo alcuni fecoli la defcrilfe in verli , non

mente

ne fece mai menzione (.4) Vi furono per anche


.

pittori
;

romani

almeno

dal fecolo V. di

Roma
.

poich Fabio

dell'arte

Dopo

il

(gnor

Gedoyn

ripigli lo ftelTo ar-

gomento

il lig. conte di Caylus Hift. dcl'Ac. des infcr. Tom. XIII. p.rJ. edh. in i 2. , che prefe ad efporre anche il fecondo quadro di Polignoto Anzi per darre un'idea piu Jilinta , fece egli , feguendo la fcorta di Paufania, difegnare ed incidere all'acqua forte amcndue quf' quadri da! fignor le Lorrani da cui nondimeno non fono flati degniti troppo felice.

nell'anno 4?o. dipinfe il tempio della Salute , e quindi Pacuvio fece un quadro per il tempio di Ercole Plinio /ih. :?f cap. 4. feci. 7. Winkelraann li nomina qui appreflo nel lib.VIII. v'erano quelli pitcap. ly. % zo. e 21 ; e. tori romani , perch non potevano ellcrvene degli altri ? Forf lo era quel Paririo Vitale
. .

arte piHora
villa

Mattei predo
,

nominato in una ifcrizione di lo Spon Mifcell. erud. ant.


e

fid.6. p.z2j).
cl.i 0.

Monuw.

Macthi^j.

Tom.nL

Tai.62. num.io. pa.i 1 g.

PRESSO

GR-Etl

LORO PlTTURA

Jl
,

M. LuDio greco d'EtoIia, che era un Ilota fuggiafco


uno
prio
fchiavo degli Spartani {a)
.

cio
LIB. VJJ.
III.

nome

Icrittovi in
(a)
.

Di ci facea fede il Ino proGAP. lingua romana e in caratteri della


,

pi antica forma
de'

Dal conteso
e

di

quanto narra Plinio


,

due greci pittori Damofilo


il

Gorgaso

quali dipinleil

ro

tempio

di

Cerere in
,

Roma,

e lotto la pittura

pro-

prio

nome
oltre

fcrilTero

appar che quello ne' primi anni, anfia

zich ne' tempi pofteriori della repubblica


E'
in

avvenuto
la

yh)

verofmile

che greco lavoro fano


;

maggior

parte delle pitture rimafteci


al

poich

ricchi
,

romani avean
del che ar-

loro fervigio

pittori

ch'erano liberti

e per confeguen(b)
;

za elTer

non poteano originalmente romani

gomen_

(a) VWtt. Hb.:;j.cap.i o.felt.^j. (a) Scrive rlinio //^.,'/. ero. y^if. ^7. che
fcritti in cae nello ftcflo libro c.^. pitture erano pi antiche di
;

i vcrfi ui lode di M. nictcri anticlii latini

Ludio erano

feB.

6.

,
.

che

le

Roma
par.

Pu
,

vederli ci che oflerva intorno


in cui

erano fcritti quei verl , il ch.Tirabofchi Storia delta Letter. hai. T. I. l. XIL (i) lA. lii.jj.cap.i 2. fecl.4S. [ Al pili (I potia raccogliere da Plinio, che quelli artifti non fiano ftati negli ultimi tempi della repubbli;adi Roma ; perocch elli fecero anche dei lavori di terra cotta per quel tempio, come dice Plinio loc.cit. , e forf qualche fimulacro ; e tali (imulacri di terra cotta non 11 fecero pi dopo la conquifta dell'Afia , come egli fcrive' lib.^4. c.-r. fcci.i 6. L'elogio in verfi fu pollo loro dal popolo di Ardea (b) Gli antichi Romani tenevano gH fchiaVI al loro (crvizio per tutti gli uffi^j e di ne.

alla lingua

nazione , Come dice lo fteflo Autore ; e che loro opere fiano le enumerate pitture , e tante altre fatte in Roma ? Per poter foftenere tale opinione converrebbe dire in primo luogo , che tali pittori folTero (lati fatti fchiavi , e condotti in Roma prima dei tempi di Augufto , quando fu conquiftata la Grecia o ai pi lungo da Augufto medefimo , fecondo che ^X'inkelmann difcorre apprello Hi. X. capo ni. . ^2. e feqq. , e libro XI. capo I. i. 1 1. ; poich dopo clic furono ridortt a dovere i Greci , pi non vi furono fatti fchiavi in fecondo luogo dovrebbe anche dirfi , che quei che (bpravillero , mutando affatto il
di
:

loro ftile , fi adattalfero alla maniera introdotta da Ludio fotto lo ftelfo Auguilo , di cui Winkelmann parla qui apprello nel . zS. , e fecondo quella maniera facclfero nello ItelTo giro d'anni le citate pitture di Roma , e quelle d' Ercoiano , Stabbia , e Pompe)a , che tutte

fatte

fono

alla

maniera
:

di

Ludio, come

e di piacere , come pu vederli , fra gli altri ,_nei trattati , che hanno fatto intorceflit
,

ro ad

ed ai loro impieghi , il Pignorio e il Popnii Vi tenevano ancfie di quelli , che dipingelfcro , come fi prova dalla /. Force
efi
,
.

pi a lungo folliene Winkelmann nel libro yill. capo ni. . ^. e 4. il che non potrebbe foftenerfi Al pi concederemo , che ai
.

tempi

di

Augufto qualche pittore greco fatto

facevano promettere , che occorrendo loro di far fare qualche pittura dovelTero cfl liberti
effcr tenuti opers. z^.

a farla lenza

jf.

De
i

opcr. libere.

pagamento , /. Hs, Ci fia detto


.

perch taluno non equivochi per il dire , che fa il noftro Autore , che i fignori tenevano al loro fcrvizio liberti Ma potr poi dirfi ,
.

che qucAi fervi

e liberti pittori folfcto greci

fchiavo ( come greco potrebbe crederfi quell' Eracla liberto di Livia nominato in una ifcrie fervi di zione del colombaio dei liberti quefta augufta prelfo il Gori , num. iz6. ) abbia lavorato alla maniera di Ludio a qualcuna di dette pitture ; ma dopo tal tempo o avranno lavorato i greci artifti , che venivano a cercar fortuna nella capitale dell' impero ; o pittori romani , come lo erano quelli che fcguita a nominare qui il noftro Autore, Papirio Vitale citato da me nella nota a. alla pag.jo. , Quinto Pedio , e il noftro giurccon,

72
LiB.

MeCCJSNISMO
il

DTLl'A

ScTriTTTP.A
ai

gomento fono
va.
iari
,

nome

d'un Jibsrto pittore

tempi de'Ce(i^),

ferbatofi fu

un' ifcrizione d'Anzio nel

Campidoglio
,

CAP.III.

e ci che

leggiamo d'un portico pur d'Anzio

fu cui
.

Nero-

ne da un liberto fece dipingere do' gladiatori


eccetto alcune poche pitture tratte fuori

(a)

E poich,

da un tempio d'Er,

colano

le

altre tutte

che rimangonci
,

ornavano

le

cafe

campellri o altre private abitazioni

probabile

che quelle

pure fiano lavori de' liberti


geli
,

11

mentovato pezzo, fu cui egnato o educato in


le

DIDV forf opera d'un liberto Roma Aggiungane a quelle congetture


.

lagnanze

di Pli-

nio

fui

decadimento della pittura


elTere quell'arte

ch'egli attribuifce in

par-

te al

non

efercitta
(b)
,

da perfone onorevoli:
che non era queriputaife inonorato

non
fia

ej

fpecfata homftts
ai

manibus

E' vero
fi

abbandonata

liberti
,

a fegno che

chiunque f efercitava

poich cittadini romani erano probala cafa

bifmente Amulio che dipinfe

aurea di Nerone

Cor-

KELio Pino che, unitamente ad Accio Prisco, diedero f)ggio della loro maeilria nelle pitture del tempio della Virt
e dell'
in

Onore Roma non


alle

rellaurato da Vefpafiano

{e)

ma

certamente

era generalmente la pittura l'occupazione pro,

pria d'uomini ingenui e liberi

ficcome

in

Grecia; e pafi

fando

mani

de?li fchiavi e de' liberti fotto

primi Cefiri

fulto Anciftio Labeone , che vi (fero ai tempi di Augufto , e Turpilio cavaliere romano, clic fior al icmpo di Plinio , come quelli attefta Iil>. ^j. cap.4..fc3. 7. ; ovvero latanno flati fchiavi di barbare nazioni , o figli loro

anche

fervi, che

aveano imparato
,

ma ma

come

quelli

de' quali

fi

l'aite in Roparla nella pri.

delle leggi , che ho citate pocanzi E certamente lavoro di quegli Icliiavi greci non polfono elTcrc le pitture delle Terme di Tito i

molto meno quelle trovate fui monte ECquilino, che ho citate alla /'ij^./i'. , f furono fatte al tempo di Lucilla; e forf neppur quelle

del

chi

monte Palarino Non fap ci dire di (uno lavoro le mentovate nozze Aldo.

pinfe nella Grecia , come pretende il fignot l')utcns Origine dcs aecouv. te. T. il. pur. ni. chap. ii ^. zS i pug. 2^2. n. 2 ; ellcndonc ben diver o il foggctto , che era una vecchia , la quale con fa^i in mano faceva fcorta ad una novella fpofa n tabile per laiia di verecondia , con cui era rappresentata ; come credo vaia intefo Plinio db. ^f. e. iS. jeci. ^6. . p. : aaus iampadus prAjerens , & nova nupta verecuadi ,i-otui}ilis (a) Vaii.Tub. Antiut. illufir. pag.i j. (a) VVm. iib.^ j. cap.v.jui ^^. {b) Plin. Hb.^}. cap.^.fed.?. (e) Id. lib jf. cap.i o.Jcci. ^7. f Ta'e dovrebbc cflere flato an;he Arciho , che li refe
. . .

brandine

mente
cJiione

rra bens credo poter dire franca; che non (ono il celebre quadro di Eche ior uell' olimpiade cvu. e di-

celebre in

Roma

poco prima

di

Augu
luogo

io, 00,

me

fcrivc Plinio in quelto Hello

PKf.sso
fari
,

Greci
di

loro Pittura

73
avvili-

non pot a meno


.

non contraernc un certo


di cui

mento

Quindi
fi

fi

vide fpogliata della fua priflina dignit


,

LIB. VII.
,

CAP.lIl.

e con quella

perde quell'antica maeilria


i

non
(a)
.

tro-

vavanfi pi
jT.

nemmeno

veftigi ai

tempi

di

Petronio

28.

Nella decadenza

della pittura

molta parte pur

ebbe quella nuova maniera introdotta da Ludio fotto Auvedute maguro di ornare le camere con paefi , bofchi
,

rittime

con

altre fiftatte
,

cofe infignificanti

(a)

del che

lagnafi Vitruvio
di

oflervando. che dianzi le pareti ornavanfi

pitture
;

iftruttive

rapprefentanti la mitologia o la iorx


la
i

eroica
pi (i)
.

ond' eroica chiamarfi potea


Dell'arte di dipingere preflb
al

pittura di que' tem-

Romani
.

parler nuo-

vamente

Capo

IV. del Libro feguente

Ca) Saryr. pus. 321 {a) Plin. /oc. eie. (i) Bench fieno (lati afTai fecondi d'idee i greci pittori , nclTuno per , per quanto (I pu raccogliere dalle notizie a noi pervenute, tent d'allontanarfi da quella maltima gcnelalmencc adottata Ji dipingere foltanto oggetti animati facendo altrimenti avrebbero eglino creduto di degradare la pittura e loro
:

probabilmente que'
de' teatri
lia
,

cartelli efpofti fulla

porta

come

(i

ufa anche oggid in Ita-

rapprefentanti in diverfi piccoli riparti-

itelFi

Qualcuno appena

fra tanti

diedcfi
.

Tale a dipingere oggetti ridicoli e comici fu un certo 'ireico , che volle dagli altri diftinoucrfi col rapprefentar botteghe d'artieri afini , cole conicftibili , ed altre fimili baje
,

menti le principali azioni della commedia di quel giorno . Un bel quadro , ma d' ignoto autore , flava fimilmente cfporto nel Foro di Roma , ove l'effigie era efpteffa d'un uomo "aulefe , che la lingua metteva fuori dalla bocca in una ll:rana maniera , Plin. ih. cap. 4. Jec. S. Ai nominati pittori aggiugncrfi pu anche Paufone , Arift. De republ. lib.S. e. /. in fine , di cui parla pi fotto il noftro AutoAlcuni hanno ofato eftendcre la caricatura perfino agli dei. Cosi Ctefiloco allievo d'Apelle dipinfe Giove che partorifce Bacco , avendolo rapprefntato con una mitra muliebre in capo , e contorcentefi come una partoriente tra le levatrici e lo fchiaraazzo delle dee , Vin.lib.^f. cap. 1 1. feci. 40. . ^?. Lo flello pur fece l'artifta del vafo etrufco da noi riportato nel TomoI.pag.zjS. , ove rapprefentanfi gli amori del medefimo Giove e di Alcmena . Veggafene la delcrizione alla pag. 228.
re
.

Calade

Plin. Izb.^y. cap.i o.feci.^j. Tale fu pur da per un buon che Plinio bid. ,

pittore , il quale nel dipingere oggetti ridicoli (tato il Calotta de' Tuoi tempi . L" iftello Calade ed Antifilo applicaroni a dipingere eziandio comicas tabellas , come le chiama Plinio fuddctto id. e qucfce , come olferva il fig. di Caylus Reflex, fur quelq, pajfag.
:

du

l.

f.

de Pline

;/.

fcript.

Tom,

XXV. Mm.

pan. cad. des Inpag. iS 2. , erano

C?T??R=sn7r^J^Sfs:S7rl^

Tom.

II.

Ca-

74
LIB.VII.

Meccanismo della Scultura


h^S&!:?ii*!!

^.

=^
IV.
.

GAP. IV.

o
Meccanifmo della
rofso
.

fitturci

col

nero
e

contornare ...
tere

di

- Monocrom fatti col bianco col Colorito ~ Lumi ed ombre Maniera di dipingere a [ecco - Statue dipinte Carat.
.
.

di tre antichi pittori


.

Decadenza

della pittura

Lavoro

mufaico

Meccanifmo
della pittura

notzic fiil]'antica pittura trafmefTeci dagli fcrittori , e ... j ... -n quelle che abbiamo potute acquiitare dai monumenti di
,

LiC

quell'arte fino a noi confervatifi

ci

fomminiftrano de' lu-

mi per determinare
ufata dagli antichi
.

in parte

almeno

Ja

maniera

di dipingere
,

Quefta

perfezionando a poco a
\ Monociomi...
J)'-

come poco
,
.

tutte le altre arti

s'and

principio (a) Ja pittura era d'un fol colore

le

figure erano fegnate

con femplici linee


.

per lo pi rofTe

fatte

col cinabro o col minio {a)


il

Alcuni in vece del rof(/')


.

lo ufarono

bianco

e cos dipingea Skusi

Gli antichi

fepolcri di Tarquinia preiTo


altrove
(e)
.

fon dipinti

ho parlato coi contorni bianchicci fu un fon,

Gorneto

de' quali

do fcuro
tica
,

Tal maniera di dipingere chiamavafi monochroma.

cio d'un fol colore (i)

jf.
(a") Prima di ogni altra cofa imparavafi a ben difegnare fopra tavolette di bulfo il quale ftudio , dopo del pittore Panfilo , di cui li parler in apprello , cominciando prima in Sidone , poi in tutta la Grecia fi facea fare a tutti i fanciulli ingenui prima d'ogni altro
:

2.

que-

cominci a formarfi il primo embrione della pittura dai tratti condotti intorno l'ombra gettata
pili

da un corpo lui muro tozza maniera (uccedette


. :

rtudio , Plinio lib.^j. cap. i S. feii.^6. S. (a) Pl'm. /i6.^^. cap.y. feS.^p. (b) Id.lib.^j. cap. g. feci. ^6. . 2. (e) Lii. ni. cup. il. pag. i p z. (i) Plinio , che in pi luoghi della fua Storia naturale fa menzione delle pitture monocromaticlie , l'origine ne ripete da' tempi pi remoti . Sscondolui lib.^}. cap.^.fei.j, in-

giorni fuoi Il fgnor conte di Caylus Refl.fur quelq.vafs. du livre ^ j. de P'in. pr. pare. Acad. des tnjcrpt.
,

re con un lolo colore monocromatica che nio erafi mantenuta


,

quella prima pingemaniera detta perci


l'altra di

fecondo lo
fino
a'

llelFo Pli.

Tom.

XXV.

Mm.pag.

d" inferire

da alcuni
di pitture di

i^j/.fii]. , pretende palli pliniani elTervi ftati

due generi
fcva
il

mendue comporti
primo
j

monocromatiche , ed api d'un colore Confia fuo avvifo , nel difegnare


.

pRFSso
^.
2.
(

Greci,

loro Pittura.
e finor

7J

quefta fembra
)

doverfi applicare la voce


ufata da Ariftotele {a)
.

Mvxopo>

LIB. VII.

yfiJ((nv

bianco-pingere

CAP.IV.
... fatti col

co intefa

da' fuoi traduttori

i*Parlando egli delle tragedi

K
un fondo colorato i profili foltanto dell' oggetto con iir altro colore ; e il fecondo nel dare il chiaro- fcuro , fc non eguale , non molto diUimilc almeno da quello che ( ufa prefcntemcnte Io per Tion ravvilo in Plinio che una loia maniera , la quale efeguivali collo flcndere fui campo , che occupar dovcano le figure, il cirabio o il minio , Plin. iib.ji cap.y.fed.ig. , od ai^che il bianco , .lib.^S ear.p.fe.^6. Sopra qucfto colore
fu di
.

bianco

. .

2
,

di

nel fccolo XVI. , praticato di ornar le cafe al di fuori , non fon elleno una fpccie di quelle antiche pittare fen-^a colore da Filoflrato defcritte ? [ Io credo che liloftrato vada intefo diverfamente da ci , chi: dice fecondo Egli parla la detta veilone tutta alterata
delle

pareti

colle quali

fpecialmente

fi

fuo difei quali probabilmente formavani con una tinta nera , che ciTer dovca pur quella di tutto il fondo del quadro Dalle pitture , che vcggonli fu i vali etrufchi , eftguici per lo pili nella maniera divifata , trarf pu l' idea delle vctuftc pitture monocromatiche , come avver-

uniforme compieva poi

il

pittore

il

gno

LO'

neceflarj tratteggiamenti

pittura a femplice contorno ; dicendo , che uno pu capire il foggetto d'una pittura non folamentc quando elio dipinto a uno , o pi colori ; ma ancora quando fia dipinto a femplice contorno , purch per e abbia gi in mente l' idea, del medefimo per cfempio , dice , fi pu cai'ire , che una
di
:

te l'ilredb

nofro Autore

Gli antichi ebbero bcn^i anche la pittura lifultnnte dai lumi e dalle ombre : pittura, che chiamar potrebbefi a chiarO'fcuro. Quefo genere per nun pia , da Plinio ,

pittuw di tal maniera rapprcfenta un nero e capirvi anche nei lineamenti del Indiano volto un'aria di verecondia , o di fierezza , non folo fc fia dipinto a contorno di color nero , ma anche di color bianco ; imperocch uno che gi abbia in mente l'idea dell'India,

Apoll. lib.z. pit' nomina il quale t Sviv xp"/""-'''" tura cio len^a colore ; poich gli oggetti in cfla non dillingucanli con diverle tinte e colori , ma foltanto con lineamenti nel fondo medefimo impri-lTi Ecco ci che Filoftrato ne fcrive ,, Si ufa , dic'egli , dipingere qual che volta con alcuni lineamenti lenza co lore Tal pittura dir dobbiamo che rifulti unicanier.te dall'ombra e dai lumi Vi fi ravvifa in elTa la radomiglianza dcH'og,, getto ritratto , la fifonomia , l' indole , la
,
.

rammentali , che io fapfol da Filofttato Vita ca-.zz. oper. Tom. l. pag. y^.,

ma

tofto lo riconofce in quella pittura al ve, dergli il nafo fimo , e fchiacciato , crcfpi i capelli , le guancie gonfie , e un non _fo che di Eccone l'cfatta verfcntillante negli occhi fione latina fecondo l'edizione dell' Oleario

no

di cui

mi fervo
(

potr

ognuno giudicarne

palla Apollonio a Dami ) non eam folam mihi videris putare , qus. colai ibus abfoh'itur : nempeunus etiam color vercribus illis picloribus fitis erut : incrementa vero capiens ars quatuor adkihuic , inde plurcs edam; quod co/oribus delinearum pitiuram , at

Piclurajn

&
,

ftituitur
efl

quod ex umbra
fas
eft

& &

luce
;

compoflum
in talibus

piuram

appellare
.


,,


,,

,,

nero Il nafo fimo , i capelli ricciuti , la judicium Quapropter dixerim ego & eos , qui picoriA artis opera afpiciunt , imitatrice opus ,, gonfiezza delie labbra , ed un certo ftupo re fparfo fui vifo rende nero ci , che l'oc- habere facuhate Iberno enim laudaverit pi chio vi vede bianco , e a chi lo voglia con- Bum equum , aut taurum , qui animai iliud ,, fiderar bene , lo rapprefcnter per un Inmente non intueatur , cujus jimilitudincm rc' Le figure con la punta d'uno fti- feri ,, diano Ic difegnate full' intonacatura ancora recente {a) Poce, cap,6: op. Tom, IV.pag. S,

enm edam fmllitudo cemitur , figura item 6' mens , & pudor , & audacia Atqui colovergogna, l'audacia, quantunque non fie- ribus deftituumur ifls. , nequefanfuinem , aut no quelli affetti follcimti dai colori N comi , aui barb& nirorem reprtfentant : fed vi manca la vivacit del fangue e l'efpref- Jmplici colore picA fufcum tamen hominem Sique Indoruni ijlofion de' capelli e della ftelia nafcente lanureferunt , candidumve gine Ed avvegnach femplici fieno e pei- rum aliquem albis lineamends pinxerimus , rettamente uniformi qiiefte pitture ci rap- tamen nigcr videbitur Najenim Jimitas , & prcfcntano nondimeno la faccia dell'uomo erecii capillorum cinni , tum gena protubeo bianca o gialliccia come (i e voluto ri- rantes , & micans quidpiam quafi in oculis trarla. Anzi f la figura d'un Indiano fi effciunt , ut ngra appareant , quA oculis fubfar difegnata con tai bianchi lineamcn- jiciuncur , atque Indum reprsfentent fpeBanti , lo Ipettatore ravvifcrallo come f fof- tibus quorum efl aliquod in videndis iflis
.

76
IIB. VII

Meccanismo della Scultura


il

dice che quelle, nelle quali

poeta o non s' curato d'inv'

CAP.IV

trodurvi della paflone


migliarl
alle pitture

non

riufcito

pofono
,

afloil

a cui

manca

refpreflone
i

o perch
,

pittore

ancorch abbia adoperati


in

pi bei colori

pur non

ha faputo ufarne
fpettatore
,

maniera da

foddisfare l'occhio dello


il

o perch ha tutto dipinto


(

color bianco

}^ivKoypa.(pi(reti;

eKva.
,

quadro col folo con tal voce volle

forf Arinotele alludere a

Seusi

il
,

quale,

come

teft

s'

olTervato

in

tal

maniera dipingeva
,

e delle cui pitture


(

avea

detto

poco prima

che erano fenza 5;


fanfi
,

efprellone

Ap-

pare quindi quanto


tore Daniele Heinfio
gula dijin5e delimat

allontanati dal vero fenfo dell'au-

il

quale traduffe

quam

qui creta jn:

Callelvetro che cos interpretollo


,

Perciocch cofa jmile avviene ancora nella pittura

poich

cos

non diletterebbe altri


te
,

avendo

dijefi
e

bellijjtmi

colori

confiifamen-

come farebbe f di chiaro magine (a)


.

di fcuro

avejfe figurata un

im-

...

col

roSo

...

jf.

3.

Monocromi
difegnl
,

dipinti col

folo rofTo fono

quattro

mentovati

fu

tavole di
fi

marmo bianco
inferire
fiafi

del

mufeo

Ercolanenfe

dalle quali

pu

che quella prima e

originale maniera di
fervata
.

dipingere

per lungo tempo con,

Sebbene

il

colore di quelli difegni

pel caldo delle


,

ceneri e degli altri corpi volcanic che Ercolano coprirono


fiafi

annerito
.

vi

fi

veggono

tuttavia le tracce del roffo pri-

mitivo
...e col nero.
jf.

4.

pi ragguardevoli e
di dipingere
,

pi numerofi

monumenti
,

di quella

maniera

che

ci fiano rimafli

gli ab-

biamo
al

ne'vafi di terra

cotta

de' quali
efi
,

lungo parlammo
la

capo IV.

del Libro III.

Sono

per

maggior parte

dipinti

col folo nero fui rofficcio

color naturale dell'ar-

gilla efpofla al

fuoco

polfono perci chiamarfi monocro-

(fl)

Poet. 'AiiJi.vo/gar. Par, iil.pag.z4^

PRESSO

Greci
fi

loro Pittura

77
LIB. VII.

cromi

In fimil maniera
.

dipingono anche oggid de'vafi


CAP.IV.
,

in ogni paefe
jT.

<

bellidmi pezzi fra le pitture Ercolanenfi


,

che

rapprefentano donne danzanti


alte

Ninfe
,

Centauri in figure
eiTere fatte
i

un pahno

fu

un fondo fcuro

fembran

con

quella preftezza con cui mettonfi


fieri
j)'.

fulla

carta

primi pen-

d'un difegno
6.

Quando
fra
,

la
i

pittura

cominci a perfezionarfi
le

dopo
,

Colorito

che furono trovati


determinoffi

lumi e
e

ombre
il

s'and pi oltre

quelli

quefte

color naturale proprio


il

d'ogni parte

che

Greci chiamavano
,

tono

del colore
,

termine dell'arte che noi pure ufiamo

dicendo

il

vero
f^len-

tono del colore


,

Plinio

che traduce

la
,

voce

tvpos

dor dice elfer quefto diverfo dal lume e fra mezzo il lume perciocch diffatti n i lumi n le ombre non e l'ombra a mio parere , Cos danno il vero colore d'un oggetto deve interpretarfi queft'ofcuro e finor mal intefo luogo di
;
.

Plinio (a)

Studiando

pittori antichi
il

l'armonia del color


colorito
,

principale

giunfero a perfezionare

per mezzo
,

di tinte infieme frammifte e di varj

colori impattati
.

l'unio-

ne de'quali

diceafi da'Greci pfjtoy (a)

colori forti e pieni

chiamavanfi da'

Romani
,

/fMri

e diluti quelli,

che tendeva(b)
.

no pi
jf.

al

chiaro
Si

ed erano d'una tinta pi leggiera


fare

7.

pu
verit

un' ofl^ervazione
atta a

generale

ed che
di in

l'antica pittura era pi


e

dare un certo
la

grado
,

vita

una certa

di

carnagione che

moderna

cui

colori

llemprati a olio
s'alterano
e
s'

per

la

fola
.

azione dell'aria e del

t^mpo

ofcurano (i)

Aggiungafi che

gli

antichi

(a)

Il

pafs. du livre ^f.

conte di Caylus Refiex. far quelq. d' Pline , I. par. Acad.

dor hoc

alias hc

quam lumen

quem

quia inter

dts l'ifcript. Tom. fpiegava per un lume do, il cono , la forza


C<J

XXV. Mm.
di
d'

pag.i6j.
,
.

lo

& umbram tffet, appellaverunt tonon;commijfuras vero colorum, & tranfitus, harmogen.
non una

mezzo

per l'accor-

un qua ir ^i/- i-s-f.ii- Deinde adjedus ejlfpUn-

(i) Plin. Uh. g. cap.ig. feci. 64. (i) Se gli antichi fapellero dipingere folamcnte a frefco , ma anche a olio ,

78
ticlii

Meccanismo del LA Scultura


nel dipingere

fopra

del legno

preferivano

il

fondo
bian-

LIB. VII.

CAP.

lY.
quiftione dibattuta fra gli eruditi pi probabile per elle quella inanicra Cu iata loro
.

ignota, almeno come ufafi dai moderni dopo il fiammingo Giovanni van Eiclc , che ne
fu l'inventore fui principio del fecolo XV. , [ come (i crede volgarmente ; ma pu ben provarfi una tale invenzione pi antica di quel pittore , f polliamo trarre giufto fon-

foltanto che attribuir non potcafene l'invenzione ad Ariftide , perfezionata poi da Praffitele , come credevano alcuni ; poich prima di elfi fecero delle pitture encaufti.:he Polignoto , Nicnore , ed Agcfilao Panfilo al.

tres

macllro d'Apelle non folamente efercitoffi ncU'encauflica , ma l'arte illefia infegn a Paufania .
'

damento da

ci , che rifetifce il eli. lg. Leffng bibliotecario del principe di Brunfwik.di trovarli cio nella biblioteca del principe di

Wolfcnbuttel un manofcritto d'un certo Teofilo , che vilfe nel fecolo X. o XI. al pi tardi, ove non folo quelli fa menzione della pittura a olio , ma ne ha infegnato l'arte fino alla preparazione dell'olio quali per non lafciarne dubbio alcuno Vcggali l'Antologia Romana anno J77J. num.^ Tom. il. pag. 4j. efegg. In oltre il iignor Criftiano de
, , .
.

Mechel

nella defcrizione , cie fece nel 1781. dei quadri della imperiale e regia galleria di Vienna, (lampara poi nel 1785. , d notizia di un quadro a olio di un certo Tommafo de
,

Mucina
verfi
:

col

nome

fcrittovi

in quelli

due

Quis Opus hoc finxh Thomas de Mulina


pinxit
.

Quale vides Lccor Rarilni F'dius Auaor

Non mi ellendo di pi quadri elftcnti in altre parti , creduti anteriori a van Eick non , perch qui luogo a diftondermi fu tal qucllione , che meglio efaminer il diligente e dotto cavaliere d'Agincourt nella continuazione della
e colla data del 1197.

a parlare

di altri

Un'altra maniera pi femplice di dipingere per inuftione , o piuttofto di colorare a fuoco un muro con una tinta eguale acccnnafi da Vitruvio lib. 7. cjp. 0. , che inftgn per tal modo a confervare fui muro il minio , facile altronde a fcolorarfi ,, Dopo che avr il pit tote , die' egli , renduto lifcio e fecce il ,, muro , vi fpanda fopra con un grolfo p.'n nello della cera cartaginefe fciolta al fuoco ,, con un poco d'olio. Indi accollandovi un recipiente di ferro con carboni acceli lo ri,, fcaldi in guifa che faccia fudar quella cera ,, col muro , ridu-endo il tutto al uno (lato Poi con cera confillente e con ,, uniforme ,, netti pannilini lo vada ftrofinando , come Quali lo ufa colle (latue di marmo ,, fi fteffo fiKVWmo ab. ^ ^. cap. -7. feci. 4.0. , f non che per rifcaldare il muro vorrebbe fi adoperallero carboni di galle Ricavafi in primo luogo da'le riferite teflimonianze che per fare una pittura en"auftica della prima fpecie bifognava innanzi ogni cofa aver pronte le cere impaliate coi colori A queft'efFctto, come nota Seneca, e Vartonc
.
.

De

Storia delle arti dalla loro decadenza fino al

liforgimcnto 1 ebbero elfi in vece un'altra foggia di dipingere , di cui i moderni fino a' di nollri ignorano l'ufo . Encau/lica diccvali quella , perch efcguita col fuoco , ollia
.

Ma

re rufl. lib. ^. cap. t 7. , ufarono i pittori certe calTette a varj ripartimcnti , ove tenevano difcolorcs ceras La preparazione di tali colori far ftata probabilmente quella medefima che Varrone e Plinio riportano adoperatali per dipingere fui muro , vale a dire li
.

per inuftione Non effendo avanzato quadro alcuno di tal forte , che fi fappia , per poterne formar Giudizio ci conviene rivolgerci a quel poco che fopra di ci , e in termini poco
.

faranno mcITi a cuocere con la cera , aggiugnendovi una leggiera dofe di olio Quegli fleffi colori , ufati per dipingere a frefco , ufaronfi anche per le pitture encauftiche , come in altro luogo ci avvifa il citato Plinio lib. 7^. cap. 7. feci. ^t. Si aveva in oltre a ri.

chiari fcrilfe Plinio


feci.

Afferma

egli /.,'j.

ci

i.

fcaldare il fondo del flati applicati i colori

41. cllcifi anticamente dipinto coll'cncauflo in due maniere , colla cera cio e col ceftro , cflia col bulino nell'avorio cera , & in ebore ceftro , ideft viriculo Alle due accennate maniere una terza ne aggiugne in apprcfTo per le navi , dicendo effcrfi adoperato a quell'effetto il pennello intinto nelle cere fquagliate col fuoco pittura che non guaflavafi punto n per fole , n per vento , n
:

quadro dopo d'effervi lo che accenna il Naturalilta coll'cfpreflione piciuram inurere Faceafi tal inullione con carboni accefi pofti ia un recipiente , oppure con una laftra infuo: .

pel falfo dell'acqua

Chi Rato
,

di dipingere colle cere

(ia l'inventore e per inuflione , ceil


.

come abbiamo da Plutarco De fera e quevind. oper. Tom. il. pag.jS. lli forf fono quegli arnefi pittorefchi , che dagli antichi giureconfulti detti furono cautcrj , come da Marciano nella /. hern picioris I 7. if. Oe inftruclo , vel inftrum. leg. Se coli" inuftione avanfi a far fvaporare tutte le
cata
,

Num.

particelle fluide dei colori e del

fondo
.

dovca

ns pingere

mo

ac piciuram inurere , Plinio confclfa di non fapcrlo


,

medcfiOlTerva

Reftava quella tflere gagliarda anzi che no per ultimo il lifciar la pittura con altra cera e

PRESSO
con pannilini
di vernice
,
:

Greci

lc.o Pittura

7^
Ll).
\

con che formavad una (pccic

quale hanno coftuniaco (pciVo gli antichi macltri di jnctterc anche fullc altre pitture a frtlco per renderle pi durevoQualche volta li , pi belle , e pi rilucenti i pittori , per dinotar la pittura encauiHca efeguita da loro , vi hanno fcritto tisHavos
la
.

colori cncauflici , e fiafi con quelli cfeguito il metodo praticato colle altre pitture di tal fotte": Lala cizicena ne' primi anni di Marco Var-

il.

rone chiara

rend in Roma nel dipingere col cellro in avorio , Plin. loc. cit.JcH. 4.0.
fi

CA.P. IV.

disopra

( fatta per inuftione ) altri Nicla e Lifippo

Cos ufarono fra


Plin. lib.jj.
:

gli
4..

con

la ter/a fpecie di pittura encauftica, cui dipingeanli le navi , ci ha dato una

ca^.

dilleitazionc Caylus
ccili

Acad. nes

fecf.io.
ferire

&C.I i.Jd.^p.

dal che

pu
:

in-

XXyill. Mcm.pag.t y g. feqq.'XA


luUa prora
il
,

Infcript. Tom. pittura fa,

che poca diverfita vi folle nelPapparenza tra le altre e le pitture encauftithe altrimenti inutile farebbe ftato l'avvertimento. Tali forta di pitture e/ler doveano delle altre pi durevoli . Ci d per fuppollo Plutarco in Atr.dtor. oper. Tom. il. pag. 7 SO- ^- > *|" lorch paragona le immagini , che in noi ritraggonli dalla femplice vifta , alla pittura a
frefco
.

fulla

poppa

ove

li

folcva

effigiare

tutelare della nave , o qualche di lui iimbolo o attributo , Lucian. in Navig. ^. ;. op. Tom.itl. p.zji . , Ovid. Trift. lib.i.

Dio

Cibele fulla popff. verf.2. & Jiqq- Una pa d'un vafcello dipinta coioribus uftis ci vien accennata da Ovidio FjJ. lib. 4. ver/. 27 j.
eteg.
:

Una fimile dipintura fi e verifimilmente ulata del che tono un che la villa e' imprime al ve- anche lulle porte delle cafe dere un oggetto amato , alla pittura encau- indizio una greca ifcrizione prello Salmafio ftica Le prime facilmente fvanifcono , lad- 'iin. Excrcic. in oi. Polyhifi. e. 20. Tom 1. dove k altre lungamente confervanfi nella p.164. a., in cui lamnientali ijuauc/s ivfZt, memoria Siccome aliai antica tu l'invenzio- e un epigramma d'AnConio num. 26. v.io, ne delle pitture cncaufliehc , e f ne fece ufo & 1 1. , in cui fi legge ne' tempi in cui pochi colori adoperavanl Ceris inurensjanuarum limina , nel dipinger a frefco , cos pochi colori vi faEt atriorum pegmata . ranno in clTc entrati , e fors anche pochi L'ultima delle quattro maniere di dipingere tratti e pochi lineamenti lo immagino che faranno a un di prello riufcite come le pit- a fuoco y elfcndo la pi femplice di tutte , ture dei vali detti etrufchi e chi fa che que- pur quella fu di cui fi fono pi chiaramente fpiegati Plinio e Vitruvio . Fra le molte vclle non fiano elleno pure pitture cncaulliche? Le figure e gli altri difegni rapprelcntati fu tulle muraglie Icopertefi in varj tempi e in varj luoghi colorate d'una tinta uniforme , jue' vali fono per lo pi monocromatici , olegli e facile che alcune fieno Hate di quelle ia d'un folo colore , e quefto gialliccio , per l Si continuato a far dipinte per inuftione cui diftaccanfi dal fondo fcuro de'medefmi. Sono elle in oltre fu di una materia , alla u(o di pitture encaufliche per lo meno fino quale applicarli potca l'inuftione ; ed un cer- al VI f'ecolo , poich f ne fa qualche cenno to luftro vi ( Icorge , effetto probabilmente da Procopio De iaif. Jufiin. lib.i. cap.i 9. ; e
;

quelle

di quella lifriatura

che dar folevafi colla cera

a si fatti lavori . Ateneo e lo Scoliafte di Teocrito in layL 1. vali rammentano dipinti con ccia a varj colori ; e Plinio lib. j6. cap. 2f.

nelle leggi di Giultiniano <:aufr;o" de' pittori toc.ct

ove

parlafi

del

Anche

nelle

monc
di

fij. 64. , parlando delle terme d'Agrippa , oHerva che tutte le opere in terra cotta vi erano in (mil guifa dipinte Dall'analil per , che il (rgnor d' Hancarville fece dei colori di alcuni vali etrufchi , non rifulra che favi in elfi entrata la cera Vedali ci che dicemmo nella nota i. al Capo IV. del Libro III. nel Tomo antecedente pag. 22S. E quella feconda forte di pittura encauftica indicataci da Iginio l'ii.^f. ci i. feci. 4.1 , in eborc ceftro , idefi viricu/o , in quale maniera fata ella mai ftata efeguita ; Il tefto ofcuxo , e forf vi fi deve fottintendere qualche parola , quale farebbe ycj/pro, od altra fimile , dinotante elTere flato l'avorio lavorato col ccji-o , termine greco , viricutum detto dai Latini , e bali 10 dagl'Italiani. Aramelfa per tanto quell'interpretazione , farebbe egli affurdo il dire che alle figure incavate con leggiera mano ncU'avorio ficni adoperati i
.

de' fecoli fulfeguenti s'incontrano rado nominati i colori encauftici e l'en-caufto ; non ci conila tuttavia elferfi quelli adoperati nella maniera, con cui gli ufarono i pi antichi pittori Che che ne fia , ci che avvi di certo i che coU'andar degli anni fi (marrita quelVarte nell'Europa , come nota il Bulengero De pici, plaft.ftat. lib.t. cap. 6. ; e'I nome foltanto ne rimafe a quella tinta nera , fatta ella pure a fuoco , che
.

mcnon

gl'Italiani poi diifero inchioftro

Non

e per

gran tempo che

tifvegliofli

il

dcfiderio di rimetterla in pratica , e due illuflri foggctti nella Francia vi fi applicarono efficacemente , cio il detto conte di Caylus e il fignor Barhelier . Ne tent quefti il proget-

to

nell'anno

troppo

tro le la pittura di Parigi , e nell'anno I7f4- i^csefeguire dal fignor Vien un quadro encauftico

febbene con efito non pochi anni propofc l'alfue idee fopra di ci all'Accademia del1-1-^9.
,

felice

Dopo

d'una

tefta

drMineiva

il

quale con

altri

due

80
bianco
LIB.VII
(a)

Meccanismo della Scultup.a


,

e forf fu
(b)
,

quelo principio cercavafi

come
il

di-

CAP.

ce Platone

la
.

pi candida lana

per darle

miglior

IV.

colore porporino
j)".

8.

Qiiefto
.

quanto fappiamo riguardo


alia

al

colorito
di

degli antichi

Per ci che fpetta

maniera loro
loro
di

di-

pingere
lui

di quella fola
,

pittura parlar pofllamo che faceafi


di

muro
legno
jf.
,

che diverfa era preflb


lo

dalle

pitture

fui

come

anche oggid preflo

noi
fui

Lumi.edombre
i

9.

Nella maggior parte delle antiche pitture


le

muro

lumi e

ombre fon date per mezzo di tratteggiamenti


,

in linee ora parallele


incifurae (e)
:

ora incrocicchiate
fi

dette da Plinio

quella maniera
,

ufa anche oggid nelle pit.

ture fui
le

muro

e chiamafi tratteggiare

In altre pitture per


,

malTe intere delie tinte vengono or follevate


,

or abbaflate
,

dalla diverfit de' colori or pi chiari


fervafi nella pretefa

or pi cupi
,

come

of-

Venere

del palazzo Barberini


,

ne' deferirti
altre pittu-

quattro bei pezzi del mufeo Ercolanenfe


re che fono Hate

in

con diligenza
,

finite
,

Su alcuni pezzi per


in

mufeo e fra gli altri fenta Chirone e Achille vedonfi ombreggiare Achilie dipinto a
dello llefTo
,
:

quello che rapprele

amendue

maniere di
,

intere mafie di tinte

Chirone

tratteggiato

jf.

IO.

T,a

quadri accompagnati d'una nuova memoria nell'anno 17??. furono da lui prefentati all' Accademia delle belle lettere Il rumore , che tal novit deft nel pubblico , molTe il fignor Bachclicr a ripigliare i Tuoi tentativi ; e molti quadri dipipie per inullione , che gli riufcirono pili felicemente del primo Lo fteffo lgnor conte di Caylus /accie, ci ha efpolto le quattro diverfe maniere , con cui ha tentato di rilbb.Iire la pittura encauftica So.
.

Tom. TV. pag. SJ4- E.. [Parla foltanto di quelli, che dipingevano lulle pelli bianche , (e forf erano le pergamene ) i quali, per non
ftmpre ftar filli mi color adoperavano altri colori cerulei , e fockn Memoriam ubi reficere conabimur y in primis quidem piciorum , (^ potijjmum quando in a/iis coriis pingunc ( Vay v xtvKot ^,^6|.a,t yfi^uan ) ; ofenditur enim facile ^^^^^ ^^y^^ n ^; remedio fuerit deftitutus ; ^^^ y-^^^ prudentes , colores cccruleos . ac hfcosapponunt , in quos fubinde intuentes .
faticarli la vifta col

bianco

no

Itate

le

medelmie delcmte

dal fig.

Mon-

noyc

nell Enciclopedia , art. Encaufiiquc , il quale aggiunfe altres le cinque praticate dal fignor Bacheher . Egli e d uopo nondimeno confellare che muna di clTe corrifponde efattamente alle ufate dagli antichi , e da Plinio, da \ itruvio , e da altri defcritteci
.

'reireanfoculos
,

ac reficiunt

^_ i;y

/
di
/,/

^ nj,
.

Teofrafto Hill. ^^^. ^. dice che

^jopravano tavole
.^^
'

abete
.

p^
'-'

Tom.jI.p.4-2S-D.

(,a)

(jien.

Di

uju

pan.

^,) /y^,

/ j{,

lib.i 0. cap.jj.oper,

PKhSSO

Greci,

loro Pittura.
di dipingere a

8r femfi

^
olici r

IO.

La mentovata prima maniera


color bianco
il
fi

tratti di

conferv

anche dopo che r

feppe dare

alle figure

color proprio ad imitazione del ve,

GAP. IV. Maniera di


^^^'^^^'n^'^

ro

e fervia per difegnare

poich faceanfi col pennello


quali s'applicava poi
di
il

contorni di color bianco,

ai

con-*

venevole colorito

Abbiamo
il

ci

una prova

in

un lungo

pezzo
la

di

muro
i

dfpinto fcoperto a
fcagliato

Pompeja
queflio

da cui s' per argomenta

maggior parte
rimafti

colorito in guifa che lol vi fo.

no

contorni bianchi

Da

pur

fi

aver gli antichi ufato difegnare le loro pitture fui

muro

di-

verfamente da' moderni


intonacatura del

poich

queflii
i

fogliono fulla frefca

muro

difegnare
gli

contorni incavandoli con


,

un ferro acuto
abilit

laddove
lui

antichi

avendo pi frequenti
acquifiata maggiore

occafioni di dipingere
,

muro, aveano

e co! loio pennello iapean le figure efattamente de.

lineare
del

Diffatti

in

nefluna delle tante centinaja di pitture


i

mufco Ercolanenfe ho veduti


II.
,

contorni incavati
le

jf.

E' da ofTervarfi
la

per ultimo, che


,

fuddette pitgi
;

...

e di dipinft

ture

per

maggior parte almeno


,

non fono

ere re "

lecco

fi:ate

di-

pinte fulla calcina umi Ja

ma

fui

muro
vede
il

gi fecco
fi

la

qual

cofa chiaramente

{\

oflerva in alcune figure che


,

fono co-

me
fiate

sfogliate e fl:accate

onde

fi

fondo
fi

fu cui

fono

dipinte (i)

Pi chiaramente ancora ci
di

ravvifa nel

mentovato quadro
Tom. IL

Chirone ed Achille

in

cui gli ornati


dell'

L
giurie del
Jalifo
op.
,

(i) Davano gli antichi dei colori diverfi per fare il fondo , come vcdefi in akune vetulle pitture , e come l ra.rogli; apertaraente da Plinio nb.^^ cap. .jlci. 26. , il quale atfernia che i pittori prin^a d'adoperare il penntUo folcano applicar alla tavola la (andice , poi colla chia-a d uovo ftcmpraivi un colore , e topra quello nella ftctl'a guifa un altro. Cosi forto il poii-orMio mettevano una mano di ver ic-fcuio , e lotto il minio , per lenderlo liiuccnte , una ano di porporino Un'altra ancor pi inigoui ^ maniera riporta jl me^diuio 1 linio ib. cj.;j.! 0. ftJ.^7. %. zo. pratista da 1 lovogcnc per riparate dalle inj .

tempo

lo fudiato

fuo quadro di
Put. in

lavoro
.

di fette

anni
,

Demetr.

T0m.Lpag.S9S. E.
i

Hi.

z. cap.4.1
flell

fu

Alian. F^r. hiji. cui ben quattro volte re-

plico gli

colori l'uno fopra l'altro, acciocche , f mai fi folfc guadata la prima fuperfide , ( porcile averne tolto un'altta eguale . Il Perrauit e il de Pilcs con altri pigliano motivo dal riferito racconto di tacciar Plinio

come
te
.

di

troppo credulo o

di

poco intenden-

Plinio per parla d'un quadro cfftentcin Roma a' giorni fuoi nel tempio delia Pace, ed cfpoflo alla vifta di tutti. Se quefto non folTe flato tale , come egli lo rapprefenta , fa-

82
LIB. VII.

Meccanismo della Scultura


fono
ftati

dell'ordine dorico polli dietro alle figure

dipinti

prima
s'

di quefte
;

ia

una maniera
i

affatto

oppofta a quella che

CAP.

IV.

ufa oggid
le
.

poich
,

noftri pittori in
il

un quadro fanno

prima

figure

e pofcia

fondo

cos dee farfi natu-

ralmente
sutue
te
.

aipin-

jf-

12.

Per nulla omettere

di

ci che riguarda la pittula

ra degli antichi rammenter qui


feo Ercolanenfe folo
dipinti
,

ftatua

di

Diana del mu,

lavorata nel pi vetufto


gli

flile

in cui

non
altre
s'

fono

orli
.

della vefte

ma
fia

eziandio
,

parti del

panneggiamento
Libro
III.

Sebbene quefta
(a)
,

flatua

come

detto

al

Capo

li.

etrulca
,

anzich greca,
vi

pur
tra
i

s'inferifce

da un luogo
fimil ufo (b)
:

di
.

Platone

che

folTe
,

anche
addu-

Greci un

Dice quello

filofofo

cendo ima fimilitudine

,,

Se colui che ci vede dipingere

le ftatue alle

volefie rimproverarci perch


i

non applichiamo
perch
la
,

pi belle parti
,

pi vaghi colori

a cagion

d'efempio

gli
,

occhi che fon certamente

pi bella parte

della figura indichiamo con color nero anzich con uno "il^Trep ouv oiv /us dt/Spiaum^ fmalto porporino ec. ,,
:

ypx<^cUTai 7^f>oTiX^ip av rts


T^l^oii

'^iyi

T^i'yuv

cri

ov
.

to1<;

kxX-

rov ^cou
,

Ttx

ndXXig-ix.
,

d^ctpfxuKa
cffiiia

7:po~i9itjiiv

ol

y-p 0-

(^6a>.[io
^liXaLvi.

x.XXi^ov ov
T.
7\.

ovK,

ivahi/iXiuftiioi

ili,

iXXx

X.

{a)

Io

role

come

le

modo

finch

ho intefe non mi fi

ho tradotto il fenlo di quefte pae non le intender in altro (e)


;

dimoftri

che

la
,

voce Wp/aj
poft^a fignificare

la

quale generalmente fignifica una ftatua

an-

che
lebbeC mefTo al cimento d'eflere da cliicliefia (a) . i z.pag. tS z. liconvcnuto di fallica. Per poter i moderni (b) Pu vederli anche il P. Anfaldi Defanegare quefto fatto bifognercbbe che fapef- ero, publ.apud Ethnic.pici. tab. ufu , e. 6. fero tutt'i fegreti degli antichi E chi fa che pag.pz. efegg. ; e ci che abbiamo detto coli' Protogene non polTedelle quello di comporre Autore nel Tomo I, pag.zi.e zz., e qui ai colori con tale gradazione v3.n pag. S. not.u. di glutine, olfia i colla, che leyar fi potelTe la prima fuper(_u) De republ. Uh. 4.. prlnc.oper. Tom. il. hcie fenza guaftar la feconda , levar la fecon- pag. 4.Z0. C. da j fenza guaftar la terza , e la terza fenza (e) E come gi le aveva intefe , e tradoctc uaftar l'ultima ? Serrano in latino , ed altri
.

PRESSO

Greci

loro Pittura
pafl

83
giudice
.

che una pittura


$.

del che

Jafcer che altri

fia

13.

Siccome pocanzi due ofcuri

d'Ariftotele e
del colorito

LIB. VII.
carattere di
[^^^""'^'"Pi"^-

di Plinio

mi
;

hanno data occafione


cos
il
il

di parlare

degli antichi
pittori
,

giudizio che porta quel filofofo di tre

mi apre
,

campo
,

ricercarne
le

il

loro carattere
,

PoLiGNOTo
f

die' egli
,

ha dipinte

figure meglio

Pausone
.

fk volgarmente
il

e Dionisio fin fomiglievolmsnte {a)

Non
,

fo
,

fignor conte di Caylus


,

tocchi
il

quello

luogo
.

e f

parlandone
io

abbiane comprefo

vero fenfo
di

Non

avendo
ac-

ora n

il

tempo n

il

comodo
fi

efiminare
,

gli Atti

cademici che trattano dell'antica pittura


te quello

ove probabilmen,

palTo d'Ariftotele

vorr rilchiarare
,

mi contenal

ter di qui efporre la


la

mia opinione

lafciando

leggitore
altri

cura di confrontarla coli' interpretazione degli


,

(i)

Nulla dir del traduttore Caftelvetro


il

il

quale non ha intefo


fenlb ha voluto
meglio

fuJdetto tefto
.

Ecco quel che


(A)

in

mio
le

dire
(

Ariftotele

Polignoto ha dipinte
lui

fue figure

fic-

come fecondo
tore
)
,

avrebbe dovuto fare ogni buon


al

pit-

cio

fi

follev

di

fopra delle fembianze


;

comuni

e dell'ordinaria figura degli uomini

poich
,

egli

come
fatte

la,

maggior parte degli

antichi pittori

effendo folito a rap,

prefentare la mitologia e la ftoria eroica


fue figure limili agli eroi
bello ideale
.

ha pur

le

ed efprefTe
,

la

natura nel fuo pi


effer
;

Pi volgari e baife
,

che

non fogliono

comunemente
bilmente
gli

erano

le

figure di

Pausone
,

n ci probaa

fi
i

attribuifce

a biafimo
,

poich Ariftotele lo
Poli-

annovera

fra

gran maeftri
il

e lo
fa

colloca prelTo
la

gnoto

altronde

filofofo

qui

fimilitudine dei tre


pit-

L 2
{a) Poct.eap. 2.
le molte ed erudite Diflertazioni Arti del Dilegno del hgnor conte di Caylus, e riportate nelle Memorie di letteratura , non ne ho riUontrata alcuna ove ci-

Ciylas

ie'
l.

CO Tra
le

p^fs. du
Injcrpt.

Caideni ^/. de Pline

msM
,

Reflex, j'ur quelq. iil.'pcn. Acad. des

(opra

ma

Tom. XXV. Mm. pag.ioo. feqq. ; ne parla foltanio preflb ci che di loro
.

feriile Plinio

tih quefto palio di Ariftotele

Parla beasi

il

(i) ibid, cap.j j.

84
LIB. VII.
{ftilivariov)

Meccanismo della Scultura


le

pittori per rifchiarare


s

tre

diverfe

maniere d'imitazione

nella poefia che nella


di

danza, quali dicendo;


in poefia
;

CAP.IV.

lccome

le

figure
,

Polignoto fono quel che


fi

la tragedia
le figure di

occupa di avvenimenti eroici cos Pausone debbono rafibmigliarfi alla commedia


che fqjo
fi

in cui

il

carattere delle perfone pi caricato

rappreH^nta,
(

come

die' egli fliefib nel


VI

medefimo capo:

^iv

Viu>u(k>Si'A)

^iJfms,

Si (^Tfaywoi)

SXti'hs (xi/jmtScii jSMtcu


:

mv

vijv

e \o ripete nel feguente capo quinto dicendo


tris

Kafjt.aia f^tutii

(((xvXoKpcov (b)
la

cio che per migliorare


le follie

coliumi aegli

uomini

commedia ne efprime
,

pi grandi che realil

mente non fono


Quindi
getti

affinch fiane vieppi fenfibile

ridicolo

da conchiuderfi che

Pausone abbia
,

dipinti pi fog-

comici che tragici o eroici


di rapprefentare
;

che avefle un partico

lar talento

quel ridicolo che


ridicolo
afpetto
(e)
,
.

lo

fcopo

della

commedia
le
70

poich

il
l'

profiegue Ariftotele pi
ignobile
,

fa veder
<r;^po'

perfone fotto
yiXclov fxptoY

il

(mv

od-

>/

Dionisio

il

quale pur era

uno
fra

de' pi famofi dipintori (a)

teneva un luogo di mezzo

primi due, ed era riguardo a Polignoto, com' Euri;

pide riguardo a Sofocle

poich quefti rapprefent


,

le eroi-

ne delle fue tragedie quali efTer doveano Dionisio dice Eliano quali erano diffatti
.

quegli le fece
,

(/>)

imit Polifxiyi^ovs
lui
)
.

gnoto
jf.

in tutto
14.

fuorch nel fublime

3-AwV

In confeguenza di quello giudizio


artifti
,

carattere

de'

mentovati

dobbiamo

diare a

ci

che dice Plinio Dionisio


-perci

de'medefimi
attribuir
die' egli
,

una fignificazione ben diverfa da quella che


alle

fi

fuole generalmente

fue

parole
,

non altro

mai dpnfe

che uomini.

fu

detto

VanTragoedia , (a) neademdfennta Comoedia ftparata eft : hu enimpcjores , illa mdiores imitari vult , quarti ii , qui nune
fint

&

&

(b) Commedia imicatio pejorum

(e) Turpitudinis efl panicula ridlculum (a) Pliii. IH-S; cap.i i fea.4.0. ^4?(A) Var. hijl. Lib^ 4. cap. z. [ E cosi ha capiti quefti pafli , con quello di Plinio , che ficgue , Perizonio a quefto Juogo di Uiw .
.

PRESSO

Greci,

loro Pittura.
gli

8?
le

T Antrofografo

(*)

cio egli dipinfe


,

uomini fotto

forLIB. VII.

me
fer

naturali della nollra fpecie

d'uomo
.

e da ci gli

non fublimandoli fopra l'efvenne il cognome di pittor d'uoefeguire


, ,

CAP. IV.

mini

ci in altra guifa egli poteva

fuorch

col dare alle fue figure ancorch eroiche

la

fomiglianza di

perfone viventi, prendendo probabilmente de' modelli naturali, fenza nulla aggiugnervi d'ideale, come far fi fuole nei
difegni delle accademie
(f.
.

i<.

Sulla

decadenza della pittura molte lagnanze abbia^


,

mo

degli antichi fcrittori

... e principalmente
di
,

,....

Decadenza
della pittura

di

Vitruvio (a)

Quell'architetto
introdottofi
delle ftanze
fpirito
a'

romano acremente declama contro


tempi
coprir le pareti
delle
infigniicanti

l'ufo

fuoi

cafe

con pitture
,

che non occupano lo


Greci rapprefenta.

n illruifcono
pitture

laddove

gli antichi

vano col pennello


fle infulfe

la Itoria de'

loro dei e de' loro eroi


,

Qiie-

condanna pur Luciano


fol
,

dicendo
,

io vorrei

nelle pitture

non

vedere eQ citt e de' monti

ma

ezian{a)

dio degli uomini


jf.

e fcorgere ci

che fanno e che dicono


il

16.

Alla pittura appartiene


fatta talora

lavoro a mufaico

che
,

Lavoro a mu-

una vera pittura


fpecie

di pietruzze naturali
.

(b)

talora di palle di vetro colorate e infieme unite

Della pri-

ma

fono generalmente

quelle

che fono formate di


;

piccole pietruzze quadrate bianche e nere

anche nei

la-

vori
(*) Donyjius nih'il ulud quam hom'mes , oh id Anthropographus cognominatus , [loc.c'n. cap.18. feii.^y. Per ci che riguarda i palTi di Ariftotcle , e di Eliano mi pare , che il noftro Autore li abbia inceli a dovere. Ma_ diverfo e il parlare di Plinio Egli cfponc i varj generi di pitture , ne" quali
.

pinxit

non potrebbe dirfi , clie Dionifio un pittor di ritratti e che p;r confeguenza non dipingclfe altroch fii^ure uaiane, come dice Plinio ; e le dipingetTe al nafli

fcrittori

folle

turale

Non
(.a)

fo

come vogliono Arillotelc ed Eliano come quella difficolta ila sfuggir al


,

minuto

refero eccellenti alcuni pittori ; tra i quali Pircico fu dei pili valenti in fare foggetti
fi

ai libri di Plinio

critiro iignor Fai onet nelle fue che trattano dell'arte ,

note
.

balli

gi fi notato aUnpag.?^. n. 1.; Serapione era famofo per le decorazioni ; ma non iapeva lipingere figure umane , all'oppollo di D;c)niiio , il quale alt.'o non fapeva dipingere, che uomini ; e perci era chiamato antropogr..fo . Per conciliare infierae que,

come

VeA\ i-ppxei'o libyill. cupo ni. ^. 4, (a) Contemplane, j. 6. op. Tom.il. p. +97. (b) Apulejo Maini. l.$. vri'ic. op. Tom. I. pag.i .j.2. pmlndo della cafa di Pliche , dice, che pavme.ua ipfa Lipide rreciofocAfimdi^ minuto in variu pictun genera difcrimina-

bantur

86

Meccanismo della Scultura


fini
fi

"
LIB. Vii.

vori pi

di

quella

maniera

fatti
i

di

femplici pietre
,

GAP,

fembra che

fchivafle di adoprare
il

colori forti e vivi


v'

co-

IV,

me

il

rofio

verde

ec.

forf

perch non

nefTun mar:

mo

che abbia que' colori particolari d'un bel tono


,

nel pi

bel mufaico di qaefta fpecie

che fon
flati

feo Capitolino (a)


deboli e
,

non fono
,

colombe del ninadoperati f non colori


le
.

come

a dire

mezze-tinte

Ma

non voglio per


i

quello

afi^erire

che in mufaico adoprati non foffero


il

colori

gialli, rolli,

ed altri;

che

dall'

ifpezione oculare verrebbe

fmentito

Io parlo foltanto della vivezza maggiore di alcuni


.

fra que' colori (b)

mufaici della feconda fpecie


tutt'
i

cio di

palle di vetro

hanno

colori pofllbili
,

e tali

fono due

pezzi del mufeo Ercolanenfe


de' quali $.
fi

lavoro di Dioscoride di
.

Samo

riparler nei Libro XII. (e)

17.

Qiiello
e

lavoro

ferviva principalmente
,

pei pavifi

menti nei tempj

nelle altre fabbriche


,

e in feguito

ado-

per eziandio nelle volte

come

fi

vede anche oggid

in

un
pur

Sotterraneo della villa d'Adriano a Tivoli, e


fatto
s

come
di

s'

nella
.

gran cupola che ne' cupolini


pavimenti fon
fatti

fan Pietro a

Roma

Cd)

di pietruzze
:

larghe quanto
flati
ri-

l'ugna del dito mignolo infieme unite


dotti a tavole
,

alcuni fono

che veggonfi nel mufeo Capitolino e in varie


.

eafe di

Roma

Nel celebre mufaico


grolTezza
.

di Palellrina le pietre

fono della
ove
i

flefTa

Nelle flanze pi ragguardevoli


,

pavimenti erano di pietre bianche o nere


e in altri lati v'

talora nel
,

mezzo

erano de' fregi a pi colori

e tale
il

(a) Vedi appveflb //Aro AVi. cijpoJ. . 5. e ne riparler Winkelmann nel libro XH. Si olicrva per in tanti pezzi di mufaicap. ni. . i. Potrebbe intcnderfi anche di ci fatti di picti uzze , che i colori vivi , come volte a mufaico il luogo di Stazio , che ho il verde , e altri , lono itati fatti di pezzetti portato nel detto Tomo I.pag.^7. , come ivi di fmalto Lo accennato ; e l' altro parimente libro i. (e) capo I. i. 1 0. e 1 1. Sylv. cap. ^. verf. s ? , fpiegato bene dal Pc(d) e anticamente nel tempio dis. Coftan- tavio nelle note a Temidio Oraf.i ^.f.4^(J., 2a , di cui Ito parlato alla prefazione degli e dall'Arrluino colle di lui parole nelle note a Editori Yjcniicfi nel Tom. I. pag. xxxj. n. A.,"N?linio li.^6. cup,2j.feS.6o.
_

(b)

PRESSO

il

Greci

loro Pittura

87
fa

mufaico d'una camera fcoperta alcuni anni


.

parimenti
LIB. VII.

a Paleftrina (i)
trovanl
e
a'

mufaici che fono d'un lavoro iinifmo


fra fottili laftre di

come
,

incaffati

marmo

CAP.IV.
al di

fotto
.

fianchi

oppure
di

rinchiufi

da mufaico pi grofTolano
del
,

Tali fono le mentovate


detti

due pezzi

mufeo Capitolino e i Dioscorid trovati nel pavimento di due

colombe

camere a Pojnpeja

(i) Pretendono molti che il mufaico abbia avuto origine nella Pcrfia In prova di ci (i fuol citare quel pavimento nel palazzo del re Alfuero meiro coi marmi a divert colori imi.

tante la verit della pittura , Eftlier e. r. v.6. quefto per (i ricava fokanto che fiafi ivi cfcrcitata tal arte ma non gi che v'abbia avuta l'origine Plinio Uh. ^6. e. 2 j. feci. 60. Che che el'preiramente l'attribuifce a' Greci ne fia , i mufaici , fpecialmentc ne' pavimenti , fono aflai antichi , e ne fecero un ufo frcquentilTimo non meno i Greci che i Romani V. Athen. libi z. cap.i 1 princ. pag. j zp. D. [ Tanto il pavimento di Demetrio Falereo , di cui parla Ateneo , come quello di Alfuero , non erano di mufaico , ma di pezzi pi grandi di marmo a varj colori , che imitavano in come oflerva anche certo modo la pittura il P. Niccolai neir efpoizione del detto libro per il refto fi di Efter Differt.il. piig.jo. veda la celebre opera <i monlig. allora , poi Nel decadicardinal Furictti De Mufivis mento univerfale delle arti quefta non fi perde affatto , ma fi mantenne ancora con qualche luftro in Coftantinopoli , dove quafi tutte le chiefc e le cale erario adorne di mufaici , e da dove ne' badi tempi i compoiitori di cfll erano chiamati in Italia per farne de' fi-

mili . Sufiftono ancora in Roma , in Venezia , in Ravenna , in Milano e altrove, mufaici nelle volte e cupole delle chiefe comporti per la maggior parte di minuti pezzi di vetro , a cui fi applicata una foglia d'oro .

Da

Dalla maniera non meno che dalle ifcrizioni in lingua ?reca che talora vi fi leggono , ben lavoro di greci artifti fi fcorge quefto efllre Allorch riforfero le belle arti in Italia , anche i mufaici ridotti furono ili uno ftato migliore , perfezionato poi in quelli ultimi temche (ola oggid alimenta i maepi in Roma
,

queft'arte . Ci non oftante in tutte le pitture fatte a muaico ravvila il (g. de Jaucourt ncir Enciclopedia, art. Mofj'ique , qualche cofa di duro , per cui non producano il
ftri di

Ma
.

loro effetto che in difanza; onde non le giudica atte che a rapprefentare de' grandi quadri n crede efiervi opere in piccolo di quefto genere , che vedute da vicino appaghino l'occhio. Tal giudizio per non s'accorda punto con quello di molti altri conofcitor che in qucfti quadri , fatti a cos dire per l' ternit , riconofcono una perfetta imitazione del pennello , s nei grandi che nei piccoli al p,ar di quelli rendono l'occhio piei quali
:

namente pago

LI-

LIBRO OTTAVO.
Progrefl e

Decadenza dell'Arte
e preflb
i

preffo

Greci

Romani
I.

Capo
htroduzhne
che di
ejjo

ci

Stile

antico
.

dell' arte freffo


.
.

i
. .

rimangono

fulle monete
eJJo

teri di quejo Jile

Imitazione di

fatta

- Monumenti e ne" marmi Caratne' temp ^ojeriori


Greci
.

Quejo fervi di preparativo

allo Jile

fublime

Introduzione.

JLi a ftoria de' progred e della decadenza delle Arti del Di-

fegno preflb
dell'arte

Greci non

meno importante per


,

l'eflenza
;

che

le

ricerche fatte ne' Libri precedenti

anzi

fi

verr con ci a meglio determinare la giuftezza

e a co-

nofcere
^.
T.

il

pregio de'vetufti monumenti.


Scaligero
divife

in

quattro epoche principali la

foria della greca poefia,

come Fior

fua ftoria

romana;
e noi

Progressi
e noi

Decadenza dell'Arte
,

ec.

89
principio
fine
;

potremmo
i
,

dividere in cinque Je epoche della Storia

dell'Arte preflb

Greci

confiderandone cio
,

LIB.VHI.
,

il il

GAP.

1.

l'incremento

la

perfezione
ai

la

decadenza
atti d'

ed

parti

che hanno dei rapporto

cinque

un' opera teatrale.


al

Ma
ci

poich

il

fine

d'una cofa va oltre anche

Tuo termine,
a-

contenteremo di confiderar quefta Storia fotto quattro


,

fpetti foltanto
tati

o quattro
.

Itili

diverl

fuccelTvamente adot.

da quegli

artifti

L'antico

dur fino a Fidia


di quell'et di

Quelli unil'arte
alla

tamente ad

altri valenti
;

maef:ri
ftile

port

fua grandezza
flile

onde lo

quell'epoca pu chiamarfi

fublime

Da
.

Prassitele fino a Lisjppo e ad Apelle ac,

quill

maggior grazia ed eleganza


bello

e
di

pu quello chiamarfi
quefi:i

lo
le

itile

Qualche tempo dopo


da

maeflri e del-

loro fcuole l'arte efercitata


;

fervili

imitatori
d'
fi

cominci
,

a decadere

onde chiameremo quefi:o flile quale dur finch l'arte a grado a grado
.

imitazione

il

corruppe e

manc
rf.

2.

Volendo

trattare

dell'antico
,

fiile

ne efamineremo
.

Stile

antic

principali
le

fcerne
flile
jf.

monumenti rimallici e potremo con ci conopropriet vedremo quindi il paffaggio da quello


: .

dell'arte prcf-

foi Greci.,

al

fublime
Fra
i

3.
fi

monumenti
,

pi antichi e autentici che

Monumenti

addur

pofano
s

fono alcune monete, della cui vetufl fan;

"^
.
.
.

no

fede

l'impronto che l'ifcrizione


ftefTe

ed eflendo
,

quefl:e

fuik

mo-

coniate nelle

citt a cui

appartengono
L'ifcrizione
,

fi

pu con
arti

ne ce

franchezza conchiudere

che

fofle
.

quello lo flato delle


in
tali

in que' luoghi e a que' tempi

monete
di fcricefl"ato

va

a rovefcio

cio dalla defiira alla finiflra

maniera

vere

che
in

lungo tempo avanti Erodoto doveva aver


ufo
;

d'ef^ere

poich quefi:o

fi;orico

(a)

per indicare
e
i

la

diverfit de'coflumi

e delle ufanze fra gli Egizj

Greci,
a.d\Ji'

Tom. IL
{fi)

Uh, i.cap.^S.pag.iiO,

90
LIB.VIII.

Progressi

Decaden2a dell'Arte

adduce ad efempio lo fcrivere da delira a flniilra che quelli Non fo che altri abbia dianzi fatta quella ofTerfacevano
.

CAP.I.

vazione
cui
fi

che pu molto fervire a determinare


i

il

maniera anteriore molto all'olimpiade lxxvu. certamente


cangi prefTo
la

Greci

di

fcrivere
,

tempo, in tempo
;

in cui

Ero-

doto viveva
jf.

(a)

4.

Paufania

(a)

altronde narra
(

che fotto

la flatua

d'Agamennone
lavorate

in Elide

la

quale era una delle otto flatue


eroi che chiefero di

da

Onata
.

di altrettanti
) l'

compri-

battere in duello con Ettore


flra alla finiftra

ifcrizione andava dalla de-

Or
e

fapendofi che

Onata

viveva
,

poco

ma
un
la

della fpedizione di Serfe


,

contro de' Greci


,

cio nell'o-

limpiade Lxxu.
di preflb

non molto prima di Fidia fi pu cos a determinare il tempo in cui quelli cangiarono
fcrivere
.

maniera
jf.

di

j-

Nel novero
citt della
,

delle

pi

antiche
,

monete alcune ve

n'ha delle
bari
,

Magna Grecia

e principalmente di Si-

di

Caulonia

e di Poffidonia

o Pefto nella Lucania


e

Le prime non poifono certamente


piade
Lxxii.
,

eflere pofteriori all'olim(/')


;

in cui Sibari fu

da'Crotoniati diilrutta

altronde la forma delle lettere colle quali fcritto

il

nofu

me

della citt indica

tempi molto anteriori


il

(*)

Il

bue
,

quefte

monete

come
.

cervo fu quelle di Caulonia

fo-

no molto informi

Sulle

monete

antichiffime di quefl:a citt

v' un Giove, e un Nettuno fu quelle di Poffidonia di belliffi-

(a) Nacque Erodoto fui principio dell'olimi5iadei.xxiv., e recit le fueftorie nella ixxxi. , come ollcrva Wertelingio nella prefazione alle medefime nella fua edizione , di Veggafi anche apprclfo Ucui ci ferviamo capo I ^ iS. bro (a) lks.cap.26.pag.4.4.4.

che forte diftrutra Sibari circa l'anno terzo


dell'olimpiade

lx vii.
elle
[

(*) Leseli in MifcelL Numifrr..

prelTo
I.

.,

il

., P. Magnan

Tom.

IX

(i) Uerod. M.6. C.21 . pag.447- A'^ ^'l'-ycao.4.j..pjg.3!)2. Pi a lungo ne raccontala foria Diodoro lib.iz. <i. p. e i 0. pag. 4-S ove alla linea, jj. \reireli;^gio fcrive, < 4.84.

"^- 1"?? o' Tab.^s- ] rallomigha la Sigma lulle monete ad una di Ponidonia [ prcllo lo Ikllo Magnan To/i. ; m altre pero r<iA.4iy. 'no l'^": Tab. 47 vero 2 J La liho l ha una f 2. e ;f. un Caulonia e fcritto in quello piccola coda P modo aVA^ [ cu. Tom.l. lab.iz, n. i.

VM

Tab. 33. e , ?Y , e imilmentc

YM

PRESSO
liflmo
te
fi

Greci
,

presso

Romani,
flile
il

impronto bens
ecrtifco
.

ma

in quello

pr che generalmenforma
il

chiama

Nettuno tiene
ferire
f
,

tridente in
,

^^^'^^'^

d'una lancia in atto di

ed ignudo

come pure

GAP.

I.

Giove fumtiientovato
ravvolto intorno
alle

non che ha un panno piegato e


,

braccia (i)

quali
fu

per fervirfene di

feudo

nella ftelTa guifa che


al

Giove

una

gemma
(<i)
.

porta la

fua egida avvolta intorno

braccio finiftro
talora
il

Cos in
antichi
(b)
,

mancanza

di

feudo
,

armavanfi

braccio

gli

nel combattere

ficcome narrano Plutarco d'Alcibiade


(e)
.

e Livio di Tiberio Gracco

L'impronto
,

di

tali

monete
s'

incavato da una
al

parte e rilevato dall'altra


(a)
i
.

come
fino
,

detto

Capo IL
$.
6.
L.

del

Libro VIL

Se folTe vero che

Greci foltanto

ail'olim-

piade

avelfero adoperata la
e dubbiofo
v'

in

luogo della r
fin

farebbe
qui dell'

molto incerto
antico
ftile
;

quanto noi dicemmo

poich

ha delle monete d'un bellifimo cola

nio nelle cui lettere


trei

v'

per la r
citt

e fra le altre
di

po-

addurne ad efempio una delle

Gela

in

Sicilia

ifcritta

CEAAS
(b)
.

con una biga da una parte,

e dall'altra

un

Minotauro

Ma

ficcome

gli fcrittori {d)

che pretendo-

M
(i).Vedanfi quelle monete nella Lucania, del P. Magran Tabi, i q - z6. In elle per il panno non ravvolto intorno alle braccia , ma gettatovi fopra in maniera che ora attraverfa le fpalle , ora il petto , e oa cne pende a un di prelTo come all'Apollo

no

Numlfmuiica

f ne trovano di tal forte incufe non tanto per isbaglio del nioneticre , come di tutte lo pretende il P.Joberc Scienza delle meda

evo

eie , Tomo I. Inllr.S. pag. 172. , feguito da V'irkclmann (ofxnpag. jO. .^2. , ma ancora fatte a bella porta . {a) Monum. ant. ined.
n. 4.8. pag. ?^. 4.0.

del ballo rilievo di cui ala pag i. del

una

abbiamo datala figura Tomo I. [ Di queftc monete arg;nto che noi daremo in apprelTo ,
,

num.g.,Defcnpt.

des pierr.gjav. du Cab. de Stofcn, cl.z. fect.j.

e ne parleremo pi a lurgo nell' indice delle

Tavole

in ran.e ntl

Tomo

ni.

la illufcra

il

iignor avvocato Mariotti in due dillcrtazioni Itampatc, una in Roma nel 1761. , della quale "''-'''^''^'"* menzione 1 autore d.lla trT Bibiiocccd moce^aa , ai 4. giugno 176?. , e.i i Giornalirn l'i Firenze 5. ottobre i-i(.(>. ; l'altra

"*

*"'? '7<'4-

>

.di cui parla

anche l'autore
.

della Ifi:ru[.

andq. numifm.
,

tib.i

e. jl.

e una terza ne pubblicher pi diffufa pr; vandovi fra le altre cofe che non folamcr.tc le antiche moy.cte italiane incufe , ma eiiandio ha le onfulari , e imijcriali , e dei medio

n. ^. ;

AUib. in fine , op. Tom. I.p. 21 ;. C. 2j. cap.t6. , V. Scalig. Conjea. in. Varron. de ling. lat. princ, pag. I. & io. (a) . 32. r^g-S'^(b) Preflb CafFelli nella Tavola prcmefla alla fua opera Sicilis. , & objacent. infut. te. , r.um. 24.. , e Parata Sicilia 'Numifm. Tab. C. num. j. , il quale ne riporta altre nella Tavola rtelTa num.i 0. e i i , e Tab CI. n.i i e //. rolla ftcl'a ifcrizione , e rovefcio diverfb , e Tab. XCIX. num.i.e 4. {d) Rcinold. Hiji. Ut. gric. 6* lat. pag. /7.
(b)
(e) lib.
.

LIB.VIII,

CAP.I.

Decadenza dell'Arte all'olimpiade l. ij tempo in cui s' introdufTe nel greco alfabeto la T non apportano di quella loro opinione nelTun valevole argomento perci da tali monete. non pu ricavarfi motivo di dubbio full'epoca da noi data
e

9^ no

Progressi

di

fiflare

all'antico iKle (i)


.(f.

7-

finiflm'

Meritano d'eTcre qui rammentate quattro tazze di oro fomiglievoli ai noftri piattellini da caft tro, ,

vate negli antichi fepolcri di Girgenti

ed
di

efillenti

ora nel
.

mufeo

di

monfignor Lucchefi vefcovo


gli ornati

quella citt (a)

Siccome

di

quelle tazze fono in certo


,

modo

fi-

cos polliamo conchiudere che fieno lavori della medefima et Due di quelle tazze hanno intorno all'orlo ellerno un fregio di tori e ,
.

mili nel lavoro alle

mentovate monete

pu
cui

tal

orlo chiamarfi im lavoro a conio, ben ravvifandoll

che llato fatto con


fi

un ponzone incifo
,

in rilievo
di

con

coniato l'oro per di dentro


.

affine

fare

il

rilievo

al di fuori

Le
.

altre

fregio a puntine
tovati tori

due tazze hanno intorno all'orlo un Per rendere qualche ragione de'fummen-

non

neceflario di rimontare all'egiziano


il

Api,
;

ficcome ha fatto

polTelTore di
i

tali

monumenti
al

(2)
,

poie
ti-

ch prelTo

Greci

tori folcano

confecrarfi

Sole

ra va(1) Nelle Tavole del pi antico alfabeto reco efpofte dai dotti Monaci della congrcgazione di Cn Muvo Nouv. traile de dipi, Tom. 1. fec. pan. feci. z. chap. i j. pag. 67 g. j>l. X. , e da loro elattamente formate fu dei monumenti della Grecia , incominciando dall' anno noe. fino al 400. avanti l'era criftialu , la lettera Gamma vedefi fempre a un di preflb come la moderna r. Tal forma ha puze. nella celebre ifcrizione /Ssi/rpoipMcTr , con4otta cio a guifa di folcili altetnativamente
dalla deftra alla finiftra e dalla finiflra alla defra , fcopertali dall'abate Fourmont , Acad.
d4:s Infcript.

400. anni prima dell'era volgare , e in altri dal fecolo terzo criftiano (ino al quintodecinio , u. ibid.pjg.S i pi. XI. Siegue da ci cflere Hata di ufo pi antico prelfo i Greci la Gamma in forma di r die non la Gamma formata come un C o un G . [La trovo per fomigiiante a un di prelfo a quelle due forme nel!' alfabeto ionico dal P. a Bennettis Chronol. critic. kift. ec. Tom. I. proleg. i. portato fino all'anno 714. . CI. pag.z^^. avanti l'era criitiana
. ,

&

Tom.XV. Mm. pag.igj.fcqq.,


,

die fi erepi vetufto , attribuendofegli quafi tre mila anni d'anlichira Non incontrafi quefta lettera in forjna di C , o di G le aon ne raouumenti di de
il

nelle rovine della citt d'Aniicla

monumento
.

in tal genere

il

(a) Winkelmann nel Tomo I. libro tri. capali^. . z^.pag. zzi. dice due fole ; ma far forf per una fvilla . (1) Tale pur l'opinione dell'autore del Viaggio in Sici-ia , e nella Magna Grecia defcritto in varie lettere dirette al fig. abate \(inkel.Tiann , lecci.

PRKsso
i-avano
il

Greci
Diana
fu

e
.

presso

Romani

93"

cocchio

di

PofTono eziandio quefti ani-

mali

principalmente

alcune monete della


dell'

Magna
e
si

Grecia,

LIB. Vili.

confiderarfi
tali

come emblemi
fulle
.

agricoltura

forf

come
(rt)

furono imprefl
(b)

pi antiche monete

de'

Greci

che de' Romani


jj".

8.

Malgrado
fulle

vantaggi che ebbero

gli

artifl

greci

per formard l'idea della bellezza, quefta per non nacque

fpontaneamente

opere loro, come l'oro nel Per


i

feppero rapprefentarla

primi maeftri dell'arte

ficcome apflefl,

pare dalle pi antiche monete liciliane di que' luoghi

ove

in

apprelfo

le

monete pi
di

belle
le

fi

coniarono
e

gio a quella mia alTerzione fono


nete di Leonzio
,
,

antichilline
,

Appograre mo-

di Segeile e di Siracufa da MeiUna me efaminate nel mufeo Stofchiano Due di quell'ultima citt pofTono vederli incife in rame alla fine del libro an.

tecedente pag. 87.

la

tella

una Proferpina
,

la

quale,

come
alla

le

altre

tede delle
della
tella di

mentovate monete

difegnata

maniera
,

Pallade fulle pi antiche


di di

moneAl-

te ateniefi

e in

una

fiiatua

quefi:a

dea nella
,

villa

bani

Non

fon belle

le

forme
il

neffuna parte

e per con:

feguenza eficr non pu bello


chi fon lunghi e fchiacciati
;

complelTo del tutto


il

gli

ocall'

taglio della
,

bocca medi

tira

ins

il

mento
gli

mefchino ed acuto
;

fenza quel tondegfon


a piccoli

giamento che
bero

d grazia

capelli
,

ricci fomiglievoli agli


il

acini d'uva
i

dai quali

pur talora eb(e)


:

nome
il

preflo

pi

antichi poeti greci

per

le

quali cofe fulle teile muliebri dalle fole fembianze


fi

non ben
muliebri
di

diflingue

fefTo

e perci

alcune antiche

tefle

Schol. Ariftoph. / Jvlt v.1106. (i) Plin. lib.iS. cap. ^. fea. ^. [ Plinio in qucfto luogo, e ni>.^:;.cap. ^. Jec.i^. dice , clic v'era imprella una pecora , da cui le mo-

U)

folle in

nere furono

<ii:ac
,

Pop. Rom.

lii.x.

pecunia Varrone De v/ra e Plutarco in Poplic. oper,


.

qualcuna impreira l'effigie del bove , della pecora , e del porco x r (e) Pluzardi. ConfoL Apoli, p,i 96, L NoQ ho trovato ove lo dica .
.

Tom. I.pag.103. B. ,e Quijl. Rom.n.XLI. Tom. il. pa^. 274. in fine , f^^vono che vi
,

94
di
LIB.VIJI.

Progressi

Decadenza dell'Arte

bronzo
d' 9.

mufeo
jf.

CAP.

alquanto maggiori della grandezza naturale nel Ercolano , fono ftate prefe per figure virili (a)
, .

I.

Chech ne
dirli

fia
,

per

il

rovefcio

di

quelle

mo-

nete

pu

elegante

non

folo per la diftinta


.

impresotanta diffe.

ne

ma
vi

eziandio pel difegno della figura


pafTa
tra'l

Ma
e'I

renza

difegnare in piccolo

difegnare in

grande, che da quello a quefto non fi pu tirare una giufta e ficura confeguenza eflendo molto pi facil cofa di ben
,

difegnare una figura intera di circa un pollice che una


tefta d'egual

fiala,

grandezza

(i)

E'
fi

pure da oflervarfi che nelle


ravvifiino
le

fiarme della mentovata


filli

telta
,

propriet degli

egiziano ed etrufco
Libri

il

che ferve a confermare quanto


della fomiglianza delle
i

ne' precedenti re ne' primi


fiorire
.cne'marmi,
jf.

dicemmo

figu-

tempi dell'arte preffo

popoli che

le

fecero

IO.

Da' lavori
che

in

bronzo paOamo
apportare efempi
,

ai

marmi

Deggio

qui prevenire

nell'

di

antichi

monu-

menti

in

prova delle mie afierzioni


fl:efl"o

di

que'foli mi fervir
;

che ho

io

avuti fott' occhio

ed efaminati
,

ben fapenquali ogni

do che avviene dei difegni come dei racconti bocca per cui palTano la qualche aggiunta
(a^ Corae Winkcimann alla pdg. 4;. qu5 avanti ha prcfa per tclta d'Apollo la tcfta di bronzo nella galleria del Collegio romano , che a me , e aJ altri pare piuttolto feminile (l) Chi fa ben contornare ura figura in piccolo , lo fapr anche in grande , iloven.

ai

jf.

II.

La

trimenti

fi
,

potrebbe dire

che ogni buon


,

dofi in

amendue

caf

camminare

fjg'i ftefl!

dipingere , il che non ricfce; come piti facilmente riefce lavorare anche in piccolo a chi fa lavorare in grande . ] Chech ne fia per , io non potr giammai indurmi a ctcd.-r;- che la tefla di Proferpina
cifellatore

miniatore

fapelFe

e frolpire in

grande ugualmente

principi e /eguirar le llell'e regole . Kla poiche nelle piccole figure perdonfi molti linea-

menti

che hanno luogo nelle grandi


le

nelle

propor7(ini e i rapporti pigliar fi debbono in ifpa?) pi eftefi , che l'occhio non arriva a comprendere (otto uno fguardo folo , da ci deriva , a mio avvifo , la maggiore difficolta d'cfeguire in grande , che non in rillrctto , l'opera mcdefima Altre ragioni ancora danno gli arridi ; e perci ^fecondo le regole dell'arte s'infegna a difegnare , e a modellare in grande per poi lavorare in piccolo i non mai ali oppofto , Al-

quali in oltre

dell-' riportate medaglie fia riufciro77a e dura per mancanza di f.ienza od arre nel fjo ancore , il quale feppe s bene efeguire il rovefcio Nel difegnar quella tefla avr egli probabilmenre prefo il modello .i qualche anti. hiflima figura della dea vencrara dai Siracufani Ellendo duro e forre l'ciigii ale , duia e forte avr dovuto efierne pur (a copia la fiefla ragione pu fervire a fpicgar la JifFcren7a , rifletto tal difcpno , fenfibilidma che in varie antiche medaglie palla f-a l' impronto del diruto e quello del

nel diritto
s

ta

toveicio

PRESSO
/.
la

Greci
di

b prisso

Romani

95;

II.

La pi antica
che

ftatua di quello ftile fenbra e Aere

'

mentovata PalJade
Albani
,

srandezza naturale

^'^'*'^^^-

efillente
(a)
tali

nella

villa

ftata
le

ultimamente reftaurata

.Le
,

fembianze del volto e


f

forme

delle

parti

fono

che
egi-

avelfe
.

una

tefta di

bafalte

terrebbe!! per

un lavoro
tefle

ziano

La teda

affatto

fimile alle
,

mentovate

mulie-

bri fulle antiche

monete greche
ftile

potrebbe pure

fervire a

dar un'idea dello

etrufco

Egli pertanto

da crederli

che
cia

Romani
,

trafportando nella loro capitale dalla Gres

quefte ed altre

antiche ftatue

non

altro

fi

propodell'
il

neffero

che di fare una compiuta


dal fuo principio
le

ferie de'
alla

monumenti
;

arte greca

fino

perfezione

per

quale motivo anch'io


jf.

ho qi nominate.

12.

Gli amatori delle antichit giudicano lavoro di


flile
(/')

quello primo

un balTo-rilievo dei mufeo Capitolino da


rapprefen tante tre Baccanti ed un Fauno

me

pubblicato

coH'epigrafe
Plinio fa

KAAAIMAX02
(

EilOIEI

Callimaco fece

(e).

menzione d'un

artefice di

quello

nome
)
,

xt^oTixvoi; {d)

biafimatore delle proprie opere


;

Kperch non
detto
di

n'

era mai foddisfatto abbaftanza

e ficcome ha rapprefen,

tata in

marmo una danza


in quefto
e n' altres
file
,

di

Spartane
{e)
.

credono alcuni

ravvifarla
i

baffo-rilievo

Ma non combinano
.

tempi,

dubbia

l'ifcrizione

Qucfto lavoro
che ne abbiadi
filT

del

pi antico
,

almeno fecondo

l'idea

mo

Callimaco non vivea certamente prima bench Felibien fenz' addurne alcuna prova, lo
e
,

Fidia

all'o-

limpiade LX. (/)


maeftri
,

Paufania non

io

mette

al

paro

de'

gran
vi-

onde avrebbe

a dirfi che in

un tempo abbia

vuto
(a)
(i>)

Monum.
Mon.

aat. ined.

ant.ined. num. 17. a principio del Tratt.

Prelim. ec. (e) Fontanini Ant. Hort. lib.i. cap.S..

Montf. Anc. expl. Tom.


fig. i.

I.

par. il. pi. 174.

fili. ?4- ^^P- S.feci.if. ?/ . , Fontan. loc. eie. , Lu-ac. MuJ. Capital. pag. ^6. r r>lib.i. pag.ii. L L'Ice {f) Wft. des Arch. poco dopo l'olimpiade lx.

(.J)

(e)

p6
VLito
LXB. vili.

Progressi

Decadenza dell'Arte
.

da poterli uguagliare
,

Egli fu

al

dire

dello ftefTo

Paufania

GAP.

I.

pano

(a)

quello che introduTe nella fcultura l'ufo del trae immagin il capitello corintio come dice Vi:

truvio {h)

altronde veggiamo

che
,

il

trapano doveva efTer


fior ne'

gi noto all'autore del Laocoonte


pi dell'arte,
capelli,

che

pi bei tem-

come
,

appreflb vedremo, e l'ha adoperato ne'

nella tefta, e nelle


e

profonde pieghe del panneggia-

mento;

Scopa

che

probabilmente l'autore della Niobe,

come

fi

dir parimente a fuo

luogo

edific

nell'olimpia(e)

de xcvi. un tempio con colonne d'ordin corintio

vrebbe per tanto quello Callimaco aver vifRito e prima anche di Scopa de' pi grandi artifti
,

al
,

Dotempo
.

il

quale

prima
fi

fior

dell'autore del Laocoonte


,

la

qunl epoca

non

accorda poi coll'ordine

in

cui Plinio novera gli


Itato
fcritto
ai

arlifti

Qj-ieflo

nome
il

altronde

f
,

foiTe
in

tempi in cui
leggerebbefi
,

fu fatto

baffo-ri lievo
(d)
,

quella

maniera

KAAAIMAKH02

Hf^Lff^^/^K ^
(?)
,

h ^^'^^ leggcfi fu

un' ilcrizione delle ruine d'AmicIa

non
in

gi

KAAAI(/)

MAX02
prima

poich

la

fu

immaginata da Simonide
,

non

dell'

olimpiade lxxii.

e introdotta
(a)

ulo pubblico

foltanto nell'olimpiade xciv.

(i)

E' .quindi

probabile
il

che l'ifcrizione

fiavi ftata

fatta

molto tempo dopo

lavoro

ad
fili-

i) Pauf. Uh. t. cap. z6. pag. 64. Un. zg. [ Paufania io di;e inferiore di merito ai pili grandi artifti ; ma che in diligenza non la cedeva ad alcuno , come dicono anche Vitruvio
{,b)
{.e)

moti tempi ne' quali da alcuni fi fiffa la Tua epoca , avrebbe potuto beniffimo elTere fcritto il fuo nome colla X. Quantunque non ifcor,

gafi

e Plinio . Vitr. Uh. 4. cap.


,

i.

VvlL Uh. 8. cap.^^.pag.Q^.

(a")

y.Keinold. H/fi.

/ic.

grc.

& /at. pag.}.


,

Nouv. tratte de dipi. Tom. I. pi. VI. pag.6i6. [Ho portata qu.fta parola nella forma che ha in queft'opera dei Maurini
(e)
,

diverfa molto da quella data da qui , e nel Tr.ntaio prcU.-n. ai capo IV. pag. LXIlt.

Winkelmann

Monum.

ant.
i.

quella lettera nella citata antichiflma ifcrizione , rnonumjnto di quafi tremila a'ini , come gi fi detto not.i p. 02. dove il nome d'un Callimao fcritto nella maniera qui difegnara da "Wirkelmann ; ci non oUantc incontrafi la 'iclTa lettela K in tre altre ifcrizioni di fette e pi fecoli anteriori all'era fu 1 letta , le quali fcoperte furono dall' abate Fourmont , e pubblicate nell'iftoria della rcal Ac.ademia delle if rizioni di Parigi
.

(/) Mar. Vidorin.

De

arte

gramm. Uh.

pag- 24-SO; col. r. (a) Vedi apprelTo Uh. IX. capo I. ./ ^. (0 Se Callimaco avelie vilfuto ia quc'ri-

che conferma [ Il che prelfo Plinio Uh. ?. cw. f6. feci. f?. , la voleva'.-'o ipfolotta da Palamede ai tempi della guerra di Troja .
r.

Tom. XVI.

10-.
,

fc-jq.

l'opinione

di quelli

PRESSO

Greci

e presso i

Romani
,

gy
il

del baflb'rilievo da qualche antico impoftore

come
,

no-

"'
GAP.

'

me
ila

di Lisippo fu

una

ftatua d' Ercole a Firenze


ai

che febbene

^^^^^^^
I>

antico
,

per pofteriore

tempi in cui

fu quella fcol-

pita

come redremo
il

nel Libro X.

Capo

I.

Aggiungafi che
,

quefto balio-rilievo flato trovato ad Orta


gi dagli Etrufchi
,

luogo abitato

che porge un nuovo argomento per


,

farlo creder opera d'etrufco fcarpello

giacch ne ha altronfia

de

tutt'i caratteri
ftile

(a)

febbene tanta

la

fomiglianza fra
,

l'antichiflmo

de' Greci e

quel degli Etrufchi


,

che

il

baf-

fo-rilievo pofta tenerG per

etrufche alcuni dei

come terremmo per opere mentovati vali dipinti , f non vi fi leggreco


.

geftero fcritte greche parole (b)


jf.

13.
f

Potremmo

dell'antico

ftile

dare indizj pi
di lavori in

diftinti

Caratteri

di
,

e certi

rimafta ci fofte

maggior copia
,

marmo

quefto

ftile

e principalmente di
la pi antica

baft-rilievi

nei quali

pur
che

fi

ravvifarebbe

maniera

della

compofizione e
,

dell' efprefliofi

ne

(e)

Se per dalla forte efpreftione


,

fcorge fulle
al-

piccole figure delle monete


trettanto faceftero quegli

pofljamo conchiudere che


colle figure grandi
,
,

artifti

dobbia-

mo

dire che

molta e viva azione loro defiero


gli

imitando in

qualche

modo

uomini

de'

tempi eroici
,

quali operan-

do fecondo l'impulfo naturale


alle loro

non metteano alcun freno

inclinazioni

babilit

ove

Ci

faccia
,

Ci acquifter ancor maggiore proil paragone degli antichi monumenti


quali
fi

greci cogli etrufchi

ai

credono fomiglianti

Tom. U.
fcrive che ftava col rella villa Nuzzi ; e pu etTervi flato trafportato in quefti ultimi fccoli , o ne' tempi an"chi. Se folTe flato lavoro emifco farebbe
/oc. cit.

N
crede anche Foggini

jT.

(a) Fontanini

Muf
in
.

Capic.
;

14. Per Tom. IV.


fia ai-

Tav.

4.3.

ove

"lo

rame

o che

meno una
tori

copia antica (b) Vegg. Tom. I. pag. 217.


(e) Merita tutta l'attenzione dei conofciJ

probabile

vouto

Etrufchi lo avcifcro Le ragioni di Winkclinann non provano molto ; onde confiderando bene che il foggetto del marmo conibma con quello , di cui parla Plinio ; che il tcmpo ha deteriorato il lavoro non poco ; e che non " pu provare in qual epoca precilaincnte abbia vivuto Callimaco , non mi
,

che gh

fteffi

attribuire ai Gteci?

una

tefta di

filofofo in

marmo

bianco

pare improbabile che

fia di lui

opera

come

trovata negli fcavi di Tivoli , ove erano le delizie de' Fifoni , ed ora polTeduta dal fignor cavaliere de Azara , che crede polla ravvifarvifi Ferecide Ella certamente della pi antica maniera Ne daremo la figura in apptctfo , e ne riparleremo nell'indice delle Tavole in rame nel Terzo Tomo .
. .

98
jf.

Progressi
14.

Per ci

Decadenza dell'Arte qui da che fpetca all'efecuzione


e
,

ofler-

LIB. Vili.

varfi

che pi prefto apprefero


;

gli artifti

ben ornare che a


nella

CAP.

I.

rapprefentare la bellezza

e ne

abbiamo un efempio
,

mentovata Pallade della


fono
le
,

villa

Albani

in cui bafTe e volgari

fembianze

laddove

la velte n' lavorata

coU'ultima

finezza

Quefto volle

forf dir

Cicerone
di

allorch parlando
la

di certe figure d'avorio

dell' ifola

Malta rapprefentanti
,

Vittoria

dice che antichilime erano


.

ma con

tutta l'arte

lavorate (a)

Sembra

effere

avvenuto
,

alla fcultura ci

che

narra Ariftotele della tragedia

in cui
,

molso prima

s'era per-

fezionata l'efpreflone e l'elocuzione


jf,

che

la traccia e lo

fcopo

ij.

Pu

farfi
,

quella medefima offervazione pe' tempi


i

a noi pi vicini
artifti
,

ne' quali

predecelTori

de' noftri grandi


il

comech
fteffi

alTai

lontani dal

rapprefentare
le

vero bel;

lo

pur con grandillima pazienza finivano

opere loro

anzi gli

Michelangelo e Raffaello, fecondo l'avvifo di


(/)
,

un poeta inglefe

immaginavano con fuoco


nelle

con flem-

ma

efeguivano

Si

fcorge fingolarmente la grande uniformi-

t d'un lavoro finiflmo

opere
,

di que'

tempi che prein di-

cederono
verfi

la

cognizione del bello

nominatamente

depofiti lavorati da Sanfovino (a) e da altri fcultori al

principio del fecolo

XVI.
,

Ivi

affai

mediocri fono

le figure,

ma

gii ornati
,

fon

tali

che potrebbono fervir di modello ai

noftri artifli
jf.

e ftare al

confronto degli antichi lavori


ftile

16.
.

Ecco

in

breve gl'indizj e'I carattere dello


,

antico
grazia
lezza
.

11

difegno era energico


la

ma duro

forte

e fenza
alla bel-

onde

troppo forte efpreflone facea torto


l'arte era allora
,

Ma
ed

ficcome
agli

unicamente confacrata
,

agli dei

eroi

le cui lodi
,

diceva Orazio

fu

molle

e dolce lira cantar

non conviene

cosi per

mezzo

della du-

rezza
(.a)

(i)

Verr. a8. 2. Uh. 4.. cap.46. Rofcomra. Efsay ott Poetry


.

(a) Nella chiefa di fanta Maria del Popola


in

Roma

PRESSO

Greci
alle

presso

Romani

gg
'
'

rezza medefima dava

loro figure una certa grandezza e

"

maeft

Direbbefi che l'arte era dura,


,

come
flile

la legislazione

^^^^^^^

di que' tempi
te
{a)
.

che ogni leggiero misfatto punia colla morv'ha una degra-

GAP.

I.

In quefti caratteri dell'antico


,

dazione tanto maggiore


di

tempo

elfo

dur

quanto che per lunghifTimo tratto onde una grandiflma differenza fi ravle
.

vifa tra le

opere prime e
filile

ultime

comech appartengano

tutte ad uno
jj".

medefimo

17.
ftile

Dovremmo
in

credere che durafie tuttavia quefli'anle arti fiorivano


.

tico
ftar

Grecia anche quando

pre-

volefimo una piena fede ad Ateneo {b)

Narra quefto
ed Er.

fcrittore

che

il

poeta Steficoro fu
,

il

primo a rapprefentar
,

Ircele colla pelle di leone

colla clava

e coll'arco

cole cos armato vedefi in moire

gemme

dello
,

ftile

antico

Ora

Steficoro

piade Lxxii.

(r)

contemporaneo di Simonide viveva all'olimcio nel tempo in cui Serfe mofle contro la
,

Grecia

e Fidia
,

il

quale port

l'arte al

fuo pi alto punto


,

di perfezione

fioriva nell'olimpiade lxxxiii. (a)


.

vale a dire
fli-

pochi anni dopo


Je antico

Converrebbe dunque credere che nello


fi

ancora

lavorafle in Grecia
.

quando

lo

filile

bello

gi vi

fi

era introdotto

Ma

Strabone

riferifce a

pi antichi
,

tempi

la

rapprefentazione de'mentovati attributi di Ercole (d)


,

facendone inventore Pifandro


glion taluni
,

coevo d'EumoIpo come vofiorifi^e

mentre

altri

vogliono che
le

nella xxxiii.

olimpiade

ed avverte che
.

pi antiche figure d'Alcide n

clava aveano n arco


jT.

fi

Bifogna per efere ben cauto quando giudicare vuole dell'et d'un antico lavoro poich ha talora tutta
18.
;

imitaiione di
tempi*^"oftel

l'apparenza d'un Antico etrufco o greco ci che

non

forf
f

""

"

N
^- '"P-^S- Pag. I9SV^'^'^^r ^^'F'^PJ-^'-'^:"^P-'-P-S'2. infine. Vejcript. des pierr. grav. du Cah.de itojik, (l.i.fea.t, n.i^iS.pag. zyj,

r-c ^oui

(e) Bentley's Dfsert. up. Phalar. paP.36. Plinio Uh. 34. cap. S.fea.i $. , ovvero

U)
(O

ixxxiv. fecondo
Gtogr.

la lezione di

lib, 1 j.

Arduino pag.1009. B. Tom.


.

*
il.

100
f

Progressi

Decadenza dell'Arte
opere (a), o per copiare
,

non un'imitazione

degli artefici pofteriori fatta o per avei

LIB.VIII.

re de' modelli

delle antiche

CAP.I.

fimu-

lacri divini dello file pi vetufto

maggiore venerazione
ce
al
,

onde conciliar loro una poich ficcome un afpro tuon di vo,

al

dir d'un vecchio fcrittore (b)


,

accrefce energia e forza

difcorfo

cos una certa durezza nella figura fa maggiore


.

impreflone nello fpettatore

Ci non deve qui intenderfi


figure
, ,

riguardo

al

folo
,

nudo

nelle

ma

eziandio riguardo ai

panneggiamenti
jf.

alla capigliatura

ed

alla

barba

19,

Render
affatto

queft' avvertimento

pi chiaro coll'efem-

pio di due

fimili bafl-rilievi della villa

Albani

di cui

daremo
fite

in quefto
la

Libro

la figura

Ivi tutte le
;

dee fono veal

fecondo

pi antica maniera etrufca


,

ma

vedere

il

tempio difegnato nell'ordine corintio


efpreffe delle corfe e de' cocchi
,

e al mirare nel fregio

che fono indizio di arte gre-

ca

fi

prenderebbe quel baflb-rilievo per un greco lavoro


flile
:

del pi antico

il

veftito

delle figure difconverreb,

be

poich

come pi
.

volte s' detto

l'antico
fi

greco

all'e-

trufco s'aflbmiglia

11

contrario per inferir


,

deve dall'ordiri-

ne delle colonne del tempio


trovato
de'
fia
il

che fecondo Vitruvio fu un


fcorge d'antico

tempi pofteriori

onde dobbiamo credere che


fi

imitato

quanto nel

baflx)-rilievo

ftile

Altronde
etrufchi
tetto
,

tempio non punto fatto a fomiglianza degli ed i mutuli del poich quefti non aveano fregio
:

aveano un grande fporto fopra


i

le

colonne del portale


e

e fopra
tuli

muri della cella,


afinch

in guifa

che Io fporto de' mu;

era uguale
,

ad un quarto dell'altezza della colonna


,

ci faceafi

torno

(a)

non avendo la potefle il popolo Ikrvi


celle
elfi

cella
al

un portico

all'in-

coperto dalla pioggia.


quando anzi ne furono come li dimoftra a lungo
,

io) Coftantin. Votphyragen. Excerpta ex

de'

mcdefimi

NicoL Dumafi.pag.
ih)

4- v- Txx''
eloc.

Demetr. PLal.

De

i.CV.

gl'inventori , dal pi volte lodato P.PaoIi

nelle lue

Anti-

(a)

Non pu
il

avcfleto

che portico intorno


dirfi

gli Etrufchi
a'

non
alle

chita

di Pefto alla

DUiatazionc terza

tempj

ed

PRESSO
gi
.

Greci

presso

Romani

loi
LIB. VIZI.

Si

rende cos chiaro un paflb di Vitruvio che non era


(*)
.

flato
jf.

ben intefo finora


20.

CAP.
fi

I.

Qiiefta imitazione pi chiaramente ancor


rilievo
di

rav-

vifa in

una figura a
,

Giove Con barba pi lunga

del folito
ri
,

e coi capelli

veftito e

ornato
del

alla

cadono dinanzi fugli omeEppure quepi antica maniera


che
gli
.

llo

un lavoro

tempo
,

de'

Romani

fotto

Cefari

ficcome
,

appare dall'ifcrizione

lOVI EXSVPERANTISSIMO
.

e dalla

forma medefima delle lettere Quella ifcrizione fiata pubForf col rappreblicata dallo Sponio fenza la figura (a) fentar Giove fotto quefta forma fi creduto di dargli una
.

pi rimota origine

e conciliargli cos

una maggior venerala


,

zione

Secondo

il

pi antico

ftile

veflita
,

Speranza in
per quanto

una piccola

figura della villa Lodovifi

la

quale

rilevafi dalla ifcrizione

romana

(**) pofta nello


;

zoccolo

lavoro del fecondo fecolo de' Cefari


lla la figura della
fi:efl^a

e fomiglievole a

que-

divinit fulle

monete degl'Imperauna dell'Imperatore


i

tori

da

me
il

vedute

e particolarmente fu
(b)
.

Filippo

vecchio

Cos

a' nofliri

tempi s'imitano
,

pan-

neggiamenti de'
alla

ritratti fatti alla


fi i

maniera di Vandick
al

perch

perfona che

ritrae

ed

pittore ^effo riefcono pi


ftretti
.

vantaggiofi che

moderni

veftiti

foverchiamente
di

Ramrale

menter a quefo propofito due Vittorie


(*) Vitruv. liL 4. cap. 7. Supra trahes & fupra parietes trajeHuri mutulorum quarta pane ahitudinis columns. projiciantur. [ L'Autore confonde qui i coftumi antichi Gli Etrufchi ne' tempi pi remoti ufarono uno fporto grande oltre i muri per ftarvi al copetto Quello fporto dette origine alle coJonnc , che efll medefimi aggiunfero per reggere lo fporto troppo grande , e ne nacqueIO i portici Sopra di quefti feeuit la sronda ad elfer porrata in Sora la quarta pae dell'altezza d'una colonna , come dice Vitruvie ; ma quefla quarta parte non eracforbitante , perch non eccedeva un diametro .Si
. . .

grandezza natue da taluno


.

, che non anche ftato emendato lenza fondamento (a) Mifiell. erud. antiqua, feci. 4.. princ. pag. 71. V. Defeript. despierr. grav. du Cab.

ftaro finora capito

de Stojch

ci.

z.fecl.^.n.7g.pag.46.

L'ifcrizione da me per la prima volu pubblicata nella Defeript. des pierr. grav. du

(**)

Cab.de Stofch
la

, ci.
:

z. feci.

17. n.i8 ^z-p.^oz.

feguente

Q" AQVILIVS

NONIA

ct . DIONYSIVS ET FAVSTINA SPEM RES


^,^xT<i-riirc
.

TITVERVNT
(i) Pedrufi

vegga

il

P. Paoli loc. cit.


il

ove

in

nuova ma-

I Cef

in.

niera illuftra tutto

detto capo di Vitruvio

Tav,

6. n. j. 6. e S. 11

VJ metallo , 1 om. Kl. difegno ne korretto.


11

102
Tale
LIB. Vili.
efiftenti
i

Progressi
a.

Snnfouci

Decadenza dell'Arte villa di S. M. Prufliana che hanno


,
;

ftretd

piedi

e foftengonfi Tulle dita

tal
,

politura
l'atto

la

quale

CAP.

I,

a chi

non ne intende
)

la fignificazione

cio

di vola-

re

fembra sforzata
,

farebbe un
il

argomento
che
ivi e fui

di rimota an-

tichit

non

fi

rilevafTe

contrario dal
,

nome romano
petto s'incro,

fcritto loro fui

dorfo nelle fafce

cicchiano
fors'
jf.

A
di

quefte fafce doveano efTer legate le ale

che

erano
21.

bronzo

Tali fono le pretefe tefte di Platone

le

quali real-

mente
tre
,

altro

non fono che

Erni

fatti

ad imitazione delle pietefte


,

a cui impofte furono le


.

prime

come
11

s' detto

principio di quefta Storia

Vedef in efTe efprefla or con pi


.

or con meno
tra
i

d'arte

una diverfa antichit

pi pregevole

moltiffimi che fono in


;

Roma
a'

il

pretefo Platone della

Farnefina
cilia
,

ma

il

pi bello pafs

tempi miei da

Roma

in Si.

e vedef in

Palermo

nel collegio che fu de' Gefuiti

La

tefta perfettamente

Umile a quella d'una ftatua


la cui fottovefte di fottil

virile veftita
,

alta

nove palmi

(*)

panno

indi-

cato dalle moltidme e minute pieghe, ed ha un pallio che,

pafTando fotto

il

braccio deflro
.

va a ricoprire

il

fniftro ap,

poggiato

fui fianco

Nell'orlo di quella parte di manto


,

che
.

gittata fulla fpalla

leggefl

CAPAANAIIAAAOC
,

(**)

Di
la

quefta ftatua ho parlato a lungo altrove (a)


figura (b)
.

e ne
fi

ho data

Allorch fu mefTa

alla luce la ftatua

fecero in

Roma

profonde ricerche per indagare chi

fofTe

il

Sardana-

palo
(*) Quefta ftatua fu difotterrata nel 17^1. preflo Frafcati colle quattro mentovate Camtidi . l Ora e nel Mufeo Pio-Clementmo Ne da la figura un poco meglio d.fegnata cincila. Il iignor Cavaceppi , che prima ne era il pofl-eflo''re , nella (u^ Raccolta di ant.
.

(**) La
nella voce

A trovafi qui raddoppiata come noAAlX in luogo di nOAI2 ,


,

Statue, ce. Tom. ,il. Ta\>ola 27. ; e neUa Tav. zS. d la figura delle Cariatidi poffedute anche da lui prima che andaflero alla villa Albani , come abbiamo notato nel Tomo anrecedente pag.4.1 not. a.
.

^o

fa una moneta in bronzo della citt di Ma^^^f,^ ^ ^osi talora fi trova fcritto kCSXx j- ,. . , v>.,;/i^ in in lue tim C'bele , e Tctdla '" ''' "f^ l^"^"."

^u

^li

P'/'a

citta della

Lucania

^"^
yi

Monum.
'''"'

antichi ined. fur, ili, cap.i,

^"f- ^'.f;/^"'

'""" ' S-

PRESSO
paloivi

Greci
,

presso

Romani
,

103
'"-

rapprefentato
,

non potendovifi

cagione della

barba prolifTa

ravvifare colui cui la mollezza e la volutt


,

^^^'^"^

renderono famofo
ceafi
flati
i

e che ogni giorno per effeminatezza fa.

radere

la

barba

Avendo
,

io

trovato
il

che due erano


fu

Sardanapali re d'Aflria
,

de* quali

primo

faggio

e valorofo

effeminato e molle

fu l'altro

potei con molta


.

probabilit afTerire che a quello foffe ftata eretta la flatua


Notili per
abiti

che
,

febbene

fi

trovalTe

una figura

virile
il

con

donnefchi

non dovremmo
voluto
dar
ivi
fi

torto inferirne che


;

molle
le ve-

Sardanapalo
fii

fiafi

rapprefentare (a)

poich

d'un altro
al

fefTo

potrebbono con fondamento ana cui cofa indifferente era or


(a)

che

filofofo Ariftippo
veftirfi

da

uomo
jf.

or da donna

22.
,

Furono date
f

fimili

fembianze
le

alle tefte

d'un Bacco

indiano

non che

in

quelle per

forme pi grandiofe
degli

diftingueafi la divinit dalle


di quelle figure di

comuni

tefte

Ermi
,

Una

Bacco nel palazzo Farnefe


Cavaceppi
in
.

ma
ftile

bellifii-

ma

fra tutte quella del fignor


fi

Uno
,

ancor
di

pi antico

voluto imitare
al

una

ftatua

muliebre

marmo nero grande


pitolino
le
,

doppio

del naturale

nel

mufeo Ca.

fcopertofi nella villa d'Adriano a Tivoli


,

Ha

elTa

braccia pendenti
,

e attaccate al

corpo

come

la ftatua

d'Arrachione

vincitore

ne' giuochi
(^)
.

olimpici

dell'olimpia-

de li v.
antica

defcrittaci
fia

da Paufania

Che

tale ftatua
,

per
e
fi

non

dimoftra la

maniera del lavoro


f

cote-

nofcerebbe ancor pi chiaramente


tta,

avefTe la
,

prima fua

come erroneamente cred


un lungo
trattato nel fuo

Bottari

il

quale perci ne
(b)
;

fece

mufeo Capitolino

ma

la

tefta
(a) quefta ftatua qualche foraigliania colla figura creduta di Trimalcione , di cui fi e parlato nel Tomo I. pag. zo^. %.S.
ia) Sext. Empyr. Py/rk. hyp.lib. t. cap.14, Dice che ftimava indiiFercntc cofa che Tuomo fi velia da donna j e Ub. j. cap, 24. che
[

Ha

accett una verte feminile , che gli efib il Vedi anche fopra Tore Dionilio di Sicilia mo I. pag. 4^0. noe. s. r (i) lib. S. cap.40. p. 68 z. [Vedi Tomo priiic. pag. iz. (b) Tomo iti, Tav. Si.
.

104
tefta n'
i,lB. vili.

Progressi

Decadenza dell'Arte
,

moderna

lavorata a capriccio

non che

CAP.

lo fcultore ftudiato di continuare in elTa quelle grofTe cioc-

I.

che di capelli
fpalle
.

che

le

fi

erano in parte confervate


la

fulle

Dopo
nel cui

che fu reftaurata
villa
,

Ilatua f ne trov la vera

tefta nella

mentovata

e fu

comprata
far

dal card, di Poli(a) (i)


.

gnac
Quefto fervi di preparativo allo ftiie fu(f.

mufeo
,

di antichit

anche oggid
flile

_,-,,.
itile

25.

Le propriet del pi antico


;

fecero flrada allo


r

lublime

e da quello
,

,,

derivo

t> 1

elpreiuone torte e

rr

la

ri-

gida efattezza
chi lavori
fi
fi

poich nella durezza medefima de' pivi antii

fcorgono
fofie

contorni efattamente difegnati


fapere
e
l'abilit
.

e vi

ravvifa quanto

il

dell'artifta

che

tutto fapea mettere fotto lo fguardo

Forf anche in quefti


,

ultimi tempi l'arte farebbe giunta alla fua perfezione

i
,

noftri artifti avefTero fcrupolofamente feguito Michelangelo

imitandone
parti
.

contorni

efatti

e la forte efpreffione di tutte le


la

Siccome nello ftudiare


,

mufica

o uno Itraniero

lin-

guaggio
fi

col

toni

e qui le fillabe e le parole


,

pronunciar

devono con forza e precifione per giugnere poi a produrre una pura armonia , e la dolcezza e fluidit della pronunciazione acquiftare
;

cos nel

difegno

fi

giugne ad

efpri-

mere

la verit

e la bellezza delle
,

forme, non gi per mezzo


,

di tratti incerti

vaghi, o troppo leggieri

ma

bens pei contor-

(a) Ora in portello


(i)
rifpetto alle medaglie

di

fua Maeft PrufTiana.


in altra noti.

Quanto dicemmo
,

pag.gS.
fi

nel di cui diritto

uno ftile divcrfo da quello del rovefi pu adattar ancora ai baffi-rilievi e fcio ad altri lavori rapprelentanti divinit o eroi dove un pi recente ftile vedefi accoppiato con uno pi antico Era il primo d'invenravvifa
, .

vea altres efeguirc la copia collo ftile medefimo ; come appunto farebbe oggid qualunque eccellente dipintore che avelie a copiare una di quelle rozze divote immagini de'baff tempi Siffatte copie o imitazioni non fono
.

ftate s rare preflo gli antichi

la perfetta raf-

zione dell'artilta , dal quale perci formar fi deve il giudizio non meno della fua capacit , che del tempo in cui fu cfeguita l'opera Era l'altro di fcmplice imitazione , in cui non cflendo egli libero , ci vicn tolto quindi il
.

fomiglianza che ftorgcfi in diverfi lavori di tal forte , fottratti dalle ingiurie de' tempi , ne fono una prova . [ E fra i tanti pu nominarfi il baffo-rilievo della villa Albani , di cui fi parlato dall'Autore fopra nel . i g. p. 1 00. Ve ne fono tre iftefll in quella villa . J Un folo occhio fino di perito conokitore pu
altri

mezzo

di giudicar della fua abilit e di de.

terminarne il tempo Se la figura di quella divinit o di quell'eroe, che avea egli a riproaiK , folfe Itaca di ftile antico e duro , do-

difcernere fra qucfti , quando contrallegni , quale fia

manchino
l'

gli
,

originale

quale la topia

PRESSO

Greci
,

presso

Romani.
.

ioJ

torni robufti e deci fi

ancorch un po' duri


tragedia per

In egual

modo
confi-

nei tempi in cui l'arte s'avanzava a gran pafli verfo la fua

LIB. Vili.

perfezione follevofli

la

mezzo

GAP.

r.

di

uno
della

ftile

mile

cio per quella efprefone forte e grandiofa elocuzio,

ne

di cui feppe valerfi Efchilo


,

onde dare
Gorgia

dignit ai
.

fuoi attori

ed

alla

verofimiglianza la forza del vero


fcritti di
,

L'arte

oratoria medefima negli

che ne fu
.

l'

inven-

tore
$.

aveva un non fo che di poetico


24.
Notifi qui
il

(a)

giudizio d'un ignorante pittore


e
fcrittore

che
,

volle farfi anche autore

come du Frefnoy
il

fe-

condo
furono
ca
il

il

quale
tra

opere antiche devono chiamarfi quelle che


i

fatte

tempi d'AlefTandro
nel filTare
il

Grande

e quei di

Fo-

{b)

Egli erra

s
;

principio che nel determinare


dell'ar-

fine dell'epoca
(

poich noi abbiamo de' monumenti


,

te

ficcome gi
in

vedemmo
)

e far

ancor pi chiaramente di:

moftrato

appreflb

anteriori ad AlelTandro

altronde
.

l'e-

poca

delle arti del difegno finifce

prima

di
,

Coftantino

Egual,

mente falfa l'opinione di coloro i quali col Montfaucon (e) credono che non efifta pi alcun lavoro di greco fcarpello
f non de'tempi ne'quali
(,a)

Greci foggiaceano

ai

Romani

Rket. lib.j. e. i . [ Vedi apprcflo I. ^. iS. (A"! Des Piks Remarques far l' art de la pnt. di du Frefnoy , pag.i oj.
Arift.
*

Uh.

IX. capo

(e) Ant. expl. Tom.til. liv. i. c.t.num.f. Dice che pochi monumenti di quelli efiliono in paragone degli altri fatti apprcflo .
[

Tom. 11.

Ca-

io6
LI B. vili.

Progressi

Decadenza dell'Arte
ff^
,,g<

^
C
Scile

CAP.n.
A
p

li.
che i

fnhlime

Suoi caratteri

- Monumenti
. . .

ejjo ci

rimancono'.
.

Stile bello
e la

I fitoi caratteri fono


.
.

la

morbidezza
.

nel difegno

grazia

or fublime

or piacevole

or bafsa e comica

Delle figure de' f ut tini

Stile

fublime.

Vallando Cominciarono a fplendere in Grecia i tempi della l'arte medefima pi libera divenne filofofia e della libert
,

Suoi caratteri,

e pi fublime

L'antico

ftile

fi

fondava da principio
;

fu re-

gole prefe immediatamente dalla natura


f

ma
,

efle

ben prefto
fi

ne allontanarono

divennero ideali

onde

lavorava

meno ad
gole
pria
. .

imitazione della verit che a


,

norma

di quelle re-

L'arte aveafi

a cos dire

foggiata una natura fua proi

Sopra

tal fiftema

s'innalzarono
della

grandi maeftri
natura
.

ftu-

diando di ravvicinarfi

alla verit

Quella loro

nfegn a dare nelle figure un contorno morbido e dolce a


quelle parti
tite
, ,

che dianzi dure erano


,

foverchiamente rifen-

e caricate
le

a rendere pi decenti e moderati gli at,

teggiamenti e

mofTe

che dianzi troppo erano forzate

in

fomma
principi

a formar opere che moflraflero


.

meno

dottrina

ma
,

pi belle foflero e grandiofe


,

Migliorando
,

l'arte fu
,

quefti

celebri
,

fi

renderono Fidia
,

Policleto

Scopa
Il

Alcamene Jlile pu chiamarfi


la bellezza
,

MiRONE
ebber

ed

altri

maefiri di que' tempi


,

loro

il

fublime

poich ne'loro lavori, oltre


il

in

mira principalmente

grandiofo (a)
jT.

I.

Bifo-

(a) Tale appunto porta Demetrio Falereo

il

giudizio

che ne

paragonando due alli due ftili dell'arte ; all' antico cio e a quelio di lidia , il primo de' quali era fecco
,

elocuc. . Xlf^. diverfi ftili di elocuzione

De

e mefchino ; il fecondo moftrava della diligcnza unita ad una maniera grandiofa Unde & edolatum habec quiddam fuperior locu:

tio

&

leve
,

Quemadmodum h veterum J,

mutuer

quorum ars videbaiur contrario

PRESSO
jf.

Greci

presso
il

Romani
fi

107
'

I.

Bifogna qui diftinguere


affinch

difegno duro dall'affilato


,

o tagliente,
llo

ove, per efempio


le

veggono
di

nelle
,

LIB. vili.
fi-

CAP.

il.

gure della pi fublime bellezza

fovracciglia affilate

quee co-

non abbia

a prenderfi

per una durezza


;

difegno
di

me un avanzo del pi antico ftile vammo che ci era fondato nella


Egli verofimile per
,

poich gi

fopraofTer.

giufta idea della bellezza


inferire

fi

pu

da qualche paflo
ftile

degli antichi fcrittori che

il

dilegno di quefto

fublime

confervaffe ancora un
la

non

fo

che di rettilineo e d'angolofo;

qual propriet fembra indicata dalle voci quadrato o ango,

lare

con
2.

cui lo diftinguevano (a)

$.

Eflendo que'gran maeflri


delle proporzioni
tutt'i
,

come Policleto
le
,

le-

gislatori

quali

mifure d'ogni parte

precifamente in

fuoi punti fifiarono

ben probabile
della,

che all'efattezza
belt delle forme
il

del
<*)
si
,
.

difegno
Indi

una parte
che

facrificaflero

che nelle loro figure fcorgeafi


,

fublime

bello

ma

tale

paragonandolo

ai

mor-

bidi contorni de' loro fucceiroii, moilrava una certa durez-

za

e quella

appunto fu rimproverata a Gallone

ad Egia
a

O
&
&
tenultas
3
'.

Ca-

a\iTt>

i,

Iryi-ryn'

eorum
,

Vero

qui fecali funt, locutio Phitiii. optribus


efi ,

jamjmi/is

haiens quidcam

ii

amplum

^g ^ ^^^^ antiqui: corpora graciliora , Jccioraque , per qud. proceri tas pgnorum major v'detur S'on hahet latinum nomen fymme.

exquijtum Jimul ( t/ /ija^ic ^ anfi^s tra , quam diligentiffime cufiodivil , nova, inlaciaque ratione quddraias veterumjlaturat /ua > . (a) P\T. /ib.4. cap.S.feU.ip.^. 2.[Ctc- permutando: vuigoque aicebat j ai illis faio che il Cg. Falconct <otes fur le ^4. livre Bos , quales effent , homines : a f , quales dt Pline , a quefto luogo citato, num. p. , v/i/frfnrur </7e. Nello fteflb fenfo adopraquella parola quadrata Suetonio parlaniio della ccuvr. Tom.iil. pag.i I .fegg. , abbia ragione di dire , che \( inkelmann ha male intefo, ftatura di Vefpafiano nella di lui vita e. 20. : e applicato ai contorni rettilinei il termine di Statura fuit quadrata , compaBis , firmifque quadrate ufato da Varrone predo Plinio i.cit. memris ; Cornelio Gelfo De med. lib. 2. cap. 1. ove dice , che quella la miglior co{ non gi di angolari ) parlando delie ftatue Corpus hablijfimum di Policleto ; poich Plinio poco dopo nel ftituzione di un corpo S-6. cfpreflmente ripete lo fteffo fcntimcn- quadratum eft , ncque gracile , ncque obefum; to parlando ieWs. flatura , o proporzione del- ed altri , che potrebbero addurfi . (*) Se le Canefore in terra cotta , di cui le ftatue degli antichi, i quali le facevaj^o larghe di vita anzi che no , o come dircm- parler pi Torto , foffero , ficcome io immo , piuttofto tozze , quali erano gli uomini manino , copie delle famofe Canefore di VoBaturalmcnie al quale difeno rimedi Li- licleto , potremmo da quel balTo-rilicvo riftppo , che fece le fue pi fveltc , e gracili cavare un pi ficuro indizio del carattere di Statuaria arti plurimum traditur contuliffe quefto ftile , e della durezza di difegno che capllum exprimendo , capita minora fatitn- Io diftngucva . Vedi lib. IX. cap. il. . /7'
:
:

108
a
LIB. vili.

Progressi
,

Canaco

Decadenza dell'Arte Calamide (a) e a Mirone medeflmo


e
,

(A)
,

feb-

CAP.II.

bene tra queftl Canaco


fcolaro di
.

foITe
,

pofteriore a Fidia

eflendo
.

Poucleto

(c)

e fiorifle nell'olimpiade xcv. (a)


fcxittori
,

^.

3.

Tal rimprovero fatto dagli

quali giu,

dicar vollero d' un'arte che

non ben conofceano


,

fu talora,

egualmente mal a propofito

ripetuto

a'

noflri giorni ri-

guardo

agli
fi

artifli

moderni

Cosi
ai

le

figure di Raffaello
tratti
,

nelle quali

fcorge in
e

mezzo

pi arditi
,

un
le

dife-

gnar franco

un contornare efatto
colla

da alcuni
,

che

han-

no paragonate
glienti e

morbidezza
del

de'
,

contorni

e colle molli
riputate ta,

e ritondette forme

Correggio

fono

fiate

dure
,

e tal giudizio

ne port Malvafia
de' pittori

uomo
,

di
.

poco gufto
Nello
fleiTo

che ha

fcritte le vite

bolognefi

modo

ad un inerudito lettore afpri fuonano

fembrano rozzi
maeft e nobile

e negligentati gii
facilit

Omerici numeri
di

e l'antica
,

di

Lucrezio o
,

Catullo

in

con-

fronto dei maeflofi verfi di Virgilio


dio
.

e dei teneri

modi d'Ovi-

Luciano per annovera


lavoro di Calamide
,

la ftatua
i

dell'Amazzone Sofan-

dra

tra
;

quattro pi eccellenti
egli

mo-

delli della belt

femminile

poich defcrivendo

una fua
e'I

ideale bellezza

noii folo prende da quella


,

ftatua l'intero
,

panneggiamento
4. E'

ma
e

eziandio l'aria modefta del volto

forrifo pafleggiero
jf.

coperto
altres

(d)

da notarfi

che nell'arte lo
gli artefici
,

ftile

d'una data
tutti

epoca non

generale a
fi^ile

tutti

come
.

non

hanno

lo fleflb

gli

fcrittori

contemporanei

DifFatti f

non altri ci fofTero pers'enuti fuorch non giudicheremmo noi erroneamente quei di Tucidide cos fcritto avelfero con tal ficcome quefto ftorico che
degli antichi Scritti
,
.

brevit e concifione da renderfi ofcuri anche Platone


Quinril. In^^. orat. Uh. 12. cap.io. (A) Plin. /oc ar. . ^. CO Pauf. lib.6. cap,t3. P'^S-'r^ 3- Hn.z?.
(/j)

Lifia

e Se(a) Vedi appreflb al libro

IX. capo ni.


^

^.z.efegg. {<0 Imag.

,S, 6. op,

T0m.1l.pag.46 4.

PRESSO
e

Greci

presso

Romani
alle

Senofonte
,

le

parole de' quali fomigliano


?

109 acque d'un

'

''-

'

rufcello
jf. i

che placidamente fcorre


Dello
ftile

CAP.
,

ir.

j.

fublime alcuni monumenti abbiamo

fu Monumenti.
ji,^ji,gono."

quali verificare in qualche


.

modo

le noftre
il

ofTervazioni gcfi

nerali
in

II
,

pi eccellente

e direi quaf

folo che

vegga
villa

Roma

la gi pi volte

mentovata Pallade della


nella villa

Albani

(a) alta

nove palmi
llefl^a

che non dee confonderfi coll'alfilile

tra ilatua della

dea del pi antico

mede-

ima
villa
fti

(b)

quefla viene in feguito la


.

Niobe

colle figlie nella

Medici (e)

Queflia Pallade ben degna de' grandi arti;

di

queft'epoca

un giudizio tanto pi ficuro pofiramo


la tefta

portare fu di elTa
za originale
,

quanto che
s

ha

tutta la fua bellez-

ed
.

intera
tutti

come
gli

f venilFe

ora dalle mani

dello fcultore

EfTa

ha

efpofl:i

indizj dello fiile fu-

blime
fi

e vi

fi

fcorge una certa durezza che meglio


,

concepir

pu che

defcrivere

e per cui
lei
i

fembra che

le
,

manchi nel
f ritondati

fembiante quella grazia che a

ne verrebbe
tratti;
il

ne foflero alquanto e raddolciti

quella grazia cio

che nella feguente epoca dell'arte diede


alle fue figure
,

primo Prassitele
.

ficcome pi fotto vedremo

La Niobe

e le

fue figlie

devono fenza dubbio rifguardarfi come lavori del medefimo ftile (d) Quefl;o. per non ifcorgefi gi a quell'aria di durezza che ci ha guidati a fifilre l'antichit dellaPal-j
.

lade

ma

piuttofio ad una certa increata idea di bellezza


fi

ai

quella femplicit fublime che nella forma del volto


fi
,

ravvi-

anzi neir intero difegno


.

nel

panneggiamento

e nell'e-

fecuzione medefima

Tal bellezza come un' idea nata fenza

l'ajuto de'fenfi; un'idea, quale formerebbefi in

un

intellet-

"l'i's:

irr>

to perfpicace

in

una

felice fantafia

che

follevarfi fapefi^e fii


.

no

alla

contemplazione della belt divina


Tomo I.
num.
1 7.

Quella grande
fem-

(a) Tav. XIII.


(b) (e)

Monum.
Ora

ant. ined.

2e nel quinto gabinetto . (d) Vedi appi^lfg al Ub, IX, capo


"

il, ^.i g

nella gAlIaij Granducale a Firca-

ir
"
^'

Progressi b Decadenza dill'Arte


,

femplict ed unit delle forme tale

che l'opera fembra


,

non aver
l'agile

coftata

nefllina fatica ali'artifta


,

e direbbefi qui

prodotta col penfiere

o con leggiero
,

foffio

formata

Cos
le fue

mano

del gran Raffaello


fol tratto

pronta ad efeguire
di
,

idee

difegn con un

penna un

belliflimo

con-

torno d'una

tefla di fanta

Vergine

e tale cheipi

non

l'ebbe

a ritoccare neJ dipingerla


Scile bello.

jf.

6.

Dello
i

ftile

fublime non
,

fi

poflbno con efattezza

tutti

indicare

caratteri

perch

ci

mancano
.

le

opere di
elTe

que* gran maeftri che l'arte riformarono

Riguardo ad

poflamo a coloro paragonarci


antica logora dal

quali olTervando una tefta


,

tempo

e malconcia
,

l'idea vi

riconofcono
il

della perfona che rapprefenta


del lavoro
;

fenza

difcernervi
fi

merito

come

allora che da lungi


i

oflerva e riconofce
.

alcuno fenza diftinguerne


cos avviene di quello
ri, e che io
fiile

lineamenti del volto

Ma non

che introduffero
ftile

loro fucceiTo

chiamer qui
,

bello

Potr parlarne con


pi
belle

maggior ficurezza
dell'antichit
,

poich

alcune

delle
,

figure

fino

a noi pervenute
ftile

fono
;

in co ntraf labil-

mente

de'

tempi in cui quefto

fioriva

e quelle delle
rif-

quali l'et

non

ci

viene con certezza indicata, poflono

guardarfi per lo

meno come
punto

un'imitazione di efe

Lo
,

ftile

bello nelle arti del dilegno cominci da Prassitele


fe
al

e giun-

pi alto
,

di perfezione

ai

tempi
(a)
;

di

Lisippo e

d'APELLE

ficcome pifotto dimoftreremo


,

in cui fior

dee

fifTarfi

onde l'epoca poco avanti ad Aleflandro il Granper cui quefto


ftile

de fino
Suoi caratte-

ai

primi fuoi fucceftori


carattere principale
,

n
i

jf.

7.

IJ

dal fu-

blime diftinguefi
teft

la grazia
artifti

e fotto quefto afpetto v' fra

mentovati
fra

loro predeceffbri quel rapporto

che fcorgefi

Guido

e Raffaello ne' tempi a noi pi vicini

(a) libre X. capo

I.

(.....,

PRESSO

Greci

presso

Romani.

ih
'

Quefta verit

rifaJter

meglio dall'efame che far del


ftile

dife-

gno
jf.

e della grazia
8.

propria allo
fi

bello

Nel difegno
e l'arte

cominci ad evitare quell angololo


artifti
,

...hmotbi-

che vedeafi ancora nelle ftatue de' grandi


LiCLETO
,

come
i

di Po-f'|no.';
>

ne fu principalmente debitrice a Lisippo


,

che imit

la natura
,

piucch fatto non avevano


i

fuoi pre,

deccflbri (a)

tondeggianti facendo
;

contorni delle figure

che quelli facevano taglienti

e di quefta
ftatue

maniera denno

probabilmente intenderli
quadrate (a)
,

quelle

che Plinio

chiama
{h)

giacch anche oggid chiamali quadratura

quel

modo
artilli
,

di difegnare

ad angoli
,

Ma non

oftante quefto

cangiamento nel difegno


agli
le

continuaix>no a fcrvir di
ftile
.

norma
antece-

forme della bellezza adottate nello


fiata

dente
che

poich n'era
(e)
,

maeftra la pi bella natura


,

Quindi
il

Luciano

defcnvendo una bella donna

ne prefe
ftile

compleflb e

le parti principali

dagli artifti dello

fubli-

me
no

e dai loro fucceflbri l'eleganza e


.

quell'attrattiva che

piace
,

Dovea

nel

fembiante fomigliare alla Venere di Len;

opera

di Fidia

ma

nei capelli
,

nelle ciglia

nella

fronte alla Venere di Prassitele

della

quale pur volea lo


effer quelle
,

fguardo tenero e lulnghiero


della

Le mani dovean
;

Venere d'AiCAMENE
Pallade {d)
,

fcolaro di Fidia

febbene

quanla

do nelle defcrizioni
pio quelle
di

di belle
,

mani
la

trovanfi addotte in eleni-

intenderli

debba probabilmente
.

Pallade di Fidia fteflb


ofTervato che
le

come

pi celebre

Abbiamo

gi
le

mani
{e)
.

fcolpite

da Policleto riputavanfi

pi belle di tutte

Jf.9- I la-

(a)

Cd) VWn. Uh. ;4.cap.S. feci. is>.%. 6. fatto vedere il contrario qui aeranti

Ho

<0 'Md. num.iop. [Ho gi notato fie! Tmo I. pag. j8 z. net. b. che quefto luogo
,

pag.107.

noi. a.

non va
to
,

intclo delle

(A) Lomazzo Idea del Tempio della Pitt. cap.4.pag.t y. (0 Jmae. . 6. op. Tom. i:I.p.4.6j.fq.

ma

fcolpite da Policlcdella di li perizia nello fcolpirc nel

mani

qual fenfo , e antonomafticamente per le opere , parlano tanti altri fcrittoti quando no-

{d) AnthoI./i.7.

num.too.

vrf.t.

minano

le

mani

di

un

artifta

come

tra gli

ila
jT.

Progressi
9.
flile
,

Decadenza dell'Arti
confronto
di

I lavori dello flile fublime in

quei

LIB. Vili

dello
CA,P.1I.

bello pofTono
e agli eroi

afTomigliarfi

agli
,

uomini de' temparagone


de' col-

pi eroici
ti

ftefll

d'Omero
,

in

e civili abitatori d'Atene


fiore
.

mentre quella repubblica era


fui

in

Facciamo
i

un

confronto pi fondato
all'
.

vero
,

paragoniamo
rapifce

primi lavori

eloquenza di Demoftene

fecondi a quella di Cicerone

Siccome l'orator d'Atene ne

con violenza
dell'

e quel di

Roma

foavemente

ci attrae

cos quelle grandi opere


fulle bellezze
fi

non

ci lafciano
,

tempo

di riflettere

efecuzione

le quali ne' lavori fufleguenti


,

moftrano anche non ricercate

com

rifaltano le bellez-

26 oratorie di Cicerone in mezzo ad una luce generale, che


nafce dai principj dell'eloquenza
:. Zia
.

.elagra-

jf.

io.
,

La grazia,
gefto
,

altro principale diftintivo


fi

dello

fl:ile

bello
del

fla nel
,

manifefta nell'azione e nella mofla

corpo
,

ed ha pur luogo nel getto del panneggiamen.

to

e in tutto ci che al veftimento appartiene


,

Gli

artifti

fuccelTori di Fidia

di

Policleto
in

e de' loro

contempora,

nei

andarono pi che quelli


ne fu cagione

traccia della grazia


e f
i

e fep-

pero efprimerk ne' loro lavori;


fero
,

primi a ci non giunloro


,

la fublimit delle idee


.

e la rigida

efattezza del loro difegno

Quello punto merita una


flile

parti-

colare confiderazione
jT.

ir.

Que'gran maellri dello


parti
,

fublime non altra

bellezza aveano ricercata fuori di quella che confifle in una


perfetta armonfa delle
e

in

un' efprefone fublime


il

aveano cercato

il

vero bello

anzich

graziofo

E poich
del

altri

Petronio
viai

manus

Satyr. pag. ^ j
lib. i
.

Zeuxidis
:

Anzulc

lii.4. epigr.^p. verf. ^.feg^.:

nondum vemftatii
SyLv.
,

injura viQasi

Silio Italico

cap.3. verf.4.7.
,

fidi anes

veterumque manus

variifque

Solus Praxitelis manus , Scoptque , Solus Phidiaci tcreuma ali , Solus Mentoreos kabes labores ;

metalla

Viva modis

ed

altri preflb
.

il

Volpi nelle note a Properzio


,

lib.^. eUg. z

r-ic pag.$4i

PRESSO
del bello

Greci

presso
,

Romani.

113
LIB.VIII.

una fola

la vera idea
ftefla
;

che

la

pi fublime e'
GAP. II.

femore limile a s
continuo prefente

perci

quegli ardili l'aveano di


,

alla
,

loro immaginazione
e

coftancemente

tendeano ad imitarla
voli
i

lavori
la

doveano quindi riufcirne fomigliequella cagione probabilmente afcrivere dobfi

biamo

ralTomiglianza che
lei

ravvifa fra la tefla di

Niobe

e quella delle di
differenza f

figlie

tra le quali

non

fi

fcorge altra

non quanta
;

rifultar

ne deve

dall'et e dal gra-

do

di bellezza

facies non omnibus una.

"Nec diverfa tamen


jf.

qualem decet

ejjet

fororum (a)

12.
di

E ficcome era regola fondamentale dello


effigiare
s

ftile

fu-

blime

nel volto che nell'atteggiamento gli dei

e gli eroi fcevri di tutto

ci che dipendea dai fenfi


,

liberi

dagl'interni tumulti delle paflioni


di fenfibilit
ftefla
i ,

in

un perfetto equilibrio
a s

con un'anima tranquilla fempre uguale


efi
.

perci non fon

andati in traccia d'una certa graE' vero

zia, n l'hanno efprefi^a

per che a ben efprimere

una

fignificante ed eloquente tranquillit


afld.i

d'animo

fi

richieflato
;

de una mente
sforzato
,

elevata

poich l'imitazione d'uno


,

dicea Platone

(*)

pu

in varj

modi

efeguirfi

laddove lo flato d'un' anima tranquilla e faggia n facilmente s'imita,


jf.

n imitato agevolmente comprendefi dal volgo


L'arte cominci a follevarfi
,

13.

con

efatte e rigide

idee della bellezza


di leggi

come ad

ingrandirfi comincia per


.

mezzo

auftere
,

una ben governata repubblica

Le antiche
ai

figure pofibno

come

gi s' detto

paragonarfi

femplici

Tom. IL
io) OviJ. Metam. Ub. z. v. i^. 14, (*) De Republ. Lio. op. Tom. il. p. 604..: YltWii /ttiiurti xa ste.'xix 'X" T jar*Tix > t / 9fT(/icr &:c. [ Mos ilU ad indig .donem fefe effundens , querelai , plurimam , muliiplictmqut imitationem ce-

co-

quum femperfibi pfi Jt jmilis , ncque facile pojfumus imitar! j ncque dum illum imitan
inflicuimus
,

facile percipitur a turba in chea'

&

trum videlicet ex variis hominum generibus confiuente : affccus enim ab ipjs alieni fit
imttatio
.

pie

prudenum vero

6"

pacatum merem

114
LIJ3. Vili.

Progressi

Decadenza dell'Arte
I

coftumi degli uomini di que' tempi.


grandi
CAP.II.
alle leggi

primi fuccefbri dei

maeftri

maffime

non fecero come Solone riguardo di Bracone, cio non s'allontanarono dalle loro ma come i pi accorti legislatori temperando
dell'arte
,

colla faggezza le prifche troppo

auftere leggi

pi

utili

le

renderono e pi miti, cosi quegli

artifti Ihidiaronfi di avvicinare vieppi alla natura e le forme che dagli antichi era-

no

fiate difegnate

fecondo un fillema loro proprio


ftatue
;

e la

belt fublime

che nelle

de'

primi

maeftri

era

quali

un'idea aflratta dalla natura

ne rifuk quindi una mag,

gior Variet

Deefi intendere in quello fenfo la grazia


llile

che

diede un nuovo rifalto alle opere dello


or fublijf.

bello

14.

me
fu

A
,

quefta Grazia che,


fotto

venerata che
(b)

hccome due diverf nomi


flati

le

Mufe

(a)',

non
diffe-

prefTo

gli

antichi

Greci

fembra che (ano pure

attribuiti
,

due

renti caratteri,

come

alla

madre
Venere

di

Amore
,

di cui

cometerne

pagna

Una
,

limile della

celefte
,

di pi fublime
le

origine

coflante
,

ed immutabile
cui elTa figlia

come
e a
,

leggi

dell'armonia

di

quefta ebbe mente


di la

Orazio quando nomin

una
.

fola Grazia

cui le altre

due fuppongonfi

forelle (e)

L'altra

come
:

Venere nata
per

da Dione

pi foggetta alla materia

elTa

figlia del tem,

po

compagna

della

prima Grazia
ne

offia della celefte


i

annunziarla a coloro che non

fanno

mifterj

Difcen-

de volentieri dal fublime fuo grado; e compiacente, fenza

per

avvilirfi
;

fi

comunica

coloro, che la

vanno confide,

rando

non foverchiamente avida d piacere ma nemineno ama di rimanerfi negletta o non curata AH'oppofto
.

la

prima Grazia

compagna
qu/if.

degli dei

(d)

fufficiente a s
ftef-

io) Confer Liceti


tpift.

Refponfa de

per

(e)

Carm. Uh.

^.

od. tp. verf.16.

lib.

4,
0-

pap.66.
PuC. lib. 2. cap.iS. pag.2j4.. lin.zS., ss-pag. 780. V. Eurip. Jphig. in

od. 7. verf. f.
(.d)

Hom. Hynn.

//i. p. cap.

ce tutte tre

compagne

in Ven. verj.pjdegli dei

Le

Aul. verf. / j- J-.

PRESSO
fteiTa

I
,

Greci

presso

Romani.
:

iij

non

fi

oifre

ma

vuol elTcre ricercata

troppo
,

fu-

blime
ch
al

l'elTer

fuo per renderfi


,

dir di Platone (*)


s'

la
,

comunemente fenfbile poicofa fuprema non ha immagi-

LiB.

vm.

CAP.H.

ne

EiTa

intertiene coi favj


:

ma

ritrofa

fi

moftra ed auftera
dell'anima
, ,

colla gente incolta e vile

nafconde

le palToni

perch
grandi

fi

avvicina alla tranquillit della natura divina


,

cui
,

artifli

giufta refprelfione degli antichi fcrittori


.

ftu-

diavano
ftero
le

di

rapprefentarfi (a)

Quello per

che

in

elTa au-

fembra e inelegante, pu ralTomigliarfi


,

alle frutta acri


(b)
,

quali

fecondo

l'

oiTervazione di

Teofrafio
;

d'ordi-

nario pi odorofe fono che le dolci

fi

fa

altronde che

penetrante efier deve e fenfibile ci che ha da muovere ed


allettare
.

Greci hanno paragonata la prima Grazia coll'ar,

monia jonica

e la feconda colla dorica

(e)

noi potrem-

mo
jf.

raflomigliarle ai due diverfi ordini d'architettura di quel-

le ftefie

nazioni
li

ij.

padre de'poeti

Omero

(J)

conobbe quella Gra,

zia

che s'introduce ne' lavori dell'arte


della
bella
e

e la rapprefent
veftita
gli

fotto la figura

leggermente
(e)
,

Aglaja o
vien data

Talia

conforte di Vulcano
di

che perci

per compagna

lavoro

(/)

nella
,

creazione della divina

Pandora
Ulifie
{h)

(g)
,

La Grazia
gli
artifii

quefta
il

che Pallade vers fovra


.

e di cui

cant

fublime Pindaro Q)
fi:ile

lei

fi

confecrarono
fcarpello
di

dello

fublime
del

guid

efia lo

Fidia nella formazione

Giove

olimpico
nel-

P 2
(*) itiFolie. op.Tcm.iI. pag. sS.princ. <f' 'i' /ity!rtis elm Ka ri/juanurci cvji Y*>' r; iVbxc j/Jr ft 7CV! iiSfia-cvt
I

()
(e)

/it.6. cap.22. V. Arift. i?f iJffui/, /'i.^. e./. [Tratta

Decauf. p/ant.

quorum maxima & grayijfma fune rr.omenta , nulla cf. tam efficaciter exprejja imago, ad hominum fenjum

Rerum

poiro iltarum

dell'ariroria ('erica e della frigia, e delle loro diverfe qualit .


{d')

lliad. lib.tH. verf.jSz.


ibid. verf.^8 ^.

(e^

Ctptumc:

e effo'-mata

RepuhI. Hi. 2. oper. Tom. il. [Piprei^dc i poeti , e pittori Vg- ?77. che lapprefcr tafano la divinit con tutt'altii attributi da quelli , che le convenivano
(a; Plato

Li

(/)
i

Piate in foli:, op. Tom.il. p.274. C. \e) Hcfod. Jhec^cn. verf.fg2. (h) Fcm. Odi. lii.S.rcrJ.i S. (/") 0;ymp. i. yerf. g, [Parla del fole di
,

nnezzo giorno

Ti5
nella
LIB.VIII

Progressi
cui

Decadenza dell'Arte
fefb

bafe vedeafi
(a)
.

rapprefentata collo

Giove

fui

CAP. n.

cocchio del Sole


lui fovracciglia
ti

DelTa fu che l'arco altiero delle di


nella
,

amorevolmente pieg
originale dell' artilla
la

forma che
di lui

diffat-

avea la figura

e fui
la

maefto.

fo fguardo parve verfare

dolcezza e
,

beneficenza

Fu

defla che affirtita dalle fue forelle della belt


,

dalle dee delle ftagioni e

coron
(r)
,
:

in

Argo
che

la tefta di
dirfi

Giunone
la

(b)
,

educata

da quelle dee
a
lei

tefta

poteva opera fua

perch
di

fomigliante

e
.

perch guidata avea

mano

Pobella

LiCLETo in efeguirla

EfTa l'innocente e coperto forrifo es-

primea

della Sofandra di

Calamide
lei
il

e nafcondeafi

con

modeftia
femplicit

fulla di lei frnte e negli

occhi

nella elegante

del

getto del di

panneggiamento fcherzava
gran maeftro della Niobe
,

Da

elTa

ajutato e condotto

fi

follev alla regione delle idee incorporee

ed arriv
que'puri

al

fe-

greto di unire

fui

medefimo volto
le

le

angofce di morte colla


di
fpiriti,
i

pi fublime bellezza; e divenne creatore


e di quelle anime celefti
fenfi
,

quali fenza punto

muovere

eccitano

la

mente

contemplare

la perfetta bellezza.

Quelle figure
le
...

diffatti

fembrano non
.

effere ftate

formate per

pafoni
jf.

ma
Gli

folo averle adottate

orpiace-

i6.

artifti

dello
;

ftile

bello accoppiarono colla priprefTo

ma
de
di

la
il

feconda Grazia

come

Omero Giunone

pren-

cinto di Venere per comparire pi amabile agli occhi


,

Giove

cos que'gran maeftr ftudiaronfi di

accompagnare
,

la belt fublime
il

con una grazia pi

fenfibile

e di rendere

grandiofo pi gradito
ci

per mezzo di quella piacevolezza


fi

che

previene

Quefta Grazia piacevole


,

f
fi

vedere a prin.

cipio nella pittura

per cui

alla

fcultura

pittore Parrasio divenne per efla

II comunic immortale a lui primo


:

pa-

(j) VsiiC /ii.j.c.i i.pitg.40^. prlnc. io) id. Uks. t.i7-P'^,i4-S\ iin,20.

(0 iemlii, z. e. i. pag.149,

infine,

fi

pales

parire fui

Romani. 117 ma non tard poi pi d'un mezzo fecolo a comche tanto tempo appunto marmo e fui bronzo
PRESSO
I

Greci

presso

LIB.VIII.

icorfe fra Parrasio coevo

di

Fidia

GAP.
e

II.

Prassitelh

le

cui

opere

da quanto

fi

fa

per una particolar grazia da quelle


(a)
.

de fuoi predccelTori diltinguevanfi


jf.

17.

Come
,

Parrasio pu
(/')

dirfi

il

padre

di quella
il
,

Gra-

zia neir arte

cos Apelle

dirfene potrebbe
(e)
;

pittore

poich feppe renderfela propria


lone delle altre due forclle
,

e quella fola

ad efclu(d)

efprefle in

un fuo quadro
artifti

Pu qui
fotto
il

ofTervarfi

che entrambi quefti grandi


,

fon nati
,

voluttuofo clima della Jonia

e in

un paefe

ove

qualche fecolo prima era flato dotato della Grazia fublime


il

padre de' poeti

poich fappiamo
;

elTere fiata Efefo la pa-

tria dei

due

jjientovati pittori

e forf Apellb

da un altro
;

Apelle venuto a Smirne colle Amazzoni traeva l'origine


avea cos qualche confanguinit con
tenati quell'Apelle s'annovera
{e)
.

Omero

fra

di cui an-

Parrasio dotato d'una

tenera fenfibilit

fu cui
,

pur

influiva la dolcezza del clima,

ed iftruito da un padre
zione nell'arte
favio
,

che aveafi acquiflata della riputa-

portofl ad

Atene
,

ove divenne l'amico del


,

del maeftro della grazia

Socrate
.

il

quale la fece

conofcere a Platone e a Senofonte


jf.

ne

La variet, che s'introdulTe allora nell'efpreflonon nocque punto all'armonia e alla grandezza dello
18.
fi

ftile

bello. L'anima allora

manifeft ne' lavori,


,

come

fot-

to una tranquilla fuperficie d'acqua

non mai con impe,

to e violenza

Nell'efprefione di patimenti
nel
,

il

pi acerbo

dolore

come

Laocoonte

reftava rinferrato nell'inter-

no

e la gioja

come molle

auretta che

appena fcuote

le

fronte) Lucian. 7mj^. . 6. op.Tom.iI.p.4.6, (6) Plin. //A^/. e ro.fia.^S .i<7.


(_e)

figlio di

che Meonc Suida v. "O/oipst f Dice ApclIc , e padre di Omero venne a


.

Y \ji)

-^ r,-,

"'fl-

"*

'

^-

l'aui. lib.g, c.^j.

pag.78

"/"'i'
.

Smime

colle

Amazzoni

in fine

ri8
LIB.VIII.

Progressi e Decadenza dell'Arte


fui
,

rondi, fpandevafi leggermente

vifo

qua] veded in una

e nelle tefte fulle monete Leucotea del Campidoglio (a) L'arte filofofava colle pafloni come con dell'ifola di NafTo
.

effe

al

dir d'Ariftotele
.

filofofa

la

ragione

<ry/^(f

Moro epe?

701^ TietQtri
jf.

19.

Siccome non

facii

cofa

il

diftinguere la Gra-

zia fublime dalla piacevole

per darne una chiara idea a co,

loro almeno che fono

al

cafo di veder R.oma

indicher due
.

monumenti

fu

quali ie ne potranno
,

ftudiare le differenze

Vadali nel palazzo Barberini

ivi

fi

veda

la

prima Grazia
,

fublime in una Mufa maggiore della grandezza naturale


tiene in

che
,

mano una grande

lira

^n'^^iroq

quel:a Itatua

mio credere,
PoLiCLETO
Fidia
quefa
.

verofimilmente opera d'AcELADA maellro di


fi

come
fi

dir pi fotto

e perci

anteriore a
di

Mentre

ha ancor frefca in mente l'immagine


vicino orto
del Quirinale
lira
, ,

Mufa

fi

pafli nel

e vi s'of-

Mufa colla medefima neggiamento Paragonando allora


fervi un'altra
.

e collo flenb
,

pan-

l'una coH'altra
fi

nella bel-

la

avvenente teita della feconda


.

ravvifer

chiaramente

efprefla la Grazia piacevole (b)


.oibafTae comica

^.

20.

S la

piacevole che
fente

la
,

fublime Grazia

fol

convene
fubli.

gono, com' ognuno ben

alla bellezza ideale

me

nella

di cui

rapprefentazione debbono eflere efprefle


s'

L'azione della Grazia per anche pi


fparfa fu quelle forme eziandio
,

emende

trovafi

che non hanno

la perfetta

idea della belt, appunto per fupplire col graziofo alla

man-

canza del bello

Quefta

la

Grazia inferiore
le

propria prin-

cipalmente de'puttini, ne' quali

forme, che coitituifcono


il

(a) Parla forf della tefta data nei Monum. antichi ined. num. ss(b) Quefta ftatua padata ora al Mufeo Pio-ClcSientino , e data in rame nel Tor,w I. di elfo Tav. 2 ^. , viene riconofciuta dal fig. abate Yifconti per una copia del famofo A-

pollo Palatino di Scopa lodato da Plinio 1.^6. ' S-fi^'i -f-,^- 7..;.e .1 luo mento non e tanto quanto crede qui il noUro Autore ; ma bens
di buon originale .Della Mu.a di Barberini .vedi apprcflo b. IX.. capo l.%.ii,

da un'idea

PRESSO
il

Greci

presso

Romani.
;

119
LIB.VIII.

non fono ancora interamente fviluppate onde delle Potrebbe altre due prime Grazie non fono ancor fufcettibili quella Grazia chiamarli comica, dando alle altre due l'agbello
)
.

GAP. II.

giunto
jf.

di

tragica e d'epica

2r.

La Grazia comica

fi

vede efprefTa nelle tede

d'al-

cuni Fauni e di qualche Baccante per mezzo d'un rifo gioviale


vafi
,

per cui
,

gli
la

angoli della bocca tendono in fu


giovialit vien
efpreffa da queiti

e ofTertratti
,

che

ove

il

volto ha fempre un profilo volgare

comprelTo

offia

il

nafo incavato
del
elle
jf.

Qi.iclla

Grazia propria eziandio


Correggefca vien
.

alle

tefie

Correggio; onde Grazia


il

detta, avendo

teii

mentovato carattere

22.

Pu quindi
,

Ipiegarfi in qual fenfo prefTo Platone


,

la

voce

e;r/;^ap/j

graziofo

prendeafi
(a)
,

come finonimo
f*i'v
.

di a-ifxos,
(b)

di nafo

comprelfo o fimo

e
:

perch Arillei:eto
;^

dice

fu Ile tracce rtfxs


fts
,

dello {\eSTo Platone


TTotfioi

r/j

tSi^

vav ori
trt-

?V<;tp/5

<rot

x,^^^es

TrauvHrau

QLieila voce
,

figni'ica

propriamente un nalo incavato


,

ed

il

contra-

rio di

^pyT?

che denota un nafo


a

follev^ato

ed aquilino,
efprimere

nel cui oppollo pare

prima

vilt

non

poterfi

nelTuna grazia
A ci

Da

Lucrezio per poffiamo ricavare intorno


,

qualche lume
il

e giuftificare

Platone
,

argomentando
f

fecondo

noto aflioma de' matematici che


terza
(
,

due cofe con.

vengono con una


il

convengono pur
)

fra di loro

PrelTo

poeta latino fimo

fimulus
di

prefo dal greco a-ifxh un


cui

finonimo \t.lxivoq. Sileno,


graziofo
,

pur finonimo
il

3'/;\^ap/5

effendo prelTo
i

Greci comprefi fotto


i

nome

di Si-

leno eziandio
Dt

Satiri

Fauni

dei quali

propria una
cer-

(.a)

ovx, ovTo o/i7r8


,

Republ.l,^.op.Tom.iI.p.4.'^4^T). ffi: rat)' Ka\out ; juir

gratiofus a vobis dicitur , if eo nom'inclaU' dutur etidm : aquilinu-n , regium appcllads .


(A) Ub.t.epift.iS.pag.izs-

/x'F" ii>.9it, 3-aiiri9TiTj( J9 t/ty . ToO J'i T >fu > /3oiT/x/K 9Tt tir 0,1 . [ isonne ita foUtis ejfe ajfeci frgaformofos i Rie nimirum quiajmus efi ,

ti r/uif

nu-n fi quis fimus ""^

Itiquejuyeluudas tanquam concin-

120
LIB.

Progressi e Decadenza dell'Arte

wm
II.

certa grazia.

Quindi pure

fi

fpiega

come per
,

quefla grazia,

che cliiainammo anche grazia fanciullefca


yiXy
,

l'efpreflione aipi
{a)
,

CAP.

applicata all'Amore in un greco


,

epigramma
altro

deb-

ba intenderfi non del nafo fimo


fieme graziofo forrifo
;

ma
un

del di lui furbo e in-

e perci in

epigramma vien
{b)
.

nominato
jj".

lo ReiTo

Amore

fenza l'aggiunto di "/^o;

23

Per dare una pi chiara idea


Albani

di quefta grazia ad-

durr qui ad efempio una non guafta

tefi:a

della ftatua d'una


elTa cre-

Baccante,
derfi
rarfi
filo

efiftente nella villa

Non potendo
,

un

ritratto

copiato da un volto naturale


bellezza ideale
;

deve confide-

come una
incavato
,

e ci

non

oftante ha

un pro-

e gli angoli

della
;

bocca
dal

e gli occhi tirati in

fu alla maniera d'alcuni Fauni

che deggiamo inferire


,

comech ideali efprimeiTero quella che grazia chiamavafi da Sileno o Sovviemmi a quelto propofito che Romani per da Fauno
che
gli antichi artifti nelle
,

figure delle Baccanti

giuoco chiamarono Jmo V imperator Galba


tronde aveffe quelH un nafo aquilino
(a)
.

(e)

febbene

al-

L'autore del mufeo


,

Capitolino unilce infieme quelle due propriet


feriamente che Galba non folamente aveva
anche fchiacciato (d)
,

e ci

narra
,

il

nafo aquilino

ina

fenza rifiettere che ci rinchiude una


.

manifelta contraddizione

commentatori
,

di

Suetonio non

toccano punto quella


bito fciolta
fia
,

difficolt

che a mio parere vien fu-

ove

la
i

come dicono

voce Jmo prendafi qui per antonomagrammatici cio dicendo per giuoco
,

l'oppoflo di quello che

fi

vuole

fignificare

e in tal cafo

chiamarono fimo o nafo fchiacciato


beffeggiare
Delle figure oc puttini
jf.
il

queil' imperatore per

rilevato fuo nafo


,

24.

Ignoriamo
.

f gli artifli dello flile


,

fublime
,

che

aveano per ifcopo

le

figure perfette de' corpi adulti


(e) Suct. in

fianfi

ab(a) Anthol. lib.^.n.i f.v.4.. edit.iOO. pag.fSj.. [ Sims naribus ridens ,


(i) ibid.pjg.jSj.fcq.

Gala,

cap.t ^.

(a) Lo fteiTo ivi , cap.zi. {d) Bonari Muf.Capic.Tom.jI.Tav.ip.

PRESSO

Greci

presso
de'

Romani.

121
'

abbafTati fino ad imitare le


di fuperflua

forme
.

carne ridondanti

bambini incomplete e Sappiamo per che i loro


,

LIB. Vili.

GAP. U.
bello

fucceflbri

lavorando nello
,

ftile

mentre cercavano
la
,

il

delicato e'I piacevole

rapprefentarono foventc
.

natura

qual
f

fi

vede nella prima fanciullezza


figlio
alle

Aristide
(a)
,

che dipin-

una madre morta col

poppe

avr probar
.

bilmente dipinto in quefto un puttino da


fulle pi antiche

latte

L'

Amore

gemme

fu rapprefentato
,

non come un bam{b)


il

bino

ma come
del

un giovanetto
"Vettori

qual vedefi fu una bella


a

gemma
cifore

commendator

Roma

la

quale

giudicarne dalle lettere, con cui fcritto

nome

dell' inil

<tPTri7^/OS,
dell'artefice
fi
.

una

delle pi antiche che


giacente
; ,

abbiano

nome
poco

Ivi

Amore

fc

non che alcun

folleva

come per giuocare

ha grandi ale d'aquila


delle bifece-

quali dar foleanfi ne' primi tempi


divinit
,

dell'arte a tutte quafi le

e tiene

una conchiglia aperta della fpecie

valve

fucceflori di Frigillo
,

come Solone

Trifone
:

ro l'Amor pi bambino
tal

e pi brevi ale gli diedero


,

fotto

forma, nella maniera de'puttini del Fiammingo


fu m.oltifilme

fi

vede
i

l'Amore

gemme
fiefia

Cos pure formati fono


,

puttini fulle

pitture
e

d'Ercolano

e fpecialmente
,

fu
le

una
belle

di
fi-

fondo nero

fono delia
ivi

grandezza
.

come

gure delle danzatrici


jT.

dipinte

2S'.

Fra

pi bei puttini di

marmo

efifienti in

Roma
vil-

meritano d'eflere annoverati un Cupido dormente nella


la

Albani

un puttino che giuoca con un cigno nel Campi,

doglio

(e)

uno che cavalca una

tigre

nella villa

Negroni

Tom.
U)
(*)

II.
in

Q_
.
:

Plin- ('*;?/ "/'.IO. /f<3.^(J. .7^.

Dejcriptwn des pierr.grav.au Lai. de Stojth , cl.z.feB.i 1. n.jgi pag.i ^7. CO MuJ. Capir. Tarn. ni. Tav. 64. [ Scn2a pcii^eifi in rame fpeculazioni , come ha
fatto monligr,or Bottali nella fpicgazione di quefla figura , che crede un fimbolo dell' inverno , io crederei the ella non folle altro

bronzo Jal famofo Boeto di un fanciullo che in una maniera graziofa ftrozzava un oca infans eximie anfcrem Jfrangulat , COme fcrivc riinio ib.^f. cap.8 feciip. .2.?.; trafportato dalla Grecia in Roma da Nerone, e collocato da Verpaiano nel tempio della Pace , come fembra poterti raccogliere da ci , che ficguc a dire Plinio
,

che una copia

di

un conlmLle gruppo

fatto

LIB. Vili.

GAP.

Decadenza dell'Arte ove pur fono due Amorini de' quali uno fa paura ni (a) all'altro con una mafchera e quelli badar pofTono a mo122
e
, ,
;

Progressi

31.

ftrarcl

quanta

abilit

aveller gli
.

antichi artifti a
IJ

ben imi-

tare la natura nell'et fanciullefca

pi bel puttino per


,

che

ci

reili

dell'antichit
,

febbene mutilato
,

un Satiretto
nella

di circa
villa

un anno
:

e di in

grandezza naturale
alto rilievo
:

efiflrente

Albani

quefto

tale

che ne fporge
,

fuori quali intera la figura

egli

coronato d'ellera
vi le

fta

bevendo

probabilmente da un otre che


,

manca

si

vo-

luttuofamente e con tanta avidit


tutto rivolte all'ins
,

che

pupille fon del

dell'occhio che

appena vedefi una traccia della della Quefto pezzo, e'I bell'Icaincavata (b)
e
.

ro

a cui
,

Dedalo attacca
flati

le ale

lavorato in fimil manie-

ra (a)
la

fono

fcoperti

alle radici del


.

parte del Circo Mafmo

fin

monte Palatino dalqui addotti monumenti


ricei

polfono fervire a diftruggere un antico generalmente


vuto pregiudizio che
fieno
jf.

gli

antichi nel rapprefentare


.

puttini

flati

inferiori ai

moderni

26.

Queflo
cui

flile

bello dell'arte greca

s'

il

mantenuto

per un tempo confiderevole dopo Aleifandro


varj
artifti
,

nomi
,

fino a noi

pervennero
s

Grande in come dimo-

ftrer in appreflb
dalle

traendone argomento

dai

marmi che

monete
fi

(a) Di cui
not. A.

parlato nel

Tomo I.
,

p.

^gi.

(b)

Quefto Satiretto, o

a parlare pi

propriamente fecondo l'ufo degli antichi Romani , Faunetto , ota pallato al Mufeo Pio-

oca ftando appoggiato fu ' un fianco Pu un anno confiderandofene la dirfi di circa pinguedine conveniente a quella cu , e il non avere denti bench abbia la bocca aperta flato trovato in uno Icavo fatto non gran
. .

dementino ; e gli ftata adattata nel reftaurarlo una piccola tazza in atto di accoftarfela alla bocca con ambe le mani , e di bete . Nello fteflb Mufeo vi un altro belputto, anche in qsale puerilmente ftende
liflimo

tempo

vicino a
fi

Genzano

Altri belli putti in

marmo

trovano in altri mufei di Roma , e in qualche cafa privata , che potrebbeto qui
[

marmo bianco, il I mino fopra un'

annoverarti . {a) Monum. ant. ined. num.gf, ftelTa villa Albani nel cafino

e nella

Ca-

PRESSO
r

Greci

e presso

Romani.
I
I

123

^f

-^^^tg '""
e
A
P

LIB.VIII.

CAP.nr.

III.

Decadenza
cofe
.
. .

delle

arti del difegno frejjo

Greci

cagionata dalla
nelle piccole

fpirito d'imitazione
e dall'

...

dalla,

foverchia,

diligenza

introdottofi Jile

egiziano

Caratteri dello jilt


,

decadenza dell'arte - Fecerfi allora molti ritratti ed una foco fnhlime idea fi ebbe della belt, Jatue
nella
.
. .

foche
-

negli ulti-

mi tempi

--

Sono di quefla et quafi tutte

le

urne fepolcrali

La-

vori fatti fuor di

Roma

Buon

gufo fojienutof
e

malgrado

la deca-

denza- Monumento flravagante


greco fcarpello Recapitolazione

informe, che pur fu lavoro di


.

Avvertimento
bene ftudiate
s

Aveano
le

sii

antichi artifti
,

le

proporzioni e

peeadem
,

forme della bellezza


i

ed aveano
,

precilamente determi-

nati

contorni

delle

figure che

fenza contravvenire alle

regole, n eftenderll poteano in alcun


L'idea del bello era fiata portata
al

modo n

riftringerfi.
;

pi alto grado
Hffo e (labile
,

e poi-

ch
che

le

cofe

umane hanno un punto


ulteriori progrefl

l'arte
,

far

non poteva
.

dov retrocedere
rapprefentati
difhcil

decadere
(f.

I.

Gli dei e eli


pofiture
e
le

eroi

elTendo

flati
,

in

-cagionata

tutte le

azioni pofTibili
(i)
,

troppo

era

d'imitazione...

l'immaginarne delle nuove


all'imitazione
.

e s'apr in tal e

guifa

la via
,

Quella limitava

deprimeva lo

fpirito

0^2
(1) egli poi vero quanto qui aflcrifce l'Autote che gli dei e gli eroi fieno fiati rapprefentati lotto tutti gli attcggiamccti pollbili , e che la fomma delle forme a ftata , a cos dite , efaufta , talch (a di poi riufcito impolTibile l' immaginarne delle nuove Volendoci noi attenere all'arte ftefla del difegno , riconofceremo di leggieri che un foggetto folo pu efler efprciTo in molte e fempre nuove maniere In quante guile non c mai ftata dipinta la facra Famiglia non folamente da pi pennelli eccellenti, ma dal
,
.'

quan-

folo Raffaello , cfaufta la materia

krm
V

che nondimeno
gli artifti

fiaft

aveflero continuato ad cflere fedeli ed cfatti imitatoti de" loro maeftri , non farebbe al certo decaduta l'atte , finch almeno mancato non folle chi con prcmj e con mercedi avefie fomentata

Se

re"

medcimi la nobile emulazione Il riforgimejito delle arti in Italia ebbe il fuo principio dall' imitazione delle opere grandi degli antichi La cagione per tanto della decadcnza dell'arte , f afcoltiamo Vitruvio /. 7. cap. ;. , ftato un certo fpirito di novit.
.

Progressi e Decadenza dell'Arte 124 quando non fi poteva fuperare Prassitele e Apelle
LIB.VIII.

nemalla

meno

fi

riufciva a pareggiarli
fi.10

l'

imitatore rimaneva Tempre


all'arte

al di fotto del

modello
in
,

E'

avvenuto

come

filofofia

v'

ebbe

quella

come

in quefi:a

degli eclettici

raccoglitori che

non avendo

ballante genio per invenin molti

tare,

fludiaronfi di unire in
.

un folo quel bello che


gli eclettici
,

vedeano difperfo
filofofia delle

E ficcome
cos

fatti

copifti della

diverfe fcuole
(a)
;

per produrre
fima via
,

poco o nulla d'originale fepnell'arte quando fi tenne la mede,

niente pi afpettar

fi

pot d'originale
.

e perfet-

tamente coerente nelle fue parti


fofi
,

Di pi

come
;

que'

filo-

facendo

gli efiratti

delle

grandi opere degli antichi


fi

furon cagione che

quefiie

neglette

perderono
de'

nello llefTo

modo
ro
v.<'^1.^/^"chia diligenza nelle piccole

raccoglitori ed imitatori nelle arti del difegno fecei

zioni neccllarie
plire al fapere

...,.
/
-2.

che trafcuraronfi

lavori originali
,

gran maefiri
delle cogni-

Lo

fpirito
,

d'imitazione
il

mancante
,

rend

difegno timido

fi

cerc di fup,

per mezzo d'una diligenza minuta


di

che a po-

co

poco degradandofi venne ad occuparfi


fvantaggiofe alla grandezza dello
ftile

quelle pic-

cole cofe che nel fiore dell'arte erano a ragione trafcurate,

come
fatti

propofito di

quelli artifti

ben

difTe

QLiintiliano (a) che molti


lleiCo gli ornati
al

avrebbono

meglio che Fidia

di lui

Giove olimpi-

per cti enendofi lafciato da banda il vero e il naturale fcguitato dai maggiori , fi fece pi cafo dello ftravagante e del maravigliofo Secondo Plinio per li.^j. cap.i. il motivo e ftato il gallo pei marmi preziod , e pei laYori in oro , coi quali in vece di quadri coprivanfi le pareti Un'altra cagione di ci (I aflcgna da Petronio Sutyr. pag. ^24.. , cio in parte una infaziabile avidit di ricchezze da gettarli poi in ogni fotta di yzo , in patte una certa totpidezza di fpirito effetto della totale corruttela de' coftumi , per cui non faceafi vetun conto delie belle opere dell'antichit , oppure divenivan effe l'oggetto della critica Secondo i diverfi tempi hanno avBto luogo tutte le addotte cagioni del
. :
.

decadimento
la indicata

dell'arte prelTo gli antichi

quel-

da Vitruvio lata coni; la foriera delle altre , delle quali parlano Plinio e Petronio Uno fpirito di novit iimii;; a quello , di cui fi querelava Vitruvio , ripioiottoli prcilo molti de' moderni attilli , feconikto di pi dal genio de' ricchi fignori , ha recata
.

gi

un

crollo fenfibile

non meno

alla pittura
:

che

alla

flaruaria ed all'archircrrura

havvi

motivo di temere che anche le altre cagioni non abbiano alla fine a portar loro un colpo
fatale
.

(a) Vegg. Bruckero Hifior. crit. philoL. Tom. il. per. ti. par. I. Uh. Le, il. feci, IK, la) Inft. Orat.
lib. z,

cap.S.

PRESSO

Greci
che
,

presso

Romani.
efli

12^
LIB. Vili.

pico

(a)

Quindi

fludiando

d'evitare tutte le'

pretefe durezze di
e
te

Itile

e di tutto efprimere

con mollezza
,

dolcemente
;

renderono bens pi ritondette


,

ma

CAP.

III.

fnerva-

pi gentili

ma

infgnificanti quelle parti

che dai loro


infipida e

antecelTori erano Hate


fiaccata divenne
l'arte

efprelTe

con forza
,

onde
fui

medefima
fi

come

avvenir

fuole ad
tiglio
,

un' afcia

che ottuAi
dura quercia

rende pi prefto

molle

che
verfi

fulla
il

quefta iteffa cagione deve afcri;

decadimento della bella letteratura


,

per quella

la
,

mufica perdendo

come

l'arte
.

la

fua mafchia energia (a)


il

buono mencome per lo tre con troppo raffinamento fi cerca l'ottimo pi nocevole alla falute di chi ila bene il volere flar medivenne effeminata e molle
Si

guafta fovente

glio

Ma
i

in quella guifa e
inflellbile

che

fi

fprezza un adulatore
,

un'
al-

anima dura
lora

s'ammira

cos

probabile che

veri conofcitori portafTero lo llefTo giudizio fulle


,

ope-

re dell'arte delle quali parliamo

paragonandole con quelle

dello

ftile
.

fublime
il

anzi con quelle che erano pi antiche

ancora

Sotto

regno degV imperatori o poco prima co-

mfinciarono gli ardili ad efprimere in

marmo

la

capigliatura
i

cadente e fciolta
delle fovracciglia

e ne' ritratti la

a indicare

ben anche

peli

qual cofa dianzi non erafi mai praticata

(a) Forf Quintiliano f avefTc parlato di feg. , e Plinio iii. ^6. cap. f.ficl. 4. ^4- " avrebbe dovuto penfarc , e dire cos ; quale aggiugne , che elTo fece vedere con tutma dice tutto l'i.ppoRo ; come ha rilevato an- ti quefti lavori , quanto folle eccellente nel che il lig Fal''on.;t Sur dtux oavrag. de Phi- lavorare in piccolo erme in grande Hs-C fune dias, auvr. Tom. y. f.i op. Egli dice , che un oiter dicia de artifici numquam fucis laudavalcnte oratore deve faperc anche le cofe to : fimal ut nofiatur illam magnitudmem pi minute dell'arte oratoria ; e lo conferma iquatem fui(fe & in parvis ; e lo abbiamo col paragone di Fidia , dicendo , che altrinotato gi fopra pag. 5. , ove fi parlato delLo nienti (arebbe lo ftelTo , che il voler preten- la di lui macftria nel fare baffi-rilievi dere , che un altro artirta avclTc fatto meglio ftelfo Plinio /il). ^4. cap. 8. feci. 1 p.^.6. attedi quel gran maeftro gli omamenti della ftafta di Lifippo , che all'elTere valente neigrancua del Giove olimpivo Nifi forte Jovem di lavori aggiugneva un impegno particolare quidem Pkidias optime fecit , il/a autem , nell attendere anche alle col pi minute: qui in ornarne num operis ejus accedunt , a- Propria hujus videntur effe argutia operum , e cosi poUlti meiius elaboraffct e in fatto il paragone cuflodits, in minimis quoque rehus c giudo ; perch Fidia appunto fece anche gli crebbe farf vedere di altri de'pi bravi artifti. ornamenti della fua ftatua , in baffo- rilievo , (a) Plutareh. De mufica , oper.Tom.iI, coaicnarrano ?3m[uilI>. s.c.ii.pag. jfox. pag.it42. B,
attilla
:

125
"cata in
LB. Vili.

Progress! e Decadenza dell'Arte

marmo. Ci per
tefta

fi

fatto ne!
di

bronzo, poich

fu

una bellidma

giovanile
,

CAP.

quefto metallo unita a un

III.

petto di grandezza naturale

nel regio raufeo Ercolanenfe


(*)
, ,

che fembra rapprefentare un eroe

le

fovracciglia fono
aflai affilato (a)
.

mollemente
Si

incife fuU'ofTo dell'occhio

che

quefto che un altro bufto femminile d'eguale


flati

grandezza
dell' arte

fono

fenza dubbio lavorati

ne'

buoni tempi

Sap(*) Qucflo bufto lavoro d'Apollonio figlio d Ardila areniefe , ficcome appare dall'

Tom.

AnOAAnNIOS APXIOY AHNAlOr EnOHXE non gi APXHOY


ifcrizione
:

come ha letto Bajardi Cat. dc'Mon. d'Ercol. num.zig. pag.iyo. n EPOIHSE , come
,

pag. 320. fgg. Io aggingner qui una oflervazione cio che ultimamente ne^ ripulire dal tartaro , e dalla calce l'ara di Alcefti collocata nel gabinetto xv. della galleria Granducale a Firenze, vi fi fcoperta fulla bafe l'ifcrizione , che porta il nome dello fculil.
:

vuole Martorclli

De

tore

reg. th. cai. lib.z. cap.j.

KAEOMENH2

EnOIEI

Ckoment

pag.424.

Jl

primo prende

EPOHSE

che

dovrebb' efTere

EHOIHSE

per un'antica

ma-

niera di fcrivere ; il che pu elTer vero , quando fi voglia derivare dall'antico verbo eolico o<u . V. ChishuU Andq. afiat. ad infcr. fig. P'^g- 30- Quefto fteflo verbo per fi trova ufato da alcuni poeti , Ariftoph. Equit. ai.i. .verf.^8. fi. 3. verf. 464. , Theocr. Idyl.i

faceva . Il nome di Cleomene ricordato anche da Plinio //A.^S. cap.^.feEi.4.. %.io. con; ferma la fincerit dello ftello nome , che ha l'artifta fcritto fulla bafe della Venere fuddetta ; e dal confronto dello ftile potr chi ne ha il comodo efaminare f (a lo ftedb fcultore di amendue que' monumenti , e le abbia fiorito nell'epoca degli allievi di Pradtele , e di Lifippo , fecondo varie congetture , al dire del fignor Lanzi , che ci d notizia di quella fcoperta nella pi volte citata defcrizione di quella gallsria inferita nel Giornale de' Letterati

ed

alla

mcHclma maniera

e (cr'tto

nell'epi-

grafe della Venere Medicea, e in un'altra ifcrizione nella cappella di Pontano a Napoli , de Sarno Vita Pantani ,p.Q7. , la quale certamente d'un tempo pofteriore Ho pure incontrata quefta voce nell' ifcrizione feguente ricavata dai mss. di Fulvio Urfino diftenti nella biblioteca Vaticana :
.

Tom. XLVII. anno 1782.


;

art.l. c.i j,

pag. 167. ; ma poi refta da rifletterfi fui verbo , che qui EnoIEI e fulla Venere la
tanto contraftata parola di cui , parlano Gori , Mariette , ed altri Il citato fignor Falconet , il quale propende a credere, che il vero nome dell'autore della Venere fia Diomede anzich C.'eomene , perch cosi fcritto che fi trou diverfi gelTi di quella vano in Olanda ; e che fuU'originale di Firenze tal nome polla elTere ftato convertito in quello di Clsomene dopo che furono farti que' gell , perch non fofie noto il nome di Diomede , non avr forf letto il MafFei Raccolta di ftatue , ea. alla Tavola 17. ove ne d la figura , e avverte appunto , che il vero nome Cleomene, mutato fui rame in quello di Diomede dall' intagliatore difattento e forf da quefta figura in rame far l'errore
.

EnOESEN

C O A CA> N A ZX Y M OT
I

MN

T TX HT I n OHC e

H MHC X A P I N.

Trovali eziandio fu un' ifcrizione della villa Altieri , e nella raccolta di Caylus Ree. d^Antiq. Tom. il. Antiq. gi'ecq. pi. 7/. ; onde non s inufitata , come pretende Gori Aluf. Fior. Status ^ Tab. 26. pag. ^j. , ne un si giand' errore per cui doveiTe il (gnor Marictte Traile des pierr. grav. Tom. I. pag, 102. credere fuppofta l' ifcrizione della Venere Medicea, f ripetendo le ragioni del Gori . Si pu anche vedere ci che fcrive intorno a quefta ifcrizione il fignor Falconet P;/cu//?07z un peu pedantefque far la Venus de Mdicis , oeuvr.

paflato t gelT . Converr per dire , che l'intagliatore , o il difegnatorc abbia sbagliato anche nell'altra parola , e che non vi abbia

badato
invece
corretta

lo
di
,

fteflo

MafFei

fcrivendo

EnOIEI
non
l'ha

EnHESEN;
come vuole

feppure quefti
il

Gori

/.

cit.

ove

(a) Bronci d'Ercol. Tom. 1. Tav. 4/. 4-6. creduto di Augufto giovane .

PRESSO

Greci

presso

Romani.
,

127
LIB. Vili.
III.

Sappiamo
di Fidia
,

altres

che ne' pi antichi tempi


il

prima anche

indicavafi
gli

onde appare che

lume dell'occhio fuile monete (a), GAP. Tempre con maggior artifti abbiano
.

E' probabile minutezza lavorato il bronzo che i marmi per che abbiano cominciato a ci ufare prima nelle tefte

ideali

d'uomo che
le

in

quelle di
,

donna

poich

il

fecondo

de'

due mentovati bufti


,

che fembran elTere

dell' iftelTa

ma-

no

ha

fovracciglia indicate femplicemente

con un arco
fcor...edairinttodottoli ui
le

affilato
(T. ^

alla

maniera antica

q.
->

La decadenza
,

dell'arte

dov neceflariamente

gerii

da coloro
ftile

che ne paragonavano
;

lavori colle opere

11

egiziano,

dello

fublime e bello

e quindi

da crederli che alcu-

ni fianfi argomentati di richiamare la grande

maniera de' lo-

ro rinomati maeltri

E poich tutte
fi

le cofe

umane fono
volendo

in

una rivoluzione perpetua, per cui


incominciato
;

va a terminare ove erafi


,

quindi avvenne che


,

gli artifti

rifor-

mare
torni

gli

abufi

imitarono lo
retti

ftile

antico

il

quale pe' con.

poco men che


di

molto all'egiziano s'aiTomiglia


ove parla della pittura
.

In

quello fenfo congetturai una volta doverfi intendere un ofcuro paflb


tefi

Petronio

e che io in-

dell'arte

generalmente prefa
,

Parlando
le
,

egli della

deca-

denza della pittura

l'afcrive

fra

altre

cagioni ad una
:

certa maniera egiziana introdottavifi

dicendo

Picnra quo-

que non aliiim exitum fecit

pojiquam Mgyftiorum audacia tam


{a)
.

magna

arts

compendiariam invenit

L' ofcurit di quello


;

pafTo confifte principalmente nella voce compendiariam

e aldi

cuni commentatori

come Burmanno
la

fi

fono contentati

addurre
tre altri

altri tefti

ove

medefima parola s'incontra, mendi

hanno ingenuamente confefTato


aver

non

intenderla

e di

non

nemmeno

congetture

da proporre per ifpiegar-

(a)
il

Come

lo nella

moneta d'AIerTandio
alla

fa dal

Mufeo Borgiano

in Vclletri
i

Grande data qui avanti

pag.ioj.

pre-

(a) Petton, Sat. pag.

o.

128
=

Progressi

Decadenza dell'Arte
(a)
.

garla,

come Francefco Giunio


Ja necefTaria
fott'

Qiie'

commentatori n

LIB.Vm.
CAP.
III.

aveano forf
teano

cognizione dell'arte, n aver po;

occhio
f

le pitture

pezzi di quelle
citt fepolte dal

antiche ma dacch mille e pi ne fono ora difotterrati nelle ruine delle


,

Vefuvio

io

mi lufingo
il

di

potere con qual-

che verofmiglianza indicare


petroniane
.

vero lignificato delle parole

In parecchie di quelle pitture veggonl lunghe


,

e ftrette fafce

alte

fono a luogo
egiziano
orli
fi

poco pi d'un palmo romano (b) che luogo interfecate ed hanno nello fpazio
,

di m.ezzo dipinte fovra


:

un campo nero delle figurine

all'ufo

nelle parti che fervono d'interfecamento e negli


varj

vedono

ftravaganti ornati

ai
.

quali fono fram-

mifte immagini capricciofe e fantaltiche

Forf queRa ma-

niera di dipingere con figure


gini moftruofe

egiziane

frammise ad immadetta ars


tal

quell'arte che da Petronio vien


;

compendiaria JEgyptiorum

n'ebbe probabilmente

nome,

perch era un' imitazione della maniera con cui


cafe loro dipingevano (i)
.

gli Egizj le

Anche oggid
le

nell'Egitto fuperiore
,

veggonfi de' palazzi e de' tempj ferbatifi quafi interi


nuti da fterminate colonne
delle volte
roglifici
,

fofte-

quali

al

par delle pareti e

fono

dall'alto
,

al

baiTo dipinte e coperte di geli.

incavati
.

ficcome s' gi detto nel Libro

Ca-

po

IV. (A)

jf.4,

Aque-

De pici. vet. lib.z. cap. 1 1. pag. 1^0. Tav.68. 6g.feq. (^) Pht. d'Ercol. (i) Il fignor Pav Recherches phuvf. jw Us Egyptiens , les Ck'rwis , Tom. il. par. z. feci. 4.. pag. 2-74.. non approva quella fpiegatione delle parole di Petronio , e pretende doverli leggere ESly-orum in vece di -'Egypciorum . Sotto il nome di Ecyri^ intende un'arte particolare di copiare fcilmente i migliori quadri , per cui , anche fenza fapere il difegno , fi fiffavano i contorni e i fatti principali , che riempievanfi poi de' colori convenevoli . Queft'arte dic'egli , porr un colpo mortale alla pittura : fi trafcur il difegno , e folo l pens a ptocuraifi dalle In(a)

die orientali de" bei colori

Conviene peti

T.IV

&

ufa da Plinio in un fenfo ben differente ; ma nota , fiaggiunge egli , la licenza di Petronio nelle figure e nelle metafore ; [ non per a fegno di parlare barbaramente Il fignor Paw doveva poi offervare , che Virruvio non fi lagnava , che l'arte decadcffe per ragione del difegno ; ma per li foggetti , che rapprefcnravano i pirtoli , i quali parevano moflri per la compofiil che non fi farebbe poruto dire (e 2one aveller cop'ato i quadri degli antichi . Yeg-

che

la

voce Eclypa

fi

gad

la nota feguei/tc (a) pag. 14-2, Tomo


.

I.

PRESSO
JT.

Greci

presso

Romani.
s

iig
figai-

4.

quefta immenfa copia di geroglifici e di

rne

paragona dunque Petronio quegli ornati


e di figure infignificanti
la
, ,

ripieni d'im-

LiB.vm.
CAP.iir.

magini

de' quali
;

a'

tempi fuoi co-

munemente s'occupava
chiamata compendiaria
e
s

pittura

queft'arte fu da lui
riilretto

perch in un

luogo tante

diverfecofe, quafi in compendio, accozzava. Pare che a quefta maniera di dipingere debbano riterirfi le lagnanze in cui , didi Vitruvio (il) fopra la pittura de' fuoi tempi
,

ceva egli, non v' punto di verit, e dipingono de'molbi,

anzich
imnjrx

le

vere immagini delle cofe


,

nttnc fnguntur

te^oriis
.

potiiis
,

quam

ex rebus
,

fiitis

imagims

certae (i)

Or

poich

fecondo Vitruvio

la

pittura era in fiore

quando
del ve-

negli antichi edifizj rapprefentavanfi le immagini degli eroi


la mitologia
,

e la fl:oria

con una perfetta imitazione


,

ro

necefTariamente

dovettero
s'
,

a cos dire
1'

tarparfi le ale

a qiieft' arte allorch

introdulTe

abufo
,

di

rapprefentare

oggetti infignificanti

moltruofi e Itrani

ond'efla mifera di-

venne

s'avvil

fi

perde

(a)

Offervifi

qui che per lo pi


,

la moltitudine delle figure

in

nn quadro

come

talora la
fo-

Tom. IL
(a) lib. 7. cap. /. (i) Tali pinture diconfi da noi grottefchi o arabcfcki ; e for(e le qui dcfcricte e difapprovate da Vitruvio , fono fimili a quelle delle Terme di Tiro Roma , che fcopcrte furono ai tempi di Leone X. , e imitate allora dal gran RafFaello nelle logge Vaticane ; e che nuovamente trovate in quefti ultimi anni , fono {tate nel 1776. e fcgg. pubblicate in gran foglio da Lodovico Mirri . Il fignor abate Carletti , che ha fpiegate quelle pitture Le ant. Cam. delle Terme di Tito , ec. , p. q. (i argomenta di fofteneme il merito , dicendo che piacer devono per la vaghc27a , e perch nella ftravaganza loro fornigliano ai logiii che pur dilettano , ancorch fantaftici liano e rapprefentino cofe che non pedono

copiate da cofe vere , fono ora per depravato coftume difufate ; giacch fi dipingono (u gli intonachi moftri piuttofto , che imipaginidi cofe vere Cos in vece di colonne fi pongono canne , e in vece di frontefpizj arabelchi fcanalati ornati di foghe ricce , e di viticci o candelabri , che reggono figure fopra
.
:

gambi

o molti , che forgendo dalle radici con delle volute racchiudono fcnza regola figurine fedenti come anche fiori , che ufciti dai gambi terminano in mezzi bufti , fimili alcuquandoni ad effigie umana , altri a belile ch queftc cofe non vi fono , non vi polTono e pure qucfte eflere , n mai vi fono Itate nuove ufanze hanpo prevaluro tanto , che per ignoranti falfi giudizj fi difprezza il vero
il

frontefpizio di piccole cafette


teneri
,

efiftere in
(/..)

natura Perch meglio s'intenda la fpiegazione data da Winkelmann al pafib di Petronio , riporter per eftcfo le parole di Vitruvio fecondo la traduzione del !g. marchcfe Galiani ,, Queftc pitture per , che erano dagli antichi
.
.

valore delle arti

Come pu mai infatti una canna veramente foftcnere un tetto , o un candelabro una cafa cogli ornamenti del tetto , o un gambicello co?! fottile e tenero foftenere una figura fedente , o pure da radici e gambi nafceie mezzi ioii , e mezze figu.

130
HB. vili. cAP.m.
feria

Progressi

Decadenza dell'Arte
,

foverchia abbondanza in altre cofe


:

un argomento
,

di

mi-

cos

re di Siria

al

dir di Plinio (a)

coftruivano
,

di

cedro

le navi

loro
,

perch non aveano abete

il

cui

le.

gno
Caratteri dello itile nella
if.

5'-

men pregevole ma alla navigazione pi acconcio (b) Che nella decadenza dell'arte fi fofle introdotto uno
,

decadenza

ftile

diverfo dall'antico lo dimoftra


,

fra gli altri,

un palTo

di Paufania (a)

il

quale narra che una facerdotelTa delle Leu-

cipidi

Febe ed

Ilaira
,

ad una delle loro due ftatue fece levadi renderla pi bella

re l'antica tefta

immaginandoli

con
;

iarlene foftituire una

nuova lavorata

fecondo l'arte d'oggid


la

le

moda veniva traduce fecondo la moda preferite (e) Potrebbe quefto file chiamarli piccolo baflo e mozzato , poich ivi tutto mefchino e tozzo quello che nelle antiche figure
il
,

quali parole

fignor

Gedoyn

acu qui

fua

in

acconcio

faceaf

grandiofo
Itile

e rilevato
,

Non

devel giudicar

per

di

quefto
E pure

fulle ftatue

alle quali ftato

dato

il

nome

dalle
tefte

uomini noa oftante che tengano per falle quelle cofe non folo non le riprendono , ma anzi f ne compiacciono , non riflettendo f polTano edere , o no quefte cofe onde la mente guafta da' fall giudizi non pu difcerncre quello , che pu efIcre , o non elTerc per ragione e per regole I decoro Ni mai (1 debbono fbimare pitture che non fiano (mili al vero ed ancorch foflcro dipinte con eccellenza pure non le ne deve dar giudizio f non f ne trover prima col raziocinio la ragione chiara e lenza difficolta ,, Secondo quella maniera , almeno in qualche parte , l polTono dire molte pitture del mufeo Ercolanefe , e tra le altre quelle riportate nel Tomo ni. di elfe Tav. J-J-. fi. , Tom.V. Tav. yj- 76. oltre quelle citate fopra da Winkelmann per da notarli che quella maniera di dipingere non quella di Ludio , come crede il nollro Autore qui e fopra pii^. 7^. . zS. , fupponendo , che le pitture di detto mufeo nano tutte della llefla maniera , come ho accennare
?

gli

Vitruvio avea pardi dipingere vedute , paefini copiati dal naturale porti , fiumi , fonti , bofchi , pallori , cale di campagna , tempj , ed altri confimili foggetti , che
.

lo fopra p^i^. 71. col. z.

dola, e poi dolendofi nel principio delle parole riferite , che non folle pi ufata Vero eh' egli non nomina Ludio , ma parla certamente della di lui maniera ; e ci fa capire che non ne folle quegli l' inventore , come pare voglia dir Phnio /ii. ^/. cup.io. feS.^y. con (\\it:\ primus inflkuit; ma foltanto il propagatore , come bene olTerva il lodato Galiani pa^. zio. (a) Uh. li. cap.4.0.fiB.76. . z. (b) Plinio loc. ct. lo dice anche degli Egiziani , tra i quali Diodoro lib.i %.f7. p. 6^. nomina il re Sefollri , che dedic in un tempio d' Egitto una nave di cedro lunga iSo. cubiti , dentro foderata d'oro , e fuori d'argento . Degli uni e degli altri lo dice pure Teofraflo ttift. piane. Hi. 6. cap. 8. , copiato forf da Plinio ; ma per aggiugne , clic il cedro attiffimo a far navi egualmente che il infatti te navi , e altri legni pino , e l'abete che fi fanno all'Avana in America col cedro riefcono a maraviglia e per fa leggerezza, e incorruttibilit . Cahgola , per puro lullo , come narra Suetonio nella di lui vita cap. ^7.,
.

lato

prima

della

maniera

fece fare di cedro alcune navi di quelle dette

appunto fi vedono generalmente nelle dette pinure ErcoUnefi ; e ne avea parlato lodan- jourd'hui

liburniche (j) lib.^. cap. 1 6. pag.247. prini. (e) Tom. I. pag. zSS. loc. cit. : En la rt' prfentant comme Us femmes f meltent ali-'
.

PRisso
tefle

Greci

e iresso

che hanno

poich molte volte


(e

Romni. non efrendofi

131
trovata

la

propria e originale loro,


jf.

n' foftituita un'altra.

capiti
Pecerfi

6.
,

Quando
che erano

l'arte

vieppi avvicinavafi all'intera fua de-

poche

cadenza
tiflime

ben poche

ftatue fcolpivanfi in confronto delle

moi- tUUuttiT.*

fiate lavorate negli antichi


artifti

tempi

e allora

la principal

occupazione degli
.

era di far de' ritratti


fi

cio tefte e bufti (a)


ultimi tempi
,

Con
,

tai

lavori
fi

diflinfe l'arte negli


.

fino a che affatto

perde

Non
di

dee pertanto
,

parerci

si

forprendente
,

come

lo

fembr ad alcuni
le tefte

che
,

fia-

no mediocri
tali

e in parte
,

ancora belle
;

Macrino
il

di

Settimio Severo

e di Caracalla

poich tutto
.

merito di

opere confifte nella diligenza


fatta

Forf Lisippo

non avrebefla

be

una

tefta migliore
,

che quella di Caracalla efiftente

nel palazzo Farnefe

ma
a

certamente lo fcultore di
fare

non

farebbe mai arrivato


Ltsippo
jf.
.

una figura eguale


contro

quelle di

7.
,

Credeafi in que' tempi


l'abilit
alle

il

parere degli an- eJaveaft


for-^'v?^<:''^a<^J bello

tichi

che

d'uno fcultore confiftefle in dare un


;

te rifalto

vene

e full'arco

di Settimio Severo fcorgonfi

quefte eziandio fulle mani di figure


delle Vittorie
,

femminili ideali
Si

cio

che portano
,

trofei

penfava che
(a)
,

l'efpref-

fione della forza

la

quale

fecondo Cicerone
,

un

di-

fintivo generale delle


le

mani
nella

dovefi^e ravvifarfi

anche

fu quel.

di
,

donna, ed

efl^ervi

mentovata guifa indicata


,

In ci

pure

avanti che le arti in Italia rinafcefiero


;

faceafi confi,

llere l'abilit degli fcultori

anche oggid un ofTervatore


,

che non abbia gufto n cognizioni


delle vene eziandio

ammira quefto lavoro


di

quando fon fuor

luogo

Gli antichi

R
(a) Ai tempi di riinio, ed anche prima,
S mtroduile in

pe-

Roma

cui

la

moda

derifa

pub-

delle

bhcaraente con delle fatire , di mutare le teIte aUellatue antiche di uenaini lUuftri , adattandovcne delle nuove , Piin. lH.^j. e. z.
Jitt. 2.

trovano tante ftatue , principalmente fcnza la tefta propria ; o al, meno con tefta lavorata a parte onde non avr da prenderli per regola generale io che
fi

togate

ha

pane,

queua

far

una ragione per

fcritto >Xinkelmann qui avanti gag. 1 (a) Acad. Iib,t.cap. /.

132
LIB. Vili.

Progressi

Decadenza dell'Arte
,

'per avrebbono ci biafimato


CAP.III.

come pur

riprefo
fulle

avrebbono

quel mal avveduto fcultore che avelTe fatte leone in atto di correre
farebbe contro natura
,

zampe d'un
;

ugne che fporgefTer fuori il che poich l'animale andando le tiene rile
.

piegate in dentro e celate


tori de' bei

Con quanta

dilicatezza gli fcul,

tempi

dell'arte indicaflero le

vene

vedefi nei fram,

menti
d'una

d'

una ftatua colofTale del Campidoglio

e nel
.

collo
L'arte

tefta

pur colofTale

di Traj ano nella villa


.

Albani

pu
lli
,

in

qualche

modo

paragonarli agli uomini


,

Come

in que-

per avvifo di Platone


il

crefce

il

piacer di cicalare a mi;

fura che

gufto perdono dei piaceri fenfibi li


flile

cos in quella
,

fottentrano le bagattelle in luogo dello

fublime

che pi

non
Urne
po;a.
fepoijf.

fi

conofce

8.

Sono

lavori di quelli tempi la


,

maggior parte
fei

delle

urne,
i

e molti de' ball-rihevi di

che originalmente formavano


Fra quelli
,

lati

urne quadrilunghe

ne ho oflervati

che bellidmi fono fovra tutti gli altri, e devon elTere de' pi Tre ve n' ha nel mufeo Capitolino Il pi grande antichi
.
.

rapprefenta la contefa tra

Agamennone
(b)
,

e Achille
il

per Crifei-

de

(a)

il

fecondo

le

nove Mufe
(e)
;

ed
,

terzo una

pugna
,

contro

le
le
,

Amazzoni
nozze
di

fui

quarto

nella villa Albani


e
le

fi

vedono
llaaioni

Peleo e

Teti cogli dei


,

dee delle
'1

che loro recano dei doni (d)


,

il

quinto e
di

fello
,

nella villa Borghefe


la favola

rapprefentano
.

la
,

morte

Meleagro

e a

d'Atteone

Que'

baffi-rilievi

che fono
,

flati fatti

parte

non per ornamento

delle urne

diflinguonfi da

un La
To.

orlo rilevato
jf.

9-

(a) Mufco Caphol. Tom. ir. Tav. t - 4-, ed l'urna di cui ho parlato nel Tom.I. p.4-o. or. B. Ne parla pi a lungo il noftro Autore nei MoHum. anc. ined. Par. il. e. 6. p.i 66.; e pi minutamente , variando in qualche cofa da Winkelraann , Toggini nella elpofizio-

(b) Ivi

Tav. 26. Se ne
""f- b.
,

parlato nel

mo

l.

pa^-p?-

pag- 337- not. a.

Ivi Tav. 23. 1.4,, {d) Monum. ant.ined. n.iii., ove 1 Aue pag.iji. J'gg- ne tote Par.il. cap.i. . 2. da una lunga elpofizione .
(,c)

ne

delle dette

Tavole

PRESSO
jf.

Greci

presso

Romani
fepolcrali

135
lavoravanl
LIB. vili.

9,

La maggior parte

delle urne
;

dagli fcultori per efporle in vendita

e ci s'inferifce dalle rap-

prefentazioni

che non hanno


,

nefTiin

rapporto n colla per.

fona a cui

1'

urna ha fervito
in

coli' incifovi epitafio


villa

AbNel

biamo

di

ci un efempio
,

una della

Albani

alquan.

to guafta

il

cui lato anteriore divifo in tre

campi

deliro v' Ulifle legato all'albero della nave per tema di ce-

dere

al
,

canto lufinghiero delle Sirene


l'altra
.

delle quali

una fuona

la lira

la

tibia
elTe

e la terza
foliti

canta tenendo in
,

mano

un rotolo
cofa
il

Hanno

piedi d'uccello

ma
.

infolita

Nel fmanto Nel mezzo nifl-ro v' rapprefentata un'adunanza di filofofi v' l'ifcrizione feguente, la quale colli due balli-rilievi non ha il menomo rapporto e noi qui la diamo per non efTere
vederle tutte e tre avvolte in un
.

fiata

da nelTun altro pubblicata:

A
.

NA

CJU
.

N M

O nWN
.

OYASIC

TOTAS CSBHPA 0HCeTC.AlAKIAAI MAPTTPFC.SlCI.AOrOT ATXr Ccu<I>PONA TTNBOC & MAIC AArONSCCI CfcBHPAN KOTPHN CTPTMONIOT nAi AOC AMYMON eXu'JN OIHN OTK HNSIKS nOAYG BIOC OYA8 TIC OYHUU SCX TAOOC XPHCTHN
Z^T
.

AAAOC
(a) Aggiungeremo qui
la

Y<&

HEAIUUI

(a)
_(f.

IO.
.

Quan

traduzione latina letterale di quello epigramma


.

Immortal'is nullus

hominum natus efl Hujus Severa , Tkcfeus , JEacidt teftes funi fermonis Gloriar ego tumulus mas lateribus koneftam Severam .. Puellam ( Ceufiliam ) incomparabilem pueri ( [cafili') Scryrrionu tcneitS , Qualem malta s.tas non protulit , ncque aliquis ufquedum Tumulus ulius fub fole tenuit ( ita ) opdinam .
.

1^4
I

Progressi e Decadenza dell'Arte


IO.

jf.

Quando

fi

parla dei

LiB.viii.
Lavori
fitti

decadenza, necelTario in Grccia o in Roma furono lavorate


^^^Qj^H nelle
altre
citt e

monumenti dell'arte nella fua che ben fi diftinguano le opere che


,

da quelle che for-

fuoidiRoma.

colonie del
i

romano impero;

tale ofTervazione

non

folo riguarda

lavori in

marmo o
.

in

altre pietre
fte gi

ma

s'eftende

eziandio alle monete


,

Circa quele

ftata

notata la differenza

fi

fa

che

monete

coniate fuor di

Roma

al

tempo

degl' imperatori
;

gliano quelle che coniate furono nella capitale


ftata

non uguama non


opere
di

ancora notata
.

la fiefi^a differenza

riguardo

alle

marmo
vanfi a

Si

ravvifa

per chiaramente
a

ne' baffi-rilievi

che tro-

Capua ed
,

Napoli

uno

de' quali nel palazzo


,

Co-

lobrano

rapprefentante alcune fatiche d'Ercole


.

fembrar po-

trebbe un lavoro de' mezzi tempi


te
fi

Ancor pi evidentemendell'antico anfiteaal

fcorge

tal

differenza nelle tefte di varie divinit fcolpite


gli archi efleriori

ne'fafli

che chiudevano
,

Capua cio Giunone


tro di
fentanti

due delle quali fono ancora


e

proprio
,

fito

Diana

Tre
,

altre di
,

quefte pietre

rappre-

Giove

Ammone
.

Mercurio

ed Ercole

vedonfi im-

murate nel palazzo de\ Configlio della nuova


altre volte

citt

chiamata
s

Cajlim
,

In pprefib avr occafione di parlare


di quella citt
.

dell' anfiteatro

che del teatro


figure

La maggior
,

parte delle mentovate


efTendovi

non fono gi

di
,

marmo bianco
,

nell'Italia inferiore

marmo non ma d'una biangli


.

ca e dura pietra

di cui fon

pur compofti per lo pi

appennini

in quel
fleffa

regno

che nello Stato ecclefiaftico

^.11.
zarono
in

La

differenza

pu

ravvifarfi nell'architettura
i

de' tempj e delle altre fabbriche che fotto

cefari s'innal-

tempo medefimo fi coftruirono nelle citt provinciali Si ha di ci un argomento in un tempio di MilafTo nella Caria, che ad Auin confronto di quelle che al
.

Roma

guf^o alla citt di

Roma

era dedicato

e nell'arco eretto
.in

PRESSO
in
i

Greci

presso

Romani

onore del medefimo Augufto a Siifa nel Piemonte capitelli de' pilaftri hanno tal forma che non fembra mai
,

13? ove
LIB. VJII.

CAP>
eflere fiata adottata dagli
^

III.

architetti

romani

(a)

(f.

12.

Pu

l'antichit riputarli r
arti

a gloria che

, '

fino alla

8""

s"'^''

decadenza delle
vedere
la

del difegno

feppe conofcere e
.

anche nella far tra- decadenz.

primiera fua grandezza


il

Non
;

fi

eflinfe

mai inte-

ramente ne' Greci


pofteriori
,

genio de'padri loro


fiano
,

e le

opere de'tempi
confervarono

comech mediocri

pur veggonfi lavorate

fecondo
ne

le

maffime de'gran maeftri

Le

tefte

l'idea generale
,

della prifca belt; e nell'attitudine, nell'aziole

nel

panneggiamento veggonfi ancora


.

pure tracce della


,

verit e della femplicit


intefa
,

L'eleganza affettata
,

la grazia

mal

e
,

come
fcultori

sforzata
fi

il

gefto fmoderato e pieno di con-

torfioni

che pur
,

ravvifano anche nelle migliori opere di


il

moderni
Anzi
,

non lufingarono mai

gufto degli antichi.


,

volendo noi efaminare

la capigliatura
,

troveremo delle
Tali fono

eccellenti ftatue

del terzo fecolo

che pof'bno rifguardarfi


.

come

fcolpite ad imitazione degli antichi lavori


di

due Veneri

grandezza
,

naturale

nel giardino dietro al


la

palazzo Farnefe

le quali

hanno ancora

prima loro

tefta.
l'al-

Una, che
tra di

alTai bella,

l'ha

propriamente di Venere, e
:

fi vede in ima matrona romana di quel fecolo (b) amendue la medefima acconciatura de'capelli allora ufata
:

e
(a) Potremo eccettuarne
in Francia
,

fi-

il

tempio diNime?

gono generalmente
ne d
la

conofciuto lotto il nome di Maifon quarrce , che il fig. Barthelemy Mm.fur Iti anc. monum. de Rome , Acad. des Infir.

defcrizione

Si veda ClerlTeau , che e le tavole in rame neU

Tom. Mm. pag.^So. dice da paragonarfi ii pi belli avanzi di Roma , e di Atene ; e gli artifti , e i letterati ne convcnC.

XKVUI.

le Tue Antiq. de France , prm. pare. Antiq. de Nifmes , princ. dedicato a Lucio , e Ca-

jo celari
le Tregue
:

figli

adottivi di

Auoufto

come

ft

rileva dalla ifcrizione pofta

{uUa facciata qua-

C AESARI AVGVSTI
.

F.

COS.

L.

PRINCIPIBVS
(b)
la

CAESARI AVGVSTI IVVENTVTIS


.
. .

F.

COS.

DESIGNATO

Sono
la
,

ha
,

cattiva

ritratti amendue , e la prima foteda fua attaccata L'altra tefta e moderna . In quello tempo , ch'io
.

Carlo Albicini per eflere trafportate nel rea! Mu(eo di Napoli Vedi la nota degli EditoM Milancfi in fine del Libro XL

ferivo

fi

l'criaurano dai valente f;iiltotc fig,

'1^5

Progress! b Decadenza dell'Arte

"e
CAP.
III.

fimile acconciatura

ha una men bella Venere della mede.

fima grandezza in Belvedere (a)


le

Pu

annoverarli fra le bel-

ftatue giovanili

un Apollo

della
;

villa

Negroni

in

figura

d'un giovane di quindici anni


quella d'un Apollo
,

la

fua tefla per non gi

ma

bens
.

d'un principe della famiglia

imperiale di que' tempi (i)


gli
artifti

Si

trovavano dunque ancora de.

che

le

belle figure degli antichi fapeano imitare


di

Monumento
ftravagante
.

^j.g

^3'

Prima

terminare quello

Capo vogHo
(b)
.

qui efpor-

alcunc mie oiTervazioni fu un lavoro ftraordinario d'una


,

fpecie di bafalte

efiftente

in

Campidoglio
le cui

Rapprefenta

quefto una grofla fcimia fedente,

zampe davanti s'appog.

giano

fulle

ginocchia

e le

manca

la tefta

Sul deftro lato della


,

bafe di quefta figura v' incifa una greca ifcrizione


dice
:

che cos
ifcri-

Fidia
,

Ammonio

figli

di Fidia fecero
,

,,

Quefta

zione

che da pochi
la

ftata ofTervata
(a)
,

era in certe carte

da cui
ta
,

copi Reinefio
il

ove era femplicemente indicafu cui


fi

fenza additare
i

monumento
in
;

legge

non

aveffe

pi manifefti indizj d'antichit crederfi

dovrebbe fup-

pofia

Tal monumento

apparenza difpregevole pu meed io proporr intorno ad elTo

ritare l'efame degli eruditi


le

mie congetture
jf.

14.
(

Erafi ftabilita in Africa

una colonia greca


Tal bellia

che Pi'

thecufsae

da

7r^^ttKos fcimia

chiamoffi a cagione delle molte


.

fcimie che

in

que' contorni abitavano

al

rife-

rire
(a) Rapprefenta Salluftia Balbia Oibiana moglie d'Alcirandro Severo , come gi ho accennato nel Tomo I. pag. 41 0. noi. a. , e
ex eo Cuper. , Reinefio porta l'ifcrizione intiera , come era forf anche ai tempi dell' Olftenio , di cui cita le fchede , o carte inedite , in quefta maniera :
(a) Infcripi. d. 2. n. 62.
I ^4-. [

&

Apoth. Hom. p.

come

fi

ridir in appre/To al capo

IV.

. i.

(j) Se la bella tefta , qui accennata , rapprefenta un principe di que' tempi , effendo Itiefta ricavata dal naturale ,.dimoftra che lo fcultore fapellc far qualche cofa di pili che

*IAIAC KAI AMMONIOC AM*0TEF0I *IAIOy EnOIOYN


Fidia
della
altra
e

imitare
della

Lo fleffo dama romana


.

dir
,

fi

pu

de' bufti di

della bella tefta Macrino , di

Ammonio
.

l'uno e l'altro figli di Fi mutilata l'ultima parola


e le tre
.

Settimio Severo , e di Caracalla rammentati di fopra da Winkelmann , ne'quali egli ravvila de'tratti di (ingoiare bellezza e perfezione (b) Nel cortile del palazzo de'Ccnfcivatori.
.

dia fecero

Ora
,

prima linea
,

ultime lettere dell'

parola accanto

Il

fgma ha

la

forma
.

di

non

di

come porta Reinefio

PRESSO
rire di

Greci
,

presso
col

Diodoro

(a)
,

teneafi
il

Romani. come facra


i
.

1^7 veni'a da
LIB. vili.

que'Greci venerata
le fcimie nelle

come
,

cane in Egitto

Libere viveano
;

GAP. Ut.
cafe

ci che loro piaceva

prendendone

quelle genti
ticolari

che loro aveano date delle denominazioni par,

per onorarle

prendeano pofcia
.

nomi loro per imla


,

porli

ai

proprj figliuoli
folTe

Or

io

congetturo che

fcimia di
fcolpito

Campidoglio

un idolo

di que' di

Greci pitecufei
;

da Fidia e Ammonio, artilH

quel paefe

altrimenti io
di

non

veggo altro mezzo


greci legganfi
fu

di fpiegare
(Imil

come
aflalire
,

nomi
.

due

artifti

un

moftro dell'arte
i

Sappiamo che
fin

Agatocle re
ca
di
,

di Sicilia

and ad

Cartaginefi in Afrinel paefc


;

che

Eumaco
,

fuo generale

penetrando

que'Greci

una delle loro


inferire

citt

depred

diflirufTe

ma

non dobbiamo quindi


mia
fiata

che

fin

d'allora fia quella fci,

trafportata dall'Africa in Sicilia


;

come un monu,

mento
zione
,

flraordinario

poich

la

forma
alle

delle lettere dell'ifcri-

che hanno
affai

de'tratti fimili
.

ercolanenfi

indicano

un'epoca
che
tale

polleriore
affai

E'

per tanto da crederfi piuttollo


fia

fcimia

pi tardi
in

fiata fcolpita

e dal paefe

de' Pitecufei portata

Roma

fotto gl'imperatori; la qual

congettura rendefi ancor pi verofimile

per due parole


.

ri-

mateci
lla

fui lato finiflro della

bafe d'una latina ifcrizione


,

QueQuin-

comprendeva quattro
altro

linee

ma

fiata

guafla che ora


(*)
.

non
di

chiaramente

fi

legge, fuorch VII.

COS
,

potrebbe crederfi che quella colonia greca


ai

fuUiflefle an-

cora in Africa
fin

tempi del mentovato Diodoro


l'antica fuperflizione (a)

e v'aveffe

a que' d

mantenuta

quella
fci-

Tom. IL
(a) Hb.20. ^.fS. Tom. iT. pdg.4.4p. (*) Qucfte noce f fi voleirero riferire- ai tempi dlia repubblica non ad altri potrebbone convenire che a C. Mario , il quale fu confole per la fettima volta avanti di lui nellano avea fitii pi confolati di Valerio Corvino , che pure non oltrepafs il fcfto , riutarch, in C. Mario , op. Tom. I. P.4.22.B.
:

Ma, come
l'et
il

de'cefari

avvifammo le lettere indicano in cui non raro dirrovare ,


, .

fettimo confoiato

Nella detta ifcrizione


.

COS. vi fi legge chiaramente ; ma il numero VII. non ho faputo trovarvelo (a) Quello monumento non meritava tante olTetvazioni
.

Rapprefenta un cercopiteco,
,

o fcimia

colla coda

firaile

in tutto a quello

138
fcimia
LIB.VIII.
il

Progressi
folo

Decadenza dell'Arte
africano che fiaci noto
di
.

monumento
fi

Nella

galleria di Verfailles

vede una ftatua muliebre


(a)
,

GAP.

marmo,
Benga-

III.

che vien creduta una Veftale


zi
,

e dicefi trovata a

che

fi

vuole fondata

iulle

ruine di Barca capitale della

Numidia.
7.

Recapitolaione
,

jf.

ij'.

Rifulta dal fin qui detto ne' tre primi Capi di quepoterfi fiflare
;

fi:o

Libro

quattro

differenti
il

gradi nello

Itile,

de' greci artifti

cio

il

fecco e duro,
e

grande ed angolo-

fo

il

bello e
i5.

morbido,

quello degl'imitatori.
:

jf.

la

A quefti filili corrifpondono le quattro epoche prima dai cominciamenti dell'arte avr durato fino a Fila

dia;

feconda da quefio fino a Prassitele


la

Lisippo

Apellej
maeftri
arti
;

terza avr avuto fine colla fcuola di quefii gran

e la quarta
.

dur fino

all'intero

decadimento delle

del difegno
,

Il

fiore dell'arte foftennefi


,

poco pi d'un
alla

fecolo

cio cento venti anni

quanti ne fcorfero da Pericle

della villa Albani , di cui fi parlato ne! Tomo I. pag. SS. not. B. , e f n' e data la figura nella Tav. IX. ; fuorch un poco pi grane non ha tefta , che ha il fecondo 11 noAutore per darne la fpiegazione ha ttovato nei detto luogo di Diodoro una cofa , che non v' fiata mai ; perocch egli non di-

di

amuleto
,
.

ed ha

incifi

da una parte dei ge-

roglifici

cufbodita nel

Mufeo Borgiano

in

de

ftro

ce altro (e non che Eumaco capitano di Arcagato generale di Agatode tiranno di Sicilia penetr nell'Africa iupcriore , ove erano tre citt , da lui prefe , le quali aveano il nome dalle fcimie e per la quantit che ve n'era, e per il culto loro predato da quegli abitanti ; e che f fi foftero dovute nominare con nome greco , per tale ragione potevano chiamarfi ITyBaxouiriTa; Plthecujfs. ; niente parlando di colonia greca , ma dicendo anzi barbari quegli abitanti Troveremo pi facilmente la ragione , che cerca Winkelmann degli aurori di quella figura, fc riflettiamo, che q^uclla fcimia era venerata nell'Egitto , come gi notammo al luogo citato del Tomo antecedente , e alla pag. Sp. e gg. 5 e come potrebbe provarfi con tante altre autorit , e monumenti oltre quello della citata Tav. IX. , fra i quali pu nominarfi una figurina di efia be.

credere che Fidia e Ammonio l'abbiano fatta in Aleffandria o in altra citta di quel regno , ove erano riabiliti i Greci per ufo di quclH , f Pola veneravano , o degli iled Egiziani trebbe aver fervilo a qualche fupcrftiziofo della Grecia flella , giacch abbiamo da SeOo Empirico Fyrrkon. hyp. l.j. c.z+.p.i s s- ^' che v'era cola chi non artoffiva di prellar veV'eranerazione alle tante belHe dell'Egitto no alcune ifole vicine ad Utica in Africa , dette Pitecujfe dalle fcimie , nominate da Scilace Peripl. pag. 4S. ; e cos chiamavafi un'ifola del mar tirreno incontro alla Campania , ove era una citt greca fecondo lo flello Scilace pag. j. , di cui^ parla Winkelmann Tom. 1. pag.zi i ; e l'ilola era ftata cos chiamata per le fcimie , che vi furono mandate per fare fcherno a quegli abitanti , f crediamo a Servio ad JEneid. lib.q. v.yij. Vegg. Salmalo Plin. exerch, in Solin. cap.^,
Vcllctri
difficolta vi farebbe a
, ,
't

Che

Tom.

I. pag. 6S. (a) Tomafiln Recueil des fiat, group. ec. de Verfailles ^ Tom. I. pi. g.

rtia

grande circa un pollice

che ha feryito

PRESSO
alla

Greci
il

t.

presso
,

morte d'AlefTandro

Grande

Romani. 139 dopo di cui cominci ===== LiB. vm.


i
.

a decimare.
jj".

17.

Riandando
i

varj periodi dell arte


i

......
,

cap. in.

trovo molta
,

analogia tra
lli

tempi antichi e

pi vicini a noi

e in

que-

pur ravvifo quattro ftili, e quattro epoche principali; Ce non che quello che in Grecia fucced lentamente qui avGreci l'arte e dove preflb venne quafi tutto in un tratto
, ;

allontanofi a

poco

a
,

poco

dalla fublimit e dalla eccellen,

za a cui era giunta


cui era ftata

prelTo di noi dal pi alto grado

portata dai

due gran genj del difegno


)
,

e di

quello
efl

folo io qui parlo

cadde repentinamente quando

mancarono
18.

fi'.

Sino a Raffaello e Michelangelo lo


;

flile

era fla-

to fecco e duro
quelli

e nel richiamar l'arte alla fua perfezione


gli
,

non ebbero
il

eguali
e
i

Vi fu quindi un vuoto

in cui

regn

cattivo gufto
,

a quello fuccedette lo ftile degl'i-

mitatori feguaci
fi
:

quali furono

Caracci colla loro Scuola e


.

loro

quello periodo dur fino a Carlo Maratta


della fcultura

Se per

parli
:

femplicemente

brevifima n' la llo,

ria

quell'arte fiori
(i)
.

con loro
fecolo

e per con Michelangelo e Sanfovino Fiammingo e Rufconi vennero un Algardi


, ,

dopo ig. jf. Quanto ho detto fin qui full'arte de' Greci l'eru- Avvertimento, dizione che v' ho fparfa e le olfervazioni che a luogo a luogo vi ho inlerite tutto pu fervire s all'amatore che all'artilla,
.

in guifa che efaminando

efl

pure

le

cofe da
S 2

me

indicate

legi

(i) Per voler

il

fg.
i

Winkclmann

far

mag-

giormente

contrapofti , gli ha alterati troppo, e rcnduti perci inverili mili. Che i pittori venuti in fcguito a Michelan^gelo e a Raffaello non abbiano potuto ftar loro del

rilaltare

pari, di
nofcitori

comune confcnfo
;

fi

ammette

dai co-

medefimi abbia per alcun rempo dominato in generale un gufto cattivo , non s'accorder s facilmente da chi ha vedute le opere di Giulio Romano e di ali

ma

che dopo

nopittori iifciti dalla fcuola d'amendae minati eccellenti maeftri. Anche nella fcultura , bench non abbia continuato ad cllere efcrcitata con quella maeftria che smniiial nelle opere dello fteflo Michelangelo e del Sanfovino, ci non per tanto non molto dop di elTi Io Scilla e il Porr milarefi il Sertri
,

bravi fcultori le opere aliai pregiate in trove


altri

zana ed

hanno

laf.iato dei-

Koma

fklla e ai-

'

140 leggendo

Progressi
gli

Decadenza dell'Arte
fu

autori che

queft'argomento
.

hanno
ell

fcritto

LIJJ.VIII.

avranno ancor molto da aggiugnervi

GAP. HI.

Devono

per nel
che femdi

contemplare

rima/liei

monumenti

dell'arte

greca aver per


,

principio che in

quelli nulla v'ha di piccolo

e ci

bra

facile
.

ed ovvio
fi

per avventura limile


di

all'

uovo

Coli-

lombo
in

N
le

pretenda

tutte verificare in

un mefe o due
il

Roma
alla
artifta

offervazioni da
.

me

fatte,
'1

ancorch abbiafi
ci

bro

mano

Siccome
,

il

pi e

meno
al

che diftingue
fi

un

dall'altro
;

cos

dalle piccole cofe

conofce un
Altro lo
dell'antiquadi

buon
ria

olTervatore

'1

piccolo porta
,

grande

ftudio fuH'arte degli antichi


:

altro la fcienza

in quella difficile lo fcoprire


i

qualche cofa

nuovo,

fcbbene
getto
ri, vi
;

pubblici

monumenti

dell'arte s'efaminino a queft'og-

ma
fi

riguardo all'arte, eziandio ne'pi conofciuti lavofeaipre trovare qualche parte


.

pu

o qualche rap-

porto inolfervato
al

Il
,

bello e l'utile

non pofTono concepire


d'aver fatto certo pittor trattenne in
alla
al

primo fguardo
,

come pretendea
fi

tedefco

che due fole fettimane


e

che

difficile

di

pefo non

rela
,

Roma fuperficie ma
,

ci

dee
bel-

cercarfi al
la

fondo. L'uomo
rimane forprefo
:

fenfibile
,

primo vedere una

flatua

come
fi

colui che mira per la pri,

ma

volta l'oceano

lo fguardo
la

perde a principio

ma
,

con-

tinuando a mirare, cefTa

commozione

dello fpirito

e l'ocle

chio fatto pi tranquillo pafia dal tutto ad efaminare


ti
.

par-

Un buon
,
;

olTervatore deve fpiegare a s (effo le opere


f avefle a
al

dell'arte

cornee

efporre ad

altri

un antico

fcrit-

tore

poich avviene
:

guardar quelle,
fi

come
;

a leggere

un

libro

fi

crede d'intenderlo quando


fi

legge
,

ma non
:

s'in-

tende pi quando

deve interpretare
eftefe

fi

richiede allora
altro

uno

ftudio

profondo ajutato da
,

cognizioni
.

leggere

Omero

altro

leggendo tradurlo

Ca-

PRESSO

Greci
.-..,1

presso

RoMani

141

e?"

^Y'^c^-'^^

Q
di romani artiji ...
.

LIB.VjJi.

CAP.IV.

C
Arti del difcgno prefso
loro
i

IV.
col

Romani Opere
ejj i

nome

--

hnitaron

lavori deoU Etrufchi

e
.

non
.
.

ehber
fitto
.

mai uno
re
ne'
.
.

Jile

loro proprio

Stato delle arti in


. .

Roma

ne primi fecali della repubblica


.

.fino all'olimpiade cxx.


.

tempi della feconda guerra punica


.
.

e della

guerra contro An.

tioco

dopo la conquija della Macedonia

Concliifione

Q>Liantunque
mani
loro
lia
i

la

floria delle

arti

del

difegno prefTo
arti

Rofu

Arti del dife.

generalmente comprela in quella delie


,

greche, Romani.

pure dobbiamo trattarne a parte


artiiti
,

fare delle

ricerche

poich molti de'noftri antiquarj parlano d'uno

flile
]f.

particolare alle opere


I.

romane

V'ebbe

diffatti

altre volte,

v'ha anche oggid

Opere

di ro-

delle ftatue

che de'badl-rilievi con romana epigrafe o col noartefice


.

me

di

romano
s.

Tale

la (tatua

fcoperta due fecoli


{a)
,

fa prefTo

Vito nell'arcivefcovato

di

Salisburgo

per

ordine di quel celebre arcivefcovo e cardinale Matteo Langio efpoHa nella fua refidenza
al

pubblico

EfTa di bron-

zo

di

grandezza naturale
,

e fomiglia nell'attitudine al predi Belvedere


(a)
.

tefo

Antinoo

o piuttoRo Meleagro
di

Una
nella

{tatua fimile
ftefla infolita

pur

bronzo

colla

medefima epigrafe

parte, cio fu una cofcia, vedefi nel giardino


in

reale di

Aranquez

Ifpagna

La

(tatua di Salisburgo nella

figura, che n' (lata pubblicata, rapprefentafi con un'accetta, che fenza dubbio un'aggiunta fattavi pofteriormente da

un
(a) Grut. Infcr. Tom. nl.pag.ggg. n. ^. (a) Vv inkelniann ha prefe qucfte noti^ie dal Grutero C il quale dice la (tatua maggiore dcl natur,-ile, e ne da la figura ); ma non avca prefente 1' idea giufla della ftatua vaticana , quatido ripet , che quella a quella raffomigliava ncirattituJinc

che non e vero , colsnor abate Vifc^ti nella efpofizione della medelma data nel To:

il

me ha

notato anche

il

mo

I. del Mufeo Pio-Clcmentino ,_ Tav.j. e da lui riconolciuta per un Mercurio , come

ho avvertitone! Tomo

i.i'?|'.i7f'

""'*

142

Progressi
ignorante
.

Decadenza dell'Arte

==== un

artifla

Tal

pure

la

ftatiia

d'una Venere in

Belvedere, cui, ficcome vedefi dairifcrizione nello zoccolo,


fece erigere certo
vif

SALLVSTIVS
,

(a).

V'

nella
di tre

un'altra piccola figura, alta

poco pi
ftile
,

Lodopalmi, rapvilla
,

prefentante la Speranza
le

lavorata in

etrufco (a)

la

qua-

romana come gi ho detto al Capo 1. di quefto Libro (b) Anche una delle due Vittorie di cui ivi pure s' fatta menzione ha un nome romano fu
fulla

ha

bafe un'ifcrizione

una

delle
2.

due fafce

che

le

s'incrocicchiano fulle fpaile (e)

jf.

De' lavori
villa

in rilievo
,

con

ifcrizioni

romane uno
,

ve

n'ha nella

Albani

rapprefentante una difpenfa


(d)
;

parte
e
tale

di cui vedefi nella figura premelTa al Libro IV. la bafe fui

mercato

di

Pozzuolo
Tiberio
di

che quattordici

citt afiafi-

tiche erelTero in

onor
con
.

di

fu di elTa fcolpita la

gura fimbolica d'ognuna


fcritto al di fotto

quelle citt col

proprio

nome

lettere

romane

onde

crederli deve ope-

ra di

romano
^.

artifta
.

Di

tal

bafe parleremo pi

ampiamente
nella
(b)
,

in appreifo (e)
if.

La terza opera

di

quella maniera

efiftente

villa

Borghefe e da

me

pubblicata nt Monumenti ajuicbz


i

rapprefenta Antiope fra

fuoi due
al di

figli
il

Anfione

Zeto

ove ogni figura ha


rattere

fcritto
a

fopra

proprio

nome

in ca,

romano

Pende

Zeto dietro
(p)
;

alle fpaile

un cappello

indizio della fua vita campeftre


e tien la lira

Anfione porta un elmo,


.

mezzo

nafcofta fotto la clamide

Nello fpiegare

(a) I nomi ferirti fotto quefla ftatua fono Salluftia e Elpido liberti , che la dedicano a Venerc Felice , olfia alla loro padrona Salluftia Balbia

Orbiana moglie

di

Aleffandro Se-

(e) I monumenti romani , o almeno con ifcrizione romana col nome del fogge : to rapprefcntato , o del dedicante , fono innurnerabili , e molti poiTono vederfi prelfo il Boif-

vero

come dicemmo
,

nel T'orno J.^jj^.

410.

no:. A.

qui ya.n pag.i ^6. not. A.:

VENERI TELICI
SALLVSTIA

SACRVM
HELPIDYS.DD.

che 'Vi inkelmann cita qui apprelFo , Foggini Mufeo Capito/. ToMontfaucon Amaduzzi Monum. Mutth^j. Te'"" ' ' ^K'
fard
, ,

(a) Dejcript. des perr. grav. da Cab. de Stofck , ci. z.feft.tj. n,iS'^2.pag.^0i. Cb)
^.

'"(^f r^^,, /. ,^. ,,^. d.") Libro XI. capo il. ^.ig. num. S s-

ii.pag.ioi.

(f)

VcdiJpmo/.

pag.4.4.6.

PRESSO
gare quefto

Greci

presso

Romani
,

143
LIB. Vili.

monumento ho
la

parlato dell'elmo
,

faputo allora trovar


to guerriero
re
,

fpiegazione

non ho non eflendo Anfione pundi cui

con elmo

mi contentai d'addurre altri efempi di figuqual era una del quale non fapeafi la ragione
e
,

fiatua

d'Apollo

in

Amicla

di

antichidlmo lavoro
s

Or per
,

mi ludngo d'as^r trovata


che della
ftrada
lira

la

ragione
;

dell'elmo di Anfione

fua

mezzo

celata

m'ha

ci

aperta la

un paflb degli antichi

fcolj

greci fui Gorgia di Plato-

ne, che l'erudito Mureto trov

in

un manufcritto della
,

bi-

blioteca gi appartenente alla cafa Farnefe

e Io

copi

fui

Tuo

Platone dell'edizione
del collegio
in penfiere
,

di Bafilea

efiitente

ora nella biblioteca


fcolj

Romano
che
ivi
.

(*)

Al leggere quelli

m'evenuto
,

rapprefentifi

una fcena dell'Antigona

tragedia d'Euripide
jf.

4.
,

Che Anfione
lo

defle alla fine orecchio ai configli del

fratello

leggiamo

in

alcuni verfi
,

d'

Orazio

(**)

quali

non fono

flati

finora ben intefi


;

ma

che vengono rifchiarati

da ci che dice Io Scoliafte


bio avea di mira
la

giacch Orazio qui fenza dub.

mentovata tragedia

Calicle preflb Pla-

tone

(a)

volea perfuader Socrate ad abbandonare le filofo,

fiche meditazioni

e de' pubblici
il

negozj occuparfi
fuo amore per
;

come Zemufica
,

ro rimproverava ad Anfione

la

l'allontanamento per ogn'altra occupazione

onde dopo

varj

ragionamenti cos
,,

gli

dice

fembra che io faccia teco quel(

la parte

che

fa

Zeto con Anfione prelFo Euripide

*/?-

'uvw'ea

fcolj
a'

(*) Ben antico elTet deve l'autore di quefl poich dice in un luogo che ancora , tempi fuoi vedeafi il muro detto da Platone

in Gorgia , oper. Tom.I. pag.4fj. in fine, edic. Serrani , pag.io 6. Un. ^o. edit. Bajil. , /ia/u'u Tti'xowf [intergerino , five medio

parlano di Pireo , non aveva letto queflo pafCo, che non avrebbe omeflb, facendoli qui una particolar menzione di quel muro . (**) lil>.i. epift.iS. verf.40.feqq. Nec cum venari volet ille poemata panges.
'

Grada

fc

fratrtim

geminorum Amphionis

muro
ftcffo

ed avvila che

tal

muro

era quello

atque
'Z.ethi di$lu.it :

con cui Temiftocle , o Pericle aveano , congiunto il porto di Pireo al piccolo porto di Munichia Mcurfio [ Firms , ec. op. T. I. cjl, S4-1 fegg- ] adi' indicare gli fcrittori che
.

r r a r donec fu/peda lever


fraternis ce^tHe puiamr

Conticuic lyra

Moribus Amphion
(a) in Gorgia
,

-y

op,

Tom.

I.

pag.4S' ^'

144
Sonvci)
LlB.VIIl

Progressi e Decadenza dell'Arte


b
7Zinov6ivcu fvv oTTtp
)
;

Z-Sos

srpcj

Tcy

Af^tCt/oVct

Eopint'iPov

CAP.IV.
,,

poich anch' io pofb a


importarti
Scoliafte
,
:

te

dire quello itelTo

ch'egli al fratello fuo diceva, cio che tu trafcuri


.

quanto

pi dovrebbe
cos fcrive
il

quelle parole di Platone


fi

di lui

ci

riterifce ad

un pafTo
,,
:

della mentovata tragedia


Getta la lira
'P/40'' TV
,

ove ad Anfione dice Zeto


armi impU'yna
roc,

le

P^t/'pai'

XXf^vo S
,

In'kots

Io fono pertanto d'opinione

che

l'artilla

del noftro bafToin

rilievo abbia voluto efprimere

nell'

elmo mefo
,

capo ad

Anfione

come

nella lira

mezzo coperta

pare che feguir voglia del fratello fuo


^'imputer a colpa, io fpero
,

momento in cui configli Non mi


il
.

quella digrefone
,

con cui ho

rifchiarato Platone ed Orazio (a)

pofliamo cos figurarci


,

una fcena almeno dell'Antigona d'Euripide


ramente fpiegato un preziofo monumento
d'un
colloro

e s' inoltre chia-

dell'arte antica, e

artifta
j.
.

romano,
pur
delle

nome

jf.

V ha
,

opere

di

romani

artefici col

nome
afl^ai
,

loro

Tal una fatua d'Efculapio nel palazzo Verofpi


nel di cui zoccolo Ita fcritto

mediocre

ASSALECTVS
,

nella villa Albani v' un piccolo lavoro in rilievo (a)

ove

un padre in abito fenatorio fiede fu uno fcanno coi piedi fu una fpecie di predella: tiene nella deftra il bufio di fuo
figlio
,

e nella
:

finiflira

lo ftecco
lui
;

da modellare ufato dagli


,

fla-

tuarj (b)

fla

rimpetto a

una donna
e vi
.

che fembra fpargere


;

dell'incenfo fu

un candelabro

fi

legge quefta ifcrizione

Q^ LOLLIVS "deG ET
.

ALCAMENES

DVVMVIR
Queed
alla mufica , trarcurando cos gli affari domeftioi ; e aogiugnendo che la mulica , che voleva introdurre , era affurda , e inutile (u) Vedine la figura a principio del Li-

(a) V' andie Dione Grifoftomo , il quale Orat. 7 . in fine ^ pjg. 6^ j. nY>on lo (iclTo fcacimentcforfc prefo da Euripide medefimo, ma un poco pi dettagliato fcrivendo cio , che Zcto (gridava il fratello Anfione , percii non voleva che attendelle alla filoibfia
:

bro VH. pae. y. (b) Vedi Copra ;jfl^.

5.

PRESSO

Greci
efler

presso

Roma-ni

14^
fa-

Qyefto Alcamene per


miolia LolJia
.

dovea un greco liberto della

=
f*

^-

mano (a) TlTIVS PECIT


de'

onde non dee annoverarfi come fcultore roVedefi prefTo BoilTard (a) una fatua coll'epigrafe
,
.

^^^' ^^^^'
AP
I

Non
,

addurr qui
,

le pietre incife
,

col

nome

romani
.

jf

6.

come Epoliano Cajo Gneo ec. Ma quefti monumenti non baftano per formare un
artifti
,

fiftema dell'arte

fflare

uno
i

file

diverfo dall' etrufco


artifli

dal greco

E'

probabile che
file

romani

non abbiano,
prin-

immaginato uno
biano imitati
gli

loro proprio,
,

ma

ne' primi tempi ab,

Etrufchi
,

dai quali moitifljme cofe

cipalmente d'ufo lacro


fui fiorire delle arti
,

adottarono; e ne'tempi pofteriori


,

pochi fcultori che aveano


tanto Orazio
,

foflero fcode'

lari de'

Greci

Quando per
fuoi
,

parlando

Ro-

mani

de' giorni

dice
,

Pingimus
Pfallmiu
,

atqiie

&
gli

lu^anmr Achivis

doffhis

nn^s

(b)

dobbiamo penfare
7.

ch'egli ci fcrivefTe per adulare

Augufto,

a cui quell'epiftola diretta.


(f.
1

Che

Diano imitati

romani nei tempi della repubblica abIruJ -J lavori degli etrulchi io veggiamo ad evidenza
artifti
I

imitaronefT
'

lavori degli

Etruuhi...

in

un vafo

di

bronzo a forma

di
fui

cilindro efiftcnte nella gal-

leria del collegio


tifta
,

Romano
come
ivi

V'
fi

coperchio
,

il

nome
in

dell'ar-

il

quale

legge

lo

ha lavorato

Roma

altronde lo

ftile

etrufco vi
,

fi

fcorge manifeftamente

non

folo

nel difegno di molte figure

ma
.

eziandio nel totale della com-.


alto

pofizione e del vafo


e

E' quefl:o
(b)

due palmi

un palmo
rio-

mezzo ha

di

diametro

In due fafce fotto l'orlo fupe-

Tom. U.
0') L'aggiunto di decurione, e di duumtiro, che vuol dire fcnatore , e magiftrato (annuale, o per pi anni fecondo i luoghi ) di qualche Municipio , come pu vedcrfi preflb GottofreJo al Cod. Theodof lib.XJI. tic.i in paracielo , mi fa credere che quello pcrfonaggio non folle artifta ; ma che il mojiumento fofle lavorato in Quell'anno , in coi fu magiftrato , forf per umbolo di qual.

T
che fuo fatto.

che riporta il barto-rilievo nei Monum. ant. ned. n.i S6. e lo fpiega ndhPur. ly. cap.6. pag.24.^.
,

Winkelmann

crede icamene uno fcultore non oftanti tali dignit . infcripc. Par. ni. f.g. 1^2. (a) Antiq. (A) iil>. 2. epift. i. verf. 32. -(i. (b) Il P. Contucci nel luogo da citarfi qui appreflb ,;jfl^./. fcrive , che d'altezza palmi

&

145
LIB. Vili.

Decadenza dell'Arti riore come fopra l'inferiore v'hanno degli ornamenti campo di mezzo tutto all'intorno evvi incifa a bulino
Progressi
e
,

e nel
la fto-

cAP.rv.
ria degli

Argonauti

il

loro sbarco

la

pugna,
ftoria,

e la vittoria dife-

riportata da Polluce fu

Amico

Per dare un' idea del

gno
fta

tra le varie parti della

mentovata

ho
.

fcelta l'ul-

tima rapprefentante Polluce,


alla

Amico,
.

Minerva
,

Vedefi que-

Tav.

I.

in fine

di

quello

Tomo

ed

il

contorno del

vafo intero nel libro feguente


tata in giro

Sul coperchio v' rapprefen-

una caccia
di

e in
alte

gure gettate
ta
,

bronzo

mezzo ad elfo ftanno tre fimezzo palmo cio la defun,

a cui onore e
,

memoria

flato collocato nel

di lei

fe-

polcro quel vafo


piedi

e quella abbracciata da

due Fauni con


,

umani

fecondo l'opinione degli Etrufchi

preflo
,

quali quei femidei


co' piedi e colla

in tal

modo

foleano

effigiarfi

ovvero
.

coda

di cavallo,

che qui pur hanno


:

(a)
il

Sot-

to quelle figure leggefi l'ifcrizione


della figlia
,

da un lato v'
della fua

nome

che onora cos

la

memoria

defunta

madre

Dall'altro lato v'

il

nome

dell'artefice e'I

luogo

Ognuduc

mo

uno

e un'oncia e mezza , e di diametro paie oncie fette e mezza.

(a) Si pu vedere tutto il vafo incifo in prelTo il Ficoroni Memorie ritrov. nel rmf.a'/Iai/<ro,p.72. , edilP. Contuccinel (*) DINDIA FILEA Tomo I. dei bronzi di quel mufco, Tav.i-g. ( Filia ) DEDIT NOVIOS PLAVTIOS . Un vafo confimile di bronzo , alquanto pi ( me ) ROMA! ( Romae ) FECID piccolo, e diverfo nelle figure, lo poflede C fc^it ) Quelli ifcrizionc indica la pi priil fignor abate Vifconti fca forma delle lettere romane , e fembraa Il noftto Autore parlando di amcnduc nella fua Defcrlpt. des quefte clfere pi antiche , o almeno pi epierr.grav. da Cab. de Stofck , ci. z. fec.i y. trufche che quelle dell' ifcrizione di L. Corn. /!;/OT./jrpp.;;j^.2j5. li aveva fpiegati per due Scipione Barbato nella biblioteca Barberini , cifte miftiche di Bacco ; n fo capire come che la pi antica ifcrizione romana in piequl abbia mutato fentimento fenza darne ra- tra , che fi conofca Ne ho parlato nelle mie gionc Il fig. ab. Vifconti , che gli avea co- Olfervazioni full' architettura degli antichi municata quella fua opinione , difFufamente pae. s- [ Veggafi apprelfo al .tS. Noter hCodienend Muf. Pio-Clem.T. I. Tav.4.4.. qui , che il hgnor Court de Gebelin Afoijofe pag. 81. not.a. , e oflerva che la figura , che primitif, Hv. f.feci.j. chaD.4.. pag.408. legge fta in mezzo del coperchio di quefto vafo , e fpiega male la detta ifctiaione di Macolnia . n Bacco nittelio o notturno col manto ftel-

rame

Figura virile Io certamente ; e Conpag.i 0, l'ha prcfa per Macolnio padre di Macolnia , a cui qucfta abbia porto quefto monumento , come a femidio .
Iato
.

tuc

loc.cic.

MACOLNIA
.

MED

PRESSO

I
,

Greci
fu
i

presso
il

Romani
ell
fi

Ognuno
in

de' tre piedi

quali
.

vafo s'appoggia
di

147 ha una
^^^'

h-

rapprefentazione particolare

In

uno

vede Ercole

^^""

mezzo

GAP lY

della volutt e della virt, le quali


,

non con fem-

minili figure

come
.

prefib

Greci

ma con

figure virili fono

rapprefentate
jT.

8.
filile

11

pregiudizio di coloro,

che diflinguer vogliono


i

..e non eb-

ano

particolare dell'arte prefi^o


.

Romani
;

e diverlb dal

iiiL p'^opti'o"*

greco

nafce da due cagioni

Una

la faifa fpiegazione delle

figure rapprefentate ne' loro

antichi lavori

dove nulla

monumenti imperocch non v' che prefo non fia


full' allegoria
,

negli
dalla

favola greca

ficcome nelle me Ricerche

e nella

Prefazione ai monumenti antichi

mi lufingo d'aver ben dimofira-

to
ria

trovar vogliono efprefl alcuni tratti della


;

romana

fl:o-

(aj

quindi inferil'cono che fian opere di romani arti-

T
(a) Qui l'Autore pare die non eccettui ca(b alcuno della ftoiiu romara rapprelcntato fu monumenti dell'arte ; ma nclia detta Prei

2
.

fli.

fazione ne eccettua i tanti monumenti , ove fono rapprcfentati i fatti desi' imperatori , e que' tratti della pi antica ftoria , confinante , o per meglio dire intrecciata colla favola , quali egli crede il ratto delle Sabine efpreiTo in alcune medaglie, preflo il P.Fedrufi J Cef. in metallo, ec. , Tom VI. Tav.8 n.y., ed altri ; l'augure Navio , che raglia la cote , preflo Vaillant Num. imp. max. mod. p.t z^.; e due altri fatti Ammettendo quefti , perche
.

efpofe pcl Foro di Roma A quede pitture pu unire anche quella non ancor pubblicata del mufeo Ercolanefe , in cui efpreffa la morte di Sofonisba coU'aiTiftenza di Mafil balfo- rilievo del mufiniifa , e di Scipione feo Capitolino , in cui rapprefentato un
fi
;

combattimento
tato

di gladiatori

romani

ripor-

non

ne potranno ammettere degli

altri

ancora ? e perche non far leciro agli antiquari ^ inveftigarli per ifpiegare i monumenti : Alla ftoria , e fatti dcgl' imperatori \^inkelmann doveva unire le Itatuc erette ai tanti uomini illuftri anche ai tempi della repubblica
,

da Foggini Tomo IV. Tav.ji.; come potrebbe crederfi romano lavoro un piccolo bafo-rihevo in bronzo del mufeo Borgiano in Velletri , che daremo in appreifo incifo in rame , ma ne parleremo meglio nell' indice dei rami ; ed altri monumenti , che lunga cofa farebbe voler qui tutti numerare Lo ftelfo difcorfo faremo riguardo ai Greci, prelTo i quali egualmente fi alzarono in tutti i tempi
.

delle ftatue agli o {colpirono in

delle cjuali egli parla

qui apprelTo

do-

dipinfcro, fatti dei tempi , come battaglie , ed altri foggetti , che non hanno che fare colla ftoria eroica , o colla
fi

uomini

celebri, e

marmo

bron70

veva mettervi in una patola tutti i fatti refpettivi di ogni tempo , come per eftmpio fecondo Plinio lih.^^. cap.4. feci.7. , il quadro , in cui nell'anno di Roma 490. M. Valerio MalTimo Mcflala avca fatto dipingere la fua vittoria navale contro dei Cartaginefi , e
di

mitologia e vengono riportati principalmente da Plinio nel lihro ?4- ? f e ^(J. , e da PanIo fania in tutto il decorfo della fua opera dir pertanto con quefte ofletvazioni , che per ifpiegare i foggetti dei monumenti anti,
.

chi

fi

debba

in

primo luogo ricercare nella

Cerone

in

Sicilia

efpofta in

un fianco

Curia Oftilia : cosi l'altro , in cui L. Scipione fece dipingere la fua vittoria afiatica , collocato rei Campidoglio ; e quello di Licio Oftilio Mancino , che il prime entr in Cartagine , ove fece dipinsere quefta citt , e
della
l'a^edio
,

favola greca, o ftoria eroica, come quella che ftara l'argomenro principale dei greci
e in parre anche dei romani , e degli nella mitologia, ; e in fecondo luogo e nella ftoria di quefte altre nazioni , e nella ftoria greca di tutti i tempi
artifti
,

etrufchi

onde l'avea circondata 3

e poi lo

I48
IH
LIB. Vili. le
.

Progressi

Decadenza dell'Arte
(a)
,
,

Cos

difFatti

ragion un autore fuperficiale


incifa del

il

qua-

in

una

gemma

mufeo Stofchiano

(/')

ove rapfulla

CAP.IV.

prefentaf Poliflena figliuola di

Priamo
,

fagrificata

da Pirro

tomba
o
di

d'Achille fuo genitore


,

s'immagin

di vedere
fiavi

effigia-

ta Lucrezia

Tebben
.

ivi

alcun indizio non

di

violenza
file

oppofizione

Egli

fond

la

fua fpiegazione fulfo


,

romano

del lavoro di quella pietra


fi

il

quale

flile,

dic'egli,

onde, mal ragionando, un'erronea confeguenza dedufTe da un falfo principio La confeguenza medefima avrebb'egli inferita dal bel gruppo della villa Loqui chiaramente
fcorge
:
.

dovifi conofciuco fotto

il

nome
.

del

giovane Papirio
,

ma

che

piuttofto rapprefenta Elettra e Orefte


il

ivi

non

fi

leggefTe

nome
jT.

del greco

artifta (a)

9.

La feconda cagione
,

di quefl:'errore nafce

da una mal
;

intefa venerazione

in

cui

fi

hanno

le

opere

de' greci artifH

imperciocch
diocri
,

ficcome anche
efil
,

di qucfti trovanfi lavori


a'

mebia-

anzi che ad

ne vuol dare

Romani

il

fimo

e quindi tutto ci

che

non
.

bello a quefti

s'attri,

buifce fenza cercarne altra ragione


le

Non
citt
,

fi

pu negare
in

che

monete
fi

de' primi

tempi della repubblica coniate

Roma,
della

paragonino con quelle delle

anche minori

Magna-Grecia o dell'Italia inferiore non fembrino lavoro di un popolo prefTo cui le arti nafcano appena Ebbi occa.

fione di fare recentemente quefta ofTervazione fu alcune centinaja di

monete romane d'argento


del

fcoperte preflo

Loreto
fiate

nel gennajo

17J8.

che
,

antichiffimamente

erano

fotterrate in vafo di

terra

ov'eranfi perfettamente confer-

vate
darfi

ed

probabile che

tali

monete,

le

quali

denno riguarda'

come un pubblico monumento,


Monumenti
e

fiano

fi:ate

romani
ar-

ca) Scaif Lettera

nella,

quale vengono

antichi inediti, Hum.144..

tffejl' . ec. pag. LXI. {b) Defiript. des pierr. grav. du Cab. de Stofih , el. . feci. . num. j^-j. pag. jgj.

(a) Vegg. appreflb libro XI. cap.iL ^.tg,


fegg.
i

PRESSO
artiflii

Greci

presso

Romani

1.49
filTare in

coniate prima che le arti greche venilFero a


la

Roma
/.

LIB.VJII.

loro fede

CAP.IY.
altres

IO.

Conviene
i

confeiTare che ne' tempi medefl-

mi

ne' quali

Romani veder poteano ed


i

imitare le opere
;

greche, mai ad uguagliare

Greci non giunfero

del che

fom-

minillra Plinio (n) fleffo un

argomento

ove facendo men-

zione

di

due

tefle

colofTali,

allora efifi:enti nel

Campidoglio
,

lavoro l'una del celebre Carete difcepolo di Lisippo


tra di

l'al-

Decio

flatuario
s

romano

dice che la feconda in con-

fronto della prima

deforme parca che d'uno appena me-

diocre artifta credeafi lavoro.

Ma non

fi

che lavoro romano


antico
ftile

fia

qualunque vedefi
;

pu quindi inferire informe o mediocre


dee giudicare dello

monumento
del difcgno
e

(a)

molto meno

fi

degli artifti

romani da alcuni lavori che

predo
derli
tali

in

con poco fludio faceanfi da mediocri artefici per vencommercio quali fono alcune urne fepolcrali Da
,
.

opere formerebbefi una ben


.

falfa
s

idea dello

filile

romaarti-

no
fli

S'aggiunga che trovanfi pure

informi lavori di

certamente greci
,
i

come appare

dalle loro greche ifcri-

zioni

quali fembran opere degli ultimi tempi di

Roma
jT.

(1)'.

1 1

Tut-

{a) lib.j4..cap.7.fec{.tS.

{k) Potendo eflerc qualcuno di


di artefice ctrufco
.

e(T

anche

idioma; e quella civilt, che ne'medefimi riconofce il fignor Simon Acad. des Infcript.

Vedi Tom.

I.

pag. 17 z.

not. A.

Tom. I. Hit. pag. 70. , non fu altro che una cerimoniofa fervitd introdottafi in Roma doL'cfercizio pure la perdita della libert della guerra , in cui pi volentieri che in qualunque altro impiegavanfi i Romani , imped loro di conofcere il pregio delle belle

fO Che i Romani non avelTero uno flile loro proprio fi pu anche inferire dai pochiffimi artefici che hanno avuto Plinio lib ^f. cap. 4. feci 7. , zelantilTimo della gloria di Roma e indagatore afiai accurato , ben pochi TIC rammenta , e quefti per lo pi de' tempi degl'imperatori certo che i Romani , a. .
.

po

arti

di coltivarle
,

L'ordine dato da L,
,

primo che abbia fatto conoMummio ben fcere in Roma ftatue e pitture greche
il

vendo

fotto gli ocelli tanti bei monumenti dell'arte etrufca e greca , avrebbero potuto formarfi agevolmente uno ftile particolare da ftar del pari a quello degli Etrufchi , e de' Greci una naturai ferocia , unita ad una rufticita loro propria , cagion in loro il difprezzo delle arti liberali quella urbanit che ne' Romani ravvifa il fignor Gcdoyn De
.

fa vedere

quanto poco

le

conofcefTe

Doven-

doli trafporrare in Italia le ftatuc e le pitture pi rare prcfe da lui nello fpoglio di Corinfece fapcre a' condottieri , che fc mai , foller quelle andate a male , obbligati gli avrebbe a rifarne alttc confimili , Vellej. Pa-

to

Ma

tere, lib
i

cap.i ?. Moflrarono , egli e Vero, i Rorrani negli ultimi tempi della repubblica
.

turh. rom. Acad. dcs pag.20S.feqq., fi

Iifiripr. T. VI. Mm. cflcfa foltaato al loro

e fotto
le

cefari

fomma premura

d'acquiftac

opcrs pi pregevoli di pittura e di fculturst.

ijo
^'
I

Progressi
II.

Decadenza dell'Arte
le arti in

-J

jf.

Tutto ci

fi

render pi chiaro col dare una bre-

LiB. Vili.

^^ notizia dello flato in cui trovaronfi

Roma

ai

tempi

CAP.IV.
Stato delle arti

de re e della repubblica.

m Roma..

^
gno
,

^^

g]^ ^ vcrofimile

che

fotto

re

o ben pochi o

fors'anche niun

Romano
,

vi fofle

verfato nelle arti del dife,

e particolarmente nella ftatuaria

poich fecondo
{a)
,

le

leggi di

Numa

ficcome avvifa Plutarco

era vietato di
;

rapprefentarc

la divinit fotto

umane

fem.bianze

in guifa

che

per i6o. anni dopo quel re pontefice, o come fcriveVarro-

ne
tue

{b)

nei primi 170. anni


degli dei
,
.

o immagini
altri

non viderfi ne' romani tempj ftaDico ne' tempj ove efpofte fteflero
,

alla

pubblica venerazione

e a

religiofi riti ferviflero

poich

v'erano in
vinit
jf.
,

luoghi di

Roma

Itatue rapprefentanti le di>.

come or ora
Servianfi
i

dimoflirer.
. .

13.
,

Romani

nelle

prime et

di attilli etrui

fchi
ci
,

che erano in

Roma

allora ci che pofcia furono

grenel
I.

e lavoro di quelli fu la ftatua di

Romolo rammentata

Lib.
forza e la rafi dee piuttofto alla sfrenata loro palfione per lo sfoggio e pel lulfo , che a genio e gufto per l'arte , della quale , ficcome pur degli artifti, ebbero Tempre un baffo concetto ; anzi occupati nell idea della lor potenza e grandez7a , l'arte e gli artifti difprcgiavano , Plin. loc.cic. Cicerone Tufcul.quiji. lib. i.cap.z.,
llfndo anche al bifogno
la

ni per

li

monumenti
,

dell'arte era

ben leggie-

pina

Quella premura per

attribuir

ro in paragone di quello dei Greci , che era nimio opere ] Da quello flelfo grandirfmo difprezzo per de' Romani per 1' arte feppc Virgilio con impareggiabile finezza e maeflria ricavar l'argomento della pi bella lode Predo di lui Aneid. che fiafi mai data loro lib. 6. V. 84.S. feqq. cos Anchife predice ne* campi elisj al figlio Enea i futuri eventi :
.

e Valerio Maffimo

lib. 8.

cap. 14.. diederfi a

diveder animati contro Q. Fabio , uomo altronde d' un merito fingolare , perch abbia atcefo alla pittura , ftudio fordido^ chiamata dal fecondo de" nominati fcrittori [ Cicerone anzi biafima i Romani , che non abbiano data maggior lode a Fabio per l'arte , che profcfiava ; che cos avrebbero anloro Parrafii , e Policleti ch'cffi avuto cenfemus , fi Fabio , nobilijfimo komini laudi datum effet , quod pingereC , non multos edam Parrhafios apud nos futuros PolycUtos , fuijfe ? Horws alit artes , omncfque incenduntur ad ftudia gloria Fa per capire con quella maniera di parlare , che l'arte non era
i .

Excudent alii fpranta mollius Ara , Credo equidem , vivos ducent de marmore
vulcus

Orabunt caufas melius

csligae

meatus

Defcribent radio, Si furgentiajdera dicent Tu regere imperio populos ^ Romane , me-

mento

An

Ha

tibi

erunt artes
,

pacifque imponere

morem

Parcere fabjeBis

& debellare fuperbos

&

promolla

ben

e onorata dai Romani . E ci fa intendere anche in Verr. aU. z. lib. 4..


,

(a) in , op. Tom. I. pag. 6$- C. Civ. Dei . lib. 4. c.^x. (i) Ap. s. Aug. cap.i s- oper. \ Clem. AlelTandr. Strom. lib. 1 Tom. I. pag.jjp. , e preffo Eufebio DeprAp.

Numa

De

evang. lib.S, cap.6.

cp.Sg.

ove dice che

il

trafporto dei

Roma-

PRESSO

Greci

presso

Romani.
la

iji
di

Capo allattante Romolo


Lib.
I.

II.

(a),
e

come

lo

parimenti

lupa

bronzo

*=-='
^^^'^'^^'

Remo,
III.

porta ora nel Campidoglio, di

cui

11

parlato

al

Libro

^.

14.
il

Tarquinio Prifco

Capo III. (b) {a) o come ad


,

CAP.IV.
.

altri
,

piace, Tar-

quinio
fci
,

Superbo

(h)

venire da Fregella

paefe de'VoI-

Roma un

artefice
,

che
e la

gli facelTe la flatua di

Giove Ca-

pitolino in terra-cotta

quadriga che fu polla nella fom,

mit del tempio


chiamati da Veja

Plutarco dice
,

che furono

artefici etrufchi
fleffa

ed

altri
.

vogliono che in Veja


ftatua
(e)

folTe

efeguita quell'opera (e)


re nel tiempio del dio

Una

di

bronzo fece collocadi

Sango

la

moglie

Tarquinio Pri-

fco

e v'erano le ftatue dei re {d) pofle all'ingreffo del


fin dal

Camil

pidoglio

tempo
.

del

tumulto de' Gracchi fotto


per
,

gocon-

verno repubblicano
jf.

ij.

Ne' primi tempi della repubblica,


ni cui

tmue guerre
belle arti

erano occupati
,

...
1

s
si

le

!.. cittadini,
fi

per

ir la lem-pubwica...
alle

...ne'primi

fecoli della re.

plicit de' loro coftumi


.

ben poco lavoro


in cui

fomminiftrava

Da un
fi

articolo dell'alleanza fatta


re
,

con Porfenna
{e)
^

dopo
inferir

l'efpulfione dei

fi

ftabilifce

che ad altr'ufo
agricoltura

adoperar non
fi

debba
allora

il

ferro
fi

non

all'

pu che
Il

non

efercitafl^e

punto
le

la fcultura,

poich

in
.

confeguenza

di tal divieto

mancati

farebbono
fi

gli

ftromenti

pi grand'onore che a que' tempi far


,

fapefle
,

ad un cittadino

era quello d'innalzargli una colonna (/)


ftatua
i

quando

fi

cominci a ricompenfare con una


,

pi impor-

tanti fervigi renduti alla patria

fu

pur

fiflato

che oltrepafiar

noQ
S. 2 2. pag. gj. (b) ^.i t.pag.zz. (a) Plin.//i. ^5. cap.r 2. yS.^/. [Vedi Tomo 1. pag.zog. .4. ih) Plur. in Popl.op. Tom.I.pag.io^. E. (e) Ci appunto quello che dice Plutarco loc. eh.

(a)

pap. i6o. [ Veriio prelTo Fedo v. Prcui parole riporr Scaligero , noa dice di che materia folle quella lT:ati;a , clis Cara Cecilia ( fece innalzare in quel tempio . (d) App. De beli. civ. lib.t.p.^^So.pnnc.

Hi.
bia

6.
,

le di

le) VWa. Ub.s4^cap.i.i-.fec.jg. (/) id. Lib. 34^ cap.s.fei-i '

io

Scalig.

ConjeB. in Varr. de ling.

lac.

r^2
LIB. VJII,

Progressi

Decadenza dell'Arte
,

non dovefTe i per l'arte Di


.

tre piedi d'altezza (a)


tal

mifura troppo limitata


la ftatua

grandezza

poflbno credere
,

d'Ora-

CAP.IV.

zio Coclite erettagli nel tempio di Vulcano (b)


ftre di Clelia (e)
,

la ftatua
di'

eque(d)
,

che
,

effteva

ancora

ai

tempi

Seneca

amendue
ni
.

di

bronzo pur

molte altre

fatte in

Roma

a que' giordi

Fecerf

allora altri pubblici

monumenti

bronzo,

e fu colonne di tal metallo s'incifero le

nuove ordinazioni,
di

quale

a cagion d'efempio
di

fu quella in cui al principio del


al

quarto fecolo
ficare fui te le
jf.

Roma

fu

conceduto
.

popolo

poter edifcrit-

monte Aventino (e) Su limili colonne furono nuove leggi de' Decemviri (/)
.

i5.

In oltre le ftatue degli dei doveano


,

almeno per
,

la

maggior parte

effere

proporzionate
,

ai

tempj

che allora

magnifici certamente non erano

giudicar ne deggiamo da

quello della Fortuna

(g)

che fu compiutamente edificato in

un anno
le

e da ci che degli altri antichi tempj rapportano


,

ftorie {h)

o moftrano

le

ancor

efiftenti

ruine

jf.
i.a) i(Jcm

17-

Le

iHd. cap.6.fe!{.n. Ib) Plutarch. //; Popi. oper. Tom.I. p.io6.

che fcriveva

ai

tempi

di

Augufto

e flette in

Roma

frinc. [ La ftatua gli fu eretta nel Comizio , e in apprcfTo fu trafportata nella vicina area di Vulcano , Gellio l^SoB. alt. lib. 4.. cap. j. Livio /ili. 2. cap.f. num.io. la dice eretta palimentc nel Comizio ; e Plinio lib. ^4.. cap.f. fsc.ii. ne parla fenza indicare precifamenre

tanti anni , dice lib.;. cap.^s- P-^gi. che avendone fatte ricerche non f'avea pi trovata , e che gli eia ftato detto effere ftata confumata dal fuoco attaccatofi una volta
:

ove fofle Il P. Arduino ivi not. : 0. p. 64?. moftra di non aver letto bene Gellio , fcri.

vendo che la ftatua , di cui parla Plutarco , fofTe diverfa da quella eretta nel Comizio . (e) Plin. I.j4.c.6j'.i i. [Liv. l.z. c.S.n.i ^.
id) Confai, ad Marc, cap.i ff. [ E di Plinio che fcrivcva ai tempi di Vefpaliano Seneca toc. cit. parla s chiaramente dcU'efiftenza di qucfta ftatua a' fuoi tempi , che non ne lafcia dubbio Equeftri injdens flatus, , in facra via , celeberrimo loco , Cloelia exprobrat juvenibus no/ris pulvinum afcendentihus , in ta illos urbe fic ingredi , in qua etiimfaeminas equo donavimus Plinio anche pare che Cleelis. ftatua eft equeflris jparli chiaro e amendue quefti fcrittori fcrivcvano in Roma, e di una ftatua , che flava al pubblico in uno dei pili celebri luoghi di quefta citt A quefti fi deve unire anche Plutarco Igc. cit. pag. 107.D. Al contrario Dionifio d'Alicarnaflb ,
.

Nos non invenimus /tane alle vicine cafe adhuc extantem , & ereciam : fcrunt enim eam incendio circa proximas tdes exorto abfumptam Io non faprei come fcio<>liere jilaufibilmente una contradizione cosi manifefta che fofle rifatta la ftatua Potrebbe penfarfi dopo i tempi di Dionifio ; ma Plinio e Pluovvero tarco moftrano di parlare dell'antica potrebbe dirli , che in occafionc di quell'incendio fofle mefli in luogo privato , e rimefla in pubblico dopo Dionifio (f) Dion. Hai. lib.i 0. cap.^z. pag.628. (/) idem ib. cap. j/. pag. 640. [ Livio l.;. cap. z8 num.r?. dice in tavole di bronzo ; e
. ,
:

cosi crederei cne dovefle emendarfi il giureorig. Pomponio nella /. 2. . 4.^. jur. , ove le dice fcrittc in tavole di avorio :

confulto

De

chech dica per foftenere quella lezione Bynkcrshoek alla detta legge , Pr&termijfa , ec. op. Tom. I.pag. 2S6. (g) Dion. Hai. lib.S. cap.jj. pa^.^oj. (A) Nonius ap. Scalig. ConjeH. in Varr, de ling. lat. lib. 4.. pag. Zi.

PRESSO
jT.

Greci

presso

Romani

^3

Le fammentovate ftatue faranno probabilmente fiaLIB. Vili. Di ci ne afficura Plinio (a) riguarte lavoro d'artilla etrufco CAP.IV. pofcia collocata prefTo bronzo in d'Apollo rtatua do alla
17.
.

alla biblioteca del

tempio d'Augufto

ftatua gettata per co-

mando
ti
,

di Spurio Garvilio
,

nell'anno di

Roma 46 r.
,

(a)

cio

nell'olimpiade cxxi.

dopo

la vittoria riportata fu
le

de' Sanni,

facendo a
armi loro

tal
.

effetto

fondere
s

corazze

gli

elmi

e le

altre

Leggefi che

grande
,

foffe tale ftatua

da

poterli vedere fino dal colle d'Albano


fvo

detto or Monte-ca-

(b)

La prima

ftatua di Cerere (b) in

bronzo
.

fu ordinata

da Spurio Gallio confole nell'anno 252. (e) rono dopo la disfatta de'Latiai erette nel Foro
rio Camillo
,

Nel 417- fuconfoli L. Fu,

ai

Cajo Menio

delle ftatue equeftri (e)


;

come
i

cofe nuove allora e ftraordinarie (d)


rito, di qual

ma non
(s)
,

ci

vien rife-

materia foffero ftate lavorate


,

Servironfi

Romani
fra gli

eziandio de' pittori etrufchi


altri
,

dai quali fu dipinto


e quelle

un tempio

di

Cerere

pitture

quane tras-

do

il

tempio cominciava a rovinare, tagliate furono

portate altrove col


jf.

muro
fi

ftelFo

{d)

iS.
,

In

Roma
,

cominci molto tardi a fcolpire la


(e)

inarmo

ficcome appare dalla celebre ifcrizione


che fu
il

di L. Sci:

pione Baibato
Tom.
(il) lib.S4..

pi grand'uomo del fuo fecolo (/)

II.
quali
fi

V
parlato nel . //.
;

elTa
e lo attefta aa.

cap. 7. feSi. iS.

(a) Spurio Carvilio fu confole, e trionf


nell'anno 4J9. U\\o Hi. i 0. cap. ult. (e) Era quclta la (tatua di Giove ir Campidoglio gettata ,er cn'ine di Spurio CarviIlo

che

alae Vlinio iib.^4, cap.y. feci. t ^. (e) Saranno ftate di bronzo, come eradi

no

tutte

le

altre equeftri

dice \( inkclmann ; dalla quale era , divcrla la ftatua d'Apollo alta 50. cubiti , colPluvio ^"''j '^ i^l* idem "'V'* ^"S"^'^" cap. j^fcch 5. {/>)

come

{d) Vl'm. ii.jf. cap. t z.fia.4f. i"VinkeImann in qucfto luogo non ha baciato a ci che aveva fcritto pag. 7/. , e che fcriveva qui apptcflb nel . 21' , come veramente dice
cio che i pittori del tempio di Cc; rete erano quei due Greci . (e) SirmonJ. Expl. hujus nfcrpt. V. Fabret. Infcript. cap.6. n.go. pag.4.61. (/) V. Liv. llb. ^ j. cap. lO.n.io.J Patla
^'

PHnio

o
p

(.CJ

tu confole in queft'anla (tatua fu fatta dei di lui beni do; che tu condannato a morte nell'anno 1^9.

Spurio Canio

ma

riinio ioc.at., L-vio i. z c.zi. n.

'r",'"' dice (olamentc che per quel tempo eracola varali vedere alzate quelle ftatue , non che folle cofa nuova . Infatti priina di quelle ciano ft.;:e erette quelle , delle

y\ (d) V^Livio

j-

"'?

41

Cnejo Scipione

ne
to

Quello di quefta ifcrizioLucio Scipione fi's;lio di Scipione Batbauomo che fu veramente grande, e et.

timo^ come

dice la ftella ifcrizione

TS'4
!
I

Progressi
incifa fu

Decadenza dell'Arte
detto peperino (a)
.

'

effa

un

{aflb

comune

Sul

meItu-

LiB.viii.
^'^^^^-

defimo
t-^

falTo far fiata incifa l'ifcrizione della


,

colonna roftrafiafi
,

ji

e. Duillio de' medefimi tempi

febbene taluno
(a)

diato di provare
fe fui

con un pafTo
(b)

di Silio Italico

che

fof-

marmo

fuppofii avanzi
,

di tale

ifcrizione
de'

che og-

gid

fi

moftrano

fono un manifeflo lavoro

tempi po-

fteriori
...CnoairoJf.

19.
,

Sino all'anno ^^4.. di


le ftatue

Roma,

cio fino all'olim-

impu

e exx.,

p. ^ j^ cxx.

avean col lunghi capelli e lunga bar-

ba (b) , come i cittadini , poich folo nel fummentovato anno vennero per la prima volta i barbieri dalla Sicilia (<r)
:

e narra a quefto propofito Livio

(d)

che

il

confole M. Li-

vio

il

quale
,

efl^endofi

per qualche difgufto allontanato dali

la patria

fi

era lafciati crefcere


e raderfi
,

capelli e la barba

dov

poi
nato

farfeli tagliare
.

configliato a ci fare
il

dal fe-

Lunghi

capelli avea Scipione Africano

feniore (i)
(e)
.

quando
"...ne'tempi
jf.

s'intertenne la

prima volta con

MaffinifTa

20.

Ne' tempi della feconda guerra punica


la pittura

efercitavafi
,

gucrra"pw- in

""

Roma
dopo
,

eziandio dai nobili

e Q__ Fabio

il

qua-

le

la rotta a

Canne

fu fpedito
il

a confultare l'oracolo di
di Pittore (/)
,

Delfo che
defi
i

ebbe da quell'arte
fuoi difcendenti

cognome
illuftri

cognome
e

hanno
la

in feguito ritenuto

che ve-

fulle

medaglie d'alcuni
anni

perfonaggi della famiglia

Fabia.

Due

dopo

mentovata fconfitta, Tiberio Gracin

co fece dipingere nel tempio della Libert

Roma

il

tripu-

dio
{a) Vedi Tomo I. pag. ;o. /tot. a. , equi apprello al libro XI. capo /. . 2, (a) Rvcquius De Capit. cap.jj. pag. 4.00. Parla della colonna roftrata folaraente , come ne parla Silio Italico jDd belio puri, lib.6.
verf.
(b")

(J) Hi. 27. cap. 29. n. ^4.^ (i) Queft'ufo antico era s noto in

Roma

664Nel palazzo dei Confervatori in


.

Cam-

pidoglio a pie della fcala (h) Cicer. Or. pr M. Coel. cap.14.


(e)

anche ne' lecoli pofteriori , che Ovidio F^ft. Hb.i.verf.^o. , per indicare gli uomini di quc' primi tempi , chiamolli intonfi [ come e Gioveve li chiamano tutti gli (crittori ] nale Satyr.^. verf.^o. , ebbe per termini finonimi capellato ed an:ico
, .

Varr

De

re ruft. lib.z, cap, ult. [ Plin,

L\v.lib.2S.cap.i7- '^JS(/) idem lib.ij. cap. 6, n.ti.


(<)

lib.j.cap.ss.fed.sg.

PRESSO

Gkeci
I

presso
,

Romani.

ifj
fu
LIB. vili.

dio del fuo efercito a Benevento

per

la vittoria riportata

Annone

prefTo Luceria

Beneventani avean fatto un condella citt; e


,

CAP.IV.

vito ai foldati in

mezzo

alle flrade

poich
,

la

maggior parte
tendovi
fati
il

di efl
,

erano fchiavi armati

Gracco

confen-

fenato

in conflderazione de* fervigi


,

militari pre-

per alcuni anni


.

avea loro innanzi

la battaglia
,

promefTa
la

Ja libert

Pertanto

efl

mangiavano col cappello


,

o avendo
la

tefla fafciata

d'una benda bianca di lana


.

nomiflone loro
piuto
ai

E ficcome alcuni
,

manon aveano ben ademper indicare


a

proprj doveri
,

era perci ftato determinato che in


,

punizione aveflero
e bere

durante Ja guerra
;

mangiar fempre
alcuni
li

fando in piedi
,

indi che in quella pittura


,

fedeano a tavola
vivano
jf.

e altri erano in piedi

mentre

altri

ler-

(a)
Il

2r.

celebre Pacuvio figliuolo della forella d'Ennio


.

non fu men abile pittore di quel che fofl"e buon poeta (a) che nelle romaNarra Plinio , full'aflerzione di Varrone
,

ne fabbriche tutto era tofcano avanti che i due greci artifti PaMofilo e GoRGASo dipingelTero il tempio di Cerere (^) :
ante hanc ntdem tufccincci omnia in adibus fnijje
;

le

quali pa-

role io intendo delle pitture, etrufche

onde

s'

ingann Arerano in

duino

credendo che Plinio abbia qui voluto

dire che pri-

ma

della fabbrica di quel


(s)

tempio

tutte le

figure

bronzo

V
(a) idem nb.24. cap.6. n.i6. (a) Vedi qui SMZwpag.jo. noi. A.
(i) lik.^S- cap.i z.jecl.^s(b) L'errore o equivoco ai Arduino ciliare ; perch Plinio avea detto lib.^j.. cap.7.
fec.i 6. , che prima della conquifta dell'Alia , di cui parla Winkchtiann qui apprelFo |. 27.,
tutti di
i

ir.

22.

DU-

mofilo , e Gorgafo non folamente aveano dipinto nel tempio di Cerere ; ma vi aveano fogfatte anche delle flatue di terra cotta giugnendo coU'autorit di Varrone , che prima' di qucOo tempio ogni cofa negli altri
:

imulacri nei tempj cratio di legno

terra cotta . Sbaglia poi anche il notlro Autore , che irvtende Plinio delle fole pittufe

re etrulche ; dovendoli intendere s di qucimperocch Plinio nel che delle ftatue ,


:

tufcanica omnia . era fiata di artifli tofcani chiaro che col dire igni ctifa non fi riflringc alle fole pitture , non cdendo qiicfte le fole opere di quei due pitrori , e avendo egli detto efprclTamcntc nell'altro luogo citato , che le (latue in legno , e in terra cotta erano ftate fatte dagli artifti tofcani
:

detto Ub,}. cap.ii.fcc.4.j. fcrivc che

Da-

ij5
$.
LIB.VIII.

Progressi
22.

Decadenza dell'Arte
la for-

Durante

la

feconda guerra punica parve che


operaflero de* prodigi
disfatti
i
.

za e la politica de'

Romani

Sebbene
,

CAP.IY.

pi volte fofTero interamente

loro eferciti

cofc,

ch
efli

in

Roma non
.

contavanfi pi che 137000. cittadini

(rf)

pur

campo con ventitr legioni (/') e Quell'agitazione lollev lo fpirito de' Romani lo flato loro, come quello degli Ateniefi in tempo della guerra 1 Romani fecero conofcenza e co' Perfi prefe altra forma
fui finir della

guerra comparvero in

alleanza co' Greci


le

e fentironfi

deflare in feno l'amore per


i

loro

arti

Il

primo
e
'1

a far trafportare
la

loro lavori a
,

Roma

fu CI.
il

Marcello dopo

conquifta di Siracufa
lui fteifo-

ornandone

Campidoglio

tempio da

confacrato preiTo la

porta Capena

(e)

Lo
.

HelTo fece Qj_ Fulvio Fiacco colle fatue

della foggiogata citt di

Capua

che tutte furono da

lui traf-

portate a
jf.

Roma

{d)

23.

Sebbene grande

fia flato

lo fpoglio fatto dai


,

Ro-

mani

delle ftatue nelle provincie conquiftate

ci

non

oftan-

te altre

nuove ne ordinarono
i

ell

in

Roma

DiflPatti

intorno

a que' tempi

tribuni della plebe

col prodotto delle pene

pecuniarie fecero fondere delle ftatue di bronzo da collocarli


nel tempio di Cerere
{e)
.

Col prodotto medefimo

gli

edili

nel decimofettimo ed ultimo re tre altre fimili ftatue

anno di quella guerra fecero ergenel Campidoglio (/) ed altrettante


,

nella ftefla guifa ne furono erette


re
,

non molto dopo


.

a Cere-

al

Padre Libero

e a Libera (g)

L. Stertinio

col bottino
,

delle

Spagne fece innalzare due archi nel Foro Boario


ftatue indorate {h)
v'
.

e gli

orn con

Olferva Livio

che in

Roma

a que' tempi non

erano ancora di quegli


(i)

edifizj

pubblici

che in feguito chiamaronfi bafiliche


Cai Liv. lk
(.)
(e")

jf,
7. cap.

24. Por-

ji.n.^ 6.

idem lib.26. cap.r.


id.

lib.zj. cap.zf. n.4.0. , Flutaich. in farceli, oper. Tom. I. pag. ^ i o.princ. (J) l-iw. lii.zS. cap.z^. n.j4.

y.n.6. {f) d.lib.^o. cap.^o. n.jg, Ig) id. lib.fj. cap. 16. n.24, (Ji) idem ibid. cap. 17. n.zj^ (i) lik.zi, (ap.zi.n.27.
{e) Li v. llb.
7. cap.

PRESSO
jT.

Greci
tell

e presso i

Romani

J7
LIB. vili.
fe-

24.
;

Portavanfi liatue di legno nelle pubbliche procc-f-

fioni

leggiamo nel

mentovato ftorico

che ci

fi

CAP.IV.

ce quattr'anni

dopo

la

conquida
.

di Siracufa nell'anno
il

duotem-

decimo

di quella

guerra

Avendo

fulmine percoflb
,

il

pio di Giunone Regina


lontanarne
i

full'

Aventino

fu
lei

decretato per alflarue dicipreflb,

finiftri

augurj che due di


,

venerate in quel tempio

portate fofTero in giro per la citt

coll'accompagnamento
to
,

di ventifette fanciulle in
alla

lungo amman-

che cantalTero inni


23.
i

dea

(a)
il

$.
ciati

Oliando Scipione Africano Cartaginefi da tutte le Spagne


,

feniore ebbe fcac-

e flava

per andarli ad

aflalire nell'Africa fteffa,

Romani
di

dello fpoglio de' nemici

fecero fondere dei fimulacri in argento del pefo di mille lib-

bre

una corona

d'

oro

dugcnto

che mandarono in

dono
jf.

all'oracolo d'Apollo in Delfo {h)

26.

Terminata
,

la

guerra de'

Romani contro
,

Filippo re

di

Macedonia

padre dell'ultimo re Perfeo

L.

Quinzio port
di

nuovamente
zo e di

dalla Grecia in
,

Roma
vafi
(

moltiUime ftatue

bron;

marmo
(a)

con molti

elegantemente lavorati

nei fuo trionfo di tre giorni


cxLV.
)

avvenne quello neii'olimpiade

furono pubblicamente portate come parte dello Tra quelle prede eranvi dieci clipei o feufpettacolo (e) di d'argento e uno d'oro , e cenquattordici corone pur d'oro
.

date in
ti

dono

dalle greche citt

Poco dopo
Grande,
e

un anno avandi
,

la

guerra contro Antioco

il

fui

tempio

Gio-

ve in Campidoglio fu collocata una quadriga indorata

con

dodici feudi pur indorati

(d)
,

quando Scipione Africano

come

legato di fuo fratello


il

difponevafi d'andare al

campo
erge-

contro

fummentovato

re

fece nella falita del

Campidoglio

(a) lv. lb.iy. cap.jt. n.j7, li) \i:mlib.zS.cap.24~n.4.s,

(e)
(,d)

idem idem

/i!>.^4.

cap.26. n.f2.

ite. SS-'''F-S^- "4-''

(a) L'anno 5j8. di

Roma

ijS
'
LiB.vii.

Progressi
,

Decadenza dell'Arte
fette

ergere un arco

ornandolo con

ftatue indorate

con

j^g
^-

cavalli e

due grandi conche

di

marmo
,

avanti (a).

... e della

^7-

^^" all'olimpiade cxlvi.

e fino alla vittoria ripor-

Andoco!!""

f ^^3,

fopra Antioco da L.Scipione, fratello di Scipione Afriil

cano

feniore

ne' tempj

di

Roma

la

maggior parte
(b)
,

delle

ftatue delle deit

legno erano o creta


di

e
(e)

ben pochi ve.

deanfi pubblici
vittoria
te
Ja
,

edificj
i

qualche pregio

Ma

quella

che rend
e riemp
ftefi^a
,

Romani padroni

dell'Afia fino al

mon-

Tauro ,

Roma
.

d'immenfe prede riportate dall'Afia


conofcere, anzi
i

pompa

e l'afiatica volutt vi fece E'


fi

ve la

introdufie (d)

fu a quel
(e)
.

tempo che
L.
vafi

baccanali
tri-

paflarono dalla Grecia in

Roma

Scipione nel fuo

onfo
ti,

fra gli altri tefori

port tanti

d'argento intagliai

che pefavano 1424. libbre, e 1024. libbre

vafi

d'oro

lavorati allo fiefib


jf.

modo
nomi
o
,

(/)

28.

Poich dai Romani ricevute furono


e greci facerdoti loro
il

le

greche

di-

vinit fotto greci


jftinati

vennero defl:a-

(g)

nacque tofio
,

defiderio di averne anche le


,

tue di lavoro greco


di col venir gli

in

Grecia commettendole

o facendo

artifiii

Roma

lavori

rilievo fatti in
,

terra-cotta, che fl:avano ancora

ne' vetufti tempj


,

teneanfi

un fuo difcorfo qual cofa vile e riS ereiTs nel tempo ftefib a L. Quinzio che nell'andicola (h) tecedente olimpiade avea trionfato dopo la guerra macedonica, la ftatua con greca epigrafe, e quefia probabilmente
in
.

fccome dice Catone

di greco artifia era lavoro

il

che pure congetturar

fi

pu

d'una
fi

f:atua fatta

ergere da Auguflo aCefare, fulla cui bafe


(z)
.

leggeva una greca ifcrizione

jf.

29. Stu-

(d Liv. III). ^7. cap.4. n.^. (i) Vln. lib. ^4.. cap.y. fei.t S. (e) Liv. Hb.4.0. Cdp.^. n.j. (d) idem lil:^o. cap.f. n.6.
(e) Ibid. cap- S.n.i.g. f Cio , dice che vn ignobile Greco g' introdulTe nell'Ecruria,

da dove intorno a qucfto tempo pafTarono


in

Roma
(.f j

idem lib-^y.

cap.4.2. n.jg.

(e) Cic. Or. pr Corri. Balb. cap.z^. (h) Liv. Uh. ^4- cap. i . n.4. pag.336. (/) Rycq. De Capii, cap.26.

PRESSO
jf.

Greci
appena

e
la

presso

Romani.
le

ijp
gli Etolj
i
,

29.

Stabilita
,

pace con Antioco

===
^^^' ^^^^'

<lianzi 'fiioi alleati

prefero nuovamente

armi contro
,

Macealla

doni,
ci
.

in difefa de' quali

accorfero

Romani

allor loro ami,

...cdopoia
ui^Jacfdouii'.

Fu

cinta di lretto
.

afTedio la citt

d'Ambracia

che

fine s'arrefe

Era fiata col altre volte la real fede di Pirro,


di

ed era perci quella citt

molte ftatue
,

di

bronzo

e di

mar-

mo

e di

molte pitture ornata


,

le

quali cofe efTendo venute


tutte a

in potere de' vincitori

le

mandarono

Roma

e Io fpo-

glio fu tale che


legati a lagnarfi

gli

Ambracioti fpedirono
fi

al

fenato

romano
loro

che nelTuna divinit


.

foffe lafciata pel


,

pubblico culto
Etolj
,

(a)

Il

trionfo di

fu nobilitato da
(b)
.

23 J.
,

M. Fulvio domatore degli flatue di bronzo e da 230. di


,

marmo

Per edificare
il

ed ornare

luoghi de' pubblici


,

giuochi, che
dalla Grecia a

medefimo confole dar volea


gli artifti
i
;

[ecerCi

venire

Roma
,

e viderfi allora

per

la

prima
(r)

volta in quella citt

lottatori

fecondo

i!

greco coflume

Lo

flefTo

M. Fulvio
di

do nell'anno

M. Emilio LepiRoma J73. incominci ad ornare la citt con


efTendo cenfore infeme a
(<^)
.

pubblici grandiofi edifcj d'un qualche pregio

11

marmo

per non v'era molto comune

non avendo ancora i Romani


daddove
il

incominciato a dominare tranquillamente nei confini de' Liguri


,

ov'era Luna, oggid Carrara


.

marmo bianco
tempio
di

gi fin d'allora fcavavafi (i)


il

Ci

fi

congettura dal fapere che


dal celebre

fummentovato cenfore M. Fulvio

Giu-

none
00
Avanti che fofk quefto trafporcato in Roma con tanti altri (d) idem lib. 40. cap.zS. zp.n.ji.yz. marmi forafticri , ed anche in feguito , feb(i) Del marmo di Luna, come vedemmo bene per gli ufi foltanto pi comuni, adonel Tom. I. p. 2^7. non feceli la fcoperta peraionfi altri marmi o fairi fomminiltrati f non poco prima dell'et di Plinio ; onde dalle vicine contrade , come il gabinio , 1 alne" tempi della repubblica ncflun ufo f ne bano , e il tiburtino Il gabinio fu cosi detfar fatto [ Io ho fatto vedere l'oppofto loc. popolo prelio Prcneftc , ora Pato dai Gahi lit. ] Ben vero per che , dacch li fcopcrleftrina dove n'era la cava , Strab. loc. cic. f tal marmo per la vicinanza delle cave e per pag. ^64.. E (ccome reggeva al fuoco , fi continuava eziandio anche a'tempi dello (lola facilita del trafporto , f ne fece un grand' ufo ; e la maggior parte delle opere di Re- rico Tacito Annui, lib.r. cap. 4.^. ad alzare ma pi grandiofe e magnifiche , come ci adi- con elio le fabbiidie (Ino ad una certa aldi

Liv. lib.^S. cap.S. n.g., cap.zp. n.^-j. {b) \cmlib.jg.cap.^.n.s(c) ibid. cap.14.. n.zz.

cura Strabene Geof/.

l.

S-Vi.

?4-0-,_ in

mar-

mo

Luna furono

efeguite

i6o

Progressi

Decadenza deil'Arte
nella

none Lacinia a Grotona


le tegole di

Magna Grecia

(a)

fece levar

LIB.VIII.

marmo

e trafportarle a

Roma

per coprirne uri


(a)
.

GAP.IV.

tempio
11

ch'egli edificar voleva in

adempimento d'ma voto

cenfore M. Emilio fuo collega f lartricare di


,

marmo u

mercato
jf.

e ci
{b)

che pare ftrano

con una

palizzata poi cir-

condollo
30.

L'immenfa copia
e
i

di bellidrae
artilli

immagini

e ftatue

onde
vi
arti

Roma era piena,


al
,

moki

condottivi fraglifchiale belle

dellarono
di
i

fine nel

cuor

de'
i

Romani l'amore per


pi nobili
,

maniera che eziandio


loro figliuoli
.

faceano in efle
dell'ul-

illruire

Cos P.Emilio

il

vincitore
figli

timo re
e pittori
jf.

di
,

Macedonia
che a quelli

ebbe a maeflri de' fuoi


le

fcultori
.

proprie
,

arti

infegnarono

(e)

31.

Dopo
il

breve tempo

nell'anno di

Roma

J64. Scipio-

ne Africano

feniore fece collocare la flatua d'Ercole nel di


lui

tezia Cerna, valerfi di travi Lo fteflb ufo faccvafi della pietra albana , cosi detta dal luogo onde traevai : eran ambedue proba-

foggiugne il nondimeno

bilmente di origine vulcanica Suetonio in Aug. e. yz. parla di colonne fatte di quefto faffo ; e Vitruvio De Archit. Uh. 2. e. 7. avverte che faciliflimo a lavotarfi Ove fia io luogo difefo , non fi guafta ; ma f allo fcoperto , fi sfarina e C\ contuma . Il ributtino per ultimo veniva dalle vicinanze di Tivoli e un fito ancora pi fpccifico delle latomie di erto , ficcome pure del fummcntovato gabinio , e di certa pietra roffa ci vicn additato da Strabene i.cit. pag.^64. , il quale dopo d'aver defcritta la celebre cateratta
.
. :

citato Vitruvio /. eh. , eflb foggetto all'azion del fuoco per cui facilmente fi fcrepola e fi difcipglie,, . Riufcendo per:i il tiburtino aliai
,

atto a calcinarfi

ad un

tal

ufo

fi
.

adopera

oggid in

Roma

e ne' vicini Paefi

la) Liv. lib.^z. Ctip.4. n. ^. (a) Ci avvenne nell'anno 579. , e il cenfore era Quinto Fulvio Fiacco , come (crivc bene Winkelmann apprcllb al libro X. ca1' motivo , che adduce Livio po ni.

\.^s-

attentato , fu perch il cenvolendo tare un tempio , di cui non vi fofle in Roma n il pi grande , n il pi magnifico , credette di farg'i un maggior ornaloc.cit. di lin tale

fore

dell' Aniene

offia del

Teveronc

foggi ugne

5,
3,

Quindi

ne fcorrc quello fiume lungo

que' luoghi , ove tagliafi la pietra tiburtina e la gabinia , ficcome quell'ancora che di cefi rolfa , acciocch dalle latomie fi poiTa agevolmente per mezzo delle navi traftorj, tare a Koma , dove un ufo grande (e ne fa nelle fabbriche Una ral navigazione lull'Aniene eflendo col tempo mancata , il trafporto del tiburtino a Roma falfi per terra. I tentativi , che Agoftino Stcuco da Gubbio Orai, ad Pa-J.1.111. de refi, navig. Tyb. p.zzi. dice eficrc flati fatti da Paolo 111. per rimcttervcla , non hanno aU'cfpcttazion corrifpofio Se quefta fpccie di marmo regge al 3> fovrappoflo pefg e all' ingiurie de' tempi
. .

mento col coprirlo di tegole di marmo ; cofa che probabilmente non era ftata veduta ancora in quefta citt e avendole trovate in quel tempio di Giunone , ftim cofa indifferente di tornele in parte per foddisfare al luo capriccio Dal che non mi pare fi porta dedurre r argomento che ne deduce il noftio
:

Autore . (i) idem

rtb.4.1

cap. 2 6. ti.jz.

{ II

cenfore

57? era A. Poftumio Albino ; e di comun fentimcnto fecero fare quel lavoro . M. Emilio Lepido era pontefice martimo Livio /. cit. (e) Plutarch, in Paul. oper. Tarn, I.
.

compagno

di

Q. Fulvio Fiacco nell'anno

Mm,

pag, zji, B,

PRESSO
lui

Greci

e
fei

presso
cavalli

Romani.

i6i

tempio
,

(a)

e de'cocchi a

indorati pofe in

Camil

^^^-^'^J^-

pidoglio

ove pur colloc due


tglio

ftatue indorate l'edile


,

Q^Fulvio
re

Fiacco,

il

di

quel Glabrione
,

che disfatto aveva

Antioco
in Italia

alle
,

Termopile
e fu la

fece innalzare a fuo padre


,

una

(ta-

tua indorata
;

prima

dice Livio (b)

che

fi

ergelTe

il

che per deve intenderfi delle ftatue erette agli


(a)
.

uomini celebri
re Perico
i

NeU'ultim.a guerra macedonica contro


,

il

legati
a'

della citt di Calce (e)

che fpontaneamente
pretore C.Lucrezio
,

data s'era

Romani,

lagnaronfi che
tutt'
i

il

Taccheggiati ne aveffe

tempj

e le fatue

e tutte le cofc
.

preziofe ne aveffe fatte trafportare ad Anzio (i)


vittoria riportata contro
il

Dopo
,

la

fummentovato

re Perfeo

avendo

Paolo Emilio vedute


in

Delfo nel veflibolo del tempio d'Apol,

lo le bafi dellinate a foflenerc le fatue di quel re

vi fece

luogo
j)\

di quelle innalzare le

proprie

(d)

32.
ai

Tal

la Storia

delle Arti
.

del difegno preffo iconduConc.


fpetta alla

Romani

tempi della repubblica


effendo frammilto
.

Di ci che

medefima Storia da
na libert
,

quefl' epoca fino alla perdita della

romafervir

colla greca floria


,

fi

parler
,

in appreffo

Querte notizie per


tal

comech

fuccinte

poffono almeno a chi


leffe
,

materia trattare pi ampiamente vola fatica di

e gli

rifparmieranno
,

leggere accuratamente

gli antichi fcriftori

e di fiffare le
ai

cronologie diverfe da loro


i

ufate

Per ritornare

progrefii dell'arte preffo


di

Greci

che

fono l'argomento principale


che noi dobbiamo

queft'

Opera

da offervarf

effer grati ai
di

Romani

di tutt'

monumenti
.

che

ci

reftano

dell'arte

quel popolo ingegnofo


,

Diffatti
i

nella Grecia ben

poco

flato fcoperto finora

poich

poffedito-

Tom. IL
(a) Lir. lib.^S. cap.it.n.jj.
/ib.^o.ciip.14.. n.^4. (a) Livio dice 11 prima delle (latue dorate, che fi foflcro vedute in Italia .
ik'

X
Jelle

(e)

(0

idem lib.4.^. cap.H. n.g. Coir andar degli anni crebbe

il

nutnero

ftamc in Roma & feJjno che Cadodoro Variar. //i.7./orm.i j. cfcbe a dire clfere ftati in quella citra due popoli egualmente numerofi , l'uno di ftatuc , l'altro di viventi (a) idem lib.^j. cap.^j. n.zj. , Vi\n.l.ci(, pag. 270. B,
.

LIB. Vili.

Decadenza dell'Arte ec. ditori d quel paefe non folo non ifcavano per ricercare que* E ficcome l'eloquenza, al tefori, ma nemmeno li pregiano
162
Progressi
b
.

CAP.IV.
dir di

Cicerone
f

da Atene

fi

difFufe in tutte le

nazioni

ap-

punto come
ti

colle

attiche navi

dal porto di Pireo a tut-

gli efteri porti e


;

lontane fpiagge andata fofTe ad approda-

re

cos dir potrebbefi di


,

Roma

aver efla follevate dalle ce-

neri le arti greche

e averle diffufe

come opere
.

fue proprie

prefTo tutte le nazioni della colta

Europa
,

Roma con
il

ci

fi

renduta
deli'

qual gi fu in
;

altri

tempi

la legislatrice e la

maeftra

univerfo
di

ed aprendo fucceffivamente

fuo feno andr

moftrando
dell'arte
,

continuo anche
,

ai
,

pi tardi nipoti que' prodigi

che Atene
.

Corinto

e Sicione videro e

ammirarono

un giorno

LI'

LIBRO NONO.
Storia dell'Arte preflb

Greci dai fuoi princlpj fino ad AiefTandro il Grande


i
.

Capo
Introduzione
ziitda
,

I.
,

Artiji
,

fin antichi
Arijocle
,

- Dedalo
,

Smlide

Endeo

G'

Micciade , Antermo Bue Donta , Tetteo ed , , falo , Anoelione , Batticle Arijomedonte y Pittodoro e Damofonte, Lafae, Dnmen , Siadra e Carta Euchiro e Clearco , Stonilo e Somide Menecmo e Soida Egia ed Agelada Afcaro , Gallone , Canaco Simone ed Anafsagora , Mendeo , Glaiicia ed Elada Scuole di Sidone di Corinto ...ed' Egina Circojanze della Grecia,
Bularco
e
,

Malade

Dipeno

Scillide
,

Learco

Dorclida

infelici

favorevoli all'arte
e

Libert

e
.

Incoraggmento delle faenze

delle arti

foffanza de' Greci per la riedificazione

d'Atene

Artiji

monumenti di que' tempi


la Scoria

XJsi quefto Libro comincia

delle Arti
,

del difegno

introduzione-

prefTo gli antichi prefa nel fuo fenfo rigorofo

poich finora
del-

abbiamo generalmente parlato

della natura dell'arte, anzi che

1^4

Storia dell'Arte presso


.

Greci
neIJe circoflanze

=
CAP

della Storia
^^^^^'"^^

Cominceremo ad efaminarla
Grecia
,

'^^^'^
;

che una grandiflma influenza ebber fu


fcienze
,

di ePC^

poich

f Je

e la faggezza
,

dono dai tempi e dalle vicende pende l'arte che per lo pi mantieni!
,

medefma dipenben maggiormente ne didel fuperfluo


,

e vien

foftenuta dall'ambizione

Ragion vuole per tanto


in
;

che io in

quefta Storia vada di


ze
,

mano
i

mano indicando
il
.

le circoftan,

in

cui trovaronfi

Greci
al

che far brevemente

e fol

quanto far neceflario

mio fcopo
i

Rifulteranne che l'arte

debbe principalmente
fezione (i)
jf.

alla libert

fuoi progrefl e la fua per-

I.
,

Deggio
e

avvertire che
degli artifti
,

fcrivendo io qui la Storia


vi
fi

dell'Arte

non

non

trover la loro vita

che

in molti

altri libri

pu

leggerfi
,

ma
.

tutte

ne faranno

indicate le opere ragguardevoli

ed alcune faranno efaminate

fecondo
Amftipiilan-

principi dell'arte

medefima
di

2.

Ometter anche

far
,

rammentati da Plinio e da
ferirne
il

altri

menzione di alcuni artifli poich non potrei che ri-

nome

e le

opere

fenza ricavarne nelTuna irruzione;

ma un'efatta
ftr
,

nota cronologica dar de' pi antichi greci maela

si

perch quefti fono fovente omel da' moderni che


degli antichi artifli
fi

ftoria

hanno

fcritta

perch
i

nell'indi-

car le opere loro


dell'arte
Dedalo.
.

additano in qualche maniera

progrefl

$
te ai

3-

Efercitavanfi gi le arti del difegno antichiflmamendi

tempi

Dedalo;

e Paufania
,

il

quale vivea nel fecona'

do fecolo

dell'era criftiana

fcrive

che

giorni fuoi vedeanfi


an-

(i) E un principio favorito elei Cg. Winkclmann che la libert abbia Tempre avuta una grandiffima influenya fulia perfezione

tutt'altro principio partirono coloro


te date

che a ccr:

epoche nominarono

gli artifti celebri

ma il ragionamento j e la floria ; provano fovente l'oppofto Il fig. Heyne, prcndendo al efaminare le epoche degli antichi artifti filiate da Plinio e dal noftro Autot , ne rileva gli abbagli fa vedere clie da
delle arti
.

tonfura principalmente Vv'inkeiniann intorno ai prctefi vantaggi apportati dalla liberta alle arti, e avverte alcuni fuoi anacronifmi. Daremo un breve cfltatto della fua dUrertazionc alla fine del Libro X.

DAI SUOI PRINCIPJ


ancora alcune ftatue
e quali ^
,

EC,

l6
LIB.IX.

di

legno della

mano
,

di queft'artefice (a),

malgrado

la
.

loro deformit

pareano avere un non


era Smilidb
{b)
fi-

GAP.
Srailidc

I.

fo che di

divino (i)

Coevo

Dedalo
il

gliuolo d'Eucle (2)

dell'ifola

d'Egina,

quale fece una Gie

none

in

Argo

e un'altra a

Samo

(a)

che probabilmente
(r)
,

lo llelTo che Schelmide mentovato da Callimaco

come
uno

(j)

VAuUiL2.c.4.p.t2i. [Ved.Tom.I.
.

pag

1 1

ejcgg.

(,0

II sig.

Winkclmann
le

propofto d'indicare
antichi itilli
fc , che ria , da

il quale fi qui , opere pi inllgiii degli

di queJe di Dedalo l'atenie, pur fon opere del padre della ftatua-

appena un leggerilimo cenno. Noi k-gucndo degli antichi fcrittori, fuppliremo in qualche modo a tal mancanza
la feorra
.

con fuftc , ruote , e molle occulte . Da quelle ingegnole invenzioni nacque preflb i polleri la (avola , che abbia il medelinio (ormate ftatue , dalle quali tutte le (unzioni li el'eguiirero dell uom vivente. Diodor. Sic. lib. 4. . 7S. p. ,'21. ; ficcome dalle vele , di cui egli forf il primo corred la nave del fuo figliuolo Icaro , venne la (avola delle ale attaccategli alle fpalle per pad'ar il mare
altri

A' tempi di l^aufania Uh. g. e. jf.o.pag. 75.J. delle opere di Dedalo aveali un Ercole a Tebe , e un Tiotonio a Lebade , e altrettante (latue di legno in Creta , cio una di Britomarte ad Oloiite , e una Minerva prcllo i Gnoll Confcrvavano i Del] una picola Venere , pure di legno , la quale vcrfo i piedi andava a terminare in una bafe quadrangolare a tale ih tua il tempo avca conlunta
.
:

la deftra

Tra

le

opere

di

Dedalo rammenta

altres quella

Giunone inOntace, che Antifemo

ftatua dedicata dagli Argivi a nel facco della citta prefe , e trafport a Gela in Sicilia ; ma quella a' giorni fuoi pi non ed (leva, fucome torfe pi non efiftevano quegli altri due Ercoli di legno del medelrao artifta , l'uno de' quali tu efpofto in Corinto , e l'altro ai confini dell'Arcadia , Pauf. lib. 2. cap. 4. pag. I ZI. , lib. 8. cap. ^j. pag. 670. Bench attedi il fuccennato fcrittorc aver i

a volo. Non folamente fu Dedalo il primo a fiftemar la ftatuaria , ma fece lo ftelTo coli' Molte opere architettoniche di irchitettufi fua invenzione riporta Diodoro da Sicilia loc. eie. rag. J2Z. fra gli antichi, Francefco Giunio C cai. ar:kic. bc.pag.6p. 70. , e l'abate Gcdoyn Hifi. de Dd. jlcad. des Infcript. Tom. IX. Mm. pag. / 77. f^ll- fra i moderUn tempio d' Apollo , opera di Dedalo , ni vantava anche l'Italia fabbricato da lui in Capna , Virg. JEneid. l. 6. v. rg. , Sii. Ital. /. 12. V. IO 2. , & Aufon. Id-j'. IO. V. ^or. Plinio altres //i. 7. cap. jS. fe'ci. j7- con alrri_ fci5tori gli attribuifce l'invenzione di molti ftnimenti fpettanti alla meccanica , come la fega filo a piom[ Seneca Epijf. 00.] , l'afcia , il bo , il fucchiello , e per fino la colla di pefce . La Tega per pi comunemente fi attribuifce a Talo figlio di Tua forella , Diod.
. .

Sic. loc cir.

Ovid."Mflm.

l.

S.

v.z44:

flet-

Gnolfi polleduta pure l'opera famofa di Dedalo , rapprelenrante una danza , e da lui donata ad A rian a quella tuttavia non doveva flctnc l'originale , s perch la danra de' Gnofli era (colpita in marmo bianco , laddove Dedalo non avea (atte che ftatue di legno s perch la danza fuddetta era (lata da lui comporta in guiia che le figure moveanfi da s ftefle lo che era impolTibile nell'opera pofleduta dai Gnoffi . Di altre figure femoveni induftr-ofamente cogcgnate da Dedalo fanro menzione Calibrato '5rafu , . S. opcr. FhLoJir. fag.8 gg. , Platone in Menane, open Tom. il. pag. g?. E. , Arinotele De Repubi, lib. t cap. 4. , Luciano in Philopfeude . rp. op. Tom. iil.pjg. 4.8. , Dion Grifoftonio Or..t. J7. pag. 4;?. A. , e pi altri . Vogliono alcuni che abbia egli comunicato ad efle i movimenti coli' argento vivo , ed
: .

alcuni Perdice , a cui per invidia della (ella fropei ta Dedalo tolfe la vita , Serv. ad Virg. Georg. Uh. 1. V. IJ.J. [ Tzctze Chil. z.
to da
hift.

IO- 'erf.4.0^. lo chiama Attalo

(i) Pauf. lib. 7. e T. 4. r^ag. ; ^i (1) li ra-'re di Smilidc da Paufania loc. eie, e da altri ch'amafi Eulide ; anzi pretendono alcuni che egli pure folfe ftaruario . Appo"g'anfi qucfti"^ a

un

tefto di

Clemente Alef.

(andrino Cohen, ad Geni. n. ' orcr.Tom I. ove fi leg e er/thn ivi f lnwl^iv p.41 l.i T. l tefto per ( collo frarpello d" Euclide 1 gualco a cui foPituir fi dev ^ix'aiJ'i tu f xXt.Vsv , da Smilide cio figliuolo d' Eucli, . ,

de Vedafi Giunio Cacai, archit. meck. pici, pag. 86. (a) Atenagora Legat. pr Ch.njt.pag. 292,
.

(e) in

Fragm. num.ioj, Tom, Lp. JJ^.

i6o
LIB. IX.

Storia dell'Arte presso


antichi fcultori
in legno (*)
.

Greci
di
(a)

CAP

uno de* pi di Giunone

che avea intagliata una ftatua


degli
fcolari

Uno
,

Dedalo era
.

I,

Endeo

Endeo

(a)

che forf accompagno Ilo a Creta

Fiorirono

quindi gli fcultori di Rodi


cia lavorarono delle ftatue

che in molti luoghi della Gredette telchinie


,

t>X''''u

dal

nome
jT.

de'

primi abitatori

di quell'ifola

che Telchinj chiama-

ronfi (b)
4.

Sembra per che


fi

Giziada

tifti

cominciar

prima epoca degli antichi ardebba da Giziada fcultore fpartano di cui


la
,

v'erano nella fua patria varie ftatue di bronzo


vilTe

(e)

poich
fi

prima della guerra

tra

Meftene e Sparta

guerra che

accefe nell'olimpiade ix. Qtieft'anno


di

combina col duodecimo

Roma

e vuolfi

che le olimpiadi comincialTero 407. anni


.

Bularco

dopo la guerra di Troja (d) Si rend chiaro allora il pittore Bularco (e) , di cui un quadro rapprefentante una battaglia
,

venduto fu apefo d'oro


Ariflocle

(i)

Fior a un

di preftb

al

medeviiTe

fimo tempo Aristocle di Gidonia in Creta, poich egli

avan(*) E per tanto probabile che debba kgSmiiis in vece di Skelmis Vedali neUe note di Bentley a quefto parto di Callimaco quante congetture fiand fatte da lui , e da altri intorno a tal nome , (a) Pauf. /ii./. cap.26.pag. 6z. ln.zS. (a) Di lui Atenagora loc.cit. rammenta tra
gerfi
.

(e)

VWn. ab. ^f.cap. S.fe. 4.

(i)
riefce

Non meno
il

forprendente di quefto ci

a cui fono ftate comperare , per teftimonio dello ftertb Plinio lib. fj. e. 7. Egli ebbe a Jec. ^z. , altre antiche pitture

prezzo

le figure

celebri

una ftatua

di

Minerva

fe-

un buon quadro baftavano appena le ricchezze d'ura citt Diffatti un Ajace ed una Venete pagati furono da Marco
dire che per
.

dente

la ftatua di

un'altra parimente di quefta dea , e Diana in Efefo ; e lo dice anche

Agrippa dodici mila


feB. p.
riftide
, ;

(ei

fcolare di

Dedalo

id.

fefterzj , id. ibid. cap. 4. mila fu valutato un quadro d'Aibid feci. S. , e Augufto sbors

U)

9}
{.d)

P'^^-,?/*^-

^'*- '

Vixd.lib. ^.

^ff-P''i- 374cap.tj. pag.2jo.

Eufeb. De Prtp. evang. Uh. io. cap.r T. in fine , pag. 4.^6. B. [Dice Eufebio , che quefta l'opinione di Taziano . Egli cap. g. pag. 48.4.. fecondo la cronologia de' commentar) greci crede pi giufto , che folTe l'anno 408. Roma fecondo la cronologia di Porcio Catone , che Dionifio d'Alicarnartb j4nciq. Rom. lb. i. cap. y^.pag. 7p. princ. crede la pi giufta , fu fondata nell'anno i. dell'olimpiade VII. Altri per la vogliono fondata

qualche anno prima, ed altri qualche anno dopo Vegg. Boitin il vecchio Epoque de Rome , ec. , Acad. dts Infcript, Tom. il,
.

Mem.

pag. 4.90, efegg.

cento talenti per la Venere d'Aoelle , idem lib. ;?/. cap. io.fe3. j6. . i f. Ricus Nicia di vendere al re Attalo la iua necromanzi d Omero per fertanta talenti ; ma volle piuttofto farne un liberal dono alla propria patria , id. ibid. cap. 1 1. feci. 40.^ ;^. Altri limili elempi di quadri prezzati a fomme che a noi fembrano eforbitanti riporta il Vinkelmann al Cap. III. di quefto Libro In eguale ftima fi ebbero ancora le opere di fcultura . Per (ertanta mila fefterzj fu da LucuUo ordinata ad Arcefilao una ftatua della Felicit ; ma per la morte d'amendue rimafe quefta imperfetta , id. ib. cjp.i 2. feci. j.f. La ftatua di Policleto, rapprefenrante un corona'^o garzone , fu venduta cento taknti , id. iib. 34,
.

DAI SUOI PRINCIPJ


me
di

EC.

I67
(h)

" avanti che la citt di MefTene in Sicilia cambiafTe l'antico no-

Zancle

{a)

il

che avvenne nell'olimpiade xxix.


in Elide in a cavallo per torle

"^^^f^ A D T

Opera

di lui era

un Ercole

atto di combattere
il

coll'amazzone Antiope
guito furono rinomati
e fuo nipote
fefTo

cingolo

In

fe,

Malade
,

di

Chio

fuo figlio Micciade

Malde, mc^^^*
'

Antermo
e

il

quale ebbe pur un figliuolo dello


(e)
,

^'""

nome,

un altro chiamato Bupalo


:

viventi

nell'o-

limpiade lx. (i)


all'avo
,

onde,

dice Plinio

andando indietro

fino
fin

troveremo che quella famiglia efercitava l'arte


.

dalla
fu
il

prima olimpiade

Bupalo, architetto
il

in fieme e fcultore, lupaio

primo che fcolp

a Smirne

fimulacro della Fortuna (d)


,

Allora pur fiorirono Dipf.no e Scillide


fere fcolari di

che non pofTono ef


(e)
,

Dipeno Ude

e Scil-

Dedalo

quali

li

crede PauHxnia

a
,

meno
che
vi-

che non intendafi di quel Dedalo fcultore di Sicione

veva
cap.y.fiS.ip. re della Bi; e Nicoraedc linia era dilpo \o a. pagare tutt' i debiti dei GnHi , che pur erano moltillimi , fol che gli cedcllero la loro ftatua di Venere , opc;ra di
. i.

XHS nPOTON EHOIHSEN


nsis Jgtam Fortuns.

Bupalus Smyr.

primum fide

Il

Maffei

^ri

PralTitek gettata ,
(-2)

ma

tal

id.

ai. 7.

e.

piopofizione fu da loro ri^S.feii. ^g. , 6: Uh. j6.

c.s-fici-4-A.l
Pauf. uh. j. cap. zf.pag. 44 j. (i) id. Hi. 4. cap. 2j. pae. ^^7. (e) Plin. Hb. ,'(J. cap. f. feci. 4. . 2.
ep. od. 6.

can. j. col. 77. , per quefta ragione da per un' impoftura qucua ifcrizionc Io direi piuctofto , che avendo qualche artifta pi moderno fatta limile figura ad imitazione di quella di Bupalo , vi
cric, lapid. tib.^. cap. i.
.

opinione d'alcuni , Acr. in Hor. AnthoL /.?. cap.zj. n.2f. v.^. che fienfi amendue quefti fratelli [ lo dicono del folo Bupalo 1 tolta da difperati la vita con un capefbro per le mordaci fatire contto di loro fcritte dal poeta Ipponatte,la cui grottefca figura aveano eglino efprelTa al naturale ed efpofta al pubblico Plinio per Uh. ^6. cap. j. jeB. 4. . z. dimoftra la falfit di fiffatta opinione dalla data pofteriore d'alcune ftatuc da loro fcolpite in Delo e altrove . L' impcrator Augufto in tutte quali le fabbriche da lui erette in Roma vi pofe ftatue di quelli due valenti (cultori {d) Pauf. lib. j.. cap. ^0. pag.^s;. [ Abbiamo dal Bocchi Symbol, qu&ft. num. LXllI. p.i ^6. ,e dal Malvafa Marm. Feljn.feB. i. e. 6. pag. 4-1. , che nel 1^48 fofle trovata in
ftata
,

abbia appolto il di lui nome , come autore di quella forma, che aveva data alla Fortuna Vedi apprelfo al Capo al. .4.. Negli anni fcorfi nella tenuta di Salone a delira della via
prenelfina fu trovata una bafe colla ifcrizione

Se

BOYHAAOS EnOIEI

Bupalo faceva

che

flava vicina ad una belliflima (fatua di Venere , in atto di nfcirc dal bagno , collocata nel

bronzo , colla Ifcriche combina con ci zione a'ia bafe che dice Paufania di Bupalo , e della di lui (latua della Fortuna, cioj BOVPA\OS SMYPdi
, ,
:

Bologna una ftatuetta

NAI0I2 APAAMA EFFAZOMENOS TY-

Mufeo Pio-Clementino . Oiferva il fig. abate Vifconti nella defcrizione di quefta Venere Tav.i 0. pag. 17. , che per quanto (a vetifniile che ad ella fpettalTe la bafe , non probabile , che una (latua di lavoro cosi elegante , e gentile la opera di Bupalo; ma che il di lui nome vi da (lato appello dall'ignoranza , o dall'avarizia f pur non altro Bupalo . (e) idem lib. 2. cap.i f. pag.i 4^. [Se potcflmo predar fede a Cedreno Compend. hlft. cap.i 20. pag.iz. C. non potrebbe dubitarfenc perocch narra quefli , che la flatua di Minerva Lindia , della quale ho parlato nel Tomo 1. pag. 4.1 noe. a. , lavorata da quedi due artifti , fu mandata da Sefollrire d'Egitto al tiranno di Lindo Cleobolo Del tempo, in cui vivea Scfodri , ne ho parlato nello ftefTo Tomo 1. pag. yS,
:

i6S
veva
LIB. IX.
ai

Storia dell'Arte presso

Greci

CAP.
Donta

I.

Leatco Dotichda

Furono loro fcolari Learco (2) Doriclida (a) e Donta (b) di Reogio nella Magna Grecia Tetteo ed Angelionb , che fecero un amendiie lacedemoni
tempi
di

Fidia

(i)

Apollo

Delo
fi

(e)

forf quello fteflb di

cui alla fine dello

Tcttco ed Angelione

fcorfo fecolo

vedevano alcuni pezzi


.

nell'ifola

medefima

colla

bafe e colla famofa ifcrizione


a quefti tempi e
Eatticle

EfTendo

llata lavorata

intorno
,

non prima

come pi
,

fotto

vedremo
,

dallo
i

fcultore Batticle di Magnefia (d) la tazza d'oro


te favj

che

fet,

dedicarono in Delfo ad Apollo


artilla
,

dobbiamo

inferirne

che

il

mentovato

fcultore de' baffi-rilievi nel trono del(e)


,

la ftatua coloffale

d'Apollo in Amicla
,

fiorifle ai

tempi di

Solone

cio nell'olimpiade xlvi.


.

in cui

il

legislatore d'Atene

era arconte nella fua patria (/)


Atiftomedontc:
,

jf.

j.

Devono
,

filfarfi

quefl:'

epoca Aristomedonte

di

Pittodoio,

e DaiQofonte

Argo
il

(g)

PiTTODORO

di

Tebe

(b), e

quale fece ad Egio nell'Acaja


,

Damoeonte di MefTene (?) una Giunone Lucina di le,

gno
(i) Plinio

che aveva di

marmo

{k) la tefta

le

mani

piedi (3),
e avea

e Scillide , fecondo i! calcolo di ^6. e. 4. feci. 4.. . r. , nacquero in Creta circa l'olimpiade l. A giudizio del medefimo furono effi i primi che leiifi renduti
//'i.

Dipeno

&

celebri nello fcolpirc il marmo . Opere eccellenti dei loro fcarpello turono le llatue d'Apolline , di Diana , di Minerva , di Cadore e Polluce, e di pi altre divinit, Plin. /. c/r., Clem. Alex. Cohort. ad Gent. n. 4.. p. 4.2. , tutte lavorate in marmo parlo , Plin. Uh. eie.
Portatili

(i) Quello Learco da alcuni, predo Paufania iib. }. cap. 1 7. pag. zfi. in ji.ie , fu creduto fcolaro di Dedalo , ed autore di quel Giove di bronzo picflo gli Spartani comporto di vari pezzi uniti inlcme si fortemente con chiodi da non poterli i medcfimi in ve,

run

modo

fiaccare

[come

gi
]

Winkelmann
.

cap. j.feci. 4. .i.

anicndue a Si-

che per lungo tempo fiata la ebbero da que' cittadini , la commi ({ione di fare alcune ftatue de' loro dei Non era pcranco terminata l'ppera che , per un torto ricevuto , ritiraronl prefFo gli
,

done

citta

patria della fcultura


.

itolj

Non

molto dopo una

fiera carcftia

con

mali venne a travagliare i Sicionj , i quali in tale frangente ebbero ricorfb ad Apolline Pitio , implorandone ajuto e confialtri

glio Seppero i due ofFcl fcultori far parlare a loro vantaggio l'orarolo, il quale perci rifpoie che non avrebbe egli abbandonati i Sicionj , f Dipeno e Scillidc avclTcro termi.

Tale ftatua vantavafi per la pili antica di quante fienfi formate in quel metallo (a) Pauf ub.j. cap. 7. pag. 41 p. (_i) idem /ti. 6. cap.t p. pag. f 00. in fine , (e) idem /i.z. eap.^2. pag.i S7. lin.^o. (ii) V. Freret Rechenh. fur l'anciennet fur l'orig. de l'ari de l'quit des anc. , Acad, des Inferi pt. Tom. f^II. Mm. pag.zg. Ce) VznC Ub.^. cap.i g. pag.zs s(/) Scali. Animadv. in Euf. chron. p. S7. lib. i fegm.62. , Meurfio in Ss\ Laerzio lone , cap.io. over. Tom. il. col. 266. (.e) Pauf. Hb. 1 0. cap. i pag. Soi. ih) idem Iib. p. cap.:;4. pag.77S. lin.26. (/) Pauf Iib. 7. cap. 2^. pag. j 2. infine,
fopra;><j^. ^4.princ.
.

ha notato

&

nate le incominciate ftatue degli dei Tanto baft , perch foffero i medcfimi non fola.

mente

rifarciti

nell'onore

ma

cEandio

ri-

meritati con

ampia mercede

Tomo I.pag.^o. n. l. ibidem ( Le parti di legno di quefta ftatua tenevanfi coperte con un fortililVuiio velo , come ci avvifa l' ifteflb Paufania , che fa menzione
[

Vedi
ik)

DAI SUOI PRINCIPJ


.

EC.

log

e avea pure fcolpito in legno un Mercurio ed una Venere Intorno a quelli tempi era fena Megalopoli in Arcadia (a) za dubbio Lafae
nell'antico
,

'-'
^^^'^^ ^'

di cui vedeafi ad Egira in Acaja


;

un Apollo
avea
la-

^^^^^'

ftile (b)

dopo
Lx.
,

di lui vifle

Damea che
(e)
s
;

Dame

vorata in Elide la ftatua di Milone crotoniate


fiffarfi

il

che dee

dopo l'olimpiade

come

fi

argomenta
la

dal

tempo
{e)

in cui vivea Pittagora (d)

perch avanti

ux. olimpiade
,

non

era ftata

eretta in Elide nefTuna ftatua agli atleti


.

qual era Milone

Fiorirono intorno a quefta et Siadra e g^ra


fpartani
,

Carta
di

amendue

celebri nell'arte loro e

maeftri
g^|i^'J

EucHiRO corintio il quale ebbe a fcolaro quel Clearco fotto di cui nella mededma di Reggio nella Magna Grecia Succederono a quecitt ludi l'arte il famofo Pittagora (/)
,
.

fti

SroMio e SoMiDE, che


(g)
,
,

viflero avanti la

battaglia di

Ma-

|;j''

ratona

Gallone

d'

Egina fcolaro del mentovato Tet,

caUbnc

TEO

{h)

che dev'effere campato ben vecchio

poich foprav-

vifle a

Fidia; e altronde era fuo lavoro uno de' tre grandi cio in mezzo a' cui piedi fotto cui tripodi di bronzo dono fatto dagli Spartani ad flava la figura di Proferpina dopo la Apollo e collocato nel di lui tempio ad Amicla
, , , , ,

vittoria riportata

da Lifandro

fugli

Ateniefi preflo

il

fiume

Egi
jf.

(i)

nell'anno quarto dell'olimpiade

xcm.

(A)

6.
,

Poco prima

dell'eginetico fior un altro


le trentalette

Gallone

di

Elide

noto principalmente per

flatue in
,

bronloro
co-

zo

rapprefentanti trentacinque giovani meflenefi

il

Tom. IL

(e) i. Ub.6.cap.i4.pag.486.princ. lib.4.cap.^i.pag.^S7-, Si IS. c.3i. p.66f. di altre opere da Damofonte efcguite in mar{.d) Bentky's Dijfen. upon the ep, ofPhal. mo, quali furono , tra le altre , una Cibcle ed pag. yz.feq. una Venere. [Di quella fcrivc Paulania c/f. \e) Paul. Uh. 6. cap.1i.pag.4g7. [ Vcd. pag.66f., che avelTe le mani, la tefta , e Tomo J. pag. 26. n.i. le punte de' piedi di marmo ; il refto di le(/) id. lib. 6. cap. 4.pag. 461. [ Di cui fi gno Nel cap.^y.p. 67 j. defcrive un grup- parler qui apprello al Capo il. . (f) biJ. cap.14.pag.4Si. p rapprelentante Cerere , ed era in marmo tutto di un pezzo j opera dello flelTo fcul(Ji) id. Ub. z. cap.^z.pag.iSy. 0') id- lib.^. cap. 18, pag.zjs- /"''"''. tore (a) Vm(. Ub.S.cap.^i.pag.66^. (t) Diod. Sic. lib. 13. %.ios. pag.627, Tom. I. (J>) id. lib.y. cap.z.pag.jgz, lin.zj.
. .

170
corifta e
Li3. IX.

Storia dell'Arte presso

Greci
nel

un fuonator
.

di

tibia

che

Faro

di

Meflene

naufragarono
far

Di
,

tal

lavoro io

fifTo

l'epoca pi indietro che


di qucfte

non

fuole

poich

le ifcrizioni
ai

ftatue furon
,

fatte dal

celebre oratore Ippia


(

tempi
)
,

di

Socrate

fatte

qualche tempo dopo


nia (a)
Canaco
.

i^fiofa

S'

og-ipov

come

fcrive Paufa-

Secondo
(b)
;

lui

contemporaneo
perch

dell'eginetico

Gallone
>

fu

Canaco

cui per Plinio colloca nell'olimpiade xcv. (a)


,

con molta veroflmiglianza


;

egli fu fcolaro di

Poli-

Menecmo
Soida

CLETO
di

ma

fuoi coevi certamente


(e)
,

furono

Menecmo
la

Soida

Naupatto

il

fecondo de' quali lavor


di quella

Diana d'avorio
,

e d'oro porta nel


fcia
Egiaed Agc-

tempio

dea a Calidone (i)


.

po-

a'tempi d'Augufto trafportata a PatrafTo (d)


,

Fiorirono

P^f ultimo entro quefVepoca Egia d'Atene ed Agelada d'Argo (b) maeftro di Policleto (2) il quale fra le altre cofe rap,

prefent in Elide fu un cocchio Cleoltene


Afcaro

che riportata aveva


fece

una

vittoria nell'olimpiade lxvi. (e).

Ascaro fuo fcolaro


.

in Elide
jf.

un Giove coronato

di fiori (/)

7.

Prima che
i

Serfe facelTe la fpedizione in Grecia eraartifli


.

simone ed
"

no gi Celebri

fcguenti
il

Simone

(g) e

Anassagora
il

(3)

amendue d'Egina,

fecondo

de' quali fcolpi

Giove che
Platea (h)

Greci collocarono in Elide dopo


Onata

la battaglia di
,

Pur d'Egina era Onata

(i)

di cui

oltre molti altri lavori

eranvi in Elide gli otto eroi, che eranfi offerti a tirar la forte

per
lky. cap.zj'. pag. 44^. cap. S. pag.fyo.prirtc. (a) tib.^4^ cap.S.fec.ip. princ.
(a)
(b)
(c)
Va.\tC.

\A. lib.7.

idem

ibid.

(i) Secondo Paufania loc. eie. concorfero amendue a formar quella flatua . Plinio /.^j^. t.S.fec.ig.ii.18. rammenra un vitello d'oro di Menecmo , e gli attribuifce un libro fulla {tatuarla Quefl: opera , ficcome tutte le altre degli antichi fcritte fopra l'arte , le quali per attertazionc di Filoftrato il giovane Icon. in txord. oper. Pklojlr. Tom. il. pag. S6i. fu.

Agelada nell'olimpiade ixxxvii. , ed Egia nella Lxxxiv. Otto opere d'Agelada novera Paufania /. (J. 7. 6" / (7. , parte in marmo e parre in bronio ; e Plinio .cit. quattro ne rammenta di Egia [ V. apprelfo al. i<?. (0 Pauf. lib.6. cap.ic. pag. 476. if) \. Hh.j. cap.z4.pag. 4:;^.
vifTuto
.

id. lib.;. cap. 27. pag. 44S. lin.7. (5) Vitruvio prs.f. ad lib. 7. attribuifce ad Analfagora un trattato di prolpettiva , in cui ebbe parte anche un certo Democrito . Dal

(g)

reno molte , tutte fono perite id) Pauf lib. 7. cap. 1 8. pag.jSg. (b) VauC. /!b.8.cap.42.pag.6SS.pnnc.
.

breve eftratto che ne d ben C\ fcorge aver qucfto verfato fui metodo di bene diipoire C dipingere le fcene de' teatri . (A) VuC. lib.f. cap.z^.pag. 4^7.
(/) id, lib.j.

(1) Scrive Plinio iib.S4.

e.

S.feci.ig. aver

cap.2s.pag.44s.

DAI SUOI PRINCIPJ


'
.

EC.
.

17I

cer combattere in duello contro Ettore (i) Glauco di MeiTe^ ^ j' A r ne in Sicilia , e Dionisio di Reggio vivevano al tempo d AnalI

in,

"
LIB. IX.

^^^
""

lxxi. guucocDo. fila tiranno di quella citt (a) (2), cio fra le olimpiadi
e Lxxvi.
incifa
(l>)
:

fuUe colle d'un cavallo di Dionifio leggeavifi


(e).

una ifcrizione
e

Circa que' tempi vivevano pure Ari-

Ariftomedcc
Socrate

STOMEDB

Socrate tebani

opera

de' quali era

che Pindaro fece collocare nel

di lei

tempio a

una Cibele , Tebe (d) Men,

r>-u

Mcndeo

DEo
di

di

Peone

di

cui vedeafi in Elide

un fimulacro

della Vit-

toria

GhudaedE(0, Glaucia d'Egina, che kce in Elide il re Gelone Siracufa (/) fu un cocchio (3) i e per ultimo Elada d'Argo
di Fidia (g)
.

maeftro
jf.

8.
,

Da
di

quelli artefici varie fcuole fondaronfi in diverfi Scuole...


,

luoghi

e antichiUme fono le pi rinomate della Grecia

cio
la padi

d'Egina,
tria delle

Corinto,

e di

Sidone
.

che pu chiamarli
di
,

Sidone...

opere dell'arte

(/;)

Fondatori

quella fcuola lu-

rono probabilmente Dipeno

e Scillide (4)

che in Sidone

fif-

Y
co
Quefli vicn riputato
il

faro-

pu;

eccellente
.

Tutte tra gli allievi del'.a (^uola di De.lalo le opere di lui , delle q lali trovali latta menzione , etano in metallo- Pauf. lih.f. cap.2j. pag. 44 S- 3 CU/;. 27. pag. 44p. , Uh. 6. cap.i 2. pag. 4.7 g. , A'ithol. lib. 4.. ci 2. n. 6. v.t. 7. La Cerere di Onata clic ftrbaoafi a Figalia , era alfai cclcbte ; e Paufania per vederla ne intraprefe a bella pol'a il viag!;io , lib. 8. cap. 4.2. pag. 688 [ Egli dice in quello luo^o che Onata era contemporaneo di Egia , e di Agelada , de' quali ha parlato >5('inkclmann nel . antecedente io) Pauf. lib.;. cap.z. pag. 44-6. (1) Si Glauco che Dionifio , fecondo Paufania loc. eie. , erano argivi ; e opere prege,
. .

cit. , il quale ne reca le ragioni , fu innabata quella (tatua a Gelone , o piuttofto a Geloo , uomo privalo , che nell'olimpiade Lxxiii. riport l palma ne' giuochi olimpici Prelfo il cocchio di Gelone un'altra (latua vi era , opera di Glaucia , rapprcfcnrante Fi-

fania loc.

voli di loro vedeanfi in Elide

delle quali

fa

l'enumerazione il citato dorico . (i) Bcntky's loc. cit. le) ViM^lib.;. cap.27.pag. 44S. {a) id. lib.g. cap.2j. pag.- jS. (f) id. lib.}. Ciip.26.princ.pag.446.
cap q. pae.47 J./ci. fono flati (raccordo gli antichi intorno al foggctto rapprefentato da Glaucia fui cocchio Hanno prctefo alcuni ellcre queche lo abbia fti flato Gelone re di Sicilia poi mandato in dono a Giove in Elide ; ma , fecondo l'opinione di altri , fcguicaca da Pau-

VO Non

id. lib. 6.

lone ufcito vittoriofo dal pugilato . Pauf. ib. pag. 4-4. in fine (g) Schol. Arifoph. in Ran. v. J04. (A) Plin. lib. ^}. cap.ii. feci. 40. . 24. , lib. ^6. cap. 4. feci. 4. . ;. (4) La fcuola di Sidone , come da Plinio lib. ^ r. cap.i I. feci. 40. . 24. raccogliefi , fiata foltanto di pittura ed ebbe la medefinia per fondatore il rinomato Eupompo , pittore di tanta autorit che arriv a dividere in Fiori tre le due antiche fcuole della Grecia egli e vero , nella (Iella citta anche la (latnaria , ed alcune belle opere del loro fcarpello vi lafciarono Dipeno e Scillide ; ma che elfi vi abbiano in oltre fondata una fcuola di fcultura nelTun antico autore , che io fappia , lo lafci fcritto , (ccome nemmeno che
. ,
.

le citt di

fcuole
ria
,

la

Corinto e d' Egina abbiano avuto prima di pittura , l'altra di flatua-

appreffo fcrive l'erudito nollro Se gli autori di quella nota non avedeto tolta dalla loro edizione rnilanele la citazione di Plinio lib.j. cap. 4. fili, 4. .i-

come qui
.

florioo

172
farono
LIB. IX.

Storia dell'Arte presso


la loro
.

Greci

dimora

e v'ebbero degli fcolari da


fratello di
il

me pocan-

CAP.

zi
I.

mentovati

Aristocle

Ganaco
.

(a) rifguardavafi
,

anche dopo

fette et

come

capo d'una fcuola

che s'era per


altro fcul-

lungo tempo foftenuta


tore di Sicione
i
,

in Sicione (a)

Democrito,

nominava cinque maellri della fua fcuola Polemone fcriffe u quali uno all'altro eranfi fucceduti {b)
.

trattato delle pitture di Sicione

ov'era un portico con molti


(e)
,
.

lavori da lui fmilmente defcritto

Eupompo maeflro
s

di

Panhlo

di cui fu fcolare
,

Apelle

fece

che

le

due fcuole

della Grecia

le

quali fino a quel


,

to la denominazione di elladiche
in guifa che
,

tempo erano fiate unite fotnuovamente fi divideiTero


,

oltre la jonica nell'Afia


,

fcuole particolari fof.

fero quella d'Atene

e quella di Sicione {d)


,

Panfilo e Po-

LiCLETO

Lisippo e Apelle

che and a Sicione per meglio


(b)
,

perfezionarli nella fua arte


-e
.

le

diedero

il

maggior migHore

luftro;
,

ferabra che ai tempi di


,

Tolomeo

Filadelfo re d'Egitto
la
,

tra

-^

le fcuole di pittura

la

pi celebre foffe e

poi-

ch nella defcrizione della magnifica procedone che quefto


re fece fare
,

fi

annoverano principalmente

le

pitture di Sicio.

ne
...diCorin-

e fon le fole di cui facciafi


9.

menzione

(e)

jf.

Corinto a cagione dell'ottima fua fituazione fu


tempi una delle pi pofTenti
citt della

fin

da' primi

Grecia (/)
.

e fu perci dai pi vetufti poeti chiamata la ricca

Ardice
di

dar da Winkelmann qui avanti nella lettera ih) , e l'aveflero efaminata , avrebbero veduxo con qual fondamento ( pofTa (labilirc in Sicione una fcuola anche di fcukura , di cui

Acad. dei

Injcr'tpt.

Tom. XXV. Mm.p.rpr.


,

eifere ceffata nella Grecia

allorch vi

fi

mol-

Riguardo a Corinto
.

polTono ciederl autori Dipeno , e Scillide ed Egina vedremo nel , . ^. / o. qui apprcflo , che Winkelmann non tia penfato male ] Piintofto alle tre greche fcBole di pittura accennate da Plinio aggiugnerfi potrebbe la fcuola attica di fcultura fondata da Dedalo , della quale Paufania fa
.

tiplicarono i raaeftri dell'arte . Formatafi allora da ciafcheduno una maniera propria non pi II parl di fcuole , ma loltanto di maeftti in patticolare , e de' loro allievi (a) Paul, lib..cap. g pag.472._ {a) id. lib. 6. cap.j. pag. 4-S9- princ.
() (e)

idem

ibid.
6. e.
1

Athen. Dcipn. Uh.

4.p.2S

^.

B.

menzione

/. j-.

c.zf. p. 4.4;. in fine

{e.

Lio.

cap.sy.pag. 804.. in fine .'\ Tale divifon di fcuole olTerva il conte di Caylus Reflex, fur quelq. ckup.du.^j^ livrt de Pline , itl.pan.

{d) Plin. li!/, ^^j.cap.i S.feci.^j. .7. (b) Plut. in Arato , op. Tom. I.p.i02. C, (.e) Ath. lib.j. cap. 6. pag. i p6. E. (/) Thucyd. Hi).!, cap.i 3 .pag.tz.

DAI SUOI PRINCIPJ


d

EC.
efTere flati
,

Corinto
,

Telefane

di Sicione

devon

17^ primi i
,

quali

oltre

il

femplice contorno della figura


;

ne abbiano inStrabone parla


,

LIB. IX.

CAP.
dicate col difegno le parti interiormente (a)
de' quadri a
e

I.

molte figure
(h)
.

di

Cleante corintio
di

che ancora

ai

tempi fuoi efiflevano


infegn

Cleofanto

Corinto venne
xl.
,

in Italia

con Tarquinio Prifco avanti l'olimpiade


ai

e fu
:

il

primo che

Romani

l'arte

greca di dipingere

ai

tempi di Pli-

nio vedeanfi ancora a Lanuvio un'Atalanta ed un'Elena da lui

molto ben delineate


jj".

(e)

IO.

Se

fi

potelTe argomentare l'antichit della fcuola...cd'Egina..;


,

d'Egina dal celebre Smilide eginetico


dazione fino
ai

ne px)rteremmo

la

fon-

tempi

di

Dedalo
fi:ata

(a)

E' certo

per che ne'tem-

pi antichifilmi deve efiervi


arti del

in quell'ifola

una fcuola delle


fatta da-

difegno

e lo dimoitra la

menzione che vien


flile

gli fiorici di

moltillime antiche flatue nello


di quell'ifola

eginetico lavo-

rate (b)

Certo fcultore

non

ci

noto
.

fott'altro
trafile

nome

che fotto quello di ftatuario d'Egina

{d)

L'arte

col molto vantaggio dal

commercio
(?)
,

e dalla navigazione di
,

quelle genti doriche d'orgine


rate
(
,

le quali

fra le altre der-

facevano un gran traffico de' loro


flati

vafi

di terra-cotta

che probabilmente faranno

dipinti

fegnati colla figura

d'un

montone. Paufania parla


,

della loro navigazione ne' pi


*

remoti tempi (/)


Ateniefi (g)
,

e dice

che erano in mare fuperiori agli


la

febbene avanti

guerra perfica

s gli

uni che
gli

io) Plin. lib.^f. cap.S.feB.^. () Geogr. hb. S. pag. jzS. B. [Strabone molto chiaramente ci dice /ib.cit. p.ySy. B. che in Corinto, egualmente che in Sicione , fiorile la pittura, e la Itatuaria , ed altre arti affini a quefle ; e che in efle citta aveffero avuto un maggior accrefcimento Corynthi , ac Sycone pingendi , ac fingendi a/Uque id genus artes auaifunt Paolo Orofio Hi/I. lib. r. cap. :;. fcrive , che Corinto fu per molti fccoli l'officina di tutti gli arti:

{e) Plin. lii.:}S- cap.^.ftU. f. 6. (a) ?uC. lii.y.cap. 4.. pag.s ^t prtnc. tra gli altri ne /a diftinta meli(b)
.

Come

zione Paufania lio.y.cap.j. pag.j jj.in fine , lib.S.cap.ij.pag.yoS.infine, lilHio.f.36, pag. Sgi.prlnc.
Plin. lib. jj. e. 40. {d) JEgynets. ficloris .4/. [ Egineta piuttofto nome proprio, che di patria, come ivi ha bene ofTervato
.

l'Arduino n./
{e)

2.

Viut

lb.i o.princ.

pag.ygS.

fi

e di

tutte le arti

Per multa

retro ft,

(/)

lib. S.

cula velut officina artificiorum jfuit .

omnium

artificum

atque

(g) id.

cap.f.pag. 60S. lil>.3,cp.fff. pag.t 7 S,

174
gli altri

Storia dell'Arte presso

Greci
,

LIB. IX.

CAP.

I.

non avelTero che navi di cinquanta remi e fenza coLa reciproca gelofia di quelle due nazioni fin in perta (a) una guerra aperta {h) la quale per fvan quando Serfe in.

vale la Grecia. Egina,


di

che molta parte ebbe nella vittoria


Perfi
il
,

Temiftocle contro
,

ne riport pure de' confidere-

voli vantaggi

perocch
al

ricco bottino fu col trafportato

e venduto;

onde

riferire

d'Erodoto

(e)

ricchiffima diven-

ne

Si

mantenne
alleati

in fiore queft'ifola fino all'olimpiade

lxxxviu.

in cui fcacciati
fi

ne furono
ai

gli abitatori dagli


.

Ateniefi perch

erano

Lacedemoni
,

Gli Ateniefi allora mandaroe gli Egineti


.

no colonie
feguito di

popolar Egina

andarono ad

abiin

tare nel paefe argolico preiTo Tirea (d)

Ritornarono
,

efi

tempo

al

polTelTo della loro patria


.

ma non
i

rifor-

fero mai alla primiera grandezza e pofTanza

Coloro

quali

hanno vedute una parte e


,

delle

monete d'Egina

colla tefia di Pallade da

dall'altra col tridente di

Nettuno
fi

(e)

giudicar
ftile

potranno
II-

nel difegno di quella tefta


.

fcorga uno

par-

ticolare dell'arte
Circoftanze
.
.'^

jf.

Dopo

l'olimpiade

L.

Cominciarono
,

le

Calamit della

infelici

^.

Grecia, che da varj tiranni fu afToggettata


per
lei

dur quello
fi

infelice
di

tempo ben
,

fettant'anni

Policrate

fece pa-

drone

Samo

Pifillrato
il

d'Atene
di

e Cipfelo
,

(ece paflare
la

al

figlio

Periandro

dominio

Corinto
in

follenendo
vincolo
di

fua

autorit coH'allearfi e fl:rignerfi


tela

anche

paren-

con que' potenti

che aveano faputo opprimere


,

la libert

delle loro patrie

Ambracia

Epidauro
,

Lesbo

Di

quefl'ifola

eran tiranni Melancro e Pittaco

l'Eubea foggiaceva a

Timon,

da

Ligdamide coll'appoggio
di

di Pifillrato
.

dominava

in NaflA)

e Patroclo nella citt

Epidauro

Tutti per
e colle

non erano
:

giunti all'autorit

fuprema colla forza


(d) Thuc.

armi

alcuni
v'era-

(a) Thuc. /l>.i.cap.i4.pag.tg. (i) VjiuC Hi.!, cap.2p.pag.73, (0 lib.g.cap.80. pag.yzS,

cap ly.pag.i 14, le) PauC ii.z. cap.^0. pag.tSz.


lil>.2.

D'AI
v'erano
flati

SUOI PRINCIPJ
al

EC.
,

I7J
altri coll'a,

portati dalla propria eloquenza (a)

ver faputo condefcendere


filtrato (f)
,

popolo

(h)

e quelli

come

Pi-

LIB. IX.

riconofceano fuperiori a s

CAP.
le leggi

I.

de* loro cit(d)


;

tadini

Il
,

titolo di tiranno era tra loro

onorevole
,

e Ari-

fodemo
il

tiranno di Megalopoli in Arcadia


di XP^^^i

feppe meritarfi
.

foprannome

(0

>

che

uom

retto fignifica
,

Le

fta-

tue de' vincitori ne' giuochi pi folenni

delle quali ripiena


,

era Elide anche avanti che l'arte foffe in fiore (/)

rappre-

fentavano per lo pi altrettanti difenfori della patria libert;


i

tiranni

non potevan impedire


;

la

giulHzia che volea renderli


il

al

merito

e l'artifta

ebbe
di

in

ogni tempo

diritto di efporre

le

opere fue agli occhi


jf.

tutta la nazione

12.

Allorch

feci la

prima edizione

di

queda

Storia io

credea di poter rapportare a quelli tempi un balTo-rilievo in

marmo
dente
,

di

due figure

delle quali

e l'altra un giovane atleta


fulla fcrittura fatta a folchi

una rapprefenta Giove feFoncol nome Manteo (g)


.

davami

detta da' Greci ^ovg'fo(^n;

Sv, che la maniera di fcrivere prelTo di loro antichiflima


e fapeva altronde

che prima dell'olimpiade

l.

non

s'era col co-

mmciato

a lavorare in

marmo

(a)

Avvifai fin d'allora che


fulla

non

potea portarne un fondato giudizio


feppi in appreffo che quello lavoro
leria del
,

ftampa in rame; e

efiiiente oggid nella gal,

riputato

Pembrok a Wilton una moderna impollura (b)


conte
di

viene dai conofcitori


L'

urna fepolcrale col

nome
De Republ. lib.j. cap.io. Dion. Hai. nt. Rom. ili. 6. cap. 6o. P^E-^7_2- [ Riterifce folamente un'orazione di Appio Claudio , in cui dice clic i tiranni fi facevano anche coU'aJulare il popolo
(a) Arift.
Ci"*
.

{e) Arift. loc. eie. cap. z. pag. 0. princ.


(.d)

Pauf.

lb.

c.^.

(b) 11 maichefe Maffei quello , che d. per quanto io fappia , di fallita a quello monumento nel Muf. Veronen. , pus. CiCCX. Ma non fono mancati fcrittori , clie dopo di come Corfini lui lo hanno dato per antico Appcnd. ad noe. Gr&c. pag. Xl^ll. , Dijsert. agonift. pag. fj., e Spiega^, di due antiche
-,

{<) VumC. lib.

V.Ba.mes ad Hom.hymn. inMan.v.f. B cap.zS. pag. 6 j6. lin.zg. (/) V. Hcrod. lib.6- cap. z~. pae. 4.97.
1

ijcriz.

pag-IV".

,Coun

de

Gch'm Monde pri,

mitif , origine da langage

lib.f.fc.j.c.4..^

Paria degli agonoteti


,

o preCdenti

ai

giuo-

chi

non

di ifz'-ne

(gj De Bimard la Baflie not. ad Marm, &c, a) Vcd. Tomo 1. pag. j / . noi. d.

pag. 4.7^.., e gli autori del Nouveau tratte de diplom. Tom. I. par. ti. feci. ti. cap._ X. pag. 6^1. Vedi il dotto P. Fabricy Diatribe , qua bibliogr. antiq. ec. , pag. 2SS,

J75
''

Storia dell'Arte presso


di Alcnian
^ ,

Greci
dell'

"

nome
jjj^j^j

che

fi

vede a Venezia nel palazzo Giuflila

LiB.ix.

fiata

da taluno creduta
{a)
,

tomba

antichiffimo
,

poeta Alcman

il

quale fioriva nell'olimpiade xxx.


.

ma

efla

lavoro di molti fecoli pi tardi

11

fepolcro di quel poeta

era a Sparta (b)


jf.

13.

Di

quelli
(e)

tempi pur farebbe


,

fecondo l'opinione
,

d'alcuni antiquarj
dei! di

la
;

pi antica moneta d'oro

che cre-

Cirene in Africa

e farebbe ftata coniata durante la

minorit di Batto IV. per ordine di


reggente di Cirene (d)
,

Demonace
il

di

Mantinea
.

contemporaneo
,

di Pififtrato

Demoal di fofi-

nace

vi

rapprefentato in piedi
de' raggi,
:

cinto

capo d'un diadema,


di

da cui fpuntano
pra dell'orecchia
niftra

con un corno
per che

montone
,

tien nella deftra E' pi credibil

una Vittoria
tal

e nella
la
.

uno
14.

fcettro

moneta
(a)

Hata

coniata pofteriormente in memoria di


:.. favorevoli
jT.

Demonace
,

Finalmente nell'olimpiade lxvh.

e circa a quel
la

*"^"

tempo

in cui

Bruto liber dai Tarquinj


,

Roma,

Grecia

fi

fottraffe al
Libert...

giogo de' tiranni


figli

mettendo a morte o mandando


e que'foli

in efiglio

di Pififtrato

rifparmiando che
.

fe-

equamente reggevano Sicione {e) EfTa allora follev il capo , e parve che un nuovo fpirito tutta penetrafl^e Le repubbliche , le quali furon in appref^o s cela nazione lebri , erano piccoli flati di nefTuna confiderazione e appena

condo

le leggi

non vennero ad inquietare Greci e conducendone fchiavi gli devafliando Mileto nella Jonia A quello difaftro furono fommamente fenfibili i abitatori
noti
,

fino a che
,

Perfi

Greci

e fopra tutti gli Ateniefi

quali

anche alcuni anni

dopo

quando Frinico rapprefent loro

in

una tragedia

la

p reComm. in Alcm. mon. l6) PzuClili.^.cap.ij.pag. 244..frlnc. (e) Hard. Mm. de Trev. an. 171.7. aout , art. 72. pag. 1444. id) Herod. li. 4. cap.i 61. p.jjs- , Conca) After.
ftant,

Cos penfa anche WefTeUngio nella noluo"o citato di Erodoto, e Boulierio Dijfert. Herod. cap.i z. pag.i 12.
ti.

M
al

Arift.

De Republ.
B.

h.J- cap.i s.

Scrab.

iib, 8,

pag. 387.

Porphyr, Excerpta Diodori ^ p. i3.

DAI SUOI PRINCIPJ


prefa d Milcto
,

fC.
la

177
compaflionc
.

fi

fciolfero in lagrime
le

per
,

'

Quelli mifero in piedi tutte


cogli Eretrj
,

loro forze

ed eflendofi

alleati

^^*' ^^*

vennero

in ajuto de'loro fratelli nelI'Afiajonica,


alTalire
il

e prefero l'ardita rifoluzione d'andare ad


fia ne'

re di Per-

proprj fuoi
,

ftati

Inoltraronfi nell'olimpiade lxix. fino

alla citt di Sardi

cui devaftarono e mifero a


le

fiamme

tanto

pi facilmente quanto che

cafe n' erano in parte


i

di

can-

ne

(a)

di quefte

almeno n'erano

tetti

e nell'olimpiade

Lxxii.

cio vent'anni

dopo che

fu meflb a

morte Ipparco

ti-

ranno d'Atene,
la

e difcacciatone Ippia fuo fratello,

ottennero

portentofa vittoria di Maratona.


tf.

I?.

Per Quefta vittoria ^


.

eli Ateniefi
;
.

follevaronfi fovra .-.ep!'"


de Greci
i

tutte le altre
incivilirfi
,

citt della

Grecia
le

ficcome
(h)
,
,

primi furono ad

e a deporre
in
;

armi
di

fenza le quali antica-

mente

nemmeno

tempo

pace

nefiun Greco mai


la

compro-

pariva in pubblico

cosi Atene, che andava eftendendo


,

pria autorit e crefcendo in forze


delle fcienze e delle arti e
,

divenne

la fede principale
,

come
.

dicea Pericle
fu detto
,

fi

qcq la
i

maeftra della Grecia intera


avefiero

(r)

Quindi

che

Greci

comuni
,

fra di loro tutte le

cofe

tranne la Ilrada
.

dell'immortalit

che

a* foli

Ateniefi era nota {d)


,

A Crotona
{e)
;

e a Cirene fioriva la medicina


in

e la mufica in

Argo

ma

Atene adunate
jf.

fi

erano

le fcienze tutte e le arti (i).

16.

Bench quelle per col

fioriflero

non erano men


da

coltivate a Sparta; anzi in quefta citt furono efercitate

Tom. IL
(a) Herod. lb.f. cap.t01.pag.42S. {h) Thucyd. lib.i. cap. 6. pag. 6.
(c) A. lib.z.cap.^t.pag.i Zi. (aO Ath. Deipn.hb. 6. cap. ij.p.ijo. F. (f) Rerod. hi. j. cap.i ^t.piig.264. Giufta l'olTervazionc di Diodoro da Sitilia //A. 7 2. pr/nc. quafi nello ftcflo periodo
dell'

Z
invidia univerfale
la
, .

temdi gloper la perfeziovi crebbero per quefte per efler

Se a

tal

fegno

ria

crebbe
di effe

nominata
delle

citt

ne

ella

ftara

una

grandi,
.

floride e

popo-

(0

di

tempo

in cui videfi in
vi
fi

di Fidia portata la fcultura al di perfezione


,

Atene per opera grado (ommo

Tali citta folamentc poflono ammettere ed alimentare nel proprio fero tutt" i rami delle arti e delle fcienze , le quali abbifognano d'un vado campo per proNegli fpazj pi riftrem durfi tutt'inleme
late citta della Grecia
.

l'eloquenza , Ic altre fcienze ed arti ; talch Atene l'oggetto divent ilccome dell'ammirazione, cos
fofia
,

vide altres fiorire la filol'arte militare con totte

delle piccole e

meno

popolcfe

citta

ramo appena
fto

di effe vi

pu

allignare

qualche e que-

ancora pi fawilmentc

v' ilterililce ,

17S
tempi
LIB. IX.
affai

Storia dell'Aute presso


pi remoti
.

Greci
di

E per tacere delle figure


de' Tuoi

legno vepi an-

tuftidmc collocate in

uno

tempj

di

quella ftatua
il

CAP.

I.

di Giove in bronzo mentovata da Paufania

come
di

tico lavoro
gli

in tal materia (a)

molto prima

queiV epoca

Spartani aveano fpedito a Sardi in Lidia per comprar l'oro


ftatua d'Apollo
,

con cui formare una


nela
nia
e
,

o piuttofto per

veftir-

{h)

Lo

fpartano Giziada anteriore alla guerra mefle,

non

folo era celebre poeta

ma

eziandio chiaro artifta;


,

come noto

era

il

fuo inno a Pallade

cos
,

era famofa la
la cui

ftatua di quella dea

da

lui

formata in bronzo
,

bafe rap-

prefentava le fatiche d'Ercole

le figlie di
(e)
.

Leucippo rapite dai


Lavoro dello
ItefTo

Diofcori, e
artefice

altri favolofi

avvenimenti

erano que' due tripodi in bronzo che nell'olimpiade

XIV. dagli Spartani

furono polli ad Amicla non lungi da Spar,

ta

fotto l'uno de' quali flava Venere


(<^)
;

e fotto l'altro Dia-

na

cio erano
fulle

fatti in

guifa che la tazza del tripode s'ap-

poggiava

figure delle dee polle in

mezzo

ai tre

piedi (a)

Facemmo
TA
,

di

fopra anche menzione di Doriclida e di


e di

Don-

di

Siadra

Carta

antichi fcultori lacedemoni


e dai pi antichi

Ritorniamo da Sparta ad Atene, tempi difcendiamo nuovamente a quelli di


$.

17-

cui

parlavamo

pocanzi

Dieci anni

dopo

la vittoria di

Maratona Temiflocle

e Paufania (b) tali fconfitte diedero prefTo Salamina e Platea


ai Perfi
,

che quelli prefi dallo fpavento rifuggiaronfi nel cen;

tro dell'impero

ma

nel

tempo

llelTo

affinch

Greci aveffero

yisinti

(a) VnuC. /ih.}, c.i^.pag. lyt. [ Ved. qui pag.^^. princ, e pag, 168. n.i. (i) Hsxoi. Uh. I cap. g.pag.:^^. V. Gei.

moti

Cerna,

darne veruna prova. Paufania

Boz Obferv.icorreB.farletexte,blavcrf. du prm. tivre d' Herod. Acad. des Infcr.

Io fa certamente pofteriore d'aliai ; peroccii parlando di quefti tripodi /;'.^. ci ^. p.2/j;. dice, che furono fatti colle fpoglie acquifiate per la vittoria al fiume Egi , che lo

Tom. XXIIl.
(e)
(.d)
id. /ili.},
4..

Hijl. pag.i iS.


cit.

PuC. /oc.

pag. 2jo.fiq.
8.

et
,

pag.zff.prnc.

Hb.4..

cap.i

pag.^i ^.
che fopra pag.i66. . 4.. in tempi s te-

(a) Tanto qui

ftenb noftro Autore fopra pug.i 6p. ^. J. in fine, ha notato bene effere ftata riportata nell'olimpiade xeni. (b) Nell'olimpiade lxxv. anno III. , avan li Ges Crifto anni 478.

Vinkehnann mette Giziada

DAI SUOI PRINCIPJ


fero Tempre fott'occhio
i

EC.

179

era Hata efpofta la


i

monumenti del pericolo a cui loro libert, non vollero mai reftaurare
funefti
ftati

^^
'

tempj che dai Perf erano

dilbutti {a)

Commcia da

quell'epoca quel mezzo fecolo della greca ftoria che far fempre memorabile cio dalla fuga di Serfe fino alla guerra del
,

Peloponnefo
f^

(b)

tutte metterli in incoragg;mcin cui parvero r to dclk- Icienazione Je frze della Grecia , e tutti fvilupparfi i talenti di ^.e edeiiear(f.

i8.

E' quello >

il

tempo r

quella nazione
i

Gli uomini ftraordinarj e gli fpiriti fublimi

>

quali aveano cominciato a formarfi nei primi


deftati
.

movimenti che
,

l'amor della libert avea

in

quelle contrade

tutti

comparvero a un tempo
and
adunata

flelTo
,

Erodoto nell'olimpiade lxxvii.


al
:

dalla Caria in Elide

e
(a)

cofpetto della Grecia tutta

ivi

leffe Ja fua ftoria


il

non molto

avanti di lui Fe.

recidc era ftato

pofe

al

primo a fcrivere in profa (e) Efchilo eCpubblico le prime tragedie regolari in illile fublime,

poich quelle dall'invenzione della fcena nell'olimpiade lxi.

non erano ftate che balli di perfone cantanti e riportonne il premio nell'olimpiade lxxiii. S'incominci circa quefto tempo a cantare poemi d'Omero e nell' olimpiade Allor LXix. Cinero firacufano ne fu il primo rapfodifta (d) pure Epicarino filof)fo e poeta diede le prime commedie
finallora
;

Simonide immagin

l'elegia

Gorgia

di

Leonzio
,

in Sicilia die-

de una forma fcientifica all'eloquenza

(e)

a'

tempi

di

So.

crate Antifonte mife in ifcritto le orazioni e

le

arringhe (/)

Le

medefime furono allora per la prima volta infognate pubblicamente in Atene da Anaffagora che v'apr fcuofcienze

Z 2

la

(a) P^uC.lli.TO.cap.jf.pag.ggj.

t
,

poemi
.

d'

Omero

in Siracufa nella detta

Thuc.

I.

cap.iiS.pag. 7/.
,

Diod.

lib i2.priac. rrg.

47^.
e

olimpiade ^^;,^ ^ e
(,)

Euftazio Comment. in lliad. l.i. j^j p^Uti _ , 2. pag. i 6. Vcd. ToSic. lb.t 2. i).;^.

Si Y"' ^P^?L'"'g- 90. not. A. wcllo Apvar ad Thucyd.pag.i 4. fX V, '^"- ^- "f P'^g- 4-

Dod-

moLv^g. 240.
Diod.
Plut.

piig.S'4ojter,

Schol. Pind.
,

era di Chio

ora

Nem. 2. verf.. r. f Cineto detta Sdo , e il primo caa-

(/)

yiu X.

Rhet. in Antiph.

Tom. il. pag. S32. D.

i8o
la

Storia dell'Arte presso


(a)
.

Greci
e le

ncH'olimpade lixv.

Non

erano moki anni che Simo,

LIB. IX.

CAP.

nide ed Epicarmo aveano perfezionato l'alfabeto greco


lettere

I.

da loro aggiuntevi cominciarono ad


(b)
.

ufarfi

anche nelle

pubbliche fcritture all'olimpiade xciv.


dire
i

Tali furono a cos


,

gran preparativi
s'avvicinava

alla

perfezione dell'arte

cui efla a

gran
. .
.

pafll

per

la rie-

j^.

19.

TralTe quella vantaggio dai difaftri medefimi che


fofFerti
,

dificazione di

Atene

la
i

Grecia avea
,

dal

devaftamento che v'avcano fatto

Perii

e dalla diftruzione
fi

d'Atene
i

Dopo
,

la

vittoria d

Te-

miftocle
i

penf a reflaurare
edifizj (a)
.

tempj

ed a rimettere

in piedi

pubblici
,

Greci portati da un vivo amore per


la vita a tanti eroi
,

Ja patria

che avea coftata

e che era
,

omai
e ad

{cura da ogni nimico infulto

penfarono ad abbellirla
e

ergere edifizj e tempj


veflero di

forituofi

magnifici

che fervir do-

monumenti

eterni per la mirabile vittoria di Sala-

mina

Vedeafi quella rapprefentata nel fregio d'un pubblico


,

portico a Sparta
ci perfiano
ceflarj
(e)

fabbricato colla preda de'Perfi


.

e detto per-

()
,

Quelli grandi monumenti rendevano nei

gli artilli

e davan loro occafioni di tutti fpiegare

ta(.a)

Meurf. Le3.

att.

l.^.c.zy. op.Tont.Tl.

tol-i 141 (i) Coriin. Fafl. att. olymp.

tri rZv xii'rwr , cio fopra le colonne ; e fenza dubbio mal s'appongono coloro i ciuali lo

xciv. T. iiJ. pag. Z77(a) Non potendofi ammettere una contradizione manifefta tra qucfto luogo , e l'altro qui avanti nel . //. . in cai dice bene Vinkclmann fecondo Paufania , che i tempj non furono mai pi rellaurati ; diremo , che col tratto di tempo dopo quella devalta/tone foflc pcnfato a rcftaurarli , ma che poi ci

fpicgano in guifa che le figure de'Perfi , del duce loro Mardonio , e d'Artcmifa regina della Caria , la quale accompagn Serfc in quella fpedizionc , folTero lingolarmcnte rapprefentate , avendo ognuno di efli una flarua particolare polla fu una colonna ; [come credo anch' io che fofTcro rapprefcntate veramente Paufania non parla di baffi rilievi ma di flatue , e di detcrminate pcrfone Erano toliti i Greci di mettere le ftawc fopra colonne ; e lo ftefTo Paufania Hi. s- cap. 24.. pag. 44.c.princ. parla di una piccola ftarua di Giove , e cap. 26. pag. 44t.prnc. della flatua della Vittoria , opera di Mtndeo nominata Copri pag. 1 7 r . . 7. , polle fopra colonne. Ved. anche Tomo 1. pag. 7. not.i. qui toglie ogni difficolt Vitruvio Uh. i.c.i., ove dice cfpreffamentc , che erano flatue le figure di quei Perfiani , e che reggevano il tetto del pertico a guifa di Cariatidi
. .

non

foffe cfFetruato

Infatti Pericle

al dire

di Plutarco nella di lui

Tom. I. vi pens f ati a tutte le citt


,

viti. pjg.i 62. D. op. e invi a tale effetto Icdella Grecia affinch mandafTero de^l' inviati ad un concilio da tenerli in Atene fu tal punto ; ma nelUina citt gli preft orecchio , eflcndof oppofti , per quanto fi diceva , gli Spartani Cos rimafcro i tempj diftrutti , e Paufania alcuni ne aveva veduti ancora a' fuoi giorni
,
.

Ma

U) Vsil.iii.j.cap.tr.pag.2^z.
{.*)

Cosi intendo Paufania

quando dice

DAI SUOI PRINCIPJ


talenti
.

se.

iBl
fangue comd'immortalit

Malgrado

le

innumerevoli ftatue degli dei non obbliache fparfo aveano


il

vanfi que' degni cittadini,

battendo per

la patria
le

anzi in quella fpecie

ebbero parte

donne

(ieffe
,

che da Atene erano fuggite coi

loro figliuoli a Trezene


tico di quella citt (a)
.

e f

ne viddero

le ftatue in

un por-

f. 20.

pi celebri fcultori di quefto tempo furono Agedi

Artidi e

mo-

LADA d'Argo, maeftro


della ftatua di

PoLicLETO

Onata
,

eginetico autor

j""''^'**"*

Gelone
le ftatue

re

di Siracufa (a)

porta fu un coc.

chio

cui cavalli erano di

Galamide

(b)

Agenore

s'

im-

mortalato per
tria,

dei fidi amici e liberatori della lor pa-

Armodio ed

Arillogitone, fcolpite nell'anno primo


,

deW

olimpiade lxxvii.
le ftatue di

(c)

dopo che erano

fiate

depredate da' Perii

bronzo
.

erette loro quattr'anni

dopo

la

morte del
famofo

tiranno

{h)

Glaucia pur d'Egina fece

la ftatua del

Tea{a) VuC. HB.i.eap.^i, pag.iff. (a) Sopra aW pag.ijo. noe. 1. fi e notato , che Plinio mette Agelada nell'olimpiade Lxxxvii. \<'inkelniinn qui pare che voglia avvicinarlo a quella epoca , e che non fi fia ricordato di aver alla citata pagina porto lo fteflo artifta moiri anni avanti . L era forf flato ingannato dall'olimpiade lxvi. , in cui vinfe Cfeortenc , la cui ftatua fe:e Agelada . Paufania pare che fi accordi a Plinio ; poich fa appunto Agelada /il). S. cap. 4.2. pag. 6S8. contemporaneo di Onata ; e dice che quefti lavor alla ftatua di Gelone molti anni dopo
la di lui

per moftrano di non aver Ietto bene Paufache citano al lib.i cap.S.pag.za.^i, mera quefti diverfe ftatue , e in ultimo luonia
.

di Ariftogitone ; pi antiche di clic le avca fatte Antenote , le pi recenti CriNon vuol dire con quefto , che tali artizia

go

quelle di

Armodio
,

quindi foggiugne
.

che

le

morte

lungo tempo dopo


.

la fpe-

dizione di Sctfe contto la Gtecia La ftatua di Cleollenc far fiata eretta molto dopo la fua vittoria ; come di altre confimili fi veduto nel Tom. I. pag. 2/2. Se il fig. Falconet avelie fatte qucfte riflelfioni non avrebbe nelle fac note a Plinio iti. ^4.. cap. S.feci.tn. iruvr. Tom. ni. pag. 6p. tacciato quefto fcrittore da meno eutto , e meno bene informato di Paufania ; aderendo , che quefti feriva aver Agelada fatta la ftatua di Cleoftene nell'olimpiade lxvi. () Pau fania Hi. 6. cap. 1 2 pag. 479. (e) Non fo donde il noftro Autore abbia In vece di Agenore tratta quefta notizia
.
.

tempi le ftatue di intendono i detti Icrittori ; ma bens , che Antenore avea fatte le pi antiche delle numerate ; e Crizia le pi recenti , fra le quali erano le ftatue d'Armodio e del compagno , nominate in ultimo luogo Infatti , che le abbia lavorate Crizia ce lo attcfta anche Luciano in Philopf. ^. / S. over. Tom. til. pag. 4.$. E qui da ortervarfi , che quefto Crizia da Luciano cognominato nefiota , ptobabilmente per diftinguerlo dall'

abbiano fatto que" due foggetti


fti

in diverfi
,

come

lo

altro Crizia artico pi antico , menzionato da Paufania lb.6. cap.j. pag. 4)7. ; e cos dovrebbe eraendarfi Plinio lib.^4. c.S.feci.ig.

prnc.

ove fcrive Crhias , Neftocles , facenun folo due diverfi artifti , come bcti olTerva Giunio loc.cit. pag. J7, 'Vedi apprclTo
,

do

di

pag.i p2. not.


(i)

e.

Lydiat. Redintegr, annoi,


tp.

ad

chrort.

volea forf dire Antenore, che Mcurfio tV-

&

ram. gemin. cap. 1 0. oper. Tom. 1. col. 4.S ^. e Giunio Catal. archit. ec. pag i s. fanno aucoic delle ftacuc di quc' due pcrfonaggi . fli

'P-SS-P- '^' Pridcaux 'Soti kifl. ad id. chron. iSid. p.zi J, zzo. [ Quefti fa odervare alla cirata pagina 21 ^. , che Ipparco era un ottimo principe, cchcrion fu uccilb per liberare la patria , qualu fcmpic onoi la di lui meisoria
.

marm. oxon.

46. pag. 49-

12
'

Storia dell'Arte presso


di

Grbci

Teagene
21.

Tafo
.

che avea riportate 400. corone nei giuochi

CIB.IX.

deJJa Grecia (a)


jf.

CAP.

I.

Una

delle pi antiche ftatue di


,

Roma
al

lavoro gre,

co

di quefli

tempi

una Mufa del palazzo Barberini


.

che

tiene
turale

una cos detta


,

lira

Ha una grandezza
s

doppio del naantichit


.

e porta tutti gl'indizj d'una

remota

Po-

trebbe quefta ben efTere una delle tre Mufe lavorate da tre

gran maeftri

la

prima
,

lavoro di

Canaco
>

ficionio

teneva
,

due

tibie

1'
;

altra

opera d'ARisTocLE
;t**^''5
,

fratello di

Canaco

aveva una lira, chiamata


le lire

e la terza

con una

di quel-

che diceanfi
.

/5ap/S/7c;

era fiata fcolpita dal mentovato

Agelada
patro
(/>)

Abbiamo quefe notizie da un epigramma d'Antiil quale pu crederfi quello nativo di Sidone, coda un altro epigramma
fulla fatua
(a)
fi
;

me

rilevali

di

Bacco

che

flava preflb alla ftatua di

un Fifone
,

ficcome

altres
ivi

probabile che quefta fofTe injloma


vivefle
,

argomenta che

egli

Mufe che gli hanno fornito il foggetto del mentovato epigramma (b) Parlando de' loro firomenti muflcali ho dato loro il nome di lira per mancanza
e ivi
le
,
.

pur fofiero

di termini pi proprj

tanto pi che gli antichi


>

fieffi

conche
do-

fondeano
hvpoi e

T^opa e x^'^'^^

di

quefia che di quella dicean


.

inventore or Mercurio

ed ora Apollo

E'certo per
,

x^Xv^

ove lo

fiefib

ftromento non fofTero


.

efler

veano almeno due firoment molto fomiglievoli

Fra

le pit-

ture
(il") VznC.lth. 6. cap.xi. pag.^jS. (A) ytnthol. Hi. 4.. cap.i z. n. 6g.

num. ^z. neminarc quell'epigramma non


(a)
ivi

(b) Dal
,

la

inferiiei

ftatua di Fifone in cos facilmen-

te

clie

Antiparro
facilita

vivcl-fe in

con eguale

Roma ; poich da un altro epigramira


in

fatto da lui a
di Tcflalonica
rati

LucuUo
, ,

degli abitanti per ringraziarlo di averli libe-

nome

da

certi ladroni

potrebbe
.

inferirfi

che

vivcirc in quella citt

Quefto epigramma

riportato dallo Scaligero Animadv. in Eufch. chron, adann. mdccccxli. ipag.i j2. , ove

al tempi della , che Antpatro vveva Si potrebbe piuttofto arguerra mitridatua gomentare , che non ftellc in Roma, dall'aver in quell'altro epigramma aggiunta al nome di Fifone la di lui n/ionc , o patiia , chiamandolo aufonio ; il che non pareva neccflgIn rio per uno , che fcriveflc- in quella citt che fteffc fecondo luogo mi farebbe credere fuor di Roma, il dono , che mai"^ allo fteffo Pitone , di una candela di forma particolare , delia quale parla in altro epigramma inferito nella ftelfa Antologia lib. 6. cap. i o.

offerva

num. 3.

DAI SUOI PRINCIPJ


ture ercolanenfi v'

EC.

ig^
lira

una Miifa con quefta ifcrizione TEPSt-Ie tiene in

XOPH AYPAn
fk
ioi-re

(ii)

mano una

piccola
,

que-

LIB. IX.

CAP.

I.

quella llelTa cui invent


,

Mercurio

formolla
'

col gufcio d'una teftuggine

onde venne detta x^^^^


{h)
1^

*^i

^^^.l

forma

la lira che vedef appi d'una ftatua di queflo dia

nella villa

Negroni

Arato

forf per diftinguerla dalla

chiama x^^^^ detta pi grande


,

piccola
,

lira

fixp.StTvq

non

gi perch avefle poca fronte


flo

come opina
Apollo
,

lo Scolialle di que-

poeta
,

La

lira della

Mufa Barberini

della fpecie pi gran-

de

limile a quella che tiene


(r)
.

fu un'altra pittura d'Er,

colano

Quello ftromento

detto fip/SiTog
(d)
,

da Polluce
,

vien chiamato eziandio


)Spt/75ps

/2ctpofjitT0>
(^)
'

cio a grofle corde

iX"* ^'7 XP^*i


.

onde
la

dirli

potrebbe una fpecie


la

di ialteno (*)

Quindi ficcome
>

Mufa d'ARisTocLE tenea


il

piccola

lira ;t**^^5

^ quella

d'AcELADA
la

$(Sp/2ins

polliamo
.

congetturare che

fia
,

quella feconda
in

Mula Barberini
,

Suifta-

da chiama Gelada
tua
,

vece d'AcELADA

l'artifta

di

tale

e Kufter

non ne ha nemmeno
lui

avvertito l'abbaglio nell'ul.

tima edizione della di


jf.

opera

(a)

22.

Io non decider qui


,

f le flratue di

Caftore e Pol-

luce fcolpite da Egesia

e polle innanzi al

tempio

di

Giove

Tonante

(/)

fiano quelle fleffe figure coloflali che veggonfi


;

ora in Campidoglio

ma

certo

almeno che

elTe

trovate fu-

rono
(a) Pitt. d'Ercol. Tom. il. ih) Phinom.-vcrf.26S.
(c)

Tav. j.

hljl.ipi.v. syS. hft.t s4- v. 2. , e Chil. 8. fcrivono Gelada , e Io dicono maelho di Fidia , non di Policleto ; e far lo ftellp , che lo Scoliate d'Ariftofane in Ran.vcrf. S04. ,

he.

eie.

il

4.cap. p.fegm. fj. (f) Scho'. Eurip. in A/cefi verf. f+/. (*) A mio parere , mal s'appone Hunt , quale, nella prefazione alla nuova ediziol>oll.

(d)

Tav. I. Onomafl.

Hi).

chiama Elada nominato da \^inkclraann fo; Crederci pm pra alla pjg.171. - 7. infine
,
.

ne

di

Hyde De

religione

Pe farum

prctcn.

de che la yocc barbiton derivi dal perfiano Egli ne prende argomento da certo racconto fpettante a Cofroe ; e non riflette che atempi di quello morarca gi da lungo tempo noti erano Greci ai Perii , ond' probabile che qucfti ncll'ado-tare un greco iftromcnto ne abbiano inllcme adottata il nome (a) Taato Suida , che Tzctze Ckii.7.
i .

probabile, che avelie errato quello Scolialte nel dire Elada per Gelala , e che queft , maeftro di Fidia , fia diverfo da Agclada , maee per non faprei accorftro di Policleto darmi a Meurfio , il quale nel fuo Pirtus cap. 4. "P^^five de Pino Athenien. portu , Tom. l col.; f4. vuol che fi emendi Agclada in tutti quegli fcrittori , fenza darne buone
:

ragioni

\f)ma.

li>.34.cap.S.fea.ig.^.t6.

'

1S4 rono

Storta dell'Arte presso


nel luogo ftelTo (a)
.

Greci

Si

pu anche fondare qualche confi

LIB. IX.

gettura fulla durezza di lavoro che

fcorge in quelle parti


.

CAP.

I.

che fono veramente antiche


In
tal

e che era propria d'EcEsiA (a)


al

fuppofizione apparterrebbono quelle ftatue


,

pi an-

tico
di

ftile

avendo quello fcultore probabilmente


(b)
.

vifTuto

prima

Fidia
/. 23.

Dell'arte di quefti tempi fanno fede eziandio le


,

mo(b)
.

nete di Gelone re di Siracufa

fra le quali

una d'oro

delle

pi antiche monete di quello metallo a noi pervenute

Non pu
Io
ftile

determinarfi

del

non

ftata
il

monete ateniefi , ma balla lavoro per confutare Arduino fecondo il quale da loro coniata nefluna moneta prima del re Fil'

et delle

lippo

Macedone
,

poich abbiamo delle monete


.

ateniefi

d'un impronto mal difegnato ed informe neta d'Atene


in

La pi

bella

mo-

che io abbia veduta

un cos detto
,

quinario

oro

efiftente nel
,

a confutar Bofe
ateniefe in

mufeo Farnefe a Napoli e balta quefta che pretende non cflervi nelTuna moneta
.

oro

(e)

11

nome lEPHN che


,

leggefi

fui

petto
il

d'un bullo giovanile in Campidoglio (e)

creduto per ci

bullo di Jerone re di Siracufa


cente
(a)
.

indubitabilmente cofa re-

Ha
Il
1.

gi offervato

il

fignot ab. Vifconti

Mufeo Pio-CUm. Tom. n. b. , che Winkelmann


rori
.

I.

Tav. ^7. pag.yj. qui cade in due er-

in

nel fupporre i Diofcori di Egefia quando Elinio Uc. cit. li dice in bronzo . Il i. ncU'aflerire che quelli del Campidoglio fiano ftati trovati nel luogo ftcf-

marmo

fb , mentre abbiamo da Ilaminio Vacca nelle xc Memorie , n. j 2. , che furono trovati nel Ghetto degli Ebrei . Ved. apprertb al Lib. XI.

Capo ni.

1^.

14..

(a) Quint. Injl. Orai. lib. 12. tap.to. (b) Crederei che ci fi potefie dire con lutta ficurezza f riflettiamo, che Quintilianp , il quale fa /w.wr. la ferie di varj ar-

per far vedere come fi andato miglioran^o lo ftile , per primi canta Calone ed Egefia , de' quali dice , che i loro lavori crano dei pi duri , e Cmili agli etrufchi ; quindi mette Calamide , i di cui lavori erano mcno duri ; e in ultimo Mirone , che l era diPuftinto con una maniera pi morbida riora , & Tufcanicis proxima Colon, acqua Egejias ; jam minus rigida Calamis ; molliora adhuc fupradiSis Myronfccit (i) Hard. Mm. de Trv. 1727. aout art. 73.pag. 14.4.9. (e) Rijlex.Jkr le s md. de Crotone , Acati, des Infcript.Tom.I. Hift.pa^zjf. (e) Muf. Capital. Tom, I. Tav. JS
tfti
.

Ca-

DAI SUOI PRINCIPJ


f-i

BG.

8J
^^^' ^^'

-rar

ii

CAP. H.

Capo
Perfezione delle fetenze
circojanze
tafi
. . .

li.

delle arti in

Grecia

V infuirono

le

...

ufo

de' pubblici

giuochi

...la pace

fabili-

e'I

qoverno di Pericle
Agoracrito
. .
.

Artiji
Venere

di qnefo tempo -- Fidia

AJcamene
loponnefaca

fiia

Tempo

della guerra pe. .


.

In

-- Scopa effa fiorirono Policleto


. .

Pittaoora
rone

-- CteJ.lao

fua Niobe e Mi' fuo fuppofo gladiaror moribondo


. .

Offervazioni fui baffo-rilievo dell'apoteoj d'Omero

JN egli
te,
il

ultimi tempi
il

di cui

parlammo

nel

Capo
fi

anteceder!,

Perfezione
e delie

pofe

fondamento

della

grandezza de'Greci dovea

fu del
.

ani

quale un magnifico e durevole edifizio elevar

Dir
favj e

fi

potrebbe che a queuo abbiano dato


poeti
,

la

prima mano

il

compimento
que' tempi
i

gli artilH

e la

f:oria

v'abbia aggiunto

l'ornamento d'un maefiofo ingreflo che a


I

lui

ne conduce

Greci

di

come

quelli tra noi che

leggono
al

ben

intendono
chi anni
ta
te
,

loro poeti, faranno rimarti forprefi


tragedia d'Efchilo
(*)
;
,

vedere po-

dopo una
fra

che credeano perfet-

comparir

loro Sofocle

e quef:i

non gradatamen-

ma con
,

un volo incomprenfibile giugnere all'ultima perla

fezione

e
.

toccare

pi alta meta a cui follevarfi polTa

umano

ingegno
jT.

I.

Un
,

falto fimile

deve aver fatto


;

l'arte

dal

maeflro

allo fcolaro

da Agelada a Policleto
i

e f
,

il

avefle dilbutti

monumenti
,

fu cui giudicarne

l'Ercole d'EtADA (a)

e'I

Giove

di Fidia

fra

il

tempo non vedremmo fra Giove d'AcEfcor-

LADA

e la

Giunone

di

Policleto quella

ftefla

differenza che

To7n.n.
(*) Egli diede l'Antigona fua prima tra, gcdia nel rcrz'anno deir olimpiade ixxvu. Vith. Mijcell. Uh. ^.cap. 8,

A
not. a.

(a) Menzionato dallo Scoliaftc d' Ariftofan i {j;j. v. yiJ^. Ved. qui afjauti p.iSi.

rg-:

SroraA dell'Arte presso


fra
'1

fcorgiamo
LIB.IX.

Prometeo d'Efchilo,
de' penferi
,

Greci 1' Edipo

di

Sofocle.

Quegli colla fublimit


fofa
ci
,

C^P.U.
l'azione

con un'efpreffione mae?


;

forprende pi che non


la

ci

commuove
all'

e nell'efporre
,

quale

fovente pi vera che pofTibile


.

moltrafi
defta in

piuttollo Itorico che poeta

Quelli
,

oppollo

ci

feno una

commozione profonda
fcnfibili ci

men
:

colle parole che colle


la ve-

immagini

penetra l'anima

ricercando tutta
,

rofimiglianzaper mezzo d'un intreccio ingegnofo


rabile fcioglimento della fua fivola
,

e d'un mi-

foftiene in noi un'afpetfteli

tazione collante
V'influirono
le

e fupera

noftri delderj
le arti del
r.

jf.
.

2.
.

pi
.

felici
,

tempi per

difegno nella Gre, ,


. .

circollaa-

2c...

eia

prmcipalmente
che precede
.

m
.

Atene

rurono que quarantanni in


,

cui Pericle refle a cos dire la repubblica


]

dur

l'oftinata

guerra

la

peloponneilaca cominciata nell'olimforf la fola guerra


, ,

piade Lxxxvii. (i)


giovevole
all'arte

Fu quella

che fu
facili

anzich eflerle funefta

limile a

que'

sdegni degli amanti, che avvivano la paffione in luogo d'eilin-

guerla
cia
;

Svilupparonfi allora interamente le forze della Gree Sparta tutto

Atene

immaginarono
;

tutto mifero

in

opera per
manifeft
gli fpiriti
i

follevarfi l'una

fopra dell'altra
,

ciafcun cittadino
le

proprj talenti

e tutte

occuparonli

mani

e tutti

Come

un animai feroce tutta fpiega


,

l'agilit e la

forza

quando

trovafi da ogni parte alTalito

cos gli Ateniefi

mo(i) Senza computar il tempo in cui vifle Dedalo coi primi allievi delia fua (cuoia , i
attefero piuttofto a dirozzare che a pcrfezionare la (acuaria , venticinque e pi olimpiadi precorfero a difporre quell'epoca felice s celebre per le arti e per le fcienze cella quale arrivarono clfe al colmo della perfezione durante il governo di Pericle , che foio, come olTerva Rollin , Storia antica, iii. 22. rar.i. e.;, art. z.p.i t p. Tom.XIL , baft ad iftillare nell'animo degli Ateniefi il guflo per tutte le arti , e a mettere in movimento tutte le mani pi abili Ei folo arriv a deflare una si viva emulazione fra i pi cecelienti artiitiin qualunque genere , che unicamente occupati del penliero di renderd im-

quali

mortali , facevano ogni sforzo per forpaflare nelle opere lor affidate la orandiofit del difegno colla bellezza e coli'eccellenza del lavoro Bench , fecondo l'ofTervazione di Vellejo Patcrcolo //i.i ca/).! fi. , ripetuta da pi moderni e confermata da varj efempj , di breve durata fia la perfezione delle arti e delle fcienze, il cui fplendore predo s'ingonibra e (vani fce ; quelle nondimeno la prima volta che arrivarono nella Grecia , vi fi mantenneto per lungo tempo: e da Pericle (ino alla morte degl' immediati fucceflbri di Alellandro il Grande , epoca del loro decadimento , vi pallarono trenta e pi olimpiadi , olfia centoventi e pi anni
.

DAI SUOI PRINCIPJ


moftrarono
ze
r
11

EC,

l87
flrettez-

tutt'i
.

loro talenti

quando

nelle

maggiori

==='=
LIB. IX.
...i-ufojc'
fy^'/^'^'"""'

ritrovarono
3.

$.

Anche durante

Ja

guerra aveano

gli

artilh

lempre

prefenti que' gran giorni in cui gli occhi tutti della Grecia

dovean

elfere rivolti alle loro

opere

e a loro ftedi

poi-'

che ogni quart'anno airavvicinarfi de' giuochi olimpici, ed


ogni terz'anno
teramente.
fted
,

al

ritorno degl'iftmici le oftilit ceflavano in,

Greci tutti, dianzi nemici acerrimi

quegli

che

le leggi

aveano banditi dalla patria


,

{a)
;

adunavano
mirando lo

allora amichevolmente in Elide


flato fiorente della

Corinto

nazione

tutti
,

obbliavano in quel
e ci
altres

momento
quaranta
.

ci che era avvenuto pocanzi


tra

che era per fuccedere

poco

Lacedemoni fecero
di

una tregua

di

giorni per celebrare una fella iftituita in onor di Giacinto (h)


Si

omife per

celebrare per qualche


e gli
.

tempo
,

giuochi ne-

mei nella guerra fra gli Etolj parte anche Romani (e) (a)
i

Achei

nella quale

ebbero

jf.

4.

Serviva pure alla generale iftruzione degli


di

artifti il li-

bero coftume
te del
di

que' tempi
;

per cui non velavaf nelTuna pareffendo ceflato molto prima l'ufo
.

corpo

de'lottatori

portare intorno alle reni una fpecie di grembiule


il

Acanto

dicef

primo che
{d)
;

fia

comparfo

affatto

ignudo
{e)

in Elide nell'o,

limpiade XV.

onde s'inganna Baudelot


e la lxxvi. (b)

quando preatleti

tende che

fiali

introdotto l'ufo dell'intera nudit negli


.

fra l'olimpiade lxxiii.

A
^'^'*' ^-^^ P'^g-^j. ^i} Paul. ?'r'/^u' /li. 4. cap.t g. pag.jz. (6)
(-) Liv. /iA.^4. Cc2p.i 5. n. 4/ (a) Ved. I.pa^. 24.6. {d} Dion. Halicarn. '^nr. Rom. lib.y. cy z. 'F^g-4-sS. V.Meuif. Mifcel. lacon. Uh. 4..

2
non ha vedute
,

jf.

?.

Cef-

ixxT.

Egli

tutte le teftimp-

Tom

cap.iS.op.Tom. irl.col.^z4.fcqq. Ce) Evoque ile la nud. des Atet.


.

Acad.

des Infcript. Tom. 1. Hiji. pag.i g. (b) Baudelot ne fiCa l'epoca all'olinipiadc

che porta Meiiilo /.e. per provare un tal ufo in tempi molto antcriori ; ma nepputc Mcutfio ha veduto Tucidide , fu cui l appoggia Baudelot , il quale Scriveva intorno all'olimpiade xc. , e dice lib. i. cap. 6. pag. 7. , che non erano molti anni, che fi era introdotta l' intera nudit ; e che in Alia molti ancia ufavauo quel velo intorno alle reni
iiianzc degli fciittori

i88
g
:

Storia dell'Arte presso


j.

Greci
dell'

jf.

Cefs

al fine

l'accennata guerra nel fecond'anno

olimpiade lxxxiii. , e fi conchiufe una pace generale s fra i che fra i Greci ftefii per la lega di trent'an, ..aapic'fta- Greci ei Perfi biliuii... ^- ^-^j.|.^ In quello tempo cominci Atene e Sparta (a)
j.j.3^
.

^^^^^"

la Sicilia

ad

eflere

tranquilla pel trattato di pace conchiufo


,

fra

Cartaginefi e Gelone re di Siracufa


;

in cui
,

furono com-

prefe tutte Is citt greche dell' ifola

onde

al

dire di

Diodo-

ro

(b)

la
i

Grecia allora altra occupazione pi non aveva che


divertimenti
;

le felte e

tanta tranquillit e

una

univerfale
full' ar-

gioja de' Greci dovea necefi^ariamente molto influire


te
;

e deefi probabilmente a
ef^a
fi

fortunate circoflanze la perfe-

zione a cui

follev per le
.

mani

di Fidia nella

men{e)
,

tovata olimpiade (a)

S'intende quindi perch Arilotane

introducendo

fulla fcena la

Pace come una dea


(

dica aver

effa della relazione


alla

con Fidia

ottu; ctrn

Trpoa-ii'Koi
i

^ni'ias

quale elpreffione lo Scoliafte antico, e

critici

moderni,
ben lon-

tranne Fiorente Crilliano

tano dalla mente di

hanno dato im quel comico fcrittore


,

fignificato
,

allegandola

come

un proverbio
...e'igoverjf.

(d)

5.
1

La morte
r

di
r

no

di

Pende

Cimone

diede finalmente a Pericle


.

h
far

libert d eleguire

fuoi gran progetti

Egli procur

di

regnare in Atene
tutt'
i

la

ricchezza e l'abbondanza coll'impiegare


,

cittadini

e quindi erefi^e tempj


,

edific teatri
e
il

co-

ftrufTe
il

acquedotti

e form porti
.

ornando
Dir
;

abbellendo
Partenione
,

tutto
,

con prodiga magnificenza

Sono noti
.

rodeo
tempi

e gli altri fontuofi edifizj (b)

fi

pu che

in quefti

l'arte riconti nciafle


,

ad aver vita

ed ebbero allora un
,

nuovo principio

fecondo
.

l'ofi^ervazione di Plinio (e)

la fta-

tuaria e la pittura

if.

7.

De-

(a) Dio(}. //3. J2. . 7. pag.4.82. [Pauf. lib.j. cap. 2^. pag. 4^7. in fine (6) iiij. ^.26. pag. 4g;. (a) Plin. lib. ^6. cap. s-feB. 4. <). . (0 in Pac. verf. 61 /.
.

Erafra. in Adag. , Leopard. Emend. lib. f. cap. i j. (b) Vlaz.in Pericle, op. Tom. I.p.ijp.feg., Mcurfio Ceram. gem. ci i.op.Tom.l. C0I.4S6. {e) lib.36. cap.s-fe. 4. ^.3.
(a!)

DAI SUOI PRINCIPJ


/.
7.
,

EC.

189
LIB. IX.

Devefl a ci

il

celebrato avanzamento delle arti forto

Pericle

fimile a quello che


e

ebbero nel loro rinafcimento


ElTe
,

in

Italia fotto Giulio li.

Leon X.
in

a cosi dire

ad amen-

due

le

epoche trovaronfi
ben coltivato
,

un terreno d'una
l'

fertilit inefau-

ribile e

da cui

induftria ricava tutte le pi


farfi

nafcofle ricchezze. E* vero che

non pu
,

un giuilo paraprecedcrono
s

gone

Ira

tempi anteriori a Fidia


;

e quei che

Michelangelo e Raftaello
che in quelH
nale
;

ma

certo

almeno che

in quelli

l'arte

avea tutta

la

purezza e

la lemplicit
,

origi-

tanto pi era kifcettibile di miglioramento


:

quanto

meno
pu
tf.

era dal cattivo gufto corrotta e depravata

nel che l'arte

rafTomigliarfi
8.

all'educazione dell'uomo
le
,

Fidia, che efe^uiva


artilli
,

grandi idee di Pericle (a)


'1

Artidi di quefio

fu

il

pi grande degli

iuo

nome
di

efler
,

rr

tempo.

dee facro
e pei fuoi
.

ridia,

nella ftoria dell'arte, che per lui

pe' fuoi allievi

fuccelTori portata fu al pi fublime

grado

perfezione

Le

pi pregevoli fra

le fue

opere erano
,

la itatua di

Pallade nel

tempio

di quefta

dea in Atene

e quella di
.

Giove olimpico

in Elide,
la

amendue d'avorio e d'oro (b) Di qual prezzo fofTe Pallade argomentar fi pu dall'oro impiegatovi, il quale,
flefTo
,

ficcome ebbe a dire Pericle

in un'aringa agli Ateniefi,

mont
pel

a quaranta talenti {a)

e'I

talento attico di que' tempi

\w.Ieva a

un

di prefTo
;

6oo. feudi romani. L'oro fervi foltanto

panneggiamento
la terta,
le

poich

le

parti

ignude del corpo

co.

me

mani

ei piedi, eran intagliate in avorio (i)


jf.

9.

Al-

(a) Che era cio il generale fopraintcndente , e direttore delle opere ordinate da Peticle . Plutarco in Pericle , pag.i jg. op. Tomo I. I pittori celebri impiegati in quel remp fono Agatarco , e Seuil , il primo de'quail era velocilTimo nel dipingere , l'altro piutPlutarco loc.cit. riferifce , che tofto lento Seufi fi gloriava di quefla fua lentezza , perche diceva , che cos le fue pitture erano pi durevoli , e a quirtavano coll'andar dcgli'anni maggior bellezza Aggiugne lo (borico , che nou ollante la predezza , con cui fi^rono e. .

le tante opere ordinate da Pericle , confcrvavano ancora a' fuoi oiorni la primiera bellezza , e integrit . Ved. appreflo al

fcquite
eie

Cupo
(b)

iil. .

7.
il

lodato fuo Efculapio Epidaurio da Atenagora Legat.pro Chn(l.pag. zgi. j. (^a) Thucj'd. Uh. z. cap.i . pag.i (i) Tutti gli antichi fcrittori gicci e latini che di Fidia parlarono , Diodoro Bibl. hift. Hb. i 2. princ. , Paufania /./. e. i y. p. 41 j. ali. , Suaboiic lib, i. pag. J4.2. in fine , PiPlin. Ub.^4.. e. i. feci, io- .i.

come

celebre anclie

&

rpo
tlB. IX.
i

CAP.

II.

Greci Alcamene ateniefe, ed Agoracrito di Paro furono jT. 9. pi celebri fra gli fcolari di Fidia 11 primo ebbe Ja glo-' ^ ^ ^
i
.
.
.

Storia dall'Arte presso

AJcamcnc.

ria di far

il

baffo-rilievo fui frontifpizio pofteriore del temin Elide


,

pio
la

di

Giove

ove da una parte avea rapprefentata


alle

pugna

de' Lapiti coi Centauri

nozze

di Piritoo

dall'altra

defimi

Tefeo che colla fcure ftrage facea de'Centauri meCos leggiamo in Paufania (a) i cui interpreti hanno
,

tradotta

fiella

volta la greca voce ec To7q iroi che

febbe;

ne

fia

nel

numero

del pi, indica tuttavia


,

un apce folo
il

altronde neffuno de'tempj quadrilunghi


to, avea la volta,

qual era

mentovala fteffa
jj^j

ma

bens una

foffitta

piana. Per
:

ragione fono ftate mal tradotte


'^

le

parole feguenti
tovto *A?k(p8/j
(

av^n
vrov

iiis KixTurtv
,

g'5

g-ivp

(gjj

xtxTzie

'tt'

^iTToiiTut
in

che fono

fiate intefe
;

d'una volta

hic f laqneare
,

angujum fajigum contrahit (a)

poich Paufania

dopo

di

aver defcritta la corfa di Pelope e d' Ippodamia efprefla nel


frontifpizio anteriore di quefto tempio
,

foggiugne che
.

fulla

cima di

elfo vedeafi

rapprefentato

il

fiume Alfeo

Quello Alcame-

Utco m Pende , pag. ifg. Fro imag. . 14.. open Tom.


^'^B4-

feq.
il.

Luciano
,

pag. 4.9 z.

Cicerone Deci. ora:, cap. 64. n.zzS., Plinio e. S.feB.io. . I. , Quintiliano lib.iz. cap. IO. , ed altri fecero a gara nel celebrare le lue opere Oltre la Pallade e '1 Giove Olirnpico , a' quali accrefccvano pregio diverfi minuti finiffimi lavori efeguiti da lui con im.

pareggiabile maelbia [ come fi fatto ofl'crvare fopra alla r,;^. ,'j-. noi. a. ] , altre ftatue pur in avorio di qucfto grande macftro rammentanti dagli anticlii , i quali ne accennano eziandio alcune in bronzo , ed anche in ie'gno . Pi comunemente per lavorava in

pingefTe il fuo Giove Olimpico 1 certo che la fcultura fu l'arte che lo rend immortale . Non oftante per un merito si dichiarato, la gelofii e l' invidia lo prefc a perfeguitarc . Quanti emoli invidiofi abbiano tentato di nuocere a Fidia , raccogliefi da Plinio e <la Plutarco , al quale per creder non poflo che s celebre fcultore abbia finito i giorni fuoi in carcere , o per veleno appreRatogli da'fuoi nemici Il Giove Olimpico ftata opera pOr fleriorc al tempo in cui vuoili da Plutarco
. .

jnarmo

Plinio /oc.

cir.

gli

attribuifce altres

di lavorar al torno , perfezionata poi da Policleto ; ma tal gloria gli viene contrariata da Salmafio P/in. exerch. in Solin. cap. jz. Tom. il. par.-'^y. [ Vcd. qui ejl, fcrive Epittcto prelTo Arriano /ib. i e. 6., avanti p. 0. / 0. ] RoUq Storia ant. T. XII. ad Olympia proficifii vos , ui Pkidif. opus lib zz. cap. j. are. z. pag. / 77. fcrive ch'ei fpccfetis , ac fi quis ante obitum non viderit "fu anche pittore ; ma non dice donde abbia pr infortunato fcipfum reputare ? tratta quefta notizia [ L'avr tratta da Plinio (.a') lib. f. cap.i 0. pag. ^(qlii>. j. Cdv. S feci. ^4. , il quale dice che (a) Sono ftate cosi benidlmo tradotte . prima fu pittore , e poi fcultore , e che di- perch laqueare vuol dire foffitta piana
. .
.

V invenzione

Fidia V. Gedoyn Hift. de Phidias , Acad. des In feri pi. Tom. IX. Mm. p. i p6. era la ftima che ( faceva di quefta [ Tanta flatua , e il fanatifmo de" Greci per eda , che tutti generalmente andavano a vederla ; e fi credevano sfortunati coloro , i quali non poQua dementiti tevano avere un tal piacere

morto

DAI SUOI PRINCIPJ


CAMENE
ebbe
il

BC.
,

ipi
la

fu

pur
r

il

primo che
di
1-

fece un' Ecate triforme


,

quale
^^^' ^^'

foprannome
di

ETriTrvpyi'Six
/
^
.

forf

perch una coro-

GAP. U.
a chi formafAgoraaicg..,-

na aveva a roggia
f.
f

torre {a)

IO.

Alcamene gareggi con Agoracrito


itatua di

ed ottenne il premio dagli , una pi bella perch era loro concittadino (/>) Agoracrito a Atenicfi
,
.

Venere

cui dolea di quello giudizio

non volendo che

la fua

fta-

...

fu Venere,

tua rimaneffe in Atene, la vend a


dell'Attica
flelTo
((/)
,

Ramno,

piccolo borgo
di Fidia
,

(e)
il

ove da alcuni teneafi come un lavoro


,

quale

ficcome molto amava Agoracrito


lui

metlo

tea fovente

mano

nelle di

opere

Di ci non contento
il

fcultore
diella

volle che la ftatua fua cangi alfe per fino


di loro dovefle
(

nome

a'Ramnusj a patto che prefTo


fimulacro di Nemefi (a)
ftatua (b)
)
,
.

tenerfi co-

me un
era
(

Alta dieci cubiti

SutacTruxo
di

la

e teneva

in

mano un ramo

fraffino

fji'jMx
jf.

(e)

II.

Nafce qui naturalmente una quiftione


,

che pur

non
due

caduta

ch'io fappia

in

mente ad alcuno
?

Come mai
muove
vedivil'al-

Venere potea rapprefentare una Nemefi


altri

tal

richieda
ella

dubbj

la

Venere d'AcoRACRiTo era


l'attributo che ad
fi

nuda o

ftita?

e qual era

mai
,

amendue quelle
tale ftatua

nit folTe
tra
?

comune
al

onde prender
,

potelTero l'una per

Riguardo

primo

rifpondo che
la

probabil-

mente era panneggiata come


di

Venere
,

di

Pkassitele nell'ifola

Coo

(d)

e riguardo al

fecondo
del

ripeter ci che
(cf)

ho
,

det-

to intorno ad

una

gemma
,

mufeo Stofchiano
villa

e
,

pi

diffulamente
quali

intorno ad una ftatua della


fi

Albani

nelle

Nemefi

ravvifa (/)

cio che quefta dea rapprefentarfi


fo-

(a) Vi\iC. nb. 2. cap. ^o.pag.i So.


(i) Plin. Iil>.j6. cap.f.
(e)
feci.

4. .^.

VnnL Hb.. cap.^^.pag.Si.

(d) Suid.

&

Hcfych. r. "Pa/itei/.

(e) Paufania , ed Efichio /A cf. (d) Plin. //i..;(f. cap.j.Jea.^.. . /. (e) Defcript. dcs pierr. gruv. du Cab. de Scjfih , cl.z.fici.iy- n.i 8 t0.pag.zg4..

(a) Plin. loc. cit. Cb) Eldilo loc. cit.

(/) Man. ne.

i/ied.

Pur.

1. c..

pag. jg.

192
foJea col
LIB. IX.

Storia dell'Arte presso

i
il

Greci
petto in atto di fo-

manco braccio
;

piegato verfo

fener ivi la verte

e tal braccio fervfa per la mifura


)

comune

CAP.

II.

del cubito {yrvyer

preiTo

Greci

cominciando

dal gomito,

fino

al

nodo dimezzo
,

delle dita.
,

Quefta mifura indicava che


le

Nemefi
con
,

dea della retribuzione

giuftiflima mifura giudicava

buone opere e le cattive dando pofcia i meritati prela


il

mj o i dovuti caftighi . PofTiamo per tanto credere che Venere d'AcoRACRiTO fl-efTe nel medelimo atteggiamento ,
quale per far ftato in
quel pudore
,

elfa indizio

di

quella modeftia e di

che efprimer volle Prassitele nella fua Venere

ignuda

la

quale con una


,

mano
,

tenta di coprirli
,

il

petto

e
.

vuol coU'altra

che tien pi baffa

celare altra parte

(a)

non avrebb'egli lo fcultore potuto dare alla fua Venere il nome fenza farvi nelTun cangiamento ed il lignificato di Nemefi ? Per rapprefentarla pi perfettamentutto ci s'accordi
, ,

Quando

te

avrebbe tutto
(b)

al

pi potuto aggiugnervi
.

il

ramo

nella de-

ftra
Guerrapcioponnefiacano dannofa alle
jf.

che teneva abbalTata (e)


n

Nell'anno primo dell'olimpiade lxxxvii. cio in ir r n J' queiJ anno Itello cui rioiA termino Ja mentovata (tatua di
12.
,

<

Pallade

e cinquant' anni

dopo

la

fpedizione di Serie nella


il

Grecia,

le oftilit fin allora ufate

accefcro

fuoco della guer-

ra peloponnefiaca, di cui fu principal cagione la Sicilia, e


in
(a) La Venere di PrafTitele a Gnido , di cui ibbiamo le copie nel Muko Pio-Clcmcutino, come ho notato nel Tomo l.pag.^, 6. not. e. colla niano finiftra reggi; un panno, che prende di fopra un vafo pollo .iccanto
, ;

anche

Owens
,

Orat. de Nemefi Phidaca

(e) Plinio

come
,

gi

fi

rilevato alla

pag.170. not. z. mette Egia nell' olunpiadc ixxxiv. , e lo fa contemporaneo d'AlraraeDi re uritaincnte a Crizia e Neftode
, , .

to

era la liniltra
f'^P-

..-..,

"1"

..

miniai' avM-iii

pv-ii'i-witv.

come icnvc Paulania

^S"

**-*-^

'*-

'i<-"w

/i6. 1.

S-r^e- 't-, il quale agguigne che ncva nena deltra un vaio lavorato abaffi
lievi

teri-

che rapprefcntavar.o varj fatti ; e ave, va in capo una corona con dei cervi , e imjr.Jgir.i della Vittoria Tutte qucfbe cofe ve Je avr aggiunte apprelTo l'artiila. Veggafi
.

Arillogitone , come ho detto alla (\.e(^L pagira ; e ouefte nell'olimpiac lxxv, furono tolte dal Ceramiio d'Atene ovo (lavano e portate in Perfia da Serfe nel lo fpoglio , che fece di quella citt Paufani Ub. i ."cap. t 8. ras. zo. Vcd. appreflb al . 31
,

dArmolio

t6

DAI SUOI PRINCIPJ


in efTa

ebbero parte tutte

le

citt

193 greche. Gli Ateniefi allora^


s

IC.

fotfrirono per

una perduta battaglia navale


.

fiero

colpo

LIB. IX.
,

di

CAP. U.
cui
fi

rifentirono lungamente (a)

NcH'olimpiade lxxxix. era


,

bens ftata conchiufa una tregua di cinquant'anni

ma un

an-

no dopo
il

s'infranfe

ricominci

la

guerra

e allor folo cefs la forza di

furore
.

quando Quante

la

nazione ebbe perduta


le

comfi

battere

fofiero

ricchezze d'Atene a queft'epoca

pu aigomentare
guerra contro
de'
i

dai tributi
,

importi in tutta l'Attica per la


in cui gli Ateniefi

Lacedemoni

erano

alleati
.

Tebani
13.

quefti tributi afcendevano a S7SO- talenti

(/<)

jT.

in

tal

guerra del pari che nella precedente parve


vegliafl^e
fra'l

che un favorevol delHno


fe
i
,

fulle

arti

come

fulle
,

muonde
opepoitrasi

che tranquille reilarono

tumulto delle armi

poeti egualmente che


.

gli artifti

perfezionar poterono

le
,

re loro

La poefia era foflenuta ed animata dal teatro


,

ch

il

popolo d'Atene

anche ne'maggiori
,

difafliri

non

cur mai

gli fpettacoli teatrali


difFatti

anzi gli annoverava fra


la

bi-

fogni della vita:


ra
di

quando
,

citt, fotto

la

prefettu-

Lacare
,

macedone
(e)

fu

da Demetrio Poliorcete cinta

d'afTedio

ferviano in qualche

modo

le

rapprefentazioni a rela

primer
ra
al
,

la

fame

e leggiamo che

dopo

mentovata guer,

quando Atene era

nelle maggiori anguftie


di

fu ripartita

pubblico una certa


,

fomma

denaro

di cui

ognuno ebbe

una dramma
tro
.

cio quanto pagarfi dovea per entrare nel tea-

N
i

ci tanto flirano quanto per avventura lo fembra,

poich

Greci teneano per facri

gli

fpettacoli teatrali
fefte
II
,

e fce-

gliere folcano quafi

fempre

le

grandi
.

e quelle di

Bacco

principalmente

per rapprefentarli

teatro d'Atene fu al-

tres celebre nel

primo anno
,

di quefta

guerra a cagione della


,

gara tra Euripide

Sofocle

ed Euforione

per

la

tragedia
della

Tom. IL
(a) Liv. /a. iS. cap. 22. n. 41. (i) Polyb. Hifi, lib. 2. pag. t^S. B.
(e)

B b
p.

Dionyf Halic. De Thucyd.jud. c.it. 234, oper. Tom. il. [ Non dice tal cofa

194
della
LIB. IX.

Storia dell'Arte presso

Greci
(d)
,

Medea

in cui

coronata fu quella del primo


fi

nei feguenti giuochi olimpici


figliuolo del

CAP.

contefe fra Dorieo e

come Rodo
.

II.

famofo Diagora
che
,

il

quale riport

la

corona

Ci

aflcura Plutarco

Greci fpefero di pi per far rappre,

fentare \q Baccanti
e 'Elettra
,

FeniJJlt

V Edipo

VAntigona,

Medea

che per difendere contro

barbari la propria

li-

bert

(b)

Tre anni dopo


colle fue

la

rapprefentazione della
:

Medea

comparve Eupoli
Ariftofane
fi

commedie

nella fteffa olimpiade


,

fece

un nome colle fue Vefpe


,

e nella feguente
,

cio nella lxxxviii.

diede due altre

commedie

vai a dire le

Nuvole e
Aiior fiorirjT-

gli Acarnefi

14-

no

altri

gran-

^iartirti.

jrri produlle Je
nomate
allorch
,

Al Cominciar della guerra peloponnefiaca opere


il

pm

i-i-v grandi, le pai


,

l'arte
\

perfette, e le pi
,

ri-

cio

Giove Olimpico
mife

a cui Fidia

finita la Pallade
,

mano

infieme allo

dopo d'aver fcultore Colote (0


:

coftretto a lafciare

Atene

portoll in Elide

amen,

come dicemmo d'oro e d'avorio e feffanta cubiti aveano d'altezza (a) Quando col tratto di tempo dilataronfi le commelTure dell'avorio riunille Damofonte ,
le ftatue

due

eran

fcultor mefienio

e riportonne dagli Eliefi un pubblico argo.

mento
rirono
SILAO
PoKdeto.
jT.
,

di

onore

{d)

Plinio (b)
,

fifTa

all'olimpiade, in cui co-

minci quefta guerra


i

l'epoca nella quale maggiormente fio,

celebri fcultori Policleto


e

Scopa

Pittagora

Cte-

MlRONE

15*.

Policleto era un fublime poeta nell'arte fua


figure
la

cerc di fuperare nelle fue

bellezza della natura

mcdefima
di

quindi la fua fantafia occupavafi principalmente


,

forme giovanili
la

onde
di

far fenza

dubbio meglio
,

riufcito

ad efprimere

mollezza

un Bacco

la fiorente

giovent
d'un
Plin.

(d) Epigr. gr. ap. Orvil. Anim. in Charit. lib. j. cap.^. pug.^Sj. Tom. il.
(.i)

Bellone
/li,

an pace
il.

clarior.

faer.Athe-

nien oDtr.

Tom.

U) Pha.

pag. 340. ^4. cap. 8. fel.is-^. 27.

(a) La Minerva era di ^6. folamente Iil>.j6. cap.r. jcB. 4. . 4. (i) ^auLllb. 4. cap. ^t- pag. 3S7(b) Uh. 34. cap. 8. fea. ts.

DAI SUOI PRINCIPJ


d'un Apollo
,

EC.
,

S^

che
.

la

robuftezza d'un Ercole

l'et

matura
^^^

^^'

Per quefta cagione coloro che voleano biafimarlo diceano , che Ci defiderava maggior efprenione nelle cio che le parti vi fi foflero pi fortemente infue figure
d'un Efculapio
,

dicate (*)
5)',

16.

La pi grande

e di

la

pi famofa opera di Policlein

...fue opere

To era
d'oro

la flatua colofTale
;

Giunone

Argo

d'avorio e

pi bello de'fuoi lavori erano due giovanidelle quali una diceafi il Doriforo ( porli ftatue d'uomini (b) , ta-lancia ) probabilmente per la lancia che teneva , e l'altra
(a)

ma

il

chiamoffi

il

Dtadumeno
la

cingentefi
,

perch ftava cingendoli

con una benda


in Elide (d)
.

fronte (e) (**)

come

il

Pantarce

di

Fidia

Il

Doriforo
,

fervi in feguito di

norma per
j^.

le
.

pro-

porzioni

agli artilti (e)

principalmente a Lisippo

(a)

B b 2
(*) Dlgentia ac decor in Pclycleto fvpra cttercs : cui quumquam a pUrfque trihuatur palma , tamen re nihil aeuahatu: , ham , ut iiumar.n jordeejfe pondus putant wt aecortm adiiairit Ji-fcr rerum , ita non expleviffe deorum authoritatcm viaetur Quin ttatcm quL-que graxiorim xidctur refugijfe Quint. In/i. nihil aujus ultra leves gercs
. . .

17.

Mol-

villa Farnefe flato imitato il Diadumcno di Policleto , o una fua copia almeno . Ignuda e tal feura, alenar to minore della grandezza naturale , in atto di legarli una binda interno alla ficrte , e ci clie ben raro , le fi confervara la mano , cor cui fi cinge . Una figurina in bailo rilievo a qucfla fomiglievolc vedeafi , non ha guari , b una piccola urna

Fare clic Dicnifo d'AHcarDe Ifocr. jud. nun^. j. oper. Tom. il. pcg.ij2 ne dia un giudizio lutto oppoflo , paragonando Policleto a Fidia , e rilevando il loro merito per una certa fodezza , o gravit , dignit , e n-aeftria , che vcdtafi nelle loro opere xar ri giftjir , x, fifya.\rtHi. I nafTo
2. cap. 1 0.
[
:

della

villa
;

Sinibatdi coli' ifcrizione

DIADV-

MFNl
Rema

e fu

una bafe marmiorca d'un antico

candelabro nella rhiefa di s. Agnefe fuor di Pio-Cle[ oia amendue nel Mufeo , mentino ] ; fu due altre fmili bafi nella villa Borghefe faltan fuori dalle foglie due elegantemente lavorati Amoretti, che cingonfi

iia l'autore

Cicerone , o altri che . Rhctor. ad Herenn. Uh. 4. e. 6. n. 0. lo fa eccellente (opra tutti nel lavorare il petto delle figure ; che non poi la parte pi difficile j pet non dire , che la pi facile Noter a qiiefto p'opofito , che f, ricava da quefo fcrittore loc.cit., che screralmente i niaefri davano ai loro fcolari per n-odelli da ftudisrfi le tefte di Mirone , le braccia di PralTtele , e petti di Policleto . (a) Pauf. lil>. 2. cap.i'^.pag.i^S.tin.iS.
>

|(/riT/)tcir
,

con una benda

la

fronte

(d) Pauf. l.j. CI I. pag. 40t.lin.2j.fegg. (e) e chiamavafi per antonomafa // canone, come abbiamo da Plinio l.^4.c.8.feci.ig. %. 2. , Luciano De mone Peregr. .p. T. iti. pag. s^i. , e da Galeno De temperam.lib.i. cap.ult. op. Tom. ll.pag.jo. , e De Hippocr. & Platon, pldcit. Uh.;, e. j. Tom. V. p. i 62.

ove

(b) Plin. Ice. cir. % z. (e) Lue-ano in Philopf. i.i S. op. Tom iti. pag. 4.J. Ved. apprclTo al . j / (**) E prcbal'ile che tale fiatua fovente fia fiata copiata e forf in una figura della

cke Pclidcto fefo cos la chia, che la form fecondo la regola delle proporzioni , e della fimmetria delle parti , che aveva efpofte in un libro intitolato parimente // canone , oflia la regola Tzetze Ckil. 6. /lift. tgt. verf. ^2j. dice che anche una di lui pittura ferviva di regola ai pittori {a} eie. De dar. crai. cap. So. num. zg.
fcrive
e

196
jT.

Storia dell'Arte presso


17.

Greci
,

Molte

altre

opere fece Policleto


di

fra le quali fon

LIB. IX.

celebri due ftatue in


tanti

bronzo

grandezza mediocre rapprefen-

CAP.

JI.

due Canefore
Cerere

cio fanciulle che fui capo portavano in


di Pal-

cefte di vimini intrecciate certe cofe facre pei milleri

lade

di

e di altre divinit

Forf da quelle di Polil'altra


(a)
, .

CLETO copiate furono due Canefore pofte una contro


in
11

un

baflb-rilievo di terra-cotta

che io ho pubblicate

faper che quelle depredate furono in Sicilia da Verre

(b)

portate a
jf.

Roma

rende pi probabile
di

la

mia congettura

(a)

18.

Copia d'un'aitr'opera

Policleto potrebb'efTere
(b)
,

altres

una figura del palazzo Barberini

rapprefentante un
.

fanciullo che

morde

il

braccio d'un' altra figura perdutafi

Quelli due fanciulli erano rapprefentati ignudi, e chiamavanfi

'AcpxyaXtXofTis

giuocanti

ai

dadi

(e)

Chi volefle formar


,

delle congetture fui foggetto di tali figure


vi
fi

dir potrebbe che


,

era voluto rapprefentar Patroclo

l'amico d'Achille
al

il

quale elfendo fanciullo in una contefa nata


col fuo
,

giuoco de'dadi
l'uccife {d)
,
.

compagno Clifonimo involontariamente Un dado veduto nella mano della figura mancante
gerito
al
,

mi ha

fug-

penfiero tale probabile fpiegazione di quefto lavo-

ro

(e)

che io dianzi credea


di

difficilifimo

ad intenderfi

{e)

Paralo e Santippo figliuoli

Policleto (/) non uguaglia.

rono
(,a)

nell'arte

il

padre loro

(i)

jf.

ig. Sco:

nomina una
cleto
.

ant.ined. num.iS z. ih) Cic. in Verr. aci. 2. Uh. 4. cap. J. (a) Dione Grifoftomo Orat.jv.p. 46 ;.D.
ftatua d'Alcibiade fatta

Monum.

tu

mordi come
i ;

le

donne
.

ed egli rifpofe

Tale rifpofta fi no , ma come leoni memorabile ma non polfiamo credere

refe rap-

da Policavalier

(b)
(e)

Ora
.

in

Londra preflb

il

fig.

Tovi'nley

W)

Plin. ib.^4.. cap. S. feli.ir>. . 2. Apoli. Biii. Uh. 3. cap. 12. in fine,
1.

pag. 22

(e) Abbiamo da Plutarco Apopkthegm. , oper. Tom. il. pag. 1S6.D. , che Alcibiade fanciullo lottando con un altro fanciullo , ed

prefentato Alcibiade nel noftro monumento in quell'atto di mordere ; giacch egli lottava, e non giuncava ai dadi {e) V. Prface la Defcript. des pierr. grav. da. Cab. de Scofch , pag. XV. (f) Plat. in Protagor. up. Tom. I. p. ^28. D. T Parla dei figli di Policleto, fenza norninarli ; e li dice coetanei di Paralo e Santippo, che erano figli di Pericle, come avea detto poco avanti pag. ^i^.princ. Dice vera-

eifendo ftato da qucflo s fortemente afFerlato e ftretto da non poterfene fvincolare


,

mente

gli

moife una

mano

Quello

gli dilfe allora:

che erano di gran lunga inferiori al , merito del loro padre ; ma foggiugne , che eflndo ancor giovani , potea fperarfi che

DAI SUOI PRINCIPJ


jf.

19.

Scopa

dell' ifoJa
il

di

197 Paro dee, fecondo Vitruvio ,


(a)
,

EC.

aver ornato co' Tuoi lavori

Maufoleo

quella

tomba cio

LIB. IX.

che Artemifia regina della Caria erefle allo fpofo fuo


folo

Mauor-

CAP.
Scora

II.

morto nell'olimpiade
il

evi.
;

Plinio dice che abbiane

nato

lato orientale

(/')
,

ma

poich Scopa

fecondo que,

fto fcrictor

medefimo

fioriva nell'olimpiade lxxxvii. (c)

da queflo tempo fino all'erezione del Mufoleo trafcorfero venti

olimpiadi

cio ottant'anni

io
,

non
a

fo

come accordar

Pli-

nio con s

flelTo e

con Vitruvio
ftefFo

mo

due fcultori dello

meno che non ammettianome (a) Una contradizione mag.

giofaceffero col
te
:

tempo ma.ijgiori progreHl nell'arqual rifl;lfonc viene a confermare , chePolicIeto fiorillc nell'olimpiade ixxxvii., come dice Plinio ; poich Platone , fecondo Laerzio /ih. ^. princ. , nacque nell'olimpiade Lxxxviu. , e quando fcrilfe ci , che (i riferito , poteva aver conofciuti i figli di Policlcto ; i qaali per altro doveano gi eflerc avanzati negli anni , mentre egli dice , che
la

veva

ai

tempi di Simonidc

Teflagli.1 era

e un altro di , contemporaneo a quefto Scopa

di Paro , ma erano forf amendue filofofi . Vegg. Laerzio lib. 2. fegm. 2/. , e ivi Menagio Tom. il. pag. H4.. , Leopardi Emendai, lib. ^. cap. 14. Un altro , che era meccanico, e che viveva probabilmente intorno allo ftelfo tempo , lo nomina Vitruvio /. p.

erano padre

gran lunga inferiori al merito del paragone , che non ( farebbe potuto fare fc non data qualche proporzione di
di
:

cap. g. Per conciliare la detta contradtzione io direi , o che in luogo di Scopa , che Plinio mette nell'olimpiaSe Lxxxvrr. , fi pofTa collocare altro artifta , che per affinit di no-

et . fi) Affai vantaggiofo giudizio delle opere di Policleto portarono gli antichi , e fpecialmentc Paufania Uh. z. cav. 2-'. pag. :74.& alibi, il quale lo riconobbe eziandio per valente architetto , ed autore d'un ben intefo teatro, e di una bella fabbrica rotonda pref-

Ca (lato dall'amanuenfe mutato in queoppure f ammettiamo per giufta la lezione direi, o che fiano due diverfi artifti dello ftelTo nome , o che Plinio abbia per inavvertenza nominato Scopa al luogo citato in vece di nominarlo poco appreffo dopo
flo
;

me

Praffitelc.
fi

Qualunque
,

di quefte conciliazioni

fo gli Epidaurj . Piacevole ftata la maniera , con cui racconra Eiiano Variar, fiiji. lib. T4.. cap. S. elTerli Policleto prefo gabbo degli Urani giulizj del volgo . Fece egli due ftatue , una in fecrcto , fecondo i principi
dell'arte
l'altra in un luogo aperto , met; tendo in efccuzione nel lavorarla tutt" i fugcerimenti di coloro , che entravano a vederEfporte alla fine amenduc al pubblico , la d'una voce comune fu fommamentc lodata la prima , derila e bialmata la feconda Allora rifpoC Policleto la ftatua che s biafimate , la voftra ; quella che si lodate la mia [ AU'oppofto Fidia , che tenne lo fteffb metodo nel fare il fuo Giove Olimpico riport molto vantaggio anche dai giudizj Luciano Pro imagin. .14. oper, del volgo
. .
:

io foflengo , che lo Paro , di cui tratta 'Winkelmann , abbia veramente vilfuto nell'olimpiade evi. Primieramente , perch in qucft'epoca fi accordano Vitruvio , e Plinio , e noQ molro f ne allontanerebbe Paufania , fecondo cui nell'anno primo dopo l'olimpiade xcvi. direlfe la fabbrica d'un tempio , corne In fecondo luogo , Plidir qui appreflb fi nio lib. ^6. cap. j. feci. 4. %. 7. ove tratta a lungo di Scopa , difcorrcndone coerentemente all'epoca dell' olimpiade evi. , lo novera fra gli artifH , che hanno fiorito dopo Praffitele , cui dice Uh. ^4. cap. S.fcB. ip. princ.

voglia ammettere
dell' ifola di

Scopa

Tom.
(a) (5)

ri.
lib.

pag. 4.gz.
7.

inpnfat.

^6. cap. f. feci. 4. . g. (t) id. lib. J4. e. ..feci. /j. . /. (a) Gli Scopa fono flati varj . Uno ne vilib.

aver fiorito nell'olimpiade ci v. In terzo luogo , numerando le di lui opere nel cirato . 7. dice Plinio , che la Venere nuda fatta da lui , e porta nel tempio di Bruto Callaico , era pi eccellente della Venere di Prafllrelc a Gnido , febbene in Roma non folfc olfcrvata a para^ionc di quella celeberrima in tutto il inondo Cecine intendo Plinio l.tic. ^.j. 7. S,

19S
LIB. IX.

Storia dell'Arte presso

Greci
(a)

'giore, che fcioglier non feppero n Salmafio


CAP. n.

altri (Z),

nafce intorno a un paflb di Plinio

ove leggefl che nel tempio

di Diana Efefina v'erano trentafei colonne dal folo Scopa incife


(

calata uno a ScopA

(e)

Qui l'anacronifmo farebbe ancor


gi gli fcultori
.

maggiore, elTendo
de evi.
(a)
;

flato

quel tempio edificato nell'olimpia-

oltre di che

non fono
colonne
e

ma

gli

fcarpellini che tagliano le

Togliefi per ogni


,

diffi-

colt

ove leggali Citlau uno


(b)
,

fcapo (i)

cio fatte tutte d'un


il

pezzo folo
colonna
(2)

fapendofi che fcapus fignifica

furto della

jf.

20.

La

fcnra la (piegazione , che vi d il fignor Bronota anneflavi nella fua edizione , e non rapendovi trovare la contradizione , che vi trova il fignor Falconet nelle fue note
tier nella

allo fteflo

luogo

ceuvr.

fegg. )

e che fola
,

Tom. IV. pag. ^7^. badava a render celebre


:

qualunque paefe ove fofTe fiata collocata il che fa ben capire che lo ftile di Scopa folTe migliore o non inferiore almeno a quello di Praflltele , e per conft'guenza non ma o contemaveffe vivuto prima di lui poraneamente, o dopo. Per ultimo, Plinio
, , ;

nomina
fare

di

lui
,

gli ornati
;

emoli , o baffi

competitori nel
al

rilievi

Maufoleo

contradizloni che ne rifultavano f Piuttoflo fignor Heyne poteva dire , che eiTcndo il {lato fatto quel tempio nello fpazio di 110. anni , come dice Plinio loc, cit. intendendo del vecchio tempio , e non indicandofi in che anno vi abbia lavorato Scopa , non ci farebbe contraJizionc alcuna ; avendovi anche poruto lavorare qucH'arrifta circa l'olimpiade ixxxvn. , in cui lo mette Plinio , f non oflafie ci che ho detto alla pagina antecedente , nota A. (b) Io non fo quale Icrittore avrebbe potuto dire colum <s. uno e fcapo , colonne d'un fuflo folo , per dire colonne tutte d'un pez.

fuddetto
le altre

in quello

cofe accennate , opere , parla tanto chiaramente , e con tal dettaglio , che non pu crederf abbia errato , o prsf le notizie da altri fcrittori fen-

propofito , che per ed altre molte lue

zo
del

Molto meno
:6.
,

oualc Uh.

Toro

crederci ci di Plinio , il ca". f.fiS. 4. .io. parlando ora di Farnefe , per dire che era

za

riflettere

e. if-o.pag.jyt, feqq. (i) Polcn. Dfferta\. [opra al Tempio di Diana d'Efefo , Saggi ai dijfert. dell Accad. di Cortona , Tom. 1. (e) Plip. /. s;6. e. 14. feci. zi. \ Cos pretende Salmafio loc. cit. pag. j? i. D. che debba emendarfi Plinio lenza darne ragioni , quando la vera lezione fcmpre fiata calati , una a Scopa ; come offetva anche Poleni loc. cit. IX. pag. 14. (a) In quefla olimpiade fu bruciato da Eroftraro nella fletfa notte , in cui nacque AlcHardro il Grande col favore del quale fu riedificato in appreflo Ved. Salmaiio loc. cit. pag. /r/. (i) Il fignor Heyne non approva quella correzione del teflo di Plinio , e crede piuttofro che quefto forico avendo fott'occhio diverfi autori , abbia da tutti copiato ci che faceva al fuo ptcpofito fenza far cafo delle
, . ,

(a) Plin. exercit. in Solin.

, ha detto, ex eodem lapide; Laocoonte .jr., ex uno lapide: come avrebbe detto Paufania HI). K. cap. ^7. pag, tf-T f ; Iri ir' l/ittat y'Uv e Jo/ido Cf

tutto d'un pezzo


e cos del

E poi era forf cofa particounico lapide lare , e maravigliofa da farfi notare , che in cento ventifette colonne , le quali adornavano quel tempio famofffimo, trentafei erano tutte intiere , e d'un fol pezzo, quando in tutta la Grecia far fiata cofa ordinaria il vederne J Bens Plinio accrcfccva pregio a quel tempio col dire, che delle jtf. colonne lavorate, forf nei capitelli , con ornati , o baffi rilievi ( come deve fpicgarfi la parola cdats, , non tagliate , come fpiega Vinkelmann ) una era opera di Scopa , ar.

tifla

celebratffimo.

(z) Scopa lavor eziandio in bronzo , e fu inoltre architetto . Una fua Venere in bronzo , che chiamoffii Venere popolare , fe-

dente fu di un capro parimenti di bronzo, vicn ricordata da Paufania li!>. 6. cap. zj. pag. fi6.', il quale rammenta pure due temrj da lui architettati , quello d'Efculapio,

DAI SUOI PRINCIPJ


Jf.

EC.
di

I99 Scopa,
^^^' ^^'

20.

La Niobe da alcuni era riputata Javoro


Prassitele
.

da

altri di

(a)

a cui
,

pur

l'attribuifce

un greco epiftef-

gramma

(/>)

Se la

Niobe

di cui parla

Plinio, quella

suaNiob.

fa, che vedefi in

Roma,

pi verofimilmente
,

pu
il
,

crederfi di

Scopa molto anteriore a Prassitele

efTendone

panneggiache carataltre figure


villa

mento

nelle figlie di
;

Niobe
e
,

di quella femplicit

terizza l'arte antica


eQ figlie di

poich veggonf

in

Roma

Niobe

quand'anche quella della

Medici
,

credafi

una bella copia anzich l'originale medefimo


di forza

(a)

noa
nafce
,

perde punto

l'argomento da
folTe la

me

addotto

Ma

un dubbio
dezza

che diverfa

Niobe rammentata da

Plinio

poich un'altra ve n'era


,

in

Roma
fi

anticamente d'eguale gran,

e forf in fimile atteggiamento


al

da cui fu ricavata in

gefTo la tefta che

prefente
.

vede

non fapendofi ove

ne trovi l'originale
flile

(b)

Or
,

tale terta

ha

tutt'i caratteri dello


.

pofleriore
,

e de' tempi di

Prassitele

L'incafi^atura dell'

occhio

e le fovracciglia
,

che nella Niobe in

molto

taglienti

ivi

fono ritondate e
in Belvedere (e)
il
;

marmo fono ammorbidite come


,

nella tefta di

Meleagro

il

che indica quella


e

grazia di cui Prassitele fu detto

padre

con maggior

fi-

nezza lavorati ne fono


che abbiamo in quefta

capelli

onde non

improbabile
di quella
.

tefta

un frammento

Niobe,
21.

che dal greco epigramma vien rammentata (d)

jT.
t. cap. zS. pag. jS. , d'altro di Minerva a Tcgca , ibid. cap.4S. P^i- 6 OS- [ Nota Paufan la in quello luogo, che fu reftaurato qacfto tempio forco la direzione di Scopa nell'anno primo dopo l'olimpiade xcvi. Fra le altre opere celebri di lui Plinio /. j6.
lli.
e.

Do-

fatta da migliori oricfeguita da diverfi artefici pi o meno buoni , e forf anche aggiuntevi da Si pu queft quelle figure tanto inferiori dare inoltre , ch'elleno fieno in parte rilavorate ne' balli tempi , e ftorpiate tanto coi

rodo per una copia


ginali
,

j.fid.

4.. .

7.

uomini

di cui credefi
fi^ig.i

una copia

l'Apollo Palatino , nel Mufeo Pio-Cle-

moderni

nientino , ficcome ho gi notato Copra alla 18. not. B. (j) Plin. lih.:^6. Cdp.f.fea.4. . 8. (A) Antkol. ab. 4. cap. p. n. 1. (a) Cos pretende il (ignor Metrgs nelle due lettere a monfignor FaBroni , inferite nel Tomoli, delle fue opere ; fcrivendo nella prima i^-pag.y, Potrebbe prcnderC piut:

che cogli antichi reftauri fatti , avanti che fodero difotterrate . (b) In Inghilterra (e) Mercurio , come pi volte fi detto avanti Mengs loc. eh. pag. 1 1 .n.j. nega a Winkelmann la differenza notabile , che tro.
.

va nelle fopracciglla della Niobe , e dell'altra tcfla , di cui fi ha il gelfo in Roma . (d) Tutto quello bel difcorfo del iioftro Autore qui 1 e nel Trattato prdim. ai mon.

200
$.
LIB. IX.

Storta dell'Arte presso


21.

Dovea
,

tal

gruppo

>

oltre la

Greci Niobe e
,

'1

di lei

mafi.

rito

Anfione
;

rapprefentare fette loro


delle ftatue
s

figli

e altrettante

GAP.

II.

glie

ma
dei

vi

mancano
di Firenze
,

di quelli

che di quefte

Due
che

figli

fono probabilmente que* due cos detti


(a)
,

atleti nel-

la galleria
fi

tali

furono creduti
le

fin d'allora

difotterrarono
;

febbene loro mancalTcr

tele

tro-

vate in feguito (e)

poich fotto quefto


in

nome
tali

pubblicate

ne furono
fcavate nel

le figure
;

rame

del quale la

ftampa

molto
furono

rara, nel iJ57.

probabilmente perch
,

ftatue

medefimo luogo
di

che

le altre

pervenuteci figu-

re del

gruppo
IV.pag.

Niobe
,

come

rileviamo da Flaminio Vac-

ca
ripetuto da monlgnor Fabroni nella dilTcrtazione fu quelle ftatue , eliik'nti ora nel quinto gabinetto della galleria Granducale a Firenze , come li detto pi volte , reit len^a fondainento; eflendoli fatto oflervare qui ^-vant pag.i q7. not. A. , che Scopa e (lato poitcriove , o al pi contemporaneo a Prafltele ; e niente a lui inferiore per merito , del quale fi hanno altre tcftimonianze di autori preilo Giunio
ant. Clip.
Catttlog. archit. ec.p.
i

LXXI.

greco

Ephaph.zS. che pu a lui attribuifcono un gruppo di Niobe che ofricavarfi una forre congettura da ci
,

e quella d'Aufonio

feiv il fignor Men^s nella detta piima lettera , pag. 6. ; cio , che la tefta della Niobe uguale ( e principalmente nella capigliatura )
alla tefta

}6.feg.

Una

tale

ugua-

lere

glianza di merito in que due attilli pu efl1:ata la ragione , per cui , non citante
fi

molto bella della Venere del Vaticano , ora nel Mufeo Pio-Clementino ; tefta, che certamente la fua , non ciTendole mai ftata ftaccata Quefta Venere , foggiugne cgli , certamente copia d'altra migliore ; e 2, Madrid nel naie palazzo fi conferva una te.

averter in Roma tante opere conofciute dell'uno , e dell'altro ; pure non fi fapclk a chi di clli attribuire la Niobe colli figli , di cui parla Plinio N io pollo fupporre , come fa Winkelmann , che Scopa, e Prafltele abbiano entrambi lavorato un gruppo di Niobe , e che quefti gruppi forteto in Roma l'uno , e l'altro , poich Plinio l'avrebbe detto ; e tanto maggiormente , che nel 1.^4cap. S.feci.ig. %. z6. e fegg. numera a parte gli artifti diverfi , che aveano rapprefcntato lo credo bens che la fagli fleffi foggetti vola di Niobe forte replicata in pi luoghi per mano di altri artifti , come ha gi notato il fig. Lanzi nella pi volte citata dcfcrizione della ftddetta galleria, art. i. e. j. , nel Giornale de' Letterati Tomo XLVIL anno 1781. pag.76., arguendolo da due ftatue nel mufeo Capitolino , delle quali poflono vederfi le Capt. Tom. ni. figure prelfo Bottari Tav. 4.2. , da una di cafa Colonna , forf la pi bella di tutte , da un'altra di proporzione

che

ma di una fta ad erta in tutto fimiliflma perfezione tanto maggiore , che non vi refta comparazione Or lccomc provato che quella ftatua di Venere copia della Venere di Prarttcle a Guido , come ho notato qui avanti pag. 1 gz. not. a. ; cos noi portiamo argomentare , che la Niobe , a quella (omigliante , fia anche opera di Prafltele : e dalla bellezza della tefta di Madrid , che potrebbe
, .

crtere l'originale della

Venere

di

Gnido
quella
,

pof^

fiamo inferire

che

la
,

inferiore in bellezza

Niobe a come lo

molto
fia

la tefta della

Venere
altro

del

Mufeo Pio-Clemcntino

non

che una copia dell'originale Niobe del medefimo artifta , fc non fi vuol credere lo
originale Se ne veggono le figure preflo il Gori Muf. Florent. StaCut , Tab.j^. 74.. , e prefla Fabroni nella citata dirtertazione , Tav. 16., unitamente a tutte le ftatue delta detta Niobe Quefto celebre fcrittorc s' impegna alla pag. I ff.e 20. a foftenere , che tal gruppo le appartenga 11 fignor Lanzi t.cit. pag. 18 z. rifpetta quefta opinione , ma non l'adotta (b) Quella del vinto fi crede comunemente antica ; l'altra fecondo alcuni piofelfori ritocca , fecondo altri moderna , ma lavoftertD
.

(a')

Muf
,

minore nella villa Albani e finahnente dalle due di Verona e d' Inghilterra ma per riguardo al gruppo di Firenze io lo crederei originale , o almeno copia di quello di Prafl, ;

tlc

Oltre l'autorit del citato epigramma

rata egregiamente

Lanzi Lek. pag.iSe.

DAI SUOI PRINCIPJ


Cd nel ragguaglio degli fcavi
fatti a'

EC.

201 Ci pure
tra
i
=

fuoi tempi (^0

concorda colla favola


gliuoli di

fecondo

la

quale

maggiori

LIB. IX.
fi-

CAP. K.

Niobc furono da Apollo faettati quando fi efercitavano a cavalcare ne' campi e i pi giovani mentre fra di 11 conofcitore vi fcorge in oltre una foloro lottavano (a)
,
.

migiianza di

ftile

tra quefie
f
fi

due

e le altre

Aggiungafi che,
lottatori
,

folTer voluti in

gruppo quelle rapprefentare due


figure del
.

avrebbe
efi

rartifi:a

fatte loro di pancraziaflie le orec,

chie
fti

giacch

lottano gettati a terra


.

come
figli

pancrazia-

far folcano

(b)

Qiiefta lotta dei due


,

di

Niobe pu
(e)

chiamarfi un symplegma
confimili lottatori

col qual

nome chiama
,

Plinio

due
,

lavorati
;

da Cefissodoro

ed

altri

due

opera

d'

Eliodoro
Ai

ma non pu
fra
di

mai
loro

tal
,

nome convenire
cavallo
, ,

due
il

figure in
(d)
la
.

piedi vicine
figli

ficcome pretendeva
il

Gori

maggiori vien dato


,

fotto del

quale

polvere

flefla

che

il

calpefi:io folleva

fi:ata dallo
(b)
.

fcultore indicata nel fafio

fu

cui

il

cavallo s'appoggia

La figura dell'uomo attempato in abito un pedagogo ofla ajo de' fanciulli e


, ;

ftraniero rapprefenta

nello fleflo

modo
villa

ve-

ftite

fono due
,

fimili figure fu

un b iflx)-rilievo della

Bor-

ghefe

rapprefentante lamedefima favola, e da


(e)
,
.

me

pubblica-

to ne' Monumenti antichi


ftraniero paefe, o fchiavi

Quell'abito indica perfone di


i

fra

quali fceglievanfi coloro che


.

erano deftinati

alla

cura de' fanciulli (/)


.

Tale era Zopiro

dato da Pericle ad Alcibiade


To;n.

^ ^

IL

Ce
.

jf.

22. Nel-

W) MomfAac.Diar.tal.cap.p.pag.t^p.
(a) Ovidio Mecam.lili. 6. verfzii.feg". (bj ^iercar. De arte gymnaft. ili.2. cg!" (0 lib.i. cap. f.fea. 4. . 6. & io. (<J) Muf. Eir. Tom. il. infine , Tab zoo. fag. 4.^8. (b^ Intorno ad elfo cos fcrive il (g. Lanz
cavallo ch'era in Roma aggruppato con le {^acue .'' Ni^bt, qui pollo feparaiamcntc da ogni al'ro pci^
'-ag.
:

luogo, non aveva rapporto a quella favoNon elio un cavallo , come credcla vafi , che fcoilb il cavaliere redi in fua baHa Le redini ftrette al petto fan conolccre che vi era una mano , che ve le teneva oberoe , bligare ; e forf era un Caftore , o altro
.

loc.

eh. cap. 6.

^S.

Il

vedcli in quegli del Quirinale ; a' quali finiile nella molTa , e tanto vicino nel merito della fcultura . (t) Mon. ant. ined. nitm. Sg,

come

tanto

zo

Trovato in

altro

tempo

ed in altro

(/) urip. in Med,

vtrf.

Si'

202
$. 22.
LIB. IX te trovate
fteffa
,

Storia dell'Arte presso

Greci

Nelle ruine degli orti di Salluftio a

Roma

fono
la

fia-

alcune figure in baffo-rilievo efprimenti

favola

CAP.

li

e Pirro

Ligorio

che ci narra ne' fuoi manofcritti che


foggetto efprime un baffo-rilievo

ferbanf nella biblioteca Vaticana, ci afcura che belUffimo

n'era

il

lavoro

Lo

fteffb

nella galleria del conte di


il

Pembroke

Wilton

in Inghilterra,

quale da chi ha fatto l'indice di quella galleria fembra ef-

fere llato

ftimatoapefo, poich
.

ci avvifa

che pefa tre mila

libbre inglefi {a)


fulla

Quella favola vedeafi pure in baflb-rilievo


,

porta d'avorio del tempio d'Apollo


.

che Augufto fece


fu

edificare fui Palatino (a)


Pittagora.
jf.

23.
al dir

PiTTAGORA

di

Reggio
,

nella

Magna Grecia

il

pri-

mo

di Plinio {h)

che lavor la capigliatura con pi


.

diligenza e franchezza (i)

Pu

tal

indizio fervirci a determi,

nare

l'et

d'una fiatua

e diffatti alcune

nelle quali
,

pur
i

ravvi-

fiamo molta cognizione e grandiflm'arte


li
,

hanno

capel-

che

peli delle

parti naturali formati in piccioliffimi ricci


,

linearmente difpofti

quali veggonf fulle figure veramente

etrufche. Tali fono due ftatue nella fala del palazzo Farnefe,

che poffbno annoverarfi


i

fra le

pi belle di

Roma

ed hanno
,

capelli lavorati

con quella

affettazione e ftentatezza
erafi

che

fono indizio di quel fillema che


tura
,

allontanato dalla na-

come fopra dicem.mo


Niobe

Anche

nelle figure de'migliori


,

tempi vedefi trafcurata


feffa
il

la capigliatura
.

come appare

dalla

e da' fuoi figliuoH


i

Poich dunque Pittagora fu

primo a

con maggior franchezza e diligenza , ne pu conchiudere che le ftatue , le quali hanno una cafare

capelli

pi(") Deferitone Wilron ,pag. 8 1.


delie Pitture
,

e Stat. ec,

(a) e rapprcfentata parimente fu di una bclla urna del Mufco Pio-Clementino , di cui poflono vederli le figure , e la defcrizione preffo Fabroni nella citata Diirertazlone .
i) lib. 34.. cap. 8. fca.ig. . 4. U) Secondo Plinio Pittagora fu
il

ad efprimere colta maggior diligenza non folamentc i capelli , ma ancora le vene e i nei-vi Lavor egli anche in bronzo II coc.

chio di Cratiftenc cireneo l' iftedo Cratlftene con una Vittoria furono da lui fatti ia quefto metallo Pauf. Uh. 6. cap, 1 8.p. 49 S' //;;. ^a.
, .

primo

DAI SUOI PRINCIPJ


oiVllatura all'etrufca rata,
,

o ben anche

non debbano

ciederfi

pofteriori a

....
EC.
alla

20^
LlB. IX.

greca

ma poco lavoma pi queirartifla


, ;

antiche fiano o tutto al pi contemporanee


zio
fi

e a quelt indi-

rende ancor pi verofimile


fia di

che

il

gruppo
.

della

Niobe
Ctefilao...

lavoro
jT.

Scopa
gli
,

anzich di Prassitele (a)


quefti

24.

Fra

artifti di

tempi men rinomato degli


tre

altri

Ctesilao

febbene fofs'egli uno dei


il

che con Poli-

CLETO e Fidia ottennero


zoni desinate per
il

premio per
di

le llatue delle
.

tempio

Diana
,

in Efefo

Amazcritici non
,

hanno

fin

qui ofTervato che Plinio


(b)
,

nominando ora Ctesilao


deve intenderfi
,

ora Ctesila

d'una perfona

fiefla

tanto

pi che egli nomina Ctesilao

dove rammenta lo
.

fcultore

della famofa ftatua di Pericle {a)


jf.

2j.
II

La pi conofciuta
un

delle
I

opere
!

di

Ctesilao era
,

la ...fuoTuppo

Itatua d

uomo

rento

probabilmente un eroe

fo

Gladiatore

cui moribondo.

comprender
fojjit ntelligi

potcal quanto ancora gli reftafe di vita

hi quo

quantum

reftet

anim(t)

Siccome,

al riferir
,

di Pli-

nio (e)
le

era principalmente pregevole Ctesilao


illuflri
,

perch fapea
vero-

perfone

ancor pi nobilmente effigiare, non


la

fimile che

volendo eternare

propria memoria

abbia lafcia.

to

dopo di s opere rifguardanti foggetti vili e baffi Ci come molti fanpollo non fembra doverfi a lui attribuire no il cos detto Gladiator moribondo (d) poich rappre, ,
,

C
;jora

e 2

fenta

(a; Tra le i>atue di bromo fatte da Pittache vengono lodate da Plinio loc. eh., , una era di un uomo , clic zoppicava , della cui pianga paveva che fentiirero il dolore quelli tziandlo , che lo guardavano; e l'altra un Apollo , che uccideva a colpi di faette un fcrpente. Nel primo io riconofccrei un Filottete
,

di cui

parlato nel

Tomo i.

;>.^^i?.

fcrpente Pitone , anzich un Apollo Saurottono , o animazxa lucertole , come pretende l'Arduino nelle emendazioni al detto libro , n. Xll. Se tale folle flato , Plinio lo avrebbe chiamato Saurottono , come chiama quello di PralTitele , e non avrebbe detto in plurale , Ved. al Cafagictis confici , a colpi di /jfff e p feguentc i.ij- , e Lib.Xl. Caponi.
.

Elio appunto zoppicava addolorato , per effere (iato morfirato da un ferpe , come a lungo pu vcdcri preffo del noflro Autore

.';?.

(b) Uh. ^4..cap.S.fec{.i g. princ. Arduino aveva einendato , Ctefilao

...

Mon.

ant. ined. Par. il. cap. J- P-i Ss- figg- e Ralfci nella dilTcrtazione fu di un baffo rilievo della villa Albani , di cui ho parlato alla enzpag. ^^S. Nell'altro crederei che folfe piuttofto rapprefcntato Apollo , che uccide il

^"C, cit, .
cit.

14.

(e) loc.

(d) Quefto farebbe al pi una copia , perche l'originale di Ctefilao era in bronzo, Phn. loc. eie.

204
LIB. IX.

Storia dell'Arte presso

Grhci
ha menata una
dalla

fenta una perfona di bafla condizione, che


vita laboriofa

come appare
(a)
al
.

dal volto

GAP.

mano
e giace

{Iniftra

II.

e dalla pianta de' piedi

Ha

quelli

legata con un
,

fotto

il

mento intorno
,

collo una corda

nodo fu uno

feudo ovale

fu
.

cui

gettato un corno da fuonare rotto in

due pezzi
diatore
ti
,

(b)

Non pu
,

quella Itatua rapprefentare un glal'arte fioriva preiTo


i

perch

mentre

Greci

igno-

erano col que' fanguinof fpettacoli


,

(e)

ancora perch
,

nefTuno fcultore

capace

di fare

una fimile

fl-atua

avrebbe

mai voluto
fuoi lavori
,

lafciar

dopo

di

se,

come uno
.

de' pi pregevoli

la figura

d'un gladiatore (d)

Altronde col gla,

diatore

mile
jf,

al

non avrebbe punto che fare quel corno ricurvo lituo de'Romani che fpezzato Ila fotto di lui (e)
,

li.

26.

Ci porge de' lumi


che

a quefto

propofito una greca

ifcrizione polla fulla flatua di cerco Archia vincitore olim-

pico
(

dalla quale rilevaf


)

gli

araldi
,

odia

banditori
al

Kip(jKis

ne'
,

giuochi olimpici in Elide

portavano
.

collo

ima corda

e
,

con un corno fuonavano


e di lui fu fcritto
il

Archia era uno di


il

quelli araldi

che faceva

fuo
:

uffizio

quantunque

ne fnonajje

corno
,

ne ave/Je la corda

Oy9' vTToraLh.Ti'lyyw

oSt' vaJ'ii'yfJiciT

i^^y
j),

(a)

2 7- E qui

(a) Sta nel mufeo Capitolino ; e pofTono Vederfene le figure prelTo Bottati nella deferiTiene di quel mufco Tom. ni. Tav. 67. 6S. lAi'Xci Raccolta di ftatue , Tav. 6y., Moinfaucon Antiq.expl. Tom. ni. par. il.pl.iff.
(e) Nel refiaurarlo gliene hanno aggiunto un altro accanto alla mano delira anch'clTa moderna con quella parte di bafe fu cui appoggia ; e credefi opera di Michelangelo
, ,

Buonarruoti. ufo fra Greci da tempi antichiffimi , e principalmente in occafione di funerali , come prova Ateneo /i6. 4.. cap. 1 i. p.i S4. feg. ;nia certamente non i era percil Era pi in ufo la monomachia, tanto furore o duello , in ifpecie per decidere per mezzo di cfl'o in perfona dei capitani degli eferriti della frte di due popoli , fenza venire a battaglia formale , come nota lo fteflb Ateneo ; e abbiamo di Piuaco , che vi fi diftinie
(e)
in
i
.

Laerzio Hi. i fegm.74., Polieno Strattg. lib.i. cap. z;. quelta (d) Non fo valutare pi che tanto artiltl ragione ; poich nclluno de' pi bravi ha mai avuco difficolta di fave le Itatue dei Urccia, vincitori nei tanti altri giuochi della i quali non erano Compre pcvlone delle piu dilonore dilHntc ; n hanno creduto farli un dei porci , e col far dei cani , delle vacche , Molto meno doveaaltri loggerti baili
.

tanti

Erano

no avere tale difficolt quando vano loro ordinati e pagati


,

lavori vent-

._

pag.i ?/ '" il quale , /oc. eh. , vuol rarprcfcntato in quella hgura un gladiatore , dice che le trombe li ulavano Ci vero ; ma icrvivano tali fpettacoli per dare il fegno del cominciamento , noa
(e) Bortari
,

fiie

agli fleffi gladiatori


"

(a) Poli.

Onom.

lib.

4. cap.i z.figm.gz.

DAI SUOI PRINCIPJ


jf.

C.

20J
(a)
,

27.

E qui

noti chela voce s'a.Sn'yus.nz viea da Eitt^


Tp:i^;'Xou^

chio rifchiarata colle parole f/a$


corda, intorno al collo
.

cio

LJB. IX.

Salmafio congettura, e non lenza vero-

GAP.

II.

flmiglianza
to fegno
i

che

tal

corda
,

fi

ftringefiero

al

collo fino a un cer-

banditori

affinch per la fatica


(a)
.

non

fi

venifTe a
la

romper loro qualche vena

Appare per tanto che

lode

data nell'ilcrizione ad Archia confiila in ci ch'egli nel pubblicare l'adunanza de' giuochi olimpici

non
fi

avefle bilogno di

corno n
23.
,

di

corda

ma

colla fola voce

facefie

da

tutti chia-

ramente intendere
$.

V'era per una differenza tra gli araldi de' giuochi


e quei

olimpici

che da un elercito
.

all'altro

o da una in

Di quelb non leggefi mai che ufafma portavano un caduceo quale avealo Giafero il corno e tafone (h) per moftrare che pacifico approdava in Coleo
un'altra citt l^edivanfi
, ,
;

lora portavano in una

mano

il

caduceo

ed un'afta nell altra,


,

per indicare
nato
il

al

tempo
'1

ftefib la
ngj^

guerra e la nace

onde era
e

proi^erbio:

tb cTjpt;

w
,

xHpyxs/ov

da

TrfATrue {e)

cio mandare l'afta e

caduceo

oftia oiferir
,

pace

guerra

Su un vafo di terra del Collegio romano


to {)
deftra
,

me

pubblica-

vedefi dipinto

uno

di quefti araldi
,

col caduceo nella

e l'afta nella finiftra

con un cappello bianco get.

tato dietro le fpalle all'ufo de' viaggiatori

Talora

gli aral-

di
(a) Hefych. v. 'Ara/'>fT (a) Credo clic per ouciLa ragione quelli , che recitavano in pubblico delle compollzioni ad alta voce , fi aringelTero pure il collo

cercavano di gettare un laccio al collo , o ad altra parte deilavverfario , che fuggiva , per
co-;i

arreftarlo
fi

Ma

per foltencn? quella len-

con una fafcia Epier Hi,. 4. n


.
,

come
4.1
"

io intendo

Marziale

j Ve Qnd riataturus arcamdas


,

// // p veler callo ?
.

doveva prima provate per qual ragione a quelb gladiatori convenp il corno , come (i e detto poj^nzi , del quale non parla rifiets. Ifidoro ; e in fj.ondo luogo dovea
tenza
,-

Convemunt nofins auribus dea magis


Il fig.
<i\

^,^^ ,^ ^^^^,^ j^,,^ ^^^^^^


.

on

lia

j; ,^.'^;^

^^

^^^

f,.,^_^

particolare

forma come di
di

abare Bracci

il

quale cleride l'opinione

Winkelmann

un circo do la fpieeazione

nella fua Differta:^ionefopra votivo , ec. pref. pag. 7. , fegiiicandi Bottari ioc. cit.

collana , fermata con molla , o a lucchetto , c'alia parte davanti


.

modo
1

{i)

ApoUon. A'gon.
4..

ii. i. verf.

vuol che fu

(e) Polyb. /li.

pag.

n S.

pj.
[

pritic
.

Come

.apicolina alfolutafi riconolca nella flatua mente un gladiator laquea'io , di quelli cio,

ufato an^l.e
(jd)

dai

Romani

GcUio No.

att. !b. i o. cap.

27.
ant. p.

che fecondo s.ixoioOng. iib.iS.tap, s6,

Trau.prd, ai Man.

wrr XXXf^,

206
=

Storia dell'Arte presso


che veniano anche chiamati

Greci
,

di
ri

>-p(U/Ma7-$

offia
,

apportato-

J-IB.IX.

degli ordini del duce


,

CAP.II.
afta

fupremo
,

all'elercito

portavano un'

da cui pendeva una benda


,

m(vU

{a)

e quafi

una

fpe-

eie di vefllJo

che indicava eflere rifpettabile e facra quella


tal
il

perfona
la

probabilmente
,

fignificato

ha preflb

Omero

(b)

benda d'Apollo
.

che

facerdote Crife portava attaccata

allo fcettro

Quando

fpedivanf nunzj di felici novelle aveano


(e)
.

l'afta intrecciata

con rami d'alloro


d'Ateneo
(d)
,

Siccome
ai

certi

popoli

barbari

al riferir

mandavano
,

loro nemici gli


gli ani-

araldi colle tibie e colle cetere

affine di

ammollirne
;

mi

onde

fi

piegaflero alle loro dimande


i

cos probabile,
di meft
,

che anche preflb


da
collo

Greci

gli araldi
,

che ferviano

alla

maniera degli araldi olimpici


al
,

portaftero un corno e
(a)
.

la

cor-

ed avefler anche lo feudo

Forf da quefta
i

antica coftumanza deriva l'ufo odierno di fpedir


al

trombetti
di

nemico per

araldi

Virgilio

parlando di Mifeno araldo

Ettore, dice che inigne era nelle battaglie e pel lituo e per
l'afta:

Et

lituo

pignas

hiftgns

ohhat

&

haja {e)

jf.

29. Po,

ta) Diod. Sic. /.r^. . }i. p.44. {t) Hom. 7/;W. Hi, I. verjf. 14..

Tom.

il.

menta
ve'-ba

horumque infene caduceum


,
,

quod
:

ad koftem fauri pruferunt


' rccedunt
;

coque tu-

(e) rluurcli. in Pomp. pag. 6 ^ y. B.[ Parla dei littori , che precedevano l'efcrcito romano vittoriofo colli tafci intrecciati di frondi
di lauro
(,d)
.

li accedurtt

Siiida v. Kft y.utr


,

Deipn. Uh. 14. cap. 6. pag. 627.D. (a) Qucfto era da provarli , principalmente dopo aver detto pocanzi , che non Icggefi mai che ufaflero i! corno , ma portalTero il caduceo , e l'afta . Il caduceo Tempre (tato il diftintivo degli araldi quando andavano ad annunziar la pace , come abbiamo da Tucidide lib.
I.

andavano nudi offia difarmati come fcriveva Dione Grifoftomo Orat. ^7. pag. 47^. C. : Caduceacores a diis mijj dicuntur Atque ideo apud nos pax a caduceatoribus annunciatur : bella autem fere pleraque non denunciata geruntur Et nudi Icgatione funguntur ad armatos pr pace , ncque
perci
clTi
. .

cap. alt.

ivi lo Scoliafte

gre-

co

Servio

ad JEnd.

lb. 4.

\.

242.
;

con-

cordemente a

per intimare la guerra era una lancia , fecondo Polibio loc. cit. E ficcomc fi aveano per perfone fagre , quafi mandate dagli dei , non potevano efscrc oftefi dai nemici , n cll potevano in modo alcuno offendere quelli ; Diodoro Hb. s. . 7J-. pag. ^dt. : Mercuri! inventioni attribuunt caduceatcrum legationcs in bellis i pacificaciones i:em , ii fadcrum libatutti gli altri fcrittoti

illorum quemquam injuria licet affcere^ ,_ ut qui deorum fnt minijlri , quicumque amici tit nuntii funt Non avranno per confeguenza portato feudo , che arma difenfiva ; ne la fpada , che ofTenfiva onde potrebbe crederli , che anche la figura fu quel vafo citato da
. :

Vt'inkelmann tutt'altro rapprefentalTe , che un caduceatore , f il vafo di greco lavoro, perch appunto ha la fpada al fianco . Per quanto poi fi rileva da Polluce Hb. 4. cap. 12. fcgm. p4. gli araldi non ufavano corno , raa la voce (bltanto . (e) Mneid. Uh. 6. v. 1 67.

DAI SUOI PRINCIPJ


jf.

EC.

207
fta-'

29.

Potrebbe qui chiederfi come e perch nella


fafi

tua, di cui parliamo,


e

voluto effigiare un araldo ferito


a

^^^y^CAP.
II.

moribondo

Quantunque
di

me

baftar
,

debba d'aver

fatti

ravvifare in quella llatua tali attributi

che caratterizzano u
dal vero-

araldo
fmile

pur mi luflngo

non allontanarmi molto

congetturando che quella ftatua rapprefentar debba

Polifonte araldo di Lajo re di

infieme col fuo padrone


feo
,

(a)

ammazzato da Edipo ovvero Goprea araldo d'Euri,

Tebe

uccifo dagli Ateniefi allorch a forza ftrappar voleva


,

dall'ara della Mii'ericordia gli Eraclidi

che nella loro

citt

eranf rifugiati

Fu quello Coprea
,

il

pi celebre araldo della


la di lu

greca mitologia
in

e ogni

anno rinnovavafi
le

memoria
,

Atene

facendovifl pubbliche dimoftrazioni di duolo


,

per

aver meflb a morte un araldo


pi di Adriano (b)
.

quali durarono fino ai temla jflatua


,

Potrebbe anch'efTere quella


d'

d'An-

temocrito araldo
quefto delitto
degli dei
,
,

Atene uccifo dai Megarefi


dice Paufania
,

quali per

come
la
,

(e)

provarono lo sdegno
il
.

onde

loro citt

malgrado tutto

favore del

mentovato Adriano

non pot mai

riforgere (a)

jf.

30.

Mi-

ca)
[

ApoUod.

B'ibl.

l'ib.

j. c.j. . 7. p.

6(1.

co non park

Quefti fu uccifo ftando col (uo padrone fu liri cocchio , ed era femplicc di lui prcconc ;

o almeno non fu uccifo in qualit di araldo a qualche popolo Quindi non vedo ragione , pcr cui meriralTe una ftatua ; n Apollodoro rileva alcun di lui merito (A) Philoftr. V'u.fophift, Ub.z.cap. i. n-s. .

di tale ftatua , e dice foltanto i che fu fepolto Antemocrito per pubblico decreto prcflb la porta Triala d'Atene , e Paufania loc. eh. fcrivc , che gli fu eretto un cipp per memoria In fecondo luogo la no.

V<^S-

SSO-

1. cap. 6. pag. 8. (a) Eflcndo ftato' Antemoctito mandato araldo da Pericle , fecondo la teftimonianza di Plurarco in Pericle , pag. 1 68. E. , fi farcbbe potuto credere con qualche fondamento, che gli folle fatta inalzare una llatua da quel capitano , che era tanto portato per le arti , come fi veduto alla pag. 1 SS. . 6. , e che forte quella l'opera di Cccfiiao lodata da Plinio poich egli fece la ftatua dello ftcffo Pericle, come fi e anche accennato da ^'in-

(e) lib.

Quelta ai teP e l' ha il di lui erme col nome nel Mufeo Pio-Clementino ; e abbiamo da Ateneo lib.i j. e. -pag-S^S- > che l'ufo di raderla non s'introdulle in Gref non ai eia , e nominatamente in Atene tempi di Aleffandro il Grande , il ^"^'^ ' *} dir di Plutarco in Thefeo , pag. J.B. , .ni il primo, che la fece radere ai fuoi foloati, atfinch con erta non dcflero prefa ai nemiTaluno forf mi rifponder , che la noci f non ha barba , ha le bafettc , (tra ftatua o muftacci le quali elfendo (tate in ufo prclftra ftatua

non ha barba
fi

di Pericle

ancor

porrava

fo
ci

barbari

kclmuTAzWzpag. 20^. Maoftano

a quella opinione altre ragioni, oltre le efpoftc qui avanti aella n, a. ii primo luogo , che Plutat.

fervillero di barbari per araldi, e che barbaro fia quello della ftatua. Io non nego un tal ufo prelfo i popoli barbari , e Celfi

polTono

far credere

che

Gre-

li

fra gii altri

avendone

le

prove in Dio-

208
jf.

Storia dell'Arte presso


30.

Greci

Mjrone

vien da Plinio nominato in ultimo luogo

LIB. IX.

fra gli artifti

CAP.
Mirone

che fiorirono nell'olimpiade lxxxvii. Egli ha prin,

II.

cipalmente lavorato in bronzo

e fon del pari pregiate le fue

figure, o animali rapprefentino

o uomini
,

Intorno all'ara

pofta nell'atrio del tempio d'Apollo

edificato da

Augufto a
j

Roma

fui

Palatino
(b)

(a)

eranvi quattro buoi di fuo lavoro (a)

lafua vacca

celebrata in

molti antichi epigrammi (i)

fra
oro lh.j. %.28.pag.gji. , Giulio Cefare beilo gali. lib. j. cap. 14. , SiJonio Apollinee
24.3. , Peliouticr tiit. des Celtes , lib. 2. cap. S. toni. iLpag. iS6. , e ne abbiamo l'tfempio nelle Tavole 1. e iL del antecedente , in cui polTono erederfi rapprefentati due foldati celti , come

De

Panegyr. Major, v.

Tomo
mai

fi

detto ivi alla


,

vag.

46.

non per

cre-

Grc-i volellcio picvalerli uffizio ..on poco gclofo 5 e poi rileviamo dal lodato Ateneo nel ii. 6. e. 6. pag.z^4. E. , che erano greci gli araldi , e di una detcrminata famiglia ; n ho inai trovato un efempio in contrario Con tutte le olfervazioni fatte fin qui mi pare che redi affatto dubblcfa l'opinione del noftro Autore Io ne proporr un'altra, che non molto le ne allontana e pare che potrebbe avere qualche apparenza di verit . Sofpetterei pertanto , clie vi folte effigiato un trombetta (partano , il quale l fa con quali

derei

d\z

di tal gente per

un

crerietf , che la ftatua foffe eretta al trom-i betta fpartano circa o dopo i tempi d'Aleffandro , ai quali pure conviene il lavoro di effa per la fua eccellenza Potrebbe anche penfarli , che vi folle lapprefentato un armigero , o f^utigero , olfia uno di quei foldati, che accompagnavano capitani , portando loro le armi , e ripaiandoli all'occalone collo feudo dai colpi de' nemici , in quella guifa, che Ajace faceva ripa'o a 'Teucro per falvar, . i

be

lo

Luciano
,

/'/:

Paraf

. .fp.

Tom. 1I.P.S74.

oltre le armi , portavano il corno per chiamare all'ordine del capitano i foMati , e Uno di per dare il ftgno della battaglia
Elfi
.

quelli era precifamcnte

pag'iava Ettore , e tale ce lo defcrive Virgilio loc

Mifeno , che acomnominato da V^inkelmann}


eie. :

che azione ftraordinaria

fegpabto , o che per altra ragione abbia meritata una ftatua Gli eferciti fpartani avevano fuonatori di trombe , e tibie e al loro fuono marciavavano , davano la battaglia , e l ritiravano con ordine, e regola determinata, Tucidide HiJ}. Uh. j. cap. -70. pae. j6o. , Plutarco Lacan, apophthegm. oper. motti, il. pag. zio. in fine , e Lacon. inflit. pag. z^S. B. ^ Luciano De faltat. .20. op. Tom. il. pag. 27^. , Ateneo lib. 14. cap. 6. pag. 627. D. A quefti trombetti conveniva la corda al collo , e conveniva anche lo feudo per ripararli men. i ,

iolidem, quo rion pnjiantior alter Marcemque accendere ..Sire ciere viros , canta Heclorls hic magni fuerat comes , HeHora. crcum Et lituo pugnas injgnis obibat , & hafla ,
.

Mifenum

Chi

fa

che taluno
al

barbaro

di quelli , fervizio dei Greci

o fpartano non fa
fi

di-

il fuo capitano , reftanflandovi anche morto ; e che il apitano per gratitudine gli abbia fatta fare quella llatua

flinto per difendere

tre facevano il lot-o uffizio Quando in Grecia 'i'ntrodulle di radere la barba , come fi detto, gli Spartani , che erano fra' Greci i pili bravi , per fegno forf di maggior coraggio , e fierezza , "ritennero imuftacci , come abbiamo da Antifane prefl'o Ateneo/. 4. cap. p.pag.t 4_^. princ. , il quale ar>punto viveva ai tempi d'Aleffandro il Grande , fecon.

do lo fleflb Ateneo //i.r j. priic.p.ffj. E fcccme in apprclTo fu comandato , e f ne riprovava ogni anno l'editto dagli Efori , di non pur portarli , al dir di Plutarco De fera nu;n. sitnd. ofer. Tom, il. pag.sso. j potreb-

per immortalarlo (d) Prop. lib. 2. ti. ji. verf. 7, (a) Nel Tomo I. pag.^S?. not. e. ho fpiegato per vacche il boves di Properzio , fupponendo che potclTcro elfere fui modello della famofa vacca Se fi volciTero credere veramente bovi , io non contradirei molto (b) Poifcduta dagli Ateniel , Cicerone in Verr. ac.z. l. 4. c.6c. ; quindi trafportata in Roma, ove fi vedeva nel Foro ancora ai tempi di Procopio , che l'c parla De hello goth. l. 4. cap. 21. ; cio verfo la meta del vi. fco'o. (i) Trentafei epigrammi leggonfi nell'Antologia greca fopra tal vacca Egli e uopo dire che quefta ed altre r pere inlgni di Mitene fieno f^atc pacate piti colle lodi che coi denari poich vilTc cg'i , e mori affai povero Petton. Aib. in Saiyr. pag. ^22,
.

DAI SUOI PRINCIPJ


fra
i

quali due ve n' ha d'Anacreonte {a)

de' verfi della

famofa Erinna

di

Lesbo

fu

209 e Plinio rammenta un fepolcro che


,

EC.

LIB. IX.

quefto artifta eretto aveva a un grillo e ad una cicala

CAP.
(b)
;

II.

ma

ofTerva
,

con ragione

Io Scaligero (e)
,

che

Anacreonte

ed Erinna

coetanei di Saffo (a)

avefler fatti de' verfi per


lx.

Mi-

RONE

quelli

dovrebbe aver viiTuto nell'olimpiade


,

anzich

nella lxxxvii.

a cui lo
;

fifla

lo fleflo Plinio (b)

lo non de-

cider qui la queftione


fia

ma

certamente probabile ch'egli


,

anteriore a quella ultima epoca


,

perch ha lavorate
{d)
,

delle ftatue in legno

fra le quali un'

Ecate ad Egina
,

perch

fecondo un' oflervazione

di Paufania {e)
i

era fatta

nell'antica maniera l'ifcrizione che vedeafi fotto


la

fuoi lavori,
di

qual cofa egli non dice mai delle opere


,

di

Fidia,

Po-

LiCLETo

e de' loro

contemporanei

mentarli la fua maggiore antichit

Pu eziandio argodall'aver commelTo il pro(e)


.

prio

nome
in

in lettere

d'argento fulla cofcia d'una ftatua d'A(d)


,

pollo

bronzo che era ad Agrigento


tempi di Fidia di

poich pi non

ufavafi ai

far l'ifcrizione

fulla figura

medefima;

Tom.II.
(a) Anthol. Uh. 4. cap. 7. n. 3. 4. ih) Plin. tib. J4. cap. S. feB. i g. ^. ^. (e) Anmad. in Euf. ckron. p. 1 24. [ Non determina l'olimpiade lx. (a) Ateneo iib. 1 7. cap. S pag. /pp. C. , fcrivc , che sbagliava rmcfippo nel dare Saffo per coetanea d'Aracrconte , avendo clFa \ivuto molto tempo avanti (b) Anacreonte giufca l'ollervazione di Bar.

D
.

rone Riguardo alla poete^Ta Erinna , non improbabile che Plinio a quel luogo abbia intcfo di Mirone fcultore ci , che ella dice della poetefla Mirone , di cui paila anche Suida, e in lode della quale per quel fepolcro fece un epigramma in greco , riportate) dall' Arduino al detto luogo di Plinio Cos pen.

fa

nes nella di lui vita premclla alle opere n.V. pag. IX. , nacque nell'olimpiade LV anno il., re di quell'epigramma , nell'attribuire quell' e vifle 8$. anni , Luciano iri Macroh. ^.26. op. opera alla poetelfa , anzich allo fcultore Tom. ni. p.zzS. Potrebbe combinarfi l'et (d) Pzul. Iib. 2. cap. 30. pag. iSo. [Anche di lui con quella di Mirone , dicendo , che Fidia fece una ftatua di Minerva in legno per quello nell'ultimo di fua vita abbia lodata la la citt di Platea , grande quali quanto quelvacca , che queflo poteva aver fatta nell'era di la fatta per gli Atcnicfi , di cui fi parlato circa zf. arni , come oilcrva il lgnor Falcoalla pag. 1^4. net. a. , Paufania Iib. g. cap. 4. net Not.fur le ^4. livre de Plin. c.S. fei.:;f. pag. 71S. auvr. Tom. ni. p. i j6. calcolando che Ana(e) id./. ;. cap. 22. pag. 43 Screonte vivefTe nell' olimpiade lxxii. Egli (e) Quell'argomento proverebbe troppo . per poteva crtcndere di pi l'et d' amen- imperciocch Paufania parla di Lico figlio di due , ellendo arrivato Anacreonte (ir all'o- Mirone, fu un di cui lavoro era una ifcrizitinc limpiade LXXYi. , giufta il detto calcolo di colle lettere fecondo la forma degli antichi Barnes, vale a dire fole xi. olimpiali piima (d) Cicerone in yen. aci. 2.1,4. cap. 43. dcU'epeca , in cui dice Plinio clic fior Mi, . ,

Fabricio Bibl. grs.ca , Tom. I. l. 2. e. i f n. 2S. pag. fsf AU'oppofto Arduiio vuole che abbia errato Erinna , o altri che (a l'autoil

21 o
fima
LI3. IX.
;

Storia dell'Arte presso


e

Greci
ai

fappiamo all'oppofto che v'era quell'ufo


,

tempi

d'Anacreonte

ir quale ia un altro
,

CAP.

epigramma

fa

menzione
il

II.

d'una ftatua di Mercurio

fui

cui braccio era fcritto


.

no-

me

di colui

che aveala

fatta erigere (d)


il

N
,

v' ragion di

credere che

Mirone abbia pofto


poich Cicerone
di di
s

fuo nozne fulla mentovata

ftatua d'Apollo contro

un pubblico divieto
,

ficcome taluno
la notizia

ha pretefo
di tal

(b)
,

da cui abbiamo

lavoro
a

fatto divieto
il

non parla

Vero

che fu
(a),

negato

Fidia

porre

fuo
,

nome
che

fulla ftatua di

Giove

ma non pu
ge generale
.

quindi
Si

inferirli

foife quella allora

una

leg-

pu per ultimo trarre contro Plinio un argomento da lui medefimo che parlando del lavoro de' capelli e de' peli nelle ftatue di Mirone, dice che fatti non gli
,

avea meglio dei pi antichi ancora rozzi fcultori


s'inferifce ch'egli vivefe

(*)
;

dal che

ne'

tempi a loro vicini


,

altrimenti

come mai
di

avendo

egli tanta abilit

non avrebbe procurato


i

non
i

cfler inferiore

a'fuoi coetanei,

quali meglio lavo?

ravano
;r.

capelli

f avelTe vifTuto

nell'olimpiade lxxxvii.
,

(b)

31.
,

Io confelTo per che

facciamo Mirone

an-

tico

difficilmente s'intender
;

come

Plinio abbia potuto lo-

darlo dicendo di lui


(ietiir
,

primus bic tmiltiplicalp varietatem vi.

nnmeroftor in arte
di

tempo prima

quam Polydetus S'egli fior lungo Policleto come pu aver introdotto nell'arte
,
,

pi armonia di
U)
C/).

lui

e meritar la preferenza a queflo titolo

(e)

NoSuid. V. 'Ay.rZ
ib not. Kafl.

Fraguier

La gali, de
/.

(*) Capillum quoque


datus fecijfe

& pubem

non emen.
'

Ferres

Acai. des

Mcript Tom, VI. Mem.


Ca) Paulania

pag. jSS.

che

VI folle

fcritto

/. cap. 1 0. fulla bafc

pag. 307. dice


.

mente AlclTandiino Cohonat. ad Geni.

Secondo

Ckn. 4.

" itas inflituequam rudis antiqui rat , loc. cit. ' (b) Loftudio, e la premura fua , dice Plinio , era tutta di far bene il corpo delle figure quindi trafcu^ i capelli, e il pube.
'
'
'

anche fulla bafe della Venere in Atene f condo Plutarco in Pericle, pag.160. C. Vegg. pure gli Accademici Ercolaneh De Bropr Tom. I. Tav. 4;. n.j. , Gedoyn Hijl. de Fii. dias , Acad. des Infcnpc. Tom, V. Mm.
,

fciti t

!"'

307,

(e) Senza tante congetture , e argomenti, Winkelmann avfle bene oflervato Pau farla , avrebbe veduto , ch'egli combina con Plinio nel filfare l'epoca di Mirone . Nel /. 6. e. 2. pag. 4/4. fcrive, che gli Spartani dopo
le

DAI SUOI PRINCIPJ


Notifi qui che tal pafTo di Plinio

EC.

211
LIB. IX.

non

flato

ben intefo dall'Ar- =


gran numero di
GAP. H.

duino

fecondo cui lo Trorico volle dire che Mirone molti,

plic l'arte fua


ftatue
.

o piuttofto che ha
,

fatto

La parola nwmrofior
artifta

quefto

mio avvifo , qui fignifca che ha portata molt' armonia nell'arte, poich in
a
i

quello fenfo prendefi la voce numerus preflb

Latini

anzi

anche prefTo gl'Italiani


tnaefX del

dicendoli a cagion d'efempio


.

numero omerico

In quefto

medefmo fenfo vien


(a)
,

prefa la voce numerojior prefTo Phnio

ove parla

di

An-

tidoto

(a)

D
firruiione dei Perfi in Grecia ( diedero a mantenere , e ad addeftrar cavalli ; nel che Dopo quel poi fupcrarono gli altri Greci
.

d 2

f. 32. Fra

tempo
l

cio

dopo l'olimpiade lxxv. come


i

7^. n. B. , e forf qualche olimpiade apprelfo , gia-chc Paufania non indica qjalc toife , cominciarono divcrfi atleti ad addclharc i cavalli per la corfa nei giuochi pnbbliLi . Fra quefti vi {a Licino, il quale volle per la prima volta fervird di pulle detto Wi-pag.

bene l'tb. 14. pag. $4.4. C. In fecondo luogo faremo parola del celebre di lui Difcobolo , offia della ftatua di un giuocatore di difco Il noftro Autore lo avca nominato nella prima edizione , e noi abbiamo gi accennato nel Tom. l.pag.iSg. n. A. , che una
.

copia in

marmo
s

ne

fiata

trovata ultima-

mente

negli (cavi della villa


,

Efquilino . di parlarne
lo di

Palombara full' Pi opportunamente occotre qui


per provare
,

che

il

Difcobo-

dri
li

ma non avendone
di addeftrate cavalli

avuto buon

cfito

pens

pi adulti , coi quaottenne la vittoria nei giuochi olimpici , e vi dedic due ftatue , opera di Mi:one . Si dia un ragguagho di tempo a tutte queftc cole , e l vcdti , che Mirone viffe veramente intorno all'olimpiade lxxxvii., ove lo riporta Plinio , il di cui racconto anche tanto circoftanziato , che non pu facihnente lupporvili errore . Un altro argomento lo portiamo ttarre da Ciccione De dar. orai. cap. iS. , e da Quintiliano lib. 12. cap. 10. addotto fopra zWipcg. 1S4.. n. B. , ove facendo la ferie cronologica degli ftili
in apprelfo

flava realmente nella molfa , e atteggiamento della ftatua in rnarmo , come anche per far coftarc ad evidenza , che quefta non che una copia di quello . Prcmettafi per , che la detta ftatua tutta antica col difco , e non ha rcftauro , f non che in un pezzo della gamba deftra da fotto il ginocchio fino alla giuntura del piede .

Mirone

Luciano

prima parte dunque noi abbiamo ce lo deicrive in maniera il quale dubitare. co<; precifa da non poterfene pi e Egli dice , che aveva la faccia piegata
Per
la
, ,

di varj attifti celebri

mettono Mirone dopo

quale ha fiorito nella ftcfla epoca , come dir qui appreffo al ^.j :>. p.zi^.. Crederei poi che non andalfe collocato dopo quell'epoca , perocch Akamene , di lui contemporaneo , come ha efpofto \>' inl<c!mann qui avann pjg. pt. fu il primo a fare Ecate triforme ; e Mirone avca fatta d'una fola figura quella citata dallo ftelTo \(inkclmann fecondo Paufania lib. 2. cap. so. pag. i So. {a) P'.in. lib. jj. cap. 1 r. feci. ^0. %. zS. (a) Delle tarte altre opere celebri di Mirone , noi ci contenteremo di nominare cui
,
il

Calamide

difco; che aveva la punta del piede finiftro alquanto ripiegata , e voltata indietro ; e che flava chinato , e incurvato col corpo nell'atto precifamerte di rizzarfi per gettare il difco .
rivolta

verfolamano, che portava

il

fine di Si veda la figura , che ne diamo in quefto Tomo Tav. il. quanto bene confronti Bifogner per altro confellare , che mediandovete l'ifpczione della figura fi capifce a manre il fentimento di Luciano , che per

canza

gl'interpreti

in primo luogo le tre ftatue cololfali erette in Samo , rapprefentanti Minerva , Frcole , e Giove . Antonio le trafport a Roma , e Augufio limaud col le due prime , Stra-

non era ftato capito finora dae pu dare dagli annotatori Ecco le di lui parofene la giufta verfione 1. iX. le nel dialogo intitolato Ph/offeudes , Mw tv //rKivovra, op. Tom. 111. pag. 4-;.
di elTa
,
; .
:

?v

</>

t>, ^Vt

Ty itKir.v<fira. Kar ri

LIB. IX.

CAP.

Jl.

Storia dell'Afte presso i Greci jf. Fra gli^fcolari di Mirone Plinio annovera certo 32. Ligio, di cui opera era Ja Ihtua d'un fanciullo che foffiava
nel
nera
Kai
^uvava.T^ire,uii'j /jlt
,

i2

ras ^oxis

hIk

mento

Knttt

ij''

"il

ijrii

Tcr

Mufuvo;
,

fc;M/'eV

quella morta , d un , e per cosi dire , certa azione alle figure , e le anima in qual-

Num

toZt irti J'tUKi^ixtii S x;5.i(t . D/fioio/on (oppure iilam flutuam , qui dijcum jac'u ) dlcis , inquam ego , incur,

che modo . Cosi le mani non devono ertere fatte tutte in una maniera , e devono rapprefentarfi variamente i fembianti. Alcune figure
fia in proche fiede , o s'appoggia altre fono nude , altre veftite , ed altre in parte nude , e in parte veftite . E per
,

vantcm je ad juclendi gcftum

adeam
ium

reflexo vultu
.
,

veggonfi nell'atto di
cinto di correre
;

uomo

che
,

iiiiiium

) ,

qus.

difcum fere
( linillro )

paulut in ?

altre

d'uomo

fubrniljb

pede altero

ipfo ftdtim

jaHu

furreciurus

una vdeatur

Nequaquam , inquit ille , quandoquidem & unum ex Myronis operihus eft ilk Difcobolos

quem dis . La parola t </'i JX'.(popoy , che veJuta la figura refta chiara'iieiite fpiegata per la mano , che porca il difjo , riportando infatti la deftra della ftatua il difco dal punto pi lontano , a cui polla rtenierfi r-cll'atco di volerlo (cagliare , avea data la maggior tortura agl'interpreti, e annotato,

ri

Akuni aveaiio rraJotta in ea-n partemj e perci Gefnero nella nota pretendeva iiifulfamente , che la figura guardaTc la meta ( quafi che la meta potell'e "portare il difco ) , avendo prima detto , di non poter credere , che guardallc jjna donna , la quale gli prelentalle il difco Solano , e Reitzio hanno penfato , che debba intenderfi della mano , che porta il dilco ; e la loro congettura ftata confermata dalla ftatua ; ma poi non l combina colla mcdefima il fignor Reitzio , traJuccndo nella (u edizione , di cui ci ferviamo, pauUumfubmiJfo gena altero, le parole api^a cKXi^iTu Tii iTfpM , per inrendere co. 1 .

si

del ginocchio ci
le

che va intefo del piede


intcfe
,

come anche
TCif

aveano
.

e traiotte

bene

altri^prinia di lui
Tffoi

altero pcdc
.

Per ultimo chiaro , che piede , il , fecondo

piede finiftro Con quefta defcrizione di Luciano potremo avanzarci a far vedere , che lo defcrive eziandio non equivocamente Quintiliano Infl. orat. lih.z. cdp.i 3. Egli vuol provare, che fia bene talvolta di ufcire dallo Itile Iblito , e dall'ordine comune nelle orazioni per dar loro con certa novit 'ina fpecie di rifalto , che

chev' di pi ftorto , e ricercato , o forzato del Difcobolo di Mirone Eppure chi volelle criticarlo , e riprenderlo come un* opera meno giufta , non farebbe vedere che po:o intende l'arte , nella quale principaltriente degna di lode quella iVelfa novit , e di_tii.;olta Expedit [ape mutare ex ilio conftituto , traditoque ordine aliqua , (j" interim decet ut in flatuis , atque piciurls videmus variar habitus , vultus , flatus recli quidem corporis vel minima grjtia efl Nempe enim adverfa fu facies , demi/fa brachia , jundi pcdes , a fummis ad ima. rigens opus : flexus ille , ut fic dixerim , , motus , dat acum quemdam efficlis Ideo nec ad unum modum formate, manus , in vultu mille fpecies Curfum habent quidam , impetumj fedent alia , vel incumbunt ; nuda, hic , illa velata funi ; quidam mlxta ex utroque Quid tam diftortum , 6f e/aboratum, quam eft ille Difcobolos Myronis ? Si quis tamen ut parum recium improbet opus , nonne is ab intelleciu artis abfuerit , in qua vel pr.icipue laudabilis eft illa ivfa novitus , dijpcultas ; In quefto dettaglio di Quintiliano chi non vede prefo di mira il Difcobolo di Mirone ,_ come quello , che nel fuo genere poteva folo dare la miglior prova di quali tutti quei caratteri infoliti , che dagli artifti venivano efpreiri nelle figure ; e che egli comprendeva in poche parole col dire , che figura pi ftorta , e ricercata di quella di Mirone al mondo non v'era ; e ci non oftante non poteva biafimarfi come difettofa
.

verit,

Nam
.

&

&

&

&

&

&

non

difpiace agli uditori . A tal fine adduce il j5aragone degli ftatuarj , e de' pittori , i quali

fovente variano lodevolmente dal folito l'atteggiamento , gli ornamenti , il volto delle figure Imperocch , fcrive , un corpo ritto , e fcnza morta ( come fi veduto nel
.

Per provar quindi , che la ftatua in marmo fui che una copia , fi poifono recare non pochi argomenti , e ragioni , che non lafciano luoM a queftione Tutti gli antichi fcrittoti , che nominano qualche'opcra di Miro-

non

ne

e la rnateria

in cui era lavorata

non.

I. ertere la maggior parte delle figure egiziane ) ha ben poca grazia ; come fc ven^a rapprefentaro col vifo di facciata, colle braccia abbalfate , e ftefe , i piedi uniti , e da

Torno

quefti al capo fia tutta la figura dritta , dura, e come iiiterizzita . All'oppofto quel torci-

parlano di altra materia , che di bronzo . Vegganfene molti riportati da Giunio Catal. archit. ec. pag. izy.feg. Fra quefti , alcuni pare che efcludano ogni altra materia, come Petronio Satyr.p. ^zz. : Myron pene ho' minum animas , ferarumque tire comprehendtrat, eTzcczc Ckil.6,hift. ig^. r. 7J..-

DAI SUOI PRINCIPJ


nel fuoco (a)
.

Di

tale ftatua
,

gruppo
che

della Farnefina
,

in cui

213 pu dare un'idea un piccolo un vecchio mette un intiero


5 C.

LIB. IX.

majale nella caldaja


foftienfi

fotto

cui fta foffiando


.

un fanciullo,
jf.

CAP.

II.

fu

un ginocchio piegato
me

53. Chiu-

Fabenriirlus VWr.io /. 36. c.^. Tccl. 4. f. to. loda molto una di lui opera in marmo ciiftcnte a Smirne ; ma dice inleme , che la Tua celebrit era pel bronzo , come aveva dilfufa.

pu^vcdcrfi picfTo BrHckero Hijl. tric. ph'iiof. Tom. il. per. il. par. I. Uh. I. cap. il. nell'atrio di un feU. Vili. . 7. p. 6i s-U?,palazzo in Atene , ed era inficme col Dia,

opere in q.iclla materia , vi mctie cfpreflamentc il Dilco'jolo . Lu.'iano finalmente ne parla anch'egli loc. cit. . iS. I p. IO. come di una ftarua di bronzo infieme a varie altre della ftclfa materia .
le

mente f.rirto nel /. ove nel numerarne

^,<.

e.

g.ftc. ip.'i.

Duncjuc
.

in

bronzo era l'origmalc

e la fta-

tua in marmo altro non far che una copia Per tale fi riconofcc non meno , f fi rifletta, ciie clfa ha qualche parte difettofa ,

o non
lunga

finita,

come
,

il

piede finillro,
;

il

gi-

nocchio dcdro

e parte del collo

e che

un

dunicno di Policleto , di cui li parlato alla '^o"'^ ftatuc d'Armodio , e AridoOS- > gitone , nominate alla pag. i gz. r.ot. e. , dopo che furono riportate dalla l'crlia , non fi (a prccifaincnte da chi , come olTerva Meurfio Ceram. gem. e. 1 0. op. Tom. 1. col. 4.8 j. , che peraltro Io ftelTo Luciano nrette nel Foro della citta in Paraf. .^^. op. Tom.rl.p.Sy ^. , fcpSe potcllmo argopur non fono diverfe mentare del fio merito dal lavoro delle copie , fi potrebbe dire , che ne foifc ben lavorato principalmente il corpo , nel lavorare
p.ig.1
'^
.

piiatello dello flclfo

marmo
,
:

attaccato
fu fca-

alla cofcia deftra le

reggeva

quando

vara, il braccio ftcfo in alto il che fa.cva certa deformit , la quale non poteva lafciar credere , che un si valente artifta avei: voluto fccgiiere un'azione tanto ftorta, ci eseguirla in una materia , che per regger!! avef-

avuto bifogno d'un tal Ibltegno , il quale deformalfe , e togliclTe in gran parte il merito dell'invenzione Colla fcorta di quella intiera ftatua (lato oflcrvato , che il torfo della llatua nel mufco Capitolino , di cui fi vede la figura nel Tomo iil. di efib mufco , Tavola 6g., reftaurato per un gladiator caduto , altro nonfo/fe, che una copia dello Hello Di fcobolo ; ficcome un altro torfo reflaurato in altra maniera pofleduto gii dal fig Gavino Hamilton in Roma, e pailato ora in Inghilterra Io poi fofpettcrci , che poteffe averfi come una terza copia la ftatua pili confcrvata in molte parti, e perci- pi riconofcibile , della galleria Granducale a Firenze , reftaura'a prima per un Endimionc , e per tale fpicgata dal Gori Muf. Florcnt. Status , Tab. 2 1. , ove ne da la figura ; e in appreffo , come ci avvifa il fignor Lanzi nella dele
la
, .

era pi diligente , come ho il quale Mirone gi notato con Plinio alla pi2g. 21 0. n. s. , di ' ' -'--' -" --' del ^" ai - peli ofic riguardo quello '-''pube , ed ai capelli , che qui fono poco rilevati , e accennati con de' piccoli tratti non molto inLa punta del piede cos cavati nel marmo piegata indietro a prima vifta non pare naturale per uno , che voglia in tal modo acquiMa pure non deve ftar forza , ed elafticita crcderfi un errore dell'artifta. Mirone vedeva gli atleti , e i giuocatori del difco Voleva rapprekntarne uno nel momento di lanciare , e nel punto pi difficile della molfa egli credibile , che uomo tanto efercitato , e maeftro lo facefic a capriccio fenza guardarlo in quell'atto , e che nclfuno fcrittore
. . .

ne rilevaffe

il

difetto

ma

quelli faceflero
i

fcrizionc di quella galleria , an. i par. 2. cap. f. pag. 76. , adattata per un figlio di Niobe unito alle llatue del gruppo , di cui fi parlato qui avanti pag. igp. e fegg. Tante copie , lavorate da buona mano ,

fanno ben conofcrc quanta folle la Rima , che gli antichi facevano dell'originale Elio viine deferi tto da Luciano , come efiftente ancora a' giorni fuo , vale a dire dopo i tempi di Trajano , al principio del fecondo
.

{ecolo dell'era crilliana

in cui viveva

co-

anzi a ga'"a nel commendarlo , i buoni artifti nel moltiplicarne le copie , ed Romani nell' acquiftaric ? Luciano avr veduti que' giuocatori , e non per quello ha trovato errore nella ftatua , che anzi egli la defcriye colla punra del piede ritorta in quella guifa , come propria d'un giuocatore nel momento di Noi non fapab.arfi , e di avventare il difco piamo la forza degli antichi atleti , e i mezzi , che elTi adopravano per acquiflarne coli' efercizio ; ma dovea certamente clfcr granNe abbiamo tutte le cognizioni degli de antichi artiili per giudicare del merito delle Anche in altre ftatue rinomate loro onere fono voluti trovare dei difetti , che poi fi fi provato in apprello non elTere ftati altro, che difetto di cognizione dell'arte antica , e d'efperienza in chi giudicava Vedi appreflo e Tomo I, al Libro XI. Capo iil. ^. 14- y pag. +Q. , ,,'?::. (d) Ub. J4, cap. i. Jcct, ig,%.t7.
. .

Storia dell'Arte presso i Greci Chiuder quefte mie confiderazioni full' arte di jf. 33. LIB.IX. Fidia e de' fuoi contemporanei (a) con oflervare che a quell' CAP. II. epoca pregiavanfi pi i nuovi che gli antichi lavori all'oppofto di quello che fucceduto immediatamente dopo e

214

cos avvenir dovea

Quindi s'intende come con ragione Tule

cidide faccia dire dagli ambafciatori di Corinto in un'aringa


agli Spartani
,

che nell'arte

pi recenti opere (jTrtyiypfUPa)

denno
full'

alle

vecchie preferirfi (a)

Oflervationi apoteofi

$. 34.
teofi d'

Un

erudito inglefe {h) foftiene che la nota


,

Apo,

i'

Omero

Omero

efiftente nel

palazzo Colonna in
la xciv.
,

Roma

fia

lavoro fatto fra l'olimpiade lxxii. e


fua

opinione non
fu

fui

lavoro

eh' egli forf

fondando la mai non vide

una fuppofta ortograHa della parola, che ivi fignifica il tempo Vi fi legge dic'egli KI-PONOS, in vece di XP0N02 ;
.

ma

dunque quella

opera

di quell'et

in cui

da Simonide non
.

era ancora Itata inventata la

e in fua vece ufavaG KI- (b)

Co(a) Tra quefti doveva particolarmente no-

minard Calamide
parlato pi volte
e
,

di cui cio nel

Winkelmann ha

delle tre Grazie in marmo porte avanti l'ingrelTo della rocca d'Atene , delle quali palli-

Tomo

I.

pag.^iy.

quefto , alla pag. i oS. princ. , 116. e 181. Paufania ci afficura clic abbia vivuto in queft"epoca , fcrivendo ///-'. ,. cap.^. pag. g. , che nel tempo della guerra pelopon,

jXp.

e in

LaerPlinio lib. ^6. cap.j. feM. 4. ^. 1 , zio lib. z.fcgm. i p. , Paulania ib.i. cap. 22. pag. /^. , lo Scoliafte d'Ariftofane in Nub. ed altri fcritverf. 77/. , Suida v. SufaTt
,

no

tori

Paufania

nelaca fece la ftarua dell'Apollo alelcaco , G avertunco , in Atene , di cui riparleremo nel Lib. XI. Capo iil. . 12. ; e pu confermarf confidcrando i tempi , ne' quali fece varie altre ftatiie , nominate dallo ftelTo Paufania ; come per cfcmpio , una che ne dedic Pindaro, //A.p. cap.i 6.pag.74i , il quale nacque nell'olimpiade lxxv. ; un'altra, di Venere , la dedic Callia atcnicle , il quale, come fcrive lo fteflo Paufania lib. 1. cap. S. T'^g-' 0- > 'k.io. cap. 18. pag.840., viveva dopo la vittoria riportata dai Greci contro de" Perii, e nell'olimpiade Lxx vii. ottenne la vittoria da pancraziafte in Elide , lib. j. e. q. pag. jp. Al principio della ftefTa epoca io metterei fra i celebri artifti anche Socrate l'ateniefe figlio dello fcarpcllino Sofronifco . Egli nacque nell'olimpiade lxxvii. anno iv., e attcfe alla f.ultura anche dopo l'olimpiade

pag. 781. , ferenza di tutti gli altri artifti ; e non fa trovarne la ragione Io crederei che folle per modeftia , fapendof che fin d'allora attendeva alla filofofia . Per quello lavoro poteva Socrate effer chiamato il maeftro della grazia , come lo chiama 'Winkelmann qui avanti pag. II-'. {a) Thucyd. lib. i .cap.71 .pag. 48. princ. [ Racconta Platone in Menone , op. Tom. ri. pag. Q7.D. , che gli fcultori del tempo fuo dicevano , che Declalo farebbe rtato porto in ridicolo , fc avcife lavorato allora fecondo la fua maniera ; la quale peraltro era ftata ftimata prodigiofa una volta Vcgg. qui avanti pag I 6 f. n. i. lat. pag. g. \h') Rcinold Hift. lice. gr. (b) Dice di quel tempo , in cui ufavafi
. . .

riparlandone lib. g. cap. ^j. olferva , che le fece_ veflite a dif,

&
,

ixxx. prima
par. il.

di

abbandonarli

alla filofofia

ancora promifcuamentc l'una ch nella rteila Apoteofi vi


tifta fcritto col

e l'altra

per-

il

nom;

dcll'at-

Vesrg. Bruckero Hijior. crit. pk'of. Tom. I. lib. il. cap. il. %. 2. pag. $1^. fig. Si refe celebre principalmente per le ftatue

X.

APXEAA02 AnOAAO-

NIOY EnOIHSE nPIHNEYS

DAI SUOI pRiiS^cipj


Cos argomentava
di
tal

Ec.
,

aij
che
LIB. IX.

egli fui

teftimonio de'molti fcrittori

opera
j

e di quefto
,

to
ti

(*)

ma
,

ivi

ficcome

nome aveano difFufamente trattaprima di me avea offervato Fabret,

GAP.

li.

(a)

leggefi

XPONOS

come

fuole fcriverfi
.

te

(**)

onde

tutto l'argomento va a terra

comunemenLe figure non

hanno un palmo
piccole
gli
altri
,

d'altezza
vi
fi

e per

confeguenza fono troppo


,

perch

fcorga un bel difegno

ed abbiamo de-

baffi-rilievi

antichi di figure pi grandi, pi finite,


.

con maggior diligenza lavorate

L'appoifovi

nome

dell'ar-

tifa

Archelao

figlio

d'Apollonio

di

Priene non baftevoi inil

dizio per argomentarne che eccellente fiane

lavoro
loro

poi-

ch negli ultimi tempi


che fu
jT.

gli artifli
,

incidevano

il

nome
.

an-

le
5".

opere
E'
,

alTai

mediocri

come

fi

dir pi fotto
fulla

flato
in

trovato queflo

marmo
cafa

via

Appia
,

preiro

Albano

un luogo detto
,

altre volte
alla

ad Bovillas
Ivi

ed
era

ora. alle

Frattocchk

appartenente

Colonna.
,

anticamente

la villa

dell'imperator Claudio
(a)
.

e forf queflo
la cos detta

un lavoro de'fuoi tempi


Tavola
Iliaca

Ivi fu

pure fcoperta

da certo canonico Spagna mentr'era


,

a caccia,

da

cui ereditolla la famiglia Spada

e diedela poi in

dono

al

mufeo

(*) Leggafi quanto hanno fctitto fulla voSpanhcim De prtft. & ufu numifm. Dijfert. z. %. s- Vg- p6. , Cupcr Schot: nelle efpofizioni che ne hanno date , e Chishul Antiquit. afiat. ad iitfcript. fig. pag. zj., [e Marchand tra i pi recenti , nel fuo Diaion. kifi. art. Archelaus .
ce

KHPONOS

ia) Explc.Tab.Iliad.pag.j4-r.

(**) Un'altra apoteoh d'Orner veded


rapprcfcntata fu un vafo d'argento , che ha la torma d'un mortajo , difotterrato in Ercolano. Il poeta portato in aria da un' aquila , ed ha ai due lati due figure femminili colla fpada al fianco, fedenti fu ornati Quella che alla delira, ha di arabcfchi
.

dica l'Iliade , ch' l'opera tragica d'Omero ; Il remo, ed il cappello e quella l'Odiflea acuto e fenz'ale , all'ufo de'marnaj levantni, indica la gran peregrinazione d'Ulille fui mare I cigni , che danno fotto gli ornati al di fopra della figura deificata , hanno elfi pure una fignificaiione relativa al poeta . Bajardi nel fuo Catalogo de' Monumenti d' Ercolano, Vafi , n. J4.0. pag. 246. ha. fenz'al. .

cun fondamento battezzato quefto lavoro per l'apoteofi di Giulio Cefare ; mentre bafta 1 barba della figura portata dall'aquila per diCaylus Ree. d'Antiq. contrario Antiq. grecq. pi. 41. dice che , f tal figura non avcffe la barba , prcndercbbela diffatti per quella di un imperatore , ma egli ne giudic fu un difegno di quella fola
moftrare
il
.

Tom.

il.

un elmo

in

telfa

la fpada, e (la col capo chino fainprofonii penfieri l'altra


:

impugna con una mano come immcrha un cappelCuoi darfi ad

figura.
(a")

lo acuto Ulille
,

fimile a quello che

Come

ha penfato

il

P.

Kirchcro Lai.
.

tenendo una mano fulla fpala , e l'aUta fui icmo. Quella probabilrnence in-

vec.

& nov, par.2. cap.7. in

fine

^i6
J"
^'

Storia dell'Arte presso f Greci


.

feo Capitolino (a)


^ j^j jy,e(jgfji^o

D'egual grandezza, dello


di
,

ftefTo

marmo,
;

LiB. IX.

fj;i]e

difegno e di lavoro la cos detta

Efpiazione d'Ercole

efillente

ora nella

villa

Albani

ond'
.

probabile che
jf.

fa fiata

trovata nel

medefimo luogo

(b)

36,
di
;

Ho

rilevati

ne m\t\ Moiument antichi

inediti

alcuni

errori

coloro che vollero fpiegare quefl'Apoteol d'Ome-

onde qui folo avvertir ci che allora non mi venne Le due bende, che dalla faretra d'Apollo penin penfierc dono fui coperchio del tripode erano due correggiuole di cuojo come pu argomentarli dalla ftoria dei celebre duce
ro
{a)
.

de'Meflenj Arillomene,

il

quale elTendo caduto negli aguati

de' faettatori cretefi fu da loro legaco colle correggie de' loro


carcafi {b)
.

Gli

altri

abbagli degli fcrittori intorno a quefto

monumento denno
pubblicati
chia la
,

afcriverfi ai cattivi difegni


fra
le

che

ne fono
vec-

ove
,

altre

cofe

rapprefentafi
,

qual
fui
,

Mufa

fotto cui fta fcritto


,

Tragedia

che

marmo
che
ivi

giovane e bella

ed ha
.

ai

coturni delle alte fuole


fi

fono

fiate

omefle

(e)
i

Nelle flampe non

fa

ivi

che cofa

ftiano rolicchiando

due topi podi fotto

la fedia

d'Omero

ma

fui

marmo

vedefi che

un volume

e ci
.

era fenza dub-

bio un chiaro fimbolo della Batracomiomachia


(a) Data in rame, e illullrata da Fabretti , e da Foggini Muf. Capit. Tom. IV. Xav. 68. (b) lUuftrata dal dotto P. Corfuii , come
detto altra volta . Egli argomentando dilla fuppofla eccellenza della (cultura la pre-

toc. cit.

{b) Pauf. lib. 4. cap.i p.pag.jzS. eia notato qui avanti alla pag. 6^. (e)

Ho
,

il

Winkelmann

tende lavorata dopo d'Aleflandro il Grande . lo confuta nel Tratc. prel, ai Monum. ant. Cap. IV. pag. LXXIX. (a) Par, il, cap. ^3. pag. io8. zOf.

pi correttamente del fa^ lito dal lignor abate Vifconti in fine del Tomo L della def;rizione del Mufeo Pio-Clementino Poflbno vederfi nella fpiegazionc , che vi ha annelTa , delle nuove olTervazioni , principalmente riguardo alle Mufe

noe. a. tato in

cne quefto
alTai

monumento

'iato

por-

rame

aii-a!fj^ii;gatt

Ca'

DA] SUOI 1>R1NCIPJ

EC.

217
LIB. iX.

CAP.IU.

Capo
doto Leocare

III.

Cinoftanze della Grecia dopo la guerra pclopnnefiaca Arti/li di quel tempo Canaco - Naiicide - Dinomene - Patrocle RivoluPolicle - CcfiJJbzioni della Grecia nell'olimpade e. ~ Artiji
.

Ipatodoro
.
.

Altre

rivoluzioni

aW olimpiade civ.-. .

Statuarj
pregio

PraJJtele

Siio.Saiirocono

- Pittori

PavjJo

de'ftioi
.

quadri

Eufranore

Parrajo

Senj-- JSicia

Ojjervazione

JXitorno
che
fin

alla

ftoria

all'infelice guerra

peloponnefiaca
,

j^^,^'''^*'^^"J^

nell'anno primo dell'olimpiade xciv.

ma

colla peJ-

r^i**,","l
'J*'^*-

dita della libert d'Atene, e per

confeguenza con danno granda Lifandro dov arrene

dillimo dell'arte
derli

La
al

citt alTediata

fottoporfi

pelante braccio degli Spartani


di flromenti muficali
il

del

loro duce,
ftrulTe,

che

al

fuono

porto ne di-

demol
il

il

gran

muro
di

di

Temiftocle
,

per cui era unila

to alla citt

porto
Il

Pireo

cangionne interamente

forma

del

governo.

con lgi io
il

dei

trenta, da lui iftituito,


,

cerc di diflruggere anche


re
i

leme della libert

facendo

peri-^

pi ragguardevoli cittadini
I.

jT.

In
il

mezzo

a quelle calamit

per comparve Trafibu-

lo

e fu

liberatore della fua patria.


flati

Incapo

a otto me(j
;

tiranni

o n'erano

fcacciati

o medi a morte

dopo un
le

anno

ordinandoli con pubblico editto di tutte obbliare


,

pafiate vicende

fi

richiam

la

pace e

la tranquillit

ad Atene.
follev

Quella

citt

fi

rialz principalmente allorch


la

Conone
,

contro Sparta
flotta perfiana

pof^inza de' Perfi


de'

e pollofi alla tella d'una

ne,

erefie

combatt quella nuovamente il muro

Lacedemoni
'1

and

in

A tecui

fra la citt e

porto, perla

Tom. IL

21
'cui
LIB. IX.

Storia dell'Arte presso


fabbrica
^

Greci
tra

foli

Tebani mandarono cinquecento

mu-

CAP. IH.
Amftidique'
'""^''

ratori e
Jf.

fcarpellini (a)

2.

arte,

che aveva avuto dianzi lo


,

fteffo deftino

d'Ate,

ne, riforfecon
fummentovati

effa

comparvero,

al

riferir

di Plinio (a)

nella feguente olimpiade xcv. gli fcolari dei celebri maeltri


,

cio

Canaco

Naucide

Dinomene

Pa-

TROCLE
canaco.

^.

3.

Canaco oriondo
,

di Sicionc

e fratello d'ARisTOCLE
(b)
.

altro celebre fcultore

fu fcolare di
di

Policleto
,

Io ho gi

dianzi fatta
telli
,

menzione
,

due Mufe

opera
,

di

que' due frafi

d'una terza

lavoro di Agelada

delle quali
.

fa

particolar

menzione

in

per che que' lavori

un greco epigramma Non ne fegue fiano d'un medefimo tempo febbene


,

ammetterfi pofTa fenza difficolt che

il

maeftro
.

e gli

fcolari
altres

abbiano fcolpite delle ftatue

al

chePaufania
re di

in

un luogo
,

parli

tempo fteflb Sembra di Canaco come d'uno


molto pi antico
;

fcola,

Policleto

ma

altrove lo fa
di

poich

parlando d'una Diana


formata
,

Menecmo

e di Soida d'avorio e d'oro


l'artifa
,

foggiugne poterfi congetturare che

di effa

abbia vifTuto non molto dopo

Canaco

di Sicione

Gallone
fecondo

d'Egina

(e)

la

qual maniera di efpriinerfi fembra indicare


di quello

un tempo pi antico
Plinio
jf.
.

in cui vilTe

Canaco

4.

Potrebbe congetturarfi per chePaufania non


,

riflet-

teife

qui all'et propria di


ftile
,

cato dallo

quale

Canaco ma folo abbiane giudicome leggiamo in Cicerone (*) era


,
,

oltre natura rigido e

duro

cio fimile a quello de' pi antichi

maeflri

Da

quefto giudizio poffiam rilevare che


figure
,

Canaco

comech fcolare di Policleto ( le cui ne medefimo erano molto pi belle )


io) Diod. Sic. Uh. 14.. . Sj.pag. yog. (a) lib. ^4. cap. S.fec. ig. princ. <J>) Pauf, itb, .cap, is-pag. 4.8^,
(e")

fecondo Cicerotuto

o non abbia mai po-

cap. iS.pag. $70. (*) Canack figna rlgidiora funt ci. orut. e, imiuntur veritatem .
id. Itb. 7.

quam
i

ut

De

g.

DAI SUOI PRINCIPJEG.


maeflro tuto giugnere alla perfezione del fuo
,

219
o per un caLIB. IX.
^^p'/^^j^

predecefpriccio abbia voluto imitare la maniera dura de' fuoi Quindi le fue figure fori , affinch pi antiche fembraflero
.

lavorato ne fegue che fovente nel tempo medefimo fia ftato delfecondo ftili differenti Chi per vuole formarfi un'idea Mufa del palazzo Barftile di Canaco veda la mentovata
.

lo

berini
j)-.

5.

Fra

lavori di

quefto

fcultore v'erano a Milefia e


,

formate d'avoa Tebe due fra di loro fimili ftatue d'Apollo che aveano fui capo un non fo che detto da rio e d'oro
,

Paufania vXov {a) , voce non ben intefa dai fuoi interpreti cerQiieilo era probabilmente un nimbo ( nunbus) odia quel
,

eflb chio con cui fogliono circondarli le tefte de' fanti, e fu gi dai pi antichi tempi dato principalmente ad Apollo ,

come

Sole (a)

Tale pur

fi

rapprefenta

il

Sole in

compa-

onia della Luna nella pittura d'un antico vafo di terra della
biblioteca Vaticana da

me

pubblicato

{h)

Si

comprende da
kvkXoz
>(^

ci perch Efichio fpieghi la voce ^Xos dicendo


rTTo^
xopvC^yi;

xuK^oHSni
tvttos
,

a^av

ove per in vece


altri

di tottos
.

dovrebbe leggerfi
pure
effere Itato
tica ftatua della

come
il
,

gi

hanno ofTervato

Dee
e

un nimbo
Fortuna

ttXos pofto in

capo ad un an(e)
,

lavoro di Bufalo a Smirne

quello della Pallade di legno intagliata da Endeo fcultore antichiffimo {d)

E
[
a/i. 2. cap. IO. pag. 1^4. in fine dice d'u-a ftatua di Venere folameine opera di quell'artifta

e
,

2
o
altri

$' 6.
luoghi aperti
,

Nau-

{a) Pluf.

piaz7e
dalle

per ripararle
,

Lo

immondezze

degli uccelli

che Ivolaz-

(a) Ved. Tom. l.pag. Sg.


ih)
(c")

lavano per l'aria , come ce lo atteftano chiaramente Ariltofane in Avib. v.i 1 14- \^ '^1
In appreflo divent femplice orlo ScoliaRc namento delle immagini degli dei , degl' imperatori , e de" fan:i preflb i criftiani . Vcgg.
.

Monum.
Pauf.

/j6. 4..

ant. ined. n. 22. cap. jo. pag.

?//. princ.

Alla Fortuna conviene pi il modio in capo, '1 nimbo ; e lo ha difFatti la figura di quella dea nelle figure citate nel Tomo 1.
[

che

pag. 204. n. i. e quella col nome di Bupalo , della quale abbiamo parlato qui avanti alla pag. I 67. not. d. Que' nimbi , o lune , 'dette da' Greci /tyi'(r/.i. 5 , mer.ifchi , fi fole,

Buonarruoti Oj[er\a-^. fopru alcuni fremmen. divafi, c. , Tav. g. pcg.6o. e 61. , '}^<\^^)^ peraltro lo vuole un ornamento originano degli Egi/j , e il dotto monlgnor Stefano Borgia De cruce velie. S./4. pag.LlI. j i'34-
pag. CXXVl. \d) Pauf. lib. 7. cap. /. pag. J34. in fini
,

vano mettere

in capo alle flatue efpofte nelle

2 20
jf.

Storia dell'Arte presso


6.

Greci

LIB. IX.
C.AP. III. Naucide
,

Naucide di Argo form la fua Ebe d'avorio e d'oro, come la Giunone di Policleto e vicino a quefta la colloPaufania non dice quali attributi le abbia dati, ma c (a) noi podamo figurarcela con in mano la tazza in cui mefcea
,
.

l'ambrofia agli dei

qual vedefi effigiata quella dea della gio-

vent fu una nota bellilima


Stofchiano
,

fenonch

in

gemma e quelle gemme


,

fu

due

altre del

mufeo
la

ignuda, laddove

ftatua era veftita


Dinomeiie
_(f.

7.

Di DiNOMENE
lui

ci

fon noti ben pochi lavori


la flatua

e Pli-

nio non altro di


e quella
di

rammenta che
che fu
(e)
il
.

d'un lottatore,

Protefilao (b)

primo
La fua

a faltare fui lido

trojan

e fu

uccifo da Ettore
diftinta

figura far pro,

babilmente

fi:ata

dall'attributo del difco


;

poich

fu-

per

tutti gli altri

nell'abilit di gettarlo
ai

e quindi gli flain

to melTo

un difco

piedi
(d)
.

fu

un baffo-rilievo
fra

cui rappre-

fentafi la fua
Patrocle
jf.

morte
,

8.

Patrocle
,

il

quarto

celebri fcultori dell'olimle ilatue

piade xcv.

fi

principalmente diftinto per

de'faaltri
,

mofi
alle

atleti (e)

Lavor pure infieme con Canaco


citt
la

con

trentuna Ilatue di bronzo pel tempio d'Apollo Delfico

e-

rette

ad altrettanti capi delle greche

che aveano avuta

parte nella vittoria di Lifandro contro


le foci del
ti

fiotta ateniefe prefio


artifli

fiume Egi (/)

Unitamente a quelli due

mol-

altri

men

celebri maellri fecero le figure di molte divinit


la

le quali

dopo

mentovata vittoria furono collocate nel me,

defimo tempio da Lifandro


nata da Nettuno
Rivoluzione M3. Grecia
neii'
.

di cui

pur v'era

la flatua

coro-

olimpia-

de

,,
(f.

g.

c.

le

ri,i cofc della Grecia

Non molto doDO

prelero un altro aipetto

quefl'epoca, cio nell'olimpiar r r Epamii .

non(a) Pauf. lb. 2. cap.17. pag.i^S. /!n.2y.


(h) lb. ^4.. cap. 8. feci.i g.^.i S(e) Philo^ii.Heroic.p'-ooem. in fine, p.666., eap. i, n, j.p, 676, [ Aufonio Epitaph.i 2.
(.d)

Monum.

ant.

num.iz^. Par.

il. e.

f,

pag.i6j.
{e)
V\\r\. lib. 34..

&

(/) PauC

lib.t 0. cp. g.

cap.S.feB.i s.%. 34-. pag. 8 20.

DAI SUOI Pi^INCIPJ


nonda
gi
il
,

se.
la

221
Grecia
fiia
,

il

pi grand'uomo che abbia avuto


,

canLIB. IX.

fftema di tutti gli Rati


ftata

follevando
,

Tebe

patria

che dianzi era


ta
,

poco confiderata dopo che quella per breve tempo


,

lopra Atene e Spar,

GAP.

iir.

cio per lo fpazio


(a)
.

di trent'anni

a tutta la

Grecia aveva fgnoreggiato


,

Lo

fpavento uni allora quelle due citt

le

quali fecer lega nell'

olimpiade cu.
jf.

IO.

Quella concordia,
di Perfla
a'

con

efia la tranquillit uni-

verfale della Grecia fu indi a

poco vieppi

rafTodata

per la

mediazione del

re

che nella mentovata olimpiade


,

fped ambafciatori

Greci affinch

mettendo
.

fine a tutte le

guerre intelline
zione
s\

formaflero una lega generale


avvifo
,

Segu

la

na-

raggio
Je

fu conchiui'a

una pace univerfale


.

fra tutte

citt, eccettuatane

Tebe

(^)

Forf Plinio ebbe

in mira quella rellituita tranquillit della Grecia

quando

fifs
,

all'olimpiade cu.

il

fiorir di
(c)

Policle
.

di

Cefissodoto

di

Artifti

Leocare
jf.

e d'

Ipatodoro

II.

Delle llatue di Giunone

che

in feguito di
i

tempo
fu o fra- PoUde.

collocate furono nel tempio di quella dea entro


tavia (d)
telio
,

portici d'Ot-

una lavoronne Policle


figliuoli

e l'altra

Dionisio
.

amendue

dello

fcultore
le

Timarchide
fue opere
(e)

A
e

Cel'af-

Cefiflbdoto

FissoDOTo fanno egualmente onore


finit fua col

celebre Focione che ne fpos

la forella

(/)
Leccare.'

Leocare
tolico
,

diede prove de' fuoi talenti nella flatua del bell'Au-

che da fanciullo avea riportato


a cui

il

premio

del Pancra.

zio

onore Senofonte

fcrilfe

il

fuo Convito (a)

Della

fua nota ftatua di


dici la bafe

Ganimede
:

(b) vedefi tuttavia nella villa

MerA-

coll'ifcrizione

(a) Dion. HaL A. R. lib. i. cap.^. pag. 3. (b) D'od. Sic. Hi. i f.^.^S.p. ^i. Tom. il. (e) Plin. Ii6. ^4. cap. S-Jecl. ig. princ. (.d) id lib. f. cap. f. jeH. 4.. %. io.
(f) id. lib. 4.. cap, S. feci,

ig.^.ij.

Plut. in Phoc. op. Tom. I. pag.7^0. C. (a) Fiutar, in Lyfandro , oper. Tom. J. pag. 4.4.1. F. , Plinio loc. eie. (b) Nominata da Taiiano Advtrf, GrtOS, cap. J4. pag, tyt.

(/)

222
LIB. IX.

Storia dell'Arte presso

Greci

TANIMH^iHC
GAP.
III.

AfOXAPOTC AOHN AIO r (a)


ja quale

fembra piuttofto
,

fatta in

Roma
i

che dalla Grecia


i

trafportatavi colia ftatua

poich n
ad una

Greci n

loro arti iti


(b)
.

erano
jf.

foliti

mettere

il

nome

nota figura

12.

quefta medefma epoca


della Grecia
,

comincia l'ultima et
de' loro ultimi eroi
:

de' grandi

uomini

il

tempo

dei favj

degli fcrittori eleganti, e


e

de' grandi oratori

fiori-

vano allora Senofonte


Altre rivoluzioni neir olimpiade civ.
JT.

Platone

13.
,

Ma

tale tranquillit

della Grecia fu di breve dufra

rata

una nuova guerra

inforfe

Tebe

e Sparta

in cui

prefe parte la nazione intera, efTendo alleati degli Spartani


gli Ateniefi
.

Fin quella guerra colla battaglia di


in

Mantinea
in s

in cui

Greci, che non eranfi mai trovati


,

campo
,

gran numero

combatterono

gli

uni contro

gli altri

ed Epa-

minonda duce de'Tebani termin, dopo una compiuta vittoria la fua gloriofa carriera Qiiefta vittoria oper imme,
.

diatamente una nuova pace per tutta

la

Grecia

la

quale fu
,

conchiufa nell'anno fecondo dell'olimpiade civ.

(a)

in cui

Trafibulo pur liber Atene fua patria dal giogo degli Spartani
e dai trenta tiranni (b)
,

ond'efTa alz
e

nuovamente

il

capo

Quela pace univerfale,


degli Ateniefi
Statua:}
,

principalmente
il

le ci re oftanze felici

fono fenza dubbio

fondamento
chiari

fu cui Pli-

nio
tele

fifs
,

a queita olimpiade l'epoca in cui fiorirono Prassi,

Panpilo
14.

EuFRANORE

ed

altri

artifl:i

(e)

Praffitele

...

$.

Prassitelb lavor del pari in bronzo e in


Plinio (e)
,

marmo;
lebre
,

ma

al dir di

pi in quello che in quello fu ce-

Ganimede
%.

(a) Spon.Mifcell. erud. antiq.fec{.4..p.izy. oliera ai Leccare auniefe (b) Vcggali apprcflo al Libro X. Capo I. ij. (a) Diod. Sic. lii.t j. ^.Sg.p. 73. Tom.tl.
.

Dice

cftinti

tiranni fui principio dell'anno

primo dell'olimpiade xcv.


(e) Uh. ^4.. cap.S.jec.i f.princ. (e) Uh. ^4. cap. S.feB.iQ. . j 0. Propfrrio Uh. 3. eieg.io. vcrf.i 6. ci vuol dire lo ftcllo ; PraxiceUm propria vindicut arte lapis ,

{b) Sca'ig.

Animad.

in Euf.throii. p.iog.

DAI SUOI PS.INCIPJ


lebre
,

EC.
in

febbene di

lui

rammemori pi monumenti

223 bronzo
'

che

in

marmo

Volendo giudicare fecondo l'ordine


Ivi

eh' egli
...fuo Apollo

tiene nel ragguaglio che ce ne d, pare che 'Apoo Sauro-

^ono folTe di bronzo


fentato da pallore
,

Apollo era probabilmente rappreil

mentre ferviva

re di Tefaglia

Admeto

a ci ridotto per avere uccifo colle fue frecce Srerope


de' ciclopi
infervienti a

uno

Vulcano
.

(a)

il

che

gli

avvenne nella

fua prima giovinezza (a)


Jf.

ij.

Quando per

tanto Plinio dice

fecit

&

puberem
,

Apollinem fubrefenti lacerti cominus fagitta infidiantem (b)

mio

credere dee piuttofto leggerli impuberem; e v'ha di ci pi


d'

una ragione
melTo
in

La prima

fi

il

vero fignificato della voce


.

fiiber

confronto della figura d'Apollo


,

Piiber

figni_

fica
fi

un giovane che entra nell'adolefcenza

in quell'et
;

che
ali

manifeita per la lanugine del

mento
di

e del pettignone
f

oppofto iinpuber
nefun indizio (b)

colui nel quale


.

non

ne fcorge ancora
le fifia-

Ora fenz'ombra

pelo fono tutte

gure d'Apollo

febben in alcune compiutamente formate


,

no
nili

le parti

fefTuali
fi

come

nell'Apollo di Belvedere
lui

La

ra-

gione di ci
,

perch in

e in altre divinit giova-

fi

fempre voluto rapprefentare


,

una perpetua adole,

fcenza (e)
al

e la
.

primavera della vita

ficcome ofi^ervammo
d'Apollo de,

Libro V. (d)

Quindi

che tutte
.

le figure

vono fempre chiamarfi im.puberi


(a) Apollodoro Sj'W.
pag. 4.6. , Servio lib.y.M. 761.

In fecondo luogo

ofltrvo

che
/ii. i. cap. (>. .

//.
,

poteva
ri
,

dirfi

Apollo

come

dai greci fcritto-

ad Mncd.

lib. 6. v.

jgS.

e tra gli altri nell'Antologia lb. 4. e. i z. n.6.v.i., e da Fornuto De nat. deor. cap.^z.

(a) Val. Iacc. ^r^o/j. lib.i.v. 44.J. [Non dice di che et . Sappiamo all'oppofto da Euripide nel prologo AX'AUefle, che Apollo

non folamente aveva gi avuto


lapio
,
.

il

figlio

Efcu-

ma

gli

era anche
10.

flato uccifo da

Giove
(b")

(A) toc.

cit. .

detto ^wirais fanciullo adulto: Puberem ttatem , fcrive queft'autore , habct Apollo Quotquot enim in ijla itale funi , forma pritdiii funi pulch.riore quam ulta kabeat itas Il puier in quello luogo pu equivalere al viriliter puer , come dice lo ftellb Plinio del Doriforo di Polideto lib.34.. e. g.feU.tg.
.

e prertb i giure, confulti Infili, ab. I . tit. 2 2. princ. , h dice imvubere fino alli 14. armi , dopo fi dice pubere ; t pubere relativamente aqueflaet

Nella lingua latina

. 2.

(e) Puer tternus chiamato da Ovidio Metam.lib. 4. verf.17. (d) Capo I.^.io.fegg.pag. z}4..fegg.

224
LIB. IX.

Storia dell'Arte presso

Greci
,

che Marziale, parlando


fanciullo
:

della noftra ftatua

chiama Apollo

CAP. ur.

Ad

te

reptan
,

piier injulicfe

lacerta
.

Farce

ciifh digitis illa

ferire tuis {a)

In terzo luogo tre figure d'Apollo Sauroclom

fi

fono fino
,

noi confervate
fia

una

in

marmo

nella villa Borghefe


,

febbene
d'un

alta

quanto un giovane adulto


,

pure ha
iivpuhere
.

le fattezze

fanciullo

dee

tal

Apollo chiamarfi
ftelTo

Tale un'altra
,

pi piccola figura dello

dio nella medefima villa


e
la

ed

hanno amendue unito


la villa

il

tronco

lucerta

La terza

nelal

Albani
(a)
.

eifa di

bronzo,

e gi

ne parlammo
ne' miei

Li-

bro VII.
ti

La

figura che

ho pubblicata
,

MonumenPral-

{b)

prefa dalla villa


,

Borghefe

poich a quella de'la


llefTo

villa

Albani
,

che probabilmente lavoro dello


il

fitele (b)

mancava

tronco

la

lucerta

quando

fu difot-

terrata (i)
jf.

16.RC-

[Il dotto P. Paoli nellodata dilTctazione Della Relig. de'Genrili j ce. par. ni. %. LXVJ. pdP,.i 77. nega , clic Matzialc intenda patiate di quella fifuta , e vuole , clie nel di lui dillico non debbal riconol'cere altto , (e non f un volo di fantafia , e un penlicre fpititofb da poeta , col quale nel mentte che di un'aria nobile all'azione , fa ancora al fanciullo fteffo un elogio pure chiaro , che Marciale parla di quella ftatua. Ne una prova chiariffima il titolo ftell'o dell'epigramma Sauroctonos corzntkius,che combina con quello di Plinio ; e ce ne pcrfuade Fa'teggiainento della figura , al quale non ha fatto avvertenza il lodato fcDttore Si veda la ftampa in fine di quello Tomo Marziale non poteva dcfcrivevlo meglio , e pi fpiritofamcnte
(tr)

tib.

i4.n.tyz.

la pili volte

lo fpicga come f la beftiola , ove dcfiderato morite nobilmente , morendo pet le mani di un si nobile fanciulTI.

XII.

avelie

Ma

lo e cosi fcrilTe perch non aveva veduto n la ftatua , n le figure in rame del Saurottono (a) Cap. il.pag.^. Una ve n' ha nel palazzo Coftaguti, nominata da 'Vf inkelmann nei Monumerai antichi , al luogo , che cita qui Un'altra , anche in marmo , ne ha il Mufeo Pio-Clementirio , di cui fi da la figu: . .

che appunto col dire

fanciullo ir.lidiofo

nel Tom. 1. di elio Tav. 1 3. (i^ num. 4.0. (b) Il fig. ab Vifconti alla detta Tav. i j. la credetebbe piuttofto una copia alquanto minore dcH'originale , perch le altre di marmo fono pi grandi , e alcune , fra le quali quelle del Muleo Pio-Clementino , e di villa Borghefe , fono di pi elegante lara

perch vuoi tu uccidere quella lucertola ? Non vedi che da per se ftelfa vuol moiirc nelle tue dita : Apollo mezzo nafcollo tcn 'e inlidic ad uiia lucertola per ucciderla con una laetta in una mano, mentre effa rampicandoii per il tronco dell'albero va incontio all'altra mano appoggiata in cima del medefimo , colle dita mezzo piegate , in atto come di flringere Neppure flato capito Marziale dall'Arduino
.

voro
(j;

Non meno
(

celebri

dell'Apollo Saurodi

Bono furono,
luo Satiro

oltre la

Venere
)

Guido,
.

il

nelle

gmcndajioni

al

detto

libro di Plinio

fuo Cupido . Da un fatto riferito da Paufania /. i e. zo. pag. ji.hzn fi fcorgc quanto folfero care allo flcf o Praflltele qi'.efte due Itatue Era defidcrofa Friue , celebre cortigiana , di aver in dono una delle fue opere che aveffe egli llcffo giudiuce delle pi cccciknci
flff/iStnT!
e
il
. ,

DAI SUOI PARINO IPJ


jf.

EC.
,

22 5
pretende che
ot=

16.

Riccoboni
cittadinanza
,

feguito poi da

altri
,

Prassitele fofle nativo della


tenuta
la

Magna Grecia
(a)
,

ed abbia poi

LIB. IX.

GAP,

III.

romana

ma
,

egli

facendo un gran(a)
.

de anacronifmo
Quelli viveva
ai

ha col greco

artifta

confufo Pasitele

tempi di Cicerone
,

ed incife in argento

la

figura del lamofo Rofcio

quale avealo veduto in culla


(b)
.

la Tua

nudrice circondato da un ferpente

Ove per

tanto in Ci.

I figliuoli cerone leggef Praxiteks dee leggerli Pafitelss (*) del celebre Prassitele abbracciarono l'arte del padre; e Pau-

fania parla della ftatua della dea

Enio
(e)
.

di di

Cadmo
efl

alle

quali unitamente aveano lavorato

Uno

chiamavafi
(d)
,

Cefissodoro

e v'era di lui in Et'efo

un symplegma

cio
cifel-

un gruppo
17.
(b)

di

due lottatori
(e)
.

(i)

D'un

altro Prassitele

latore parla Teocrito


jf.

Come
maeftro

Prassitele la Tenitura
d'

cos Panfilo di Si,

Pittori

done

Apelle

Eueranore
F f

Seusi

Nici

Panfilo

Tom. IL
Bench
,

Par-

PialTitele

che l'amava appaffionata,

mente non avelie cuor di negargliela pure non lapcva mai rifolverl a pronunziarne il Che fece ella adunque ? Con fina giudizio deftrezza guadagn un di lui fervo , il qua.

co di Venezia , e della Lorcnziana di Firenze [ Il noftro autore nel Tratt. prelimn. Cap. IV. pag. LXXXVI. avverte , che Pafiteles dovrebbe emendarfi anche in Plinio lib. i^. cap.iz.feci. 5 j. A me pare che fia il
.

le

mentre Prallitele feco lei incertenevaf in , geniale converfazione , anfantc entr ed impaurito elclamando la voltra cala , Prailitele , va tutra a fuoco , e buona parte fi Quali vogi confumata delle opere voitre lete voi che l falvino V Povero me , ripigli Pralfitele , tutt^ le mie fatiche fon perdute
:
.

medehmo
luoghi

di cui parla Plinio nei , qui avanti , e che in quefto luogo filfa circa i tempi di Pompeo Arduino non vi ha badato , n Davifio al luogo citato di Cicerone , Torrenio nelle note a Valerio .MalTimo lib. 8. cap.it. num. 4. not. zi., Palitele
citati
.

ne tanti

altri
I.

fiamme non l' hanno perdonata al mio Satiro e al mio Amorino State di buon animo foggiunle allora la fcaltra donna
le
.

(e) Uh.

flatua di Enio

nulla v' di (iniftro

ed io fon contenta d'aver faputo quanto bramava Pradtele pi non potendo tergiverfare , le lafci la fcelta ; ed ella fi prefe il Cupido , che mand a Tefpi fua patria ove per lungo tempo fu l'ogget,
. .

cap.f. pag. za. [Lo dice della odia Bellona , folamcnte . , id) Plin. /zi. i6. cap. }. fia. 4.^. 6. (1) Non in Efefo , ma bens in Pergamo
i}

fcrive Plinio loc.ct. elTere ftato


di Cefilfodoro
.

sympUgma.

cap. S. ficl.i 0.
fto

Avverte il medefimo lib. ^4. 27. che due furono di queabili fcultori
,
.

nome

ed amcndue

Il

fe-

to della cuiiofita de" forefticri {a) Noe. adfragm. Varr. in Comment. de hii. pug.i^j. , e l'autore dell'opera , Lettre far une prtend. md. d' Alexandre , p. ^. (a) Del eguale parla Plinio lib. ^j. cap. iz. feci. 4j. , Uh. ?5. cap. i.feci. 4.. . j 2. cap. ^6. (J>) eie. De divin. Uh. 1 (*) Leggefi Praxiteles nei due antiehiffimi codici mss. della biblioteca di s. Mar.

condo per non CefilTodoro


.

Ccfilfodoto vien detto da Paufania l.S. c.^o. p.664.., lib. 0. e. I 6. pag. 74-1 in fine , e da Taziano Adverf. Gric. e. } 7. p. Z70. , [e Cefiffodoto
Plinio
(b)

ma

ha emendato l'Arduino nel cirato luogo di fecondo i codici manolcritti . ,


() Idyl. y. verf. i o j.

Macedone
. S.

Plinio Uh, ,'/. cap. io.

fea. s6.

225
Parrasio
CAP.iii.
,

Storia dell'Arte presso


quelli

Greci
ad un certo

furono che portarono


(i).

la pittura

^^^^
erano

^' perfezione
flati
i

Seusi
i

e'I

maeftro fuo Apollodoro


le

primi ad ufare
,

lumi e

ombre
,

(a)

anzi

fecondo Plinio
piade xc.
fuofSldri
.^

poco prima
la pittura

di
,

quell'epoca

cio nell'olim,

(a)

avea

per cos dire

appena pre.

^a i-'n^ certa

forma da

poterli chiamare un'arte {b)


al

Panfilo
,

pu

in

qualche maniera paragonarli


ai talenti

nollro Guido

non

riguardo

pittorici,
.

ma perla
,

riputazione in cui fufa, fu


il

rono amendue
principalmente

(2)
i

Guido

come ognun
laddove
i

primo che
,

tenne in prezzo
i

fuoi quadri

fuoi antecefTori
.

Caracci

eran malifimo pagati


s.

Agoilino
rice-

Caracci ebbe
ve
il

foli
,

cinquanta feudi pel


e

Girolamo che

fomma al Domenichino per dipingere il medelimo foggetto (e) Oggid non v' chi non ammiri quefli due quadri come due
Viatico (b)

con

iltento fu accordata la llefla

capi
(i) Il fignor Winkelmann d la gloria a Panfilo , Eiif'ranore , Scufi , Nicla , e Parralo d'aver portata la pittura alVai profilma alla

bia malamente emendato il numero lxxxix. in Lxxix. nel detto luogo di Plinio , quando anzi foftiene tutto l'oppoflo nella nota

perfezione Altri per , come Rollin Storia areica , Tom. XII. l. zi. e. f. art. z. p.iyy.
.

num. S
i6) Plin. lib. ^f. cap. S.feH. ^4. (1) Panfilo d' Antipoli fu il primo ad accop-

feq.

ai

nominati folituifcono Paneno


,

fra-

tello di Fidia

il

qiiale dipinfe la battaglia di

Maratona , Plin. lib. ^j. c.S. feci. ^4. ; Polignoto autore dei due famoli quadri da noi
,

accennati di fopra pag. 6g. n. 1. , ed Apollodoro , il quale , al dir di Plinio Lib. ^/. e. g. feS. ^(J. . I apr le porte alla pittura , eflendo egli ftato il primo che abbia mefcolati i
.

colori

ben

elprefle

le

ombre

Plut. B>:1-

lone an pace clar.fuer. Athen. op. Tom. /,'. pag. 34-6. [ Ved. Tom. I. pag. z6o. not. a. ia) Quintil. Inft. orat. lib.i 2. c.to. (a) Plinio lib.^s- f-p. fec.j. . z. mette Seufi nell'olimpiade X e V. annoiv., e riprova quelli,, che lo mettevano nell'olimpiade Lxxxix. probabile che abbia vivuto lungamente , e che abbia dipinto anche prima della d?tta olimpiade lxxxix. ; poich Plutarco lo mette tra i pittori di Pericle , come ho detto Mipag. iSp. not. a. Quintiliano ioc. eie. lo fa non molto diftante da Parrafio
,

piare l'erudizione alla pittura ; onde non e maraviglia f i fuoi quadri <eno riufciti , a cos dire, ragionati, Quintil. //A. j 2. e. i^. Applicoffi fpecialmentc all'aritmetica e alla geometria , fenza le quali (cenze dicea egli elfere impollbile l'arrivare alla perfezion dell' ai-te . Effetto de' fuggerimenti fuoi ftata quella difpofizione datafi in Sidone primieramente , di poi nella Grecia tutta , che i ficitare
rali
.

gliuoli di condizione libera s'aveffero ad efcravanti ogn'altra cofa , nel dilegno , , e che la precedenza fi delfe tra le arti libe-

e circa
;

tempi della guerra pelopon.

alla pittura . Plin. lib. ^j-. ci 0. feci. j. *. (b) In Bologna nella forefteria di fan Michele (e) Che fi venera in s. Girolamo della Ca rit in Roma. Il Bellori Le vite de' pittori , ec. , racconta quel fatto del Domenichino nella di lui vita , pag. ri's- > ove defcrivc anche il quadro D'Agoftino Caracci , di cui
. .

nelaca

poi Parrafio lo "fa arrivare fino ai tempi dopo Alellandro Pu vederli anche Bayle Diclion. hifl. ec. , art. Zeuxis , rem. A., ave per sbaglia nel dire , che Arduino ab-

ma

fa anrhe la vita , non lo dice , bench gli attribuil'ca quell'altro quadro , che defcrive pag. 61. fegg. , da altri attribuito a Lodovico

Caracci

DAI SUOI PRINCIPJ


capi d'opera
.

EC.

227
LIB. IX.

Cos Panfilo voleva


:

efTere

ben ricompcnfato
CAP.
iir.

non riceveva gli fcolari che per dieci e quefti per efTere iftruiti non poteano dargli meno anni cui pur pagarongli Apelle e Melanto Quind'un talento poidi avveniva che non folo gli fcolari fuoi erano ingenui
delle Tue fatiche
,

egli

ch

fra

Greci

gli

uomini

di

condizione fervile non poteano


,

efercitare le arti del difegno

ma

eziandio ricchi cittadini


,

Quanto
vente
,

celebri fofTero le pitture di Panfilo

anche

lui

vi-

argomentar lo polliamo dalla maniera con cui vien

recato ad efempio prefTo Ariftofane di lui contemporaneo (a)

quel fuo quadro in cui erano rapprefentati


i

gli Eraclidi

ofa

difcendenti d'Ercole, che co' rami d'olivo in


la

mano imploAllora
le
fi

ravano
ture
,

protezione ed ajuto degli Ateniefi


,

pit-

che aveanfi in grande ftima


.

a caro prezzo pur


,

pa-

gavano
mille

Mnafone

tiranno di Elate nel paefe di Locri

pag

mine (cio loooo. feudi romani) un quadro d'ARiSTiDE (/) , contemporaneo di Apelle, in cui v'erano cento figure ragguagliate al prezzo di dieci mine per ciafcuna , e rapprefentava una battaglia contro i Perii e fu pi genero;

fo ancora

con Asclepiodoro

a cui diede trecento

mine per
.

ognuna delle dipinte figure de' dodici dei maggiori (e) Trecento mine ebbe pur da lui Teomneste per ciafcheduno degli
eroi d'ordine fuo dipinti (d)
.

Ne' tempi feguenti

e prefi"oi

Romani LucuIIo pag due


la

talenti

un quadro rapprefentante
fiori in

famofa Glicera fedente con una corona di


fofTe

mano
di
,

febbene
SIA

quefto una copia


il

(0
di

Cos
,

non celebre Ortenfio compr


,

l'originale
gli
,

Pauqua-

Argonauti

dro

CiDiA
;

al

prezzo

di

144000.

fefterzj
il

cio di

14400.
ta-

fiorini (/)

e fuperiore a tutti quefti fu

prezzo

di ottanta

F f 2
(<i)

in Plut.
della

\'erf. jlt f.

Lo porta per

pa-

(d) ihid.
(<r)

ragone

compofzionc ad un altro fatto. Xi) Plin. 116. ^j. cap. i 0. feci. 36. ^.tg, (e) ibid. ^.21.

ibid cap.
ibid. %.

n. fiB.40.
[

z^.

(/)

26.

3600. feudi

romani,

223
talenti pagati
LIB. IX.

Storia dell'Arte presso

Greci

da Giulio Cefare per due quadri


,

GAP.

de' quali
III.
.

uno rapprefentava Ajace


Infigne nella pittura
fu
,

e l'altro

Timomaco, Medea (a)


di
.

Eufranore

jf.

iS.

e nei lavori in

bronzo

in
il

marmo
primo

Eufranore

il

quale celebre per efTere ftato

a dare nelle pitture

una certa dignit

agli eroi (b)

e ad introdurre

nelle Tue

figure quella
;

proporzione che da
in ci

Plinio vien detta fimmetria


fuperati
re
i

ma

febbene abbia egli

fuoi predecefTori
fottili e

ha nondimeno

fatte le fue
tefta

figu-

un p

fmilze

ha data loro una


vi

pi gran-

de dell'ordinario. Parche ne' fuoi difegni


che bellezza delle forme
tore
(
, ,

fofle

pi fapere

poich

al

dire del prefato fcrit-

avea dato alle giunture delle offa un rifalto foverchio


)
;

artkitlifque grandior

anzi convenne egli ftelTo


le

che

meno
;

amabili e graziofe erano

fue figure che quelle di Parrasio


,,

poich

avendo ainendue dipinto Tefeo


)

quel di Parrafio
la

dilTe

flato nutrito di rofe

e'I

mio

di carne {a);
,

qual efprefTone non dee punto intenderfi del colore


rne vuole Dati
(/')
.

ficco-

L'ofTervazione che fa Plinio della tefta


efprefle
nelle figure di
,

grofla e delle
,

membra fortemente
.

Eu-

IRANORE pu applicarfi eziandio a quelle di Seusi come gi dianzi ofTervammo (e) Fra le fue ftatue in bronzo era celebre quella
vifafle
il

di

Paride, in cui volle che

al

tempo
,

flelTo

(i

rav-

giudice della belt delle tre dee


{e)

l'amante d'Elena

e l'uccifor d'Achille

jf.

Par-

ca) Da lui collocati nel tempio di Venete Genitrice in Roma Plin. loc. cii. . ^o. (b) Plutarco Bellone an pace cldr.fuerint Athen. princ. op. Tom. il. pag. ^46. A. (a) Plin. lb. ^j. cap. it. fe. 40. . 3/. [ Plutarco loc. cit. (.b) Vite de' picc. pag. 76. (e) Tomo J. pag. ^4.g. ove crede abbia etrato Plinio nel tacciar Seufi di un tal difetto (ccome a Plinio fi accorda Quintiliano Inft. orar. lib. iz. cap. 10. , adducendone per lagione , eh' egli credeva di dar cosi maggior
.

grandioft , e dignit alle figure, a forniglianza d'Omero , cui piacevano le forme

robulk anche

nelle

femmine
ne

polliamo pen-

Ma

generalmente da tutti (0 Phn. Ili. 34-. e. S.feci.iQ. . 16. [Pu vederfi Falconet nella nota a quello luogo di Plinio , oeuvr. Tom. iil.pag.i }2. fegg. , ove cerca come poteva una fola figura tre cole rapprefentarc , che pare abbiano del contrafarc che rale giudizio
.

foffe portato

dictorio

DAI SUOI
jf.

PR,INCIi''J
fu
il

BC.
alle

229
tede
,

19.

Parrasio efefino
grazia,
Il

primo che
,

le

quali

====
^'

dianzi avean un'aria rozza e dura


bili e della

die delle lembianze

amai

ne difpofe con maggior eleganza

ca-

Parrafw.

pelli (a)

Tuo merito principale confilleva nel ben con-

tornare

le

figure, e ritondarne le forme, giultamente collole

cando

lumi e
la

ombre

nel che tutti gli antichi artifli gli


(*)
i
.

accordarono

preferenza
l'olTatura e
fi

Molti per lo fuperarono nel


,

ben efprimere

mufcoli

e in tutto ci
(**)
.

che in

termine d'arte chiamar


parere deve fpiegarfi
e
il

fuole la

notomia

Cos a mio

giudizio di Plinio intorno aPARRASio,


il

non gi come fpiegollo

mentovato Carlo Dati


:

(a)

il

quaegli

le

fenza intenderlo letteralmente cos tradufTe


s'

Sembr
i

di gran lunga inferiore in paragon di

JeJJo

neir efprimere

mez-

zi delle figure (i)

Della iHma che faceafi delle fue pitture

pu
pregiava in modo particotate di metfuo nome ai Tuoi quadri Ateneo /./ /. cap.to.pag. 6S7. B. (*) ConfeJ/tone artificum in lineis extremis pa/mam adeptus : hic eft in picura ftimma fublimitas . Corpora enim pingere , &

(a)

si

una raccolta

tere

il

di difegni fulla pergamena . Narra Seneca lib. f. contr. ^4. che , volendo Par-

rafio rapprefcntar al vivo un Prometeo , abbia applicato un fervo alla tortura , e con etfa toltagli la vita . Lo ftelfo diceli ancora

media rerum

quidem magni operis , fed in quo multi gloriam tulerint Extrema cor,

efi

porum facere

dejinentis piclurA modum includere , rarum in Juccejfu artis invenitur : ambire enim dehet f extremitas ipfi , /c definere , ut promittat alia poft f , oftcndatque etiam qus, occultai . Plin. //A. ^y. e. 10.
,

6f

&

jia. ?6.
tus in (a) (i) torni

i,.

s.
.

(**) Minor tamen vide tur fbi comparaIhid. loc.cit.pag. 48. ,4, Facendo Plinio il confronto dei condelle figure di Parralo , ne' quali non ebbe 1' eguale , col pieno oflia col mezzo delle fic;ure , nel che ei non riufciva come nel formarne i contorni , l'efpofta interpretazione di Dati non fcmbra poi si lontana dal

mediis corporibus exprimqifdis

crudelt che da alcuni , ma fenza baftevole ragione , fi pretende rinnovata dal Buonarruoti nel dipingere un Crifto crocififfo Se Parrafio vinfe SeuG nella celebre disfida , in cui quegli colla finta tela che fembrava ricoprir il quadro , ingann l'emolo , che vantavafi d' aver colle fue uve dipinte ingannati gli uccelli , in un'altra disfida fii vinto Parrafio da Timante , che meglio di lui feppe rapprefentare Ajace fdegnato contro i Greci , per aver elT aggiudicato ad Ulifle le armi d'Achille . Piin. /. cit. , Athen. lib. 12. CUP. II. pag. S4-S' E, A iElian. Variar, hiji.
di Apelle
: .

lib. g.

cap. 11.

vero

noftro Autore Chcch ne (a tra le molte di lui tavole , delle quali fa Plinio lib. ^f. cap. lo.fecT. j6. ^. /. una lunga enumerazione, nobiliffimo,
,

comeja fuppone
:

il

Di quello Timante il fignor Vinkelmann non fa cenno alcuno , che pur meritava d'cffere nominato , efTendo egli ftato uno de'piii valenti pittori di que' tempi [ Dionifio Alirarnalfco De adm. vi die. in Demofth. n. fO.
.

oper.

oltre l'Arcliigallo , flato fc l'indole degli Atcnicfi

il
;

quadro, ove pine quell'altro

Tom. il. pag. ^14-] ^"9 carattere diftintivo nella pittura fu l'invenzione , Plin. lib. ^f. cap. IO. feci. ^6. . (J. , e i fuoi quadri ebbero quefto bel pregio che davano allo
_-,

dei

fpettatore

troppo forzata corfa fcmbrava bagnato di fadore , e l'altro nel dcpor le armi moftravafi come anLaCd egli altres ad ufo dei pittori nuite

due giovani

uno

de' quali

per

la

non

piacere d'immaginar di pi che dipinto Dopo l'Ajace , con cui fuper Parrafio , celebratilTimo ftato il quail

vi forte

dro d'Ifigenia , con cui vinfe Colore Tejo ^ Quint. lib. i. cap. i j. , Val. Mm. l.S.cii^

230 pu
LID.IX.

Storia dell'Arte presso


eflere

Greci
pel di lui

argomento

la

fomma che pag Tiberio


,

CAP.

Ili

quadro rapprefentante l'Archigallo cio il prefetto degli eviche probabilmente efprimeva rati facerdoti di Diana Efefina
,

una
5eufi.

di quelle belt
.

ambigue

fra

due

fed

di cui

parlammo
.

altrove (a)
jf.

Pagollo l'imperatore 60000.


Arillotele parlando di Seusi
(a)
,

fefterzj (b)

20.

ebbe a dire

ch'egli

dipingeva fenza 5o$


,

la

qual voce alcuni de' traduttori


{b)
,

hanno omelTa altri come Giunio ed confelTato di non ben intendere


,

hanno fnceramente

altri

hanno mal interpre.

tata

come

Caftelvetro

(e)

che fpiega ci del colorito

Que-

flo giudizio d'Arillotele

pu
,

intenderli dell'efpreflone prefa


5o;
,

nel fuo pi ftretto fenfo


,

poich

parlandoli di figura
,

umana fignifica quel che i latini diceano vultns e noi diremo ciera cio l'aria del volto e l'efpreflone del fembian,
,

te e

de'gefti {) (e)

Or

fi

paragoni con quello detto d'Ari,

ftotele ci che

ebbe a rifpondere Timomaco


l'

altro chiaro
:

pittore, a colui che biafimar volle

Elena

di

Seusi

Prendi
;

miei occhi
s'inferifce
,

gli dilTe
il

ti

fembrer una dea (d)

dal

che

che

pregio de'kvori di Seusi confiilefle nella


bel-

n.6. in extern, f Cicerone De oratore, c.22. ], (f Eiidhzt. ad J/icid. /ih.u.v 16 ^. p. 1^4 j. Un, 60. Vi fi vedeva il facerdote Calcante immerfo in profonda triftczza , Ulilfe pi mello ancora , e con tutta la maggior poflbile afflizione

<3erc in

pubblico
avviliva

in
il

uno

{lato di tant'afflizio;

Menelao

none padre
il

d'Ifigenia:

Rcftava Agamencome mai efpnmcre


.

Con un velo gl'involf il calafciando cos ad ognuno l'immaginare quanta efler dovelle allora la fua afflizione . Euripide per Iphlg.in Aal. v.t jjo. prima di lui rapprefentato avea nella fua tragedia Agafuo dolore?
,

fuo carattere e perci Euripide v. 4.4.6. fcgg. eli avea fatto dire , che come re arrolTiva di fpargcr lagrime , e come padre sfortunato arrolfiva di non verfarne VeggJ-Falconet Du tableau de Timanthe , ec. , oeuvr. Tom. V.pag.6 z.fege. Altrimenti converr dire , che Timante non abbia avuta in villa la legge della decenza nell'efpreflone , di cui parla Winkelmann nel T. 1.

ne, che

pag.

j4.r. feee.

atteggiamento. [ Euftazio l.cit. non da altro vuole che abbia dei ivata l'idea di quella pittura, che dalla grandezza del dolore efpredb nei verfi d' Omero Tutti gli altri fcritteri par che lo facciano un di lui perfiere originale. Se ha imitato Euripide, potrebbe piuttoflo crede rfi , che abbia coperto il vilb ad Agamennone , perch , f quelli come padre non poteva trattenere da dare fegni del maggior dolore , non gli conveniva come fovrano , eh' egli era , di farfi vein tale
.

mcnnone

Cap. jl.pag. 2S^.fegg. (b) VWn. tib. ^j. cap. io. feci. ;6. %. ;., e fono i yoo. feudi romarii Winkelmann diceva, circa 000. feudi di Germania . (a) Arift. Poet. cap. 6. (_b) Catal. arch. pici. &c. pag. z^t. (e) Poet. d'ArJi.volgar.par. nI.p.T4j. {d) Philoflr. Jun. Lon. z. p.Ss.lin.zS. Cafaub. ad Theovhr. Char. cap. 8. pag. 207. (e) Ved. Tom. I.pug. ^zp. (d) Stoheo Serm, 61. pag. ^^-princ.
(a") Lil>. IP''.
.

DAI SUOI PRINCIPJ


belt delle figure (a)
;

BC.
infeme
fi

ove quefti due

paf

2^1 comLIB. iX.

binino

par verofimile che quel pittore


alla bellezza
,

facrificaire

una parte

CAP.

III.

deirefpredone

che mirando egli principal,

mente
fetto

a far figure della


;

maggior venulhx
poich ogni
voglia lui volto

abbia ior date fem-

bianze infignificanti
,

menomo
,

fentimento o
i

af,

che efprimere

fi

ne altera
(b)
.

tratti

pu
jf.

effere alla

pura belt Ivantaggiofo

21.

Altronde per v' ragion di credere che


tal

Arifiiotcle
,

abbia con

detto voluto .biafimare

le pitture di
,

Seusi

per-

ch fenza mofla folTero

e fenza azione

le

quali cofe vengo-

no pur

efprefTe dalla

voce ^9o;

e in tal fenfo ufa egli l'ag.

gettivo ySfK nella fua Rettorica (a)

Malvafia ed
.

altri

ebbe-

ro a dir lo
jf.

{lefTo

di

qualche figura di Raffaello

22.

Comunque per
al

s'intenda, probabile che Seusi

abbia dato luogo


la

giudizio d'Ariftotele per voler ricercare

pi pura bellezza.

Ma

feppe ben egli fchivar quella taccia


i

nella fua
di Plinio la

Penelope
,

in cui dipinfe
il

coftumi

niores )
,

al dir

il

quale ripet

giudizio d'un
,

Greco

e tradufTe

parola k9os col pi


.

comune vocabolo
,

fenza fpiegarfi poi


i

chiaramente

Caylus che

volendo indicare
,

caratteri

e le

propriet degli antichi pittori

adduce

quefl:o paflb del ro,

mano
del

ftorico fenza
f

punto

rifchiararlo (b)

flato forf farebbe

mio parere

avefle confrontato la notizia di Plinio col


;

giudizio d'Ariftotele
la greca

tanto pi che quegli altrove interpreta


in plurale
^9ti
)

voce rOos

dell' efpreffione

cos

fcrivcndo del pittor Aristide:

Is

omnium ^rmus animrmi pnxit


,

(a") Egli dipinf' un Cupido coronato di tote nel tempio Ji Venere in Atene , menzionato dallo Soliaftc d'Ariftofane inAcharn. verf. 09' > e da Cicerone De iavenc. Uh. z. princ. fappiamo , c'is'cgU fiperava tutti gli altri pittori di gran lunga nel dipingere figure

moderato efpreflo anche vrebbe alterare le forme


rendere
1'

fui volto
;

non dodeve

e piuttofto

di donne (b) Qucfto pu dirfi ou una fenfazione , o

elprertone pi piacevole , e per confeguenza pi bella . (d) lib. 3. cap. 7- , j ,. , fi) Reflex, far quelq. chap. du ^f. livre de P/ine , ni. pan. CaraH. des peinir. grecs ,
,

delle paffioni forti

Acad. dcs

Infcript.

Tom.XXV. Mm.p.igs^

affccto piacevole

232
'xit,
LIB. IX.

Storia dell'Arte presso

Greci
{a)
,
.

& fenfus
(b)

homins exprejjt

quae vocant Gr^c ethe

Fu

CAP.
Nicia

quefti nella pittura ci che

nell'arte di

dire era Lifia


.

a cui

III.

Dionifio
_0".

attribuifce la pi perfetta -^o7roi!av (i)

23.

Tanta fama

di fapere e d'abilit nell'arte aveafi ac,

quiftata

Nicia ateniefe che


le

Prassitele interrogato quali delle


,

proprie opere riputafle

migliori

quelle rifpofe
i

delle quali

NiciA avea ritoccato

e migliorato
:

modelli
ej

Cos almeno
,

intendo quefto pafTo di Plinio


hat Praxiteles interrogatns
morihiis
ejus
:

Hk

Nicias

de quo dicein

qud jnaxjine opera fua probaret


;

mar-

qulms Nicias
{-e)
.

trbuehat

mannm admoviffet Immagina il mentovato


e

tayitum crcumltioni
fcrittor fiorentino,
,

che qui

parlili

di

certo pulimento e luftro


,

che Nicia delFe

alle ftatue

altrui (d)

adduce

a quello propofito

un pafTo
,

di

Seneca, ove

trattafi d'
,

impellicciatura fatta d'altro falTo


al

e di

marmi

rari

il

quale non ha punto che fare

cafo nofro
,

(.a)

Plin. ni. ^s-

'^'^P-

'O.feSl. ^6.

Ebbe Seuil la forte di trovar la porta della pittura aperta da Apollodoro , onde incoiniaci egli la Tua cartiera dal punto in cui l'altro terminata l'avea Sdegnato quefli per ci contro lo fcolaro che oli avelie furata l'arte , con una (tiia ne fece la vendetta Di molte pitture di Seul rimane tuttora il cata. .

io} (i)

De

Lys.jud.

n. S. op.

Tom.

ri.

ip. p.i ^j.

gli antichi pittori gli eroi

die nelTeffigiar
dipartirli

non ofavano

gli dei e dalla fifono:

mia e dal catattere dato loro dal mcdefimo motivo per cui fu chiamato legislatore
Quintil.
in
iib.

12. cap. 10.


.

l'aria di Parrafio ,

logo predo Plinio

Tra
gli

quelle

^6. . 2. oltre l'accennata Penelope , mee.

/ih.

^;.

p.J'ei.

non di Seufi Di queffo abbiamo da Luciano Zeuxi , five Antiocho . 3. oper. Tom. I. pdg.84.0. che non voleva dipingere cofe popolari , e comuni o almeno ben poche ne faceva ^ come per efcmpio qualche divinit ,
j , ,

rita fpcciale offervazione la

Agrigentini fui vivo e


.
.

Giunone fatta per nudo modello di

cinque delle pi avvenenti donzelle del paefe Cicerone De inveii: Uh. z. princ. , Dioi. n. t. oper. e Valerio MafTutio [ l.j. cap. 7. n. f. in extern. ] Vogliono clTere ftata qucfta un' Elena cfeguita da lui pei Crotoniati nella maniera divifata [ Vedi Tomo I.

o battaglie ; ma voleva fare fempre , nuovi foggetti , e che ufcilfero dal foliro . Egli defcrive . 4. /. tra qu^fti un quadro , di cui una fedele copia era reflata in Atene ancora a' (uoi giorni, e l'originale probabileroe
in mare allorch li trafportava in Italia per ordine di Siila Vi era dipinta una CentaurefTa , che allattava due piccoli Centauri gemelli ; e il padre loro , il quale ridendo teneva nella delira un leoncino per moftrare di far loro pau'a I pittori
. .

jiilo

De prifc. fcript.
pag. /2i.
]
,

cenf. cap.

mente era perito

Tom. li.

pag. 2^ f. noe. e. ] Opera pur (ingoiare di Scuf fu l'atleta , di cui egli tanto fi compiacque che vi amiunfe un'ifcrizione , colla quale dicea che farebbe flato quefto pili facilmente un oggetto di critica che d'imitaPlutarco Bellona an pace clariores 2one fuer. Athen. oper. Tom. il. pag. ^46. attribuifce l'ifteffo motto ad Apollodoro Forf l'hanno ufato amendue ; (iccome amenduc diedero altri (mili faggi di vanit e dioflentazione Fu tenuto Seufi in tanto credito da.

vi

ammiravano

l'efattczza dcl'c proporzioni,

contorni , il bel colorito, e il chiarolcuro ; ed egli vi lodava particolarmente una graziofa variet , e la naturale efprefflone degli affetti il che contradirebbe a ci , che dice 'Vfinkelmann nella pagina precedente . (e) Uh. jr. cap. i t.feS. 4.0. . 28, (d) Dati Vite de' piti. pag. 6i\
la grazia dei
:

DAI SUOI PRINCIPJ


firo
alle
,

EC.
.

233
Il

febbene

ivi

pur

trovifi la

voce

crcumlitio (a)
,

luftro

ItatLie

H d a forza di braccia da operaj


;

che non hanno

LIB. IX.

alcuna intelligenza dell'arce


tore ha terminato
la
il

generalmente quando lo fculil

CAP.

III.

iuo lavoro fecondo

modello
.

e levata

mano

dall'opera, pi
,

non

fi

pu migliorare
utile nel

Ma
;

un

abile

amico

dell'artiita

pu

eflergli

modello

e quindi

io creJo che la voce circunluio fignifichi quel riandarvi fopra

collo flecco e migliorarlo

Linere
fi

ditfatti

chiamali quell'ag-

giugnere o rafchiar la creta che


dello
;

fa nel ritoccare

un mo-

poich quelli
,

di
,

Prassitele richiedeano miglioramenti

Plinio volendo ci efprimere , ha ufato un appena fcnfibili che indica un ripafiarvi fopra dolcemente fol vocabolo Prende anche un pi grand'abbaglio Arduino immaginandoli
,
.

che NiciA delTe


ta
,

alle Itatue

di

Prasstele una leggerilfima


.

tin-

da cui acquifiaflero un pi vivo Kiflro


24.

jl".

Quando

Paufania
e'cp'

(b)

dice di quell'artica

N/x/a^

l^at.

i'p.ro? ypa-^xi iwv


:

arou

parole che fono fiate cos

tradotte
trjjr'ws
,

in fingendis

animalbus caters Atats pia longe frttjanai foli

no.i

dee riilringerfi

animali bruti
;

ma

inten^eot

der! deve eziandio delle unane figure


deriva
il

poich dalla voce

nome
.

^c^ypa<^ss

che dar

fi

fuole generalmente al
pafi'i d'altri

pittor di figure

Ci

s'inferifce
^'T*
,

da molti

fcrittori

ove inconc;afi

la

voce

propofito de' lavori dell'arte.


di

Cosi Dione Grifoftomo


lavorate a balTo-rilievo
iKiiv (a)
;

parlando
dice
^jwot
:

razze auree ed argentee


icin

irt

H
fol
.

^aa,

i^u^iu

Kvx.\a>

e ivi

la

parol.^
l

non

delie figure d'animali,

ma

pur delle umane


->

deve intendere

Scioglie ogni

dubbio

intoni

maG

ove chia, ^op una ftatua di certo tempio di Samo della quale taluno orafi innamorato; ed Ateneo foggiugne che tale fiatua
,

a ci

un palTo di Filemone prefo Ateneo

Tom. IL
(a)

G
Dati

g
307. D.

a>aA-

Qucao fte/To diceva

(a) Orat. 0.pag.

2?4
(

Stojiia dell'Arte presso


)

Grhci
tal

ayct>(JiA

era lavoro di Ctesiclb (a)


,

Quando per
animali
, ,

voce
,

HB.

IX.

s'adopera in diminutivo CeJSix

fembra aver altro fenfo


di

Cap. hi.
fgnificare principalmente ornati

piccioli

e grot-

Cosi Efichio dicendo Av'yo^ s tk ^eJS/a babilmente indicare che il marmo pario ( Ay^oi;
tefchi
.

volle pro,

"hoyStvoi; )

il ti

pi atto fofle
lavori (a) ^.
25:.
,
.

come
,

lo era in fatti,

per

tai fini

e delica-

La tavola

cui Nicia fimava pi d'ogn'altra fua


,

opera

era la Necromanzia d'Omero


il

cos detta perch rappre-

fentava
titolo
,

tratto principale del libro dell'Odiflea che ha "tal


il

cio
.

colloquio d'Ulifle col cieco indovino Tirefa


fu ordinato che f gli pagalTero
,

nell'inferno

Per quell'opera
;

felTanta talenti

ma

egli

elTendof] arricchito

ricufolli

e
.

volle piuttoflo far

dono

del

quadro ad Atene fua patria

(b)

La medefima favola dipinta avea due volte Polignoto nello {eTo tempo e luogo cio a Delfo (/') e nella villa Albani
,
;

vedefi efprelTa in un baffo-rilievo da


oflerrazione,
jf.

me

pubblicato

(e)

26.
,

poeti e gli

artifti

che

fi

renderono celebri a quail

rta

epoca

in cui la
,

Grecia gi cominciava a fentire


confiderarfi ancora

giogo

de'Macedoni

denno

come germogli d'una


.

generofa pianta crefciuta all'ombra della libert

coftumi

nazionali obbligavano gl'ingegni a ricercare l'eleganza e la


finezza poflibile
si

ne' lavori dell'arte


,

che nelle produzioni


a cui

dello fpirito. L'amico d'Epicuro

Menandro,

primo mofiroffi

Deprt. Uh. r :}. cap. S. pag. 60 6. prnc. (a) Tutto quello difcorfo giufto ptcfo generalmente ; ma per PaufanLa potrebbe non elerlo . Non nega qucfto fcrittorc , che Nicia (la ilato valente anche nel far le figure d'uomini. Vuol rilevare il merito di lui particolare , per cui era fuperiore a tutti i pittori de! fuo te^mpo , cio quello di fare egreg'amente le figure degli animali nel che fi accorda con Plinio , il quale nel //i.^j-. e./ /. /fA 4.0. . 3 f. dopo averlo commendato per le figure d'uomini , lo dilingue eziandio per la fua cccelknza particolare nel dipinger auadxuf edi , e cani fpecialmeate . Da Pia(a")
:

dar. fucr. Atken. , an pece Tom.il.p.^^6. A. lodato per le fue pitture di battaglie ; e in quelte moflrava maggior
tarco Bellone

eccellenza per
la

le

figure de' cavalli


ii

fecondo

Demetrio Falcteo De elociit. . LXXVI. Altrimenti incendendo^ Paufania converr dire , eh' egli faceffe Nieia per o"ni riguardo il pi grande fra tutti
teftimonianza
,

pittori de' fuoi

tempi

(b) V\\mo lb.j^. c.ii. feci. 4.0. .28. (i) V\i(. Ub.to. cap. 2S. pag.S66. , e. zg.

pag. 870.
(e)

Monum.

ant, ined,

num. xjj.

CAI SUOI PRIMCIPJEC.


ftrof la

23 J
,

Grazia comica in tutta la

fiia
,

amabilit

port allora
LIB. IX.
,

fulla fcena

un pi colto linguaggio
,

un metro pi armoniofo
ed
il

CAP.

III.

e pi puri coftumi

affine di dilettare

iftruire nel

tempo
.

medefimo
pochi
fue
,

pungendo con

attico fale
,

vizio e gli abufi

ma

pregevoli avanzi
,

che

ci reflano di

cento e

piix

commedie

polTono darci un'idea della


unitamente

ftretta
,

unione che

allor v'era tra la poefia e le arti del difegno

e dell'influen-

za loro reciproca
farci

al

teftimonio d'altri fcrittori

fede della belt de' lavori che Apelle e Lisippo

ornarono

di

tutte le grazie

/'^^^^

Gg

LI'

LIBRO DECIMO.
Storia delle Arti del
fino al

Difegno da AleiTandro il Grande dominio de' Romani in Grecia


A P

O
loro

I.

Circojanze della

Grecia a
--

qiie
.

temp .
.

Artij

Lifipfo

Agefan.

dro

Polidoro

e Atenodero

Laocoonte

Pirgotele

- Pittori Afelle - Arijde fuffoje gemme ncife Immagini d' Alefsandro fui teje Nicomaco
.
, . . .

fue Protogene ">


.
.

Statue

Baffi-rilievi

Figure i Demojens
di cui

All'epoca

parlammo
,

nel

Capo antecedente
l'alto
il
,

celebre
di per-

nella ftoria delle arti

principalmente per

grado

fezione a cui fu portata la pittura

fucced

punto del mag,

gior raffinamento

e degli ultimi grandi

artifti

che

illuftra-

rono e renderono pi memorabile il fecolo d'Aleflandro il Grande , e de' primi fuoi fucceflori I. Molfi.

Stor. DELL5 Arti da Aless.


jf.

il

Gr.

ec.

237
gli

I.
.

Molto

a ci contribuirono le efterne circoflanze


quefli
,

de' Greci
niefi
,

Dopoch
le interine

e fra eO

principalmente

Ate-

^^^ciccoftan ze
della Ciccia a

per

pertinaci guerre mofTe e foflenute da


,

gelofia d'
fi

impero

furonfi interamente indeboliti e fpoflati

qy' tempi

follev fovra di loro Filippo re di


,

Macedonia

e AlelFan-

dro fuo figliuolo e fuccelTore


e duce
,

facendofi dichiarare lor capo


della Grecia intera
.

padrone

fi

fece in fatti e re

Avendo
libert

quelta per tanto cangiata forma di


l'arte
,

governo

mut
fulla

pur carattere
,

la

quale

ficcome dianzi fondavafi

fu in feguito dall'abbondanza e dalla generofit de'


.

doviziofi cittadini foftenuta e nudrita

tali

circoitanze

co-

me
il

ai

talenti

ed

alle

cognizioni d'Alefiandro, afcrive Plutarco

fiorir
jf.

dell'arte a que'

tempi

(a)

2.
,

Sotto

il

fuo impero guftavano


,

Greci una libert

pacifica

fenza provarne le amarezze


in perfetto

in

un certo avvilimento
.

bens
efl la

ma

accordo

fra

di loro

Eflinta erafi ia

gelofia reciproca,
la

onde

tranquilli contentavanfi di van.

tare qualche volta


Alefl^andro
,

loro pafTata grandezza

Altronde ad
veder la
le

che frattanto conquillava l'Oriente, e ad Anti,

patro fuo luogotenente in Macedonia

badava

di

Grecia in calma

dopo

la

dilhuzione di Tebe non

die-

dero mai altra cagione di


jj".

difgufl:o
i

3.

Infanta tranquillit abbandonaronfi

Greci
(/>)
:

alla na-

turale loro inclinazione per l'ozio e pei pafllitempi

Sparta

medefima devi dalla prifca fua


le fcuole de' filofofi e

auflerit (e)
,

L'ozio riempiva

degli

oratori

che allora moltiplica.

ronfi

maggior confiderazione ottennero


il
,

1
,

pubblici divere quefi:i


e'I
,

timenti tenevano impiegato


tandofi
al

poeta

e i'artifta
il

adat-

gufto dominante

ricercava
i

morbido
fenfi

piace-

vole

poich giovava lufingare

delicati

d'una nazione

indebolita ed effeminata
jf
(ij)
.

4.

la

De

forc^ Alex, orat, z,

prtic,

per,

(.B)

Ar\(k.

De

Repub'.

!:!>.

7, cap,

14,

238
=

Storia delle Arti


4.

jf.

In quell'epoca
,

piucch

in

ogni altra

abbonda,

LIB. X.

rono

gli artifti

e copiofe furono le opere dell'arte


ci
fi

e perci

CAP.

I.

ragion vuole che

fermiamo alquanto

quelle fole cofe

efaminando per che efTenzialmente

alle belle arti

appartendifl:infe

gono

E ficcome un maggior numero

d'incifori
,

fi

al-

lora pe' lavori in

gemme

e in pietre preziofe
,

che dalla condi quefti egual.

quiftata Perfia apportate furono in Grecia

mente che degli


Artidi Lilppo
Jf.

fcultori e de' pittori


fra gli
,

qui tratteremo
fu Lisippo di
il
,

^.
,

RinomatilTimo

ftatuarj

Sido-

ne

(a)

che lavorava in bronzo


:

e folo aveva a

privilegio di

far l'effigie di AlefTandro

il

che

mio parere
(e)
,

deve intenPlinio
(a)
,

derfi unicamente delle immagini in metallo

fifiando l'epoca della celebrit di quefi:' artifia

ebbe probapoi-

bilmente in mira

ficcome avea fatto con Fidia e con Poli-

Cleto

le

circoftanze di quel

tempo

favorevoli all'arte
,

ch nell'anno primo dell'olimpiade cxiv.


tornato fu a Babilonia
fale
.

regnava

fulla

quando AlefTandro terra una pace univerconquifi:atore dell'O,

In quella metropoli del regno perfiano vennero allora


al

ambafciadori d'innumerevoli popoli


riente
,

chi a complimentarlo
li

chi a recargli doni


{b)
.

e chi a

confermare
jf.

conchiufi trattati o alleanze

6.
i

Lisippo celebre per aver imitata la natura meglio


.

che

fuoi predeceiTori (e)


l'arte,

Egli cominci

fuoi fludj ove


fifici

cominciato avea

e ad imitazione de' favj

moderni
uomi-

non
ni

facea progrefl f
:

non per

la ftrada
i

dell'ofTervazione e
de' primi

dell'efperienza
.

tali

fempre furono

principj
,

Deggiamo quindi conchiudere che

eflendo flato intro-

dotto molto d'ideale nell'arte dagli antecedenti gran maeflri


i

quali a forza di voler fublimare e abbellire la natura eranfi


,

formati nella mente de' modelli da effa affatto lontani


(a) Paufania lib. 2. cap. g. pag.t ^. (b) Vedi apprcllo al ^.22. C<0 U. 34. cap. i.feH. ig, princ.
(A) Diod. Sic. lib. 17.

quefla
nelle

^.113. pag. i4g,

Tom.

il.

Ce) Quintiliano lib. xz. cap, ic.

DA Alessandro
nelle fue parti

il

Grande
;

ec.

239
,

non

fofTe

pi riconoicibile
,

ma

Lisippo

ofLI3. X.
,

fervandola ed imitandola efattamente

richiam ad
,

eiTa l'arte

e ci fece principalmente collo ftudio

CAP.
e colle ricerche fu
.

I.

quella parte del difegno che chiamiamo la notomia (i)


jT.

7.

Forf nelTun lavoro di quello celebre artifta fino


,

a noi pervenuto

poco

v' da fperare di rinvenirne in appref-

fo
i

poich

egli lavor in

bronzo

V' chi a

lui attribuifce
s.

quattro bei cavalli podi


,

fuU'ingi-eflc)

della chiefa di

Marco

a Venezia (a)

ma
,

fenza recarne alcun valevole argomento.

Egli forprendente per che tutte fianfi perdute le opere di

quello grand'uomo

principalmente per

la

quantit prodigiofa
difficile

che

fatta

ne aveva

poich febbenc fembri

che

il

folo

Lisippo abbia potuto gettare feicentodieci opere di bronzo,

come
erano

diceafi ai

tempi

di Plinio

(b)
,

ci

non

oftante certo
altre

che deve averne lavorate molte


le ligure

e venticinque fra le

a cavallo di coloro che


il

erano rimafti uccifi


,

per difendere Alefandro preiTo

fiume Cranico

le

quali

pofcia Metello fece dalla citt di Dios in Macedonia trafportare a


jT.

Roma 8. Non
,

ed efporre fopra

il

proprio portico

(<^)

devo ometter qui


efillente nel

di parlare

d'una ftatua d'Er,

cole in

marmo
)

palazzo Granducale

detto Pitti,

a Firenze, fui cui zoccolo leggefi incifo


(

ATSinnOS
,

EIIOIEI

Lifippo fece

non

gi pel merito che ella abbia

ma

per-

ch uno fcrittore inefperto l'ha creduta lavoro di quello celebre artilla {b)
.

io rigetto la fua opinione


.

perch non
,

creda antica la riferita ifcrizione

So beniflmo

per

tefti-

mod") Dir folca Lilppo che il fuo maeftro era ftato il Doriforo i Polideto . Ci-. L' uar. arac. cap. S6. n. 2g6. Eupompo gliene accenn un migliore, e propofegh la
nell'arte
le tante ftatue di bronco fatte da celebre ftata quella che fece pei Tarentini alta 40. cubiti (a) Vedi qui avanti /Jd^. i^. 37- 4-7 Cb) Uh. 34.. cap. 7. feci. 17. Secondo lale-

iid.

Tra
,

Lilppo

natura

ftelTa

Plin. //J.^4.

Bcncli ne

fia enli (lato

e. S.fecl.tp. . 6. imicator efattilfimo ,

zione d'Arduino fono 1500.


,

nondimeno per far maggiormente rifaltate le (a) Arrian. De exped. Alex. Uh. i. cap. 17, figure form loro una teda pi piccola , ed pag. +7. Veli. Patere. W>.i. cu. un corpo pi fvelto e gentile che non l era (i) MafFei Raccolta di ftatue , alla Tavopraticato dai maeftri aie lo precedettero
.

Id.

la 45. col. 4-g.

240
'monianza
LIB. X. di

Storia delle Arti


Flaminio Vacca (a)
,

che quefta
;

fi

trov fulla
,

ftatua

quando

diforterrata fu fui Palatino


,

GAP.

ma

fo altres

come
mar-

I.

ho notato

altrove (b)
:

che

gli

antichi fecer talora fimili imftato offervato dal


.

pofture (e)

e ci

appunto era gi

Che tal lavoro ditfatti non fia dello fcultore di cui porta il nome, che mai non parlano d'opc rilevafi e dal flenzio degli antichi e pi ancora dall'opera medefima re di Lisippo in marmo che non certamente degna di lui (e)
chefe MafFei riguardo a quefta medeflma flatua (d)
,
,
.

Agefandro

jf.

9,

Se innumerevoli opere
,

fi

fon perdute dei tempi


di elTa

ia

Loro Laoco- cui


fi

pi l'arte fioriva

un preziofillmo monumento
llatua

per
di

confervato nella

del

Laocoonte
il

Che
f
,

i'artifta

efia vivefle ai

tempi d'AlelTandro

Grande,

pur non pofJo

fiamo dimolbarlo col telHmonio degli


Plinio ne parla

fiorici

argomen-

tiamo almeno con molta verofimiglianza dalla perfezione del


lavoro
(f)
.

come

di

un'opera che tutte fupe-

rava quante prodotte aveane


fu lavoro di
il

la pittura

o
e

la fcultura (a)

EfTa

Agesandro

Polidoro,

terzo de' quali era figliuolo del

Atenodoro di Rodi, primo come rilevafi da


,

un^ ifcrizione polla fulla bafe d'uaa llatua


ni (*)
;

nella villa Alba-

e tale forf era

anche

il

fecondo

perch altrimenti

non
(a) Memorie , ec. n. jy. , e preflb Montucon Diar ka/.cap. rj. pag. 1 Ho. (b) Lib. Vili. Cap.I.%. t z.-ag. 07. (e) e<TO FahuL L}.inproi. ce ne d un" ampia teftimonianza riguardo a fimili impoftuie, che fi facevano a' fiioi tempi allorch (\ eftendeva fempre pi in Roma il genio per
,

taltro MaflTei loc ct. colla (differenza del S in Utino C. , e Flaininio Vaci.a /. e/-, (e) Prcllo il BoilUrJ Anriq. ti ir-jc-rpt. Par.nl. fio i : 'bt:o una figura di marino

fi

kgge

fto

!vYRRI UNI LYblPPI Lifippo non avr nienrc che


:

Ma que-

fare coli'

li

monumenti

dell'arte

(?) Se

Atcnodoro
lib.
I

folte lo fteflb

che quello

Uc quidam an'.fices noftro faciunt ficulo , Qui rretium operibus majus inieniunt ^
nuvo Si murmori adfcripferunt Praxitdem fuo Myronem argento Plus vetujlati namfa.

cjr. S. feci. 1 5. pane, detto 1 fjolare di Poli.leto , avrebbe vilTu'ocir:a l'o-

da riinio

limpiade Lxxxvii.
R.:ccolt,i ai Jt::i..e
,

come vuole

il

Maffei

Rie! i'-dfon

Ta->: /. , e dopo di lui e l'Orlandi nella nera al Nar.

vet

dini ci'ai-o qui aiprelfo

Il

noftro Autore

Invidia mordux
cric, a; id. itb.j.

quam
.

bons pnjentihus
p.

nella prima edizione non avi s faputoacconfcntirvi , comj ne anche nel Frate prelim,

(d) Ofserv. leu. Tom.

I.

jyS.
'5.

e Artis
,

Cap.

IF

pag.

LX^lX.
f. feci.

ci
,

cjit.7. col.

-'7

(jve

la)

lib. ^tf. ciD.

4. .

/ J,

legge r ifcrizione opera ai Lijppo

AYSinilOY EFrON
come
la

riferifce

anche

(*) Tal bafe fu trovala ''al fignor cardinal Albani nelle ruine dell antica Anzio , ed di

infieme non ben fi ed aveller la ftefla maniera e ficcome al medefimo pezzo la figura di Laocoontc la pi importante e la pi celebre,
,
;

DA Alessandro il Grande ec. comprende come tre artifti e lavorafTcro

241
'

LIB. X.

CAP.

I.

quindi verofimile che quefia

lia

lavoro del padre


.

e le altre

due opera fiano dei


jf.

figliuoli

d'AcESANORo

IO.
(a)

La
,

ftatua del
(

Laocoonte
,

Itava alcre volte nel pnlazzo


(h)

di

Tito
,

e ivi

non gi

come Nardini
,

ed

altri fciif-

fero

nelle cos dette Sette Sale


)

che erano

altrettanti

reci-

pienti d'acqua pe' bagni

fu fcoperta fotto la volta d'una ca-

mera che fembra


peratore
.

eflere

Hata parte delle terme

di

quell'imla

Tale fcoperta ha fervito a meglio determinare


,

fituazione del di lui palazzo


il

il

quale eravi unito

Ivi flava.

Laocoonte in una gran nicchia in fondo


Ci

di detta

camera

in cui fotto alla cornice

confervata

la
.

pittura pretefa di

Coriolano nominata nel Libro VIL


j)'.

(a) (*)

II.

Scrive Plinio che le tre figure del


;

Laocoonte

il

la-

vorate erano d'un pezzo lolo


di cui
fi

e ficcome tal

non

gruppo

tratta, giudicar

nato dal

dobbiamo che Plinio fia ftato ingannon vedervi nefTuna commefiura Appena dopo due
.

mila anni

f n' fatta vifibile


il

una

che mofira efiere

fiato la.

vorato feparatamente

maggior

dei

due

figli (b) (j)

Manca
al

TomJI.
marmo
nericcio erav iinpofta una ftania d niarmo bi.inco , di cui non altro rimallo , he un pcizo della clamide pendente
:

(b) MicV.cfaiigelo Euonarruotl , cerne fcrivc Mafti Riicc. ai Jdtue , Jav. i., (cppc accorgerli , nell'claminarlo attentamente , che

(e) Plin, ibid. K'"^ antica , lib. ^. cap. lo.pag. pg. T vf^ \ Non dice tal cofa , ma foltanto che fu trofata prcjfo a s. Lucia in Selce , e le SccK

era di pi pezzi

Quefti fono almeno ne

ri-

ale
(a) Capo ni. ^.y.pag. jj. (*) Ho trovato in una relazione itlanoj"5" '^"^ ^^ ^^'^^ ' '^^'^ P^p* ghIo n diede a Felice de Fredis , e a' fiioi figliuoli incroiius y poriionem gahelU porta s. Joannts Ldteranenfis in premio d'avere (coperto >1 Laocoonte ; e che Le-n X. reftituendo queItc rendite alla chiefa di s. Gio. in Laterano allegn a lui in vece Officium [cripioritL Apo'iolict , con un breve in data dei j. Novera-

conofcibili ; cio , la figura del figlio maggiore , clic fta a finiftra , la figura di Laocoonte fin fotto alle ginocchia, e il refto del jiuppo . 11 detto figlio maggiore ha la gamba diitta
Il padre notabilmente pi lunga dell'altra ha la ghirlanda di frondi come facerdotc ; e fi vede ben rilevata nella flampa , che ne d MafFti loc.cit. (i) Nella prima edizione oflcrva Winkclmann che l'edere in pi pezzi il Laocoonte di Belvedere ha fatto dubitare , clic non fia quello dello di cui pa'-la Plinio , foggiugnendo fuH'airerz.one di Pirro Ligorio the nelle ruine d"un anti;o edificio prcilo il pa'azzo larnefe furono trovaci molti pezzi d'un altro'
.

ne 1517.

242 al Laocoonte
flo

Storia delle Arti


il

braccio deflro
.

in

cui luogo ve n' flato poa rifarlo di

LIB.X.

uno
,

di

terra-cotta

CAP.

Michelangelo pens
fi

mar,

I.

mo
ma

e sbozzollo difFatti qual


fin
.

vede fotto

la ftatua

medcfima

noi

Qi-ieflo

braccio avviluppato dal ferpente piegar


,

doveafi fopra la tefta della (tatua (a)

e pare

che lo fcultore

moderno avvicinando
,

quelle due parti per rinforzare l'efpref-

fione

prefentafle unite nel

braccio

involto a pi giri
,

dal

ferpente e nel volto due idee del dolore

onde non
,

lafciar

campo
r che

allo fpettatore di cercarvi la bellezza

che fecondo
.

l'arte antica
il

avrebbe pur dovuto qui dominare


lavoro

vSembra pe-

braccio ripiegato fui capo avrebbe in qualche maal


,

niera fatto torto

dividendo l'attenzione dello fpetfiflarfi

tatore che principalmente dovea

alla tefta

poich lo

fguardo farebbefi
che Bernini

al

tempo

ilelTo

diretto neceffariamente ai
al

molti giri del ferpente avvolto intorno

braccio

Quindi
per
al-

ha

tefo l'aggiuntovi braccio di terra-cotta


,

kfciar libera la
tro oggetto (b)

tefla
.

fenza avvicinarle
fcalini

al di
il

fopra nelTun

due
,

podi fotto

dado

fu cui fta

la figura principale

indicano probabilmente
fi

gli fcalini deli*


il

ara

prefTo la quale
.

fuppone che

avveniffe

cafo

ivi

rap-

prefentato (e)

jf.

12.

Or

gruppo confimile , e fra qucfti una teda che hi quindi trafportata a Napoli D' un' altra tcfta di Laocoonte , fomigliantiirima a quella di Belvedere, ma fenza collo, polfeduta gi dal card. MafFei , parla Aldroandi Statue di Roma, pag.24.1.--, e Flaminio Vacca prelTo Montfaucon Diar. hai. cap.g.pag.i ^6. rammenta altri pezzi , che aveano del rapporto col gruppo di cui fi tratta Abbiamo noi pure un'antica e bellilfima tefta , anzi un bufto di Laocoonte in bianco marmo , che a giudizio de' periti per l'efprcirionc e per ladiligcnza del lavoro pu andar del pari con quella di Belvedere , a cui uguale in grandezza Ne abbiam data la figura alla fine del Libro antecedente ;>a^. r^f. [In quefta edizione Romana fi omelfa, perch in fine
.
.

capo la fteffa , ed eguale efferne atteggiamento delle braccia , f giudicar ne vogiiamo da quella piccola parte Serbafi quello che refta attaccata alle fpalle
fitura del

dovea

l'

pregevole
di S. E.
il

monum*nto
fig.

tc IO. miglia

march. da Milano
ed
in

nella magnifica villa Litta a L-inate diftan,

ove pur fono paantichi lavori s


.

recchie altre tefte


in

altri

marmo

che

bronzo

(a) Cos lo ha la figura dello fleflo Laocoonte , rapprcfentara preflb a poco nella maniera di quello gruppo colli figli , in una gemma del gabinetto reale di Francia , che credefi antica , data in rame dal fig. Mariette Traile des pierr. grav. Tom. ti. pi. XCV^.
(b)
la
,

a norma
,

dell'attacco antico della fpal-

ne quella

ne quell'altra mofla del brac


.

di

quello
i

Tomo

tera figura del


lutt'

tratti

Tav. IV. fi di in rame l'inLaocoonte ] Vi fi ravvifano che de&rive qui l'Autore la p.


;

ciopajono giufle
della,

(e) Piuttollo vi fono flati fatti per

garba

compofizionev

jf.

12.

DA Alessandro il Or poich quella ftatua


le
,

Grande
fu

ec.

243
Lia. X.

fempre riputata come'


CAP.
1.

la

pi pregevole fra
artirti

molte centinaja d'opere de' pi celedalle

bri

che

in

Roma

greche citt furono trafportate


i

merita tutta l'ammirazione e lo ftudio de' moderni,

quali

non feppero mai produr cofa , che di quella foflener pofTa Ql il favio trova materia da anche un lontano confronto
.

penfare

un gran fondo d'iftruzioni

vi

fi

fcorge dali'artila

amendue rimangono perfuafi che in tal figura vi fon pi cofe che l'occhio non ne fcopre, e che il genio dell'artica era pi
fublime ancora che l'opera fua
$.
.

13.

Veggiamo
:

nel

Laocoonte

la

natura nel fuo mag-

gior patimento

vi la

fcorgiamo l'immagine d'un


forza dello fpirito contro
i

uomo
i

che cer;

ca di unire tutta

tormenti
f:ira 1

mentre
vi
,

l'eccefllva
il

pena ne gonfia
e per

mufcoli

ne

ner.

moftra

fuo coraggio fulla fronte corrugata in alto


f:ento

II

petto follevafi a

l'impedita refpirazione e per

lo sforzo ch'egli la di trattenere l'efprefione della fenfazion

dolorofa

e di tutti concentrare
I

e chiudere in

fl:efl!b i

fuoi

tormenti
il

gemiti foffocati e
i

'1

trattenuto refpiro ritirangli

ventre

e incavangli
g'

fianchi
.

onde

in

qualche

modo

par

che ne veggiamo

interini

Sembra

egli
figli

frattanto
,

fentir

meno

il

proprio tormento che quello de'


fguardo
,

quali in lui
:

filfano l'atriitto

quafi chiedendogli foccorfo


,

il

cuor

paterno ben

fi

manifefia negli occhi dolenti


,

e fulle pupille

par che
bia
.

fi

fienda la compafione
il

come una
,

torbida nebgi d'uo-

Un'aria lamentevole ha

fuo volto

ma non
,

mo

che gridi ed efclami


,

e tien volti al cielo


.

per implole
,

rarne l'afiftenza

gli

fguardi
fi

Moftran l'angofcia anche


il

labbra

l'inferiore
il

che

abbafa ne fente
in

maggior pefo
il

mentre
dolore
fiigo
,
,

labbro fuperiore tirato

dentro indica

crudele

la

una certa indignazione per un non meritato caquale viene ancor meglio efprefia dal nafo un p gonUh. 2

244
LIi5.

Storia delle Arti


.

gonfiato, e dalle aperte e aggrinzate narici


X.
te
I.

Sotto la fron'I

vedonfi colla pi grande fagacit

il

GAP.

contrafto fra
uniti
:

dolore

e la refirtenza quafi in
il

un

fol

punto

poich,

mentre
abbalTa
,

dolore foUeva in alto


palpebra
la

le fovracciglia
Ita

la refftenza

falla

parte carnofa che

fovra l'occhio
.

col'ar-

ficch quella reftane quafi interamente coperta


tiita
,

Poich
di
le

non poteva abbellir la natura s' ihidiato mente Ivilupparne gli affetti e tutte mollrarne
,

maggiorforze
,
:

in

quella parte eziandio, in cui pofe la fede del dolore

la
il

pi
fer-

gran bellezza

vi

ha fatto
il

rifaltare

Il

lato
,

manco

ove

pe ha imprefTo
Cmit
te
al

fuo mortifero dente

deve per

la fua
,

prof-

cuore dar fegni d'un tormento maggiore

e tal parfue

disfatti

pu chiamarfi un prodigio
e
tratti

dell'arte

Le

gam:

be vorrebboio come foUevarfi per


nelTuna parte in ripofo
;

fottraerl

a tanta

pena

dello fcarpello medefitno,


intirizzita
,

imitando una pelle aggricciata dal freddo e


crefcono l'efpredoue (i)

ne ac-

jj".

14.

que-

(i)

Il

fgnor

H^vne

nella

prima Dilferra-

7one della feconda Parte della (u Raccolta ^'Antiquaria teit pubblicata, l trattiene a

Granducale a Firenze ; e prima che nell' incendio

lungo fui Laocoonte Sebbene riconofca egli con Winkelmann effere ftata quefta ftatua ritrovata ne' bagni di Tito , ora ben noti per le pubblicatene pitture , non s'accorda per con lui circa il tempo in cui ftata guafta ,
.

fi ofiervaya. quella galleria nell'anno nfii. andaiTe in parte a male , e li pu riconofcere ora dagli avanzi Nella fteffa maniera fi vede anche nella ftampa del Marliani , e nell'altra aggiunta alla metallo-

tale vi

di

che 1" lia pofcia reftaurata , braccio de ftro del padre iiavi Rato rimelTo dal Bernini ; poich quefti nacqae nel lyjS. , e la figura era gi reftaurata nel IJ44. , come appare dalla ftampa in legno preflo Marliani Urb. Rorrn Topogr. lib. 4.. cp.i 4.pag.i 1 0. Tal opera egli fcrive afta
.

ri

circa l'artifta

Nega

che

il

teca del Mercati , fatta circa il i f 6y. , in quella fatta da Perret nel i j8i. , e in tante altre di quel fecolo Non fo chi l'abbia in feguit copiato in terra corta ; ma non ciedibile che
.

fia ftato

il

Bernini

si

perch

tal

lavoro

ma-

teriale
il

a
,

di lui

dinucci

non conveniva ; e s perch ne figlio Domenico Bernini , ne il Balche ne hanno fcritte, nelle vite
lui
,

non ne fanno parola


primo
nel c.z. pag.i
:^.

;
,

dicono foltanto

il

Michelangelo creduto da alcuni il reftauratore d queuo gruppo per un errore nato probabilmente dalla fomiglianza di nome. I figli per furono rappezzati da Agoftino Cornacchini piftojefe. fiorentino , che prima [ Fu Baccio Bandinelli dell'anno 151?. reftaur il braccio di Laocoonte in cera nella forma , in cui fi vede al prefcnte_, come attefta il Vafari Vite de' pi eccell. pittori , ec. Tom. V. par. f. pag. 7 r nella di lui vita , ove dice , che fullo ftelTo aio(fello lo imito nella copia d tutto il gruppg , cU" egli fe^e in marmo pet gSlcria
di
.

Giovannangelo, coevo ed amico

e l'altro alla;;4^.7z.,

ch'egli ammirava come il pi gran capo d'opera quel gruppo, e lo ftudiava Siccome Baccio fece la fua copia intiera , e inriero fi vede il gruppo nella detta ftam.pa del Marliani , e nelle altre menrovate , convien dire , che qualch'altto fcultore , feppur non ftato Baccio fteflo , abbia reftaurati anche i figli intorno a quel tempo , o in cera , o in terra cotta , e che poi li abbia reftaurati in marmo , piuttofto malamente , il Cornacchini Di itz variando qualche cofa nel difcgno Giovannangelo Montotfoli fcrive lo ftoQ
.

DA Alessandro il
jT.

Grande

ec.
,

24?
fioriva Pjk-

14.

quelli

tempi, infeme con Lisippo


,

GOTELE incifor di

gemme
di

che ebbe del pari


.

il

privilegio di

GAP.

I.

fare folo l'effigie d'AlelTandro


tiquarj col
to
,

Due gemme
;

fon note agli anil

piigoulc.

nome

Pjrgotele

(a)

ma

in

una

e nell'altra fcorgefi
.

chiaramente l'inganno

nome iofpecdi moderno arcafa de'conti


,

tifta

La prima, che or appartiene


,

ali'illuftre

di

Schoenborn

un piccioliiimo bufto

in

un'agatonice

poco pi grande della met della ilampa pubblicatane dal Avendola io efaminata fu una forma in cera celebre Stofch mi nace fulla ftampa medcfima nel rnufeo Stofchiano (b) che in nomiquero due dubbj Il primo circa il nome
.

nativo contro l'ufo di


ufare piuttofto
fcritto
il

tali artifti

che foleano

fulle

opere lor

genitivo (e), ond'io avrei voluto trovarvi

nYPrOTEAOTS
;

anzich
,

nXPrOTEAHS

il

fecondo

circa la figura raedefima

che quella d'un Ercole piuttoilo

che d'un AleiTandro e ci appare si nei peli della barba , oflia in quella lanugine onde ha coperta la guancia ( il che

non

olTervafi in
,

verun ritratto

di

quel re

ne'capelli della

fronte

che corti fono e ricciuti a guifa

di

quelli d'Ercole

e
VaCari nella di lui vita dopo il principio , fra le citate Tom 1^1. par. 6. P'ig.Sche per ordine di Clemente VII. , dopo il if 51. , rifece in marmo il braccio finift ro , che mancava all'Apollo , di cui parleremo al Liaro XI. Cup ni. f 2. , e il deftro del Laocoonte Suefto deftro braccio non pu elfcr altro , e quello abbozzato , di cui ha parlato Winkclmann credendolo colla comune opinione opera di Michelangelo equivoco , che potr clTer nato appunto , come dice il fig. Heyne ,
, .
:

ben

mifura pi piccoli del padre la qual cofa e ftata pur olfervata in quelli della Niobc . Conviene egli bens col noftro Autore nel filfarnc l'epoca ; ma nega che di ci giudicar
:

dalla (omiglianza del nome , e forf ancora perche egli era uno di quelli, che lavoravano fotto la direzione di Michelangdo , e

Parla quindi di due polTa dal folo ftile e d'alcuni roteami d'altri limili grup, pi , e de' pi celebri modelH che ne fono rta^ti ricavati. Per ultimo paragona il gruppo colla defcrizione fatta da Virgilio di Laocconte circondato da'ferpcnti ; e dimoftra che comunque (avi della foiniglianza tra il poeta e lo fcultorc , quella non poi tale che necelfatiamente l'uno fa prefo dall'altro^
fi
.

celle

da
la

lui

fu propofto al

papa per quei reftauri


.

come aggiugne

Vafari

Qualunque ne
fi

foffc
il

ragione fra Giovannangelo non braccio fudJctto , il quak peraltro

fini

la-

fciato fotto la (fatua fino a quelli ultimi anni , che flato porto in altro luogo dello
fteffo

Mufeo]

Dopo

d'avere

il

fig.Hcyne con

pi minuta efattezza di Winkelmann defcritte il gruppo , Bota clie i fili fono fuei di

In ogni maniera per non potr mai dirli che l'artifta abbia rapprcfentato io marmo ci che avca Ietto ncU' Eneide (a) Stofch Pierr. anliq. p'av. pf. Sf-S^' (b) Ora unito al mufco reale a Berlino . (e) 11 citato Stofch ne porta diverfe altre nella fteffa maniera col nome in nominaxivo , e tra quefte , due di Diofcoride , delle quali parleremo al Libro XI. Cavo ri. . jj. / e non vedo che vi fia Ilau melfa dtHcoic
.

24^
^=
LiB. X.

Storia delle Arti


diverfi

ben

da quei d'AIeflandro

che

f gli

fogliono

follefi-

^^^

|-^^j|^

fronte con una cert'aria di orrandiofa negligenza

mili alla
ritratti
,

chioma di Giove da una fua tefta


(a)
,
.

come appare
efiflente nel

fra gli altri di


,

lui

mufeo Capitolino
tale

da me pubblicata

Aggiungaf che

teda coperta da

una

pelle di leone
(a)
,

ornamento

affatto infolito a quelle d'Alef-

fandro

e vien rapprefentata in in atto di lagnarfi


,

gran turbamento
;

colla

bocca aperta

di fofpirare

del che
.

non
EU,

hanno

fatto cafo
,

coloro, che

ivi

ravvifano AlelTandro
del fuo
fi

a vero dire rico per


la

avrebbono potuto ci fpiegare


;

rammaafflii

morte d'Efeftione
.

ma
,

pi facilmente

fpiega f

rapportif ad Ercole

Vi
la
,

fi

volle forf efprimere la fua


in cui uccifo aveva
f:eiro
.

zione
figli

allorch

avuti

dopo da Megara

pazzia

fuoi

ritorn in s
si
:

con dolorofo

pentimento pianfe un

orribile fatto

In tale guifa avealo


foinitentia {b)
.

pur dipinto Nicearco


jf. I j.

Herculein trijem

infant?.

L'altra
,

gemma

un cameo pubblicato

dal

mede-

fimo Stofch

rapprefentante un

uomo

attempato
lato
,

ma

fenza bar-

ba

V'

il

nome $I2KIXiNOC da un
i\

e fotto l'orlo in.

feriore del bufto vi

legge

nXPrOTBAHS EROISI
,

11

primo

nome
cione
;

ef^er

deve quello

dell'artiia

non gi
i

del famofo Fo-

poich ficcome non metteanfi mai


fiefla

nomi

delle divi-

nit fotto le loro figure che credeanfi cognite abbaftanza (e),

per

la

ragione ometteafi
(b)
.

il

nome

ne' ritratti degli uoal-

mini celebri

Si

trovano bens nel mufeo Ercolanenfe


e in

cune

tefle in

marmo
,

bronzo col nome

della perfona che

rapprefentano

anzi v' ia parola

ZETS

fotto la tefta

medefima

ia)
11

Monum.
,

ant. ned.

num. 17 ;.
e lo

quella

^ pl'to alle di lui monete , che abbiamo data fopra alla


.

ha

avendo voluto Aleflandro cilere imitatore di Ercole Plutarco De fon. Alex, oraci, in
fi'^e

p./o_f. ;

r^g-.^;2.pr!r.c. () Pini, ^li.^j. cap.i i.fec. 4.0. %. 6. Dio Chrsi. Orat.n.pag. jjg.
,

(b) Dione fcrive , che a qualcuno fi mettcva ; e ci vien confermato da tante gemme , ed ermi , tra' quali e quello d'AlelTandro, di cui parler qui appreilo ; e varj altri fravati non ha molto nella villa ?i di CalTio a Tivoh fi confcrvaTio nel Mufeo Pio Clementino , e fono nominati nel Tomo I. di elfo pug. ,j. ,^.

DA Alessandro il
fima d'un Giove del pi antico

Grande
in

e c.

247
in

ftile

una moneta

bron-

^^^^

zo della
rafFa

citt di

Locri
(a)

efiftente
;

ora nel mufeo del duca Ca-

Noya

a
il

Napoli

ma
,
.

nelle greche

gemme

di raro tro,

vai! incifo

nome

del dio

o dell'eroe rapprefentatovi
Il

co-

fecondo nome poi fcopre manifeitamente l'inganno, efTcndone diverfa l'ortografia, poigi altrove

me

ofTervammo

ch

ove nel primo


la

la

figma ha
;

la

forma d'una
epfilon

nel fecon-

do ha
e
tal

forma comune S
ufavafi

inoltre la
ai

non

certamente
fulle

tempi d'Aleflandro
in

rotonda , Per ul.

timo non fuole trovarli


alToIuto
il

gemme

vece d'un genitivo


.

nominativo col verbo CnOIEI

Vero

che

fui

frammento d'una
ai
.
.

gemma
.

incifa del

mufeo Vettori a Roma,


;

piedi

armati di
.

gambali

d'una figura troncata leggefi


forf
,

INTOC AASSA
(a)
;
,

enoicl cio Quinto


quelFefempio

figliuolo d'Alefil

fandro fece
niera
e

ma

folo di tal

maloro

quando
,

altri

pur ve ne foffero
,

fono indizio de' temla

pi poilierioii
abilit
di
,

in cui gli artefici

quanto minore era


,

tanto maggior orgoglio aveano


ftefl
;

maggior premura

parlar di loro

del che vedefi


,

un argomento
cui fopra

m
la

una
figu-

piccola urna del mufeo Capitolino


rina di guerriere incifo

in

una

antica

forma nel feguente

nome modo
il
:

dell'artica

fecondo

pi

EYTTXHC BSITTNSYC T8XNITHC 8nOt:i


jf.

16.

Poich
,

fi

fono indicati
ai

cifori di

gemme

che fiorirono

pi celebri fcultori ed in- P'""". tempi d'Alefiandro il Grani

dovere che parliamo pur de' pittori contemporanei, , de quali per quelle fole cofe diremo che dai moderni fcritde^

tori

fono

fiate

omelFe

o non ben intefe


JT.

17.

PH-

(a> Ora. unito

al

muCeo

reale

{a) Defcrpt. des

piems grav. du

Cab. de Stofch

, ci. z.

fea.is- n. oSg.pas.tle.

LIB.X.

DA Alessandro il Grande
te
:

ec.
il

,,

Ariftidc flato

il

primo che abbia


,

diretto

249 fuo Audio


forti

alla fola efpreflione

principalmente nelle paflioni


il

LIB. X.

di

maniera che ha trafcurato


(1)

colorito

e per ci riufc

duro
jf.

19.

Protogene
,

dell'ifola di

Rodi

(a)

il

quale

fiori clr-

protogcne.

ca quefli tempi

fino all'et di cinquant'anni efercitofl in dile fue pitture

pinger navi

il

che non deve gi intenderfi che


altro che navi
, ,

non rapprefentafiero
dipinto
fulle
,

ma

bens che egli abbia

navi ftefTe

cio che abbiale ornate di pittura

efteriormente
vigio del

ficcome

ufafi

anche oggid

efTendovi
.

al

fer-

Papa un pittor particolare delle galee (b) II fuo in cui effigiar volle una tranquillit indoSatiretto o Fauno flava appoggiato ad una colonna (a) con due tibie ia lente
,
,

mano
gione
pra

fi

ch\o.ma.y3.
:

Anapuivomenos

(b)

(il ripolantefi

a ca-

di tal pofitura

avr probabilmente avuta una


,

mano

fo-

la tefta

come un Ercole
,

che rapprefentafi

in atto di ripo^2)

fo dalle fue fatiche


jf.

ed ha l'ifcrizione
di

ANAnAYOMENOS
,

20.

Far qui menzione


tempi
,

Nicomaco
1
i

celebre pittore Nkomaco.


efler egli

di quarti

ie

non ad

altro titolo

almeno per

Tom.IL
yreffi
11 capo d'opera d'Ariftide , in cui cfvedcanf gli affeni dell'animo e i feritimenti del cuore , fu quel quadro rapprefentante una madre ferita a morte nella prefa di una piazza Le ftava atta:cato alle poppe un pargoletto, e ben vi fi fcorgea il timor della madre moribonda , clie in vece del latte non avcflc il figliuolo a facchiar del fangus Plin. lib. ^s- '."P- ' fi^- ?5. . i g. (a) Di Cauno nella Caria, citt foggetta a Rodi . Plinio lib.^j. e. 1 o. feci. ^6. . zo. princ. , e ivi l'Arduino nella Zioia. num.i^i (b) Narra Plinio /ib. ^j. cap. i 0. feci. j6. . 20. , che Protogene riufc a dipingere per elfo U fpuma d'un cavallo , cui non avca ptuto riufcire con tutta lane , gettando per rabbia la fponaa inzuppati di colori contro il quadro ; e die lo ftcilo avver ne al pittore Dione Grifoftomo Orat. 64. pag. Ncalce jpo. D. , e Sefto Empirico Pyrrh. fiypot. 1. 1 tap. i 2. pag. 7. B. lo dicono d' Apelle
. . . .

flato

(0

(i) L'opera pi infigne di Protogenc ftata la tavola rapprefentante il cacciatore lalifo opera in cui impieg fette anni . In tale ftima fu effa tenuta dal re Demetrio Toliorcete che per non dirtruggerla , s'afttnnc
:

incendiare un fobborgo di Rodi da lui Plin. //i 7. cap. ^S. feii- ^0- > A. alfediato
dall'
.

Geli, l^oc. att. lib.

j.c
il.

utt.

&

Plut.

phthegm. oper. Tom.


rezza
Io
,

pag.

8 ?. B.

ApoQup-

tiliano iib.i 2. cap.io.

ammira

e Cicerone

De

dar. ora:,

in lu: lefate. iS. n. 70.

paragona a pi altri vaici, ti pittori di que' tempi. Apelle fteflb reU grandemente forprefo al vedere quel quadro , opera grarde e maravigliofa chiamandola ; in cfla nondimeno non ravvis quella grazia che a s folo arrogavafi Plut. in emetr. oper. Tom. 1.
.

p.2g2.F.

(<;)

Strii). lib.

14. pag.g l. princ.

Tom. li.

ove poi fu conlunta da un incendio ] , ' AFece altres lian. Var. hift. lib. i 2. cap. 4 1 Ptotogene alcune ftatue in bronzo. l'iin. l-SSfap.i O.fec. 36. i. zO.
.

il

quale

la dice

portata in

Roma,

(i) Plin. tib.j. cap.t o.Jeci.^S. . zo.

2?o
-flato
CAP.i.'
il

Storia delle Arti


primo,
al

dir

di

Plinio

che dioinfe Ulifle con un

^^PP^^^ conico chepofcia gii fu dato generalmente; onde

poffiamo inferire che

baffi-rilievi in

marmo
fimil

me
Ritratti d'Aleilandro

incife

nelle quali trovili UlifTe

con

gemcappello non
,

che

le

pofTon elTere lavori anteriori a quell'epoca (i)


$'.
.

21.
.

Al pari
,

de' Celebri artilU e

de' loro pregevoli lar o


,

vori

mentan d eliere qui mentovati i ritratti d'AlelTandro il quale non fu certamente men grande pei vantaggi apportati
,

all'arte

che per

le

maravigliofe fue intraprefe


,

Non

v' al,

cun' immagine degli dei, degli eroi

d'altri illuftri

mortali

che abbia tanto diritto di figurare nella ftoria delle


dilegno
parte
(0 A
ila
,
,

arti del

quanto quelle d'AlelTandro

che ebbe in

eiTe

molta
fi

che favor e promofTe quanto di bello e di grande

vide
que' tempi
.

o poco dopo fiorirono

varj altri pittori I pi rinomati furono PanAriftolao , e Nicla. A Paufia da Sido, ne Plinio /;i. ^j. cap. li .feci. 40. princ. attribuifce la gloria d'en"ere llato il primo a dipingere le volte delle llanze . I quadri piccoli , e fpecialmcnte le figure dei puttini eraro la fua occupazione pi favorita . Riufc per altro anche in opere grandi . Tra quelle la p;u celebre (lata un fagrltizio di giovenchi , uno de' quali era melFo in ifcorcio con
tal macllria che molti tentarono bens d' imitarlo , ma che neiTuno arriv giammai ad uguagliare Aitefe ancora a dipinger fiori rendutol emolo della bella Glicera inventricc di vaghe corone tefiutc di fiori Figlio e difccpolo di Paufia fiato Ariflolao , pittore fcveriirimo detto da Plinio /.^j. ci feci. 40. t. . ji. , che rammenta eziandio vane opere Fra i pittori atcnieli fi nodel fuo pennello vera da Plutarco Bellone art pac. dar fuer. Athcn. pag. ^^46. princ oper. Tom. il. anche Nicia , eccellente nel chiarofcuro , talcji le
.
.

Pauf. lb. i, cap. 2g.pag.74. fuor di propofito , aven[ nominato qui done gi parlato \< inkcimann a filo luogo avanti /jag.z ^z.fcg. ] . Potrebbero qui anche nominare Afclcpiodoro aliai ftimato da Apelblica fepoltura
.

perla fimmetria , Plin. l.^s- ci e. feci. ^6. ZI. , Nicotane pittor clegantilbmo , bid. %. 2^. , Nicerote ed Ariftippo figliuoli e dil'cepoli d'Ariftide , e pi altri riportati da. Franccfco Giunio , il quale fetide dilfiifamente e con molta erudizione le vite degli Facendo Graffo prcllo Giceantichi artifti ronc De orat. lb. ^. cap. zj. n. siS. il confronto delle pitture di quelli pi antichi maeflri con quelle de' pittori che fiorivano a'tempi fuoi , nota il diverfo effetto da amendue prodotto Le recenti , (ccome pili vaghe per bellezza e per variet di colori , folevano
Ic %.
. .

piacer alla prima ; ma ben prefto pcrdeano laddove le pi antigran parte del pregio che non deftavano da principio imprcffione
:

fcnfibilc nell'animo

ma

pofcia pi atrenta-

fue figure diflaccate fcmbravano dal fondo del quadro Plinio lib.jf. c.i i. feci. 40. ^.zS. lo dice diligentilVimo nel dipinger femmine , e feliciffimo nel rapprefentar cani . Era s grande la fua applicazione al lavoro che interrogava IpelTo i fuoi fervi : ho io deflnato ? Plut. feni fit ^er. refpubl. oper. Tom. ri.
.

mente rimirate appagavano pi delle altre, non oRante quel non fo che di ruvido e disufato che vi fi ravvifava Di ci ne alTegna
.

IJkojudic. la ragion Dionifio d'Alicarnado n. 4. oper. Tom. il. pag. 167.:,, Gli antichi

De

,,
,,

dic'egli

erano gran difcgnatori


,

pevano perfettamente
forza dell'cfprelfione

che fa, tutta la grazia e la


il

An

quantunque

loro

pag. yS6. B. , Alian. lib. ^. e. ^i , & Stob. Serm. zq. pag. zo6. Un. ^4. Gli Atenicfi , a' quali 'qcc dono d'un quadro , per cui ricu'.ato avea fellanta talenti , Plin. loc. eie. , gli ereffcro un monumento fcpolcrale nel luogo deftinato a chi rqeritavafi l'onore della pub.

,,
,,

colorito feraplice fofle e poco variato . pi intenti a diftinguerfl nel i moderni , colorito e nelle ombre , non dilt-gnano s e fattamente , ne le palTioni trattano con

Ma

cgual fucccffo

j,

DA Alessandro il
vide nel
de'

Grande

ec.
abili

2Ji
artilii

mondo

deJla

cui liberalit tutti gli


.

Llli.

tempi fuoi Icntiron

gli effetti

ria

ben pi meritata che


,

tutt'

Quefla parte della fua glole fue contrionfi i fuoi


,

X.
I.

CAP.

quide
re<ni
al

folo

monumenti delle fue invafioni fatte in molti dovendoli tutto ci perch con neiTuno la divide onde il pi lever ed altres pi pura fuo genio
e tutt'
i
,
;

oiudice delle
jf.

22.

umane azioni nulla avrebbe a riprendervi Che le pervenuteci antiche immagini di quefto

il

re

fiano veracemente de' fuoi tempi molto incerto, e pi difficile

ancora

formar ragionevoli congetture


.

fu

gli artifti

de' quali fon

opera

Abbiamo

bens dalia fua lloria (a) che

ebbero

il

privilegio Lisippo di effigiarlo in

bronzo
;

(b)

Pir-

GOTELE in

gemme
no
'1

e Apelle in pittura (e)

ma

che qualche

fcultore avefie la privativa di fcolpirne l'immagine in


la ftoria

marmo
fcul-

dice

forf

perch non v'era allora uno


.

tore che fiar potefTe del pari a Lisippo


jf.

23.

Fra

le tefte
.

d'Aleffandro tuttora efiftenti tre fono

Tette

le pi

ragguardevoli

La pi grande
,

nel
,

mufeo Fiorentino
che era

la

feconda nel Capitolino (d)

e la terza
s.

in quello

della regina di Svezia,

ora a

Ildefonfo in Ifpagna." E'

noto che Aleffandro portava


la fpalla finiitra (e)
;

la tefta

alquanto inclinata verfo

e perci tutte le fue


1
i

immagini fono rappre-

2
MalTimo
loc.

(a^ Plinio

llb. 7.

cap.^T.fea.^S.

Apulejo

(e) Valer.

de. Secondo Plinio

Flondor.c.7.op.Tom.iI.pag.770., ilquale
per altro sbaglia nel metrere Policleto in vece
di Lifippo
.

//'4.^/. f./ o./7.^'if. .

20. anche Protogene

(b) Valerio Maffimo 1.8. cu. in ext. n.z., Amino De exped. A/ex. Hi. i. CI j._p. 47., Plutarco De jfon. Alex. orai. 2. op. Tom. il.
P'^S- S.S- B. Plinio U. 4.. cap. 8. feci. ip. ^. t6. narra di Eufranore , che faceffe in

dipinfe le di lui gefta . (d) Bottari vuol che fia d'Akllandro snche la ftatua dello ItelTo mufeo , di cui da la figura nel Tomo ///. Tun'. 47. C. , (e) Plutar. in Alex. Tom. I. pag. 666.

De fon.

bronzo

la figura d'Aleflandro con quella di Pilippo fuo padre fopra una quadriga Com.

binando i tempi fi potr dire che face (Te tali Aatue prima che Alelfandro accordaffc la pri\ativa a Lifippo , il quale filfato da Plinio nell'olimpiade CXI V. , come ha notato Winkclmann qui avanti . y. p. 238. , dicci clinipiadi dopo Eufranore
, .

Alex. orai. z. Tom. il. pug. s?S- ' Caracalla , che nel fuo portamento voleva indiraimitare Alellandro , non la portava iinita , ma un poco voltata verlo la (palla lui ftra , come fcrive Aurelio Vittore nella di Affentantium fallacis eo perduBus , ut vita truci fronte , & ad Uvum humerum coiverja cervice , quod in ore Alexandria notaverat incedens , fidem vultus fimillimi perjuaderet
:

fibi

e cosi vcdefi rappiefentato in

un meda-

2?2
= prefentate
LIB. X.

Storia delle Arti


in guifa

che n' directo

all'alto

lo fguardo

(a)
,

CAP.

della qual cofa fa

pur menzione un greco epigramma


,

in
dis-

I.

cui parlali d'una di lui ftatua

lavoro di Lisippo

(a) le

La
tefte

pofizion de' capelli fuJla fronte uguale in tutte


queft'eroe
,

di

e s'afTomiglia alla
.

chioma

di

Giove

di cui Alef-

fandro pretendeafi figlio ve


(b)
.

Vedali ci che ne

dicemmo

altro-

Sapendo or noi che LisiP^o rapprefentar


di tale divinit
,

lo folca co-

gli attributi

probabile ch'egli abbia pur


,

penfato a dargliene qualche fomiglianza


fare nella

il

che avr potuto

forma della capigliatura


gli

e che lui abbiano in ci


.

quindi imitato
Statw.
Jf-

ftatuarj

fuoi fuccelTori

-24.

Se fcarfe fono

le tefte

d'Aleffandro d'antico lavo.

ro

pi rare ancora fono le fue flatue

Evvi bens nella villa

Albani una ftatua eroica maggiore della grandezza naturale,


la cui tefta

armata d'elmo ha
riguardo

la figura

d'un AleiTandro
.

ma
,

non

quella la tefta propria della ftatua


farfi
,

La

ftefia ofTerva-

zione dee
alle quili

alle

ftatue efiftenti
,

fuor di
il

Roma

a cagion della tefta

ftato

dato

nome
fig.
s

d'Alef-

fandro

Se v' rimafta una vera ftatua di queft'eroe in gran,

dezza naturale

quella
,

che poffiede a
,

Roma

il

marchefe

Rondanini
la ftefla

Il

capo

ch' fenz'elmo

rimafto

intero che

punta del nafo non

reftata offefa per


;

una grazia

{ingoiare a
fta

poche

tefte

antiche conceduta
,

anzi

non
la

gua.

nemmeno
,

la ftefta fuperficie

che ne efprime
,

cute

Aleffandro qui rapprefentato all'eroica

cio affatto ignu,

do
fta

appoggiandofi col gomito


.

fulla cofcia deftra

e per con-

feguenza inchinato

capelli fulla fronte


tefte
,

fono gettati in que-

come

nelle altre

mentovate

e la difpofizione delle

ciocflloiie gi del caidinal Carpegna , iblioteca Vaticana , riportato dal

ora nella

moti O/servainum. 2. L'ermi; pende vcrfo la


,

iflor.

/opra

ale.

Buonarmsd. Tav. g.
,

di cui

parler qui apprcifo


,

Non lo e nel fuddetto erme (a) AnthoL Uh. 4. cap.S. n. 36. 37, Plutarco loc. cit. pag. ^y. B. (b) Lik, V, Cap, V, . 6. pag. 3^$%.
(a)
.

[ e.

fpalla delira

DA Alessandro
ciocche degli
altri

il

Grande

ec.

2J3
-

non

diitinguefi
di

punto da quelle de'muiei


LIS. X.

Capitolino e Granducale
jf.

Firenze (a)
il

GAP.

I.

2j.
,

Gli

artdfti

che riguardavano in AleiTaniro


tratti della iua ftoria

loro

suiftoriacspotr in bilUi^",

eroe

avranno fovente fcelto dai

come

dalla eroica e dalla mitologia, l'argomento de' loro lavori;

e far egli flato


i

il

lolo

fra tutt'i re e
fi

gli

uomini

illullri,

cui veraci avvenimenti

vedelfero efpreil in balli-rilievi

Doveva
venture
,

a ci contribuire

anche

la

fingolarit delle fue av,

elTcndo la faa floria fimile a quella degli eroi

in qualche

modo

poetica; onde ben conveniva all'arte, la


del maravigliofo (b)
:

quale

ama

di occuparfi

aggiungali che

le fue gefta

erano a

tutti

note quanto

le

avventure d'UlilTe e
baffi- rilievi
,

d'Achille.
fi

Equi intendo

parlare di que'

con cui
,

fono rapprefentate immagini fignificanti o allegoriche

ado-

perati per

ornato nelle fabbriche e

fulle

tombe

efcluden-

do
(aJ L'erme in marmo cipollino ftatuario colla ifcrizioDe greca di Akllandro ritrovato l'anno 1779. negli fcavi della villa de' Pitoni a Tivoli per mezzo del tante volte lodato IIfa dubitare
tratti di
i

fcorgere efpreflb

il diftto dei denti grandi , e prominenti in inori , del quale parla Gioyarvni Antiocheno , cognominato Maiala , Icrittor greco de' badi tempi , e forf del ix. fc-

snor cavaliere de Azara , che lo podedc , ci , che tutte le figure citate da \i'iakclmann , e da altri , non poflano dirli riquel taraolb conquiltatore ; fcppure una qualche fomigliania nella tcfta pi giovanile del palazzo Rondanini . In quello enne la tefta {co-

colo

Hij.
,

non

volelle ricocolcere

perta . I capelli fono gettati nella maniera prefTo a poco che dice Winkelmann Tenia barba , per la ragione , che ho detta alla pjg. 207. n. A. I lineamenti del volto , quanrunqu un p corrolb nell'epidemie , pare che moftrino l'et pi avanzata d'Aleffandro, e una fifnomia robufta , e leonina , come dice di lui Plutarco De fon. A'ex. arac. 2. Tom. il.pa. ^^j. B. , li quale fpirava un non Co che di terribile mirto ad una bellezza non curata , al dir di Eliano Variar, hiiior. lib. t z.cap. 14. , e quel fuo temperamento biliofo , e iracondo , notato dallo rteflo Plutarco nella di lui vita , op. Tom.I.p.666. C, da Arriano De exped. Alex. lib. 7. pag.jo z., Vlmio Hi. j f. cap.i 0. feci. ^6 .1;. ; di cui
.

nafo per poterlo meglio rincontrare colle medaglie , fra le quali nel rello mi pare abbia della fomiglianza con quella , che fi data qui avanti alla pas-iof.-, ficcome fra le gemme pare che aboia fomiglianza con quella , che da il Gor Muf. Fior. Gemmi antiq. Tab. zf. n. i. L maeflria del lavoro lo fa credere opera di buona mano , e de' buoni tempi ; ed notabile il giudizio , che ne diede il celebre fig. Mengs , il quale , al primo fguardo filTatovi fopra da un'altezza di venti palmi fenza aver veduta r ifcrizione antica , lo giudic tenitura de' tempi di Alellandro, anzi un'immaVi gine d'Aletlandro ftcUb , o di Efellione corrfponderebbe la forma delle lettere della ifcrizione fimili a quelle , che ufavanfi in que' tempi , come pu vederli pretlo il P. a Bennettis Chror.ol. 6' crit. kifi. ec. , Par. I. Tom.l.

danno

che

ckronka , lb. gli manchi

S. princ. p. S z.
il

B.

proleg. I.

^.LXIl. pag.i^t,

Cir.p.zzs.

Veg?afi la figura , che ne diamo in fine di q u l'Io Tomo Tav. V. , e la dcfcrizione delle
figure nel ni. '(e) Vcgg. Plinio lib.SJ. cdp. io. feci.jS.
.

anche un argomento il mufcolo maftoideo , che comparifce alquanto pi carnofo , e rigonfio dalla parre fmirtradcl collo , ove la cella mollra di premere . Nella bocca non vi Co

Tomo

IO.

2 5'4 'do
LIB.X.
i

Storia DELLE Arti


pubblici

monumenti,

ne' quali gl'imperatori vollero ta.

lora efprimere qualche tratto della propria lloria

Bifogna

CAP.

I.

per convenire che


pi feguenti

comunque

atta per le

addotte ragioni
,

fofe la fua ftoria a fornire foggetti agli fcultori


, fi

anche ne'tem,

pure nefTun bafTo-rilievo


rapprefenti
,

ci

rimafto
,

in cui

quell'eroe

fuorch un folo
le

cio
di

il

fuo col(a)
;

loquio con Diogene nella botte fotto

mura
,

Corinto
fl:ato

quedo lavoro
pubblicato
figure di Dejf.

efiftente nella villa


.

Albani

da

me

{a)

2(5.

Di Demoflcne
vi

il

pi grande fra

tutti gli oratori,


{h)
,

febbene

fofle
f

una

di lui fatua in
le

Atene
in

e in moltife

fimi luoghi

ne vedefTer

immagini

bronzo
,

in

marri-

mo

pur non ne avremmo una giuda idea


le fue
fi

per ci che

guarda

fembianze

due fuoi piccoli


d'Ercolano
'1

bufti in bron(b)
.

zo non

folTer trovati nelle ruine


,

Sono

ef

minori della grandezza naturale


in greco fullo zoccolo
il

pi piccolo ha incifo
.

nome

di

quel celebre oratore (e)


,

Siccome amendue

le tefte

punto ad un'altra
rilievo trovato in
,

hanno la barba e non fomigliano col mento sbarbato d'un bufto in baflbIfpagna al cui lato havvi il nome mede,

fimo

e che fu pubblicato da Fulvio Orfini


;

come

il

ritratto'

dell'oratore ateniefe

convien dire che


.

tal

bufto rapprefenti

qualche altro Demoftene (d)


jT.

27-

Quando penfavamo
i

di

non avere
,

altre

immagini
del

di

Demoftene che

due

bufti Ercolanenfi (e)

ecco nel gennajo

Pe

(a) Dione Giifoftomo Orai. 4. pag. 61. Vxitarco in j4lex. opcr. Tom. I. pag. 671. , e fon. Alex. orat. i. Tom. il. p. 3^1. F. (u) Monum. ant. nid. nam. 1 74. [ Noi lo

cliicfe

che
.

gli foffcro

mandati ambafciatori
I.

ateniefi

(b) Pubblicati nel

Tomo
i

de Bronci d'Er-

colano

Tav.

i.e

^.

in fronte al Libro XIL (ij Pauf. Hi. i.c.S. p. I g. infine , \ Pitarco nella di lui vita , in fine , optr. Tom. I. pag. 6o. C. , Fo2o Biblioth. cod.

diamo apprelTo

(e) L'altro non vi ha molta fomiglianza, e potrebbe efTcre di foggetto diverfo .

CCLXF.

pag. 14.7S. Gli fu eretta dagli Atenieli per onorare il di lui merito ; e Fozio aggiugne , che avea la fpada al fianco , perch cos arinato recit l' orazione allorch Antipatro

(d) Imag. illuftr. n.ff. Cos penfa Orfini. (e) Colla ficurezta di quello , che ha l' ifcrizione , f ne fono conofciuti degli altri in marmo, uno de' quali nel Mufco Piodementino , e un altro ne pofliede il lodato

fignor cavaliere de Azara

Molto pi

poi.

DA Alessandro
del 176S. ufcir fuori

il

Grande

ec.

2S^
due pal,

un modello in geflb

alto circa

mi

(a)

formato

fu

un piccol bafTo-riJievo
.

di terra-cotta

forf

LIB. X.

CAP.

I.

gi allora

fiiiarritofi (b)
,

Demoftene
che
.

qui rapprefentato nella

fua vecchiaja

ma

in guifa

la tefla

perfettamente fomi-

glia a quella de'


ta
,

mentovati bulti
e

Siede fu una pietra quadraatto di chi

mezzo ignudo,
:

colla tefla china, in


,

me,

dita

tiene
,

nella

finiftra

che

alla pietra
il

s'appoggia
.

un

volume
v'
il

fi

ftringe colla delira

ginocchio

Sulla pietra

fuo

nome

AHMO20ENH2
e fotto di elfo
leggefi

EniBnMios
Quello vocabolo poco ufitato pre/To gli antichi e fignifica colui il quale fla o fiede prefb un'ara; onde Polluce chiama
,

TTiQa^iov fXXoQ (a)

un inno che appi

dell'ara cantar foleafi


(

La

pietra per tanto indica qui un'ara

/2a^g

anzi l'ara

ftelTa del

facro e inviolabile tempio di Nettuno nell'ifola


dalla fpiaggia di

lauria

non lungi
le

Trezene
gli

Caove Demoftene,
erafi

fuggendo
tro
,

perlecuzioni che in Atene

avea mofTe Antipa,

luogotenente d'Aeflandro in Macedonia


,

ricovera-

to (e)

e ove nell'anno

fuo feffagefimofecondo (d) mor di ve,

leno

che portar fempre feco foleva in un anello


del fuo

affine di

non

cader vivo nelle mani


tanto in quefto geiTo
in cui lafci di vivere

nemico

Noi abbiamo per


in quell'et
,

Demollene fedente
,

full'ara,
e
.

in

uno

flato
la

dubbiofo

turbato

prodelle
let-

prio di chi necefltato a darfi

morte

(e)

La forma

rimarchevole
ra
,

li fcoperta di una. (latua iiitiepallata in Ingiiikerra , di cui per fi confcrvato in Roma il gcfio ; e di un'altra ad ella fomigliante nella villa Aldohrandini in Frafcati , ma non tanto ben confervata .

(a)

Un

palmo
.

un terzo circa,
il

e largo

un palmo

(b) PalTato in Inghilterra prelTo

dottor
la

quel tempo figura nella pagina feguente


di

Mcad prima

. .

Ne daremo
.

In amendue Demoftene rapprefentato in piedi con un volume nella mano (iniftra in atto di arringare . Vcggafene la figura in fine di quefto Tomo Tav. VI. , e l'indice delle Tavole in rame nel Tomo ni.

{a) Onom. lib. 4. cap. io. fegm. 7p. (e) Pauf. lib. i. cap. 8. pag. t p. infine

(d) 60. (ccono Gf^Wo lib. i j. cup.z 8. , fecondo altri prello Fozio loc.cit. 67. , altri 70. (e) rapprefentato fedente full'ara dopo

2^6
LIB.X.
fui

Storia delle Arti


,

'lettere nell'ifcrizione

paragonate con quelle del


,

di lui

nome
il

CAP.

mentovato bronzo d'Ercolano


che rinchiudeva
ai
.

ci fa
i

argomentare che
bufi
.

I.

balTo-rilievo fia di pi antica data che


(

Nel recinto
di

TTipt/Shco
,

il

menzionato tempio

Net-

tuno
llo

vedeafi ancora

giorni di Paufania la

tomba

di que-

celebre oratore (a)


veleno

aver prefo

con ana lettera nella iecondo alcuni era ferirto foltanto Dcmoftinc ad Antipatro ; e fondo altri un epigramma. Vedafi Plutarco
il
,

loc.cit.
loc. eie.

mano

finiftra
:

in cui

pag.So. princ. , e Foiio Bibloth, ove minutamente ne raccontano la ,


.

ftoria

fecondo le diverfe opinioni ia) Uh. z.cap. j. pag. iSg.

iu<^i'U|T,ti1iiii>M|iill||l|l||ll(li!!I

0<ro

CaratloMi

me

Ca-

DA Alessandro

il

Grande

ec.

aj?
;

- md^

LIB.X.

Capo
Stato delFarte fatto
fluirono le
.

GAP. U.
li.

primi fuccejjhri d'AleJfandro ... in cui in[otto Antipatra Calan di quell'et Lavori Moneta di dro e Demetrio Poliorcete Anticrollo 1. ~ Gruppo detto il Toro Farnefe Pretefe effigie del re e n'abbiamo Pirro - Pafs l'arte dalla Grecia ... in Egitto
i

vicende di que' tempi

de'

monumenti

Riflcjjoni fulle

arti

fulla poefia in Egitto


i

a,

Pafsh vicende della Grecia

quell'epoca

l'arte in

Afia [otto
.

Seleucidi

--

'Ulteriori

- Lega

achea

e guerra,

cogli Etolj

mino-

fa per

le arti

Aleflandro il Grande, una rimarchevole epoca


de' fuoi giorni
l'arte
,

la cui

morte, come
,

la vita,

forma
e

Stato dell'arte
lotto
i

primi
.

nella floria dell'arte


.

manc

nel tor fuccedoridAleUandto


;
.

nell'anno primo dell'olimpiade cxiv. (a)


al
(

medefima manc,
ci detto
,

dir di Plinio

cio nell'olimpiade cxx.

ceffavit deinde
,

poco dopo dilu, ars) Io non efaminer


,
.

qui
diffe

fia

giuftamente

con quella
d'Azio

verit

con cui
pi

Tacito

che dopo

la battaglia
,

Roma

non
che

produlTe nelTun gran genio

con cui molti


il

fcrilTero

dopo

la

morte d'Augulto
pi fotto

fi

corruppe
.

romano linguaggio,
che Plinio
,

e degener l'eloquenza (b)

E' probabile

ficco-

me vedremo

abbia particolarmente avuto di mira


;

^
...in cui
in-

ci che avvenne in Atene

poich

prendiamo
.

la floria della

Grecia in generale
jT.

troveremo l'oppofto

1.

Dopo

la

morte d'AlelTandro inforfero rivoluzioni,

fi

fecero fanguinofe guerre

quiftate che nella


fucceflbri
.

non meno Macedonia medefima

nelle provincie confra


i

ce"nd"diqJ'

tempi

fuoi capitani e

Di

quelli neffun pi vivea nell'olimpiade cxxiv.

To7n.n.
(a) Arriano tii. j. pag. S02. , Giufcppe iXWO Lontra Apion, Uh. i.c.32. pag. 4.4 j.
over.

ma

om.

il.

(n) Veggafi il chiariffimo Tirabofchi Storia della Letur. hai. Tom. il. Djfer<ta2. prelim.Julforigine del decad. delle fcunie .

2?3 'ma
LIB. X.

Storia delle Arti


le
.

guerre duravano ancora fra

loro figliuoli e difcenla

denti

La Grecia

per

le

nemiche armate che

CAP.

inondaro,

II.

no
in
Je

pel quafi annuale cangiamento di governo


,

per

gli

eforbitanti tributi che a pagare era corretta

ebbe

a foffrire

breve tempo

piCx

danno che
prefTo

fofFerto

non aveva

in

tutte

precedenti guerre interine.


jf.

Sotto

Anti-

2.

Gli Ateniefi

quali alla

morte d'AlefTan-

dro rideftato
zi

erafi lo fpirito di libert,


al

fecero gli ultimi sfor,


,

per

fottrarfi

giogo de' Macedoni

indulTero altre citt a follevarfi

comunque mite e contro Antipatro ma dopo


;

alcuni leggieri vantaggi ebbero una rotta prefTo

Lamia

e fugli

rono
oltre

sforzati a fottofcrivere dure condizioni di


le fpefe

pace, che
,

obbligavano a rimborfare
,

della guerra

a pagare in
ftra-

una grofTa fomma e niera nel porto di Munichia


tale fconfitta eranfi
tolti
al

a ricevere
;

una guarnigione
,

anzi quegli Ateniefi

che dopo
furon da
dai tempj

furor

de'

Macedoni
{a)

quefti ricercati

fl:rappati
,

anche con violenza


e

ne' quali eranfi rifugiati


in Tracia
.

una parte

de' cittadini fu efiliata


.

Fin in

tal
,

guifa la libert d'Atene

Polifperconte
turi-

fuccefibre d'Antipatro

mentre reggea

la

Macedonia come
tutt'i

tore

permife con un pubblico decreto a

Greci di

pigliare in ciafcuna citt l'antico


;

governo e'I ro (b) ma non ottenne ci che erafi propofto cio di ridonare la libert alla Grecia anzi in Atene avvenne il con,
;

regime primie-

trario

poich per configlio

di

Focione

quefiia citt ritenne


(e)
,
.

ne' fuoi porti la guarnigione


Caffandro.
jf.

macedone

3.

CaflTandro

figliuolo d'Antipatro

e re di

Macedo-

nia
il

dopo ch'ebbe interamente difi:rutta la flirpe d'Alefi^andro Grande diede agli Ateniefi il celebre Demetrio Falereo per
,
;

loro governatore

e quefti feppe per

un decennio

ben regger-

ci) Polyb. Ilb. 0. pag. jz.princ, ib) Piod, Sic. 1.18, ^.s6. p.iffa-

(e)

idem

il>id, .

Cj. p, 306.

Tom.il,

DA Alessandro il Grande
gerii, e indurli ad
efi in

ec.
e

2?9
,

efcguire ogni fuo

cenno

volere

che
(a)
I

un anno

gli

erelTero trecnfelTanta ftatue di


fu

bronzo
Il
;

,
I

"'

"

CAP. U.

e parecchie di efTe erano

un cocchio o a cavallo

dal
cit-

che

fi
,

deve inferire che


e

vi

folTero in
.

Atene molti ricchi

tadini
ff.

copia grande d'artefici

4.

Dur

tal

governo fino a Demetrio Poliorcete


,

fi-

Demetrio Po-

gliuolo d'Antioco re di Siria

che vinfe Caflandro

e con-

quido

la

Macedonia
.

nella di cui rovina


fi

ebbe a

foffrire an-

che Atene

Quefta
,

citt

trov per tanto foggetta a quel


f

vincitore fortunato

'1

governatore
il

ne fugg in Egitto
.

ove trov ricovero prefTo


che
fci
jf.

primo de'Tolomei

nell'olimpiade cxviii. Ebb' egli


il

Ci avvenne appena abbandonata Atene,


tutte le fue flatue roveil

popolo incoflante ed ingrato


,

e fufe (s)
J.

cancellonne da ogni luogo


fi

nome

Per l'oppofto

dimoftrarono
,

gli

Atenief

pro-

penf a venerare

decretato di

Demetrio Poliorcete che fu pubblicamente ergere a lui e ad Antioco fuo padre una ftatua
della citt di Sigeo nel territodi
.

d'oro

(a)

forf full'efempio
,

rio di Troja
flatua

che fece un confimile decreto


al

alzare una

aurea equeftre
fi

medefmo Antioco
inferire

(b)

Da

quefta

prodigalit d'oro

pu
la

che
;

fi

cercafTe allora nell'arte


,

pi l'apparenza che

foftanza

e diifatti

fecondo
fi

l'ofTer-

vazione di Plinio
f

lo

filile

fiorito de'
.

Greci non

manifeft

non dopo AlefTandro (e) Le vili adulazioni if. 6.

degli Ateniefi aveanli renduti dis,

pregevoli agli occhi medefimi di Demetrio

il

quale duraegli oltre-

mente reggeali come meritavano


(a) Tante ne conta Plinio lib.^^.cap. 6. feci. 12. , e Varrone preflo Nonio riportato dall'Arduino al detto luogo di Plinio Dione
.

ma

in ci

avendo

Kk
&
jj.
(e) lib.zi
.

paf-

{a) Dioi.Sk. l. 20.^. 4^. p. 4.^9-T'''"-'^(b) Chishul Arztiq. af. ad psefk. Sig.p.J 2.
.

CnCoomo Orat.^y.pag. 46 s.e.


.

>

dicci $00.,

cPuttco ReipubL ger. pm.ceptajOp.Tom,tI. fa^. 820. F. 300. folamentc (b) Diogene Laerzio //i. /./f^m. 77. nella di lui vita dice , che ne fu falvata una nella rocca della cicca .

cap.8. feB. 24. [ Cio , fcrive , che non fofTero conofciute ai ternpi di Alcifandro tutte le diverfe qualit dei fiori , pcrche non ne parlarono gli fcrittori fc nonch molto dopo la di lui morte ; e ci per rap-

porto

alla {loiia naturale

non

all'arce

260
'pafTato
LIB. X.
il

Storia delle Arti


fegno
,

follevaronfi contro di lui

dopo
,

la battaglia

d'Ipso

CP. U.

in cui fuo

padre

lafciata

avea

la vita

e prefe allora

Lacare

il

governo della
,

citt.

Ben per feppe Demetrio punir


,

la loro ribellione

poich difcacci Lacare


,

fortific

il

Mu-

feo

e vi

pofe guarnigione ftraniera


a quel
,

le

quali cofe parvero


.

con ragione
tempi quella
greche
citt
,

popolo

tratti di fchiavit (a)

Ne'feguenti

che

altre volte

era ftata la pi potente fra le


,

decadde talmente che

efTendofl alleata a
taffa

Tebe
effet-

contro Sparta, fu corretta ad imporre una

generale fo-

pra quanto pofTedevano

in terre

in cafe

e in

denaro

tivo gli abitanti del territorio ateniefe per foddisfare alle fpefe

della guerra afcendenti a fei mila talenti


fc
,

nemmeno
(/')
:

vi riu-

poich ne mancarono ancora dugencinquanta

a tan-

ta miferia ridotti erano gli Atenief alzate


,

poco tempo dopo d'aver


il

come
,

poc'anzi

fi

dilTe

entro

giro d'un anno

tre-

cenferfanta flatue di bronzo ad

un
il

fol

uomo
,

In un

po-

vero paefe
zione
,

a cui

mancava

altres

forgenti principali della


,

commercio e la naviganon poteano pia ricchezza


ad abbandonare
e

fufiirtere gli artifi:i

e collretti viderfi

la pri.

maria lor fede

e cercare altrove
,

ricovero

foftegno

L'arte

medefima dov

per cos dire


in Afia

lafciar la

Grecia per qualche

tempo
livori d
quell'et
...

e trafportarfi

ed
1

in

Egitto

ff.

7.

Prima

in eftere contrade

di venire a quefto n
1
1

palTasgio dell'arte greca


e al

deltmo che

ivi

ebbe

piacer lenza
allora
,

dubbio

al

lettore di

ben fapere qual

ella fofle

e giu-

dicarne potr da due opere di que' tempi fino a noi


vatefi;

confer-

cio da una medaglia d'Antioco

o d'Antigono L pa,

dre del mentovato Demetrio Poliorcete

che fenza alcun


il

dubbio
fuppofte
{,")

di

quello tempo
.

e dal

famofo gruppo chiamato

Toro Farnefe

queft'occafione diremo pur qualche cofa delle


di Pirro
jT.

effigie

8.

La

Dicasarch, Geograph.pag.iSi.

(A) Polyb.

il>,

2,pag.i4.B,

DA Alessandro
jf.

il

Grande
(a)
.

ec.

261
io fteflb
,

8.

La medaglia

di cui parlo e

che poifeggo

fiata da

me

pubblicata fpiegata
e

EITa era ftata altrole


ivi

^^^- ^
Medaglia di '^""^onoi.

ve mal difegnata

peggio efpoila
la

poich
,

foglie

d'elle-

ra, che circondano


foglie di
del

tefta

d'un vecchio
,

prendonf per

canna

il

vecchio per Nettano

e nel rovefcio cre-

una Venere armata l'Apollo che


iftar a ridir qui
.

(lede fu

una nave
il

{b)

Io per l'oppoflo vi fcorgo

nel diritto piuttoito

dio

Pan

ma non
alla

le

ragioni che fervon d'appoggio


,

mia opinione
il

La

figura del rovefcio


,

di cui

chiaramente

diftinguefi

kiTo mafchile

che ha fotto
,

di s

un

delfi-

no
ch

dee prenderf per l'Apollo AiX(piy/o;


fi

cos detto per-

quando condufie fopra una nave cretenfe la prima colonia nell'ifola di Delo (e) Apollo vien pur da Euripide chiamato Upt/oi; cio dio marino percavalli fcorre fuoi anche fovra co' l'onde ch del mare (d) Ateniefi afcrilFero gli al dio Pan ficcome Or la vittoria prefTo Maratona, cos probabile che il re Antigono abbia fatta
cangi
in delfino
.

coniare quella medaglia in


vale ottenuta
,

memoria
,

di

qualche vittoria na-

a fuo parere

pel favore di

Pan

d'Apollo

Quefi:a medaglia, del

diametro di due pollici


,

di

palmo rodell'arte di

mano

ha un impronto molto rilevato

e meritava d'efi^er

qui mentovata
que' tempi (a)
jT.
.

come uno

de' pi bei

monumenti

9.

Polliamo pure con molta verofimiglianza

quell'epoca un

monumento
,

di

molte figure, opera d'ApoLfol

riferire a c^u-po j,tto ^^'


jjg|^'^

LONio e Taurisco

fatto d'un

mafb di

marmo

efiflente

aRo(<j)

Monum.ant.ined.num.4t.[L'abhixi.

rao data nel

Tomo I. pag. v. (6) Froehch ^;in. reg. Syr. Tab. 2. n. ' "y"^- '" -^po^l- verf. 4P j. f'y r
'^"^'^'''^'"'i-'O^o}X (a) u"^' Il lignor Durens ExpUcat.

ftelfa

maniera
,

la fpicga
i

nella diflertaiionc

med. grecq & di una medaglia d'Antigono , ch'egli dice fimilc a quella data da \^inkelmann , e nell

de quelq. p/ienic. pi. 4. n. s- da la figura

oj. io6. Anch' io credo che poffa elfere limile ; ma il fignor Dutcns che dice di averla nel fiio mufeo , non avr farro con quella confronro della (lampa , che d dar dal noftro Aurore ; poich vi fono molte differenze nella fifonoraia , nella corona , C

prima

pag.

in altre cofc iel rovefcio

262
= a
LIB. X.

Storia delle Arti


nel palazzo Farnefe

Roma

detto perci
quefti

il

Toro Farnefe (a)


,

Dico che verofirnilmente


riguardo a quefti
fate le
tal
artifti

di

tempi
,

poich Plinio
fif-

CAP. n.
nulla ci determina

bench abbia
Si

epoche

de'

pi celebri fino a quefi tempi.


,

fa

che

gruppo rapprefenta Zeto ed Anfione i quali per vendiprefero Dirce , cui Lieo padre care la loro madre Antiope loro fpofata avea dopo il ripudio di quella, e legatala ad un
,

toro fecerla crudelmente flrafcinare


jf.

IO.
a

Ci narra Plinio che

tal

lavoro portato fu dall'ifola


la patria

di

Rodi

Roma

ci

addita in oltre
(b)
il
,

di

Taurisco
gli

cio la citt di Traili in Cilicia

e ofTerva che nell'ifcriartefici

zione v'erano mentovati del pari

padre d'ambi
,

Artemidoro

'1

lor maeflro

Menecrate

tra

quali era riefli

maflo indecifo
che

quale de' due fofle fato riconofciuto da


f

per vero padre,


l'altro
gli

quello che loro avea data la vita, ovvero


ifruiti
il
il

aveva
,

nell'arte (a)

Quella ifcrizione
ove pu crederli

or pi non

v'

ma
,

luogo pi cofpicuo

che fo ITe incifa

tronco dell'albero che ferve d'appog,

gio alla ftatua di Zeto


la

e che quafi tutto

moderno
(b)
,

come

maggior parte
jT.

delle figure

medefime
,

II.

Parecchi hanno fcritto l'oppofto


,

e
il

per quel
quale nar,

che m'immagino
ra che quefto

dall'aver

male intefo

il

Vafari

gruppo

flato lavorato in wt fajjo filo

efenza

pezzi (0

Ma

chiaro che egli qui parla del


,

gruppo qual
fia fla-

era flato fcolpito anticamente

non vuol gi

dire che
.

to difotterrato fenza che alcun pezzo ne mancafe

Da

queft*

abbaglio

e dal

non

avere ben diflinto l'antico dal moder-

no
(a) Veggafenc la figura prefTo MafFei Race. di fiatuc, Tav.4.S. , e Gronovio, di cui parla V'inkclmann qui apprclTo (b) Nella Caria fecondo Plinio ftelfo Uh.;.
.

(a) Vl\n Hb. 36. cap s- fi^- 4- ^-'O(0 Maftei Raccolta di Jlat. ani. Fav.^S.,

Cayl.

De la fculpt. 6>
,

des [cuipteursanc.lelon.

PUne
(e)

Acad. des
.^

Infcr.

Tom.

AAf

Mtm.
,

e.

zg.feS. 2p. , C.Z.; o nella Lidia fecondo Stefano , perche flava nei confini di quelle due Provincie al dir di Strabene Hh.i4..pag. gjg. D.

elolomeo Geograph.

/li. f.

pag.^zs-

Vite de pia eccell. pittori , ec. yitaUi Michelang. Tom, FI. par. 6.pag. 264.

....

,y.

DA Alessandro
no
il
,

il

Grande
,

ec.
,

26^
nato
=

l'opera del greco fcarpello dal recente lavoro

fallo giudizio

che alcuni ne hanno portato


artili
,

riputandola in-

LZ. X.

GAP.
dec^na de' greci
e

II.

dichiarandola fcultura della fcuola

romana
jf.

()

12.

rappezzamenti

fattivi
,

da certo Battifta Bianchi


e fenza

milanefe alla maniera de'fuoi tempi


l'antico
e
'1
,

punto intendere
al

fono nella figura


d'Antiope
torfi

di

Dirce legata
braccia
,

toro la tella
la tefta

petto fino all'umbilico e


;

le

come pure
e

e le braccia

nelle Itatue d'Anfione


,

Zeto fono

antichi
le

due

ed una ga,mba
,

nel toro nuove fono

gambe e la corda di cui un inefperto viaggiatore fi maQLiello che v' ha qui d'anraviglia come fiafi confervata (b) tico pu difingannare chiunque fappia un p guftare il bele giuftificare l'onorata memoria che lo degli antichi lavori
.

Plinio fa degli fcultori mentovati

Tali fono

la

figura d'An-

tiope

tranne la tefta e
e

le

mani

e quella del giovanetto fe,

dente

inorridito alla crudele punizione di Dirce


,

il

quale

non pu rapprefentar Lieo fuo marito


novio
(e)
.

come immagin Gr*


Il

Lo

ftile

della tefta del giovanetto s'aflomiglia a


.

quello delle tefte de' figliuoli di Laocoonte (a)

finimento

grande dello fcarpello vedefi negli acceflbrj


te nella cifta

e principalmen-

miftica teftuta di vimini e circondata d'ellera,


lei

pofta fotto Dirce per indicar in

una Baccante

{d)

E'quefta

P'^S- 4"t- [

Roma mod. e. 7. pag. SS 6. , dipinfe la vergine Cleobca col! Pretende che qucfto gruppo non cifta fulie ginocchia della forma di quelle di la quello di cui parla Plinio , perche vi fono Cerere , per indicare che elTa era una ciftipi cofe , di quelle , che eflo defcrive fera dedicata a quella Dea ; e cos la teneva ragionc ben debole f fi confider che Plinio anche un'altra in marmo porta accanto alla non ha voluto defcriverlo minutamente, ma dea, di cui lo fteflb Paufania /ii. S. e. ^7. darlo ad intendere col nominarne le parti pag.676. Nel gruppo pi probabilmente Drprincipali ce ha la cifta , perch era occupata nelle feih) Blainville Voyage &c. fte di Bacco fui monte Circrone allorch fu (e) TheJ. antiq. gru. Tom. I. Dd. attaccata al toro , fecondo Euripide prclfo lo (a) I pezzi pi ragguardevoli fono anzi ftelTo Igino Fd/>. 8. e quefto monte pare che il toro , le figure dei figli , il giovanetto , e venga rapprefentato nel marmo; ficcomc ai la parte inferiore di Dirce baccanali pare che alludano altri fimboli, {d) Hyg. Fab. y. [ Come Polignoto , f- che vi fi veggono condo che lifeiifce Paufaaia Uh, 1 0. cap. z8.
(a) ricoroni Lefineol. d
:

264.
fta s

Storia delle Arti


efattamente e eoa tanta diligenza lavorata
l'artifta
,
,

quanta

tifata

LIB. X.

n'avrebbe

che avefle dovuto


.

in

efla

fola dare

CAP.II.

un

faggio della fua abilit (i)


^.
defi

13.

Il

medefimo avvenimento,
cio Antiope fra
.

in parte

almeno, veed Alfigliuoli in

efprefTo fu due baffi-rilievi nelle ville Borghefe


,

bani in tre figure

fuoi

due

atto di eccitarli alla vendetta

Ne ho

gi parlato a lungo

nel Libro Vili.


Pretefe imlagini del re
jT.
.

Capo

IV. (a)

14.
1

Oltre
,

Pino.

menterebbono

la noitra

in
le

monete del

re Pirro di belliffimo
n

attenzione una itatua


(a)
,

conio, -in maggiore


e

della
in

grandezza naturale nel mufeo Capitolino


rilievo fomiglievoli a quella della flatua,
figie

due

tefte

f foffer
.

quefte

l'ef-

di Pirro

come generalmente
,

^\

crede

Una

delle tefte

in
villa
ri

marmo

nel palazzo Farnefe


{b)
il
.

e l'altra in

porfido nella
il

Lodovifi

In confeguenza di quefta opinione


di Pirro a

Co-

(e)

ha dato

nome

una
.

fimile tefta

incifa in
l'inluffi-

una gemma nel mufeo Granducale


vate tefte

Per conofcere
le

ftenza di quefta opinione balla olTervare che tutte


,

mentoe Pir-

comprefavi pur quella della ftatua


,

hanno una
,

barba

folta e crefpa

laddove

fucceftbri d'Alefandro

ro medefimo folcano portar


a Pirro avea gi prima di

il

mento

rafo

come riguardo
,

me
,

oflervato Pignorio {d)


;

argo-

mentandolo
re
,

dalle

genuine fue monete

e riguardo agli altri

oltre le

bens nel

V' monete loro ce ne fa fede Ateneo (0 fuddetto mufeo Granducale un' unica moneta di
,

Pirro in oro
ti ffim a
.

in cui

ha un poco

di

barba

ma

quefta cor-

jf.

I j.

Non

(0
della

Altrove l'Autore loda molto

il

lavoro

clainide d'Anfione gettata fulla cifta. Trdtt. prelim. ai Mon. ant. ined. Capo IV.
[

pug. LXXXI. ne per Dircc,


cifta,

(a) Muf. Cap'it. Tom. iil. Tav.48. (i) Aonti. Diar. ital. cap.i f.pag. zi. (e) Muf. Florent. Gemms. andq.Tom.1.

la di cui

Sbaglia per dicendo Anfioveftc gettata fulla


vederli
feg.

Tai. 2}. num. 4.. (d) Symb. epift. S.pag. ^2.


Defcript. des pierr. grav. du Cab.de i. n. 2S. pag.4.i 2. , [ e fofiapag. 207. noe. a.
(.e)
.

come pu
in
f.

anche nelle

cibate

\
,

ftampe
(a)

rame

Siofch

d. 4. feS.

i. pag.

142.

DA Alessandro
jf.
1

il

Grande

ec.

26 J
T

j.
il

Non

potendofi per tanto ravvifare nella mentova,

Tu

V"

ta llatua

re Pirro
ivi

ed elFendo altronde
effigiato

la tefta ideale

p-

trebbe crederli
il

Marte

ma

a ci
la

pur a oppone

non

trovarli
.

mai data a quefto dio


in

barba nelle opere

antiche

Vennemi

penfiere che quella ftatua folTe di Gio,

ve

a cui pi che
il

ad altro dio fomiglia


(

e ivi

rapprefen-

talTe

Giove ""Apucs
(

guerriere

)
)

che ebbe pur l'aggiunto di

XrpaTio?

condottiere d'eferciti
,

ben fapendof che eziandio


dato l'usbergo, c,

ad

altri

dei, oltre Marte

ftato talora

me
ne
,

a Bacco fu un' ara della villa Albani


del

e a

Mercurio
tal

in

bronzo

mufeo Hamiltoniano
s
i

Ma

abbandonai

opinio-

poich

capelli
;

che la barba fon diverf da quelli che


la

fuole aver Giove

fccome

tefta di
,

elTa

ha molta fomifteffo

glianza con quella di

Agamennone

che vedefi nello

mul'ef-

feo fu un'urna in cui rapprefentafi la fua contefa con Achille

per Brifeide (a)


quel re
,

quindi ho giudicato elTere


altres a

tali tefte

figie di

il

quale aveva

Sparta un tempio
(

(a)

ove veneravafi col foprannome


diedero pur Gorgia a Serfe
(f. ^

di
,

Z6u$

Giove

nome che
(e)
.

(b)

ed Oppiano a

Comodo
le citt
^

16.

Dopo r

furono tutte che foggiogate 00


.

libere

Pafs l'arte
dalla Grecia.

della
le arti

Grecia, ed ebbero perdute colla libert


,

le

ricchezze,
ri-

che nella loro patria non aveano pi fudflenza e


,

compenfe
te
.

obbligate viderfi ad abbandonarla quali interameneffe

Furon

per e

in Alia dai Seleucidi

e in Egitto dai
;

Tolomei accolte
re in
Jf.

e ricompenfate

generofamente

onde par,

vero fotto un nuovo cielo una nuova vita ricevere qualche


17i

e riave-

modo

il

loro vigor primitivo

pi grandi protettori della perduta arte greca fu- -inEgitto,


,

rono

fuccelTori d'AIelTandro in Egitto

Tolomeo
1

Sotere

(b)

Tom.ll.
(a) Vedi qui Viiniipag.i ^z. (a) Schot. Lycophr. Alex, verf.r i 24. Ci) Long. De jubl. cap. j. pag. 1 8, (f) Cynegec, Uh. i. ver/. 3.

pri-

(b) Tolomeo Lago , cognominato anche Paulania Uh. J, (afs , Sotere , o Salvatore pag. z i
.
.

=====
^'^' ^'

266 primo

Storia delle Arti


fra loro
,

non

folo accolfe tutt'i greci

artifti

ma
,

ezian-

dio tutti gli uomini di merito in qualunque genere

che ab-

bandonata aveano
Jereo (a)
,

la patria

loro

Era fra quefti Demetrio Fa,

di cui

principe dell'arte

parlammo pocanzi greca (b) Tolomeo


.

e fra quelli Apelle


i

il

fuccefTori fuoi

che

nella divifione del regno d'Alelfandro avean avuta miglior parte

che

gli

altri

erano perci

pi potenti e

pi ricchi
(a)
,

e f

polliamo credere ad Appiano AlelTandrino

tene-

vano in piedi un'armata di


valli
,

200000.

fanti

di

40000. ca,

con

300. elefanti addeflrati alle battaglie


,

e
.

2000.
Sotto
,

carri falcati

oltre ijoo. fra triremi e


,

quinqueremi
in Egitto

Tolomeo
pi

Filadelfo

il

fecondo dei re greci

Alef-

fandria divenne a un di prelTo ci che era fiata in

altri

tem-

Atene

poich

pi celebri letterati e

poeti greci lafciala gloria e la forla

rono
il

la patria loro
.

per andar col

ove

tuna invitavanli

Euclide di Megara v'infegn


vi

geometria

tenero Teocrito

cant

fuoi

idillj

nel dialetto
vi

dorico,

mentre Callimaco con pi fublime linguaggio


dei
.

celebrava gli

Dalla

pompofa
flatue vi

proceflone che fece quello re in Alef-

fandria, argomentar
artefici
.

podamo quanto numero^


fi

vi folTero gli
,

Le

portarono

in giro a centinaja

nel

gran padiglione per


fiaure
in

lui eretto in

quell'occafione v'erano le
,

marmo
.

di

cento ditferenti animali


tutti quefti

lavoro de' pi

valenti artifti {h)

Tra

per non
,

ci

pervenuto

il

nome
:..

di altri

che

di certo

Satirio

il

quale incife in

criftal(e)
efii

lo l'effigie d'Arfinoe fpofa dello


e n'abbia-

ftefl^o

Tolomeo
il

Filadelfo
di

jT.

Sotto

Tolomci

anche fotto

primo

Senf.r'""

viderfi in Egitto belliffime

opere dell'arte greca fcolpite fu


fono confervati che de' rottami
I.
(.a)

pietre egiziane, cio in bafalte ed in porfido, delle quali

tranne due figure

non

fi

tali
(a) Diog. Laerzio Uh. r. fegm.yg. Tom.
(B) Plinio //^.^/.

Procem.klf pag. VI.


lii.4. cap.iS. .4-

cip.Jia.si. .i^.

CO Anthol.

W-:?.

DA Alessandro
tali

il

Grande

ec.
e

267
fuperiore
,

per che moilrano un lavoro forprendente


fi

quanto

fa

fare
,

oggid

quello lavoro

fi

confideri

LIB. X.

CAP.U.

lo Itile del difegno

non polliamo

afcrivere tali opere al tem-

po

de' ceiari

che abbiano
dall'Egitto

fatto trafportare in

Roma
;

malli

di tali pietre

fiamo crederle anteriori

quando col dominavano n pofnon elTendo probabile ai Tolomei


,

che

Greci

facelTerfi

venire

fan

dall'

Egitto

e altronde
di

Paufania non parla


efiiienti

mai
.

di

Iktue

di

bafalte

poifido

preflo di loro

/.
rirfi

19.

Di bafalte abbiamo due una

teie

che pofiono
preflo
di

ri fa-

a quelli tempi:
le

di bafalte nericcio

rne

ma

manca

il

mento
tefla

colle mafcelle e
il

'1

nafo

l'altra

con.

fervatafi

intera prelfo

fignor cayalier

di Breteuil (a)
,

Si

conofce che quefla

rapprefentante un bel giovane


;

co-

me

la

precedente

era altre volte fu una flatua


,

poich ha
d'un

orecchie da pancraziafte
atleta vincitore ne'

dee rifguardarfi

come
,

l'effigie

grandi giuochi olimpici

a
.

cui na fiata

eretta
jf.

una
20.

flatua in Alefl!andria fua patria

(b)

Non pu
il

qui ravvifarfi un di qua' vincitori


l'olimpiade in cui erano
flati

dai

quali prendeva
nati
,

nome

coro-

perch quell'onore riferbavafi a chi riportava


,

la

corona
atle-

nello fladio
ti

olila alla corfa de'

cocchi (e)
,

Di quattro

alelTandrini di quella
i

maniera
,

quali coronati furono

fotto

primi Tolomei

troviamo

fatta

menzione

nelle ftorie
:

L
(a) Vedi fopra pj^. rS.fee. (b) Nel Trau.prcl. cap.lV.p.LXXXII. _ pr/ni;. Winkelmann aggiugneva , che non fi
,

tendenti fi ufavano pi efami , e diligenze a quefto riguardo , che ncll'ammillione degli


.

jd

che --

..

-.

ftefll

atleti Anzi _.....


.

da una ifctizione del ^

.._.,-.

taatamente

Ita ragione, e anzi la ritratta appredo al %.zo. Infatti anche Luciano , virente ai tempi di Trajano, come h detto qui avanti alla pag. ZI j. , Pro imapin. . ri. over,
.

Vandale Diffin.
fini

pag. 4Q0 {::nv<^ , che al tempo Tuo legge , che gli atleti non potcfiero lar 1 ergere in Olimpia le ffatue maggiori leUa loro vera ftatura ; e che dai foprin-

lom.il

durava

S. pag. 6^8., e dal P. Co> DilJen. agonift. Dlf. IV. n.t z. pag. 90fi rileva , che l'ufo d'onorare i vincitori atleti colle flatue durafle fino ai tempi degl' imperatori Valentiniano , Valente , eGr'aziano,

la

cio fino circa l'aiino 570, dell'era criftiana . (e) Voleva dire , alla corfa a piedi , pcr-

che fu

il

primo giuoco

ittituito

26S
rie (a)
:

Storia delle Arti


cio di Perigene nell'olimpiade cxxvir.
, ,

d'Ammonio
Grate nel-

LIB. X.

nella cxxxi.
la

di

Demetrio

nella cxxxviii.

e di

GAP.

II.

cxLii.

EiTcndo dunque qui rapprefentato un lottatore


,

un pancraziafle
ta
la

dovremo

ravvifarvi piuttofto
,

uno

dei

o due
,

atleti aleflandrini allor

coronati
,

cio CleofTeno per la lot-

(a)

nell'olimpiade cxxxv.
(b)
.

Fedimo pel pancrazio


fa l'effigie

nel-

CXLV.
j1'.

21.

Per

la ileffa

ragione io penfo che

d\m
,

atleta alefandrino l'altra tefta guafta di bafalte nericcio

la-

vorata nel medefimo


fcolpita

ftile

della precedente
.

non che

n'

con pi

arte la capigliatura
,

Non avendo
la

quefta le

orecchie da pancraziafte
ria
,

ma

bens fecondo
l'effioie

forma ordinae

non dobbiamo

in

effa

cercare

d'un lottatore,
,

ma

piuttolio d'un vincitore nella corfa de' cocchi

d'uno
,

de' quattro

fummentovati
citt

efiendo altronde probabile che


,

ad efempio delle

greche

Aleflandria abbia erette delle

Itatue ai luoi primi vincitori ne' giuochi


di l abbiale volate a

olimpici (e); e che

Roma
il

l'imperator Claudio infieme alle

ftatue di porfido

che fu

primo

farvele trasferire

dall'

Egitto
.0'.

(b)

22.

Delle opere dell'arte greca in porfido ho gi par,

lato altrove (d)

e qui folo avvertir

che

lavori in tal faflb

d
fatte in (e") Volendo Toftenere qucfte tede Alexandria , e in onore d' atleti aleflandrini , potrebbe dirfi piuttofto , che tollero Itate fatte cola per onorare qualcuno di clli vincitore nei giuochi olimpici, che vi s in-

h cronica d' Eufcbio

(a) 'Oxv/ir/a/(J liayfufyi , f appreflb al] pag. s^i. feqq. (a) Per il pugilato
.

(b) PmCniilib.s.cap.g.infine.p.^if. lo dice della citt di Troade nell'Eolia . Il dotto padre Corfini Fafti att.olymp. cxlv. Tum.lF. pag.JOO. ofTerva, che ci non contradice a Giulio Africano , perch la detta citt fu chiamata anche Alexandria , elTendo ftata fondata da AlelTandro il Grande ; e perci nella numerazione alfabetica dei vincitori olimpici riportata dallo Scaligeto in appendice alla citata ctonica d'Eufebio;'. 4-0al che vien detto Akjfandrino di Troade non ha badato Winkelmann , il quale ha prefo quefta Aleflandiia per l' Aleflandria di Egitto .
:

trodulTero circa l'olimpiade ccxi. conic

oU

Cerviilodzto Codim DiJJen. agonijl. ViJ/.l. n. 1 2. pag. zo. zi., oflia circa 1 tempi dell Potrebbero rappretcnimperator Comodo tare anche atleti vincitori nei giuochi de la Gtecia al tempo de celati , dei quah molti ne numera lo dello Corfini nel catalogo , che In fatto molto pi etatto e compito dei viacitori olimpici , in appendice alla detta opera,
.
_

pag.i zi fegg.

(A) Plin. ld>. 36.

cup.rje.

11.

Cd) Vedi io^id^ pag. 20. Jeg^

DA Alessandro
di

il

Grande

ec.

269
gli
'

queft'epoca rariffimi fono, e rari erano anche preflb


.

antichi per la difficolt srandiflma di lavorarlo (a)


fi'.

'

gap. h.
23.

Le monete aleflandrine celebri erano per


,

la bel-

lezza dell'impronto

di

modo

che

al

lor

paragone grolToladi

ne fembravano
tempi
(rt)
.

e fatte fenz'arte le

monete d'Atene
aceniefi
.

que'

Diffatti la
,

fime fono
jf.

maggior parte delle o d'un conio aflai mediocre


tai

o antichif-

24.

Io conchiudo da

trafportata in

Egitto a quefti

monumenti che l'arte greca tempi non fia fiata corrotta


,

RjflciTioni fui^

pocfialtfE-

dal cattivo gufto che deprav


di

ed

avvil

la

poefia alla corte 1'"^^^"^^"

Tolomeo

Filadelfo
il

dal

che nacque quel degeneramento

nelle fcienze che

ofTerv pofcia in

Roma
.

fotto

cefari

e per l'Europa tutta nello fcorfo fecolo

Callimaco

Nican-

dro

due della Plejade poetica


,

cio de' fette poeti d'AlePdi mofrarll

fandria

fludiavanfi pi di

comparir eruditi che


fecondo andava
,

poeti

principalmente

il

in traccia di pale

role antiquate e d'efpredoni ftrane


balfe di tutt'i varj
la

fcegliendo anche

pi

dialetti della
,

Grecia. Licofrone, altro del-

medefima Plejade
,

amava
con

di

comparir invafato anzich


penfieri e fraf ofcure
il

ifpi-

rato

e di affaticare

difficili

leg-

gito(a) La ragione principale , per cui fono e ftata pi probabilmente perch il , porfido non una pietra propria a fnre ftatue per il fuo colore , come non lo erano tante altre pietre della Grecia non bianche,
rari

Medici , e I!or!;liefc tra te quali quelle che gionieri , e un bufto


le

'icl

Campidoglio

bench

di poca durezza nelle quali perci rariffimamente hanno fcolpito greci artifti. E che cosi penfalTcro gli antichi polfiamo argomentarlo da ci , che aggiugne Plinio /oc. cu. , cio che le ftame di porfido mandate all'impcrator Claudio da Vitrafio Poilione furono guardate in Roma come cofa
, i

rapprcfenrano re priarmato di corazza non finito , cfittcr.te nel palazzo Farnefe , il noftro Autore nella prima edizione a quefto luogo le dice opere lavorate in quella citt, All'oppoflo vegliamo nelle rovine degli edifizj , ciie gli antichi facevano un ufo grandillmo di tal pietra ridotta in laftre fottili o in pezzi a modo di mufaico , per ornare i pavimenti , e le mura impellicciate a vat) marmi. WVa^^m Scotta de' folfil , ec. Difc. IV. . X/F". pag. 14.1. crede che allora fi laToralfe il porfido con maggior facilita , perche cavato di frefco foife piti docile di quelIo, che ora fi e la argomcpra dall'aver veduti in un pezzo di elfo i tratti della fega cosi enfibili e diflinti , che tre di quelli occupavan la larghezza d'una penna ordinafcgno evidente , che la fega, ria da fcrivere profittava molto fenfibilmentc (a) Laert. l.j.fe^m.iS. Tom. I. p.37S>
:
; .

nuova, che non piacque ; e che nelTun altro imo al tempo in cui egli fcriveva pen, ,

\ farne ^venire delle altre Forf gli uonrmi di qualche gulto fi riftringevano a farne delle ftatue vedite , alle quali poi mettevano
^.
.

la retta,
,

le

mani

piedi di

marmo

bian-

co come fi veduto nel Tomo I. pug. ^0. e che facevano gli antichi Greci alle ftatue in legno ; e tali mi pare che fiano le varie ftatue , che abbiamo ancora in Roma nelle vii-

270
LIB.X.
CAP.II.
uiafTe

Storia delle Arti


il

'gitore anzich dilettarlo; creded egli

primo che
uova
ec.

fra'
v.eri

Greci
loro

l'anagramma

(a)
,

Gli

altri

poeti faceano co'


,

delle are, de' flauti

delle fcuri

e delie
;

Teocrito

medefimo
pi Urano

fece de' giuochi di parole (^)


,

e ci che ancora
,

Apollonio

di

Rodi

altro

dei fette poeti

fem-

bra aver fovente trafcurate


poefia
Pafs
l-artc

le leggi della

grammatica

e della

(e)

jf.

2J.

Seleucidi
,

COS detti da Seleuco


alla di
al

uno
di

dei fucil

iSekucidi.

cefTori d'AIelfandro
dell'

che

lui

morte occup
e quelle

regno,
attirar

Afiu minore
le

cercarono
arti

par de' Tolomei

preflb di loro

efuli

dalla

Grecia

incorag-

gire e migliorare che gi da qualche

tempo

nel regno loro


gli
artilfi

fiorivano

il

che

riufc

in

maniera da uguagliare
.

Le arti per non crebber che in Grecia erano rimafti (d) col a tanta fama come in Egitto la qual cofa dobbiamo
;

probabilmente attribuire

all'elfere

Hata Seleucia
,

a cui

re

trafportata aveano da Babilonia la loro fede


deli'Afia
,

pofta nel cuor


,

ove pur era fituato tutto

il

regno loro
.

per con-

feguenza lungi dal refto della Grecia

Vi far fucceduto co-

me ma

avviene oggid per quegli


,

artifti

che lungi {}anno da Ro,

fede delle belle arti


il

ne corrompe

gufto

poco a poco degenerano e f poich manca allo fpirito e alla im:

maginazione loro l'alimento continuo d'aver fott'occhio i pi pregevoli lavori. Gli Egizj alJ'oppoflo aveano in Alexandria
per mezzo della navigazione
ta la
e del
,

commercio
e gli artifti
:

fempre aperaver poteano

comunicazione coi Greci


a Seleucia

facilmente dalla Grecia ci che lor bifognava

vantaggio che
de'Seleu-

non aveano
cidi
,

E che

difflitti

alia fituazione

alla

loro lontananza dal mare e dalla Grecia attrii

buirli

debbano

pochi progreffi che fece col


t

l'arte

greca

argoCd) Dickinf. Delphi phoenidr. cap. i. ib) Idyll. Z7_. verf. 26. (e) Argon, Ub.t. verf, Z42. , Uh. 3. v. oo-

67. ??s- ?9S- 600. fjc (d'i Theophr. Charai. cap.ult.

[Non dice

tal

cod

DA Alessandro
argomentar
tempi
lo

il

Grande
come

eg.

271
'-

poffiamo dal vedere

quella fiorifle ne'

fcgiienti alle corti dei re di Bitinia e di


.

Pergamo

pie-

lib.x.

CAPII
della corte de'

cole Provincie dell'Ada jonica


Seleucidi celebre certo

Fra
di

gli artifti

Ermocle
.

Rodi, che
i

fcolpi la fta-

tua del bel


jf.

Combabo

(ci)

26.

Qiieft'epoca dell'arte greca fotto

primi fucceflb-

ulteriori vi-

ri

d'Alefllmdro termin nell'olimpiade cxxiv. in cui erano morti Tolomeo I. in Egitto , Seleuco in Siria , Lilimaco in
,

creja.*^""*

Tracia
piade

e
,

Tolomeo Cerauno
un'impenfata lega
citt
,

in

Macedonia

Nella

fteffa

olim-

(a)

che flrinfero fra di loro alcune


,

poco riguardevoli
darle

della Grecia
,

poie

fondamenti per

una nuova forma


.

con cui

riforfero poi col le arti


i

per l'ultima volta

Provarono allora
,

Greci quello che avmali giunti all'eccefFo


la

viene fovente agli uomini

cio che
,

divengono eglino

ftefl il

rimedio

come

corda d'uno

ftro-

mento muficale foverchiamente tefa e rotta fa luogo ad un' altra che con maggior cautela accordata alla fine mette il
,

giufto fuono
jf.

27-

La preponderanza
.

de'

Macedoni aveva

alterato in L^gj

jj^jj^,

Grecia l'antico fillema

Sparta inedefima avea degenerato da


(b)
;

quel prifco regime in cui vifTuta era per quattro fecoli

poich efTendone flato coftretto a fuggire


che troppo difpoticamente reggeala
ri
,
,

il

re

Cleomene
foli gli

vi

reftarono

Efo-

parecchi de* quali furono pur in varie fucceffive rivolu.

zioni trucidati

Dopo
:

la

morte

di

Cleomene
,

fi

venne

all'ele-

zione d'un nuovo re


fanciullo ancora
,

fu fcelto Agefipoli
,

ma
,

ficcome era
fece con-

Licurgo

febbene non fofTe d regio fandegli Efori


fi

gue

donando un talento a ciafcun


fuprema
.

ferire la dignit

ElTendofi per penetrata l'iniqua


via

Lucian D<f deajyr. ^.26. op. Tom.uL Tag,^-7 2. Plinio hb. J4. cap. g. fea. ig. >. 2 .nomina Ariltodemo, che fece in bron(<2)
I

(a) Polibio

lib. 2.

pag. izS. B.

Corfini

Fafti art. olymp.

2o

immagine
i

del re Seleuco

ma non

dice

quale folle tra

(i) Conftant. Porphyrog. dor. pag. izt. Un, 19,

cxxiv. Tom. lV.p.80. Excerpta Dio

varj Selcuddi

272
via
LIB. X.

Storia delle Arti


da
lui

tenuta per confeguire


,

tal

carica

fu

coftretto

egli

pure a fuggire
(a)
.

ma

fu

pofcia richiamato
,

nell'olimpiail

GAP.

II,

de CXL.

Non molto dopo


la

eflendo morto
,

re

Pelope

inforfero a Sparta varj

tiranni
,

V ultimo

de' quali

Nabide
di

difpoticamente

refle
.

e la difefe

con una guarnigione

truppe ftraniere
$.

(b)

28.
in

Tebe
una

dianzi

celebre giacca diflrutta


.

e flava

Atene

totale inazione
,

Non
.

efTendovi nelfun difenfo-

re della libert

follevaronf molti tiranni, che

Antigono Ce-

Macedonia foftenea (0 o quattro citt appena note nella


nata re di
tere
il

In tale flato di cofe tre


ftoria

tentarono di fcuo,

giogo del Macedone

il

che avvenne

come
,

dilli

po-

canzi nell'olimpiade cxxiv. Riufc a quelle citt di efpeilere o trucidare


i

loro tiranni
di

e rimafero libere

poich
.

l'al-

leanza loro non credeaU


fta

veruna importanza

Fu que-

per

il

fondamento

della
,

famofa lega achea


quelle Atene

Molte delvergognofe
di ri-

le citt

pi ragguardevoli
,

e fra

d'efTere fiate prevenute


inetterf nella libert

cercarono con egual coraggio


.

primiera

Si

form

allora

una confede,

razione generale di tutta l'Acaja, furon fatte nuove leggi


e

nuova forma
,

fi

diede

al

governo

Allora
,

Lacedemoni e
ell

gli Etolj

gelofi della gloria degli

Achei
,

unironfi

ptire

avendo
Grecia

alla tefla
(a)
,

Arato e Filopemene
il

gli ultimi eroi

della
(b)
:

de' quali

primo non

avea che vent'anni

e vaca) Polyb.
[

nb.s.pag.sy7.A., p.4^1. B.
gli fu eretto dagli
il

Dopo morte

tempio per onorare

Spartani un di lui merito Coftant.


.

Poimog. Excerpta Nic.Damafc.

p. 44S. (i) Tit. Liv. lib. ^4.. cap. iz. n. 27. (c) Polyb. Uh. 2. pag. i 2^. princ. [ Anti-

(a) Vnfnh Hi. S.cdp. j 2. pag. yos-fisFilopemene vien chiamato l'ultimo eroe della Grecia anche da Plutarco nella di lui vita, op. Tom.I. p.^s6. F. Quefti mrra. p.^z.B., p. ^6S. E. , che gli furono erette molte ftanel faraofo fpoglio di Coparler nel Capo feguentc . / 7. , non ard portar via ; e un in Delfo eldeva ancora a' fuoi giorni , cit. p.^f6.F. Gli Achei gli alzarono un tempio . Coftantino Porfirogeu. Excerpta Diod. pag. ^co. (b) Polibio l. z.pag.i jo. A.'^\rL)i.Q\min'n. per equivoco nel Trattato prelim. Cap. IK.

tue

che

Mummio
(

gono fu folamente tutore di Filippo re di Macedonia e nel tempo della tutela animiiiirtr il regno, come dice lo ftelfo Polibio
,

riiito

del quale

lb.2.pag.i ^1. infine , l. 4.. infine , p. ^48. Gli fu eretta in Olimpia una ftatua di bronzo

coronata con una mano da una IU':ui rapprefentante la Grecia , la quale coH'altra mano coronava altra (tatua del re Filippo .

pag.

LXKXllI,

lo dice di Filopemene

Di

DA Alessandro
e valenti difenfori

il

Grande

ec.

275
olimpia-

furono

della

patria

libert neli'

===CAP.
II.

de cxxxviii.
0.

2Q.

Ma

la

gelofia tra gli


,

Achei e
in

gli Etolj

fiifcit aJla...cgucrracc-

fine un'aperta e

crudele guerra
al

cui le oltiJita da

amen-

noia per

le ar-

due
alle

le

parti giunfero

legno

di

non perdonarla nemmeno"*

pi ragguardevoli opere dell'arte.


i

Ad
,

ufare tanta bar-

barie furono
in

primi

gli Etolj

che

entrati nella citt di

Dios
le

Macedonia abbandonata
e le

dagli abitanti
i

ne atterrarono
i

mura
pj
,

cafe

ne incendiarono ne dilhuffero
(a)

periftilj e

portici de'tem-

e le ftatue

La

feiTa

mina menarono
,

gli Etolj

nel tempio di

Giove a Dodona nell'Epiro


,

ove af-

fer le gallerie, infranfero le flatue

'1

tempio llenb uguache lano


tempj
(a)
.

gliarono

al
,

fuolo

(l>)

e dal difcorfo
(e)

d'un ambafciatore degli


,

Acarnani
ti

rapportatoci da Polibio

rilevali
altri

fla-

depredati e devaltati dagli Etolj molti

La

ftefTa
fjliti

provincia di Elide che


a celebrarvifi
,

a cagione de' pubblici giuochi


il

godeva

diritto d'alilo
,

ed era

fiata

fcmpre anche dai nemici


gli Etolj
;f.

rifpettata

divenne preda allora de(d)


.

al

pari

d'

ogni altro nemico paefe


parte gli Achei e
i

30.

Per

l'altra

Macedoni

fotto

il

re Filippo ufarono o abufarono piuttoflo del diritto di rapprefaglia


,

trattando nello flelTo

modo Terma

capitale dell'

Etolia

Rifpettarono per allora


li.

le ftatue e le altre figure degli

Tom.
pag.

M m
non ha badato

dei

Arato abbiamo da Plutarco nella di lui vita i j2. D. E. Tom. I. che folfe molto indi cui 11 era mantenuta , in trv-cito fin allora la fcuola di Sidone fua patria Ivi raccoglieva quadri de' pi bravi
artilti
,

il P. Corfini nel catalogo dei vincitori olimpici pag. tz^. , forf perch non

tcliig-.nte di pittura

e
>

principalmente di Panfilo
al

e di

M-'^i-t?

/"c poi mandava

re

Tolomeo

avr veduto Plutarco . Lo ftelfo Paufania /. z. cap. 7. pag.i 27. Un. ^0. ne nomina un'altra enftente a' fuoi giotni nel teatro di Sicione , che teneva lo feudo ; e di altre ne parla Polibio preflo il citato Coftantino Porfirogeneta

in AlellanHra, al quale mand anche i ritratti dei tiranni di quella citt , che vi trov dopo che l'ebbe liberata dal loro giogo . Come vin^uore nel quinquerzio gli fu eretta ui-.a (tatua ir Elide , che lo ftelfo Plutarco

Excerpta
Ib)

pa^.t^z.

(a) Polyb. lib.4. pag.

^z6.

C.

pag. ^^r.princ. (e) Uh. q. pag. J67. D. (a) Parlavifi degli ftelTi tempj

idem

ihid.

di

Dios

p'^g.iOii'. diceva cfiftcre ancora


pi
;

e un'altra

come

a' fuoi temvincitore nella corfa de'

Dodona.
(,d) idem Hk 4. pag. ? J(J. C. [ Dice che fu depredata dai Macedoni fotto il re Filippo.

cocchi nominata da Paufania //i. (!. fag.^So. i feppure non e ftcfla

ca;;./ 2.
:

al

che

274
=

Storia delle Arti


;

LIB. X.

CAP.

II.

mentovato quando vi venne per la feconda volta (b) e moftr egli ancor maggiormente il fuo furore nella prefa della citt di Pergamo ove non folo atterr le ftatue e i tempj ma ne ruppe per fino in minuti pezzi le pietre affinch mancaflero
le
il

dei (a)

ma

abbatt e Je diftrufle in feguito


,

re

materiali a chi avefle in feguito voluto


attribuiice quella barbarie a

riedificarli

(e)

Dio,

doro

un

re
.

di

Bitinia

(d)

ma
al-

probabilmente prende qui un abbaglio

Era in Pergamo
,

lora fra le altre una celebre ftatua d'Efculapio

lavoro di
(/)
,
.

Filomaco
ftefTo
gli

(e)

o come

altri

lo

chiamano Firomaco
:

Lo

avvenne a un di preflb

agli Ateniefi

Filippo
e

perch
tiranno
la citt,

Achei feco non vollero


,

allearfi

contro Sparta

'1

Nabide

mife a fiamme l'Accademia che era avanti


i

e diftruiTe
rifpettare
i

tempj che
fepolcri (g)
,
:

le

(lavano intorno

fenza

nemmeno
le

dal che irritato quefto


{h)
,

popolo una
di lui
i

legge promulg
ftatue ed
fed
,

nella quale ordinavafi


tutte
,

che

immagini

e quelle de' fuoi


,

maggiori d'ambi

tolte folTero

e diflrutte
,

fi

avelie

per profano ed imdi lui titoli

mondo qualunque luogo


nore o ifcrizioni
{a) Voyh.
lib.i
iib.

ove pofti fofiero

d'o-

(a)

() Conllanc.

j-. p. :;fS.& l. p.p. s6 2. D. Porphyiog. Excerpta Polyb.


_

i.pag. 4.S.

tmibid. lih.16. pag. 67. id) idem Excerpta Diod. pag. ip4. [Anzi l'atttibuifce al re Filippo fteflo , non pailan(e)

do

di altri
Vo'^h. pag.

160. gt verf. ^. Conrtant. Porphyrog. Excerpta Diod. p.^^7. ig) idem ib.pag. zgs- ' Liv. lb. ^1. e. 2j. n. z6. , cap. z6. n. ^0, ea) Liv. loc. eh. cap. ^o.n. 44.
cap,
t z.

(e) zm Excerpta (/) Anthol. lb. 4.

n.

alla pag. ^4. noe. a., fecondo Eifanzio , cHe a lungo lo defcrive come una delle fette maraviglie del mondo , quale detto anche da Strabone lib.14. pag. $64. B. Vi furono impiegati 11. anni a Si comp nell'olimpiade csxiv. , o farlo cxxv. ; e dopo $6. anni rovin per un orribile terremoto. I pezzi vi fi fono confcrvati per terra fino all'anno 6^- dell'era criftiana in cui dal re de' Saraceni Mauri , che s' era

qualche cofa
Filone
di

dopo la morte d'Alertandro il Grande da nomirarfi particolarmente Carete di Lindo fcolaro


gli artifti
,

(a) Tra

che hanno
,

fiorito

pag.t4fi.

accennato ad altro propofto alla il fuo coloifo di Rodi in bronzo alto 70. cubiti Di quefto abbiamo detto
di Lifippo
, ,

venduti furono ad , che ne caric 900. carnVeggafi Plinio lib. ^4. e. 7. [ecl. 1 S. , melli e ivi l'Arduino , e Giunio Catal. archit. ec. pag.jo. Serto Empirico Jldv. Mathem. lib.y. pag.i f6. fcrive , che Carete fi uccidede dopo aver impiegata nei foli preparativi la fomma, che avca richieda per tutta l'opera .
refo padrone dell' ifola
,
.

un mercante ebreo

Cx'

DA Alessandro

ii

Gj^ande

ec.

275

Capo
Fior
l'arte

CAP.IJI.

III.
i

in

Sicilia
lega,

prejfo
--

re
.

di Perg.i7no
. .

Riforfe in

Grecia,

dopo Li

achea,

Artiji

vionumenti di quel
l'arte

tempo
Grecia
.

Torjo di Belvedere
. .

Ercole Farnefe
le

e i

Romani d^predaronvi

Ricadde migliori opere

in

Vi furo-

no per degli Jranieri che

v
.

erfero

de'

nuovi monumenti

Cad-

de pur l'arte in Egitto


cia
. .

per poco in Greov'ehbe l'ultimo crollo dalla guerra mitridatica


. .

in Siria

Riforfe

JVientre
lavori
,

l'arte

era decaduta in Grecia, e n'erano avviliti

Fior l'arte in

fioriva efTa tuttavia fra que' Greci


trasferiti

che dalJa patria Joi

ro eranfi
tinia e di
cilia

in Sicilia
.

e pi ancora prefTo
di

re di BiSi-

Pergamo
belliffimi

Sebbene

quello fiore dell'arte in


,

non parlino
le

gli antichi

fcrittori

pur argomentar
era Siracufa

lo pof,

fiamo dai

impronti delle monete


,

di quell'ifola (a)
,

ove

colonie doriche

capo

delle quali
,

femdelle

brano aver gareggiato colle joniche


pi ragguardevoli era Leonzio
belle
jf.

tra le quali

una

(a)

a chi coniar fapefTe pi

monete
I.

Io parlo qui de'tempi che trafcorfero tra


fino
alla

primi

fucceflbri d'Alefiandro

conquida

di Siracufa fatta
,

da'Romani
s

tempi torbidi e miferi per quell'ifola


dalla

altronde
i;i

favorita

natura

onde

da maravigliarfi che
fpenti col
i

mezzo
$. 2.

a guerre continue

non

fianfi

femi fteO

delle arti
E'

noto che ne' tempi pi antichi, fotto


,

re di Si-

racufa Gelone

Jerone

due Dionisj

ivi l'arte

avea gran-

demente
che
di

fiorito, e

bei

non v'era allora nefTuna citt in Sicilia, monumenti non abbondalTe Le porte del tempio
.

Mm
(a) V.Bianconi Par.
ine,

2
iili.j.

di
cap. S6, pag.

a una med. di Sirac.

(a) Thucyd,

32x.

7.76
=

Storia delle Arti


nella

di Pallade

mentovata

citt
le

incife in

oro ed

in

avo-

LIB.X.

rio

erano fuperiori a tutte


.

altre

opere

di quello

GAP.

gene-

III.

re {a)
_tf.

3.

Non

oftanti le miferie de'


,

tempi

e le

oflinate guer,

re foftenute dai Siciliani

principalmente contro Cartagine


,

furonvi Tempre in Siracufa de' grandi artilH

come

ho. ne
lato

fanno

le

belle

monete argentee d'Agatocle, che da un


di

hanno una teRa


fi

Prolerpina
.

e dall'altro

una Vittoria che

adatta l'elmo fu un trofeo

il

Ci che qui deve forprenderci


il

vedere

l'arte

fiorente fotto

difpotifmo tirannico
,

ma

trovafi la ragione di queflo paradofTo

ci

rammentiamo

che Agatocle era


in fua giovinezza

fiato vafajo
,

(a)

onde avr probabilmente


e fatto re avr
le arti
le

nello ftudiare l'arte di foggiare e dipinil

gere

vaf

apprefo pure

difegno
,

per

un'inclinazione prefa ne' primi anni

protette
.

che dal

difegno dipendono

e favoriti gli

artifti

Fra

altre

opere

fece dipingere una battaglia datali dalla


tre egli n'era
alla tella
il
,

fua cavalleria,

men-

appender ne lece nel mentovato


,

tempio

di Pallade
;

quadro

che fu in feguito fommamen,

te pregiato
di Siracufa
ai
,

perci da Marcello

nel
altri la

faccheggio che fece

lafciatovi
,

unitamente ad

monumenti pi
(b)
.

cari

cittadini
jf.

affine di
li.
,

guadagnarfene

benevolenza
,

4,

Jerone

fucceflbre d'Agatocle

fu da femplice
nell'

cittadino eletto e chiamato al trono di

comune confenlo
di

olimpiade Qxx\ni.

(e)

Le grandi forze
perla ficurezza

terra

e di

mare

che

egli teneva in piedi

della Sicilia, vi

manten-

er) Ciccr. in Virr. aB. z. Hb.4.cap. jS. (a) Ateneo /. IO. c.^.p. 4^5. pn'rtf.^ Ammiano Marcellino //i. 74. z'/j/.if; ed era figlio di vafajo Vedafi Tom. l.p zzi. nota 1. (e) Erano pi quadri , che poi furono porXati a Roma da Verre Cicerone loc.cic.
. .

piuttofto , fecondo la ferie de' vincitori olimpici allo ftadio , nell'anno il. dell'olimpiade cxxvi. , in cui vinfe Ido , orna Nicatore , di Cirene , come dice anche Paufar nia lib. 6. cup. i z. pag. 479' ve per erro-

re dell'antico

tap.ss(e) Anno ni. come ofTerva il Cafaubono Hiji, Polyb, synops. chronolog. pag. 1031.;

Corfmi Fafii
pag. S 3.

amanuenfe leggefi cxx. Vegg. alt. olymp.cxxvi. Tom.lF.

DA Alessandro
tennero durante
il

il

Grande

ec.

"2.77

fuo regno una tranquillit, da cui l'arte'


vita
.

ebbe quafi una nuova,


re ne
di

Delle idee grandiofe di queiflo


nella gran nave di venti ordini

LIB. X.

CAP.

Ili,

abbiamo un argomento
fatta

remi a ciafcun lato

da

lui

collruire

la
,

quale pi

ad un vafto palazzo che ad una nave era limile


teneva acquedotti
,

poich contutta ve-

giardini

bagni

tempj
,

ed una camera

fra le altre v'era col

pavimento a mufaico
:

in cui

deal rapprefentata l'Iliade


gati

e tal

opera

nella quale impie-

furono 300.
esli

artefici,

itata efeguita in

un anno folo

Moftr
forze,

altres la
a'

grandezza del fuo animo e delle fue


ne'

mandando

Romani

tempi per loro

affai difficili
,

per

le

frequenti fconfitte

ricevute
di

da Annibale
,

una

flotta

con abbondante provigione


la Vittoria in

grano

oltre un fimulacro del-

oro

che pefava trecento


tai

venti libbre

E'

da
al-

notarli che
tre volte
,

il

Senato accett allora

doni
,

{a)

febbene

ridotto

a maggiori ftrettezze

di

quaranta auree
,

patere prefentategli dagl' inviati della citt di Napoli


fola e la pi leggera n'avefle ritenuta
(/<)
,

una
ri-

e tutte avelTe

mandate generofamente con molti ringraziamenti quelle che


mandate aveagli
fti

la

citt

di Pefto nella

Lucania

(e) (*)

Queol-

tratti

llorici io
,

qui apporto

come

appartenenti in qualche
,

modo
tre
il

all'arte

elTendo ben probabile che tutti que' vali


,

pregio del metallo


.

un

altro

ne aveffero per

la finez-

za del lavoro
carriera

Termin queflo

re fortunato la gloriofa fua


,

dopo novant'anni

di vita

e fettanta (a)

di

regno

nell'olimpiade cxli. Nell'anno

primo dell'olimpiade feguente


e

effendo flato Jeronimo

fuo indegno nipote

fuccefTore (b)

truca) Liv. Ili. 22. cap. 22. n. ^7. (6) \\v. ibid. cap. zo.n.j2. (e) ihid. eap. zi.n. ^6. (*) A Rodi , che chiefto aveagli foccorfo , Jcronc non folo mand vettovaglie e armi, ma fece in oltre collocare in una fua piazza ^Ue Ilatuc lapprclcntaati il popolo Siracu.

che coronava quello di Rodi . Egli aparente d'Archimede Io indufle ad applicare la geometria alla meccanica. (a) Cinquantaquactro (b) VoWh'io Exccrpu /egat. n.I. pag.ySj., e ivi Cafaubono loc.c.pag. io6o,
fano
,

mico

273

Storia delle Arti


con
ai

===== trucidato
LiB. X.

tutta la real famiglia,


;

capi

della

fazione

fi

ui^irono

Cartaginesi

il

che diede occafione


,

a Marcello
dir in fine

d'invadere quella citt e devaftarla (a)


di
e preffo
'

come

fi

queflo Libro
Jf.

S-

^ra.

protettori dell'arte a quelli tempi annoverarli

no^.

"""^""'denno

due

re di

Pergamo
.

Attalo

11.

ed

Eumene
,

li.

fuo

fratello e predeceiTore (b)

Queftl due principi

cui la fag-

gezza e l'amore pe' fudditi renderono immortali, d'una piccola provincia ne fecero un regno poflente
ze ammaffarono
in proverbio (e) re e
la
, ,

e tante ricchez-

che

le

dovizie attaliche pafTarono


di
;

pofcia

Cercarono amendue

guadagnarli l'amo-

ftima de' Greci colla liberalit

ed Attalo

fra le al-

tre cofe fabbric


al

preflb all'Accademia d'Atene un giardino


,

filofofo Lacide

capo

della

nuova
di fua

fetta

accademica
.

(a)

in cui tranquillamente viver potefTe ed infegnare

Molte gre,

che citt provarono

gli

effetti

beneficenza

Sidone
Al pari
,

fra quelle fecegli in riconofcenza ergere nella pubblica piaz-

za una ftatua coloflale preff) quella d'Apollo


d'Attalo avea faputo meritarfi

(/>)

Eumene l'amor

de' Greci

on(e)
.

de molte
jf.

citt del

Peloponnefo

gli erefero delle ftatue

6.
ftati

loro
vi le

Mirando que' fovrani al vantaggio e alla gloria de' fu il primo loro penfiere d'invitarvi e protegger.

fcienze

tal

fine formoli} in
libri
,

Pergamo una

collezio,

ne numerofiflma

di

deftinata all'ufo pubblico

e tale

che Plinio dubitava

f
al

fi

folTe

dovuta preferire
(iefCo fulla

alla bibliote{d)
.

ca AlefTandrina eretta
Grandifima era

tempo

medefima idea
s

la follecitudine

de' letterati
i

d'Aleifandria
,

che

di

Pergamo per raccogliere

libri

migliori

e s liberal-

(a) Vw. lii. 24. e. z, "4- f- iC.ii.fegg. (b") Strabene /ib. i . pag. p2j. feg. (e) Coftant.Porfrog. Excerpta Polyb. pag.

(e) Ibid.

lii.z^.pag. 1^2. [che ^01 -vokru.

iC^.eiS.
{a) Lien. lib.jf.. fegm. 6o.p.2S2.Tom.I. (b) Conftant. Porphyrog. Excerpta Polyb,
lib. 1 7,

atterrare {d) lib. ^j. cap. 2. feB. 2. [ Dice che gareg. giarono que' due fovrani d'Egitto , e di Pergaper fare una pi bella libreria ; e che non

no

mo

fapeva

fc delti al

folfero flati
.

primi a darne

il

pag. gy,

coaiodo

pubblico

DA Alessandro
raltnente pagavanJi
,

il

Grande
il

ec.

279
viderfi de-

che

allora per la

prima volta

=====
^^'''^

gl'impoftori fcriver de' libri fotto


lebri fcrittori (a)
di gloria in tale
;

falfo

nome
,

d'antichi ce-

poich Tolomeo Filadelfo


,

per gelofia

^^^' "^'

imprefa

vietato aveva di trafportare fuori


libri
,

d'Egitto

il

papiro, allor neceflario pe*


preparare a

fi

trov a Per,

gamo
jf.

l'arte di
il

quindi ebbe
7.

nome
di

di

uopo pergamena
tal le

la pelle d'agnello
(b)
.

che

All'amore

que' re per le fcienze congiunta era

una grande inclinazione per


tar dalla Grecia de' celebri
,

onde fen fecero trafpormonumenti e vedeanfi a Pergaarti


, ;

mo

due famofi lottatori


,

lavoro di Cefissodoro figliuolo

di Prassitele (c)

il

quadro d'ApoLLODORO rapprefentante


(d)
:

Ajace fulminato (Ajax fulmine incenfns)

cio queft'eroe

un naufragio fufcitatogli da Pallade fi falv fu uno fcoglio daddove continuava a vilipender gli dei e ad efclamare che malgrado il voler loro farebbefi falvato onde
in
, , ,
,,

quando

fu

con un fulmine incenerito


fu un'antica

Lo

^teiTo
(e)
.

avvenimento rappreQuella pittura far

fentafi

gemma

inc'ifa

fenza dubbio fiata pagata


cui Attalo

eoa

quella regia munificenza

con

pag

cer/co tal-^nti

un quadro del celebre Aristi(/)


.

de

rappreftritaiVce
8.
,

un ammalato
,

^.

Tra

gli artifti

che

alla

corte dei mentovati re


,

fio,

'rirono

quattro fcultori ne rammenta Plinio


,

cio Isigono

PiROMACo
arti

Stratonico

ed Antigono
;

cui fcritti fopra le

erano molto pregiati


le-

foggiunge che molti pittori rapfconfitte


.

prefentate aveano

famofe

date dai
altres

due mento-

vati re ai Galli nella Mifia (g)

Ci parla

diSoso, ce-

lebre pe' lavori a mufaico

il

quale ne fece uno in

Pergamo
ter-

a varj colori rapprefentante gli avanzi d'una cena fparfi per


Galen. in Hippocr. de Nat. kom. cortiment. i. infine , & conimene. 2. procem. oper. Tom. III. pag.i Z7.feg. ih) V\m. lib.13.cap.11.feB.it.
(^a)

quale
(,d)

parlato qui avanti /ja^.


lib.

22J.
''

idem

(e)

Monum.
V\in. lib.

^s- ^.'^P- 9- f^^- 3^- anc. ined. num. 14.Z.


1

Cf)

3 f. CIO. fea.^S. i.tf.


9. . i4-'

(e)

idem

lib.

j6, cap. j.

feci,

4.^.6.

Del

{g) id. lii-j^- ("P- S. feci.

280
=

Storia delle Arti


;
.

LIB. X.

CAP.

III.

onde quell'opera chiamaNel medelmo vaf rdfeoTOz oko(; ( la cafa non fpazzata ) pavimento e probabilmente nel mezzo v'era una colomba
terra colle fpazzature della flanza
, ,

che beveva ad una tazza

vedeafene l'ombra nell'acqua

mentre

altre
ali

colombe

full'orlo della tazza

medefima pareano
.

ftender le

al fole e ripulirli

col becco (a)

E' flato difotter-

rato nella villa d'Adriano a Tivoli un mufaico rapprefentante


il

medefimo foggctto

ed alcuni vogliono che

fia

lo flelTo
;

ivi

per ordine dell'imperatore trafportato da Pergamo

ma
.

io

molto ne dubito , e addurronne altrove le ragioni (a) Poich allora l'alto prezzo , a cui pagavanfi gli anjf. 9.
,

tichi libri

induiTe gl'impoflori aJ attribuire a celebri fcrit-

tri le

opere proprie; ragionevole fofpetto nafcer dee che


ragion medefima gli
artilti

per
to

la
il

vendeflero

loro lavori fot.

nome
s'

de'

gran maeftri de' bei tempi dell'arte


ne abbiamo tuttora
.

Di

tale

impoftura

diffatci

le

prove

fott'

occhio,

come
ciafle

gi detto altrove (e)


il

E'
,

pur verofimile che cominopera de' quali fono que'


,

allora

tempo

de' copifti

molti Satiri (e) efattamente fra di loro fomiglievoli

che

ci

fono

reftati,

e
.

che creder deggiamo copie del celebre Satiro

di Prassitele

Lo

fleiTo

dicali di

parecchie altre figure che


,

lavorate fcorgonfi fui

medefimo modello
Sileni
fimili
le di

quali fono

a ca-

gion d'efempio
braccia
,

due

con Bacco ancor fanciullo frale


,

nel palazzo Rufpoli


;

interamente
figure

al

famofo
che

Sileno della villa Borghefe

varie

dell'Apollo
,

Sauro^ono

copie fenza dubbio


quello

quello di Prassitele
.

era celebre fotto

nome

(d)

Sono pur note


di

le

molte

Veneri

mefite

nella ftefia pofitura

quella

del

medefimo
fcui-

(a) Plin. Ub.^6. cap. 24.feS. 60. (a) Vcgg. appreiTo al Libro XH. Capo

I.

^.S.efegg. (b) Vcgg. qui avanti pag. 24-O. (e) Vvgg. Tom. I. pag. 2 ff 2. not. A. (d) Vegg. qui Aya.n pag. 22 j. Cosi

famofo Difcobolodi Mirone , delle quali abbiamo parlato fopra alla, pagina 21^. L' impoftura per non pot<:va aver luogo n in quefte , n in quelle di rra.'lltclc , clic fono in marmo j eiiendoiie
delle tante copie del
ftati gli originali in

fi

dica

bronzo

-'f^'

PA Alessandro
fcultore ()
;

il

Grande hc
le

281
col
CAP.
III.

e parecchie

pur fono

figure d'Apollo
.

ci^no ^
jf.

fui capo (f.) piedi, e col braccio pofaco ' ^ r ' \ Dalla Sicilia e da Pergamo ritorniamo IO.
ai
l

or

alla

Riforfc i

Grecia, ove eflendo cefTate

le ollilic

l'arte quafi riforta

nuo- S^LcglTave^'*'*'

vamcnte

ci

fi

prefenta
le

Poich
part
i
,

la

guerra diftruggitrice

va indebolite ambe

gli Etolj
,

bifognoll d'ajuto con-

tro gli Achei invitarono


in

Romani
.

che allora raifcro piede

Grecia per

la

prima volta

Ma

poich

gli

Achei

uniti ai

Macedoni

fotto la condotta di

Filopemene riportarono un'


,

infigne vittoria contro degli Etolj e de' loro alleati

Ro-

mani meglio informati

degli affari della Grecia


,

abbandonane

do coloro che
citori
uniti
,

aveanli chiamati

fi

polero dalla parte de'vincircoftanze


,

de' quali migliori

erano
e'I

le

con loro

eipugnarono Corinto,
.

re de'

Macedoni Filippo fcon-

fifTero

Qi^iefla vittoria

produfTe un celebre trattato di pace


all'

le cui

condizioni
re

lafciate

arbitrio de'
le

Romani

furono

che

il

avrebbe abbandonate tutte


,

piazze che occupate

avea nella Grecia


chi if^mici (e)
ftr fenfbile
.

ritirandone
tali

le

guarnigioni prima de'giuoil

In

circoflanze

cuor

de'

Romani
;

fi

mo-

per

la libert di un'eftera

nazione

e'i

procon-

fole

T. Quinzio Flaminino ebbe nell'anno fuo trentcfimoterla gloria

zo

di dichiarare

Greci per un popolo libero


le

il

che
ti

gli

merit poco

meno che
.

adorazioni di quelle gen-

(d).

Tom. IL

.(f

1 1

Av-

(a) Vuol intendete di quella de' Medici a Firenze; ma pi volte abbiamo detto, che le copie di quella di Gnido (tanno nel Mufeo Pio-CIcmcntino , e tr ve ne fono . Veggali qu avanti pag. ipz. noe. a. (b) Vedi Tomo I. fag. ^00. L 20. Dioniso
d'Alicarriallo
,

De admir.vi die. pag.f!4., cune


pratica dello ftilc

in Demojlk. cfo. Tom.il. ftudio grande, e una gran dell'artifta , di cui voglionf
:

conofcerc
ginali

le

opere

l'altra

fi

che

gli ori-

fra gli altri fcrittori

De Di-

certa grazia , e vcnulla naturale; all'oppofto le copie, quantunque fiano per quanto polTibilc imitate ,

hanno fempre una

narcho judic. n. 7. oper. Tom. d.pag. tS ^. parla , per modo di elempio , delle copie delle opere di Fidia, di Policleto , e d'Apelle ; dando due rtgolc per diftinguerlc dagli originali la prima , che ripete nell'altra opera
:

hanno fempre un non


rale
,

fo che di

non nitu-

e affettato

fegg.

(e) Polibio Excerpulegat. n.lX. p. 79SLivio lib. jj. cap.i g. n. jo. , (d) Livio toc. ctc, cap. zi. n. ^z.

382

Storia delle Arti


II.
(a)
,

=====
LiB.x.

j)'.

Avvenne

ci nell'anno

quarto

dell'olimpiade
(b)
,

cxLV.

cio 194. anni avanti l'era criftiana

ed
,

pro-

babile che quefta olimpiade avelTe di mira Plinio

quando

parl del rilorgimento delle

arti

(*)

anzich

la

cencinquan-

tefmaquinta

me

nemici

Romani erano tornati in Grecia coognuno ben comprende che per richiamare le
,

in cui

arti a vita vi

vuole un particolare concorfo di favorevoli


i

cir-

coftanze
Aitifti...

anzich

tempi torbidi e miferi della guerra


Policle
e

12.

In tale riforgimento delle arti fra gli fcultori


,

fi

renderono celebri Anteo, Callistrato

Ateneo,
pit-

Calusseno

Pitocle

Pitia
i

Timocle

Metrodoro

tore infieme e tlofofo

quali per

vengono
artifti

ftimati da Pli.

nio molto inferiori per merito agli

precedenti (e)

E'

quefta
...cmonu"cmy."^"^
TotCo
jf.

propriamente parlare, l'ultima et

dell'arte greca.
fifarfi

l'i-

quelli
di

tempi, a mio credere, dee

Apol-

lonio figliuolo
,

Nellore atenicfe fcultore del Torfo

di Bel-

M-'vsdere
ci

cio dell'Ercole tranquillo e deificato, di cui


il

non

''^'^"^'

rimafto che

torfo

E' certo

almeno che
,

tal

opera

ftata fatta

qualche tempo dopo AlelTandro


D. in

e lo

argomento
:

dall'omega

quefta forma

nel

nome

dell'artiila

for-

ma
dro
ria
.

che non trovali mai data a quefta lettera prima d'Aleffan,

e
11

comincia folo a rifcontrarfi


pi antico

fulle

monete
fi

dei re di Si-

monumento

dell'arte fu cui

vede queft

orner

un

bel vaio di

bronzo fcanalato

trovato nel porto

d'An(a) Cafaub.H/yZ. Polyh. synops. ckronoL

ma

pag.,066. Secondo 1 oltirvazione del Padre Corfini F.,Jl M. Tom. If^. pag. ,01. farebbe ranno 1. dell' olirapiade cxlvi. , di Rorna
e

'l; ('%jf;h-/f;j ove dice, che f" ^a" a P, Em ho dagli Atelui t"onto per niel. per ornare di pitture il.d. ultimo re di Matela vittoria contro Perfeo
'{^-

bens

3J-'''P-

c6

(b) Sarebbero 1^6. anni , o i>;7- fecondo la detta olTervazione di Corfini ; poich Ges Crifto nacque nell' anno iv. dell'olimpiade

cxciv.

nell'anno

di

Roma

7f5- Vedafi lo

donia , di CUI fi parlato qui avanti p. 1 60. ; riportata nell oe ficcome quefta vittoria fu Hmpiade clii. anno iv. fecondo Cataubono /.m. pag-. r<5 7^.. , ovvero nella cliii. anno i. fecondo Corfini parimente Lat.pug.iof.,
l'anno di Roma 584-. ' ^'^f-'^TJ' ve u tote be collocare fette ohmpiadi , o ano

olymp. cKcv.p.1^6. (*) Cefavn deinde ars , ac rurfum olympiade centejima quinquagefimu quinta revixU,
ftelTo Crfini loc. cu.
lih. J4.. cap. S.fec. ig. f. '. (e) Plinio loc, eie. non parla di

tt'

anni dopo l'epou

che vorteDDe

wini^"-

mann
Metrodoro ;

DA Alessandro
d'Anzio
,

il

Grande

ec.
(a)
.

2S3
Dall'ifcriLIB. X.

ed elllente ora nel mufeo Capitolino


rilevafi
di

zione portavi fuH'orJo

che dono

fofle di

Mitridate Eu,

CAP.

III.

patore

ultimo e celebre re
ufavafi

Ponto
tai

fatto

ad un gnnafio
de' vafi (a)

poich

allora di ornare
vi
fi

luoghi con
in

Oltre quefta ifcrizione


corfvo le parole
(j<^ci

leggono
(b)

carattere piccolo

StotTa^i

fnor

non

intefe

e che
(

probabilmente denno cosi compirfi


tienlo pulito), poich la

ftJ(^oi}^apov Ssireo^i

man-

voce

vC^ctXapov
ai

trovafi

adoperata
.

per indicare
jf.

il

pulimento dato
s
,

lucenti arnefi de'cavalli (b)


,

14.
,

In quefta
e di

mutilata ftatua

mancante
i

di tefta

di

mani
,

gam.be

coloro che penetrar fanno

fegreti dell'

arte

fcorgono tuttora un chiaro raggio dell'antica bellezza. ha


effigiata in
quefl:'

L'artilla

Ercole
,

la

pi fublime idea d'un

corpo
fetta

follevatofi fovra la natura


al

d'un

uomo

nell'et per-

inalzatofi

grado
.

di

quella privazion de'bifogni che

propria degli dei


Ci

Ercole qui rapprefentafi quale effer do-

veva allorch

purific col fuoco da tutte le

umane debola.

lezze, e fatto immortale ottenne di feder fra gli dei, quale

dipinto avealo
fit

Artemone
vene
e
,

(c")

Egli efprefTo fenza


,

neceff

di nutrirfi e di

oltre
,

ufar delle forze

poich non

gli

veggono
.

le

'1

ventre fembra fatollo fenza aver

prefo cibo

Aver dovea
pofata
;

com.e giudicar

rimane

la delira

fui

pu da quel clie capo per indicarne il ripofo dopo


fi fi

tutte le fue fatiche

e in tal pofitura

vede fu una gran tazza


efpiazione ed

di

marmo
,

e fui celebre baflb-rilievo della fua

apoteofi

ove leggefi l'epigrafe


)
.

HPAKAHS ANAITATOMEquelli

N02

Ercole ripolantefi

Amendue
La

monumenti
lo

tro-

vanfi nella villa Albani (e).

tefta aver

dovea

Iguardo
rivol-

Nn
Bottari

2
.

(a) Illuflrato dal P. Corfini Lo d anche Muf. Cap. Tom. I. infine , pjg. 4.8. ove fcorretta r ifcrizione feguente (a) Polyb. Uh. f.pag. 4.29. C.
. .

prel!m. al

Mon. ant. Cap. TV. p. Ki^5 (i) Efycli. in ^t.c.fa. , 1^9 xapo contratto da iJ^afa , fenza fuppliilo lignifica
I

LXXXIV.

ben lucente
(e)

(b) fc;V*A
e in caratteri

AIAU^ZS
majufcoli
le

Cosi fono formate; d l'Autore Trace.

, da iJc ,,a. , come a^fupa', ce. PUn. lib. ^s- '^"P- ' i-fe'l- 40. . fz. (e) Vedi qui avanci /ju^. 21 S. Nel gabiiiec-

284
rivolto in alto
LIB X.
,

Storia delle Arti


conveniva all'eroe che meditava concompiute grandi imprefe , e appunto curvato n'
fi

qual

CAP.

tento falle
il

III.

dorfo

come d'uomo meditabondo


ci

(*)

Il

petto maeftola-

mente elevato
prelTo per
il

richiama l'idea
;

di

quello contro cui com-

gigante Anteo

e nella

lunghezza e forza delle

cofce ravvifiamo l'iftancabile eroe, che la cerva fornita di piedi di bronzo infegu e raggiunfe , e fcorrendo immenfe
terre

pervenne fino

ai

confini del
la

mondo
,

Ivi

ammirar deve
delle

l'artefice nei
il

contorni del corpo

morbidezza
e
i

forme

dolce loro pafl^aggio da una


,

all'altra

tratti quafi
fi

moCi

ventifi

che con un molle ondeggiamento


,

follevano e

abbafiano
yer
il

e l'un nell'altro infenfibilmente


,

fi

perdono
,

Tro-

difegnatore che

nel volerlo copiare

non pu mai
,

aficurarfi della dirittura e


il

corrifpondenza delle parti


di coglierla
,

poich

moto

con cui s'immagina


,

ne allontana

infenfibilmente

prendendo
.

un'altra piega inganna del pari

l'occhio e la

mano

Le
i

ofi^a

fembrano d'una pingue cute


,

ri-

coperte

carnofi fono

mufcoli

ma

fenza una fuperflua pin-

guedine

e la carnofit s

bene equilibrata che l'eguale non


Dir potrebbefi che
ai

trovafi in nelTun'altra figura.


le s'avvicina

quefi:'

Erco-

ancor pi che l'Apollo


.

tempi

floridi dello file

fublime dell'arte (**)


Ercole Farnsfc
jf.

Le propriet da me indicate nel Torfo di Belvedere meglio ancor Ci ravvifano , f quefio fi confronti con
i^.

altre
to reale di Francia vi fono due gemme riportate da Mariette Traile des picrr. erav.

Tom.rl.p/.LXXXIF.
.

LXXXV.,

ove

Ercole fedente , e pare abbia qualche forniglianza coH'aiteggiamento , che poteva aveie r Ercole del Toifo

Cabin. des fingular. d'architeli. &c. Tom. I. p.iS., che cliiama Erodoto di Sicione l'auPaufania fa tore del Torfo di Belvedere bens menzione di certo Erodoto d' Olinto ,
.

ma

tra

minato un Erodoto

celebri fcultori non trovafi mai nodi Sicione . Il mcdefimo

(*)

Non pu

queft' attitudine farlo ere-

dere un Ercole che fila ; n fo ove Batteux Frincipes de litterat. Tom. I. prm. part. thap. 4.. pag. S7. abbia letto che tale n'era fiato giudicato l'atteggiamento da Raffaello [Non dice l'autore di quefta opinione; e Raffaello lo nomina ad altro propofito (**) ha degli abbagli che meritano appena d'effer notati . Tal quel di le Corate
. .

un torfo femminile , attribuito da lui al mcdefirno fcultore , e detto il piti bello di quanto fi vede fra gli antichi monumenti dell'arte ; ma quefto a me ignoto . Un altro fcritcore , Dcmontiof. De lafculpt.antiq.pag.12., vuole che lo fteflo Apollonio , oltre il Torfo , abbia lavorata
fcrittor francefe parla d'

Dirce , Zero , ed Anfione dei mentovato ro Earnefe } il che falfo .

To'

DA Alessandro
altre ftatiie del

il
,

Grande
.

ec.

28^
LIB. X.

medefimo eroe
,

principalmente col famofo


egli

Ercole Farnefe

opera

di

rapprefentato quieto e

Gucone (a) In quella ftatua fermo ma nel mezzo delle Tue


,

GAP.
fati-

III.

che

con vene gonfie

con
;

forti

mufcoli

che moftrano un'

non ordinaria onde ci pare di vederlo rifcaldato ed anfante ripofarfi dopo l'imprefa dell'orto delle Efperidi il nella mano ancor Glicone tiene pomo in quell'opera cui che Apollonio poeta e follevoHi fopra le fornon fu men
elalHcit
,
.

me

dell'umana natura ne' mufcoli difpoili a foggia


fuccedonfi
,
;

di

colli-

nette che da prelTo


l'elaterio delle fibre

ivi

fi

propofe d'efprimere
tei^e

e riftringendole moflrarle
farfi

a guifa

d'un arco

Tali riHefiioni devono


fi

nell'efaminare queft'
fpi-

Ercole

ed allora non

prender per un'ampollofit lo


,

rito poetico

dello fcultore
;

n
,

la forza ideale

per un'ardis
.

tezza eccefiva
ra
,

poich

a lui

che feppe efeguire


vide

bell'ope-

fi

poflono fenza

efitare attribuire tali


s'

Veggafi a

quello propofito ci che

detto
di

altrove (b) intorno alla

proporzione
fo
Ci

tra la tella e'I


fliatua

corpo

quella llatua

e lo

f:ef-

applichi alla
,

d'Ercole in bronzo efillente nel

Cam-

pidoglio (e)
piccola
.

la

cui

teda proporzionatamente ancor pi


ci

Dello fcultore Glicone non


;

hanno

gli antichi tra,

mandata nelTuna notizia e prende abbaglio du Bos (a) pretendendo che Plinio parli della di lui opera con lode (d) Dall'ifcrittovi nome folo polfiamo inferire che Glicone non
.

folTe
Tav. vii. in fine del Tomo (b) Lib.y.Capo yi.pag. :^gz. (c Vedi qui avanti pi2|.^^. ./ 5. (a) Rfi, far lapoef. &. Tom. l.feci. j/. pig- ^7. (i>) Egualmente sbaglia il fig. Guglielmo Sandb)f , il quale ha creduto che quello Gliconc iia lo ftelfo che il Glicone nominato da Orazio /li. I. e-ift. i. v. ^o. -e perci ncll" ediiione di quefto poeta nominata qui avanti pag. ^S. nota a. , al detto verfo ha porta
(a) Vesg.
la
. ^

congettura per confermare l'opinione del noftro Autore potrebbe ricavarli da quefto atleta. Egli prima fi chiamava Licone , col qual nome menzionato da Winkelmann nel T. I. p. ^y6. In apprelfo per la dolcezza ne! dire fu detto Glicone, da dico che appunto fignifica dolcezza , aggiugnendo un gamma a Licone , come narra Laerzio lib. f. feem.66. Da ci pare che polfa ricavarfi ch'egli fia (iato
il primo a portare il nome di Glidato poi al noftro artifta E ficcomc egli fucceffe a Stratone nella fcuola peripatetica nell'olimpiade cxxvn. , fecondo lo fteffo Laerzio fegm. 6S. ; l'artifta dovrebbe collocarli almeno x. olimpiadi appreflo

Una

conc

la figura

dell'Ercole, di cui fi tratta. poteva ben ofTervare , che quefto Glicone i'atleta di tal nome , lodato da Orazio per la fua robuftezza , e i. tanti altri fciittori

Ma

2S5
IIB. X.

Storia delle Arti


,

^fofe pi antico cI'Apollonio


CAP. IH.

poich J'omega ha

Ja

medefima

forma a
jf.

(a)

i6.

Lavoro d'POLLONio

come appariva
,

dall'ifcrizio,

ne

era un altro torfo d'Ercole


,

o fecondo

altri

d'Efcula-

pio
fimi

che vedeafi
.

alla fine dello fcorfo

fecolo nel palazzo Maf-

Dal

Tomo

X.

dei manofcritti di Pirro Ligorio efiftenti


(

nella regia Biblioteca Farnefe

pag. 224.

rilevo che
il

quello
,

pezzo
e abbia

folTe

dianzi nei bagni d'Agrippa


ai

preflo

Panteon

appartenuto in feguito
certanente
elTere
,

celebre architetto Sangallo

Dovea

un lavoro preziofo, poich l'impe-

ratore Trajano Dccio

che fecelo col

pone

volle pure che


,

con un'ifcrizione
cato
il

dallo ftefo Ligorio riportata


di

veniire indi.

cambiamento
Torfo

luogo
di

che fatto avea

tale flatua (b)

Che poi avvenuto ha


Ricadde nuo vamente l'arte in

quei torfo, io l'ignoro.

jf.

17.

11

di

Belvedere fembra efTere una delle ope-

Grecia

..,

re pi perfette dell'arte fitta in Grecia avanti la perdita della

libert

Dacch

ella

divenne provincia romana non


artifta

fi

trova

pi fatta menzione di nefTi.m chiaro


pi del triumvirato
.

greco fino

ai tem.-

Greci

circa quarant'anni
fiati

dopo che da
,

T. Qiiinzio Flaminino erano

dichiarati liberi

la libert

nuovamente perderono
la lega

si

pei torbidi

fufcitati dai capi deltal

achea (e)
Qiiefii
,

per

la gelofia

che

mani

rendutifi

padroni della
,

RoMacedonia dopo ia
lega dava
ai

fconfitta data al re Perfeo (d)

aveano molto

temere

dell'

(a)
la

Una
,

medefima pofitura robufle per quanto


go!, di

ftatua confimilc alla tarnefe , nele membra , crprcffione ,


dice
il

(b)
i

Era cofa

folita

principalmente prelTo

Romani,

l'indicare con

una

ifcrizione
.

il

Ficoroni Le fn-

mod. cjv.j. pcg.s 2. , colli medefima ifcrizione , e forma di lettere , la pofficJc in Volterra monflgnor Guarnacci , che Se ne pu vcJere la la compr in Roma
.

Roma

ftampa in rame preiFo lo ftefto Ficoroni , e Maflci An. crit. lapid. ec. pag. ^4. Il nome di elicone R trova pure lotto un bafioiilicvo rapprcfcntante Ercole in piedi avanti un erme
di Satiro
,

e divcrl altri lmboli, riportato dal

Boidard Atiiq. & infcri-pr. Par. ni. fig.i ij.i ma potrebbe effcic il nome del dedicante .j

Ci cofta canfiiamento di luogo delle Ifatue da Plinio lib. ^4-,'^P- S.fec.ip. . ult. , e da tante di quelle ifcrizioni riportate dal fignor abate Marini nella pi volte citata disertazione inferita nel Giornale de Letterati , Tomo itL anno 1771- an. f. princ. pag. 144.., e dal fignor abate Amaduzzi Monum. MatthsLJ. Tom. iiL ci. IO. Tal). 61. n. 7.P.117. Ce) Paufania lib. z.princ. pag, iir. (d) Nell'olimpiade clii. anno iv. fecondo Cafaub. Hi/I. Polyb. synops. chron.p.107 ?. o nell'anno i. dell'olimpiade feguente , fecon.

DA Alessandro
li

il
i

Grande

ec.
,

287
e quel=

alleanza che fra di loro faceano


altres

popoli confinanti
la

doveano Tempre

ilare in

guardia per
.

vicinanza d'uch'eb-

LIB. X.

CAP. in.
e pofTente
I

na nazione conquiftatrice

Romani dopo

bero lungo tempo procurato invano colla direzione di Metello di vivere in buona armonia coi Greci (per quanto al-

meno
a
fiffe

fcrivono

romani dorici

finalmente coftretti furono


,

mandar col

L.

Mummio
,

a combatterli
la

e quefti gli fcon-

prefTo Corinto
di
,

prefe

citt

come capo
.

della lenell'

ga achea a fuon
olimpiade clvi.
Cartagine
i

trombe

la diltrufTe {a)

Avvenne ci

in

quello fteiTo anno in cui fu conquiftata

(h)

Pel facco di Corinto vennero dalla Grecia a


,

Romi primi monumenti dell'arte pe' quali magnifico modo fu e forprendente l'ingrefTo trionile di Mummio
.

oltre

Pcnpit-

fa Plinio (e)

che

il

famofo Bacco d'ARisTiDE

fia

la

prima
fra le

tura portata dalla Grecia a

Roma
,

Lafciaronfi nella citt facdi

cheggiata
li

le flatue

pi antiche

e quelle

legno

qua,

eranvi un Bacco indorato


di

col volto colorito di rofib (d)


di

un Bellerofonte

legno colle eltremit

marmo

(<?)

un
.

Ercole pur di legno che teneafi

Tutto

il

rello poi
,

che agli

come un lavoro di Dedalo (/) occhi de' Romani fembr di qual(a)


,

che pregio
gli ftein

fu da loro

depredato

fenza eccettuarne
del teatro
,

(b)

vafi di

bronzo collocati
{)
,
:

nell'interiore

per

accrefcere la voce degli attori

coficch Polibio

altronde
bia(h)
.

grand'encomiafta de'
fimarli

Romani
citt
ivi

non feppe
diftrutta

trattenerli dal
a

acremente pel barbaro Taccheggio fatto


folTe
,

Corinto
fi

Sebbene per quella


giuochi iftmici
,

non
,

omifero

che

celebrarfi

folcano

Greci ogni
ter-

<Jo

ilP.Corfini Faft. att.

Tom.IV. pag.tos->
cap.it.

Minerva Frenatrice
frenato
il

^84. {a) Fior. Hi}. 2. cap. 16. ii) Pfin. !i. ^ j. rup. ^Jcl. 1 8. fia. S3- > {'!> 34- cap. z.fcl. 3.
(e) id.

di

Roma ranno

detta perch avea , cos cavallo Pegafo dato a Bellerofonte


.

hk ?/. cap. 4. feci. S. (d) Pauf. /ib. 2. cap. z. pag. 11 j. infine () Pauf. lib, 2. cap. 4. pag, x z^. [ Era una
.

(/) iiij. pag. i zt.princ. (a) rovinato Floro lii.2. cap. 16., Strabone Uh. S. pag. jS^. (b) Vedi qui vznt' pag. 272. not. A,

(e) Vitruv. lib. j. cap. j. Qi) lib, g. pag. S4-S-

283
terz'anno
LIB. X.
zi (a)

Storia delle Arti


(a)

adunavanfi

a!

medefimo

luogo come dianl'incarico di

CAP.

avendofi prefo allora la citt


.

III.

di Sicione

ordinarli (b)
jf.

i8.

Fabretti (b)
in

ftenti a

Roma
le

pende a credere che due ftatue cafa Carpegna alle quali fono pofcia
,

efi-

fiate
,

'mpofle

teftc

di

M. Aurelio
fra
i

e di Settimio

Severo (e)

debbano annoverarli
cia a
,

lavori che

Mummio

port dalla Gre-

Roma poich fulle bali d'araendue leggeali M.MVMMIVS COS. Ma oltrech Mummio conquillator di Corinto
fu

Lucio
il

non Marco

conofcitori
,

vi

fcorgono chiara-

mente
bafi
fol
...

lavoro di tempi pofteriori


.

il

che pure s'argomenta


probabile che quelle
di

dall'armatura che d' imperatore


fianfi

E'

perdute
i

poich veggoni

fatti

nuovo

e di
.

un

pezzo
19.

piedi e le bah che fono fenza ifcrizione


citt

eiRomani
pere mi-

jf.

Quefto faccheggio d'una greca


che era in tutte
1 1
>

avrebbe potu

le

to agevolmente iopportarii per la quantit grande di Itatue


1

gliori

>

di pitture

le citta
,

anzi in tutt

luoghi

della Grecia

Ma

quella nazione

vedendoli continuamente
,

efpofta

al

depredamento

e al faccheggio

fi

perde

di

corag-

gio
ti

non os pi fpendere ne'pubblici


,

fontuofi

monumenalle rapi-

dell'arte

che erano divenuti l'oggetto della cupidigia de'


.

loro vincitori

Diffatti la
.

Grecia foggiaceva allora

ne continue de' Romani


di Sicione
,

Marco Scauro

edile prefe alla citt

per certi debiti contratti con

Roma

tutte le
le

fculture e

le

pitture de' tempj e de' pubblici edifizj


il

quali

fervirongli ad ornare
ftruire

magnifico teatro che fece allor co(e)


.

per pochi giorni

Da Ambracia

dianzi fede dei


re

(a) Ved. Corfini Dijf. agon. Dijfert. IV.


^- 2-

3-pag.i ^. fegg.

(a) Paul". Uh. z. cap. z. pag. r i jf.. (b) Mummio pel dedi. in Elide dopo la prcfa della detta citt vent'imo feudo o di-

(i) Infcript. top. j. num. Z0z. pag. 4.00. V. Buonarruot. fserva\. [opra aU.medagl. Tav. 14.. num. 4. pag. 264.
(e) Plin. Uh.

(e) PaiTata in Inghilterra . 4. cap. 7. feci. 17.


i.fecl.

Pco indorati
f.

come

riferifce

Paufania

lib. y.

ci

40.

24.

lib.

lb.^s, 6. c.ij.fe^. 24.

in

IO. p. ^gg.princ. , e una ftatua di Giove bronzo , cap, 24. p. 440-princ.

.7.

DA Alessandro
re d'Epiro
le
,

portate furono a

Grande Roma tutte le


il
(b)
,

ec.
ftatue (a)
,

289
fra
LIB. X.

quali v'erano le nove


(

Mufe

collocate poi nel tem)


;

pio d'Ercole Mufagete


ftefTe

Hercules

Mupirum

GAP.

III.

anzi perfino
,

le

pitture

coi muri a cui erano attaccate

mandaronfi
e

dalla Grecia a

Roma
di

e cosi

ufarono
(e)
.

gli edili

Murena

Var-

rone colle pitture

Sparta

Non

baftava a trattenerli
:

nemmeno
more che
fitta

il

timore

di guaftare e

perdere quelle pitture Metello dopo

ti-

ai

tempi di Caligola falv a Lanuvio nel Lazio


.

{d)

le pitture di Atalanta e di Elena (*)


di

la

fcon-

Perfeo

(a)

{tcQ trafportare a
le

Roma

un'infinit di fta-

tue

fra le

quali v'erano tutte

Itatue equedri di

mano
il

di

Lisippo fatte da AlefTandro innalzare a coloro che erano periti


nella battaglia preffo
il

Granico

e fu di

effe

ornato
(b)
,

porqua-

tico edificato per ordine del


le

medefimo Metello
altres

il

molte Itatue cqueftri fec


(e)
.

collocare nel

Campidoartifii

glio
jf.

20.

E'

quindi
gli

facil

cofa l'immaginarfi che gli


e gli architetti
.

principalmente

fcultori
i

poche occafioni
fi

aveffero d'efercitare

loro talenti

Sembra per che

con-

tinuaife ad ergere le ftatue ai vincitori

de' giuochi olimpici

in Elide

l'ultimo de' quali

per quanto almeno ne trovia,

mo

fatta

menzione

chiamavafi Mnefibolo

e fu

coronato

nell'olimpiade ccxxxv. nei primi anni dell'impero di


relio
jf.

M. AuMonumenti

{e)

21.
,

Ci che
,

in quefti

tempi lavoravafi in Grecia di


,

tempj

di edifizj

e di ftatue
num. XXVJII.
_

per lo pi faceafi a fpefe

di

SSi -

Tom. IL
(j) Polyb.
'"fi-, nf'

O
lega:,
r

o
in tal guifa (late porrate via

rc*^"'-"
col

Excerpu

Certofini

Le

pitture etrufclie del tempio di


i z.fec.

muro di fan Pietro di Roma , dopo che fi fono efeguitc in mufaico Elle vengono fcgatc 'infieme al muro , lui quaie (ono dipinte , e pofcia trasportanfi fcnz' alcun danno nella chiefa de'
.

Si fa pure a giorni noftri di trafportare le pitture fatte fui

"^-^ "h^-^S- .4. ri V v- ,'l^^[':)'bld.iih.?S-c.''r-'4-fia.4.g. r e f ""^^Jf'^. ^. a-,

i-L

Cerere fono

muro
.

Plin.

Uh. jj- cap.

aj.

Vedi

()

Toperaiione

{opri pag. , j f. (^) Datagli da Pac^.o Emilio . Vedafi qui avanti par. 160.^.^0. (b) Vedi qui avanti pag. z^g. %. 7(e) Vedi pae ?7 net A (,) Pauf. lib. i 0. 'cap. 34. pag. S6. [ Vedi qui avanti pop. zi. not. b.

2go
re ftranieri
LIB. X.
,

Storia delle Arti


cio di quei di Siria
,
,

d'Egitto, e d'altri. Alla


,

regina Laodice
alzare

figlia di

Seleuco e fpofa di Perfeo

fu fatta

CAP. HI,

una

ftatua in

Delo, come un monumento


gli

di gratitu-

dine alla fua generofit vcrfo


verfo
i il

abitatori
.

di

quell'ifola, e

tempio d'Apollo
la

ivi

edificato

Se ne vede ancora fra


.

marmi Arundelliani
l'ara di quel

bafe coll'ifcrizione (a)

Antioco IV.

Epifane re di Siria fece nel tempio medefirao ornare di molte


ftatue
_jf.

dio

(b)

Leggendo prefTo Vitruvio (e) che il fuddetto Antioco chiam da Roma in Atene Cossuzio architetto romano per che fin dai tempi di terminare il tempio di Giove Olimpico
22.
,
,

Pififtrato era rimafto imperfetto


vi folTe allora fcarfezza d'abili

argomentar potrebbefi che


quella ftefla citt che
;

artifti in

era fiata dianzi la principal fede dell'arte

ma

v'

altronde

ragion di fofpettare che quel re abbia ci fatto folo per compiacere

o adulare

mire Ariobarzane

li.

Ebbe probabilmente le f-efie quando Filopatore re di Cappadocia


, ,

Romani

per riedificare l'Odeo degli Ateniefi


di Mitridate avea fatto

che Ariftione generale


parte all'occafione dell'
,

atterrare in

afTedio

di
,

Siila

fcelfe

due architetti romani


al

Stallio

e
.

Marco

fuo fratello unitamente

Cajo greco Menacio

IIPPO (d)
Cadde purl'arre- n-Egit-

jT.

23.
,.

L'arte greca in Egitto, trovandofi fotto un cielo


r 11 non pot ben prol p erare e in mezzo alla pompa de' Seleucidi e de' Tolomei molto perde della fua
v

o...

n Itraniero

delle corti

grandezza

e del fuo gufio


i

Efia

veramente

vi avea fiorito in,

fieme alle fcienze fotto

primi tre Tolomei


i

quali furono

pur

follecitr di

mantenere
,

monumenti

dell'arte egiziana
fu

lomeo Evergete
(

dopo
,

la vittoria riportata

ToAntioco Dio
.

Theos
(a)

re di Siria

trafportar fece in Egitto due mila cin-

queNum.
zg.pag. 26. ed.Malttaire
.

(A) Q\\\i\\'A\Antiq.afiat.Pseiph,Slg.p.Si'
Ce) FrAfat.

Bellcy Expl. d'une Infcrlpt. ant. fur le rhabl. de l' Odcum , Acad. des Infcr, Tont^
(<^)

ad liL

7.

XXIII.

Hift. pag. i Sp. fiqq.

291 DA Alessandro il Grande ec. quecento fatue moke delle quali in Egitto medefimo ave,

va in

altri

tempi depredate Cambile

(a)

cento architetti,

LIB. X.

CAP.

III.

che Tolomeo Filopatore Tuo figliuolo e fucceffbre mand con doni ricchilTmi alla citt di Rodi , a cui un terremoto recati
aveva immenfi danai
tit degli
artilli

{b)

poiTono darci un'idea della quan.

flipendiati al fervigio di quella corte


tutti principi
il

Ma

fuccelTori di

Tolomeo Evergete furono


il

indegni

che contro
fefb

proprio regno
,

anzi contro

proprio fanguc

incrudelirono
.

portarono l'Egitto all'eftrema confu-

fione

Da

Latiro

quinto re dopo

Tolomeo

Epifane

quali

del tutto

rovinata fu

Tebe,
lui

dell'antico fuo fplendore inla diftruzione

teramente fpogliata; da

cominci
;

di tanti

monumenti
greche
,

dell'arte egiziana

Paufania per attribuifce prin(e)


.

cipalmente quelli danni a

Tolomeo Filometore
aflai

Le

arti

febbene

ivi

decadute

dal primiero fplendore


,

pur

vi

fi

confervarono fino a Tolomeo Fifcone


e

fettimo re
,

d'Egitto

padre

di Latiro

Sotto quello tiranno


,

che god'ef-

vern crudelmente Aleflandria


ferne llato difcacciato
artilli
,

allorch ritornovvi

dopo

la

maggior parte
fi

de' letterati e degli


;

abbandonando quel regno


al

rifugiarono in Grecia

ond'ebbefi a dire allora (d) che

le arti eiuli

da Alefiandria era,

no nuovamente ritornate
poli (*)
.

loro natio paefe

e agli altri

po,

Tra

quelli artilli alcuni

riportaronfi a Mefiene

e
ivi

O
P-79-fi9{a) CliishuU Ant'iq. afat. Monum. adul'it. Comm. in Daniel, e. XI. , s. Hicr.
.

o 2

V. 7. S. Q. opcr.

Tom. V.
col. i

col.

706. B.
E.
,

Vegg.

duci in una troppo manifefla contraddizione Come mai accordare inficnic che le fcicnze e le arti fotto quefto principe fiorillcvo in
e che fotto di lui i letterati e gli ar, foller corretti a fuggirfene : Citan elfi me-:f.c.i z. ; ma pure S.Epifanio De pond.

Tomo

p.!g.

7Q.

Egitto

(b) Polyb. lib. 5. pdg. 4.2^. (i.) Uh. I. Cdv. f). pag. z i Atlien. Deipn. Uh. Juftin. Uh. jS. cap. S.
(.li) .p.

tiii

&

infine

p.iS 4..

(*) Vaillant Hi/l. Piolem. pag. in. non avendo ben capito Ateneo loJa qucfto principe indegno coin fc avelie dato un nuovo luftro alle fcienze e alle arti Ateneo parla l'un rinuovamento delle feienze fatto non in
, ,
.

Tonome di ii.ix'yix feiiz'altro aggiugnernc Ne dice Areneo [Uh. 14. cap. 20. come aiTcrifce Vaillant che Fipag. tf/;.. ]
qucito
s.
il
.

Padre non altro fa che dare

.1

lomeo

f:oiie avcll: fitti raccogliere i libri per tutfolo che v'erano 14. libri di to il mondo , comm-ntar) di qjcfto re , nei quali faceva fa-

ma

Egitto
feci.

ma

in

Grecia

la Storia univerfale

Tom.

Gli autori inglcfi delI^l./iv.il. ch7p.1I.

X. pag.

4.74..

feguendo Vaillant fono ca-

pere alla poftcrit , ch'egli non avea mai manferi ve , giato pavone in vita {lia [ Ateneo che Tolomeo nel libro duodecimo dei detti
.

292
ivi

Storia delle
fiatile
,

Ar,.Ti
,

fcolpirono tre

cio un Mercurio
.

un Ercole

ed
che

LIB. X.

GAP.

un Tefeo

(a), collocate nel Ginnafio


il

Tal crudelt

di Fifco,

III.

ne rend memorabile
cadde nell'olimpiade

fecondo anno
;

del fuo regno

clviii.

ma
,

ci

non
fi

oftante vi ebbero

fempre
tempi

in

Alexandria de'

filofofi

e vi

mantennero fino
di fcolari
(h)
.

ai

de' cefari

con numerofo concorfo

Ho
(a)
.

parlato altrove d'una pretefa tefta di


-.cin
Siria.
jf.

Tolomeo Aulete
che getta per un

24,.

In Afia
face cui
,

e alla corte dei re di Siria, per l'arte


,

come una
te

manchi l'alimento
e

iflan-

una luce viva


figlio

fcompare
il

Antioco IV. Epifane fecon,

do

d'Antioco

Grande

fuccelTore

di
la

Seleuca IV.
tranquillit,

Filopatore fuo fratello primogenito, amava


e voleva voluttuofamente godere di
tutt'i

piaceri della vita.

Fra quefti per occupavafi molto delle


,

arti del

difegno

ed

amava di converfare cogli artilH (b) cui impieg a lavorare non folo per s fteffo ma eziandio pe' Greci ficcome gi ofTervammo Nel tempio di Giove Capitolino in Antiochia non folo fece fare la foffitta e indorarla , ma volle pure che
,
,
.

coperte ne

folTero- di

laftre

indorate le pareti
al

(r)

e fece in

efTo collocare
II

una ftatua fimile

Giove Olimpico

di

Fidia {d)

tempio

di

Giove Olimpico

in

Atene

il

folo

che fembr

agli

antichi proporzionato alla grandezza del padre degli dei,

fu d'ordin fuo magnificamente

compito
Delo

da

lui

pure

,.

come
co-

dicemmo
pia (e)
il

ornato fu di molte are infigni e

di

ftatue in

tempio d'Apollo

e fu fatto coftruire

un

fontuofo teatro di
commentari dfcrivendo
la

marmo

nella citt di

Tegea

(e)

Jf.2?.
fua regia d'Alcffandria , e gli animali diverfi , che vi manteneva, raccontava che v'era una gran qiianrit di fagiani , parte fatti venire dalla Media , e parte nati nella ftefla regia, da poterfenc cibare ogni giorno ; ma che non u avea mangiato mai
.

Col-

(a) VsniC.ni>.4.:ap.^z.pag.^fg. (i) App. Debdl.civ. Uh. z.pag. 48;. E. (a) Ved. Lib, V. Cap. V. pag. ^60. (b) Polibio preffo Ateneo l.s.c.6.p.i g^.E. tiMXi p.tgj.prinf, t che nella masaifi-

ca procelTione , fatta fare da quefto fovrano prima di dar principio ai giuochi celebrati in Daftie , furono portate in giro infinite ftatue di divinit , e di eroi (e) Liv. lib. 4.1 cap. 20. imm, zj. {d) Ammian. lib. zz. cap.i }. [Dice, che fece fare la ftatua d'Apollo della grandezza del Giove Olimpico , e la fece collocare nel tempio vaftiiruno , che gli avea fatto innalzare a Dafne fobborgo d'Antiochia. (e) Polibio prelTo Ateneo l, eie, p. 1^4. B>
.

AU

CO

l.is,ioc,cit.

DA Alessandro
/. 2j.
l'arte

il

Grande

ec.

293
Tuoi fucLIB. X.

Colla morte di quello re fembra che perilfe purSiria;

greca in
,

poicii eflendo ftati coftretti

celTori

dopo

GAP.
la fconfitta
il

111.

avuta preflb Magnefia, di


,

fiflare

per

confine del regno

monte Tauro

ceder tutto ci che


,

dianzi pofTedevano neil'Afia Jonica e in Frigia lora ogni comunicazione colla Grecia
;

fu tolta

al-

e'I

paefe d'oltremonti

non era altronde adattato per


greci
.

farvi fiorire
erafi

una fcuola

d'artifti

Aggiungafi che quello regno


,

fommamente

inde-

bolito per la foilevazione d'Arface

che nell'olimpiade cxlii.


di Siria

fond
a

il

regno de' Part

(a)

I re

medefimi prefero
,

poco a poco le coftumanze de' Perfi e de' Medi go del greco diadema ufato dai loro predecefTori
in

e in luofi

mifero

capo

la berretta cilindrica de' Perfi

detta cidari da' Greci.


di

Trovafi queflra imprefl^a

come
(a)
.

indizio

regia dignit fu al-

cune delle loro monete


jf.

26.
il

Dopo

la riferita

vittoria riportata

da'

Romani

fu

Antioco
ne avea
tue
.

Grande nell'olimpiade cxlvu.


dalla Siria a del
de' fucceffori

L.

Cornelio Scipioinnumerevoli
fl:a-

fatte trafporCare

Roma
;

Le monete
la
il

fuddetto Antioco IV. ananzi


,

nunziano gi
lippo
ftra
,

decadenza delle

arti

una del re

Fi-

che fu
l'arte

vigefimo dopo Seleuco

chiaramente dimo,

che

pi non fioriva alla corte di quel re


la

e appe-

na direbbefi che
de' Seleucidi

di lui

tefl:a

nel

diritto
.

e'I

Giove feden-

te nel rovefcio fian lavoro de'

Greci

Non

v' quafi

moneta
che
che

che non

fia

pel conio inferiore a quelle d'ogni


.

greca citt

comunque piccola
,

Su quelle dei re Parti


afi^ai
;

hanno un'epigrafe greca


la barbarie
s

ed in parte
,

bella

vedefi gi

nel difegno
di greci

che nel conio


,

eppure

certo

erano lavoro

maefl:ri

poich quei re faceanfi una


gio-

ca) Polyb. Hi. IO. pag. fD8. [ Giuftino Hi. 41. e. f.lo mette all'olimpiade cxxxii. ;

o come

vogliono nella cxxxiii. Onde converr dire he iia un altro Affate , o che
altri

(a errore nel di lui tefto ; come nota il Cafaubono Hijlor. Polyb. synops, ehronoiog, pag. loj^.

vi

(*) Vegg.

Tom. I. pag.

ij^..

294

Storia delle Arti


di

===== gloria
LiB.x.
^i^jjjg

comparire amici
(a)

de'
.

Greci, e ne prendeano
quefto
ci

il

titolo

monete medefime
che
il

recher maraviglia,
fi

CAP.

II

j-^

oiTrveremo che
Siria
,

la ftelTa

greca lingua talmente

alter nel-

la

nome
{b)
.

della loro citt di Samofata cangiato


in guifa che

poi in
filile
jf.

Comagene
27.

fcritto

appena

riconofcibile

loro monete

Odiando

l'arte

greca venne in decadimento nel fuo


altri

paefe originario e negli


e nutrimento
,

regni ove trovato avea favore


,

cominci ad
,

eflere foftenuta
,

unitamente

alla

greca letteratura

dai
,

Romani

quali

prifca loro ruvidezza

e lo flelTo

deponevano allora la popol di Quirino vedeva


.

con piacere

le

opere de' greci

raaellri

Perci
flile
,

quando

in

Roma non
fella

ancor lavora vafi nel greco


il

volendo l'edile

C. Claudio Fulcro ornare di flatue


di

foro per una pubblica


le

quattro giorni

collocovvi fra

altre
,

una copia

di

Prassitele prefa in preftito a quell'oggetto


fcia a chi n'era
il

e la rend po-

polTefTore
l'arte

(e)

P^oitct"
*^'*'

$'

^^-

Ricominci

allora a

nuovamente
i

fifTarfi

in

Grecia e a fiorirvi, poich col eziandio

Romani

la

protegle

gevano
ville
.

facendo efeguire
diffatti
,

in

Atene

le ftatue

per ornare

loro

Leggiamo
di

prefTo Cicerone che Attico cos fatto

avea pel fuo Tufculano

ove

fra gli altri lavori

v'erano degli
.

Ermi

marmo

pentelico con tefte di bronzo {d)

11

lufTo

introdottofi in

Roma

fu

una feconda forgente pel manteni;

mento

degli artifti anche nelle provincie


ai

poich

le leggi
il

perloro

mettevano

proconfoli e

ai

pretori d'immortalare

nome
ftefl

e di farfi

ergere eziandio de' tempj a fpefe di quegli


la

Greci, che
.

loro libert credeano protetta dai


le

RomaQueft'

ni

(0

Pompeo

aveva un tempio in tutte

provincie

abuDdrrS.
ufu numlfm. (e) Spanhem. De prifl. n. 4. Tomi. pag. 467. (h) Pellcrin Ree. de mU. Tom. il. p.iSc. CO Cic. ir. Ferr. oB. z. lh. 4. eap. s-

&

{d) ad Atc. lib.i.ep. 4..6. S. p.

vins , qui ont

M^

Mpngault Di/en. fur Us honneurs diefte

-^^^ad. des lnfcr.pt.

rendus auxgouverneurs t.. Tom. I. Mem. pag. 3S3- .

DA Alessandro
ficare in

il

Grande
,
,

ec.

29?
'

abufo crebbe molto fotte gl'imperatori

ed EroJc fece edi-

cui eravi la di Cefarea ad Augulto un tempio Olimlui llatua fimile per la forma e per la grandezza al Giove pico e la ftatua della dea Roma fomiglievole alla Giunone
,

LIB.X.

GAP.

III.

d'Argo
jT.

(a)

29.

Talora per

Romani

fted portati

dall'amore per
,

faGrecia penfarono ad ergerfi de' monumenti di gloria cendo col coftruire a proprie fpefe delle magnifiche fabbri.

che

Cos

fra gli altri

Appio, padre
(a)
;

del
e

famofo Clodio, fece


feri-

edificare un portico ad Eleuf

par che Cicerone

va feriamente ad Attico di voler far elevare un nuovo portale


jf.

nell'Accademia preflb Atene


30.
,

(/>)

Sembra che una

fimil

ventura abbia avuta l'arte


,

a Siracufa

anche dopo l'ultimo faccheggio


d'abili
i

ed
;

efler certa,

mente dovea col buon numero


che raccoglieva
in
tutt'i

artifti

poich Verre

luoghi

migliori

monumenti

dell'ar-

te (i), fece principalmente a Siracufa lavorar de'vafi,

aven-

do
bell.jud. Uh. T. cap. 21.%. 7. per Appio , altro di lui figlio , col prctefto di ornare i giuochi ^ che dar dovea in occafione della ma edilit, tolfe dai tempj , e luoghi pubblici della Grecia e del(<z) Jof.

De

(a)

Ma

allora in ecccrto .

Roma

era portato , ove il lulfo La parte per pi forprendente

all'

del

circonvicine quanto vi era rellaco di fatue , di quadri , e d'altri ornamenti , che poi colloc in fua cafa . Cosi riferifcc Cile ilole

cerone Pro domo fua , cap, 4.^. cfag^erando un poco , poich certo , che moltilumi antichi monumenti rimafero in quelle parti anche nei fecoli apprcllo . Vcgg. al Libro XI. Capo ni. %. i 7.
(A) Uh. 6. ep. I. ad fin. ep. 6. (i) Quante belle opere dell'arte avefTc raccolto Verre nella fua pinacoteca, odia galleria , frutto delle fue rapine , apprendeh da varj luoghi delle orazioni pronunziate con-

&

tro di lui da Cicerone , dette perci Verrine , d'onde il (ignor abate Fraguier ha tratta la materia per una dillerfazione intitolata la Galleria di_ Verre inferita nelle Me-

palazzo era la galleria , che a ragione dir potcali un impareggiabile teforo per le ftatue e pei quadri de' migliori maertri , e per altri Tra eccellenti lavori che vi fi ammiravano le rarit ivi da Verre adunate Cicerone in Verr. aci. z. lib. 4. novera una bella Diana di bronzo rapita da lui ai Segcllini , ftatua che era gi (lata preda dei Cartaginefi , e poi reflituita ai Segeftini da Scipione l'Africano ; due flatue di Cerere d'un lavoro finiflTimo , trafportate luna da Catania , l'altra da Enna dove erano tenute in forama venerazione ; un Mercurio , Jgnum ma^ns. pecunia , fpettantc una volta ai Tindritani ; un Apollo ed un Ercole del famofo Mirone , polTeduti pria dagli Agrigentini ; un altt' Ercole dello ftelTo artilta , eh' ebbe Verre da Medina d'ond" ebbe pure un Cupido , opera pregia.

tilTima di Pralfitele

morie dell'Accademia

delle ifctizioni di Parigi l'argento , lavorio , i diamanti , le perle , e le fuppellettili preziofe di cui era adorno il fuo palazzo , lo renderono il pi ricco e fontuofo di quanti foller

raccolta per di tali preziofit


la cjuale

La

PI. /. ^(J. e. j. feB.4.. ./. olTia lo fpoglio maggiore


.

Tomo

VI. L'oro

fccefi da Verre in Siracufa, , durante il governo di lui perdette pi ftatue che non uomini nella fatale fconftta , che i fuoi cittadini ebbero da Marcello . Cosi fi efprime Cicerone , ma quella

p^ ""
CAP.
III.

'

2g6 do a

Storia delle Arti


tal effetto
,

formata una gran fabbrica dell'antico palagio


intieri
,

dei re
artifti
,

ove per otto mefi


altri

occupati r

furono

tutti

i>

gli
;

difegnar de' vafi

altri a

gettarli e

cifellarli
.

e in quelli
...ov'ebbe
poi 1 ultimo crollo dalla guerra ira mitrimitri
fatica
Jf.

31.
.

avcano

mitridatica
tro
i

m ...... Atene
.

_,

non altra materia vi s'impiegava che l'oro La tranquillit di cui per alcuni anni goduto ' "
,
,

Grecia
,

le

arti

fu

nuovamente turbata
ai

dalla guerra

in cui
.

alleata

re di

Ponto

follev con-

Romani

Delle molte ifole a cui quella citt dominato


,

avea nel mare egeo, non altra era loro rimafta


cola ifola di Delo
,

che

la pic-

quella pure erafene pocanzi fottratta,


l'aveva

ma
ti
,

a loro

nuovamente afloggettata
.

Archelao
i

generaparti-

le di

Mitridate (a)

Agitavanla grandemente

diverl
,

in

mezzo

ai
;

quali Arillione, filofofo epicureo


e vi riufc
,

tent d'im-

padronirfcne

Ibftenendo l'ufurpato dominio con


i

forze flraniere

facendo perire
al

cittadini

pi propenf a

Roma

(/')

ElTendo per tanto

principio della mentovata


in

guerra Archelao affediato da


trovofl in

Siila
;

Atene

quella

citt

una

neceflt eftrema

tanta era la

mancanza
de'

forf un'efagcrazione oratoria. Clic che ne la , egli certo che , fra le pi belle flatue fracufane polfcdiite da Verre , vedevafi quella di

Giove

da' Greci

chiamato

O'f/st

offia

dfptnfjtor del buon vento , ftatua da lui tolta a que' cittadini , infieme alle due (fatue d'ArifteD e di Peano , de' quali il primo veneralo era dai meJcfimi nel tempio di Bacco, e '1 fecondo in quello d' Efculapio Preda fatta nel loro Pritaneo era fimilmente una bella Saffo di bronzo del celebre ftatuario Silanio.

a Verre , ctie''agli amici fuoi foltanto pi intimi lafciava vedere Variet ed ornamento accrefcevano alla ftelfa galleria le molte corazze , i cimieri , le coppe , le urne , e i vali, tutte cofe per la materia , ma pi per la finezza del lavoro pregevoliffimc Fra tutte per faceafi diftinguere V idria di Boero cartaginefc [ nominato da Winkelmann nel Tomo I. pag. 14.S. %. 7 , e detto autore di due ftatue in due ifcrizioni prelfo il Muratori
.

Nov.
il

ne

Dal tempio

di

Minerva

della ftelfa citt

non folamentc fece egli trafportaie nella fua galleria ventifctre ritratti di altrettanti re o tiranni della Sicilia , ma voile pur adattarvi
porte flelTe del tempio , delle quali non fi videro mai le pi belle , come ollerva anche il noftro ftorico qui avanti pag. z-r. princ. Oltre la Sicilia , molte altre provincie e citt hanno contribuito ad accrefcere ed abbellire la galleria di Verre , come Scio , Samo , PerTenedo in ifpecie ge , e tutta la Grecia gli fomminiftr la flatua di Tene fuo dio tule
.

thef. infer. Tom. ri. pag.p66. n. 7. 8., quale a torto lo prende per Sejoboeto , come offervano il marchefe Matfei Art. cric,

lapid. lib. j. e. 1. can. j. col. i le. , e Bimard la Baftie nelle Olfervazioni al detto Teforo del Muratori inferite in appendice a queft'

opera
e

Maffei col.^00. ] , e quel candelabro opere mirabili perfeHum chiefto da Verre in pieftito , n mai pi reftituito , cui due gran principi dell'Oriente deftinato aveano in dono al tempio di Giove Capitolino . (a) Appian. De beli, mithrid. pag. iS8. in
di

gemmis

telare

Atene due canct-ore

rate dal

celebre Policlcto , nator di lira , tra tutte k ftatue

bronzo lavoAfpenda un fuodi


,

fine ib) ib. pag.


.

la

pi cara

18 p. A.{ Paafania lib.t. c.zo. pag. 47. e 4.8. , Coftantin. Porfirogeneta Excerpta Dionis Cocc. pa^. 648.

DA Alessandro
de* viveri di cui
,

il

Grande ec
il

297
LIB. X.

che non folo mangiava^


le

cuojo degli animali


la

non baflavan
refti
.

carni

ma dopo
,

refa trovaronli
di
,

CAP.
ci-

III.

pur dei

di

membra umane

che aveano fervito


il

bo

(a)
,

Siila

diftrugger fece allora

porto

di

Pireo
;

l'ar-

fenale

e tutt'i pubblici edifizj

fpectanti alla

marina
,

onde

Atene
era
fente
di

fecondo l'efprefiione degli antichi

fiorici
s

pi non
e pof-

che lo fcheletro
.

d'Atene

altre volte
le

florida

Prefe quello dittatore


(b)
,

colonne
e fenza

fteffe

dal

tempio
infieme

Giove Olimpico

e fecele trafportare
(e)
;

Roma

alla biblioteca

d'Apelliconte
,

dubbio depredate

pur n'avr molte ftatue fapendof che fra le altre cofe fped a Roma una Pallade tolta dal borgo di Alalcomene
nella Beozia {d)
di portare lo
.

Siila

coll'eccidio d'Atene propofto


e'I

fi

era

fpavento
.

terrore in tutt'i Greci

come

ve

Avvenne allora ( nell'olimpiade clxxv. ) in Grecia ci che non era mai fucceduto dianzi , cio che tranne la corfa de' cavalli non fi celebr in Elide nefllmo
Io port diffatti
,
,

degli altri folenni giuochi olimpici

poich
.

quefl:i allora fu-

rono da Siila trafportati a Roma (e) della met fuperiore d' una ftatua
giorni a Cafoli nella diocefi
di

Leandro Alberti parla


di Siila efifl^ente a' fuoi
.

Volterra in Tofcana (/)

mani talora per


ebbero
gli

lafciare

un monumento
il

di s ai pofteri

Ronon

difficolt di far incidere

loro
,

uomini celebri dell'antica Grecia


.

nome come

fulle ftatue def

a loro

ftefl

fofsero ftate erette (g)


jf.

32.

In tempo di tanta miferia d'Atene


de'

comprarono
:

Romani

monumenti
la

dell'arte

da que' cittadini

cos Cice-

rone acquift col per mezzo d'Attico que' greci lavori co'
quali abbell
fua villa
,

mandogli

difegni dei lavori che

Tom.

II.

P p
(,) App.

brabeli. civ. lib. r.

ca) /i/V. pag. igg. B.


(A) Plin Ili. ^6. cap. 6./ia. ;.

De

pag. 4.1 2. C[

(0 Su3h

(/) Defirh.

d'ilal. pag. f. b.

lib. 1 3. pag. 007. A. {d) Paul, lib.s. cap. 33. pag. 777.

(g) Cic. ad Att. lib. 6. ep.i, Libro XJ. Capo l.S.i. in fiat .

Vedafi si

298
'bramava
LIB. X.
.

Storia delle Arti


Tale almeno
(a)
, ,

cred'io

efser deve

il

fenfo della vo-

CAP.

ce latina typus
fta (a)
,

che da nefflmo

III.

fiata finora ben efpo-

non che potrebbe pure

intenderfi della mifura de'


.

pezzi che Cicerone voleva efeguiti


quello amico una nota delle pitture
la dell'Epiro villa
,

Egli richiefe in oltre a


efillenti in

una
di
.

di lui vil-

detta
,

Amaltea

per farle imitare nella propria


ftefso

d'Arpino

promettendo nello
quelle che
ivi

tempo

mandargli

in ifcambio nota di
jf.

gi avea (b)

33.

Tutte
f
,

le altre

contrade della Grecia non offrivano


funelle di defolazione
.

allo

fguardo

non tracce

Tebe

la

famofa Tebe

che era pur giunta a rimetterfi nel fuo fplendifaflri fofferti fotto

dore dopo
allora
,

Alefsandro

non mollrava
,

fi

eccettuino alcuni tempj nell'antica rocca


.

che

dillruzione e ruine (0

Siila
,

faccheggiati avea

tre

pi ce,

lebri tempj della Grecia

cio quello d'Apollo a Delfo


,

quel.

lo d'Efculapio in Epidauro

e'I
i

terzo di Giove in Elide (d)


fuoi re e
e

Sparta

febbene avefse ancora

un

territorio ai tem-

pi della guerra civile tra Cefare

Pompeo

(0

era allora
ri-

poco men che difabitata maneva che il nome (g)


tutta poteva

(/)
;

di

Mefiene non altro pi

ed ofTerva Plutarco che -la Grecia


,

appena armare 3000. uomini

quanti dati ne

avea la fola citt di Megara nella battaglia di Platea contro


i

Perfi
jT.

34.
,

In migliore

fl:ato

non erano
dellatofi
,

la

Sicilia

e la

Ma;

gna Grecia

e riguardo a quella n'era flato in gran parte ca-

gione l'abborrimento generale


fra loro efigliati

contro
i

Pittagorici

incendiate ne furono tutte le fcuole


fi

pi ragguardevoli
(h)
.

videro

o melfi a morte
tome
Livii lib.

Allora gran

(.0)

idem

ll>. t.

eplft.

io.
e.

4;.

(a) Vegg. Tom.

I.

pag. 186. noi.


.

ib) ib'id. epift.16. [ Promette di mandargli qualche fua opera da leggere (e) Pauf. lib.g. e. 8. pag.7z7. , Dio Chryf. Orat.y.pag. zg. B. [ Era (lata diftrutta con Calci , e Corinto in L, Mummi , Epi-

id) Conflant. Porphyrog. Excerpt. Diodor. pag. 406. () App. De teli, civil. l. 2. p. 472, princ, (/) Strab. lib. S. pag. iS7- ^ (e) ibid. pag. jjy. B. Q l'olyb. Uh, z, pag. iz6.B,

DA Alessandro
danno ne venne
alle

il

Grande

ec.

29?
=

arti, le quali infieme


.

alla filofofia era-

no col

ftate nel
,

pi bel fiore

Delle molte celebri e pof-

L1B. X.

GAP.

III.

che in quelle contrade fiorito aveano al princifenti citt pio della romana monarchia , appena ferbavano qualche fplendore Taranto Brindifi (a), e Reggio Nella prima v'era
, .

una

bella

Europa fedente

fui
;

toro

ed una flatua

di

giovane

Satiro nel tempio di Velta

e nell'ultima
,

una

aflai

pregevole
a-

Venere

di

marmo
aveano

{b)

Crotone

le cui
,

mura
e
i

altre volte

veano avute dodici miglia


trepalTato
il

di circuito
,

cui abitatori ol-

miglione

nella feconda guerra punica


.

appena conteneane ventimila (e) contro Perfeo re di Macedonia


Fiacco fcoprir
fece
il

Poco prima
il

della guerra

cenfore Quinto Fulvio


di

famofo
,

tempio

Giunone Lacinia

prelTo la mentovata citt

per trafportarne a
fervir
di

Roma

le

te-

oole

marmoree desinate

tetto

al

tempio della

Fortuna Equeftre da lui fatto edificare (d) ; febbene portate appena in Roma , dov rimandarle ove prefe le avea (i)
.

Pp
(a) Strab. /li. 6. pag. 4.^0. A. (_b) eie. in Veir. ad. 2. lib. 4. cap. 60. (t) Liv. lb. 2j. cap. ZI . n. ^0. (,d) idem lib, 42. cap. 4.. n. ^. [Vedi qui avanti pag. 1 60. (i) Per non interrompere ai leggitori il filo della Storia colle troppo frequenti note (1 giudi.:ato pi fpediente di qui ra^'coglicre in una (bla le principali offirvazioni che fa il fignor Hcyne in una fua Memoria intitolata , Saggio falle epoche deg artijli prejfo Plinio . V. Sammlung Antiqudrijcher aufsaetTe &c. Leipzig 1 jyS , fopra quanto dice ne' due Libri IX. e X. il noftro Autore , gli abbagli del quale ha prcfo a rilevare e correggere , ove fpeciaimcnte colla fcorta di Pli.

JT.

3J. In

nio vuol

tiraic le

epoche degli aitHh

Non

pu
ne

negarfi che

non abbia

egli fpelTo ragio-

ma gli amici di \s"inkclniann avrebbero ; defiderato in lui un certo ritegno nel riprendere uno fcrittore accreditato , e che cali ftello coron coH'elogio di cui abbiam data
la traduzione
.

II. Ove abbia quejli prefo quanto firive intorno la fiuria dell'arie ? Dicefi che un aitifta fioriva in un detcrminato tempo, o perch allora prodotte abbia le opere che gli hanno tatto un nome , o perch f:lici foller le circoftanze di quel fmpo , e favorevoli al mi^lioramenro delle Sembra che Winkelmann nel filTarc le arti epoche , per lo pi abbia a quelle riguardo ; e fra elle molto concede alla liberta ed al OlTerva per Hcyne che nemmeno clima in '.io coftante ; poich talora ne attribuifce l'avanzamento al patrocinio de' grandi , al lulfo , al capriccio , e ad altre limili cagioni La liberta per fembra a ^'inkeimann quella che v'abbia avuta la maj;gior influenza ; ma Hcyne olferva che ella nulla opera , fc unita non fia con altre circollanze ; onde l'azicn fua a poco ridaceli , e fovente anzi
.

al tfico , al morale , e al politico in Avguifa da elfere anche ruinola per le arti verte egli che , liccome non fi fa ben defi-

nuoce

nire l'efenza della libert


(i

cosi

nemmeno
,

prin'ipali queliti propofti dal celebre profellore di Gottinga


i
:

Due fono
Su

pu ben determinarne

l'attivit
:

che di-

I.

cjUiii

for.iiamenti s'appoggino le epofijj'u:e

che degli artiji

dj Plinio

Atene , Sparverfa ne' var) tempi e luoghi ta , e Tebe , dic'egli , avean una libert ben differente da quella" che regnava nelle tran-

300
jf.

Storia delle Arti


3J.

In Sicilia allora, dal promontorio di Lilibeo al


,

LIB. X.

GAP.

capo Pachino

cio

in

III.

tutta la colla

orientale dell' ifola

non
quille campagne d'Arcadia , a Foci , e a Doe coU'crempio di quefte ultime citt , clic certamente libere erano in Grecia , e pur
ri ;

arti non avcano , nioftra che poco alla libert fi deve. Dopo aver ci provato con molti argomenti , palTa Heyne ad cfaminare le altre ragioni per cui cotanto in que' luoghi e a quell'et i perfezionarono le arti ; e vuole che , pi che ad altro, quefto fi debba alle molte ricchezze della nazione [ come infatti da qucftc Diodoro Uh. 12. princ.

che Plinio , fcnza andar a leggere tante ftoo croniche univerlali , abbia potuto leg, gere, e copiare qualcuno, o pi dei tanti fcrittori che particolarmente aveano trattato degli fculrori ,'e pittori , e delle loro opere , e in generale delle arti del di(egno , varj de' quali egli fteflb allega , altri ne riportano Ateneo , Laerzio , i Filoftrati , ed altri, e poftbno vcderfi numerati da Giunio De pici, veter. Hi. 2.
rie
,

c.^. .^.

p.fS-

S^l.

>

e dal

Fabricio Bli/ioth.

gnca

Tom.
,

P^g-47S-

ripete

il

fiorir

dell'arte

nei cin-

potevano entrare
e dettaglio

quant'anni di pace , de' quali parla Winkclniiiin qui avanti alla pae.ijp. ] , e al poco luflo de' privati nella domcftica economia [cui fi deve aggiugnere una indicibile avidit di gloria , che tutta animava la nazione , e una gara perpetua fra le rifpettivc citt di forpalfarfi in ogni eofa ] Ma fu qual principio mai Plinio , nel fiflare le epoche degli artifti , per lo pi fceglie i tempi migliori per la nazione , che fovente
.

$00. fegg. Effi un pi minuto racconto , che que' cronifti o ftorici e ail.

^. e. 2.^. p.

in

pur furono quelli della libert ? Qui Heyne propone una ingegnofa congettura Plinio , dic'egli , non s' "i immaginate le epoche dedi artifti , ma da alrri pi antichi fcrittori Iella tratte. Quefti erano cronifti o ftorici che i fatri della Grecia efponevano ; e per dare un certo ordine agli ferirti loro , divideanli in epoche , fiflandole a que' tempi ne' quali dopo qualche grande evento o difaIho , la Grecia rimanea tranquilla. Quefti
. ,

vranno avuto le loro ragioni di allegnarne le epoche in quella guifa ; e alcuni tanto maggiormente potevano dar giudizio delle opere , e del merito degli artitli lifpcttivi, quanto che eglino ftcffi erano arridi ugualmente J Se quefta fpiegazione non fi ammetta , come renderemo noi ragione di quegli artifti che veggonfi eccellenti tutto in un tratto , dopo quindici o venti anni di vuoto ? Si fon eglino formati fcnza maeftri , e in un momento ? Se fono l'eftetto della liberr e del clima , perch fol nafcono in Atene , alcuni a Sidone e a Corinto , e poc'ni o nilfuno altrove ? Se fono l'effetto della tranquillit , come mai una pace tra Atene e Sparta produce Aggiungafi che gli artifti ad Efcfo e a Rodi alcune di quefte epoche cadono in tempo di
.

momenti

di

ripofb fceglicva

lo

forico per

terminare il libro o'I capo , e in fine ad effo (oggiugneva tutto ci di cui naturalmente r,on s'era potuto far menzione nel racconto degli avvenimenti , rammemorando per tal modo gli uomini celebri nelle fcicnze e nelle arti. cco, fecondo lui, come naturalmente dopo un avvenimento rimarchcvc.'c paiiavafi da quegli ftorici de' chiaii artifti , fcnza che quindi inferir fi dovelTc che appunto in que' tempi aveano viifuto Plinio avea tali ftorie fbtto gli occhi mentre fcriveva la fua ; e avcndo a parlare degli artifti , ne fifs le epoche a quelle olimpiadi , fotto le quali ne trovava notati i nomi [ Converrebbe per fupporre una gran negligenza , e inefattezza unto in quegli ftorici , che in Plinio loro feguace ; difetti , che per quefta parre non veg. .

guerra , ed altre in tempi in cui la Grecia, avea perduta la fua liberta Fida Plinio l' epoca prima della fcultura all' olimpiade lxxxiii. , e Fidia in elTa , perch , foggiugne Winkelmann [ nella prima edizione in lingua tedefca pag. ,'?2. , e pag. iSg. Tom. li. della traduzione francefe ] , Fidia fatto aveva allora il fuo Giove Olimpico , e regnava la pace in tutta la Grecia . Ma , dice qui Heyne , la pace generale , di cui parla Diodoro citato da 'W'inkclmann , appartiene all'anno terzo deirolimp.LXXxiv., e nell'anno fecondo dell'olimpiade antecedente erano in guerra gli Ateniefi contro la lega
.

Beotica
,

Con

quefta oflervazione del fignor

Heyne il fignor Huber nella fua traduzione Tom. III. pag. 26. ha voluto emendare il teForf il fig. Heyne non fto di 'Winkelmann
.

nefluno degli antichi ftorici , che ci , come Tucidide , Diodoro , Pauinia , Eufebio, ed altri, quali fcguono l'ordine delle olimpiadi , e dei vincitori in effe , Eccome neppur fi vede nelle epoche Aliare nel Marmo d'Oxford , A me pare pi verofimile

Eiamo
3110

in

rimafti

avr letto bene Diodoro al luogo citato (opra Ma. pag. iS8. not.a. . ove precifamcnte nlfa la detta pace all'olimpiade lxxxiii. anno ni.; e avr equivocato coU'altro parto dello ftcllo Diodoro poco dopo, cio .26. pag. 4.9$., ove all'olimpiade lxxxiv. anno iiL parla deL'errore di 'Winkelgli effetti di quella pace mann di aver detto anno il. in vece del iil..
.

DA Alessandro
fime
(a)

il

Grande

ec.

301
LIB. X.

non vedeanf che mine ed avanzi


.

di citt altre volte floridif-'

Siracufa per teneal ancora per la pi bella tra


le
(a) Strab.
lib. 6.

GAP. UT.

pag. 417. C.
Pilla Plinio un'altra

quale fi ricava da Diodoro, e da Paufania, clic ho aggiunto alla detta pagina ] Altronde Fidia non aveva allora lavorato ancora il fuo Giove Palla quindi a trattare a lungo di quefto principe degli fcultori ; dimoftra che
. .

nell'olimpiade Lxxxiii. cominci la fua Minerva , e finilla nell'olimpiade lxxxv. [fe-

condo Eufcbio Chron. l. z. ad ann. mvlxx. pa.i-2., e cos avca fcritto '^"inkclmann nella detta prima edizione tedcfcapjg'. ^ ?:?., e traduzione francc(e pae. i p. citando Dodwello , e lo Sco'iafte J'Ariftofanc in Pcc. verf. 604-. ; ma poi in quefta feconda edizione, fopra TiWi pag. /p2. . i z. filTa l'anno 1. bell'olimpiade lxxxvii. , probabilmente do-

epoca nell'olimpiade nelTun tratto ftorico relativo all'arte , che ci determini , e nemmeno alcuno di quegli avvenimenti , che fecondo W'inkcimann faceano germogliare le arti. [Pare giuftiiTimo quello aflegnato da lui aWdipag.zij. Potrebbe cfiere anche il fecondo incendio del tempio di Diana Efefina , Affato all'anno iv. di quefta olimpiade da Eufebio ] Succede bens un fatto memorabile per fervir d'epoca ad uno ftorico , cio la morte di Socrate ; ond' verofimile che gli artifti riferiti da Plinio a tal olimpiade , altro rapporto non v'abbiano che quello gi da noi

xcv.

Ma

non

v'

po

quale ntll; Animadvcrfioni all'opera d'Eufebio , pag.i oj. avverte , che dovrebbe eflcrvi errore di due olin-.piadi della Lxxxv. per la lxxxvii. ; argomentandolo dall'anzidetto Scoliafte , che dice finita la Pallade fotto l'arconte d'Atene Pitodoro , il quale appunto cade nel detto anno i. dell'olimpiade lxxxvii. , come pu vcdcifi anche prelfo il P. Corfini Fafti art. Tom. ni. pag. zzj. Quefli per alla pdf. 2 1 S. col Palmerio crede che abbia errato lo Scoliafte nel nome dell'arconte ; e che veramente Pidia abbia cominciata la detta ftatua nell'olimpiade ixxxiii., e l'abbia terminata nella lxxxv.]; (bfpetta che fuppofto fia quanto leggiamo interno alla fua hiua in Elide, e alle accute dategli di replicato Furto d'oro s nella Mincn'a che nel Giove; prova che a quello lavorar non pot f non nell'olimpiade lxxxvi. , o piuttofto nella feguente [ come ha detto ''JCinkelmann in quefla feconda edizione , fopra allapd^. iQz. e IQ4: ] , traendone principallo Scaligero
,

il

divifato La terza [quarta] epoca all'olimpiade cu., epoca convenevole alla ftoria generale della Grecia , poich in elTa allearonll gli Atcniefi
coi Lacedemoni , e in erta pur fi diede la battaglia di Lcutra s gloriofa pe' Tebani Nella vita di Praffitele e d'Eufranore , pofti da Plinio nell'olimpiade civ. nulla trovia.

mo

mente argomento

come avea

fatto

il

Padre

Corfini locete, pag. zig.} da una figura che ivi era fimile al fuo Pantatce , cio alla ftatua d'un fanciullo da lui amato , in atto di legarfi

con una benda la fronte in fegno della corona da lui riportata nell'olimpiade lxxxvi.; e congettura con molto ingegno che gli er,

rori di cronologia intorno a Fidia fiano nati dal non aver riflettuto che gli ftorici parla-

rono di lui e delle cofe fue , non avendo riguardo ai tempi proprj ma ad alcune gran,

di circoftanze

che loro fervivano a

fiifar le

della ftoria . A quefti abbagli riguardo a Fidia hanno anche dato luogo certi antichi fcolj da pi d'uno fatti ad

epoche generali

Ariftofanc , quali infieme uniti hanno prefcntato un fcnlb diverfo da quello che aveffcro originalmente , e divifi
i

per cui in quefta piuttofto che in un" ma troviamo bens ; a qucfto tempo un'epoca memorabile nella greca ftoria , cio la battaglia di Maiitinea , in cui per Epaminonda , e che feguita fu Winkelmann ripoi da una pace generale ferifcc a quefti tempi la liberazione d'Atene per opera di Trafibulo ; ma quefta avvenuta era nell'olimpiade xciv. [ Quefta ftata una ricordafvirta di NS^'inkelmann , che non to a quel luogo , cio alla pag.zzz. , di aver gi filfata prima alla pag. zi 7. la liberazione d'Atene per mezzo di Trafibulo a quefta olimpiade xciv. , com' veramente feguito ] Una delle epoche pi rimarchevoli per l'arte preflo Plinio l'olimpiade cxiv. , in cui viveano Lifippo ed Alellandro il Grande che anzi nell'anmori nell'anno quarto di efla no primo , come ha detto Winkelmann alla pag. 2/7. Diodoro lib. / 7. %.pen.pag. zs^. Tom.iI.Vepgfi Corfini Fa/li att. Tom. IV. Winkelmann vuole che abbia ;)a^. f (7. /7. ] in ci avuta molta influenza la pace generale ; ma tal pace , che riguarda la Perfia e l'India , qual rapporto aver potea colla Greinkelmann pi foncia r Qui non potendo darfi flla libert , cerca d'attribuire i progrelfi dell'arte alle ricchezze e al luiTo . ben pi naturale il dire che lo ftorico , cui Plinio avea fotto gli occhi , abbia firtata un" epoca nell'olimpiade in cui mor Alefiandro e che ivi abbia fatta menzione degli artifH di que' tempi , anzich immaginale che Pli,

altra debbanfi fillare

i\.

''

Ma

502
le

Storia delle Arti


citt
,

greche
,

di

modo

che Marcello

quando l'ebbe

es-

LIB. X.

pugnata

guardandola

dall'alto vers lagrime di

compiacenza
.

CAP.

III.

l'epoca abbia calcolata l'in?a:e e delle ricchezze fuii'arte Lo ftclVo diLafi dell'epoca fillara neirolimpialc cxx. , in eui dopo la baccaglia prclTo

nio per fluenza

firtare

de xc.

ma

dalla ftoiia

abbiamo

efler la pit-

d.-lla

tura in Grecia molto pi antica. Se gli autori , dai quali eftraeva Plinio l'opera , non ne parlavano , egli e perche proponeanfi di
riferire
ti ,

ripfo

, e la fconficta d'ncigono e di Demetrio s'accrebbe la pollanza de' regni della Si-

folamente

nomi

de" pittori

rinoma-

ria e dcU'Egicto per le nuove conquide . Qui foggiugne Plinio cejfuvit deinde ars le quali parole dcnno incenderli del lilenzio della
:
:

cerco
l'arte

ftoria riguardo agli artifti in bronzo per un tempo , cio fino all'olimpiade clv. , e non gi , come Ipiegolle Winkelmann , che
fia
.

quali al certo non furono i pi vecchi . Del refto erangli ben noti Paneno fratello di Fidia, e Fidia fedo, Polignoto e Miconej anzi fcrive altrove che ne' giuochi itlmici e pitici eravi contefa di pittura, ove Timagora ebbe il premio . [ Veggal Tom. I. p. zS7-_ E perch non dire , che appunto fu quefti

vcraraence mancaca in tucto quel A me pare chiaro , che Plinio vada Egli dice incelo come crede Winkelmann che l'arte manc nell'olimpiade cxx. , e che poi rifior ( revixit 1 nella clv. In quefta nomina otto foli artifti , dicendoli di gran lunga inferiori per merico ai nominati nelle epoche precedenti Or quefto non e un chiaro fegno , che in quel fractcmpo erano mancati i buoni niaeftri , e l'arte avca languito ? Oltracci Plinio lii>. :;f cap. f.feSl. 1 1. parlando della pittura a' fuoi tempi , dice che andava a perire , e ( ferve di parola corrifpondente alle (uddette cejjuvit , e revixit cio , kaSenus dicium pt de dignitate artis morentis ; e qui non pu intcndcrfi nel fenCo del ignor Hcyne , cio del filenzio degli fiorici ; ma bens che veramente ai di Ini

tempo

fondamenti Plinio lib. ^j. cap. S. feci. ^4-, che fia molto anteriore l'epoca della , pittura, e critica gli fcrittori greci , che volevano filTarne la prima alla detta olimpiavuole
de xc.
tutti
,

quando era cofa indubitata

prello

degenerata , e quad veduto qui avanti alla p. 7 2. 7 :;. 1 e I ZQ. che avvenne realmente ] L'olimpiade clv. fu certamente poco favoove revole ai progrelfi dell'arte nella Grecia l'Acaja e la Macedonia erano gi provincie romane ; ma in cita avvenne la morte di Eumene IL re di Pergamo morte che intcreffava egualmente la politica che le fcienze e

tempi la pittura perduta , come

folfc

fi

e quindi fu quefto tempo fcelto dallo Olferva qLil Hcyne per far epoca che 'W'inkclmann pa^. 26 -r. volenjo crovare
le

arti

ftorico

l'originale delle

due
,

tefte di bafalce

nulla

dice di verolmile

canto pi che moltilfMii

faranno flati i vincitori alelfandiini , tra i quali di quattro foli ci fono a caio pervenuti i nomi . Nota altrcf che l'olimpia le non prcndea gi il nome dal vincitore nella corfa
de' cocchi , come fcrivc il noftro Autore ; ma bens dal vincitore nello ftadio , olila nella f Si riveda quel che abbiamo rorfa a piedi detto noi alla detta pj^. 267. efcg. ] Plinio in un diftinto capo parla delle epo.

che appunto Paneno fratello di ri lia nell'olimpiade Lxxxiii. avta dipinto lo feudo , che imbracciava la ftatua di Minerva in Elide , opera di Colore ; e che Fidia era ftato pittore prima che fcultore , cio molto ptidellolimijiade lxxxiv. , in cui filTa la di lui celebrit nella fcultura ; e Bularco , di cui fi parlato da Winkelmann qui avanti pag. i 66. , erafi refo chiaro prima dell' olimpiade xvin. , in cui mor Candaule re di Lidia , e circa i tempi di Romolo ? ] L'epo'a pruna de' pittori, come dicemmo , vien filfata all'olimpiade xc. , epoca ottima per la ftoria , poich fi ftabil allora nella Grecia la celebre ttegua di jo. anni [ Si ftabil nell'olimpiade lxxxix., come ha detto Winkelmann alla pag.t gj. princ. ; e precifamentc nel 'anno iiL Diodoro lib.r 2. ^.74-. P. SB"- 1 Scrive Plinio [ /. ^/. c.g. feci. j6. .2. che alcuni collocano a quefti tempi Seufi [non ha mai detto tal cofa] pofto da altri all'olimpiade LXXXIX. , e da lui alla xcv. Ma quelle difficfilt.i cronologiche nel filtema di Hcyne facilmente fi fpicgano , ammettendo differenti fcrittori , che in diverfe epoche abbiano divifa la loro ftoria Chi fa eziandio che qualche Icrittore non abbia parlato di Seufi relativamente a qualche anno anteriore alla fua efiften7a e alla fua fama, e che uno fcrittcre fullegiieme non abbia prefo tal anno per quello della fua gloria? L'olimpiade xciv.
.
i

in cui ville ApoUodoro , fu alrresl celebre pel fine della guerra peloponnefiaca s dannofa

agli Atcniefi

all'anno

che de' pittori antichi , e fempre fui medefimo principio , poich le tradc dai med.-limi fonti. 1-ifl'a l'epoca prima nell'olimpia-

'Vc'inkelmann pag.zi 7. lo fifTa erra , e con lui il fig. Hcyne , poich fini nell'anno iv. dell'olimpiade xeni. Diodoro Uh. i ^. . o-.pag. 620. ] Per Seufi non folamente fiifa Plinio l'olimpiade xcv., ma eziandio l'anno quarto di
.

i.

ma

DA Alessandro
za
(a)
.

il

Grande
,

ec.

303

Cominci
;

difufaifi allora la lingua

greca nelle gredella -le

=====
CAP.
IJI-

che

citt d' Italia

e al riferir di Livio (h)


<

poco prima
$72.
,

guerra contro Perleo

cio nel! anno di

11'

Roma
.

il

fenato

ella

Perch ci

Forf perch ivea Seufi fat-

prima fua opera ? Ma Plinio ftcffo parla d'un Pan , che egli eia dianzi dipinto avca , e dato in dono ad Archelao re di Macedonia , morto nell'anno fecondo [ o nel primo, fecondo Diodoro lib. 14.^. ?'. pag. 671 ] della medefima olimpiade Plinio
ta allora la
.

Molti hanno in ci riprefo coerenti 1 Plinio, avendo quelle tre arti un'antichit a un di predo c-guale ; ma egli facilmente vien giuftificato te gli ftorici . da' quali traefer

va

le

di pittori

condo

fue notizie , non fecero mai menzione e di ftatuarj prima di Fidia . [ Seci che abbiamo riferito qui avanti

non

altro volle dire

non che

allora Seuli
.

viveva , e lo dilTc perch avealo letto Lo ftorico che avea fott'occhi fifs vcrodmilmente l'epoca a quell'anno, perche in elio Agelipoli fuccelTc ad Agide nel governo di Sparta , e fi prepar i mezzi alle gloriofe imprefe che Da ci argomenra fece nell'anno fcguente Heyne che l'autore feguito da Plinio folle uno a cui rtelfero principalmente a cuore le cofe di Sparta e conchiude che folTe quell' eforo ftcllo rammentato da Diodoro , che cominciata avea la fua {loria dal ritorno de.

Plinio fa vedere , che quegli fcrittori da lui feguitati in quella parte avevano mancato , bench forf facelTero a lungo la ftoria dell' arte , e degli artilli ; ed egli li convince di errore colle notizie , che debbe aver tratte da altri fcrittori , che forf ne aveano parlato foltanto di palTaggio . ] Park quindi di Prallitele e di Scopa , di cui difficilmente fi contraddizioni filfa l'epoca a cagione delle degli fcrittori

^ inkclmann qui avanti pag.t (iS. di Scapo in


vece di Scopa
fi

Non

approva Hcyne

la

correzione fatta da

gli Eraclidi

L'olimpiade cvii. l'epoca de'pittori Echione e Timomaco , e probabilmente lo dorico ne fece menzione a quefti tempi , perch fi edific allora il Maufolco , monumento grande per le arti , efiendo morto Maufolo nell'anno quarto [ o nel fecondo , come fcrive Plinio /ib. j6. cup. s.fici.^. . p, , ccap, 6. feci. 7.] dell'olimpiade evi. D'Apelle fi fa menzione all'olimpiade cxii. in cui fin l'impero perfiano , elTendo palfala la Perfia fotto il comando d'Aleflandro do p la battaglia d'Arbcla Ecco per tanto trovata la ragione dell'epoca . certo per che Apelle vifte lungo tempo dopo Alefiandro , poich dipinfe il re Antigono , vide Tolomeo alla corte d'Aleflandria , e fu coevo di Protogene , il quale vivea nell'olimpiade cxix. [Veggafi qui a.\a.nt\ pag.24.Q.] Per le epoche degli {cultori in marmo Plinio ritorna indietro , e oderva che Dipeno e Scillide viveano a un di prelTo all' olimpiade l. , tempo, in cui forf il fuo ftorico metteva le conquiftc di Ciro in Perfia , febbcne quefte veramente appartengano all'olimpiade Lv. Nella Lx. , in cui Ciro all'impero mcdo e perfiano un il babilonico , colloca Bupalo ed Antermo. Proficgue Plinio a filfare in generale i coniinciamcnti della fcultura , pe' quali rimonta fino al principio delle olimpiadi , e filTa quelli della pittura e della ftatuaria all' olimpiade Lxxxiit. ai tempi di Fidia [ lib. ^6. cap. f. feci. 4. . ^. , dopo che avea fcritco tutto ci che fi detto qui avanti circa i principi della pittura i come fi doveva rilevare per ef.

e oflcrva che febbene non , leggefle in Plinio , che egli avea lavorate le colonne del tempio di Diana Efefina , la difficolt fuffillerebbe egualmente , perch lo ftorico in un luogo lo fa coevo a Fidia, [ cio nel lib. ^4. cap. 8. feii. i g. princ. lo mette neir olimpiade lxxxvii. , dopo aver collo-

cato Fidia nell'olimpiade lxxxiv. fecondo l'edizione d'Arduino, che noi adopriamo ,

o nella lxxxiii. fecondo le anteriori edizioni , che ha feguito il fignor Fleyne ] e in un altro lo annovera fra coloro che han-

no lavorato al Maufolco per ordine d'Artcf fupponghiamifia nell'olimpiade cvii. mo che Plinio abbia compilare le fue noti-

Ma

zie

da diverfi fcrirtori , che non ciano d'accordo fra di loro , cella ogni difficolt Tutto per ben efaminando , fembra che Scopa abbia viffuto pi tardi che non vuole Winkelmann ; ed pi probabile che , fc v' errore , fia ne' luoghi ove f ne rapporta fempHcemente il nome , anzich in quelli ne'quaForf in vece li f u riferifcono le opere di Scopas ivi legger fi deve prefib Plinio qualche nome analogo , come leggefi in molte edizioni Phndinon & Myron in luogo di
. .

Pkrsgmoi
,

6'

Mcon

Se per tanto Scopa pofteriore a Prafltevanno a terra tutt' i bei ragionamenti di le W'inkelmann , che dalla Niobe , fuo lavoro determinar vuole quale forte l'antico carattere dell'arte [ Si vedano le noftre riflefloni alla pag. t gy. i $S.
.

(.a)
J>)

Liv. /ib. 2j. cap. t g. num. 24, Uh. 40. cap. i/f^ num. 4.^,

504
LIB. X.

Storia DELLE Arti


alla citt
affari
,

to conceduto aveva

di

Cuma
il

di

ufare

il

romano
mercan-

linguaggio ne' pubblici


zie
(a)
.

e nella vendita

delle

GAP.

III.

Io fon per d'opinione che

decreto del Senato

fo0e un comando anzich una grazia


(a) Livio forf parla delle vendite pubbliche all' incanto , che fi facevano anche allo, come al prefcnce , pi mezzo d'un bandii

Jum

Cumanis to anno pettnhus permifprtut pub/ice latine loquerentur , conibus latin vcndendi jus ejfie
tore
:

&

F,aTBclk Rom.del

Pet"^

BomLAli RornJcidp-

L'

LIBRO UNDECIMO.
Scoria dellarte greca preflb
della
i

Romani

dai
.

tempi

Repubblica fino ad Adriano


A
P

I.

Stato delle arti del difegno in Tefe


. .

Roma Prima

del triumvirato
.

Scudo di Scipione

Tempio

della Fortuna

a Preneje
.
. .

Ai tempi del triumvirato e Mufaico di Palejrina


. .

. .

Arti favorite dal lufso


Efercitate

principalmente [otto Giulio Cefare -.


.

da greci

liberti

talor anche

da uomini ingenui

alcuni de' quali rejarono tuttavia


que' tempi

Statue di due re prigionieri


Seflo

ma

coir effigie di
.

Monumenti d Pompeo Geme di Pompeo - Pretefe Jlatue di Mario


in

Grecia
. . .

di

Cicerone

l_ie arti del difeano che in Grecia foftenerf


.

non poteano
ove
le la

in Stato
ti ,

delle e ardel dilc gno

tempi

infelici

per quelle altre volte floridiflme contrade

inRoma

vennero
t

a cercare ricovero e vita in

Roma

gioven-

non

folo col greco linguaggio

apprendea

dottrine de'

Tom.U.

Q^q

gre-

506
greci filofofi
LIB. XI.

Stop. lA
,

dell'Arte greca
eziandio nelle
arti di

ma

ne

CAP.I.

Dicemmo

quella naziogi altrove (a) che Paolo Emilio avea fcelti a

iftruivaf

maeftri de'

fiioi figliuoli ( fra'

quali v'era

il

giovane Scipione

degli flatuarj
Prima Jei triBmviraco.

dei pittori
fi

^-

I-

Nulla

dir dell'arte che vi fior ne' primi fecoli


e fotto
alla
i

^^y^^ repubblica,
arte etrufca
,

re, poich
,

efla

appartiene

all'

anzich

greca

ne abbiamo altronde par-

lato abbaftanza al

Capo

IV. del Libro Vili.


di

Cominceremo
,
.

dai

tempi che precederono


i

poco

il

primo triumvirato

ram-

Teftc...

mentandone conofciuti o i fuppofti lavori E primieramente feguendo qui la ricevuta opinione 2. jT. dovrei rammentare come lavori di quello tempo le tefte di Scipione
,

ed un pretefo feudo o clipeo d'argento nel mufeo del


,

re di Francia

in cui vuoili vedere


(b)
.

efprefTa la continenza di

quell'eroe

romano
Quella

Di

tali telle

io pubblicai {a) quella di del


fig.

una gemma

efiflente

in

Roma
la

nel

mufeo

principe di

Piombino
gliofi la

di bafalte

verdognolo nel palazzo Rofpi,

pi bella e

pi celebre
,

ed efendo

fiata

tro-

vata nelle ruine dell'antico Literno

ov'era la villa di Scipio-

ne
(a) Qui zv^nnpag.
1

Se.

biga

(b) Riguardo alia fpofa di Alludo principe de'Celtiberi in Ifpagna , di cui parla Livio l. 26. c.^y.n.^o. o Indibile , come lo chia,

un delfino che probabilmenpolfanza marittima di MafTiniifa, o almeno il fuo domnio fui lido del mare
,

v' incifo

te indica la

africano
i

come
.

il

cavai
la

marino

nella

gemma
Po.'fiedc

ma

Valerio Maffimo /. 4.. c.j. n.r. Gli Editori Milanefi facevano dire al ncftro Autore , ri-

dell'Agortin

Per

Iteffa

ragione vcggonfi
.

delfini fulle

monete firaculane

guardo a Sofonsba fpofa d Majftnijfa


per aver occafione
.

forf

d' intrudere in nota quanto /Icjjue colla tefta ,, Una gemma incifa di Mallniifa fu pubblicata da Antonio Agofiini Gemme ant. figur. num. 66. , il quale fa pur rnenzione d'una rarilfuna corniola della dattilioteca Barberini [ di moderno lavoro , come fi conofce anche dai zolfi ] , in cui intagliato lo fleflo re con tre fuoi figliuoli Un' altra ne abbiamo noi pubblicata alla pag. lyz. affai pi pregevole , perch unita a quella di Mafilnifia v' la tefia , o i' profilo almeno di Sofonisba , che pu darci un' idea della belt s rinomata di quella reg'.ia Ivi fono le medefme lettere puniche che in quella dell' Agoftini , i medefimi tratti , e lo rtelTb
. .

quefta gemma , eh' un'onice a due color di lavoro finiflmo , il eh. fignor abate Bianconi fegretaro perpetuo della reale Aci'ademia delle Belle Arti eretta in quella citt con fovrana munificenza L'ovale foggiunta al difegno ne moftra la vera grandezza ,, Ne l'una, ne l'altra di quelle gemme rapprefenta MafTi. .

nilTa

di

cui

abbiamo

il

ficuro ritratto nella

pittura, che defcriver qui apprefio , ove ha poca barba , e pochi capelli come mori , e E quanta difne ha pure il colore olivaftro ferenza non v' anche fra di cde ? Quella dcIl'Agoftini potrebbe cffcre un Marte etrufco . Qualunque fia il foggetto di quella del fignor Bianconi , non fi ometter di darne la figura in appreflb
. .

elmo

le

non che in quefto

ii

vece d'una

(a)

Monum,

anc. intd.

num. 176.

PRESSO
ne
il

Romani
,

ec.
e a dare
il

207

feniore, ha fervico a riconofcere


,

nomea"^
(a)
(b)

tutte le altre
l'altra nel

una

delle quali vedefi nel

mufeo Capitolino
villa
il

^^^" ^^
,

palazzo Barberini, la terza nella


di
,

Albani

GAP.
,

I.

la

quarta trovali nel palazzo

Sua Altezza

fignor prin-

cipe ereditario Carlo di Brunfvic


e la quinta di
elTa

da elTo acquiftata a

Roma

pure

bronzo vedefi nel mufeo Ercolanenfe , ed ha come le fummentovate , un taglio in croce fui
,

cranio per indicarne la ferita

gnato
ne
(e)

fulla
.

ftampa pubblicatane

febbene non vedafi quello fen avvertito nella fpiegazio,

Finalmente v' un infigne fomigliante alla detta gemma (d)


rafe
,

cammeo
.

di

milord Forbich

Tali tefte altres fon tutte


{a) tutt'
,

il

che
il

ci

fli

ricordare delle parole di Plinio


raderfi
inftituit

fecongiorni
Ce-

do
fu

primo che introdulTe l'ufo di Scipione frmus omnium radi quotiate


cui
,

Africanus

[equens, dicendo dello ftelTo Africano


.

qui notifi che la voce fequens indica chiaramente Il fecondo onde la omife il Fabri [b) , che voleva , in quella ravv.fare Scipione Africano il feniore , a cui difFatti apparteneva la villa di Literno Plinio us pur altrove (e) h voce
. :

quens;

ma

lbras XKxn.. argenti Afncanus feqnens luredi reliquit Dovea altronde fapere il Fabri che il pi vecchio degli Scipioni
,

al

riferir di

Livio

(r)

fo-

Jea portar lunghi capelli

Per tanto
del

in tutte le

dovremmo

riconofcere

l'effigie

mo

mentovate tefte fecondo anzich del pridalla ferita

non che nafce una


.

difficolt
ci

che

fu tutte
,

vedefi indicata

Del fecondo nulla

dicono

gli ftorici

che
ferva

QL*^ 2
antfi?cfvra'^r:rvi;o
Se foirc del feconrAfricano vi Vr^^^^^^^^ dovuto aggiuancre Emi'Zn l\.\ "'"^ P^^la, ferdfrLSdaTprro' .(B) Non rdbmiolia alle altre ed ha la
a''c''onofccle

t T^'

Monumenti
g.^mma

al

numero
Ivi

citato,

Par.,a.

^ "-/"^--fJ'del

aggiugne che poca , o "'""* lom-gl'anza ha con quefte terfe quella

mufeo
'

del re di Francia col


'^f

nome

^^ ' feo Pio-Clementino ' (e) Bronii d'Ercol. Tomo I. Tav ^o e j.o (D) Ho c'orretto e fupplito qufto patal grafo con ci . che d.cf XV^ink^elmanf.;^.
I

cicatrice al di fopra "della liffima, che daremo qui

fron^
apurefl-

uelh
J "^'^

V L m ^^"^

^ariette P/.rr. grav ^^- *^- ' ' ' ^^ "^ ^^' '"^'^'^ -'m" 'f '' "' Potrebbe eflere del primo di '^'^n ^^P^o "fnie Ma ( veda qui appreffo ;?. a.

^"^"""}

'^^^-

T"

^' "".^-.^^-fea sg-

g ^t.^/.T^^.-^t//,.

11^;

? '""^-Ft. Urf. n.^p. p.^g.

303
LIB.XI.

Storia dell'Arte greca


;

lerva a renderne ragione

laddove leggiamo del primo


alla battaglia

che

nel fuo diciottefimo


[o
il

CAP.

I.

Po

fu

anno mortalmente
,

contro Annibale pveC-

ferito

allorch falv la vita a fuo


(4)
.

padre generale del romano efercito


maraviglia
le

Non
dei

dee per far

non lappiamo noi


,

a quale
di

due attribuire
fapeafi pi
di-

quelle tefte (a)

le

gi

ai

tempi

Cicerone non

(a) Polyb. Hi. IO. pag. fjr. D. [ Svaniva fubito la dirt-olti Ce >k"i'iikclinanii avelie badare clic Politiio dice ferito il pa.lrc di Seipionc Africano maggiore , non lui Ikllo, allo clic qucfti in et di circa diccillett'anni lo fr.ttrallc dall' imminente pericolo di cllere opprcllo dai nemici Pojlqujm in diic pu:wn juum vidij]ct CUTI duobiis , cut criius c^u:'!ius ab ftojie circumventuin , dC gr.2vi edam vulture dffi\:T] ; come dice anclie Livio li/'. ZI cip.i S. n. .f.6., Dione Gallio prcllo Coftantino Portroqencta E.varpcj , pjg.600. in fini , e Val. Mailimo lib.^. cip. 4. n. 2. (a) Ora podiamo dire con lcurezza , clic
,
:

lancfi

nelli efpofizione delle citate

Tavole

pjg.ij.a. iianno portato pi avanti l'argomento , prctenJcnJo ricavare da Plinio , che ai tempi dell'Africano maggiore non li ii'alfc rader la barba ; ma quanto ci la fallo potr ve Icrfi dallo ilelfo Piinio , che ho citato
alla detta

pag. 1^4..
4.
,

iOi. ^. cap.

%. :p. ; e pei Aulo Gelilo cui tanno dire lo ftcllo , balla


,

leggerlo per vedete

che non

ta al

piopolito

non dicendo

altro le non che l'Afri.: ano minore cominci a raderli la barba prKna dei
,

qUarant'aiT.ii

che era

l'et

in cui folevano
;

sppartcngaiio al primo ; perocch egli ha la ftella fifonomia , lenza barba e lenza capelli nella pittura inedita del ninfeo Ercolancnle citata pi volte , in cui rapprelentato con Msllmilla , e Sofonisba , dopo che quclta ebbe prcfo il vdcno , fecondo Diodoro prello Coilantino Porfrogeneta Ex:erptj p.zSS. , Livio Uh. 30. cup. I 1 r.uri.i j. A quello non oftarebbc la dirtcolt dei lunghi capelli ; perciocch Icrivc Livio, che cos li portava allorch (i abbocc la prima volta con Malluiilla in Ifpagna Egli era allora nel tor dell'et fua , come dice lo lidio Livio , e avca circa vcntinov'anni ; poich ne avea circa diecifette , come ( detto o"! avanti , quando nell'anno di Roma 554. latv il padre fuo vicino al Po , e il abbocc con ^^al^^nii^a nell' anno ^46. Non improbabile , che palfato poi in Africa, ove l trattenne del tempo , forf per il gran caldo del pacfe , eominciallc
, .
.

e volenallora i nobili principiare a raderli do oller.ar bene il tello di GcUio pare che quello S.ipione non li ra Ielle la tella , perocch fcrive foltanto che li raJeva la barba : e Plinio non dice le li raJelle ogni giorno la barba , e la tella , oppure la barba lolaniente come pi probabile , s perche non portava tanto tempo , e s perch la ragion di mollezza , che poteva etlere nel rader la barba , non cadeva forf nei capelii L'argomento che il Fabri riciva dall'elfere /lata trovata in Literno la mentovata tella di bafalte , non pare tanto dilprezzabile , come vogliono i detti Accademici e il nollro Autore , dopo Gronovio certo che l egli aveva la fua villa , in cui pals tanto tempo , e pi probabilmente vi mor e vi fu fepolto , come !i ha la Livio //i. _jy. c^p.ff. num.s.y Strabene /i.j pjg.j^z., Seneca Epljl. US., e da altri certo almeno che la vi erano
, . , . .

llatue

monumenti

di

lui,

come

fa oller-

a.

raderli la tella

il

mento

e ci

almeno

nell'anno J49. , o anche prima , circndoli iti Da Pliqueli' anno avvelenata Sofonisba nio , fu cui l appoggia W'inkelmann pet attribuire le tefte al (econdo Africano , altro
.

vare lo ftell'o Livio ; ed ben probabile, che piuttollo volelTero averne dei ritratti anche gli abitanti di Literno , che s lungamente converlarono con lui , e dovcano crcdetfenc onorati , anzich dell'altro Scipione , di cui non fi fa che (a mai (lato in quel paefe , o
in quella villa
.

non

fi

rileva f

non

ch'cjli folTc

il

primo a

Ne abbiamo fondamento

di

ogni giorno ; e quello non toglie , che altri (ienli ralati prima di lui , ed in ifpecie l'Afiicano maggiore ; mentre ^'inkclnunn ftello ha notato fopra pug. 1J4.. j. ig. , che Marco Livio dov lafciare i legni di lutto , e
raderli
di meft7.ia
pelli

credere, che nella


fepoicri di Scipioni

IlelVa villa vi foller altri

facendoli radere , e tagliar ca, e barba , per conlglio del Senato ; il che tu nell'anno f4+. contemporaneamente a

Scipione

Gli cruditilllaii Accademici Erco-

gli Ac, come vorrebbero cademici , e molto meno del fecondo Africano Polfiamo anzi credere tutto il contrario , primieramente perch nelluno fcrittore dice tal cola ; ma dicono folo del primo Africano che vi folle (epolto , non mai dal fecondo ; come , le folle ftato veto , lo avrebbe detco almeno Strabene , il quale molto meglio
.

PRESSO
racconta che
a'

Romani

ec.
;

309
poich
di

difcernere la vera effigie di que' celebri uomini

egli
SciLIB. XI.

giorni Tuoi

era flato incifo


di
,

il

nome

GAP.

I.

pione fotto una Iktua equeftre

bronzo

tralportata dalla

Macedonia per ordine di Metello e con parecchie altre collocata in Campidoglio (a) Nello feudo poi io non credo in alcun modo che $. 3.
.

... e feudo il Scipione

vi

fi

rapprefenti la continenza di Scipione


,

ma

piuttofto vi

ravvifo Brifeide renduta ad Achille

e la riconciliazione di

quefto con
avrebbe rilevato

Agamennone
il

(a)

Ho

efpofLO nel

mio

Saggio full
alleAn-

pregio di Litctno col dirvi ftpolti aiJicnduc que' gran capitani , che coi primo foltanto e in fecondo luogo le tante
:

folc quarant'anni

dopo Scipione Barbato

trovate finora nel fepolcro della loro famiglia , e tra le altre quella del padre dello llello Africano minore , tanno credere , che ivi folle il luogo della comune loro fepoltura Le dette ifcrizioni pollono vederli riporifcrizioni
.

nelfa a qucfta cafa ve n'era un'altra , che conteneva le ceneri di una donna , dal cui nome fegnato nel coperchio fi rileva che era

tate nell'Antologia Romana Tom. yi.n.^p. anno i 7S0. pag. jSj- , Tom. VII. num. 4-^. anno 1 jS 1 .p.^jT-fcgg- , Tom. VIU. n.ji. num. ^2. pag. 240. , anno i 7II 2.pag.z+4. Tom. IX. n.ij. anno r7S ^. pii^i Sj.fegg. num. 28. pag. 227. Nel detto Tot,-!, fili,
,

Aulla Cornelia figlia di Cneo Cornelio Scipione Kpalo , o piurtofto moglie di un Ifpallo Fu tiov.ita in quefio fepolcto anche la teda giovanile incognita coronata di lauro, di cui lio parlato eziandio alla detta /j.j^.^o., ed ana piccola teda alta un pollice in terra coita , rapprcfentante un vecchio fenza caTutti qucfti monumenpelli , e fenza barba ti palleranno probabilmente ad ornare il Mu. .

24^. li dcfcrive la calfa fepolcralc di Sciche accennammo nel Tom. I. pione Barbato pag.^o. not.A. E(Ta , come fcrive il (ig. abate Vifconti , di peperino del pi compatto , ha la lunghezza di palmi dodici , l'altezza di
p.
,

feo Pio-Clementino . {a) ad Act. lib. 6. epift. r [ Il fcntimcnto di Cicerone ben diverlb da quefto , e da ci che gli fa dire Winkclmann qui avanti pag. 207. Egli dice anzi all'oppolto che l'effigie di Scipione Africano ( non dice per fc
.

fei

fafTo

larghezza di cinque La vilt del troppo ben compenfata dall'importanza della ifcrizione , che illuftra e la romana Roria , e l'antica geografia La mate,

e la

ria ftefla refta nobilitata dal


di fquilti

lavoro
.

una

calfa fcpolcrale

ornamenti abbellita fcmbra un bafamento

eilendo Piuttofto che


,

di

magnifi.a architettura , circondato da cornice a dentelli , e da un bel fregio lavorato a triglifi , che lafciano degli fpazj , ne" quali fono leggiadramente fcolpiti de'rofoni. Le arti , e il gufto greco fembra che di gi incomincialfero a fgombrare la romana rufticit e accufarebbero una et meno remota quando 1' ifc\izionc non ci facelTe conofcere , che appartiene al quinto fccolo di Roma , e che
,

il fecondo ) fi fapcva indubitatane nomina due ftatue , una erettagli da Attico , al quale fcrive , e l'altra pi antica , che fi conolce dic'cgli , per fua dall' atteggiamento , dall'abito , dall'anello , dalla fi(onomia Cicerone biafimava foltanto Metello perch avelTc errato nel mettere alla bafe d'una ftatu a eretta da lui a Scipione Africano , o a Scipione Nafica Serapione , che non troppo chiaro , un titolo , che non gli conveniva (a) Pu vcderfene la figura predo lo Spon Recherck. dcs antiq. & curiof. de la ville de Lyon , pag. tSi. , e Mifcell. erud. antiq. f-H. 4. pag. 7 j-2. , ove lo dice del pcfo di il.

primo mente,
il

libra

del

diametro

di

due piedi

due on-

trovato nel Rodano prelTo Avignone nel i6<;6. Fu pubblicato anche nel Silio Italieo dell'edizione di Drakenborchio al lib.i J. parimente in peperino , come fi e detto qui verf. z6S. , e f ne ^xdzncWAcad. des Inavanti pjg. ' /? . i#. , e trovata nello fcript. Tom. IX. Hift. p.rf2. fegg. Il iignor feilo fepolcro fin dal fecolo fcorfo ; ficcome abate Bracci Difsert.fopra un clip, vot.p. 67. pi antica della ifcrizione di Duillio , fia e 7 ;. crede che rapprefenti il fatto di Scioriginale , fia copia fecondo che dice MCinkel- pione , fenza darne nuove ragioni minn al luogo citato ; giacch qucfti fu cou il pi antico fra tutti i monumenti ferirti della romana antichit ; poich pi antica di quella di Lucio Scipione di lui figlio incifa

de

Mi

310
'

Storia del l' Arte greca


,

allegora

e nella Prefazione ai

Monumenti

antichi inediti le

ra-

LIB. XI.

gioni per cui fulle vetufte opere dell'arte


re piuttofto
i

dobbiamo
,

ricercagli av-

tratti della ftoria

eroica de' Greci

che

venimenti de'
Ai tempi del triumvirato
jT.

Romani

(a)

Ne' tempi antecedenti .,_^ -in ne Romani deltato un certo


4.
erali
,

prima

del triumvirato,
le arti
i

amore per
;

i-j'/-. de (jrecoflumi erano


,

ci

e teneanfi effe gi in
,

molto pregio

ma

ancor troppo femplici


artiiti vi

troppo poveri eran

elfi

perch
.

gli

trovaffero que'vantaggi che le fanno fiorire


alterarli l'uguaglianza
,

Quan-

do per venne ad

de'cittadini per la

preponderanza d'alcuni
repubblicano
,

a'

quali colla prepotenza, coi doni,

e colla magnificenza riufc di deprimere nella moltitudine lo


fpirito
,

ne nacque allora
la
il

il

triumvirato

cio
.

l'alleanza di tre

che

repubblica a loro talento reggeano

Nel primo triumvirato


l'impero fu
Siila
,

primo che govern difpoticamente


d'altri poffenti cit;

il

quale ad imitazione

tadini ereffe magnifici edifizj


ftruffe

a proprie fpefe
,

e poich

di-

Atene fede

delle arti (s)

egli

dichiarofl protettore

delle
Tempio
mefte ...
della

medefime
^.
.

in

Roma

jf.

Super quanto
ii'j-r
,

di
t-

Fortuna a Pre-

... concittadini

nell edihcare a

n-i rrenelte

grande aveano

fatto

mai

fuo
,

il

tempio della Fortuna

iut-

della cui magnificenza

avanzi, che tuttora fen

abbiamo ancora un argomento negli veggono. Era quello nella falita del
,

monte
ne
de
,

ove oggid Paleltrina


quale per molto

fabbricata colle

di

lui

rui-

la

meno

del tem.pio

medefimo

s'eften-

In quefto

monte
,

fcofcefo bens,
al

ma

dirupato con una


di fette ripiani

certa regolarit
le

fi

va

tempio per mezzo


fono

ampie piazze
,

de' quali foftenute

da lunghi muri di
,

pietre quadre

tranne
,

la inferiore di tutte
.

che formata di
nell'
fi

tegole incaftratevi

e ornata di nicchie

Nella prima e
,

ultima v'erano de' magnifici ferbatoj d'acqua


(a) Vegg. qui avanti alla/Ja^. 147.

che tuttora
2^7,

rico() Vcgg. qui avanti pag.

PRESSO
riconofcono
del tempio
,
.

Romani

Al quarto ripiano trovavafi


di cui ci reftato
,

311 primo veftibolo un gran pezzo della facciata "^'


il

ec.

-1

^^"

con mezze colonne e fulla piazza che v' davanti fi tiene Ivi nel pavimento ftava il rinomato ora il pubblico mercato mufaico, che prende perci il nome di Paleftrina da quefta
.

citt

feudo del principe Barberini

nel cui palazzo contiil

nua

a fervire di

pavimento
,

Quello palazzo occupa


propriamente
il

luogo

dell'ultimo ripiano

e ivi ergeali

tempio della

Fortuna
jf.

6.
il

Leggendo noi

in Plinio {a),
fiali

che
in

Siila fece ivi lavo- ...


,

mufaico

rare

primo mulaico che fatto

Italia

probabile
;

che

fofle

quefto quel medefimo che vi

s'

pofcia trovato
,

quei che lo credon opera de' tempi d'Adriano

non hanno
il

miglior fondamento di quel che n'abbia

la

fpiegazione da lo-

ro datane

Alcuni hanno creduto

di vedervi
;

rapprefentato

viaggio d'AleiTandro in Egitto (a)


prefia

ma

volendo fupporvi

es-

una

fi:oria

vera

perch non crederemo noi che


Su quello principio
{

Siila

abbiavi fatto effigiare un qualche avvenimento che lui rifguardafTe


te
,

anzich

cafi altrui

il

fig.

aba-

Bartheiemy

{h)

per ifpiegarlo pi facilmente


)

poich mol,

te cofe ivi

indicano l'Egitto

attribuillo

ad Adriano

clie ab-

bia voluto con una pittura eterna perpetuare la

memoria
,

del
al-

fuo viaggio in quel regno


trove
s'

Ma

giacch gli

artifii

come

dimoftrato

generalmente non ricercavano foggetto

fuori del circolo mitologico che termina col ritorno d'Ulifle


in

Itaca

non potremo noi qui

ravvifare

un qualche

tratto

favolofo o prefo da

Omero

Allora
;

potremmo

fcorgervi

Mera-

nelao ed Elena andati in Egitto

con ci renderebbefi

gione
(d) Uh. ^6. cap. zf.ficl. 64. (a) Nella ftampa datane nell'anno 1711. in
la mofaiq. de Paiejlr. Acad. des Infcript. Tom. Mm.p.foi. [ Alla pag.so4. porta le varie opinioai degli altri

grandeii) ExpUc.^de

XXX.

che Io lianno voluto fpiegarc , fra quali Cono il P. Kiichcro Lt(r. vetus & ov. , ove ne non poco fcord la ftampa pag. 1 1 retta , e Ciampini yec, monum. Tom. 1. Tabulu jO, pag. ti,
i

Mi

312
gione
IIB. XI.
di

Storia del l Arte greca


molte cofe che veggonfi nel mufaico
l'
.

Menelao

efTer

potrebbe

eroe che beve ad un corno

e la figura mulie,

GAP.

I.

bre che moftra d'avervi verfato qualche liquore


tavia nelle

e tiene tut-

mani

il
)
,

finitolo

vafo che qui


,

non

ftato

finora
il

ben riconofciuto
nepente
,

farebbe Polidanna

che

gli

d a bere

come

prefTo

Omero
il

dato avealo dianzi ad Elena (a).

Per meglio intendere


dia d'Euripide.

tutto
lui

bacerebbe

riportarfi alla trage-

Secondo

Elena non rapita da Paride,


,

non refla al drudo che un' immagine formata d'aria. Menelao dopo la prefa fpinto da una procella al Faro d'Egitto, ivi trova di Troja amata e richieda in ifpofa da Teoclimene figliuofua moglie
trafportata in Egitto

ma

da Giunone

lo di Proteo

re d'Egitto

1
,

due conforti meditano

di fug-

gire

e per meglio riufcirvi


fi

Menelao fconofciuto

in
la

quel

paefe

finge un meflb

che venga a portare ad Elena


.

nuo-

va del naufragio e della morte di fuo marito


Sembiante d'acconfentire
alle inchiefte di
le
,

Efia allora fa
;

Teoclimene
che
,

ma

pri-

ma
ai

vuole dal re una nave per fare


,

efequie a Menelao in
le

mare

dicendo

efTer

coftume de' Greci

fpofe rendano

mariti gli ultimi onori in quel luogo


efl

e fu

quel letto in

cui cefTaron
il

di vivere {b)

Il

re lieto l'accorda, e
il

mentre

tutto apprefta

per celebrare
,

matrimonio con pompa


.

Elena parte con Menelao


jT.

n pi ritorna

7.

Ci premelTo rendefi ragione della


letto chiefto

cafia quadrilun,

ga por-tata da quattro perfone a foggia d'un 'cataletto


f

e for-

indica
.

il

da Elena come neceflario


la

a tal riin-

to

EiTa

pu
e

ravvifarfi in quella figura

muliebre che fiede

nanzi a loro. Ivi purvedefi fulla fponda

nave
,

In coloro
raffigurarfi
s'

che beono

che fuonano fotto

una pergola
{e)
.

pofibno

preparativi delle felte nuziali

Finora non

anco(^)
C^)

OJyCs.

/ih.

4. verf.

Eunp. in ReUn.

verf.

228. 1263.

ikd.

quefta di

Winkelmann pare

verf.i4fi. [Era tutte le opinioni, la pi mlufliltcn-

PRESSO
ancora faputo fpiegare
il

Romani
,

E e.

313
^'

lignificato della parola pofta fotte

2ATP02
felini

preflTo

una Incerta
(a)
,

perch mancano alcuni de'fafIvi


fi

che

la

componevano

dee leggere

nHXTAIOS,
una mifura
,

^^^

che* r aggettivo di

7rixo<;
;

voce che

fignifica
:

d'un palmo e mezzo


Incerta d'un

onde dee
;

leggerfi

Tao'po? y)t;^u/'o5
la

palmo

mezzo
.

tale

appunto

lunghezza

dell'animale qui efprenb


jT.

8.

Quello mufaico non

certamente de' pi
altro

fini

anzi

pel lavoro

molto inferiore ad un

pi piccolo efiften-

te nel palazzo Barberini in

Roma

e trovato in

un pavimenrapita: nelle
,

to del medefimo tempio


la parte

Ivi rapprefental

Europa

fuperiore veggonli alla fponda del mare

fue

com-

pagne

sbigottite e dolenti col di lei padre


(a)
.

Agenore

che fpa-

ventato v'accorre
ri",

a.

Il

traoiantafnento

cos polliamo chiamarlo


alla

Ani

favorite

dell arte

greca

m Roma

molto debbe

pompa

prmcipal-

mente
vati
,

nelle fabbriche,
le

anche per abitazione di cittadini pri-

quali in pochi anni a tanta magnificenza crebbero

che

la cala di

Lepido

( il

quale fu confole l'anno

dopo

la

morte

di Siila) confiderata allora per la pi bella di

Roma,

dopo trentacinqu'anni meritava appena il centefimo luogo {h) Or. ficcome le antiche abitazioni non aveano che un piano folo e ficcome fcrive Varrone e vedefi tuttavia nelle mine di Pompeja rinchiudeano un fol cortile, detto da' Romani
,

cavjidhim

e da'

Greci c/A

(b)

eflendo quelle pofcia ftate


gamcnto
Si
ci

al-

Toin. l.
te. La figura, che d a bere, tiene un lungo ramo di palma , o d'altra pianta , nella niar.o (Iniftra Il Tuppolto cataletto una mcnfa con fopra un candeliere accefo , che portano quattro perfone , ufecndo da un tempio , ove fono facerdoti coronati di frondi, e con varj ftrumcnti Accanto vi un cane , o fcimia , fopra una bafe , che forf vi fla per idolo . certamente difficile a fpiegarli il foggecco di quefto mufaico. Ci che pare ficuro , che vi ( rapprcfentino delle fIle, una eaccia , cuna pefca , fatte forf da qualcuno dei Tolomei in occalionc dell'alia.

P. r del Nilo, e

zate
di

fono trovati in

altri

qualche fua vittoria pavimenti dei mufai.

delle cofc egiziane prelTo a poco fillio gufto Forf gli antichi Romani guardavano per ornati le cofe dell'Egitto , come noi le cole della Cina V. Lib.XlI. CI. ./i. io) ^3iix.\\t\. loc.cic.pag.s^f. (a) Ne da la Itampa in rame Ciampini toc. cit. Tah. jg. pag. S z. , e l'Enciclopedia . (A) VYm. tic>.'^6. cap. i y.fecl. zx.^. 4. (b) Pu vederli il traduttor fiorentino dei Caratteri di Tcoirafto , cap. iH. Tom, iil. pag. z.-i-j. not. 2,

con

ftelTo

514 zateapi
LIB.-XI.

Storia del l' Arte greca


ripiani, foftenute da molte colonne, ed eflefe
di
,

CAP.

lungo ordine
d'artili

I.

con camere che magnificamente fi ornavano necefTariamente efler vi doveano in Roma parecchie centinaja
d'ogni maniera
.

Qiiindi s'intende

come
e

la cafa* di

Clodio coflar potefTe quattordici milioni


fefterzj
. .
.

ottocento mila

(a)

mente
Giulio

principailetto

jj". t-

IO.
f

Uno
.

de' pi magnifici fra


.

cittadini
,

romani
incife

fu

Giu-

,-^

Ccfa-iio

Celare, quanto avido della


Ei fece grandi

pompa

altrettanto

amante
,

delle arti

collezioni di
,

gemme

di

fi,

gure
e

in

avorio e in bronzo
al

e di quadri d'antichi pittori (a)

impieg
i

mare
to
.

tempo ftefl^o gli artifti allora viventi per forgran monumenti che erefTe nel fecondo fuo confolain

Edificar fece

Roma
,

il

magnifico fuo foro


l'Italia

e fontuo-

fifime fabbriche elev a

proprie fpefe per

tutta, nelle
(b)
.

Gallie

nelle

Spagne

e nella

Grecia medefima

Fra le
e a rifar

colonie deflinate a ripopolare le abbandonate citt

(a) ibid . 2. [ 570000. feudi romani (a) Suctonio nella di lui vita , cap. 4.7. (b) Avremmo un bel monumento, e che ci darebbe un' idea pi vantag!;iofa dell'arte a qucfli tempi, f potelTimo credere , che la celebre ftatua della galleria Granducale a Firenze , detta volgarmente L Arrotino , perch rapprelenta un uomo, che inginocchiato per terra Ila in atto di arrotare un coltello fopra una cote , forte ftata eretta al ba-biere di Giulio Cefare , per avere fcoperta la congiura or_

dita contro di lui da Achilia , e Potino , di cui parla Plutarco nella vita di quell' imperatore ,_p.7J' B. op. Tom. 1. Pare che a que-

opinione inclini il lgnor Lanzi nella tante volte citata dcfcrizionc di quella galleria ,
lla

pag. IJ4., (uppofto chea coPaii foiTe fatta alzare una (tatua dal fuo padrone, o in Alexandria , ove accadde il fatto , o in Roma , io non creder mai che folfe quella , Eon permettendolo lo ftile della f :ultu-a che di migliori tempi e non (apcndovi trovare il minimo indizio che polfa alludere a quel fatto , o alla perfona del barbiere La figura coi muftacci , e qualche fiocchetto di barba qui deve indicare un barbaro di nazione , e di coflumi il folo panno gettato trafcuratamentc fui deflro omero proprio d'uomo , che Tuoi effere fpedito per accingerfi a qualche opcrazioue j e l'aria fevera , e truce del volto
i.t.
, . ,
;

cap.

Ma

d'un manigoldo Come pofTono convenire tali cofe al barbiere d'un principe romano ? Se al dir di Plutarco egli fcopr quella congiura in occafione di un pubblico convito , al quale craprefente , e forfj miniftrava , cfploiando ci che fi diceva da quello e da quello , che convenienza vi farebbe fiata di rapprefentarlo nella efpredone anzidetta , inginocchiato per tetra in atto di arrotare un coltello Io non fo dipaitirmi dall'opinione di Lionardo Agoftini , riportata da Gronovio Thefuur. attiq. grLC. Tom. il. Tab. S6. , e feguira da 'Winkcimann nei Mon. ant. incd. Par.I. cap. ly. n. 4.2-pag fO., di riconofcervi cio quello Scita , cui Apollo ordin di fcorticar Marfia e che a^partenelfe al un gruppo ; giacch dalle varie llatue , che fi hanno di MarHa appefo all'albero , una delle quah in polliamo villa Medici , due in villa Albani arguire , che un tal gruppo folTe ripetuto , ma e molto celebre . In rale atteggiamento per velito , fi vede quello barbaro nel bafforilicvo , che illuftra Winkehnann al luo"o
. , , , ,

citato

e in un altro efprello nella parte la, terale di un farcofago collocato f tto il portico della chiefa di s. Paolo fuor delle mura .

La moda

della tefta , che il fignor Lanzi crede atteggiata a timore , epr pria d'un efploratore ,\- quella di guardar Marlia in un'aria mifta quali di piacere , e di barbata fierezza

PRESSO
far le diftrutte
fiie
,

Romani

E c.

31J
Corinto dalle
=

una mandonne a

far riforgere

ruine

nella qual occafone molti antichi

monumenti
citt

LIB. XI.

fu-

CAP.

I.

rono

direpolti (a). Forf a quell'epoca riferirfi deve


di

una gran-

de e bella Itatua

Nettuno difotterrata nella


,

medefima

alcuni anni addietro

appi della quale evvi un delfino con


:

quella ifcrizione fui capo


.

AIKINIOG n nPEICKOC
IPYC
da cui
rilevafi
. .

elTere ftata eretta quella flatua


:

da P. Licinio

Prifco facerdote

fi il

vede che

la

forma
,

delle lettere di

que' tempi

Talvolta
,

nome

della perfana

che ha

fatta er.

gere la ilatua
jf.

trovafi unito a quello dell'artifta (a)


tutte le

ir.
i

Romani da
,

contrade in cui aveano fogle vittorie di


,

Efcrcltate fu-

tono

inRom
li-

gettati
T-,

Greci
,

principalmente per
^
P
,

Lucullo
,

di

da'

greci

Pompeo
liberti
,

...

,,.

berti...

e d

Augulto

fra g

innumerevoli prigionieri
artifti
,

tras-

portarono a

Roma

eziandio molti

quali efi!endo fatti

continuavano ad efercitare

le

arti

loro

(b)

Uno

di

quelli fu l'autore dell'impareggiabile

tefla

d'Ercole efiftente

nel

mufeo Strozzi
,

Roma

(e)

Ei chiamavafi

Gnajo, o Gneo

nome romano
gli la

probabilmente avuto da colui che data aveae forf dallo llefl^o

libert

Pompeo

che talora vien


in-

Rr
come
vi
,

to da fcorticare , bench lo neghi fenza rigionc il medefimo ; ne e tanto diflimile a fcritta quello degli anzidetti , ed altri monumenti , ove pare che deferiva quefta ftatua Furtim Cos intendo di efduderc anche l'opmionc autem ( Marfyas ) intuctur hunc barbarum , di quelli , che nella ftclTa ftatua vogliono efqui in pfum gladii aciem amie. Vides enim figiato colui , il quale fcopri la congiura di utique ut manus ejus coti.b ferro irztenufunc, Catilina , o quella dei figli di Bruto , o quelutque in Marfyam gtaucis cerribUher intue- la de' Fifoni contro Nerone ; di cui pollono tur ocuUs , coma arreca agrefti , i^ fqualU- vcderfi le congetture del Goti Mi.J. F.'orent. da . Rubar in gena ejus autcrn cidem paran- ScatUA , Tab. figura , pf. pG. , ove ne da la r f^ , ut ego puto : fuperciUumque oculo in- data anche daGronovio l.cit. , e da Maftei cumbit ad_ iram compofitum , atQue animo Raccolta di ftatue , Tav.41. quem.dam induit affcclum Quin etiam ringi(a) Ved. Tom.I.pag. zj. . /. turfvum quiddam fuper iis , qui patrare pa(ji) Orvil. Animadv. in Ckarit. lib.z, e, /. rat: nec an pn gaudio id faciat , an iniume- pag. iSS.Tom.I. fcente ad jugualionem animo, fatis fcio Il (b) Vedali qui ivunt'i pag. 7' fig_ coltello non ccrramentc da far barba , co(e) Stofch Pierr. gravai. 23. , Goti Dame ne conviene ilCgnor Lanzi , ma appun- iyliotheca Smitkiana j Tom. l.Tab. 23.
Io e

come

guarda la figura nei detti balTrilielo guardava in una pittura deda Filoftraro giuniore icon. z.p.Sj.,
:

3x6
L13. XI.

Storia del l' Arte greca


a quefti

indicato col femplice

me
gno

prenome di Gneo il tempi fu Agatangelo


,

Altro incifor
cui

di

gem-

nome
.

trovafi inta-

gliato fu una corniola bellidma rapprefentante


,

Pompeo Ma,

Alcamenb il chiamofl Quinto cui nome leggefi fu un baflo-rilievo (b) Lollio prendendo quefti nomi dal fuo padrone, che era forPi celebre f il rinomato Lollio contemporaneo d'Augufto ancora fu Evandro (a) fcultore ateniefe che and in Aleflandella quale gi s' parlato altrove (a)
,
.

dria col triumviro Marc' Antonio

e fu

dal

mentovato Au(b)
;

gullo condotto a

Roma
la

con

altri

prigionieri
di

a lui

fu
di

ingiunto di rifare

tetta

ad una Diana
fui

Timoteo coevo
(e)
.

Scopa polla nel tempio d'Apollo


...ctaloran'"'

Palatino

i^-

onui*.^'!

citalTero

^ erano gi ma ivi in Roma


, ,

foli

greci liberti che l'arte eferi

pur concorfero
diilinfero

pi valenti

artifti

della Grecia
11

fra

quali

fi

Arcesilao

e Pasitele (d)
,

primo

fu

uno
opere

degli amici del famofo Lucullo

ed

fuoi

modelli tanto erano pregiati, che pagavanfi dagli


pi che
le

artefici ftefii

finite degli
,

altri artefici

Lavor

egli

per

Giulio Cefare una Venere

che fugli levata dalle mani (e)

avanti che dato le avelTe l'ultimo


orisi'iario della

compimento

(i)

Pasitele

Magna Grecia, ottenne p e'


(d)
:

fuoi talenti la cit-

tadinanza di
baffi-rilievi
,

Roma
o

egli occupavafi principalmente a far in argento


.

a cifellare
l'effigie

Fra

le

opere fue ram-

menta Cicerone
prefentato
,

del celebre
la fua

qual lo vide

comico Q^Rofcio, rapcircondato da un fernutrice


,

pente (0

Famofa

era la fua ftatua di

Giove

in avorio (/}

fom-

Xa) Qui avnpag. 25. (b) Veg". qui avanti pag. 14.4.. ^. f. (fl) Hor. lib. I. ferm. ^. vcrf.^'t. (i) V. Schol. Horat. loc. cu. (e) VYm.Hb.i6.cap.s-fcli-4- ' (</) idem lb. ^s- ";> ' 2. feci. 4SPlinio /. cu. (e) Per la fretta di dedicarla (0 Affai vaga fu una leonclTa di marmo del nominato ArcefiUo , poffcduta da M. Var.

Plin. Hh. ?ff. cap. j. fen. 4- S- K?- Le rone ftavano gvuocando alrintorno var) alati Amo.

rini

alcuni

,le'

quali

legata

tencvanla

al-

foizavano a bere aH un corno , altri le mettevano i cahari ai piedi: e tutte quelle ^3"^= t^^ "" a'^ ^^ '=^^" "^^'^ (d) Vedi qui avanti pag. 22;.
tri la

(f)

De

divm.

lib. i. cap.

6.
*

(/") Plio. Ub.

36. cap. j. fcit. 4-

'

puEsso
e
i

I
i

Roma TU
cinque
libri
.

e e.

317
lui fcritti fu tutti
=

fommamente
lavori
^.

pregiavanl
allor
,

da

dell'arte

conofciuti (i)

LIB. XI.

13.

Vivcano

cred'io, a quefti tempi e vennero a Ro-

CAP.

I.

ma

due

ftatuarj atcniefi

Critone

Nicolao

il

nome

de'quali

trovafi cos iiicifo fui caneftro pofto in

capo ad una Cariatide

maggiore

delia

grandezza naturale

KPITHN KAI NIK0AA02 A0HNA1OI EnOI OTN (a)


QLiefta Gariatitle
,

con un'altra
1766.
di

limile e col torfo d'una terin


s.

za (b)

fcoperta fu nel

una vigna

di

cafa Strozzi

circa due miglia fuori

porta

Scbaftiano full'antica via

Appia non
quel CrafTo

lungi
s

dal

fepolcro di Cecilia Metella


le

moglie di
erano de'

rinomato per
lati di

fue ricchezze
,

EfTendo tale

flrada fparfi dai due


giardini
,

fepolcri
,

ai

quali uniti

e delle piccole ville

come polliamo argomentare


fepolcro di Erode Attico
,

dall' ifcrizione

appartenente

al

probabile che quelle Cariatidi in


tro

numero

di

quattro

in al-

numero
che

pari

fiano ftatefcolpite per

fiffatti edifizj

ad or-

nato e follegno
villa, e
ivi

di

qualche volta nella tomba, o nell'annelTa

fiano ftate lavorate.

dei tempi del triumvirato


cri

Or non pare che prima s'introducefTe la pompa de' fepole ftatue


;

abbelliti

con

limili Cariatidi

ornandoli quefti
lo rileviamo

dianzi colla femplice effigie del

morto

come

dalla ftatua d'Ennio collocata nel fepolcro degli Scipioni prelTo


la
{i) Piftelc fu eziandio eccellente nel forde' modelli in creta , Plin. lib. ^ j-. ci z.
(donio amico di Cicerone , De nat. deor. 1,2. e. ^4. n. SS. , e inventore d'una maravigliofa sfera aftronomica , rapprcfentante tutt' i moti celcftisi diurni che notturni del fole e dclla luna e dei pianeti. A quefti fi pu aggiugner Ledo , che celebre fi rendette nel cifellrc l'argento
.

mare
/?.".

4/.
,

6" /ib.

^6.

Ciip.

feci. 4. S-

2.

la

qual arte diceva


tuaria
ftinfc

egli ellcr la
,

madre

della fta.

della fcultura

e dell' intaglio

Si di-

pure a que' tempi Pofidonio non meno l'iin. /;A.^^. nella ftatuatia , che nel bulino eap. 1 z.JeB. } S- < 6" lib. ^4.. cap. S. feH.ip. . ?+. d' avvifo Francefco Giunio Calai. arch, &c. pag. 17 j. cflcr quefti lo fteffs Po.

?\m. 110.^. ci z.feB.jj.


.

(a) Critone e Nicolao atenie/ fecero (b) Ota tutte tre nella villa Albani

3i8
LiE. XI.
fi

Storia del l' Arte greca


(a)
.

= Ja medefiraa via
fo
fo

Cosi dal luogo,


poich
,

in sui trovate furono.


fiate

congettura che in quefto tempo fieno

fatte; e lo flef-

pur
che

s'inferifce dallo

file

le

tede hanno un

non

di

troppo molle
,

gentile

e le
;

forme ne fono foladdove


ne'

verchiamente ritondate
anteriori
lettere
... alcuni de quali reftarono tuttavia in
,

come mozze
forti
,

tempi
delle

ai

quali

non difconverrebbe

forf la
,

forma

tratti

erano pi

taglienti

e fignificanti in

jf.
-

eia

affatto abbandonate u^i^-rro i. comcche moito foller decadute per venuti

14.

Le

arti

per non erano


VI
.

Grea

^^

elTer

''"**

Roma
ti

Alcuni valenti artifti col trattenufurono dall'amor della patria fra i quali probabilmente annoverarfi dee Timomaco di Bifanzio (b) Plinio (e) nel dir
i
,
.

migliori maeftri

che viveva
ftinte
.

ai

tempi

di

Cefare non ce ne d notizie molto di-

Convien
;

dire per ch'ei folTe allora in et


i

molto

a-

vanzata
e

perciocch

due

di lui

quadri rapprefentanti Ajace

Medea , che lo fteiTo Cefare compr per ottanta talenti come dicemmo innanzi (d) e li colloc nel fuo tempio di
,

Venere, eran gi
di

ftati

da altra perfona goduti

(e)

Ai tempi

Pompeo

celebre era Zopiro cifellatore in argento


.

come

Pasitele

(a)

Non abbiamo

a vero

dire

certo argomen-

to per afferire ch'egli lavorale in Grecia anzich a

Roma
ci-

ma
ze
,

polliamo cos congetturarlo

Fra

le

opere

di

Zopiro

fellate in

argento vengono rammemorate da Plinio due tazdelle quali erano

in

una
il

rapprefentati gli Areopsgiti


al

nell'altra

giudizio d'Orefte

cofpetto dell'Areopago

Or

quell'ultima favola vedefi efprelTa fu una tazza d'argento la-

voraf/O Livio lb.^S. c.j/. num.r6. Vei. qui iVint pag. ^eS. n. A. , eTom.I.p. ^o.n a. (b) Nel Trattato preliminare , Cap. IV. pae. LXXXVl. diceva l'Autore aliai probabile che li folle ilabilito in Roma . Forf avr mutato parere in quella feconJa edi2one della Storia .
,

luogo di Plinio , n da altri che io fappia . Anii intuite le edizioni del detto fcrittore anteriori a quella d'Arduino, che ho vedute , li legg-: il pronome ei riti-rito a Cefare con cui viene a dire Plinio che per Cefare lavoralfe Timomaco que' due quadri Arduino lo cmcnJa fenza darne ragione
. .

(e) (d)
(e)

/ih.

' i-f^^-4-- 5- ?<' avanti pjg. zzS. Ci non fi ricava facilmente da quello

ss- "/'

^-''^

P''"- ''^^'- '^^li

Qui

fo

di cui

parlato al . /i.

^-fi^- SS-[ Lo ftef, e li veda alla

pag.zj.

PRESSO
vorata a baflb-rilievo
efillentc prefTo
il
,

che creder

fii^nor

519 pu quella di Zopiro,=== LIB. cardinale Nereo Gorfini e ficcofi


;

Romani

ec.

XI.

me

fu

trovata nel riattare


fia

il

porto

d'
,

Anzio

verofimile

che non

fiata lavorata

in

Roma

ma

da altrove e pro,

babilmente dalla Grecia portata in quel porto


cafo affondata
antichi {a)
,
.

ove

fiafi

Pu vederfene la figura ne' miei Monumenti ed ho ove ne ho fpiegata la rapprefentazione (a)


,

notato che per

la

forma avea della fomiglianza con quella


,

di

Neflore prefo

Omero
fi

poich

il

lavoro a rilievo
di

non
(b)

pro,

priamente
cui la
parti

fulla

coppa

coppa pone ,
s

ma
e f

fu

una fpecie

recipiente
:

ia

ne leva a piacimento
,

le

due

per ne fono
fi

ben commefl^e infieme

che a
.

men

di fas'in-

perlo non

difcerne la doppiezza della tazza


fia la

Quindi

tende ci che
d'

e^cp/^srcj (f/xAi

cio la doppia tazza

Omero
jf.

(e)

ij.

Sembra che Zopiro

e Pasitele
gli

fianfi

principal-

mente occupati a rapprefentare


logia e
fatto

avvenimenti della mito-

della ftoria eroica


,

e lo

fleifo

prima

di
{})
; :

loro avea

Mentore Argwmnta

come

rileviamo da Properzio

viagis funt Mentors addita formx.


flecit

At Myos exiguum
Ivi fotto

acanthus iter
il

nome
;
,

d'argomenti intende certamente


il

poeta

fimili

figure cifellate
fto paflx)
la

che pare non


fcrittori
il
,

fia

flato intefo
di

n in quefi

in altri

ove

fimili lavori

par-

(0

cos diflingue

lavoro
fiori
,

pi nobile dal pi volgare


fogliami
gli
altri
,

e facile,

che confilte
,

in

principalmente
;

negli ornati
volle dir
le
il

Mis fra poeta quando lod


nel che
(d)
.

diftingueafi
nell'

e ci

la

fua abilit

incidere

foglie dell'acanto

.(f.

t6.

01-

num. jji. (a) Vcggafi anche Tomo I.pae. 4.^0. (b) Vegg. Tom. I.pag. j6.co/. T. (e) Iciud. lb. zj. verf, 6t 6. (i) Iib. g. eleg. fi, verf. i ^. 14,
(a)

7.

Giiinio

1 3. verf.64- [ Ved. pici.vet. iib. ^. cap.i . . 6. p. 14.6. Cd' Plinio//*. ^^. cap.i i.ftc. jj. parla di amcndue qucfti cifcllatori Mentore , e Mis ,

(e)

Ovid. Met. Uh.

De

li

loda per

opere di figure

320

=====
LiE.xi.
Monumenti
temJ.J
.

Storia del l' Arte greca


i6.
pi^j^

jf.

Oltre
j-

jjj.

Q^

mentovata tazza che con verofimiglianza q^g^j tempi altre opere ci rerrano che Io
la
,
.

^^0 indubitabilmente
-^^

Tali ibno due flatue di re prigionie-

di queft

Campidoglio

fors'anche la creduta fatua di


.

Pom-

Statue di due re prigionie-

peo Magno nel palazzo Spada Le duc prime fono jf. 17.
e rapprelentano
r
'
,

belle fatue
,

di

marmo nero,
,

II...

due re

traci
,

di

que Traci medefimi


(a)

che
,

Scordifci chiamavanfi (a)

e che al riferir di Floro

fu-

ron
lui

flitti

prigionieri da
s

Marco

Licinio Lucullo fratello di co-

che fu

rinomato per

la fua

fplendidezza e prodigalit.
,

Inafprito egli per la replicata perfidia di que' popoli

fece
ii

ad ambi
mito
,

loro re m.ozzar
il

le

mani
,

ad uno

fin

fopra

go-

e all'altro fopra
(b)
,

poifo

quali

appunto fono nelle


degli fchiavi fui

fuddette ftatue

e quali

erano

le figure

mau(a) Abitavano full' Iftio , o Danubio Strabene lL 7. pag. 4.8 g. C. yu) lib. ^. cap. 4.. (b) Se Lucio Floro parlaffc cos chiara,

dofio

di

cui
,

fi

partet nel Libro

XJl. Ca-

po ni.

mente come lo fa parlare Winkelmann , dopo l'abate Francefco Valefio in una Diflcrta,

data in rame tra gli altri dal Bandurio Imper. oreic. Tom. il. par. 4.. Tubuia r S. pag. j8 f. Ma quefti fono foldati , o perfone private Il re , e le perfone principali , che fi vedono fu carri di trionfo nella
. 7.
.

zionc particolare inferita nei Suggi di dijfen. aell'Acccid. di Cortona , Tom. I. n.X.p.i Of.
S^sg.
.

Tavola

5.

e 6.

hanno

abiti affatto diverfi

non vi farebbe pi dubbio intorno al , joggetto delle dette due ftatue Ma culi par- tazione latina , per altro cruditidma , vuol la in maniera da farci credere tutto 1' oppoprovare che quelle ftatue rapprefentino Sifafto Non dice die folfcro fatti fchiavi due re ce , e Giugurta , re numidi , come gi notamdi que'popoli traci, ne che fodero a uno tamo alla prefazione del noftro Autore nel Togliate le mani , all'altro le braccia Scrive mo 1. pag. xxvij. not. a. Egli equivoca primiefoltanto che i Romani nella guerra contro di ramente nel dire che fiano di baflte , menloro non trovarono pena pi fenlbile per at- tre fono di bigio morato In fecondo luogo terrirli , che di tagliar le mani a quanti prila qualit dcilu vefte e del manto grande e gionieri ne facevano , rimandandoli poi cos con quei pefante ornato di larghe frangie a vivere infelicemente nei proprj paef Ep- calzari , o piuttofto ftivali , anch'efl grandi pure le ftatue rapprcfcntano perfone reali , e pefanti , non conveiiono a! dima caldifcome ( conofcc dal diadema , e da una certa fimo della Numidia ; ficcorae neppur la bardignit della perfona Cade pertanto il fon- ba , e i capelli , che in quelle parti hanno damento principale di qucfta opinione A ci corti , e ricciutelli , come fi veggono a Mafil aggiunga , che la faccia ferena del volto di lnilfa, di cui parlammo qui avanti pa^. !o6. quelle fiourc non d verun indizio di aver no:. B. , e ad un butto di Annibale in marmo fofFerto hmil tormento ; e il taglio delle maefiftcnte in cafa R.enzi nella Terra di s. Mani per upa , e delle braccia fin fopra il goria nel regno di Napoli , trovato nelle ruinc mito per l'altra a conlderarlo da vicino non dell'antica Capua , e dato in rame con un pu far credere , che (ia ftato fatto per indi- lungo ragionamento per illuftrarlo dal fignor care un caftigo La forma dell'abito di quel- Giufeppe Daniele in Napoli nell'anno 1781. la , che daremo in tire di qucfto Tomo, TaLe congetture poi , che quefto dotto prelato vola Vili. , lalfomiglia alle figure di due Tra- ricava rial la ftoria , non hanno alcun fodo ci , o Sciti prigionieri fcolpiti fu quella pat- fondamento ,
. . . , , .
.

crederei meglio provata l'opinione di monlignor Brafchi , che in una lunga differ-

Non

te della

colonna trionfale dcli'impcrator Tco-

PRESSO
maufoleo del
re
colofTali preflo Sais

Romani
in Egitto (a)

ec.
,

321
Cosi CarLIB. XI.

Ofimandue

e le >^enti flatue
(b)
.

rammentate da Erodoto
trovarono
,

GAP.

I.

taginefi mutilarono coloro che

fulle

due navi da

loro depredate nel porto

di Siracufa (e)

e cos puniva

Q^ Fa.

bio Mafllmo
$.
iS.

foldati

romani che difertavano

dalla Sicilia {d).


.
.

La

ftatua di
,

Pompeo

vien da alcuni tenuta per


al

e di

Pom-

peo

quella medefima
tro
,

che ftava nella Curia vicina

di lui
.

tea-

e preiTo la quale flato trucidato Gefare (a)


fu trovata nel fito

Quefta
fra

per non

ove quella ftava


de' fiori
(?)
,

poich v'

mezzo
ria (b)
;

a que' e

due luoghi

il

Campo
.

e la Cancella-

leggiamo

altres in

Suetonio

che Augufto avea-

la fatta trafportare

altrove (e)

Qualunque volta confider


veder

tale fiatua

mi

fa

maraviglia

il

Pompeo

interamente
,

ignudo,

colla fola clamide, cio rapprefentato all'eroica


a cui rendanfi gli onori divini
, ;

come un imperatore

il

che

dovea parere Urano ai Romani non eflendo die cittadino privato , e non credibile che
ta la flatua

flato
fiagli

Pompeo,
flata eret-

dopo morte
i

poich allora opprell o


.

diiperfi
,

erano

tutt'
,

fuoi partigiani

(^Kiefla

altres

farebbe
ai

mio

credere

la fola

flatua d'un cittadin


,

romano
poich
,

tempi della
l'infei

repubblica rapprefentato all'eroica

fecondo

gnamento

di Plinio
i

medefimo

ufo era bens preflo


;

Greci
fo-

di efi^giare ignudi

loro grandi uomini


S
(0
(e) s

ma

Romani

Tom. IL
(.a) Diod. Sic. Hi. r. . 4S.pag. f?. (o) /ih. 2. cap. i ^i. pug. i 66. [ Dice che era opinione dcgl" ignoranti , die cfle fofTero Itate rapprcfentatc lenza le mani , che egli avca vedute per terra cadute per l'antichit
.

leano

\ ed.

pag. ^7. not. a. uO Diod. lb.ir,. %.io^. pag.^gj.Tom.iI. \.d) Val. Mafs. lib. z. cap. 7. num.i i (a) Plutarco nella di lui vita pag.^jg. D. oper. Tom. 1, , e Suetonio parimenti nella di lui vita cap. 88. , e nella vita di Augafto cap. ^i. (b) Fu trovata re! vicolo dc'Leutari prefTo al palazzo dcila Cancellaria nel tempo di papa Giulio 111. , come narra Flaminio Vacca
1.

Tom.

in juguft. cap. 3t. La fece collocare dirimpetto alla Bafilica dello ilelTo Pompeo , che ftava ajcanta al teatro ; e vi conifponde a maraviglia il luogo ove fu trovata la flarua di Spada : onde poteva il NarJini Roma ant. lib. 6. eap.j. rcg. IX. pag. 2p2. argomentar quindi il luofa

era la detta Bafilica . Si crede , che cololTale del palazzo Farnefc nomirata nel Temo I. pag. ^22. , e l'altra, che prima ftava nel palazzo della Cancellaria , ed

go ove

Mula

ora nel Muleo Pio-Clcmentino , nominata pure alla pag.^i t. , fiano ftate troTatc nei dintorni del detto teatro ; coiicchc potrebbero confidcrart come opere di quel tempo , C
darci un' idea dello
ftile
.

Memorie

num. //.

322
klB.Xl.
sruerrieri
(a)

Stouta dell'Arte greca


.

^leano fetnpre rapprefentarli armati, principalmente f erano


CAP.
I.

jf.

19.

Pu quindi

nafcer dubbio f quella dcafi a ragio,

ne
la

la ftatua di

Pompeo

febbene a farla creder

tale

concorra
rarif-

fomiglianza del volto (a) tra quefb e alcune poche


.

fime medaglie che abbiamo di quel grand'uomo

Io

non
,

dif-

fimuler qui non trovarli nella ftatua un certo indizio

che

fecondo Plutarco
tre
,

(h)

dillingueva l'effigie di
ko'/ojj
,

Pompeo
.

dalle al-

cio la
,

voig-oXyi

r;

olila

capelli della fronte ripieIvi


i

gati in fu

quali portar folcali AlelTandro


,

capelli ca-

dongli fulla fronte

quali

fi

vedono

a Sello

fuo figliuolo fu
,

una
tura
ftiiS,

di lui

moneta

Mi pare quindi
di

ftrano che Spanhemio

ad-

ducendo una rara moneta


,

Pompeo

colla defcritta capigliako-

pretenda contro l'evidenza di vedervi 'rag-oXrP r^s


e quindi chiamila exfurgens capUitiiim
(r)

(i)

Gemme
fto

di Se-

(f.

Pompeo
figie

20.
del

Devc

fra

tempi annoverarfi lavori di quefti ^


1

l'ef-

mentovato Sefto Pompeo

fu
,

una belhllima corniocol

1 1

n^

la, di cui gi
la

parlammo

altrove (b)

nome

dell'artifta,

quale fu fcoperta a principio di quello fecolo non lungi


,

dal fepolcro di Cecilia Metella

legata in un
:

anello d'oro

che oltrepalTava

il

pefo d'un'oncia

e febbene la
flieffa
,

gemma
le
fi
.

lu-

cida e bella abbaftanza folTe per s

pur

voli

luto accrefcere del fuoco col fottoporvi una foglia d'oro

nome

del

poco noto

artifta

Agatangelo
,

che fecondo

la fua

etimologia fignifica lieto nunzio

polio in genitivo fecon-

do
rts tjl nhll velare; at cantra militaris thoracas addcre , lib.^ 4^ cap. S-fic. IO. [ Non per cofa rara trovarc gl'imperatori all'eroica. Di Augufto ve-

(a)

Gnca

(i)

Una
di

bella ftatua di

Pompeo

in

marmo

romana ac

bianco

grandezza maggiore

del naturale

vcdcfi nella magnifica villa di Caftellazzo fuori di Milano gu Arconati , ora Bufca . Efla

dafi al

Capo feguente

8. in fine

e di

Ca-

ligola al |. 32.

(a) Puvedetfcne la figura prelTo MafFei

Raccolta di flatue
(J>)
ili

Tav.izy. Pomp. oper. Tom. I.


,

pag. 60 .

D.
3.

V^eia.Tom.I.pag. ^fp. % (0 Depnft. & ufu num.

6. difscrt.

io.

lom.

pure rutta ignuda fuori del braccio finiftro che coperto da un panno , il quale dalla fiVi fu niftia (palla gli pende fino a terra quefta ftatua trafportata da Roma ; e in alcune parti elfcndo guafta , fu da mano moderna ralfcttata (b) Vegg. qui avanti ;ia?. zS.
.
.

II. pag. 6-j.

PRESSO
do
ci
il

Romani
,

ec.
leggendovifi
,

523

folito

ma
,

inufitata n' l'ortografia

ArAi

ANFSAOT
avanti
il

in

luogo

di

AFAGArrsAOT
s'

poich

greil

LIB. XI.

fooliono Icrivere due


r. E'

TV quando
la

ha a pronunziare

CAP.

I.

vero per che


;

medefima ortografia
addurne
in

trovali

non

di raro

ufata (a)

e poffo

prova
(

l'ifcrizione
,

del mufaico di Paleftrina ove leggefi


di quello
te

AYNS
come

lince

animale

nome
,

in

vece di
il

ATFS

fuole generalmen:

Icriverfi

eflendo
(b)
fi

equivalente a

rS

cos in un'anin

tica ifcrizione

trova
;

HANKFATIACTHC
vece di

luogo di

nAFKPATIACTHC
in

l'erudito Enrico Stefano ha veduto


a.yyi'hot; (e)
.

un antico codice
ivi
(i

fcritto ayyi}\os in

Che

rapprefenti Sello

za che ha la tella della


daglia d'oro del

Pompeo rilevafi gemma con quella


,

dalla fomiglian-

d'una rara mefi

intorno alla quale medefimo {d) MAG PIVS IMP ITER ( Magnus Piiis Impn-ator itenim rovefcio vi fono due piccole telle , delle quali una
gie del fuo padre
figlio coll'epigrafe
(

legge
,

e nel
l'effi-

Pompeo Magno
ora maritima,

e l'altra quella

d'un fuo S.G.

PR.EF CLAS. ET.

OR^

MARIT. EX
)
.

prtzfecus clajjs
fi

&

ex Senatus confdto
.

Quella
ha

medaglia
il

vende quaranta feudi

La

tefla della
,

gemma
come
;

mento

e le

gote coperte da una corta barba


fi

d'un

uomo
forf

che da molti giorni non

fofl^e

fatto radere

ed
.

qui

un indizio di afflizione per la morte del padre Cos Augullo (a) fi lafci per qualche tempo crefcere la barba dopo la fconfitta delle tre intere legioni comandate da Varo in

Germania
21.

Appartiene quella preziofa pietra

alla

duchefia

di Ligniville-Calabritco a
Jf.

Napoli
,

Sarebbe fuperfluo
r
r\
I

che io qui

facefi

menzione
,

Pretefc fta-

della pretela itatua di

11

Cajo Mario del mufeo Capitolino


S
s

P tue di Cajo le Mario.,.

2
,

nella
te.

(a) Henr. Steph. Parai, gramm. gnc/t pag.7.8.


(.6)

(<0 Pedrufi I Cefar. in oro

Tom.
23.

I,

Tav. i.num.

I. lui vita cap.

Falcon. Infir. at/cc. pag.

io.St.ioi.

(a) Suetonio nella di

(e) loc. de.

324
LIB.XI.

Storia dell'Arte greca


mufeo
fotto tal

nella defcrizione delle flatue di quello

nome

non
zione

fofle
(a)
i

fiata

pubblicata anche da Bottari nell'ultima edi,

GAP.

I.

Fabri

che altronde non molto fcrupolofo ad


,

imporre
quella
fcrigno

nomi

alle ftatue

nel fuo

commentario fopra
,

le

im-

magini degli uomini

illuftri

di Fulvio Orfini (b)


,

ofTerva che
ai
,

non pu rapprefentar Mario


,

poich tiene
di

piedi
e

che indizio di leaatore o


.

letterato

uno Mario

non

era n l'uno n l'altro

Su qual fondamento vogliali

in quella llatua ravvifare quello gran capitano io noi faprei,

poich

di

lui

non
le

ci rella

neflin'altra effigie

efTendo tutte

fuppolle e

falfe

monete che vanno


burbera

fotto

il

fuo

nome

foltanto fappiamo da Cicerone e da Plutarco

(e)

ch'egli ave-

va un'aria fevera
dato
fo
il il

Su quella fola notizia flato


teila incifa in
tefte di
,

nome

di

Mario ad una
,

una gemma

pref-

citato Orlni {d)

due

marmo
{e)

del palazzo Bar-

berini e della villa


grotti
... e di Cicc' rone
jf.
,

Lodovifi

e ad

una

ftatua della villa


.

Ne-

che vengono allegate da Bottari

22.

Cos fenza fondamento fu appoflo

il

nome
,

di Ci-

cerone ad un'altra flatua del mufeo medefimo


al

(a)

ad

ella

tempo

flefTo fu fatto

fuUa guancia un porro ben


)

vifbile

che

da' latini diceafi cicer ^{ cece


.

per alludere

al

nome
.

di

Cicerone

Quel che pi forprende


fulla bafe
il

flato incifo

con cui La nome dell' orator romano (i)


la franchezza

vera
menti a cui appoggiafi tale opiriionc Ognuno per ben vede quanto quefti fiano deboli
.

(a) (i)
(e)
(ti)

Muf.
in C.
eie.

Capc.

Tom,

iil.

Tav. JO.

num. SS. pag. } f,

Mario,

princ. op.

Tom.

I.p.jfa.

num. SS. (e) loc. cit. pag. 106. MifFci a) Nel palazzo dei Confcrvatori Raccolta diftatue , Tav. 2 1 ne d la figura (0 Avvi anche in Milano una ftatua aliai nota, detta volgarmente l'uomo di pietra , nella quale alcuni hanno ravvifato l'immagi.

ne

di

tdtf.

Cicerone pag. 1 ^j.

V. Gratiol.

De

prtcl._

Mei.

C. Maa cui con molta ragione poterono i Milanefi averla innalzata dopo quella vittoria , che al fiume Adige riporto fovra i Cimbri e furono quelle con. i Teutoni , per la quale trade liberate dall' imminente pericolo che loCoa una tonfura , olTa cororo fovraftava na ecdefiaftica , che una mano imperita vi

ed infuffiftenti
,

Alla fifonomia truce e fevera

fembra

la ftatua accoftarfi piuttofto a

rio

&

pare. 2.p.zg. z-jg.


veftita, e

Giulin. Memor. di Mil. La toga romana di cui


di quell'oratore
,
,

fece ai capelli
,

fi

un motto
al di

to

fi

legge

fopra del capo

fono

che fcriti fonda-

Adelmano uno degli arcivefcovi verfo la met del fccolo decimo .

pretefo di effigiare in cfla di Milano

PRESSO
vera di lui tefta col

Romani
,

ec.

32^
(a) reftaurata nel

nome
e nel

nel palazzo Mattei

nafo

mento elTer dovrebbe lavoro a un A queflo pare che non condi prefTo dello ftelfo tempo venga la forma delle lettere non troppo eleganti ma nelle che appopubbliche ifcrizioni abbiamo a diftinguer quelle fte furono ai monumenti da particolari artifti a tal uopo deftinati da quelle che gli fcultori medefmii non tanto pra,

LIB.XI.

nelle labbra

CAP.I.

tici
jT.

meeter folcano
23.

ai

proprj lavori

Di Lucio Bruto la pi bella tefta che v'abbia in Roma, , a parer mio, quella che poffede il fignor marchefe Rondanini Fra le tante col nome di Giulio Cefare, che adornan varj mufei non ve n' pur una che al fuo riQuindi che il tratto nelle medaglie interamente rafembri
.

fignor cardinale Alefandro Albani


,

foggetto de' pi periti

nell'antiquaria

dubita

clie
;

vere immagini di quell'imperatoe

re
llo

non

lanfi

confervate

vanamente
Merita

fi

pretende che
fia

il

bu-

pofTeduto dal fignor cardinale di Polignac ne


.

l'unica

e vera tratta dal naturale (a)

d'elTer qui
,

per ultimo
tefta-

notata la difpofizione di quella

dama romana
di

che in

mento obblig
glio (b)

il

fuo conforte ad ergere allo ftelTb impera-

tore una flatua d'oro del pefo


.

cento libre in Campido-

D'una pretefa

ftatua di

Clodio pi opportuna oc-

cafione avremo di ragionare in fine del


(a) d la fiampa in rame non troppo efatta Fulvio Orfini I-nag. iUajlr. num. 14.6., e il fignor abate Amaduzzi Monum. Matthij.

Capo

feguente

Ne

meo
do

Tom

iI.Tab. IO.

ir.

1.3.

tcfta

del

mufeo Ca-

"'"'^ ^ P"' ^^"* ^' qucft ; e u"i?Jr beUiflimo e di grandiffima diligeiwa il ca-

fignor principe Chigi bianco in fon pagato mille zecchisi , (a) Cabinet de Polignac (i) V. Lipf, /fl. li. j, (,s>. op. Tom. i.
del
di fardonica

pag. 2^2,

f;g)i/^i.na;'}y?g']V'"iu"^iCX?

Ca-

326
LiB. xr.

Storia dell'Arte greca


I

(^

w'ifcaKr"'

V,

"

'P'

"
I

.-

CAP.

II.

Capo

II.

Augii/lo Stato delle arti [otto g' imperatori Cincinnato i di Livia Supfofte ftatue
. .
. .

fmi monumenti

di Cleopatra

Sta
Co,'

tue d'Augufio
riatide

fiie tejle

e
.

gemme
. .

Teja d' Agrippa


di efsa

Opere d'architettura

irregolarit
.
.

Depra-

vazione del gujo - Monumenti d'Afnio


Tiberio non favor punto
.

e
.
.

di Vedo Pollione

le arti bafe a lui eretta fue teje Germanico Nocque pure alle arti Caligola Immagini di .fue teje ~ Claudio non avea gujo fila effgie Pretej gruppi d'Ar.
. . .

ria e Peto

di Papirio

fua madre

Stato delle ar-

vallando
rer
i

Roma

riconobbe un folo monarca, andarono

le

''

peucori!

arti a ftabilirfi

in efla
,

come
.

nel loro centro

e ivi concor-

migliori maeftri

poich rare occafioni

di lavorare
fiata del

fompar-

miniflrava loro la Grecia


tito

Atene

perch era

d'Antonio
,

fpogliata fu da Augufto di

moki

fuoi privie gli

legi {a) Ecrineti

e dal fuo dominio egli ne fottrafle gli Eretrj

bench
,

gli Ateniefi

ergefTero a quello imperail

tore un tempio
rico
{b)
,

di cui eflte tuttora

portale d'ordine dotrattati


,
.

furon pofcia con maggior clemenza

Verfo

la fine del di lui

regno tentarono

di follevarf

ma

furono

bentofto ridotti all'ubbidienza


^.
I.

Della decadenza dell'arte nelle citt greche fanno

teftinaonianza le

monete
,

e fingolarmente

quelle grandi
.

me-

daglie di bronzo
vafi

che chiamar
quali

fogliamo medaglioni

OlTer,

che quelle

feriori

pu

in

hanno intorno un'epigrafe greca infono alle altre che hanno l'ifcrizione latina e dirli generale che , f un raro medaglione romano vien pa,

le

gato jo. feudi


C<i)

un greco ne varrebbe appena


e,

dieci
jf .

2 Au.

Dio Cas.

lib,

S4-

7. p.

7//, Tom,

I.

(4)

Le Roy Le ruinis

, ce.

Tom,

il.

pl,ii.

PKirsso
jf.

Romani
ben

ec.
e'I

327
re{hu=

2.

Auguffo
turt'
i

cui Tito Livio chiama l'autore


,

ratore di

tempi

era altres grand'amatore de'


di lui

menti dell'arte, onde

..

monu-

LIB.XL. C\P.[I,
Augufto..!

difTe

Orazio che
.

veteres revocavi t artes (a)


jf.

^.
le

Comper
piazze e

egli
le

molte belle figure delle divinit per

...fucima-

ornare

ftrade di
,

Roma

(/)

;-

e le flatue di tutt'i

grand'uomini romani

che aveano contribuito all'ingrandi-

mento

della patria
lui

rapprefenCati quali in atto di trionfare,


,

r;rono da

collocate nel portico del fuo Foro


(e)
.

ove pur

fece reftaurare quelle che gi vi efiftevano


eravi quella d'Enea {)
.

Fra quefte

Da
{e)

un'ifcrizione trovata nel fepolcro

de' fervi e liberti di Livia

fembra che
(a)

fu quelli

fu altri

mo(i)
.

numenti
/.
4.

dell'arte avelTe

Augufto
eroi

filTato

un ifpettore

Fra

le ftatue degli
f

romani collocate da queft'im-

Suppofled.
tue

peratore nel Foro,

vogliamo feguire l'opinione ricevuta,


dicefi di L.

annovereremo quella che


flente

Quinzio Cincinnato
,

efi- ...

di

cincia-

una volta nella


.

villa

Montalto pofcia Negroni


virile
,

edora
,

a Verfailles (b)

E' quelta

una figura

affatto

ignuda

in

atto di allacciarfi al pie deftio


fo
il

un calzare
.

elTendo l'altro prefai

pie finiitro che fcalzo


fi

Dietro

piedi della (tatua


di

v' un vomere, per cui

creduta

effigie

Cincinnato

ben
io) Uh. 4.. od. I j.verf. 1 2, [ NTon Io dice tiflrettamente alle arti del dif>.gno , delle quali forf neppure ha inttfo parlare ; ma liguardo alla religione , al buon ordine , alle fajnze , al commcreio , e a tutto o , che

poteva
cc
,

tar
(i

rifiorire

lo

(iato in

tempo
,

di pa-

come

rileva dai vcrli appiello

(b) Sutt. i/i Aug. cap. (ei iyiu. cap. ^r.

j7.
f6f.
loiumli. liberi,

(d^
(ir)

Ovid

Fiifi.

Hi.

f. verf.

Gmi

DeJ^-'.

monunijn e
1

yi. [ Al^n. lt, &ferv. Liv: nu-n. zf.pag fap. I y Q. nomirato il pittore Eracla libetto,
df cui

parlammo qui avanci


.

alla p. yi. col. 2.

(a) In un'alna ilerizionc riportata da GruTom. 1. pa z.pag. ja. n. j. li parla di un Eatichetc liberto i'Apjnflo , e h dice o/finator a fi uuis , che il Pignotio Dtlciv. prelfo Po'c <> Surrl. l hef. Ariti' 'om. T..1I, col. lj.S. f^ega^peifiiliiollMUiiio,
tcro

(i) Fra gli altri vantaggi che Suctonio in cap. 72. rifcrifce recati da Augullo a' Roma, novera i varj mufei ad ufo pubblico da lui ordinati , ove copicfa raccolta vi avea. di ftatuc , di pitture , e di altre cofc rare ed antiche , tra le quali ammiravano le avmature degli croi In uno di q^ueiti mufei vi era pur un luogo per le rarit (pettanti alla rtoria naturale . Tra quefte accenna Sactonio delle membra ftcrminatc di fiere e di bcftie , credute olla di giganti Ahti mulci vi vC' vano allora in Roma di cofc naturali, in i Il pi anfpeeie di gemme e pietre pte7ofc tico era il mufeo formatovi da Scanro figliaftro di Siila; ma il pi pre7ofo ripo:avafi quello di lonipeo Celare arriv a farne fei nel tempio di Venere Genitrice ; ed uno pur ne fece Marcello figlio d'Ottavia nel tempie d'Apollo Palatino ."Plin. tib. }-. e feci j.

Aug.

Uj

Si

il

gcU'o ucU'Acca<kuiia di

f uoua^

Storia dell' Arte 528 ben fapendofi che quefto grand' uomo
LIB XI,
a dittatore
della

greca
fu dal

Senato eletto
ftava

repubblica nel
.

tempo che

arando

CAPAI.

proprj campi (a)

gura in

Tale ftromento per non vedefi nella firame pubblicatane dal de Rofl e non fo perch
;

Maffei (b)

il

quale ne parla fecondo quefta figura


,

abbiala
Ii:o-

attribuita al

mentovato dittatore

e ne racconti la nota

mancandoli vomere non ha pi la (latua nelTun rapporto con Cincinnato Lo ftelTo Maffei crede altres di ravvifare l'effigie del medefimo eroe in una gemma incifa ma non ne adduce nelTun argomento , e fembra quefta alTJa; poich
.

tronde un lavoro moderno


jT.

(e)

J.

Se

debbo
,

dire

il

parer mio intorno a quella ftatua


,

io penfo che

elTendo efTa ignuda

non pofTa
di

in alcun

mo;

do

effer l'effigie di
.

Cincinnato

alcun confole romae,


fu

no
f

E'

quindi chiaro che debba elTere una ftatua eroica


,

mal non m' appongo


altri

rapprefenta Giafone
,

allorch
,

con

invitato da Pelia fuo zio


fi

cui era ignoto


.

ad un
l'eroe

folenne fagrificio che far

doveva a Nettuno
,

Ebbe

r invito mentre ftava arando


car
il
fi

e ci forf nella ftatua indi-

volle col

vomere
,

e ficcome avea dovuto attraverfare


in fretta allacciato
finiftro (d)
;

fiume Anauro
,

erafi

il

calzare

al

pie

deftro

dimenticandofi del

onde

elfendofi prefen-

tato cos a Pelia fegli rifovvenire dell'oracolo che


gli

rifpofto

avea di guardarfi da colui


,

calzare
glio

fxoycxpxTri^ (a)

con un folo Cos a mio parere s'indovina me,

che a

lui

venifte

che in qualunque altro


(e)
.

modo
Eravi
moderne

V intenzione

dell' artifta

che fcolp quella ftatua

pure una figura d'Anacreon,

(a) Cicerone De finii), llb.z. cap. 4. lerio ^ta(^lmo Hb. 4. cap. 4. num. 7. (b") Race, diftatue , Tav. 70.
(ci

Va-

o non hanno che

fare n

con Gia-

crede in due , Gemme anr.fig. To7. g. Le figure hanno la barha la p'.inia ha amendue i cahari , ed ha avanti una Minerva, che le prefenta una fpa.^a e una Lncia La feconda fi tua fu il calzare al pie deftro , e ha nudo il fiujllro . fono

Lo

fone , ne con Cincinnato. (d) Lo perde nel fiume reflandovi attac cato nel fango , come dicono tutti d'accordo
gli fc litro ri
' (12) ApoUod. Bhlioth. lb. i.cap. p. . pag-if-S., Schol. 'p.Pyth. ode 4.vcr{. ' ^^^ 2v4--,?t)j. ///^./.r./t?. , Igino/ao-' [

mo ly. Tav.

"

Apollonio Ce) Ptr cfdudeie Cincinnato

li

pu aggiu-

PRESSO

Romani
.

ec.

329
LIB. Xf.

Creonte con un calzare foltanto , per indicare che avea perduto l'altro nell'ubbriachezza (a)
jf.

GAP. n.

6.

A
alle

quelt'epoca pur apparterrebbe


cofe
,

conveniflero

nomi

la Livia della villa


i

Mattei tanto celebrata

dagli fcrittori

tra
;

quali per alcuni la dicono Sabina {b)

moglie

d'
,

Adriano

ma

tale ftatua
,

ha

la

figura d' una

Mel-

pomene anzich d'un' imperatrice come rilevali dal coturno (a) Cos alle due figure muliebri fdrajate maggiori del. ,

la

grandezza naturale
,

una
il

in Belvedere
di

e l'altra nella villa

Medici

itato

dato

nome

Cleopatra perch hanno un


;

braccialetto in figura di

ferpente (b)

e
la

fi

legge altres che


(e)
;

in tal pofitura fia ftata trovata

morta

regina d'Egitto
delle

ma

quelle ftatue pi probabilmente rapprefentano

Ninf

TomAl.
gnere , clic la ftatua avrebbe avura la barba , che in quc' tempi , cio nell'anno Z9S. di Roma , e anche circa ducent'anni dopo h portava ; e barbati li rapprefentavano gli uomini illuftri di que' tempi , come fi e veduto Copra ihpag. I f4. . ip. V idea del volto doveva elTcr d'uomo pi avanzato in et , giacche Cincinnato era allora padre di tre irgli, il primo de' quali , Ccibnc , fi era gi reib alcuni anni prima famofo per la fua facondia nel foro , e per militari imprcfc . Vcgg. Livio lil. f. cjp. /. num. ! i , cap. 8. num.i p. Ma poi per folntuirvi Giafonc , converr dire che egli vi fqlTe rapprefentato nell'atto di calzarfi dopo laLiato l'aratro , non dopo aver palTato il fiume , allorch avea perduta una f-arpa , come ho notato , non sia come dice >X'inkcl'nann adattando la ftoria alla ilatua In tal cafo lo Icukore fi (arebb; dipartito
.

gnor ab. Amaduzzi Monum. Matthtj.Tom.I. lab. 61. , ove ne da la figura , non altro , che la Pudicizia , o vogliam dire una imperatrice , o mattona romana , fotto quella figura , come vedono in tante altre flatuc , Chi poi fia e impolTibile il e nelle medaglie
.

perch la tefta moderna al che non hanno avvertito quelli , che vi trovarono LiIl fondamento del coturno via , o Sabina fu cui fi appoggia Vinkelmann per farne una Melpomene , e troppo generico ; fapendofi che il coturno fi portava d'ordinario dalle
dirlo
,
: .

dame romane

anche dille imperatrici


lodato

co-

me

fa avvertire

il

Amaiuzzi pag. /7.

Altronde il braccialetto , che le fi vede indicato fotto la verte al braccio dcftro , non converrebbe a Melpomene (b) Tale certamente quale fi vede anche
in altre Itatuc
,

e in ifpecie nella nominata,

dallo Hile folito degli artifti , e de' pittori in ifpecie , i quali fecondo tilofirato ;7//t. 22.
ep.

qui avanti
effdi ec.

e
I.

il

Cgnor Lcns Lt coftumc


in fine
,

ou

Tom.l. y^g.gz3. folcvano effigiare quell" eroe con un piede folo calzato , perche appunto avea lafciara una fcarpa nel fiume attraverfandolo N'otifi pero da quello luogo di Filolbato , che Giafone in qu.llatto era un (oggetto foliro rapprefe\i:arfi dagli a'tifti , e ceitamtntc pia a 'atrabile all'ufo , e al gufto della fcultura , e della pittura , che Cincinnato ia) Anthol. ni. 4. cap. ^7. num. i j. (A) Miirc't Rdccultj di Jljtue , num. 107. (a e pacata ora al Mufeo Pio-CIcmcntino j e come nota il ligror abate Vifconti nel
. .

pag. 27. , che moftra di negarlo perche vi trova una forma irregolare pi propria di fcrpe , che di braccialetto , non ne avr veduti forf dc'confiQuefto altronde non mili in altre llatuc tondo come il ferpe , ma piatto In quella , che fece fare Augurto per portarla in trionfo , il fcrpe non doveva cficre in forma di braccialetto , n quale fi vede alle ftatue in queftione ; poich era attaccato al braccio in atto di
/tv.
.
.

P^'g-

mordere PS}-

Plut.
i^i

ir.

M. Antonio
<^

op.

Tom.

I.

. ftatua (ervir (e) Gal. ad Pifor.. de Thcriac. Lih.i. cap. l

ben probabile , che dovclle di modello alle altre


f<l

tale

Tomo I,

di clTo alia

Tuv.

4.1

noe,

il fi-

oper.

Tom. XUI. pag. $41.

Racconta Ga-

5.90
f

TORIA DELL ArtE GRECA


(a)

dormenti

o Venere

(a)

LIB. XI.

e quindi nulla
ai

da

efTe
.

fi

pu
tefta

CAP.

inferire per giudicare dell'arte


II.

teinpi

d'Augufto
,

La

della

prima non ha
(b)
;

altro di rimarchevole
la

non che
tienfi
tefte

p
che

di traverfo

feconda
fi

che da alcuni
alle

un per un

anti,

miracolo
()
,

dell'arte fenza

paragona
,

pi belle

dubbio nuova

e lavoro d'un

artefice
fu
,

che

non avea ftudiato il bello n fulla natura n monumenti dell'antichit Una fimile figura
.

pregevoli

che- apparte-

neva dianzi

al

mufeo OJefcalchi

ftata trafportata in lfpa


.

gna
Statue d'Augufto .
.

nel
7.

mufeo

reale a fant'lldefonfo

!,U

flo nel

Opere certe di Campidoglio (e)

quefti tempi
,

fono

la flatua

d'Augu,

che

d'un lavoro mediocre

e lo
ai

rapprefenta in un'et giovanile

con un roftro
(d)
,

di

nave

piedi allufivo alla battaglia d'Azio


dello"

e la fiatua fedente
,

fieffo

Cefare nel luogo medefimo


lui

la

quale per vealtronde merita

rofimilmente non ha di

che

la

tefia

appena
...

d'efier qui
11

mentovata

{e)

fuc tcftc

Jf.

8.

marchefe MafFei parla d'una

tefia

d'Augufio colla

corona civica, cio coronata d'un ramo di quercia, efiftente nel mufeo Bevilacqua a Verona e dubita, f altra ve n'ab,

bia
leno che fu trovata colla deftra
fui

capo in

nello

{fedo atteggiamento appoggiate fopra


,
.

atto di tener il diaJt:iTia ; come fcrive anche Glica Jlnnal. par. i. pjg. jg. Aggiunge in
oltre

che Cleopatra cadendo morta , volle olfcrvare tutta la modeftia , imitando Polilfena , che, facondo Euripide i:i Hecuba, ; verf. s6S. , nel cadere cfangue cerc di coprirli le parti da celarli Or quell'arteggianiento , e qucfta moleltianon fi vede nelle fVatue , che hanno quafi tutto {coperto il anche in qucfl'opera nel Tomo l. p. i 74. .^. ventre al che non avr badalo il fignor (<() Steph. Pigli, in Scot. lri:i. hai. p. 1 26. Lens Le coflume , ec. loc. cit. , ove dice , che (b) Ne fono (late pubblicar.: moltiltime dir abito di effe farebbe ftato indL-cente pet verfc ftampc , come dal MafFci Racco'.ta di tutt'.tltra regina fuorch per Cleopatra Nep- fi.itue , 7"ai'. .?. , nella Metalloteca del Merpurfi fcorge in elle l'abito pi fafiofo di re- cati , e altrove ; ma pi corretta quella fatgina , che vefti Clcopana prima di farfi mor- ta ultimamente dal Pirancfi dere dal ferpe , o di avvclcnarfi , come alcu(i) Richard?. Traiti de la perit. & de la ni penfarouo , n ind7o del letto preiiofo fculptu'e , Tom. ni. par. r. pag. 206. d'oro , fu cui mor , al dir di Plutarco /oc. cit. (e) Nel cortile del palazzo dei Confervapag. OS < Etori a mano manca entrando <a) Si trovano difatti altre ftatue (cura(d) fA.\^ Raccolta di flatue , Tav.16. mentc di Ninfe , che Itavano fopra fontane le) Muf. Capii. Tom. ni. Tav. Ji
,
.

Galeno

un vafo da gettar a qua come tra le altre una piccola del Mufeo Pio-Clementino Ma per non convengono nella ricchezza e forChi fa che non. ma del panneggiamento gi che hanno rapprefcntino anche Scmele quali una perfetta fom''glianza alla Semele , che vedeli nella gemma data dal noftro Autore nei Monum. ant. i.ied. n. i , nominata
.

PRESSO
bla
ta

Romani

ic.
gli
s.

con
una

tal

corona

(a)

ma

Arano che non


di

fofle

331 noLIB.XI. a

fimil teda
i^b)
:

d'Augufto nella biblioteca


del

Marco
il

CAP.U,

Venezia

oltre di che tre tefte

medefimo imperatore
;

cos coronate veggonfi nella villa Albani

e preffo

fignor
,

generale

una cos cinta elTa per grolTa quanto un melarancio


ferbafi
:

Walmoden

teftina d' agata


s

guafta che ap-

pena

reftata la
(a)
.

capigliatura e gli occhi a cui riconofcere

Augullo
jf.

9.

Abbiamo pure
,

alcune

gemme

che portano
,

il

nome

gemme

di

DioscoRiDE

incifore delle telle d' Augnilo


,

le

quali a

quell'imperatore (e), e quindi a'fuoi fucceflbri

eccettuato-

ne Galba

fervirono di figillo

Una
in

di quelle

gemme

(b)

pofledata dal fignor marchefe Maflmi in


ta in tre pezzi

Roma,
.

Hata rot

nel volerla legare


la

oro

Rimarchevole

qui

l'effigie

d'Auguflo per

barba che ha alquanto lunga,


sbarbato Tempre e
in
lifcio
,

laddove nelle

altre fue telle

ond'

probabile che qui rapprefentifi

que' giorni in cui afflitto


,

per

la disfatta di

Varo
.

fi

lafci

creicere la barba

come
villa

di-

cemmo
(a)

qui avanti (i)

Con

fimil

barba vedefi nella

Al-

T
Ver. iUaftr. Par.
j.
i.
.
.

t
,

2
in cui

bani
Auguflo coronato di fpiche rapprefenta il mcdcfimo
nel

cap. 7. col. 21 j.

maniera
che
p.
,

&

co.'.

227. Tav.

r.

n.

e un'altra

(,)

Zanetti Sciit. della libr. di s. Marco 'a) Qucftc tede ora poflono dirf molte
in

in et

fenile

come dicemmo
,

Tomo

I.

Una

marmo
,

bianco

parimirte con co-

quercia, in cui fulla fronte ra^prcfentato Giulio Cefa-

^p. noce.

colla

corona

di

fu trovata con altra tcf^a di Annibale , ornata di galea , e della finta barba , e che (milmentc confcrvaf nel miifco Borgiaro a VcUctri , in uro fcavo a un miglio e mezzo dalla detta citta nella contrada di ian Cefali , o San CeJ.uco , dove anticbiflma

rona civica

re

ttadizione dei VelUtcrni

fuburbano

clic fofie l'avito , della fami.olia Ottavia di Vclktri ricordato da Suetonio !n Aug. cap. 6. , per l'educazione , che vi ebbe Ottaviano , e per

dello flclTo marmo . Vi ftatua quafi tutta nuda all'eroica , e un'altra velata in atto di facrificare , infieme ad una ftatua feminile in atto di orare colle mani levate in alto fecondo il rito degli antichi, come fi vede la Piet nelle medaglie ; e pu crederU immagine di Li-

come

in

un rameo
di
lui

anche una

via

moglie

di lui

giacch fono ftatc tro-

la opinione
la citt
,

che

fin d'allora

che

egli vi folle

anche

correva in queli->ato . Altra

tefta di ciuedo imperatore d'eccellente fculn-a giovane, e fcnza alcuna corona, tora fu nel mcdcfimo territorio ritrovata con altre antichit nella contrada di Monte Secco a quattro miglia da'la citt, la qual tcfla ora
,

vate infieme negli fcavi d'Otricoli (e) Suet. in Aug. cap. jo. (b> Data in rame da Stofch Pierr. grav. pi. zf. Altra ne liportap/. 26. fimile a quella, prcfa dal mufco Strozzi (i) Daremo in apprcfib la figura d'una gemma incifa da Diofcoride , rapprefcntantc \ercm\o erioforo , cio che porta nella fimfra

una

tcfta di

montone
col

fu

un defco
di
le

Cin-

con'.crvali

nel

Mufco Pio-Clcmcntino
vi inoltre

In

que

altre

gemme

nome

qucfto

Mufeo

una teda

di cattivi

rapprcfcntanti varj foggctti

qucfto artifta d SioCch pi-

932
LiB.xr. CAP.II.

Storia del l' Arte greca


,

bani una tefta dell'imperatore Ottone


ftraordinaria che in quella d'Augullo
.

in

cui

non

meno

Merita d'efler qui prind'

cipalmente rammemorata

la

bella

teia

Augufto
,

incifa in
efllente

una calcedonia
nel

alta pi di

mezzo palmo romano

mufeo
^-

della biblioteca Vaticana, e pubblicata dal


.

Buo-

narruoti (a)
TeftadA^"^^*

Farcmo pur qui menzione d'una men che coloflale tefta di M. Agrippa uomo
^^,

bella e
il

poco

pi grande

di quelli

tempi

(a)

Evvi a Venezia nel palazzo Grimani una

ftatua eroica che dicefi del

medefimo Agrippa
la

ma

cos

venga a ragion nominata


tr

lafcer che ne giudichi chi pofi^a

ben efaminare

f la tefta

vera antica della ftatua

e
Cariatide

f
j}".

fomigli alle altre note tefte di quel celebre


II.

romano

Un

altro

monumento

forf pi pregevole de' fin


,

qui mentovati e verofimilmente opera de' tempi d'Augufto

ancor
fe
,

ci

rimane

cio una delle Cariatidi di Diogene atenie(b)


.

che ftavano nel Panteon

Si

il

nome

di Cariatidi

a tutte le figure deftinate a foftenere


fizj
,

qualche parte degli edi,

o femminili

fian effe

o mafchili
,

febbene quefte folefe

fero anche chiamrfi Atlanti dai Greci


ni (e)
.

Telamoni

dai

Romatile

Stava

tal

monumento per

terra e trafcurato nel cor-

27-^1.,
ta dallo

Ta

feconda delle quali era gi ftata da-

del difegno
cdifizj
,

poich abbell

Roma

con tanti

Spon Mijcel/.erud.anc.fec.^. p.rzz.,


.

un'altra , in cui incifa la tefta di Solonc Il noftro Autore nel Tran. prel. cap. IV.pag. XCI. parla di quella bclliflima del raufco del fig. principe di Piombino , di cui d la figura in fine della prima parte dei Monumenti antichi , Mipag.r oS., e nella fpiegazione dei rami frappofti nclVo-

ove ne nomina

e tra gli altri , colla fabbrica magnifica del Panteon , volgarmente detta la Rotonda, che quella fra le antiche conferDenvatafi pi intera fino a' noftri giorni
.

tro vi colloc una ftatua di Giulio Cefare , e nell'atrio quella d'Augufto , e la fua . Intorno ad ella , ed altri fuoi antichi ornamenti

pu

prima del detto Trattato preliminare , al num. XVl. pag. XIII. la dice d'un perfonaggio incognito A confidcrarla , non fulla detta ftampa ma fuU'originalc o anche nei folfi , fi vede , che rapprefenta Demoftene
pera
,
.

cap. 4. reg.

fimile alle tefte


fifto

delle quali
;

fi

parlato

qui

il Nardini Roma antica , Uh. 6. IX. , colle note dell' Orlandi Aggiunfe a quefta fabbrica le terme , o bagni e fabbric pure un ponico in onor di Nettuno decorato colla pittura degli Argonauti Dione CafTo lib. j^, cap. 27. p. 721. Tom.I. Vedafi anche Giunio Catal. archit, et.

vedcrfi

avanti alla pag. 2J4. non corniola , ,


.

e la pietra uii
la

ame-

pag. 8.

e g.

come

dice lo ilelfo

"Winkclmann

(a) Ofserv.fopr. ale. mei. pag. 4.J. (a) e al quale dovettero moltiffimo

le arti

(b) Plinio lib. ^6. cap. J.JeB. 4. . ii. (e) Nei Monumenti antichi al luogo da citarfi qui apprefib d quefta fua fpiegazione per un lofpetto fblcanto , appoggiato al

PRESSO
tile

Romani
,
.

ec.
fu

333
trafpoitato a
=

del palazzo t'arnefe a

Roma

daddove

Napoli alcuni anni addietro E' quella la met d'una figura cui ms.ncan le braccia colla met malchile affatto ignuda Ha fui capo una fpecie di caneftro che inferiore del corpo
,
.

LIC. XI.
C/iP.
1.5.

ron

per d'un pezzo folo col reflo


,

e vi
,

fi

veggono

in-

dizi di foglie

probabilmente d'acanto

che intorno Io cir,

condavano ad imitazione
cui
l'artifta

di quello della fanciulla corintia


,

da

Callimaco

vedutolo cos di foglie ornato


.

l'idea

prefe del capitello corintio

La mezza figura ha circa otto


due palmi e mezzo
cui
il

palmi romani d'altezza

canef:ro

onde potea
nio

benifilmo l'intera ftatua aver la debita


,

propor-

zione coll'ordine attico del Panteon


,

in

fecondo Pli-

erano collocate
.

le Cariatidi

che ha circa ig. palmi

d'altezza (i)

Una pubblica prova


{a)

del fuo

poco

faperewell'
di

antiquaria diede uno fcrittore

che prefe per una

que-

fte Cariatidi certa figura di rilievo

pofla fopra lo flipite d'un


al

arco, che fino


teon
$.
,

a'

tempi fuoi era ftato fotterra vicino

Pan-

e fotto tal
12.

nome

pubblicolla (a)

Fra

monumenti

d'architettura de' tempi d'Augufto


,

Monuiticnti
d"

fufilrte

tuttora fotto Tivoli prefx) l'Aniene

architettu-

il

fepolcro in

ra...

forma rotonda

della famiglia Plauzia, edificato di pietre qua,

dre per ordine di M. Plauzio Silvano

che fu confole infieepitafj fra le

me

ad Augufto
;

Scn vedono
quello di

alla facciata gli


,

mezze colonne
ratteri
,

mezzo

fcritto in pi

grofil ca:

riguarda lo iQ^io Plauzio che lo fece fabbricare

vi

fi

fa

(uppofto

che Plinio abbia parlato


nel

come
ir.

abbiam detto anche noi

Tomo

I. p. i

noe. A. che fi parla ora abufivamente , dicendo cio Cariatidi in vece di Telamoni , quali fi dicevano dai Romani fecondo Vitruyio lib. 6. cav. io. , le figure d'uomini , che

e al racconto di Plinio , che molto ofcuro . (i) '^ie: Monurr.tnd ar.t. inediti, Par.IK. e. i4..pag. z6S. , dice l'Autore che l'altczxa
di lo

tacevano

gendo

menar buono un tal fuppofto e non fo trovar fondamento in tutto il difcorfo ch'egli fa per a,

la ile (la figura delle Cariatidi pcfi col capo . Io non faprei

reg-

palmi i;. e un quaito , ma pretende che zoccolo della ftatua avtebbele data l'altezza necelTaria Parla ivi a lungo di qucfto monumento , avendone data la figura al n. 20 f^ (a) Dcmontiof. Gali. Rom. hofp.pag.i z. (a) Veggafi Orlandi al luogo citato del Nardini pag, zg6. fcg.
.

dattare quefta figura all'ordine del tempio ,

334
fi

Storia del l' Arte greca


menzione
de' fuoi
la

fa

meriti, delle

fiie

gefta militari
lllirj
.

e del

LIB. XI.

fuo trionfo per

vittoria

GAP.

riportata contro gli


.

ed

II.

terminato con queltc parole VIXIT


fuoi Viaggi
ec.

{a)

Wright ne' non fapendo capire come uno che avea


.

ANN

IX

fatto tante cofe ed era flato confole

avefTe viiTuti foli

nove
vi

anni

fi

argomenta
avanti

di

fciogliere la difficolt
,

con dire che

manca un L
vita.

IX

e gli

d cos cinquantanov'anni di
,

Ma

egli
,

non ben s'appone


e
s

poich qui non manca


che
le

nef-

fun numero

le

lettere delle parole


,

numeriche

lunghe una buona fpanna


vien dire piuttofto che

fi

fono beniflmo confervate. Confoltanto quegli


villa

M. Plauzio numeraffe

anni

che paflati avea tranquillamente nella fua


fepolcro
,

conti-

gua

al

non computando per

nulla l'antecedente fua

vita. Cos vifTe altrettanto l'imperatore Diocleziano in

una

fua villa prefTo Salona nella Dalmazia


to l'impero
;

dopo

d'avere abdicacittadini ai
,

e Simile

uno

de' pi ragguardevoli

tempi

di

Adriano,
,

fece fcrivere fui

fuo fepolcro

ch'egli,
,

comunque vecchio

pur non avea


di

vifTuto

che fett'anni
alla

cio

che folo per quello tratto

tempo avea goduta


{b)
.

cam-

pagna una tranquilla

efiftenza

quella occafione io
,

nominer

le pitture del

fepolcro de' Nafoni


.

alla famiglia de'


al-

quali appartiene anche Ovidio

Quelle difegnate furono


,

lora e pubblicate

da Sante Bartoli
,

ma. non
altri

tutte

fi

fono
,

guaftate in apprefb

come Wright ed
confervato
,

hanno creduto
(e)

poich un pezzo
la Altieri
,

f n'

efiftente tuttora nella vil.

in cui

rapprefentafi Edipo e la Sfinge

Ne
.

...

abbiamo data la defcrizione al Libro VII. Capo III. incgolaSebbene, come altrove olTervammo (b) jf. 13.
,

(a)

fulle

ofi

pere d'architettura efeguite lungi da

Roma

giudicar non
;

pofia del gufio che allora regnava nella capitale


ia) Travels iic.pag. j5p. (b) Xipliil. in Adr.pag. 266.
(t)

ci

non

on:an[

Ateneo
(a)

lib. 6.

cap.

j. pag.

zj^.

p^^^.

ss-

7-

Tzctz. Schol.adl.'jO^ViX.AUx, v. 7.

(e) Sopii pag.

j4.

PH.ESSO
ganze che
caria
vi
fi

Romani

ec.
,

33J
per
le fl:rava~
=

oftante voglio qui riferirne

un monumento

trovano. E' quello un tempio a MiJafTo nella


ad onore d'Auguito e di
.

^^^- vi-

(a) edificato

Roma

come
re-

appare da un'ifcrizione nell'intavolato


gola
,

Ivi

contro ogni

contro

il

buon gufto

le

colonne fono d'ordine roe

mano o compofito
fono
li
.

nella facciata, e jonico lateralmente,


alla

alla bafe

ornate de' fogliami

maniera

de' capiteluniti

quefta fabbrica la fola in cui fiano


diverfi ordini d'architettura;
il

Itati

in

un folo due
jonici
di

nel pi piccolo de'

cos detti Ninfei prelfo

lago di Cartello veggonfi pilaftri


;

con un fregio dorico


lu pilaftri jonici

un fepolcro prefio
dorici

la

citt

Girgenti in Sicilia, generalmente detto del tiranno Tero,

ne

ha

non

folo

triglifi

ma

ezian-

dio fui cornicione dell'intavolato la folita ferie di dentelli.


;r.

14.

buon gufto per cominci


doverfi
attribuire
,

P<oma medefima
degli fcrittori
alla

Oepravazio-

a decadere fotto Augnilo riguardo allo


la

^"dcl gufto.

ftile

qual cofa fembra

principalmente
ftile

compiacenza loro per Mecenate


to
,

che amava uno


ftefi^a

orna-

molle

e piacevole (b)
i

La

decadenza
,

di gufto
la-

manifeitofi allora prefi^j

pittori d' ornati


la verit

ond' ebbe a

gnarfi Vitruvio

(e)

che, laddove

Ja verofimiglian-

za almeno
ra
,

efi^er

dovrebbono l'oggetto principale


,

della pittu-

invece dipingeanfi cofe contro natura

tali

che

imma-

ginarfi

non poteano da una fana mente


giunchi
,

come

palazzi fu can-

ne

fu

e fu candelabri,
i

colonne informi, lunghe,


dipingere polfono darci
,

e fottiliftime

quali erano
.

baftoni che fofteneano le lucerne


di

degli antichi

Di quefta maniera
e certamente

un'idea alcuni pezzi delle pitture d'Ercolano (d)

fatte forf

a que' tempi

non molto dopo


capo ri. ^. XX. fegg. ftralmcntc (t; Hi. y. cap. f.
.

Le colonne
fon
lo

(a) Po-ocke"? Dcfcript. ofthe Eaft. Voi. il., par. z. p.jg. 61. '/. jf. (i; Su. t in Aug. cap. S6 [ Si vcHa fu qucfio

ove

efamina magi-

punto

il

eh.

telatura itaLana

TiaSofihi Scoriu ad la La, Tom. l.par. iiL Uh.

\i; Piccur.

uL

jS. j}.

a' Er;jl. Tom. rrl. Tav. 57^ Tom. IK, Tav. jS.fegg.

335
=

Storia dell'Arte greca


il

fon lunghe

doppio

di quello ch'eifer

dovrebbono
il
:

e anzi
all'

LIB. XI.

alcune veggonf

fatte a

CAP.

forma

fpirale

che

ripugna

II.

idea d'un corpo deftinato a foftenere (a)


llravaganti e barbari (b)
.

gli ornati

ne fono

Sono
oltre
,

flati

dipinti

con un'architettutt'i ba-

tura di quella maniera

un muro lungo quaranta palvilla

mi nel palazzo de' Celari


gni di Tito (i)
d'AfinT*^""
,

ora nella

Farnefe

I?-

Non meno
il

che quello d'Augufto

efler
,

dee celebre
di

nella ftoria dell'arte

nome
.

d'Ainio Pollione
artifti

cui nar,

ra Plinio
alla

(a)

che

le

opere degli antichi


efpofe

raccoCe
il

pubblica

vifla le

V'erano

fra
,

quelle

rinomato

Toro Farnefe
Amazzoni
tempi
l'et

di

cui gi
,

parlammo

(e)

e le cos dette Ip-

piadi di Stefano

che probabilmente rapprefentavano delle


,

a cavallo

dal

nome
,

uwtio^ cavallo

Io

rammento
ef-

qui quelle Ippiadi non perch polliamo


dello fcultore

riportare a quelli

ma

perch probabilmente fu

medefimo Stefano, cui Menelao, nella greca ifcrizione d'un fuo gruppo efillenuj nella villa Lodovifi di cui parleremo qui apprelTo chiama fuo maeflro
fe quel
, ,
.

...edVedio

jf.

16.
di

Vivcva allora un altro celebre Pollione col pre-

nome
guilo
.

Vedio

che Itct edificare


,

una magnifica

villa

fu

Paufilipo prelTo Napoli


In elTa fu trovato
.

e lafciolla per teilamento ad

Au-

un bel baflo-rilievo
le

che noi pub-

blicheremo altrove
villa
,

Sorprendono tuttora
in

ruine di quella

fra le

quali v' la gran pefchiera delle


al

murene formacibo

ta in

mezzo

mare con un muro


come
di-

cui fece gettare per


che pi ridicolo an.

del Bernini alla Confcflloin; di fan l'icno in Vaticano, e quelle degli altari grandi laterali ne la chiefa di s. Ignazio nel CoIIc-To romano, non Si vcgfi trovano nelle pitture d' Ercolino gono bens nel Tomo If^. Tjv. 6f. colonne ornate di fiorami a modo di fpira , e Tav.^S. una colonna fcanala-a a modo f^jirale ; e nel
.

(a) Colonne veramente fpiuli , confi oggid , e com: fono qu .'He

nello (leffo

modo

il

cora

7?-r^2pL'Autore non ne avca veduto che un difegno fatto da Giovanni d' Udine (colare di Raffaello ; ma ora tutte quelle pitture foa pubblicate ; e noi ne aSb'amo gi parlato qui avanci nelle note alja /'"g-S^- ' ' ^p.

di <.i clic dice Winkcrlmann (b) VcJafi qui avanti f^^g. 7 2

(0

ni. Tavola j-tf. colonne formate di pi rami , o fiondi intrecciate largamente

Tomo

{a) iikjS. cap. j.J'ecl. 4.. (e) Qui avanti pag-. z(J 2.

. i 0.

PRESSO
per cibo de'pefci
(

Romani
)

ic.

337
"
'

ad innrmas
,

lo

fchiavo

che ruppe un=


que' rafi acci

preziofo vafo di crillallo


gufto
.

mentre

avea leco a rrenfa Aututti

L'imperatore allora fece fpezzarc

Pollionc non avefTe pi motivo di ufare una (mile crudelt (a)


,

QuelU
le

pefchiera
di
.

fuflifte

intera, e v' tutta l'appa,

renza che

due grate

bronzo

per

le quali

pafTa l'acqua

fano ancora le antiche

Non

fo f

alcuno fcrittore abbia

finora ben efaminato quello ragguardevole


jf.
, ,
.

monumento
i
1

17.

Degli

artilli

che fiorirono fotto

primi fuccefori
.

d Augulto

appena lono a noi pervenuti alcuni


pretefto per
i

-e nomi btar
(a);

Tiberio no
favoli ie rei

dovean

affai

male fotto Tiberio, che poco fece edificare


di

e poich
farj

con ogni forta

mezzo

d'iniqui emiG,

fpogliava de' loro beni

ricchi di tutte le provincie (h)

naturale che

niuno avr voluto impiegar l'oro per avere


s'innalz d'ordin fuo altra fabbrica
,

de' fontuofi lavori cfpofli all'avidit dell'imperatore e de'fuoi

miniftri
il

Non

fuorch
(e)
.

tempio d'Auguflo

a cui
,

nemmeno

die

compimento
(d)

Fece prendere
latina
,

a Siracufa

per collocarla nella biblioteca padalla fonte

una ftatua d'Apollo detto Temenite


cui prendeva
il
,

Temene da
t
.

nome un
,

quartiere di quella cit-

Vero

che Tiberio
di

eflendogli flato lafciato in legato

un quadro immodefto
le in

Parrasio

cuna fomma
piaciuto
il

confiderevofoggetto
,

vece di

eJfTo f

non gliene
;

fofi^e

il

quadro prefer al denaro (b) ma ci dimoftra la fua nazione alle cofe lubriche anzich l'amor fuo per le
Avvilite erano allora le ftatue
,

incliarti
ri-

perch fovente ergeanf in

compenfa
jf.

a'

delatori

(e)

i8.

Rare fono
IL
De ira
,

le tefte di
;

quefto imperatore, e molto


f

...faeteftc

pi che quelle d'Augufto


To?77
(a) Seneca
lb. f.

due per

ne vedono nel mufeo


V

V
cap.

Ca-

40.

(a) Suet. tfi Tiier. cap. 47. (A) /i/i. cap. 4-0(ci idem in Cajo Calig. cap. 21., Xiphil,

(d) Suet. in Tiber. cap. 74.. (b^ Suetonio loc.cit. cap. 4.4(0 Conftantin. Porphyr. Excerpta Dion, Cocccj. lib.fi.pag. 66i.

in Ctf, Aug. in fiat

pag, toi. E,

338
Capitolino
LI15.XI

Storia dell'Arte greca


(a)
,

ed una nella

villa

Albani

i'.npofla

ad una

CAF.II
Bafealuie-

Ilatua

in

quefta vien egli rapprefentato nella fua giovent


(b)
.

laddove quelle fono d'un'et pi avanzata


jf.

jp.
fino

folo

pubblico

monumento
,

dell'arte di quefli
efi-

tempi

a noi confervatofi

una bafe quadrangolare


eretta ad

ftente fulla piazza di

Pozzuolo
,

onor
il

di

Tiberio

da quattordici

citt afatiche

le

quali

dopo

terremoto
,

per cui molto aveano fofferto

furono da
,

lui riedificate

come
,

appare dall'appoftavi ifcrizione

Tappiamo dalla

ftoria (e)

Ogni

citt ivi rapprefentata


v' il
,

to di cui
ravigliati

luo
in

nome
;

con una figura fimbolica fotAlcuni con ragione fi fon ma,

perch

Pozzuolo

anzich in

Roma

fia

flato

eretto tal

monumento

ma

ci probabilmente

flato fatto
il

affinch fofTe veduto dall'imperatore che aveva allor fiifato

fuo foggiorno nella vicina ifola di Capri


fovente
i

daddove

vifitava

contorni di Pozzuolo

ch' poi

morto

nella vil-

la di Lucullo fui
alla capitale (d)
Immagini
di
.

promontorio

di

Mifeno, fenza pi ritornare


nipote
,

jf.

20.
,

il

nome

di

Germanico

di

Tibe-

rio (e)

ad una bella ftatua efiftente a Verfailles

che era
(f)
.

dianzi in

Roma

nella villa

Montako

pofcia Negroni

Prila te-

ma
fla

per di cos chiamarla bifognerebbe efaminare


fimile alle altre

che abbiamo di quefto principe


,

e f

deffa la tcfta originale della ftatua

ovvero pofticcia

V'
una

nello zoccolo

il

nome

dello fcultore

Cleomene

e fu di efTo

(b;

(a) Bottat Muf. Capit.Tom. il. Tuv.f.6. Ora non fono tanto rare ; e una fc ne
nei

Giovanni Antiocheno

cognominato Malata

vede

Mufco Pio-Ciemcntino
Annal.
:

Hijl. Ck^on. iih. io. pag pX. e pp. , ove dice che Tiberio era portatiffimo a innal7ar

(e) Tacito

llb. z. cap. 4.7. Si rileva

fabbriche

anche
tucis
.

dalle

medaglie battute

in quella occareji-

(e) Figlio di

Drufo

fratello di
.

fione coir epigrafe


_

Civitatihus AJe.

adottato da qucfto per figlio Tlber. cap.i j. , Tacito Annui,


lib. i 2.

Tiberio, poi Suetonio in


lib. i
.

e.

^g.

(d) Suetonio nella di lui vita eap. jp feg. Orn la citt d'Antiochia di molte ma'Tiiifihe fabbriche , di pi portici , d'un teatro , d'un tempio a onor di Giove Capitolino , di molte Itatuc , e colonne di bronzo Vedali
.

cap. 2

f.

(f) Mffc Raccolta di Jlatue , Tav. 6 g. ne la figura troppo caricata . Se ne ha ilgcf-

fo in

Roma

nell'Accademia di Francia

i'%iSso
una teflucgine
de dalla
fulla

Romani
il

ec.

339
= .

quale cade
della

panneggiamento, che pen,

man

finiftra

figura

ignuda nel refto

La
;

LIB. XI.
te-

ma flugcine deve qui avere certamente qualche fignificato io non fo ora congetturarne nelTuno che abbia della verofmiglianza
di Fidia
(a)
.

CAP. Ur

Quella

fu

cui appoggiava

il

piede

la

Venere

go

(b)

ha un fenfo fimbolico che qui non pu aver luoVera telta di Germanico quella che vedefi in Cam,

pidoglio (e)

ed
ivi

al

tempo
.

fleflb

una

delle pi belle tede


la

de' cefari che

fiano

V'era altre volte in Ifpagna

bafc

d'una flatua che allo


le

feffo

Germanico avea

fatta ergere l'edi-

L. Turpilio (a)
(f.

21.

Cali^vola

per cui ordine abbattute furono e rotilluftri

Nocque pur

te le ftatue

degli
le

uomini

porte in

Campo Marzo
le

(i'),goia...

che fece levar

telk alle pi belle flatue delle divinit per


(e)
,

collocarvi la propria

che annichilar voleva


confiderarfi

opere di
protet-

Omero
golo
,

(d)

non pu certamente
(d)
.

come
,

tore delle

arti

Egli per fped in Grecia

Memmio
,

Re-

a cui avea rapita la fpofa Lollia Paolina

con ordine
e trafportar

di fpogliare tutte le citt delle migliori ftatue


le a

Roma
le

fotto

il

pretefto che
,

le

pi belle cofe doveano

ftare nel pi bel

luogo della terra


le

che quefto era

Roma

(e)

Qui
al

divife fra

fue ville

Quello comando
,

s'eftefe

fino

Giove Olimpico

di Fidia (e)

ma

gli architetti

gU fecero
in-

VV
(a) Se mai non alIudeiTe a Mercurio, che form la fiia lira ; coficch Germanico FolTc rapprcfcntato col di lui firnbolo , e focto la di lui protezione Non fo come non la venuta in mente a Winkelmann quefta congettura , avendo egli data nei Monumenti antichi inediti , num. jg. , una gemma in cui rapprefentato Mercurio con una tcltusgine fu una fpalia a modo di cappello , e della quale ha parlato anche in quefl' opera nel Tomo I. pag. i?6. (b) Vcgg. Plutarco Conjug.pnc. op.Tom.iI. p.i 4.2. D., Paufaiiia l. 6. c.z f.p.j i j. infine.
della teflugnine
.

2
zz.

(i) Suet. in Cajo Callg. cap. 34.,


(e) ibid. cap.
{<)

ibid. cap. ^4.

(d) Fece
nel"

diftruggere
il

una

belliflma villa

motivo , che vi era {lata cuftodita una volta fua madre . Seneca De ira , lib. J.cap. zz. (e) Jof. Antiq.jud. lib. i g. cap.i princ. Ce) Suetonio toc. eie. cap. zz. Fece tra le altre cofe rrafporrare a Roma il famofo Cupido di Pralltele , di cui fi parlato quavanti vag. zzs. not. i. Dopo la di lui morte Claudio lo rimand a Teipi ; ma Nerone lo fece riportare a Roma , ove poi fu contunto (e) Bottali MuJ. Cupi:. Tom. ti. Tav p. (a) Grut. Infcr. T. I. p. z ?5. n.^. V. Pigh. da un iceadio . Paufara lii).g, e, ij.p. 7^2. 4&nn, rum, Tom.ul. l.ii, arin.^S^-.p, /4.
Ercolano per
folo
.

340
LIB.XX.

Storia dell'Arte greca


,

intendere che
CAP.
il.

eifendo

tal

figura formata d'avorio e d'oro,


,

nello fmoverla da quel luogo


ta
;

fcompofla farebbeG e guadafi

onde col rimafe


avefTe

(a)

Da
(b)

ci
il
.

argomenta che poco dan-

no
ai
...raetcftc.

fatto a tale flatua


di Giulio

fulmine che percolTa l'aveva

tempi
jf.

Cefarc

22."

Affai rare fono le figure di Caligola in pietra, e


tefte

due fole
bani

ve n'ha a
,

feo Capitolino (e)


,

Roma; una di bafalte nero nel mul'altra di marmo bianco nella villa Alfui

in cui
.

ha

la

toga tirata

capo come pontefice maf,

fmo (d)

La pi

bella effigie di queft' imperatore


,

e nel

tem-

po

flelTo

un de'pi ben lavorati cammei

fenza

dubbio quel-

lo che fu

comprato
(e)
.

in

Roma

dal fignor generale

Wahnoden

nel 17^6.
Claudio non
jT-

2^.

Qual

abile conofcitore de' lavori

dell' arte fofle

*^**"^"*

Claudio, argomentar lo pofiiamo dall'aver egli fatte ritagliar da due quadri le telle d'Aleffandro (a) per mettervi in vece
,

loro quelle d'Augufto

Non
il

oftante la fua ignoranza per


,

amava
ampli
dria (b)

d'efler
il

chiamato
,

protettore delle fcienze


l'abitazione de' letterati

e perci

mufeo

offia

in

AlelTan-

ed afpirando

alla gloria d'efTer detto

un nuovo Cadd'ufare la
alle Frat'

mo

coll'inventare delle
.

nuove

lettere

immagin
,

rivoltata

Un

bel bufto di qued' imperatore

trovato

tocche fuori di

Roma
,

fu dal cardinal
{e)
:

na mandato
cia

in

Ifpagna

e dicefi

Gerolamo (f) Colonche quando Madrid fu


, ,

prefa dagli Auftriaci


,

lord Galloway
,

che n'andava
per pefo
al

in trac-

Io trovafTe nell' Efcuriale


,

pofl:o

grande o.

rologio della chiefa

e lo

mandafle in Inghilterra

Io per

non
(a^ Yeggafi appreffo al Lih.

'

XII. Cap.
lib.

iil.

^.

(* Eufebio

Depnpar,
Muf.

tvang.

4.

e.

z.

flatua nuda in marmo bianco trovata negli fcavi d'Otricoli. (e) La parta antica poffeduta dal fig. caT.

fag. igf. (e) Bottari

de Azara e di an lavoro forprendentc


(_j)

Kella Tav. bianco non 1) Nel

Capii. Tom. il. Tav. 11. 1 ?. ne riporta un'altra in marmo inferiore di bellezza .

Plin. lib.^S-

'^''P-

'"

^' fi'^- ^'^- ^- '


ff.

(b) Ath.

(f)

Dcipn. Ho. Afcanio .

6. cap.

pag. 14-0. B.

Mufco l'jo-Clcmcmino

la fua

ic) Aoaii.

Ant. ocpl.Tom,

V.pLua.

PRESSO
non
$.
fo
f vi fia

I
,

Romani
e

ec.

341
.

pervenuto

che ne

fia

Itato appreiTo (a)

24.
il

Una pregevoi opera


di Arria e
gli

dei tempi di Claudio (b) fa-

^^^' ^^"

rebbe
quefti

gruppo detto

Peto nella
.

CAP
villa

II

Lodovifi

PrctcfigrJp-

nomi veramente

convenifTero

E'

noto che,

eflen- p,to

"'* *
;f

do Cecina Peto
a

patrizio

romano

ftato
,

fcoperto nella cone perci

giura di Scriboniano contro Claudio

condannato
conficc

morte

Arria fua moglie

per incoraggirlo a privarfi di


d'un carnefice
,
,

vita anzich perderla


in fua prefenza

per

mano
.

fi

imo

ftilo nel

petto

e trattofelo glielo pre-

fent dicendo
flo te
,

non fa male (e) Gli amatori conofcono quegruppo comporto d'una ftatua virile ignuda colle bafet:

che a conficca

in

petto una corta fpada

e foltiene col
in di

manco braccio una


chio
fta
,

figura veftita di

donna caduta
gocce
,

ginocfangue:
efi^o

dal cui petto veggonfi Millanti alcune

a'

piedi di quefte figure


di

uno feudo ovale

e fotto di

un fodero
jf.

fpada

2j.

Secondo
fl;oria
,

miei principj, anzich un avvenimento


qui
,

della

romana

come

in tutte le altre

opere d'an
,

tico fcarpello

io ravvifo qualche tratto mitologico (d)


gl'indizj lafciatici

tan-

to pi che

fecondo

da Plinio

{a)

la figu,

ra virile efi^endo ignuda deve rapprefentare un greco

o un

perfonaggio de' tempi eroici

no pu
pi non
il

ivi

fcorgerfi

non un romano Molto meun fenatore a cui non converrebbe n


,

Io feudo, n la fpada,
fi

le

bafette

che

a'

tempi

di

Peto
Peto
,

portavano

e in nefilin

modo pu
,

ravvifarvifi

quale non ebbe


,

il

coraggio d'imitare l'efempio della

mo.

glie

e per

al

dir di Tacito (e)

condannato a

tagliarfi le

vene
(a) Tutto queflo racconto falfo , come me ne awifa il lorlato lgnor caviliete de Aza'a La teda di Claudio" non ftata mai nellEfcuriale , ma bens a Madrid nel palazzo del Ritiro , ov" anche al prefcntc Era fla'a ftaccara dalla fua baie per cfler collo ata fopra un Tavolino, come tante altre
. .

drid

ed di tina belkiza ftraordinaria


eie.
.

Montfaucon lue. mente alla teda

ne d

la figura unica-

(b) Si veda anche <im ivznt pag. iif. (e) Plinio Secondo Epift. iib. 3. epijl. 1 6. j Marziale ii6. 1 . epigr. 14.

(d) Ved. qui avanti


(j)

rijf.

/^y.

telte

La detta bafe

picdcftallo fia in

una

lil.

>..

Camera fotcerraaca

ed

palazzo reale di

Ma-

(e)

Annoi,

cap. s- j^"- ' 0. Lb. idi, in Jine .

Fmla

Peto

542
-

Storia del l' Arte greca


.

vene

Per ultimo
,

come mai
,

coHui farebbe

ftata

eretta

LIB. XI.

una

ftatua

Te

quelVonore non
i

trovafi

accordato

CAP.

nemmeno
dei
?

II.

a Trafea e ad Elvidio Prifco

quali contro

Nerone cofpirato

aveano
jf.

e da alcuni perci venerati furono


II

come

26.

Maffei (a)

ben fapendo che Peto trucidato


moolie
,

non
llo

s'era fui

corpo

della

ricorre per ifpiegare que-

gruppo
ivi

alla iloria

di Mitridate

ultimo re di Ponto
,

vede

rapprefentato l'eunuco Menofilo

che uccife Dripe,

tina figliuola di quel re a lui lafciata in cuftodia


fofie violata

acci
.

non

medefimo Ma quella fpiegazione conviene ancor meno della prima , non permettendo le ben intere parti genitali e le bafette di qui
dai nemici
,

e quindi trafifle s

ravvifare
5f.

un eunuco

(b)

27.

Meno

dal verofimile s'allontana

Gronovio
,

(a)

che

fcorge in quello gruppo Macareo figliuolo d'Eolo


ce fua forella e fpofa
1
,

Cana-

quali
,

fecondo Igino

(e)

un dopo mia opi-

altro s'uccifero
,

ma

io

devo qui proporre


fatellite

la

nione
lo
,

vi ravvifo piuttoilo

quel

che

il

medefimo Eofo-

avendo rifaputo

l'incello

rella
glierfi

Canace
dovea

fped a
vita
,
.

commeffo da Macareo colla quella con un ferro , col quale


interamente
virile
il

to-

la

Non approvo
il

penfiere
ravvi-

di

Gronovio
il

(d)

perch nella figura

non polTo
,

fare

fratello di

Canace
,

qual era un giovanetto


le

n alcun

eroe dell'antichit

poich ignobili ne fono


vili

fembianze
de'barbari

rendute ancora pi

dalle bafette alla

moda

SemTrafea , di cui pure Wnkclmann parla qui apprello. U) Raccolta di Jlatue,Tav. 60.6,. ove /ic da la figura diregnata o incifa all'op, polto, e non troppo efattamente
.

(,b;

Uuale era veramente Menofilo, come

icnve Ammiano Marcellino lih. 1 1. e. 7. , ove Jacconta quello fatto ; e fappianio altronde , che vcn eunuchi erano quelli, che fi tenevaIlo dai lovrani deda Grecia e della Pcrfia , per "^''^'^ ' o per camerieri , e per cuftoJ^r^ le f donne dire ed j erano per lo pili fio li di

barbari Vees^afi Erodoto /li. S. cap. lOf. p^e. 66S. .Siv.ofomc Cyropid. 1.7. p.ts6., EviS.no Ecdef. h;/l. ilL 4.. cap. 22. (a) Tkef. jlntiq. gru. Tom. i,I. xxx. (e) Fai>. 2+2. e 24^. Si uccifero per in diveifo luogo , e in diverfo tempo ; onde non potevano mai rapprefentarfi in un grupp confimile (^ Quefti lo d per una congettura , ma vi foftide j-appre(enraro Arria e Peto , fecon. .

do

la

comune opinione

d'allora

PRESSO
ti

Romani

ec.
,

343
trat-

Sembra pertanto che l'artilk nel dare fembianze rozze


feroci
,

membra

robufte e grofToJane alla figura, abbia


fatelliti
,

^^^^^
CAP.II.

voluto efprimere un de'


di tal

quali per lo pi fogliono

maniera rapprefentarfi
i

(a)

e tale afpetto

hanno, e

fo-

no egualmente ignudi

fatelliti

del re

Cercione nel balTo-ri.

lievo efprimente la favola di

Alope

nella villa Panfili (a)


;

La

mia opinione vien confermata dalla figura femminile poich la chioma lifcia e lenza ricci fimile alla capigliatura ufata
,

da' Greci nelle figure di genti ilraniere

e la fopravefte colle
(b)
,
.

frangie

moflrano una perfona che non era greca

Se

il

mio

leggitore

non
f

foddisfatto di quefla fpiegazione

penl
il

che difficilmente

ne potr dare una migliore

e forf

tutto meglio fpiegherebbefi f avelfimo

un pi

eftefo

raccon-

to del cafo di

Canace

di cui

non

altra

memoria
in

ci reit f

non
che
gi

il

poco che ne dice Igino

,.e la eroide d'Ovidio fcrit(e)


,

ta a di lei
il

nome
le

al fratello

Macareo

cui gli narra


,

padre

ha mandato per un
l'ufo

fatellire
,

un ferro

di

cui

comprendea
:

che fame doveva

immergendofelo nel

petto

Interea fatrius vutu moerente

fatelles
:

Venit

&

indignos edidit ore fonos

Moliis hunc enfem

mtth

tbi

tradidit enfem
.

Et jubet ex merito
Scimns
;

fcire quid ijle velie


fortiter enfe
:

&
la

utemur violento

Pe^orihns condam dona paterna, mels

poco prima di morire , n verun autore pi altro dice di quel fatellite poffiamo dal gruppo argomentare che quefti, il quale, ignorando il motivo della fua ambafciata , prefentolle il ferro con volto turlettera fu fcritta
,

Ora poich

bato
v.^Ayrt. U, Dato na .donum. ant. mcd. n. gz.
Suid.

(b) Vedi Tom.I.p.rio. n.K.,p.4.,0.^. //. (e) Epifi. i z, vcrf. ^j. figg.

544
baro
LIB. XI.
,

Storia del l' Arte grbca


fafelo

conficcato nel petto


.

dopo che

vide Canace pri-

vatafi

di vita (a)

CAP.
...

II.

di Papirio

$.
il

28.

Come

a quello

gruppo

flato fenza

ragione dato

e l'u madie

nome

di Arra e

Peto

cos

tato Papirio e Tua madre in


villa

non meglio credcfi rapprefenun altro gruppo della medelma


fcolare di Stefano

degno egualmente

de* floridi tempi dell'arte greca. La,

voro
re

quefto di

Menelao
,

come appa-

dalla greca ifcrizione

Ivi s'

voluto ravvifare un tratto


{a)
,

dorico raccontatoci da Aulo Gellio


te
fi

perch generalmengli
,

fono vokiti fpiegare colla ftoria romana


,

antichi

moargo-

numenti
mentafi

anzich crederli prefi da


.

Omero
,

o dalla greca

mitologia

Che male

fiagli

flato

appoflo quel
artefice

nome
Romani

dall' eflere

opera

di

greco

che certamente
,

non
lio,

avr voluto fl;egliere un avvenimento de'


e forf incerto
,

al-

tronde poco importante

poich Aulo Gel-

che

lo riporta, dice d'averlo letto altre volte in


,

un

dif-

corfo di Catone
ci fcriveva
$. 29.
(*)
.

cui per pi

non avea

fott'occhio

quando

Un

altro
fi

argomento per non

ravvifare in quefto

gruppo Papirio
(a) Igino
,

ricava dalla flefla figura in cui vuolfi rap-

prequale nel citato n. 34.1. parla degli uomini , che da s ftefli fi fono uccil Avrebbe dovuto dirlo ; tanto pi che parla
il

dubitarfi di quefto fatto da ci che aggiugnc Aulo Gellio , cio che i fenatori folcano condurre in Senato i loro figliuoli tolto che prcnla pretefta , all'et di dicifctre anni . Fondafi quello dubbio (u Polibio, il quale accufa d'errore due fcritrori greci , che prctcndeano elTere ftati i figliuoli de'Romtni introdotti nel Senato all'et di dodici anni , la qual cofa , dic'egli , non n verofimile ne vera , poich cerranientc la natura non e ftata tanto liberale coi Romani, che fapienti ne

della

che

fi

morte di Canace , e di Macarco Quel pu dir di lcuro intorno a quefto grup,

deano

po,

che la ftatua dell'uomo rallomigiia nei

capelli, nei muftacci e nell'aria del volto al fup-

pofto Gladiator moribondo di Campidoglio, come (imilillmo lo feudo dell'uno , e dell' altro Da quefto fi pu argomcnrare con ficurezza , che amenduc fiano ftari foldati di una ftclTa nazione . E Cccome del Gladiatore fi oflcrvato qui avanti alla p. zoi.co 2. che pu clkre un armigero fparrano ; cosi fpartano potrebbe e/Tere anche l'altro guerriere del gruppo Lo ftilc del lavoro di quefto, fc ne eccettuiamo i rcftauri del braccio deftro , con cui fi uccide , e gli altri pochi non ne farebbe molto diverfo (ci) NoH. att. Lib. i. cap. zj. (*) Ea Catonis vf'rn huic prorfus commentario indidijjim , J! libri copia fuijfet id temporis eum h.c ietuvi , lee. cit. ?oticbbe
.

fiano
ritalTe

figliuoli
,

appena nati

Quantunque

per Polibio
di lui

come

pi fede , teftimonianza per corfi;tar Gellio ; poich (e non a dodici anni , a dicifettc almeno poteano i fanciulli aer luoc:o in Senato ; e quefta avventura di Papirio pu clfer vera , bench non ne troviamo farta Gronovio altrove che prelfo di lui
.

fcrittore pi antico , mepure io non infifter full

merzionc

commencitar

tando quefto pair avrebbe dovuto


libio
.

Po-

PRESSO
prefentato
,

Romani
,

ec.
fogliono
,

34?
le
fi'

la

quale ignuda
e

coin'elTer lo
de'

gure de' Greci,

non mai quelle

Romani

ficcome gi

LIB. XI.

GAP.
,

II.

fopra avvertimmo colle parole di Plinio (i) Non patendo qui dunque fcorgeri Papirio 30. jf.

po-

trebbe credervi^
d'Ippolito,
al

rapprefentata Fedra che dichiarali

amante

che pur conviene una certa vergogna, quale


,

efpreiTa fcorgefi fui di lei volto

ove non vedefi

il

menomo
fcrittore
,

indizio di quello fcaltro forrifo


giufta

che un moderno
,

fupponendo
.

la

to di vedervi (a)

prima denominazione s' immaginaTanto pi verofimile fembra tale fpiegagli


,

2one
flri

quanto che non folo lappiamo che


nelle loro
villa

antichi

mae-

pi volte rapprefentarono quefto foggetto

ma

lo fcor-

giamo tuttora
ve ne fono nella
ci

opere rimateci
,

fra le quali
villa Panfili
.

due

Albani
fa

ed una nella

Ma

non oftante non


.

pienamente appagarmi quelVopinio-

ne

Ivi

fembrerebbe che Fedra avefle dichiarato l'amor fuo


,

ad Ippolito

il

che

fecondo Euripide

effa

mai non fece


e

Altronde
Greci

capelli in

amendue
;

le

figure fono recifi


,

corti

quali fuole portarli Mercurio


,

laddove

prelTo gli antichi

giovani di quella et folcano generalmente portar


,

lunga capigliatura
gnificazione la

ed ha fempre una qualche particolare


recifa (b)
.

li-

chioma

Tom. IL
(i"^ In una delle pitture delle Terme di Tito comporta di tie H-jure s'immaginarono aleuni di ravvifare quefto mcdelimo tratto della iloria Romana ; ma, dice il fignor Carletti ,, non potandoli qui render ragione del,, la terza figura , rivoiganfi eglino piuttofco ,, ad altro fatto lumi.ofo ; e f mai loro non j, fovvcnilfe , rammentino a proprio riftoro,

jf.

3r.Que-

notato fecondo Plutarco , nelle calamit effere fiata regola generale che le dorane greche fi recidefTero i capelli, e gli uomini fc
li

lafcialfcro crcfcerc
i

ni, tra
capelli
,

all'oppofto dei Roma; quali gli uomini non tagliavano n n barba, come fi veduto qui avanti
,
,

pag. ^08. col. 2.


fi
i

capelli

fciolci

ole donne anzich tagHarli porravano per le fpal.

quanto

degli llorici libri

quanto

de'

mi-

tologi fi funeRamente per'uto, e ceffi una volra la fmania, ed il fafto di ritto vare a viva for7a in ogni pittura in ogni falfo il loro originale,,. Ivi cgua'mentc
,

figura che credefi di Papirio Bo< Reflex, far la poef. J far la pchit.Tom.l. fic. ^S. pjg.4.00. fegg. (b) Si veda Tom. I.pag. iS^-.n. 1 ', p.j-'f.
la
.

igruda
(a)

Du

le, e fcarmigliari , come nell'efempio , che d Plurarco Si funerali del loro padre Converrebbe dunque trovare una ragione particolare , per cui Papirio e fua madre , romani, avcfl'ero dovuto portare la chioma recifa in quella occafionc ; e non avrebbe dovuto trafandarla fra i pi moderni il fignor abate Dolce nella Deferir^, ijlor. del mujeo di
,

Crft,

Denk

Tom. ni.

n.

^S.

%. j?7.,

pag. 4^j.

i.

4.

ove

nella noe. B.

ho

34^

Storia del l' Arte greca


31.

$
LIB. XI.

Quefta circoftanza de'capelli corti


,

GAP.

biofo confideravo quel gruppo

II.

mentre dubmi fugger una nuova fpie,

gazione

Ivi

parvemi

di ravvifare Elettra
lei

in

colloquio con
aver dovea-

Orefte fratel fuo e di

pi giovane

Amendue

no

capelli recifi

Elettra volle farfegli tagliare dalla fua fo( il


,

rella

Grifotemide

che qui dee prenderfi

come

efecuito

affine di appenderli

unitamente a quelli della forella mede-

tomba d'Agamennone come un monumento del Lo fteflb avea fatto Orelle avanci loro durevol dolore {a)
fima
,

alla

di fcoprirfi alla forella


falla
,

anzi avendoli

Crifotemide trovaci
.

tomba ferviron loro d'indizio del fuo arrivo (b) Or quando Orefte fi fvel ad Elettra efla la man gli prefe e
,

diffegli

sx'^

""^

x^pTi'y

(e) ti

tengo io per la

mano
,

il

che

vien propriamente efpreflb in quefto


tien la finiftra
la deftra fuila

gruppo

in cui Elettra

mano
manca

fui

braccio deftro d'Orefte


(a)
.

e gli pofa

fpalla
l'

Qui polliamo per


fcena

tanto
,

fi-

gurarci rapprefentata

intereflante
,

di Sofocle

che

contiene quello dialogo


di

e certamente l'artifta

ha avuto pi
.

mira quella tragedia


le

che

le

Coefore

d'

Efchilo

Sul volto

d'amendue
contro

figure vedefi chiaramente efpreflb

il

primo

in-

d' Elettra
,

con Orefte
e

gli

occhi di

lui

fono come
fcor-

pieni di lagrime

gonfie ne fembrano le palpebre pel lunin Elettra


,
,

go pianto
ge
al
altres

tali

pur fono

ne' cui tratti

Ci

la

gioja mifta alle lagrime


.

e la tenerezza unita

dolore
f.

(b)

32.

Se quefte figure per tanto fono Elettra ed Orefte


ftelTo

io potr dire d'averle riconofciute a quello


cui, p re fTo Efchilo, quefti
fi

indizio a

fece

da

lei

ravvifare, cio alla

chio(a) Sophocl. EleHr. verf. j 2. 4.^0,


(A) ibid. verf. (e) ibd. verf
(a"i Si

Non
Nec

ita dardanio gavifus Atr'ida trium-

go s.
i

pho

eft

2 ^S. Jc E/ecira

pu vedere anche la figura prefTo Maffei Raccolta di llatue , Tav. 62. e 6 ;.


(b) Properzio lib.z, eUg.14. vcrf.i. j. 6.
;

fahum cum

afpexit Ore^

jlem , Cujusfalfa tenens fleverat ora forar.

PRESSO
chioma
fecondo
fcimento
(a)
,

RoM A N

E C.

347
=

colla quale egli diffipar feppe ogni dubbio del.

la forella

(/>)

E febbene nello fcioglimento d'una tragedia


(e)
,

LIB. XI.
,

CAP.

II.

l'avvifo d'Arillotele
fra

quefta maniera di ricono,

due attori

detta vaypa'pia-/i;
intereifante
,

fia fra le

quatdeg-

tro ivi accennate la

meno

nulla di

meno

giamo
tri

convenire che ci ha qui fervito pi che tutti gli al.

il

una verofimile fpiegazione di quel gruppo Su quefta fuppofizione io penfo doverli pur dare jf. 33. nome d'Elettra ad una bella ftatua della villa Panfili che,
indizj a dare
il

tranne

manco braccio
la ftefta

s'

ferbata intera
,

d'egual

gran-

dezza
volto
,

ed ha

efpreflone
fia

anzi

medefimi
.

tratti nel
ri-

febbene diverfa ne
al

la pofitura

Io quefta pur
,

conofco
fcoprirfi

medefimo indizio

de' capelli recifi


.

che fono
che
al

al-

tres allo fteftb

modo

lavorati

Quefti capelli

primo

della ftatua

fembrarono una cofa


anzich
di

affatto
,

ftrana, e

fecerla credere figura virile

donna

indufl!ero al-

cuni antiquarj
a ravvifarvi
in tal
il
fi

che non^fapeano ufcire dalla ftoria romana,


in

famofo P. Clodio
traveft

abiti

donnefchi
fi

poich
i

modo
di

per introdurfi ove


,

celebravano
i

fe,

greti mifterj della dea


affine

Bona

dai quali efclufi erano


.

mafchi

abufar della moglie di Cefare (a)


tale f:atua vien

Sotto quefto
d'

nome
tra
,

diffatti

riportata in

pi

un libro

Se per tanto,

come a me pare, le conviene il nome d'Eletficcome vi manca l'antico zoccolo io m' immagino
,

che a quefta figura

fofte
il

pur unita quella d'Orefte

fulla cui

fpalla efta appoggiafl^e

manco braccio

e formafte cosi
.

un

gruppo non molto

diftimile dall'altro (b)

Xx
(.a)
(,!>)

T.

34-11

(.c)

JECchyl. Choepk. verf 16S.17S. verf. 224.. Poet. cap. t i.op. Tom. IV. pag.
ii>id.

z.

(a) Cicerone ad Attk. Uh. i. evijl. 12., Dionc Calfio ii//?. iioOT. /. ^7. e. 4*/. Icm.i. pag. i jp. (bJ Mi pare pi probabile l'opinione del fignor abate Vilconti , accennata nel Tom. I,

pag. zgp. not. a. , di riconofcervi un Ercole giovane f barbato ; come pu eirerne argomento la grolTezza del collo proprio di lui , che dice Vk inkelmann al laoe fecondo ci go citato , e quale fi vede nella figura data nello rtefTo Tom. I. pag. 207. PotrcbUc allora credervi^ rafjprelentato Ercole veftito da donna ptcflo la regina Gufale 3 o piuttofto quaa,

348
jT.

Storia del l' Arte greca


34.
,

Il

lettore

io fpero

vorr perdonarmi quelle di,

LIS. XI.

greffioni

e le altre

che per avventura far in apprefTo


il

poi-

GAP.

II.

ch febbene rompano alquanto


r luogo a qualche erudizione

filo della ftoria

danno pe-

tanto

meno
ci

inopportuna
fomminiftrano
.

quanto che
nefran

tempi

di

cui parliamo

non

monumento

dell'arte

degno
la

di confiderazione

<3o

giovanetto e veftito da donna

dopo

ncU'irola di
cos veftito

battaglia con Antagora ajutato dai Meropi , dovette fuggire , e ritirarli preflo Trell'a , la quale non leppe riconof^erlo per uomo del
:

qual fatto

li

rinovava ogni anno

la

memoria

il facerdote d'Ercole , ove da donna , e cinto il capo con una benda , dava principio ad un fagrifizio , come narra Plutarco Quafi, gnuA j infine, oper. Tom, il.pag. 0+.

Coo

Ca-

PRESSO

Romani

ec.

349
=<^
LIB. XI.

Q^

iiy={2^j**t=

GAP.

III.

O
Arti fatto Nerone tue di Seneca
.

111.

- Movimenti
.

del [no tempo

- Pretefe

teje e

e
.

di Perfio
.

- Decadenza
.

della Jatuaria
.
.

JaStatue

Gladiatore della vilApllo di Belvedere Ottone , e Vitellio - Sotto Vefpajiala Borgbefe - Sotto Galba e Domiziano Siiffoji trofei di Mario StaTito no e Trajano Monumenti tue di Domiziano Sotto Nerva efuo arco in Ancona Arti in de' Cuoi tempi fia colonna
tolte alla

Grecia

Grecia

iNerone,
rifquardava

fuccefTor di Claudio, moflr per tutto ci che


le

Arti fotto

Ne-

ione

belle arci un' avidit infaziabile


:

ma

egli era

"ome
in far

gli avari

metteva ogni ftudio in accumulare anzich


.

efeguire de' lavori

Del fuo cattivo gufto ne abbiamo


ei

.m argomento nell' ordine eh'


i'Aleflandro in
def

diede

d'

indorare
,

la ftatua

bronzo

opera

di Lisippo (a)
la

poich

vi-

che ci aveane pregiudicata


,

bellezza

ne fu pofcia

levata l'indoratura
ftigj
.

di cui

ci

non

oftante reftaronvi de've-

Prova

del fuo gufto depravato

pur fono
,

la

rima ch'e-

gli
ti

ricercava tra la cefura e la fine del verfo

e le ftravagan-

metafore che ufava continuamente

per

le quali
.

cofe vien

melTo in ridicolo in una


fto

fatira di Perfio

(b)

Forf in que,

fuo cattivo gufto ebbe molta parte Seneca

il

quale (a)
.

cfclude dalle arti liberali la pittura e la fcultura (i)


jf.

I.

Del-

(a) Plin. Hi. ^4_. cap. S.ftU. ig. . 6. {b') Sdt. i.virj] fj-ff. (a) Epij SS. (i) Tra le molte ftravaganze di Nerone , Plinio Iil>. ^f cap. 7- feci, f novera quella d'erterfi f^tto dipingere in figura cololTale alta centoventi piedi fu di una tela cofa non pi ufata avanti di lui , come ivi foggiugne lo florico Non per ben chiaro fc quclVultime parole di Plinio riferir (I debbano allo
.'.
:

ftrano capriccio di quell'imperatore di farfi


il primo ritrarre in figlila cololiale fulia tela , oppure fempliceraente all'arte di dipingere fulla tela , e f fia ftata quella una cofa i-. gnota avanti Nerone Di ftarue cololTali s in bronzo che in marmo moltiffime fappiamo elTcrvene ftate prima di lui ; ma in tela noa
.

ve n'ha indizio alcuno , ficcome non leggefi , ch'io fappia , in ncifuno fcrittore , che fbfle allora adoperata la tela per ritraevi figure .

33
I.

Storia dell* Arte greca


Dello IHle dell'arte fotto Nerone nulla poffiamo
j^gj^

LiB.xi.

^jj^.g

jj

determinato

non
,

altro

rimanendoci che

due

Monumenti mutilate tefte del


dci^ fuo

medefimo
di

le

pretefe ftatue d' Agrippina fua moglie


.

tem^^^,^

madre
2.

un bufto

Poppea

Le

tefte dette

di Seneca rapprefcntano tutt'altri


jf.

che

lui

Manca

la tefta

di

Nerone
villa
tefta

nella magnifica collezio,

ne delle figure imperiali della

Albani
di

dal che f ne

argomentare

la rarit

Nella
v'

efb efiflente nel

pu mu-

feo Capitolino (a) non

d'antico che la parte fijperiore


.

del volto e un folo degli occhi (b)


di

bronzo

nella villa Mattei


;

ElTa

Che diremo della tefta un nuovo e aflai medio-

cre lavoro

e tal un'altra tefta


.

lazzo Barberini

ancor pi recente nel paNel mentovato mufeo Capitolino ftata dai

poco

verfati Cuftodi riputata antica un'altra affatto


,

moderna
,

tefta (e)

ed una fpecie

di

medaglione pur nuovo


;

rappreil

fentanti

il

medefimo imperatore

deggio qui avvertire

mio
jf.

leggitore che

moderno lavoro generalmente fono


i

tut-

te le tefte
3.

imperiali cos formate a rilievo fu

medaglioni
.

Tre

ftatue

abbiamo

fotto
,

il

nome d'Agrippina
villa
il

La
,

pi bella nella Farnefina (d)


la

l'altra nella
(e)
.

Albani

terza nel

mufeo Capitolino

Ivi

pure
;

bel bufto
in

di

Poppea

che ha una particolare fingolarit


Magno
ri-

poich

un
de'

pezFino per dai tempi d'AkfTandro


ferifce
il

della cafa

ove alloggiava Lepido

uno

citato autore //A. g.c. i.feci.j. efferii tentato di tingere il lino , e di lino tinto efTerfi fatte non folamcnte delle vefti , delle vele ancora per navi , e delle tele per difender dal fole i teatri , le ftraJe e le piazze .

triumviri , per far tacere gli uccelli clic col loro importuno garrire turbavangli il fonno
Vlia.Iii. ^s-p'^P-

ma

n-feii-J^Capitol.

(a) hoiux

Mufeo

Tom.

ij.

Ta-

vola
tefta

6.

ftcTo Neione ne fece ftendere fu i^ fuoi anfiteatri di quelle tinte in azzurro , e fparfc di flelle Molte altre notizie relative all'arte
.

Lo

di tingere le tele preflo gli antichi ha raccolte il fignor Delaval exper. inquiry. &c. , la cui Opera tradotta dall'inglefe dal eh. fignor

d'una ftraordinaria bellezza la di lui intiera maggiore della grandezza naturale in figura d'Apollo , e coronata di alloro , confervata ora nel Mufeo Pio-Clementino
(s)

An

ove
rio

parimente una
,

d'Apollo citaredo

di lui ftatua in fotmii e di lavoro non ordina-

canonico Fromond
liO in s.

imprefia in Mila1779. in 8. Se ci mancano cfempj anteriori al nominato principe di figure dipinte in tela , ne abbiamo nondimer.o di figure rapprefentate fu pergamene . Uno fterminato drago dipinto fu di una \uAftata

Ambr.

rr.agg.

ghjfllma

membrana

fu efpofto fopra

il

;^tto

ftata trovata negli fcavi di villa , che Negroni, fimile a quello dato dal de la ChaufTai. jS, f Muf. rum. Tom. I. feti, i (e) Bottari /oc. cit. Tav. ij. (d) Ora pafTata nel mufeo reale a Napoli (e) Bottari Tom. ni. Tav. jj. la dice Agrippina moglie di Germanico
.

PLESSO
pezzo foJo
fendone
r

Roma

fi I

e e.

35'i
,

di

marmo

vi
,

fono due colori


e

diverfi

bianca

ef-

la tefta e'I
!

ice violacee
jf.

il

paonazzo con Il panneggiamento del petto


colio

delle vene
(a)
,

ftri-

^^^^^

GAP.

III.

4.

Ancor pi pregevoli che


al

le tefte di
il

Nerone fono,
di

Prctefe tede

riguardo

lavoro, quelle che portano

nome

'^''

Seneca, LcaT

la pi bella delle quali in

bronzo

fi

vede nel mufeo Ercolanelle ville

nenfe

(b)

In

marmo
,

oltre quelle che fono


il

Me-

dici e Albani (e) fole Inglefe

ne podede una
,

fig.

Giovanni Dyck con-

a Livorno

che comprolla dai fignori Doni a

Firenze per 130. zecchini. Simile a quelle tee v'era altre volte in Roma un bufto in forma d'Erme , il quale comprato
fu dal fignor marchefe

Gufman

vicer di Napoli (d)

man-

dato
in

in

Ifpagna con
.

altri

antichi

monumenti

coi quali per

un naufragio
jT.

j.

Tali tefle
full'

vengono generalmente prefe per


,

l'effigie

di

Seneca

afTerzione del Fabri


illuftri
(i

il

quale

fpiegando
,

le

immagini degli uomini


contornata col

raccolte da Fulvio Orfini

di-

ce che una tefta fomiglievole

trova fu una belliflma


(e)
.

moneta

moneta per n egli n altri ha mai veduta E' dunque molto dubbiofo che di Seneca fieno quelle tefte e '1 mio dubbio fi far maggiore f chiederemo come mai tinte volte e in bronzo e in
di

nome

Seneca
.

Tal

marmo

fia

ftato fatto
,

il

ritratto

ad un foggetto ch'era nella


v' neffun

maggior

dififtima

mentre non

antichit di cui pervenute ci

fiano

grand'uomo dell' altrettante immagini Il


.

bufto d'Ercolano dovrebb' eflere ftato fatto


tefte

lui vivente
,

e le

in

marmo fono certamente opere


.

d'un tempo

in cui

l'arte fioriva

E' altres

improbabile che Adriano abbia vo-

luta collocare l'effigie di quel filofofo ipocrita nella fua villa, ove

pur s' trovato un pezzo

di

fimile

tefta

aftai

ben

lavo(a) Bottari Tom. ri. Tav. zi. (b) Bronci d' Ercol Tomol. Tav. ^/. jj,
.

Ce)

E una molto

bella alla

faruefma

(d) Gronov. Tkef. Ant. gric. T. iil.yyy. (e) num. t^i. pag. 74- Dice che eiilteva una volta prelTo il card. Bernardino Maffci

3S'2

Storta dell* Arte greca


,

lavorafa
LIB.XI.

efiftente

ora preffo

il

fignor Cavaceppi

A me
,

pertanto fembra pi verofimile che ravvifarfi debba in quelle tefte


l'effigie di

CAP.

III.

qualche

uomo
(a)
,
.

pi antico

pi celebre

pi rifpettabile di Seneca
jf.

6.

Non

folo alle tefte


,

ma

ad una intera ftatua dato


il

che

vedefi nella villa Borghefe

flato

nome

di

Seneca
.

febbene a torto

Tale fatua che nel

come ho dimoflrato ne' miei Aonument (a) ignuda di marmo nero ha s nell'atteggiamento
,

volto
di

una piena fomiglianza con una egualmente


grandezza naturale, rna
,

ignuda llatua

di

marmo
.

bianco,
ftatui-

nella villa Panfili (b)

e quella altres fimile a cui

ad una

na

della villa Altieri

per manca

il

capo

Quelle due

ultime portano nella


ta (e)
la
,

fniftra

una fpecie

di

candir o fpor-

come le due piccole figure vellite da fervi nella vilOra poich a pie d'una di quelle figure vedefi Albani
.

una mafchera comica, da cui


tifi
il
,

s'inferifce
,

che

ivi

rapprefen-

un fervo della commedia mandato Sofia nell'Andria di Terenzio, a fare


;

come per efempio


mercato qualche
ftelfo
fi-

fui

provifione (d)

non
?

egli

pur verofimile che lo


,

gnificato abbiano le flatue Borghefe e Panfili


delia villa Altieri

e la flatuina

Altronde qual v' argomento d'attribuire


la

a Seneca

le

mentovate llatue? Calva n'


i

fommit

del

capo
il

laddove hanno

loro capelli
.

le

tede

alle

quali vien dato

nome
fta

dello fleffo filofofo


,

Ci che pu indicar Seneca


di

quella fpecie di tino

fatto

marmo

africano
,

entro cui

parte della figura


,

ma

to alla flatua

perch. le

moderno e fu adattavolendofi mancavano le gambe


quello
,

figu(a)
le,
re; e
i

Ma quefti

non

poi tanto dirprez7abi-

abbiamo
col. i. ;

fatto

cenno nel

Tomo

7.

pag.t^o,

ce lo vuol dipingere il noftfo Autoluci meriti polTono vederli rilevati priiicipalmentc da Liplio Manuduciio ad Stole,

come

philof.lib. i.c.iS. op. Tom. IV. pag. 4.^4-. E certamente pi celcbte di tanti altri filofofi greci , de' quali pur fi hanno le teile . (j) Pur. IV. cap. Q. . 2. p.ig. 2/(5. Ne (bj Ora nel Mufeo Pio-Clmentiuo
.

dicendo che polla rapprefentare un fervo de' bagni ; e all'aria della tefta parrebbe un africano , o un moro . Pare piuttollo un vafo o fecchio di (e)

.....

metallo (d) In quefto fuppofto dovrebbe creierfi appartenente a qualche gruppo ; giacche lol
.

poco avrebbe intercllato

R
il

E S S

ROM

A N

EC.

feurar
fini
jf.

con

efib

basino

in

cui Seneca

aprendof

le

3?3 vene
^

====
^^^
...

di vivere
7.

(a).

j^,_

Non men

bella delle pretefe tefte

di

Seneca una

cdiPcrfio.

tefta a

balTo-rilievo in

profilo
,

pofeduta altre volte dal cetefta di Perfio


,

lebre cardinal Sadoleto


e

che teneala per una


Albani
.

che vcdefi ora nella


di

villa

Effa fcolpita fu
,

un qua-

dro

marmo bianco
.

detto palombino

largo una buona,


fua denominazio-

fpanna per ogni verfo


ne
falla

Sadoleto fond
,

la
il

corona
,

d'ellera

ond' ha cinto

capo

e
,

fu

una

certa modeftia
ta da

che

gli

parca fcorgergli in volto


.

accenna-

pu dall'elma non quelli lera che ivi rapprefentifi diffatti un poeta il quale mor fotto Nerone in et di vencertamente Perfio mentre la tefta di cui fi tratta motifette a ventott'anni (b) ftra un uomo tra i quaranta e i cinquanta ( nel rame per ed ha una barba che non conviene fiuto molto pi giovane ) punto alle perfone di ventott'anni ai tempi di Nerone Dobbiamo per tanto annoverar quefta fra le molte tefte alle quauomo li ftato dato fenza fondamento il nome di qualche
Cornuto
nella di lui vita
fi
; , ,

Argomentar

celebre
re del
jf.

Quefta ci non oftante fuole premetterfi

alle fati-

mentovato poeta.

8.

Dovendo
,

giudicare del decadimento delle


inferirfi
fi

arti fot,

j^.y'/'^^atu^

to

Nerone

potrebbe

da un racconto

di Plinio (^)
;

"*

che a que' tempi pi non


egli

fapefte gettare in

bronzo

il

che

argomenta da una
riufcire
(i)

ftatua coloflale di
,

Nerone
il

in tal

me-

tallo fatta

da Zenodoro celebre ftatuario

cui getto

pot

.Da

quefto racconto

e dai

non pezzi commefl


Dona1

Tom. IL
(a) Il di dentro porldo per imitare
vafo ftato fatto di colore del fangue . (b) Fabric. Bibliotk. lat. lib. z. e. t z. (a) lib. ^4. cap. 7. feci. 1 S. (0 Che la ftatua colollale di Nerone , alta cento dieci piedi , cfcguita da Zenodoro anzichc di bronzo foiTc di marmo [ come nella piina edizione a quello luogo aveva notail

Y
dd
to
il

y
,

nolho Autore

che credevano

ti, e Nardiiii Roma antica Uh. ^- cap. pag. ii S-] y ^ ^he quella non la limalta perfetta , come llrive il noftro Autore

2.
.

im,

gu ragionevolmente
ferma
egli la ftclfa officina di

ii-feiire rta
,

Plinio

Af-

che quefta ftatua

di cui

avca nel-

(igne modello in

Zenodoro ammirato l'increta , dopo la morte di Ne-

3?4
LlB.Xl.

Storia del l' Arte greca


con chiodi
getto (a)
ai cavalli
, fi

meffi e attaccati

porti fui portale della

chiefa di

s.

GAP.

Marco
il

a Venezia
,

voluto inferire che fiane


elT

III.

andato a male
dei

e che forf fian

pure opere

tempi

di

Nerone.
jr.

p.La

ronc fu confecrata al fole Dall'ufo dunque che ne fecero i Romani , fi pu argomentare che fia (lata la medelma dal fuo autore riAggiugne lo ftorico che dotta a perfezione j, la ftatua fuddetta era un indizio d' elTere mancata la Icienza di fondere il bronzo , avvegnach e Nerone folTe difpofto a fpen dere tiualunque gran fomma di denaro , e ,, Zenodoro non la cedelTe a veruno degli antichi nella fcienza di fondere e di cilel lare ,, Se quel coioffo folfe flato di bronzo , come avrebbe Plinio potuto proporlo per
. .
.

durre altre opere eccellenti in bronzo d minor mole , qual fu Mercurio , opera di dicci anni , e che non abbia poi voluto arrifchiarfi a fondere in quel metallo la flatua co1

Nerone [ Il luogo citato del eh. Tirabofchi ha eccitati quattro bravi ingegni
loffale di
.

argomento
dere
il

d'cflere

mancata

la

fcienza di fon-

bronzo? Nerone l'avrebbe bens a qua-

lunque colto voluto di tal metallo , e Zenodoro tra tutti gli artifti de' tempi fuoi farebbe flato pili al calo di tentar l'opera ; ma conofcendone egli forf la difficolt , non ha {limato fpedicnte di metterli al cimento . Si vuole nondimeno da un celebre moderno fcrittore , Tirabofchi Scoria della Letteratura italiana , Tom. il. lb.l. e. XI. . ^., che il conteflo di Plinio contraddica a ci apertamente ; poich , per fuo avvilo , ivi non parla che di lavori di bronzo , di marmi ragionando altrove N credibile , foggiugne lo ftelTo , che Zenodoro temefle di non riufeirvi , egli che ne avea fufo altre volte , e fpecialmente una flatua di Mercurio di gran pregio Quefle ragioni per , che hanno in. .

a far delle ricerche fui contraflato palio di Plinio ; e i loro fentimenti furono riportati dal lodato fcrittore nel Tomo di appendici alla fua opera , e quindi polle a fuo luogo nell'edizione romana dMipag. z^2. fino alla pag. 242. A chi avr la cutiofita di vederle non difpiacer l'erudizione , che vi fparfa, e la confutazione , che vi fi fa dell'opinione adottata fenza verun giufto fondamento daIo per gli Editori Milanefi in quella nota me credo , che in poche parole fi polla fpiegare il fentimento di Plinio non tanto olcuro e dirficile come fi vuole . Egli in follanza fcrive , che ai tempi di Nerone pi non fi fapcva fare quella bella qualit di bronzo con lega d'oro , e d'argento , come fi faceva in
.

altri

tempi

Ci

fi

conobbe apertamente

in

dotto l'cruditiffnno autore a ravvifare nell' ofcuro palfo di Plinio un cololo di bronzo piuttofto che di marmo , non fcmbranmi si convincenti che non ( polfa andar loro incontro Per quanto fpetta alla prima, fcbbene in quel capo ragioni Plinio piti fpecial.

mente de' lavori di bronzo , ci non oftante ci vi tratta eziandio delle flatue di legno , di

marmo

di terra

e per fino delle flatue che


.

folevanfi di panni riveftire Ma diafi che Plinio abbia ivi parlato di foli lavori in bronzo avrebbe egli potuto fra quelli noverare anche l'opera di Zenodoro, la quale bench non fia fiata di bronzo , avrebbe per dovuto efferlo , f l'artifta vi fi foffe determinato N olla ci che avvertefi in fecondo luo -o della grande abilit di Zenodoro nel fondere il bronzo Siccome nella pittura ed architettura , cos pure nella latuaria il bifigno dell' abilitava crefcendo in proporzione d^lla grandezza ed eflenfion dell'opera Non quindi maraviglia che Zenodoro abbia potuto pro:

occafionc ,chc quell' imperatore volle farfi innalzare una flatua coloffale in quel metallo per mezzo di Zenodoro artifli altronde famofo nel gettare in bronzo Quefli non pot riufcire a farla con tal qualit di bronzo , quantunque Nerone folTe pronto a fommnifirargli quanto mai bifognava d'oro , e d'argento per comporlo . Niente di pi credo che abbia voluto dir Egli a riguardo dell' ignoranza degli Plinio artifti per quella lega gi fi era fpiegato chiaramente nel cap. 2. feB. j. , dicendo che fi era perduta l'arte di fondete il metallo preziofo , cio quello , in cui entrava oro , e argento Se per poffiamo predar fede a Giovanni Antiocheno, cognominato Maiala, Hifi. non era ancora chron. lib. io. pag. lOi. B. dimenticata verfo i tempi di Tiberio ; poich l'EmorroilTa celebre nell' Evanctelio , creduta da quello fcrittore la flefia che Veronica fece ergere nella citt di Paneade al Salvatoe d'arre una flatua di bronzo mifto d'oro gento , diflrutta poi da Giuliano l'apoftata . Glica Aanal.par.4.pag. 2j?. C. , e l'autore
. .
.

delle Enarrat. c/r-onogr. prefio Bandurio Imper. orierit. five Antiq. Conftantinop, par. 3,
lib.

j.pa^. Q6.Tom.l. (a) Vedi qui 3.s3Lixx\pag.

34-,

3JJ La Grecia trovavafi allora in circollanze fommaff. 0. B XI mente infelici per le arti poich febben Nerone lafciaffe ^ap. ui. statue tolte quanto era podbile godere ai Greci la libert antica (a) alUOrccia. ,,.r-v pure una volta s inaino contro le Itatue degli atleti coroI
'

PRBSSO

Romani

ec.

in

ri-i-

nati ne'

gran giuochi, facendole tutte rovefciare e gettare


;

in

immondi (a) e monumenti dell'arte ne


luoghi
,

fatto altres

infaziabile per gli altri

fece fpogliare la Grecia nel


,

tempo
e certo

che fembrava concederle una libert tranquilla


tal

avendo a
,

oggetto col fpedito Aerato fuo iniquo liberto


,

mezzo faccente per nome Secondo Carinate


ci che loro piacea trafportavano a
jf.

quali tutto

Roma
a
ritletta
,

(b)

IO.

Nel folo tempio d'Apollo


{b)
.

Delfo furono allora

prefe cinquecento fatue

Or

fi

che quello teme

pio era gi ftato dieci volte faccheggiato


dai Focefi che nella guerra facra

principalmente
vi

molte ftatue

depredaro;

no

(e)

fc

ne argomenter l'innumerevole quantit


ai

anzi

molte ancor ve n'erano


quali

tempi d'Adriano
.

alcune delle

vengono rammentate da Paufania


la

Servirono quelle in

gran parte ad ornare


jf.

cos

detta cafa aurea di


tali

Nerone

(e)

II.

E' probabile
,

che tra

fatue vi fofle
villa

l'Apollo

di Belvedere

'1

fuppofto Gladiatore della


,

Borghefe
trovate in

opera

d'

Agasia efelno
>

elTendo fiate

amendue
(e)
,

Anzio

(d)

luogo

in cui

nato era Nerone

per ornare
il

Yy
Tom.
(a) Plutarco in Tit^ Quint. Flamin. oper. 1. pag. J76. D.

(j) Suet. in Neron. cap. 24. (b) Tacito Annui, lib, i j. cap. 4S. , L 1 6, eap. zf. (A) Paufan. Uh. 1 0. cap. 7. pag. X t j. l. 14. (e) Strab. lib. y. pag. 6J.4.. princ. [ Ateneo Ub. 6. cap. 4. pag. zi. E. , Vallois Des ri. chefs. du tempie de Delphes , Acad. des In-

quefii fcrive , che fu Augufto , che ve la port , e la pofe ncll'ingrciro del fuo Foro . Cos crede vi foffe portato l' Ercole di Lilppo ,
e cita Strabone lib.i o.pag.70 j. C. ; ma egli non dice da chi foife fatto portare ; e non poteva intender di Nerone , perch fcrifTe pri-

ma di lui e a' tempi di Augufto come ccmmo nel Tom.I. pag. 2^7. n. i. col. z.
,

di-

(d) Mercati Metalloth.


Bottari

fcript.T0m.nI.Hift.pag.7g. (.e) ^cl Trattato prelim. e. ly. pag. XCn. aggiugnc \(inkclmann che in quella occa,

Mufeo

Capital.

Arm. X.pag.^i ., Tom. ni. Jav.67.

pag.

fone fclfc portata a Rema la Pallade di Endco , di cui li parlato qui avanti pag.i 66. , e cita Paufania lib. S. cap. 46. pag. 6^4. ; ma

1 16. (e) Tacito Annal. lib. i j. cap. z^. , e raU volta vi foggioruava , cap.jg., e lib. 14. cap. 4,

3?5
il

Storia del l' Arte greca


,

quale moltiffimo fpefe

come pu
il

tuttora inferirfi dalle

LIB. XI.

GAP.

grandi ruine che fen veggono lungo


le altre
le

mare

(a)

V'era

fra

III.

opere

un portico

in cui

un Tuo

liberto dipinte avea


.

figure de' gladiatori in tutte le pofiture immaginabili (b)


jf.

Apollo di Belvedere .

12.

La

ftatua

dell'Apollo di Belvedere
,

la'
fi

pi fubli-

me

fra tutte le
.

opere antiche

che fino a noi

fono confta-

fervate (e)

Direbbefi che
ideale
,

l'artifta

ha qui formata una


dalla

tua puramente

prendendo
il

materia quel folo


,

che era necefario per efprimere


vifibile
.

fuo intento

e renderlo
fi-

Qiiefia mirabile ftatua tanto fupera


,

tutti gli altri

mulacri di quel dio

quanto l'Apollo d'Omero


da' fuifeguenti poeti
.

pi gran-

de degli
le fue

altri deferirti

1!
,

complefTo delfuo atteggia.

forme

follevafi fovra
la

l'umana natura

e'I

mento moftra

grandezza divina che lo invefle

Una
,

pri-

mave(a') Vi fece fabbricare il porto , clie gli collo fpefe grandilllme . Suetonio nella "di lui vita , cap. p. (b) Vedali qui -va.nt\ pag.y 2. prlnc. In An_ zio era il luogo principale di delizie debili irnperatori , e Augufto fu il primo a goder-

marmo
tere a

di

Urna

ora Carrara
il

come ve
nelle

le

ha

credute lavorate

(g.

Mengs
,

due

let-

monlignor Fabroni

delle quali abbia-

come abbiamo da Suetonio nella di lui , Vita , cap. jS . Amante ch'egli era tanto delle belle arti , chi fa che non l'abbia ornato di ftatue , e fra le altre anche di qucfle due ,
ne

come aveva ornata Roma

di

tante altre

e la

fua regia fui Palatino , al dire dello fteflb Suetonio cap. 57. 1 Narra elfo che vi andava Tiberio C nella di lui vita cap. ^8. ) , ma di rado , e per pochi giorni Di Caligola fcrivc parimente nella di lui vita, e. S. , che vi nafcelle , e non folamcnte lo preferifle a qualunque altro luogo , ma che aveife dcftinato di filfarvi la fede , e il domicilio imperiale . Eflendo quefti ftato anteriore a Nerone , e avendo fatte trafportate dalla Grecia le pi belle ftatue come ha notato il noftro Autore qui avanti W pag. ^^g. , probabile che ne abbia avute anche quefte due , che fono nel loro genere le pi belle che abbiamo , e le abbia poi collocate nell'ideata fua nuova capitale All' imperatore Adriano, cui ne piaceva il foggiorno fopra tutte le altre deliziofe ville , che aveife in Italia , al dir di Filoftraxo Vita Apollon. lib. S. cap. zo. pag. ^64.. , poich egli non fece trafportare ftatue dalla Grecia , non (i potrebbe facilmente dare il merito di aver collocate qu-fte due in Anzio, fc non f nel cafo , che foller lavorate in
. , .

parlato qui 3.va.n pag. i pff. ; ma quetto fondamento flato efclufo dal fignor abate Vifconti Mufeo Pio-Ckment. Tom. 1.' Tavola 14.. nella fpiegazione dell'Apollo. La tradizione , che vantano i cittadini di Girgenti , riferita dal fignor Bridon nei Viaggi della Sicilia , per cui fi pretende , che quella flatua ftelle anticamente in un tempio d' Efculapio di quella citt , da dove folle tolta dai Cattagincfi , e portata in Cartagine , e di l a Roma da Scipione Africano fecondo , probabilmente un equivoco nato dal racconto di Cicerone , il quale in Verr. _aB. 2 lib. 4..cap. 4.^.mmL , che ci avvenifle dell' Apollo di Mirone , del quale fi parlato qui avanti pag. zog. ; ma per dice , che Scipione lo riport allo ftelTn tempio , come fcrive nei cap. ^j. e Jegg. che rcititai a fuo Iuom tutte le altre ftatue , che erano ftate tolte dai Cartaginefi a varie altre citta della Sicilia ; onde non credibile che ne avelTe eccettuato l'Apollo di Belvedere , che diverfo dal detto

mo

di

(e)

Mirone . La mano

finiftra

rcftaurata
,

da fra

gi notammo qui avanti alla pag. z4.j. col. z. Il braccio Jcftro , e le gambe , che fono antiche , non fono ftate riatraxate troppo bene , onde comparifcono difettofe , come in parte ha fatto olTervare il noftro Autore nel Tomo i.

Giovannangcio Montorfoli

come

pag. 392.

PRESSO
mavera eterna
li
,

Romani
Elisj

ec.
,

^^7
falle viri-'

qual regna ne' beati


i

fpande

forme d'un'ct perfetta

tratti

della piacevole

giovent

LIB.X!.
,

fembra che una tenera morbidezza fcherzi fuU'altera

GAP. UT.
ftrut-

tura delle fue


dell'arte,

membra
,

Vola

o tu che ami

monumenti

vola col tuo fpirito fino alla regione delle belleze diventa

un creatore di una natura celefte per riempiere J'alma tua coli' idea d'un bello fovrumano ,
ze incorporee

poich
zio
dini
fi

in quella figura

nulla v' di mortale, nelTun indi!

fcorge dei bifogni dell'umanit


,

Non

vi

fono n ten,

n vene

che quel corpo muovano o rifcaldino


,

ma
tut-

par che uno fpirito celelle


ti

fimile a fiume placidifilmo


.

abbiane formati
il

gli

ondeggianti contorni
,

Egli ha infeJa

guito

ferpente Pitone
l'arco
,

contro di cui ha per

prima volfublime

ta piegato

col pofTente fuo palTo lo ha raggiunto


di fua poflanza
al di l
,

e trafitto

Ben confapevole

porta

il

fuo fguardo quafi all'infinito ben


Siede nelle fue labbra
il

della fua vittoria.

difprezzo

lo
,

fdegno che in s
e fin all'altera fua

rinchiude gli dilata alquanto


fronte
fi

le narici (a)

eftende

ma

la

pace

la

tranquillit dell'
,

anima
occhi

rimaner fembrano
fuoi pieni fon di

fulla ftefla

fronte inalterabili
,

e gli

quella
le

dolcezza
e

che mofirar fuole allor.

ch lo circondan

Mufe

lo

accarezzano
,

Fra

tutt'

ri-

mafiici fimulacri del

padre degli dei

nefTuno ve

n'

ha che

s'avvicini a quella fublimit in cui egli


te

manifedofi alla
fi

men-

d'Omero

ma

ne!

volto del figlio tutte


altre deit
,

nite le bellezze delle

veggono riucome prefib la Pandora


.

Egli ha di

Giove

la fronte
il

gravida della dea della fapienza,


(b)
;

e le fovracciglia che

voler fupremo manifeltan co'cenni

ha

gli
;

occhi della regina delle dee in maniera grandiofa


la fua

ar-

cuati

bocca un'immagine

di

quella dell'amato Bran-

co
Cdp.4..

(a) Clemente Akflandrino Pidag. lb. 3. Tom.I. pug. zjo. in fine : In nfo

bltm velud inkabitantem habeant (b) Ved. Tom, 1. pag. ^2^

3?S
=

Storia dell'Arte greca


(a)
,

co

in cui refpirava la volutt

la fua

morbida chioma
a'

LIB. XI.

coli' olio degli

dei pare unta (b)

limile

teneri viticci
al

CAP.

Ili,

fcherza quali agitata da una dolce aurctta

intorno

divin

fuo capo

in

cima a cui fembra con bella pompa dalle


,

Grazie annodata
altre

Mirando quello prodigio


,

dell'arte

tutte le

opere ne obblio

e
,

fovra di

me

flefTo

mi follevo per
il

degnamente contemplarlo
petto mi
fi

Pieno

di

venerazione parmi che

dilati,

e
,

s'

innalzi
e gi

come

quello de' vati del proin

fetico fpirito ripieni

mi fento trafportato
di fua

Delo
:

nelle Licic felve

che Apollo onor

prefenza (e)

par-

mi gi che quella mia immagine


la bella

vita acquifli e

moto

come

opera

di

Pigmalione
!

Ma come

potr io ben dipin-

gerla e defcriverla
,

Avrei bifogno

dell' arte

medefima che

mi delTe configlio e guidalTe la mia mano a perfezionar col tempo quelle prime linee che n' ho abbozzate Depongo
.

ptr tanto appi di quefla flatua l'idea che ne ho data , imitando cosi coloro che pofavano appi de' fimulacri degli dei
le

corone che non giugneano


jf.

metter loro

fui

capo

(d)

13.

Da

quella defcrizione e dall'efprellone che vedefi

fui volto

della flatua appare che


(a)
.

non pofla

ivi ravvifarfi

con

Spence Apollo cacciatore

Se taluno per

non
il

trovalTe

fublime abbaflanza l'immaginar qui uccifo dai dio

ferpente

(a) Cenone Narrai, num. ^;>. pag. 27^. (b) Callimico Hymn. in Apolt. verf. ^g. (e) Pare che Si3.iXo Achill. lib.i. v.ifp. fegg. , nel defcrivcic che fa Achille giovane in paragone d'Apollo , ncll' atto appunto , che ritornava dalla Licia , deferiva in qualche mo-

Cum

redit
retris

,
.

&

f&vis permucat pleura phalib.i, v.

E Apollonio Argonaut.

67 6. fegg.

do quelta

di lui Itatua

multo fudore , & pulvcre major: AttUTnen arma inur , fejliaalofque laboIlle aderat

Cs.terum illis Latons filius e Lycia rediens Procul ad lalas hyperboreorum hominum .nationes , Piane apparuit . Aurei ab utraque gena Intoni cincinni ajfultabant eunti :

res

Dulcis adhuc vifu niveo natat ignis in ore Purpureus , fulvoque nitet coma gradar
auro
.

Liva argenteum verfabat arcum ; in tergo Pharetra pendebat ab kumeris ; ac pedum ni fa Tota intremifcebat infula , ut mare exundaret inficcum .
(ji)

Necdum prima nova


.

lanugine veni tur itas, TranquilUque fdces oculis, & plurima vultu Mater ineft Qualis Lycia vcnutor Apollo

Properzio

lib. 2. eleg.

lO.v. zi, 22.

\a) Polymet. Dial. S. pag. 7.

PUESSOlROMAfllEC.
te
il

35'9

Pitone

fi

figuri di

vederlo in atteggiamento d'aver uccifolui

gigante Tizio, atterrato da


di far violenza

giovanetto ancora, quan(a)


.

^^^^^

do tent

Latona fua madre

CAP.

III.

Cicerone D dar. orat. cap. 1 8. num. 70. , e da Quintiliano Inft. orat. lib. iz. cap. 10. Giunio dovea darci qualche prova della fua aflctfoggctto^ di quella ftatua , clic per trovarne zionc quando Icrille Catal. archit. ec. p. 4.2. uno vi ( fono ideate quali tutte le imprcfc che la detta (latua di Calamide folle la (lelfa, d'Apollo. Oltre quelle , che nomina \i'in- che quella trafportata in Roma , e polla negli kelmann , altri hanno creduto ravvifarvi quel Orti Serviliani , al dir di Plinio lib. j6. cap j. nume dopo avere (cagliati i fuoi dardi con- feci. 4. . IO. Paufania , che fcrilfe dopo di tro gli Achei , altri dopo la ftrage , che ci Plinio , al luogo citato la dice cfillente ancora fece degli orgogliofi giganti , o di Niobc , e a' fuoi tempi in Atene , e 'non pu fofpcttarli luoi figli , o dell'infedele Coronide , altri ficol lodato lgnor abate Vifconti , eh' ci parli nalmente vi credono rapprefcntato Apollo co- d'una copia, anzich dell'originale; poich me autor della medicina , o come averrunco , l'ulo collante di quello ftorico di avvertire olila slontanator de' mali . A quefba opiniof le (latuc erano copie , e di pi moderna ne , pi che alle altre , anche da lui riferite mano , oppure gli originali medefimi degli inclina il lgnor abate Vi fconti nella dotta, artilti ; come lib. g. cap. 27. pag. 762. fcrive e beila fpiegazione , che da di quella flatua del famofo Cupido di Pralfitele clie non ne nel Maf. Pio-Ckm. Tom. I. Tav.14. , e cre- folTc rimafta in Tefpi f non la copia fatta da de poterli con probabilit loftenere , che fia Mcnodoro ateniefe prima che l'originale vedella quella medcfima opera di Calamide , nilfe in Roma , come ho avvertito qui avanci menzionata da Vs.\iC3.n\a. lib.i cap. ^.pag. g., pag. ,^^<j. n. E. ; e cosi avea fcritto /. i. e. 22. che gli Atcniefi erelTero ad Apollo dopo la cef. pae. ji. di altre flatue , che non erano le anfazione d' un male epidemico ai tempi della tiche , ma altre pi moderne , e lib. 2. e ig. guerra peloponnefiaca , come gi notammo pag. I yz. di altre. Refta che parliamo della qui avanti i\\a.pag. 214.. rt. a. vittoria contro Pitone La morte d' un retA quale di tante opinioni dovremo noi at- tile , che la natura deftin a (Irifciar per tertenerci ; Nella vendetta contro gli Achei Ara , non pare a molti foggctto abbadanza cepollo dovea rapprcfentarfi fedente , come lo lebre , rifpettabile , e degno d'elTer immorrapprefenta Omero I/iad. lib. i verf. 4.8. , o talato con una (latua , e molto_ rneno con almeno fermo , e in atto di vibrar dardi , non una (latua di tanto merito Ma ("e (u un (bidi averli vibrati Il ferpe non avrebbe relagetto , che merit l'ira d'Apollo , il quale da zione a quello fatto ; e troppo debole ragio- lui prefe anche il cognome di Pitia , perne farebbe il dire , che vi (la come un (imbo- che non poteva elTcr degno di venir rapprelo del nume. Forf che Apollo avea bifogno fcntato in una (latua ? Il voler ci negare, di un tal fimbolo perpetuamente per elTere e il dire che non folfe troppo celebre la ririconofciuto ? Cosi non conviene all'idea di cordanza d'un tal facto, un voler moftrarll Spence n alla morte dell'infedele Coronide, troppo addietro nella cognizione della mitoo alla vittoria contro il gigante Tizio, ed al- logia , e dell'antica (loria , onde rileviamo tri , o all'eccidio della famiglia di Niobe , per tutto l'oppofto La citta di Delfo per la morcui oltracci farcbbefi richiedo un gruppo di fu detta te di quello fcrpente a principio molte (latuc , non una fola 1 (imboli , coi Pitone dal di lui nome , come narran Pauquali folcano rapprcfentarfi le figure di Apol- fania lib. 1 0. cap. 6. pag. 812. princ. , Euftalo medico, e alelTlcaco, averrunco , olTa slonzio Comment. in lliad. lib. 2. . 2 ?. pag. s6o. tanator de' mali , erano la figura delle Grazie Tom. ri. Ivi fu quindi (labilito l'oracolo di nella mano delira , e le (aette coU'arco nella Apollo Pitio , il pi confultato , e il pi fafiniftra, come attsfla Ma:robio Saturn. lib.i. mofo di tutta I' antichit , Strabonc lib. g. cap. r T. , e quelli non veggoni alla di lui pag. 6j.r. B Livio lib.i cap. 21. num.fS., ftatua in queftinne Non fappiamo f li avef- Imerio preffo Fozio Bi'ilioth. cod. CCXLIII. fc quella di Calamide , ma anche fenza que- p. I r ^'. , Harjion Prcm. differ, fur l'oracle jo argomento non ci permetterebbero giamde De'phes, Acad. des Infir. Tom.rrL Mm. mai di riconofccre il di lui fcarpcilo fui capo pag. X ^8. Il tempio era il pi ricco di quanti d'opera della mirbidez/.a e della grazia, l'e- altri mii , e conteneva anche un numero (lerpoca , nella quale ci ville , cii: tempi di Fi- minaro di (latue , principalmente di bronzo, come ( gi olfervato qui avanci pag. jf. dia , come (i fatto olfervare alla detta p.zi.. R. A. , e la duiczza dei di lui Ilile notata da ^.10, , e pu vederfi Strabene loc. tit. , filo(a) ApoIIon. Argon. Uh. i. verf. 7jp. [ e Apollodoro Biblioch. lib. i cap. 4. ^. i. Si fono tanto impegnati gli eruditi per fapcre il
. .
. . . .

350
=-' --=
jT.
^i^j

Storia dell* A
14.
11

r te

greca
,

cos detto Gladiatore della villa Borghefe

che
,

LiB.xi.
Gladiarore
deiia villa Bor^<^

trovato,

come dicemmo,
antica ftatua di

nello Ileflo luogo coIl'Apollo


lettere,
il

Vogliamo giudicarne dalla forma delle


^^
p:,>^

fembra

ef-

^gj.g

Roma,
gli
la

che abbia
fiorici
,

nome

dell'

artefice

Non

troviamo prefio
Dofiteo che

alcuna notizia di

Agasia

figlio

di

fcoJp
(a)

Javoro a farne conofcere

l'abilit

ma bafi:a quefto fuo Come nell'Apollo e


nel

Vita Apollon. l. 6. e. z.v. 24.-;. , ValrlcheJJ. du tempie de Delphes, Acad. des Infcr. Tom. eh. Hifl. pag.78.jegg., ed altri tempj furono innaliati in altri luoghi
ftrato

lois

Des

era quello fra Pellenc ed Egira , di i quali cui fcrive Pau(ania/iA. 8. cap. i f.piig. 6^i., e quello in Alia , di cui Ateneo lib, 8. cap.i 6. pae. ^61. E. Per render fnenioiabile fcraprc pi quella \ittorii , lo Hello Apollo iftitu in
tra

fufa CoU'altra ftatua d'Apollo Citaredo, detto Dicco , opera dello liello artida , di cui Plinio parla dopo . Una in marmo bianco f ne ha nella villa Albani , data in rame , ed iilullrata dal fignor abate Raffei , ed altre adornano altri mufei Sulle monete poi quanto fpeflo non vedcfi rapprefcntato l'Apollo Pitio
.

Igino Fab. 1 4.0. , Tolomeo Efeftione prelfo del citato Fozio cod. CXC. pag.4pc. infine , Clemente Aleflandrino Cohen, ad Gene, num.z. pag. zg. , i quali facee dopo giuochi ovani di tre in tre anni limpici erano i pi famofi , e nobili della Vedati il P. Corfini Dijferc. agon. Grecia dfj. il. Pythia , pag. zp.fegg. Vi (i celebrava anche ogni nove anni un' altra fcfta di grandiflmo concorfo per foicnnizzar pi diflintamcnte la vittoria di quel nume e la fua fuga a Tempe dopo la morte di Pitone , ad oggetto di purificarli della contrattane immondezza Septerium imitationcm hah^t pugni ApoUinis cum Pythone , & a pugna fugi dei ad Tempe , Plutarco QasJI. gwa, oper. Tom. 1I.pag.2g:!. B. y Eliano Variar, kifi. l. ^. e. 1. , Eulcbio Depmpar. evang. iib.io. tap. S. pag. 4.8 2. C. Le ftatuc , che furono erette ad Apollo come l'iti , doveano cllcr frequenti Oltre quella d' oro , che flava nel detto fuo tempio a Delfo , menzionata da Paufania Lio. e. 24. pag. 8^7. , quello fcrittore /:i. i. cap. 1 g. p. 44.princ. ne ncmina una erettagli in Ate,
, i . ,
: .

Delfo i giuochi verf. ^^j.jegg.

pirici

Ovidio Metam.

lib.i.

fi render ben piti probabi, che la ftatua del Vaticano appartenga al loggetto medehmo ; e fe fi confidcri l'atteggiamento di ella in cui fi vede chiaro l'atto di aver vibrato l'arco , e quello di partire per andare altrove , potr non fenza fondamento atguirfi , che vi fi rapprcfenti Apollo nel momento di aver confcguita la vittoria , e d'incamminarfi a Tempe Il ferpc che fi vede rampicato al tronco , e mezzo nafcofto , fata l'immagine di Pitone ivi maeftrevolmcntc allogata dall' artifta per non fare un gruppo rapprefcntandolo altrimenti ; come fa la ftclTa figura quello , che tiene impugnato nella finiiira la citata fiatua della villa Albani , e quello, che vedefi in altre latue, e nelle monete o f ri volelle fpieoare per fimbolo della medicina , farebbe riferibile al benefizio, che fece Apollo colla morte di quel ferpcnte , ij quals empieva di terrore il mondo , al dir di

Ci fuppofto
,

le

Ovidio
,
,
.

loc. eie.
.

verf. 4.^8. fegg.

.-

Sed

te
(

quoque
terra

maxime Python
populifque novis
,

Tum genuit
nebas
;

) ;

in-

cognite ferpens Terror eras , tantum /patii de

monte

te-

ne predo
ftile

il

tempio

di

Giove Olimpico
.

/.

/.

I 2. princ. un'altra a Megara di antichilTimo fimile all'egiziano A lui era dedicata quella eziandio , della quale fi parlato nel Tom. I. pag.i 2/. , fatta da Tclecle,

cap. 42. pag.

Teodoio artifti di Samo antichillimi , Diotloro Biblioth. lib. i in fine , pag. 110. ; e tale io credo quella fatta da Pittagora in bronzo , di cui ho parlato qui avanti;", in;;. n.A., nominata da Plinio lib. ^4. e. 8 .feci. ig. ^.4.. ,
e
.

e per equivoco del dotto P. Pi'.oli Della relig. de' Geni, te, par. iil. ^. LXkT.p. i/j. con-

o finalmente fecondo l'interpretazione di Macrobio loc. cit. alluderebbe alla dilfipazionc operata dal fole de'vapori maligni cfalati dalla terra dopo il diluvio , fimboleggiati dai poeti colla favola d^l ferpente Pitone (a) Di un altro Agafia figlio di Menofil parimente di Efefo fi fa menzione in una ifcrizionc greca porta fu una bafe portata dall'Afia in Amrteidam, e riferita dallo SpoVi (i nio Mifcell.^ erud. ant. feci. 4. p. r 21 dice , ch'ei fece la Jatua eretta fu quella bafe in Delo ad onore di Cajo Billieno figlio di Cajo , legato de'Romni , da quei , che lava.
.

PRESSO
nel

Ho M A TE e.
J
,

5<5r

Torfo d'Ercole vedefi un puro ideale fubUme


la
;

e nel Lao-

coonte fcoreefi
coirefprenone

natura abbellita e fublimara coli' ideale e


cos nel Gladiatore
fi

LIB. XI.

CAP.IJI-

ravvifa
,

un

compo-

fo di bellezze naturali in

un'et perfetta
.

fenza che nulla


Qiielle figure fofi

v'abbia aggiunto del fuo l'immaginazione

no

fimili
il

ad un

poema
fi

epico
al

in

cui dal verofitnile


;

paf-

fa oltre

vero e
,

va

maravigliofo
verit
fi

ma

quella fimile
fcelti
le

ad una Ttoria
cetti

in cui

la
.

efpone coi pi

con-

ed efprefioni (a)

Vedefi qui ad evidenza che


dal naturale
,

fem-

bianze ne fono (ine

prefe"

rapprefentandovifi
,

un uomo non pi nel


rile
,

fiore

di giovinezza

ma

nell'et

vi-

in cui fcorgonfi le tracce

d'una vira fempre laboriofa


.

e d'un corpo indurato


/.
if.
,

alla fatica

Alcuni hanno ravvifato in quefta flatua un Difco-

bolo

cio un di coloro che efercitavanfi a gettare un difco


;

di metallo

e tale in

una

lettera a
;

me

diretta

il

fenti-

mento
una

del celebre fignor di Stofch

ma

egli

non avea ben


dee

confiderata la pofitura in cui avrebbe dovuto rapprefentarfi


fimile figura
la vita
fi
.

Colui che gettar vuole un corpo


;

portar
forza

indietro (a)

e neira,tto che'l getta, tutta la


,

fa fulla cofcia

delira

refi:ando inoperofa la
:

gamba
porta

finiftra

Ma

avviene qui l'oppofio

tutto
,

il

corpo

fi

avanti ed appoggiafi fulla cofcia


pofibile indietro la delira (7)
.

finifi:ra

fiendendo quant'

braccio deliro moder-

Tom.II.
ravanoinquell'ifola.

Z
Da
ci
fi

no

pu argomendire

fetto
fale

tare che Agalla figlio di Dofitco abbia vivuto circa lo IJeflo tempo , o vogliam

dopo

ten^pi

durli in

che i Romani cominciarono a irtroGrecia , come ft veduto qui avanti

cio, che la fpina des, contrario della parte anteriore del petto, per un errore , o capriccio dell'autore di cfla , non perch foffe poflibi-

non

r.iccolo

vi

girafTe al

le in

natura una

tal

morta

Si

veduto per

P/'S- */''

r'" Villi \cinkeimaan pag. 282. Jegg. fida l'Ercole di latnele , e il Torfo di
^"^'^' '^^^"' ' accorderebbe ^^^"'' '^ "^i '"' opera la pi bella, U li r abbia uu' nel vero che ; e non potr mai ereoerli lo Itello che Egefia , i di cui lavori erano duri, e limili allo Alle etrufco Vedafi qui avanti pag.iS^., eTom. l.pag. 2:;$. 71. A.

n^ ilT

coll*erperimento fui nudo , che effa e poflibile , e naturale , bench ricercata , e difficile con che Agafia avr forf voluto diflinguere quefto fuo lavoro , come Mirone per altra ragione il fuo Dilccbolo. Vedi qui avanti pug. 212. cfegg. U) KT|aa/isi /iVxcf. V Eufth. /n Hora.
in apprello
:

Ca) Eppure t

fi

era voluto trovare

un

di-

lliad. lih. z 2. pag. i^op.lin.^y. (i) L'Autore ci Icriycndo non avea pte-

362 no,
LIB.Xl.
al

Storia del l' Arte greca


e gli flato pofto in

mano come un pezzo


dovea
,
.

di lancia

GAP. IH.

braccio finiftro vedefi tuttora la coreo;oria con cui imbracaci


ivi

ciava Io feudo che


e gli occhi

efler

Se olfervifi che la tefta


la figura
,

guardano

in alto

che

fembra

volerfi
gli
fi

difendere collo feudo da qualche cofa


fcaglia
,

che dall'alto

fi

potr con pi ragione ravvifare in quefta fiatua


,

un guerriere

che meritata

l'abbia per qualche tratto di va.

lore in un' occafione perigliofa (a)

Probabilmente non fu

mai
fente ne agli occhi n al pendere quefta ftatua , la quale efFettivamente porta avanti la cofcia dcftra , e fu di efla fa tutta la forza , ftendcndo indietro la gamba (iniftra che refta inoperota , e non ferve che a far contrappefo alle parti che portanti avanti Ci non per tanto evidente eiTere tale fiatila in attitudine di chi 11 difende da un colpo che gli vien dall'alto , anzich d' uno il quale getti un difco o altro corpo [ Ora molto pi fondatamente polliamo credere che non rapprefenti un Difcobolo , avendo delle figure di quefli in atto di fcagliare il difco ; quale gemma polleduta dal (Ignor Byres in Roma , di cui parlammo nel Tom. 1. pag. lig. noe. A. , data in rame dal fignor ab. Vifconti
. .

Vegezio

De
,

turalmente in pofizionc pi alta di


p.

re m'd'it. lib. r. cap. 1 2., refta nalui . Plu-

tarco fcrive Sympof. l.z. quajl. j. op.

Tom.
fa

il.

jp.F.

che

la

prima prova

che
.

un

guerriere in battaglia , quella di ferire l'avvcrfario , e poi ripararfi dai di lui colpi Tale fi pu Ma dire l'atteggiamento della ftatua ficcome queRo non farebbe per s un atteggiamento ftraordinario , che meritafic di effer celebrato con una ftatua , converr dire , che il guerriere f la meritalfe per la circoftanza , in cui fi trov ; come per efempio le avelie in tal guifa riparato e falvato qualche gran capitano, come abbiara detto Uap.zoS. col. z. , che Ajace falv Teucro riparandolo
.

cos collo feudo

oppure

f aveffc retto all'im-

Muf. Pio-Clem. Tom.

1.

copia del Difcobolo di di cui par, lammo qui avanti pag. .fegg. , e ne diamo la figura in fine di quello Tomo , Tav. il. Prirna per f ne avca un' immagine in un fanciullo che fi addeftra a quel giuoco , fu un farcofago gi degli orti del cardinal Carpi in Roma , dato in rame dallo Sponio Mifcell. erud. andq.fec. 6. p. zzS. ; ed precifamente neirartcggiamento di quello di Mirone , eccettuato il piede liniftro , che non fi vede piegato indietro , non fo fc per difetto del rame, o perch foife una pofitura troppo forzata per

Tav. a. Mirone

n. 6.

e la

ut

peto d' una moltitudine , o d'un efercito di nemici per falvare i fuoi L'opinione del fignor Leffmg , e di altri , che vi credono rapprefentato Cabria , non pare giufta ; e.'Tendo ftato tutto diverfo l'atteggiamento , in cui fi fegnal quel capitano , e in cui fi fece rapprefentare nella ftatua erettagli dagli Atenicfi Teneva lo feudo appoggiato al ginocchio finiftro, e portava l'afta avanti colla
. .

mano

deftra

in atto di afpettar

fermo

i
:

ne-i

un

fanciullo

(a) Asgiugne l'Autore nel Trattato prelim. Capo ly. pag. XCIV. , che ci gli fia avvenuto nell'afledio di qualche citt , ov'egli efponefie la vita contro gli aifediati Io non lo pofl credere perch "atteggiamento non da guardare cosi in alto , e da riparare un colpo , che gli venga dalle mura Vedafi la figura che ne diamo in fine di quefto Tomo Tav. X. Egli fa un gran palio , e fi abbafla col corpo (fendendo quanto podlbile il braccio finiftro per arrivare a difenderfi collo feudo da uno , che foievjndofi col braccio in alto per ifcagliargli un colpo forf gufla l'ufo de' Greci di ferir di taglio piuttofto che di punta , all' oppofto dei Romani , corae nota
. ,
.

oimici, e cosi meglio foftenerne l'impeto nixo genu fiuto , projeclaque hafla , imretum excipere hofiium docuit , come fcrive Corcclio Nepote nella di lui vita , e Polieno Strateg. ni. 2. cap. i.n. 2. : Ckai'ias AthnienJbus , Gorgidas Thebanis mandai , ne procurrant , [ed maneant quieti , & lanceas recius protendant , fiuta vero a^ genua^ affgant , per da notatfi ci el>e agg'ugne Cornelio Nepote dell'ufo introdottofi dall'efempio di quefta ftatua , che gli atleti , e gli altri profefiori di qualche fpettacolo fi faceffero effigiare nelle ftatue , che fi ergevano , in quell'atteggiamento , in cui avcano confeCosi far ftato anche dei guita la vittoria
.

bravi guerrieri ; e perci la noftra ftatua , anche per quefta ragione , non dovrebbe effcre anteriore all'olimpiade e. , in cui Cabria fi merit quell'onore . Pi finiile all'at-

PRESSO
mai prefTo
tori
;

Romani

BC,
ai

363
gladia^^^" ^^'
'
'

Greci accordato l'onor d'una ftatua

e forf quefli ^
(a)
.

nemmen erano

noti in Grecia ai tempi


'

GAP.

III.

d Agasia
jf.

16.
,

De' tempi dei primi

fiicceflori

di

Nerone

cio

Sotto Gaiba,

di

Galba

Ottone,

Vitellio
le

che rarillime ne fono

Galba

vedefi nella villa

non altro v' a dire f non celli, tra quelle di La pi bella tefte nel mufeo Capitoliivi e Albani
.

no

(b)

veggonfi

le
,

tefte

d'Ottone

quelle di Vitellio per lo

pi fon moderne

e tale

quella del palazzo Giuftiniani

comech molti
j)".

la

diano per antica


,

17.

quefti moftri
,

che occupato aveano


,

il

trono,

sotto VeCpi.
'*'^'

fucced Vefpadano

il

cui regno
alle

malgrado
arti,

la fiia

econo-

mia,

fu

molto pi giovevole
.

che l'infenfata profolo fu


il

digalit de' fuoi anteceOori

Egli
ai

non

primo che
poeti e gli
,

affegn de' fondi confiderevoli

mueftri della latina e grei

ca eloquenza,
artifti (a)
.

ma

colle ricompenfe invit a s

Abbiam di gi oflervato (e) con Plinio che Cornelio Pino ed Accio Prisco fi refero celebri fotto il di lui regno e dipinfero per fuo comando il tempio della Virt
,

e dell'Onore ch'egli avea reftaurato

Nel tempio

della

Pace

da

lui

edificato (d)

fece collocare molte delle flatue trafpor-

tate dalla

Grecia in

Roma
forf

ai

tempi

di
z

Nerone

(e)

vi

fi

Z
teggiamento
di lui
,

2
,

vedeanominata
dallo

quantunque
,

non

e forf la ftatua in bronzo


ftelfo
.

polla convenirgli l'arinatura to , quello d'una ftatua in

il

vcftimen-

marmo armata

nella galleria Granducale a Firenze , che piegato a terra un ginocchio , tien eretto il viio , e il braccio deftro in atto di chi com-

Paufania p. 6gS. , gli fu eretta in quelf atteggiamento (a; Vedi qui avanti pag. 204.. not.c. (b) Buttati Muf. Capii. Tom. il. Tav. 20.
Suet. in VefpaJ. cap. 1 8. (e) So^t pag. jz. , (d) Suet. loc.cit.cap.g. E un avanzo di quefto tempio la grande e bella colonna fcanalata in matmo bianco trafportata , ed eretra da Papa Paolo V. avanti la clnefa di
(li)
s.

batte ; ma la civcoftanza di aver una cofcia tratorata da un telo da banda a bjnda , notata dal (ignor Lanzi cap. 6. pag. , moftra

che abbia maggior fimiglijinza col fatto di Filopemene , uno degli ultimi eroi della Grecia, come fi detto qui avanti pag.zyz. , al quale fu paflato un dardo a travcrfo d'ambe
per cui impedito di poter camminare dovette inginocchiarli per terra , finch il dardo folfe tagliato nel mezzo , come arra Plutarco nella di lui viu , pag.^jS. B. oper. Tom, I. , e Paufania l.S. e. ^p. p.yoo. 5
le cofcie
,

4.J.

Maria Maggiore
(e)

oftanti li tanti fpogli , che furoGrecia dai Rornani fino al tempo di Vefpafiano , de" quali li parlato avanti Plinio , il quale vivea contemporaneamente , ci narra lib. ^4.. cap. 7-fici. ly. , che in Rodi vi erano ancora rimafte tre mila ftatue di

Non

no

fatti in

54

Storia del l' Arte greca


le

vedeano principalmente raccolte


LIC.Xl.

tavole de' pi famoli di,

pintori

onde quel luogo era divenuto


.

a cos dire

una ma-

GAP.

III.

gnifica pubblica galleria di pitture


lle
,

Sembra per che queche

anzich nel tempio


alle

fofTero in alcune fale fovra di ef-

io

quali andava!! per


.

una

fcala fatta a chiocciola


in

tuttora fu (lifte (a)

V'erano eziandio
,

Grecia de'tempj
di

che

chiamavanli pinacoteche
jf.

odia gallerie
cefare
,

pitture (a)

18.

Sotto quefto
fito

erano

gli

Orti Sallufliani
,

il

pi vifitato

di
;

Roma

ov'egli foleva abitare

e dar

pub-

ond' probabile che ornati gli abbia coi Ci polliamo pur argomenpi bei monumenti dell'arte
blica udienza (b)
.

tare dall'cfFervifi fempre trovato


fatti

qualunque volta

vi

fi

fono
nell'
,

fcavi

gran numero

di

ftatue e di bulli;

ed anche

autunno
f

del

i/j., effendovi flato aperto un nuovo fcavo


,

ne difotterrarono due figure ben confervate


la

non che
.

loro mancava

tefta

che

non

fi

in

mai

potuta trovare

QucPce rapprefentano due fanciulle


velle
,

una leggiera fottoalla

che dalla fpalla deftra fcende loro fino


del braccio
,
.

met

del-

la parte fuperiore

Amendue giacciono
follevata la vita
,

(iee fu

un lungo zoccolo
dofi fui braccio

ma tengono
,

fofienen-

manco
fono

fi:a

fotto di elle un arco rallentaa quella


d'

to

Simili ffime

quefl:e
,

figure
altre

una

fanciulla

che giuoca agli afiragali


nal di

volte nel

mufeo
la

del

cardi-

Polignac
,

(e)

come
non

quella

hanno

delira libera

ed aperta
aflragali
,

portandola avanti quafi in atto


febbene
di elfi

di aver gettati gli


.

veggavifi nelTun vefligio (d)

Quebronzo e non molto minor numero in Arene, in Olimpia e a Delfo l'aufania difacci ne numera nioltilTime
,
, . .

(a) Al principio del regno di Vcfpafiano fi riferifcc ora con ficurezza l'ara in marmo bianco greco del Mufco Pio-Clcmcntino , alta cinque palmi in circa , larga poco meno di due ornata a balfo rilievo con alcuni fat,

faucon SuppUm. Tom. I. pi. 70. 7' , e pi correttamente dall'Orlandi , che l'hainfieme illiiftrata con un lungo , e dotto ragionamento. Il lavoro non e troppo bello , ed in
parte corrofo dal tempo, (a) Strab. /ii. i j.. rj^. 544. B. (b) Sifilino in Vefpaf. pa^. zi g.B. C. (e) Ora nel mufco reale di Pvuffia , e f ne ha il geffo nell'Accademia di Francia . (dJ Erano una fpede di dadi , con cui

ti

mitologici

della floria eroica

mana. Fu pubblicata

, e della roin patte dal P.

Mon^

PRESSO
,

Romani

E e.

36J
LIB.XI.

Quefte figure furono comprate dal fignor generale Walmodcn che Joro ha fatta rimettere una nuova telia (i)
.

cAP.m.
Tito ...

jf.

ig.

Tito figliuolo e fuccefiore di Vefpafiano fu in due


alle arti
.
,

anni molto pi giovevole

che non
(a)

l'era

ftato Ti-

berio nel lungo fuo regno

Narra Suetonio

che Tito avea


,

fatto ergere a Britannico (b) fratello di


flato

Nerone
,

con cui era


quale ogni
.

educato

una ftatua equeftre


in

d'

avorio

la

anno portavafi
artilra di

giro con folenne

pompa

nel Circo

Un

que' tempi fu

Evodo
in

incifcre della bella tefta di


ferbafi nel

Giulia figliuola di Tito,


teforo dell'abazia di
s.

un gran berillo, che


.

Dioniiio a Parigi (e)

Una ancor
Albani
,
.

pi

bella reit coloffale di


jf.

Tito vedefi nella


,

villa
(a)

20.

ficare

Domiziano al dir di Plutarco un tempio a Giove Olimpico , ne


colonne
di

volendo ediabbozzare
,

e
,

Domi-

ziano

fece

in
fia-

Atene

le

marmo
ivi
.

pentelico
finite
fi
,

le

quali

eflendo

te trafporrate a

legante loro
fe

Roma e forma Da
il

perderono

la bella

ed

e-

ci

potrebbe argomentare che


;

fof-

allora qui decaduto

buon gufto

ma

monumenti

di

que'
giuocavano per lo pi i fanciulli Eliano yar. kiji. lib. 7. cap. 1 2. , Polluce Onom. lib. g. cap. /.figm. gS.fc^g. , Calcagnino De talorum , tejfer. & caicut. lud. e. i. in Thcf. jlntiq. griC. Gronov. Tom. VII. col. iztS. fcgg. Si facevano dell'oflicello del calcagno
.

fece

un dono

alla S.
altri

M.

di

Clemente XIV.

che infieme agli

due gi di Barberini lo colloc nel Mufeo da lui incominciato , per-

degli animali , detti perci tali dai Latini I pi ftimati erano quelli della capra falvatica .
.

Vcdanfi
il

i Caratteri di Teofrafto cap.j. , e ivi traduttor fiorentino noe. r p. To-n..'/. p.zz.

(1) Ivi al tempo ftclTo fu fcoperto un gran candelabro di marmo , ornato a fogliami , e a figure con altri fregi. Della bafe triangolare non f ne fono fcrbati che due lati in uno ve un Giove colla barba aguzza alla maniera etrufca ; ma , ficcome il relo del lavoro indica lo llile greco de 'migliori tempi , dobbiamo congliictturare che a Giove fia ila;

fezionato poi dal fuccefiore felicemente regnante Pio VI. In quella occafiohe furono illuftrati tutti con una dotta dilfertazione dal fignor abate Marini , di cui ho parlato nel Tomo I. pae. t 77. not. h. , e pag. zgS. n. a. Nel I lati a quello (x fono fetbati tutti e tre terzo , fuppofto guaito , vie Apollo in atto d' infeguire Ercole , che gli ha rubato il tripode Il creduto Giove , come avvifa il Iodato fcrittore pag. iSt. , forf il facerdote cuftode , o edituo del tempio di Delfo, ove fuccedetce il fatto , accorfo al remore , e rimalto attonito per il facrilego attentato d'Ercole , oppure in atto di chiedere ajuto al
.
.

cielo

ta data 'al forma per imitare gli antichi fimula:ri Neil' altro lato v' un giovane Ercole che toglie il tripode ad Apollo , qual vedefi
.

rappref-T'a'o in molti baffi

rilievi e

gemme

Queflo marmo

fu

comprato
.

dal fignor cardi-

nal de ZcIa.^a allora prelato V. Aimerkungen uher die Gefchickte /c. p. 117. [ Egli poi u

(a) in Tito , cap. z. (b) L' unico monumento (curo di quello infelice principe la medaglia in bronzo poffedura in Roma dal fignor abate Vifconti , della quale daremo la ftarapa nel Tomo ni. (e) Vedi qui avanti /)i2g. zg. . 4.0.
(a) in Poplic. tip. toj. oper.

Tom.

/.,

$66
que' tempi
LIB. XI.
te
J'
,

Storia dell'Arte cric


che tuttora
il

ci

rimangono
all'

principalmen(a)
^ , '

arco che

Senato fece ergere


.

imperator Tito
dimoftrano

CAP. HI. to da Domiziano


trario
.

e le figure rilevate nel fregio del tempio di Pallade

edificail

nel

Foro Palladio

(*)

ci

conrilie-

E'

vero per che


,

la figura della

dea lavorata a

vo
le

di

grandezza naturale
di quefto
fi

polla nell' intavolato in


,

mezzo
a

del-

colonne

tempio
,

perde per
il

la

troppa vicinan-

za in cui ora
za colonna
;

vede
fi

elTendo

pavimento alzato fino


molti ornati della

mez-

e f

paragoni
.

ai

foffitta

fembra un femplice abbozzo Supporti Tro21. Un pi rinomato lavoro (f.


fei di

Mario

que due

r-i trofei coLocati m


detti Trofei di
la

-ii Campidoglio
,

di

quelli
,

tempi fono
er-

che vengono

roneamente

Mario

quando pur non vogliamo


,

mettere in dubbio
efi

genuinit d'un'ifcrizione

che fotto di
fito
,

flava

prima che
liberto

foflero fmofi dall'antico loro


flati

nella

quale indicavafi eflere

que'

monumenti

eretti a
.

Domizia-

nome era tronco (b) PoiTono quefli per tanto confiderarfi come trofei della guerra contro i Daci poich febbene Domiziano per mezzo de' fuoi capino da un
,

il

cui

tani avefl"e in quefta guerra

contro Decebalo riportati ben

pochi vantaggi
d'onore
gli

ci

non oftante grandillme dimoflrazioni


,

furon fatte

per tutto l'impero viderfi flatue


.

e fimulacri d'argento e d'oro a di lui gloria eretti {a)


tri

Al-

crederono che quefti foflero


,

flati

innalzati in

onore d'Auun acqueprofla-

gufto
locati

e
il

l'argomentarono dal
quale un caflello

fito
,

ov'erano anticamente colemiflario


d'

ofia

dotto dell'acqua Giulia fatta venire a

Roma

da M. Agrippa,

ove l'acqua

in

pi rami divideafi

e ci era tanto pi
fatti

babile, quanto che fapeafi aver Agrippa


(a) Ho aggiunto quello membro , perch l legge nel Tran. prelim. Cap. IV-V-KCIV. nella ferie di qucfto ftelfo difcorlo , ed giurto Le figure le d il Montfaucon T. IF.
.

ornare di

tue
(*) Queflo fregio ftato difegnato e incifo da Sante Bartoli (b) Grutero Infiript. Tom. il. pag. 1 084. n. /. , Fabretti De Col. Traj. e. 4. pag. 1 ot. {,a) Xipbil. in Domt. pag. 2^2. D.

pi. ss-fiiS-

e Bartoli

Admir, Tav.

-g.

PRESSO
to (a)
.

Romani

ec.

^67

tue e di altre opere dell'arte fmili cartelli del fuo acquedot-

===

Ma
)

f
( il
,

diciamo che quefto fu reftaurato


che non improbabile malgrado
l'opinion mia ritiene tutta
f
fi

ai
il

tempi

di

Domiziano
di

filenzio
;

Frontino

la

fua probabilit
quelli
(a)

fondaf maggiormente

paragonino
fi

con

de'

pezzi d'altri trofei


ne'

che trovati

fono e quindi commefii


,

muri nella
la

villa

Barberini a Cafi:el Gandolfo


quefi:'

luogo ov'era
.

anticamente

celebre villa di

imperatore

Tali opere
.

perfettamente fomiglianfi pel lavoro e per lo


jT,

flile

22.

Affai rare fono le


la

immagini
il

di

Domiziano, poioltre la bella

stame

di

Do-

ch dopo

fua

morte ordin
.

Senato che tutte fofTero


in
,

atterrate e guafie (b)

Per tanto
(e)

Roma

non v' che una ftatua fola nel palazzo Giuftiniani che per immagine di lui fia ftata riconofciuta Errano per coloro i quali pretendono efTer quella la fi:atua che al dir di Procopio (b) Domizia fua moglie erger gli fece dopo morte di confenfo del Senafua
tefl:a

nel

mufeo Capitolino

to

giacch tutte n'erano


di
,

ftate
,

diftrutte le dianzi efiflenti

Quella ftatua era

bronzo

e vedeafi

ancora

ai
.

tempi del
E' falfo al-

mentovato
tres
,

fcrittore

laddove quefira di
fcritto
,

marmo

come

alcuni
,

hanno
il

che

tale tatua

non abbia
fia

punto
le

foiferto

poich
,

petto n' flato fp2zato in due

braccia fono recenti

ed
.

pur dubbio
detto che

la tella

la

fua propria ed originale

Ho

non

s'attribuiva a

Domiziano altra ftatua fuor che quella ch' armata , poich non s'era fatta attenzione ad un' altra fua ftatua ignuda ed
eroica nella villa Aldobrandini
jf.
.

23.

Nella primavera del 1758. fu trovata un'altra

fta-

tua eroica indubitabilmente di

Domiziano
,

nel luogo che di-

cefi alla Colonna fra Paleftrina e Frafcati

ove nel fecolo fcorfo

(a) VVm. Uh. ^6. cap. I j. feci. 24. .^. (a) Ne da la figura il Montfaucon loc. de.
pi. ffs. g^..

(b) Come fu fatto anche delle medaglie. (e) Bottari Muf. Capii. Tom. il, Tav, ij.
(b) Hifi. are. cup. i.

3
"

(58

Storia
fiate

dei.

l'A^tt cppca
,

fo
'

erano

fcoperte ircrizioni

da cui appare che quel luo.

'

GAP.

III.

Qo apparteneffe ad un liberto del medefimo imperatore II ^ ^^ ^ tronco della llatua fino alle ginocchia comprcfavi una ma,

no attaccata alla cofcia ( vi mancano non era molto fotterrata e perci


,

le

gambe
affai

e le

braccia ),

corrofa in tutta

la fuperficie
fefti

Oltre di ci

vi

fi

fcorgono eziandio de' mani,

indizj d'efiere fiata maltrattata


,

come

de' tagli e de'colle

pi profondi

fattile

certamente allora che tutte

ftatue di

quell'Imperatore, per difiruggerne ogni memoria, dai

Ropi

mani rovefciate furono


al di

e guafte

La

tefia fiaccatane era

fotto
.

e
Il

per confeguenza ha provato

meno

le

ingiurie

del

tempo

fignor cardinal Aleffandro Albani ha fatta rap,

pezzare quefta

che vedefi ora colle


il

altre fiatue

imperatorie
.

nella fua villa fotto


jf.

gran portico del palazzo


i

24.

Pare che fotto Domiziano

Greci nano
,

fiati trat-

tati

meno male che

fotto Vefpafiano e Tito

poich laddove
,

non abbiamo neffuna moneta coniata a Corinto moltiflime ne abbiamo di quello e della maggior grandi quefti
,

dezza
Sotto Nerva.
jf.

(a)

25.

Dei tempi

di
le
,

Nerva non
tre belliffime

altro ci

rimane che una


OfTervo a
,

parte del fuo Foro,

colonne corintie d'un


tefia
(e)
.

portico colla fua

foffitta

e
,

qualche fua

propofito di quefta
vafi cos la

foffitta
,

ornata con meandri


la

che tro/wa/'aytTpoj
;

ragione
t/$

perch Efichio fpieghi


po(f,ixi;
,

voce

con

dire xa-ftoi

cio un ornato della foffitta

onde inopportuna
per eftendere
tal

la correzione di certo

moderno

fcritto,

re che in vece di po(^ix.o\ crede doverfi leggere ypaq:iKg

nume
e affai

a tutto

ci che dipinto
il

'

vero

per che
ture e fu

di frequente incontrafi
i

meandro
fulle

fulle antiche pit-

vafi

di raro

foffitte

degli antichi
edi-

(a) Vaillant Numifm. urea Imper. Colon, ce. par. i. pag. i p^.
(k)

ec.

in

tua fedente coronata d'alloro , e nuda roica nella parte , che vi dell'antica ,

all'-

Nel Mufeo Pio-Ckmcntino

vi la (la-

PRESSO
edifizj
.

Romani
di

ec.

369
LiB. xr.

In

Roma

diftatti
,

mentovato portico e pia fuorch in una volta delle ruine


,

non ve n' altro efempio che ne! fuor di Roma non vedefi , che io lapPalmira
(a)
fi
.

GAP.

III.

jf.

26.

Una

bellifliina e rariflima tefta di


,

Nerva

vede nel

mufeo Capitoiino
che rimettervi
la

pubbUcata fenza ragione come un mo(h)


,

derno lavoro dell'Algardi

il

quale non altro


,

v'

ha fatto

punta del nafo


,

lavor con tanta circofpezione

un p d'orecchia , e wl che non volle neppur levare


.

ne

la terra

frappoflavifi ne' capelli


,

11

cardinal Albani ebbe

quella teda dal principe Panfili

pitolino (a)

11

mufeo Camarchefe Rondanini poffiede un antico ben


e

da

lui

pafs

al

confervato bufto col fuo zoccolo


ritratto dell'imperatore

che probabilmente
e

un

medefimo
fi

deve annoverarli fra le


il

pochiflme
jf.

telte

alle quali

confervato

nafo
ai

27.

Secondo Fulvio Orfini dee


la

riferirfi

tempi

di

Ner,

va una ftatua che ha


fiente

met

della

grandezza naturale
,

efi-

nel cortile del palazzo

Altieri

eretta

come appare
rapprefentali

dall'ifcrizione fullo

zoccolo
;

a certo
,

M. Mezio Epafrodito da
lui
,

un fuo
tempi
/.

fratello

(e)

poich

fecondo
al

ivi

queir Epafrodito
di

di

Cheronea che,
Nerva
il
.

dire di Suida, fior ai

Nerone

e di

23.

Roma
Egli

e tutto

romano impero cominciarono


,

,,.

cTrijane.

refpirare fotto Trajano


le arti
.

(d)

per cui una nuova


,

vita

ebbero

intraprendendo grandi opere

rifvegh lo fpi-

rito degli

arti/li

abbattuti e avviliti per le tirannie e le tur.

bolenze de' regni precedenti


Toni.
(a)

Apport u vantaggio fommo

IL
tella del

a a
,

alla
ec.

de Palmyr.pl. t g. [ Si trova pei fovcnte nei cornicioni delle fabbriche , come nelle ftelTe ruine di Palmira pi 6. e 1 1. , e in quelle di Balbec date dallo ItctTo autore pi. zz. zy. ^4. , nei bagni di Nimes prello Clerillcau Annq. de Frunce , pre-n. part.pl. jtf. , nelle rovine del palazzo di Diocleziano a Spaiatro , e in tanti altri

Wood Ruin.

palazzo farnefc

monu -Henri

come

nel
,

tempio del dio Redi-

colo alla CaffirelU

nell'urna di Cecilia

Me-

(A) Bottari Tom. il. Tav. zy.pa^.^i. [ Dice foltanto , che rairomiglia nel lavoro alla maniera dell'Algardi il che rileva come una cofa particolare in quello bufto , che del rello foftienc per antico (a) Un'altra, anche molto bella , egli poi I3 colloc nella Tua villa (e) Fulv. Urf. Imag. illuftr. num, g, (d) ocProcem.li- i.
: . .

370
alla fcultura

Storia del l' Arte greca


,

non riferbando

a s folo J'onor
(a)
;

delle fatue

LIB. Xi.

ma

dividendolo coi pi meritevoli cittadini

CAP.JII.

cofcch al-

cune erette ne furono dopo morte eziandio ad alcuni giovanetti d molta afpettazione (b) Sembra elTere di quefti tempi una ftatua fenatoria fedente nella villa Lodovili lavoro di
.

Monumenti
e

Zenone

figliuolo di Atti afrodifaco

il

cui

nome

cos incifo

uoitempi.

^^^jj.^^l^ del

pamieggiamento
:

(a)

da nelfimo era dianzi ftato

ofiervato (b)

HNflN AT T N A PO A I 21 E T2
Z
I
<t>

E n 01 E

pi tardi
,

mio parere

vivea un altro

Zenone
,

di Stafi in

Afia

che fcolp l'immagine del fuo figliuolo


,

pur chiamato
e pofela
fui

Zenone
lui

in figura d'un

Erme mezzo

veftito

di
.

fepolcro con un epitaffio di diciannove linee in

verfi (*)

Dell'

(a) Vm. nParieryr. (i) idem /i. z.eptf. 7. (a) Secondo l'ufo degli antichi , i quali portavano delle lettere intefTutc fuU'orlo degli abiti V. Rubenio De re vcft. lib. t. e. io. Ciampini Vet. mon. Tom. 1. cap. i j. (b) Nella prima edizione aggiungeya l'Autote Sembra che in quefto tempo fia (tata una fcuola d'attilli in quefta citt d'Afrodifio
.
:

nella Caria
di effa
,

attcf

nomi

di differenti artifti
.

V. Injcript. che fi fono confervaci Syrac. in Gr&vii Thef.Sicii. Tom. K7. Sotto
la ftatua

antica

d'una Mufa
:

nella galleria

Granducale a Firenze fi Icogc Opus Attilia'ni Afrodijenis , che come nota Buonarruoti Ofserv. jopra ale. framm. di vetri , prefa^, pag. XXI. , dovrebbe dite jlfrodifienfis . (*) Eccone una parte

NI

MAKAPTATH C T A * CIACnOAAAAe-.-..

nATPlC MOI

ZHNCJU

C A

nPOTeONHKOTI nAlAI TYMBON KAI CTHAHN IKONA CATTOC r A T A AICIN MAIC nAAAMAlCI T?XNAC ZAMeNOC KATTON
i^

KAI TSTSAC ZHNi^UNI MS


*f

MAI#I T8XNAICI AI8A0..

e p r

oN

PR.BSSO
Dell'et per
la

Romani
nella

bc.

371

non

fi

dee giudicare dalla tefta che non pi

Tua

Vedcfi quefto
fi

monumento

villa

Ncgroni
,

LIB. XI.

GAP.

111.

qual tempo riportar

debba certo Antioco ateniefe


una flatua
:

di cui

abbiamo
fca
,

nella villa Lodovifi

di

Pallade gigante,

io noi faprei
il

determinare
;

la

ftatua volgare

e grof-

folano n'

lavoro

ma

all'ifcrizione
.

dee giudicarfi molto

anteriore a quefti tempi (*)


/.

29.

Fra

le

grandi opere del tempo di Trajano da ramil

Sua

colonna.,

mentarfi in primo luogo la celebre colonna che ne porta

nome
ficare

(a)

e che flava in

fotto la

mezzo al Foro fatto da lui edidirezione d'ApoLLOooRO ateniefe , in memouna rara medaglia
d'oro
di

ria del quale edilzio fiata allora coniata

A
Gli ultimi verf ncn fi poflbiio ben leggere, ElTa pee nelFuno (mora lia FOtuto fcif rarli r , oltre la notizia che ci di d'un artifta
.

a a

2
quella citt
,

abbreviato
ni

poich

le

voci

fa^i^iTtis e raifiC(fT>ii fono interpretazio-

noppo

ftiracchiate

I falli di

profodia

non

indurranno in eriorc , io m'immagino , coloro che conolcoro quanta folfe la negligenza no fcrittore , e ci (cmiriniftra la fpicgazione de' poeti a que' tempi e ne' feguenti , princidelle lettere 2TA , cie leggond fu una mopalmente nelle ifcrizioni neta del re Epifanc , intorno alla quale fatte fi Pubblicher a quefto propofto un'altra fono molte conghictture Beger. Thef.Brand. ifcrizione che fta fulla bafe d'una ftatua di Tom. 1. pag. zsg. , \t ite Numm. ant.BodUj. Bacco in Grecia Io non Co ben indicar in pag.i 1 6. V. Cup. De eleph, exercit, i. cap.^. qual luogo , ma forf nell' ifola di Scio , da in Suppl. Ant. Rorr.. Sallen.Tom. ni. p.74. dove ebbi quefta con altre greche ifcrizioni : pertanto probabile ciie fia quefto il nome
. .

indica il nome della citt di Stafi in Afia, di cui non trovali fatta menzione predo nedii-

AISANIAS /ilONTrOY

TON AI0NT20N KATESKETASE


La voce
KOTtitiiIaffi

rende dubbiofb f L-

. . .

TIOXOS IAAI02 nOIEJ

MzfCe'i

Muf.

fania foffe l'attilia , o colui che ha fatta erigere la fVatua . (*) L' ifcrizione fu mandata da Roma a Carlo Dati a Firenze , copiata in quefto modo , e da lui data nelle F'ite de'pinori p.itS.

Ver. Infcr. var. p. CCCXVllI. n.4. la pubblic completa qual dovtebb'elTerc , fenz'avvifare che dianzi era mutilata. Eccola qual / trova fulla mentovata bafe :

TIOXOS
I

N A I O 2 n O E I
I

d'Antioco trovafi eziandio fu due gemme incife , preflb Cori Ir.fcrirr. Tom. 1 . jGtr.mA , Tab. r. num. 4. , e Quirini Epift. ad Freret. pag. 29. (a) Fattagli alzare dal Senato dopo la vittona cortro i Daci , come fi lecgc nella ifcri2one pollavi alla bafe , e riportata anche dal
Il

nome

Montfaucon Diar. ita!, cap.i g. pag. 260. da monfgnor Brafchi De fr/4./?jr. <:.!(?.. p. pag.g4. , e nelle note a Gcllio A'oiS. att. 1. 1 ^.
P.

pac.n^^.

/i/>. 6S. ci 6. Tom. il. vuole innalzata dallo ftelfo Trijano fenza darne ragione .

cap. z^.

Dione Caflio
la

572
=

Storia dell* Arte greca


,

d'oro

nel cui rovefcio quefto

fi

vede efprefro
figure
,

Chi avr oc-

LIB. XI.

cafone d'efaminare in gelTo


la

le

delle quali ornata

CAP.

III.

colonna

far certamente forprefo al vedere l'infinita va.

riet

in alcune migliaja di tefte


,

Scrive
fefiio

il

Ciacconio

che

a'

fuoi tempi
la

cio nel fecolo

decimo
di

vedeafi tuttavia (a)


fi:ata

teda della

fi:atua colofTale

Trajano che era


di lui

pofi:a

in

cima

alla

colonna
.

(a)

ma dopo

non ne troviamo
fofiero le fabbri,

pi fatta menzione

Di qual magnificenza
bronzo
la

che

di

quel Foro che la colonna circondavano


(/>)
,

e le volte

delle quali erano coperte di


tarlo

poffiamo argomen-

da una colonna bellifijma


nell'

di granito
,

bianco e nero

ivi

fcoperta

Agofto del
.

I7<5j.

quale ha otto palmi e


i

mezzo
efla

di

diametro

Si

trov quella nello fcavare


al

fonda,

menti per fare un nuovo ingrefio

palazzo Imperiali

con

un pezzo della cornice dell'architrave di


portato dalla
fteffa

marmo

bian-

co

colonna, ed

alto pi di fei palmi;

e ficcome la cornice un terzo dell'intavolato e talora

me-

no

quindi argomentafi che quefto fofTe alto pi di diciotto


.

palmi

Il

fignor cardinal Albani ha fatto trafportare quello


villa,

pezzo nella fua


il

apponendovi un'ifcrizione che indica


.

luogo donde

fu fcavato
vi

Vedeanfi nel luogo


,

fiefTo

cinque

altre limili

colonne che
della

fono rimafte

fervendo a foftenc,

re

il

fondamento
la

nuova fabbrica
.

(b)

poich nefllmo ha
la

voluto fare
pana
il

fpefa dello fcavo (e)

Dopo

Colonna Trala

pi illuftre

monumento

di

quell'imperatore

fua

tefta colofTale efiflente nella flefla villa

Albani
(i)
.

alta

cinque

palmi romani dal collo fino

alla

fommit

. 30.
?!onai-a da Gelilo lh. 11. ca?. 17.
,

Per
mare
i

da yopi

come
(.e)

Anncila

al

toro era

la

Balilica

Ulpia,

Icnve

lo

vopuco itcuo Vopi

cliiamavali Ulpio, e Te ne h,'i la figura in tante medaglie . Ivi era parimente la cckbre Biblioteca , neiicosi

detta da

Trajano, che

(1) \iz\\'i{vi^ Annotaiwni alla Stona arte l'Autore annovera fra i monumenti di queft'et una Venere ignuda , il cui manto

,/. ddl
,

PRESSO
jf.

Romani

ec.

373
LIB. XI.

30.

Per ci che riguarda l'architettura di que' tempi


;
'
i

merita d'efer qui rammentato l'arco di Trajano in Ancona ^y.CAP.III. rr "IIce poich non v' neliun altr antica iabbnca , che ottra 1 malli ... efuoarco
'
1

enormi che
al

in

quefta

fi

veggono

11

bafamcnto dell'arco lino


,

*"'^"'^""*"

piede delle colonne d'un pezzo folo


26. e un

lungo piedi ro,

mani
full'

terzo

largo 17- e
,

arco una fua ftatua equeftre

alto 13. Stava mezzo di cui non altro pi ab-

biamo che
tare fui

un' ugna del cavallo nel palazzo


.

ad
,

Pubblico

di

quella citt (a)

1
,

pilaftri del

ponte

ch'egli avea fatto


(b)

getla

Danubio
,

ferviano
a far
.

dice

Dione
fin

anche dopo

ruina del ponte

conofcere

dove giugner polfa

la

forza dell'uomo (e)

jT.

31. Neled a finiftra perch a tali

gcttato fu un lungo vafo in piedi che le fta vicino , e la cui tcrta , che ancora la prima, fomiglia a Marciana fcrella di Trajano Trovali quefta nel giardino dietro al palazzo Farnefc , ov'c un'altra (imil Venere , f non che divcrfo n' il mlCo , ed ha in volto l'ufara belt di quella dea , febbene liane limile alla prima ra;conciatura de' capelli , qual fi ve.

quella di Plotina fua moglie quella di Marciana fua forella

luoghi vi l'ifcrizione rifpettiva di loro , e tre llatue fi vedono accennate fulla medaglia battuta in quella occafionc ad onor di quel principe . L'illulrc prelato monfignor Borgia ha pubblicata nel 1771. una ftampa in ra-

de

altrefl (ulle

abbiamo
not.B.
I

nella bella figura veflita. [Si veda qui avanti p.r^j.

monete di Isiarciana di cui villa Negroni una vera.nente


,

me ma

fue parti in grande cfattifli, e nel difcgno , e nelle mifure , e vi ha anNon potranno nelTa la medaglia fuJdctta per a norma di tali mifure crcderh inefatte
dell'arco
.

Annovera eziandio

certi

bafll-rilicvi

che rapprefcntano de' guerrieri coi loro veffilli , e le figure ne fono alte undici palmi fra elle diftinguefi quella del capitano , ma
:

r.on
tcfta
fui

fi
.

pu
In
.

dire chi ta

poich

gli

manca

la

uno per

degli feudi rotondi porti


il

veffiUi

chiatamcntc ravvilafi

bufto di
,

Trajano (a Le ftatue doveano eflere tre quella di Trajano in mezzo , a deftra


I

cio
di lui

che ha date il noflro Autore del pezond'c comporto il bafamcnto ; dovendofi riflettere , che elfo e tivellito tutto intorno di altri pezzi di marmo , i quali per confcgucDza ingrandifcono le mifure nella ftampa Io credo di fare un pregio a quefto luogo della ftoria , riportando l'ifcrizione di mezzo come la riporta il lodato prelato ; giacch fcorrstta come la da il Fabretti
quelle
,

zo folo

tanti altri

IMP.

CAESARl
.
.

DIVI

NERVAE
.

F.

NERVAE

TRAIANO

AVG. GERMANIO DACICO PONT. MAX. TPv POT. XVIIII. IMP. IX COS. IV. P. R PPvOVIDENTlSSlMO PrxlNClPI SENATVS P. Q^R. QVOD ACCESS VM ITALIAE HOC ETIAVl ADDITO EX PfCVNIA SVA PORTV TVTIOREM NAVIGANTIBVS REDDIDERIT

OPTIMO

(b) Hi/I. rom. Uh. 68, cap,i.

Tom.

il.

ftg. 1130.

(e) Fu Adtiano che lo fece diftruggere per timore che i barbari non avclTsro quindi u

374
jf.

Storia dell'Arte greca prisso


31.

Ro?-5Ani ec.

Nelle grandi opere per


,

ch'efeguir fece queft'


Ja

LIB. XI.

CAP.IH.

imperatore
cia
,

par che non abbia avuta nefTnna parte

Gre-

n
,

ivi

aveano

greci

artifli

alcuna occafione d' eferci-

tari

poich probabilmente
fuorch

in

niuna greca citt furono eret.

te altre ftatue

quelle de' cefari (a)


,

Che

pur

ta-

lora volean onorare alcuno colla ftatua


de' celebri

ricorreano a quelle
di cangiar-

uomini dell'antichit, e contentavanfi


;

ne l'ifcrizione

per

la
,

qual cofa fotto una ftatua rapprefena difpetto della dilTomiglianza


,

tante un eroe greco

inci-

deano

il
.

nome

d'un

romano pretore

di altra

perfona qua-

lunque

Tale incongruenza ebbe

a rinfacciare ai
(b)
.

Rodj Dione

Grifoftomo che viveva a que'tempi


pi facile di fare delle irruzioni nelle foggette all'impero , come r.aira lo ftelTo Dione . Apollodoro , di cui fi e parlato qui avanti , ne fu l'architetto Tzetzc Ch'il. z. nifi. ^4.. V. 82. fegg. Aggwgrie qucfto poeta verf. ff4. fegg. , che vi erano fcrittori , i quali dicevano , che Trajano avelie le orecchie da caprone Egli crede per , che tal racconto dovede intenderfi allegoricamente , o perch queft' imperatore folle petulante come un caterre
. .

mezzo

perch andafle una volta per luo, o ghi dirupati , e fcofceli ad allaltare i nemici lui folo fondamento di aver inrefo dire in Roma che vi foller Infatti nelle teftc di Trajano non v' alcun indizio di un lmil

prone

difetto

(a)
in cia
.

marmo
(b)

Trajano furono pario da tutte


loc. eie.

erette delle
le

ftatu?

citt

della Gre-

Paufania

Orat.31.

LI-

LIBRO DUODECIMO.
Storia delle Arti del

Difegno dai tempi d'Adriano lino all'intero decadimento


.

O
momimenti
. .

Amor d'Adriano
Capua
peja
. .

per

le arti

Suoi

In Grecia
.
. .

e.

Roma

ivi trovate ... e

Jatue Suo fepolcro ~ Villa di Tivoli ~ di PomSimili mufaici miifaico delle colombe
.
. .

ProgreJJi
.

dell'arte

nell'imitazione dello Jile egiziano

e ne' lavori difille greco

gini d'Avtinoo

fno Pretefi Antinoo di Belvedere


. .

Centauri del mnfeo Capitolino ImmaImjo ... pia tefta e altre pie figure -

Effigie

d'Adriano

J_j imperatore Adriano


fcitore delle belle arti
,

non

folo fu grand'amatore e conofcolp egli

Amord'A^

ma

medefimo

delle fta-arti.
,

tue

non

tali

per

per cui Aurelio Vittore potefle

fenza

una

37^

Storia dells
vile

Arti del Dissono


ftudiafle d'introdurre

= una
LIB.Xn

adulazione
.

metterlo quaf del pari con Policlhto


fi

EuFRANORE vamente l'antico


e con

Pare ch'egli
nelle arti

nuo-

file

come
il

ed avea tutta

l'attivit

per efeguire

romano idioma ; Tuo progetto (i) Donel


.

tato d'un' avidit infaziabile di


re
,

tutto fapere

di

tutto vede-

intraprefe nel fello


del che

anno

del fuo

regno un lungo viaggio


de'

per l'impero;

abbiamo tuttora

monumenti
.

nelle

monete
e

delle diciaflette provincie da lui vifitate

And

per-

fino nell'Arabia e nell'Egitto, e s'applic a ben efaminare

conofcere que' paeli


(a)
.

come appare da una


l'arte afcefe
j

fua lettera al

confole Severiano
Suoi

monu-

jf.

I.

Ai tempi d'Adriano
i

fui

trono,

con

menti

efla riforfero

libert

dopo la perdita della non avea mai goduto un tempo s felice n avuto
Greci. La loro patria
,
.

mai un amico tanto poflente


in Grecia

L'imperatore, proponendoli
,

di ridonarle la libert primiera


...
...

cominci a dichiararla
citt
i

li-

bera

diede a tutte

le
.

greche

mezzi

di rimetterli

nell'antico fplendore (b)

tal

oggetto non folo fece er,

gere delle fontuofe fabbriche in Atene

come

fatto avea Pericle

(i) Se le fcicnze e le arti trovarono in Adriano un amatore ed un protettore , gli uomini (cienziati e gli artilti migliori fperimentarono in lui un invidiofo , un perfecutore tal era an>.'he nel refto il Tuo carattere , cosi che la fua vita fiata un comporto di contrad:

efFetto di vendetta che d'invidia , fiato l'architetto ApoUodoro , che perTrajano fatto

avea in
lio
.

Roma Foro, l'Odeo ed il GinnaNon contento d'averlo mandato in elil


,

gi io

tolfe"li di poi

anche lavita
;

perch

quefti nel

dizioni . Quello lleflo Adriano , clic dagli rtolici antichi , prefTo Snida v. Adrianus, ci vien rapprefentaco per lui uomo dedito alle fcienze , all'erudizione , allo iludio delle lingue, alla pittura ed alla fcultura , autore d'alcune opere in profa e in vcrfi , pittore di pi quadri , fcultore di molte jlatuc in marmo e in bronzo , quello ftclio Adriano tent deprimere Omero col foftituirgli un poctaftro conofciuto appena da pochiffimi , p:r nome Antimaco . Simile condotta tenne egli con Favorino e Dionifio , amcndue retori aflai celebri de' tempi fuoi i pi perfcguitati da Adriano furono gli artilli , alcuni de'quali ti eprelie grandemente , ed altri anche uccife . Suid. loc.cit. Tra quelli , bench pi per
.

boUor d'una difpura fuU'arte avealo chiamato pittor di zucche Adriano diffatti erali da giovane occupato in tal genere di

pittura . Xiphil. /';: Adrian, pag. 2J7. [ L'altro motivo , che indulfe Adriano a torlo dal mondo, fu perch .difapprov il difcgno del

tempio da Venete
e

lui

fatto edificare in

Roma
/.

e de-

dicato a Venere fecondo Sifilino

c.p.zH .; a

Roma

fecondo Flegontc nell'Epi-

tome anno

Ma

, all'olimpiade ccxxvii. iL, riportato dallo Scaligcto in appendice alla Cronica d V.u^e.ho pag. ^4.2. Vedi anche Buonarruoti OJferv. ijlor.fopra ale. medagl. Tciv. i n. j. pag. i 7. (li) Vopifc. in Satura, cap. S. Tom. il,

delle olimpiadi

pag.7ig.
(J>)

S\-iAnia.n.

in Adrian, pgg.p. t.

DAI TEMPI d'Adriano ec.


ride a tempi migliori
la
fizj

377
Llli.M;

(a)

ma

eziandio nelle altre citt deiCAP.


I.

Grecia e dell'Afia Minore fece cofiruire de* pubblici edi,

de'

tempj

degli acquedotti

e de' bagni

(l)

11

tempio

d'ordin Tuo edificato a Cizico annoveravafi fra


raviglie del

le

fette
i

ma-

mondo

e forf a quello apparteneano


,

forpren-

denti avanzi d'antichit


gli

che molti fecoli dopo adoprarono


.

abitanti di
jf.

quella citt per fabbricarne le proprie cafe


le citt tutte

2.

Fra

Adriano

diftinfe

Atene
,

per

ef-

fere ftata quefta la principal fede delle belle arti


vi

per aver.

egli vifTuto

molti anni

efercitandovi la carica d'Arconte

Ridon

agli Areniefi l'ifola di


,

Cefalonia, e termin

il

tem-

pio di Giove Olimpico


lafciato fette fecoli

d'una circonferenza di molti ftadj,


Pififtrato
(a)
,
.

prima imperfetto da
le

In

quefo tempio, fra

molte Ifatue d'avorio e d'oro

una
;

coloflale della ftefTa materia ne fece egli inalzare a


e a lui

Giove

medefimo una

ftatua vi erelfe ciafcheduna delle gre.

che
jj".

citt a
3.

Roma

foggette (e)
di

La premura
fra

quelto principe per far rifiorire le

arti

erafi
:

comunicata eziandio ad alcuni privati uomini della


quefti
,

Grecia

fi

diftinfe l'oratore

Erode ateniefe

detto

quindi Attico

che a proprie fpefe fece erger delie ftatue in


,

molte greche
bianco

citt

form
il

fuori d'Atene
llifTo

un nuovo ftadio
,

di

marmo

prefTo
,

fiume

(d)

edific
.

un teatro

nella fua patria


jf.

un

altro

a Corinto

(e)

4.
,

fu gi

pago Adriano

di cos

abbellire la fola
:

Grecia

e dar col foltanto

nutrimento

e vita alle arti

molFra

te cict d'Italia

fentirono pur gli

effetti

delia fua liberalit

Tom. IL
(a) Vedi f[Xii SLvami psg. 1 g S (b) Fece innalzare una ftatua in marmo yario ad Alcibiade fui di lui fcpolcro in Melina Ateneo //i. / ^. cap. 4.. pag. jy^f-. (a) X'^hil in j^drian. pag. 264- D. (e) Paufania lib. 1. cap.i S.pag.4.z. e 4.3. Libanio Epifl. 607, pag. zqi. fcrive cJie Adtiano eu inipegivaci/fia per leltautare cut.

B b b
.

ti i tempj antichi Le Roy Ruines dei plus beaux monum. de la Grece, Tom. il. pl.S. io. da la (Tampa degli avanzi di un tempio , e di un altro edifizio da lui alzato in Atene .

(d) PinUmi l. eh. cap. i g. pag. 4r.feg. (e) Fiioftrato De vit. fophij. Ili. i, n.J,
^.

j.fag. jfi. Tom.

il,

=== 378
Fra
CAP.
j.

Storia delle Arti del Disegno


i

diveri

edifizj

da
di
.

lui

fatti

coftruire

in

Italia fuor

di

Roma
>

mi contenter
.

qui rammentare l'anfiteatro di Ca.

...aCapua... pi-ia-

^ CUI e
il

n Itata

ritenta

un ilcrizione che riguarda


,

piut-

tofto

teatro della citt


pafl
.

appena cinquanta
lla

medefma Mazochi (a)


,

diftante dall'anfiteatro

che ha fupplito

in

que-

mancava penfa che le mentovatevi colonne col polle da Adriano fiano le mezze colonne delT
ifcrizione a ci che

anfiteatro

fenza riflettere che quelle fon


,

ivi

come

in tutti

gli altri anfiteatri

d'un pezzo folo col fafib da cui fporgo-

no

in fuori (b)

Nemmeno

ha confiderato che in
le

fiffatte

fab-

briche non v' luogo per

flatue

le

quali

come

le
.

coDif-

lonne intere
fatti

poteano folo

fervire d'ornato nel teatro


Ci

in

quello di

Capua

ni

alcune colonne di

fono, non ha molt'angiallo antico che hanno due palmi


difepolte
,

e tre quarti di diametro


l

e molte flatue
;

del

quale fcavo

vedono

tuttora le veftigia

quelle che quelle

lurono che
f

trafportate a Caferta per fervir d'ornamento a quel reale pa-

lazzo

La pi
il

bella fra le llatue

una Venere Vittrice

appoggia

pie finillro fu un

elmo, confervatafi intera,


.

non che
...

le
^'^

mancano

le

braccia

einRoma.

Roma
,

HelTa fecefi Adriano coftruire


il

il

magnifi.

s.oiepokro.

^^ fepokro che porta ora


L'intero edifizio

nome

di Gaftel

Sant'Angelo (e)

oltre varj ordini di


di

colonne che giravano


e

intorno, era

riveflito

marmo

bianco

ornato
,

di llatue.

Quella fabbrica
elfa

in

feguito fervi di fortezza


fi

Romani
il

in

alTediati
i

dai Goti

difefero colle llatue che precipita-

vano fopra

nemici (d)

una

delle

quali era forf

celebre

Fau(a) / mutil. Campati. Ampkhk. tltul. te. princ. (e) Non fono certamente cos negli avanzi dell'Anfiteatro Flavio , detto voli;armenie pi grandiofa de' il CololTeo , che Topcra tempi di Vefpafiano , che lo fece innalzare ;
e negli avanzi del

(e)

il

Teatro ponte infieme

di
.

Marcello

Spaziano

nella di

cav-io- Tom. I. pag.rSo. , (d) Procopio De beilo soch. lib._ i cap. 2 2. Di pm pag. ^66. fcg. ci da quelle notizie la. fcrive , che il marmo , di cui era riveitita mole , era pano La mole era quadrata , e da molto tempo prima era (tata circondata pe"^ ' Pdi mura , e ridotta a ufo di tortezza deua portuait del luogo , e per 1 ampiezza
lui vita
.

DAI TEMfi d'Adriano


Fauno dormente
purgare
le fofle di

ec.
fi

379
trov nel
ri--

del palazzo Barberini

che

LIE.Xil.

quel cartello

La pi grand'opera

di fcul-

GAP.

I.

tura ordinata da quelV imperatore era certamente la fua ftapofta fulla vetta di quello fuo fepoltua fu una quadriga
,

ero

la quale

grande era
,

le

crediamo
di

allo fcrittore

che

ci ne racconta (a)
pir potea
valli
.

che un
nel
,

uomo

giufta grandezza cadi que' ca-

comodamente
fleffo

concavo dell'occhio

Soggiugne lo

che tutta l'opera era d'un pezzo


l'aria

folo

ma

tale

racconto ha

d'una greca menzogna, co-

me

la

pare anche l'aflerzione

di
.

un

altro

greco fcrittore,

di cui appreflo difcorreremo (a)


jf.

6.

Ma
,

la

pi grande fenza dubbio


,

fra tutte le

opere

viiu

di

t-

d'Adriano
fenti
fta
li
, ,

fu

k fua villa Tiburtina


ed
altri

^'"
le

cui ruine tuttora eli.

hanno ben

dieci miglia di circuito


edifizj
,

Rinchiudeva queteatri
,

oltre molti tempj

due
,

dai qua-

eiTendofi in

uno confervata

la fcena
.

polliamo prendere
copiare
le
,

ima
le

giufta idea de' teatri antichi


i

Ivi fece

pi belanzi vi

fituazioni e

pi grandiofi edifizj della Grecia


ftefli

volle rapprefentati gli

Campi
,

Elisj

(b)

Con

tanta

mari-

gnificenza
veflito di

fi

fabbric in quella villa

che era perfino tutto


,

marmo un
,

lago artefatto

in cui rapprefentavanfi
vi
fi

de' combattimenti

navali. Scavando in que' luoghi

tro-

vano

tuttod

fra

molti fcheletri di cervi


,

molte

tefte di

mar-

mo

e di pietre

dure

alcune delle quali veggonfi efpreffamen:

te rotte a colpi di

piccone
.

le

migliori fono nel mufeo q

fu card, di Polignac

Bb b
fabbrica Nella fommit era ornata con ammirabili ftacuc d'uomini , e di cavalli dello
.

jf.

7.

Del-

pre pi

fi

renderebbe dubbiofa

ed incerta

ftcro

marmo , varie delle quali di maggior giandez7a furono fpezzate in quella occafione per gettarle contro i netriici , che cosi furono re{pinti Se precifamcntc nella fommita della moie erano le ftatue , fecondo Procopio, o la ftarua d'Adriano con cavalli , fecondo Giovanni Antiodicno ^ui appretTo , fcm.

l'opinione acccnnara qui avanti pug. 4.4.. , che vi folle pofta la pigna di bronzo ; non potendofi capire come qucfia vi aveCe luogo .
(12)

Joann.Antioch. nf px*"*in Svari, pag.

''/'Saun.

Noti

ji
,

(a) Ve(3i Capo ultimo . / 6. (b; Spariiano nella di lui vita Tom.I. pag. zi j-

in fine

80
jf.

Storia delle Arti del Disf.cNO


7.
,

Delle ftatue che gi da due fecoli e mezzo col


arricchiti

fi

LIS.XU.

fcavano

ne fono ornai

tute'

CAP.

mufei d'Europa, e

I. ivi

...ftatue

molte fcnza dubbio ne rimangono ancora da fcoprirfi pei no^j.-

cxovate...

^^Q.^^^
fulle

(^^)

j]

cardinal d'Eite che fabbric a Tivoli la fua

villa

rovine di quella di
,

Mecenate

ornolla

d' infinite

flatue col difepolte


te

le quali

pofcia in varj tempi compra,

furono dal cardinal Albani

e per la
.

maggior parte da

lui pafTate al

mufeo Capitolino
ivi

Parler in feguito d'alcune

pi ragguardevoli
...emufaco
Jelle

jf-

colombe.

colombe

il8.

Fu

pure fcoperto
i_
i

il
i

mentovato

(b)
rr

mufaico delle
r
i-

rimarchevole prmcipalmente per ei/ere lormato di


,

picciolidme pietre dure


di parte di vetro
,

poich gU
fi

altri

mufaici fono
colori
Il
,

fatti

alle

quali

danno

tutt'i
.

che

dif-

ficilmente trovanfi nelle pietre naturali (e)

quadro

delle

colombe
j

fu trovato nel

pavimento d'una camera

fatto d'un
fafcia
il

mufaico pi grofTolano circondato all'intorno da una


a fiori larga quanto la

mano

d'un lavoro fino come


che
la

pezzo

di

mezzo

D'una parte
il

di quefta fafcia
,

ne fece fare
colloc
al

una piccola tavola


nella fua villa
,

fignor cardinal Albani

e di un'altra confimile ne fece

dono
.

de-

funto Elettor
jf.

di

SafTonia

allorch fu a

Roma
,

9.

Il

mufaico delle colombe fu venduto

Clemenilluftrolfia

te XIII. dagli eredi del fignor cardinal Furietti

che

lo con una Diflertazione, in cui imprende a provare che

medefimo mufaico pollo da Soso nel pavimento d'un tempio a Pergamo poich difFatti pel foggetto rapprefenquello
il
,

tatovi v'aifomiglia

Prende

egli
,

l'argomento principale

della.

fua afl^crzione dall'olTervare

che quefto mufaico fu trovato


inca-

(a) Oltre due bellifEmi Ermi della Tragce della Comedia , ora porti nel Mufco , Pio-Clcmcntino, vi fi difottcrrara negli anni fcorfi una bella ftatua ignuda giacente , lavoro di quefti tempi in marmo bianco , pofleduta in Roma dal ilgnoi conce Marefofchi j
dia

crede pi comunemente un Endimionc , quale per altro fecondo la favola dormiva cogli occhi aperti. Ateneo Uh. i ^. cap. 2, pae. J64. C. (b) Vedi L'ih. X. Cap. ni. pag. 2S0, (e) Vedi qui avanti ^a^. Sj. 6.
e
(I il

DAI TEMPI d'Adriano


incaftrato nel pavimento
;

ec.
,

381
die' egli
,

ond' probabile

che

>

non
ve
la
.

fia

ftato lavorato

fui

luogo

ma

trafportatovi da altro-

^^^^"

Quella probabilit per non balla a rendere foftenibile a cui molte altre difficolt s'oppongono (r) fua opinione
,
.

Come mai (laccare dal fuo a Roma fenza fcomporlo un


truzze
?

luogo

trafportare dall' Alla

lavoro fatto d'innumerevoli pieil

(a)

Che
di

da Pergamo venne

mufaico delle co-

tempo faranno le larghe fafce de' fiorami in fimil modo lavorate il che non paAltronde l' addotto argomento nulla prova re credibile poich quelli fini e faticofi lavori non faceanfi certamente ma fecome i mufaici grolfolani fui pavimento medellmo lombe
,

opera

quello fleiTo luogo e

paratamente per poi


jf.

incaflrarli a fuo

luogo

(b)

IO.

Aggiungafi che due egualmente


fi

fine e pregevoli
,

simili mufaici

pitture in mufaico

fono fcoperte

non ha molto

nelle

ruine di Pompeja

ove ftavano incaftrate nel mufaico grof,

folano d'un pavimento

in

maniera che non folamente eracontornate


,

no
zi

di fottili ladre d'alaballro orientale


di

ma

an-

che foderate

marmo

al

di fotto
,

Quelli due preziofi pez,

fono d'egual grandezza


artifi:a

alti

due palmi
,

e lavorati dallo

flefTo

Dioscoride

di

Samo

come appare da
:

quella

apportavi ifcrizione in piccole pietre nere


che dica il noflro Autore , chiunque confronter il tcfto di Plinio con quefto mufaico , difficilmente fi perfuaiera che non
fia
il

AIOS(0 Che
che fece copiare nella villa Adriana i pi belcome vediamo , che li cdifzj della Grecia; ha fatte imitare anche le (latue degli ftili diverfi , e delle diverfe nazioni , che harino coltivate le arti del difegno ; e non mai ft legge , che loro abbia tolti i monumenti
originali
i'a)

medefimo
certamente

[
,

La defcrizione
,

di Plinio

tale

che bcniillmo combina col

mufaico , di cui fi tratta come pu vederli anche dalla fisjura datane da Furietti nella citata opera e Mufivis , e Foggini Mujeo Capit. Tom. ly. Tav.p., ove confuta le ragioni di Winkelmann con poco buoni ragionamenti Io credersi pi probabile , che quefto (a una copia di quello di Pergamo , anzich l'originale ; non potendo credere , che Adriano abbia fatto levare quell'opera da un tempio quando anzi egli avea tutto lim.

fono

fatti collo

meno
(b)

che i mufaici degli antichi ftucco di calce , enee molto forte del maftice dei moderni , e fa-

Tanto

piti

cilmente

fi

fiacca

Queft'argomento farebbe anzi contro ; perch il mufaico in tal maniera dovea farft fopra una tavola di marmo , o altra pietra ,

come

pegno

di reftaurare gli antichi


le

e di alzarne
,

dei nuovi in tutte

parti dell'impero

co-

e perci non farebbe fta11 fa oggid ; to tanto difficile di trafportare fulla medefima tavola quel pezzo da Pergamo fenza

me

veduto qui avanti ; e fappiamo da Sparziano , come fi pure olTervato il^. 6.


fi

fcomporlo , come pretende poche righe avanti

il

noftro Autore

332

Storia dells Arti del Disecno

7^Z~
GAP.
I.

AI02KOPIAH2 SAMIOS
Eno
Spero che
fa
I

H2E
a!

per non difpiacere


.

mio

leggitore f qui ne
ai

aggiungo
le

la

defcrizione

li

primo pezzo fcavato

28. apri,

176^. rapprefenta tre figure muliebri colia raafchera coin volto


,

mica
fuona

ed un fanciullo
.

Ognuna fuona uno


una vecchia,
la

ftro-

mento muficale
il

La prima
;

a defl-ra
,

quale

tamburino
fla

l'altra

con una mafchera pur


i

di

donna
tibie

avanzata,

in piedi e

fuona
,

crotali; la terza, ch' pi


al

giovane
e
il

voltata di profilo

fuona
.

tempo

fteiTo

due

fanciullo la
II.
Il

cornamufa

jf.

fecondo fu interamente fcoperto


8.

in

mia pretre

fenza nel 1754. agli


re muliebri

di febbrajo

Son
vifo

ivi
,

pure

figu-

con mafchere comiche La prima figura a fenza mafchera


.

al

ed un fanciullo

deftra fiedc fu

uno fgabel-

lo fenz'appoggio coperto d'un tappeto fatto a fcacco di tre

colori giallo

rofTo

e incarnato
.

da cui pendono de'lunghi

cordoni con fiocchi


all'altra

ElTa
,

fembra porger attento orecchio


e ftrigne infieme le

che fiede vicino

mani quali

in

atto di forprefa e di maraviglia.

La feconda
una
ofia

fiede innanzi

ad

un bel tavolino
ca
,

di tre piedi

fu cui v'

calTettina bian-

e vicino ad efo

una tazza
.

un cratere con un pied' alloro


,
.

de a tre zampe di leone

Accanto ha un ramo
rilevafi dalla

Quella figura ha gettato intorno a s un panno giallo


in atto di recitare,

ed

come

mofla della mano.


.

Amendue
za
,

hanno una mafchera giovanile con mafchera di donna pi attempata tien


le

figure

La
in

ter-

mano
.
.

una tazza
PrelTo di

ed ha tirato

lei fta

manto che pur giallo un fanciuUino involto in un pallio (a)


fui

capo

il

Jf.

12. Per-

^^)
loBO

Itati difottcrrati

Q.0P0. quefti tempi varj a/ni mufaici in vari^ parti , fra i

quali

Muko

quello d'Otricoli collocato ora ne' Pio- Clementine ma pi belli fone


:

jf.

12.
s'

DAI TEMPI d'Adriano ec. Perch il nome d'Adriano, pi che per


renduto immortale e celebre
alla
,

385
altri ti-

toli

poRerit per

LIB.Xll.
l'in-

^^^
^"'^"

tuenza che ebbe fulle arti del difegno


fere particolarmente confiderate in
la Icuola dei

meritan quelle

d'ef- r,ogte(ndcir

talepoca, tanto pi che


,

tempi d'Adriano pu chiamarfi l'ultima


.

e ap-

dopo la di lui morte rammentare il lettore di ci che dicem- ...nell'imi15. Deve qui (f. ^ J ^ tallone dello mo nel Capo III. del Libro II. (a) intorno all'imitazione de' i'"ie egiziano,
pena
foftennefi cinquant'anni
^

lavori egiziani

che

fotto queiV imperatore


dell'antico
ftile

s'

introduffe in
il

Roma

Con

iftatue

egiziano orn egli

pi

ragguardevole tempio della fua


lo lleflo edifizio
,

villa

che probabilmente
il

quel.

cui Sparziano chiama

Canopo

Dob-

biam
f

dire che

tali

ftatue foflero a centinaja nella villa Adriale

na, poich, non contando


ancora fono fotterra
te fuor di

mutilate, n quelle che for,

fra le ruine

le

molte trafporta-

Roma
.

ve n' tuttavia rimpallo un

numero ben con-

fiderevole
jT.

14.
in

VeJefi da

tai

lavori che
,

Adriano volle abbracciar


fece del pari imita-

l'arte

tutta la fua eftenfione

e forf
,

re Io

flile

etrufco
i

E con ragione

poich nelle figure egi,

ziane ftudianfi

fondamenti del difegno


,

il

quale dev'elTere

tanto pi efatto
fetti

quanto pi facilmente

ne fcoprono
,

di-

per elTere

del tutto femplice e inornato

Ma

ficcome
fua

per un'imitazione rigorofa ha egli richiamata

l'arte alla

origine, cos volle che per l'imitazione medefima gradatamente


ti

tendelTe a perfezionarfi

non

folo feguendo

cangiamenche

fucceduti nello

ftile

ma

facendo eziandio que' progred


un
altro

quelli il-avati nell'anzidetta villa Adriana , tre de' quali bclliirimi fono polleduti dal fignor

mufaico poffcdiito dal lgnor de An-

gclis

conte Marcfofchi , e il pi bello di tutti quefti , e di quanti forf cfiftano al mondo, l'aitre ritrovato nella ftelVi villa
,

e paflato an-

che

al

Mufeo Pio-Clcmentino, che rappre.

fenta quattro mafchcrc fccniclie circondate da un beililfuno teftone di frondi di pioppo Nel tciritorio di Tivoli , flato trovato

pm

, rapprefentantc cofc egiziane, come egiziane fono quelle rapprcfcntatc nei mufaici , de' quali parla Orlandi nelle note al Nardini Roma antica , Uh. 7. e. 8. ree. XIII. p. ^fiS., e il mufaico di Palcftrina , di cui (i parlato qui avanti pag. ^iz. Alcuni fono di pietre naturali con qualche pezzo di fnialto . (a) pug. 1 1 i-jegg-

384
che
LiB.XH.
gi
fatti

Storia delle Arti del Disegno


avrebbe
l'arte

degli Egizj
.

f le

troppo auflere legdiffatti

CAP.

non

gliel' aveffero

contefo

Abbiamo
il

delle figure
file

I.

di granito rofTo lavorate

fecondo

vero antichiiifmo

egiziano, che certamente non prenderemmo per un'imitazio-

ne

f fra le altre

fatue

due che veggonfi a Tivoli

magdelle e che

giori della grandezza naturale,


fte le

non

ci
.

prefentafTero nelle te-

vere fembianze d'Antinoo (a)


,

Vediamo

altres
,

fatue

che indicano

il

fecondo

ilile dell'arte

egiziana

certamente non furono lavorate

in Egitto

come

rilevafi dal

marmo
defimo
,

nero

di cui

pur

vi

fono

altre figure nello ftile


.

me-

ma

in

un pi libero atteggiamento delle mani


le

Ve

n'ha d'amendue
la

fpecie nel

mufeo Capitolino,
confervato
ftile, cui

e nella vil-

Albani
^'
^ ^'

T '*^'
''d'ft

^^ maggior numero
,

fi

di quefti la-

o*

vori d'imitazione

che del vero greco


tal

Adriano fem-

bra aver voluto per


Centauri del

modo

richiamare all'antica fua perdai

muleo Capiolino.

fezione
.
.

Neil' indicarli
.

comincer

due Centauri, pofTeal

duti dianzi dal fullodato

card. Furietti, e uniti pofcia


,

mual

feo Capitolino da Clemente XIII.

che comprolli infieme


.

mentovato mufaico per 13000. feudi romani N annovero io gi qucfti Centauri in primo luogo perch li creda
,

la

miglior opera di que' tempi


,

anzi perch appunto noi foil

no
*

e perch hanno incifo fullo zoccolo

nome

de' greci
.

artifti

che

gli
elfi

fcolpirono

Aristea e Papia afrodifiaci


affai
.

Tro-

vati furon

nella villa Adriana

maltrattati

e guafti

onde molto
fero
fui

vi fu

da rappezzare
,

(b)
il

Par che quefti portafdella villa Bor-

dofTo un fanciullo
,

come

Centauro

ghefe (e)

il

che argomentafi da un largo buco quadrangolare

(a)

Si
I.

veda ci che ne abbiamo detto nel


pag.
1
1

^-Icgg(b; Ne da la figura il fignor Cavaceppi Raccolta di llatue , ce. Tom. l. Tav.. 17., e Foggini Muf.Capit. Tom.l^. Tav.i ^. 14..

Tomo

(e;

Ho

gi notato nel

Tomo I.pag. o6.

quefto Zia una copia del pi , che vecchio di qucfti due del Campidoglio Ci probabile , quantunque fembri pi bello quello di quefto , s perch quefto ha l'ifcrizione , e s perche l'elFere in marmo bigio mouto conviene pi all'idea d'un originale ,
not. a.
.

li

di

trebbc avere qualche lomigiianja con queita


pittura (e)

Centauro nominato Clementino


il
.

del

Mufeo

Pio-

reitaurata , noi la diamo qui annetta , ca e prefa dalla Raccolta d'Aiuichic del Borioai
illufttata

d^ Venuti

Tjb. g.

Il

lignor

Huber

nella fua traduzione

illlililSI!

APVD E MIN, CARD. ALEXANDKVM ALBANI


P omn-e iu/"ijierofvy ^ attmi ueim
,

Alt.Pal.V.V7XC.U.

.Aftchael Sorcllo Jcut.Jlamij.

DAI TEMPI d'Adriano


lare fulla fchiena
,

e e.

385
fofTe la figu-

in cui
la

Tembra che conficcata

=====

ra portavi fopra

quale non elfendo d'un pezzo folo col

Centauro, probabilmente era di metallo. Il pi vecchio di che que' due Centauri al pedo o balion paftorale ricurvo il quale adtiene in mano , fembra rapprefentar Chirone
,
,

deftr

alla
.

caccia

Giafone

Tefeo

Achille (a)

ed

altri

eroi (b)
rf.

i6'.

Gloria dall'arte, non folo


,

di quell'et

ma anche
,

immagim

di

de'
le

tempi migliori
quali
in

fono due immagini d'Antinoo


della villa Albani
,

una

del-

un

balTJj-rilievo

l'altra
.

una

telta cololTIiIe nella villa

Mondragone fopra
fu

Frafcati

D.'a.

mendue ho
j)\

data la figura ne' miei Monumenti antichi {a)

17.
,

La prima',

che

trovata nella medefima villa


s

^"ot.udo...

Adriana
de

rapprefenta una mezza figura di quel giovanetto


.

caro ad Adriano
.

Non
fia

Eifa fcavata di
,

che un pezzo d'un'opera grandietro per alleggerirne il pefo del mar quella

mo

pare che
,

Hata polla fu di un cocchio. La delira,


difFatti

ch' libera

fembra

in atteggiamento di chi tiene le


finiftra
.

redini, l'ellremit delle quali forf tenea la


ftata data

a cui

una corona

di fiori nel rellaurarla (e)

L'artifta
la

verofimilmente volle in quello lavoro rapprefentare


fecrazione
,

confu

o l'apoteof d'Antinoo
l'effigie

poich appunto

un

cocchio folca collocarfi

di

coloro
e e

cui l'adulazione
divi-

Tom. IL
di una copia L'altro Centauro del MuIlo Pio-Clemcntino in marmo bianco dato nel Tomo I. della defcrizione di elio Mufeo Tdv. f7. potr effer la copia del pi giova-

C
lia

che

voluto aggiugncre qui un perioi^o piefo

dalla prima edizione , in cui \iinkclmann dice , che quefti due Centauri del Campido-

glio fono di

ne

dei detti

due capitolini

ramcnte

marmo bieio come lo fono ve? ma non ha badato che cos mct, ,

''^*

(a) In una pittura defcritta da Filoftrato Icon. /i^. 2. cap. 2. pag. 8 1 j. Ch'ivoiK portava Achille piccolo fui dorfo , per infcgnargli a cavalcare . Achille rideva per allegrezza , e Chirone lo guardava anch'cgli ridendo . Po-

tcva l'Autore in contradizione per ci che ne ha detto in quefta feconda edizione fopra alla pag. i j.
(a)

num. iSa. 17 g.

irebbe avere qualche fomiglian7a con quefta


pittura
il

Centauro nominato
.

del

Mufeo

Pio-

figura , come era prima che foffc relaurata , noi la diamo qui anneffa , ed e prefa dalla Raccolta d'Antichit Jcl Borioni
illuftrata

(e La

dementino
(b)
Il

d^ Venuti

Tali. g.

lignor

Hubcr

nella faa traduzione

386
divinizzava
LIB.XII.
,

Storia delle Arti del Disegno


per
indicare
.

il

Joro folJevamento e pafTaggio

allo
.

flato

di

divinit (a)
tefta

fuitefta...

18.

La

colofTale di

Mondragone
,

s s

intera che
bella che

fembra ora
io
di Belvedere
te

iifcita

dalle

mani dello fcultore


,

non credo
che
,

di
e'I

troppo dire

f la

chiamo

Laocoonte
.

il

pi bel

dopo l'Apollo monumento dell'ar,

(iaci

rimafto

Se fofle permeflo averne copia in gef-

fo

dovrebbe
di

l'artifla ftudiarlo
;

come uno

de' pi fublimi
,

moi

delli

belt

poich
,

le

forme

colofTali

richiedendo un

grande
gnatore
bidezza

artefice

il

quale
ci

fappia per dir cos oltrepafTare

limiti della
,

natura

danno una prova

dell'abilit del dife-

fenza tuttavia perdere ne' grandi contorni la mor-

e'I

dolce paffaggio da una


i

all'altra

forma
tal

Oltre la

bellezza delle fembianze


rati
,

capelli

fono

in

maniera lavo-

che nulla v'

di

fimile in tutti gli avanzi dell'antichi.

Ho
19.
t

parlato altrove degli occhi incaflrativi (b)

jf.

Cinte fono amendue


quale era
s

le

tefle

con una corona


in

di

loto

la

propria d'Antinoo che


.

AleiTandria

chiamavafi Antmoja (a)

Nella mezza figura la corona for;

mata
naftro

di

foli

fiori

di
,

quella pianta infieme intrecciati


i

ma

nella tefta colofTale


,

capelli della quale

fono legati con un


del

gira intorno tortuofamente un


i

ramo

loto mede-

fimo

cui fiori
,

per-

non erano

dello dciTo

marmo

ma
la-

d'altra materia
ti

come s'argomenta

dai buchi

fatti ai

due

dello ftelo
tre dita
,

Sull'alto della tefta v'

un vuoto quadrato
il

lar-

go

e in eftb era
.

probabilmente conficcato

mag-

gior fiore del loto

jf.

20.

Ab-

(a) Oppure fi rapprefentavano fu un'aquicome rappreientato Tito fui fuo arco , in Campo Vai;cino , dato in rame dal Battoli Admir. Antiq. Rom. Tab.p. ; o fu un cavallo
la

Daniele Schoepflino Comment. hiflor. & cric. Commentado hiflorica de apotneofi Imper. Roman, cap.4. pag. 84. Tab. 1. z. Le imperatrici nelle medaglie fono portate fu un pa-

alato

colla dalle rtiedaglie , e dai bafed altri antichi monumenti , alcuni de' quali poflbnovederfi riportati da Giovanni
,

come
,

vene

firilievi

(b) Lib. VII. Cap. ti. . t f. pag. 40. (a) Ki. Deipn. Ub.i j. e. .pag. 667,

D.

3S7 DAI TEMPI d'Adriano ec. Abbiam in oltre d'Antinoo una belliflma ftatua,' 20. jf, LIB.Xil. la quale (lata trovata fui coronata d'eliera come Bacco monte Celio in Roma nello fcavare le fondamenta della villa... e altre fuc
,

Cafali
fta

ov'elTa
tefta

fi

conferva. Un'altra flatua


,

cui fu impo-^""^"

una

d'Antinoo
.

fiata

da qualche tempo trafpor-

tata a

Potzdam
di

1 ritratti

di queflo

famofo Bitiniefe fono pi


.

numerofi
il

quelli di

qualunque
,

altro foggetto

Fra

buih

pi bello che io abbia veduto

confervafi nello fcelto


(a)
;

mu-

feo di cafa Bevilacqua in


gli

Verona
.

ed gran danno che

manchi

la fpalla
,

finiftra

Una

fua belliflma tefta ncifa in

che rtava nel mufeo de' fratelli Zanetti a Veuna gemma fu comprata dal duca di Malborough nezia 21. Il pi bel monumento dell'arte fotte Adriano fa(f.
,
.

Pretcfo Aiiti-

rebbe

il

cos detto

Antmoo
.

1.

di

Belvedere

r.

{a)
;

le

^ diBcIve-

veramente
rappretra le

dcrc.

tale flatua fofTe l'effgie

di quel

giovanetto

ma

effa

fenta piuttoflo Meleagro


flatue di

Vien a ragione annoverata


fiane
il

prima

clafle
,

non gi perch perfetto


per
efi^erne belle

com-

plelTo della figura

ma

molte parti fepara-

tamente prefe
le

La

tefta

indubitatamente una delle pi bel.

tefte giovanili dell'antichit


,

Regna

nel volto

dell'Apollo

un'altera maeft

ma

qui

le

grazie d'una ridente giovinez-

za

e le

belt degli anni fioridi accoppiate ftanno


,

ad un'

amabile innocenza e ad uno fguardo dolce

fenza moftrare
la

alcuno di quegli

affetti

che turbar potrebbono


,

bell'armo-

nia delle parti e la pura tranquillit d'animo

che lo fculin tutta la


fi-

tore ha qui voluto efprimere

Scorgefi

diffatti

gura una
fo
,

tal

quiete

e quella interna

compiacenza
i

di s ftef-

che l'uomo gode quando raccoglie


li

fenfi

e da ogni og,

getto efterno

richiama

L'occhio dolcemente arcuato

come

nella dea d'

amore

ma

fenza moftrarne

defiderj

G
(a) MafFci Vir.
illufir.

e e

non

par. ^. col. zi 6.

Tav.

0.

{a) Portali

Muf,

Capital. Tom.il,

Tav.3.

pfg. Jj. [Fu trovato full' Efquilino vicino a fa Martino ai Monti . Aldroandi Statue , pag. n^.

'-

LIB.X!!.

CkP.l.

Storia delle Arti del Disegno 388 non efpnme che innocenza La bocca nel piccolo giro de' fuoi contorni grandiofamente difegnati fpira emozioni ma le non fenta fembra che Danno un nobile compimento al volto le gote nutrite con una piacevole pienezza e'I mento
. ,
.

che dolcemente

fi

rialza

fi

ritonda

La fronte per an;

nunzia qualche cofa di pi che un giovanetto


vandofi alquanto,

efTa

folle-

come

la

fronte d'Ercole

fembra gi pre,

conizzare l'eroe

Fortemente elevato n' il petto raaravigliofa bellezza ne fono le fpalle i fianciii e


.

e
le

d'una
cofce
il
;

ma

le

gambe non hanno


corpo
:

la bella

forma

che richiede
i

re,

ftante del

groffolanamente ne fon lavoraci


(a)
.

piedi

appena indicato n' l'umbilico


Effigie

d'A:

jf.

22.

La pi bella
v'

tra

le

figure del

medefimo Adriano
.

diiaiiD

una

telta colofi^ale

nel palazzo Borghefe

Nel mentovato

mufeo Bevilacqua
per
la

un fuo bufto perfettamente conferva-

rofi in et giovanile e

con barba corta

rtraordinario per
,

capigliatura della fronte che lifcia


.

non
,

a ricci

come efler iuole generalmente La pi pregevole tra le gemme incife colla fua effigie un cammeo che apparteneva
, ,

dianzi al

mufeo Farnefe

pafs quindi nelle mani del conte

Thoms genero

del celebre

Boerhaave
.

(b)

ed

c>ra

nel

mu-

feo del principe d'Oranges (i)

jf.23. SotCa)
ic
Si

veda qui \n pag. 141. not. a. Fra

ftatue d'Ancinoo dove ricordarli quella belIifTima del mufeo Capitolino , ove rapprefntato giovanetto . Se ne veda la figura predo Settari Muf. Caph. Tom.til. Tav.j. (b) Vedi la nota i. alla prefazione degli

Avanti di rerminat l'epoca degli antichi pi celebri fi dee tar un cenno almeno di Sclone incifor di gemme aliai eccellenartifti

te
lui

Non

incontrandofi

fatta

menzione di

Editori Vicnnefi Tom. I. pag. xl. (i) Tra "li Antichi del fignor D. Carlo de'
larrhei Trivulfi in Milano frbafi un framracnro d'un cammeo della mafTi'na grandezza in onice a due colori , e di un lavoro a(^ (il\ prcg^'vole L'erudito poffeiTore appoggiato ad alcune non leggiere conghietture , qiz.

preffo i pili vetufti fcrittoti , nemmeno prellb Plinio che in un capo della fua floria Lib. ^j.cap. i. ha pre(o a trattare efprelfamente di quelli che fegnalaronfi in tal ma-

<Je

rapprefcntarfl

ivi
, ,

1'

im;)eratore
quali

Adriano
eranvi

farrifrante a^ un'ara tre figure in rilievo

fulla cui Safe

per una fola vi rima'^a inrarta Di contro al meHelnjo vedefi figurata TAtrif^ co' fuoi attributi
delle
.

niera di lavoro ; inferir ( pu con qualche probabilit die abbia egli vilfuto pi tardi di lui , e avanti il maggior decadimento dell'arLe opere_ a te (otto i fucceffori di Adriano noi note di qucfto artifta fono una Mcdufa , un Diomede, n Cupido, un prerefo Meccpare , Stofch Pieri: grav. pi. 6 1 - 64.. una tefla d'Ercole Defcr. des pierr. grav. du Cabla, de Stofch , cL z.feB. 16. n. r gp t. pag. 27^., una Baccante , e una Victoria in corniola
. ,

DAI TEMPI d'Adriano


/.

ec.
i

3S9
LIB.XII.

23.

Sotto Adriano cominciarono


;

gran medaglioni
quello imperato(a)
,

imperiali in bronzo
re (i)
,

ed uno bellinmo
di

di

GAP.

I.

che vedefl ora nel mufeo


,

Vienna

eflendo inal
.

teramente vuoto
del

fervi

lungo tempo per fonaglio


ne' contorni di

collo

mulo d'un contadino


,

Roma
nella

(o)

pofTcduta gi dal noftro AuVoi. I. pa^. XI. [Meritano d'ellcre almeno qui ricordate le due grandi gemme illoriate , una del mufeo leale di Parigi data dal Trirtan , di cui li e parlato nel Tomo I. pag. xxxj. , dal Le Roy , con una difTcrtazione inferita nel fupplemento di Polcno alle Antichit Romane di

febben giiafb
tore
.

(t)
(a")

O come
,

altri

vogliono

di

Comodo
i

Monum. amichi ined.

Vinkelmanu

giugncva qui

prima edi-iionc agche fono tutti tall gran me.

Grevio
expl.

Tomo
I

il.

e dal
pi.

Montfaucon Antiq.
i

Tom. V. pur. i. mufeo reale di Vienna


faucon
pi.

^7.

e l'altra del

data dallo delio

MontVeron.

jS.

dal Matfei M:if.

pag.CCXLV. Qualunque

ne pofTa elTere il fo;;getto ftanti le varie opinioni di quefti , e di altri fcrittori , e certo che appartengono ai tempi dcgl' imperatori , e ad elfi , o loro
famiglie
;

Il fignor Huber daglioni di quefto mufeo neUa fua traduzione non ha omellb un tal giudizio , forf perch nella Icconda edizione tedefca fatta in Vienna far flato t?alafciato da quegli editori , che non lo avranno creduto giudo (b^ Di qefti medaglioni incavati a modo di (carolino , o di vafctto , due ne riporca il Buonarruoti Ofserv. iftor. ec Tav.^. n.4.j., uno di Comodo , l'altro di Giulia Augufta moglie di Settimio Severo ; e nella Spiega.

e dalla bellerza del

lavoro pare che


i

zione , pag. 4.1 ^. , uno ne nomina di NeroCrede che abne e un altro d'Eliogabalo biano potuto fcrvire principalmente per v.
, .

non debbano Adriano

crederfi fatte

dopo

tcrnpi di

f tri

d'odori

Ca-

390
LIB. XII.

Storia deus Arti del Disegno

CAP.

II.

Capo
del fepolcro
Sotto

II.

Arti folto gli Antonini Statua di Teti Moneta di Fanjina - Teje di qiieji tempi - Statua di M. Aurelio e d'AriJide Colonne
.

d'Erode Attico

Statue erette ai Vincitori Circenf


dell'arte
.
.
.

.
.

Commodo Decadimento
.

Sotto Settimio Severo

Eliogahalo
di
s.

Alefsandro Severo
e

fretefa

fua urna

Statue
di

Ippolito

...

di Puppieno
.

- Tempio

di Gallieno

Maffi

marmi
Sotto gli Ali-

con ifcrizione

VJ
e(l

li

Antonini tennero in molto pregio


,

le belle arti,

e fra
,

principalmente M. Aurelio

che fapea ben difegnare


,

ed

era flato iflruito


to aveva

daDiocNETE

favio pittore (a)

cui
.

pur avu-

a maeftro nello ftudio della filofofia (a)


farf

Ci non
artifti
.

oftante cominciarono allora a


e

pi rari

buoni

manc

la ftima generale

che dianzi faceafi di loro


di

Era

ci

una confeguenza della maniera


allora

penfar di que' tempi


,

1 fofifti

innalzati eranfi fino al trono

e per loro gli


,

Antonini avean erette delle pubbliche cattedre


loro voce e
la fatica de'
.

pagando

la

loro polmoni
efl

{b)

anzich l'iflruzioe igno-

ne data
ranti
,

ai cittadini

EfTendo

uomini fenza gufto


tutto ci che
artfta
arti

condannavano altamente
,

non

era erudi-

zione

e agli

occhi loro un valente


.

non era che un

femplice artigiano

Portavano delle

quel giudizio che

Luciano
dia

nel

fuo fogno mette in bocca all'erudizione; co-

lcch un giovane che avefle foltanto defderato effer un Fi,

loro farebbe paiuto un'anima vile: onde

fa

maraviglia

come
(<j) Capitol. in M. Aurei, cap. 4. Tom. I. pag. J06. (a) M. Aurelio {ledo Ve reb.fuis . . 6. dice , che un Diognete fia flato Tuo maeftro di filorofia ; ma fi dilputa dagli eruditi (e fia
il

mcdefimo che

il

pittore

o un

altro

Si

veJa Gatakero al luogo citato di M. Aurelio , eSaimafio al luogo citato di Capitolino , il quale oli d Apollonio ftoico maeftro in vece di Diognete . {b Z.h\a jorni . V. Galen. De pulf diff. fub init.
'

DAI TEMPI d'Adriano

ec.
,

391
^^^^'^
GAP.
II.

come ad Arriano non aver veduto


re (a)
jf.
.

fcrittore di

que' tempi
di

tanto doleflc di

il

Giove Olimpico

quel celebre fcuko-

I.

Al tempo degli Antonini avvenne

all'

arte

come

ammalato che prende un apparente miglioramento poco prima di morire, o ad una lucerna che, fui punto di fpeair gnerfi per

mancanza

di

nutrimento
.

brilla

d'una viva luce


gli artifti

per un

iftante e s'eftingue

Viveano ancora
;

che fordi que'

mati s'erano fotto Adriano


principi e della loro corte

'1

buon dilcernimento
alle
ai

unito
,

grandiofe opere che


maeflri dell'arte fre

immaginarono ed efeguirono
quenti occafioni
di

diede
i

moflrare

loro talenti
,

Antonino Pio
,

edific prelTo l'antica


le cui

Lanuvio

detta ora Lavinia


la

una

villa

ruine ne atteftano ancora


(a)
.

grandezza e

la
fi

magnifi-

cenza

Con quanto

luflb

quefta fofTe ornata


,

pu

ar-

gomentare da una chiave d'argento


nel

per cui l'acqua palTava


,

bagno

del pefo di trenta

o quaranta libbre

fcavata in
.

quel luogo coli' incifavi epigrafe


i

FAVSTINAE NOSTRAE

Anche bagni di Claudio Etrufco ricevevano l'acqua per mezzo d'un tubo d'argento {h)
.

jf.

2.

Fra

le

ruine di quella villa

il

fignor cardinal Alef- StatuadiJe-

fandro Albani ha trovata nel 17 14. una bella ftatua diTeti,"'

ma

fenza tefta

nuda

fino alle cofce

colla finiftra
,

appog-

giata fu un timone foftenuto da

un tritone

S'

confervato

anche un pezzo della bafe


fono
tre
coltelli

di

quefta ftatua
,

e fu di effo vi

oflan

pugnali in rilievo

che finora fono

ftati prefi

per tre di quelle punte che folcano metterfi fulle


,

cime
ti

delle prore

e dai

colpi che faceano ne' combattimenda' Greci


,

navali dette furono


Epici,

'|U/So?co/

e rojra dai

Romani
.

cap. 6. [ ripqrrato qui avanti pag. igo.tol. z. il giufto fenfo , ir cui parla Arriano .
(.a)
l'tb. I.

Ho

fra

quali fono
b.

cani nominati nel

Tomo I,
cap. i8,

pag. ^o'- n(iJ)

Fabric. Defcr. urbis

Rami.

(a) Negli fcavi fattivi in quefti ultimi tempi vi fono ftati icoperti molti monumenti

Stazio iiylv- lib. i.cap. s- vff. 4.8.

= ni
LiB.xii.
^
"

392
.

Storia dells Arti del Disec-nq


Simili pugnali veggonfi prefTo la
villa

poppa

ove comincia

^j incurvarli, nella bireme della da


re

Barberini a Paleftrina

'

me

pubblicata

(a)

Potrebbe quefta fntua rapprcfenta,


di

una Venere col fovranome


) ,

6w?7Ao/a

di felice naviga(/')
;

zione

qual venerava^ nell'ifola di Gnido


fia
il

ma

pi

probabile che

fimulacro

di Teti

Tenendo
villa

quella una

gamiba alzata

e vedendoli nella ftefla

politura fulia

poppa
,

d'una nave una piccola figura d'ifide nella

Lodovifi (a)

ho argomentato che Teti


defmo atteggiamento
la bafe della flatua
;

fofTe ivi

lata rapprefentata nel

me-

e fu

quefla congettura s' terminata


della

fui

modello
,

bireme

di

Paleftrina

Tal bafe era

altres

allegorica

come

quella della Itatua di


(e)
il
,

Protefilao che avea la figura d'una prora di nave

per

indicare che quello re di Ftia in Telfalia era flato


a faltare dalla nave fui lido trojano
,

primo

ove fu uccifo da Et-

tore (b)
jT.

3.

Qiiefta Teti, ch' una delle pi belle figure deli'

antichit, efler deve de' tempi migliori per l'arte, che noi

furono quei degli Antonini


cettuandone appena
la

In nelllina fiatua muliebre


,

ec-

celebre Venere de' Medici

moftrafi

come
fini

qui

il

bel fiore d'una giovinezza giunta ai primi con-

dell'et

perfetta
,

che manifeftafi nel molle rialzamento


nobile e fvelta
.

del feno verginale

e nella figura tutta

Su

quefto corpo degno della dea della giovent l'immaginazione


vi

fcorge una tefta fimile a un botton di rofa eh' efce fuor


,

dalla buccia

fembra
,

di

veder Teti che efce dal mare q


bellidma fanciulla che ancor pi
dal letto
.

tutta la fua venuft

come
,

bella appare al

primo forgere

conofcitori della

fublime bellezza greca


(j)

per reftaurare quefta parte che man-

ca
Monum.
di

gazione

num. zoy. [ Nirlla fpiel'Aurore quefta Tavola piJjf. 27 f.


ant.
,

{U) Pauf. lh. i, cap. t .pag. (a) Wctli Tomo I. pag. p^.
(e) VWlodi:.

4..

lin,

zi.

in vece di pugnali, Ccn\e lance , e per ra!i le fpiega Ione veramtnte lui ballori, quaJi licvo .

HerQc. cap. 2. n.

pag. 6^^.
7.

princ. (b) Vedi qui avanti pag. 2 za.


.

DAI TEMPI d'Adriano ec.


ca alla
figlie
ftatiia
,

393
delie
e
vi-

di

Niobe

combineranno infieme i pi bei tratti e le daranno Io fguardo lufinghiero


,

LIB.Xir.

vace della Venere Borghefe


air innocenza
;

n
,

le

per che non difconvenga acconceranno con doppio nodo i catale

GAP.

II,

pelli fulla fronte


alla tefta glieli

come
bel

quella portar

li

fuole

ma

in

cima

raccoglieranno unendoli fopra fenz'arte, quali


difordine
,

ferto di fiori
le

con

intrecciati

quali

porranli

cocchi dipinti fu un vafo Hamiltoniano da me defcritto (a) Forf un occhio voluttuofo avrebbe defiderato di vedere affatto ignuda quella
e fu
.

Ninfe nella corfa a piedi

dea

ma

allora

non
le

vi

farebbe quella parte in cui l'antico


,

artifta

ha pi che altrove dato faggio della fua abilit


.

e del

fuo fapere

Egli

ha gettato
che
le

fui

manco braccio un pan,

no

in cui direbbefi
;

Grazie lavorarono in compagnia


e s tras-

dell'arte

quefto

le

cade in minute e molli pieghe

parenti che lafciano

come

travedere tutto ci che ricopro-

no

Veggonf
,

difFatti

fotto quefto velo le pi belle cofce


ftae fcolpte in
fi

mufat-

liebri

che fiano mai

marmo
,

ben

te elTe

fono che perdonar mi


flatua fu cui
i

dee

credo

elTer quella

la

medefima

poeti propofero

come un mo,

dello delle pi

ben formate cofce quelle

di Teti

<r(pHpa
ci

riti;

GsT/Sos

(a)

L'

immaginofo fcultore

di

quella Nereide
egli
la
fa

fa

qui intender pi che


dalle

Omero
,

flefTo

poich

forger
,

onde prima d'aver


fi

fentito

avanti che

delTe a Peleo

amore per un mortale anzi avanti che i tre numi


,

e
fif-

falTero lo fguardo

fulla fua giovanile bellezza


i

e che
la parte

il

pri-

mo
nave

naviglio galleggiafle fu
,

flutti

egei
,

onde

della

fu cui

eflTa

appoggia
.

il

piede

un femplice attribuS

to per riconofcerla
jT.

4.

Far qui menzione d'una rariflma moneta d'argento ^""^

di Fauflina

femore coll'epigrafc

PVELLAE FAVSTINIANAE,

*"

'*

Tom.
(,a)

II.
(,a)

d d
n.

fu
lOO.verf.i,

Wedi Tom, J.pag. 2 ji. 2$ i.

AnihoLiii,7,

594
=*=
LIB.XII.
fu cui
fi

Storia delle Arti del Disegno


rapprefenta quefta imperatrice che porge fufldio ad
,

alcune fanciulle

avendo

fatta

per loro una fondazione

(a)

CAP.

II.

Quefta medaglia trovandofi ben confervata potrebbe pagarfi


^o. feudi

romani
fi

Lo

fteffb

tratto della beneficenza di Fau-

flina efpreflb

vede

fu

un baflb-rilievo

della villa Albani


,

in cui v'

una figura muliebre accompagnata da un'altra


di

fu

una fpecie
le

palco alquanto rialzato

che

le

mani

fl:ende

in atto di compartire

non
fila.

fo

che a certe fanciulle che fotte


fimile ifi:ituzione
riferifce
,

ftanno difpofie in

Ad una
fi

in favoifcri-

re di poveri fanciulli e fanciulle

la

feguente

zione in cui
gi da

gli abitanti di
,

Ficulnea

piccolo borgo non lunall'

Roma
ov'era

danno un
.

attefiiato

della loro riconofcenza nel 1767- nel


,

imperatore M. Aurelio
fiefib

Efla fu fcoperta

luogo
nella

fi:ata

collocata a principio

e vedefi ora

villa

Albani

(a)

IMP
DIVI
. .

CAESARI
.

ANTONINI PII Fino DIVI HADRIANI NEPOTI DIVI TRAIANI PARTHICl PRONEPOTl DIVI NERVAE ABNEPOTI M AVRELIO AVGVSTO P M TR POT XVI COS Ili OPTIMO
. . . . . .
.

ET

INDVLGENTISSIMO PRINCIPI PVERI ET PVELLAE ALIMENTARI FICOLENSIVM


.

jf. s.

Si

^a) Spanhcim.

De
.

prtjl.

&

ufu

numfm.
.

dini

Roma

antica

Tom. ri. Difsen. / ; . i H. pag. zSg. [ So- ora in Campo Vaccino Le colonne che ne no pi rare e pi belle quelle (mili in oro reggono gli avanzi, fono le pi belle, che Vedi Vaillant Numifm. imp. rom. Tom. il. i\ abbiano in marmo cipollino L'alrro mopag. 166.16$. numento la colonna di granito rollo che (a) I pi belli monumenti pubblici di quc- fi vede per terra dietro alla Curia Innoccn.

Uh. f. cap. z. princ.


,

ed

fti

tempi fono
,

il

tempio innalzato dal Senae Fauftina


,

to ad

Antonino

dopo

foteofi

nella Via Sacra

come

loro aofferva Narla

liana , ove molti anni fono fu danneggiata dal fuoco , e la fua bafe in marmo bianco pofta nella contigua piazza di Monte Cito-

DAI TEMPI d'Adriano


jf.

ec.

39J
'

j.

Si

vede che a que' tempi


,

il

cominci ad introdurin vece del-

re

il

giifto

de' ritratti
al

e l'ufo di far deile tefle


i

^^^^'^P A P TT
TcfteiqJc.
'^'"''^"

le figure;

che molto contribuirono


,

replicati

ordini del

Senato romano
di s
l'effigie

pe' quali ogni cittadino tener


di quefto
di

dovea prefTo
(a)
.

or

or di quell'imperatore
,

Alcu-

ne

telle

vi

fono

quell'epoca

che riguardo all'efecuzione

poflono chiamarfi una maraviglia dell'arte


belli

fono
,

tre
i

bulli di
i

Lucio Vero

fommamente altrettanti di M. Au;

relio

fra
)

quali

pi pregevoli fono

due

uno per

cia-

fcheduno

di grandezza quafi coIofTale

trovati quarant'an-

ni fa fotto

ampie tegole
,

quattro miglia da

Roma

fulla

ftrada di Firenze

nei luogo

che

dicefi

Acqua traverfa
di
.
.

6. La flatua equeftre di M. Aurelio s nota ch'io stame rf. ' * Aurelio reputo fuperfluo il parlarne Ma non poflo a meno di no.

m.

tare lo

Urano ragguaglio che

leggefi

fotto

il

difegno ftam-

pato d'una figura equeftre del mufeo Pembrokiano a Wilton


in Inghilterra {b)
:

Prima ftatua equeftre di


fofTe

fu cagione
tra

che ne
,

ordinata

al

M. Aurelio che medefimo artifta un'al,

,,

pi grande

in cui

per

il

cavallo differente dal no-

ftro

d'

Stravagante del pari l'ifcrizione pofta fotto la

ftampa
,,
j,

un Erme del medefimo mufeo

(e)

Uno

degli

fchiavi che

portavano l'architrave della porta nel palazzo

de' vicer d'Egitto


ftatua equeftre
s.

La
fa

dopo la conquifta fattane da Gambife ,, di M. Aurelio ftava fulla piazza avanti la


.

chiefa di

Giovanni

in
(*)
.

Luterano

ne' cui dintorni era la ca*


ne'

ove

egli

nacque

Sembra per che

tempi di mez-

Ddd
cui rapprefentata parte in ba/To e parte in tutto rilievo l'apoteofi di Antonino Si luna , che l'altra fu data in rame , e illuftrata dal Vignoli fui principio di queflo fccolo , quando fu difottcrrata
,

2
,

zo

lio

in

rilievo

io) V. Cafaub. (i) Tab. IX.


(.e)

in.

Spart. Pefctnn. p.

24.

Tao. XX. (*) Il Senato a Roma fa dono ogni anno d'un mazzo di fiori al Captolo di fan Gio

vanni in Latcrano quafi come un obbligo per la (fatua equeftre di M. Aure, lio , riconofccndone cos l'antico diritto. Fin dal tempo in cui quella fatua hi portata in Campidoglio fi cre un pubblico impiego, che da dieci feudi al mefe , e quegli che l'occupa fi dice il Cu/lode del Cavallo V' anche un altro impiego che dicefi la Lettura di Tito Livio , e frutta oo. feudi annui alfcgnati fuU'appalto del file . Simili impieghi no
feudale
.

595
zo
LIB. XII.
la

Storia delle Arti del Disegno

Ja figura dell'imperatore foffe

ancor fotterra

poich nel-

CAP.II.

vita del
,

famofo Cola
il

di

Rienzo

parlali folamente di que.

llo

che dicefi
i

cavallo di Coftantino
la

In occafione

di

gran

fede, mentre

Papi faceano

loro refidenza in Avignone,

la tefta del cavallo


ftra
,

gettava pel popolo vino dalla narice definiftra (a)


;

ed acqua dalla
tutti
;

poich allora in
,

Roma,

ef-

fendo guaiti

gli

acquedotti

non

aveafi altr' acqua

che

quella del Tevere


flanti dal
ed'AriftU
de,
jf.

e quella vendeafi

a contanti ne' luoghi di-

fiume

come

fi

fa

oggid a Parigi

La ftatua del retore Ariftide polla nella biblioteca Vaticana non delle piti mediocri figure panneggiate feden7ti
.

quello fomigliano perfettamente nella tefta due bufti


a
,

affai

ben confervati del mufeo Bevilacqua


,

Verona
il

uno

de'

quali ha la toga

e l'altro

il

paludamento
.

quale per non

pu convenire

a queft'Ariflide

Dalla defcrizione d'una Ve-

nere armata fatta di commiftone dal celebre oratore Erode

Attico, che non un'aria molle e tenera avea,


ze
virili

ma

fembian,

e gioviali

come dopo una


fi

riportata vittoria (a)

polliamo conchiudere che non


duta preffo
gli
artifti

folTe

allora interamente perftile

l'idea

del

bello e dello

antico

V'erano allora

altres degl'intendenti
llile
,

che conofceano quella


che nel famofo fuo pa-

nobile femplicit di

che

il

pi bel pregio dell'elo,

quenza
uditori

e Plinio

il

giovane

attefta

negirico a Trajano que' pezzi piacquero


,

maggiormente
;

agli

ne' quali egli


riviver

erafi

meno
il

affaticato

dal che egli ar(b)


ftile
.

gomentava che

doveffe

buon gufto
uno
e

Nulladiaffettato

meno
che

nel fuo panegirico us egli lleiTo

fol

piace perch efpone


fu de' fuoi

il

vero

loda un principe che

ben degno

encomj

jf.

8.

II

portano veruna fatica . Il Papa fuolc darli a due delle pi amiche e nobili famiglie di Roma ; e il fecondo lo gode la cafa Conti. l L'altro fu unico da Clemente XII. al feconco cuftode del raufeo Capitolino .

(a) Vedi la noftra DifTertazione nel Tomo ni. (a) Phot. Biblioth. cod. CCXUl,p.ie4(-

^i^-

3- V'Ji-

DAI TEMPI d'Adriano


jf.

ec.

397
delle fatue

8.

Il

mentovato Erode Attico fece ergere


liberti (a)
,

ad alcuni fuoi pi cari

ma
in

dei molti

monumend'un marfon note


;

LIB. XII.

ti, ch'egli fece ergere in

Roma,
palmi
di

Atene,

c \p. ir. e altrove, pi colonne dE'^'^^''^""^*

non abbiamo che due colonne

del fuo fepolcro

mo

detto

cipollino

di tre

diametro

effe

per l'appoflavi ifcrizione che fpiegata

fu dal Salmafio
,

e gio-

va dire che fognafTe uno fcrittor francefe

n che quefta
che
(b)
.

ifcrizione fofTe in lettere


a

quando immagilatine , e non in greNapoli nel 1761.


,

Le colonne portate furono

e
.

ftanno ora nel cortile del mufeo Ercolanenfe a Portici (a)

Spon ha pubblicate
pea
,

le ifcrizioni della di lui

celebre villa Trio(e)


.

che ferbanfi ora nella


9.

villa

Borghefe

jf.

Ergeanfi allora eziandio delle ftatue a coloro che


I

riportavano

il

premio

alla coria
,

Il

de cocchi nel Circo

.^

te ai

statue eretvincicon vili

'"

(rf)

deldrccnii,

che polliamo trarre argomento

e formarcene un'idea fu al-

cuni pezzi di mufaico in cafa Maliimi col

nome

delle perfo-

ne

ivi

figurate

(i)

pi chiaramente ancora fu un vinci,

tore in limili giuochi di grandezza quafi naturale


fentato fu una quadriga in balTo-rilievo
,

rappre-

che facea parte di


{e)
.

un'urna fepolcrale ovata


V' nella
villa

e vedefl ora nella villa Albani


ftatua

Negroni una
tale lo

d'un

fimil vincitore,
,

di

cui nel reftaurarla ne fu fatto

un ortolano
al

col dargli in
coltello
,

mano una zappa


mile
al

crederono
,

ritorto

fi-

ronchetto de' giardinieri

che tiene
fulla

alla

cintura, e

che

gli
.

comune

col vincitore porto


altres

mentovata qua-

driga

Lucio Vero fece

collocare nel Circo la figura


in

(a) VhWo^ir.

De vit.foph.
il.
^ ^

Uh. z. CI. ^.10.

(0 Un combattimento
quali

di gladiatori,

de*

fB- SS^- Tom.


(6)
lettres grecques

RcnauJot Prm. mm. far l'orig des , Acad. des Infcripc. Tom. il.
^

ognuno diflinto col proprio nome , ricavato da un difegno prefTo eiiio Albani
1'

Mm.pug. 2^7.

(a) Ne reftata la copia colle ifcrizioni nelta Biblioteca Vaticana. (c) Mifcell. ec.Jeci. t o. n. x 2. pag. jzz.
{d) V. Palmer. Exerc. in opt.fere auHor. gr*,c, ad Lucian. pag. ///,

Rato pubblicato dal noftro Autore ne' fuoi Monumenti antichi^ n. ig7.e r />8. Tal opera nondimeno , per quanto fi pu giudicar dal difegno
,

fu cfcguita

o dopo
artifta

il

decac-

dimento
fperto
()
.

dell'arte,

o da un

poco

Monum,

ant, ined,

num, 203,

Storia delle Arti del Disegno 598 chiamato Volucre per in oro d'un fuo cavallo (a)
,

la

fomma

LIB. XII.

celerit nel correre (i)


jf.

GAP. II.
IO.

Parlando de' lavori de' tempi


il

viene alla mente


i

fuo libro

la

M. Aurelio mi fovcui morale fana ma n


di
;

penlieri n lo

ftile

fono abbaftanza degni d'un principe che


lettere
(b)
.

vuol elTere
Sotto Coni'
jf.

uomo
Sotto
,

di

II.

Commodo,
,

figliuolo

e fuccefTore
,

indegno
,

modo
di
s

M. Aurelio
dire
fc
,

fin l'ultima

fcuola dell'arte

creata

per corifor-

da Adriano

e l'arte ftelTa per per


fecoli
,

non pi
fi

gere

non dopo molti

come un fiume che


.

per-

de fotterra e riforge dopo mille miglia


re all'arte colui che ha Icolpita
la

Fa per ancora onoteda di queft' impefi.ia

bella

ratore in Campidoglio

rapprefentatovi nella

giovinez-

za (e)
ni
li
,

e forf allorch fal fui trono in et di diciannov'anE' vero

(d)

per che quell'artica non ebbe molti egualo polliamo


dalle teile degl'imperatori
(e)
.

come argomentar
,

feguenti

che a quella non fono paragonabili

medaglio-

Tom.
s
;

(a) Capitolino nella di lui vita , cap. 6. 1. pag. 4-1 2. fcrive , che la portava con

onde

elFcr

doveva non molto grande


dilTertazione inss.

(l

Da una

del eh. P.

Capfoni Domenicano rileviamo che la (tatua porta fuUa .piaz7a del duomo a Pavia , di cui parlamiTjjjj al Capo il. Lb. VII. p. 4.8. not. I. , detta volgarmente il Regi fole , e trafportata probabilmente da Roma a Ravenna , e d.i Ravenna a Pavia , rapprefenti L. Vero . Montfaucon Diar. irai, cap, i 0. pag. 14$. prendendola per un M.Aurelio,

M.

Francefco Buddeo Introdurlo ad phllofophiam Stoicorum ex mente Antonini , Davide Koelero De philcfoyhia Antonini , Hubner Reflexions fur les dogmes de M. Aurele , Bruckero Hi fior. crit. phil. Tom. il. per, il. par. I.
lib. 1. cap.

P.

Buonafede Della
(ci Vuol dire

il.fe. 7. ^.14.. p. $^7. , e il eh. iftoria , e della indole di

ogni filof. Tom. III. cap. 4.^.,


targli
la

Tom. IV. e. 6. quando cominciava a fpun-

come

fi

s'ingann,

coni' erafi

gi ingannato

dando

to il della Lettcrat.
. li.

barba , cio intorno ai 19. anni, vede nel marmo ; e non vi ha badaeh. Tirabcfchi il quale nella Storia
,

itul.

Tom.

il. lib. il. cap.

X.

lo ftelFo nome al L. Vero della villa Mattei in Roma . V. Ficoroni Ofserv. &c. pag- ^1. molte vicende foggiacque la ftatua , onde

molti rappezzamenti ; fcmbra per che il bullo parte del panantica fiane la tefta neggiamento , la inifbra , e'I cavallo , cui ci' intelligenti reputano di lavoro greco La uatua , tranne la bardatura del cavallo , e qualche pezzo rimciro , di metallo fufo , e non bat-uto , come altti vollero (b) Egli era addetto alla (lofofia ftoica , e per copfcguenza la fua morale, e i fuoi penfieri fono alla maniera loro pc buona parte erronei , e {travasanti. Vedaufi Gian

ha

nota fu quello luogo , che Commodo non poteva efferc altrimenti che giovane, effendo Itato uccifo in et d'anni ;i. (d) Bottari AL/f. Capit. Tom. il. Tiv. 4.S. (l) Nel Tratt.pretim. e. IF. p. XCVIII. in fine , aagiugne Winkelmann , che quefto butto pu gareggiare coi pin bei ritratti che abbiamo eccettuato fem^ne il lavoro de" capelli , il quale cflerdo fatto qua( col foto trapano , ed cfcgiiito a f ento e minutamen,

te , fi diftingue da" ca"elli fcolpiti ne' fecoli anteriori . Non efclude da quefta odervazionc le pin belle tefte degli Aotopiri mcdcfimi, e paiticolarmcnte k due celebri di Lucio Ve-

DAI TEMPI d'Adriano


glioni
in

e c.
s

399
del
LIB. XII.

bronzo

di queft'

imperatore fono
fra
i

pel difegno che =

per i'efecLizione da annoverarfi


loro genere
.

pi bei

monumenti

CAP.
I

II.

conj d'alcuni fono


,

ftati

intagliati

con tanta

finezza che nella dea


di

porgere un globo

Roma fedente fu un rovefcio in atto veggonf ai piedi le tea Commodo


,

flicciuole di quegli animaletti

colla pelle

de' quali

faceanli

allora

calzari (a)

Non

fi

pu per ben conchiudere da un


in

minuto lavoro ad un'opera


fci di

grande

altrimenti inolti rove,

medaglie degl'imperatori feguenti


,

che non fono mal

difegnati
fiato

ci

farebbon dedurre una


.

falfa

confeguenza fullo

dell'arte in generale

Colui che

fa fare

un bel modelvafcello
?
,

lo d'una nave fa egli per quefi:o cofiruire


'

un gran

atto a refiftere ai venti

e ai flutti d'un

mar tempeftofo
.

Un

Achille pafl^abilmente difegnato in piccolo parrebbeci un Terfite


,

dalla ftefia

mano
,

foffe

difegnato in grande
dal

DifFatti

pi facile a ridurre

una figura

grande
il

al

piccolo che
il

dal piccolo
falire (a)
.

al

grande

come

pi

facil

difcendere che

Cos Sante Bartoli finch trafport dal grande


grandi monumenti antichi
,

al

piccolo

quali
di

erano

lavori
,

di rilievo delle

colonne

di

Trajano
;

e
fi

M. Aurelio
grande

(b)

eb-

be nome

di abile

difegnatore

ma

dimoftr ben difuguale


gli

a s fielTo

quando

volle difegnare pi in

antichi
baffi

TO

e di Marco Aurelio , di grandezza qua/ , colollale, efiftenti nella villa Borghefe , nomiiiate

qui avanti pag. ^pj. i^. f , i capelli delle quali fon lavorari nella inedcinia guifa . {a) Buonarr. OJserv. iftor. fopra ale. m4^ dagl. Tav. 7. n. 6. pag. 116. (a) Vedi qui avanti /a^. p^. (b) Anche quefta colonna meritava una diftinra menzione , come quella di Trajano, di cui ha parlato l'Autore qui avanti p.jy 1 > bcnch fi creda inferiore nella bellezza del
.

Tertulliano Apolog. e. j. , AdScapul. e. 4., Eufebio Ecclef. kilt. lib. j. cap. $. , S. Gregorio Nilfcno De Ss. quj.drag. Mariyr. orat.z. princ. cper. Tom. il. pag. g37- rifilino in M. Ant.pag.zy f. , ej altri , intorno a' quali pu vederfi il Baronie Annui. Tom. il. ann. iy6. n. 2. fegg. pag. 286. fegg- . Ermanno Witzio De Legione Fulmn. ihrifl. ec. , quel miracolo , dico , rapprcfentato fulla colonna fecondo l'opinione dei Gentili , come pu vederfi prello
il

citato Bartoli

Tavola

s-

>

?'''

Si vuole eretta da' Separo in onore lavoro di Matc'Aurelio , ed (tata incifa in rame da Sante Bartoli colle illuftrazioni di Bellori II celebre prodigio della pioggia impetrata dal cielo all' efercito di quelto imperatore nella guerra contro i QuaJi per le preghiere della Legione Pulminatrice > come raccontano
. .

rapprcfentato anche in una pittura menzionata da Teraiftio Orat. i j. ad Theodof, pag. iqi. Vi era l'imperatore colle mani alzate in atto di pregare , e i fuoi foldati chi in atto di ricevere l'acqua negli elmi > e chi
di bere.

400
baffi-rilievi

Storia delle Arti del Disegno


pubblicati
.

fotte

il

titolo

di

Admh'anda Antiqui-

LIB. XII.

CAP.

II.

Vedendo noi de' rovefci delle medaglie del terzo fecolo coniate in uno flile troppo buono per quei dobbiamo credere che fianf allora adoperati i conj tempi
tatiim

Romanarum

antichi

La rifoluzione prefa dal Senato romano di difruggere ogni memoria di Com^modo rifguardava principalDi quello furore veggonfi le tracce mente le fue figure
jT.

13.

in

molti fuoi bufti e tede fcoperte dal fignor card. Albani


al

preflb

mare nello fcavare


.

le

fondamenta del fuo magnifiil

co palazzo a -Nettuno
di

In tutte vedefi
fi

vifo guafto a colpi


gli altri
fi

piccone

onde non

riconobbero che per

attri-

buti di quell'imperatore

come

in

una guada
(a)

gemma

dillin-

gue
Decadimento
dell 'acre

al

folo
13.

mento

e alla

bocca l'immagine

d'Antinoo

(1)

jf.

Non

maraviglia che l'arte


,

tendefi^e allora cos

fenfibilmente alla fua decadenza

fi

confideri che le fcuol

(a) Vedi Tom. I. pag. 303. . z6. (i) Evv in Belvedere a Roma , dice il nofVro Autore nelle fue Annotai^^oni ec.p. 1 24., f e nel Trattato prelim. cap. IV^. p. XCIX. ] una flatua , volgarmente detta Ercole Commodiano , e credefi ivi rapprcfcntato l' imperator Commodo , che fokva farli effigiare veftito colla pelle di leone, come [ ci attcfla Lampridio nella di lui vita e. p. pag. j-gS. , e ] appare dalle fue monete [ Vedi Buonarruoti loc. eie. num. S. pag. t 1 p.Jcgg. ] Il bambino che tiene fulle braccia credefi quel fanciullo che ferviagli per paflaterapo , e che fa po,i cagione della fua morte Herodian. //A. i. cap. j ^. Ma ivi fi rapprefenta veramente Ercole , che tiene in braccio Ajace figliuolo di Telamone ; imperciocch narrali cne la nafcita di quello fanciullo fu predetta al padre da Ercole che Ercole g" impofe tal nome prima ch'ei nafcelle , pel buon augurio che prcfe da un'aquila apparfagli nel far i luoi voti per lo Iklo fanciullo , fecondo Pindaro JJhm. Od. 6. verj. 61., il quale fanciullo cffcndo poi nato , fu da Ercole involto nella fua pelle del leone , ed innalzato cosi verfo cielo come per prefentarlo a Giove , e il cos portato al di lui padre , come fi ha da Filoflrato Heroic. cap i r. num. 1 pag. 7 1 g. Tom. il. , e finalmente da lui educato T7etz. Scfiol. in LyiOfhc. j^kx. v.461. [ Ilfignor
.
.

abate Vifconti far vedere nel Tom. il. del Mufco Pio-Clementino , che rapprefenti piuttofto Telefo figlio d' Ercole , argomentandolo principalmente da altti monumenti ne'
quali vedefi Ercole col figlio in braccio , e accinto la cerva , che lo allatt ] In alcuni modelli in gelTo di quella ftatua fu omeflo il bambino , invece di cui fono Hai dati ad Ercole i tre pomi delle El'pcridi . Quclta flatua lavoro d'uno de' pi abili artifli della Grecia, e pu annoverarfi tra le pi belle di Roma La tefta e incontraftabiimcnte la pi bella tefta d'Ercole che fi conofca , e i capelli fon lavorati colla maggior finezza e guflo , come nell'Apollo. [Cos , profiegue adire l'Autore nelle fue Annotazioni , fiata creduta fenza giullo fondamento una ffatua di Commodo in forma di gladiatore , quella nel cortile del
.

palazzo Farnefe

che porta un
.

giovanetto

urcifo fulle fpalle Non era ftato avvertito che la tefta, la quale effettivamente rapprefeiita quefto imperatole , era moderna Molto pi fi appmflimato alla verit colui , che dalla femplice figura vedutane in una raccolta di ftatue affai male incile pubblicata in Roma nel iSi., la chiam un Atreo ucciforc del figlio di Ticfle fuo fratello ; della quale fpicga^ione varamente fi fpaceiato autote Gronovio nelle fue antichit . [The/]
.

Anciq. grec. Tom.

I.

nnim.

DAT TSMPI D*AdRTANO


le ftefle de'fofilli in
a'

E C. (a)
,
;

40t
e che
LIB. XII.

Grecia finirono con


la

Commodo

Greci lleOI diventava ignota

propria lingua

coficch
fapea-

CAP.

II.

pochi

fra di loro gli fcricti degli antichi autori legger


.

no

Oppiano il quale nelle fue poefie avea imiprendendone le frali ftefle e le parole era a tato Omero que' Greci ofcuro quanto Omero medefimo (i>) Quindi ebe intendere
,
,
.

bero necedlt d'un vocabolario della loro propria lingua


Frinico
ditfatti
i

infognava agli Atenieii in qual maniera, aveife;

ro parlato

loro antenati

anzi di molte parole pi


,

non

fa=

peafi la vera lignificazione

n poteafene trovare

l'etimolo-^

gi f
jf.

non per congetture


14.

L'arte decadde vieppi

dopo

Commodo
opere

come
tem-

argomentar lo polliamo
pi di Settimio Severo
,

dalle pubbliche
il

fatte ai

quale fncced a

Commodo dopo
flati

un anno
pero
bino
e
,

elTendo in quel breve intervallo


a

eletti
,

all'im-

medi
e

morte Pertinace
.

Didio Giuliano
,

Clodio Al-

Pefcennio Nigro

Settimio Severo

che pretendea
citt loro paf,

d'elTere flato ofl'efo dagli Atenieii

mentre dalla

fava per andare in Siria


di molti
privilegi
,

volle farne vendetta

li

priv
(e)
.

accordati
fui

loro dai fuoi predecefTori

I bad-rilievi

che fono

noto fuo arco

(a)

e fu

un
(b)

altro
,

che
SI

gli

argentieri aveano
fatti
,

fatto ergere in fuo

onore
la

fon
di

mal

che non

fi

comprende come dopo


fia

morte

M. Aurelio
la qual ccfa

in

dodici anni l'arte

cotanto decaduta; delbaffo-rilievo del


villa

abbiamo pure un argomento nel


di

gladiatore Batone (d)


fili
,

grandezza naturale nella

Pandine

il

quale elfendo flato con gran

pompa
E
e e

fepolto per or-

Tom. IL
(a) Crefoll. Theatr. rket. l'ib. 1 cap. 4. (b) V. Ber.thy's Dijf.ufon Pka/ijr. p.4.06. (e) Spart. i;i Severo pug. 6 j. B. (a) Difegnato da Pietro Berettino da Cortona , incito da Sante Battoli , e pubblicato <la moridgnor Suarelio colle fue illuihazioni per le itampe del de Rolfi in Roma nel l-rrt. tii di la figura andic il Momuvoo Antiq.
.

expl. Tom. IV. par. r. pi. 1 09. Marliaui \i> giudica il pi bello di tutti gli archi {b) In Roma accanto a fan Giorgio in Vclabro, i,ci) Yabzem Synt.de col. Traj. c.S.p.zjS., Mom^nuc. jlnc. expl. Tom.iil. par.2. pi. 1^4^
[ Dato anche Vi Monumenti antichi num, igg.

intiiti ^

40i
'
''

Storia dells Arti dsl Disegno


,

dine di Caracalla
j.^

verollmilmente non avr avuto


il

il

pesgio-

LiB.xii.
'^
' '

artifla a

fcoJpirne

ritratto (a)

Filoftrato
,

menzione
di

di

certo Aristodemo pittore di quelF et


(b)
j
.

e fcolare

Eu-

MELO
sottoScttimio
jj-_

j^
,

Efaminando
che
vi

fin

qui mentovati lavori appena ere*


a

d-erebbefi

folTe

flato

que' tempi un fonditore cadi

pace

di

gettare la ftatua in

bronzo
,

Settimio Severo
efTa

(a)

che vedefi nel palazzo Barberini

febben

non pofla

dirli

veramente bella
che dicefi di
belloffi e
teft

La ftatua efiftente nel palazzo Altieri Pefcennio Nigro {h) il quale contro Severo ri(e)
.

ne fu vinto
e
di

farebbe ancor pi forprendente della


tutte le

mentovata

monete
;

di

Pefcennio

effet-

tivamente

lui ci rapprefentafie

ma

la tefta

s'afTomiglia piutdi

tofto a Severo

medefimo

La

fola- Itatua

che abbiamo

Mauna

crino fuccefibr di Caracalla flava dianzi nella vigna Borioni


...Eiiogabajf.

i6.

Tienfi

come lavoro

de' tempi d' Eliogabalo


villa

flatus muliebre di

grandezza naturale nella


prenderebbefi
:

Albani
,

che

rapprefenta una donna attempata con volto m.afchile

cofic-

ch per un ne indicafle

uomo
il
,

il

panneggiamento non
fo-

{eS'o

capelli

fono lifciamente pettinati


,

pra

la tefla

tirati fu
,

per di dietro

e rivoltati

Tiene nella

finiflra
nili
,

un volume
fi

attributo ftraordinario alle figure femmi congetturato


,

per lo che

che

fia ivi

rapprefentata
al

la

madre

di queft' imperatore

la

quale affifleva

configlio
pri-

(a) di Caracalla ofTerva il noftro Autore che venerava come i pi gran capitani deiP EroJiano /oc. cu. Nel Trunaut Annotazioni fu quefto luogo , fc- antichit condo Erodiano l:b.4.. cap. i j. , che ordinaf- prelim. in fine , pag. CI. 'Winkelmann loda f a tutte le citt d'alzar delle ftatue ad Alefle tefte di lui nel palazzo Farnefe , nel muko fandro il Grande , di cui egli imitava il pie- Capitolino , e nella villa Albani gamcnto delia tefta , come l veduto qui a(b) Icon. lib. i.proam. pag.76^. (a) y\.zSt\Rdcc.diJlatue, Tav.gz. va.nnpag.2Si n. i. , e come facevano anche (e) Ci avrebbe forlc fatto prendere miglior i Satrapi della Perla al dir di Temillio Orac. concetto dell'arte a' (uoi tempi la quadriga, i-g. ad Gratian.pag. ty^. B. Aggiugne che che ftavano fui citacO' fi vedevano in Roma degli Ermi a doppia tee le ftatue di bronzo fta , da una parte di Alelfandro , e dall' altra fuo arco , f fi foller conkivace. di Caracalla. Quelli fece innalzare anche del(i) idem Tav.aO' ftacue , e de' bufti a Siila , e ad Annibale ,, f
nelle fuc
.
.

BAI TEMPI d'Adriano


privato
di
,

eg.

403
Senato

e in

di

cui

onore

egli iltitin

in

Roma un

=
...

--

'"->

donne
jf.

(a).

^^^^^
Aicrtindr

17.

AlelTandro Severo lucceflbre d'Eliogabalo raccol-

f le

da
nel

tutte le parti le flatue degli

uomini

illufhi

e coilocol-

^""*"

Foro
a noi

di

Trajano

(a)
,

JI

fuo ritratto per in


di lui

marmo
tro-

non
jf.

pervenuto
(b)

almeno nelTuna

effigie

vafi in

Roma

(i)

18.

V' bens in Campidoglio una grand'urna fui cui


le

...

pretefa fu*

uuia

coperchio vedonfl
rale
,

figure di

due

fpofi in

grandezza natule

e fu per

lungo tempo creduto che quella contenefTe


,

ceneri d'Aleifandro Severo

e di fua
(lati

madre Giulia Mammea)


.

che nelle due figure folTero

effigiati

Ma

vi

fon pi ra-

gioni di credere che quell' urna

tutt' altre

ceneri contenefTe

che

le

loro

La

figura virile, che ha

una corta barba, rap,

prefenta un

uomo che
;

oltrepaffa

cinquant' anni
trentefimo
,

laddove

AlefTaiidro Severo mori nell'anno fuo


dici
fe

dopo quinl'effigie della

anni d'impero
il

e la figura

femminile

da cui l'urna pre,

erroneamente
di

nome

di Giulia

Mammea
.

moglie
;r.

quell'uomo

ivi

fepoko

19.

Supporto che quella veramente


,

foffe l'urna d'Aleffui

fandro Severo

le

figure in rilievo

che veggonfi
,

bellif-

Cmo

vafo di vetro trovatovi dentro (e)

fono

fiate fpiegate

E
,

e e

dei-

molte rinnov delle fabbriche Cd) Lamprid. in Helo^ah. e. 4. pag.yff7. ,, te , e che (a) Lampridio nella di lui vita, cap. 26. , de' precedenti Impcradoii , molte r.ucve pag. 024.. Si veda al capo fcguentc . 7. ne fece innalzare egli ftelfo , e traile altre (b) Un bel bullo f ne ha ora nel Mufeo ,, le terme , a cui diede il fuo propuo rome , Pio-Clementino , trovato negli fcavi d'Otri- che molti colofl fece ergere in Roma , coli ; e un altro maravigliofo in vcftito vi,, chiamando perci da ogni parte artefici virile , andato alla galleria Granducale a Fiattribuifcc l'invenzione ,, loroli ; anzi a lui renze , ove gi ne era un altro loricato . ,, di unire e di intarfiare infieme marini di di(i) Un'opportuia oflervazionc fu quefto vcrfi generi , id. ib. e. 2 J. ; nel che per , palfo ci viene fomminiftrata dal rinomato fi- f egli intende che Alcfiandro fofie l'invcngnor abate Tirabofchi , la quale piacemi ri- ,, tore de' lavori che diciamo a mofaico , efl portare cogli ftelli fuoi termini Alcfiandro ,, erano pi antichi di aliai , come dall'eru Severo , dic'egli Stor. della Leu. ical. T.il. dita Opera del cardinal Alcllandro Furietti lib. il. cap. X. . //. , fcnibra che ufallc di ,, fu quefto argomento rarcogliefi chiaramen ogni sforzo per far rifiorire le belle arti te Noi pure abbiamo di ci trattato ia il che dal Winkelmann non fi avvertito altra nota qui z\3.n pag. Sj. Lampridio in Alex. cap. 27. pag. 927. (e) Vedi Tom. I. pag. 4.0. Ora palTato in Inghilterra picflb il lg. cav, Hamilton ,j Tom, l, dice che egli dipingea mirabilracn,
:

404
L.o
.^.1.

Storia deel5'*Aiti del Disegno


il

della nafcita d' AlefTandro


^^^'J^|J^{]one di

Grande

ivi

rapprefentata per

nome con

quell'imperatore.

Non mi

ferme-

r qui a defcrivere ed a fpiegare quel lavoro , che gi ftato pubblicato da Sante Battoli nella.- fia Opera de' lepolcri
antichi
,,

e dir fole in
la favola di

due parole che


Peleo e Teti
,

ivi

rapprefentafi pro-

babilmente

la

quale in un ferpen-

te cangiofi per isfuggire

a queflo fuo

amante
,

La medefisforzava

ma
di
Statua
di s.ip-

favola erprelTa era fulla cafTa di Cipfelo


,

ove Teti con


fi

una mano gettava un ferpente contro Peleo


fermarla per l'altra (a)
j|.
.

che

20.

De' tempi
che fuor

di

quell'imperatore la ftatua fedente

di

s.

Ippolito in grandezza naturale nella biblioteca Vatica,

na

{b)

di

dubbio

la pi

antica figura in mar;

mo

che pervenutaci

fa de' tempi criftiani

poich allora

Cri-

ftjani

cominciarono ad ottenere una maggior confiderazio,

ne che dianzi
Traftevere
...eaiPn^"'"
jT.

queft'imperatore permife

il

pubblico efers.

cizio della loro religione nel luogo ov' oggid


(r)
.

Maria

in

21.

Che

quelli
al
,

tempi

vi

folTe

ancora qualche abile


ed ora
,

artifla fuperiore

fuo fecolo Io dimofbra la ftatua dell'im-

perator Pupieno

che flava dianzi in cafa Verofpi


.

nella villa Albani

EfTa alta dieci palmi e intera


al

non

che

le

manca

il

braccio deliro fino


,

gomito
colla

ed ha tut-

tora quella fina eroda argillofa


terra coperti
la fpada
, i

di cui fogliono trovarfi fot-

lavori antichi

Impugna
finiflra

finiflra

mano

e v'

fcolpito un corno d'abbondanza fui tronla

co

al

quale appoggia

gamba

Al primo fguardo

tale llatua ci
lli

d un'idea dell'arte che non s'accorda con que-

tempi

poich ha un'aria di grandiofa rnaefl nelle par-"


ti>
Tom.
reg.

f cap.i8.pag. 42^. (.6) V. Vignoh Di/J. de ann. i. Imp. A/ex. Sey. Aug. quem prafen Cathedra marm. fanSi Hippo/yti princ. [ Ne d la figura anche
,

(a) Pauf. Uh,

pag. 1 fp. feg. (e) V. Niidini Roma ani.


ri.

lib. 7.
,

XIV. yjg.j- -j
.

E<;li
i

prova

cap. ti. che da' tem-

pi anteriori avclTcto

Criltiani in

Roma

delle

Bianchini

nell"

edizione iomana d'Anaftalo

chiefe pubbliche

DAI TEMPI
ti
,

D*^

Adriano
,

ec.

40?
>

nelle quali per

non
.

Ci

fcopre quell' abilit che pr- "


a cos dire
, ,

pria degli antichi maelhi


cipali
,

Vi fono

colori prinla

ma

acquilla

mancano un non lo che


vi

le

mezze

tinte
.

perloch

figura

di pefante

Errano per tanto colo-

ro

quali
(a)
.

Roma
trova
(T.

penfano che allora non vi' foffe pi fcultura in V'era altre volte nel paIa?zo Farnefe la bafe di
dell'

una ftatua
22-

imperator Gordiano

(b)

che or pi non

fi

La vera epoca

della totale

decadenza dell'arte dee


torbidi eccitati dai tren,

Tempi

di

Gal-

filfarfi

avanti Coftantino in
,

tempo de

ta tiranni

che fotto Gallieno follevaronfi


.

cio

dopo

la

me-

t del

terzo fecolo dell'era crilliana

Gli eruditi conofcitori

delle antiche

medaglie gi olTervarono che dopo Gallieno in


(a)
,

Grecia pi non coniaronfi monete d'argento


to pi cattivo
pi
,

che quan-

il

conio e

vile

il

metallo ufato in quelli tem-

tanto pi frequente incontrali fu di effe improntata la dea


fentefi

Moneta, come l'onore


ca

ad ogni parola ufcir di boc-

ca a coloro nel cui cuore quefta virt molto problemati.

La

tella di
,

Gallieno in bronzo

coronata d'alloro nell*


rarit (s)
,
.

villa
jf.

Mattei
23.

pregevole per

la fua

D'una

ftatua di Calpurnia
,

moglie

di

Tito

uno-

dei

mentovati trenta tiranni


il

trovali fatta
lei

menzione
fcrive
,
:

prelTo-

Trebellio Pollione (e),

quale cos di

aijns Jla.

tnam

in tempio

Veneris adhuc "videmus argolicam


{d)

fed aitratam
la

I commentatori
la

hanno fudato inutilmente a fpiegare ce argolicam, che non involge pi nefuna dificok ,
contiene d'importante per l'arte
,

vo-

e nul-

debba

leggerfi argil-

Jaceam
(a) V. Picoroni OJf. fopra il Diar. ital, di nel mufco Pifani , e Arigoni . (s) Si notato qui avanti ptig. 4f. not, f; , che di Tri'ooiiiano Gallo , ed paiTata al-

Montf. pag.

jf..

(i) W.LipC. Jni.

/eil.

Hi. j.cap.S.

niate

(a) Nella Grecia aliatici f ne fono coalmeno fino a Diocleziano , e qualchedune polFono veJcil nell; raccolte di Bandano, diPclletin, dell' Haym , di Perabrok ,

Mufeo Pio-Ciementino
(e)
(rf)

Vita Titi
Baudelot L'uliuti des voyag.

Tom. li'

P''g-"S-J^Si'

'

'406

Storia d^lle Arti del Disegno


,

laceam
LIB. XII.
Maffidimar'

com' verofimile

Ho

pofcia trovato che prima d


(a)
.

me

avea fatta quella correzione un erudito tedefco


^4"
'i'^

Sembra che
iftante
,

la

barbarie allora tutta invadefTe Ro-

''"

Sonc""^

m*

ili

il

che pu conchiuderfi dalle molte co-

lonne e grandi conche d'aiabaftro e di


piedeftalli e mafl

marmo

con

grofl

enormi
,

di

marmo
lotto
il

flraniero col fcavati ove


la

era una volta


cui

il

porto
le

o piuttofto
,

fpiaggia del Tevere a

approdavano
li

barche

monte Aventino

do-

ve oggid ha
veggoni
gli

fignor duca Sforza Cefarini

una vigna
Qj.iefl:i fall

in cui

avanzi de' magazzini antichi.


in eftero paefe
,

erano
,

probabilmente lavorati
ivi

trafportati a
,

Roma
Nord
,

venduti per fervirfene in alcune fabbriclie

le

quali forf
in
al-

reftarono inefeguite per V irruzione de* popoli del


Italia
.

Una

delie

colonne
,

ivi

fcavate d'aiabaftro fiorito


il

ta ventiquattro

palmi

la

quale
li

pi bello e'I pi gran


,

mafTo

di quella pietra

che

conofca

vedefi nella villa Alfteffo

bani ove pur fono due gran tazze dello


dieci palmi di diametro
zi di
,

alaballro

di

che furono trovate rotte con pez.

pi di dieci alo'e limili tazze


,

Nel mezzo ad una

di

quelle v' la tefla di

tone

forf
,

d'

Medufa e all'altra v' quella d'un Triun Fiume e ficcome tali vali non hanno
;

alcun foro
vafi
,

probabile
di

che fervifTero

come
(a)
.

oggid

bei

per ornamento
2J.

qualche fabbrica
di

jf.

Che

tali

opere non fiano


,

tempi molto lonta-

ni da quelli di cui parliamo


di

argomentali da due gran mafll


,

marmo
,
.

cipollino

ifcrizione

quefla et

non lavorato ne' quali vedefi incifa un* le cui lettere hanno una forma ch' propria di Su uno v' il nome d'un confole, probabilmen,

te

{a) Ttikt Ohfirv. crit.l!!!. 4. cap. S.lK'iprovaro dal P. l'aciaudi Monum. peloponn.

mufeo Capitolino. Vcd. Ficoroni Vetera monum. (jc. in appendice delle Gemmn ^irerati.

Tom,

pag. 44. vi fu ritrovata anche la bellilTinia colonna d'alabatio orieatak, die fi vede nel
ri.
{./.)

Cefarini vi , &c. pag. 1 tj. Il fignor dura trov un gran pezzo di plafma diiineraldo, col quale fece tavolini bcililTiaii,

DAI TEMPI d'Adriano


te di

e c.

407
col loLIB.XII.

quello che avea


:

fatti

col trafportare

q^ue' fafll

ro numero

RVLIANO COS
EX RAT lALINTI V LXXXIll
fuU'altra

GAP. Ih

SVBC VRAMTNICIS

PRGRESCPNILLIBN.
jf.

26.

Quefte ifcrizioni

io lafcio
.

ad interpretare a chi

ha di
to
:

me

pi tempo e abilit

11

confole Ruliano igno-

trovanfi bens parecchi confoli della famiglia de' Fabj col


,

foprannome Ruliano ma quefti vifTero ne' tempi della Le ifcrizioni fono nella villa Albani fiaccate pubblica
.

redai-

mafl

de' quali

ne furon fatte due colonne trafportate in In^


.

ghilterra nel 1767. (a)

(a)

Vedik

lettere di

Vinkelmana

nel

Tomo

iil.

qui appreffo

art. xv-. in

fin^

C-

4o8
LI3.X1I.

Storia deus Arti del Disegno


I

(^

j-

-|r IT

' Il
III.

CAP. Ul.

Capo
Arti [otto Cojantino
chitettura

Monumenti

rimajlici

Ofservazioni full'ar-

Lavori di que' tempi Decadenza dell'arte in Atene ... e in Roma Effigie di Giujliniano Pretefa Jatua di Belifario ~ Arti fitto Coflante 'Vrnt fimaje in Sicilia Statue trafportate a Cojantinopoli Con'
Stato delle arti in Oriente
clufione
.

Alti

fotto

In quale

(lato

fofrero le arti

fotto Coftantino
,

il

Grande

giu-

dicar Io pofliamo dalle di lui ftatue


Momiraenti atrio della chiefa di
tiwihgi.
s.

una delle quali


,

neli' in

Giovanni

in

Laterano

due ne fono

Campidoglio,
per quel che

e da alcuni bafl-rilievi deJ


v'

fuo arco, fu cui

ha

di

meglio

flato prefo
ai

da un arco di

Trajano
tino

(a)

Io duro fatica a credere che

tempi di Goftan-

fia ftata fatta l'antica

pittura della dea


.

Roma

che vedefi

nel palazzo Barberini

(b)

Trovafl per memoria d' alcune

pitture rapprefentanti de' porti e delle vedute marittime (e)


le quali

da alcune ifcrizioui parevan effere


ora C fon perdute
,

di quelli

tempi

(a)

ma

elTe

e folo veder f

ne polTono
.

difcgni coloriti nella biblioteca del sig. card. Albani (d)

Le

pitture di un antichiflimo Virgilio della Vaticana

non fon gi

troppo

belle per effere de'

tempi

di

Coftantino

come vuole
Spen-

(a)

Ne

la

ttimpa

il

Battoli

Admlr. Aat.
le

(d")

Rom.Tab.io-^i.
(b) Vedi qui avanti pag. f^.. (c) E varie figure di deit (.il) hmmnn. Synog.epijl. Tom. y.p.f 27. eprjl.4-sll- [Il celebre Ottavio Falconieri, che fcrive quelle notizie a Nicol Heinlo , dice che congettura non clFer molto anteriori ai tempi di Cofta'uino qucfte pitture per
.

terranei

Degli avanzi , che fi vedcano nei Totdel palazzo Rofpiglinli , ove erano terme di Collantino , e d.:i pezzi tag'.iati-

ne allorch nel fecolo feorfo fu a^igiunto uh braccio al oalazzo , ove ora l conlcrvano,

come nniificoTom Le
Uh.
/;/.

r.

cao.

g.

pag.

z8.

vejigia di Roma anc. ne riporta 14. Ca,

alenne ifcvizioni di quelh fabbriche , ove effc furono trovate ; ma che certamente non potevano eiTcre ftate tarte prima d'Antonino

Pio, per una


termini
;

di

quelle ifcrizioni iu quelli


S.

b^iins dcs Rom::ins , pubblicati qui in Roma in tanti difegni coloriti , il (gnor Marco migliorati peraltro da aCailuni nel l-So. mendue ; non clfendo gli originali ne trof po belli , n troppo coiUervati

meron Defiription. des 40-/^. , e 11. ne ha


:

BAL.

FAVSTINAE

DAI TEMPI
Spence
che
{a)
,

d'

Adriano
,

ec.
le

409
avea pi ben
LIB.XlI.

il

quale

ci fcrivendo

non
i

prefenti alla
le

memoria

e giiidicavane fu

difegni di Barroli
fcrit-

ha migliorate

n fapea che da un ragguaglio


,

GAP. Ili,
rifulta

to nel medefimo libro

e dell'et medefima di eflo

effere quel codice e quelle pitture effettivamente dei

Coilantino

tempi di Un'eguale antichit fembra doverli attribuire a un figurato codice di Terenzio della flefTa biblioteca (a);
(b)
.

e'I celebre Peirefcio in


citata

una

lettera

inedita confervata nella

biblioteca Albani fa menzione d'un altro


di

codice Te,

renziano dei tempi


cui
5f.

Coftanzo figliuolo
fui

di

Coflantino
.

in

le pitture
I.

erano

fatte

medefimo

Itile

Una ben convincente prova che decaduta


Coflantino
si

fofle ai

tempi

di

la fcultura

che l'architettura l'abbiadi

mo
te
,

nella chiefa che dicefi


s.

un antico tempio
di

Bacco

(b)

prefTo quella di

Agnefe fuor

Roma

ma

che veramen,

ficcome appare dalla ftoria e dalla ifpezion locale


il

un"

antica chiefa crilHana, che


ficare a richiefta di

mentovato imperatore fece edi,

Coflanza fua figliuola

la

quale

ivi

era
fta-

Tom. IL
(_a) Po.'ymet. Dlal. 8 pag. i o f. {i) BaimAnn. l. e. epij.i 76. p.i 04-. [ Burniaiino a qucfto luogo rifcrifcc uno fquarkjio del giudizio di Heinlo intorpo al celebre codice del Virgilio della biblioteca Mediceo.

F f f
vittime
,

pile!

frigj

abiti

bircmi

ed al-

tro , quafi che limili cofe non potefl'ero pi dipingerli ai tempi di Coflantino , o non vi foller pi antichi modelli da imitare ; e che
i contorni (iano pili eleganti , di quello , che poteva fard allora ; quando anzi a ben conlderarle , fono di un gulto , e di una intelligenza inferiore anche a tutto quel fecolo Il
.

Laurenziaiia a Firenze

ove

argomentando

dalla ifcrizione , ofla dal ragguaglio fcritto in fine delle Buccoliche da Turoio Rufio Apro-

niano Afterio confole ordinario , il quale dice di averlo avuto in dono da Macario , e di
averlo corretto
l'antioiita circa
, i

tempi

HcinCio pag. 1}

J.

crede die polla fillarfene di Coltantino Parla ii.nc[\i del codice Vaticano

citato d Winkelmann , e di due altri della ftelfa biblioteca ; ma non li crede di tanta antichit ; come non podono crederli ragionevolmente , quantunque oltre Spence , del in. fecolo creda il detto pri o codice an-

fC.i'I. Tab.4.0.

ckronolog. ad un fuo rag, guaglio manofcritto inferito nel volume octobonian ;o<9. della ftcHa biblioteca Vaticana , alla TOP. ^iz. lo giudichi di tempi anteriori a Coltantino , e forf dei tempi di

che

il

Pake Mufanzio Tabuli

e Schelftrate in

giudizio di Schelftrate (tato ripetuto , e feguito da fiottati nella edizione fatta in Roma nel 1741. di quello codice di Virgilio , e delle pitture incile da Sante Battoli ; e ultimamente nella prefazione alla raccolta delle ftelfc pitture riprodotte con una piccola fpiegazione parimente in Roma ne! 1781. dal librajo fignor Venanzio Monaldini (a) Anzi dal fare delle pitture li pu credere di tempi pi balTi Le fleflc pitture fono pubblicate nell'edizione fatta in Urbino di quello poeta l'anno 17^6. in foglio , eoa qualche differenza nel difegno , e cos ripe. .

tute nell'edizione fatta in Roma nel 1767. (b) Cos femplicemente lo chiama il noftro Autore nella prefazione a queft" opera

Seveto
l'ervi

fu

debolidlmi fondamenti
,

di

c(,

pag. xxxj. feguendo

la

volgare dcnominazio.
.

rapprcfentati dei terapj

de' facrifzj

ne

non af provandola

410
'ftata LIB.XII.

Storia delle Arti del Disegno


battezzata, e voleva pur eflervi feppeJlita (a)
fia
.

Che

tal

fabbrica non

anteriore a quefti tempi ne' quali diftrugedifizj

CAP.III.

geanfi gli antichi


dalle bafi e

per

inalzarne

de'
,

nuovi

rilevaf

dai capitelli delle


,

colonne

che tutte ineguali


all'altra

fon fra di loro

coficch una

non ve n'ha che

ben

corrifponda

(b)
,

Mi
,

fa

quindi maraviglia l'inavvedutezza di


ivi folTe

Ciampini
fanto

(a)

il

quale per foflenere che

veramente
a ufo pi

un tempio
,

di

Bacco

da Coftantino poi dedicato


(lan
ivi tutte le

pretende che
.

parti in

una

perfettidl-

ma
che

proporzione

Quello febben erudito


arti

fcrittore neffuna co-

gnizione aveva delle


i

del difegno

e perci crede altres


alti

cinque bei candelabri marmorei


,

otto palmi
s.

de'

quali due fon nello lleflo luogo

e tre nella chiefa di

Agnef.

la cliiefa di

confondano due cofe ; che fu fabbricata da Cortauciiio ad iltanza di s. Coltanza , come


fi
,

(a) Credo che qui


s.

Agnirll-

fi

ha dagli

atti di

quella fanta tra


1(^. col.
.

le

opere di
e pref-

S.

Ambrogio, Tum.

fgS.D.,

io i Bollandifti die 2 1 januarii , Tom. 1 1. pag. ^; ^. n. / <J. , e da Anallalio nella vita di


s.

tronde gi confutata dall'Aringhio /. e. n. S. Cb) Dei tempi innalzati da Coftantino in Roma , e conlecrati al culto del vero dio , non e da crafandarii qui almeno quello di fan Paolo fuor delle mura per la Via Oltienfe , che fi confervato fino a' nollri tempi , e ci d la pi giulla idea della decaJenza dell'arte .

42. Tom. 1. p. 4.6. ; e l'eJi- Al dir di Prulenzio Pcriftevh. kymn.i z.v.4.;. ove erta fu battezzata fe- figg. era per entro tutto dipinto , la foffitta , condo Anaftalo , e anche fepolta come han- era indorata, le invetriate erano fatte di vetri, no i fiiddettiatti , ove perci fi chiama mau- o criftalli dipinti a varj colori , come proverefoleo Qucflo fu fatto parimente innalzare mo meglio nel Tomo iiL nelle noftre oflervada Coftantino , come pare che vogliano dire zioni alle lettete di ^5^i^,kelmann , e tutto 1 ini citati fcrittori ; e fc fono autentici , e anterno fi reggeva fu quattro ordini di colonne. tichi gli atti manofcritti di quella fanta , de' In apprelfo ha foffeite molte vicende , cll'enquali portano uno fquarcio l'Aringhio Roma do ftato ampliato , e reftaurato in varie ocfubterr. lib. 4.. cap. z^. num.14.. pag. i j6. ,i cafioni Quella foffitta , le invetriate , e le lodati Bollandifti ii'/V 1 8 februsni , Tom. ni. pitture fono perite Le colonne non fono pag.70., Cimpini De f:cr. dtf.c. io.p.1^4.., tutte di marmo patio, come pa'e che le dica Coftantipo fteffo Io avrebbe non folamente Prudenzio Ve ne fono di bclliflmo paonazfatto innalzare , e ornare di mufaici ; ma anzetto quali pi, quali meno maf-chiate , e che dedicato a ufo di chiefa in onore, e me- di cipollino ; di ma''mo bianco fono i belmor;a di fua figlia , di cui vi avea collocato lifTimi capitelli corintj Dalla varia qualit il corno in urna di porfido Corta per dall' del lavoro fi pu credere , che quefti capitelifcrizione marmorea , clie e fopra la porta, li , e colonne abbiano fervito ad altri ediclfere (iato confecrato ad ufo di chiefa dal Pafizj anteriori ai tempi di Coftantino ; ma pa Ak-llandro IV. nel iiy6. , come pure nota come potremo dire , che quefto imperatore '\''>ii.x\n\ Roma antica , lib. 4.. cap. le abbia tolte dalla mole Adriana , fecondo 4. /j./f^. Elfendovi fiata fepolta anche Co4antina altra la volgare tradizione riferita dal Firoroni Le figlia di Coftantino , fecondo che narra Amvejiei.i di Rotaci antici , lib. 1 c.-^p. z ?. , famiano Marcellino Hb.zi.pinc. , Enrico Vale- pendofi che due fecoli dopo di lui la mole era fio nella nota a qucfto luogo ha prctefo , che an'-ora intiera , come f\ ha da Procopio ritempio di Cortantina debba chiamarfi anzich ferito qui avanti pag. jyX. n. D. ? di Coftanza ; moflrando di aver poco efami{a) De facr. .tdific. cap. ic.pag. 132. nata la ftoria per foftenere un' opinione alSilyeftro
,

feci.

fizio ivi

contiguo

DAI TEMPI d'Adriano


f

ec.

411

(a)

fiano

flati
;

erprefamente lavorati per ornamento di

Que(U fabbrica
devono

ma

lon eOi fcolpiti con tanta maeftria che


j.

r riputarli

opera
.

di
Il

buon
fuJIa

artilta

-ni almeno
di

de tempi di
flato

CAP.m.

Trajano o d'Adriano
dato a quell'edifzio
tenente
le
,

nome

di

tempio

Bacco
di

perch

grand' urna

porfido con-

ceneri di Collanza v' fcolpita una


alati
,

vendemmia con
raufaico della
\y.

de'Genictti
volta

la

quale pur vedefi copiata


;

fui

con

figure di Satiri

ma

fi

fa

che allora

crifiiana

religione

non
,

era ancora ben purgata da alcune coflumanze

de' Gentili

non

faceanfi

fempre fi:rupolo que' credenti di


(b)
;

mefcere
all'arte,

il

fiicro col

profano

altronde

il

lavoro
.

riguardo
ri-

quale poteafi afpettare a quefl' epoca

Ci pur

fulta

paragonando quell'urna con un'altra di grandezza alquanto maggiore e del medefimo falTo polla nel chiollro ans.

neiTo alla chiefa di

Gio. in Laterano (e)


,

fu cui

fono fcolefle

pite in alto rilievo figure a cavallo

e altre fotto di
.

per
il

rapprefentare un combattimento (d)

In elTa fu ripoflo
.

corpo d'Elena madre


(f.

di

Coflantino

(e)

2.

Notifi
,

per che quando io parlo della decadenza

o<Jervajzione

deir arte antica

intendo parlare principalmente della fcul- '"fu,

tura e della pittura

poich mentre quelle avvicnavanfi


,

all'
;

ellremo loro deperimento

fioriva

tuttavia l'architettura

F ff 2
(a)
chicla

veg-

Ora uno
:

folo

ne

reftato in qucfta

gli altri
,

(ono

paflati al

Mufco

Pio.

Clcmentino
di porfido
,

come

vi (ara

trafportata l'urna

di cui parla

Winkelniann dopo

(b) Cio , i Crilliani ritennero molte cofe per s indifferenti, come fimboli , e adattabili anche alle ufanze , e riti loro Vedafi t.A.r.ngoni Delle cofe genti/, e prof, trafportate ad ufo , e ornam. delle chiefe , e. ii.fege,. (c) 11 Ciampini nella citata opera d le figurc in rame di qucft'urna, come la danno anche l'Aringhio, e il Bodo , fecondo la vera fua prima forma; di quella di s. Coftanza , del fuo tempio , del mufaico , e dei due candelabri , che v'erano prima. forf un trionfo (d) Ve{f) Ora nel Mufeo Pio-Clemcntino dali qui avanci pag. zo. n. 8. Non poi la
.

cofa pi ficura , die veramente abbia contenuto il corpo di fant' Elcna ; giacch molti fcrittori greci lo dicono fepolto nella chiefa de' Ss. Apoftoli in Coftantinopoli ; altri qui fuor di Roma , nel luogo, che dicefi Tor Pignatara per l'antica Via Lavi:ana . Si potrebbero conciliare quefte opinioni iC':\do con N'ictioro Hijl eccl. /ik. 8. cap.^i.,

che
fio

s. Elena folle veramente fcpolta in queluogo in un' urna di porfido ; e che poi due anni dopo fofle portata in Conanr.iiopoli con tutta l'urna Ma anche per quella parte
.

s'incontrano delle difficolt tratte da fcrittori i quali dicono anromani dopo il fecolo X. cora efiP'entc nel detto luogo verfo quello tempo l'urna della far.ta Vcdanfi i Bollandidi dici S.augufii , Tom.ul.p S7'-figS-' pag.S9S.fegg- , e Marangoni loccic.cap. jK.
,
.

412 veggiamo
quanto

Storia delle Arti del Disegno


a quell'epoca elevarf
tali

edifizj

che fuperano

LIB.XII.

di pi

grande

di
,

CLP. IH.

pi magnifico fece mai ne' fuoi


in

pi floridi tempi la Grecia

cui

al
.

dir di Platone

(a)

un buon architetto era una cofa rara

Mentre non
le

v'era in
,

Roma un
ci

artifta

che fapefle difegnare una buona figura


i

Ca-

racalla faceva coflruire

fuoi bagni (a)

cui ruine tuttora


i

fanno maraviglia
,

(b)

Fece in feguito edificare


fi

fuoi ba-

gni Diocleziano
antecefTori
;

ne' quali

propofe

di fuperare tutt'i fuoi


efl
.

bifogna confefTare che quanto di


ci

ci

ri-

mailo

per l'immenfa fua efienfione

forprende
quegli

Abbiamo
,

per una prova del cattivo gufio

di
,

artifti

poich
per cos

l'intavolato era fovraccarico d'ornati

come

gli fpettatori ne'


,

giuochi pubblici dati da quello imperatore venivano


dire
,

foftbcati dalla gran quantit di fiori che gettavanfi fo.

pra

di loro

Giulia

le

mifure prefe ultimamente dal celebre


il

architetto fignor

Adams

fuo palazzo a Spalatro neirillirio


.

ha 70S- piedi inglefi di lunghezza per ogni lato Quella forprendente fabbrica avea quattro Itrade principali di 35. piedi
di

larghezza; ed ogni ftrada


v'
il

dall'ingrefio fino alia piaz-

za che
verfava

nel

mezzo

erane lunga 246.

Quella che attra-

palazzo era

di

424. piedi

da

ambo

lati di

efTa

v'erano de' portici larghi 12. piedi, alcuni de' quali tuttora
fuHftono
fo
fig.
.

Ho
^

tratte quelle notizie dal manofcritto dello llef-

Adams

che llato poi pubblicato

(e)

con tutto

il

luf(.a)

Amator.oper.Tom.J.pag. ijs-

^-

^'^

{k) Sparziano nella di lui vita c.g.p.y 24. (e; Negli (cavi fattivi ai tempi di Paolo Ili. dopo il 15-40. vi furono trovate molte belle facue , e principalmente quelle che adornano il palazzo Farnefe, la prete fa Flora , i due Ercoli .come narra Fla ninio Vacca nelle fue

Antonino Caracalla , e collocata nelle terme; poiclic prima Hi lui fi vede rapprclcntata nelle monete d'Atene , e dald'

dette fu e

tre
le

gieche
di

citta

Gordiano Pio
,

miano Erculeo

quindi nelle fue , in queldi Gallieno , e di MallIl e non pi nelle greche


e
, .

Memorie
mi

num.

.;.?.,

il

gruppo

del

Toro
.

il

pretefo Comodo daglaiiatore , delle quali l parlato qui avanti , ed altre ancora Non
difpiace
la riflcffione dell'

Haym

Tcf.Bri-

tann. Tom. I. .'Itene , num. ^7. pag. i S . ,i quale penfa che la ftatua dell'Ercole fia ftada Atene uafportau in Roma per oidi-

Vafari nelLi vita di Michelangelo , Tom VI. pag. 26 . , dice che il gruppo del Toro vi foife trovato nel 1546. Non fo donde Botrari abbia tratta la notizia , che ivi pag. 264. aggiugne , d'effer cio quello giuppo reflaurato Vedi qui avanti pag ^6^. coi pezzi antichi e) Vi (i legac qualche piccola dilfereuza
.

nelle mifure fu4dette

DAI TEMPI d'Adriano


InfTo tipografico e con molte figure (a)
.

ec.

413
ftati
,
i

Sono pure
tempj

non molto
mira
(b)
,

avanti

pubblicati

gran

palazzi e

di Pai-

LIB.XII.

che per

la

magnificenza non hanno eguali nel mongli

CAP.Iil.

do

e
vi

ne fon degni d'ammirazione gl'intagli e

ornati.
il

Non
fimo

farebbe pertanto la contradizione che s'immagina


(a)
,

Nardini

nel

credere che

due pezzi

d'intavolato benif^

intagliati, efiftenti nel

giardino del palazzo


al

Colonna
,

pro-

babilmente appartenefTero
Per trovare

tempio del Sole

che in que*

dintorni avea fatto fabbricare l'imperatore Aureliano.


jf.

3.

la

foluzione di quello apparente para,

dofTo bafta confiderare che l'architettura

fempre operando
,

con regole
gnar figure
decadere
tefo
.

e mifure

che ne determinano

le parti

avea delle

leggi pi efatte gi fcritte che


,

non

le

avea l'arte del dife-

onde pi

difficilmente

allontanarfene poteva e

Qin'ndi pare incredibile che nel portico del pre,

tempio della Concordia

cui Coftantino fece reftaura{l/)

re

come

rilevavafi

da un'ifcrizione
alla

pofcia fmarrita

volen-

dofi fare
fia ftata

una giunta

parte fuperiore d'una colonna, vi

accozzata capovolta la parte inferiore d'un'altra co.

lonna

(e)

jf.4.
(a) Ci avvifa per il fignor abate Alberto Fortis nel fuo Vuig^io i:i Dalmazia , T. il. pdg. .4.0. , clic il fignor Atlanis ha donato molto a que'fuperbi viftig) coll'abitualc ekgan7a del fuo toccalapis , e del bulino ; ma che in
generale la rozzezza leilo Lalpcllo , e il eattivo gufto del lecolo gareggiano colla magnificenza di qn. fabbricato (b) Vedi qui avanti 'fjg. ^6p. n. a. (t) Rom.i arnie: , Uh. 4. cap. 6. pug. 1 6g. {b) Marlian. Torcer. Rom. lib.z.cup. io. [La riporta anche K'ardini /. f.c.f.p. ztj.. (e) Viinkelma^n rigcttandc- qui la voigare opinione , che qucfto tempio fia qu^llo della Concordia , reltaurato da Coftantiro , come gi 1' aveva combattuta ottimamente il Nardini loc. cit. , non intende fiffarc il tempo del cattivo refti-.u rodi efib , che
!
.

Queft'

vertito

hai.

eh. Tirabofchi Scoria della Lete. lib. 11^. e. ult. . IV. ; ma probabilmentc dovrebbe ellcre (lato fatto intoano ai tempi di Coftantino, o ai pi tardi ai
il

Tom. il.

tempi
milero

di

Giuliano l'apollara
,

Magnenzio
di

dell'altro
i

o del tiranno Eugenio che per, ,

, e il folenni proibizioni, e leggi fatte da Coftantino fuU'ultimo delia fua vita , e dai di lui figli Collante , e Cofianzo , ed altri imperatori appteflb , come pu vcderfi nel Codice Tco 'ofiano lib. 16.

riaprire

tempj
le

de' Gentili

culto deci' idoli

dopo

efenipio dell'effrfi COSI barbaramente mancato in quel lavoro , non oftanti le regole certe , e decerminate dell' archicettuia , al che non ha avdi

foltanto adduce per

modo

Gottofredo ; feppure non fu tempio come un fcmpliee ornamento di Roma anche in qucfti tempi , fecondo ci che diremo in una dillerrazione nel Tomo ni. ptecil , ed elegante lifctizione L'incavo delle lettere, che erano di bronzo e di molto buona forma , bench
tii.

io.,

ivi

rcftaurato

il

inferiore alle ifcrizioni del vicino arco di Scc+

timio Severo, e del tempio

di

lauftina.

===
LiB.xn.
CAP.iir.
Stato delle

414
jf.

Storia delle Arti del Disegno


4.
^

Quell'imperatore

avendo

reftituita la
;

pace all'im,

pgj.Q

applicoffi a far rifiorire le fcienze

Atene

ove

r-maeflri d'eloquenza riaperte aveano !e fcuoJe con gran contun Oriente. ^Qj.pQ ^ divenne il centro degli fludenti che ad efTa da tutto

l'impero accorrevano

(a)

V erano
,
,

ancor

in

Grecia e nella

Cappadocia medefima de' genj fublimi che avrebbono potuto come appare dai quattro faneftendere le umane cognizioni BaGlio Gregorio Nifleno e ti Padri Gregorio Nazianzeno
, ,

Giovan Grifoftomo f l'eftirpazione dell'idolatria non avefAllora non fe introdotta una rivoluzione nello fpirito umano
,
.

erafi

ancora

infierito

contro

lavori dell'arte; anzi furono

portate a Coftantinopoli molte antiche ftatue prefe da varj

luoghi della Grecia e dell'Afia Minore


in Efefo
,

dal

tempio

di

Diana

da Atene

ftefla

da P>.oma

coficch anche
s.

dopo

molti anni vedeanfi tuttavia col nel tempio di


ftatue fcolpite per la

Sofia 427.
artilli (a)
.

maggior parte da greci antichi

L'anonimo

fcrittor bizantino

rammemora
le fa

particolarmente

luoghi ne' quali prefe furono

flatue collocate nell' Ippo-

dromo
jf.

a Coftantinopoli, e Elide (b)


i
.

mi

maraviglia, che fra quelli

non rammenti
j.

Siccome

mentovati
,

fanti

Padri fublimarono nuolin-

vamiente l'eloquenza

feppero far rivivere l'eleganza del


efler inefl del

guaggio a fegno da poter

paro coi Platoni e


coi

veda arche Eunapio De virs phiioj. & in fuphift. L'elogio , che fa quefto fctittoie ,
f Si

(a) CicfoU. Theatr. Rhet. lib.t.c.4.p. ?2.

kelmann dopo
cit.

preff"o lo flcflTo
1

Bandurio he.

par. I. pag.

4-

D.

Codino

De

orig.

Confi, pag. ^4.

D. Vedi

apprello

al . 16.

Co-

vita Prfci , vag. r)4- , d'Ilario pittore bitiriefe , che viveva a quefti tempi , di eilerfi cio refo famofo in Atene , principalmente pet li ritratti al vero , e di aver fatto tiviycre in
certo modo il famofo Eufranore , di cui ( parlato qui zvini'i pag. 22?., colla maeftna del fuo pennello , ci pu far credere che lo ftudio della pittu'-a fi foflc mantenuto in quella citt

ftantino ne colloc molte nel palazzo del Senato , fia le quali era il Giove cfiflcn te pri-

ma
di

in

DoJona
,

la

Minerva_
di

di

lindo opera

Dipeno

e Sdllide,

prelTo

e le

cuilipariei qui apcelebri Mufe , che ornavano

con qualche riputazione

Elicona; e tranne le due prime nominate, che ftavano avanti la porta , tutte perirono in un incendio di quel palazzo, ai tempi di Arcadio , e Onorio , e di s. Gio. Grifoftomo , l'an-

(a) Cos dicono l'anonimo fcrittore delle Enarrai, chronogr. prelTo Bandurio Imper. orient. five Arttiq. Conflantinop. Uh.^.p.S J.C.

no

Zolimo Hft. lib. j. cap. zi. Antiq. Confiant. par. 3. princ. Uh. 3. princ. pag. 4. t feg.
404.
{!>)
.

/oc. cit.

Tom.

I. , l'altro

anonimo

che cita Win-

DAI TEMPI d'Adriano


coi Demofteni
,

E e.

41

J
'

e tutti fuperare gli fcrittori gentili loro conegli


Je

temporanei
allo
ftffTo

non farebbe
rifioriiTero

flato poflibiJe di far


arti

che
in

LIB.XJl.

CAP. III.
del

modo

difegno
gli artefici

?
,

Eppur

Roma

la fcultura fu ridotta a tale


,

che

per igno-

ranza e per mancanza di genio


,

quando dovean ergere ftaadoperavano a tal uopo le antiche opetue e fcolpire bufti nulla curandof del guado che ad eiTe recavano , purch re
,

adattar le potefTero al loro bifogno (a)


de' Crifliani fovente fecefi
tili

Cos pei fepolcri


Flaminio

ufo delle lapidi con ifcrizioni gen-

mettendoli
fa

le

crilliane alla parte


di fette ftatue
le quali

oppofta

(a)

Vacca
a'

menzione
,

femminili ignude fcoperte

fuoi tempi

fopra
(/')
.

avea pofteriormente lavorato una


tefta trovata nel
,

mano
fto

barbara

In

una mezza
di

I7J7-

>

efi-

ftente fra rottami d'antichit nella villa Albani


di lavoro antico e
fi

vedefi

un mi-

barbaro

e forf l'ultimo
,

fcultore

non

lenti

abilit

baftevole a
.

compir l'opera

che perci
arti-^

rimafta imperfetta
fla de'
jf.

II

collo e l'orecchia indicano un

buoni tempi

6.
i

Non
tempi
fi

fi

trova che di rado fatta menzione dell'arte

dopo
di a

di

Gofiantino

ed verofimile che ficcome in-

poco

cominci

in Coftantinopoli

ad atterrare

e diflrug-

apprelfo , mutandovi folamente il nome ; come ollcrv Giatomo Gottofredo nel far vedere , che gl'imperatori criftiani non hanno mai occupata la carica, fa l'arie , queflo mi\[ojol rimaneva ad uno- n portato il titolo di Pontefice Mallimo , rar la memoria degii uomini pi il'uflri ; e Epijl. de incerdicla Ckrift. cam Gene, comnell'opporgli fu quefto fon jamjnto l'ufo fremuniorze, deque Pontificata Max., inter opera quentifiliTio in quarti tempi d'alare flatue jurid. min. col. $76. ; e colie di lui ragioni a que' perfonaggi , lo ftelfo che obbiettargli il P. Pagi nelle olTervazioni al Baronio T. iiK l'eccezione, che fa egli melefmo qui apprcllo ad ann. ^i 2. n. 1 7.fcgg. pag. f zo. A quefto al . 7. , volendo dire , che tal barbane non ftelfo fccolo principalmente credo vada rifcf U5 nel far quelle ftatue per orline dei forito ci che narra s. Girolamo Comment. in vrani, che volevano on eifc riconofcere il Abacuc ylib.z.c.^. op.Tom.Vl.col.6jg.D.^ merito degli uomnii grandi che quando veniva trucidato , o vinto qual(a) V. Fabret. Lifiript. cw^. ^. num. 252. che tiranno, il vincitove faceva levarla tefta pag. 16^., num. S'S- pag. zoq. [Marangoni a tutte le di lui ftatue, ed immagini , e foDeUe cofe gentil, e prof, ec.cap. 76. Molto ftittiirvi la fia, intatto lafciando il lefto . pili rimarchevole e l'abufo introdotto in queb) Montf. Diar. ita!, cap. g p-i ^g. [ Difto fecolo lY. di accomodare anche nei pubce , per guaftarle , non per altt' ufo .
tori precedenti

(a) Il eli. Tirabofohi /oc. eh. . 7. ha fatto efagcrare il noltro Autore in quello luogo fcnza ragione Egli non ha mai detto , che quello depravato gullo degli artifti folfe ind'ilio chiarijjl'no , cht elJeadofi ormai pnarri.

blici

monumenti
ad

le

ifcrizioni degl'

impera*

altri

41

Storia dille Arti del Disegno

ftniggere le flatue degli dei, cos lo fefTo deflino abbiano

avuto in tutta
CAP.III.

la
.

Grecia
In

monumenti

dell'arte che

ancor

vi

rimanevano

(a)

Roma

per impedir tanto male fu

delti-

nato un ifpettore
principalmente

fulie flatue detto


,

Centuno ntentium rerum-^

e quefti comandava a de' foldati


alla

quali giravano per la citt

notte
.

affinch quelle

non

veniiTero fatte

in pezzi o mutilate {a)

E quando
,

la religion crilliana

comini

ci a dominare pi apertamente

allora depredati furono


,

tempj (i), dai quali


vece governavano
l'

gli

eunuchi dei Goftantini


,

che

in

loro

impero

prendeano

pi ricchi lavori
e
1

Ca) Eppure

il

buon guflo non dovea

effere

giacente a ufo
delira
il
,

di

fiume con cornucopia nella


:

affatto perduto aiiclic dopo i tempi di Collantiiio , rilevandofi da Libanio , il quale viveva

e fotto

KECAPIA KAnnAAOKIA
.

Giuliano l'apoftara nipote di ef, e anche ai tempi di Teodolo, che gli artifti greci andavano ancora a difegnarc con tutta la poflibile feiupolohta, ed efartezza il Giove Olimpico di Fidia, che allora Hava a fuo luogo, come vi ftava la Minerva famofa di lui in Atene , fecondo che abbiamo dallo ftelTo Giuliano Orat. 2. De Conftaacii imp. rei. gcft. op. T. I. p. S4- A. , e Epij. S. p.^77. yi, e da Tcmifto Orai.2j. p.:;io. A., Orar. zi. p-3i7- B. Tanto mi pare che dica quel fofifta Ep/i. 1 $z.pdg. 4.^7. , fcrivenai di

tempi

campo

fparfo di piante

Fu

illuftrata dal

fo imperatore

, e pubblicata da Du-Caiige in Gloffarium mediti ii infima. Latinitatis y e ripetuta poi in grande molto meglio difegnata nella di lui opera De imperatorum

citato Frehero

fine del

ConJiantinopoiitanoruTZyJeu inferioris s,vi,veL imperii , uti vocant , numifmatibus , riftampata fcparatamcnte in Roma nel 175 f. in 4. (a) V. Valef. Not. ad Amm. lib. t .eap. 6. [ Anche prima di quefti tempi v'erano in Roma leggi penali , e magiftrati per impedire

do

fuiiferis

Si igitur falucriis Pifam euiir'ibus perj ut in ilio Jovis fimuLacro aliquid mutare audeant , & iws quoque advcrfus nane Phidii. orjtionem idem facere jube Vedi apprello al . / 6. Un faggio di quefto buon gu: .

danni , che fi facevano alle ftatuc , e caftigare i colpevoli Vedi Guafco De i'ufage des ftax. il.part. eap. XXI. pcg. ^S z.fesg. Quella notizia fervir parimente a fupplire ci
i
.

flo

e dell'arte d'intagliar le

gemme

fcrive il eh. Tirabokhi /. cit. . il. , non avendo faputo trovare provvedimento fatto dai principi anteriori a quefti tempi per- la
cl;e

l'abbia-

ino nel famofo zaffiro di una nitidezza incredibile , e del_ pcfo di 55. carati , poileduto ora , dopo eller paffato in tanti mufci , e anche nel reale di Francia , dal fignor marchcfe Rinuccini a Firenze . Vi rapprefcntata con Mn lavoro ftraordinariamente bello una caccia dell'imperatorCortanzo in Cefarca di Cappadocia , ove forf la gemma far fiata lavorata , o per adulazione all'imperatore , o per piacere diquaL-hc privato Della perizia di lui in uccider orfi , leoni, e pardi ce ne fa fede Giuli'ano eit. Orat. z.pag. j^. B. Nella gemma fi figura che uccida con'una lunga alla un gran cignale , che dovea elfer celebre -in quelle contrade , come pu arguirfi dal nome SI<i>IAC Sifia , che vi ferirto al di fopra Accanto a Coftanzo , che ha pure il fuo nome in latino vi un'altra figura con afta in mano , che fenza buona ragione Fre. .

confervazione dei pubblici monumenti


(i) Dacch la religione criftiana incominci ad eifere la religione dominante , pi che a'tempj de' Gentili molle guetra ai loro idoli , molti de' quali atterrati furono e diftrutti dai Crilliani , Sozom. Hiji. eccl. Ub.$. cap.7.,
' s.

Hlcr. Epifl.iO/.

ad Litam

num. 1.2.

ftava a togliere d mezzo l'oggetto principale dell'idolatria . [ Prudenzio Contra Symrru


over.
I. eoi. 6-> z. ,

Tom.
il

a cui troppo

cuore

l. i.v. foz.fegg. fa dire a Coftantino , che voleva confcrvate le ftatue per ornamento di

Roma

purch
:

fi

riguardafiero
,

monumenti

dell'arte

come femplici non come oggetti di

fuperftizione Marmora tabenti refperglne tinBa lavate , Ptoeeres : liceat flatuas confflcre puras, El pukherriArtificum magnorum opera

ma

noflrt

Ornamenta

cluant patrit,

nec decolor ufus


artis.

beto crede Diana

in

fondo

v'c

dna

figura

In vitium verfimonumentacoinquinec

DAI TEMPI d'Adriano


e
i

ic.
(a)
.

4.17

marmi pi

fini

per ornare

proprj palazzi

que,

===
*

fto difordine

port qualche riparo una legge d'Onorio che


i

"*

mentre interdiceva
i

l'agrifizj

de' Gentili

ne volea confervati

tempj
jT.

(h)

7.

E'

da notarli per che anche in quelli tempi


:

fi

ri- Lavori tempi

di qvc'

compenfava il merito colle ftatue una ne fu eretta al poedi cui vedeafi ancor ta Claudiano (a) , ed una a Stilicene
,

Tom. IL
Tcodofio
il

^
, ,

S S

^^

Grande
//3.
s.
i

nata nell'anno 391.

che con una legge emae rcgiftrata nel Codice

Teodoliano
parla anche

6. tic.

j. cap. 26. , profctille pi rigoiofamente il culto dcgl" idoli , pens a conlervare le pi belle fatue , che fece tralportare in Coftan tino, come l dir qui appreflo al . 16.] tempi furono fovente convertiti in chicle . [ Si legge preffo Cedreno Camp. kiji. Tom. I. pag.272. D. , che Coftantino con un editto fece convertire molti tempj in chiefe de' Crifiani ; altri ne fece diftruggere, e applicare

Agoftino

De

io. J. io.
Civit.

di cui
lib.

Dei ,

poli
i

le pitture , le datu , da collocaivifi hanno foniminiltrato frequente occafione ai moderni artifti d'entrare in una lodevole emulazione , e di produrre delle opere rare ed eccellenti . Volendoli far un confronto , nell'Italia almeno , ed in Roma fpecialmente , delle belle opere dell'arte cfeguite per ufo facto con quelle fatte per ufo profano , io non bilancerei punto a dar la preferenza alle prime fopra le altre , non meno nel numero che nel pregio

di tante {bntuofe chiefe

e gli altri lavori

alle chiefe , pag. 2S4.. C. ; altri ne fece chiudere , che poi furono dilfrutti da Tcodofo , pag. ^27- B. Molti ne diltrulfero anche i Criltiani fcnza vcrun ordine , come

Je entrate

fctive Eufebio nella vita di quell' imperatore


e. ^p. ; e come fi lagnava Libanio Orai, pr tempi, ad Thcodof. Inter op. jurid. min. Jac. Gotkofr. col. 4.70. fegg. che eUi fecero di molti altri ai tempi del citato Teodoro , il quale per altro non ne rifparmi moltilRmi al dir di Teodoreto Eccl. hiji. lib. j. cap. 2 i. Z2. ; e fra sii altri il famofilTirno di Scrapide in AlelTandna , di cui parlammo nel Tom. I. pag. 71. col. 2. , con tutte le ftatue , che l'ornavano , come fcrive anche Sozomeno lib. 7.
/. 4..

tic. 10. l.rf.[ Quelegge fatta da Onorio per la Spagna riguardava le ftatue degli dei , non i tempj , de' quali ordina la confervazione nella legge 18. fatta per l'Africa. Pare che non l'abbia neppur ben intela il eh. Tirabofchi loc. cit. (a) Come corta da una ifcrizione preflb Grutcro Tom. il. pag. gi. num. /. Da un'

e nella perfezione (a) ib. lib. 22. cap. 4. (3) Cod. Tkeod. lib. i 6.
.

fta

altra ifcrizione preifo oiii^o pag. 4.06. n.t. l ha , che ne folTe eretta una a Flavio Eu-

cap.

j.

al

pi eccettuatane uni del dio

Simia , come vuole Socrate Hifl. eccl. lib. y. cap. 16., oppure le fole pietre , che fervivano per li fondamenti , e area , le quali per la loro gran mole non furono fchiantate e portate via , fecondo che abbiamo da Eunapio

De vit.philofoph. j'ophift. in vita JEdeJi pag. 64.. L'imperator Onorio fi era contentato di farlo chiudere . Giovanni Antiocheno ,
cognominato Maiala
in fine
,
,

&

genio per ordine dell' imperator Coftanzo , e di Giuliano l'apoftata , allora celare , e un' altra al retore Vittorino per ordine dello fteffo Coftanzo , come fi ha da s. Girolamo nel fupplemento alla cronica d' Eufebio all'anno ^jS. op. Tom. Vili. col. 700- . e da s. Agoftino Confejf. lib. S. e. 2. op. Tom. I. col. 146. y e una a Petronio MafTimo per comando degli imperatori Onorio , Teodolio , e Coftantino . CTuteio'wi pag. 449. num. 7.^ cos di tante altre , delle quali hannol le ifcrizioni prcllo quefto fcrittore , ed altri Furono erette nel Foro di Trajano , di cui fi parlato avanti pag. ;7 2. , ove dai tanpi d'Aleilandro Seve.

Hift. chron. lib.

f
.

ro folevano collocarfi
illuftri
.

le

ftatue degli

uomini

Veggal apprciTo al . f). ] Se per la religion criftiana concorfe allora al dirtruggimento delle opere dell'arte , la ftella religione per una lunga ferie di fecoli mantenne in piedi quel poco avanzo di effa , impiegata dalla medelma nel culto divino ; e la ftclla pure fu una delle cagioni che pi delle altre ha contribuito al fuo riforgimcnco ed alla Tua perfezione . L'etezione
pag.
1

8.

veda monfignor BraCchi De erib. Jiat. cap. 10. p. go.fegg. Tcmiftio Orat. 4.. in Confi, imp. p. $4. B. fcrive che a lui pure ne fece alzare una in bronzo l'imperator Coftanzo per un inno , che avca fatto ; ma Abbiamo da non dice ove folfe collocata Ammiano MarccUino lib. 14. cap. 6 , che a que' tempi appunto di Coftanzo i Romani aveano pafllonc grandilTuna di fatfi erigcic
Si
.

418
la
LIB.XII.

Storia delle Arti del Disegno


(a)
.

bafe nel fecolo decimoquinto


ai

Si

fono confervate a
erette

Goftantinopoli fino

principio del fecolo prefente due co,

CAP.llI.

lonne ornate a
quefta fono

baffi- rilievi
,

fui

gufto della Trajana


(b)
.

una a Coflantino
flati

e l'altra

ad Arcadio
i

baffi-rilievi di
,

pubblicati fu

difegni del Bellino

pittor
;

veneziano
v'

chiamato a Coftantinopoli da Maometto


il

II.

ma

apparenza che
,

difegnatore abbiali abbelliti a fuo talen-

to

poich quel poco che abbiamo in difegno della prima


,

ce ne d una molto cattiva idea


tutt'altro lavoro
.

e la farebbe giudicare

di

Della colonna d'Arcadio or non altro pi

vedefi che la bafe di granito nel quartiere che chiamali Concajui


,

eflendone Hata dai Turchi demolita

la

colonna

che

pei frequenti terremoti era fiata fmoifa pi volte, e minacciava gran

danno

f foffe
,

venuta a cadere

L'altra

detta la

colonna abbruciata
jlrkham
,

fta

in que' contorni che


di fette

chiamanl Viporfido
,

ed comporta
la

gran cilindri

di

comprefa
flantino
,

bafe

Stava altre

volte fu di elTa la flatua di


ftata

non Co-

poich dai molti incendj era

guaita, reflau-

rar la fece Aleflo

Comneno
al

come appare
di Sinefio

dail'appoftavi gre-

ca ifcrizione
Decadenza
sene...
jf.

8.

Atene,

riferir

(e),

circa feflant'anni

dopo che Bizanzio


ogni fuo fplendore
de che
riano
,

era divenuta la fede dell'impero, perde


,

e di lei nulla pi era rimallo di gran.

nomi

delle fue ruine


,

E febbene l'imperator Valeconceduto agH Atenief


,

prima

di Coflantino

avelTe

di riedificare le

mura

della loro patria


;

che da
la

Siila fin al-

lora era rimafla fmantellata

ci

non ollante
, i

citt
,

in iflato di refiflere all'invafione de' Goti

quali

non fu imperando
Clau-

delle ftatue di bronw) , e anche indorate . Si veda qui avanti pag. 267. n.B. (a) MrWn. Top. Rom.'ii. z.cap.o. (.b) Ba.idur. Imp. orent. five Aiciq. Con-

^antitiop.

vola

I,

r, ,

Tom.iI.p.foS.feqq. che da ivi Baadurio

[ ,

Nella Tafi

due fabbriche di terme , la prima eretta da Arradio , l'altra da Eudoda fua conforte ; e fono ncll' cfterno tutte circondate di lUtue greche nelle nicchie fra le colonne . {e) EpiJ. i ^j.pag. 272-

vedono

DAI tEMPi d'Adriano ec.


Claudio Gotico,
la

Grecia inondarono
;

419 Fu per tanto fac-='


che
i

cheggiata quella citt

e narra

Cedrano

(a)

Goti aveaa
il

LIB.XII.
CAP.III,

ammaflato un gran cumulo

di libri

per appiccarvi
i

fuoco

ma

le

n'aftennero

penfando convenir loro che


(b)
.

Greci s'oc-

cupafTero nelle lettere anzich nelle armi


p. g.

Leggiamo

altres

che mifero egualmente fu

il

de-

..

c a

Romtt

sino dei monumenti


cos dire
tefori

dell'arte a

Roma

ove
,

Barbari

aven-

dola conquiilata pi volte e faccheggiata


,

cofpirarono per

coi

Romani
,

che

fatti

furibondi diftruggeano que*


il

che non hanno potuto finora riprodurre n

n
di

la

man dell'uomo
Girolamo
(a)
:

n forf

il

potranno giammai

tempo Il ma-

gnifico tempio di Giove Capitolino era gi dilbutto all'et


s.

quando

fotto l'impero di Giuftiniano

Ggg
kfl. pag. zjp. A. Tom. I. (b) Avvenne alla Grecia tutta l'ultimo cfterminio nell'anno 59;. dell'et volgare , quando Alarico re Je' Goti la fpogli di quanto vi era rimafto di pili buono ; ed ellendo ariano

Vi-

(a) Compenti,

port l'ultimo tracollo alla religione de' Gentili , e ne rovin i tenipj , the vi rimaneva no. Zofimo 7,o{\mo lib^j.cap. lib. j.cap. y. s pag. fii. vorrebbe eccettuarne Tebe perch era ben munita , e perch quel barbaro anelava di prefto giugnere in Atene , che parimente dov rilparrniare con tutta l'Attica , perch gli comparve Minerva , ed Achille a raffrenarlo Ma a quella vilione di Zofimo , anzich di Alarico , contradicono apertamente altri (crittori contemporanei , che non ne eccettuano veruna citta , e vi comprendono Atene in ifpe.

Academiam , Lyceum mireris , acque etiam illdm Porticum , a qua Chryfppifekanomeit accepit y qui quidem minime nunc varia efi ; nam Proconful tabulata fuftulit , in qui, artem omnem juam Polygnotus Thafius contuierat . Cosi fcrivc Sinedo nella lettera lif. , e
ac
facr.

cie

Girolamo nella lettera 6o. fcritun anno dopo, o- er.Tom. 1. coi, ^4^. num. i6. , Claudiano in Ruffin. 1.2. rerf. iSC.fcgp., Eunapio De vit. philof. >"
,

come

s.

ta ad Eliodoto

Wjl. gnr. des aut. chap. / ^. . .^.pag. 4-07. Probabilmente quefti fuperbi edinzj non furono rovinati dal re goto , e duravano ancora colle pitture , che gli ornavano , dopo la meta del fecolo fegucnte ; come pare che fi polla raccogliere da Sidonio Apollinare , il quale fioriva dopo la meta del fecolo V. , e /. q. epift.g. parla dell'Areopago, e del Pritaneo , ove elano dipinti molti filofofi con que' finiboli e diftintivi , che li caratterizzavano , e facevano diftinguere gli uni dagli altri Ncque te fatis hoc tmular , quod per gymnaja pingantur Areopagitica , vel Pritaneum , curva,
vederfi
il

pu

P. Cellier

Tom. X.

foph. in AI:tximo , pag. 74, , e in Prifco , in fine , pag. ^4.. , Filollorgio Ecchf. hi(l. l. 12. princ. Tom. ni. pag. j+;?. num. 2. La citata lettera di Sinefio , e la 54- > che contiene lo
flcflo

fentimento , ftata fcritta prima di qucfto difIHo ; n egli di:e tanto, quanto gli fa dire 'V irkciniann ; fcrivendo folamente , che Alene allora non era pi la fede della filcfofa ; ma che le belle fabbriche erano ancoia da oflervarfi con ammirazione , come l' Acca-^cmia , il Lieto, e il Pecile , dal quale ftjitaiito craro fiate tolte per ordine del prrrcnfolc le famofe pitture di Polignoto ,
oelL- quali

pag. 2J7. : Inae translata phiLjophia refiat ut aberrando


fi

parlato nel

Tom.

I.

cervice Zeufippus , Aratus panda , Zcnoit fronte contraria , Epicurus cute diflcn'a , Diogenes barba cornante , Socrates coma candente , Ariftoteles brachio exerto , Xenocrates crure coUccio , HeracUtus fletu oculis clauJs , Democritus rifu labris apertis j Ckryfppus digitis propter numerorum indicia confiriciis , Euc'ides propter menfurarum fpatia laxatis , Cleantes propter utrumque corrofs I magnifici avanzi , che vi fi veggono anche al di d' oggi defcritti dal le Roy , da Stuart, e da altri , ci fanno capire , che molte fabbriche fianfi conlervate intere , o quafi intere per lungo tempo dopo Alarico (a) Cantra Jovin. l. 2. in fine , op. Tom. ri. col, J84, [ Non fono cos chiare le parole
.

420
= Vitige
LJB. XII.

Storia

di-llb

Arti del Disegno

re de' Goti venne ad aflediar

Roma
fi

avendo dato una

l'af-

faJto

alla
,

mole d'Adriano

gli

afTediati

difefero a forza di
;

CAP.III
ftatue

che precipitavano
il

fu

nemici

(a)

delle quali
,

era probabilmente

Fauno
,

del palazzo Barberini

che fu

trovato

come dicemmo (a) nel ripurgarne le fofTe ma fenzacofce, fenza gambe e fenza il braccio finillro, e non gi, come fcrive Breval (b) nella fofTa di Cartel Gandolfo (b)
,
, , ,
.

Effigie

di

jj".

IO.

Per congetturare quali fofTero


di Giuftiniano (e)
,

le

ftatue equeftri
,

Giultiumno

in

bronzo

e di

Teodora
,

fua moglie {d)

che una volta erano a Coftantinopoli

bafta vedere le loro

due figure

in

mufaico
(e)
.

poraneamente
alla

Ravenna, che fatte furono contemLa prima di quelle due fl;atue era veftita
a e
.

maniera d'Achille
,

gate per di fotto

come dice Procopio colle gambe difarmate


,

colle fuole le-

ignude

cio

meiTa all'eroica

(e)

jf.

II.

Cre-

Girolamo da farci credere , che parli del tempio di Giove Capitolino o almeno che lo dica rovinato , coin pretende fenza ragione anche il Padre Minutolo Di/fert. /. fe^. 2. infuppl.Ant. Rom. SalUngre, Tom. I. col.izz. Scnerzando egli (ul nome di Gioviniano , dice che era un nome di mal augurio effendo tratto da Giove ; poich il Camdi
s.
, ,

anno 4f 5.

fu fpogliato da Genferico re de' , Vandali di tutti i luoi ornamenti preziofi, e della met delle lamine di bronzo indorato , che lo coprivano . Procopio De bello vandal.

Tom. I. pag. iHg.A. Sedelcrizione di Roma , di cui meglio parleremo nella noftra dilTertazione inferita nel Tomo ni. , era ancora in piedi nel fecolo
Ili. I.

cap. j. oper.

condo

la

pidoglio avea perduto il fuo fplendore , e i tempj di Giove , e le fue ceremonic erano anCave Jovinani nomen , quod date a terra de idolo derivatum eft Squatlet Capitolium , tempia Jovis , aremonii concidcrunt II difcorfo molto generico e pu adattarli a qualunque altro tempio del padre de' numi . f vogliamo intenderlo del Capitolino come pi probabile , perch lo abbia confiderato , a riguardo del Campidoglio , per la principal fede della religione sentilefca ,
: .

ottavo
[

&

o nel nono , (a) Pfocop. Debello goth. lib. i. cap. zz, Vedi qui avanti pag. S7^- ""r. d. (a) Qui avanti pi2g. 37$. . /. (h) Rem.irks . ib) Le cofe , che dice l'Autore in quello
.

paragrafo
te
,

meritano

Ma

come anche

volgo intorno

d'elfer meglio efaminaaltre generiche alTerzioni del a quelli , che hanno diftrutti i
.

diremo

col

Baronie Annal. Tom. VI. ad ann.

,jSp. num. j6. , che il s. Dottore abbia voluto alludere allo fpoglio delle lamine d'oro, che ne coprivano le porte , fatto da Stilicone l'anno 589. , come narra Zolmo lib. f. e. ^S. infine , pag. 6 1 f. ; e alla legge di Tcodolo jnenrovata qui avanti/'. 4/ -'. co/. /., per cui in quel tempio , e negli altri anolutamente fu foppreffo il culto degl' idoli Abbiamo infat.

Per non fare dell' arte in Roma qui una troppo lunga nota, noi ci riferveremo a trattarne nella diifertazione , della quale abbiamo parlato qui avanti . (e) Procop. De naif. Jujiin. lib. 1 cap. z. a queflo luogo (d) ib. cap. 1 \ Procopio efagera molro co! dire , che varie ftatue , delle quali era ornato l'atrio delle terme d'Arcadio , erano s belle , che avrebbero potuto dirfi opere di Fidia , di L'Ippo , e di Pralltele ; (e pur non erano opere di antichi arti-

monumenti

VI. Confai. Honori , vcrf. 4^. 4 f e J7 S-, che erto era ancora nel fuo flato l'anno 4D4. ; e 66. o 67. a'ini dopo die s. Girolamo fciilTe quel libro , cio nell'
ti
.

da Claudiano

De

fti

veramente
(<;)

Alemann

Not. in Procop. Hift.anan.


,

cap. H. pag. IO!).

Ce)

da

notarfi la legge

cap.i o.pog.i z^. , che fece quello

421 DAI TEMPI d'Adriano e6. Credono molti fcrictori che ftatua fia del mentoII. jf. che vedefi nella villa vato imperatore quella quad coloirale GAP. ni. 1r -1 r j ir
,

Giufliniani

e quella nobil iamiglia


,

che deduce la lua ori-

gine da

tal

imperatore

ha vieppi accreditata quella opinioTale ftatua


dell'arte

ne con una
fenz' alcun

ifcrizione fattavi apporre

fondamento

non ha molti anni ma comunque mediocre ,


,

pur farebbe un prodigio


tempi
.

f
,

lavoro fofle di quefti


e copiata da una di

Notili che la tefla n'

nuova

M.

Aurelio in fua giovent.


12.

Jf.

V' nella

villa

Borghefe una ftatua fedente


la

di gran- KcUfado*!"*

dezza minore del naturale, che tiene

delira fui ginocchio,

ed

fiata
,

mal

propofito creduta l'eiEgie di Belifario menla

dicante

perch tiene

detta

mano- aperta
(a)
.

concava, co-

me

in

atto

di ricevervi

qualche cofa

Potrebbe quella
,

rapprefentare un di coloro che mendicavano per Cibele


quali foltanto
,

ai

dopo

le
.

leggi

delle dodici

Tavole

era ci
dal-

conceduto
la

in

Roma
,

(a)

Chiamavanfi quelli MuTpctyv'prou


perch a
.

madre
13.

degli dei

e Mapct-yuprou

tal

quellua era

deflinato un giorno per ogni luna (b)


jT.

Sembra per che dar


.

polTa a quella flatua una


in Suetonio

fpiegazione pi erudita

Leggiamo

che Augnilo

foleva ogni anno contraffare per un

giorno
(

il

mendico
)

e
ri-

fporgeva

la

mano
.

colle dita raccolte

cavam manum

per

cevere l'elemofna

Quefio

egli facea

come
3

un'efpiazione alla

Ggg
imperatore
rer. divif.

dea

fopra una

Siquis in aliena ^4. Infiit. cio che f un pittore dipingeva tavola che non fofse fua , egli ne
.
,

De
,

diventafle padrone per

mezzo
;

della pittura
la

pagandone per
valentuomo
,

il

prezzo

per

ragione che

farebbe ftata cofa ridicola

pittura d'un , che per efcmpio d'ApcUe , o di Parrafio , avefle dovuto cedere ad una vile tavjla , odia che avefle dovuto reftare del paHrone della tavola , perch fatu fu di una cofa altrui , come era ftabilito per chi fcriveva in una membrana , o carta non fua , ancorth con lettere d'oro . Tale difpofiiione fa

faceva puranche qualche ftinia difcgno a quel tempo (a) Ed una favola , che Belifario fofle fatto accecare per ordine dell' imperator Giuftiniano , o di Teodora , e folfc corretto a mendicare Si legga tra gli altri il cardinal

vedere che

fi

delle arti del

come,

Orfi IJloriu eccl.T.XlX.lib.^z. . 8 s-t e ti fignor abate Invernizzi nella fua dotta opera De rebus geftis Jujliniani Magni , Hi. ti,
.

r/.
(,a)

Cic.

De

/eg. /ih. 2. cap,


.

16, n.fOt

>

(i)

Suidar. Mr/vfT)i(

'5
<

'

4,22

Storia dells Arti bel Dissono


(a)
,

dea Nemcfi
LIB. Xll.

la

quale

fecondo l'opinione de' Gentili,


.

umiliava
al

grandi della terra

Per quefta medefima ragione


i

CAP.llU
carro trionfale de' vincitori attaccavanfi
,

crotali e la sferfla-

za

attributi di

Nemed

che pur veggonfi ad una bella


)
,

tua fedente di quefta dea nel giardino del Vaticano (a)

per

rammentar loro
f

l'inftabilit della

fortuna

per avvertirli che


,

infuperbiri

fi

foffero per la felicit prefente


.

avrebbero intan-

citato contro di s lo fdegno degli dei

Volendo noi per

to giudicar dal lavoro


vi

dovremmo con
a

pi ragione ravvifaril

qualche perfonaggio de' tempi


efTerc
il

Giuftiniano anteriori,

quale abbia voluto


cante per conciliarfi

rappiefentato in figura di mendi.

favore di Nemefi

Arillofane fpiega

per l'azione del rubare l'oppofta pofitura d'una


le

mano

col:

dita

raccolte e alquanto

ripiegate

in atto di

prendere

Arti (tto Collante


.

jf.

14.

Per recare l'ultima ruina


,

all'arte

portoffiaRoma
,

nel 663. Coftante imperator greco


la,

nipote d'Eraclio

e nel-

dimora che

vi fece

di foli dodici giorni


v'
,

fpogliolla di tut,

te le
le

opere in bronzo che


metallo

erano rimafte
delle

e perfino delil

tegole di quefto
(b)
,

quali era coperto


,

Panfua

teon

facendole trafportare a Siracufa


nelle
.

ove dopo

la

morte vennero
Alexandria
{e)

mani

de' Saraceni

che mandaronle ia

jf.

i^ Non
metallo
,

(a) y. Cafaub.

Antmndv.

in Suet. p.

f /

/.

mente

alii

gran chiodi pure


le

di

pe-

(a) ftara Hata nel Mufcn Pio-Clem. T. l. Tav. 4.0. , e fpicgata dal lignor ab. Vifconri per mia Cibele , come e veramente fecintlo la dcfcrizione di Varronc prcllo s. Agoftino De Civ. Dei , lib.j. cap. 24.. Sta a federe ap-

fava fopra
ra Fi :oroii!

4^0000 libre , fecondo che narLe veftigi.t di Roma antica, l. r.

pogciando la liniftra mano fu di un timpano o tamburo , che tiene fotto al braccio per fignifcare , come fcrivc Codino De orifin..
,

Confldritinop. pag.i f. in fine


s rinchiu-lc i venti (i) in Equii. V.
;

che la terra in , ed ha in capo le torri 20 f. [ Uncis ungibus au-

fert

, raoitLjue . (n) In cui pera.ltro lafci tutto il metallo , del quale erano to lerati i gran travi del por,

cap.zo. pag '?j. ; e fu impiegato alle colonne della confeUione di s. Pietro in Vaticano, e in qualche cannone per il Caltel s. Angelo come colia dalla ifcriz.ione pofta per memoria nel portico dello ftelfo Panteon , e riferita c'.al dotto monfig. Borgia Vaticana Lonfcjfio , ec. pr&fdt. pag. LXV\, e da Ma'^ai-goxDe'U coje gentil, ec. c.66.Y\T\o al prefente vi dura la cornice dello fteffo metallo indurato intorno all'ochio , per cui entra il lume
,
.

tico

che poi toltone da Urbano Vili, unita-

Apa'laf De vit. Roman. Ponf. Vita Ss. Vitdiiani & Adeodati , Paul. Diac. Di gefi. Longobard, Hi. j. cap. ti. 13^
(e)
,

jf.

tic!

DAI TEMPI d'Adriano ec. 425 Non dobbiamo creder per che tutti quegli a n- =====* ij. monumenti della Sicilia fiano flati dai Saraceni depre- ^^^-^'iCAP.TII.
;

dari

ma

verofimile

varj luoghi di

per ume queil'ifola; e polliamo congetturarlo da quat-"'*'


vi

che molti rimaiU


bislunghe
,

fieno

fparfi

in si-

tre grandi urne di porfido


delle antiche vafche

che hanno
ceneri

la

forma
di

de' bagni

e Itanno nella cattedrale


le

Palermo
re
.

ove fervono a contenere

di di

altrettanti

Due

altre

urne confimili fono nel

duomo

Monreale
a.

diitante quattro miglia da

Palermo

che fervono
,

di fepolcro
,

due famofi re della IHrpe normanna Guglielmo il Cattivo e Guglielmo il Buono V' tutta l'apparenza che tali vafi lavora.

ti

in bellifimo porfido fian ivi

ftati

portati da

Roma

(a)

ove

ferviffero in alcuni di que' fontuofi

bagni

poich fotto

gl'imperatori romani fu introdotto di far trafportare nella capitale quella pietra egiziana
ftata pi
,

e a' loro

tempi gi

la Sicilia era.
dell' arte
vi folTeil

volte fpogliata degli -antichi


(b)
;

monumenti

che l'adornavano

altronde da credere

che

ro col perfone che a loro fpefe

facefTero

ellrarre

por.

fido dalle cave d'Egitto per farlo poi lavorare in quel


/. 16.
.

modo

Nella fola Cotlantinopoli


/-

dopo
e

l'intero

diflrug-

gimento che
Ivi fu
,

ratto

le

nera

>

nella

li

^ Grecia

Koma

r li con-

Sratuc trasportare in Co-

fantinopoU,

fervarono ancora per qualche tempo alcuni monumenti deir


arte
.

trafportato tutto quel


di

poco che ferbato

erafi in

Grecia

e perfino la ftatua

bronzo
Ivi

dell'afinajo col fuo fo-

rnir fatta gettare a Nicopoli da Augufto

dopo

la rotta

data

ad Antonio

Cleopatra

{a)

fi.ette

fino alla
,

met del
di

fecolo undecimo la Pallade dell'ifola di Lindo

lavoro

Didi

PENO e

SciLL,iDE

c vi

fi

videro circa que' tempi alcuni de


,

pi gran mon.imenti

dell' arte

cio

il

Giove Olimpico

Fi(a) G' imperatori greci folrvano portareda Roma a porfido , e iavo'i farti in elTo Collantinopoli ; onie chiamavali allora marmo lojiaiio . Ne facevano per venire anche
il
,

(fall'

pjg.

Egitto , Si vcJa Tom. I.pag.rj^. n. b. ^ i ^9. n. t. (b) Vedi qui zvnp. zSS./eg. , e p-S^-(a) Glycas Annaspar, j. grincf^ios- -S.

424
Fidia
LIB.XII.
,

Storia delle Arti del Dissono


la

bella

Venere
,

di

ftatua dell'

Occafione

e la

GAP.

Gnido lavoro di Prassitele Giunone di Samo opere di


,

la

Lr-

III.

sippo

(a)

Tutti quelli gran lavori perirono probabilmente


della citt fotto Balduino
,

nel faccheggio

a principio del fe-

colo decimoterzo
le fiatile di

allorch
(i)
,

fi

fufero per farne

moneta

tutte

bronzo

fra le quali

uno

fcrittor di que'

tempi

Cedren. Compeni, kjior. pag. ^22. t<j) Dal difcorfo di quefto fcrittore fi raccoglie Clic ve le avelie fatte trafportare l' impcrator Teadofio il Grande Quefto flato , fra
l
.

fiahat "rari

con che ha egli voluto dire probabilmente che effe vi furono bens una volta , ma a' tempi fuoi non v'erano piti .
:

imperatori greci , il pi portato per le arti del difegno ; e racconta Temiftio Ordt. 1 S. p. 2z;. A. , che per le gran fabbriche da lui fatte alzate , e adornare , ]a citt di Coltantinopoli era piena d'ogni fortad'artifti . Anche Giuftiniano fece alzare moltilTime grandi fabbriche , delle quali parla Procopio in un' opera intiera , De Adificiis Jufiiniani La cfiicfa di s. Sofia in quella citta da lui riedificata , viene dcfcritta come cofa portento fa da Paolo Silenziario fcrittor contemporaneo; e Pietro Belon Obfervat. despluf.fin.gular.ec. itv. I. chap. S ^.pag. 74. la dekrivc come la pi bella fabbrica dell'antichit efiftente ancora a' ftioi tempi , cio al principio del fecolo XVL ; e dice , che il Panteon d'Agrippa non fa pi maraviglia a chi ha veduta quella
g'
.

Deeli nondimeno tra quefte eccettuare la Pallade di Lindo , che da Cedreno rammcntafi it\ feguito;'. ^z^. , come ancot efiftente in una. piazza di Coflantinopoli con un' altra flatua
d'Anfitrite , che fullc tempie avea le branche d'un granchio [ Non v' bifogno di congetture per fapere il fine di tante ftatue , quando lo leflo Cedreno pag. ^yi. D. fcriye chiaramente , che perirono tutte in un incendio col palazzo Laufiaco , ove erano fiate potlc da Tfiodofio , come ho detto nella nota precedente ; e ci verfo Tanno 47J. fotto l'impeix) di Baflifco . A Cedreno h accorda Zonata jinnal. Uh. 14. pag yz.fegg. , e vi comprende anche la detta Pallade di Lindo Siamo indi quafi ficuri , che la tefla della Venere confervata a Madrid , la quale per la fua bellezza potrebbe crederfi l' originale , come fi notato qui avanti alla pag.zoo. col. z., altro non fia realmente , che una copia ; e cori molto maggior fondamento , oltre ci che li olfervto nel Tom. l. pag. ^i6. not. e. , potremo afferire , che la Venere de' Medici non fia quella di Praffitclc Io mi maraviglio come di tanti fcrittori , che hanno parlato del deflino di quefla Venere , niuno abbia ve. . .

gran macchina
moft'hea
l'antico
.

Turchi ne hanno fatto una


di

Giuftiniano prima
,

abbattere

togliere le ftatuc , che v'erano dentro , come fi detto qui avanti Mapag. 4.14. , e le diftiibui per la citta ,

tempio

ne fece

fecondo che narrano


citati

gli fcrittori

che

ivi

ho

copiandofi l'un l'altro ; e fc poniamo predar fede a Codino , ultimo non poche ve n'erano puranche al d5 efl
,
,

nella nota a.

cio alla met del fecole XV. , come crede il Fabricio Bibl. grtca , Tom. FI. l. f. e. y. p.47 6. ; e quelle in bronzo , fc ve n'erano , come credibile , faranno late rifparmiate nel devaftamento generale , che ne fu fatto nei tempi , de'quali

tempo

almeno i detti due gteci annapi moderni, tra i quali il fignor Dutens Orig. d^s decouv. ec. Tom. il. par. III. chap. 11. . zPo. pag. z^o. , Cameron Defcripton des hains des Romains , ec. pag. r 6. , Il liano contentati di ripetere ci che dice qui \vinkelmann Solo il Bandurio per quanto io fppia Imper. oricnc. Jve AnE parla da Winkelniann in quella pagina tiq. Conflantinop. Tom. il. Uh. i. pag. 4S7. (i) Avvi ragion di dubitare fc tutte le accennate opere cfifteflero non che al principio avverte coli' autorit di Cedreno , che ella del tcriodecimo fecole , ma neli'undecimo , per in quell'incendio ; ma poi dimenticatoVolen- fene , nel li. 7. pag. S46. fcrive , die fu iu cui probabilmente vivea Cedrcno do qucfti pap. ;? 2 2. indicare la ftatua di Co- trafportata in feguito a Firenze . Teofilo ftantino e quella di fua madre, ficrome le Sigeberto Bayero , che ha fatta una dilfertazione fulla ftatua di Pralfitele , e fua ftoaltre due fatue equeftri di Trajano e d'Adriano imperatori , ufa il tempo prcfentt /Lnf; ma ria , ove poteva afpettarfcnc una piena nopaffando poi a dcfcrivere quei fito di Coflan- tizia , non altro fa che confutare quefto fcrittore con due medaglioni battuti a Gnido , tinopoli denominato Laufo , e le flatue che l'adornavano, la Pallade , la Venere il Gio- ne' quali rapprcfentata la Venere ivi ccleve Olimpico ec. , faufo del tempo imperfetto hratifTuna in atteggiamento ben diveifo da
duti
lifti
,

citati
i

in

cui egli fcriveva

e che

pi

DAI TEMPI d'Adriano ec. rammemora particolarmente la Giunone di Samo


,

42
()
,
.

cf

Seb-

bene debba prenderfi per un'efpreflione iperbolica


dice che Ja fola tefta di quella ftatua

quando

efiTendo fatta in pezzi

bad
$.

a caricare quattro carri

non

lafcia ci
.

non
il

oftante di

darci idea d'un'opera molto grande


17.

Confiderando poi non folamente

gran numero
fotto
i

delle flatue di

bronzo
fin

fatte

a Coftantinopoli
i

primi
,

imperatori bizantini
quali
fatti
fi

dopo fucceflbri di Teodofio delle confervata la memoria in molti epigrammi greci


s

in

lode

della liatua

della perfona

effigiatavi (a)
;

ma
fra'

in

particolare le anzidette due colonne coclidi

non pu

negarfi che l'arte venifle tuttora

con pi fuccefib coltivata

Greci che a
.

popoli barbari

Roma fiata gi come dicemmo devaftata da' Un certo gufto elegante del difegno forma,

to fu l'antico a mantenuto

fra'

Greci

fin a

tempi

dell'

im-

peraquella di Firenze ; e con una ftatua trafportata da Roma a Pietroburgo nel giardino imperiale Ma (iccome qucfta ftatua reftaurata in parte , e non troppo felicemente per il (uo fcopo , egli poteva piuttofto allegare quella celebre gi di Belvedere al Vaticano ,
.

(a) Le (latuc per la maggior parte di broninnalzate principalmente in Coftantino, poli dagl'imperatori greci a s fteffi , alla loro famiglia , ai loro generali , ed ai loro pre-

zo

decelTori erano in

e tra quelle

molte anche equeflri


;

ora nel Mufeo Pio-Cicmentino , della quale parlai al luogo citato , che era Rata data in rame da Perrier nella fua Raccolta di ftatue ,

e moltiffimc ne defcrivono gli autori , che ho citati qui avanti alla vag. 414. not.A.princ, e tanti

un numero forprendente

altri fcrittori

Tav. 8 j.
Raccolta
la

e dal Maffei parimente nella fua

che

Tav. 4. Effa fomigliantifTirna al, figura dei medaglioni ; e per copia di quella di PrafTtele et fiata gi riconolciuta da altri , come nota il fignor Falconet DICCujflon unpeu pedantefque , ec. ceuvr. Tom. il. pag. ^jo. La differtaiione di Bayero fi legge negli Atti dcirAcfademia delle fetenze di Pietroburgo Tom. IP^. pag. 2f!>. fcgg. con queflo titolo De tenere Cnidia in crypta conchyliata horti imperatori ad aulam iftivam , 6? in duohus numis cnidiis . {a) Niccta Choniata ap. Fabric. Bibloth. gric. Tom. yi. lib. f, e. j. p. 406. [e prel:

L'unica in bronzo , bizantini confervata delle erette in Italia per quanto io fappia , e forf l'unica al mondo ,
.

fiafi

palmi , che vede nella pubblica piaz-. za della citt di Barletta nella Puglia Col crederei anfi dice un Coftantino ; e tale lo ch' io mediante il confronto , che ho fatto del difegno di elfa favoritomi dal fignor D. Emanuele Mola prefetto dei regi ftudj , ed ac quella dell'altezza di circa venti
al

preiente ancora

fi

lo Bandurio Imper. orient. Jve Ant. Conflant. Tom. l. Uh. 6. p.i oS. Non dice per , che la Giunone folle quella di Samo ; e non poteva dirlo , perch era perita molto prima , coDice me li detto nella nota precedente bens poco dopo , che allora fu fquagliata la detta ftatua deli'alinajo col fuo fornaio eretta gi da Augufto in Nicopoli
.

cademico nella vicina citt di Bari , colle ftatue di Coftantino allegate da Winkelmann qui avanti ;?,/^. ^0^. Il lgnor barone di Riedefel , il quale nel fuo Viaegio in Sicilia , e nella Magna Grecia , ftampato in tcdefce , e poi tradotto in francete lettera z. pag. 24'- > Io pretende un Giulio Cefare , non avr avuta ben prefente ne la fifonomia di quefto impe,

e non avr ; forma dell'abito che de' Vedafene la figura in fine di quebaffi tempi e l' indice de' rami nel terzo , ove fto Tomo ce palleremo pi difFufamcnte .

ratore

n quella di Cof>antino
.

ben

riflettuto alla

42^
tlB. Xll.
di

Storia dell^ Arti del Distgno


,

perator Giuflino

come ne

fa

fede

il

Codice greco miniato


al

Cofma
,

efiftente nella biblioteca

Vaticana

num. 6gg.

CAP.

111.

e pubblicato dal
figure

Montfaucon

(ij)

ma
,

fenza copiarne tutte le


le

In queflo Codice adunque fra

altre pitture

veg-

gonfi miniate due figure femminili

che danzano a pie del

trono del re Davidde


loro fvolazza fopra
la
il

tengono ciafcuna un panno che


l'epigrafe

capo, con

OPXHGIG
,

(a),

danza

e quefte

fono efpreffe con tanta leggiadria

che

debbono

crederfi copiate da qualche pittura antica de'


.

buo-

ni fecoli dell'arte greca (b)

Cofma
il

era un mercante

fattoli

poi monaco

e vivea fotto

regno del detto imperatore

come
opera
ConcMons.
jf.
,

egli

fteffo

ce lo infegna nel libro fecondo della fua


il

e ce lo

conferma

patriarca Fozio (b) (e)

iS.

lo qui, ben Io veggo, ho gi oltrepaffati


,

con;

fini

che prefiggermi dovea

fcrivendo la ftoria dell'arte

ma
arte

febbene provafl un interno rammarico confiderando


nella fua decadenza,

l'

fimile a quel cittadino che fcrive pian-

gendo
nio
;

la diftruzione

della fua patria di

cui flato teftimoal

pur non ho faputo trattenermi dal tener dietro


grandi opere
,

dele

filino delle

e feguirle fin

dove ne ho trovate

tracce

Cosi una tenera amante mira dal lido l'amor fuo che
le

folcando
dere
;

onde s'allontana

e cui

non

ifpera di pi rive,

lo fegue finch

pu

cogli occhi lagrimofi


fulle

e parie di

fcorgerne ancora l'immagine

lontane vele.

noi

co-

me
{a)

a quell'amante,

non

refta

pi che un'ombra dell'oggetto

(a)

CoUcci.fcrpt. erte. Tom. il. pag-i i ?. fta fcritto. Cb) Qiicfta una efaaera7.ione . {b) Biblioth. cod. pag. 22. [Fo-

OPXHCHC

maggior compimento Tranato preliminare ,


.

avendolo tratto dal


,

in fine

e dalle

Anno-

XXXVI.

tazioni del nofrro Autore a queflo luogo della Storia Notizie pi efatte , e pi ditlufe ,

zio d l'eftratto del

di lui libro

credendolo

anonimo
ca
,

il Fabncio B'M. gra.zf.pag. 60 f). ; e anonimo il Todice Vaticano Vive\'a eia ai tempi di Ginftno ; ma fcrilTe ai tempi di Gi,

come

oflerv
e.

Tom

il, lib. s.

provate principalmente coi monumenti incili in rame , s per l'epoca dell'a-te nei tempi accennati da V^'inkclmann in quefto capo ; e s per il tiar:o fuccciTvo fino al riforgimcnto

ftiniano vcrfo l'anno

,. ,

e feguenri

come

nota
(e)

il

Montfaucon Ice. cit.pag. I. Quefto paragrafo l'ho qui aggiunto per

mcdelma in quelli ultimi fecoli trasce le dar l' indefeflo , e dilijentiflmo fignor cavaliere d'Agincourt nell'oncia , che
dell'arte
,

corfi

accennammo

qui avanti pag. 78.

coi. i.

DAI TEMPI d'Adriano ec.


to de' noftrl defiderj
dita llefla
.

427
perLiB.xn.
CAP.III.

quali per

vengono

irritati dalla

zione

Noi confideriamo le copie con maggior attenche non faremmo f gli originali medefimi pofTedef11

fmo
tri

RafTomigliamo a coloro che vogliono vedere degli fpet-

ove non fono.


,

nome

di antichit
di

venzione

n quella priva

una favorevole prevantaggio Giova fempre il


.

figurarci di trovar
fa
.

molto per ifcoprire


flati

alla

fine

qualche co,

Se gli antichi foffero

pi poveri di
.

monumenti

me-

glio avrebbono fcritto dell'arte

fiamo come

gli eredi

male

divifi

Noi che riguardo a loro fmoviamo ogni faflb on,

de coi noftri ragionamenti fu di molti e fingoli oggetti d'antichit arriviamo


le

almeno ad una probabil ficurezza


iflruttiva

la

qua-

pu divenir pi
,

che

le

notizie lafciateci dagli an-

tichi

quali

tranne qualche indizio di cognizione dell'arillorici


.

te

fono meramente
ig.

jf.

Forf in quell'opera mia molte volte io non avr


;

colpito nel vero

ma l'uomo
,

lludiofo

non dee vergognarli


ri-

di cercare la verit

anche con ifvantaggio della propria

putazione

e bifogna

ben che alcuni errino


.

perch

pi

prendano

il

buon

fentiero

Fine del Tomo Secondo

Ton.II.

TU.

.;:.

//
/.,,

///

iit;

T^^mll

Hz^..

y/-

'

y^^/i'

O^i^:

Ton II

TI/

.'^y../-

,>./

'

r7f/t.^/t/

Te .7/

T.,rn:

Il

T...

TYI

Tom.

IL

T. yjll.

^r./.

^^^

p^/.
O'- Ct^^fre(/A\

i:._n

XfX.

\^j^'i^^

(y^/-

T.^If

T^

'J^^a^^

c/t^/.

^y^cAeOii

T,rn

//

T.,..

A/

^-Jj'-^

t^

^^--^^^^

/^^.'

^'STi

-^,^/r/7 ri,

ine-

^''

vm

'^^m^Mmm
7/Tt".

Potrebbero piacerti anche