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http://www.archive.org/details/storiadelleartid02winc
STORIA DELLE
ARTI DEL DISEGNO^
rn^/r
-JTront:
U^Tm: Vj.
^^.X^^^^.,^.,^,,,.
^,,^,,
.Jl/^.^,
^/
J^^
-Z?^zi''^
rci^A'
JJom^
yV''d-
STORIA DELLE
ARTI DEL DISEGNO
PRESSO GLI ANTICHI
D
I
GIOVANNI WINKELMANN
Tradotta dal Tedefco
E IN
AUMENTATA
CARLO
D A
L'
A B A T E
F A
GIURECONSULTO
TOMO SECONDO
*-^^/Cft
X X I IL
LI C tX ZA DL'sVtSKlOIil,
Cum
in
omni genere
efl
dam
tacito
vis
incredibiiifque naturce
,
quodam fenfu
,
ac rationibus rccla
ac prava
dijudicant
Cicero
De
Orat.
lib. ili.
cap.
jo.
n.
Jp^.
U..LOLLIV. ALCAMfeMES
deC ET.>\>VWrVfR
STORIA
DELLE ARTI DEL DISEGNO PRESSO GLI ANTICHI,
LIBRO SETTIMO.
Meccanifmo
della Scultura preiTo
i
Greci
e loro Piccura
Capo
Mantern
t
I.
csn cui
Modelli in creta
,
rilevati in avorio
in argento
.
in
marmo
.
.
abbozzo
.
e ul-
tima mano
[alte
.
Sculture in
porfido
marmo
. .
nero
in alabajro
in
ha"
e in
~ Baffi-rilievi
, .
Figure rejaurate
Gem.
me
..
notizia delle
pu
pegevoli
si
incift
che in rilievo
Abbiamo
ne' Libri
antecedenti efamlnata
i
a
;
cos dire
la
Greci
e in quefto
ne
efl
confidereremo
la pratica
cio
il
lavo-
6
lavoravano
LiB.vii.
Maniera con
tifti'iavoMrol ^"^
.
e da-
Prendendo
Si
,
il
nome
efTo
di
fcultura in
il
un fenfo
efte-
Comprendiamo
fondere (i)
'1
.
in
anche
modellare, l'incidere,
,
^'
e'I
modell
fi
s'intagli
,
l'avorio e
legno
fcolpirono
fi
fafl
di
varie qualit
s'inci'ero le
gemme,
fiifero
metalli.
Di
quelli parle,
remo
nel
Capo Tegnente
.
Nulla
fi
2.
Comincer
al
fere fiata la
dalla creta , che naturalmente dev'efprima materia adoperata dagli artifli (b) , e , uni,
tamente
dimoflra
geflb
come
Che
fi
modellafTe
collo
,
ftecco lo
baffo-rilievo in
marmo d'Alcamene
Albani
,
mano
vianfi
del
.
per
fer-
A
la
riferifce
fecon-
do
cui
la
parte pi
dell'efecuzione
era
la
quando
fra l'ugna e
carne intro-
mettevafi
"Otuv v vvuxt
Quelle parole
non
.(^ly
Li /cultura
fi
nel
frctco
rifciifce ai lavori in
laan ioii plaflicLi l'arte di lar le figure di terxa , ftatuaria l'arte di gettarle in bronzo , e Aveauo tai intaglio l'arte di farle in legno nomi anclie gli anticlii , co:e (i vede prelFo
.
pag. 24.., e ultiinanente da Foggini Mufeo Caphol. Tom. li^. Tav. 2 f. pa;i.i ig. Si vede anche in una germia preiTo il Galeotti Gemms. antiq. liu. iic. Tab. j. n. i. , e prellb
alrri
.
Vimo lib.;^. cap.y. Jic.i 6. e l.^y. cap.i (a) Ma per f ne parlato nel Tono
,
2.
I.
{a) Plutarch.
Tom.
I.
/.
il.
pag.20. efegg. ^j. e. r2.re^- 44- , che dopo Lififtrato non fi lavorava Itatua, o fimulacro, che non f ne facelfe il modello in creta. (d) Prometeo fi vede pure collo ftccco in mano , e la figura fuUe ginocchia in un baffo-iilievo dtl Mufeo Capitolino riportato dal
le) Scrive Plinio
fteifo detto
"^
tu
jr
'kx*
Non
pare che
voglia dire altro in a nendue i luoghi , f non che la parte pi difficile era appunto quanda
PRESSO
Greci,
ben
:
loro Pittura.
non fono
Glunio
nota
fiate finora
intefe
7 eFrancefco dagl'interpreti,
exigitur liitum
>
,
{a)
il
che traduce
vero
fenfi)
.
cnm ed nngiiem
verbo
non
di-
LIB. VII.
GAP.
I.'
ne rende
qii
Il
fvxiT,iiP
o ^ofvxt^nv
al fijo
finire
modello
il
All'ufo di
efpreflone
modello coU'ugna
;
rapporta
pure
l'
Oraziana
ad
FaHiis homo
unmem
(h)
(e)
;
come
venale
all'ufo di
adoperare principalmente
fi
il
pollice nel
di
far
fioure di
:
cera
Gio-
ceti
follice dticat
%Jt fi
jf.
qiiis
{d)
3.
Un
chiaro fcrittore,
conte di Caylus
leggendo
fe-
in
Diodoro
{e)
che
gli
artifi:i
,
egiziani
i
aveano lavorato
condo
occhio
un' efatta
norma
laddove
,
greci determinavano a
le neceflarie
,
proporzioni
fi
s'
argomentato
di
quindi
conchiudere
valefi^ero
il
punto
di
modello
Ma
facii cofa
dimofirargli l'oppo-
non
,
parlammo nel Libro I. Capo il. ma ezian-ove rappredio con una gemma del mufeo Stofchiano (/)
ftatue
de' quali
,
fenaltro non rimaneva a fare , che <?ar gli ultimi ritocchi coU'ugna ai modelli di creta ; fcnza cercare f quella s'intromettefTc all'unna e al dito il che pi facilmente poteva liicccdcre nel maneggiare la creta per fare il modello, anzich nel ritoccarlo quando era gi quafi finito.Peraltro ficcome oggid comu:
a fare anche
le
.
eftremit
.
,
.
e le
ugnc
delta
fgura
(a) Caral. Piior. inPolicl. p. i 6S. [Gianio fcguita la traduzione di Silandro , e degli altri
.
(b) lib.i.
(e)
fi adopra l'ugna a tal effetto, pirebbe darli anche altra fpicgazionc al paffo di Plutarco , pi conforme a qualche iraniera di dire , o a qualche altra ufanza degli antichi artifti , che noi non conofciamo Come , per efempio , clic il modello vicino alla fua perfezione , quando l'artifta giunto
:
ncmente ror
T)e arte poet. verf. 2^4. (if) Sat.j. rerf. 2^7. Conf. Rutgcrf. Var. lu. Uh. i .cap. z.pag.i. (f) Uh. i. circa fin. (a) Vedi Tomo .pcg. 1 20. efeg. (/) Defiript. des pierr. grav. au Cab. de Sto[ch , ci. ^, feB. i. n. 6. pag. jrf.
8
fentafi
le
col
in
LIB. VII.
filo a
piombo
.
come
.
daremo
;
CAP
I.
apprelTo
pittori
devon avere
in
ma
gli fcultori
hanno
,
dra ed
il
circolo
ogni tempo dovuto adoperare la fquaanche per modellare , eflendo quello laalla fcultura.
,
^. 4.
(a)
,
oltre
;
modelfiarfe
,
immagini delle
le
di
tal
uomini
che
Varrone Ipediva da Roma in altri paefi (i) Sono pervenuti fino a noi alcuni degli antichi baf^. jf.
fi-rilievi in
geff
e d'un
Napoli
zuolo
lana
cati
.
(b)
,
ma
di calcina
,
e pozzodili-
baffi
tanto pi
apparifcono e
oflervafi
gli
artifti
gradazioni
che
fui
Pertanto deve
con(a) Di geflb fi facevano anche le forme per copiare le ftatue fin dai tempi anteriori a Liiiftrato , PVm. Hi. ^ f. cap. 1 2. fe^. 4.4. (cz) Prudent. Apoth. verf.y26. Prudenzio parla di Giuliano l'apoflata , il quale foleva mettere il capo fotto una ftatua d'Apollo in gclTo per venerazione Quin & ApoLlineo frontem fubmittere gy\
pso
Degl'idoli di gertb ne parla anche Arnobio .Adv. Gent. Ili. 6. p. 20 i. Giovenale Sat. 2.
molte figure del filolofo Crilippo , che in gelfo li facevano; J'aufania lib.g. cap. ^2. pag.jyj. nomina una ftatua di Bacco di tal materia , e dipinta ; e Tiinio lib.^S. cap. 2 j. feci. fg. fcrive , che ( ne facevano figurine , e balTi-rilievi per ado-rnare i palazzi .
verf.4..
fa
menzione
delie
(i)
I ritratti
degli
uomini
illuftri pel
mon-
do
da M. Varrone , fino al numero di fcttecento ,_ non dovettero elfer fatti in geffo , ma difegnati fuUa pergamena con uno o
fpediti
pi colori, Plinio liB. ^f. cap. z.fcB. 2. , da cui abbiamo quello racconto , parla d'immagini d'uomini , clic chiuder poteano , e che erano inferite ne' codici delle opere loro Da. quell' efpredlone pliniana nfenis vo/uminibus pu argo. aliquo modo imagintbus fi mcntarc che tali copie fodero con leggiera tmta cfeguice [ Mi pare che Plinio dica , che Varrone inferiva nelle fuc opere i ritratti degli uomini illuftri.che lodava , o de' quali Marcus parlava , non gi nelle opere di effi Varr beaignijjtmo invento y infertis voluminam fuorum fecunditati , non nominibus tancum feptiagentorum illuftrium , fed & aliquo modo imaginibus : non pajfus intercidere figaras , aut vetujiatem ivi cantra homjnei valere , inventar muneris etiam Diis /hv/diofi , quando immortalitatem non Jolum dedit , verum etiam in omnes ter^as mifit , ut claudi pof[ent prifcntes effe ubique , (b)_ Quefti , e quell'altro apprello del tcmpio d' Ifidc fono di ftucco ,
.
.
&
PRi-sso
Greci
e
il
loro Pittura
rpj,2o\o$ (n)
9
d'
confderarfi
<:appelletta
come una
nel cortile
,
rarit
,
bafTo-riJievo in gelTo
,
una
Lia. Vii.
detto
del
tempio
-,
'ifide a
Pompeja
rapprefentante
CAP.I.
in cui la
mano
fu
fi
muro
efa
caduta
il
ma
vede
fario
(f.
il
ferro necef-
per foflenerla
6.
Si
^
-,
tutto
vafi
,
ci che in elio
argento
;
bronzo
(b)
I-
g'i rilevati
venia detto
s
i
toreutce
(e)
intorno
alla
s'appongono
dole
il
lignificato
>
moderni che gli antichi interpreti dandi un lavoro fatto al torno Le parole
.
7t>pir/x
fi
rcfiuiia
toreuina {b)
,
nptvns
e
e TrpsoTO? iilate
ove
ocIlro-
tratta de'
,
mentovati lavori
vi
fi
cupavano
mento-
non derivano
)
,
gi da w'pvoj
torno
noto
de' tornitori
a cui
non
,
fi
pu
riferire
nefluno dei
palli addotti
da Enrico Stefano
la loro radice
come
fi
mo
ma hanno
,
che
fi-
^nifica chiaro
propriamente
ufa
come
epiteto d'una
Tom. II.
(j) Pauf. Ub. 2. eap. zy.pag. 172. , e. 2^. fag. i7g. Un. /. , cap. ^2. pag.iSC. /in. zi., cap.34.pag.ig^. Jin.ty. (a) Qui II pu aggiugnere , che gli antichi lavoravano anche di Imalro , facendone
B
celebri
feci.
,
voce
/.
^^.
2f.
e. r
) ,
2,
} s-
g. S-
ne
vi al
fi
Giove
come
de' baffi-rilievi
in tutte
le parti
Cmili
a'
naturali
come
of-
Icrive lo fteffo nel//.f5. cap. f. feci. 4. fo accordarmi al ignor Falconet . 4.. che nelle fue Notes far trois livr. de Plirie
ferva il Buonarruoti Ojfervj-^. iflor. fopra ale. medagl. prefa^. pag. XV^ll. con una tcfta di Fauno , e un altra d'un Sileno , cpag. XX. (b) Vcd. Tom. I. pag. 27. e fegg.
(e) ridia,
feci. ig. .
al dire di
il
tane.
Plinio
iib.
^4. cap. S.
di tali lavo-
/.fu
ri con buon fuccell , e poi vi riufci a peifezione Policleto , %. 2. : Primus ( Phidias ) artem toreucicen aperuijfe , atque demonfiraffe merito judicatur . y 2. : Judcacur ( Poli-
cletus
toreuticen Jc erudijfe , ut t'hidias demonflraffe , Cosi credo , che polla fpiegarfi Vuol dire <HXii\\' aperuijfe , atque dmon^raJfe Plinio , che Fidia aveva introdoito l'ufo pi frequente di quei lavori ( come pare che polfa arguirti dai tanti arridi , che probabilmente tutti videro dopo di lui , e vi il refero
)
:
chap. 8. pug. So. Si. (Euvr. che Fidi* , e infegiwto lartc di il primo abbia fcoperto , far bafll-rilicvi in metalli , per poi convincerlo di errore coU'autorita di Anacrconte , che vitTe quafi cent'anni prima di Fidia , e ne parla nelle fuc Odi 17. 18. e ji. ; coIl'efeiTipio dell'arca di Cipfelo defcritta da Paufania iiii.4.. cap. 17. pag. 41 g. , efegg. ; e degli altri fatti da Baiticfe di cui parla quefto medcfimo autore lib.^. cap.i 8. pag.2yj. , non dicendo in cui viveiie Il noP.ro Auper altro l'et tore , che nella prima edizione di quefta Ik)ria era caduto nello {\cflo errore , clie in quella feconda rimprovera agli altri , avca prifo per lavori fatti al tomo qucfti di Fidia . (A) Virg. Cui. verf 66.
liv. ^4..
Tom. ni.
IO
!
Meccanismo
e
della.
.
Scultura
voce chiara
j-q]^
ben
fia
diftinta (a)
LiB.vji.
TvfiVTix.
fiata
^^'
'
vo
difl'erente dal
;
Javoro
gemme
che
di-
ceafi i ay'ht}(^ov
onde
Tc'pew^Mat
,
chiamava propriamente un
ben difcernibili
e chia-
intaglio a figure
re
,
rilevate
e perci
voce
te in
(*)
E poich
,
piccole cofe
,
e minuti fregi
perci Plutarco
par-
lando d'AlelTandro
cedoni
{ci)
,
Ma-
il
quale per
lavori
erafi
fatto
,
celebre in
Roma
in
jf.
M^rov^yr
cio lavorare
cofe
7.
minute
Alcone
di
,
di
Mila
in
Sicilia
,
doverebbe riputarli
potefllmo
il
primo
artifta
(b)
quefta
il
maniera
fa
preliar fede
ad Ovidio
quale lo
i
ove rammentando
parla d'una tazza
,
doni
fatti
da Anio re
,
di
Delo ad Enea,
poeta cade in
lavoro di quell'artifta
.
e annovera coloil
Ma
qui
un manifefto anacronifmo
fecoli
dopo
l'incendio' di Troja,
;
come
fi
pu vedere
i
nella
Sicilia del
Gluverio
febbene n quelli n
(r)
.
commentatori
8.
_
La
(i)
mar-
mo...
marmi
il
quali
fono
bafalte
e'I
porfido.
(T.
p.
La
(a)
Non pu
,
terpreti
tri
le
e fcrictori
a proposto
l'intefe
vero fenfo
di quelle
come
tra
!jli
al-
ha capite,
e fpie^i:^
-.
Arduino
al
eh.
nio
vocabolo TOf.' ufato da Dione Grifoftomo Orat. ^3. pag. ^37. p. ,^ove parla di tazze intagliate , le quali i\iK.i T( xai T9fi<'c aveano , cio erano circondate di fregi e orna t: di balli-riSi
^*;
(*)
e-
not. ^f. di PliSahnafio EAT^raf. Plln. in Sol. cap.fz. '^I^S- molto diltufam^nte ,
(<!) ti .^nil. op. To-n. I. pjg. 27 f. A. (i) Mecant. la.i ^. verf. 67 g. (e) Slcil. antiqua , Uh. z. cap. /. pag. jot.
^'J/-
nlcliiara
cosi
il
r,gor Wiiikelma-in n^Ua prima cdiquella Storia tratta in un para!?rafo particolare dei pi belli e pi celebri marmi della Grecia ; e non ben (I vede , perch , volendo e^li mialiirare ed accrefcere 1' Opera fua , abbia qui on^lTo tal paragrafo . Di due marmi nominiU;neu:e ivi ragiona, e\ pa(,)
xione
di
PRESSO
jT.
Greci
loro Pittura
flatue
ii
LIB. VII.
9.
,
La maggior parte
la
delle
pezzo
Tua
qual cola
.
nella
repubblica
,
di
mar-
CAP.I.
mo
alle quali
,
da principio
fi
fi
rata a parte
come ad evidenza
,
vede nelle
di
Niobe
villa
in
quelle
di
Talora
vi
B 2
rio fto
,
monte
di qiie-
nome
e del venuiico
fomminiftrato da una cava vicina ad Atene , fcopeitavi da Biza di Nallo , che ne tccc le tegole al tempio di Giove olimpico nell'olimpiade Lxxxvii., Pauflin. //i. j. ci o.f.^gS. princ. Biza non ifcopn la cava, ma iiilamcnI
cap. zz.fcB.46. y che prendeva il luftio in guifa da fervile di terfiflimo fpccchio, Sueton. in Domit. cap. 14. Un candore accollantefi all'avorio aveva W coralitico o [angario, Plin. lik.^6. cap. S'.Jec. 14. , e d'un bianco livido
con macchie
Lesbo, e
languigne
.
erano
marmi
di
tegole di marmo detto tempio ; e lo prova Paufania colli due vcrd greci , che furono fcolpiri (ulU baie della llauia , clic gli
tc
le
il
fu eretta in Nallo Naxi hic Latoldi fccit foUcrtia By^a , Cui primum jtda efi tegula de lapiae ] Maggior ulo di quello che dell' altro fecero gli antichi Greci , talch di dieci llatue , nove erano di marmo pcntelico , ed ur^a di pavio Id.paJJm. 11 pcntclico , febbene mcn candido del marnK) di Carrara , Pin. //'*. ^6. e. j. princ. , era per di palla piti dolce e molle ; onde lavora\'ali quali come una cera Fecero gli antichi delle prcgevoliflme flatue in a:
Altre fpecic di bianchi marmi meno celebri palio fotto lilenzio . Sarebbe oggid <]ua(i inipofllbile il diftinguere ne" monumenti greci , che ci rimangono , tutte le fpecie diverte dei marmi . Oltre i marmi bianchi , moltiflimi ne aveano i Greci di varj colori e diverlamente macchiati , il cjrifiio , ofia eubco di color verde mare ; il chio a pili colori , ma Ipecialmente venato di nero ; il tenario di due Ipccie , una neia , l'altia d'un bel verde , che era pure il color del fr^j/Tno ; \ frigio con rotonde macchie di color di porpora ; Valabandico , il lidio , Vonichite , il
di Ja/fe
concilile
preflo
&
le
e pi altri che veder fi polfono De anciq. marmar, pag. ^. jegq. Servirono quelli principalmente per
,
il
Cariofilo
.
mendue
quelli
marmi
Ifidoro Orig. Hi. i 6. marmo pario non fi poflon avere che de' piccoli pezzi atti folo a far vali . [ Vedi fopra
S'
colonne
d'
Quando
s'
introdulle in
Roma
folo vi
il
guRo
6. feci. 7.
non
il
pjg.i 2 1 not. A. ] Altri bianchi marmi avca la Grecia Tal era l' imc^io cavato Strabene /. g. dal monte Imcto prcfTo Atene pag. 6 1 j. princ. Tom. I. , ed il parino che rraevafi dall' Elide provincia coninante col Peloponefo Il primo allomigliava nel candore al pentelico al pario il fecondo , (e non che n'era alfai pi leggiero , Plin. /. jd. cup. 77. feci, 28. e di qiicfto erano fabbricati i due famofi tcmpj d'Apollo delfico , e di Giove olimpico Herodct. tib. j. cap. 62.
1.
. .
Tom.
trasportarono
pi bei
marmi
della Grecia e
ma
piig.4.ot. , Pauf. /ib. f. cav.io. pdg.^pS. princ. Celebre per la bianchezza era fimilnicnte il inaimo d' Efefo , fcoperto da PolTidoro pallore , a cui perci gli Efcfini decretarono divini onori . Bianco pure era il marmo tu/io , e'I proconefo ; ma in quello fcorrevano alcune vene nericce , V. Salniaf. Exerc. Plin. in Solin. cap.jj. Tom. 1. p. 41)^. col. 2. C. : come alcune vene gialle nel Jengice , altro
marmo
terne uno con l'altro , incaflrando , come dice Plinio lib. ^j-. cap. /. , un ovato di numicica in una tavola di Jnnadico due matmi che si il traduttor italiano Domcnichi , che il francefc dvi Piiiet hanno prcfi per due perfonaggi . In quell'arte i moderni artifli romani fianno cerramente fuperati gli antichi . Molti m.arnii fimili a quei della Grecia vanta anche la Sicilia, de' quali eruditamente ragiona Agoftino iretamo Dijfcn. VII. voi. I. Saggi di DiJJcrt. dell' Acc. Palerm. (a) De leg. lib. 12. opcr. Tom. il. p. ps^princ. (a) Una e quella di cui abbiamo data la figura nella Tavola XHI. I. (b) Ora nella flcfia villa , come abbiamo gi detto nel Tomo precedente pag. 441. h. a.
:
Tomo
Plin.
/.
^6.
12
9E
vi
braccia
tali
^'^' '"^-
mentovate Palladi
jf.
CAP.J,
IO.
,
fiaccate dal
,
corpo della
l
figura
attaccarvifi folcano
dagli antichi
.
come
fi
ufa anche
oggid
ftatue
Ci
,
ofTerva in
alcune
come
in
un Ercole
,
in cui
ci-
l'eftremit del
membro'
virile
da un piccolo
lindro di
marmo non
vede tuttora
fi
che
coli
vi
.
fi
mentovato
membro
,
:
tefti-
Quell'Ercole
cos ben
confervato
che pu an,
Roma
affatto intero
,
che
non
avefTero
jf,
II.
Soleano pur
gli
un
diprefTo
.
l'abbozzo
liebre d'un
come i noflri fcultori cominciando a farne Abbiamo un argomento di ci nella figura muFiume poco men che colofTale , che dianzi flava
,
ed ora nella
villa
Albani
Le
bozzate
onde
,
nelle
flati
offa principali
lafciati alcuni
giamento
tua
-/ultima mano.
fono
,
viano di norma
.
fi
toglievan poi
quando
fi
finiva
la fla-
Lo
12.
flelTo
fi
Jf.
Quando
e'I
terminata
(a)
,
,
le
fi
dava
il
pulimento
luflro
y
indi col
piomlo.
bo
(a)
e col tripoli
ovvero lo fcultore
vi ripafi^ava lo fcarpel-
VWmo
Itl.
fi
prefTo
fi
adopratona
altre
pietre,
pi>rtate
che
gli
artifti
cosi detta
fi
come
in
ivi
nota Arduino
nell'ifola di
ifola di
perch
.
preparava
NalTo
dall'Armenia. Al dire di Vitruvio Hi. 7. c.q., le di cui parole fi riportano qui appreflo al capo IV. ^. 7. , fi ftrofinavano le ftatue con ceraconfiftente , odia di candela , e con netci pannilini Nou dice per (e quello fi ufaf'
.
PRESSO
lo
la
vi
;
.
15
Quefto
faceaf
probabilmente
dopo che le s'era data LiB. va. pomice per due moti,
GAP.
delle carni e del
I.
pan-
no
e perch
,
fi
e dilicate
parti
riflettono si quando fono foverchiamente luftrate vivamente la luce che veder non fi pu il minuto lavoro
n conofcere
la
diligenza deirartifi:a
Aggiungafi che
fic,
come
i
facilmente
pi
fini e
pi fignificanti
e perci alcuni
l'
intera fia-
che
aveva; avuta
prima mano
luftrate
di
,
pulimento
dopo Ci non
,
ben anche
coloflali
furono perfettamente
come
fi
Cos pulite
carne
di
,
fono
di
nelle- part
la
due
Tito e
Trajano nella
,
villa
Albani
Pertanto
il
Lacide (e)
,V
perch
re
dovean
di
efTere guardati
,.
da lungi come
le
flatue
non
deve
re
:
tutte intenderfi
come non pu
applicarfi a tutt'i
nuove a dar loro il luftro ; o pulire le vecchie , e per ricoprirvi quadche difetto ; come (I ufa da qualche moaerno artifta net lavori di marmo , e di altre pietre generalmente .
f per le ftatue
f per
(a) Cosi fcrive l'Algarotti Lettere fopra la pittura y lett. i. oper. Tom. yi.pag. 7. Si dolgono in Francia che ripulendoli , ftarei per dire con poca pulitezza , le ftatue di Puget , e di Giratdon , che foiK) ne' giardini di Verfaglia , ne viene rafchiato via l'epidermo, e quel fior di carne onde pare fi rammollifca.i marmo ,: e poi fi lagna', che per ravviyare- gli antichi quadri de' gran maeftri Tintoretca , Tiziano , ed altri ne levino via le unioni , i vciatneaci , e quella patina tanto
,
prezioGi , che lega infenfibilmente le tinte, le rende pi (oavi , e pi morbide , e che folamente pu dare alle pitture quel venerabile vecchio del tempo , che vi lavorava fu con pennelli finiflmi , e con incredibile lentezza, ficcome egli appai-ve allo Spettatore in quella fua vifione pitrorefca ,, (b) Fra le ftatue pi luftrate poflbno vederfi anche in Campidoglio nel cortile dd palazzo dei Confervatori quelle dei due prigionieri , delle quali gi fi parlare nel Tomo I.pag.426. , e fi riparler in apprefl /ib. XI. cap. i.%. 17. Lo fono a fegno cht
riflettono la luce
14
e
S
finite
le
gem*
LIB. Vii.
CAP.I.
me
incife
<f.
13.
Fra
le
,
flatue
a cui
il
mano
at-
collo fcarpcllo
belliffimo
Laocoonte
un occhio
e
con quant'arte
con
quanta
franchezza
fia
fato
La
in
confronto
di quelle
;
lifcie
ma pu
,
fo
Romani
(a)
fuUc
,
a cos dire
li,
mile
I
alia
velie
(*)
marmo
trafportati da
,
Atene a VeneflelTa
zia
ma-
niera
come
imitarne
pelo e la giubba
jf.
14,
II
Ca) Conceder
e delle
ftrigili
forte
fi
;
averter kioghi pi
.
comodi
e tutte le cofc
ma non
introdotto dalla crtendo certo , che quefti da' Greci lo hanno apprefo , e prelTo di efl era cognito anche prima di Omero , come fi rileva dalle opere di lui , e molto pi frequente fi and rendendo in apprcflb , paffando pofcia ai Romani , che ne adottarono anche le parole proprie di tutte le cofe , che lo concernevano Vegg. Laurenti De baiti. med. antiq. fihediafma , cap. 2. , Cafali De thcrm. baln. vet. , Ferrari De balnes,
iTio!lc22a de'
gi che fia
Romani
Per l'ufo delle Itrigili C\ pu vedere la gemma rapprefentante Tidco data nel Tomo 1. pug.i 6 1 , e ci che ne ho detto alla;'a^. tSp. ; e pu oflervarfi in Senofonte De exped. Cyri , lib.i. pag.246. D., che Xenia capitano di Ciro Minore ne' luncccrtarie a tal fine
.
&
&
poft inh._,
Denina
yjl.
mo
il.
lb.
,
,
Toche
coll'autorit d' Ippocrate vuol provare , arte gymnajl. lib.i . cap.i o. princ. , che rari
ufafl'ero
De
quel gran meDe vius rat. in morb. acut. feci. ^. .714. , ove an7i fa capire l'oppoflo , e lo configlia come un ottimo rimedio j e folo fi ^agna , che non
il
dico
forf
bagno non
ai
tempi
di
d'oro (*) Queff paragoni potranno forf rifchiarare un'efprcrtfone di Dionifio Alicarnaffeo , non ben intefa finora , meglio che tutte le dilpute di Salniafio Not. in Tenui! de pali. p. 2 ^4. , &' Confili, animadv. And. Ccrcotii , p. j 7^. , e di Petavio Andr. Kerckoct. Mafrigoph. pan. ^. pag.106. Dionifio, parlando della maniera di fcriverc c'i Platone , ufa quefle voci x^*"' fX'^"''''" X"*'
.
.
'-
lo avr letto
bene
Tf ipx'T)iT [ antiqua illa inv '-{ lis \ Epift. ad Cn, Pomp. de Plot. oper. Tom, il. pag. Z04. Un. 7. Non potrebb'ella l'efprefflonc d Dionifio [ incendetfi e fpiegarfi di
l
pREsso
jf.
Greci
loro Pittura
i ?
14.
Il
marmo nero,
tu lavorato (tatua
.
di cui v'era
Lesbo
(a)
pi tardi del
in
^^
fatta
quel
marmo
e
fcolpita da
un
di
scui ture
m
nc-
La pi dura
pi
hna Ipecie
marmo
nero quella che chiamafi volgarmente pietra di pae di quelTia ci fono pervenute alcune figure interagone re , cio un Apollo nella galleria del palazzo Farnefe , il
marmo
cosi detto
dio
Aventino
nel
mufeo Capitolino
,
ameudue
i due mentovati Centauri maggiori dell'umana ftatura (a) pi piccoli della grandezza naturale ( che dianzi appartene-
vano
fui
al card. Furietti
) ,
di cui
,
zoccolo leggonf
e
Aristea
rale
in
Papia d'Afrodifio
fcolpiti
(b)
marmo nero
un Satiretto
atto di danza-
re
Si
mano un'ampolla
,
d'olio.
vedono amendue
in
e trovati
furono dal
ftrnor card.
ove ftavano
dal teatro
in-
marmo
nero
greco
ziane
,
delle quali
;:,..;
jT.
ho parlato
nel Libro
iL Capo lY.
ij.
La
Va.
dcU'antkhua
fcrictori
f
,
voce X''*"
^^'^^
^^^
"l^"
ptcndcrd in un fen-
fo allegorico e
ovvio , bra un mento; poich ha quello medefimo fenlo quando fi aiopra per indicare la corteccia lanuginofa dc'pomr, come prelTo Ariftofane Nuh. verf. 0-4.. [ Doveva dire Winkelmann che Ariuofanc la prende in q'iel fenfo appunto non gi nel fenfo della lanuginofa corteccia de' pomi de' quali non pana ] e f ( paragoni tale efprelTione all' applicazione che io fo della (Iella immagine
, , , ;
Con queft'immagins
ivuroomira/ [eJeganti] di Cicsxote ad /Itt. Hi. 14. ep.j. ;rj'f I (a) Philoftr. De vh. foph. Uh. z. num. 1. Herod. cip. i. Tom. il. pig.jjS., [ altre a Tcnaro e in Africa pi celebri , Plin. lih.^S. cjp. i 8. feci. zg. (a) E fono amendue di bafalte verde . Di paragone la ftatua di un eroe nudo con
,
per la pelle di Laocoonte , fi vedr che Dionido ha voluto dire la medelma cofa Hardion Sur uae Icure di Uciys d'AHcarnafe Pompei , pag. i zS. , che dopo i mentovati
.
una figurina aitato involta in un manto nel cafno della villa Ncgroni fuU'Efquilino ; ed rimarchevole non oltante l' ignoranza a\ chi 1' ha reftaurata (b) Sono di Bigio morato .
.
i5
jf.
Varia
il
la
durezza
,
di
quefto
marmo:
il
pi te;
LIB. VII
CAP.
nero anche
quello
,
pi nero
ma
fi
I.
fi
cava,
come
vetro facilmente
,
Ipezza
marmo
de'
a ca-
gione
di fua
ma
.
alla
menoma prova
Pi duro del
;
che
^U
fi
dia
ne conofce
la
differenza
inalaba.
jf.
i6.
ftro
orientale
marmo bianco comurke l'alabaftro poich quello come ogni altro alabaftro
,
,
compofto
uniforme
difficile
,
di ftrati
laminofi
il
n ha un grano feguente ed
facilmente
fi
come
riefce
il
marmo
.
ichieggia
e pi
ne
lavoro
ci
mofiata
reftano
fia
mai
;
di neffuna fpecie
d'alabaftro
ma che
,
almeno
te di
eflremit
cio la tefla
le
mani
,
piedi
vi
probabilniende' bufli e
la
bronzo
:
(a)
Abbiamo per
virili
in quello faffo
delle tefle
nelle
e barbate
.
Hata luflrata
carne
ma
Di quelle una
fola f n'
,
confermata in
Roma
le
offia
il
17.
Fra
figure
la
fta
ma,
come
teft
avvifai
,
non
capo
v'
d'alabaftro
che
11
beliiftmo
panneggiamento
piedi, le mani
,
Sono amendue
per avere
il
di quella fpecie
d'alabaftro
che
dicefi
agatno
colore dell'agata,
(aVNc eccettueremo alracn* le figure piecole; e tra le altre una femminile cleiraltezia di pollici 18., di candidilTimo, e puiitidmo alabaftro , fcopertal in un'apertura di terreno fattali per una fcoffa di terremoto li H.
gennai 0-177;. fra fan Paolo tre caftelli , e Chaullaie in Francia , portata quindi in Parigi , e da altri creduta una Venere , da altri una Cleopatra , da altri una Rodope Vcd. Antologia Romana 1774- num.X.pag.yj.
.
TVi^iso
Greci
loro Pittura
.
17
tu, cui
.
{1
Un'altra Diana di
=*==
^^'^- ^'^^
Albani, refkurata per nella met inferiore. La pi grande ftatua d'alabaftro a me nota un
fimil pietra nella villa
GAP.
I.
torfo armato
icolpito
con
tutta la maellria,
in
le
il
quale flato
anch'elfo ha la teila
,
e le
,
gambe
di
bron-
zo indorato
di
bianco alabaflro
nel Libro il. de' greci.
gli
Tebe
:
nella villa
lavoro
cui
ho parlato
figure
elfa
egiziano, ed io qui
jT.
fol tratto
18.
Alle
appartengono
Ermi
bufii-
Quattro Ermi della grandezza ordinaria lavorati in alaballro jorito con tefte antiche di marmo giallo adornano la villa
,
,
Albani,
e fon quefti
foli
,
De' bulli o, a
,
parlare pi efattamente
f
de*
o petti
quei d'Adriano
;
di
di Settimio
in
di
,
Faullina
fu cui
maggiore
Hata adattata
tefla di
Pefcennio Nigro
Tredici petti di
quella fpecie di
li
marmo
per
,
alaballro che
la
quando
altri
cotta
di
chiamafi cotognino
s.
di fimil pietra
,
il
mengli
tovato torfo
dieci
Idelfonfo
Il
,
terzo petto
come pur
.
fon
d'alabaflro agatino
Un
confimile petto
con
tefla
Tom. IL
(a) Ciipo ly. i.zff. pag.t ^2. (b) Altro parimente con teda muliebre d alabaftio orientale della maggior conlrva-
i^-
i9-
gre-
zione lo poffiede il fignor cavaliere de Azara ; e vi ii crede effigiata Antonia maggiore . Vedi appiello al capo il. ^.zz.
iS
jT.
greci
,
fcultori
,
non
folo
nell'alabaftro impiega,
LIB. VII.
rono
loro fcarpello
ina
CAP.
I.
.in bafalte... S
Di quello
faifo
per
non ho veduta che una fola ftatua intera di color nericcio un Apollo , maggiore della grandezza naturale cio il quale in una vecchia ftampa ma d'un mediocre lavoro e tale in rame ftato pubblicato come un Ermafrodito Di bafalte verflato pur creduto dal conte di Caylus (a) dognolo il torfo d'una figura virile, di grandezza naturale
io
,
zione
o'I
fapere dello
.
Dalle
i
felle
di bafalte
che
ci
fono
ri-
malle
ben
fcorge che
pi grand'
artilli la
pampa
di tutta
i
20.
rare fono le
.
telle e
bult di bafalte
lavo,
una ve n'era
ta
di
poffedu-
Roma
.
Albani polla
fido
mo
il fignor Guettard Mcm.fur bafalte des anc. i^ dcs modernes , non liaben licuri , fc gli antichi dcllero il nome di bafalte alla ftclTa pietra , che noi cos cliia-
CO Secondo
le
miamo, [ ed io credo che ne famo ficurillimi per riguardo almeno al bafalte nericcio antico, di cui abbiarro monumenti , convenendo alla defcrizione , che ne la Plinio //A. ^(J. e. 7.
fcci.t I.
e del , gi notato rmTomo I. pag.i 2g. nof. B. ] Dopo Plinio [a cui doveva aggiugnere fint'llidoro Orig. lib. 1 6. cap. /. 1 , a fuo avvilo , il primo a parlare di bafalte fu M. Agrrppa nel fecolo
,
di
durezza
.
come abbiamo
Guettard non ci rimane ncilun niontn-nento riconofciuto dagli antichi come di bafalte La ftatua del Nilo circondata da puttini , la quale fi vede in Campidoglio , d'un faflb calcare e diverfa da quella che , al dir di Plinio cit. /ih. ^6. c.7.feci.i /., fece Vefpafano collocare nel tempio della Pace Circa l'origine del bafalte , oltre quello che ne abbiamo detto nel Tomo I. pag. tzS., pu
del citato
.
XVI. Qualche cenno per molto prima dell' AgrLppa ne fece Papia, Lex.v. Bi.fmus, ferirtorc del leccio
XL
vederli negli Opufculi fcelti ann.tyyg. P.I. pag. 86. , la Dilfcrtazione del lg. Bergmann, che ne attribuifcc la formazione all'azione unita del fuoco e dell'acqua () Ree. dAntiq. Tom. ni. pag.i zo. (a) Vedi (o-pt.pag. i j.not. a.
.
PRESSO
d-ubbio
cui
,
Greci
,
toao Pittura
19
foiTe
intera
me, e'di^^^^^^^
occhi
,
non
gli
le
^^^'^^'
orecchie
capelli
riconofce che un
.
Il
lavoro della
s\
in
quefta
tefl:a
diverfo
da quello che
capelli
,
vede nelle
tefle
virili
di
marmo
come
fono
cio
quelle
non fono
ricci
,
in
n a
traforati
,
col trapano
ma
vi
efpreffi
,
come
recifi
corti
e pofcia
con
fino pettine
compofti
bronzo
in cui
.
indicato di-
ftintamente
diverfo
il
Oflervifi
vero
hanno
in
capelli ricciuti
.
marmo
,
L'Ercole
del
Campidoglio ha
li
fitti
.
crefpi
capelli
quali fempre
aver
e ini-
mitabile
bafalte
medefima finezza lavorata in duriflmo verdognolo la chioma d'un torfo di Jeone efiftente
;
e colla
ho detto
fti
dianzi
parlando
orecchie
de' Pancrazia-
(b)
,
Lo
to
quefta pietra
,
congiunta
alla
vi
compongono
la
ha impedito che
i
quale
fuole formarfi fu
pi
marmi
e perci tali
,
tefte
e lucide
.
come
mani
dell'
artefice
C
(a) Ora refl-aurato nella -villa Albani incontro alla flatua di breccia eg)2iar,a , di cui fi parlato nel Jomo 1. pag. i jj. Cb) Credo cio che voglia dire della tcfta
;r.
21. Del-
poffec'uta da lui , e dell' altra del fignor di Breteuil , delle quali parla nel Tomo 1. libro il. capo IV. %. g. pag. izg. , e qui ap-
f^So
lib.
X. cap.il.^. ig.
ao
I
21.
il.
(a)
tal
XJB. VII.
...e '
in por-
ove ho fpicgato
pietra
fi
qual maniera
lavorafi^e
,
Per tanto
fi.i
di ci
non tratterrommi
lun-
gamente
vorare
i
dopo
vafi di
porfido
greci che ci
f.
perfi
rimangono
in quello faflb
22.
da'
chi fcrifle
non
fa-
(a); e diede
prove
Vafari
(b)
fcrivendo che
Cofmo
atta
di
ad ammollirlo
to preflo
fiitte
a' di
i
11
noftri artifti
in quefta pietra
il
noftri riguardevoli
qual fra
le altre
coperchio
s.
Giovanni
in Laterano di
il
Roma (e)
Quefto pezzo
fervi
dalla
forma
,
ftelTa del
perchio
e quello f
di
Clemente XII.
(e)
,
Varie
tefte di
por-
fido fecerl a
Roma
piuc(a) Caj^oTV.^. 1 0. pag. i zp. fegg. {a) Juvcnci de Carlenc. Efs.fur l hifl. des
helies tetcr.
e 2p6,
Vite de' Pn. Inrrodui. Tom.I. p.4.0. diverto il difcorfo di queflo ferirtore Dice che mancando alla perfezione delle atti il faper lavorare perfecramenre il |orfiJo , Cofmo fece di non fo che erbe (tilfa-r un'acqua di tanta virti , che fpcgnendovi dentro ferri bollenti faceva una tempera du,(^)
l
molto
:
(e) 11 Vafaii al luogo citato pag. J7. crcde che quello vafo fcrvilTe di urna fcpolcrale ; ed pi probabile (tante la Tua forma , e altezza , e che non ha alcun buco (olito vema non faprei apderl nclli Vali da bagni provare la congettura degli antiquari al teinp di Flaminio Vacca , i quah , com'egli riferifce nelle fue Memorie , num. ^j. , penfavano che anticamente fotTe porto in cima al
:
portico della
Rotonda
A-
grippa
liffima
l'ff)
ragguardevole il reftauro anni all'urna di fant' Elena , di culli riparler T\z\ libro Xll. capo ni. . z.
farto_ in queflli
iVlolto pi
Con tante (igure , e cavalli di quafi tutto riOggid gli artifti in Roma fanno afIbttigliare il porfido a fegno di farn (catok da. tabacco , e talfe da orologi
Ij.cvo
.
fapendo noi da Dione CalTio Hifl. /. J4-. e. 2S. pag.7 so- Tom.I., chv; Augufto fece feppellire Agrippa nel fcpolcro , che avea deftinato per se Pu aver lerviro anche per qualche fontana incontro al Panteon , nella quale gettafiero acqua i due leoni, ehc v'erano inficme q.uando fu trovata , e poi furono pofti alla fontana- Felice a Termini da SiftoV. come narra Io ftello- Vacca
;
.
pRiisso
piucch oggid
vi
Greci, abbondava
I
loro Pittura
fono
.
21
,
e vi
fra le altre
quelle
LIB. VII.
23.
,
Ma
CAP.I.
i
fra
lavori in porfido
,
pi pregevoli per la
certi vafi
difficolt
fono
intera-
mente voti,
ro contorni
,
perchio
in guifa
che
al
primo vederli
conofce torto
che
den-
fono
flati
lavoraci al
,
torno.
per
la
fi
qual cofa
perfetti e interi
fi
fono confervati.
11
,
pi bello
vede nel-
la villa del
di al
/. 24.
Che
gli
,
anche
dice
e ci ch'egli
,
fabbricato
nell'ifok di
Lenno
tutte lavorate
vetufii
s
al
torno,
un chiaro
che an-
artefici in
quefto mecca,
nifmo
ben pofte
(b)
i
..
in bilico
2?.
Qj-tefc' arte
di a
lavorare
vafi
di
porfido tennefi
come un arcano,
di togliere'
i
fino
che
,
al
quello pregiudizio
e di farvedere che
artefici
,
pur oggid
il
noftri
non meno
degli antichi
fanno tornire
.
porfido con farne efeguire uno perfettamente Vero per che cofi:a tre volte pi l'incavare un vafo che il dargli l'efterna
forma
il
al
torno s'impiega-
rono per
fuddetto
Roma
fa
fon. lavori
,
moderni
di
di
for-
ma
inelegante
e
:
quando
che
fi
fon- voti
vedefi che
fono incarame,,
1
vati a cilindro
il
ar-
cap^.
Z2.
feii.
44^
(6) ih.
J.
3.
22
larga quanto
LIB. VJI
e quefta ven
oi-
rata per
jf.
CAP.
mezzo d'un
e
I.
26.
,
E' da notarfi
, i
che
le
rtatue
,
di
porfido hanno la
llefla pie-
teda
le inani
.
piedi di
marmo
una
anzich della
,
tra (a)
tata in
che
fiata trafpor,
Drefda
,
v'era in porfido
tefta di
Caligola
ma
era
moderna moderna
fte
e imitata
da quella
di bafalte nel
mufeo Capitolino:
ftefa pietra
,
pure una
.
tefta di
Vefpafiano della
Le quattro figure
del
tutte di porfido
a
po-
due
Doge
Venezia
fon la;
de'
tempi pofteriori
dell'arte
i
ben poco
intelligente
moGerolamo Mage
liberatori d'Ate-
gio
ne
Baifi-rUieTi
.
de' baffi-rilievi
fcolpiti nelle
fin
Non
fi.i
filen-
generalmente
,
agli
antiefll
chi fcultori
cio che
baffi-rilievi
,
non facendo
ma ho
gi
detto altrove
fcritcore
.
(b)
far
,
fi
debba
allo
di quefto
Per dimoftrare
baffi-rilievi
contrario
molti de'
curiofi
che ftanno in
;
Roma
fguardo de'
pubblicamente efpofti
ma
Tale principalmente
il
belliffirao
bafib-rilievo
o^
pa(b)
.
lazzo Rufpoli da
me
La
giovane Telefo
ivi s fol-
(a) Come e , tra le altre , la Roma fulla fontana nella piazza del Campidoglio. (a) Mifcell. Uh. z. cap. 6.
(b) {b)
Tomo
I. in fine
hlum.72.
PRESSO
follevata dal fondo
ta
:
I
,
Greci
loro Pittura
e la tefta
,
23
di-
entrano due
===
HB.
VII.
dev'efTere
e prefTo a quello
.
un vecRimpetto a
la
Telefo fiede
e quella
Auge
fua
madre
di cui egli
impalma
'1
delira
,
lo fcudiere e
alla tella
cavallo
lo
in
manco
almeno riguardo
,
Pendono
alto
fomma
,
legge-
rezza indicati
Hanno
fimili
villa
Albani
.
e due figrifizj
il
pi
Vedafene
la figura ne'
miei
Monumenti
_(f.
antichi (a).
28.
il
rap-
Figure rcftaiirace
,
pezzamento che
flaurate
le
quali danre-
allora
o poco
dopo furono
ai
Quello talvolta
faceafi
per rimediare
difetti
fi
del
;
marmo
di
voleva
tempo
jf.
29.
,
Riparavanfi
difetti
del
marmo
collo
flefi^o
marmo
voto
,
pello
e
(
il
fuppliva alla
mancanza
gli
fcia
tafi
cata nel
Jf.
muleo Hamiltoniano
11
,
30.
camente
come
fa
oggid
il
quale
,
met nell'aggiunta
foiliene (a)
.
fortemente attaccata
,
ma talora
an-
I jg. (a) Poi fi fermava col piombo Paolo nelle Pandette liei, 6. tic. i De rei vindic, l. In
.
U) Nam.
rem aBio 23. %. Ittm /. Da quefto giurcconfulto , e da Pomponio nella /. Si/atuam 14,
De
auro
bbiamo che
24
'
anche
tiie
qual
fi
vede
LIB. VII.
altre fta-
GAP.
I.
Laocoonte (a) Il bronzo per , da preferirfi, poich non produce una ruggine dannofa al marmo (b) , come il ferro che Jo corrode tutto all'intorno, principalmente f refli efpofto all'umidit , come fi vede
alla
dietro
bafe del
nel torfo
delle figure
fcoperte
ferro
a Baja
e da
,
me
gi dianzi mentovate
In quello
bullo
la
il
an-
cor
vifibile
con cui
ftava attaccata al
tefta
rimef-
favi,
ed or nuovamente perduta, ha comunicato il color di ruggine fino alla met del petto Per ovviare a quello male
.
gli antichi
attaccavano
le
colonne o
pilafi:ri
di
marmo
bian-
co
alle
bafi
con perni
al d
di
bronzo
dere anche
31.
Mi
fi
tempo
.
tali
ftatue mutilate
furono
e dagli
antichi ref:aurate
,
Sembrer
in parte
pur vero
Il
flatue
quando
gli
Achei combattevano
fefi
contro
gli Etolj
Roma
trafportar
pi bei
.
monumenti
dell'arte
alle
e in parte in
in
Roma
medefima
fi:atue
relaurarfi con braccia , pezzi prefi da altre ftatue (a) Non ii vede altro perno in quefto gruppo, le non distro al braccio iiniltro di Laocoonte , ove uno Te ne vede di metallo per raficrmarlo col braccio deftro della figura di uno dei figli , ove fi era rotto il marpu elFere antico ; e non (b) Ved. Caylus Ree. d'Antiquit. Tom. il.
ftatue foleffeto
,
gambe
altri
mo
ruggine , o verderame ; e che gli antichi per guardamelo foievano ungerlo con olio , o con pece fquagliata (e) Un'altra ragione, per cui gli antichi popoli tutti facevano ufo del bronzo , e anche del femplice rame ( eilcndo il bronzo un comporto di rame , di i^a^no e di altre materie ) nelle ftatue , nelle fabbriche
la
. ,
nelle
tutti
armi
gli
il
negli uteniili
,
generalmente in
Antiq.Rom.princ.pag.zj., ove
fa la fteila
ftrumenti
,
rifledionc per tutti gli ufi , che gli antichi facevano del bronzo principalmenre per gli edifizj . Plinio lib. ^4..c.p.feB. zi. ollerva,
<:he
il
prtfi
ferro
fi
bron70
lullrato pi facilmente
prende
Vcgg. Gogior abbondanza , che di ferro piei Delia Orig. delle liggi , delle arti , ec, Tvm. l. par. I. lib. il. art. VI. cap.lV^.
FREsso
Greci,
quefti
loro Pittura.
ville
ij
de'
pi famofe
Romani
dacch cadenza
le
,
arti preflb
s'
LIB. VII.
PAPI
ufate oililit
,
tanto che
le
ra cos rappezzate fcoprirannofi a Baja o in -que' contorni fiano ftate portate guafte dalla Grecia, e allora reftaurate
poich dopo
Splendore
,
gli
Antonini cadde
l'arte
e pi
non
fi
pens
a reftaurarne
pregevoli
mo-
numenti
in
Lo
fteflb
Roma
fteila trovanfi
re
grandemente
fofferto e
,
in cui
i
foldati
fi
difefero nel
,
Camche
nimici
f
le flatue (b)
non
non gi
,
di quelli
fi
difotterrarono in feguito
e che proba-
che
Roma
(e)
,
il
Lazio
l'
Italia tutta
e la
la
Grecia
medefima devaftarono
branza
dell'arte
di
,
rimem-
tanto danno
non
$. 3^.
cife
,
della
fiate
Gemme,.,
famente intorno
fig.
Mariette (d)
,
non
cui
l'
folo
arte
parlando
di tutte le pietre
s'
dure
;
e preziofe
in
degli antichi
il
efercitata
ma ha
quale
,
altres
chiaramente efpofto
lui
,
meccanifmo
,
del lavoro
fi
fecondo
l'ufarono
Greci
e quale
ufa oggid
Tom. IL
(a) Suetonio in Ner. cap. ^X,
(b) vitellio cio coltrinfe Sabino , e gli altri Flaviani a entrare in Campidoglio , ove opprcllc ini-endiando il tempio di Giove li
D
./.(?. (d) Traile cks pierr. gray.
i^-
34-
Le
capitolino. Suetonio in jiulo Vitdl. et j, ^c) Vedi apprello libro XH. capo uitim
te.
25
jf.
Le pi celebri
la
tra le pietre
dure
che in mag,
LiB \ii.
Jqj.
furono nobilitate
dall'arte ereca
,
fono
la corniola
e l'agata coll'agato,
nice (a)
ofla pe'
cam-
mei
...maniera tfmadeik...
-^
"
Non
v'
ma nelTuno
ha faputo
gli anti-
^jj^Qj.^
ben determinare
maniera incidelTero
chi le loro
gemme.
di
dia;
manti
legati fu
un ago d'acciajo
ci dice
f
i
ma
vero
egli
poi non
di
queCti diamanti
fervilTero
;
come fanno
f
,
dello fcarpello
ov-
lavoraf.
ficcome
far
li
Vi fono de'chiaii
ne
,
fcrittori s
tale
opinio-
ed io non fono
la quiftione
Soflerrei
per che
gli antichi
gemme,
il
cui
ma non
,
^6.
Poffeggo io
felTo
catacombe
di
Roma
in quella
,
medelma
,
luogo
por-
e quindi
affinch nulla
perdeiTe
,
che
le
ivi
avrebbero potuto
elTere
Cappuccine,
.
detta
gemma
, ,
del -colore
floria
eroica
che non
pervenuto
eh' io fappia
fu nelTun
monumento,
in
s'ad-
dorle quali
fa (rcfonic*, l'opalo , eJ altre, (ielparla Plinio /.jr. e. ^. feci. 1 4.. ejegg{a) lil>. ^7. cap. 4, (eit. i j. \So\ao Poiy-
(a)
(b) Oggid fi mette della polvere di diamante umettata con olio l^ulla ruota di rame,
hifi. (.df.
js.
tra
d'acciajo, 1 quale girando opera falla p:;. Vegg. Baillou Mem.prf. te. fag.ij^..
PRESSO
Greci
e
i
loro Pittura
27
=
,
torment
ed uno
di
dd
che avvcdutifi
un gran
fafTo
LiB. Vii.
;
ma
Chirone
,
falv
come
in
quella
gemma
CAP.
I.
Io
falva Pliche
con cui
fi
fi
Quella
gemma
Che
antichi inediti
j)\
37.
gli antichi
pei lavori in
gemme
adoperalero
molto verofimile^ Chi fa febbene non ne abbiamo neiTuna prova diretta (i) che quella utile anzi neceflaria invenzione non fiali ne' temdelle lenti che ingrandiffero gli oggetti
.
pi ofcuri perduta
come molte
pendolo
?
altre
quale
di
a cagion d'efemfervianfi di
pio
quella
gli
del
Ne' tempi
il
mezzo
quello
tempo
D
(a) Apollod. //3. 5. cap. ir. %. j. , Schol. Pind. Nemef. 4. verj. gj. [ Chirone falv PcIco dopo che (\ era dcftato , ed era ilato affilito dai
Maggiore di Firenze , dal quale pur fi rileva efl'eregli morto nel 1317. Se pel ritrovarnento
Centauri
e flato
,
(i)
Non
il
fole
'Winkelmann
fra
moderni autori
quale abbia creduto noto agli antichi l'ufo degli occhiali per ingrandiil
re e rifcharare l'oggetto . Molti foftenitori di tale opinione novera il eh. Domenicomaria Manni Rag- ' degli Occhiali , Tom. 11^. Race. d'Opujc.fcienc. Da un pafTo di Plinio lib. 7. cap. j^.jec. f4. mal intefo , e da un fuppofto verfo di Plauto furono efl tratti in errore , e nello fteflo vieppii confermati da un'antica ifcrizione mal interpretata , nella quale falfi menzione di certo Patroclo faibro ocularario preflo Aldo Manuzio , Reieefio , Grutero , ec. Quel unto , a cui arriv r induftria degli antichi , l fu di adoperare un vafo di vetro ripieno di limpid'acqua , pila
fomma lode fi acquiftato l'Armati , non minore al certo fi deve a P. Alclfandro Spina dell'OrditiC de' PredicatoV. Redi Lete. Tori , fuo contemporaneo mo 1. oper. Tom. If^.pag. 67. Quelli aliolo vederli , da per s Ueilb , trov la maniedegli occhiali
.
mente a chi avelie voluto approfitrarfene motivo per cui divennero quelli ili breve tempo noti e comuni ad altre nazioni [ Avanti di Salvino d'Armato degli Armati parl delle lenti , e degli occhiali Rogcrio Bacone de' Frati Minori ingiefe di nazione nella
:
fua opera , che viene intitolata Opus majus, diflincl.penult. cap. alt. p. S^--) anzi .. come bene ollerva anche il P.Becchctti C'oncin. del'
iftor. ecclefiajl.
ec.
Tom.
XF.
:
lib.
LXXF.
fuppone gi inventati da altri Ecco le di lui parole Si homo afpiciat detto da Seneca Quill. nat. lib. i. e. 6. ; il qual vaio coUocavah fra'l lume e gli oggetti literas , & alias res mnutas per medium cryper rifchiararli ed ingrandirli ; maniera che ftalli , -vel vi tri , vel alter ius perjpicui Juppreffo alami artigiani fuol praticarfi anche pojti literis , Jt ponto minor fphtri , cuVolendoci noi attenere a' do:u- jus convexitas jt verfus oculum , ij oculus a' d noftri nienti recati dal fignor Manni Rag.z. ibid., fit in aere , longe melius videbit literas , 6' am fccundum vericontro i quali nulla oppor li pu di ragione- apparebunt ei majores . vole , riconofcer dobbiamo l' invenzione de- tatem canoni s quinti de ffkirico^ ( o come in altro codice perfpicuo ) medio , infra quod ejl gli occhiali ufcita da Firenze , citta , ove forf maggiore ne era il bifogno ; e l' invcntor res vel citra ejus cen'rum , & cujus con\>exitas eft verfus oculum , omnia concordane ad di citi Salvino d'Armato degli Armati fuUa magnitudin-em , quia angulus major tft , fu fine del fecolo XIII. Tal gloria gli vicneattribuira non folo da alcuni fcrittori vicini a quo videtur , & imago e/i major , 6" lociis que' tempi , ma dal medefimo fuo cpitafio , imaginis efl propinquior , quia res efi ineer che una volu vcdcai nella chicfa di s. Maria oculum , & centrum , ii ideo hoc infirurrua%.
,
li
.
.
XLVl.
23
Jazioni
;
Meccanismo della
ma
f
Scitltura
(a)
LIB. VII.
GAP.
I.
non fi folT noi avremmo ci ritrovato negli fcritti di quella nazione che Galileo ne avelTe il primo fatta la fcotuttora creduto
dall'erudito
,
Eduardo Bernardo
perta
jf.
38.
A
.
gemme
e pietre
fui
medefi-
mo
non
foggetto
Solcano
Plinio
metter fotto
la
gemma una
grifolito
foglia d'oro
ci rapporta riguardo
affine
di
al
che
(n);
dargli
maggior fuoco
altra pietra
ma
fappiamo che lo
fefTo faceafi
con qualche
,
che
non avea bifogno di quello lume non fuo come vedefi in una bellilfima corniola di un fuoco eguale a quello d'un rubino, in cui Agatangelo greco artifta incife la te fi a di
,
Sefto
Pom.peo
Qiiella pregevoliflmia
gemma legata
,
colla
menla
fu trovata
e
di Cecilia
,
Metella
dopo
nelle cui
comprolla
,
al
prezzo
di
200. feudi
conte
di
Luna-
villa
da cui
Napoli
jf.
rfltizia
39.
Non
far difcaro
io
mi Infingo
e
agli
amatori
gevcL
gemme
ficcome
diicil
,
cofa
non
(um
hiUs
cjl
:
il
folle
palle di vetro
fu
gli
utile fenhus
6"
op).
Gli antidii
De
ggerti di color bianco , come lavori minuti d'avorio, fi fervivano di ferole nere ; egli pel non dice come per ci che riguarda
.
Ma
Alcune non hanno che quattro linee di fuoco; ed una meno forte trovata nelle rovine d'ErPer ricolano dice di pollederla egli ftello crearfi poi la vilt quando erano fianchi gli artift i guardavano uno (meraldo , che col fuo Plinio /b. jj. color verde era di follicvo
.
predo
gli ajitichi
arridi
Tranf. Phi-
decifa la quultionc , allercncioci il (gnor Duicns Origine des couv. Mtrib. aux mod. Tom. il. par. ni, ckap.ro. .27.?. p. 224.. i averne vedute parecchie antiche nel real mufeo di Portici di maggior forza di quelle uGite ordinariamente dai moderiii artilli
lofjph. air.o lS.f.. num. 1 jS. pag j^., e num. I 6 g. , Dutens loc. ci:, chap. 6. . 2.^0.
pag.
fi
i f7(a) lib. ^7. cap. 5. fei. 42. [ Dice die vi metteva una foglia d'oricalco ,
PRESSO
gli zolfi
,
GrBCI
LORO PlTTURA
.'
2g
.
potranno cos paragonarle con altre che loro cadranno fott'occhio e non fenza fondamento giudicarne Riflringerommi a quelle fole che ho io ftefo vedute o in origi,
'
'^'
^^
nale
fu efatte iinprefloni
,
in-
di delle rilevate
^r.
irox
>(3^
^X^
,
(^)
40.
quella
periai
cominciando dalle tefte gemme incife d'una Pallade col nome dell' incifore Aspasio nel!' imFra
le
,
^''"i^c
..
mufeo
,
di
Vienna
mufeo
Stofchiano
incifa in
giovan eroe
uno
Roma
fo
Pof-
quello
mufeo
cifa
tefta
d'una Medufa
,
non
da Solone
che
il
ritratto,
anzi.
(a)
ma una
il
pi piccola in corniola
Vanno
mufeo
Lidia
,
del paro
del
re
di
con quella
Francia
,
pretefo
Tolomeo Aulete
nel
tovata
Giulia
come ho dimoflrato nel Tomo I. (b) la pocanzi men-^ e quella di tefla di Seflo Pompeo rncifa da Agatangelo figliuola di Tito incifa da Evodo in un gran berillo,
,
,
efiftente nell'abazia
jT.
di
s.
Dionifio a Parigi
ih)
41.
Tra
le
gemme
nel
fommamen-
te
Dioscoride
no
Napoli
di
cui per
,
non
deefi portar
flampa pubbHcatane
ove
gli
tolta tutta
l'aria
Iole incifi da
Teucro
mufeo granducale a Firenze, l'Atalanta del mufeo di Stofch, e un ignudo giovane che porta fulle fpalle un troco ( cerchio di bronzo che ferviva per certo giuoco ) in una bianca e traf.
Pa.
(.a)
prlnc.
antiq. grav. pi. 6j. , ne d la figura in rame {h) Libro V. capo y. ^.7. pag.6o.
(l>)
(a) Vedi
Tomo I.pag.324.
Stafch Pierr.
Stofch
loc.
di.pl.S3-
30
=*=====
ma
Io ho pubblicata quefta
la
gemma
,
(a)
ma
la
figura
non
agguaglia
belt dell'originale
.
ove
fra le
jf.
42.
Delle
^
gemme
,
rilevate ofia
il
perione rappreientano
menta
-111
primo luogo
.
cammei, che
il
celebri
bufto d'Au-
romano e incorporata alla biblioteca Vaticana con tutto mufeo del cardinal Carpegna Buonarruoti ce ne ha data
,
il
la
,
figura e la defcrizione
{b)
il
che compr
in
Roma
Vienna
jf.
43.
i
il
Giove che
fulmina
mufeo Farnefiano a
del Libro X.
)
Napoli
daremo
la figura
a principio
e quello che
Piombino
Roma
fono
affai
pregevoli tra
.
le
gemme
antiche
Ma
a nefTuna certa-
mente cedono due gemme efillenti l'una preflx) il fignor Mengs (b) e l'altra nel mentovato mufeo Piombino lavorate in maniera che quafi tutto il contorno delle figure d'un la prima belliflmo bianco rilevato e cupo n' il fondo
, ,
,
:
rapprefenta
Andromeda
e Perfeo fedenti fu
un
.
letto (e)
e la
feconda
il
Non portiamo
ims
(a)
Monum.
ant.ined.
(a) Quefta
gemma
del fignor Pichlcr artifti intjuefto genere. ElTendogli ftata rubara , fu innocentemente -venduta per antica al fignor Byres , dalle cui mani pafso in Parigi : e non fi farebbe riconofciuta forf mai per moderna , f non fofie per cafo ritornata in mano dello ileflb Pichler , il quale rofto la riconobbe, eia confefs per opera fua E
.
afpramentc
Winkelmann
alla effere sfornito , che fpetta periiia antiquaria; come (criflc il fig. abarc Bracci Dijfen.fopra un clipeo vot. ec. prefai. pag. 7. (A) OJferv. [opra ale. med. pag. 4S(b) Dopo la di lui morte comprata dall Imperatrice di tutte le Ruflie per 5000. feudi
che moftr di
romani.
(e)
valentuomini non vi fu pur uno che iapcll'c riconofcerla per lavoro moderf fra tanti
loro Pittura. 31 ~ fia immaginarci una perfezione maggiore , fia nel difegno ^"" Nello fteffo mufeo fi vede una Ninfa fedente ^ nel lavoro (a) CAP. r. u cne alta circa un mezzo palmo incifa in un agatonice (b)
PRESSO
I
Greci,
"
il
e forf
il
folo che
fi
trovi
nel
mondo
il
nc-
(b)
una
nto to delralcra
Ca-
32
LI5. VII.
^
Di lavori
nelle
...ui^vvjy. ?! ,.
,
'
'
'
iC\
GAP. II.
Capo
in bronzo
IL
.
I greci
cirtij lo
forme
Quindi
fopra
fnfo
lo
Patina, verdognola.
Indoravafi
il
bronzo
X indorare
occhi
alle
gli
Roma
.
velia villa
in Ifpagna
e
Albani
.
a Firenze
a Venezia,
a Napoli
in
Ger.
mania
e in Inghilterra,
indorate
De' lavori in
I
in
bronzo
confifte principalmente
Greci arti-
A
,
comc
fi
fi
ufa Oggid
affin-
che
fuficiente
copia di fl:agno
.
il
v'
,
celebre ed efperto
,
avendo
fi
egli
a
il
aprifie
forma
onde il fufo metallo colafT nell'appreftata quando uno degli operaj venne ad avvifarlo che
,
la fufione erafi
fofpefa
,
diedegli
gettalfe
di cui fervivafi
flato fatto
fluidit (b)
jf.
,
.
acci
li
nel forno
il
che efiendo
la
il
neceflaria
I.
e facile fufione
fi
i
getta-
vano talora
rame
e di tal materia
fono
quat-
tro
(a) Plinio /L A. cap. 8. feH.io.
,
e ivi
Arduino
not. g. (b) Cellini racconta nella fua vita;?. 27/. che affifteva al getto d'una ftatua ; e avendo veduto , che il metallo non correva per ef-
li li
prendere tut, fece fuoi piarti, fcudelle , e tondi di Itagno quali erano in circa duecento, e in parte mife a uno a uno nclli canali , e parte fece gettare dentro alla fornace j con clie
fcrli
confurnata
la
lega
la fulione
and a perlezione
PR-Esso
Greci
,
loro Pittura
33
.
Si
preLIB. VII.
le
si
anche
s
il
raine al
bronzo
quando
voleanfi indorare
di quefto
s'indora
bronzo
bron-
ai
zo quando ha
biamo viamo
pit
attribuire
fua
poich lo ftagno
come materia
venendo pi facilmente confunto dall'azione del fuoco, lafcia nel bronzo voti g' interftizj che occupava, e Quelo rende quafi fimile ad una pomice e affai leggiero fta leggerezza ben fenfibile fulle grandi monete dette
fluida
,
.
medaglhni
che fono
fiate nel
fuoco
,
dopo
qualche tem-
po
che
efpofte all'aria
il
o all'umido
jf.
...nelle
forme,
chi gettavano
Marco
:
a Venezia,
ognuna comprcndeane la met pel lungo cio dalla tefla alla coda in tal modo non era neceffario rompere la forma dopo il getto ficcome
,
due forme
,
delle quali
far
fi
Jf.
Ne' lavori
di getto
pur da
ofTervarfi l'arte
con
fi
cui
Quindi vano
.
l'mri-
univano
tal
principalmente
prefTo
,
pi antichi
quali in
di
maniera formavano
le flatue
attaccandone
fra
loro
le
Tom. IL
(a) Per fare
le
2
forme
gli anticTii
fi
fervi-
vano
n-,efcokta con fiore di fauna, i.omc bene olierva l'Arduino nelle no^
della creta
lo
lILiS. cap.io.fea. 20. i 2. ; e ha notato anche Wiiikclniann <iel lom.J. pag. is.pnnc.
te a Plinio
34
LIB. VII.
CAP.II.
le parti con de' chiodi cos fu lavorato il Giove a Sparta da' Larco di Reggio della fcuola di Dipeno e Scilli (a) Quefto pi facil metodo di formare le ftatue fi conjf. j.
ferv anche ne' tempi pofteriori
,
fei
figure
d'Ercola-
no
nelle quali
,
non folo
le
mani
piedi
ma nemmeno
lI;:5C!1
corpo;
fatti
e tutt'i
in quefta
.
forma
Il
,
breve
manto
fulle
_jf.
comporto
di
due pezzi
uno
dinanzi e l'altro
fpalle
6.
,
dietro
vien in tal
Con
fi
metodo
,
gli
antichi
,
fi
efimevano dal
dif-
o mahcanti
che troppo
,
principal-
mente
fu
fi
alcune parti
Quando pur
di
,
quelli
falli
accadeva,
no
vi
apportava
di cui
i
vedonfi
le tracce ne'
mentovati cavalli
Venezia, ove
pezzi
come
fi
pu vedere
.
medefime figure
in
(b)
Io poffeg-
(e) Pauf. liB.f. cjp.f.pag.zfi. in fine. (a^ Gli anticni per quanto (ctive Filone eli Bifanzio De jcptem orh.frecl. cap.s.p.i ^. non facevano ftania a'cuna intendendo di grandi , tutta d'un fol getto ; ma le facevano a pezzi membro per membro , unendoli poi infieme a norma d modello , che ne avevano fatto da principio Simulacra artlficcs prhnum fingu'it , dtz.ide in membra dtvija co-ifiam , tandem omnia rccie compofita erigunt Ma'non dice come unilfero le parti Il f per mezzo di chiodi , o di falJatura coloflo famofo di Rodi fu fatto anche a pez"i , ma in altro modo ; cio , come fcguita a dire Filone , prima fi gettava una parte , cominciando dalle gambe , la quale poi fi circondava tutta di terra , e fopia vi li gettava
, ,
:
getto freddo
al
caldo
come
fra
moderni
fu praticato dal le Moine nella ftatua equeftre gettata in Bourdeaux , a cui fece la met fupcriore con un fecondo getto per riparare
al
primo
fallato
(b) Si veda anche per efmpio la Tav. V. del antecedente di qucfta Storia Quel raglio , che dal mento fccndc fino alle fpalle della figura , indica , che elfa fu rotta in quel luogo , o era vicina a romperli ; e da tempo ancichiffimo fu alfodata con un perno della ftclla materia fbtto al mento , che fi vede indicato anche nella detra Tavola . Nelle altre figure in bronzo , che ho veduto , e fpecialmente in una mezza gamba di cavallo
Tomo
al
,
naturale
li
molti
falli
che
de'
l'altra
e cos
di
mano
in
mano
Dal che
pare
che
,
polTiamo arguivo
GuzCco
D: l'Ufpe
pag.i ^j.
come olfen-a , .ie/itn. 1. pur. ch.XlV che gii antiihi fapcffcro unire il
piccoli pezzi quadrilunghi dello ftelb metallo , perfettamente faldati , per quanto mi
pare
mo
'
'presso
=====
LI B VII
e che appartenne ad
,
una giovanile
,
flatua d'uo-
mo
s'
di
grandezza naturale
di cui
la
oltre qiieito
pezzo
non mufeo
,
de' Certofini a
Roma
ed ora nella
,
Albani
Quello
rapprefenta
le
;
parti fefTuali
che
,
alla
giunte di poi
la parte
,
ed rimarchevole
il
a cui corrifponde
pettignone
,
veggonfi tre
fi
let-
tere greche
fareb-
non faceafi in pezzi la ftatua Montmal informato quando cred che la fatua di M.
.
folle battuta a
martello
anzich fula
(a)
d^-^;^^^
^*^'^*"
7.
ne'prifchi la-
Il
pi antico
monumen-
to
ove ci
fi
ravvifi
al
tempo
fleflb
una
delle pi vc-
tufl:e
opere,
vi
,
un
bufl:o
fino
orecchie
quattro o cinque
fatti
,
ferro
hanno cinquanta ricci che fembran grofb quanto una penna da fcrivere
faldati
il
.
d'un
fil
di
e vi fono l'un
a treccia
,
full'altro
capelli
.
di
dietro fono
fatti
i
circondanle
capo
capelli fimil,
mente
fembra
faldati
una giovane
e un'altra tefta
che
,
eflere
un
ritratto
le
ricci
oltre quelli
ftati
che
pendono
collo
che fono
medefima
Ognuno
di que' ric-
ci
fimile
ad una piccola
,
ftrifcia
di carta
rotolata e quindi
tefa pei
due capi
e
Cinque
hanno
(tf)
onde vien a prendere una forma fpirale pi fpire hanno quelli che cadono fulla fronte
fui collo
quelli che
ai
pendono
due
e tutti
lati incifa
E 2
Diur.
ical, cap,
t
^.8. Che
, jrinc. pug-t
6^.
jg
^CT
3<5
a
jf,
Che
,
queft'ufo
,
fiaf
mantenuto preflb
la
gli
artifti
an-
X.JB. vji.
^i^g ne'
pi bei tempi
appare da una
meche
ricci
de fimo mufeo
tefta di PlatO'
ne
ci
in
bronzo
i
alle
Intarlatura
rc^
tempie
g
11
faldati (a)
delle intarfiature in
(
broa-
zo
la
Lucerticida
nella vii"
,
Albani
alcuni lavori
tarfiati
riferiti dal
.
d'argento
,
ftatue le
ugne d'argento
due
che
figurine
mani che
(b) I
ai
;
piedi
come
vedefi in
ftatua
del
mufeo' d'Ercolano
(/')
.
e tale era
una
rammentata da Paufania
il
IOil
N
.
dee qu
acquifta
tempo
Nafce quefto colore da una patina verdognola che tanto pi bella, quanto pi fino il bronzo, e da'Roalle ftatue
mani chiamavafi
lis etrugo
t&vugo
onde
di
a ragion fu detta
da Ora-zio mbi,
(e)
Il
metallo
qual
fi
vede
fulle
e le telle del
d-'un
verde-cupo
che per
ar-
ci-
t^tu (opra alla pag.z^. not. a. abbiamo , che ariclie le braccia, le fi faldaliero alle llatuc gaitibc , ed altre parti rcliauratc ; e che fi ldava o col piombo (volendo forf intcn-
trov l'arte di faldare il ferro col ferro medefimo, fu un certo Glauco da Scio Paufania /ili.i o. cap. tS: pag. S^4. (j) Pref. alle oin>. fopra alcuni medagl. pag. XIX.
.
, ,
di cui
Un
faldate
anche l'argento
nella
/.
come
rileva da
!c
Quiuquicl_27.princ.ff'. Dt ddquir. rer. dom. L'oro , al dire dello ftelfo Plinio lib.^^. cap.j.Jici.zfi. , i faldava colla crifo.-oPa , tc'mpetata con ruggine di Cipro , rina di fanciullo, e nitro ."il primo, che
Pomponio
Monum. Fe/op. Tom. il. pag. 6 fi. ha labbra d'ar;ento (e) lAcwrUb. z. cap.i.pag.i i ^.princ. (e) Non ho faputo trovare ove dia alla patina l'epiteto di nobile (d) ?\'m, liii.jy. cdp.io.fcH.fj. (d) Qucflo metallo piti tardi degli altti
cimdi
.
.
PKissso
Greci
fu
loro Pittura
tutti
57
tro'
artifiziale
poich eflendo
,
llati
que'
monumenti
'
onde
GAP. II.
vi
h.i
nuova
quanto
;
un pi
la
tanto pi antico
il
lavoro
col-
qual mafma
le
antiche fa-
tue alle
jf.
moderne
Molte
II.
rtatue di
,
bronzo fono
fi
ftate
indorate
come
indoravafi
il
dimoftra l'oro
fre
fteflb
che ancora
,
di
M. Aurelio
(a)
negli avanzi
,
Venezia
nell'Ercole del
Campidoglio
(2)
Che
che
l'indoratura
,
fiafi
attribuirli
deve
alla
gli antichi
non
ufa;
Quindi
che
belle e si frefche
fono
le
copriva di verde rame , o patina , come not Ciccione Tufiul. qudft. lib. 4. cap.i 4. Vedali anche Plutarco Cur nunc Pythia non reddat orde, cjrm.princ. , op. Tom. il. p. ^p f. , ove cerca la ragione per cui q^ucfto metallo prenPlinio' /ib. ^4. ci 1 .feci. z6. delfc la patina
.
rifcrifce "varie
te
il
maniere
;
i
di fare attificiolamen-
dice , che l adolavori dell'arte. (a) Scipione Metello di quelle ftatue eJucftri indorate , ne colloc una turma in
praiTc a colorirne
vcide rame
ma non
Campidoglio. Cicerone ad Attk. i..ep.i. Vedi qui apprelTo cap. IV. %. penult. (i) Di quefta quadriga, e delle varie viparla a lungo l'Aucende a cui fu foggetta
,
furono diTotterrt va*) bronzi e trafportat poi a Parma Tra quefti vedel una tefta cololiak dell' imperadore Adriano di rame dorato alta I^ pollici , che appartenne ad una flatua , di cui s' pur trovata una mano , ut piede , e parte del paludamento (b^ Sapevano tiraTle fottiiilTime , come attera Plinio lib. ?^. cav. 6. feci. ^2. ; ma non ne facevano ufo , perch l'argento vivo , che qui apfi adoprava per dorare , come ( dice prefib , faceva comparire l'oro di un color pallido ; perci adopravano grolfe foglie , a G' indoratori ,_ che volele raddoppiavano vano rubare , come liegue a dir Plinio , tro. , . .
che nel
l](^^. fcrilTc al
con-
fuUe fcopcrfc d'Ercolano rag. z 3. pure ragiona di tutti quali quegli altri monumenti rcolanenfi che rcll' Opera prefente ha egli non di rado indicati [Vedi anche le lettere dello ftclTo Autore , che daremo nel Temo iil. di quefta edizione roIvi
.
varono l'arre di correggere quefto difetto , ufando la chiara d' uovo , o l'idrargiro ( che male in qualche IciTco fi naduce per argento Plin. /.eli. vivo) invece dell'argento vivo cap. S'.feS. 4.1. La -vera maniera dunque, e pi ricevuta , come pi grandiofa , e pi du.
era coil'argento vivo , e foglie d'oro inaurari argento vivo legitimum Vitrul.c. c.^.fe. 20.; o come fcrive mana ; e.ToxnaX.pag.^ii). ncn. a. y\o lib.j.cap.i.: Ncque argentum , ncque is (<;) MafFei Kuu. di Statue ani. Tav. 20. \-C\ In Vcl'eja ( citt tra Piacenza e Parma' Jfe eo poteft recie inaurati . probabilmente (i) Ofserv. ijlor. fopra ale. med. Tav. 30. che fu copcf;.! da un monte nag. 370. e j?'nel fecondo fecole , e fu a ca(b fcopcrta e f^mbrata; in parte non- fono molti amii >
revole groffe erat ,
,
:
Ms
58
LiB.vii.
ruine del palazzo de' Cefari nella villa Farnefe fui Palatino
fef^bi-ano fatte di recente
,
che
CAP.II.
terra
che
le
copre
Non
fi
pofTono
,
ivi
forma d'archi
(a)
.
T2.
L'una
ofla
alla
L'altra chiamafi
amalgama
,
ed eccone
vi
Ci
il
Si
fa
vivo
e
:
fi
finch
,
tutta l'acqua
fvapori
pafta
,
mercurio
,
e ne rifulta
il
una
con cui
fi
Itropiccia
a principio
metallo
f gli
al fuo-
dopo
fia
Sembra
e
che
ma
efponendolo nuovamente
,
co
tutto
.
il
mercurio fvapora
,
riman puro
e lucidifimo
,
l'oro
Quefta maniera
in cui
,
s'
e
;
fi
effi
non
dopo
;
d'aver
,
metallo
(h)
onde
co-
me
dilli
pocanzi
antichi
monumenti
Greave Defcript. des Antiq. de Perfepolis , pag. 23. (b) Secondo che fi ufa in Roma , e come Tiene anche efpofto nell'Enciclopedia , art. Dorare , V oro fi mette a liquefare coU'argento vivo in un crocinolo , finch fi amaigamano , o fi unifcono infieme come un unguento ; poi fi ravviva , o come dicono qui gl'indoratori , fi fchiarilce il pezzo da indorarfi con acqua forte al fuoco , e in apprelfo vi fi ftende fopra con uno ftrumento un fuo(.a)
lo di quella miftura , dalla quale per mezzo del fuoco fvaporando il mercurio , refta l'oro fortemente attaccato , e quafi incorporato al
metallo
Ci
il
chc dice
fia detto in coerenza di quello , noftro Autore ; che del refto l'o-
perazione molto pi lunga come fi dcfcrive nell' Enciclopedia . n. (A) Plin. hk. 33- ^^P- ^- J^^- ?^- l Q"?".? fcrittore nel cap. 3.Jea. zo. elpone meglio il metodo , che fi teneva ncU' indorare il rame , e il bronzo. S'infuocava prima il metallo. e fi batteva , poi fi Onorzava con tale , aceDopo (1 ripuliva , e dal colore to , e allume rilucente fi capiva le era purgato abbaltanza. Si rimetteva quindi al fuoco , e portato a quel grado di calore neceflano vi fi fpargcva fopra della pomice , dell'allume , e dell'argento vivo mcfcolati infieme per meglio fcmarirlo ; e dopo tutto ci vi fi Itendevano le toglie Credo che il fignor Dutens Orig. des d'oro decouv. attrib. aux mod.iil. pur. ck.3. ^-201. Tom. il. pag. si- non avr letto tutto mtie.
ro quello luogo di
Phmo
mcncte
colle Iole
PRESSO
ti
Greci
loro Pittura
39
,
non ad
jf.
la
quale
^^^' ^^^*
M. Aurelio
la
Talora
fu
dorare
aglio
marnao
(a)
ma
,
oggid
,
noftri artefici
fervono
dell' u^ma'rmo'^!^'*
una
.
leg-
giera
mano
di gefFo
Altri
in vece d'aglio
ufano
latte di fico
quando
fpiccafi
e
immaturo ancora
.
cauftico
In alcune flatue
e nel pan-
neggiamento
come
;
quando
rate
,
fu fcoperta
,
fi
trovano delle
teila
tefte intere
indo-
qual
.
fra le altre
una
fi
pitolino
tefla
,
Quarant'anni
fa
trov
,
la
ma
l'oro
fui
.
geflo
immediatamente
jf.
marmo
14.
gli
oc-
comnKttc'h" !ji^''gal
rc
chi incartrati
di in
quali
trovanfi
in
molte
tefte s di
marmo
che
bronzo
parlo
io gi di quegli
di
tella alle
figurine
bronzo
,
veggono
entro
il
nel
muleo d'Ercolano
n delle
gemme
incaftrate
la
vorata da Fidia
di
tempio
cilettri
Vulcano
in
Atene
parole
fa B.
rirc
, ,
che ho riportate fopra pa^. ^7. noe con quelle di Vitruvio ivi pur rife,
ftabilifce
che
"li
antichi indoralfero
anche nella maniera dei moderni accennata pocanii (a) Plinio III), jj.eap.^.fe^. 20. (a) Plat. Hypp.maj.op.Tom. I.p. 290. C. [ \^ inkelmann nel Tract. prelim. ai Monum. tini. med. par. ti. capo IF, pag. LV. l quefto
ha fcritto per equivoco Giove olimpico di Fidia , in vece della Pallade fatta dallo fteflb arrida, come qui dice bene ; e il fignor Falconet , che pur dice di aver rincontrato Platone al luosjo citato , poteva capire l'equivoco, e non farne argomento di una forte critica all'Autore , come fa nella fua diceria Sur dcux ouvrages de Phidias , (Suvr.
fteffo propofco
Tom, V. pag.
/>
j.
40
yXavKos
LIB. VII.
tri
(p^aiX(jioJs (a)
t?a al-
oflervate
.
CAP.II.
r arte
e altronde
molto importanti
nell'occhio
e fatto
.
d'un
marmo candidiUmo
,
e tenero detincaftrato.,
tefta
to falombino (i)
ma
fortemente attaccato
il
come
,
vedefi
in
una bella
il
muliebre prefTo
fig.
s
Cavaceppi
con-
cavo dell'occhio
forellini
in cui
folo
le
,
figure
tondo veggonfi ancora i il bulbo era fifTato Avean occhi fiffatti non degli dei ma quelle eziandio degli uomi,
ni (a)
come
argomentafi
gli
Jerone
Leutra
,
da cui caddero
fi
pretefe
allora che la
danno avvenuto
ove
del
mufeo Ercolanenfe
un bufto
di
fiffatti
occhi hanno
tefia
pi gran-
d'ignoto gio.
donna
ed
il
tempo
(b)
ma
occhi, unita-
CN
NORBANI
SORICIS
ij.
Ma
,
d'Antinoo
nella
villa
Mondragone
Frafcati (e)
e della
Mufa
ler
io) ViuC. Iib.t.cap.t4..pag.:;6. /in.8. (i) Tra i mentovati bronzi diVelleja v'
(a) Edellebeftie,
raldi quel Icone di
come
li
aveva
di
fme-
marmo
pofto
al fcpolcro
una tefta femminile , alta un palmo e mezio con occhi d'alabaftro , e un -piccol Ercole Bibace , alto poco pi d'un palmo con
, ,
del regolo Ermia nell' ifola di Cipro ; ed eracos lucenti , che i tonni in mare ai vederli fuggivano. VYmo lib.^y. c.^. feB.t?.
no
occhi d'argento , fui cui zoccoletto leggefl la feguente ancor inedita ifcrizione :
arac. carm.
de'
{h) Plutarch. Cur nunc Pythia non. rcddat , oper. Tom. il. pag. ^gj.E. (b) e date nel V. , olfia nel
Tomo
Tomo L
50DALICI0
CVLTOR.
.
HERCVL PATROC
SECVNDIO
.
bronzi
di
mm.iys-pag.zss-
PRESSO
ler in apprelTo
del fuddetto
.
Greci
e
il
In quella
41 formato
marmo palombino
fi
,
ma
LIB. VII.
pebre
e negli angoli vi
fcorge ancora
CAP.I.
tutto coperto
il
il
bulbo
argento
ruleo
fta
,
al
:
ce-
queluo-
incavata,
fi
un forellino pi profondo
al
go ove
s
fuppone
lume dell'occhio; ond' probabile che folTero indicati da due differenti pietre
preziofe
doveano rapprefentare Incaffati nello ftelTo modo erano gli come fi argomenta da un avanocchi della mentovata Mufa
,
zo
rimatole
gli
fra le
palpebre
(a)
/.
16.
Poich
aJtri
fra tutti
antichi
pi rari degli
far difcaro
al
lono
lavori in
f
mio leggitore,
qui
indicher
fi
pi rag-
fino a
noi
fi
fono conferva-
fcopriffero quelle
citt
jf.
che
17.
le
il
Non
in
credafi
tutte
,
nomifa-
nare
opere
bronzo
mufeo Ercolanenfe
:
che pode-
troppo lunga
rebbe
e qui
non
neceffaria imprefa
f:atue
Mi
baller l'indicarne
,
alcune pi ragguardevoli
di
grandezza naturale
tan-
monumenti
in
di
quel mufeo
ho
le
menzione
luoghi
i
Ma
a
poich
note
Roma
,
e pi
ancora negli
bronzi antichi
fon rari
tutte
rammenter
e le tefte
me
figure che
di
F
alla pag.
,
due
e da
(a) Pare che vi foffero anifti , che luiicamente ir.wallrallero gli occhi ; arguendoli da qucl fairo ocidariario , di cui li parlato
un altro prefTo lo Spon Mifcell. ce. feH. 6. p.z^z. , e Buonarruoti OJJerv, ij.jcfra a, med. pref. p .Xll.
42
LIB.VII.
faranno opera
...
neimufew
...
i^.
Fra le ftatuc
di
le
i'LtcoUao
-^
dorme,
,
tenendo
capo
e la finiftra
pendente
,
(a)
il
un
fi
un otre
fotto
quale
finiftra
una pelle
,
di
leone
(b)
foftiene
e colla delira
alzata fta in
atteggiamento di fare
,
com'era
la flatua
(a)
,
come
Pi pregevole an,
inchinafi-
il
quale
fulla
ftende indietro la
deftra
.
gamba
fi
appoggia
man
reftandogli
,
ancor
oltre
nella finiftra
l'elTer bella
,
Quefta ftatua
affibbiaglio in for-
ma
mafi
di
al
,
piccola rofa
di le
pofto in mezzo
,
fotto
del piede
>
legate
il
quali
ficcome impedirebbongli
,
pofar a terra
incomodo cos fembrano mefte per indicare che quel Mercurio non fatto per correre ma bens per Del fuo mento che ha una foftetta al di fotto ho volare
piede fenza
,
.
Dopo
fono
fiati
grandezza natura-
giamento
Itatue
alle
modo
(e)
,
Quefte
hanno
pofibno
con
Tom.rI.Tav.40. (b Ivi lav. 4-2. e 4;. Ne abbiamo parlato nel Tomo I.pjg. zgz. not.*
(a) Bronii d'Ercolano
,
e all'ufo di quello fcoppio prclTo gli antichi i dotti Accademici Ercolancfi nelle oJlervazioni fuUe dette Ta-
SarJanapalo
Plutarch.
voU 42.
(e)
4}.
- .?2.
I.
Orat. i. op. Tom. il. pag. :!^6. C. [Ateneo Li z. c.7. p.^ zf. D. ; e pu vcderfi ci , che fcrivono intorno a que,
Defortit. Alexandri
Tav. za
(d)
(s)
Tomo
p.
372.
Plesso
Greci
che
i fi
loro Pittura
43
ri-
tra
pi pregevoli monumenti
il
pu
dire
LIB. VII.
CAP.II.
o cinque ftatue muliebri in atto di danzare polle fulla non meno che di quelle de'Cefcala che conduce al mufeo pi grandi ancora delle e delle romane imperatrici fari mentovate e che fi vanno fucceffivamente reftaurando Effendomi propofto d' indicare tra le ftatue di quello mufeo ,
, , , ,
.
ometto
di
amendue
di
un Ercole,
cavallo di
di
di
efl
molti Sileni
,
fugli otri
ed
altri a
,
quali fer-
altre figure di
confimi!
.
grandezza
fono
Cos
quali fono
pubblicati nel
Tomo
V.
del
mufeo d'ErcoIano.
jj".
19.
Non
fia
maggior numero
;
d'anti- ..aRoma
chi bronzi
mufeo che in tutta Roma ma tengo per fermo efl^ervi col maggior numero di ftatue > febbene pur qui parecchie io ne pofTa annoverare Comincier dal Campidoglio Oltre la ftatua equeftre di M. Aurelio poco
in quel
.
.
v'
interno
alla
Commodo
alla
il
ed una
mano
.
medefima ftatua Nel palazzo de' Confervatori fi vede famofo Ercole maggiore della grandezza naturale che ha
,
tutta
di
la ftatua
d'un Camillo,
in
olTa
d'un
che mi,
femplice fottovefte
,
fuccinta (b)
quale foleano
elfi
portare
e quale
lor
F 2
<a) Vedi Tomo 1. pdg.sSs). e fcg. u'i i>atlato (kli'Aucotc , e da me .
,
ove f
(b) Vedi
TomJ..pag.320.
not,<j.
44
bafll-rilievi
che
fi
cava
US.
VII.
E'
pur
s'
ivi
la
CAP.n.
Lupa
e
etrufca che
,
Romolo
Remo
,
di
il
cui
nome
Bruto
,
due oche o
come la Diana triforme del mufeo Capitolino, la quale per non avendo pi che un palmo d'altezza non dev'effere qui rammemopiuttofto
rata
nel
giardino interno
vicino ad una
ftefTo
metallo
la
ornamento
20.
fulla
entro
Poche
ftatue di
altre gal-
lerie e
mufei di
Roma
La pi nota
(e)
;
Settimio
lafi,
cui per
moderno
mentovata
voro fono
nel
le
braccia e
piedi
pur
di
la
gura etrufca
tenente
un
cornucopia
recente lavoro
mufeo
.
di
quello palazzo
confervafi un
minile
jf.
21.
11
mufeo
bronzo
del
,
collegio
Romano abbonda
di anti-
che opere
figure (f)
.
in
che
,
Le pi grandi
rapprefentanti un fanciullo e un
Bacdi/iU.
(a) Queftetre veggmfipreflb VafFciBdcc. Tav. 20. 2.4.. e z^. (b) capo III. ^. i '-pag. zoz. (c) Come viene rapprcfentata in tante
.
flampc in rame (d) Narra rlaniinio Vacca nelle fiie Me- anca , qui, fuit coopertorium Cam [mino s.morie , n.6 t ., che ha ftata fovata nel fonda- neo, & deaaracofuper fiacuam Cybetis matris re la chicfa vecliia della Trafpontina , alle deorum inforamine Pantheon , in qua videraJici del Maiifolco di Adriano , ove crede licet pi.tea fabterranea fijiula plumbea fubche facelfe fine al medclimo conte imprefa minijlrabat aquam ex forma Jabatina ^ qu* Altri opinano , che abi queir imperatore toio tempore p/ena prxoebat aquam per forabia fervito alla piramide degli Scipioni , al- mina nucam omrbus ea indgenbus il che tri al Icpolrrodi Onorio . Ma non puoelTete non (i pu dire di quella del Vaticano , che di cui parla un canonico non bucata lucila ftefl'a pigna antico romano in un manofcritto conferva(e) Maftei loc.cit. Tav. gz. to nell'archivio della fagriftia Vaticana , in (f) Si polTono vedere in parte portate in cui dcfcrive lo (lato della Baflica Vaticana rame, e defcritte dal P.Contucci nel T./. e f/. a' Tuoi tempi ; e le parole del quale vengono della defctizionc dei bronzi di quel Mufeo
: .
riportate dall' Orlandi nella non al Nardini Roma antica , lib.-;. cap.i j. in fi'ie , p.4.^0.; imperocch fcrive , che una tal pigna era bucara nelle noci per gettar acqua, e che ferPinea viva ad una fontana del Panteon
PRESSO
Greci
loro Pittura
,
4J
LLB. VII.
Bacco
oltrepafTano di
GAP. II.
poco
palmi
,
ivi
s'
Ja bella
za naturale
di cui
dianzi parlato
ed una
alquanto
minore
tefta giovanile
indorata
La
ora prelfo
il
che
fono
comprolla per 350. feudi romani. Fra le ville o cafe di diporto a jf. 22.
qui da rammentarli principalmente
,
Roma
di
,
tre
,
cio Lodovifi
Mattei
ed Albani
lio
,
V'
nella
prima una
tefta
tefta colofTale
M. Aureche dicef
e nella
feconda una
.
alquanto offefa
di Gallieno (b)
rf.
23.
La
villa
Albani
iiavi
dopo
'
del
Campidoglio
1 1
il
1
luo-
...
nell yill*
...
Albani
go
zo
;
di
Roma
e
in cui
ivi
maggior copia
che
.
di
lavori in
bron-
quanto
contienfi fu tutto
,
comperato o fcoperto
la villa
ftefta
con regia
vi
magnificenza ha
fatta
edificare
Due
,
tefte
in
bronzo
l'altra
fo-
no
di
d'un
giovan eroe
Tolomeo non per altro che per elTer cinta d'un diadema. Amendue collocate furono fu un e ia feconda quella di cui ho fatta menbufto moderno parlando delle parti naturali zione nel Capo antecedente
che dicefi
di
,
fegnate
al
di
Vi
fi
vedono
cinque ftatue
due delle
quali
,
fi
la tefta
le
:
mani
piedi
ma
d'a-
panneggiamento
la
e intera pur la
quinta
che di tutte
ftanno fu
i
pi bella e
la
pi grande
,
Le due prime
ed hanno circa
tre
piuttofto in atto di equilibrarfi rcgaltra cola nell'angolo di qualche tempio , a cui ne far flato contrapofto un altro.
(a)
sendo un fedone, o
nel Mufeo Pio-Clementino , ove le fi adattato un bellilTimo petto di alabaftro honto ritrovato negli ultimi fcavi della villa Negro-
ni fuU'Efquilino
i.^) P<^g-
(b)
fig. I.
Monum.
SS'
4.6
tre
IIB. VII.
una
,
di quefte rapprefenta
un Ercole
e fu
CAP.II.
l'altra
una Pallade
di varj
che appartenne
Le
La quinta il bell'Apollo Salirononos {a) di cui gi pi volte ho parlato in quella Storia e ne parler nuovamente mentovando le opere di Prassjtele ,
de
, ,
,
di cui
ha cinque palmi
d' altezza
Fu cardinale medefimo
(a)
.
in
fui colle
Aventino fotte
jf.
la
24.
Non
riferiti
fuoi tempi in
di
Roma
mtl~
incanti
le
figure in
bronzo
)
mediocre gran-
vendeanfi H-S
fi
CXX.
(b)
pur a
comperavano
debba
il
Si
quanto apprezzar
za
mentovato Apollo
grandez-
,..aFirenze.
poco men che naturale elTendo uguale ad un ben formato fanciullo di dieci anni La galleria Granducale a Firenze dopo Roma jf. 2j.
,
il
luogo
.
in
cui
fiavi
maggior copia
,
d' antiche
figure in
bronzo
due ve ne fono di
veftita alla roincifi
il
una
mana
tico
,
ma
nell'orlo del
;
panneggiamento ha
de' carat-
teri etrufchi
e l'altra
mar
.
adria-
Ivi
pure
ila
Xj)
V Monum.
ant.
ined.par.I. cap.tS.
,
te
ni.
(i^)
^.
LXV. pag.iye.princ.WelipV^^^'
. /
n. I
fo llb.
coil P. Paoli nella pi volte rclg. de Gentili , ec.parfei
,
ed once
AB.
f.
4..
z. lib.
cap. 7.
(b)
PRESSO
ffa la
Greci
,
loro Pittiira
47
'
famofa Chimera
,
'
capra
Ometto
dezza naturale
ed
malconcia nel refto. Ben mi ricorda d'aver fatta menzione ma era necefladi quefti lavori nel Libro ni. Capo il. (a) rio di nuovamente indicarli in quello luogo (e)
;
.
jT.
26.
,
.aVcnezia.,
di Firenze
di
rame indorati
s.
Marco
Quefti cavalli furono prefi a Collanrinopoli nel fecolo XIII., allorch per breve tempo vi fignoreggiarono i Veneziani
fappia
che fono unici nel loro genere neffun altra figura grande antica d
,
Non rammenter
,
le figure
n
e
la
tefta
al
giudi'
27.
v'
A
la
-'"NapoU..
brano
erroneamente attribuita
Nel
{a) S.Q.e ro.pag.ifg.e iSo. (b) Per maggior efa:tez7a riporter qui ci , che di queiVe quattro fisjure fcrive il fig. Lanzi nella pi volte citata dcfcrizione di quella galleria inferita nel Giornale de' Letterati , Tom. XLFH. cap. 2. pdg.4.1. La prima , eh e una Minerva , non e finita ; anzi alla rozzezza , che vi rimane , e a' due ca_
ne
e dell'atto
limile a
un Genio
crederei
berini
naletti
la
forma
falfo
un
il bronzo nelpu congetturarli che foifc gi getto non ripulito dall'artefice L'ef-
io veneri l'opinione contraautorit di quegli , che la difelero ; fra' quali fu il Bembo,,. Delle altre molte figure in bronzo di poca grandezza , che (Vanno nella galleria medefima ne parla a lungo querto dotto efpoltore nel e. j. p. j4,
co
quantunque
1
ria
per
e fegg.
(e)
Ne
fua
riporta alcune
fer trovata in Arezzo moftra che fu opera di fondi tor etrufco , e la maravigliofa bellezza ,
opera
Monumenta
in
che
vi
II
vede
fa conofcere
che all'antica
.
Etruria non mancarono i fuoi Lifippi Bella , e unica per la lunga ifcrizionc etrufca ia ftatua che liegae d'Aulo Metello , o Metcllino ; f gi que' caratteri dicono ci , che ne parve agli antiquarj La terza una chimera col nome etrufco , che pretendcfi elTere quel dell'artefice . L'ultima ftatua di un Giova, , .
qui li deve almeno ricordare la figura greca di antichilTimo Itile , di cui ha parlata Winkelmann nel Tomo I. pjg. 1 0. , riportata dallo ftelTo P. Paciaudi nella detta opera Tom. il. pag. ji. , lenza per indicarne la
ma
grandezza
(d) V'ite de'pii
Tom.
ove
eccell. pitt.fcult. ed archit. nella vita di quello artiftaf./ tf 5., l'editore ha notato lo sbaglio del Vafari
ri.
48 Nel
LIB. VII.
CAP.
per
figurine in
bronzo
.
ma
II.
cattivo gufto
il
Lo
fleflb
ove
un fanciullo
alto tre
palmi
di
mefchino lavoro
pi pregevole un Ercole alto un palmo , che ha la pelle di leone avviluppata al braccio lniftro e fembra eiTer ope;
ra etrufca (i)
ini:Ifpajf.
28.
.
gna,
Francia (a)
col
una
tefta di
rappre.
fentante un giovanetto
,
in
Geima'
Jf.
29.
sia.
In Germania vedef
,
Salisburgo
una
ftatua di
grandezza naturale
Capo
IV.
II
mani
e lo
fguardo
fimile in ci ad
di
una egualmenefiftente
te ignuda ftatua
di
m.armo
grandezza naturale
(i) Altri antichi lavori in bronzo efiftono in altre parti d' Italia Nel real mufeo di Torino, oltre la celebre Tavola Ilaca , detta an.
po
0.
Avremmo
che Bembica dal celebre card. Bembo , che ne fii poflellore , vi fono de" bronzi difotterrati
nella
diltrutta
citt d' Induftria
.
Di alcuni
bronzi di Parma abbiamo parlato nelle due note piecedenti , e molte altre ftatuerte vi fi fono trovate nel medeilmo luogo pregevoli pel lavoro, ma tali che per la loro piccolezza non denno effere qui rammentate Non parliamo della famofa Tavola Tr,ijana gi pubblicata [ dal Muratori ] , ne d'altia tavola pur di bronzo , larga 14. once fu 19. dltczza , che facea parte d'una Tavola molto pi eltefa , contenente alcune leggi relative alla Gallia Cifalpina . Quefla inedita ancora N parleremo delle fanofe Tavole Eral clcenl illuftrate dal Mazocchi , n di tanti altri monumenti di quefto geuere trovati non ha molto . ] A Pavia fulla piazza del Duomo v' la ftatua equefire , detta il Regifole , creduta da alcuni di Commodo ; ma che rapprefenra Lucio Vero , come diraffi al liro XII. ca.
vole monumento di quefta fpecie , le l' ignorante avidit non avelie fatta fpezzaree fondere una ftatua coleifale , trovata a principio di quefto fecole a Lambrate , fito diliante tre Una parte del piede ed miglia da Milano un pezzo di panneggiamento coperti di belliflima patina verdognola , efiftenti prcflb il fignor D. Carlo de' Marchefi Trivulfi, ci fan.
fof-
la ftatua di
un giovane nudo
lucila in
rame
da Simone Tomallino nel luo Rccueil dcs fiat. ,group. ec. de Verfalhs, Tom.l. pL.26.y e per quanto fgli dice nella fa prefazione , A dovrebbe avere 6. in 7. paimi di altezza quefta li poifono unire le moltilTime figure riportate dal conte di Caylus nella lua grande Raccolt di antichit tante volte citata , bench (ano pet la rnaggior parte di poca Grandezza ; e qualcuna riportata dal padre Montfaucon nell'altra fua Raccolta (b) Comprato dal re Filippo V. per ijo. doppie , che fanno circa 7;ooo. feudi .
.
I
PRESSO
Greci
loro Pittura.
49
naturameritare una tefta di Venere, minor della grandezza orientale , che fu fu un antico bufto di beU'alabaftro le
,
=====
^^"p^^"'
donata dal
ig.
tario di Bruniwicli
jf.
30.
elTere in
Degli antichi lavori in bronzo, che potrebbero un folo n' a mia notizia , cio il buInghilterra
,
.^yjningki!-
llo
di
Platone che
fi
dice
aver
ricevuto
.
il
duca
di
Devonal
shire
Dicefi fomigliantifimo
il
vero ritratto di
fui petto
-,
filofofo
nome
,
che
ef-
la
Spagna
fi
perde in un naudel
Erme
,
mufeo Capito(a)
.
annoverato fra
31.
figure
in
non conofciute
f
rf.
Tra
lavori
bronzo
meno
le
confiderevoli
,
Delle
mone-
fono
le
monete
fono
minillrano
utili le
e alla
maggior parte
quelle
di
de' miei
;
notizie che
rifguardano
poich
laddove
zo
molti pofiedono
e
,
tiche
monete
le
quali
la
copia in cui
trano
.
ci
pervennero
in
abbiamo
intorno
giona della
-che cofe
e in parecchi eziandio fi ramonete antiche maniera con cui furono coniate ; onde io po(b)
.
ne dir
Tom. IL
(a) Varj lavori di bronzo colloc nel fuo ligroi Conyeis Middleton , e poi li il diedc incili in lame ntlla fua opera intitolata, An^-tLiies Mjaauconiar.i , nella quale dekiivi. il detto luo Mufeo Egli pei non di_ <e la grande-:ia (,b) l'oilono qui nominarli alcuni dc'prinpipali di qucia fcuctoxi per coloro , clte noa
'
$. 32.
Ve-
Mufto
fono -molto verfati in qucrta materia: e fono , l'Agoftini, rEr7zo, l'Avcrcampio , l'Arduino , Vaillant , Spaiihemio, Buonaiiuoti Bcgero , Bandurio , Haym , Gcfncro Morclli, Pellerin, Filich, Patino, Eckiicll, Dutens,
,
fo
jT.
Lia. Vii.
CAP.II.
Vedonfi delle antiche monete greche coniiite'con doppio impronto , uno incavato e l'altro rilevato Tali pur
e di famiglie
romane. In
;
incavato vi
fu
fatto
fi
per abbaglio
ma
,
due
differenti conj
fu
o ponzoni
:
veggono dipintamente
in
prove
alcune monete
dal
gli
cui
fpi
,
Nettuno
la verte
lato rilevato ha la
barba
capelli
,
cre-
pende
fulle
e gira in-
di
poco
ftretta
laddove
:
dalla
con chioma
ra intorno
iifcia
e vi gii
una ghirlajida
.
fpiche
da amendue
lati
il
tridente rilevato
II
monete
foflero
battute
fopra
il
in
guifa che
naturalmente venilTero ad
ed incavato
un
campo quadrangolare
delle
monete
ne'primi
tempi,
(a)
;
che mentre
l'arte fioriva
ma
ne'fecoli feguenti
defi
falfifTca
,
ed
ai
.
tempi degl'imperatori
romani vedelle
quefto pi rilevato
33.
jf.
Meritano
legittime
, ,
la
noftra attenzione,
non meno
eiiidcricc,
monete
gento
d'
quelle
ftate faluficate
,
delle
.
quali
fono
fiate
coperte d'ar-
altre d'oro
fotti! foglia
Le prime
argento
,
che
s'
fono
di
rame
veftito
le
una
d'
monete de'Cefari. Pi
nel
rare fon
mufeo del duca Caraffa Noya colla teda e nome d'Aleffandro il Grande si ben confervata che l'inganno non fi pu
conofcere da altro che dal pefo
(b)
.
(a) Larefta di Akflandra il Grande nella moneta , che darciTio in apprello indf in rame molto ben rilevata
,
.
nelle Ojfcrvaj. iflor. fopra aie. medugl. , non poche ve iic fono de' Cefali in nietillo rolio
o giallo
rate
,
che illuftra
il
Buonarruoti
PRESSO
efirtente nella villa
Greci,
loro Pitturi.
,
?i
in cui
fi
fa
menzione
dell'arte d'indorar le
monete.
LiI5. Vii.
CAP.II.
FECIT MINDIA HELPIS. C. IVLIO. THALLo MARITO. S\0 BENE MERENTI QVl EGIT OFFICINAS PLVMBARIAS. TRASTIBERINA ET TRIGARI SVPERPOSITO AVRI MONETAE NVMVLARIORVM. Q^/I VIXIT ANN. XXXIIIMVI ET. C. IVLIO THALLO FILIO DVLCISSIMO QVI VIXIT
MESESIIII. DIES XI
rate
.
ET
SIBI
POSTERISQVE
SVIS
(a)
f ne ritrovano , io Icurez7a falfificate dagli antichi ; giacche l'inganno ii poteva fcoprire facilmente ; ma crederei piuttolto, che ci forte fatto per giufte ragioni , e forf nella zecca llelTa per efler date in regalo a perfone cofpicue ; oppure , che i particolari f le faceflero indorare per la loro bellezza , e per confervarfele , come penla il Buonartuoti i.c.
ficcome tante
non
le
dirci
con
tal
Tav. ^o.pa^. J7 ^.
(a) Ho ridotta cosi quefta lapide alla fua vera lezione , come era ftata anche riportata nel Giornale de' Letterati , Tom.VI. p. 2jS.
anno 1772.
& indorate
Tallo
fiantc
fi ,
,
che fu padrone
direttore
e foprai
come pu
fpiegarfi in
)
amen due
in-
fituate una nella refi lavorava il piombo , gione di Trallevcre , e l'altra nella regione IX. in quella parte , che fi chiamava Trigario ; e in feguito , oppure nello lleflo tempo , anche direttore di coloro , che lavoravano le monete d'oro Credo che ognuno polla effere facilmente perfuafo , che quefto ne il vero fenfo ; onde non mi eftcnder di pi a ripeterne le piove , che dar altrove in una lunga cfpofizione il pi volte lodato fignor abate Gaetano Marini aliai vantaggio(amente noto anche per le fue molte ei udizioni nella materia riguardante la lapii'aria . Il eh. Autore della Ijiit. antiquaric-numifm. avendo trafctirca quella ilcrizionealla/;. ^o. come qui la riportava Vv'inkclmann , vi ha per confegucnza ripetuti i medcfimi errori
.
a due botteghe
ove
Ca-
^1
CAP, Hi.
C
Della
fittitra prefso
i
1 I
I.
Greci
.
.
Dfegnt
.
.
(C alcune
Pitture originali
di
Roma
.
d' Ercolano
e
di
due
altri difepolti
Pompeja Autori
di tali pitture
Bella pittura
prcllo
i
Greci.
lungamente trattato della fcultura ragion vuole ..... ^ che non omettiamo di parlare dell arte di dipingere prello e pofiam ora farlo con fondamento recandogli antichi
/\ vendo
ci
oltre le
molte cen-
e nelle altre
fepohe fotto
le
ceneri
del Vefuvio
,
ture rimateci
non
poffiamo
in
qualche
modo
inferire
come
fortunati avan-
Prima
d' efa^minare
il
meccanifmo
l'indole dell*
Teo-
fcoperte.
^j^njca
maniera
di
Capo uno
,
l'et rin-
tracciandone e
jf,
gli autori
2.
In
Roma
,
fi
fono fcoperte,
ma
parecchie
o per l'incuria
in
de' maggiori
o per
,
la fola
com' pur
l'aria, che
mia prefenza
ingombre
dalla terra
o chiufe
fono
.
non
folo altera
co-
delle pitture
che
ivi
ma
la flcfla
intonacatura
del
muro corrode
e guaita
j)-.3.Ta-
PRESSO
/.
3.
Greci
5
il
loro Pittura
?a
coloriti
^^^ ^^^^' ^.^p^^j*
^Difegni
d'ai-
difegni
Vaticana
,
prelTo
il
fignor cardinale
Albani,
ticana
fegni
i
,
e altrove
Quelle
la
""''
erano per
di
maggior parte
bagni di Tito
di-
fono
fuo figliuolo,
quali
li
probabilmente non
ricavarono da
ai
medefimo
di quefte
.
ma
altri
pi antichi
.
tratti
dalle pitture
originali
tempi
di Raffaello (i)
Quattro pezzi
pitture
ho
,
Il
pri-
mo
,
(a)
,
comporto
di
quattro
Mufica con due tibie in mano quafi in atto di volerle gettare poich una Ninfa ad dando fiato fiume in cui la dea fi fpecchia l'avvifa che Nel fecondo {b) le fi sformano le fembiatize allo ftromento
ficTure
,
,
fi
offeren-
dogli
regno d'Afia,
bella
.
il
pomo
deftinato
alla pi
11
,
terzo
compoflo
di
quattro figure,
rapprefenta Elena
na
',
probabilmente
.
Aftianaffa
a
lei
che
la
pi nota fra
,
medefime
in
Dirimpetto
Ifa
Paride in piedi
fra lor
{d)
che prende
mano un dardo
l'ar-
dall'Amore pollo
co
Nel quarto
di
ravvifare Tele-
maco
(1) Clie le Terme Ji Tito fianoftate (coperte ai tempi di Raffaello , e che quefti ab bia imitata quella maniera nelle famofe log-
impareggia.
bile artiRa
ge del Vaticano
lo
dimoftra
il
lettlcc^l'autorita di fcrittori
(i> 11 (gnor Wink-lmann ne' luci Menamenti da una. molto pi cilcfa ed erudita defcrizione e fpiegazione delle quattro qui riferite
e appare evidentemente a! fole confrontare difceni delle logge con quei delle terme , ef-
Vi fu pure chi fofpctto cbc le ftauze delle Terme di Tito fieno poi Rate nuovamente rinchiufe e riempiute di terra per arto di Raftaello medefmo , affine di comparire egli Itello l'inventore di
.
fendo anche
flati
amendue ultimamente
pubblicati
j(S.
num.
1 1
^.
(e) ibid.
(<) ibid.
quella
nuova maniera
ma
tal
fofpetto
tiop-
J4
maco
LIB. VII.
compagnia
al
di
PiQllraro
nella
cafa
di
Menelao
nepente
ove Elena
il
figlio d'Ulifle,
dolente per
CAP.III.
padre
offre in
A.
Oltre
alcune tut-
Roma...
tor ne efiflono
Venere e una
Roma
,
nel
palazzo Barberini
tefo
le cos dette
,
Nozze Aldobrandine
villa
il
pre-
M. Coriolano
Albani
^.
,
1'
Edipo della
Altieri
,
oltre fette
Romano
le
due nella
due prime
Roma
(a)
.
fedente
in
e
i
fra le altre
l'Amorino
Fu
berini
e credei! che
.
ivi
pure
Roma
leggefi
che fu
Io ledi
a Nic-
per
in
una
commendator
del
ai
Pozzo
col Heinfio
nel ljj.;
ma non
ha data
fante (0
nel
la
,
defcrizione
(b)
Roma
trion-
compolla
di
,
molte figure
or pi non
che vedeafi
;
altre volte
fi
medefimo palazzo
,
v'
.
forf infracidi e
disfece
jj".
come
il
6.
Le nozze Aldobrandine
due palmi
,
dove
fi
vedono molte
fi-
gure
alte circa
difepolte furono
non lungi da
fan-
Tom. I. pag. 3S j. n. B. e la d pure il Cgnor Lens Le tojlume ec. (a) Lamb. Comment. de aug. biU. af. vn- pian. ^2. fig 106. dob. Tom. 111. Hi. ^. adait. i 6. pag. ^-6. Moiitf. (e) Spon. Rech. d'amia, pag.i gf. (i) Muf. Rom. je. y. cap. V. pag. 1 1 g. Ant. expl. Tom. l. par il.pl. i g^. n.z. eait.iiio. [La figura la da 3.\\& pag. ^2.., {d) Holft. Comment. in vei. pici, nympk.
(a) Vedi
,
i^AcSSo
Greci
nel
loro Pittura
s"?
'
=8
LIB. VII.
Mecenate
(a)
ficcome ho
di
,
GAP.
le
III.
nozze
Peieo
preiTo
o piut.
tofto tre
dali ci
Mufe Tuonano la cetra e cantano l'epitalamio Veche pur ho detto intorno a quefta pittura nelle Riallegoria
(e)
.
cerche
jT.
full'
7.
La quarta
,
pittura
cio
il
pretefo Coriolano
{d)
;
gi perduta
ma
vederli
non pu
Tito
in
{e),
inferiore
non ancora
fteffo Bellori
,
oftervata da'
moderni; poich
il
1'
\o
pubblicandone
difegno
Nella parte
,
fuperiore
del
ove
in
la
cancellata
ve-
come
lontananza
un alino
;
'1
con un pungolo
dal
lo fpigne innanzi
la
sfinge
.
che
ci
aveali
recata
dadati
monte
e portolla quindi a
,
.
Tebe
tal
Ma
non
fi
gli altri
divifato
perch fopra
pittura
fono
ftati
de'
nuovi colori
8.
jT.
Le antiche
,
pitture
legio
Romano
tratte
furono
Uh. z. p.^y.
ec.
feci.^j.
Tom.I.
pfg. ^j8. (a) Ne d la figura La Chauffe PiB. amigui, ec. Tab.i fopra un poco efatto difegno. 11 noftro Autore in altro propofito nella Prefa\. ai Montini, ant. incd. p. XXIII. cosi ne fcrive La pittura antica che s' confervata nelle terme di Tito , ove crcdefi figurato Marco Coriolano alla teft?. dell'armata in aito di combattere contro la patria , e la ma.
dre di lui e la conforte , contro co' loro figliuoli, pa divcrfa della pittura , preffo un avvenimento chiufo , ci che non pu
che
gli
fi
fanno in-
adattarfi
la
camento
di
Coriolano con
madre
all'abboccon la , e
conforte , tenuTofi in campo aperto ; dovendoli piuttofto riferire ad Ettore , e ad Andromaca ; tanto piti che la donna , la quale parla col pretefo Coriolano, non attempata,
come
ma giovane
feputcr.
Nafort.
Tab. i g.
^6
'
MEtIGANISMO
D'ELLA ScULTtTRA
dalla parte del
monte Palatino
UH. \n.
GAP. III.
Circo Ma/lmo
,
due palmi
^iore a
un Satiro che beve a un corno alto e un paefe con figure grandi un palmo fupe,
molte pitture
di
Nel-
lo {{effb
luogo
al
tempo medefimo
Albani
:
una delle
villa
fu fcelta allori
fra le altr
Tofcana
cui
il
del
di
la
morte
da
villa
me
derfi
Morghen
ne' miei
come
,
un' appendice
pitture
antive-
e pi efattamente
antichi (a)
,
.
difegnata
nel
mezzo fu una bafe una piccola figura ignuda che ha l'elmo Incapo, lo feudo nella (niilra e nella delira una mazza circondata
pu
Monumenti
,
Ve
di molte punte, fimile a quelle che ufaronfi ne' baffi tempi. Sul pavimento da una parte una piccol'ara, dall'altra uh
gran braciere,
da amendue
follevafi
in
alto
,
il
fumo
il
Standi
far
no
lo
ai
due
lati
veflite
,
cinte
capo
full'ara
e l'iltra
fembra
,
full'accefo
menfichi
che pajoao
Rapprefentafi qui a
mio parere un
,
fagrifizio
l'altra ibrclla
gli
,
come
di
far lo
le
folcano
efcludendone
uomini
al
primo
marzo
matrone romane
(^)
.
nella feda
che perci
chiamavafi matronale
(a) Le pitture , che fanno in queflo Mafeo , e fi fanno vedere per antiche , oltrepallano i fcttauta pezzi Sarebbe lunga cofa li voler qui efaminare f fieno veramente antiche tutte , o nella maggior parte, oppure di mano modem , come tali fi vogliono tutte da molti , e tra gli altri dal fignor abate Amaduzzi nella delcrizione delle pitture dei Dapiferi , delle quali parleremo qui apprclfo , p.ig. jg. , in una nota alle lettere del noftro
.
Autore , che daremo nel Tomo iil. , e altrove . Quella , che viene lodata dal Montfaucon Diar. itaiic. cap. i6. pag. zs3--> e dal Galeotti Gemmi, ant. liner, pan. ri. Tuo. yi. fig. V. , rapprefentante un architetto veltito
di verde coli' archipendolo in mano , ed altri ftrumenti , trovato in un fcpolcro fulla via Appia , ora pi non vi efille .
la)
num.177.
verf.iyo.
PRESSO
Greci
Orazio
e
,
loro Pittura
fatto
.'
?7
(ti)
=====
^^^-
non
di-
9.
L'altra pittura
della
villa
Albani
fcoperta alcuni
Appia
a cinque miglia da
,
Roma
ha un palmo
(b)
.
mezzo
di
lunghezza
e la
met
di
larghezza
Vi
li
rapprefenta un
con grande
incaftrata
L'edifizio prin-
che fcorre fu
.
una
v'
girella
al
bilogno
Sopra l'arco
a
fentinelU
de' buoi
,
La porta conduce
un
ponte
un fiume
che va a
mare.
e vi
(e)
fi
veggono pendenti
Cosi prefTo Stazio
delle tenie
{d)
,
pianta offerte
Tideo padre
lei
facra delle
e cos
di
gemme
un'altra pianta (0
diffatti
foleano qucfti preiTo gli antichi all'ombra delle pianelfi le piante forgeano (/) che fovr' un altro di quelU fepolcri i ripofa
,
te
elevarfi (a)
,
anzi talora da
La perfona
indica qui
forf la via
i
pubblica
lungo
.
la
quale foleano
Romani
coftruire
loro tumuli
(b)
Tom. IL
(a)
H
verf. j. '''.'"^'>^-
jf.
IO.
Non
ub.2. n.34..
^ 0F.Tarr..iI.
(a) Properzio /ikz. e/eg.it- verf.jj. t i^. dclidcrava che im lauro tacelle ombra al fu. Icpelcro .
(/") Hor. Epod. s- Merf.iy. , Plin. lib., 6. cap. 4.4. feci. (b) Vcdafi quella pittura appreffo in froa-
^"IjJ^'l ?'",v"^"T- v'*--- ^' ""OSd) iheb.lib2.v.73li.,&lib.iz.v..i.s)2., i. ul.i ^v.r. ab. 4.ca,m 4. x.qz.
(.0 /than. k'ar.
kiji. iib.z.
''"'"'
h.
,
cap.14^
te al
Ub. Jil.
inula in rame
jS
jf.
Non
LIB. VJI.
CAP.III-
efTendo
Itati
fiaccati dal
mura
fui
e pofcia a
Napoli,
ove con
altri
umide
vi
cofcch
tratti
fuori
appena pi
fi
vedeano
Capo
tro
di
fi
ben confervata
.
ed
ora
d'Ercolano
Un
,
altro
pezzo della
fcendendo dalla
nave, s'appoggia
a Paride
Opera di Turnbuli
fulla pittura
II.
Quan-
(a) W'iiikelmann nella prima edizione in quello luogo nominava anche le pitture delia piramide di Ccitio , dicendole fvanite , e cajieellate dall'umidit: il che non totalmente vero Se ne pollono vedere le figure in rame date dal Falconieri , che le illuftr con una lunga diliertazionc inferita in appendice alla Roma amica de! Nardini Tra le pitture trovate lui principic di quello lecolo in Roma una ne compr il (ig. Middlston , e U pubblic col reftcr del mo mufeo
. . ,
Negroni l'anno 1777- Effe confi-llono in tredici quadri di polI altezza , tutti dipinti di buona maniera con iftorie , ed emblemi di Venere di Adone di Bacco ,
nella villa
, ,.
nell'opera dianzi citata Aritquicates Middlcaltra comprata da! dottor Mcad pOrtonians. rimentc ingiefe data in rame dal (g. Dygby MI fronte della Ina edizione di Orazio Flaicco fatta in Londra nel r74y. , e ne parla anche du Bos Refiex. far la poef. et. Tom. I.Jici.^ 7. pag. ^yS. 11 cardinal di Rohan ne port un' altra in Francia , che poi don al duca d'Orleans , tiovata pure in Roma nel lyii. fui iBonte Efcjiiilino . Sz ne da il rame e la dcfcrizionc dal (g. Morea-j de Mautour ncli' Academ. des Infcript, Tom. V. Hifi. p. zgj. Di certe altee , che nel 1701. fua'ono- trovate nelle rovine dell'abitici Capua, ed altre in Dna villa tra Mapoli , ed il Vcfuvio nei 1709. ne pitia dii Bos L.Qt. pug.^So. quelle cfie meritano particolar men7one fono le fcop;;:te negli anni Icorf fui detto monte Efquilino , e fui Cello- . Le pduie furono ttovats
:
ed ornamenti bcUiffuni Furonofui luog-i ftclfo vendute ad un inglcf , e fotf dopo qualche tempo avranno (ofterto danno , come ha detto Winkclmann che accader luole alle pitture antiche allorcli- vengono efpoftc all'aria Se ne fecero per i difegni , tre de'quali , ora polleduti dal fignor cavaliere de Azara volle efcguirli il fignor IVI-cngs , e co,
. .
d'Arianna
coiue avrebbe fatto anch^ degli a'tri e nove ne louo gi in; cifi in rame . Il fignor con/gliere Bianconi pens allora , che ove furono fcoperte vi
loriili
,
folfe lopravilluio
potefT; elfere un lliogo di deliic appartenente a Lucilla moglie di Lucio Vero-, e figlia di M. Aurelio , e di Fauflina ; argomentan-
dolo da un medaglione de! re di Francia riportato dal VaiUant Numi/m., ec. Tom. iil. pag. 14.^., nel rovefcio del quale fi vede rapprelcntato il foggetto che in uno di quefti quadretti colorito dal fignor Men-"; ; cio un' ara , fu cui fla in piedi un Amorino alato , e
vicina un-a donna rtoiata , che colla deftra fcujte \r.\ alb-.:ro, da cui cade capovolto un altro Amorino qua.fi che fofle un pomo ; e nel diritto vi la t;iha di Lucilla colla rCc-~ lunile mcdaglioae le poliicdc ca~ zioae
.
Ma
T-uEsso
(f.
Greci
loro Pittura
iofle
."
?9
II.
^====
' '
di trovare antiche pitture, accadde la rimarchevole fcoper^ 111 e ta delle citt fepolte dal Vefuvio , dalle quali turono tratti
inille e qualche centinaja di pezzi
P.
1 J
d'Eicok-
pinto
rono
gli
in Ercolano
medefimo
,
Stabbia
.
ultimi in
^.
12.
,
colano
trovate fui
muro
in
tondo
ro
,
Minotaue
la nafcita di
.
Chirone
e Achille
Pan
Olimfuo
po
di
In Tefeo
non
chioma, qual egli e Giafone allorch entr per la prima volta in Atene portarla folcano Doveva Tefeo anche
,
.
da Pindaro (b) cotanto bello , che n' era prefo da maravie credea di mirare Apollo o Marglia il popolo al vederlo
,
te
1'
al
H
che l'iUuftrc prelato Gaetan
gre-
cuoi ne dare; Vedali l'Antologia Romara tir.no 17S0. n.^z. Tom f^I.p. zj t e jcgg. Le altre fcoperte fui Celio vicino all' ofpcdale di s. Giovanni in Laterano nel lybo., anch' cfle di molto buon ptnnclio , fono in numero di lette , delle quali non fono andate efcnti dall'anzidetta dilgrazia , che due , e mezza , polledute ora cali' Emo (g. cardinal l'allotta pto-tcforiere di Sui Santit Rapprefentavano fette belli giovani di grandezza naturale vediti di un abito di color ^ngiantc , uniforme, non pi veduto , fciolto e
mo
li figura in
apprcllo
in atto come di prefentare un bicchiere , che tiene nella deftra follevato al pari della tcft
ed ha accanto due vali Sono Hate incife pubblicate nell'anno (corl 1785. da Gio.
.
M.
Hanno
capelli
Caflni chier. regol. Somafco con due divcrfc fpiegazioni delli eh. lignor ab. Araaduzzi , e (gnor ab. Giovenazzi , il primo de' quali penla, che quei giovani miniftralfero ad un convito profano , e l'altro ad un religiofo , de' quali molto abboncava 1' antica romana fuperftizionc , e forf dei Salj . Si noti finalmente l'errore del P. Monttaucon , il quale nel (\\o Dar. Italie. cap.r6. pug.z^^. dava per antiche certe pitture del Maufoleo d's-
biondi chi corti, e chi lur ghi lino alle ("palle , ma tutti kgati con una fettuccia al ufo di diadema ; e al piede nudo lono cinti di un galante faudalo aliai leggiero . I primi fei in atto di lammirare , portano ciaf-uno un piatto di vivande , parte cotte , e parte crude l'ultimo , che ha degli ornamenti al:
gufto in
Campo Marzo
cl.e
fono moderne,
come
gi not i-i<;oioni nelle fue Olfervazioni (u quel Diario , p^g. ji .\ e conlillonc in alcune canne , e foglie con un' arma papale in parte rovinata. (a) Pauf. /it.r. cap.i q. pag. 4.4.. princ.
ih)
quanto
diverii
all'
abito
6o
e.,,-^..,.Tr---
greco Alcide
j\^;}ii]jg
fj-g_
e affai volgari
fembianze hanno
,
le
altre tefte
US.
VII.
cheto e inoperofo
tratti
ma
,
affai
fgnificante n'
il
volto:
fi
turo eroe
zione tien
Chirone
fi
ravvifa
di faifi:ru-
il
breve
un nobii pu,
dore
fuo
e quafi
il
rimprovero
poca
il
abilit
per cui
il
iftj
mano
{a)
:
plettro
nava
la lira
Egli api
dolcezza e
vezzi
fono in
lui mirti
alla
fenfibilit
e al nobile
orgoglio
j)'.
13.
ivi
quattro difegni
fui
mar-
mo
di
pur
il
nome
;
delle perfone e
,
dell'autor
medefimo
foffer
ci
mano
ma
efl
non
:
dan-
le fifonole
e ne fon
fa
mal difegnate
conofcere
ma-
che
le
,
umane fanno
dell'artifta
.
piucch
le
altre parti
merito
fol
Quefl:e pitture
colore
dal
fatte
.
che
fi:ato
poi annerito
fuoco
.
Di quella maniera
Capo
feguente
jf.
14.
le
Le pi
,
fono
d'
le
Danzatri,
ci
Baccanti
Centauri
alti
fi fili
meno
un palmo
i
dipinti fu un
fondo nero,
fol
ne' quali
fcorgono
principio
,
tratti
d'un
s
fi
bei pezzi,
che
fatti
pareano d'un
I.
colpo
di
pennello
defiderava
di
(ap. f.
pTiEsso
Greci
loro Pittura
'1
6i
alia
d fcoprirne copia
fine del 1761.
jT.
ma^^iore
defiderio fu
compiuto
fu
j
===
ij.
le
ove
gli
operaj vedendo
,
fcrivonf quat.
tro
bei
pcz-
e fcavandovi
quattro pezzi
^'"'
di pittura fcoprirono
rotti
ma
nel volerla
fgombrare ne furono
tagliati e
(laccati
muro
due a
due
che
in
guifa per
la
Che
quelle pitture
non fiano fiate portate col da altrove, com'io ed altri conma fiano fiate anticamente fiacgetturammo a principio
,
cate dal
muro
,
in
quel luogo
le
flefio
ove
fi
trovarono
Io
fcoperte
fatte nella
citt di
nelle cafe
muro
le
il
che
tempo
.
fleffo
che
ceneri avean
i
cominciato a coprire
quali ebber
la
citt
di
mettere in
fal-
dopo quel
mugghiare
ima flrada
di
funeflo acci,
avendo
monte
,
cefUito
di
tornarono
loro cafa
all'abbandonata citt
fra le ceneri e
le
e aprendofi
,
alla
pomici
tentarono
,
trafportarne
le flatue
,
ma
eziandio
vi
Ci
non come
fic-
piedellalli
che
foli
trovarono
cardini
perfino levati
di
bron-
e gli flipiti di
marmo
ben probabile
le pitture
Non
muro
,
trovan,
fiaccate dal
di ceneri
dob-
quella forf
(a) Nelle Scavazioni dJ Portici fatte in fbrarodel 1761. , come ft dice dagli (Accade-
(Jelle
Tavole numerare
y
LIB. VII.
62
f
di
feppeJlire la citt
abbia ci impedito
i
ed
abbiali
pur obbligati
.
lalciar
dov' erano
quattro pezzi
CAP,
III.
gi tagliati
jf.
6.
In quelli
:
la pittura
ha
tutt' all'
,
intorno tre
quella di
lille
di vario colore
la
pi eilerna bianca
,
mezzo
di
violacea
lor
e verde
:
la terza
Jifte
co-
cupo
quelle tre
,
punta
di dito
mignolo
dito
. .
larga
un
17.
Le figure fono
due oncie
jf.
ftate
(a)
dopo la prima edizione della mia Opera, ci non oflante non ho giudicato opportuno di fopprimere quanto gi aveane
fcritto
,
d'
Ercolano nelle
mani
jf.
di
pochi
mi lufingo altronde
.
di averne indovinata la
vera fignificazione
18.
,
fedente
fino
ai
faccia
con
vefle bianca
che
gli arriva
(b)
,
piedi
quale
portarla folcano
fino
,
al
polfo della
mano
,
Ei
.
fembra
un uomo
fafcia
di cinquant'anni
,
ed fenza barba
il
(*)
La larga
a color d'oro
petto
ha qualche
delle altre
Egli tien
nella deitra
un bafione o fcettro , lungo quanto un'alabarda, cimi, v' un fregio largo un dito a color d'oro
nella cui
,
fimile a
quelia) T'ut.d'Ercol.Tom.
4.
& 44.
nuli, hanno
fu
la
barba
del
i") t-un. Jup. trag. ^.4r. oper.Tom. ri. pag. 68 8. [ e in Cy.iico , . t6. Tom. ni. pag. S48. (*) Probabilmente qui rapprcfentafi uno dci celebri poeti tragici della Grecia ma quale ei (a non fi pu determinare Sofocle ed Earipide ne' bulli , che di loro ci fon perve,
.
mufco Scoichiano D(Jcript. acs pitrr. grav. da Cab. de S-ofch , et. 4.JCC. i.n.ji. pag.417., ove un'aquila
una cornioia
gli
mor
capo la teftuggine per cui Se ne veda La hgura ne' miei Monumenti antichi j num.i 67. (e) V. Monum. ani. iiied. Par.l. cap. iS,
lallia >.adcre fui
.
infine
PRESSO
quello che ha in
attraverfa
Greci
cofce
(b)
,
loro Pittura
copre
cui
in
6^
.
mano Omero
le
,
Gli
LIB. VII.
amendue
parte ia fedia un
lniftra
panno roffo-cangiante
fpada foderata
verde
il
,
fovra
GAP. III.
alla
pofa
,
la
ch'egli colla
.
centurino
manca mano impugna ed ha Quella fpada pu avere lo flelTo lidell'Iliade nella detta
la
gnificato
la
che
nella figura
,
apoteofi,
perch contiene
maggior parte
di tra,
argomento
gedia
Volge
quell'uomo
,
le
fpalle
che
Ella.
ad una ma,
pofa-
una fpecie
di bafe
balfo
e da cui
pende
,
un panno azzurro con due bianche fafce minate da due cordoncini , che finifcono
figura fta
fe
,
ai
due
lati
ter.
che da
;
ombreggiata
forf
,
il
nome d'una
,
tra-
gedia
non
fcorgono per
Quella
,
lettere
,
ma
foltanto alcuni
e lo
tratti irregolari
mio parere
tirati
Melpomene
e
argomento anche
tella
,
dai capelli
fu
.
legati
dietro
fulla
Dietro
alla mafche--
ra ila
un uomo
le
me pi
fine
(fcl
conettamencc da!
lg.
Ut ollm
thyr--
Tomo
I.
del
Mufeo Pio-Clementino
fos vibrans
(*) Nella guaita figura fedcnre d'Euripide col fuo nome , edftcnte nella villa Albani , e da me pubblicata n Monum. ant.n.i 6S. , vedefi ancor un rcfto d'un (imi! lungo badone , cui impugnava la mano del braccio mancante Potrebbe metterli in mano ad Euripide, eorac agli altri tragici, un tirfo, qual gli fu dato nel reftaurarlo, fecondo l'autore d'un epigramma fatto fopra- di lui ncU'Anthol.
.
iih. s.
num.
Ts
4..
<
Oli,
'
>ip y^'^a-t
\r
A-ritfi
_^
(b) Gli Accademici dicono roffo incarnato. (e) La vefte di color cangiante tra il verde e il giallo , con una cinta a color di rofa , e la fopravefte , o manto, clie le ricade fulle cofce , e fui piede defilo di color cangiante in lacca , e in turchinetto , Cosigli (Velli, (**) Barnes nel fuo Euripide , Phivnifs. verf.r4.gS. , lia tradotto roxiVa Kf^oiffira , yZo/d /TJ^'dW , quan lo doyea tradurre ^0,
rsu
6ujsAvi(rv
9vp7a
gli
anuchi
64,
'
ftone
appoggia
guarda
la
donna che
.
fcrive
cui
pur
LIB. VII.
GAP.
mira
jf.
la figura
dell'uomo ledente
III.
La feconda pittura compolla di cinque figure. La prima una donna aflifa con un omero ignudo coroe tien nella finiftra un rotolo nata d'ellera e di fiori ofla
19.
,
,
,
un volumetto aperto che accenna colf indice della delira. La vefte di color paonazzo e gialle ne fono le fcarpe o
,
piuttofto
le
pantufole colla
,
fi.iola
roffa
Sta
dirimpetto a
mezzo
una chiave
ripiedi
da accordare
gati
miglianza della
,
non che
fi
quelli
fono alquanto
fimili
vede in due
fi:rom.enti
nel
cin,
l'altro
toniano
tanto
piCx
che
fi-
quello
nillra
.
le
farebbe inutile
fuonando
ella
falterio colla
,
L'arpa della
nofl:ra
,
dette
a quelle
due figure
che
vcftito di
bianco
fuona
medefimo
(*)
,
tempo due
tiene in
,
tibie
lungh'j
mezzo palmo
la
e diritte
,
e le
bocca a traverf
,
chiamata
le
rifiior
,
(^p^/ov
e (fop^?/a,
orecchie
va
a legarfegli
tagli
dietro
Si
fcorgono
per indicare
diverfi pezzi
di cui
fono compolle
Tom.
I
il.
Tav.
[
<5.
jj.
Jugam
ckor-
darum
babilmente quelle clic fi chiamavano doriche; le frigie erano ripiegate in tuori (aJ Vedi Tomo J. pag. 360.
diritte
erano pr-
rRtsso
zioni
di
Greci
e
,
loro Pittitra
poich non
la
fola
firinga
lo zufolo
,
ma
le
tibie eziandio
colle volgari
canne
LJB. VJl.
fa-
GAP. IH.
ceanfi
le
non che per quefte generalmente fi adoperavano canne che forgevano prefTo l'Orcomeno nella Beozia (a)
f
,
le quali
efTendo fenza
(*)
.
tibie
d'un
pezzo folo
ove
i
antichi
,
monumenti
,
tibicini
:
cio la finiltra
,
ed ora due
di groffezza eguale
laddove
,
fe-
condo Plinio
la
finilb-a efTer
dovea maggiore
,
poich
mentre
in
di
Stanno
coronate
piedi
fron-
verdi con
delle
bacche
quella che
(b)
veftita di
l'altra
zo
di
color bruno
Tom. IL
(a) VWro Hi). I 6. cap.jf.feS.S. (*) Le tibie compclle di varj peni comc quelle della nolha pittura , chiamavanfi poich aveano , a cos 'i\ -arr-pi'i > gradarle ;
gradi Trovandof nel mufso Ercolanenfc molti pezzi di tibie quali non hanro l' incaltro per commetterli uno r.ell" altro, ne viene per confeguenza che dovcan elitre foftenuti da un lungo tubo o cilindro Diflatti cosi formavano le tibie lointerno ro gli antichi , e tal tubo era di metallo , o d'un kgno traforato, quale tuttavia (i fcorgc nel detto mufco in due pezzi di tibia im^ pietrita , e nel mufeo Cortonenlc confervaf un antica tibia d'avorio col tubo interno
dire
,
I
in
jf
Illad.
20. Quat-
Homer.
6"
diverfi
fcorgcvanfi nella forma e flruttuia lo, ro Il lgnor 'Winkelmann ne ha accennate alcune noi colia kotta del Battolino , del Mcuifio , del Caufco de la Chaiilk , e dell' Anonimo Maurino il P. Vartin ne aggiugnerenio delie altre Bench la niag!;ior parte delle antiche tibie s'allargafle all'cfremit, alcune nondimeno ve n'erano di forma cilindrica , de la Chaulle Muf. Rom. Tom. il.
:
1
I
fe3. 4.
''O^'inkclmann
Monum.
unt. ined.
num
go
S.
come
moderni
.
flauti travcrieri
d' ari;i.nto
(,a)
th.i 6.cap.?j.
feci.
66.
(i) A quefla agg.ugnerl polTono akun'altrc oflervazioni lopia le tibie degli antichi , rifguar.'anti la divcrfa loro ma^tria e Ibuttura Per n che fpetra la rratcria , altre erano di bulfo, Ovid. iMetum. Ub.14.. v. /??.> altre di olfa di cervo o di capra , Athen. Callim. Hymn. in lij.f. c.2f. p.i X2. D. ,
.
elle eziandio ne' fori aperti al luniflrumcnto Semplici erano quefti in alcune tibie ; ma in altre ahavall al di l'opra una fpccie d' imbuto N in tutte era eguale il numero de' fori fuddetti , ficcomc nemmeno era eguale in tutte l' imboccatura Una Angolarit per ultimo , che non hanno le al-
Variavano
dell'
&
ravvilli in ura di effe di tre antiche tibie efprelTa in un balTo-rilievo del forma frigia la quale vien riportata dal Louvre di Parigi Monaco anonimo [ P. Martin della congre,
,
Diu^i. ve f.2^j.. , cdalrre di nvjtallo , quali gazione di fan Mauro , Expl. de div rnon. fpccialnic'.'te ufavanl alla guerra, Barthol. fiiigul. p.^o- J' fuo codone non vcdel ivi riDe tti>. ICC. lib. j. e. 7. 1 Fiigj e gli Etrufchi piegato , come quello delle altre , ma forma hanno col'.umat nelle loro tibie di adattarvi un angolo coficchc fcmbra quali una pipa da un'apcrtuia lii crn.o a' codone , odia a quclf tabacco [ V'edali andie l'opera del Bouanni clircinita doiid'ef^e il fiato , Eufth. Commeuc. (b) Turchino
,
.
66
"
'
"-^=
IO.
.
compongono
profpetto r r
le
,
la
terza
LiB.vii.
jj-j-j^jj-^^
principale
.
il
voltata
di
CAP.IH.
, '
fiede tefili
f:ri-
nendofi colla
finillra
manto
che dietro
arriva fin
capo
fcia
qaedo panno di color violato (a) verde mare la velie di color carneo
;
;
con una
.
fpalla
d'una bella
,
bianco ammanto
che
vicina
il
e filila
di lei fisdia
fi
mento
La prima
dignit
.
figura tiene
piedi
fa
fii
una predella
bella
i
indizio di
Preflo a quelle
fi
un' altra
figura
muliebre
acconciare
capelli;
petto e
di
n'
la
finiftra
mento
bianca
polfi
,
voler
la
intonare
tafieggiare
Itrette
fui
clavicembalo
velie
con maniche
il
lunghe fino
a
ai
paonazzo n'
.
ricamo
lar-
go un pollice
Pi alta
,
e mefTa in profilo
in guifa
,
per che
in
dell'oppofio fovracciglio
peli
fono pi
vifibili
Gli occhi e
.
le lab-
bra infiem.e
ftrette
ne efprimono l'attenzione
tre piedi
lei
vicina
,
alta
cinque pollici
co-
mezza cofcia
il
canto
defco
,
fu
cui
una
cafi^ettina
fixfcia
di
alloro
vicino
i
ad una
vio-
ra che f
fa
,
acconciare
con manico
21.
alto
poco men
di
il
colore e la trafpa-
vetro
to
un cavallo formano
,
il
quar-
di faccia
ed ha una balza di color ceruleo (e) Delle due fakette , che vi fono lopra una bianca , l'altra e roUaftra
della carne
,
.
PRESSO
Greci
loro Pittura
fuoco e
;
57
fagacit
,
onde potrebbe molta attenzione ai detti dell'altra figura Sul Tedile un panno rofTo fanguiprenderfi per Achille
.
gno
o piuttoilo purpureo
al
che
fi
gli vien
a coprire
una par:
te della cofcia
luogo ove
gli
pofa
,
la
man
;
finiflra
roflb
pur
il
manto che
pende dietro
Gli
appoggi
offia
>
fono molto
,
alte
e foftenute
da due
rilievo
Sfingi pofate
fedile
quali veggonfi in
villa
.
un baffo
un
Albani
(*)
fu
di quefi:i
ap-
poggi pofa
alla
il
braccio deftro
Appi
una fpamovi-
de' Tragici
anelli
per mezzo
di
.
due
bili nella
L'altra figura in
piedi s'appoggia ad
un baflone
,
che colla
man
finiftra
tiene
ha
la delira follevata
e tiene
cavallo. Potrebb'efTer
di
tiloco
il il
minore dei
figli
Neflore
che
fa
,
dolente
il
Achille
ivi
luogo
,
olila
la cafa di
jf-
22.
ve ne
fono alcune
.
altre
della
medefima mano
,
ma non
,
ben confervate
carro del fole
1
La pi ragcinto
dagli
guardevole
di raggi
il
rapprefenta un Apollo
,
fjl
come
avan-
(*) Bartoli Adm. Antiq. Rom. Tah.4.8. jrefc la Sfinge per un Griffo . Vedi Monelaucon Anciq. xpl. Tom. I. pl.ij.fig- 2. ("a) Monum. ant. iiud. num.i i z. (i) Avverte l'Autore nei ant.ined. Pan, li, cap. 1 . pag. lyo. num. t Zj. , che
Omtxo
Mm.
Jlad. iib. uh. verf. 4.S0. chiama tcnda l'abitazione d'Achille erena nel campo a guila dura cala di legno col tetto di canne . Tal lenda ravvila egli in una bella gemma, che riporta in quel numero 119.
68
LIB. VII.
e
il
ha un panno verde
verde e lieto
.
fulle
co-
eAP.iii.
mano muliebre
gura perita
la
fottil
pan-
no
l'Aurora
ritirafi
jT.
che
dopo
di
avere fcoperto
indietro
23.
maniera
mera
ronf
difepolta a
Pompeia
di
Frcolanenfe
n-i'dffi^kfa
PoiiEpeja.
^-
^4"
-^^^
^ rapprefenta
figure
hanno
la in
met
capo
della
(a)
,
favola d'Ifide
ha due
coma
,
ed
dad-
dove
ftra
le
alle
cofce la velie
,
EfTa portata
da
m\ Tritone
,
o da un Proteo
a cui fiede
finiitra
mano
l'abbraccia
a lui
tienfi colla
manca
e lende
la delira
,
la
man
tenendo nella
.
ma
di
bafamento
una fimU
facro
ed
probabilmente Mercurio
avendo nella
finillra
un caduceo
,
con una
(a) Vedi
fitula. afi"ai
la
quale
penTomai, pag.gt.
PRESSO
Greci
loro Pittura
.
6<)
=
pende foftenuta fui polfo del braccio Una quarta figura in LIB. VII. tien fimilmente nella deftra un filro, piedi, come Mercurio GAP. JII. quetutte Tritone il tranne verga fotti! e nella finiflra una Il Tritone panneggiamento bianco fte figure hanno un
,
:
ofia
fu
Proteo forge dal mare, o dal Nilo dietro quali par che biancheggi l'onda fpumofa ,
di color d'acciajo
. :
agli
fcogli
e v' fotto
un cocodrillo
fu
una Sfnge
Mercurio,
,
ed Arwo
in
bianco ammanto
,
Merpofandone il
finiftra
Il
ma-
no
poich
deftra
ferpenti ne fono
la
doppiamente
ofiia lo
colla
porge
firinga
zufolo ad
Argo
Ha
quefti la figura
,
d'un giovane
falle fpalle
(0
,
16.
Ho
defcricte
qnefle
pitture
fecondo
la
maffma
dell'arte
ci notando e ci
nelle
,
tato
da^jfi
od omefTo
antichi
,
.
Dififlitti
Paufania
ci
delle migliori
s
dato
aveffe
un
efatto ragguaglio
come
di
quella di Poli-
GNOTO
a Delfo (2) ?
jf.
27- Chie-
(0 Le deflazioni nelle P/Hur<r i-fTw/no fono differenti non folo perche molte cofe da \i'inkelmann notate vi fi omettono , e viceverfa
colori
,
Ci) Due furono \ famofi quadri dipinti da Polignoto in Delfo , de' quali fece Paulania una ftorica ddcrizione l'io, i o. e. zi. p. ^ S9Jeqij
ma
panreegiamcnt' . Quefta diveriita nafceitbb'ella mai da!laltcra7 ione del colore cagionata dall'a-ia nel tempo feoifo tra l'cfame che ne ha fatto ^K'inkclmAnn , e quello che ne fecero gli Editori della infisse opera
de'
ja coli"
Il
fig.
ab.
il
FI.
J^Ifrr:.
Gcdoyn p. 4+Sprnno
;
feri(Tc
Er olanenfi ? [ No certamt-nte, aver forf quegli Editori vedute le pitture con pili romodo, e diligenza, lo ho riporratc in nota foltai^to f: di.Tcrenze ; e vcg-gar.ii le lettere di 'Wiukelinann nel Torno al.
delle pitture
non e promife di trartare pur dell'altro , ma F-a le va,'ic olTervazioni prel'ha poi farto
.
ma
dall'
pofte da
lui
fopra di
vhe
tata diUinyu'cafi
the
unapu-
70
jf.
'
il
leggitore f le pitture
SI
fi
d'Ercolano che
Roma
romano
e
ad un
.
greco g
artifa
attribuir
Autori ditaI
'iebbano o ad un
^ ^j^
pitture.
abbiamo
di
tal
rendono fommamente
;
lo fciogli-
mento
il
quifione
in
una
delle
il
mentovate opere
proprio
pittore
ateniefe
non
v'aveiTe
appello
nome,
faremmo tuttora incerti a qual nazione attribuirli doveflero. Sappiamo per che fin dai pi antichi tempi Romani di greci pittori fervironfi non folo nella capitale (a) ma eziandio nelle piccole citt come in Ardea non lungi da Roma prefTo il mare ove il tempio di Giunone dipinto fu da
i
,
M. Lutura
to
,
un pregio . E si gli fembra acconk.ia quelta ufanza che la vorrebbe riitab>ilira dai moderni niaeftri dell'arte , dove almeno non folle
il
(oggetto per
se ftcro
noto abbaftanza
La
pittura pero con tal mezzo , anzich vantaggio , ne rifentirebbc detrimento ; poich i nomi fpard pel quadro , occupando un (ito non proprio , verrebbero a fconcertar la (irametria , e ad impedire il lapporto dei vaij oggetti E ftato querto un difetto fcufabile nella prima infanzia dell'arte , e nel fuo riforgimento ne' lecoli XIV. e XV. ; ne' tempi ,
.
ma
in cui
i
domin
il
buon gudo
.
fonofi guardati
pittori di qualche grido di commettere limile mancamento La pittura ha da farli intendere fenz' interprete quando quefto abbifogni , egli indizio che il pittore non ha faputo ben efprimere il fuo foggetto Al pi potrebbeii permettere l' ifcrizione , ma al di
: .
fuori del quadro, dove s'avclle a rapprcfcntar un foggetto di ambigua o di troppo ofcura nozione [ Le ifcrizioni li trovano frequenteiTiente (u i vali chiamati etrufchi , e di alcune le ne parlato nel Tomo I. cap. IV. pag. ZI 7. efeg. , nel qual capo 11 veduto quanto (la per lo pi eccellente il difegno delle pitture , che vi fono rapprefentate ; che perci non poflono dirli lavori dell' infanzia
.
; e fots' anche in alcune parti non corrifponde l' ideata copia del (ig. di Caylus al vero originale di Polignoto Secondo Paufania l'oggetto principale nel primo quadro era r imbarcamento de' Greci , dietro il quale venivano di mano in mano gli altri oggetti fino alla citt di Troja , che era uno degli ultimi punti di vifta . Ma il fig. di Caylus col muro di Troja , che Epeo fla abbattendo , ha divifo per meta il quadro alfegnandonc una parte all' imbarcamento de' Greci con tutti qugli oggetti deferirti da Paufania lino al fatto di Epeo , e l'altra parte alla citta di Troja col reffo che l' illelfo Paufania vide nel quadro . Molto meno s' accolla la copia all'originale nella rapprefentazione della fuddetta citt . Nella copia vedeli quefla ornata di numerofe ftatue e colonne , delle quali Paufania non fa verun cenno n probabilmente faranno ftate da Polignoto efprclfe avendo egli voluto ferbar il coftumc Le colonne e le (fatue di marmo erano ancor ignore al tempo della guerra trojana ; ed Omero ftelfo , che dopo alcuni fecoli la defcrilfe in verli , non
mente
pittori
;
romani
almeno
dal fecolo V. di
Roma
.
poich Fabio
dell'arte
Dopo
il
(gnor
Gedoyn
gomento
il lig. conte di Caylus Hift. dcl'Ac. des infcr. Tom. XIII. p.rJ. edh. in i 2. , che prefe ad efporre anche il fecondo quadro di Polignoto Anzi per darre un'idea piu Jilinta , fece egli , feguendo la fcorta di Paufania, difegnare ed incidere all'acqua forte amcndue quf' quadri da! fignor le Lorrani da cui nondimeno non fono flati degniti troppo felice.
nell'anno 4?o. dipinfe il tempio della Salute , e quindi Pacuvio fece un quadro per il tempio di Ercole Plinio /ih. :?f cap. 4. feci. 7. Winkelraann li nomina qui appreflo nel lib.VIII. v'erano quelli pitcap. ly. % zo. e 21 ; e. tori romani , perch non potevano ellcrvene degli altri ? Forf lo era quel Paririo Vitale
. .
arte piHora
villa
Mattei predo
,
fid.6. p.z2j).
cl.i 0.
Monuw.
Macthi^j.
Tom.nL
PRESSO
GR-Etl
LORO PlTTURA
Jl
,
cio
LIB. VJJ.
III.
nome
Icrittovi in
(a)
.
pi antica forma
de'
Dal conteso
e
di
Gorgaso
quali dipinleil
ro
tempio
di
Cerere in
,
Roma,
e lotto la pittura
pro-
prio
nome
oltre
fcrilTero
avvenuto
la
yh)
verofmile
maggior
poich
ricchi
,
romani avean
del che ar-
loro fervigio
pittori
ch'erano liberti
e per confeguen(b)
;
za elTer
gomen_
(a) VWtt. Hb.:;j.cap.i o.felt.^j. (a) Scrive rlinio //^.,'/. ero. y^if. ^7. che
fcritti in cae nello ftcflo libro c.^. pitture erano pi antiche di
;
Ludio erano
feB.
6.
,
.
che
le
Roma
par.
Pu
,
erano fcritti quei verl , il ch.Tirabofchi Storia delta Letter. hai. T. I. l. XIL (i) lA. lii.jj.cap.i 2. fecl.4S. [ Al pili (I potia raccogliere da Plinio, che quelli artifti non fiano ftati negli ultimi tempi della repubbli;adi Roma ; perocch elli fecero anche dei lavori di terra cotta per quel tempio, come dice Plinio loc.cit. , e forf qualche fimulacro ; e tali (imulacri di terra cotta non 11 fecero pi dopo la conquifta dell'Afia , come egli fcrive' lib.^4. c.-r. fcci.i 6. L'elogio in verfi fu pollo loro dal popolo di Ardea (b) Gli antichi Romani tenevano gH fchiaVI al loro (crvizio per tutti gli uffi^j e di ne.
alla lingua
nazione , Come dice lo fteflo Autore ; e che loro opere fiano le enumerate pitture , e tante altre fatte in Roma ? Per poter foftenere tale opinione converrebbe dire in primo luogo , che tali pittori folTero (lati fatti fchiavi , e condotti in Roma prima dei tempi di Augufto , quando fu conquiftata la Grecia o ai pi lungo da Augufto medefimo , fecondo che ^X'inkelmann difcorre apprello Hi. X. capo ni. . ^2. e feqq. , e libro XI. capo I. i. 1 1. ; poich dopo clic furono ridortt a dovere i Greci , pi non vi furono fatti fchiavi in fecondo luogo dovrebbe anche dirfi , che quei che (bpravillero , mutando affatto il
di
:
loro ftile , fi adattalfero alla maniera introdotta da Ludio fotto lo ftelfo Auguilo , di cui Winkelmann parla qui apprello nel . zS. , e fecondo quella maniera facclfero nello ItelTo giro d'anni le citate pitture di Roma , e quelle d' Ercoiano , Stabbia , e Pompe)a , che tutte
fatte
fono
alla
maniera
:
di
Ludio, come
e di piacere , come pu vederli , fra gli altri ,_nei trattati , che hanno fatto intorceflit
,
ro ad
ed ai loro impieghi , il Pignorio e il Popnii Vi tenevano ancfie di quelli , che dipingelfcro , come fi prova dalla /. Force
efi
,
.
pi a lungo folliene Winkelmann nel libro yill. capo ni. . ^. e 4. il che non potrebbe foftenerfi Al pi concederemo , che ai
.
tempi
di
facevano promettere , che occorrendo loro di far fare qualche pittura dovelTero cfl liberti
effcr tenuti opers. z^.
a farla lenza
jf.
De
i
opcr. libere.
perch taluno non equivochi per il dire , che fa il noftro Autore , che i fignori tenevano al loro fcrvizio liberti Ma potr poi dirfi ,
.
fchiavo ( come greco potrebbe crederfi quell' Eracla liberto di Livia nominato in una ifcrie fervi di zione del colombaio dei liberti quefta augufta prelfo il Gori , num. iz6. ) abbia lavorato alla maniera di Ludio a qualcuna di dette pitture ; ma dopo tal tempo o avranno lavorato i greci artifti , che venivano a cercar fortuna nella capitale dell' impero ; o pittori romani , come lo erano quelli che fcguita a nominare qui il noftro Autore, Papirio Vitale citato da me nella nota a. alla pag.jo. , Quinto Pedio , e il noftro giurccon,
72
LiB.
MeCCJSNISMO
il
DTLl'A
ScTriTTTP.A
ai
gomento fono
va.
iari
,
nome
tempi de'Ce(i^),
ferbatofi fu
Campidoglio
,
CAP.III.
e ci che
fu cui
.
Nero-
(a)
E poich,
da un tempio d'Er,
colano
le
altre tutte
che rimangonci
,
ornavano
le
cafe
probabile
che quelle
11
lagnanze
di Pli-
nio
fui
ch'egli attribuifce in
par-
te al
non
efercitta
(b)
,
da perfone onorevoli:
che non era queriputaife inonorato
non
fia
ej
fpecfata homftts
ai
manibus
E' vero
fi
abbandonata
liberti
,
a fegno che
chiunque f efercitava
aurea di Nerone
Cor-
KELio Pino che, unitamente ad Accio Prisco, diedero f)ggio della loro maeilria nelle pitture del tempio della Virt
e dell'
in
rellaurato da Vefpafiano
{e)
ma
certamente
ficcome
in
Grecia; e pafi
fando
mani
primi Cefiri
fulto Anciftio Labeone , che vi (fero ai tempi di Augufto , e Turpilio cavaliere romano, clic fior al icmpo di Plinio , come quelli attefta Iil>. ^j. cap.4..fc3. 7. ; ovvero latanno flati fchiavi di barbare nazioni , o figli loro
anche
fervi, che
aveano imparato
,
ma ma
come
quelli
de' quali
fi
delle leggi , che ho citate pocanzi E certamente lavoro di quegli Icliiavi greci non polfono elTcrc le pitture delle Terme di Tito i
molto meno quelle trovate fui monte ECquilino, che ho citate alla /'ij^./i'. , f furono fatte al tempo di Lucilla; e forf neppur quelle
del
chi
monte Palarino Non fap ci dire di (uno lavoro le mentovate nozze Aldo.
pinfe nella Grecia , come pretende il fignot l')utcns Origine dcs aecouv. te. T. il. pur. ni. chap. ii ^. zS i pug. 2^2. n. 2 ; ellcndonc ben diver o il foggctto , che era una vecchia , la quale con fa^i in mano faceva fcorta ad una novella fpofa n tabile per laiia di verecondia , con cui era rappresentata ; come credo vaia intefo Plinio db. ^f. e. iS. jeci. ^6. . p. : aaus iampadus prAjerens , & nova nupta verecuadi ,i-otui}ilis (a) Vaii.Tub. Antiut. illufir. pag.i j. (a) VVm. iib.^ j. cap.v.jui ^^. {b) Plin. Hb.^}. cap.^.fed.?. (e) Id. lib jf. cap.i o.Jcci. ^7. f Ta'e dovrebbc cflere flato an;he Arciho , che li refe
. . .
brandine
mente
cJiione
rra bens credo poter dire franca; che non (ono il celebre quadro di Eche ior uell' olimpiade cvu. e di-
celebre in
Roma
poco prima
di
Augu
luogo
io, 00,
me
PKf.sso
fari
,
Greci
di
loro Pittura
73
avvili-
mento
Quindi
fi
fi
LIB. VII.
,
CAP.lIl.
e con quella
non
(a)
.
tro-
vavanfi pi
jT.
nemmeno
veftigi ai
tempi
di
Petronio
28.
Nella decadenza
della pittura
ebbe quella nuova maniera introdotta da Ludio fotto Auvedute maguro di ornare le camere con paefi , bofchi
,
rittime
con
altre fiftatte
,
cofe infignificanti
(a)
del che
lagnafi Vitruvio
di
pitture
;
iftruttive
eroica
pi (i)
.
Romani
.
parler nuo-
vamente
Capo
Ca) Saryr. pus. 321 {a) Plin. /oc. eie. (i) Bench fieno (lati afTai fecondi d'idee i greci pittori , nclTuno per , per quanto (I pu raccogliere dalle notizie a noi pervenute, tent d'allontanarfi da quella maltima gcnelalmencc adottata Ji dipingere foltanto oggetti animati facendo altrimenti avrebbero eglino creduto di degradare la pittura e loro
:
probabilmente que'
de' teatri
lia
,
porta
come
(i
itelFi
Qualcuno appena
fra tanti
diedcfi
.
Tale a dipingere oggetti ridicoli e comici fu un certo 'ireico , che volle dagli altri diftinoucrfi col rapprefentar botteghe d'artieri afini , cole conicftibili , ed altre fimili baje
,
menti le principali azioni della commedia di quel giorno . Un bel quadro , ma d' ignoto autore , flava fimilmente cfporto nel Foro di Roma , ove l'effigie era efpteffa d'un uomo "aulefe , che la lingua metteva fuori dalla bocca in una ll:rana maniera , Plin. ih. cap. 4. Jec. S. Ai nominati pittori aggiugncrfi pu anche Paufone , Arift. De republ. lib.S. e. /. in fine , di cui parla pi fotto il noftro AutoAlcuni hanno ofato eftendcre la caricatura perfino agli dei. Cosi Ctefiloco allievo d'Apelle dipinfe Giove che partorifce Bacco , avendolo rapprefntato con una mitra muliebre in capo , e contorcentefi come una partoriente tra le levatrici e lo fchiaraazzo delle dee , Vin.lib.^f. cap. 1 1. feci. 40. . ^?. Lo flello pur fece l'artifta del vafo etrufco da noi riportato nel TomoI.pag.zjS. , ove rapprefentanfi gli amori del medefimo Giove e di Alcmena . Veggafene la delcrizione alla pag. 228.
re
.
Calade
Plin. Izb.^y. cap.i o.feci.^j. Tale fu pur da per un buon che Plinio bid. ,
pittore , il quale nel dipingere oggetti ridicoli (tato il Calotta de' Tuoi tempi . L" iftello Calade ed Antifilo applicaroni a dipingere eziandio comicas tabellas , come le chiama Plinio fuddctto id. e qucfce , come olferva il fig. di Caylus Reflex, fur quelq, pajfag.
:
du
l.
f.
de Pline
;/.
fcript.
Tom,
XXV. Mm.
C?T??R=sn7r^J^Sfs:S7rl^
Tom.
II.
Ca-
74
LIB.VII.
^.
=^
IV.
.
GAP. IV.
o
Meccanifmo della
rofso
.
fitturci
col
nero
e
contornare ...
tere
di
- Monocrom fatti col bianco col Colorito ~ Lumi ed ombre Maniera di dipingere a [ecco - Statue dipinte Carat.
.
.
Decadenza
della pittura
Lavoro
mufaico
Meccanifmo
della pittura
notzic fiil]'antica pittura trafmefTeci dagli fcrittori , e ... j ... -n quelle che abbiamo potute acquiitare dai monumenti di
,
LiC
ci
mi per determinare
ufata dagli antichi
.
in parte
almeno
Ja
maniera
di dipingere
,
Quefta
perfezionando a poco a
\ Monociomi...
J)'-
come poco
,
.
s'and
le
per lo pi rofTe
fatte
lo ufarono
bianco
Gli antichi
fon dipinti
Gorneto
de' quali
do fcuro
tica
,
jf.
(a") Prima di ogni altra cofa imparavafi a ben difegnare fopra tavolette di bulfo il quale ftudio , dopo del pittore Panfilo , di cui li parler in apprello , cominciando prima in Sidone , poi in tutta la Grecia fi facea fare a tutti i fanciulli ingenui prima d'ogni altro
:
2.
que-
cominci a formarfi il primo embrione della pittura dai tratti condotti intorno l'ombra gettata
pili
rtudio , Plinio lib.^j. cap. i S. feii.^6. S. (a) Pl'm. /i6.^^. cap.y. feS.^p. (b) Id.lib.^j. cap. g. feci. ^6. . 2. (e) Lii. ni. cup. il. pag. i p z. (i) Plinio , che in pi luoghi della fua Storia naturale fa menzione delle pitture monocromaticlie , l'origine ne ripete da' tempi pi remoti . Sscondolui lib.^}. cap.^.fei.j, in-
giorni fuoi Il fgnor conte di Caylus Refl.fur quelq.vafs. du livre ^ j. de P'in. pr. pare. Acad. des tnjcrpt.
,
fecondo lo
fino
a'
llelFo Pli.
Tom.
XXV.
Mm.pag.
d" inferire
da alcuni
di pitture di
due generi
fcva
il
mendue comporti
primo
j
pRFSso
^.
2.
(
Greci,
loro Pittura.
e finor
7J
quefta fembra
)
Mvxopo>
LIB. VII.
yfiJ((nv
bianco-pingere
CAP.IV.
... fatti col
co intefa
K
un fondo colorato i profili foltanto dell' oggetto con iir altro colore ; e il fecondo nel dare il chiaro- fcuro , fc non eguale , non molto diUimilc almeno da quello che ( ufa prefcntemcnte Io per Tion ravvilo in Plinio che una loia maniera , la quale efeguivali collo flcndere fui campo , che occupar dovcano le figure, il cirabio o il minio , Plin. iib.ji cap.y.fed.ig. , od ai^che il bianco , .lib.^S ear.p.fe.^6. Sopra qucfto colore
fu di
.
bianco
. .
2
,
di
nel fccolo XVI. , praticato di ornar le cafe al di fuori , non fon elleno una fpccie di quelle antiche pittare fen-^a colore da Filoflrato defcritte ? [ Io credo che liloftrato vada intefo diverfamente da ci , chi: dice fecondo Egli parla la detta veilone tutta alterata
delle
pareti
colle quali
fpecialmente
fi
fuo difei quali probabilmente formavani con una tinta nera , che ciTer dovca pur quella di tutto il fondo del quadro Dalle pitture , che vcggonli fu i vali etrufchi , eftguici per lo pili nella maniera divifata , trarf pu l' idea delle vctuftc pitture monocromatiche , come avver-
il
pittore
il
gno
LO'
neceflarj tratteggiamenti
pittura a femplice contorno ; dicendo , che uno pu capire il foggetto d'una pittura non folamentc quando elio dipinto a uno , o pi colori ; ma ancora quando fia dipinto a femplice contorno , purch per e abbia gi in mente l' idea, del medefimo per cfempio , dice , fi pu cai'ire , che una
di
:
te l'ilredb
nofro Autore
Gli antichi ebbero bcn^i anche la pittura lifultnnte dai lumi e dalle ombre : pittura, che chiamar potrebbefi a chiarO'fcuro. Quefo genere per nun pia , da Plinio ,
pittuw di tal maniera rapprcfenta un nero e capirvi anche nei lineamenti del Indiano volto un'aria di verecondia , o di fierezza , non folo fc fia dipinto a contorno di color nero , ma anche di color bianco ; imperocch uno che gi abbia in mente l'idea dell'India,
Apoll. lib.z. pit' nomina il quale t Sviv xp"/""-'''" tura cio len^a colore ; poich gli oggetti in cfla non dillingucanli con diverle tinte e colori , ma foltanto con lineamenti nel fondo medefimo impri-lTi Ecco ci che Filoftrato ne fcrive ,, Si ufa , dic'egli , dipingere qual che volta con alcuni lineamenti lenza co lore Tal pittura dir dobbiamo che rifulti unicanier.te dall'ombra e dai lumi Vi fi ravvifa in elTa la radomiglianza dcH'og,, getto ritratto , la fifonomia , l' indole , la
,
.
rammentali , che io fapfol da Filofttato Vita ca-.zz. oper. Tom. l. pag. y^.,
ma
tofto lo riconofce in quella pittura al ve, dergli il nafo fimo , e fchiacciato , crcfpi i capelli , le guancie gonfie , e un non _fo che di Eccone l'cfatta verfcntillante negli occhi fione latina fecondo l'edizione dell' Oleario
no
di cui
mi fervo
(
potr
ognuno giudicarne
palla Apollonio a Dami ) non eam folam mihi videris putare , qus. colai ibus abfoh'itur : nempeunus etiam color vercribus illis picloribus fitis erut : incrementa vero capiens ars quatuor adkihuic , inde plurcs edam; quod co/oribus delinearum pitiuram , at
Piclurajn
&
,
ftituitur
efl
quod ex umbra
fas
eft
& &
luce
;
compoflum
in talibus
piuram
appellare
.
,,
,,
,,
nero Il nafo fimo , i capelli ricciuti , la judicium Quapropter dixerim ego & eos , qui picoriA artis opera afpiciunt , imitatrice opus ,, gonfiezza delie labbra , ed un certo ftupo re fparfo fui vifo rende nero ci , che l'oc- habere facuhate Iberno enim laudaverit pi chio vi vede bianco , e a chi lo voglia con- Bum equum , aut taurum , qui animai iliud ,, fiderar bene , lo rapprefcnter per un Inmente non intueatur , cujus jimilitudincm rc' Le figure con la punta d'uno fti- feri ,, diano Ic difegnate full' intonacatura ancora recente {a) Poce, cap,6: op. Tom, IV.pag. S,
enm edam fmllitudo cemitur , figura item 6' mens , & pudor , & audacia Atqui colovergogna, l'audacia, quantunque non fie- ribus deftituumur ifls. , nequefanfuinem , aut no quelli affetti follcimti dai colori N comi , aui barb& nirorem reprtfentant : fed vi manca la vivacit del fangue e l'efpref- Jmplici colore picA fufcum tamen hominem Sique Indoruni ijlofion de' capelli e della ftelia nafcente lanureferunt , candidumve gine Ed avvegnach femplici fieno e pei- rum aliquem albis lineamends pinxerimus , rettamente uniformi qiiefte pitture ci rap- tamen nigcr videbitur Najenim Jimitas , & prcfcntano nondimeno la faccia dell'uomo erecii capillorum cinni , tum gena protubeo bianca o gialliccia come (i e voluto ri- rantes , & micans quidpiam quafi in oculis trarla. Anzi f la figura d'un Indiano fi effciunt , ut ngra appareant , quA oculis fubfar difegnata con tai bianchi lineamcn- jiciuncur , atque Indum reprsfentent fpeBanti , lo Ipettatore ravvifcrallo come f fof- tibus quorum efl aliquod in videndis iflis
.
76
IIB. VII
CAP.IV
non
riufcito
pofono
,
afloil
a cui
manca
refpreflone
i
o perch
,
pittore
pi bei colori
pur non
ha faputo ufarne
fpettatore
,
maniera da
color bianco
}^ivKoypa.(pi(reti;
eKva.
,
Seusi
il
,
quale,
come
teft
s'
olTervato
in
tal
maniera dipingeva
,
avea
detto
poco prima
efprellone
Ap-
il
quale traduffe
quam
poich
cos
avendo
dijefi
e
bellijjtmi
colori
confiifamen-
di fcuro
avejfe figurata un
im-
...
col
roSo
...
jf.
3.
Monocromi
difegnl
,
dipinti col
quattro
mentovati
fu
tavole di
fi
marmo bianco
inferire
fiafi
del
mufeo
Ercolanenfe
dalle quali
pu
originale maniera di
fervata
.
dipingere
Sebbene
il
annerito
.
vi
fi
veggono
mitivo
...e col nero.
jf.
4.
pi ragguardevoli e
di dipingere
,
pi numerofi
monumenti
,
di quella
maniera
che
ci fiano rimafli
gli ab-
biamo
al
ne'vafi di terra
cotta
de' quali
efi
,
lungo parlammo
la
capo IV.
Sono
per
maggior parte
dipinti
gilla efpofla al
fuoco
(fl)
PRESSO
Greci
fi
loro Pittura
77
LIB. VII.
cromi
In fimil maniera
.
in ogni paefe
jT.
<
che
Ninfe
,
Centauri in figure
eiTere fatte
i
un pahno
fu
un fondo fcuro
fembran
con
fulla
carta
primi pen-
d'un difegno
6.
Quando
fra
,
la
i
pittura
cominci a perfezionarfi
le
dopo
,
Colorito
lumi e
e
ombre
il
s'and pi oltre
quelli
quefte
d'ogni parte
che
Greci chiamavano
,
tono
del colore
,
dicendo
il
vero
f^len-
Plinio
che traduce
la
,
voce
tvpos
dor dice elfer quefto diverfo dal lume e fra mezzo il lume perciocch diffatti n i lumi n le ombre non e l'ombra a mio parere , Cos danno il vero colore d'un oggetto deve interpretarfi queft'ofcuro e finor mal intefo luogo di
;
.
Plinio (a)
Studiando
pittori antichi
il
principale
giunfero a perfezionare
per mezzo
,
colori impattati
.
l'unio-
ne de'quali
chiamavanfi da'
Romani
,
/fMri
e diluti quelli,
che tendeva(b)
.
no pi
jf.
al
chiaro
Si
7.
pu
verit
un' ofl^ervazione
atta a
generale
ed che
di in
dare un certo
la
grado
,
vita
una certa
di
carnagione che
moderna
cui
colori
llemprati a olio
s'alterano
e
s'
per
la
fola
.
t^mpo
ofcurano (i)
Aggiungafi che
gli
antichi
(a)
Il
dor hoc
alias hc
quam lumen
quem
quia inter
XXV. Mm.
di
d'
pag.i6j.
,
.
lo
& umbram tffet, appellaverunt tonon;commijfuras vero colorum, & tranfitus, harmogen.
non una
mezzo
per l'accor-
(i) Plin. Uh. g. cap.ig. feci. 64. (i) Se gli antichi fapellero dipingere folamcnte a frefco , ma anche a olio ,
78
ticlii
fopra
del legno
preferivano
il
fondo
bian-
LIB. VII.
CAP.
lY.
quiftione dibattuta fra gli eruditi pi probabile per elle quella inanicra Cu iata loro
.
ignota, almeno come ufafi dai moderni dopo il fiammingo Giovanni van Eiclc , che ne
fu l'inventore fui principio del fecolo XV. , [ come (i crede volgarmente ; ma pu ben provarfi una tale invenzione pi antica di quel pittore , f polliamo trarre giufto fon-
foltanto che attribuir non potcafene l'invenzione ad Ariftide , perfezionata poi da Praffitele , come credevano alcuni ; poich prima di elfi fecero delle pitture encaufti.:he Polignoto , Nicnore , ed Agcfilao Panfilo al.
tres
macllro d'Apelle non folamente efercitoffi ncU'encauflica , ma l'arte illefia infegn a Paufania .
'
damento da
ci , che rifetifce il eli. lg. Leffng bibliotecario del principe di Brunfwik.di trovarli cio nella biblioteca del principe di
Wolfcnbuttel un manofcritto d'un certo Teofilo , che vilfe nel fecolo X. o XI. al pi tardi, ove non folo quelli fa menzione della pittura a olio , ma ne ha infegnato l'arte fino alla preparazione dell'olio quali per non lafciarne dubbio alcuno Vcggali l'Antologia Romana anno J77J. num.^ Tom. il. pag. 4j. efegg. In oltre il iignor Criftiano de
, , .
.
Mechel
nella defcrizione , cie fece nel 1781. dei quadri della imperiale e regia galleria di Vienna, (lampara poi nel 1785. , d notizia di un quadro a olio di un certo Tommafo de
,
Mucina
verfi
:
col
nome
fcrittovi
in quelli
due
Non mi ellendo di pi quadri elftcnti in altre parti , creduti anteriori a van Eick non , perch qui luogo a diftondermi fu tal qucllione , che meglio efaminer il diligente e dotto cavaliere d'Agincourt nella continuazione della
e colla data del 1197.
a parlare
di altri
Un'altra maniera pi femplice di dipingere per inuftione , o piuttofto di colorare a fuoco un muro con una tinta eguale acccnnafi da Vitruvio lib. 7. cjp. 0. , che inftgn per tal modo a confervare fui muro il minio , facile altronde a fcolorarfi ,, Dopo che avr il pit tote , die' egli , renduto lifcio e fecce il ,, muro , vi fpanda fopra con un grolfo p.'n nello della cera cartaginefe fciolta al fuoco ,, con un poco d'olio. Indi accollandovi un recipiente di ferro con carboni acceli lo ri,, fcaldi in guifa che faccia fudar quella cera ,, col muro , ridu-endo il tutto al uno (lato Poi con cera confillente e con ,, uniforme ,, netti pannilini lo vada ftrofinando , come Quali lo ufa colle (latue di marmo ,, fi fteffo fiKVWmo ab. ^ ^. cap. -7. feci. 4.0. , f non che per rifcaldare il muro vorrebbe fi adoperallero carboni di galle Ricavafi in primo luogo da'le riferite teflimonianze che per fare una pittura en"auftica della prima fpecie bifognava innanzi ogni cofa aver pronte le cere impaliate coi colori A queft'efFctto, come nota Seneca, e Vartonc
.
.
De
liforgimcnto 1 ebbero elfi in vece un'altra foggia di dipingere , di cui i moderni fino a' di nollri ignorano l'ufo . Encau/lica diccvali quella , perch efcguita col fuoco , ollia
.
Ma
re rufl. lib. ^. cap. t 7. , ufarono i pittori certe calTette a varj ripartimcnti , ove tenevano difcolorcs ceras La preparazione di tali colori far ftata probabilmente quella medefima che Varrone e Plinio riportano adoperatali per dipingere fui muro , vale a dire li
.
per inuftione Non effendo avanzato quadro alcuno di tal forte , che fi fappia , per poterne formar Giudizio ci conviene rivolgerci a quel poco che fopra di ci , e in termini poco
.
faranno mcITi a cuocere con la cera , aggiugnendovi una leggiera dofe di olio Quegli fleffi colori , ufati per dipingere a frefco , ufaronfi anche per le pitture encauftiche , come in altro luogo ci avvifa il citato Plinio lib. 7^. cap. 7. feci. ^t. Si aveva in oltre a ri.
Afferma
egli /.,'j.
ci
i.
41. cllcifi anticamente dipinto coll'cncauflo in due maniere , colla cera cio e col ceftro , cflia col bulino nell'avorio cera , & in ebore ceftro , ideft viriculo Alle due accennate maniere una terza ne aggiugne in apprcfTo per le navi , dicendo effcrfi adoperato a quell'effetto il pennello intinto nelle cere fquagliate col fuoco pittura che non guaflavafi punto n per fole , n per vento , n
:
quadro dopo d'effervi lo che accenna il Naturalilta coll'cfpreflione piciuram inurere Faceafi tal inullione con carboni accefi pofti ia un recipiente , oppure con una laftra infuo: .
Chi Rato
,
come abbiamo da Plutarco De fera e quevind. oper. Tom. il. pag.jS. lli forf fono quegli arnefi pittorefchi , che dagli antichi giureconfulti detti furono cautcrj , come da Marciano nella /. hern picioris I 7. if. Oe inftruclo , vel inftrum. leg. Se coli" inuftione avanfi a far fvaporare tutte le
cata
,
Num.
fondo
.
dovca
ns pingere
mo
medcfiOlTerva
Reftava quella tflere gagliarda anzi che no per ultimo il lifciar la pittura con altra cera e
PRESSO
con pannilini
di vernice
,
:
Greci
lc.o Pittura
7^
Ll).
\
quale hanno coftuniaco (pciVo gli antichi macltri di jnctterc anche fullc altre pitture a frtlco per renderle pi durevoQualche volta li , pi belle , e pi rilucenti i pittori , per dinotar la pittura encauiHca efeguita da loro , vi hanno fcritto tisHavos
la
.
colori cncauflici , e fiafi con quelli cfeguito il metodo praticato colle altre pitture di tal fotte": Lala cizicena ne' primi anni di Marco Var-
il.
rone chiara
rend in Roma nel dipingere col cellro in avorio , Plin. loc. cit.JcH. 4.0.
fi
CA.P. IV.
disopra
gli
4..
con
ca^.
dilleitazionc Caylus
ccili
Acad. nes
fecf.io.
ferire
&C.I i.Jd.^p.
dal che
pu
:
in-
che poca diverfita vi folle nelPapparenza tra le altre e le pitture encauftithe altrimenti inutile farebbe ftato l'avvertimento. Tali forta di pitture e/ler doveano delle altre pi durevoli . Ci d per fuppollo Plutarco in Atr.dtor. oper. Tom. il. pag. 7 SO- ^- > *|" lorch paragona le immagini , che in noi ritraggonli dalla femplice vifta , alla pittura a
frefco
.
fulla
poppa
ove
li
folcva
effigiare
tutelare della nave , o qualche di lui iimbolo o attributo , Lucian. in Navig. ^. ;. op. Tom.itl. p.zji . , Ovid. Trift. lib.i.
Dio
Cibele fulla popff. verf.2. & Jiqq- Una pa d'un vafcello dipinta coioribus uftis ci vien accennata da Ovidio FjJ. lib. 4. ver/. 27 j.
eteg.
:
Una fimile dipintura fi e verifimilmente ulata del che tono un che la villa e' imprime al ve- anche lulle porte delle cafe dere un oggetto amato , alla pittura encau- indizio una greca ifcrizione prello Salmafio ftica Le prime facilmente fvanifcono , lad- 'iin. Excrcic. in oi. Polyhifi. e. 20. Tom 1. dove k altre lungamente confervanfi nella p.164. a., in cui lamnientali ijuauc/s ivfZt, memoria Siccome aliai antica tu l'invenzio- e un epigramma d'AnConio num. 26. v.io, ne delle pitture cncaufliehc , e f ne fece ufo & 1 1. , in cui fi legge ne' tempi in cui pochi colori adoperavanl Ceris inurensjanuarum limina , nel dipinger a frefco , cos pochi colori vi faEt atriorum pegmata . ranno in clTc entrati , e fors anche pochi L'ultima delle quattro maniere di dipingere tratti e pochi lineamenti lo immagino che faranno a un di prello riufcite come le pit- a fuoco y elfcndo la pi femplice di tutte , ture dei vali detti etrufchi e chi fa che que- pur quella fu di cui fi fono pi chiaramente fpiegati Plinio e Vitruvio . Fra le molte vclle non fiano elleno pure pitture cncaulliche? Le figure e gli altri difegni rapprelcntati fu tulle muraglie Icopertefi in varj tempi e in varj luoghi colorate d'una tinta uniforme , jue' vali fono per lo pi monocromatici , olegli e facile che alcune fieno Hate di quelle ia d'un folo colore , e quefto gialliccio , per l Si continuato a far dipinte per inuftione cui diftaccanfi dal fondo fcuro de'medefmi. Sono elle in oltre fu di una materia , alla u(o di pitture encaufliche per lo meno fino quale applicarli potca l'inuftione ; ed un cer- al VI f'ecolo , poich f ne fa qualche cenno to luftro vi ( Icorge , effetto probabilmente da Procopio De iaif. Jufiin. lib.i. cap.i 9. ; e
;
quelle
di quella lifriatura
a si fatti lavori . Ateneo e lo Scoliafte di Teocrito in layL 1. vali rammentano dipinti con ccia a varj colori ; e Plinio lib. j6. cap. 2f.
ove
parlafi
del
Anche
nelle
monc
di
fij. 64. , parlando delle terme d'Agrippa , oHerva che tutte le opere in terra cotta vi erano in (mil guifa dipinte Dall'analil per , che il (rgnor d' Hancarville fece dei colori di alcuni vali etrufchi , non rifulra che favi in elfi entrata la cera Vedali ci che dicemmo nella nota i. al Capo IV. del Libro III. nel Tomo antecedente pag. 22S. E quella feconda forte di pittura encauftica indicataci da Iginio l'ii.^f. ci i. feci. 4.1 , in eborc ceftro , idefi viricu/o , in quale maniera fata ella mai ftata efeguita ; Il tefto ofcuxo , e forf vi fi deve fottintendere qualche parola , quale farebbe ycj/pro, od altra fimile , dinotante elTere flato l'avorio lavorato col ccji-o , termine greco , viricutum detto dai Latini , e bali 10 dagl'Italiani. Aramelfa per tanto quell'interpretazione , farebbe egli affurdo il dire che alle figure incavate con leggiera mano ncU'avorio ficni adoperati i
.
de' fecoli fulfeguenti s'incontrano rado nominati i colori encauftici e l'en-caufto ; non ci conila tuttavia elferfi quelli adoperati nella maniera, con cui gli ufarono i pi antichi pittori Che che ne fia , ci che avvi di certo i che coU'andar degli anni fi (marrita quelVarte nell'Europa , come nota il Bulengero De pici, plaft.ftat. lib.t. cap. 6. ; e'I nome foltanto ne rimafe a quella tinta nera , fatta ella pure a fuoco , che
.
mcnon
Non
e per
tifvegliofli
il
dcfiderio di rimetterla in pratica , e due illuflri foggctti nella Francia vi fi applicarono efficacemente , cio il detto conte di Caylus e il fignor Barhelier . Ne tent quefti il proget-
to
nell'anno
troppo
tro le la pittura di Parigi , e nell'anno I7f4- i^csefeguire dal fignor Vien un quadro encauftico
febbene con efito non pochi anni propofc l'alfue idee fopra di ci all'Accademia del1-1-^9.
,
felice
Dopo
d'una
tefta
drMineiva
il
quale con
altri
due
80
bianco
LIB.VII
(a)
e forf fu
(b)
,
come
il
di-
CAP.
ce Platone
la
.
pi candida lana
per darle
miglior
IV.
colore porporino
j)".
8.
Qiiefto
.
al
colorito
di
degli antichi
maniera loro
loro
di
di-
pingere
lui
di quella fola
,
muro
legno
jf.
,
dalle
pitture
fui
come
noi
fui
Lumi.edombre
i
9.
muro
lumi e
ora incrocicchiate
fi
dette da Plinio
quella maniera
,
ture fui
le
muro
e chiamafi tratteggiare
or abbaflate
,
or pi cupi
,
come
of-
Venere
ne' deferirti
altre pittu-
in
con diligenza
,
finite
,
mufeo e fra gli altri fenta Chirone e Achille vedonfi ombreggiare Achilie dipinto a
dello llefTo
,
:
amendue
maniere di
,
Chirone
tratteggiato
jf.
IO.
T,a
quadri accompagnati d'una nuova memoria nell'anno 17??. furono da lui prefentati all' Accademia delle belle lettere Il rumore , che tal novit deft nel pubblico , molTe il fignor Bachclicr a ripigliare i Tuoi tentativi ; e molti quadri dipipie per inullione , che gli riufcirono pili felicemente del primo Lo fteffo lgnor conte di Caylus /accie, ci ha efpolto le quattro diverfe maniere , con cui ha tentato di rilbb.Iire la pittura encauftica So.
.
Tom. TV. pag. SJ4- E.. [Parla foltanto di quelli, che dipingevano lulle pelli bianche , (e forf erano le pergamene ) i quali, per non
ftmpre ftar filli mi color adoperavano altri colori cerulei , e fockn Memoriam ubi reficere conabimur y in primis quidem piciorum , (^ potijjmum quando in a/iis coriis pingunc ( Vay v xtvKot ^,^6|.a,t yfi^uan ) ; ofenditur enim facile ^^^^^ ^^y^^ n ^; remedio fuerit deftitutus ; ^^^ y-^^^ prudentes , colores cccruleos . ac hfcosapponunt , in quos fubinde intuentes .
faticarli la vifta col
bianco
no
Itate
le
medelmie delcmte
dal fig.
Mon-
noyc
nell Enciclopedia , art. Encaufiiquc , il quale aggiunfe altres le cinque praticate dal fignor Bacheher . Egli e d uopo nondimeno confellare che muna di clTe corrifponde efattamente alle ufate dagli antichi , e da Plinio, da \ itruvio , e da altri defcritteci
.
'reireanfoculos
,
ac reficiunt
^_ i;y
/
di
/,/
^ nj,
.
^jopravano tavole
.^^
'
abete
.
p^
'-'
Tom.jI.p.4-2S-D.
(,a)
(jien.
Di
uju
pan.
^,) /y^,
/ j{,
lib.i 0. cap.jj.oper,
PKhSSO
Greci,
loro Pittura.
di dipingere a
8r femfi
^
olici r
IO.
tratti di
conferv
feppe dare
alle figure
ro
ai
con-*
venevole colorito
Abbiamo
il
ci
una prova
in
un lungo
pezzo
la
di
muro
i
dfpinto fcoperto a
fcagliato
Pompeja
queflio
maggior parte
rimafti
no
contorni bianchi
Da
pur
fi
muro
di-
poich
queflii
i
muro
difegnare
gli
un ferro acuto
abilit
laddove
lui
antichi
avendo pi frequenti
acquifiata maggiore
occafioni di dipingere
,
muro, aveano
lineare
del
Diffatti
in
contorni incavati
le
jf.
E' da ofTervarfi
la
fuddette pitgi
;
...
e di dipinft
ture
per
non fono
ere re "
lecco
fi:ate
di-
ma
fui
muro
vede
il
gi fecco
fi
la
qual
cofa chiaramente
{\
fono co-
me
fiate
sfogliate e fl:accate
onde
fi
fondo
fi
fu cui
fono
dipinte (i)
Pi chiaramente ancora ci
di
ravvifa nel
mentovato quadro
Tom. IL
Chirone ed Achille
in
L
giurie del
Jalifo
op.
,
(i) Davano gli antichi dei colori diverfi per fare il fondo , come vcdefi in akune vetulle pitture , e come l ra.rogli; apertaraente da Plinio nb.^^ cap. .jlci. 26. , il quale atfernia che i pittori prin^a d'adoperare il penntUo folcano applicar alla tavola la (andice , poi colla chia-a d uovo ftcmpraivi un colore , e topra quello nella ftctl'a guifa un altro. Cosi forto il poii-orMio mettevano una mano di ver ic-fcuio , e lotto il minio , per lenderlo liiuccnte , una ano di porporino Un'altra ancor pi inigoui ^ maniera riporta jl me^diuio 1 linio ib. cj.;j.! 0. ftJ.^7. %. zo. pratista da 1 lovogcnc per riparate dalle inj .
tempo
lo fudiato
fuo quadro di
Put. in
lavoro
.
di fette
anni
,
Demetr.
T0m.Lpag.S9S. E.
i
Hi.
z. cap.4.1
flell
fu
plico gli
colori l'uno fopra l'altro, acciocche , f mai fi folfc guadata la prima fuperfide , ( porcile averne tolto un'altta eguale . Il Perrauit e il de Pilcs con altri pigliano motivo dal riferito racconto di tacciar Plinio
come
te
.
di
troppo credulo o
di
poco intenden-
Plinio per parla d'un quadro cfftentcin Roma a' giorni fuoi nel tempio delia Pace, ed cfpoflo alla vifta di tutti. Se quefto non folTe flato tale , come egli lo rapprefenta , fa-
82
LIB. VII.
dipinti
prima
s'
di quefte
;
ia
una maniera
i
affatto
CAP.
IV.
ufa oggid
le
.
poich
,
noftri pittori in
il
un quadro fanno
prima
figure
e pofcia
fondo
ralmente
sutue
te
.
aipin-
jf-
12.
di
ftatua
di
flile
in cui
non
altre
s'
fono
orli
.
della vefte
ma
fia
eziandio
,
parti del
panneggiamento
Libro
III.
Sebbene quefta
(a)
,
flatua
come
detto
al
Capo
li.
etrulca
,
anzich greca,
vi
pur
tra
i
s'inferifce
da un luogo
fimil ufo (b)
:
di
.
Platone
che
folTe
,
anche
addu-
Greci un
Dice quello
filofofo
,,
le ftatue alle
non applichiamo
perch
la
,
pi belle parti
,
pi vaghi colori
a cagion
d'efempio
gli
,
pi bella parte
della figura indichiamo con color nero anzich con uno "il^Trep ouv oiv /us dt/Spiaum^ fmalto porporino ec. ,,
:
'^iyi
T^i'yuv
cri
ov
.
to1<;
kxX-
rov ^cou
,
Ttx
ndXXig-ix.
,
d^ctpfxuKa
cffiiia
7:po~i9itjiiv
ol
y-p 0-
(^6a>.[io
^liXaLvi.
x.XXi^ov ov
T.
7\.
ovK,
ivahi/iXiuftiioi
ili,
iXXx
X.
{a)
Io
role
come
le
modo
finch
ho intefe non mi fi
dimoftri
che
la
,
voce Wp/aj
poft^a fignificare
la
an-
che
lebbeC mefTo al cimento d'eflere da cliicliefia (a) . i z.pag. tS z. liconvcnuto di fallica. Per poter i moderni (b) Pu vederli anche il P. Anfaldi Defanegare quefto fatto bifognercbbe che fapef- ero, publ.apud Ethnic.pici. tab. ufu , e. 6. fero tutt'i fegreti degli antichi E chi fa che pag.pz. efegg. ; e ci che abbiamo detto coli' Protogene non polTedelle quello di comporre Autore nel Tomo I, pag.zi.e zz., e qui ai colori con tale gradazione v3.n pag. S. not.u. di glutine, olfia i colla, che leyar fi potelTe la prima fuper(_u) De republ. Uh. 4.. prlnc.oper. Tom. il. hcie fenza guaftar la feconda , levar la fecon- pag. 4.Z0. C. da j fenza guaftar la terza , e la terza fenza (e) E come gi le aveva intefe , e tradoctc uaftar l'ultima ? Serrano in latino , ed altri
.
PRESSO
Greci
loro Pittura
pafl
83
giudice
.
del che
fia
13.
d'Ariftotele e
del colorito
LIB. VII.
carattere di
[^^^""'^'"Pi"^-
di Plinio
mi
;
di parlare
degli antichi
pittori
,
mi apre
,
campo
,
ricercarne
le
il
loro carattere
,
PoLiGNOTo
f
die' egli
,
ha dipinte
figure meglio
Pausone
.
fk volgarmente
il
Non
,
fo
,
tocchi
il
quello
luogo
.
e f
parlandone
io
abbiane comprefo
vero fenfo
di
Non
avendo
ac-
ora n
il
tempo n
il
comodo
fi
efiminare
,
gli Atti
ove probabilmen,
palTo d'Ariftotele
vorr rilchiarare
,
mi contenal
mia opinione
lafciando
leggitore
altri
(i)
il
fuJdetto tefto
.
in
mio
le
dire
(
Ariftotele
Polignoto ha dipinte
lui
fue figure
fic-
come fecondo
tore
)
,
pit-
cio
fi
follev
di
comuni
poich
,
egli
come
fatte
la,
antichi pittori
ha pur
le
ed efprefTe
,
la
Pi volgari e baife
,
che
non fogliono
comunemente
bilmente
gli
erano
le
figure di
Pausone
,
n ci probaa
fi
i
attribuifce
a biafimo
,
poich Ariftotele lo
Poli-
annovera
fra
gran maeftri
il
e lo
fa
colloca prelTo
la
gnoto
altronde
filofofo
qui
L 2
{a) Poct.eap. 2.
le molte ed erudite Diflertazioni Arti del Dilegno del hgnor conte di Caylus, e riportate nelle Memorie di letteratura , non ne ho riUontrata alcuna ove ci-
Ciylas
ie'
l.
CO Tra
le
p^fs. du
Injcrpt.
msM
,
(opra
ma
Tom. XXV. Mm. pag.ioo. feqq. ; ne parla foltanio preflb ci che di loro
.
feriile Plinio
Parla beasi
il
84
LIB. VII.
{ftilivariov)
tre
diverfe
maniere d'imitazione
CAP.IV.
lccome
le
figure
,
la tragedia
le figure di
in cui
il
rappreH^nta,
(
come
medefimo capo:
^iv
Viu>u(k>Si'A)
^iJfms,
Si (^Tfaywoi)
mv
vijv
Kafjt.aia f^tutii
(((xvXoKpcov (b)
la
coliumi aegli
uomini
commedia ne efprime
,
ridicolo
da conchiuderfi che
Pausone abbia
,
dipinti pi fog-
lar talento
lo
fcopo
della
commedia
le
70
poich
il
l'
profiegue Ariftotele pi
ignobile
,
fa veder
<r;^po'
perfone fotto
yiXclov fxptoY
il
(mv
od-
>/
Dionisio
il
uno
fra
le eroi-
ne delle fue tragedie quali efTer doveano Dionisio dice Eliano quali erano diffatti
.
quegli le fece
,
(/>)
imit Polifxiyi^ovs
lui
)
.
gnoto
jf.
in tutto
14.
3-AwV
carattere
de'
mentovati
dobbiamo
diare a
ci
de'medefimi
attribuir
die' egli
,
fi
fuole generalmente
fue
parole
,
non altro
mai dpnfe
che uomini.
fu
detto
VanTragoedia , (a) neademdfennta Comoedia ftparata eft : hu enimpcjores , illa mdiores imitari vult , quarti ii , qui nune
fint
&
&
(e) Turpitudinis efl panicula ridlculum (a) Pliii. IH-S; cap.i i fea.4.0. ^4?(A) Var. hijl. Lib^ 4. cap. z. [ E cosi ha capiti quefti pafli , con quello di Plinio , che ficgue , Perizonio a quefto Juogo di Uiw .
.
PRESSO
Greci,
loro Pittura.
gli
8?
le
T Antrofografo
(*)
uomini fotto
forLIB. VII.
me
fer
d'uomo
.
e da ci gli
CAP. IV.
mini
fuorch
la
fomiglianza di
perfone viventi, prendendo probabilmente de' modelli naturali, fenza nulla aggiugnervi d'ideale, come far fi fuole nei
difegni delle accademie
(f.
.
i<.
Sulla
mo
... e principalmente
di
,
,....
Decadenza
della pittura
di
Vitruvio (a)
Quell'architetto
introdottofi
delle ftanze
fpirito
a'
l'ufo
fuoi
cafe
con pitture
,
n illruifcono
pitture
laddove
gli antichi
la Itoria de'
Qiie-
dicendo
,
io vorrei
nelle pitture
non
ma
ezian{a)
e fcorgere ci
16.
lavoro a mufaico
che
,
Lavoro a mu-
di pietruzze naturali
.
(b)
Della pri-
ma
fono generalmente
quelle
anche nei
la-
vori
(*) Donyjius nih'il ulud quam hom'mes , oh id Anthropographus cognominatus , [loc.c'n. cap.18. feii.^y. Per ci che riguarda i palTi di Ariftotcle , e di Eliano mi pare , che il noftro Autore li abbia inceli a dovere. Ma_ diverfo e il parlare di Plinio Egli cfponc i varj generi di pitture , ne" quali
.
pinxit
non potrebbe dirfi , clie Dionifio un pittor di ritratti e che p;r confeguenza non dipingclfe altroch fii^ure uaiane, come dice Plinio ; e le dipingetTe al nafli
fcrittori
folle
turale
Non
(.a)
fo
minuto
refero eccellenti alcuni pittori ; tra i quali Pircico fu dei pili valenti in fare foggetti
fi
ai libri di Plinio
note
.
balli
gi fi notato aUnpag.?^. n. 1.; Serapione era famofo per le decorazioni ; ma non iapeva lipingere figure umane , all'oppollo di D;c)niiio , il quale alt.'o non fapeva dipingere, che uomini ; e perci era chiamato antropogr..fo . Per conciliare infierae que,
come
VeA\ i-ppxei'o libyill. cupo ni. ^. 4, (a) Contemplane, j. 6. op. Tom.il. p. +97. (b) Apulejo Maini. l.$. vri'ic. op. Tom. I. pag.i .j.2. pmlndo della cafa di Pliche , dice, che pavme.ua ipfa Lipide rreciofocAfimdi^ minuto in variu pictun genera difcrimina-
bantur
86
"
LIB. Vii.
vori pi
di
quella
maniera
fatti
i
di
femplici pietre
,
GAP,
fembra che
fchivafle di adoprare
il
co-
IV,
me
il
rofio
verde
ec.
forf
perch non
nefTun mar:
mo
nel pi
che fon
flati
non fono
,
come
a dire
mezze-tinte
Ma
quello
afi^erire
colori
gialli, rolli,
ed altri;
che
dall'
fmentito
cio di
palle di vetro
hanno
colori pofllbili
,
e tali
fono due
lavoro di Dioscoride di
.
Samo
17.
Qiiello
e
lavoro
ferviva principalmente
,
pei pavifi
e in feguito
ado-
come
fi
in
un
pur
come
di
s'
nella
.
fan Pietro a
Roma
Cd)
di pietruzze
:
larghe quanto
flati
ri-
alcuni fono
eafe di
Roma
di Palellrina le pietre
fono della
ove
i
flefTa
talora nel
,
mezzo
e tale
il
(a) Vedi appveflb //Aro AVi. cijpoJ. . 5. e ne riparler Winkelmann nel libro XH. Si olicrva per in tanti pezzi di mufaicap. ni. . i. Potrebbe intcnderfi anche di ci fatti di picti uzze , che i colori vivi , come volte a mufaico il luogo di Stazio , che ho il verde , e altri , lono itati fatti di pezzetti portato nel detto Tomo I.pag.^7. , come ivi di fmalto Lo accennato ; e l' altro parimente libro i. (e) capo I. i. 1 0. e 1 1. Sylv. cap. ^. verf. s ? , fpiegato bene dal Pc(d) e anticamente nel tempio dis. Coftan- tavio nelle note a Temidio Oraf.i ^.f.4^(J., 2a , di cui Ito parlato alla prefazione degli e dall'Arrluino colle di lui parole nelle note a Editori Yjcniicfi nel Tom. I. pag. xxxj. n. A.,"N?linio li.^6. cup,2j.feS.6o.
_
(b)
PRESSO
il
Greci
loro Pittura
87
fa
parimenti
LIB. VII.
a Paleftrina (i)
trovanl
e
a'
come
,
incaffati
marmo
CAP.IV.
al di
fotto
.
fianchi
oppure
di
rinchiufi
da mufaico pi grofTolano
del
,
due pezzi
colombe
camere a Pojnpeja
(i) Pretendono molti che il mufaico abbia avuto origine nella Pcrfia In prova di ci (i fuol citare quel pavimento nel palazzo del re Alfuero meiro coi marmi a divert colori imi.
tante la verit della pittura , Eftlier e. r. v.6. quefto per (i ricava fokanto che fiafi ivi cfcrcitata tal arte ma non gi che v'abbia avuta l'origine Plinio Uh. ^6. e. 2 j. feci. 60. Che che el'preiramente l'attribuifce a' Greci ne fia , i mufaici , fpecialmentc ne' pavimenti , fono aflai antichi , e ne fecero un ufo frcquentilTimo non meno i Greci che i Romani V. Athen. libi z. cap.i 1 princ. pag. j zp. D. [ Tanto il pavimento di Demetrio Falereo , di cui parla Ateneo , come quello di Alfuero , non erano di mufaico , ma di pezzi pi grandi di marmo a varj colori , che imitavano in come oflerva anche certo modo la pittura il P. Niccolai neir efpoizione del detto libro per il refto fi di Efter Differt.il. piig.jo. veda la celebre opera <i monlig. allora , poi Nel decadicardinal Furictti De Mufivis mento univerfale delle arti quefta non fi perde affatto , ma fi mantenne ancora con qualche luftro in Coftantinopoli , dove quafi tutte le chiefc e le cale erario adorne di mufaici , e da dove ne' badi tempi i compoiitori di cfll erano chiamati in Italia per farne de' fi-
mili . Sufiftono ancora in Roma , in Venezia , in Ravenna , in Milano e altrove, mufaici nelle volte e cupole delle chiefe comporti per la maggior parte di minuti pezzi di vetro , a cui fi applicata una foglia d'oro .
Da
Dalla maniera non meno che dalle ifcrizioni in lingua ?reca che talora vi fi leggono , ben lavoro di greci artifti fi fcorge quefto efllre Allorch riforfero le belle arti in Italia , anche i mufaici ridotti furono ili uno ftato migliore , perfezionato poi in quelli ultimi temche (ola oggid alimenta i maepi in Roma
,
queft'arte . Ci non oftante in tutte le pitture fatte a muaico ravvila il (g. de Jaucourt ncir Enciclopedia, art. Mofj'ique , qualche cofa di duro , per cui non producano il
ftri di
Ma
.
loro effetto che in difanza; onde non le giudica atte che a rapprefentare de' grandi quadri n crede efiervi opere in piccolo di quefto genere , che vedute da vicino appaghino l'occhio. Tal giudizio per non s'accorda punto con quello di molti altri conofcitor che in qucfti quadri , fatti a cos dire per l' ternit , riconofcono una perfetta imitazione del pennello , s nei grandi che nei piccoli al p,ar di quelli rendono l'occhio piei quali
:
namente pago
LI-
LIBRO OTTAVO.
Progrefl e
Decadenza dell'Arte
e preflb
i
preffo
Greci
Romani
I.
Capo
htroduzhne
che di
ejjo
ci
Stile
antico
.
i
. .
rimangono
fulle monete
eJJo
Imitazione di
fatta
allo Jile
fublime
Introduzione.
JLi a ftoria de' progred e della decadenza delle Arti del Di-
fegno preflb
dell'arte
Greci non
l'eflenza
;
che
le
anzi
fi
e a co-
nofcere
^.
T.
il
in
come Fior
fua ftoria
romana;
e noi
Progressi
e noi
Decadenza dell'Arte
,
ec.
89
principio
fine
;
potremmo
i
,
dell'Arte preflb
Greci
confiderandone cio
,
LIB.VHI.
,
il il
GAP.
1.
l'incremento
la
perfezione
ai
la
decadenza
atti d'
ed
parti
cinque
Ma
ci
poich
il
fine
Tuo termine,
a-
fpetti foltanto
tati
o quattro
.
Itili
diverl
fuccelTvamente adot.
da quegli
artifti
L'antico
Quelli unil'arte
alla
tamente ad
altri valenti
;
maef:ri
ftile
port
fua grandezza
flile
onde lo
quell'epoca pu chiamarfi
fublime
Da
.
quill
e
di
pu quello chiamarfi
quefi:i
lo
le
itile
maeflri e del-
fervili
imitatori
d'
fi
cominci
,
a decadere
onde chiameremo quefi:o flile quale dur finch l'arte a grado a grado
.
imitazione
il
corruppe e
manc
rf.
2.
Volendo
trattare
dell'antico
,
fiile
ne efamineremo
.
Stile
antic
principali
le
fcerne
flile
jf.
dell'arte prcf-
foi Greci.,
al
fublime
Fra
i
3.
fi
monumenti
,
Monumenti
addur
pofano
s
"^
.
.
.
no
fede
ed eflendo
,
quefl:e
fuik
mo-
coniate nelle
citt a cui
appartengono
L'ifcrizione
,
fi
pu con
arti
ne ce
franchezza conchiudere
che
fofle
.
monete
di fcricefl"ato
va
a rovefcio
maniera
vere
che
in
d'ef^ere
poich quefi:o
fi;orico
(a)
per indicare
e
i
la
diverfit de'coflumi
Greci,
a.d\Ji'
Tom. IL
{fi)
Uh, i.cap.^S.pag.iiO,
90
LIB.VIII.
Progressi
Decaden2a dell'Arte
adduce ad efempio lo fcrivere da delira a flniilra che quelli Non fo che altri abbia dianzi fatta quella ofTerfacevano
.
CAP.I.
vazione
cui
fi
il
Greci
di
fcrivere
,
tempo, in tempo
;
in cui
Ero-
doto viveva
jf.
(a)
4.
Paufania
(a)
altronde narra
(
che fotto
la flatua
d'Agamennone
lavorate
in Elide
la
da
Onata
.
di altrettanti
) l'
compri-
Or
e
fapendofi che
Onata
viveva
,
poco
ma
un
la
cio nell'o-
limpiade Lxxu.
di preflb
non molto prima di Fidia fi pu cos a determinare il tempo in cui quelli cangiarono
fcrivere
.
maniera
jf.
di
j-
Nel novero
citt della
,
delle
pi
antiche
,
monete alcune ve
n'ha delle
bari
,
Magna Grecia
e principalmente di Si-
di
Caulonia
e di Poffidonia
in cui Sibari fu
da'Crotoniati diilrutta
il
nofu
me
(*)
Il
bue
,
quefte
monete
come
.
fo-
no molto informi
Sulle
monete
(a) Nacque Erodoto fui principio dell'olimi5iadei.xxiv., e recit le fueftorie nella ixxxi. , come ollcrva Wertelingio nella prefazione alle medefime nella fua edizione , di Veggafi anche apprclfo Ucui ci ferviamo capo I ^ iS. bro (a) lks.cap.26.pag.4.4.4.
lx vii.
elle
[
prelTo
I.
.,
il
., P. Magnan
Tom.
IX
(i) Uerod. M.6. C.21 . pag.447- A'^ ^'l'-ycao.4.j..pjg.3!)2. Pi a lungo ne raccontala foria Diodoro lib.iz. <i. p. e i 0. pag. 4-S ove alla linea, jj. \reireli;^gio fcrive, < 4.84.
"^- 1"?? o' Tab.^s- ] rallomigha la Sigma lulle monete ad una di Ponidonia [ prcllo lo Ikllo Magnan To/i. ; m altre pero r<iA.4iy. 'no l'^": Tab. 47 vero 2 J La liho l ha una f 2. e ;f. un Caulonia e fcritto in quello piccola coda P modo aVA^ [ cu. Tom.l. lab.iz, n. i.
VM
YM
PRESSO
liflmo
te
fi
Greci
,
presso
Romani,
flile
il
impronto bens
ecrtifco
.
ma
in quello
pr che generalmenforma
il
chiama
Nettuno tiene
ferire
f
,
tridente in
,
^^^'^^'^
ed ignudo
come pure
GAP.
I.
Giove fumtiientovato
ravvolto intorno
alle
braccia (i)
quali
fu
per fervirfene di
feudo
Giove
una
gemma
(<i)
.
porta la
braccio finiftro
talora
il
Cos in
antichi
(b)
,
mancanza
di
feudo
,
armavanfi
braccio
gli
nel combattere
L'impronto
,
di
tali
monete
s'
incavato da una
al
come
fino
,
detto
Capo IL
$.
6.
L.
del
Libro VIL
Greci foltanto
ail'olim-
piade
avelfero adoperata la
e dubbiofo
v'
in
luogo della r
fin
farebbe
qui dell'
molto incerto
antico
ftile
;
poich
v'
per la r
citt
e fra le altre
di
po-
Gela
in
Sicilia
ifcritta
CEAAS
(b)
.
e dall'altra
un
Minotauro
Ma
ficcome
che pretendo-
M
(i).Vedanfi quelle monete nella Lucania, del P. Magran Tabi, i q - z6. In elle per il panno non ravvolto intorno alle braccia , ma gettatovi fopra in maniera che ora attraverfa le fpalle , ora il petto , e oa cne pende a un di prelTo come all'Apollo
no
Numlfmuiica
f ne trovano di tal forte incufe non tanto per isbaglio del nioneticre , come di tutte lo pretende il P.Joberc Scienza delle meda
evo
eie , Tomo I. Inllr.S. pag. 172. , feguito da V'irkclmann (ofxnpag. jO. .^2. , ma ancora fatte a bella porta . {a) Monum. ant. ined.
n. 4.8. pag. ?^. 4.0.
una
abbiamo datala figura Tomo I. [ Di queftc monete arg;nto che noi daremo in apprelTo ,
,
num.g.,Defcnpt.
Tavole
in ran.e ntl
Tomo
ni.
la illufcra
il
iignor avvocato Mariotti in due dillcrtazioni Itampatc, una in Roma nel 1761. , della quale "''-'''^''^'"* menzione 1 autore d.lla trT Bibiiocccd moce^aa , ai 4. giugno 176?. , e.i i Giornalirn l'i Firenze 5. ottobre i-i(.(>. ; l'altra
"*
*"'? '7<'4-
>
anche l'autore
.
della Ifi:ru[.
andq. numifm.
,
tib.i
e. jl.
e una terza ne pubblicher pi diffufa pr; vandovi fra le altre cofe che non folamcr.tc le antiche moy.cte italiane incufe , ma eiiandio ha le onfulari , e imijcriali , e dei medio
n. ^. ;
AUib. in fine , op. Tom. I.p. 21 ;. C. 2j. cap.t6. , V. Scalig. Conjea. in. Varron. de ling. lat. princ, pag. I. & io. (a) . 32. r^g-S'^(b) Preflb CafFelli nella Tavola prcmefla alla fua opera Sicilis. , & objacent. infut. te. , r.um. 24.. , e Parata Sicilia 'Numifm. Tab. C. num. j. , il quale ne riporta altre nella Tavola rtelTa num.i 0. e i i , e Tab CI. n.i i e //. rolla ftcl'a ifcrizione , e rovefcio diverfb , e Tab. XCIX. num.i.e 4. {d) Rcinold. Hiji. Ut. gric. 6* lat. pag. /7.
(b)
(e) lib.
.
LIB.VIII,
CAP.I.
Decadenza dell'Arte all'olimpiade l. ij tempo in cui s' introdufTe nel greco alfabeto la T non apportano di quella loro opinione nelTun valevole argomento perci da tali monete. non pu ricavarfi motivo di dubbio full'epoca da noi data
e
9^ no
Progressi
di
fiflare
7-
finiflm'
Meritano d'eTcre qui rammentate quattro tazze di oro fomiglievoli ai noftri piattellini da caft tro, ,
ed
di
efillenti
ora nel
.
mufeo
di
Siccome
di
modo
fi-
cos polliamo conchiudere che fieno lavori della medefima et Due di quelle tazze hanno intorno all'orlo ellerno un fregio di tori e ,
.
mentovate monete
pu
cui
tal
un ponzone incifo
,
in rilievo
di
con
affine
fare
il
rilievo
al di fuori
Le
.
altre
fregio a puntine
tovati tori
due tazze hanno intorno all'orlo un Per rendere qualche ragione de'fummen-
non
Api,
;
ficcome ha fatto
polTelTore di
i
tali
monumenti
al
(2)
,
poie
ti-
ch prelTo
Greci
tori folcano
confecrarfi
Sole
ra va(1) Nelle Tavole del pi antico alfabeto reco efpofte dai dotti Monaci della congrcgazione di Cn Muvo Nouv. traile de dipi, Tom. 1. fec. pan. feci. z. chap. i j. pag. 67 g. j>l. X. , e da loro elattamente formate fu dei monumenti della Grecia , incominciando dall' anno noe. fino al 400. avanti l'era criftialu , la lettera Gamma vedefi fempre a un di preflb come la moderna r. Tal forma ha puze. nella celebre ifcrizione /Ssi/rpoipMcTr , con4otta cio a guifa di folcili altetnativamente
dalla deftra alla finiftra e dalla finiflra alla defra , fcopertali dall'abate Fourmont , Acad.
d4:s Infcript.
400. anni prima dell'era volgare , e in altri dal fecolo terzo criftiano (ino al quintodecinio , u. ibid.pjg.S i pi. XI. Siegue da ci cflere Hata di ufo pi antico prelfo i Greci la Gamma in forma di r die non la Gamma formata come un C o un G . [La trovo per fomigiiante a un di prelfo a quelle due forme nel!' alfabeto ionico dal P. a Bennettis Chronol. critic. kift. ec. Tom. I. proleg. i. portato fino all'anno 714. . CI. pag.z^^. avanti l'era criitiana
. ,
&
die fi erepi vetufto , attribuendofegli quafi tre mila anni d'anlichira Non incontrafi quefta lettera in forjna di C , o di G le aon ne raouumenti di de
il
monumento
.
in tal genere
il
(a) Winkelmann nel Tomo I. libro tri. capali^. . z^.pag. zzi. dice due fole ; ma far forf per una fvilla . (1) Tale pur l'opinione dell'autore del Viaggio in Sici-ia , e nella Magna Grecia defcritto in varie lettere dirette al fig. abate \(inkel.Tiann , lecci.
PRKsso
i-avano
il
Greci
Diana
fu
e
.
presso
Romani
93"
cocchio
di
mali
principalmente
Magna
e
si
Grecia,
LIB. Vili.
confiderarfi
tali
come emblemi
fulle
.
agricoltura
forf
come
(rt)
furono imprefl
(b)
pi antiche monete
de'
Greci
8.
Malgrado
fulle
gli
artifl
greci
fpontaneamente
feppero rapprefentarla
ficcome apflefl,
ove
in
apprelfo
le
monete pi
di
belle
le
fi
coniarono
e
antichilline
,
Appograre mo-
di Segeile e di Siracufa da MeiUna me efaminate nel mufeo Stofchiano Due di quell'ultima citt pofTono vederli incife in rame alla fine del libro an.
la
tella
una Proferpina
,
la
quale,
come
alla
le
altre
tede delle
della
tella di
mentovate monete
difegnata
maniera
,
moneAl-
te ateniefi
e in
una
fiiatua
quefi:a
dea nella
,
villa
bani
Non
fon belle
le
forme
il
neffuna parte
e per con:
gli
ocall'
taglio della
,
bocca medi
tira
ins
il
mento
gli
mefchino ed acuto
;
giamento che
bero
d grazia
capelli
,
acini d'uva
i
dai quali
nome
il
preflo
pi
per
le
non ben
muliebri
di
diflingue
fefTo
e perci
alcune antiche
tefle
Schol. Ariftoph. / Jvlt v.1106. (i) Plin. lib.iS. cap. ^. fea. ^. [ Plinio in qucfto luogo, e ni>.^:;.cap. ^. Jec.i^. dice , clic v'era imprella una pecora , da cui le mo-
U)
folle in
nere furono
<ii:ac
,
Pop. Rom.
lii.x.
qualcuna impreira l'effigie del bove , della pecora , e del porco x r (e) Pluzardi. ConfoL Apoli, p,i 96, L NoQ ho trovato ove lo dica .
.
Tom. I.pag.103. B. ,e Quijl. Rom.n.XLI. Tom. il. pa^. 274. in fine , f^^vono che vi
,
94
di
LIB.VIJI.
Progressi
Decadenza dell'Arte
bronzo
d' 9.
mufeo
jf.
CAP.
alquanto maggiori della grandezza naturale nel Ercolano , fono ftate prefe per figure virili (a)
, .
I.
Chech ne
dirli
fia
,
per
il
rovefcio
di
quelle
mo-
nete
pu
elegante
non
impresotanta diffe.
ne
ma
vi
Ma
e'I
renza
difegnare in piccolo
difegnare in
grande, che da quello a quefto non fi pu tirare una giufta e ficura confeguenza eflendo molto pi facil cofa di ben
,
fiala,
grandezza
(i)
E'
fi
telta
,
propriet degli
egiziano ed etrufco
Libri
il
dicemmo
figu-
popoli che
le
fecero
IO.
Da' lavori
che
in
bronzo paOamo
apportare efempi
,
ai
marmi
Deggio
qui prevenire
nell'
di
antichi
monu-
menti
in
di
que'foli mi fervir
;
che ho
io
ed efaminati
,
do che avviene dei difegni come dei racconti bocca per cui palTano la qualche aggiunta
(a^ Corae Winkcimann alla pdg. 4;. qu5 avanti ha prcfa per tclta d'Apollo la tcfta di bronzo nella galleria del Collegio romano , che a me , e aJ altri pare piuttolto feminile (l) Chi fa ben contornare ura figura in piccolo , lo fapr anche in grande , iloven.
ai
jf.
II.
La
trimenti
fi
,
potrebbe dire
dofi in
amendue
caf
camminare
fjg'i ftefl!
dipingere , il che non ricfce; come piti facilmente riefce lavorare anche in piccolo a chi fa lavorare in grande . ] Chech ne fia per , io non potr giammai indurmi a ctcd.-r;- che la tefla di Proferpina
cifellatore
miniatore
fapelFe
e frolpire in
grande ugualmente
principi e /eguirar le llell'e regole . Kla poiche nelle piccole figure perdonfi molti linea-
menti
nelle
propor7(ini e i rapporti pigliar fi debbono in ifpa?) pi eftefi , che l'occhio non arriva a comprendere (otto uno fguardo folo , da ci deriva , a mio avvifo , la maggiore difficolta d'cfeguire in grande , che non in rillrctto , l'opera mcdefima Altre ragioni ancora danno gli arridi ; e perci ^fecondo le regole dell'arte s'infegna a difegnare , e a modellare in grande per poi lavorare in piccolo i non mai ali oppofto , Al-
quali in oltre
dell-' riportate medaglie fia riufciro77a e dura per mancanza di f.ienza od arre nel fjo ancore , il quale feppe s bene efeguire il rovefcio Nel difegnar quella tefla avr egli probabilmenre prefo il modello .i qualche anti. hiflima figura della dea vencrara dai Siracufani Ellendo duro e forre l'ciigii ale , duia e forte avr dovuto efierne pur (a copia la fiefla ragione pu fervire a fpicgar la JifFcren7a , rifletto tal difcpno , fenfibilidma che in varie antiche medaglie palla f-a l' impronto del diruto e quello del
nel diritto
s
ta
toveicio
PRESSO
/.
la
Greci
di
b prisso
Romani
95;
II.
La pi antica
che
'
mentovata PalJade
Albani
,
srandezza naturale
^'^'*'^^^-
efillente
(a)
tali
nella
villa
ftata
le
ultimamente reftaurata
.Le
,
forme
delle
parti
fono
che
egi-
avelfe
.
una
tefta di
bafalte
terrebbe!! per
un lavoro
tefle
ziano
La teda
affatto
fimile alle
,
mentovate
mulie-
monete greche
ftile
potrebbe pure
fervire a
etrufco
Egli pertanto
da crederli
che
cia
Romani
,
quefte ed altre
antiche ftatue
non
altro
fi
propodell'
il
neffero
ferie de'
alla
monumenti
;
arte greca
fino
perfezione
per
ho qi nominate.
12.
quello primo
me
pubblicato
coH'epigrafe
Plinio fa
KAAAIMAX02
(
EilOIEI
Callimaco fece
(e).
menzione d'un
artefice di
quello
nome
)
,
xt^oTixvoi; {d)
Kperch non
detto
di
n'
e ficcome ha rapprefen,
tata in
di
Spartane
{e)
.
credono alcuni
ravvifarla
i
baffo-rilievo
Ma non combinano
.
tempi,
dubbia
l'ifcrizione
Qucfto lavoro
che ne abbiadi
filT
del
pi antico
,
almeno fecondo
l'idea
mo
Callimaco non vivea certamente prima bench Felibien fenz' addurne alcuna prova, lo
e
,
Fidia
all'o-
Paufania non
io
mette
al
paro
de'
gran
vi-
onde avrebbe
a dirfi che in
un tempo abbia
vuto
(a)
(i>)
Monum.
Mon.
aat. ined.
I.
fili. ?4- ^^P- S.feci.if. ?/ . , Fontan. loc. eie. , Lu-ac. MuJ. Capital. pag. ^6. r r>lib.i. pag.ii. L L'Ice {f) Wft. des Arch. poco dopo l'olimpiade lx.
(.J)
(e)
p6
VLito
LXB. vili.
Progressi
Decadenza dell'Arte
.
da poterli uguagliare
,
Egli fu
al
dire
dello ftefTo
Paufania
GAP.
I.
pano
(a)
quello che introduTe nella fcultura l'ufo del trae immagin il capitello corintio come dice Vi:
truvio {h)
altronde veggiamo
che
,
il
che
pi bei tem-
come
,
mento;
Scopa
che
come
fi
luogo
edific
nell'olimpia(e)
vrebbe per tanto quello Callimaco aver vifRito e prima anche di Scopa de' pi grandi artifti
,
al
,
Dotempo
.
il
quale
prima
fi
fior
la
qunl epoca
non
in
arlifti
Qj-ieflo
nome
il
altronde
f
,
foiTe
in
tempi in cui
leggerebbefi
,
fu fatto
baffo-ri lievo
(d)
,
quella
maniera
KAAAIMAKH02
Hf^Lff^^/^K ^
(?)
,
h ^^'^^ leggcfi fu
non
in
gi
KAAAI(/)
MAX02
prima
poich
la
fu
immaginata da Simonide
,
non
dell'
olimpiade lxxii.
e introdotta
(a)
ulo pubblico
(i)
E' .quindi
probabile
il
che l'ifcrizione
fiavi ftata
fatta
lavoro
ad
fili-
i) Pauf. Uh. t. cap. z6. pag. 64. Un. zg. [ Paufania io di;e inferiore di merito ai pili grandi artifti ; ma che in diligenza non la cedeva ad alcuno , come dicono anche Vitruvio
{,b)
{.e)
moti tempi ne' quali da alcuni fi fiffa la Tua epoca , avrebbe potuto beniffimo elTere fcritto il fuo nome colla X. Quantunque non ifcor,
gafi
i.
(a")
y.Keinold. H/fi.
/ic.
grc.
Nouv. tratte de dipi. Tom. I. pi. VI. pag.6i6. [Ho portata qu.fta parola nella forma che ha in queft'opera dei Maurini
(e)
,
diverfa molto da quella data da qui , e nel Tr.ntaio prcU.-n. ai capo IV. pag. LXIlt.
Winkelmann
Monum.
ant.
i.
quella lettera nella citata antichiflma ifcrizione , rnonumjnto di quafi tremila a'ini , come gi fi detto not.i p. 02. dove il nome d'un Callimao fcritto nella maniera qui difegnara da "Wirkelmann ; ci non oUantc incontrafi la 'iclTa lettela K in tre altre ifcrizioni di fette e pi fecoli anteriori all'era fu 1 letta , le quali fcoperte furono dall' abate Fourmont , e pubblicate nell'iftoria della rcal Ac.ademia delle if rizioni di Parigi
.
De
arte
gramm. Uh.
pag- 24-SO; col. r. (a) Vedi apprelTo Uh. IX. capo I. ./ ^. (0 Se Callimaco avelie vilfuto ia quc'ri-
che conferma [ Il che prelfo Plinio Uh. ?. cw. f6. feci. f?. , la voleva'.-'o ipfolotta da Palamede ai tempi della guerra di Troja .
r.
Tom. XVI.
10-.
,
fc-jq.
l'opinione
di quelli
PRESSO
Greci
e presso i
Romani
,
gy
il
come
,
no-
"'
GAP.
'
me
ila
di Lisippo fu
una
che febbene
^^^^^^^
I>
antico
,
per pofteriore
tempi in cui
fu quella fcol-
pita
come redremo
il
nel Libro X.
Capo
I.
Aggiungafi che
,
luogo abitato
giacch ne ha altronfia
de
tutt'i caratteri
ftile
(a)
febbene tanta
la
fomiglianza fra
,
l'antichiflmo
de' Greci e
che
il
baf-
13.
f
Potremmo
dell'antico
ftile
dare indizj pi
di lavori in
diftinti
Caratteri
di
,
e certi
rimafta ci fofte
maggior copia
,
marmo
quefto
ftile
e principalmente di
la pi antica
baft-rilievi
nei quali
pur
che
fi
ravvifarebbe
maniera
della
compofizione e
,
dell' efprefliofi
ne
(e)
fcorge fulle
al-
artifti
dobbia-
mo
dire che
imitando in
qualche
modo
uomini
de'
tempi eroici
,
quali operan-
inclinazioni
babilit
ove
Ci
faccia
,
ai
credono fomiglianti
Tom. U.
fcrive che ftava col rella villa Nuzzi ; e pu etTervi flato trafportato in quefti ultimi fccoli , o ne' tempi an"chi. Se folTe flato lavoro emifco farebbe
/oc. cit.
N
crede anche Foggini
jT.
(a) Fontanini
Muf
in
.
Capic.
;
Tav.
4.3.
ove
"lo
rame
o che
meno una
tori
probabile
vouto
Etrufchi lo avcifcro Le ragioni di Winkclinann non provano molto ; onde confiderando bene che il foggetto del marmo conibma con quello , di cui parla Plinio ; che il tcmpo ha deteriorato il lavoro non poco ; e che non " pu provare in qual epoca precilaincnte abbia vivuto Callimaco , non mi
,
che gh
fteffi
attribuire ai Gteci?
una
tefta di
filofofo in
marmo
bianco
fia di lui
opera
come
trovata negli fcavi di Tivoli , ove erano le delizie de' Fifoni , ed ora polTeduta dal fignor cavaliere de Azara , che crede polla ravvifarvifi Ferecide Ella certamente della pi antica maniera Ne daremo la figura in apptctfo , e ne riparleremo nell'indice delle Tavole in rame nel Terzo Tomo .
. .
98
jf.
Progressi
14.
Per ci
ofler-
LIB. Vili.
varfi
gli artifti
CAP.
I.
rapprefentare la bellezza
e ne
abbiamo un efempio
,
villa
Albani
fembianze
laddove
coU'ultima
finezza
Quefto volle
forf dir
Cicerone
di
allorch parlando
la
dell' ifola
Malta rapprefentanti
,
Vittoria
ma con
tutta l'arte
lavorate (a)
Sembra
effere
avvenuto
,
alla fcultura ci
che
in cui
,
molso prima
s'era per-
che
la traccia e lo
fcopo
ij.
Pu
farfi
,
a noi pi vicini
artifti
,
ne' quali
predecelTori
comech
fteffi
alTai
lontani dal
rapprefentare
le
vero bel;
lo
opere loro
anzi gli
un poeta inglefe
con flem-
ma
efeguivano
Si
opere
,
di que'
cederono
verfi
la
nominatamente
XVI.
,
Ivi
affai
mediocri fono
le figure,
ma
gii ornati
,
fon
tali
noftri artifli
jf.
e ftare al
16.
.
Ecco
in
antico
grazia
lezza
.
11
ma duro
forte
e fenza
alla bel-
onde
Ma
ed
ficcome
agli
unicamente confacrata
,
agli dei
eroi
le cui lodi
,
diceva Orazio
fu
molle
non conviene
cosi per
mezzo
della du-
rezza
(.a)
(i)
Roma
PRESSO
Greci
alle
presso
Romani
gg
'
'
"
maeft
come
flile
la legislazione
^^^^^^^
di que' tempi
te
{a)
.
GAP.
I.
tempo
elfo
dur
quanto che per lunghifTimo tratto onde una grandiflma differenza fi ravle
.
vifa tra le
opere prime e
filile
ultime
comech appartengano
tutte ad uno
jj".
medefimo
17.
ftile
Dovremmo
in
tico
ftar
pre-
Narra quefto
ed Er.
fcrittore
che
il
poeta Steficoro fu
,
il
primo a rapprefentar
,
colla clava
e coll'arco
gemme
dello
,
ftile
antico
Ora
Steficoro
piade Lxxii.
(r)
contemporaneo di Simonide viveva all'olimcio nel tempo in cui Serfe mofle contro la
,
Grecia
e Fidia
,
il
quale port
l'arte al
di perfezione
vale a dire
fli-
ancora
lavorafle in Grecia
.
quando
lo
filile
bello
gi vi
fi
era introdotto
Ma
Strabone
riferifce a
pi antichi
,
tempi
la
mentre
altri
vogliono che
le
nella xxxiii.
olimpiade
ed avverte che
.
fi
Bifogna per efere ben cauto quando giudicare vuole dell'et d'un antico lavoro poich ha talora tutta
18.
;
imitaiione di
tempi*^"oftel
non
forf
f
""
"
N
^- '"P-^S- Pag. I9SV^'^'^^r ^^'F'^PJ-^'-'^:"^P-'-P-S'2. infine. Vejcript. des pierr. grav. du Cah.de itojik, (l.i.fea.t, n.i^iS.pag. zyj,
r-c ^oui
(e) Bentley's Dfsert. up. Phalar. paP.36. Plinio Uh. 34. cap. S.fea.i $. , ovvero
U)
(O
ixxxiv. fecondo
Gtogr.
la lezione di
lib, 1 j.
*
il.
100
f
Progressi
Decadenza dell'Arte
opere (a), o per copiare
,
non un'imitazione
LIB.VIII.
re de' modelli
delle antiche
CAP.I.
fimu-
maggiore venerazione
ce
al
,
al
difcorfo
riguardo
al
folo
,
nudo
nelle
ma
eziandio riguardo ai
panneggiamenti
jf.
alla capigliatura
ed
alla
barba
19,
Render
affatto
queft' avvertimento
pi chiaro coll'efem-
pio di due
Albani
di cui
daremo
fite
in quefto
la
Libro
la figura
Ivi tutte le
;
fecondo
ma
vedere
il
ca
fi
del pi antico
il
veftito
be
poich
come pi
.
l'antico
fi
greco
all'e-
trufco s'aflbmiglia
11
deve dall'ordiri-
tempi pofteriori
imitato
quanto nel
baflx)-rilievo
ftile
Altronde
etrufchi
tetto
,
tempio non punto fatto a fomiglianza degli ed i mutuli del poich quefti non aveano fregio
:
le
e fopra
tuli
in guifa
era uguale
,
ci faceafi
torno
(a)
cella
al
un portico
all'in-
de'
mcdefimi
NicoL Dumafi.pag.
ih)
4- v- Txx''
eloc.
Demetr. PLal.
De
i.CV.
nelle lue
Anti-
(a)
Non pu
il
avcfleto
gli Etrufchi
a'
non
alle
chita
di Pefto alla
DUiatazionc terza
tempj
ed
PRESSO
gi
.
Greci
presso
Romani
loi
LIB. VIZI.
Si
flato
jf.
CAP.
fi
I.
rav-
vifa in
una figura a
,
del folito
ri
,
e coi capelli
veftito e
ornato
del
alla
llo
un lavoro
tempo
,
de'
Romani
fotto
Cefari
ficcome
,
appare dall'ifcrizione
lOVI EXSVPERANTISSIMO
.
e dalla
forma medefima delle lettere Quella ifcrizione fiata pubForf col rappreblicata dallo Sponio fenza la figura (a) fentar Giove fotto quefta forma fi creduto di dargli una
.
pi rimota origine
e conciliargli cos
zione
Secondo
il
pi antico
ftile
veflita
,
Speranza in
per quanto
una piccola
la
quale
romana
zoccolo
e fomiglievole a
que-
divinit fulle
tori
da
me
il
vedute
e particolarmente fu
(b)
.
Filippo
vecchio
Cos
a' nofliri
tempi s'imitano
,
pan-
neggiamenti de'
alla
maniera di Vandick
al
perch
perfona che
ritrae
ed
vantaggiofi che
moderni
veftiti
foverchiamente
di
Ramrale
, che non anche ftato emendato lenza fondamento (a) Mifiell. erud. antiqua, feci. 4.. princ. pag. 71. V. Defeript. despierr. grav. du Cab.
de Stojch
ci.
z.fecl.^.n.7g.pag.46.
L'ifcrizione da me per la prima volu pubblicata nella Defeript. des pierr. grav. du
(**)
Cab.de Stofch
la
, ci.
:
z. feci.
feguente
Q" AQVILIVS
NONIA
TITVERVNT
(i) Pedrufi
vegga
il
ove
in
nuova ma-
I Cef
in.
Tav,
6. n. j. 6. e S. 11
102
Tale
LIB. Vili.
efiftenti
i
Progressi
a.
Snnfouci
ftretd
piedi
tal
,
politura
l'atto
la
quale
CAP.
I,
a chi
non ne intende
)
la fignificazione
cio
di vola-
re
fembra sforzata
,
farebbe un
il
argomento
che
ivi e fui
di rimota an-
tichit
non
fi
rilevafTe
contrario dal
,
nome romano
petto s'incro,
cicchiano
fors'
jf.
A
di
che
erano
21.
bronzo
le
quali real-
mente
tre
,
altro
Erni
fatti
prime
come
11
s' detto
or con meno
tra
i
d'arte
pi pregevole
Roma
a'
il
Farnefina
cilia
,
ma
il
pi bello pafs
tempi miei da
Roma
in Si.
e vedef in
Palermo
La
tefta perfettamente
virile veftita
,
alta
nove palmi
(*)
panno
indi-
pafTando fotto
il
braccio deflro
.
va a ricoprire
il
fniftro ap,
poggiato
fui fianco
che
.
leggefl
CAPAANAIIAAAOC
,
(**)
Di
la
e ne
fi
ho data
Allorch fu mefTa
fecero in
Roma
fofTe
il
Sardana-
palo
(*) Quefta ftatua fu difotterrata nel 17^1. preflo Frafcati colle quattro mentovate Camtidi . l Ora e nel Mufeo Pio-Clementmo Ne da la figura un poco meglio d.fegnata cincila. Il iignor Cavaceppi , che prima ne era il pofl-eflo''re , nella (u^ Raccolta di ant.
.
(**) La
nella voce
Statue, ce. Tom. ,il. Ta\>ola 27. ; e neUa Tav. zS. d la figura delle Cariatidi poffedute anche da lui prima che andaflero alla villa Albani , come abbiamo notato nel Tomo anrecedente pag.4.1 not. a.
.
^o
fa una moneta in bronzo della citt di Ma^^^f,^ ^ ^osi talora fi trova fcritto kCSXx j- ,. . , v>.,;/i^ in in lue tim C'bele , e Tctdla '" ''' "f^ l^"^"."
^u
^li
P'/'a
citta della
Lucania
^"^
yi
Monum.
'''"'
^"f- ^'.f;/^"'
'""" ' S-
PRESSO
paloivi
Greci
,
presso
Romani
,
103
'"-
rapprefentato
,
non potendovifi
cagione della
barba prolifTa
^^^'^"^
renderono famofo
ceafi
flati
i
radere
la
barba
Avendo
,
io
trovato
il
Sardanapali re d'Aflria
,
de* quali
primo
faggio
e valorofo
effeminato e molle
fu l'altro
che
,
febbene
fi
trovalTe
una figura
virile
il
con
donnefchi
non dovremmo
voluto
dar
ivi
fi
molle
le ve-
Sardanapalo
fii
fiafi
rapprefentare (a)
poich
d'un altro
al
fefTo
che
filofofo Ariftippo
veftirfi
da
uomo
jf.
or da donna
22.
,
Furono date
f
fimili
fembianze
le
alle tefte
d'un Bacco
indiano
non che
in
quelle per
forme pi grandiofe
degli
comuni
tefte
Ermi
,
Una
ma
ftile
bellifii-
ma
Uno
,
ancor
di
pi antico
voluto imitare
al
una
ftatua
muliebre
doppio
del naturale
nel
mufeo Ca.
Ha
elTa
braccia pendenti
,
e attaccate al
corpo
come
la ftatua
d'Arrachione
vincitore
ne' giuochi
(^)
.
olimpici
dell'olimpia-
de li v.
antica
defcrittaci
fia
da Paufania
Che
tale ftatua
,
per
e
fi
non
dimoftra la
cote-
avefTe la
,
prima fua
Bottari
il
quale perci ne
(b)
;
fece
mufeo Capitolino
ma
la
tefta
(a) quefta ftatua qualche foraigliania colla figura creduta di Trimalcione , di cui fi e parlato nel Tomo I. pag. zo^. %.S.
ia) Sext. Empyr. Py/rk. hyp.lib. t. cap.14, Dice che ftimava indiiFercntc cofa che Tuomo fi velia da donna j e Ub. j. cap, 24. che
[
Ha
accett una verte feminile , che gli efib il Vedi anche fopra Tore Dionilio di Sicilia mo I. pag. 4^0. noe. s. r (i) lib. S. cap.40. p. 68 z. [Vedi Tomo priiic. pag. iz. (b) Tomo iti, Tav. Si.
.
104
tefta n'
i,lB. vili.
Progressi
Decadenza dell'Arte
,
moderna
lavorata a capriccio
non che
CAP.
I.
che di capelli
fpalle
.
che
le
fi
fulle
Dopo
nel cui
che fu reftaurata
villa
,
tefta nella
mentovata
e fu
comprata
far
gnac
Quefto fervi di preparativo allo ftiie fu(f.
mufeo
,
di antichit
anche oggid
flile
_,-,,.
itile
25.
lublime
e da quello
,
,,
derivo
t> 1
elpreiuone torte e
rr
la
ri-
gida efattezza
chi lavori
fi
fi
fcorgono
fofie
e vi
ravvifa quanto
il
dell'artifta
che
i
,
imitandone
parti
.
contorni
efatti
mufica
o uno Itraniero
lin-
guaggio
fi
col
toni
pronunciar
devono con forza e precifione per giugnere poi a produrre una pura armonia , e la dolcezza e fluidit della pronunciazione acquiftare
;
cos nel
difegno
fi
giugne ad
efpri-
mere
la verit
e la bellezza delle
,
di tratti incerti
ma
di
Quanto dicemmo
,
pag.gS.
fi
uno ftile divcrfo da quello del rovefi pu adattar ancora ai baffi-rilievi e fcio ad altri lavori rapprelentanti divinit o eroi dove un pi recente ftile vedefi accoppiato con uno pi antico Era il primo d'invenravvifa
, .
vea altres efeguirc la copia collo ftile medefimo ; come appunto farebbe oggid qualunque eccellente dipintore che avelie a copiare una di quelle rozze divote immagini de'baff tempi Siffatte copie o imitazioni non fono
.
la perfetta raf-
zione dell'artilta , dal quale perci formar fi deve il giudizio non meno della fua capacit , che del tempo in cui fu cfeguita l'opera Era l'altro di fcmplice imitazione , in cui non cflendo egli libero , ci vicn tolto quindi il
.
fomiglianza che ftorgcfi in diverfi lavori di tal forte , fottratti dalle ingiurie de' tempi , ne fono una prova . [ E fra i tanti pu nominarfi il baffo-rilievo della villa Albani , di cui fi parlato dall'Autore fopra nel . i g. p. 1 00. Ve ne fono tre iftefll in quella villa . J Un folo occhio fino di perito conokitore pu
altri
mezzo
terminarne il tempo Se la figura di quella divinit o di quell'eroe, che avea egli a riproaiK , folfe Itaca di ftile antico e duro , do-
manchino
l'
gli
,
originale
quale la topia
PRESSO
Greci
,
presso
Romani.
.
ioJ
In egual
modo
confi-
LIB. Vili.
perfezione follevofli
la
mezzo
GAP.
r.
di
uno
della
ftile
mile
ne
onde dare
Gorgia
dignit ai
.
fuoi attori
ed
alla
L'arte
che ne fu
.
l'
inven-
tore
$.
(a)
che
,
come du Frefnoy
il
fe-
condo
furono
ca
il
il
quale
tra
fatte
tempi d'AlefTandro
nel filTare
il
Grande
e quei di
Fo-
{b)
Egli erra
s
;
fine dell'epoca
(
te
ficcome gi
in
vedemmo
)
e far
moftrato
appreflb
anteriori ad AlelTandro
altronde
.
l'e-
poca
prima
di
,
Coftantino
Egual,
mente falfa l'opinione di coloro i quali col Montfaucon (e) credono che non efifta pi alcun lavoro di greco fcarpello
f non de'tempi ne'quali
(,a)
Greci foggiaceano
ai
Romani
Rket. lib.j. e. i . [ Vedi apprcflo I. ^. iS. (A"! Des Piks Remarques far l' art de la pnt. di du Frefnoy , pag.i oj.
Arift.
*
Uh.
IX. capo
(e) Ant. expl. Tom.til. liv. i. c.t.num.f. Dice che pochi monumenti di quelli efiliono in paragone degli altri fatti apprcflo .
[
Tom. 11.
Ca-
io6
LI B. vili.
Progressi
Decadenza dell'Arte
ff^
,,g<
^
C
Scile
CAP.n.
A
p
li.
che i
fnhlime
Suoi caratteri
- Monumenti
. . .
ejjo ci
rimancono'.
.
Stile bello
e la
la
morbidezza
.
nel difegno
grazia
or fublime
or piacevole
or bafsa e comica
Stile
fublime.
Vallando Cominciarono a fplendere in Grecia i tempi della l'arte medefima pi libera divenne filofofia e della libert
,
Suoi caratteri,
e pi fublime
L'antico
ftile
fi
fondava da principio
;
fu re-
ma
,
efle
ben prefto
fi
ne allontanarono
divennero ideali
onde
lavorava
meno ad
gole
pria
. .
norma
di quelle re-
L'arte aveafi
a cos dire
Sopra
tal fiftema
s'innalzarono
della
grandi maeftri
natura
.
ftu-
diando di ravvicinarfi
alla verit
Quella loro
foverchiamente rifen-
e caricate
le
teggiamenti e
mofTe
in
fomma
principi
meno
dottrina
ma
,
Migliorando
,
l'arte fu
,
quefti
celebri
,
fi
renderono Fidia
,
Policleto
Scopa
Il
MiRONE
ebber
ed
altri
loro
il
fublime
in
mira principalmente
grandiofo (a)
jT.
I.
Bifo-
il
giudizio
che ne
paragonando due alli due ftili dell'arte ; all' antico cio e a quelio di lidia , il primo de' quali era fecco
,
De
e mefchino ; il fecondo moftrava della diligcnza unita ad una maniera grandiofa Unde & edolatum habec quiddam fuperior locu:
tio
&
leve
,
Quemadmodum h veterum J,
mutuer
PRESSO
jf.
Greci
presso
il
Romani
fi
107
'
I.
o tagliente,
llo
veggono
di
nelle
,
LIB. vili.
fi-
CAP.
il.
fovracciglia affilate
quee co-
non abbia
a prenderfi
difegno
di
poich gi
fopraofTer.
fi
pu
da qualche paflo
ftile
il
dilegno di quefto
fublime
confervaffe ancora un
la
non
fo
lare
con
2.
$.
come Policleto
le
,
le-
gislatori
quali
precifamente in
ben probabile
della,
che all'efattezza
belt delle forme
il
del
<*)
si
,
.
difegno
Indi
una parte
che
facrificaflero
fublime
bello
ma
tale
paragonandolo
ai
mor-
za
e quella
ad Egia
a
O
&
&
tenultas
3
'.
Ca-
a\iTt>
i,
Iryi-ryn'
eorum
,
Vero
jamjmi/is
haiens quidcam
ii
amplum
^g ^ ^^^^ antiqui: corpora graciliora , Jccioraque , per qud. proceri tas pgnorum major v'detur S'on hahet latinum nomen fymme.
exquijtum Jimul ( t/ /ija^ic ^ anfi^s tra , quam diligentiffime cufiodivil , nova, inlaciaque ratione quddraias veterumjlaturat /ua > . (a) P\T. /ib.4. cap.S.feU.ip.^. 2.[Ctc- permutando: vuigoque aicebat j ai illis faio che il Cg. Falconct <otes fur le ^4. livre Bos , quales effent , homines : a f , quales dt Pline , a quefto luogo citato, num. p. , v/i/frfnrur </7e. Nello fteflb fenfo adopraquella parola quadrata Suetonio parlaniio della ccuvr. Tom.iil. pag.i I .fegg. , abbia ragione di dire , che \( inkelmann ha male intefo, ftatura di Vefpafiano nella di lui vita e. 20. : e applicato ai contorni rettilinei il termine di Statura fuit quadrata , compaBis , firmifque quadrate ufato da Varrone predo Plinio i.cit. memris ; Cornelio Gelfo De med. lib. 2. cap. 1. ove dice , che quella la miglior co{ non gi di angolari ) parlando delie ftatue Corpus hablijfimum di Policleto ; poich Plinio poco dopo nel ftituzione di un corpo S-6. cfpreflmente ripete lo fteffo fcntimcn- quadratum eft , ncque gracile , ncque obefum; to parlando ieWs. flatura , o proporzione del- ed altri , che potrebbero addurfi . (*) Se le Canefore in terra cotta , di cui le ftatue degli antichi, i quali le facevaj^o larghe di vita anzi che no , o come dircm- parler pi Torto , foffero , ficcome io immo , piuttofto tozze , quali erano gli uomini manino , copie delle famofe Canefore di VoBaturalmcnie al quale difeno rimedi Li- licleto , potremmo da quel balTo-rilicvo riftppo , che fece le fue pi fveltc , e gracili cavare un pi ficuro indizio del carattere di Statuaria arti plurimum traditur contuliffe quefto ftile , e della durezza di difegno che capllum exprimendo , capita minora fatitn- Io diftngucva . Vedi lib. IX. cap. il. . /7'
:
:
108
a
LIB. vili.
Progressi
,
Canaco
(A)
,
feb-
CAP.II.
foITe
,
pofteriore a Fidia
eflendo
.
Poucleto
(c)
^.
3.
quali giu,
fu talora,
ripetuto
a'
guardo
agli
fi
artifli
moderni
Cosi
ai
le
figure di Raffaello
tratti
,
nelle quali
fcorge in
e
mezzo
pi arditi
,
un
le
dife-
gnar franco
un contornare efatto
colla
da alcuni
,
che
han-
no paragonate
glienti e
morbidezza
del
de'
,
contorni
e colle molli
riputate ta,
e ritondette forme
Correggio
fono
fiate
dure
,
e tal giudizio
ne port Malvafia
de' pittori
uomo
,
di
.
poco gufto
Nello
fleiTo
che ha
fcritte le vite
bolognefi
modo
fembrano rozzi
maeft e nobile
e negligentati gii
facilit
Omerici numeri
di
e l'antica
,
di
Lucrezio o
,
Catullo
in
con-
e dei teneri
modi d'Ovi-
la ftatua
i
dell'Amazzone Sofan-
dra
tra
;
quattro pi eccellenti
egli
mo-
femminile
poich defcrivendo
una fua
e'I
ideale bellezza
ftatua l'intero
,
panneggiamento
4. E'
ma
e
forrifo pafleggiero
jf.
coperto
altres
(d)
da notarfi
che nell'arte lo
gli artefici
,
ftile
d'una data
tutti
epoca non
generale a
fi^ile
tutti
come
.
non
hanno
lo fleflb
gli
fcrittori
contemporanei
DifFatti f
non altri ci fofTero pers'enuti fuorch non giudicheremmo noi erroneamente quei di Tucidide cos fcritto avelfero con tal ficcome quefto ftorico che
degli antichi Scritti
,
.
Lifia
,S, 6. op,
T0m.1l.pag.46 4.
PRESSO
e
Greci
presso
Romani
alle
Senofonte
,
le
'
''-
'
rufcello
jf. i
CAP.
,
ir.
j.
fu Monumenti.
ji,^ji,gono."
modo
le noftre
il
ofTervazioni gcfi
nerali
in
II
,
pi eccellente
e direi quaf
folo che
vegga
villa
Roma
la gi pi volte
Albani
(a) alta
nove palmi
llefl^a
mede-
ima
villa
fti
(b)
Niobe
Medici (e)
di
queft'epoca
portare fu di elTa
za originale
,
quanto che
s
ha
ed
.
intera
tutti
come
gli
f venilFe
dello fcultore
EfTa
ha
efpofl:i
blime
fi
e vi
fi
concepir
pu che
defcrivere
e per cui
lei
i
fembra che
le
,
manchi nel
f ritondati
ne verrebbe
tratti;
il
primo Prassitele
.
La Niobe
e le
fue figlie
devono fenza dubbio rifguardarfi come lavori del medefimo ftile (d) Quefl;o. per non ifcorgefi gi a quell'aria di durezza che ci ha guidati a fifilre l'antichit dellaPal-j
.
lade
ma
ai
ravvi-
nel
panneggiamento
e nell'e-
fecuzione medefima
un
intellet-
"l'i's:
irr>
to perfpicace
in
una
felice fantafia
che
no
alla
Quella grande
fem-
Monum.
Ora
ant. ined.
il, ^.i g
ir
"
^'
non aver
l'agile
coftata
e direbbefi qui
o con leggiero
,
foffio
formata
Cos
le fue
mano
pronta ad efeguire
di
,
idee
difegn con un
penna un
belliflimo
con-
torno d'una
tefla di fanta
Vergine
e tale cheipi
non
l'ebbe
jf.
6.
Dello
i
ftile
fublime non
,
fi
tutti
indicare
caratteri
perch
ci
mancano
.
le
opere di
elTe
Riguardo ad
tempo
e malconcia
,
l'idea vi
riconofcono
il
fenza
difcernervi
fi
merito
come
oflerva e riconofce
.
Ma non
che introduffero
ftile
loro fucceiTo
chiamer qui
,
bello
maggior ficurezza
dell'antichit
,
poich
alcune
delle
,
figure
fino
a noi pervenute
ftile
fono
;
in co ntraf labil-
mente
de'
fioriva
e quelle delle
rif-
quali l'et
non
ci
guardarfi per lo
meno come
punto
un'imitazione di efe
Lo
,
ftile
e giun-
pi alto
,
di perfezione
ai
tempi
(a)
;
di
Lisippo e
d'APELLE
in cui fior
dee
fifTarfi
de fino
Suoi caratte-
ai
n
i
jf.
7.
IJ
dal fu-
blime diftinguefi
teft
la grazia
artifti
mentovati
fra
che fcorgefi
Guido
I.
(.....,
PRESSO
Greci
presso
Romani.
ih
'
Quefta verit
rifaJter
dife-
gno
jf.
e della grazia
8.
propria allo
fi
bello
Nel difegno
e l'arte
...hmotbi-
come
i
di Po-f'|no.';
>
che imit
la natura
,
fuoi pre,
deccflbri (a)
tondeggianti facendo
;
e di quefta
ftatue
maniera denno
probabilmente intenderli
quadrate (a)
,
quelle
che Plinio
chiama
{h)
quel
modo
artilli
,
di difegnare
ad angoli
,
Ma non
oftante quefto
continuaix>no a fcrvir di
ftile
.
norma
antece-
dente
che
poich n'era
(e)
,
Quindi
il
Luciano
ne prefe
ftile
compleflb e
le parti principali
fubli-
me
no
quell'attrattiva che
piace
,
Dovea
nel
opera
di Fidia
ma
nei capelli
,
nelle ciglia
nella
della
Le mani dovean
;
Venere d'AiCAMENE
Pallade {d)
,
fcolaro di Fidia
febbene
quanla
do nelle defcrizioni
pio quelle
di
di belle
,
mani
la
intenderli
debba probabilmente
.
come
pi celebre
Abbiamo
gi
le
mani
{e)
.
fcolpite
da Policleto riputavanfi
pi belle di tutte
Jf.9- I la-
(a)
Cd) VWn. Uh. ;4.cap.S. feci. is>.%. 6. fatto vedere il contrario qui aeranti
Ho
<0 'Md. num.iop. [Ho gi notato fie! Tmo I. pag. j8 z. net. b. che quefto luogo
,
pag.107.
noi. a.
non va
to
,
intclo delle
(A) Lomazzo Idea del Tempio della Pitt. cap.4.pag.t y. (0 Jmae. . 6. op. Tom. i:I.p.4.6j.fq.
ma
mani
qual fenfo , e antonomafticamente per le opere , parlano tanti altri fcrittoti quando no-
{d) AnthoI./i.7.
num.too.
vrf.t.
minano
le
mani
di
un
artifta
come
tra gli
ila
jT.
Progressi
9.
flile
,
Decadenza dell'Arti
confronto
di
quei
LIB. Vili
dello
CA,P.1I.
bello pofTono
e agli eroi
afTomigliarfi
agli
,
pi eroici
ti
ftefll
d'Omero
,
in
in
Facciamo
i
un
confronto pi fondato
all'
.
vero
,
paragoniamo
rapifce
primi lavori
eloquenza di Demoftene
con violenza
dell'
e quel di
Roma
foavemente
ci attrae
non
ci lafciano
,
tempo
di riflettere
efecuzione
com
rifaltano le bellez-
.elagra-
jf.
io.
,
La grazia,
gefto
,
dello
fl:ile
bello
del
fla nel
,
corpo
,
to
Gli
artifti
fuccelTori di Fidia
di
Policleto
in
e de' loro
contempora,
nei
e fep-
e la rigida
parti-
colare confiderazione
jT.
ir.
in
aveano cercato
il
vero bello
anzich
graziofo
E poich
del
altri
Petronio
viai
manus
Satyr. pag. ^ j
lib. i
.
Zeuxidis
:
Anzulc
nondum vemftatii
SyLv.
,
injura viQasi
Silio Italico
cap.3. verf.4.7.
,
fidi anes
veterumque manus
variifque
Solus Praxitelis manus , Scoptque , Solus Phidiaci tcreuma ali , Solus Mentoreos kabes labores ;
metalla
Viva modis
ed
altri preflb
.
il
lib.^. eUg. z
r-ic pag.$4i
PRESSO
del bello
Greci
presso
,
Romani.
113
LIB.VIII.
una fola
la vera idea
ftefla
;
che
la
pi fublime e'
GAP. II.
femore limile a s
continuo prefente
perci
alla
,
loro immaginazione
e
coftancemente
tendeano ad imitarla
voli
i
lavori
la
biamo
ralTomiglianza che
lei
Niobe
e quella delle di
differenza f
figlie
tra le quali
non
fi
fcorge altra
non quanta
;
rifultar
ne deve
do
di bellezza
qualem decet
ejjet
fororum (a)
12.
di
ftile
fu-
blime
liberi
in
un perfetto equilibrio
a s
una
d'animo
fi
richieflato
;
de una mente
sforzato
,
elevata
dicea Platone
(*)
pu
in varj
modi
efeguirfi
13.
con
efatte e rigide
come ad
mezzo
auftere
,
Le antiche
ai
figure pofibno
come
gi s' detto
paragonarfi
femplici
Tom. IL
io) OviJ. Metam. Ub. z. v. i^. 14, (*) De Republ. Lio. op. Tom. il. p. 604..: YltWii /ttiiurti xa ste.'xix 'X" T jar*Tix > t / 9fT(/icr &:c. [ Mos ilU ad indig .donem fefe effundens , querelai , plurimam , muliiplictmqut imitationem ce-
co-
quum femperfibi pfi Jt jmilis , ncque facile pojfumus imitar! j ncque dum illum imitan
inflicuimus
,
&
trum videlicet ex variis hominum generibus confiuente : affccus enim ab ipjs alieni fit
imttatio
.
pie
prudenum vero
6"
pacatum merem
114
LIJ3. Vili.
Progressi
Decadenza dell'Arte
I
maeftri
maffime
non fecero come Solone riguardo di Bracone, cio non s'allontanarono dalle loro ma come i pi accorti legislatori temperando
dell'arte
,
auftere leggi
pi
utili
le
artifti Ihidiaronfi di avvicinare vieppi alla natura e le forme che dagli antichi era-
no
fiate difegnate
e la
belt fublime
che nelle
de'
primi
maeftri
era
quali
gior Variet
che
bello
14.
me
fu
A
,
venerata che
(b)
le
Mufe
(a)',
non
diffe-
prefTo
gli
antichi
Greci
attribuiti
,
due
renti caratteri,
come
alla
madre
Venere
di
Amore
,
di cui
cometerne
pagna
Una
,
limile della
celefte
,
di pi fublime
le
origine
coflante
,
ed immutabile
cui elTa figlia
come
e a
,
leggi
dell'armonia
di
una
.
fola Grazia
cui le altre
due fuppongonfi
forelle (e)
L'altra
come
:
Venere nata
per
da Dione
elTa
po
compagna
della
prima Grazia
ne
fanno
mifterj
Difcen-
per
avvilirfi
;
fi
comunica
coloro, che la
vanno confide,
rando
non foverchiamente avida d piacere ma nemineno ama di rimanerfi negletta o non curata AH'oppofto
.
la
prima Grazia
compagna
qu/if.
degli dei
(d)
fufficiente a s
ftef-
Refponfa de
per
(e)
Carm. Uh.
^.
lib.
4,
0-
pap.66.
PuC. lib. 2. cap.iS. pag.2j4.. lin.zS., ss-pag. 780. V. Eurip. Jphig. in
od. 7. verf. f.
(.d)
Hom. Hynn.
//i. p. cap.
ce tutte tre
compagne
Le
PRESSO
fteiTa
I
,
Greci
presso
Romani.
:
iij
non
fi
oifre
ma
troppo
,
fu-
blime
ch
al
l'elTer
la
,
LiB.
vm.
CAP.H.
ne
EiTa
ma
ritrofa
fi
moftra ed auftera
dell'anima
, ,
nafconde
le palToni
perch
grandi
fi
cui
,
artifli
ftu-
diavano
ftero
le
di
rapprefentarfi (a)
Quello per
che
in
elTa au-
quali
fecondo
l'
oiTervazione di
Teofrafio
;
d'ordi-
fi
fa
altronde che
monia jonica
(e)
noi potrem-
mo
jf.
le ftefie
nazioni
li
ij.
padre de'poeti
Omero
(J)
zia
e la rapprefent
veftita
gli
fotto la figura
leggermente
(e)
,
Aglaja o
vien data
Talia
conforte di Vulcano
di
che perci
per compagna
lavoro
(/)
nella
,
Pandora
Ulifie
{h)
(g)
,
La Grazia
gli
artifii
quefta
il
e di cui
cant
fublime Pindaro Q)
fi:ile
lei
fi
confecrarono
fcarpello
di
dello
fublime
del
guid
efia lo
Giove
olimpico
nel-
P 2
(*) itiFolie. op.Tcm.iI. pag. sS.princ. <f' 'i' /ity!rtis elm Ka ri/juanurci cvji Y*>' r; iVbxc j/Jr ft 7CV! iiSfia-cvt
I
()
(e)
Decauf. p/ant.
quorum maxima & grayijfma fune rr.omenta , nulla cf. tam efficaciter exprejja imago, ad hominum fenjum
Rerum
poiro iltarum
(e^
Ctptumc:
e effo'-mata
RepuhI. Hi. 2. oper. Tom. il. [Piprei^dc i poeti , e pittori Vg- ?77. che lapprefcr tafano la divinit con tutt'altii attributi da quelli , che le convenivano
(a; Plato
Li
(/)
i
Piate in foli:, op. Tom.il. p.274. C. \e) Hcfod. Jhec^cn. verf.fg2. (h) Fcm. Odi. lii.S.rcrJ.i S. (/") 0;ymp. i. yerf. g, [Parla del fole di
,
nnezzo giorno
Ti5
nella
LIB.VIII
Progressi
cui
Decadenza dell'Arte
fefb
bafe vedeafi
(a)
.
rapprefentata collo
Giove
fui
CAP. n.
amorevolmente pieg
originale dell' artilla
la
forma che
di lui
diffat-
avea la figura
e fui
la
maefto.
dolcezza e
,
beneficenza
Fu
coron
(r)
,
:
in
Argo
che
la tefta di
dirfi
Giunone
la
(b)
,
educata
da quelle dee
a
lei
tefta
perch
di
fomigliante
e
.
mano
Pobella
LiCLETo in efeguirla
primea
della Sofandra di
Calamide
lei
il
e nafcondeafi
con
modeftia
femplicit
occhi
nella elegante
del
getto del di
panneggiamento fcherzava
gran maeftro della Niobe
,
Da
elTa
ajutato e condotto
fi
ed arriv
que'puri
al
fe-
greto di unire
fui
medefimo volto
le
le
muovere
eccitano
la
mente
contemplare
la perfetta bellezza.
Quelle figure
le
...
diffatti
fembrano non
.
effere ftate
formate per
pafoni
jf.
ma
Gli
orpiace-
i6.
artifti
dello
;
ftile
ma
de
di
la
il
feconda Grazia
come
Omero Giunone
pren-
Giove
accompagnare
,
la belt fublime
il
fenfibile
e di rendere
grandiofo pi gradito
ci
che
previene
f
fi
vedere a prin.
per cui
alla
fcultura
pa-
(j) VsiiC /ii.j.c.i i.pitg.40^. prlnc. io) id. Uks. t.i7-P'^,i4-S\ iin,20.
(0 iemlii, z. e. i. pag.149,
infine,
fi
pales
parire fui
Romani. 117 ma non tard poi pi d'un mezzo fecolo a comche tanto tempo appunto marmo e fui bronzo
PRESSO
I
Greci
presso
LIB.VIII.
di
Fidia
GAP.
e
II.
Prassitelh
le
cui
opere
da quanto
fi
fa
17.
Come
,
Parrasio pu
(/')
dirfi
il
padre
di quella
il
,
Gra-
cos Apelle
dirfene potrebbe
(e)
;
pittore
e quella fola
ad efclu(d)
efprefle in
un fuo quadro
artifti
Pu qui
fotto
il
ofTervarfi
fon nati
,
e in
un paefe
ove
poich fappiamo
;
tria dei
due
jjientovati pittori
e forf Apellb
da un altro
;
Omero
fra
di cui an-
tenera fenfibilit
fu cui
,
pur
ed iftruito da un padre
zione nell'arte
favio
,
portofl ad
Atene
,
Socrate
.
il
quale la fece
ne
La variet, che s'introdulTe allora nell'efpreflonon nocque punto all'armonia e alla grandezza dello
18.
fi
ftile
come
fot-
to e violenza
Nell'efprefione di patimenti
nel
,
il
pi acerbo
dolore
come
Laocoonte
no
e la gioja
come molle
auretta che
appena fcuote
le
figlio di
Y \ji)
-^ r,-,
"'fl-
"*
'
^-
pag.78
"/"'i'
.
Smime
colle
Amazzoni
in fine
ri8
LIB.VIII.
vifo
e nelle tefte fulle monete Leucotea del Campidoglio (a) L'arte filofofava colle pafloni come con dell'ifola di NafTo
.
effe
al
dir d'Ariftotele
.
filofofa
la
ragione
<ry/^(f
Moro epe?
701^ TietQtri
jf.
19.
Siccome non
facii
cofa
il
diftinguere la Gra-
al
indicher due
.
monumenti
fu
quali ie ne potranno
,
ftudiare le differenze
ivi
fi
veda
la
prima Grazia
,
che
,
lira
^n'^^iroq
quel:a Itatua
mio credere,
PoLiCLETO
Fidia
quefa
.
come
fi
dir pi fotto
e perci
anteriore a
di
Mentre
Mufa
fi
pafli nel
e vi s'of-
e collo flenb
,
pan-
l'una coH'altra
fi
nella bel-
la
ravvifer
chiaramente
^.
20.
S la
piacevole che
fente
la
,
fublime Grazia
fol
convene
fubli.
me
nella
di cui
emende
trovafi
la perfetta
man-
Quefta
la
Grazia inferiore
le
propria prin-
(a) Parla forf della tefta data nei Monum. antichi ined. num. ss(b) Quefta ftatua padata ora al Mufeo Pio-ClcSientino , e data in rame nel Tor,w I. di elfo Tav. 2 ^. , viene riconofciuta dal fig. abate Yifconti per una copia del famofo A-
pollo Palatino di Scopa lodato da Plinio 1.^6. ' S-fi^'i -f-,^- 7..;.e .1 luo mento non e tanto quanto crede qui il noUro Autore ; ma bens
di buon originale .Della Mu.a di Barberini .vedi apprcflo b. IX.. capo l.%.ii,
da un'idea
PRESSO
il
Greci
presso
Romani.
;
119
LIB.VIII.
non fono ancora interamente fviluppate onde delle Potrebbe altre due prime Grazie non fono ancor fufcettibili quella Grazia chiamarli comica, dando alle altre due l'agbello
)
.
GAP. II.
giunto
jf.
di
tragica e d'epica
2r.
La Grazia comica
fi
d'al-
per cui
,
gli
la
e ofTertratti
,
che
ove
il
comprelTo
offia
il
nafo incavato
del
elle
jf.
Qi.iclla
alle
tefie
detta, avendo
teii
mentovato carattere
22.
Pu quindi
,
la
voce
e;r/;^ap/j
graziofo
prendeafi
(a)
,
come finonimo
f*i'v
.
di a-ifxos,
(b)
di nafo
comprelfo o fimo
e
:
perch Arillei:eto
;^
dice
r/j
tSi^
vav ori
trt-
?V<;tp/5
<rot
x,^^^es
TrauvHrau
QLieila voce
,
figni'ica
ed
il
contra-
rio di
^pyT?
follev^ato
ed aquilino,
efprimere
prima
vilt
non
poterfi
nelTuna grazia
A ci
Da
qualche lume
il
e giuftificare
Platone
,
argomentando
f
fecondo
convengono pur
)
fra di loro
PrelTo
fimulus
di
pur finonimo
il
3'/;\^ap/5
effendo prelTo
i
nome
di Si-
leno eziandio
Dt
Satiri
Fauni
dei quali
propria una
cer-
(.a)
/x'F" ii>.9it, 3-aiiri9TiTj( J9 t/ty . ToO J'i T >fu > /3oiT/x/K 9Tt tir 0,1 . [ isonne ita foUtis ejfe ajfeci frgaformofos i Rie nimirum quiajmus efi ,
ti r/uif
120
LIB.
wm
II.
certa grazia.
Quindi pure
fi
fpiega
come per
,
quefla grazia,
l'efpreflione aipi
{a)
,
CAP.
epigramma
altro
deb-
ma
un
e perci in
epigramma vien
{b)
.
nominato
jj".
lo ReiTo
Amore
23
tefi:a
Baccante,
derfi
rarfi
filo
Non potendo
,
un
ritratto
deve confide-
come una
incavato
,
e ci
non
oftante ha
un pro-
e gli angoli
della
;
bocca
dal
comech ideali efprimeiTero quella che grazia chiamavafi da Sileno o Sovviemmi a quelto propofito che Romani per da Fauno
che
gli antichi artifti nelle
,
(e)
febbene
al-
e ci
narra
,
il
nafo aquilino
ina
manifelta contraddizione
commentatori
,
di
Suetonio non
difficolt
ove
la
i
come dicono
voce Jmo prendafi qui per antonomagrammatici cio dicendo per giuoco
,
fi
vuole
fignificare
e in tal cafo
24.
Ignoriamo
.
fublime
,
che
le
fianfi
Gala,
cap.t ^.
PRESSO
Greci
presso
de'
Romani.
121
'
forme
.
carne ridondanti
LIB. Vili.
GAP. U.
bello
fucceflbri
lavorando nello
,
ftile
mentre cercavano
la
,
il
rapprefentarono foventc
.
natura
qual
f
fi
Aristide
(a)
,
che dipin-
poppe
avr probar
.
latte
L'
Amore
gemme
fu rapprefentato
,
bino
ma come
del
un giovanetto
"Vettori
gemma
cifore
commendator
Roma
la
quale
nome
dell' inil
<tPTri7^/OS,
dell'artefice
fi
.
una
abbiano
nome
poco
Ivi
Amore
fc
folleva
e tiene
valve
fucceflori di Frigillo
,
come Solone
Trifone
:
ro l'Amor pi bambino
tal
fotto
fi
vede
i
l'Amore
gemme
fiefia
puttini fulle
pitture
e
d'Ercolano
e fpecialmente
,
fu
le
una
belle
di
fi-
fondo nero
fono delia
ivi
grandezza
.
come
dipinte
2S'.
Fra
pi bei puttini di
marmo
efifienti in
Roma
vil-
Albani
doglio
(e)
tigre
nella villa
Negroni
Tom.
U)
(*)
II.
in
Q_
.
:
Dejcriptwn des pierr.grav.au Lai. de Stojth , cl.z.feB.i 1. n.jgi pag.i ^7. CO MuJ. Capir. Tarn. ni. Tav. 64. [ Scn2a pcii^eifi in rame fpeculazioni , come ha
fatto monligr,or Bottali nella fpicgazione di quefla figura , che crede un fimbolo dell' inverno , io crederei the ella non folle altro
bronzo Jal famofo Boeto di un fanciullo che in una maniera graziofa ftrozzava un oca infans eximie anfcrem Jfrangulat , COme fcrivc riinio ib.^f. cap.8 feciip. .2.?.; trafportato dalla Grecia in Roma da Nerone, e collocato da Verpaiano nel tempio della Pace , come fembra poterti raccogliere da ci , che ficguc a dire Plinio
,
di
un conlmLle gruppo
fatto
LIB. Vili.
GAP.
Decadenza dell'Arte ove pur fono due Amorini de' quali uno fa paura ni (a) all'altro con una mafchera e quelli badar pofTono a mo122
e
, ,
;
Progressi
31.
ftrarcl
quanta
abilit
aveller gli
.
antichi artifti a
IJ
ben imi-
che
ci
reili
dell'antichit
,
febbene mutilato
,
un Satiretto
nella
di circa
villa
un anno
:
e di in
grandezza naturale
alto rilievo
:
efiflrente
Albani
quefto
tale
che ne fporge
,
egli
coronato d'ellera
vi le
fta
bevendo
manca
si
vo-
che
dell'occhio che
appena vedefi una traccia della della Quefto pezzo, e'I bell'Icaincavata (b)
e
.
ro
a cui
,
Dedalo attacca
flati
le ale
ra (a)
la
fono
fcoperti
fin
gli
puttini
flati
inferiori ai
moderni
26.
Queflo
cui
flile
s'
il
mantenuto
nomi
,
fino a noi
pervennero
s
ftrer in appreflb
dalle
traendone argomento
dai
marmi che
monete
fi
(a) Di cui
not. A.
parlato nel
Tomo I.
,
p.
^gi.
(b)
Quefto Satiretto, o
a parlare pi
propriamente fecondo l'ufo degli antichi Romani , Faunetto , ota pallato al Mufeo Pio-
oca ftando appoggiato fu ' un fianco Pu un anno confiderandofene la dirfi di circa pinguedine conveniente a quella cu , e il non avere denti bench abbia la bocca aperta flato trovato in uno Icavo fatto non gran
. .
dementino ; e gli ftata adattata nel reftaurarlo una piccola tazza in atto di accoftarfela alla bocca con ambe le mani , e di bete . Nello fteflb Mufeo vi un altro belputto, anche in qsale puerilmente ftende
liflimo
tempo
vicino a
fi
Genzano
marmo
trovano in altri mufei di Roma , e in qualche cafa privata , che potrebbeto qui
[
annoverarti . {a) Monum. ant. ined. num.gf, ftelTa villa Albani nel cafino
e nella
Ca-
PRESSO
r
Greci
e presso
Romani.
I
I
123
^f
-^^^tg '""
e
A
P
LIB.VIII.
CAP.nr.
III.
Decadenza
cofe
.
. .
delle
Greci
cagionata dalla
nelle piccole
fpirito d'imitazione
e dall'
...
dalla,
foverchia,
diligenza
introdottofi Jile
egiziano
decadenza dell'arte - Fecerfi allora molti ritratti ed una foco fnhlime idea fi ebbe della belt, Jatue
nella
.
. .
foche
-
negli ulti-
mi tempi
--
le
urne fepolcrali
La-
Roma
Buon
gufo fojienutof
e
malgrado
la deca-
Avvertimento
bene ftudiate
s
Aveano
le
sii
antichi artifti
,
le
proporzioni e
peeadem
,
ed aveano
,
precilamente determi-
nati
contorni
delle
figure che
modo n
riftringerfi.
;
pi alto grado
Hffo e (labile
,
e poi-
ch
che
le
cofe
l'arte
,
far
non poteva
.
dov retrocedere
rapprefentati
difhcil
decadere
(f.
I.
eroi
elTendo
flati
,
in
-cagionata
tutte le
azioni pofTibili
(i)
,
troppo
era
d'imitazione...
e s'apr in tal e
guifa
la via
,
Quella limitava
deprimeva lo
fpirito
0^2
(1) egli poi vero quanto qui aflcrifce l'Autote che gli dei e gli eroi fieno fiati rapprefentati lotto tutti gli attcggiamccti pollbili , e che la fomma delle forme a ftata , a cos dite , efaufta , talch (a di poi riufcito impolTibile l' immaginarne delle nuove Volendoci noi attenere all'arte ftefla del difegno , riconofceremo di leggieri che un foggetto folo pu efler efprciTo in molte e fempre nuove maniere In quante guile non c mai ftata dipinta la facra Famiglia non folamente da pi pennelli eccellenti, ma dal
,
.'
quan-
krm
V
che nondimeno
gli artifti
fiaft
aveflero continuato ad cflere fedeli ed cfatti imitatoti de" loro maeftri , non farebbe al certo decaduta l'atte , finch almeno mancato non folle chi con prcmj e con mercedi avefie fomentata
Se
re"
medcimi la nobile emulazione Il riforgimejito delle arti in Italia ebbe il fuo principio dall' imitazione delle opere grandi degli antichi La cagione per tanto della decadcnza dell'arte , f afcoltiamo Vitruvio /. 7. cap. ;. , ftato un certo fpirito di novit.
.
Progressi e Decadenza dell'Arte 124 quando non fi poteva fuperare Prassitele e Apelle
LIB.VIII.
nemalla
meno
fi
riufciva a pareggiarli
fi.10
l'
al di fotto del
modello
in
,
E'
avvenuto
come
filofofia
v'
ebbe
quella
come
in quefi:a
degli eclettici
raccoglitori che
non avendo
tare,
fludiaronfi di unire in
.
vedeano difperfo
filofofia delle
E ficcome
cos
fatti
copifti della
diverfe fcuole
(a)
;
per produrre
fima via
,
niente pi afpettar
fi
pot d'originale
.
e perfet-
Di pi
come
;
que'
filo-
facendo
gli efiratti
delle
quefiie
neglette
perderono
de'
nello llefTo
modo
ro
v.<'^1.^/^"chia diligenza nelle piccole
zioni neccllarie
plire al fapere
...,.
/
-2.
che trafcuraronfi
lavori originali
,
gran maefiri
delle cogni-
Lo
fpirito
,
d'imitazione
il
mancante
,
rend
difegno timido
fi
cerc di fup,
che a po-
co
quelle pic-
come
fatti
propofito di
quelli artifti
ben
difTe
avrebbono
di lui
Giove olimpi-
per cti enendofi lafciato da banda il vero e il naturale fcguitato dai maggiori , fi fece pi cafo dello ftravagante e del maravigliofo Secondo Plinio per li.^j. cap.i. il motivo e ftato il gallo pei marmi preziod , e pei laYori in oro , coi quali in vece di quadri coprivanfi le pareti Un'altra cagione di ci (I aflcgna da Petronio Sutyr. pag. ^24.. , cio in parte una infaziabile avidit di ricchezze da gettarli poi in ogni fotta di yzo , in patte una certa totpidezza di fpirito effetto della totale corruttela de' coftumi , per cui non faceafi vetun conto delie belle opere dell'antichit , oppure divenivan effe l'oggetto della critica Secondo i diverfi tempi hanno avBto luogo tutte le addotte cagioni del
. :
.
decadimento
la indicata
quel-
da Vitruvio lata coni; la foriera delle altre , delle quali parlano Plinio e Petronio Uno fpirito di novit iimii;; a quello , di cui fi querelava Vitruvio , ripioiottoli prcilo molti de' moderni attilli , feconikto di pi dal genio de' ricchi fignori , ha recata
.
gi
un
crollo fenfibile
non meno
alla pittura
:
che
alla
flaruaria ed all'archircrrura
havvi
motivo di temere che anche le altre cagioni non abbiano alla fine a portar loro un colpo
fatale
.
(a) Vegg. Bruckero Hifior. crit. philoL. Tom. il. per. ti. par. I. Uh. Le, il. feci, IK, la) Inft. Orat.
lib. z,
cap.S.
PRESSO
Greci
che
,
presso
Romani.
efli
12^
LIB. Vili.
pico
(a)
Quindi
fludiando
pretefe durezze di
e
te
Itile
e di tutto efprimere
con mollezza
,
dolcemente
;
ma
CAP.
III.
fnerva-
pi gentili
ma
efprelTe
con forza
,
onde
fui
medefima
fi
come
avvenir
fuole ad
tiglio
,
un' afcia
che ottuAi
dura quercia
rende pi prefto
molle
che
verfi
fulla
il
per quella
la
,
mufica perdendo
come
l'arte
.
la
buono mencome per lo tre con troppo raffinamento fi cerca l'ottimo pi nocevole alla falute di chi ila bene il volere flar medivenne effeminata e molle
Si
guafta fovente
glio
Ma
i
in quella guifa e
inflellbile
che
fi
fprezza un adulatore
,
un'
al-
anima dura
lora
s'ammira
cos
probabile che
ope-
dello
ftile
.
fublime
il
ancora
Sotto
marmo
la
capigliatura
i
cadente e fciolta
delle fovracciglia
e ne' ritratti la
a indicare
ben anche
peli
(a) Forf Quintiliano f avefTc parlato di feg. , e Plinio iii. ^6. cap. f.ficl. 4. ^4- " avrebbe dovuto penfarc , e dire cos ; quale aggiugne , che elTo fece vedere con tutma dice tutto l'i.ppoRo ; come ha rilevato an- ti quefti lavori , quanto folle eccellente nel che il lig Fal''on.;t Sur dtux oavrag. de Phi- lavorare in piccolo erme in grande Hs-C fune dias, auvr. Tom. y. f.i op. Egli dice , che un oiter dicia de artifici numquam fucis laudavalcnte oratore deve faperc anche le cofe to : fimal ut nofiatur illam magnitudmem pi minute dell'arte oratoria ; e lo conferma iquatem fui(fe & in parvis ; e lo abbiamo col paragone di Fidia , dicendo , che altrinotato gi fopra pag. 5. , ove fi parlato delLo nienti (arebbe lo ftelTo , che il voler preten- la di lui macftria nel fare baffi-rilievi dere , che un altro artirta avclTc fatto meglio ftelfo Plinio /il). ^4. cap. 8. feci. 1 p.^.6. attedi quel gran maeftro gli omamenti della ftafta di Lifippo , che all'elTere valente neigrancua del Giove olimpivo Nifi forte Jovem di lavori aggiugneva un impegno particolare quidem Pkidias optime fecit , il/a autem , nell attendere anche alle col pi minute: qui in ornarne num operis ejus accedunt , a- Propria hujus videntur effe argutia operum , e cosi poUlti meiius elaboraffct e in fatto il paragone cuflodits, in minimis quoque rehus c giudo ; perch Fidia appunto fece anche gli crebbe farf vedere di altri de'pi bravi artifti. ornamenti della fua ftatua , in baffo- rilievo , (a) Plutareh. De mufica , oper.Tom.iI, coaicnarrano ?3m[uilI>. s.c.ii.pag. jfox. pag.it42. B,
attilla
:
125
"cata in
LB. Vili.
marmo. Ci per
tefta
fi
fatto ne!
di
bronzo, poich
fu
una bellidma
giovanile
,
CAP.
III.
le
fovracciglia fono
aflai affilato (a)
.
mollemente
Si
che
grandezza
dell' arte
fono
ne'
buoni tempi
Sap(*) Qucflo bufto lavoro d'Apollonio figlio d Ardila areniefe , ficcome appare dall'
Tom.
come ha letto Bajardi Cat. dc'Mon. d'Ercol. num.zig. pag.iyo. n EPOIHSE , come
,
pag. 320. fgg. Io aggingner qui una oflervazione cio che ultimamente ne^ ripulire dal tartaro , e dalla calce l'ara di Alcefti collocata nel gabinetto xv. della galleria Granducale a Firenze, vi fi fcoperta fulla bafe l'ifcrizione , che porta il nome dello fculil.
:
vuole Martorclli
De
tore
KAEOMENH2
EnOIEI
Ckoment
pag.424.
Jl
primo prende
EPOHSE
che
dovrebb' efTere
EHOIHSE
per un'antica
ma-
niera di fcrivere ; il che pu elTer vero , quando fi voglia derivare dall'antico verbo eolico o<u . V. ChishuU Andq. afiat. ad infcr. fig. P'^g- 30- Quefto fteflo verbo per fi trova ufato da alcuni poeti , Ariftoph. Equit. ai.i. .verf.^8. fi. 3. verf. 464. , Theocr. Idyl.i
faceva . Il nome di Cleomene ricordato anche da Plinio //A.^S. cap.^.feEi.4.. %.io. con; ferma la fincerit dello ftello nome , che ha l'artifta fcritto fulla bafe della Venere fuddetta ; e dal confronto dello ftile potr chi ne ha il comodo efaminare f (a lo ftedb fcultore di amendue que' monumenti , e le abbia fiorito nell'epoca degli allievi di Pradtele , e di Lifippo , fecondo varie congetture , al dire del fignor Lanzi , che ci d notizia di quella fcoperta nella pi volte citata defcrizione di quella gallsria inferita nel Giornale de' Letterati
ed
alla
mcHclma maniera
e (cr'tto
nell'epi-
grafe della Venere Medicea, e in un'altra ifcrizione nella cappella di Pontano a Napoli , de Sarno Vita Pantani ,p.Q7. , la quale certamente d'un tempo pofteriore Ho pure incontrata quefta voce nell' ifcrizione feguente ricavata dai mss. di Fulvio Urfino diftenti nella biblioteca Vaticana :
.
art.l. c.i j,
pag. 167. ; ma poi refta da rifletterfi fui verbo , che qui EnoIEI e fulla Venere la
tanto contraftata parola di cui , parlano Gori , Mariette , ed altri Il citato fignor Falconet , il quale propende a credere, che il vero nome dell'autore della Venere fia Diomede anzich C.'eomene , perch cosi fcritto che fi trou diverfi gelTi di quella vano in Olanda ; e che fuU'originale di Firenze tal nome polla elTere ftato convertito in quello di Clsomene dopo che furono farti que' gell , perch non fofie noto il nome di Diomede , non avr forf letto il MafFei Raccolta di ftatue , ea. alla Tavola 17. ove ne d la figura , e avverte appunto , che il vero nome Cleomene, mutato fui rame in quello di Diomede dall' intagliatore difattento e forf da quefta figura in rame far l'errore
.
EnOESEN
C O A CA> N A ZX Y M OT
I
MN
T TX HT I n OHC e
H MHC X A P I N.
Trovali eziandio fu un' ifcrizione della villa Altieri , e nella raccolta di Caylus Ree. d^Antiq. Tom. il. Antiq. gi'ecq. pi. 7/. ; onde non s inufitata , come pretende Gori Aluf. Fior. Status ^ Tab. 26. pag. ^j. , ne un si giand' errore per cui doveiTe il (gnor Marictte Traile des pierr. grav. Tom. I. pag, 102. credere fuppofta l' ifcrizione della Venere Medicea, f ripetendo le ragioni del Gori . Si pu anche vedere ci che fcrive intorno a quefta ifcrizione il fignor Falconet P;/cu//?07z un peu pedantefque far la Venus de Mdicis , oeuvr.
paflato t gelT . Converr per dire , che l'intagliatore , o il difegnatorc abbia sbagliato anche nell'altra parola , e che non vi abbia
badato
invece
corretta
lo
di
,
fteflo
MafFei
fcrivendo
EnOIEI
non
l'ha
EnHESEN;
come vuole
feppure quefti
il
Gori
/.
cit.
ove
(a) Bronci d'Ercol. Tom. 1. Tav. 4/. 4-6. creduto di Augufto giovane .
PRESSO
Greci
presso
Romani.
,
127
LIB. Vili.
III.
Sappiamo
di Fidia
,
altres
prima anche
indicavafi
gli
lume dell'occhio fuile monete (a), GAP. Tempre con maggior artifti abbiano
.
E' probabile minutezza lavorato il bronzo che i marmi per che abbiano cominciato a ci ufare prima nelle tefte
ideali
d'uomo che
le
in
quelle di
,
donna
poich
il
fecondo
de'
dell' iftelTa
ma-
no
ha
con un arco
fcor...edairinttodottoli ui
le
affilato
(T. ^
alla
maniera antica
q.
->
La decadenza
,
dell'arte
dov neceflariamente
gerii
da coloro
ftile
che ne paragonavano
;
11
egiziano,
dello
fublime e bello
e quindi
ro rinomati maeltri
E poich tutte
fi
le cofe
umane fono
volendo
in
gli artifti
rifor-
mare
torni
gli
abufi
imitarono lo
retti
ftile
antico
il
In
Petronio
e che io in-
dell'arte
generalmente prefa
,
Parlando
le
,
egli della
deca-
l'afcrive
fra
altre
cagioni ad una
:
dicendo
Picnra quo-
magna
arts
compendiariam invenit
e aldi
cuni commentatori
come Burmanno
la
fi
fono contentati
addurre
tre altri
altri tefti
ove
non
intenderla
e di
non
nemmeno
congetture
(a)
il
Come
lo nella
moneta d'AIerTandio
alla
fa dal
Mufeo Borgiano
in Vclletri
i
pag.ioj.
pre-
o.
128
=
Progressi
Decadenza dell'Arte
(a)
.
garla,
Qiie'
commentatori n
LIB.Vm.
CAP.
III.
aveano forf
teano
occhio
f
le pitture
pezzi di quelle
citt fepolte dal
Vefuvio
io
mi lufingo
il
di
e ftrette fafce
alte
fono a luogo
egiziano
orli
fi
poco pi d'un palmo romano (b) che luogo interfecate ed hanno nello fpazio
,
all'ufo
vedono
ftravaganti ornati
ai
.
egiziane
compendiaria JEgyptiorum
n'ebbe probabilmente
nome,
gli Egizj le
Anche oggid
le
nell'Egitto fuperiore
,
fofte-
quali
al
fono
dall'alto
,
al
incavati
.
Ca-
po
IV. (A)
jf.4,
Aque-
De pici. vet. lib.z. cap. 1 1. pag. 1^0. Tav.68. 6g.feq. (^) Pht. d'Ercol. (i) Il fignor Pav Recherches phuvf. jw Us Egyptiens , les Ck'rwis , Tom. il. par. z. feci. 4.. pag. 2-74.. non approva quella fpiegatione delle parole di Petronio , e pretende doverli leggere ESly-orum in vece di -'Egypciorum . Sotto il nome di Ecyri^ intende un'arte particolare di copiare fcilmente i migliori quadri , per cui , anche fenza fapere il difegno , fi fiffavano i contorni e i fatti principali , che riempievanfi poi de' colori convenevoli . Queft'arte dic'egli , porr un colpo mortale alla pittura : fi trafcur il difegno , e folo l pens a ptocuraifi dalle In(a)
Conviene peti
T.IV
&
ufa da Plinio in un fenfo ben differente ; ma nota , fiaggiunge egli , la licenza di Petronio nelle figure e nelle metafore ; [ non per a fegno di parlare barbaramente Il fignor Paw doveva poi offervare , che Virruvio non fi lagnava , che l'arte decadcffe per ragione del difegno ; ma per li foggetti , che rapprefcnravano i pirtoli , i quali parevano moflri per la compofiil che non fi farebbe poruto dire (e 2one aveller cop'ato i quadri degli antichi . Yeg-
che
la
voce Eclypa
fi
gad
I.
PRESSO
JT.
Greci
presso
Romani.
s
iig
figai-
4.
rne
ripieni d'im-
LiB.vm.
CAP.iir.
magini
de' quali
;
a'
munemente s'occupava
chiamata compendiaria
e
s
pittura
queft'arte fu da lui
riilretto
perch in un
luogo tante
diverfecofe, quafi in compendio, accozzava. Pare che a quefta maniera di dipingere debbano riterirfi le lagnanze in cui , didi Vitruvio (il) fopra la pittura de' fuoi tempi
,
anzich
imnjrx
le
nttnc fnguntur
te^oriis
.
potiiis
,
quam
ex rebus
,
fiitis
imagims
certae (i)
Or
poich
fecondo Vitruvio
la
quando
del ve-
e la fl:oria
ro
necefTariamente
dovettero
s'
,
a cos dire
1'
tarparfi le ale
introdulTe
abufo
,
di
rapprefentare
oggetti infignificanti
moltruofi e Itrani
venne
s'avvil
fi
perde
(a)
Offervifi
in
nn quadro
come
talora la
fo-
Tom. IL
(a) lib. 7. cap. /. (i) Tali pinture diconfi da noi grottefchi o arabcfcki ; e for(e le qui dcfcricte e difapprovate da Vitruvio , fono fimili a quelle delle Terme di Tiro Roma , che fcopcrte furono ai tempi di Leone X. , e imitate allora dal gran RafFaello nelle logge Vaticane ; e che nuovamente trovate in quefti ultimi anni , fono {tate nel 1776. e fcgg. pubblicate in gran foglio da Lodovico Mirri . Il fignor abate Carletti , che ha fpiegate quelle pitture Le ant. Cam. delle Terme di Tito , ec. , p. q. (i argomenta di fofteneme il merito , dicendo che piacer devono per la vaghc27a , e perch nella ftravaganza loro fornigliano ai logiii che pur dilettano , ancorch fantaftici liano e rapprefentino cofe che non pedono
copiate da cofe vere , fono ora per depravato coftume difufate ; giacch fi dipingono (u gli intonachi moftri piuttofto , che imipaginidi cofe vere Cos in vece di colonne fi pongono canne , e in vece di frontefpizj arabelchi fcanalati ornati di foghe ricce , e di viticci o candelabri , che reggono figure fopra
.
:
gambi
o molti , che forgendo dalle radici con delle volute racchiudono fcnza regola figurine fedenti come anche fiori , che ufciti dai gambi terminano in mezzi bufti , fimili alcuquandoni ad effigie umana , altri a belile ch queftc cofe non vi fono , non vi polTono e pure qucfte eflere , n mai vi fono Itate nuove ufanze hanpo prevaluro tanto , che per ignoranti falfi giudizj fi difprezza il vero
il
efiftere in
(/..)
natura Perch meglio s'intenda la fpiegazione data da Winkelmann al pafib di Petronio , riporter per eftcfo le parole di Vitruvio fecondo la traduzione del !g. marchcfe Galiani ,, Queftc pitture per , che erano dagli antichi
.
.
Come pu mai infatti una canna veramente foftcnere un tetto , o un candelabro una cafa cogli ornamenti del tetto , o un gambicello co?! fottile e tenero foftenere una figura fedente , o pure da radici e gambi nafceie mezzi ioii , e mezze figu.
130
HB. vili. cAP.m.
feria
Progressi
Decadenza dell'Arte
,
un argomento
,
di
mi-
cos
re di Siria
al
coftruivano
,
di
cedro
le navi
loro
,
il
cui
le.
gno
Caratteri dello itile nella
if.
5'-
men pregevole ma alla navigazione pi acconcio (b) Che nella decadenza dell'arte fi fofle introdotto uno
,
decadenza
ftile
un palTo
di Paufania (a)
il
cipidi
Febe ed
Ilaira
,
re l'antica tefta
immaginandoli
con
;
nuova lavorata
le
moda veniva traduce fecondo la moda preferite (e) Potrebbe quefto file chiamarli piccolo baflo e mozzato , poich ivi tutto mefchino e tozzo quello che nelle antiche figure
il
,
quali parole
fignor
Gedoyn
acu qui
fua
in
acconcio
faceaf
grandiofo
Itile
e rilevato
,
Non
devel giudicar
per
di
quefto
E pure
fulle ftatue
dato
il
nome
dalle
tefte
uomini noa oftante che tengano per falle quelle cofe non folo non le riprendono , ma anzi f ne compiacciono , non riflettendo f polTano edere , o no quefte cofe onde la mente guafta da' fall giudizi non pu difcerncre quello , che pu efIcre , o non elTerc per ragione e per regole I decoro Ni mai (1 debbono fbimare pitture che non fiano (mili al vero ed ancorch foflcro dipinte con eccellenza pure non le ne deve dar giudizio f non f ne trover prima col raziocinio la ragione chiara e lenza difficolta ,, Secondo quella maniera , almeno in qualche parte , l polTono dire molte pitture del mufeo Ercolanefe , e tra le altre quelle riportate nel Tomo ni. di elfe Tav. J-J-. fi. , Tom.V. Tav. yj- 76. oltre quelle citate fopra da Winkelmann per da notarli che quella maniera di dipingere non quella di Ludio , come crede il nollro Autore qui e fopra pii^. 7^. . zS. , fupponendo , che le pitture di detto mufeo nano tutte della llefla maniera , come ho accennare
?
gli
Vitruvio avea pardi dipingere vedute , paefini copiati dal naturale porti , fiumi , fonti , bofchi , pallori , cale di campagna , tempj , ed altri confimili foggetti , che
.
dola, e poi dolendofi nel principio delle parole riferite , che non folle pi ufata Vero eh' egli non nomina Ludio , ma parla certamente della di lui maniera ; e ci fa capire che non ne folle quegli l' inventore , come pare voglia dir Phnio /ii. ^/. cup.io. feS.^y. con (\\it:\ primus inflkuit; ma foltanto il propagatore , come bene olTerva il lodato Galiani pa^. zio. (a) Uh. li. cap.4.0.fiB.76. . z. (b) Plinio loc. ct. lo dice anche degli Egiziani , tra i quali Diodoro lib.i %.f7. p. 6^. nomina il re Sefollri , che dedic in un tempio d' Egitto una nave di cedro lunga iSo. cubiti , dentro foderata d'oro , e fuori d'argento . Degli uni e degli altri lo dice pure Teofraflo ttift. piane. Hi. 6. cap. 8. , copiato forf da Plinio ; ma per aggiugne , clic il cedro attiffimo a far navi egualmente che il infatti te navi , e altri legni pino , e l'abete che fi fanno all'Avana in America col cedro riefcono a maraviglia e per fa leggerezza, e incorruttibilit . Cahgola , per puro lullo , come narra Suetonio nella di lui vita cap. ^7.,
.
lato
prima
della
maniera
appunto fi vedono generalmente nelle dette pinure ErcoUnefi ; e ne avea parlato lodan- jourd'hui
liburniche (j) lib.^. cap. 1 6. pag.247. prini. (e) Tom. I. pag. zSS. loc. cit. : En la rt' prfentant comme Us femmes f meltent ali-'
.
PRisso
tefle
Greci
e iresso
che hanno
131
trovata
la
capiti
Pecerfi
6.
,
Quando
che erano
l'arte
poche
cadenza
tiflime
ben poche
moi- tUUuttiT.*
tempi
e allora
la principal
occupazione degli
.
Con
,
tai
lavori
fi
perde
Non
di
dee pertanto
,
parerci
si
forprendente
,
come
lo
fembr ad alcuni
le tefte
che
,
fia-
no mediocri
tali
e in parte
,
ancora belle
;
Macrino
il
di
Settimio Severo
e di Caracalla
poich tutto
.
merito di
Forf Lisippo
non avrebefla
be
una
tefta migliore
,
ma
a
certamente lo fcultore di
fare
non
quelle di
7.
,
il
tichi
che
te rifalto
vene
e full'arco
femminili ideali
Si
cio
che portano
,
trofei
penfava che
(a)
,
l'efpref-
la
quale
fecondo Cicerone
,
un
di-
mani
nella
dovefi^e ravvifarfi
anche
fu quel.
di
,
donna, ed
efl^ervi
In ci
pure
faceafi confi,
luogo
Gli antichi
R
(a) Ai tempi di riinio, ed anche prima,
S mtroduile in
pe-
Roma
cui
la
moda
derifa
pub-
delle
bhcaraente con delle fatire , di mutare le teIte aUellatue antiche di uenaini lUuftri , adattandovcne delle nuove , Piin. lH.^j. e. z.
Jitt. 2.
trovano tante ftatue , principalmente fcnza la tefta propria ; o al, meno con tefta lavorata a parte onde non avr da prenderli per regola generale io che
fi
togate
ha
pane,
queua
far
132
LIB. Vili.
Progressi
Decadenza dell'Arte
,
come pur
riprefo
fulle
avrebbono
quel mal avveduto fcultore che avelTe fatte leone in atto di correre
farebbe contro natura
,
zampe d'un
;
ugne che fporgefTer fuori il che poich l'animale andando le tiene rile
.
Con quanta
tempi
dell'arte indicaflero le
vene
menti
d'una
d'
e nel
.
collo
L'arte
tefta
pur colofTale
Albani
pu
lli
,
in
qualche
modo
Come
in que-
crefce
il
fura che
cos in quella
,
fublime
che pi
non
Urne
po;a.
fepoijf.
fi
conofce
8.
Sono
maggior parte
fei
delle
urne,
i
lati
urne quadrilunghe
ne ho oflervati
che bellidmi fono fovra tutti gli altri, e devon elTere de' pi Tre ve n' ha nel mufeo Capitolino Il pi grande antichi
.
.
Agamennone
(b)
,
e Achille
il
per Crifei-
de
(a)
il
fecondo
le
nove Mufe
(e)
;
ed
,
terzo una
pugna
,
contro
le
le
,
Amazzoni
nozze
di
fui
quarto
fi
vedono
llaaioni
Peleo e
dee delle
'1
il
quinto e
di
fello
,
rapprefentano
.
la
,
morte
Meleagro
e a
d'Atteone
Que'
baffi-rilievi
che fono
,
flati fatti
parte
delle urne
diflinguonfi da
un La
To.
orlo rilevato
jf.
9-
(a) Mufco Caphol. Tom. ir. Tav. t - 4-, ed l'urna di cui ho parlato nel Tom.I. p.4-o. or. B. Ne parla pi a lungo il noftro Autore nei MoHum. anc. ined. Par. il. e. 6. p.i 66.; e pi minutamente , variando in qualche cofa da Winkelraann , Toggini nella elpofizio-
(b) Ivi
Tav. 26. Se ne
""f- b.
,
parlato nel
mo
l.
pa^-p?-
Ivi Tav. 23. 1.4,, {d) Monum. ant.ined. n.iii., ove 1 Aue pag.iji. J'gg- ne tote Par.il. cap.i. . 2. da una lunga elpofizione .
(,c)
ne
delle dette
Tavole
PRESSO
jf.
Greci
presso
Romani
fepolcrali
135
lavoravanl
LIB. vili.
9,
La maggior parte
delle urne
;
prefentazioni
nefTiin
fona a cui
1'
urna ha fervito
in
AbNel
biamo
di
ci un efempio
,
una della
Albani
alquan.
to guafta
il
campi
deliro v' Ulifle legato all'albero della nave per tema di ce-
dere
al
,
delle quali
una fuona
la lira
la
tibia
elTe
e la terza
foliti
canta tenendo in
,
mano
un rotolo
cofa
il
Hanno
piedi d'uccello
ma
.
infolita
Nel fmanto Nel mezzo nifl-ro v' rapprefentata un'adunanza di filofofi v' l'ifcrizione feguente, la quale colli due balli-rilievi non ha il menomo rapporto e noi qui la diamo per non efTere
vederle tutte e tre avvolte in un
.
fiata
A
.
NA
CJU
.
N M
O nWN
.
OYASIC
TOTAS CSBHPA 0HCeTC.AlAKIAAI MAPTTPFC.SlCI.AOrOT ATXr Ccu<I>PONA TTNBOC & MAIC AArONSCCI CfcBHPAN KOTPHN CTPTMONIOT nAi AOC AMYMON eXu'JN OIHN OTK HNSIKS nOAYG BIOC OYA8 TIC OYHUU SCX TAOOC XPHCTHN
Z^T
.
AAAOC
(a) Aggiungeremo qui
la
Y<&
HEAIUUI
(a)
_(f.
IO.
.
Quan
Immortal'is nullus
hominum natus efl Hujus Severa , Tkcfeus , JEacidt teftes funi fermonis Gloriar ego tumulus mas lateribus koneftam Severam .. Puellam ( Ceufiliam ) incomparabilem pueri ( [cafili') Scryrrionu tcneitS , Qualem malta s.tas non protulit , ncque aliquis ufquedum Tumulus ulius fub fole tenuit ( ita ) opdinam .
.
1^4
I
jf.
Quando
fi
parla dei
LiB.viii.
Lavori
fitti
fuoidiRoma.
colonie del
i
romano impero;
tale ofTervazione
non
folo riguarda
lavori in
marmo o
.
in
altre pietre
fte gi
ma
s'eftende
Circa quele
ftata
notata la differenza
fi
fa
che
monete
coniate fuor di
Roma
al
tempo
degl' imperatori
;
ancora notata
.
la fiefi^a differenza
riguardo
alle
marmo
vanfi a
Si
ravvifa
per chiaramente
a
ne' baffi-rilievi
che tro-
Capua ed
,
Napoli
uno
Co-
lobrano
fembrar po-
fcorge
tal
ne'fafli
che chiudevano
,
proprio
,
fito
Diana
Tre
,
altre di
,
quefte pietre
rappre-
Giove
Ammone
.
Mercurio
ed Ercole
vedonfi im-
citt
chiamata
s
Cajlim
,
dell' anfiteatro
La maggior
,
non fono gi
di
,
marmo bianco
,
nell'Italia inferiore
ca e dura pietra
di cui fon
appennini
in quel
fleffa
regno
^.11.
zarono
in
La
differenza
pu
ravvifarfi nell'architettura
i
cefari s'innal-
tempo medefimo fi coftruirono nelle citt provinciali Si ha di ci un argomento in un tempio di MilafTo nella Caria, che ad Auin confronto di quelle che al
.
Roma
Roma
era dedicato
e nell'arco eretto
.in
PRESSO
in
i
Greci
presso
Romani
onore del medefimo Augufto a Siifa nel Piemonte capitelli de' pilaftri hanno tal forma che non fembra mai
,
13? ove
LIB. VJII.
CAP>
eflere fiata adottata dagli
^
III.
architetti
romani
(a)
(f.
12.
Pu
l'antichit riputarli r
arti
a gloria che
, '
fino alla
8""
s"'^''
decadenza delle
vedere
la
del difegno
feppe conofcere e
.
Non
;
fi
eflinfe
mai inte-
e le
opere de'tempi
confervarono
comech mediocri
fecondo
ne
le
Le
tefte
l'idea generale
,
nel
L'eleganza affettata
,
la grazia
mal
e
,
come
fcultori
sforzata
fi
il
torfioni
che pur
,
moderni
Anzi
,
la capigliatura
,
troveremo delle
Tali fono
eccellenti ftatue
come
due Veneri
grandezza
,
naturale
palazzo Farnefe
le quali
hanno ancora
prima loro
tefta.
l'al-
Una, che
tra di
alTai bella,
l'ha
propriamente di Venere, e
:
fi vede in ima matrona romana di quel fecolo (b) amendue la medefima acconciatura de'capelli allora ufata
:
e
(a) Potremo eccettuarne
in Francia
,
fi-
il
tempio diNime?
gono generalmente
ne d
la
conofciuto lotto il nome di Maifon quarrce , che il fig. Barthelemy Mm.fur Iti anc. monum. de Rome , Acad. des Infir.
defcrizione
Tom. Mm. pag.^So. dice da paragonarfi ii pi belli avanzi di Roma , e di Atene ; e gli artifti , e i letterati ne convcnC.
XKVUI.
le Tue Antiq. de France , prm. pare. Antiq. de Nifmes , princ. dedicato a Lucio , e Ca-
jo celari
le Tregue
:
figli
adottivi di
Auoufto
come
ft
C AESARI AVGVSTI
.
F.
COS.
L.
PRINCIPIBVS
(b)
la
F.
COS.
DESIGNATO
Sono
la
,
ha
,
cattiva
ritratti amendue , e la prima foteda fua attaccata L'altra tefta e moderna . In quello tempo , ch'io
.
Carlo Albicini per eflere trafportate nel rea! Mu(eo di Napoli Vedi la nota degli EditoM Milancfi in fine del Libro XL
ferivo
fi
'1^5
"e
CAP.
III.
fimile acconciatura
Pu
ftatue giovanili
un Apollo
della
;
villa
Negroni
in
figura
la
ma
bens
.
Si
che
le
Monumento
ftravagante
.
^j.g
^3'
Prima
terminare quello
Capo vogHo
(b)
.
qui efpor-
fpecie di bafalte
efiftente
in
Campidoglio
le cui
Rapprefenta
giano
fulle
ginocchia
e le
manca
la tefta
che cos
ifcri-
Fidia
,
Ammonio
figli
di Fidia fecero
,
,,
Quefta
zione
che da pochi
la
ftata ofTervata
(a)
,
da cui
ta
,
copi Reinefio
il
fenza additare
i
monumento
in
;
legge
non
aveffe
dovrebbe fup-
pofia
Tal monumento
mie congetture
jf.
14.
(
che Pi'
thecufsae
da
7r^^ttKos fcimia
fcimie che
in
al
rife-
rire
(a) Rapprefenta Salluftia Balbia Oibiana moglie d'Alcirandro Severo , come gi ho accennato nel Tomo I. pag. 41 0. noi. a. , e
ex eo Cuper. , Reinefio porta l'ifcrizione intiera , come era forf anche ai tempi dell' Olftenio , di cui cita le fchede , o carte inedite , in quefta maniera :
(a) Infcripi. d. 2. n. 62.
I ^4-. [
&
Apoth. Hom. p.
come
fi
IV.
. i.
(j) Se la bella tefta , qui accennata , rapprefenta un principe di que' tempi , effendo Itiefta ricavata dal naturale ,.dimoftra che lo fcultore fapellc far qualche cofa di pili che
imitare
della
dir
,
fi
pu
de' bufti di
Ammonio
.
Settimio Severo , e di Caracalla rammentati di fopra da Winkelmann , ne'quali egli ravvila de'tratti di (ingoiare bellezza e perfezione (b) Nel cortile del palazzo de'Ccnfcivatori.
.
dia fecero
Ora
,
prima linea
,
parola accanto
Il
fgma ha
la
forma
.
di
non
di
PRESSO
rire di
Greci
,
presso
col
Diodoro
(a)
,
teneafi
il
1^7 veni'a da
LIB. vili.
que'Greci venerata
le fcimie nelle
come
,
cane in Egitto
Libere viveano
;
GAP. Ut.
cafe
prendendone
quelle genti
ticolari
per onorarle
prendeano pofcia
.
porli
ai
proprj figliuoli
folTe
Or
io
congetturo che
fcimia di
fcolpito
Campidoglio
un idolo
di que' di
Greci pitecufei
;
quel paefe
altrimenti io
di
non
di fpiegare
(Imil
come
aflalire
,
nomi
.
due
artifti
un
moftro dell'arte
i
Sappiamo che
fin
Agatocle re
ca
di
,
di Sicilia
and ad
che
Eumaco
,
fuo generale
penetrando
que'Greci
citt
depred
diflirufTe
ma
che
fin
come un monu,
mento
zione
,
flraordinario
poich
la
forma
alle
che hanno
affai
de'tratti fimili
.
ercolanenfi
indicano
un'epoca
che
tale
polleriore
affai
E'
fcimia
pi tardi
in
fiata fcolpita
e dal paefe
Roma
ri-
mateci
lla
QueQuin-
comprendeva quattro
altro
linee
ma
fiata
non
di
chiaramente
fi
COS
,
fuUiflefle an-
cora in Africa
fin
e v'aveffe
a que' d
mantenuta
quella
fci-
Tom. IL
(a) Hb.20. ^.fS. Tom. iT. pdg.4.4p. (*) Qucfte noce f fi voleirero riferire- ai tempi dlia repubblica non ad altri potrebbone convenire che a C. Mario , il quale fu confole per la fettima volta avanti di lui nellano avea fitii pi confolati di Valerio Corvino , che pure non oltrepafs il fcfto , riutarch, in C. Mario , op. Tom. I. P.4.22.B.
:
Ma, come
l'et
il
de'cefari
fettimo confoiato
COS. vi fi legge chiaramente ; ma il numero VII. non ho faputo trovarvelo (a) Quello monumento non meritava tante olTetvazioni
.
Rapprefenta un cercopiteco,
,
o fcimia
colla coda
firaile
in tutto a quello
138
fcimia
LIB.VIII.
il
Progressi
folo
Decadenza dell'Arte
africano che fiaci noto
di
.
monumento
fi
Nella
galleria di Verfailles
GAP.
marmo,
Benga-
III.
e dicefi trovata a
che
fi
vuole fondata
iulle
Numidia.
7.
Recapitolaione
,
jf.
ij'.
Rifulta dal fin qui detto ne' tre primi Capi di quepoterfi fiflare
;
fi:o
Libro
quattro
differenti
il
gradi nello
Itile,
cio
il
fecco e duro,
e
grande ed angolo-
fo
il
bello e
i5.
morbido,
quello degl'imitatori.
:
jf.
la
A quefti filili corrifpondono le quattro epoche prima dai cominciamenti dell'arte avr durato fino a Fila
dia;
Lisippo
Apellej
maeftri
arti
;
e la quarta
.
dur fino
all'intero
decadimento delle
del difegno
,
Il
poco pi d'un
alla
fecolo
della villa Albani , di cui fi parlato ne! Tomo I. pag. SS. not. B. , e f n' e data la figura nella Tav. IX. ; fuorch un poco pi grane non ha tefta , che ha il fecondo 11 noAutore per darne la fpiegazione ha ttovato nei detto luogo di Diodoro una cofa , che non v' fiata mai ; perocch egli non di-
di
amuleto
,
.
ed ha
incifi
roglifici
cufbodita nel
Mufeo Borgiano
in
de
ftro
ce altro (e non che Eumaco capitano di Arcagato generale di Agatode tiranno di Sicilia penetr nell'Africa iupcriore , ove erano tre citt , da lui prefe , le quali aveano il nome dalle fcimie e per la quantit che ve n'era, e per il culto loro predato da quegli abitanti ; e che f fi foftero dovute nominare con nome greco , per tale ragione potevano chiamarfi ITyBaxouiriTa; Plthecujfs. ; niente parlando di colonia greca , ma dicendo anzi barbari quegli abitanti Troveremo pi facilmente la ragione , che cerca Winkelmann degli aurori di quella figura, fc riflettiamo, che q^uclla fcimia era venerata nell'Egitto , come gi notammo al luogo citato del Tomo antecedente , e alla pag. Sp. e gg. 5 e come potrebbe provarfi con tante altre autorit , e monumenti oltre quello della citata Tav. IX. , fra i quali pu nominarfi una figurina di efia be.
credere che Fidia e Ammonio l'abbiano fatta in Aleffandria o in altra citta di quel regno , ove erano riabiliti i Greci per ufo di quclH , f Pola veneravano , o degli iled Egiziani trebbe aver fervilo a qualche fupcrftiziofo della Grecia flella , giacch abbiamo da SeOo Empirico Fyrrkon. hyp. l.j. c.z+.p.i s s- ^' che v'era cola chi non artoffiva di prellar veV'eranerazione alle tante belHe dell'Egitto no alcune ifole vicine ad Utica in Africa , dette Pitecujfe dalle fcimie , nominate da Scilace Peripl. pag. 4S. ; e cos chiamavafi un'ifola del mar tirreno incontro alla Campania , ove era una citt greca fecondo lo flello Scilace pag. j. , di cui^ parla Winkelmann Tom. 1. pag.zi i ; e l'ilola era ftata cos chiamata per le fcimie , che vi furono mandate per fare fcherno a quegli abitanti , f crediamo a Servio ad JEneid. lib.q. v.yij. Vegg. Salmalo Plin. exerch, in Solin. cap.^,
Vcllctri
difficolta vi farebbe a
, ,
't
Che
Tom.
I. pag. 6S. (a) Tomafiln Recueil des fiat, group. ec. de Verfailles ^ Tom. I. pi. g.
rtia
che ha feryito
PRESSO
alla
Greci
il
t.
presso
,
morte d'AlefTandro
Grande
a decimare.
jj".
17.
Riandando
i
......
,
cap. in.
trovo molta
,
analogia tra
lli
tempi antichi e
pi vicini a noi
e in
que-
pur ravvifo quattro ftili, e quattro epoche principali; Ce non che quello che in Grecia fucced lentamente qui avGreci l'arte e dove preflb venne quafi tutto in un tratto
, ;
allontanofi a
poco
a
,
poco
portata dai
e di
quello
efl
mancarono
18.
fi'.
flile
era fla-
to fecco e duro
quelli
non ebbero
il
eguali
e
i
Vi fu quindi un vuoto
in cui
regn
cattivo gufto
,
mitatori feguaci
fi
:
quali furono
loro
Se per
parli
:
femplicemente
ria
quell'arte fiori
(i)
.
con loro
fecolo
dopo ig. jf. Quanto ho detto fin qui full'arte de' Greci l'eru- Avvertimento, dizione che v' ho fparfa e le olfervazioni che a luogo a luogo vi ho inlerite tutto pu fervire s all'amatore che all'artilla,
.
efl
pure
le
cofe da
S 2
me
indicate
legi
il
fg.
i
Winkclmann
far
mag-
giormente
contrapofti , gli ha alterati troppo, e rcnduti perci inverili mili. Che i pittori venuti in fcguito a Michelan^gelo e a Raffaello non abbiano potuto ftar loro del
rilaltare
pari, di
nofcitori
comune confcnfo
;
fi
ammette
dai co-
medefimi abbia per alcun rempo dominato in generale un gufto cattivo , non s'accorder s facilmente da chi ha vedute le opere di Giulio Romano e di ali
ma
che dopo
nopittori iifciti dalla fcuola d'amendae minati eccellenti maeftri. Anche nella fcultura , bench non abbia continuato ad cllere efcrcitata con quella maeftria che smniiial nelle opere dello fteflo Michelangelo e del Sanfovino, ci non per tanto non molto dop di elTi Io Scilla e il Porr milarefi il Sertri
,
zana ed
hanno
laf.iato dei-
Koma
fklla e ai-
'
140 leggendo
Progressi
gli
Decadenza dell'Arte
fu
autori che
queft'argomento
.
hanno
ell
fcritto
LIJJ.VIII.
GAP. HI.
Devono
per nel
che femdi
contemplare
rima/liei
monumenti
dell'arte
principio che in
e ci
bra
facile
.
ed ovvio
fi
all'
uovo
Coli-
lombo
in
N
le
pretenda
tutte verificare in
un mefe o due
il
Roma
alla
artifta
offervazioni da
.
me
fatte,
'1
ancorch abbiafi
ci
bro
mano
Siccome
,
il
pi e
meno
al
che diftingue
fi
un
dall'altro
;
cos
conofce un
Altro lo
dell'antiquadi
buon
ria
olTervatore
'1
piccolo porta
,
grande
altro la fcienza
qualche cofa
nuovo,
fcbbene
getto
ri, vi
;
pubblici
monumenti
ma
fi
pu
o qualche rap-
porto inolfervato
al
Il
,
bello e l'utile
primo fguardo
,
come pretendea
fi
tedefco
che
difficile
di
pefo non
rela
,
Roma fuperficie ma
,
ci
dee
bel-
cercarfi al
la
fondo. L'uomo
rimane forprefo
:
fenfibile
,
flatua
come
fi
ma
volta l'oceano
lo fguardo
la
perde a principio
ma
,
con-
commozione
dello fpirito
e l'ocle
par-
Un buon
,
;
dell'arte
cornee
efporre ad
altri
un antico
fcrit-
tore
poich avviene
:
guardar quelle,
fi
come
;
a leggere
un
libro
fi
legge
,
ma non
:
s'in-
tende pi quando
deve interpretare
eftefe
fi
richiede allora
altro
uno
ftudio
profondo ajutato da
,
cognizioni
.
leggere
Omero
altro
leggendo tradurlo
Ca-
PRESSO
Greci
.-..,1
presso
RoMani
141
e?"
^Y'^c^-'^^
Q
di romani artiji ...
.
LIB.VjJi.
CAP.IV.
C
Arti del difcgno prefso
loro
i
IV.
col
Romani Opere
ejj i
nome
--
hnitaron
e
.
non
.
.
ehber
fitto
.
mai uno
re
ne'
.
.
Jile
loro proprio
Roma
e della
tioco
Concliifione
Q>Liantunque
mani
loro
lia
i
la
floria delle
arti
del
difegno prefTo
arti
Rofu
greche, Romani.
fare delle
ricerche
flile
]f.
romane
V'ebbe
diffatti
altre volte,
Opere
di ro-
delle ftatue
me
di
romano
s.
Tale
la (tatua
fa prefTo
Vito nell'arcivefcovato
di
Salisburgo
per
ordine di quel celebre arcivefcovo e cardinale Matteo Langio efpoHa nella fua refidenza
al
pubblico
EfTa di bron-
zo
di
grandezza naturale
,
tefo
Antinoo
o piuttoRo Meleagro
di
Una
nella
{tatua fimile
ftefla infolita
pur
bronzo
colla
medefima epigrafe
reale di
Aranquez
Ifpagna
La
figura, che n' (lata pubblicata, rapprefentafi con un'accetta, che fenza dubbio un'aggiunta fattavi pofteriormente da
un
(a) Grut. Infcr. Tom. nl.pag.ggg. n. ^. (a) Vv inkelniann ha prefe qucfte noti^ie dal Grutero C il quale dice la (tatua maggiore dcl natur,-ile, e ne da la figura ); ma non avca prefente 1' idea giufla della ftatua vaticana , quatido ripet , che quella a quella raffomigliava ncirattituJinc
che non e vero , colsnor abate Vifc^ti nella efpofizione della medelma data nel To:
il
me ha
notato anche
il
mo
ho avvertitone! Tomo
i.i'?|'.i7f'
""'*
142
Progressi
ignorante
.
Decadenza dell'Arte
==== un
artifla
Tal
pure
la
ftatiia
d'una Venere in
SALLVSTIVS
,
(a).
V'
nella
di tre
poco pi
ftile
,
Lodopalmi, rapvilla
,
prefentante la Speranza
le
lavorata in
etrufco (a)
la
qua-
romana come gi ho detto al Capo 1. di quefto Libro (b) Anche una delle due Vittorie di cui ivi pure s' fatta menzione ha un nome romano fu
fulla
ha
bafe un'ifcrizione
una
delle
2.
due fafce
che
le
jf.
De' lavori
villa
in rilievo
,
con
ifcrizioni
romane uno
,
ve
n'ha nella
Albani
parte
e
tale
mercato
di
Pozzuolo
Tiberio
di
che quattordici
citt afiafi-
tiche erelTero in
onor
con
.
di
fu di elTa fcolpita la
proprio
nome
lettere
romane
onde
ra di
romano
^.
artifta
.
Di
tal
bafe parleremo pi
ampiamente
nella
(b)
,
in appreifo (e)
if.
La terza opera
di
quella maniera
efiftente
villa
Borghefe e da
me
fuoi due
al di
figli
il
Anfione
Zeto
fcritto
a
fopra
proprio
nome
in ca,
romano
Pende
Zeto dietro
(p)
;
alle fpaile
un cappello
mezzo
Nello fpiegare
(a) I nomi ferirti fotto quefla ftatua fono Salluftia e Elpido liberti , che la dedicano a Venerc Felice , olfia alla loro padrona Salluftia Balbia
Orbiana moglie
di
Aleffandro Se-
(e) I monumenti romani , o almeno con ifcrizione romana col nome del fogge : to rapprefcntato , o del dedicante , fono innurnerabili , e molti poiTono vederfi prelfo il Boif-
vero
come dicemmo
,
410.
no:. A.
VENERI TELICI
SALLVSTIA
SACRVM
HELPIDYS.DD.
che 'Vi inkelmann cita qui apprelFo , Foggini Mufeo Capito/. ToMontfaucon Amaduzzi Monum. Mutth^j. Te'"" ' ' ^K'
fard
, ,
(a) Dejcript. des perr. grav. da Cab. de Stofck , ci. z.feft.tj. n,iS'^2.pag.^0i. Cb)
^.
'"(^f r^^,, /. ,^. ,,^. d.") Libro XI. capo il. ^.ig. num. S s-
ii.pag.ioi.
(f)
VcdiJpmo/.
pag.4.4.6.
PRESSO
gare quefto
Greci
presso
Romani
,
143
LIB. Vili.
monumento ho
la
parlato dell'elmo
,
fpiegazione
con elmo
mi contentai d'addurre altri efempi di figuqual era una del quale non fapeafi la ragione
e
,
fiatua
d'Apollo
in
Amicla
di
antichidlmo lavoro
s
Or per
,
la
ragione
;
dell'elmo di Anfione
fua
mezzo
celata
m'ha
ci
aperta la
fcolj
in
un manufcritto della
,
bi-
e Io
copi
fui
Tuo
Platone dell'edizione
del collegio
in penfiere
,
di Bafilea
efiitente
Romano
che
ivi
.
(*)
Al leggere quelli
m'evenuto
,
rapprefentifi
tragedia d'Euripide
jf.
4.
,
Che Anfione
lo
fratello
leggiamo
in
alcuni verfi
,
d'
Orazio
(**)
quali
non fono
flati
ma
mentovata tragedia
tone
(a)
fiche meditazioni
e de' pubblici
il
negozj occuparfi
fuo amore per
;
come Zemufica
,
ro rimproverava ad Anfione
la
onde dopo
varj
ragionamenti cos
,,
gli
dice
la parte
che
fa
*/?-
'uvw'ea
fcolj
a'
(*) Ben antico elTet deve l'autore di quefl poich dice in un luogo che ancora , tempi fuoi vedeafi il muro detto da Platone
in Gorgia , oper. Tom.I. pag.4fj. in fine, edic. Serrani , pag.io 6. Un. ^o. edit. Bajil. , /ia/u'u Tti'xowf [intergerino , five medio
parlano di Pireo , non aveva letto queflo pafCo, che non avrebbe omeflb, facendoli qui una particolar menzione di quel muro . (**) lil>.i. epift.iS. verf.40.feqq. Nec cum venari volet ille poemata panges.
'
Grada
fc
fratrtim
geminorum Amphionis
muro
ftcffo
ed avvila che
tal
muro
era quello
atque
'Z.ethi di$lu.it :
con cui Temiftocle , o Pericle aveano , congiunto il porto di Pireo al piccolo porto di Munichia Mcurfio [ Firms , ec. op. T. I. cjl, S4-1 fegg- ] adi' indicare gli fcrittori che
.
Conticuic lyra
Moribus Amphion
(a) in Gorgia
,
-y
op,
Tom.
I.
pag.4S' ^'
144
Sonvci)
LlB.VIIl
Z-Sos
srpcj
Tcy
Af^tCt/oVct
Eopint'iPov
CAP.IV.
,,
te
quanto
pi dovrebbe
cos fcrive
il
di lui
ci
riterifce ad
un pafTo
,,
:
le
P^t/'pai'
XXf^vo S
,
In'kots
che
l'artilla
nell'
elmo mefo
,
capo ad
Anfione
come
nella lira
mezzo coperta
quella digrefone
,
con cui ho
dell'arte antica, e
artifta
j.
.
romano,
pur
delle
nome
jf.
V ha
,
opere
di
romani
artefici col
nome
afl^ai
,
loro
mediocre
ASSALECTVS
,
ove
un padre in abito fenatorio fiede fu uno fcanno coi piedi fu una fpecie di predella: tiene nella deftra il bufio di fuo
figlio
,
e nella
:
finiflira
lo ftecco
lui
;
fla-
tuarj (b)
fla
rimpetto a
una donna
e vi
.
dell'incenfo fu
un candelabro
fi
Q^ LOLLIVS "deG ET
.
ALCAMENES
DVVMVIR
Queed
alla mufica , trarcurando cos gli affari domeftioi ; e aogiugnendo che la mulica , che voleva introdurre , era affurda , e inutile (u) Vedine la figura a principio del Li-
(a) V' andie Dione Grifoftomo , il quale Orat. 7 . in fine ^ pjg. 6^ j. nY>on lo (iclTo fcacimentcforfc prefo da Euripide medefimo, ma un poco pi dettagliato fcrivendo cio , che Zcto (gridava il fratello Anfione , percii non voleva che attendelle alla filoibfia
:
5.
PRESSO
Greci
efler
presso
Roma-ni
14^
fa-
=
f*
^-
onde non dee annoverarfi come fcultore roVedefi prefTo BoilTard (a) una fatua coll'epigrafe
,
.
^^^' ^^^^'
AP
I
Non
,
addurr qui
,
le pietre incife
,
col
nome
romani
.
jf
6.
come Epoliano Cajo Gneo ec. Ma quefti monumenti non baftano per formare un
artifti
,
fiftema dell'arte
fflare
uno
i
file
dal greco
E'
probabile che
file
romani
non abbiano,
prin-
immaginato uno
biano imitati
gli
loro proprio,
,
ma
Etrufchi
,
foflero fcode'
lari de'
Greci
Quando per
fuoi
,
parlando
Ro-
mani
de' giorni
dice
,
Pingimus
Pfallmiu
,
atqiie
&
gli
lu^anmr Achivis
doffhis
nn^s
(b)
dobbiamo penfare
7.
Augufto,
Che
Diano imitati
romani nei tempi della repubblica abIruJ -J lavori degli etrulchi io veggiamo ad evidenza
artifti
I
imitaronefT
'
lavori degli
Etruuhi...
in
un vafo
di
bronzo a forma
di
fui
Romano
come
ivi
V'
fi
coperchio
,
il
nome
in
dell'ar-
il
quale
legge
lo
ha lavorato
Roma
altronde lo
ftile
etrufco vi
,
fi
fcorge manifeftamente
non
folo
ma
.
E' quefl:o
(b)
due palmi
un palmo
rio-
mezzo ha
di
diametro
Tom. U.
0') L'aggiunto di decurione, e di duumtiro, che vuol dire fcnatore , e magiftrato (annuale, o per pi anni fecondo i luoghi ) di qualche Municipio , come pu vedcrfi preflb GottofreJo al Cod. Theodof lib.XJI. tic.i in paracielo , mi fa credere che quello pcrfonaggio non folle artifta ; ma che il mojiumento fofle lavorato in Quell'anno , in coi fu magiftrato , forf per umbolo di qual.
T
che fuo fatto.
che riporta il barto-rilievo nei Monum. ant. ned. n.i S6. e lo fpiega ndhPur. ly. cap.6. pag.24.^.
,
Winkelmann
crede icamene uno fcultore non oftanti tali dignit . infcripc. Par. ni. f.g. 1^2. (a) Antiq. (A) iil>. 2. epift. i. verf. 32. -(i. (b) Il P. Contucci nel luogo da citarfi qui appreflb ,;jfl^./. fcrive , che d'altezza palmi
&
145
LIB. Vili.
Decadenza dell'Arti riore come fopra l'inferiore v'hanno degli ornamenti campo di mezzo tutto all'intorno evvi incifa a bulino
Progressi
e
,
e nel
la fto-
cAP.rv.
ria degli
Argonauti
il
loro sbarco
la
pugna,
ftoria,
e la vittoria dife-
riportata da Polluce fu
Amico
gno
fta
mentovata
ho
.
fcelta l'ul-
Amico,
.
Minerva
,
Vedefi que-
Tav.
I.
in fine
di
quello
Tomo
ed
il
contorno del
una caccia
di
e in
alte
gure gettate
ta
,
bronzo
a cui onore e
,
memoria
di lei
fe-
e quella abbracciata da
umani
preflo
,
in tal
modo
foleano
effigiarfi
ovvero
.
coda
di cavallo,
(a)
il
Sot-
da un lato v'
della fua
nome
la
memoria
defunta
madre
il
nome
dell'artefice e'I
luogo
Ognuduc
mo
uno
(a) Si pu vedere tutto il vafo incifo in prelTo il Ficoroni Memorie ritrov. nel rmf.a'/Iai/<ro,p.72. , edilP. Contuccinel (*) DINDIA FILEA Tomo I. dei bronzi di quel mufco, Tav.i-g. ( Filia ) DEDIT NOVIOS PLAVTIOS . Un vafo confimile di bronzo , alquanto pi ( me ) ROMA! ( Romae ) FECID piccolo, e diverfo nelle figure, lo poflede C fc^it ) Quelli ifcrizionc indica la pi priil fignor abate Vifconti fca forma delle lettere romane , e fembraa Il noftto Autore parlando di amcnduc nella fua Defcrlpt. des quefte clfere pi antiche , o almeno pi epierr.grav. da Cab. de Stofck , ci. z. fec.i y. trufche che quelle dell' ifcrizione di L. Corn. /!;/OT./jrpp.;;j^.2j5. li aveva fpiegati per due Scipione Barbato nella biblioteca Barberini , cifte miftiche di Bacco ; n fo capire come che la pi antica ifcrizione romana in piequl abbia mutato fentimento fenza darne ra- tra , che fi conofca Ne ho parlato nelle mie gionc Il fig. ab. Vifconti , che gli avea co- Olfervazioni full' architettura degli antichi municata quella fua opinione , difFufamente pae. s- [ Veggafi apprelfo al .tS. Noter hCodienend Muf. Pio-Clem.T. I. Tav.4.4.. qui , che il hgnor Court de Gebelin Afoijofe pag. 81. not.a. , e oflerva che la figura , che primitif, Hv. f.feci.j. chaD.4.. pag.408. legge fta in mezzo del coperchio di quefto vafo , e fpiega male la detta ifctiaione di Macolnia . n Bacco nittelio o notturno col manto ftel-
rame
Figura virile Io certamente ; e Conpag.i 0, l'ha prcfa per Macolnio padre di Macolnia , a cui qucfta abbia porto quefto monumento , come a femidio .
Iato
.
tuc
loc.cic.
MACOLNIA
.
MED
PRESSO
I
,
Greci
fu
i
presso
il
Romani
ell
fi
Ognuno
in
quali
.
vafo s'appoggia
di
147 ha una
^^^'
h-
rapprefentazione particolare
In
uno
vede Ercole
^^""
mezzo
GAP lY
minili figure
come
.
prefib
Greci
ma con
rapprefentate
jT.
8.
filile
11
pregiudizio di coloro,
ano
Romani
;
e diverlb dal
iiiL p'^opti'o"*
greco
Una
antichi lavori
dove nulla
negli
dalla
favola greca
e nella
to
ria
romana
fl:o-
(aj
T
(a) Qui l'Autore pare die non eccettui ca(b alcuno della ftoiiu romara rapprelcntato fu monumenti dell'arte ; ma nclia detta Prei
2
.
fli.
fazione ne eccettua i tanti monumenti , ove fono rapprcfentati i fatti desi' imperatori , e que' tratti della pi antica ftoria , confinante , o per meglio dire intrecciata colla favola , quali egli crede il ratto delle Sabine efpreiTo in alcune medaglie, preflo il P.Fedrufi J Cef. in metallo, ec. , Tom VI. Tav.8 n.y., ed altri ; l'augure Navio , che raglia la cote , preflo Vaillant Num. imp. max. mod. p.t z^.; e due altri fatti Ammettendo quefti , perche
.
efpofe pcl Foro di Roma A quede pitture pu unire anche quella non ancor pubblicata del mufeo Ercolanefe , in cui efpreffa la morte di Sofonisba coU'aiTiftenza di Mafil balfo- rilievo del mufiniifa , e di Scipione feo Capitolino , in cui rapprefentato un
fi
;
combattimento
tato
di gladiatori
romani
ripor-
non
altri
ancora ? e perche non far leciro agli antiquari ^ inveftigarli per ifpiegare i monumenti : Alla ftoria , e fatti dcgl' imperatori \^inkelmann doveva unire le Itatuc erette ai tanti uomini illuftri anche ai tempi della repubblica
,
da Foggini Tomo IV. Tav.ji.; come potrebbe crederfi romano lavoro un piccolo bafo-rihevo in bronzo del mufeo Borgiano in Velletri , che daremo in appreifo incifo in rame , ma ne parleremo meglio nell' indice dei rami ; ed altri monumenti , che lunga cofa farebbe voler qui tutti numerare Lo ftelfo difcorfo faremo riguardo ai Greci, prelTo i quali egualmente fi alzarono in tutti i tempi
.
qui apprelTo
do-
dipinfcro, fatti dei tempi , come battaglie , ed altri foggetti , che non hanno che fare colla ftoria eroica , o colla
fi
uomini
celebri, e
marmo
bron70
veva mettervi in una patola tutti i fatti refpettivi di ogni tempo , come per eftmpio fecondo Plinio lih.^^. cap.4. feci.7. , il quadro , in cui nell'anno di Roma 490. M. Valerio MalTimo Mcflala avca fatto dipingere la fua vittoria navale contro dei Cartaginefi , e
di
mitologia e vengono riportati principalmente da Plinio nel lihro ?4- ? f e ^(J. , e da PanIo fania in tutto il decorfo della fua opera dir pertanto con quefte ofletvazioni , che per ifpiegare i foggetti dei monumenti anti,
.
chi
fi
debba
in
Cerone
in
Sicilia
efpofta in
un fianco
Curia Oftilia : cosi l'altro , in cui L. Scipione fece dipingere la fua vittoria afiatica , collocato rei Campidoglio ; e quello di Licio Oftilio Mancino , che il prime entr in Cartagine , ove fece dipinsere quefta citt , e
della
l'a^edio
,
favola greca, o ftoria eroica, come quella che ftara l'argomenro principale dei greci
e in parre anche dei romani , e degli nella mitologia, ; e in fecondo luogo e nella ftoria di quefte altre nazioni , e nella ftoria greca di tutti i tempi
artifti
,
etrufchi
e poi lo
I48
IH
LIB. Vili. le
.
Progressi
Decadenza dell'Arte
(a)
,
,
Cos
difFatti
il
qua-
in
una
gemma
mufeo Stofchiano
(/')
ove rapfulla
CAP.IV.
Priamo
,
fagrificata
da Pirro
tomba
o
di
s'immagin
di vedere
fiavi
effigia-
ta Lucrezia
Tebben
.
ivi
di
violenza
file
oppofizione
Egli
fond
la
romano
il
quale
flile,
dic'egli,
onde, mal ragionando, un'erronea confeguenza dedufTe da un falfo principio La confeguenza medefima avrebb'egli inferita dal bel gruppo della villa Loqui chiaramente
fcorge
:
.
il
nome
.
del
giovane Papirio
,
ma
che
ivi
non
fi
leggefTe
nome
jT.
del greco
artifta (a)
9.
La feconda cagione
,
di quefl:'errore nafce
da una mal
;
intefa venerazione
in
cui
fi
hanno
le
opere
imperciocch
diocri
,
ficcome anche
efil
,
mebia-
anzi che ad
ne vuol dare
Romani
il
fimo
e quindi tutto ci
che
non
.
bello a quefti
s'attri,
Non
citt
,
fi
pu negare
in
che
monete
fi
de' primi
Roma,
della
anche minori
Magna-Grecia o dell'Italia inferiore non fembrino lavoro di un popolo prefTo cui le arti nafcano appena Ebbi occa.
fcoperte preflo
Loreto
fiate
nel gennajo
17J8.
che
,
antichiffimamente
erano
fotterrate in vafo di
terra
vate
darfi
ed
probabile che
tali
monete,
le
quali
denno riguarda'
fiano
fi:ate
romani
ar-
nella,
quale vengono
tffejl' . ec. pag. LXI. {b) Defiript. des pierr. grav. du Cab. de Stofih , el. . feci. . num. j^-j. pag. jgj.
PRESSO
artiflii
Greci
presso
Romani
1.49
filTare in
Roma
/.
LIB.VJII.
loro fede
CAP.IY.
altres
IO.
Conviene
i
mi
ne' quali
imitare le opere
;
del che
fom-
argomento
zione
di
due
tefle
colofTali,
Campidoglio
,
l'al-
Decio
flatuario
s
romano
Ma non
fi
fia
qualunque vedefi
;
monumento
del difcgno
e
(a)
molto meno
fi
degli artifti
predo
derli
tali
in
con poco fludio faceanfi da mediocri artefici per vencommercio quali fono alcune urne fepolcrali Da
,
.
falfa
s
idea dello
filile
romaarti-
no
fli
informi lavori di
certamente greci
,
i
come appare
zioni
Roma
jT.
(1)'.
1 1
Tut-
{a) lib.j4..cap.7.fec{.tS.
e(T
anche
idioma; e quella civilt, che ne'medefimi riconofce il fignor Simon Acad. des Infcript.
Vedi Tom.
I.
pag. 17 z.
not. A.
Tom. I. Hit. pag. 70. , non fu altro che una cerimoniofa fervitd introdottafi in Roma doL'cfercizio pure la perdita della libert della guerra , in cui pi volentieri che in qualunque altro impiegavanfi i Romani , imped loro di conofcere il pregio delle belle
fO Che i Romani non avelTero uno flile loro proprio fi pu anche inferire dai pochiffimi artefici che hanno avuto Plinio lib ^f. cap. 4. feci 7. , zelantilTimo della gloria di Roma e indagatore afiai accurato , ben pochi TIC rammenta , e quefti per lo pi de' tempi degl'imperatori certo che i Romani , a. .
.
po
arti
di coltivarle
,
L'ordine dato da L,
,
primo che abbia fatto conoMummio ben fcere in Roma ftatue e pitture greche
il
vendo
fotto gli ocelli tanti bei monumenti dell'arte etrufca e greca , avrebbero potuto formarfi agevolmente uno ftile particolare da ftar del pari a quello degli Etrufchi , e de' Greci una naturai ferocia , unita ad una rufticita loro propria , cagion in loro il difprezzo delle arti liberali quella urbanit che ne' Romani ravvifa il fignor Gcdoyn De
.
fa vedere
quanto poco
le
conofcefTe
Doven-
doli trafporrare in Italia le ftatuc e le pitture pi rare prcfe da lui nello fpoglio di Corinfece fapcre a' condottieri , che fc mai , foller quelle andate a male , obbligati gli avrebbe a rifarne alttc confimili , Vellej. Pa-
to
Ma
tere, lib
i
cap.i ?. Moflrarono , egli e Vero, i Rorrani negli ultimi tempi della repubblica
.
e fotto
le
cefari
fomma premura
d'acquiftac
ijo
^'
I
Progressi
II.
Decadenza dell'Arte
le arti in
-J
jf.
Tutto ci
fi
LiB. Vili.
Roma
ai
tempi
CAP.IV.
Stato delle arti
de re e della repubblica.
m Roma..
^
gno
,
^^
g]^ ^ vcrofimile
che
fotto
re
o ben pochi o
fors'anche niun
Romano
,
vi fofle
poich fecondo
{a)
,
le
leggi di
Numa
era vietato di
;
rapprefentarc
la divinit fotto
umane
fem.bianze
in guifa
che
ne
tue
{b)
o immagini
altri
non viderfi ne' romani tempj ftaDico ne' tempj ove efpofte fteflero
,
alla
pubblica venerazione
e a
poich
v'erano in
vinit
jf.
,
luoghi di
Roma
come or ora
Servianfi
i
dimoflirer.
. .
13.
,
Romani
nelle
prime et
di attilli etrui
fchi
ci
,
che erano in
Roma
grenel
I.
Romolo rammentata
Lib.
forza e la rafi dee piuttofto alla sfrenata loro palfione per lo sfoggio e pel lulfo , che a genio e gufto per l'arte , della quale , ficcome pur degli artifti, ebbero Tempre un baffo concetto ; anzi occupati nell idea della lor potenza e grandez7a , l'arte e gli artifti difprcgiavano , Plin. loc.cic. Cicerone Tufcul.quiji. lib. i.cap.z.,
llfndo anche al bifogno
la
ni per
li
monumenti
,
dell'arte era
ben leggie-
pina
attribuir
ro in paragone di quello dei Greci , che era nimio opere ] Da quello flelfo grandirfmo difprezzo per de' Romani per 1' arte feppc Virgilio con impareggiabile finezza e maeflria ricavar l'argomento della pi bella lode Predo di lui Aneid. che fiafi mai data loro lib. 6. V. 84.S. feqq. cos Anchife predice ne* campi elisj al figlio Enea i futuri eventi :
.
e Valerio Maffimo
lib. 8.
diveder animati contro Q. Fabio , uomo altronde d' un merito fingolare , perch abbia atcefo alla pittura , ftudio fordido^ chiamata dal fecondo de" nominati fcrittori [ Cicerone anzi biafima i Romani , che non abbiano data maggior lode a Fabio per l'arte , che profcfiava ; che cos avrebbero anloro Parrafii , e Policleti ch'cffi avuto cenfemus , fi Fabio , nobilijfimo komini laudi datum effet , quod pingereC , non multos edam Parrhafios apud nos futuros PolycUtos , fuijfe ? Horws alit artes , omncfque incenduntur ad ftudia gloria Fa per capire con quella maniera di parlare , che l'arte non era
i .
Excudent alii fpranta mollius Ara , Credo equidem , vivos ducent de marmore
vulcus
csligae
meatus
mento
An
Ha
tibi
erunt artes
,
pacifque imponere
morem
Parcere fabjeBis
&
promolla
ben
(a) in , op. Tom. I. pag. 6$- C. Civ. Dei . lib. 4. c.^x. (i) Ap. s. Aug. cap.i s- oper. \ Clem. AlelTandr. Strom. lib. 1 Tom. I. pag.jjp. , e preffo Eufebio DeprAp.
Numa
De
cp.Sg.
il
trafporto dei
Roma-
PRESSO
Greci
presso
Romani.
la
iji
di
II.
(a),
e
come
lo
parimenti
lupa
bronzo
*=-='
^^^'^'^^'
Remo,
III.
cui
11
parlato
al
Libro
^.
14.
il
Tarquinio Prifco
CAP.IV.
.
altri
,
piace, Tar-
quinio
fci
,
Superbo
(h)
venire da Fregella
paefe de'VoI-
Roma un
artefice
,
che
e la
Giove Ca-
pitolino in terra-cotta
Plutarco dice
,
che furono
artefici etrufchi
fleffa
ed
altri
.
folTe
Una
di
Sango
la
moglie
Tarquinio Pri-
fco
Camil
pidoglio
tempo
.
del
gocon-
verno repubblicano
jf.
ij.
tmue guerre
belle arti
erano occupati
,
...
1
s
si
le
!.. cittadini,
fi
per
ir la lem-pubwica...
alle
...ne'primi
fomminiftrava
Da un
fi
con Porfenna
{e)
^
dopo
inferir
l'efpulfione dei
fi
ftabilifce
che ad altr'ufo
agricoltura
adoperar non
fi
debba
allora
il
ferro
fi
non
all'
pu che
Il
non
efercitafl^e
punto
le
la fcultura,
poich
in
.
confeguenza
di tal divieto
mancati
farebbono
fi
gli
ftromenti
fapefle
,
ad un cittadino
quando
fi
pi impor-
fu
pur
fiflato
che oltrepafiar
noQ
S. 2 2. pag. gj. (b) ^.i t.pag.zz. (a) Plin.//i. ^5. cap.r 2. yS.^/. [Vedi Tomo 1. pag.zog. .4. ih) Plur. in Popl.op. Tom.I.pag.io^. E. (e) Ci appunto quello che dice Plutarco loc. eh.
(a)
pap. i6o. [ Veriio prelTo Fedo v. Prcui parole riporr Scaligero , noa dice di che materia folle quella lT:ati;a , clis Cara Cecilia ( fece innalzare in quel tempio . (d) App. De beli. civ. lib.t.p.^^So.pnnc.
Hi.
bia
6.
,
le di
io
Scalig.
lac.
r^2
LIB. VJII,
Progressi
Decadenza dell'Arte
,
grandezza
poflbno credere
,
d'Ora-
CAP.IV.
la ftatua
di'
eque(d)
,
che
,
effteva
ancora
ai
tempi
Seneca
amendue
ni
.
di
bronzo pur
molte altre
fatte in
Roma
a que' giordi
Fecerf
monumenti
bronzo,
nuove ordinazioni,
di
quale
a cagion d'efempio
di
quarto fecolo
ficare fui te le
jf.
Roma
fu
conceduto
.
popolo
poter edifcrit-
monte Aventino (e) Su limili colonne furono nuove leggi de' Decemviri (/)
.
i5.
almeno per
,
la
maggior parte
effere
proporzionate
,
ai
tempj
che allora
giudicar ne deggiamo da
(g)
un anno
le
ftorie {h)
o moftrano
le
ancor
efiftenti
ruine
jf.
i.a) i(Jcm
17-
Le
che fcriveva
ai
tempi
di
Augufto
e flette in
Roma
frinc. [ La ftatua gli fu eretta nel Comizio , e in apprcfTo fu trafportata nella vicina area di Vulcano , Gellio l^SoB. alt. lib. 4.. cap. j. Livio /ili. 2. cap.f. num.io. la dice eretta palimentc nel Comizio ; e Plinio lib. ^4.. cap.f. fsc.ii. ne parla fenza indicare precifamenre
tanti anni , dice lib.;. cap.^s- P-^gi. che avendone fatte ricerche non f'avea pi trovata , e che gli eia ftato detto effere ftata confumata dal fuoco attaccatofi una volta
:
ove fofle Il P. Arduino ivi not. : 0. p. 64?. moftra di non aver letto bene Gellio , fcri.
vendo che la ftatua , di cui parla Plutarco , fofTe diverfa da quella eretta nel Comizio . (e) Plin. I.j4.c.6j'.i i. [Liv. l.z. c.S.n.i ^.
id) Confai, ad Marc, cap.i ff. [ E di Plinio che fcrivcva ai tempi di Vefpaliano Seneca toc. cit. parla s chiaramente dcU'efiftenza di qucfta ftatua a' fuoi tempi , che non ne lafcia dubbio Equeftri injdens flatus, , in facra via , celeberrimo loco , Cloelia exprobrat juvenibus no/ris pulvinum afcendentihus , in ta illos urbe fic ingredi , in qua etiimfaeminas equo donavimus Plinio anche pare che Cleelis. ftatua eft equeflris jparli chiaro e amendue quefti fcrittori fcrivcvano in Roma, e di una ftatua , che flava al pubblico in uno dei pili celebri luoghi di quefta citt A quefti fi deve unire anche Plutarco Igc. cit. pag. 107.D. Al contrario Dionifio d'Alicarnaflb ,
.
Nos non invenimus /tane alle vicine cafe adhuc extantem , & ereciam : fcrunt enim eam incendio circa proximas tdes exorto abfumptam Io non faprei come fcio<>liere jilaufibilmente una contradizione cosi manifefta che fofle rifatta la ftatua Potrebbe penfarfi dopo i tempi di Dionifio ; ma Plinio e Pluovvero tarco moftrano di parlare dell'antica potrebbe dirli , che in occafionc di quell'incendio fofle mefli in luogo privato , e rimefla in pubblico dopo Dionifio (f) Dion. Hai. lib.i 0. cap.^z. pag.628. (/) idem ib. cap. j/. pag. 640. [ Livio l.;. cap. z8 num.r?. dice in tavole di bronzo ; e
. ,
:
cosi crederei cne dovefle emendarfi il giureorig. Pomponio nella /. 2. . 4.^. jur. , ove le dice fcrittc in tavole di avorio :
confulto
De
chech dica per foftenere quella lezione Bynkcrshoek alla detta legge , Pr&termijfa , ec. op. Tom. I.pag. 2S6. (g) Dion. Hai. lib.S. cap.jj. pa^.^oj. (A) Nonius ap. Scalig. ConjeH. in Varr, de ling. lat. lib. 4.. pag. Zi.
PRESSO
jT.
Greci
presso
Romani
^3
Le fammentovate ftatue faranno probabilmente fiaLIB. Vili. Di ci ne afficura Plinio (a) riguarte lavoro d'artilla etrufco CAP.IV. pofcia collocata prefTo bronzo in d'Apollo rtatua do alla
17.
.
tempio d'Augufto
mando
ti
,
di Spurio Garvilio
,
nell'anno di
Roma 46 r.
,
(a)
cio
nell'olimpiade cxxi.
dopo
la vittoria riportata fu
le
de' Sanni,
facendo a
armi loro
tal
.
effetto
fondere
s
corazze
gli
elmi
e le
altre
Leggefi che
grande
,
da
detto or Monte-ca-
(b)
La prima
bronzo
.
fu ordinata
da Spurio Gallio confole nell'anno 252. (e) rono dopo la disfatta de'Latiai erette nel Foro
rio Camillo
,
ai
Cajo Menio
come
i
ma non
(s)
,
ci
vien rife-
Servironfi
Romani
fra gli
un tempio
di
Cerere
pitture
quane tras-
do
il
muro
fi
ftelFo
{d)
iS.
,
In
Roma
,
inarmo
di L. Sci:
pione Baibato
Tom.
(il) lib.S4..
II.
quali
fi
V
parlato nel . //.
;
elTa
e lo attefta aa.
che
alae Vlinio iib.^4, cap.y. feci. t ^. (e) Saranno ftate di bronzo, come eradi
no
tutte
le
altre equeftri
dice \( inkclmann ; dalla quale era , divcrla la ftatua d'Apollo alta 50. cubiti , colPluvio ^"''j '^ i^l* idem "'V'* ^"S"^'^" cap. j^fcch 5. {/>)
come
{d) Vl'm. ii.jf. cap. t z.fia.4f. i"VinkeImann in qucfto luogo non ha baciato a ci che aveva fcritto pag. 7/. , e che fcriveva qui apptcflb nel . 21' , come veramente dice
cio che i pittori del tempio di Cc; rete erano quei due Greci . (e) SirmonJ. Expl. hujus nfcrpt. V. Fabret. Infcript. cap.6. n.go. pag.4.61. (/) V. Liv. llb. ^ j. cap. lO.n.io.J Patla
^'
PHnio
o
p
(.CJ
tu confole in queft'anla (tatua fu fatta dei di lui beni do; che tu condannato a morte nell'anno 1^9.
Spurio Canio
ma
'r",'"' dice (olamentc che per quel tempo eracola varali vedere alzate quelle ftatue , non che folle cofa nuova . Infatti priina di quelle ciano ft.;:e erette quelle , delle
y\ (d) V^Livio
j-
"'?
41
Cnejo Scipione
ne
to
Quello di quefta ifcrizioLucio Scipione fi's;lio di Scipione Batbauomo che fu veramente grande, e et.
timo^ come
TS'4
!
I
Progressi
incifa fu
Decadenza dell'Arte
detto peperino (a)
.
'
effa
un
{aflb
comune
Sul
meItu-
LiB.viii.
^'^^^^-
defimo
t-^
colonna roftrafiafi
,
ji
febbene taluno
(a)
diato di provare
fe fui
con un pafTo
(b)
di Silio Italico
che
fof-
marmo
fuppofii avanzi
,
di tale
ifcrizione
de'
che og-
gid
fi
moftrano
tempi po-
fteriori
...CnoairoJf.
19.
,
Roma,
impu
e exx.,
p. ^ j^ cxx.
ba (b) , come i cittadini , poich folo nel fummentovato anno vennero per la prima volta i barbieri dalla Sicilia (<r)
:
(d)
che
il
confole M. Li-
vio
il
quale
,
efl^endofi
la patria
fi
capelli e la barba
dov
poi
nato
farfeli tagliare
.
configliato a ci fare
il
dal fe-
Lunghi
feniore (i)
(e)
.
quando
"...ne'tempi
jf.
s'intertenne la
MaffinifTa
20.
efercitavafi
,
gucrra"pw- in
""
Roma
dopo
,
e Q__ Fabio
il
qua-
le
la rotta a
Canne
fu fpedito
il
a confultare l'oracolo di
di Pittore (/)
,
Delfo che
defi
i
ebbe da quell'arte
fuoi difcendenti
cognome
illuftri
cognome
e
hanno
la
in feguito ritenuto
che ve-
fulle
medaglie d'alcuni
anni
Fabia.
Due
dopo
Roma
il
tripu-
dio
{a) Vedi Tomo I. pag. ;o. /tot. a. , equi apprello al libro XI. capo /. . 2, (a) Rvcquius De Capit. cap.jj. pag. 4.00. Parla della colonna roftrata folaraente , come ne parla Silio Italico jDd belio puri, lib.6.
verf.
(b")
(J) Hi. 27. cap. 29. n. ^4.^ (i) Queft'ufo antico era s noto in
Roma
Cam-
anche ne' lecoli pofteriori , che Ovidio F^ft. Hb.i.verf.^o. , per indicare gli uomini di quc' primi tempi , chiamolli intonfi [ come e Gioveve li chiamano tutti gli (crittori ] nale Satyr.^. verf.^o. , ebbe per termini finonimi capellato ed an:ico
, .
Varr
De
lib.j.cap.ss.fed.sg.
PRESSO
Gkeci
I
presso
,
Romani.
ifj
fu
LIB. vili.
per
la vittoria riportata
Annone
prefTo Luceria
CAP.IV.
vito ai foldati in
mezzo
alle flrade
poich
,
la
maggior parte
tendovi
fati
il
di efl
,
Gracco
confen-
fenato
militari pre-
la battaglia
,
promefTa
la
Ja libert
Pertanto
efl
o avendo
la
tefla fafciata
nomiflone loro
piuto
ai
E ficcome alcuni
,
proprj doveri
,
punizione aveflero
e bere
durante Ja guerra
;
mangiar fempre
alcuni
li
fando in piedi
,
fedeano a tavola
vivano
jf.
mentre
altri
ler-
(a)
Il
2r.
non fu men abile pittore di quel che fofl"e buon poeta (a) che nelle romaNarra Plinio , full'aflerzione di Varrone
,
ne fabbriche tutto era tofcano avanti che i due greci artifti PaMofilo e GoRGASo dipingelTero il tempio di Cerere (^) :
ante hanc ntdem tufccincci omnia in adibus fnijje
;
le
quali pa-
onde
s'
ingann Arerano in
duino
ma
tempio
tutte le
figure
bronzo
V
(a) idem nb.24. cap.6. n.i6. (a) Vedi qui SMZwpag.jo. noi. A.
(i) lik.^S- cap.i z.jecl.^s(b) L'errore o equivoco ai Arduino ciliare ; perch Plinio avea detto lib.^j.. cap.7.
fec.i 6. , che prima della conquifta dell'Alia , di cui parla Winkchtiann qui apprelFo |. 27.,
tutti di
i
ir.
22.
DU-
mofilo , e Gorgafo non folamente aveano dipinto nel tempio di Cerere ; ma vi aveano fogfatte anche delle flatue di terra cotta giugnendo coU'autorit di Varrone , che prima' di qucOo tempio ogni cofa negli altri
:
terra cotta . Sbaglia poi anche il notlro Autore , che irvtende Plinio delle fole pittufe
tufcanica omnia . era fiata di artifli tofcani chiaro che col dire igni ctifa non fi riflringc alle fole pitture , non cdendo qiicfte le fole opere di quei due pitrori , e avendo egli detto efprclTamcntc nell'altro luogo citato , che le (latue in legno , e in terra cotta erano ftate fatte dagli artifti tofcani
:
Da-
ij5
$.
LIB.VIII.
Progressi
22.
Decadenza dell'Arte
la for-
Durante
la
za e la politica de'
Romani
Sebbene
,
CAP.IY.
loro eferciti
cofc,
ch
efli
in
Roma non
.
(rf)
pur
campo con ventitr legioni (/') e Quell'agitazione lollev lo fpirito de' Romani lo flato loro, come quello degli Ateniefi in tempo della guerra 1 Romani fecero conofcenza e co' Perfi prefe altra forma
fui finir della
guerra comparvero in
e fentironfi
loro
arti
Il
primo
e
'1
a far trafportare
la
loro lavori a
,
Roma
fu CI.
il
Marcello dopo
conquifta di Siracufa
lui fteifo-
ornandone
Campidoglio
tempio da
confacrato preiTo la
porta Capena
(e)
Lo
.
Capua
lui traf-
portate a
jf.
Roma
{d)
23.
Sebbene grande
fia flato
Ro-
mani
ci
non
oftan-
te altre
nuove ne ordinarono
i
ell
in
Roma
DiflPatti
intorno
a que' tempi
gli
edili
a Cere-
al
Padre Libero
e a Libera (g)
L. Stertinio
col bottino
,
delle
e gli
orn con
Olferva Livio
che in
Roma
edifizj
pubblici
jf,
7. cap.
24. Por-
ji.n.^ 6.
lib.zj. cap.zf. n.4.0. , Flutaich. in farceli, oper. Tom. I. pag. ^ i o.princ. (J) l-iw. lii.zS. cap.z^. n.j4.
y.n.6. {f) d.lib.^o. cap.^o. n.jg, Ig) id. lib.fj. cap. 16. n.24, (Ji) idem ibid. cap. 17. n.zj^ (i) lik.zi, (ap.zi.n.27.
{e) Li v. llb.
7. cap.
PRESSO
jT.
Greci
tell
e presso i
Romani
J7
LIB. vili.
fe-
24.
;
fioni
leggiamo nel
mentovato ftorico
che ci
fi
CAP.IV.
ce quattr'anni
dopo
la
conquida
.
di Siracufa nell'anno
il
duotem-
decimo
di quella
guerra
Avendo
fulmine percoflb
,
il
full'
Aventino
fu
lei
finiftri
coll'accompagnamento
to
,
di ventifette fanciulle in
alla
lungo amman-
dea
(a)
il
$.
ciati
e flava
per andarli ad
Romani
di
bre
una corona
d'
oro
dugcnto
che mandarono in
dono
jf.
26.
Terminata
,
la
guerra de'
Romani contro
,
Filippo re
di
Macedonia
L.
Quinzio port
di
nuovamente
zo e di
dalla Grecia in
,
Roma
vafi
(
moltiUime ftatue
bron;
marmo
(a)
con molti
elegantemente lavorati
furono pubblicamente portate come parte dello Tra quelle prede eranvi dieci clipei o feufpettacolo (e) di d'argento e uno d'oro , e cenquattordici corone pur d'oro
.
date in
ti
dono
Poco dopo
Grande,
e
un anno avandi
,
la
il
fui
tempio
Gio-
con
(d)
,
come
difponevafi d'andare al
campo
erge-
contro
fummentovato
re
Campidoglio
(e)
(,d)
idem idem
/i!>.^4.
cap.26. n.f2.
Roma
ijS
'
LiB.vii.
Progressi
,
Decadenza dell'Arte
fette
ergere un arco
ornandolo con
ftatue indorate
con
j^g
^-
cavalli e
di
marmo
,
avanti (a).
... e della
^7-
Andoco!!""
f ^^3,
cano
feniore
ne' tempj
di
Roma
la
maggior parte
(b)
,
delle
e
(e)
deanfi pubblici
vittoria
te
Ja
,
edificj
i
qualche pregio
Ma
quella
che rend
e riemp
ftefi^a
,
Romani padroni
dell'Afia fino al
mon-
Tauro ,
Roma
.
pompa
ve la
introdufie (d)
fu a quel
(e)
.
tempo che
L.
vafi
baccanali
tri-
Roma
onfo
ti,
port tanti
d'argento intagliai
vafi
d'oro
modo
nomi
o
,
(/)
28.
le
greche
di-
vennero defl:a-
(g)
nacque tofio
,
in
Grecia commettendole
o facendo
artifiii
Roma
lavori
rilievo fatti in
,
teneanfi
un fuo difcorfo qual cofa vile e riS ereiTs nel tempo ftefib a L. Quinzio che nell'andicola (h) tecedente olimpiade avea trionfato dopo la guerra macedonica, la ftatua con greca epigrafe, e quefia probabilmente
in
.
il
fi
pu
d'una
fi
f:atua fatta
jf.
29. Stu-
(d Liv. III). ^7. cap.4. n.^. (i) Vln. lib. ^4.. cap.y. fei.t S. (e) Liv. Hb.4.0. Cdp.^. n.j. (d) idem lil:^o. cap.f. n.6.
(e) Ibid. cap- S.n.i.g. f Cio , dice che vn ignobile Greco g' introdulTe nell'Ecruria,
Roma
(.f j
idem lib-^y.
cap.4.2. n.jg.
(e) Cic. Or. pr Corri. Balb. cap.z^. (h) Liv. Uh. ^4- cap. i . n.4. pag.336. (/) Rycq. De Capii, cap.26.
PRESSO
jf.
Greci
appena
e
la
presso
Romani.
le
ijp
gli Etolj
i
,
29.
Stabilita
,
===
^^^' ^^^^'
prefero nuovamente
armi contro
,
Macealla
doni,
ci
.
accorfero
Romani
...cdopoia
ui^Jacfdouii'.
Fu
cinta di lretto
.
afTedio la citt
d'Ambracia
che
fine s'arrefe
molte ftatue
,
di
bronzo
e di
mar-
mo
e di
le
le
mandarono
Roma
e Io fpo-
gli
Ambracioti fpedirono
fi
al
fenato
romano
loro
pubblico culto
Etolj
,
(a)
Il
trionfo di
fu nobilitato da
(b)
.
23 J.
,
marmo
Per edificare
il
ed ornare
giuochi, che
dalla Grecia a
[ecerCi
venire
Roma
,
e viderfi allora
per
la
prima
(r)
lottatori
fecondo
i!
greco coflume
Lo
flefTo
M. Fulvio
di
do nell'anno
11
marmo
marmo bianco
tempio
di
Ci
fi
Giu-
none
00
Avanti che fofk quefto trafporcato in Roma con tanti altri (d) idem lib. 40. cap.zS. zp.n.ji.yz. marmi forafticri , ed anche in feguito , feb(i) Del marmo di Luna, come vedemmo bene per gli ufi foltanto pi comuni, adonel Tom. I. p. 2^7. non feceli la fcoperta peraionfi altri marmi o fairi fomminiltrati f non poco prima dell'et di Plinio ; onde dalle vicine contrade , come il gabinio , 1 alne" tempi della repubblica ncflun ufo f ne bano , e il tiburtino Il gabinio fu cosi detfar fatto [ Io ho fatto vedere l'oppofto loc. popolo prelio Prcneftc , ora Pato dai Gahi lit. ] Ben vero per che , dacch li fcopcrleftrina dove n'era la cava , Strab. loc. cic. f tal marmo per la vicinanza delle cave e per pag. ^64.. E (ccome reggeva al fuoco , fi continuava eziandio anche a'tempi dello (lola facilita del trafporto , f ne fece un grand' ufo ; e la maggior parte delle opere di Re- rico Tacito Annui, lib.r. cap. 4.^. ad alzare ma pi grandiofe e magnifiche , come ci adi- con elio le fabbiidie (Ino ad una certa aldi
Liv. lib.^S. cap.S. n.g., cap.zp. n.^-j. {b) \cmlib.jg.cap.^.n.s(c) ibid. cap.14.. n.zz.
l.
S-Vi.
?4-0-,_ in
mar-
mo
Luna furono
efeguite
i6o
Progressi
Decadenza deil'Arte
nella
Magna Grecia
(a)
fece levar
LIB.VIII.
marmo
e trafportarle a
Roma
GAP.IV.
tempio
11
marmo u
mercato
jf.
e ci
{b)
con una
condollo
30.
L'immenfa copia
e
i
di bellidrae
artilli
immagini
e ftatue
onde
vi
arti
moki
dellarono
di
i
fine nel
cuor
de'
i
faceano in efle
dell'ul-
illruire
Cos P.Emilio
il
vincitore
figli
timo re
e pittori
jf.
di
,
Macedonia
che a quelli
fcultori
.
proprie
,
arti
infegnarono
(e)
31.
Dopo
il
breve tempo
nell'anno di
Roma
J64. Scipio-
ne Africano
tezia Cerna, valerfi di travi Lo fteflb ufo faccvafi della pietra albana , cosi detta dal luogo onde traevai : eran ambedue proba-
foggiugne il nondimeno
bilmente di origine vulcanica Suetonio in Aug. e. yz. parla di colonne fatte di quefto faffo ; e Vitruvio De Archit. Uh. 2. e. 7. avverte che faciliflimo a lavotarfi Ove fia io luogo difefo , non fi guafta ; ma f allo fcoperto , fi sfarina e C\ contuma . Il ributtino per ultimo veniva dalle vicinanze di Tivoli e un fito ancora pi fpccifico delle latomie di erto , ficcome pure del fummcntovato gabinio , e di certa pietra roffa ci vicn additato da Strabene i.cit. pag.^64. , il quale dopo d'aver defcritta la celebre cateratta
.
. :
citato Vitruvio /. eh. , eflb foggetto all'azion del fuoco per cui facilmente fi fcrepola e fi difcipglie,, . Riufcendo per:i il tiburtino aliai
,
atto a calcinarfi
ad un
tal
ufo
fi
.
adopera
oggid in
Roma
la) Liv. lib.^z. Ctip.4. n. ^. (a) Ci avvenne nell'anno 579. , e il cenfore era Quinto Fulvio Fiacco , come (crivc bene Winkelmann apprcllb al libro X. ca1' motivo , che adduce Livio po ni.
\.^s-
attentato , fu perch il cenvolendo tare un tempio , di cui non vi fofle in Roma n il pi grande , n il pi magnifico , credette di farg'i un maggior ornaloc.cit. di lin tale
fore
dell' Aniene
offia del
Teveronc
foggi ugne
5,
3,
Quindi
que' luoghi , ove tagliafi la pietra tiburtina e la gabinia , ficcome quell'ancora che di cefi rolfa , acciocch dalle latomie fi poiTa agevolmente per mezzo delle navi traftorj, tare a Koma , dove un ufo grande (e ne fa nelle fabbriche Una ral navigazione lull'Aniene eflendo col tempo mancata , il trafporto del tiburtino a Roma falfi per terra. I tentativi , che Agoftino Stcuco da Gubbio Orai, ad Pa-J.1.111. de refi, navig. Tyb. p.zzi. dice eficrc flati fatti da Paolo 111. per rimcttervcla , non hanno aU'cfpcttazion corrifpofio Se quefta fpccie di marmo regge al 3> fovrappoflo pefg e all' ingiurie de' tempi
. .
mento col coprirlo di tegole di marmo ; cofa che probabilmente non era ftata veduta ancora in quefta citt e avendole trovate in quel tempio di Giunone , ftim cofa indifferente di tornele in parte per foddisfare al luo capriccio Dal che non mi pare fi porta dedurre r argomento che ne deduce il noftio
:
rtb.4.1
cap. 2 6. ti.jz.
{ II
cenfore
57? era A. Poftumio Albino ; e di comun fentimcnto fecero fare quel lavoro . M. Emilio Lepido era pontefice martimo Livio /. cit. (e) Plutarch, in Paul. oper. Tarn, I.
.
compagno
di
Mm,
pag, zji, B,
PRESSO
lui
Greci
e
fei
presso
cavalli
Romani.
i6i
tempio
,
(a)
e de'cocchi a
indorati pofe in
Camil
^^^-^'^J^-
pidoglio
Q^Fulvio
re
Fiacco,
il
di
quel Glabrione
,
Antioco
in Italia
alle
,
Termopile
e fu la
una
(ta-
tua indorata
;
prima
che
fi
ergelTe
il
uomini celebri
re Perico
i
il
legati
a'
che fpontaneamente
pretore C.Lucrezio
,
data s'era
Romani,
lagnaronfi che
tutt'
i
il
Taccheggiati ne aveffe
tempj
e le fatue
e tutte le cofc
.
Dopo
,
la
fummentovato
re Perfeo
avendo
vi fece
luogo
j)\
di quelle innalzare le
proprie
(d)
32.
ai
Tal
la Storia
delle Arti
.
Romani
Di ci che
medefima Storia da
na libert
,
romafervir
fi
parler
,
in appreffo
comech
fuccinte
e gli
rifparmieranno
,
leggere accuratamente
e di fiffare le
ai
ufate
Per ritornare
Greci
che
queft'
Opera
da offervarf
effer grati ai
di
Romani
di tutt'
monumenti
.
che
ci
reftano
dell'arte
Diffatti
i
poco
poich
poffedito-
Tom. IL
(a) Lir. lib.^S. cap.it.n.jj.
/ib.^o.ciip.14.. n.^4. (a) Livio dice 11 prima delle (latue dorate, che fi foflcro vedute in Italia .
ik'
X
Jelle
(e)
(0
il
nutnero
ftamc in Roma & feJjno che Cadodoro Variar. //i.7./orm.i j. cfcbe a dire clfere ftati in quella citra due popoli egualmente numerofi , l'uno di ftatuc , l'altro di viventi (a) idem lib.^j. cap.^j. n.zj. , Vi\n.l.ci(, pag. 270. B,
.
LIB. Vili.
Decadenza dell'Arte ec. ditori d quel paefe non folo non ifcavano per ricercare que* E ficcome l'eloquenza, al tefori, ma nemmeno li pregiano
162
Progressi
b
.
CAP.IV.
dir di
Cicerone
f
da Atene
fi
difFufe in tutte le
nazioni
ap-
punto come
ti
colle
attiche navi
re
Roma
e averle diffufe
come opere
.
fue proprie
Europa
,
Roma con
il
ci
fi
renduta
deli'
qual gi fu in
;
altri
tempi
la legislatrice e la
maeftra
univerfo
di
ed aprendo fucceffivamente
moftrando
dell'arte
,
continuo anche
,
ai
,
che Atene
.
Corinto
e Sicione videro e
ammirarono
un giorno
LI'
LIBRO NONO.
Storia dell'Arte preflb
Capo
Introduzione
ziitda
,
I.
,
Artiji
,
fin antichi
Arijocle
,
- Dedalo
,
Smlide
Endeo
G'
Micciade , Antermo Bue Donta , Tetteo ed , , falo , Anoelione , Batticle Arijomedonte y Pittodoro e Damofonte, Lafae, Dnmen , Siadra e Carta Euchiro e Clearco , Stonilo e Somide Menecmo e Soida Egia ed Agelada Afcaro , Gallone , Canaco Simone ed Anafsagora , Mendeo , Glaiicia ed Elada Scuole di Sidone di Corinto ...ed' Egina Circojanze della Grecia,
Bularco
e
,
Malade
Dipeno
Scillide
,
Learco
Dorclida
infelici
favorevoli all'arte
e
Libert
e
.
delle arti
d'Atene
Artiji
delle Arti
,
del difegno
introduzione-
poich finora
del-
1^4
Greci
neIJe circoflanze
=
CAP
della Storia
^^^^^'"^^
Cominceremo ad efaminarla
Grecia
,
'^^^'^
;
di ePC^
poich
f Je
e la faggezza
,
dono dai tempi e dalle vicende pende l'arte che per lo pi mantieni!
,
e vien
foftenuta dall'ambizione
che io in
mano
i
mano indicando
il
.
le circoftan,
in
cui trovaronfi
Greci
al
e fol
mio fcopo
i
debbe principalmente
fezione (i)
jf.
alla libert
I.
,
Deggio
e
avvertire che
degli artifti
,
dell'Arte
non
non
che
in molti
altri libri
pu
leggerfi
,
ma
.
tutte
ne faranno
fecondo
Amftipiilan-
principi dell'arte
medefima
di
2.
Ometter anche
far
,
rammentati da Plinio e da
ferirne
il
altri
nome
e le
opere
ma un'efatta
ftr
,
si
ftoria
hanno
fcritta
perch
i
nell'indi-
progrefl
$
te ai
3-
tempi
Dedalo;
e Paufania
,
il
do fecolo
dell'era criftiana
fcrive
che
(i) E un principio favorito elei Cg. Winkclmann che la libert abbia Tempre avuta una grandiffima influenya fulia perfezione
che a ccr:
epoche nominarono
ma il ragionamento j e la floria ; provano fovente l'oppofto Il fig. Heyne, prcndendo al efaminare le epoche degli antichi artifti filiate da Plinio e dal noftro Autot , ne rileva gli abbagli fa vedere clie da
delle arti
.
tonfura principalmente Vv'inkeiniann intorno ai prctefi vantaggi apportati dalla liberta alle arti, e avverte alcuni fuoi anacronifmi. Daremo un breve cfltatto della fua dUrertazionc alla fine del Libro X.
EC,
l6
LIB.IX.
di
legno della
mano
,
di queft'artefice (a),
malgrado
la
.
loro deformit
GAP.
Srailidc
I.
fo che di
divino (i)
Coevo
Dedalo
il
dell'ifola
d'Egina,
none
in
Argo
e un'altra a
Samo
(a)
che probabilmente
(r)
,
come
uno
(j)
VAuUiL2.c.4.p.t2i. [Ved.Tom.I.
.
pag
1 1
ejcgg.
(,0
II sig.
Winkclmann
le
propofto d'indicare
antichi itilli
fc , che ria , da
di queJe di Dedalo l'atenie, pur fon opere del padre della ftatua-
appena un leggerilimo cenno. Noi k-gucndo degli antichi fcrittori, fuppliremo in qualche modo a tal mancanza
la feorra
.
con fuftc , ruote , e molle occulte . Da quelle ingegnole invenzioni nacque preflb i polleri la (avola , che abbia il medelinio (ormate ftatue , dalle quali tutte le (unzioni li el'eguiirero dell uom vivente. Diodor. Sic. lib. 4. . 7S. p. ,'21. ; ficcome dalle vele , di cui egli forf il primo corred la nave del fuo figliuolo Icaro , venne la (avola delle ale attaccategli alle fpalle per pad'ar il mare
altri
A' tempi di l^aufania Uh. g. e. jf.o.pag. 75.J. delle opere di Dedalo aveali un Ercole a Tebe , e un Tiotonio a Lebade , e altrettante (latue di legno in Creta , cio una di Britomarte ad Oloiite , e una Minerva prcllo i Gnoll Confcrvavano i Del] una picola Venere , pure di legno , la quale vcrfo i piedi andava a terminare in una bafe quadrangolare a tale ih tua il tempo avca conlunta
.
:
la deftra
Tra
le
opere
di
Dedalo rammenta
altres quella
ftatua dedicata dagli Argivi a nel facco della citta prefe , e trafport a Gela in Sicilia ; ma quella a' giorni fuoi pi non ed (leva, fucome torfe pi non efiftevano quegli altri due Ercoli di legno del medelrao artifta , l'uno de' quali tu efpofto in Corinto , e l'altro ai confini dell'Arcadia , Pauf. lib. 2. cap. 4. pag. I ZI. , lib. 8. cap. ^j. pag. 670. Bench attedi il fuccennato fcrittorc aver i
a volo. Non folamente fu Dedalo il primo a fiftemar la ftatuaria , ma fece lo ftelTo coli' Molte opere architettoniche di irchitettufi fua invenzione riporta Diodoro da Sicilia loc. eie. rag. J2Z. fra gli antichi, Francefco Giunio C cai. ar:kic. bc.pag.6p. 70. , e l'abate Gcdoyn Hifi. de Dd. jlcad. des Infcript. Tom. IX. Mm. pag. / 77. f^ll- fra i moderUn tempio d' Apollo , opera di Dedalo , ni vantava anche l'Italia fabbricato da lui in Capna , Virg. JEneid. l. 6. v. rg. , Sii. Ital. /. 12. V. IO 2. , & Aufon. Id-j'. IO. V. ^or. Plinio altres //i. 7. cap. jS. fe'ci. j7- con alrri_ fci5tori gli attribuifce l'invenzione di molti ftnimenti fpettanti alla meccanica , come la fega filo a piom[ Seneca Epijf. 00.] , l'afcia , il bo , il fucchiello , e per fino la colla di pefce . La Tega per pi comunemente fi attribuifce a Talo figlio di Tua forella , Diod.
. .
Ovid."Mflm.
l.
S.
v.z44:
flet-
Gnolfi polleduta pure l'opera famofa di Dedalo , rapprelenrante una danza , e da lui donata ad A rian a quella tuttavia non doveva flctnc l'originale , s perch la danra de' Gnofli era (colpita in marmo bianco , laddove Dedalo non avea (atte che ftatue di legno s perch la danza fuddetta era (lata da lui comporta in guiia che le figure moveanfi da s ftefle lo che era impolTibile nell'opera pofleduta dai Gnoffi . Di altre figure femoveni induftr-ofamente cogcgnate da Dedalo fanro menzione Calibrato '5rafu , . S. opcr. FhLoJir. fag.8 gg. , Platone in Menane, open Tom. il. pag. g?. E. , Arinotele De Repubi, lib. t cap. 4. , Luciano in Philopfeude . rp. op. Tom. iil.pjg. 4.8. , Dion Grifoftonio Or..t. J7. pag. 4;?. A. , e pi altri . Vogliono alcuni che abbia egli comunicato ad efle i movimenti coli' argento vivo , ed
: .
alcuni Perdice , a cui per invidia della (ella fropei ta Dedalo tolfe la vita , Serv. ad Virg. Georg. Uh. 1. V. IJ.J. [ Tzctze Chil. z.
to da
hift.
(i) Pauf. lib. 7. e T. 4. r^ag. ; ^i (1) li ra-'re di Smilidc da Paufania loc. eie, e da altri ch'amafi Eulide ; anzi pretendono alcuni che egli pure folfe ftaruario . Appo"g'anfi qucfti"^ a
un
tefto di
Clemente Alef.
(andrino Cohen, ad Geni. n. ' orcr.Tom I. ove fi leg e er/thn ivi f lnwl^iv p.41 l.i T. l tefto per ( collo frarpello d" Euclide 1 gualco a cui foPituir fi dev ^ix'aiJ'i tu f xXt.Vsv , da Smilide cio figliuolo d' Eucli, . ,
de Vedafi Giunio Cacai, archit. meck. pici, pag. 86. (a) Atenagora Legat. pr Ch.njt.pag. 292,
.
(e) in
i6o
LIB. IX.
Greci
di
(a)
CAP
Uno
,
Dedalo era
.
I,
Endeo
Endeo
(a)
Fiorirono
t>X''''u
dal
nome
jT.
de'
primi abitatori
di quell'ifola
ronfi (b)
4.
Giziada
tifti
cominciar
(e)
poich
fi
tra
Meftene e Sparta
guerra che
Roma
e vuolfi
Bularco
dopo la guerra di Troja (d) Si rend chiaro allora il pittore Bularco (e) , di cui un quadro rapprefentante una battaglia
,
(i)
Fior a un
di preftb
al
medeviiTe
avan(*) E per tanto probabile che debba kgSmiiis in vece di Skelmis Vedali neUe note di Bentley a quefto parto di Callimaco quante congetture fiand fatte da lui , e da altri intorno a tal nome , (a) Pauf. /ii./. cap.26.pag. 6z. ln.zS. (a) Di lui Atenagora loc.cit. rammenta tra
gerfi
.
(e)
(i)
riefce
Non meno
il
forprendente di quefto ci
a cui fono ftate comperare , per teftimonio dello ftertb Plinio lib. fj. e. 7. Egli ebbe a Jec. ^z. , altre antiche pitture
prezzo
le figure
celebri
una ftatua
di
Minerva
fe-
un buon quadro baftavano appena le ricchezze d'ura citt Diffatti un Ajace ed una Venete pagati furono da Marco
dire che per
.
dente
la ftatua di
(ei
fcolare di
Dedalo
id.
fefterzj , id. ibid. cap. 4. mila fu valutato un quadro d'Aibid feci. S. , e Augufto sbors
U)
9}
{.d)
P'^^-,?/*^-
^'*- '
Vixd.lib. ^.
Eufeb. De Prtp. evang. Uh. io. cap.r T. in fine , pag. 4.^6. B. [Dice Eufebio , che quefta l'opinione di Taziano . Egli cap. g. pag. 48.4.. fecondo la cronologia de' commentar) greci crede pi giufto , che folTe l'anno 408. Roma fecondo la cronologia di Porcio Catone , che Dionifio d'Alicarnartb j4nciq. Rom. lb. i. cap. y^.pag. 7p. princ. crede la pi giufta , fu fondata nell'anno i. dell'olimpiade VII. Altri per la vogliono fondata
qualche anno prima, ed altri qualche anno dopo Vegg. Boitin il vecchio Epoque de Rome , ec. , Acad. dts Infcript, Tom. il,
.
Mem.
cento talenti per la Venere d'Aoelle , idem lib. ;?/. cap. io.fe3. j6. . i f. Ricus Nicia di vendere al re Attalo la iua necromanzi d Omero per fertanta talenti ; ma volle piuttofto farne un liberal dono alla propria patria , id. ibid. cap. 1 1. feci. 40.^ ;^. Altri limili elempi di quadri prezzati a fomme che a noi fembrano eforbitanti riporta il Vinkelmann al Cap. III. di quefto Libro In eguale ftima fi ebbero ancora le opere di fcultura . Per (ertanta mila fefterzj fu da LucuUo ordinata ad Arcefilao una ftatua della Felicit ; ma per la morte d'amendue rimafe quefta imperfetta , id. ib. cjp.i 2. feci. j.f. La ftatua di Policleto, rapprefenrante un corona'^o garzone , fu venduta cento taknti , id. iib. 34,
.
EC.
I67
(h)
Zancle
{a)
il
"^^^f^ A D T
Opera
di lui era
un Ercole
atto di combattere
il
coll'amazzone Antiope
guito furono rinomati
e fuo nipote
fefTo
cingolo
In
fe,
Malade
,
di
Chio
Malde, mc^^^*
'
Antermo
e
il
^'""
nome,
viventi
nell'o-
onde,
dice Plinio
andando indietro
fino
fin
dalla
fu
il
prima olimpiade
Bupalo, architetto
il
a Smirne
Dipeno Ude
e Scil-
Dedalo
quali
li
crede PauHxnia
a
,
meno
che
vi-
veva
cap.y.fiS.ip. re della Bi; e Nicoraedc linia era dilpo \o a. pagare tutt' i debiti dei GnHi , che pur erano moltillimi , fol che gli cedcllero la loro ftatua di Venere , opc;ra di
. i.
Bupalus Smyr.
primum fide
Il
Maffei
^ri
PralTitek gettata ,
(-2)
ma
tal
id.
ai. 7.
e.
c.s-fici-4-A.l
Pauf. uh. j. cap. zf.pag. 44 j. (i) id. Hi. 4. cap. 2j. pae. ^^7. (e) Plin. Hb. ,'(J. cap. f. feci. 4. . 2.
ep. od. 6.
can. j. col. 77. , per quefta ragione da per un' impoftura qucua ifcrizionc Io direi piuctofto , che avendo qualche artifta pi moderno fatta limile figura ad imitazione di quella di Bupalo , vi
cric, lapid. tib.^. cap. i.
.
opinione d'alcuni , Acr. in Hor. AnthoL /.?. cap.zj. n.2f. v.^. che fienfi amendue quefti fratelli [ lo dicono del folo Bupalo 1 tolta da difperati la vita con un capefbro per le mordaci fatire contto di loro fcritte dal poeta Ipponatte,la cui grottefca figura aveano eglino efprelTa al naturale ed efpofta al pubblico Plinio per Uh. ^6. cap. j. jeB. 4. . z. dimoftra la falfit di fiffatta opinione dalla data pofteriore d'alcune ftatuc da loro fcolpite in Delo e altrove . L' impcrator Augufto in tutte quali le fabbriche da lui erette in Roma vi pofe ftatue di quelli due valenti (cultori {d) Pauf. lib. j.. cap. ^0. pag.^s;. [ Abbiamo dal Bocchi Symbol, qu&ft. num. LXllI. p.i ^6. ,e dal Malvafa Marm. Feljn.feB. i. e. 6. pag. 4-1. , che nel 1^48 fofle trovata in
ftata
,
abbia appolto il di lui nome , come autore di quella forma, che aveva data alla Fortuna Vedi apprelfo al Capo al. .4.. Negli anni fcorfi nella tenuta di Salone a delira della via
prenelfina fu trovata una bafe colla ifcrizione
Se
BOYHAAOS EnOIEI
Bupalo faceva
che
flava vicina ad una belliflima (fatua di Venere , in atto di nfcirc dal bagno , collocata nel
bronzo , colla Ifcriche combina con ci zione a'ia bafe che dice Paufania di Bupalo , e della di lui (latua della Fortuna, cioj BOVPA\OS SMYPdi
, ,
:
Mufeo Pio-Clementino . Oiferva il fig. abate Vifconti nella defcrizione di quefta Venere Tav.i 0. pag. 17. , che per quanto (a vetifniile che ad ella fpettalTe la bafe , non probabile , che una (latua di lavoro cosi elegante , e gentile la opera di Bupalo; ma che il di lui nome vi da (lato appello dall'ignoranza , o dall'avarizia f pur non altro Bupalo . (e) idem lib. 2. cap.i f. pag.i 4^. [Se potcflmo predar fede a Cedreno Compend. hlft. cap.i 20. pag.iz. C. non potrebbe dubitarfenc perocch narra quefli , che la flatua di Minerva Lindia , della quale ho parlato nel Tomo 1. pag. 4.1 noe. a. , lavorata da quedi due artifti , fu mandata da Sefollrire d'Egitto al tiranno di Lindo Cleobolo Del tempo, in cui vivea Scfodri , ne ho parlato nello ftefTo Tomo 1. pag. yS,
:
i6S
veva
LIB. IX.
ai
Greci
CAP.
Donta
I.
Leatco Dotichda
Furono loro fcolari Learco (2) Doriclida (a) e Donta (b) di Reogio nella Magna Grecia Tetteo ed Angelionb , che fecero un amendiie lacedemoni
tempi
di
Fidia
(i)
Apollo
Delo
fi
(e)
Tcttco ed Angelione
fcorfo fecolo
nell'ifola
medefima
colla
EfTendo
llata lavorata
intorno
,
non prima
come pi
,
fotto
vedremo
,
dallo
i
che
fet,
dobbiamo
inferirne
che
il
mentovato
la ftatua coloffale
d'Apollo in Amicla
,
fiorifle ai
tempi di
Solone
in cui
il
legislatore d'Atene
jf.
j.
Devono
,
filfarfi
quefl:'
epoca Aristomedonte
di
Pittodoio,
e DaiQofonte
Argo
il
(g)
PiTTODORO
di
Tebe
(b), e
gno
(i) Plinio
che aveva di
marmo
{k) la tefta
le
mani
piedi (3),
e avea
e Scillide , fecondo i! calcolo di ^6. e. 4. feci. 4.. . r. , nacquero in Creta circa l'olimpiade l. A giudizio del medefimo furono effi i primi che leiifi renduti
//'i.
Dipeno
&
celebri nello fcolpirc il marmo . Opere eccellenti dei loro fcarpello turono le llatue d'Apolline , di Diana , di Minerva , di Cadore e Polluce, e di pi altre divinit, Plin. /. c/r., Clem. Alex. Cohort. ad Gent. n. 4.. p. 4.2. , tutte lavorate in marmo parlo , Plin. Uh. eie.
Portatili
(i) Quello Learco da alcuni, predo Paufania iib. }. cap. 1 7. pag. zfi. in ji.ie , fu creduto fcolaro di Dedalo , ed autore di quel Giove di bronzo picflo gli Spartani comporto di vari pezzi uniti inlcme si fortemente con chiodi da non poterli i medcfimi in ve,
run
modo
fiaccare
[come
gi
]
Winkelmann
.
anicndue a Si-
che per lungo tempo fiata la ebbero da que' cittadini , la commi ({ione di fare alcune ftatue de' loro dei Non era pcranco terminata l'ppera che , per un torto ricevuto , ritiraronl prefFo gli
,
done
citta
itolj
Non
fiera carcftia
con
mali venne a travagliare i Sicionj , i quali in tale frangente ebbero ricorfb ad Apolline Pitio , implorandone ajuto e confialtri
glio Seppero i due ofFcl fcultori far parlare a loro vantaggio l'orarolo, il quale perci rifpoie che non avrebbe egli abbandonati i Sicionj , f Dipeno e Scillidc avclTcro termi.
Tale ftatua vantavafi per la pili antica di quante fienfi formate in quel metallo (a) Pauf ub.j. cap. 7. pag. 41 p. (_i) idem /ti. 6. cap.t p. pag. f 00. in fine , (e) idem /i.z. eap.^2. pag.i S7. lin.^o. (ii) V. Freret Rechenh. fur l'anciennet fur l'orig. de l'ari de l'quit des anc. , Acad, des Inferi pt. Tom. f^II. Mm. pag.zg. Ce) VznC Ub.^. cap.i g. pag.zs s(/) Scali. Animadv. in Euf. chron. p. S7. lib. i fegm.62. , Meurfio in Ss\ Laerzio lone , cap.io. over. Tom. il. col. 266. (.e) Pauf. Hb. 1 0. cap. i pag. Soi. ih) idem Iib. p. cap.:;4. pag.77S. lin.26. (/) Pauf Iib. 7. cap. 2^. pag. j 2. infine,
fopra;><j^. ^4.princ.
.
ha notato
&
nate le incominciate ftatue degli dei Tanto baft , perch foffero i medcfimi non fola.
mente
rifarciti
nell'onore
ma
cEandio
ri-
meritati con
ampia mercede
Tomo I.pag.^o. n. l. ibidem ( Le parti di legno di quefta ftatua tenevanfi coperte con un fortililVuiio velo , come ci avvifa l' ifteflb Paufania , che fa menzione
[
Vedi
ik)
EC.
log
e avea pure fcolpito in legno un Mercurio ed una Venere Intorno a quelli tempi era fena Megalopoli in Arcadia (a) za dubbio Lafae
nell'antico
,
'-'
^^^'^^ ^'
un Apollo
avea
la-
^^^^^'
ftile (b)
dopo
Lx.
,
di lui vifle
Damea che
(e)
s
;
Dame
il
che dee
dopo l'olimpiade
come
fi
argomenta
la
dal
tempo
{e)
perch avanti
ux. olimpiade
,
non
era ftata
Carta
di
amendue
maeftri
g^|i^'J
EucHiRO corintio il quale ebbe a fcolaro quel Clearco fotto di cui nella mededma di Reggio nella Magna Grecia Succederono a quecitt ludi l'arte il famofo Pittagora (/)
,
.
fti
viflero avanti la
battaglia di
Ma-
|;j''
ratona
Gallone
d'
caUbnc
TEO
{h)
poich foprav-
vifle a
Fidia; e altronde era fuo lavoro uno de' tre grandi cio in mezzo a' cui piedi fotto cui tripodi di bronzo dono fatto dagli Spartani ad flava la figura di Proferpina dopo la Apollo e collocato nel di lui tempio ad Amicla
, , , , ,
vittoria riportata
da Lifandro
fugli
Ateniefi preflo
il
fiume
Egi
jf.
(i)
xcm.
(A)
6.
,
Poco prima
Gallone
di
Elide
flatue in
,
bronloro
co-
zo
il
Tom. IL
(e) i. Ub.6.cap.i4.pag.486.princ. lib.4.cap.^i.pag.^S7-, Si IS. c.3i. p.66f. di altre opere da Damofonte efcguite in mar{.d) Bentky's Dijfen. upon the ep, ofPhal. mo, quali furono , tra le altre , una Cibcle ed pag. yz.feq. una Venere. [Di quella fcrivc Paulania c/f. \e) Paul. Uh. 6. cap.1i.pag.4g7. [ Vcd. pag.66f., che avelTe le mani, la tefta , e Tomo J. pag. 26. n.i. le punte de' piedi di marmo ; il refto di le(/) id. lib. 6. cap. 4.pag. 461. [ Di cui fi gno Nel cap.^y.p. 67 j. defcrive un grup- parler qui apprello al Capo il. . (f) biJ. cap.14.pag.4Si. p rapprelentante Cerere , ed era in marmo tutto di un pezzo j opera dello flelTo fcul(Ji) id. Ub. z. cap.^z.pag.iSy. 0') id- lib.^. cap. 18, pag.zjs- /"''"''. tore (a) Vm(. Ub.S.cap.^i.pag.66^. (t) Diod. Sic. lib. 13. %.ios. pag.627, Tom. I. (J>) id. lib.y. cap.z.pag.jgz, lin.zj.
. .
170
corifta e
Li3. IX.
Greci
nel
un fuonator
.
di
tibia
che
Faro
di
Meflene
naufragarono
far
Di
,
tal
lavoro io
fifTo
non
fuole
poich
le ifcrizioni
ai
ftatue furon
,
fatte dal
tempi
)
,
di
Socrate
fatte
i^fiofa
S'
og-ipov
come
fcrive Paufa-
Secondo
(b)
;
lui
contemporaneo
perch
dell'eginetico
Gallone
>
fu
Canaco
egli fu fcolaro di
Poli-
Menecmo
Soida
CLETO
di
ma
furono
Menecmo
la
Soida
Naupatto
il
Diana d'avorio
,
tempio
po-
Fiorirono
P^f ultimo entro quefVepoca Egia d'Atene ed Agelada d'Argo (b) maeftro di Policleto (2) il quale fra le altre cofe rap,
una
in Elide
jf.
un Giove coronato
di fiori (/)
7.
Prima che
i
simone ed
"
no gi Celebri
fcguenti
il
Simone
(g) e
Anassagora
il
(3)
amendue d'Egina,
fecondo
Giove che
Platea (h)
la battaglia di
,
(i)
di cui
eranvi in Elide gli otto eroi, che eranfi offerti a tirar la forte
per
lky. cap.zj'. pag. 44^. cap. S. pag.fyo.prirtc. (a) tib.^4^ cap.S.fec.ip. princ.
(a)
(b)
(c)
Va.\tC.
\A. lib.7.
idem
ibid.
(i) Secondo Paufania loc. eie. concorfero amendue a formar quella flatua . Plinio /.^j^. t.S.fec.ig.ii.18. rammenra un vitello d'oro di Menecmo , e gli attribuifce un libro fulla {tatuarla Quefl: opera , ficcome tutte le altre degli antichi fcritte fopra l'arte , le quali per attertazionc di Filoftrato il giovane Icon. in txord. oper. Pklojlr. Tom. il. pag. S6i. fu.
Agelada nell'olimpiade ixxxvii. , ed Egia nella Lxxxiv. Otto opere d'Agelada novera Paufania /. (J. 7. 6" / (7. , parte in marmo e parre in bronio ; e Plinio .cit. quattro ne rammenta di Egia [ V. apprelfo al. i<?. (0 Pauf. lib.6. cap.ic. pag. 476. if) \. Hh.j. cap.z4.pag. 4:;^.
vifTuto
.
id. lib.;. cap. 27. pag. 44S. lin.7. (5) Vitruvio prs.f. ad lib. 7. attribuifce ad Analfagora un trattato di prolpettiva , in cui ebbe parte anche un certo Democrito . Dal
(g)
reno molte , tutte fono perite id) Pauf lib. 7. cap. 1 8. pag.jSg. (b) VauC. /!b.8.cap.42.pag.6SS.pnnc.
.
breve eftratto che ne d ben C\ fcorge aver qucfto verfato fui metodo di bene diipoire C dipingere le fcene de' teatri . (A) VuC. lib.f. cap.z^.pag. 4^7.
(/) id, lib.j.
e.
S.feci.ig. aver
cap.2s.pag.44s.
EC.
.
17I
cer combattere in duello contro Ettore (i) Glauco di MeiTe^ ^ j' A r ne in Sicilia , e Dionisio di Reggio vivevano al tempo d AnalI
in,
"
LIB. IX.
^^^
""
lxxi. guucocDo. fila tiranno di quella citt (a) (2), cio fra le olimpiadi
e Lxxvi.
incifa
(l>)
:
una ifcrizione
e
Ariftomedcc
Socrate
STOMEDB
Socrate tebani
opera
di lei
tempio a
r>-u
Mcndeo
DEo
di
di
Peone
di
un fimulacro
della Vit-
toria
GhudaedE(0, Glaucia d'Egina, che kce in Elide il re Gelone Siracufa (/) fu un cocchio (3) i e per ultimo Elada d'Argo
di Fidia (g)
.
maeftro
jf.
8.
,
Da
di
luoghi
cio
la padi
d'Egina,
tria delle
Corinto,
e di
Sidone
.
che pu chiamarli
di
,
Sidone...
opere dell'arte
(/;)
Fondatori
e Scillide (4)
che in Sidone
fif-
Y
co
Quefli vicn riputato
il
faro-
pu;
eccellente
.
Tutte tra gli allievi del'.a (^uola di De.lalo le opere di lui , delle q lali trovali latta menzione , etano in metallo- Pauf. lih.f. cap.2j. pag. 44 S- 3 CU/;. 27. pag. 44p. , Uh. 6. cap.i 2. pag. 4.7 g. , A'ithol. lib. 4.. ci 2. n. 6. v.t. 7. La Cerere di Onata clic ftrbaoafi a Figalia , era alfai cclcbte ; e Paufania per vederla ne intraprefe a bella pol'a il viag!;io , lib. 8. cap. 4.2. pag. 688 [ Egli dice in quello luo^o che Onata era contemporaneo di Egia , e di Agelada , de' quali ha parlato >5('inkclmann nel . antecedente io) Pauf. lib.;. cap.z. pag. 44-6. (1) Si Glauco che Dionifio , fecondo Paufania loc. eie. , erano argivi ; e opere prege,
. .
cit. , il quale ne reca le ragioni , fu innabata quella (tatua a Gelone , o piuttofto a Geloo , uomo privalo , che nell'olimpiade Lxxiii. riport l palma ne' giuochi olimpici Prelfo il cocchio di Gelone un'altra (latua vi era , opera di Glaucia , rapprcfcnrante Fi-
fania loc.
delle quali
fa
l'enumerazione il citato dorico . (i) Bcntky's loc. cit. le) ViM^lib.;. cap.27.pag. 44S. {a) id. lib.g. cap.2j. pag.- jS. (f) id. lib.}. Ciip.26.princ.pag.446.
cap q. pae.47 J./ci. fono flati (raccordo gli antichi intorno al foggctto rapprefentato da Glaucia fui cocchio Hanno prctefo alcuni ellcre queche lo abbia fti flato Gelone re di Sicilia poi mandato in dono a Giove in Elide ; ma , fecondo l'opinione di altri , fcguicaca da Pau-
VO Non
id. lib. 6.
lone ufcito vittoriofo dal pugilato . Pauf. ib. pag. 4-4. in fine (g) Schol. Arifoph. in Ran. v. J04. (A) Plin. lib. ^}. cap.ii. feci. 40. . 24. , lib. ^6. cap. 4. feci. 4. . ;. (4) La fcuola di Sidone , come da Plinio lib. ^ r. cap.i I. feci. 40. . 24. raccogliefi , fiata foltanto di pittura ed ebbe la medefinia per fondatore il rinomato Eupompo , pittore di tanta autorit che arriv a dividere in Fiori tre le due antiche fcuole della Grecia egli e vero , nella (Iella citta anche la (latnaria , ed alcune belle opere del loro fcarpello vi lafciarono Dipeno e Scillide ; ma che elfi vi abbiano in oltre fondata una fcuola di fcultura nelTun antico autore , che io fappia , lo lafci fcritto , (ccome nemmeno che
. ,
.
le citt di
fcuole
ria
,
la
appreffo fcrive l'erudito nollro Se gli autori di quella nota non avedeto tolta dalla loro edizione rnilanele la citazione di Plinio lib.j. cap. 4. fili, 4. .i-
come qui
.
florioo
172
farono
LIB. IX.
Greci
dimora
me pocan-
CAP.
zi
I.
mentovati
Aristocle
Ganaco
.
(a) rifguardavafi
,
anche dopo
fette et
come
in Sicione (a)
Democrito,
nominava cinque maellri della fua fcuola Polemone fcriffe u quali uno all'altro eranfi fucceduti {b)
.
Eupompo maeflro
s
di
Panhlo
di cui fu fcolare
,
Apelle
fece
che
le
due fcuole
della Grecia
le
to la denominazione di elladiche
in guifa che
,
Panfilo e Po-
LiCLETO
Lisippo e Apelle
le
diedero
il
maggior migHore
luftro;
,
Tolomeo
Filadelfo re d'Egitto
la
,
tra
-^
le fcuole di pittura
la
pi celebre foffe e
poi-
fi
annoverano principalmente
le
pitture di Sicio.
ne
...diCorin-
menzione
(e)
jf.
fin
da' primi
Grecia (/)
.
Ardice
di
dar da Winkelmann qui avanti nella lettera ih) , e l'aveflero efaminata , avrebbero veduxo con qual fondamento ( pofTa (labilirc in Sicione una fcuola anche di fcukura , di cui
Acad. dei
Injcr'tpt.
allorch vi
fi
mol-
Riguardo a Corinto
.
polTono ciederl autori Dipeno , e Scillide ed Egina vedremo nel , . ^. / o. qui apprcflo , che Winkelmann non tia penfato male ] Piintofto alle tre greche fcBole di pittura accennate da Plinio aggiugnerfi potrebbe la fcuola attica di fcultura fondata da Dedalo , della quale Paufania fa
.
tiplicarono i raaeftri dell'arte . Formatafi allora da ciafcheduno una maniera propria non pi II parl di fcuole , ma loltanto di maeftti in patticolare , e de' loro allievi (a) Paul, lib..cap. g pag.472._ {a) id. lib. 6. cap.j. pag. 4-S9- princ.
() (e)
idem
ibid.
6. e.
1
4.p.2S
^.
B.
menzione
/. j-.
{e.
Lio.
cap.sy.pag. 804.. in fine .'\ Tale divifon di fcuole olTerva il conte di Caylus Reflex, fur quelq. ckup.du.^j^ livrt de Pline , itl.pan.
{d) Plin. li!/, ^^j.cap.i S.feci.^j. .7. (b) Plut. in Arato , op. Tom. I.p.i02. C, (.e) Ath. lib.j. cap. 6. pag. i p6. E. (/) Thucyd. Hi).!, cap.i 3 .pag.tz.
EC.
efTere flati
,
Corinto
,
Telefane
di Sicione
devon
17^ primi i
,
quali
oltre
il
LIB. IX.
CAP.
dicate col difegno le parti interiormente (a)
de' quadri a
e
I.
molte figure
(h)
.
di
Cleante corintio
di
che ancora
ai
Cleofanto
Corinto venne
xl.
,
in Italia
e fu
:
il
primo che
Romani
l'arte
greca di dipingere
ai
tempi di Pli-
(e)
IO.
Se
fi
ne px)rteremmo
la
fon-
tempi
di
Dedalo
fi:ata
(a)
E' certo
in quell'ifola
difegno
e lo dimoitra la
gli fiorici di
eginetico lavo-
rate (b)
Certo fcultore
non
ci
noto
.
fott'altro
trafile
nome
{d)
L'arte
commercio
(?)
,
e dalla navigazione di
,
le quali
vafi
di terra-cotta
dipinti
d'un
e dice
febbene avanti
guerra perfica
s gli
uni che
gli
io) Plin. lib.^f. cap.S.feB.^. () Geogr. hb. S. pag. jzS. B. [Strabone molto chiaramente ci dice /ib.cit. p.ySy. B. che in Corinto, egualmente che in Sicione , fiorile la pittura, e la Itatuaria , ed altre arti affini a quefle ; e che in efle citta aveffero avuto un maggior accrefcimento Corynthi , ac Sycone pingendi , ac fingendi a/Uque id genus artes auaifunt Paolo Orofio Hi/I. lib. r. cap. :;. fcrive , che Corinto fu per molti fccoli l'officina di tutti gli arti:
{e) Plin. lii.:}S- cap.^.ftU. f. 6. (a) ?uC. lii.y.cap. 4.. pag.s ^t prtnc. tra gli altri ne /a diftinta meli(b)
.
Come
zione Paufania lio.y.cap.j. pag.j jj.in fine , lib.S.cap.ij.pag.yoS.infine, lilHio.f.36, pag. Sgi.prlnc.
Plin. lib. jj. e. 40. {d) JEgynets. ficloris .4/. [ Egineta piuttofto nome proprio, che di patria, come ivi ha bene ofTervato
.
l'Arduino n./
{e)
2.
Viut
lb.i o.princ.
pag.ygS.
fi
e di
tutte le arti
Per multa
retro ft,
(/)
lib. S.
omnium
artificum
atque
(g) id.
174
gli altri
Greci
,
LIB. IX.
CAP.
I.
non avelTero che navi di cinquanta remi e fenza coLa reciproca gelofia di quelle due nazioni fin in perta (a) una guerra aperta {h) la quale per fvan quando Serfe in.
Temiftocle contro
,
voli vantaggi
perocch
al
e venduto;
onde
riferire
d'Erodoto
(e)
ricchiffima diven-
ne
Si
mantenne
alleati
lxxxviu.
in cui fcacciati
fi
ne furono
ai
Ateniefi perch
erano
Lacedemoni
,
no colonie
feguito di
popolar Egina
andarono ad
abiin
Ritornarono
,
efi
tempo
al
ma non
i
rifor-
Coloro
quali
delle
monete d'Egina
Nettuno
fi
(e)
giudicar
ftile
potranno
II-
fcorga uno
par-
ticolare dell'arte
Circoftanze
.
.'^
jf.
Dopo
l'olimpiade
L.
Cominciarono
,
le
Calamit della
infelici
^.
dur quello
fi
infelice
di
tempo ben
,
fettant'anni
Policrate
fece pa-
drone
Samo
Pifillrato
il
d'Atene
di
e Cipfelo
,
(ece paflare
la
al
figlio
Periandro
dominio
Corinto
in
follenendo
vincolo
di
fua
anche
paren-
la libert
Ambracia
Epidauro
,
Lesbo
Di
quefl'ifola
l'Eubea foggiaceva a
Timon,
da
Ligdamide coll'appoggio
di
di Pifillrato
.
dominava
in NaflA)
Epidauro
Tutti per
e colle
non erano
:
giunti all'autorit
armi
alcuni
v'era-
D'AI
v'erano
flati
SUOI PRINCIPJ
al
EC.
,
I7J
altri coll'a,
popolo
(h)
e quelli
come
Pi-
LIB. IX.
riconofceano fuperiori a s
CAP.
le leggi
I.
tadini
Il
,
onorevole
,
e Ari-
fodemo
il
feppe meritarfi
.
foprannome
(0
>
che
uom
retto fignifica
,
Le
fta-
rappre-
tiranni
la
al
merito
e l'artifta
ebbe
di
in
ogni tempo
diritto di efporre
le
tutta la nazione
12.
Allorch
feci la
prima edizione
di
queda
Storia io
marmo
dente
,
di
due figure
delle quali
davami
l.
non
mmciato
a lavorare in
marmo
(a)
non
ftampa in rame; e
riputato
nome
De Republ. lib.j. cap.io. Dion. Hai. nt. Rom. ili. 6. cap. 6o. P^E-^7_2- [ Riterifce folamente un'orazione di Appio Claudio , in cui dice clic i tiranni fi facevano anche coU'aJulare il popolo
(a) Arift.
Ci"*
.
Pauf.
lb.
c.^.
(b) 11 maichefe Maffei quello , che d. per quanto io fappia , di fallita a quello monumento nel Muf. Veronen. , pus. CiCCX. Ma non fono mancati fcrittori , clie dopo di come Corfini lui lo hanno dato per antico Appcnd. ad noe. Gr&c. pag. Xl^ll. , Dijsert. agonift. pag. fj., e Spiega^, di due antiche
-,
V.Ba.mes ad Hom.hymn. inMan.v.f. B cap.zS. pag. 6 j6. lin.zg. (/) V. Hcrod. lib.6- cap. z~. pae. 4.97.
1
ijcriz.
pag-IV".
,Coun
de
lib.f.fc.j.c.4..^
o preCdenti
ai
giuo-
chi
non
di ifz'-ne
(gj De Bimard la Baflie not. ad Marm, &c, a) Vcd. Tomo 1. pag. j / . noi. d.
pag. 4.7^.., e gli autori del Nouveau tratte de diplom. Tom. I. par. ti. feci. ti. cap._ X. pag. 6^1. Vedi il dotto P. Fabricy Diatribe , qua bibliogr. antiq. ec. , pag. 2SS,
J75
''
Greci
dell'
"
nome
jjj^j^j
che
fi
LiB.ix.
fiata
da taluno creduta
{a)
,
tomba
antichiffimo
,
poeta Alcman
il
ma
efla
11
13.
Di
quelli
(e)
fecondo l'opinione
,
d'alcuni antiquarj
dei! di
la
;
che cre-
Cirene in Africa
Demonace
il
di
Mantinea
.
contemporaneo
,
di Pififtrato
Demoal di fofi-
nace
vi
rapprefentato in piedi
de' raggi,
:
cinto
da cui fpuntano
pra dell'orecchia
niftra
con un corno
per che
montone
,
una Vittoria
tal
e nella
la
.
uno
14.
fcettro
moneta
(a)
Hata
Demonace
,
e circa a quel
la
*"^"
tempo
in cui
Roma,
Grecia
fi
fottraffe al
Libert...
in efiglio
di Pififtrato
rifparmiando che
.
fe-
equamente reggevano Sicione {e) EfTa allora follev il capo , e parve che un nuovo fpirito tutta penetrafl^e Le repubbliche , le quali furon in appref^o s cela nazione lebri , erano piccoli flati di nefTuna confiderazione e appena
condo
le leggi
non vennero ad inquietare Greci e conducendone fchiavi gli devafliando Mileto nella Jonia A quello difaftro furono fommamente fenfibili i abitatori
noti
,
fino a che
,
Perfi
Greci
quali
dopo
in
una tragedia
la
p reComm. in Alcm. mon. l6) PzuClili.^.cap.ij.pag. 244..frlnc. (e) Hard. Mm. de Trev. an. 171.7. aout , art. 72. pag. 1444. id) Herod. li. 4. cap.i 61. p.jjs- , Conca) After.
ftant,
Cos penfa anche WefTeUngio nella noluo"o citato di Erodoto, e Boulierio Dijfert. Herod. cap.i z. pag.i 12.
ti.
M
al
Arift.
De Republ.
B.
h.J- cap.i s.
Scrab.
iib, 8,
pag. 387.
fC.
la
177
compaflionc
.
fi
fciolfero in lagrime
le
per
,
'
loro forze
ed eflendofi
alleati
^^*' ^^*
vennero
re di Per-
proprj fuoi
,
ftati
fiamme
tanto
di
can-
ne
(a)
di quefte
almeno n'erano
tetti
e nell'olimpiade
Lxxii.
cio vent'anni
dopo che
fu meflb a
morte Ipparco
ti-
ranno d'Atene,
la
ottennero
I?.
eli Ateniefi
;
.
tutte le altre
incivilirfi
,
citt della
Grecia
le
ficcome
(h)
,
,
primi furono ad
e a deporre
in
;
armi
di
mente
nemmeno
tempo
pace
compro-
pariva in pubblico
divenne
la fede principale
,
come
.
dicea Pericle
fu detto
,
fi
qcq la
i
(r)
Quindi
che
Greci
comuni
,
cofe
tranne la Ilrada
.
dell'immortalit
che
a* foli
A Crotona
{e)
;
e la mufica in
Argo
ma
Atene adunate
jf.
fi
erano
16.
fioriflero
Tom. IL
(a) Herod. lb.f. cap.t01.pag.42S. {h) Thucyd. lib.i. cap. 6. pag. 6.
(c) A. lib.z.cap.^t.pag.i Zi. (aO Ath. Deipn.hb. 6. cap. ij.p.ijo. F. (f) Rerod. hi. j. cap.i ^t.piig.264. Giufta l'olTervazionc di Diodoro da Sitilia //A. 7 2. pr/nc. quafi nello ftcflo periodo
dell'
Z
invidia univerfale
la
, .
Se a
tal
fegno
ria
crebbe
di effe
nominata
delle
citt
ne
ella
ftara
una
grandi,
.
floride e
popo-
(0
di
tempo
in cui videfi in
vi
fi
Tali citta folamentc poflono ammettere ed alimentare nel proprio fero tutt" i rami delle arti e delle fcienze , le quali abbifognano d'un vado campo per proNegli fpazj pi riftrem durfi tutt'inleme
late citta della Grecia
.
l'eloquenza , Ic altre fcienze ed arti ; talch Atene l'oggetto divent ilccome dell'ammirazione, cos
fofia
,
delle piccole e
meno
popolcfe
citta
ramo appena
fto
di effe vi
pu
allignare
qualche e que-
ancora pi fawilmentc
v' ilterililce ,
17S
tempi
LIB. IX.
affai
Greci
di
tuftidmc collocate in
uno
tempj
di
quella ftatua
il
CAP.
I.
come
di
tico lavoro
gli
molto prima
queiV epoca
o piuttofto per
veftir-
{h)
Lo
non
ma
come noto
era
il
cos
,
era famofa la
la cui
da
lui
formata in bronzo
,
bafe rap-
le figlie di
(e)
.
Diofcori, e
artefice
altri favolofi
avvenimenti
ta
na
cio erano
fulle
fatti in
poggiava
mezzo
ai tre
piedi (a)
Facemmo
TA
,
di
Don-
di
Siadra
Carta
17-
cui
parlavamo
pocanzi
Dieci anni
dopo
la vittoria di
Maratona Temiflocle
tro dell'impero
ma
nel
tempo
llelTo
affinch
Greci aveffero
yisinti
(a) VnuC. /ih.}, c.i^.pag. lyt. [ Ved. qui pag.^^. princ, e pag, 168. n.i. (i) Hsxoi. Uh. I cap. g.pag.:^^. V. Gei.
moti
Cerna,
Io fa certamente pofteriore d'aliai ; peroccii parlando di quefti tripodi /;'.^. ci ^. p.2/j;. dice, che furono fatti colle fpoglie acquifiate per la vittoria al fiume Egi , che lo
Tom. XXIIl.
(e)
(.d)
id. /ili.},
4..
PuC. /oc.
pag. 2jo.fiq.
8.
et
,
pag.zff.prnc.
Hb.4..
cap.i
pag.^i ^.
che fopra pag.i66. . 4.. in tempi s te-
ftenb noftro Autore fopra pug.i 6p. ^. J. in fine, ha notato bene effere ftata riportata nell'olimpiade xeni. (b) Nell'olimpiade lxxv. anno III. , avan li Ges Crifto anni 478.
EC.
179
monumenti del pericolo a cui loro libert, non vollero mai reftaurare
funefti
ftati
^^
'
dilbutti {a)
Commcia da
quell'epoca quel mezzo fecolo della greca ftoria che far fempre memorabile cio dalla fuga di Serfe fino alla guerra del
,
Peloponnefo
f^
(b)
tutte metterli in incoragg;mcin cui parvero r to dclk- Icienazione Je frze della Grecia , e tutti fvilupparfi i talenti di ^.e edeiiear(f.
i8.
il
tempo r
quella nazione
i
>
movimenti che
,
in
quelle contrade
tutti
comparvero a un tempo
and
adunata
flelTo
,
e
(a)
ivi
non molto
pofe
al
primo a fcrivere in profa (e) Efchilo eCpubblico le prime tragedie regolari in illile fublime,
non erano ftate che balli di perfone cantanti e riportonne il premio nell'olimpiade lxxiii. S'incominci circa quefto tempo a cantare poemi d'Omero e nell' olimpiade Allor LXix. Cinero firacufano ne fu il primo rapfodifta (d) pure Epicarino filof)fo e poeta diede le prime commedie
finallora
;
Simonide immagin
l'elegia
Gorgia
di
Leonzio
,
in Sicilia die-
(e)
a'
tempi
di
So.
le
arringhe (/)
Le
medefime furono allora per la prima volta infognate pubblicamente in Atene da Anaffagora che v'apr fcuofcienze
Z 2
la
(a) P^uC.lli.TO.cap.jf.pag.ggj.
t
,
poemi
.
d'
Omero
Thuc.
I.
cap.iiS.pag. 7/.
,
Diod.
47^.
e
olimpiade ^^;,^ ^ e
(,)
Euftazio Comment. in lliad. l.i. j^j p^Uti _ , 2. pag. i 6. Vcd. ToSic. lb.t 2. i).;^.
Si Y"' ^P^?L'"'g- 90. not. A. wcllo Apvar ad Thucyd.pag.i 4. fX V, '^"- ^- "f P'^g- 4-
Dod-
moLv^g. 240.
Diod.
Plut.
piig.S'4ojter,
Schol. Pind.
,
era di Chio
ora
(/)
yiu X.
Rhet. in Antiph.
i8o
la
Greci
e le
ncH'olimpade lixv.
Non
LIB. IX.
CAP.
I.
ufarfi
anche nelle
gran preparativi
s'avvicinava
alla
perfezione dell'arte
cui efla a
gran
. .
.
pafll
per
la rie-
j^.
19.
dificazione di
Atene
la
i
Grecia avea
,
dal
Perii
e dalla diftruzione
fi
d'Atene
i
Dopo
,
la
vittoria d
Te-
miftocle
i
penf a reflaurare
edifizj (a)
.
tempj
ed a rimettere
in piedi
pubblici
,
Ja patria
e che era
,
omai
e ad
penfarono ad abbellirla
e
forituofi
magnifici
monumenti
mina
portico a Sparta
ci perfiano
ceflarj
(e)
e detto per-
()
,
gli artilli
ta(.a)
Meurf. Le3.
att.
l.^.c.zy. op.Tont.Tl.
tri rZv xii'rwr , cio fopra le colonne ; e fenza dubbio mal s'appongono coloro i ciuali lo
xciv. T. iiJ. pag. Z77(a) Non potendofi ammettere una contradizione manifefta tra qucfto luogo , e l'altro qui avanti nel . //. . in cai dice bene Vinkclmann fecondo Paufania , che i tempj non furono mai pi rellaurati ; diremo , che col tratto di tempo dopo quella devalta/tone foflc pcnfato a rcftaurarli , ma che poi ci
fpicgano in guifa che le figure de'Perfi , del duce loro Mardonio , e d'Artcmifa regina della Caria , la quale accompagn Serfc in quella fpedizionc , folTero lingolarmcnte rapprefentate , avendo ognuno di efli una flarua particolare polla fu una colonna ; [come credo anch' io che fofTcro rapprefcntate veramente Paufania non parla di baffi rilievi ma di flatue , e di detcrminate pcrfone Erano toliti i Greci di mettere le ftawc fopra colonne ; e lo ftefTo Paufania Hi. s- cap. 24.. pag. 44.c.princ. parla di una piccola ftarua di Giove , e cap. 26. pag. 44t.prnc. della flatua della Vittoria , opera di Mtndeo nominata Copri pag. 1 7 r . . 7. , polle fopra colonne. Ved. anche Tomo 1. pag. 7. not.i. qui toglie ogni difficolt Vitruvio Uh. i.c.i., ove dice cfpreffamentc , che erano flatue le figure di quei Perfiani , e che reggevano il tetto del pertico a guifa di Cariatidi
. .
non
foffe cfFetruato
Infatti Pericle
al dire
viti. pjg.i 62. D. op. e invi a tale effetto Icdella Grecia affinch mandafTero de^l' inviati ad un concilio da tenerli in Atene fu tal punto ; ma nelUina citt gli preft orecchio , eflcndof oppofti , per quanto fi diceva , gli Spartani Cos rimafcro i tempj diftrutti , e Paufania alcuni ne aveva veduti ancora a' fuoi giorni
,
.
Ma
U) Vsil.iii.j.cap.tr.pag.2^z.
{.*)
quando dice
se.
iBl
fangue comd'immortalit
Malgrado
le
battendo per
la patria
le
ebbero parte
donne
(ieffe
,
e f
ne viddero
le ftatue in
un por-
f. 20.
Artidi e
mo-
PoLicLETO
Onata
,
eginetico autor
j""''^'**"*
Gelone
le ftatue
re
di Siracufa (a)
porta fu un coc.
chio
Galamide
(b)
Agenore
s'
im-
mortalato per
tria,
Armodio ed
deW
olimpiade lxxvii.
le ftatue di
(c)
fiate
bronzo
.
dopo
la
morte del
famofo
tiranno
{h)
la ftatua del
Tea{a) VuC. HB.i.eap.^i, pag.iff. (a) Sopra aW pag.ijo. noe. 1. fi e notato , che Plinio mette Agelada nell'olimpiade Lxxxvii. \<'inkelniinn qui pare che voglia avvicinarlo a quella epoca , e che non fi fia ricordato di aver alla citata pagina porto lo fteflo artifta moiri anni avanti . L era forf flato ingannato dall'olimpiade lxvi. , in cui vinfe Cfeortenc , la cui ftatua fe:e Agelada . Paufania pare che fi accordi a Plinio ; poich fa appunto Agelada /il). S. cap. 4.2. pag. 6S8. contemporaneo di Onata ; e dice che quefti lavor alla ftatua di Gelone molti anni dopo
la di lui
per moftrano di non aver Ietto bene Paufache citano al lib.i cap.S.pag.za.^i, mera quefti diverfe ftatue , e in ultimo luonia
.
di Ariftogitone ; pi antiche di clic le avca fatte Antenote , le pi recenti CriNon vuol dire con quefto , che tali artizia
go
quelle di
Armodio
,
quindi foggiugne
.
che
le
morte
la fpe-
dizione di Sctfe contto la Gtecia La ftatua di Cleollenc far fiata eretta molto dopo la fua vittoria ; come di altre confimili fi veduto nel Tom. I. pag. 2/2. Se il fig. Falconet avelie fatte qucfte riflelfioni non avrebbe nelle fac note a Plinio iti. ^4.. cap. S.feci.tn. iruvr. Tom. ni. pag. 6p. tacciato quefto fcrittore da meno eutto , e meno bene informato di Paufania ; aderendo , che quefti feriva aver Agelada fatta la ftatua di Cleoftene nell'olimpiade lxvi. () Pau fania Hi. 6. cap. 1 2 pag. 479. (e) Non fo donde il noftro Autore abbia In vece di Agenore tratta quefta notizia
.
.
tempi le ftatue di intendono i detti Icrittori ; ma bens , che Antenore avea fatte le pi antiche delle numerate ; e Crizia le pi recenti , fra le quali erano le ftatue d'Armodio e del compagno , nominate in ultimo luogo Infatti , che le abbia lavorate Crizia ce lo attcfta anche Luciano in Philopf. ^. / S. over. Tom. til. pag. 4.$. E qui da ortervarfi , che quefto Crizia da Luciano cognominato nefiota , ptobabilmente per diftinguerlo dall'
in diverfi
,
come
lo
altro Crizia artico pi antico , menzionato da Paufania lb.6. cap.j. pag. 4)7. ; e cos dovrebbe eraendarfi Plinio lib.^4. c.S.feci.ig.
prnc.
ove fcrive Crhias , Neftocles , facenun folo due diverfi artifti , come bcti olTerva Giunio loc.cit. pag. J7, 'Vedi apprclTo
,
do
di
e.
ad
chrort.
&
ram. gemin. cap. 1 0. oper. Tom. 1. col. 4.S ^. e Giunio Catal. archit. ec. pag i s. fanno aucoic delle ftacuc di quc' due pcrfonaggi . fli
'P-SS-P- '^' Pridcaux 'Soti kifl. ad id. chron. iSid. p.zi J, zzo. [ Quefti fa odervare alla cirata pagina 21 ^. , che Ipparco era un ottimo principe, cchcrion fu uccilb per liberare la patria , qualu fcmpic onoi la di lui meisoria
.
marm. oxon.
12
'
Grbci
Teagene
21.
Tafo
.
CIB.IX.
CAP.
I.
Una
Roma
al
lavoro gre,
co
di quefli
tempi
che
tiene
turale
lira
Ha una grandezza
s
remota
Po-
trebbe quefta ben efTere una delle tre Mufe lavorate da tre
gran maeftri
la
prima
,
lavoro di
Canaco
>
ficionio
teneva
,
due
tibie
1'
;
altra
opera d'ARisTocLE
;t**^''5
,
fratello di
Canaco
e la terza
con una
di quel-
che diceanfi
.
/5ap/S/7c;
Agelada
patro
(/>)
Abbiamo quefe notizie da un epigramma d'Antiil quale pu crederfi quello nativo di Sidone, coda un altro epigramma
fulla fatua
(a)
fi
;
me
rilevali
di
Bacco
che
un Fifone
,
ficcome
altres
ivi
argomenta che
egli
Mufe che gli hanno fornito il foggetto del mentovato epigramma (b) Parlando de' loro firomenti muflcali ho dato loro il nome di lira per mancanza
e ivi
le
,
.
pur fofiero
di termini pi proprj
fieffi
conche
do-
fondeano
hvpoi e
T^opa e x^'^'^^
di
inventore or Mercurio
ed ora Apollo
E'certo per
,
x^Xv^
ove lo
fiefib
efler
Fra
le pit-
ture
(il") VznC.lth. 6. cap.xi. pag.^jS. (A) ytnthol. Hi. 4.. cap.i z. n. 6g.
(b) Dal
,
la
inferiiei
te
clie
Antiparro
facilita
vivcl-fe in
con eguale
fatto da lui a
di Tcflalonica
rati
LucuUo
, ,
nome
da
certi ladroni
potrebbe
.
inferirfi
che
Quefto epigramma
riportato dallo Scaligero Animadv. in Eufch. chron, adann. mdccccxli. ipag.i j2. , ove
al tempi della , che Antpatro vveva Si potrebbe piuttofto arguerra mitridatua gomentare , che non ftellc in Roma, dall'aver in quell'altro epigramma aggiunta al nome di Fifone la di lui n/ionc , o patiia , chiamandolo aufonio ; il che non pareva neccflgIn rio per uno , che fcriveflc- in quella citt che fteffc fecondo luogo mi farebbe credere fuor di Roma, il dono , che mai"^ allo fteffo Pitone , di una candela di forma particolare , delia quale parla in altro epigramma inferito nella ftelfa Antologia lib. 6. cap. i o.
offerva
num. 3.
EC.
ig^
lira
XOPH AYPAn
fk
ioi-re
(ii)
mano una
piccola
,
que-
LIB. IX.
CAP.
I.
Mercurio
formolla
'
*^i
^^^.l
forma
nella villa
Negroni
Arato
piccola
,
lira
fixp.StTvq
non
come opina
Apollo
,
lo Scolialle di que-
poeta
,
La
lira della
Mufa Barberini
de
colano
Quello ftromento
detto fip/SiTog
(d)
,
da Polluce
,
/2ctpofjitT0>
(^)
'
onde
la
dirli
di ialteno (*)
Quindi ficcome
>
piccola
lira ;t**^^5
^ quella
d'AcELADA
la
$(Sp/2ins
polliamo
.
congetturare che
fia
,
quella feconda
in
Mula Barberini
,
Suifta-
da chiama Gelada
tua
,
vece d'AcELADA
l'artifta
di
tale
e Kufter
non ne ha nemmeno
lui
opera
(a)
22.
f le flratue di
Caftore e Pol-
e polle innanzi al
tempio
di
Giove
Tonante
(/)
ora in Campidoglio
ma
certo
almeno che
elTe
trovate fu-
rono
(a) Pitt. d'Ercol. Tom. il. ih) Phinom.-vcrf.26S.
(c)
Tav. j.
hljl.ipi.v. syS. hft.t s4- v. 2. , e Chil. 8. fcrivono Gelada , e Io dicono maelho di Fidia , non di Policleto ; e far lo ftellp , che lo Scoliate d'Ariftofane in Ran.vcrf. S04. ,
he.
eie.
il
4.cap. p.fegm. fj. (f) Scho'. Eurip. in A/cefi verf. f+/. (*) A mio parere , mal s'appone Hunt , quale, nella prefazione alla nuova ediziol>oll.
(d)
Tav. I. Onomafl.
Hi).
chiama Elada nominato da \^inkclraann fo; Crederci pm pra alla pjg.171. - 7. infine
,
.
ne
di
Hyde De
religione
Pe farum
prctcn.
de che la yocc barbiton derivi dal perfiano Egli ne prende argomento da certo racconto fpettante a Cofroe ; e non riflette che atempi di quello morarca gi da lungo tempo noti erano Greci ai Perii , ond' probabile che qucfti ncll'ado-tare un greco iftromcnto ne abbiano inllcme adottata il nome (a) Taato Suida , che Tzctze Ckii.7.
i .
probabile, che avelie errato quello Scolialte nel dire Elada per Gelala , e che queft , maeftro di Fidia , fia diverfo da Agclada , maee per non faprei accorftro di Policleto darmi a Meurfio , il quale nel fuo Pirtus cap. 4. "P^^five de Pino Athenien. portu , Tom. l col.; f4. vuol che fi emendi Agclada in tutti quegli fcrittori , fenza darne buone
:
ragioni
\f)ma.
li>.34.cap.S.fea.ig.^.t6.
'
1S4 rono
Greci
Si
LIB. IX.
CAP.
I.
pi an-
tico
di
ftile
vifTuto
prima
Fidia
/. 23.
mo(b)
.
fra le quali
una d'oro
delle
Non pu
Io
ftile
determinarfi
del
non
ftata
il
monete ateniefi , ma balla lavoro per confutare Arduino fecondo il quale da loro coniata nefluna moneta prima del re Fil'
et delle
lippo
Macedone
,
ateniefi
La pi
bella
mo-
un cos detto
,
quinario
oro
efiftente nel
,
a confutar Bofe
ateniefe in
mufeo Farnefe a Napoli e balta quefta che pretende non cflervi nelTuna moneta
.
oro
(e)
11
leggefi
fui
petto
il
creduto per ci
Ha
Il
1.
gi offervato
il
I.
in
nel fupporre i Diofcori di Egefia quando Elinio Uc. cit. li dice in bronzo . Il i. ncU'aflerire che quelli del Campidoglio fiano ftati trovati nel luogo ftcf-
marmo
fb , mentre abbiamo da Ilaminio Vacca nelle xc Memorie , n. j 2. , che furono trovati nel Ghetto degli Ebrei . Ved. apprertb al Lib. XI.
Capo ni.
1^.
14..
(a) Quint. Injl. Orai. lib. 12. tap.to. (b) Crederei che ci fi potefie dire con lutta ficurezza f riflettiamo, che Quintilianp , il quale fa /w.wr. la ferie di varj ar-
per far vedere come fi andato miglioran^o lo ftile , per primi canta Calone ed Egefia , de' quali dice , che i loro lavori crano dei pi duri , e Cmili agli etrufchi ; quindi mette Calamide , i di cui lavori erano mcno duri ; e in ultimo Mirone , che l era diPuftinto con una maniera pi morbida riora , & Tufcanicis proxima Colon, acqua Egejias ; jam minus rigida Calamis ; molliora adhuc fupradiSis Myronfccit (i) Hard. Mm. de Trv. 1727. aout art. 73.pag. 14.4.9. (e) Rijlex.Jkr le s md. de Crotone , Acati, des Infcript.Tom.I. Hift.pa^zjf. (e) Muf. Capital. Tom, I. Tav. JS
tfti
.
Ca-
BG.
8J
^^^' ^^'
-rar
ii
CAP. H.
Capo
Perfezione delle fetenze
circojanze
tafi
. . .
li.
delle arti in
Grecia
V infuirono
le
...
ufo
de' pubblici
giuochi
...la pace
fabili-
e'I
qoverno di Pericle
Agoracrito
. .
.
Artiji
Venere
AJcamene
loponnefaca
fiia
Tempo
In
Pittaoora
rone
-- CteJ.lao
JN egli
te,
il
ultimi tempi
il
di cui
parlammo
nel
Capo
fi
anteceder!,
Perfezione
e delie
pofe
fondamento
della
fu del
.
ani
Dir
favj e
fi
la
prima mano
il
compimento
que' tempi
i
gli artilH
e la
f:oria
v'abbia aggiunto
lui
ne conduce
Greci
di
come
leggono
al
ben
intendono
chi anni
ta
te
,
vedere po-
dopo una
fra
comparir
loro Sofocle
e quef:i
non gradatamen-
ma con
,
fezione
e
.
toccare
umano
ingegno
jT.
I.
Un
,
falto fimile
l'arte
dal
maeflro
allo fcolaro
da Agelada a Policleto
i
e f
,
il
avefle dilbutti
monumenti
,
fu cui giudicarne
e'I
Giove
di Fidia
fra
il
LADA
e la
Giunone
di
Policleto quella
ftefla
differenza che
To7n.n.
(*) Egli diede l'Antigona fua prima tra, gcdia nel rcrz'anno deir olimpiade ixxvu. Vith. Mijcell. Uh. ^.cap. 8,
A
not. a.
(a) Menzionato dallo Scoliaftc d' Ariftofan i {j;j. v. yiJ^. Ved. qui afjauti p.iSi.
rg-:
fcorgiamo
LIB.IX.
Prometeo d'Efchilo,
de' penferi
,
di
Sofocle.
C^P.U.
l'azione
ci
commuove
all'
e nell'efporre
,
quale
moltrafi
defta in
Quelli
,
oppollo
ci
feno una
commozione profonda
fcnfibili ci
men
:
immagini
penetra l'anima
ricercando tutta
,
e d'un mi-
tazione collante
V'influirono
le
e fupera
noftri delderj
le arti del
r.
jf.
.
2.
.
pi
.
felici
,
tempi per
circollaa-
2c...
eia
prmcipalmente
che precede
.
m
.
Atene
dur
l'oftinata
guerra
la
Fu quella
che fu
facili
limile a
que'
guerla
cia
;
Atene
immaginarono
;
tutto mifero
in
opera per
manifeft
gli fpiriti
i
follevarfi l'una
fopra dell'altra
,
ciafcun cittadino
le
proprj talenti
e tutte
occuparonli
mani
e tutti
Come
l'agilit e la
forza
quando
mo(i) Senza computar il tempo in cui vifle Dedalo coi primi allievi delia fua (cuoia , i
attefero piuttofto a dirozzare che a pcrfezionare la (acuaria , venticinque e pi olimpiadi precorfero a difporre quell'epoca felice s celebre per le arti e per le fcienze cella quale arrivarono clfe al colmo della perfezione durante il governo di Pericle , che foio, come olTerva Rollin , Storia antica, iii. 22. rar.i. e.;, art. z.p.i t p. Tom.XIL , baft ad iftillare nell'animo degli Ateniefi il guflo per tutte le arti , e a mettere in movimento tutte le mani pi abili Ei folo arriv a deflare una si viva emulazione fra i pi cecelienti artiitiin qualunque genere , che unicamente occupati del penliero di renderd im-
quali
mortali , facevano ogni sforzo per forpaflare nelle opere lor affidate la orandiofit del difegno colla bellezza e coli'eccellenza del lavoro Bench , fecondo l'ofTervazione di Vellejo Patcrcolo //i.i ca/).! fi. , ripetuta da pi moderni e confermata da varj efempj , di breve durata fia la perfezione delle arti e delle fcienze, il cui fplendore predo s'ingonibra e (vani fce ; quelle nondimeno la prima volta che arrivarono nella Grecia , vi fi mantenneto per lungo tempo: e da Pericle (ino alla morte degl' immediati fucceflbri di Alellandro il Grande , epoca del loro decadimento , vi pallarono trenta e pi olimpiadi , olfia centoventi e pi anni
.
EC,
l87
flrettez-
tutt'i
.
loro talenti
quando
nelle
maggiori
==='=
LIB. IX.
...i-ufojc'
fy^'/^'^'"""'
ritrovarono
3.
$.
Anche durante
Ja
guerra aveano
gli
artilh
lempre
prefenti que' gran giorni in cui gli occhi tutti della Grecia
dovean
opere
e a loro ftedi
poi-'
al
quegli
che
le leggi
{a)
;
adunavano
mirando lo
Corinto
nazione
tutti
,
obbliavano in quel
e ci
altres
momento
quaranta
.
poco
Lacedemoni fecero
di
una tregua
di
omife per
tempo
,
giuochi ne-
mei nella guerra fra gli Etolj parte anche Romani (e) (a)
i
Achei
nella quale
ebbero
jf.
4.
artifti il li-
bero coftume
te del
di
que' tempi
;
per cui non velavaf nelTuna pareffendo ceflato molto prima l'ufo
.
corpo
de'lottatori
Acanto
dicef
primo che
{d)
;
fia
comparfo
affatto
ignudo
{e)
in Elide nell'o,
limpiade XV.
quando preatleti
tende che
fiali
A
^'^'*' ^-^^ P'^g-^j. ^i} Paul. ?'r'/^u' /li. 4. cap.t g. pag.jz. (6)
(-) Liv. /iA.^4. Cc2p.i 5. n. 4/ (a) Ved. I.pa^. 24.6. {d} Dion. Halicarn. '^nr. Rom. lib.y. cy z. 'F^g-4-sS. V.Meuif. Mifcel. lacon. Uh. 4..
2
non ha vedute
,
jf.
?.
Cef-
ixxT.
Egli
tutte le teftimp-
Tom
Acad.
des Infcript. Tom. 1. Hiji. pag.i g. (b) Baudelot ne fiCa l'epoca all'olinipiadc
che porta Meiiilo /.e. per provare un tal ufo in tempi molto antcriori ; ma nepputc Mcutfio ha veduto Tucidide , fu cui l appoggia Baudelot , il quale Scriveva intorno all'olimpiade xc. , e dice lib. i. cap. 6. pag. 7. , che non erano molti anni, che fi era introdotta l' intera nudit ; e che in Alia molti ancia ufavauo quel velo intorno alle reni
iiianzc degli fciittori
i88
g
:
Greci
dell'
jf.
Cefs
al fine
olimpiade lxxxiii. , e fi conchiufe una pace generale s fra i che fra i Greci ftefii per la lega di trent'an, ..aapic'fta- Greci ei Perfi biliuii... ^- ^-^j.|.^ In quello tempo cominci Atene e Sparta (a)
j.j.3^
.
^^^^^"
la Sicilia
ad
eflere
fra
in cui
,
furono com-
onde
al
dire di
Diodo-
ro
(b)
la
i
le felte e
tanta tranquillit e
una
univerfale
full' ar-
e deefi probabilmente a
ef^a
fi
zione a cui
follev per le
.
mani
di Fidia nella
men{e)
,
introducendo
fulla fcena la
dica aver
con Fidia
ottu; ctrn
Trpoa-ii'Koi
i
^ni'ias
critici
moderni,
ben lon-
fignificato
,
allegandola
come
un proverbio
...e'igoverjf.
(d)
5.
1
La morte
r
di
r
no
di
Pende
Cimone
h
far
libert d eleguire
Egli procur
di
regnare in Atene
tutt'
i
la
cittadini
edific teatri
e
il
co-
ftrufTe
il
acquedotti
e form porti
.
ornando
Dir
;
abbellendo
Partenione
,
tutto
,
Sono noti
.
rodeo
tempi
fi
pu che
in quefti
ad aver vita
ed ebbero allora un
,
nuovo principio
fecondo
.
la fta-
tuaria e la pittura
if.
7.
De-
(a) Dio(}. //3. J2. . 7. pag.4.82. [Pauf. lib.j. cap. 2^. pag. 4^7. in fine (6) iiij. ^.26. pag. 4g;. (a) Plin. lib. ^6. cap. s-feB. 4. <). . (0 in Pac. verf. 61 /.
.
Erafra. in Adag. , Leopard. Emend. lib. f. cap. i j. (b) Vlaz.in Pericle, op. Tom. I.p.ijp.feg., Mcurfio Ceram. gem. ci i.op.Tom.l. C0I.4S6. {e) lib.36. cap.s-fe. 4. ^.3.
(a!)
EC.
189
LIB. IX.
Devefl a ci
il
Pericle
in
Leon X.
in
a cosi dire
ad amen-
due
le
epoche trovaronfi
ben coltivato
,
un terreno d'una
l'
fertilit inefau-
ribile e
da cui
non pu
,
un giuilo paraprecedcrono
s
gone
Ira
e quei che
Michelangelo e Raftaello
che in quelH
nale
;
ma
certo
almeno che
in quelli
l'arte
avea tutta
la
purezza e
la lemplicit
,
origi-
quanto
meno
pu
tf.
rafTomigliarfi
8.
all'educazione dell'uomo
le
,
Artidi di quefio
fu
il
pi grande degli
iuo
nome
di
efler
,
rr
tempo.
dee facro
e pei fuoi
.
ridia,
grado
perfezione
Le
pi pregevoli fra
le fue
opere erano
,
la itatua di
Pallade nel
tempio
di quefta
dea in Atene
e quella di
.
Giove olimpico
in Elide,
la
amendue d'avorio e d'oro (b) Di qual prezzo fofTe Pallade argomentar fi pu dall'oro impiegatovi, il quale,
flefTo
,
mont
pel
e'I
\w.Ieva a
un
di prefTo
;
panneggiamento
la terta,
le
poich
le
parti
co.
me
mani
9.
Al-
(a) Che era cio il generale fopraintcndente , e direttore delle opere ordinate da Peticle . Plutarco in Pericle , pag.i jg. op. Tomo I. I pittori celebri impiegati in quel remp fono Agatarco , e Seuil , il primo de'quail era velocilTimo nel dipingere , l'altro piutPlutarco loc.cit. riferifce , che tofto lento Seufi fi gloriava di quefla fua lentezza , perche diceva , che cos le fue pitture erano pi durevoli , e a quirtavano coll'andar dcgli'anni maggior bellezza Aggiugne lo (borico , che nou ollante la predezza , con cui fi^rono e. .
le tante opere ordinate da Pericle , confcrvavano ancora a' fuoi oiorni la primiera bellezza , e integrit . Ved. appreflo al
fcquite
eie
Cupo
(b)
iil. .
7.
il
lodato fuo Efculapio Epidaurio da Atenagora Legat.pro Chn(l.pag. zgi. j. (^a) Thucj'd. Uh. z. cap.i . pag.i (i) Tutti gli antichi fcrittori gicci e latini che di Fidia parlarono , Diodoro Bibl. hift. Hb. i 2. princ. , Paufania /./. e. i y. p. 41 j. ali. , Suaboiic lib, i. pag. J4.2. in fine , PiPlin. Ub.^4.. e. i. feci, io- .i.
come
celebre anclie
&
rpo
tlB. IX.
i
CAP.
II.
Greci Alcamene ateniefe, ed Agoracrito di Paro furono jT. 9. pi celebri fra gli fcolari di Fidia 11 primo ebbe Ja glo-' ^ ^ ^
i
.
.
.
AJcamcnc.
ria di far
il
pio
la
di
Giove
pugna
nozze
di Piritoo
dall'altra
defimi
Tefeo che colla fcure ftrage facea de'Centauri meCos leggiamo in Paufania (a) i cui interpreti hanno
,
tradotta
fiella
febbe;
ne
fia
nel
numero
un apce folo
il
qual era
mentovala fteffa
jj^j
ma
bens una
foffitta
piana. Per
:
le
parole feguenti
tovto *A?k(p8/j
(
av^n
vrov
iiis KixTurtv
,
g'5
g-ivp
(gjj
xtxTzie
'tt'
^iTToiiTut
in
che fono
fiate intefe
;
d'una volta
hic f laqneare
,
poich Paufania
dopo
di
foggiugne che
.
fulla
cima di
elfo vedeafi
rapprefentato
il
fiume Alfeo
Quello Alcame-
feq.
il.
Luciano
,
pag. 4.9 z.
Cicerone Deci. ora:, cap. 64. n.zzS., Plinio e. S.feB.io. . I. , Quintiliano lib.iz. cap. IO. , ed altri fecero a gara nel celebrare le lue opere Oltre la Pallade e '1 Giove Olirnpico , a' quali accrefccvano pregio diverfi minuti finiffimi lavori efeguiti da lui con im.
pareggiabile maelbia [ come fi fatto ofl'crvare fopra alla r,;^. ,'j-. noi. a. ] , altre ftatue pur in avorio di qucfto grande macftro rammentanti dagli anticlii , i quali ne accennano eziandio alcune in bronzo , ed anche in ie'gno . Pi comunemente per lavorava in
pingefTe il fuo Giove Olimpico 1 certo che la fcultura fu l'arte che lo rend immortale . Non oftante per un merito si dichiarato, la gelofii e l' invidia lo prefc a perfeguitarc . Quanti emoli invidiofi abbiano tentato di nuocere a Fidia , raccogliefi da Plinio e <la Plutarco , al quale per creder non poflo che s celebre fcultore abbia finito i giorni fuoi in carcere , o per veleno appreRatogli da'fuoi nemici Il Giove Olimpico ftata opera pOr fleriorc al tempo in cui vuoili da Plutarco
. .
jnarmo
Plinio /oc.
cir.
gli
attribuifce altres
di lavorar al torno , perfezionata poi da Policleto ; ma tal gloria gli viene contrariata da Salmafio P/in. exerch. in Solin. cap. jz. Tom. il. par.-'^y. [ Vcd. qui ejl, fcrive Epittcto prelTo Arriano /ib. i e. 6., avanti p. 0. / 0. ] RoUq Storia ant. T. XII. ad Olympia proficifii vos , ui Pkidif. opus lib zz. cap. j. are. z. pag. / 77. fcrive ch'ei fpccfetis , ac fi quis ante obitum non viderit "fu anche pittore ; ma non dice donde abbia pr infortunato fcipfum reputare ? tratta quefta notizia [ L'avr tratta da Plinio (.a') lib. f. cap.i 0. pag. ^(qlii>. j. Cdv. S feci. ^4. , il quale dice che (a) Sono ftate cosi benidlmo tradotte . prima fu pittore , e poi fcultore , e che di- perch laqueare vuol dire foffitta piana
. .
.
V invenzione
Fidia V. Gedoyn Hift. de Phidias , Acad. des In feri pi. Tom. IX. Mm. p. i p6. era la ftima che ( faceva di quefta [ Tanta flatua , e il fanatifmo de" Greci per eda , che tutti generalmente andavano a vederla ; e fi credevano sfortunati coloro , i quali non poQua dementiti tevano avere un tal piacere
morto
BC.
,
ipi
la
fu
pur
r
il
primo che
di
1-
quale
^^^' ^^'
foprannome
di
ETriTrvpyi'Six
/
^
.
forf
GAP. U.
a chi formafAgoraaicg..,-
na aveva a roggia
f.
f
torre {a)
IO.
ed ottenne il premio dagli , una pi bella perch era loro concittadino (/>) Agoracrito a Atenicfi
,
.
Venere
la fua
fta-
...
fu Venere,
Ramno,
piccolo borgo
di Fidia
,
(e)
il
quale
metlo
tea fovente
mano
nelle di
opere
Di ci non contento
il
fcultore
diella
nome
tenerfi co-
me un
era
(
SutacTruxo
di
la
e teneva
in
mano un ramo
fraffino
fji'jMx
jf.
(e)
II.
che pur
non
due
caduta
ch'io fappia
in
mente ad alcuno
?
Come mai
muove
vedivil'al-
tal
richieda
ella
dubbj
la
nuda o
ftita?
e qual era
mai
,
amendue quelle
tale ftatua
nit folTe
tra
?
comune
al
onde prender
,
Riguardo
primo
rifpondo che
la
probabil-
Venere
,
di
Pkassitele nell'ifola
Coo
(d)
e riguardo al
fecondo
del
ripeter ci che
(cf)
ho
,
det-
to intorno ad
una
gemma
,
mufeo Stofchiano
villa
e
,
pi
diffulamente
quali
Albani
nelle
Nemefi
ravvifa (/)
4. .^.
(d) Suid.
&
Hcfych. r. "Pa/itei/.
(e) Paufania , ed Efichio /A cf. (d) Plin. //i..;(f. cap.j.Jea.^.. . /. (e) Defcript. dcs pierr. gruv. du Cab. de Scjfih , cl.z.fici.iy- n.i 8 t0.pag.zg4..
i/ied.
Pur.
1. c..
pag. jg.
192
foJea col
LIB. IX.
i
il
Greci
petto in atto di fo-
manco braccio
;
piegato verfo
comune
CAP.
II.
preiTo
Greci
cominciando
dal gomito,
fino
al
nodo dimezzo
,
delle dita.
,
Nemefi
con
,
mj o i dovuti caftighi . PofTiamo per tanto credere che Venere d'AcoRACRiTO fl-efTe nel medelimo atteggiamento ,
quale per far ftato in
quel pudore
,
elfa indizio
di
quella modeftia e di
ignuda
la
mano
,
tenta di coprirli
,
il
petto
e
.
vuol coU'altra
(a)
non avrebb'egli lo fcultore potuto dare alla fua Venere il nome fenza farvi nelTun cangiamento ed il lignificato di Nemefi ? Per rapprefentarla pi perfettamentutto ci s'accordi
, ,
Quando
te
avrebbe tutto
(b)
al
pi potuto aggiugnervi
.
il
ramo
nella de-
ftra
Guerrapcioponnefiacano dannofa alle
jf.
Nell'anno primo dell'olimpiade lxxxvii. cio in ir r n J' queiJ anno Itello cui rioiA termino Ja mentovata (tatua di
12.
,
<
Pallade
e cinquant' anni
dopo
la
Grecia,
accefcro
anche
Owens
,
(e) Plinio
come
,
gi
fi
rilevato alla
pag.170. not. z. mette Egia nell' olunpiadc ixxxiv. , e lo fa contemporaneo d'AlraraeDi re uritaincnte a Crizia e Neftode
, , .
to
era la liniltra
f'^P-
..-..,
"1"
..
miniai' avM-iii
pv-ii'i-witv.
^S"
**-*-^
'*-
'i<-"w
/i6. 1.
S-r^e- 't-, il quale agguigne che ncva nena deltra un vaio lavorato abaffi
lievi
teri-
che rapprefcntavar.o varj fatti ; e ave, va in capo una corona con dei cervi , e imjr.Jgir.i della Vittoria Tutte qucfbe cofe ve Je avr aggiunte apprelTo l'artiila. Veggafi
.
Arillogitone , come ho detto alla (\.e(^L pagira ; e ouefte nell'olimpiac lxxv, furono tolte dal Ceramiio d'Atene ovo (lavano e portate in Perfia da Serfe nel lo fpoglio , che fece di quella citt Paufani Ub. i ."cap. t 8. ras. zo. Vcd. appreflb al . 31
,
dArmolio
t6
le
citt
IC.
fotfrirono per
fiero
colpo
LIB. IX.
,
di
CAP. U.
cui
fi
ma un
an-
no dopo
il
s'infranfe
ricominci
la
guerra
furore
.
quando Quante
la
comfi
battere
fofiero
pu aigomentare
guerra contro
de'
i
dai tributi
,
Lacedemoni
erano
alleati
.
Tebani
13.
(/<)
jT.
in
tal
fulle
arti
come
fulle
,
muonde
opepoitrasi
gli artifti
perfezionar poterono
le
,
re loro
ch
il
popolo d'Atene
anche ne'maggiori
,
difafliri
non
cur mai
bi-
quando
,
citt, fotto
la
prefettu-
Lacare
,
macedone
(e)
fu
d'afTedio
ferviano in qualche
modo
le
rapprefentazioni a rela
primer
ra
al
,
la
fame
e leggiamo che
dopo
mentovata guer,
fu ripartita
fomma
denaro
di cui
ognuno ebbe
una dramma
tro
.
N
i
poich
gli
fpettacoli teatrali
fefte
II
,
e fce-
fempre
le
grandi
.
e quelle di
Bacco
principalmente
per rapprefentarli
primo anno
,
di quefta
Sofocle
ed Euforione
per
la
tragedia
della
Tom. IL
(a) Liv. /a. iS. cap. 22. n. 41. (i) Polyb. Hifi, lib. 2. pag. t^S. B.
(e)
B b
p.
Dionyf Halic. De Thucyd.jud. c.it. 234, oper. Tom. il. [ Non dice tal cofa
194
della
LIB. IX.
Greci
(d)
,
Medea
in cui
CAP.
come Rodo
.
II.
famofo Diagora
che
,
il
quale riport
la
corona
Ci
aflcura Plutarco
fentare \q Baccanti
e 'Elettra
,
FeniJJlt
V Edipo
VAntigona,
Medea
barbari la propria
li-
bert
(b)
la
rapprefentazione della
:
Medea
comparve Eupoli
Ariftofane
fi
commedie
fece
e nella feguente
,
commedie
vai a dire le
Nuvole e
Aiior fiorirjT-
gli Acarnefi
14-
no
altri
gran-
^iartirti.
jrri produlle Je
nomate
allorch
,
pm
l'arte
\
perfette, e le pi
,
ri-
cio
Giove Olimpico
mife
a cui Fidia
finita la Pallade
,
mano
infieme allo
coftretto a lafciare
Atene
portoll in Elide
amen,
come dicemmo d'oro e d'avorio e feffanta cubiti aveano d'altezza (a) Quando col tratto di tempo dilataronfi le commelTure dell'avorio riunille Damofonte ,
le ftatue
due
eran
fcultor mefienio
mento
rirono
SILAO
PoKdeto.
jT.
,
di
onore
{d)
Plinio (b)
,
fifTa
Scopa
Pittagora
Cte-
MlRONE
15*.
mcdefima
di
forme giovanili
la
onde
di
far fenza
dubbio meglio
,
riufcito
ad efprimere
mollezza
un Bacco
la fiorente
giovent
d'un
Plin.
(d) Epigr. gr. ap. Orvil. Anim. in Charit. lib. j. cap.^. pug.^Sj. Tom. il.
(.i)
Bellone
/li,
an pace
il.
clarior.
faer.Athe-
nien oDtr.
Tom.
U) Pha.
(a) La Minerva era di ^6. folamente Iil>.j6. cap.r. jcB. 4. . 4. (i) ^auLllb. 4. cap. ^t- pag. 3S7(b) Uh. 34. cap. 8. fea. ts.
EC.
,
S^
che
.
la
l'et
matura
^^^
^^'
Per quefta cagione coloro che voleano biafimarlo diceano , che Ci defiderava maggior efprenione nelle cio che le parti vi fi foflero pi fortemente infue figure
d'un Efculapio
,
dicate (*)
5)',
16.
La pi grande
e di
la
...fue opere
To era
d'oro
la flatua colofTale
;
Giunone
Argo
d'avorio e
pi bello de'fuoi lavori erano due giovanidelle quali una diceafi il Doriforo ( porli ftatue d'uomini (b) , ta-lancia ) probabilmente per la lancia che teneva , e l'altra
(a)
ma
il
chiamoffi
il
Dtadumeno
la
cingentefi
,
come
il
Pantarce
di
Fidia
Il
Doriforo
,
fervi in feguito di
norma per
j^.
le
.
pro-
porzioni
principalmente a Lisippo
(a)
B b 2
(*) Dlgentia ac decor in Pclycleto fvpra cttercs : cui quumquam a pUrfque trihuatur palma , tamen re nihil aeuahatu: , ham , ut iiumar.n jordeejfe pondus putant wt aecortm adiiairit Ji-fcr rerum , ita non expleviffe deorum authoritatcm viaetur Quin ttatcm quL-que graxiorim xidctur refugijfe Quint. In/i. nihil aujus ultra leves gercs
. . .
17.
Mol-
villa Farnefe flato imitato il Diadumcno di Policleto , o una fua copia almeno . Ignuda e tal feura, alenar to minore della grandezza naturale , in atto di legarli una binda interno alla ficrte , e ci clie ben raro , le fi confervara la mano , cor cui fi cinge . Una figurina in bailo rilievo a qucfla fomiglievolc vedeafi , non ha guari , b una piccola urna
Fare clic Dicnifo d'AHcarDe Ifocr. jud. nun^. j. oper. Tom. il. pcg.ij2 ne dia un giudizio lutto oppoflo , paragonando Policleto a Fidia , e rilevando il loro merito per una certa fodezza , o gravit , dignit , e n-aeftria , che vcdtafi nelle loro opere xar ri giftjir , x, fifya.\rtHi. I nafTo
2. cap. 1 0.
[
:
della
villa
;
DIADV-
MFNl
Rema
e fu
candelabro nella rhiefa di s. Agnefe fuor di Pio-Cle[ oia amendue nel Mufeo , mentino ] ; fu due altre fmili bafi nella villa Borghefe faltan fuori dalle foglie due elegantemente lavorati Amoretti, che cingonfi
iia l'autore
Cicerone , o altri che . Rhctor. ad Herenn. Uh. 4. e. 6. n. 0. lo fa eccellente (opra tutti nel lavorare il petto delle figure ; che non poi la parte pi difficile j pet non dire , che la pi facile Noter a qiiefto p'opofito , che f, ricava da quefo fcrittore loc.cit., che screralmente i niaefri davano ai loro fcolari per n-odelli da ftudisrfi le tefte di Mirone , le braccia di PralTtele , e petti di Policleto . (a) Pauf. lil>. 2. cap.i'^.pag.i^S.tin.iS.
>
|(/riT/)tcir
,
la
fronte
(d) Pauf. l.j. CI I. pag. 40t.lin.2j.fegg. (e) e chiamavafi per antonomafa // canone, come abbiamo da Plinio l.^4.c.8.feci.ig. %. 2. , Luciano De mone Peregr. .p. T. iti. pag. s^i. , e da Galeno De temperam.lib.i. cap.ult. op. Tom. ll.pag.jo. , e De Hippocr. & Platon, pldcit. Uh.;, e. j. Tom. V. p. i 62.
ove
(b) Plin. Ice. cir. % z. (e) Lue-ano in Philopf. i.i S. op. Tom iti. pag. 4.J. Ved. apprclTo al . j / (**) E prcbal'ile che tale fiatua fovente fia fiata copiata e forf in una figura della
cke Pclidcto fefo cos la chia, che la form fecondo la regola delle proporzioni , e della fimmetria delle parti , che aveva efpofte in un libro intitolato parimente // canone , oflia la regola Tzetze Ckil. 6. /lift. tgt. verf. ^2j. dice che anche una di lui pittura ferviva di regola ai pittori {a} eie. De dar. crai. cap. So. num. zg.
fcrive
e
196
jT.
Greci
,
Molte
altre
LIB. IX.
bronzo
CAP.
JI.
due Canefore
Cerere
lade
di
e di altre divinit
un
baflb-rilievo di terra-cotta
che io ho pubblicate
(b)
portate a
jf.
Roma
rende pi probabile
di
la
mia congettura
(a)
18.
Copia d'un'aitr'opera
Policleto potrebb'efTere
(b)
,
altres
rapprefentante un
.
fanciullo che
morde
il
'AcpxyaXtXofTis
giuocanti
ai
dadi
(e)
l'amico d'Achille
al
il
giuoco de'dadi
l'uccife {d)
,
.
compagno Clifonimo involontariamente Un dado veduto nella mano della figura mancante
gerito
al
,
mi ha
fug-
ro
(e)
difficilifimo
ad intenderfi
{e)
rono
(,a)
nell'arte
il
padre loro
(i)
jf.
ig. Sco:
nomina una
cleto
.
ant.ined. num.iS z. ih) Cic. in Verr. aci. 2. Uh. 4. cap. J. (a) Dione Grifoftomo Orat.jv.p. 46 ;.D.
ftatua d'Alcibiade fatta
Monum.
tu
mordi come
i ;
le
donne
.
ed egli rifpofe
refe rap-
da Policavalier
(b)
(e)
Ora
.
in
Londra preflb
il
fig.
Tovi'nley
W)
Plin. ib.^4.. cap. S. feli.ir>. . 2. Apoli. Biii. Uh. 3. cap. 12. in fine,
1.
pag. 22
(e) Abbiamo da Plutarco Apopkthegm. , oper. Tom. il. pag. 1S6.D. , che Alcibiade fanciullo lottando con un altro fanciullo , ed
prefentato Alcibiade nel noftro monumento in quell'atto di mordere ; giacch egli lottava, e non giuncava ai dadi {e) V. Prface la Defcript. des pierr. grav. da. Cab. de Scofch , pag. XV. (f) Plat. in Protagor. up. Tom. I. p. ^28. D. T Parla dei figli di Policleto, fenza norninarli ; e li dice coetanei di Paralo e Santippo, che erano figli di Pericle, come avea detto poco avanti pag. ^i^.princ. Dice vera-
mente
gli
moife una
mano
Quello
che erano di gran lunga inferiori al , merito del loro padre ; ma foggiugne , che eflndo ancor giovani , potea fperarfi che
19.
Scopa
dell' ifoJa
il
di
EC.
Maufoleo
quella
tomba cio
LIB. IX.
Mauor-
CAP.
Scora
II.
morto nell'olimpiade
il
evi.
;
nato
lato orientale
(/')
,
ma
poich Scopa
fecondo que,
fto fcrictor
medefimo
olimpiadi
cio ottant'anni
io
,
non
a
fo
come accordar
Pli-
nio con s
flelTo e
con Vitruvio
ftefFo
mo
giofaceffero col
te
:
tempo ma.ijgiori progreHl nell'arqual rifl;lfonc viene a confermare , chePolicIeto fiorillc nell'olimpiade ixxxvii., come dice Plinio ; poich Platone , fecondo Laerzio /ih. ^. princ. , nacque nell'olimpiade Lxxxviu. , e quando fcrilfe ci , che (i riferito , poteva aver conofciuti i figli di Policlcto ; i qaali per altro doveano gi eflerc avanzati negli anni , mentre egli dice , che
la
veva
ai
tempi di Simonidc
Teflagli.1 era
di Paro , ma erano forf amendue filofofi . Vegg. Laerzio lib. 2. fegm. 2/. , e ivi Menagio Tom. il. pag. H4.. , Leopardi Emendai, lib. ^. cap. 14. Un altro , che era meccanico, e che viveva probabilmente intorno allo ftelfo tempo , lo nomina Vitruvio /. p.
erano padre
gran lunga inferiori al merito del paragone , che non ( farebbe potuto fare fc non data qualche proporzione di
di
:
cap. g. Per conciliare la detta contradtzione io direi , o che in luogo di Scopa , che Plinio mette nell'olimpiaSe Lxxxvrr. , fi pofTa collocare altro artifta , che per affinit di no-
et . fi) Affai vantaggiofo giudizio delle opere di Policleto portarono gli antichi , e fpecialmentc Paufania Uh. z. cav. 2-'. pag. :74.& alibi, il quale lo riconobbe eziandio per valente architetto , ed autore d'un ben intefo teatro, e di una bella fabbrica rotonda pref-
Ca (lato dall'amanuenfe mutato in queoppure f ammettiamo per giufta la lezione direi, o che fiano due diverfi artifti dello ftelTo nome , o che Plinio abbia per inavvertenza nominato Scopa al luogo citato in vece di nominarlo poco appreffo dopo
flo
;
me
Praffitelc.
fi
Qualunque
,
di quefte conciliazioni
fo gli Epidaurj . Piacevole ftata la maniera , con cui racconra Eiiano Variar, fiiji. lib. T4.. cap. S. elTerli Policleto prefo gabbo degli Urani giulizj del volgo . Fece egli due ftatue , una in fecrcto , fecondo i principi
dell'arte
l'altra in un luogo aperto , met; tendo in efccuzione nel lavorarla tutt" i fugcerimenti di coloro , che entravano a vederEfporte alla fine amenduc al pubblico , la d'una voce comune fu fommamentc lodata la prima , derila e bialmata la feconda Allora rifpoC Policleto la ftatua che s biafimate , la voftra ; quella che si lodate la mia [ AU'oppofto Fidia , che tenne lo fteffb metodo nel fare il fuo Giove Olimpico riport molto vantaggio anche dai giudizj Luciano Pro imagin. .14. oper, del volgo
. .
:
io foflengo , che lo Paro , di cui tratta 'Winkelmann , abbia veramente vilfuto nell'olimpiade evi. Primieramente , perch in qucft'epoca fi accordano Vitruvio , e Plinio , e noQ molro f ne allontanerebbe Paufania , fecondo cui nell'anno primo dopo l'olimpiade xcvi. direlfe la fabbrica d'un tempio , corne In fecondo luogo , Plidir qui appreflb fi nio lib. ^6. cap. j. feci. 4. %. 7. ove tratta a lungo di Scopa , difcorrcndone coerentemente all'epoca dell' olimpiade evi. , lo novera fra gli artifH , che hanno fiorito dopo Praffitele , cui dice Uh. ^4. cap. S.fcB. ip. princ.
voglia ammettere
dell' ifola di
Scopa
Tom.
(a) (5)
ri.
lib.
pag. 4.gz.
7.
inpnfat.
^6. cap. f. feci. 4. . g. (t) id. lib. J4. e. ..feci. /j. . /. (a) Gli Scopa fono flati varj . Uno ne vilib.
aver fiorito nell'olimpiade ci v. In terzo luogo , numerando le di lui opere nel cirato . 7. dice Plinio , che la Venere nuda fatta da lui , e porta nel tempio di Bruto Callaico , era pi eccellente della Venere di Prafllrelc a Gnido , febbene in Roma non folfc olfcrvata a para^ionc di quella celeberrima in tutto il inondo Cecine intendo Plinio l.tic. ^.j. 7. S,
19S
LIB. IX.
Greci
(a)
altri (Z),
(e)
maggiore, elTendo
de evi.
(a)
;
flato
oltre di che
non fono
colonne
e
ma
gli
diffi-
colt
fcapo (i)
pezzo folo
colonna
(2)
furto della
jf.
20.
La
fcnra la (piegazione , che vi d il fignor Bronota anneflavi nella fua edizione , e non rapendovi trovare la contradizione , che vi trova il fignor Falconet nelle fue note
tier nella
allo fteflo
luogo
ceuvr.
fegg. )
e che fola
,
qualunque paefe ove fofTe fiata collocata il che fa ben capire che lo ftile di Scopa folTe migliore o non inferiore almeno a quello di Praflltele , e per conft'guenza non ma o contemaveffe vivuto prima di lui poraneamente, o dopo. Per ultimo, Plinio
, , ;
nomina
fare
di
lui
,
gli ornati
;
emoli , o baffi
competitori nel
al
rilievi
Maufoleo
contradizloni che ne rifultavano f Piuttoflo fignor Heyne poteva dire , che eiTcndo il {lato fatto quel tempio nello fpazio di 110. anni , come dice Plinio loc, cit. intendendo del vecchio tempio , e non indicandofi in che anno vi abbia lavorato Scopa , non ci farebbe contraJizionc alcuna ; avendovi anche poruto lavorare qucH'arrifta circa l'olimpiade ixxxvn. , in cui lo mette Plinio , f non oflafie ci che ho detto alla pagina antecedente , nota A. (b) Io non fo quale Icrittore avrebbe potuto dire colum <s. uno e fcapo , colonne d'un fuflo folo , per dire colonne tutte d'un pez.
fuddetto
le altre
in quello
cofe accennate , opere , parla tanto chiaramente , e con tal dettaglio , che non pu crederf abbia errato , o prsf le notizie da altri fcrittori fen-
zo
del
Molto meno
:6.
,
oualc Uh.
Toro
crederci ci di Plinio , il ca". f.fiS. 4. .io. parlando ora di Farnefe , per dire che era
za
riflettere
e. if-o.pag.jyt, feqq. (i) Polcn. Dfferta\. [opra al Tempio di Diana d'Efefo , Saggi ai dijfert. dell Accad. di Cortona , Tom. 1. (e) Plip. /. s;6. e. 14. feci. zi. \ Cos pretende Salmafio loc. cit. pag. j? i. D. che debba emendarfi Plinio lenza darne ragioni , quando la vera lezione fcmpre fiata calati , una a Scopa ; come offetva anche Poleni loc. cit. IX. pag. 14. (a) In quefla olimpiade fu bruciato da Eroftraro nella fletfa notte , in cui nacque AlcHardro il Grande col favore del quale fu riedificato in appreflo Ved. Salmaiio loc. cit. pag. /r/. (i) Il fignor Heyne non approva quella correzione del teflo di Plinio , e crede piuttofro che quefto forico avendo fott'occhio diverfi autori , abbia da tutti copiato ci che faceva al fuo ptcpofito fenza far cafo delle
, . ,
, ha detto, ex eodem lapide; Laocoonte .jr., ex uno lapide: come avrebbe detto Paufania HI). K. cap. ^7. pag, tf-T f ; Iri ir' l/ittat y'Uv e Jo/ido Cf
E poi era forf cofa particounico lapide lare , e maravigliofa da farfi notare , che in cento ventifette colonne , le quali adornavano quel tempio famofffimo, trentafei erano tutte intiere , e d'un fol pezzo, quando in tutta la Grecia far fiata cofa ordinaria il vederne J Bens Plinio accrcfccva pregio a quel tempio col dire, che delle jtf. colonne lavorate, forf nei capitelli , con ornati , o baffi rilievi ( come deve fpicgarfi la parola cdats, , non tagliate , come fpiega Vinkelmann ) una era opera di Scopa , ar.
tifla
celebratffimo.
(z) Scopa lavor eziandio in bronzo , e fu inoltre architetto . Una fua Venere in bronzo , che chiamoffii Venere popolare , fe-
dente fu di un capro parimenti di bronzo, vicn ricordata da Paufania li!>. 6. cap. zj. pag. fi6.', il quale rammenta pure due temrj da lui architettati , quello d'Efculapio,
EC.
di
I99 Scopa,
^^^' ^^'
20.
da
altri di
(a)
a cui
,
pur
l'attribuifce
un greco epiftef-
gramma
(/>)
Se la
Niobe
di cui parla
Plinio, quella
suaNiob.
Roma,
pi verofimilmente
,
pu
il
,
crederfi di
efTendone
mento
nelle figlie di
;
Niobe
e
,
di quella femplicit
poich veggonf
in
Roma
Niobe
Medici
,
credafi
(a)
noa
nafce
,
perde punto
l'argomento da
folTe la
me
addotto
Ma
un dubbio
dezza
che diverfa
Niobe rammentata da
Plinio
in
Roma
fi
da cui fu ricavata in
prefente
.
vede
ne trovi l'originale
flile
(b)
Or
,
tale terta
ha
pofleriore
,
e de' tempi di
Prassitele
L'incafi^atura dell'
occhio
e le fovracciglia
,
molto
taglienti
ivi
fono ritondate e
in Belvedere (e)
il
;
nella tefta di
Meleagro
il
padre
con maggior
fi-
capelli
onde non
improbabile
di quella
.
tefta
un frammento
Niobe,
21.
jT.
t. cap. zS. pag. jS. , d'altro di Minerva a Tcgca , ibid. cap.4S. P^i- 6 OS- [ Nota Paufan la in quello luogo, che fu reftaurato qacfto tempio forco la direzione di Scopa nell'anno primo dopo l'olimpiade xcvi. Fra le altre opere celebri di lui Plinio /. j6.
lli.
e.
Do-
fatta da migliori oricfeguita da diverfi artefici pi o meno buoni , e forf anche aggiuntevi da Si pu queft quelle figure tanto inferiori dare inoltre , ch'elleno fieno in parte rilavorate ne' balli tempi , e ftorpiate tanto coi
j.fid.
4.. .
7.
uomini
di cui credefi
fi^ig.i
una copia
moderni
nientino , ficcome ho gi notato Copra alla 18. not. B. (j) Plin. lih.:^6. Cdp.f.fea.4. . 8. (A) Antkol. ab. 4. cap. p. n. 1. (a) Cos pretende il (ignor Metrgs nelle due lettere a monfignor FaBroni , inferite nel Tomoli, delle fue opere ; fcrivendo nella prima i^-pag.y, Potrebbe prcnderC piut:
che cogli antichi reftauri fatti , avanti che fodero difotterrate . (b) In Inghilterra (e) Mercurio , come pi volte fi detto avanti Mengs loc. eh. pag. 1 1 .n.j. nega a Winkelmann la differenza notabile , che tro.
.
va nelle fopracciglla della Niobe , e dell'altra tcfla , di cui fi ha il gelfo in Roma . (d) Tutto quello bel difcorfo del iioftro Autore qui 1 e nel Trattato prdim. ai mon.
200
$.
LIB. IX.
Dovea
,
tal
gruppo
>
oltre la
Greci Niobe e
,
'1
di lei
mafi.
rito
Anfione
;
figli
e altrettante
GAP.
II.
glie
ma
dei
vi
mancano
di Firenze
,
di quelli
che di quefte
Due
che
figli
atleti nel-
la galleria
fi
tali
furono creduti
le
fin d'allora
difotterrarono
;
tele
tro-
nome
tali
pubblicate
ne furono
fcavate nel
le figure
;
rame
del quale la
ftampa
molto
furono
probabilmente perch
,
ftatue
medefimo luogo
di
che
le altre
pervenuteci figu-
re del
gruppo
IV.pag.
Niobe
,
come
ca
ripetuto da monlgnor Fabroni nella dilTcrtazione fu quelle ftatue , eliik'nti ora nel quinto gabinetto della galleria Granducale a Firenze , come li detto pi volte , reit len^a fondainento; eflendoli fatto oflervare qui ^-vant pag.i q7. not. A. , che Scopa e (lato poitcriove , o al pi contemporaneo a Prafltele ; e niente a lui inferiore per merito , del quale fi hanno altre tcftimonianze di autori preilo Giunio
ant. Clip.
Catttlog. archit. ec.p.
i
LXXI.
greco
Ephaph.zS. che pu a lui attribuifcono un gruppo di Niobe che ofricavarfi una forre congettura da ci
,
e quella d'Aufonio
feiv il fignor Men^s nella detta piima lettera , pag. 6. ; cio , che la tefta della Niobe uguale ( e principalmente nella capigliatura )
alla tefta
}6.feg.
Una
tale
ugua-
lere
glianza di merito in que due attilli pu efl1:ata la ragione , per cui , non citante
fi
molto bella della Venere del Vaticano , ora nel Mufeo Pio-Clementino ; tefta, che certamente la fua , non ciTendole mai ftata ftaccata Quefta Venere , foggiugne cgli , certamente copia d'altra migliore ; e 2, Madrid nel naie palazzo fi conferva una te.
averter in Roma tante opere conofciute dell'uno , e dell'altro ; pure non fi fapclk a chi di clli attribuire la Niobe colli figli , di cui parla Plinio N io pollo fupporre , come fa Winkelmann , che Scopa, e Prafltele abbiano entrambi lavorato un gruppo di Niobe , e che quefti gruppi forteto in Roma l'uno , e l'altro , poich Plinio l'avrebbe detto ; e tanto maggiormente , che nel 1.^4cap. S.feci.ig. %. z6. e fegg. numera a parte gli artifti diverfi , che aveano rapprefcntato lo credo bens che la fagli fleffi foggetti vola di Niobe forte replicata in pi luoghi per mano di altri artifti , come ha gi notato il fig. Lanzi nella pi volte citata dcfcrizione della ftddetta galleria, art. i. e. j. , nel Giornale de' Letterati Tomo XLVIL anno 1781. pag.76., arguendolo da due ftatue nel mufeo Capitolino , delle quali poflono vederfi le Capt. Tom. ni. figure prelfo Bottari Tav. 4.2. , da una di cafa Colonna , forf la pi bella di tutte , da un'altra di proporzione
che
ma di una fta ad erta in tutto fimiliflma perfezione tanto maggiore , che non vi refta comparazione Or lccomc provato che quella ftatua di Venere copia della Venere di Prarttcle a Guido , come ho notato qui avanti pag. 1 gz. not. a. ; cos noi portiamo argomentare , che la Niobe , a quella (omigliante , fia anche opera di Prafltele : e dalla bellezza della tefta di Madrid , che potrebbe
, .
Venere
di
Gnido
quella
,
pof^
fiamo inferire
che
la
,
inferiore in bellezza
Niobe a come lo
molto
fia
la tefta della
Venere
altro
del
Mufeo Pio-Clemcntino
non
che una copia dell'originale Niobe del medefimo artifta , fc non fi vuol credere lo
originale Se ne veggono le figure preflo il Gori Muf. Florent. StaCut , Tab.j^. 74.. , e prefla Fabroni nella citata dirtertazione , Tav. 16., unitamente a tutte le ftatue delta detta Niobe Quefto celebre fcrittorc s' impegna alla pag. I ff.e 20. a foftenere , che tal gruppo le appartenga 11 fignor Lanzi t.cit. pag. 18 z. rifpetta quefta opinione , ma non l'adotta (b) Quella del vinto fi crede comunemente antica ; l'altra fecondo alcuni piofelfori ritocca , fecondo altri moderna , ma lavoftertD
.
(a')
Muf
,
minore nella villa Albani e finahnente dalle due di Verona e d' Inghilterra ma per riguardo al gruppo di Firenze io lo crederei originale , o almeno copia di quello di Prafl, ;
tlc
rata egregiamente
EC.
201 Ci pure
tra
i
=
fecondo
la
quale
maggiori
LIB. IX.
fi-
CAP. K.
Niobc furono da Apollo faettati quando fi efercitavano a cavalcare ne' campi e i pi giovani mentre fra di 11 conofcitore vi fcorge in oltre una foloro lottavano (a)
,
.
migiianza di
ftile
tra quefie
f
fi
due
e le altre
Aggiungafi che,
lottatori
,
folTer voluti in
avrebbe
efi
rartifi:a
chie
fti
giacch
come
figli
pancrazia-
far folcano
(b)
di
Niobe pu
(e)
chiamarfi un symplegma
confimili lottatori
col qual
nome chiama
,
Plinio
due
,
lavorati
;
da Cefissodoro
ed
altri
due
opera
d'
Eliodoro
Ai
ma non pu
fra
di
mai
loro
tal
,
nome convenire
cavallo
, ,
due
il
figure in
(d)
la
.
piedi vicine
figli
ficcome pretendeva
il
Gori
fotto del
quale
polvere
flefla
che
il
calpefi:io folleva
fi:ata dallo
(b)
.
fu
cui
il
cavallo s'appoggia
ftraniero rapprefenta
nello fleflo
modo
villa
ve-
ftite
fono due
,
fimili figure fu
un b iflx)-rilievo della
Bor-
ghefe
me
pubblica-
fra
erano deftinati
alla
^ ^
IL
Ce
.
jf.
22. Nel-
W) MomfAac.Diar.tal.cap.p.pag.t^p.
(a) Ovidio Mecam.lili. 6. verfzii.feg". (bj ^iercar. De arte gymnaft. ili.2. cg!" (0 lib.i. cap. f.fea. 4. . 6. & io. (<J) Muf. Eir. Tom. il. infine , Tab zoo. fag. 4.^8. (b^ Intorno ad elfo cos fcrive il (g. Lanz
cavallo ch'era in Roma aggruppato con le {^acue .'' Ni^bt, qui pollo feparaiamcntc da ogni al'ro pci^
'-ag.
:
luogo, non aveva rapporto a quella favoNon elio un cavallo , come credcla vafi , che fcoilb il cavaliere redi in fua baHa Le redini ftrette al petto fan conolccre che vi era una mano , che ve le teneva oberoe , bligare ; e forf era un Caftore , o altro
.
loc.
eh. cap. 6.
^S.
Il
vedcli in quegli del Quirinale ; a' quali finiile nella molTa , e tanto vicino nel merito della fcultura . (t) Mon. ant. ined. nitm. Sg,
come
tanto
zo
Trovato in
altro
tempo
ed in altro
vtrf.
Si'
202
$. 22.
LIB. IX te trovate
fteffa
,
Greci
Roma
fono
la
fia-
favola
CAP.
li
e Pirro
Ligorio
n'era
il
lavoro
Lo
fteffb
Pembroke
Wilton
in Inghilterra,
fere llato
ftimatoapefo, poich
.
ci avvifa
23.
al dir
PiTTAGORA
di
Reggio
,
nella
Magna Grecia
il
pri-
mo
di Plinio {h)
Pu
tal
nare
l'et
d'una fiatua
e diffatti alcune
nelle quali
,
pur
i
ravvi-
hanno
capel-
che
peli delle
linearmente difpofti
etrufche. Tali fono due ftatue nella fala del palazzo Farnefe,
fra le
pi belle di
Roma
ed hanno
,
capelli lavorati
con quella
affettazione e ftentatezza
erafi
che
Anche
la capigliatura
.
come appare
dalla
primo a
con maggior franchezza e diligenza , ne pu conchiudere che le ftatue , le quali hanno una cafare
capelli
e Stat. ec,
(a) e rapprcfentata parimente fu di una bclla urna del Mufco Pio-Clementino , di cui poflono vederli le figure , e la defcrizione preffo Fabroni nella citata Diirertazlone .
i) lib. 34.. cap. 8. fca.ig. . 4. U) Secondo Plinio Pittagora fu
il
ad efprimere colta maggior diligenza non folamentc i capelli , ma ancora le vene e i nei-vi Lavor egli anche in bronzo II coc.
chio di Cratiftenc cireneo l' iftedo Cratlftene con una Vittoria furono da lui fatti ia quefto metallo Pauf. Uh. 6. cap, 1 8.p. 49 S' //;;. ^a.
, .
primo
o ben anche
non debbano
ciederfi
pofteriori a
....
EC.
alla
20^
LlB. IX.
greca
e a quelt indi-
che
il
gruppo
.
della
Niobe
Ctefilao...
lavoro
jT.
Scopa
gli
,
24.
Fra
artifti di
altri
Ctesilao
premio per
di
le llatue delle
.
tempio
Diana
,
in Efefo
Amazcritici non
,
hanno
fin
ora Ctesila
d'una perfona
fiefla
tanto
dove rammenta lo
.
fcultore
2j.
II
La pi conofciuta
un
delle
I
opere
!
di
Ctesilao era
,
la ...fuoTuppo
Itatua d
uomo
rento
probabilmente un eroe
fo
Gladiatore
cui moribondo.
comprender
fojjit ntelligi
hi quo
quantum
reftet
anim(t)
Siccome,
al riferir
,
di Pli-
nio (e)
le
perch fapea
vero-
perfone
fimile che
volendo eternare
propria memoria
abbia lafcia.
to
dopo di s opere rifguardanti foggetti vili e baffi Ci come molti fanpollo non fembra doverfi a lui attribuire no il cos detto Gladiator moribondo (d) poich rappre, ,
,
C
;jora
e 2
fenta
(a; Tra le i>atue di bromo fatte da Pittache vengono lodate da Plinio loc. eh., , una era di un uomo , clic zoppicava , della cui pianga paveva che fentiirero il dolore quelli tziandlo , che lo guardavano; e l'altra un Apollo , che uccideva a colpi di faette un fcrpente. Nel primo io riconofccrei un Filottete
,
di cui
parlato nel
Tomo i.
;>.^^i?.
fcrpente Pitone , anzich un Apollo Saurottono , o animazxa lucertole , come pretende l'Arduino nelle emendazioni al detto libro , n. Xll. Se tale folle flato , Plinio lo avrebbe chiamato Saurottono , come chiama quello di PralTitele , e non avrebbe detto in plurale , Ved. al Cafagictis confici , a colpi di /jfff e p feguentc i.ij- , e Lib.Xl. Caponi.
.
Elio appunto zoppicava addolorato , per effere (iato morfirato da un ferpe , come a lungo pu vcdcri preffo del noflro Autore
.';?.
...
Mon.
ant. ined. Par. il. cap. J- P-i Ss- figg- e Ralfci nella dilTcrtazione fu di un baffo rilievo della villa Albani , di cui ho parlato alla enzpag. ^^S. Nell'altro crederei che folfe piuttofto rapprefcntato Apollo , che uccide il
^"C, cit, .
cit.
14.
(e) loc.
(d) Quefto farebbe al pi una copia , perche l'originale di Ctefilao era in bronzo, Phn. loc. eie.
204
LIB. IX.
Grhci
ha menata una
dalla
come appare
(a)
al
.
dal volto
GAP.
mano
e giace
{Iniftra
II.
Ha
quelli
legata con un
,
fotto
il
mento intorno
,
nodo fu uno
feudo ovale
fu
.
cui
due pezzi
diatore
ti
,
(b)
Non pu
,
perch
mentre
Greci
igno-
(e)
ancora perch
,
nefTuno fcultore
capace
di fare
una fimile
fl-atua
avrebbe
mai voluto
fuoi lavori
,
lafciar
dopo
di
se,
come uno
.
de' pi pregevoli
la figura
diatore
mile
jf,
al
non avrebbe punto che fare quel corno ricurvo lituo de'Romani che fpezzato Ila fotto di lui (e)
,
li.
26.
a quefto
pico
(
gli
araldi
,
odia
banditori
al
Kip(jKis
ne'
,
portavano
.
collo
ima corda
e
,
quelli araldi
che faceva
fuo
:
uffizio
quantunque
ne fnonajje
corno
,
ne ave/Je la corda
Oy9' vTToraLh.Ti'lyyw
oSt' vaJ'ii'yfJiciT
i^^y
j),
(a)
2 7- E qui
(a) Sta nel mufeo Capitolino ; e pofTono Vederfene le figure prelTo Bottati nella deferiTiene di quel mufco Tom. ni. Tav. 67. 6S. lAi'Xci Raccolta di ftatue , Tav. 6y., Moinfaucon Antiq.expl. Tom. ni. par. il.pl.iff.
(e) Nel refiaurarlo gliene hanno aggiunto un altro accanto alla mano delira anch'clTa moderna con quella parte di bafe fu cui appoggia ; e credefi opera di Michelangelo
, ,
Buonarruoti. ufo fra Greci da tempi antichiffimi , e principalmente in occafione di funerali , come prova Ateneo /i6. 4.. cap. 1 i. p.i S4. feg. ;nia certamente non i era percil Era pi in ufo la monomachia, tanto furore o duello , in ifpecie per decidere per mezzo di cfl'o in perfona dei capitani degli eferriti della frte di due popoli , fenza venire a battaglia formale , come nota lo fteflb Ateneo ; e abbiamo di Piuaco , che vi fi diftinie
(e)
in
i
.
Laerzio Hi. i fegm.74., Polieno Strattg. lib.i. cap. z;. quelta (d) Non fo valutare pi che tanto artiltl ragione ; poich nclluno de' pi bravi ha mai avuco difficolta di fave le Itatue dei Urccia, vincitori nei tanti altri giuochi della i quali non erano Compre pcvlone delle piu dilonore dilHntc ; n hanno creduto farli un dei porci , e col far dei cani , delle vacche , Molto meno doveaaltri loggerti baili
.
tanti
Erano
lavori vent-
._
pag.i ?/ '" il quale , /oc. eh. , vuol rarprcfcntato in quella hgura un gladiatore , dice che le trombe li ulavano Ci vero ; ma icrvivano tali fpettacoli per dare il fegno del cominciamento , noa
(e) Bortari
,
fiie
(a) Poli.
Onom.
lib.
4. cap.i z.figm.gz.
C.
20J
(a)
,
27.
E qui
cio
LJB. IX.
GAP.
II.
flmiglianza
to fegno
i
che
tal
corda
,
fi
ftringefiero
al
banditori
non
fi
venifTe a
la
lode
data nell'ilcrizione ad Archia confiila in ci ch'egli nel pubblicare l'adunanza de' giuochi olimpici
non
fi
avefle bilogno di
corno n
23.
,
di
corda
ma
facefie
da
tutti chia-
ramente intendere
$.
olimpici
che da un elercito
.
all'altro
o da una in
Di quelb non leggefi mai che ufafma portavano un caduceo quale avealo Giafero il corno e tafone (h) per moftrare che pacifico approdava in Coleo
un'altra citt l^edivanfi
, ,
;
mano
il
caduceo
per indicare
nato
il
al
tempo
'1
ftefib la
ngj^
guerra e la nace
onde era
e
proi^erbio:
tb cTjpt;
w
,
xHpyxs/ov
da
TrfATrue {e)
caduceo
oftia oiferir
,
pace
guerra
me
pubblica-
vedefi dipinto
uno
di quefti araldi
,
Talora
gli aral-
di
(a) Hefych. v. 'Ara/'>fT (a) Credo clic per ouciLa ragione quelli , che recitavano in pubblico delle compollzioni ad alta voce , fi aringelTero pure il collo
cercavano di gettare un laccio al collo , o ad altra parte deilavverfario , che fuggiva , per
co-;i
arreftarlo
fi
Ma
come
4.1
"
io intendo
Marziale
// // p veler callo ?
.
doveva prima provate per qual ragione a quelb gladiatori convenp il corno , come (i e detto poj^nzi , del quale non parla rifiets. Ifidoro ; e in fj.ondo luogo dovea
tenza
,-
on
lia
j; ,^.'^;^
^^
^^^
f,.,^_^
particolare
forma come di
di
abare Bracci
il
Winkelmann
un circo do la fpieeazione
nella fua Differta:^ionefopra votivo , ec. pref. pag. 7. , fegiiicandi Bottari ioc. cit.
modo
1
{i)
ApoUon. A'gon.
4..
ii. i. verf.
vuol che fu
pag.
n S.
pj.
[
pritic
.
Come
.apicolina alfolutafi riconolca nella flatua mente un gladiator laquea'io , di quelli cio,
ufato an^l.e
(jd)
dai
Romani
GcUio No.
27.
ant. p.
Trau.prd, ai Man.
wrr XXXf^,
206
=
Greci
,
di
ri
>-p(U/Ma7-$
offia
,
apportato-
J-IB.IX.
CAP.II.
afta
fupremo
,
all'elercito
portavano un'
m(vU
{a)
e quafi
una
fpe-
eie di vefllJo
perfona
la
probabilmente
,
fignificato
ha preflb
Omero
(b)
benda d'Apollo
.
che
allo fcettro
Quando
l'afta intrecciata
Siccome
ai
certi
popoli
barbari
al riferir
mandavano
,
affine di
ammollirne
;
mi
onde
fi
cos probabile,
di meft
,
Greci
gli araldi
,
che ferviano
alla
portaftero un corno e
(a)
.
la
cor-
Forf da quefta
i
trombetti
di
nemico per
araldi
Virgilio
Ettore, dice che inigne era nelle battaglie e pel lituo e per
l'afta:
Et
lituo
pignas
hiftgns
ohhat
&
haja {e)
jf.
29. Po,
ta) Diod. Sic. /.r^. . }i. p.44. {t) Hom. 7/;W. Hi, I. verjf. 14..
Tom.
il.
menta
ve'-ba
quod
:
coque tu-
(e) rluurcli. in Pomp. pag. 6 ^ y. B.[ Parla dei littori , che precedevano l'efcrcito romano vittoriofo colli tafci intrecciati di frondi
di lauro
(,d)
.
li accedurtt
Deipn. Uh. 14. cap. 6. pag. 627.D. (a) Qucfto era da provarli , principalmente dopo aver detto pocanzi , che non Icggefi mai che ufaflero i! corno , ma portalTero il caduceo , e l'afta . Il caduceo Tempre (tato il diftintivo degli araldi quando andavano ad annunziar la pace , come abbiamo da Tucidide lib.
I.
andavano nudi offia difarmati come fcriveva Dione Grifoftomo Orat. ^7. pag. 47^. C. : Caduceacores a diis mijj dicuntur Atque ideo apud nos pax a caduceatoribus annunciatur : bella autem fere pleraque non denunciata geruntur Et nudi Icgatione funguntur ad armatos pr pace , ncque
perci
clTi
. .
cap. alt.
ivi lo Scoliafte
gre-
co
Servio
ad JEnd.
lb. 4.
\.
242.
;
con-
cordemente a
per intimare la guerra era una lancia , fecondo Polibio loc. cit. E ficcomc fi aveano per perfone fagre , quafi mandate dagli dei , non potevano efscrc oftefi dai nemici , n cll potevano in modo alcuno offendere quelli ; Diodoro Hb. s. . 7J-. pag. ^dt. : Mercuri! inventioni attribuunt caduceatcrum legationcs in bellis i pacificaciones i:em , ii fadcrum libatutti gli altri fcrittoti
illorum quemquam injuria licet affcere^ ,_ ut qui deorum fnt minijlri , quicumque amici tit nuntii funt Non avranno per confeguenza portato feudo , che arma difenfiva ; ne la fpada , che ofTenfiva onde potrebbe crederli , che anche la figura fu quel vafo citato da
. :
Vt'inkelmann tutt'altro rapprefentalTe , che un caduceatore , f il vafo di greco lavoro, perch appunto ha la fpada al fianco . Per quanto poi fi rileva da Polluce Hb. 4. cap. 12. fcgm. p4. gli araldi non ufavano corno , raa la voce (bltanto . (e) Mneid. Uh. 6. v. 1 67.
EC.
207
fta-'
29.
^^^y^CAP.
II.
moribondo
Quantunque
di
me
baftar
,
debba d'aver
fatti
che caratterizzano u
dal vero-
araldo
fmile
pur mi luflngo
(a)
Tebe
citt
eranf rifugiati
Fu quello Coprea
,
il
greca mitologia
in
e ogni
anno rinnovavafi
le
memoria
,
Atene
per
d'An-
temocrito araldo
quefto delitto
degli dei
,
,
quali per
come
la
,
(e)
provarono lo sdegno
il
.
onde
loro citt
malgrado tutto
favore del
mentovato Adriano
riforgere (a)
jf.
30.
Mi-
ca)
[
ApoUod.
B'ibl.
l'ib.
j. c.j. . 7. p.
6(1.
co non park
Quefti fu uccifo ftando col (uo padrone fu liri cocchio , ed era femplicc di lui prcconc ;
o almeno non fu uccifo in qualit di araldo a qualche popolo Quindi non vedo ragione , pcr cui meriralTe una ftatua ; n Apollodoro rileva alcun di lui merito (A) Philoftr. V'u.fophift, Ub.z.cap. i. n-s. .
di tale ftatua , e dice foltanto i che fu fepolto Antemocrito per pubblico decreto prcflb la porta Triala d'Atene , e Paufania loc. eh. fcrivc , che gli fu eretto un cipp per memoria In fecondo luogo la no.
V<^S-
SSO-
1. cap. 6. pag. 8. (a) Eflcndo ftato' Antemoctito mandato araldo da Pericle , fecondo la teftimonianza di Plurarco in Pericle , pag. 1 68. E. , fi farcbbe potuto credere con qualche fondamento, che gli folle fatta inalzare una llatua da quel capitano , che era tanto portato per le arti , come fi veduto alla pag. 1 SS. . 6. , e che forte quella l'opera di Cccfiiao lodata da Plinio poich egli fece la ftatua dello ftcffo Pericle, come fi e anche accennato da ^'in-
(e) lib.
Quelta ai teP e l' ha il di lui erme col nome nel Mufeo Pio-Clementino ; e abbiamo da Ateneo lib.i j. e. -pag-S^S- > che l'ufo di raderla non s'introdulle in Gref non ai eia , e nominatamente in Atene tempi di Aleffandro il Grande , il ^"^'^ ' *} dir di Plutarco in Thefeo , pag. J.B. , .ni il primo, che la fece radere ai fuoi foloati, atfinch con erta non dcflero prefa ai nemiTaluno forf mi rifponder , che la noci f non ha barba , ha le bafettc , (tra ftatua o muftacci le quali elfendo (tate in ufo prclftra ftatua
non ha barba
fi
di Pericle
ancor
porrava
fo
ci
barbari
a quella opinione altre ragioni, oltre le efpoftc qui avanti aella n, a. ii primo luogo , che Plutat.
fervillero di barbari per araldi, e che barbaro fia quello della ftatua. Io non nego un tal ufo prelfo i popoli barbari , e Celfi
polTono
far credere
che
Gre-
li
avendone
le
prove in Dio-
208
jf.
Greci
Mjrone
LIB. IX.
CAP.
Mirone
II.
o uomini
,
Intorno all'ara
edificato da
Augufto a
j
Roma
fui
Palatino
(b)
(a)
lafua vacca
celebrata in
fra
oro lh.j. %.28.pag.gji. , Giulio Cefare beilo gali. lib. j. cap. 14. , SiJonio Apollinee
24.3. , Peliouticr tiit. des Celtes , lib. 2. cap. S. toni. iLpag. iS6. , e ne abbiamo l'tfempio nelle Tavole 1. e iL del antecedente , in cui polTono erederfi rapprefentati due foldati celti , come
De
Panegyr. Major, v.
Tomo
mai
fi
vag.
46.
non per
cre-
Grc-i volellcio picvalerli uffizio ..on poco gclofo 5 e poi rileviamo dal lodato Ateneo nel ii. 6. e. 6. pag.z^4. E. , che erano greci gli araldi , e di una detcrminata famiglia ; n ho inai trovato un efempio in contrario Con tutte le olfervazioni fatte fin qui mi pare che redi affatto dubblcfa l'opinione del noftro Autore Io ne proporr un'altra, che non molto le ne allontana e pare che potrebbe avere qualche apparenza di verit . Sofpetterei pertanto , clie vi folte effigiato un trombetta (partano , il quale l fa con quali
derei
d\z
un
crerietf , che la ftatua foffe eretta al trom-i betta fpartano circa o dopo i tempi d'Aleffandro , ai quali pure conviene il lavoro di effa per la fua eccellenza Potrebbe anche penfarli , che vi folle lapprefentato un armigero , o f^utigero , olfia uno di quei foldati, che accompagnavano capitani , portando loro le armi , e ripaiandoli all'occalone collo feudo dai colpi de' nemici , in quella guifa, che Ajace faceva ripa'o a 'Teucro per falvar, . i
be
lo
Luciano
,
/'/:
Paraf
. .fp.
Tom. 1I.P.S74.
oltre le armi , portavano il corno per chiamare all'ordine del capitano i foMati , e Uno di per dare il ftgno della battaglia
Elfi
.
fegpabto , o che per altra ragione abbia meritata una ftatua Gli eferciti fpartani avevano fuonatori di trombe , e tibie e al loro fuono marciavavano , davano la battaglia , e l ritiravano con ordine, e regola determinata, Tucidide HiJ}. Uh. j. cap. -70. pae. j6o. , Plutarco Lacan, apophthegm. oper. motti, il. pag. zio. in fine , e Lacon. inflit. pag. z^S. B. ^ Luciano De faltat. .20. op. Tom. il. pag. 27^. , Ateneo lib. 14. cap. 6. pag. 627. D. A quefti trombetti conveniva la corda al collo , e conveniva anche lo feudo per ripararli men. i ,
iolidem, quo rion pnjiantior alter Marcemque accendere ..Sire ciere viros , canta Heclorls hic magni fuerat comes , HeHora. crcum Et lituo pugnas injgnis obibat , & hafla ,
.
Mifenum
Chi
fa
che taluno
al
barbaro
o fpartano non fa
fi
di-
il fuo capitano , reftanflandovi anche morto ; e che il apitano per gratitudine gli abbia fatta fare quella llatua
tre facevano il lot-o uffizio Quando in Grecia 'i'ntrodulle di radere la barba , come fi detto, gli Spartani , che erano fra' Greci i pili bravi , per fegno forf di maggior coraggio , e fierezza , "ritennero imuftacci , come abbiamo da Antifane prefl'o Ateneo/. 4. cap. p.pag.t 4_^. princ. , il quale ar>punto viveva ai tempi d'Aleffandro il Grande , fecon.
do lo fleflb Ateneo //i.r j. priic.p.ffj. E fcccme in apprclTo fu comandato , e f ne riprovava ogni anno l'editto dagli Efori , di non pur portarli , al dir di Plutarco De fera nu;n. sitnd. ofer. Tom, il. pag.sso. j potreb-
per immortalarlo (d) Prop. lib. 2. ti. ji. verf. 7, (a) Nel Tomo I. pag.^S?. not. e. ho fpiegato per vacche il boves di Properzio , fupponendo che potclTcro elfere fui modello della famofa vacca Se fi volciTero credere veramente bovi , io non contradirei molto (b) Poifcduta dagli Ateniel , Cicerone in Verr. ac.z. l. 4. c.6c. ; quindi trafportata in Roma, ove fi vedeva nel Foro ancora ai tempi di Procopio , che l'c parla De hello goth. l. 4. cap. 21. ; cio verfo la meta del vi. fco'o. (i) Trentafei epigrammi leggonfi nell'Antologia greca fopra tal vacca Egli e uopo dire che quefta ed altre r pere inlgni di Mitene fieno f^atc pacate piti colle lodi che coi denari poich vilTc cg'i , e mori affai povero Petton. Aib. in Saiyr. pag. ^22,
.
famofa Erinna
di
Lesbo
fu
EC.
LIB. IX.
CAP.
(b)
;
II.
ma
ofTerva
,
con ragione
Io Scaligero (e)
,
che
Anacreonte
ed Erinna
Mi-
RONE
quelli
anzich
nella lxxxvii.
a cui lo
;
fifla
lo non de-
ma
perch ha lavorate
{d)
,
Ecate ad Egina
,
perch
di Paufania {e)
i
era fatta
fuoi lavori,
di
di
Fidia,
Po-
LiCLETo
e de' loro
contemporanei
prio
nome
in
in lettere
pollo
poich pi non
ufavafi ai
far l'ifcrizione
fulla figura
medefima;
Tom.II.
(a) Anthol. Uh. 4. cap. 7. n. 3. 4. ih) Plin. tib. J4. cap. S. feB. i g. ^. ^. (e) Anmad. in Euf. ckron. p. 1 24. [ Non determina l'olimpiade lx. (a) Ateneo iib. 1 7. cap. S pag. /pp. C. , fcrivc , che sbagliava rmcfippo nel dare Saffo per coetanea d'Aracrconte , avendo clFa \ivuto molto tempo avanti (b) Anacreonte giufca l'ollervazione di Bar.
D
.
rone Riguardo alla poete^Ta Erinna , non improbabile che Plinio a quel luogo abbia intcfo di Mirone fcultore ci , che ella dice della poetefla Mirone , di cui paila anche Suida, e in lode della quale per quel fepolcro fece un epigramma in greco , riportate) dall' Arduino al detto luogo di Plinio Cos pen.
fa
nes nella di lui vita premclla alle opere n.V. pag. IX. , nacque nell'olimpiade LV anno il., re di quell'epigramma , nell'attribuire quell' e vifle 8$. anni , Luciano iri Macroh. ^.26. op. opera alla poetelfa , anzich allo fcultore Tom. ni. p.zzS. Potrebbe combinarfi l'et (d) Pzul. Iib. 2. cap. 30. pag. iSo. [Anche di lui con quella di Mirone , dicendo , che Fidia fece una ftatua di Minerva in legno per quello nell'ultimo di fua vita abbia lodata la la citt di Platea , grande quali quanto quelvacca , che queflo poteva aver fatta nell'era di la fatta per gli Atcnicfi , di cui fi parlato circa zf. arni , come oilcrva il lgnor Falcoalla pag. 1^4. net. a. , Paufania Iib. g. cap. 4. net Not.fur le ^4. livre de Plin. c.S. fei.:;f. pag. 71S. auvr. Tom. ni. p. i j6. calcolando che Ana(e) id./. ;. cap. 22. pag. 43 Screonte vivefTe nell' olimpiade lxxii. Egli (e) Quell'argomento proverebbe troppo . per poteva crtcndere di pi l'et d' amen- imperciocch Paufania parla di Lico figlio di due , ellendo arrivato Anacreonte (ir all'o- Mirone, fu un di cui lavoro era una ifcrizitinc limpiade LXXYi. , giufta il detto calcolo di colle lettere fecondo la forma degli antichi Barnes, vale a dire fole xi. olimpiali piima (d) Cicerone in yen. aci. 2.1,4. cap. 43. dcU'epeca , in cui dice Plinio clic fior Mi, . ,
Fabricio Bibl. grs.ca , Tom. I. l. 2. e. i f n. 2S. pag. fsf AU'oppofto Arduiio vuole che abbia errato Erinna , o altri che (a l'autoil
21 o
fima
LI3. IX.
;
Greci
ai
tempi
d'Anacreonte
ir quale ia un altro
,
CAP.
epigramma
fa
menzione
il
II.
fui
no-
me
di colui
che aveala
N
,
v' ragion di
credere che
un pubblico divieto
,
ficcome taluno
la notizia
ha pretefo
di tal
(b)
,
da cui abbiamo
lavoro
a
fatto divieto
il
non parla
Vero
che fu
(a),
negato
Fidia
porre
fuo
,
nome
che
fulla ftatua di
Giove
ma non pu
ge generale
.
quindi
Si
inferirli
una
leg-
pu per ultimo trarre contro Plinio un argomento da lui medefimo che parlando del lavoro de' capelli e de' peli nelle ftatue di Mirone, dice che fatti non gli
,
(*)
;
dal che
ne'
altrimenti
come mai
di
avendo
non
i
cfler inferiore
a'fuoi coetanei,
ravano
;r.
capelli
f avelTe vifTuto
nell'olimpiade lxxxvii.
,
(b)
31.
,
facciamo Mirone
an-
tico
difficilmente s'intender
;
come
nnmeroftor in arte
di
tempo prima
quam Polydetus S'egli fior lungo Policleto come pu aver introdotto nell'arte
,
,
pi armonia di
U)
C/).
lui
(e)
NoSuid. V. 'Ay.rZ
ib not. Kafl.
Fraguier
La gali, de
/.
& pubem
non emen.
'
Ferres
Acai. des
pag. jSS.
che
VI folle
fcritto
Secondo
Ckn. 4.
" itas inflituequam rudis antiqui rat , loc. cit. ' (b) Loftudio, e la premura fua , dice Plinio , era tutta di far bene il corpo delle figure quindi trafcu^ i capelli, e il pube.
'
'
'
anche fulla bafe della Venere in Atene f condo Plutarco in Pericle, pag.160. C. Vegg. pure gli Accademici Ercolaneh De Bropr Tom. I. Tav. 4;. n.j. , Gedoyn Hijl. de Fii. dias , Acad. des Infcnpc. Tom, V. Mm.
,
fciti t
!"'
307,
(e) Senza tante congetture , e argomenti, Winkelmann avfle bene oflervato Pau farla , avrebbe veduto , ch'egli combina con Plinio nel filfare l'epoca di Mirone . Nel /. 6. e. 2. pag. 4/4. fcrive, che gli Spartani dopo
le
EC.
211
LIB. IX.
non
flato
duino
o piuttofto che ha
,
fatto
La parola nwmrofior
artifta
quefto
mio avvifo , qui fignifca che ha portata molt' armonia nell'arte, poich in
a
i
Latini
anzi
numero omerico
In quefto
ove parla
di
An-
tidoto
(a)
D
firruiione dei Perfi in Grecia ( diedero a mantenere , e ad addeftrar cavalli ; nel che Dopo quel poi fupcrarono gli altri Greci
.
d 2
f. 32. Fra
tempo
l
cio
7^. n. B. , e forf qualche olimpiade apprelfo , gia-chc Paufania non indica qjalc toife , cominciarono divcrfi atleti ad addclharc i cavalli per la corfa nei giuochi pnbbliLi . Fra quefti vi {a Licino, il quale volle per la prima volta fervird di pulle detto Wi-pag.
bene l'tb. 14. pag. $4.4. C. In fecondo luogo faremo parola del celebre di lui Difcobolo , offia della ftatua di un giuocatore di difco Il noftro Autore lo avca nominato nella prima edizione , e noi abbiamo gi accennato nel Tom. l.pag.iSg. n. A. , che una
.
copia in
marmo
s
ne
fiata
trovata ultima-
mente
Efquilino . di parlarne
lo di
che
il
Difcobo-
dri
li
ma non avendone
di addeftrate cavalli
avuto buon
cfito
pens
pi adulti , coi quaottenne la vittoria nei giuochi olimpici , e vi dedic due ftatue , opera di Mi:one . Si dia un ragguagho di tempo a tutte queftc cole , e l vcdti , che Mirone viffe veramente intorno all'olimpiade lxxxvii., ove lo riporta Plinio , il di cui racconto anche tanto circoftanziato , che non pu facihnente lupporvili errore . Un altro argomento lo portiamo ttarre da Ciccione De dar. orai. cap. iS. , e da Quintiliano lib. 12. cap. 10. addotto fopra zWipcg. 1S4.. n. B. , ove facendo la ferie cronologica degli ftili
in apprelfo
flava realmente nella molfa , e atteggiamento della ftatua in rnarmo , come anche per far coftarc ad evidenza , che quefta non che una copia di quello . Prcmettafi per , che la detta ftatua tutta antica col difco , e non ha rcftauro , f non che in un pezzo della gamba deftra da fotto il ginocchio fino alla giuntura del piede .
Mirone
Luciano
prima parte dunque noi abbiamo ce lo deicrive in maniera il quale dubitare. co<; precifa da non poterfene pi e Egli dice , che aveva la faccia piegata
Per
la
, ,
quale ha fiorito nella ftcfla epoca , come dir qui appreffo al ^.j :>. p.zi^.. Crederei poi che non andalfe collocato dopo quell'epoca , perocch Akamene , di lui contemporaneo , come ha efpofto \>' inl<c!mann qui avann pjg. pt. fu il primo a fare Ecate triforme ; e Mirone avca fatta d'una fola figura quella citata dallo ftelTo \(inkclmann fecondo Paufania lib. 2. cap. so. pag. i So. {a) P'.in. lib. jj. cap. 1 r. feci. ^0. %. zS. (a) Delle tarte altre opere celebri di Mirone , noi ci contenteremo di nominare cui
,
il
Calamide
difco; che aveva la punta del piede finiftro alquanto ripiegata , e voltata indietro ; e che flava chinato , e incurvato col corpo nell'atto precifamerte di rizzarfi per gettare il difco .
rivolta
il
fine di Si veda la figura , che ne diamo in quefto Tomo Tav. il. quanto bene confronti Bifogner per altro confellare , che mediandovete l'ifpczione della figura fi capifce a manre il fentimento di Luciano , che per
canza
gl'interpreti
in primo luogo le tre ftatue cololfali erette in Samo , rapprefentanti Minerva , Frcole , e Giove . Antonio le trafport a Roma , e Augufio limaud col le due prime , Stra-
non era ftato capito finora dae pu dare dagli annotatori Ecco le di lui parofene la giufta verfione 1. iX. le nel dialogo intitolato Ph/offeudes , Mw tv //rKivovra, op. Tom. 111. pag. 4-;.
di elTa
,
; .
:
?v
</>
t>, ^Vt
Ty itKir.v<fira. Kar ri
LIB. IX.
CAP.
Jl.
Storia dell'Afte presso i Greci jf. Fra gli^fcolari di Mirone Plinio annovera certo 32. Ligio, di cui opera era Ja Ihtua d'un fanciullo che foffiava
nel
nera
Kai
^uvava.T^ire,uii'j /jlt
,
i2
ras ^oxis
hIk
mento
Knttt
ij''
"il
ijrii
Tcr
Mufuvo;
,
fc;M/'eV
quella morta , d un , e per cosi dire , certa azione alle figure , e le anima in qual-
Num
toZt irti J'tUKi^ixtii S x;5.i(t . D/fioio/on (oppure iilam flutuam , qui dijcum jac'u ) dlcis , inquam ego , incur,
che modo . Cosi le mani non devono ertere fatte tutte in una maniera , e devono rapprefentarfi variamente i fembianti. Alcune figure
fia in proche fiede , o s'appoggia altre fono nude , altre veftite , ed altre in parte nude , e in parte veftite . E per
,
adeam
ium
reflexo vultu
.
,
veggonfi nell'atto di
cinto di correre
;
uomo
che
,
iiiiiium
) ,
qus.
difcum fere
( linillro )
paulut in ?
altre
d'uomo
fubrniljb
pede altero
ipfo ftdtim
jaHu
furreciurus
una vdeatur
Nequaquam , inquit ille , quandoquidem & unum ex Myronis operihus eft ilk Difcobolos
quem dis . La parola t </'i JX'.(popoy , che veJuta la figura refta chiara'iieiite fpiegata per la mano , che porca il difjo , riportando infatti la deftra della ftatua il difco dal punto pi lontano , a cui polla rtenierfi r-cll'atco di volerlo (cagliare , avea data la maggior tortura agl'interpreti, e annotato,
ri
Akuni aveaiio rraJotta in ea-n partemj e perci Gefnero nella nota pretendeva iiifulfamente , che la figura guardaTc la meta ( quafi che la meta potell'e "portare il difco ) , avendo prima detto , di non poter credere , che guardallc jjna donna , la quale gli prelentalle il difco Solano , e Reitzio hanno penfato , che debba intenderfi della mano , che porta il dilco ; e la loro congettura ftata confermata dalla ftatua ; ma poi non l combina colla mcdefima il fignor Reitzio , traJuccndo nella (u edizione , di cui ci ferviamo, pauUumfubmiJfo gena altero, le parole api^a cKXi^iTu Tii iTfpM , per inrendere co. 1 .
si
del ginocchio ci
le
come anche
TCif
aveano
.
e traiotte
bene
altri^prinia di lui
Tffoi
altero pcdc
.
piede finiftro Con quefta defcrizione di Luciano potremo avanzarci a far vedere , che lo defcrive eziandio non equivocamente Quintiliano Infl. orat. lih.z. cdp.i 3. Egli vuol provare, che fia bene talvolta di ufcire dallo Itile Iblito , e dall'ordine comune nelle orazioni per dar loro con certa novit 'ina fpecie di rifalto , che
chev' di pi ftorto , e ricercato , o forzato del Difcobolo di Mirone Eppure chi volelle criticarlo , e riprenderlo come un* opera meno giufta , non farebbe vedere che po:o intende l'arte , nella quale principaltriente degna di lode quella iVelfa novit , e di_tii.;olta Expedit [ape mutare ex ilio conftituto , traditoque ordine aliqua , (j" interim decet ut in flatuis , atque piciurls videmus variar habitus , vultus , flatus recli quidem corporis vel minima grjtia efl Nempe enim adverfa fu facies , demi/fa brachia , jundi pcdes , a fummis ad ima. rigens opus : flexus ille , ut fic dixerim , , motus , dat acum quemdam efficlis Ideo nec ad unum modum formate, manus , in vultu mille fpecies Curfum habent quidam , impetumj fedent alia , vel incumbunt ; nuda, hic , illa velata funi ; quidam mlxta ex utroque Quid tam diftortum , 6f e/aboratum, quam eft ille Difcobolos Myronis ? Si quis tamen ut parum recium improbet opus , nonne is ab intelleciu artis abfuerit , in qua vel pr.icipue laudabilis eft illa ivfa novitus , dijpcultas ; In quefto dettaglio di Quintiliano chi non vede prefo di mira il Difcobolo di Mirone ,_ come quello , che nel fuo genere poteva folo dare la miglior prova di quali tutti quei caratteri infoliti , che dagli artifti venivano efpreiri nelle figure ; e che egli comprendeva in poche parole col dire , che figura pi ftorta , e ricercata di quella di Mirone al mondo non v'era ; e ci non oftante non poteva biafimarfi come difettofa
.
verit,
Nam
.
&
&
&
&
&
&
non
difpiace agli uditori . A tal fine adduce il j5aragone degli ftatuarj , e de' pittori , i quali
fovente variano lodevolmente dal folito l'atteggiamento , gli ornamenti , il volto delle figure Imperocch , fcrive , un corpo ritto , e fcnza morta ( come fi veduto nel
.
Per provar quindi , che la ftatua in marmo fui che una copia , fi poifono recare non pochi argomenti , e ragioni , che non lafciano luoM a queftione Tutti gli antichi fcrittoti , che nominano qualche'opcra di Miro-
non
ne
e la rnateria
non.
I. ertere la maggior parte delle figure egiziane ) ha ben poca grazia ; come fc ven^a rapprefentaro col vifo di facciata, colle braccia abbalfate , e ftefe , i piedi uniti , e da
Torno
quefti al capo fia tutta la figura dritta , dura, e come iiiterizzita . All'oppofto quel torci-
parlano di altra materia , che di bronzo . Vegganfene molti riportati da Giunio Catal. archit. ec. pag. izy.feg. Fra quefti , alcuni pare che efcludano ogni altra materia, come Petronio Satyr.p. ^zz. : Myron pene ho' minum animas , ferarumque tire comprehendtrat, eTzcczc Ckil.6,hift. ig^. r. 7J..-
Di
tale ftatua
,
gruppo
che
della Farnefina
,
in cui
LIB. IX.
fotto
un fanciullo,
jf.
CAP.
II.
fu
un ginocchio piegato
me
53. Chiu-
Fabenriirlus VWr.io /. 36. c.^. Tccl. 4. f. to. loda molto una di lui opera in marmo ciiftcnte a Smirne ; ma dice inleme , che la Tua celebrit era pel bronzo , come aveva dilfufa.
pu^vcdcrfi picfTo BrHckero Hijl. tric. ph'iiof. Tom. il. per. il. par. I. Uh. I. cap. il. nell'atrio di un feU. Vili. . 7. p. 6i s-U?,palazzo in Atene , ed era inficme col Dia,
opere in q.iclla materia , vi mctie cfpreflamentc il Dilco'jolo . Lu.'iano finalmente ne parla anch'egli loc. cit. . iS. I p. IO. come di una ftarua di bronzo infieme a varie altre della ftclfa materia .
le
^,<.
e.
g.ftc. ip.'i.
Duncjuc
.
in
e la fta-
tua in marmo altro non far che una copia Per tale fi riconofcc non meno , f fi rifletta, ciie clfa ha qualche parte difettofa ,
o non
lunga
finita,
come
,
il
piede finillro,
;
il
gi-
nocchio dcdro
e che
un
dunicno di Policleto , di cui li parlato alla '^o"'^ ftatuc d'Armodio , e AridoOS- > gitone , nominate alla pag. i gz. r.ot. e. , dopo che furono riportate dalla l'crlia , non fi (a prccifaincnte da chi , come olTerva Meurfio Ceram. gem. e. 1 0. op. Tom. 1. col. 4.8 j. , che peraltro Io ftelTo Luciano nrette nel Foro della citta in Paraf. .^^. op. Tom.rl.p.Sy ^. , fcpSe potcllmo argopur non fono diverfe mentare del fio merito dal lavoro delle copie , fi potrebbe dire , che ne foifc ben lavorato principalmente il corpo , nel lavorare
p.ig.1
'^
.
marmo
,
:
attaccato
fu fca-
reggeva
quando
vara, il braccio ftcfo in alto il che fa.cva certa deformit , la quale non poteva lafciar credere , che un si valente artifta avei: voluto fccgiiere un'azione tanto ftorta, ci eseguirla in una materia , che per regger!! avef-
avuto bifogno d'un tal Ibltegno , il quale deformalfe , e togliclTe in gran parte il merito dell'invenzione Colla fcorta di quella intiera ftatua (lato oflcrvato , che il torfo della llatua nel mufco Capitolino , di cui fi vede la figura nel Tomo iil. di efib mufco , Tavola 6g., reftaurato per un gladiator caduto , altro nonfo/fe, che una copia dello Hello Di fcobolo ; ficcome un altro torfo reflaurato in altra maniera pofleduto gii dal fig Gavino Hamilton in Roma, e pailato ora in Inghilterra Io poi fofpettcrci , che poteffe averfi come una terza copia la ftatua pili confcrvata in molte parti, e perci- pi riconofcibile , della galleria Granducale a Firenze , reftaura'a prima per un Endimionc , e per tale fpicgata dal Gori Muf. Florcnt. Status , Tab. 2 1. , ove ne da la figura ; e in appreffo , come ci avvifa il fignor Lanzi nella dele
la
, .
era pi diligente , come ho il quale Mirone gi notato con Plinio alla pi2g. 21 0. n. s. , di ' ' -'--' -" --' del ^" ai - peli ofic riguardo quello '-''pube , ed ai capelli , che qui fono poco rilevati , e accennati con de' piccoli tratti non molto inLa punta del piede cos cavati nel marmo piegata indietro a prima vifta non pare naturale per uno , che voglia in tal modo acquiMa pure non deve ftar forza , ed elafticita crcderfi un errore dell'artifta. Mirone vedeva gli atleti , e i giuocatori del difco Voleva rapprekntarne uno nel momento di lanciare , e nel punto pi difficile della molfa egli credibile , che uomo tanto efercitato , e maeftro lo facefic a capriccio fenza guardarlo in quell'atto , e che nclfuno fcrittore
. . .
ne rilevaffe
il
difetto
ma
quelli faceflero
i
fcrizionc di quella galleria , an. i par. 2. cap. f. pag. 76. , adattata per un figlio di Niobe unito alle llatue del gruppo , di cui fi parlato qui avanti pag. igp. e fegg. Tante copie , lavorate da buona mano ,
fanno ben conofcrc quanta folle la Rima , che gli antichi facevano dell'originale Elio viine deferi tto da Luciano , come efiftente ancora a' giorni fuo , vale a dire dopo i tempi di Trajano , al principio del fecondo
.
in cui viveva
co-
anzi a ga'"a nel commendarlo , i buoni artifti nel moltiplicarne le copie , ed Romani nell' acquiftaric ? Luciano avr veduti que' giuocatori , e non per quello ha trovato errore nella ftatua , che anzi egli la defcriye colla punra del piede ritorta in quella guifa , come propria d'un giuocatore nel momento di Noi non fapab.arfi , e di avventare il difco piamo la forza degli antichi atleti , e i mezzi , che elTi adopravano per acquiflarne coli' efercizio ; ma dovea certamente clfcr granNe abbiamo tutte le cognizioni degli de antichi artiili per giudicare del merito delle Anche in altre ftatue rinomate loro onere fono voluti trovare dei difetti , che poi fi fi provato in apprello non elTere ftati altro, che difetto di cognizione dell'arte antica , e d'efperienza in chi giudicava Vedi appreflo e Tomo I, al Libro XI. Capo iil. ^. 14- y pag. +Q. , ,,'?::. (d) Ub. J4, cap. i. Jcct, ig,%.t7.
. .
Storia dell'Arte presso i Greci Chiuder quefte mie confiderazioni full' arte di jf. 33. LIB.IX. Fidia e de' fuoi contemporanei (a) con oflervare che a quell' CAP. II. epoca pregiavanfi pi i nuovi che gli antichi lavori all'oppofto di quello che fucceduto immediatamente dopo e
214
che nell'arte
denno
full'
alle
Oflervationi apoteofi
$. 34.
teofi d'
Un
Apo,
i'
Omero
Omero
efiftente nel
palazzo Colonna in
la xciv.
,
Roma
fia
opinione non
fu
fui
lavoro
una fuppofta ortograHa della parola, che ivi fignifica il tempo Vi fi legge dic'egli KI-PONOS, in vece di XP0N02 ;
.
ma
dunque quella
opera
di quell'et
in cui
da Simonide non
.
minard Calamide
parlato pi volte
e
,
Winkelmann ha
delle tre Grazie in marmo porte avanti l'ingrelTo della rocca d'Atene , delle quali palli-
Tomo
I.
pag.^iy.
quefto , alla pag. i oS. princ. , 116. e 181. Paufania ci afficura clic abbia vivuto in queft"epoca , fcrivendo ///-'. ,. cap.^. pag. g. , che nel tempo della guerra pelopon,
jXp.
e in
LaerPlinio lib. ^6. cap.j. feM. 4. ^. 1 , zio lib. z.fcgm. i p. , Paulania ib.i. cap. 22. pag. /^. , lo Scoliafte d'Ariftofane in Nub. ed altri fcritverf. 77/. , Suida v. SufaTt
,
no
tori
Paufania
nelaca fece la ftarua dell'Apollo alelcaco , G avertunco , in Atene , di cui riparleremo nel Lib. XI. Capo iil. . 12. ; e pu confermarf confidcrando i tempi , ne' quali fece varie altre ftatiie , nominate dallo ftelTo Paufania ; come per cfcmpio , una che ne dedic Pindaro, //A.p. cap.i 6.pag.74i , il quale nacque nell'olimpiade lxxv. ; un'altra, di Venere , la dedic Callia atcnicle , il quale, come fcrive lo fteflo Paufania lib. 1. cap. S. T'^g-' 0- > 'k.io. cap. 18. pag.840., viveva dopo la vittoria riportata dai Greci contro de" Perii, e nell'olimpiade Lxx vii. ottenne la vittoria da pancraziafte in Elide , lib. j. e. q. pag. jp. Al principio della ftefTa epoca io metterei fra i celebri artifti anche Socrate l'ateniefe figlio dello fcarpcllino Sofronifco . Egli nacque nell'olimpiade lxxvii. anno iv., e attcfe alla f.ultura anche dopo l'olimpiade
pag. 781. , ferenza di tutti gli altri artifti ; e non fa trovarne la ragione Io crederei che folle per modeftia , fapendof che fin d'allora attendeva alla filofofia . Per quello lavoro poteva Socrate effer chiamato il maeftro della grazia , come lo chiama 'Winkelmann qui avanti pag. II-'. {a) Thucyd. lib. i .cap.71 .pag. 48. princ. [ Racconta Platone in Menone , op. Tom. ri. pag. Q7.D. , che gli fcultori del tempo fuo dicevano , che Declalo farebbe rtato porto in ridicolo , fc avcife lavorato allora fecondo la fua maniera ; la quale peraltro era ftata ftimata prodigiofa una volta Vcgg. qui avanti pag I 6 f. n. i. lat. pag. g. \h') Rcinold Hift. lice. gr. (b) Dice di quel tempo , in cui ufavafi
. . .
&
,
ixxx. prima
par. il.
di
abbandonarli
alla filofofia
e l'altra
per-
il
nom;
dcll'at-
Vesrg. Bruckero Hijior. crit. pk'of. Tom. I. lib. il. cap. il. %. 2. pag. $1^. fig. Si refe celebre principalmente per le ftatue
X.
APXEAA02 AnOAAO-
Ec.
,
aij
che
LIB. IX.
egli fui
opera
j
e di quefto
,
to
ti
(*)
ma
,
ivi
ficcome
GAP.
li.
(a)
leggefi
XPONOS
come
fuole fcriverfi
.
te
(**)
onde
hanno un palmo
piccole
gli
altri
,
d'altezza
vi
fi
e per
perch
ed abbiamo de-
baffi-rilievi
L'appoifovi
nome
dell'ar-
tifa
Archelao
figlio
d'Apollonio
di
lavoro
loro
poi-
gli artifli
,
incidevano
il
nome
.
an-
le
5".
opere
E'
,
alTai
mediocri
come
fi
dir pi fotto
fulla
flato
in
trovato queflo
marmo
cafa
via
Appia
,
preiro
Albano
un luogo detto
,
altre volte
alla
ad Bovillas
Ivi
ed
era
ora. alle
Frattocchk
appartenente
Colonna.
,
anticamente
la villa
dell'imperator Claudio
(a)
.
e forf queflo
la cos detta
Ivi fu
pure fcoperta
a caccia,
da
e diedela poi in
dono
al
mufeo
(*) Leggafi quanto hanno fctitto fulla voSpanhcim De prtft. & ufu numifm. Dijfert. z. %. s- Vg- p6. , Cupcr Schot: nelle efpofizioni che ne hanno date , e Chishul Antiquit. afiat. ad iitfcript. fig. pag. zj., [e Marchand tra i pi recenti , nel fuo Diaion. kifi. art. Archelaus .
ce
KHPONOS
ia) Explc.Tab.Iliad.pag.j4-r.
dica l'Iliade , ch' l'opera tragica d'Omero ; Il remo, ed il cappello e quella l'Odiflea acuto e fenz'ale , all'ufo de'marnaj levantni, indica la gran peregrinazione d'Ulille fui mare I cigni , che danno fotto gli ornati al di fopra della figura deificata , hanno elfi pure una fignificaiione relativa al poeta . Bajardi nel fuo Catalogo de' Monumenti d' Ercolano, Vafi , n. J4.0. pag. 246. ha. fenz'al. .
cun fondamento battezzato quefto lavoro per l'apoteofi di Giulio Cefare ; mentre bafta 1 barba della figura portata dall'aquila per diCaylus Ree. d'Antiq. contrario Antiq. grecq. pi. 41. dice che , f tal figura non avcffe la barba , prcndercbbela diffatti per quella di un imperatore , ma egli ne giudic fu un difegno di quella fola
moftrare
il
.
Tom.
il.
un elmo
in
telfa
figura.
(a")
lo acuto Ulille
,
Come
ha penfato
il
P.
Kirchcro Lai.
.
tenendo una mano fulla fpala , e l'aUta fui icmo. Quella probabilrnence in-
vec.
fine
^i6
J"
^'
ftefTo
marmo,
;
LiB. IX.
fj;i]e
Efpiazione d'Ercole
efillente
ora nella
villa
Albani
ond'
.
probabile che
jf.
fa fiata
trovata nel
medefimo luogo
(b)
36,
di
;
Ho
rilevati
inediti
alcuni
errori
onde qui folo avvertir ci che allora non mi venne Le due bende, che dalla faretra d'Apollo penin penfierc dono fui coperchio del tripode erano due correggiuole di cuojo come pu argomentarli dalla ftoria dei celebre duce
ro
{a)
.
de'Meflenj Arillomene,
il
Gli
altri
monumento denno
pubblicati
chia la
,
che
ne fono
vec-
ove
,
altre
cofe
rapprefentafi
,
qual
fui
,
Mufa
Tragedia
che
marmo
che
ivi
giovane e bella
ed ha
.
ai
fono
fiate
omefle
(e)
i
fa
ivi
che cofa
ftiano rolicchiando
la fedia
d'Omero
ma
fui
marmo
vedefi che
un volume
e ci
.
toc. cit.
{b) Pauf. lib. 4. cap.i p.pag.jzS. eia notato qui avanti alla pag. 6^. (e)
Ho
,
il
Winkelmann
tende lavorata dopo d'Aleflandro il Grande . lo confuta nel Tratc. prel, ai Monum. ant. Cap. IV. pag. LXXIX. (a) Par, il, cap. ^3. pag. io8. zOf.
pi correttamente del fa^ lito dal lignor abate Vifconti in fine del Tomo L della def;rizione del Mufeo Pio-Clementino Poflbno vederfi nella fpiegazionc , che vi ha annelTa , delle nuove olTervazioni , principalmente riguardo alle Mufe
noe. a. tato in
cne quefto
alTai
monumento
'iato
por-
rame
aii-a!fj^ii;gatt
Ca'
EC.
217
LIB. iX.
CAP.IU.
Capo
doto Leocare
III.
Cinoftanze della Grecia dopo la guerra pclopnnefiaca Arti/li di quel tempo Canaco - Naiicide - Dinomene - Patrocle RivoluPolicle - CcfiJJbzioni della Grecia nell'olimpade e. ~ Artiji
.
Ipatodoro
.
.
Altre
rivoluzioni
aW olimpiade civ.-. .
Statuarj
pregio
PraJJtele
Siio.Saiirocono
- Pittori
PavjJo
de'ftioi
.
quadri
Eufranore
Parrajo
Senj-- JSicia
Ojjervazione
JXitorno
che
fin
alla
ftoria
all'infelice guerra
peloponnefiaca
,
j^^,^'''^*'^^"J^
ma
colla peJ-
r^i**,","l
'J*'^*-
dillimo dell'arte
derli
La
al
citt alTediata
fottoporfi
del
loro duce,
ftrulTe,
che
al
fuono
porto ne di-
demol
il
il
gran
muro
di
di
Temiftocle
,
to alla citt
porto
Il
Pireo
cangionne interamente
forma
del
governo.
con lgi io
il
dei
facendo
peri-^
pi ragguardevoli cittadini
I.
jT.
In
il
mezzo
a quelle calamit
lo
e fu
Incapo
a otto me(j
;
tiranni
o n'erano
fcacciati
o medi a morte
dopo un
le
anno
pafiate vicende
fi
richiam
la
pace e
la tranquillit
ad Atene.
follev
Quella
citt
fi
Conone
,
contro Sparta
flotta perfiana
ne,
erefie
Lacedemoni
'1
and
in
A tecui
fra la citt e
porto, perla
Tom. IL
21
'cui
LIB. IX.
Greci
tra
foli
mu-
CAP. IH.
Amftidique'
'""^''
ratori e
Jf.
fcarpellini (a)
2.
arte,
fteffo deftino
d'Ate,
ne, riforfecon
fummentovati
effa
comparvero,
al
riferir
di Plinio (a)
cio
Canaco
Naucide
Dinomene
Pa-
TROCLE
canaco.
^.
3.
Canaco oriondo
,
di Sicionc
e fratello d'ARisTOCLE
(b)
.
fu fcolare di
di
Policleto
,
Io ho gi
dianzi fatta
telli
,
menzione
,
due Mufe
opera
,
di
d'una terza
lavoro di Agelada
delle quali
.
fa
particolar
menzione
in
il
maeftro
.
e gli
fcolari
altres
al
chePaufania
re di
in
un luogo
,
parli
fcola,
Policleto
ma
altrove lo fa
di
poich
Menecmo
di effa
Canaco
di Sicione
Gallone
fecondo
d'Egina
(e)
la
un tempo pi antico
Plinio
jf.
.
in cui vilTe
Canaco
4.
riflet-
teife
cato dallo
quale
duro
maeflri
Da
Canaco
fecondo Cicerotuto
cap. iS.pag. $70. (*) Canack figna rlgidiora funt ci. orut. e, imiuntur veritatem .
id. Itb. 7.
quam
i
ut
De
g.
219
o per un caLIB. IX.
^^p'/^^j^
predecefpriccio abbia voluto imitare la maniera dura de' fuoi Quindi le fue figure fori , affinch pi antiche fembraflero
.
lavorato ne fegue che fovente nel tempo medefimo fia ftato delfecondo ftili differenti Chi per vuole formarfi un'idea Mufa del palazzo Barftile di Canaco veda la mentovata
.
lo
berini
j)-.
5.
Fra
lavori di
quefto
formate d'avoa Tebe due fra di loro fimili ftatue d'Apollo che aveano fui capo un non fo che detto da rio e d'oro
,
Paufania vXov {a) , voce non ben intefa dai fuoi interpreti cerQiieilo era probabilmente un nimbo ( nunbus) odia quel
,
eflb chio con cui fogliono circondarli le tefte de' fanti, e fu gi dai pi antichi tempi dato principalmente ad Apollo ,
come
Sole (a)
Tale pur
fi
rapprefenta
il
Sole in
compa-
onia della Luna nella pittura d'un antico vafo di terra della
biblioteca Vaticana da
me
pubblicato
{h)
Si
comprende da
kvkXoz
>(^
xuK^oHSni
tvttos
,
a^av
di tottos
.
dovrebbe leggerfi
pure
effere Itato
tica ftatua della
come
il
,
gi
hanno ofTervato
Dee
e
un nimbo
Fortuna
ttXos pofto in
capo ad un an(e)
,
E
[
a/i. 2. cap. IO. pag. 1^4. in fine dice d'u-a ftatua di Venere folameine opera di quell'artifta
e
,
2
o
altri
$' 6.
luoghi aperti
,
Nau-
{a) Pluf.
piaz7e
dalle
per ripararle
,
Lo
immondezze
degli uccelli
che Ivolaz-
lavano per l'aria , come ce lo atteftano chiaramente Ariltofane in Avib. v.i 1 14- \^ '^1
In appreflo divent femplice orlo ScoliaRc namento delle immagini degli dei , degl' imperatori , e de" fan:i preflb i criftiani . Vcgg.
.
Monum.
Pauf.
/j6. 4..
?//. princ.
Alla Fortuna conviene pi il modio in capo, '1 nimbo ; e lo ha difFatti la figura di quella dea nelle figure citate nel Tomo 1.
[
che
pag. 204. n. i. e quella col nome di Bupalo , della quale abbiamo parlato qui avanti alla pag. I 67. not. d. Que' nimbi , o lune , 'dette da' Greci /tyi'(r/.i. 5 , mer.ifchi , fi fole,
Buonarruoti Oj[er\a-^. fopru alcuni fremmen. divafi, c. , Tav. g. pcg.6o. e 61. , '}^<\^^)^ peraltro lo vuole un ornamento originano degli Egi/j , e il dotto monlgnor Stefano Borgia De cruce velie. S./4. pag.LlI. j i'34-
pag. CXXVl. \d) Pauf. lib. 7. cap. /. pag. J34. in fini
,
vano mettere
2 20
jf.
Greci
LIB. IX.
C.AP. III. Naucide
,
Naucide di Argo form la fua Ebe d'avorio e d'oro, come la Giunone di Policleto e vicino a quefta la colloPaufania non dice quali attributi le abbia dati, ma c (a) noi podamo figurarcela con in mano la tazza in cui mefcea
,
.
fenonch
in
fu
due
altre del
mufeo
la
ignuda, laddove
7.
Di DiNOMENE
lui
ci
e Pli-
rammenta che
che fu
(e)
il
.
d'un lottatore,
Protefilao (b)
primo
La fua
trojan
e fu
uccifo da Ettore
diftinta
babilmente
fi:ata
poich
fu-
per
nell'abilit di gettarlo
ai
to melTo
un difco
piedi
(d)
.
fu
un baffo-rilievo
fra
cui rappre-
fentafi la fua
Patrocle
jf.
morte
,
8.
Patrocle
,
il
quarto
piade xcv.
fi
de'faaltri
,
mofi
alle
atleti (e)
con
e-
rette
mol-
altri
men
le quali
dopo
di cui
pur v'era
la flatua
coro-
olimpia-
de
,,
(f.
g.
c.
le
Monum.
ant.
num.iz^. Par.
il. e.
f,
pag.i6j.
{e)
V\\r\. lib. 34..
&
(/) PauC
lib.t 0. cp. g.
se.
la
221
Grecia
fiia
,
il
canLIB. IX.
follevando
,
Tebe
patria
GAP.
iir.
di trent'anni
a tutta la
Lo
le
olimpiade cu.
jf.
IO.
Quella concordia,
di Perfla
a'
con
poco vieppi
rafTodata
per la
mediazione del
re
fped ambafciatori
Greci affinch
mettendo
.
fine a tutte le
guerre intelline
zione
s\
Segu
la
na-
raggio
Je
fu conchiui'a
fra tutte
citt, eccettuatane
Tebe
(^)
quando
fifs
,
all'olimpiade cu.
il
fiorir di
(c)
Policle
.
di
Cefissodoto
di
Artifti
Leocare
jf.
e d'
Ipatodoro
II.
che
in feguito di
i
tempo
fu o fra- PoUde.
portici d'Ot-
e l'altra
Dionisio
.
amendue
dello
fcultore
le
Timarchide
fue opere
(e)
A
e
Cel'af-
Cefiflbdoto
la forella
(/)
Leccare.'
Leocare
tolico
,
il
premio
del Pancra.
zio
onore Senofonte
fcrilfe
il
Della
Ganimede
:
MerA-
coll'ifcrizione
(a) Dion. HaL A. R. lib. i. cap.^. pag. 3. (b) D'od. Sic. Hi. i f.^.^S.p. ^i. Tom. il. (e) Plin. Ii6. ^4. cap. S-Jecl. ig. princ. (.d) id lib. f. cap. f. jeH. 4.. %. io.
(f) id. lib. 4.. cap, S. feci,
ig.^.ij.
Plut. in Phoc. op. Tom. I. pag.7^0. C. (a) Fiutar, in Lyfandro , oper. Tom. J. pag. 4.4.1. F. , Plinio loc. eie. (b) Nominata da Taiiano Advtrf, GrtOS, cap. J4. pag, tyt.
(/)
222
LIB. IX.
Greci
TANIMH^iHC
GAP.
III.
fembra piuttofto
,
fatta in
Roma
i
poich n
ad una
Greci n
erano
jf.
foliti
mettere
il
nome
nota figura
12.
comincia l'ultima et
de' loro ultimi eroi
:
de' grandi
uomini
il
tempo
dei favj
fiori-
Platone
13.
,
Ma
tale tranquillit
rata
inforfe
Tebe
e Sparta
in cui
Mantinea
in s
in cui
campo
,
gran numero
combatterono
gli
uni contro
gli altri
ed Epa-
minonda duce de'Tebani termin, dopo una compiuta vittoria la fua gloriofa carriera Qiiefta vittoria oper imme,
.
la
Grecia
la
quale fu
,
(a)
in cui
Trafibulo pur liber Atene fua patria dal giogo degli Spartani
e dai trenta tiranni (b)
,
ond'efTa alz
e
nuovamente
il
capo
principalmente
il
le ci re oftanze felici
fondamento
chiari
fu cui Pli-
nio
tele
fifs
,
Panpilo
14.
EuFRANORE
ed
altri
artifl:i
(e)
Praffitele
...
$.
marmo;
lebre
,
ma
al dir di
Ganimede
%.
(a) Spon.Mifcell. erud. antiq.fec{.4..p.izy. oliera ai Leccare auniefe (b) Vcggali apprcflo al Libro X. Capo I. ij. (a) Diod. Sic. lii.t j. ^.Sg.p. 73. Tom.tl.
.
Dice
cftinti
{b) Sca'ig.
Animad.
in Euf.throii. p.iog.
EC.
in
febbene di
lui
rammemori pi monumenti
223 bronzo
'
che
in
marmo
eh' egli
...fuo Apollo
mentre ferviva
re di Tefaglia
Admeto
uno
Vulcano
.
(a)
il
che
gli
avvenne nella
ij.
Quando per
fecit
&
puberem
,
mio
una ragione
melTo
in
La prima
fi
il
fiiber
Piiber
figni_
fica
fi
in quell'et
;
che
ali
mento
di
e del pettignone
f
oppofto iinpuber
nefun indizio (b)
non
ne fcorge ancora
le fifia-
Ora fenz'ombra
gure d'Apollo
no
nili
le parti
fefTuali
fi
come
nell'Apollo di Belvedere
lui
La
ra-
gione di ci
,
perch in
fi
fcenza (e)
al
e la
.
ficcome ofi^ervammo
d'Apollo de,
Libro V. (d)
Quindi
che tutte
.
le figure
In fecondo luogo
ofltrvo
che
/ii. i. cap. (>. .
//.
,
poteva
ri
,
dirfi
Apollo
come
ad Mncd.
lib. 6. v.
jgS.
e tra gli altri nell'Antologia lb. 4. e. i z. n.6.v.i., e da Fornuto De nat. deor. cap.^z.
(a) Val. Iacc. ^r^o/j. lib.i.v. 44.J. [Non dice di che et . Sappiamo all'oppofto da Euripide nel prologo AX'AUefle, che Apollo
il
figlio
Efcu-
ma
gli
era anche
10.
flato uccifo da
Giove
(b")
(A) toc.
cit. .
detto ^wirais fanciullo adulto: Puberem ttatem , fcrive queft'autore , habct Apollo Quotquot enim in ijla itale funi , forma pritdiii funi pulch.riore quam ulta kabeat itas Il puier in quello luogo pu equivalere al viriliter puer , come dice lo ftellb Plinio del Doriforo di Polideto lib.34.. e. g.feU.tg.
.
e prertb i giure, confulti Infili, ab. I . tit. 2 2. princ. , h dice imvubere fino alli 14. armi , dopo fi dice pubere ; t pubere relativamente aqueflaet
. 2.
(e) Puer tternus chiamato da Ovidio Metam.lib. 4. verf.17. (d) Capo I.^.io.fegg.pag. z}4..fegg.
224
LIB. IX.
Greci
,
chiama Apollo
CAP. ur.
Ad
te
reptan
,
piier injulicfe
lacerta
.
Farce
fi
fono fino
,
noi confervate
fia
una
in
marmo
febbene
d'un
alta
pure ha
iivpuhere
.
le fattezze
fanciullo
dee
tal
Apollo chiamarfi
ftelTo
Tale un'altra
,
ed
il
tronco
lucerta
La terza
nelal
Albani
(a)
.
eifa di
bronzo,
e gi
ne parlammo
ne' miei
Li-
bro VII.
ti
La
figura che
ho pubblicata
,
MonumenPral-
{b)
Borghefe
villa
Albani
,
fitele (b)
mancava
tronco
la
lucerta
quando
fu difot-
terrata (i)
jf.
16.RC-
[Il dotto P. Paoli nellodata dilTctazione Della Relig. de'Genrili j ce. par. ni. %. LXVJ. pdP,.i 77. nega , clic Matzialc intenda patiate di quella fifuta , e vuole , clie nel di lui dillico non debbal riconol'cere altto , (e non f un volo di fantafia , e un penlicre fpititofb da poeta , col quale nel mentte che di un'aria nobile all'azione , fa ancora al fanciullo fteffo un elogio pure chiaro , che Marciale parla di quella ftatua. Ne una prova chiariffima il titolo ftell'o dell'epigramma Sauroctonos corzntkius,che combina con quello di Plinio ; e ce ne pcrfuade Fa'teggiainento della figura , al quale non ha fatto avvertenza il lodato fcDttore Si veda la ftampa in fine di quello Tomo Marziale non poteva dcfcrivevlo meglio , e pi fpiritofamcnte
(tr)
tib.
i4.n.tyz.
la pili volte
lo fpicga come f la beftiola , ove dcfiderato morite nobilmente , morendo pet le mani di un si nobile fanciulTI.
XII.
avelie
Ma
lo e cosi fcrilTe perch non aveva veduto n la ftatua , n le figure in rame del Saurottono (a) Cap. il.pag.^. Una ve n' ha nel palazzo Coftaguti, nominata da 'Vf inkelmann nei Monumerai antichi , al luogo , che cita qui Un'altra , anche in marmo , ne ha il Mufeo Pio-Clementirio , di cui fi da la figu: . .
fanciullo ir.lidiofo
nel Tom. 1. di elio Tav. 1 3. (i^ num. 4.0. (b) Il fig. ab Vifconti alla detta Tav. i j. la credetebbe piuttofto una copia alquanto minore dcH'originale , perch le altre di marmo fono pi grandi , e alcune , fra le quali quelle del Muleo Pio-Clementino , e di villa Borghefe , fono di pi elegante lara
perch vuoi tu uccidere quella lucertola ? Non vedi che da per se ftelfa vuol moiirc nelle tue dita : Apollo mezzo nafcollo tcn 'e inlidic ad uiia lucertola per ucciderla con una laetta in una mano, mentre effa rampicandoii per il tronco dell'albero va incontio all'altra mano appoggiata in cima del medefimo , colle dita mezzo piegate , in atto come di flringere Neppure flato capito Marziale dall'Arduino
.
voro
(j;
Non meno
(
celebri
dell'Apollo Saurodi
Bono furono,
luo Satiro
oltre la
Venere
)
Guido,
.
il
nelle
gmcndajioni
al
detto
libro di Plinio
fuo Cupido . Da un fatto riferito da Paufania /. i e. zo. pag. ji.hzn fi fcorgc quanto folfero care allo flcf o Praflltele qi'.efte due Itatue Era defidcrofa Friue , celebre cortigiana , di aver in dono una delle fue opere che aveffe egli llcffo giudiuce delle pi cccciknci
flff/iStnT!
e
il
. ,
EC.
,
22 5
pretende che
ot=
16.
Riccoboni
cittadinanza
,
feguito poi da
altri
,
Magna Grecia
(a)
,
ed abbia poi
LIB. IX.
GAP,
III.
romana
ma
,
egli
facendo un gran(a)
.
de anacronifmo
Quelli viveva
ai
ha col greco
artifta
confufo Pasitele
tempi di Cicerone
,
ed incife in argento
la
la Tua
Ove per
tanto in Ci.
I figliuoli cerone leggef Praxiteks dee leggerli Pafitelss (*) del celebre Prassitele abbracciarono l'arte del padre; e Pau-
Enio
(e)
.
di di
Cadmo
efl
alle
Uno
chiamavafi
(d)
,
Cefissodoro
un symplegma
cio
cifel-
un gruppo
17.
(b)
di
due lottatori
(e)
.
(i)
D'un
altro Prassitele
Come
maeftro
Prassitele la Tenitura
d'
Pittori
done
Apelle
Eueranore
F f
Seusi
Nici
Panfilo
Tom. IL
Bench
,
Par-
PialTitele
mente non avelie cuor di negargliela pure non lapcva mai rifolverl a pronunziarne il Che fece ella adunque ? Con fina giudizio deftrezza guadagn un di lui fervo , il qua.
co di Venezia , e della Lorcnziana di Firenze [ Il noftro autore nel Tratt. prelimn. Cap. IV. pag. LXXXVI. avverte , che Pafiteles dovrebbe emendarfi anche in Plinio lib. i^. cap.iz.feci. 5 j. A me pare che fia il
.
le
mentre Prallitele feco lei incertenevaf in , geniale converfazione , anfantc entr ed impaurito elclamando la voltra cala , Prailitele , va tutra a fuoco , e buona parte fi Quali vogi confumata delle opere voitre lete voi che l falvino V Povero me , ripigli Pralfitele , tutt^ le mie fatiche fon perdute
:
.
medehmo
luoghi
di cui parla Plinio nei , qui avanti , e che in quefto luogo filfa circa i tempi di Pompeo Arduino non vi ha badato , n Davifio al luogo citato di Cicerone , Torrenio nelle note a Valerio .MalTimo lib. 8. cap.it. num. 4. not. zi., Palitele
citati
.
ne tanti
altri
I.
fiamme non l' hanno perdonata al mio Satiro e al mio Amorino State di buon animo foggiunle allora la fcaltra donna
le
.
(e) Uh.
flatua di Enio
ed io fon contenta d'aver faputo quanto bramava Pradtele pi non potendo tergiverfare , le lafci la fcelta ; ed ella fi prefe il Cupido , che mand a Tefpi fua patria ove per lungo tempo fu l'ogget,
. .
cap.f. pag. za. [Lo dice della odia Bellona , folamcnte . , id) Plin. /zi. i6. cap. }. fia. 4.^. 6. (1) Non in Efefo , ma bens in Pergamo
i}
sympUgma.
cap. S. ficl.i 0.
fto
Avverte il medefimo lib. ^4. 27. che due furono di queabili fcultori
,
.
nome
ed amcndue
Il
fe-
to della cuiiofita de" forefticri {a) Noe. adfragm. Varr. in Comment. de hii. pug.i^j. , e l'autore dell'opera , Lettre far une prtend. md. d' Alexandre , p. ^. (a) Del eguale parla Plinio lib. ^j. cap. iz. feci. 4j. , Uh. ?5. cap. i.feci. 4.. . j 2. cap. ^6. (J>) eie. De divin. Uh. 1 (*) Leggefi Praxiteles nei due antiehiffimi codici mss. della biblioteca di s. Mar.
Ccfilfodoto vien detto da Paufania l.S. c.^o. p.664.., lib. 0. e. I 6. pag. 74-1 in fine , e da Taziano Adverf. Gric. e. } 7. p. Z70. , [e Cefiffodoto
Plinio
(b)
ma
Macedone
. S.
fea. s6.
225
Parrasio
CAP.iii.
,
Greci
ad un certo
la pittura
^^^^
erano
^' perfezione
flati
i
Seusi
i
e'I
primi ad ufare
,
lumi e
ombre
,
(a)
anzi
fecondo Plinio
piade xc.
fuofSldri
.^
poco prima
la pittura
di
,
quell'epoca
cio nell'olim,
(a)
avea
appena pre.
^a i-'n^ certa
forma da
Panfilo
,
pu
in
nollro Guido
non
riguardo
pittorici,
.
ma perla
,
rono amendue
principalmente
(2)
i
Guido
come ognun
laddove
i
primo che
,
tenne in prezzo
i
fuoi quadri
fuoi antecefTori
.
Caracci
Agoilino
rice-
Caracci ebbe
ve
il
foli
,
Girolamo che
fomma al Domenichino per dipingere il medelimo foggetto (e) Oggid non v' chi non ammiri quefli due quadri come due
Viatico (b)
con
capi
(i) Il fignor Winkelmann d la gloria a Panfilo , Eiif'ranore , Scufi , Nicla , e Parralo d'aver portata la pittura alVai profilma alla
bia malamente emendato il numero lxxxix. in Lxxix. nel detto luogo di Plinio , quando anzi foftiene tutto l'oppoflo nella nota
perfezione Altri per , come Rollin Storia areica , Tom. XII. l. zi. e. f. art. z. p.iyy.
.
num. S
i6) Plin. lib. ^f. cap. S.feH. ^4. (1) Panfilo d' Antipoli fu il primo ad accop-
feq.
ai
fra-
tello di Fidia
il
Maratona , Plin. lib. ^j. c.S. feci. ^4. ; Polignoto autore dei due famoli quadri da noi
,
accennati di fopra pag. 6g. n. 1. , ed Apollodoro , il quale , al dir di Plinio Lib. ^/. e. g. feS. ^(J. . I apr le porte alla pittura , eflendo egli ftato il primo che abbia mefcolati i
.
colori
ben
elprefle
le
ombre
Plut. B>:1-
lone an pace clar.fuer. Athen. op. Tom. /,'. pag. 34-6. [ Ved. Tom. I. pag. z6o. not. a. ia) Quintil. Inft. orat. lib.i 2. c.to. (a) Plinio lib.^s- f-p. fec.j. . z. mette Seufi nell'olimpiade X e V. annoiv., e riprova quelli,, che lo mettevano nell'olimpiade Lxxxix. probabile che abbia vivuto lungamente , e che abbia dipinto anche prima della d?tta olimpiade lxxxix. ; poich Plutarco lo mette tra i pittori di Pericle , come ho detto Mipag. iSp. not. a. Quintiliano ioc. eie. lo fa non molto diftante da Parrafio
,
piare l'erudizione alla pittura ; onde non e maraviglia f i fuoi quadri <eno riufciti , a cos dire, ragionati, Quintil. //A. j 2. e. i^. Applicoffi fpecialmentc all'aritmetica e alla geometria , fenza le quali (cenze dicea egli elfere impollbile l'arrivare alla perfezion dell' ai-te . Effetto de' fuggerimenti fuoi ftata quella difpofizione datafi in Sidone primieramente , di poi nella Grecia tutta , che i ficitare
rali
.
gliuoli di condizione libera s'aveffero ad efcravanti ogn'altra cofa , nel dilegno , , e che la precedenza fi delfe tra le arti libe-
e circa
;
alla pittura . Plin. lib. ^j-. ci 0. feci. j. *. (b) In Bologna nella forefteria di fan Michele (e) Che fi venera in s. Girolamo della Ca rit in Roma. Il Bellori Le vite de' pittori , ec. , racconta quel fatto del Domenichino nella di lui vita , pag. ri's- > ove defcrivc anche il quadro D'Agoftino Caracci , di cui
. .
nelaca
poi Parrafio lo "fa arrivare fino ai tempi dopo Alellandro Pu vederli anche Bayle Diclion. hifl. ec. , art. Zeuxis , rem. A., ave per sbaglia nel dire , che Arduino ab-
ma
fa anrhe la vita , non lo dice , bench gli attribuil'ca quell'altro quadro , che defcrive pag. 61. fegg. , da altri attribuito a Lodovico
Caracci
EC.
227
LIB. IX.
efTere
ben ricompcnfato
CAP.
iir.
non riceveva gli fcolari che per dieci e quefti per efTere iftruiti non poteano dargli meno anni cui pur pagarongli Apelle e Melanto Quind'un talento poidi avveniva che non folo gli fcolari fuoi erano ingenui
delle Tue fatiche
,
egli
ch
fra
Greci
gli
uomini
di
ma
Quanto
vente
,
anche
lui
vi-
gli Eraclidi
ofa
mano imploAllora
le
fi
ravano
ture
,
pit-
pa-
gavano
mille
Mnafone
pag
mine (cio loooo. feudi romani) un quadro d'ARiSTiDE (/) , contemporaneo di Apelle, in cui v'erano cento figure ragguagliate al prezzo di dieci mine per ciafcuna , e rapprefentava una battaglia contro i Perii e fu pi genero;
fo ancora
con Asclepiodoro
mine per
.
ognuna delle dipinte figure de' dodici dei maggiori (e) Trecento mine ebbe pur da lui Teomneste per ciafcheduno degli
eroi d'ordine fuo dipinti (d)
.
e prefi"oi
talenti
un quadro rapprefentante
fiori in
mano
di
,
febbene
SIA
(0
di
Cos
,
l'originale
gli
,
Pauqua-
Argonauti
dro
CiDiA
;
al
prezzo
di
144000.
fefterzj
il
cio di
14400.
ta-
fiorini (/)
prezzo
di ottanta
F f 2
(<i)
in Plut.
della
\'erf. jlt f.
Lo porta per
pa-
(d) ihid.
(<r)
ragone
compofzionc ad un altro fatto. Xi) Plin. 116. ^j. cap. i 0. feci. 36. ^.tg, (e) ibid. ^.21.
ibid cap.
ibid. %.
n. fiB.40.
[
z^.
(/)
26.
3600. feudi
romani,
223
talenti pagati
LIB. IX.
Greci
GAP.
de' quali
III.
.
e l'altro
Eufranore
jf.
iS.
e nei lavori in
bronzo
in
il
marmo
primo
Eufranore
il
e ad introdurre
nelle Tue
figure quella
;
proporzione che da
in ci
ma
fuoi predecefTori
fottili e
ha nondimeno
fatte le fue
tefta
figu-
un p
fmilze
pi gran-
fofle
pi fapere
poich
al
artkitlifque grandior
che
meno
;
poich
quel di Parrafio
la
dilTe
e'I
mio
di carne {a);
,
ficco-
grofla e delle
,
membra fortemente
.
Eu-
IRANORE pu applicarfi eziandio a quelle di Seusi come gi dianzi ofTervammo (e) Fra le fue ftatue in bronzo era celebre quella
vifafle
il
di
al
tempo
,
flelTo
(i
rav-
l'amante d'Elena
e l'uccifor d'Achille
jf.
Par-
ca) Da lui collocati nel tempio di Venete Genitrice in Roma Plin. loc. cii. . ^o. (b) Plutarco Bellone an pace cldr.fuerint Athen. princ. op. Tom. il. pag. ^46. A. (a) Plin. lb. ^j. cap. it. fe. 40. . 3/. [ Plutarco loc. cit. (.b) Vite de' picc. pag. 76. (e) Tomo J. pag. ^4.g. ove crede abbia etrato Plinio nel tacciar Seufi di un tal difetto (ccome a Plinio fi accorda Quintiliano Inft. orar. lib. iz. cap. 10. , adducendone per lagione , eh' egli credeva di dar cosi maggior
.
robulk anche
nelle
femmine
ne
polliamo pen-
Ma
generalmente da tutti (0 Phn. Ili. 34-. e. S.feci.iQ. . 16. [Pu vederfi Falconet nella nota a quello luogo di Plinio , oeuvr. Tom. iil.pag.i }2. fegg. , ove cerca come poteva una fola figura tre cole rapprefentarc , che pare abbiano del contrafarc che rale giudizio
.
foffe portato
dictorio
DAI SUOI
jf.
PR,INCIi''J
fu
il
BC.
alle
229
tede
,
19.
Parrasio efefino
grazia,
Il
primo che
,
le
quali
====
^'
amai
ca-
Parrafw.
pelli (a)
tornare
le
cando
lumi e
la
ombre
accordarono
preferenza
l'olTatura e
fi
ben efprimere
mufcoli
e in tutto ci
(**)
.
che in
fuole la
notomia
Cos a mio
(a)
il
quaegli
le
Sembr
i
JeJJo
neir efprimere
mez-
pu
pregiava in modo particotate di metfuo nome ai Tuoi quadri Ateneo /./ /. cap.to.pag. 6S7. B. (*) ConfeJ/tone artificum in lineis extremis pa/mam adeptus : hic eft in picura ftimma fublimitas . Corpora enim pingere , &
(a)
si
una raccolta
tere
il
di difegni fulla pergamena . Narra Seneca lib. f. contr. ^4. che , volendo Par-
rafio rapprefcntar al vivo un Prometeo , abbia applicato un fervo alla tortura , e con etfa toltagli la vita . Lo ftelfo diceli ancora
media rerum
quidem magni operis , fed in quo multi gloriam tulerint Extrema cor,
efi
porum facere
dejinentis piclurA modum includere , rarum in Juccejfu artis invenitur : ambire enim dehet f extremitas ipfi , /c definere , ut promittat alia poft f , oftcndatque etiam qus, occultai . Plin. //A. ^y. e. 10.
,
6f
&
jia. ?6.
tus in (a) (i) torni
i,.
s.
.
(**) Minor tamen vide tur fbi comparaIhid. loc.cit.pag. 48. ,4, Facendo Plinio il confronto dei condelle figure di Parralo , ne' quali non ebbe 1' eguale , col pieno oflia col mezzo delle fic;ure , nel che ei non riufciva come nel formarne i contorni , l'efpofta interpretazione di Dati non fcmbra poi si lontana dal
crudelt che da alcuni , ma fenza baftevole ragione , fi pretende rinnovata dal Buonarruoti nel dipingere un Crifto crocififfo Se Parrafio vinfe SeuG nella celebre disfida , in cui quegli colla finta tela che fembrava ricoprir il quadro , ingann l'emolo , che vantavafi d' aver colle fue uve dipinte ingannati gli uccelli , in un'altra disfida fii vinto Parrafio da Timante , che meglio di lui feppe rapprefentare Ajace fdegnato contro i Greci , per aver elT aggiudicato ad Ulifle le armi d'Achille . Piin. /. cit. , Athen. lib. 12. CUP. II. pag. S4-S' E, A iElian. Variar, hiji.
di Apelle
: .
lib. g.
cap. 11.
vero
noftro Autore Chcch ne (a tra le molte di lui tavole , delle quali fa Plinio lib. ^f. cap. lo.fecT. j6. ^. /. una lunga enumerazione, nobiliffimo,
,
comeja fuppone
:
il
Di quello Timante il fignor Vinkelmann non fa cenno alcuno , che pur meritava d'cffere nominato , efTendo egli ftato uno de'piii valenti pittori di que' tempi [ Dionifio Alirarnalfco De adm. vi die. in Demofth. n. fO.
.
oper.
il
;
Tom. il. pag. ^14-] ^"9 carattere diftintivo nella pittura fu l'invenzione , Plin. lib. ^f. cap. IO. feci. ^6. . (J. , e i fuoi quadri ebbero quefto bel pregio che davano allo
_-,
dei
fpettatore
troppo forzata corfa fcmbrava bagnato di fadore , e l'altro nel dcpor le armi moftravafi come anLaCd egli altres ad ufo dei pittori nuite
due giovani
uno
de' quali
per
la
non
piacere d'immaginar di pi che dipinto Dopo l'Ajace , con cui fuper Parrafio , celebratilTimo ftato il quail
vi forte
dro d'Ifigenia , con cui vinfe Colore Tejo ^ Quint. lib. i. cap. i j. , Val. Mm. l.S.cii^
230 pu
LID.IX.
Greci
pel di lui
argomento
la
CAP.
Ili
quadro rapprefentante l'Archigallo cio il prefetto degli eviche probabilmente efprimeva rati facerdoti di Diana Efefina
,
una
5eufi.
di quelle belt
.
ambigue
fra
due
fed
di cui
parlammo
.
altrove (a)
jf.
fefterzj (b)
20.
ebbe a dire
ch'egli
la
hanno fnceramente
altri
tata
come
Caftelvetro
(e)
Que-
pu
,
poich
parlandoli di figura
,
umana fignifica quel che i latini diceano vultns e noi diremo ciera cio l'aria del volto e l'efpreflone del fembian,
,
te e
de'gefti {) (e)
Or
fi
ftotele ci che
altro chiaro
:
Elena
di
Seusi
Prendi
;
miei occhi
s'inferifce
,
gli dilTe
il
ti
dal
che
che
n.6. in extern, f Cicerone De oratore, c.22. ], (f Eiidhzt. ad J/icid. /ih.u.v 16 ^. p. 1^4 j. Un, 60. Vi fi vedeva il facerdote Calcante immerfo in profonda triftczza , Ulilfe pi mello ancora , e con tutta la maggior poflbile afflizione
<3erc in
pubblico
avviliva
in
il
uno
{lato di tant'afflizio;
Menelao
none padre
il
d'Ifigenia:
Con un velo gl'involf il calafciando cos ad ognuno l'immaginare quanta efler dovelle allora la fua afflizione . Euripide per Iphlg.in Aal. v.t jjo. prima di lui rapprefentato avea nella fua tragedia Agafuo dolore?
,
fuo carattere e perci Euripide v. 4.4.6. fcgg. eli avea fatto dire , che come re arrolTiva di fpargcr lagrime , e come padre sfortunato arrolfiva di non verfarne VeggJ-Falconet Du tableau de Timanthe , ec. , oeuvr. Tom. V.pag.6 z.fege. Altrimenti converr dire , che Timante non abbia avuta in villa la legge della decenza nell'efpreflone , di cui parla Winkelmann nel T. 1.
ne, che
pag.
j4.r. feee.
atteggiamento. [ Euftazio l.cit. non da altro vuole che abbia dei ivata l'idea di quella pittura, che dalla grandezza del dolore efpredb nei verfi d' Omero Tutti gli altri fcritteri par che lo facciano un di lui perfiere originale. Se ha imitato Euripide, potrebbe piuttoflo crede rfi , che abbia coperto il vilb ad Agamennone , perch , f quelli come padre non poteva trattenere da dare fegni del maggior dolore , non gli conveniva come fovrano , eh' egli era , di farfi vein tale
.
mcnnone
Cap. jl.pag. 2S^.fegg. (b) VWn. tib. ^j. cap. io. feci. ;6. %. ;., e fono i yoo. feudi romarii Winkelmann diceva, circa 000. feudi di Germania . (a) Arift. Poet. cap. 6. (_b) Catal. arch. pici. &c. pag. z^t. (e) Poet. d'ArJi.volgar.par. nI.p.T4j. {d) Philoflr. Jun. Lon. z. p.Ss.lin.zS. Cafaub. ad Theovhr. Char. cap. 8. pag. 207. (e) Ved. Tom. I.pug. ^zp. (d) Stoheo Serm, 61. pag. ^^-princ.
(a") Lil>. IP''.
.
BC.
infeme
fi
paf
binino
facrificaire
una parte
CAP.
III.
deirefpredone
mente
fetto
maggior venulhx
poich ogni
voglia lui volto
bianze infignificanti
,
menomo
,
fentimento o
i
af,
che efprimere
fi
ne altera
(b)
.
tratti
pu
jf.
effere alla
21.
Arifiiotcle
,
abbia con
le pitture di
,
Seusi
per-
e fenza azione
le
no pur
efprefTe dalla
voce ^9o;
Malvafia ed
.
altri
ebbe-
ro a dir lo
jf.
{lefTo
di
22.
Comunque per
al
pi pura bellezza.
Ma
nella fua
di Plinio la
Penelope
,
in cui dipinfe
il
coftumi
niores )
,
al dir
il
quale ripet
giudizio d'un
,
Greco
e tradufTe
comune vocabolo
,
chiaramente
Caylus che
volendo indicare
,
caratteri
e le
adduce
mano
del
ftorico fenza
f
punto
rifchiararlo (b)
mio parere
giudizio d'Ariftotele
la greca
voce rOos
dell' efpreffione
cos
Is
(a") Egli dipinf' un Cupido coronato di tote nel tempio Ji Venere in Atene , menzionato dallo Soliaftc d'Ariftofane inAcharn. verf. 09' > e da Cicerone De iavenc. Uh. z. princ. fappiamo , c'is'cgU fiperava tutti gli altri pittori di gran lunga nel dipingere figure
fui volto
;
non dodeve
e piuttofto
elprertone pi piacevole , e per confeguenza pi bella . (d) lib. 3. cap. 7- , j ,. , fi) Reflex, far quelq. chap. du ^f. livre de P/ine , ni. pan. CaraH. des peinir. grecs ,
,
Acad. dcs
Infcript.
Tom.XXV. Mm.p.igs^
affccto piacevole
232
'xit,
LIB. IX.
Greci
{a)
,
.
& fenfus
(b)
homins exprejjt
Fu
CAP.
Nicia
nell'arte di
a cui
III.
Dionifio
_0".
23.
Tanta fama
quiftata
migliori
quelle rifpofe
i
delle quali
e migliorato
:
modelli
ej
Cos almeno
,
Hk
Nicias
de quo dicein
mar-
qulms Nicias
{-e)
.
trbuehat
tayitum crcumltioni
fcrittor fiorentino,
,
che qui
parlili
di
alle ftatue
altrui (d)
adduce
a quello propofito
un pafTo
,
di
Seneca, ove
trattafi d'
,
e di
marmi
rari
il
cafo nofro
,
(.a)
'^'^P-
'O.feSl. ^6.
Ebbe Seuil la forte di trovar la porta della pittura aperta da Apollodoro , onde incoiniaci egli la Tua cartiera dal punto in cui l'altro terminata l'avea Sdegnato quefli per ci contro lo fcolaro che oli avelie furata l'arte , con una (tiia ne fece la vendetta Di molte pitture di Seul rimane tuttora il cata. .
io} (i)
De
Lys.jud.
n. S. op.
Tom.
ri.
die nelTeffigiar
dipartirli
non ofavano
mia e dal catattere dato loro dal mcdefimo motivo per cui fu chiamato legislatore
Quintil.
in
iib.
l'aria di Parrafio ,
Tra
gli
quelle
/ih.
^;.
p.J'ei.
non di Seufi Di queffo abbiamo da Luciano Zeuxi , five Antiocho . 3. oper. Tom. I. pdg.84.0. che non voleva dipingere cofe popolari , e comuni o almeno ben poche ne faceva ^ come per efcmpio qualche divinit ,
j , ,
cinque delle pi avvenenti donzelle del paefe Cicerone De inveii: Uh. z. princ. , Dioi. n. t. oper. e Valerio MafTutio [ l.j. cap. 7. n. f. in extern. ] Vogliono clTere ftata qucfta un' Elena cfeguita da lui pei Crotoniati nella maniera divifata [ Vedi Tomo I.
o battaglie ; ma voleva fare fempre , nuovi foggetti , e che ufcilfero dal foliro . Egli defcrive . 4. /. tra qu^fti un quadro , di cui una fedele copia era reflata in Atene ancora a' (uoi giorni, e l'originale probabileroe
in mare allorch li trafportava in Italia per ordine di Siila Vi era dipinta una CentaurefTa , che allattava due piccoli Centauri gemelli ; e il padre loro , il quale ridendo teneva nella delira un leoncino per moftrare di far loro pau'a I pittori
. .
jiilo
De prifc. fcript.
pag. /2i.
]
,
cenf. cap.
Tom. li.
pag. 2^ f. noe. e. ] Opera pur (ingoiare di Scuf fu l'atleta , di cui egli tanto fi compiacque che vi amiunfe un'ifcrizione , colla quale dicea che farebbe flato quefto pili facilmente un oggetto di critica che d'imitaPlutarco Bellona an pace clariores 2one fuer. Athen. oper. Tom. il. pag. ^46. attribuifce l'ifteffo motto ad Apollodoro Forf l'hanno ufato amendue ; (iccome amenduc diedero altri (mili faggi di vanit e dioflentazione Fu tenuto Seufi in tanto credito da.
vi
ammiravano
contorni , il bel colorito, e il chiarolcuro ; ed egli vi lodava particolarmente una graziofa variet , e la naturale efprefflone degli affetti il che contradirebbe a ci , che dice 'Vfinkelmann nella pagina precedente . (e) Uh. jr. cap. i t.feS. 4.0. . 28, (d) Dati Vite de' piti. pag. 6i\
la grazia dei
:
EC.
.
233
Il
febbene
ivi
pur
trovifi la
voce
crcumlitio (a)
,
luftro
ItatLie
LIB. IX.
CAP.
III.
modello
.
e levata
mano
dall'opera, pi
,
non
fi
pu migliorare
utile nel
Ma
;
un
abile
amico
dell'artiita
pu
eflergli
modello
e quindi
Linere
fi
ditfatti
chiamali quell'ag-
fa nel ritoccare
un mo-
poich quelli
,
di
,
Plinio volendo ci efprimere , ha ufato un appena fcnfibili che indica un ripafiarvi fopra dolcemente fol vocabolo Prende anche un pi grand'abbaglio Arduino immaginandoli
,
.
alle Itatue
di
tin-
jl".
Quando
Paufania
e'cp'
(b)
dice di quell'artica
N/x/a^
l^at.
arou
tradotte
trjjr'ws
,
in fingendis
no.i
dee riilringerfi
animali bruti
;
ma
inten^eot
nome
.
^c^ypa<^ss
che dar
fi
fuole generalmente al
pafi'i d'altri
pittor di figure
Ci
s'inferifce
^'T*
,
da molti
fcrittori
ove inconc;afi
la
voce
parlando
dice
^jwot
:
irt
H
fol
.
^aa,
i^u^iu
Kvx.\a>
e ivi
la
parol.^
l
non
ma
deve intendere
Scioglie ogni
dubbio
intoni
maG
ove chia, ^op una ftatua di certo tempio di Samo della quale taluno orafi innamorato; ed Ateneo foggiugne che tale fiatua
,
a ci
Tom. IL
(a)
G
Dati
g
307. D.
a>aA-
2?4
(
Grhci
tal
ayct>(JiA
Quando per
animali
, ,
voce
,
HB.
IX.
Cap. hi.
fgnificare principalmente ornati
piccioli
e grot-
Cosi Efichio dicendo Av'yo^ s tk ^eJS/a babilmente indicare che il marmo pario ( Ay^oi;
tefchi
.
volle pro,
"hoyStvoi; )
il ti
pi atto fofle
lavori (a) ^.
25:.
,
.
come
,
lo era in fatti,
per
tai fini
e delica-
La tavola
opera
fentava
titolo
,
cio
.
nell'inferno
Per quell'opera
;
felTanta talenti
ma
egli
elTendof] arricchito
ricufolli
e
.
dono
del
(b)
La medefima favola dipinta avea due volte Polignoto nello {eTo tempo e luogo cio a Delfo (/') e nella villa Albani
,
;
me
pubblicato
(e)
26.
,
poeti e gli
artifti
che
fi
rta
epoca
in cui la
,
giogo
de'Macedoni
denno
coftumi
Menandro,
primo mofiroffi
Deprt. Uh. r :}. cap. S. pag. 60 6. prnc. (a) Tutto quello difcorfo giufto ptcfo generalmente ; ma per PaufanLa potrebbe non elerlo . Non nega qucfto fcrittorc , che Nicia (la ilato valente anche nel far le figure d'uomini. Vuol rilevare il merito di lui particolare , per cui era fuperiore a tutti i pittori de! fuo te^mpo , cio quello di fare egreg'amente le figure degli animali nel che fi accorda con Plinio , il quale nel //i.^j-. e./ /. /fA 4.0. . 3 f. dopo averlo commendato per le figure d'uomini , lo dilingue eziandio per la fua cccelknza particolare nel dipinger auadxuf edi , e cani fpecialmeate . Da Pia(a")
:
dar. fucr. Atken. , an pece Tom.il.p.^^6. A. lodato per le fue pitture di battaglie ; e in quelte moflrava maggior
tarco Bellone
eccellenza per
la
le
fecondo
Demetrio Falcteo De elociit. . LXXVI. Altrimenti incendendo^ Paufania converr dire , eh' egli faceffe Nieia per o"ni riguardo il pi grande fra tutti
teftimonianza
,
tempi
(b) V\\mo lb.j^. c.ii. feci. 4.0. .28. (i) V\i(. Ub.to. cap. 2S. pag.S66. , e. zg.
pag. 870.
(e)
Monum.
ant, ined,
num. xjj.
23 J
,
fiia
,
amabilit
port allora
LIB. IX.
,
fulla fcena
un pi colto linguaggio
,
un metro pi armoniofo
ed
il
CAP.
III.
e pi puri coftumi
affine di dilettare
iftruire nel
tempo
.
medefimo
pochi
fue
,
pungendo con
attico fale
,
ma
pregevoli avanzi
,
che
ci reflano di
cento e
piix
commedie
ftretta
,
unione che
e dell'influen-
za loro reciproca
farci
al
ornarono
di
tutte le grazie
/'^^^^
Gg
LI'
LIBRO DECIMO.
Storia delle Arti del
fino al
O
loro
I.
Circojanze della
Grecia a
--
qiie
.
temp .
.
Artij
Lifipfo
Agefan.
dro
Polidoro
e Atenodero
Laocoonte
Pirgotele
- Pittori Afelle - Arijde fuffoje gemme ncife Immagini d' Alefsandro fui teje Nicomaco
.
, . . .
Statue
Baffi-rilievi
Figure i Demojens
di cui
All'epoca
parlammo
,
nel
Capo antecedente
l'alto
il
,
celebre
di per-
principalmente per
grado
fucced
gior raffinamento
artifti
che
illuftra-
rono e renderono pi memorabile il fecolo d'Aleflandro il Grande , e de' primi fuoi fucceflori I. Molfi.
il
Gr.
ec.
237
gli
I.
.
Molto
de' Greci
niefi
,
Dopoch
le interine
e fra eO
principalmente
Ate-
^^^ciccoftan ze
della Ciccia a
per
gelofia d'
fi
impero
qy' tempi
Macedonia
e AlelFan-
padrone
fi
fece in fatti e re
Avendo
libert
governo
mut
fulla
pur carattere
,
la
quale
tali
circoitanze
co-
me
il
ai
talenti
ed
alle
fiorir
jf.
dell'arte a que'
tempi
(a)
2.
,
Sotto
il
pacifica
in
un certo avvilimento
.
bens
efl la
ma
accordo
fra
di loro
Eflinta erafi ia
gelofia reciproca,
la
onde
Altronde ad
veder la
le
badava
di
Grecia in calma
dopo
la
die-
difgufl:o
i
3.
Greci
(/>)
:
alla na-
Sparta
auflerit (e)
,
L'ozio riempiva
degli
oratori
ronfi
1
,
poeta
e i'artifta
il
adat-
gufto dominante
ricercava
i
morbido
fenfi
piace-
vole
delicati
d'una nazione
indebolita ed effeminata
jf
(ij)
.
4.
la
De
prtic,
per,
(.B)
Ar\(k.
De
Repub'.
!:!>.
7, cap,
14,
238
=
jf.
In quell'epoca
,
piucch
in
ogni altra
abbonda,
LIB. X.
rono
gli artifti
e perci
CAP.
I.
fermiamo alquanto
appartendifl:infe
gono
d'incifori
,
fi
al-
gemme
e in pietre preziofe
,
qui tratteremo
fu Lisippo di
il
,
^.
,
RinomatilTimo
ftatuarj
Sido-
ne
(a)
e folo aveva a
privilegio di
il
che
mio parere
(e)
,
deve intenPlinio
(a)
,
ebbe probapoi-
bilmente in mira
Cleto
le
circoftanze di quel
tempo
favorevoli all'arte
,
regnava
fulla
chi a complimentarlo
li
e chi a
confermare
jf.
6.
i
che
Egli cominci
cominciato avea
moderni
uomi-
non
ni
facea progrefl f
:
non per
la ftrada
i
dell'ofTervazione e
de' primi
dell'efperienza
.
tali
fempre furono
principj
,
quefla
nelle
Tom.
il.
DA Alessandro
nelle fue parti
il
Grande
;
ec.
239
,
non
fofTe
pi riconoicibile
,
ma
Lisippo
ofLI3. X.
,
richiam ad
,
eiTa l'arte
CAP.
e colle ricerche fu
.
I.
7.
a noi pervenuto
poco
fo
i
poich
egli lavor in
bronzo
V' chi a
lui attribuifce
s.
fuU'ingi-eflc)
della chiefa di
Marco
a Venezia (a)
ma
,
quello grand'uomo
principalmente per
la
quantit prodigiofa
difficile
che
fatta
ne aveva
che
il
folo
come
erano
diceafi ai
tempi
di Plinio
(b)
,
ci
non
oftante certo
altre
e venticinque fra le
fiume Cranico
le
quali
Roma 8. Non
,
ed efporre fopra
il
proprio portico
(<^)
di parlare
cole in
marmo
)
palazzo Granducale
detto Pitti,
ATSinnOS
,
EIIOIEI
Lifippo fece
non
ma
per-
ch uno fcrittore inefperto l'ha creduta lavoro di quello celebre artilla {b)
.
perch non
,
So beniflmo
per
tefti-
mod") Dir folca Lilppo che il fuo maeftro era ftato il Doriforo i Polideto . Ci-. L' uar. arac. cap. S6. n. 2g6. Eupompo gliene accenn un migliore, e propofegh la
nell'arte
le tante ftatue di bronco fatte da celebre ftata quella che fece pei Tarentini alta 40. cubiti (a) Vedi qui avanti /Jd^. i^. 37- 4-7 Cb) Uh. 34.. cap. 7. feci. 17. Secondo lale-
iid.
Tra
,
Lilppo
natura
ftelTa
Plin. //J.^4.
Bcncli ne
nondimeno per far maggiormente rifaltate le (a) Arrian. De exped. Alex. Uh. i. cap. 17, figure form loro una teda pi piccola , ed pag. +7. Veli. Patere. W>.i. cu. un corpo pi fvelto e gentile che non l era (i) MafFei Raccolta di ftatue , alla Tavopraticato dai maeftri aie lo precedettero
.
Id.
240
'monianza
LIB. X. di
che quefta
;
fi
trov fulla
,
ftatua
quando
GAP.
ma
fo altres
come
mar-
I.
ho notato
altrove (b)
:
che
gli
pofture (e)
e ci
appunto era gi
Che tal lavoro ditfatti non fia dello fcultore di cui porta il nome, che mai non parlano d'opc rilevafi e dal flenzio degli antichi e pi ancora dall'opera medefima re di Lisippo in marmo che non certamente degna di lui (e)
chefe MafFei riguardo a quefta medeflma flatua (d)
,
,
.
Agefandro
jf.
9,
Se innumerevoli opere
,
fi
ia
pi l'arte fioriva
un preziofillmo monumento
llatua
per
di
confervato nella
del
Laocoonte
il
Che
f
,
i'artifta
efia vivefle ai
tempi d'AlelTandro
Grande,
fiorici
argomen-
come
di
la pittura
o
e
la fcultura (a)
EfTa
Agesandro
Polidoro,
anche
il
fecondo
perch altrimenti
non
(a) Memorie , ec. n. jy. , e preflb Montucon Diar ka/.cap. rj. pag. 1 Ho. (b) Lib. Vili. Cap.I.%. t z.-ag. 07. (e) e<TO FahuL L}.inproi. ce ne d un" ampia teftimonianza riguardo a fimili impoftuie, che fi facevano a' fiioi tempi allorch (\ eftendeva fempre pi in Roma il genio per
,
taltro MaflTei loc ct. colla (differenza del S in Utino C. , e Flaininio Vaci.a /. e/-, (e) Prcllo il BoilUrJ Anriq. ti ir-jc-rpt. Par.nl. fio i : 'bt:o una figura di marino
fi
kgge
fto
Ma que-
fare coli'
li
monumenti
dell'arte
(?) Se
Atcnodoro
lib.
I
folte lo fteflb
che quello
Uc quidam an'.fices noftro faciunt ficulo , Qui rretium operibus majus inieniunt ^
nuvo Si murmori adfcripferunt Praxitdem fuo Myronem argento Plus vetujlati namfa.
da riinio
limpiade Lxxxvii.
R.:ccolt,i ai Jt::i..e
,
come vuole
il
Maffei
Rie! i'-dfon
vet
Il
noftro Autore
Invidia mordux
cric, a; id. itb.j.
quam
.
bons pnjentihus
p.
nella prima edizione non avi s faputoacconfcntirvi , comj ne anche nel Frate prelim,
I.
jyS.
'5.
e Artis
,
Cap.
IF
pag.
LX^lX.
f. feci.
ci
,
cjit.7. col.
-'7
(jve
la)
4. .
/ J,
AYSinilOY EFrON
come
la
riferifce
anche
(*) Tal bafe fu trovala ''al fignor cardinal Albani nelle ruine dell antica Anzio , ed di
infieme non ben fi ed aveller la ftefla maniera e ficcome al medefimo pezzo la figura di Laocoontc la pi importante e la pi celebre,
,
;
241
'
LIB. X.
CAP.
I.
lia
e le altre
figliuoli
d'AcESANORo
IO.
(a)
La
,
ftatua del
(
Laocoonte
,
di
Tito
,
e ivi
non gi
come Nardini
,
ed
altri fciif-
fero
che erano
altrettanti
reci-
eflere
di
quell'imla
il
Ivi flava.
di detta
camera
confervata
la
.
pittura pretefa di
(a) (*)
II.
Laocoonte
il
la-
e ficcome tal
non
gruppo
tratta, giudicar
nato dal
dobbiamo che Plinio fia ftato ingannon vedervi nefTuna commefiura Appena dopo due
.
mila anni
una
fiato la.
vorato feparatamente
maggior
dei
due
Manca
al
TomJI.
marmo
nericcio erav iinpofta una ftania d niarmo bi.inco , di cui non altro rimallo , he un pcizo della clamide pendente
:
(b) MicV.cfaiigelo Euonarruotl , cerne fcrivc Mafti Riicc. ai Jdtue , Jav. i., (cppc accorgerli , nell'claminarlo attentamente , che
(e) Plin, ibid. K'"^ antica , lib. ^. cap. lo.pag. pg. T vf^ \ Non dice tal cofa , ma foltanto che fu trofata prcjfo a s. Lucia in Selce , e le SccK
era di pi pezzi
ri-
ale
(a) Capo ni. ^.y.pag. jj. (*) Ho trovato in una relazione itlanoj"5" '^"^ ^^ ^^'^^ ' '^^'^ P^p* ghIo n diede a Felice de Fredis , e a' fiioi figliuoli incroiius y poriionem gahelU porta s. Joannts Ldteranenfis in premio d'avere (coperto >1 Laocoonte ; e che Le-n X. reftituendo queItc rendite alla chiefa di s. Gio. in Laterano allegn a lui in vece Officium [cripioritL Apo'iolict , con un breve in data dei j. Novera-
conofcibili ; cio , la figura del figlio maggiore , clic fta a finiftra , la figura di Laocoonte fin fotto alle ginocchia, e il refto del jiuppo . 11 detto figlio maggiore ha la gamba diitta
Il padre notabilmente pi lunga dell'altra ha la ghirlanda di frondi come facerdotc ; e fi vede ben rilevata nella flampa , che ne d MafFti loc.cit. (i) Nella prima edizione oflcrva Winkclmann che l'edere in pi pezzi il Laocoonte di Belvedere ha fatto dubitare , clic non fia quello dello di cui pa'-la Plinio , foggiugnendo fuH'airerz.one di Pirro Ligorio the nelle ruine d"un anti;o edificio prcilo il pa'azzo larnefe furono trovaci molti pezzi d'un altro'
.
ne 1517.
242 al Laocoonte
flo
braccio deflro
.
in
LIB.X.
uno
,
di
terra-cotta
CAP.
Michelangelo pens
fi
mar,
I.
mo
ma
vede fotto
la ftatua
medcfima
noi
Qi-ieflo
e pare
che lo fcultore
moderno avvicinando
,
fione
braccio
involto a pi giri
,
dal
onde non
,
lafciar
campo
r che
che fecondo
.
l'arte antica
il
vSembra pe-
alla tefta
poich lo
fguardo farebbefi
che Bernini
al
tempo
ilelTo
diretto neceffariamente ai
al
braccio
Quindi
per
al-
ha
kfciar libera la
tro oggetto (b)
tefla
.
fenza avvicinarle
fcalini
al di
il
fopra nelTun
due
,
podi fotto
dado
fu cui fta
la figura principale
indicano probabilmente
fi
ara
prefTo la quale
.
fuppone che
avveniffe
cafo
ivi
rap-
prefentato (e)
jf.
12.
Or
gruppo confimile , e fra qucfti una teda che hi quindi trafportata a Napoli D' un' altra tcfta di Laocoonte , fomigliantiirima a quella di Belvedere, ma fenza collo, polfeduta gi dal card. MafFei , parla Aldroandi Statue di Roma, pag.24.1.--, e Flaminio Vacca prelTo Montfaucon Diar. hai. cap.g.pag.i ^6. rammenta altri pezzi , che aveano del rapporto col gruppo di cui fi tratta Abbiamo noi pure un'antica e bellilfima tefta , anzi un bufto di Laocoonte in bianco marmo , che a giudizio de' periti per l'efprcirionc e per ladiligcnza del lavoro pu andar del pari con quella di Belvedere , a cui uguale in grandezza Ne abbiam data la figura alla fine del Libro antecedente ;>a^. r^f. [In quefta edizione Romana fi omelfa, perch in fine
.
.
capo la fteffa , ed eguale efferne atteggiamento delle braccia , f giudicar ne vogiiamo da quella piccola parte Serbafi quello che refta attaccata alle fpalle
fitura del
dovea
l'
pregevole
di S. E.
il
monum*nto
fig.
tc IO. miglia
march. da Milano
ed
in
altri
marmo
che
bronzo
(a) Cos lo ha la figura dello fleflo Laocoonte , rapprcfentara preflb a poco nella maniera di quello gruppo colli figli , in una gemma del gabinetto reale di Francia , che credefi antica , data in rame dal fig. Mariette Traile des pierr. grav. Tom. ti. pi. XCV^.
(b)
la
,
a norma
,
ne quella
di
quello
i
Tomo
tratti
ciopajono giufle
della,
garba
compofizionev
jf.
12.
Grande
fu
ec.
243
Lia. X.
la
pi pregevole fra
artirti
bri
che
in
Roma
quali
non feppero mai produr cofa , che di quella foflener pofTa Ql il favio trova materia da anche un lontano confronto
.
penfare
vi
fi
fcorge dali'artila
amendue rimangono perfuafi che in tal figura vi fon pi cofe che l'occhio non ne fcopre, e che il genio dell'artica era pi
fublime ancora che l'opera fua
$.
.
13.
Veggiamo
:
nel
Laocoonte
la
gior patimento
vi la
uomo
i
che cer;
ca di unire tutta
tormenti
f:ira 1
mentre
vi
,
l'eccefllva
il
pena ne gonfia
e per
mufcoli
ne
ner.
moftra
II
petto follevafi a
dolorofa
e di tutti concentrare
I
e chiudere in
fl:efl!b i
fuoi
tormenti
il
gemiti foffocati e
i
'1
ventre
e incavangli
g'
fianchi
.
onde
in
qualche
modo
par
che ne veggiamo
interini
Sembra
egli
figli
frattanto
,
fentir
meno
il
quali in lui
:
filfano l'atriitto
il
cuor
paterno ben
fi
e fulle pupille
par che
bia
.
fi
fienda la compafione
il
come una
,
Un'aria lamentevole ha
fuo volto
ma non
,
mo
per implole
,
rarne l'afiftenza
gli
fguardi
fi
labbra
l'inferiore
il
che
abbafa ne fente
in
maggior pefo
il
mentre
dolore
fiigo
,
,
dentro indica
crudele
la
una certa indignazione per un non meritato caquale viene ancor meglio efprefia dal nafo un p gonUh. 2
244
LIi5.
Sotto la fron'I
il
GAP.
contrafto fra
uniti
:
dolore
e la refirtenza quafi in
il
un
fol
punto
poich,
mentre
abbalTa
,
le fovracciglia
Ita
la refftenza
falla
fovra l'occhio
.
col'ar-
Poich
di
le
non poteva abbellir la natura s' ihidiato mente Ivilupparne gli affetti e tutte mollrarne
,
maggiorforze
,
:
in
la
il
pi
fer-
gran bellezza
vi
ha fatto
il
rifaltare
Il
lato
,
manco
ove
pe ha imprefTo
Cmit
te
al
deve per
la fua
,
prof-
e tal parfue
disfatti
pu chiamarfi un prodigio
e
tratti
dell'arte
Le
gam:
fottraerl
a tanta
pena
ne ac-
jj".
14.
que-
(i)
Il
fgnor
H^vne
nella
prima Dilferra-
7one della feconda Parte della (u Raccolta ^'Antiquaria teit pubblicata, l trattiene a
lungo fui Laocoonte Sebbene riconofca egli con Winkelmann effere ftata quefta ftatua ritrovata ne' bagni di Tito , ora ben noti per le pubblicatene pitture , non s'accorda per con lui circa il tempo in cui ftata guafta ,
.
fi ofiervaya. quella galleria nell'anno nfii. andaiTe in parte a male , e li pu riconofcere ora dagli avanzi Nella fteffa maniera fi vede anche nella ftampa del Marliani , e nell'altra aggiunta alla metallo-
tale vi
di
che 1" lia pofcia reftaurata , braccio de ftro del padre iiavi Rato rimelTo dal Bernini ; poich quefti nacqae nel lyjS. , e la figura era gi reftaurata nel IJ44. , come appare dalla ftampa in legno preflo Marliani Urb. Rorrn Topogr. lib. 4.. cp.i 4.pag.i 1 0. Tal opera egli fcrive afta
.
ri
circa l'artifta
Nega
che
il
teca del Mercati , fatta circa il i f 6y. , in quella fatta da Perret nel i j8i. , e in tante altre di quel fecolo Non fo chi l'abbia in feguit copiato in terra corta ; ma non ciedibile che
.
fia ftato
il
Bernini
si
perch
tal
lavoro
ma-
teriale
il
a
,
di lui
dinucci
non conveniva ; e s perch ne figlio Domenico Bernini , ne il Balche ne hanno fcritte, nelle vite
lui
,
;
,
dicono foltanto
il
Michelangelo creduto da alcuni il reftauratore d queuo gruppo per un errore nato probabilmente dalla fomiglianza di nome. I figli per furono rappezzati da Agoftino Cornacchini piftojefe. fiorentino , che prima [ Fu Baccio Bandinelli dell'anno 151?. reftaur il braccio di Laocoonte in cera nella forma , in cui fi vede al prefcnte_, come attefta il Vafari Vite de' pi eccell. pittori , ec. Tom. V. par. f. pag. 7 r nella di lui vita , ove dice , che fullo ftelTo aio(fello lo imito nella copia d tutto il gruppg , cU" egli fe^e in marmo pet gSlcria
di
.
e l'altro alla;;4^.7z.,
ch'egli ammirava come il pi gran capo d'opera quel gruppo, e lo ftudiava Siccome Baccio fece la fua copia intiera , e inriero fi vede il gruppo nella detta ftam.pa del Marliani , e nelle altre menrovate , convien dire , che qualch'altto fcultore , feppur non ftato Baccio fteflo , abbia reftaurati anche i figli intorno a quel tempo , o in cera , o in terra cotta , e che poi li abbia reftaurati in marmo , piuttofto malamente , il Cornacchini Di itz variando qualche cofa nel difcgno Giovannangelo Montotfoli fcrive lo ftoQ
.
DA Alessandro il
jT.
Grande
ec.
,
24?
fioriva Pjk-
14.
quelli
GOTELE incifor di
gemme
di
il
privilegio di
GAP.
I.
Due gemme
;
piigoulc.
nome
Pjrgotele
(a)
ma
in
una
e nell'altra fcorgefi
.
chiaramente l'inganno
tifta
ali'illuftre
di
Schoenborn
un piccioliiimo bufto
in
un'agatonice
poco pi grande della met della ilampa pubblicatane dal Avendola io efaminata fu una forma in cera celebre Stofch mi nace fulla ftampa medcfima nel rnufeo Stofchiano (b) che in nomiquero due dubbj Il primo circa il nome
.
tali artifti
che foleano
fulle
opere lor
nYPrOTEAOTS
;
anzich
,
nXPrOTEAHS
il
fecondo
che d'un AleiTandro e ci appare si nei peli della barba , oflia in quella lanugine onde ha coperta la guancia ( il che
non
olTervafi in
,
verun ritratto
di
quel re
ne'capelli della
fronte
di
quelli d'Ercole
e
VaCari nella di lui vita dopo il principio , fra le citate Tom 1^1. par. 6. P'ig.Sche per ordine di Clemente VII. , dopo il if 51. , rifece in marmo il braccio finift ro , che mancava all'Apollo , di cui parleremo al Liaro XI. Cup ni. f 2. , e il deftro del Laocoonte Suefto deftro braccio non pu elfcr altro , e quello abbozzato , di cui ha parlato Winkclmann credendolo colla comune opinione opera di Michelangelo equivoco , che potr clTer nato appunto , come dice il fig. Heyne ,
, .
:
ben
mifura pi piccoli del padre la qual cofa e ftata pur olfervata in quelli della Niobc . Conviene egli bens col noftro Autore nel filfarnc l'epoca ; ma nega che di ci giudicar
:
dalla (omiglianza del nome , e forf ancora perche egli era uno di quelli, che lavoravano fotto la direzione di Michelangdo , e
Parla quindi di due polTa dal folo ftile e d'alcuni roteami d'altri limili grup, pi , e de' pi celebri modelH che ne fono rta^ti ricavati. Per ultimo paragona il gruppo colla defcrizione fatta da Virgilio di Laocconte circondato da'ferpcnti ; e dimoftra che comunque (avi della foiniglianza tra il poeta e lo fcultorc , quella non poi tale che necelfatiamente l'uno fa prefo dall'altro^
fi
.
celle
da
la
lui
fu propofto al
come aggiugne
Vafari
Qualunque ne
fi
foffc
il
fini
la-
fciato fotto la (fatua fino a quelli ultimi anni , che flato porto in altro luogo dello
fteffo
Mufeo]
Dopo
d'avere
il
fig.Hcyne con
pi minuta efattezza di Winkelmann defcritte il gruppo , Bota clie i fili fono fuei di
In ogni maniera per non potr mai dirli che l'artifta abbia rapprcfentato io marmo ci che avca Ietto ncU' Eneide (a) Stofch Pierr. anliq. p'av. pf. Sf-S^' (b) Ora unito al mufco reale a Berlino . (e) 11 citato Stofch ne porta diverfe altre nella fteffa maniera col nome in nominaxivo , e tra quefte , due di Diofcoride , delle quali parleremo al Libro XI. Cavo ri. . jj. / e non vedo che vi fia Ilau melfa dtHcoic
.
24^
^=
LiB. X.
ben
da quei d'AIeflandro
che
f gli
fogliono
follefi-
^^^
|-^^j|^
mili alla
ritratti
,
come appare
efiflente nel
lui
mufeo Capitolino
tale
da me pubblicata
Aggiungaf che
teda coperta da
una
pelle di leone
(a)
,
ornamento
fandro
gran turbamento
;
colla
bocca aperta
di fofpirare
del che
.
non
EU,
hanno
fatto cafo
,
coloro, che
ivi
ravvifano AlelTandro
del fuo
fi
rammaafflii
morte d'Efeftione
.
ma
,
pi facilmente
fpiega f
rapportif ad Ercole
Vi
la
,
fi
zione
figli
allorch
avuti
dopo da Megara
pazzia
fuoi
ritorn in s
si
:
con dolorofo
pentimento pianfe un
orribile fatto
Herculein trijem
infant?.
L'altra
,
gemma
un cameo pubblicato
dal
mede-
fimo Stofch
rapprefentante un
uomo
attempato
lato
,
ma
fenza bar-
ba
V'
il
nome $I2KIXiNOC da un
i\
legge
nXPrOTBAHS EROISI
,
11
primo
nome
cione
;
ef^er
deve quello
dell'artiia
non gi
i
nomi
delle divi-
per
la
ragione ometteafi
(b)
.
il
nome
mini celebri
Si
cune
tefle in
marmo
,
rapprefentano
ZETS
fotto la tefta
medefima
ia)
11
Monum.
,
ant. ned.
num. 17 ;.
e lo
quella
ha
avendo voluto Aleflandro cilere imitatore di Ercole Plutarco De fon. Alex, oraci, in
fi'^e
p./o_f. ;
r^g-.^;2.pr!r.c. () Pini, ^li.^j. cap.i i.fec. 4.0. %. 6. Dio Chrsi. Orat.n.pag. jjg.
,
(b) Dione fcrive , che a qualcuno fi mettcva ; e ci vien confermato da tante gemme , ed ermi , tra' quali e quello d'AlelTandro, di cui parler qui appreilo ; e varj altri fravati non ha molto nella villa ?i di CalTio a Tivoh fi confcrvaTio nel Mufeo Pio Clementino , e fono nominati nel Tomo I. di elfo pug. ,j. ,^.
DA Alessandro il
fima d'un Giove del pi antico
Grande
in
e c.
247
in
ftile
una moneta
bron-
^^^^
zo della
rafFa
citt di
Locri
(a)
efiftente
;
Noya
a
il
Napoli
ma
,
.
nelle greche
gemme
di raro tro,
vai! incifo
nome
del dio
o dell'eroe rapprefentatovi
Il
co-
fecondo nome poi fcopre manifeitamente l'inganno, efTcndone diverfa l'ortografia, poigi altrove
me
ofTervammo
ch
la
figma ha
;
la
forma d'una
epfilon
nel fecon-
do ha
e
tal
forma comune S
ufavafi
inoltre la
ai
non
certamente
fulle
tempi d'Aleflandro
in
gemme
Vero
che
fui
frammento d'una
ai
.
.
gemma
.
incifa del
piedi
armati di
.
gambali
INTOC AASSA
(a)
;
,
figliuolo d'Alefil
fandro fece
niera
e
ma
folo di tal
maloro
quando
,
altri
pur ve ne foffero
,
pi poilierioii
abilit
di
,
maggior premura
parlar di loro
un argomento
cui fopra
m
la
una
figu-
in
una
antica
nome modo
il
:
dell'artica
fecondo
pi
16.
Poich
,
fi
fono indicati
ai
cifori di
gemme
che fiorirono
dovere che parliamo pur de' pittori contemporanei, , de quali per quelle fole cofe diremo che dai moderni fcritde^
tori
fono
fiate
omelFe
17.
PH-
al
muCeo
reale
piems grav. du
Cab. de Stofch
, ci. z.
fea.is- n. oSg.pas.tle.
LIB.X.
DA Alessandro il Grande
te
:
ec.
il
,,
Ariftidc flato
il
diretto
LIB. X.
di
colorito
e per ci riufc
duro
jf.
19.
Protogene
,
dell'ifola di
Rodi
(a)
il
quale
fiori clr-
protogcne.
ca quefli tempi
pinger navi
il
non rapprefentafiero
dipinto
fulle
,
ma
navi ftefTe
efteriormente
vigio del
ficcome
ufafi
anche oggid
efTendovi
.
al
fer-
Papa un pittor particolare delle galee (b) II fuo in cui effigiar volle una tranquillit indoSatiretto o Fauno flava appoggiato ad una colonna (a) con due tibie ia lente
,
,
mano
gione
pra
fi
ch\o.ma.y3.
:
Anapuivomenos
(b)
(il ripolantefi
a ca-
di tal pofitura
mano
fo-
la tefta
come un Ercole
,
che rapprefentafi
in atto di ripo^2)
ed ha l'ifcrizione
di
ANAnAYOMENOS
,
20.
Nicomaco
1
i
di quarti
ie
non ad
altro titolo
almeno per
Tom.IL
yreffi
11 capo d'opera d'Ariftide , in cui cfvedcanf gli affeni dell'animo e i feritimenti del cuore , fu quel quadro rapprefentante una madre ferita a morte nella prefa di una piazza Le ftava atta:cato alle poppe un pargoletto, e ben vi fi fcorgea il timor della madre moribonda , clie in vece del latte non avcflc il figliuolo a facchiar del fangus Plin. lib. ^s- '."P- ' fi^- ?5. . i g. (a) Di Cauno nella Caria, citt foggetta a Rodi . Plinio lib.^j. e. 1 o. feci. ^6. . zo. princ. , e ivi l'Arduino nella Zioia. num.i^i (b) Narra Plinio /ib. ^j. cap. i 0. feci. j6. . 20. , che Protogene riufc a dipingere per elfo U fpuma d'un cavallo , cui non avca ptuto riufcire con tutta lane , gettando per rabbia la fponaa inzuppati di colori contro il quadro ; e die lo ftcilo avver ne al pittore Dione Grifoftomo Orat. 64. pag. Ncalce jpo. D. , e Sefto Empirico Pyrrh. fiypot. 1. 1 tap. i 2. pag. 7. B. lo dicono d' Apelle
. . . .
flato
(0
(i) L'opera pi infigne di Protogenc ftata la tavola rapprefentante il cacciatore lalifo opera in cui impieg fette anni . In tale ftima fu effa tenuta dal re Demetrio Toliorcete che per non dirtruggerla , s'afttnnc
:
incendiare un fobborgo di Rodi da lui Plin. //i 7. cap. ^S. feii- ^0- > A. alfediato
dall'
.
j.c
il.
utt.
&
Plut.
pag.
8 ?. B.
ApoQup-
ammira
e Cicerone
De
dar. ora:,
paragona a pi altri vaici, ti pittori di que' tempi. Apelle fteflb reU grandemente forprefo al vedere quel quadro , opera grarde e maravigliofa chiamandola ; in cfla nondimeno non ravvis quella grazia che a s folo arrogavafi Plut. in emetr. oper. Tom. 1.
.
p.2g2.F.
(<;)
Strii). lib.
Tom. li.
ove poi fu conlunta da un incendio ] , ' AFece altres lian. Var. hift. lib. i 2. cap. 4 1 Ptotogene alcune ftatue in bronzo. l'iin. l-SSfap.i O.fec. 36. i. zO.
.
il
quale
la dice
portata in
Roma,
2?o
-flato
CAP.i.'
il
dir
di
Plinio
baffi-rilievi in
marmo
fimil
me
Ritratti d'Aleilandro
incife
con
gemcappello non
,
che
le
21.
.
Al pari
,
vori
mentan d eliere qui mentovati i ritratti d'AlelTandro il quale non fu certamente men grande pei vantaggi apportati
,
all'arte
che per
le
Non
v' al,
d'altri illuftri
mortali
arti del
che ebbe in
eiTe
molta
fi
vide
que' tempi
.
varj altri pittori I pi rinomati furono PanAriftolao , e Nicla. A Paufia da Sido, ne Plinio /;i. ^j. cap. li .feci. 40. princ. attribuifce la gloria d'en"ere llato il primo a dipingere le volte delle llanze . I quadri piccoli , e fpecialmcnte le figure dei puttini eraro la fua occupazione pi favorita . Riufc per altro anche in opere grandi . Tra quelle la p;u celebre (lata un fagrltizio di giovenchi , uno de' quali era melFo in ifcorcio con
tal macllria che molti tentarono bens d' imitarlo , ma che neiTuno arriv giammai ad uguagliare Aitefe ancora a dipinger fiori rendutol emolo della bella Glicera inventricc di vaghe corone tefiutc di fiori Figlio e difccpolo di Paufia fiato Ariflolao , pittore fcveriirimo detto da Plinio /.^j. ci feci. 40. t. . ji. , che rammenta eziandio vane opere Fra i pittori atcnieli fi nodel fuo pennello vera da Plutarco Bellone art pac. dar fuer. Athcn. pag. ^^46. princ oper. Tom. il. anche Nicia , eccellente nel chiarofcuro , talcji le
.
.
Pauf. lb. i, cap. 2g.pag.74. fuor di propofito , aven[ nominato qui done gi parlato \< inkcimann a filo luogo avanti /jag.z ^z.fcg. ] . Potrebbero qui anche nominare Afclcpiodoro aliai ftimato da Apelblica fepoltura
.
perla fimmetria , Plin. l.^s- ci e. feci. ^6. ZI. , Nicotane pittor clegantilbmo , bid. %. 2^. , Nicerote ed Ariftippo figliuoli e dil'cepoli d'Ariftide , e pi altri riportati da. Franccfco Giunio , il quale fetide dilfiifamente e con molta erudizione le vite degli Facendo Graffo prcllo Giceantichi artifti ronc De orat. lb. ^. cap. zj. n. siS. il confronto delle pitture di quelli pi antichi maeflri con quelle de' pittori che fiorivano a'tempi fuoi , nota il diverfo effetto da amendue prodotto Le recenti , (ccome pili vaghe per bellezza e per variet di colori , folevano
Ic %.
. .
piacer alla prima ; ma ben prefto pcrdeano laddove le pi antigran parte del pregio che non deftavano da principio imprcffione
:
fcnfibilc nell'animo
ma
pofcia pi atrenta-
fue figure diflaccate fcmbravano dal fondo del quadro Plinio lib.jf. c.i i. feci. 40. ^.zS. lo dice diligentilVimo nel dipinger femmine , e feliciffimo nel rapprefentar cani . Era s grande la fua applicazione al lavoro che interrogava IpelTo i fuoi fervi : ho io deflnato ? Plut. feni fit ^er. refpubl. oper. Tom. ri.
.
mente rimirate appagavano pi delle altre, non oRante quel non fo che di ruvido e disufato che vi fi ravvifava Di ci ne alTegna
.
IJkojudic. la ragion Dionifio d'Alicarnado n. 4. oper. Tom. il. pag. 167.:,, Gli antichi
De
,,
,,
dic'egli
pevano perfettamente
forza dell'cfprelfione
An
quantunque
loro
pag. yS6. B. , Alian. lib. ^. e. ^i , & Stob. Serm. zq. pag. zo6. Un. ^4. Gli Atenicfi , a' quali 'qcc dono d'un quadro , per cui ricu'.ato avea fellanta talenti , Plin. loc. eie. , gli ereffcro un monumento fcpolcrale nel luogo deftinato a chi rqeritavafi l'onore della pub.
,,
,,
colorito feraplice fofle e poco variato . pi intenti a diftinguerfl nel i moderni , colorito e nelle ombre , non dilt-gnano s e fattamente , ne le palTioni trattano con
Ma
cgual fucccffo
j,
DA Alessandro il
vide nel
de'
Grande
ec.
abili
2Ji
artilii
mondo
deJla
Llli.
gli effetti
ria
tutt'
X.
I.
CAP.
quide
re<ni
al
folo
monumenti delle fue invafioni fatte in molti dovendoli tutto ci perch con neiTuno la divide onde il pi lever ed altres pi pura fuo genio
e tutt'
i
,
;
oiudice delle
jf.
22.
umane azioni nulla avrebbe a riprendervi Che le pervenuteci antiche immagini di quefto
il
re
ancora
fu
gli artifti
opera
Abbiamo
ebbero
il
bronzo
;
(b)
Pir-
GOTELE in
gemme
no
'1
ma
che qualche
marmo
fcul-
dice
forf
23.
Fra
le tefte
.
Tette
le pi
ragguardevoli
La pi grande
,
nel
,
mufeo Fiorentino
che era
la
e la terza
s.
in quello
ora a
la tefta
2
MalTimo
loc.
(a^ Plinio
llb. 7.
cap.^T.fea.^S.
Apulejo
(e) Valer.
Flondor.c.7.op.Tom.iI.pag.770., ilquale
per altro sbaglia nel metrere Policleto in vece
di Lifippo
.
(b) Valerio Maffimo 1.8. cu. in ext. n.z., Amino De exped. A/ex. Hi. i. CI j._p. 47., Plutarco De jfon. Alex. orai. 2. op. Tom. il.
P'^S- S.S- B. Plinio U. 4.. cap. 8. feci. ip. ^. t6. narra di Eufranore , che faceffe in
dipinfe le di lui gefta . (d) Bottari vuol che fia d'Akllandro snche la ftatua dello ItelTo mufeo , di cui da la figura nel Tomo ///. Tun'. 47. C. , (e) Plutar. in Alex. Tom. I. pag. 666.
De fon.
bronzo
la figura d'Aleflandro con quella di Pilippo fuo padre fopra una quadriga Com.
binando i tempi fi potr dire che face (Te tali Aatue prima che Alelfandro accordaffc la pri\ativa a Lifippo , il quale filfato da Plinio nell'olimpiade CXI V. , come ha notato Winkclmann qui avanti . y. p. 238. , dicci clinipiadi dopo Eufranore
, .
Alex. orai. z. Tom. il. pug. s?S- ' Caracalla , che nel fuo portamento voleva indiraimitare Alellandro , non la portava iinita , ma un poco voltata verlo la (palla lui ftra , come fcrive Aurelio Vittore nella di Affentantium fallacis eo perduBus , ut vita truci fronte , & ad Uvum humerum coiverja cervice , quod in ore Alexandria notaverat incedens , fidem vultus fimillimi perjuaderet
:
fibi
un meda-
2?2
= prefentate
LIB. X.
all'alto
lo fguardo
(a)
,
CAP.
in
dis-
I.
lavoro di Lisippo
(a) le
La
tefte
di
e s'afTomiglia alla
.
chioma
di
Giove
di cui Alef-
Vedali ci che ne
dicemmo
altro-
lo folca co-
gli attributi
il
quindi imitato
Statw.
Jf-
ftatuarj
fuoi fuccelTori
-24.
Se fcarfe fono
le tefte
ro
armata d'elmo ha
riguardo
la figura
d'un AleiTandro
.
ma
,
non
La
ftefia ofTerva-
zione dee
alle quili
alle
ftatue efiftenti
,
fuor di
il
Roma
ftato
dato
nome
fig.
s
d'Alef-
fandro
dezza naturale
quella
,
che poffiede a
,
Roma
il
marchefe
Rondanini
la ftefla
Il
capo
ch' fenz'elmo
rimafto
intero che
una grazia
{ingoiare a
fta
poche
tefte
antiche conceduta
,
anzi
non
la
gua.
nemmeno
,
la ftefta fuperficie
che ne efprime
,
cute
do
fta
e per con-
feguenza inchinato
come
nelle altre
mentovate
e la difpofizione delle
ora nella
iflor.
/opra
ale.
Buonarmsd. Tav. g.
,
di cui
Non lo e nel fuddetto erme (a) AnthoL Uh. 4. cap.S. n. 36. 37, Plutarco loc. cit. pag. ^y. B. (b) Lik, V, Cap, V, . 6. pag. 3^$%.
(a)
.
[ e.
fpalla delira
DA Alessandro
ciocche degli
altri
il
Grande
ec.
2J3
-
non
diitinguefi
di
Capitolino e Granducale
jf.
Firenze (a)
il
GAP.
I.
2j.
,
Gli
artdfti
loro
suiftoriacspotr in bilUi^",
eroe
come
il
lolo
fra tutt'i re e
fi
gli
uomini
illullri,
Doveva
venture
,
a ci contribuire
anche
la
in qualche
modo
quale
ama
di occuparfi
aggiungali che
le fue gefta
erano a
tutti
note quanto
le
avventure d'UlilTe e
baffi- rilievi
,
d'Achille.
fi
Equi intendo
parlare di que'
con cui
,
ado-
perati per
fulle
tombe
efcluden-
do
(aJ L'erme in marmo cipollino ftatuario colla ifcrizioDe greca di Akllandro ritrovato l'anno 1779. negli fcavi della villa de' Pitoni a Tivoli per mezzo del tante volte lodato IIfa dubitare
tratti di
i
fcorgere efpreflb
il diftto dei denti grandi , e prominenti in inori , del quale parla Gioyarvni Antiocheno , cognominato Maiala , Icrittor greco de' badi tempi , e forf del ix. fc-
snor cavaliere de Azara , che lo podedc , ci , che tutte le figure citate da \i'iakclmann , e da altri , non poflano dirli riquel taraolb conquiltatore ; fcppure una qualche fomigliania nella tcfta pi giovanile del palazzo Rondanini . In quello enne la tefta {co-
colo
Hij.
,
non
volelle ricocolcere
perta . I capelli fono gettati nella maniera prefTo a poco che dice Winkelmann Tenia barba , per la ragione , che ho detta alla pjg. 207. n. A. I lineamenti del volto , quanrunqu un p corrolb nell'epidemie , pare che moftrino l'et pi avanzata d'Aleffandro, e una fifnomia robufta , e leonina , come dice di lui Plutarco De fon. A'ex. arac. 2. Tom. il.pa. ^^j. B. , li quale fpirava un non Co che di terribile mirto ad una bellezza non curata , al dir di Eliano Variar, hiiior. lib. t z.cap. 14. , e quel fuo temperamento biliofo , e iracondo , notato dallo rteflo Plutarco nella di lui vita , op. Tom.I.p.666. C, da Arriano De exped. Alex. lib. 7. pag.jo z., Vlmio Hi. j f. cap.i 0. feci. ^6 .1;. ; di cui
.
nafo per poterlo meglio rincontrare colle medaglie , fra le quali nel rello mi pare abbia della fomiglianza con quella , che fi data qui avanti alla pas-iof.-, ficcome fra le gemme pare che aboia fomiglianza con quella , che da il Gor Muf. Fior. Gemmi antiq. Tab. zf. n. i. L maeflria del lavoro lo fa credere opera di buona mano , e de' buoni tempi ; ed notabile il giudizio , che ne diede il celebre fig. Mengs , il quale , al primo fguardo filTatovi fopra da un'altezza di venti palmi fenza aver veduta r ifcrizione antica , lo giudic tenitura de' tempi di Alellandro, anzi un'immaVi gine d'Aletlandro ftcUb , o di Efellione corrfponderebbe la forma delle lettere della ifcrizione fimili a quelle , che ufavanfi in que' tempi , come pu vederli pretlo il P. a Bennettis Chror.ol. 6' crit. kifi. ec. , Par. I. Tom.l.
danno
che
S. princ. p. S z.
il
B.
proleg. I.
^.LXIl. pag.i^t,
Cir.p.zzs.
Veg?afi la figura , che ne diamo in fine di q u l'Io Tomo Tav. V. , e la dcfcrizione delle
figure nel ni. '(e) Vcgg. Plinio lib.SJ. cdp. io. feci.jS.
.
anche un argomento il mufcolo maftoideo , che comparifce alquanto pi carnofo , e rigonfio dalla parre fmirtradcl collo , ove la cella mollra di premere . Nella bocca non vi Co
Tomo
IO.
2 5'4 'do
LIB.X.
i
monumenti,
Bifogna
CAP.
I.
comunque
atta per le
addotte ragioni
,
anche ne'tem,
ci
rimafto
,
in cui
quell'eroe
fuorch un folo
le
cio
di
il
fuo col(a)
;
mura
,
Corinto
fl:ato
quedo lavoro
pubblicato
figure di Dejf.
Albani
da
me
{a)
2(5.
Di Demoflcne
vi
il
pi grande fra
febbene
fofle
f
una
di lui fatua in
le
Atene
in
e in moltife
fimi luoghi
ne vedefTer
immagini
bronzo
,
in
marri-
mo
per ci che
guarda
fembianze
bufti in bron(b)
.
zo non
Sono
ef
pi piccolo ha incifo
.
nome
di
Siccome amendue
le tefte
punto ad un'altra
rilievo trovato in
,
hanno la barba e non fomigliano col mento sbarbato d'un bufto in baflbIfpagna al cui lato havvi il nome mede,
fimo
come
il
ritratto'
dell'oratore ateniefe
tal
bufto rapprefenti
27-
Quando penfavamo
i
di
non avere
,
altre
immagini
del
di
Demoftene che
due
Pe
(a) Dione Giifoftomo Orai. 4. pag. 61. Vxitarco in j4lex. opcr. Tom. I. pag. 671. , e fon. Alex. orat. i. Tom. il. p. 3^1. F. (u) Monum. ant. nid. nam. 1 74. [ Noi lo
cliicfe
che
.
gli foffcro
mandati ambafciatori
I.
ateniefi
Tomo
i
de Bronci d'Er-
colano
Tav.
i.e
^.
in fronte al Libro XIL (ij Pauf. Hi. i.c.S. p. I g. infine , \ Pitarco nella di lui vita , in fine , optr. Tom. I. pag. 6o. C. , Fo2o Biblioth. cod.
diamo apprelTo
CCLXF.
pag. 14.7S. Gli fu eretta dagli Atenieli per onorare il di lui merito ; e Fozio aggiugne , che avea la fpada al fianco , perch cos arinato recit l' orazione allorch Antipatro
(d) Imag. illuftr. n.ff. Cos penfa Orfini. (e) Colla ficurezta di quello , che ha l' ifcrizione , f ne fono conofciuti degli altri in marmo, uno de' quali nel Mufco Piodementino , e un altro ne pofliede il lodato
Molto pi
poi.
DA Alessandro
del 176S. ufcir fuori
il
Grande
ec.
2S^
due pal,
un modello in geflb
alto circa
mi
(a)
formato
fu
un piccol bafTo-riJievo
.
di terra-cotta
forf
LIB. X.
CAP.
I.
gi allora
fiiiarritofi (b)
,
Demoftene
che
.
fua vecchiaja
ma
in guifa
la tefla
perfettamente fomi-
mentovati bulti
e
mezzo ignudo,
:
me,
dita
tiene
,
nella
finiftra
che
alla pietra
il
s'appoggia
.
un
volume
v'
il
fi
ginocchio
Sulla pietra
fuo
nome
AHMO20ENH2
e fotto di elfo
leggefi
EniBnMios
Quello vocabolo poco ufitato pre/To gli antichi e fignifica colui il quale fla o fiede prefb un'ara; onde Polluce chiama
,
La
/2a^g
anzi l'ara
ftelTa del
lauria
non lungi
le
Trezene
gli
Caove Demoftene,
erafi
fuggendo
tro
,
ricovera-
to (e)
e ove nell'anno
leno
affine di
non
nemico
Demollene fedente
,
full'ara,
e
.
in
uno
flato
la
dubbiofo
turbato
prodelle
let-
morte
(e)
La forma
rimarchevole
ra
,
li fcoperta di una. (latua iiitiepallata in Ingiiikerra , di cui per fi confcrvato in Roma il gcfio ; e di un'altra ad ella fomigliante nella villa Aldohrandini in Frafcati , ma non tanto ben confervata .
(a)
Un
palmo
.
un terzo circa,
il
e largo
un palmo
dottor
la
Mcad prima
. .
Ne daremo
.
In amendue Demoftene rapprefentato in piedi con un volume nella mano (iniftra in atto di arringare . Vcggafene la figura in fine di quefto Tomo Tav. VI. , e l'indice delle Tavole in rame nel Tomo ni.
{a) Onom. lib. 4. cap. io. fegm. 7p. (e) Pauf. lib. i. cap. 8. pag. t p. infine
(d) 60. (ccono Gf^Wo lib. i j. cup.z 8. , fecondo altri prello Fozio loc.cit. 67. , altri 70. (e) rapprefentato fedente full'ara dopo
2^6
LIB.X.
fui
'lettere nell'ifcrizione
di lui
nome
il
CAP.
ci fa
i
argomentare che
bufi
.
I.
Nel recinto
di
TTipt/Shco
,
il
menzionato tempio
Net-
tuno
llo
vedeafi ancora
giorni di Paufania la
tomba
di que-
aver prefo
con ana lettera nella iecondo alcuni era ferirto foltanto Dcmoftinc ad Antipatro ; e fondo altri un epigramma. Vedafi Plutarco
il
,
loc.cit.
loc. eie.
mano
finiftra
:
in cui
ftoria
iu<^i'U|T,ti1iiii>M|iill||l|l||ll(li!!I
0<ro
CaratloMi
me
Ca-
DA Alessandro
il
Grande
ec.
aj?
;
- md^
LIB.X.
Capo
Stato delFarte fatto
fluirono le
.
GAP. U.
li.
primi fuccejjhri d'AleJfandro ... in cui in[otto Antipatra Calan di quell'et Lavori Moneta di dro e Demetrio Poliorcete Anticrollo 1. ~ Gruppo detto il Toro Farnefe Pretefe effigie del re e n'abbiamo Pirro - Pafs l'arte dalla Grecia ... in Egitto
i
de'
monumenti
Riflcjjoni fulle
arti
a,
quell'epoca
l'arte in
Afia [otto
.
Seleucidi
--
'Ulteriori
- Lega
achea
e guerra,
cogli Etolj
mino-
fa per
le arti
la cui
morte, come
,
la vita,
forma
e
Stato dell'arte
lotto
i
primi
.
manc
medefima manc,
ci detto
,
dir di Plinio
ceffavit deinde
,
qui
diffe
fia
giuftamente
con quella
d'Azio
verit
con cui
pi
Tacito
che dopo
la battaglia
,
Roma
non
che
fcrilTero
dopo
la
morte d'Augulto
pi fotto
fi
corruppe
.
romano linguaggio,
che Plinio
,
E' probabile
ficco-
me vedremo
^
...in cui
in-
poich
prendiamo
.
la floria della
Grecia in generale
jT.
troveremo l'oppofto
1.
Dopo
la
fi
ce"nd"diqJ'
tempi
fuoi capitani e
Di
To7n.n.
(a) Arriano tii. j. pag. S02. , Giufcppe iXWO Lontra Apion, Uh. i.c.32. pag. 4.4 j.
over.
ma
om.
il.
(n) Veggafi il chiariffimo Tirabofchi Storia della Letur. hai. Tom. il. Djfer<ta2. prelim.Julforigine del decad. delle fcunie .
2?3 'ma
LIB. X.
denti
La Grecia
per
le
CAP.
inondaro,
II.
no
in
Je
per
gli
ebbe
a foffrire
breve tempo
piCx
danno che
prefTo
fofFerto
non aveva
in
tutte
Sotto
Anti-
2.
Gli Ateniefi
quali alla
morte d'AlefTan-
dro rideftato
zi
per
fottrarfi
Lamia
e fugli
rono
oltre
pace, che
,
obbligavano a rimborfare
,
della guerra
a pagare in
ftra-
a ricevere
;
una guarnigione
,
che dopo
furon da
dai tempj
furor
de'
Macedoni
{a)
quefti ricercati
fl:rappati
,
una parte
Fin in
tal
,
Polifperconte
turi-
fuccefibre d'Antipatro
mentre reggea
la
Macedonia come
tutt'i
tore
Greci di
governo e'I ro (b) ma non ottenne ci che erafi propofto cio di ridonare la libert alla Grecia anzi in Atene avvenne il con,
;
regime primie-
trario
di
Focione
macedone
3.
CaflTandro
figliuolo d'Antipatro
e re di
Macedo-
nia
il
dopo ch'ebbe interamente difi:rutta la flirpe d'Alefi^andro Grande diede agli Ateniefi il celebre Demetrio Falereo per
,
;
loro governatore
un decennio
ben regger-
ci) Polyb. Ilb. 0. pag. jz.princ, ib) Piod, Sic. 1.18, ^.s6. p.iffa-
(e)
idem
il>id, .
Cj. p, 306.
Tom.il,
DA Alessandro il Grande
gerii, e indurli ad
efi in
ec.
e
2?9
,
cenno
volere
che
(a)
I
un anno
gli
bronzo
Il
;
,
I
"'
"
CAP. U.
un cocchio o a cavallo
dal
cit-
che
fi
,
vi
folTero in
.
tadini
ff.
4.
Dur
tal
fi-
Demetrio Po-
e con-
quido
la
Macedonia
.
ebbe a
foffrire an-
che Atene
Quefta
,
citt
vincitore fortunato
'1
governatore
il
ne fugg in Egitto
.
primo de'Tolomei
e fufe (s)
J.
nome
Per l'oppofto
dimoftrarono
,
gli
Atenief
pro-
penf a venerare
decretato di
Demetrio Poliorcete che fu pubblicamente ergere a lui e ad Antioco fuo padre una ftatua
della citt di Sigeo nel territodi
.
d'oro
(a)
forf full'efempio
,
rio di Troja
flatua
alzare una
aurea equeftre
fi
medefmo Antioco
inferire
(b)
Da
quefta
prodigalit d'oro
pu
la
che
;
fi
pi l'apparenza che
foftanza
e diifatti
fecondo
fi
l'ofTer-
vazione di Plinio
f
lo
filile
fiorito de'
.
Greci non
manifeft
il
ma
in ci
avendo
Kk
&
jj.
(e) lib.zi
.
paf-
{a) Dioi.Sk. l. 20.^. 4^. p. 4.^9-T'''"-'^(b) Chishul Arztiq. af. ad psefk. Sig.p.J 2.
.
>
dicci $00.,
cPuttco ReipubL ger. pm.ceptajOp.Tom,tI. fa^. 820. F. 300. folamentc (b) Diogene Laerzio //i. /./f^m. 77. nella di lui vita dice , che ne fu falvata una nella rocca della cicca .
cap.8. feB. 24. [ Cio , fcrive , che non fofTero conofciute ai ternpi di Alcifandro tutte le diverfe qualit dei fiori , pcrche non ne parlarono gli fcrittori fc nonch molto dopo la di lui morte ; e ci per rap-
porto
non
all'arce
260
'pafTato
LIB. X.
il
dopo
,
la battaglia
d'Ipso
CP. U.
in cui fuo
padre
lafciata
avea
la vita
e prefe allora
Lacare
il
governo della
,
citt.
la loro ribellione
fortific
il
Mu-
feo
e vi
le
con ragione
tempi quella
greche
citt
,
popolo
Ne'feguenti
che
altre volte
efTendofl alleata a
taffa
Tebe
effet-
generale fo-
in terre
in cafe
e in
denaro
tivo gli abitanti del territorio ateniefe per foddisfare alle fpefe
nemmeno
(/')
:
vi riu-
a tan-
come
,
poc'anzi
fi
dilTe
entro
tre-
un
il
fol
uomo
,
In un
po-
vero paefe
zione
,
a cui
mancava
altres
e collretti viderfi
la pri.
e cercare altrove
,
ricovero
foftegno
L'arte
medefima dov
lafciar la
tempo
livori d
quell'et
...
e trafportarfi
ed
1
in
Egitto
ff.
7.
Prima
in eftere contrade
di venire a quefto n
1
1
e al
deltmo che
ivi
ebbe
piacer lenza
allora
,
dubbio
al
lettore di
ella fofle
e giu-
confer-
o d'Antigono L pa,
dubbio
fuppofte
{,")
di
quello tempo
.
e dal
Toro Farnefe
effigie
8.
La
Dicasarch, Geograph.pag.iSi.
(A) Polyb.
il>,
2,pag.i4.B,
DA Alessandro
jf.
il
Grande
(a)
.
ec.
261
io fteflb
,
8.
La medaglia
di cui parlo e
che poifeggo
fiata da
me
pubblicata fpiegata
e
^^^- ^
Medaglia di '^""^onoi.
ve mal difegnata
peggio efpoila
la
poich
,
foglie
d'elle-
tefta
d'un vecchio
,
prendonf per
canna
il
(lede fu
una nave
il
{b)
dio
Pan
ma non
alla
le
mia opinione
il
La
di cui
chiaramente
diftinguefi
kiTo mafchile
che ha fotto
,
di s
un
delfi-
no
ch
quando condufie fopra una nave cretenfe la prima colonia nell'ifola di Delo (e) Apollo vien pur da Euripide chiamato Upt/oi; cio dio marino percavalli fcorre fuoi anche fovra co' l'onde ch del mare (d) Ateniefi afcrilFero gli al dio Pan ficcome Or la vittoria prefTo Maratona, cos probabile che il re Antigono abbia fatta
cangi
in delfino
.
memoria
,
di
a fuo parere
pel favore di
Pan
d'Apollo
di
palmo rodell'arte di
mano
e meritava d'efi^er
qui mentovata
que' tempi (a)
jT.
.
come uno
de' pi bei
monumenti
9.
quell'epoca un
monumento
,
di
LONio e Taurisco
fatto d'un
mafb di
marmo
efiflente
aRo(<j)
Monum.ant.ined.num.4t.[L'abhixi.
Tomo I. pag. v. (6) Froehch ^;in. reg. Syr. Tab. 2. n. ' "y"^- '" -^po^l- verf. 4P j. f'y r
'^"^'^'''^'"'i-'O^o}X (a) u"^' Il lignor Durens ExpUcat.
ftelfa
maniera
,
la fpicga
i
nella diflertaiionc
med. grecq & di una medaglia d'Antigono , ch'egli dice fimilc a quella data da \^inkelmann , e nell
oj. io6. Anch' io credo che poffa elfere limile ; ma il fignor Dutcns che dice di averla nel fiio mufeo , non avr farro con quella confronro della (lampa , che d dar dal noftro Aurore ; poich vi fono molte differenze nella fifonoraia , nella corona , C
prima
pag.
262
= a
LIB. X.
Roma
detto perci
quefti
il
di
tempi
,
poich Plinio
fif-
CAP. n.
nulla ci determina
bench abbia
Si
epoche
de'
fa
che
gruppo rapprefenta Zeto ed Anfione i quali per vendiprefero Dirce , cui Lieo padre care la loro madre Antiope loro fpofata avea dopo il ripudio di quella, e legatala ad un
,
IO.
a
tal
di
Rodi
Roma
ci
addita in oltre
(b)
il
,
di
Taurisco
gli
padre d'ambi
,
Artemidoro
'1
lor maeflro
Menecrate
tra
maflo indecifo
che
aveva
,
nell'arte (a)
Quella ifcrizione
ove pu crederli
or pi non
v'
ma
,
luogo pi cofpicuo
moderno
(b)
,
come
maggior parte
jT.
delle figure
medefime
,
II.
e
il
per quel
quale nar,
che m'immagino
ra che quefto
dall'aver
male intefo
il
Vafari
gruppo
efenza
pezzi (0
Ma
gruppo qual
fia fla-
non vuol gi
dire che
.
Da
queft*
abbaglio
e dal
non
no
(a) Veggafenc la figura prefTo MafFei Race. di fiatuc, Tav.4.S. , e Gronovio, di cui parla V'inkclmann qui apprclTo (b) Nella Caria fecondo Plinio ftelfo Uh.;.
.
(a) Vl\n Hb. 36. cap s- fi^- 4- ^-'O(0 Maftei Raccolta di Jlat. ani. Fav.^S.,
Cayl.
De la fculpt. 6>
,
des [cuipteursanc.lelon.
PUne
(e)
Acad. des
.^
Infcr.
Tom.
AAf
Mtm.
,
e.
zg.feS. 2p. , C.Z.; o nella Lidia fecondo Stefano , perche flava nei confini di quelle due Provincie al dir di Strabene Hh.i4..pag. gjg. D.
elolomeo Geograph.
/li. f.
pag.^zs-
Vite de pia eccell. pittori , ec. yitaUi Michelang. Tom, FI. par. 6.pag. 264.
....
,y.
DA Alessandro
no
il
,
il
Grande
,
ec.
,
26^
nato
=
fallo giudizio
riputandola in-
LZ. X.
GAP.
dec^na de' greci
e
II.
romana
jf.
()
12.
rappezzamenti
fattivi
,
punto intendere
al
di
Dirce legata
braccia
,
toro la tella
la tefta
le
come pure
e
e le braccia
Zeto fono
antichi
le
due
ed una ga,mba
,
gambe e la corda di cui un inefperto viaggiatore fi maQLiello che v' ha qui d'anraviglia come fiafi confervata (b) tico pu difingannare chiunque fappia un p guftare il bele giuftificare l'onorata memoria che lo degli antichi lavori
.
Tali fono
la
figura d'An-
tiope
tranne la tefta e
e
le
mani
dente
il
quale
Lo
ftile
finimento
e principalmen-
una Baccante
{d)
E'quefta
P'^S- 4"t- [
Roma mod. e. 7. pag. SS 6. , dipinfe la vergine Cleobca col! Pretende che qucfto gruppo non cifta fulie ginocchia della forma di quelle di la quello di cui parla Plinio , perche vi fono Cerere , per indicare che elTa era una ciftipi cofe , di quelle , che eflo defcrive fera dedicata a quella Dea ; e cos la teneva ragionc ben debole f fi confider che Plinio anche un'altra in marmo porta accanto alla non ha voluto defcriverlo minutamente, ma dea, di cui lo fteflb Paufania /ii. S. e. ^7. darlo ad intendere col nominarne le parti pag.676. Nel gruppo pi probabilmente Drprincipali ce ha la cifta , perch era occupata nelle feih) Blainville Voyage &c. fte di Bacco fui monte Circrone allorch fu (e) TheJ. antiq. gru. Tom. I. Dd. attaccata al toro , fecondo Euripide prclfo lo (a) I pezzi pi ragguardevoli fono anzi ftelTo Igino Fd/>. 8. e quefto monte pare che il toro , le figure dei figli , il giovanetto , e venga rapprefentato nel marmo; ficcomc ai la parte inferiore di Dirce baccanali pare che alludano altri fimboli, {d) Hyg. Fab. y. [ Come Polignoto , f- che vi fi veggono condo che lifeiifce Paufaaia Uh, 1 0. cap. z8.
(a) ricoroni Lefineol. d
:
264.
fta s
quanta
tifata
LIB. X.
n'avrebbe
in
efla
fola dare
CAP.II.
un
13.
Il
medefimo avvenimento,
cio Antiope fra
.
in parte
fuoi
due
Ne ho
gi parlato a lungo
Capo
IV. (a)
14.
1
Oltre
,
Pino.
menterebbono
la noitra
in
le
monete del
re Pirro di belliffimo
n
della
in
due
tefte
f foffer
.
quefte
l'ef-
di Pirro
come generalmente
,
^\
crede
Una
delle tefte
in
villa
ri
marmo
e l'altra in
porfido nella
il
Lodovifi
Co-
(e)
ha dato
nome
una
.
fimile tefta
incifa in
l'inluffi-
Per conofcere
le
mentoe Pir-
hanno una
,
barba
folta e crefpa
laddove
fucceftbri d'Alefandro
il
mento
rafo
come riguardo
,
me
,
argo-
mentandolo
re
,
dalle
oltre le
bens nel
V' monete loro ce ne fa fede Ateneo (0 fuddetto mufeo Granducale un' unica moneta di
,
Pirro in oro
ti ffim a
.
in cui
ha un poco
di
barba
ma
quefta cor-
jf.
I j.
Non
(0
della
il
lavoro
clainide d'Anfione gettata fulla cifta. Trdtt. prelim. ai Mon. ant. ined. Capo IV.
[
(a) Muf. Cap'it. Tom. iil. Tav.48. (i) Aonti. Diar. ital. cap.i f.pag. zi. (e) Muf. Florent. Gemms. andq.Tom.1.
la di cui
come pu
in
f.
anche nelle
cibate
\
,
ftampe
(a)
rame
Siofch
d. 4. feS.
i. pag.
142.
DA Alessandro
jf.
1
il
Grande
ec.
26 J
T
j.
il
Non
Tu
V"
ta llatua
re Pirro
ivi
ed elFendo altronde
effigiato
la tefta ideale
p-
trebbe crederli
il
Marte
ma
a ci
la
pur a oppone
non
trovarli
.
antiche
Vennemi
ve
a cui pi che
il
e ivi
rapprefen-
talTe
Giove ""Apucs
(
guerriere
)
)
XrpaTio?
condottiere d'eferciti
,
ad
altri
ftato talora
me
ne
,
e a
Mercurio
tal
in
bronzo
mufeo Hamiltoniano
s
i
Ma
abbandonai
opinio-
poich
capelli
;
fccome
tefta di
,
elTa
ha molta fomifteffo
Agamennone
mul'ef-
tali tefte
figie di
il
quale aveva
Sparta un tempio
(
(a)
di
,
Z6u$
Giove
nome che
(e)
.
(b)
ed Oppiano a
Comodo
le citt
^
16.
Dopo r
libere
Pafs l'arte
dalla Grecia.
della
le arti
le
ricchezze,
ri-
compenfe
te
.
Furon
per e
e in Egitto dai
;
Tolomei accolte
re in
Jf.
e ricompenfate
generofamente
onde par,
e riave-
modo
il
rono
Tolomeo
1
Sotere
(b)
Tom.ll.
(a) Vedi qui Viiniipag.i ^z. (a) Schot. Lycophr. Alex, verf.r i 24. Ci) Long. De jubl. cap. j. pag. 1 8, (f) Cynegec, Uh. i. ver/. 3.
pri-
(b) Tolomeo Lago , cognominato anche Paulania Uh. J, (afs , Sotere , o Salvatore pag. z i
.
.
=====
^'^' ^'
266 primo
non
artifti
ma
,
ezian-
che ab-
bandonata aveano
Jereo (a)
,
la patria
loro
di cui
principe dell'arte
il
fuccefTori fuoi
che
che
gli
altri
erano perci
pi potenti e
pi ricchi
(a)
,
e f
tene-
200000.
fanti
di
40000. ca,
con
e
.
2000.
Sotto
,
carri falcati
quinqueremi
in Egitto
Tolomeo
pi
Filadelfo
il
Alef-
altri
tem-
Atene
poich
pi celebri letterati e
rono
il
la patria loro
.
ove
tuna invitavanli
geometria
tenero Teocrito
cant
fuoi
idillj
nel dialetto
vi
dorico,
celebrava gli
Dalla
pompofa
flatue vi
fandria, argomentar
artefici
.
vi folTero gli
,
Le
portarono
in giro a centinaja
nel
lui eretto in
quell'occafione v'erano le
,
marmo
.
di
lavoro de' pi
Tra
per non
,
ci
pervenuto
il
nome
:..
di altri
che
di certo
Satirio
il
quale incife in
criftal(e)
efii
ftefl^o
Tolomeo
il
Filadelfo
di
jT.
Sotto
Tolomci
anche fotto
primo
Senf.r'""
non
fi
tali
(a) Diog. Laerzio Uh. r. fegm.yg. Tom.
(B) Plinio //^.^/.
cip.Jia.si. .i^.
CO Anthol.
W-:?.
DA Alessandro
tali
il
Grande
ec.
e
267
fuperiore
,
quanto
fa
fare
,
oggid
quello lavoro
fi
confideri
LIB. X.
CAP.U.
non polliamo
po
de' ceiari
che abbiano
dall'Egitto
fatto trafportare in
Roma
;
malli
di tali pietre
che
Greci
facelTerfi
venire
fan
dall'
Egitto
e altronde
di
mai
.
di
Iktue
di
bafalte
poifido
preflo di loro
/.
rirfi
19.
teie
che pofiono
preflo
di
ri fa-
a quelli tempi:
le
di bafalte nericcio
rne
ma
manca
il
mento
tefla
colle mafcelle e
il
'1
nafo
l'altra
con.
fervatafi
intera prelfo
fignor cayalier
di Breteuil (a)
,
Si
co-
me
la
precedente
poich ha
d'un
orecchie da pancraziafte
atleta vincitore ne'
dee rifguardarfi
come
,
l'effigie
a
.
cui na fiata
eretta
jf.
una
20.
(b)
Non pu
il
dai
quali prendeva
nati
,
nome
coro-
la
corona
atle-
nello fladio
ti
cocchi (e)
,
Di quattro
alelTandrini di quella
i
maniera
,
fotto
primi Tolomei
troviamo
fatta
menzione
nelle ftorie
:
L
(a) Vedi fopra pj^. rS.fee. (b) Nel Trau.prcl. cap.lV.p.LXXXII. _ pr/ni;. Winkelmann aggiugneva , che non fi
,
jd
che --
..
-.
ftefll
.._.,-.
taatamente
Ita ragione, e anzi la ritratta appredo al %.zo. Infatti anche Luciano , virente ai tempi di Trajano, come h detto qui avanti alla pag. ZI j. , Pro imapin. . ri. over,
.
Vandale Diffin.
fini
pag. 4Q0 {::nv<^ , che al tempo Tuo legge , che gli atleti non potcfiero lar 1 ergere in Olimpia le ffatue maggiori leUa loro vera ftatura ; e che dai foprin-
lom.il
durava
S. pag. 6^8., e dal P. Co> DilJen. agonift. Dlf. IV. n.t z. pag. 90fi rileva , che l'ufo d'onorare i vincitori atleti colle flatue durafle fino ai tempi degl' imperatori Valentiniano , Valente , eGr'aziano,
la
cio fino circa l'aiino 570, dell'era criftiana . (e) Voleva dire , alla corfa a piedi , pcr-
che fu
il
primo giuoco
ittituito
26S
rie (a)
:
d'Ammonio
Grate nel-
LIB. X.
nella cxxxi.
la
di
Demetrio
nella cxxxviii.
e di
GAP.
II.
cxLii.
un pancraziafle
ta
la
dovremo
ravvifarvi piuttofto
,
uno
dei
o due
,
coronati
,
(a)
nell'olimpiade cxxxv.
(b)
.
nel-
CXLV.
j1'.
21.
Per
la ileffa
d\m
,
la-
ftile
della precedente
.
non che
n'
con pi
arte la capigliatura
,
Non avendo
la
quefta le
orecchie da pancraziafte
ria
,
ma
bens fecondo
l'effioie
forma ordinae
non dobbiamo
in
effa
cercare
d'un lottatore,
,
ma
d'uno
,
de' quattro
fummentovati
citt
ad efempio delle
greche
Roma
il
ftatue di porfido
che fu
primo
farvele trasferire
dall'
Egitto
.0'.
(b)
22.
che
d
fatte in (e") Volendo Toftenere qucfte tede Alexandria , e in onore d' atleti aleflandrini , potrebbe dirfi piuttofto , che tollero Itate fatte cola per onorare qualcuno di clli vincitore nei giuochi olimpici, che vi s in-
(a) 'Oxv/ir/a/(J liayfufyi , f appreflb al] pag. s^i. feqq. (a) Per il pugilato
.
(b) PmCniilib.s.cap.g.infine.p.^if. lo dice della citt di Troade nell'Eolia . Il dotto padre Corfini Fafti att.olymp. cxlv. Tum.lF. pag.JOO. ofTerva, che ci non contradice a Giulio Africano , perch la detta citt fu chiamata anche Alexandria , elTendo ftata fondata da AlelTandro il Grande ; e perci nella numerazione alfabetica dei vincitori olimpici riportata dallo Scaligeto in appendice alla citata ctonica d'Eufebio;'. 4-0al che vien detto Akjfandrino di Troade non ha badato Winkelmann , il quale ha prefo quefta Aleflandiia per l' Aleflandria di Egitto .
:
oU
Cerviilodzto Codim DiJJen. agonijl. ViJ/.l. n. 1 2. pag. zo. zi., oflia circa 1 tempi dell Potrebbero rappretcnimperator Comodo tare anche atleti vincitori nei giuochi de la Gtecia al tempo de celati , dei quah molti ne numera lo dello Corfini nel catalogo , che In fatto molto pi etatto e compito dei viacitori olimpici , in appendice alla detta opera,
.
_
pag.i zi fegg.
cup.rje.
11.
DA Alessandro
di
il
Grande
ec.
269
gli
'
'
gap. h.
23.
la bel-
lezza dell'impronto
di
modo
che
al
lor
paragone grolToladi
ne fembravano
tempi
(rt)
.
e fatte fenz'arte le
monete d'Atene
aceniefi
.
que'
Diffatti la
,
fime fono
jf.
o antichif-
24.
Io conchiudo da
trafportata in
Egitto a quefti
RjflciTioni fui^
pocfialtfE-
ed
avvil
la
Tolomeo
Filadelfo
il
dal
ofTerv pofcia in
Roma
.
fotto
cefari
Callimaco
Nican-
dro
fandria
fludiavanfi pi di
poeti
principalmente
il
in traccia di pale
fcegliendo anche
pi
dialetti della
,
medefima Plejade
,
amava
con
di
ifpi-
rato
e di affaticare
difficili
leg-
gito(a) La ragione principale , per cui fono e ftata pi probabilmente perch il , porfido non una pietra propria a fnre ftatue per il fuo colore , come non lo erano tante altre pietre della Grecia non bianche,
rari
'icl
Campidoglio
bench
di poca durezza nelle quali perci rariffimamente hanno fcolpito greci artifti. E che cosi penfalTcro gli antichi polfiamo argomentarlo da ci , che aggiugne Plinio /oc. cu. , cio che le ftame di porfido mandate all'impcrator Claudio da Vitrafio Poilione furono guardate in Roma come cofa
, i
rapprcfenrano re priarmato di corazza non finito , cfittcr.te nel palazzo Farnefe , il noftro Autore nella prima edizione a quefto luogo le dice opere lavorate in quella citt, All'oppoflo vegliamo nelle rovine degli edifizj , ciie gli antichi facevano un ufo grandillmo di tal pietra ridotta in laftre fottili o in pezzi a modo di mufaico , per ornare i pavimenti , e le mura impellicciate a vat) marmi. WVa^^m Scotta de' folfil , ec. Difc. IV. . X/F". pag. 14.1. crede che allora fi laToralfe il porfido con maggior facilita , perche cavato di frefco foife piti docile di quelIo, che ora fi e la argomcpra dall'aver veduti in un pezzo di elfo i tratti della fega cosi enfibili e diflinti , che tre di quelli occupavan la larghezza d'una penna ordinafcgno evidente , che la fega, ria da fcrivere profittava molto fenfibilmentc (a) Laert. l.j.fe^m.iS. Tom. I. p.37S>
:
; .
nuova, che non piacque ; e che nelTun altro imo al tempo in cui egli fcriveva pen, ,
\ farne ^venire delle altre Forf gli uonrmi di qualche gulto fi riftringevano a farne delle ftatue vedite , alle quali poi mettevano
^.
.
la retta,
,
le
mani
piedi di
marmo
bian-
co come fi veduto nel Tomo I. pug. ^0. e che facevano gli antichi Greci alle ftatue in legno ; e tali mi pare che fiano le varie ftatue , che abbiamo ancora in Roma nelle vii-
270
LIB.X.
CAP.II.
uiafTe
primo che
uova
ec.
fra'
v.eri
Greci
loro
l'anagramma
(a)
,
Gli
altri
delle fcuri
e delie
;
Teocrito
medefimo
pi Urano
e ci che ancora
,
Apollonio
di
Rodi
altro
fem-
le leggi della
grammatica
e della
(e)
jf.
2J.
Seleucidi
,
uno
di
dei fucil
iSekucidi.
cefTori d'AIelfandro
dell'
che
lui
morte occup
e quelle
regno,
attirar
Afiu minore
le
cercarono
arti
preflb di loro
efuli
dalla
Grecia
incorag-
tempo
fiorivano
il
che
riufc
in
maniera da uguagliare
.
Le arti per non crebber che in Grecia erano rimafti (d) col a tanta fama come in Egitto la qual cofa dobbiamo
;
probabilmente attribuire
all'elfere
Hata Seleucia
,
a cui
re
il
regno loro
.
per con-
me ma
artifti
ne corrompe
gufto
maginazione loro l'alimento continuo d'aver fott'occhio i pi pregevoli lavori. Gli Egizj alJ'oppoflo aveano in Alexandria
per mezzo della navigazione
ta la
e del
,
commercio
e gli artifti
:
vantaggio che
de'Seleu-
non aveano
cidi
,
E che
difflitti
alia fituazione
alla
buirli
debbano
l'arte
greca
argoCd) Dickinf. Delphi phoenidr. cap. i. ib) Idyll. Z7_. verf. 26. (e) Argon, Ub.t. verf, Z42. , Uh. 3. v. oo-
[Non dice
tal
cod
DA Alessandro
argomentar
tempi
lo
il
Grande
come
eg.
271
'-
Pergamo
pie-
lib.x.
CAPII
della corte de'
Fra
di
gli artifti
Ermocle
.
Rodi, che
i
fcolpi la fta-
Combabo
(ci)
26.
primi fucceflb-
ulteriori vi-
ri
d'Alefllmdro termin nell'olimpiade cxxiv. in cui erano morti Tolomeo I. in Egitto , Seleuco in Siria , Lilimaco in
,
creja.*^""*
Tracia
piade
e
,
Tolomeo Cerauno
un'impenfata lega
citt
,
in
Macedonia
Nella
fteffa
olim-
(a)
poco riguardevoli
darle
della Grecia
,
poie
fondamenti per
con cui
Provarono allora
,
cio che
,
divengono eglino
ftefl il
rimedio
come
corda d'uno
ftro-
mento muficale foverchiamente tefa e rotta fa luogo ad un' altra che con maggior cautela accordata alla fine mette il
,
giufto fuono
jf.
27-
La preponderanza
.
de'
Macedoni aveva
alterato in L^gj
jj^jj^,
il
re
Cleomene
foli gli
vi
reftarono
Efo-
zioni trucidati
Dopo
:
la
morte
di
Cleomene
,
fi
venne
all'ele-
fu fcelto Agefipoli
,
ma
,
ficcome era
fece con-
Licurgo
gue
ferire la dignit
Lucian D<f deajyr. ^.26. op. Tom.uL Tag,^-7 2. Plinio hb. J4. cap. g. fea. ig. >. 2 .nomina Ariltodemo, che fece in bron(<2)
I
(a) Polibio
lib. 2.
pag. izS. B.
Corfini
2o
immagine
i
del re Seleuco
ma non
dice
varj Selcuddi
272
via
LIB. X.
tal
carica
fu
coftretto
egli
pure a fuggire
(a)
.
ma
fu
pofcia richiamato
,
nell'olimpiail
GAP.
II,
de CXL.
eflendo morto
,
re
Pelope
tiranni
,
V ultimo
de' quali
Nabide
di
difpoticamente
refle
.
e la difefe
truppe ftraniere
$.
(b)
28.
in
Tebe
una
dianzi
e flava
Atene
totale inazione
,
Non
.
re della libert
Antigono Ce-
tentarono di fcuo,
il
che avvenne
come
,
dilli
po-
loro tiranni
di
e rimafero libere
poich
.
l'al-
veruna importanza
Fu que-
per
il
fondamento
della
,
Molte delvergognofe
di ri-
le citt
pi ragguardevoli
,
e fra
primiera
Si
form
allora
una confede,
nuova forma
,
fi
diede
al
governo
Allora
,
Lacedemoni e
ell
gli Etolj
Achei
,
unironfi
ptire
avendo
Grecia
alla tefla
(a)
,
Arato e Filopemene
il
della
(b)
:
de' quali
primo non
e vaca) Polyb.
[
nb.s.pag.sy7.A., p.4^1. B.
gli fu eretto dagli
il
Dopo morte
p. 44S. (i) Tit. Liv. lib. ^4.. cap. iz. n. 27. (c) Polyb. Uh. 2. pag. i 2^. princ. [ Anti-
(a) Vnfnh Hi. S.cdp. j 2. pag. yos-fisFilopemene vien chiamato l'ultimo eroe della Grecia anche da Plutarco nella di lui vita, op. Tom.I. p.^s6. F. Quefti mrra. p.^z.B., p. ^6S. E. , che gli furono erette molte ftanel faraofo fpoglio di Coparler nel Capo feguentc . / 7. , non ard portar via ; e un in Delfo eldeva ancora a' fuoi giorni , cit. p.^f6.F. Gli Achei gli alzarono un tempio . Coftantino Porfirogeu. Excerpta Diod. pag. ^co. (b) Polibio l. z.pag.i jo. A.'^\rL)i.Q\min'n. per equivoco nel Trattato prelim. Cap. IK.
tue
che
Mummio
(
gono fu folamente tutore di Filippo re di Macedonia e nel tempo della tutela animiiiirtr il regno, come dice lo ftelfo Polibio
,
riiito
del quale
lb.2.pag.i ^1. infine , l. 4.. infine , p. ^48. Gli fu eretta in Olimpia una ftatua di bronzo
coronata con una mano da una IU':ui rapprefentante la Grecia , la quale coH'altra mano coronava altra (tatua del re Filippo .
pag.
LXKXllI,
lo dice di Filopemene
Di
DA Alessandro
e valenti difenfori
il
Grande
ec.
275
olimpia-
furono
della
patria
libert neli'
===CAP.
II.
de cxxxviii.
0.
2Q.
Ma
la
Achei e
in
gli Etolj
fiifcit aJla...cgucrracc-
fine un'aperta e
crudele guerra
al
cui le oltiJita da
amen-
noia per
le ar-
due
alle
le
parti giunfero
legno
di
Ad
,
barie furono
in
primi
gli Etolj
che
Dios
le
Macedonia abbandonata
e le
dagli abitanti
i
ne atterrarono
i
mura
pj
,
cafe
ne incendiarono ne dilhuffero
(a)
periftilj e
portici de'tem-
e le ftatue
La
feiTa
mina menarono
,
gli Etolj
nel tempio di
ove af-
'1
gliarono
al
,
fuolo
(l>)
e dal difcorfo
(e)
Acarnani
ti
rapportatoci da Polibio
rilevali
altri
fla-
La
ftefTa
fjliti
godeva
diritto d'alilo
,
ed era
fiata
rifpettata
al
pari
d'
30.
Per
l'altra
Macedoni
fotto
il
modo Terma
capitale dell'
Etolia
Tom.
pag.
M m
non ha badato
dei
Arato abbiamo da Plutarco nella di lui vita i j2. D. E. Tom. I. che folfe molto indi cui 11 era mantenuta , in trv-cito fin allora la fcuola di Sidone fua patria Ivi raccoglieva quadri de' pi bravi
artilti
,
il P. Corfini nel catalogo dei vincitori olimpici pag. tz^. , forf perch non
tcliig-.nte di pittura
e
>
principalmente di Panfilo
al
e di
M-'^i-t?
re
Tolomeo
avr veduto Plutarco . Lo ftelfo Paufania /. z. cap. 7. pag.i 27. Un. ^0. ne nomina un'altra enftente a' fuoi giotni nel teatro di Sicione , che teneva lo feudo ; e di altre ne parla Polibio preflo il citato Coftantino Porfirogeneta
in AlellanHra, al quale mand anche i ritratti dei tiranni di quella citt , che vi trov dopo che l'ebbe liberata dal loro giogo . Come vin^uore nel quinquerzio gli fu eretta ui-.a (tatua ir Elide , che lo ftelfo Plutarco
Excerpta
Ib)
pa^.t^z.
^z6.
C.
pag. ^^r.princ. (e) Uh. q. pag. J67. D. (a) Parlavifi degli ftelTi tempj
idem
ihid.
di
Dios
e un'altra
come
Dodona.
(,d) idem Hk 4. pag. ? J(J. C. [ Dice che fu depredata dai Macedoni fotto il re Filippo.
ca;;./ 2.
:
al
che
274
=
LIB. X.
CAP.
II.
mentovato quando vi venne per la feconda volta (b) e moftr egli ancor maggiormente il fuo furore nella prefa della citt di Pergamo ove non folo atterr le ftatue e i tempj ma ne ruppe per fino in minuti pezzi le pietre affinch mancaflero
le
il
dei (a)
ma
re
riedificarli
(e)
Dio,
doro
un
re
.
di
Bitinia
(d)
ma
al-
Era in Pergamo
,
lavoro di
(/)
,
.
Filomaco
ftefTo
gli
(e)
o come
altri
lo
chiamano Firomaco
:
Lo
avvenne a un di preflb
agli Ateniefi
Filippo
e
perch
tiranno
la citt,
allearfi
contro Sparta
'1
Nabide
e diftruiTe
rifpettare
i
tempj che
fepolcri (g)
,
:
le
(lavano intorno
fenza
nemmeno
le
popolo una
di lui
i
legge promulg
ftatue ed
fed
,
che
immagini
maggiori d'ambi
tolte folTero
e diflrutte
,
fi
avelie
d'o-
(a)
() Conllanc.
i.pag. 4.S.
tmibid. lih.16. pag. 67. id) idem Excerpta Diod. pag. ip4. [Anzi l'atttibuifce al re Filippo fteflo , non pailan(e)
do
di altri
Vo'^h. pag.
160. gt verf. ^. Conrtant. Porphyrog. Excerpta Diod. p.^^7. ig) idem ib.pag. zgs- ' Liv. lb. ^1. e. 2j. n. z6. , cap. z6. n. ^0, ea) Liv. loc. eh. cap. ^o.n. 44.
cap,
t z.
n.
alla pag. ^4. noe. a., fecondo Eifanzio , cHe a lungo lo defcrive come una delle fette maraviglie del mondo , quale detto anche da Strabone lib.14. pag. $64. B. Vi furono impiegati 11. anni a Si comp nell'olimpiade csxiv. , o farlo cxxv. ; e dopo $6. anni rovin per un orribile terremoto. I pezzi vi fi fono confcrvati per terra fino all'anno 6^- dell'era criftiana in cui dal re de' Saraceni Mauri , che s' era
qualche cofa
Filone
di
(a) Tra
che hanno
,
fiorito
pag.t4fi.
accennato ad altro propofto alla il fuo coloifo di Rodi in bronzo alto 70. cubiti Di quefto abbiamo detto
di Lifippo
, ,
venduti furono ad , che ne caric 900. carnVeggafi Plinio lib. ^4. e. 7. [ecl. 1 S. , melli e ivi l'Arduino , e Giunio Catal. archit. ec. pag.jo. Serto Empirico Jldv. Mathem. lib.y. pag.i f6. fcrive , che Carete fi uccidede dopo aver impiegata nei foli preparativi la fomma, che avca richieda per tutta l'opera .
refo padrone dell' ifola
,
.
un mercante ebreo
Cx'
DA Alessandro
ii
Gj^ande
ec.
275
Capo
Fior
l'arte
CAP.IJI.
III.
i
in
Sicilia
lega,
prejfo
--
re
.
di Perg.i7no
. .
Riforfe in
Grecia,
dopo Li
achea,
Artiji
vionumenti di quel
l'arte
tempo
Grecia
.
Torjo di Belvedere
. .
Ercole Farnefe
le
e i
Romani d^predaronvi
in
Vi furo-
v
.
erfero
de'
nuovi monumenti
Cad-
in Siria
Riforfe
JVientre
lavori
,
l'arte
Fior l'arte in
ro eranfi
tinia e di
cilia
in Sicilia
.
e pi ancora prefTo
di
re di BiSi-
Pergamo
belliffimi
Sebbene
non parlino
le
gli antichi
fcrittori
pur argomentar
era Siracufa
lo pof,
fiamo dai
di quell'ifola (a)
,
ove
colonie doriche
capo
delle quali
,
femdelle
tra le quali
una
(a)
monete
I.
primi
fucceflbri d'Alefiandro
conquida
di Siracufa fatta
,
da'Romani
s
altronde
i;i
favorita
natura
onde
da maravigliarfi che
fpenti col
i
mezzo
$. 2.
a guerre continue
non
fianfi
femi fteO
delle arti
E'
re di Si-
racufa Gelone
Jerone
due Dionisj
ivi l'arte
avea gran-
demente
che
di
fiorito, e
bei
non v'era allora nefTuna citt in Sicilia, monumenti non abbondalTe Le porte del tempio
.
Mm
(a) V.Bianconi Par.
ine,
2
iili.j.
di
cap. S6, pag.
(a) Thucyd,
32x.
7.76
=
di Pallade
mentovata
citt
le
incife in
oro ed
in
avo-
LIB.X.
rio
altre
opere
di quello
GAP.
gene-
III.
re {a)
_tf.
3.
Non
tempi
e le
oflinate guer,
come
ho. ne
lato
fanno
le
belle
Prolerpina
.
e dall'altro
il
vedere
l'arte
fiorente fotto
difpotifmo tirannico
,
ma
ci
rammentiamo
fiato vafajo
,
(a)
gere
vaf
apprefo pure
difegno
,
per
protette
.
che dal
difegno dipendono
e favoriti gli
artifti
Fra
altre
opere
fua cavalleria,
men-
tempio
di Pallade
;
quadro
te pregiato
di Siracufa
ai
,
perci da Marcello
nel
altri la
lafciatovi
,
unitamente ad
monumenti pi
(b)
.
cari
cittadini
jf.
affine di
li.
,
guadagnarfene
benevolenza
,
4,
Jerone
fucceflbre d'Agatocle
fu da femplice
nell'
comune confenlo
di
olimpiade Qxx\ni.
(e)
Le grandi forze
perla ficurezza
terra
e di
mare
che
della Sicilia, vi
manten-
er) Ciccr. in Virr. aB. z. Hb.4.cap. jS. (a) Ateneo /. IO. c.^.p. 4^5. pn'rtf.^ Ammiano Marcellino //i. 74. z'/j/.if; ed era figlio di vafajo Vedafi Tom. l.p zzi. nota 1. (e) Erano pi quadri , che poi furono porXati a Roma da Verre Cicerone loc.cic.
. .
piuttofto , fecondo la ferie de' vincitori olimpici allo ftadio , nell'anno il. dell'olimpiade cxxvi. , in cui vinfe Ido , orna Nicatore , di Cirene , come dice anche Paufar nia lib. 6. cup. i z. pag. 479' ve per erro-
re dell'antico
tap.ss(e) Anno ni. come ofTerva il Cafaubono Hiji, Polyb, synops. chronolog. pag. 1031.;
Corfmi Fafii
pag. S 3.
DA Alessandro
tennero durante
il
il
Grande
ec.
"2.77
LIB. X.
CAP.
Ili,
abbiamo un argomento
fatta
da
lui
collruire
la
,
quale pi
giardini
bagni
tempj
,
ed una camera
pavimento a mufaico
:
in cui
e tal
opera
furono 300.
esli
artefici,
itata efeguita in
un anno folo
Moftr
forze,
altres la
a'
mandando
Romani
affai difficili
,
per
le
frequenti fconfitte
ricevute
di
da Annibale
,
una
flotta
grano
oro
venti libbre
E'
da
al-
notarli che
tre volte
,
il
doni
,
{a)
febbene
ridotto
a maggiori ftrettezze
di
quaranta auree
,
una
ri-
e tutte avelTe
la
citt
di Pefto nella
Lucania
(e) (*)
Queol-
tratti
llorici io
,
qui apporto
come
appartenenti in qualche
,
modo
tre
il
all'arte
un
altro
ne aveffero per
la finez-
za del lavoro
carriera
Termin queflo
dopo novant'anni
di vita
e fettanta (a)
di
regno
fuccefTore (b)
truca) Liv. Ili. 22. cap. 22. n. ^7. (6) \\v. ibid. cap. zo.n.j2. (e) ihid. eap. zi.n. ^6. (*) A Rodi , che chiefto aveagli foccorfo , Jcronc non folo mand vettovaglie e armi, ma fece in oltre collocare in una fua piazza ^Ue Ilatuc lapprclcntaati il popolo Siracu.
che coronava quello di Rodi . Egli aparente d'Archimede Io indufle ad applicare la geometria alla meccanica. (a) Cinquantaquactro (b) VoWh'io Exccrpu /egat. n.I. pag.ySj., e ivi Cafaubono loc.c.pag. io6o,
fano
,
mico
273
===== trucidato
LiB. X.
capi
della
fazione
fi
ui^irono
Cartaginesi
il
a Marcello
dir in fine
come
fi
queflo Libro
Jf.
S-
^ra.
no^.
"""^""'denno
due
re di
Pergamo
.
Attalo
11.
ed
Eumene
,
li.
fuo
cui la fag-
gezza e l'amore pe' fudditi renderono immortali, d'una piccola provincia ne fecero un regno poflente
ze ammaffarono
in proverbio (e) re e
la
, ,
e tante ricchez-
che
le
pofcia
Cercarono amendue
guadagnarli l'amo-
ed Attalo
fra le al-
filofofo Lacide
capo
della
nuova
di fua
fetta
accademica
.
(a)
Molte gre,
gli
effetti
beneficenza
Sidone
Al pari
,
(/>)
Eumene l'amor
de' Greci
on(e)
.
de molte
jf.
citt del
Peloponnefo
6.
ftati
loro
vi le
Mirando que' fovrani al vantaggio e alla gloria de' fu il primo loro penfiere d'invitarvi e protegger.
fcienze
tal
fine formoli} in
libri
,
Pergamo una
collezio,
ne numerofiflma
di
e tale
f
al
fi
folTe
dovuta preferire
(iefCo fulla
alla bibliote{d)
.
ca AlefTandrina eretta
Grandifima era
tempo
medefima idea
s
la follecitudine
de' letterati
i
d'Aleifandria
,
che
di
libri
migliori
e s liberal-
(a) Vw. lii. 24. e. z, "4- f- iC.ii.fegg. (b") Strabene /ib. i . pag. p2j. feg. (e) Coftant.Porfrog. Excerpta Polyb. pag.
(e) Ibid.
iC^.eiS.
{a) Lien. lib.jf.. fegm. 6o.p.2S2.Tom.I. (b) Conftant. Porphyrog. Excerpta Polyb,
lib. 1 7,
atterrare {d) lib. ^j. cap. 2. feB. 2. [ Dice che gareg. giarono que' due fovrani d'Egitto , e di Pergaper fare una pi bella libreria ; e che non
no
mo
fapeva
fc delti al
folfero flati
.
primi a darne
il
pag. gy,
coaiodo
pubblico
DA Alessandro
raltnente pagavanJi
,
il
Grande
il
ec.
279
viderfi de-
che
allora per la
prima volta
=====
^^'''^
falfo
nome
,
d'antichi ce-
per gelofia
^^^' "^'
imprefa
d'Egitto
il
fi
trov a Per,
gamo
jf.
l'arte di
il
quindi ebbe
7.
nome
di
di
uopo pergamena
tal le
la pelle d'agnello
(b)
.
che
All'amore
mo
di Prassitele (c)
il
cio queft'eroe
un naufragio fufcitatogli da Pallade fi falv fu uno fcoglio daddove continuava a vilipender gli dei e ad efclamare che malgrado il voler loro farebbefi falvato onde
in
, , ,
,,
quando
fu
Lo
^teiTo
(e)
.
fentafi
gemma
inc'ifa
eoa
con
pag
cer/co tal-^nti
de
rappreftritaiVce
8.
,
un ammalato
,
^.
Tra
gli artifti
che
alla
fio,
'rirono
cio Isigono
PiROMACo
arti
Stratonico
ed Antigono
;
prefentate aveano
famofe
date dai
altres
due mento-
Ci parla
diSoso, ce-
il
Pergamo
ter-
quale
(,d)
22J.
''
idem
(e)
Monum.
V\in. lib.
Cf)
(e)
idem
lib.
j6, cap. j.
feci,
4.^.6.
Del
280
=
LIB. X.
CAP.
III.
onde quell'opera chiamaNel medelmo vaf rdfeoTOz oko(; ( la cafa non fpazzata ) pavimento e probabilmente nel mezzo v'era una colomba
terra colle fpazzature della flanza
, ,
mentre
altre
ali
colombe
medefima pareano
.
ftender le
al fole e ripulirli
medefimo foggctto
fia
lo flelTo
;
ivi
ma
.
io
molto ne dubito , e addurronne altrove le ragioni (a) Poich allora l'alto prezzo , a cui pagavanfi gli anjf. 9.
,
tichi libri
tri le
per
to
la
il
vendeflero
nome
s'
de'
Di
tale
impoftura
diffatci
le
prove
fott'
occhio,
come
ciafle
E'
,
allora
tempo
de' copifti
che
ci
fono
reftati,
e
.
di Prassitele
Lo
fleiTo
dicali di
medefimo modello
Sileni
fimili
le di
quali fono
a ca-
gion d'efempio
braccia
,
due
interamente
figure
al
famofo
che
varie
dell'Apollo
,
Sauro^ono
quello di Prassitele
.
nome
(d)
le
molte
Veneri
mefite
quella
del
medefimo
fcui-
(a) Plin. Ub.^6. cap. 24.feS. 60. (a) Vcgg. appreiTo al Libro XH. Capo
I.
^.S.efegg. (b) Vcgg. qui avanti pag. 24-O. (e) Vvgg. Tom. I. pag. 2 ff 2. not. A. (d) Vegg. qui Aya.n pag. 22 j. Cosi
famofo Difcobolodi Mirone , delle quali abbiamo parlato fopra alla, pagina 21^. L' impoftura per non pot<:va aver luogo n in quefte , n in quelle di rra.'lltclc , clic fono in marmo j eiiendoiie
delle tante copie del
ftati gli originali in
fi
dica
bronzo
-'f^'
PA Alessandro
fcultore ()
;
il
Grande hc
le
281
col
CAP.
III.
e parecchie
pur fono
figure d'Apollo
.
ci^no ^
jf.
fui capo (f.) piedi, e col braccio pofaco ' ^ r ' \ Dalla Sicilia e da Pergamo ritorniamo IO.
ai
l
or
alla
Riforfc i
le ollilic
nuo- S^LcglTave^'*'*'
vamcnte
ci
fi
prefenta
le
Poich
part
i
,
la
guerra diftruggitrice
va indebolite ambe
gli Etolj
,
Romani
.
Grecia per
la
prima volta
Ma
poich
gli
Achei
uniti ai
Macedoni
fotto la condotta di
Ro-
abbandonane
do coloro che
citori
uniti
,
aveanli chiamati
fi
erano
e'I
le
con loro
eipugnarono Corinto,
.
re de'
fifTero
Qi^iefla vittoria
le cui
condizioni
re
lafciate
arbitrio de'
le
Romani
furono
che
il
ritirandone
tali
le
In
circoflanze
cuor
de'
Romani
;
fi
mo-
per
la libert di un'eftera
nazione
e'i
procon-
fole
zo
di dichiarare
il
che
ti
gli
merit poco
meno che
.
(d).
Tom. IL
.(f
1 1
Av-
(a) Vuol intendete di quella de' Medici a Firenze; ma pi volte abbiamo detto, che le copie di quella di Gnido (tanno nel Mufeo Pio-CIcmcntino , e tr ve ne fono . Veggali qu avanti pag. ipz. noe. a. (b) Vedi Tomo I. fag. ^00. L 20. Dioniso
d'Alicarriallo
,
in Demojlk. cfo. Tom.il. ftudio grande, e una gran dell'artifta , di cui voglionf
:
conofcerc
ginali
le
opere
l'altra
fi
che
gli ori-
De Di-
certa grazia , e vcnulla naturale; all'oppofto le copie, quantunque fiano per quanto polTibilc imitate ,
narcho judic. n. 7. oper. Tom. d.pag. tS ^. parla , per modo di elempio , delle copie delle opere di Fidia, di Policleto , e d'Apelle ; dando due rtgolc per diftinguerlc dagli originali la prima , che ripete nell'altra opera
:
fo che di
non nitu-
e affettato
fegg.
(e) Polibio Excerpulegat. n.lX. p. 79SLivio lib. jj. cap.i g. n. jo. , (d) Livio toc. ctc, cap. zi. n. ^z.
382
=====
LiB.x.
j)'.
Avvenne
ci nell'anno
quarto
dell'olimpiade
(b)
,
cxLV.
ed
,
pro-
quando
arti
(*)
anzich
la
cencinquan-
tefmaquinta
me
nemici
Romani erano tornati in Grecia coognuno ben comprende che per richiamare le
,
in cui
arti a vita vi
cir-
coftanze
Aitifti...
anzich
12.
fi
Ateneo,
pit-
Calusseno
Pitocle
Pitia
i
Timocle
Metrodoro
quali per
vengono
artifti
ftimati da Pli.
precedenti (e)
E'
quefta
...cmonu"cmy."^"^
TotCo
jf.
dell'arte greca.
fifarfi
l'i-
quelli
di
Apol-
lonio figliuolo
,
di Bel-
M-'vsdere
ci
non
''^'^"^'
rimafto che
torfo
E' certo
almeno che
,
tal
opera
ftata fatta
e lo
argomento
:
dall'omega
quefta forma
nel
nome
dell'artiila
for-
ma
dro
ria
.
e
11
fulle
monete
fi
dei re di Si-
monumento
dell'arte fu cui
vede queft
orner
un
bel vaio di
bronzo fcanalato
ma
pag.,066. Secondo 1 oltirvazione del Padre Corfini F.,Jl M. Tom. If^. pag. ,01. farebbe ranno 1. dell' olirapiade cxlvi. , di Rorna
e
'l; ('%jf;h-/f;j ove dice, che f" ^a" a P, Em ho dagli Atelui t"onto per niel. per ornare di pitture il.d. ultimo re di Matela vittoria contro Perfeo
'{^-
bens
3J-'''P-
c6
(b) Sarebbero 1^6. anni , o i>;7- fecondo la detta olTervazione di Corfini ; poich Ges Crifto nacque nell' anno iv. dell'olimpiade
cxciv.
nell'anno
di
Roma
7f5- Vedafi lo
donia , di CUI fi parlato qui avanti p. 1 60. ; riportata nell oe ficcome quefta vittoria fu Hmpiade clii. anno iv. fecondo Cataubono /.m. pag-. r<5 7^.. , ovvero nella cliii. anno i. fecondo Corfini parimente Lat.pug.iof.,
l'anno di Roma 584-. ' ^'^f-'^TJ' ve u tote be collocare fette ohmpiadi , o ano
olymp. cKcv.p.1^6. (*) Cefavn deinde ars , ac rurfum olympiade centejima quinquagefimu quinta revixU,
ftelTo Crfini loc. cu.
lih. J4.. cap. S.fec. ig. f. '. (e) Plinio loc, eie. non parla di
tt'
che vorteDDe
wini^"-
mann
Metrodoro ;
DA Alessandro
d'Anzio
,
il
Grande
ec.
(a)
.
2S3
Dall'ifcriLIB. X.
che dono
fofle di
Mitridate Eu,
CAP.
III.
patore
ultimo e celebre re
ufavafi
Ponto
tai
fatto
ad un gnnafio
de' vafi (a)
poich
allora di ornare
vi
fi
luoghi con
in
leggono
(b)
carattere piccolo
StotTa^i
fnor
non
intefe
e che
(
ftJ(^oi}^apov Ssireo^i
man-
voce
vC^ctXapov
ai
trovafi
adoperata
.
per indicare
jf.
il
pulimento dato
s
,
14.
,
In quefta
e di
mutilata ftatua
mancante
i
di tefta
di
mani
,
gam.be
fegreti dell'
arte
L'artilla
Ercole
,
la
corpo
fetta
d'un
uomo
nell'et per-
inalzatofi
grado
.
di
veva allorch
umane debola.
dipinto avealo
fit
Artemone
vene
e
,
(c")
neceff
di nutrirfi e di
oltre
,
poich non
gli
veggono
.
le
'1
prefo cibo
Aver dovea
pofata
;
com.e giudicar
rimane
la delira
fui
e in tal pofitura
di
marmo
,
apoteofi
HPAKAHS ANAITATOMEquelli
N02
Ercole ripolantefi
Amendue
La
monumenti
lo
tro-
tefta aver
dovea
Iguardo
rivol-
Nn
Bottari
2
.
(a) Illuflrato dal P. Corfini Lo d anche Muf. Cap. Tom. I. infine , pjg. 4.8. ove fcorretta r ifcrizione feguente (a) Polyb. Uh. f.pag. 4.29. C.
. .
prel!m. al
Mon. ant. Cap. TV. p. Ki^5 (i) Efycli. in ^t.c.fa. , 1^9 xapo contratto da iJ^afa , fenza fuppliilo lignifica
I
LXXXIV.
ben lucente
(e)
(b) fc;V*A
e in caratteri
AIAU^ZS
majufcoli
le
, da iJc ,,a. , come a^fupa', ce. PUn. lib. ^s- '^"P- ' i-fe'l- 40. . fz. (e) Vedi qui avanci /ju^. 21 S. Nel gabiiiec-
284
rivolto in alto
LIB X.
,
qual
CAP.
tento falle
il
III.
dorfo
(*)
Il
petto maeftola-
mente elevato
prelTo per
il
richiama l'idea
;
di
gigante Anteo
e nella
cofce ravvifiamo l'iftancabile eroe, che la cerva fornita di piedi di bronzo infegu e raggiunfe , e fcorrendo immenfe
terre
pervenne fino
ai
confini del
la
mondo
,
Ivi
ammirar deve
delle
l'artefice nei
il
morbidezza
e
i
forme
all'altra
tratti quafi
fi
moCi
ventifi
follevano e
abbafiano
yer
il
fi
perdono
,
Tro-
difegnatore che
non pu mai
,
poich
moto
ne allontana
infenfibilmente
prendendo
.
l'occhio e la
mano
Le
i
ofi^a
ri-
coperte
carnofi fono
mufcoli
ma
guedine
e la carnofit s
quefi:'
Erco-
tempi
Le propriet da me indicate nel Torfo di Belvedere meglio ancor Ci ravvifano , f quefio fi confronti con
i^.
altre
to reale di Francia vi fono due gemme riportate da Mariette Traile des picrr. erav.
Tom.rl.p/.LXXXIF.
.
LXXXV.,
ove
Ercole fedente , e pare abbia qualche forniglianza coH'aiteggiamento , che poteva aveie r Ercole del Toifo
Cabin. des fingular. d'architeli. &c. Tom. I. p.iS., che cliiama Erodoto di Sicione l'auPaufania fa tore del Torfo di Belvedere bens menzione di certo Erodoto d' Olinto ,
.
ma
tra
minato un Erodoto
(*)
Non pu
dere un Ercole che fila ; n fo ove Batteux Frincipes de litterat. Tom. I. prm. part. thap. 4.. pag. S7. abbia letto che tale n'era fiato giudicato l'atteggiamento da Raffaello [Non dice l'autore di quefta opinione; e Raffaello lo nomina ad altro propofito (**) ha degli abbagli che meritano appena d'effer notati . Tal quel di le Corate
. .
un torfo femminile , attribuito da lui al mcdefirno fcultore , e detto il piti bello di quanto fi vede fra gli antichi monumenti dell'arte ; ma quefto a me ignoto . Un altro fcritcore , Dcmontiof. De lafculpt.antiq.pag.12., vuole che lo fteflo Apollonio , oltre il Torfo , abbia lavorata
fcrittor francefe parla d'
To'
DA Alessandro
altre ftatiie del
il
,
Grande
.
ec.
28^
LIB. X.
medefimo eroe
,
Ercole Farnefe
opera
di
rapprefentato quieto e
GAP.
fati-
III.
che
con
;
forti
mufcoli
non ordinaria onde ci pare di vederlo rifcaldato ed anfante ripofarfi dopo l'imprefa dell'orto delle Efperidi il nella mano ancor Glicone tiene pomo in quell'opera cui che Apollonio poeta e follevoHi fopra le fornon fu men
elalHcit
,
.
me
di
colli-
ivi
fi
propofe d'efprimere
tei^e
e riftringendole moflrarle
farfi
a guifa
d'un arco
nell'efaminare queft'
fpi-
Ercole
ed allora non
rito poetico
dello fcultore
;
n
,
la forza ideale
per un'ardis
.
tezza eccefiva
ra
,
poich
a lui
bell'ope-
fi
poflono fenza
Veggafi a
detto
di
proporzione
fo
Ci
corpo
quella llatua
e lo
f:ef-
applichi alla
,
Cam-
pidoglio (e)
piccola
.
la
cui
hanno
mandata nelTuna notizia e prende abbaglio du Bos (a) pretendendo che Plinio parli della di lui opera con lode (d) Dall'ifcrittovi nome folo polfiamo inferire che Glicone non
.
folTe
Tav. vii. in fine del Tomo (b) Lib.y.Capo yi.pag. :^gz. (c Vedi qui avanti pi2|.^^. ./ 5. (a) Rfi, far lapoef. &. Tom. l.feci. j/. pig- ^7. (i>) Egualmente sbaglia il fig. Guglielmo Sandb)f , il quale ha creduto che quello Gliconc iia lo ftelfo che il Glicone nominato da Orazio /li. I. e-ift. i. v. ^o. -e perci ncll" ediiione di quefto poeta nominata qui avanti pag. ^S. nota a. , al detto verfo ha porta
(a) Vesg.
la
. ^
congettura per confermare l'opinione del noftro Autore potrebbe ricavarli da quefto atleta. Egli prima fi chiamava Licone , col qual nome menzionato da Winkelmann nel T. I. p. ^y6. In apprelfo per la dolcezza ne! dire fu detto Glicone, da dico che appunto fignifica dolcezza , aggiugnendo un gamma a Licone , come narra Laerzio lib. f. feem.66. Da ci pare che polfa ricavarfi ch'egli fia (iato
il primo a portare il nome di Glidato poi al noftro artifta E ficcomc egli fucceffe a Stratone nella fcuola peripatetica nell'olimpiade cxxvn. , fecondo lo fteffo Laerzio fegm. 6S. ; l'artifta dovrebbe collocarli almeno x. olimpiadi appreflo
Una
conc
la figura
dell'Ercole, di cui fi tratta. poteva ben ofTervare , che quefto Glicone i'atleta di tal nome , lodato da Orazio per la fua robuftezza , e i. tanti altri fciittori
Ma
2S5
IIB. X.
poich J'omega ha
Ja
medefima
forma a
jf.
(a)
i6.
Lavoro d'POLLONio
come appariva
,
dall'ifcrizio,
ne
o fecondo
altri
d'Efcula-
pio
fimi
che vedeafi
.
Dal
Tomo
X.
pag. 224.
rilevo che
il
quello
,
pezzo
e abbia
folTe
preflo
Panteon
appartenuto in feguito
certanente
elTere
,
Dovea
pone
con un'ifcrizione
cato
il
veniire indi.
cambiamento
Torfo
luogo
di
jf.
17.
11
di
Grecia
..,
libert
Dacch
ella
fi
trova
greco fino
ai tem.-
Greci
circa quarant'anni
fiati
dopo che da
,
dichiarati liberi
la libert
nuovamente perderono
la lega
si
pei torbidi
achea (e)
Qiiefii
,
per
la gelofia
che
mani
rendutifi
padroni della
,
RoMacedonia dopo ia
lega dava
ai
aveano molto
temere
dell'
(a)
la
Una
,
(b)
i
Era cofa
folita
principalmente prelTo
Romani,
l'indicare con
una
ifcrizione
.
il
Ficoroni Le fn-
mod. cjv.j. pcg.s 2. , colli medefima ifcrizione , e forma di lettere , la pofficJc in Volterra monflgnor Guarnacci , che Se ne pu vcJere la la compr in Roma
.
Roma
ftampa in rame preiFo lo ftefto Ficoroni , e Maflci An. crit. lapid. ec. pag. ^4. Il nome di elicone R trova pure lotto un bafioiilicvo rapprcfcntante Ercole in piedi avanti un erme
di Satiro
,
Boidard Atiiq. & infcri-pr. Par. ni. fig.i ij.i ma potrebbe effcic il nome del dedicante .j
Ci cofta canfiiamento di luogo delle Ifatue da Plinio lib. ^4-,'^P- S.fec.ip. . ult. , e da tante di quelle ifcrizioni riportate dal fignor abate Marini nella pi volte citata disertazione inferita nel Giornale de Letterati , Tomo itL anno 1771- an. f. princ. pag. 144.., e dal fignor abate Amaduzzi Monum. MatthsLJ. Tom. iiL ci. IO. Tal). 61. n. 7.P.117. Ce) Paufania lib. z.princ. pag, iir. (d) Nell'olimpiade clii. anno iv. fecondo Cafaub. Hi/I. Polyb. synops. chron.p.107 ?. o nell'anno i. dell'olimpiade feguente , fecon.
DA Alessandro
li
il
i
Grande
ec.
,
287
e quel=
popoli confinanti
la
doveano Tempre
ilare in
guardia per
.
vicinanza d'uch'eb-
LIB. X.
CAP. in.
e pofTente
I
na nazione conquiftatrice
Romani dopo
bero lungo tempo procurato invano colla direzione di Metello di vivere in buona armonia coi Greci (per quanto al-
meno
a
fiffe
fcrivono
romani dorici
mandar col
L.
Mummio
,
a combatterli
la
prefTo Corinto
di
,
prefe
citt
come capo
.
della lenell'
ga achea a fuon
olimpiade clvi.
Cartagine
i
trombe
la diltrufTe {a)
Avvenne ci
in
(h)
Romi primi monumenti dell'arte pe' quali magnifico modo fu e forprendente l'ingrefTo trionile di Mummio
.
oltre
Pcnpit-
fa Plinio (e)
che
il
fia
la
prima
fra le
Roma
,
cheggiata
li
le flatue
pi antiche
e quelle
legno
qua,
un Bellerofonte
marmo
(<?)
un
.
Tutto
il
rello poi
,
che agli
che pregio
gli ftein
fu da loro
depredato
fenza eccettuarne
del teatro
,
(b)
vafi di
bronzo collocati
{)
,
:
nell'interiore
per
coficch Polibio
altronde
bia(h)
.
grand'encomiafta de'
fimarli
Romani
citt
ivi
non feppe
diftrutta
trattenerli dal
a
Corinto
fi
non
,
omifero
che
celebrarfi
folcano
Greci ogni
ter-
<Jo
Tom.IV. pag.tos->
cap.it.
Minerva Frenatrice
frenato
il
^84. {a) Fior. Hi}. 2. cap. 16. ii) Pfin. !i. ^ j. rup. ^Jcl. 1 8. fia. S3- > {'!> 34- cap. z.fcl. 3.
(e) id.
di
Roma ranno
hk ?/. cap. 4. feci. S. (d) Pauf. /ib. 2. cap. z. pag. 11 j. infine () Pauf. lib, 2. cap. 4. pag, x z^. [ Era una
.
(/) iiij. pag. i zt.princ. (a) rovinato Floro lii.2. cap. 16., Strabone Uh. S. pag. jS^. (b) Vedi qui vznt' pag. 272. not. A,
283
terz'anno
LIB. X.
zi (a)
adunavanfi
a!
medefimo
CAP.
III.
di Sicione
ordinarli (b)
jf.
i8.
Fabretti (b)
in
ftenti a
Roma
le
pende a credere che due ftatue cafa Carpegna alle quali fono pofcia
,
efi-
fiate
,
'mpofle
teftc
di
M. Aurelio
fra
i
e di Settimio
Severo (e)
debbano annoverarli
cia a
,
lavori che
Mummio
Roma poich fulle bali d'araendue leggeali M.MVMMIVS COS. Ma oltrech Mummio conquillator di Corinto
fu
Lucio
il
non Marco
conofcitori
,
vi
fcorgono chiara-
mente
bafi
fol
...
il
E'
perdute
i
poich veggoni
fatti
nuovo
e di
.
un
pezzo
19.
eiRomani
pere mi-
jf.
avrebbe potu
le
gliori
>
di pitture
le citta
,
anzi in tutt
luoghi
della Grecia
Ma
quella nazione
vedendoli continuamente
,
efpofta
al
depredamento
e al faccheggio
fi
perde
di
corag-
gio
ti
fontuofi
monumenalle rapi-
dell'arte
loro vincitori
Diffatti la
.
Marco Scauro
Roma
tutte le
le
fculture e
le
quali
fervirongli ad ornare
ftruire
Da Ambracia
3-pag.i ^. fegg.
(a) Paul". Uh. z. cap. z. pag. r i jf.. (b) Mummio pel dedi. in Elide dopo la prcfa della detta citt vent'imo feudo o di-
(i) Infcript. top. j. num. Z0z. pag. 4.00. V. Buonarruot. fserva\. [opra aU.medagl. Tav. 14.. num. 4. pag. 264.
(e) Plin. Uh.
Pco indorati
f.
come
riferifce
Paufania
lib. y.
ci
40.
24.
lib.
in
.7.
DA Alessandro
re d'Epiro
le
,
portate furono a
ec.
ftatue (a)
,
289
fra
LIB. X.
Mufe
Hercules
Mupirum
GAP.
III.
anzi perfino
,
le
pitture
mandaronfi
e
dalla Grecia a
Roma
di
e cosi
ufarono
(e)
.
gli edili
Murena
Var-
Sparta
Non
baftava a trattenerli
:
nemmeno
more che
fitta
il
timore
di guaftare e
ti-
ai
{d)
la
fcon-
Perfeo
(a)
{tcQ trafportare a
le
Roma
un'infinit di fta-
tue
fra le
Itatue equedri di
mano
il
di
Granico
e fu di
effe
ornato
(b)
,
porqua-
medefimo Metello
altres
il
collocare nel
Campidoartifii
glio
jf.
20.
E'
quindi
gli
facil
principalmente
fcultori
i
poche occafioni
fi
aveffero d'efercitare
loro talenti
con-
in Elide
mo
fatta
menzione
chiamavafi Mnefibolo
e fu
coronato
M. AuMonumenti
{e)
21.
,
Ci che
,
in quefti
tempj
di edifizj
e di ftatue
num. XXVJII.
_
di
SSi -
Tom. IL
(j) Polyb.
'"fi-, nf'
O
lega:,
r
o
in tal guifa (late porrate via
rc*^"'-"
col
Excerpu
Certofini
Le
muro di fan Pietro di Roma , dopo che fi fono efeguitc in mufaico Elle vengono fcgatc 'infieme al muro , lui quaie (ono dipinte , e pofcia trasportanfi fcnz' alcun danno nella chiefa de'
.
i-L
Cerere fono
muro
.
Plin.
aj.
Vedi
()
Toperaiione
{opri pag. , j f. (^) Datagli da Pac^.o Emilio . Vedafi qui avanti par. 160.^.^0. (b) Vedi qui avanti pag. z^g. %. 7(e) Vedi pae ?7 net A (,) Pauf. lib. i 0. 'cap. 34. pag. S6. [ Vedi qui avanti pop. zi. not. b.
2go
re ftranieri
LIB. X.
,
regina Laodice
alzare
figlia di
fu fatta
CAP. HI,
una
ftatua in
di gratitu-
abitatori
.
di
quell'ifola, e
tempio d'Apollo
la
ivi
edificato
marmi Arundelliani
l'ara di quel
Antioco IV.
dio
(b)
Leggendo prefTo Vitruvio (e) che il fuddetto Antioco chiam da Roma in Atene Cossuzio architetto romano per che fin dai tempi di terminare il tempio di Giove Olimpico
22.
,
,
artifti in
ma
v'
altronde
o adulare
mire Ariobarzane
li.
Romani
atterrare in
afTedio
di
,
Siila
fcelfe
Stallio
e
.
Marco
IIPPO (d)
Cadde purl'arre- n-Egit-
jT.
23.
,.
o...
n Itraniero
delle corti
grandezza
Efia
veramente
quali furono
pur
follecitr di
mantenere
,
monumenti
dell'arte egiziana
fu
lomeo Evergete
(
dopo
,
la vittoria riportata
ToAntioco Dio
.
Theos
(a)
re di Siria
queNum.
zg.pag. 26. ed.Malttaire
.
(A) Q\\\i\\'A\Antiq.afiat.Pseiph,Slg.p.Si'
Ce) FrAfat.
Bellcy Expl. d'une Infcrlpt. ant. fur le rhabl. de l' Odcum , Acad. des Infcr, Tont^
(<^)
ad liL
7.
XXIII.
291 DA Alessandro il Grande ec. quecento fatue moke delle quali in Egitto medefimo ave,
va in
altri
(a)
cento architetti,
LIB. X.
CAP.
III.
che Tolomeo Filopatore Tuo figliuolo e fucceffbre mand con doni ricchilTmi alla citt di Rodi , a cui un terremoto recati
aveva immenfi danai
tit degli
artilli
{b)
Ma
fuccelTori di
indegni
che contro
fefb
proprio regno
,
anzi contro
proprio fanguc
incrudelirono
.
fione
Da
Latiro
quinto re dopo
Tolomeo
Epifane
quali
del tutto
rovinata fu
Tebe,
lui
teramente fpogliata; da
cominci
;
di tanti
monumenti
greche
,
dell'arte egiziana
Tolomeo Filometore
aflai
Le
arti
febbene
ivi
decadute
pur
vi
fi
fettimo re
,
d'Egitto
padre
di Latiro
che god'ef-
allorch ritornovvi
dopo
la
maggior parte
fi
rifugiarono in Grecia
le arti eiuli
da Alefiandria era,
no nuovamente ritornate
poli (*)
.
e agli altri
po,
Tra
riportaronfi a Mefiene
e
ivi
O
P-79-fi9{a) CliishuU Ant'iq. afat. Monum. adul'it. Comm. in Daniel, e. XI. , s. Hicr.
.
o 2
V. 7. S. Q. opcr.
Tom. V.
col. i
col.
706. B.
E.
,
Vegg.
duci in una troppo manifefla contraddizione Come mai accordare inficnic che le fcicnze e le arti fotto quefto principe fiorillcvo in
e che fotto di lui i letterati e gli ar, foller corretti a fuggirfene : Citan elfi me-:f.c.i z. ; ma pure S.Epifanio De pond.
Tomo
p.!g.
7Q.
Egitto
(b) Polyb. lib. 5. pdg. 4.2^. (i.) Uh. I. Cdv. f). pag. z i Atlien. Deipn. Uh. Juftin. Uh. jS. cap. S.
(.li) .p.
tiii
&
infine
p.iS 4..
(*) Vaillant Hi/l. Piolem. pag. in. non avendo ben capito Ateneo loJa qucfto principe indegno coin fc avelie dato un nuovo luftro alle fcienze e alle arti Ateneo parla l'un rinuovamento delle feienze fatto non in
, ,
.
Tonome di ii.ix'yix feiiz'altro aggiugnernc Ne dice Areneo [Uh. 14. cap. 20. come aiTcrifce Vaillant che Fipag. tf/;.. ]
qucito
s.
il
.
.1
lomeo
f:oiie avcll: fitti raccogliere i libri per tutfolo che v'erano 14. libri di to il mondo , comm-ntar) di qjcfto re , nei quali faceva fa-
ma
Egitto
feci.
ma
in
Grecia
la Storia univerfale
Tom.
X. pag.
4.74..
pere alla poftcrit , ch'egli non avea mai manferi ve , giato pavone in vita {lia [ Ateneo che Tolomeo nel libro duodecimo dei detti
.
292
ivi
Storia delle
fiatile
,
Ar,.Ti
,
fcolpirono tre
cio un Mercurio
.
un Ercole
ed
che
LIB. X.
GAP.
un Tefeo
Tal crudelt
di Fifco,
III.
ne rend memorabile
cadde nell'olimpiade
fecondo anno
;
clviii.
ma
,
ci
non
fi
oftante vi ebbero
fempre
tempi
in
Alexandria de'
filofofi
e vi
mantennero fino
di fcolari
(h)
.
ai
de' cefari
Ho
(a)
.
Tolomeo Aulete
che getta per un
24,.
In Afia
face cui
,
come una
te
manchi l'alimento
e
iflan-
fcompare
il
do
d'Antioco
Grande
fuccelTore
di
la
Seleuca IV.
tranquillit,
arti del
difegno
ed
amava di converfare cogli artilH (b) cui impieg a lavorare non folo per s fteffo ma eziandio pe' Greci ficcome gi ofTervammo Nel tempio di Giove Capitolino in Antiochia non folo fece fare la foffitta e indorarla , ma volle pure che
,
,
.
coperte ne
folTero- di
laftre
indorate le pareti
al
(r)
e fece in
efTo collocare
II
Giove Olimpico
di
Fidia {d)
tempio
di
Giove Olimpico
in
Atene
il
folo
che fembr
agli
compito
Delo
da
lui
pure
,.
come
co-
dicemmo
pia (e)
il
di
ftatue in
tempio d'Apollo
e fu fatto coftruire
un
fontuofo teatro di
commentari dfcrivendo
la
marmo
nella citt di
Tegea
(e)
Jf.2?.
fua regia d'Alcffandria , e gli animali diverfi , che vi manteneva, raccontava che v'era una gran qiianrit di fagiani , parte fatti venire dalla Media , e parte nati nella ftefla regia, da poterfenc cibare ogni giorno ; ma che non u avea mangiato mai
.
Col-
(a) VsniC.ni>.4.:ap.^z.pag.^fg. (i) App. Debdl.civ. Uh. z.pag. 48;. E. (a) Ved. Lib, V. Cap. V. pag. ^60. (b) Polibio preffo Ateneo l.s.c.6.p.i g^.E. tiMXi p.tgj.prinf, t che nella masaifi-
ca procelTione , fatta fare da quefto fovrano prima di dar principio ai giuochi celebrati in Daftie , furono portate in giro infinite ftatue di divinit , e di eroi (e) Liv. lib. 4.1 cap. 20. imm, zj. {d) Ammian. lib. zz. cap.i }. [Dice, che fece fare la ftatua d'Apollo della grandezza del Giove Olimpico , e la fece collocare nel tempio vaftiiruno , che gli avea fatto innalzare a Dafne fobborgo d'Antiochia. (e) Polibio prelTo Ateneo l, eie, p. 1^4. B>
.
AU
CO
l.is,ioc,cit.
DA Alessandro
/. 2j.
l'arte
il
Grande
ec.
293
Tuoi fucLIB. X.
greca in
,
celTori
dopo
GAP.
la fconfitta
il
111.
fiflare
per
monte Tauro
dianzi pofTedevano neil'Afia Jonica e in Frigia lora ogni comunicazione colla Grecia
;
fu tolta
al-
e'I
paefe d'oltremonti
farvi fiorire
erafi
una fcuola
d'artifti
fommamente
inde-
fond
a
il
(a)
I re
medefimi prefero
,
poco a poco le coftumanze de' Perfi e de' Medi go del greco diadema ufato dai loro predecefTori
in
e in luofi
mifero
capo
come
(a)
.
indizio
26.
il
Dopo
la riferita
vittoria riportata
da'
Romani
fu
Antioco
ne avea
tue
.
L.
Cornelio Scipioinnumerevoli
fl:a-
fatte trafporCare
Roma
;
Le monete
la
il
nunziano gi
lippo
ftra
,
decadenza delle
arti
una del re
Fi-
che fu
l'arte
chiaramente dimo,
che
e appe-
na direbbefi che
de' Seleucidi
di lui
tefl:a
nel
diritto
.
e'I
Giove feden-
Greci
Non
v' quafi
moneta
che
che
che non
fia
greca citt
comunque piccola
,
ed in parte
,
bella
vedefi gi
nel difegno
di greci
eppure
certo
erano lavoro
maefl:ri
ca) Polyb. Hi. IO. pag. fD8. [ Giuftino Hi. 41. e. f.lo mette all'olimpiade cxxxii. ;
o come
vogliono nella cxxxiii. Onde converr dire he iia un altro Affate , o che
altri
(a errore nel di lui tefto ; come nota il Cafaubono Hijlor. Polyb. synops, ehronoiog, pag. loj^.
vi
(*) Vegg.
Tom. I. pag.
ij^..
294
===== gloria
LiB.x.
^i^jjjg
comparire amici
(a)
de'
.
Greci, e ne prendeano
quefto
ci
il
titolo
monete medefime
che
il
recher maraviglia,
fi
CAP.
II
j-^
oiTrveremo che
Siria
,
la ftelTa
alter nel-
la
nome
{b)
.
poi in
filile
jf.
Comagene
27.
fcritto
appena
riconofcibile
loro monete
Odiando
l'arte
cominci ad
,
eflere foftenuta
,
unitamente
alla
greca letteratura
dai
,
Romani
quali
e lo flelTo
con piacere
le
raaellri
Perci
flile
,
quando
in
Roma non
fella
volendo l'edile
quattro giorni
collocovvi fra
altre
,
una copia
di
e la rend po-
polTefTore
l'arte
(e)
P^oitct"
*^'*'
$'
^^-
Ricominci
allora a
nuovamente
i
fifTarfi
in
Romani
la
protegle
gevano
ville
.
facendo efeguire
diffatti
,
in
Atene
le ftatue
per ornare
loro
Leggiamo
di
ove
v'erano degli
.
Ermi
marmo
11
lufTo
introdottofi in
Roma
fu
mento
poich
le leggi
il
perloro
mettevano
proconfoli e
ai
pretori d'immortalare
nome
ftefl
e di farfi
Greci, che
.
RomaQueft'
ni
(0
Pompeo
provincie
abuDdrrS.
ufu numlfm. (e) Spanhem. De prifl. n. 4. Tomi. pag. 467. (h) Pellcrin Ree. de mU. Tom. il. p.iSc. CO Cic. ir. Ferr. oB. z. lh. 4. eap. s-
&
M^
DA Alessandro
ficare in
il
Grande
,
,
ec.
29?
'
cui eravi la di Cefarea ad Augulto un tempio Olimlui llatua fimile per la forma e per la grandezza al Giove pico e la ftatua della dea Roma fomiglievole alla Giunone
,
LIB.X.
GAP.
III.
d'Argo
jT.
(a)
29.
Talora per
Romani
fted portati
dall'amore per
,
faGrecia penfarono ad ergerfi de' monumenti di gloria cendo col coftruire a proprie fpefe delle magnifiche fabbri.
che
Cos
Appio, padre
(a)
;
del
e
(/>)
fimil
a Siracufa
ed
;
efler certa,
artifti
poich Verre
luoghi
migliori
monumenti
dell'ar-
aven-
do
bell.jud. Uh. T. cap. 21.%. 7. per Appio , altro di lui figlio , col prctefto di ornare i giuochi ^ che dar dovea in occafione della ma edilit, tolfe dai tempj , e luoghi pubblici della Grecia e del(<z) Jof.
De
(a)
Ma
allora in ecccrto .
Roma
all'
del
circonvicine quanto vi era rellaco di fatue , di quadri , e d'altri ornamenti , che poi colloc in fua cafa . Cosi riferifcc Cile ilole
cerone Pro domo fua , cap, 4.^. cfag^erando un poco , poich certo , che moltilumi antichi monumenti rimafero in quelle parti anche nei fecoli apprcllo . Vcgg. al Libro XI. Capo ni. %. i 7.
(A) Uh. 6. ep. I. ad fin. ep. 6. (i) Quante belle opere dell'arte avefTc raccolto Verre nella fua pinacoteca, odia galleria , frutto delle fue rapine , apprendeh da varj luoghi delle orazioni pronunziate con-
&
tro di lui da Cicerone , dette perci Verrine , d'onde il (ignor abate Fraguier ha tratta la materia per una dillerfazione intitolata la Galleria di_ Verre inferita nelle Me-
palazzo era la galleria , che a ragione dir potcali un impareggiabile teforo per le ftatue e pei quadri de' migliori maertri , e per altri Tra eccellenti lavori che vi fi ammiravano le rarit ivi da Verre adunate Cicerone in Verr. aci. z. lib. 4. novera una bella Diana di bronzo rapita da lui ai Segcllini , ftatua che era gi (lata preda dei Cartaginefi , e poi reflituita ai Segeftini da Scipione l'Africano ; due flatue di Cerere d'un lavoro finiflTimo , trafportate luna da Catania , l'altra da Enna dove erano tenute in forama venerazione ; un Mercurio , Jgnum ma^ns. pecunia , fpettantc una volta ai Tindritani ; un Apollo ed un Ercole del famofo Mirone , polTeduti pria dagli Agrigentini ; un altt' Ercole dello ftelTo artilta , eh' ebbe Verre da Medina d'ond" ebbe pure un Cupido , opera pregia.
tilTima di Pralfitele
morie dell'Accademia
delle ifctizioni di Parigi l'argento , lavorio , i diamanti , le perle , e le fuppellettili preziofe di cui era adorno il fuo palazzo , lo renderono il pi ricco e fontuofo di quanti foller
La
Tomo
VI. L'oro
fccefi da Verre in Siracufa, , durante il governo di lui perdette pi ftatue che non uomini nella fatale fconftta , che i fuoi cittadini ebbero da Marcello . Cosi fi efprime Cicerone , ma quella
p^ ""
CAP.
III.
'
2g6 do a
dei re
artifti
,
occupati r
furono
tutti
i>
gli
;
altri a
gettarli e
cifellarli
.
e in quelli
...ov'ebbe
poi 1 ultimo crollo dalla guerra ira mitrimitri
fatica
Jf.
31.
.
avcano
mitridatica
tro
i
m ...... Atene
.
_,
non altra materia vi s'impiegava che l'oro La tranquillit di cui per alcuni anni goduto ' "
,
,
Grecia
,
le
arti
fu
nuovamente turbata
ai
dalla guerra
in cui
.
alleata
re di
Ponto
follev con-
Romani
che
la pic-
ma
ti
,
a loro
nuovamente afloggettata
.
Archelao
i
generaparti-
le di
Mitridate (a)
Agitavanla grandemente
diverl
,
in
mezzo
ai
;
tent d'im-
padronirfcne
forze flraniere
facendo perire
al
cittadini
pi propenf a
Roma
(/')
Siila
;
Atene
quella
citt
una
neceflt eftrema
tanta era la
mancanza
de'
forf un'efagcrazione oratoria. Clic che ne la , egli certo che , fra le pi belle flatue fracufane polfcdiite da Verre , vedevafi quella di
Giove
da' Greci
chiamato
O'f/st
offia
dfptnfjtor del buon vento , ftatua da lui tolta a que' cittadini , infieme alle due (fatue d'ArifteD e di Peano , de' quali il primo veneralo era dai meJcfimi nel tempio di Bacco, e '1 fecondo in quello d' Efculapio Preda fatta nel loro Pritaneo era fimilmente una bella Saffo di bronzo del celebre ftatuario Silanio.
a Verre , ctie''agli amici fuoi foltanto pi intimi lafciava vedere Variet ed ornamento accrefcevano alla ftelfa galleria le molte corazze , i cimieri , le coppe , le urne , e i vali, tutte cofe per la materia , ma pi per la finezza del lavoro pregevoliffimc Fra tutte per faceafi diftinguere V idria di Boero cartaginefc [ nominato da Winkelmann nel Tomo I. pag. 14.S. %. 7 , e detto autore di due ftatue in due ifcrizioni prelfo il Muratori
.
Nov.
il
ne
Dal tempio
di
Minerva
non folamentc fece egli trafportaie nella fua galleria ventifctre ritratti di altrettanti re o tiranni della Sicilia , ma voile pur adattarvi
porte flelTe del tempio , delle quali non fi videro mai le pi belle , come ollerva anche il noftro ftorico qui avanti pag. z-r. princ. Oltre la Sicilia , molte altre provincie e citt hanno contribuito ad accrefcere ed abbellire la galleria di Verre , come Scio , Samo , PerTenedo in ifpecie ge , e tutta la Grecia gli fomminiftr la flatua di Tene fuo dio tule
.
thef. infer. Tom. ri. pag.p66. n. 7. 8., quale a torto lo prende per Sejoboeto , come offervano il marchefe Matfei Art. cric,
lapid. lib. j. e. 1. can. j. col. i le. , e Bimard la Baftie nelle Olfervazioni al detto Teforo del Muratori inferite in appendice a queft'
opera
e
Maffei col.^00. ] , e quel candelabro opere mirabili perfeHum chiefto da Verre in pieftito , n mai pi reftituito , cui due gran principi dell'Oriente deftinato aveano in dono al tempio di Giove Capitolino . (a) Appian. De beli, mithrid. pag. iS8. in
di
gemmis
telare
rate dal
la
pi cara
18 p. A.{ Paafania lib.t. c.zo. pag. 47. e 4.8. , Coftantin. Porfirogeneta Excerpta Dionis Cocc. pa^. 648.
DA Alessandro
de* viveri di cui
,
il
Grande ec
il
297
LIB. X.
non baflavan
refti
.
carni
ma dopo
,
refa trovaronli
di
,
CAP.
ci-
III.
pur dei
di
membra umane
bo
(a)
,
Siila
porto
di
Pireo
;
l'ar-
fenale
fpectanti alla
marina
,
onde
Atene
era
fente
di
fiorici
s
pi non
e pof-
che lo fcheletro
.
d'Atene
altre volte
le
florida
colonne
e fenza
fteffe
dal
tempio
infieme
Giove Olimpico
e fecele trafportare
(e)
;
Roma
alla biblioteca
d'Apelliconte
,
dubbio depredate
pur n'avr molte ftatue fapendof che fra le altre cofe fped a Roma una Pallade tolta dal borgo di Alalcomene
nella Beozia {d)
di portare lo
.
Siila
fi
era
fpavento
.
come
ve
Avvenne allora ( nell'olimpiade clxxv. ) in Grecia ci che non era mai fucceduto dianzi , cio che tranne la corfa de' cavalli non fi celebr in Elide nefllmo
Io port diffatti
,
,
poich
.
rono da Siila trafportati a Roma (e) della met fuperiore d' una ftatua
giorni a Cafoli nella diocefi
di
lafciare
un monumento
il
di s ai pofteri
Ronon
loro
,
nome come
a loro
ftefl
32.
comprarono
:
Romani
monumenti
la
dell'arte
da que' cittadini
cos Cice-
rone acquift col per mezzo d'Attico que' greci lavori co'
quali abbell
fua villa
,
mandogli
Tom.
II.
P p
(,) App.
De
pag. 4.1 2. C[
(0 Su3h
(/) Defirh.
d'ilal. pag. f. b.
lib. 1 3. pag. 007. A. {d) Paul, lib.s. cap. 33. pag. 777.
(g) Cic. ad Att. lib. 6. ep.i, Libro XJ. Capo l.S.i. in fiat .
Vedafi si
298
'bramava
LIB. X.
.
cred'io
efser deve
il
CAP.
ce latina typus
fta (a)
,
che da nefflmo
III.
una
di
.
di lui vil-
detta
,
Amaltea
d'Arpino
promettendo nello
quelle che
ivi
tempo
mandargli
in ifcambio nota di
jf.
gi avea (b)
33.
Tutte
f
,
le altre
allo
fguardo
non tracce
Tebe
la
famofa Tebe
che era pur giunta a rimetterfi nel fuo fplendifaflri fofferti fotto
dore dopo
allora
,
Alefsandro
non mollrava
,
fi
che
dillruzione e ruine (0
Siila
,
faccheggiati avea
tre
pi ce,
quel.
lo d'Efculapio in Epidauro
e'I
i
Sparta
un
territorio ai tem-
Pompeo
(0
era allora
ri-
(/)
;
di
quanti dati ne
Perfi
jT.
34.
,
In migliore
fl:ato
non erano
dellatofi
,
la
Sicilia
e la
Ma;
gna Grecia
contro
i
Pittagorici
pi ragguardevoli
(h)
.
videro
o melfi a morte
tome
Livii lib.
Allora gran
(.0)
idem
ll>. t.
eplft.
io.
e.
4;.
I.
ib) ib'id. epift.16. [ Promette di mandargli qualche fua opera da leggere (e) Pauf. lib.g. e. 8. pag.7z7. , Dio Chryf. Orat.y.pag. zg. B. [ Era (lata diftrutta con Calci , e Corinto in L, Mummi , Epi-
id) Conflant. Porphyrog. Excerpt. Diodor. pag. 406. () App. De teli, civil. l. 2. p. 472, princ, (/) Strab. lib. S. pag. iS7- ^ (e) ibid. pag. jjy. B. Q l'olyb. Uh, z, pag. iz6.B,
DA Alessandro
danno ne venne
alle
il
Grande
ec.
29?
=
no col
ftate nel
,
pi bel fiore
L1B. X.
GAP.
III.
che in quelle contrade fiorito aveano al princifenti citt pio della romana monarchia , appena ferbavano qualche fplendore Taranto Brindifi (a), e Reggio Nella prima v'era
, .
una
bella
Europa fedente
fui
;
toro
ed una flatua
di
giovane
e nell'ultima
,
una
aflai
pregevole
a-
Venere
di
marmo
aveano
{b)
Crotone
le cui
,
mura
e
i
altre volte
di circuito
,
miglione
Poco prima
il
della guerra
famofo
,
tempio
Giunone Lacinia
per trafportarne a
fervir
di
Roma
le
te-
oole
marmoree desinate
tetto
al
tempio della
Fortuna Equeftre da lui fatto edificare (d) ; febbene portate appena in Roma , dov rimandarle ove prefe le avea (i)
.
Pp
(a) Strab. /li. 6. pag. 4.^0. A. (_b) eie. in Veir. ad. 2. lib. 4. cap. 60. (t) Liv. lb. 2j. cap. ZI . n. ^0. (,d) idem lib, 42. cap. 4.. n. ^. [Vedi qui avanti pag. 1 60. (i) Per non interrompere ai leggitori il filo della Storia colle troppo frequenti note (1 giudi.:ato pi fpediente di qui ra^'coglicre in una (bla le principali offirvazioni che fa il fignor Hcyne in una fua Memoria intitolata , Saggio falle epoche deg artijli prejfo Plinio . V. Sammlung Antiqudrijcher aufsaetTe &c. Leipzig 1 jyS , fopra quanto dice ne' due Libri IX. e X. il noftro Autore , gli abbagli del quale ha prcfo a rilevare e correggere , ove fpeciaimcnte colla fcorta di Pli.
JT.
3J. In
nio vuol
tiraic le
Non
pu
ne
negarfi che
non abbia
ma gli amici di \s"inkclniann avrebbero ; defiderato in lui un certo ritegno nel riprendere uno fcrittore accreditato , e che cali ftello coron coH'elogio di cui abbiam data
la traduzione
.
II. Ove abbia quejli prefo quanto firive intorno la fiuria dell'arie ? Dicefi che un aitifta fioriva in un detcrminato tempo, o perch allora prodotte abbia le opere che gli hanno tatto un nome , o perch f:lici foller le circoftanze di quel fmpo , e favorevoli al mi^lioramenro delle Sembra che Winkelmann nel filTarc le arti epoche , per lo pi abbia a quelle riguardo ; e fra elle molto concede alla liberta ed al OlTerva per Hcyne che nemmeno clima in '.io coftante ; poich talora ne attribuifce l'avanzamento al patrocinio de' grandi , al lulfo , al capriccio , e ad altre limili cagioni La liberta per fembra a ^'inkeimann quella che v'abbia avuta la maj;gior influenza ; ma Hcyne olferva che ella nulla opera , fc unita non fia con altre circollanze ; onde l'azicn fua a poco ridaceli , e fovente anzi
.
al tfico , al morale , e al politico in Avguifa da elfere anche ruinola per le arti verte egli che , liccome non fi fa ben defi-
nuoce
cosi
nemmeno
,
Due fono
Su
pu ben determinarne
l'attivit
:
che di-
I.
cjUiii
dj Plinio
Atene , Sparverfa ne' var) tempi e luoghi ta , e Tebe , dic'egli , avean una libert ben differente da quella" che regnava nelle tran-
300
jf.
LIB. X.
GAP.
capo Pachino
cio
in
III.
tutta la colla
non
quille campagne d'Arcadia , a Foci , e a Doe coU'crempio di quefte ultime citt , clic certamente libere erano in Grecia , e pur
ri ;
arti non avcano , nioftra che poco alla libert fi deve. Dopo aver ci provato con molti argomenti , palTa Heyne ad cfaminare le altre ragioni per cui cotanto in que' luoghi e a quell'et i perfezionarono le arti ; e vuole che , pi che ad altro, quefto fi debba alle molte ricchezze della nazione [ come infatti da qucftc Diodoro Uh. 12. princ.
che Plinio , fcnza andar a leggere tante ftoo croniche univerlali , abbia potuto leg, gere, e copiare qualcuno, o pi dei tanti fcrittori che particolarmente aveano trattato degli fculrori ,'e pittori , e delle loro opere , e in generale delle arti del di(egno , varj de' quali egli fteflb allega , altri ne riportano Ateneo , Laerzio , i Filoftrati , ed altri, e poftbno vcderfi numerati da Giunio De pici, veter. Hi. 2.
rie
,
c.^. .^.
p.fS-
S^l.
>
e dal
Fabricio Bli/ioth.
gnca
Tom.
,
P^g-47S-
ripete
il
fiorir
dell'arte
nei cin-
potevano entrare
e dettaglio
quant'anni di pace , de' quali parla Winkclniiiin qui avanti alla pae.ijp. ] , e al poco luflo de' privati nella domcftica economia [cui fi deve aggiugnere una indicibile avidit di gloria , che tutta animava la nazione , e una gara perpetua fra le rifpettivc citt di forpalfarfi in ogni eofa ] Ma fu qual principio mai Plinio , nel fiflare le epoche degli artifti , per lo pi fceglie i tempi migliori per la nazione , che fovente
.
$00. fegg. Effi un pi minuto racconto , che que' cronifti o ftorici e ail.
^. e. 2.^. p.
in
pur furono quelli della libert ? Qui Heyne propone una ingegnofa congettura Plinio , dic'egli , non s' "i immaginate le epoche dedi artifti , ma da alrri pi antichi fcrittori Iella tratte. Quefti erano cronifti o ftorici che i fatri della Grecia efponevano ; e per dare un certo ordine agli ferirti loro , divideanli in epoche , fiflandole a que' tempi ne' quali dopo qualche grande evento o difaIho , la Grecia rimanea tranquilla. Quefti
. ,
vranno avuto le loro ragioni di allegnarne le epoche in quella guifa ; e alcuni tanto maggiormente potevano dar giudizio delle opere , e del merito degli artitli lifpcttivi, quanto che eglino ftcffi erano arridi ugualmente J Se quefta fpiegazione non fi ammetta , come renderemo noi ragione di quegli artifti che veggonfi eccellenti tutto in un tratto , dopo quindici o venti anni di vuoto ? Si fon eglino formati fcnza maeftri , e in un momento ? Se fono l'eftetto della liberr e del clima , perch fol nafcono in Atene , alcuni a Sidone e a Corinto , e poc'ni o nilfuno altrove ? Se fono l'effetto della tranquillit , come mai una pace tra Atene e Sparta produce Aggiungafi che gli artifti ad Efcfo e a Rodi alcune di quefte epoche cadono in tempo di
.
momenti
di
ripofb fceglicva
lo
forico per
terminare il libro o'I capo , e in fine ad effo (oggiugneva tutto ci di cui naturalmente r,on s'era potuto far menzione nel racconto degli avvenimenti , rammemorando per tal modo gli uomini celebri nelle fcicnze e nelle arti. cco, fecondo lui, come naturalmente dopo un avvenimento rimarchcvc.'c paiiavafi da quegli ftorici de' chiaii artifti , fcnza che quindi inferir fi dovelTc che appunto in que' tempi aveano viifuto Plinio avea tali ftorie fbtto gli occhi mentre fcriveva la fua ; e avcndo a parlare degli artifti , ne fifs le epoche a quelle olimpiadi , fotto le quali ne trovava notati i nomi [ Converrebbe per fupporre una gran negligenza , e inefattezza unto in quegli ftorici , che in Plinio loro feguace ; difetti , che per quefta parre non veg. .
guerra , ed altre in tempi in cui la Grecia, avea perduta la fua liberta Fida Plinio l' epoca prima della fcultura all' olimpiade lxxxiii. , e Fidia in elTa , perch , foggiugne Winkelmann [ nella prima edizione in lingua tedefca pag. ,'?2. , e pag. iSg. Tom. li. della traduzione francefe ] , Fidia fatto aveva allora il fuo Giove Olimpico , e regnava la pace in tutta la Grecia . Ma , dice qui Heyne , la pace generale , di cui parla Diodoro citato da 'W'inkclmann , appartiene all'anno terzo deirolimp.LXXxiv., e nell'anno fecondo dell'olimpiade antecedente erano in guerra gli Ateniefi contro la lega
.
Beotica
,
Con
Heyne il fignor Huber nella fua traduzione Tom. III. pag. 26. ha voluto emendare il teForf il fig. Heyne non fto di 'Winkelmann
.
nefluno degli antichi ftorici , che ci , come Tucidide , Diodoro , Pauinia , Eufebio, ed altri, quali fcguono l'ordine delle olimpiadi , e dei vincitori in effe , Eccome neppur fi vede nelle epoche Aliare nel Marmo d'Oxford , A me pare pi verofimile
Eiamo
3110
in
rimafti
avr letto bene Diodoro al luogo citato (opra Ma. pag. iS8. not.a. . ove precifamcnte nlfa la detta pace all'olimpiade lxxxiii. anno ni.; e avr equivocato coU'altro parto dello ftcllo Diodoro poco dopo, cio .26. pag. 4.9$., ove all'olimpiade lxxxiv. anno iiL parla deL'errore di 'Winkelgli effetti di quella pace mann di aver detto anno il. in vece del iil..
.
DA Alessandro
fime
(a)
il
Grande
ec.
301
LIB. X.
GAP. UT.
pag. 417. C.
Pilla Plinio un'altra
quale fi ricava da Diodoro, e da Paufania, clic ho aggiunto alla detta pagina ] Altronde Fidia non aveva allora lavorato ancora il fuo Giove Palla quindi a trattare a lungo di quefto principe degli fcultori ; dimoftra che
. .
condo Eufcbio Chron. l. z. ad ann. mvlxx. pa.i-2., e cos avca fcritto '^"inkclmann nella detta prima edizione tedcfcapjg'. ^ ?:?., e traduzione francc(e pae. i p. citando Dodwello , e lo Sco'iafte J'Ariftofanc in Pcc. verf. 604-. ; ma poi in quefta feconda edizione, fopra TiWi pag. /p2. . i z. filTa l'anno 1. bell'olimpiade lxxxvii. , probabilmente do-
epoca nell'olimpiade nelTun tratto ftorico relativo all'arte , che ci determini , e nemmeno alcuno di quegli avvenimenti , che fecondo W'inkcimann faceano germogliare le arti. [Pare giuftiiTimo quello aflegnato da lui aWdipag.zij. Potrebbe cfiere anche il fecondo incendio del tempio di Diana Efefina , Affato all'anno iv. di quefta olimpiade da Eufebio ] Succede bens un fatto memorabile per fervir d'epoca ad uno ftorico , cio la morte di Socrate ; ond' verofimile che gli artifti riferiti da Plinio a tal olimpiade , altro rapporto non v'abbiano che quello gi da noi
xcv.
Ma
non
v'
po
quale ntll; Animadvcrfioni all'opera d'Eufebio , pag.i oj. avverte , che dovrebbe eflcrvi errore di due olin-.piadi della Lxxxv. per la lxxxvii. ; argomentandolo dall'anzidetto Scoliafte , che dice finita la Pallade fotto l'arconte d'Atene Pitodoro , il quale appunto cade nel detto anno i. dell'olimpiade lxxxvii. , come pu vcdcifi anche prelfo il P. Corfini Fafti art. Tom. ni. pag. zzj. Quefli per alla pdf. 2 1 S. col Palmerio crede che abbia errato lo Scoliafte nel nome dell'arconte ; e che veramente Pidia abbia cominciata la detta ftatua nell'olimpiade ixxxiii., e l'abbia terminata nella lxxxv.]; (bfpetta che fuppofto fia quanto leggiamo interno alla fua hiua in Elide, e alle accute dategli di replicato Furto d'oro s nella Mincn'a che nel Giove; prova che a quello lavorar non pot f non nell'olimpiade lxxxvi. , o piuttofto nella feguente [ come ha detto ''JCinkelmann in quefla feconda edizione , fopra allapd^. iQz. e IQ4: ] , traendone principallo Scaligero
,
il
divifato La terza [quarta] epoca all'olimpiade cu., epoca convenevole alla ftoria generale della Grecia , poich in elTa allearonll gli Atcniefi
coi Lacedemoni , e in erta pur fi diede la battaglia di Lcutra s gloriofa pe' Tebani Nella vita di Praffitele e d'Eufranore , pofti da Plinio nell'olimpiade civ. nulla trovia.
mo
mente argomento
come avea
fatto
il
Padre
Corfini locete, pag. zig.} da una figura che ivi era fimile al fuo Pantatce , cio alla ftatua d'un fanciullo da lui amato , in atto di legarfi
con una benda la fronte in fegno della corona da lui riportata nell'olimpiade lxxxvi.; e congettura con molto ingegno che gli er,
rori di cronologia intorno a Fidia fiano nati dal non aver riflettuto che gli ftorici parla-
rono di lui e delle cofe fue , non avendo riguardo ai tempi proprj ma ad alcune gran,
di circoftanze
fiifar le
della ftoria . A quefti abbagli riguardo a Fidia hanno anche dato luogo certi antichi fcolj da pi d'uno fatti ad
epoche generali
Ariftofanc , quali infieme uniti hanno prefcntato un fcnlb diverfo da quello che aveffcro originalmente , e divifi
i
per cui in quefta piuttofto che in un" ma troviamo bens ; a qucfto tempo un'epoca memorabile nella greca ftoria , cio la battaglia di Maiitinea , in cui per Epaminonda , e che feguita fu Winkelmann ripoi da una pace generale ferifcc a quefti tempi la liberazione d'Atene per opera di Trafibulo ; ma quefta avvenuta era nell'olimpiade xciv. [ Quefta ftata una ricordafvirta di NS^'inkelmann , che non to a quel luogo , cio alla pag.zzz. , di aver gi filfata prima alla pag. zi 7. la liberazione d'Atene per mezzo di Trafibulo a quefta olimpiade xciv. , com' veramente feguito ] Una delle epoche pi rimarchevoli per l'arte preflo Plinio l'olimpiade cxiv. , in cui viveano Lifippo ed Alellandro il Grande che anzi nell'anmori nell'anno quarto di efla no primo , come ha detto Winkelmann alla pag. 2/7. Diodoro lib. / 7. %.pen.pag. zs^. Tom.iI.Vepgfi Corfini Fa/li att. Tom. IV. Winkelmann vuole che abbia ;)a^. f (7. /7. ] in ci avuta molta influenza la pace generale ; ma tal pace , che riguarda la Perfia e l'India , qual rapporto aver potea colla Greinkelmann pi foncia r Qui non potendo darfi flla libert , cerca d'attribuire i progrelfi dell'arte alle ricchezze e al luiTo . ben pi naturale il dire che lo ftorico , cui Plinio avea fotto gli occhi , abbia firtata un" epoca nell'olimpiade in cui mor Alefiandro e che ivi abbia fatta menzione degli artifH di que' tempi , anzich immaginale che Pli,
i\.
''
Ma
502
le
greche
,
di
modo
che Marcello
quando l'ebbe
es-
LIB. X.
pugnata
guardandola
compiacenza
.
CAP.
III.
l'epoca abbia calcolata l'in?a:e e delle ricchezze fuii'arte Lo ftclVo diLafi dell'epoca fillara neirolimpialc cxx. , in eui dopo la baccaglia prclTo
firtare
de xc.
ma
dalla ftoiia
abbiamo
efler la pit-
d.-lla
tura in Grecia molto pi antica. Se gli autori , dai quali eftraeva Plinio l'opera , non ne parlavano , egli e perche proponeanfi di
riferire
ti ,
ripfo
folamente
nomi
de" pittori
rinoma-
ria e dcU'Egicto per le nuove conquide . Qui foggiugne Plinio cejfuvit deinde ars le quali parole dcnno incenderli del lilenzio della
:
:
cerco
l'arte
ftoria riguardo agli artifti in bronzo per un tempo , cio fino all'olimpiade clv. , e non gi , come Ipiegolle Winkelmann , che
fia
.
quali al certo non furono i pi vecchi . Del refto erangli ben noti Paneno fratello di Fidia, e Fidia fedo, Polignoto e Miconej anzi fcrive altrove che ne' giuochi itlmici e pitici eravi contefa di pittura, ove Timagora ebbe il premio . [ Veggal Tom. I. p. zS7-_ E perch non dire , che appunto fu quefti
vcraraence mancaca in tucto quel A me pare chiaro , che Plinio vada Egli dice incelo come crede Winkelmann che l'arte manc nell'olimpiade cxx. , e che poi rifior ( revixit 1 nella clv. In quefta nomina otto foli artifti , dicendoli di gran lunga inferiori per merico ai nominati nelle epoche precedenti Or quefto non e un chiaro fegno , che in quel fractcmpo erano mancati i buoni niaeftri , e l'arte avca languito ? Oltracci Plinio lii>. :;f cap. f.feSl. 1 1. parlando della pittura a' fuoi tempi , dice che andava a perire , e ( ferve di parola corrifpondente alle (uddette cejjuvit , e revixit cio , kaSenus dicium pt de dignitate artis morentis ; e qui non pu intcndcrfi nel fenCo del ignor Hcyne , cio del filenzio degli fiorici ; ma bens che veramente ai di Ini
tempo
fondamenti Plinio lib. ^j. cap. S. feci. ^4-, che fia molto anteriore l'epoca della , pittura, e critica gli fcrittori greci , che volevano filTarne la prima alla detta olimpiavuole
de xc.
tutti
,
prello
degenerata , e quad veduto qui avanti alla p. 7 2. 7 :;. 1 e I ZQ. che avvenne realmente ] L'olimpiade clv. fu certamente poco favoove revole ai progrelfi dell'arte nella Grecia l'Acaja e la Macedonia erano gi provincie romane ; ma in cita avvenne la morte di Eumene IL re di Pergamo morte che intcreffava egualmente la politica che le fcienze e
folfc
fi
e quindi fu quefto tempo fcelto dallo Olferva qLil Hcyne per far epoca che 'W'inkclmann pa^. 26 -r. volenjo crovare
le
arti
ftorico
l'originale delle
due
,
tefte di bafalce
nulla
dice di verolmile
faranno flati i vincitori alelfandiini , tra i quali di quattro foli ci fono a caio pervenuti i nomi . Nota altrcf che l'olimpia le non prcndea gi il nome dal vincitore nella corfa
de' cocchi , come fcrivc il noftro Autore ; ma bens dal vincitore nello ftadio , olila nella f Si riveda quel che abbiamo rorfa a piedi detto noi alla detta pj^. 267. efcg. ] Plinio in un diftinto capo parla delle epo.
che appunto Paneno fratello di ri lia nell'olimpiade Lxxxiii. avta dipinto lo feudo , che imbracciava la ftatua di Minerva in Elide , opera di Colore ; e che Fidia era ftato pittore prima che fcultore , cio molto ptidellolimijiade lxxxiv. , in cui filTa la di lui celebrit nella fcultura ; e Bularco , di cui fi parlato da Winkelmann qui avanti pag. i 66. , erafi refo chiaro prima dell' olimpiade xvin. , in cui mor Candaule re di Lidia , e circa i tempi di Romolo ? ] L'epo'a pruna de' pittori, come dicemmo , vien filfata all'olimpiade xc. , epoca ottima per la ftoria , poich fi ftabil allora nella Grecia la celebre ttegua di jo. anni [ Si ftabil nell'olimpiade lxxxix., come ha detto Winkelmann alla pag.t gj. princ. ; e precifamentc nel 'anno iiL Diodoro lib.r 2. ^.74-. P. SB"- 1 Scrive Plinio [ /. ^/. c.g. feci. j6. .2. che alcuni collocano a quefti tempi Seufi [non ha mai detto tal cofa] pofto da altri all'olimpiade LXXXIX. , e da lui alla xcv. Ma quelle difficfilt.i cronologiche nel filtema di Hcyne facilmente fi fpicgano , ammettendo differenti fcrittori , che in diverfe epoche abbiano divifa la loro ftoria Chi fa eziandio che qualche Icrittore non abbia parlato di Seufi relativamente a qualche anno anteriore alla fua efiften7a e alla fua fama, e che uno fcrittcre fullegiieme non abbia prefo tal anno per quello della fua gloria? L'olimpiade xciv.
.
i
in cui ville ApoUodoro , fu alrresl celebre pel fine della guerra peloponnefiaca s dannofa
agli Atcniefi
all'anno
che de' pittori antichi , e fempre fui medefimo principio , poich le tradc dai med.-limi fonti. 1-ifl'a l'epoca prima nell'olimpia-
'Vc'inkelmann pag.zi 7. lo fifTa erra , e con lui il fig. Hcyne , poich fini nell'anno iv. dell'olimpiade xeni. Diodoro Uh. i ^. . o-.pag. 620. ] Per Seufi non folamente fiifa Plinio l'olimpiade xcv., ma eziandio l'anno quarto di
.
i.
ma
DA Alessandro
za
(a)
.
il
Grande
,
ec.
303
Cominci
;
=====
CAP.
IJI-
che
poco prima
$72.
,
11'
Roma
.
il
fenato
ella
Perch ci
prima fua opera ? Ma Plinio ftcffo parla d'un Pan , che egli eia dianzi dipinto avca , e dato in dono ad Archelao re di Macedonia , morto nell'anno fecondo [ o nel primo, fecondo Diodoro lib. 14.^. ?'. pag. 671 ] della medefima olimpiade Plinio
ta allora la
.
Molti hanno in ci riprefo coerenti 1 Plinio, avendo quelle tre arti un'antichit a un di predo c-guale ; ma egli facilmente vien giuftificato te gli ftorici . da' quali traefer
va
le
di pittori
condo
fue notizie , non fecero mai menzione e di ftatuarj prima di Fidia . [ Seci che abbiamo riferito qui avanti
non
non che
allora Seuli
.
viveva , e lo dilTc perch avealo letto Lo ftorico che avea fott'occhi fifs vcrodmilmente l'epoca a quell'anno, perche in elio Agelipoli fuccelTc ad Agide nel governo di Sparta , e fi prepar i mezzi alle gloriofe imprefe che Da ci argomenra fece nell'anno fcguente Heyne che l'autore feguito da Plinio folle uno a cui rtelfero principalmente a cuore le cofe di Sparta e conchiude che folTe quell' eforo ftcllo rammentato da Diodoro , che cominciata avea la fua {loria dal ritorno de.
Plinio fa vedere , che quegli fcrittori da lui feguitati in quella parte avevano mancato , bench forf facelTero a lungo la ftoria dell' arte , e degli artilli ; ed egli li convince di errore colle notizie , che debbe aver tratte da altri fcrittori , che forf ne aveano parlato foltanto di palTaggio . ] Park quindi di Prallitele e di Scopa , di cui difficilmente fi contraddizioni filfa l'epoca a cagione delle degli fcrittori
Non
approva Hcyne
la
correzione fatta da
gli Eraclidi
L'olimpiade cvii. l'epoca de'pittori Echione e Timomaco , e probabilmente lo dorico ne fece menzione a quefti tempi , perch fi edific allora il Maufolco , monumento grande per le arti , efiendo morto Maufolo nell'anno quarto [ o nel fecondo , come fcrive Plinio /ib. j6. cup. s.fici.^. . p, , ccap, 6. feci. 7.] dell'olimpiade evi. D'Apelle fi fa menzione all'olimpiade cxii. in cui fin l'impero perfiano , elTendo palfala la Perfia fotto il comando d'Aleflandro do p la battaglia d'Arbcla Ecco per tanto trovata la ragione dell'epoca . certo per che Apelle vifte lungo tempo dopo Alefiandro , poich dipinfe il re Antigono , vide Tolomeo alla corte d'Aleflandria , e fu coevo di Protogene , il quale vivea nell'olimpiade cxix. [Veggafi qui a.\a.nt\ pag.24.Q.] Per le epoche degli {cultori in marmo Plinio ritorna indietro , e oderva che Dipeno e Scillide viveano a un di prelTo all' olimpiade l. , tempo, in cui forf il fuo ftorico metteva le conquiftc di Ciro in Perfia , febbcne quefte veramente appartengano all'olimpiade Lv. Nella Lx. , in cui Ciro all'impero mcdo e perfiano un il babilonico , colloca Bupalo ed Antermo. Proficgue Plinio a filfare in generale i coniinciamcnti della fcultura , pe' quali rimonta fino al principio delle olimpiadi , e filTa quelli della pittura e della ftatuaria all' olimpiade Lxxxiit. ai tempi di Fidia [ lib. ^6. cap. f. feci. 4. . ^. , dopo che avea fcritco tutto ci che fi detto qui avanti circa i principi della pittura i come fi doveva rilevare per ef.
e oflcrva che febbene non , leggefle in Plinio , che egli avea lavorate le colonne del tempio di Diana Efefina , la difficolt fuffillerebbe egualmente , perch lo ftorico in un luogo lo fa coevo a Fidia, [ cio nel lib. ^4. cap. 8. feii. i g. princ. lo mette neir olimpiade lxxxvii. , dopo aver collo-
cato Fidia nell'olimpiade lxxxiv. fecondo l'edizione d'Arduino, che noi adopriamo ,
o nella lxxxiii. fecondo le anteriori edizioni , che ha feguito il fignor Fleyne ] e in un altro lo annovera fra coloro che han-
no lavorato al Maufolco per ordine d'Artcf fupponghiamifia nell'olimpiade cvii. mo che Plinio abbia compilare le fue noti-
Ma
zie
da diverfi fcrirtori , che non ciano d'accordo fra di loro , cella ogni difficolt Tutto per ben efaminando , fembra che Scopa abbia viffuto pi tardi che non vuole Winkelmann ; ed pi probabile che , fc v' errore , fia ne' luoghi ove f ne rapporta fempHcemente il nome , anzich in quelli ne'quaForf in vece li f u riferifcono le opere di Scopas ivi legger fi deve prefib Plinio qualche nome analogo , come leggefi in molte edizioni Phndinon & Myron in luogo di
. .
Pkrsgmoi
,
6'
Mcon
Se per tanto Scopa pofteriore a Prafltevanno a terra tutt' i bei ragionamenti di le W'inkelmann , che dalla Niobe , fuo lavoro determinar vuole quale forte l'antico carattere dell'arte [ Si vedano le noftre riflefloni alla pag. t gy. i $S.
.
(.a)
J>)
Liv. /ib. 2j. cap. t g. num. 24, Uh. 40. cap. i/f^ num. 4.^,
504
LIB. X.
to conceduto aveva
di
Cuma
il
di
ufare
il
romano
mercan-
e nella vendita
delle
GAP.
III.
Jum
Cumanis to anno pettnhus permifprtut pub/ice latine loquerentur , conibus latin vcndendi jus ejfie
tore
:
&
F,aTBclk Rom.del
Pet"^
BomLAli RornJcidp-
L'
LIBRO UNDECIMO.
Scoria dellarte greca preflb
della
i
Romani
dai
.
tempi
I.
Roma Prima
del triumvirato
.
Scudo di Scipione
Tempio
della Fortuna
a Preneje
.
. .
. .
da greci
liberti
talor anche
da uomini ingenui
ma
coir effigie di
.
Grecia
. . .
di
Cicerone
non poteano
ove
le la
in Stato
ti ,
tempi
infelici
inRoma
vennero
t
Roma
gioven-
non
apprendea
dottrine de'
Tom.U.
Q^q
gre-
506
greci filofofi
LIB. XI.
Stop. lA
,
dell'Arte greca
eziandio nelle
arti di
ma
ne
CAP.I.
Dicemmo
iftruivaf
maeftri de'
quali v'era
il
giovane Scipione
degli flatuarj
Prima Jei triBmviraco.
dei pittori
fi
^-
I-
Nulla
^^y^^ repubblica,
arte etrufca
,
re, poich
,
efla
appartiene
all'
anzich
greca
lato abbaftanza al
Capo
Cominceremo
,
.
dai
poco
il
primo triumvirato
ram-
Teftc...
mentandone conofciuti o i fuppofti lavori E primieramente feguendo qui la ricevuta opinione 2. jT. dovrei rammentare come lavori di quello tempo le tefte di Scipione
,
re di Francia
efprefTa la continenza di
quell'eroe
romano
Quella
Di
tali telle
una gemma
efiflente
in
Roma
la
nel
mufeo
principe di
Piombino
gliofi la
di bafalte
pi bella e
pi celebre
,
ed efendo
fiata
tro-
ne
(a) Qui zv^nnpag.
1
Se.
biga
(b) Riguardo alia fpofa di Alludo principe de'Celtiberi in Ifpagna , di cui parla Livio l. 26. c.^y.n.^o. o Indibile , come lo chia,
un delfino che probabilmenpolfanza marittima di MafTiniifa, o almeno il fuo domnio fui lido del mare
,
v' incifo
te indica la
africano
i
come
.
il
cavai
la
marino
nella
gemma
Po.'fiedc
ma
Valerio Maffimo /. 4.. c.j. n.r. Gli Editori Milanefi facevano dire al ncftro Autore , ri-
dell'Agortin
Per
Iteffa
ragione vcggonfi
.
delfini fulle
monete firaculane
forf
d' intrudere in nota quanto /Icjjue colla tefta ,, Una gemma incifa di Mallniifa fu pubblicata da Antonio Agofiini Gemme ant. figur. num. 66. , il quale fa pur rnenzione d'una rarilfuna corniola della dattilioteca Barberini [ di moderno lavoro , come fi conofce anche dai zolfi ] , in cui intagliato lo fleflo re con tre fuoi figliuoli Un' altra ne abbiamo noi pubblicata alla pag. lyz. affai pi pregevole , perch unita a quella di Mafilnifia v' la tefia , o i' profilo almeno di Sofonisba , che pu darci un' idea della belt s rinomata di quella reg'.ia Ivi fono le medefme lettere puniche che in quella dell' Agoftini , i medefimi tratti , e lo rtelTb
. .
quefta gemma , eh' un'onice a due color di lavoro finiflmo , il eh. fignor abate Bianconi fegretaro perpetuo della reale Aci'ademia delle Belle Arti eretta in quella citt con fovrana munificenza L'ovale foggiunta al difegno ne moftra la vera grandezza ,, Ne l'una, ne l'altra di quelle gemme rapprefenta MafTi. .
nilTa
di
cui
abbiamo
il
pittura, che defcriver qui apprefio , ove ha poca barba , e pochi capelli come mori , e E quanta difne ha pure il colore olivaftro ferenza non v' anche fra di cde ? Quella dcIl'Agoftini potrebbe cffcre un Marte etrufco . Qualunque fia il foggetto di quella del fignor Bianconi , non fi ometter di darne la figura in appreflb
. .
elmo
le
ii
vece d'una
(a)
Monum,
anc. intd.
num. 176.
PRESSO
ne
il
Romani
,
ec.
e a dare
il
207
nomea"^
(a)
(b)
tutte le altre
l'altra nel
una
mufeo Capitolino
villa
il
^^^" ^^
,
Albani
GAP.
,
I.
la
Sua Altezza
fignor prin-
da elTo acquiftata a
Roma
pure
bronzo vedefi nel mufeo Ercolanenfe , ed ha come le fummentovate , un taglio in croce fui
,
gnato
ne
(e)
fulla
.
ftampa pubblicatane
cammeo
.
di
milord Forbich
il
che
il
ci
fli
fecongiorni
Ce-
do
fu
Africanus
qui notifi che la voce fequens indica chiaramente Il fecondo onde la omife il Fabri [b) , che voleva , in quella ravv.fare Scipione Africano il feniore , a cui difFatti apparteneva la villa di Literno Plinio us pur altrove (e) h voce
. :
quens;
ma
lbras XKxn.. argenti Afncanus feqnens luredi reliquit Dovea altronde fapere il Fabri che il pi vecchio degli Scipioni
,
al
riferir di
Livio
(r)
fo-
Per tanto
del
in tutte le
dovremmo
riconofcere
l'effigie
mo
difficolt
ci
che
fu tutte
,
vedefi indicata
dicono
gli ftorici
che
ferva
QL*^ 2
antfi?cfvra'^r:rvi;o
Se foirc del feconrAfricano vi Vr^^^^^^^^ dovuto aggiuancre Emi'Zn l\.\ "'"^ P^^la, ferdfrLSdaTprro' .(B) Non rdbmiolia alle altre ed ha la
a''c''onofccle
t T^'
Monumenti
g.^mma
al
numero
Ivi
citato,
Par.,a.
^ "-/"^--fJ'del
mufeo
'
nome
^^ ' feo Pio-Clementino ' (e) Bronii d'Ercol. Tomo I. Tav ^o e j.o (D) Ho c'orretto e fupplito qufto patal grafo con ci . che d.cf XV^ink^elmanf.;^.
I
fron^
apurefl-
uelh
J "^'^
V L m ^^"^
^ariette P/.rr. grav ^^- *^- ' ' ' ^^ "^ ^^' '"^'^'^ -'m" 'f '' "' Potrebbe eflere del primo di '^'^n ^^P^o "fnie Ma ( veda qui appreffo ;?. a.
^"^"""}
'^^^-
T"
g ^t.^/.T^^.-^t//,.
11^;
303
LIB.XI.
che
CAP.
I.
Po
fu
anno mortalmente
,
ferito
Non
dei
a quale
di
due attribuire
fapeafi pi
di-
le
gi
ai
tempi
Cicerone non
(a) Polyb. Hi. IO. pag. fjr. D. [ Svaniva fubito la dirt-olti Ce >k"i'iikclinanii avelie badare clic Politiio dice ferito il pa.lrc di Seipionc Africano maggiore , non lui Ikllo, allo clic qucfti in et di circa diccillett'anni lo fr.ttrallc dall' imminente pericolo di cllere opprcllo dai nemici Pojlqujm in diic pu:wn juum vidij]ct CUTI duobiis , cut criius c^u:'!ius ab ftojie circumventuin , dC gr.2vi edam vulture dffi\:T] ; come dice anclie Livio li/'. ZI cip.i S. n. .f.6., Dione Gallio prcllo Coftantino Portroqencta E.varpcj , pjg.600. in fini , e Val. Mailimo lib.^. cip. 4. n. 2. (a) Ora podiamo dire con lcurezza , clic
,
:
lancfi
Tavole
pjg.ij.a. iianno portato pi avanti l'argomento , prctenJcnJo ricavare da Plinio , che ai tempi dell'Africano maggiore non li ii'alfc rader la barba ; ma quanto ci la fallo potr ve Icrfi dallo ilelfo Piinio , che ho citato
alla detta
pag. 1^4..
4.
,
iOi. ^. cap.
che non
ta al
piopolito
non dicendo
altro le non che l'Afri.: ano minore cominci a raderli la barba prKna dei
,
qUarant'aiT.ii
che era
l'et
in cui folevano
;
sppartcngaiio al primo ; perocch egli ha la ftella fifonomia , lenza barba e lenza capelli nella pittura inedita del ninfeo Ercolancnle citata pi volte , in cui rapprelentato con Msllmilla , e Sofonisba , dopo che quclta ebbe prcfo il vdcno , fecondo Diodoro prello Coilantino Porfrogeneta Ex:erptj p.zSS. , Livio Uh. 30. cup. I 1 r.uri.i j. A quello non oftarebbc la dirtcolt dei lunghi capelli ; perciocch Icrivc Livio, che cos li portava allorch (i abbocc la prima volta con Malluiilla in Ifpagna Egli era allora nel tor dell'et fua , come dice lo lidio Livio , e avca circa vcntinov'anni ; poich ne avea circa diecifette , come ( detto o"! avanti , quando nell'anno di Roma 554. latv il padre fuo vicino al Po , e il abbocc con ^^al^^nii^a nell' anno ^46. Non improbabile , che palfato poi in Africa, ove l trattenne del tempo , forf per il gran caldo del pacfe , eominciallc
, .
.
e volenallora i nobili principiare a raderli do oller.ar bene il tello di GcUio pare che quello S.ipione non li ra Ielle la tella , perocch fcrive foltanto che li raJeva la barba : e Plinio non dice le li raJelle ogni giorno la barba , e la tella , oppure la barba lolaniente come pi probabile , s perche non portava tanto tempo , e s perch la ragion di mollezza , che poteva etlere nel rader la barba , non cadeva forf nei capelii L'argomento che il Fabri riciva dall'elfere /lata trovata in Literno la mentovata tella di bafalte , non pare tanto dilprezzabile , come vogliono i detti Accademici e il nollro Autore , dopo Gronovio certo che l egli aveva la fua villa , in cui pals tanto tempo , e pi probabilmente vi mor e vi fu fepolto , come !i ha la Livio //i. _jy. c^p.ff. num.s.y Strabene /i.j pjg.j^z., Seneca Epljl. US., e da altri certo almeno che la vi erano
, . , . .
llatue
monumenti
di
lui,
come
fa oller-
a.
raderli la tella
il
mento
e ci
almeno
nell'anno J49. , o anche prima , circndoli iti Da Pliqueli' anno avvelenata Sofonisba nio , fu cui l appoggia W'inkelmann pet attribuire le tefte al (econdo Africano , altro
.
vare lo ftell'o Livio ; ed ben probabile, che piuttollo volelTero averne dei ritratti anche gli abitanti di Literno , che s lungamente converlarono con lui , e dovcano crcdetfenc onorati , anzich dell'altro Scipione , di cui non fi fa che (a mai (lato in quel paefe , o
in quella villa
.
non
fi
rileva f
non
ch'cjli folTc
il
primo a
Ne abbiamo fondamento
di
ogni giorno ; e quello non toglie , che altri (ienli ralati prima di lui , ed in ifpecie l'Afiicano maggiore ; mentre ^'inkclnunn ftello ha notato fopra pug. 1J4.. j. ig. , che Marco Livio dov lafciare i legni di lutto , e
raderli
di meft7.ia
pelli
facendoli radere , e tagliar ca, e barba , per conlglio del Senato ; il che tu nell'anno f4+. contemporaneamente a
Scipione
gli Ac, come vorrebbero cademici , e molto meno del fecondo Africano Polfiamo anzi credere tutto il contrario , primieramente perch nelluno fcrittore dice tal cola ; ma dicono folo del primo Africano che vi folle (epolto , non mai dal fecondo ; come , le folle ftato veto , lo avrebbe detco almeno Strabene , il quale molto meglio
.
PRESSO
racconta che
a'
Romani
ec.
;
309
poich
di
egli
SciLIB. XI.
giorni Tuoi
il
nome
GAP.
I.
bronzo
tralportata dalla
Macedonia per ordine di Metello e con parecchie altre collocata in Campidoglio (a) Nello feudo poi io non credo in alcun modo che $. 3.
.
vi
fi
ma
piuttofto vi
e la riconciliazione di
quefto con
avrebbe rilevato
Agamennone
il
(a)
Ho
efpofLO nel
mio
Saggio full
alleAn-
pregio di Litctno col dirvi ftpolti aiJicnduc que' gran capitani , che coi primo foltanto e in fecondo luogo le tante
:
folc quarant'anni
trovate finora nel fepolcro della loro famiglia , e tra le altre quella del padre dello llello Africano minore , tanno credere , che ivi folle il luogo della comune loro fepoltura Le dette ifcrizioni pollono vederli riporifcrizioni
.
nelfa a qucfta cafa ve n'era un'altra , che conteneva le ceneri di una donna , dal cui nome fegnato nel coperchio fi rileva che era
tate nell'Antologia Romana Tom. yi.n.^p. anno i 7S0. pag. jSj- , Tom. VII. num. 4-^. anno 1 jS 1 .p.^jT-fcgg- , Tom. VIU. n.ji. num. ^2. pag. 240. , anno i 7II 2.pag.z+4. Tom. IX. n.ij. anno r7S ^. pii^i Sj.fegg. num. 28. pag. 227. Nel detto Tot,-!, fili,
,
Aulla Cornelia figlia di Cneo Cornelio Scipione Kpalo , o piurtofto moglie di un Ifpallo Fu tiov.ita in quefio fepolcto anche la teda giovanile incognita coronata di lauro, di cui lio parlato eziandio alla detta /j.j^.^o., ed ana piccola teda alta un pollice in terra coita , rapprcfentante un vecchio fenza caTutti qucfti monumenpelli , e fenza barba ti palleranno probabilmente ad ornare il Mu. .
24^. li dcfcrive la calfa fepolcralc di Sciche accennammo nel Tom. I. pione Barbato pag.^o. not.A. E(Ta , come fcrive il (ig. abate Vifconti , di peperino del pi compatto , ha la lunghezza di palmi dodici , l'altezza di
p.
,
feo Pio-Clementino . {a) ad Act. lib. 6. epift. r [ Il fcntimcnto di Cicerone ben diverlb da quefto , e da ci che gli fa dire Winkclmann qui avanti pag. 207. Egli dice anzi all'oppolto che l'effigie di Scipione Africano ( non dice per fc
.
fei
fafTo
larghezza di cinque La vilt del troppo ben compenfata dall'importanza della ifcrizione , che illuftra e la romana Roria , e l'antica geografia La mate,
e la
lavoro
.
una
calfa fcpolcrale
di
magnifi.a architettura , circondato da cornice a dentelli , e da un bel fregio lavorato a triglifi , che lafciano degli fpazj , ne" quali fono leggiadramente fcolpiti de'rofoni. Le arti , e il gufto greco fembra che di gi incomincialfero a fgombrare la romana rufticit e accufarebbero una et meno remota quando 1' ifc\izionc non ci facelTe conofcere , che appartiene al quinto fccolo di Roma , e che
,
il fecondo ) fi fapcva indubitatane nomina due ftatue , una erettagli da Attico , al quale fcrive , e l'altra pi antica , che fi conolce dic'cgli , per fua dall' atteggiamento , dall'abito , dall'anello , dalla fi(onomia Cicerone biafimava foltanto Metello perch avelTc errato nel mettere alla bafe d'una ftatu a eretta da lui a Scipione Africano , o a Scipione Nafica Serapione , che non troppo chiaro , un titolo , che non gli conveniva (a) Pu vcderfene la figura predo lo Spon Recherck. dcs antiq. & curiof. de la ville de Lyon , pag. tSi. , e Mifcell. erud. antiq. f-H. 4. pag. 7 j-2. , ove lo dice del pcfo di il.
primo mente,
il
libra
del
diametro
di
due piedi
due on-
trovato nel Rodano prelTo Avignone nel i6<;6. Fu pubblicato anche nel Silio Italieo dell'edizione di Drakenborchio al lib.i J. parimente in peperino , come fi e detto qui verf. z6S. , e f ne ^xdzncWAcad. des Inavanti pjg. ' /? . i#. , e trovata nello fcript. Tom. IX. Hift. p.rf2. fegg. Il iignor feilo fepolcro fin dal fecolo fcorfo ; ficcome abate Bracci Difsert.fopra un clip, vot.p. 67. pi antica della ifcrizione di Duillio , fia e 7 ;. crede che rapprefenti il fatto di Scioriginale , fia copia fecondo che dice MCinkel- pione , fenza darne nuove ragioni minn al luogo citato ; giacch qucfti fu cou il pi antico fra tutti i monumenti ferirti della romana antichit ; poich pi antica di quella di Lucio Scipione di lui figlio incifa
de
Mi
310
'
allegora
e nella Prefazione ai
Monumenti
antichi inediti le
ra-
LIB. XI.
dobbiamo
,
ricercagli av-
che
venimenti de'
Ai tempi del triumvirato
jT.
Romani
(a)
prima
del triumvirato,
le arti
i
amore per
;
ci
e teneanfi effe gi in
,
molto pregio
ma
elfi
perch
.
gli
Quan-
do per venne ad
de'cittadini per la
preponderanza d'alcuni
repubblicano
,
a'
ne nacque allora
la
il
il
triumvirato
cio
.
l'alleanza di tre
che
il
quale ad imitazione
a proprie fpefe
,
e poich
di-
Atene fede
egli
dichiarofl protettore
delle
Tempio
mefte ...
della
medefime
^.
.
in
Roma
jf.
Super quanto
ii'j-r
,
di
t-
Fortuna a Pre-
... concittadini
nell edihcare a
n-i rrenelte
grande aveano
fatto
mai
fuo
,
il
iut-
abbiamo ancora un argomento negli veggono. Era quello nella falita del
,
monte
ne
de
,
fabbricata colle
di
lui
rui-
la
meno
del tem.pio
medefimo
s'eften-
In quefto
monte
,
fcofcefo bens,
al
ma
certa regolarit
le
fi
va
ampie piazze
,
da lunghi muri di
,
pietre quadre
tranne
,
la inferiore di tutte
.
che formata di
nell'
fi
tegole incaftratevi
e ornata di nicchie
Nella prima e
,
che tuttora
2^7,
PRESSO
riconofcono
del tempio
,
.
Romani
ec.
-1
^^"
con mezze colonne e fulla piazza che v' davanti fi tiene Ivi nel pavimento ftava il rinomato ora il pubblico mercato mufaico, che prende perci il nome di Paleftrina da quefta
.
citt
nua
a fervire di
pavimento
,
luogo
dell'ultimo ripiano
e ivi ergeali
tempio della
Fortuna
jf.
6.
il
Leggendo noi
in Plinio {a),
fiali
che
in
mufaico
rare
Italia
probabile
;
che
fofle
s'
pofcia trovato
,
non hanno
il
la
fpiegazione da lo-
ro datane
di vedervi
;
rapprefentato
ma
volendo fupporvi
es-
una
fi:oria
vera
Siila
anzich
cafi altrui
il
fig.
aba-
Bartheiemy
{h)
poich mol,
te cofe ivi
indicano l'Egitto
attribuillo
ad Adriano
clie ab-
memoria
,
del
al-
Ma
giacch gli
artifii
come
dimoftrato
Itaca
ravvifare
un qualche
tratto
favolofo o prefo da
Omero
Allora
;
potremmo
fcorgervi
Mera-
con ci renderebbefi
gione
(d) Uh. ^6. cap. zf.ficl. 64. (a) Nella ftampa datane nell'anno 1711. in
la mofaiq. de Paiejlr. Acad. des Infcript. Tom. Mm.p.foi. [ Alla pag.so4. porta le varie opinioai degli altri
grandeii) ExpUc.^de
XXX.
che Io lianno voluto fpiegarc , fra quali Cono il P. Kiichcro Lt(r. vetus & ov. , ove ne non poco fcord la ftampa pag. 1 1 retta , e Ciampini yec, monum. Tom. 1. Tabulu jO, pag. ti,
i
Mi
312
gione
IIB. XI.
di
Menelao
efTer
potrebbe
e la figura mulie,
GAP.
I.
e tiene tut-
mani
il
)
,
finitolo
non
ftato
finora
il
ben riconofciuto
nepente
,
farebbe Polidanna
che
gli
d a bere
come
prefTo
Omero
il
tutto
lui
bacerebbe
Secondo
non refla al drudo che un' immagine formata d'aria. Menelao dopo la prefa fpinto da una procella al Faro d'Egitto, ivi trova di Troja amata e richieda in ifpofa da Teoclimene figliuofua moglie
trafportata in Egitto
ma
da Giunone
lo di Proteo
re d'Egitto
1
,
di fug-
gire
Menelao fconofciuto
in
la
quel
paefe
finge un meflb
nuo-
Efia allora fa
;
Teoclimene
che
,
ma
pri-
ma
ai
efequie a Menelao in
le
mare
dicendo
efTer
fpofe rendano
e fu
quel letto in
cui cefTaron
il
di vivere {b)
Il
re lieto l'accorda, e
il
mentre
tutto apprefta
per celebrare
,
n pi ritorna
7.
cafia quadrilun,
e for-
indica
.
il
a tal riin-
to
EiTa
pu
e
nave
,
In coloro
raffigurarfi
s'
che beono
una pergola
{e)
.
pofibno
Finora non
anco(^)
C^)
OJyCs.
/ih.
4. verf.
Eunp. in ReUn.
verf.
228. 1263.
ikd.
quefta di
Winkelmann pare
PRESSO
ancora faputo fpiegare
il
Romani
,
E e.
313
^'
2ATP02
felini
preflTo
una Incerta
(a)
,
che
la
componevano
dee leggere
nHXTAIOS,
una mifura
,
^^^
che* r aggettivo di
7rixo<;
;
voce che
fignifica
:
onde dee
;
leggerfi
Tao'po? y)t;^u/'o5
la
palmo
mezzo
.
tale
appunto
lunghezza
8.
certamente de' pi
altro
fini
anzi
pel lavoro
molto inferiore ad un
pi piccolo efiften-
Roma
e trovato in
un pavimenrapita: nelle
,
Ivi rapprefental
Europa
fue
com-
pagne
Agenore
che fpa-
ventato v'accorre
ri",
a.
Il
traoiantafnento
Ani
favorite
dell arte
greca
m Roma
molto debbe
pompa
prmcipal-
mente
vati
,
nelle fabbriche,
le
che
la cala di
Lepido
( il
dopo
la
morte
Roma,
dopo trentacinqu'anni meritava appena il centefimo luogo {h) Or. ficcome le antiche abitazioni non aveano che un piano folo e ficcome fcrive Varrone e vedefi tuttavia nelle mine di Pompeja rinchiudeano un fol cortile, detto da' Romani
,
cavjidhim
e da'
Greci c/A
(b)
al-
Toin. l.
te. La figura, che d a bere, tiene un lungo ramo di palma , o d'altra pianta , nella niar.o (Iniftra Il Tuppolto cataletto una mcnfa con fopra un candeliere accefo , che portano quattro perfone , ufecndo da un tempio , ove fono facerdoti coronati di frondi, e con varj ftrumcnti Accanto vi un cane , o fcimia , fopra una bafe , che forf vi fla per idolo . certamente difficile a fpiegarli il foggecco di quefto mufaico. Ci che pare ficuro , che vi ( rapprcfentino delle fIle, una eaccia , cuna pefca , fatte forf da qualcuno dei Tolomei in occalionc dell'alia.
P. r del Nilo, e
zate
di
fono trovati in
altri
delle cofc egiziane prelTo a poco fillio gufto Forf gli antichi Romani guardavano per ornati le cofe dell'Egitto , come noi le cole della Cina V. Lib.XlI. CI. ./i. io) ^3iix.\\t\. loc.cic.pag.s^f. (a) Ne da la Itampa in rame Ciampini toc. cit. Tah. jg. pag. S z. , e l'Enciclopedia . (A) VYm. tic>.'^6. cap. i y.fecl. zx.^. 4. (b) Pu vederli il traduttor fiorentino dei Caratteri di Tcoirafto , cap. iH. Tom, iil. pag. z.-i-j. not. 2,
con
ftelTo
514 zateapi
LIB.-XI.
CAP.
lungo ordine
d'artili
I.
con camere che magnificamente fi ornavano necefTariamente efler vi doveano in Roma parecchie centinaja
d'ogni maniera
.
Qiiindi s'intende
come
e
la cafa* di
ottocento mila
(a)
mente
Giulio
principailetto
jj". t-
IO.
f
Uno
.
cittadini
,
romani
incife
fu
Giu-
,-^
Ccfa-iio
pompa
altrettanto
amante
,
delle arti
collezioni di
,
gemme
di
fi,
gure
e
in
avorio e in bronzo
al
impieg
i
mare
to
.
tempo ftefl^o gli artifti allora viventi per forgran monumenti che erefTe nel fecondo fuo confolain
Edificar fece
Roma
,
il
e fontuo-
tutta, nelle
(b)
.
Gallie
nelle
Spagne
e nella
Grecia medefima
Fra le
e a rifar
(a) ibid . 2. [ 570000. feudi romani (a) Suctonio nella di lui vita , cap. 4.7. (b) Avremmo un bel monumento, e che ci darebbe un' idea pi vantag!;iofa dell'arte a qucfli tempi, f potelTimo credere , che la celebre ftatua della galleria Granducale a Firenze , detta volgarmente L Arrotino , perch rapprelenta un uomo, che inginocchiato per terra Ila in atto di arrotare un coltello fopra una cote , forte ftata eretta al ba-biere di Giulio Cefare , per avere fcoperta la congiura or_
dita contro di lui da Achilia , e Potino , di cui parla Plutarco nella vita di quell' imperatore ,_p.7J' B. op. Tom. 1. Pare che a que-
opinione inclini il lgnor Lanzi nella tante volte citata dcfcrizionc di quella galleria ,
lla
pag. IJ4., (uppofto chea coPaii foiTe fatta alzare una (tatua dal fuo padrone, o in Alexandria , ove accadde il fatto , o in Roma , io non creder mai che folfe quella , Eon permettendolo lo ftile della f :ultu-a che di migliori tempi e non (apcndovi trovare il minimo indizio che polfa alludere a quel fatto , o alla perfona del barbiere La figura coi muftacci , e qualche fiocchetto di barba qui deve indicare un barbaro di nazione , e di coflumi il folo panno gettato trafcuratamentc fui deflro omero proprio d'uomo , che Tuoi effere fpedito per accingerfi a qualche opcrazioue j e l'aria fevera , e truce del volto
i.t.
, . ,
;
cap.
Ma
d'un manigoldo Come pofTono convenire tali cofe al barbiere d'un principe romano ? Se al dir di Plutarco egli fcopr quella congiura in occafione di un pubblico convito , al quale craprefente , e forfj miniftrava , cfploiando ci che fi diceva da quello e da quello , che convenienza vi farebbe fiata di rapprefentarlo nella efpredone anzidetta , inginocchiato per tetra in atto di arrotare un coltello Io non fo dipaitirmi dall'opinione di Lionardo Agoftini , riportata da Gronovio Thefuur. attiq. grLC. Tom. il. Tab. S6. , e feguira da 'Winkcimann nei Mon. ant. incd. Par.I. cap. ly. n. 4.2-pag fO., di riconofcervi cio quello Scita , cui Apollo ordin di fcorticar Marfia e che a^partenelfe al un gruppo ; giacch dalle varie llatue , che fi hanno di MarHa appefo all'albero , una delle quah in polliamo villa Medici , due in villa Albani arguire , che un tal gruppo folTe ripetuto , ma e molto celebre . In rale atteggiamento per velito , fi vede quello barbaro nel bafforilicvo , che illuftra Winkehnann al luo"o
. , , , ,
citato
e in un altro efprello nella parte la, terale di un farcofago collocato f tto il portico della chiefa di s. Paolo fuor delle mura .
La moda
della tefta , che il fignor Lanzi crede atteggiata a timore , epr pria d'un efploratore ,\- quella di guardar Marlia in un'aria mifta quali di piacere , e di barbata fierezza
PRESSO
far le diftrutte
fiie
,
Romani
E c.
31J
Corinto dalle
=
una mandonne a
far riforgere
ruine
monumenti
citt
LIB. XI.
fu-
CAP.
I.
rono
una gran-
de e bella Itatua
medefima
AIKINIOG n nPEICKOC
IPYC
da cui
rilevafi
. .
da P. Licinio
Prifco facerdote
fi il
vede che
la
forma
,
delle lettere di
que' tempi
Talvolta
,
nome
della perfana
che ha
fatta er.
gere la ilatua
jf.
ir.
i
Romani da
,
Efcrcltate fu-
tono
inRom
li-
gettati
T-,
Greci
,
principalmente per
^
P
,
Lucullo
,
di
da'
greci
Pompeo
liberti
,
...
,,.
berti...
e d
Augulto
fra g
innumerevoli prigionieri
artifti
,
tras-
portarono a
Roma
eziandio molti
continuavano ad efercitare
le
arti
loro
(b)
Uno
di
tefla
d'Ercole efiftente
nel
mufeo Strozzi
,
Roma
(e)
Ei chiamavafi
Gnajo, o Gneo
nome romano
gli la
libert
Pompeo
Rr
come
vi
,
to da fcorticare , bench lo neghi fenza rigionc il medefimo ; ne e tanto diflimile a fcritta quello degli anzidetti , ed altri monumenti , ove pare che deferiva quefta ftatua Furtim Cos intendo di efduderc anche l'opmionc autem ( Marfyas ) intuctur hunc barbarum , di quelli , che nella ftclTa ftatua vogliono efqui in pfum gladii aciem amie. Vides enim figiato colui , il quale fcopri la congiura di utique ut manus ejus coti.b ferro irztenufunc, Catilina , o quella dei figli di Bruto , o quelutque in Marfyam gtaucis cerribUher intue- la de' Fifoni contro Nerone ; di cui pollono tur ocuUs , coma arreca agrefti , i^ fqualU- vcderfi le congetture del Goti Mi.J. F.'orent. da . Rubar in gena ejus autcrn cidem paran- ScatUA , Tab. figura , pf. pG. , ove ne da la r f^ , ut ego puto : fuperciUumque oculo in- data anche daGronovio l.cit. , e da Maftei cumbit ad_ iram compofitum , atQue animo Raccolta di ftatue , Tav.41. quem.dam induit affcclum Quin etiam ringi(a) Ved. Tom.I.pag. zj. . /. turfvum quiddam fuper iis , qui patrare pa(ji) Orvil. Animadv. in Ckarit. lib.z, e, /. rat: nec an pn gaudio id faciat , an iniume- pag. iSS.Tom.I. fcente ad jugualionem animo, fatis fcio Il (b) Vedali qui ivunt'i pag. 7' fig_ coltello non ccrramentc da far barba , co(e) Stofch Pierr. gravai. 23. , Goti Dame ne conviene ilCgnor Lanzi , ma appun- iyliotheca Smitkiana j Tom. l.Tab. 23.
Io e
come
guarda la figura nei detti balTrilielo guardava in una pittura deda Filoftraro giuniore icon. z.p.Sj.,
:
3x6
L13. XI.
me
gno
Altro incifor
cui
di
gem-
nome
.
trovafi inta-
Pompeo Ma,
Alcamenb il chiamofl Quinto cui nome leggefi fu un baflo-rilievo (b) Lollio prendendo quefti nomi dal fuo padrone, che era forPi celebre f il rinomato Lollio contemporaneo d'Augufto ancora fu Evandro (a) fcultore ateniefe che and in Aleflandella quale gi s' parlato altrove (a)
,
.
e fu
dal
mentovato Au(b)
;
gullo condotto a
Roma
la
con
altri
prigionieri
di
a lui
fu
di
ingiunto di rifare
tetta
ad una Diana
fui
Timoteo coevo
(e)
.
Palatino
i^-
onui*.^'!
citalTero
foli
pur concorfero
diilinfero
pi valenti
artifti
della Grecia
11
fra
quali
fi
Arcesilao
e Pasitele (d)
,
primo
fu
uno
opere
ed
fuoi
artefici ftefii
finite degli
,
altri artefici
Lavor
egli
per
compimento
(i)
Pasitele
tadinanza di
baffi-rilievi
,
Roma
o
a cifellare
l'effigie
Fra
le
menta Cicerone
prefentato
,
del celebre
la fua
qual lo vide
pente (0
Famofa
Giove
in avorio (/}
fom-
Xa) Qui avnpag. 25. (b) Veg". qui avanti pag. 14.4.. ^. f. (fl) Hor. lib. I. ferm. ^. vcrf.^'t. (i) V. Schol. Horat. loc. cu. (e) VYm.Hb.i6.cap.s-fcli-4- ' (</) idem lb. ^s- ";> ' 2. feci. 4SPlinio /. cu. (e) Per la fretta di dedicarla (0 Affai vaga fu una leonclTa di marmo del nominato ArcefiUo , poffcduta da M. Var.
Plin. Hh. ?ff. cap. j. fen. 4- S- K?- Le rone ftavano gvuocando alrintorno var) alati Amo.
rini
alcuni
,le'
quali
legata
tencvanla
al-
foizavano a bere aH un corno , altri le mettevano i cahari ai piedi: e tutte quelle ^3"^= t^^ "" a'^ ^^ '=^^" "^^'^ (d) Vedi qui avanti pag. 22;.
tri la
(f)
De
divm.
lib. i. cap.
6.
*
'
puEsso
e
i
I
i
Roma TU
cinque
libri
.
e e.
317
lui fcritti fu tutti
=
fommamente
lavori
^.
pregiavanl
allor
,
da
dell'arte
conofciuti (i)
LIB. XI.
13.
Vivcano
CAP.
I.
ma
due
ftatuarj atcniefi
Critone
Nicolao
il
nome
de'quali
maggiore
delia
grandezza naturale
con un'altra
1766.
di
za (b)
fcoperta fu nel
una vigna
di
cafa Strozzi
porta
Appia non
quel CrafTo
lungi
s
dal
moglie di
erano de'
rinomato per
lati di
fue ricchezze
,
EfTendo tale
fepolcri
,
ai
quali uniti
dall' ifcrizione
appartenente
al
numero
di
quattro
in al-
numero
che
pari
fiffatti edifizj
ad or-
nato e follegno
villa, e
ivi
di
abbelliti
con
limili Cariatidi
ornandoli quefti
lo rileviamo
morto
come
mare
/?.".
4/.
,
6" /ib.
^6.
Ciip.
feci. 4. S-
2.
la
egli ellcr la
,
madre
della fta.
della fcultura
e dell' intaglio
Si di-
pure a que' tempi Pofidonio non meno l'iin. /;A.^^. nella ftatuatia , che nel bulino eap. 1 z.JeB. } S- < 6" lib. ^4.. cap. S. feH.ip. . ?+. d' avvifo Francefco Giunio Calai. arch, &c. pag. 17 j. cflcr quefti lo fteffs Po.
(a) Critone e Nicolao atenie/ fecero (b) Ota tutte tre nella villa Albani
3i8
LiE. XI.
fi
= Ja medefiraa via
fo
fo
fatte; e lo flef-
pur
che
s'inferifce dallo
file
le
tede hanno un
non
di
troppo molle
,
gentile
e le
;
verchiamente ritondate
anteriori
lettere
... alcuni de quali reftarono tuttavia in
,
come mozze
forti
,
tempi
delle
ai
quali
non difconverrebbe
forf la
,
forma
tratti
erano pi
taglienti
e fignificanti in
jf.
-
eia
14.
Le
arti
Grea
^^
elTer
''"**
Roma
ti
Alcuni valenti artifti col trattenufurono dall'amor della patria fra i quali probabilmente annoverarfi dee Timomaco di Bifanzio (b) Plinio (e) nel dir
i
,
.
migliori maeftri
che viveva
ftinte
.
ai
tempi
di
Convien
;
molto
a-
vanzata
e
perciocch
due
di lui
Medea , che lo fteiTo Cefare compr per ottanta talenti come dicemmo innanzi (d) e li colloc nel fuo tempio di
,
Venere, eran gi
di
ftati
(e)
Ai tempi
Pompeo
come
Pasitele
(a)
Non abbiamo
a vero
dire
certo argomen-
Roma
ci-
ma
ze
,
Fra
le
opere
di
Zopiro
fellate in
in
una
il
nell'altra
giudizio d'Orefte
cofpetto dell'Areopago
Or
voraf/O Livio lb.^S. c.j/. num.r6. Vei. qui iVint pag. ^eS. n. A. , eTom.I.p. ^o.n a. (b) Nel Trattato preliminare , Cap. IV. pae. LXXXVl. diceva l'Autore aliai probabile che li folle ilabilito in Roma . Forf avr mutato parere in quella feconJa edi2one della Storia .
,
luogo di Plinio , n da altri che io fappia . Anii intuite le edizioni del detto fcrittore anteriori a quella d'Arduino, che ho vedute , li legg-: il pronome ei riti-rito a Cefare con cui viene a dire Plinio che per Cefare lavoralfe Timomaco que' due quadri Arduino lo cmcnJa fenza darne ragione
. .
(e) (d)
(e)
/ih.
' i-f^^-4-- 5- ?<' avanti pjg. zzS. Ci non fi ricava facilmente da quello
ss- "/'
^-''^
Qui
fo
di cui
parlato al . /i.
pag.zj.
PRESSO
vorata a baflb-rilievo
efillentc prefTo
il
,
che creder
fii^nor
Romani
ec.
XI.
me
fu
il
porto
d'
,
Anzio
verofimile
che non
fiata lavorata
in
Roma
ma
da altrove e pro,
ove
fiafi
la
di
Neflore prefo
Omero
fi
poich
il
lavoro a rilievo
di
non
(b)
pro,
priamente
cui la
parti
fulla
coppa
coppa pone ,
s
ma
e f
fu
una fpecie
recipiente
:
ia
ne leva a piacimento
,
le
due
per ne fono
fi
che a
.
men
di fas'in-
perlo non
Quindi
tende ci che
d'
e^cp/^srcj (f/xAi
Omero
jf.
(e)
ij.
e Pasitele
gli
fianfi
principal-
e lo
fleifo
prima
di
{})
; :
loro avea
Mentore Argwmnta
come
rileviamo da Properzio
At Myos exiguum
Ivi fotto
acanthus iter
il
nome
;
,
poeta
fimili
figure cifellate
fto paflx)
la
fia
flato intefo
di
n in quefi
in altri
ove
fimili lavori
par-
(0
cos diflingue
lavoro
fiori
,
e facile,
che confilte
,
in
principalmente
;
negli ornati
volle dir
le
il
diftingueafi
nell'
e ci
la
fua abilit
incidere
foglie dell'acanto
.(f.
t6.
01-
num. jji. (a) Vcggafi anche Tomo I.pae. 4.^0. (b) Vegg. Tom. I.pag. j6.co/. T. (e) Iciud. lb. zj. verf, 6t 6. (i) Iib. g. eleg. fi, verf. i ^. 14,
(a)
7.
Giiinio
1 3. verf.64- [ Ved. pici.vet. iib. ^. cap.i . . 6. p. 14.6. Cd' Plinio//*. ^^. cap.i i.ftc. jj. parla di amcndue qucfti cifcllatori Mentore , e Mis ,
(e)
De
li
loda per
opere di figure
320
=====
LiE.xi.
Monumenti
temJ.J
.
jf.
Oltre
j-
jjj.
Q^
mentovata tazza che con verofimiglianza q^g^j tempi altre opere ci rerrano che Io
la
,
.
^^0 indubitabilmente
-^^
di queft
Campidoglio
Pom-
peo Magno nel palazzo Spada Le duc prime fono jf. 17.
e rapprelentano
r
'
,
belle fatue
,
di
marmo nero,
,
II...
due re
traci
,
di
che
,
fu-
ron
lui
flitti
prigionieri da
s
Marco
che fu
rinomato per
la fua
fplendidezza e prodigalit.
,
fece
ii
ad ambi
mito
,
loro re m.ozzar
il
le
mani
,
ad uno
fin
fopra
go-
e all'altro fopra
(b)
,
poifo
quali
fuddette ftatue
e quali
erano
le figure
mau(a) Abitavano full' Iftio , o Danubio Strabene lL 7. pag. 4.8 g. C. yu) lib. ^. cap. 4.. (b) Se Lucio Floro parlaffc cos chiara,
dofio
di
cui
,
fi
XJl. Ca-
po ni.
mente come lo fa parlare Winkelmann , dopo l'abate Francefco Valefio in una Diflcrta,
data in rame tra gli altri dal Bandurio Imper. oreic. Tom. il. par. 4.. Tubuia r S. pag. j8 f. Ma quefti fono foldati , o perfone private Il re , e le perfone principali , che fi vedono fu carri di trionfo nella
. 7.
.
zionc particolare inferita nei Suggi di dijfen. aell'Acccid. di Cortona , Tom. I. n.X.p.i Of.
S^sg.
.
Tavola
5.
e 6.
hanno
non vi farebbe pi dubbio intorno al , joggetto delle dette due ftatue Ma culi par- tazione latina , per altro cruditidma , vuol la in maniera da farci credere tutto 1' oppoprovare che quelle ftatue rapprefentino Sifafto Non dice die folfcro fatti fchiavi due re ce , e Giugurta , re numidi , come gi notamdi que'popoli traci, ne che fodero a uno tamo alla prefazione del noftro Autore nel Togliate le mani , all'altro le braccia Scrive mo 1. pag. xxvij. not. a. Egli equivoca primiefoltanto che i Romani nella guerra contro di ramente nel dire che fiano di baflte , menloro non trovarono pena pi fenlbile per at- tre fono di bigio morato In fecondo luogo terrirli , che di tagliar le mani a quanti prila qualit dcilu vefte e del manto grande e gionieri ne facevano , rimandandoli poi cos con quei pefante ornato di larghe frangie a vivere infelicemente nei proprj paef Ep- calzari , o piuttofto ftivali , anch'efl grandi pure le ftatue rapprcfcntano perfone reali , e pefanti , non conveiiono a! dima caldifcome ( conofcc dal diadema , e da una certa fimo della Numidia ; ficcorae neppur la bardignit della perfona Cade pertanto il fon- ba , e i capelli , che in quelle parti hanno damento principale di qucfta opinione A ci corti , e ricciutelli , come fi veggono a Mafil aggiunga , che la faccia ferena del volto di lnilfa, di cui parlammo qui avanti pa^. !o6. quelle fiourc non d verun indizio di aver no:. B. , e ad un butto di Annibale in marmo fofFerto hmil tormento ; e il taglio delle maefiftcnte in cafa R.enzi nella Terra di s. Mani per upa , e delle braccia fin fopra il goria nel regno di Napoli , trovato nelle ruinc mito per l'altra a conlderarlo da vicino non dell'antica Capua , e dato in rame con un pu far credere , che (ia ftato fatto per indi- lungo ragionamento per illuftrarlo dal fignor care un caftigo La forma dell'abito di quel- Giufeppe Daniele in Napoli nell'anno 1781. la , che daremo in tire di qucfto Tomo, TaLe congetture poi , che quefto dotto prelato vola Vili. , lalfomiglia alle figure di due Tra- ricava rial la ftoria , non hanno alcun fodo ci , o Sciti prigionieri fcolpiti fu quella pat- fondamento ,
. . . , , .
.
crederei meglio provata l'opinione di monlignor Brafchi , che in una lunga differ-
Non
te della
PRESSO
maufoleo del
re
colofTali preflo Sais
Romani
in Egitto (a)
ec.
,
321
Cosi CarLIB. XI.
Ofimandue
e le >^enti flatue
(b)
.
rammentate da Erodoto
trovarono
,
GAP.
I.
fulle
due navi da
di Siracufa (e)
e cos puniva
Q^ Fa.
bio Mafllmo
$.
iS.
foldati
La
ftatua di
,
Pompeo
e di
Pom-
peo
quella medefima
tro
,
di lui
.
tea-
Quefta
fra
per non
poich v'
mezzo
ria (b)
;
a que' e
due luoghi
il
Campo
.
e la Cancella-
leggiamo
altres in
Suetonio
la fatta trafportare
altrove (e)
tale fiatua
mi
fa
maraviglia
il
Pompeo
interamente
,
ignudo,
come un imperatore
il
che
dovea parere Urano ai Romani non eflendo die cittadino privato , e non credibile che
ta la flatua
flato
fiagli
Pompeo,
flata eret-
dopo morte
i
diiperfi
,
erano
tutt'
,
fuoi partigiani
(^Kiefla
altres
farebbe
ai
mio
credere
la fola
romano
poich
,
tempi della
l'infei
fecondo
gnamento
di Plinio
i
medefimo
Greci
fo-
di efi^giare ignudi
ma
Romani
Tom. IL
(.a) Diod. Sic. Hi. r. . 4S.pag. f?. (o) /ih. 2. cap. i ^i. pug. i 66. [ Dice che era opinione dcgl" ignoranti , die cfle fofTero Itate rapprcfentatc lenza le mani , che egli avca vedute per terra cadute per l'antichit
.
leano
\ ed.
pag. ^7. not. a. uO Diod. lb.ir,. %.io^. pag.^gj.Tom.iI. \.d) Val. Mafs. lib. z. cap. 7. num.i i (a) Plutarco nella di lui vita pag.^jg. D. oper. Tom. 1, , e Suetonio parimenti nella di lui vita cap. 88. , e nella vita di Augafto cap. ^i. (b) Fu trovata re! vicolo dc'Leutari prefTo al palazzo dcila Cancellaria nel tempo di papa Giulio 111. , come narra Flaminio Vacca
1.
Tom.
in juguft. cap. 3t. La fece collocare dirimpetto alla Bafilica dello ilelTo Pompeo , che ftava ajcanta al teatro ; e vi conifponde a maraviglia il luogo ove fu trovata la flarua di Spada : onde poteva il NarJini Roma ant. lib. 6. eap.j. rcg. IX. pag. 2p2. argomentar quindi il luofa
era la detta Bafilica . Si crede , che cololTale del palazzo Farnefc nomirata nel Temo I. pag. ^22. , e l'altra, che prima ftava nel palazzo della Cancellaria , ed
go ove
Mula
ora nel Muleo Pio-Clcmentino , nominata pure alla pag.^i t. , fiano ftate troTatc nei dintorni del detto teatro ; coiicchc potrebbero confidcrart come opere di quel tempo , C
darci un' idea dello
ftile
.
Memorie
num. //.
322
klB.Xl.
sruerrieri
(a)
jf.
19.
Pu quindi
ne
la
la ftatua di
Pompeo
tale
concorra
rarif-
Io
non
,
dif-
che
fecondo Plutarco
tre
,
(h)
dillingueva l'effigie di
ko'/ojj
,
Pompeo
.
dalle al-
cio la
,
voig-oXyi
r;
olila
gati in fu
capelli ca-
quali
fi
vedono
a Sello
fuo figliuolo fu
,
una
tura
ftiiS,
di lui
moneta
Mi pare quindi
di
ad-
Pompeo
(i)
Gemme
fto
di Se-
(f.
Pompeo
figie
20.
del
Devc
fra
l'ef-
fu
,
1 1
n^
la, di cui gi
la
parlammo
altrove (b)
nome
dell'artifta,
legata in un
:
anello d'oro
che oltrepalTava
il
pefo d'un'oncia
e febbene la
flieffa
,
gemma
le
fi
.
lu-
pur
voli
nome
del
poco noto
artifta
Agatangelo
,
che fecondo
la fua
do
rts tjl nhll velare; at cantra militaris thoracas addcre , lib.^ 4^ cap. S-fic. IO. [ Non per cofa rara trovarc gl'imperatori all'eroica. Di Augufto ve-
(a)
Gnca
(i)
Una
di
bella ftatua di
Pompeo
in
marmo
romana ac
bianco
grandezza maggiore
del naturale
vcdcfi nella magnifica villa di Caftellazzo fuori di Milano gu Arconati , ora Bufca . Efla
dafi al
Capo feguente
8. in fine
e di
Ca-
ligola al |. 32.
Raccolta di flatue
(J>)
ili
pag. 60 .
D.
3.
6. difscrt.
io.
lom.
pure rutta ignuda fuori del braccio finiftro che coperto da un panno , il quale dalla fiVi fu niftia (palla gli pende fino a terra quefta ftatua trafportata da Roma ; e in alcune parti elfcndo guafta , fu da mano moderna ralfcttata (b) Vegg. qui avanti ;ia?. zS.
.
.
PRESSO
do
ci
il
Romani
,
ec.
leggendovifi
,
523
folito
ma
,
ArAi
ANFSAOT
avanti
il
in
luogo
di
AFAGArrsAOT
s'
poich
greil
LIB. XI.
TV quando
la
ha a pronunziare
CAP.
I.
medefima ortografia
addurne
in
trovali
non
di raro
ufata (a)
e poffo
prova
(
l'ifcrizione
,
AYNS
come
lince
animale
nome
,
in
vece di
il
ATFS
fuole generalmen:
Icriverfi
eflendo
(b)
fi
equivalente a
rS
cos in un'anin
tica ifcrizione
trova
;
HANKFATIACTHC
vece di
luogo di
nAFKPATIACTHC
in
un antico codice
ivi
(i
fcritto ayyi}\os in
Che
rapprefenti Sello
dalla fomiglian-
intorno alla quale medefimo {d) MAG PIVS IMP ITER ( Magnus Piiis Impn-ator itenim rovefcio vi fono due piccole telle , delle quali una
gie del fuo padre
figlio coll'epigrafe
(
legge
,
e nel
l'effi-
Pompeo Magno
ora maritima,
e l'altra quella
OR^
MARIT. EX
)
.
prtzfecus clajjs
fi
&
ex Senatus confdto
.
Quella
ha
medaglia
il
La
tefla della
,
gemma
come
;
mento
e le
d'un
uomo
forf
fofl^e
fatto radere
ed
.
qui
un indizio di afflizione per la morte del padre Cos Augullo (a) fi lafci per qualche tempo crefcere la barba dopo la fconfitta delle tre intere legioni comandate da Varo in
Germania
21.
alla
duchefia
di Ligniville-Calabritco a
Jf.
Napoli
,
Sarebbe fuperfluo
r
r\
I
che io qui
facefi
menzione
,
Pretefc fta-
11
2
,
nella
te.
Tom.
23.
I,
Tav. i.num.
io.St.ioi.
324
LIB.XI.
nome
non
zione
fofle
(a)
i
fiata
GAP.
I.
Fabri
imporre
quella
fcrigno
nomi
alle ftatue
nel fuo
commentario fopra
,
le
im-
illuftri
ofTerva che
ai
,
poich tiene
di
piedi
e
letterato
uno Mario
non
poich
di
lui
non
le
ci rella
neflin'altra effigie
efTendo tutte
fuppolle e
falfe
fotto
il
fuo
nome
(e)
ch'egli ave-
va un'aria fevera
dato
fo
il il
nome
di
Mario ad una
,
una gemma
pref-
due
marmo
{e)
Lodovifi
e ad
una
Ne-
22.
il
nome
,
di Ci-
(a)
ad
ella
tempo
flefTo fu fatto
vifbile
che
per alludere
al
nome
.
di
Cicerone
flato incifo
vera
menti a cui appoggiafi tale opiriionc Ognuno per ben vede quanto quefti fiano deboli
.
(a) (i)
(e)
(ti)
Muf.
in C.
eie.
Capc.
Tom,
iil.
Tav. JO.
Mario,
princ. op.
Tom.
I.p.jfa.
num. SS. (e) loc. cit. pag. 106. MifFci a) Nel palazzo dei Confcrvatori Raccolta diftatue , Tav. 2 1 ne d la figura (0 Avvi anche in Milano una ftatua aliai nota, detta volgarmente l'uomo di pietra , nella quale alcuni hanno ravvifato l'immagi.
ne
di
tdtf.
V. Gratiol.
De
prtcl._
Mei.
C. Maa cui con molta ragione poterono i Milanefi averla innalzata dopo quella vittoria , che al fiume Adige riporto fovra i Cimbri e furono quelle con. i Teutoni , per la quale trade liberate dall' imminente pericolo che loCoa una tonfura , olTa cororo fovraftava na ecdefiaftica , che una mano imperita vi
ed infuffiftenti
,
fembra
rio
&
fece ai capelli
,
fi
un motto
al di
to
fi
legge
fono
PRESSO
vera di lui tefta col
Romani
,
ec.
32^
(a) reftaurata nel
nome
e nel
nafo
mento elTer dovrebbe lavoro a un A queflo pare che non condi prefTo dello ftelfo tempo venga la forma delle lettere non troppo eleganti ma nelle che appopubbliche ifcrizioni abbiamo a diftinguer quelle fte furono ai monumenti da particolari artifti a tal uopo deftinati da quelle che gli fcultori medefmii non tanto pra,
LIB.XI.
nelle labbra
CAP.I.
tici
jT.
meeter folcano
23.
ai
proprj lavori
Di Lucio Bruto la pi bella tefta che v'abbia in Roma, , a parer mio, quella che poffede il fignor marchefe Rondanini Fra le tante col nome di Giulio Cefare, che adornan varj mufei non ve n' pur una che al fuo riQuindi che il tratto nelle medaglie interamente rafembri
.
nell'antiquaria
dubita
clie
;
re
llo
non
lanfi
confervate
vanamente
Merita
fi
pretende che
fia
il
bu-
l'unica
d'elTer qui
,
per ultimo
tefta-
dama romana
di
che in
mento obblig
glio (b)
il
D'una pretefa
ftatua di
Capo
feguente
Ne
meo
do
Tom
iI.Tab. IO.
ir.
1.3.
tcfta
del
mufeo Ca-
"'"'^ ^ P"' ^^"* ^' qucft ; e u"i?Jr beUiflimo e di grandiffima diligeiwa il ca-
fignor principe Chigi bianco in fon pagato mille zecchisi , (a) Cabinet de Polignac (i) V. Lipf, /fl. li. j, (,s>. op. Tom. i.
del
di fardonica
pag. 2^2,
f;g)i/^i.na;'}y?g']V'"iu"^iCX?
Ca-
326
LiB. xr.
(^
w'ifcaKr"'
V,
"
'P'
"
I
.-
CAP.
II.
Capo
II.
Augii/lo Stato delle arti [otto g' imperatori Cincinnato i di Livia Supfofte ftatue
. .
. .
fmi monumenti
di Cleopatra
Sta
Co,'
tue d'Augufio
riatide
fiie tejle
e
.
gemme
. .
Opere d'architettura
irregolarit
.
.
Depra-
e
.
.
di Vedo Pollione
le arti bafe a lui eretta fue teje Germanico Nocque pure alle arti Caligola Immagini di .fue teje ~ Claudio non avea gujo fila effgie Pretej gruppi d'Ar.
. . .
ria e Peto
di Papirio
fua madre
vallando
rer
i
Roma
le
''
peucori!
arti a ftabilirfi
in efla
,
come
.
e ivi concor-
migliori maeftri
di lavorare
fiata del
fompar-
Atene
perch era
d'Antonio
,
fpogliata fu da Augufto di
moki
bench
,
gli Ateniefi
tore un tempio
rico
{b)
,
Verfo
regno tentarono
di follevarf
ma
furono
teftinaonianza le
monete
,
e fingolarmente
quelle grandi
.
me-
daglie di bronzo
vafi
che chiamar
quali
fogliamo medaglioni
OlTer,
che quelle
feriori
pu
in
hanno intorno un'epigrafe greca infono alle altre che hanno l'ifcrizione latina e dirli generale che , f un raro medaglione romano vien pa,
le
dieci
jf .
2 Au.
Dio Cas.
lib,
S4-
7. p.
7//, Tom,
I.
(4)
Le Roy Le ruinis
, ce.
Tom,
il.
pl,ii.
PKirsso
jf.
Romani
ben
ec.
e'I
327
re{hu=
2.
Auguffo
turt'
i
ratore di
tempi
..
monu-
LIB.XL. C\P.[I,
Augufto..!
difTe
Orazio che
.
^.
le
Comper
piazze e
egli
le
...fucima-
ornare
ftrade di
,
Roma
(/)
;-
e le flatue di tutt'i
grand'uomini romani
mento
della patria
lui
r;rono da
ove pur
Fra quefte
Da
{e)
fembra che
(a)
fu quelli
fu altri
mo(i)
.
numenti
/.
4.
dell'arte avelTe
Augufto
eroi
filTato
un ifpettore
Fra
le ftatue degli
f
Suppofled.
tue
Quinzio Cincinnato
,
efi- ...
di
cincia-
villa
edora
,
a Verfailles (b)
E' quelta
una figura
affatto
ignuda
in
un calzare
.
Dietro
creduta
effigie
Cincinnato
ben
io) Uh. 4.. od. I j.verf. 1 2, [ NTon Io dice tiflrettamente alle arti del dif>.gno , delle quali forf neppure ha inttfo parlare ; ma liguardo alla religione , al buon ordine , alle fajnze , al commcreio , e a tutto o , che
poteva
cc
,
tar
(i
rifiorire
lo
(iato in
tempo
,
di pa-
come
j7.
f6f.
loiumli. liberi,
(d^
(ir)
Ovid
Fiifi.
Hi.
f. verf.
Gmi
DeJ^-'.
monunijn e
1
yi. [ Al^n. lt, &ferv. Liv: nu-n. zf.pag fap. I y Q. nomirato il pittore Eracla libetto,
df cui
(a) In un'alna ilerizionc riportata da GruTom. 1. pa z.pag. ja. n. j. li parla di un Eatichetc liberto i'Apjnflo , e h dice o/finator a fi uuis , che il Pignotio Dtlciv. prelfo Po'c <> Surrl. l hef. Ariti' 'om. T..1I, col. lj.S. f^ega^peifiiliiollMUiiio,
tcro
(i) Fra gli altri vantaggi che Suctonio in cap. 72. rifcrifce recati da Augullo a' Roma, novera i varj mufei ad ufo pubblico da lui ordinati , ove copicfa raccolta vi avea. di ftatuc , di pitture , e di altre cofc rare ed antiche , tra le quali ammiravano le avmature degli croi In uno di q^ueiti mufei vi era pur un luogo per le rarit (pettanti alla rtoria naturale . Tra quefte accenna Sactonio delle membra ftcrminatc di fiere e di bcftie , credute olla di giganti Ahti mulci vi vC' vano allora in Roma di cofc naturali, in i Il pi anfpeeie di gemme e pietre pte7ofc tico era il mufeo formatovi da Scanro figliaftro di Siila; ma il pi pre7ofo ripo:avafi quello di lonipeo Celare arriv a farne fei nel tempio di Venere Genitrice ; ed uno pur ne fece Marcello figlio d'Ottavia nel tempie d'Apollo Palatino ."Plin. tib. }-. e feci j.
Aug.
Uj
Si
il
gcU'o ucU'Acca<kuiia di
f uoua^
Storia dell' Arte 528 ben fapendofi che quefto grand' uomo
LIB XI,
a dittatore
della
greca
fu dal
Senato eletto
ftava
repubblica nel
.
tempo che
arando
CAPAI.
gura in
Tale ftromento per non vedefi nella firame pubblicatane dal de Rofl e non fo perch
;
Maffei (b)
il
abbiala
Ii:o-
attribuita al
mentovato dittatore
e ne racconti la nota
mancandoli vomere non ha pi la (latua nelTun rapporto con Cincinnato Lo ftelTo Maffei crede altres di ravvifare l'effigie del medefimo eroe in una gemma incifa ma non ne adduce nelTun argomento , e fembra quefta alTJa; poich
.
(e)
J.
Se
debbo
,
dire
il
io penfo che
non pofTa
di
in alcun
mo;
do
effer l'effigie di
.
Cincinnato
no
f
E'
rapprefenta Giafone
,
allorch
,
con
ad un
l'eroe
doveva a Nettuno
,
Ebbe
volle col
vomere
,
fiume Anauro
,
erafi
il
calzare
al
pie
deftro
dimenticandofi del
onde
elfendofi prefen-
rifpofto
calzare
glio
fxoycxpxTri^ (a)
che a
lui
venifte
modo
Eravi
moderne
V intenzione
dell' artifta
(a) Cicerone De finii), llb.z. cap. 4. lerio ^ta(^lmo Hb. 4. cap. 4. num. 7. (b") Race, diftatue , Tav. 70.
(ci
Va-
fare n
con Gia-
crede in due , Gemme anr.fig. To7. g. Le figure hanno la barha la p'.inia ha amendue i cahari , ed ha avanti una Minerva, che le prefenta una fpa.^a e una Lncia La feconda fi tua fu il calzare al pie deftro , e ha nudo il fiujllro . fono
Lo
fone , ne con Cincinnato. (d) Lo perde nel fiume reflandovi attac cato nel fango , come dicono tutti d'accordo
gli fc litro ri
' (12) ApoUod. Bhlioth. lb. i.cap. p. . pag-if-S., Schol. 'p.Pyth. ode 4.vcr{. ' ^^^ 2v4--,?t)j. ///^./.r./t?. , Igino/ao-' [
mo ly. Tav.
"
li
pu aggiu-
PRESSO
Romani
.
ec.
329
LIB. Xf.
Creonte con un calzare foltanto , per indicare che avea perduto l'altro nell'ubbriachezza (a)
jf.
GAP. n.
6.
A
alle
conveniflero
nomi
dagli fcrittori
tra
;
moglie
d'
,
Adriano
ma
tale ftatua
,
ha
la
Mel-
pomene anzich d'un' imperatrice come rilevali dal coturno (a) Cos alle due figure muliebri fdrajate maggiori del. ,
la
grandezza naturale
,
una
il
in Belvedere
di
Medici
itato
dato
nome
braccialetto in figura di
ferpente (b)
e
la
fi
morta
regina d'Egitto
delle
ma
Ninf
TomAl.
gnere , clic la ftatua avrebbe avura la barba , che in quc' tempi , cio nell'anno Z9S. di Roma , e anche circa ducent'anni dopo h portava ; e barbati li rapprefentavano gli uomini illuftri di que' tempi , come fi e veduto Copra ihpag. I f4. . ip. V idea del volto doveva elTcr d'uomo pi avanzato in et , giacche Cincinnato era allora padre di tre irgli, il primo de' quali , Ccibnc , fi era gi reib alcuni anni prima famofo per la fua facondia nel foro , e per militari imprcfc . Vcgg. Livio lil. f. cjp. /. num. ! i , cap. 8. num.i p. Ma poi per folntuirvi Giafonc , converr dire che egli vi fqlTe rapprefentato nell'atto di calzarfi dopo laLiato l'aratro , non dopo aver palTato il fiume , allorch avea perduta una f-arpa , come ho notato , non sia come dice >X'inkcl'nann adattando la ftoria alla ilatua In tal cafo lo Icukore fi (arebb; dipartito
.
gnor ab. Amaduzzi Monum. Matthtj.Tom.I. lab. 61. , ove ne da la figura , non altro , che la Pudicizia , o vogliam dire una imperatrice , o mattona romana , fotto quella figura , come vedono in tante altre flatuc , Chi poi fia e impolTibile il e nelle medaglie
.
perch la tefta moderna al che non hanno avvertito quelli , che vi trovarono LiIl fondamento del coturno via , o Sabina fu cui fi appoggia Vinkelmann per farne una Melpomene , e troppo generico ; fapendofi che il coturno fi portava d'ordinario dalle
dirlo
,
: .
dame romane
co-
me
fa avvertire
il
Altronde il braccialetto , che le fi vede indicato fotto la verte al braccio dcftro , non converrebbe a Melpomene (b) Tale certamente quale fi vede anche
in altre Itatuc
,
dallo Hile folito degli artifti , e de' pittori in ifpecie , i quali fecondo tilofirato ;7//t. 22.
ep.
qui avanti
effdi ec.
e
I.
il
ou
Tom.l. y^g.gz3. folcvano effigiare quell" eroe con un piede folo calzato , perche appunto avea lafciara una fcarpa nel fiume attraverfandolo N'otifi pero da quello luogo di Filolbato , che Giafone in qu.llatto era un (oggetto foliro rapprefe\i:arfi dagli a'tifti , e ceitamtntc pia a 'atrabile all'ufo , e al gufto della fcultura , e della pittura , che Cincinnato ia) Anthol. ni. 4. cap. ^7. num. i j. (A) Miirc't Rdccultj di Jljtue , num. 107. (a e pacata ora al Mufeo Pio-CIcmcntino j e come nota il ligror abate Vifconti nel
. .
pag. 27. , che moftra di negarlo perche vi trova una forma irregolare pi propria di fcrpe , che di braccialetto , non ne avr veduti forf dc'confiQuefto altronde non mili in altre llatuc tondo come il ferpe , ma piatto In quella , che fece fare Augurto per portarla in trionfo , il fcrpe non doveva cficre in forma di braccialetto , n quale fi vede alle ftatue in queftione ; poich era attaccato al braccio in atto di
/tv.
.
.
P^'g-
mordere PS}-
Plut.
i^i
ir.
M. Antonio
<^
op.
Tom.
I.
tale
Tomo I,
di clTo alia
Tuv.
4.1
noe,
il fi-
oper.
Racconta Ga-
5.90
f
dormenti
o Venere
(a)
LIB. XI.
e quindi nulla
ai
da
efTe
.
fi
pu
tefta
CAP.
teinpi
d'Augufto
,
La
della
prima non ha
(b)
;
altro di rimarchevole
la
non che
tienfi
tefte
p
che
di traverfo
feconda
fi
che da alcuni
alle
un per un
anti,
miracolo
()
,
dell'arte fenza
paragona
,
pi belle
dubbio nuova
e lavoro d'un
artefice
fu
,
che
non avea ftudiato il bello n fulla natura n monumenti dell'antichit Una fimile figura
.
pregevoli
che- apparte-
neva dianzi
al
mufeo OJefcalchi
gna
Statue d'Augufto .
.
nel
7.
mufeo
reale a fant'lldefonfo
!,U
flo nel
quefti tempi
,
fono
la flatua
d'Augu,
che
e lo
ai
con un roftro
(d)
,
di
nave
e la fiatua fedente
,
fieffo
la
rofimilmente non ha di
che
la
tefia
appena
...
d'efier qui
11
mentovata
{e)
fuc tcftc
Jf.
8.
tefia
d'Augufio colla
corona civica, cio coronata d'un ramo di quercia, efiftente nel mufeo Bevilacqua a Verona e dubita, f altra ve n'ab,
bia
leno che fu trovata colla deftra
fui
capo in
nello
atto di tener il diaJt:iTia ; come fcrive anche Glica Jlnnal. par. i. pjg. jg. Aggiunge in
oltre
che Cleopatra cadendo morta , volle olfcrvare tutta la modeftia , imitando Polilfena , che, facondo Euripide i:i Hecuba, ; verf. s6S. , nel cadere cfangue cerc di coprirli le parti da celarli Or quell'arteggianiento , e qucfta moleltianon fi vede nelle fVatue , che hanno quafi tutto {coperto il anche in qucfl'opera nel Tomo l. p. i 74. .^. ventre al che non avr badalo il fignor (<() Steph. Pigli, in Scot. lri:i. hai. p. 1 26. Lens Le coflume , ec. loc. cit. , ove dice , che (b) Ne fono (late pubblicar.: moltiltime dir abito di effe farebbe ftato indL-cente pet verfc ftampc , come dal MafFci Racco'.ta di tutt'.tltra regina fuorch per Cleopatra Nep- fi.itue , 7"ai'. .?. , nella Metalloteca del Merpurfi fcorge in elle l'abito pi fafiofo di re- cati , e altrove ; ma pi corretta quella fatgina , che vefti Clcopana prima di farfi mor- ta ultimamente dal Pirancfi dere dal ferpe , o di avvclcnarfi , come alcu(i) Richard?. Traiti de la perit. & de la ni penfarouo , n ind7o del letto preiiofo fculptu'e , Tom. ni. par. r. pag. 206. d'oro , fu cui mor , al dir di Plutarco /oc. cit. (e) Nel cortile del palazzo dei Confervapag. OS < Etori a mano manca entrando <a) Si trovano difatti altre ftatue (cura(d) fA.\^ Raccolta di flatue , Tav.16. mentc di Ninfe , che Itavano fopra fontane le) Muf. Capii. Tom. ni. Tav. Ji
,
.
Galeno
un vafo da gettar a qua come tra le altre una piccola del Mufeo Pio-Clementino Ma per non convengono nella ricchezza e forChi fa che non. ma del panneggiamento gi che hanno rapprefcntino anche Scmele quali una perfetta fom''glianza alla Semele , che vedeli nella gemma data dal noftro Autore nei Monum. ant. i.ied. n. i , nominata
.
PRESSO
bla
ta
Romani
ic.
gli
s.
con
una
tal
corona
(a)
ma
fofle
331 noLIB.XI. a
fimil teda
i^b)
:
Marco
il
CAP.U,
Venezia
medefimo imperatore
;
e preffo
fignor
,
generale
Walmoden
pena
reftata la
(a)
.
Augullo
jf.
9.
Abbiamo pure
,
alcune
gemme
che portano
,
il
nome
gemme
di
DioscoRiDE
le
quali a
eccettuato-
ne Galba
fervirono di figillo
Una
in
di quelle
gemme
(b)
Roma,
.
Hata rot
oro
Rimarchevole
qui
l'effigie
d'Auguflo per
laddove nelle
ond'
per
la disfatta di
Varo
.
fi
lafci
creicere la barba
come
villa
di-
cemmo
(a)
Con
fimil
Al-
T
Ver. iUaftr. Par.
j.
i.
.
.
t
,
2
in cui
bani
Auguflo coronato di fpiche rapprefenta il mcdcfimo
nel
cap. 7. col. 21 j.
maniera
che
p.
,
&
co.'.
227. Tav.
r.
n.
e un'altra
(,)
Zanetti Sciit. della libr. di s. Marco 'a) Qucftc tede ora poflono dirf molte
in
in et
fenile
come dicemmo
,
Tomo
I.
Una
marmo
,
bianco
^p. noce.
colla
corona
di
fu trovata con altra tcf^a di Annibale , ornata di galea , e della finta barba , e che (milmentc confcrvaf nel miifco Borgiaro a VcUctri , in uro fcavo a un miglio e mezzo dalla detta citta nella contrada di ian Cefali , o San CeJ.uco , dove anticbiflma
rona civica
re
fuburbano
clic fofie l'avito , della fami.olia Ottavia di Vclktri ricordato da Suetonio !n Aug. cap. 6. , per l'educazione , che vi ebbe Ottaviano , e per
dello flclTo marmo . Vi ftatua quafi tutta nuda all'eroica , e un'altra velata in atto di facrificare , infieme ad una ftatua feminile in atto di orare colle mani levate in alto fecondo il rito degli antichi, come fi vede la Piet nelle medaglie ; e pu crederU immagine di Li-
come
in
un rameo
di
lui
anche una
via
moglie
di lui
la opinione
la citt
,
che
fin d'allora
che
egli vi folle
anche
tefta di ciuedo imperatore d'eccellente fculn-a giovane, e fcnza alcuna corona, tora fu nel mcdcfimo territorio ritrovata con altre antichit nella contrada di Monte Secco a quattro miglia da'la citt, la qual tcfla ora
,
vate infieme negli fcavi d'Otricoli (e) Suet. in Aug. cap. jo. (b> Data in rame da Stofch Pierr. grav. pi. zf. Altra ne liportap/. 26. fimile a quella, prcfa dal mufco Strozzi (i) Daremo in apprcfib la figura d'una gemma incifa da Diofcoride , rapprefcntantc \ercm\o erioforo , cio che porta nella fimfra
una
tcfta di
montone
col
fu
un defco
di
le
Cin-
con'.crvali
nel
Mufco Pio-Clcmcntino
vi inoltre
In
que
altre
gemme
nome
qucfto
Mufeo
una teda
di cattivi
932
LiB.xr. CAP.II.
in
cui
non
meno
cipalmente rammemorata
la
bella
teia
Augufto
,
incifa in
efllente
una calcedonia
nel
alta pi di
mufeo
^-
Buo-
narruoti (a)
TeftadA^"^^*
Farcmo pur qui menzione d'una men che coloflale tefta di M. Agrippa uomo
^^,
bella e
il
poco
pi grande
di quelli
tempi
(a)
medefimo Agrippa
la
ma
cos
ben efaminare
f la tefta
e
Cariatide
f
j}".
romano
Un
altro
monumento
ancor
fe
,
ci
rimane
Si
il
nome
di Cariatidi
o femminili
fian effe
o mafchili
,
Telamoni
dai
Romatile
Stava
tal
monumento per
27-^1.,
ta dallo
Ta
del difegno
cdifizj
,
poich abbell
Roma
con tanti
un'altra , in cui incifa la tefta di Solonc Il noftro Autore nel Tran. prel. cap. IV.pag. XCI. parla di quella bclliflima del raufco del fig. principe di Piombino , di cui d la figura in fine della prima parte dei Monumenti antichi , Mipag.r oS., e nella fpiegazione dei rami frappofti nclVo-
ove ne nomina
e tra gli altri , colla fabbrica magnifica del Panteon , volgarmente detta la Rotonda, che quella fra le antiche conferDenvatafi pi intera fino a' noftri giorni
.
tro vi colloc una ftatua di Giulio Cefare , e nell'atrio quella d'Augufto , e la fua . Intorno ad ella , ed altri fuoi antichi ornamenti
pu
prima del detto Trattato preliminare , al num. XVl. pag. XIII. la dice d'un perfonaggio incognito A confidcrarla , non fulla detta ftampa ma fuU'originalc o anche nei folfi , fi vede , che rapprefenta Demoftene
pera
,
.
cap. 4. reg.
delle quali
;
fi
parlato
qui
il Nardini Roma antica , Uh. 6. IX. , colle note dell' Orlandi Aggiunfe a quefta fabbrica le terme , o bagni e fabbric pure un ponico in onor di Nettuno decorato colla pittura degli Argonauti Dione CafTo lib. j^, cap. 27. p. 721. Tom.I. Vedafi anche Giunio Catal. archit, et.
vedcrfi
e la pietra uii
la
ame-
pag. 8.
e g.
come
dice lo ilelfo
"Winkclmann
(a) Ofserv.fopr. ale. mei. pag. 4.J. (a) e al quale dovettero moltiffimo
le arti
(b) Plinio lib. ^6. cap. J.JeB. 4. . ii. (e) Nei Monumenti antichi al luogo da citarfi qui apprefib d quefta fua fpiegazione per un lofpetto fblcanto , appoggiato al
PRESSO
tile
Romani
,
.
ec.
fu
333
trafpoitato a
=
Roma
daddove
Napoli alcuni anni addietro E' quella la met d'una figura cui ms.ncan le braccia colla met malchile affatto ignuda Ha fui capo una fpecie di caneftro che inferiore del corpo
,
.
LIC. XI.
C/iP.
1.5.
ron
e vi
,
fi
veggono
in-
dizi di foglie
probabilmente d'acanto
condavano ad imitazione
cui
l'artifta
da
Callimaco
l'idea
canef:ro
onde potea
nio
propor-
in
fecondo Pli-
erano collocate
.
le Cariatidi
d'altezza (i)
del fuo
poco
faperewell'
di
que-
a'
Pan-
e fotto tal
12.
nome
pubblicolla (a)
Fra
monumenti
Monuiticnti
d"
fufilrte
architettu-
il
fepolcro in
ra...
forma rotonda
me
ad Augufto
;
Scn vedono
quello di
mezze colonne
ratteri
,
mezzo
fcritto in pi
grofil ca:
vi
fi
fa
(uppofto
come
ir.
Tomo
I. p. i
noe. A. che fi parla ora abufivamente , dicendo cio Cariatidi in vece di Telamoni , quali fi dicevano dai Romani fecondo Vitruyio lib. 6. cav. io. , le figure d'uomini , che
e al racconto di Plinio , che molto ofcuro . (i) '^ie: Monurr.tnd ar.t. inediti, Par.IK. e. i4..pag. z6S. , dice l'Autore che l'altczxa
di lo
tacevano
gendo
menar buono un tal fuppofto e non fo trovar fondamento in tutto il difcorfo ch'egli fa per a,
la ile (la figura delle Cariatidi pcfi col capo . Io non faprei
reg-
palmi i;. e un quaito , ma pretende che zoccolo della ftatua avtebbele data l'altezza necelTaria Parla ivi a lungo di qucfto monumento , avendone data la figura al n. 20 f^ (a) Dcmontiof. Gali. Rom. hofp.pag.i z. (a) Veggafi Orlandi al luogo citato del Nardini pag, zg6. fcg.
.
334
fi
fa
meriti, delle
fiie
gefta militari
lllirj
.
e del
LIB. XI.
vittoria
GAP.
ed
II.
{a)
ANN
IX
nove
vi
anni
fi
argomenta
avanti
di
fciogliere la difficolt
,
manca un L
vita.
IX
e gli
d cos cinquantanov'anni di
,
Ma
egli
,
nef-
fun numero
le
numeriche
fi
M. Plauzio numeraffe
anni
conti-
gua
al
una
dopo
d'avere abdicacittadini ai
,
e Simile
uno
de' pi ragguardevoli
tempi
di
Adriano,
,
fuo fepolcro
ch'egli,
,
comunque vecchio
vifTuto
che fett'anni
alla
cio
cam-
efiftenza
quella occafione io
,
nominer
le pitture del
lora e pubblicate
da Sante Bartoli
,
ma. non
altri
tutte
fi
fono
,
guaftate in apprefb
come Wright ed
confervato
,
hanno creduto
(e)
poich un pezzo
la Altieri
,
f n'
in cui
Ne
.
...
abbiamo data la defcrizione al Libro VII. Capo III. incgolaSebbene, come altrove olTervammo (b) jf. 13.
,
(a)
fulle
ofi
Roma
giudicar non
;
ci
non
on:an[
Ateneo
(a)
lib. 6.
cap.
j. pag.
zj^.
p^^^.
ss-
7-
Tzctz. Schol.adl.'jO^ViX.AUx, v. 7.
j4.
PH.ESSO
ganze che
caria
vi
fi
Romani
ec.
,
33J
per
le fl:rava~
=
un monumento
^^^- vi-
(a) edificato
Roma
come
re-
Ivi
contro ogni
contro
il
buon gufto
le
mano o compofito
fono
li
.
alla bafe
maniera
de' capiteluniti
Itati
in
un folo due
jonici
di
un fepolcro prefio
dorici
la
citt
ne
ha
non
folo
triglifi
ma
ezian-
14.
P<oma medefima
degli fcrittori
alla
Oepravazio-
^"dcl gufto.
ftile
principalmente
ftile
orna-
molle
e piacevole (b)
i
La
decadenza
,
di gufto
la-
ond' ebbe a
gnarfi Vitruvio
(e)
che, laddove
Ja verofimiglian-
za almeno
ra
,
efi^er
della pittu-
tali
che
imma-
ginarfi
come
palazzi fu can-
ne
fu
e fu candelabri,
i
e fottiliftime
quali erano
.
degli antichi
Di quefta maniera
e certamente
fatte forf
a que' tempi
Le colonne
fon
lo
(a) Po-ocke"? Dcfcript. ofthe Eaft. Voi. il., par. z. p.jg. 61. '/. jf. (i; Su. t in Aug. cap. S6 [ Si vcHa fu qucfio
ove
efamina magi-
punto
il
eh.
telatura itaLana
\i; Piccur.
uL
jS. j}.
a' Er;jl. Tom. rrl. Tav. 57^ Tom. IK, Tav. jS.fegg.
335
=
fon lunghe
doppio
di quello ch'eifer
dovrebbono
il
:
e anzi
all'
LIB. XI.
alcune veggonf
fatte a
CAP.
forma
fpirale
che
ripugna
II.
gli ornati
ne fono
Sono
oltre
,
flati
dipinti
ora nella
Farnefe
I?-
Non meno
il
efler
,
dee celebre
di
nome
.
d'Ainio Pollione
artifti
cui nar,
ra Plinio
alla
(a)
che
le
raccoCe
il
pubblica
vifla le
V'erano
fra
,
quelle
rinomato
Toro Farnefe
Amazzoni
tempi
l'et
di
cui gi
,
parlammo
(e)
piadi di Stefano
a cavallo
dal
nome
,
uwtio^ cavallo
Io
rammento
ef-
riportare a quelli
ma
perch probabilmente fu
medefimo Stefano, cui Menelao, nella greca ifcrizione d'un fuo gruppo efillenuj nella villa Lodovifi di cui parleremo qui apprelTo chiama fuo maeflro
fe quel
, ,
.
...edVedio
jf.
16.
di
nome
guilo
.
Vedio
una magnifica
villa
fu
Au-
un bel baflo-rilievo
le
blicheremo altrove
villa
,
Sorprendono tuttora
in
ruine di quella
fra le
murene formacibo
ta in
mezzo
del Bernini alla Confcflloin; di fan l'icno in Vaticano, e quelle degli altari grandi laterali ne la chiefa di s. Ignazio nel CoIIc-To romano, non Si vcgfi trovano nelle pitture d' Ercolino gono bens nel Tomo If^. Tjv. 6f. colonne ornate di fiorami a modo di fpira , e Tav.^S. una colonna fcanala-a a modo f^jirale ; e nel
.
nello (leffo
modo
il
cora
7?-r^2pL'Autore non ne avca veduto che un difegno fatto da Giovanni d' Udine (colare di Raffaello ; ma ora tutte quelle pitture foa pubblicate ; e noi ne aSb'amo gi parlato qui avanci nelle note alja /'"g-S^- ' ' ^p.
(0
Tomo
{a) iikjS. cap. j.J'ecl. 4.. (e) Qui avanti pag-. z(J 2.
. i 0.
PRESSO
per cibo de'pefci
(
Romani
)
ic.
337
"
'
ad innrmas
,
lo
fchiavo
mentre
QuelU
le
pefchiera
di
.
fuflifte
renza che
due grate
bronzo
per
le quali
pafTa l'acqua
Non
fo f
monumento
i
1
17.
Degli
artilli
primi fuccefori
.
d Augulto
-e nomi btar
(a);
Tiberio no
favoli ie rei
dovean
affai
e poich
farj
mezzo
d'iniqui emiG,
naturale che
miniftri
il
Non
fuorch
(e)
.
tempio d'Auguflo
a cui
,
nemmeno
die
compimento
(d)
Fece prendere
latina
,
a Siracufa
Temene da
t
.
nome un
,
Vero
che Tiberio
di
un quadro immodefto
le in
Parrasio
cuna fomma
piaciuto
il
confiderevofoggetto
,
vece di
eJfTo f
non gliene
;
fofi^e
il
quadro prefer al denaro (b) ma ci dimoftra la fua nazione alle cofe lubriche anzich l'amor fuo per le
Avvilite erano allora le ftatue
,
incliarti
ri-
compenfa
jf.
a'
delatori
(e)
i8.
Rare fono
IL
De ira
,
le tefte di
;
...faeteftc
due per
V
cap.
Ca-
40.
(a) Suet. tfi Tiier. cap. 47. (A) /i/i. cap. 4-0(ci idem in Cajo Calig. cap. 21., Xiphil,
(d) Suet. in Tiber. cap. 74.. (b^ Suetonio loc.cit. cap. 4.4(0 Conftantin. Porphyr. Excerpta Dion, Cocccj. lib.fi.pag. 66i.
pag, toi. E,
338
Capitolino
LI15.XI
ed una nella
villa
Albani
i'.npofla
ad una
CAF.II
Bafealuie-
Ilatua
in
jp.
fino
folo
pubblico
monumento
,
dell'arte di quefli
efi-
tempi
a noi confervatofi
Pozzuolo
,
onor
il
di
Tiberio
da quattordici
citt afatiche
le
quali
dopo
terremoto
,
furono da
,
lui riedificate
come
,
Tappiamo dalla
ftoria (e)
Ogni
to di cui
ravigliati
luo
in
nome
;
perch
Pozzuolo
anzich in
Roma
fia
flato
eretto tal
monumento
ma
ci probabilmente
flato fatto
il
daddove
vifitava
contorni di Pozzuolo
ch' poi
morto
nella vil-
la di Lucullo fui
alla capitale (d)
Immagini
di
.
promontorio
di
jf.
20.
,
il
nome
di
Germanico
di
Tibe-
rio (e)
che era
(f)
.
dianzi in
Roma
nella villa
Montako
pofcia Negroni
Prila te-
ma
fla
e f
ovvero pofticcia
V'
una
nello zoccolo
il
nome
dello fcultore
Cleomene
e fu di efTo
(b;
(a) Bottat Muf. Capit.Tom. il. Tuv.f.6. Ora non fono tanto rare ; e una fc ne
nei
Giovanni Antiocheno
cognominato Malata
vede
Mufco Pio-Ciemcntino
Annal.
:
Hijl. Ck^on. iih. io. pag pX. e pp. , ove dice che Tiberio era portatiffimo a innal7ar
(e) Tacito
fabbriche
anche
tucis
.
dalle
medaglie battute
in quella occareji-
(e) Figlio di
Drufo
fratello di
.
Civitatihus AJe.
e.
^g.
(d) Suetonio nella di lui vita eap. jp feg. Orn la citt d'Antiochia di molte ma'Tiiifihe fabbriche , di pi portici , d'un teatro , d'un tempio a onor di Giove Capitolino , di molte Itatuc , e colonne di bronzo Vedali
.
cap. 2
f.
fo in
Roma
nell'Accademia di Francia
i'%iSso
una teflucgine
de dalla
fulla
Romani
il
ec.
339
= .
quale cade
della
man
finiftra
figura
La
;
LIB. XI.
te-
ma flugcine deve qui avere certamente qualche fignificato io non fo ora congetturarne nelTuno che abbia della verofmiglianza
di Fidia
(a)
.
CAP. Ur
Quella
fu
cui appoggiava
il
piede
la
Venere
go
(b)
ha un fenfo fimbolico che qui non pu aver luoVera telta di Germanico quella che vedefi in Cam,
pidoglio (e)
ed
ivi
al
tempo
.
fleflb
una
fiano
bafc
feffo
Germanico avea
L. Turpilio (a)
(f.
21.
Cali^vola
Nocque pur
te le ftatue
degli
le
uomini
porte in
Campo Marzo
le
(i'),goia...
collocarvi la propria
opere di
protet-
Omero
golo
,
(d)
non pu certamente
(d)
.
come
,
tore delle
arti
Memmio
,
Re-
con ordine
e trafportar
Roma
le
fotto
il
pretefto che
,
le
Roma
(e)
Qui
al
divife fra
fue ville
Quello comando
,
s'eftefe
fino
Giove Olimpico
di Fidia (e)
ma
gli architetti
gU fecero
in-
VV
(a) Se mai non alIudeiTe a Mercurio, che form la fiia lira ; coficch Germanico FolTc rapprcfcntato col di lui firnbolo , e focto la di lui protezione Non fo come non la venuta in mente a Winkelmann quefta congettura , avendo egli data nei Monumenti antichi inediti , num. jg. , una gemma in cui rapprefentato Mercurio con una tcltusgine fu una fpalia a modo di cappello , e della quale ha parlato anche in quefl' opera nel Tomo I. pag. i?6. (b) Vcgg. Plutarco Conjug.pnc. op.Tom.iI. p.i 4.2. D., Paufaiiia l. 6. c.z f.p.j i j. infine.
della teflugnine
.
2
zz.
(d) Fece
nel"
diftruggere
il
una
belliflma villa
motivo , che vi era {lata cuftodita una volta fua madre . Seneca De ira , lib. J.cap. zz. (e) Jof. Antiq.jud. lib. i g. cap.i princ. Ce) Suetonio toc. eie. cap. zz. Fece tra le altre cofe rrafporrare a Roma il famofo Cupido di Pralltele , di cui fi parlato quavanti vag. zzs. not. i. Dopo la di lui morte Claudio lo rimand a Teipi ; ma Nerone lo fece riportare a Roma , ove poi fu contunto (e) Bottali MuJ. Cupi:. Tom. ti. Tav p. (a) Grut. Infcr. T. I. p. z ?5. n.^. V. Pigh. da un iceadio . Paufara lii).g, e, ij.p. 7^2. 4&nn, rum, Tom.ul. l.ii, arin.^S^-.p, /4.
Ercolano per
folo
.
340
LIB.XX.
intendere che
CAP.
il.
eifendo
tal
(a)
Da
(b)
ci
il
.
no
ai
...raetcftc.
tempi
jf.
Cefarc
22."
due fole
bani
ve n'ha a
,
Roma; una di bafalte nero nel mul'altra di marmo bianco nella villa Alfui
in cui
.
ha
la
toga tirata
fmo (d)
La pi
e nel
tem-
po
flelTo
fenza
dubbio quel-
lo che fu
comprato
(e)
.
in
Roma
Wahnoden
nel 17^6.
Claudio non
jT-
2^.
Qual
*^**"^"*
Claudio, argomentar lo pofiiamo dall'aver egli fatte ritagliar da due quadri le telle d'Aleffandro (a) per mettervi in vece
,
Non
il
amava
ampli
dria (b)
d'efler
il
chiamato
,
e perci
mufeo
offia
in
AlelTan-
ed afpirando
un nuovo Cadd'ufare la
alle Frat'
mo
coll'inventare delle
.
nuove
lettere
immagin
,
rivoltata
Un
trovato
tocche fuori di
Roma
,
fu dal cardinal
{e)
:
na mandato
cia
in
Ifpagna
e dicefi
lord Galloway
,
che n'andava
per pefo
al
in trac-
pofl:o
grande o.
e lo
mandafle in Inghilterra
Io per
non
(a^ Yeggafi appreffo al Lih.
'
XII. Cap.
lib.
iil.
^.
(* Eufebio
Depnpar,
Muf.
tvang.
4.
e.
z.
flatua nuda in marmo bianco trovata negli fcavi d'Otricoli. (e) La parta antica poffeduta dal fig. caT.
Capii. Tom. il. Tav. 11. 1 ?. ne riporta un'altra in marmo inferiore di bellezza .
Plin. lib.^S-
'^''P-
'"
(b) Ath.
(f)
6. cap.
pag. 14-0. B.
Mufco l'jo-Clcmcmino
la fua
ic) Aoaii.
Ant. ocpl.Tom,
V.pLua.
PRESSO
non
$.
fo
f vi fia
I
,
Romani
e
ec.
341
.
pervenuto
che ne
fia
24.
il
^^^' ^^"
rebbe
quefti
gruppo detto
Peto nella
.
CAP
villa
II
Lodovifi
PrctcfigrJp-
nomi veramente
convenifTero
E'
noto che,
eflen- p,to
"'* *
;f
do Cecina Peto
a
patrizio
romano
ftato
,
condannato
conficc
morte
per
mano
.
fi
imo
ftilo nel
petto
fent dicendo
flo te
,
non fa male (e) Gli amatori conofcono quegruppo comporto d'una ftatua virile ignuda colle bafet:
che a conficca
in
e foltiene col
in di
figura veftita di
donna caduta
gocce
,
ginocfangue:
efi^o
a'
e fotto di
un fodero
jf.
fpada
2j.
Secondo
fl;oria
,
della
romana
come
in tutte le altre
opere d'an
,
tico fcarpello
tan-
to pi che
fecondo
da Plinio
{a)
la figu,
o un
no pu
pi non
il
ivi
fcorgerfi
Io feudo, n la fpada,
fi
le
bafette
che
a'
tempi
di
Peto
Peto
,
portavano
e in nefilin
modo pu
,
ravvifarvifi
il
mo.
glie
e per
al
condannato a
tagliarfi le
vene
(a) Tutto queflo racconto falfo , come me ne awifa il lorlato lgnor caviliete de Aza'a La teda di Claudio" non ftata mai nellEfcuriale , ma bens a Madrid nel palazzo del Ritiro , ov" anche al prefcntc Era fla'a ftaccara dalla fua baie per cfler collo ata fopra un Tavolino, come tante altre
. .
drid
ne d
la figura unica-
(b) Si veda anche <im ivznt pag. iif. (e) Plinio Secondo Epift. iib. 3. epijl. 1 6. j Marziale ii6. 1 . epigr. 14.
rijf.
/^y.
telte
La detta bafe
picdcftallo fia in
una
lil.
>..
Camera fotcerraaca
ed
palazzo reale di
Ma-
(e)
Annoi,
Fmla
Peto
542
-
vene
Per ultimo
,
come mai
,
coHui farebbe
ftata
eretta
LIB. XI.
una
ftatua
Te
quelVonore non
i
trovafi
accordato
CAP.
nemmeno
dei
?
II.
quali contro
Nerone cofpirato
aveano
jf.
come
26.
Maffei (a)
non
llo
s'era fui
corpo
della
gruppo
ivi
alla iloria
di Mitridate
ultimo re di Ponto
,
vede
acci
.
non
medefimo Ma quella fpiegazione conviene ancor meno della prima , non permettendo le ben intere parti genitali e le bafette di qui
dai nemici
,
e quindi trafifle s
ravvifare
5f.
un eunuco
(b)
27.
Meno
Gronovio
,
(a)
che
Cana-
quali
,
fecondo Igino
(e)
altro s'uccifero
,
ma
io
la
nione
lo
,
vi ravvifo piuttoilo
quel
che
il
medefimo Eofo-
avendo rifaputo
l'incello
rella
glierfi
Canace
dovea
fped a
vita
,
.
to-
la
Non approvo
il
penfiere
ravvi-
di
Gronovio
il
(d)
non polTo
,
fare
fratello di
Canace
,
n alcun
eroe dell'antichit
fembianze
de'barbari
rendute ancora pi
moda
SemTrafea , di cui pure Wnkclmann parla qui apprello. U) Raccolta di Jlatue,Tav. 60.6,. ove /ic da la figura diregnata o incifa all'op, polto, e non troppo efattamente
.
(,b;
icnve Ammiano Marcellino lih. 1 1. e. 7. , ove Jacconta quello fatto ; e fappianio altronde , che vcn eunuchi erano quelli, che fi tenevaIlo dai lovrani deda Grecia e della Pcrfia , per "^''^'^ ' o per camerieri , e per cuftoJ^r^ le f donne dire ed j erano per lo pili fio li di
barbari Vees^afi Erodoto /li. S. cap. lOf. p^e. 66S. .Siv.ofomc Cyropid. 1.7. p.ts6., EviS.no Ecdef. h;/l. ilL 4.. cap. 22. (a) Tkef. jlntiq. gru. Tom. i,I. xxx. (e) Fai>. 2+2. e 24^. Si uccifero per in diveifo luogo , e in diverfo tempo ; onde non potevano mai rapprefentarfi in un grupp confimile (^ Quefti lo d per una congettura , ma vi foftide j-appre(enraro Arria e Peto , fecon. .
do
la
comune opinione
d'allora
PRESSO
ti
Romani
ec.
,
343
trat-
membra
^^^^^
CAP.II.
maniera rapprefentarfi
i
(a)
e tale afpetto
hanno, e
fo-
no egualmente ignudi
fatelliti
del re
Alope
La
mia opinione vien confermata dalla figura femminile poich la chioma lifcia e lenza ricci fimile alla capigliatura ufata
,
e la fopravefte colle
(b)
,
.
frangie
Se
il
mio
leggitore
non
f
penl
il
che difficilmente
e forf
un pi
eftefo
raccon-
to del cafo di
Canace
di cui
non
altra
memoria
in
ci reit f
non
che
gi
il
ta a di lei
il
nome
le
al fratello
Macareo
padre
ha mandato per un
l'ufo
fatellire
,
un ferro
di
cui
comprendea
:
immergendofelo nel
petto
fatelles
:
Venit
&
mtth
tbi
tradidit enfem
.
Et jubet ex merito
Scimns
;
&
la
utemur violento
poco prima di morire , n verun autore pi altro dice di quel fatellite poffiamo dal gruppo argomentare che quefti, il quale, ignorando il motivo della fua ambafciata , prefentolle il ferro con volto turlettera fu fcritta
,
Ora poich
bato
v.^Ayrt. U, Dato na .donum. ant. mcd. n. gz.
Suid.
(b) Vedi Tom.I.p.rio. n.K.,p.4.,0.^. //. (e) Epifi. i z, vcrf. ^j. figg.
544
baro
LIB. XI.
,
dopo che
vatafi
di vita (a)
CAP.
...
II.
di Papirio
$.
il
28.
Come
a quello
gruppo
flato fenza
ragione dato
e l'u madie
nome
di Arra e
Peto
cos
degno egualmente
voro
re
quefto di
Menelao
,
come appa-
Ivi s'
perch generalmengli
,
antichi
moargo-
numenti
mentafi
Omero
,
o dalla greca
mitologia
Che male
fiagli
flato
appoflo quel
artefice
nome
Romani
dall' eflere
opera
di
greco
che certamente
,
non
lio,
al-
che
un
dif-
corfo di Catone
ci fcriveva
$. 29.
(*)
.
cui per pi
non avea
fott'occhio
quando
Un
altro
fi
ravvifare in quefto
gruppo Papirio
(a) Igino
,
prequale nel citato n. 34.1. parla degli uomini , che da s ftefli fi fono uccil Avrebbe dovuto dirlo ; tanto pi che parla
il
dubitarfi di quefto fatto da ci che aggiugnc Aulo Gellio , cio che i fenatori folcano condurre in Senato i loro figliuoli tolto che prcnla pretefta , all'et di dicifctre anni . Fondafi quello dubbio (u Polibio, il quale accufa d'errore due fcritrori greci , che prctcndeano elTere ftati i figliuoli de'Romtni introdotti nel Senato all'et di dodici anni , la qual cofa , dic'egli , non n verofimile ne vera , poich cerranientc la natura non e ftata tanto liberale coi Romani, che fapienti ne
della
che
fi
deano
po,
pofto Gladiator moribondo di Campidoglio, come (imilillmo lo feudo dell'uno , e dell' altro Da quefto fi pu argomcnrare con ficurezza , che amenduc fiano ftari foldati di una ftclTa nazione . E Cccome del Gladiatore fi oflcrvato qui avanti alla p. zoi.co 2. che pu clkre un armigero fparrano ; cosi fpartano potrebbe e/Tere anche l'altro guerriere del gruppo Lo ftilc del lavoro di quefto, fc ne eccettuiamo i rcftauri del braccio deftro , con cui fi uccide , e gli altri pochi non ne farebbe molto diverfo (ci) NoH. att. Lib. i. cap. zj. (*) Ea Catonis vf'rn huic prorfus commentario indidijjim , J! libri copia fuijfet id temporis eum h.c ietuvi , lee. cit. ?oticbbe
.
fiano
ritalTe
figliuoli
,
appena nati
Quantunque
per Polibio
di lui
come
pi fede , teftimonianza per corfi;tar Gellio ; poich (e non a dodici anni , a dicifettc almeno poteano i fanciulli aer luoc:o in Senato ; e quefta avventura di Papirio pu clfer vera , bench non ne troviamo farta Gronovio altrove che prelfo di lui
.
merzionc
commencitar
Po-
PRESSO
prefentato
,
Romani
,
ec.
fogliono
,
34?
le
fi'
la
quale ignuda
e
coin'elTer lo
de'
Romani
ficcome gi
LIB. XI.
GAP.
,
II.
fopra avvertimmo colle parole di Plinio (i) Non patendo qui dunque fcorgeri Papirio 30. jf.
po-
trebbe credervi^
d'Ippolito,
al
amante
il
menomo
fcrittore
,
che un moderno
,
fupponendo
.
la
to di vedervi (a)
2one
flri
antichi
mae-
ma
lo fcor-
giamo tuttora
ve ne fono nella
ci
opere rimateci
,
fra le quali
villa Panfili
.
due
Albani
fa
ed una nella
Ma
ne
Ivi
ad Ippolito
il
che
fecondo Euripide
effa
Altronde
Greci
capelli in
amendue
;
le
corti
laddove
lunga capigliatura
gnificazione la
li-
chioma
Tom. IL
(i"^ In una delle pitture delle Terme di Tito comporta di tie H-jure s'immaginarono aleuni di ravvifare quefto mcdelimo tratto della iloria Romana ; ma, dice il fignor Carletti ,, non potandoli qui render ragione del,, la terza figura , rivoiganfi eglino piuttofco ,, ad altro fatto lumi.ofo ; e f mai loro non j, fovvcnilfe , rammentino a proprio riftoro,
jf.
3r.Que-
notato fecondo Plutarco , nelle calamit effere fiata regola generale che le dorane greche fi recidefTero i capelli, e gli uomini fc
li
lafcialfcro crcfcerc
i
ni, tra
capelli
,
all'oppofto dei Roma; quali gli uomini non tagliavano n n barba, come fi veduto qui avanti
,
,
capelli
fciolci
quanto
quanto
de'
mi-
tologi fi funeRamente per'uto, e ceffi una volra la fmania, ed il fafto di ritto vare a viva for7a in ogni pittura in ogni falfo il loro originale,,. Ivi cgua'mentc
,
figura che credefi di Papirio Bo< Reflex, far la poef. J far la pchit.Tom.l. fic. ^S. pjg.4.00. fegg. (b) Si veda Tom. I.pag. iS^-.n. 1 ', p.j-'f.
la
.
igruda
(a)
Du
le, e fcarmigliari , come nell'efempio , che d Plurarco Si funerali del loro padre Converrebbe dunque trovare una ragione particolare , per cui Papirio e fua madre , romani, avcfl'ero dovuto portare la chioma recifa in quella occafionc ; e non avrebbe dovuto trafandarla fra i pi moderni il fignor abate Dolce nella Deferir^, ijlor. del mujeo di
,
Crft,
Denk
Tom. ni.
n.
^S.
%. j?7.,
pag. 4^j.
i.
4.
ove
nella noe. B.
ho
34^
$
LIB. XI.
GAP.
II.
gazione
Ivi
parvemi
di ravvifare Elettra
lei
in
colloquio con
aver dovea-
pi giovane
Amendue
no
capelli recifi
rella
Grifotemide
come
efecuito
affine di appenderli
tomba d'Agamennone come un monumento del Lo fteflb avea fatto Orelle avanci loro durevol dolore {a)
fima
,
alla
anzi avendoli
Crifotemide trovaci
.
tomba ferviron loro d'indizio del fuo arrivo (b) Or quando Orefte fi fvel ad Elettra efla la man gli prefe e
,
diffegli
sx'^
""^
x^pTi'y
(e) ti
tengo io per la
mano
,
il
che
gruppo
in cui Elettra
mano
manca
fui
e gli pofa
fpalla
l'
tanto
,
fi-
gurarci rapprefentata
intereflante
,
di Sofocle
che
e certamente l'artifta
ha avuto pi
.
che
le
Coefore
d'
Efchilo
Sul volto
d'amendue
contro
il
primo
in-
d' Elettra
,
con Orefte
e
gli
occhi di
lui
fono come
fcor-
pieni di lagrime
go pianto
ge
al
altres
tali
pur fono
Ci
la
e la tenerezza unita
dolore
f.
(b)
32.
indizio a
fece
da
lei
Non
Nec
go s.
i
pho
eft
2 ^S. Jc E/ecira
fahum cum
afpexit Ore^
PRESSO
chioma
fecondo
fcimento
(a)
,
RoM A N
E C.
347
=
la forella
(/>)
LIB. XI.
,
CAP.
II.
l'avvifo d'Arillotele
fra
due attori
detta vaypa'pia-/i;
intereifante
,
fia fra le
quatdeg-
meno
nulla di
meno
giamo
tri
il
una verofimile fpiegazione di quel gruppo Su quefta fuppofizione io penfo doverli pur dare jf. 33. nome d'Elettra ad una bella ftatua della villa Panfili che,
indizj a dare
il
tranne
manco braccio
la ftefta
s'
ferbata intera
,
d'egual
gran-
dezza
volto
,
ed ha
efpreflone
fia
anzi
medefimi
.
tratti nel
ri-
febbene diverfa ne
al
la pofitura
Io quefta pur
,
conofco
fcoprirfi
medefimo indizio
che fono
che
al
al-
modo
lavorati
Quefti capelli
primo
della ftatua
affatto
,
ftrana, e
donna
indufl!ero al-
cuni antiquarj
a ravvifarvi
in tal
il
fi
famofo P. Clodio
traveft
abiti
donnefchi
fi
poich
i
modo
di
celebravano
i
fe,
Bona
mafchi
Sotto quefto
d'
nome
tra
,
diffatti
riportata in
pi
un libro
Se per tanto,
come a me pare, le conviene il nome d'Eletficcome vi manca l'antico zoccolo io m' immagino
,
fofte
il
fulla cui
manco braccio
e formafte cosi
.
un
Xx
(.a)
(,!>)
T.
34-11
(.c)
JECchyl. Choepk. verf 16S.17S. verf. 224.. Poet. cap. t i.op. Tom. IV. pag.
ii>id.
z.
(a) Cicerone ad Attk. Uh. i. evijl. 12., Dionc Calfio ii//?. iioOT. /. ^7. e. 4*/. Icm.i. pag. i jp. (bJ Mi pare pi probabile l'opinione del fignor abate Vilconti , accennata nel Tom. I,
pag. zgp. not. a. , di riconofcervi un Ercole giovane f barbato ; come pu eirerne argomento la grolTezza del collo proprio di lui , che dice Vk inkelmann al laoe fecondo ci go citato , e quale fi vede nella figura data nello rtefTo Tom. I. pag. 207. PotrcbUc allora credervi^ rafjprelentato Ercole veftito da donna ptcflo la regina Gufale 3 o piuttofto quaa,
348
jT.
Il
lettore
io fpero
LIS. XI.
greffioni
e le altre
poi-
GAP.
II.
danno pe-
tanto
meno
ci
inopportuna
fomminiftrano
.
quanto che
nefran
tempi
di
cui parliamo
non
monumento
dell'arte
degno
la
di confiderazione
<3o
dopo
ncU'irola di
cos veftito
battaglia con Antagora ajutato dai Meropi , dovette fuggire , e ritirarli preflo Trell'a , la quale non leppe riconof^erlo per uomo del
:
qual fatto
li
la
memoria
il facerdote d'Ercole , ove da donna , e cinto il capo con una benda , dava principio ad un fagrifizio , come narra Plutarco Quafi, gnuA j infine, oper. Tom, il.pag. 0+.
Coo
Ca-
PRESSO
Romani
ec.
349
=<^
LIB. XI.
Q^
iiy={2^j**t=
GAP.
III.
O
Arti fatto Nerone tue di Seneca
.
111.
- Movimenti
.
- Pretefe
teje e
e
.
di Perfio
.
- Decadenza
.
della Jatuaria
.
.
JaStatue
Gladiatore della vilApllo di Belvedere Ottone , e Vitellio - Sotto Vefpajiala Borgbefe - Sotto Galba e Domiziano Siiffoji trofei di Mario StaTito no e Trajano Monumenti tue di Domiziano Sotto Nerva efuo arco in Ancona Arti in de' Cuoi tempi fia colonna
tolte alla
Grecia
Grecia
iNerone,
rifquardava
Arti fotto
Ne-
ione
ma
egli era
"ome
in far
gli avari
diede
d'
indorare
,
la ftatua
bronzo
opera
di Lisippo (a)
la
poich
vi-
bellezza
ne fu pofcia
levata l'indoratura
ftigj
.
di cui
ci
non
Prova
pur fono
,
la
rima ch'e-
gli
ti
e le ftravagan-
per
le quali
.
cofe vien
fatira di Perfio
(b)
Forf in que,
il
quale (a)
.
I.
Del-
(a) Plin. Hi. ^4_. cap. S.ftU. ig. . 6. {b') Sdt. i.virj] fj-ff. (a) Epij SS. (i) Tra le molte ftravaganze di Nerone , Plinio Iil>. ^f cap. 7- feci, f novera quella d'erterfi f^tto dipingere in figura cololTale alta centoventi piedi fu di una tela cofa non pi ufata avanti di lui , come ivi foggiugne lo florico Non per ben chiaro fc quclVultime parole di Plinio riferir (I debbano allo
.'.
:
ve n'ha indizio alcuno , ficcome non leggefi , ch'io fappia , in ncifuno fcrittore , che fbfle allora adoperata la tela per ritraevi figure .
33
I.
LiB.xi.
^jj^.g
jj
determinato
non
,
altro
rimanendoci che
due
medefimo
di
le
tem^^^,^
madre
2.
un bufto
Poppea
Le
tefte dette
che
lui
Manca
la tefta
di
Nerone
villa
tefta
Albani
di
dal che f ne
argomentare
la rarit
Nella
v'
pu mu-
bronzo
ElTa
cre lavoro
lazzo Barberini
poco
moderna
,
tefta (e)
ed una fpecie
di
rappreil
fentanti
il
medefimo imperatore
mio
jf.
leggitore che
tut-
te le tefte
3.
medaglioni
.
Tre
ftatue
abbiamo
fotto
,
il
nome d'Agrippina
villa
il
La
,
l'altra nella
(e)
.
Albani
terza nel
mufeo Capitolino
Ivi
pure
;
bel bufto
in
di
Poppea
poich
un
de'
della cafa
uno
citato autore //A. g.c. i.feci.j. efferii tentato di tingere il lino , e di lino tinto efTerfi fatte non folamcnte delle vefti , delle vele ancora per navi , e delle tele per difender dal fole i teatri , le ftraJe e le piazze .
triumviri , per far tacere gli uccelli clic col loro importuno garrire turbavangli il fonno
Vlia.Iii. ^s-p'^P-
ma
n-feii-J^Capitol.
(a) hoiux
Mufeo
Tom.
ij.
Ta-
vola
tefta
6.
ftcTo Neione ne fece ftendere fu i^ fuoi anfiteatri di quelle tinte in azzurro , e fparfc di flelle Molte altre notizie relative all'arte
.
Lo
di tingere le tele preflo gli antichi ha raccolte il fignor Delaval exper. inquiry. &c. , la cui Opera tradotta dall'inglefe dal eh. fignor
d'una ftraordinaria bellezza la di lui intiera maggiore della grandezza naturale in figura d'Apollo , e coronata di alloro , confervata ora nel Mufeo Pio-Clementino
(s)
An
ove
rio
parimente una
,
d'Apollo citaredo
canonico Fromond
liO in s.
imprefia in Mila1779. in 8. Se ci mancano cfempj anteriori al nominato principe di figure dipinte in tela , ne abbiamo nondimer.o di figure rapprefentate fu pergamene . Uno fterminato drago dipinto fu di una \uAftata
Ambr.
rr.agg.
ghjfllma
membrana
fu efpofto fopra
il
;^tto
ftata trovata negli fcavi di villa , che Negroni, fimile a quello dato dal de la ChaufTai. jS, f Muf. rum. Tom. I. feti, i (e) Bottari /oc. cit. Tav. ij. (d) Ora pafTata nel mufeo reale a Napoli (e) Bottari Tom. ni. Tav. jj. la dice Agrippina moglie di Germanico
.
PLESSO
pezzo foJo
fendone
r
Roma
fi I
e e.
35'i
,
di
marmo
vi
,
diverfi
bianca
ef-
la tefta e'I
!
ice violacee
jf.
il
delle vene
(a)
,
ftri-
^^^^^
GAP.
III.
4.
le tefte di
il
Nerone fono,
di
Prctefe tede
riguardo
nome
'^''
Seneca, LcaT
bronzo
fi
nenfe
(b)
In
marmo
,
Me-
ne podede una
,
fig.
a Livorno
Firenze per 130. zecchini. Simile a quelle tee v'era altre volte in Roma un bufto in forma d'Erme , il quale comprato
fu dal fignor marchefe
Gufman
man-
dato
in
in
Ifpagna con
.
altri
antichi
monumenti
un naufragio
jT.
j.
Tali tefle
full'
l'effigie
di
Seneca
il
quale
fpiegando
,
le
di-
moneta
moneta per n egli n altri ha mai veduta E' dunque molto dubbiofo che di Seneca fieno quelle tefte e '1 mio dubbio fi far maggiore f chiederemo come mai tinte volte e in bronzo e in
di
nome
Seneca
.
Tal
marmo
fia
ftato fatto
,
il
ritratto
maggior
dififtima
mentre non
fiano
lui vivente
,
e le
in
d'un tempo
in cui
l'arte fioriva
E' altres
luta collocare l'effigie di quel filofofo ipocrita nella fua villa, ove
di
fimile
tefta
aftai
ben
lavo(a) Bottari Tom. ri. Tav. zi. (b) Bronci d' Ercol Tomol. Tav. ^/. jj,
.
Ce)
E una molto
bella alla
faruefma
(d) Gronov. Tkef. Ant. gric. T. iil.yyy. (e) num. t^i. pag. 74- Dice che eiilteva una volta prelTo il card. Bernardino Maffci
3S'2
lavorafa
LIB.XI.
efiftente
ora preffo
il
fignor Cavaceppi
A me
,
CAP.
III.
qualche
uomo
(a)
,
.
pi antico
pi celebre
pi rifpettabile di Seneca
jf.
6.
Non
ma
che
flato
nome
di
Seneca
.
febbene a torto
come ho dimoflrato ne' miei Aonument (a) ignuda di marmo nero ha s nell'atteggiamento
,
volto
di
ignuda llatua
di
marmo
.
bianco,
ftatui-
ad una
na
per manca
il
capo
Quelle due
fniftra
una fpecie
di
candir o fpor-
come le due piccole figure vellite da fervi nella vilOra poich a pie d'una di quelle figure vedefi Albani
.
s'inferifce
,
che
ivi
rapprefen-
fui
provifione (d)
non
?
egli
e la flatuina
a Seneca
le
fommit
del
capo
il
laddove hanno
loro capelli
.
le
tede
alle
nome
fta
fatto
marmo
africano
,
entro cui
ma
to alla flatua
perch. le
figu(a)
le,
re; e
i
Ma quefti
non
abbiamo
col. i. ;
fatto
cenno nel
Tomo
7.
pag.t^o,
ce lo vuol dipingere il noftfo Autoluci meriti polTono vederli rilevati priiicipalmentc da Liplio Manuduciio ad Stole,
come
philof.lib. i.c.iS. op. Tom. IV. pag. 4.^4-. E certamente pi celcbte di tanti altri filofofi greci , de' quali pur fi hanno le teile . (j) Pur. IV. cap. Q. . 2. p.ig. 2/(5. Ne (bj Ora nel Mufeo Pio-Clmentiuo
.
dicendo che polla rapprefentare un fervo de' bagni ; e all'aria della tefta parrebbe un africano , o un moro . Pare piuttollo un vafo o fecchio di (e)
.....
metallo (d) In quefto fuppofto dovrebbe creierfi appartenente a qualche gruppo ; giacche lol
.
R
il
E S S
ROM
A N
EC.
feurar
fini
jf.
con
efib
basino
in
cui Seneca
aprendof
le
3?3 vene
^
====
^^^
...
di vivere
7.
(a).
j^,_
Non men
di
Seneca una
cdiPcrfio.
tefta a
balTo-rilievo in
profilo
,
villa
Effa fcolpita fu
,
un qua-
dro
marmo bianco
.
detto palombino
Sadoleto fond
,
la
il
corona
,
d'ellera
ond' ha cinto
capo
e
,
fu
una
certa modeftia
ta da
che
gli
accenna-
pu dall'elma non quelli lera che ivi rapprefentifi diffatti un poeta il quale mor fotto Nerone in et di vencertamente Perfio mentre la tefta di cui fi tratta motifette a ventott'anni (b) ftra un uomo tra i quaranta e i cinquanta ( nel rame per ed ha una barba che non conviene fiuto molto pi giovane ) punto alle perfone di ventott'anni ai tempi di Nerone Dobbiamo per tanto annoverar quefta fra le molte tefte alle quauomo li ftato dato fenza fondamento il nome di qualche
Cornuto
nella di lui vita
fi
; , ,
Argomentar
celebre
re del
jf.
alle fati-
mentovato poeta.
8.
Dovendo
,
arti fot,
j^.y'/'^^atu^
to
Nerone
potrebbe
da un racconto
di Plinio (^)
;
"*
fapefte gettare in
bronzo
il
che
argomenta da una
riufcire
(i)
ftatua coloflale di
,
Nerone
il
in tal
me-
tallo fatta
cui getto
pot
.Da
quefto racconto
e dai
Tom. IL
(a) Il di dentro porldo per imitare
vafo ftato fatto di colore del fangue . (b) Fabric. Bibliotk. lat. lib. z. e. t z. (a) lib. ^4. cap. 7. feci. 1 S. (0 Che la ftatua colollale di Nerone , alta cento dieci piedi , cfcguita da Zenodoro anzichc di bronzo foiTc di marmo [ come nella piina edizione a quello luogo aveva notail
Y
dd
to
il
y
,
nolho Autore
che credevano
ti, e Nardiiii Roma antica Uh. ^- cap. pag. ii S-] y ^ ^he quella non la limalta perfetta , come llrive il noftro Autore
2.
.
im,
gu ragionevolmente
ferma
egli la ftclfa officina di
ii-feiire rta
,
Plinio
Af-
di cui
avca nel-
(igne modello in
3?4
LlB.Xl.
meffi e attaccati
chiefa di
s.
GAP.
Marco
il
a Venezia
,
III.
andato a male
dei
pure opere
tempi
di
Nerone.
jr.
p.La
ronc fu confecrata al fole Dall'ufo dunque che ne fecero i Romani , fi pu argomentare che fia (lata la medelma dal fuo autore riAggiugne lo ftorico che dotta a perfezione j, la ftatua fuddetta era un indizio d' elTere mancata la Icienza di fondere il bronzo , avvegnach e Nerone folTe difpofto a fpen dere tiualunque gran fomma di denaro , e ,, Zenodoro non la cedelTe a veruno degli antichi nella fcienza di fondere e di cilel lare ,, Se quel coioffo folfe flato di bronzo , come avrebbe Plinio potuto proporlo per
. .
.
durre altre opere eccellenti in bronzo d minor mole , qual fu Mercurio , opera di dicci anni , e che non abbia poi voluto arrifchiarfi a fondere in quel metallo la flatua co1
Nerone [ Il luogo citato del eh. Tirabofchi ha eccitati quattro bravi ingegni
loffale di
.
argomento
dere
il
d'cflere
mancata
la
fcienza di fon-
lunque colto voluto di tal metallo , e Zenodoro tra tutti gli artifti de' tempi fuoi farebbe flato pili al calo di tentar l'opera ; ma conofcendone egli forf la difficolt , non ha {limato fpedicnte di metterli al cimento . Si vuole nondimeno da un celebre moderno fcrittore , Tirabofchi Scoria della Letteratura italiana , Tom. il. lb.l. e. XI. . ^., che il conteflo di Plinio contraddica a ci apertamente ; poich , per fuo avvilo , ivi non parla che di lavori di bronzo , di marmi ragionando altrove N credibile , foggiugne lo ftelTo , che Zenodoro temefle di non riufeirvi , egli che ne avea fufo altre volte , e fpecialmente una flatua di Mercurio di gran pregio Quefle ragioni per , che hanno in. .
a far delle ricerche fui contraflato palio di Plinio ; e i loro fentimenti furono riportati dal lodato fcrittore nel Tomo di appendici alla fua opera , e quindi polle a fuo luogo nell'edizione romana dMipag. z^2. fino alla pag. 242. A chi avr la cutiofita di vederle non difpiacer l'erudizione , che vi fparfa, e la confutazione , che vi fi fa dell'opinione adottata fenza verun giufto fondamento daIo per gli Editori Milanefi in quella nota me credo , che in poche parole fi polla fpiegare il fentimento di Plinio non tanto olcuro e dirficile come fi vuole . Egli in follanza fcrive , che ai tempi di Nerone pi non fi fapcva fare quella bella qualit di bronzo con lega d'oro , e d'argento , come fi faceva in
.
altri
tempi
Ci
fi
conobbe apertamente
in
dotto l'cruditiffnno autore a ravvifare nell' ofcuro palfo di Plinio un cololo di bronzo piuttofto che di marmo , non fcmbranmi si convincenti che non ( polfa andar loro incontro Per quanto fpetta alla prima, fcbbene in quel capo ragioni Plinio piti fpecial.
mente de' lavori di bronzo , ci non oftante ci vi tratta eziandio delle flatue di legno , di
marmo
di terra
folevanfi di panni riveftire Ma diafi che Plinio abbia ivi parlato di foli lavori in bronzo avrebbe egli potuto fra quelli noverare anche l'opera di Zenodoro, la quale bench non fia fiata di bronzo , avrebbe per dovuto efferlo , f l'artifta vi fi foffe determinato N olla ci che avvertefi in fecondo luo -o della grande abilit di Zenodoro nel fondere il bronzo Siccome nella pittura ed architettura , cos pure nella latuaria il bifigno dell' abilitava crefcendo in proporzione d^lla grandezza ed eflenfion dell'opera Non quindi maraviglia che Zenodoro abbia potuto pro:
occafionc ,chc quell' imperatore volle farfi innalzare una flatua coloffale in quel metallo per mezzo di Zenodoro artifli altronde famofo nel gettare in bronzo Quefli non pot riufcire a farla con tal qualit di bronzo , quantunque Nerone folTe pronto a fommnifirargli quanto mai bifognava d'oro , e d'argento per comporlo . Niente di pi credo che abbia voluto dir Egli a riguardo dell' ignoranza degli Plinio artifti per quella lega gi fi era fpiegato chiaramente nel cap. 2. feB. j. , dicendo che fi era perduta l'arte di fondete il metallo preziofo , cio quello , in cui entrava oro , e argento Se per poffiamo predar fede a Giovanni Antiocheno, cognominato Maiala, Hifi. non era ancora chron. lib. io. pag. lOi. B. dimenticata verfo i tempi di Tiberio ; poich l'EmorroilTa celebre nell' Evanctelio , creduta da quello fcrittore la flefia che Veronica fece ergere nella citt di Paneade al Salvatoe d'arre una flatua di bronzo mifto d'oro gento , diflrutta poi da Giuliano l'apoftata . Glica Aanal.par.4.pag. 2j?. C. , e l'autore
. .
.
delle Enarrat. c/r-onogr. prefio Bandurio Imper. orierit. five Antiq. Conftantinop, par. 3,
lib.
34-,
3JJ La Grecia trovavafi allora in circollanze fommaff. 0. B XI mente infelici per le arti poich febben Nerone lafciaffe ^ap. ui. statue tolte quanto era podbile godere ai Greci la libert antica (a) alUOrccia. ,,.r-v pure una volta s inaino contro le Itatue degli atleti coroI
'
PRBSSO
Romani
ec.
in
ri-i-
nati ne'
in
fatto altres
tempo
e certo
avendo a
,
quali tutto
Roma
a
ritletta
,
(b)
IO.
Or
fi
principalmente
vi
molte ftatue
depredaro;
no
(e)
fc
anzi
tempi d'Adriano
.
alcune delle
Servirono quelle in
cos
Nerone
(e)
II.
E' probabile
,
che tra
fatue vi fofle
villa
l'Apollo
di Belvedere
'1
Borghefe
trovate in
opera
d'
Agasia efelno
>
elTendo fiate
amendue
(e)
,
Anzio
(d)
luogo
in cui
per ornare
il
Yy
Tom.
(a) Plutarco in Tit^ Quint. Flamin. oper. 1. pag. J76. D.
(j) Suet. in Neron. cap. 24. (b) Tacito Annui, lib, i j. cap. 4S. , L 1 6, eap. zf. (A) Paufan. Uh. 1 0. cap. 7. pag. X t j. l. 14. (e) Strab. lib. y. pag. 6J.4.. princ. [ Ateneo Ub. 6. cap. 4. pag. zi. E. , Vallois Des ri. chefs. du tempie de Delphes , Acad. des In-
quefii fcrive , che fu Augufto , che ve la port , e la pofe ncll'ingrciro del fuo Foro . Cos crede vi foffe portato l' Ercole di Lilppo ,
e cita Strabone lib.i o.pag.70 j. C. ; ma egli non dice da chi foife fatto portare ; e non poteva intender di Nerone , perch fcrifTe pri-
ma di lui e a' tempi di Augufto come ccmmo nel Tom.I. pag. 2^7. n. i. col. z.
,
di-
fcript.T0m.nI.Hift.pag.7g. (.e) ^cl Trattato prelim. e. ly. pag. XCn. aggiugnc \(inkclmann che in quella occa,
Mufeo
Capital.
pag.
fone fclfc portata a Rema la Pallade di Endco , di cui li parlato qui avanti pag.i 66. , e cita Paufania lib. S. cap. 46. pag. 6^4. ; ma
1 16. (e) Tacito Annal. lib. i j. cap. z^. , e raU volta vi foggioruava , cap.jg., e lib. 14. cap. 4,
3?5
il
come pu
il
LIB. XI.
GAP.
mare
(a)
V'era
fra
III.
opere
un portico
in cui
un Tuo
Apollo di Belvedere .
12.
La
ftatua
dell'Apollo di Belvedere
,
la'
fi
pi fubli-
me
fra tutte le
.
opere antiche
fono confta-
fervate (e)
Direbbefi che
ideale
,
l'artifta
tua puramente
prendendo
il
fuo intento
e renderlo
fi-
pi gran-
de degli
le fue
altri deferirti
1!
,
forme
follevafi fovra
la
l'umana natura
e'I
mento moftra
Una
,
pri-
mave(a') Vi fece fabbricare il porto , clie gli collo fpefe grandilllme . Suetonio nella "di lui vita , cap. p. (b) Vedali qui -va.nt\ pag.y 2. prlnc. In An_ zio era il luogo principale di delizie debili irnperatori , e Augufto fu il primo a goder-
marmo
tere a
di
Urna
ora Carrara
il
come ve
nelle
le
ha
credute lavorate
(g.
Mengs
,
due
let-
monlignor Fabroni
come abbiamo da Suetonio nella di lui , Vita , cap. jS . Amante ch'egli era tanto delle belle arti , chi fa che non l'abbia ornato di ftatue , e fra le altre anche di qucfle due ,
ne
di
tante altre
e la
fua regia fui Palatino , al dire dello fteflb Suetonio cap. 57. 1 Narra elfo che vi andava Tiberio C nella di lui vita cap. ^8. ) , ma di rado , e per pochi giorni Di Caligola fcrivc parimente nella di lui vita, e. S. , che vi nafcelle , e non folamcnte lo preferifle a qualunque altro luogo , ma che aveife dcftinato di filfarvi la fede , e il domicilio imperiale . Eflendo quefti ftato anteriore a Nerone , e avendo fatte trafportate dalla Grecia le pi belle ftatue come ha notato il noftro Autore qui avanti W pag. ^^g. , probabile che ne abbia avute anche quefte due , che fono nel loro genere le pi belle che abbiamo , e le abbia poi collocate nell'ideata fua nuova capitale All' imperatore Adriano, cui ne piaceva il foggiorno fopra tutte le altre deliziofe ville , che aveife in Italia , al dir di Filoftraxo Vita Apollon. lib. S. cap. zo. pag. ^64.. , poich egli non fece trafportare ftatue dalla Grecia , non (i potrebbe facilmente dare il merito di aver collocate qu-fte due in Anzio, fc non f nel cafo , che foller lavorate in
. , .
parlato qui 3.va.n pag. i pff. ; ma quetto fondamento flato efclufo dal fignor abate Vifconti Mufeo Pio-Ckment. Tom. 1.' Tavola 14.. nella fpiegazione dell'Apollo. La tradizione , che vantano i cittadini di Girgenti , riferita dal fignor Bridon nei Viaggi della Sicilia , per cui fi pretende , che quella flatua ftelle anticamente in un tempio d' Efculapio di quella citt , da dove folle tolta dai Cattagincfi , e portata in Cartagine , e di l a Roma da Scipione Africano fecondo , probabilmente un equivoco nato dal racconto di Cicerone , il quale in Verr. _aB. 2 lib. 4..cap. 4.^.mmL , che ci avvenifle dell' Apollo di Mirone , del quale fi parlato qui avanti pag. zog. ; ma per dice , che Scipione lo riport allo ftelTn tempio , come fcrive nei cap. ^j. e Jegg. che rcititai a fuo Iuom tutte le altre ftatue , che erano ftate tolte dai Cartaginefi a varie altre citta della Sicilia ; onde non credibile che ne avelTe eccettuato l'Apollo di Belvedere , che diverfo dal detto
mo
di
(e)
Mirone . La mano
finiftra
rcftaurata
,
da fra
gi notammo qui avanti alla pag. z4.j. col. z. Il braccio Jcftro , e le gambe , che fono antiche , non fono ftate riatraxate troppo bene , onde comparifcono difettofe , come in parte ha fatto olTervare il noftro Autore nel Tomo i.
Giovannangcio Montorfoli
come
pag. 392.
PRESSO
mavera eterna
li
,
Romani
Elisj
ec.
,
^^7
falle viri-'
fpande
tratti
della piacevole
giovent
LIB.X!.
,
GAP. UT.
ftrut-
membra
,
Vola
o tu che ami
monumenti
vola col tuo fpirito fino alla regione delle belleze diventa
un creatore di una natura celefte per riempiere J'alma tua coli' idea d'un bello fovrumano ,
ze incorporee
poich
zio
dini
fi
in quella figura
Non
vi
fono n ten,
n vene
ma
tut-
abbiane formati
il
gli
ondeggianti contorni
,
Egli ha infeJa
guito
ferpente Pitone
l'arco
,
prima volfublime
ta piegato
e trafitto
Ben confapevole
porta
il
difprezzo
lo
,
fdegno che in s
e fin all'altera fua
le narici (a)
eftende
ma
la
pace
la
tranquillit dell'
,
anima
occhi
rimaner fembrano
fuoi pieni fon di
fulla ftefla
fronte inalterabili
,
e gli
quella
le
dolcezza
e
ch lo circondan
Mufe
lo
accarezzano
,
Fra
tutt'
ri-
nefTuno ve
n'
ha che
manifedofi alla
fi
men-
d'Omero
ma
ne!
Egli ha di
Giove
la fronte
il
e le fovracciglia che
ha
gli
;
ar-
cuati
bocca un'immagine
di
co
Cdp.4..
(a) Clemente Akflandrino Pidag. lb. 3. Tom.I. pug. zjo. in fine : In nfo
3?S
=
co
la fua
morbida chioma
a'
LIB. XI.
limile
teneri viticci
al
CAP.
Ili,
intorno
divin
fuo capo
in
Grazie annodata
altre
dell'arte
tutte le
opere ne obblio
e
,
fovra di
me
flefTo
mi follevo per
il
degnamente contemplarlo
petto mi
fi
Pieno
di
dilati,
e
,
s'
innalzi
e gi
come
mi fento trafportato
di fua
Delo
:
prefenza (e)
par-
vita acquifli e
moto
come
opera
di
Pigmalione
!
Ma come
gerla e defcriverla
,
Avrei bifogno
dell' arte
medefima che
mi delTe configlio e guidalTe la mia mano a perfezionar col tempo quelle prime linee che n' ho abbozzate Depongo
.
ptr tanto appi di quefla flatua l'idea che ne ho data , imitando cosi coloro che pofavano appi de' fimulacri degli dei
le
metter loro
fui
capo
(d)
13.
Da
fui volto
non pofla
ivi ravvifarfi
con
Se taluno per
non
il
trovalTe
ferpente
(a) Cenone Narrai, num. ^;>. pag. 27^. (b) Callimico Hymn. in Apolt. verf. ^g. (e) Pare che Si3.iXo Achill. lib.i. v.ifp. fegg. , nel defcrivcic che fa Achille giovane in paragone d'Apollo , ncll' atto appunto , che ritornava dalla Licia , deferiva in qualche mo-
Cum
redit
retris
,
.
&
E Apollonio Argonaut.
67 6. fegg.
do quelta
di lui Itatua
multo fudore , & pulvcre major: AttUTnen arma inur , fejliaalofque laboIlle aderat
Cs.terum illis Latons filius e Lycia rediens Procul ad lalas hyperboreorum hominum .nationes , Piane apparuit . Aurei ab utraque gena Intoni cincinni ajfultabant eunti :
res
Dulcis adhuc vifu niveo natat ignis in ore Purpureus , fulvoque nitet coma gradar
auro
.
Liva argenteum verfabat arcum ; in tergo Pharetra pendebat ab kumeris ; ac pedum ni fa Tota intremifcebat infula , ut mare exundaret inficcum .
(ji)
lanugine veni tur itas, TranquilUque fdces oculis, & plurima vultu Mater ineft Qualis Lycia vcnutor Apollo
Properzio
lib. 2. eleg.
PUESSOlROMAfllEC.
te
il
35'9
Pitone
fi
figuri di
^^^^^
do tent
CAP.
III.
Cicerone D dar. orat. cap. 1 8. num. 70. , e da Quintiliano Inft. orat. lib. iz. cap. 10. Giunio dovea darci qualche prova della fua aflctfoggctto^ di quella ftatua , clic per trovarne zionc quando Icrille Catal. archit. ec. p. 4.2. uno vi ( fono ideate quali tutte le imprcfc che la detta (latua di Calamide folle la (lelfa, d'Apollo. Oltre quelle , che nomina \i'in- che quella trafportata in Roma , e polla negli kelmann , altri hanno creduto ravvifarvi quel Orti Serviliani , al dir di Plinio lib. j6. cap j. nume dopo avere (cagliati i fuoi dardi con- feci. 4. . IO. Paufania , che fcrilfe dopo di tro gli Achei , altri dopo la ftrage , che ci Plinio , al luogo citato la dice cfillente ancora fece degli orgogliofi giganti , o di Niobc , e a' fuoi tempi in Atene , e 'non pu fofpcttarli luoi figli , o dell'infedele Coronide , altri ficol lodato lgnor abate Vifconti , eh' ci parli nalmente vi credono rapprefcntato Apollo co- d'una copia, anzich dell'originale; poich me autor della medicina , o come averrunco , l'ulo collante di quello ftorico di avvertire olila slontanator de' mali . A quefba opiniof le (latuc erano copie , e di pi moderna ne , pi che alle altre , anche da lui riferite mano , oppure gli originali medefimi degli inclina il lgnor abate Vi fconti nella dotta, artilti ; come lib. g. cap. 27. pag. 762. fcrive e beila fpiegazione , che da di quella flatua del famofo Cupido di Pralfitele clie non ne nel Maf. Pio-Ckm. Tom. I. Tav.14. , e cre- folTc rimafta in Tefpi f non la copia fatta da de poterli con probabilit loftenere , che fia Mcnodoro ateniefe prima che l'originale vedella quella medcfima opera di Calamide , nilfe in Roma , come ho avvertito qui avanci menzionata da Vs.\iC3.n\a. lib.i cap. ^.pag. g., pag. ,^^<j. n. E. ; e cosi avea fcritto /. i. e. 22. che gli Atcniefi erelTero ad Apollo dopo la cef. pae. ji. di altre flatue , che non erano le anfazione d' un male epidemico ai tempi della tiche , ma altre pi moderne , e lib. 2. e ig. guerra peloponnefiaca , come gi notammo pag. I yz. di altre. Refta che parliamo della qui avanti i\\a.pag. 214.. rt. a. vittoria contro Pitone La morte d' un retA quale di tante opinioni dovremo noi at- tile , che la natura deftin a (Irifciar per tertenerci ; Nella vendetta contro gli Achei Ara , non pare a molti foggctto abbadanza cepollo dovea rapprcfentarfi fedente , come lo lebre , rifpettabile , e degno d'elTer immorrapprefenta Omero I/iad. lib. i verf. 4.8. , o talato con una (latua , e molto_ rneno con almeno fermo , e in atto di vibrar dardi , non una (latua di tanto merito Ma ("e (u un (bidi averli vibrati Il ferpe non avrebbe relagetto , che merit l'ira d'Apollo , il quale da zione a quello fatto ; e troppo debole ragio- lui prefe anche il cognome di Pitia , perne farebbe il dire , che vi (la come un (imbo- che non poteva elTcr degno di venir rapprelo del nume. Forf che Apollo avea bifogno fcntato in una (latua ? Il voler ci negare, di un tal fimbolo perpetuamente per elTere e il dire che non folfe troppo celebre la ririconofciuto ? Cosi non conviene all'idea di cordanza d'un tal facto, un voler moftrarll Spence n alla morte dell'infedele Coronide, troppo addietro nella cognizione della mitoo alla vittoria contro il gigante Tizio, ed al- logia , e dell'antica (loria , onde rileviamo tri , o all'eccidio della famiglia di Niobe , per tutto l'oppofto La citta di Delfo per la morcui oltracci farcbbefi richiedo un gruppo di fu detta te di quello fcrpente a principio molte (latuc , non una fola 1 (imboli , coi Pitone dal di lui nome , come narran Pauquali folcano rapprcfentarfi le figure di Apol- fania lib. 1 0. cap. 6. pag. 812. princ. , Euftalo medico, e alelTlcaco, averrunco , olTa slonzio Comment. in lliad. lib. 2. . 2 ?. pag. s6o. tanator de' mali , erano la figura delle Grazie Tom. ri. Ivi fu quindi (labilito l'oracolo di nella mano delira , e le (aette coU'arco nella Apollo Pitio , il pi confultato , e il pi fafiniftra, come attsfla Ma:robio Saturn. lib.i. mofo di tutta I' antichit , Strabonc lib. g. cap. r T. , e quelli non veggoni alla di lui pag. 6j.r. B Livio lib.i cap. 21. num.fS., ftatua in queftinne Non fappiamo f li avef- Imerio preffo Fozio Bi'ilioth. cod. CCXLIII. fc quella di Calamide , ma anche fenza que- p. I r ^'. , Harjion Prcm. differ, fur l'oracle jo argomento non ci permetterebbero giamde De'phes, Acad. des Infir. Tom.rrL Mm. mai di riconofccre il di lui fcarpcilo fui capo pag. X ^8. Il tempio era il pi ricco di quanti d'opera della mirbidez/.a e della grazia, l'e- altri mii , e conteneva anche un numero (lerpoca , nella quale ci ville , cii: tempi di Fi- minaro di (latue , principalmente di bronzo, come ( gi olfervato qui avanci pag. jf. dia , come (i fatto olfervare alla detta p.zi.. R. A. , e la duiczza dei di lui Ilile notata da ^.10, , e pu vederfi Strabene loc. tit. , filo(a) ApoIIon. Argon. Uh. i. verf. 7jp. [ e Apollodoro Biblioch. lib. i cap. 4. ^. i. Si fono tanto impegnati gli eruditi per fapcre il
. .
. . . .
350
=-' --=
jT.
^i^j
Storia dell* A
14.
11
r te
greca
,
che
,
LiB.xi.
Gladiarore
deiia villa Bor^<^
trovato,
come dicemmo,
antica ftatua di
fembra
ef-
^gj.g
Roma,
gli
la
che abbia
fiorici
,
nome
dell'
artefice
Non
troviamo prefio
Dofiteo che
alcuna notizia di
Agasia
figlio
di
fcoJp
(a)
l'abilit
Vita Apollon. l. 6. e. z.v. 24.-;. , ValrlcheJJ. du tempie de Delphes, Acad. des Infcr. Tom. eh. Hifl. pag.78.jegg., ed altri tempj furono innaliati in altri luoghi
ftrato
lois
Des
era quello fra Pellenc ed Egira , di i quali cui fcrive Pau(ania/iA. 8. cap. i f.piig. 6^i., e quello in Alia , di cui Ateneo lib, 8. cap.i 6. pae. ^61. E. Per render fnenioiabile fcraprc pi quella \ittorii , lo Hello Apollo iftitu in
tra
fufa CoU'altra ftatua d'Apollo Citaredo, detto Dicco , opera dello liello artida , di cui Plinio parla dopo . Una in marmo bianco f ne ha nella villa Albani , data in rame , ed iilullrata dal fignor abate Raffei , ed altre adornano altri mufei Sulle monete poi quanto fpeflo non vedcfi rapprefcntato l'Apollo Pitio
.
Igino Fab. 1 4.0. , Tolomeo Efeftione prelfo del citato Fozio cod. CXC. pag.4pc. infine , Clemente Aleflandrino Cohen, ad Gene, num.z. pag. zg. , i quali facee dopo giuochi ovani di tre in tre anni limpici erano i pi famofi , e nobili della Vedati il P. Corfini Dijferc. agon. Grecia dfj. il. Pythia , pag. zp.fegg. Vi (i celebrava anche ogni nove anni un' altra fcfta di grandiflmo concorfo per foicnnizzar pi diflintamcnte la vittoria di quel nume e la fua fuga a Tempe dopo la morte di Pitone , ad oggetto di purificarli della contrattane immondezza Septerium imitationcm hah^t pugni ApoUinis cum Pythone , & a pugna fugi dei ad Tempe , Plutarco QasJI. gwa, oper. Tom. 1I.pag.2g:!. B. y Eliano Variar, kifi. l. ^. e. 1. , Eulcbio Depmpar. evang. iib.io. tap. S. pag. 4.8 2. C. Le ftatuc , che furono erette ad Apollo come l'iti , doveano cllcr frequenti Oltre quella d' oro , che flava nel detto fuo tempio a Delfo , menzionata da Paufania Lio. e. 24. pag. 8^7. , quello fcrittore /:i. i. cap. 1 g. p. 44.princ. ne ncmina una erettagli in Ate,
, i . ,
: .
pirici
Ovidio Metam.
lib.i.
fi render ben piti probabi, che la ftatua del Vaticano appartenga al loggetto medehmo ; e fe fi confidcri l'atteggiamento di ella in cui fi vede chiaro l'atto di aver vibrato l'arco , e quello di partire per andare altrove , potr non fenza fondamento atguirfi , che vi fi rapprcfenti Apollo nel momento di aver confcguita la vittoria , e d'incamminarfi a Tempe Il ferpc che fi vede rampicato al tronco , e mezzo nafcofto , fata l'immagine di Pitone ivi maeftrevolmcntc allogata dall' artifta per non fare un gruppo rapprefcntandolo altrimenti ; come fa la ftclTa figura quello , che tiene impugnato nella finiiira la citata fiatua della villa Albani , e quello, che vedefi in altre latue, e nelle monete o f ri volelle fpieoare per fimbolo della medicina , farebbe riferibile al benefizio, che fece Apollo colla morte di quel ferpcnte , ij quals empieva di terrore il mondo , al dir di
Ci fuppofto
,
le
Ovidio
,
,
.
loc. eie.
.
.-
Sed
te
(
quoque
terra
maxime Python
populifque novis
,
Tum genuit
nebas
;
) ;
in-
monte
te-
ne predo
ftile
il
tempio
di
Giove Olimpico
.
/.
/.
I 2. princ. un'altra a Megara di antichilTimo fimile all'egiziano A lui era dedicata quella eziandio , della quale fi parlato nel Tom. I. pag.i 2/. , fatta da Tclecle,
Teodoio artifti di Samo antichillimi , Diotloro Biblioth. lib. i in fine , pag. 110. ; e tale io credo quella fatta da Pittagora in bronzo , di cui ho parlato qui avanti;", in;;. n.A., nominata da Plinio lib. ^4. e. 8 .feci. ig. ^.4.. ,
e
.
e per equivoco del dotto P. Pi'.oli Della relig. de' Geni, te, par. iil. ^. LXkT.p. i/j. con-
o finalmente fecondo l'interpretazione di Macrobio loc. cit. alluderebbe alla dilfipazionc operata dal fole de'vapori maligni cfalati dalla terra dopo il diluvio , fimboleggiati dai poeti colla favola d^l ferpente Pitone (a) Di un altro Agafia figlio di Menofil parimente di Efefo fi fa menzione in una ifcrizionc greca porta fu una bafe portata dall'Afia in Amrteidam, e riferita dallo SpoVi (i nio Mifcell.^ erud. ant. feci. 4. p. r 21 dice , ch'ei fece la Jatua eretta fu quella bafe in Delo ad onore di Cajo Billieno figlio di Cajo , legato de'Romni , da quei , che lava.
.
PRESSO
nel
Ho M A TE e.
J
,
5<5r
e nel Lao-
coonte fcoreefi
coirefprenone
LIB. XI.
CAP.IJI-
ravvifa
,
un
compo-
fo di bellezze naturali in
un'et perfetta
.
no
fimili
il
ad un
poema
fi
epico
al
in
paf-
fa oltre
vero e
,
va
maravigliofo
verit
fi
ma
quella fimile
fcelti
le
ad una Ttoria
cetti
in cui
la
.
efpone coi pi
con-
ed efprefioni (a)
fem-
prefe"
rapprefentandovifi
,
fiore
di giovinezza
ma
nell'et
vi-
alla fatica
bolo
di metallo
e tale in
una
lettera a
;
me
diretta
il
fenti-
mento
una
ma
egli
portar
forza
indietro (a)
fa fulla cofcia
delira
refi:ando inoperofa la
:
gamba
porta
finiftra
Ma
tutto
,
il
corpo
fi
finifi:ra
fiendendo quant'
Tom.II.
ravanoinquell'ifola.
Z
Da
ci
fi
no
pu argomendire
fetto
fale
tare che Agalla figlio di Dofitco abbia vivuto circa lo IJeflo tempo , o vogliam
dopo
ten^pi
durli in
cio, che la fpina des, contrario della parte anteriore del petto, per un errore , o capriccio dell'autore di cfla , non perch foffe poflibi-
non
r.iccolo
vi
girafTe al
le in
natura una
tal
morta
Si
veduto per
P/'S- */''
r'" Villi \cinkeimaan pag. 282. Jegg. fida l'Ercole di latnele , e il Torfo di
^"^'^' '^^^"' ' accorderebbe ^^^"'' '^ "^i '"' opera la pi bella, U li r abbia uu' nel vero che ; e non potr mai ereoerli lo Itello che Egefia , i di cui lavori erano duri, e limili allo Alle etrufco Vedafi qui avanti pag.iS^., eTom. l.pag. 2:;$. 71. A.
n^ ilT
coll*erperimento fui nudo , che effa e poflibile , e naturale , bench ricercata , e difficile con che Agafia avr forf voluto diflinguere quefto fuo lavoro , come Mirone per altra ragione il fuo Dilccbolo. Vedi qui avanti pug. 212. cfegg. U) KT|aa/isi /iVxcf. V Eufth. /n Hora.
in apprello
:
Ca) Eppure t
fi
un
di-
lliad. lih. z 2. pag. i^op.lin.^y. (i) L'Autore ci Icriycndo non avea pte-
362 no,
LIB.Xl.
al
di lancia
GAP. IH.
efler
guardano
in alto
che
fembra
volerfi
gli
fi
che dall'alto
fi
un guerriere
che meritata
Probabilmente non fu
mai
fente ne agli occhi n al pendere quefta ftatua , la quale efFettivamente porta avanti la cofcia dcftra , e fu di efla fa tutta la forza , ftendcndo indietro la gamba (iniftra che refta inoperota , e non ferve che a far contrappefo alle parti che portanti avanti Ci non per tanto evidente eiTere tale fiatila in attitudine di chi 11 difende da un colpo che gli vien dall'alto , anzich d' uno il quale getti un difco o altro corpo [ Ora molto pi fondatamente polliamo credere che non rapprefenti un Difcobolo , avendo delle figure di quefli in atto di fcagliare il difco ; quale gemma polleduta dal (Ignor Byres in Roma , di cui parlammo nel Tom. 1. pag. lig. noe. A. , data in rame dal fignor ab. Vifconti
. .
Vegezio
De
,
Tom.
fa
il.
jp.F.
che
la
prima prova
che
.
un
guerriere in battaglia , quella di ferire l'avvcrfario , e poi ripararfi dai di lui colpi Tale fi pu Ma dire l'atteggiamento della ftatua ficcome queRo non farebbe per s un atteggiamento ftraordinario , che meritafic di effer celebrato con una ftatua , converr dire , che il guerriere f la meritalfe per la circoftanza , in cui fi trov ; come per efempio le avelie in tal guifa riparato e falvato qualche gran capitano, come abbiara detto Uap.zoS. col. z. , che Ajace falv Teucro riparandolo
.
oppure
1.
copia del Difcobolo di di cui par, lammo qui avanti pag. .fegg. , e ne diamo la figura in fine di quello Tomo , Tav. il. Prirna per f ne avca un' immagine in un fanciullo che fi addeftra a quel giuoco , fu un farcofago gi degli orti del cardinal Carpi in Roma , dato in rame dallo Sponio Mifcell. erud. andq.fec. 6. p. zzS. ; ed precifamente neirartcggiamento di quello di Mirone , eccettuato il piede liniftro , che non fi vede piegato indietro , non fo fc per difetto del rame, o perch foife una pofitura troppo forzata per
Tav. a. Mirone
n. 6.
e la
ut
peto d' una moltitudine , o d'un efercito di nemici per falvare i fuoi L'opinione del fignor Leffmg , e di altri , che vi credono rapprefentato Cabria , non pare giufta ; e.'Tendo ftato tutto diverfo l'atteggiamento , in cui fi fegnal quel capitano , e in cui fi fece rapprefentare nella ftatua erettagli dagli Atenicfi Teneva lo feudo appoggiato al ginocchio finiftro, e portava l'afta avanti colla
. .
mano
deftra
in atto di afpettar
fermo
i
:
ne-i
un
fanciullo
(a) Asgiugne l'Autore nel Trattato prelim. Capo ly. pag. XCIV. , che ci gli fia avvenuto nell'afledio di qualche citt , ov'egli efponefie la vita contro gli aifediati Io non lo pofl credere perch "atteggiamento non da guardare cosi in alto , e da riparare un colpo , che gli venga dalle mura Vedafi la figura che ne diamo in fine di quefto Tomo Tav. X. Egli fa un gran palio , e fi abbafla col corpo (fendendo quanto podlbile il braccio finiftro per arrivare a difenderfi collo feudo da uno , che foievjndofi col braccio in alto per ifcagliargli un colpo forf gufla l'ufo de' Greci di ferir di taglio piuttofto che di punta , all' oppofto dei Romani , corae nota
. ,
.
oimici, e cosi meglio foftenerne l'impeto nixo genu fiuto , projeclaque hafla , imretum excipere hofiium docuit , come fcrive Corcclio Nepote nella di lui vita , e Polieno Strateg. ni. 2. cap. i.n. 2. : Ckai'ias AthnienJbus , Gorgidas Thebanis mandai , ne procurrant , [ed maneant quieti , & lanceas recius protendant , fiuta vero a^ genua^ affgant , per da notatfi ci el>e agg'ugne Cornelio Nepote dell'ufo introdottofi dall'efempio di quefta ftatua , che gli atleti , e gli altri profefiori di qualche fpettacolo fi faceffero effigiare nelle ftatue , che fi ergevano , in quell'atteggiamento , in cui avcano confeCosi far ftato anche dei guita la vittoria
.
bravi guerrieri ; e perci la noftra ftatua , anche per quefta ragione , non dovrebbe effcre anteriore all'olimpiade e. , in cui Cabria fi merit quell'onore . Pi finiile all'at-
PRESSO
mai prefTo
tori
;
Romani
BC,
ai
363
gladia^^^" ^^'
'
'
e forf quefli ^
(a)
.
nemmen erano
GAP.
III.
d Agasia
jf.
16.
,
fiicceflori
di
Nerone
cio
Sotto Gaiba,
di
Galba
Ottone,
Vitellio
le
Galba
non altro v' a dire f non celli, tra quelle di La pi bella tefte nel mufeo Capitoliivi e Albani
.
no
(b)
veggonfi
le
,
tefte
d'Ottone
pi fon moderne
e tale
comech molti
j)".
la
17.
quefti moftri
,
il
trono,
sotto VeCpi.
'*'^'
fucced Vefpadano
il
cui regno
alle
malgrado
arti,
la fiia
econo-
mia,
fu
molto pi giovevole
.
Egli
ai
non
primo che
poeti e gli
,
ca eloquenza,
artifti (a)
.
ma
Abbiam di gi oflervato (e) con Plinio che Cornelio Pino ed Accio Prisco fi refero celebri fotto il di lui regno e dipinfero per fuo comando il tempio della Virt
,
Nel tempio
della
Pace
da
lui
edificato (d)
tate dalla
Grecia in
Roma
forf
ai
tempi
di
z
Nerone
(e)
vi
fi
Z
teggiamento
di lui
,
2
,
vedeanominata
dallo
quantunque
,
non
il
vcftimen-
marmo armata
nella galleria Granducale a Firenze , che piegato a terra un ginocchio , tien eretto il viio , e il braccio deftro in atto di chi com-
Paufania p. 6gS. , gli fu eretta in quelf atteggiamento (a; Vedi qui avanti pag. 204.. not.c. (b) Buttati Muf. Capii. Tom. il. Tav. 20.
Suet. in VefpaJ. cap. 1 8. (e) So^t pag. jz. , (d) Suet. loc.cit.cap.g. E un avanzo di quefto tempio la grande e bella colonna fcanalata in matmo bianco trafportata , ed eretra da Papa Paolo V. avanti la clnefa di
(li)
s.
batte ; ma la civcoftanza di aver una cofcia tratorata da un telo da banda a bjnda , notata dal (ignor Lanzi cap. 6. pag. , moftra
che abbia maggior fimiglijinza col fatto di Filopemene , uno degli ultimi eroi della Grecia, come fi detto qui avanti pag.zyz. , al quale fu paflato un dardo a travcrfo d'ambe
per cui impedito di poter camminare dovette inginocchiarli per terra , finch il dardo folfe tagliato nel mezzo , come arra Plutarco nella di lui viu , pag.^jS. B. oper. Tom, I. , e Paufania l.S. e. ^p. p.yoo. 5
le cofcie
,
4.J.
Maria Maggiore
(e)
oftanti li tanti fpogli , che furoGrecia dai Rornani fino al tempo di Vefpafiano , de" quali li parlato avanti Plinio , il quale vivea contemporaneamente , ci narra lib. ^4.. cap. 7-fici. ly. , che in Rodi vi erano ancora rimafte tre mila ftatue di
Non
no
fatti in
54
pintori
a cos dire
una ma-
GAP.
III.
io
una
V'erano eziandio
,
Grecia de'tempj
di
che
chiamavanli pinacoteche
jf.
odia gallerie
cefare
,
pitture (a)
18.
Sotto quefto
fito
erano
gli
Orti Sallufliani
,
il
pi vifitato
di
;
Roma
e dar
pub-
ond' probabile che ornati gli abbia coi Ci polliamo pur argomenpi bei monumenti dell'arte
blica udienza (b)
.
qualunque volta
vi
fi
fono
nell'
,
fcavi
gran numero
di
ftatue e di bulli;
ed anche
autunno
f
del
non che
.
loro mancava
tefta
che
non
fi
in
mai
potuta trovare
met
del-
la parte fuperiore
Amendue giacciono
follevata la vita
,
(iee fu
un lungo zoccolo
dofi fui braccio
ma tengono
,
fofienen-
manco
fono
fi:a
to
Simili ffime
quefl:e
,
figure
altre
una
fanciulla
volte nel
mufeo
la
del
cardi-
Polignac
,
(e)
come
non
quella
hanno
delira libera
ed aperta
aflragali
,
Quebronzo e non molto minor numero in Arene, in Olimpia e a Delfo l'aufania difacci ne numera nioltilTime
,
, . .
(a) Al principio del regno di Vcfpafiano fi riferifcc ora con ficurezza l'ara in marmo bianco greco del Mufco Pio-Clcmcntino , alta cinque palmi in circa , larga poco meno di due ornata a balfo rilievo con alcuni fat,
faucon SuppUm. Tom. I. pi. 70. 7' , e pi correttamente dall'Orlandi , che l'hainfieme illiiftrata con un lungo , e dotto ragionamento. Il lavoro non e troppo bello , ed in
parte corrofo dal tempo, (a) Strab. /ii. i j.. rj^. 544. B. (b) Sifilino in Vefpaf. pa^. zi g.B. C. (e) Ora nel mufco reale di Pvuffia , e f ne ha il geffo nell'Accademia di Francia . (dJ Erano una fpede di dadi , con cui
ti
mitologici
mana. Fu pubblicata
Mon^
PRESSO
,
Romani
E e.
36J
LIB.XI.
Quefte figure furono comprate dal fignor generale Walmodcn che Joro ha fatta rimettere una nuova telia (i)
.
cAP.m.
Tito ...
jf.
ig.
che non
(a)
l'era
ftato Ti-
Narra Suetonio
Nerone
,
educato
d'
avorio
la
anno portavafi
artilra di
pompa
nel Circo
Un
que' tempi fu
Evodo
in
Una ancor
Albani
,
.
pi
villa
(a)
20.
ficare
volendo ediabbozzare
,
e
,
Domi-
ziano
fece
in
fia-
Atene
le
marmo
ivi
.
pentelico
finite
fi
,
le
quali
eflendo
te trafporrate a
legante loro
fe
Roma e forma Da
il
perderono
la bella
ed
e-
ci
fof-
buon gufto
ma
monumenti
di
que'
giuocavano per lo pi i fanciulli Eliano yar. kiji. lib. 7. cap. 1 2. , Polluce Onom. lib. g. cap. /.figm. gS.fc^g. , Calcagnino De talorum , tejfer. & caicut. lud. e. i. in Thcf. jlntiq. griC. Gronov. Tom. VII. col. iztS. fcgg. Si facevano dell'oflicello del calcagno
.
fece
un dono
alla S.
altri
M.
di
Clemente XIV.
degli animali , detti perci tali dai Latini I pi ftimati erano quelli della capra falvatica .
.
Vcdanfi
il
(1) Ivi al tempo ftclTo fu fcoperto un gran candelabro di marmo , ornato a fogliami , e a figure con altri fregi. Della bafe triangolare non f ne fono fcrbati che due lati in uno ve un Giove colla barba aguzza alla maniera etrufca ; ma , ficcome il relo del lavoro indica lo llile greco de 'migliori tempi , dobbiamo congliictturare che a Giove fia ila;
fezionato poi dal fuccefiore felicemente regnante Pio VI. In quella occafiohe furono illuftrati tutti con una dotta dilfertazione dal fignor abate Marini , di cui ho parlato nel Tomo I. pae. t 77. not. h. , e pag. zgS. n. a. Nel I lati a quello (x fono fetbati tutti e tre terzo , fuppofto guaito , vie Apollo in atto d' infeguire Ercole , che gli ha rubato il tripode Il creduto Giove , come avvifa il Iodato fcrittore pag. iSt. , forf il facerdote cuftode , o edituo del tempio di Delfo, ove fuccedetce il fatto , accorfo al remore , e rimalto attonito per il facrilego attentato d'Ercole , oppure in atto di chiedere ajuto al
.
.
cielo
ta data 'al forma per imitare gli antichi fimula:ri Neil' altro lato v' un giovane Ercole che toglie il tripode ad Apollo , qual vedefi
.
rilievi e
gemme
Queflo marmo
fu
comprato
.
nal de ZcIa.^a allora prelato V. Aimerkungen uher die Gefchickte /c. p. 117. [ Egli poi u
(a) in Tito , cap. z. (b) L' unico monumento (curo di quello infelice principe la medaglia in bronzo poffedura in Roma dal fignor abate Vifconti , della quale daremo la ftarapa nel Tomo ni. (e) Vedi qui avanti /)i2g. zg. . 4.0.
(a) in Poplic. tip. toj. oper.
Tom.
/.,
$66
que' tempi
LIB. XI.
te
J'
,
ci
rimangono
all'
principalmen(a)
^ , '
arco che
imperator Tito
dimoftrano
edificail
nel
Foro Palladio
(*)
ci
conrilie-
E'
la figura della
dea lavorata a
vo
le
di
grandezza naturale
di quefto
fi
mezzo
a
del-
colonne
tempio
,
perde per
il
la
troppa vicinan-
za in cui ora
za colonna
;
vede
fi
elTendo
mez-
e f
paragoni
.
ai
foffitta
Mario
que due
-ii Campidoglio
,
di
quelli
,
tempi fono
er-
che vengono
roneamente
Mario
mettere in dubbio
efi
genuinit d'un'ifcrizione
che fotto di
fito
,
flava
prima che
liberto
nella
que'
monumenti
eretti a
.
Domizia-
nome era tronco (b) PoiTono quefli per tanto confiderarfi come trofei della guerra contro i Daci poich febbene Domiziano per mezzo de' fuoi capino da un
,
il
cui
pochi vantaggi
d'onore
gli
ci
furon fatte
Al-
flati
innalzati in
gufto
locati
e
il
l'argomentarono dal
quale un caflello
fito
,
ofia
Roma
da M. Agrippa,
ove l'acqua
in
pi rami divideafi
e ci era tanto pi
fatti
ornare di
tue
(*) Queflo fregio ftato difegnato e incifo da Sante Bartoli (b) Grutero Infiript. Tom. il. pag. 1 084. n. /. , Fabretti De Col. Traj. e. 4. pag. 1 ot. {,a) Xipbil. in Domt. pag. 2^2. D.
pi. ss-fiiS-
e Bartoli
Admir, Tav.
-g.
PRESSO
to (a)
.
Romani
ec.
^67
===
Ma
)
f
( il
,
ai
il
tempi
di
Domiziano
di
filenzio
;
Frontino
la
fua probabilit
quelli
(a)
fondaf maggiormente
paragonino
fi
con
de'
che trovati
muri nella
la
villa
luogo ov'era
.
anticamente
celebre villa di
imperatore
Tali opere
.
flile
22.
immagini
il
di
stame
di
Do-
ch dopo
fua
morte ordin
.
Per tanto
(e)
Roma
non v' che una ftatua fola nel palazzo Giuftiniani che per immagine di lui fia ftata riconofciuta Errano per coloro i quali pretendono efTer quella la fi:atua che al dir di Procopio (b) Domizia fua moglie erger gli fece dopo morte di confenfo del Senafua
tefl:a
nel
mufeo Capitolino
to
ftate
,
bronzo
e vedeafi
ancora
ai
.
tempi del
E' falfo al-
mentovato
tres
,
fcrittore
laddove quefira di
fcritto
,
marmo
come
alcuni
,
hanno
il
che
tale tatua
non abbia
fia
punto
le
foiferto
poich
,
ed
.
pur dubbio
detto che
la tella
la
Ho
non
s'attribuiva a
Domiziano altra ftatua fuor che quella ch' armata , poich non s'era fatta attenzione ad un' altra fua ftatua ignuda ed
eroica nella villa Aldobrandini
jf.
.
23.
fta-
Domiziano
,
(a) VVm. Uh. ^6. cap. I j. feci. 24. .^. (a) Ne da la figura il Montfaucon loc. de.
pi. ffs. g^..
(b) Come fu fatto anche delle medaglie. (e) Bottari Muf. Capii. Tom. il, Tav, ij.
(b) Hifi. are. cup. i.
3
"
(58
Storia
fiate
dei.
l'A^tt cppca
,
fo
'
erano
fcoperte ircrizioni
'
GAP.
III.
Qo apparteneffe ad un liberto del medefimo imperatore II ^ ^^ ^ tronco della llatua fino alle ginocchia comprcfavi una ma,
le
gambe
affai
e le
braccia ),
corrofa in tutta
la fuperficie
fefti
Oltre di ci
vi
fi
come
pi profondi
fattile
ftatue di
Ropi
e guafte
La
fotto
.
e
Il
meno
le
ingiurie
del
tempo
pezzare quefta
altre fiatue
imperatorie
.
24.
Greci nano
,
fiati trat-
tati
poich laddove
,
non abbiamo neffuna moneta coniata a Corinto moltiflime ne abbiamo di quello e della maggior grandi quefti
,
dezza
Sotto Nerva.
jf.
(a)
25.
Dei tempi
di
le
,
Nerva non
tre belliffime
altro ci
foffitta
e
,
qualche fua
propofito di quefta
vafi cos la
foffitta
,
che tro/wa/'aytTpoj
;
ragione
t/$
voce
con
dire xa-ftoi
onde inopportuna
per eftendere
tal
la correzione di certo
moderno
fcritto,
nume
e affai
a tutto
ci che dipinto
il
'
vero
per che
ture e fu
di frequente incontrafi
i
meandro
fulle
vafi
di raro
foffitte
degli antichi
edi-
(a) Vaillant Numifm. urea Imper. Colon, ce. par. i. pag. i p^.
(k)
ec.
in
tua fedente coronata d'alloro , e nuda roica nella parte , che vi dell'antica ,
all'-
vi la (la-
PRESSO
edifizj
.
Romani
di
ec.
369
LiB. xr.
In
Roma
diftatti
,
non ve n' altro efempio che ne! fuor di Roma non vedefi , che io lapPalmira
(a)
fi
.
GAP.
III.
jf.
26.
Una
Nerva
vede nel
mufeo Capitoiino
che rimettervi
la
il
v'
ha fatto
ne
la terra
11
pitolino (a)
11
da
lui
pafs
al
che probabilmente
e
un
medefimo
fi
pochiflme
jf.
telte
alle quali
confervato
nafo
ai
27.
riferirfi
tempi
di
Ner,
met
della
grandezza naturale
,
efi-
Altieri
eretta
come appare
rapprefentali
dall'ifcrizione fullo
zoccolo
;
a certo
,
M. Mezio Epafrodito da
lui
,
un fuo
tempi
/.
fratello
(e)
poich
fecondo
al
ivi
queir Epafrodito
di
di
Cheronea che,
Nerva
il
.
Nerone
e di
23.
Roma
Egli
e tutto
,,.
cTrijane.
(d)
vita
ebbero
rifvegh lo fpi-
rito degli
arti/li
IL
tella del
a a
,
alla
ec.
de Palmyr.pl. t g. [ Si trova pei fovcnte nei cornicioni delle fabbriche , come nelle ftelTe ruine di Palmira pi 6. e 1 1. , e in quelle di Balbec date dallo ItctTo autore pi. zz. zy. ^4. , nei bagni di Nimes prello Clerillcau Annq. de Frunce , pre-n. part.pl. jtf. , nelle rovine del palazzo di Diocleziano a Spaiatro , e in tanti altri
Wood Ruin.
palazzo farnefc
monu -Henri
come
nel
,
nell'urna di Cecilia
Me-
(A) Bottari Tom. il. Tav. zy.pa^.^i. [ Dice foltanto , che rairomiglia nel lavoro alla maniera dell'Algardi il che rileva come una cofa particolare in quello bufto , che del rello foftienc per antico (a) Un'altra, anche molto bella , egli poi I3 colloc nella Tua villa (e) Fulv. Urf. Imag. illuftr. num, g, (d) ocProcem.li- i.
: . .
370
alla fcultura
non riferbando
a s folo J'onor
(a)
;
delle fatue
LIB. Xi.
ma
CAP.JII.
cofcch al-
cune erette ne furono dopo morte eziandio ad alcuni giovanetti d molta afpettazione (b) Sembra elTere di quefti tempi una ftatua fenatoria fedente nella villa Lodovili lavoro di
.
Monumenti
e
Zenone
il
cui
nome
cos incifo
uoitempi.
^^^jj.^^l^ del
pamieggiamento
:
(a)
ofiervato (b)
HNflN AT T N A PO A I 21 E T2
Z
I
<t>
E n 01 E
pi tardi
,
mio parere
vivea un altro
Zenone
,
di Stafi in
Afia
pur chiamato
e pofela
fui
Zenone
lui
in figura d'un
Erme mezzo
veftito
di
.
verfi (*)
Dell'
(a) Vm. nParieryr. (i) idem /i. z.eptf. 7. (a) Secondo l'ufo degli antichi , i quali portavano delle lettere intefTutc fuU'orlo degli abiti V. Rubenio De re vcft. lib. t. e. io. Ciampini Vet. mon. Tom. 1. cap. i j. (b) Nella prima edizione aggiungeya l'Autote Sembra che in quefto tempo fia (tata una fcuola d'attilli in quefta citt d'Afrodifio
.
:
nella Caria
di effa
,
attcf
nomi
di differenti artifti
.
V. Injcript. che fi fono confervaci Syrac. in Gr&vii Thef.Sicii. Tom. K7. Sotto
la ftatua
antica
d'una Mufa
:
nella galleria
Granducale a Firenze fi Icogc Opus Attilia'ni Afrodijenis , che come nota Buonarruoti Ofserv. jopra ale. framm. di vetri , prefa^, pag. XXI. , dovrebbe dite jlfrodifienfis . (*) Eccone una parte
NI
MAKAPTATH C T A * CIACnOAAAAe-.-..
nATPlC MOI
ZHNCJU
C A
nPOTeONHKOTI nAlAI TYMBON KAI CTHAHN IKONA CATTOC r A T A AICIN MAIC nAAAMAlCI T?XNAC ZAMeNOC KATTON
i^
e p r
oN
PR.BSSO
Dell'et per
la
Romani
nella
bc.
371
non
fi
Tua
Vedcfi quefto
fi
monumento
villa
Ncgroni
,
LIB. XI.
GAP.
111.
di cui
abbiamo
fca
,
di
Pallade gigante,
io noi faprei
il
determinare
;
la
ftatua volgare
e grof-
folano n'
lavoro
ma
all'ifcrizione
.
29.
Fra
le
Sua
colonna.,
nome
ficare
(a)
e che flava in
fotto la
mezzo al Foro fatto da lui edidirezione d'ApoLLOooRO ateniefe , in memouna rara medaglia
d'oro
di
A
Gli ultimi verf ncn fi poflbiio ben leggere, ElTa pee nelFuno (mora lia FOtuto fcif rarli r , oltre la notizia che ci di d'un artifta
.
a a
2
quella citt
,
abbreviato
ni
poich
le
voci
noppo
ftiracchiate
I falli di
profodia
non
indurranno in eriorc , io m'immagino , coloro che conolcoro quanta folfe la negligenza no fcrittore , e ci (cmiriniftra la fpicgazione de' poeti a que' tempi e ne' feguenti , princidelle lettere 2TA , cie leggond fu una mopalmente nelle ifcrizioni neta del re Epifanc , intorno alla quale fatte fi Pubblicher a quefto propofto un'altra fono molte conghictture Beger. Thef.Brand. ifcrizione che fta fulla bafe d'una ftatua di Tom. 1. pag. zsg. , \t ite Numm. ant.BodUj. Bacco in Grecia Io non Co ben indicar in pag.i 1 6. V. Cup. De eleph, exercit, i. cap.^. qual luogo , ma forf nell' ifola di Scio , da in Suppl. Ant. Rorr.. Sallen.Tom. ni. p.74. dove ebbi quefta con altre greche ifcrizioni : pertanto probabile ciie fia quefto il nome
. .
indica il nome della citt di Stafi in Afia, di cui non trovali fatta menzione predo nedii-
AISANIAS /ilONTrOY
rende dubbiofb f L-
. . .
MzfCe'i
Muf.
fania foffe l'attilia , o colui che ha fatta erigere la fVatua . (*) L' ifcrizione fu mandata da Roma a Carlo Dati a Firenze , copiata in quefto modo , e da lui data nelle F'ite de'pinori p.itS.
Ver. Infcr. var. p. CCCXVllI. n.4. la pubblic completa qual dovtebb'elTerc , fenz'avvifare che dianzi era mutilata. Eccola qual / trova fulla mentovata bafe :
TIOXOS
I
N A I O 2 n O E I
I
d'Antioco trovafi eziandio fu due gemme incife , preflb Cori Ir.fcrirr. Tom. 1 . jGtr.mA , Tab. r. num. 4. , e Quirini Epift. ad Freret. pag. 29. (a) Fattagli alzare dal Senato dopo la vittona cortro i Daci , come fi lecgc nella ifcri2one pollavi alla bafe , e riportata anche dal
Il
nome
Montfaucon Diar. ita!, cap.i g. pag. 260. da monfgnor Brafchi De fr/4./?jr. <:.!(?.. p. pag.g4. , e nelle note a Gcllio A'oiS. att. 1. 1 ^.
P.
pac.n^^.
/i/>. 6S. ci 6. Tom. il. vuole innalzata dallo ftelfo Trijano fenza darne ragione .
cap. z^.
Dione Caflio
la
572
=
d'oro
fi
vede efprefro
figure
,
LIB. XI.
le
CAP.
III.
colonna
riet
Scrive
fefiio
il
Ciacconio
che
a'
fuoi tempi
la
decimo
di
teda della
fi:atua colofTale
pofi:a
in
cima
alla
colonna
.
(a)
ma dopo
non ne troviamo
fofiero le fabbri,
pi fatta menzione
Di qual magnificenza
bronzo
la
che
di
e le volte
poffiamo argomen-
di granito
,
bianco e nero
ivi
fcoperta
Agofto del
.
I7<5j.
mezzo
efla
di
diametro
Si
fonda,
palazzo Imperiali
con
marmo
bian-
co
colonna, ed
me-
no
palmi
Il
luogo donde
fu fcavato
vi
fiefTo
cinque
altre limili
colonne che
della
fono rimafte
fervendo a foftenc,
re
il
fondamento
la
nuova fabbrica
.
(b)
poich nefllmo ha
la
voluto fare
pana
il
Dopo
Colonna Trala
pi illuftre
monumento
di
quell'imperatore
fua
Albani
(i)
.
alta
cinque
alla
fommit
. 30.
?!onai-a da Gelilo lh. 11. ca?. 17.
,
Per
mare
i
da yopi
come
(.e)
Anncila
al
toro era
la
Balilica
Ulpia,
Icnve
lo
cliiamavali Ulpio, e Te ne h,'i la figura in tante medaglie . Ivi era parimente la cckbre Biblioteca , neiicosi
detta da
Trajano, che
(1) \iz\\'i{vi^ Annotaiwni alla Stona arte l'Autore annovera fra i monumenti di queft'et una Venere ignuda , il cui manto
,/. ddl
,
PRESSO
jf.
Romani
ec.
373
LIB. XI.
30.
merita d'efer qui rammentato l'arco di Trajano in Ancona ^y.CAP.III. rr "IIce poich non v' neliun altr antica iabbnca , che ottra 1 malli ... efuoarco
'
1
enormi che
al
in
quefta
fi
veggono
11
*"'^"'^""*"
mani
full'
terzo
largo 17- e
,
biamo che
tare fui
ad
,
Pubblico
di
1
,
pilaftri del
ponte
getla
Danubio
,
ferviano
a far
.
dice
Dione
fin
anche dopo
conofcere
la
jT.
gcttato fu un lungo vafo in piedi che le fta vicino , e la cui tcrta , che ancora la prima, fomiglia a Marciana fcrella di Trajano Trovali quefta nel giardino dietro al palazzo Farnefc , ov'c un'altra (imil Venere , f non che divcrfo n' il mlCo , ed ha in volto l'ufara belt di quella dea , febbene liane limile alla prima ra;conciatura de' capelli , qual fi ve.
luoghi vi l'ifcrizione rifpettiva di loro , e tre llatue fi vedono accennate fulla medaglia battuta in quella occafionc ad onor di quel principe . L'illulrc prelato monfignor Borgia ha pubblicata nel 1771. una ftampa in ra-
de
altrefl (ulle
abbiamo
not.B.
I
me ma
fue parti in grande cfattifli, e nel difcgno , e nelle mifure , e vi ha anNon potranno nelTa la medaglia fuJdctta per a norma di tali mifure crcderh inefatte
dell'arco
.
Annovera eziandio
certi
bafll-rilicvi
che rapprefcntano de' guerrieri coi loro veffilli , e le figure ne fono alte undici palmi fra elle diftinguefi quella del capitano , ma
:
r.on
tcfta
fui
fi
.
pu
In
.
dire chi ta
poich
gli
manca
la
uno per
veffiUi
chiatamcntc ravvilafi
bufto di
,
cio
di lui
che ha date il noflro Autore del pezond'c comporto il bafamcnto ; dovendofi riflettere , che elfo e tivellito tutto intorno di altri pezzi di marmo , i quali per confcgucDza ingrandifcono le mifure nella ftampa Io credo di fare un pregio a quefto luogo della ftoria , riportando l'ifcrizione di mezzo come la riporta il lodato prelato ; giacch fcorrstta come la da il Fabretti
quelle
,
zo folo
tanti altri
IMP.
CAESARl
.
.
DIVI
NERVAE
.
F.
NERVAE
TRAIANO
AVG. GERMANIO DACICO PONT. MAX. TPv POT. XVIIII. IMP. IX COS. IV. P. R PPvOVIDENTlSSlMO PrxlNClPI SENATVS P. Q^R. QVOD ACCESS VM ITALIAE HOC ETIAVl ADDITO EX PfCVNIA SVA PORTV TVTIOREM NAVIGANTIBVS REDDIDERIT
OPTIMO
Tom.
il.
ftg. 1130.
(e) Fu Adtiano che lo fece diftruggere per timore che i barbari non avclTsro quindi u
374
jf.
Ro?-5Ani ec.
LIB. XI.
CAP.IH.
imperatore
cia
,
Gre-
n
,
ivi
aveano
greci
artifli
tari
poich probabilmente
fuorch
in
te altre ftatue
Che
pur
ta-
ricorreano a quelle
di cangiar-
ne l'ifcrizione
per
la
,
inci-
deano
il
.
nome
d'un
romano pretore
di altra
perfona qua-
lunque
a rinfacciare ai
(b)
.
Rodj Dione
mezzo
perch andafle una volta per luo, o ghi dirupati , e fcofceli ad allaltare i nemici lui folo fondamento di aver inrefo dire in Roma che vi foller Infatti nelle teftc di Trajano non v' alcun indizio di un lmil
prone
difetto
(a)
in cia
.
marmo
(b)
erette delle
le
ftatu?
citt
della Gre-
Paufania
Orat.31.
LI-
LIBRO DUODECIMO.
Storia delle Arti del
O
momimenti
. .
Amor d'Adriano
Capua
peja
. .
per
le arti
Suoi
In Grecia
.
. .
e.
Roma
Jatue Suo fepolcro ~ Villa di Tivoli ~ di PomSimili mufaici miifaico delle colombe
.
. .
ProgreJJi
.
dell'arte
gini d'Avtinoo
Centauri del mnfeo Capitolino ImmaImjo ... pia tefta e altre pie figure -
Effigie
d'Adriano
non
Amord'A^
ma
medefimo
delle fta-arti.
,
tue
non
tali
per
fenza
una
37^
Storia dells
vile
= una
LIB.Xn
adulazione
.
Pare ch'egli
nelle arti
nuo-
file
come
il
ed avea tutta
l'attivit
per efeguire
tutto fapere
di
tutto vede-
anno
del fuo
per l'impero;
abbiamo tuttora
monumenti
.
nelle
monete
e
And
per-
fua lettera al
confole Severiano
Suoi
monu-
jf.
I.
Ai tempi d'Adriano
i
fui
trono,
con
menti
efla riforfero
libert
dopo la perdita della non avea mai goduto un tempo s felice n avuto
Greci. La loro patria
,
.
L'imperatore, proponendoli
,
cominci a dichiararla
citt
i
li-
bera
diede a tutte
le
.
greche
mezzi
di rimetterli
tal
come
(i) Se le fcicnze e le arti trovarono in Adriano un amatore ed un protettore , gli uomini (cienziati e gli artilti migliori fperimentarono in lui un invidiofo , un perfecutore tal era an>.'he nel refto il Tuo carattere , cosi che la fua vita fiata un comporto di contrad:
efFetto di vendetta che d'invidia , fiato l'architetto ApoUodoro , che perTrajano fatto
avea in
lio
.
gi io
tolfe"li di poi
anche lavita
;
perch
quefti nel
dizioni . Quello lleflo Adriano , clic dagli rtolici antichi , prefTo Snida v. Adrianus, ci vien rapprefentaco per lui uomo dedito alle fcienze , all'erudizione , allo iludio delle lingue, alla pittura ed alla fcultura , autore d'alcune opere in profa e in vcrfi , pittore di pi quadri , fcultore di molte jlatuc in marmo e in bronzo , quello ftclio Adriano tent deprimere Omero col foftituirgli un poctaftro conofciuto appena da pochiffimi , p:r nome Antimaco . Simile condotta tenne egli con Favorino e Dionifio , amcndue retori aflai celebri de' tempi fuoi i pi perfcguitati da Adriano furono gli artilli , alcuni de'quali ti eprelie grandemente , ed altri anche uccife . Suid. loc.cit. Tra quelli , bench pi per
.
boUor d'una difpura fuU'arte avealo chiamato pittor di zucche Adriano diffatti erali da giovane occupato in tal genere di
pittura . Xiphil. /';: Adrian, pag. 2J7. [ L'altro motivo , che indulfe Adriano a torlo dal mondo, fu perch .difapprov il difcgno del
tempio da Venete
e
lui
fatto edificare in
Roma
/.
e de-
c.p.zH .; a
Roma
tome anno
Ma
, all'olimpiade ccxxvii. iL, riportato dallo Scaligcto in appendice alla Cronica d V.u^e.ho pag. ^4.2. Vedi anche Buonarruoti OJferv. ijlor.fopra ale. medagl. Tciv. i n. j. pag. i 7. (li) Vopifc. in Satura, cap. S. Tom. il,
delle olimpiadi
pag.7ig.
(J>)
S\-iAnia.n.
in Adrian, pgg.p. t.
377
Llli.M;
(a)
ma
de'
tempj
degli acquedotti
e de' bagni
(l)
11
tempio
le
fette
i
ma-
mondo
forpren-
abitanti di
jf.
2.
Fra
Adriano
diftinfe
Atene
,
per
ef-
per aver.
egli vifTuto
molti anni
Ridon
Cefalonia, e termin
il
tem-
prima imperfetto da
le
In
una
;
Giove
medefimo una
che
jj".
citt a
3.
Roma
foggette (e)
di
La premura
fra
arti
erafi
:
Grecia
fi
diftinfe l'oratore
Erode ateniefe
detto
quindi Attico
molte greche
bianco
citt
form
il
fuori d'Atene
llifTo
un nuovo ftadio
,
di
marmo
prefTo
,
fiume
(d)
edific
.
un teatro
un
altro
a Corinto
(e)
4.
,
fu gi
pago Adriano
di cos
abbellire la fola
:
Grecia
nutrimento
molFra
te cict d'Italia
effetti
Tom. IL
(a) Vedi f[Xii SLvami psg. 1 g S (b) Fece innalzare una ftatua in marmo yario ad Alcibiade fui di lui fcpolcro in Melina Ateneo //i. / ^. cap. 4.. pag. jy^f-. (a) X'^hil in j^drian. pag. 264- D. (e) Paufania lib. 1. cap.i S.pag.4.z. e 4.3. Libanio Epifl. 607, pag. zqi. fcrive cJie Adtiano eu inipegivaci/fia per leltautare cut.
B b b
.
ti i tempj antichi Le Roy Ruines dei plus beaux monum. de la Grece, Tom. il. pl.S. io. da la (Tampa degli avanzi di un tempio , e di un altro edifizio da lui alzato in Atene .
(d) PinUmi l. eh. cap. i g. pag. 4r.feg. (e) Fiioftrato De vit. fophij. Ili. i, n.J,
^.
il,
=== 378
Fra
CAP.
j.
diveri
edifizj
da
di
.
lui
fatti
coftruire
in
Italia fuor
di
Roma
>
mi contenter
.
...aCapua... pi-ia-
^ CUI e
il
n Itata
ritenta
piut-
tofto
appena cinquanta
lla
diftante dall'anfiteatro
che ha fupplito
in
que-
mancava penfa che le mentovatevi colonne col polle da Adriano fiano le mezze colonne delT
ifcrizione a ci che
anfiteatro
ivi
come
in tutti
no
in fuori (b)
Nemmeno
ha confiderato che in
le
fiffatte
fab-
flatue
le
quali
come
le
.
coDif-
lonne intere
fatti
poteano folo
in
quello di
Capua
ni
alcune colonne di
e molte flatue
;
del
quale fcavo
vedono
tuttora le veftigia
lurono che
f
lazzo
La pi
il
appoggia
pie finillro fu un
non che
...
le
^'^
mancano
le
braccia
einRoma.
Roma
,
il
magnifi.
s.oiepokro.
nome
di Gaftel
Sant'Angelo (e)
intorno, era
riveflito
marmo
bianco
ornato
,
di llatue.
Quella fabbrica
elfa
in
Romani
il
in
alTediati
i
dai Goti
vano fopra
nemici (d)
una
delle
celebre
Fau(a) / mutil. Campati. Ampkhk. tltul. te. princ. (e) Non fono certamente cos negli avanzi dell'Anfiteatro Flavio , detto voli;armenie pi grandiofa de' il CololTeo , che Topcra tempi di Vefpafiano , che lo fece innalzare ;
e negli avanzi del
(e)
il
di
.
Marcello
Spaziano
nella di
cav-io- Tom. I. pag.rSo. , (d) Procopio De beilo soch. lib._ i cap. 2 2. Di pm pag. ^66. fcg. ci da quelle notizie la. fcrive , che il marmo , di cui era riveitita mole , era pano La mole era quadrata , e da molto tempo prima era (tata circondata pe"^ ' Pdi mura , e ridotta a ufo di tortezza deua portuait del luogo , e per 1 ampiezza
lui vita
.
ec.
fi
379
trov nel
ri--
che
LIE.Xil.
quel cartello
La pi grand'opera
di fcul-
GAP.
I.
tura ordinata da quelV imperatore era certamente la fua ftapofta fulla vetta di quello fuo fepoltua fu una quadriga
,
ero
la quale
grande era
,
le
crediamo
di
allo fcrittore
che
ci ne racconta (a)
pir potea
valli
.
che un
nel
,
uomo
comodamente
fleffo
concavo dell'occhio
Soggiugne lo
folo
ma
tale
racconto ha
me
la
di
.
un
altro
greco fcrittore,
6.
Ma
,
la
fra tutte le
opere
viiu
di
t-
d'Adriano
fenti
fta
li
, ,
fu
^'"
le
hanno ben
Rinchiudeva queteatri
,
due
,
dai qua-
eiTendofi in
uno confervata
la fcena
.
polliamo prendere
copiare
le
,
ima
le
Ivi fece
pi belanzi vi
fituazioni e
Campi
,
Elisj
(b)
Con
tanta
mari-
gnificenza
veflito di
fi
marmo un
,
lago artefatto
in cui rapprefentavanfi
vi
fi
de' combattimenti
tro-
vano
tuttod
fra
molte
tefte di
mar-
mo
e di pietre
dure
te rotte a colpi di
piccone
.
le
fu card, di Polignac
Bb b
fabbrica Nella fommit era ornata con ammirabili ftacuc d'uomini , e di cavalli dello
.
jf.
7.
Del-
pre pi
fi
renderebbe dubbiofa
ed incerta
ftcro
marmo , varie delle quali di maggior giandez7a furono fpezzate in quella occafione per gettarle contro i netriici , che cosi furono re{pinti Se precifamcntc nella fommita della moie erano le ftatue , fecondo Procopio, o la ftarua d'Adriano con cavalli , fecondo Giovanni Antiodicno ^ui appretTo , fcm.
l'opinione acccnnara qui avanti pug. 4.4.. , che vi folle pofta la pigna di bronzo ; non potendofi capire come qucfia vi aveCe luogo .
(12)
''/'Saun.
Noti
ji
,
(a) Ve(3i Capo ultimo . / 6. (b; Spariiano nella di lui vita Tom.I. pag. zi j-
in fine
80
jf.
fi
LIS.XU.
fcavano
ne fono ornai
tute'
CAP.
mufei d'Europa, e
I. ivi
...ftatue
cxovate...
^^Q.^^^
fulle
(^^)
j]
villa
rovine di quella di
,
Mecenate
ornolla
d' infinite
le quali
e per la
.
maggior parte da
lui pafTate al
mufeo Capitolino
ivi
pi ragguardevoli
...emufaco
Jelle
jf-
colombe.
colombe
il8.
Fu
pure fcoperto
i_
i
il
i
mentovato
(b)
rr
mufaico delle
r
i-
poich gU
fi
altri
mufaici fono
colori
Il
,
fatti
alle
quali
danno
tutt'i
.
che
dif-
quadro
delle
colombe
j
fu trovato nel
fatto d'un
fafcia
il
mano
pezzo
di
mezzo
D'una parte
il
di quefta fafcia
,
ne fece fare
colloc
al
dono
.
de-
funto Elettor
jf.
di
SafTonia
allorch fu a
Roma
,
9.
Il
Clemenilluftrolfia
che
medefimo mufaico pollo da Soso nel pavimento d'un tempio a Pergamo poich difFatti pel foggetto rapprefenquello
il
,
tatovi v'aifomiglia
Prende
egli
,
l'argomento principale
della.
(a) Oltre due bellifEmi Ermi della Tragce della Comedia , ora porti nel Mufco , Pio-Clcmcntino, vi fi difottcrrara negli anni fcorfi una bella ftatua ignuda giacente , lavoro di quefti tempi in marmo bianco , pofleduta in Roma dal ilgnoi conce Marefofchi j
dia
crede pi comunemente un Endimionc , quale per altro fecondo la favola dormiva cogli occhi aperti. Ateneo Uh. i ^. cap. 2, pae. J64. C. (b) Vedi L'ih. X. Cap. ni. pag. 2S0, (e) Vedi qui avanti ^a^. Sj. 6.
e
(I il
ec.
,
381
die' egli
,
ond' probabile
che
>
non
ve
la
.
fia
ftato lavorato
fui
luogo
ma
trafportatovi da altro-
^^^^"
Quella probabilit per non balla a rendere foftenibile a cui molte altre difficolt s'oppongono (r) fua opinione
,
.
luogo
(a)
Che
di
da Pergamo venne
tempo faranno le larghe fafce de' fiorami in fimil modo lavorate il che non paAltronde l' addotto argomento nulla prova re credibile poich quelli fini e faticofi lavori non faceanfi certamente ma fecome i mufaici grolfolani fui pavimento medellmo lombe
,
opera
incaflrarli a fuo
luogo
(b)
IO.
fine e pregevoli
,
simili mufaici
pitture in mufaico
fono fcoperte
non ha molto
nelle
ruine di Pompeja
in
no
zi
ma
an-
che foderate
marmo
al
di fotto
,
alti
due palmi
,
e lavorati dallo
flefTo
Dioscoride
di
Samo
come appare da
:
quella
AIOS(0 Che
che fece copiare nella villa Adriana i pi belcome vediamo , che li cdifzj della Grecia; ha fatte imitare anche le (latue degli ftili diverfi , e delle diverfe nazioni , che harino coltivate le arti del difegno ; e non mai ft legge , che loro abbia tolti i monumenti
originali
i'a)
medefimo
certamente
[
,
La defcrizione
,
di Plinio
tale
mufaico , di cui fi tratta come pu vederli anche dalla fisjura datane da Furietti nella citata opera e Mufivis , e Foggini Mujeo Capit. Tom. ly. Tav.p., ove confuta le ragioni di Winkelmann con poco buoni ragionamenti Io credersi pi probabile , che quefto (a una copia di quello di Pergamo , anzich l'originale ; non potendo credere , che Adriano abbia fatto levare quell'opera da un tempio quando anzi egli avea tutto lim.
fono
fatti collo
meno
(b)
che i mufaici degli antichi ftucco di calce , enee molto forte del maftice dei moderni , e fa-
Tanto
piti
cilmente
fi
fiacca
Queft'argomento farebbe anzi contro ; perch il mufaico in tal maniera dovea farft fopra una tavola di marmo , o altra pietra ,
come
pegno
e di alzarne
,
parti dell'impero
co-
e perci non farebbe fta11 fa oggid ; to tanto difficile di trafportare fulla medefima tavola quel pezzo da Pergamo fenza
me
il
noftro Autore
332
7^Z~
GAP.
I.
AI02KOPIAH2 SAMIOS
Eno
Spero che
fa
I
H2E
a!
mio
leggitore f qui ne
ai
aggiungo
le
la
defcrizione
li
28. apri,
mica
fuona
ed un fanciullo
.
ftro-
mento muficale
il
La prima
;
a defl-ra
,
quale
tamburino
fla
l'altra
di
donna
tibie
avanzata,
in piedi e
fuona
,
giovane
e
il
voltata di profilo
fuona
.
tempo
fteiTo
due
fanciullo la
II.
Il
cornamufa
jf.
in
mia pretre
di febbrajo
Son
vifo
ivi
,
pure
figu-
al
ed un fanciullo
deftra fiedc fu
uno fgabel-
colori giallo
rofTo
e incarnato
.
ElTa
,
mani quali
in
La feconda
una
ofia
fiede innanzi
ad
un bel tavolino
ca
,
di tre piedi
fu cui v'
calTettina bian-
e vicino ad efo
una tazza
.
Accanto ha un ramo
rilevafi dalla
ed
come
Amendue
za
,
figure
La
in
ter-
mano
.
.
una tazza
PrelTo di
ed ha tirato
lei fta
capo
il
Jf.
12. Per-
^^)
loBO
Itati difottcrrati
quali
Muko
jf.
12.
s'
385
altri ti-
toli
poRerit per
LIB.Xll.
l'in-
^^^
^"'^"
meritan quelle
d'ef- r,ogte(ndcir
e ap-
dopo la di lui morte rammentare il lettore di ci che dicem- ...nell'imi15. Deve qui (f. ^ J ^ tallone dello mo nel Capo III. del Libro II. (a) intorno all'imitazione de' i'"ie egiziano,
pena
foftennefi cinquant'anni
^
lavori egiziani
che
s'
introduffe in
il
Roma
Con
iftatue
pi
villa
che probabilmente
il
quel.
Canopo
Dob-
biam
f
dire che
tali
fra le ruine
le
molte trafporta-
Roma
.
fiderevole
jT.
14.
in
VeJefi da
tai
lavori che
,
l'arte
e forf
,
re Io
flile
etrufco
i
E con ragione
ziane ftudianfi
il
quale dev'elTere
tanto pi efatto
fetti
quanto pi facilmente
ne fcoprono
,
di-
per elTere
Ma
ficcome
fua
l'arte alla
tendelTe a perfezionarfi
non
folo feguendo
cangiamenche
fucceduti nello
ftile
ma
quelli il-avati nell'anzidetta villa Adriana , tre de' quali bclliirimi fono polleduti dal fignor
gclis
conte Marcfofchi , e il pi bello di tutti quefti , e di quanti forf cfiftano al mondo, l'aitre ritrovato nella ftelVi villa
,
e paflato an-
che
al
fenta quattro mafchcrc fccniclie circondate da un beililfuno teftone di frondi di pioppo Nel tciritorio di Tivoli , flato trovato
pm
, rapprefentantc cofc egiziane, come egiziane fono quelle rapprcfcntatc nei mufaici , de' quali parla Orlandi nelle note al Nardini Roma antica , Uh. 7. e. 8. ree. XIII. p. ^fiS., e il mufaico di Palcftrina , di cui (i parlato qui avanti pag. ^iz. Alcuni fono di pietre naturali con qualche pezzo di fnialto . (a) pug. 1 1 i-jegg-
384
che
LiB.XH.
gi
fatti
degli Egizj
.
f le
CAP.
non
gliel' aveffero
contefo
Abbiamo
il
delle figure
file
I.
fecondo
vero antichiiifmo
ne
f fra le altre
fatue
magdelle e che
non
ci
.
Vediamo
altres
,
fatue
che indicano
il
fecondo
ilile dell'arte
egiziana
in Egitto
come
rilevafi dal
marmo
defimo
,
nero
di cui
pur
vi
fono
me-
ma
in
Ve
n'ha d'amendue
la
fpecie nel
mufeo Capitolino,
confervato
ftile, cui
e nella vil-
Albani
^'
^ ^'
T '*^'
''d'ft
^^ maggior numero
,
fi
di quefti la-
o*
vori d'imitazione
Adriano fem-
modo
muleo Capiolino.
fezione
.
.
Neil' indicarli
.
comincer
mual
mentovato mufaico per 13000. feudi romani N annovero io gi qucfti Centauri in primo luogo perch li creda
,
la
no
*
nome
de' greci
.
artifti
che
gli
elfi
fcolpirono
Tro-
vati furon
maltrattati
e guafti
onde molto
fero
fui
vi fu
da rappezzare
,
(b)
il
dofTo un fanciullo
,
come
Centauro
ghefe (e)
il
(a)
Si
I.
^-Icgg(b; Ne da la figura il fignor Cavaceppi Raccolta di llatue , ce. Tom. l. Tav.. 17., e Foggini Muf.Capit. Tom.l^. Tav.i ^. 14..
Tomo
(e;
Ho
gi notato nel
quefto Zia una copia del pi , che vecchio di qucfti due del Campidoglio Ci probabile , quantunque fembri pi bello quello di quefto , s perch quefto ha l'ifcrizione , e s perche l'elFere in marmo bigio mouto conviene pi all'idea d'un originale ,
not. a.
.
li
di
del
Mufeo
Pio-
reitaurata , noi la diamo qui annetta , ca e prefa dalla Raccolta d'Aiuichic del Borioai
illufttata
d^ Venuti
Tjb. g.
Il
lignor
Huber
illlililSI!
Alt.Pal.V.V7XC.U.
e e.
385
fofTe la figu-
in cui
la
=====
ra portavi fopra
Centauro, probabilmente era di metallo. Il pi vecchio di che que' due Centauri al pedo o balion paftorale ricurvo il quale adtiene in mano , fembra rapprefentar Chirone
,
,
deftr
alla
.
caccia
Giafone
Tefeo
Achille (a)
ed
altri
eroi (b)
rf.
i6'.
di quell'et
ma anche
,
immagim
di
de'
le
tempi migliori
quali
in
una
del-
un
balTJj-rilievo
l'altra
.
una
Mondragone fopra
fu
Frafcati
D.'a.
mendue ho
j)\
17.
,
La prima',
che
^"ot.udo...
Adriana
de
caro ad Adriano
.
Non
fia
Eifa fcavata di
,
che un pezzo d'un'opera grandietro per alleggerirne il pefo del mar quella
mo
pare che
,
ch' libera
fembra
a cui
una corona
L'artifta
la
confu
o l'apoteof d'Antinoo
l'effigie
poich appunto
un
di
coloro
e e
cui l'adulazione
divi-
Tom. IL
di una copia L'altro Centauro del MuIlo Pio-Clemcntino in marmo bianco dato nel Tomo I. della defcrizione di elio Mufeo Tdv. f7. potr effer la copia del pi giova-
C
lia
che
dalla prima edizione , in cui \iinkclmann dice , che quefti due Centauri del Campido-
glio fono di
ne
dei detti
due capitolini
ramcnte
marmo bieio come lo fono ve? ma non ha badato che cos mct, ,
''^*
(a) In una pittura defcritta da Filoftrato Icon. /i^. 2. cap. 2. pag. 8 1 j. Ch'ivoiK portava Achille piccolo fui dorfo , per infcgnargli a cavalcare . Achille rideva per allegrezza , e Chirone lo guardava anch'cgli ridendo . Po-
tcva l'Autore in contradizione per ci che ne ha detto in quefta feconda edizione fopra alla pag. i j.
(a)
num. iSa. 17 g.
Centauro nominato
.
del
Mufeo
Pio-
figura , come era prima che foffc relaurata , noi la diamo qui anneffa , ed e prefa dalla Raccolta d'Antichit Jcl Borioni
illuftrata
(e La
dementino
(b)
Il
d^ Venuti
Tali. g.
lignor
Hubcr
386
divinizzava
LIB.XII.
,
il
allo
.
flato
di
divinit (a)
tefta
fuitefta...
18.
La
colofTale di
Mondragone
,
s s
intera che
bella che
fembra ora
io
di Belvedere
te
iifcita
dalle
non credo
che
,
di
e'I
troppo dire
f la
chiamo
Laocoonte
.
il
pi bel
(iaci
rimafto
fo
dovrebbe
di
l'artifla ftudiarlo
;
come uno
de' pi fublimi
,
moi
delli
belt
poich
,
le
forme
colofTali
richiedendo un
grande
gnatore
bidezza
artefice
il
quale
ci
limiti della
,
natura
e'I
all'altra
forma
tal
Oltre la
capelli
fono
in
maniera lavo-
di
Ho
19.
t
jf.
le
tefle
di
loto
la
AleiTandria
mata
naftro
di
foli
fiori
di
,
ma
ramo
loto mede-
fimo
cui fiori
,
per-
non erano
dello dciTo
marmo
ma
la-
d'altra materia
ti
come s'argomenta
dai buchi
fatti ai
due
dello ftelo
tre dita
,
un vuoto quadrato
il
lar-
go
e in eftb era
.
probabilmente conficcato
mag-
jf.
20.
Ab-
(a) Oppure fi rapprefentavano fu un'aquicome rappreientato Tito fui fuo arco , in Campo Vai;cino , dato in rame dal Battoli Admir. Antiq. Rom. Tab.p. ; o fu un cavallo
la
Daniele Schoepflino Comment. hiflor. & cric. Commentado hiflorica de apotneofi Imper. Roman, cap.4. pag. 84. Tab. 1. z. Le imperatrici nelle medaglie fono portate fu un pa-
alato
colla dalle rtiedaglie , e dai bafed altri antichi monumenti , alcuni de' quali poflbnovederfi riportati da Giovanni
,
come
,
vene
firilievi
(b) Lib. VII. Cap. ti. . t f. pag. 40. (a) Ki. Deipn. Ub.i j. e. .pag. 667,
D.
3S7 DAI TEMPI d'Adriano ec. Abbiam in oltre d'Antinoo una belliflma ftatua,' 20. jf, LIB.Xil. la quale (lata trovata fui coronata d'eliera come Bacco monte Celio in Roma nello fcavare le fondamenta della villa... e altre fuc
,
Cafali
fta
ov'elTa
tefta
fi
cui fu impo-^""^"
una
d'Antinoo
.
fiata
tata a
Potzdam
di
1 ritratti
di queflo
numerofi
il
quelli di
qualunque
,
altro foggetto
Fra
buih
mu-
Verona
.
manchi
la fpalla
,
finiftra
Una
che rtava nel mufeo de' fratelli Zanetti a Veuna gemma fu comprata dal duca di Malborough nezia 21. Il pi bel monumento dell'arte fotte Adriano fa(f.
,
.
Pretcfo Aiiti-
rebbe
il
cos detto
Antmoo
.
1.
di
Belvedere
r.
{a)
;
le
^ diBcIve-
veramente
rappretra le
dcrc.
di quel
giovanetto
ma
effa
prima
clafle
,
com-
ma
tamente prefe
le
La
tefta
Regna
nel volto
dell'Apollo
un'altera maeft
ma
qui
le
za
e le
ad un'
fenza moftrare
la
alcuno di quegli
affetti
bell'armo-
Scorgefi
diffatti
gura una
fo
,
tal
quiete
e quella interna
compiacenza
i
di s ftef-
fenfi
e da ogni og,
getto efterno
richiama
come
amore
ma
fenza moftrarne
defiderj
G
(a) MafFci Vir.
illufir.
e e
non
par. ^. col. zi 6.
Tav.
0.
{a) Portali
Muf,
Capital. Tom.il,
Tav.3.
pfg. Jj. [Fu trovato full' Efquilino vicino a fa Martino ai Monti . Aldroandi Statue , pag. n^.
'-
LIB.X!!.
CkP.l.
Storia delle Arti del Disegno 388 non efpnme che innocenza La bocca nel piccolo giro de' fuoi contorni grandiofamente difegnati fpira emozioni ma le non fenta fembra che Danno un nobile compimento al volto le gote nutrite con una piacevole pienezza e'I mento
. ,
.
che dolcemente
fi
rialza
fi
ritonda
efTa
folle-
come
la
fronte d'Ercole
fembra gi pre,
conizzare l'eroe
e
le
d'una
cofce
il
;
ma
le
la bella
forma
che richiede
i
re,
ftante del
piedi
d'A:
jf.
22.
La pi bella
v'
tra
le
figure del
medefimo Adriano
.
diiaiiD
una
telta colofi^ale
Nel mentovato
mufeo Bevilacqua
per
la
rofi in et giovanile e
rtraordinario per
,
non
,
a ricci
come efler iuole generalmente La pi pregevole tra le gemme incife colla fua effigie un cammeo che apparteneva
, ,
dianzi al
mufeo Farnefe
Thoms genero
del celebre
Boerhaave
.
(b)
ed
c>ra
nel
mu-
jf.23. SotCa)
ic
Si
ftatue d'Ancinoo dove ricordarli quella belIifTima del mufeo Capitolino , ove rapprefntato giovanetto . Se ne veda la figura predo Settari Muf. Caph. Tom.til. Tav.j. (b) Vedi la nota i. alla prefazione degli
Avanti di rerminat l'epoca degli antichi pi celebri fi dee tar un cenno almeno di Sclone incifor di gemme aliai eccellenartifti
te
lui
Non
incontrandofi
fatta
menzione di
Editori Vicnnefi Tom. I. pag. xl. (i) Tra "li Antichi del fignor D. Carlo de'
larrhei Trivulfi in Milano frbafi un framracnro d'un cammeo della mafTi'na grandezza in onice a due colori , e di un lavoro a(^ (il\ prcg^'vole L'erudito poffeiTore appoggiato ad alcune non leggiere conghietture , qiz.
preffo i pili vetufti fcrittoti , nemmeno prellb Plinio che in un capo della fua floria Lib. ^j.cap. i. ha pre(o a trattare efprelfamente di quelli che fegnalaronfi in tal ma-
<Je
rapprefcntarfl
ivi
, ,
1'
im;)eratore
quali
Adriano
eranvi
per una fola vi rima'^a inrarta Di contro al meHelnjo vedefi figurata TAtrif^ co' fuoi attributi
delle
.
niera di lavoro ; inferir ( pu con qualche probabilit die abbia egli vilfuto pi tardi di lui , e avanti il maggior decadimento dell'arLe opere_ a te (otto i fucceffori di Adriano noi note di qucfto artifta fono una Mcdufa , un Diomede, n Cupido, un prerefo Meccpare , Stofch Pieri: grav. pi. 6 1 - 64.. una tefla d'Ercole Defcr. des pierr. grav. du Cabla, de Stofch , cL z.feB. 16. n. r gp t. pag. 27^., una Baccante , e una Victoria in corniola
. ,
ec.
i
3S9
LIB.XII.
23.
gran medaglioni
quello imperato(a)
,
imperiali in bronzo
re (i)
,
ed uno bellinmo
di
di
GAP.
I.
Vienna
eflendo inal
.
teramente vuoto
del
fervi
collo
Roma
nella
(o)
pofTcduta gi dal noftro AuVoi. I. pa^. XI. [Meritano d'ellcre almeno qui ricordate le due grandi gemme illoriate , una del mufeo leale di Parigi data dal Trirtan , di cui li e parlato nel Tomo I. pag. xxxj. , dal Le Roy , con una difTcrtazione inferita nel fupplemento di Polcno alle Antichit Romane di
febben giiafb
tore
.
(t)
(a")
O come
,
altri
vogliono
di
Comodo
i
Vinkelmanu
giugncva qui
Grevio
expl.
Tomo
I
il.
e dal
pi.
Montfaucon Antiq.
i
^7.
e l'altra del
MontVeron.
jS.
pag.CCXLV. Qualunque
ne pofTa elTere il fo;;getto ftanti le varie opinioni di quefti , e di altri fcrittori , e certo che appartengono ai tempi dcgl' imperatori , e ad elfi , o loro
famiglie
;
Il fignor Huber daglioni di quefto mufeo neUa fua traduzione non ha omellb un tal giudizio , forf perch nella Icconda edizione tedefca fatta in Vienna far flato t?alafciato da quegli editori , che non lo avranno creduto giudo (b^ Di qefti medaglioni incavati a modo di (carolino , o di vafctto , due ne riporca il Buonarruoti Ofserv. iftor. ec Tav.^. n.4.j., uno di Comodo , l'altro di Giulia Augufta moglie di Settimio Severo ; e nella Spiega.
zione , pag. 4.1 ^. , uno ne nomina di NeroCrede che abne e un altro d'Eliogabalo biano potuto fcrvire principalmente per v.
, .
crederfi fatte
dopo
tcrnpi di
f tri
d'odori
Ca-
390
LIB. XII.
CAP.
II.
Capo
del fepolcro
Sotto
II.
Arti folto gli Antonini Statua di Teti Moneta di Fanjina - Teje di qiieji tempi - Statua di M. Aurelio e d'AriJide Colonne
.
d'Erode Attico
.
.
Commodo Decadimento
.
Eliogahalo
di
s.
Alefsandro Severo
e
fretefa
fua urna
Statue
di
Ippolito
...
di Puppieno
.
- Tempio
di Gallieno
Maffi
marmi
Sotto gli Ali-
con ifcrizione
VJ
e(l
li
le belle arti,
e fra
,
principalmente M. Aurelio
ed
daDiocNETE
cui
.
pur avu-
Ci non
artifti
.
pi rari
buoni
manc
la ftima generale
Era
ci
1 fofifti
pagando
la
loro polmoni
efl
{b)
ne data
ranti
,
ai cittadini
EfTendo
condannavano altamente
,
non
era erudi-
zione
e agli
femplice artigiano
Portavano delle
Luciano
dia
nel
fa
maraviglia
come
(<j) Capitol. in M. Aurei, cap. 4. Tom. I. pag. J06. (a) M. Aurelio {ledo Ve reb.fuis . . 6. dice , che un Diognete fia flato Tuo maeftro di filorofia ; ma fi dilputa dagli eruditi (e fia
il
mcdefimo che
il
pittore
o un
altro
Si
veJa Gatakero al luogo citato di M. Aurelio , eSaimafio al luogo citato di Capitolino , il quale oli d Apollonio ftoico maeftro in vece di Diognete . {b Z.h\a jorni . V. Galen. De pulf diff. fub init.
'
ec.
,
391
^^^^'^
GAP.
II.
fcrittore di
que' tempi
di
tanto doleflc di
il
Giove Olimpico
I.
all'
arte
come
ammalato che prende un apparente miglioramento poco prima di morire, o ad una lucerna che, fui punto di fpeair gnerfi per
mancanza
di
nutrimento
.
brilla
per un
iftante e s'eftingue
Viveano ancora
;
'1
buon dilcernimento
alle
ai
unito
,
immaginarono ed efeguirono
quenti occafioni
di
diede
i
moflrare
loro talenti
,
Antonino Pio
,
Lanuvio
una
villa
grandezza e
la
fi
magnifi-
cenza
Con quanto
luflb
pu
ar-
bagno
o quaranta libbre
fcavata in
.
FAVSTINAE NOSTRAE
Anche bagni di Claudio Etrufco ricevevano l'acqua per mezzo d'un tubo d'argento {h)
.
jf.
2.
Fra
le
il
ma
fenza tefta
nuda
colla finiftra
,
appog-
un tritone
S'
confervato
di
quefta ftatua
,
e fu di effo vi
oflan
pugnali in rilievo
ftati prefi
cime
ti
delle prore
e dai
'|U/So?co/
e rojra dai
Romani
.
cap. 6. [ ripqrrato qui avanti pag. igo.tol. z. il giufto fenfo , ir cui parla Arriano .
(.a)
l'tb. I.
Ho
fra
quali fono
b.
Tomo I,
cap. i8,
Rami.
(a) Negli fcavi fattivi in quefti ultimi tempi vi fono ftati icoperti molti monumenti
= ni
LiB.xii.
^
"
392
.
poppa
ove comincia
Barberini a Paleftrina
'
me
pubblicata
(a)
6w?7Ao/a
di felice naviga(/')
;
zione
ma
pi
probabile che
fimulacro
di Teti
Tenendo
villa
quella una
gamiba alzata
politura fulia
poppa
,
Lodovifi (a)
fofTe ivi
me-
e fu
fui
modello
,
bireme
di
Paleftrina
altres
allegorica
come
per
primo
tore (b)
jT.
3.
antichit, efler deve de' tempi migliori per l'arte, che noi
ec-
moftrafi
come
fini
qui
il
dell'et
perfetta
,
Su
dalla buccia
fembra
,
di
come
,
bella appare al
primo forgere
conofcitori della
ca
Monum.
di
gazione
{U) Pauf. lh. i, cap. t .pag. (a) Wctli Tomo I. pag. p^.
(e) VWlodi:.
4..
lin,
zi.
in vece di pugnali, Ccn\e lance , e per ra!i le fpiega Ione veramtnte lui ballori, quaJi licvo .
HerQc. cap. 2. n.
pag. 6^^.
7.
393
delie
e
vi-
di
Niobe
LIB.Xir.
n
,
le
GAP.
II,
come
bel
quella portar
li
fuole
ma
in
cima
ferto di fiori
le
con
intrecciati
quali
porranli
cocchi dipinti fu un vafo Hamiltoniano da me defcritto (a) Forf un occhio voluttuofo avrebbe defiderato di vedere affatto ignuda quella
e fu
.
dea
ma
allora
non
le
vi
artifta
e del
fuo fapere
Egli
ha gettato
che
le
fui
no
in cui direbbefi
;
dell'arte
quefto
le
come
no
Veggonf
,
difFatti
mufat-
liebri
marmo
,
ben
te elTe
dee
credo
elTer quella
la
medefima
poeti propofero
come un mo,
dello delle pi
di Teti
<r(pHpa
ci
riti;
GsT/Sos
(a)
L'
immaginofo fcultore
di
quella Nereide
egli
la
fa
fa
Omero
,
flefTo
poich
forger
,
fentito
avanti che
delTe a Peleo
e
fif-
falTero lo fguardo
e che
la parte
il
pri-
mo
nave
naviglio galleggiafle fu
,
flutti
egei
,
onde
della
fu cui
eflTa
appoggia
.
il
piede
un femplice attribuS
to per riconofcerla
jT.
4.
di Fauflina
femore coll'epigrafc
PVELLAE FAVSTINIANAE,
*"
'*
Tom.
(,a)
II.
(,a)
d d
n.
fu
lOO.verf.i,
AnihoLiii,7,
594
=*=
LIB.XII.
fu cui
fi
alcune fanciulle
avendo
fatta
(a)
CAP.
II.
romani
fi
Lo
fteffb
flina efpreflb
vede
fu
un baflb-rilievo
in cui v'
fu
una fpecie
le
che
le
mani
fl:ende
in atto di compartire
non
fila.
fo
ftanno difpofie in
Ad una
fi
in favoifcri-
la
feguente
zione in cui
gi da
gli abitanti di
,
Ficulnea
Roma
ov'era
danno un
.
attefiiato
imperatore M. Aurelio
fiefib
Efla fu fcoperta
luogo
nella
fi:ata
collocata a principio
e vedefi ora
villa
Albani
(a)
IMP
DIVI
. .
CAESARI
.
ANTONINI PII Fino DIVI HADRIANI NEPOTI DIVI TRAIANI PARTHICl PRONEPOTl DIVI NERVAE ABNEPOTI M AVRELIO AVGVSTO P M TR POT XVI COS Ili OPTIMO
. . . . . .
.
ET
jf. s.
Si
^a) Spanhcim.
De
.
prtjl.
&
ufu
numfm.
.
dini
Roma
antica
Tom. ri. Difsen. / ; . i H. pag. zSg. [ So- ora in Campo Vaccino Le colonne che ne no pi rare e pi belle quelle (mili in oro reggono gli avanzi, fono le pi belle, che Vedi Vaillant Numifm. imp. rom. Tom. il. i\ abbiano in marmo cipollino L'alrro mopag. 166.16$. numento la colonna di granito rollo che (a) I pi belli monumenti pubblici di quc- fi vede per terra dietro alla Curia Innoccn.
ed
fti
tempi fono
,
il
to ad
Antonino
dopo
foteofi
come
liana , ove molti anni fono fu danneggiata dal fuoco , e la fua bafe in marmo bianco pofta nella contigua piazza di Monte Cito-
ec.
39J
'
j.
Si
il
re
il
giifto
de' ritratti
al
^^^^'^P A P TT
TcfteiqJc.
'^'"''^"
le figure;
replicati
ordini del
Senato romano
di s
l'effigie
dovea prefTo
(a)
.
or
or di quell'imperatore
,
Alcu-
ne
telle
vi
fono
quell'epoca
fono
,
tre
i
bulli di
i
Lucio Vero
relio
fra
)
quali
pi pregevoli fono
due
uno per
cia-
fcheduno
trovati quarant'an-
ni fa fotto
ampie tegole
,
quattro miglia da
Roma
fulla
ftrada di Firenze
nei luogo
che
dicefi
Acqua traverfa
di
.
.
6. La flatua equeftre di M. Aurelio s nota ch'io stame rf. ' * Aurelio reputo fuperfluo il parlarne Ma non poflo a meno di no.
m.
tare lo
leggefi
fotto
il
difegno ftam-
fu cagione
tra
che ne
,
ordinata
al
,,
pi grande
in cui
per
il
ftro
d'
ftampa
,,
j,
(e)
Uno
degli
fchiavi che
La
fa
chiefa di
Giovanni
in
(*)
.
Luterano
ove
egli
nacque
tempi di mez-
Ddd
cui rapprefentata parte in ba/To e parte in tutto rilievo l'apoteofi di Antonino Si luna , che l'altra fu data in rame , e illuftrata dal Vignoli fui principio di queflo fccolo , quando fu difottcrrata
,
2
,
zo
lio
in
rilievo
in.
Spart. Pefctnn. p.
24.
Tao. XX. (*) Il Senato a Roma fa dono ogni anno d'un mazzo di fiori al Captolo di fan Gio
vanni in Latcrano quafi come un obbligo per la (fatua equeftre di M. Aure, lio , riconofccndone cos l'antico diritto. Fin dal tempo in cui quella fatua hi portata in Campidoglio fi cre un pubblico impiego, che da dieci feudi al mefe , e quegli che l'occupa fi dice il Cu/lode del Cavallo V' anche un altro impiego che dicefi la Lettura di Tito Livio , e frutta oo. feudi annui alfcgnati fuU'appalto del file . Simili impieghi no
feudale
.
595
zo
LIB. XII.
la
ancor fotterra
poich nel-
CAP.II.
vita del
,
famofo Cola
il
di
Rienzo
llo
che dicefi
i
cavallo di Coftantino
la
In occafione
di
gran
fede, mentre
Papi faceano
ed acqua dalla
tutti
;
poich allora in
,
Roma,
ef-
fendo guaiti
gli
acquedotti
non
che
e quella vendeafi
fiume
come
fi
fa
oggid a Parigi
La ftatua del retore Ariftide polla nella biblioteca Vaticana non delle piti mediocri figure panneggiate feden7ti
.
affai
Verona
il
uno
de'
quali ha la toga
e l'altro
il
paludamento
.
pu convenire
a queft'Ariflide
ma
fembian,
e gioviali
folTe
l'idea
del
bello e dello
antico
V'erano allora
altres degl'intendenti
llile
,
nobile femplicit di
che
il
quenza
uditori
e Plinio
il
giovane
attefta
maggiormente
;
agli
erafi
meno
il
affaticato
gomentava che
doveffe
buon gufto
uno
e
Nulladiaffettato
meno
che
fol
il
vero
ben degno
encomj
jf.
8.
II
portano veruna fatica . Il Papa fuolc darli a due delle pi amiche e nobili famiglie di Roma ; e il fecondo lo gode la cafa Conti. l L'altro fu unico da Clemente XII. al feconco cuftode del raufeo Capitolino .
(a) Vedi la noftra DifTertazione nel Tomo ni. (a) Phot. Biblioth. cod. CCXUl,p.ie4(-
^i^-
3- V'Ji-
ec.
397
delle fatue
8.
Il
ma
in
dei molti
LIB. XII.
Roma,
palmi
di
Atene,
mo
detto
cipollino
di tre
diametro
effe
fu dal Salmafio
,
e gio-
n che quefta
che
(b)
.
e
.
Spon ha pubblicate
pea
,
villa
Borghefe
jf.
riportavano
il
premio
alla coria
,
Il
.^
te ai
'"
(rf)
deldrccnii,
nome
delle perfo-
ne
ivi
figurate
(i)
rappre-
Negroni una
tale lo
d'un
fimil vincitore,
,
di
un ortolano
al
col dargli in
coltello
,
crederono
,
ritorto
fi-
che tiene
fulla
alla
cintura, e
che
gli
.
comune
mentovata qua-
driga
(a) VhWo^ir.
De vit.foph.
il.
^ ^
(0 Un combattimento
quali
di gladiatori,
de*
RcnauJot Prm. mm. far l'orig des , Acad. des Infcripc. Tom. il.
^
ognuno diflinto col proprio nome , ricavato da un difegno prefTo eiiio Albani
1'
Mm.pug. 2^7.
(a) Ne reftata la copia colle ifcrizioni nelta Biblioteca Vaticana. (c) Mifcell. ec.Jeci. t o. n. x 2. pag. jzz.
{d) V. Palmer. Exerc. in opt.fere auHor. gr*,c, ad Lucian. pag. ///,
Rato pubblicato dal noftro Autore ne' fuoi Monumenti antichi^ n. ig7.e r />8. Tal opera nondimeno , per quanto fi pu giudicar dal difegno
,
fu cfcguita
o dopo
artifta
il
decac-
dimento
fperto
()
.
dell'arte,
o da un
poco
Monum,
ant, ined,
num, 203,
Storia delle Arti del Disegno 598 chiamato Volucre per in oro d'un fuo cavallo (a)
,
la
fomma
LIB. XII.
GAP. II.
IO.
fuo libro
la
penlieri n lo
ftile
vuol elTere
Sotto Coni'
jf.
uomo
Sotto
,
di
II.
Commodo,
,
figliuolo
e fuccefTore
,
indegno
,
modo
di
s
M. Aurelio
dire
fc
,
fin l'ultima
fcuola dell'arte
creata
per corifor-
da Adriano
non pi
fi
gere
per-
bella
ratore in Campidoglio
rapprefentatovi nella
giovinez-
za (e)
ni
li
,
(d)
come argomentar
,
feguenti
medaglio-
Tom.
s
;
(a) Capitolino nella di lui vita , cap. 6. 1. pag. 4-1 2. fcrive , che la portava con
onde
elFcr
(l
Da una
del eh. P.
Capfoni Domenicano rileviamo che la (tatua porta fuUa .piaz7a del duomo a Pavia , di cui parlamiTjjjj al Capo il. Lb. VII. p. 4.8. not. I. , detta volgarmente il Regi fole , e trafportata probabilmente da Roma a Ravenna , e d.i Ravenna a Pavia , rapprefenti L. Vero . Montfaucon Diar. irai, cap, i 0. pag. 14$. prendendola per un M.Aurelio,
M.
Francefco Buddeo Introdurlo ad phllofophiam Stoicorum ex mente Antonini , Davide Koelero De philcfoyhia Antonini , Hubner Reflexions fur les dogmes de M. Aurele , Bruckero Hi fior. crit. phil. Tom. il. per, il. par. I.
lib. 1. cap.
P.
Buonafede Della
(ci Vuol dire
come
fi
s'ingann,
coni' erafi
gi ingannato
dando
to il della Lettcrat.
. li.
barba , cio intorno ai 19. anni, vede nel marmo ; e non vi ha badaeh. Tirabcfchi il quale nella Storia
,
itul.
Tom.
X.
lo ftelFo nome al L. Vero della villa Mattei in Roma . V. Ficoroni Ofserv. &c. pag- ^1. molte vicende foggiacque la ftatua , onde
molti rappezzamenti ; fcmbra per che il bullo parte del panantica fiane la tefta neggiamento , la inifbra , e'I cavallo , cui ci' intelligenti reputano di lavoro greco La uatua , tranne la bardatura del cavallo , e qualche pezzo rimciro , di metallo fufo , e non bat-uto , come altti vollero (b) Egli era addetto alla (lofofia ftoica , e per copfcguenza la fua morale, e i fuoi penfieri fono alla maniera loro pc buona parte erronei , e {travasanti. Vedaufi Gian
ha
nota fu quello luogo , che Commodo non poteva efferc altrimenti che giovane, effendo Itato uccifo in et d'anni ;i. (d) Bottari AL/f. Capit. Tom. il. Tiv. 4.S. (l) Nel Tratt.pretim. e. IF. p. XCVIII. in fine , aagiugne Winkelmann , che quefto butto pu gareggiare coi pin bei ritratti che abbiamo eccettuato fem^ne il lavoro de" capelli , il quale cflerdo fatto qua( col foto trapano , ed cfcgiiito a f ento e minutamen,
te , fi diftingue da" ca"elli fcolpiti ne' fecoli anteriori . Non efclude da quefta odervazionc le pin belle tefte degli Aotopiri mcdcfimi, e paiticolarmcnte k due celebri di Lucio Ve-
e c.
s
399
del
LIB. XII.
bronzo
di queft'
imperatore fono
fra
i
pi bei
monumenti
CAP.
I
II.
ftati
intagliati
con tanta
porgere un globo
colla pelle
de' quali
faceanli
allora
calzari (a)
Non
fi
grande
difegnati
fiato
ci
falfa
confeguenza fullo
dell'arte in generale
Colui che
fa fare
un bel modelvafcello
?
,
un gran
e ai flutti d'un
mar tempeftofo
.
Un
dalla ftefia
mano
,
foffe
difegnato in grande
dal
DifFatti
pi facile a ridurre
una figura
grande
il
al
piccolo che
il
dal piccolo
falire (a)
.
al
grande
come
pi
facil
difcendere che
al
piccolo
quali
di
erano
lavori
,
di rilievo delle
colonne
di
Trajano
;
e
fi
M. Aurelio
grande
(b)
eb-
be nome
di abile
difegnatore
ma
a s fielTo
quando
volle difegnare pi in
antichi
baffi
TO
e di Marco Aurelio , di grandezza qua/ , colollale, efiftenti nella villa Borghefe , nomiiiate
qui avanti pag. ^pj. i^. f , i capelli delle quali fon lavorari nella inedcinia guifa . {a) Buonarr. OJserv. iftor. fopra ale. m4^ dagl. Tav. 7. n. 6. pag. 116. (a) Vedi qui avanti /a^. p^. (b) Anche quefta colonna meritava una diftinra menzione , come quella di Trajano, di cui ha parlato l'Autore qui avanti p.jy 1 > bcnch fi creda inferiore nella bellezza del
.
Tertulliano Apolog. e. j. , AdScapul. e. 4., Eufebio Ecclef. kilt. lib. j. cap. $. , S. Gregorio Nilfcno De Ss. quj.drag. Mariyr. orat.z. princ. cper. Tom. il. pag. g37- rifilino in M. Ant.pag.zy f. , ej altri , intorno a' quali pu vederfi il Baronie Annui. Tom. il. ann. iy6. n. 2. fegg. pag. 286. fegg- . Ermanno Witzio De Legione Fulmn. ihrifl. ec. , quel miracolo , dico , rapprcfentato fulla colonna fecondo l'opinione dei Gentili , come pu vederfi prello
il
citato Bartoli
Tavola
s-
>
?'''
Si vuole eretta da' Separo in onore lavoro di Matc'Aurelio , ed (tata incifa in rame da Sante Bartoli colle illuftrazioni di Bellori II celebre prodigio della pioggia impetrata dal cielo all' efercito di quelto imperatore nella guerra contro i QuaJi per le preghiere della Legione Pulminatrice > come raccontano
. .
rapprcfentato anche in una pittura menzionata da Teraiftio Orat. i j. ad Theodof, pag. iqi. Vi era l'imperatore colle mani alzate in atto di pregare , e i fuoi foldati chi in atto di ricevere l'acqua negli elmi > e chi
di bere.
400
baffi-rilievi
fotte
il
titolo
di
Admh'anda Antiqui-
LIB. XII.
CAP.
II.
Vedendo noi de' rovefci delle medaglie del terzo fecolo coniate in uno flile troppo buono per quei dobbiamo credere che fianf allora adoperati i conj tempi
tatiim
Romanarum
antichi
La rifoluzione prefa dal Senato romano di difruggere ogni memoria di Com^modo rifguardava principalDi quello furore veggonfi le tracce mente le fue figure
jT.
13.
in
preflb
le
co palazzo a -Nettuno
di
In tutte vedefi
fi
piccone
onde non
attri-
buti di quell'imperatore
come
in
una guada
(a)
gemma
dillin-
gue
Decadimento
dell 'acre
al
folo
13.
mento
e alla
bocca l'immagine
d'Antinoo
(1)
jf.
Non
fi
(a) Vedi Tom. I. pag. 303. . z6. (i) Evv in Belvedere a Roma , dice il nofVro Autore nelle fue Annotai^^oni ec.p. 1 24., f e nel Trattato prelim. cap. IV^. p. XCIX. ] una flatua , volgarmente detta Ercole Commodiano , e credefi ivi rapprcfcntato l' imperator Commodo , che fokva farli effigiare veftito colla pelle di leone, come [ ci attcfla Lampridio nella di lui vita e. p. pag. j-gS. , e ] appare dalle fue monete [ Vedi Buonarruoti loc. eie. num. S. pag. t 1 p.Jcgg. ] Il bambino che tiene fulle braccia credefi quel fanciullo che ferviagli per paflaterapo , e che fa po,i cagione della fua morte Herodian. //A. i. cap. j ^. Ma ivi fi rapprefenta veramente Ercole , che tiene in braccio Ajace figliuolo di Telamone ; imperciocch narrali cne la nafcita di quello fanciullo fu predetta al padre da Ercole che Ercole g" impofe tal nome prima ch'ei nafcelle , pel buon augurio che prcfe da un'aquila apparfagli nel far i luoi voti per lo Iklo fanciullo , fecondo Pindaro JJhm. Od. 6. verj. 61., il quale fanciullo cffcndo poi nato , fu da Ercole involto nella fua pelle del leone , ed innalzato cosi verfo cielo come per prefentarlo a Giove , e il cos portato al di lui padre , come fi ha da Filoflrato Heroic. cap i r. num. 1 pag. 7 1 g. Tom. il. , e finalmente da lui educato T7etz. Scfiol. in LyiOfhc. j^kx. v.461. [ Ilfignor
.
.
abate Vifconti far vedere nel Tom. il. del Mufco Pio-Clementino , che rapprefenti piuttofto Telefo figlio d' Ercole , argomentandolo principalmente da altti monumenti ne'
quali vedefi Ercole col figlio in braccio , e accinto la cerva , che lo allatt ] In alcuni modelli in gelTo di quella ftatua fu omeflo il bambino , invece di cui fono Hai dati ad Ercole i tre pomi delle El'pcridi . Quclta flatua lavoro d'uno de' pi abili artifli della Grecia, e pu annoverarfi tra le pi belle di Roma La tefta e incontraftabiimcnte la pi bella tefta d'Ercole che fi conofca , e i capelli fon lavorati colla maggior finezza e guflo , come nell'Apollo. [Cos , profiegue adire l'Autore nelle fue Annotazioni , fiata creduta fenza giullo fondamento una ffatua di Commodo in forma di gladiatore , quella nel cortile del
.
palazzo Farnefe
che porta un
.
giovanetto
urcifo fulle fpalle Non era ftato avvertito che la tefta, la quale effettivamente rapprefeiita quefto imperatole , era moderna Molto pi fi appmflimato alla verit colui , che dalla femplice figura vedutane in una raccolta di ftatue affai male incile pubblicata in Roma nel iSi., la chiam un Atreo ucciforc del figlio di Ticfle fuo fratello ; della quale fpicga^ione varamente fi fpaceiato autote Gronovio nelle fue antichit . [The/]
.
I.
nnim.
E C. (a)
,
;
40t
e che
LIB. XII.
Commodo
propria lingua
coficch
fapea-
CAP.
II.
pochi
no
Oppiano il quale nelle fue poefie avea imiprendendone le frali ftefle e le parole era a tato Omero que' Greci ofcuro quanto Omero medefimo (i>) Quindi ebe intendere
,
,
.
ro parlato
loro antenati
non
fa=
n poteafene trovare
l'etimolo-^
gi f
jf.
dopo
Commodo
opere
come
tem-
argomentar lo polliamo
pi di Settimio Severo
,
dalle pubbliche
il
fatte ai
quale fncced a
Commodo dopo
flati
un anno
pero
bino
e
,
eletti
,
all'im-
medi
e
morte Pertinace
.
Didio Giuliano
,
Clodio Al-
Pefcennio Nigro
Settimio Severo
che pretendea
citt loro paf,
mentre dalla
li
priv
(e)
.
accordati
fui
I bad-rilievi
che fono
(a)
e fu
un
(b)
altro
,
che
SI
gli
argentieri aveano
fatti
,
onore
la
fon
di
mal
che non
fi
morte
M. Aurelio
la qual ccfa
in
Pandine
il
pompa
E
e e
Tom. IL
(a) Crefoll. Theatr. rket. l'ib. 1 cap. 4. (b) V. Ber.thy's Dijf.ufon Pka/ijr. p.4.06. (e) Spart. i;i Severo pug. 6 j. B. (a) Difegnato da Pietro Berettino da Cortona , incito da Sante Battoli , e pubblicato <la moridgnor Suarelio colle fue illuihazioni per le itampe del de Rolfi in Roma nel l-rrt. tii di la figura andic il Momuvoo Antiq.
.
expl. Tom. IV. par. r. pi. 1 09. Marliaui \i> giudica il pi bello di tutti gli archi {b) In Roma accanto a fan Giorgio in Vclabro, i,ci) Yabzem Synt.de col. Traj. c.S.p.zjS., Mom^nuc. jlnc. expl. Tom.iil. par.2. pi. 1^4^
[ Dato anche Vi Monumenti antichi num, igg.
intiiti ^
40i
'
''
dine di Caracalla
j.^
il
pesgio-
LiB.xii.
'^
' '
artifla a
fcoJpirne
ritratto (a)
Filoftrato
,
menzione
di
di
e fcolare
Eu-
MELO
sottoScttimio
jj-_
j^
,
Efaminando
che
vi
fin
d-erebbefi
folTe
flato
pace
di
gettare la ftatua in
bronzo
,
Settimio Severo
efTa
(a)
febben
non pofla
dirli
veramente bella
che dicefi di
belloffi e
teft
La ftatua efiftente nel palazzo Altieri Pefcennio Nigro {h) il quale contro Severo ri(e)
.
ne fu vinto
e
di
mentovata
monete
;
di
Pefcennio
effet-
tivamente
lui ci rapprefentafie
ma
la tefta
s'afTomiglia piutdi
tofto a Severo
medefimo
La
fola- Itatua
che abbiamo
Mauna
i6.
Tienfi
come lavoro
flatus muliebre di
Albani
,
che
cofic-
ch per un ne indicafle
uomo
il
,
il
panneggiamento non
fo-
{eS'o
capelli
pra
la tefla
tirati fu
,
per di dietro
e rivoltati
Tiene nella
finiflra
nili
,
un volume
fi
per lo che
che
fia ivi
rapprefentata
al
la
madre
di queft' imperatore
la
quale affifleva
configlio
pri-
(a) di Caracalla ofTerva il noftro Autore che venerava come i pi gran capitani deiP EroJiano /oc. cu. Nel Trunaut Annotazioni fu quefto luogo , fc- antichit condo Erodiano l:b.4.. cap. i j. , che ordinaf- prelim. in fine , pag. CI. 'Winkelmann loda f a tutte le citt d'alzar delle ftatue ad Alefle tefte di lui nel palazzo Farnefe , nel muko fandro il Grande , di cui egli imitava il pie- Capitolino , e nella villa Albani gamcnto delia tefta , come l veduto qui a(b) Icon. lib. i.proam. pag.76^. (a) y\.zSt\Rdcc.diJlatue, Tav.gz. va.nnpag.2Si n. i. , e come facevano anche (e) Ci avrebbe forlc fatto prendere miglior i Satrapi della Perla al dir di Temillio Orac. concetto dell'arte a' (uoi tempi la quadriga, i-g. ad Gratian.pag. ty^. B. Aggiugne che che ftavano fui citacO' fi vedevano in Roma degli Ermi a doppia tee le ftatue di bronzo fta , da una parte di Alelfandro , e dall' altra fuo arco , f fi foller conkivace. di Caracalla. Quelli fece innalzare anche del(i) idem Tav.aO' ftacue , e de' bufti a Siila , e ad Annibale ,, f
nelle fuc
.
.
eg.
403
Senato
e in
di
cui
onore
egli iltitin
in
Roma un
=
...
--
'"->
donne
jf.
(a).
^^^^^
Aicrtindr
17.
f le
da
nel
uomini
illufhi
e coilocol-
^""*"
Foro
a noi
di
Trajano
(a)
,
JI
marmo
tro-
non
jf.
pervenuto
(b)
almeno nelTuna
effigie
vafi in
Roma
(i)
18.
...
pretefa fu*
uuia
coperchio vedonfl
rale
,
figure di
due
fpofi in
grandezza natule
e fu per
e di fua
(lati
effigiati
Ma
vi
fon pi ra-
tutt' altre
ceneri contenefTe
che
le
loro
La
prefenta un
uomo che
;
oltrepaffa
cinquant' anni
trentefimo
,
laddove
anni d'impero
il
e la figura
femminile
erroneamente
di
nome
di Giulia
Mammea
.
moglie
;r.
quell'uomo
ivi
fepoko
19.
fandro Severo
le
figure in rilievo
che veggonfi
,
bellif-
Cmo
fono
fiate fpiegate
E
,
e e
dei-
molte rinnov delle fabbriche Cd) Lamprid. in Helo^ah. e. 4. pag.yff7. ,, te , e che (a) Lampridio nella di lui vita, cap. 26. , de' precedenti Impcradoii , molte r.ucve pag. 024.. Si veda al capo fcguentc . 7. ne fece innalzare egli ftelfo , e traile altre (b) Un bel bullo f ne ha ora nel Mufeo ,, le terme , a cui diede il fuo propuo rome , Pio-Clementino , trovato negli fcavi d'Otri- che molti colofl fece ergere in Roma , coli ; e un altro maravigliofo in vcftito vi,, chiamando perci da ogni parte artefici virile , andato alla galleria Granducale a Fiattribuifcc l'invenzione ,, loroli ; anzi a lui renze , ove gi ne era un altro loricato . ,, di unire e di intarfiare infieme marini di di(i) Un'opportuia oflervazionc fu quefto vcrfi generi , id. ib. e. 2 J. ; nel che per , palfo ci viene fomminiftrata dal rinomato fi- f egli intende che Alcfiandro fofie l'invcngnor abate Tirabofchi , la quale piacemi ri- ,, tore de' lavori che diciamo a mofaico , efl portare cogli ftelli fuoi termini Alcfiandro ,, erano pi antichi di aliai , come dall'eru Severo , dic'egli Stor. della Leu. ical. T.il. dita Opera del cardinal Alcllandro Furietti lib. il. cap. X. . //. , fcnibra che ufallc di ,, fu quefto argomento rarcogliefi chiaramen ogni sforzo per far rifiorire le belle arti te Noi pure abbiamo di ci trattato ia il che dal Winkelmann non fi avvertito altra nota qui z\3.n pag. Sj. Lampridio in Alex. cap. 27. pag. 927. (e) Vedi Tom. I. pag. 4.0. Ora palTato in Inghilterra picflb il lg. cav, Hamilton ,j Tom, l, dice che egli dipingea mirabilracn,
:
404
L.o
.^.1.
Grande
ivi
rapprefentata per
nome con
quell'imperatore.
Non mi
ferme-
r qui a defcrivere ed a fpiegare quel lavoro , che gi ftato pubblicato da Sante Battoli nella.- fia Opera de' lepolcri
antichi
,,
e dir fole in
la favola di
ivi
rapprefentafi pro-
babilmente
la
quale in un ferpen-
a queflo fuo
amante
,
La medefisforzava
ma
di
Statua
di s.ip-
che
20.
De' tempi
che fuor
di
di
s.
na
{b)
di
dubbio
la pi
mo
che pervenutaci
poich allora
Cri-
ftjani
ne che dianzi
Traftevere
...eaiPn^"'"
jT.
queft'imperatore permife
il
pubblico efers.
Maria
in
21.
Che
quelli
al
,
tempi
vi
folTe
artifla fuperiore
perator Pupieno
non
che
le
manca
il
gomito
colla
ed ha tut-
lavori antichi
Impugna
finiflra
finiflra
mano
e v'
co
al
quale appoggia
gamba
Al primo fguardo
tale llatua ci
lli
tempi
f cap.i8.pag. 42^. (.6) V. Vignoh Di/J. de ann. i. Imp. A/ex. Sey. Aug. quem prafen Cathedra marm. fanSi Hippo/yti princ. [ Ne d la figura anche
,
lib. 7.
,
XIV. yjg.j- -j
.
E<;li
i
prova
pi anteriori avclTcto
Criltiani in
Roma
delle
Bianchini
nell"
chiefe pubbliche
DAI TEMPI
ti
,
D*^
Adriano
,
ec.
40?
>
non
.
Ci
Vi fono
colori prinla
ma
acquilla
le
mezze
tinte
.
perloch
figura
di pefante
ro
quali
(a)
.
Roma
trova
(T.
penfano che allora non vi' foffe pi fcultura in V'era altre volte nel paIa?zo Farnefe la bafe di
dell'
una ftatua
22-
imperator Gordiano
(b)
che or pi non
fi
La vera epoca
della totale
Tempi
di
Gal-
filfarfi
avanti Coftantino in
,
tempo de
ta tiranni
cio
dopo
la
me-
t del
delle antiche
che quan-
il
conio e
vile
il
La
tella di
,
Gallieno in bronzo
villa
jf.
Mattei
23.
pregevole per
la fua
D'una
ftatua di Calpurnia
,
moglie
di
Tito
uno-
dei
trovali fatta
lei
menzione
fcrive
,
:
prelTo-
quale cos di
aijns Jla.
tnam
in tempio
fed aitratam
la
I commentatori
la
hanno fudato inutilmente a fpiegare ce argolicam, che non involge pi nefuna dificok ,
contiene d'importante per l'arte
,
vo-
e nul-
debba
leggerfi argil-
Jaceam
(a) V. Picoroni OJf. fopra il Diar. ital, di nel mufco Pifani , e Arigoni . (s) Si notato qui avanti ptig. 4f. not, f; , che di Tri'ooiiiano Gallo , ed paiTata al-
Montf. pag.
jf..
/eil.
Hi. j.cap.S.
niate
(a) Nella Grecia aliatici f ne fono coalmeno fino a Diocleziano , e qualchedune polFono veJcil nell; raccolte di Bandano, diPclletin, dell' Haym , di Perabrok ,
Mufeo Pio-Ciementino
(e)
(rf)
Vita Titi
Baudelot L'uliuti des voyag.
Tom. li'
P''g-"S-J^Si'
'
'406
laceam
LIB. XII.
Maffidimar'
com' verofimile
Ho
me
Sembra che
iftante
,
la
''"
Sonc""^
m*
ili
il
marmo
con
grofl
enormi
,
di
marmo
lotto
il
il
porto
le
o piuttofto
,
approdavano
li
barche
monte Aventino
do-
ve oggid ha
veggoni
gli
una vigna
Qj.iefl:i fall
in cui
erano
,
probabilmente lavorati
ivi
trafportati a
,
Roma
Nord
,
le
quali forf
in
al-
Una
delie
colonne
,
ivi
ta ventiquattro
palmi
la
quale
li
mafTo
di quella pietra
che
conofca
alaballro
di
di
tone
forf
,
d'
Medufa e all'altra v' quella d'un Triun Fiume e ficcome tali vali non hanno
;
alcun foro
vafi
,
probabile
di
che fervifTero
come
(a)
.
oggid
bei
per ornamento
2J.
qualche fabbrica
di
jf.
Che
tali
marmo
,
.
cipollino
ifcrizione
quefla et
non lavorato ne' quali vedefi incifa un* le cui lettere hanno una forma ch' propria di Su uno v' il nome d'un confole, probabilmen,
te
{a) Ttikt Ohfirv. crit.l!!!. 4. cap. S.lK'iprovaro dal P. l'aciaudi Monum. peloponn.
mufeo Capitolino. Vcd. Ficoroni Vetera monum. (jc. in appendice delle Gemmn ^irerati.
Tom,
pag. 44. vi fu ritrovata anche la bellilTinia colonna d'alabatio orieatak, die fi vede nel
ri.
{./.)
Cefarini vi , &c. pag. 1 tj. Il fignor dura trov un gran pezzo di plafma diiineraldo, col quale fece tavolini bcililTiaii,
e c.
407
col loLIB.XII.
fatti
col trafportare
q^ue' fafll
ro numero
RVLIANO COS
EX RAT lALINTI V LXXXIll
fuU'altra
GAP. Ih
SVBC VRAMTNICIS
PRGRESCPNILLIBN.
jf.
26.
Quefte ifcrizioni
io lafcio
.
ad interpretare a chi
ha di
to
:
me
pi tempo e abilit
11
foprannome Ruliano ma quefti vifTero ne' tempi della Le ifcrizioni fono nella villa Albani fiaccate pubblica
.
redai-
mafl
de' quali
(a)
Vedik
lettere di
Vinkelmana
nel
Tomo
iil.
qui appreffo
art. xv-. in
fin^
C-
4o8
LI3.X1I.
(^
j-
-|r IT
' Il
III.
CAP. Ul.
Capo
Arti [otto Cojantino
chitettura
Monumenti
rimajlici
Ofservazioni full'ar-
Lavori di que' tempi Decadenza dell'arte in Atene ... e in Roma Effigie di Giujliniano Pretefa Jatua di Belifario ~ Arti fitto Coflante 'Vrnt fimaje in Sicilia Statue trafportate a Cojantinopoli Con'
Stato delle arti in Oriente
clufione
.
Alti
fotto
In quale
(lato
fofrero le arti
fotto Coftantino
,
il
Grande
giu-
neli' in
Giovanni
in
Laterano
due ne fono
Campidoglio,
per quel che
ha
di
meglio
flato prefo
ai
da un arco di
Trajano
tino
(a)
tempi di Goftan-
Roma
che vedefi
(b)
di quelli
tempi
(a)
ma
elTe
e folo veder f
ne polTono
.
Le
non fon gi
troppo
tempi
di
Coftantino
come vuole
Spen-
(a)
Ne
la
ttimpa
il
Battoli
Admlr. Aat.
le
(d")
Rom.Tab.io-^i.
(b) Vedi qui avanti pag. f^.. (c) E varie figure di deit (.il) hmmnn. Synog.epijl. Tom. y.p.f 27. eprjl.4-sll- [Il celebre Ottavio Falconieri, che fcrive quelle notizie a Nicol Heinlo , dice che congettura non clFer molto anteriori ai tempi di Cofta'uino qucfte pitture per
.
terranei
Degli avanzi , che fi vedcano nei Totdel palazzo Rofpiglinli , ove erano terme di Collantino , e d.:i pezzi tag'.iati-
ne allorch nel fecolo feorfo fu a^igiunto uh braccio al oalazzo , ove ora l conlcrvano,
come nniificoTom Le
Uh.
/;/.
r.
cao.
g.
pag.
z8.
alenne ifcvizioni di quelh fabbriche , ove effc furono trovate ; ma che certamente non potevano eiTcre ftate tarte prima d'Antonino
di
b^iins dcs Rom::ins , pubblicati qui in Roma in tanti difegni coloriti , il (gnor Marco migliorati peraltro da aCailuni nel l-So. mendue ; non clfendo gli originali ne trof po belli , n troppo coiUervati
BAL.
FAVSTINAE
DAI TEMPI
Spence
che
{a)
,
d'
Adriano
,
ec.
le
409
avea pi ben
LIB.XlI.
il
quale
ci fcrivendo
non
i
prefenti alla
le
memoria
e giiidicavane fu
difegni di Barroli
fcrit-
ha migliorate
GAP. Ili,
rifulta
Coilantino
tempi di Un'eguale antichit fembra doverli attribuire a un figurato codice di Terenzio della flefTa biblioteca (a);
(b)
.
una
lettera
codice Te,
Coftanzo figliuolo
fui
di
Coflantino
.
in
le pitture
I.
erano
fatte
medefimo
Itile
fofle ai
tempi
di
la fcultura
mo
te
,
un antico tempio
di
Bacco
(b)
prefTo quella di
Agnefe fuor
Roma
ma
che veramen,
un"
la
quale
ivi
era
fta-
Tom. IL
(_a) Po.'ymet. Dlal. 8 pag. i o f. {i) BaimAnn. l. e. epij.i 76. p.i 04-. [ Burniaiino a qucfto luogo rifcrifcc uno fquarkjio del giudizio di Heinlo intorpo al celebre codice del Virgilio della biblioteca Mediceo.
F f f
vittime
,
pile!
frigj
abiti
bircmi
ed al-
tro , quafi che limili cofe non potefl'ero pi dipingerli ai tempi di Coflantino , o non vi foller pi antichi modelli da imitare ; e che
i contorni (iano pili eleganti , di quello , che poteva fard allora ; quando anzi a ben conlderarle , fono di un gulto , e di una intelligenza inferiore anche a tutto quel fecolo Il
.
Laurenziaiia a Firenze
ove
argomentando
dalla ifcrizione , ofla dal ragguaglio fcritto in fine delle Buccoliche da Turoio Rufio Apro-
niano Afterio confole ordinario , il quale dice di averlo avuto in dono da Macario , e di
averlo corretto
l'antioiita circa
, i
tempi
HcinCio pag. 1}
J.
crede die polla fillarfene di Coltantino Parla ii.nc[\i del codice Vaticano
citato d Winkelmann , e di due altri della ftelfa biblioteca ; ma non li crede di tanta antichit ; come non podono crederli ragionevolmente , quantunque oltre Spence , del in. fecolo creda il detto pri o codice an-
fC.i'I. Tab.4.0.
ckronolog. ad un fuo rag, guaglio manofcritto inferito nel volume octobonian ;o<9. della ftcHa biblioteca Vaticana , alla TOP. ^iz. lo giudichi di tempi anteriori a Coltantino , e forf dei tempi di
che
il
e Schelftrate in
giudizio di Schelftrate (tato ripetuto , e feguito da fiottati nella edizione fatta in Roma nel 1741. di quello codice di Virgilio , e delle pitture incile da Sante Battoli ; e ultimamente nella prefazione alla raccolta delle ftelfc pitture riprodotte con una piccola fpiegazione parimente in Roma ne! 1781. dal librajo fignor Venanzio Monaldini (a) Anzi dal fare delle pitture li pu credere di tempi pi balTi Le fleflc pitture fono pubblicate nell'edizione fatta in Urbino di quello poeta l'anno 17^6. in foglio , eoa qualche differenza nel difegno , e cos ripe. .
tute nell'edizione fatta in Roma nel 1767. (b) Cos femplicemente lo chiama il noftro Autore nella prefazione a queft" opera
Seveto
l'ervi
fu
debolidlmi fondamenti
,
di
c(,
la
volgare dcnominazio.
.
de' facrifzj
ne
non af provandola
410
'ftata LIB.XII.
Che
tal
fabbrica non
CAP.III.
per
inalzarne
de'
,
nuovi
rilevaf
colonne
coficch una
ben
corrifponda
(b)
,
Mi
,
fa
Ciampini
fanto
(a)
il
veramente
a ufo pi
un tempio
,
di
Bacco
pretende che
.
parti in
una
perfettidl-
ma
che
proporzione
del difegno
otto palmi
s.
de'
Agnef.
la cliiefa di
Agnirll-
fi
ha dagli
atti di
le
opere di
e pref-
S.
Ambrogio, Tum.
fgS.D.,
tronde gi confutata dall'Aringhio /. e. n. S. Cb) Dei tempi innalzati da Coftantino in Roma , e conlecrati al culto del vero dio , non e da crafandarii qui almeno quello di fan Paolo fuor delle mura per la Via Oltienfe , che fi confervato fino a' nollri tempi , e ci d la pi giulla idea della decaJenza dell'arte .
42. Tom. 1. p. 4.6. ; e l'eJi- Al dir di Prulenzio Pcriftevh. kymn.i z.v.4.;. ove erta fu battezzata fe- figg. era per entro tutto dipinto , la foffitta , condo Anaftalo , e anche fepolta come han- era indorata, le invetriate erano fatte di vetri, no i fiiddettiatti , ove perci fi chiama mau- o criftalli dipinti a varj colori , come proverefoleo Qucflo fu fatto parimente innalzare mo meglio nel Tomo iiL nelle noftre oflervada Coftantino , come pare che vogliano dire zioni alle lettete di ^5^i^,kelmann , e tutto 1 ini citati fcrittori ; e fc fono autentici , e anterno fi reggeva fu quattro ordini di colonne. tichi gli atti manofcritti di quella fanta , de' In apprelfo ha foffeite molte vicende , cll'enquali portano uno fquarcio l'Aringhio Roma do ftato ampliato , e reftaurato in varie ocfubterr. lib. 4.. cap. z^. num.14.. pag. i j6. ,i cafioni Quella foffitta , le invetriate , e le lodati Bollandifti ii'/V 1 8 februsni , Tom. ni. pitture fono perite Le colonne non fono pag.70., Cimpini De f:cr. dtf.c. io.p.1^4.., tutte di marmo patio, come pa'e che le dica Coftantipo fteffo Io avrebbe non folamente Prudenzio Ve ne fono di bclliflmo paonazfatto innalzare , e ornare di mufaici ; ma anzetto quali pi, quali meno maf-chiate , e che dedicato a ufo di chiefa in onore, e me- di cipollino ; di ma''mo bianco fono i belmor;a di fua figlia , di cui vi avea collocato lifTimi capitelli corintj Dalla varia qualit il corno in urna di porfido Corta per dall' del lavoro fi pu credere , che quefti capitelifcrizione marmorea , clie e fopra la porta, li , e colonne abbiano fervito ad altri ediclfere (iato confecrato ad ufo di chiefa dal Pafizj anteriori ai tempi di Coftantino ; ma pa Ak-llandro IV. nel iiy6. , come pure nota come potremo dire , che quefto imperatore '\''>ii.x\n\ Roma antica , lib. 4.. cap. le abbia tolte dalla mole Adriana , fecondo 4. /j./f^. Elfendovi fiata fepolta anche Co4antina altra la volgare tradizione riferita dal Firoroni Le figlia di Coftantino , fecondo che narra Amvejiei.i di Rotaci antici , lib. 1 c.-^p. z ?. , famiano Marcellino Hb.zi.pinc. , Enrico Vale- pendofi che due fecoli dopo di lui la mole era fio nella nota a qucfto luogo ha prctefo , che an'-ora intiera , come f\ ha da Procopio ritempio di Cortantina debba chiamarfi anzich ferito qui avanti pag. jyX. n. D. ? di Coftanza ; moflrando di aver poco efami{a) De facr. .tdific. cap. ic.pag. 132. nata la ftoria per foftenere un' opinione alSilyeftro
,
feci.
fizio ivi
contiguo
ec.
411
(a)
fiano
flati
;
Que(U fabbrica
devono
ma
r riputarli
opera
.
di
Il
buon
fuJIa
artilta
-ni almeno
di
de tempi di
flato
CAP.m.
Trajano o d'Adriano
dato a quell'edifzio
tenente
le
,
nome
di
tempio
Bacco
di
perch
grand' urna
porfido con-
vendemmia con
raufaico della
\y.
de'Genictti
volta
la
fui
con
figure di Satiri
ma
fi
fa
che allora
crifiiana
religione
non
,
de' Gentili
non
faceanfi
mefcere
all'arte,
il
fiicro col
profano
altronde
il
lavoro
.
riguardo
ri-
Ci pur
fulta
paragonando quell'urna con un'altra di grandezza alquanto maggiore e del medefimo falTo polla nel chiollro ans.
fu cui
fono fcolefle
e altre fotto di
.
per
il
In elTa fu ripoflo
.
di
Coflantino
(e)
2.
Notifi
,
o<Jervajzione
all'
;
fioriva
tuttavia l'architettura
F ff 2
(a)
chicla
veg-
Ora uno
:
folo
ne
reftato in qucfta
gli altri
,
(ono
paflati al
Mufco
Pio.
Clcmentino
di porfido
,
come
vi (ara
trafportata l'urna
di cui parla
Winkelniann dopo
(b) Cio , i Crilliani ritennero molte cofe per s indifferenti, come fimboli , e adattabili anche alle ufanze , e riti loro Vedafi t.A.r.ngoni Delle cofe genti/, e prof, trafportate ad ufo , e ornam. delle chiefe , e. ii.fege,. (c) 11 Ciampini nella citata opera d le figurc in rame di qucft'urna, come la danno anche l'Aringhio, e il Bodo , fecondo la vera fua prima forma; di quella di s. Coftanza , del fuo tempio , del mufaico , e dei due candelabri , che v'erano prima. forf un trionfo (d) Ve{f) Ora nel Mufeo Pio-Clemcntino dali qui avanci pag. zo. n. 8. Non poi la
.
cofa pi ficura , die veramente abbia contenuto il corpo di fant' Elcna ; giacch molti fcrittori greci lo dicono fepolto nella chiefa de' Ss. Apoftoli in Coftantinopoli ; altri qui fuor di Roma , nel luogo, che dicefi Tor Pignatara per l'antica Via Lavi:ana . Si potrebbero conciliare quefte opinioni iC':\do con N'ictioro Hijl eccl. /ik. 8. cap.^i.,
che
fio
s. Elena folle veramente fcpolta in queluogo in un' urna di porfido ; e che poi due anni dopo fofle portata in Conanr.iiopoli con tutta l'urna Ma anche per quella parte
.
s'incontrano delle difficolt tratte da fcrittori i quali dicono anromani dopo il fecolo X. cora efiP'entc nel detto luogo verfo quello tempo l'urna della far.ta Vcdanfi i Bollandidi dici S.augufii , Tom.ul.p S7'-figS-' pag.S9S.fegg- , e Marangoni loccic.cap. jK.
,
.
412 veggiamo
quanto
edifizj
che fuperano
LIB.XII.
di pi
grande
di
,
CLP. IH.
cui
al
.
dir di Platone
(a)
Mentre non
le
v'era in
,
Roma un
ci
artifta
Ca-
fanno maraviglia
,
(b)
fuoi ba-
gni Diocleziano
antecefTori
;
ne' quali
propofe
ci
ri-
mailo
forprende
quegli
Abbiamo
,
di
,
artifti
poich
per cos
come
pra
di loro
Giulia
le
architetto fignor
Adams
ha 70S- piedi inglefi di lunghezza per ogni lato Quella forprendente fabbrica avea quattro Itrade principali di 35. piedi
di
za che
verfava
nel
mezzo
palazzo era
di
424. piedi
da
ambo
lati di
efTa
v'erano de' portici larghi 12. piedi, alcuni de' quali tuttora
fuHftono
fo
fig.
.
Ho
^
Adams
(e)
con tutto
il
luf(.a)
Amator.oper.Tom.J.pag. ijs-
^-
^'^
{k) Sparziano nella di lui vita c.g.p.y 24. (e; Negli (cavi fattivi ai tempi di Paolo Ili. dopo il 15-40. vi furono trovate molte belle facue , e principalmente quelle che adornano il palazzo Farnefe, la prete fa Flora , i due Ercoli .come narra Fla ninio Vacca nelle fue
Antonino Caracalla , e collocata nelle terme; poiclic prima Hi lui fi vede rapprclcntata nelle monete d'Atene , e dald'
dette fu e
tre
le
gieche
di
citta
Gordiano Pio
,
miano Erculeo
Memorie
mi
num.
.;.?.,
il
gruppo
del
Toro
.
il
pretefo Comodo daglaiiatore , delle quali l parlato qui avanti , ed altre ancora Non
difpiace
la riflcffione dell'
Haym
Tcf.Bri-
tann. Tom. I. .'Itene , num. ^7. pag. i S . ,i quale penfa che la ftatua dell'Ercole fia ftada Atene uafportau in Roma per oidi-
Vafari nelLi vita di Michelangelo , Tom VI. pag. 26 . , dice che il gruppo del Toro vi foife trovato nel 1546. Non fo donde Botrari abbia tratta la notizia , che ivi pag. 264. aggiugne , d'effer cio quello giuppo reflaurato Vedi qui avanti pag ^6^. coi pezzi antichi e) Vi (i legac qualche piccola dilfereuza
.
ec.
413
ftati
,
i
Sono pure
tempj
non molto
mira
(b)
,
avanti
pubblicati
gran
palazzi e
di Pai-
LIB.XII.
che per
la
CAP.Iil.
do
e
vi
ornati.
il
Non
fimo
Nardini
nel
credere che
due pezzi
d'intavolato benif^
Colonna
,
pro-
babilmente appartenefTero
Per trovare
che in que*
3.
la
fempre operando
,
con regole
gnar figure
decadere
tefo
.
e mifure
che ne determinano
le parti
avea delle
non
le
onde pi
difficilmente
allontanarfene poteva e
re
come
rilevavafi
da un'ifcrizione
alla
pofcia fmarrita
volen-
dofi fare
fia ftata
una giunta
lonna
(e)
jf.4.
(a) Ci avvifa per il fignor abate Alberto Fortis nel fuo Vuig^io i:i Dalmazia , T. il. pdg. .4.0. , clic il fignor Atlanis ha donato molto a que'fuperbi viftig) coll'abitualc ekgan7a del fuo toccalapis , e del bulino ; ma che in
generale la rozzezza leilo Lalpcllo , e il eattivo gufto del lecolo gareggiano colla magnificenza di qn. fabbricato (b) Vedi qui avanti 'fjg. ^6p. n. a. (t) Rom.i arnie: , Uh. 4. cap. 6. pug. 1 6g. {b) Marlian. Torcer. Rom. lib.z.cup. io. [La riporta anche K'ardini /. f.c.f.p. ztj.. (e) Viinkelma^n rigcttandc- qui la voigare opinione , che qucfto tempio fia qu^llo della Concordia , reltaurato da Coftantiro , come gi 1' aveva combattuta ottimamente il Nardini loc. cit. , non intende fiffarc il tempo del cattivo refti-.u rodi efib , che
!
.
Queft'
vertito
hai.
eh. Tirabofchi Scoria della Lete. lib. 11^. e. ult. . IV. ; ma probabilmentc dovrebbe ellcre (lato fatto intoano ai tempi di Coftantino, o ai pi tardi ai
il
Tom. il.
tempi
milero
di
Giuliano l'apollara
,
Magnenzio
di
dell'altro
i
, e il folenni proibizioni, e leggi fatte da Coftantino fuU'ultimo delia fua vita , e dai di lui figli Collante , e Cofianzo , ed altri imperatori appteflb , come pu vcderfi nel Codice Tco 'ofiano lib. 16.
riaprire
tempj
le
de' Gentili
dopo
efenipio dell'effrfi COSI barbaramente mancato in quel lavoro , non oftanti le regole certe , e decerminate dell' archicettuia , al che non ha avdi
modo
Gottofredo ; feppure non fu tempio come un fcmpliee ornamento di Roma anche in qucfti tempi , fecondo ci che diremo in una dillerrazione nel Tomo ni. ptecil , ed elegante lifctizione L'incavo delle lettere, che erano di bronzo e di molto buona forma , bench
tii.
io.,
ivi
rcftaurato
il
di
lauftina.
===
LiB.xn.
CAP.iir.
Stato delle
414
jf.
Quell'imperatore
avendo
reftituita la
;
pace all'im,
pgj.Q
Atene
ove
r-maeflri d'eloquenza riaperte aveano !e fcuoJe con gran contun Oriente. ^Qj.pQ ^ divenne il centro degli fludenti che ad efTa da tutto
l'impero accorrevano
(a)
V erano
,
,
ancor
in
Grecia e nella
Cappadocia medefima de' genj fublimi che avrebbono potuto come appare dai quattro faneftendere le umane cognizioni BaGlio Gregorio Nifleno e ti Padri Gregorio Nazianzeno
, ,
Giovan Grifoftomo f l'eftirpazione dell'idolatria non avefAllora non fe introdotta una rivoluzione nello fpirito umano
,
.
erafi
ancora
infierito
contro
dal
tempio
di
Diana
da Atene
ftefla
da P>.oma
coficch anche
s.
dopo
Sofia 427.
artilli (a)
.
L'anonimo
fcrittor bizantino
rammemora
le fa
particolarmente
dromo
jf.
mi
non rammenti
j.
Siccome
mentovati
,
fanti
vamiente l'eloquenza
veda arche Eunapio De virs phiioj. & in fuphift. L'elogio , che fa quefto fctittoie ,
f Si
kelmann dopo
cit.
preff"o lo flcflTo
1
Bandurio he.
par. I. pag.
4-
D.
Codino
De
orig.
D. Vedi
apprello
al . 16.
Co-
vita Prfci , vag. r)4- , d'Ilario pittore bitiriefe , che viveva a quefti tempi , di eilerfi cio refo famofo in Atene , principalmente pet li ritratti al vero , e di aver fatto tiviycre in
certo modo il famofo Eufranore , di cui ( parlato qui zvini'i pag. 22?., colla maeftna del fuo pennello , ci pu far credere che lo ftudio della pittu'-a fi foflc mantenuto in quella citt
ftantino ne colloc molte nel palazzo del Senato , fia le quali era il Giove cfiflcn te pri-
ma
di
in
DoJona
,
la
Minerva_
di
di
lindo opera
Dipeno
e Sdllide,
prelTo
e le
Elicona; e tranne le due prime nominate, che ftavano avanti la porta , tutte perirono in un incendio di quel palazzo, ai tempi di Arcadio , e Onorio , e di s. Gio. Grifoftomo , l'an-
(a) Cos dicono l'anonimo fcrittore delle Enarrai, chronogr. prelTo Bandurio Imper. orient. five Arttiq. Conflantinop. Uh.^.p.S J.C.
no
Zolimo Hft. lib. j. cap. zi. Antiq. Confiant. par. 3. princ. Uh. 3. princ. pag. 4. t feg.
404.
{!>)
.
/oc. cit.
Tom.
I. , l'altro
anonimo
E e.
41
J
'
temporanei
allo
ftffTo
non farebbe
rifioriiTero
che
in
LIB.XJl.
CAP. III.
del
modo
difegno
gli artefici
?
,
Eppur
Roma
che
per igno-
quando dovean ergere ftaadoperavano a tal uopo le antiche opetue e fcolpire bufti nulla curandof del guado che ad eiTe recavano , purch re
,
mettendoli
fa
le
oppofta
(a)
Vacca
a'
menzione
,
fuoi tempi
fopra
(/')
.
mano
fto
barbara
In
una mezza
di
I7J7-
>
efi-
vedefi
un mi-
barbaro
e forf l'ultimo
,
fcultore
non
lenti
abilit
baftevole a
.
compir l'opera
che perci
arti-^
rimafta imperfetta
fla de'
jf.
II
buoni tempi
6.
i
Non
tempi
fi
fi
dopo
di a
di
Gofiantino
poco
cominci
in Coftantinopoli
ad atterrare
e diflrug-
apprelfo , mutandovi folamente il nome ; come ollcrv Giatomo Gottofredo nel far vedere , che gl'imperatori criftiani non hanno mai occupata la carica, fa l'arie , queflo mi\[ojol rimaneva ad uno- n portato il titolo di Pontefice Mallimo , rar la memoria degii uomini pi il'uflri ; e Epijl. de incerdicla Ckrift. cam Gene, comnell'opporgli fu quefto fon jamjnto l'ufo fremuniorze, deque Pontificata Max., inter opera quentifiliTio in quarti tempi d'alare flatue jurid. min. col. $76. ; e colie di lui ragioni a que' perfonaggi , lo ftelfo che obbiettargli il P. Pagi nelle olTervazioni al Baronio T. iiK l'eccezione, che fa egli melefmo qui apprcllo ad ann. ^i 2. n. 1 7.fcgg. pag. f zo. A quefto al . 7. , volendo dire , che tal barbane non ftelfo fccolo principalmente credo vada rifcf U5 nel far quelle ftatue per orline dei forito ci che narra s. Girolamo Comment. in vrani, che volevano on eifc riconofcere il Abacuc ylib.z.c.^. op.Tom.Vl.col.6jg.D.^ merito degli uomnii grandi che quando veniva trucidato , o vinto qual(a) V. Fabret. Lifiript. cw^. ^. num. 252. che tiranno, il vincitove faceva levarla tefta pag. 16^., num. S'S- pag. zoq. [Marangoni a tutte le di lui ftatue, ed immagini , e foDeUe cofe gentil, e prof, ec.cap. 76. Molto ftittiirvi la fia, intatto lafciando il lefto . pili rimarchevole e l'abufo introdotto in queb) Montf. Diar. ita!, cap. g p-i ^g. [ Difto fecolo lY. di accomodare anche nei pubce , per guaftarle , non per altt' ufo .
tori precedenti
(a) Il eli. Tirabofohi /oc. eh. . 7. ha fatto efagcrare il noltro Autore in quello luogo fcnza ragione Egli non ha mai detto , che quello depravato gullo degli artifti folfe ind'ilio chiarijjl'no , cht elJeadofi ormai pnarri.
blici
monumenti
ad
le
ifcrizioni degl'
impera*
altri
41
avuto in tutta
CAP.III.
la
.
Grecia
In
monumenti
dell'arte che
ancor
vi
rimanevano
(a)
Roma
delti-
nato un ifpettore
principalmente
notte
.
affinch quelle
non
veniiTero fatte
E quando
,
la religion crilliana
comini
ci a dominare pi apertamente
gli
che
in
loro
impero
prendeano
pi ricchi lavori
e
1
Ca) Eppure
il
effere
giacente a ufo
delira
il
,
di
affatto perduto aiiclic dopo i tempi di Collantiiio , rilevandofi da Libanio , il quale viveva
e fotto
KECAPIA KAnnAAOKIA
.
Giuliano l'apoftara nipote di ef, e anche ai tempi di Teodolo, che gli artifti greci andavano ancora a difegnarc con tutta la poflibile feiupolohta, ed efartezza il Giove Olimpico di Fidia, che allora Hava a fuo luogo, come vi ftava la Minerva famofa di lui in Atene , fecondo che abbiamo dallo ftelTo Giuliano Orat. 2. De Conftaacii imp. rei. gcft. op. T. I. p. S4- A. , e Epij. S. p.^77. yi, e da Tcmifto Orai.2j. p.:;io. A., Orar. zi. p-3i7- B. Tanto mi pare che dica quel fofifta Ep/i. 1 $z.pdg. 4.^7. , fcrivenai di
tempi
campo
fparfo di piante
Fu
illuftrata dal
fo imperatore
, e pubblicata da Du-Caiige in Gloffarium mediti ii infima. Latinitatis y e ripetuta poi in grande molto meglio difegnata nella di lui opera De imperatorum
citato Frehero
fine del
ConJiantinopoiitanoruTZyJeu inferioris s,vi,veL imperii , uti vocant , numifmatibus , riftampata fcparatamcnte in Roma nel 175 f. in 4. (a) V. Valef. Not. ad Amm. lib. t .eap. 6. [ Anche prima di quefti tempi v'erano in Roma leggi penali , e magiftrati per impedire
do
fuiiferis
Si igitur falucriis Pifam euiir'ibus perj ut in ilio Jovis fimuLacro aliquid mutare audeant , & iws quoque advcrfus nane Phidii. orjtionem idem facere jube Vedi apprello al . / 6. Un faggio di quefto buon gu: .
danni , che fi facevano alle ftatuc , e caftigare i colpevoli Vedi Guafco De i'ufage des ftax. il.part. eap. XXI. pcg. ^S z.fesg. Quella notizia fervir parimente a fupplire ci
i
.
flo
e dell'arte d'intagliar le
gemme
fcrive il eh. Tirabokhi /. cit. . il. , non avendo faputo trovare provvedimento fatto dai principi anteriori a quefti tempi per- la
cl;e
l'abbia-
ino nel famofo zaffiro di una nitidezza incredibile , e del_ pcfo di 55. carati , poileduto ora , dopo eller paffato in tanti mufci , e anche nel reale di Francia , dal fignor marchcfe Rinuccini a Firenze . Vi rapprefcntata con Mn lavoro ftraordinariamente bello una caccia dell'imperatorCortanzo in Cefarca di Cappadocia , ove forf la gemma far fiata lavorata , o per adulazione all'imperatore , o per piacere diquaL-hc privato Della perizia di lui in uccider orfi , leoni, e pardi ce ne fa fede Giuli'ano eit. Orat. z.pag. j^. B. Nella gemma fi figura che uccida con'una lunga alla un gran cignale , che dovea elfer celebre -in quelle contrade , come pu arguirfi dal nome SI<i>IAC Sifia , che vi ferirto al di fopra Accanto a Coftanzo , che ha pure il fuo nome in latino vi un'altra figura con afta in mano , che fenza buona ragione Fre. .
Hlcr. Epifl.iO/.
ad Litam
num. 1.2.
Tom.
il
a cui troppo
cuore
l. i.v. foz.fegg. fa dire a Coftantino , che voleva confcrvate le ftatue per ornamento di
Roma
purch
:
fi
riguardafiero
,
monumenti
dell'arte
fuperftizione Marmora tabenti refperglne tinBa lavate , Ptoeeres : liceat flatuas confflcre puras, El pukherriArtificum magnorum opera
ma
noflrt
Ornamenta
cluant patrit,
in
fondo
v'c
dna
figura
In vitium verfimonumentacoinquinec
ic.
(a)
.
4.17
marmi pi
fini
per ornare
proprj palazzi
que,
===
*
fto difordine
"*
mentre interdiceva
i
l'agrifizj
de' Gentili
ne volea confervati
tempj
jT.
(h)
7.
E'
fi
di qvc'
compenfava il merito colle ftatue una ne fu eretta al poedi cui vedeafi ancor ta Claudiano (a) , ed una a Stilicene
,
Tom. IL
Tcodofio
il
^
, ,
S S
^^
Grande
//3.
s.
i
Teodoliano
parla anche
6. tic.
j. cap. 26. , profctille pi rigoiofamente il culto dcgl" idoli , pens a conlervare le pi belle fatue , che fece tralportare in Coftan tino, come l dir qui appreflo al . 16.] tempi furono fovente convertiti in chicle . [ Si legge preffo Cedreno Camp. kiji. Tom. I. pag.272. D. , che Coftantino con un editto fece convertire molti tempj in chiefe de' Crifiani ; altri ne fece diftruggere, e applicare
Agoftino
De
io. J. io.
Civit.
di cui
lib.
Dei ,
poli
i
le pitture , le datu , da collocaivifi hanno foniminiltrato frequente occafione ai moderni artifti d'entrare in una lodevole emulazione , e di produrre delle opere rare ed eccellenti . Volendoli far un confronto , nell'Italia almeno , ed in Roma fpecialmente , delle belle opere dell'arte cfeguite per ufo facto con quelle fatte per ufo profano , io non bilancerei punto a dar la preferenza alle prime fopra le altre , non meno nel numero che nel pregio
alle chiefe , pag. 2S4.. C. ; altri ne fece chiudere , che poi furono dilfrutti da Tcodofo , pag. ^27- B. Molti ne diltrulfero anche i Criltiani fcnza vcrun ordine , come
Je entrate
tic. 10. l.rf.[ Quelegge fatta da Onorio per la Spagna riguardava le ftatue degli dei , non i tempj , de' quali ordina la confervazione nella legge 18. fatta per l'Africa. Pare che non l'abbia neppur ben intela il eh. Tirabofchi loc. cit. (a) Come corta da una ifcrizione preflb Grutcro Tom. il. pag. gi. num. /. Da un'
e nella perfezione (a) ib. lib. 22. cap. 4. (3) Cod. Tkeod. lib. i 6.
.
fta
altra ifcrizione preifo oiii^o pag. 4.06. n.t. l ha , che ne folTe eretta una a Flavio Eu-
cap.
j.
al
Simia , come vuole Socrate Hifl. eccl. lib. y. cap. 16., oppure le fole pietre , che fervivano per li fondamenti , e area , le quali per la loro gran mole non furono fchiantate e portate via , fecondo che abbiamo da Eunapio
De vit.philofoph. j'ophift. in vita JEdeJi pag. 64.. L'imperator Onorio fi era contentato di farlo chiudere . Giovanni Antiocheno ,
cognominato Maiala
in fine
,
,
&
genio per ordine dell' imperator Coftanzo , e di Giuliano l'apoftata , allora celare , e un' altra al retore Vittorino per ordine dello fteffo Coftanzo , come fi ha da s. Girolamo nel fupplemento alla cronica d' Eufebio all'anno ^jS. op. Tom. Vili. col. 700- . e da s. Agoftino Confejf. lib. S. e. 2. op. Tom. I. col. 146. y e una a Petronio MafTimo per comando degli imperatori Onorio , Teodolio , e Coftantino . CTuteio'wi pag. 449. num. 7.^ cos di tante altre , delle quali hannol le ifcrizioni prcllo quefto fcrittore , ed altri Furono erette nel Foro di Trajano , di cui fi parlato avanti pag. ;7 2. , ove dai tanpi d'Aleilandro Seve.
f
.
ro folevano collocarfi
illuftri
.
le
ftatue degli
uomini
Veggal apprciTo al . f). ] Se per la religion criftiana concorfe allora al dirtruggimento delle opere dell'arte , la ftella religione per una lunga ferie di fecoli mantenne in piedi quel poco avanzo di effa , impiegata dalla medelma nel culto divino ; e la ftclla pure fu una delle cagioni che pi delle altre ha contribuito al fuo riforgimcnco ed alla Tua perfezione . L'etezione
pag.
1
8.
veda monfignor BraCchi De erib. Jiat. cap. 10. p. go.fegg. Tcmiftio Orat. 4.. in Confi, imp. p. $4. B. fcrive che a lui pure ne fece alzare una in bronzo l'imperator Coftanzo per un inno , che avca fatto ; ma Abbiamo da non dice ove folfe collocata Ammiano MarccUino lib. 14. cap. 6 , che a que' tempi appunto di Coftanzo i Romani aveano pafllonc grandilTuna di fatfi erigcic
Si
.
418
la
LIB.XII.
Si
fono confervate a
erette
Goftantinopoli fino
CAP.llI.
lonne ornate a
quefta fono
baffi- rilievi
,
fui
una a Coflantino
flati
e l'altra
ad Arcadio
i
baffi-rilievi di
,
pubblicati fu
pittor
;
veneziano
v'
II.
ma
apparenza che
,
to
e la farebbe giudicare
di
la
colonna
che
danno
f foffe
,
venuta a cadere
L'altra
detta la
colonna abbruciata
jlrkham
,
fta
chiamanl Viporfido
,
ed comporta
la
gran cilindri
di
comprefa
flantino
,
bafe
Stava altre
non Co-
guaita, reflau-
Comneno
al
come appare
di Sinefio
dail'appoftavi gre-
ca ifcrizione
Decadenza
sene...
jf.
8.
Atene,
riferir
(e),
circa feflant'anni
nomi
prima
di Coflantino
avelTe
di riedificare le
mura
che da
la
ci
non ollante
, i
citt
,
quali
non fu imperando
Clau-
delle ftatue di bronw) , e anche indorate . Si veda qui avanti pag. 267. n.B. (a) MrWn. Top. Rom.'ii. z.cap.o. (.b) Ba.idur. Imp. orent. five Aiciq. Con-
^antitiop.
vola
I,
r, ,
[ ,
Nella Tafi
due fabbriche di terme , la prima eretta da Arradio , l'altra da Eudoda fua conforte ; e fono ncll' cfterno tutte circondate di lUtue greche nelle nicchie fra le colonne . {e) EpiJ. i ^j.pag. 272-
vedono
Grecia inondarono
;
e narra
Cedrano
(a)
Goti aveaa
il
LIB.XII.
CAP.III,
di libri
per appiccarvi
i
fuoco
ma
le
n'aftennero
Greci s'oc-
Leggiamo
altres
il
de-
..
c a
Romtt
dell'arte a
Roma
ove
,
Barbari
aven-
cofpirarono per
coi
Romani
,
che
fatti
n
di
la
man dell'uomo
Girolamo
(a)
:
n forf
il
potranno giammai
tempo Il ma-
quando
Ggg
kfl. pag. zjp. A. Tom. I. (b) Avvenne alla Grecia tutta l'ultimo cfterminio nell'anno 59;. dell'et volgare , quando Alarico re Je' Goti la fpogli di quanto vi era rimafto di pili buono ; ed ellendo ariano
Vi-
(a) Compenti,
port l'ultimo tracollo alla religione de' Gentili , e ne rovin i tenipj , the vi rimaneva no. Zofimo 7,o{\mo lib^j.cap. lib. j.cap. y. s pag. fii. vorrebbe eccettuarne Tebe perch era ben munita , e perch quel barbaro anelava di prefto giugnere in Atene , che parimente dov rilparrniare con tutta l'Attica , perch gli comparve Minerva , ed Achille a raffrenarlo Ma a quella vilione di Zofimo , anzich di Alarico , contradicono apertamente altri (crittori contemporanei , che non ne eccettuano veruna citta , e vi comprendono Atene in ifpe.
Academiam , Lyceum mireris , acque etiam illdm Porticum , a qua Chryfppifekanomeit accepit y qui quidem minime nunc varia efi ; nam Proconful tabulata fuftulit , in qui, artem omnem juam Polygnotus Thafius contuierat . Cosi fcrivc Sinedo nella lettera lif. , e
ac
facr.
cie
Girolamo nella lettera 6o. fcritun anno dopo, o- er.Tom. 1. coi, ^4^. num. i6. , Claudiano in Ruffin. 1.2. rerf. iSC.fcgp., Eunapio De vit. philof. >"
,
come
s.
ta ad Eliodoto
Wjl. gnr. des aut. chap. / ^. . .^.pag. 4-07. Probabilmente quefti fuperbi edinzj non furono rovinati dal re goto , e duravano ancora colle pitture , che gli ornavano , dopo la meta del fecolo fegucnte ; come pare che fi polla raccogliere da Sidonio Apollinare , il quale fioriva dopo la meta del fecolo V. , e /. q. epift.g. parla dell'Areopago, e del Pritaneo , ove elano dipinti molti filofofi con que' finiboli e diftintivi , che li caratterizzavano , e facevano diftinguere gli uni dagli altri Ncque te fatis hoc tmular , quod per gymnaja pingantur Areopagitica , vel Pritaneum , curva,
vederfi
il
pu
P. Cellier
Tom. X.
foph. in AI:tximo , pag. 74, , e in Prifco , in fine , pag. ^4.. , Filollorgio Ecchf. hi(l. l. 12. princ. Tom. ni. pag. j+;?. num. 2. La citata lettera di Sinefio , e la 54- > che contiene lo
flcflo
fentimento , ftata fcritta prima di qucfto difIHo ; n egli di:e tanto, quanto gli fa dire 'V irkciniann ; fcrivendo folamente , che Alene allora non era pi la fede della filcfofa ; ma che le belle fabbriche erano ancoia da oflervarfi con ammirazione , come l' Acca-^cmia , il Lieto, e il Pecile , dal quale ftjitaiito craro fiate tolte per ordine del prrrcnfolc le famofe pitture di Polignoto ,
oelL- quali
parlato nel
Tom.
I.
cervice Zeufippus , Aratus panda , Zcnoit fronte contraria , Epicurus cute diflcn'a , Diogenes barba cornante , Socrates coma candente , Ariftoteles brachio exerto , Xenocrates crure coUccio , HeracUtus fletu oculis clauJs , Democritus rifu labris apertis j Ckryfppus digitis propter numerorum indicia confiriciis , Euc'ides propter menfurarum fpatia laxatis , Cleantes propter utrumque corrofs I magnifici avanzi , che vi fi veggono anche al di d' oggi defcritti dal le Roy , da Stuart, e da altri , ci fanno capire , che molte fabbriche fianfi conlervate intere , o quafi intere per lungo tempo dopo Alarico (a) Cantra Jovin. l. 2. in fine , op. Tom. ri. col, J84, [ Non fono cos chiare le parole
.
420
= Vitige
LJB. XII.
Storia
di-llb
Roma
fi
l'af-
faJto
alla
,
mole d'Adriano
gli
afTediati
difefero a forza di
;
CAP.III
ftatue
che precipitavano
il
fu
nemici
(a)
delle quali
,
era probabilmente
Fauno
,
che fu
trovato
come dicemmo (a) nel ripurgarne le fofTe ma fenzacofce, fenza gambe e fenza il braccio finillro, e non gi, come fcrive Breval (b) nella fofTa di Cartel Gandolfo (b)
,
, , ,
.
Effigie
di
jj".
IO.
le
ftatue equeftri
,
Giultiumno
in
bronzo
e di
Teodora
,
due figure
in
mufaico
(e)
.
poraneamente
alla
Ravenna, che fatte furono contemLa prima di quelle due fl;atue era veftita
a e
.
maniera d'Achille
,
ignude
cio
meiTa all'eroica
(e)
jf.
II.
Cre-
Girolamo da farci credere , che parli del tempio di Giove Capitolino o almeno che lo dica rovinato , coin pretende fenza ragione anche il Padre Minutolo Di/fert. /. fe^. 2. infuppl.Ant. Rom. SalUngre, Tom. I. col.izz. Scnerzando egli (ul nome di Gioviniano , dice che era un nome di mal augurio effendo tratto da Giove ; poich il Camdi
s.
, ,
anno 4f 5.
fu fpogliato da Genferico re de' , Vandali di tutti i luoi ornamenti preziofi, e della met delle lamine di bronzo indorato , che lo coprivano . Procopio De bello vandal.
Tom. I. pag. iHg.A. Sedelcrizione di Roma , di cui meglio parleremo nella noftra dilTertazione inferita nel Tomo ni. , era ancora in piedi nel fecolo
Ili. I.
cap. j. oper.
condo
la
pidoglio avea perduto il fuo fplendore , e i tempj di Giove , e le fue ceremonic erano anCave Jovinani nomen , quod date a terra de idolo derivatum eft Squatlet Capitolium , tempia Jovis , aremonii concidcrunt II difcorfo molto generico e pu adattarli a qualunque altro tempio del padre de' numi . f vogliamo intenderlo del Capitolino come pi probabile , perch lo abbia confiderato , a riguardo del Campidoglio , per la principal fede della religione sentilefca ,
: .
ottavo
[
&
o nel nono , (a) Pfocop. Debello goth. lib. i. cap. zz, Vedi qui avanti pag. S7^- ""r. d. (a) Qui avanti pi2g. 37$. . /. (h) Rem.irks . ib) Le cofe , che dice l'Autore in quello
.
paragrafo
te
,
meritano
Ma
come anche
volgo intorno
d'elfer meglio efaminaaltre generiche alTerzioni del a quelli , che hanno diftrutti i
.
diremo
col
,jSp. num. j6. , che il s. Dottore abbia voluto alludere allo fpoglio delle lamine d'oro, che ne coprivano le porte , fatto da Stilicone l'anno 589. , come narra Zolmo lib. f. e. ^S. infine , pag. 6 1 f. ; e alla legge di Tcodolo jnenrovata qui avanti/'. 4/ -'. co/. /., per cui in quel tempio , e negli altri anolutamente fu foppreffo il culto degl' idoli Abbiamo infat.
Per non fare dell' arte in Roma qui una troppo lunga nota, noi ci riferveremo a trattarne nella diifertazione , della quale abbiamo parlato qui avanti . (e) Procop. De naif. Jujiin. lib. 1 cap. z. a queflo luogo (d) ib. cap. 1 \ Procopio efagera molro co! dire , che varie ftatue , delle quali era ornato l'atrio delle terme d'Arcadio , erano s belle , che avrebbero potuto dirfi opere di Fidia , di L'Ippo , e di Pralltele ; (e pur non erano opere di antichi arti-
monumenti
VI. Confai. Honori , vcrf. 4^. 4 f e J7 S-, che erto era ancora nel fuo flato l'anno 4D4. ; e 66. o 67. a'ini dopo die s. Girolamo fciilTe quel libro , cio nell'
ti
.
da Claudiano
De
fti
veramente
(<;)
Alemann
Ce)
da
notarfi la legge
421 DAI TEMPI d'Adriano e6. Credono molti fcrictori che ftatua fia del mentoII. jf. che vedefi nella villa vato imperatore quella quad coloirale GAP. ni. 1r -1 r j ir
,
Giufliniani
gine da
tal
imperatore
ne con una
fenz' alcun
fondamento
f
,
nuova
M.
Jf.
V' nella
villa
di gran- KcUfado*!"*
ed
fiata
,
mal
dicante
perch tiene
detta
mano- aperta
(a)
.
concava, co-
me
in
atto
di ricevervi
qualche cofa
Potrebbe quella
,
ai
dopo
le
.
leggi
delle dodici
Tavole
era ci
dal-
conceduto
la
in
Roma
,
(a)
madre
13.
degli dei
e Mapct-yuprou
tal
quellua era
fpiegazione pi erudita
Leggiamo
che Augnilo
giorno
(
il
mendico
)
e
ri-
fporgeva
la
mano
.
cavam manum
per
cevere l'elemofna
Quefio
egli facea
come
3
un'efpiazione alla
Ggg
imperatore
rer. divif.
dea
fopra una
Siquis in aliena ^4. Infiit. cio che f un pittore dipingeva tavola che non fofse fua , egli ne
.
,
De
,
mezzo
;
della pittura
la
pagandone per
valentuomo
,
il
prezzo
per
ragione che
pittura d'un , che per efcmpio d'ApcUe , o di Parrafio , avefle dovuto cedere ad una vile tavjla , odia che avefle dovuto reftare del paHrone della tavola , perch fatu fu di una cofa altrui , come era ftabilito per chi fcriveva in una membrana , o carta non fua , ancorth con lettere d'oro . Tale difpofiiione fa
faceva puranche qualche ftinia difcgno a quel tempo (a) Ed una favola , che Belifario fofle fatto accecare per ordine dell' imperator Giuftiniano , o di Teodora , e folfc corretto a mendicare Si legga tra gli altri il cardinal
vedere che
fi
come,
Orfi IJloriu eccl.T.XlX.lib.^z. . 8 s-t e ti fignor abate Invernizzi nella fua dotta opera De rebus geftis Jujliniani Magni , Hi. ti,
.
r/.
(,a)
Cic.
De
16, n.fOt
>
(i)
Suidar. Mr/vfT)i(
'5
<
'
4,22
dea Nemcfi
LIB. Xll.
la
quale
umiliava
al
CAP.llU
carro trionfale de' vincitori attaccavanfi
,
crotali e la sferfla-
za
attributi di
Nemed
per
rammentar loro
f
l'inftabilit della
fortuna
infuperbiri
fi
avrebbero intan-
dovremmo con
a
pi ragione ravvifaril
Giuftiniano anteriori,
favore di Nemefi
Arillofane fpiega
mano
col:
dita
raccolte e alquanto
ripiegate
in atto di
prendere
jf.
14.
all'arte
portoffiaRoma
,
nipote d'Eraclio
e nel-
dimora che
vi fece
fpogliolla di tut,
te le
le
erano rimafte
delle
e perfino delil
tegole di quefto
(b)
,
Panfua
teon
ove dopo
la
morte vennero
Alexandria
{e)
mani
de' Saraceni
che mandaronle ia
jf.
i^ Non
metallo
,
(a) y. Cafaub.
Antmndv.
in Suet. p.
f /
/.
mente
alii
di
pe-
(a) ftara Hata nel Mufcn Pio-Clem. T. l. Tav. 4.0. , e fpicgata dal lignor ab. Vifconri per mia Cibele , come e veramente fecintlo la dcfcrizione di Varronc prcllo s. Agoftino De Civ. Dei , lib.j. cap. 24.. Sta a federe ap-
fava fopra
ra Fi :oroii!
pogciando la liniftra mano fu di un timpano o tamburo , che tiene fotto al braccio per fignifcare , come fcrivc Codino De orifin..
,
fert
, raoitLjue . (n) In cui pera.ltro lafci tutto il metallo , del quale erano to lerati i gran travi del por,
cap.zo. pag '?j. ; e fu impiegato alle colonne della confeUione di s. Pietro in Vaticano, e in qualche cannone per il Caltel s. Angelo come colia dalla ifcriz.ione pofta per memoria nel portico dello ftelfo Panteon , e riferita c'.al dotto monfig. Borgia Vaticana Lonfcjfio , ec. pr&fdt. pag. LXV\, e da Ma'^ai-goxDe'U coje gentil, ec. c.66.Y\T\o al prefente vi dura la cornice dello fteffo metallo indurato intorno all'ochio , per cui entra il lume
,
.
tico
Apa'laf De vit. Roman. Ponf. Vita Ss. Vitdiiani & Adeodati , Paul. Diac. Di gefi. Longobard, Hi. j. cap. ti. 13^
(e)
,
jf.
tic!
DAI TEMPI d'Adriano ec. 425 Non dobbiamo creder per che tutti quegli a n- =====* ij. monumenti della Sicilia fiano flati dai Saraceni depre- ^^^-^'iCAP.TII.
;
dari
ma
verofimile
varj luoghi di
fieno
fparfi
in si-
che hanno
ceneri
la
forma
di
de' bagni
Palermo
re
.
di di
altrettanti
Due
altre
duomo
Monreale
a.
Palermo
che fervono
,
di fepolcro
,
due famofi re della IHrpe normanna Guglielmo il Cattivo e Guglielmo il Buono V' tutta l'apparenza che tali vafi lavora.
ti
ftati
portati da
Roma
(a)
ove
bagni
poich fotto
gl'imperatori romani fu introdotto di far trafportare nella capitale quella pietra egiziana
ftata pi
,
e a' loro
tempi gi
la Sicilia era.
dell' arte
vi folTeil
monumenti
che l'adornavano
altronde da credere
che
facefTero
ellrarre
por.
modo
dopo
e
l'intero
diflrug-
gimento che
Ivi fu
,
ratto
le
nera
>
nella
li
^ Grecia
Koma
r li con-
fantinopoU,
erafi in
Grecia
e perfino la ftatua
bronzo
Ivi
dopo
la rotta
data
ad Antonio
Cleopatra
{a)
fi.ette
fino alla
,
met del
di
lavoro
Didi
PENO e
SciLL,iDE
c vi
fi
pi gran mon.imenti
dell' arte
cio
il
Giove Olimpico
Fi(a) G' imperatori greci folrvano portareda Roma a porfido , e iavo'i farti in elTo Collantinopoli ; onie chiamavali allora marmo lojiaiio . Ne facevano per venire anche
il
,
(fall'
pjg.
Egitto , Si vcJa Tom. I.pag.rj^. n. b. ^ i ^9. n. t. (b) Vedi qui zvnp. zSS./eg. , e p-S^-(a) Glycas Annaspar, j. grincf^ios- -S.
424
Fidia
LIB.XII.
,
bella
Venere
,
di
ftatua dell'
Occafione
e la
GAP.
la
Lr-
III.
sippo
(a)
nel faccheggio
colo decimoterzo
le fiatile di
allorch
(i)
,
fi
moneta
tutte
bronzo
fra le quali
uno
fcrittor di que'
tempi
Cedren. Compeni, kjior. pag. ^22. t<j) Dal difcorfo di quefto fcrittore fi raccoglie Clic ve le avelie fatte trafportare l' impcrator Teadofio il Grande Quefto flato , fra
l
.
fiahat "rari
con che ha egli voluto dire probabilmente che effe vi furono bens una volta , ma a' tempi fuoi non v'erano piti .
:
imperatori greci , il pi portato per le arti del difegno ; e racconta Temiftio Ordt. 1 S. p. 2z;. A. , che per le gran fabbriche da lui fatte alzate , e adornare , ]a citt di Coltantinopoli era piena d'ogni fortad'artifti . Anche Giuftiniano fece alzare moltilTime grandi fabbriche , delle quali parla Procopio in un' opera intiera , De Adificiis Jufiiniani La cfiicfa di s. Sofia in quella citta da lui riedificata , viene dcfcritta come cofa portento fa da Paolo Silenziario fcrittor contemporaneo; e Pietro Belon Obfervat. despluf.fin.gular.ec. itv. I. chap. S ^.pag. 74. la dekrivc come la pi bella fabbrica dell'antichit efiftente ancora a' ftioi tempi , cio al principio del fecolo XVL ; e dice , che il Panteon d'Agrippa non fa pi maraviglia a chi ha veduta quella
g'
.
Deeli nondimeno tra quefte eccettuare la Pallade di Lindo , che da Cedreno rammcntafi it\ feguito;'. ^z^. , come ancot efiftente in una. piazza di Coflantinopoli con un' altra flatua
d'Anfitrite , che fullc tempie avea le branche d'un granchio [ Non v' bifogno di congetture per fapere il fine di tante ftatue , quando lo leflo Cedreno pag. ^yi. D. fcriye chiaramente , che perirono tutte in un incendio col palazzo Laufiaco , ove erano fiate potlc da Tfiodofio , come ho detto nella nota precedente ; e ci verfo Tanno 47J. fotto l'impeix) di Baflifco . A Cedreno h accorda Zonata jinnal. Uh. 14. pag yz.fegg. , e vi comprende anche la detta Pallade di Lindo Siamo indi quafi ficuri , che la tefla della Venere confervata a Madrid , la quale per la fua bellezza potrebbe crederfi l' originale , come fi notato qui avanti alla pag.zoo. col. z., altro non fia realmente , che una copia ; e cori molto maggior fondamento , oltre ci che li olfervto nel Tom. l. pag. ^i6. not. e. , potremo afferire , che la Venere de' Medici non fia quella di Praffitclc Io mi maraviglio come di tanti fcrittori , che hanno parlato del deflino di quefla Venere , niuno abbia ve. . .
gran macchina
moft'hea
l'antico
.
Giuftiniano prima
,
abbattere
togliere le ftatuc , che v'erano dentro , come fi detto qui avanti Mapag. 4.14. , e le diftiibui per la citta ,
tempio
ne fece
gli fcrittori
che
ivi
ho
copiandofi l'un l'altro ; e fc poniamo predar fede a Codino , ultimo non poche ve n'erano puranche al d5 efl
,
,
nella nota a.
cio alla met del fecole XV. , come crede il Fabricio Bibl. grtca , Tom. FI. l. f. e. y. p.47 6. ; e quelle in bronzo , fc ve n'erano , come credibile , faranno late rifparmiate nel devaftamento generale , che ne fu fatto nei tempi , de'quali
tempo
almeno i detti due gteci annapi moderni, tra i quali il fignor Dutens Orig. d^s decouv. ec. Tom. il. par. III. chap. 11. . zPo. pag. z^o. , Cameron Defcripton des hains des Romains , ec. pag. r 6. , Il liano contentati di ripetere ci che dice qui \vinkelmann Solo il Bandurio per quanto io fppia Imper. oricnc. Jve AnE parla da Winkelniann in quella pagina tiq. Conflantinop. Tom. il. Uh. i. pag. 4S7. (i) Avvi ragion di dubitare fc tutte le accennate opere cfifteflero non che al principio avverte coli' autorit di Cedreno , che ella del tcriodecimo fecole , ma neli'undecimo , per in quell'incendio ; ma poi dimenticatoVolen- fene , nel li. 7. pag. S46. fcrive , die fu iu cui probabilmente vivea Cedrcno do qucfti pap. ;? 2 2. indicare la ftatua di Co- trafportata in feguito a Firenze . Teofilo ftantino e quella di fua madre, ficrome le Sigeberto Bayero , che ha fatta una dilfertazione fulla ftatua di Pralfitele , e fua ftoaltre due fatue equeftri di Trajano e d'Adriano imperatori , ufa il tempo prcfentt /Lnf; ma ria , ove poteva afpettarfcnc una piena nopaffando poi a dcfcrivere quei fito di Coflan- tizia , non altro fa che confutare quefto fcrittore con due medaglioni battuti a Gnido , tinopoli denominato Laufo , e le flatue che l'adornavano, la Pallade , la Venere il Gio- ne' quali rapprcfentata la Venere ivi ccleve Olimpico ec. , faufo del tempo imperfetto hratifTuna in atteggiamento ben diveifo da
duti
lifti
,
citati
i
in
e che
pi
42
()
,
.
cf
Seb-
quando
bad
$.
non
lafcia ci
.
non
il
oftante di
gran numero
fotto
i
delle flatue di
bronzo
fin
fatte
a Coftantinopoli
i
primi
,
imperatori bizantini
quali
fatti
fi
in
lode
della liatua
della perfona
effigiatavi (a)
;
ma
fra'
in
non pu
Greci che a
.
popoli barbari
Roma fiata gi come dicemmo devaftata da' Un certo gufto elegante del difegno forma,
to fu l'antico a mantenuto
fra'
Greci
fin a
tempi
dell'
im-
peraquella di Firenze ; e con una ftatua trafportata da Roma a Pietroburgo nel giardino imperiale Ma (iccome qucfta ftatua reftaurata in parte , e non troppo felicemente per il (uo fcopo , egli poteva piuttofto allegare quella celebre gi di Belvedere al Vaticano ,
.
(a) Le (latuc per la maggior parte di broninnalzate principalmente in Coftantino, poli dagl'imperatori greci a s fteffi , alla loro famiglia , ai loro generali , ed ai loro pre-
zo
decelTori erano in
e tra quelle
ora nel Mufeo Pio-Cicmentino , della quale parlai al luogo citato , che era Rata data in rame da Perrier nella fua Raccolta di ftatue ,
e moltiffimc ne defcrivono gli autori , che ho citati qui avanti alla vag. 414. not.A.princ, e tanti
un numero forprendente
altri fcrittori
Tav. 8 j.
Raccolta
la
che
Tav. 4. Effa fomigliantifTirna al, figura dei medaglioni ; e per copia di quella di PrafTtele et fiata gi riconolciuta da altri , come nota il fignor Falconet DICCujflon unpeu pedantefque , ec. ceuvr. Tom. il. pag. ^jo. La differtaiione di Bayero fi legge negli Atti dcirAcfademia delle fetenze di Pietroburgo Tom. IP^. pag. 2f!>. fcgg. con queflo titolo De tenere Cnidia in crypta conchyliata horti imperatori ad aulam iftivam , 6? in duohus numis cnidiis . {a) Niccta Choniata ap. Fabric. Bibloth. gric. Tom. yi. lib. f, e. j. p. 406. [e prel:
L'unica in bronzo , bizantini confervata delle erette in Italia per quanto io fappia , e forf l'unica al mondo ,
.
fiafi
palmi , che vede nella pubblica piaz-. za della citt di Barletta nella Puglia Col crederei anfi dice un Coftantino ; e tale lo ch' io mediante il confronto , che ho fatto del difegno di elfa favoritomi dal fignor D. Emanuele Mola prefetto dei regi ftudj , ed ac quella dell'altezza di circa venti
al
preiente ancora
fi
lo Bandurio Imper. orient. Jve Ant. Conflant. Tom. l. Uh. 6. p.i oS. Non dice per , che la Giunone folle quella di Samo ; e non poteva dirlo , perch era perita molto prima , coDice me li detto nella nota precedente bens poco dopo , che allora fu fquagliata la detta ftatua deli'alinajo col fuo fornaio eretta gi da Augufto in Nicopoli
.
cademico nella vicina citt di Bari , colle ftatue di Coftantino allegate da Winkelmann qui avanti ;?,/^. ^0^. Il lgnor barone di Riedefel , il quale nel fuo Viaegio in Sicilia , e nella Magna Grecia , ftampato in tcdefce , e poi tradotto in francete lettera z. pag. 24'- > Io pretende un Giulio Cefare , non avr avuta ben prefente ne la fifonomia di quefto impe,
e non avr ; forma dell'abito che de' Vedafene la figura in fine di quebaffi tempi e l' indice de' rami nel terzo , ove fto Tomo ce palleremo pi difFufamcnte .
ratore
n quella di Cof>antino
.
ben
riflettuto alla
42^
tlB. Xll.
di
perator Giuflino
come ne
fa
fede
il
Cofma
,
Vaticana
num. 6gg.
CAP.
111.
e pubblicato dal
figure
Montfaucon
(ij)
ma
,
altre pitture
veg-
capo, con
OPXHGIG
,
(a),
danza
e quefte
che
debbono
buo-
Cofma
il
era un mercante
fattoli
poi monaco
e vivea fotto
come
opera
ConcMons.
jf.
,
egli
fteffo
e ce lo
conferma
iS.
con;
fini
ma
arte
l'
gendo
nio
;
la diftruzione
dele
filino delle
e feguirle fin
dove ne ho trovate
tracce
Cosi una tenera amante mira dal lido l'amor fuo che
le
folcando
dere
;
onde s'allontana
e cui
non
ifpera di pi rive,
lo fegue finch
pu
e parie di
lontane vele.
noi
co-
me
{a)
a quell'amante,
non
refta
(a)
CoUcci.fcrpt. erte. Tom. il. pag-i i ?. fta fcritto. Cb) Qiicfta una efaaera7.ione . {b) Biblioth. cod. pag. 22. [Fo-
OPXHCHC
in fine
e dalle
Anno-
XXXVI.
tazioni del nofrro Autore a queflo luogo della Storia Notizie pi efatte , e pi ditlufe ,
di lui libro
credendolo
anonimo
ca
,
il Fabncio B'M. gra.zf.pag. 60 f). ; e anonimo il Todice Vaticano Vive\'a eia ai tempi di Ginftno ; ma fcrilTe ai tempi di Gi,
come
oflerv
e.
Tom
il, lib. s.
provate principalmente coi monumenti incili in rame , s per l'epoca dell'a-te nei tempi accennati da V^'inkclmann in quefto capo ; e s per il tiar:o fuccciTvo fino al riforgimcnto
,. ,
e feguenri
come
nota
(e)
il
mcdelma in quelli ultimi fecoli trasce le dar l' indefeflo , e dilijentiflmo fignor cavaliere d'Agincourt nell'oncia , che
dell'arte
,
corfi
accennammo
coi. i.
427
perLiB.xn.
CAP.III.
quali per
vengono
irritati dalla
zione
Noi confideriamo le copie con maggior attenche non faremmo f gli originali medefimi pofTedef11
fmo
tri
nome
di antichit
di
venzione
n quella priva
figurarci di trovar
fa
.
alla
fine
qualche co,
pi poveri di
.
monumenti
me-
fiamo come
gli eredi
male
divifi
la
qua-
pu divenir pi
,
che
le
tichi
quali
te
fono meramente
ig.
jf.
ma l'uomo
,
lludiofo
di cercare la verit
putazione
e bifogna
perch
pi
prendano
il
buon
fentiero
Ton.II.
TU.
.;:.
//
/.,,
///
iit;
T^^mll
Hz^..
y/-
'
y^^/i'
O^i^:
Ton II
TI/
.'^y../-
,>./
'
r7f/t.^/t/
Te .7/
T.,rn:
Il
T...
TYI
Tom.
IL
T. yjll.
^r./.
^^^
p^/.
O'- Ct^^fre(/A\
i:._n
XfX.
\^j^'i^^
(y^/-
T.^If
T^
'J^^a^^
c/t^/.
^y^cAeOii
T,rn
//
T.,..
A/
^-Jj'-^
t^
^^--^^^^
/^^.'
^'STi
-^,^/r/7 ri,
ine-
^''
vm
'^^m^Mmm
7/Tt".